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2003 anno 6°  

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LUNEDI'
17  NOVEMBRE 2003

pagina 1

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RISULTATI DEL VERTICE UE-RUSSIA DICHIARAZIONI DEL CONSIGLIO E DELLA COMMISSIONE SUI RISULTATI DEL VERTICE UE/RUSSIA

Bruxelles, 17 novembre 2003 - Il Consiglio e la Commissione faranno dichiarazioni sui risultati del 12° Vertice Ue-russia, che si è svolto a Roma lo scorso 6 novembre e si è concluso con l'adozione di una dichiarazione congiunta firmata dal Presidente in carica del Consiglio europeo, Silvio Berlusconi, dall'Alto rappresentante per la Pesc , Javier Solana, dal Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e dal Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Ribadendo la visione comune di un continente europeo unito, i firmatari della dichiarazione hanno sottolineato l'obiettivo di rafforzare il partenariato strategico tre l'Ue e la Russia , di intensificare gli sforzi per dare corpo alla decisione di creare «spazi comuni» e di razionalizzare il dialogo politico avviando i lavori del Consiglio di partenariato permanente Ue-russia. In merito all'allargamento dell'Ue, è stato ribadito l'impegno di attuare le misure relative al transito verso Kaliningrad decise nel novembre 2002, compreso il lancio di uno studio di fattibilità su un treno ad alta velocità entro la fine del 2003. Quanto agli scambi commerciali, si punta ad una soluzione rapida delle questioni bilaterali ancora in sospeso e soprattutto all'ingresso della Russia nell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) verso la fine del 2004. La dichiarazione afferma poi che continua il dialogo, in tema di giustizia e affari interni, per facilitare i viaggi tra l'Ue e la Russia e per giungere a un accordo di riammissione con Mosca. A livello internazionale è stato confermato l'elevato livello di comprensione reciproca su svariati temi sensibili, nonché sul ruolo che devono svolgere le Nazioni Unite nelle questioni mondiali. I firmatari si sono infine rallegrati del rinnovo dell'accordo di cooperazione nel settore della scienza, convenendo di valutare i mezzi per aprire i rispettivi programmi scientifici e tecnologici ai ricercatori delle due parti. All'indomani del Vertice, il Presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, ha espresso profondo rammarico e grande preoccupazione perché la dichiarazione approvata non contiene alcun riferimento alla Cecenia né al protocollo di Kyoto, problemi più volte affrontati nelle risoluzioni approvate dall'Aula.

I BALCANI NELL'UE, MA A PRECISE CONDIZIONI
Bruxelles, 17 novembre 2003 - La commissione per gli affari esteri ha adottato con 36 voti favorevoli e 3 astensioni la relazione di Jan Joost Lagendijk (Verdi/ale, Nl) sul processo di stabilizzazione e associazione in corso nei Balcani. I deputati hanno voluto essere chiari su un punto: esiste una prospettiva europea per questi paesi solo se soddisfano i criteri di Copenaghen. L'assistenza finanziaria ai paesi beneficiari del processo di stabilizzazione e di associazione con l'Ue (Psa) deve quindi essere subordinata ad una serie di condizioni. Essi devono cooperare con il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia, realizzare una politica efficace a favore del ritorno dei rifugiati e degli sfollati e attuare politiche attive contro la corruzione, la criminalità organizzata, il traffico di esseri umani, di armi e stupefacenti. È inaccettabile che in futuro un paese aderisca all'Unione, se ha firmato un accordo bilaterale con gli Usa che minacci la piena efficacia del Tribunale penale internazionale. I deputati ritengono che l'Ue debba svolgere un ruolo più attivo, in cooperazione con le Nazioni Unite, in vista della definizione di una road map e di un calendario, al fine di raggiungere al più presto una conclusione sullo status del Kosovo: ciò dovrebbe avvenire di preferenza entro i prossimi due anni. È comunque impossibile risolvere efficacemente i numerosi problemi accessori senza la definizione dello status finale del Kosovo, quale che sia: ampia autonomia o indipendenza. Le autorità kosovare sono invitate a rafforzare i propri sforzi a favore di una società tollerante, nella quale tutti i gruppi etnici si rispettino reciprocamente secondo le norme europee. Esse dovrebbero cooperare attivamente con l'Unmik in modo da accelerare il rientro dei rifugiati e degli sfollati, in particolare delle minoranze. L'organo parlamentare considera insoddisfacente lo svolgimento delle ultime elezioni locali in Albania. Le autorità albanesi sono incoraggiate a rafforzare il loro impegno a procedere con le riforme. In particolare, si chiede di fornire i mezzi necessari per la lotta contro la corruzione, la criminalità organizzata, il traffico di armi, di droga e di esseri umani (persiste il fenomeno della tratta di donne e bambini a scopo sessuale). Altri aspetti per i quali occorre un'azione incisiva sono il funzionamento di un sistema giudiziario indipendente ed efficiente, il miglioramento della capacità amministrativa e in particolare della gestione delle frontiere, lo sviluppo di un settore mediatico libero e indipendente, la promozione e la garanzia del rispetto dei diritti dell'uomo e delle minoranze. La relazione plaude alla decisione della Croazia di non concludere un accordo bilaterale con gli Stati Uniti sul Tribunale penale internazionale, circostanza questa che ha comportato la perdita di un considerevole sostegno finanziario da parte degli Usa. I deputati accolgono inoltre con soddisfazione la nuova legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. Si sottolinea però che il dialogo intensivo e gli strumenti diplomatici debbono continuare ad essere il modo più appropriato per raggiungere un accordo sulle frontiere. I parlamentari deplorano poi che le autorità croate abbiano deciso di dichiarare la zona di protezione ittica e ambientale senza un opportuno dialogo e coordinamento con i paesi vicini, decisione cui si opponevano sia la Commissione , sia la Presidenza italiana. Ci si attende quindi che in occasione della Conferenza di Venezia prevista per il 25-26 novembre sia raggiunto un accordo su ulteriori iniziative. Le autorità bosniache sono state invitate a cooperare con il Tribunale per l'ex-Jugoslavia e a fare tutto il possibile per condurvi Karadzic e Mladic. Il rientro dei rifugiati dovrebbe essere assicurato in tutte le parti del paese. Per la Macedonia , si è chiesto lo smantellamento totale dell'Esercito di liberazione nazionale albanese, l'accelerazione dell'Accordo di Ohrid e l'amnistia per gli ex combattenti albanesi. Il governo serbo, da parte sua, è stato incoraggiato ad accelerare la riforma dell'esercito. Il testo afferma che in Serbia e Montenegro occorre fare di più nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. La Commissione , l'Osce e il Consiglio d'Europa sono infine invitati a esaminare con la massima urgenza le accuse di violazioni dei diritti dell'uomo, la mancanza di indipendenza del potere giudiziario e la crescente influenza dello Stato sugli organi d'informazione.  

ENTRATE FISCALI GENNAIO-OTTOBRE 2003:
Roma, 17 novembre 2003  - Il Mef comunica che il totale delle entrate fiscali incassate nel periodo gennaio-ottobre 2003 è pari a 355.980 milioni di euro, in aumento di 18.268 milioni di euro (+5,4%) rispetto allo stesso periodo del 2002. L’aggregato considera gli incassi del bilancio dello Stato, delle Regioni e degli enti previdenziali. In particolare, le entrate tributarie sono pari a 275.826 milioni, con un incremento di 15.161 milioni (+5,8%). I contributi sociali sono pari a 80.153 milioni (+4%) rispetto ai 77.047 dei primi dieci mesi dello scorso anno. Il tasso effettivo di crescita degli incassi fiscali è del 6%. Il risultato deriva sia dalla circostanza che i concessionari della riscossione hanno recuperato nel periodo in esame il maggiore acconto versato a dicembre 2002 (oltre 1.500 milioni), sia dal gettito delle accise, più basso per il recupero dell’acconto effettuato a gennaio 2003 (750 milioni, anch’essi versati a dicembre 2002). Irpef, Iva ed imposte sulla produzione continuano ad evidenziare un andamento positivo. In flessione l’Irpeg, a causa dei minori versamenti a saldo, così come l’imposta sostitutiva sui redditi da capitale, per la discesa dei tassi di interesse. Nel solo mese di ottobre, gli incassi hanno totalizzato 31.562 milioni di euro, in aumento di 1.534 milioni di euro (+5,1%) rispetto ad ottobre 2002. In particolare, le entrate tributarie sono aumentate di 1.291 milioni, per un totale di 25.255 milioni (+5,4%), mentre i contributi sociali hanno registrato un aumento di 243 milioni di euro, attestandosi su 6.307 milioni (+4%).

 

Gennaio-ottobre 2003

Gennaio-ottobre 2002

Variazione %

Entrate tributarie

275.826

260.665

+5,8%

Contributi sociali

80.153

77.047

+4,0%

Totale entrate

355.980

337.712

+5,4%

(dati in milioni di euro)

 

Ottobre 2003

Ottobre 2002

Variazione%

Entrate tributarie

25.255

23.964

+5,4%

Contributi sociali

6.307

6.064

+4,0%

Totale entrate

31.562

30.028

+5,1%

(dati in milioni di euro)

SU INTERNET LA LISTA DEI TITOLI A BASSO RISCHIO RENDIMENTO
Roma,  17 novembre 2003 - E' on line da oggi anche  su Internet la lista titoli 'a basso rischio rendimento' dell'Abi. L'indirizzo e' www.pattichiari.it  I bond sono complessivamente 1.002 ma l'elenco sara' aggiornato quotidianamente. Associazione bancari italiani rileva che gli elenchi di titoli pubblicati sono dunque ''risultato di mere elaborazioni e presunzioni redazionali, non riconducibili in alcun modo al consorzio Patti Chiari e che la lista non ha funzione di garanzia del capitale investito. 

ABI: ISTRUTTORIE SU SCHEMI CONTRATTUALI RAPIDE NELL’ INTERESSE DI BANCHE E CLIENTI
Roma, 17 novembre 2003 - Abi auspica una rapida chiusura delle istruttorie sugli schemi dei contratti avviate da Banca d’Italia e Antitrust anche prima dei termini previsti, nell’interesse generale di banche e clienti. Le istruttorie sugli schemi contrattuali sono state aperte a seguito di comunicazione effettuata dalla stessa Abi che, come prassi, attende il via libera delle Autorità per renderli efficaci. Gli schemi contrattuali su carte di credito e servizi di investimento, cui si riferiscono le istruttorie, e che le banche saranno libere di utilizzare, sono stati messi a punto al Tavolo Abi-associazioni Consumatori, aperto sin dal 1997 con l’obiettivo di migliorare la generalità dei contratti con la clientela. Abi ricorda infine che molte clausole riproducono fedelmente le norme di legge in materia e ne seguiranno l’evoluzione nazionale e comunitaria.

BORSA ITALIANA: IN OTTOBRE POSITIVO ANDAMENTO DEGLI INDICI, AL 31 OTTOBRE MIB+10,9% DA INIZIO ANNO E +26,5% DA MARZO 2003 LA CAPITALIZZAZIONE SALE A 468,1 MILIARDI DI EURO CRESCITA DEGLI SCAMBI DI STRUMENTI A REDDITO FISSO
Milano, 17 novembre 2003 - In ottobre l'indice Mib è stato caratterizzato da una fase iniziale di crescita che lo ha portato molto vicino ai massimi annuali, cui è seguita una lieve flessione e una successiva ripresa che - con 17 sedute positive e 6 negative - lo ha portato a chiudere il mese a quota 18.810, in crescita del 4,2% rispetto a fine settembre (+10,9% su fine 2002 e +26,5% dal minimo annuale del 12 marzo). L'indice Numex del Nuovo Mercato è stato interessato da una dinamica analoga, che lo ha portato a raggiungere giovedì 30 ottobre il livello di 1.595, sfiorando il massimo annuo di 1.609 del 4 settembre scorso, e a chiudere il mese a quota 1.590, con una crescita mensile del 6,2% (+21,6% su fine 2002). Gli indici continui hanno evidenziato un andamento sostanzialmente omogeneo: Mibtel +4,9% (+10,7% rispetto a fine 2002), S&p/mib +5,5% (+10,5%), Mib30 +4,9% (+8,7%), Midex 6,0% (+22,1%). L'indice Mibstar ha evidenziato in ottobre una performance identica all'indice generale (+4,2%), portando la propria crescita su fine 2002 all'11,8%. I tre macrosettori hanno evidenziato in ottobre un andamento leggermente differenziato: Finanziari +5,2%, Industriali +4,6% e Servizi +2,0%, che si riflette in una variazione rispetto a fine 2002 di +20,5% per Finanziari, di +7,0% per Servizi e di +1,3% per Industriali. Tra i principali settori (pari ad almeno l'1% della capitalizzazione) si sono distinti da un lato Tessili (+10,3%) e Media-editoriali (+6,8%), dall'altro Auto (-0,3%) e Immobiliari (+0,1%). Rispetto alla fine dell'anno precedente le variazioni più significative sono da un lato quelle di Trasporti-turismo (+31,7%) e Banche (+26,9%), dall'altro quelle di Minerari-metall.-petroliferi (-9,4%) e Impianti-macchine (-1,1%). Tra i titoli dell'indice S&p/mib in ottobre si sono distinti da un lato E.biscom (+20,3%), Benetton Group (+14,0%), Capitalia (+13,7%) e Bnl (+13,1%), dall'altro Saipem (-2,6%), Snam Rete Gas (-2,4%) e Pirelli & C. (-2,2%). Rispetto a fine 2002 si segnalano in positivo Capitalia (+98,2%), Bnl (+86,2%) e Bulgari (+76,9%), in negativo Eni (-9,8%), Tim (-8,6%) e Fiat (-6,5%). Nel periodo gennaio-ottobre 2003 32 azioni evidenziano un andamento positivo e 5 negativo, mentre per 3 casi (Autostrade, Banche Popolari Unite e Seat Pagine Gialle) si tratta di società di nuova ammissione. La volatilità è nuovamente scesa, attestandosi al 9,7% per la Borsa (dove rimane sensibilmente più contenuta per il segmento Star, pari al 7,2%) e al 13,7% per il Nuovo Mercato. Capitalizzazione e listino La crescita dei corsi azionari ha determinato in ottobre un aumento della capitalizzazione delle società nazionali quotate, passata da 450,5 miliardi di euro di fine settembre a 468,1 (pari al 35,9% del Pil e superiore ai 458,0 di fine 2002). Nel dettaglio, la ripartizione dei mercati vede la Borsa a quota 455,7 miliardi di euro, il Nuovo Mercato a 7,8 e il Mercato Ristretto a 4,6. Eni si è confermata come la maggiore azione quotata per capitalizzazione (54,6 miliardi di euro), seguita da Tim (33,3), Enel (32,8), Unicredito Italiano (26,7), Generali (25,2) e Telecom Italia (23,1). Nel mese di ottobre il listino è stato interessato martedì 7 dal trasferimento dal Mercato Ristretto alla Borsa delle azioni di Banca Ifis e giovedì 30 dalla revoca - a seguito della conclusione dell'Opa residuale - di Italdesign Giugiaro. Il numero di società quotate si è pertanto portato a 279: 224 per la Borsa (di cui 6 estere), 44 per il Nuovo Mercato (2 estere) e 11 per il Mercato Ristretto. A seguito di 729 ammissioni e 50 revoche, il numero degli strumenti quotati su Mcw è salito da 1.611 a 2.290. Mercato primario In ottobre sono state realizzate due offerte pubbliche finalizzate all'ammissione a quotazione. L'offerta di Isagro (27-30 ottobre), interamente di sottoscrizione di nuove azioni, ha portato alla diffusione del 25,0% del capitale e alla raccolta di 15,9 milioni di euro. Quella di Trevisan (29-31 ottobre) - 75% Ops, 25% Opv - ha portato alla diffusione del 50,2% del capitale e alla raccolta di 34,2 milioni di euro. Nel mese è stato conclusa l'operazione di aumento di capitale di Gruppo Coin che ha portato alla raccolta di 79 milioni di euro. La quota di inoptato è stata estremamente ridotta (0,9%). Sono state inoltre concluse tre Opa: la residuale di Wide Design su Italdesign Giugiaro (consegnato il 71,7% delle azioni richieste, per un valore di 11,4 milioni di euro), quella volontaria di Roland Corporation su Roland Europe (53,9% e 7,3) e quella obbligatoria di Arena Holding su Roncadin (con sole 2.225 azioni consegnate su un totale di 88,9 milioni). Scambi In ottobre gli scambi azionari (147.700 contratti e 2,62 miliardi di euro al giorno) sono calati rispetto al mese precedente (-14,0% i contratti, -10,9% il controvalore). Nel periodo gennaio-ottobre la media giornaliera si è attestata a 149.300 contratti e a 2,68 miliardi di euro (-4,3% e +8,7% sul corrispondente periodo del 2002). Nel dettaglio, in ottobre la media giornaliera è stata di 136.800 contratti e 2,57 miliardi di euro per le azioni quotate in Borsa e di 10.600 contratti e 47,1 milioni di euro per quelle del Nuovo Mercato. La dimensione media dei contratti su azioni (Borsa, fase diurna) ha proseguito la fase di crescita, passando dai 18.800 euro di settembre a 19.000 euro, poco al di sotto della media dell'anno in corso. In crescita anche la dimensione media degli scambi diurni di azioni del Nuovo Mercato, saliti da 4.100 a 4.500 euro. Stmicroelectronics si è nettamente confermata come l'azione più scambiata nel mese per controvalore, con il 19,2% degli scambi totali, seguita da Eni (9,5%), Tim (8,0%) e Telecom Italia (7,8%). Gli scambi di covered warrant sono stati invece interessati dalla prosecuzione di una fase di ripresa, sia in termini di controvalore (media giornaliera 61,6 milioni di euro, +9,4% su settembre) che in termini di contratti negoziati (18.000 al giorno, +4,7% su settembre). Nel periodo gennaio-ottobre la media giornaliera si è attestata a 17.500 contratti e a 41,0 milioni di euro. Il controvalore degli scambi del mese è risultato il più elevato dal luglio 2002. Gli scambi dell'after hours si sono mantenuti sui livelli del mese precedente, con una media giornaliera di 35,5 milioni di euro e 4.900 contratti. Nel periodo gennaio-ottobre la media giornaliera si è attestata a 28,5 milioni di euro e a 5.100 contratti. Gli Etfs, negoziati dalla fine del settembre 2002, hanno fatto registrare in ottobre una media giornaliera di 257 contratti e 7,3 milioni di euro. La dimensione media dei contratti è risalita a 28.300, confermando in ogni caso la crescente partecipazione di investitori retail. Gli scambi dei titoli a reddito fisso del Mot sono cresciuti a 668 milioni di euro (livello più elevato dal giugno 2002, +22,8% su settembre, +16,9% sull'ottobre 2002), per le obbligazioni private a 32,7 (+4,0% e +5,4%). Nel periodo gennaio-ottobre 2003 la media giornaliera di scambi di titoli di Stato ha raggiunto i 527 milioni di euro, quella delle obbligazioni private i 36,2 milioni di euro. Anche l'Euromot ha evidenziato una crescita dell'attività di negoziazione, con una media giornaliera di 14,1 milioni di euro (+1,3% su settembre e +50,7% sull'ottobre 2002). Nel periodo gennaio-ottobre 2003 la media giornaliera del controvalore è stata pari a 14,8 milioni di euro, +59,7% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Sul mercato Idem i futures sul Mib30 hanno fatto registrare una media giornaliera di 14.600 contratti standard, il miniFib è sceso a 8.600 contratti standard al giorno e le opzioni sul Mib30 hanno registrato una media di 8.600 contratti standard. Gli scambi di futures su azioni sono risultati stabili su una media di 1.200 contratti standard giornalieri mentre le opzioni su azioni sono scese dai valori elevati del mese precedente a una media di 28.900 contratti standard. Nel periodo gennaio-ottobre la media giornaliera dell'Idem si è attestata a 71.900 contratti standard, con una crescita del 6,6% sul corrispondente periodo del 2002. I futures su Mib30 (17.500 contratti standard al giorno -9,7%) risultano in calo, le opzioni su Mib30 (10.000 e -1,0%) sono stabili, mentre miniFib (10.800, +31,1%), futures su azioni (2.000, +409,7%, ma bisogna considerare che gli strumenti sono negoziati solo dal luglio 2002) e opzioni su azioni (31.700, +6,8%) evidenziano una crescita.

UNICREDIT SI CONFERMA LEADER DI REDDITIVITÀ IN ITALIA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2003: UTILE NETTO A 1.581 MLN (+9,1% A/A) E ROE AL 18,9% MARGINE D'INTERMEDIAZIONE +2% A/A
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Unicredito Italiano ha approvato il 13 novembre i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2003 (1). L’utile netto del Gruppo nei primi nove mesi dell’anno si attesta a 1.581 milioni, in aumento del 9,1% sul corrispondente periodo del 2002. L’evoluzione trimestrale presenta un utile nel terzo trimestre pari a 449 milioni, in crescita dell’1,8% sul terzo trimestre 2002, consolidando i progressi registrati nella prima parte dell’anno. L’utile netto, prima delle imposte, aumenta nei nove mesi del 4,5% a/a e nel trimestre del 2,7% a/a. Il Roe si porta al 18,9%, in termini annualizzati, rispetto al 18,4% dei primi nove mesi del 2002 ed al 17,2% dell’intero esercizio del 2002. La formazione del risultato di gestione L’attività del Gruppo ha mostrato una dinamica positiva, anche legata ai primi effetti derivanti dalla riorganizzazione societaria avviata nell’esercizio precedente, in un contesto caratterizzato da debolezza del ciclo economico e da un ulteriore calo dei tassi d’interesse. In tale scenario, il risultato di gestione, ha mostrato, da inizio anno, una crescita del 2,9% a/a (3.731 milioni), risultante da un incremento del 2% del margine d’intermediazione (+3,7% a cambi costanti) accompagnato da un contenuto aumento dei costi operativi (+1,2% a cambi storici, +2,9% a cambi costanti). Il confronto rispetto all’anno precedente è peraltro negativamente influenzato dall’effetto dei cambi per la svalutazione dello zloty polacco e del dollaro rispetto all’euro (rispettivamente dell’11,5% e del 15,4% nei dodici mesi). Al netto di tale effetto il risultato di gestione nei primi nove mesi dell’anno registra, infatti, un incremento del 4,5% a/a. Il terzo trimestre ha evidenziato un’evoluzione particolarmente positiva con un aumento del 7,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente (+10,4% a cambi costanti) principalmente grazie al sensibile contenimento delle altre spese amministrative (-8,9% a/a). Il rapporto tra costi e ricavi si mantiene su un livello di eccellenza a 52,9%, in diminuzione rispetto al 54,6% di fine anno e al 53,3% del settembre 2002. Il margine d’interesse, inclusi i dividendi e gli utili sulle società valutate al patrimonio netto (209 milioni rispetto a 166 milioni nei primi nove mesi del 2002, +25,9% a/a), si attesta a 3.853 milioni, un livello inferiore del 3,6% (-1,9% a cambi costanti) rispetto all’anno precedente. Nel terzo trimestre la riduzione è stata del 7,1% a/a (-5,0% a cambi costanti). L’evoluzione del margine d’interesse, al netto dei dividendi e altri proventi su partecipazioni (-4,8% nei primi nove mesi rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente) sconta in pieno l’effetto della riduzione dei tassi di mercato sia in Italia sia in Polonia. Le commissioni nette, pari a 2.458 milioni, registrano un incremento dell’1,4% a cambi storici e del 3,2% a cambi costanti. Il terzo trimestre in particolare, registra un aumento dell’8,4% (+11,2% a cambi costanti) sul corrispondente trimestre 2002. La crescita dei primi nove mesi dell’anno è supportata dall’andamento delle commissioni relative sia a servizi bancari tradizionali (ad es. Crediti di firma e finanziamenti) sia a servizi di gestione e amministrazione del risparmio (+0,3% a/a, +9,1% nel trimestre). All’interno di quest'ultimo aggregato mantengono un profilo di crescita elevato le commissioni sul collocamento di prodotti assicurativi (4,8 miliardi di nuova produzione, +20,2% a/a), e quelle relative al collocamento titoli. Si riducono, invece, le commissioni sui fondi d’investimento, nonostante una forte crescita della raccolta netta di Pioneer (6,6 miliardi, +282% da inizio anno), per effetto della ricomposizione del portafoglio della clientela da fondi azionari e bilanciati a obbligazionari e monetari. Nell’ultimo trimestre si è evidenziato un recupero del peso della componente azionaria sul totale degli asset gestiti. I profitti da operazioni finanziarie raggiungono i 1.047 milioni, un livello superiore di circa 25% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (+26,4% a cambi costanti). Tale crescita è stata ancora sostenuta dallo sviluppo dell’attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate. Il terzo trimestre conferma una dinamica positiva con un aumento del 20% (a cambi costanti) sul terzo trimestre 2002. I costi operativi, pari a 4.193 milioni, registrano una crescita contenuta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,2% a cambi storici e +2,9% a cambi costanti) ed includono 55,5 milioni di spese una tantum relative al progetto S3. Il terzo trimestre presenta una riduzione (-2,7% sul terzo trimestre 2002) principalmente spiegata da risparmi realizzati nelle altre spese amministrative. Le spese per il personale si attestano a 2.446 milioni, in crescita del 3,1% a/a (+4,7% a cambi costanti), ma in rallentamento nell’ultimo trimestre (+1,0%, +3,2% a cambi costanti). L’aumento è attribuibile principalmente al potenziamento dei settori dell’Investment Banking, delle Nuove Iniziative (Unicredit Banca per la Casa e Clarima), e agli incrementi derivanti dall’applicazione delle nuove tabelle retributive, solo in parte assorbiti dagli effetti della diminuzione dell’organico di oltre 1.284 unità da settembre 2002 a settembre 2003. Le altre spese amministrative si riducono del 2,5% a/a (-0,7% a cambi costanti) con una contrazione ancor più significativa nel terzo trimestre (-8,9%, -6,6% a cambi costanti sul terzo trimestre 2002), concentrata in particolare nei compensi a professionisti esterni (-22,9% a/a) e nelle spese di trasporto, noleggio e altri oneri inerenti i viaggi (-18,2% a/a). Le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali crescono infine del 4% rispetto ai primi nove mesi del 2002, un aumento determinato principalmente dagli investimenti It in Nuova Europa. La formazione dell’utile netto Tenuto conto di accantonamenti e rettifiche per complessivi 925 milioni (1.035 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente, -10,6% a/a), si perviene ad un utile ordinario per i primi nove mesi del 2003 di 2.806 milioni, in crescita dell’8,3% a/a. In particolare si registrano: rettifiche di valore su avviamenti e su differenze positive di consolidamento per 204 milioni (186 milioni nei primi nove mesi dell’anno precedente), di cui circa 88 milioni relativi al Gruppo Pioneer e circa 52 milioni a Pekao. L’aumento è spiegato dalle rettifiche sulle nuove acquisizioni (tra cui Zivnostenska, Momentum, Koc) per 32 milioni in parte compensato con un effetto cambi positivo di circa 15 milioni sulla rettifica del goodwill di Pioneer. Accantonamenti a fondi rischi ed oneri per 156 milioni contro i 69 milioni nel corrispondente periodo dell’anno precedente. In tale importo sono compresi stanziamenti relativi a revocatorie, e cause in corso e altri rischi; rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni, al netto delle riprese, per 561 milioni, in riduzione del 18,2% rispetto ai 686 milioni dei primi nove mesi del 2002. La riduzione è sostanzialmente concentrata nella Divisione New Europe (minor rettifiche nette per 199 milioni, 167 al netto dell’effetto cambi), per la presenza, nell’esercizio 2002, di rettifiche a carattere straordinario nelle valutazioni dei crediti del Gruppo Pekao. La consistenza delle rettifiche di valore su crediti in bonis aumenta di 135 milioni da inizio anno (di cui 53 milioni nel solo terzo trimestre) portandosi a 1.087 milioni. Rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie (al netto delle riprese) per 4 milioni contro gli 85 milioni dei primi nove mesi del 2002 (questi ultimi prevalentemente riferiti a Kataweb e Commerzbank). L’apporto della componente straordinaria è stato positivo a tutto settembre per 55 milioni, contro 147 milioni dell’anno precedente ma negativo per 15 milioni nel solo terzo trimestre. Le imposte sul reddito sono pari a 1.170 milioni (+1,7% sui primi nove mesi del 2002), pari al 40,9% dell’utile lordo. L’utile d’esercizio si porta così su un livello di 1.691 milioni, in crescita del 6,6% sul corrispondente periodo del 2002. Dopo l’assegnazione dell’utile a terzi per 110 milioni (138 milioni nel 2002), si perviene all’utile netto di pertinenza del Gruppo di 1.581 milioni, in aumento del 9,1% rispetto ai 1.449 milioni dell’anno precedente. I principali aggregati patrimoniali In un contesto di mercato caratterizzato da un relativo recupero del credito al settore privato, il Gruppo ha evidenziato una crescita degli impieghi (+4,6% a/a, al netto delle operazioni pronti contro termine, e 1,2% nei primi nove mesi). Considerando anche le operazioni pronti contro termine, che hanno evidenziato una marcata contrazione sia su settembre 2002 (-59,6%), sia rispetto a giugno 2003 (-14%), il complesso dei crediti verso clientela si porta a 117,8 miliardi (+1,1% su giugno 2003, +3,0% su settembre 2002). I crediti dubbi con clientela si attestano a 4.535 milioni, in aumento del 5,2% sul dicembre 2002, con un’incidenza sul totale dei crediti verso clientela che passa dal 3,73% di dicembre 2002 al 3,85% di settembre 2003. La lieve riduzione del rapporto di copertura (47,3% rispetto al 48% di fine dicembre) è però accompagnata da un miglioramento del rapporto tra rettifiche di valore generiche e totale crediti in bonis (da 0,85% di dicembre 2002 a 0,95% di settembre 2003). Le sofferenze, pari a 2.308 milioni, registrano un incremento del 6,8% su fine anno e si portano, in rapporto al totale dei crediti, all’1,96% (1,87% a dicembre). Il rapporto di copertura è pari al 59,8%. Il complesso della massa amministrata della clientela del Gruppo è pari a un livello di circa 355 miliardi (+7,2% su fine settembre 2002). All’interno dell’aggregato si registra una significativa ricomposizione a favore della raccolta indiretta che si porta al 64,9% del totale, dal 62,6% di settembre 2002. Più in dettaglio, la raccolta diretta si attesta a 124,8 miliardi, con una riduzione del 2% rispetto a fine giugno ma in crescita di circa l’1% su base annua. Al netto dei pronti contro termine (-1,3% a/a) e dei debiti rappresentati da titoli (-2,2% a/a), la raccolta diretta cresce del 2,5% a/a. La dinamica della raccolta indiretta da clientela consolida il trend di crescita sostenuta dai positivi flussi di raccolta netta. La sua consistenza a valori di mercato si porta a 230 miliardi (+1,7% nel trimestre, +10,9% nei dodici mesi), grazie all’aumento sia della componente amministrata (+12% a/a, +2,2% nel trimestre), sia di quella gestita (+9,8% a/a, +1,1% nel trimestre). Al 30 settembre 2003 le attività della clientela gestite dal Gruppo, comprensive della liquidità e dei titoli di propria emissione, si sono attestate a 109,5 miliardi (+10,1% a/a, +1% nel terzo trimestre). Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo si attesta al 30 settembre 2003 a 12.757 milioni. Il Core Tier 1 Ratioè stimato al 6,93%, il Total Capital Ratio all’11,18%. A fine settembre il Gruppo aveva un organico di 68.439 dipendenti (in riduzione di 1.284 unità da settembre 2002), una rete di 4.558 sportelli e 1.581 promotori. Unicredit Banca Unicredit Banca archivia i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 600,1 milioni. Il margine di interesse, pari a 1.659,9 milioni, insieme ai proventi da intermediazione e diversi (1.465,6 milioni) e ai dividendi di competenza (141,8 milioni), portano il margine di intermediazione della banca a 3.267,3 milioni. Le spese amministrative, pari a 1.940,7 milioni, sono costituite per il 56% dal costo del personale, per il 38,% dai costi operativi funzionali e per il restante 6% dalle imposte indirette. Il conseguente risultato di gestione raggiunge i 1.249,1 milioni. La massa amministrata per conto della clientela ammonta, alla fine di settembre 2003, a 164.645 milioni (164.104 milioni al 30 giugno 2003) dei quali 51.801 milioni riguardano la raccolta diretta e 112.844 milioni la raccolta indiretta, con una composizione attribuibile per circa il 57% al risparmio amministrato ( 63.196 milioni) e, per il restante, al risparmio gestito che ha raggiunto i 49.648 milioni. Nell’ambito del risparmio amministrato, in crescita del 3,3% nei primi nove mesi dell’anno, è significativo l’incremento della componente relativa ai titoli non azionari, quantificabile in circa 4.244 milioni (+9,4%). Per quanto riguarda il risparmio gestito, la crescita del 2% rispetto all’inizio d’esercizio, è riconducibile in buona parte all’apporto del settore banca-assicurazione il cui flusso lordo raggiunge i 4.277 milioni. I crediti alla clientela ammontano a complessivi 38.295 milioni (+2,4% rispetto all’inizio dell’anno). La principale componente dell’aggregato è rappresentata dai mutui il cui ammontare ha superato i 26.100 milioni (+7% rispetto all’1.1.03). Unicredit Banca opera con una struttura formata da 2.755 agenzie dislocate su tutto il territorio nazionale, e col supporto di 23.817 dipendenti, dei quali il 91% destinato alla rete commerciale. Unicredit Banca d’Impresa Unicredit Banca d’Impresa ha chiuso i primi nove mesi del 2003 con un utile netto di 400,7 milioni. Un margine di interesse di 891,9 milioni, unito al contributo dei servizi, pari a 491,4 milioni, hanno determinato una consistenza del margine di intermediazione pari a 1.383,3 milioni. Dedotti i costi operativi, Unicredit Banca d’Impresa ha prodotto nel periodo un risultato lordo di gestione di 984,3 milioni. Dal lato patrimoniale, a fine settembre il totale dell’attivo si è attestato a 50.677 milioni, costituito per più dell’87% dai crediti verso la clientela, che ammontano a 44.191 milioni, in crescita di 8 punti percentuali rispetto al dato di inizio anno. I crediti in sofferenza (516,1 milioni di euro) rappresentano l’1,16% del credito erogato alle imprese clienti (al lordo delle svalutazioni l’incidenza è dell’1,89%). Sul versante del passivo, la raccolta diretta ammonta a 9.644 milioni ed è pressoché interamente costituita da giacenze in conto corrente. La raccolta indiretta ammonta a 31.000 milioni di euro. Il personale di Unicredit Banca d’Impresa in servizio a fine giugno era di 3.705 unità, l’88% delle quali impiegate nella rete commerciale, composta di 211 filiali e 46 centri estero. Il patrimonio netto della banca, comprensivo dell’utile di periodo, si attesta a 4.072 milioni di euro. Unicredit Private Banking Al 30 settembre 2003 i risultati della banca evidenziano un utile netto di 58,6 milioni. Il margine di intermediazione ammonta complessivamente a 231,2 milioni e il risultato di gestione raggiunge i 110,2 milioni. Unicredit Private Banking si avvale di 560 gestori di relazione in 153 filiali - diffuse su tutto il territorio nazionale - e fornisce i propri servizi a circa 45.000 nuclei familiari, amministrando masse per circa 37 miliardi, in linea con i dati di giugno. Per quanto riguarda il rientro di capitali (scudo Fiscale) alla scadenza del termine per l’adesione al provvedimento sono stati raccolti dal Gruppo circa 1,15 miliardi, di cui poco meno dell’80% da Unicredit Private Banking e sue partecipate. Relativamente ai risultati delle controllate, Cordusio Fiduciaria al 30 settembre amministra masse per 7,1 miliardi ed evidenzia un utile netto di 3,1 milioni. Unicredit Private Asset Management Sgr chiude con un utile netto prossimo ai 156 mila euro, con masse per circa 6,3 miliardi (quasi interamente di clienti Unicredit Private Banking). Completano il quadro delle partecipate le controllate estere (Banca Agricola Commerciale della Repubblica di San Marino, Banque Monégasque de Gestion e Unicredit Suisse Bank), che nei primi nove mesi hanno realizzato un utile netto complessivo pari a 11,5 milioni. In Nuova Europa i primi nove mesi dell’anno si sono chiusi con un forte miglioramento della redditività (utile netto a 243 milioni, +33,2% a/a a cambi costanti, +8,6% nel terzo trimestre rispetto al corrispondente periodo nel 2002) principalmente dovuto al positivo contributo delle commissioni (+25% a/a a cambi costanti), sostenute da buoni risultati commerciali in tutte le banche dell’area, e alla riduzione del costo del rischio in banca Pekao.

CAPITALIA APPROVATA LA TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2003: IN FORTE PROGRESSO NEI PRIMI NOVE MESI COMMISSIONI NETTE +7,9% RISULTATO LORDO DI GESTIONE +101,9% UTILE NETTO A € 112 MLN (CONTRO PERDITA € 281 MLN)
Roma, 17 novembre 2003 - Gli effetti delle azioni previste dal Piano Industriale 2003-2005 del Gruppo Bancario Capitalia si sono pienamente manifestati nel terzo trimestre dell’anno portando a risultati complessivi, per i primi nove mesi, in forte miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente e in linea con gli obiettivi di budget/piano industriale che, in più di un caso, sono stati superati. E’ quanto si ricava dalla relazione trimestrale approvata dal Consiglio di Amministrazione di Capitalia, riunitosi ieri in serata sotto la Presidenza di Cesare Geronzi. La relazione, in particolare, evidenzia che i principali indicatori gestionali mostrano un rilevante recupero di efficienza e di produttività del Gruppo nel suo insieme. Nei primi nove mesi dell’anno crescono, con tassi significativi, le commissioni nette (+7,9%), il margine di 2 intermediazione (+10,3%), il risultato lordo di gestione (+101,9%), portando il risultato consolidato di gruppo da un perdita di € 281 milioni dei primi nove mesi del 2002, a un utile di € 112 milioni. Inoltre, sul trimestre si riflettono positivamente: • l’attuazione di una rigorosa politica di riduzione dei costi operativi (-7,2%), sotto il profilo sia delle risorse umane, sia delle spese amministrative e di funzionamento (queste ultime -16% rispetto allo stesso periodo del 2002); • una gestione finanziaria improntata all’assunzione di un bassissimo livello di rischio, il cui risultato segnala una inversione di tendenza con il passaggio da un perdita di € 86 milioni a profitti per € 261 milioni; • un’ulteriore diminuzione dell’ammontare delle rettifiche nette e degli accantonamenti (-24%), frutto del notevole miglioramento complessivo della qualità dei crediti che registra la significativa diminuzione delle sofferenze nette (-11,5%) e degli incagli netti (-31,4%) rispetto ai primi nove mesi 2002 e di una erogazione del credito più efficace e allineata alle best practice internazionali. L’ammontare delle rettifiche peraltro beneficia di un sostanziale incremento delle riprese di valore (+56%) nell’ambito dell’attività di recupero del credito gestita dalla capogruppo. Sul piano operativo vanno segnalati, infine, i risultati conseguiti, nella gestione del risparmio, dalle reti commerciali che hanno raggiunto obiettivi di rilievo, con volumi di vendita pari a € 1.074 milioni, in crescita del 22% rispetto alla media dei primi due trimestri, grazie soprattutto al lancio di nuovi prodotti. Dati economici consolidati Risultati dei primi nove mesi 2003 Il margine di interesse è pari a € 1.847 milioni, con un calo del 3,3% rispetto al corrispondente periodo 2002, dovuto alla flessione dei volumi intermediati e dei margini con la clientela, registratasi in presenza di una ulteriore sensibile riduzione del tasso interbancario a breve termine, pur parzialmente bilanciata da un’attiva gestione dello spread, che ha mantenuto lo spread di Gruppo a livelli superiori rispetto al sistema bancario. Le commissioni nette ammontano a € 999 milioni, in significativa crescita (+7,9%) rispetto ai primi nove mesi del 2002. Tale dato riflette, tra l’altro, la positiva dinamica dei collocamenti di prodotti finanziari innovativi (prodotti strutturati), e l’azione commerciale tesa a riequilibrare l’asset mix. I profitti da operazioni finanziarie, pari a € 261 milioni, si confrontano con una perdita di € 86 milioni nel corrispondente periodo 2002, confermando il positivo andamento nel 2003, in cui un significativo contributo proviene dall’attività di strutturazione di prodotti finanziari. Nonostante la volatilità del mercato obbligazionario, si mantengono stabili il Value at Risk e il contributo dell’attività di trading. I dividendi e i risultati delle partecipazioni valutate a patrimonio netto mostrano un saldo positivo di € 55 milioni, rispetto a € 59 milioni al 30 settembre 2002. 3 Gli altri proventi netti, pari a € 318 milioni, risultano in riduzione di circa l’8% rispetto ai primi nove mesi 2002. Il margine di intermediazione è pari a € 3.481 milioni, con una crescita del 10,3% sui dati 2002, in linea con gli obiettivi di budget e con le indicazioni del Piano Industriale. I costi operativi ammontano a € 2.458 milioni, in riduzione del 7,2% sul corrispondente periodo 2002, e comprendono spese per il personale per € 1.330 milioni e altre spese amministrative per € 813 milioni. Il costo del personale, grazie alle uscite registrate a partire dal secondo trimestre 2003, evidenzia nel terzo trimestre una significativa tendenza alla diminuzione, mentre su base annua tale costo risulta sostanzialmente stazionario. Le altre spese amministrative confermano la significativa riduzione registrata a partire dall’ultimo trimestre 2002: su base annua la riduzione è del 16,1%, a conferma della validità degli interventi strutturali. Le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali sono di € 315 milioni, anch’esse in sensibile riduzione (- 11%) rispetto ai primi nove mesi 2002, anche se in leggero aumento nel terzo trimestre 2003 rispetto al trimestre precedente a causa anche degli investimenti in tecnologie informatiche. Il risultato lordo di gestione si attesta a € 1.022 milioni, ossia più del doppio del valore consuntivato al 30 settembre 2002. L’incremento, di oltre € 516 milioni, è dovuto a maggiori ricavi per € 326 milioni (+10,3% rispetto al 2002) e a minori costi per € 190 milioni, in calo, come già ricordato, del 7,2% rispetto al 2002. Le rettifiche nette e gli accantonamenti sono complessivamente pari a € 808 milioni, in significativa riduzione (-24%) rispetto ai € 1.063 milioni del corrispondente periodo 2002, grazie principalmente ad un forte miglioramento della qualità degli asset. In dettaglio, sono in calo le rettifiche nette di valore sui crediti e gli accantonamenti al fondo rischi su crediti (€ 552 milioni contro € 742 milioni, un calo superiore al previsto per un rilevante contributo dei write back), gli accantonamenti per rischi ed oneri (€ 173 milioni contro € 179 milioni) e le rettifiche nette su immobilizzazioni finanziarie (€ 83 milioni contro € 142 milioni). L’utile delle attività ordinarie è pari dunque a € 214 milioni, contro una perdita di € 557 milioni nei primi nove mesi 2002. Il risultato straordinario è positivo per € 121 milioni, contro € 243 milioni dei primi nove mesi 2002, e riflette la plusvalenza, pari a € 100 milioni al netto dei costi, realizzata con la cessione del ramo aziendale relativo all’intera azienda bancaria di Entrium. L’utile ante imposte è di € 335 milioni, contro una perdita di € 314 milioni consuntivata nei primi nove mesi 2002. Dopo l’accantonamento di € 197 milioni per imposte sul reddito del periodo e un utile di pertinenza di terzi per € 26 milioni, l’utile consolidato di Gruppo è di circa € 112 milioni, superiore al budget e alle indicazioni del Piano Industriale, a fronte, invece, della perdita di € 281 milioni registrata nei primi nove mesi 2002. Risultati del 3° trimestre 2003 In termini generali, l’andamento del trimestre è in linea con la dinamica registrata nella prima parte dell’esercizio, caratterizzata da un’apprezzabile crescita dei ricavi e da una significativa riduzione dei costi operativi e delle rettifiche. 4 Il margine di interesse è pari a € 601 milioni, in lieve calo rispetto a € 620 milioni del terzo trimestre 2002, principalmente a causa del calo delle risorse intermediate e della ulteriore riduzione dello spread conseguente alla discesa dei tassi di mercato. Le commissioni nette, pari a € 338 milioni, sono in crescita del 15,8% rispetto al terzo trimestre 2002. I profitti da operazioni finanziarie, pari a € 85 milioni, si confrontano con una perdita di € 28 milioni nel terzo trimestre 2002. I dividendi e i risultati delle partecipazioni valutate a patrimonio netto mostrano un saldo positivo di € 9 milioni, in linea col trimestre di raffronto. Gli altri proventi netti, pari a € 115 milioni, sono in linea col terzo trimestre 2002. Il margine di intermediazione, pari a € 1.148 milioni, cresce di oltre il 13% rispetto a € 1.012 milioni nel terzo trimestre 2002. I costi operativi ammontano a € 822 milioni, in calo di oltre il 13% rispetto a € 948 milioni nel corrispondente trimestre 2002. Il risultato lordo di gestione si attesta pertanto a € 326 milioni, oltre cinque volte il risultato di € 64 milioni registrato nel terzo trimestre 2002, grazie a maggiori ricavi per € 136 milioni e minori costi per € 126 milioni. Dopo rettifiche nette e accantonamenti per complessivi € 259 milioni (- 17,8% rispetto a € 315 milioni del terzo trimestre 2002), il risultato delle attività ordinarie è positivo per € 67 milioni, contro una perdita di € 251 milioni nel corrispondente periodo 2002. Il risultato straordinario è positivo per 101 milioni, in linea con il 2002. Il risultato ante imposte è positivo per € 168 milioni, contro una perdita di € 156 milioni nel trimestre di raffronto. Dopo l’accantonamento di € 97 milioni per imposte sul reddito del periodo e un utile di pertinenza terzi per € 19 milioni, l’utile consolidato di Gruppo nel terzo trimestre 2003 è di € 52 milioni, che si confronta con una perdita di 124 milioni nel terzo trimestre 2002. Dati patrimoniali consolidati I dati patrimoniali al 30 settembre 2003 mostrano, per l’attività con la clientela, una marginale riduzione rispetto ai valori di fine giugno 2003. Tale dinamica trova spiegazione in larga misura nell’andamento dell’intermediazione delle filiali estere del Gruppo. Gli impieghi con la clientela ammontano a € 73.436 milioni, rispetto a € 74.689 milioni al 30 giugno 2003 (al netto di € 4.479 milioni relativi a Entrium e ad altre Società nel frattempo uscite, nel periodo, dal perimetro di consolidamento) e a € 76.170 milioni al 31 dicembre 2002. La marginale riduzione riflette principalmente un contesto di mercato improntato a cautela e ad una ulteriore riduzione degli impieghi erogati dalla rete estera della Banca di Roma. Peraltro, anche nel mercato domestico sono proseguiti gli interventi finalizzati a migliorare l’economicità e il merito creditizio. 5 In termini di qualità degli asset si registra un sensibile miglioramento nonostante le perduranti incertezze dell’economia: al 30 settembre 2003 le sofferenze nette risultano in calo, rispetto sia al 30 settembre 2002 (-11,5%, passando da € 4.978 milioni a € 4.405 milioni), sia al 30 giugno 2003 (quando erano € 4.479 milioni), sia a fine 2002 (€ 4.556 milioni). Le sofferenze nette costituiscono il 6% dei crediti per cassa, una percentuale in linea sia con il dato del giugno corso sia con il dato di fine 2002. I crediti incagliati netti sono in calo del 31,4%, passando da € 2.850 milioni a € 1.955 milioni. I crediti classificati netti al 30 settembre 2003 rappresentano l’8,7% degli impieghi, contro il 10,1% al 30 settembre 2002. La raccolta diretta dalla clientela si attesta a € 70.982 milioni; era € 73.132 milioni al 30 giugno scorso (al netto di € 6.655 milioni riferiti a Entrium e ad altre Società escluse dal perimetro di consolidamento) e € 75.021 milioni al 31 dicembre 2002. Nel terzo trimestre 2003 il calo è riconducibile alla raccolta delle filiali estere, oltre che all’andamento della componente a vista nel mercato domestico. I debiti netti verso banche ammontano a € 10.677 milioni, rispetto a € 8.850 milioni al 30 giugno 2003 (al netto dei crediti verso banche della Società escluse dal perimetro di consolidamento per € 1.121 milioni). La raccolta indiretta dalla clientela, in aumento dello 0,7% rispetto al 30 giugno 2003, ammonta a circa € 96.900 milioni, di cui: circa € 10.900 milioni riserve tecniche assicurative; circa € 37.100 milioni risparmio gestito; circa € 48.800 milioni amministrazione di titoli in deposito. Il portafoglio titoli ammonta a € 14.117 milioni (di cui € 5.884 milioni immobilizzati, € 8.233 milioni non immobilizzati), in apprezzabile crescita rispetto a € 12.899 milioni a fine giugno 2003 (al netto di 1.254 milioni di pertinenza Entrium e delle società escluse). Il dato di fine 2002 risultava comunque più elevato (€ 16.510 milioni). Le partecipazioni sono pari a € 3.096 milioni, con un aumento di oltre il 5 % rispetto al dato a fine giugno 2003 (€ 2.938 milioni), in larga misura legato alla sottoscrizione dell’aumento di capitale in Cisalpina Previdenza da parte di Fineco Verwaltung per € 155 milioni. Le passività subordinate si riducono rispetto al 30 giugno 2003, attestandosi a € 3.325 milioni, contro € 3.429 milioni al 30 giugno 2003. Il Tier 1 ratio, il principale indicatore di solidità patrimoniale, ha raggiunto al 30 settembre 2003 il 6,7%, superiore al target di 6,5% fissato per l’anno in corso, ed in crescita di 1,4 punti percentuali rispetto alla fine del 2001. Il Risk Weighted Asset (Attivo Ponderato per il Rischio) al 30 settembre 2003, pari a circa € 91,1 miliardi, è in calo di € 2,1 miliardi rispetto al 30 giugno 2003 a causa della cessione di Entrium. Continua il processo di riallocazione dei Rwa verso il core business costituito dal credito a clientela domestica, la cui incidenza sul totale dei Rwa è salita di quasi 9 punti percentuali dalla fine del 2001. 6 Eventi successivi alla chiusura del trimestre Il 10 ottobre 2003 Finecogroup e Sara Assicurazioni hanno stipulato un contratto per la cessione a quest’ultima del 51% del capitale di Holding Banca della Rete. Il closing è previsto entro l’anno. Il 15 ottobre 2003 Cisalpina Previdenza ha acquisito da Toro Assicurazioni il 47,5% di Roma Vita per € 245 milioni. A seguito questa operazione Finecogroup controlla il 95% di Roma Vita. Il 16 ottobre 2003 le assemblee di Roma Vita e di Cisalpina Previdenza hanno approvato la fusione per incorporazione della prima nella seconda, dando vita a Fineco Vita S.p.a. L’operazione, finalizzata alla creazione del polo assicurativo del Gruppo Capitalia, punta a sviluppare sinergie in termini di prodotti, canali, servizi e tecnologie. Il 22 ottobre 2003 è stato perfezionato e sottoscritto il nuovo Patto di sindacato fra alcuni azionisti della Società, con durata triennale e al quale sono state apportate quote complessivamente pari al 29,579% del capitale sociale. Tale Patto, che raccoglie primari operatori industriali e finanziari, italiani e stranieri, oltre ad alcune importanti istituzioni, è finalizzato a stabilizzare l’assetto proprietario e rafforzare le strategie di lungo periodo del Gruppo, supportando l’attuazione del Piano Industriale 2003-2005, e a riunire un gruppo di investitori, il cui obiettivo è la creazione di valore a lungo termine per tutti gli azionisti. Presidente del Patto è stato nominato dai soci Vittorio Ripa di Meana. Prevedibile evoluzione della gestione L’evoluzione economico-patrimoniale del Gruppo nei primi nove mesi del 2003 risulta in linea con le previsioni del Piano Industriale, pur in un contesto economico ancora scarsamente dinamico. L’attività di gestione ordinaria è attesa svilupparsi nell’ultimo trimestre dell’anno in linea con l’andamento registrato nei primi nove mesi dell’esercizio. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre esaminato ed approvato i termini di una operazione finalizzata all’acquisizione del Gruppo Cofiri, società di servizi finanziari per clienti corporate, istituzioni finanziarie e privati, già divisione finanziaria, sino al 2001, del Gruppo Iri. Tale operazione prevede che Capitalia acquisti il 100% di Cofiri ad un prezzo complessivo - salvo variazione in seguito a due diligence - di € 145 milioni, con uno sconto del 37% sul patrimonio netto contabile atteso di Cofiri al 31 dicembre 2003. Il Gruppo Tosinvest (Famiglia Angelucci) e Fineldo S.p.a. (società facente capo a Vittorio Merloni), attuali azionisti di Cofiri ciascuno con quote del 40%, investiranno € 88 milioni complessivi (€ 44 milioni ciascuno), per l’acquisto del 6% di Mcc (3% ciascuno), sulla base di un valore implicito del 100% di Mcc pari a € 1.460 milioni. Tale valore, che corrisponde a circa 2 volte il patrimonio netto, si confronta con una valutazione di € 1.200 milioni del giugno scorso in occasione della cessione di quote di Mcc agli attuali azionisti. Gli stessi Gruppo Tosinvest e Fineldo hanno manifestato il loro interesse ad investire € 28 milioni (€ 14 milioni ciascuno), in fondi private equity di Mcc-sofipa Sgr. 7 Questa operazione, dal punto di vista industriale e operativo, consente al Gruppo Capitalia di conseguire una serie di importanti risultati, tra i quali, in particolare: • l’acquisizione di un’attività di factoring altamente profittevole, con un portafoglio di oltre €550 milioni (al 1° semestre 2003) e quota di mercato al 2002 di circa il 5% (#6 in Italia), e con base di clientela costituita prevalentemente da società collegate al mondo ex-Iri; • l’acquisizione di un portafoglio di corporate lending di oltre € 1 miliardo, con margini ulteriormente migliorabili grazie al miglior costo della raccolta del Gruppo Capitalia. A seguito dell’acquisizione, le attività del Gruppo Cofiri saranno oggetto di interventi di razionalizzazione e ristrutturazione, che comprenderanno in sintesi: • l’integrazione del leasing/factoring e del corporate lending, all’interno del Gruppo Capitalia; • la dismissione/ razionalizzazione delle attività del Gruppo Cofiri considerate non core per Capitalia; • la fusione di Cofiri Spa con una società del Gruppo Capitalia con ulteriore razionalizzazione della struttura di corporate center. La struttura dell’operazione consentirebbe a Capitalia di effettuare l’acquisizione di Cofiri: -conservando gran parte delle risorse finanziarie all’interno del Gruppo Capitalia; -allargando l’azionariato di Mcc a due importanti realtà industriali italiane; -ricavando una importante plusvalenza, stimata in € 49 milioni, dalla cessione di quote Mcc e rendendo non significativo l’impatto dell’acquisizione sul Tier 1 ratio di Gruppo. Il closing della transazione è previsto entro la fine del corrente anno. Il piano di razionalizzazione e ristrutturazione di Cofiri, successivo all’eventuale completamento dell’operazione, non prevede alcuna integrazione con Mcc. Il Gruppo Cofiri, attivo nel campo dei prodotti e servizi finanziari per clienti corporate, istituzioni finanziarie e privati, è stato creato nel 1979 come divisione finanziaria del Gruppo Iri. Cofiri ha avuto un ruolo fondamentale nel rifinanziamento della stessa Iri e di varie società del Gruppo, con ruolo attivo nelle operazioni di tesoreria. Successivamente si è trasformata in una società con un’offerta completa di servizi finanziari, entrando fra l’altro, tra il 1996 e il 2000, nei settori della corporate finance, della gestione patrimoniale aziendale e della finanza strutturata. Nel febbraio 2001 la società è stata privatizzata con una operazione di leveraged buy-out. Gli attuali azionisti di Cofiri sono Gruppo Merloni (40%), Gruppo Angelucci (40%), e Gilberto Gabrielli.

GRUPPO MPS: RISULTATI DEI PRIMI NOVE MESI 2003: RISULTATO DI GESTIONE: +8,6% UTILE NETTO A 272 MILIONI DI EURO, IN CRESCITA RISPETTO AL DATO 2002 AL NETTO DELLE COMPONENTI NON RICORRENTI; ROE AL NETTO DEL GOODWILL AL 9,3%
Siena, 17 Novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, presieduto dal Prof. Pier Luigi Fabrizi, ha approvato il 13 novembre i risultati al 30/09/2003 della Banca e del Gruppo Mps. I principali risultati consolidati Sotto il profilo operativo e gestionale il Gruppo Mps ha conseguito risultati più che positivi, con riguardo all'importante crescita dei volumi intermediati e ai progressi fatti registrare dai principali aggregati reddituali. In particolare, per quanto riguarda gli aggregati patrimoniali, la raccolta diretta cresce dell'1,6% confermando una quota sul mercato domestico pari al 6,5%. La raccolta indiretta accelera ancora rispetto all'anno precedente (+3,9%) e alla dinamica di giugno (+1,6%) beneficiando di flussi di collocamento in ulteriore crescita (+47% sull'anno precedente). In tale ambito si evidenziano: oltre 3 miliardi di euro di premi assicurativi emessi (quota di mercato sui flussi del sistema 'bancassurance+poste' stimata sopra il 9,5%); 1,8 miliardi di euro di Fondi Comuni/sicav (quota di mercato sui flussi pari al 6,8%); 2,1 miliardi di euro di prodotti finanziari innovativi, ai quali si aggiungono 4 miliardi di euro di prodotti destinati alla copertura rischi dei clienti 'corporate'. All'interno della raccolta indiretta, il risparmio gestito si colloca a circa 42 miliardi di euro (+13,3% sull'anno precedente) con le Riserve Tecniche del comparto assicurativo in crescita del 24,8%. Gli impieghi alla clientela (quota sul mercato domestico pari al 6,3%) presentano un moderato calo rispetto a giugno e una crescita del 4,4% su settembre 2002, in gran parte alimentata dalla componente a protratta scadenza (per la quale si conferma una quota di mercato al 7%), sostenuta da erogazioni di mutui pari a circa 4,1 miliardi di euro (+18% sui primi nove mesi del 2002), nonché dallo sviluppo dei volumi di 'nuova produzione' dell'attività creditizia specializzata. In calo, invece, la componente a breve termine. Il rallentamento impresso alla dinamica degli assorbimenti patrimoniali ha consentito di migliorare ulteriormente il Tier 1 ratio, stimato al 6,2% (6,05% ad inizio anno) ed il coefficiente di solvibilità complessivo (9,3%, 8,8% ad inizio anno). L'incidenza dei crediti in sofferenza e ad incaglio netti sugli impieghi si attesta al 3.4%; il rapporto sofferenze nette/crediti vs. Clientela - sul quale incide la contrazione fatta registrare nel trimestre dagli impieghi -si conferma su livelli inferiori a quelli medi stimati per il Sistema (1,7% rispetto a 2,0%). Il grado di copertura 'complessivo' delle sofferenze, si attesta ad oltre il 55%. Sotto il profilo reddituale, la gestione caratteristica del Gruppo ha confermato anche nel terzo trimestre risultati soddisfacenti e sostanzialmente in linea con il percorso evolutivo programmato. Nell'ambito del margine di intermediazione, la componente di 'primaria qualità' (margine d'interesse+commissioni clientela) progredisce del 4,1% sull'analogo periodo del 2002, con una dinamica in accelerazione rispetto a quella fatta registrare a giugno (+3,6%). In particolare: Il margine di interesse (1.880 milioni di euro) presenta una crescita del 9,2%, in linea di continuità con il trimestre precedente. Le commissioni nette (975 milioni di euro) confermano i progressi fatti registrare nel secondo trimestre, migliorando ulteriormente la variazione anno su anno (-4,5% rispetto al -6,1% di giugno) che pure sconta - nel confronto - le note difficoltà di contesto che hanno penalizzato soprattutto la prima parte dell'esercizio. Tra le altre voci che concorrono alla formazione del margine da servizi si registra: la crescita (+230 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2002) dei 'profitti/perdite da operazioni finanziarie' che accolgono anche il positivo contributo dell'attività di strutturazione di prodotti finanziari innovativi da parte di Mps Finance; il maggior contributo delle società valutate a patrimonio netto (+16,8 milioni di euro); il calo degli altri proventi di gestione, che nel primo semestre 2002 avevano beneficiato di ricavi 'non caratteristici' per 137 milioni di euro. L'ammontare dei dividendi si attesta infine a 117 milioni di euro. Complessivamente, il margine d'intermediazione consolidato (3.554,5 milioni di euro) fa registrare un apprezzabile progresso rispetto a settembre 2002 (+3,0%) invertendo la tendenza evidenziata a giugno (-4,6%); al netto delle richiamate componenti 'non caratteristiche' il progresso si attesta al +10,7%. Le spese amministrative (2.167 milioni di euro) presentano un calo sia sul trimestre precedente (-1%), sia sull'analogo trimestre del 2002 (-0,2%), per una variazione complessiva annua pari a +0,5%, in ulteriore rallentamento rispetto alla dinamica di giugno (+0,9%). In particolare, i costi di personale registrano una dinamica su base annua (+0,8%) coerente con gli obiettivi di progressivo contenimento connessi alle azioni sviluppate ed in corso; le altre spese amministrative registrano anch'esse una crescita estremamente contenuta (+0,2%) per effetto di un calo pari al -1,6% dei 'costi operativi diretti', i quali assorbono le azioni di contenimento avviate, cui si contrappone la crescita delle imposte indirette (+4,4%) e delle spese di produzione del comparto Riscossione Tributi. Le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali, infine, si pongono a 252 milioni di euro, con una crescita annua (+1,5%) in sensibile rallentamento rispetto all'intero 2002 (+43,8%). Per effetto di tali andamenti il Risultato di Gestione si posiziona a 1.137 milioni di euro, in aumento del 8,6% rispetto ai primi nove mesi del 2002 e di circa il 41% rispetto all'aggregato depurato delle componenti non attinenti alla gestione caratteristica (cartolarizzazioni e dividendi straordinari). L'indice di cost/income (con ammortamenti) si attesta quindi al 68%, in calo di circa 2 punti percentuali rispetto a dicembre. Alla formazione del risultato concorrono inoltre rettifiche ed accantonamenti per complessivi 584 milioni di euro (387 milioni di euro nell'analogo periodo 2002). Pur in presenza di una ottima tenuta della qualità del credito e delle altre attività, nonostante uno scenario economico caratterizzatosi nel periodo per le condizioni di instabilità, la politica degli accantonamenti, da sempre ispirata a criteri di prudenzialità, consente di assicurare un ulteriore miglioramento del grado di copertura dei rischi. Al riguardo si evidenziano: a) rettifiche nette di valore su crediti per 320 milioni di euro (258 milioni di euro a settembre 2002) ispirate ai tradizionali criteri di prudenza e comprensive di 7,3 milioni di euro di svalutazione forfetaria su impieghi 'in bonis', nonché della quota di periodo (25 milioni di euro) relativa alle cartolarizzazioni non performing effettuate negli esercizi precedenti; b) rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie e altre attività per 57 milioni di euro (19 milioni di euro nel 2002); c) accantonamenti per 'rischi ed oneri' per 76 milioni di euro (27 milioni di euro nel 2002). A completare il quadro reddituale concorrono il saldo della gestione straordinaria (che si attesta a -12 milioni di euro, rispetto ai +47 del 2002) nonché imposte per 265 milioni di euro. L'utile netto consolidato si attesta pertanto a 272 milioni di euro, in crescita del 19,3% sull'analogo valore del 2002 ricostruito per tener conto del venir meno delle citate componenti di reddito non attinenti alla gestione caratteristica; l'utile netto consolidato del trimestre si posiziona a 77,4 milioni di euro contro gli 8,1 milioni di euro del terzo trimestre 2002; il roe si posiziona al 7,2% (12,1% al 31.12.2002) e al 9,3% al netto del goodwill.

J P MORGAN AND BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.P.A: JPMORGAN ANNUNCIA IL LANCIO DELL'OFFERTA DI EUR700 MILIONI DI FRESH PREFERRED SECURITIES CONVERTIBILI IN AZIONI ORDINARIE BMPS
Londra, 17 novembre 2003 - J.p. Morgan Securities Ltd. ("Jpmorgan"), in qualità di unico bookrunner e di lead manager, annuncia che sta iniziando l'attività di raccolta degli ordini (bookbuilding) in relazione all'offerta di Fresh (Floating Rate Equity-linked Subordinated Hybrid) Preferred Securities irredimibili, convertibili in azioni ordinarie Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.a. ("Bmps"). L'operazione permetterà di raccogliere all'incirca Eur700 milioni da computare nel patrimonio di base (Tier I capital) di Bmps. Il numero definitivo di azioni ordinarie sottostanti le Fresh Preferred Securities convertibili sarà determinato in base al prezzo di riferimento delle azioni ordinarie di Bmps al momento del pricing, al termine del periodo di bookbuilding. Le Fresh Preferred Securities convertibili sono offerte con una cedola pari all'Euribor a tre mesi maggiorato di un ammontare che potrà variare dallo 0.65% all'1.15% e con un premio iniziale di conversione tra il 25% ed il 30%. La cedola, il premio iniziale di conversione ed il prezzo di riferimento delle azioni ordinarie saranno determinati al momento del pricing. Le Fresh Preferred Securities convertibili non sono offerte al pubblico retail, e saranno collocate unicamente presso investitori istituzionali al di fuori degli Stati Uniti, in base alla Regulation S del U.s. Securities Act del 1933. Agli investitori istituzionali che al 13 novembre 2003 siano anche azionisti di Bmps, e che possano essere destinatari dell'offerta, potranno presentare ordini di sottoscrizione a Jpmorgan e riceveranno un trattamento preferenziale nel processo di collocamento. Jpmorgan ha preso atto della dichiarazione della Fondazione Monte dei Paschi di Siena (la "Fondazione"), contenuta nel comunicato stampa da questa circolato quest'oggi, con la quale la Fondazione stessa ha dichiarato il proprio sostegno all'operazione e manifestato l'intenzione di negoziare, presso investitori professionali, strumenti finanziari che le consentano in futuro la possibilità di sottoscrivere una quota delle Fresh Preferred Securities convertibili fino al 49% dell'offerta. Il completamento della documentazione ed il closing dell'operazione avverranno presumibilmente intorno al 30 dicembre 2003, subordinatamente all'autorizzazione della Banca d'Italia. L'operazione è altresì subordinata all'approvazione, da parte degli azionisti di Bmps, dell'aumento di capitale, con esclusione del diritto di opzione, a servizio della conversione delle Fresh Preferred Securities convertibili, che potrà essere concessa dall'assemblea straordinaria degli azionisti di Bmps, convocata dal consiglio di amministrazione di Bmps nel mese di gennaio 2004. Per informazioni: Gli azionisti che possono essere destinatari dell'offerta e che desiderano presentare degli ordini possono contattare Jpmorgan Equity Syndicate Desk al +44 20 7779 3480, prima della chiusura del collocamento

L’ASSEMBLEA DEI SOCI DEL CREDITO VALTELLINESE APPROVA L’AUMENTO DI CAPITALE
Sondrio, 17 novembre 2003 - L'assemblea straordinaria degli Azionisti del Credito Valtellinese, riunitasi il 15 novembre a Sondrio con la presenza di 1.769 Soci, ha approvato un progetto di un aumento di capitale concernente un aumento di capitale a pagamento ed aumento di capitale a servizio di una emissione di un prestito obbligazionario convertibile. Il progetto di aumento prevede l'offerta in opzione agli azionisti in ragione di n. 1 azione nuova a pagamento ogni n. 8 azioni vecchie possedute. Le nuove azioni saranno emesse al prezzo di € 6,900 di cui € 3,000 quale valore nominale e € 3,900 quale sovrapprezzo; contemporaneamente al pagamento delle azioni, è previsto a carico del sottoscrittore il versamento di un rimborso spese pari a € 0,10 per ogni nuova azione sottoscritta a pagamento con un massimo di € 150. Il controvalore totale di questo primo aumento di capitale a pagamento ammonterà a circa 50,7 milioni di euro. Per quanto concerne il prestito obbligazionario, le caratteristiche principali delle obbligazioni convertibili, la cui emissione unitamente all'aumento di capitale e a suo servizio, sono state sottoposte all'approvazione dell'Assemblea Straordinaria sono le seguenti: . Destinatari dell’offerta: le obbligazioni convertibili saranno offerte in opzione ai soci, in ragione di 1 obbligazione ogni 200 azioni possedute; . Ammontare totale dell'emissione obbligazionaria convertibile: circa euro 293,7 milioni di euro; valore nominale di ciascuna obbligazione: € 1.000,00; . Durata del prestito obbligazionario: 3 anni; . Modalità di ammortamento del prestito: il prestito sarà rimborsato in tre quote annuali a partire dal 2005:
- 30% del capitale nominale il 2005;
- 30% del capitale nominale il 2006;
- 40% del capitale nominale il 2007;
Rapporto di conversione: in occasione delle scadenza di cui sopra, il prestito obbligazionario potrà essere oggetto di conversione in azioni Credito Valtellinese emesse al suo servizio secondo i rapporti qui di seguito indicati:
anni        quota nominale in scadenza    nuove azioni emesse
2005                            € 300,00                            43
2006                            € 300,00                            43
2007                            € 400,00                            55
                       Totale € 1.000,00                         141
Il prezzo di emissione e la remunerazione del prestito saranno stabilite in prossimità dell'emissione. L’utilizzo dello strumento delle obbligazioni convertibili permetterà di graduare l’impegno degli azionisti ed al contempo offrirà ai Soci un rendimento interessante. Il progetto in questione intende apportare alla banca un flusso pluriennale di risorse a titolo di mezzi propri equilibrato con l'incremento delle principali poste di bilancio, oltre che in grado di assicurare lo sviluppo della rete territoriale e delle dimensioni operative, nonché un ammontare di “ free capital” idoneo a supportare le linee strategiche di sviluppo della Banca e del Gruppo per i prossimi anni.

RAS: A 464 MILIONI DI EURO L’UTILE NETTO DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2003 PREMI VITA IN CRESCITA DEL 14,6% A 7.024 MILIONI DI EURO. NUOVA PRODUZIONE VITA ITALIA A 4.483 MILIONI DI EURO, IN PROGRESSO DEL 23%
Milano, 17 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione di Ras, presieduto da Giuseppe Vita, ha approvato il 14 novembre la relazione di bilancio consolidato e quella della Capogruppo al terzo trimestre 2003. I premi lordi consolidati del periodo si sono attestati a 12.309 milioni di euro, in crescita del 7,4% rispetto agli 11.456 milioni del settembre 2002. Nel 2003 è cambiato il perimetro di consolidamento, che non include più la raccolta di Mondial Assistance (consolidata con il metodo del patrimonio netto). A parità di perimetro, l'incremento registrato sarebbe stato del 10%. La raccolta Vita ha registrato un aumento del 14,6% rispetto ai primi nove mesi del 2002, con premi consolidati per 7.024 milioni di euro (erano 6.129 al 30 settembre dello scorso anno). In Italia la raccolta è stata pari a 5.516 milioni di euro 1 , con un incremento del 16,4% rispetto ai 4.738 milioni del 30 settembre 2002. Nel dettaglio la nuova produzione a settembre 2003 ha fatto complessivamente registrare un incremento del 23%, passando da 3.637 milioni di euro agli attuali 4.483 milioni. Forte accelerazione della raccolta di nuovi premi a partire dal mese di ottobre 2003, anche a seguito delle iniziative avviate (nuovi prodotti e strumenti per le reti previsti dal piano industriale 2004-2006). La nuova produzione Vita a fine ottobre 2003 ha infatti raggiunto i 4.988 milioni di euro (in crescita del 25% rispetto a ottobre 2002). Nei primi dieci mesi del 2003, inoltre, la quota di premi ricorrenti (a maggiore redditività) si è attestata a 420 milioni di euro, pressoché raddoppiati rispetto ai 217 milioni dello stesso periodo del 2002. L 'accelerazione nel quarto trimestre è stata impressa in particolare da agenti e promotori finanziari. Alla performance della nuova produzione Vita ha contribuito il successo dei prodotti realizzati dalla fabbrica irlandese Darta Saving, che in solo sette mesi (da aprile a ottobre 2003) ha raccolto 79 milioni di euro. Il risultato tecnico della gestione Vita al terzo trimestre 2003 è stato pari a 75 milioni di euro, in forte miglioramento (+56%) rispetto ai 48 milioni del settembre 2002. Al 30 settembre 2003 la raccolta Danni si è attestata a 5.285 milioni di euro, rispetto ai 5.327 milioni dei primi nove mesi del 2002. Il lieve decremento è dovuto al diverso perimetro di consolidamento; a parità di perimetro, si sarebbe registrato un incremento del 5%. Il combined ratio (sinistri + altri oneri / premi) ha raggiunto a livello consolidato il 101,5%, in miglioramento rispetto al 103,2% del settembre 2002. In particolare, in Italia il combined ratio è sceso per la prima volta sotto il 100% (99,8%). I premi raccolti nei primi nove mesi del 2003 da Genialloyd hanno superato i 125 milioni di euro, in progresso del 63% rispetto allo stesso periodo del 2002. La raccolta realizzata da Genialloyd tramite Internet ha raggiunto i 49 milioni di euro, in crescita del 74% rispetto al settembre 2002. Il risultato tecnico consolidato della gestione Danni nei primi nove mesi del 2003 è stato pari a -90 milioni di euro, in considerevole miglioramento rispetto ai -173 milioni del 30 settembre 2002. Nei servizi finanziari (il cui perimetro di riferimento si è ampliato nel 2003 con l'acquisizione di Commerzbank Asset Management Italia), il patrimonio complessivo gestito e amministrato al 30 settembre 2003 ha raggiunto i 12.265 milioni di euro, in crescita del 18% rispetto ai 10.377 del settembre 2002. Nel dettaglio, il patrimonio gestito ammonta a 10.192 milioni di euro (+9% rispetto a settembre 2002), mentre il risparmio amministrato è pari a 2.073 milioni (il doppio rispetto ai 1.041 del 30 settembre 2002). Nei primi nove mesi dell’anno i flussi netti di raccolta sono stati pari a 781 milioni di euro, in progresso del 4% rispetto all’analogo periodo del 2002. Nel solo terzo trimestre 2003 sono stati raccolti 255 milioni di euro, più del doppio rispetto ai 110 milioni raccolti nel terzo trimestre 2002. Il numero dei promotori finanziari Rasbank ha raggiunto le 2.440 unità a fine settembre 2003 (+13% rispetto a settembre 2002). Il risultato operativo ha raggiunto nei primi nove mesi dell’anno i 774 milioni di euro, rispetto agli 897 dello stesso periodo del 2002. Al 30 settembre 2003 le plusvalenze latenti ammontavano a 2.087 milioni di euro ( 1.806 a fine 2002 e 2.274 milioni di euro al 30 giugno 2003), mentre i realizzi da investimenti sono stati pari a 228 milioni di euro, in linea con i 213 milioni dei primi nove mesi del 2002 (206 al primo semestre 2003). Le minusvalenze contabilizzate nei nove mesi ammontano a 6 milioni di euro, pressoché azzerate rispetto ai 968 milioni del 30 settembre 2002. L’utile ordinario dei primi nove mesi del 2003 raggiunge i 767 milioni di euro, in forte crescita rispetto al risultato ordinario del settembre 2002 (-71 milioni di euro), influenzato dalle pesanti minusvalenze di periodo. Valutata nell’ambito del piano triennale 2001-2003, che si avvia ad una positiva conclusione, la crescita media annua dell’utile ordinario dal settembre 2000 a oggi è stata del 17%. L’utile netto al 30 settembre 2003, pari a 464 milioni di euro, è stato conseguito anche con il positivo contributo di tutte le controllate estere. Il risultato è stato ottenuto senza l’apporto di operazioni straordinarie e non è perciò confrontabile con quello del terzo trimestre 2002 (789 milioni di euro), sul quale hanno influito i proventi derivanti dalla vendita di parte del patrimonio immobiliare del Gruppo. L’andamento del terzo trimestre e i primi dati del quarto consentono di confermare il raggiungimento degli obiettivi di redditività per il 2003. In particolare per fine anno è atteso - salvo eventi di natura eccezionale e imprevedibili criticità dei mercati - un utile netto di circa 550 milioni di euro. Sono inoltre confermati gli obiettivi 2003 ribaditi alla comunità finanziaria nella recente presentazione del piano industriale 2004-2006: un Rorac (ritorno sul capitale ponderato per il rischio) del 14,8% e un Roe (ritorno sul capitale) del 13%. Le strutture aziendali Ras sono già impegnate sui target del nuovo piano, che prevede una politica di forte crescita, improntata anche ad un sensibile, costante aumento del dividendo per azione.

FONDIARIA-SAI S.P.A.: UTILE NETTO A 174,3 MILIONI DI EURO, IN LINEA CON I RISULTATI ATTESI. POSITIVI I RISULTATI TECNICI: 246,9 MILIONI DI EURO L'UTILE CONSEGUITO NEI DANNI E 60,8 MILIONI DI EURO L'UTILE DEL CONTO TECNICO VITA. PREMI IN CRESCITA A 6.488,6 MILIONI (+6,2%)
Torino, 14 novembre 2003 - Sotto la Presidenza di Jonella Ligresti, si è riunito oggi il Consiglio di Amministrazione di Fondiaria-sai S.p.a. Che ha esaminato ed approvato la relazione trimestrale consolidata al 30 settembre 2003. Nei primi nove mesi del 2003 il Gruppo Fondiaria-sai ha evidenziato risultati in significativa crescita rispetto al corrispondente periodo precedente, conseguendo un utile netto pari a 174,3 milioni di Euro contro i 70,6 milioni di Euro di perdita rilevata al 30 settembre 2002. Con tali risultati si manifestano i primi benefici evidenziati nel piano industriale di Gruppo, per la cui attuazione tutte le componenti aziendali stanno fornendo il proprio importante contributo. Il conto tecnico dei rami Danni registra, nei primi nove mesi dell'esercizio, un utile di 246,9 milioni di Euro contro l'utile di 341,9 milioni di Euro del corrispondente periodo dell'esercizio 2002, che beneficiava di una minore rivalutazione delle riserve sinistri degli esercizi precedenti effettuata dall’incorporata La Fondiaria S.p .a. E dalla controllata Milano Assicurazioni S.p.a.. Il conto tecnico dei rami Vita evidenzia un utile di 60,8 milioni di Euro, in significativo miglioramento rispetto all'utile conseguito al 30 settembre 2002, pari a 28,7 milioni di Euro, seppur penalizzato dalla perdita di portafoglio a suo tempo acquisito tramite il gruppo bancario San Paolo. I premi emessi al 30 settembre 2003 ammontano complessivamente a 6.488,6 milioni di Euro (+ 6,2%). I premi del lavoro diretto ammontano a 6.453,5 milioni di Euro (+ 6,3%). I premi del lavoro diretto dei rami Danni ammontano a 4.938,1 milioni di Euro (+ 5,9%), ai quali contribuiscono in modo significativo la capogruppo Fondiaria-sai (2.746 milioni di Euro +5%) le controllate Milano Assicurazioni (1.295 milioni di Euro +8,25%) e Nuova Maa (563 milioni di Euro +7%). Nei rami Vita i premi del lavoro diretto raggiungono i 1.515,4 milioni di Euro (+7,8%), confermando l’incremento molto interessante della capogruppo (+10,2%) con una raccolta premi pari a 558 milioni di Euro. I proventi netti da investimenti conseguiti al 30 settembre 2003 ammontano a 569 milioni di Euro contro 8,4 milioni di Euro registrati al 30 settembre del precedente esercizio. Il miglioramento è da attribuirsi principalmente al differente impatto delle rettifiche di valore sugli investimenti che avevano penalizzato il corrispondente risultato del 2002. Il Consiglio ha inoltre preso atto della avvenuta esecuzione dell'operazione di valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare non strumentale di proprietà della Compagnia, perfezionata nel corso del Iv° Trimestre, nei termini già resi noti al mercato ed ha espresso altresì viva soddisfazione per il buon esito dell'operazione.

VITTORIA ASSICURAZIONI S.P.A. RISULTATI 3° TRIMESTRE 2003: UTILE NETTO DI GRUPPO AMMONTA A 12,4 MILIONI DI EURO CON UN INCREMENTO DEL 30,7%.
Milano, 17 novembre Il Consiglio di Amministrazione della Vittoria Assicurazioni riunitosi il 13 novembre a Milano per esaminare i risultati al 3° trimestre 2003, ha approvato la relazione trimestrale consolidata. L’utile netto di Gruppo ammonta a 12,4 milioni di euro con un incremento del 30,7%. La Capogruppo presenta al 30 settembre 2003 un utile netto pari a 11,3 milioni di euro, con un incremento del 23,3%. I premi del lavoro diretto si sono incrementati del 9,9%. I premi dei rami vita si sono incrementati del 3,9%. I premi periodici ricorrenti rappresentano il 56,9% dei premi emessi mentre i premi unici ne rappresentano il 43,1%. I premi dei Rami Auto evidenziano un incremento del 13,0% attribuibile prevalentemente alla acquisizione di nuovi clienti. I premi del comparto Rami Elementari pongono in evidenza un incremento del 11,2% che conferma la crescita conseguita nell’analogo periodo dell’esercizio precedente. I premi del comparto Rami Speciali sono diminuiti del 15,0% a seguito delle politiche restrittive adottate nelle acquisizioni. Gli investimenti ammontano a 1.116,9 milioni di euro (+4,1% rispetto al 31 dicembre 2002), riferiti per 109,6 milioni di euro a investimenti con rischio a carico degli Assicurati e per 1.007,3 milioni di euro a investimenti con rischio a carico del Gruppo. I proventi ordinari, esclusi quelli derivanti da investimenti con rischio a carico degli Assicurati, ammontano a 30,9 milioni di euro (28,8 milioni di euro al 30 settembre 2002). Il portafoglio titoli alla data del 31 ottobre 2003 presenta complessivamente una plusvalenza netta non realizzata di 40,9 milioni di euro. Le società immobiliari consolidate integralmente presentano, al netto delle voci infragruppo, ricavi per prestazioni di servizio derivanti principalmente dall’intermediazione immobiliare per 1,7 milioni di euro (2,1 milioni di euro nell’analogo periodo dell’esercizio precedente) e utili su attività di trading immobiliare per 526 migliaia di euro (582 migliaia di euro nel corrispondente periodo dell’esercizio precedente). I proventi derivanti dalla valutazione ad equity delle società collegate sono pari a 1,3 milioni di euro (0,6 milioni di euro nell’analogo periodo dell’esercizio precedente). Il patrimonio netto di Gruppo ammonta a 115 ,7 milioni di euro e le quote di terzi sono pari a 2,7 milioni di euro. Le previsioni per l’esercizio 2003 confermano al 30/9/2003 un rapporto sinistri/premi nel lavoro conservato dei rami danni pari al 67,1% che comporta un combined ratio del 97,4%; si conferma pertanto un dato previsionale di Roe pari al 13,5%. I dati relativi alla Società saranno illustrati agli Analisti Finanziari oggi alle ore 17,30 a Milano presso Palazzo Affari ai Giureconsulti, Piazza Mercanti, 2. La presentazione sarà disponibile nella sezione investor relations del sito internet della Società ( www.Vittoriaassicurazioni.com ). Il Consiglio ha inoltre aggiornato con effetto 1° gennaio 2004 il Codice di Comportamento sulle Operazioni di Internal Dealing per recepire l’adesione volontaria al Codice degli amministratori delle società capogruppo Vittoria Capital N.v. E Yura International Holding B.v.

ENEL: IL CDA APPROVA I RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2003 PRIMI NOVE MESI: RICAVI: 23.293 MILIONI DI EURO + 5,3% EBITDA: 7.564 MILIONI DI EURO + 33,8% EBIT: 3.876 MILIONI DI EURO +83,2% UTILE NETTO: 1.932 MILIONI DI EURO + 28,6%
Roma, 17 novembre 2003 – Il Consiglio di amministrazione dell’Enel Spa, riunitosi il 13 novembre sotto la presidenza di Piero Gnudi, ha esaminato ed approvato i risultati del terzo trimestre e dei primi nove mesi 2003. Sono in forte crescita tutti i risultati dei primi nove mesi del 2003, rispetto a quelli del corrispondente periodo del 2002 (questi ultimi sono esposti qui di seguito pro-forma, per offrire un confronto omogeneo). I ricavi netti crescono del 5,3%, raggiungendo 23.293 milioni di euro da 22.113 milioni di euro nei primi nove mesi 2002; l’Ebitda aumenta del 33,8%, passando da 5.655 milioni di euro a 7.564 milioni di euro; l’Ebit sale dell’83,2%, passando da 2.116 milioni di euro a 3.876 milioni di euro; l’utile netto si incrementa del 28,6%, passando da 1.502 milioni di euro a 1.932 milioni di euro. Di particolare importanza, il buon andamento della gestione operativa che beneficia anche del recupero della “penale idro” del 2002 di 410 milioni di euro. L’ utile netto, escluse le partite straordinarie, passa da 473 milioni di euro nei primi nove mesi 2002 a 1.593 milioni di euro nel periodo in esame. L’eccellente risultato, basato sulla crescita dei ricavi e sulla riduzione dei costi operativi, è dovuto: alla crescita della produzione di energia elettrica; alla favorevole dinamica dei combustibili; al buon andamento delle attività nel settore del gas; alla crescita dei ricavi nelle Telecomunicazioni; alle azioni intraprese nel settore dell’ingegneria. Paolo Scaroni, amministratore delegato di Enel ha detto: “Sono soddisfatto dei risultati del terzo trimestre e dei primi nove mesi del 2003 che confermano la nostra previsione sul buon andamento dell’intero esercizio. Tutti i nostri obiettivi sono stati superati. Proseguiamo con determinazione nella strategia di focalizzazione sull’energia e nello sviluppo del nostro piano industriale”. I risultati consolidati del terzo trimestre del 2003 Per un confronto omogeneo con i dati economici del terzo trimestre del 2002, questi ultimi sono rappresentati pro-forma, escludendo Interpower, ceduta a gennaio 2003. I ricavi del terzo trimestre 2003 sono in crescita del 7,5%, passando da 7.324 milioni di euro del terzo trimestre 2002 a 7.872 milioni di euro nel periodo in esame. L’ebitda (margine operativo lordo) cresce del 48,4%, passando da 1.940 milioni di euro a 2.879 milioni di euro, principalmente per il contributo della divisione Generazione ed Energy Management, che sale da 180 milioni di euro a 992 milioni di euro e delle Telecomunicazioni, che registrano un Ebitda di 297 milioni di euro contro 171 milioni di euro nel terzo trimestre 2002 (+73,7%). L’attività di generazione beneficia del recupero della “penale idro”, della crescita della produzione netta (+12,9%) e del favorevole andamento dei combustibili. Le telecomunicazioni proseguono nella crescita dei ricavi (+13,8%) con costi stabili. L’ebit (risultato operativo) è di 1.645 milioni di euro con un incremento del 122% rispetto al terzo trimestre del 2002 quando ammontava a 741 milioni di euro. L’utile netto del Gruppo balza a 732 milioni di euro a fronte di 69 milioni di euro registrati nel terzo trimestre del 2002. I risultati consolidati dei primi nove mesi del 2003 Per un confronto omogeneo con i dati economici dei primi nove mesi del 2002, questi ultimi sono rappresentati pro-forma, escludendo Eurogen ed Interpower cedute rispettivamente a maggio 2002 e a gennaio 2003. La domanda di energia elettrica in Italia, nei primi nove mesi dell’anno, è di 240 miliardi di chilowattora, in crescita del 3,8% rispetto ai 231 miliardi di chilowattora dei primi nove mesi del 2002. La produzione netta di Enel si attesta, sempre nei primi nove mesi del 2003, a 105 miliardi di chilowattora, con un aumento del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, escludendo la produzione netta di Eurogen e Interpower. Le vendite complessive di Enel (sul mercato vincolato, su quello libero e all’ingrosso) sono pari a 130 miliardi di chilowattora, in calo del 12% rispetto ai primi nove mesi del 2002. Tale flessione si concentra prevalentemente sul mercato libero, per effetto della crescente pressione competitiva e dei minori acquisti di energia dall’estero e da impianti Cip 6. L’energia trasportata sulla rete di distribuzione di Enel, ammonta a circa 183 miliardi di chilowattora, in crescita dell’1,8%. I ricavi dei primi nove mesi del 2003 sono in crescita del 5,3%, passando da 22.113 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002 a 23.293 milioni di euro nel periodo in esame L’ebitda (margine operativo lordo) cresce del 33,8% a 7.564 milioni di euro, rispetto a 5.655 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002. La divisione Generazione ed Energy Management ha l’incremento in cifra assoluta più rilevante (+1.313 milioni di euro), beneficiando del recupero della “penale idro” del 2002, della crescita della produzione e della favorevole dinamica dei combustibili. Le Telecomunicazioni pressoché raddoppiano l’Ebitda, che passa da 403 milioni di euro a 777 milioni di euro (+92,8%), in presenza di una crescita dei ricavi conseguita con costi operativi stabili. L’ebitda della attività di distribuzione del gas naturale passa da 57 milioni di euro nei primi nove mesi del 2002 a 165 milioni di euro nel periodo in esame e riflette l’ampliamento del perimetro di attività conseguente all’acquisto di Camuzzi. L’ebitda dell’Ingegneria passa da un valore negativo di 5 milioni di euro a un valore positivo di 124 milioni di euro, beneficiando del recupero di redditività sulle commesse. L’ebitda consolidato, depurato dal recupero della penale idro rappresenta circa il 31% dei ricavi a fronte di un’incidenza del 26% nei primi nove mesi del 2002. L’ebit (risultato operativo) sale dell’83,2%, raggiungendo 3.876 milioni di euro rispetto ai 2.116 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002. I proventi straordinari netti dei primi nove mesi del 2003 ammontano a 206 milioni di euro e sono riferibili essenzialmente alla plusvalenza sulla vendita di Interpower, pari a 356 milioni di euro, al netto di oneri per esodi incentivati pari a 135 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2002 le componenti straordinarie erano positive per 558 milioni di euro e si riferivano in prevalenza alla plusvalenza sulla cessione di Eurogen (2.340 milioni di euro) al netto della svalutazione dell’avviamento di Wind (1.511 milioni di euro) e di oneri per esodi incentivati per 239 milioni di euro. Il risultato prima delle imposte è pari a 3.210 milioni di euro, con un incremento di 1.423 milioni di euro (+79,6%). Le imposte sul reddito ammontano nei primi nove mesi del 2003 a 1.361 milioni di euro, con un’incidenza del 42,4%. Erano pari a 428 milioni di euro, con un’incidenza del 24%, nei primi nove mesi del 2002. Le imposte del 2002 beneficiavano di maggiori plusvalenze tassate ad aliquota ridotta, nonché degli sgravi sugli investimenti previsti dalla Legge Tremonti-bis fino al 31 dicembre 2002. L’utile netto del Gruppo è di 1.932 milioni di euro nei primi nove mesi del 2003 (1.502 milioni di euro nello stesso periodo del 2002) con un incremento del 28,6%. L’utile netto del Gruppo, escluse le partite straordinarie, passa da 473 milioni di euro nei primi nove mesi del 2002 a 1.593 milioni di euro nel periodo in esame. La situazione patrimoniale consolidata al 30 settembre 2003 registra un patrimonio netto complessivo pari a 20.687 milioni di euro (20.842 milioni di euro al 31 dicembre 2002) e un indebitamento finanziario netto pari a 25.054 milioni di euro (24.467 milioni di euro alla fine del 2002) che risente dell’esborso di 1.330 milioni di euro sostenuto il 1° luglio 2003 per l’acquisto del 26,6% di Wind. Il capitale investito netto risulta pari a 45.741 milioni di euro sostanzialmente in linea con quello di fine esercizio 2002 (45.309 milioni di euro). La liquidità generata dalla gestione corrente nei primi nove mesi del 2003 è stata pari a 4.877 milioni di euro, in crescita di 1.115 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2002. Gli investimenti sono pari a 2.591 milioni di euro nei primi nove mesi del 2003, in calo del 22,3%, rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente, per effetto del progressivo completamento della rete di telecomunicazioni e del piano di conversione di impianti di produzione in cicli combinati turbogas, nonché di una riduzione nei settori “non core”. I dipendenti del gruppo a fine settembre 2003 sono 67.159, in calo di 4.045 unità rispetto a fine 2002 (-5,7%). La cessione di Interpower e il deconsolidamento di Cesi determinano una riduzione di 1.894 addetti, mentre le uscite, al netto delle assunzioni, sono pari a 2.151 unità.

GEMINA: IL CONSIGLIO APPROVA LA TRIMESTRALE CONSOLIDATO : NEL TERZO TRIMESTRE 2003 AUMENTA IL FATTURATO E MIGLIORA LA REDDITIVITA ’ CAPOGRUPPO: CONFERMATA LA PREVISIONE DI RISULTATI POSITIVI PER L’ESERCIZIO 2003
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Gemina S.p.a. Si è riunito il 13 novembre , sotto la Presidenza di Gian Luigi Garrino, ed ha esaminato ed approvato la Relazione trimestrale della Società e del gruppo al 30 settembre 2003. Il terzo trimestre conferma, a livello consolidato, il trend positivo del fatturato e del margine operativo lordo; all’incremento del valore della produzione hanno contribuito in particolare la controllata Elilario Italia S.p.a. Ed il gruppo Aeroporti di Roma, che ha scontato nel primo semestre dell’esercizio gli effetti negativi della guerra in Iraq e della Sars in Estremo Oriente. Il gruppo chiude il trimestre con un risultato netto di competenza positivo per euro 3,7 milioni, dopo aver assorbito imposte per euro 3,4 milioni e oneri finanziari per euro 12,2 milioni. I risultati consolidati del gruppo presentano il seguente andamento: -il fatturato del terzo trimestre risulta pari ad euro 87,2 milioni (euro 76,3 milioni nel terzo trimestre 2002), con un margine operativo lordo del 34,4%. Il fatturato progressivo al 30 settembre 2003 è di euro 217,5 milioni (euro 204,2 milioni al 30 settembre 2002) con un margine operativo lordo progressivo di 71 milioni di euro pari al 32,6% del fatturato; -il risultato ante imposte del terzo trimestre è di euro 9,7 milioni (euro 6,2 milioni nel corrispondente periodo dell’esercizio 2002), il risultato ante imposte progressivo al 30 settembre 2003 è positivo per 3,3 milioni di euro, sostanzialmente in linea con quello al 30 settembre 2002; -il risultato netto di competenza del terzo trimestre è positivo per euro 3,7 milioni (positivo per 0,4 milioni di euro nel terzo trimestre 2002) in progressivo miglioramento rispetto ai trimestri precedenti; il risultato netto di competenza al 30 settembre è negativo per 4,6 milioni di euro (negativo per euro 8 milioni al 30 settembre 2002); -l'indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2003 ammonta ad euro 858,4 milioni di euro, in linea con quello al 30 giugno 2003. La capogruppo Gemina presenta un risultato del trimestre negativo per euro 1,0 milioni (in linea con quello del terzo trimestre 2002), che porta ad un risultato netto progressivo al 30 settembre negativo per 2,5 milioni di euro in miglioramento rispetto al risultato netto progressivo al 30 settembre 2002 (negativo per 6,8 milioni di euro). La posizione finanziaria evidenzia un indebitamento netto di 81,8 milioni di euro. Nel trimestre sono state acquistate ulteriori n. 6.067.998 azioni ordinarie Impregilo S.p.a. Che portano la partecipazione complessiva al 24,86%. Il risultato consolidato previsto a fine esercizio sarà positivo e la posizione finanziaria risulterà stabile. Gemina S.p.a., beneficiando dell’incasso dei dividendi deliberati da Leonardo Holding S.a. E Leonardo S.r.l. Per effetto delle operazioni di vendita di Adr, realizzerà nell’esercizio un risultato netto positivo significativo.

RCS MEDIAGROUP: RISULTATI TERZO TRIMESTRE E APPROVAZIONE PIANO OPERATIVO UTILE ANTE IMPOSTE DI 50,3 MILIONI, CONTRO UNA PERDITA DI 63,2 MILIONI DEL PARI PERIODO 2002
 Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Rcs Mediagroup, riunitosi il 13 novembre sotto la presidenza di Guido Roberto Vitale, ha esaminato e approvato i risultati del terzo trimestre 2003. Il risultato operativo nel terzo trimestre conferma la tendenza positiva già registrata nel primo semestre e riguarda tutte le aree di attività del Gruppo. Gruppo Rcs Mediagroup – terzo trimestre I ricavi netti del trimestre ammontano a 537 milioni (783,8 nel pari periodo precedente) con una flessione esclusivamente dovuta alla vendita delle società operative del gruppo Fila (263,6 milioni) e al progressivo disimpegno delle attività di Gft Net. Crescono i ricavi pubblicitari (+15 milioni rispetto all’analogo trimestre 2002) e quelli diffusionali dei periodici Italia e dell’area quotidiani. Il margine operativo lordo è di 37,6 milioni in crescita di 4,3 milioni rispetto all’analogo trimestre dello scorso anno, con un’incidenza sui ricavi che passa dal 4,2% al 7%. Il risultato operativo migliora di 8,2 milioni passando da 10,2 a 18,4 milioni (+ 80%). Gruppo Rcs Mediagroup – i primi nove mesi Nei primi nove mesi i ricavi netti del Gruppo Rcs Mediagroup ammontano a 1.623,9 contro i 2.337,5 milioni al 30 settembre 2002, quando le società operative del gruppo Fila contribuivano per 732,0 e il gruppo Gft Net per 121,4 milioni. Si registra invece un incremento dei ricavi editoriali, principalmente per il passaggio da proporzionale ad integrale del metodo di consolidamento del gruppo Unedisa e per il successo di vendita dei prodotti collaterali. Il margine operativo lordo cresce di 2,7 milioni rispetto al pari periodo 2002 attestandosi a 95,4 milioni, con una incidenza sui ricavi netti che passa dal 4,0% al 5,9%. La crescita del settore media risulta ancora più evidente se si considera che Fila nel corrispondente periodo 2002 contribuiva per 39,8 milioni . Il risultato operativo sale a 26,0 milioni (10,6 al 30 settembre 2002) e riflette la significativa crescita del Mol del settore media. Gli oneri finanziari netti passano da 45,9 a 5,1 milioni a seguito della cessione delle attività operative del gruppo Fila e della conseguente importante riduzione dell’indebitamento. I proventi da partecipazione ammontano a 24,2 milioni (4,2 milioni nel 2002) e si riferiscono principalmente a dividendi e relativi crediti d’imposta corrisposti dalle società partecipate non consolidate, crediti d’imposta sui dividendi distribuiti dalle società controllate, proventi derivanti dall’attribuzione gratuita di azioni Banca Intesa, nonché alla svalutazione di alcune partecipazioni. I proventi straordinari netti, che nel pari periodo 2002 beneficiavano della plusvalenza relativa ad operazioni immobiliari, passano da 18,5 a 3,3 milioni.. Il risultato prima delle imposte e degli interessi di terzi è in miglioramento di 61 milioni passando da una perdita di 12,6 milioni ad un utile di 48,4 milioni. Il capitale investito netto incrementa di 165,2 milioni, passando dai 1.219,2 milioni al 31 dicembre 2002 a 1.384,4 a seguito del consolidamento integrale di Unedisa. L’indebitamento finanziario netto è di 214,0 milioni, contro gli 83,1 del 31 dicembre scorso, per effetto dell’acquisto di un ulteriore 36,17% del capitale di Unedisa, della sottoscrizione dell’aumento di capitale di Pirelli & C. E di quello in Burda Rcs International Holding per l’acquisto del 37,5% di Catherine Nemo, oltre che per l’acquisto di azioni proprie e di Ads Fila Holding. Rcs Mediagroup S.p.a. I primi nove mesi dell’esercizio evidenziano un risultato ante imposte positivo per 50,3 milioni contro una perdita di 63,2 milioni nel pari periodo 2002. I proventi finanziari netti passano da 13,9 a 7,9 milioni. Le spese di funzionamento e altri oneri di gestione ammontano a 28,9 milioni, in aumento rispetto ai 26,9 milioni nel pari periodo 2002, a fronte della riorganizzazione societaria realizzata con decorrenza 1 gennaio 2003.. Il patrimonio netto è pari a 1.120,5 milioni (954,4 al 31 dicembre 2002) mentre le disponibilità finanziarie nette passano da 246,1 milioni al 31 dicembre scorso, a 75,3 milioni. Rcs Quotidiani I ricavi netti dei primi nove mesi sono pari a 665,1 milioni (547,8 nell’analogo periodo 2002), in aumento di 117, 3 milioni in parte per la già citata variazione del perimetro di consolidamento Unedisa che vale circa 80 milioni. I ricavi editoriali in Italia crescono per effetto dei prodotti collaterali di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. La diffusione del Corriere della Sera rimane sostanzialmente stabile con 686.000 copie medie; Gazzetta dello Sport passa da 445.000 a 430.000 copie medie, risentendo principalmente della mancanza, nel periodo estivo, di un evento trainante quale i mondiali di calcio 2002. I ricavi pubblicitari dei due quotidiani diminuiscono in linea con il ciclo negativo del mercato di riferimento in Italia. Per quanto riguarda Unedisa, i ricavi editoriali sono sostanzialmente stabili, mentre quelli pubblicitari registrano un lieve incremento nell’ambito di un mercato di riferimento, quello dei quotidiani nazionali, ancora in contrazione. Con 284.000 copie medie El Mundo si conferma secondo quotidiano nazionale spagnolo e il suo sito elmundo.Es mantiene la leadership raggiungendo i 2,5 milioni di visitatori unici, incrementando sia la raccolta pubblicitaria che la vendita di contenuti e servizi informativi. Si segnala inoltre il positivo andamento dei libri pubblicati dalla casa editrice La Esfera de los Libros. Rcs Periodici I ricavi netti dei primi nove mesi dell’anno si attestano a 270,2 milioni (275,1 nel pari periodo 2002). In Italia, i ricavi dei primi nove mesi dell’anno risultano stabili grazie alla crescita delle diffusioni e al successo dei prodotti collaterali che permettono di compensare la flessione della raccolta pubblicitaria, in linea con il mercato di riferimento. Alla crescita della componente editoriale dei ricavi hanno contribuito anche i successi dei lanci di Vie del Gusto e Amica, che nel volgere di pochi numeri ha ottenuto la leadership diffusionale e pubblicitaria tra i femminili di fascia alta. Continua il forte progresso delle diffusioni e dei ricavi del settimanale Oggi e l’ottimo andamento, in termini di copie diffuse, del mensile Max. Per quanto riguarda il mercato estero permane un andamento negativo, se pur con un leggero miglioramento nei ricavi pubblicitari nell’ultimo trimestre. Rcs Diffusione A seguito del closing dell’operazione di joint venture con il gruppo Deagostini e Hachette Rusconi avvenuto il 30 giugno scorso, nel trimestre sono state avviate le operazioni di integrazione operativa tra Rcs Diffusione e Deadis. I ricavi netti dei primi nove mesi sono pari a 403,1 in sensibile miglioramento rispetto ai 373,3 milioni al 30 settembre 2002. All’incremento concorrono le maggiori quantità distribuite soprattutto per i quotidiani (sostenuti dai prodotti collaterali), i volumi dei collezionabili e le testate di Rcs Periodici. Rcs Pubblicità I ricavi netti dei primi nove mesi dell’anno passano da 403,0 a 421,7 milioni (+4,6%). La concessionaria Rcs Pubblicità contribuisce al risultato per 332,3 milioni (319,1 al 30 settembre 2002), con un aumento del 3,3%, Igpdecaux per 70,3 (contro 57,7), con un incremento del 21,9% e Blei per 19,1, in contrazione del 27% rispetto ai 26,2 milioni del pari periodo 2002. Al positivo andamento di Rcs Pubblicità contribuiscono anche l’ingresso in portafoglio della raccolta pubblicitaria per il quotidiano L’unione Sarda e per le emittenti di Rcs Broadcast (Cnr Plus e Rin – Radio Italia Network). La crescita dei ricavi di Igpdecaux è in parte determinato dall’attività di Adr Advertising, la società che dal marzo scorso gestisce la raccolta pubblicitaria negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, mentre il decremento dei ricavi di Blei è in parte riconducibile al protrarsi della contrazione dei mercati in cui opera, primo fra tutti la Germania. Rcs Libri Nei primi nove mesi del 2003 i ricavi netti ammontano a 466,5 milioni contro i 475,4 del pari periodo 2002. Parte della flessione è riconducibile sostanzialmente alla cessione del ramo d’azienda Nib. Il fatturato del Gruppo è stabile nella “Varia” (67,9 milioni) grazie al buon andamento delle novità di narrativa italiana e straniera e di saggistica italiana; è, inoltre, in crescita sia nel mercato dei fascicoli (+16,9%) che in quello dell’editoria scolastica (+ 2% circa). Flammarion ha registrato un fatturato di 150,8 milioni, inferiore di 3,1 milioni al risultato dei primi nove mesi 2002 e in linea con la contrazione del mercato librario francese. Rcs Broadcast I ricavi netti, pari a 17,6 milioni, sono aumentati del 5,4% (16,7 nei primi nove mesi 2002). Si rammenta che nel corso dell’anno la gestione della raccolta pubblicitaria è passata a Rcs Pubblicità, pertanto a valori omogenei l’incremento dei ricavi sarebbe stato pari al 20% sia per Rin che per Cnr. I ricavi editoriali e diversi registrano l’aumento di fatturato da servizi giornalistici di Agr, che ha ampliato il portafoglio clienti grazie alla produzione e alla commercializzazione di nuovi servizi in ambito regionale e verso nuovi media. Prevedibile evoluzione dell’attività Il quadro congiunturale corrente, pur in un contesto ancora incerto, mostra segnali di modesta ripresa che dovrebbero preludere ad un’inversione di tendenza del mercato pubblicitario. In tale ambito, le azioni poste in essere al fine di migliorare i costi di struttura e la qualità dei ricavi permettono di confermare che la gestione registrerà un risultato netto consolidato positivo. Con riferimento alla Capogruppo si conferma la previsione di un risultato positivo già formulata nella relazione semestrale. Si conferma altresì la conseguente possibilità di remunerazione del capitale.

MONDADORI:APPROVATI DAL CDA I DATI AL 30 SETTEMBRE 2003 FATTURATO IN CRESCITA A 1.119,6 MILIONI DI EURO (+ 3,3% RISPETTO AI PRIMI NOVE MESI DEL 2002) RISULTATO ANTE IMPOSTE IN DECISO INCREMENTO A 101,5 MILIONI DI EURO (+11,3% RISPETTO ALL’ANALOGO PERIODO DEL 2002)
Segrate, 17 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione della Arnoldo Mondadori Editore S.p.a., riunitosi il 13 novembre sotto la presidenza di Marina Berlusconi, ha esaminato la relazione trimestrale al 30 settembre 2003 presentata dal Vice Presidente e Amministratore Delegato Maurizio Costa. Mondadori ha registrato brillanti risultati anche nel terzo trimestre dell’anno in corso sia in termini d’incremento di attività che di redditività, confermando la performance positiva dei primi sei mesi del 2003. Nel trimestre luglio-settembre, infatti, il margine operativo lordo ha registrato un progresso del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2002 (con un’incidenza sul fatturato del 15,7%, contro il 15% del terzo trimestre dell’anno precedente); nello stesso periodo l’utile operativo è aumentato del 4,2% (con un’incidenza sul fatturato del 12,8% contro il 12,4% dell'anno precedente). L’andamento Della Gestione Del Gruppo Al 30 Settembre 2003 Nei primi nove mesi del 2003 il fatturato consolidato ha raggiunto i 1.119,6 milioni di euro, con un incremento del 3,3% rispetto ai 1.083,5 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Il margine operativo lordo si è attestato a 151 milioni di euro, con un progresso dell’1,7% rispetto ai 148,5 milioni di euro del 30 settembre 2002. L’incidenza sui ricavi è passata dal 13,7% del 2002 al 13,5% del 2003. Si rammenta che per una corretta interpretazione di questi risultati è necessario tenere in considerazione i rilevanti costi non ricorrenti – interamente spesati nell’esercizio - relativi ai lanci delle nuove testate Flair, Evo, Flair Living ed Economy. Il risultato operativo è stato di 122,1 milioni di euro e risulta sostanzialmente allineato ai valori dell’analogo periodo dell’anno precedente (+ 0,3%); l’incidenza sul fatturato è stata del 10,9% rispetto all’11,2% del 2002. Il risultato prima delle imposte ha raggiunto i 101,5 milioni di euro rispetto ai 91,2 dell’anno precedente, con una crescita dell’11,3%. Sul risultato hanno inciso positivamente, tra gli altri fattori, un miglior saldo della gestione finanziaria e le migliori performance delle joint-venture. La posizione finanziaria del Gruppo al 30 settembre 2003 presenta un saldo positivo di 25,5 milioni di euro; la contrazione rispetto ai 57,3 milioni del settembre 2002 è da mettersi in relazione agli investimenti in azioni proprie realizzati negli ultimi dodici mesi, all’acquisizione del 20% del Gruppo editoriale greco Attica Publications e all’acquisto del marchio di Pc Professionale, già pubblicato da Mondadori dal 1991 su licenza della Ziff Davis Publishing Holdings. Settori Di Attivita’ Nei primi nove mesi dell’anno la Divisione Libri ha confermato gli ottimi risultati di tutte le aziende del gruppo, registrando un fatturato totale di 258,6 milioni di euro, con una crescita del 5,4% rispetto ai 245,3 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. In particolare, Mondadori ed Einaudi hanno registrato ottime performance, con incrementi di fatturato rispettivamente del 6,1% e del 15,2% rispetto al settembre 2002. La Divisione Periodici ha realizzato ricavi complessivi per 609,6 milioni di euro contro i 597,2 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002, con una crescita del 2,1%. Tale risultato deriva da un sensibile incremento dei ricavi da diffusione (372,2 milioni di euro, +7,9% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente), ottenuto grazie al buon andamento delle nuove testate e al contribuito delle vendite opzionali di Dvd, Cd musicali e Vhs. Per quanto riguarda i ricavi pubblicitari, il risultato dei primi nove mesi del 2003 è in leggero miglioramento rispetto al dato del primo semestre: si registra infatti una flessione del 5,8% rispetto al 30 settembre 2002 (contro i –6,9% al 30 giugno 2003), ma se depurato della raccolta di Famiglia Cristiana (la cui concessione non è stata rinnovata per il 2003) il decremento risulta essere pari a 1,3% (contro il –2% dei primi sei mesi dell’anno in corso). La Divisione Grafica, pur in una congiuntura economica sfavorevole, ha registrato un incremento del fatturato dell’1,3% (323,7 milioni di euro rispetto ai 319,4 milioni di euro al settembre 2002). La debolezza della domanda di stampa continua a caratterizzare il mercato di riferimento, con forti tensioni sui prezzi e sul contesto competitivo. Nella Divisione Direct il Gruppo ha registrato un fatturato complessivo di 111,9 milioni di euro contro i 96,6 milioni di euro dei primi nove mesi dello scorso anno (+15,8%). Se il mercato della vendita di libri per corrispondenza è rimasto sostanzialmente stabile e ha confermato la leadership di Mondolibri, nei servizi per il direct marketing Cemit Interactive Media ha evidenziato un significativo incremento di fatturato (oltre il 25%). Nel retail Mondadori Franchising e Mondadori Retail hanno registrato complessivamente un incremento di ricavi del 22,1%, grazie a nuove affiliazioni e ad aperture di ulteriori punti vendita, oltre che alla crescita dei ricavi delle librerie già esistenti. Evoluzione Della Gestione Per L’anno In Corso Pur a fronte di significativi investimenti effettuati nel corso dei primi nove mesi dell’anno, in particolare finalizzati al lancio dei nuovi prodotti della Divisione Periodici, l’andamento delle attività del Gruppo consente di prevedere per il 2003 un margine operativo sostanzialmente in linea con quello dello scorso esercizio.

GRUPPO MONDO TV: FORTE CRESCITA ECONOMICA ANCHE NEL 3° TRIMESTRE 2003. +35,5% I RICAVI CONSOLIDATI (33,5 MILIONI DI EURO) E +34,4% L’EBITDA CONSOLIDATO (27,7 MILIONI DI EURO).
Roma, 17 novembre 2003 - Si conferma anche nel terzo trimestre 2003 l’intensa crescita dei risultati economico-finanziari del Gruppo Mondo Tv, primario operatore in Europa nella creazione e distribuzione di “cartoons” per la Tv ed il cinema ed attivo nei settori correlati: dal 1° gennaio al 30 settembre i ricavi consolidati sono cresciuti del 35,5% raggiungendo i 33,5 milioni di Euro rispetto ai 24,7 milioni di Euro dei primi nove mesi dell’esercizio 2002. Molto positiva anche la redditività lorda con un Margine Operativo Lordo (Ebitda) consolidato in crescita del 34,4% a 27,7 milioni di Euro rispetto ai 20,6 milioni di Euro del medesimo periodo del precedente esercizio. Nel corso del C.d.a. È stata inoltre ribadita la volontà di proporre all’Assemblea che approverà il bilancio 2003 (prevista entro aprile 2004) la distribuzione agli azionisti di un dividendo in virtù del positivo andamento aziendale e del generalizzato miglioramento del mercato della pubblicità televisiva; la società, ad oggi, non ritiene di fornire indicazioni aggiuntive circa il suo ammontare. Questi i principali contenuti del Consiglio di Amministrazione di Mondo Tv S.p.a. Alla presenza di Orlando Corradi, Presidente del Gruppo, che ha approvato questa mattina la Relazione trimestrale al 30 settembre 2003. Sempre al 30 settembre 2003 prosegue in maniera significativa lo sviluppo dell’attività nei settori correlati (home video, mechandising, editoria e cinema) che rappresentano il 76% dei ricavi totali; la società stima che, in linea con la strategia di crescita del Gruppo, tale mix non sarà riproducibile su base annua ma che comunque conferma il percorso di costante diversificazione verso tale segmento di business. Dal punto di vista geografico i ricavi sono stati ottenuti per il 24% in Italia ed Europa (18% dei primi nove mesi 2002) e per il rimanente 76% in Asia. Più in dettaglio sul fronte del conto economico, come conseguenza dei notevoli investimenti già realizzati e in corso, gli ammortamenti e accantonamenti dal 1° gennaio al 30 settembre 2003 hanno raggiunto i 17,8 milioni di Euro rispetto ai 10,4 milioni di Euro del medesimo periodo del 2002. In crescita del 2,3% anche l’utile consolidato ante imposte che ha raggiunto i 10,7 milioni di Euro rispetto ai 10,5 milioni di Euro dei primi nove mesi dell’esercizio precedente. La gestione finanziaria netta presenta proventi per 586.000 Euro (1,4 milioni i Euro nel corrispondente periodo del 2002; la gestione delle poste straordinarie risulta in crescita passando dai 69.000 Euro al 30 settembre 2002 ai 316.000 Euro al 30 settembre 2003 rispetto ai 69.000 Euro al 30 settembre 2002). La posizione finanziaria netta, sempre a livello di Gruppo al 30 settembre 2003, è pari a -397.000 Euro (+3,4 milioni di Euro al 31.12.2002) e trova contropartita nei citati forti investimenti in nuove produzioni peraltro finanziatie per la maggior parte mediante la redditività interna. Per quanto riguarda le società controllate, si segnala che Mondo Home Entartainment ha proseguito con intensità l’attività di vendita di Vhs e Dvd; i ricavi della controllata ammontano a 3,4 milioni di Euro al 30 settembre 2003. Sul fronte invece delle principali produzioni, il Gruppo ha in fase di realizzazione esecutiva 3 film per il cinema (Gengis Khan, Padre Pio e Madre Teresa), 3 serie animate per la Tv e in fase di post produzione, una serie animata per la Tv , oltre ad 1 gioco interattivo per Pc in coproduzione con Mcc Corp. Molto positivi anche i risultati della capogruppo Mondo Tv S.p.a. Che presenta ricavi per 29,4 milioni di Euro in crescita del 25,4% rispetto ai 23,5 milioni di Euro al 30 settembre 2002. L’ebitda ha raggiunto i 28,1 milioni di Euro (+36% rispetto ai 20,7 milioni dei primi nove mesi 2002), mentre il risultato operativo (Ebit) è cresciuto dell’8% attestandosi a 12 milioni di Euro (11,1 nel corrispondente periodo 2002). Infine, sale dell’11% l’utile ante imposte della capogruppo Mondo Tv S.p.a. Sino a 12,7 milioni di Euro contro i 11,4 milioni al 30 settembre 2002.  

BISCOM IL CDA APPROVA IL PIANO INDUSTRIALE E LA RELAZIONE DEL 3° TRIMESTRE 2003. : NEL 2006 ATTESI RICAVI PER OLTRE 1.100 MILIONI DI EURO, UN MOL CONSOLIDATO SUPERIORE A 500 MILIONI DI EURO E PIÙ DI 800.000 CLIENTI . ANTICIPATI AL 2006 GLI OBIETTIVI INIZIALMENTE PREVISTI NEL 2010.
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di e.Biscom S.p.a. , la principale Società italiana di servizi di telecomunicazione a larga banda, ha approvato il 12 novembre la relazione trimestrale al 30 settembre 2003 e il nuovo piano industriale. “Il piano industriale approvato ieri conferma la nostra strategia di crescita organica, focalizzata sul core business delle telecomunicazioni in Italia, e anticipa al 2006 gli obiettivi inizialmente previsti nel 2010 – ha dichiarato il Presidente di e.Biscom Silvio Scaglia. – Un impiego più efficiente degli investimenti di capitale e la disponibilità di nuove risorse finanziarie derivanti dalla cessione di Hansenet ci consentono di investire a breve in un’ulteriore espansione geografica, fino a raggiungere 10 milioni di potenziali clienti entro la fine del decennio. Confermiamo inoltre – ha concluso Scaglia – l’obiettivo di generare utili e flussi di cassa positivi a partire dal 2005, che ci permetteranno di distribuire agli azionisti dividendi con un elevato pay-out già dall’esercizio fiscale 2006.” Terzo trimestre 2003 Nei primi nove mesi dell’anno e.Biscom ha riportato ricavi consolidati per 385,8 milioni di Euro, con un incremento del 70% rispetto ai 228,8 milioni di Euro del periodo gennaio-settembre 2002. Il terzo trimestre si è chiuso con ricavi consolidati per 148,4 milioni di Euro, in aumento del 75% (o di 63 milioni di Euro) rispetto agli 85,5 milioni di Euro del terzo trimestre 2002. In significativa crescita anche i margini. Nei primi nove mesi dell’anno e.Biscom ha riportato un Mol consolidato di 71,9 milioni di Euro, che si confronta con i –36,9 milioni di Euro del periodo gennaio-settembre 2002. Nel terzo trimestre il Mol consolidato di e.Biscom si è attestato a 35 milioni di Euro, in aumento di 38,3 milioni di Euro rispetto al terzo trimestre 2002. Al 30 settembre 2003 i clienti avevano raggiunto quota 290.200, più che raddoppiati rispetto ai 131.500 del 30 settembre 2002 e così suddivisi: 46.300 clienti business – di cui 1.050 tra medie e grandi imprese e 45.250 tra piccole imprese e Soho – e 243.900 clienti residenziali. Nel terzo trimestre, tendenzialmente il periodo dell’anno a più bassa stagionalità, sono stati sottoscritti 41.200 nuovi abbonamenti, in crescita del 49% rispetto al terzo trimestre 2002 e del 14% rispetto al secondo trimestre 2003. La disponibilità di tutti i servizi televisivi anche su Dsl, l’arricchimento dell’offerta di contenuti on Demand e la trasmissione in diretta delle partite di calcio hanno contribuito a incrementare sensibilmente il numero di abbonati ai servizi video: nel terzo trimestre 2003 la percentuale di nuovi clienti residenziali che ha sottoscritto l’opzione Tv è infatti salita al 70% dal 41% di marzo 2003. Nel mese di settembre l’Arpu (Ricavo Medio per Utente) residenziale di e.Biscom è salito a 865 Euro annui rispetto ai 791 Euro di settembre 2002. Un risultato cui ha contribuito sia l’incremento dell’Arpu proveniente dai servizi di telecomunicazione (passato dai 779 Euro annui di settembre 2002 agli 807 Euro di settembre 2003) sia l’aumento degli abbonati ai servizi video, che hanno progressivamente accresciuto il loro peso sulla base clienti migliorando nel contempo anche l’Arpu (passato dai 78 Euro annui di settembre 2002 ai 272 Euro di settembre 2003). Il terzo trimestre 2003 si è chiuso con un risultato consolidato netto di –54,8 milioni di Euro, in miglioramento rispetto ai –67,9 milioni di Euro del terzo trimestre 2002. Nei primi nove mesi dell’anno gli investimenti tecnici sono stati pari a 343,7 milioni di Euro rispetto ai 485,5 milioni di Euro del corrispondente periodo 2002. Al 30 settembre le disponibilità finanziarie di e.Biscom, che recepiscono le nuove risorse derivanti dalla cessione di Hansenet, ammontavano a 608,8 milioni di Euro, di cui 355,9 milioni di Euro fra liquidità e fondi depositati a garanzia e 252,9 milioni di Euro di linee di credito aperte. Al 30 settembre il Gruppo (escluso l’organico di Hansenet ed e.Bisnews) contava 1.430 addetti, con un indotto di oltre 2.500 persone impegnate a tempo pieno nelle attività di vendita, customer care, sviluppo rete e collegamento clienti. Nel terzo trimestre dell’anno Fastweb ha contribuito ai risultati consolidati di e.Biscom con 118,7 milioni di Euro di ricavi, praticamente raddoppiati rispetto ai 61,7 milioni di Euro del terzo trimestre 2002, e un Mol di 34,5 milioni di Euro, più che quintuplicato rispetto ai 6,2 milioni di Euro del terzo trimestre 2002. Sempre nel terzo trimestre Hansenet ha contribuito con 25,5 milioni di Euro di ricavi e un Mol di 4,3 milioni di Euro. A partire dal 1° ottobre Hansenet non è più inclusa nel consolidamento di e.Biscom. Piano industriale A quattro anni dalla fondazione e.Biscom ritiene a pieno titolo conclusa la fase di start-up. In questo periodo la Società ha progressivamente raggiunto e superato gli obiettivi inizialmente annunciati, dimostrando la validità e il successo del proprio modello di business in termini di sostenibilità sia tecnologica che finanziaria. Oggi il modello e.Biscom rappresenta il futuro dell’industria delle telecomunicazioni. Con l’impiego della tecnologia Ip (Internet Protocol) per la trasmissione unificata di voce, dati, video e Internet e.Biscom ha dimostrato di poter realizzare ex novo reti di telecomunicazioni in grado di fornire un’ampiezza di banda praticamente infinita a clienti business e residenziali. Offerta che ha subito incontrato una forte domanda, come attesta la rapida penetrazione di mercato in una città come Milano dove, a tre anni dal lancio dei servizi, ha raggiunto una market share vicina al 20%. Il successo dell’offerta commerciale, unito alla generazione di Arpu più alti del previsto e all’efficacia della tecnologia Dsl – che permette di offrire servizi innovativi e altamente differenziati anche ai clienti connessi con il doppino in rame – consentono un impiego più efficiente degli investimenti di capitale. Il piano industriale approvato ieri dal Consiglio di Amministrazione conferma la strategia di crescita organica della Società, focalizzata sul core business delle telecomunicazioni in Italia, e aggiorna tutte le previsioni di sviluppo indicate nel precedente piano, anticipando di quattro anni, al 2006, gli obiettivi precedentemente attesi per il 2010 in termini di ricavi, clienti e Mol. Nel biennio 2004-2005 parte dei proventi derivanti dalla cessione della controllata tedesca Hansenet verranno utilizzati per consentire l’espansione territoriale in altre aree geografiche del Nord-est e del Sud Italia, mentre proseguirà l’incremento della penetrazione commerciale nelle città già raggiunte con un investimento complessivo di circa 650 milioni di Euro. Ed è proprio in previsione della prossima espansione nel Nord-est che Fastweb ha aderito alla richiesta dell’Amministrazione Comunale di Venezia di creare un network di teatri cittadini da collegare alla Fenice in occasione della settimana di inaugurazione, prevista dal 14 al 21 dicembre. L’ateneo Veneto nel centro di Venezia e il Cinema Corso nel centro di Mestre verranno connessi allo storico teatro per consentire a tutti gli spettatori che ne faranno richiesta di assistere in diretta a cinque dei setti concerti previsti. Il programmato sviluppo dell’attività nelle città già raggiunte e l’espansione nelle aree geografiche del Nord-est e del Sud Italia aumenteranno il ritmo di crescita del volume d’affari di e.Biscom e consentono di prevedere un incremento medio annuo dei ricavi di oltre il 30% nel periodo 2003-2006, fino a superare i 1.100 milioni di Euro nel 2006, mentre l’incidenza del segmento residenziale sul fatturato passerà dal 35% al 50%. Sul piano della redditività, nel 2006 è attesa una crescita del Mol fino a oltre 500 milioni di Euro, pari al 45% dei ricavi. Sul fronte dei clienti, invece, a fine 2006 sono previsti più di 800.000 abbonati su un mercato di riferimento di 6 milioni di unità abitative, pari a un quarto della popolazione italiana. Il piano industriale conferma inoltre l’obiettivo – annunciato nel 2000 – di generare utili e flussi di cassa positivi a partire dal 2005, che consentiranno di autofinanziare un’ulteriore espansione sul territorio fino a raggiungere, nel 2010, 10 milioni di unità abitative (pari al 45% della popolazione italiana) con oltre 1,5 milioni di clienti, ricavi superiori a 2 miliardi di Euro e un Mol di oltre 1 miliardo di Euro (pari al 50% del fatturato), con investimenti a lungo termine pari al 10% delle vendite. La generazione di significativi flussi di cassa permetterà infine di distribuire agli azionisti dividendi con un elevato pay-out a partire dall’esercizio fiscale 2006.

CIRIO: RELAZIONE SEMESTRALE CHIUSA AL 30 GIUGNO 2003: RICAVI PARI A 372,4 MILIONI DI EURO RISPETTO A 516,8 DELL’ESERCIZIO PRECEDENTE.
Roma, 14 novembre 2003 - I Commissari Straordinari di Cirio Finanziaria S.p.a. In Amministrazione Straordinaria hanno diffuso in data 14 novembre 2003 la relazione semestrale chiusa al 30 giugno 2003. Nei primi sei mesi dell’anno in corso – a livello consolidato – a seguito delle ripercussioni della crisi finanziaria in corso, si è registrato – a parità di area di consolidamento – un ammontare dei ricavi pari a 372,4 milioni di euro rispetto a 516,8 dell’esercizio precedente. Il margine operativo lordo a livello consolidato si è ridotto fino al valore di 19,4 milioni di euro contro i 43,1 registrati nei primi sei mesi del 2002. La predisposizione della presente relazione semestrale al 30 giugno 2003 presenta notevoli limiti ed elevatissimi margini di incertezza, esposti anche alle autorità competenti, che vengono di seguito rappresentati: "1) viene precisato che la situazione economica e finanziaria della società e del gruppo, nel particolare momento in cui versa, non era sicuramente stata prevista dall’art. 2428, comma 3 del Codice Civile e dall’art. 81 del Regolamento Emittenti n. 11971 del 14/5/99 e successive modifiche. Tali disposizioni, infatti, presuppongono che gli amministratori di una società quotata, che sono i titolari dell’obbligo di redigere e pubblicare la relazione, siano nel pieno esercizio dei poteri gestori loro riconosciuti dalla legge e, dunque, gli unici legittimati a elaborare le strategie aziendali ed i piani di sviluppo futuri della gestione ed a decidere quali principi contabili adottare per la redazione del bilancio semestrale nel quale si concreta la relazione; bilancio il quale non può che essere redatto sul presupposto della continuità aziendale e con principi e criteri contabili "di funzionamento". In caso contrario, la relazione semestrale non sarebbe in grado di fornire informazioni significative che consentano agli investitori di giudicare la situazione dell’impresa, il "risultato economico" nonché la "prevedibile evoluzione dell’attività per l’esercizio in corso" come richiesto dall’art. 81, comma 9, del citato Regolamento Emittenti. Si ricorda come, nella situazione attuale della Cirio Finanziaria, i Liquidatori non fossero in grado di redigere entro il termine del 13 settembre 2003 una situazione semestrale che contenesse informazioni significative atte a consentire agli investitori la formulazione dei giudizi or ora richiamati, per i seguenti motivi: •la futura evoluzione dell’attività della società dipende non da una decisione che spetti ad essi liquidatori, bensì dalle conclusioni adottate dai.Commissari Giudiziali e dal Tribunale di Roma (ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria o fallimento della società) •tali conclusioni manifestano diretta influenza anche sui criteri di valutazione del patrimonio della società al 30 giugno 2003 e di determinazione del risultato economico del 1° semestre 2003 (criteri di funzionamento oppure criteri, antitetici, di liquidazione). La relazione dei Commissari Giudiziali è stata resa nota il 26 settembre 2003. Essa contiene una valutazione nettamente favorevole all’ammissione delle società insolventi (Cirio Finanziaria, Cirio Holding, Cirio Del Monte Italia e Cirio Del Monte N.v.) alla procedura di amministrazione straordinaria. I Commissari manifestano la loro preferenza, fra i due possibili "programmi" previsti dal D. Legvo n. 270/1999, per il "programma di cessione dei complessi aziendali", concepito secondo un "piano di riorganizzazione e razionalizzazione delle attività imprenditoriali", che implica la prosecuzione dell’ordinaria attività dell’impresa, per la durata massima di un anno. A sua volta, il Tribunale di Roma, condividendo le valutazioni dei Commissari (che sono state approvate anche dal Ministero delle Attività Produttive) ha ritenuto sussistenti le condizioni di legge per l’ammissione delle quattro imprese insolventi alla procedura di amministrazione straordinaria (esistenza di concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico delle attività imprenditoriali). La prosecuzione dell’ordinaria attività dell’impresa consente ai sottoscritti di applicare criteri "di funzionamento" nella redazione della presente relazione semestrale. In particolare, date le conclusioni dei Commissari, che implicano la cessione delle partecipazioni in imprese controllate e collegate iscritte nel bilancio al 31 dicembre 2002 fra le immobilizzazioni finanziarie, tali partecipazioni sono state riclassificate nell’attivo circolante, nella classe "Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, con conseguente mutamento del criterio di valutazione, in conformità a quanto previsto dall’art. 2426 n. 9) del Cod. Civile. 2) Tutti i dati contenuti nel presente documento si basano su informazioni ricevute dalla capogruppo e fornite da tutte le società facenti capo ad essa direttamente o indirettamente. La presente relazione è stata redatta dopo la naturale scadenza del 13 settembre ’03, in quanto, come comunicato e pubblicato dai Liquidatori, il futuro del gruppo e quindi i conseguenti principi contabili da adottare dipendono dalla Relazione dei Commissari e dalla sua approvazione da parte del Ministero delle Attività Produttive e del Tribunale..particolare attenzione va riservata ai crediti verso parti correlate che normalmente vengono valutati con cadenza annuale dagli amministratori salvo particolari situazioni che possono riscontrarsi nel corso dell’esercizio. Nel presente documento, così come nel bilancio al 31 dicembre ’02 e nella 1° Relazione Trimestrale ’03, le posizioni verso parti correlate sono state interamente svalutate ed il relativo fondo svalutazione crediti è stato progressivamente adeguato in funzione della naturale maturazione degli interessi attivi e delle variazioni cambiarie. 3) La Relazione dei Commissari Giudiziali contiene una valutazione favorevole all’ammissione delle Società insolventi alla procedura di amministrazione straordinaria. Secondo tale interpretazione l’ipotesi più facilmente percorribile sembra essere la cessione delle partecipazione o dei complessi aziendali da effettuarsi nell’arco temporale di un anno previsto, a tal fine, dalla legge. La convinzione è che l’ottenimento dell’equilibrio economico di Cirio Del Monte Italia Spa rappresenta il necessario presupposto per un riequilibrio del conto economico anche delle tre holding in procedura. Per contro, un ipotetico piano di ristrutturazione dovrebbe prevedere una forte ricapitalizzazione e tempi e modalità di soddisfazione dei creditori abbinate ad una loro parziale rinuncia o dilazione, condizioni che, allo stato, non sembrano realizzabili. L’impostazione del bilancio civilistico, conseguente a tale impostazione, non può che prevedere la riclassifica di tutte le partecipazioni in imprese controllate e collegate iscritte ad oggi tra le immobilizzazioni finanziarie, nell’attivo circolante nella voce "Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni" in quanto destinate alla vendita. "  

GRUPPO ITALMOBILIARE: NEL TERZO TRIMESTRE L’UTILE TOTALE È SALITO A 155,3 MILIONI DI EURO E L’UTILEDI GRUPPO A 47,8 MILIONI DI EURO
Milano, 17 novembre 2003 – Il Consiglio d’amministrazione di Italmobiliare Spa ha preso in esame il 14 novembre e approvato la relazione sull’andamento della gestione al 30 settembre 2003. Andamento Economico - Terzo trimestre – I ricavi consolidati di Italmobiliare, pari a 1.144,5 milioni di euro, risultano sostanzialmente invariati rispetto al terzo trimestre 2002 (1.144,7 milioni di euro). Il margine operativo lordo ammonta a 319,7 milioni di euro (328,0 milioni di euro) e il risultato operativo è pari a 219,0 milioni di euro (230,8 milioni di euro). Il Gruppo ha realizzato un utile netto totale di 155,3 milioni di euro e un utile netto di Gruppo di 47,8 milioni di euro, in crescita rispetto a 100,2 milioni di euro e a 16,2 milioni di euro registrati nel terzo trimestre dello scorso esercizio. Sull’andamento del terzo trimestre hanno influito favorevolmente la crescita dei risultati del gruppo Italcementi sostenuti dal positivo effetto dei proventi straordinari, il miglioramento dei risultati di Sirap Gema e il consistente apporto delle società finanziarie del Gruppo. Primi nove mesi – I ricavi ammontano a 3.323,7 milioni di euro con un aumento dello 0,6% rispetto all’analogo periodo del 2002 determinato da una crescita dell’attività (+3,3%), dalla variazione dell’area di consolidamento (+0,7%) e da un negativo effetto cambio (-3,4%). Il margine operativo lordo è pari a 817,9 milioni di euro (842,6 milioni di euro) e il risultato operativo ammonta a 521,1 milioni di euro (551,8 milioni di euro). L’effetto cambio ha inciso negativamente sul Mol e sul risultato operativo rispettivamente per 28,7 milioni di euro e 17,1 milioni di euro. L’utile netto totale consolidato sale a 345,8 milioni di euro (266,5 milioni di euro al 30 settembre 2002) e l’utile netto di Gruppo cresce a 133,6 milioni di euro (79,6 milioni di euro al 30 settembre 2002). I proventi/oneri finanziari dei primi nove mesi 2003 evidenziano un saldo negativo di 47,5 milioni di euro rispetto a un saldo negativo di 37,5 milioni di euro del corrispondente periodo 2002. La variazione pari a 10,0 milioni di euro è dovuta sostanzialmente alle minori plusvalenze realizzate su cessione di partecipazioni e al contenimento degli oneri finanziari per la significativa riduzione dell’indebitamento. Le rettifiche di valore di attività finanziarie passano da un saldo negativo di 22,5 milioni di euro a un saldo positivo di 20,6 milioni di euro, aumento riferibile in larga misura a riprese di valore di alcune partecipate quotate in Borsa operate da società finanziarie controllate da Italmobiliare. I proventi/oneri straordinari evidenziano un saldo positivo di 43,9 milioni di euro rispetto a un saldo negativo di 30,5 milioni di euro registrato nei primi nove mesi dello scorso esercizio. La variazione è attribuibile in parte a minori accantonamenti effettuati dalla controllante Italmobiliare rispetto allo stesso periodo del 2002, e, soprattutto, ai proventi registrati dal settore delle costruzioni derivanti – come già comunicato da Italcementi – sia dalla positiva soluzione di contenziosi fiscali in Belgio sia dal realizzo di plusvalenze su cessioni di attività non strategiche in Spagna. L'indebitamento netto al 30 settembre 2003 è pari a 1.794,1 milioni di euro, in sensibile riduzione rispetto al 30 giugno 2003 (2.010,9 milioni di euro). Al 31 dicembre 2002 ammontava a 1.913,1 milioni di euro. Nel corso del trimestre sono stati effettuati investimenti per complessivi 75,1 milioni di euro, di cui 3,2 milioni di euro in partecipazioni finanziarie. Previsioni – I risultati dei primi nove mesi confermano le previsioni formulate nella relazione semestrale. Complessivamente il risultato consolidato dell’esercizio, salvo eventi eccezionali non prevedibili, sarà superiore a quello dell’esercizio precedente. Andamento Dei Principali Settori Di Attivita’ - Materiali da costruzione – Nei primi nove mesi dell’anno, il gruppo Italcementi ha realizzato ricavi per 3.241,7 milioni di euro (+0,5%). Il margine operativo lordo e il risultato operativo hanno registrato una diminuzione del 3,7% e del 6,5% attestandosi, rispettivamente, a 806,5 milioni di euro e a 518,5 milioni di euro. L’utile totale, per effetto dell’incremento riportato nel terzo trimestre, è salito a 292 milioni di euro (258,2 milioni di euro al 30 settembre 2002) e l’utile netto di pertinenza del gruppo si è attestato a 214,6 milioni di euro (194,4 milioni di euro al 30 settembre 2002) con incrementi del 13,1% e del 10,4% sui primi nove mesi del 2002. Gli oneri finanziari, al netto dei proventi, hanno registrato un sensibile contenimento da 94,8 a 88,4 milioni di euro. Imballaggio alimentare e isolamento termico – Il gruppo Sirap Gema nei primi nove mesi ha realizzato ricavi pari a 82,6 milioni di euro rispetto a 78,2 milioni di euro dell’analogo periodo dell’esercizio precedente; il margine operativo si è attestato a 18,3 milioni di euro da 14,6 milioni di euro e il risultato operativo a 12,3 milioni di euro da 9,5 milioni di euro; l’utile netto è stato di 7,0 milioni di euro rispetto a 3,1 milioni di euro dello scorso esercizio. Settore finanziario – Le principali società finanziarie hanno registrato andamenti differenziati: Italmobiliare International Finance Ltd (attiva sui mercati mobiliari internazionali) presenta al 30 settembre 2003 un utile netto complessivo pari a 15,2 milioni di euro (12,1 milioni di euro); Société de Participation Financiére Italmobiliare (società finanziaria che gestisce rilevanti partecipazioni), evidenzia un risultato dei primi nove mesi in utile per 22,2 milioni di euro (perdita di 20,1 milioni di euro), per effetto della ripresa di valore di alcune partecipazioni svalutate negli esercizi precedenti; il gruppo Fincomind (cui fanno capo Finter Bank Zürich e Finter Bank France) ha evidenziato nei primi nove mesi dell’esercizio una perdita di 805 mila franchi svizzeri (utile di 2.012 mila franchi svizzeri nel 2002) a causa dell’andamento ancora negativo delle attività in Francia.

PARMALAT FINANZIARIA PRIMI NOVE MESI 2003: CRESCITA INTERNA A VALORE + 4,1% (POSITIVA ANCHE NEL TERZO TRIMESTRE) MIGLIORAMENTO DEL MARGINE EBITDA AL 12,4% E DEL MARGINE EBIT ALL’8,3% PRONTO IL SECONDO RAPPORTO AMBIENTALE
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione riunitosi il 14 novembre sotto la presidenza del Cav. Lav. Calisto Tanzi, ha esaminato la relazione sull’andamento della gestione del terzo trimestre dell’esercizio 2003 (periodo 1° luglio - 30 settembre). Commento ai dati economici dei primi nove mesi dell’esercizio 2003 Nei primi nove mesi dell’esercizio il Gruppo Parmalat ha realizzato un fatturato consolidato di 5.263 milioni di euro rispetto ai 5.663 milioni dei primi nove mesi dell’esercizio 2002 (-7,1%). Sull’andamento del fatturato ha inciso positivamente la crescita interna a valore del 4,1% mentre ha influito negativamente (-11,2%) l’andamento di quasi tutte le valute di operatività del Gruppo rispetto all'euro. Il cambio medio delle principali valute di operatività del Gruppo nei primi nove mesi dell'esercizio 2003 ha infatti registrato, rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente, il seguente deprezzamento verso l’euro: Bolivar venezuelano - 43,5%; Dollaro australiano - 2,6%; Dollaro canadese - 8,4%; Dollaro statunitense - 16,6%; Peso Argentina - 15,8%; Peso colombiano - 30,9%; Real brasiliano - 28,6%; Sterlina Gran Bretagna - 9,3%, La crescita interna in volumi nei primi nove mesi dell’esercizio è stata pari all’1,7% (1,1% nei primi sei mesi dell’esercizio) rispetto al 2,5% del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Il fatturato nei primi nove mesi dell’esercizio è stato realizzato per il 37,5% in Europa (34,2% nei primi nove mesi dell’esercizio precedente), per il 33,1% in Nord e Centro America (35,0%), per il 19,7% in Sud America (22,2%) e per il 9,7% in altre aree geografiche (8,6%). Il margine operativo lordo è ammontato a 650,5 milioni di euro con una diminuzione del 5,7% rispetto ai 689,9 milioni dei primi nove mesi dell’esercizio precedente. Il rapporto tra il margine operativo lordo ed il fatturato si attesta al 12,4%, rispetto al 12,2% del corrispondente periodo dell’esercizio precedente e al 12,3% dell’intero esercizio 2002. Il margine operativo netto è ammontato a 438,8 milioni di euro con una diminuzione del 3,2% rispetto ai 453,4 milioni dei primi nove mesi dell’esercizio precedente. Il rapporto tra il margine operativo netto ed il fatturato si attesta all’8,3% rispetto all’8% del corrispondente periodo dell’esercizio precedente e all’8,1% dell’intero esercizio 2002. Gli ammortamenti e le svalutazioni delle immobilizzazioni hanno inciso sul fatturato dei primi nove mesi dell’esercizio per il 4% rispetto al 4,2% dell’analogo periodo dell’esercizio precedente e dell’intero esercizio 2002. Nella determinazione degli ammortamenti sono stati applicati i medesimi criteri e le medesime aliquote utilizzate per la redazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2002 e della relazione trimestrale del corrispondente periodo dell’anno precedente. Il Gruppo nei primi nove mesi dell’esercizio ha operato, come nel precedente esercizio, in 30 paesi, avvalendosi in media di n. 34.835 dipendenti, contro una media di n. 37.668 dipendenti utilizzati nel corso del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Gli oneri finanziari complessivi dei primi nove mesi dell’esercizio, al netto dei proventi finanziari e comprensivi delle differenze cambio, sono ammontati a 121,7 milioni di euro, contro 103,9 milioni di oneri finanziari netti del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. L’incremento di 17,8 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi dell’esercizio precedente è dovuto ad una diversa imputazione a conto economico dell’effetto delle differenze cambio passive non ancora realizzate rilevate sulla valuta brasiliana. Va infatti ricordato che nella trimestrale al 30 settembre 2002 differenze cambio passive, pari a 26,1 milioni di euro, che non erano state ancora realizzate ma derivavano dalla puntuale rilevazione del cambio alla data del 30 settembre 2002, erano state appostate tra gli oneri straordinari. Tale scelta, come precisato nella Relazione trimestrale al 30 settembre 2002, era stata motivata dall’anomalo andamento della valuta brasiliana, dovuto all’incertezza manifestatasi per effetto delle elezioni presidenziali, e dalla presunzione che tali minusvalenze potevano essere riassorbite entro la fine dell’esercizio per effetto della stabilizzazione del cambio della valuta sudamericana per il venire meno delle incertezze legate alla soluzione della vicenda elettorale. L’incidenza degli oneri finanziari netti sul fatturato, escluse le differenze cambio, è rimasta costante intorno all’1,5% come nell’esercizio 2002. Commento ai dati economici del terzo trimestre dell’esercizio 2003 Nel terzo trimestre dell’esercizio 2003 è stato realizzato un fatturato consolidato di 1.838 milioni di euro rispetto ai 1.806 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. La crescita dei volumi di vendita nel corso del terzo trimestre dell’esercizio è stata del 2,8% rispetto all’1,1% registrata nel 1° semestre dell’anno. Il margine operativo lordo nel terzo trimestre dell’esercizio 2003 è ammontato a 237,6 milioni di euro, rispetto ai 220,2 milioni del terzo trimestre dell’esercizio precedente, mentre il margine operativo netto è ammontato a 168,9 milioni di euro rispetto ai 156,7 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Il rapporto tra il margine operativo lordo, pari a 237,6 milioni di euro, ed il fatturato si attesta al 12,9%, rispetto al 12,2% del terzo trimestre dell’esercizio precedente e al 12,3% dell’intero esercizio 2002. Il rapporto tra il margine operativo netto, ammontato a 168,9 milioni di euro, ed il fatturato si attesta al 9,2%, rispetto all’8,7% del terzo trimestre dell’esercizio 2002 e all’8,1% dell’intero esercizio precedente. L’incremento del fatturato e dei margini operativi è dovuto alla favorevole congiuntura legata a prodotti a consumo stagionale, ad elevato valore aggiunto, come i succhi di frutta e altre bevande, oltre che alla diversa incidenza delle valute riferite al trimestre in esame. Per quanto riguarda l’incremento degli oneri finanziari rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente, rimandiamo a quanto già esposto nel precedente paragrafo concernente il commento dei primi nove mesi dell’esercizio 2003 relativamente alla diversa imputazione nel conto economico del corrispondente periodo dell’esercizio precedente, dell’effetto delle differenze cambio passive non ancora realizzate rilevate sulla valuta brasiliana. Commento alla posizione finanziaria L’entità del debito finanziario netto è passata da 1.810 milioni di euro al 30 giugno 2003 a 1.819 milioni al 30 settembre 2003 (1.862 milioni di euro al 31 dicembre 2002). Il cash-flow generato dalla gestione è stato utilizzato in parte a copertura del fabbisogno finanziario determinato dagli investimenti tecnici e dalle necessità di capitale circolante. Va precisato che l’aumento del totale dei debiti finanziari lordi (da 5.347 milioni di euro al 30 giugno 2003 a 6.040 milioni al 30 settembre 2003) e l’aumento delle disponibilità (da 3.537 milioni a 4.221 milioni) è dovuta alle operazioni di emissione di bonds, descritti più dettagliatamente nel successivo paragrafo “Fatti più significativi del terzo trimestre”, ed i cui proventi finanziari al 30 settembre 2003 erano stati utilizzati solo in parte. I prestiti obbligazionari emessi da imprese controllate in scadenza nel 2003 e nel 2004 per un ammontare complessivo di 550 milioni di €uro sono stati in parte riacquistati, per un ammontare di nominali 360 milioni, da un’altra impresa inclusa nell’area di consolidamento. Pertanto, alla data del 30 settembre 2003, i mezzi finanziari necessari al Gruppo Parmalat per far fronte ai rimborsi dei prestiti da onorare entro il 31 dicembre 2004 ammontano a 190 milioni di €uro. A questo ammontare si potrebbe aggiungere l’importo di 246,4 milioni di €uro, maggiorato del relativo rendimento, nell’eventualità che tutti i portatori delle obbligazioni Parmalat Soparfi Sa equity linked bonds 2002/2022 esercitino, come consentito dal relativo regolamento, la richiesta di rimborso anticipato nel mese di dicembre 2004. Per quanto riguarda gli impegni finanziari in scadenza nel breve periodo, va ricordato che il Gruppo Parmalat potrebbe essere tenuto, qualora entro la fine del 2003 non venisse attuata la programmata quotazione della controllata brasiliana Parmalat Empreendimentos e Administracao Ltda, ad acquistare, con un investimento di circa 400 milioni di dollari statunitensi, il 18,18% della stessa Parmalat Empreendimentos e Administracao Ltda di proprietà di investitori nord-americani. Allo stato attuale riteniamo improbabile effettuare nei termini programmati la quotazione della Parmalat Empreendimentos e Administracao Ltda e, pertanto, Parmalat sarà tenuta, se non verranno rinegoziate le condizioni con gli investitori nord-americani, ad adempiere all'impegno di acquisto della quota di minoranza della società brasiliana. I prestiti obbligazionari in scadenza entro il 2004 e gli impegni finanziari sopra descritti troveranno copertura tramite l’utilizzo della liquidità. Viene precisato che sono iscritti nelle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, per 61 milioni di euro, titoli subordinati acquistati e/o sottoscritti a fronte di determinate operazioni di finanziamento. Le obbligazioni iscritte nell’attivo circolante, per 1.577 milioni di euro, hanno tutte rating minimo singola A ad eccezione dell’investimento in titoli Sires Star, sottoscritti nell’ambito di una operazione finanziaria con una primaria istituzione bancaria internazionale, per un ammontare di 34,2 milioni con scadenza nel dicembre 2017. Il pagamento degli interessi del titolo Sires Star è garantito da una primaria istituzione bancaria internazionale tramite uno swap agreement che garantisce un rendimento fisso. Inoltre, in caso di mancato rimborso della quota capitale da parte dell’emittente, Parmalat ha un diritto di "call" nei confronti della stessa primaria istituzione bancaria che deve trasferire a Parmalat un ammontare corrispondente di titoli emessi da Società del Gruppo Parmalat. I titoli iscritti nell’attivo circolante comprendono, per 496,5 milioni di euro, le quote nel fondo comune di investimento estero Epicurum, costituito a fine settembre 2002, iscritte ad un valore pari al costo di sottoscrizione, dunque riconducibile al costo sostenuto alla data di riferimento. Il fondo in questione, che investe in strumenti finanziari quotati, strumenti finanziari non quotati, strumenti finanziari derivati e quote di fondi, produrrà la prima situazione patrimoniale al 31 dicembre 2003, termine del primo pieno esercizio, in conformità alla legislazione e ai principi contabili allo stesso applicabili e alle disposizioni regolamentari e statutarie cui lo stesso è soggetto. L’investimento è stato effettuato ai fini della attribuzione a gestori professionali di una parte della liquidità del Gruppo, anche in funzione di un rendimento atteso superiore alla media dei rendimenti dei titoli attualmente in portafoglio; la durata prospettica dell’investimento è di breve periodo, ma comunque determinabile in funzione del rendimento realizzato e/o prospettico. Il fondo Epicurum, in relazione a e a seguito di taluni articoli di stampa e comunicati di varia fonte, in data 12 novembre ha espresso la raccomandazione, per evitare reciproci danni, che la Parmalat voglia aderire alla richiesta di liquidare il proprio investimento nel fondo. A ragione di detta richiesta Parmalat ha ritenuto di accogliere la raccomandazione di liquidazione della propria quota di partecipazione nel Fondo, liquidazione che avrà luogo nei termini e alle condizioni delle disposizioni statutarie del fondo; l’importo stimato che il fondo liquiderà sarà di circa 600 milioni di Us$ e la liquidazione avverrà entro 15 giorni. Una impresa inclusa nell’area di consolidamento ha stipulato con il Fondo Epicurum, nel mese di marzo del corrente esercizio, un contratto di swap valutario, con riferimento ad un importo nozionale di 850 milioni di euro, con le quali le parti si sono impegnate a liquidarsi trimestralmente, fino al 2007, le differenze cambio maturate tra il dollaro statunitense e l’euro rispetto ad un cambio iniziale concordato. Tale contratto è stato stipulato, in considerazione della particolare volatilità registrata nei rapporti di cambio Usd/euro, a copertura del rischio cambio sugli investimenti del Gruppo Parmalat in essere nell’"area dollaro". In considerazione dei recenti accadimenti, non escludiamo l’estinzione anticipata o la rinegoziazione di tale contratto stipulato con il Fondo Epicurum. L’ammontare delle promissory notes iscritte nell’attivo circolante, è passato da 1.052 milioni di euro al 31 dicembre 2002 a 572 milioni al 30 settembre 2003. I suddetti titoli sono legati ad operazioni finanziarie volte allo sviluppo commerciale ed industriale del gruppo in certi paesi. La maggior parte delle Promissory Notes sono garantite da primari istituti di credito. La classificazione delle attività sopra descritte nell’attivo non immobilizzato è stata effettuata in considerazione della esigibilità e liquidabilità di tali titoli nel breve periodo.

GANDALF SPA: APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2003
Orio al Serio (Bg), 17 novembre 2003 -– Nella riunione del 14 novembre, il Consiglio di Amministrazione della Società ha approvato la relazione trimestrale al 30/09/2003. In considerazione dell’attuale stato della società ed in vista della Assemblea convocata per i giorni 25, 27 novembre e 2 dicembre pp.Vv. Per l’adozione dei provvedimenti in ordine allo stato di liquidazione della società ovvero per la revoca dello stesso, detta relazione è stata redatta in duplice versione, per rispecchiare la situazione della società tanto in ottica di continuità aziendale quanto in ottica liquidatoria. E’ stata valutata in ottica di continuità aziendale, la relazione espone una perdita consolidata di Euro 15.095 milioni, una perdita di Gandalf S.p.a. Di Euro 17.383 milioni, un patrimonio netto consolidato di Euro –19.991 milioni e di Gandalf S.p.a. Di Euro –14.096 milioni. Se, invece, valutata in ottica di liquidatoria, la relazione espone una perdita consolidata di Euro 61.812 milioni, una perdita di Gandalf S.p.a. Di Euro 69.592 milioni, un patrimonio netto consolidato di Euro –66.708 milioni e di Gandalf S.p.a. Di Euro –66.305 milioni. Resta inteso che per potersi procedere alla revoca della liquidazione, tanto per effetto di interventi finanziari che dovessero pervenire prima dell’Assemblea quanto per effetto di volontà assembleare manifestata in detta sede, fermi restando i concetti già esposti nelle relazioni depositate ai sensi di legge entro i termini fissati per la precedente Assembela Straordinaria dei giorni 24, 25 e 28 ottobre uu.Ss., i dati economici debbono essere integralmente sostituiti da quelli risultanti dalla situazione trimestrale al 30 settembre 2003, nella versione redatta in ottica di continuità aziendale. Si segnala, comunque, che il Consiglio di Amministrazione, pur essendosi attivato per quanto in suo potere al fine di sottolineare l’importanza ai soci della partecipazione alla convocata Assemblea, ha già considerato anche l’ipotesi che la convocata Assemblea possa nuovamente non trovare il quorum costitutivo o deliberativo e, per tale ipotesi, ha già predisposto ricorso preventivo al Presidente del Tribunale di Parma per la nomina di liquidatore/i giudiziale/i in corso di deposito. In sintesi, le principali informazioni, desumibili dalla relazione trimestrale del Gruppo, in ipotesi di continuità aziendale, sono le seguenti: I ricavi netti nei primi nove mesi del 2003 ammontano a 29,6 milioni di euro, con un decremento di 9,5 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, dovuto principalmente alla riduzione del numero di aeromobili operativi. I costi per materiali e servizi ammontano a circa 21,7 milioni di euro, con un decremento di 4,4 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2002, in relazione ai minori voli operati dalla società (-21%). In tale voce sono inclusi i costi per i wet lease per circa 3,3 milioni di euro (pari a 4,8 milioni di Euro al 30 settembre 2002). Il costo del lavoro ammonta a 7,7 milioni di euro, contro gli 8 milioni di euro dello stesso periodo dell’esercizio precedente. L’organico del Gruppo Gandalf al 30 settembre 2003 risulta composto da 168 addetti, contro i 211 dipendenti al 30 settembre 2002. Il costo dei leasing dei primi nove mesi è risultato pari a 5,2 milioni di euro contro i 8,3 dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un decremento pari a circa 3,1 milioni di euro. Tale miglioramento è dovuto al minor numero di aerei in flotta ed al recupero del cambio dell’euro rispetto al dollaro, moneta quest’ultima in cui viene regolato circa il 50% dei contratti in essere per gli aerei in flotta. Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) risulta pari a –10,4 milioni di euro, contro i – 11,3 milioni di euro dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Il Risultato Netto dei primi nove mesi del 2003 risulta pari a –15,1 milioni di euro. La posizione finanziaria netta è pari ad euro –12 milioni, rispetto a –10,5 milioni al 31 dicembre 2002; l’aumento di capitale sociale deliberato il 29 gennaio 2003 ha generato, nel periodo di riferimento, un flusso di cassa per Euro 3,1 milioni. Il flusso monetario negativo della gestione reddituale è stato pari ad Euro 1,3 milioni, (contro –13,2 milioni al 31 dicembre 2002), mentre il flusso monetario dell’attività di investimento è stato pari a –3,3 milioni (-6,7 milioni al 31 dicembre 2002) Nei primi nove mesi del 2003 i passeggeri trasportati sono stati 176.959, contro i 229.053 al 30 settembre 2002, con un decremento pari al 23%, a fronte della riduzione degli aerei in flotta e dei relativi voli. Il load factor medio è stato complessivamente pari al 51%, contro il 50% dello stesso periodo del 2002. Il Consiglio, inoltre, comunica che ad oggi non sono pervenute concrete offerte di interventi finanziari nell’ambito delle iniziative già pubblicizzate.

BREMBO : RICAVI IN CRESCITA ANCHE NEL TERZO TRIMESTRE, FORTE PRESSIONE SUI PREZZI DI VENDITA E MATERIE PRIME NUOVAMENTE IN TENSIONE
Curno, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Brembo, presieduto da Alberto Bombassei, ha esaminato nella riunione del 17 novembre i dati economici e finanziari consolidati del terzo trimestre. I risultati confermano la tendenza dei precedenti mesi, con una buona espansione dei ricavi, una sostanziale tenuta del margine operativo lordo e della generazione di cassa ed un miglioramento del risultato netto anche grazie a componenti straordinari non operativi. Il trimestre in sintesi Al termine del terzo trimestre i ricavi consolidati si attestano a E475,7milioni, con un progresso del 12,8% sull'analogo periodo dello scorso esercizio. Nel terzo trimestre è stata consolidata per la prima volta con il metodo integrale la società Bibielle Spa, produttrice di dischi freno per il mercato del ricambio delle autovetture, e con un'incidenza del 2,6% sui ricavi consolidati. A parità di perimetro, l'aumento dei ricavi è quindi leggermente superiore al 10% rispetto all'anno precedente. A comporre questo incremento concorrono in maniera assai variegata i diversi settori di attività, con il segmento dei freni per autovetture in decisa espansione, grazie alle nuove applicazioni nel settore del primo montaggio ed al positivo andamento del mercato del ricambio, mentre stabili risultano i prodotti per i veicoli commerciali ed in regresso i sistemi frenanti per i veicoli da competizione. Il mercato della motocicletta, a dispetto dell'espansione dei fatturati, risulta soggetto a una fortissima competizione e pressione sui margini. La vocazione internazionale dell'azienda si conferma, con circa i tre quarti della produzione venduta fuori dall'Italia, e con alcuni paesi in buona crescita, in particolare quelli dell'Europa orientale e del Far-east; questi ultimi sono giunti ormai a rappresentare il secondo mercato per i freni per autovetture. Si rimanda alle tabelle allegate per i dettagli e le opportune comparazioni. I mercati di riferimento riflettono in generale il difficile quadro macroeconomico internazionale, ed i timidi segnali positivi del trimestre passato sono in alcuni casi già superati da indici nuovamente in ribasso. In generale non sono attesi sviluppi significativi nei prossimi mesi e si ritiene che un tono più positivo dei mercati di sbocco si possa consolidare solamente intorno alla fine del primo semestre del 2004. Il prezzo delle principali materie prime impiegate ha ripreso la corsa al rialzo e soprattutto i metalli ferrosi preoccupano per i mesi a venire. Gli aumentati consumi, soprattutto asiatici, sembrano essere alla base di queste nuove tensioni sui prezzi. Il margine operativo lordo si attesta su livelli percentuali identici a quelli dello scorso anno, anche a parità di perimetro di consolidamento, in quanto l'influenza di Bibielle è irrilevante. L'utile netto, che sconta imposte previste pari al 47% - incluse quelle differite - risulta in significativo aumento, soprattutto a causa della minore incidenza percentuale degli ammortamenti e per la presenza di plusvalenze da cessione di immobilizzi. Invariata rispetto al trimestre precedente la posizione finanziaria netta, con debiti per E 155milioni. Si allegano i prospetti relativi alla situazione economica e patrimoniale finanziaria. 

SIEMENS ITALIA CHIUDE L’ESERCIZIO 2002/03 CON UN FATTURATO DI 3.465 MILIONI DI EURO.  UN RISULTATO SOSTANZIALMENTE INVARIATO (VAR. – 0,3%) RISPETTO AL PRECEDENTE ESERCIZIO CHE AVEVA FATTO REGISTRARE UN FATTURATO DI 3.477 MILIONI DI EURO.
Milano, 17 novembre 2003 - “Il buon risultato raggiunto dal Gruppo - commenta Vittorio Rossi, Amministratore Delegato di Siemens S.p.a. E Country Speaker del Gruppo in Italia - premia soprattutto le buone performance di aree come Trasporti e Medicale ma anche la ripresa delle Telecomunicazioni, comunque condizionate da una crisi strutturale perdurante nei mercati mondiali.” “Usciamo rafforzati da un anno difficile per tutti - sottolinea Rossi - che ci ha visto impegnati in un processo di riorganizzazione e di focalizzazione sulle sinergie interne che ci ha consentito di mantenere i volumi e di far registrare il miglior Profit di Gruppo in valore assoluto.”  Information and Communications Fatturato 1.840 milioni di Euro (+ 1,6%) Al termine di un nuovo anno di crisi degli investimenti nel mercato mondiale delle telecomunicazioni, Siemens ha chiuso l’esercizio in ripresa, facendo registrare un fatturato di 1.840 milioni di Euro ed un + 1,6% nei confronti dell’anno fiscale 2001/02. A trainare il buon risultato dell’area sono state soprattutto le crescite a 2 cifre di cellulari e soluzioni It. Con 2,5 milioni di terminali venduti, Siemens ha rafforzato la seconda posizione sul mercato italiano, grazie anche al completamento del portafoglio prodotti. Grande contributo è stato fornito dalle vendite dei cordless che con un + 35% hanno consentito inoltre al Gruppo di consolidare la leadership nazionale nel mercato di riferimento. L’anno appena concluso ha visto Siemens portare avanti, con l’installazione di nuove stazioni radio-base, la copertura della rete Umts per H3g (1.800 stazioni installate da Siemens su un totale di circa 3.500 di H3g) ed avviare un progetto per le infrastrutture di terza generazione con Tim. Particolarmente significativi anche la realizzazione in corso della rete Gsm-r per Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs) e il potenziamento della rete nazionale Gsm/gprs di Tim con tecnologia Edge. Il gruppo Sbs (Siemens Business Services) ha guadagnato il 10% nel fatturato rispetto all’esercizio precedente. Protagonisti i 3 progetti di e-government, tra i più significativi a livello europeo: il completamento dell’informatizzazione nel nuovo sistema di gestione delle chiamate di emergenza per i Carabinieri 112, la consegna della prima smart card di identificazione per l’Esercito Italiano (Carta Multiservizi della Difesa) e l’avvio del progetto per la Carta Multiservizio della Regione Lombardia. Da segnalare, nelle reti fisse, la fornitura di tecnologia di accesso a banda larga per gli operatori Telecom Italia e Fastweb, che ha consentito a quest’ultimo il lancio dell’offerta dei servizi video su Adsl.  Automation and Control Fatturato 925 milioni di Euro (- 4,6%) A fronte delle perduranti sofferenze del comparto industriale, l’area Automation and Control ha registrato un fatturato di 925 milioni di Euro, in lieve calo (- 4,6%) rispetto ai volumi dell’esercizio precedente. A condizionare in maniera significativa il risultato è stata la cessione di Siemens Facility Management & Services (valore 40 milioni di Euro) ad Aem, avvenuta nel settembre 2002. Nonostante il risultato in flessione dell’intera area vanno segnalati: la buona performance del settore automazione (+ 0,6%); la realizzazione degli impianti di distribuzione e smistamento per i gruppi Gucci (Svizzera) e Barilla (Parma), e dei sistemi di sicurezza e building automation per Fiat Avio, Deutsche Bank e Aeroporto di Malpensa; i servizi di maintenance sviluppati per il Gruppo Solvay e l’ampliamento di un impianto di produzione per Agrolinz Melamin Italia. Ligthing Fatturato 317 milioni di Euro (+ 0,9%) Rappresentata dalla società Osram, l’area Lighting ha chiuso l’anno 2002/03 con un fatturato di 317 milioni di Euro, in linea con il risultato dell’esercizio precedente (+ 0,9%). Medical Fatturato 217 milioni di Euro (+ 14,2%) Con un fatturato di 217 milioni di Euro ed un + 14,2% rispetto allo scorso esercizio, Siemens conferma un trend molto positivo. Se in parte la crescita può essere ricondotta all’incorporazione della società di servizi It per strutture ospedaliere Shared Medical Services (Sms), l’anno appena concluso ha visto anche la cessione di una parte del business dell’Elettromedicina alla joint-venture Draeger Medical. Tra le realizzazioni più significative l’informatizzazione dell’Istituto dei Tumori di Milano, prima struttura ospedaliera sui tumori completamente filmless, e l’innovativo project financing per l’Ospedale di Cagliari, per il quale Siemens ha curato tutti gli aspetti necessari alla progettazione, alla costruzione ed al finanziamento delle strutture.  Transportation Fatturato 163 milioni di Euro (+ 20,7%) L’area Trasporti ha archiviato l’esercizio 2002/03 con un fatturato complessivo di 163 milioni di Euro ed un + 20,7% rispetto all’anno precedente, segnando la crescita di volumi più rilevante in termini percentuali tra le diverse aree del Gruppo. Nel settore dedicato al trasporto ferroviario e urbano, da segnalare la fornitura dei sistemi di marcia automatica e dei treni per la Metropolitana di Torino, in corso di realizzazione per l’appuntamento delle Olimpiadi invernali del 2006, il nuovo impulso ricevuto dal progetto per la Metrotramvia di Verona, ed il prolungamento della metropolitana di Milano Mm3 lungo la tratta Zara-maciachini. Un forte contributo al risultato complessivo dell’area è giunto dalla vendita degli iniettori per motori a benzina di Siemens Vdo Automotive, che ha visto recentemente riconosciuto il sito di Pisa come centro di eccellenza a livello mondiale per la progettazione e lo sviluppo di questo tipo di prodotti. Power Fatturato 133 milioni di Euro (- 4,3%) Con un fatturato di 133 milioni di Euro, l’area Power ha chiuso l’esercizio 2002/03 con una lieve flessione (- 4,3%) rispetto all’anno precedente, riconducibile alla cessione di Siemens Metering (valore 23 milioni di Euro) al fondo Kkr, avvenuta nel corso dell’anno fiscale 2001/02. L’anno appena concluso ha visto il completamento dell’integrazione di Fiat Avio Power Services, e il conseguente cambiamento di denominazione in Gas Turbine Technologies (Gtt).

INFERENTIA DNM APPROVATA LA RELAZIONE AL 30 SETTEMBRE 2003 PRIMI NOVE MESI CRESCE IL VALORE DELLA PRODUZIONE (13,3%) FORTE INCREMENTO DELL'EBITDA (+138,2%)
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Inferentia Dnm S.p.a., riunito il 14 novembre sotto la presidenza di Enrico Gasperini, ha approvato la relazione trimestrale al 30 settembre 2003. Il valore della produzione consolidato dei primi nove mesi del 2003, pari a € 33,666 milioni, cresce del 13,3 % rispetto all'equivalente periodo del 2002. Nel terzo trimestre, il valore della produzione consolidato è stato di € 9,343 milioni, in calo del 2,6% rispetto al terzo trimestre del 2002 (€ 9,597 milioni). Il margine operativo lordo consolidato (Ebitda) dei primi nove mesi dell'anno è positivo per € 2,215 milioni, in netto miglioramento (+138,2%) rispetto al dato, negativo per € 5,802, dei primi nove mesi del 2002. Il considerevole aumento dell'Ebitda è il risultato sia della crescita del valore della produzione, sia della notevole riduzione dei costi operativi a seguito del piano di ristrutturazione posto in essere dalla società. Nel terzo trimestre del 2003 l 'Ebitda risulta negativo per € 0,795 milioni, contro un Ebitda di € 0,208 nel terzo trimestre 2002. Tale decremento è da ricondursi al rallentamento del business in Italia, solo parzialmente compensato dalla crescita di fatturato in altri paesi europei in cui opera il Gruppo. Il risultato operativo consolidato (Ebit), negativo per € 2,736 milioni nei primi nove mesi dell'esercizio 2003, cresce, rispetto allo stesso periodo del 2002, di € 9,307 milioni. Il miglioramento dell'Ebit è riconducibile all'aumento del margine operativo lordo e, in misura minore, alla diminuzione degli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e materiali. Nel terzo trimestre 2003 il risultato operativo è negativo per € 2,122 milioni, in flessione di € 0,381 milioni rispetto all'equivalente periodo del 2002, per effetto principalmente della diminuzione dell'Ebitda. Il risultato prima delle imposte consolidato (Ebt), negativo per € 6,778 milioni nei primi nove mesi dell'esercizio 2003, evidenzia una crescita, pari a € 0,703 milioni, rispetto ai primi nove mesi del 2002 (- € 7,481 milioni). Nel 2002 tale risultato è stato positivamente influenzato da proventi straordinari netti non ricorrenti per € 6,323 milioni. Al netto di tale proventi, l'incremento del risultato ante imposte nei primi nove mesi del 2003 sarebbe di circa € 7 milioni. Nel terzo trimestre, il risultato operativo evidenzia un ulteriore miglioramento rispetto al terzo trimestre 2002. Il dato, infatti, seppur negativo per € 2,314 milioni, migliora di € 1,107, soprattutto grazie alla decisa diminuzione degli oneri straordinari netti. I primi nove mesi del 2003 si chiudono con una perdita netta consolidata di € 6,816 milioni, rispetto ad una perdita di € 7,310 milioni nell'analogo periodo dello scorso anno. Nel terzo trimestre la perdita consolidata si attesta a € 2,280 milioni, rispetto ad una perdita di € 3,511 milioni nel terzo trimestre 2002 L 'indebitamento finanziario netto del Gruppo al 30 settembre 2003, pari a € 8,593 milioni, evidenzia un peggioramento di € 5,2 milioni, rispetto alla posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2002, negativa per € 3,393 milioni. Nei primi nove mesi del 2003 il patrimonio netto del Gruppo risulta pari a € 12,516 milioni, con una riduzione di € 4,493 milioni rispetto al dato del 31 dicembre 2002, riconducibile all'effetto congiunto della perdita di periodo, pari a € 6,816 milioni, e dell'aumento di capitale sociale, deliberato dall'Assemblea dei soci dell'8 maggio 2003, di nominali € 181.250, riservato ad alcuni dipendenti e manager della controllata francese Fullsix S.a.s. I risultati dei primi nove mesi dell'esercizio 2003 ed il portafoglio ordini fanno ritenere che il Gruppo raggiungerà gli obiettivi di budget, in termini di valore della produzione. Il rallentamento del business in Italia, seppur compensato dalla crescita di fatturato negli altri paesi in cui opera il Gruppo, pregiudicherà tuttavia gli obiettivi di marginalità operativa lorda dell'esercizio 2003, prevista a budget tra il 15-17% del valore della produzione, e stimata attualmente tra il 6-8%. Nel corso dei prossimi mesi sarà completata la riduzione del personale di circa 45 unità. Ciò consentirà, in particolare, di definire una struttura organizzativa coerente con gli obiettivi di budget 2004 e con il piano industriale del prossimo triennio, nonché di promuovere adeguati investimenti formativi e di riprendere i programmi di incentivazione sulle performance individuali e di Gruppo. Il management del Gruppo sta procedendo alla definizione di un nuovo piano industriale per il triennio 2004-2006, che verrà sottoposto ad una prossima seduta del Consiglio di Amministrazione. In data 27 ottobre 2003 il Consiglio di Amministrazione della capogruppo Inferentia Dnm S.p.a., ha deliberato di convocare l'Assemblea straordinaria dei soci, in prima e in seconda convocazione rispettivamente per il 16 e il 18 dicembre 2003, per sottoporre all'approvazione la proposta di aumento del capitale sociale a pagamento, per massimi € 2,4 milioni, mediante emissione di massime n. 359.955 azioni ordinarie, da liberare con conferimento in natura di massime n. 23.202.066 azioni, pari alla totalità del capitale sociale Onetone S.p.a. L'aumento di capitale proposto è riservato a tre soggetti, due dei quali (Blugroup Holding S.p.a. E Finecogroup S.p.a), già attuali azionisti di Inferentia Dnm. In data 27 ottobre 2003, Finecogroup S.p.a ha comunicato al Consiglio di Amministrazione di Inferentia Dnm S.p.a. La propria volontà di non conferire le proprie azioni Onetone in adesione all'aumento di capitale.

TRIMESTRALE DATALOGIC: PIÙ CHE TRIPLICATO L’UTILE DEI PRIMI MESI DEL 2003 A 9,2 MILIONI DI EURO (2,8 MILIONI AL 30 SETTEMBRE 2002).
Calderara di Reno (Bo), 14 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione approva i dati al 30 settembre 2003. Più che triplicato l’utile dei primi mesi del 2003 a 9,2 milioni di Euro (2,8 milioni al 30 settembre 2002). In forte crescita la redditività: +46% il margine operativo lordo a 15,4 milioni di Euro (10,5 milioni nel corrispondente periodo dello scorso esercizio), il risultato operativo a 8,5 milioni (3,9 milioni nel 2002). +15% i ricavi consolidati a quota 95,2 milioni di Euro (82,8 milioni nei primi nove mesi del 2002). Ricavi per 95,2 milioni di Euro nei primi nove mesi del 2003 (+15% rispetto agli 82,8 milioni del corrispondente periodo del 2002). Redditività in netto miglioramento: il margine operativo lordo si attesta a 15,4 milioni di Euro (+46% rispetto ai 10,5 milioni dello scorso esercizio), il risultato operativo a 8,5 milioni di Euro, più che doppio rispetto ai 3,9 milioni dei primi nove mesi del 2002. Utile consolidato (al lordo delle imposte) a quota 9,2 milioni di Euro nei primi nove mesi del 2003, più che triplicato rispetto ai 2,8 milioni del corrispondente periodo del 2002. Questi, in sintesi, i dati al 30 settembre 2003 approvati oggi dal Consiglio di Amministrazione di Datalogic S.p.a., società quotata presso il Nuovo Mercato, attiva nella progettazione, produzione e distribuzione di sistemi per la lettura di codici a barre. Con riferimento al terzo trimestre 2003, i risultati evidenziano un fatturato consolidato di 30,4 milioni di Euro (+33% rispetto ai 22,9 milioni del terzo trimestre 2002), un margine operativo lordo di 4,8 milioni più che doppio rispetto ai 2,2 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio e un risultato operativo di 2,9 milioni (-0,5 milioni). Relativamente alle singole linee di prodotto, crescono in modo significativo, a quota 81,2 milioni di Euro, i ricavi relativi ai lettori ottici (+18% rispetto ai primi nove mesi del 2002) e i ricavi per servizi (+39%). Con riferimento alle aree geografiche, è stata particolarmente significativa la crescita del mercato europeo (+25%), dovuta prevalentemente al positivo andamento della Germania (+28%), e della penisola iberica (+56%). Va comunque notato che le vendite del 2002 non tenevano in considerazione i risultati della controllata svedese Minec, consolidata a partire dal 2003, che ha contribuito per 2,1 milioni di Euro. Negli Stati Uniti ed in Italia continua il rafforzamento della posizione competitiva. La posizione finanziaria netta al 30 settembre 2003, attiva per 33,4 milioni di Euro, risulta stabile rispetto al 31 dicembre 2002 ed in miglioramento rispetto ai 31,6 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio. “I risultati nei primi nove mesi dell’anno – ha dichiarato Roberto Tunioli, Amministratore Delegato della Società - sono stati estremamente soddisfacenti. Il miglioramento della redditività e la crescita particolarmente sostenuta anche in Paesi chiave come la Germania confermano la lungimiranza delle nostre scelte nel presidio di importanti mercati esteri.” “Ritengo particolarmente importante - ha aggiunto Tunioli - sottolineare come la validità delle soluzioni implementate presso i nostri clienti abbia consentito di espandere i nostri business, consolidando la nostra leadership e rafforzando ulteriormente il nostro posizionamento competitivo”.

A MILANO IL CONGRESSO DEI BUSINESSANGELS EUROPEI SI SONO RIUNTE LE RETI DEGLI INVESTITORI INFORMALI DI TUTTA EUROPA PER FARE IL PUNTO SULLE FONTI DI FINANZIAMENTO DE//IMPRENDITORIA DELL'UNIONE
Milano, 17 novembre 2003 - Milano ha ospitato ospitato il 14 e 15 novembre nell'ambito del semestre di presidenza italiana dell'Unione, il quarto congresso di Eban, l'associazione che riunisce le reti europee dei business angels, ossia gli investitori privati informali che costituiscono una delle principali fonti di finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali nei Paesi più evoluti a livello europeo e mondiale. Il congresso è organizzato da Iban, l'associazione italiana dei business angels con il sostegno del Ministero delle Attività Produttive e della Commissione Europea, il patrocinio dell'Istituto per la Promozione Industriale , della Provincia di Milano e della Camera di Commercio Artigianato e Industria di Milano e il contributo di Aifi, Deutsche Bank, Ibm e Pricewaterhousecoopers. Concorrono tra gli altri alla promozione e all'organizzazione del congresso Zapnet.tv e la rivista Wireless. L'agenda degli interventi, nella quale figurano tra gli altri in veste di relatori e come parti attive nella ricerca di soluzioni il Commissario Europeo per l’Impresa Erkii Liikanen, il ministro per le Attività Produttive Antonio Marzano, e Mario Calducci, sottosegretario alle Attività Produttive, intende fare il punto sulle condizioni in cui si trovano a operare le reti di investitori informali in Europa in un momento di stagnazione se non recessione del mercato del capitale di rischio dopo lo scoppio della bolla speculativa. Alla fine del 2002 erano attive nei Paesi dell'Unione Europea più di 170 reti di business angels, buona parte su iniziativa privata, e nonostante stiano tutte operando ed erogando finanziamenti e spesso servizi agli imprenditori, le condizioni generali del mercato non appiano ottimali. Secondo uno studio pubblicato nel novembre 2002 dalla Commissione Europea individuava una serie di best practice in opera in alcuni Paesi europei ma assenti in buona parte degli stessi, e inoltre raccomandava di inserire nel quadro normativo di contorno innovazioni che incrementassero l'interesse da parte dei detentori di capitale finanziario a diventare dei business angels. Tra queste possibili innovazioni sono di particolare rilievo quelle che modificano le condizioni fiscali del punto d'entrata (per esempio l'abbassamento delle aliquote di tassazione sul reddito investito in nuove aziende) e di quello d'uscita (trattamento fiscale del capital gain e capita) loss). In questo contesto di forte interesse da parte delle istituzioni europee e italiane alla figura e al ruolo del business angels, il congresso Eban di Milano si concentra sulla ricerca di risposte a quattro domande oggi fondamentali per il settore: 1) Il settore del capitale di rischio informale può pensare di fare a meno del supporto pubblico? 2) Le reti di business angels devono andare oltre il ruolo di piattaforma d'incrocio tra investitore e imprenditore? 3) Le attività di supporto all'imprenditorialità che vanno oltre il finanziamento possono essere autofinanziate dalle reti stesse? 4) Quali sono le prospettive per il capitale di rischio informale e per i fondi di "seed capital" in un'economia a basso tasso di crescita come quella europea? Queste domande sono state affrontate confrontando i punti di vista dei responsabili di reti di business angels di diversi Paesi europei e degli Stati Uniti con quelli dei dirigenti pubblici e dei responsabili politici a livello europeo e nazionale. Infolink: www.Iban.it  

DEXIA CREDIOP: 150 MILIONI DI EURO PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO STORICO ED ARTISTICO NAZIONALE.
Roma, 17 novembre 2003 - E’ stato siglato il 12 novembre a Roma da Dexia Crediop, la banca d’affari leader in Italia per la finanza pubblica e di progetto dedicata allo sviluppo sostenibile, e la Banca per lo Sviluppo del Consiglio d’Europa (Ceb), un contratto di prestito volto a favorire la salvaguardia del patrimonio storico ed artistico degli Enti Locali in Italia. Il contratto prevede l’erogazione di un prestito finalizzato fino ad un massimo di 150 milioni di Euro a favore di Dexia Crediop utilizzabile in più tranche (fino ad un massimo di 4) per il finanziamento di specifici progetti di tutela e sviluppo a favore degli enti territoriali che detengono un patrimonio artistico e culturale rilevante. Più nello specifico, i fondi saranno destinati agli interventi di ristrutturazione, di recupero, restauro e riqualificazione di zone archeologiche, di insediamenti storici e monumentali, di musei, biblioteche e centri storici. Sulla base dei singoli progetti individuati, Dexia Crediop erogherà, a sua volta, i fondi alle amministrazioni locali entro 18 mesi dall’emissione di ogni singola tranche, di cui la prima è prevista entro il termine del 2003. “Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto” - afferma Gérard Bayol, Amministratore Delegato di Dexia Crediop - “perché ci consente di collaborare con un’istituzione autorevole a livello internazionale mettendo le nostre competenze al servizio della salvaguardia del più importante patrimonio artistico al mondo, in linea con i principi dello sviluppo sostenibile, patrimonio strategico del Gruppo Dexia, che stiamo accompagnando anche in Italia”. Dexia Crediop, con mezzi patrimoniali complessivi superiori a 950 milioni di Euro, è l’interlocutore finanziario principale delle Istituzioni pubbliche, di enti territoriali e aziende di servizi pubblici per lo sviluppo sostenibile del Paese attraverso il finanziamento di opere di infrastrutture, l’emissione di obbligazioni di enti territoriali, operazioni di ingegneria finanziaria e di finanza strutturata, l’asset management, project financing e la consulenza e assistenza in processi di privatizzazione e ristrutturazione. Dexia è un Gruppo bancario multispecialistico, leader mondiale nei servizi finanziari al settore pubblico, protagonista nella raccolta del risparmio e nella gestione finanziaria e amministrativa di fondi. Quotato a Bruxelles, Parigi e Lussemburgo, Dexia figura tra i primi 15 Gruppi bancari europei. La Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (Ceb), fondata nel 1956, conta oggi 35 Paesi membri, di cui 14 in Europa centrale ed orientale. La Ceb rappresenta uno strumento importante della politica di solidarietà sviluppata dal Consiglio d’Europa. In conformità al proprio Statuto, la Banca finanzia, mediante la sua politica di prestiti, progetti sociali, facendo così beneficiare della propria solidità finanziaria (Aaa da Standard & Poor’s, Fitch Ratings e Moody’s) gli Stati membri, istituzioni finanziarie ed amministrazioni locali.

NASCE A FIRENZE IL PRIMO CENTRO STUDI ITALIANO SUL MERCATO DEL VINO INTANTO L’EXPORT IN CRISI PREOCCUPA GLI OPERATORI.
Firenze 17 novembre 2003 – Basta con l’endemica penuria di dati. Presto anche il mondo del vino italiano avrà un suo centro studi dei mercati capace di sfornare analisi in tempo reale e, soprattutto, differenziate per tipo di prodotto. Ne ha dato notizia Leonardo Casini, direttore del Dipartimento di Economia Agraria dell’Università di Firenze che ospiterà il centro studi. Il centro studi farà opera di monitoraggio sia del mercato italiano, sia dei Paesi più importanti per l’Italia. Diventerà operativo dal 1 gennaio 2004 con una equipe di economisti, statistici e sociologi coordinata dallo stesso professor Casini. Accolta con grande favore da istituzioni e produttori, la notizia è emersa nel corso del convegno I vini di alta gamma e l’evoluzione del mercato organizzato dai Dipartimenti di Agraria e Economia in collaborazione con la Provincia di Firenze in vista del quarto “Master in management e marketing delle imprese vitivinicole” (iscrizioni fino al 21 dicembre, ammessi solo 20 studenti, inizio dei corsi a fine gennaio nella fattoria di Montepaldi a S. Casciano Val di Pesa, con stage in aziende francesi e italiane, informazioni mastervino@unifi.It  www.Wine.unifi.it  Centro studi a parte, varie preoccupazioni per la congiuntura economica negativa hanno venato il convegno al quale hanno partecipato, tra gli altri, Lamberto Frescobaldi (Marchesi de’ Frescobaldi), Filippo Mazzei (amministratore delegato di Brolio), Cesare Turini (distribuzioni Heres) e l’enologo Giacomo Tachis, oltre al rettore dell’ateneo fiorentino Augusto Marinelli con l’economista Vincenzo Zampi (uno dei docenti) e il presidente della Provincia Michele Gesualdi con l’assessore all’Agricoltura Mario Lastrucci. Frescobaldi e Turini, in particolare, hanno disegnato lo scenario di un mondo del vino messo a dura prova, e in molti casi fuori mercato, da una crisi epocale che non sta facendo sconti a nessuno. Secondo Frescobaldi “il 2004 sarà ancora più duro” soprattutto per le troppe aziende che si sono sbilanciate a produrre buoni vini costi quel che costi. “La qualità non è più sufficiente per stare sul mercato”, ha detto, “Occorre una storia, un marchio affermato, ma soprattutto saper fare bene i conti. La crisi c’è e malgrado certe buone notizie dall’economia Usa in recupero, il periodo davvero difficile deve ancora venire. Un consiglio agli imprenditori? Stare coperti, perché la bufera è tutt’altro che finita”. L’analisi economica dice che il mercato sta facendo i conti con un potere d’acquisto falcidiato. In Europa l’euro stesso dev’essere ancora digerito, un processo che fa da freno alla ripresa. Per Turini tutto ciò si somma a un evoluzione culturale del consumatore, oggi più esperto e smaliziato, attento alla qualità, ma ancora più attento al portafoglio, dunque non più disposto a sacrificare cifre ingenti per prodotti di blasone recente e non sicuro. “La gente spende meno e meglio”, ha spiegato Turini, “Il mercato si è ristretto ai prodotti di alta gamma e questo nuovo modello d’acquisto sta inducendo cambiamenti epocali anche tra i distributori. Da portatori di cultura enogastronomia, un tempo abbiamo contribuito non poco al successo dei vini di qualità. Oggi, e sempre di più domani, ci spetta un ruolo di servizio, di semplici fornitori. E dovremo rivedere le nostre competenze per poter vendere nel modo più adeguato sia i vini di consumo quotidiano, sia quelli di lusso”.

VINO, TUTTE LE CIFRE DI UN MERCATO IN FORTI DIFFICOLTÀ
Firenze 17 novembre 2003 - - Il 2003 - Una delle annate peggiori del dopoguerra. Anche in Toscana. Vendemmia povera e riduzione dell’export, sentenziano i dati di Assoenologi. Ma se la produzione scarsa è dovuta a incidenti stagionali (il caldo eccezionale dell’estate scorsa), il calo dell’export è legato a una perdurante crisi della domanda internazionale. Secondo l’Associazione degli Enologi quest’anno l’Italia produrrà meno di 45 milioni di ettolitri di vino, ossia circa la stessa quantità del 2002. Si tratta di un deficit di oltre 8 milioni di ettolitri rispetto alla media dell’ultimo quinquennio (53,2 milioni di ettolitri). Un’annata compromessa dalla meteorologia (troppo caldo, poca pioggia) che ha costretto anche ad anticipare quasi ovunque la vendemmia, la più precoce e la più breve da 50 anni a questa parte. Quanto al mercato e ai prezzi, secondo gli Enologi il trend del 2003 è migliore del 2002, ma lontano dai livelli del 1997. Dopo l’estate, toni euforici delle contrazione e prezzi in rialzo, poi ridimensionati per lo più a causa delle alte quotazioni richieste dalla produzione. La domanda si è rivolta più ai vini bianchi e le previsioni parlano di generale mantenimento dei prezzi all’ingrosso sulle quote del 2002, quando avevano già registrato sensibili lievitazioni. Gli aumenti medi si aggirano sul 5%, ma toccano anche il 30% per i prodotti più richiesti dal mercato. Per l’export il trend è decisamente al ribasso. Il primo semestre 2003 si è chiuso con una caduta verticale delle vendite all'estero che incide anche sui vini di qualità. L’impennata dei prezzi dovuta a una vendemmia eccezionalmente povera ha limitato le perdite in termini valutari, ma ha confermato tutte le difficoltà del settore. In cifre, l’attivo della bilancia vinicola del semestre è sceso a 1.176 milioni di euro, dai 1.228 del 2002, pari un calo del 4,2% su base annua. Secondo Ismea-istat l’export ha perso il 19% in quantità (6,102 milioni di ettolitri) e il 3% in valore (€ 1.251 milioni). Vero e proprio crollo di vendite all'estero per il vino da tavola (-27,2% pari a 3,151 milioni di ettolitri). Per i vini Doc-docg – 9,5% in volume (circa 2 milioni di ettolitri) pari a -8,5% in valore (€ 630 milioni). Soffre anche l’export di spumanti e mosti (-2,3% e -14,3%), mentre recuperano i vini frizzanti (+3%). Tra i principali Paesi clienti dell’Italia, alla Germania il record delle disdette (-20%). Crescita, invece, sul mercato Usa: + 5%. Il panorama economico definito da queste cifre sembra non concedere prospettive lusinghiere per le aziende italiane. Almeno non a breve e medio termine. Sulla scia di una serie di successi clamorosi, molte imprese si sono lanciate in investimenti eccessivi, spesso con aumenti dei prezzi esagerati che i consumatori hanno percepito come speculativi. Nel mondo il made in Italy è sinonimo di qualità, tradizione e rispetto dell’ambiente. Un marchio che premia, ma che oggi deve vedersela con Paesi emergenti che potranno ridurre, anche significativamente, la quota italiana di mercato. L’assoenologi, quindi, raccomanda interventi urgenti. Pubblicità e promozione possono fare molto e comunicare con efficacia è imperativo. Due gli elementi determinanti da tenere d’occhio: prezzo e servizi aggiunti, perché proprio su questi fronti i Paesi emergenti si stanno muovendo presto e bene, proponendo per di più vini capaci di farsi apprezzare.

UNA RETE TEMATICA EUROPEA PROPONE DI RIVOLUZIONARE LA PRODUZIONE ENERGETICA SFRUTTANDO L'ENERGIA MARINA
Bruxelles, 17 novembre 2003 - La rete tematica Wavenet, istituita dalla Commissione per condividere le conoscenze europee sullo sviluppo di sistemi basati sull'energia oceanica, ha elaborato una relazione dettagliata sullo stato della tecnologia per la produzione di energia delle onde e le sfide che l'industria deve affrontare. Il primo brevetto su un dispositivo alimentato ad energia del moto ondoso è stato concesso in Francia nel 1799, ma i primi seri tentativi di sfruttamento dell'energia marina risalgono solo agli anni '70. La maggior parte degli sforzi compiuti negli ultimi trent'anni è stata circoscritta ai programmi nazionali, pertanto era necessaria una risposta europea per sopperire a quest'evidente mancanza di collaborazione. Varata nell'aprile 2000, la rete Wavenet ha ricevuto un finanziamento pari a 600.000 euro per un periodo di tre anni, nell'ambito della sezione "Energia, ambiente e sviluppo sostenibile" del Quinto programma quadro. La rete riunisce 14 partner del mondo accademico, industriale e della ricerca di nove paesi dell'Ue: Svezia, Grecia, Francia, Regno Unito, Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. Le attività della rete hanno consentito di ottenere numerosi risultati, fra cui la creazione di un sito web che offre ampie informazioni sui vari aspetti dell'energia delle onde e il rafforzamento della collaborazione fra i vari operatori in Europa. Il principale successo di Wavenet, tuttavia, riguarda la pubblicazione di una relazione di ampio respiro sulla situazione attuale e le prospettive future delle tecnologie per l'utilizzo dell'energia del moto ondoso, redatta congiuntamente dai membri del consorzio. La relazione finale affronta, in 478 pagine, cinque temi di importanza cruciale per lo sviluppo di un'industria che utilizza l'energia delle onde: la pianificazione sociale e l'impatto ambientale; l'aspetto economico e finanziario; le tecnologie generiche; la ricerca e sviluppo (R&s); e la cooperazione con il settore dell'energia. Il documento, inoltre, offre una rassegna delle precedenti iniziative condotte dall'Ue nel settore dell'energia del moto ondoso, compresi i progetti dimostrativi e le iniziative pilota. La sezione dedicata alla pianificazione sociale e all'impatto ambientale esamina la questione dell'accettabilità di questa forma di energia da parte del pubblico. Tuttavia, poiché il numero di impianti che utilizzano l'energia oceanica è ancora ridotto, molte delle conclusioni si basano sulle esperienze relative ad altre tecnologie rinnovabili, principalmente quella eolica. La relazione conclude che "mantenere un dialogo aperto con l'opinione pubblica fin dall'inizio della pianificazione è molto importante per ottenere l'approvazione della società", precisando, tuttavia, che tale dialogo assumerà una forma diversa a seconda del paese e della regione. Se si compiono errori nella fase iniziale di sviluppo, avverte la relazione, potrebbe rivelarsi molto difficile ottenere il consenso della maggior parte della popolazione. Il principale ostacolo all'accettazione pubblica dell'energia delle onde, tuttavia, è lo scarso riconoscimento che riceve nella maggior parte dei paesi dell'Ue. "Prima di discutere [...] di strategie per il coinvolgimento dell'opinione pubblica su scala più vasta, è necessario che i cittadini percepiscano il mare come una fonte di energia immensa, importante ed affidabile". Secondo le stime, l'impatto ambientale complessivo delle tecnologie relative all'energia delle onde dovrebbe essere molto basso, soprattutto se paragonato ai metodi basati sui combustibili fossili. Tuttavia, la relazione evidenzia una serie di conseguenze potenzialmente negative come il rumore, il rischio di collisione con le navi, l'impatto visivo e i cambiamenti nella struttura sedimentaria sottomarina, sulle quali sarà necessario condurre ulteriori ricerche prima di passare ad un dispiegamento su vasta scala delle tecnologie che utilizzano energia oceanica. Poiché la maggior parte di tali tecnologie si trova ancora in una fase iniziale di sviluppo, priorità di ricerca vengono individuate in quasi tutti i settori legati all'industria. Ai primi posti nella lista di priorità figurano ulteriori ricerche sui componenti che permettono di convertire in energia il moto oceanico, ma, fattore ancor più importante, gli scienziati dovranno approfondire gli studi sull'effettivo comportamento delle onde e su come garantire l'affidabilità dei componenti e la loro capacità di resistere alle tempeste. Sebbene sia chiaro che occorrono ancora enormi sforzi per trasformare in realtà il sogno di un'energia pulita ed economica a partire dal moto ondoso, iniziative come Wavenet non possono che aumentare le possibilità di successo. Riunendo tutte le conoscenze disponibili sull'energia delle onde, traendo insegnamento dalle esperienze relative ad altre fonti energetiche rinnovabili e rafforzando la collaborazione internazionale nel settore, Wavenet auspica di gettare le basi per l'industria energetica del prossimo millennio. Infolink: http://www.Wave-energy.net 

ENERGIT INIZIERÀ ENTRO UN MESE GLI STUDI PER LA REALIZZAZIONE DEL PARCO EOLICO DI TALANA.
Cagliari, 17 novembre 2003 - Energit S.p.a., la multiutility sarda attiva nei settori Energia, Telecomunicazioni e Sistemi Gestionali, ha ottenuto dal Comune di Talana l'autorizzazione ad installare le apparecchiature per le valutazioni di ventosità della zona, primo passo verso la realizzazione del parco eolico del centro ogliastrino. Il Consiglio Comunale di Talana ha infatti approvato lo scorso 23 ottobre la delibera con cui conclude il processo di selezione che ha visto la partecipazione, oltre a Energit, di diverse società specializzate nel settore dell'energia alternativa. "Siamo soddisfatti di questo risultato, soprattutto perché ottenuto in un settore come quello delle energie rinnovabili, di cui ribadiamo con forza l'importanza ai fini di uno sviluppo sostenibile", ha dichiarato Fernando Codonesu, Direttore Generale di Energit. " La Sardegna si presta particolarmente a questo tipo di tecnologia e Talana è senza dubbio un sito di grande rilievo." "Energit si è dimostrata una società di ottima qualità: si è aggiudicata l'autorizzazione presentando la migliore proposta sia dal punto di vista economico e organizzativo, sia per quanto riguarda le ricadute positive in termini di occupazione e valorizzazione del territorio. Non possiamo poi che dirci felici di lavorare con una società sarda a un progetto strategico per il nostro futuro" ha detto Giordano Serra, sindaco di Talana. "Mi preme sottolineare - ha poi aggiunto Fernando Codonesu - che la realizzazione del parco avverrà con il pieno coinvolgimento della comunità, intesa come istituzioni e popolazione. Riteniamo infatti che un progetto di questo genere debba essere portato avanti con la collaborazione di tutte le forze presenti sul territorio." I prossimi passi vedranno, nel giro di un mese, l'installazione degli strumenti anemometrici, necessari a misurare con esattezza le varie componenti del vento nel territorio del comune. I lavori di insediamento del parco inizieranno poi entro un anno, termine massimo indicato per il completamento della fase di studio.

"HIDROENERGIA 2004": CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL'ENERGIA IDROELETTRICA SU PICCOLA SCALA
Falkenberg (Svezia), 17 novembre 2003 - L'associazione dei produttori privati di energia idroelettrica sta organizzando "Hidroenergia 2004", una conferenza e un'esposizione internazionali dedicate all'energia idroelettrica su piccola scala, che si svolgeranno dal 17 al 19 giugno 2004 a Falkenberg (Svezia). La conferenza riunirà parti interessate e specialisti in materia provenienti da tutto il mondo, per discutere come superare gli ostacoli che il settore deve affrontare e come rafforzare la competitività. I dibattiti si concentreranno su tre temi principali: innovazioni tecniche e operative; questioni ambientali; aspetti istituzionali e finanziari. Nel corso della conferenza saranno anche presentati i primi risultati della rete tematica europea sull'energia idroelettrica su piccola scala. Nell'ambito della manifestazione, è stato pubblicato un invito a presentare articoli sui tre temi sopraelencati, che rimarrà aperto fino al 30 gennaio 2004. Infolink: http://www.Esha.be

MILANESI E LOMBARDI: PIU’ MAGRI E PIU’ BELLI LA SPESA DELLA FAMIGLIE MILANESI E LOMBARDE: MENO ALIMENTARI PIU’ VIAGGI E CURA DELLA PERSONA E I CONSUMI PRO-CAPITE IN LOMBARDIA SUPERANO I 14,5 MILA EURO ALL’ANNO.
Milano, 17 novembre 2003 - Carne (con quasi 100 euro al mese), patate, frutta e ortaggi (con oltre 70 euro) tra i beni alimentari. La casa (600 euro mensili), i trasporti (360 euro), le vacanze e la cura della persona (330 euro) tra i beni non alimentari. Sono queste le principali voci delle spese delle famiglie lombarde. Rispetto al resto dell’Italia, si spende meno per il pesce, così come per i beni alimentari (17,3% contro il 19% italiano), ma l’incidenza percentuale delle spese per l’abitazione, per il tempo libero e per la sanità risulta ben superiore per le famiglie lombarde. Complessivamente, nel corso del 2002, i consumi pro-capite in Lombardia hanno raggiunto i 14.558 euro (oltre 2 mila euro in più rispetto alla media italiana). La propensione al consumo raggiunge il suo picco a Milano (si spende l’87,6% del reddito), seguita da Sondrio e da Brescia. Como, Lecco e Varese risultano invece le province più parsimoniose. Sono questi alcuni dei dati che emergono da una ricerca dell’ufficio studi della Camera di Commercio di Milano sulle tendenze al consumo delle famiglie lombarde. “Le abitudini di acquisto delle famiglie milanesi e lombarde – ha commentato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio di Milano – rappresentano forse la fotografia più realistica per capire come ci siamo trasformati e dove stiamo andando. Il fatto, ad esempio, che continuano a crescere i consumi non alimentari, è il risultato di un aumentato benessere. Insomma, siamo diventati più esigenti, ma anche più anziani, come dimostra l’andamento per le spese sanitarie, la cui incidenza percentuale è superiore a quella italiana, e più attenti alla qualità della vita: vacanze, effetti personali, cura della persona sono spese che riflettono bene la società milanese e lombarde”. Cosa comprano i lombardi. Nel corso del 2001 (ultimo dato disponibile), le famiglie lombarde hanno speso in media 2.481,1 euro (-0,4% rispetto al 2000), un dato nettamente superiore a quello italiano (che si attesta a 2.178,3 euro, invariato rispetto al 2000), nonostante il fatto che il numero medio dei componenti sia minore per le famiglie lombarde (2,4 componenti per famiglio) rispetto al corrispettivo italiano (2,6 componenti). La Lombardia si situa così al quarto posto in Italia, subito dopo il Veneto, l’Emilia Romagna e la Provincia di Bolzano. Le spese per alimentari e bevande dei lombardi si attestano a 429,6 euro (-1,1% rispetto al 2000), pari al 17,3% del totale delle spese lombarde, mentre quelle per beni non alimentari a 2.051,4 euro (-0,3% rispetto al 2000), pari all’82,7% del totale. Le spese per alimentari e bevande in Italia raggiungono invece i 410,9 euro (+1,6% rispetto al 2000), pari al 18,9% del tot., mentre quelle per beni non alimentari i 1.767,5 euro (-0,3%), pari all’81,1% del totale. Le spese alimentari dei lombardi. E’ la carne il principale bene alimentare acquistato dalle famiglie lombarde, con una spesa media mensile di 97,5 euro (-1,8% rispetto all’anno precedente), pari al 3,2% del totale delle spese lombarde. Seguono patate, frutta e ortaggi (76,1 euro; -1,3%; pari al 3,3% del totale) e pane e cereali (75,6 euro; -1,4%; pari al 3,2% del totale). Le spese per latte, formaggi e uova raggiungono i 60 euro mensili (-2,8%; pari al 2,6% del totale); quelle per le bevande i 43,6 euro (+1,9%; pari all’1,7% del totale); quelle per lo zucchero, caffè e drogheria i 32,9 euro (-2,5%; pari all1,4% del totale). Chiudono la classifica le spese mensile per pesce (28,5 euro; pari all’1,6% del totale) e quelle per oli e grassi (15,4 euro; -0,9%; pari allo 0,7% del totale). Il confronto con la media italiana (I). Rispetto alla media italiana, le famiglie lombarde si caratterizzano per spendere di più, in valore assoluto, in carne (97,5 euro lombardi contro i 93,7 euro italiani); in pane e cereali (75,6 contro i 68,8 euro); in latte e formaggi (60 contro 56,8 euro); in patate, frutta e ortaggi (60 contro 56,8 euro); e in bevande (43,6 contro i 37,6 euro). Sostanzialmente uguale la spesa per zucchero, caffè e drogheria, così come per oli e grassi. Le famiglie italiane spendono invece in media di più per il pesce (35,6 euro contro i 28,5 delle famiglie lombarde). In valore percentuale, le spese alimentari delle famiglie italiane hanno una incidenza maggiore per ogni voce rispetto a quelle corrispettive lombarde, con l’unica eccezione delle bevande (1,8% sul totale per le famiglie lombarde, rispetto all’1,7% per quelle italiane). Le spese non alimentari dei lombardi. Sono le spese per l’abitazione quelle che incidono di più sui consumi non alimentari delle famiglie lombarde (609,9 euro mensili; +1,6%; pari al 24,6% del tot.), seguite da quelle per i trasporti (357,4 euro; -3%; pari al 14,4% del totale) e da quelle per altri beni e servizi (vacanze, effetti personali, cura della persona e pasti fuori casa: 329,1 euro; +2,4%; pari al 13,3% del totale). La quarta voce di spesa è costituita dall’abbigliamento e calzature (162,4 euro; +11,9%; pari al 6,5% del tot.); seguono le spese per mobili, elettrodomestici e servizi per la casa (147,2 euro; -12%; pari al 5,9% del totale); per il tempo libero, cultura e giochi (131,3 euro; -6,2%; pari al 5,3% del tot.); per i combustibili ed energia (119,7 euro; +11,1%; pari al 4,8% del tot.); per la sanità (96,6 euro; -10,1%; pari al 5,9% del totale); per le comunicazioni (48,6 euro; -6,8%; pari al 2% del totale). Chiudono le spese per l’istruzione (30,6 euro mensili; +14,3%; pari all’1,2% del tot.) e quelle per i tabacchi (18,5 euro; -9,5%; pari allo 0,7% del totale). Il confronto con la media italiana (Ii). In valore assoluto, le spese delle famiglie lombarde per i beni non alimentari risultano sempre superiori a quelle italiane con le uniche due eccezioni delle spese per tabacchi (famiglie italiane: 18,7 euro; famiglie lombarde: 18,5) e per quelle dei mobili ed elettrodomestici (famiglie italiane: 149,7 euro; famiglie lombarde: 147,2 euro). Se passiamo però a considerare i valori percentuali, si scopre che hanno una incidenza ben superiore a livello lombardo le spese per l’abitazione (24,6% sul tot. Contro il 23,3% delle spese italiane); per altri beni e servizi (13,3% contro l’11,6%); per il tempo libero e cultura (5,3% contro il 5,1%) e per la sanità (3,9% contro il 3,7%). A livello nazionale, per contro, le spese per i tabacchi (0,9% sul totale rispetto allo 0,7% delle spese lombarde), per l’abbigliamento e calzature (7% contro lo 6,5%), per i mobili e gli elettrodomestici (6,9% contro il 5,9%) e per i trasporti (14,6% contro il 14,4%). La situazione per provincia. Nel 2002 i consumi pro-capite in Lombardia hanno raggiunto i 14.588 euro, rispetto ai 12.126 italiani. Milano risulta la prima provincia lombarda con un consumo pro-capite di ben 16.523 euro; al secondo posto si posiziona Varese (13.569 euro), seguita da Cremona (13.538 euro) e da Brescia (13.515 euro). Le province che spendono di meno sono invece Sondrio (11.564 euro), Lodi (12.758 euro) e Como (12.831). In termini di propensione al consumo (rapporto consumo/reddito), la Lombardia tocca l’87,6%, rispetto all’87,4% italiano. In questa classifica è Cremona al primo posto tra le province lombarde (con il 90,8%), seguita da Sondrio (88,92%), da Brescia (88,78%) e da Milano (88,41%). Le province più parsimoniose sono invece Como (propensione al consumo pari a “solo” 83,95%), Lecco (84,08%) e Varese (84,63%). Per quanto riguarda la composizione dei consumi finali delle famiglie per le province lombarde (ultimo anno disponibile: 2000), Milano risulta quella con la minore spesa per i beni alimentari (14,4% del totale) e quindi di conseguenza con la maggiore spesa per i beni non alimentari (85,6% del totale); seguono Pavia e Lodi (spese per beni alimentari: 15,8%; beni non alimentari: 84,2%), e Brescia (spese per beni alimentari: 15,9%; beni non alimentari: 84,1%). Le province lombarde che invece spendono di più per beni alimentari sono Lecco (spese per beni alimentari: 17%; beni non alimentari: 83%) e Bergamo (spese per beni alimentari: 17,5%; beni non alimentari: 82,5%). Spesa media mensile familiare per gruppi e categorie di consumo al 2001 (in euro correnti, Lombardia e Italia)

Gruppi e cat. Di consumo

Lombardia

Italia

 

Var. % della spesa 01/00

Compos. In val. %

 

Var. % della spesa 01/00

Compos. In val. %

Numero medio componenti

2,4

 

 

2,6

 

 

Pane e cereali

75,6

-1,4

3,0

68,8

1,4

3,2

Carne

97,5

-1,8

3,9

93,7

-0,4

4,3

Pesce

28,5

3,5

1,1

35,6

5,0

1,6

Latte, formaggi e uova

60,0

-2,8

2,4

56,8

2,0

2,6

Oli e grassi

15,4

-0,9

0,6

15,8

-1,0

0,7

Patate, frutta e ortaggi

76,1

-1,3

3,1

72,4

4,2

3,3

Zucchero, caffè e drogheria

32,9

-2,5

1,3

30,3

-0,3

1,4

Bevande

43,6

1,9

1,8

37,6

1,5

1,7

Alimentari e bevande

429,6

-1,1

17,3

410,9

1,6

18,9

Tabacchi

18,5

-9,5

0,7

18,7

-5,0

0,9

Abbigliamento e calzature

162,4

11,9

6,5

152,7

5,6

7,0

Abitazione (princip. E second.)

609,9

1,6

24,6

508,2

4,6

23,3

Combustibili ed energia

119,7

11,1

4,8

101,9

1,8

4,7

Mobili, elettr. E serv. Per la casa

147,2

-12,0

5,9

149,7

-7,0

6,9

Sanità

96,6

-10,1

3,9

80,1

-6,9

3,7

Trasporti

357,4

-3,0

14,4

318,5

-4,7

14,6

Comunicazioni

48,6

-6,8

2,0

46,0

-7,9

2,1

Istruzione

30,6

14,3

1,2

26,6

-6,8

1,2

Tempo libero, cultura e giochi

131,3

-6,2

5,3

111,5

-3,7

5,1

Altri beni e servizi

329,1

2,4

13,3

253,6

2,2

11,6

Non alimentari

2.051,4

-0,3

82,7

1.767,5

-0,3

81,1

Spesa media mensile

2.481,1

-0,4

100,0

2.178,3

0,0

100,0

Consumi, Risparmi pro-capite e propensione al consumo (in euro)

Province

Consumi pro-capite

Risparmi pro-capite

Prop. Al consumo

2001

2002

2001

2002

2001

2002

Varese

13.506

13.569

2.452

2.511

84,63

84,39

Como

12.773

12.831

2.443

2.498

83,95

83,70

Sondrio

11.537

11.564

1.438

1.448

88,92

88,87

Milano

16.441

16.523

2.155

2.228

88,41

88,12

Bergamo

12.987

13.070

1.727

1.807

88,26

87,85

Brescia

13.431

13.515

1.698

1.778

88,78

88,37

Pavia

13.160

13.214

1.792

1.837

88,01

87,80

Cremona

13.472

13.538

1.365

1.419

90,80

90,51

Mantova

13.244

13.294

1.760

1.798

88,27

88,09

Lecco

13.126

13.194

2.485

2.552

84,08

83,79

Lodi

12.687

12.758

1.929

1.998

86,80

86,46

Lombardia

14.518

14.588

2.025

2.092

87,76

87,46

Italia

12.049

12.126

1.684

1.842

87,74

86,81

Consumi finali interni alimentari e non delle province lombarde - Anni 1998-2000 (valori %)

Province

Consumi finali interni delle famiglie (migliaia di euro)

1998

1999

2000

Alimentari

Non Alimentare

Totale

Alimentari

Non Alimentare

Totale

Alimentari

Non Alimentare

Totale

Varese

17,3

82,7

100,0

17,0

83,0

100,0

16,7

83,3

100,0

Como

17,6

82,4

100,0

17,4

82,6

100,0

16,6

83,4

100,0

Sondrio

16,5

83,5

100,0

16,0

84,0

100,0

15,9

84,1

100,0

Milano

15,1

84,9

100,0

14,8

85,2

100,0

14,4

85,6

100,0

Bergamo

18,1

81,9

100,0

18,0

82,0

100,0

17,5

82,5

100,0

Brescia

16,8

83,2

100,0

16,4

83,6

100,0

15,9

84,1

100,0

Pavia

16,6

83,4

100,0

16,0

84,0

100,0

15,8

84,2

100,0

Cremona

17,4

82,6

100,0

16,7

83,3

100,0

16,2

83,8

100,0

Mantova

18,2

81,8

100,0

17,7

82,3

100,0

16,9

83,1

100,0

Lecco

18,0

82,0

100,0

17,8

82,2

100,0

17,0

83,0

100,0

Lodi

16,9

83,1

100,0

16,3

83,7

100,0

15,8

84,2

100,0

Lombardia

16,3

83,7

100,0

16,0

84,0

100,0

15,5

84,5

100,0

Nord-ovest

16,5

83,5

100,0

16,2

83,8

100,0

15,7

84,3

100,0

Nord-est

15,5

84,5

100,0

15,2

84,8

100,0

14,7

85,3

100,0

Centro

17,5

82,5

100,0

16,9

83,1

100,0

16,6

83,4

100,0

Mezzogiorno

21,5

78,5

100,0

21,2

78,8

100,0

20,6

79,4

100,0

Italia

17,9

82,1

100,0

17,5

82,5

100,0

17,0

83,0

100,0

IL MONDO DEI CAMBI IN UNA CONFERENZA PUBBLICA
Lugano, 14 novembre 2003 - L’associazione cambisti banche e istituzioni finanziarie Ticino (Forex) organizza una conferenza pubblica all’Università della Svizzera italiana a Lugano su un tema di sicuro interesse: il mondo dei cambi. La conferenza si propone di avvicinare gli studenti e il pubblico interessato alla realtà del mondo dei cambi attraverso la testimonianza di professionisti del settore e un intervento di Angelo Porta, docente di Teoria e istituzioni monetarie alla facoltà di Scienze economiche dell’Usi. La conferenza pubblica “Il mondo dei cambi” avrà luogo Giovedì 19 novembre 2003, dalle 17.30 alle 19 Università della Svizzera italiana, v. G. Buffi 13, Lugano, aula 300 Il programma prevede i seguenti interventi: Il mondo dei cambi: introduzione generale. Intervento di Angelo Porta, docente di Teoria e istituzioni monetarie alla facoltà di Scienze economiche, Usi. Il mondo dei cambi: prospettive e opportunità di carriera. Intervento di Andrea Bertoglio, Presidente Forex, responsabile area cambi Ubs It. Discussione con gli studenti e il pubblico. Per informazioni: Andrea Bertoglio, Presidente Forex Ticino,
andrea.Bertoglio@ubs.com  Angelo Porta, docente facoltà Scienze economiche Usi, angelo.Porta@lu.unisi.ch

L’INNOVAZIONE AL SERVIZIO E DELLA CONOSCENZA E DELLA PREVENZIONE
Milano, 17 novembre 2’’3 - Il Consiglio federale delle Agenzie ambientali, ha approvato il programma della settima conferenza delle Arpa/appa, che quest’anno verrà organizzata a Milano, dal 24 al 26 novembre 2003. Si tratta di un evento che, ormai tradizionalmente, offre al Sistema l’occasione di verificare le attività svolte dalle singole agenzie, proiettandole negli sce-nari e nelle operazioni future, in un quadro caratte-rizzato da continua evoluzione. Oltre alle consuete sessioni dedicate ai centri tema-tici nazionali e all’epidemiologia e all’osservatorio per l’organizzazione e il personale del Sistema agenziale, nonché al danno ambientale, i due temi portanti di quest’anno saranno il telerilevamento ambientale e l’utilizzo delle acque, cui la conferenza dedicherà due giorni strutturati in sessioni plenarie e parallele. Con l’auspicio che, alla settima edizione, le massi-me assise del Sistema agenziale italiano si rivelino anche quest’anno ricche di spunti e di opportunità per chi vi parteciperà, presentiamo il programma preliminare dei tre giorni di lavori, suddiviso in base ai principali temi di discussione inseriti in agenda. Luglio 2003. Milano, 24 - 26 Novembre 2003 Teatro Dal Verme - Palazzo delle Stelline Per adesione, partecipazione e accoglienza Segreteria organizzativa Anteprima C.so Buenos Aires, 64 - 20124 Milano - Italia Tel: +39 0227741533 Sig.ra Monia Maccarini Tel: +39 0227741543 Sig.ra Raffaella Seccia settimaconferenza@italypass.Com  www.Italypass.com 

CONVEGNO SULLE OPPORTUNITA’ DI INVESTIMENTO IN CILE
Fabriano, 17 novembre 2003 - Oggi è in visita ufficiale a Fabriano l’Ambasciatore del Cile in Italia, José Goñi Carrasco, il quale presenterà al mondo economico marchigiano le opportunità di investimento offerte dal Cile a seguito della firma di due importanti trattati di libero commercio con l’Unione europea e con gli Stati Uniti. Il programma dei lavori prevede alle ore 17 il saluto da parte del Sindaco di Fabriano Roberto Sorci, del Presidente della Provincia di Ancona Enzo Fiancarli e del presidente di Gajanet Stefano Ninno. Il convegno sarà poi suddiviso in tre sessioni: la prima (ore 17,15) “Il Cile: presentazione socio-economica del Paese e delle opportunità di investimenti e commerciale” vedrà gli interventi dell’Ambasciatore del Cile in Italia José Goñi e del responsabile per la Cooperazione dell’Ambasciata del Cile in Italia Jaime Chomalì; la seconda sessione (ore 18) “Opportunità di rapporti commerciali tra le Marche ed il Cile” sarà presieduta da Antonio Ninno (Sogein Group) e vedrà l’intervento del vicepresidente della Giunta Regionale delle Marche con delega all’Industria, Artigianato, Attività promozionali all’estero Gian Mario Spacca che parlerà sul tema “La strategia della Regione Marche a sostegno dell’export verso l’America Latina”. A seguire (ore 18,20) è previsto l’intervento del Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, Vincenzo Tagliaferro che parlerà in merito al tema “Il Sistema Creditizio a sostegno dell’export delle Aziende Marchigiane”. Alle ore 18,40 interverranno Ferencz Bartocci (Gajanet Telecomunicazioni) e Giordano Vecchietti (Associazione Marche-cile) su “Le Aziende marchigiane in Cile: possibilità offerte dal mercato cileno, esperienze maturate”. La terza sessione (ore 19) prevede un Question Time con l’Ambasciatore Goñi, coordinato dal Vice Presidente della Provincia di Ancona con delega Economia e Sviluppo Economico, Industria, Artigianato e Commercio Giancarlo Sagramola.
Il termine dei lavori è previsto per le ore 19,30.

“GOVERNARE LA SOCIETA ’ DELL’INCERTEZZA” PRIMO CONVEGNO NAZIONALE ASSIRM (ASSOCIAZIONE TRA ISTITUTI DI RICERCHE DI MERCATO, SONDAGGI DI OPINIONE, RICERCA SOCIALE)
Milano, 17 novembre 2003 - Nel corso del convegno verranno divulgati i risultati di due importanti recenti indagine: - Una ricerca Internazionale che mette in luce il contributo della ricerca per incrementare il valore della marca; - Una ricerca Assirm (la prima in Italia) su “Immigrati e Mercato” che riguarda l’integrazione degli immigrati in Italia. Programma: Ore 9.00 Registrazione partecipanti; Ore 9.30 - 13.00 "La ricerca per lo sviluppo economico" Moderatore: Giovanni Iozzia, Direttore Capital; Apertura Lavori Luigi Ferrari, Presidente di Assirm; Un saluto del Comune di Milano Salvatore Carrubba, Assessore alla Cultura del Comune di Milano; Intervento dell'On. Stefania Prestigiacomo Ministro per le Pari Opportunità; Le ricerche di mercato: prezioso strumento di bordo nella navigazione dell'azienda Giulio Malgara, Presidente Malgara Chiari&forti; “Il nuovo mondo dell'Informazione, della Comunicazione e dell'Intrattenimento” Vincenzo Novari, Amministratore Delegato H3g; “Brands and Corporate Wealth” Mario Attalla, Ceo di Millward Brown Italia e Member of Wpp Italy Executive Committee. “La reputazione aziendale: un patrimonio misurabile?” Davide Ravasi, Isea Università Bocconi - Country Representative Reputation Institute New York; Ore 14.30 - 18.00 "La ricerca per il progresso sociale" Moderatore: Gad Lerner; Apertura lavori: Nando Pagnoncelli, Vice Presidente di Assirm, Ricerca Assirm: "Immigrati e mercato: oltre il cono d'ombra" Mario Abis, Presidente Makno & Consulting - A.claudio Bosio, Vicepresidente Eurisko; L'incertezza personale e la sua difficile rappresentazione sociale Raimondo Boggia, Presidente Alchera Group; "Societa', Risorse, Consumi: l'ago della ricerca" Tavola Rotonda con: Luciano Balbo, Presidente Bs Equities; Sergio Billé, Presidente di Confcommercio; Elio Catania, Presidente Ibm; Claudio Ciborra, Professor of Risk management London School of Economics and Politica Science; Gianfranco Faina, Presidente Conai; Gianluca Luciano, Direttore Marketing Angelo Costa; Stefano Rolando, Professore di Teoria e Tecniche della Comunicazione Pubblica, Università Iulm Milano. Chiusura Lavori Luigi Ferrari, Presidente di Assirm 1° Convegno Assirm "Governare La Societa' Dell'incertezza " Milano, 20 Novembre 2003 Palazzo Castiglioni - Unione del Commercio - C.so Venezia, 47/49

TRASPORTI SOSTENIBILI E 6PQ: GIORNATA INFORMATIVA ITALIANA
Bologna, 17 novembre 2003 - La Regione Emilia-romagna organizza una giornata d'informazione sui trasporti sostenibili e il Sesto programma quadro (6Pq), che si svolgerà il 20 novembre a Bologna. Fra i temi di discussione del convegno figurano i seguenti: gestione della domanda; pianificazione sostenibile del territorio urbano e dei trasporti; gestione delle merci; sistemi di trasporto competitivi e rispettosi dell'ambiente; nuove tecnologie; tecniche di progettazione e di produzione più sicure; riequilibrio e integrazione dei diversi modi di trasporto. La conferenza si occuperà inoltre dell'accesso ai finanziamenti comunitari attraverso la partecipazione al 6Pq. Per informazioni: Aster Tel: +39 051 6398099 Fax: +39 051 6398131 E-mail: damiana.Badiali@aster.it

ANALISI ASA EXECUTIVE SEARCH: IN CRESCITA IN ITALIA LE NUOVE FIGURE PROFESSIONALI PER LA GESTIONE DEGLI ASSET IMMOBILIARI
Milano, 17 novembre 2003 - Il recente boom del mercato immobiliare, anche nel comparto aziendale, sta creando in Italia nuove figure professionali, chiamate a gestire questi importanti asset. Si tratta di manager molto ricercati e non facilmente reperibili, che hanno competenze tecniche, finanziarie, giuridiche ed economiche e per i quali è richiesta, di solito, una ottima conoscenza della lingua inglese. A richiedere queste figure sono in prevalenza società immobiliari, fondi immobiliari, compagnie di assicurazione, società di consulenza, enti ed aziende di vario genere (ad esempio utilities). E' quanto emerge da una analisi condotta da Asa Executive Search, società che si occupa della ricerca diretta di amministratori delegati, direttori generali e direttori di funzione e ha 4 uffici in Italia (Milano, Padova, Bologna e Roma). Legata al network internazionale Accord Group per le esigenze globali dei clienti, Asa executive search ha una vasta rete di contatti, frutto di 29 anni di presenza dei suoi partner in Italia, una solida struttura di research e un'aggiornata banca dati. "Da circa 5 anni", osserva Alberto Venanzetti, partner di Asa specializzato nel real estate, "anche in Italia è stato acquisito nel mondo immobiliare il concetto di "brick or asset" intendendo con questa accezione il graduale passaggio dal concetto di "mattone" a quello di "asset" di tipo finanziario. Da allora si sono sviluppate abbastanza rapidamente nuove figure professionali, in linea con quelle già operanti da decenni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna". Fino a pochi anni fa dominava infatti la semplice figura del broker immobiliare, professionista caratterizzato da una estesa conoscenza del mercato immobiliare locale, ma con una visione del business più domestica e comunque non associata a tematiche di tipo finanziario. Sulla scia soprattutto delle prime società estere di advisory sbarcate in Italia il mercato professionale si è evoluto abbastanza rapidamente, facendo fiorire nuove figure professionali ora molto richieste dal mercato. Quali sono le figure più richieste dal mercato? In base all'analisi condotta da Asa sono le seguenti: Asset o portfolio manager. Figura professionale presente praticamente in ogni property company o fondo immobiliare. Il suo compito è quello di ottimizzare il ritorno di un portafoglio immobiliare (retail, office ecc.) secondo le linee guida della company, minimizzando i rischi. Nel mondo anglosassone è una figura chiave, alla quale vengono spesso affidate anche le decisioni sulle vendite e sulle acquisizioni. In Italia, per ora, è a volte interpretata in chiave più riduttiva. Dotato di forte sensibilità finanziaria, da lui dipendono le decisioni chiave sugli aspetti operativi legati al portafoglio stesso (hold, rent, leasing, immediate sales, ecc). In Italia a questi manager provengono sia dal mondo della finanza strutturata, che da quello tecnico (architetti, ingegneri). In questo secondo caso i manager devono comunque aver acquisito capacita analitiche e tecnico - valutative tipicamente legate al mondo della finanza. Facility manager. Si occupa dell'organizzazione, gestione e pianificazione di tutte le attività legate al "funzionamento" di un edificio. Ad esempio ascensori, riscaldamento, aria condizionata ecc. Property manager. Oltre alla gestione dei servizi si occupa anche delle attività amministrative ed economiche (quali amministrazione di uno stabile). Sono entrambe figure presenti nelle property company e in generale in tutti gli enti che dispongono di ingenti proprietà immobiliari. E' Interessante notare che anche in quarto caso si va verso la specializzazione: banche, uffici, musei ecc. Fund manager. E' una figura che oltre ad unire capacità tecnico finanziarie tipiche dell'asset manager, deve conoscere aspetti legali, tecnici e fiscali tipicamente legati al funzionamento di un fondo. Se il fondo è in fase di acquisizione, gli aspetti transazionali devono fare parte del bagaglio di questa figura (ovviamente anche in caso di una property investment company questi skills possono essere richiesti all'asset manager o addirittura ad un apposito head of acquisiton, il quale spesso risponde ad un comitato). Tecnico valutatore. E' una figura altamente specializzata, in grado di effettuare valutazioni in linea con quelle che da tempo vengono fatte per complessi aziendali, cioè con forti contenuti finanziari e non più basate sul classico "valore al metro quadro" a prescindere da ogni considerazione sui rendimenti attesi (ad esempio da un albergo o da un centro commerciale).

NELLE UNIVERSITÀ BRITANNICHE "PROSPERA" IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO, NONOSTANTE IL CALO DI ATTIVITÀ NELLE IMPRESE DERIVATE
Londra, 17 novembre 2003 - Dal secondo studio annuale sulle attività di trasferimento tecnologico nelle università, pubblicato il 13 novembre, emerge che gli atenei britannici stanno rafforzando le loro capacità di commercializzare la proprietà intellettuale. Lo studio, condotto dalla Scuola di economia dell'Università di Nottingham (Nubs), dall'Associazione delle aziende universitarie (Unico) e dall'Associazione per i collegamenti tra ricerca universitaria e industria (Auril), rileva una notevole crescita nel numero di addetti al trasferimento tecnologico, di brevetti concessi e di licenze eseguite presso 125 istituti britannici per l'istruzione universitaria. Tuttavia, la relazione osserva che nel 2002 sono state costituite solo 158 società spin-out rispetto alle 175 delle 2001, nonostante il Professor Mike Wright del gruppo di studio della Nubs non esprima particolare preoccupazione per questa tendenza. "L'indagine indica che le università stanno discernendo ciò che funziona da ciò che risulta inefficace. Questi sviluppi riflettono il crescente riconoscimento del ruolo svolto dal trasferimento tecnologico, piuttosto che dalla creazione di società spin-out e dalle licenze in sé, nel generare ricchezza". Nel complesso, il sondaggio ha individuato un aumento del 24 per cento nel numero di dipendenti a tempo pieno che si occupano delle attività correlate al trasferimento tecnologico, una cifra equivalente al sei per cento dei dipendenti per università. Circa 2.238 invenzioni sono state pubblicate nel 2002, ossia il 19 per cento in più rispetto al 2001, e il numero di brevetti rilasciati ha raggiunto le 347 unità, compiendo un balzo in avanti del 59 per cento. Delle 648 licenze eseguite nel 2002, 635 hanno consentito di generare entrate per 32 milioni di euro, con un incremento del 21 per cento rispetto all'anno scorso. Se si confrontano questi dati con i risultati di Stati Uniti e Canada, apportando alle cifre i necessari aggiustamenti dovuti alle differenze del Pil e delle spese in ricerca esistenti tra i tre paesi, risulta che le università britanniche creano più società spin-out rispetto agli istituti statunitensi e canadesi. Gli atenei del Regno Unito hanno eseguito più licenze che gli istituti degli altri due paesi, ma hanno avuto un numero notevolmente inferiore di licenze da reddito e hanno registrato un introito lordo minore rispetto a ciascuno degli altri due paesi. Tom Hockaday, presidente di Unico, ha dichiarato: "È molto incoraggiante riscontrare che il trasferimento tecnologico sta prosperando nel Regno Unito [...]. Le università britanniche stanno sviluppando notevoli competenze che, nel lungo termine, rafforzeranno il mondo accademico, l'economia e la società". Per informazioni : Professor Mike Wright Nottingham University business school Tel: +44 771 734 0917 E-mail: mike.Wright@nottingham.ac.uk  

ATM SPA CHIEDE IL DIFFERIMENTO O LA REVOCA DELLO SCIOPERO AL COMU
Milano 17 novembre 2003 - La società Atm Spa, conscia dei disagi a cui andrà incontro la propria clientela nella giornata di martedì 18 novembre p.V. Per lo sciopero del personale della metropolitana, vista la concomitanza della giornata di lutto nazionale, ha invitato, per iscritto, il sindacato che ha proclamato lo sciopero a revocare o a differire la giornata di lotta. Di seguito il testo integrale della comunicazione scritta inviata al sindacato in data 14 novembre: Alle spettabili organizzazioni sindacali Comu Nazionale Comu Atm Milano Milano, 14 novembre 2003 - Oggetto: sciopero del personale di macchina di martedì 18/11/2003 Ci riferiamo allo sciopero in oggetto proclamato a livello nazionale e quindi a livello territoriale dalle Oo.ss in indirizzo per rivolgervi un accalorato appello affinché in relazione alla giornata di lutto nazionale ed alle esequie di Stato che si svolgeranno nella stessa giornata in onore e commemorazione dei Caduti nel tragico attentato in Iraq, vogliate revocare/differire l’azione di lotta programmata. E’ a nostra conoscenza che un invito in tal senso è stato rivolto anche dall’autorità di Governo locale e comunque riteniamo che alla stregua di ogni cittadino italiano anche gli aderenti al Comu non possono che condividere i sentimenti di cordoglio, di lutto e di solidarietà alle famiglie dei caduti. Desideriamo anche segnalare che anche un nostro collega dell’Atm di Milano è stato colpito profondamente nei suoi affetti familiari con un congiunto caduto nel tragico evento. Confidando in una Vostra pronta adesione a questo appello al senso civico e di appartenza alla Nazione Italiana, ed in attesa di un cortese riscontro porgiamo distinti saluti. Atm Spa

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