NOTIZIARIO
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di
GIOVEDI'
30 OTTOBRE 2003
pagina 1
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PREVISIONI ECONOMICHE D'AUTUNNO DELLA
COMMISSIONE 2003 - 2005 PER L'AREA DELL'EURO, L'UNIONE EUROPEA E I PAESI
CANDIDATI E IN VIA DI ADESIONE
Bruxelles, 29 ottobre 2003 Lo scarso rendimento economico registrato
nell'area dell'euro e nelle economie dell'Ue alla fine del 2002 è
proseguito per tutto il primo semestre di quest'anno. Ne consegue che per il
terzo anno consecutivo il tasso di crescita risulterà probabilmente
deludente: si prevede, in media, soltanto uno 0,4% nel 2003 nell'area
dell'euro (0,8% nell'Ue). Tuttavia, grazie a condizioni di politica
macroeconomica confortanti, alla disinflazione persistente, alle condizioni
finanziarie di sostegno, all'evoluzione delle riforme strutturali, nonché
alla minore incertezza geopolitica, gli operatori economici stanno
riacquistando fiducia e si assiste ad un miglioramento dello scenario
internazionale. In tale contesto, si individua nel secondo semestre del 2003
il momento cruciale della ripresa economica che si intensificherà durante
tutto il 2004. Per il prossimo anno è previsto un incremento dei tassi medi
di crescita dell'1,8% per l'area dell'euro e del 2% per l'Ue, fino a
raggiungere il 2,5% nel 2005. Tale previsione è corroborata da una ripresa
delle spese per il consumo, sostenuta dall'aumento della domanda esterna e
dalla conseguente ripresa nel settore degli investimenti. Nonostante la
ripresa pronosticata, il prolungato periodo di scarsa crescita ha avuto
ripercussioni sul mercato del lavoro, per cui si prevede una crescita
dell'occupazione molto limitata, che farà registrare soltanto lo 0,3% nel
2004 per poi raggiungere un tasso comunque migliore, pari allo 0,8%, nel
2005. Ripresa globale incipiente Dopo il calo del commercio mondiale nel
2001 e la crescita debole del 2002, si può guardare al futuro con maggiore
ottimismo. L'esigua crescita degli scambi con l'estero prevista per quest'anno
è fuorviante, in quanto subisce le ripercussioni degli scarsi risultati
economici del primo semestre dell'anno. Dovrebbe aumentare dal 4,4% circa
del 2003 al 7-8% nel 2004-2005. La previsione di crescita del Pil mondiale
è del 3,3% nel
2003, in
crescita rispetto al 2,8% dell'anno precedente. Dovrebbe aumentare ad un
solido 4,1% nel 2004 e nel 2005. Sono numerosi i fattori alla base di questa
accelerazione, tra cui delle politiche macroeconomiche confortanti e
condizioni finanziarie di sostegno legate in parte al prosieguo della
disinflazione ed una rinnovata fiducia dovuta sia alle minori tensioni nel
panorama geopolitico che alla solidità del mercato delle attività.
Guardando al 2004, le basi per la crescita mondiale si stanno ampliando, con
forti e crescenti contributi dall'Asia (in particolare dalla Cina), dagli
Stati Uniti, dall'Australia e dai paesi in via di adesione. Negli Usa,
grazie agli incentivi derivanti dalla politica monetaria e di bilancio e ad
una solida crescita della produttività sottostante, la ripresa dovrebbe
continuare con un tasso di crescita pari al 2,8% circa nel 2003, per
raggiungere quindi il 3,8% nel 2004. Ciò determinerà una crescita del Pil
superiore al potenziale. Pur tuttavia, per il 2004 il disavanzo pubblico e
il disavanzo delle partite correnti dovrebbero lievitare, rispettivamente,
al 5,5% e al 5,6% del Pnl. Le prospettive economiche per l'Asia permangono
vivaci, con un tasso di crescita del 6,7% nel 2004-2005. Sono migliorate
anche le previsioni per il Giappone, con una sensibile crescita modificata
al 2,6% nel 2003, nonostante la deflazione sia destinata a continuare,
sebbene ad un ritmo inferiore, e nonostante un disavanzo pubblico che
dovrebbe superare il 7% del Pil nell'arco del periodo di riferimento delle
previsioni. Dopo il ristagno registrato nel
2002, l
'America latina dovrebbe beneficiare di una leggera ripresa grazie al
deprezzamento delle valute, al miglioramento dell'economia mondiale ed alla
graduale risoluzione delle crisi finanziarie che hanno colpito diversi paesi
nella regione. In Canada la crescita dovrebbe riprendere vigore verso la
fine del 2003. Anche nei paesi che aderiranno all'Unione europea il 1°maggio
2004 persisterà per tutto il periodo di riferimento una forte crescita,
trainata dalla domanda interna e dai cambiamenti strutturali. Calo dei
prezzi del petrolio e ripresa dei mercati azionari Secondo le previsioni, i
prezzi del petrolio dovrebbero diminuire gradualmente passando da 31 Usd al
barile (greggio Brent) nella metà di ottobre ad un prezzo medio di 28,3 Usd
al barile per l'anno considerato nella sua totalità. Nell'arco dei prossimi
due anni è prevista un'ulteriore discesa, fino a 25,6 Usd al barile nel
2004 e a 24,1 Usd nel 2005. Dalla metà di giugno i prezzi azionari
risultano stabili e i rendimenti delle obbligazioni di Stato sono ripresi a
un ritmo molto sostenuto, pur rimanendo bassi considerando i livelli
registrati in passato. Grazie ai ridotti premi di rischio nonché ai tassi
di interesse confortanti, le condizioni finanziarie nell'economia globale
sono migliorate rispetto all'anno scorso. Ciò dovrebbe consentire di
promuovere la ripresa, facilitando soprattutto un ridimensionamento del
settore societario sia negli Stati Uniti che nell'Unione europea. L'area
dell'euro e le economie dell'Ue non sono riuscite a decollare nel primo
semestre del
2003 A
causa dello scarso rendimento del 2002, si è registrato un ristagno
dell'economia dell'area dell'euro nel primo semestre del 2003, mentre nell'Ue
vi è stato un lieve scatto verso l'alto. Dopo un promettente incremento nel
primo trimestre di quest'anno, la crescita delle spese per il consumo
privato ha subito un regresso nel secondo trimestre. Gli investimenti sono
continuamente diminuiti durante il primo semestre dell'anno, mentre il calo
delle scorte è progressivamente diminuito. Le esportazioni nette hanno
frenato considerevolmente la crescita per tre trimestri, fino alla metà del
2003. Nel secondo trimestre di quest'anno, sono stati i consumi pubblici a
contribuire alla crescita nella misura maggiore. Sono numerose le ragioni
che hanno determinato questo rendimento economico così deludente come pure
un ritardo nella ripresa, che era prevista per gli inizi di quest'anno. La
fiducia sia da parte dei consumatori che da parte delle imprese a livello
globale è stata messa a dura prova dalle tensioni geopolitiche dovute alla
guerra in Iraq, che hanno creato un clima di insicurezza intorno ai prezzi
del petrolio. Per i consumatori dell'area dell'euro, ciò è stato
ulteriormente aggravato dalle preoccupazioni per l'andamento futuro dei
salari e delle pensioni e per gli effetti patrimoniali sfavorevoli del
prolungato declino del mercato azionario. La pressione sulla redditività
delle imprese, dovuta a fattori diversi quali l'eccesso di investimenti
della fine degli anni '90, il prolungato rallentamento, l'attuale
compensazione delle voci di bilancio nonché l'aumento dei prezzi dei fondi
esterni in seguito al declino del mercato azionario, ha probabilmente
determinato un differimento dei programmi di investimento. Prospettive di
svolta nel secondo semestre del 2003 fino a raggiungere una crescita
potenziale nel 2004 Dall'aprile di quest'anno emergono dalle indagini
compiute alcuni segnali incoraggianti in prospettiva di una probabile
ripresa, soprattutto per quanto riguarda il settore dei servizi, ove il
ripristino della fiducia è più graduale nel commercio al dettaglio.
L'indice dei responsabili degli acquisti ha iniziato a lievitare a luglio e
ha ora riguadagnato gli alti livelli degli inizi del 2002. La fiducia dei
consumatori sta, lentamente ma gradualmente, evidenziando segnali di
miglioramento, anche se i nuclei familiari rimangono relativamente cauti ove
si tratti di effettuare acquisti di valore notevole. In base agli indicatori
di produzione, sembra che la ripresa sia meno sicura in questo settore.
Nonostante ciò, si è registrato un miglioramento dei principali
indicatori, quali ad esempio quelli relativi al clima imprenditoriale e ai
responsabili degli acquisti per il settore manifatturiero. Considerati
complessivamente, questi indicatori segnalano che la recessione è stata
evitata e che ci si trova attualmente nel processo di svolta. Dati i bassi
tassi di interesse ed un tasso di cambio rafforzato, la fonte di crescita
dovrebbe essere il versante interno piuttosto che quello esterno. Parte
della ripresa prevista nei prossimi mesi nelle spese dei nuclei familiari e
delle imprese, è dovuta ai tassi di interesse tradizionalmente bassi, sia a
breve che a lungo termine. Ciò ha contribuito ad un allentamento delle
restrizioni di bilancio imposte ai nuclei familiari e alle imprese grazie al
calo dei costi del servizio del debito. L'impennata dei mercati azionari da
marzo di quest'anno e la vivacità del mercato dell'edilizia abitativa in
alcuni Stati membri hanno da parte loro contribuito a recuperare in parte il
patrimonio perduto a causa dello scoppio della bolla speculativa che ha
coinvolto il mercato azionario. Il reddito di cui dispongono realmente i
nuclei familiari ha ricevuto un forte impulso dall'inflazione più ridotta
ed è destinato ad accrescere ulteriormente in parallelo al calo
dell'inflazione. L'effetto positivo del reddito reale è sostenuto sia
dall'apprezzamento dell'euro che dal susseguente effetto sulle ragioni di
scambio, che dovrebbe risultare più tangibile a medio termine. Mentre il
tasso medio di crescita nell'area dell'euro resta limitato allo 0,4% nel
2003, si prevede un aumento fino all'1,8% nel 2004 e al 2,3% nel 2005 (i
corrispondenti valori per l'Ue sono rispettivamente 0,8%, 2% e 2,4%). La
tendenza al rialzo è dovuta alla ripresa della domanda interna, sostenuta
dalla crescente domanda estera a partire dal secondo semestre del 2003, che,
a sua volta, dovrebbe determinare un'accelerazione della formazione di
capitale nel corso del 2004. Un mercato del lavoro in cattiva salute Nella
fase iniziale di crescita modesta, l'occupazione si è mantenuta ad un
discreto livello e l'incremento del tasso di disoccupazione è stato
contenuto. La relativa stabilità dell'occupazione nel settore dei servizi
ne spiega in parte le ragioni. Altri fattori potrebbero essere la
costituzione di una riserva di manodopera come anche i contratti di lavoro
più flessibili. Tuttavia, a causa del persistere di questa fase
discendente, si sta delineando un quadro che desta qualche preoccupazione.
Nel 2003 è prevista la perdita di circa 200.000 posti di lavoro (in termini
netti) nell'area dell'euro, che rappresenta il primo calo dal 1994. Il tasso
di disoccupazione dovrebbe aumentare all'8,9% (8,1% nell'Ue). Considerate la
ripresa molto lenta e le persistenti rigidità, si prevede per il prossimo
anno la creazione di pochissimi posti di lavoro. Poiché, secondo i
pronostici, la crescita della forza lavoro dovrebbe superare la crescita
dell'occupazione, il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro continuerà
a salire fino al 9,1% nel 2004 (8,2% nell'Ue), per poi registrare una
tendenza al ribasso nel
2005. L
'inflazione comincia a rallentare Nonostante il rallentamento dell'economia,
l'inflazione apparente è rimasta ad un livello basso nel
2003 a
seguito della combinazione di fattori temporanei quali il passaggio degli
aumenti dei prezzi del petrolio petroliferi, dei rincari dei prezzi dei
prodotti alimentari a causa di fattori meteorologici e degli aumenti delle
imposte indirette. Rispetto al 2,3% del 2002, nell'area dell'euro
l'inflazione apparente dovrebbe attestarsi in media al 2,1% quest'anno,
prima di scendere al 2% nel 2004 e all'1,7% nel 2005. Si è registrata
inoltre una viscosità dell'inflazione nel corso del
2003, a
seguito di una bassa crescita della produttività e della lenta trasmissione
degli effetti dell'apprezzamento dell'euro ai prezzi alla produzione e al
consumo. Tuttavia, sia il calo dei costi unitari del lavoro, in un momento
in cui si assiste ad un incremento della produttività del lavoro, che la
moderazione salariale dovrebbero da parte loro determinare una riduzione
dell'inflazione di fondo nel medio termine. Peggioramento ulteriore del
disavanzo pubblico nell'area dell'euro, con differenze sostanziali tra Stati
membri Dal 2,2% del 2002, il disavanzo pubblico nell'area dell'euro (1,9%
nell'Ue) dovrebbe lievitare al 2,8% del Pil nel 2003 (2,7% nell'Ue).
Rispetto alle previsioni economiche di primavera della Commissione (2,5% per
l'area dell'euro), ciò implica un peggioramento del bilancio delle
amministrazioni pubbliche in tutti i paesi dell'Ue ad eccezione di Belgio,
Spagna, Austria e Portogallo. In relazione al 2002, si prevede un saldo di
bilancio delle amministrazioni pubbliche inferiore in tutti i paesi dell'Ue,
tranne che in Belgio. In questo quadro generalmente sconfortante, si possono
distinguere alcuni gruppi di paesi. Il primo è composto da due paesi -
Germania e Francia -, che dovrebbero superare il valore di riferimento del
3% nel 2003, essendosi già trovati in questa posizione nel 2002. Il secondo
gruppo comprende quei paesi il cui disavanzo è deteriorato quest'anno e/o
dovrebbe risultare vicino al valore di riferimento: Italia, Paesi Bassi,
Portogallo e Regno Unito. Il terzo gruppo è composto da quei paesi nei
quali si prevede che il deficit rimanga al di sotto dell'1¾% del Pil nel
2003: Grecia, Irlanda, Lussemburgo ed Austria. L'ultimo gruppo è infine
costituito da quei paesi che dovrebbero registrare un'eccedenza nel 2003:
Belgio, Danimarca, Spagna, Finlandia e Svezia. Nel 2004, si prevede un lieve
miglioramento per l'area dell'euro, con una diminuzione al 2,7% del Pil del
disavanzo pubblico (2,6% per l'Ue). Pur tuttavia, si prevede che tre paesi
(Germania, Francia e Portogallo) supereranno il valore di riferimento del
3%. Nel 2005, il disavanzo dell'area dell'euro dovrebbe attestarsi al 2,7%
del Pil (2,4% per l'Ue). Si tratta della conseguenza della prevista
accelerazione della crescita del Pil, in quanto le previsioni economiche per
il 2005 si basano sull'ipotesi dell'“invarianza delle politiche”.
Tenendo quindi presente tale ipotesi, quattro paesi supererebbero il valore
di riferimento nel 2005: Germania, Francia, Italia e Portogallo. Rischi
calcolati per le previsioni Dalle economie dell'America del nord e dell'Asia
emergono segnali incoraggianti di una ripresa della crescita mondiale. La
simultanea accelerazione della crescita in tutte le principali regioni del
mondo scatenerebbe una crescita molto dinamica che tutte contribuirebbero
vicendevolmente ad alimentare. Tuttavia, gli squilibri macroeconomici di
lunga durata potrebbero frenare un'espansione sostenuta dell'economica
statunitense. L'economia giapponese si trova ancora nella fase primordiale
di ripresa dalla prolungata recessione sofferta. Il contesto internazionale
potrebbe dunque rivelarsi meno favorevole del previsto. Un ulteriore
apprezzamento sostenuto del tasso di cambio dell'euro potrebbe insidiare
l'attività in particolare nel settore manifatturiero dell'area dell'euro,
soprattutto negli Stati membri che negli ultimi tempi hanno dovuto dipendere
dalla domanda esterna per produrre crescita economica. Il carattere
prolungato che caratterizza questa tendenza al ribasso, le incertezze dovute
alla guerra in Iraq e la compensazione delle voci di bilancio nel settore
societario, hanno frenato la fiducia e determinato un differimento dei
progetti di consumo ed investimento. Con il ripristino della fiducia
potrebbe liberarsi questo arretrato potenziale di domanda, grazie al quale
verrebbe accelerato il ritorno alla crescita potenziale. La fiducia delle
imprese potrebbe trarre grande beneficio dai progressi tangibili delle
riforme strutturali, come pure il rispetto dei principi del patto di
stabilità e crescita. Infine, nonostante il persistere di inquietudini di
natura geopolitica, negli ultimi mesi si è osservato un calo delle
tensioni, che ha ridotto l'incertezza a livello globale. Paesi in via di
adesione: in media, la crescita si è relativamente attestata… Nonostante
il difficile contesto internazionale, la crescita nei paesi in via di
adesione è rimasta solida alla fine del 2002 e agli inizi del 2003. La
crescita è stata determinata dalle esportazioni e dall'incremento della
produzione industriale, mentre i consumi privati continuavano ad essere
consistenti e i tassi di interesse più ridotti fornivano un aiuto
supplementare. Riflettendo tale situazione a livello mondiale, gli
investimenti sono stati scarsi. La crescita media del Pil dovrebbe essere
pari al 3,1% nel 2003, quindi invariata rispetto alle previsioni di
primavera della Commissione, e che fa registrare un incremento rispetto al
2,3% dell'anno scorso. Ciò è positivo rispetto alla deludente crescita
economica nell'Ue, tale aggregato maschera però tendenze diverse a livello
nazionale. Per molti paesi, le previsioni di crescita sono state rivedute
verso il basso e la crescita sarà più lenta rispetto allo scorso anno. Il
tasso invariato di crescita globale è dovuto principalmente alla Polonia,
che sta a poco a poco recuperando da due anni di crescita rallentata. Per
quest'anno, le previsioni di crescita variano dallo 0,8% di Malta,
particolarmente colpita dal calo del turismo dovuto al clima di incertezza
mondiale, al 6,6% della Lituania, in cui si registra una forte tendenza
all'investimento. … e si prevede un incremento grazie all'allargamento
dell'Ue, resta tuttavia bassa la creazione di nuovi posti di lavoro
Incentivata dalla ripresa nell'Ue e dalla prospettiva dell'allargamento, si
prevede che la crescita media nei paesi in via di adesione aumenti al 3,8%
nel 2004 e al 4,2% nel 2005. Si prevede tale scenario in tutti i paesi in
via di adesione, ad eccezione delle Repubbliche baltiche, dove si pronostica
un rallentamento dagli alti livelli. I principali motori della crescita sono
l'incremento delle esportazioni e i consistenti consumi privati, cui va
aggiunta la spinta agli investimenti. Dato il legame con il processo di
ristrutturazione in corso, nel
2003 l
'occupazione registra un calo nella Repubblica ceca, in Polonia e in
Slovenia, e la creazione di nuovi posti di lavoro è stata piuttosto bassa
negli altri paesi, tranne che in Slovacchia e in Lituania. Il contesto è
complessivamente destinato a migliorare, tuttavia il tasso medio di
creazione dell'occupazione resta contenuto allo 0,6% nel 2004 e all'1,1% nel
2005. Ne consegue che il tasso di disoccupazione resterà elevato (circa il
15%) nel 2005. Aumento contenuto dell'inflazione apparente L'inflazione, ad
un tasso medio di circa il 2,5%, è scesa drasticamente nel 2002 e in alcuni
paesi in via di adesione si è anche avuto per un certo periodo un ribasso
dei prezzi in conseguenza di un forte aumento della produttività. Per il
2003 si prevede che l'inflazione media resti vicina ai livelli registrati
nell'area dell'euro, ma successivamente dovrebbe aumentare al 3,5% nel 2004
e al 3,1% nel 2005. Quest'evoluzione è determinata dal ritorno ad un
contesto più normale, caratterizzato dal rincaro dei prezzi, dalla
liberalizzazione dei prezzi calmierati e dall'aumento delle imposte
indirette. L'inflazione sottostante dovrebbe restare contenuta, in quanto le
pressioni causate da aumenti salariali alquanto rilevanti risultano
compensate dall'incremento della produttività. Resta elevato il disavanzo
delle partite correnti Il disavanzo medio delle partite correnti dovrebbe
attestarsi a circa il 4¾% del Pil durante il periodo di riferimento: è il
risultato della correzione di un gravissimo disavanzo in Estonia e
Slovacchia e di un disavanzo in lieve crescita in Polonia e Lettonia. I
disavanzi permangono piuttosto elevati, con qualche lieve aggiustamento
nella Repubblica ceca e in Ungheria. Il disavanzo pubblico di sei paesi sarà
probabilmente superiore al 3% del Pil nel 2003 La media del disavanzo
pubblico dei paesi in via di adesione è valutata al 5% del Pil per il 2003.
Si prevede che Cipro,
la Repubblica
ceca, l'Ungheria, Malta,
la Polonia
e
la Slovacchia
registreranno disavanzi superiori al 3% del Pil. Con un migliorato contesto
economico ed una politica di bilancio più rigorosa, il disavanzo pubblico
dovrebbe calare nel 2004 nella maggioranza dei paesi. Si prevede un
ulteriore peggioramento del disavanzo soltanto in Polonia (dal 4,3% al 5,9%
del Pil), in Lituania (dal 2,6% al 3,1%) e in Estonia (dallo 0,0% allo
0,4%). Nel 2005, il saldo di bilancio delle amministrazioni pubbliche
migliorerà in tutti i paesi in via di adesione. Gli altri paesi candidati:
ulteriore stabilizzazione Gli altri paesi candidati assisteranno ad
un'ulteriore stabilizzazione dei propri risultati macroeconomici. Il tasso
di crescita dovrebbe avvicinarsi al 4,5% - 5% all'anno nei tre paesi
candidati durante il periodo di riferimento. Per quanto concerne
la Turchia
, ciò significherebbe un rallentamento rispetto alla forte crescita del
2002, per quanto questa sia stata tuttavia contrassegnata dall'uscita del
paese dalla profonda crisi che lo aveva investito nel 2001. Ne consegue che,
durante il periodo di riferimento, la crescita seguirà un modello più
stabile e sostenibile. La lieve flessione che si registrerà in Romania nel
2005 farà seguito alla forte spinta alla crescita prevista per il 2004,
anno di elezioni. In Turchia e Romania la disinflazione dovrebbe continuare,
a causa dell'apprezzamento reale tendenziale in questi paesi, come anche si
dovrebbe rafforzare il versante dell'offerta delle economie, grazie ai forti
investimenti e, in parte, a politiche monetarie e di bilancio più accorte.
Per avviarsi alla fine dell'orizzonte di riferimento delle previsioni, i
tassi d'inflazione nei due paesi sono previsti ad una sola cifra, mentre per
quanto riguarda
la Bulgaria
, l'inflazione è già alquanto bassa ma sta lentamente aumentando. Nei tre
paesi, le bilance delle partite correnti dovrebbero aumentare in seguito
alla forte domanda interna e ad un lieve peggioramento della competitività
dei prezzi delle loro esportazioni sui mercati mondiali. Informazioni più
dettagliate sulle previsioni sono disponibili su European Economy nel sito
Internet: http://europa.Eu.int/comm/economy_finance/publicati
ons/european_economy/forecasts_en.htm
NUOVO AGGIORNAMENTO DEL QUADRO DI
VALUTAZIONE DEGLI AIUTI DI STATO NELL'UNIONE EUROPEA MENO DELLA METÀ DEGLI
STATI MEMBRI FANNO RICORSO AGLI AIUTI PER IL SALVATAGGIO E
LA RISTRUTTURAZIONE
Bruxelles
, 30 ottobre 2003 - Dal quadro di valutazione degli aiuti di Stato
presentato dalla Commissione europea emerge che, sebbene nell'ultimo
decennio taluni Stati membri abbiano regolarmente concesso aiuti di Stato
per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà, più
della metà di essi ha chiaramente seguito una politica diversa. È
ampiamente riconosciuto che gli aiuti per il salvataggio e la
ristrutturazione di imprese in difficoltà sono tra gli aiuti di Stato che
possono provocare le maggiori distorsioni della concorrenza. Il quadro di
valutazione si sofferma quindi sugli interventi realizzati dagli Stati
membri per dare seguito alle varie conclusioni del Consiglio in materia di
aiuti di Stato, che riguardano tra l'altro la riduzione del livello globale
degli aiuti, il riorientamento degli aiuti verso obiettivi orizzontali e la
misurazione dell'efficacia degli aiuti. Il quadro di valutazione fa infine
il punto sui recenti sviluppi del programma di riforma avviato dalla
Commissione in materia di aiuti di Stato Il commissario Mario Monti,
responsabile della politica di concorrenza ha commentato in questi termini
il quadro di valutazione: "Le distorsioni provocate dagli aiuti per il
salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà possono essere
particolarmente dannose per il mercato interno, a causa del loro effetto
negativo sull'incentivo ad entrare in concorrenza con altre imprese e a
riuscire senza il ricorso ad aiuti di Stato. Diversi casi che hanno avuto
recentemente grande rilievo hanno rafforzato la mia determinazione a rendere
più rigorose le norme in materia di aiuti a favore di imprese in difficoltà,
garantendo nel contempo la disponibilità dei mezzi necessari per la
formazione e il reimpiego dei lavoratori interessati.” L'aggiornamento di
autunno 2003 del quadro di valutazione degli aiuti di Stato si sofferma in
particolare sugli importi complessivi degli aiuti per il salvataggio e la
ristrutturazione concessi in ciascuno Stato membro. Durante il periodo
1990-2002,
la Commissione
ha autorizzato aiuti ad hoc per il salvataggio e la ristrutturazione di
circa 120 imprese in difficoltà(1) nei settori manifatturiero e dei
servizi. Di tali imprese, circa 35 erano stabilite in Germania,
20 in
Francia,
15 in
Spagna e in Italia e da
5 a
10 in
Austria, in Belgio e in Portogallo. Al contrario, in Danimarca, Grecia,
Irlanda, Lussemburgo, nei Paesi Bassi, in Finlandia, in Svezia e nel Regno
Unito, i casi di aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione registrati
sono stati al massimo due e a volte addirittura nessuno. La versione
aggiornata del quadro di valutazione degli aiuti di Stato, consultabile
all'indirizzo http://europa.Eu.int/comm/competition/state_aid/scoreboard/
LE PRINCIPALI ORGANIZZAZIONI DI
RICERCA EUROPEE SI IMPEGNANO A RAFFORZARE IL SER
Bruxelles, 30 ottobre 2003 - Sette delle principali organizzazioni di
ricerca europee hanno firmato, insieme alla Commissione, una dichiarazione
d'intenti con la quale illustrano il loro impegno a sviluppare lo Spazio
europeo della ricerca (Ser). Le sette organizzazioni, che insieme
costituiscono l'Eiroforum, e
la Commissione
si impegnano ad esplorare possibili sinergie, condurre attività comuni,
facilitare gli scambi e il distaccamento del personale, ed a rafforzare la
collaborazione concludendo altri accordi bilaterali. Il commissario europeo
per
la Ricerca Philippe
Busquin, insieme ai direttori generali delle organizzazioni Eiroforum, ha
firmato la dichiarazione d'intenti durante la cerimonia tenutasi a Bruxelles
il 27 ottobre. "Questa dichiarazione d'intenti segna una nuova fase
verso la creazione dello Spazio europeo della ricerca", ha dichiarato
Busquin. "Grazie alla collaborazione fra i migliori scienziati europei
nell'ambito di infrastrutture di ricerca di livello mondiale [...] le
organizzazioni Eiroforum, in collaborazione con
la Commissione
europea, svolgeranno un ruolo decisivo nella promozione della qualità e
della coerenza della ricerca europea". I sette membri Eiroforum sono:
l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern); l'Accordo europeo
sullo sviluppo della fusione (Efda); il Laboratorio europeo di biologia
molecolare (Embl); l'Agenzia spaziale europea (Esa); l'Osservatorio australe
europeo (Eso); l'Infrastruttura europea per la radiazione di sincrotrone (Esrf);
e l'Istituto Laue-langevin. L'obiettivo dell'Eiroforum è svolgere un ruolo
attivo nel promuovere la qualità e l'impatto della ricerca europea, nonché
fungere da base per un'efficace cooperazione ad alto livello. Http://www.eiroforum.org/
IL GOVERNO ITALIANO AUMENTA I
FINANZIAMENTI AI PROGETTI DI RICERCA DI "RILEVANTE INTERESSE
NAZIONALE"
Roma, 30 ottobre 2003 - Il governo italiano ha annunciato che incrementerà
ulteriormente la spesa pubblica per i progetti di ricerca di rilevante
interesse nazionale. Ogni anno, il ministero italiano dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca cofinanzia "i nuovi progetti di
ricerca di rilevante interesse nazionale" per la durata di un biennio.
Quest'anno, un totale di 945 nuovi progetti di ricerca riceverà uno
stanziamento complessivo di 137 milioni di euro: quasi novanta progetti ed
otto milioni di euro in più rispetto al 2002. "Quest'anno abbiamo
voluto concentrare le nostre risorse su progetti di vero interesse nazionale
e non, come accadeva in passato, assegnare i finanziamenti a progetti che
non producono risultati significativi", ha dichiarato Letizia Moratti,
ministro italiano per l'Istruzione, l'Università e
la Ricerca.
"Il decreto rappresenta il nostro impegno a sostegno della ricerca,
senza la quale [.] non c'è futuro per l'economia italiana ed europea",
ha aggiunto il ministro. Un totale di 20.000 ricercatori provenienti da
4.000 dipartimenti universitari di tutta Italia lavoreranno ai progetti
selezionati, affrontando questioni relative a tutti i settori scientifici:
dalla medicina alla biologia, dalla ricerca industriale all'ingegneria
dell'informazione. Quest'ultimo annuncio può essere visto quale parte
dell'impegno del governo italiano verso il raggiungimento dell'obiettivo
fissato a Barcellona di elevare gli investimenti nella ricerca al tre per
cento del Pil entro il 2010.
La Moratti
ha dato ulteriore riprova degli sforzi del governo per realizzare questi
obiettivi europei in occasione della conferenza interministeriale dal titolo
"Capitale umano e sviluppo nella società della conoscenza",
tenutasi il 27 ottobre a Milano. Nel corso della riunione, gli Stati membri
sono stati invitati ad accrescere il capitale umano e ad investire
maggiormente nell'istruzione e nella formazione professionale permanente dei
lavoratori. Http://www.istruzione.it/prehome/comunicati/2003/231003uni.pdf
INDAGINE SUI REGIMI DI AIUTI DI STATO IN
FAVORE DELLE IMPRESE ITALIANE OPERANTI NEL SETTORE EDITORIALE
Bruxelles, 30 ottobre 2003 -
La Commissione
europea ha avviato ieri un procedimento, in relazione a due regimi di
aiuto in favore delle imprese italiane operanti nel settore editoriale.
Grazie a questa indagine,
la Commissione
sarà in grado di ottenere maggiori informazioni sui regimi ed invita le
parti interessate a presentare osservazioni in merito. La decisione di
aprire un procedimento formale di indagine non pregiudica l'esito della
decisione finale sulle misure in esame. Il regime notificato interessa le
agenzie di stampa, le imprese multimediali, le imprese operanti nel settore
della stampa, i distributori di giornali, periodici e libri, ed inoltre le
emittenti radiofoniche e televisive. L'aiuto viene fornito attraverso
crediti d'imposta e pagamenti di interessi sui prestiti per il finanziamento
di determinati progetti reputati ammissibili agli aiuti. Nei progetti
ammissibili rientrano la ristrutturazione tecnica, l'acquisto, l'ampliamento
o l'ammodernamento delle attrezzature con particolare riferimento al
potenziamento della rete informatica, comprensiva dell'hardware e del
software e le spese di formazione professionale. Secondo le autorità
italiane, gli scambi intracomunitari di pubblicazioni in lingua italiana
sono marginali. Il procedimento avviato ieri consentirà alla Commissione di
appurare la veridicità di tale asserzione. Ciò è necessario in quanto i
beneficiari dell'aiuto non sono soltanto giornali e periodici di lingua
italiana, bensì anche imprese multimediali, emittenti radiofoniche e
televisive e imprese operanti nel settore della stampa. Queste attività
hanno una portata potenzialmente più ampia rispetto al mercato nazionale.
In queste circostanze,
la Commissione
necessita di ulteriori informazioni per fugare i dubbi riguardanti l'effetto
marginale sugli scambi intracomunitari dei regimi notificati. Inoltre,
mentre alcuni degli aiuti sotto esame potrebbero promuovere indirettamente
la cultura e la lingua italiana obiettivo legittimo secondo la politica
dell'Unione in materia di aiuti di Stato , altri progetti ammissibili agli
aiuti sembrano andare oltre la promozione della cultura italiana. Ciò
potrebbe riguardare, ad esempio, i progetti di ristrutturazione tecnica, la
formazione professionale oppure i progetti che contemplano nuovi impianti o
l'acquisizione di attrezzature e brevetti necessari in tutte le fasi
caratterizzanti il ciclo produttivo del settore editoriale. Nel corso del
procedimento avviato ieri verranno svolte ulteriori indagini in merito.
UN PROGETTO EUROPEO CONTRIBUISCE A
MIGLIORARE IL TRASFERIMENTO TECNICO TRA LE PMI
Bruxelles, 30 ottobre 2003 - Poiché le piccole e medie imprese (Pmi)
costituiscono il 99,8 per cento di tutte le imprese comunitarie e i due
terzi dell'occupazione nell'Ue, non sorprende che i responsabili politici
regionali e le parti interessate si preoccupino di coadiuvare la
sopravvivenza e la crescita di queste aziende. Nell'intento di accelerare lo
sviluppo delle Pmi, in particolare per quanto riguarda l'adozione delle
tecnologie di e-business, un progetto comunitario completato di recente ha
contribuito a costituire una rete di centri tecnologici regionali per
migliorare e favorire il trasferimento delle conoscenze e delle migliori
prassi, a livello nazionale ed europeo, tra le Pmi che operano nei settori
della produzione manifatturiera e dell'ingegneria. Il progetto e-Power,
sostenuto anche dell'iniziativa Go Digital, ha ricevuto un finanziamento di
642.000 euro nell'ambito del programma Tecnologie della società
dell'informazione (Tsi) del Quinto programma quadro (5Pq). Con la
collaborazione di partner provenienti da Regno Unito, Portogallo, Francia,
Spagna e Svizzera, la rete, sin dal suo esordio, ha istituito circa 70
centri tecnologici regionali in ambiti come le tecnologie dell'informazione
e della comunicazione (Tic), l'ingegneria della progettazione e la
modellazione dei prodotti, la gestione della produzione manifatturiera e
l'integrazione della catena di approvvigionamento. "Abbiamo
riconosciuto l'importanza delle Pmi a lungo termine per le economie
regionali di tutta Europa", ha spiegato Colin Piddington, coordinatore
del progetto e-Power. "Inoltre abbiamo notato che, nonostante
contassero su reti professionali di buona qualità, le aziende avvertivano
probabilmente l'esigenza di poter attingere alle opportunità disponibili in
tutta l'Europa". Anziché stabilire contatti direttamente con le Pmi,
la rete ha cercato di collegare i centri regionali per garantire una più
vasta diffusione delle informazioni e per prevenire l'isolamento dei singoli
centri. A tale scopo, i partner hanno lavorato a stretto contatto con i
centri tecnologici regionali che già avevano buoni legami con le aziende
destinatarie, ma non necessariamente con gli altri centri. "Lo abbiamo
definito effetto moltiplicatore perché, operando in questo modo, possiamo
moltiplicare il risultato finale. Se dovessimo assicurare servizi di
divulgazione e di consulenza direttamente alle Pmi, molto probabilmente non
riusciremmo ad ottenere una copertura abbastanza ampia", ha dichiarato
Piddington. Oltre a migliorare i canali di trasferimento della tecnologia e
dell'innovazione tra le Pmi, il progetto ha contribuito ad iniziare una
valutazione completa dell'e-business e dell'e-work nei settori a cui si
rivolge la rete. Inoltre è stato messo a punto un processo di analisi
comparativa, che consente ai centri tecnologici regionali di valutare il
grado di adozione dei concetti da parte delle Pmi, nonché una serie di
strumenti diagnostici per aiutare le Pmi a valutare le proprie strategie di
e-business. Infolink: Per http://www.E-power.info/e-power/home/home.asp
DIRECTA ANNUNCIA L'OPERATIVITÀ SULL'EUREX
Torino, 30 ottobre 2003. Da oggi i clienti Directa potranno operare,
consultando il book, sul Dax Future e sul Dj Euro Stoxx 50. Le condizioni
sono molto competitive e perfettamente allineate a quelle già in vigore per
i derivati italiani: in alternativa commissione fissa di 6 o 4 euro
rispettivamente per Dax Future e Dj Euro Stoxx 50, oppure degressive. I due
futures dell'Eurex si inseriscono nella scaletta unificata da
8 a
3 euro finora riservata ai titoli italiani (con la maggiorazione di 1 euro a
contratto per il Dax Future). "Siamo lieti di rendere disponibile ai
nostri clienti questa nuova possibilità di trading: per il Dax Future
avevamo molte richieste, e il Dj Euro Stoxx 50 è addirittura il derivato più
liquido su tutti i mercati mondiali - ha dichiarato l'Ing. Mario Fabbri,
Amministratore Delegato di Directa - Quella dei derivati è l'area di
sviluppo forse più promettente per il trading online molto attivo e su
questo terreno, più ancora che su quello delle azioni, si sta profilando
una competizione serrata a livello internazionale tra mercati e anche tra
brokers online di cui gli operatori debbono prendere atto e di cui gli
investitori privati non possono che beneficiare"
MERLONI: CONTINUA
LA CRESCITA NEI
PRIMI NOVE MESI: FATTURATO E MARGINE OPERATIVO +23%
Peterborough, 30 ottobre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione ha
approvato il 29 ottobre a
Peterborough (Uk) i risultati del terzo trimestre e ha esaminato i dati dei
primi nove mesi del 2003. Fatturato e margine operativo continuano a
crescere anche nei primi nove mesi, entrambi del 23%. Grazie alla crescita
nei mercati dell’Europa dell’Est e dell’Ovest, al miglioramento
dell’efficienza produttiva e all’aumento delle economie di scala, la
società ha più che compensato l’effetto negativo della svalutazione
della sterlina. Ha contribuito al risultato anche il successo dei nuovi
prodotti Ariston e Indesit, caratterizzati da innovazioni esclusive come il
frigorifero sottovuoto e la lavatrice silenziosa. “Lo svolgimento del
Consiglio di Amministrazione a Peterborough – ha detto Vittorio Merloni-
è un riconoscimento al management locale per il grande lavoro di
integrazione di Hotpoint conclusosi secondo i programmi ed i tempi
stabiliti.” Dopo il Consiglio di Amministrazione è stata inaugurato il
nuovo quartier generale inglese di Peterborough. Principali risultati dei
primi nove mesi del 2003 Il fatturato al 30 settembre 2003 è di 2,199
miliardi di euro, in crescita del 23% rispetto allo stesso periodo del 2002
(1,795 miliardi). Il fatturato dei primi nove mesi dell’anno 2003 include
il consolidamento al 100% della società inglese (Hotpoint) acquisita lo
scorso anno. Nel 2002 il fatturato della stessa società era stato invece
consolidato solo per 9 mesi al 50%. Il margine operativo lordo è di 266
milioni di euro, in crescita del 24% rispetto ai primi nove mesi del 2002
(214 milioni). In rapporto al fatturato il margine operativo lordo sale al
12,1% rispetto all’11,9% dello stesso periodo del 2002. Il margine
operativo è di 162 milioni di euro, il 23% in più rispetto allo stesso
periodo del 2002 (132 milioni di euro). In rapporto al fatturato il margine
operativo rimane al 7,4%, nonostante l’effetto di svalutazione della
sterlina. L’utile ante imposte è di 134 milioni di euro, in aumento del
15,3% rispetto allo stesso periodo del 2002 (116 milioni di euro).
L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2003 è di 331 milioni
di euro, in calo rispetto al 30 giugno (374 milioni di euro), con un
rapporto debt/equity pari allo 0,66 (0,83 al 30 giugno 2003). Principali
risultati del terzo trimestre 2003 Il terzo trimestre 2003 si è chiuso con
un fatturato di 803 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto al terzo
trimestre 2002 (687 milioni di euro). Il margine operativo è di 70 milioni
di euro, pari all’8,8% del fatturato, rispetto all’8,6% dello stesso
periodo del 2002 (59 milioni di euro). L’utile ante-imposte è di 61
milioni di euro, il 19,3% in più del terzo trimestre 2002 (51 milioni di
euro). Nel terzo trimestre 2003 il fatturato della società inglese Hotpoint,
acquisita nel 2002, è stato consolidato al 100%, mentre nel corrispondente
periodo dell’anno precedente era stato consolidato al 50%. Anche il
fatturato dei primi sei mesi dell’anno 2003 include il consolidamento al
100% della società inglese acquisita lo scorso anno mentre nel 2002 il
fatturato della stessa società era stato consolidato a partire da aprile al
50%. Nel corso del Consiglio di Amministrazione è stata approvata la
relazione semestrale i cui dati preliminari erano stati esaminati durante il
Consiglio del 24 luglio 2003.
RECORDATI: POSITIVI I PRIMI NOVE MESI
DEL 2003. BENE
LA FARMACEUTICA SIA
IN ITALIA CHE ALL’ESTERO.
Milano, 30 ottobre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione di Recordati
S.p.a. Ha esaminato i risultati consolidati di gruppo relativi ai primi nove
mesi del 2003. I risultati dei primi nove mesi ?Le vendite nette consolidate
sono state pari a € 356,6 milioni in confronto a € 364,8 milioni dello
stesso periodo del 2002. La flessione dei ricavi è dovuta esclusivamente al
settore della chimica farmaceutica, di cui è stata decisa la dismissione.
Le vendite del settore farmaceutico (€ 308,0 milioni) sono in leggera
crescita (+ 0,4%) rispetto a quelle dell’anno precedente. L’incremento
dei volumi ha più che compensato sia la significativa riduzione dei prezzi,
che ha inciso per oltre € 13 milioni, sia le forniture di lercanidip ina
al nostro licenziatario americano Forest Laboratories realizzate nel corso
del 2002 e non più effettuate quest’anno. Escludendo queste forniture,
complessivamente pari a € 12,5 milioni (compresi $ 3 milioni di down
payment), le vendite del settore farmaceutico sono aumentate del 4,6% e
quelle di lercanidipina, nostro farmaco antiipertensivo originale, del
20,1%. ?Le vendite del settore chimica farmaceutica sono passate da € 57,9
milioni a € 48,6 milioni per la contrazione dei volumi conseguente alla
decisione di ridurre la nostra presenza sul mercato degli intermedi per
antibiotici e per lo sfavorevole effetto prezzi/cambi. Sono invece
sensibilmente aumentati i volumi dei principi attivi per il mercato dei
generici. ?L’ebitda, pari al 21,5% delle vendite, è passato da € 87,9
milioni nei primi nove mesi del
2002 a
€ 76,8 milioni nello stesso periodo del 2003 (- 12,7%). Il settore
farmaceutico ha realizzato un Ebitda di € 72,2 milioni con un’incidenza
sulle vendite del 23,4%, in crescita rispetto a quella dei primi due
trimestri di quest’anno. Il confronto con l’anno precedente (-6,1%) è
influenzato dalle vendite a Forest Laboratories che avevano generato un
margine di circa € 10 milioni nel 2002. Escludendo tale effetto l’Ebitda
del settore evidenzia un incremento dell’8%. Questo risultato è stato
ottenuto grazie all’incremento dei volumi e al miglior mix.2 delle vendite
che hanno contribuito ad assorbire l’effetto prezzi negativo. L’ebitda
della chimica farmaceutica ha invece registrato una significativa flessione
principalmente per l’effetto cambio negativo dovuto all’apprezzamento
dell’euro contro dollaro. ?L’utile operativo, pari al 15,7% delle
vendite, è stato di € 56,0 milioni mentre l’utile netto, pari
all’8,4% delle vendite, è stato di € 30,0 milioni. Il loro andamento è
in linea con quello dei precedenti trimestri dell’anno in corso. Rispetto
all’anno precedente registrano una flessione dovuta alla minore redditività
della chimica farmaceutica. ?La situazione patrimoniale è migliorata
rispetto al 31 dicembre 2002 grazie al cash flow generato dalla gestione che
ha più che compensato gli investimenti e il pagamento di dividendi.
L’indebitamento netto al 30 settembre 2003 si è ridotto a € 33,6
milioni e il patrimonio netto è di € 234,3 milioni. Nei primi nove mesi
?E’ proseguito lo sviluppo di lercanidipina, farmaco antiipertensivo
frutto della ricerca Recordati. - E’ stata completata positivamente in
tutti i paesi dell’Unione Europea
la Procedura
di Mutuo Riconoscimento della nuova forma farmaceutica di lercanidipina da
20 mg. Questa formulazione rappresenta una valida alternativa posologica per
quei pazienti la cui ipertensione deve essere trattata con un dosaggio
maggiore rispetto a quello offerto dalle compresse da 10 mg.
L’approvazione all’immissione in commercio ha riguardato tutti i 12
paesi per i quali era stata richiesta, incluso quindi Italia, Germania e
Spagna. La registrazione della forma da 20 mg è stata ottenuta anche in
Francia, tramite un iter di approvazione nazionale, e in Australia. - La
commercializzazione della nuova forma farmaceutica di lercanidipina da 20 mg
è iniziata in Germania e in Francia mentre il lancio in altri paesi europei
ed in Australia è previsto entro il primo trimestre del 2004. - Negli Stati
Uniti è continuata la collaborazione con Forest Labs, licenziatario di
Recordati in questo mercato, con l’obiettivo di sviluppare una nuova
formulazione di lercanidipina a rilascio modificato idonea a soddisfare le
esigenze avanzate dalla Fda dopo l’emissione dell’approvable letter
dell’agosto 2002 e a competere con successo nel mercato americano. ?La
pipeline del gruppo si è rafforzata grazie all’acquisizione di
Alergoliber (rupatadina), farmaco appartenente alla classe degli
antistaminici sistemici di ultima generazione, indicato per il trattamento
delle allergie, ottenuto in licenza per
la Spagna
dalla società farmaceutica Grupo Uriach..3 ?Nell’ambito dell’attività
di ricerca e sviluppo in urologia - Recordati prosegue le ricerche nel campo
degli antagonisti 5Ht1a per il trattamento della vescica instabile, per due
anni condotte in collaborazione con Pharmacia, ed ha avviato un programma
operativo di studi clinici di proof of concept nell’uomo. Durante la
collaborazione con Pharmacia i programmi di ricerca sono progrediti e si
sono arricchiti di risultati positivi, arrivando all’individuazione di un
primo candidato allo sviluppo. Dopo l’acquisizione di Pharmacia, Pfizer ha
deciso di non proseguire lo sviluppo congiunto del progetto a causa di una
sovrapposizione con i propri programmi di ricerca. Recordati è rientrata
quindi in pieno possesso di tutti i diritti, di tutta la documentazione
nonché dei dati prodotti nell’ambito della collaborazione. - Sono stati
registrati primi risultati incoraggianti in relazione a due nuovi approcci
terapeutici per i disturbi della minzione che saranno ulteriormente
esplorati. ?Al fine di focalizzare le risorse manageriali e finanziarie del
gruppo nel settore farmaceutico, è stata presa la decisione di procedere
alla dismissione del settore della chimica farmaceutica che potrà portare,
entro il primo trimestre 2004, alla cessione parziale o totale di tale
attività. In questo processo Recordati è assistita dalla banca d’affari
Merrill Lynch International. Commenti alla gestione “L’andamento dei
primi nove mesi del 2003, che è in linea con le nostre attese, ha
dimostrato la notevole capacità del settore farmaceutico di superare
difficoltà oggettive come la significativa riduzione dei prezzi dei farmaci
in Italia e di recuperare le mancate forniture di lercanidipina negli Usa”
ha affermato Giovanni Recordati, Presidente. “ E’ in atto una
focalizzazione delle attività del gruppo che porterà a concentrare tutte
le nostre energie solo nel settore farmaceutico perché possa crescere con
soddisfazione e divenire sempre più competitivo. Confermiamo le previsioni
di chiusura dell’anno già comunicate”.
LA CAMERA DI
COMMERCIO OFFRE CORSI GRATUITI PER IMPRENDITORI INTERNAUTI LE ISCRIZIONI
ENTRO IL 31 OTTOBRE
Milano, 30 ottobre 2003 - Che cosa si può ed è opportuno fare con
Internet? Come competere, lavorare e risparmiare attraverso l’integrazione
di Internet nel business e nell’organizzazione tradizionali delle piccole
e medie imprese? E’ questo l’obiettivo del corso: "Competere,
lavorare e risparmiare con Internet nelle piccole e medie imprese".
Completamente gratuito rivolto ad imprenditori lombardi e ai loro
collaboratori, in due edizioni per 15 partecipanti ciascuna. Un’iniziativa
di Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, partner
insieme ad altri importanti Enti e Aziende, nell'ambito del progetto Equal
"E-dapt: l'e-business e i processi di adattamento delle imprese e dei
lavoratori", finanziato da Comunità Europea/ministero del
Lavoro/regione Lombardia. Iscrizioni entro il 31 ottobre 2003. Il pacchetto
formativo è realizzato in due edizioni parallele, la prima con inizio l'11
novembre, la seconda il 18 novembre
2003, in
14 lezioni, oltre a formazione a distanza e un servizio personalizzato. Le
domande di adesione verranno accettate sulla base dell’ordine di arrivo e
del grado di rispondenza ai requisiti (essere il titolare/socio
dell’impresa, l’azienda dispone di Pc e collegamento Internet,
l’azienda è una piccola o media impresa). Requisiti preferenziali: la
sede dell’impresa nella regione Lombardia, la forma giuridica di impresa e
non di semplice lavoro autonomo professionale. Fino ad esaurimento dei posti
disponibili. La frequenza di almeno il 75% del pacchetto formativo dà
diritto alla consegna di un attestato di partecipazione. “La formazione
rappresenta una opportunità di crescita per le imprese - ha dichiarato
Renato Borghi, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di
Commercio di Milano -. Soprattutto le piccole e medie imprese attraverso
Internet possono sviluppare la comunicazione, le vendite, i rapporti con
l’esterno e rafforzare la propria competitività. Ecco perché
la Camera
di Commercio offre un’occasione gratuita per poter cogliere il meglio
dall’innovazione per la propria realtà”. Il pacchetto formativo si
articola in: formazione in aula, una opportunità per apprendere, lavorare e
confrontarsi anche con altri imprenditori sui temi di interesse ; formazione
a distanza, una modalità flessibile per accedere ad utili informazioni,
approfondire riflessioni, scambiare idee secondo i propri tempi di lavoro;
assistenza, un servizio personalizzato per individuare, realizzare e/o
verificare gli interventi più interessanti per il proprio business e la
propria organizzazione. I contenuti proposti riguardano sia le possibili
integrazioni di Internet nelle strategie e nei principali processi aziendali
delle piccole e medie imprese, sia le modalità più efficaci ed efficienti
per realizzare i progetti e gli investimenti necessari. I Partner del
progetto: Assoservizi S.p.a., Formaper, azienda speciale della Camera di
Commercio di Milano, Intesa Formazione Sud S.c.p.a., Istud Istituto Studi
Direzionali S.p.a., Poliedra Centri di conoscenza e formazione del
Politecnico di Milano, Probest Servizi S.p.a. Consulenza e Formazione,
Scuola Superiore del Commercio del Turismo dei Servizi e delle Professioni.
Per informazioni: Segreteria Corsi Formaper, Tel. 02/8515.5385, Infolink: www.Formaper.com
ENEL: VIA LIBERA RICONVERSIONE TORRE
VALDALIGA
LA CONFERENZA DEI
SERVIZI APPROVA
LA CONVERSIONE A
CARBONE PULITO DELLA CENTRALE DI TORRE VALDALIGA NORD
Roma, 30 ottobre 2003 - Enel prende atto con soddisfazione del parere
favorevole dato dalla Conferenza dei servizi, riunitasi oggi a Roma, al
progetto di riconversione della centrale di Torre Valdaliga Nord (Civitavecchia)
da olio combustibile a carbone pulito. Il progetto fa parte del piano di
investimenti di Enel nel settore della produzione di energia che prevede,
oltre alla trasformazione di Torre Valdaliga, la conversione di 4.400 Mw a
ciclo combinato (completata nel 2004) e la realizzazione di nuova capacità
produttiva da fonti rinnovabili per 900 Mw entro il 2006 L’obiettivo è
quello di riequilibrare il mix dei combustibili impiegato dal parco centrali
di Enel . In tal modo la società ridurrà i costi di produzione del 30-40%.
A Torrevaldaliga Nord è prevista la conversione a carbone di 3 delle 4
sezioni da 660 Mw oggi alimentate ad olio combustibile, per una capacità
totale di poco meno di 2.000 Mw. È inoltre prevista l’installazione di
desolforatori, denitrificatori, filtri per la captazione delle polveri,
nuove caldaie. Al posto dei serbatoi di olio combustibile sorgerà un bosco
di
40 ettari
che sarà uno dei polmoni verdi più grandi di Civitavecchia. Metà
dell’energia elettrica della Germania e della Danimarca è prodotta con il
carbone Il ricorso al carbone contribuisce a diversificare il mix dei
combustibili attualmente utilizzato in Italia, dove si registra, unico paese
al mondo, un forte sbilanciamento nei confronti del metano e dell’olio
combustibile (circa il 70%). E garantisce inoltre una maggiore sicurezza
nell’approvvigionamento di fonti energetiche primarie: il carbone infatti
viene estratto in oltre 100 paesi del mondo, ha riserve stimate per 240 anni
ed è trasportabile in modo ambientalmente sicuro via nave. L’incremento
dell’uso di questa fonte energetica consentirà una maggior efficienza e
una riduzione del costo dell’energia che, oggi in Italia, è uno dei più
alti d’Europa. Il carbone rappresenta a livello internazionale un´alternativa
concreta e sicura per la produzione di energia: mentre in Italia viene usato
per una quota modesta (11% contro un 34% medio dell’Europa), in paesi
attenti all’ambiente come Danimarca o Germania viene impiegato per
produrre metà dell’energia elettrica nazionale. La riconversione riduce
le emissioni fino all’80% Dal punto di vista ambientale, l’utilizzo
tecnologicamente avanzato del carbone, anche grazie all’adozione di filtri
ad elevata efficienza (99,9%) per catturare i residui solidi della
combustione, consente di raggiungere limiti di emissioni estremamente
contenuti e molto al di sotto di quelli consentiti dalla legge sia per
l’anidride solforosa (-82,2%), sia per gli ossidi di azoto (-60,8%), sia
per le polveri (-73,6%). Anche le emissioni di anidride carbonica, grazie al
ridimensionamento dell’impianto si ridurranno rispetto a oggi del 17,8%.
Dal punto di vista della logistica, il progetto prevede il massimo rispetto
ambientale. Tutte le fasi del ciclo, dal trasporto allo scarico in banchina,
fino allo stoccaggio nei carbonili e al successivo invio nelle caldaie,
avverranno con nastri trasportatori e strutture chiusi ed isolati rispetto
all’esterno, evitando la dispersione di polveri. I gessi e le ceneri,
residui del ciclo produttivo, saranno inviati tramite nastri chiusi in
appositi silos sigillati e di lì trasportati via mare e recuperati per
l’utilizzo nell’industria edilizia. Inoltre, l´Agenzia delle Nazioni
Unite per
la Navigazione
ha sancito l´esclusione del carbone dall´elenco delle sostanze rischiose e
nocive per il trasporto via mare. Per la sua natura di minerale, il carbone
non presenta caratteristiche di diluibilità in acqua in caso di accidentale
scarico in mare. I bassissimi livelli di ricadute al suolo, uniti
all’adozione di tutte le più avanzate tecnologie di abbattimento delle
emissioni, consentono di sostenere l’assoluta irrilevanza di rischi
aggiuntivi per la salute derivanti dalla trasformazione a carbone. Le
Aziende Sanitarie Locali, il Comune e
la Provincia
potranno consultare tempestivamente tutti i dati delle emissioni. Inoltre
Enel promuoverà un osservatorio ambientale e sanitario di tipo
epidemiologico permanente e indipendente, affinché verifichi nel tempo ogni
possibile impatto sull’ambiente e la salute pubblica. Opportunità di
sviluppo economico Il progetto proposto rappresenta un’opportunità per lo
sviluppo economico e sociale dell’area. Prevede un investimento
nell’ordine di 1,2 miliardi di euro e avrà un significativo impatto sull´occupazione
locale. I 60 mesi di cantiere necessari alla realizzazione della centrale
assorbiranno mediamente 1.600 persone. In prospettiva, inoltre, si prevede
un aumento dell´attività portuale e dell´occupazione correlata.
NASCE
LA PIÙ GRANDE
PUBLIC UTILITY DEL NORD-EST AC.E.GA.S. – A.P.S.: I C.D.A. APPROVANO IL
PROGETTO DI SCISSIONE VOLTO ALL’OPERAZIONE DI INTEGRAZIONE TRA LE
MULTIUTILITIES DI TRIESTE E PADOVA
Trieste/padova, 30 ottobre 2003 - I Consigli di Amministrazione di Acegas
S.p.a. - la multi-utilities di Trieste quotata al Mercato Telematico
Azionario della Borsa Italiana - e della società di servizi di Padova Aps
S.p.a., hanno approvato il progetto di scissione, primo passo
dell’operazione di aggregazione tra le due società volto a dar vita alla
più grande azienda multi-utilities del Nord Est. La struttura
dell’operazione prevede l’assunzione di circa 119 milioni di euro di
debito da parte di Aps, una successiva scissione di tutti gli asset
industriali di Aps assieme a tale debito e la contestuale incorporazione
degli asset operativi in Acegas (con la nascita di Acegas - Aps) nonché la
costituzione di una nuova Holding nella quale i Comuni di Padova e di
Trieste conferiscono le rispettive partecipazioni in Acegas – Aps.
Conseguentemente, la società quotata (Acegas - Aps) sarà controllata al
68% dalla suddetta Holding nella quale i Comuni di Padova e di Trieste -
attualmente maggiori azionisti di Aps e di Acegas - parteciperanno in
proporzione pressoché paritetica. I dettagli delle regole di Governance,
attualmente in corso di definizione tra i Comuni di Padova e di Trieste,
seguiranno alcune linee guida ad oggi già definite: pariteticità nella
gestione attraverso un ugual numero di amministratori nominati dalle due
parti; condivisione delle linee direttive da parte dei due Comuni;
previsione di quorum qualificati per le decisioni di maggior rilevanza sia
in Consiglio che in Assemblea; attribuzione a Trieste di poteri per superare
eventuali situazioni di limitati stalli deliberativi..Le due società, con
l’assistenza dei propri consulenti, ritengono che l’operazione, qualora
venisse approvata dalle rispettive assemblee, in virtù della sua natura
industriale rientrerebbe nell’esenzione di cui all’art.49, primo comma,
lettera f della Delibera Consob n. 11971/99 come successivamente modificata
e non dovrebbe quindi dar luogo all’obbligo di offerta pubblica di
acquisto. In particolare, la disposizione citata prevede che “L’acquisto
non comporta l’obbligo di offerta previsto dall’articolo 106 del Testo
Unico se […] è conseguente ad operazioni di fusione o scissione
approvate, in base ad effettive e motivate esigenze industriali, con
delibera assembleare della società le cui azioni dovrebbero altrimenti
essere oggetto di offerta”. L’equity Value di Acegas è stato stimato in
205 milioni di euro (304 milioni di euro di Enterprise Value, meno 99
milioni di Euro di indebitamento al 30 giugno 2003) che corrisponde a una
valutazione di 5,76 euro per azione, rispetto alla quotazione corrente di
mercato di 5,04 euro (chiusura al 28 ottobre). Parimenti, il valore dell’Equity
trasferito in Acegas è pari a 111 milioni di euro, rivenienti da una
valutazione di 230 milioni di euro di Aps al 30 giugno 2003 al netto dei 119
milioni di debito assunti. Il Rapporto di concambio delle azioni Aps in
azioni Acegas è stato pertanto definito in 8,28 azioni Acegas per ogni
azione Aps. Le motivazioni strategiche, industriali e finanziarie alla base
dell’operazione traggono origine dalla volontà delle due aziende di
creare un forte polo catalizzatore attorno a cui aggregare altre aziende
operanti in settori industriali omogenei e sinergici, garantendo ai Comuni
di Padova e di Trieste un ruolo di guida nella gestione del processo.
Inoltre, la nuova società occuperà una posizione di leadership a livello
nazionale nei settori della produzione e distribuzione di gas ed energia
elettrica e nella gestione del Ciclo Idrico Integrato e dell’Ambiente. La
nuova società Acegas - Aps avrà infatti un posizionamento competitivo più
elevato nel panorama delle ex-municipalizzate ed una presenza più
bilanciata nei vari settori utilities. Più in particolare, l’aggregazione
permette un deciso incremento dimensionale nel business dell’acqua (al 4°
posto dopo Acea, Hera e Asm) e nel business del gas, triplicando i volumi
distribuiti e raddoppiando la base di utenze.In ottica prospettica, il
rafforzamento della nuova realtà in molte aree di business a seguito
dell’operazione di aggregazione permetterà il miglioramento
dell’efficienza gestionale attraverso la condivisione delle eccellenze e
la valorizzazione delle economie di scala, nonché una migliore
razionalizzazione degli investimenti. Ulteriori opportunità si aprono
inoltre sul fronte commerciale dove la consolidata rete di rapporti
commerciali di Padova e Trieste soprattutto per ciò che riguarda la
clientela industriale consentirà di sviluppare su un vasto territorio e con
grandi prospettive di risultato attività di cross-selling per la vendita di
gas ed energia elettrica. Nel settore del gas (trading e distribuzione) si
avrà, infatti, una condivisone delle expertise nella gestione della rete
gas e di teleriscaldamento e un incremento del potere contrattuale con una
riduzione dei costi di acquisto della materia prima e degli investimenti di
manutenzione. Nel settore elettrico, grazie alla condivisione delle
esperienze nella gestione degli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti,
si avrà una riduzione dei costi di gestione e manutenzione degli impianti.
“Il settore delle public-utilities sta procedendo con sempre maggior
decisione verso operazioni di aggregazione – ha affermato Massimo Paniccia,
Amministratore Delegato di Acegas – con l'obiettivo di sviluppare quel
peso specifico indispensabile per poter competere su mercati di
approvvigionamento dell'energia elettrica e del gas”. “In questo quadro,
l’operazione che i due Consigli hanno avviato oggi rappresenta un esempio
importante di crescita del settore che, integrando le rilevanti risorse dei
rispettivi territori, porta ad offrire ai cittadini una migliore qualità
del servizio a condizioni più favorevoli.” “Ed è proprio in un ottica
di sviluppo – continua Paniccia – che
la Acegas
- Aps fungerà da catalizzatore per future aggregazioni nel Nord – Est,
dando così vita ad un polo di dimensioni paragonabili a quelle dei maggiori
operatori del settore”. "Siamo estremamente soddisfatti di aver
intrapreso la strada dell'aggregazione con una realtà interessante e
dinamica come Aps - ha commentato Francesco Di Giovanni, Direttore Generale
di Acegas - e riteniamo che l'operazione non solo porterà benefici ai
cittadini che usufruiscono dei nostri servizi ma sarà anche apprezzata dai
mercati finanziari e dagli investitori per le prospettive di sviluppo che ne
derivano". Anche per Francesco Giacomin, Presidente di Aps
“l’operazione una volta compiuta realizzerà un precedente importante in
grado di aprire una nuova stagione di alleanze nella macroregione (Veneto
– Friuli Venezia Giulia) volta a consolidare un soggetto in grado di
competere con i nuovi e più allargati scenari di mercato garantendo la
qualità e l’efficienza dei servizi pubblici cari alla nostra
tradizione”.In termini di tempistica, le procedure avviate oggi prevedono
l’approvazione del progetto di scissione da parte delle assemblee di
Acegas e Aps entro i primi quindici giorni di dicembre e la conclusione del
processo con la firma dell’atto ci scissione entro la fine dell’anno. Le
Società sono state assistite in qualità di Advisor rispettivamente da
Lazard/bancaintesa, Gianni, Origoni, Grippo & Partners per Acegas e
Interbanca, Chiomenti e Deloitte per Aps.
RYANAIR: UNA NUOVA ROTTA DA MILANO ORIO AL SERIO –
GLASGOW PRESTWICK A PARTIRE DA SOLI 29.99 EURO (SOLO ANDATA-TASSE ESCLUSE)
Milano, 30 ottobre 2003 - Ryanair, la compagnia aerea N°1 a basse tariffe
in Europa, ha annunciato oggi una nuova rotta da Milano Orio al Serio a
Glasgow Prestwick, che porta ad 8 il numero totale di destinazioni offerte
da Milano Orio al Serio. La nuova rotta, che si aggiunge a quelle esistenti
(su Francoforte, Barcellona, Londra Luton, Londra Stansted, Parigi,
Bruxelles e Amburgo) verrà inaugurata il 7 Gennaio 2003 con tariffe a
partire da soli 29.99 Euro e frequenze giornaliere. Peter Sherrard,
Direttore Marketing e Vendite per l’Italia di Ryanair, annunciando i
dettagli della nuova rotta, oggi a Milano, ha dichiarato: “Questo è un
importante sviluppo per Ryanair e per Milano. Si tratta, infatti, del primo
collegamento diretto a bassa tariffa fra l'Italia e
la Scozia
che metterà fine alle ristrette opportunità di viaggio create dalle
compagnie ad alte tariffe. Abbiamo avuto un’ottima risposta dal pubblico
milanese sulle nostre sette rotte da Orio al Serio e, grazie al grande
fascino e alla forte richiesta per una destinazione come
la Scozia
, non c’è dubbio che questa rotta sarà un grande successo. Da quando
abbiamo iniziato ad operare da Milano Orio al Serio abbiamo trasportato più
di 1.5 milioni di passeggeri e questa nuova tratta ci permetterà di
incrementare ulteriormente il dato trasportando 100.000 passeggeri in più
all'anno. Infolink: www.Ryanair.com
GANDALF ASSEMBLEA FINALIZZATA AD
OTTENERE
LA COPERTURA DELLE
PERDITE E
LA RICOSTITUZIONE DEL
CAPITALE
Orio al Serio (Bg), 30 ottobre 2003 – La società segnala che la parte di
Assemblea dei soci da tenersi in sede straordinaria, finalizzata ad ottenere
la copertura delle perdite e la ricostituzione del capitale in misura pari
almeno al minimo di legge secondo il procedimento legale obbligatorio
dettato dall’articolo 2447 del codice civile, la cui terza convocazione
era fissata per il , 28 ottobre 2003, non si è potuta tenere a causa della
mancanza del quorum costitutivo, essendo pervenuti dai soci certificati di
ammissione alla stessa attestanti la presenza di una partecipazione
complessiva in percentuale inferiore a quella prescritta dalla legge (più
di un quinto del capitale). Alcuni soci hanno richiesto la convocazione di
nuova Assemblea, anche per la messa in liquidazione della società, ed il
Consiglio di Amministrazione si è riservato di provvedere all’esito del
Consiglio previsto in immediata successione rispetto all’Assemblea.
L’assemblea è stata, pertanto, validamente tenuta solamente in parte
ordinaria; in tale sede è stato deliberato di nominare un sindaco
effettivo, nella persona del Dott. Lionello Bartolomei, in sostituzione del
dimissionario Dott. Piermauro Carabellese, mentre si è deliberato di
rinviare a convocanda nuova assemblea ogni deliberazione in ordine
all’eventuale integrazione del Consiglio di Amministrazione ovvero alla
nomina dei liquidatori. L’assemblea si è chiusa alle ore 14:10 ed a
seguire si è riunito il Consiglio di Amministrazione della società .Il
Consiglio, innanzitutto, ritiene di aderire alla richiesta avanzata da
alcuni soci di convocazione di nuova assemblea per l’adozione dei
provvedimenti in ordine alla liquidazione e si appresta a predisporre la
necessaria convocazione. Nondimeno, l’impossibilità di ottenere
dall’Assemblea valide indicazioni sulla operatività della società a
causa della mancanza del necessario quorum per la valida costituzione in
sede straordinaria, unitamente alla situazione di perdita del capitale,
descritta nella relazione all’uopo depositata, ed all’assenza di
un’offerta vincolante sia di sottoscrizione del precedente aumento di
capitale deliberato in data 29 gennaio 2003 sia di ricostituzione del
capitale nei termini pure descritti nella richiamata relazione, impongono al
Consiglio di Amministrazione di trarre le dovute conseguenze in merito
all’inequivocabile manifestazione della causa di scioglimento della società
ai sensi dell’art. 2448 nn. 2 e 4 del cod. Civ.; in tal senso il Consiglio
ha deliberato l’accertamento di tale situazione e si appresta al deposito
della stessa presso il competente Registro delle Imprese ed a convocare
l’Assemblea della società ai sensi dell’art. 2449, 2^ comma, cod. Civ.,
per i giorni 25 novembre, 27 novembre e 2 dicembre pp.Vv., per l’adozione
dei provvedimenti inerenti lo stato di liquidazione della società. Detta
assemblea verrà, in ogni caso, convocata prevedendo anche una residua
possibilità di revoca dello stato di liquidazione, e quindi con le delibere
inerenti la ricapitalizzazione, al mero fine, come richiesto da alcuni soci,
di non lasciare intentata alcuna possibilità di salvezza della società. Il
Consiglio, peraltro, proseguirà nella propria attività in ottica meramente
conservativa e di preparazione alla liquidazione e provvederà, a titolo
prudenziale, a depositare un ricorso preventivo al Tribunale competente per
la nomina del/i liquidatore/i giudiziale/i. Con riferimento, poi, alle
proposte di interventi finanziari ad oggi ricevute dalla società, si
segnala quanto segue. Il Consiglio dà atto che nella serata del giorno 27
ottobre 2003 precedente la data dell’Assemblea, successivamente alla
chiusura dei suoi lavori preparatori della predetta adunanza, è pervenuta
presso la sede della società una comunicazione da parte del Dott. Carlo
Caprioglio, per sé e per altri investitori, contenente una dichiarata
proposta irrevocabile di sottoscrizione della parte inoptata del precedente
aumento di capitale della società per importo pari a € 14.500.000,00=;
tale proposta è stata, poi, ribadita in sede assembleare dall’azionista
Mazzullo, dichiaratosi a favore della stessa. Il Consiglio, in sede
assembleare ha chiarito che il momento di ricezione della proposta è stato
tale da non consentire una approfondita valutazione della stessa, pur
rilevando immediatamente alcuni caratteri di inaccoglibilità. Giova,
infatti ricordare che lo stato di perdita del capitale imponeva ed impone
che qualsiasi intervento finanziario, sia esso di sottoscrizione
dell’aumento a suo tempo deliberato ovvero di ricostituzione del capitale,
debba essere incondizionato rispetto ad eventi futuri ed incerti e prevedere
il versamento contestuale di somme idonee a far venir meno il disavanzo
patrimoniale manifestato e descritto nelle relazioni depositate. La proposta
inoltrata dal Dott. Caprioglio, invece, appare chiaramente condizionata ad
eventi futuri ed incerti e parrebbe assistita da garanzia fidejussoria per
importo limitato ad € 3.000.000,00=, con promessa, peraltro, di rilascio
della stessa entro un termine ricompreso tra l’eventuale accettazione ed
il 31/12/2003; per tali ragioni detta proposta, così formulata, non
garantisce la ricapitalizzazione della società nei termini dovuti e non
consente al Consiglio di potersi esprimere favorevolmente. Il Consiglio ha,
pertanto, deliberato di non poter aderire alla proposta così formulata e di
rispondere all’offerente segnalando che la stessa potrebbe, eventualmente,
essere presa valida considerazione unicamente a fronte dell’eliminazione
delle condizioni poste e della prestazione di garanzie fidejussorie o di
versamenti quantitativamente idonei all’eliminazione del disavanzo
patrimoniale, dando mandato al Presidente di replicare in tal senso. Nel
frattempo si segnala che non è ancora pervenuta alcuna concreta offerta da
parte di Cirrus Airlines, la quale, però, ha ancora in corso le attività
di verifica preventiva e non ha, allo stato, espresso alcun giudizio
sull’esito delle stesse. Con riferimento, infine, alle indiscrezioni di
organi di stampa in ordine alla pendenza di un procedimento per
dichiarazione di fallimento della società avanti il Tribunale di Parma, la
società tiene a segnalare che non si tratta di procedura promossa da parte
di creditori, bensì attivata d’ufficio per effetto della trasmissione
degli atti da parte di un Giudice investito della cognizione di una causa
nella quale Gandalf è parte e che ha ritenuto di rilevare presunti elementi
identificativi in tal senso. All’udienza del 18 settembre u.S. Il
Presidente della società dott. Penitenti ha fornito tutti gli elementi
contabili ed amministrativi del caso, e il procedimento è stato rinviato
alla nuova udienza di discussione fissata per il giorno 20 novembre.
APPROVATO DAL MINISTERO ITALIANO
DELLE POLITICHE AGRICOLE IL CAPITOLATO CHE CERTIFICA QUALITA' E PROVENIENZA
DELLA CARNE BOVINA DI VITELLONI NATI, ALLEVATI E MACELLATI IN FRANCIA 3B
(3EUNE BOVIN)
Milano, 30 ottobre 2003 - Export è il disciplinare gestito dal Consorzio
Carni di Francia di cui fanno parte Interbev (l'Interprofessione francese
dei bestiame e delle carni) e i rappresentanti dell'intera filiera
franco-italiana: le più importanti aziende francesi esportatrici di
vitelloni, le piattaforme italiane di distribuzione e/o lavorazione, i
grossisti e i distributori italiani. Il capitolato Jb Export - già
approvato dal Ministero Francese dell'Agricoltura, dell'Alimentazione, della
Pesca e degli Affari Rurali ed ora anche dal Ministero Italiano delle
Politiche Agricole e Forestali (D.m. N. 23976 del 14 ottobre 2003 - Codice
univoco nazionale It 069 Et)analizza ogni fase della filiera e determina gli
obblighi dei diversi operatori coinvolti. Gli operatori francesi aderenti
all'iniziativa (Club Carni di Francia) s'impegnano con il Consorzio, grazie
anche alla professionalità degli allevatori, al rispetto delle norme che
riguardano la filiera bovina francese in generale: Alimentazione e benessere
dei capi; Rispetto delle buone pratiche di allevamento; Tracciabilità
totale della carne; Presenza di controlli sanitari e veterinari lungo tutta
la filiera. Inoltre, gli operatori francesi s'impegnano affinché i
distributori italiani possano mettere a disposizione dei consumatori una
serie di elementi supplementari che sono: Categoria degli animali;
Alimentazione priva di grassi animali aggiunti; Regione di nascita degli
animali; Regione di allevamento degli animali; Regione di macellazione degli
animali; Tipo genetico; Data ottimale di maturazione: Età dell'animale al
momento della macellazione. A loro volta, per commercializzare in Italia la
carne bovina conforme alle specifiche del capitolato, i distributori
italiani devono rispettare le norme dì tracciabilità, etichettatura dei
prodotti e rendersi parte attiva nella comunicazione al consumatore. I
controlli presso gli operatori della filiera sono effettuati oltre che dal
Consorzio stesso, anche dall'organismo indipendente Sgs Italia, operante in
base alla normativa En 45011
La Francia
è uno dei primi produttori di carne bovina dell'Ue ed uno dei principali
fornitori dell'Italia che, a sua volta, è il primo cliente della Francia da
cui ogni anno storicamente importa oltre 70.000 tonnellate di carne bovina.
Al fine di garantire ancor più scrupolosamente la qualità di una
produzione leader in Europa e proporre ai consumatori italiani un'immagine
di forte riconoscibilità dei vitelloni francesi, nel 2001 è stato creato
il logo "Pays de France - Tutto ll sapore della Carne", applicato
ai prodotti di qualità appartenenti al club Carni di Francia . Oggi la
presenza di tale logo si carica di significato: solo la carne proveniente da
vitelloni che rispondono alle regole stabilite dal nuovo capitolato può
essere contrassegnata e venduta con il logo, "sigillo" di qualità
e garanzia di rintracciabilità totale.
IL CROCIFISSO NELLE SCUOLE: L’88%
DEGLI ITALIANI È FAVOREVOLE.
Roma, 30 ottobre 2003 - Korus Research ha effettuato un sondaggio
sull’opinione degli italiani in merito alla presenza del crocifisso nelle
scuole, i cui risultati sono stati resi noti nel Tg2 del 27 Ottobre 2003. La
sentenza del tribunale di L’aquila per la scuola di Ofena, che vuole la
rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche, continua a far discutere
gli italiani, che si schierano tutti, dal nord al sud, a favore del
mantenimento dei simboli religiosi nelle scuole. Alla domanda “E’
d’accordo con la sentenza secondo la quale nelle aule delle scuole
italiane non ci devono essere simboli religiosi e che si devono per questo
togliere i crocifissi appesi ai muri?”, l’88% degli intervistati che
esprimono un’opinione, risponde negativamente: la religione è parte della
nostra tradizione ed in quanto tale, va salvaguardata.
"IL MONDO DELLE PROBABILITÀ,
DEI SONDAGGI E
LA LORO CORRETTA
INTERPRETAZIONE" - FESTIVAL DELLA SCIENZA, GENOVA.
Genova, 30 ottobre 2003 - Il mondo della probabilità, dei sondaggi e la
loro corretta interpretazione è stato protagonista dell’incontro che si
è svolto a Palazzo Ducale presso la sala Liguria Spazio Aperto alle 21 di
lunedì 27 ottobre. Hanno partecipato Gerd Gigerenzer (scienziato cognitivo,
tedesco), Claudio Bartocci (matematico), Giulio Giorello (filosofo della
scienza) e Renato Mannheimer (sociologo e statistico), seguiti da un
pubblico così numeroso che lo spazio disponibile non ha potuto accogliere
tutti. Gli organizzatori sono stati costretti a spostare i presenti nel
loggiato al di fuori della sala per consentire al pubblico di seguire
l’evento. Lo spunto per trattare questi temi viene data dal libro di Gerd
Gigerenzer “Quando i numeri ingannano”, brevemente presentato da
Giorello. Il testo si propone di diffondere una maggior comprensione delle
statistiche e del pensiero razionale. L’autore spiega che nella nostra
società, pure molto avanzata, la corretta valutazione delle statistiche è
ancora una qualità poco diffusa, anche tra i politici. Le nostre decisioni
sono troppo spesso alterate da considerazioni irrazionali, quali la paura o
le certezze assolute. L’autore cita come esempio diversi episodi nei quali
i dati statistici sono stati male interpretati, o presentati in modo
parziale ed ingannevole, influenzando negativamente una scelta finale. Segue
Renato Mannheimer che, in un breve e scherzoso intervento, fa notare che le
statistiche sono al momento il miglior strumento disponibile per
interpretare correttamente un fenomeno, ma non forniscono dati definitivi e
perfetti. Chi le consulta deve imparare a convivere con l’imprecisione e
l’incertezza. Il matematico Claudio Bartocci prova a definire quali sono
le maggiori difficoltà che le persone non preparate incontrano
nell’elaborare le informazioni statistiche: tanti errori nascono da
assunzioni non corrette sulle scale metriche, i numeri troppo grandi e le
proporzioni, che portano il lettore a considerazioni sbagliate. Conclude
Gigerenzer, invitando il pubblico ad avere il coraggio di imparare, a farsi
domande e a vedere le informazioni da diverse prospettive.
"IL
RAPPORTO CONFLITTUALE TRA SCIENZA E PARANORMALE" - FESTIVAL DELLA
SCIENZA
Genova, 30 ottobre. Il rapporto conflittuale tra scienze e paranormale,
rappresentato da maghi, pranoterapeuti e occultisti, è stato l’argomento
di discussione della tavola rotonda che si è svolta alle 18 di lunedì 27
ottobre nell’aula San Salvatore della Facoltà di Architettura.
All’incontro hanno partecipato Sergio della Sala (neuropsicologo),
Adalberto Piazzoli (fisico), Tullio Regge (fisico) e Roberto Vacca
(ingegnere), moderati dal giornalista Mauro Paternostro. Tullio Regge,
reduce dalla precedente conferenza “Oltre la fisica”, classifica come
“particolarmente dannoso” il fenomeno della vendita di servizi
riguardanti l’occulto da parte di maghi e operatori del paranormale, anche
se non esclude benefici saltuari per i clienti, almeno a livello
psicologico. Meno critico verso la medicina alternativa, Regge richiede però
maggiori controlli sulla reale efficacia di alcune tecniche terapeutiche, in
particolare la medicina omeopatica. Adalberto Piazzoli, vicepresidente del
C.i.c.a.p. (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul
Paranormale) e già protagonista di scontri con maghi ed astrologi, si dice
scettico, non solo sul paranormale, ma anche sulla medicina non
tradizionale. Condanna anche un certo tipo di misticismo, comune a tutte
queste attività, che costituisce un ostacolo alla conquista di nuove
conoscenze. Questo tema è ripreso anche da Sergio Della Sala che nota come
le pseudoscienze siano statiche e immobili, in aperto contrasto con il
procedimento scientifico che sa modificarsi ed imparare dai propri errori.
Roberto Vacca mette in luce il pericolo rappresentato da personaggi ormai
presenti nel mondo scientifico, con tutte le credenziali giuste, che
tuttavia propugnano conoscenze devianti ed hanno un modo di operare che non
ha nulla di razionale. Auspica quindi un maggiore controllo da parte della
comunità scientifica su studi e pubblicazioni. Vacca conclude facendo anche
notare il pericolo che costituisce un'unica verità scientifica non discussa
e porta l’esempio della teoria allarmista del riscaldamento globale e
dell’effetto serra, che alcuni contestano. Gli interventi del pubblico,
precisi e molto mirati, concentrano l’attenzione su alcuni dei temi
toccati dai relatori. Tra questi, il rapporto tra scienza e religione, che
Regge vede ben separate e non in forte conflitto. Viene toccato anche il
tema della credibilità della scienza in presenza di teorie e previsioni
spesso molto differenti che spiegano il medesimo fenomeno. Vacca ricorda in
proposito la grande variabilità di risultati che si ottiene impiegando
sistemi di calcolo a più variabili, volti a spiegare fenomeni molto
complessi dei quali non si conosce abbastanza. Viene sfiorato anche il tema
dell’energia nucleare, per Regge adesso molto più sicura e promettente di
un tempo. Infolink: www.Festivalscienza.it
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