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2003 anno 6°  

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SABATO
1 NOVEMBRE  2003


MESE 2003

pagina 5

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SFIDA FRA VIOLINI BAROCCHI. INIZIA L'OTTAVA EDIZIONE DEL PREMIO INTITOLATO AL MUSICISTA ROVERETANO BONPORTI, QUEST'ANNO DEDICATO AGLI ARCHI ANTICHI

Rovereto si veste di note e presenta l'ottava edizione del Premio Bonporti. Iniziato lo scorso 29 ottobre, si chiuderà il 2 novembre, presso la Sala Filarmonica, l'ambito concorso dedicato alla musica antica al quale partecipano giovani promesse di tutta Europa. Francesco Antonio Bonporti nacque a Trento nel 1672, dove visse quasi sempre. Dal 1696 al 1712 pubblicò dieci raccolte strumentali (archi e basso continuo) e le sue "Invenzioni" ebbero nel '700 una certa diffusione e vennero copiate da J.S. Bach per un suo Studio e a lui inizialmente attribuite. A questo grande musicista barocco, l'Accademia di Musica Antica, istituzione roveretana nata nel 1979, dedica quest'anno per la prima volta un concorso riservato al violino barocco, interrompendo così la tradizione dedicata esclusivamente alla musica da camera. Ad accompagnare i solisti in concorso, insieme al direttore Pal Nemeth, l'Orchestra di Musica Barocca della Mitteleuropa, fondata dall'Accademia cinque anni orsono e facente parte del più vasto progetto di Euromusicantica. Le prove eliminatorie e la semifinale prevedono l'esecuzione di brani di repertorio cameristico per violino a basso continuo, mentre nella finale i concorrenti dovranno eseguire concerti per violino e orchestra di Bonporti, Bach o Vivaldi. I premi consistono in una somma in denaro - da tremila a cinquecento euro, dal primo al quarto posto - e una serie di concerti presso prestigiose istituzioni concertistiche italiane e straniere, più un Premio Speciale della Giuria - che è presieduta dalla valente violinista Chiara Bianchini - per la migliore esecuzione di musica di Bonporti. Da quest'anno è inoltre previsto un Premio Speciale del Pubblico, patrocinato dalla Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto. Il Premio Bonporti, a conferma del successo delle ultime edizioni, verrà integralmente trasmesso dalla Rai.
Infolink:
www.accademiadimusicantica.it

SULLE TRACCE DEL GOTICO IN VALLE DI NON. UN ITINERARIO RELIGIOSO E ARTISTICO PORTA A VISITARE TRE CHIESE PREZIOSAMENTE AFFRESCATE
Itinerario in Valle di Non con tappa a Cles, Fondo e Taio, alla ricerca dei segni lasciati dal gotico, una stagione culturale artistica tra le più fiorenti ed affascinanti anche in Trentino. Cominciamo con la visita alla chiesa di S. Vigilio situata all'interno dell'abitato di Cles, dedicata al patrono. Alle semplici forme esterne corrisponde un interno riccamente affrescato risalente, per la maggior parte alla fine del Trecento ed attribuibile ad un raffinato artista veronese il cui stile è prossimo a quello di Martino da Verona. A lui spettano la decorazione del catino absidale, con Cristo benedicente fra i simboli degli Evangelisti, l'Annunciazione sopra l'arco santo, l'elegante fascia affrescata sulla parete di sinistra, con il Crocefisso e numerosi santi, nonché le graziose decorazioni a motivi geometrici e vegetali ed altri affreschi frammentari. La chiesa è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 18. Proseguendo verso l'Alta valle di Non troviamo Fondo. Su un colle isolato è situata la chiesa di S.Lucia. All'esterno sono visibili due affreschi del tardo Trecento con un San Cristoforo e un Crocefisso fra Maria e Giovanni. Assai più interessante è l'interno, ornato da otto grandi riquadri ad affresco in cui si narrano dieci episodi della vita leggendaria della Santa, condotta davanti al tiranno Pascasio, torturata, mortalmente ferita e sepolta; nell'ultimo riquadro è raffigurata l'uccisione di Pascasio. Visitabile su prenotazione. Non lontano da Taio, a Dardine, c'è la piccola chiesetta di San Marcello che conserva pregevoli affreschi di età medievale. Assolutamente da vedere è la pala dell'altare maggiore, preziosa opera gotica del 1492, firmata da Girolamo da Bamberga. La chiesa è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 19.
Infolink:
www.valledinon.tn.it

TROPICALIA 2003: TORNANO I TROPICI A MILANO
Dal 1 al 9 novembre, al Forum di Assago, torna tutto il fascino dei Tropici con Tropicalia 2003, l'unico evento in Italia in grado di trasportare nel capoluogo lombardo l'incanto delle Seychelles, i colori della giungla amazzonica, la magia della barriera corallina e la misteriosa suggestione del deserto. Terre lontane e ricche di fascino, che per 9 giorni saranno eccezionalmente "a portata di mano" di tutti i milanesi: amanti degli animali, appassionati della natura e dei paradisi esotici, scolaresche o semplici curiosi. Un'occasione unica per lasciarsi stupire da una Natura che si mostra in tutta la sua spettacolarità e in assenza di barriere. Insegnare divertendo: questa la mission di Tropicalia, l'evento che si rivolge a grandi e piccini, coniugando education ed entertainment, e avvicinando al grande pubblico una natura spesso sconosciuta e relegata nei documentari Tv. In questa seconda edizione, Tropicalia si presenta ancora più ricca di incontri e "personaggi" straordinari. Il Forum di Assago si trasformerà così in un rigoglioso angolo d'Equatore, dove verrà ricreato l'ecosistema tropicale, con i suoi habitat e i suoi straordinari e a volte bizzarri abitanti: il deserto, la savana, la foresta pluviale, i mari tropicali. Ognuna di queste sezioni ospiterà soggetti viventi che presentano particolari adattamenti all'ambiente naturale o adottano affascinanti strategie di sopravvivenza. Alcune mostre a tema svilupperanno poi specifici argomenti: nella foresta, ad esempio, una vasta area sarà dedicata al significato dei fiori, con un'esposizione di piante fiorite tra le più caratteristiche di questo ambiente: le misteriose orchidee. Un viaggio emozionante e ricco di sorprese per il visitatore-esploratore, che si snoda in 5 tappe: Il mondo dei Tropici, Il deserto, La savana, La foresta pluviale, Il mare.
Il mondo dei Tropici. Attraverso pannelli esplicativi e gigantografie, sarà fornita al visitatore una chiave di lettura fondamentale per la comprensione della mostra: il significato di "tropici" e "tropicale", nonché le 5 principali tipologie di ambiente caratteristiche di questo ecosistema. L'introduzione ai vari habitat naturali sarà arricchita dalla presenza di alcuni esemplari di animali e piante che vi abitano.
Il deserto. Tra le morbide dune di sabbia di un arido deserto tropicale, un terrario aperto ospiterà animali che adottano le più incredibili strategie di sopravvivenza, presentandoli al pubblico in assenza di barriere. Il gerbillo è un piccolo mammifero in grado di vivere senza bere, poiché estrae l'acqua chimicamente da sostanze organiche contenute nei semi secchi di cui si nutre. L'uromastice cambia invece colore in relazione alla temperatura ambientale. La mattina, quando è ancora freddo, e quindi intorpidito e lento, presenta una colorazione scura, in grado di assorbire il calore dei raggi solari fino a raggiungere la temperatura ottimale. Durante le ore più calde e soleggiate del giorno il colore diventa chiaro, così da riflettere i raggi solari ed evitare il surriscaldamento. Il ragno babbuino, uno dei più belli e grandi ragni deserticoli, ha una straordinaria resistenza al digiuno e un'elevata velenosità, che gli permette di non fallire un attacco e di adattarsi perfettamente a un ambiente così povero di prede. Si potranno inoltre ammirare lo scorpione del deserto, il serpente a sonagli, la vipera cornuta e la locusta deserticola, che devasta tutto ciò che incontra creando sciami immensi. Un'area a tema sarà invece dedicata al deserto roccioso americano e alle piante cactacee, con splendide fioriture impollinate da pipistrelli anziché da insetti.
La savana. Gradualmente il deserto si trasformerà nella savana, dove l'orizzonte è una linea lontanissima in cui si srotola come un tappeto una vegetazione bassa e rada, popolata da animali selvaggi. Un mondo fatto di praterie e di spazi immensi, in cui si ripete ogni giorno l'eterna lotta per la sopravvivenza. Qui si potranno incontrare l'avvoltoio, re delle vaste pianure, il tegù, un grande sauro originario delle savane sudamericane, il canguro Wallaby di Bennet, la genetta e il sorprendente protottero, un grosso pesce capace di respirare anche aria atmosferica grazie ad un particolare polmone.
La foresta pluviale. Una vera e propria lussureggiante giungla, con cascate, sfondi di vegetazione intricati, i suoni e le luci di una natura magica, pronta a svelare i suoi più intriganti misteri. Le palme, i ficus, le felci, le alocasie, i banani avvolgeranno i visitatori in un rigoglio verde e profumato. In un grande terrario aperto saranno disposti molti animali innocui che i visitatori potranno osservare senza barriere. Tra essi, la scimmia scoiattolo, l'iguana verde, i tucani, i pappagalli cacatua e pappagalli amazzoni, gli insetti foglia e gli insetti stecco -spettacolari per la loro somiglianza con foglie e rami- lo scarabeo golia e lo scorpione gigante, i granchi terresti di foresta, i millepiedi lunghi 25 cm e il camaleonte leopardo. Si potranno inoltre ammirare, in teche di vetro, il pitone arboricolo, un grande predatore della foresta, e il pipistrello frugivoro, che, come dice il nome, si nutre soltanto di frutta. Nell'"Area farfalle" sarà possibile far volare la propria fantasia sulle ali di gigantesche farfalle notturne -apertura alare: 30 cm!- come la farfalla cometa e la farfalla cobra. L'"Area mangrovie" ricostruirà l'ambiente tipico della foresta di mangrovie. In vasche d'acqua dolce saranno ospitati il discus, uno dei più famosi pesci amazzonici, il temibile piranha e il perioftalmo, a metà tra il pesce e l'anfibio. Si potrà inoltre fare amicizia con le rane dendrobates, la vipera del Gabon, il pitone molurus, i coccodrilli e le testuggini giganti delle Seychelles di 250 Kg!
Il mare. In un susseguirsi di magici incontri e di colori, sarà ricostruito tutto il fascino della barriera corallina, l'ambiente più ricco di specie del pianeta. 2000 chilometri di rara bellezza dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità. Strizzerà l'occhio ai visitatori una gigantesca murena di 30 kg, mentre nuoteranno silenziosi all'interno di grandi acquari gli abitanti dei fondali di sabbia, come il pesce pilota e la razza, o del mare aperto, come il temibile barracuda e il carangide. Video documentari sulla barriera corallina realizzati da Silvio Taschieri e sugli squali, curati dal famoso fotografo subacqueo Alberto Luca Recchi, immergeranno infine i visitatori nelle meraviglie del mare.
Le mostre. "Piccoli Strani Animali Tropicali", immagini del fotografo naturalista Francesco Barbieri. Si tratta di una mostra fotografica dedicata ai piccoli animali delle foreste pluviali tropicali. Improbabili organismi, a volte sconosciuti, ripresi nel loro ambiente naturale. L'autore propone alcune immagini realizzate durante le tante "esplorazioni" organizzate in decine di foreste tropicali, dalla Nuova Guinea all'Africa equatoriale, dall'Amazzonia alle Ande. Macrofotografie per scoprire piccoli soggetti che, un po' ingranditi, possono meravigliare non meno dei giganti che siamo abituati ad ammirare, come balene ed elefanti, e scorci degli ambienti dove vivono, a volte inesplorati. "Orchidee, un Mondo da Scoprire", un'immensa famiglia di forme e colori, mostra di Orchidee dell'Orchideria di Morosolo di Giancarlo Pozzi. All'apice dell'evoluzione vegetale, la famiglia delle orchidee, con circa 25.000 specie, è una delle più grandi e diversificate. Chi pensando alle orchidee è solito immaginare un Paphiopedilum o una Phalaenopsis di quelle che si vedono in vetrina dai fioristi, si stupirà forse di sapere che le piante di orchidea possono anche essere piccolissime, come la Platystele jungermannoides, grande poco più di un centimetro compreso il fiore, oppure gigantesche come il Grammatophyllum speciosum dell'Asia tropicale: un solo esemplare presentato nel 1851 al Crystal Palace di Londra durante un’esposizione raggiungeva il peso di quasi due tonnellate, e le sue "canne" di oltre tre metri di altezza lo fanno somigliare a una piccola palma. E che dire delle dimensione dei fiori? A fatica, con una buona lente d'ingrandimento, si potranno distinguere i fiori di una Lepanthes, ma chi avrà la pazienza di tentare sarà ripagato da uno dei più straordinari e bizzarri prodotti dell'evoluzione naturale. All'altro estremo, quale altro fiore può rivaleggiare in grazia e dimensioni con quelli della cattleya warneri? C'è chi crede che le orchidee siano rosa, e in effetti i colori che vanno dal rosa tenue al porpora sono un vero classico in famiglia. Ma la hit parade delle tinte delle orchidee comprende anche il verde in tutte le sue sfumature, il bianco candido e crema fino al giallo più intenso, i colori bruni dal mattone chiaro al marrone dei fiori impollinati dalle mosche, l'arancio e lo splendido rosso del fuoco, il nero come un miraggio sul labello della Coelogine pandurata, l'azzurro rarissimo che colora alcuni fiori della lontanissima Australia. E poi ci sono i profumi: due terzi delle orchidee sono infatti profumate, e le forme infinite, incredibili, al di là di ogni immaginazione: dalla serena bellezza dei lunghi rami di Phalaenopsis, sequela di bianche farfalle dalle ali spiegate, agli inverosimili ed inquietanti fiori delle Stanhopea, alla solitaria trasparenza dell'Aeranthes, creatura a metà tra un essere dello spazio e quella di un sogno, ai fiori delle nostrane Ophris che suscitano stupore per la loro perfetta somiglianza con gli insetti che ne fa quasi un punto d'incontro fra il regno animale e quello vegetale. Giochi della natura, variazioni infinite su un unico tema: 25.000 specie più gli incalcolabili ibridi creati dall'uomo. Sì, perché oltre ad essere la più grande famiglia di piante che producono fiori (Angiosperme), distribuite in lungo e in largo su tutti i continenti dall'equatore fin quasi alle zone artiche, dal livello del mare fino ai 4.000 metri sulle Ande (anche in Italia se ne trovano circa 200 specie), da oltre un secolo queste piante sono state una vera e propria "palestra" per le bizzarrie di generazioni di ibridatori, che ne hanno fatte letteralmente di tutti i colori. Insomma, le orchidee offrono un'enorme gamma di possibilità, per tutti i gusti, per tutte le occasioni, per un hobby senza fine. Contrariamente a quanto si pensa, le orchidee sono piante molto robuste. Chiunque coltivi in casa un Philodendron o una violetta africana, o qualsiasi altra pianta da appartamento, può facilmente coltivare e far fiorire un'orchidea. Come ogni altra pianta, infatti, anche le orchidee non vogliono altro che luce, acqua, e una temperatura adatta. "Gioielli dal Mare. Le conchiglie dell'Indopacifico". All'interno della sezione dedicata ai mari tropicali, il visitatore incontrerà un'esposizione di splendide conchiglie provenienti dai mari più ricchi del mondo, per capire il significato di ciò che riteniamo semplicemente bello. Quale funzione hanno le conchiglie? Perché tante forme diverse? I loro colori sono ancora un mistero? Conchiglie-moneta, perle e cammei, coni mortali, tante storie e altre curiosità raccontate da centinaia di esemplari, alcuni appartenenti a specie molto rare, come l'arpa imperiale o il cono gloria del mare. E ancora: l'utilizzo delle conchiglie da parte dell'uomo per realizzare gioielli, maschere, posate e tanti altri oggetti misteriosi e affascinanti.

CASTEL PRESULE (ALTIPIANO DELLO SCILIAR), VISITA GUIDATA CON MAGNIFICA MERENDA
L'Altipiano dello Sciliar è una fonte continua di sorprese per i visitatori abituali, figurarsi per quelli della "prima volta". Così che, ai prevedibili "oooh" di ammirazione per le cime immacolate dell'Alpe di Siusi, ritagliate su sfondi di cieli azzurri, il biancore delle nevi sulle piste, il canto argentino di acque purissime d'altura, il verde dei prati e dei boschi, i masi e le malghe dove si producono cose buone come secoli fa, la gente del posto è ormai abituata. Tanto che qui, in Alto Adige-Südtirol, dove per gli abitanti gentilezza, cordialità e arte dell'accoglienza sono virtù innate, contenute nel Dna di queste genti meravigliose, una visita ad un castello, anche se si tratta dello straordinario e imponente Castel Presule, situato nelle vicinanze di Fié allo Sciliar, è sempre accompagnata da un plus che spiega meglio di mille parole perché e impossibile non amare la grande anima altoatesina.  L'espressione "far merenda" può assumere molti significati, a partire da quello più banale di "spuntino tra pranzo e cena". Una visita a Castel Presule, per la stagione invernale (dal 27 dicembre 2003 al 2 febbraio 2004), ci farà cambiare idea. Innanzitutto una guida altamente specializzata condurrà gli ospiti attraverso le meraviglie architettoniche del maniero (come non lasciarsi incantare dei superbi affreschi del cortile loggiato, tanto per fare un solo esempio?), unendo alla descrizione e alla narrazione storica notizie sulle attività che tutto l'anno animano le antiche mura: dai prestigiosi concerti e matinée di musica classica, alle vivaci musiche popolari, fino al jazz più raffinato e al cabaret più divertente (quest'estate il Castello ha ospitato artisti di fama internazionale in occasione del primo "Festival della musica da camera"). Per tacere delle mostre d'arte di alto contenuto. Ma, la merenda, direte voi? Le cose buone bisogna sempre un po' desiderarle e andarsele a cercare, per apprezzarne appieno il valore. Così che la sosta, dopo tanto camminare tra un'ala e l'altra del Castello, non può che dare il benvenuto alla leggendaria tradizione enogastronomica di queste vallate. Ai gentili visitatori verrà infatti proposto un graditissimo incontro sensoriale con alcuni tra i miti sudtirolesi, tra speck, formaggi tipici e vini come se ne trovano pochi. Una "merenda" che diventa un omaggio per veri gourmet, più un tacito messaggio che chi ha buone orecchie intenderà: le specialità di un territorio bisogna gustarle sul posto. Hanno tutto un altro sapore! Alle gioie del palato faranno da contorno le note vivaci della musica folkloristica, un dono antico che serviva a sollevare lo spirito dopo una dura giornata di lavoro e che oggi trova moltissimi interpreti di valore e un pubblico sempre più affezionato. Dal 27 dicembre in poi, dunque,
buona merenda a tutti, a Castel Presule! Ecco, infine, le date di visita a Castel Presule (inverno 2003/04): 27 e 30 dicembre 2003, 5 gennaio, 5 e 23 febbraio 2004. Inizio visita guidata: ore 15. Prezzo del biglietto d'ingresso: 8 Euro (merenda inclusa).
Infolink: Internet
www.sciliar.com

DAL 2 NOVEMBRE AL 13 DICEMBRE NEL CREMONESE IL FESTIVAL DEL GUSTO
Il Festival del Gusto è un invito al piacere gastronomico in terra cremonese. E' una rassegna d'autunno promossa dall'Apt del Cremonese, in collaborazione con Regione Lombardia, Provincia, Comune e Camera di Commercio di Cremona, che si terrà dal 2 novembre al 13 dicembre, coinvolgendo i ristoranti di tutto il territorio. L'idea del Festival del gusto è quella di promuovere le tipicità gastronomiche della terra di Stradivari, spaziando dalle paste ripiene ai bolliti, due colonne della cucina cremonese. Con il Festival del gusto le Tavole Suntuose nella terra di Stradivari, il format che contiene le iniziative turistiche dedicate all'enogastronomia, puntano in alto e vogliono soddisfare il palato di un ampio spettro di buon gustai e turisti alla ricerca dei sapori tipici di Cremona e provincia. Se negli anni passati si era pensato di focalizzare l'attenzione su aspetti specifici della tradizione gastronomica, opportunamente rinnovata e innovata dagli chef dei ristoranti, quest'anno le Tavole Suntuose nella Terra di Stradivari hanno preferito offrire una panoramica ad ampio raggio sulle specialità della tavola cremonese. I menu presentati dai 23 ristoranti che hanno aderito alla rassegna, terranno conto delle specificità locali, nella consapevolezza che la terra di Stradivari spazia dal gusto agrodolce e dai formaggi tipici del Cremasco ai tortelli di zucca del Casalasco, con il cuore nei lessi e nelle paste ripiene di Cremona e il suo territorio. Fra gli appuntamenti speciali della rassegna non si possono non segnalare le cene all'insegna del Gran bollito. Una sera alla settimana saranno indiscussi protagonisti della tavola i bolliti, tipico piatto della cucina cremonese da accompagnare con la specialissima mostarda della terra di Stradivari, ai bolliti faranno da sostegno tutte le specialità di paste ripiene del territorio dai marubini in brodo, ai tortelli cremaschi, fino ai tortelli di zucca. Insomma, dal 2 novembre al 13 dicembre il gusto la farà da padrone, il festival dei piaceri di gola accompagnerà l'autunno cremonese.

FERRARA FA FESTA AGLI ZUCCONI: PER TUTTO NOVEMBRE - OFFERTA DELL'ALBERGO ANNUNZIATA
Ormai è cosa risaputa: non si butta via niente. Solo che stavolta non stiamo parlando del maiale, ma della regina delle tavole ferraresi, "Sua Maestà la Zucca Gialla", protagonista di tante ricette gustose e tutte da scoprire. Compatta, dolce e soda, la "Cucurbita maxima" detta anche zucca comune, poi tanto comune non è. Le sue virtù in cucina, e non solo, sono note fin dai tempi più remoti, quando l'uomo ha imparato a usarne ogni parte, proprio come nel caso del suo corrispettivo animale, il nobile suino, protagonista indiscusso di altre tavole e latitudini non lontane. Nel comprensorio ferrarese la zucca cresce particolarmente pregiata grazie alle peculiarità del terreno che le conferiscono caratteristiche organolettiche uniche, rendendola un prodotto naturale di alta qualità. Dell'umile, colorato frutto della pianta di origine sudamericana non c'è parte che resti inutilizzata, tanto da renderla degna di un omaggio più che dovuto. Un giusto riscatto e decisamente una bella rivincita per l'innocente, generosa pianta il cui frutto viene usato da sempre come termine di paragone dispregiativo. Altro che "non avere sale in zucca"! In numerose tradizioni gastronomiche del Nord-Italia la cucurbita dalla prelibata polpa arancione è l'incontrastata regina della tavola, tanto da essere cucinata e servita nei modi più impensati e succulenti. E' con tale spirito, nel pieno recupero dei ricettari degli estensi, che i cuochi dei ristoranti di Ferrara nel mese della zucca si prodigheranno per eseguire le infinite varianti culinarie che prevedono l'impiego di questa signora dei ripieni. Basta scorrere la carta dei ristoranti che aderiscono all'iniziativa per avere già un'idea (ma l'assaggio è tutta un'altra cosa) di come la zucca si pieghi in cucina alle più sfrenate fantasie degli chef. E allora che Zucca sia: alla certosina (con cannella, alloro, formaggio, prugne e uva sultanina), fritta con rosmarino e pancetta, in polpettine di starna,
nelle lasagnette, con il brasato. Per rendere ancora più invitante una visita a Ferrara sotto il segno della zucca Zeno Govoni, patron di un luogo carico di storia e di eleganza - l'Albergo Annunziata - affacciato proprio sulla piazza del Castello Estense, cuore e simbolo della città, ha ideato l'offerta: "Grande onore alla Zucca". La proposta, valida tutti i giorni, è riservata a tutti coloro che amano Ferrara, la sua storia, la sua atmosfera, il suo artigianato e la sua cucina. Il costo è di 190 euro per coppia e comprende un pernottamento con prima colazione a buffet, la "mappa delle botteghe dei vecchi artigiani", il noleggio gratuito della bicicletta e una cena "Sua maestà la zucca" in uno dei ristoranti del centro, bevande incluse (acqua e vino). Inoltre, fino al 16 novembre 2003 sarà possibile visitare a Palazzo dei Diamanti la mostra "Degas e gli italiani a Parigi", dove sono esposti oltre settanta pezzi tra oli, pastelli, incisioni e sculture, di cui circa la metà del grande pittore francese.
Infolink:
www.annunziata.it

LA MELA TRENTINA, UN PICCOLO UNIVERSO. PARTE "MELANDIAFEST", LA MOSTRA MERCATO DELLA VAL DI NON CHE UNISCE TRADIZIONE E INNOVAZIONE
La mela forse più di ogni altro frutto, è diventata il succoso simbolo della fiorente agricoltura trentina, in particolare - è ovvio - della mitica Valle di Non. Non può stupire, dunque, che da ormai nove anni, la vallata dedichi a sua maestà la mela, un'intera festa, con tanto di mostra e mercato, ovvero "Melandiafest", l'appuntamento fisso per l'agricoltura nostrana e non, che si tiene a San Zeno dall'8 al 10 novembre. Nata nell'autunno 1992, questa fiera ha lo scopo primario di presentare il mondo della mela attraverso le attrezzature agricole, i prodotti inerenti alla sua coltivazione, la gastronomia tipica a base di mela. Tre giorni di festeggiamenti animeranno il piccolo centro di San Zeno, durante i quali negli stand appositamente allestiti e nei locali è possibile degustare un intero pranzo, dagli antipasti al dolce, tutto a base di mele. Presso gli stessi stand sarà anche possibile osservare le varie fasi della coltivazione della mela e vedere i mezzi agricoli usati nei campi. Sono previste anche visite guidate presso aziende agricole per vivere da vicino il mondo della mela. Mele di tutte le specie e delle qualità più rare sono esposte sulle bancarelle dislocate nel paese; qui è possibile non solo farsi una cultura "pomologica" ma anche acquistare il gustoso frutto. Quest'anno ci saranno poi "Tre giorni alla festa della mela": albergatori e ristoratori illustreranno la più raffinata gastronomia a base di mele: strudel, frittelle, torte di mele accompagnati da formaggi, salumi tipici, speck e la "mortandela" della Val di Non.
Infolink:
www.melandiafest.it

LA SAGRA DI S. LEONARDO E LE "PEZATE" D'AGNELLO, UN PIATTO CUCINATO COME IN PASSATO PER VALORIZZARE IL PATRIMONIO TIPICO E DI QUALITÀ DELLA VALSUGANA NONCHÉ PER FARE FESTA
La degustazione delle "pezate de agnelo" durante la "Sagra di S. Leonardo", a Castelnuovo, è ormai tradizione affermata e conosciuta. Si può risalire all'origine di questo tipico piatto autunnale attraverso il racconto degli anziani tramandato in paese. Assicurano che da oltre cent'anni le "pezate" finiscono nei piatti e negli stomaci in occasione della Sagra novembrina. Anche gli ingredienti base, sale e carne d'agnello, inducono a collocare in un passato sicuramente remoto le origini di questo piatto. Il sale, da sempre usato per conservare, fin da epoche prive della moderna tecnica frigorifera, e la carne d'ovino, disponibile in valle durante il periodo di transumanza dei greggi dagli alpeggi estivi alla pianura invernale.
"Pezate" perché letteralmente sono parti di ovino adulto messi a macerare nel sale, pepe, alloro e altri aromi naturali, in recipienti cilindrici (mastei) per non meno di tre settimane, a temperatura tra i 10 e i12 gradi circa. Vanno poi bollite, senza lavarle, per un paio di ore e poi servite con crauti e purè. Non può mancare l'accompagnamento di un buon vino rosso nostrano. A Castelnuovo, in Valsugana, il piatto venne dapprima cucinato in famiglia e solo in un secondo tempo proposto anche dai luoghi di ristoro pubblici. Nei tre giorni di sagra, dal 7 al 9 novembre, ne sono consumate circa 8 quintali, tra vendute crude e servite cotte. Le "pezate de agnelo" si inseriscono tra i 60 prodotti tipici della Provincia Autonoma di Trento.
Infolink:
www.lagorai.tn.it

PONTE DELL'IMMACOLATA A SERRE CHEVALIER: IN PISTA IL GEMELLAGGIO FRANCIA-ITALIA
Spettacoli sulla neve, degustazioni gastronomiche, artigianato e atre iniziative per un week-end oltre confine a sole 3 ore da Milano. E un'offerta speciale 3 notti più 3 giorni di ski-pass, da Euro 132,00
Serre Chevalier, rinomato comprensorio sciistico ai confini con l'Italia, ospiterà il primo week-end di dicembre 4 gemellaggi franco-italiani coinvolgendo i seguenti paesi: Saint Chaffrey/Taleggio, La Salle Les Alpes/San Pellegrino, Monêtier les Bains/Novalese e Briançon/Suze. Questo particolare progetto di scambio culturale, in programma il 6, 7 e 8 dicembre 2003, costituisce un'occasione speciale per chi vorrà partecipare alle numerose e interessanti iniziative, nonché tornare a calzare gli sci per inaugurare in grande stile la prima discesa della stagione invernale. Ecco di seguito il programma della manifestazione a cui parteciperanno i sindaci e altri rappresentanti dei quattro paesi italiani gemellati, uniti in un connubio di tradizioni che va oltre i confini nazionali.
Sabato 6 Dicembre 2003. Ore 14 a Briançon: inaugurazione della Fiera Artigianale; esposizioni e mercato di oggetti e opere in pietra, legno, ceramica. Ore 19 a Serre Chevalier 1400: spettacolo teatrale sulla neve "Démo Ski Show" per rivivere la storia dello stile di vita montano sul tema: la neve e lo sci. Al temine spettacolo pirotecnico.
Domenica 7 Dicembre 2003. Tutto il giorno a Briançon: Fiera e Mercato Artigianale. Dalle ore 9 alle 14 Rallye Raid con partenza da Serre Chevalier 1400
Caccia al tesoro a gruppi (da 4 a 10 persone) aperta a tutti alla scoperta del comprensorio sciistico di Serre Chevalier, con prove diverse e punti di ristoro con degustazione di prodotti regionali franco/italiani. Premiazione dei vincitori nel pomeriggio (per informazioni e iscrizioni: ESF Serre Chevalier 1400, tel. 0033.4.92247199, o all'Ufficio del Turismo, tel. 0033.4.92249898).
Lunedì 8 Dicembre. Tutto il giorno a Briançon: Fiera e Mercato Artigianale. Una promozione "Speciale Gemellaggio" è stata pensata per il week-end dell'immacolata dove si scia 3 giorni al prezzo di 2 (lunedi ski pass gratis). L'offerta è valida nel periodo 5/8 dicembre 2003 ed include 3 notti e 3 giorni di ski-pass "Serre Chevalier 1350/1400" con un costo individuale a partire da 132 euro (sistemazione in studio). Possibilità di estendere il soggiorno a 4 notti con partenza il 9 dicembre. Valide per questo periodo anche le tariffe del pacchetto "Prime Ed Ultime Nevi", costituito da 7 pernottamenti con sistemazione a scelta in appartamento, agriturismo o hotel e skipass valido 6 giorni. Quote individuali a partire da 163 euro. Inoltre un'offerta speciale è riservata a tutti gli sciatori: in occasione della Festa dei Gemellaggi, chi acquista uno ski-pass Serre-Che per il week-end valido 2 giorni (con accesso agli impianti e alle piste di Serre Chevalier 1350 e Serre Chevalier 1400) potrà sciare il terzo giorno gratis (lunedi). Il costo è di 56 euro per gli adulti e 39 euro per i bambini. Approfitta del ponte dell'Immacolata per una nuova esperienza culturale a sole 3 ore da Milano. Per prenotazioni e informazioni contattare la centrale di prenotazione al numero 0033 4 92 24 98 80 (risponde un operatore di lingua italiana).
Infolink: www.serre-chevalier.com - www.ot-serrechevalier.fr

IL TRENTINO IN PISTA CON «SKIPASS» ALLA PIÙ IMPORTANTE FIERA ITALIANA DEGLI SPORT INVERNALI LO STAND DELLE DOLOMITI HA FATTO LA PARTE DEL LEONE
Ha preso il via il 30 ottobre la più importante fiera italiana dedicata agli sport invernali, che da dieci anni costituisce il punto di riferimento di ogni stagione sciistica. È «Skipass Modena», in programma fino al 2 novembre presso il quartiere fieristico della città emiliana. Il Trentino non poteva mancare ad un appuntamento così importante, che l’ha visto protagonista in tutte le edizioni. In uno stand di 400 metri quadrati , le dieci Apt di ambito trentine presenti forniscono in anteprima le novità e le proposte turistiche per la stagione invernale in arrivo ad un pubblico internazionale, composto da appassionati ed operatori del settore. Assaggi e degustazioni di vini, prodotti enogastronomici trentini e concerti e perfino qualche gioco a premi fanno da piacevole contorno alle offerte turistiche, creando così nello stand Trentino una rilassata atmosfera da wine-bar. Numerose anche le conferenze stampa organizzate per presentare i grandi eventi sciistici e le gare internazionali della stagione 2003/2004. L’anno scorso la fiera ha registrato un afflusso di oltre 135 mila persone, oltre che una visibilità mediatica da record. Anche quest’anno la presenza dei mezzi di comunicazione sarà di tutto rispetto. L’attrazione principale per i visitatori è la rampa per lo snowboard ( 24 metri di altezza) che ha preso forma sul piazzale di Modena Esposizioni. Grazie alle 650 tonnellate di neve prodotta migliaia di amanti della “tavola” possono esibirsi nel quarter half pipe di «Skipass Modena». Nei padiglioni si possono praticare anche il pattinaggio e lo sci di fondo. «Skipass Modena» è un’occasione speciale per gli amanti degli sport invernali e rappresentanti di settore e una vetrina importante per il Trentino, che ha nuovamente la possibilità di dimostrare la propria valenza nel mondo della neve. Infolink:  www.skipass.it

PREDAZZO AVVAMPA DI FUOCHI E FESTA TORNA L’11 NOVEMBRE IN VAL DI FIEMME LA TRADIZIONALE “FAR SAN MARTIN”: MUSICA, RUMORE E I CONSUETI ENORMI FALÒ
Siamo alle pendici del Gruppo del Latemar. Di fronte a noi, a meno di dieci chilometri, si estende la Catena del Lagorai. Le imponenti Pale di San Martino sono proprio lì, a meno di un’ora di cammino. In questa suggestiva valle del Trentino sono tante le antiche tradizioni e le leggende che sopravvivono. Una di queste, fra le più curiose, è la notte del “Far San Martin”, che tradotto significa la notte dei fuochi di San Martino. L’origine di questa manifestazione si perde nella notte dei tempi, ma da che se ne abbia memoria, alla vigilia dell'11 novembre, i rappresentanti di tutti i rioni di Predazzo corrono sulle montagne circostanti per accendere il fuoco più alto ed imponente. Le pareti delle montagne avvampano così di luce, e in questo scenario apocalittico, i partecipanti corrono in paese e con l'aiuto di corni, trombe, campanacci e tamburi cercano di fare più chiasso possibile. Sembra che questo potesse allontanare il maligno dal paese. Dopo la corsa, la notte di festa prosegue nelle osterie e nella Piazza SS. Filippo e Giacomo di Predazzo, dove si gustano castagne e vin brulé e dove si tiene una singolare gara musicale: vince chi, utilizzando uno strumento a piacere, produce il suono più forte per almeno un minuto. L’11 novembre era, in Val di Fiemme e in altre parti d’Italia, la data in cui avveniva il "regolamento dei conti" (affitti, prestiti, debiti). A Predazzo veniva e viene tuttora erogato il dividendo della Regola Feudale e, dunque, nella notte del “Far San Martin” è anche uso tener fede alle proprie promesse e pagare i debiti. Un evento di antica tradizione quello dei "Fuochi di San Martino”, che coincideva anche con la fine dell’anno agricolo. Oggi, piacevole occasione di festa e di ritrovo. Infolink: www.aptfiemme.tn.it

LA MEZZA MARATONA NEL BASSO SARCA TORNA LA “TRENTINO HALF MARATHON”, LA GARA PODISTICA INTERNAZIONALE CHE SI SNODA FRA LE CAMPAGNE DI ARCO E RIVA
Domenica 9 novembre si correrà la seconda edizione di una delle corse podistiche più interessanti dell’autunno, ovvero la "Garda Trentino Half Marathon", erede della mezza maratona di Pietramurata organizzata dalla Trentino Eventi e dal Gruppo Sportivo Fraveggio. Un percorso di poco più di ventuno chilometri fra Arco e Riva del Garda, che si dispiega tra gli antichi ponti sul fiume Sarca e le campagne di Ceniga. L’anno scorso fu un keniano di 26 anni, David Mayo, ad inaugurare l’albo d’oro di questa competizione, mentre in campo femminile si registrò la vittoria di Laura Ricci della Corradini Rubiera. In tutto furono 930 i partenti, fra i quali c’erano atleti di prestigio internazionale, come Maria Cocchetti, vincitrice della mezza maratona di Roma e di quella di Merano, e Tiziana Di Sessa, seconda a Barcellona nel 2002. Quest’anno la corsa promette di essere altrettanto entusiasmante. I pettorali dovranno essere ritirati sabato 8 novembre presso il Palazzo dei Congressi dalle ore 15.00 alle ore 19.00, mentre la partenza è prevista la domenica di fronte al Casinò Municipale di Arco alle ore 10.00. Le iscrizioni dovranno pervenire entro giovedì 6 novembre .La quota di iscrizione è di Euro19 per tutte le categorie. E per chi non è proprio un atleta provetto sono state organizzate una “non competitiva” di otto chilometri, e una gara per bambini. Infolink:- www.trentinoeventi.it

A CALDONAZZO LA VITA D ’ALTRI TEMPI IL GRUPPO FOLCLORISTICO LOCALE INVITA TUTTI ALLO “SFOIÒ”, ANTICO RITO CONTADINO, OCCASIONE SPECIALE PER RIVIVERE LE USANZE DEL PASSATO
Una volta, al tempo dei nostri nonni, la Valsugana era un’area del Trentino quasi esclusivamente votata all’agricoltura, in particolare del mais che occupava circa metà del terreno coltivabile. Si seminava a maggio e verso settembre ogni pianta portava due o più pannocchie gonfie di chicchi. Quel raccolto assicurava alla famiglia la farina sufficiente per quella polenta quotidiana che era la base dell’alimentazione contadina. E, ad autunno inoltrato, quando i grandi lavori della campagna erano terminati, le pannocchie ben mature e asciutte venivano raccolte e sistemate in un locale adeguato. Allora la vita non era certo facile e i giorni erano tutti uguali, scanditi dal ritmo dei lavoro agricolo. Così, ogni occasione di ritrovo con la comunità era atteso con trepidazione, per incontrarsi, parlare un po’ e trascorrere in piacevole compagnia una serata diversa. Lo “sfoiò” era uno di quei momenti: a Caldonazzo, vicino all’omonimo lago, era tradizione trovarsi in autunno per sfogliare le pannocchie di mais, per fare scorta alimentare per l’inverno e per stare insieme, quando con amici e parenti si "sfoiava" in allegria: era una "festa" che si celebrava in ogni famiglia. Oggi, grazie ad tenace gruppo folcloristico locale, lo “sfoiò” si compie ancora: il 15 novembre ci si ritrova alle ore 20.00 nella sede centrale del Gruppo Tradizionale Folcloristico di Caldonazzo, in Via della Villa, per riproporre l’antico rito: insieme agli amici della "bisca", che non mancheranno di accennare qualche vecchia melodia, mentre nell’aria il classico profumo "de castegne" farà da contorno al buon vin "brulè" Infolink: www.caldonazzofolk.it

CURARE LA PELLE ALLA FONTE, ANCHE D’INVERNO LE TERME DI COMANO PER LA PRIMA VOLTA SI VESTONO DI BIANCO ED APRONO DA METÀ DICEMBRE A METÀ GENNAIO
Perché non regalare una vacanza di salute e bellezza alla nostra pelle anche d’inverno? Le terme di Comano, generalmente aperte da aprile a novembre, per la prima volta nella loro storia, apriranno anche durante il periodo più freddo dell’anno, dal 15 dicembre al 17 gennaio 2004. Questa novità si è resa possibile grazie all’apertura di uno stabilimento termale ospitato nel nuovo Grand Hotel Terme. Vi troveranno posto tutte le cure che rendono Comano una località termale rinomata e particolarmente frequentata a partire dai bagni termali per la cura della pelle, abbinati alla fototerapia totale o parziale, particolarmente indicata in periodo invernale quando la pelle non può godere dell’esposizione diretta alla luce solare. I cicli di inalazioni caldo-umide, aerosol termali e docce nasali micronizzate sono invece ideali per combattere e prevenire le malattie da raffreddamento, mentre le ventilazioni polmonari con l’aggiunta di ossigeno sono indicate contro le patologie respiratorie più gravi ed ostinate. La scelta è davvero vasta ed invitante: massaggi shiatsu, stretching, antistress, olistici e bioenergetici con oli essenziali, trattamenti viso e corpo anti-età, rigeneranti e defaticanti, questi ultimi particolarmente indicati dopo una giornata dedicata allo sci e allo sport in genere, oppure arricchiti con terapie a base di fango termale e di vitamine di frutta. Chi lo desidera, potrà lasciarsi prendere per mano e farsi accompagnare attraverso un percorso del benessere personalizzato e ritagliato su misura, in grado di rispondere alle esigenze più specifiche. Infolink: www.comano.to

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