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2003 anno 6°  

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GIOVEDI'
30 OTTOBRE  2003

pagina 1

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PREVISIONI ECONOMICHE D'AUTUNNO DELLA COMMISSIONE 2003 - 2005 PER L'AREA DELL'EURO, L'UNIONE EUROPEA E I PAESI CANDIDATI E IN VIA DI ADESIONE

Bruxelles, 29 ottobre 2003 Lo scarso rendimento economico registrato nell'area dell'euro e nelle economie dell'Ue alla fine del 2002 è proseguito per tutto il primo semestre di quest'anno. Ne consegue che per il terzo anno consecutivo il tasso di crescita risulterà probabilmente deludente: si prevede, in media, soltanto uno 0,4% nel 2003 nell'area dell'euro (0,8% nell'Ue). Tuttavia, grazie a condizioni di politica macroeconomica confortanti, alla disinflazione persistente, alle condizioni finanziarie di sostegno, all'evoluzione delle riforme strutturali, nonché alla minore incertezza geopolitica, gli operatori economici stanno riacquistando fiducia e si assiste ad un miglioramento dello scenario internazionale. In tale contesto, si individua nel secondo semestre del 2003 il momento cruciale della ripresa economica che si intensificherà durante tutto il 2004. Per il prossimo anno è previsto un incremento dei tassi medi di crescita dell'1,8% per l'area dell'euro e del 2% per l'Ue, fino a raggiungere il 2,5% nel 2005. Tale previsione è corroborata da una ripresa delle spese per il consumo, sostenuta dall'aumento della domanda esterna e dalla conseguente ripresa nel settore degli investimenti. Nonostante la ripresa pronosticata, il prolungato periodo di scarsa crescita ha avuto ripercussioni sul mercato del lavoro, per cui si prevede una crescita dell'occupazione molto limitata, che farà registrare soltanto lo 0,3% nel 2004 per poi raggiungere un tasso comunque migliore, pari allo 0,8%, nel 2005. Ripresa globale incipiente Dopo il calo del commercio mondiale nel 2001 e la crescita debole del 2002, si può guardare al futuro con maggiore ottimismo. L'esigua crescita degli scambi con l'estero prevista per quest'anno è fuorviante, in quanto subisce le ripercussioni degli scarsi risultati economici del primo semestre dell'anno. Dovrebbe aumentare dal 4,4% circa del 2003 al 7-8% nel 2004-2005. La previsione di crescita del Pil mondiale è del 3,3% nel 2003, in crescita rispetto al 2,8% dell'anno precedente. Dovrebbe aumentare ad un solido 4,1% nel 2004 e nel 2005. Sono numerosi i fattori alla base di questa accelerazione, tra cui delle politiche macroeconomiche confortanti e condizioni finanziarie di sostegno legate in parte al prosieguo della disinflazione ed una rinnovata fiducia dovuta sia alle minori tensioni nel panorama geopolitico che alla solidità del mercato delle attività. Guardando al 2004, le basi per la crescita mondiale si stanno ampliando, con forti e crescenti contributi dall'Asia (in particolare dalla Cina), dagli Stati Uniti, dall'Australia e dai paesi in via di adesione. Negli Usa, grazie agli incentivi derivanti dalla politica monetaria e di bilancio e ad una solida crescita della produttività sottostante, la ripresa dovrebbe continuare con un tasso di crescita pari al 2,8% circa nel 2003, per raggiungere quindi il 3,8% nel 2004. Ciò determinerà una crescita del Pil superiore al potenziale. Pur tuttavia, per il 2004 il disavanzo pubblico e il disavanzo delle partite correnti dovrebbero lievitare, rispettivamente, al 5,5% e al 5,6% del Pnl. Le prospettive economiche per l'Asia permangono vivaci, con un tasso di crescita del 6,7% nel 2004-2005. Sono migliorate anche le previsioni per il Giappone, con una sensibile crescita modificata al 2,6% nel 2003, nonostante la deflazione sia destinata a continuare, sebbene ad un ritmo inferiore, e nonostante un disavanzo pubblico che dovrebbe superare il 7% del Pil nell'arco del periodo di riferimento delle previsioni. Dopo il ristagno registrato nel 2002, l 'America latina dovrebbe beneficiare di una leggera ripresa grazie al deprezzamento delle valute, al miglioramento dell'economia mondiale ed alla graduale risoluzione delle crisi finanziarie che hanno colpito diversi paesi nella regione. In Canada la crescita dovrebbe riprendere vigore verso la fine del 2003. Anche nei paesi che aderiranno all'Unione europea il 1°maggio 2004 persisterà per tutto il periodo di riferimento una forte crescita, trainata dalla domanda interna e dai cambiamenti strutturali. Calo dei prezzi del petrolio e ripresa dei mercati azionari Secondo le previsioni, i prezzi del petrolio dovrebbero diminuire gradualmente passando da 31 Usd al barile (greggio Brent) nella metà di ottobre ad un prezzo medio di 28,3 Usd al barile per l'anno considerato nella sua totalità. Nell'arco dei prossimi due anni è prevista un'ulteriore discesa, fino a 25,6 Usd al barile nel 2004 e a 24,1 Usd nel 2005. Dalla metà di giugno i prezzi azionari risultano stabili e i rendimenti delle obbligazioni di Stato sono ripresi a un ritmo molto sostenuto, pur rimanendo bassi considerando i livelli registrati in passato. Grazie ai ridotti premi di rischio nonché ai tassi di interesse confortanti, le condizioni finanziarie nell'economia globale sono migliorate rispetto all'anno scorso. Ciò dovrebbe consentire di promuovere la ripresa, facilitando soprattutto un ridimensionamento del settore societario sia negli Stati Uniti che nell'Unione europea. L'area dell'euro e le economie dell'Ue non sono riuscite a decollare nel primo semestre del 2003 A causa dello scarso rendimento del 2002, si è registrato un ristagno dell'economia dell'area dell'euro nel primo semestre del 2003, mentre nell'Ue vi è stato un lieve scatto verso l'alto. Dopo un promettente incremento nel primo trimestre di quest'anno, la crescita delle spese per il consumo privato ha subito un regresso nel secondo trimestre. Gli investimenti sono continuamente diminuiti durante il primo semestre dell'anno, mentre il calo delle scorte è progressivamente diminuito. Le esportazioni nette hanno frenato considerevolmente la crescita per tre trimestri, fino alla metà del 2003. Nel secondo trimestre di quest'anno, sono stati i consumi pubblici a contribuire alla crescita nella misura maggiore. Sono numerose le ragioni che hanno determinato questo rendimento economico così deludente come pure un ritardo nella ripresa, che era prevista per gli inizi di quest'anno. La fiducia sia da parte dei consumatori che da parte delle imprese a livello globale è stata messa a dura prova dalle tensioni geopolitiche dovute alla guerra in Iraq, che hanno creato un clima di insicurezza intorno ai prezzi del petrolio. Per i consumatori dell'area dell'euro, ciò è stato ulteriormente aggravato dalle preoccupazioni per l'andamento futuro dei salari e delle pensioni e per gli effetti patrimoniali sfavorevoli del prolungato declino del mercato azionario. La pressione sulla redditività delle imprese, dovuta a fattori diversi quali l'eccesso di investimenti della fine degli anni '90, il prolungato rallentamento, l'attuale compensazione delle voci di bilancio nonché l'aumento dei prezzi dei fondi esterni in seguito al declino del mercato azionario, ha probabilmente determinato un differimento dei programmi di investimento. Prospettive di svolta nel secondo semestre del 2003 fino a raggiungere una crescita potenziale nel 2004 Dall'aprile di quest'anno emergono dalle indagini compiute alcuni segnali incoraggianti in prospettiva di una probabile ripresa, soprattutto per quanto riguarda il settore dei servizi, ove il ripristino della fiducia è più graduale nel commercio al dettaglio. L'indice dei responsabili degli acquisti ha iniziato a lievitare a luglio e ha ora riguadagnato gli alti livelli degli inizi del 2002. La fiducia dei consumatori sta, lentamente ma gradualmente, evidenziando segnali di miglioramento, anche se i nuclei familiari rimangono relativamente cauti ove si tratti di effettuare acquisti di valore notevole. In base agli indicatori di produzione, sembra che la ripresa sia meno sicura in questo settore. Nonostante ciò, si è registrato un miglioramento dei principali indicatori, quali ad esempio quelli relativi al clima imprenditoriale e ai responsabili degli acquisti per il settore manifatturiero. Considerati complessivamente, questi indicatori segnalano che la recessione è stata evitata e che ci si trova attualmente nel processo di svolta. Dati i bassi tassi di interesse ed un tasso di cambio rafforzato, la fonte di crescita dovrebbe essere il versante interno piuttosto che quello esterno. Parte della ripresa prevista nei prossimi mesi nelle spese dei nuclei familiari e delle imprese, è dovuta ai tassi di interesse tradizionalmente bassi, sia a breve che a lungo termine. Ciò ha contribuito ad un allentamento delle restrizioni di bilancio imposte ai nuclei familiari e alle imprese grazie al calo dei costi del servizio del debito. L'impennata dei mercati azionari da marzo di quest'anno e la vivacità del mercato dell'edilizia abitativa in alcuni Stati membri hanno da parte loro contribuito a recuperare in parte il patrimonio perduto a causa dello scoppio della bolla speculativa che ha coinvolto il mercato azionario. Il reddito di cui dispongono realmente i nuclei familiari ha ricevuto un forte impulso dall'inflazione più ridotta ed è destinato ad accrescere ulteriormente in parallelo al calo dell'inflazione. L'effetto positivo del reddito reale è sostenuto sia dall'apprezzamento dell'euro che dal susseguente effetto sulle ragioni di scambio, che dovrebbe risultare più tangibile a medio termine. Mentre il tasso medio di crescita nell'area dell'euro resta limitato allo 0,4% nel 2003, si prevede un aumento fino all'1,8% nel 2004 e al 2,3% nel 2005 (i corrispondenti valori per l'Ue sono rispettivamente 0,8%, 2% e 2,4%). La tendenza al rialzo è dovuta alla ripresa della domanda interna, sostenuta dalla crescente domanda estera a partire dal secondo semestre del 2003, che, a sua volta, dovrebbe determinare un'accelerazione della formazione di capitale nel corso del 2004. Un mercato del lavoro in cattiva salute Nella fase iniziale di crescita modesta, l'occupazione si è mantenuta ad un discreto livello e l'incremento del tasso di disoccupazione è stato contenuto. La relativa stabilità dell'occupazione nel settore dei servizi ne spiega in parte le ragioni. Altri fattori potrebbero essere la costituzione di una riserva di manodopera come anche i contratti di lavoro più flessibili. Tuttavia, a causa del persistere di questa fase discendente, si sta delineando un quadro che desta qualche preoccupazione. Nel 2003 è prevista la perdita di circa 200.000 posti di lavoro (in termini netti) nell'area dell'euro, che rappresenta il primo calo dal 1994. Il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare all'8,9% (8,1% nell'Ue). Considerate la ripresa molto lenta e le persistenti rigidità, si prevede per il prossimo anno la creazione di pochissimi posti di lavoro. Poiché, secondo i pronostici, la crescita della forza lavoro dovrebbe superare la crescita dell'occupazione, il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro continuerà a salire fino al 9,1% nel 2004 (8,2% nell'Ue), per poi registrare una tendenza al ribasso nel 2005. L 'inflazione comincia a rallentare Nonostante il rallentamento dell'economia, l'inflazione apparente è rimasta ad un livello basso nel 2003 a seguito della combinazione di fattori temporanei quali il passaggio degli aumenti dei prezzi del petrolio petroliferi, dei rincari dei prezzi dei prodotti alimentari a causa di fattori meteorologici e degli aumenti delle imposte indirette. Rispetto al 2,3% del 2002, nell'area dell'euro l'inflazione apparente dovrebbe attestarsi in media al 2,1% quest'anno, prima di scendere al 2% nel 2004 e all'1,7% nel 2005. Si è registrata inoltre una viscosità dell'inflazione nel corso del 2003, a seguito di una bassa crescita della produttività e della lenta trasmissione degli effetti dell'apprezzamento dell'euro ai prezzi alla produzione e al consumo. Tuttavia, sia il calo dei costi unitari del lavoro, in un momento in cui si assiste ad un incremento della produttività del lavoro, che la moderazione salariale dovrebbero da parte loro determinare una riduzione dell'inflazione di fondo nel medio termine. Peggioramento ulteriore del disavanzo pubblico nell'area dell'euro, con differenze sostanziali tra Stati membri Dal 2,2% del 2002, il disavanzo pubblico nell'area dell'euro (1,9% nell'Ue) dovrebbe lievitare al 2,8% del Pil nel 2003 (2,7% nell'Ue). Rispetto alle previsioni economiche di primavera della Commissione (2,5% per l'area dell'euro), ciò implica un peggioramento del bilancio delle amministrazioni pubbliche in tutti i paesi dell'Ue ad eccezione di Belgio, Spagna, Austria e Portogallo. In relazione al 2002, si prevede un saldo di bilancio delle amministrazioni pubbliche inferiore in tutti i paesi dell'Ue, tranne che in Belgio. In questo quadro generalmente sconfortante, si possono distinguere alcuni gruppi di paesi. Il primo è composto da due paesi - Germania e Francia -, che dovrebbero superare il valore di riferimento del 3% nel 2003, essendosi già trovati in questa posizione nel 2002. Il secondo gruppo comprende quei paesi il cui disavanzo è deteriorato quest'anno e/o dovrebbe risultare vicino al valore di riferimento: Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito. Il terzo gruppo è composto da quei paesi nei quali si prevede che il deficit rimanga al di sotto dell'1¾% del Pil nel 2003: Grecia, Irlanda, Lussemburgo ed Austria. L'ultimo gruppo è infine costituito da quei paesi che dovrebbero registrare un'eccedenza nel 2003: Belgio, Danimarca, Spagna, Finlandia e Svezia. Nel 2004, si prevede un lieve miglioramento per l'area dell'euro, con una diminuzione al 2,7% del Pil del disavanzo pubblico (2,6% per l'Ue). Pur tuttavia, si prevede che tre paesi (Germania, Francia e Portogallo) supereranno il valore di riferimento del 3%. Nel 2005, il disavanzo dell'area dell'euro dovrebbe attestarsi al 2,7% del Pil (2,4% per l'Ue). Si tratta della conseguenza della prevista accelerazione della crescita del Pil, in quanto le previsioni economiche per il 2005 si basano sull'ipotesi dell'“invarianza delle politiche”. Tenendo quindi presente tale ipotesi, quattro paesi supererebbero il valore di riferimento nel 2005: Germania, Francia, Italia e Portogallo. Rischi calcolati per le previsioni Dalle economie dell'America del nord e dell'Asia emergono segnali incoraggianti di una ripresa della crescita mondiale. La simultanea accelerazione della crescita in tutte le principali regioni del mondo scatenerebbe una crescita molto dinamica che tutte contribuirebbero vicendevolmente ad alimentare. Tuttavia, gli squilibri macroeconomici di lunga durata potrebbero frenare un'espansione sostenuta dell'economica statunitense. L'economia giapponese si trova ancora nella fase primordiale di ripresa dalla prolungata recessione sofferta. Il contesto internazionale potrebbe dunque rivelarsi meno favorevole del previsto. Un ulteriore apprezzamento sostenuto del tasso di cambio dell'euro potrebbe insidiare l'attività in particolare nel settore manifatturiero dell'area dell'euro, soprattutto negli Stati membri che negli ultimi tempi hanno dovuto dipendere dalla domanda esterna per produrre crescita economica. Il carattere prolungato che caratterizza questa tendenza al ribasso, le incertezze dovute alla guerra in Iraq e la compensazione delle voci di bilancio nel settore societario, hanno frenato la fiducia e determinato un differimento dei progetti di consumo ed investimento. Con il ripristino della fiducia potrebbe liberarsi questo arretrato potenziale di domanda, grazie al quale verrebbe accelerato il ritorno alla crescita potenziale. La fiducia delle imprese potrebbe trarre grande beneficio dai progressi tangibili delle riforme strutturali, come pure il rispetto dei principi del patto di stabilità e crescita. Infine, nonostante il persistere di inquietudini di natura geopolitica, negli ultimi mesi si è osservato un calo delle tensioni, che ha ridotto l'incertezza a livello globale. Paesi in via di adesione: in media, la crescita si è relativamente attestata… Nonostante il difficile contesto internazionale, la crescita nei paesi in via di adesione è rimasta solida alla fine del 2002 e agli inizi del 2003. La crescita è stata determinata dalle esportazioni e dall'incremento della produzione industriale, mentre i consumi privati continuavano ad essere consistenti e i tassi di interesse più ridotti fornivano un aiuto supplementare. Riflettendo tale situazione a livello mondiale, gli investimenti sono stati scarsi. La crescita media del Pil dovrebbe essere pari al 3,1% nel 2003, quindi invariata rispetto alle previsioni di primavera della Commissione, e che fa registrare un incremento rispetto al 2,3% dell'anno scorso. Ciò è positivo rispetto alla deludente crescita economica nell'Ue, tale aggregato maschera però tendenze diverse a livello nazionale. Per molti paesi, le previsioni di crescita sono state rivedute verso il basso e la crescita sarà più lenta rispetto allo scorso anno. Il tasso invariato di crescita globale è dovuto principalmente alla Polonia, che sta a poco a poco recuperando da due anni di crescita rallentata. Per quest'anno, le previsioni di crescita variano dallo 0,8% di Malta, particolarmente colpita dal calo del turismo dovuto al clima di incertezza mondiale, al 6,6% della Lituania, in cui si registra una forte tendenza all'investimento. … e si prevede un incremento grazie all'allargamento dell'Ue, resta tuttavia bassa la creazione di nuovi posti di lavoro Incentivata dalla ripresa nell'Ue e dalla prospettiva dell'allargamento, si prevede che la crescita media nei paesi in via di adesione aumenti al 3,8% nel 2004 e al 4,2% nel 2005. Si prevede tale scenario in tutti i paesi in via di adesione, ad eccezione delle Repubbliche baltiche, dove si pronostica un rallentamento dagli alti livelli. I principali motori della crescita sono l'incremento delle esportazioni e i consistenti consumi privati, cui va aggiunta la spinta agli investimenti. Dato il legame con il processo di ristrutturazione in corso, nel 2003 l 'occupazione registra un calo nella Repubblica ceca, in Polonia e in Slovenia, e la creazione di nuovi posti di lavoro è stata piuttosto bassa negli altri paesi, tranne che in Slovacchia e in Lituania. Il contesto è complessivamente destinato a migliorare, tuttavia il tasso medio di creazione dell'occupazione resta contenuto allo 0,6% nel 2004 e all'1,1% nel 2005. Ne consegue che il tasso di disoccupazione resterà elevato (circa il 15%) nel 2005. Aumento contenuto dell'inflazione apparente L'inflazione, ad un tasso medio di circa il 2,5%, è scesa drasticamente nel 2002 e in alcuni paesi in via di adesione si è anche avuto per un certo periodo un ribasso dei prezzi in conseguenza di un forte aumento della produttività. Per il 2003 si prevede che l'inflazione media resti vicina ai livelli registrati nell'area dell'euro, ma successivamente dovrebbe aumentare al 3,5% nel 2004 e al 3,1% nel 2005. Quest'evoluzione è determinata dal ritorno ad un contesto più normale, caratterizzato dal rincaro dei prezzi, dalla liberalizzazione dei prezzi calmierati e dall'aumento delle imposte indirette. L'inflazione sottostante dovrebbe restare contenuta, in quanto le pressioni causate da aumenti salariali alquanto rilevanti risultano compensate dall'incremento della produttività. Resta elevato il disavanzo delle partite correnti Il disavanzo medio delle partite correnti dovrebbe attestarsi a circa il 4¾% del Pil durante il periodo di riferimento: è il risultato della correzione di un gravissimo disavanzo in Estonia e Slovacchia e di un disavanzo in lieve crescita in Polonia e Lettonia. I disavanzi permangono piuttosto elevati, con qualche lieve aggiustamento nella Repubblica ceca e in Ungheria. Il disavanzo pubblico di sei paesi sarà probabilmente superiore al 3% del Pil nel 2003 La media del disavanzo pubblico dei paesi in via di adesione è valutata al 5% del Pil per il 2003. Si prevede che Cipro, la Repubblica ceca, l'Ungheria, Malta, la Polonia e la Slovacchia registreranno disavanzi superiori al 3% del Pil. Con un migliorato contesto economico ed una politica di bilancio più rigorosa, il disavanzo pubblico dovrebbe calare nel 2004 nella maggioranza dei paesi. Si prevede un ulteriore peggioramento del disavanzo soltanto in Polonia (dal 4,3% al 5,9% del Pil), in Lituania (dal 2,6% al 3,1%) e in Estonia (dallo 0,0% allo 0,4%). Nel 2005, il saldo di bilancio delle amministrazioni pubbliche migliorerà in tutti i paesi in via di adesione. Gli altri paesi candidati: ulteriore stabilizzazione Gli altri paesi candidati assisteranno ad un'ulteriore stabilizzazione dei propri risultati macroeconomici. Il tasso di crescita dovrebbe avvicinarsi al 4,5% - 5% all'anno nei tre paesi candidati durante il periodo di riferimento. Per quanto concerne la Turchia , ciò significherebbe un rallentamento rispetto alla forte crescita del 2002, per quanto questa sia stata tuttavia contrassegnata dall'uscita del paese dalla profonda crisi che lo aveva investito nel 2001. Ne consegue che, durante il periodo di riferimento, la crescita seguirà un modello più stabile e sostenibile. La lieve flessione che si registrerà in Romania nel 2005 farà seguito alla forte spinta alla crescita prevista per il 2004, anno di elezioni. In Turchia e Romania la disinflazione dovrebbe continuare, a causa dell'apprezzamento reale tendenziale in questi paesi, come anche si dovrebbe rafforzare il versante dell'offerta delle economie, grazie ai forti investimenti e, in parte, a politiche monetarie e di bilancio più accorte. Per avviarsi alla fine dell'orizzonte di riferimento delle previsioni, i tassi d'inflazione nei due paesi sono previsti ad una sola cifra, mentre per quanto riguarda la Bulgaria , l'inflazione è già alquanto bassa ma sta lentamente aumentando. Nei tre paesi, le bilance delle partite correnti dovrebbero aumentare in seguito alla forte domanda interna e ad un lieve peggioramento della competitività dei prezzi delle loro esportazioni sui mercati mondiali. Informazioni più dettagliate sulle previsioni sono disponibili su European Economy nel sito Internet: http://europa.Eu.int/comm/economy_finance/publicati
ons/european_economy/forecasts_en.htm

NUOVO AGGIORNAMENTO DEL QUADRO DI VALUTAZIONE DEGLI AIUTI DI STATO NELL'UNIONE EUROPEA MENO DELLA METÀ DEGLI STATI MEMBRI FANNO RICORSO AGLI AIUTI PER IL SALVATAGGIO E LA RISTRUTTURAZIONE
Bruxelles
, 30 ottobre 2003 - Dal quadro di valutazione degli aiuti di Stato presentato dalla Commissione europea emerge che, sebbene nell'ultimo decennio taluni Stati membri abbiano regolarmente concesso aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà, più della metà di essi ha chiaramente seguito una politica diversa. È ampiamente riconosciuto che gli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà sono tra gli aiuti di Stato che possono provocare le maggiori distorsioni della concorrenza. Il quadro di valutazione si sofferma quindi sugli interventi realizzati dagli Stati membri per dare seguito alle varie conclusioni del Consiglio in materia di aiuti di Stato, che riguardano tra l'altro la riduzione del livello globale degli aiuti, il riorientamento degli aiuti verso obiettivi orizzontali e la misurazione dell'efficacia degli aiuti. Il quadro di valutazione fa infine il punto sui recenti sviluppi del programma di riforma avviato dalla Commissione in materia di aiuti di Stato Il commissario Mario Monti, responsabile della politica di concorrenza ha commentato in questi termini il quadro di valutazione: "Le distorsioni provocate dagli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà possono essere particolarmente dannose per il mercato interno, a causa del loro effetto negativo sull'incentivo ad entrare in concorrenza con altre imprese e a riuscire senza il ricorso ad aiuti di Stato. Diversi casi che hanno avuto recentemente grande rilievo hanno rafforzato la mia determinazione a rendere più rigorose le norme in materia di aiuti a favore di imprese in difficoltà, garantendo nel contempo la disponibilità dei mezzi necessari per la formazione e il reimpiego dei lavoratori interessati.” L'aggiornamento di autunno 2003 del quadro di valutazione degli aiuti di Stato si sofferma in particolare sugli importi complessivi degli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione concessi in ciascuno Stato membro. Durante il periodo 1990-2002, la Commissione ha autorizzato aiuti ad hoc per il salvataggio e la ristrutturazione di circa 120 imprese in difficoltà(1) nei settori manifatturiero e dei servizi. Di tali imprese, circa 35 erano stabilite in Germania, 20 in Francia, 15 in Spagna e in Italia e da 5 a 10 in Austria, in Belgio e in Portogallo. Al contrario, in Danimarca, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, nei Paesi Bassi, in Finlandia, in Svezia e nel Regno Unito, i casi di aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione registrati sono stati al massimo due e a volte addirittura nessuno. La versione aggiornata del quadro di valutazione degli aiuti di Stato, consultabile all'indirizzo http://europa.Eu.int/comm/competition/state_aid/scoreboard/

LE PRINCIPALI ORGANIZZAZIONI DI RICERCA EUROPEE SI IMPEGNANO A RAFFORZARE IL SER
Bruxelles, 30 ottobre 2003 - Sette delle principali organizzazioni di ricerca europee hanno firmato, insieme alla Commissione, una dichiarazione d'intenti con la quale illustrano il loro impegno a sviluppare lo Spazio europeo della ricerca (Ser). Le sette organizzazioni, che insieme costituiscono l'Eiroforum, e la Commissione si impegnano ad esplorare possibili sinergie, condurre attività comuni, facilitare gli scambi e il distaccamento del personale, ed a rafforzare la collaborazione concludendo altri accordi bilaterali. Il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin, insieme ai direttori generali delle organizzazioni Eiroforum, ha firmato la dichiarazione d'intenti durante la cerimonia tenutasi a Bruxelles il 27 ottobre. "Questa dichiarazione d'intenti segna una nuova fase verso la creazione dello Spazio europeo della ricerca", ha dichiarato Busquin. "Grazie alla collaborazione fra i migliori scienziati europei nell'ambito di infrastrutture di ricerca di livello mondiale [...] le organizzazioni Eiroforum, in collaborazione con la Commissione europea, svolgeranno un ruolo decisivo nella promozione della qualità e della coerenza della ricerca europea". I sette membri Eiroforum sono: l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern); l'Accordo europeo sullo sviluppo della fusione (Efda); il Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl); l'Agenzia spaziale europea (Esa); l'Osservatorio australe europeo (Eso); l'Infrastruttura europea per la radiazione di sincrotrone (Esrf); e l'Istituto Laue-langevin. L'obiettivo dell'Eiroforum è svolgere un ruolo attivo nel promuovere la qualità e l'impatto della ricerca europea, nonché fungere da base per un'efficace cooperazione ad alto livello. Http://www.eiroforum.org/

IL GOVERNO ITALIANO AUMENTA I FINANZIAMENTI AI PROGETTI DI RICERCA DI "RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE"
Roma, 30 ottobre 2003 - Il governo italiano ha annunciato che incrementerà ulteriormente la spesa pubblica per i progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale. Ogni anno, il ministero italiano dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca cofinanzia "i nuovi progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale" per la durata di un biennio. Quest'anno, un totale di 945 nuovi progetti di ricerca riceverà uno stanziamento complessivo di 137 milioni di euro: quasi novanta progetti ed otto milioni di euro in più rispetto al 2002. "Quest'anno abbiamo voluto concentrare le nostre risorse su progetti di vero interesse nazionale e non, come accadeva in passato, assegnare i finanziamenti a progetti che non producono risultati significativi", ha dichiarato Letizia Moratti, ministro italiano per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca. "Il decreto rappresenta il nostro impegno a sostegno della ricerca, senza la quale [.] non c'è futuro per l'economia italiana ed europea", ha aggiunto il ministro. Un totale di 20.000 ricercatori provenienti da 4.000 dipartimenti universitari di tutta Italia lavoreranno ai progetti selezionati, affrontando questioni relative a tutti i settori scientifici: dalla medicina alla biologia, dalla ricerca industriale all'ingegneria dell'informazione. Quest'ultimo annuncio può essere visto quale parte dell'impegno del governo italiano verso il raggiungimento dell'obiettivo fissato a Barcellona di elevare gli investimenti nella ricerca al tre per cento del Pil entro il 2010. La Moratti ha dato ulteriore riprova degli sforzi del governo per realizzare questi obiettivi europei in occasione della conferenza interministeriale dal titolo "Capitale umano e sviluppo nella società della conoscenza", tenutasi il 27 ottobre a Milano. Nel corso della riunione, gli Stati membri sono stati invitati ad accrescere il capitale umano e ad investire maggiormente nell'istruzione e nella formazione professionale permanente dei lavoratori. Http://www.istruzione.it/prehome/comunicati/2003/231003uni.pdf

INDAGINE SUI REGIMI DI AIUTI DI STATO IN FAVORE DELLE IMPRESE ITALIANE OPERANTI NEL SETTORE EDITORIALE
Bruxelles, 30 ottobre 2003 - La Commissione europea ha avviato ieri  un procedimento, in relazione a due regimi di aiuto in favore delle imprese italiane operanti nel settore editoriale. Grazie a questa indagine, la Commissione sarà in grado di ottenere maggiori informazioni sui regimi ed invita le parti interessate a presentare osservazioni in merito. La decisione di aprire un procedimento formale di indagine non pregiudica l'esito della decisione finale sulle misure in esame. Il regime notificato interessa le agenzie di stampa, le imprese multimediali, le imprese operanti nel settore della stampa, i distributori di giornali, periodici e libri, ed inoltre le emittenti radiofoniche e televisive. L'aiuto viene fornito attraverso crediti d'imposta e pagamenti di interessi sui prestiti per il finanziamento di determinati progetti reputati ammissibili agli aiuti. Nei progetti ammissibili rientrano la ristrutturazione tecnica, l'acquisto, l'ampliamento o l'ammodernamento delle attrezzature con particolare riferimento al potenziamento della rete informatica, comprensiva dell'hardware e del software e le spese di formazione professionale. Secondo le autorità italiane, gli scambi intracomunitari di pubblicazioni in lingua italiana sono marginali. Il procedimento avviato ieri consentirà alla Commissione di appurare la veridicità di tale asserzione. Ciò è necessario in quanto i beneficiari dell'aiuto non sono soltanto giornali e periodici di lingua italiana, bensì anche imprese multimediali, emittenti radiofoniche e televisive e imprese operanti nel settore della stampa. Queste attività hanno una portata potenzialmente più ampia rispetto al mercato nazionale. In queste circostanze, la Commissione necessita di ulteriori informazioni per fugare i dubbi riguardanti l'effetto marginale sugli scambi intracomunitari dei regimi notificati. Inoltre, mentre alcuni degli aiuti sotto esame potrebbero promuovere indirettamente la cultura e la lingua italiana obiettivo legittimo secondo la politica dell'Unione in materia di aiuti di Stato , altri progetti ammissibili agli aiuti sembrano andare oltre la promozione della cultura italiana. Ciò potrebbe riguardare, ad esempio, i progetti di ristrutturazione tecnica, la formazione professionale oppure i progetti che contemplano nuovi impianti o l'acquisizione di attrezzature e brevetti necessari in tutte le fasi caratterizzanti il ciclo produttivo del settore editoriale. Nel corso del procedimento avviato ieri verranno svolte ulteriori indagini in merito.

UN PROGETTO EUROPEO CONTRIBUISCE A MIGLIORARE IL TRASFERIMENTO TECNICO TRA LE PMI
Bruxelles, 30 ottobre 2003 - Poiché le piccole e medie imprese (Pmi) costituiscono il 99,8 per cento di tutte le imprese comunitarie e i due terzi dell'occupazione nell'Ue, non sorprende che i responsabili politici regionali e le parti interessate si preoccupino di coadiuvare la sopravvivenza e la crescita di queste aziende. Nell'intento di accelerare lo sviluppo delle Pmi, in particolare per quanto riguarda l'adozione delle tecnologie di e-business, un progetto comunitario completato di recente ha contribuito a costituire una rete di centri tecnologici regionali per migliorare e favorire il trasferimento delle conoscenze e delle migliori prassi, a livello nazionale ed europeo, tra le Pmi che operano nei settori della produzione manifatturiera e dell'ingegneria. Il progetto e-Power, sostenuto anche dell'iniziativa Go Digital, ha ricevuto un finanziamento di 642.000 euro nell'ambito del programma Tecnologie della società dell'informazione (Tsi) del Quinto programma quadro (5Pq). Con la collaborazione di partner provenienti da Regno Unito, Portogallo, Francia, Spagna e Svizzera, la rete, sin dal suo esordio, ha istituito circa 70 centri tecnologici regionali in ambiti come le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic), l'ingegneria della progettazione e la modellazione dei prodotti, la gestione della produzione manifatturiera e l'integrazione della catena di approvvigionamento. "Abbiamo riconosciuto l'importanza delle Pmi a lungo termine per le economie regionali di tutta Europa", ha spiegato Colin Piddington, coordinatore del progetto e-Power. "Inoltre abbiamo notato che, nonostante contassero su reti professionali di buona qualità, le aziende avvertivano probabilmente l'esigenza di poter attingere alle opportunità disponibili in tutta l'Europa". Anziché stabilire contatti direttamente con le Pmi, la rete ha cercato di collegare i centri regionali per garantire una più vasta diffusione delle informazioni e per prevenire l'isolamento dei singoli centri. A tale scopo, i partner hanno lavorato a stretto contatto con i centri tecnologici regionali che già avevano buoni legami con le aziende destinatarie, ma non necessariamente con gli altri centri. "Lo abbiamo definito effetto moltiplicatore perché, operando in questo modo, possiamo moltiplicare il risultato finale. Se dovessimo assicurare servizi di divulgazione e di consulenza direttamente alle Pmi, molto probabilmente non riusciremmo ad ottenere una copertura abbastanza ampia", ha dichiarato Piddington. Oltre a migliorare i canali di trasferimento della tecnologia e dell'innovazione tra le Pmi, il progetto ha contribuito ad iniziare una valutazione completa dell'e-business e dell'e-work nei settori a cui si rivolge la rete. Inoltre è stato messo a punto un processo di analisi comparativa, che consente ai centri tecnologici regionali di valutare il grado di adozione dei concetti da parte delle Pmi, nonché una serie di strumenti diagnostici per aiutare le Pmi a valutare le proprie strategie di e-business. Infolink: Per http://www.E-power.info/e-power/home/home.asp  

DIRECTA ANNUNCIA L'OPERATIVITÀ SULL'EUREX
Torino, 30 ottobre 2003. Da oggi i clienti Directa potranno operare, consultando il book, sul Dax Future e sul Dj Euro Stoxx 50. Le condizioni sono molto competitive e perfettamente allineate a quelle già in vigore per i derivati italiani: in alternativa commissione fissa di 6 o 4 euro rispettivamente per Dax Future e Dj Euro Stoxx 50, oppure degressive. I due futures dell'Eurex si inseriscono nella scaletta unificata da 8 a 3 euro finora riservata ai titoli italiani (con la maggiorazione di 1 euro a contratto per il Dax Future). "Siamo lieti di rendere disponibile ai nostri clienti questa nuova possibilità di trading: per il Dax Future avevamo molte richieste, e il Dj Euro Stoxx 50 è addirittura il derivato più liquido su tutti i mercati mondiali - ha dichiarato l'Ing. Mario Fabbri, Amministratore Delegato di Directa - Quella dei derivati è l'area di sviluppo forse più promettente per il trading online molto attivo e su questo terreno, più ancora che su quello delle azioni, si sta profilando una competizione serrata a livello internazionale tra mercati e anche tra brokers online di cui gli operatori debbono prendere atto e di cui gli investitori privati non possono che beneficiare"

MERLONI: CONTINUA LA CRESCITA NEI PRIMI NOVE MESI: FATTURATO E MARGINE OPERATIVO +23%
Peterborough, 30 ottobre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il 29 ottobre  a Peterborough (Uk) i risultati del terzo trimestre e ha esaminato i dati dei primi nove mesi del 2003. Fatturato e margine operativo continuano a crescere anche nei primi nove mesi, entrambi del 23%. Grazie alla crescita nei mercati dell’Europa dell’Est e dell’Ovest, al miglioramento dell’efficienza produttiva e all’aumento delle economie di scala, la società ha più che compensato l’effetto negativo della svalutazione della sterlina. Ha contribuito al risultato anche il successo dei nuovi prodotti Ariston e Indesit, caratterizzati da innovazioni esclusive come il frigorifero sottovuoto e la lavatrice silenziosa. “Lo svolgimento del Consiglio di Amministrazione a Peterborough – ha detto Vittorio Merloni- è un riconoscimento al management locale per il grande lavoro di integrazione di Hotpoint conclusosi secondo i programmi ed i tempi stabiliti.” Dopo il Consiglio di Amministrazione è stata inaugurato il nuovo quartier generale inglese di Peterborough. Principali risultati dei primi nove mesi del 2003 Il fatturato al 30 settembre 2003 è di 2,199 miliardi di euro, in crescita del 23% rispetto allo stesso periodo del 2002 (1,795 miliardi). Il fatturato dei primi nove mesi dell’anno 2003 include il consolidamento al 100% della società inglese (Hotpoint) acquisita lo scorso anno. Nel 2002 il fatturato della stessa società era stato invece consolidato solo per 9 mesi al 50%. Il margine operativo lordo è di 266 milioni di euro, in crescita del 24% rispetto ai primi nove mesi del 2002 (214 milioni). In rapporto al fatturato il margine operativo lordo sale al 12,1% rispetto all’11,9% dello stesso periodo del 2002. Il margine operativo è di 162 milioni di euro, il 23% in più rispetto allo stesso periodo del 2002 (132 milioni di euro). In rapporto al fatturato il margine operativo rimane al 7,4%, nonostante l’effetto di svalutazione della sterlina. L’utile ante imposte è di 134 milioni di euro, in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo del 2002 (116 milioni di euro). L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2003 è di 331 milioni di euro, in calo rispetto al 30 giugno (374 milioni di euro), con un rapporto debt/equity pari allo 0,66 (0,83 al 30 giugno 2003). Principali risultati del terzo trimestre 2003 Il terzo trimestre 2003 si è chiuso con un fatturato di 803 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto al terzo trimestre 2002 (687 milioni di euro). Il margine operativo è di 70 milioni di euro, pari all’8,8% del fatturato, rispetto all’8,6% dello stesso periodo del 2002 (59 milioni di euro). L’utile ante-imposte è di 61 milioni di euro, il 19,3% in più del terzo trimestre 2002 (51 milioni di euro). Nel terzo trimestre 2003 il fatturato della società inglese Hotpoint, acquisita nel 2002, è stato consolidato al 100%, mentre nel corrispondente periodo dell’anno precedente era stato consolidato al 50%. Anche il fatturato dei primi sei mesi dell’anno 2003 include il consolidamento al 100% della società inglese acquisita lo scorso anno mentre nel 2002 il fatturato della stessa società era stato consolidato a partire da aprile al 50%. Nel corso del Consiglio di Amministrazione è stata approvata la relazione semestrale i cui dati preliminari erano stati esaminati durante il Consiglio del 24 luglio 2003.  

RECORDATI: POSITIVI I PRIMI NOVE MESI DEL 2003. BENE LA FARMACEUTICA SIA IN ITALIA CHE ALL’ESTERO.
Milano, 30 ottobre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione di Recordati S.p.a. Ha esaminato i risultati consolidati di gruppo relativi ai primi nove mesi del 2003. I risultati dei primi nove mesi ?Le vendite nette consolidate sono state pari a € 356,6 milioni in confronto a € 364,8 milioni dello stesso periodo del 2002. La flessione dei ricavi è dovuta esclusivamente al settore della chimica farmaceutica, di cui è stata decisa la dismissione. Le vendite del settore farmaceutico (€ 308,0 milioni) sono in leggera crescita (+ 0,4%) rispetto a quelle dell’anno precedente. L’incremento dei volumi ha più che compensato sia la significativa riduzione dei prezzi, che ha inciso per oltre € 13 milioni, sia le forniture di lercanidip ina al nostro licenziatario americano Forest Laboratories realizzate nel corso del 2002 e non più effettuate quest’anno. Escludendo queste forniture, complessivamente pari a € 12,5 milioni (compresi $ 3 milioni di down payment), le vendite del settore farmaceutico sono aumentate del 4,6% e quelle di lercanidipina, nostro farmaco antiipertensivo originale, del 20,1%. ?Le vendite del settore chimica farmaceutica sono passate da € 57,9 milioni a € 48,6 milioni per la contrazione dei volumi conseguente alla decisione di ridurre la nostra presenza sul mercato degli intermedi per antibiotici e per lo sfavorevole effetto prezzi/cambi. Sono invece sensibilmente aumentati i volumi dei principi attivi per il mercato dei generici. ?L’ebitda, pari al 21,5% delle vendite, è passato da € 87,9 milioni nei primi nove mesi del 2002 a € 76,8 milioni nello stesso periodo del 2003 (- 12,7%). Il settore farmaceutico ha realizzato un Ebitda di € 72,2 milioni con un’incidenza sulle vendite del 23,4%, in crescita rispetto a quella dei primi due trimestri di quest’anno. Il confronto con l’anno precedente (-6,1%) è influenzato dalle vendite a Forest Laboratories che avevano generato un margine di circa € 10 milioni nel 2002. Escludendo tale effetto l’Ebitda del settore evidenzia un incremento dell’8%. Questo risultato è stato ottenuto grazie all’incremento dei volumi e al miglior mix.2 delle vendite che hanno contribuito ad assorbire l’effetto prezzi negativo. L’ebitda della chimica farmaceutica ha invece registrato una significativa flessione principalmente per l’effetto cambio negativo dovuto all’apprezzamento dell’euro contro dollaro. ?L’utile operativo, pari al 15,7% delle vendite, è stato di € 56,0 milioni mentre l’utile netto, pari all’8,4% delle vendite, è stato di € 30,0 milioni. Il loro andamento è in linea con quello dei precedenti trimestri dell’anno in corso. Rispetto all’anno precedente registrano una flessione dovuta alla minore redditività della chimica farmaceutica. ?La situazione patrimoniale è migliorata rispetto al 31 dicembre 2002 grazie al cash flow generato dalla gestione che ha più che compensato gli investimenti e il pagamento di dividendi. L’indebitamento netto al 30 settembre 2003 si è ridotto a € 33,6 milioni e il patrimonio netto è di € 234,3 milioni. Nei primi nove mesi ?E’ proseguito lo sviluppo di lercanidipina, farmaco antiipertensivo frutto della ricerca Recordati. - E’ stata completata positivamente in tutti i paesi dell’Unione Europea la Procedura di Mutuo Riconoscimento della nuova forma farmaceutica di lercanidipina da 20 mg. Questa formulazione rappresenta una valida alternativa posologica per quei pazienti la cui ipertensione deve essere trattata con un dosaggio maggiore rispetto a quello offerto dalle compresse da 10 mg. L’approvazione all’immissione in commercio ha riguardato tutti i 12 paesi per i quali era stata richiesta, incluso quindi Italia, Germania e Spagna. La registrazione della forma da 20 mg è stata ottenuta anche in Francia, tramite un iter di approvazione nazionale, e in Australia. - La commercializzazione della nuova forma farmaceutica di lercanidipina da 20 mg è iniziata in Germania e in Francia mentre il lancio in altri paesi europei ed in Australia è previsto entro il primo trimestre del 2004. - Negli Stati Uniti è continuata la collaborazione con Forest Labs, licenziatario di Recordati in questo mercato, con l’obiettivo di sviluppare una nuova formulazione di lercanidipina a rilascio modificato idonea a soddisfare le esigenze avanzate dalla Fda dopo l’emissione dell’approvable letter dell’agosto 2002 e a competere con successo nel mercato americano. ?La pipeline del gruppo si è rafforzata grazie all’acquisizione di Alergoliber (rupatadina), farmaco appartenente alla classe degli antistaminici sistemici di ultima generazione, indicato per il trattamento delle allergie, ottenuto in licenza per la Spagna dalla società farmaceutica Grupo Uriach..3 ?Nell’ambito dell’attività di ricerca e sviluppo in urologia - Recordati prosegue le ricerche nel campo degli antagonisti 5Ht1a per il trattamento della vescica instabile, per due anni condotte in collaborazione con Pharmacia, ed ha avviato un programma operativo di studi clinici di proof of concept nell’uomo. Durante la collaborazione con Pharmacia i programmi di ricerca sono progrediti e si sono arricchiti di risultati positivi, arrivando all’individuazione di un primo candidato allo sviluppo. Dopo l’acquisizione di Pharmacia, Pfizer ha deciso di non proseguire lo sviluppo congiunto del progetto a causa di una sovrapposizione con i propri programmi di ricerca. Recordati è rientrata quindi in pieno possesso di tutti i diritti, di tutta la documentazione nonché dei dati prodotti nell’ambito della collaborazione. - Sono stati registrati primi risultati incoraggianti in relazione a due nuovi approcci terapeutici per i disturbi della minzione che saranno ulteriormente esplorati. ?Al fine di focalizzare le risorse manageriali e finanziarie del gruppo nel settore farmaceutico, è stata presa la decisione di procedere alla dismissione del settore della chimica farmaceutica che potrà portare, entro il primo trimestre 2004, alla cessione parziale o totale di tale attività. In questo processo Recordati è assistita dalla banca d’affari Merrill Lynch International. Commenti alla gestione “L’andamento dei primi nove mesi del 2003, che è in linea con le nostre attese, ha dimostrato la notevole capacità del settore farmaceutico di superare difficoltà oggettive come la significativa riduzione dei prezzi dei farmaci in Italia e di recuperare le mancate forniture di lercanidipina negli Usa” ha affermato Giovanni Recordati, Presidente. “ E’ in atto una focalizzazione delle attività del gruppo che porterà a concentrare tutte le nostre energie solo nel settore farmaceutico perché possa crescere con soddisfazione e divenire sempre più competitivo. Confermiamo le previsioni di chiusura dell’anno già comunicate”.

LA CAMERA DI COMMERCIO OFFRE CORSI GRATUITI PER IMPRENDITORI INTERNAUTI LE ISCRIZIONI ENTRO IL 31 OTTOBRE
Milano, 30 ottobre 2003 - Che cosa si può ed è opportuno fare con Internet? Come competere, lavorare e risparmiare attraverso l’integrazione di Internet nel business e nell’organizzazione tradizionali delle piccole e medie imprese? E’ questo l’obiettivo del corso: "Competere, lavorare e risparmiare con Internet nelle piccole e medie imprese". Completamente gratuito rivolto ad imprenditori lombardi e ai loro collaboratori, in due edizioni per 15 partecipanti ciascuna. Un’iniziativa di Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, partner insieme ad altri importanti Enti e Aziende, nell'ambito del progetto Equal "E-dapt: l'e-business e i processi di adattamento delle imprese e dei lavoratori", finanziato da Comunità Europea/ministero del Lavoro/regione Lombardia. Iscrizioni entro il 31 ottobre 2003. Il pacchetto formativo è realizzato in due edizioni parallele, la prima con inizio l'11 novembre, la seconda il 18 novembre 2003, in 14 lezioni, oltre a formazione a distanza e un servizio personalizzato. Le domande di adesione verranno accettate sulla base dell’ordine di arrivo e del grado di rispondenza ai requisiti (essere il titolare/socio dell’impresa, l’azienda dispone di Pc e collegamento Internet, l’azienda è una piccola o media impresa). Requisiti preferenziali: la sede dell’impresa nella regione Lombardia, la forma giuridica di impresa e non di semplice lavoro autonomo professionale. Fino ad esaurimento dei posti disponibili. La frequenza di almeno il 75% del pacchetto formativo dà diritto alla consegna di un attestato di partecipazione. “La formazione rappresenta una opportunità di crescita per le imprese - ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano -. Soprattutto le piccole e medie imprese attraverso Internet possono sviluppare la comunicazione, le vendite, i rapporti con l’esterno e rafforzare la propria competitività. Ecco perché la Camera di Commercio offre un’occasione gratuita per poter cogliere il meglio dall’innovazione per la propria realtà”. Il pacchetto formativo si articola in: formazione in aula, una opportunità per apprendere, lavorare e confrontarsi anche con altri imprenditori sui temi di interesse ; formazione a distanza, una modalità flessibile per accedere ad utili informazioni, approfondire riflessioni, scambiare idee secondo i propri tempi di lavoro; assistenza, un servizio personalizzato per individuare, realizzare e/o verificare gli interventi più interessanti per il proprio business e la propria organizzazione. I contenuti proposti riguardano sia le possibili integrazioni di Internet nelle strategie e nei principali processi aziendali delle piccole e medie imprese, sia le modalità più efficaci ed efficienti per realizzare i progetti e gli investimenti necessari. I Partner del progetto: Assoservizi S.p.a., Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, Intesa Formazione Sud S.c.p.a., Istud Istituto Studi Direzionali S.p.a., Poliedra Centri di conoscenza e formazione del Politecnico di Milano, Probest Servizi S.p.a. Consulenza e Formazione, Scuola Superiore del Commercio del Turismo dei Servizi e delle Professioni. Per informazioni: Segreteria Corsi Formaper, Tel. 02/8515.5385, Infolink: www.Formaper.com

ENEL: VIA LIBERA RICONVERSIONE TORRE VALDALIGA LA CONFERENZA DEI SERVIZI APPROVA LA CONVERSIONE A CARBONE PULITO DELLA CENTRALE DI TORRE VALDALIGA NORD
Roma, 30 ottobre 2003 - Enel prende atto con soddisfazione del parere favorevole dato dalla Conferenza dei servizi, riunitasi oggi a Roma, al progetto di riconversione della centrale di Torre Valdaliga Nord (Civitavecchia) da olio combustibile a carbone pulito. Il progetto fa parte del piano di investimenti di Enel nel settore della produzione di energia che prevede, oltre alla trasformazione di Torre Valdaliga, la conversione di 4.400 Mw a ciclo combinato (completata nel 2004) e la realizzazione di nuova capacità produttiva da fonti rinnovabili per 900 Mw entro il 2006 L’obiettivo è quello di riequilibrare il mix dei combustibili impiegato dal parco centrali di Enel . In tal modo la società ridurrà i costi di produzione del 30-40%. A Torrevaldaliga Nord è prevista la conversione a carbone di 3 delle 4 sezioni da 660 Mw oggi alimentate ad olio combustibile, per una capacità totale di poco meno di 2.000 Mw. È inoltre prevista l’installazione di desolforatori, denitrificatori, filtri per la captazione delle polveri, nuove caldaie. Al posto dei serbatoi di olio combustibile sorgerà un bosco di 40 ettari che sarà uno dei polmoni verdi più grandi di Civitavecchia. Metà dell’energia elettrica della Germania e della Danimarca è prodotta con il carbone Il ricorso al carbone contribuisce a diversificare il mix dei combustibili attualmente utilizzato in Italia, dove si registra, unico paese al mondo, un forte sbilanciamento nei confronti del metano e dell’olio combustibile (circa il 70%). E garantisce inoltre una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento di fonti energetiche primarie: il carbone infatti viene estratto in oltre 100 paesi del mondo, ha riserve stimate per 240 anni ed è trasportabile in modo ambientalmente sicuro via nave. L’incremento dell’uso di questa fonte energetica consentirà una maggior efficienza e una riduzione del costo dell’energia che, oggi in Italia, è uno dei più alti d’Europa. Il carbone rappresenta a livello internazionale un´alternativa concreta e sicura per la produzione di energia: mentre in Italia viene usato per una quota modesta (11% contro un 34% medio dell’Europa), in paesi attenti all’ambiente come Danimarca o Germania viene impiegato per produrre metà dell’energia elettrica nazionale. La riconversione riduce le emissioni fino all’80% Dal punto di vista ambientale, l’utilizzo tecnologicamente avanzato del carbone, anche grazie all’adozione di filtri ad elevata efficienza (99,9%) per catturare i residui solidi della combustione, consente di raggiungere limiti di emissioni estremamente contenuti e molto al di sotto di quelli consentiti dalla legge sia per l’anidride solforosa (-82,2%), sia per gli ossidi di azoto (-60,8%), sia per le polveri (-73,6%). Anche le emissioni di anidride carbonica, grazie al ridimensionamento dell’impianto si ridurranno rispetto a oggi del 17,8%. Dal punto di vista della logistica, il progetto prevede il massimo rispetto ambientale. Tutte le fasi del ciclo, dal trasporto allo scarico in banchina, fino allo stoccaggio nei carbonili e al successivo invio nelle caldaie, avverranno con nastri trasportatori e strutture chiusi ed isolati rispetto all’esterno, evitando la dispersione di polveri. I gessi e le ceneri, residui del ciclo produttivo, saranno inviati tramite nastri chiusi in appositi silos sigillati e di lì trasportati via mare e recuperati per l’utilizzo nell’industria edilizia. Inoltre, l´Agenzia delle Nazioni Unite per la Navigazione ha sancito l´esclusione del carbone dall´elenco delle sostanze rischiose e nocive per il trasporto via mare. Per la sua natura di minerale, il carbone non presenta caratteristiche di diluibilità in acqua in caso di accidentale scarico in mare. I bassissimi livelli di ricadute al suolo, uniti all’adozione di tutte le più avanzate tecnologie di abbattimento delle emissioni, consentono di sostenere l’assoluta irrilevanza di rischi aggiuntivi per la salute derivanti dalla trasformazione a carbone. Le Aziende Sanitarie Locali, il Comune e la Provincia potranno consultare tempestivamente tutti i dati delle emissioni. Inoltre Enel promuoverà un osservatorio ambientale e sanitario di tipo epidemiologico permanente e indipendente, affinché verifichi nel tempo ogni possibile impatto sull’ambiente e la salute pubblica. Opportunità di sviluppo economico Il progetto proposto rappresenta un’opportunità per lo sviluppo economico e sociale dell’area. Prevede un investimento nell’ordine di 1,2 miliardi di euro e avrà un significativo impatto sull´occupazione locale. I 60 mesi di cantiere necessari alla realizzazione della centrale assorbiranno mediamente 1.600 persone. In prospettiva, inoltre, si prevede un aumento dell´attività portuale e dell´occupazione correlata. 

NASCE LA PIÙ GRANDE PUBLIC UTILITY DEL NORD-EST AC.E.GA.S. – A.P.S.: I C.D.A. APPROVANO IL PROGETTO DI SCISSIONE VOLTO ALL’OPERAZIONE DI INTEGRAZIONE TRA LE MULTIUTILITIES DI TRIESTE E PADOVA
Trieste/padova, 30 ottobre 2003 - I Consigli di Amministrazione di Acegas S.p.a. - la multi-utilities di Trieste quotata al Mercato Telematico Azionario della Borsa Italiana - e della società di servizi di Padova Aps S.p.a., hanno approvato il progetto di scissione, primo passo dell’operazione di aggregazione tra le due società volto a dar vita alla più grande azienda multi-utilities del Nord Est. La struttura dell’operazione prevede l’assunzione di circa 119 milioni di euro di debito da parte di Aps, una successiva scissione di tutti gli asset industriali di Aps assieme a tale debito e la contestuale incorporazione degli asset operativi in Acegas (con la nascita di Acegas - Aps) nonché la costituzione di una nuova Holding nella quale i Comuni di Padova e di Trieste conferiscono le rispettive partecipazioni in Acegas – Aps. Conseguentemente, la società quotata (Acegas - Aps) sarà controllata al 68% dalla suddetta Holding nella quale i Comuni di Padova e di Trieste - attualmente maggiori azionisti di Aps e di Acegas - parteciperanno in proporzione pressoché paritetica. I dettagli delle regole di Governance, attualmente in corso di definizione tra i Comuni di Padova e di Trieste, seguiranno alcune linee guida ad oggi già definite: pariteticità nella gestione attraverso un ugual numero di amministratori nominati dalle due parti; condivisione delle linee direttive da parte dei due Comuni; previsione di quorum qualificati per le decisioni di maggior rilevanza sia in Consiglio che in Assemblea; attribuzione a Trieste di poteri per superare eventuali situazioni di limitati stalli deliberativi..Le due società, con l’assistenza dei propri consulenti, ritengono che l’operazione, qualora venisse approvata dalle rispettive assemblee, in virtù della sua natura industriale rientrerebbe nell’esenzione di cui all’art.49, primo comma, lettera f della Delibera Consob n. 11971/99 come successivamente modificata e non dovrebbe quindi dar luogo all’obbligo di offerta pubblica di acquisto. In particolare, la disposizione citata prevede che “L’acquisto non comporta l’obbligo di offerta previsto dall’articolo 106 del Testo Unico se […] è conseguente ad operazioni di fusione o scissione approvate, in base ad effettive e motivate esigenze industriali, con delibera assembleare della società le cui azioni dovrebbero altrimenti essere oggetto di offerta”. L’equity Value di Acegas è stato stimato in 205 milioni di euro (304 milioni di euro di Enterprise Value, meno 99 milioni di Euro di indebitamento al 30 giugno 2003) che corrisponde a una valutazione di 5,76 euro per azione, rispetto alla quotazione corrente di mercato di 5,04 euro (chiusura al 28 ottobre). Parimenti, il valore dell’Equity trasferito in Acegas è pari a 111 milioni di euro, rivenienti da una valutazione di 230 milioni di euro di Aps al 30 giugno 2003 al netto dei 119 milioni di debito assunti. Il Rapporto di concambio delle azioni Aps in azioni Acegas è stato pertanto definito in 8,28 azioni Acegas per ogni azione Aps. Le motivazioni strategiche, industriali e finanziarie alla base dell’operazione traggono origine dalla volontà delle due aziende di creare un forte polo catalizzatore attorno a cui aggregare altre aziende operanti in settori industriali omogenei e sinergici, garantendo ai Comuni di Padova e di Trieste un ruolo di guida nella gestione del processo. Inoltre, la nuova società occuperà una posizione di leadership a livello nazionale nei settori della produzione e distribuzione di gas ed energia elettrica e nella gestione del Ciclo Idrico Integrato e dell’Ambiente. La nuova società Acegas - Aps avrà infatti un posizionamento competitivo più elevato nel panorama delle ex-municipalizzate ed una presenza più bilanciata nei vari settori utilities. Più in particolare, l’aggregazione permette un deciso incremento dimensionale nel business dell’acqua (al 4° posto dopo Acea, Hera e Asm) e nel business del gas, triplicando i volumi distribuiti e raddoppiando la base di utenze.In ottica prospettica, il rafforzamento della nuova realtà in molte aree di business a seguito dell’operazione di aggregazione permetterà il miglioramento dell’efficienza gestionale attraverso la condivisione delle eccellenze e la valorizzazione delle economie di scala, nonché una migliore razionalizzazione degli investimenti. Ulteriori opportunità si aprono inoltre sul fronte commerciale dove la consolidata rete di rapporti commerciali di Padova e Trieste soprattutto per ciò che riguarda la clientela industriale consentirà di sviluppare su un vasto territorio e con grandi prospettive di risultato attività di cross-selling per la vendita di gas ed energia elettrica. Nel settore del gas (trading e distribuzione) si avrà, infatti, una condivisone delle expertise nella gestione della rete gas e di teleriscaldamento e un incremento del potere contrattuale con una riduzione dei costi di acquisto della materia prima e degli investimenti di manutenzione. Nel settore elettrico, grazie alla condivisione delle esperienze nella gestione degli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti, si avrà una riduzione dei costi di gestione e manutenzione degli impianti. “Il settore delle public-utilities sta procedendo con sempre maggior decisione verso operazioni di aggregazione – ha affermato Massimo Paniccia, Amministratore Delegato di Acegas – con l'obiettivo di sviluppare quel peso specifico indispensabile per poter competere su mercati di approvvigionamento dell'energia elettrica e del gas”. “In questo quadro, l’operazione che i due Consigli hanno avviato oggi rappresenta un esempio importante di crescita del settore che, integrando le rilevanti risorse dei rispettivi territori, porta ad offrire ai cittadini una migliore qualità del servizio a condizioni più favorevoli.” “Ed è proprio in un ottica di sviluppo – continua Paniccia – che la Acegas - Aps fungerà da catalizzatore per future aggregazioni nel Nord – Est, dando così vita ad un polo di dimensioni paragonabili a quelle dei maggiori operatori del settore”. "Siamo estremamente soddisfatti di aver intrapreso la strada dell'aggregazione con una realtà interessante e dinamica come Aps - ha commentato Francesco Di Giovanni, Direttore Generale di Acegas - e riteniamo che l'operazione non solo porterà benefici ai cittadini che usufruiscono dei nostri servizi ma sarà anche apprezzata dai mercati finanziari e dagli investitori per le prospettive di sviluppo che ne derivano". Anche per Francesco Giacomin, Presidente di Aps “l’operazione una volta compiuta realizzerà un precedente importante in grado di aprire una nuova stagione di alleanze nella macroregione (Veneto – Friuli Venezia Giulia) volta a consolidare un soggetto in grado di competere con i nuovi e più allargati scenari di mercato garantendo la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici cari alla nostra tradizione”.In termini di tempistica, le procedure avviate oggi prevedono l’approvazione del progetto di scissione da parte delle assemblee di Acegas e Aps entro i primi quindici giorni di dicembre e la conclusione del processo con la firma dell’atto ci scissione entro la fine dell’anno. Le Società sono state assistite in qualità di Advisor rispettivamente da Lazard/bancaintesa, Gianni, Origoni, Grippo & Partners per Acegas e Interbanca, Chiomenti e Deloitte per Aps.

RYANAIR: UNA NUOVA ROTTA DA MILANO ORIO AL SERIO – GLASGOW PRESTWICK A PARTIRE DA SOLI 29.99 EURO (SOLO ANDATA-TASSE ESCLUSE)
Milano, 30 ottobre 2003 - Ryanair, la compagnia aerea N°1 a basse tariffe in Europa, ha annunciato oggi una nuova rotta da Milano Orio al Serio a Glasgow Prestwick, che porta ad 8 il numero totale di destinazioni offerte da Milano Orio al Serio. La nuova rotta, che si aggiunge a quelle esistenti (su Francoforte, Barcellona, Londra Luton, Londra Stansted, Parigi, Bruxelles e Amburgo) verrà inaugurata il 7 Gennaio 2003 con tariffe a partire da soli 29.99 Euro e frequenze giornaliere. Peter Sherrard, Direttore Marketing e Vendite per l’Italia di Ryanair, annunciando i dettagli della nuova rotta, oggi a Milano, ha dichiarato: “Questo è un importante sviluppo per Ryanair e per Milano. Si tratta, infatti, del primo collegamento diretto a bassa tariffa fra l'Italia e la Scozia che metterà fine alle ristrette opportunità di viaggio create dalle compagnie ad alte tariffe. Abbiamo avuto un’ottima risposta dal pubblico milanese sulle nostre sette rotte da Orio al Serio e, grazie al grande fascino e alla forte richiesta per una destinazione come la Scozia , non c’è dubbio che questa rotta sarà un grande successo. Da quando abbiamo iniziato ad operare da Milano Orio al Serio abbiamo trasportato più di 1.5 milioni di passeggeri e questa nuova tratta ci permetterà di incrementare ulteriormente il dato trasportando 100.000 passeggeri in più all'anno. Infolink: www.Ryanair.com

GANDALF ASSEMBLEA FINALIZZATA AD OTTENERE LA COPERTURA DELLE PERDITE E LA RICOSTITUZIONE DEL CAPITALE
Orio al Serio (Bg), 30 ottobre 2003 – La società segnala che la parte di Assemblea dei soci da tenersi in sede straordinaria, finalizzata ad ottenere la copertura delle perdite e la ricostituzione del capitale in misura pari almeno al minimo di legge secondo il procedimento legale obbligatorio dettato dall’articolo 2447 del codice civile, la cui terza convocazione era fissata per il , 28 ottobre 2003, non si è potuta tenere a causa della mancanza del quorum costitutivo, essendo pervenuti dai soci certificati di ammissione alla stessa attestanti la presenza di una partecipazione complessiva in percentuale inferiore a quella prescritta dalla legge (più di un quinto del capitale). Alcuni soci hanno richiesto la convocazione di nuova Assemblea, anche per la messa in liquidazione della società, ed il Consiglio di Amministrazione si è riservato di provvedere all’esito del Consiglio previsto in immediata successione rispetto all’Assemblea. L’assemblea è stata, pertanto, validamente tenuta solamente in parte ordinaria; in tale sede è stato deliberato di nominare un sindaco effettivo, nella persona del Dott. Lionello Bartolomei, in sostituzione del dimissionario Dott. Piermauro Carabellese, mentre si è deliberato di rinviare a convocanda nuova assemblea ogni deliberazione in ordine all’eventuale integrazione del Consiglio di Amministrazione ovvero alla nomina dei liquidatori. L’assemblea si è chiusa alle ore 14:10 ed a seguire si è riunito il Consiglio di Amministrazione della società .Il Consiglio, innanzitutto, ritiene di aderire alla richiesta avanzata da alcuni soci di convocazione di nuova assemblea per l’adozione dei provvedimenti in ordine alla liquidazione e si appresta a predisporre la necessaria convocazione. Nondimeno, l’impossibilità di ottenere dall’Assemblea valide indicazioni sulla operatività della società a causa della mancanza del necessario quorum per la valida costituzione in sede straordinaria, unitamente alla situazione di perdita del capitale, descritta nella relazione all’uopo depositata, ed all’assenza di un’offerta vincolante sia di sottoscrizione del precedente aumento di capitale deliberato in data 29 gennaio 2003 sia di ricostituzione del capitale nei termini pure descritti nella richiamata relazione, impongono al Consiglio di Amministrazione di trarre le dovute conseguenze in merito all’inequivocabile manifestazione della causa di scioglimento della società ai sensi dell’art. 2448 nn. 2 e 4 del cod. Civ.; in tal senso il Consiglio ha deliberato l’accertamento di tale situazione e si appresta al deposito della stessa presso il competente Registro delle Imprese ed a convocare l’Assemblea della società ai sensi dell’art. 2449, 2^ comma, cod. Civ., per i giorni 25 novembre, 27 novembre e 2 dicembre pp.Vv., per l’adozione dei provvedimenti inerenti lo stato di liquidazione della società. Detta assemblea verrà, in ogni caso, convocata prevedendo anche una residua possibilità di revoca dello stato di liquidazione, e quindi con le delibere inerenti la ricapitalizzazione, al mero fine, come richiesto da alcuni soci, di non lasciare intentata alcuna possibilità di salvezza della società. Il Consiglio, peraltro, proseguirà nella propria attività in ottica meramente conservativa e di preparazione alla liquidazione e provvederà, a titolo prudenziale, a depositare un ricorso preventivo al Tribunale competente per la nomina del/i liquidatore/i giudiziale/i. Con riferimento, poi, alle proposte di interventi finanziari ad oggi ricevute dalla società, si segnala quanto segue. Il Consiglio dà atto che nella serata del giorno 27 ottobre 2003 precedente la data dell’Assemblea, successivamente alla chiusura dei suoi lavori preparatori della predetta adunanza, è pervenuta presso la sede della società una comunicazione da parte del Dott. Carlo Caprioglio, per sé e per altri investitori, contenente una dichiarata proposta irrevocabile di sottoscrizione della parte inoptata del precedente aumento di capitale della società per importo pari a € 14.500.000,00=; tale proposta è stata, poi, ribadita in sede assembleare dall’azionista Mazzullo, dichiaratosi a favore della stessa. Il Consiglio, in sede assembleare ha chiarito che il momento di ricezione della proposta è stato tale da non consentire una approfondita valutazione della stessa, pur rilevando immediatamente alcuni caratteri di inaccoglibilità. Giova, infatti ricordare che lo stato di perdita del capitale imponeva ed impone che qualsiasi intervento finanziario, sia esso di sottoscrizione dell’aumento a suo tempo deliberato ovvero di ricostituzione del capitale, debba essere incondizionato rispetto ad eventi futuri ed incerti e prevedere il versamento contestuale di somme idonee a far venir meno il disavanzo patrimoniale manifestato e descritto nelle relazioni depositate. La proposta inoltrata dal Dott. Caprioglio, invece, appare chiaramente condizionata ad eventi futuri ed incerti e parrebbe assistita da garanzia fidejussoria per importo limitato ad € 3.000.000,00=, con promessa, peraltro, di rilascio della stessa entro un termine ricompreso tra l’eventuale accettazione ed il 31/12/2003; per tali ragioni detta proposta, così formulata, non garantisce la ricapitalizzazione della società nei termini dovuti e non consente al Consiglio di potersi esprimere favorevolmente. Il Consiglio ha, pertanto, deliberato di non poter aderire alla proposta così formulata e di rispondere all’offerente segnalando che la stessa potrebbe, eventualmente, essere presa valida considerazione unicamente a fronte dell’eliminazione delle condizioni poste e della prestazione di garanzie fidejussorie o di versamenti quantitativamente idonei all’eliminazione del disavanzo patrimoniale, dando mandato al Presidente di replicare in tal senso. Nel frattempo si segnala che non è ancora pervenuta alcuna concreta offerta da parte di Cirrus Airlines, la quale, però, ha ancora in corso le attività di verifica preventiva e non ha, allo stato, espresso alcun giudizio sull’esito delle stesse. Con riferimento, infine, alle indiscrezioni di organi di stampa in ordine alla pendenza di un procedimento per dichiarazione di fallimento della società avanti il Tribunale di Parma, la società tiene a segnalare che non si tratta di procedura promossa da parte di creditori, bensì attivata d’ufficio per effetto della trasmissione degli atti da parte di un Giudice investito della cognizione di una causa nella quale Gandalf è parte e che ha ritenuto di rilevare presunti elementi identificativi in tal senso. All’udienza del 18 settembre u.S. Il Presidente della società dott. Penitenti ha fornito tutti gli elementi contabili ed amministrativi del caso, e il procedimento è stato rinviato alla nuova udienza di discussione fissata per il giorno 20 novembre.

APPROVATO DAL MINISTERO ITALIANO DELLE POLITICHE AGRICOLE IL CAPITOLATO CHE CERTIFICA QUALITA' E PROVENIENZA DELLA CARNE BOVINA DI VITELLONI NATI, ALLEVATI E MACELLATI IN FRANCIA 3B (3EUNE BOVIN)
Milano, 30 ottobre 2003 - Export è il disciplinare gestito dal Consorzio Carni di Francia di cui fanno parte Interbev (l'Interprofessione francese dei bestiame e delle carni) e i rappresentanti dell'intera filiera franco-italiana: le più importanti aziende francesi esportatrici di vitelloni, le piattaforme italiane di distribuzione e/o lavorazione, i grossisti e i distributori italiani. Il capitolato Jb Export - già approvato dal Ministero Francese dell'Agricoltura, dell'Alimentazione, della Pesca e degli Affari Rurali ed ora anche dal Ministero Italiano delle Politiche Agricole e Forestali (D.m. N. 23976 del 14 ottobre 2003 - Codice univoco nazionale It 069 Et)analizza ogni fase della filiera e determina gli obblighi dei diversi operatori coinvolti. Gli operatori francesi aderenti all'iniziativa (Club Carni di Francia) s'impegnano con il Consorzio, grazie anche alla professionalità degli allevatori, al rispetto delle norme che riguardano la filiera bovina francese in generale: Alimentazione e benessere dei capi; Rispetto delle buone pratiche di allevamento; Tracciabilità totale della carne; Presenza di controlli sanitari e veterinari lungo tutta la filiera. Inoltre, gli operatori francesi s'impegnano affinché i distributori italiani possano mettere a disposizione dei consumatori una serie di elementi supplementari che sono: Categoria degli animali; Alimentazione priva di grassi animali aggiunti; Regione di nascita degli animali; Regione di allevamento degli animali; Regione di macellazione degli animali; Tipo genetico; Data ottimale di maturazione: Età dell'animale al momento della macellazione. A loro volta, per commercializzare in Italia la carne bovina conforme alle specifiche del capitolato, i distributori italiani devono rispettare le norme dì tracciabilità, etichettatura dei prodotti e rendersi parte attiva nella comunicazione al consumatore. I controlli presso gli operatori della filiera sono effettuati oltre che dal Consorzio stesso, anche dall'organismo indipendente Sgs Italia, operante in base alla normativa En 45011 La Francia è uno dei primi produttori di carne bovina dell'Ue ed uno dei principali fornitori dell'Italia che, a sua volta, è il primo cliente della Francia da cui ogni anno storicamente importa oltre 70.000 tonnellate di carne bovina. Al fine di garantire ancor più scrupolosamente la qualità di una produzione leader in Europa e proporre ai consumatori italiani un'immagine di forte riconoscibilità dei vitelloni francesi, nel 2001 è stato creato il logo "Pays de France - Tutto ll sapore della Carne", applicato ai prodotti di qualità appartenenti al club Carni di Francia . Oggi la presenza di tale logo si carica di significato: solo la carne proveniente da vitelloni che rispondono alle regole stabilite dal nuovo capitolato può essere contrassegnata e venduta con il logo, "sigillo" di qualità e garanzia di rintracciabilità totale.

IL CROCIFISSO NELLE SCUOLE: L’88% DEGLI ITALIANI È FAVOREVOLE.
Roma, 30 ottobre 2003 - Korus Research ha effettuato un sondaggio sull’opinione degli italiani in merito alla presenza del crocifisso nelle scuole, i cui risultati sono stati resi noti nel Tg2 del 27 Ottobre 2003. La sentenza del tribunale di L’aquila per la scuola di Ofena, che vuole la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche, continua a far discutere gli italiani, che si schierano tutti, dal nord al sud, a favore del mantenimento dei simboli religiosi nelle scuole. Alla domanda “E’ d’accordo con la sentenza secondo la quale nelle aule delle scuole italiane non ci devono essere simboli religiosi e che si devono per questo togliere i crocifissi appesi ai muri?”, l’88% degli intervistati che esprimono un’opinione, risponde negativamente: la religione è parte della nostra tradizione ed in quanto tale, va salvaguardata.

"IL MONDO DELLE PROBABILITÀ, DEI SONDAGGI E LA LORO CORRETTA INTERPRETAZIONE" - FESTIVAL DELLA SCIENZA, GENOVA.
Genova, 30 ottobre 2003 - Il mondo della probabilità, dei sondaggi e la loro corretta interpretazione è stato protagonista dell’incontro che si è svolto a Palazzo Ducale presso la sala Liguria Spazio Aperto alle 21 di lunedì 27 ottobre. Hanno partecipato Gerd Gigerenzer (scienziato cognitivo, tedesco), Claudio Bartocci (matematico), Giulio Giorello (filosofo della scienza) e Renato Mannheimer (sociologo e statistico), seguiti da un pubblico così numeroso che lo spazio disponibile non ha potuto accogliere tutti. Gli organizzatori sono stati costretti a spostare i presenti nel loggiato al di fuori della sala per consentire al pubblico di seguire l’evento. Lo spunto per trattare questi temi viene data dal libro di Gerd Gigerenzer “Quando i numeri ingannano”, brevemente presentato da Giorello. Il testo si propone di diffondere una maggior comprensione delle statistiche e del pensiero razionale. L’autore spiega che nella nostra società, pure molto avanzata, la corretta valutazione delle statistiche è ancora una qualità poco diffusa, anche tra i politici. Le nostre decisioni sono troppo spesso alterate da considerazioni irrazionali, quali la paura o le certezze assolute. L’autore cita come esempio diversi episodi nei quali i dati statistici sono stati male interpretati, o presentati in modo parziale ed ingannevole, influenzando negativamente una scelta finale. Segue Renato Mannheimer che, in un breve e scherzoso intervento, fa notare che le statistiche sono al momento il miglior strumento disponibile per interpretare correttamente un fenomeno, ma non forniscono dati definitivi e perfetti. Chi le consulta deve imparare a convivere con l’imprecisione e l’incertezza. Il matematico Claudio Bartocci prova a definire quali sono le maggiori difficoltà che le persone non preparate incontrano nell’elaborare le informazioni statistiche: tanti errori nascono da assunzioni non corrette sulle scale metriche, i numeri troppo grandi e le proporzioni, che portano il lettore a considerazioni sbagliate. Conclude Gigerenzer, invitando il pubblico ad avere il coraggio di imparare, a farsi domande e a vedere le informazioni da diverse prospettive.

"IL RAPPORTO CONFLITTUALE TRA SCIENZA E PARANORMALE" - FESTIVAL DELLA SCIENZA
Genova, 30 ottobre. Il rapporto conflittuale tra scienze e paranormale, rappresentato da maghi, pranoterapeuti e occultisti, è stato l’argomento di discussione della tavola rotonda che si è svolta alle 18 di lunedì 27 ottobre nell’aula San Salvatore della Facoltà di Architettura. All’incontro hanno partecipato Sergio della Sala (neuropsicologo), Adalberto Piazzoli (fisico), Tullio Regge (fisico) e Roberto Vacca (ingegnere), moderati dal giornalista Mauro Paternostro. Tullio Regge, reduce dalla precedente conferenza “Oltre la fisica”, classifica come “particolarmente dannoso” il fenomeno della vendita di servizi riguardanti l’occulto da parte di maghi e operatori del paranormale, anche se non esclude benefici saltuari per i clienti, almeno a livello psicologico. Meno critico verso la medicina alternativa, Regge richiede però maggiori controlli sulla reale efficacia di alcune tecniche terapeutiche, in particolare la medicina omeopatica. Adalberto Piazzoli, vicepresidente del C.i.c.a.p. (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) e già protagonista di scontri con maghi ed astrologi, si dice scettico, non solo sul paranormale, ma anche sulla medicina non tradizionale. Condanna anche un certo tipo di misticismo, comune a tutte queste attività, che costituisce un ostacolo alla conquista di nuove conoscenze. Questo tema è ripreso anche da Sergio Della Sala che nota come le pseudoscienze siano statiche e immobili, in aperto contrasto con il procedimento scientifico che sa modificarsi ed imparare dai propri errori. Roberto Vacca mette in luce il pericolo rappresentato da personaggi ormai presenti nel mondo scientifico, con tutte le credenziali giuste, che tuttavia propugnano conoscenze devianti ed hanno un modo di operare che non ha nulla di razionale. Auspica quindi un maggiore controllo da parte della comunità scientifica su studi e pubblicazioni. Vacca conclude facendo anche notare il pericolo che costituisce un'unica verità scientifica non discussa e porta l’esempio della teoria allarmista del riscaldamento globale e dell’effetto serra, che alcuni contestano. Gli interventi del pubblico, precisi e molto mirati, concentrano l’attenzione su alcuni dei temi toccati dai relatori. Tra questi, il rapporto tra scienza e religione, che Regge vede ben separate e non in forte conflitto. Viene toccato anche il tema della credibilità della scienza in presenza di teorie e previsioni spesso molto differenti che spiegano il medesimo fenomeno. Vacca ricorda in proposito la grande variabilità di risultati che si ottiene impiegando sistemi di calcolo a più variabili, volti a spiegare fenomeni molto complessi dei quali non si conosce abbastanza. Viene sfiorato anche il tema dell’energia nucleare, per Regge adesso molto più sicura e promettente di un tempo. Infolink: www.Festivalscienza.it   

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