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di
LUNEDI'
17 NOVEMBRE 2003
pagina 1
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RISULTATI DEL VERTICE
UE-RUSSIA DICHIARAZIONI DEL CONSIGLIO E DELLA COMMISSIONE SUI RISULTATI DEL
VERTICE UE/RUSSIA
Bruxelles, 17 novembre
2003 - Il Consiglio e
la Commissione
faranno dichiarazioni sui risultati del 12° Vertice Ue-russia, che si è
svolto a Roma lo scorso 6 novembre e si è concluso con l'adozione di una
dichiarazione congiunta firmata dal Presidente in carica del Consiglio
europeo, Silvio Berlusconi, dall'Alto rappresentante per
la Pesc
, Javier Solana, dal Presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e
dal Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Ribadendo la visione
comune di un continente europeo unito, i firmatari della dichiarazione hanno
sottolineato l'obiettivo di rafforzare il partenariato strategico tre l'Ue e
la Russia
, di intensificare gli sforzi per dare corpo alla decisione di creare «spazi
comuni» e di razionalizzare il dialogo politico avviando i lavori del
Consiglio di partenariato permanente Ue-russia. In merito all'allargamento
dell'Ue, è stato ribadito l'impegno di attuare le misure relative al
transito verso Kaliningrad decise nel novembre 2002, compreso il lancio di
uno studio di fattibilità su un treno ad alta velocità entro la fine del
2003. Quanto agli scambi commerciali, si punta ad una soluzione rapida delle
questioni bilaterali ancora in sospeso e soprattutto all'ingresso della
Russia nell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) verso la fine del
2004. La dichiarazione afferma poi che continua il dialogo, in tema di
giustizia e affari interni, per facilitare i viaggi tra l'Ue e
la Russia
e per giungere a un accordo di riammissione con Mosca. A livello
internazionale è stato confermato l'elevato livello di comprensione
reciproca su svariati temi sensibili, nonché sul ruolo che devono svolgere
le Nazioni Unite nelle questioni mondiali. I firmatari si sono infine
rallegrati del rinnovo dell'accordo di cooperazione nel settore della
scienza, convenendo di valutare i mezzi per aprire i rispettivi programmi
scientifici e tecnologici ai ricercatori delle due parti. All'indomani del
Vertice, il Presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, ha espresso profondo
rammarico e grande preoccupazione perché la dichiarazione approvata non
contiene alcun riferimento alla Cecenia né al protocollo di Kyoto, problemi
più volte affrontati nelle risoluzioni approvate dall'Aula.
I
BALCANI NELL'UE, MA A PRECISE CONDIZIONI
Bruxelles, 17 novembre 2003 - La commissione per gli affari esteri ha
adottato con 36 voti favorevoli e 3 astensioni la relazione di Jan Joost
Lagendijk (Verdi/ale, Nl) sul processo di stabilizzazione e associazione in
corso nei Balcani. I deputati hanno voluto essere chiari su un punto: esiste
una prospettiva europea per questi paesi solo se soddisfano i criteri di
Copenaghen. L'assistenza finanziaria ai paesi beneficiari del processo di
stabilizzazione e di associazione con l'Ue (Psa) deve quindi essere
subordinata ad una serie di condizioni. Essi devono cooperare con il
Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia, realizzare una politica
efficace a favore del ritorno dei rifugiati e degli sfollati e attuare
politiche attive contro la corruzione, la criminalità organizzata, il
traffico di esseri umani, di armi e stupefacenti. È inaccettabile che in
futuro un paese aderisca all'Unione, se ha firmato un accordo bilaterale con
gli Usa che minacci la piena efficacia del Tribunale penale internazionale.
I deputati ritengono che l'Ue debba svolgere un ruolo più attivo, in
cooperazione con le Nazioni Unite, in vista della definizione di una road
map e di un calendario, al fine di raggiungere al più presto una
conclusione sullo status del Kosovo: ciò dovrebbe avvenire di preferenza
entro i prossimi due anni. È comunque impossibile risolvere efficacemente i
numerosi problemi accessori senza la definizione dello status finale del
Kosovo, quale che sia: ampia autonomia o indipendenza. Le autorità kosovare
sono invitate a rafforzare i propri sforzi a favore di una società
tollerante, nella quale tutti i gruppi etnici si rispettino reciprocamente
secondo le norme europee. Esse dovrebbero cooperare attivamente con l'Unmik
in modo da accelerare il rientro dei rifugiati e degli sfollati, in
particolare delle minoranze. L'organo parlamentare considera insoddisfacente
lo svolgimento delle ultime elezioni locali in Albania. Le autorità
albanesi sono incoraggiate a rafforzare il loro impegno a procedere con le
riforme. In particolare, si chiede di fornire i mezzi necessari per la lotta
contro la corruzione, la criminalità organizzata, il traffico di armi, di
droga e di esseri umani (persiste il fenomeno della tratta di donne e
bambini a scopo sessuale). Altri aspetti per i quali occorre un'azione
incisiva sono il funzionamento di un sistema giudiziario indipendente ed
efficiente, il miglioramento della capacità amministrativa e in particolare
della gestione delle frontiere, lo sviluppo di un settore mediatico libero e
indipendente, la promozione e la garanzia del rispetto dei diritti dell'uomo
e delle minoranze. La relazione plaude alla decisione della Croazia di non
concludere un accordo bilaterale con gli Stati Uniti sul Tribunale penale
internazionale, circostanza questa che ha comportato la perdita di un
considerevole sostegno finanziario da parte degli Usa. I deputati accolgono
inoltre con soddisfazione la nuova legge costituzionale sui diritti delle
minoranze nazionali. Si sottolinea però che il dialogo intensivo e gli
strumenti diplomatici debbono continuare ad essere il modo più appropriato
per raggiungere un accordo sulle frontiere. I parlamentari deplorano poi che
le autorità croate abbiano deciso di dichiarare la zona di protezione
ittica e ambientale senza un opportuno dialogo e coordinamento con i paesi
vicini, decisione cui si opponevano sia
la Commissione
, sia
la Presidenza
italiana. Ci si attende quindi che in occasione della Conferenza di Venezia
prevista per il 25-26 novembre sia raggiunto un accordo su ulteriori
iniziative. Le autorità bosniache sono state invitate a cooperare con il
Tribunale per l'ex-Jugoslavia e a fare tutto il possibile per condurvi
Karadzic e Mladic. Il rientro dei rifugiati dovrebbe essere assicurato in
tutte le parti del paese. Per
la Macedonia
, si è chiesto lo smantellamento totale dell'Esercito di liberazione
nazionale albanese, l'accelerazione dell'Accordo di Ohrid e l'amnistia per
gli ex combattenti albanesi. Il governo serbo, da parte sua, è stato
incoraggiato ad accelerare la riforma dell'esercito. Il testo afferma che in
Serbia e Montenegro occorre fare di più nella lotta contro la corruzione e
la criminalità organizzata.
La Commissione
, l'Osce e il Consiglio d'Europa sono infine invitati a esaminare con la
massima urgenza le accuse di violazioni dei diritti dell'uomo, la mancanza
di indipendenza del potere giudiziario e la crescente influenza dello Stato
sugli organi d'informazione.
ENTRATE
FISCALI GENNAIO-OTTOBRE 2003:
Roma, 17 novembre 2003 - Il Mef
comunica che il totale delle entrate fiscali incassate nel periodo
gennaio-ottobre 2003 è pari a 355.980 milioni di euro, in aumento di 18.268
milioni di euro (+5,4%) rispetto allo stesso periodo del 2002. L’aggregato
considera gli incassi del bilancio dello Stato, delle Regioni e degli enti
previdenziali. In particolare, le entrate tributarie sono pari a 275.826
milioni, con un incremento di 15.161 milioni (+5,8%). I contributi sociali
sono pari a 80.153 milioni (+4%) rispetto ai 77.047 dei primi dieci mesi
dello scorso anno. Il tasso effettivo di crescita degli incassi fiscali è
del 6%. Il risultato deriva sia dalla circostanza che i concessionari della
riscossione hanno recuperato nel periodo in esame il maggiore acconto
versato a dicembre 2002 (oltre 1.500 milioni), sia dal gettito delle accise,
più basso per il recupero dell’acconto effettuato a gennaio 2003 (750
milioni, anch’essi versati a dicembre 2002). Irpef, Iva ed imposte sulla
produzione continuano ad evidenziare un andamento positivo. In flessione
l’Irpeg, a causa dei minori versamenti a saldo, così come l’imposta
sostitutiva sui redditi da capitale, per la discesa dei tassi di interesse.
Nel solo mese di ottobre, gli incassi hanno totalizzato 31.562 milioni di
euro, in aumento di 1.534 milioni di euro (+5,1%) rispetto ad ottobre
2002. In
particolare, le entrate tributarie sono aumentate di 1.291 milioni, per un
totale di 25.255 milioni (+5,4%), mentre i contributi sociali hanno
registrato un aumento di 243 milioni di euro, attestandosi su 6.307 milioni
(+4%).
|
Gennaio-ottobre
2003
|
Gennaio-ottobre
2002
|
Variazione
%
|
Entrate
tributarie
|
275.826
|
260.665
|
+5,8%
|
Contributi
sociali
|
80.153
|
77.047
|
+4,0%
|
Totale
entrate
|
355.980
|
337.712
|
+5,4%
|
(dati
in milioni di euro)
|
Ottobre
2003
|
Ottobre
2002
|
Variazione%
|
Entrate
tributarie
|
25.255
|
23.964
|
+5,4%
|
Contributi
sociali
|
6.307
|
6.064
|
+4,0%
|
Totale
entrate
|
31.562
|
30.028
|
+5,1%
|
(dati
in milioni di euro)
SU INTERNET
LA LISTA DEI
TITOLI A BASSO RISCHIO RENDIMENTO
Roma, 17 novembre 2003 - E' on line da oggi anche su Internet la
lista titoli 'a basso rischio rendimento' dell'Abi. L'indirizzo e' www.pattichiari.it
I bond sono complessivamente 1.002 ma l'elenco sara' aggiornato
quotidianamente. Associazione bancari italiani rileva che gli elenchi di
titoli pubblicati sono dunque ''risultato di mere elaborazioni e presunzioni
redazionali, non riconducibili in alcun modo al consorzio Patti Chiari e che
la lista non ha funzione di garanzia del capitale investito.
ABI: ISTRUTTORIE SU
SCHEMI CONTRATTUALI RAPIDE NELL’ INTERESSE DI BANCHE E CLIENTI
Roma, 17 novembre 2003 - Abi auspica una rapida chiusura delle istruttorie
sugli schemi dei contratti avviate da Banca d’Italia e Antitrust anche
prima dei termini previsti, nell’interesse generale di banche e clienti.
Le istruttorie sugli schemi contrattuali sono state aperte a seguito di
comunicazione effettuata dalla stessa Abi che, come prassi, attende il via
libera delle Autorità per renderli efficaci. Gli schemi contrattuali su
carte di credito e servizi di investimento, cui si riferiscono le
istruttorie, e che le banche saranno libere di utilizzare, sono stati messi
a punto al Tavolo Abi-associazioni Consumatori, aperto sin dal 1997 con
l’obiettivo di migliorare la generalità dei contratti con la clientela.
Abi ricorda infine che molte clausole riproducono fedelmente le norme di
legge in materia e ne seguiranno l’evoluzione nazionale e comunitaria.
BORSA ITALIANA: IN
OTTOBRE POSITIVO ANDAMENTO DEGLI INDICI, AL 31 OTTOBRE MIB+10,9% DA INIZIO
ANNO E +26,5% DA MARZO 2003
LA CAPITALIZZAZIONE SALE
A 468,1 MILIARDI DI EURO CRESCITA DEGLI SCAMBI DI STRUMENTI A REDDITO FISSO
Milano, 17 novembre 2003 - In ottobre l'indice Mib è stato caratterizzato
da una fase iniziale di crescita che lo ha portato molto vicino ai massimi
annuali, cui è seguita una lieve flessione e una successiva ripresa che -
con 17 sedute positive e 6 negative - lo ha portato a chiudere il mese a
quota
18.810, in
crescita del 4,2% rispetto a fine settembre (+10,9% su fine 2002 e +26,5%
dal minimo annuale del 12 marzo). L'indice Numex del Nuovo Mercato è stato
interessato da una dinamica analoga, che lo ha portato a raggiungere giovedì
30 ottobre il livello di 1.595, sfiorando il massimo annuo di 1.609 del 4
settembre scorso, e a chiudere il mese a quota 1.590, con una crescita
mensile del 6,2% (+21,6% su fine 2002). Gli indici continui hanno
evidenziato un andamento sostanzialmente omogeneo: Mibtel +4,9% (+10,7%
rispetto a fine 2002), S&p/mib +5,5% (+10,5%), Mib30 +4,9% (+8,7%),
Midex 6,0% (+22,1%). L'indice Mibstar ha evidenziato in ottobre una
performance identica all'indice generale (+4,2%), portando la propria
crescita su fine 2002 all'11,8%. I tre macrosettori hanno evidenziato in
ottobre un andamento leggermente differenziato: Finanziari +5,2%,
Industriali +4,6% e Servizi +2,0%, che si riflette in una variazione
rispetto a fine 2002 di +20,5% per Finanziari, di +7,0% per Servizi e di
+1,3% per Industriali. Tra i principali settori (pari ad almeno l'1% della
capitalizzazione) si sono distinti da un lato Tessili (+10,3%) e
Media-editoriali (+6,8%), dall'altro Auto (-0,3%) e Immobiliari (+0,1%).
Rispetto alla fine dell'anno precedente le variazioni più significative
sono da un lato quelle di Trasporti-turismo (+31,7%) e Banche (+26,9%),
dall'altro quelle di Minerari-metall.-petroliferi (-9,4%) e
Impianti-macchine (-1,1%). Tra i titoli dell'indice S&p/mib in ottobre
si sono distinti da un lato E.biscom (+20,3%), Benetton Group (+14,0%),
Capitalia (+13,7%) e Bnl (+13,1%), dall'altro Saipem (-2,6%), Snam Rete Gas
(-2,4%) e Pirelli & C. (-2,2%). Rispetto a fine 2002 si segnalano in
positivo Capitalia (+98,2%), Bnl (+86,2%) e Bulgari (+76,9%), in negativo
Eni (-9,8%), Tim (-8,6%) e Fiat (-6,5%). Nel periodo gennaio-ottobre 2003 32
azioni evidenziano un andamento positivo e 5 negativo, mentre per 3 casi
(Autostrade, Banche Popolari Unite e Seat Pagine Gialle) si tratta di società
di nuova ammissione. La volatilità è nuovamente scesa, attestandosi al
9,7% per
la Borsa
(dove rimane sensibilmente più contenuta per il segmento Star, pari al
7,2%) e al 13,7% per il Nuovo Mercato. Capitalizzazione e listino La
crescita dei corsi azionari ha determinato in ottobre un aumento della
capitalizzazione delle società nazionali quotate, passata da 450,5 miliardi
di euro di fine settembre a 468,1 (pari al 35,9% del Pil e superiore ai
458,0 di fine 2002). Nel dettaglio, la ripartizione dei mercati vede
la Borsa
a quota 455,7 miliardi di euro, il Nuovo Mercato a 7,8 e il Mercato
Ristretto a 4,6. Eni si è confermata come la maggiore azione quotata per
capitalizzazione (54,6 miliardi di euro), seguita da Tim (33,3), Enel
(32,8), Unicredito Italiano (26,7), Generali (25,2) e Telecom Italia (23,1).
Nel mese di ottobre il listino è stato interessato martedì 7 dal
trasferimento dal Mercato Ristretto alla Borsa delle azioni di Banca Ifis e
giovedì 30 dalla revoca - a seguito della conclusione dell'Opa residuale -
di Italdesign Giugiaro. Il numero di società quotate si è pertanto portato
a 279: 224 per
la Borsa
(di cui 6 estere), 44 per il Nuovo Mercato (2 estere) e 11 per il Mercato
Ristretto. A seguito di 729 ammissioni e 50 revoche, il numero degli
strumenti quotati su Mcw è salito da
1.611 a
2.290. Mercato primario In ottobre sono state realizzate due offerte
pubbliche finalizzate all'ammissione a quotazione. L'offerta di Isagro
(27-30 ottobre), interamente di sottoscrizione di nuove azioni, ha portato
alla diffusione del 25,0% del capitale e alla raccolta di 15,9 milioni di
euro. Quella di Trevisan (29-31 ottobre) - 75% Ops, 25% Opv - ha portato
alla diffusione del 50,2% del capitale e alla raccolta di 34,2 milioni di
euro. Nel mese è stato conclusa l'operazione di aumento di capitale di
Gruppo Coin che ha portato alla raccolta di 79 milioni di euro. La quota di
inoptato è stata estremamente ridotta (0,9%). Sono state inoltre concluse
tre Opa: la residuale di Wide Design su Italdesign Giugiaro (consegnato il
71,7% delle azioni richieste, per un valore di 11,4 milioni di euro), quella
volontaria di Roland Corporation su Roland Europe (53,9% e 7,3) e quella
obbligatoria di Arena Holding su Roncadin (con sole 2.225 azioni consegnate
su un totale di 88,9 milioni). Scambi In ottobre gli scambi azionari
(147.700 contratti e 2,62 miliardi di euro al giorno) sono calati rispetto
al mese precedente (-14,0% i contratti, -10,9% il controvalore). Nel periodo
gennaio-ottobre la media giornaliera si è attestata a 149.300 contratti e a
2,68 miliardi di euro (-4,3% e +8,7% sul corrispondente periodo del 2002).
Nel dettaglio, in ottobre la media giornaliera è stata di 136.800 contratti
e 2,57 miliardi di euro per le azioni quotate in Borsa e di 10.600 contratti
e 47,1 milioni di euro per quelle del Nuovo Mercato. La dimensione media dei
contratti su azioni (Borsa, fase diurna) ha proseguito la fase di crescita,
passando dai 18.800 euro di settembre a 19.000 euro, poco al di sotto della
media dell'anno in corso. In crescita anche la dimensione media degli scambi
diurni di azioni del Nuovo Mercato, saliti da
4.100 a
4.500 euro. Stmicroelectronics si è nettamente confermata come l'azione più
scambiata nel mese per controvalore, con il 19,2% degli scambi totali,
seguita da Eni (9,5%), Tim (8,0%) e Telecom Italia (7,8%). Gli scambi di
covered warrant sono stati invece interessati dalla prosecuzione di una fase
di ripresa, sia in termini di controvalore (media giornaliera 61,6 milioni
di euro, +9,4% su settembre) che in termini di contratti negoziati (18.000
al giorno, +4,7% su settembre). Nel periodo gennaio-ottobre la media
giornaliera si è attestata a 17.500 contratti e a 41,0 milioni di euro. Il
controvalore degli scambi del mese è risultato il più elevato dal luglio
2002. Gli scambi dell'after hours si sono mantenuti sui livelli del mese
precedente, con una media giornaliera di 35,5 milioni di euro e 4.900
contratti. Nel periodo gennaio-ottobre la media giornaliera si è attestata
a 28,5 milioni di euro e a 5.100 contratti. Gli Etfs, negoziati dalla fine
del settembre 2002, hanno fatto registrare in ottobre una media giornaliera
di 257 contratti e 7,3 milioni di euro. La dimensione media dei contratti è
risalita a 28.300, confermando in ogni caso la crescente partecipazione di
investitori retail. Gli scambi dei titoli a reddito fisso del Mot sono
cresciuti a 668 milioni di euro (livello più elevato dal giugno 2002,
+22,8% su settembre, +16,9% sull'ottobre 2002), per le obbligazioni private
a 32,7 (+4,0% e +5,4%). Nel periodo gennaio-ottobre 2003 la media
giornaliera di scambi di titoli di Stato ha raggiunto i 527 milioni di euro,
quella delle obbligazioni private i 36,2 milioni di euro. Anche l'Euromot ha
evidenziato una crescita dell'attività di negoziazione, con una media
giornaliera di 14,1 milioni di euro (+1,3% su settembre e +50,7%
sull'ottobre 2002). Nel periodo gennaio-ottobre 2003 la media giornaliera
del controvalore è stata pari a 14,8 milioni di euro, +59,7% rispetto al
corrispondente periodo dell'anno precedente. Sul mercato Idem i futures sul
Mib30 hanno fatto registrare una media giornaliera di 14.600 contratti
standard, il miniFib è sceso a 8.600 contratti standard al giorno e le
opzioni sul Mib30 hanno registrato una media di 8.600 contratti standard.
Gli scambi di futures su azioni sono risultati stabili su una media di 1.200
contratti standard giornalieri mentre le opzioni su azioni sono scese dai
valori elevati del mese precedente a una media di 28.900 contratti standard.
Nel periodo gennaio-ottobre la media giornaliera dell'Idem si è attestata a
71.900 contratti standard, con una crescita del 6,6% sul corrispondente
periodo del 2002. I futures su Mib30 (17.500 contratti standard al giorno
-9,7%) risultano in calo, le opzioni su Mib30 (10.000 e -1,0%) sono stabili,
mentre miniFib (10.800, +31,1%), futures su azioni (2.000, +409,7%, ma
bisogna considerare che gli strumenti sono negoziati solo dal luglio 2002) e
opzioni su azioni (31.700, +6,8%) evidenziano una crescita.
UNICREDIT SI CONFERMA
LEADER DI REDDITIVITÀ IN ITALIA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2003: UTILE NETTO A
1.581 MLN (+9,1% A/A) E ROE AL 18,9% MARGINE D'INTERMEDIAZIONE +2% A/A
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Unicredito
Italiano ha approvato il 13 novembre i risultati consolidati dei primi nove
mesi del 2003 (1). L’utile netto del Gruppo nei primi nove mesi
dell’anno si attesta a 1.581 milioni, in aumento del 9,1% sul
corrispondente periodo del 2002. L’evoluzione trimestrale presenta un
utile nel terzo trimestre pari a 449 milioni, in crescita dell’1,8% sul
terzo trimestre 2002, consolidando i progressi registrati nella prima parte
dell’anno. L’utile netto, prima delle imposte, aumenta nei nove mesi del
4,5% a/a e nel trimestre del 2,7% a/a. Il Roe si porta al 18,9%, in termini
annualizzati, rispetto al 18,4% dei primi nove mesi del 2002 ed al 17,2%
dell’intero esercizio del 2002. La formazione del risultato di gestione
L’attività del Gruppo ha mostrato una dinamica positiva, anche legata ai
primi effetti derivanti dalla riorganizzazione societaria avviata
nell’esercizio precedente, in un contesto caratterizzato da debolezza del
ciclo economico e da un ulteriore calo dei tassi d’interesse. In tale
scenario, il risultato di gestione, ha mostrato, da inizio anno, una
crescita del 2,9% a/a (3.731 milioni), risultante da un incremento del 2%
del margine d’intermediazione (+3,7% a cambi costanti) accompagnato da un
contenuto aumento dei costi operativi (+1,2% a cambi storici, +2,9% a cambi
costanti). Il confronto rispetto all’anno precedente è peraltro
negativamente influenzato dall’effetto dei cambi per la svalutazione dello
zloty polacco e del dollaro rispetto all’euro (rispettivamente
dell’11,5% e del 15,4% nei dodici mesi). Al netto di tale effetto il
risultato di gestione nei primi nove mesi dell’anno registra, infatti, un
incremento del 4,5% a/a. Il terzo trimestre ha evidenziato un’evoluzione
particolarmente positiva con un aumento del 7,8% sullo stesso periodo
dell’anno precedente (+10,4% a cambi costanti) principalmente grazie al
sensibile contenimento delle altre spese amministrative (-8,9% a/a). Il
rapporto tra costi e ricavi si mantiene su un livello di eccellenza a 52,9%,
in diminuzione rispetto al 54,6% di fine anno e al 53,3% del settembre 2002.
Il margine d’interesse, inclusi i dividendi e gli utili sulle società
valutate al patrimonio netto (209 milioni rispetto a 166 milioni nei primi
nove mesi del 2002, +25,9% a/a), si attesta a 3.853 milioni, un livello
inferiore del 3,6% (-1,9% a cambi costanti) rispetto all’anno precedente.
Nel terzo trimestre la riduzione è stata del 7,1% a/a (-5,0% a cambi
costanti). L’evoluzione del margine d’interesse, al netto dei dividendi
e altri proventi su partecipazioni (-4,8% nei primi nove mesi rispetto al
corrispondente periodo dell’anno precedente) sconta in pieno l’effetto
della riduzione dei tassi di mercato sia in Italia sia in Polonia. Le
commissioni nette, pari a 2.458 milioni, registrano un incremento
dell’1,4% a cambi storici e del 3,2% a cambi costanti. Il terzo trimestre
in particolare, registra un aumento dell’8,4% (+11,2% a cambi costanti)
sul corrispondente trimestre 2002. La crescita dei primi nove mesi
dell’anno è supportata dall’andamento delle commissioni relative sia a
servizi bancari tradizionali (ad es. Crediti di firma e finanziamenti) sia a
servizi di gestione e amministrazione del risparmio (+0,3% a/a, +9,1% nel
trimestre). All’interno di quest'ultimo aggregato mantengono un profilo di
crescita elevato le commissioni sul collocamento di prodotti assicurativi
(4,8 miliardi di nuova produzione, +20,2% a/a), e quelle relative al
collocamento titoli. Si riducono, invece, le commissioni sui fondi
d’investimento, nonostante una forte crescita della raccolta netta di
Pioneer (6,6 miliardi, +282% da inizio anno), per effetto della
ricomposizione del portafoglio della clientela da fondi azionari e
bilanciati a obbligazionari e monetari. Nell’ultimo trimestre si è
evidenziato un recupero del peso della componente azionaria sul totale degli
asset gestiti. I profitti da operazioni finanziarie raggiungono i 1.047
milioni, un livello superiore di circa 25% rispetto al corrispondente
periodo dell’anno precedente (+26,4% a cambi costanti). Tale crescita è
stata ancora sostenuta dallo sviluppo dell’attività per la gestione dei
rischi finanziari della clientela corporate. Il terzo trimestre conferma una
dinamica positiva con un aumento del 20% (a cambi costanti) sul terzo
trimestre 2002. I costi operativi, pari a 4.193 milioni, registrano una
crescita contenuta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente
(+1,2% a cambi storici e +2,9% a cambi costanti) ed includono 55,5 milioni
di spese una tantum relative al progetto S3. Il terzo trimestre presenta una
riduzione (-2,7% sul terzo trimestre 2002) principalmente spiegata da
risparmi realizzati nelle altre spese amministrative. Le spese per il
personale si attestano a 2.446 milioni, in crescita del 3,1% a/a (+4,7% a
cambi costanti), ma in rallentamento nell’ultimo trimestre (+1,0%, +3,2% a
cambi costanti). L’aumento è attribuibile principalmente al potenziamento
dei settori dell’Investment Banking, delle Nuove Iniziative (Unicredit
Banca per
la Casa
e Clarima), e agli incrementi derivanti dall’applicazione delle nuove
tabelle retributive, solo in parte assorbiti dagli effetti della diminuzione
dell’organico di oltre 1.284 unità da settembre
2002 a
settembre 2003. Le altre spese amministrative si riducono del 2,5% a/a
(-0,7% a cambi costanti) con una contrazione ancor più significativa nel
terzo trimestre (-8,9%, -6,6% a cambi costanti sul terzo trimestre 2002),
concentrata in particolare nei compensi a professionisti esterni (-22,9%
a/a) e nelle spese di trasporto, noleggio e altri oneri inerenti i viaggi
(-18,2% a/a). Le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e
materiali crescono infine del 4% rispetto ai primi nove mesi del 2002, un
aumento determinato principalmente dagli investimenti It in Nuova Europa. La
formazione dell’utile netto Tenuto conto di accantonamenti e rettifiche
per complessivi 925 milioni (1.035 milioni nello stesso periodo dell’anno
precedente, -10,6% a/a), si perviene ad un utile ordinario per i primi nove
mesi del 2003 di 2.806 milioni, in crescita dell’8,3% a/a. In particolare
si registrano: rettifiche di valore su avviamenti e su differenze positive
di consolidamento per 204 milioni (186 milioni nei primi nove mesi
dell’anno precedente), di cui circa 88 milioni relativi al Gruppo Pioneer
e circa 52 milioni a Pekao. L’aumento è spiegato dalle rettifiche sulle
nuove acquisizioni (tra cui Zivnostenska, Momentum, Koc) per 32 milioni in
parte compensato con un effetto cambi positivo di circa 15 milioni sulla
rettifica del goodwill di Pioneer. Accantonamenti a fondi rischi ed oneri
per 156 milioni contro i 69 milioni nel corrispondente periodo dell’anno
precedente. In tale importo sono compresi stanziamenti relativi a
revocatorie, e cause in corso e altri rischi; rettifiche di valore su
crediti e accantonamenti per garanzie e impegni, al netto delle riprese, per
561 milioni, in riduzione del 18,2% rispetto ai 686 milioni dei primi nove
mesi del 2002. La riduzione è sostanzialmente concentrata nella Divisione
New Europe (minor rettifiche nette per 199 milioni, 167 al netto
dell’effetto cambi), per la presenza, nell’esercizio 2002, di rettifiche
a carattere straordinario nelle valutazioni dei crediti del Gruppo Pekao. La
consistenza delle rettifiche di valore su crediti in bonis aumenta di 135
milioni da inizio anno (di cui 53 milioni nel solo terzo trimestre)
portandosi a 1.087 milioni. Rettifiche di valore su immobilizzazioni
finanziarie (al netto delle riprese) per 4 milioni contro gli 85 milioni dei
primi nove mesi del 2002 (questi ultimi prevalentemente riferiti a Kataweb e
Commerzbank). L’apporto della componente straordinaria è stato positivo a
tutto settembre per 55 milioni, contro 147 milioni dell’anno precedente ma
negativo per 15 milioni nel solo terzo trimestre. Le imposte sul reddito
sono pari a 1.170 milioni (+1,7% sui primi nove mesi del 2002), pari al
40,9% dell’utile lordo. L’utile d’esercizio si porta così su un
livello di 1.691 milioni, in crescita del 6,6% sul corrispondente periodo
del 2002. Dopo l’assegnazione dell’utile a terzi per 110 milioni (138
milioni nel 2002), si perviene all’utile netto di pertinenza del Gruppo di
1.581 milioni, in aumento del 9,1% rispetto ai 1.449 milioni dell’anno
precedente. I principali aggregati patrimoniali In un contesto di mercato
caratterizzato da un relativo recupero del credito al settore privato, il
Gruppo ha evidenziato una crescita degli impieghi (+4,6% a/a, al netto delle
operazioni pronti contro termine, e 1,2% nei primi nove mesi). Considerando
anche le operazioni pronti contro termine, che hanno evidenziato una marcata
contrazione sia su settembre 2002 (-59,6%), sia rispetto a giugno 2003
(-14%), il complesso dei crediti verso clientela si porta a 117,8 miliardi
(+1,1% su giugno 2003, +3,0% su settembre 2002). I crediti dubbi con
clientela si attestano a 4.535 milioni, in aumento del 5,2% sul dicembre
2002, con un’incidenza sul totale dei crediti verso clientela che passa
dal 3,73% di dicembre 2002 al 3,85% di settembre 2003. La lieve riduzione
del rapporto di copertura (47,3% rispetto al 48% di fine dicembre) è però
accompagnata da un miglioramento del rapporto tra rettifiche di valore
generiche e totale crediti in bonis (da 0,85% di dicembre
2002 a
0,95% di settembre 2003). Le sofferenze, pari a 2.308 milioni, registrano un
incremento del 6,8% su fine anno e si portano, in rapporto al totale dei
crediti, all’1,96% (1,87% a dicembre). Il rapporto di copertura è pari al
59,8%. Il complesso della massa amministrata della clientela del Gruppo è
pari a un livello di circa 355 miliardi (+7,2% su fine settembre 2002).
All’interno dell’aggregato si registra una significativa ricomposizione
a favore della raccolta indiretta che si porta al 64,9% del totale, dal
62,6% di settembre 2002. Più in dettaglio, la raccolta diretta si attesta a
124,8 miliardi, con una riduzione del 2% rispetto a fine giugno ma in
crescita di circa l’1% su base annua. Al netto dei pronti contro termine
(-1,3% a/a) e dei debiti rappresentati da titoli (-2,2% a/a), la raccolta
diretta cresce del 2,5% a/a. La dinamica della raccolta indiretta da
clientela consolida il trend di crescita sostenuta dai positivi flussi di
raccolta netta. La sua consistenza a valori di mercato si porta a 230
miliardi (+1,7% nel trimestre, +10,9% nei dodici mesi), grazie all’aumento
sia della componente amministrata (+12% a/a, +2,2% nel trimestre), sia di
quella gestita (+9,8% a/a, +1,1% nel trimestre). Al 30 settembre 2003 le
attività della clientela gestite dal Gruppo, comprensive della liquidità e
dei titoli di propria emissione, si sono attestate a 109,5 miliardi (+10,1%
a/a, +1% nel terzo trimestre). Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo
si attesta al 30 settembre
2003 a
12.757 milioni. Il Core Tier 1 Ratioè stimato al 6,93%, il Total Capital
Ratio all’11,18%. A fine settembre il Gruppo aveva un organico di 68.439
dipendenti (in riduzione di 1.284 unità da settembre 2002), una rete di
4.558 sportelli e 1.581 promotori. Unicredit Banca Unicredit Banca archivia
i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 600,1 milioni. Il
margine di interesse, pari a 1.659,9 milioni, insieme ai proventi da
intermediazione e diversi (1.465,6 milioni) e ai dividendi di competenza
(141,8 milioni), portano il margine di intermediazione della banca a 3.267,3
milioni. Le spese amministrative, pari a 1.940,7 milioni, sono costituite
per il 56% dal costo del personale, per il 38,% dai costi operativi
funzionali e per il restante 6% dalle imposte indirette. Il conseguente
risultato di gestione raggiunge i 1.249,1 milioni. La massa amministrata per
conto della clientela ammonta, alla fine di settembre
2003, a
164.645 milioni (164.104 milioni al 30 giugno 2003) dei quali 51.801 milioni
riguardano la raccolta diretta e 112.844 milioni la raccolta indiretta, con
una composizione attribuibile per circa il 57% al risparmio amministrato (
63.196 milioni) e, per il restante, al risparmio gestito che ha raggiunto i
49.648 milioni. Nell’ambito del risparmio amministrato, in crescita del
3,3% nei primi nove mesi dell’anno, è significativo l’incremento della
componente relativa ai titoli non azionari, quantificabile in circa 4.244
milioni (+9,4%). Per quanto riguarda il risparmio gestito, la crescita del
2% rispetto all’inizio d’esercizio, è riconducibile in buona parte
all’apporto del settore banca-assicurazione il cui flusso lordo raggiunge
i 4.277 milioni. I crediti alla clientela ammontano a complessivi 38.295
milioni (+2,4% rispetto all’inizio dell’anno). La principale componente
dell’aggregato è rappresentata dai mutui il cui ammontare ha superato i
26.100 milioni (+7% rispetto all’1.1.03). Unicredit Banca opera con una
struttura formata da 2.755 agenzie dislocate su tutto il territorio
nazionale, e col supporto di 23.817 dipendenti, dei quali il 91% destinato
alla rete commerciale. Unicredit Banca d’Impresa Unicredit Banca
d’Impresa ha chiuso i primi nove mesi del 2003 con un utile netto di 400,7
milioni. Un margine di interesse di 891,9 milioni, unito al contributo dei
servizi, pari a 491,4 milioni, hanno determinato una consistenza del margine
di intermediazione pari a 1.383,3 milioni. Dedotti i costi operativi,
Unicredit Banca d’Impresa ha prodotto nel periodo un risultato lordo di
gestione di 984,3 milioni. Dal lato patrimoniale, a fine settembre il totale
dell’attivo si è attestato a 50.677 milioni, costituito per più
dell’87% dai crediti verso la clientela, che ammontano a 44.191 milioni,
in crescita di 8 punti percentuali rispetto al dato di inizio anno. I
crediti in sofferenza (516,1 milioni di euro) rappresentano l’1,16% del
credito erogato alle imprese clienti (al lordo delle svalutazioni
l’incidenza è dell’1,89%). Sul versante del passivo, la raccolta
diretta ammonta a 9.644 milioni ed è pressoché interamente costituita da
giacenze in conto corrente. La raccolta indiretta ammonta a 31.000 milioni
di euro. Il personale di Unicredit Banca d’Impresa in servizio a fine
giugno era di 3.705 unità, l’88% delle quali impiegate nella rete
commerciale, composta di 211 filiali e 46 centri estero. Il patrimonio netto
della banca, comprensivo dell’utile di periodo, si attesta a 4.072 milioni
di euro. Unicredit Private Banking Al 30 settembre 2003 i risultati della
banca evidenziano un utile netto di 58,6 milioni. Il margine di
intermediazione ammonta complessivamente a 231,2 milioni e il risultato di
gestione raggiunge i 110,2 milioni. Unicredit Private Banking si avvale di
560 gestori di relazione in 153 filiali - diffuse su tutto il territorio
nazionale - e fornisce i propri servizi a circa 45.000 nuclei familiari,
amministrando masse per circa 37 miliardi, in linea con i dati di giugno.
Per quanto riguarda il rientro di capitali (scudo Fiscale) alla scadenza del
termine per l’adesione al provvedimento sono stati raccolti dal Gruppo
circa 1,15 miliardi, di cui poco meno dell’80% da Unicredit Private
Banking e sue partecipate. Relativamente ai risultati delle controllate,
Cordusio Fiduciaria al 30 settembre amministra masse per 7,1 miliardi ed
evidenzia un utile netto di 3,1 milioni. Unicredit Private Asset Management
Sgr chiude con un utile netto prossimo ai 156 mila euro, con masse per circa
6,3 miliardi (quasi interamente di clienti Unicredit Private Banking).
Completano il quadro delle partecipate le controllate estere (Banca Agricola
Commerciale della Repubblica di San Marino, Banque Monégasque de Gestion e
Unicredit Suisse Bank), che nei primi nove mesi hanno realizzato un utile
netto complessivo pari a 11,5 milioni. In Nuova Europa i primi nove mesi
dell’anno si sono chiusi con un forte miglioramento della redditività
(utile netto a 243 milioni, +33,2% a/a a cambi costanti, +8,6% nel terzo
trimestre rispetto al corrispondente periodo nel 2002) principalmente dovuto
al positivo contributo delle commissioni (+25% a/a a cambi costanti),
sostenute da buoni risultati commerciali in tutte le banche dell’area, e
alla riduzione del costo del rischio in banca Pekao.
CAPITALIA APPROVATA
LA TRIMESTRALE AL
30 SETTEMBRE 2003: IN FORTE PROGRESSO NEI PRIMI NOVE MESI COMMISSIONI NETTE
+7,9% RISULTATO LORDO DI GESTIONE +101,9% UTILE NETTO A € 112 MLN (CONTRO
PERDITA € 281 MLN)
Roma, 17 novembre 2003 - Gli effetti delle azioni previste dal Piano
Industriale 2003-2005 del Gruppo Bancario Capitalia si sono pienamente
manifestati nel terzo trimestre dell’anno portando a risultati
complessivi, per i primi nove mesi, in forte miglioramento rispetto allo
stesso periodo dell’esercizio precedente e in linea con gli obiettivi di
budget/piano industriale che, in più di un caso, sono stati superati. E’
quanto si ricava dalla relazione trimestrale approvata dal Consiglio di
Amministrazione di Capitalia, riunitosi ieri in serata sotto
la Presidenza
di Cesare Geronzi. La relazione, in particolare, evidenzia che i principali
indicatori gestionali mostrano un rilevante recupero di efficienza e di
produttività del Gruppo nel suo insieme. Nei primi nove mesi dell’anno
crescono, con tassi significativi, le commissioni nette (+7,9%), il margine
di 2 intermediazione (+10,3%), il risultato lordo di gestione (+101,9%),
portando il risultato consolidato di gruppo da un perdita di € 281 milioni
dei primi nove mesi del
2002, a
un utile di € 112 milioni. Inoltre, sul trimestre si riflettono
positivamente: • l’attuazione di una rigorosa politica di riduzione dei
costi operativi (-7,2%), sotto il profilo sia delle risorse umane, sia delle
spese amministrative e di funzionamento (queste ultime -16% rispetto allo
stesso periodo del 2002); • una gestione finanziaria improntata
all’assunzione di un bassissimo livello di rischio, il cui risultato
segnala una inversione di tendenza con il passaggio da un perdita di € 86
milioni a profitti per € 261 milioni; • un’ulteriore diminuzione
dell’ammontare delle rettifiche nette e degli accantonamenti (-24%),
frutto del notevole miglioramento complessivo della qualità dei crediti che
registra la significativa diminuzione delle sofferenze nette (-11,5%) e
degli incagli netti (-31,4%) rispetto ai primi nove mesi 2002 e di una
erogazione del credito più efficace e allineata alle best practice
internazionali. L’ammontare delle rettifiche peraltro beneficia di un
sostanziale incremento delle riprese di valore (+56%) nell’ambito
dell’attività di recupero del credito gestita dalla capogruppo. Sul piano
operativo vanno segnalati, infine, i risultati conseguiti, nella gestione
del risparmio, dalle reti commerciali che hanno raggiunto obiettivi di
rilievo, con volumi di vendita pari a € 1.074 milioni, in crescita del 22%
rispetto alla media dei primi due trimestri, grazie soprattutto al lancio di
nuovi prodotti. Dati economici consolidati Risultati dei primi nove mesi
2003 Il margine di interesse è pari a € 1.847 milioni, con un calo del
3,3% rispetto al corrispondente periodo 2002, dovuto alla flessione dei
volumi intermediati e dei margini con la clientela, registratasi in presenza
di una ulteriore sensibile riduzione del tasso interbancario a breve
termine, pur parzialmente bilanciata da un’attiva gestione dello spread,
che ha mantenuto lo spread di Gruppo a livelli superiori rispetto al sistema
bancario. Le commissioni nette ammontano a € 999 milioni, in significativa
crescita (+7,9%) rispetto ai primi nove mesi del 2002. Tale dato riflette,
tra l’altro, la positiva dinamica dei collocamenti di prodotti finanziari
innovativi (prodotti strutturati), e l’azione commerciale tesa a
riequilibrare l’asset mix. I profitti da operazioni finanziarie, pari a
€ 261 milioni, si confrontano con una perdita di € 86 milioni nel
corrispondente periodo 2002, confermando il positivo andamento nel
2003, in
cui un significativo contributo proviene dall’attività di strutturazione
di prodotti finanziari. Nonostante la volatilità del mercato
obbligazionario, si mantengono stabili il Value at Risk e il contributo
dell’attività di trading. I dividendi e i risultati delle partecipazioni
valutate a patrimonio netto mostrano un saldo positivo di € 55 milioni,
rispetto a € 59 milioni al 30 settembre 2002. 3 Gli altri proventi netti,
pari a € 318 milioni, risultano in riduzione di circa l’8% rispetto ai
primi nove mesi 2002. Il margine di intermediazione è pari a € 3.481
milioni, con una crescita del 10,3% sui dati
2002, in
linea con gli obiettivi di budget e con le indicazioni del Piano
Industriale. I costi operativi ammontano a € 2.458 milioni, in riduzione
del 7,2% sul corrispondente periodo 2002, e comprendono spese per il
personale per € 1.330 milioni e altre spese amministrative per € 813
milioni. Il costo del personale, grazie alle uscite registrate a partire dal
secondo trimestre 2003, evidenzia nel terzo trimestre una significativa
tendenza alla diminuzione, mentre su base annua tale costo risulta
sostanzialmente stazionario. Le altre spese amministrative confermano la
significativa riduzione registrata a partire dall’ultimo trimestre 2002:
su base annua la riduzione è del 16,1%, a conferma della validità degli
interventi strutturali. Le rettifiche di valore su immobilizzazioni
immateriali e materiali sono di € 315 milioni, anch’esse in sensibile
riduzione (- 11%) rispetto ai primi nove mesi 2002, anche se in leggero
aumento nel terzo trimestre 2003 rispetto al trimestre precedente a causa
anche degli investimenti in tecnologie informatiche. Il risultato lordo di
gestione si attesta a € 1.022 milioni, ossia più del doppio del valore
consuntivato al 30 settembre 2002. L’incremento, di oltre € 516 milioni,
è dovuto a maggiori ricavi per € 326 milioni (+10,3% rispetto al 2002) e
a minori costi per € 190 milioni, in calo, come già ricordato, del 7,2%
rispetto al 2002. Le rettifiche nette e gli accantonamenti sono
complessivamente pari a € 808 milioni, in significativa riduzione (-24%)
rispetto ai € 1.063 milioni del corrispondente periodo 2002, grazie
principalmente ad un forte miglioramento della qualità degli asset. In
dettaglio, sono in calo le rettifiche nette di valore sui crediti e gli
accantonamenti al fondo rischi su crediti (€ 552 milioni contro € 742
milioni, un calo superiore al previsto per un rilevante contributo dei write
back), gli accantonamenti per rischi ed oneri (€ 173 milioni contro €
179 milioni) e le rettifiche nette su immobilizzazioni finanziarie (€ 83
milioni contro € 142 milioni). L’utile delle attività ordinarie è pari
dunque a € 214 milioni, contro una perdita di € 557 milioni nei primi
nove mesi 2002. Il risultato straordinario è positivo per € 121 milioni,
contro € 243 milioni dei primi nove mesi 2002, e riflette la plusvalenza,
pari a € 100 milioni al netto dei costi, realizzata con la cessione del
ramo aziendale relativo all’intera azienda bancaria di Entrium. L’utile
ante imposte è di € 335 milioni, contro una perdita di € 314 milioni
consuntivata nei primi nove mesi 2002. Dopo l’accantonamento di € 197
milioni per imposte sul reddito del periodo e un utile di pertinenza di
terzi per € 26 milioni, l’utile consolidato di Gruppo è di circa €
112 milioni, superiore al budget e alle indicazioni del Piano Industriale, a
fronte, invece, della perdita di € 281 milioni registrata nei primi nove
mesi 2002. Risultati del 3° trimestre
2003 In
termini generali, l’andamento del trimestre è in linea con la dinamica
registrata nella prima parte dell’esercizio, caratterizzata da
un’apprezzabile crescita dei ricavi e da una significativa riduzione dei
costi operativi e delle rettifiche. 4 Il margine di interesse è pari a €
601 milioni, in lieve calo rispetto a € 620 milioni del terzo trimestre
2002, principalmente a causa del calo delle risorse intermediate e della
ulteriore riduzione dello spread conseguente alla discesa dei tassi di
mercato. Le commissioni nette, pari a € 338 milioni, sono in crescita del
15,8% rispetto al terzo trimestre 2002. I profitti da operazioni
finanziarie, pari a € 85 milioni, si confrontano con una perdita di € 28
milioni nel terzo trimestre 2002. I dividendi e i risultati delle
partecipazioni valutate a patrimonio netto mostrano un saldo positivo di €
9 milioni, in linea col trimestre di raffronto. Gli altri proventi netti,
pari a € 115 milioni, sono in linea col terzo trimestre 2002. Il margine
di intermediazione, pari a € 1.148 milioni, cresce di oltre il 13%
rispetto a € 1.012 milioni nel terzo trimestre 2002. I costi operativi
ammontano a € 822 milioni, in calo di oltre il 13% rispetto a € 948
milioni nel corrispondente trimestre 2002. Il risultato lordo di gestione si
attesta pertanto a € 326 milioni, oltre cinque volte il risultato di €
64 milioni registrato nel terzo trimestre 2002, grazie a maggiori ricavi per
€ 136 milioni e minori costi per € 126 milioni. Dopo rettifiche nette e
accantonamenti per complessivi € 259 milioni (- 17,8% rispetto a € 315
milioni del terzo trimestre 2002), il risultato delle attività ordinarie è
positivo per € 67 milioni, contro una perdita di € 251 milioni nel
corrispondente periodo 2002. Il risultato straordinario è positivo per 101
milioni, in linea con il 2002. Il risultato ante imposte è positivo per €
168 milioni, contro una perdita di € 156 milioni nel trimestre di
raffronto. Dopo l’accantonamento di € 97 milioni per imposte sul reddito
del periodo e un utile di pertinenza terzi per € 19 milioni, l’utile
consolidato di Gruppo nel terzo trimestre 2003 è di € 52 milioni, che si
confronta con una perdita di 124 milioni nel terzo trimestre 2002. Dati
patrimoniali consolidati I dati patrimoniali al 30 settembre 2003 mostrano,
per l’attività con la clientela, una marginale riduzione rispetto ai
valori di fine giugno 2003. Tale dinamica trova spiegazione in larga misura
nell’andamento dell’intermediazione delle filiali estere del Gruppo. Gli
impieghi con la clientela ammontano a € 73.436 milioni, rispetto a €
74.689 milioni al 30 giugno 2003 (al netto di € 4.479 milioni relativi a
Entrium e ad altre Società nel frattempo uscite, nel periodo, dal perimetro
di consolidamento) e a € 76.170 milioni al 31 dicembre 2002. La marginale
riduzione riflette principalmente un contesto di mercato improntato a
cautela e ad una ulteriore riduzione degli impieghi erogati dalla rete
estera della Banca di Roma. Peraltro, anche nel mercato domestico sono
proseguiti gli interventi finalizzati a migliorare l’economicità e il
merito creditizio.
5 In
termini di qualità degli asset si registra un sensibile miglioramento
nonostante le perduranti incertezze dell’economia: al 30 settembre 2003 le
sofferenze nette risultano in calo, rispetto sia al 30 settembre 2002
(-11,5%, passando da € 4.978 milioni a € 4.405 milioni), sia al 30
giugno 2003 (quando erano € 4.479 milioni), sia a fine 2002 (€ 4.556
milioni). Le sofferenze nette costituiscono il 6% dei crediti per cassa, una
percentuale in linea sia con il dato del giugno corso sia con il dato di
fine 2002. I crediti incagliati netti sono in calo del 31,4%, passando da
€ 2.850 milioni a € 1.955 milioni. I crediti classificati netti al 30
settembre 2003 rappresentano l’8,7% degli impieghi, contro il 10,1% al 30
settembre 2002. La raccolta diretta dalla clientela si attesta a € 70.982
milioni; era € 73.132 milioni al 30 giugno scorso (al netto di € 6.655
milioni riferiti a Entrium e ad altre Società escluse dal perimetro di
consolidamento) e € 75.021 milioni al 31 dicembre 2002. Nel terzo
trimestre 2003 il calo è riconducibile alla raccolta delle filiali estere,
oltre che all’andamento della componente a vista nel mercato domestico. I
debiti netti verso banche ammontano a € 10.677 milioni, rispetto a €
8.850 milioni al 30 giugno 2003 (al netto dei crediti verso banche della
Società escluse dal perimetro di consolidamento per € 1.121 milioni). La
raccolta indiretta dalla clientela, in aumento dello 0,7% rispetto al 30
giugno 2003, ammonta a circa € 96.900 milioni, di cui: circa € 10.900
milioni riserve tecniche assicurative; circa € 37.100 milioni risparmio
gestito; circa € 48.800 milioni amministrazione di titoli in deposito. Il
portafoglio titoli ammonta a € 14.117 milioni (di cui € 5.884 milioni
immobilizzati, € 8.233 milioni non immobilizzati), in apprezzabile
crescita rispetto a € 12.899 milioni a fine giugno 2003 (al netto di 1.254
milioni di pertinenza Entrium e delle società escluse). Il dato di fine
2002 risultava comunque più elevato (€ 16.510 milioni). Le partecipazioni
sono pari a € 3.096 milioni, con un aumento di oltre il 5 % rispetto al
dato a fine giugno 2003 (€ 2.938 milioni), in larga misura legato alla
sottoscrizione dell’aumento di capitale in Cisalpina Previdenza da parte
di Fineco Verwaltung per € 155 milioni. Le passività subordinate si
riducono rispetto al 30 giugno 2003, attestandosi a € 3.325 milioni,
contro € 3.429 milioni al 30 giugno 2003. Il Tier 1 ratio, il principale
indicatore di solidità patrimoniale, ha raggiunto al 30 settembre 2003 il
6,7%, superiore al target di 6,5% fissato per l’anno in corso, ed in
crescita di 1,4 punti percentuali rispetto alla fine del 2001. Il Risk
Weighted Asset (Attivo Ponderato per il Rischio) al 30 settembre 2003, pari
a circa € 91,1 miliardi, è in calo di € 2,1 miliardi rispetto al 30
giugno
2003 a
causa della cessione di Entrium. Continua il processo di riallocazione dei
Rwa verso il core business costituito dal credito a clientela domestica, la
cui incidenza sul totale dei Rwa è salita di quasi 9 punti percentuali
dalla fine del 2001. 6 Eventi successivi alla chiusura del trimestre Il 10
ottobre 2003 Finecogroup e Sara Assicurazioni hanno stipulato un contratto
per la cessione a quest’ultima del 51% del capitale di Holding Banca della
Rete. Il closing è previsto entro l’anno. Il 15 ottobre 2003 Cisalpina
Previdenza ha acquisito da Toro Assicurazioni il 47,5% di Roma Vita per €
245 milioni. A seguito questa operazione Finecogroup controlla il 95% di
Roma Vita. Il 16 ottobre 2003 le assemblee di Roma Vita e di Cisalpina
Previdenza hanno approvato la fusione per incorporazione della prima nella
seconda, dando vita a Fineco Vita S.p.a. L’operazione, finalizzata alla
creazione del polo assicurativo del Gruppo Capitalia, punta a sviluppare
sinergie in termini di prodotti, canali, servizi e tecnologie. Il 22 ottobre
2003 è stato perfezionato e sottoscritto il nuovo Patto di sindacato fra
alcuni azionisti della Società, con durata triennale e al quale sono state
apportate quote complessivamente pari al 29,579% del capitale sociale. Tale
Patto, che raccoglie primari operatori industriali e finanziari, italiani e
stranieri, oltre ad alcune importanti istituzioni, è finalizzato a
stabilizzare l’assetto proprietario e rafforzare le strategie di lungo
periodo del Gruppo, supportando l’attuazione del Piano Industriale
2003-2005, e a riunire un gruppo di investitori, il cui obiettivo è la
creazione di valore a lungo termine per tutti gli azionisti. Presidente del
Patto è stato nominato dai soci Vittorio Ripa di Meana. Prevedibile
evoluzione della gestione L’evoluzione economico-patrimoniale del Gruppo
nei primi nove mesi del 2003 risulta in linea con le previsioni del Piano
Industriale, pur in un contesto economico ancora scarsamente dinamico.
L’attività di gestione ordinaria è attesa svilupparsi nell’ultimo
trimestre dell’anno in linea con l’andamento registrato nei primi nove
mesi dell’esercizio. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre esaminato
ed approvato i termini di una operazione finalizzata all’acquisizione del
Gruppo Cofiri, società di servizi finanziari per clienti corporate,
istituzioni finanziarie e privati, già divisione finanziaria, sino al 2001,
del Gruppo Iri. Tale operazione prevede che Capitalia acquisti il 100% di
Cofiri ad un prezzo complessivo - salvo variazione in seguito a due
diligence - di € 145 milioni, con uno sconto del 37% sul patrimonio netto
contabile atteso di Cofiri al 31 dicembre 2003. Il Gruppo Tosinvest
(Famiglia Angelucci) e Fineldo S.p.a. (società facente capo a Vittorio
Merloni), attuali azionisti di Cofiri ciascuno con quote del 40%,
investiranno € 88 milioni complessivi (€ 44 milioni ciascuno), per
l’acquisto del 6% di Mcc (3% ciascuno), sulla base di un valore implicito
del 100% di Mcc pari a € 1.460 milioni. Tale valore, che corrisponde a
circa 2 volte il patrimonio netto, si confronta con una valutazione di €
1.200 milioni del giugno scorso in occasione della cessione di quote di Mcc
agli attuali azionisti. Gli stessi Gruppo Tosinvest e Fineldo hanno
manifestato il loro interesse ad investire € 28 milioni (€ 14 milioni
ciascuno), in fondi private equity di Mcc-sofipa Sgr. 7 Questa operazione,
dal punto di vista industriale e operativo, consente al Gruppo Capitalia di
conseguire una serie di importanti risultati, tra i quali, in particolare:
• l’acquisizione di un’attività di factoring altamente profittevole,
con un portafoglio di oltre €550 milioni (al 1° semestre 2003) e quota di
mercato al 2002 di circa il 5% (#6 in Italia), e con base di clientela
costituita prevalentemente da società collegate al mondo ex-Iri; •
l’acquisizione di un portafoglio di corporate lending di oltre € 1
miliardo, con margini ulteriormente migliorabili grazie al miglior costo
della raccolta del Gruppo Capitalia. A seguito dell’acquisizione, le
attività del Gruppo Cofiri saranno oggetto di interventi di
razionalizzazione e ristrutturazione, che comprenderanno in sintesi: •
l’integrazione del leasing/factoring e del corporate lending,
all’interno del Gruppo Capitalia; • la dismissione/ razionalizzazione
delle attività del Gruppo Cofiri considerate non core per Capitalia; • la
fusione di Cofiri Spa con una società del Gruppo Capitalia con ulteriore
razionalizzazione della struttura di corporate center. La struttura
dell’operazione consentirebbe a Capitalia di effettuare l’acquisizione
di Cofiri: -conservando gran parte delle risorse finanziarie all’interno
del Gruppo Capitalia; -allargando l’azionariato di Mcc a due importanti
realtà industriali italiane; -ricavando una importante plusvalenza, stimata
in € 49 milioni, dalla cessione di quote Mcc e rendendo non significativo
l’impatto dell’acquisizione sul Tier 1 ratio di Gruppo. Il closing della
transazione è previsto entro la fine del corrente anno. Il piano di
razionalizzazione e ristrutturazione di Cofiri, successivo all’eventuale
completamento dell’operazione, non prevede alcuna integrazione con Mcc. Il
Gruppo Cofiri, attivo nel campo dei prodotti e servizi finanziari per
clienti corporate, istituzioni finanziarie e privati, è stato creato nel
1979 come divisione finanziaria del Gruppo Iri. Cofiri ha avuto un ruolo
fondamentale nel rifinanziamento della stessa Iri e di varie società del
Gruppo, con ruolo attivo nelle operazioni di tesoreria. Successivamente si
è trasformata in una società con un’offerta completa di servizi
finanziari, entrando fra l’altro, tra il 1996 e il 2000, nei settori della
corporate finance, della gestione patrimoniale aziendale e della finanza
strutturata. Nel febbraio 2001 la società è stata privatizzata con una
operazione di leveraged buy-out. Gli attuali azionisti di Cofiri sono Gruppo
Merloni (40%), Gruppo Angelucci (40%), e Gilberto Gabrielli.
GRUPPO MPS: RISULTATI DEI PRIMI NOVE MESI 2003: RISULTATO DI GESTIONE: +8,6% UTILE
NETTO A 272 MILIONI DI EURO, IN CRESCITA RISPETTO AL DATO 2002 AL NETTO
DELLE COMPONENTI NON RICORRENTI; ROE AL NETTO DEL GOODWILL AL 9,3%
Siena, 17 Novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Monte
dei Paschi di Siena Spa, presieduto dal Prof. Pier Luigi Fabrizi, ha
approvato il 13 novembre i risultati al 30/09/2003 della Banca e del Gruppo
Mps. I principali risultati consolidati Sotto il profilo operativo e
gestionale il Gruppo Mps ha conseguito risultati più che positivi, con
riguardo all'importante crescita dei volumi intermediati e ai progressi
fatti registrare dai principali aggregati reddituali. In particolare, per
quanto riguarda gli aggregati patrimoniali, la raccolta diretta cresce
dell'1,6% confermando una quota sul mercato domestico pari al 6,5%. La
raccolta indiretta accelera ancora rispetto all'anno precedente (+3,9%) e
alla dinamica di giugno (+1,6%) beneficiando di flussi di collocamento in
ulteriore crescita (+47% sull'anno precedente). In tale ambito si
evidenziano: oltre 3 miliardi di euro di premi assicurativi emessi (quota di
mercato sui flussi del sistema 'bancassurance+poste' stimata sopra il 9,5%);
1,8 miliardi di euro di Fondi Comuni/sicav (quota di mercato sui flussi pari
al 6,8%); 2,1 miliardi di euro di prodotti finanziari innovativi, ai quali
si aggiungono 4 miliardi di euro di prodotti destinati alla copertura rischi
dei clienti 'corporate'. All'interno della raccolta indiretta, il risparmio
gestito si colloca a circa 42 miliardi di euro (+13,3% sull'anno precedente)
con le Riserve Tecniche del comparto assicurativo in crescita del 24,8%. Gli
impieghi alla clientela (quota sul mercato domestico pari al 6,3%)
presentano un moderato calo rispetto a giugno e una crescita del 4,4% su
settembre
2002, in
gran parte alimentata dalla componente a protratta scadenza (per la quale si
conferma una quota di mercato al 7%), sostenuta da erogazioni di mutui pari
a circa 4,1 miliardi di euro (+18% sui primi nove mesi del 2002), nonché
dallo sviluppo dei volumi di 'nuova produzione' dell'attività creditizia
specializzata. In calo, invece, la componente a breve termine. Il
rallentamento impresso alla dinamica degli assorbimenti patrimoniali ha
consentito di migliorare ulteriormente il Tier 1 ratio, stimato al 6,2%
(6,05% ad inizio anno) ed il coefficiente di solvibilità complessivo (9,3%,
8,8% ad inizio anno). L'incidenza dei crediti in sofferenza e ad incaglio
netti sugli impieghi si attesta al 3.4%; il rapporto sofferenze
nette/crediti vs. Clientela - sul quale incide la contrazione fatta
registrare nel trimestre dagli impieghi -si conferma su livelli inferiori a
quelli medi stimati per il Sistema (1,7% rispetto a 2,0%). Il grado di
copertura 'complessivo' delle sofferenze, si attesta ad oltre il 55%. Sotto
il profilo reddituale, la gestione caratteristica del Gruppo ha confermato
anche nel terzo trimestre risultati soddisfacenti e sostanzialmente in linea
con il percorso evolutivo programmato. Nell'ambito del margine di
intermediazione, la componente di 'primaria qualità' (margine d'interesse+commissioni
clientela) progredisce del 4,1% sull'analogo periodo del 2002, con una
dinamica in accelerazione rispetto a quella fatta registrare a giugno
(+3,6%). In particolare: Il margine di interesse (1.880 milioni di euro)
presenta una crescita del 9,2%, in linea di continuità con il trimestre
precedente. Le commissioni nette (975 milioni di euro) confermano i
progressi fatti registrare nel secondo trimestre, migliorando ulteriormente
la variazione anno su anno (-4,5% rispetto al -6,1% di giugno) che pure
sconta - nel confronto - le note difficoltà di contesto che hanno
penalizzato soprattutto la prima parte dell'esercizio. Tra le altre voci che
concorrono alla formazione del margine da servizi si registra: la crescita
(+230 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2002) dei 'profitti/perdite
da operazioni finanziarie' che accolgono anche il positivo contributo
dell'attività di strutturazione di prodotti finanziari innovativi da parte
di Mps Finance; il maggior contributo delle società valutate a patrimonio
netto (+16,8 milioni di euro); il calo degli altri proventi di gestione, che
nel primo semestre 2002 avevano beneficiato di ricavi 'non caratteristici'
per 137 milioni di euro. L'ammontare dei dividendi si attesta infine a 117
milioni di euro. Complessivamente, il margine d'intermediazione consolidato
(3.554,5 milioni di euro) fa registrare un apprezzabile progresso rispetto a
settembre 2002 (+3,0%) invertendo la tendenza evidenziata a giugno (-4,6%);
al netto delle richiamate componenti 'non caratteristiche' il progresso si
attesta al +10,7%. Le spese amministrative (2.167 milioni di euro)
presentano un calo sia sul trimestre precedente (-1%), sia sull'analogo
trimestre del 2002 (-0,2%), per una variazione complessiva annua pari a
+0,5%, in ulteriore rallentamento rispetto alla dinamica di giugno (+0,9%).
In particolare, i costi di personale registrano una dinamica su base annua
(+0,8%) coerente con gli obiettivi di progressivo contenimento connessi alle
azioni sviluppate ed in corso; le altre spese amministrative registrano
anch'esse una crescita estremamente contenuta (+0,2%) per effetto di un calo
pari al -1,6% dei 'costi operativi diretti', i quali assorbono le azioni di
contenimento avviate, cui si contrappone la crescita delle imposte indirette
(+4,4%) e delle spese di produzione del comparto Riscossione Tributi. Le
rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali, infine, si
pongono a 252 milioni di euro, con una crescita annua (+1,5%) in sensibile
rallentamento rispetto all'intero 2002 (+43,8%). Per effetto di tali
andamenti il Risultato di Gestione si posiziona a 1.137 milioni di euro, in
aumento del 8,6% rispetto ai primi nove mesi del 2002 e di circa il 41%
rispetto all'aggregato depurato delle componenti non attinenti alla gestione
caratteristica (cartolarizzazioni e dividendi straordinari). L'indice di
cost/income (con ammortamenti) si attesta quindi al 68%, in calo di circa 2
punti percentuali rispetto a dicembre. Alla formazione del risultato
concorrono inoltre rettifiche ed accantonamenti per complessivi 584 milioni
di euro (387 milioni di euro nell'analogo periodo 2002). Pur in presenza di
una ottima tenuta della qualità del credito e delle altre attività,
nonostante uno scenario economico caratterizzatosi nel periodo per le
condizioni di instabilità, la politica degli accantonamenti, da sempre
ispirata a criteri di prudenzialità, consente di assicurare un ulteriore
miglioramento del grado di copertura dei rischi. Al riguardo si evidenziano:
a) rettifiche nette di valore su crediti per 320 milioni di euro (258
milioni di euro a settembre 2002) ispirate ai tradizionali criteri di
prudenza e comprensive di 7,3 milioni di euro di svalutazione forfetaria su
impieghi 'in bonis', nonché della quota di periodo (25 milioni di euro)
relativa alle cartolarizzazioni non performing effettuate negli esercizi
precedenti; b) rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie e
altre attività per 57 milioni di euro (19 milioni di euro nel 2002); c)
accantonamenti per 'rischi ed oneri' per 76 milioni di euro (27 milioni di
euro nel 2002). A completare il quadro reddituale concorrono il saldo della
gestione straordinaria (che si attesta a -12 milioni di euro, rispetto ai
+47 del 2002) nonché imposte per 265 milioni di euro. L'utile netto
consolidato si attesta pertanto a 272 milioni di euro, in crescita del 19,3%
sull'analogo valore del 2002 ricostruito per tener conto del venir meno
delle citate componenti di reddito non attinenti alla gestione
caratteristica; l'utile netto consolidato del trimestre si posiziona a 77,4
milioni di euro contro gli 8,1 milioni di euro del terzo trimestre 2002; il
roe si posiziona al 7,2% (12,1% al 31.12.2002) e al 9,3% al netto del
goodwill.
J P MORGAN AND BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.P.A:
JPMORGAN ANNUNCIA IL LANCIO DELL'OFFERTA DI EUR700 MILIONI DI FRESH
PREFERRED SECURITIES CONVERTIBILI IN AZIONI ORDINARIE BMPS
Londra, 17 novembre 2003 - J.p. Morgan Securities Ltd. ("Jpmorgan"),
in qualità di unico bookrunner e di lead manager, annuncia che sta
iniziando l'attività di raccolta degli ordini (bookbuilding) in relazione
all'offerta di Fresh (Floating Rate Equity-linked Subordinated Hybrid)
Preferred Securities irredimibili, convertibili in azioni ordinarie Banca
Monte dei Paschi di Siena S.p.a. ("Bmps"). L'operazione permetterà
di raccogliere all'incirca Eur700 milioni da computare nel patrimonio di
base (Tier I capital) di Bmps. Il numero definitivo di azioni ordinarie
sottostanti le Fresh Preferred Securities convertibili sarà determinato in
base al prezzo di riferimento delle azioni ordinarie di Bmps al momento del
pricing, al termine del periodo di bookbuilding. Le Fresh Preferred
Securities convertibili sono offerte con una cedola pari all'Euribor a tre
mesi maggiorato di un ammontare che potrà variare dallo 0.65% all'1.15% e
con un premio iniziale di conversione tra il 25% ed il 30%. La cedola, il
premio iniziale di conversione ed il prezzo di riferimento delle azioni
ordinarie saranno determinati al momento del pricing. Le Fresh Preferred
Securities convertibili non sono offerte al pubblico retail, e saranno
collocate unicamente presso investitori istituzionali al di fuori degli
Stati Uniti, in base alla Regulation S del U.s. Securities Act del 1933.
Agli investitori istituzionali che al 13 novembre 2003 siano anche azionisti
di Bmps, e che possano essere destinatari dell'offerta, potranno presentare
ordini di sottoscrizione a Jpmorgan e riceveranno un trattamento
preferenziale nel processo di collocamento. Jpmorgan ha preso atto della
dichiarazione della Fondazione Monte dei Paschi di Siena (la
"Fondazione"), contenuta nel comunicato stampa da questa circolato
quest'oggi, con la quale
la Fondazione
stessa ha dichiarato il proprio sostegno all'operazione e manifestato
l'intenzione di negoziare, presso investitori professionali, strumenti
finanziari che le consentano in futuro la possibilità di sottoscrivere una
quota delle Fresh Preferred Securities convertibili fino al 49%
dell'offerta. Il completamento della documentazione ed il closing
dell'operazione avverranno presumibilmente intorno al 30 dicembre 2003,
subordinatamente all'autorizzazione della Banca d'Italia. L'operazione è
altresì subordinata all'approvazione, da parte degli azionisti di Bmps,
dell'aumento di capitale, con esclusione del diritto di opzione, a servizio
della conversione delle Fresh Preferred Securities convertibili, che potrà
essere concessa dall'assemblea straordinaria degli azionisti di Bmps,
convocata dal consiglio di amministrazione di Bmps nel mese di gennaio 2004.
Per informazioni: Gli azionisti che possono essere destinatari dell'offerta
e che desiderano presentare degli ordini possono contattare Jpmorgan Equity
Syndicate Desk al +44 20 7779 3480, prima della chiusura del collocamento
L’ASSEMBLEA DEI SOCI
DEL CREDITO VALTELLINESE APPROVA L’AUMENTO DI CAPITALE
Sondrio, 17 novembre 2003 - L'assemblea straordinaria degli Azionisti del
Credito Valtellinese, riunitasi il 15 novembre a Sondrio con la presenza di
1.769 Soci, ha approvato un progetto di un aumento di capitale concernente
un aumento di capitale a pagamento ed aumento di capitale a servizio di una
emissione di un prestito obbligazionario convertibile. Il progetto di
aumento prevede l'offerta in opzione agli azionisti in ragione di n. 1
azione nuova a pagamento ogni n. 8 azioni vecchie possedute. Le nuove azioni
saranno emesse al prezzo di € 6,900 di cui € 3,000 quale valore nominale
e € 3,900 quale sovrapprezzo; contemporaneamente al pagamento delle
azioni, è previsto a carico del sottoscrittore il versamento di un rimborso
spese pari a € 0,10 per ogni nuova azione sottoscritta a pagamento con un
massimo di € 150. Il controvalore totale di questo primo aumento di
capitale a pagamento ammonterà a circa 50,7 milioni di euro. Per quanto
concerne il prestito obbligazionario, le caratteristiche principali delle
obbligazioni convertibili, la cui emissione unitamente all'aumento di
capitale e a suo servizio, sono state sottoposte all'approvazione
dell'Assemblea Straordinaria sono le seguenti: . Destinatari dell’offerta:
le obbligazioni convertibili saranno offerte in opzione ai soci, in ragione
di 1 obbligazione ogni 200 azioni possedute; . Ammontare totale
dell'emissione obbligazionaria convertibile: circa euro 293,7 milioni di
euro; valore nominale di ciascuna obbligazione: € 1.000,00; . Durata del
prestito obbligazionario: 3 anni; . Modalità di ammortamento del prestito:
il prestito sarà rimborsato in tre quote annuali a partire dal 2005:
- 30% del capitale nominale il 2005;
- 30% del capitale nominale il 2006;
- 40% del capitale nominale il 2007;
Rapporto di conversione: in occasione delle scadenza di cui sopra, il
prestito obbligazionario potrà essere oggetto di conversione in azioni
Credito Valtellinese emesse al suo servizio secondo i rapporti qui di
seguito indicati:
anni
quota nominale in scadenza
nuove azioni emesse
2005 €
300,00
43
2006 €
300,00
43
2007 €
400,00
55
Totale € 1.000,00
141
Il prezzo di emissione e la remunerazione del prestito saranno stabilite in
prossimità dell'emissione. L’utilizzo dello strumento delle obbligazioni
convertibili permetterà di graduare l’impegno degli azionisti ed al
contempo offrirà ai Soci un rendimento interessante. Il progetto in
questione intende apportare alla banca un flusso pluriennale di risorse a
titolo di mezzi propri equilibrato con l'incremento delle principali poste
di bilancio, oltre che in grado di assicurare lo sviluppo della rete
territoriale e delle dimensioni operative, nonché un ammontare di “ free
capital” idoneo a supportare le linee strategiche di sviluppo della Banca
e del Gruppo per i prossimi anni.
RAS: A 464 MILIONI DI
EURO L’UTILE NETTO DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2003 PREMI VITA IN CRESCITA DEL
14,6% A 7.024 MILIONI DI EURO. NUOVA PRODUZIONE VITA ITALIA A 4.483 MILIONI
DI EURO, IN PROGRESSO DEL 23%
Milano, 17 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione di Ras,
presieduto da Giuseppe Vita, ha approvato il 14 novembre la relazione di
bilancio consolidato e quella della Capogruppo al terzo trimestre 2003. I
premi lordi consolidati del periodo si sono attestati a 12.309 milioni di
euro, in crescita del 7,4% rispetto agli 11.456 milioni del settembre 2002.
Nel 2003 è cambiato il perimetro di consolidamento, che non include più la
raccolta di Mondial Assistance (consolidata con il metodo del patrimonio
netto). A parità di perimetro, l'incremento registrato sarebbe stato del
10%. La raccolta Vita ha registrato un aumento del 14,6% rispetto ai primi
nove mesi del 2002, con premi consolidati per 7.024 milioni di euro (erano
6.129 al 30 settembre dello scorso anno). In Italia la raccolta è stata
pari a 5.516 milioni di euro 1 , con un incremento del 16,4% rispetto ai
4.738 milioni del 30 settembre 2002. Nel dettaglio la nuova produzione a
settembre
2003 ha
fatto complessivamente registrare un incremento del 23%, passando da 3.637
milioni di euro agli attuali 4.483 milioni. Forte accelerazione della
raccolta di nuovi premi a partire dal mese di ottobre 2003, anche a seguito
delle iniziative avviate (nuovi prodotti e strumenti per le reti previsti
dal piano industriale 2004-2006). La nuova produzione Vita a fine ottobre
2003 ha
infatti raggiunto i 4.988 milioni di euro (in crescita del 25% rispetto a
ottobre 2002). Nei primi dieci mesi del 2003, inoltre, la quota di premi
ricorrenti (a maggiore redditività) si è attestata a 420 milioni di euro,
pressoché raddoppiati rispetto ai 217 milioni dello stesso periodo del
2002. L
'accelerazione nel quarto trimestre è stata impressa in particolare da
agenti e promotori finanziari. Alla performance della nuova produzione Vita
ha contribuito il successo dei prodotti realizzati dalla fabbrica irlandese
Darta Saving, che in solo sette mesi (da aprile a ottobre 2003) ha raccolto
79 milioni di euro. Il risultato tecnico della gestione Vita al terzo
trimestre 2003 è stato pari a 75 milioni di euro, in forte miglioramento
(+56%) rispetto ai 48 milioni del settembre 2002. Al 30 settembre 2003 la
raccolta Danni si è attestata a 5.285 milioni di euro, rispetto ai 5.327
milioni dei primi nove mesi del 2002. Il lieve decremento è dovuto al
diverso perimetro di consolidamento; a parità di perimetro, si sarebbe
registrato un incremento del 5%. Il combined ratio (sinistri + altri oneri /
premi) ha raggiunto a livello consolidato il 101,5%, in miglioramento
rispetto al 103,2% del settembre
2002. In
particolare, in Italia il combined ratio è sceso per la prima volta sotto
il 100% (99,8%). I premi raccolti nei primi nove mesi del 2003 da Genialloyd
hanno superato i 125 milioni di euro, in progresso del 63% rispetto allo
stesso periodo del 2002. La raccolta realizzata da Genialloyd tramite
Internet ha raggiunto i 49 milioni di euro, in crescita del 74% rispetto al
settembre 2002. Il risultato tecnico consolidato della gestione Danni nei
primi nove mesi del 2003 è stato pari a -90 milioni di euro, in
considerevole miglioramento rispetto ai -173 milioni del 30 settembre 2002.
Nei servizi finanziari (il cui perimetro di riferimento si è ampliato nel
2003 con l'acquisizione di Commerzbank Asset Management Italia), il
patrimonio complessivo gestito e amministrato al 30 settembre
2003 ha
raggiunto i 12.265 milioni di euro, in crescita del 18% rispetto ai 10.377
del settembre 2002. Nel dettaglio, il patrimonio gestito ammonta a 10.192
milioni di euro (+9% rispetto a settembre 2002), mentre il risparmio
amministrato è pari a 2.073 milioni (il doppio rispetto ai 1.041 del 30
settembre 2002). Nei primi nove mesi dell’anno i flussi netti di raccolta
sono stati pari a 781 milioni di euro, in progresso del 4% rispetto
all’analogo periodo del 2002. Nel solo terzo trimestre 2003 sono stati
raccolti 255 milioni di euro, più del doppio rispetto ai 110 milioni
raccolti nel terzo trimestre 2002. Il numero dei promotori finanziari
Rasbank ha raggiunto le 2.440 unità a fine settembre 2003 (+13% rispetto a
settembre 2002). Il risultato operativo ha raggiunto nei primi nove mesi
dell’anno i 774 milioni di euro, rispetto agli 897 dello stesso periodo
del 2002. Al 30 settembre 2003 le plusvalenze latenti ammontavano a 2.087
milioni di euro (
1.806 a
fine 2002 e 2.274 milioni di euro al 30 giugno 2003), mentre i realizzi da
investimenti sono stati pari a 228 milioni di euro, in linea con i 213
milioni dei primi nove mesi del 2002 (206 al primo semestre 2003). Le
minusvalenze contabilizzate nei nove mesi ammontano a 6 milioni di euro,
pressoché azzerate rispetto ai 968 milioni del 30 settembre 2002. L’utile
ordinario dei primi nove mesi del 2003 raggiunge i 767 milioni di euro, in
forte crescita rispetto al risultato ordinario del settembre 2002 (-71
milioni di euro), influenzato dalle pesanti minusvalenze di periodo.
Valutata nell’ambito del piano triennale 2001-2003, che si avvia ad una
positiva conclusione, la crescita media annua dell’utile ordinario dal
settembre
2000 a
oggi è stata del 17%. L’utile netto al 30 settembre 2003, pari a 464
milioni di euro, è stato conseguito anche con il positivo contributo di
tutte le controllate estere. Il risultato è stato ottenuto senza
l’apporto di operazioni straordinarie e non è perciò confrontabile con
quello del terzo trimestre 2002 (789 milioni di euro), sul quale hanno
influito i proventi derivanti dalla vendita di parte del patrimonio
immobiliare del Gruppo. L’andamento del terzo trimestre e i primi dati del
quarto consentono di confermare il raggiungimento degli obiettivi di
redditività per il
2003. In
particolare per fine anno è atteso - salvo eventi di natura eccezionale e
imprevedibili criticità dei mercati - un utile netto di circa 550 milioni
di euro. Sono inoltre confermati gli obiettivi 2003 ribaditi alla comunità
finanziaria nella recente presentazione del piano industriale 2004-2006: un
Rorac (ritorno sul capitale ponderato per il rischio) del 14,8% e un Roe
(ritorno sul capitale) del 13%. Le strutture aziendali Ras sono già
impegnate sui target del nuovo piano, che prevede una politica di forte
crescita, improntata anche ad un sensibile, costante aumento del dividendo
per azione.
FONDIARIA-SAI S.P.A.:
UTILE NETTO A 174,3 MILIONI DI EURO, IN LINEA CON I RISULTATI ATTESI.
POSITIVI I RISULTATI TECNICI: 246,9 MILIONI DI EURO L'UTILE CONSEGUITO NEI
DANNI E 60,8 MILIONI DI EURO L'UTILE DEL CONTO TECNICO VITA. PREMI IN
CRESCITA A 6.488,6 MILIONI (+6,2%)
Torino, 14 novembre 2003 - Sotto
la Presidenza
di Jonella Ligresti, si è riunito oggi il Consiglio di Amministrazione di
Fondiaria-sai S.p.a. Che ha esaminato ed approvato la relazione trimestrale
consolidata al 30 settembre 2003. Nei primi nove mesi del 2003 il Gruppo
Fondiaria-sai ha evidenziato risultati in significativa crescita rispetto al
corrispondente periodo precedente, conseguendo un utile netto pari a 174,3
milioni di Euro contro i 70,6 milioni di Euro di perdita rilevata al 30
settembre 2002. Con tali risultati si manifestano i primi benefici
evidenziati nel piano industriale di Gruppo, per la cui attuazione tutte le
componenti aziendali stanno fornendo il proprio importante contributo. Il
conto tecnico dei rami Danni registra, nei primi nove mesi dell'esercizio,
un utile di 246,9 milioni di Euro contro l'utile di 341,9 milioni di Euro
del corrispondente periodo dell'esercizio 2002, che beneficiava di una
minore rivalutazione delle riserve sinistri degli esercizi precedenti
effettuata dall’incorporata
La Fondiaria S.p
.a. E dalla controllata Milano Assicurazioni S.p.a.. Il conto tecnico dei
rami Vita evidenzia un utile di 60,8 milioni di Euro, in significativo
miglioramento rispetto all'utile conseguito al 30 settembre 2002, pari a
28,7 milioni di Euro, seppur penalizzato dalla perdita di portafoglio a suo
tempo acquisito tramite il gruppo bancario San Paolo. I premi emessi al 30
settembre 2003 ammontano complessivamente a 6.488,6 milioni di Euro (+
6,2%). I premi del lavoro diretto ammontano a 6.453,5 milioni di Euro (+
6,3%). I premi del lavoro diretto dei rami Danni ammontano a 4.938,1 milioni
di Euro (+ 5,9%), ai quali contribuiscono in modo significativo la
capogruppo Fondiaria-sai (2.746 milioni di Euro +5%) le controllate Milano
Assicurazioni (1.295 milioni di Euro +8,25%) e Nuova Maa (563 milioni di
Euro +7%). Nei rami Vita i premi del lavoro diretto raggiungono i 1.515,4
milioni di Euro (+7,8%), confermando l’incremento molto interessante della
capogruppo (+10,2%) con una raccolta premi pari a 558 milioni di Euro. I
proventi netti da investimenti conseguiti al 30 settembre 2003 ammontano a
569 milioni di Euro contro 8,4 milioni di Euro registrati al 30 settembre
del precedente esercizio. Il miglioramento è da attribuirsi principalmente
al differente impatto delle rettifiche di valore sugli investimenti che
avevano penalizzato il corrispondente risultato del 2002. Il Consiglio ha
inoltre preso atto della avvenuta esecuzione dell'operazione di
valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare non strumentale di
proprietà della Compagnia, perfezionata nel corso del Iv° Trimestre, nei
termini già resi noti al mercato ed ha espresso altresì viva soddisfazione
per il buon esito dell'operazione.
VITTORIA ASSICURAZIONI
S.P.A. RISULTATI 3° TRIMESTRE 2003: UTILE NETTO DI GRUPPO AMMONTA A 12,4
MILIONI DI EURO CON UN INCREMENTO DEL 30,7%.
Milano, 17 novembre Il Consiglio di Amministrazione della Vittoria
Assicurazioni riunitosi il 13 novembre a Milano per esaminare i risultati al
3° trimestre
2003, ha
approvato la relazione trimestrale consolidata. L’utile netto di Gruppo
ammonta a 12,4 milioni di euro con un incremento del 30,7%.
La Capogruppo
presenta al 30 settembre 2003 un utile netto pari a 11,3 milioni di euro,
con un incremento del 23,3%. I premi del lavoro diretto si sono incrementati
del 9,9%. I premi dei rami vita si sono incrementati del 3,9%. I premi
periodici ricorrenti rappresentano il 56,9% dei premi emessi mentre i premi
unici ne rappresentano il 43,1%. I premi dei Rami Auto evidenziano un
incremento del 13,0% attribuibile prevalentemente alla acquisizione di nuovi
clienti. I premi del comparto Rami Elementari pongono in evidenza un
incremento del 11,2% che conferma la crescita conseguita nell’analogo
periodo dell’esercizio precedente. I premi del comparto Rami Speciali sono
diminuiti del 15,0% a seguito delle politiche restrittive adottate nelle
acquisizioni. Gli investimenti ammontano a 1.116,9 milioni di euro (+4,1%
rispetto al 31 dicembre 2002), riferiti per 109,6 milioni di euro a
investimenti con rischio a carico degli Assicurati e per 1.007,3 milioni di
euro a investimenti con rischio a carico del Gruppo. I proventi ordinari,
esclusi quelli derivanti da investimenti con rischio a carico degli
Assicurati, ammontano a 30,9 milioni di euro (28,8 milioni di euro al 30
settembre 2002). Il portafoglio titoli alla data del 31 ottobre 2003
presenta complessivamente una plusvalenza netta non realizzata di 40,9
milioni di euro. Le società immobiliari consolidate integralmente
presentano, al netto delle voci infragruppo, ricavi per prestazioni di
servizio derivanti principalmente dall’intermediazione immobiliare per 1,7
milioni di euro (2,1 milioni di euro nell’analogo periodo dell’esercizio
precedente) e utili su attività di trading immobiliare per 526 migliaia di
euro (582 migliaia di euro nel corrispondente periodo dell’esercizio
precedente). I proventi derivanti dalla valutazione ad equity delle società
collegate sono pari a 1,3 milioni di euro (0,6 milioni di euro
nell’analogo periodo dell’esercizio precedente). Il patrimonio netto di
Gruppo ammonta a 115 ,7 milioni di euro e le quote di terzi sono pari a 2,7
milioni di euro. Le previsioni per l’esercizio 2003 confermano al
30/9/2003 un rapporto sinistri/premi nel lavoro conservato dei rami danni
pari al 67,1% che comporta un combined ratio del 97,4%; si conferma pertanto
un dato previsionale di Roe pari al 13,5%. I dati relativi alla Società
saranno illustrati agli Analisti Finanziari oggi alle ore
17,30 a
Milano presso Palazzo Affari ai Giureconsulti, Piazza Mercanti, 2. La
presentazione sarà disponibile nella sezione investor relations del sito
internet della Società ( www.Vittoriaassicurazioni.com
). Il Consiglio ha inoltre aggiornato con effetto 1° gennaio 2004 il Codice
di Comportamento sulle Operazioni di Internal Dealing per recepire
l’adesione volontaria al Codice degli amministratori delle società
capogruppo Vittoria Capital N.v. E Yura International Holding B.v.
ENEL: IL CDA APPROVA I
RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2003 PRIMI NOVE MESI: RICAVI: 23.293 MILIONI DI
EURO + 5,3% EBITDA: 7.564 MILIONI DI EURO + 33,8% EBIT: 3.876 MILIONI DI
EURO +83,2% UTILE NETTO: 1.932 MILIONI DI EURO + 28,6%
Roma, 17 novembre 2003 – Il Consiglio di amministrazione dell’Enel Spa,
riunitosi il 13 novembre sotto la presidenza di Piero Gnudi, ha esaminato ed
approvato i risultati del terzo trimestre e dei primi nove mesi 2003. Sono
in forte crescita tutti i risultati dei primi nove mesi del 2003, rispetto a
quelli del corrispondente periodo del 2002 (questi ultimi sono esposti qui
di seguito pro-forma, per offrire un confronto omogeneo). I ricavi netti
crescono del 5,3%, raggiungendo 23.293 milioni di euro da 22.113 milioni di
euro nei primi nove mesi 2002; l’Ebitda aumenta del 33,8%, passando da
5.655 milioni di euro a 7.564 milioni di euro; l’Ebit sale dell’83,2%,
passando da 2.116 milioni di euro a 3.876 milioni di euro; l’utile netto
si incrementa del 28,6%, passando da 1.502 milioni di euro a 1.932 milioni
di euro. Di particolare importanza, il buon andamento della gestione
operativa che beneficia anche del recupero della “penale idro” del 2002
di 410 milioni di euro. L’ utile netto, escluse le partite straordinarie,
passa da 473 milioni di euro nei primi nove mesi
2002 a
1.593 milioni di euro nel periodo in esame. L’eccellente risultato, basato
sulla crescita dei ricavi e sulla riduzione dei costi operativi, è dovuto:
alla crescita della produzione di energia elettrica; alla favorevole
dinamica dei combustibili; al buon andamento delle attività nel settore del
gas; alla crescita dei ricavi nelle Telecomunicazioni; alle azioni
intraprese nel settore dell’ingegneria. Paolo Scaroni, amministratore
delegato di Enel ha detto: “Sono soddisfatto dei risultati del terzo
trimestre e dei primi nove mesi del 2003 che confermano la nostra previsione
sul buon andamento dell’intero esercizio. Tutti i nostri obiettivi sono
stati superati. Proseguiamo con determinazione nella strategia di
focalizzazione sull’energia e nello sviluppo del nostro piano
industriale”. I risultati consolidati del terzo trimestre del 2003 Per un
confronto omogeneo con i dati economici del terzo trimestre del 2002, questi
ultimi sono rappresentati pro-forma, escludendo Interpower, ceduta a gennaio
2003. I ricavi del terzo trimestre 2003 sono in crescita del 7,5%, passando
da 7.324 milioni di euro del terzo trimestre
2002 a
7.872 milioni di euro nel periodo in esame. L’ebitda (margine operativo
lordo) cresce del 48,4%, passando da 1.940 milioni di euro a 2.879 milioni
di euro, principalmente per il contributo della divisione Generazione ed
Energy Management, che sale da 180 milioni di euro a 992 milioni di euro e
delle Telecomunicazioni, che registrano un Ebitda di 297 milioni di euro
contro 171 milioni di euro nel terzo trimestre 2002 (+73,7%). L’attività
di generazione beneficia del recupero della “penale idro”, della
crescita della produzione netta (+12,9%) e del favorevole andamento dei
combustibili. Le telecomunicazioni proseguono nella crescita dei ricavi
(+13,8%) con costi stabili. L’ebit (risultato operativo) è di 1.645
milioni di euro con un incremento del 122% rispetto al terzo trimestre del
2002 quando ammontava a 741 milioni di euro. L’utile netto del Gruppo
balza a 732 milioni di euro a fronte di 69 milioni di euro registrati nel
terzo trimestre del 2002. I risultati consolidati dei primi nove mesi del
2003 Per un confronto omogeneo con i dati economici dei primi nove mesi del
2002, questi ultimi sono rappresentati pro-forma, escludendo Eurogen ed
Interpower cedute rispettivamente a maggio 2002 e a gennaio 2003. La domanda
di energia elettrica in Italia, nei primi nove mesi dell’anno, è di 240
miliardi di chilowattora, in crescita del 3,8% rispetto ai 231 miliardi di
chilowattora dei primi nove mesi del 2002. La produzione netta di Enel si
attesta, sempre nei primi nove mesi del
2003, a
105 miliardi di chilowattora, con un aumento del 5,3% rispetto allo stesso
periodo dell’esercizio precedente, escludendo la produzione netta di
Eurogen e Interpower. Le vendite complessive di Enel (sul mercato vincolato,
su quello libero e all’ingrosso) sono pari a 130 miliardi di chilowattora,
in calo del 12% rispetto ai primi nove mesi del 2002. Tale flessione si
concentra prevalentemente sul mercato libero, per effetto della crescente
pressione competitiva e dei minori acquisti di energia dall’estero e da
impianti Cip 6. L’energia trasportata sulla rete di distribuzione di Enel,
ammonta a circa 183 miliardi di chilowattora, in crescita dell’1,8%. I
ricavi dei primi nove mesi del 2003 sono in crescita del 5,3%, passando da
22.113 milioni di euro dei primi nove mesi del
2002 a
23.293 milioni di euro nel periodo in esame L’ebitda (margine operativo
lordo) cresce del 33,8% a 7.564 milioni di euro, rispetto a 5.655 milioni di
euro dei primi nove mesi del 2002. La divisione Generazione ed Energy
Management ha l’incremento in cifra assoluta più rilevante (+1.313
milioni di euro), beneficiando del recupero della “penale idro” del
2002, della crescita della produzione e della favorevole dinamica dei
combustibili. Le Telecomunicazioni pressoché raddoppiano l’Ebitda, che
passa da 403 milioni di euro a 777 milioni di euro (+92,8%), in presenza di
una crescita dei ricavi conseguita con costi operativi stabili. L’ebitda
della attività di distribuzione del gas naturale passa da 57 milioni di
euro nei primi nove mesi del
2002 a
165 milioni di euro nel periodo in esame e riflette l’ampliamento del
perimetro di attività conseguente all’acquisto di Camuzzi. L’ebitda
dell’Ingegneria passa da un valore negativo di 5 milioni di euro a un
valore positivo di 124 milioni di euro, beneficiando del recupero di
redditività sulle commesse. L’ebitda consolidato, depurato dal recupero
della penale idro rappresenta circa il 31% dei ricavi a fronte di
un’incidenza del 26% nei primi nove mesi del 2002. L’ebit (risultato
operativo) sale dell’83,2%, raggiungendo 3.876 milioni di euro rispetto ai
2.116 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002. I proventi straordinari
netti dei primi nove mesi del 2003 ammontano a 206 milioni di euro e sono
riferibili essenzialmente alla plusvalenza sulla vendita di Interpower, pari
a 356 milioni di euro, al netto di oneri per esodi incentivati pari a 135
milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2002 le componenti straordinarie
erano positive per 558 milioni di euro e si riferivano in prevalenza alla
plusvalenza sulla cessione di Eurogen (2.340 milioni di euro) al netto della
svalutazione dell’avviamento di Wind (1.511 milioni di euro) e di oneri
per esodi incentivati per 239 milioni di euro. Il risultato prima delle
imposte è pari a 3.210 milioni di euro, con un incremento di 1.423 milioni
di euro (+79,6%). Le imposte sul reddito ammontano nei primi nove mesi del
2003 a
1.361 milioni di euro, con un’incidenza del 42,4%. Erano pari a 428
milioni di euro, con un’incidenza del 24%, nei primi nove mesi del 2002.
Le imposte del 2002 beneficiavano di maggiori plusvalenze tassate ad
aliquota ridotta, nonché degli sgravi sugli investimenti previsti dalla
Legge Tremonti-bis fino al 31 dicembre 2002. L’utile netto del Gruppo è
di 1.932 milioni di euro nei primi nove mesi del 2003 (1.502 milioni di euro
nello stesso periodo del 2002) con un incremento del 28,6%. L’utile netto
del Gruppo, escluse le partite straordinarie, passa da 473 milioni di euro
nei primi nove mesi del
2002 a
1.593 milioni di euro nel periodo in esame. La situazione patrimoniale
consolidata al 30 settembre 2003 registra un patrimonio netto complessivo
pari a 20.687 milioni di euro (20.842 milioni di euro al 31 dicembre 2002) e
un indebitamento finanziario netto pari a 25.054 milioni di euro (24.467
milioni di euro alla fine del 2002) che risente dell’esborso di 1.330
milioni di euro sostenuto il 1° luglio 2003 per l’acquisto del 26,6% di
Wind. Il capitale investito netto risulta pari a 45.741 milioni di euro
sostanzialmente in linea con quello di fine esercizio 2002 (45.309 milioni
di euro). La liquidità generata dalla gestione corrente nei primi nove mesi
del 2003 è stata pari a 4.877 milioni di euro, in crescita di 1.115 milioni
di euro rispetto ai primi nove mesi del 2002. Gli investimenti sono pari a
2.591 milioni di euro nei primi nove mesi del
2003, in
calo del 22,3%, rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio
precedente, per effetto del progressivo completamento della rete di
telecomunicazioni e del piano di conversione di impianti di produzione in
cicli combinati turbogas, nonché di una riduzione nei settori “non
core”. I dipendenti del gruppo a fine settembre 2003 sono
67.159, in
calo di 4.045 unità rispetto a fine 2002 (-5,7%). La cessione di Interpower
e il deconsolidamento di Cesi determinano una riduzione di 1.894 addetti,
mentre le uscite, al netto delle assunzioni, sono pari a 2.151 unità.
GEMINA: IL CONSIGLIO
APPROVA
LA TRIMESTRALE CONSOLIDATO
: NEL TERZO TRIMESTRE 2003 AUMENTA IL FATTURATO E MIGLIORA
LA REDDITIVITA
’ CAPOGRUPPO: CONFERMATA
LA PREVISIONE DI
RISULTATI POSITIVI PER L’ESERCIZIO 2003
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Gemina S.p.a.
Si è riunito il 13 novembre , sotto
la Presidenza
di Gian Luigi Garrino, ed ha esaminato ed approvato
la Relazione
trimestrale della Società e del gruppo al 30 settembre 2003. Il terzo
trimestre conferma, a livello consolidato, il trend positivo del fatturato e
del margine operativo lordo; all’incremento del valore della produzione
hanno contribuito in particolare la controllata Elilario Italia S.p.a. Ed il
gruppo Aeroporti di Roma, che ha scontato nel primo semestre
dell’esercizio gli effetti negativi della guerra in Iraq e della Sars in
Estremo Oriente. Il gruppo chiude il trimestre con un risultato netto di
competenza positivo per euro 3,7 milioni, dopo aver assorbito imposte per
euro 3,4 milioni e oneri finanziari per euro 12,2 milioni. I risultati
consolidati del gruppo presentano il seguente andamento: -il fatturato del
terzo trimestre risulta pari ad euro 87,2 milioni (euro 76,3 milioni nel
terzo trimestre 2002), con un margine operativo lordo del 34,4%. Il
fatturato progressivo al 30 settembre 2003 è di euro 217,5 milioni (euro
204,2 milioni al 30 settembre 2002) con un margine operativo lordo
progressivo di 71 milioni di euro pari al 32,6% del fatturato; -il risultato
ante imposte del terzo trimestre è di euro 9,7 milioni (euro 6,2 milioni
nel corrispondente periodo dell’esercizio 2002), il risultato ante imposte
progressivo al 30 settembre 2003 è positivo per 3,3 milioni di euro,
sostanzialmente in linea con quello al 30 settembre 2002; -il risultato
netto di competenza del terzo trimestre è positivo per euro 3,7 milioni
(positivo per 0,4 milioni di euro nel terzo trimestre 2002) in progressivo
miglioramento rispetto ai trimestri precedenti; il risultato netto di
competenza al 30 settembre è negativo per 4,6 milioni di euro (negativo per
euro 8 milioni al 30 settembre 2002); -l'indebitamento finanziario netto al
30 settembre 2003 ammonta ad euro 858,4 milioni di euro, in linea con quello
al 30 giugno 2003. La capogruppo Gemina presenta un risultato del trimestre
negativo per euro 1,0 milioni (in linea con quello del terzo trimestre
2002), che porta ad un risultato netto progressivo al 30 settembre negativo
per 2,5 milioni di euro in miglioramento rispetto al risultato netto
progressivo al 30 settembre 2002 (negativo per 6,8 milioni di euro). La
posizione finanziaria evidenzia un indebitamento netto di 81,8 milioni di
euro. Nel trimestre sono state acquistate ulteriori n. 6.067.998 azioni
ordinarie Impregilo S.p.a. Che portano la partecipazione complessiva al
24,86%. Il risultato consolidato previsto a fine esercizio sarà positivo e
la posizione finanziaria risulterà stabile. Gemina S.p.a., beneficiando
dell’incasso dei dividendi deliberati da Leonardo Holding S.a. E Leonardo
S.r.l. Per effetto delle operazioni di vendita di Adr, realizzerà
nell’esercizio un risultato netto positivo significativo.
RCS MEDIAGROUP: RISULTATI
TERZO TRIMESTRE E APPROVAZIONE PIANO OPERATIVO UTILE ANTE IMPOSTE DI 50,3
MILIONI, CONTRO UNA PERDITA DI 63,2 MILIONI DEL PARI PERIODO 2002
Milano, 17 novembre 2003 - Il
Consiglio di Amministrazione di Rcs Mediagroup, riunitosi il 13 novembre
sotto la presidenza di Guido Roberto Vitale, ha esaminato e approvato i
risultati del terzo trimestre 2003. Il risultato operativo nel terzo
trimestre conferma la tendenza positiva già registrata nel primo semestre e
riguarda tutte le aree di attività del Gruppo. Gruppo Rcs Mediagroup –
terzo trimestre I ricavi netti del trimestre ammontano a 537 milioni (783,8
nel pari periodo precedente) con una flessione esclusivamente dovuta alla
vendita delle società operative del gruppo Fila (263,6 milioni) e al
progressivo disimpegno delle attività di Gft Net. Crescono i ricavi
pubblicitari (+15 milioni rispetto all’analogo trimestre 2002) e quelli
diffusionali dei periodici Italia e dell’area quotidiani. Il margine
operativo lordo è di 37,6 milioni in crescita di 4,3 milioni rispetto
all’analogo trimestre dello scorso anno, con un’incidenza sui ricavi che
passa dal 4,2% al 7%. Il risultato operativo migliora di 8,2 milioni
passando da
10,2 a
18,4 milioni (+ 80%). Gruppo Rcs Mediagroup – i primi nove mesi Nei primi
nove mesi i ricavi netti del Gruppo Rcs Mediagroup ammontano a 1.623,9
contro i 2.337,5 milioni al 30 settembre 2002, quando le società operative
del gruppo Fila contribuivano per 732,0 e il gruppo Gft Net per 121,4
milioni. Si registra invece un incremento dei ricavi editoriali,
principalmente per il passaggio da proporzionale ad integrale del metodo di
consolidamento del gruppo Unedisa e per il successo di vendita dei prodotti
collaterali. Il margine operativo lordo cresce di 2,7 milioni rispetto al
pari periodo 2002 attestandosi a 95,4 milioni, con una incidenza sui ricavi
netti che passa dal 4,0% al 5,9%. La crescita del settore media risulta
ancora più evidente se si considera che Fila nel corrispondente periodo
2002 contribuiva per 39,8 milioni . Il risultato operativo sale a 26,0
milioni (10,6 al 30 settembre 2002) e riflette la significativa crescita del
Mol del settore media. Gli oneri finanziari netti passano da
45,9 a
5,1 milioni a seguito della cessione delle attività operative del gruppo
Fila e della conseguente importante riduzione dell’indebitamento. I
proventi da partecipazione ammontano a 24,2 milioni (4,2 milioni nel 2002) e
si riferiscono principalmente a dividendi e relativi crediti d’imposta
corrisposti dalle società partecipate non consolidate, crediti d’imposta
sui dividendi distribuiti dalle società controllate, proventi derivanti
dall’attribuzione gratuita di azioni Banca Intesa, nonché alla
svalutazione di alcune partecipazioni. I proventi straordinari netti, che
nel pari periodo 2002 beneficiavano della plusvalenza relativa ad operazioni
immobiliari, passano da
18,5 a
3,3 milioni.. Il risultato prima delle imposte e degli interessi di terzi è
in miglioramento di 61 milioni passando da una perdita di 12,6 milioni ad un
utile di 48,4 milioni. Il capitale investito netto incrementa di 165,2
milioni, passando dai 1.219,2 milioni al 31 dicembre
2002 a
1.384,4 a
seguito del consolidamento integrale di Unedisa. L’indebitamento
finanziario netto è di 214,0 milioni, contro gli 83,1 del 31 dicembre
scorso, per effetto dell’acquisto di un ulteriore 36,17% del capitale di
Unedisa, della sottoscrizione dell’aumento di capitale di Pirelli & C.
E di quello in Burda Rcs International Holding per l’acquisto del 37,5% di
Catherine Nemo, oltre che per l’acquisto di azioni proprie e di Ads Fila
Holding. Rcs Mediagroup S.p.a. I primi nove mesi dell’esercizio
evidenziano un risultato ante imposte positivo per 50,3 milioni contro una
perdita di 63,2 milioni nel pari periodo 2002. I proventi finanziari netti
passano da
13,9 a
7,9 milioni. Le spese di funzionamento e altri oneri di gestione ammontano a
28,9 milioni, in aumento rispetto ai 26,9 milioni nel pari periodo
2002, a
fronte della riorganizzazione societaria realizzata con decorrenza 1 gennaio
2003.. Il patrimonio netto è pari a 1.120,5 milioni (954,4 al 31 dicembre
2002) mentre le disponibilità finanziarie nette passano da 246,1 milioni al
31 dicembre scorso, a 75,3 milioni. Rcs Quotidiani I ricavi netti dei primi
nove mesi sono pari a 665,1 milioni (547,8 nell’analogo periodo 2002), in
aumento di 117, 3 milioni in parte per la già citata variazione del
perimetro di consolidamento Unedisa che vale circa 80 milioni. I ricavi
editoriali in Italia crescono per effetto dei prodotti collaterali di
Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. La diffusione del Corriere della
Sera rimane sostanzialmente stabile con 686.000 copie medie; Gazzetta dello
Sport passa da
445.000 a
430.000 copie medie, risentendo principalmente della mancanza, nel periodo
estivo, di un evento trainante quale i mondiali di calcio 2002. I ricavi
pubblicitari dei due quotidiani diminuiscono in linea con il ciclo negativo
del mercato di riferimento in Italia. Per quanto riguarda Unedisa, i ricavi
editoriali sono sostanzialmente stabili, mentre quelli pubblicitari
registrano un lieve incremento nell’ambito di un mercato di riferimento,
quello dei quotidiani nazionali, ancora in contrazione. Con 284.000 copie
medie El Mundo si conferma secondo quotidiano nazionale spagnolo e il suo
sito elmundo.Es mantiene la leadership raggiungendo i 2,5 milioni di
visitatori unici, incrementando sia la raccolta pubblicitaria che la vendita
di contenuti e servizi informativi. Si segnala inoltre il positivo andamento
dei libri pubblicati dalla casa editrice
La Esfera
de los Libros. Rcs Periodici I ricavi netti dei primi nove mesi dell’anno
si attestano a 270,2 milioni (275,1 nel pari periodo 2002). In Italia, i
ricavi dei primi nove mesi dell’anno risultano stabili grazie alla
crescita delle diffusioni e al successo dei prodotti collaterali che
permettono di compensare la flessione della raccolta pubblicitaria, in linea
con il mercato di riferimento. Alla crescita della componente editoriale dei
ricavi hanno contribuito anche i successi dei lanci di Vie del Gusto e
Amica, che nel volgere di pochi numeri ha ottenuto la leadership
diffusionale e pubblicitaria tra i femminili di fascia alta. Continua il
forte progresso delle diffusioni e dei ricavi del settimanale Oggi e
l’ottimo andamento, in termini di copie diffuse, del mensile Max. Per
quanto riguarda il mercato estero permane un andamento negativo, se pur con
un leggero miglioramento nei ricavi pubblicitari nell’ultimo trimestre.
Rcs Diffusione A seguito del closing dell’operazione di joint venture con
il gruppo Deagostini e Hachette Rusconi avvenuto il 30 giugno scorso, nel
trimestre sono state avviate le operazioni di integrazione operativa tra Rcs
Diffusione e Deadis. I ricavi netti dei primi nove mesi sono pari a
403,1 in
sensibile miglioramento rispetto ai 373,3 milioni al 30 settembre 2002.
All’incremento concorrono le maggiori quantità distribuite soprattutto
per i quotidiani (sostenuti dai prodotti collaterali), i volumi dei
collezionabili e le testate di Rcs Periodici. Rcs Pubblicità I ricavi netti
dei primi nove mesi dell’anno passano da
403,0 a
421,7 milioni (+4,6%). La concessionaria Rcs Pubblicità contribuisce al
risultato per 332,3 milioni (319,1 al 30 settembre 2002), con un aumento del
3,3%, Igpdecaux per 70,3 (contro 57,7), con un incremento del 21,9% e Blei
per 19,1, in contrazione del 27% rispetto ai 26,2 milioni del pari periodo
2002. Al positivo andamento di Rcs Pubblicità contribuiscono anche
l’ingresso in portafoglio della raccolta pubblicitaria per il quotidiano
L’unione Sarda e per le emittenti di Rcs Broadcast (Cnr Plus e Rin –
Radio Italia Network). La crescita dei ricavi di Igpdecaux è in parte
determinato dall’attività di Adr Advertising, la società che dal marzo
scorso gestisce la raccolta pubblicitaria negli aeroporti di Fiumicino e
Ciampino, mentre il decremento dei ricavi di Blei è in parte riconducibile
al protrarsi della contrazione dei mercati in cui opera, primo fra tutti
la Germania. Rcs
Libri Nei primi nove mesi del 2003 i ricavi netti ammontano a 466,5 milioni
contro i 475,4 del pari periodo 2002. Parte della flessione è riconducibile
sostanzialmente alla cessione del ramo d’azienda Nib. Il fatturato del
Gruppo è stabile nella “Varia” (67,9 milioni) grazie al buon andamento
delle novità di narrativa italiana e straniera e di saggistica italiana; è,
inoltre, in crescita sia nel mercato dei fascicoli (+16,9%) che in quello
dell’editoria scolastica (+ 2% circa). Flammarion ha registrato un
fatturato di 150,8 milioni, inferiore di 3,1 milioni al risultato dei primi
nove mesi 2002 e in linea con la contrazione del mercato librario francese.
Rcs Broadcast I ricavi netti, pari a 17,6 milioni, sono aumentati del 5,4%
(16,7 nei primi nove mesi 2002). Si rammenta che nel corso dell’anno la
gestione della raccolta pubblicitaria è passata a Rcs Pubblicità, pertanto
a valori omogenei l’incremento dei ricavi sarebbe stato pari al 20% sia
per Rin che per Cnr. I ricavi editoriali e diversi registrano l’aumento di
fatturato da servizi giornalistici di Agr, che ha ampliato il portafoglio
clienti grazie alla produzione e alla commercializzazione di nuovi servizi
in ambito regionale e verso nuovi media. Prevedibile evoluzione
dell’attività Il quadro congiunturale corrente, pur in un contesto ancora
incerto, mostra segnali di modesta ripresa che dovrebbero preludere ad
un’inversione di tendenza del mercato pubblicitario. In tale ambito, le
azioni poste in essere al fine di migliorare i costi di struttura e la
qualità dei ricavi permettono di confermare che la gestione registrerà un
risultato netto consolidato positivo. Con riferimento alla Capogruppo si
conferma la previsione di un risultato positivo già formulata nella
relazione semestrale. Si conferma altresì la conseguente possibilità di
remunerazione del capitale.
MONDADORI:APPROVATI DAL
CDA I DATI AL 30 SETTEMBRE 2003 FATTURATO IN CRESCITA A 1.119,6 MILIONI DI
EURO (+ 3,3% RISPETTO AI PRIMI NOVE MESI DEL 2002) RISULTATO ANTE IMPOSTE IN
DECISO INCREMENTO A 101,5 MILIONI DI EURO (+11,3% RISPETTO ALL’ANALOGO
PERIODO DEL 2002)
Segrate, 17 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione della Arnoldo
Mondadori Editore S.p.a., riunitosi il 13 novembre sotto la presidenza di
Marina Berlusconi, ha esaminato la relazione trimestrale al 30 settembre
2003 presentata dal Vice Presidente e Amministratore Delegato Maurizio
Costa. Mondadori ha registrato brillanti risultati anche nel terzo trimestre
dell’anno in corso sia in termini d’incremento di attività che di
redditività, confermando la performance positiva dei primi sei mesi del
2003. Nel trimestre luglio-settembre, infatti, il margine operativo lordo ha
registrato un progresso del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2002 (con
un’incidenza sul fatturato del 15,7%, contro il 15% del terzo trimestre
dell’anno precedente); nello stesso periodo l’utile operativo è
aumentato del 4,2% (con un’incidenza sul fatturato del 12,8% contro il
12,4% dell'anno precedente). L’andamento Della Gestione Del Gruppo Al 30
Settembre 2003 Nei primi nove mesi del 2003 il fatturato consolidato ha
raggiunto i 1.119,6 milioni di euro, con un incremento del 3,3% rispetto ai
1.083,5 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Il
margine operativo lordo si è attestato a 151 milioni di euro, con un
progresso dell’1,7% rispetto ai 148,5 milioni di euro del 30 settembre
2002. L’incidenza sui ricavi è passata dal 13,7% del 2002 al 13,5% del
2003. Si rammenta che per una corretta interpretazione di questi risultati
è necessario tenere in considerazione i rilevanti costi non ricorrenti –
interamente spesati nell’esercizio - relativi ai lanci delle nuove testate
Flair, Evo, Flair Living ed Economy. Il risultato operativo è stato di
122,1 milioni di euro e risulta sostanzialmente allineato ai valori
dell’analogo periodo dell’anno precedente (+ 0,3%); l’incidenza sul
fatturato è stata del 10,9% rispetto all’11,2% del 2002. Il risultato
prima delle imposte ha raggiunto i 101,5 milioni di euro rispetto ai 91,2
dell’anno precedente, con una crescita dell’11,3%. Sul risultato hanno
inciso positivamente, tra gli altri fattori, un miglior saldo della gestione
finanziaria e le migliori performance delle joint-venture. La posizione
finanziaria del Gruppo al 30 settembre 2003 presenta un saldo positivo di
25,5 milioni di euro; la contrazione rispetto ai 57,3 milioni del settembre
2002 è da mettersi in relazione agli investimenti in azioni proprie
realizzati negli ultimi dodici mesi, all’acquisizione del 20% del Gruppo
editoriale greco Attica Publications e all’acquisto del marchio di Pc
Professionale, già pubblicato da Mondadori dal 1991 su licenza della Ziff
Davis Publishing Holdings. Settori Di Attivita’ Nei primi nove mesi
dell’anno la Divisione Libri ha confermato gli ottimi risultati di tutte
le aziende del gruppo, registrando un fatturato totale di 258,6 milioni di
euro, con una crescita del 5,4% rispetto ai 245,3 milioni di euro dello
stesso periodo dello scorso anno. In particolare, Mondadori ed Einaudi hanno
registrato ottime performance, con incrementi di fatturato rispettivamente
del 6,1% e del 15,2% rispetto al settembre 2002. La Divisione Periodici ha
realizzato ricavi complessivi per 609,6 milioni di euro contro i 597,2
milioni di euro dei primi nove mesi del 2002, con una crescita del 2,1%.
Tale risultato deriva da un sensibile incremento dei ricavi da diffusione
(372,2 milioni di euro, +7,9% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio
precedente), ottenuto grazie al buon andamento delle nuove testate e al
contribuito delle vendite opzionali di Dvd, Cd musicali e Vhs. Per quanto
riguarda i ricavi pubblicitari, il risultato dei primi nove mesi del 2003 è
in leggero miglioramento rispetto al dato del primo semestre: si registra
infatti una flessione del 5,8% rispetto al 30 settembre 2002 (contro i
–6,9% al 30 giugno 2003), ma se depurato della raccolta di Famiglia
Cristiana (la cui concessione non è stata rinnovata per il 2003) il
decremento risulta essere pari a 1,3% (contro il –2% dei primi sei mesi
dell’anno in corso). La Divisione Grafica, pur in una congiuntura
economica sfavorevole, ha registrato un incremento del fatturato dell’1,3%
(323,7 milioni di euro rispetto ai 319,4 milioni di euro al settembre 2002).
La debolezza della domanda di stampa continua a caratterizzare il mercato di
riferimento, con forti tensioni sui prezzi e sul contesto competitivo. Nella
Divisione Direct il Gruppo ha registrato un fatturato complessivo di 111,9
milioni di euro contro i 96,6 milioni di euro dei primi nove mesi dello
scorso anno (+15,8%). Se il mercato della vendita di libri per
corrispondenza è rimasto sostanzialmente stabile e ha confermato la
leadership di Mondolibri, nei servizi per il direct marketing Cemit
Interactive Media ha evidenziato un significativo incremento di fatturato
(oltre il 25%). Nel retail Mondadori Franchising e Mondadori Retail hanno
registrato complessivamente un incremento di ricavi del 22,1%, grazie a
nuove affiliazioni e ad aperture di ulteriori punti vendita, oltre che alla
crescita dei ricavi delle librerie già esistenti. Evoluzione Della Gestione
Per L’anno In Corso Pur a fronte di significativi investimenti effettuati
nel corso dei primi nove mesi dell’anno, in particolare finalizzati al
lancio dei nuovi prodotti della Divisione Periodici, l’andamento delle
attività del Gruppo consente di prevedere per il 2003 un margine operativo
sostanzialmente in linea con quello dello scorso esercizio.
GRUPPO MONDO TV: FORTE CRESCITA ECONOMICA
ANCHE NEL 3° TRIMESTRE 2003. +35,5% I RICAVI CONSOLIDATI (33,5 MILIONI DI
EURO) E +34,4% L’EBITDA CONSOLIDATO (27,7 MILIONI DI EURO).
Roma, 17 novembre 2003 - Si conferma anche nel terzo trimestre 2003
l’intensa crescita dei risultati economico-finanziari del Gruppo Mondo Tv,
primario operatore in Europa nella creazione e distribuzione di
“cartoons” per
la Tv
ed il cinema ed attivo nei settori correlati: dal 1° gennaio al 30
settembre i ricavi consolidati sono cresciuti del 35,5% raggiungendo i 33,5
milioni di Euro rispetto ai 24,7 milioni di Euro dei primi nove mesi
dell’esercizio 2002. Molto positiva anche la redditività lorda con un
Margine Operativo Lordo (Ebitda) consolidato in crescita del 34,4% a 27,7
milioni di Euro rispetto ai 20,6 milioni di Euro del medesimo periodo del
precedente esercizio. Nel corso del C.d.a. È stata inoltre ribadita la
volontà di proporre all’Assemblea che approverà il bilancio 2003
(prevista entro aprile 2004) la distribuzione agli azionisti di un dividendo
in virtù del positivo andamento aziendale e del generalizzato miglioramento
del mercato della pubblicità televisiva; la società, ad oggi, non ritiene
di fornire indicazioni aggiuntive circa il suo ammontare. Questi i
principali contenuti del Consiglio di Amministrazione di Mondo Tv S.p.a.
Alla presenza di Orlando Corradi, Presidente del Gruppo, che ha approvato
questa mattina
la Relazione
trimestrale al 30 settembre 2003. Sempre al 30 settembre 2003 prosegue in
maniera significativa lo sviluppo dell’attività nei settori correlati
(home video, mechandising, editoria e cinema) che rappresentano il 76% dei
ricavi totali; la società stima che, in linea con la strategia di crescita
del Gruppo, tale mix non sarà riproducibile su base annua ma che comunque
conferma il percorso di costante diversificazione verso tale segmento di
business. Dal punto di vista geografico i ricavi sono stati ottenuti per il
24% in Italia ed Europa (18% dei primi nove mesi 2002) e per il rimanente
76% in Asia. Più in dettaglio sul fronte del conto economico, come
conseguenza dei notevoli investimenti già realizzati e in corso, gli
ammortamenti e accantonamenti dal 1° gennaio al 30 settembre 2003 hanno
raggiunto i 17,8 milioni di Euro rispetto ai 10,4 milioni di Euro del
medesimo periodo del
2002. In
crescita del 2,3% anche l’utile consolidato ante imposte che ha raggiunto
i 10,7 milioni di Euro rispetto ai 10,5 milioni di Euro dei primi nove mesi
dell’esercizio precedente. La gestione finanziaria netta presenta proventi
per 586.000 Euro (1,4 milioni i Euro nel corrispondente periodo del 2002; la
gestione delle poste straordinarie risulta in crescita passando dai 69.000
Euro al 30 settembre 2002 ai 316.000 Euro al 30 settembre 2003 rispetto ai
69.000 Euro al 30 settembre 2002). La posizione finanziaria netta, sempre a
livello di Gruppo al 30 settembre 2003, è pari a -397.000 Euro (+3,4
milioni di Euro al 31.12.2002) e trova contropartita nei citati forti
investimenti in nuove produzioni peraltro finanziatie per la maggior parte
mediante la redditività interna. Per quanto riguarda le società
controllate, si segnala che Mondo Home Entartainment ha proseguito con
intensità l’attività di vendita di Vhs e Dvd; i ricavi della controllata
ammontano a 3,4 milioni di Euro al 30 settembre 2003. Sul fronte invece
delle principali produzioni, il Gruppo ha in fase di realizzazione esecutiva
3 film per il cinema (Gengis Khan, Padre Pio e Madre Teresa), 3 serie
animate per
la Tv
e in fase di post produzione, una serie animata per
la Tv
, oltre ad 1 gioco interattivo per Pc in coproduzione con Mcc Corp. Molto
positivi anche i risultati della capogruppo Mondo Tv S.p.a. Che presenta
ricavi per 29,4 milioni di Euro in crescita del 25,4% rispetto ai 23,5
milioni di Euro al 30 settembre 2002. L’ebitda ha raggiunto i 28,1 milioni
di Euro (+36% rispetto ai 20,7 milioni dei primi nove mesi 2002), mentre il
risultato operativo (Ebit) è cresciuto dell’8% attestandosi a 12 milioni
di Euro (11,1 nel corrispondente periodo 2002). Infine, sale dell’11%
l’utile ante imposte della capogruppo Mondo Tv S.p.a. Sino a 12,7 milioni
di Euro contro i 11,4 milioni al 30 settembre 2002.
BISCOM IL CDA APPROVA IL
PIANO INDUSTRIALE E
LA RELAZIONE DEL
3° TRIMESTRE 2003. : NEL 2006 ATTESI RICAVI PER OLTRE 1.100 MILIONI DI
EURO, UN MOL CONSOLIDATO SUPERIORE A 500 MILIONI DI EURO E PIÙ DI 800.000
CLIENTI . ANTICIPATI AL 2006 GLI OBIETTIVI INIZIALMENTE PREVISTI NEL 2010.
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di e.Biscom
S.p.a. , la principale Società italiana di servizi di telecomunicazione a
larga banda, ha approvato il 12 novembre la relazione trimestrale al 30
settembre 2003 e il nuovo piano industriale. “Il piano industriale
approvato ieri conferma la nostra strategia di crescita organica,
focalizzata sul core business delle telecomunicazioni in Italia, e anticipa
al 2006 gli obiettivi inizialmente previsti nel 2010 – ha dichiarato il
Presidente di e.Biscom Silvio Scaglia. – Un impiego più efficiente degli
investimenti di capitale e la disponibilità di nuove risorse finanziarie
derivanti dalla cessione di Hansenet ci consentono di investire a breve in
un’ulteriore espansione geografica, fino a raggiungere 10 milioni di
potenziali clienti entro la fine del decennio. Confermiamo inoltre – ha
concluso Scaglia – l’obiettivo di generare utili e flussi di cassa
positivi a partire dal 2005, che ci permetteranno di distribuire agli
azionisti dividendi con un elevato pay-out già dall’esercizio fiscale
2006.”
Terzo trimestre 2003 Nei primi nove mesi dell’anno e.Biscom ha riportato
ricavi consolidati per 385,8 milioni di Euro, con un incremento del 70%
rispetto ai 228,8 milioni di Euro del periodo gennaio-settembre 2002. Il
terzo trimestre si è chiuso con ricavi consolidati per 148,4 milioni di
Euro, in aumento del 75% (o di 63 milioni di Euro) rispetto agli 85,5
milioni di Euro del terzo trimestre
2002. In
significativa crescita anche i margini. Nei primi nove mesi dell’anno e.Biscom
ha riportato un Mol consolidato di 71,9 milioni di Euro, che si confronta
con i –36,9 milioni di Euro del periodo gennaio-settembre 2002. Nel terzo
trimestre il Mol consolidato di e.Biscom si è attestato a 35 milioni di
Euro, in aumento di 38,3 milioni di Euro rispetto al terzo trimestre 2002.
Al 30 settembre 2003 i clienti avevano raggiunto quota 290.200, più che
raddoppiati rispetto ai 131.500 del 30 settembre 2002 e così suddivisi:
46.300 clienti business – di cui 1.050 tra medie e grandi imprese e 45.250
tra piccole imprese e Soho – e 243.900 clienti residenziali. Nel terzo
trimestre, tendenzialmente il periodo dell’anno a più bassa stagionalità,
sono stati sottoscritti 41.200 nuovi abbonamenti, in crescita del 49%
rispetto al terzo trimestre 2002 e del 14% rispetto al secondo trimestre
2003. La disponibilità di tutti i servizi televisivi anche su Dsl,
l’arricchimento dell’offerta di contenuti on Demand e la trasmissione in
diretta delle partite di calcio hanno contribuito a incrementare
sensibilmente il numero di abbonati ai servizi video: nel terzo trimestre
2003 la percentuale di nuovi clienti residenziali che ha sottoscritto
l’opzione Tv è infatti salita al 70% dal 41% di marzo 2003. Nel mese di
settembre l’Arpu (Ricavo Medio per Utente) residenziale di e.Biscom è
salito a 865 Euro annui rispetto ai 791 Euro di settembre 2002. Un risultato
cui ha contribuito sia l’incremento dell’Arpu proveniente dai servizi di
telecomunicazione (passato dai 779 Euro annui di settembre 2002 agli 807
Euro di settembre 2003) sia l’aumento degli abbonati ai servizi video, che
hanno progressivamente accresciuto il loro peso sulla base clienti
migliorando nel contempo anche l’Arpu (passato dai 78 Euro annui di
settembre 2002 ai 272 Euro di settembre 2003). Il terzo trimestre 2003 si è
chiuso con un risultato consolidato netto di –54,8 milioni di Euro, in
miglioramento rispetto ai –67,9 milioni di Euro del terzo trimestre 2002.
Nei primi nove mesi dell’anno gli investimenti tecnici sono stati pari a
343,7 milioni di Euro rispetto ai 485,5 milioni di Euro del corrispondente
periodo 2002. Al 30 settembre le disponibilità finanziarie di e.Biscom, che
recepiscono le nuove risorse derivanti dalla cessione di Hansenet,
ammontavano a 608,8 milioni di Euro, di cui 355,9 milioni di Euro fra
liquidità e fondi depositati a garanzia e 252,9 milioni di Euro di linee di
credito aperte. Al 30 settembre il Gruppo (escluso l’organico di Hansenet
ed e.Bisnews) contava 1.430 addetti, con un indotto di oltre 2.500 persone
impegnate a tempo pieno nelle attività di vendita, customer care, sviluppo
rete e collegamento clienti. Nel terzo trimestre dell’anno Fastweb ha
contribuito ai risultati consolidati di e.Biscom con 118,7 milioni di Euro
di ricavi, praticamente raddoppiati rispetto ai 61,7 milioni di Euro del
terzo trimestre 2002, e un Mol di 34,5 milioni di Euro, più che
quintuplicato rispetto ai 6,2 milioni di Euro del terzo trimestre 2002.
Sempre nel terzo trimestre Hansenet ha contribuito con 25,5 milioni di Euro
di ricavi e un Mol di 4,3 milioni di Euro. A partire dal 1° ottobre
Hansenet non è più inclusa nel consolidamento di e.Biscom. Piano
industriale A quattro anni dalla fondazione e.Biscom ritiene a pieno titolo
conclusa la fase di start-up. In questo periodo
la Società
ha progressivamente raggiunto e superato gli obiettivi inizialmente
annunciati, dimostrando la validità e il successo del proprio modello di
business in termini di sostenibilità sia tecnologica che finanziaria. Oggi
il modello e.Biscom rappresenta il futuro dell’industria delle
telecomunicazioni. Con l’impiego della tecnologia Ip (Internet Protocol)
per la trasmissione unificata di voce, dati, video e Internet e.Biscom ha
dimostrato di poter realizzare ex novo reti di telecomunicazioni in grado di
fornire un’ampiezza di banda praticamente infinita a clienti business e
residenziali. Offerta che ha subito incontrato una forte domanda, come
attesta la rapida penetrazione di mercato in una città come Milano dove, a
tre anni dal lancio dei servizi, ha raggiunto una market share vicina al
20%. Il successo dell’offerta commerciale, unito alla generazione di Arpu
più alti del previsto e all’efficacia della tecnologia Dsl – che
permette di offrire servizi innovativi e altamente differenziati anche ai
clienti connessi con il doppino in rame – consentono un impiego più
efficiente degli investimenti di capitale. Il piano industriale approvato
ieri dal Consiglio di Amministrazione conferma la strategia di crescita
organica della Società, focalizzata sul core business delle
telecomunicazioni in Italia, e aggiorna tutte le previsioni di sviluppo
indicate nel precedente piano, anticipando di quattro anni, al 2006, gli
obiettivi precedentemente attesi per il
2010 in
termini di ricavi, clienti e Mol. Nel biennio 2004-2005 parte dei proventi
derivanti dalla cessione della controllata tedesca Hansenet verranno
utilizzati per consentire l’espansione territoriale in altre aree
geografiche del Nord-est e del Sud Italia, mentre proseguirà l’incremento
della penetrazione commerciale nelle città già raggiunte con un
investimento complessivo di circa 650 milioni di Euro. Ed è proprio in
previsione della prossima espansione nel Nord-est che Fastweb ha aderito
alla richiesta dell’Amministrazione Comunale di Venezia di creare un
network di teatri cittadini da collegare alla Fenice in occasione della
settimana di inaugurazione, prevista dal 14 al 21 dicembre. L’ateneo
Veneto nel centro di Venezia e il Cinema Corso nel centro di Mestre verranno
connessi allo storico teatro per consentire a tutti gli spettatori che ne
faranno richiesta di assistere in diretta a cinque dei setti concerti
previsti. Il programmato sviluppo dell’attività nelle città già
raggiunte e l’espansione nelle aree geografiche del Nord-est e del Sud
Italia aumenteranno il ritmo di crescita del volume d’affari di e.Biscom e
consentono di prevedere un incremento medio annuo dei ricavi di oltre il 30%
nel periodo 2003-2006, fino a superare i 1.100 milioni di Euro nel 2006,
mentre l’incidenza del segmento residenziale sul fatturato passerà dal
35% al 50%. Sul piano della redditività, nel 2006 è attesa una crescita
del Mol fino a oltre 500 milioni di Euro, pari al 45% dei ricavi. Sul fronte
dei clienti, invece, a fine 2006 sono previsti più di 800.000 abbonati su
un mercato di riferimento di 6 milioni di unità abitative, pari a un quarto
della popolazione italiana. Il piano industriale conferma inoltre
l’obiettivo – annunciato nel 2000 – di generare utili e flussi di
cassa positivi a partire dal 2005, che consentiranno di autofinanziare
un’ulteriore espansione sul territorio fino a raggiungere, nel 2010, 10
milioni di unità abitative (pari al 45% della popolazione italiana) con
oltre 1,5 milioni di clienti, ricavi superiori a 2 miliardi di Euro e un Mol
di oltre 1 miliardo di Euro (pari al 50% del fatturato), con investimenti a
lungo termine pari al 10% delle vendite. La generazione di significativi
flussi di cassa permetterà infine di distribuire agli azionisti dividendi
con un elevato pay-out a partire dall’esercizio fiscale 2006.
CIRIO: RELAZIONE
SEMESTRALE CHIUSA AL 30 GIUGNO 2003: RICAVI PARI A 372,4 MILIONI DI EURO
RISPETTO A 516,8 DELL’ESERCIZIO PRECEDENTE.
Roma, 14 novembre 2003 - I Commissari Straordinari di Cirio Finanziaria
S.p.a. In Amministrazione Straordinaria hanno diffuso in data 14 novembre
2003 la relazione semestrale chiusa al 30 giugno 2003. Nei primi sei mesi
dell’anno in corso – a livello consolidato – a seguito delle
ripercussioni della crisi finanziaria in corso, si è registrato – a parità
di area di consolidamento – un ammontare dei ricavi pari a 372,4 milioni
di euro rispetto a 516,8 dell’esercizio precedente. Il margine operativo
lordo a livello consolidato si è ridotto fino al valore di 19,4 milioni di
euro contro i 43,1 registrati nei primi sei mesi del 2002. La
predisposizione della presente relazione semestrale al 30 giugno 2003
presenta notevoli limiti ed elevatissimi margini di incertezza, esposti
anche alle autorità competenti, che vengono di seguito rappresentati:
"1) viene precisato che la situazione economica e finanziaria della
società e del gruppo, nel particolare momento in cui versa, non era
sicuramente stata prevista dall’art. 2428, comma 3 del Codice Civile e
dall’art. 81 del Regolamento Emittenti n. 11971 del 14/5/99 e successive
modifiche. Tali disposizioni, infatti, presuppongono che gli amministratori
di una società quotata, che sono i titolari dell’obbligo di redigere e
pubblicare la relazione, siano nel pieno esercizio dei poteri gestori loro
riconosciuti dalla legge e, dunque, gli unici legittimati a elaborare le
strategie aziendali ed i piani di sviluppo futuri della gestione ed a
decidere quali principi contabili adottare per la redazione del bilancio
semestrale nel quale si concreta la relazione; bilancio il quale non può
che essere redatto sul presupposto della continuità aziendale e con
principi e criteri contabili "di funzionamento". In caso
contrario, la relazione semestrale non sarebbe in grado di fornire
informazioni significative che consentano agli investitori di giudicare la
situazione dell’impresa, il "risultato economico" nonché la
"prevedibile evoluzione dell’attività per l’esercizio in
corso" come richiesto dall’art. 81, comma 9, del citato Regolamento
Emittenti. Si ricorda come, nella situazione attuale della Cirio
Finanziaria, i Liquidatori non fossero in grado di redigere entro il termine
del 13 settembre 2003 una situazione semestrale che contenesse informazioni
significative atte a consentire agli investitori la formulazione dei giudizi
or ora richiamati, per i seguenti motivi: •la futura evoluzione
dell’attività della società dipende non da una decisione che spetti ad
essi liquidatori, bensì dalle conclusioni adottate dai.Commissari
Giudiziali e dal Tribunale di Roma (ammissione alla procedura di
amministrazione straordinaria o fallimento della società) •tali
conclusioni manifestano diretta influenza anche sui criteri di valutazione
del patrimonio della società al 30 giugno 2003 e di determinazione del
risultato economico del 1° semestre 2003 (criteri di funzionamento oppure
criteri, antitetici, di liquidazione). La relazione dei Commissari
Giudiziali è stata resa nota il 26 settembre 2003. Essa contiene una
valutazione nettamente favorevole all’ammissione delle società insolventi
(Cirio Finanziaria, Cirio Holding, Cirio Del Monte Italia e Cirio Del Monte
N.v.) alla procedura di amministrazione straordinaria. I Commissari
manifestano la loro preferenza, fra i due possibili "programmi"
previsti dal D. Legvo n. 270/1999, per il "programma di cessione dei
complessi aziendali", concepito secondo un "piano di
riorganizzazione e razionalizzazione delle attività imprenditoriali",
che implica la prosecuzione dell’ordinaria attività dell’impresa, per
la durata massima di un anno. A sua volta, il Tribunale di Roma,
condividendo le valutazioni dei Commissari (che sono state approvate anche
dal Ministero delle Attività Produttive) ha ritenuto sussistenti le
condizioni di legge per l’ammissione delle quattro imprese insolventi alla
procedura di amministrazione straordinaria (esistenza di concrete
prospettive di recupero dell’equilibrio economico delle attività
imprenditoriali). La prosecuzione dell’ordinaria attività dell’impresa
consente ai sottoscritti di applicare criteri "di funzionamento"
nella redazione della presente relazione semestrale. In particolare, date le
conclusioni dei Commissari, che implicano la cessione delle partecipazioni
in imprese controllate e collegate iscritte nel bilancio al 31 dicembre 2002
fra le immobilizzazioni finanziarie, tali partecipazioni sono state
riclassificate nell’attivo circolante, nella classe "Attività
finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, con conseguente
mutamento del criterio di valutazione, in conformità a quanto previsto
dall’art. 2426 n. 9) del Cod. Civile. 2) Tutti i dati contenuti nel
presente documento si basano su informazioni ricevute dalla capogruppo e
fornite da tutte le società facenti capo ad essa direttamente o
indirettamente. La presente relazione è stata redatta dopo la naturale
scadenza del 13 settembre ’03, in quanto, come comunicato e pubblicato dai
Liquidatori, il futuro del gruppo e quindi i conseguenti principi contabili
da adottare dipendono dalla Relazione dei Commissari e dalla sua
approvazione da parte del Ministero delle Attività Produttive e del
Tribunale..particolare attenzione va riservata ai crediti verso parti
correlate che normalmente vengono valutati con cadenza annuale dagli
amministratori salvo particolari situazioni che possono riscontrarsi nel
corso dell’esercizio. Nel presente documento, così come nel bilancio al
31 dicembre ’02 e nella 1° Relazione Trimestrale ’03, le posizioni
verso parti correlate sono state interamente svalutate ed il relativo fondo
svalutazione crediti è stato progressivamente adeguato in funzione della
naturale maturazione degli interessi attivi e delle variazioni cambiarie. 3)
La Relazione
dei Commissari Giudiziali contiene una valutazione favorevole
all’ammissione delle Società insolventi alla procedura di amministrazione
straordinaria. Secondo tale interpretazione l’ipotesi più facilmente
percorribile sembra essere la cessione delle partecipazione o dei complessi
aziendali da effettuarsi nell’arco temporale di un anno previsto, a tal
fine, dalla legge. La convinzione è che l’ottenimento dell’equilibrio
economico di Cirio Del Monte Italia Spa rappresenta il necessario
presupposto per un riequilibrio del conto economico anche delle tre holding
in procedura. Per contro, un ipotetico piano di ristrutturazione dovrebbe
prevedere una forte ricapitalizzazione e tempi e modalità di soddisfazione
dei creditori abbinate ad una loro parziale rinuncia o dilazione, condizioni
che, allo stato, non sembrano realizzabili. L’impostazione del bilancio
civilistico, conseguente a tale impostazione, non può che prevedere la
riclassifica di tutte le partecipazioni in imprese controllate e collegate
iscritte ad oggi tra le immobilizzazioni finanziarie, nell’attivo
circolante nella voce "Attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni" in quanto destinate alla vendita. "
GRUPPO ITALMOBILIARE: NEL
TERZO TRIMESTRE L’UTILE TOTALE È SALITO A 155,3 MILIONI DI EURO E L’UTILEDI
GRUPPO A 47,8 MILIONI DI EURO
Milano, 17 novembre 2003 – Il Consiglio d’amministrazione di
Italmobiliare Spa ha preso in esame il 14 novembre e approvato la relazione
sull’andamento della gestione al 30 settembre 2003. Andamento Economico -
Terzo trimestre – I ricavi consolidati di Italmobiliare, pari a 1.144,5
milioni di euro, risultano sostanzialmente invariati rispetto al terzo
trimestre 2002 (1.144,7 milioni di euro). Il margine operativo lordo ammonta
a 319,7 milioni di euro (328,0 milioni di euro) e il risultato operativo è
pari a 219,0 milioni di euro (230,8 milioni di euro). Il Gruppo ha
realizzato un utile netto totale di 155,3 milioni di euro e un utile netto
di Gruppo di 47,8 milioni di euro, in crescita rispetto a 100,2 milioni di
euro e a 16,2 milioni di euro registrati nel terzo trimestre dello scorso
esercizio. Sull’andamento del terzo trimestre hanno influito
favorevolmente la crescita dei risultati del gruppo Italcementi sostenuti
dal positivo effetto dei proventi straordinari, il miglioramento dei
risultati di Sirap Gema e il consistente apporto delle società finanziarie
del Gruppo. Primi nove mesi – I ricavi ammontano a 3.323,7 milioni di euro
con un aumento dello 0,6% rispetto all’analogo periodo del 2002
determinato da una crescita dell’attività (+3,3%), dalla variazione
dell’area di consolidamento (+0,7%) e da un negativo effetto cambio
(-3,4%). Il margine operativo lordo è pari a 817,9 milioni di euro (842,6
milioni di euro) e il risultato operativo ammonta a 521,1 milioni di euro
(551,8 milioni di euro). L’effetto cambio ha inciso negativamente sul Mol
e sul risultato operativo rispettivamente per 28,7 milioni di euro e 17,1
milioni di euro. L’utile netto totale consolidato sale a 345,8 milioni di
euro (266,5 milioni di euro al 30 settembre 2002) e l’utile netto di
Gruppo cresce a 133,6 milioni di euro (79,6 milioni di euro al 30 settembre
2002). I proventi/oneri finanziari dei primi nove mesi 2003 evidenziano un
saldo negativo di 47,5 milioni di euro rispetto a un saldo negativo di 37,5
milioni di euro del corrispondente periodo 2002. La variazione pari a 10,0
milioni di euro è dovuta sostanzialmente alle minori plusvalenze realizzate
su cessione di partecipazioni e al contenimento degli oneri finanziari per
la significativa riduzione dell’indebitamento. Le rettifiche di valore di
attività finanziarie passano da un saldo negativo di 22,5 milioni di euro a
un saldo positivo di 20,6 milioni di euro, aumento riferibile in larga
misura a riprese di valore di alcune partecipate quotate in Borsa operate da
società finanziarie controllate da Italmobiliare. I proventi/oneri
straordinari evidenziano un saldo positivo di 43,9 milioni di euro rispetto
a un saldo negativo di 30,5 milioni di euro registrato nei primi nove mesi
dello scorso esercizio. La variazione è attribuibile in parte a minori
accantonamenti effettuati dalla controllante Italmobiliare rispetto allo
stesso periodo del 2002, e, soprattutto, ai proventi registrati dal settore
delle costruzioni derivanti – come già comunicato da Italcementi – sia
dalla positiva soluzione di contenziosi fiscali in Belgio sia dal realizzo
di plusvalenze su cessioni di attività non strategiche in Spagna.
L'indebitamento netto al 30 settembre 2003 è pari a 1.794,1 milioni di
euro, in sensibile riduzione rispetto al 30 giugno 2003 (2.010,9 milioni di
euro). Al 31 dicembre 2002 ammontava a 1.913,1 milioni di euro. Nel corso
del trimestre sono stati effettuati investimenti per complessivi 75,1
milioni di euro, di cui 3,2 milioni di euro in partecipazioni finanziarie.
Previsioni – I risultati dei primi nove mesi confermano le previsioni
formulate nella relazione semestrale. Complessivamente il risultato
consolidato dell’esercizio, salvo eventi eccezionali non prevedibili, sarà
superiore a quello dell’esercizio precedente. Andamento Dei Principali
Settori Di Attivita’ - Materiali da costruzione – Nei primi nove mesi
dell’anno, il gruppo Italcementi ha realizzato ricavi per 3.241,7 milioni
di euro (+0,5%). Il margine operativo lordo e il risultato operativo hanno
registrato una diminuzione del 3,7% e del 6,5% attestandosi,
rispettivamente, a 806,5 milioni di euro e a 518,5 milioni di euro.
L’utile totale, per effetto dell’incremento riportato nel terzo
trimestre, è salito a 292 milioni di euro (258,2 milioni di euro al 30
settembre 2002) e l’utile netto di pertinenza del gruppo si è attestato a
214,6 milioni di euro (194,4 milioni di euro al 30 settembre 2002) con
incrementi del 13,1% e del 10,4% sui primi nove mesi del 2002. Gli oneri
finanziari, al netto dei proventi, hanno registrato un sensibile
contenimento da
94,8 a
88,4 milioni di euro. Imballaggio alimentare e isolamento termico – Il
gruppo Sirap Gema nei primi nove mesi ha realizzato ricavi pari a 82,6
milioni di euro rispetto a 78,2 milioni di euro dell’analogo periodo
dell’esercizio precedente; il margine operativo si è attestato a 18,3
milioni di euro da 14,6 milioni di euro e il risultato operativo a 12,3
milioni di euro da 9,5 milioni di euro; l’utile netto è stato di 7,0
milioni di euro rispetto a 3,1 milioni di euro dello scorso esercizio.
Settore finanziario – Le principali società finanziarie hanno registrato
andamenti differenziati: Italmobiliare International Finance Ltd (attiva sui
mercati mobiliari internazionali) presenta al 30 settembre 2003 un utile
netto complessivo pari a 15,2 milioni di euro (12,1 milioni di euro); Société
de Participation Financiére Italmobiliare (società finanziaria che
gestisce rilevanti partecipazioni), evidenzia un risultato dei primi nove
mesi in utile per 22,2 milioni di euro (perdita di 20,1 milioni di euro),
per effetto della ripresa di valore di alcune partecipazioni svalutate negli
esercizi precedenti; il gruppo Fincomind (cui fanno capo Finter Bank Zürich
e Finter Bank France) ha evidenziato nei primi nove mesi dell’esercizio
una perdita di 805 mila franchi svizzeri (utile di 2.012 mila franchi
svizzeri nel 2002) a causa dell’andamento ancora negativo delle attività
in Francia.
PARMALAT
FINANZIARIA PRIMI NOVE MESI 2003: CRESCITA INTERNA A VALORE + 4,1% (POSITIVA
ANCHE NEL TERZO TRIMESTRE) MIGLIORAMENTO DEL MARGINE EBITDA AL 12,4% E DEL
MARGINE EBIT ALL’8,3% PRONTO IL SECONDO RAPPORTO AMBIENTALE
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione riunitosi il 14
novembre sotto la presidenza del Cav. Lav. Calisto Tanzi, ha esaminato la
relazione sull’andamento della gestione del terzo trimestre
dell’esercizio 2003 (periodo 1° luglio - 30 settembre). Commento ai dati
economici dei primi nove mesi dell’esercizio 2003 Nei primi nove mesi
dell’esercizio il Gruppo Parmalat ha realizzato un fatturato consolidato
di 5.263 milioni di euro rispetto ai 5.663 milioni dei primi nove mesi
dell’esercizio 2002 (-7,1%). Sull’andamento del fatturato ha inciso
positivamente la crescita interna a valore del 4,1% mentre ha influito
negativamente (-11,2%) l’andamento di quasi tutte le valute di operatività
del Gruppo rispetto all'euro. Il cambio medio delle principali valute di
operatività del Gruppo nei primi nove mesi dell'esercizio
2003 ha
infatti registrato, rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio
precedente, il seguente deprezzamento verso l’euro: Bolivar venezuelano -
43,5%; Dollaro australiano - 2,6%; Dollaro canadese - 8,4%; Dollaro
statunitense - 16,6%; Peso Argentina - 15,8%; Peso colombiano - 30,9%; Real
brasiliano - 28,6%; Sterlina Gran Bretagna - 9,3%, La crescita interna in
volumi nei primi nove mesi dell’esercizio è stata pari all’1,7% (1,1%
nei primi sei mesi dell’esercizio) rispetto al 2,5% del corrispondente
periodo dell’esercizio precedente. Il fatturato nei primi nove mesi
dell’esercizio è stato realizzato per il 37,5% in Europa (34,2% nei primi
nove mesi dell’esercizio precedente), per il 33,1% in Nord e Centro
America (35,0%), per il 19,7% in Sud America (22,2%) e per il 9,7% in altre
aree geografiche (8,6%). Il margine operativo lordo è ammontato a 650,5
milioni di euro con una diminuzione del 5,7% rispetto ai 689,9 milioni dei
primi nove mesi dell’esercizio precedente. Il rapporto tra il margine
operativo lordo ed il fatturato si attesta al 12,4%, rispetto al 12,2% del
corrispondente periodo dell’esercizio precedente e al 12,3% dell’intero
esercizio 2002. Il margine operativo
netto è ammontato a 438,8 milioni di euro con una diminuzione del 3,2%
rispetto ai 453,4 milioni dei primi nove mesi dell’esercizio precedente.
Il rapporto tra il margine operativo netto ed il fatturato si attesta
all’8,3% rispetto all’8% del corrispondente periodo dell’esercizio
precedente e all’8,1% dell’intero esercizio 2002.
Gli ammortamenti e le svalutazioni delle immobilizzazioni hanno inciso sul
fatturato dei primi nove mesi dell’esercizio per il 4% rispetto al 4,2%
dell’analogo periodo dell’esercizio precedente e dell’intero esercizio
2002. Nella determinazione degli ammortamenti sono stati applicati i
medesimi criteri e le medesime aliquote utilizzate per la redazione del
bilancio chiuso al 31 dicembre 2002 e della relazione trimestrale del
corrispondente periodo dell’anno precedente. Il Gruppo nei primi nove mesi
dell’esercizio ha operato, come nel precedente esercizio, in 30 paesi,
avvalendosi in media di n. 34.835 dipendenti, contro una media di n. 37.668
dipendenti utilizzati nel corso del corrispondente periodo dell’esercizio
precedente. Gli oneri finanziari complessivi dei primi nove mesi
dell’esercizio, al netto dei proventi finanziari e comprensivi delle
differenze cambio, sono ammontati a 121,7 milioni di euro, contro 103,9
milioni di oneri finanziari netti del corrispondente periodo dell'esercizio
precedente. L’incremento di 17,8 milioni di euro rispetto ai primi nove
mesi dell’esercizio precedente è dovuto ad una diversa imputazione a
conto economico dell’effetto delle differenze cambio passive non ancora
realizzate rilevate sulla valuta brasiliana. Va infatti ricordato che nella
trimestrale al 30 settembre 2002 differenze cambio passive, pari a 26,1
milioni di euro, che non erano state ancora realizzate ma derivavano dalla
puntuale rilevazione del cambio alla data del 30 settembre 2002, erano state
appostate tra gli oneri straordinari. Tale scelta, come precisato nella
Relazione trimestrale al 30 settembre 2002, era stata motivata
dall’anomalo andamento della valuta brasiliana, dovuto all’incertezza
manifestatasi per effetto delle elezioni presidenziali, e dalla presunzione
che tali minusvalenze potevano essere riassorbite entro la fine
dell’esercizio per effetto della stabilizzazione del cambio della valuta
sudamericana per il venire meno delle incertezze legate alla soluzione della
vicenda elettorale. L’incidenza degli oneri finanziari netti sul
fatturato, escluse le differenze cambio, è rimasta costante intorno
all’1,5% come nell’esercizio 2002. Commento ai dati economici del terzo
trimestre dell’esercizio 2003 Nel terzo trimestre dell’esercizio 2003 è
stato realizzato un fatturato consolidato di 1.838 milioni di euro rispetto
ai 1.806 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. La
crescita dei volumi di vendita nel corso del terzo trimestre
dell’esercizio è stata del 2,8% rispetto all’1,1% registrata nel 1°
semestre dell’anno. Il margine operativo lordo nel terzo trimestre
dell’esercizio 2003 è ammontato a 237,6 milioni di euro, rispetto ai
220,2 milioni del terzo trimestre dell’esercizio precedente, mentre il
margine operativo netto è ammontato a 168,9 milioni di euro rispetto ai
156,7 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Il
rapporto tra il margine operativo lordo, pari a 237,6 milioni di euro, ed il
fatturato si attesta al 12,9%, rispetto al 12,2% del terzo trimestre
dell’esercizio precedente e al 12,3% dell’intero esercizio 2002. Il
rapporto tra il margine operativo netto, ammontato a 168,9 milioni di euro,
ed il fatturato si attesta al 9,2%, rispetto all’8,7% del terzo trimestre
dell’esercizio 2002 e all’8,1% dell’intero esercizio precedente.
L’incremento del fatturato e dei margini operativi è dovuto alla
favorevole congiuntura legata a prodotti a consumo stagionale, ad elevato
valore aggiunto, come i succhi di frutta e altre bevande, oltre che alla
diversa incidenza delle valute riferite al trimestre in esame. Per quanto
riguarda l’incremento degli oneri finanziari rispetto al corrispondente
periodo dell’esercizio precedente, rimandiamo a quanto già esposto nel
precedente paragrafo concernente il commento dei primi nove mesi
dell’esercizio 2003 relativamente alla diversa imputazione nel conto
economico del corrispondente periodo dell’esercizio precedente,
dell’effetto delle differenze cambio passive non ancora realizzate
rilevate sulla valuta brasiliana. Commento alla posizione finanziaria
L’entità del debito finanziario netto è passata da 1.810 milioni di euro
al 30 giugno 2003 a 1.819 milioni al 30 settembre 2003 (1.862 milioni di
euro al 31 dicembre 2002). Il cash-flow generato dalla gestione è stato
utilizzato in parte a copertura del fabbisogno finanziario determinato dagli
investimenti tecnici e dalle necessità di capitale circolante. Va precisato
che l’aumento del totale dei debiti finanziari lordi (da 5.347 milioni di
euro al 30 giugno 2003 a 6.040 milioni al 30 settembre 2003) e l’aumento
delle disponibilità (da 3.537 milioni a 4.221 milioni) è dovuta alle
operazioni di emissione di bonds, descritti più dettagliatamente nel
successivo paragrafo “Fatti più significativi del terzo trimestre”, ed
i cui proventi finanziari al 30 settembre 2003 erano stati utilizzati solo
in parte. I prestiti obbligazionari emessi da imprese controllate in
scadenza nel 2003 e nel 2004 per un ammontare complessivo di 550 milioni di
€uro sono stati in parte riacquistati, per un ammontare di nominali 360
milioni, da un’altra impresa inclusa nell’area di consolidamento.
Pertanto, alla data del 30 settembre 2003, i mezzi finanziari necessari al
Gruppo Parmalat per far fronte ai rimborsi dei prestiti da onorare entro il
31 dicembre 2004 ammontano a 190 milioni di €uro. A questo ammontare si
potrebbe aggiungere l’importo di 246,4 milioni di €uro, maggiorato del
relativo rendimento, nell’eventualità che tutti i portatori delle
obbligazioni Parmalat Soparfi Sa equity linked bonds 2002/2022 esercitino,
come consentito dal relativo regolamento, la richiesta di rimborso
anticipato nel mese di dicembre 2004. Per quanto riguarda gli impegni
finanziari in scadenza nel breve periodo, va ricordato che il Gruppo
Parmalat potrebbe essere tenuto, qualora entro la fine del 2003 non venisse
attuata la programmata quotazione della controllata brasiliana Parmalat
Empreendimentos e Administracao Ltda, ad acquistare, con un investimento di
circa 400 milioni di dollari statunitensi, il 18,18% della stessa Parmalat
Empreendimentos e Administracao Ltda di proprietà di investitori
nord-americani. Allo stato attuale riteniamo improbabile effettuare nei
termini programmati la quotazione della Parmalat Empreendimentos e
Administracao Ltda e, pertanto, Parmalat sarà tenuta, se non verranno
rinegoziate le condizioni con gli investitori nord-americani, ad adempiere
all'impegno di acquisto della quota di minoranza della società brasiliana.
I prestiti obbligazionari in scadenza entro il 2004 e gli impegni finanziari
sopra descritti troveranno copertura tramite l’utilizzo della liquidità.
Viene precisato che sono iscritti nelle attività finanziarie che non
costituiscono immobilizzazioni, per 61 milioni di euro, titoli subordinati
acquistati e/o sottoscritti a fronte di determinate operazioni di
finanziamento. Le obbligazioni iscritte nell’attivo circolante, per 1.577
milioni di euro, hanno tutte rating minimo singola A ad eccezione
dell’investimento in titoli Sires Star, sottoscritti nell’ambito di una
operazione finanziaria con una primaria istituzione bancaria internazionale,
per un ammontare di 34,2 milioni con scadenza nel dicembre 2017. Il
pagamento degli interessi del titolo Sires Star è garantito da una primaria
istituzione bancaria internazionale tramite uno swap agreement che
garantisce un rendimento fisso. Inoltre, in caso di mancato rimborso della
quota capitale da parte dell’emittente, Parmalat ha un diritto di "call"
nei confronti della stessa primaria istituzione bancaria che deve trasferire
a Parmalat un ammontare corrispondente di titoli emessi da Società del
Gruppo Parmalat. I titoli iscritti nell’attivo circolante comprendono, per
496,5 milioni di euro, le quote nel fondo comune di investimento estero
Epicurum, costituito a fine settembre 2002, iscritte ad un valore pari al
costo di sottoscrizione, dunque riconducibile al costo sostenuto alla data
di riferimento. Il fondo in questione, che investe in strumenti finanziari
quotati, strumenti finanziari non quotati, strumenti finanziari derivati e
quote di fondi, produrrà la prima situazione patrimoniale al 31 dicembre
2003, termine del primo pieno esercizio, in conformità alla legislazione e
ai principi contabili allo stesso applicabili e alle disposizioni
regolamentari e statutarie cui lo stesso è soggetto. L’investimento è
stato effettuato ai fini della attribuzione a gestori professionali di una
parte della liquidità del Gruppo, anche in funzione di un rendimento atteso
superiore alla media dei rendimenti dei titoli attualmente in portafoglio;
la durata prospettica dell’investimento è di breve periodo, ma comunque
determinabile in funzione del rendimento realizzato e/o prospettico. Il
fondo Epicurum, in relazione a e a seguito di taluni articoli di stampa e
comunicati di varia fonte, in data 12 novembre ha espresso la
raccomandazione, per evitare reciproci danni, che la Parmalat voglia aderire
alla richiesta di liquidare il proprio investimento nel fondo. A ragione di
detta richiesta Parmalat ha ritenuto di accogliere la raccomandazione di
liquidazione della propria quota di partecipazione nel Fondo, liquidazione
che avrà luogo nei termini e alle condizioni delle disposizioni statutarie
del fondo; l’importo stimato che il fondo liquiderà sarà di circa 600
milioni di Us$ e la liquidazione avverrà entro 15 giorni. Una impresa
inclusa nell’area di consolidamento ha stipulato con il Fondo Epicurum,
nel mese di marzo del corrente esercizio, un contratto di swap valutario,
con riferimento ad un importo nozionale di 850 milioni di euro, con le quali
le parti si sono impegnate a liquidarsi trimestralmente, fino al 2007, le
differenze cambio maturate tra il dollaro statunitense e l’euro rispetto
ad un cambio iniziale concordato. Tale contratto è stato stipulato, in
considerazione della particolare volatilità registrata nei rapporti di
cambio Usd/euro, a copertura del rischio cambio sugli investimenti del
Gruppo Parmalat in essere nell’"area dollaro". In considerazione
dei recenti accadimenti, non escludiamo l’estinzione anticipata o la
rinegoziazione di tale contratto stipulato con il Fondo Epicurum.
L’ammontare delle promissory notes iscritte nell’attivo circolante, è
passato da 1.052 milioni di euro al 31 dicembre 2002 a 572 milioni al 30
settembre 2003. I suddetti titoli sono legati ad operazioni finanziarie
volte allo sviluppo commerciale ed industriale del gruppo in certi paesi. La
maggior parte delle Promissory Notes sono garantite da primari istituti di
credito. La classificazione delle attività sopra descritte nell’attivo
non immobilizzato è stata effettuata in considerazione della esigibilità e
liquidabilità di tali titoli nel breve periodo.
GANDALF SPA: APPROVATA
LA RELAZIONE TRIMESTRALE
AL 30 SETTEMBRE 2003
Orio al Serio (Bg), 17 novembre 2003 -– Nella riunione del 14 novembre, il
Consiglio di Amministrazione della Società ha approvato la relazione
trimestrale al 30/09/2003. In considerazione dell’attuale stato della
società ed in vista della Assemblea convocata per i giorni 25, 27 novembre
e 2 dicembre pp.Vv. Per l’adozione dei provvedimenti in ordine allo stato
di liquidazione della società ovvero per la revoca dello stesso, detta
relazione è stata redatta in duplice versione, per rispecchiare la
situazione della società tanto in ottica di continuità aziendale quanto in
ottica liquidatoria. E’ stata valutata in ottica di continuità aziendale,
la relazione espone una perdita consolidata di Euro 15.095 milioni, una
perdita di Gandalf S.p.a. Di Euro 17.383 milioni, un patrimonio netto
consolidato di Euro –19.991 milioni e di Gandalf S.p.a. Di Euro –14.096
milioni. Se, invece, valutata in ottica di liquidatoria, la relazione espone
una perdita consolidata di Euro 61.812 milioni, una perdita di Gandalf
S.p.a. Di Euro 69.592 milioni, un patrimonio netto consolidato di Euro
–66.708 milioni e di Gandalf S.p.a. Di Euro –66.305 milioni. Resta
inteso che per potersi procedere alla revoca della liquidazione, tanto per
effetto di interventi finanziari che dovessero pervenire prima
dell’Assemblea quanto per effetto di volontà assembleare manifestata in
detta sede, fermi restando i concetti già esposti nelle relazioni
depositate ai sensi di legge entro i termini fissati per la precedente
Assembela Straordinaria dei giorni 24, 25 e 28 ottobre uu.Ss., i dati
economici debbono essere integralmente sostituiti da quelli risultanti dalla
situazione trimestrale al 30 settembre 2003, nella versione redatta in
ottica di continuità aziendale. Si segnala, comunque, che il Consiglio di
Amministrazione, pur essendosi attivato per quanto in suo potere al fine di
sottolineare l’importanza ai soci della partecipazione alla convocata
Assemblea, ha già considerato anche l’ipotesi che la convocata Assemblea
possa nuovamente non trovare il quorum costitutivo o deliberativo e, per
tale ipotesi, ha già predisposto ricorso preventivo al Presidente del
Tribunale di Parma per la nomina di liquidatore/i giudiziale/i in corso di
deposito. In sintesi, le principali informazioni, desumibili dalla relazione
trimestrale del Gruppo, in ipotesi di continuità aziendale, sono le
seguenti: I ricavi netti nei primi nove mesi del 2003 ammontano a 29,6
milioni di euro, con un decremento di 9,5 milioni di euro rispetto allo
stesso periodo dell’esercizio precedente, dovuto principalmente alla
riduzione del numero di aeromobili operativi. I costi per materiali e
servizi ammontano a circa 21,7 milioni di euro, con un decremento di 4,4
milioni di euro rispetto al 30 settembre
2002, in
relazione ai minori voli operati dalla società (-21%). In tale voce sono
inclusi i costi per i wet lease per circa 3,3 milioni di euro (pari a 4,8
milioni di Euro al 30 settembre 2002). Il costo del lavoro ammonta a 7,7
milioni di euro, contro gli 8 milioni di euro dello stesso periodo
dell’esercizio precedente. L’organico del Gruppo Gandalf al 30 settembre
2003 risulta composto da 168 addetti, contro i 211 dipendenti al 30
settembre 2002. Il costo dei leasing dei primi nove mesi è risultato pari a
5,2 milioni di euro contro i 8,3 dello stesso periodo dell’esercizio
precedente, con un decremento pari a circa 3,1 milioni di euro. Tale
miglioramento è dovuto al minor numero di aerei in flotta ed al recupero
del cambio dell’euro rispetto al dollaro, moneta quest’ultima in cui
viene regolato circa il 50% dei contratti in essere per gli aerei in flotta.
Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) risulta pari a –10,4 milioni di euro,
contro i – 11,3 milioni di euro dello stesso periodo dell’esercizio
precedente. Il Risultato Netto dei primi nove mesi del 2003 risulta pari a
–15,1 milioni di euro. La posizione finanziaria netta è pari ad euro
–12 milioni, rispetto a –10,5 milioni al 31 dicembre 2002; l’aumento
di capitale sociale deliberato il 29 gennaio
2003 ha
generato, nel periodo di riferimento, un flusso di cassa per Euro 3,1
milioni. Il flusso monetario negativo della gestione reddituale è stato
pari ad Euro 1,3 milioni, (contro –13,2 milioni al 31 dicembre 2002),
mentre il flusso monetario dell’attività di investimento è stato pari a
–3,3 milioni (-6,7 milioni al 31 dicembre 2002) Nei primi nove mesi del
2003 i passeggeri trasportati sono stati 176.959, contro i 229.053 al 30
settembre 2002, con un decremento pari al 23%, a fronte della riduzione
degli aerei in flotta e dei relativi voli. Il load factor medio è stato
complessivamente pari al 51%, contro il 50% dello stesso periodo del 2002.
Il Consiglio, inoltre, comunica che ad oggi non sono pervenute concrete
offerte di interventi finanziari nell’ambito delle iniziative già
pubblicizzate.
BREMBO
: RICAVI IN CRESCITA ANCHE NEL TERZO TRIMESTRE, FORTE PRESSIONE SUI PREZZI
DI VENDITA E MATERIE PRIME NUOVAMENTE IN TENSIONE
Curno, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Brembo,
presieduto da Alberto Bombassei, ha esaminato nella riunione del 17 novembre
i dati economici e finanziari consolidati del terzo trimestre. I risultati
confermano la tendenza dei precedenti mesi, con una buona espansione dei
ricavi, una sostanziale tenuta del margine operativo lordo e della
generazione di cassa ed un miglioramento del risultato netto anche grazie a
componenti straordinari non operativi. Il trimestre in sintesi Al termine
del terzo trimestre i ricavi consolidati si attestano a E475,7milioni, con
un progresso del 12,8% sull'analogo periodo dello scorso esercizio. Nel
terzo trimestre è stata consolidata per la prima volta con il metodo
integrale la società Bibielle Spa, produttrice di dischi freno per il
mercato del ricambio delle autovetture, e con un'incidenza del 2,6% sui
ricavi consolidati. A parità di perimetro, l'aumento dei ricavi è quindi
leggermente superiore al 10% rispetto all'anno precedente. A comporre questo
incremento concorrono in maniera assai variegata i diversi settori di
attività, con il segmento dei freni per autovetture in decisa espansione,
grazie alle nuove applicazioni nel settore del primo montaggio ed al
positivo andamento del mercato del ricambio, mentre stabili risultano i
prodotti per i veicoli commerciali ed in regresso i sistemi frenanti per i
veicoli da competizione. Il mercato della motocicletta, a dispetto
dell'espansione dei fatturati, risulta soggetto a una fortissima
competizione e pressione sui margini. La vocazione internazionale
dell'azienda si conferma, con circa i tre quarti della produzione venduta
fuori dall'Italia, e con alcuni paesi in buona crescita, in particolare
quelli dell'Europa orientale e del Far-east; questi ultimi sono giunti ormai
a rappresentare il secondo mercato per i freni per autovetture. Si rimanda
alle tabelle allegate per i dettagli e le opportune comparazioni. I mercati
di riferimento riflettono in generale il difficile quadro macroeconomico
internazionale, ed i timidi segnali positivi del trimestre passato sono in
alcuni casi già superati da indici nuovamente in ribasso. In generale non
sono attesi sviluppi significativi nei prossimi mesi e si ritiene che un
tono più positivo dei mercati di sbocco si possa consolidare solamente
intorno alla fine del primo semestre del 2004. Il prezzo delle principali
materie prime impiegate ha ripreso la corsa al rialzo e soprattutto i
metalli ferrosi preoccupano per i mesi a venire. Gli aumentati consumi,
soprattutto asiatici, sembrano essere alla base di queste nuove tensioni sui
prezzi. Il margine operativo lordo si attesta su livelli percentuali
identici a quelli dello scorso anno, anche a parità di perimetro di
consolidamento, in quanto l'influenza di Bibielle è irrilevante. L'utile
netto, che sconta imposte previste pari al 47% - incluse quelle differite -
risulta in significativo aumento, soprattutto a causa della minore incidenza
percentuale degli ammortamenti e per la presenza di plusvalenze da cessione
di immobilizzi. Invariata rispetto al trimestre precedente la posizione
finanziaria netta, con debiti per E 155milioni. Si allegano i prospetti
relativi alla situazione economica e patrimoniale finanziaria.
SIEMENS ITALIA CHIUDE L’ESERCIZIO 2002/03 CON UN
FATTURATO DI 3.465 MILIONI DI EURO. UN
RISULTATO SOSTANZIALMENTE INVARIATO (VAR. – 0,3%) RISPETTO AL PRECEDENTE
ESERCIZIO CHE AVEVA FATTO REGISTRARE UN FATTURATO DI 3.477 MILIONI DI EURO.
Milano, 17 novembre 2003 - “Il buon risultato raggiunto dal Gruppo -
commenta Vittorio Rossi, Amministratore Delegato di Siemens S.p.a. E Country
Speaker del Gruppo in Italia - premia soprattutto le buone performance di
aree come Trasporti e Medicale ma anche la ripresa delle Telecomunicazioni,
comunque condizionate da una crisi strutturale perdurante nei mercati
mondiali.” “Usciamo rafforzati da un anno difficile per tutti -
sottolinea Rossi - che ci ha visto impegnati in un processo di
riorganizzazione e di focalizzazione sulle sinergie interne che ci ha
consentito di mantenere i volumi e di far registrare il miglior Profit di
Gruppo in valore assoluto.” Information
and Communications Fatturato 1.840 milioni di Euro (+ 1,6%) Al termine di un
nuovo anno di crisi degli investimenti nel mercato mondiale delle
telecomunicazioni, Siemens ha chiuso l’esercizio in ripresa, facendo
registrare un fatturato di 1.840 milioni di Euro ed un + 1,6% nei confronti
dell’anno fiscale 2001/02. A trainare il buon risultato dell’area sono
state soprattutto le crescite a 2 cifre di cellulari e soluzioni It. Con 2,5
milioni di terminali venduti, Siemens ha rafforzato la seconda posizione sul
mercato italiano, grazie anche al completamento del portafoglio prodotti.
Grande contributo è stato fornito dalle vendite dei cordless che con un +
35% hanno consentito inoltre al Gruppo di consolidare la leadership
nazionale nel mercato di riferimento. L’anno appena concluso ha visto
Siemens portare avanti, con l’installazione di nuove stazioni radio-base,
la copertura della rete Umts per H3g (1.800 stazioni installate da Siemens
su un totale di circa 3.500 di H3g) ed avviare un progetto per le
infrastrutture di terza generazione con Tim. Particolarmente significativi
anche la realizzazione in corso della rete Gsm-r per Rete Ferroviaria
Italiana (Gruppo Fs) e il potenziamento della rete nazionale Gsm/gprs di Tim
con tecnologia Edge. Il gruppo Sbs (Siemens Business Services) ha guadagnato
il 10% nel fatturato rispetto all’esercizio precedente. Protagonisti i 3
progetti di e-government, tra i più significativi a livello europeo: il
completamento dell’informatizzazione nel nuovo sistema di gestione delle
chiamate di emergenza per i Carabinieri 112, la consegna della prima smart
card di identificazione per l’Esercito Italiano (Carta Multiservizi della
Difesa) e l’avvio del progetto per
la Carta Multiservizio
della Regione Lombardia. Da segnalare, nelle reti fisse, la fornitura di
tecnologia di accesso a banda larga per gli operatori Telecom Italia e
Fastweb, che ha consentito a quest’ultimo il lancio dell’offerta dei
servizi video su Adsl. Automation
and Control Fatturato 925 milioni di Euro (- 4,6%) A fronte delle perduranti
sofferenze del comparto industriale, l’area Automation and Control ha
registrato un fatturato di 925 milioni di Euro, in lieve calo (- 4,6%)
rispetto ai volumi dell’esercizio precedente. A condizionare in maniera
significativa il risultato è stata la cessione di Siemens Facility
Management & Services (valore 40 milioni di Euro) ad Aem, avvenuta nel
settembre 2002. Nonostante il risultato in flessione dell’intera area
vanno segnalati: la buona performance del settore automazione (+ 0,6%); la
realizzazione degli impianti di distribuzione e smistamento per i gruppi
Gucci (Svizzera) e Barilla (Parma), e dei sistemi di sicurezza e building
automation per Fiat Avio, Deutsche Bank e Aeroporto di Malpensa; i servizi
di maintenance sviluppati per il Gruppo Solvay e l’ampliamento di un
impianto di produzione per Agrolinz Melamin Italia. Ligthing Fatturato 317
milioni di Euro (+ 0,9%) Rappresentata dalla società Osram, l’area
Lighting ha chiuso l’anno 2002/03 con un fatturato di 317 milioni di Euro,
in linea con il risultato dell’esercizio precedente (+ 0,9%). Medical
Fatturato 217 milioni di Euro (+ 14,2%) Con un fatturato di 217 milioni di
Euro ed un + 14,2% rispetto allo scorso esercizio, Siemens conferma un trend
molto positivo. Se in parte la crescita può essere ricondotta
all’incorporazione della società di servizi It per strutture ospedaliere
Shared Medical Services (Sms), l’anno appena concluso ha visto anche la
cessione di una parte del business dell’Elettromedicina alla joint-venture
Draeger Medical. Tra le realizzazioni più significative
l’informatizzazione dell’Istituto dei Tumori di Milano, prima struttura
ospedaliera sui tumori completamente filmless, e l’innovativo project
financing per l’Ospedale di Cagliari, per il quale Siemens ha curato tutti
gli aspetti necessari alla progettazione, alla costruzione ed al
finanziamento delle strutture. Transportation
Fatturato 163 milioni di Euro (+ 20,7%) L’area Trasporti ha archiviato
l’esercizio 2002/03 con un fatturato complessivo di 163 milioni di Euro ed
un + 20,7% rispetto all’anno precedente, segnando la crescita di volumi più
rilevante in termini percentuali tra le diverse aree del Gruppo. Nel settore
dedicato al trasporto ferroviario e urbano, da segnalare la fornitura dei
sistemi di marcia automatica e dei treni per
la Metropolitana
di Torino, in corso di realizzazione per l’appuntamento delle Olimpiadi
invernali del 2006, il nuovo impulso ricevuto dal progetto per
la Metrotramvia
di Verona, ed il prolungamento della metropolitana di Milano Mm3 lungo la
tratta Zara-maciachini. Un forte contributo al risultato complessivo
dell’area è giunto dalla vendita degli iniettori per motori a benzina di
Siemens Vdo Automotive, che ha visto recentemente riconosciuto il sito di
Pisa come centro di eccellenza a livello mondiale per la progettazione e lo
sviluppo di questo tipo di prodotti. Power Fatturato 133 milioni di Euro (-
4,3%) Con un fatturato di 133 milioni di Euro, l’area Power ha chiuso
l’esercizio 2002/03 con una lieve flessione (- 4,3%) rispetto all’anno
precedente, riconducibile alla cessione di Siemens Metering (valore 23
milioni di Euro) al fondo Kkr, avvenuta nel corso dell’anno fiscale
2001/02. L’anno appena concluso ha visto il completamento
dell’integrazione di Fiat Avio Power Services, e il conseguente
cambiamento di denominazione in Gas Turbine Technologies (Gtt).
INFERENTIA DNM APPROVATA
LA RELAZIONE AL
30 SETTEMBRE 2003 PRIMI NOVE MESI CRESCE IL VALORE DELLA PRODUZIONE (13,3%)
FORTE INCREMENTO DELL'EBITDA (+138,2%)
Milano, 17 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Inferentia Dnm
S.p.a., riunito il 14 novembre sotto la presidenza di Enrico Gasperini, ha
approvato la relazione trimestrale al 30 settembre 2003. Il valore della
produzione consolidato dei primi nove mesi del 2003, pari a € 33,666
milioni, cresce del 13,3 % rispetto all'equivalente periodo del 2002. Nel
terzo trimestre, il valore della produzione consolidato è stato di €
9,343 milioni, in calo del 2,6% rispetto al terzo trimestre del 2002 (€
9,597 milioni). Il margine operativo lordo consolidato (Ebitda) dei primi
nove mesi dell'anno è positivo per € 2,215 milioni, in netto
miglioramento (+138,2%) rispetto al dato, negativo per € 5,802, dei primi
nove mesi del 2002. Il considerevole aumento dell'Ebitda è il risultato sia
della crescita del valore della produzione, sia della notevole riduzione dei
costi operativi a seguito del piano di ristrutturazione posto in essere
dalla società. Nel terzo trimestre del
2003 l
'Ebitda risulta negativo per € 0,795 milioni, contro un Ebitda di €
0,208 nel terzo trimestre 2002. Tale decremento è da ricondursi al
rallentamento del business in Italia, solo parzialmente compensato dalla
crescita di fatturato in altri paesi europei in cui opera il Gruppo. Il
risultato operativo consolidato (Ebit), negativo per € 2,736 milioni nei
primi nove mesi dell'esercizio 2003, cresce, rispetto allo stesso periodo
del 2002, di € 9,307 milioni. Il miglioramento dell'Ebit è riconducibile
all'aumento del margine operativo lordo e, in misura minore, alla
diminuzione degli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e
materiali. Nel terzo trimestre 2003 il risultato operativo è negativo per
€ 2,122 milioni, in flessione di € 0,381 milioni rispetto
all'equivalente periodo del 2002, per effetto principalmente della
diminuzione dell'Ebitda. Il risultato prima delle imposte consolidato (Ebt),
negativo per € 6,778 milioni nei primi nove mesi dell'esercizio 2003,
evidenzia una crescita, pari a € 0,703 milioni, rispetto ai primi nove
mesi del 2002 (- € 7,481 milioni). Nel 2002 tale risultato è stato
positivamente influenzato da proventi straordinari netti non ricorrenti per
€ 6,323 milioni. Al netto di tale proventi, l'incremento del risultato
ante imposte nei primi nove mesi del 2003 sarebbe di circa € 7 milioni.
Nel terzo trimestre, il risultato operativo evidenzia un ulteriore
miglioramento rispetto al terzo trimestre 2002. Il dato, infatti, seppur
negativo per € 2,314 milioni, migliora di € 1,107, soprattutto grazie
alla decisa diminuzione degli oneri straordinari netti. I primi nove mesi
del 2003 si chiudono con una perdita netta consolidata di € 6,816 milioni,
rispetto ad una perdita di € 7,310 milioni nell'analogo periodo dello
scorso anno. Nel terzo trimestre la perdita consolidata si attesta a €
2,280 milioni, rispetto ad una perdita di € 3,511 milioni nel terzo
trimestre
2002 L
'indebitamento finanziario netto del Gruppo al 30 settembre 2003, pari a €
8,593 milioni, evidenzia un peggioramento di € 5,2 milioni, rispetto alla
posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2002, negativa per € 3,393
milioni. Nei primi nove mesi del 2003 il patrimonio netto del Gruppo risulta
pari a € 12,516 milioni, con una riduzione di € 4,493 milioni rispetto
al dato del 31 dicembre 2002, riconducibile all'effetto congiunto della
perdita di periodo, pari a € 6,816 milioni, e dell'aumento di capitale
sociale, deliberato dall'Assemblea dei soci dell'8 maggio 2003, di nominali
€ 181.250, riservato ad alcuni dipendenti e manager della controllata
francese Fullsix S.a.s. I risultati dei primi nove mesi dell'esercizio 2003
ed il portafoglio ordini fanno ritenere che il Gruppo raggiungerà gli
obiettivi di budget, in termini di valore della produzione. Il rallentamento
del business in Italia, seppur compensato dalla crescita di fatturato negli
altri paesi in cui opera il Gruppo, pregiudicherà tuttavia gli obiettivi di
marginalità operativa lorda dell'esercizio 2003, prevista a budget tra il
15-17% del valore della produzione, e stimata attualmente tra il 6-8%. Nel
corso dei prossimi mesi sarà completata la riduzione del personale di circa
45 unità. Ciò consentirà, in particolare, di definire una struttura
organizzativa coerente con gli obiettivi di budget 2004 e con il piano
industriale del prossimo triennio, nonché di promuovere adeguati
investimenti formativi e di riprendere i programmi di incentivazione sulle
performance individuali e di Gruppo. Il management del Gruppo sta procedendo
alla definizione di un nuovo piano industriale per il triennio 2004-2006,
che verrà sottoposto ad una prossima seduta del Consiglio di
Amministrazione. In data 27 ottobre 2003 il Consiglio di Amministrazione
della capogruppo Inferentia Dnm S.p.a., ha deliberato di convocare
l'Assemblea straordinaria dei soci, in prima e in seconda convocazione
rispettivamente per il 16 e il 18 dicembre 2003, per sottoporre
all'approvazione la proposta di aumento del capitale sociale a pagamento,
per massimi € 2,4 milioni, mediante emissione di massime n. 359.955 azioni
ordinarie, da liberare con conferimento in natura di massime n. 23.202.066
azioni, pari alla totalità del capitale sociale Onetone S.p.a. L'aumento di
capitale proposto è riservato a tre soggetti, due dei quali (Blugroup
Holding S.p.a. E Finecogroup S.p.a), già attuali azionisti di Inferentia
Dnm. In data 27 ottobre 2003, Finecogroup S.p.a ha comunicato al Consiglio
di Amministrazione di Inferentia Dnm S.p.a. La propria volontà di non
conferire le proprie azioni Onetone in adesione all'aumento di capitale.
TRIMESTRALE DATALOGIC: PIÙ CHE TRIPLICATO
L’UTILE DEI PRIMI MESI DEL
2003 A
9,2 MILIONI DI EURO (2,8 MILIONI AL 30 SETTEMBRE 2002).
Calderara di Reno (Bo), 14 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione
approva i dati al 30 settembre 2003. Più che triplicato l’utile dei primi
mesi del
2003 a
9,2 milioni di Euro (2,8 milioni al 30 settembre 2002). In forte crescita la
redditività: +46% il margine operativo lordo a 15,4 milioni di Euro (10,5
milioni nel corrispondente periodo dello scorso esercizio), il risultato
operativo a 8,5 milioni (3,9 milioni nel 2002). +15% i ricavi consolidati a
quota 95,2 milioni di Euro (82,8 milioni nei primi nove mesi del 2002).
Ricavi per 95,2 milioni di Euro nei primi nove mesi del 2003 (+15% rispetto
agli 82,8 milioni del corrispondente periodo del 2002). Redditività in
netto miglioramento: il margine operativo lordo si attesta a 15,4 milioni di
Euro (+46% rispetto ai 10,5 milioni dello scorso esercizio), il risultato
operativo a 8,5 milioni di Euro, più che doppio rispetto ai 3,9 milioni dei
primi nove mesi del 2002. Utile consolidato (al lordo delle imposte) a quota
9,2 milioni di Euro nei primi nove mesi del 2003, più che triplicato
rispetto ai 2,8 milioni del corrispondente periodo del 2002. Questi, in
sintesi, i dati al 30 settembre 2003 approvati oggi dal Consiglio di
Amministrazione di Datalogic S.p.a., società quotata presso il Nuovo
Mercato, attiva nella progettazione, produzione e distribuzione di sistemi
per la lettura di codici a barre. Con riferimento al terzo trimestre 2003, i
risultati evidenziano un fatturato consolidato di 30,4 milioni di Euro (+33%
rispetto ai 22,9 milioni del terzo trimestre 2002), un margine operativo
lordo di 4,8 milioni più che doppio rispetto ai 2,2 milioni del
corrispondente periodo dello scorso esercizio e un risultato operativo di
2,9 milioni (-0,5 milioni). Relativamente alle singole linee di prodotto,
crescono in modo significativo, a quota 81,2 milioni di Euro, i ricavi
relativi ai lettori ottici (+18% rispetto ai primi nove mesi del 2002) e i
ricavi per servizi (+39%). Con riferimento alle aree geografiche, è stata
particolarmente significativa la crescita del mercato europeo (+25%), dovuta
prevalentemente al positivo andamento della Germania (+28%), e della
penisola iberica (+56%). Va comunque notato che le vendite del 2002 non
tenevano in considerazione i risultati della controllata svedese Minec,
consolidata a partire dal 2003, che ha contribuito per 2,1 milioni di Euro.
Negli Stati Uniti ed in Italia continua il rafforzamento della posizione
competitiva. La posizione finanziaria netta al 30 settembre 2003, attiva per
33,4 milioni di Euro, risulta stabile rispetto al 31 dicembre 2002 ed in
miglioramento rispetto ai 31,6 milioni del corrispondente periodo dello
scorso esercizio. “I risultati nei primi nove mesi dell’anno – ha
dichiarato Roberto Tunioli, Amministratore Delegato della Società - sono
stati estremamente soddisfacenti. Il miglioramento della redditività e la
crescita particolarmente sostenuta anche in Paesi chiave come
la Germania
confermano la lungimiranza delle nostre scelte nel presidio di importanti
mercati esteri.” “Ritengo particolarmente importante - ha aggiunto
Tunioli - sottolineare come la validità delle soluzioni implementate presso
i nostri clienti abbia consentito di espandere i nostri business,
consolidando la nostra leadership e rafforzando ulteriormente il nostro
posizionamento competitivo”.
A MILANO IL CONGRESSO DEI BUSINESSANGELS
EUROPEI SI SONO RIUNTE LE RETI DEGLI INVESTITORI INFORMALI DI TUTTA EUROPA
PER FARE IL PUNTO SULLE FONTI DI FINANZIAMENTO DE//IMPRENDITORIA DELL'UNIONE
Milano, 17 novembre 2003 - Milano ha ospitato ospitato il 14 e 15 novembre
nell'ambito del semestre di presidenza italiana dell'Unione, il quarto
congresso di Eban, l'associazione che riunisce le reti europee dei business
angels, ossia gli investitori privati informali che costituiscono una delle
principali fonti di finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali nei
Paesi più evoluti a livello europeo e mondiale. Il congresso è organizzato
da Iban, l'associazione italiana dei business angels con il sostegno del
Ministero delle Attività Produttive e della Commissione Europea, il
patrocinio dell'Istituto per
la Promozione Industriale
, della Provincia di Milano e della Camera di Commercio Artigianato e
Industria di Milano e il contributo di Aifi, Deutsche Bank, Ibm e
Pricewaterhousecoopers. Concorrono tra gli altri alla promozione e
all'organizzazione del congresso Zapnet.tv e la rivista Wireless. L'agenda
degli interventi, nella quale figurano tra gli altri in veste di relatori e
come parti attive nella ricerca di soluzioni il Commissario Europeo per
l’Impresa Erkii Liikanen, il ministro per le Attività Produttive Antonio
Marzano, e Mario Calducci, sottosegretario alle Attività Produttive,
intende fare il punto sulle condizioni in cui si trovano a operare le reti
di investitori informali in Europa in un momento di stagnazione se non
recessione del mercato del capitale di rischio dopo lo scoppio della bolla
speculativa. Alla fine del 2002 erano attive nei Paesi dell'Unione Europea
più di 170 reti di business angels, buona parte su iniziativa privata, e
nonostante stiano tutte operando ed erogando finanziamenti e spesso servizi
agli imprenditori, le condizioni generali del mercato non appiano ottimali.
Secondo uno studio pubblicato nel novembre 2002 dalla Commissione Europea
individuava una serie di best practice in opera in alcuni Paesi europei ma
assenti in buona parte degli stessi, e inoltre raccomandava di inserire nel
quadro normativo di contorno innovazioni che incrementassero l'interesse da
parte dei detentori di capitale finanziario a diventare dei business angels.
Tra queste possibili innovazioni sono di particolare rilievo quelle che
modificano le condizioni fiscali del punto d'entrata (per esempio
l'abbassamento delle aliquote di tassazione sul reddito investito in nuove
aziende) e di quello d'uscita (trattamento fiscale del capital gain e
capita) loss). In questo contesto di forte interesse da parte delle
istituzioni europee e italiane alla figura e al ruolo del business angels,
il congresso Eban di Milano si concentra sulla ricerca di risposte a quattro
domande oggi fondamentali per il settore: 1) Il settore del capitale di
rischio informale può pensare di fare a meno del supporto pubblico? 2) Le
reti di business angels devono andare oltre il ruolo di piattaforma
d'incrocio tra investitore e imprenditore? 3) Le attività di supporto
all'imprenditorialità che vanno oltre il finanziamento possono essere
autofinanziate dalle reti stesse? 4) Quali sono le prospettive per il
capitale di rischio informale e per i fondi di "seed capital" in
un'economia a basso tasso di crescita come quella europea? Queste domande
sono state affrontate confrontando i punti di vista dei responsabili di reti
di business angels di diversi Paesi europei e degli Stati Uniti con quelli
dei dirigenti pubblici e dei responsabili politici a livello europeo e
nazionale. Infolink: www.Iban.it
DEXIA CREDIOP: 150 MILIONI DI EURO PER
LA SALVAGUARDIA DEL
PATRIMONIO STORICO ED ARTISTICO NAZIONALE.
Roma, 17 novembre 2003 - E’ stato siglato il 12 novembre a Roma da Dexia
Crediop, la banca d’affari leader in Italia per la finanza pubblica e di
progetto dedicata allo sviluppo sostenibile, e
la Banca
per lo Sviluppo del Consiglio d’Europa (Ceb), un contratto di prestito
volto a favorire la salvaguardia del patrimonio storico ed artistico degli
Enti Locali in Italia. Il contratto prevede l’erogazione di un prestito
finalizzato fino ad un massimo di 150 milioni di Euro a favore di Dexia
Crediop utilizzabile in più tranche (fino ad un massimo di 4) per il
finanziamento di specifici progetti di tutela e sviluppo a favore degli enti
territoriali che detengono un patrimonio artistico e culturale rilevante. Più
nello specifico, i fondi saranno destinati agli interventi di
ristrutturazione, di recupero, restauro e riqualificazione di zone
archeologiche, di insediamenti storici e monumentali, di musei, biblioteche
e centri storici. Sulla base dei singoli progetti individuati, Dexia Crediop
erogherà, a sua volta, i fondi alle amministrazioni locali entro 18 mesi
dall’emissione di ogni singola tranche, di cui la prima è prevista entro
il termine del 2003. “Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto”
- afferma Gérard Bayol, Amministratore Delegato di Dexia Crediop - “perché
ci consente di collaborare con un’istituzione autorevole a livello
internazionale mettendo le nostre competenze al servizio della salvaguardia
del più importante patrimonio artistico al mondo, in linea con i principi
dello sviluppo sostenibile, patrimonio strategico del Gruppo Dexia, che
stiamo accompagnando anche in Italia”. Dexia Crediop, con mezzi
patrimoniali complessivi superiori a 950 milioni di Euro, è
l’interlocutore finanziario principale delle Istituzioni pubbliche, di
enti territoriali e aziende di servizi pubblici per lo sviluppo sostenibile
del Paese attraverso il finanziamento di opere di infrastrutture,
l’emissione di obbligazioni di enti territoriali, operazioni di ingegneria
finanziaria e di finanza strutturata, l’asset management, project
financing e la consulenza e assistenza in processi di privatizzazione e
ristrutturazione. Dexia è un Gruppo bancario multispecialistico, leader
mondiale nei servizi finanziari al settore pubblico, protagonista nella
raccolta del risparmio e nella gestione finanziaria e amministrativa di
fondi. Quotato a Bruxelles, Parigi e Lussemburgo, Dexia figura tra i primi
15 Gruppi bancari europei.
La Banca
di Sviluppo del Consiglio d’Europa (Ceb), fondata nel 1956, conta oggi 35
Paesi membri, di cui
14 in
Europa centrale ed orientale.
La Ceb
rappresenta uno strumento importante della politica di solidarietà
sviluppata dal Consiglio d’Europa. In conformità al proprio Statuto,
la Banca
finanzia, mediante la sua politica di prestiti, progetti sociali, facendo
così beneficiare della propria solidità finanziaria (Aaa da Standard &
Poor’s, Fitch Ratings e Moody’s) gli Stati membri, istituzioni
finanziarie ed amministrazioni locali.
NASCE A FIRENZE IL PRIMO CENTRO STUDI ITALIANO
SUL MERCATO DEL VINO INTANTO L’EXPORT IN CRISI PREOCCUPA GLI OPERATORI.
Firenze 17 novembre 2003 – Basta con l’endemica penuria di dati. Presto
anche il mondo del vino italiano avrà un suo centro studi dei mercati
capace di sfornare analisi in tempo reale e, soprattutto, differenziate per
tipo di prodotto. Ne ha dato notizia Leonardo Casini, direttore del
Dipartimento di Economia Agraria dell’Università di Firenze che ospiterà
il centro studi. Il centro studi farà opera di monitoraggio sia del mercato
italiano, sia dei Paesi più importanti per l’Italia. Diventerà operativo
dal 1 gennaio 2004 con una equipe di economisti, statistici e sociologi
coordinata dallo stesso professor Casini. Accolta con grande favore da
istituzioni e produttori, la notizia è emersa nel corso del convegno I vini
di alta gamma e l’evoluzione del mercato organizzato dai Dipartimenti di
Agraria e Economia in collaborazione con
la Provincia
di Firenze in vista del quarto “Master in management e marketing delle
imprese vitivinicole” (iscrizioni fino al 21 dicembre, ammessi solo 20
studenti, inizio dei corsi a fine gennaio nella fattoria di Montepaldi a S.
Casciano Val di Pesa, con stage in aziende francesi e italiane, informazioni
mastervino@unifi.It www.Wine.unifi.it
Centro studi a parte, varie
preoccupazioni per la congiuntura economica negativa hanno venato il
convegno al quale hanno partecipato, tra gli altri, Lamberto Frescobaldi
(Marchesi de’ Frescobaldi), Filippo Mazzei (amministratore delegato di
Brolio), Cesare Turini (distribuzioni Heres) e l’enologo Giacomo Tachis,
oltre al rettore dell’ateneo fiorentino Augusto Marinelli con
l’economista Vincenzo Zampi (uno dei docenti) e il presidente della
Provincia Michele Gesualdi con l’assessore all’Agricoltura Mario
Lastrucci. Frescobaldi e Turini, in particolare, hanno disegnato lo scenario
di un mondo del vino messo a dura prova, e in molti casi fuori mercato, da
una crisi epocale che non sta facendo sconti a nessuno. Secondo Frescobaldi
“il 2004 sarà ancora più duro” soprattutto per le troppe aziende che
si sono sbilanciate a produrre buoni vini costi quel che costi. “La qualità
non è più sufficiente per stare sul mercato”, ha detto, “Occorre una
storia, un marchio affermato, ma soprattutto saper fare bene i conti. La
crisi c’è e malgrado certe buone notizie dall’economia Usa in recupero,
il periodo davvero difficile deve ancora venire. Un consiglio agli
imprenditori? Stare coperti, perché la bufera è tutt’altro che
finita”. L’analisi economica dice che il mercato sta facendo i conti con
un potere d’acquisto falcidiato. In Europa l’euro stesso dev’essere
ancora digerito, un processo che fa da freno alla ripresa. Per Turini tutto
ciò si somma a un evoluzione culturale del consumatore, oggi più esperto e
smaliziato, attento alla qualità, ma ancora più attento al portafoglio,
dunque non più disposto a sacrificare cifre ingenti per prodotti di blasone
recente e non sicuro. “La gente spende meno e meglio”, ha spiegato
Turini, “Il mercato si è ristretto ai prodotti di alta gamma e questo
nuovo modello d’acquisto sta inducendo cambiamenti epocali anche tra i
distributori. Da portatori di cultura enogastronomia, un tempo abbiamo
contribuito non poco al successo dei vini di qualità. Oggi, e sempre di più
domani, ci spetta un ruolo di servizio, di semplici fornitori. E dovremo
rivedere le nostre competenze per poter vendere nel modo più adeguato sia i
vini di consumo quotidiano, sia quelli di lusso”.
VINO, TUTTE LE CIFRE DI UN MERCATO IN FORTI
DIFFICOLTÀ
Firenze 17 novembre 2003 - - Il 2003 - Una delle annate peggiori del
dopoguerra. Anche in Toscana. Vendemmia povera e riduzione dell’export,
sentenziano i dati di Assoenologi. Ma se la produzione scarsa è dovuta a
incidenti stagionali (il caldo eccezionale dell’estate scorsa), il calo
dell’export è legato a una perdurante crisi della domanda internazionale.
Secondo l’Associazione degli Enologi quest’anno l’Italia produrrà
meno di 45 milioni di ettolitri di vino, ossia circa la stessa quantità del
2002. Si tratta di un deficit di oltre 8 milioni di ettolitri rispetto alla
media dell’ultimo quinquennio (53,2 milioni di ettolitri). Un’annata
compromessa dalla meteorologia (troppo caldo, poca pioggia) che ha costretto
anche ad anticipare quasi ovunque la vendemmia, la più precoce e la più
breve da 50 anni a questa parte. Quanto al mercato e ai prezzi, secondo gli
Enologi il trend del 2003 è migliore del 2002, ma lontano dai livelli del
1997. Dopo l’estate, toni euforici delle contrazione e prezzi in rialzo,
poi ridimensionati per lo più a causa delle alte quotazioni richieste dalla
produzione. La domanda si è rivolta più ai vini bianchi e le previsioni
parlano di generale mantenimento dei prezzi all’ingrosso sulle quote del
2002, quando avevano già registrato sensibili lievitazioni. Gli aumenti
medi si aggirano sul 5%, ma toccano anche il 30% per i prodotti più
richiesti dal mercato. Per l’export il trend è decisamente al ribasso. Il
primo semestre 2003 si è chiuso con una caduta verticale delle vendite
all'estero che incide anche sui vini di qualità. L’impennata dei prezzi
dovuta a una vendemmia eccezionalmente povera ha limitato le perdite in
termini valutari, ma ha confermato tutte le difficoltà del settore. In
cifre, l’attivo della bilancia vinicola del semestre è sceso a 1.176
milioni di euro, dai 1.228 del 2002, pari un calo del 4,2% su base annua.
Secondo Ismea-istat l’export ha perso il 19% in quantità (6,102 milioni
di ettolitri) e il 3% in valore (€ 1.251 milioni). Vero e proprio crollo
di vendite all'estero per il vino da tavola (-27,2% pari a 3,151 milioni di
ettolitri). Per i vini Doc-docg – 9,5% in volume (circa 2 milioni di
ettolitri) pari a -8,5% in valore (€ 630 milioni). Soffre anche l’export
di spumanti e mosti (-2,3% e -14,3%), mentre recuperano i vini frizzanti
(+3%). Tra i principali Paesi clienti dell’Italia, alla Germania il record
delle disdette (-20%). Crescita, invece, sul mercato Usa: + 5%. Il panorama
economico definito da queste cifre sembra non concedere prospettive
lusinghiere per le aziende italiane. Almeno non a breve e medio termine.
Sulla scia di una serie di successi clamorosi, molte imprese si sono
lanciate in investimenti eccessivi, spesso con aumenti dei prezzi esagerati
che i consumatori hanno percepito come speculativi. Nel mondo il made in
Italy è sinonimo di qualità, tradizione e rispetto dell’ambiente. Un
marchio che premia, ma che oggi deve vedersela con Paesi emergenti che
potranno ridurre, anche significativamente, la quota italiana di mercato.
L’assoenologi, quindi, raccomanda interventi urgenti. Pubblicità e
promozione possono fare molto e comunicare con efficacia è imperativo. Due
gli elementi determinanti da tenere d’occhio: prezzo e servizi aggiunti,
perché proprio su questi fronti i Paesi emergenti si stanno muovendo presto
e bene, proponendo per di più vini capaci di farsi apprezzare.
UNA RETE TEMATICA EUROPEA PROPONE DI
RIVOLUZIONARE
LA PRODUZIONE ENERGETICA
SFRUTTANDO L'ENERGIA MARINA
Bruxelles, 17 novembre 2003 - La rete tematica Wavenet, istituita dalla
Commissione per condividere le conoscenze europee sullo sviluppo di sistemi
basati sull'energia oceanica, ha elaborato una relazione dettagliata sullo
stato della tecnologia per la produzione di energia delle onde e le sfide
che l'industria deve affrontare. Il primo brevetto su un dispositivo
alimentato ad energia del moto ondoso è stato concesso in Francia nel 1799,
ma i primi seri tentativi di sfruttamento dell'energia marina risalgono solo
agli anni '70. La maggior parte degli sforzi compiuti negli ultimi trent'anni
è stata circoscritta ai programmi nazionali, pertanto era necessaria una
risposta europea per sopperire a quest'evidente mancanza di collaborazione.
Varata nell'aprile 2000, la rete Wavenet ha ricevuto un finanziamento pari a
600.000 euro per un periodo di tre anni, nell'ambito della sezione
"Energia, ambiente e sviluppo sostenibile" del Quinto programma
quadro. La rete riunisce 14 partner del mondo accademico, industriale e
della ricerca di nove paesi dell'Ue: Svezia, Grecia, Francia, Regno Unito,
Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. Le attività della
rete hanno consentito di ottenere numerosi risultati, fra cui la creazione
di un sito web che offre ampie informazioni sui vari aspetti dell'energia
delle onde e il rafforzamento della collaborazione fra i vari operatori in
Europa. Il principale successo di Wavenet, tuttavia, riguarda la
pubblicazione di una relazione di ampio respiro sulla situazione attuale e
le prospettive future delle tecnologie per l'utilizzo dell'energia del moto
ondoso, redatta congiuntamente dai membri del consorzio. La relazione finale
affronta, in 478 pagine, cinque temi di importanza cruciale per lo sviluppo
di un'industria che utilizza l'energia delle onde: la pianificazione sociale
e l'impatto ambientale; l'aspetto economico e finanziario; le tecnologie
generiche; la ricerca e sviluppo (R&s); e la cooperazione con il settore
dell'energia. Il documento, inoltre, offre una rassegna delle precedenti
iniziative condotte dall'Ue nel settore dell'energia del moto ondoso,
compresi i progetti dimostrativi e le iniziative pilota. La sezione dedicata
alla pianificazione sociale e all'impatto ambientale esamina la questione
dell'accettabilità di questa forma di energia da parte del pubblico.
Tuttavia, poiché il numero di impianti che utilizzano l'energia oceanica è
ancora ridotto, molte delle conclusioni si basano sulle esperienze relative
ad altre tecnologie rinnovabili, principalmente quella eolica. La relazione
conclude che "mantenere un dialogo aperto con l'opinione pubblica fin
dall'inizio della pianificazione è molto importante per ottenere
l'approvazione della società", precisando, tuttavia, che tale dialogo
assumerà una forma diversa a seconda del paese e della regione. Se si
compiono errori nella fase iniziale di sviluppo, avverte la relazione,
potrebbe rivelarsi molto difficile ottenere il consenso della maggior parte
della popolazione. Il principale ostacolo all'accettazione pubblica
dell'energia delle onde, tuttavia, è lo scarso riconoscimento che riceve
nella maggior parte dei paesi dell'Ue. "Prima di discutere [...] di
strategie per il coinvolgimento dell'opinione pubblica su scala più vasta,
è necessario che i cittadini percepiscano il mare come una fonte di energia
immensa, importante ed affidabile". Secondo le stime, l'impatto
ambientale complessivo delle tecnologie relative all'energia delle onde
dovrebbe essere molto basso, soprattutto se paragonato ai metodi basati sui
combustibili fossili. Tuttavia, la relazione evidenzia una serie di
conseguenze potenzialmente negative come il rumore, il rischio di collisione
con le navi, l'impatto visivo e i cambiamenti nella struttura sedimentaria
sottomarina, sulle quali sarà necessario condurre ulteriori ricerche prima
di passare ad un dispiegamento su vasta scala delle tecnologie che
utilizzano energia oceanica. Poiché la maggior parte di tali tecnologie si
trova ancora in una fase iniziale di sviluppo, priorità di ricerca vengono
individuate in quasi tutti i settori legati all'industria. Ai primi posti
nella lista di priorità figurano ulteriori ricerche sui componenti che
permettono di convertire in energia il moto oceanico, ma, fattore ancor più
importante, gli scienziati dovranno approfondire gli studi sull'effettivo
comportamento delle onde e su come garantire l'affidabilità dei componenti
e la loro capacità di resistere alle tempeste. Sebbene sia chiaro che
occorrono ancora enormi sforzi per trasformare in realtà il sogno di
un'energia pulita ed economica a partire dal moto ondoso, iniziative come
Wavenet non possono che aumentare le possibilità di successo. Riunendo
tutte le conoscenze disponibili sull'energia delle onde, traendo
insegnamento dalle esperienze relative ad altre fonti energetiche
rinnovabili e rafforzando la collaborazione internazionale nel settore,
Wavenet auspica di gettare le basi per l'industria energetica del prossimo
millennio. Infolink: http://www.Wave-energy.net
ENERGIT INIZIERÀ ENTRO UN MESE GLI STUDI PER
LA REALIZZAZIONE DEL
PARCO EOLICO DI TALANA.
Cagliari, 17 novembre 2003 - Energit S.p.a., la multiutility sarda attiva
nei settori Energia, Telecomunicazioni e Sistemi Gestionali, ha ottenuto dal
Comune di Talana l'autorizzazione ad installare le apparecchiature per le
valutazioni di ventosità della zona, primo passo verso la realizzazione del
parco eolico del centro ogliastrino. Il Consiglio Comunale di Talana ha
infatti approvato lo scorso 23 ottobre la delibera con cui conclude il
processo di selezione che ha visto la partecipazione, oltre a Energit, di
diverse società specializzate nel settore dell'energia alternativa.
"Siamo soddisfatti di questo risultato, soprattutto perché ottenuto in
un settore come quello delle energie rinnovabili, di cui ribadiamo con forza
l'importanza ai fini di uno sviluppo sostenibile", ha dichiarato
Fernando Codonesu, Direttore Generale di Energit. "
La Sardegna
si presta particolarmente a questo tipo di tecnologia e Talana è senza
dubbio un sito di grande rilievo." "Energit si è dimostrata una
società di ottima qualità: si è aggiudicata l'autorizzazione presentando
la migliore proposta sia dal punto di vista economico e organizzativo, sia
per quanto riguarda le ricadute positive in termini di occupazione e
valorizzazione del territorio. Non possiamo poi che dirci felici di lavorare
con una società sarda a un progetto strategico per il nostro futuro"
ha detto Giordano Serra, sindaco di Talana. "Mi preme sottolineare - ha
poi aggiunto Fernando Codonesu - che la realizzazione del parco avverrà con
il pieno coinvolgimento della comunità, intesa come istituzioni e
popolazione. Riteniamo infatti che un progetto di questo genere debba essere
portato avanti con la collaborazione di tutte le forze presenti sul
territorio." I prossimi passi vedranno, nel giro di un mese,
l'installazione degli strumenti anemometrici, necessari a misurare con
esattezza le varie componenti del vento nel territorio del comune. I lavori
di insediamento del parco inizieranno poi entro un anno, termine massimo
indicato per il completamento della fase di studio.
"HIDROENERGIA 2004": CONFERENZA
INTERNAZIONALE SULL'ENERGIA IDROELETTRICA SU PICCOLA SCALA
Falkenberg (Svezia), 17 novembre 2003 - L'associazione dei produttori
privati di energia idroelettrica sta organizzando "Hidroenergia
2004", una conferenza e un'esposizione internazionali dedicate
all'energia idroelettrica su piccola scala, che si svolgeranno dal 17 al 19
giugno
2004 a
Falkenberg (Svezia). La conferenza riunirà parti interessate e specialisti
in materia provenienti da tutto il mondo, per discutere come superare gli
ostacoli che il settore deve affrontare e come rafforzare la competitività.
I dibattiti si concentreranno su tre temi principali: innovazioni tecniche e
operative; questioni ambientali; aspetti istituzionali e finanziari. Nel
corso della conferenza saranno anche presentati i primi risultati della rete
tematica europea sull'energia idroelettrica su piccola scala. Nell'ambito
della manifestazione, è stato pubblicato un invito a presentare articoli
sui tre temi sopraelencati, che rimarrà aperto fino al 30 gennaio 2004.
Infolink: http://www.Esha.be
MILANESI E LOMBARDI:
PIU’ MAGRI E PIU’ BELLI
LA SPESA DELLA
FAMIGLIE MILANESI E LOMBARDE: MENO ALIMENTARI PIU’ VIAGGI E CURA DELLA
PERSONA E I CONSUMI PRO-CAPITE IN LOMBARDIA SUPERANO I 14,5 MILA EURO
ALL’ANNO.
Milano, 17 novembre 2003 - Carne (con quasi 100 euro al mese), patate,
frutta e ortaggi (con oltre 70 euro) tra i beni alimentari. La casa (600
euro mensili), i trasporti (360 euro), le vacanze e la cura della persona
(330 euro) tra i beni non alimentari. Sono queste le principali voci delle
spese delle famiglie lombarde. Rispetto al resto dell’Italia, si spende
meno per il pesce, così come per i beni alimentari (17,3% contro il 19%
italiano), ma l’incidenza percentuale delle spese per l’abitazione, per
il tempo libero e per la sanità risulta ben superiore per le famiglie
lombarde. Complessivamente, nel corso del 2002, i consumi pro-capite in
Lombardia hanno raggiunto i 14.558 euro (oltre 2 mila euro in più rispetto
alla media italiana). La propensione al consumo raggiunge il suo picco a
Milano (si spende l’87,6% del reddito), seguita da Sondrio e da Brescia.
Como, Lecco e Varese risultano invece le province più parsimoniose. Sono
questi alcuni dei dati che emergono da una ricerca dell’ufficio studi
della Camera di Commercio di Milano sulle tendenze al consumo delle famiglie
lombarde. “Le abitudini di acquisto delle famiglie milanesi e lombarde –
ha commentato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio di Milano
– rappresentano forse la fotografia più realistica per capire come ci
siamo trasformati e dove stiamo andando. Il fatto, ad esempio, che
continuano a crescere i consumi non alimentari, è il risultato di un
aumentato benessere. Insomma, siamo diventati più esigenti, ma anche più
anziani, come dimostra l’andamento per le spese sanitarie, la cui
incidenza percentuale è superiore a quella italiana, e più attenti alla
qualità della vita: vacanze, effetti personali, cura della persona sono
spese che riflettono bene la società milanese e lombarde”. Cosa comprano
i lombardi. Nel corso del 2001 (ultimo dato disponibile), le famiglie
lombarde hanno speso in media 2.481,1 euro (-0,4% rispetto al 2000), un dato
nettamente superiore a quello italiano (che si attesta a 2.178,3 euro,
invariato rispetto al 2000), nonostante il fatto che il numero medio dei
componenti sia minore per le famiglie lombarde (2,4 componenti per famiglio)
rispetto al corrispettivo italiano (2,6 componenti).
La Lombardia
si situa così al quarto posto in Italia, subito dopo il Veneto, l’Emilia
Romagna e
la Provincia
di Bolzano. Le spese per alimentari e bevande dei lombardi si attestano a
429,6 euro (-1,1% rispetto al 2000), pari al 17,3% del totale delle spese
lombarde, mentre quelle per beni non alimentari a 2.051,4 euro (-0,3%
rispetto al 2000), pari all’82,7% del totale. Le spese per alimentari e
bevande in Italia raggiungono invece i 410,9 euro (+1,6% rispetto al 2000),
pari al 18,9% del tot., mentre quelle per beni non alimentari i 1.767,5 euro
(-0,3%), pari all’81,1% del totale. Le spese alimentari dei lombardi. E’
la carne il principale bene alimentare acquistato dalle famiglie lombarde,
con una spesa media mensile di 97,5 euro (-1,8% rispetto all’anno
precedente), pari al 3,2% del totale delle spese lombarde. Seguono patate,
frutta e ortaggi (76,1 euro; -1,3%; pari al 3,3% del totale) e pane e
cereali (75,6 euro; -1,4%; pari al 3,2% del totale). Le spese per latte,
formaggi e uova raggiungono i 60 euro mensili (-2,8%; pari al 2,6% del
totale); quelle per le bevande i 43,6 euro (+1,9%; pari all’1,7% del
totale); quelle per lo zucchero, caffè e drogheria i 32,9 euro (-2,5%; pari
all1,4% del totale). Chiudono la classifica le spese mensile per pesce (28,5
euro; pari all’1,6% del totale) e quelle per oli e grassi (15,4 euro;
-0,9%; pari allo 0,7% del totale). Il confronto con la media italiana (I).
Rispetto alla media italiana, le famiglie lombarde si caratterizzano per
spendere di più, in valore assoluto, in carne (97,5 euro lombardi contro i
93,7 euro italiani); in pane e cereali (75,6 contro i 68,8 euro); in latte e
formaggi (60 contro 56,8 euro); in patate, frutta e ortaggi (60 contro 56,8
euro); e in bevande (43,6 contro i 37,6 euro). Sostanzialmente uguale la
spesa per zucchero, caffè e drogheria, così come per oli e grassi. Le
famiglie italiane spendono invece in media di più per il pesce (35,6 euro
contro i 28,5 delle famiglie lombarde). In valore percentuale, le spese
alimentari delle famiglie italiane hanno una incidenza maggiore per ogni
voce rispetto a quelle corrispettive lombarde, con l’unica eccezione delle
bevande (1,8% sul totale per le famiglie lombarde, rispetto all’1,7% per
quelle italiane). Le spese non alimentari dei lombardi. Sono le spese per
l’abitazione quelle che incidono di più sui consumi non alimentari delle
famiglie lombarde (609,9 euro mensili; +1,6%; pari al 24,6% del tot.),
seguite da quelle per i trasporti (357,4 euro; -3%; pari al 14,4% del
totale) e da quelle per altri beni e servizi (vacanze, effetti personali,
cura della persona e pasti fuori casa: 329,1 euro; +2,4%; pari al 13,3% del
totale). La quarta voce di spesa è costituita dall’abbigliamento e
calzature (162,4 euro; +11,9%; pari al 6,5% del tot.); seguono le spese per
mobili, elettrodomestici e servizi per la casa (147,2 euro; -12%; pari al
5,9% del totale); per il tempo libero, cultura e giochi (131,3 euro; -6,2%;
pari al 5,3% del tot.); per i combustibili ed energia (119,7 euro; +11,1%;
pari al 4,8% del tot.); per la sanità (96,6 euro; -10,1%; pari al 5,9% del
totale); per le comunicazioni (48,6 euro; -6,8%; pari al 2% del totale).
Chiudono le spese per l’istruzione (30,6 euro mensili; +14,3%; pari
all’1,2% del tot.) e quelle per i tabacchi (18,5 euro; -9,5%; pari allo
0,7% del totale). Il confronto con la media italiana (Ii). In valore
assoluto, le spese delle famiglie lombarde per i beni non alimentari
risultano sempre superiori a quelle italiane con le uniche due eccezioni
delle spese per tabacchi (famiglie italiane: 18,7 euro; famiglie lombarde:
18,5) e per quelle dei mobili ed elettrodomestici (famiglie italiane: 149,7
euro; famiglie lombarde: 147,2 euro). Se passiamo però a considerare i
valori percentuali, si scopre che hanno una incidenza ben superiore a
livello lombardo le spese per l’abitazione (24,6% sul tot. Contro il 23,3%
delle spese italiane); per altri beni e servizi (13,3% contro l’11,6%);
per il tempo libero e cultura (5,3% contro il 5,1%) e per la sanità (3,9%
contro il 3,7%). A livello nazionale, per contro, le spese per i tabacchi
(0,9% sul totale rispetto allo 0,7% delle spese lombarde), per
l’abbigliamento e calzature (7% contro lo 6,5%), per i mobili e gli
elettrodomestici (6,9% contro il 5,9%) e per i trasporti (14,6% contro il
14,4%). La situazione per provincia. Nel 2002 i consumi pro-capite in
Lombardia hanno raggiunto i 14.588 euro, rispetto ai 12.126 italiani. Milano
risulta la prima provincia lombarda con un consumo pro-capite di ben 16.523
euro; al secondo posto si posiziona Varese (13.569 euro), seguita da Cremona
(13.538 euro) e da Brescia (13.515 euro). Le province che spendono di meno
sono invece Sondrio (11.564 euro), Lodi (12.758 euro) e Como (12.831). In
termini di propensione al consumo (rapporto consumo/reddito),
la Lombardia
tocca l’87,6%, rispetto all’87,4% italiano. In questa classifica è
Cremona al primo posto tra le province lombarde (con il 90,8%), seguita da
Sondrio (88,92%), da Brescia (88,78%) e da Milano (88,41%). Le province più
parsimoniose sono invece Como (propensione al consumo pari a “solo”
83,95%), Lecco (84,08%) e Varese (84,63%). Per quanto riguarda la
composizione dei consumi finali delle famiglie per le province lombarde
(ultimo anno disponibile: 2000), Milano risulta quella con la minore spesa
per i beni alimentari (14,4% del totale) e quindi di conseguenza con la
maggiore spesa per i beni non alimentari (85,6% del totale); seguono Pavia e
Lodi (spese per beni alimentari: 15,8%; beni non alimentari: 84,2%), e
Brescia (spese per beni alimentari: 15,9%; beni non alimentari: 84,1%). Le
province lombarde che invece spendono di più per beni alimentari sono Lecco
(spese per beni alimentari: 17%; beni non alimentari: 83%) e Bergamo (spese
per beni alimentari: 17,5%; beni non alimentari: 82,5%). Spesa media mensile
familiare per gruppi e categorie di consumo al 2001 (in euro correnti,
Lombardia e Italia)
Gruppi e cat. Di
consumo
|
Lombardia
|
Italia
|
|
Var. % della spesa
01/00
|
Compos. In val. %
|
|
Var. % della spesa
01/00
|
Compos. In val. %
|
Numero medio
componenti
|
2,4
|
|
|
2,6
|
|
|
Pane e cereali
|
75,6
|
-1,4
|
3,0
|
68,8
|
1,4
|
3,2
|
Carne
|
97,5
|
-1,8
|
3,9
|
93,7
|
-0,4
|
4,3
|
Pesce
|
28,5
|
3,5
|
1,1
|
35,6
|
5,0
|
1,6
|
Latte, formaggi e
uova
|
60,0
|
-2,8
|
2,4
|
56,8
|
2,0
|
2,6
|
Oli e grassi
|
15,4
|
-0,9
|
0,6
|
15,8
|
-1,0
|
0,7
|
Patate, frutta e
ortaggi
|
76,1
|
-1,3
|
3,1
|
72,4
|
4,2
|
3,3
|
Zucchero, caffè e
drogheria
|
32,9
|
-2,5
|
1,3
|
30,3
|
-0,3
|
1,4
|
Bevande
|
43,6
|
1,9
|
1,8
|
37,6
|
1,5
|
1,7
|
Alimentari e
bevande
|
429,6
|
-1,1
|
17,3
|
410,9
|
1,6
|
18,9
|
Tabacchi
|
18,5
|
-9,5
|
0,7
|
18,7
|
-5,0
|
0,9
|
Abbigliamento e
calzature
|
162,4
|
11,9
|
6,5
|
152,7
|
5,6
|
7,0
|
Abitazione (princip.
E second.)
|
609,9
|
1,6
|
24,6
|
508,2
|
4,6
|
23,3
|
Combustibili ed
energia
|
119,7
|
11,1
|
4,8
|
101,9
|
1,8
|
4,7
|
Mobili, elettr. E
serv. Per la casa
|
147,2
|
-12,0
|
5,9
|
149,7
|
-7,0
|
6,9
|
Sanità
|
96,6
|
-10,1
|
3,9
|
80,1
|
-6,9
|
3,7
|
Trasporti
|
357,4
|
-3,0
|
14,4
|
318,5
|
-4,7
|
14,6
|
Comunicazioni
|
48,6
|
-6,8
|
2,0
|
46,0
|
-7,9
|
2,1
|
Istruzione
|
30,6
|
14,3
|
1,2
|
26,6
|
-6,8
|
1,2
|
Tempo libero,
cultura e giochi
|
131,3
|
-6,2
|
5,3
|
111,5
|
-3,7
|
5,1
|
Altri beni e
servizi
|
329,1
|
2,4
|
13,3
|
253,6
|
2,2
|
11,6
|
Non alimentari
|
2.051,4
|
-0,3
|
82,7
|
1.767,5
|
-0,3
|
81,1
|
Spesa media
mensile
|
2.481,1
|
-0,4
|
100,0
|
2.178,3
|
0,0
|
100,0
|
Consumi, Risparmi
pro-capite e propensione al consumo (in euro)
Province
|
Consumi pro-capite
|
Risparmi
pro-capite
|
Prop. Al consumo
|
2001
|
2002
|
2001
|
2002
|
2001
|
2002
|
Varese
|
13.506
|
13.569
|
2.452
|
2.511
|
84,63
|
84,39
|
Como
|
12.773
|
12.831
|
2.443
|
2.498
|
83,95
|
83,70
|
Sondrio
|
11.537
|
11.564
|
1.438
|
1.448
|
88,92
|
88,87
|
Milano
|
16.441
|
16.523
|
2.155
|
2.228
|
88,41
|
88,12
|
Bergamo
|
12.987
|
13.070
|
1.727
|
1.807
|
88,26
|
87,85
|
Brescia
|
13.431
|
13.515
|
1.698
|
1.778
|
88,78
|
88,37
|
Pavia
|
13.160
|
13.214
|
1.792
|
1.837
|
88,01
|
87,80
|
Cremona
|
13.472
|
13.538
|
1.365
|
1.419
|
90,80
|
90,51
|
Mantova
|
13.244
|
13.294
|
1.760
|
1.798
|
88,27
|
88,09
|
Lecco
|
13.126
|
13.194
|
2.485
|
2.552
|
84,08
|
83,79
|
Lodi
|
12.687
|
12.758
|
1.929
|
1.998
|
86,80
|
86,46
|
Lombardia
|
14.518
|
14.588
|
2.025
|
2.092
|
87,76
|
87,46
|
Italia
|
12.049
|
12.126
|
1.684
|
1.842
|
87,74
|
86,81
|
Consumi finali interni
alimentari e non delle province lombarde - Anni 1998-2000 (valori %)
Province
|
Consumi finali
interni delle famiglie (migliaia di euro)
|
1998
|
1999
|
2000
|
Alimentari
|
Non Alimentare
|
Totale
|
Alimentari
|
Non Alimentare
|
Totale
|
Alimentari
|
Non Alimentare
|
Totale
|
Varese
|
17,3
|
82,7
|
100,0
|
17,0
|
83,0
|
100,0
|
16,7
|
83,3
|
100,0
|
Como
|
17,6
|
82,4
|
100,0
|
17,4
|
82,6
|
100,0
|
16,6
|
83,4
|
100,0
|
Sondrio
|
16,5
|
83,5
|
100,0
|
16,0
|
84,0
|
100,0
|
15,9
|
84,1
|
100,0
|
Milano
|
15,1
|
84,9
|
100,0
|
14,8
|
85,2
|
100,0
|
14,4
|
85,6
|
100,0
|
Bergamo
|
18,1
|
81,9
|
100,0
|
18,0
|
82,0
|
100,0
|
17,5
|
82,5
|
100,0
|
Brescia
|
16,8
|
83,2
|
100,0
|
16,4
|
83,6
|
100,0
|
15,9
|
84,1
|
100,0
|
Pavia
|
16,6
|
83,4
|
100,0
|
16,0
|
84,0
|
100,0
|
15,8
|
84,2
|
100,0
|
Cremona
|
17,4
|
82,6
|
100,0
|
16,7
|
83,3
|
100,0
|
16,2
|
83,8
|
100,0
|
Mantova
|
18,2
|
81,8
|
100,0
|
17,7
|
82,3
|
100,0
|
16,9
|
83,1
|
100,0
|
Lecco
|
18,0
|
82,0
|
100,0
|
17,8
|
82,2
|
100,0
|
17,0
|
83,0
|
100,0
|
Lodi
|
16,9
|
83,1
|
100,0
|
16,3
|
83,7
|
100,0
|
15,8
|
84,2
|
100,0
|
Lombardia
|
16,3
|
83,7
|
100,0
|
16,0
|
84,0
|
100,0
|
15,5
|
84,5
|
100,0
|
Nord-ovest
|
16,5
|
83,5
|
100,0
|
16,2
|
83,8
|
100,0
|
15,7
|
84,3
|
100,0
|
Nord-est
|
15,5
|
84,5
|
100,0
|
15,2
|
84,8
|
100,0
|
14,7
|
85,3
|
100,0
|
Centro
|
17,5
|
82,5
|
100,0
|
16,9
|
83,1
|
100,0
|
16,6
|
83,4
|
100,0
|
Mezzogiorno
|
21,5
|
78,5
|
100,0
|
21,2
|
78,8
|
100,0
|
20,6
|
79,4
|
100,0
|
Italia
|
17,9
|
82,1
|
100,0
|
17,5
|
82,5
|
100,0
|
17,0
|
83,0
|
100,0
|
IL MONDO DEI CAMBI IN UNA CONFERENZA PUBBLICA
Lugano, 14 novembre 2003 - L’associazione cambisti banche e istituzioni
finanziarie Ticino (Forex) organizza una conferenza pubblica all’Università
della Svizzera italiana a Lugano su un tema di sicuro interesse: il mondo
dei cambi. La conferenza si propone di avvicinare gli studenti e il pubblico
interessato alla realtà del mondo dei cambi attraverso la testimonianza di
professionisti del settore e un intervento di Angelo Porta, docente di
Teoria e istituzioni monetarie alla facoltà di Scienze economiche
dell’Usi. La conferenza pubblica “Il mondo dei cambi” avrà luogo
Giovedì 19 novembre 2003, dalle 17.30 alle 19 Università della Svizzera
italiana, v. G. Buffi 13, Lugano, aula 300 Il programma prevede i seguenti
interventi: Il mondo dei cambi: introduzione generale. Intervento di Angelo
Porta, docente di Teoria e istituzioni monetarie alla facoltà di Scienze
economiche, Usi. Il mondo dei cambi: prospettive e opportunità di carriera.
Intervento di Andrea Bertoglio, Presidente Forex, responsabile area cambi
Ubs It. Discussione con gli studenti e il pubblico. Per informazioni: Andrea
Bertoglio, Presidente Forex Ticino, andrea.Bertoglio@ubs.com Angelo
Porta, docente facoltà Scienze economiche Usi, angelo.Porta@lu.unisi.ch
L’INNOVAZIONE AL
SERVIZIO E DELLA CONOSCENZA E DELLA PREVENZIONE
Milano, 17 novembre 2’’3 - Il Consiglio federale delle Agenzie
ambientali, ha approvato il programma della settima conferenza delle Arpa/appa,
che quest’anno verrà organizzata a Milano, dal 24 al 26 novembre 2003. Si
tratta di un evento che, ormai tradizionalmente, offre al Sistema
l’occasione di verificare le attività svolte dalle singole agenzie,
proiettandole negli sce-nari e nelle operazioni future, in un quadro
caratte-rizzato da continua evoluzione. Oltre alle consuete sessioni
dedicate ai centri tema-tici nazionali e all’epidemiologia e
all’osservatorio per l’organizzazione e il personale del Sistema
agenziale, nonché al danno ambientale, i due temi portanti di quest’anno
saranno il telerilevamento ambientale e l’utilizzo delle acque, cui la
conferenza dedicherà due giorni strutturati in sessioni plenarie e
parallele. Con l’auspicio che, alla settima edizione, le massi-me assise
del Sistema agenziale italiano si rivelino anche quest’anno ricche di
spunti e di opportunità per chi vi parteciperà, presentiamo il programma
preliminare dei tre giorni di lavori, suddiviso in base ai principali temi
di discussione inseriti in agenda. Luglio 2003. Milano, 24 - 26 Novembre
2003 Teatro Dal Verme - Palazzo delle Stelline Per adesione, partecipazione
e accoglienza Segreteria organizzativa Anteprima C.so Buenos Aires, 64 -
20124 Milano - Italia Tel: +39 0227741533 Sig.ra Monia Maccarini Tel: +39
0227741543 Sig.ra Raffaella Seccia settimaconferenza@italypass.Com
www.Italypass.com
CONVEGNO SULLE
OPPORTUNITA’ DI INVESTIMENTO IN CILE
Fabriano, 17 novembre 2003 - Oggi è in visita ufficiale a Fabriano
l’Ambasciatore del Cile in Italia, José Goñi Carrasco, il quale
presenterà al mondo economico marchigiano le opportunità di investimento
offerte dal Cile a seguito della firma di due importanti trattati di libero
commercio con l’Unione europea e con gli Stati Uniti. Il programma dei
lavori prevede alle ore 17 il saluto da parte del Sindaco di Fabriano
Roberto Sorci, del Presidente della Provincia di Ancona Enzo Fiancarli e del
presidente di Gajanet Stefano Ninno. Il convegno sarà poi suddiviso in tre
sessioni: la prima (ore 17,15) “Il Cile: presentazione socio-economica del
Paese e delle opportunità di investimenti e commerciale” vedrà gli
interventi dell’Ambasciatore del Cile in Italia José Goñi e del
responsabile per
la Cooperazione
dell’Ambasciata del Cile in Italia Jaime Chomalì; la seconda sessione
(ore 18) “Opportunità di rapporti commerciali tra le Marche ed il Cile”
sarà presieduta da Antonio Ninno (Sogein Group) e vedrà l’intervento del
vicepresidente della Giunta Regionale delle Marche con delega
all’Industria, Artigianato, Attività promozionali all’estero Gian Mario
Spacca che parlerà sul tema “La strategia della Regione Marche a sostegno
dell’export verso l’America Latina”. A seguire (ore 18,20) è previsto
l’intervento del Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Fabriano e
Cupramontana, Vincenzo Tagliaferro che parlerà in merito al tema “Il
Sistema Creditizio a sostegno dell’export delle Aziende Marchigiane”.
Alle ore 18,40 interverranno Ferencz Bartocci (Gajanet Telecomunicazioni) e
Giordano Vecchietti (Associazione Marche-cile) su “Le Aziende marchigiane
in Cile: possibilità offerte dal mercato cileno, esperienze maturate”. La
terza sessione (ore 19) prevede un Question Time con l’Ambasciatore Goñi,
coordinato dal Vice Presidente della Provincia di Ancona con delega Economia
e Sviluppo Economico, Industria, Artigianato e Commercio Giancarlo Sagramola.
Il termine dei lavori è previsto per le ore
19,30.
“GOVERNARE
LA SOCIETA
’ DELL’INCERTEZZA” PRIMO CONVEGNO NAZIONALE ASSIRM (ASSOCIAZIONE TRA
ISTITUTI DI RICERCHE DI MERCATO, SONDAGGI DI OPINIONE, RICERCA SOCIALE)
Milano, 17 novembre 2003 - Nel corso del convegno verranno divulgati i
risultati di due importanti recenti indagine: - Una ricerca Internazionale
che mette in luce il contributo della ricerca per incrementare il valore
della marca; - Una ricerca Assirm (la prima in Italia) su “Immigrati e
Mercato” che riguarda l’integrazione degli immigrati in Italia.
Programma: Ore 9.00 Registrazione partecipanti; Ore 9.30 - 13.00 "La
ricerca per lo sviluppo economico" Moderatore: Giovanni Iozzia,
Direttore Capital; Apertura Lavori Luigi Ferrari, Presidente di Assirm; Un
saluto del Comune di Milano Salvatore Carrubba, Assessore alla Cultura del
Comune di Milano; Intervento dell'On. Stefania Prestigiacomo Ministro per le
Pari Opportunità; Le ricerche di mercato: prezioso strumento di bordo nella
navigazione dell'azienda Giulio Malgara, Presidente Malgara
Chiari&forti; “Il nuovo mondo dell'Informazione, della Comunicazione e
dell'Intrattenimento” Vincenzo Novari, Amministratore Delegato H3g;
“Brands and Corporate Wealth” Mario Attalla, Ceo di Millward Brown
Italia e Member of Wpp Italy Executive Committee. “La reputazione
aziendale: un patrimonio misurabile?” Davide Ravasi, Isea Università
Bocconi - Country Representative Reputation Institute New York; Ore 14.30 -
18.00 "La ricerca per il progresso sociale" Moderatore: Gad Lerner;
Apertura lavori: Nando Pagnoncelli, Vice Presidente di Assirm, Ricerca
Assirm: "Immigrati e mercato: oltre il cono d'ombra" Mario Abis,
Presidente Makno & Consulting - A.claudio Bosio, Vicepresidente Eurisko;
L'incertezza personale e la sua difficile rappresentazione sociale Raimondo
Boggia, Presidente Alchera Group; "Societa', Risorse, Consumi: l'ago
della ricerca" Tavola Rotonda con: Luciano Balbo, Presidente Bs
Equities; Sergio Billé, Presidente di Confcommercio; Elio Catania,
Presidente Ibm; Claudio Ciborra, Professor of Risk management London School
of Economics and Politica Science; Gianfranco Faina, Presidente Conai;
Gianluca Luciano, Direttore Marketing Angelo Costa; Stefano Rolando,
Professore di Teoria e Tecniche della Comunicazione Pubblica, Università
Iulm Milano. Chiusura Lavori Luigi Ferrari, Presidente di Assirm 1°
Convegno Assirm "Governare
La Societa' Dell'incertezza
" Milano, 20 Novembre 2003 Palazzo Castiglioni - Unione del Commercio -
C.so Venezia, 47/49
TRASPORTI SOSTENIBILI E 6PQ: GIORNATA
INFORMATIVA ITALIANA
Bologna, 17 novembre 2003 -
La Regione Emilia-romagna
organizza una giornata d'informazione sui trasporti sostenibili e il Sesto
programma quadro (6Pq), che si svolgerà il 20 novembre a Bologna. Fra i
temi di discussione del convegno figurano i seguenti: gestione della
domanda; pianificazione sostenibile del territorio urbano e dei trasporti;
gestione delle merci; sistemi di trasporto competitivi e rispettosi
dell'ambiente; nuove tecnologie; tecniche di progettazione e di produzione
più sicure; riequilibrio e integrazione dei diversi modi di trasporto. La
conferenza si occuperà inoltre dell'accesso ai finanziamenti comunitari
attraverso la partecipazione al 6Pq. Per informazioni: Aster Tel: +39 051
6398099 Fax: +39 051 6398131 E-mail: damiana.Badiali@aster.it
ANALISI ASA EXECUTIVE SEARCH: IN CRESCITA IN ITALIA LE
NUOVE FIGURE PROFESSIONALI PER
LA GESTIONE DEGLI
ASSET IMMOBILIARI
Milano, 17 novembre 2003 - Il recente boom del mercato immobiliare, anche
nel comparto aziendale, sta creando in Italia nuove figure professionali,
chiamate a gestire questi importanti asset. Si tratta di manager molto
ricercati e non facilmente reperibili, che hanno competenze tecniche,
finanziarie, giuridiche ed economiche e per i quali è richiesta, di solito,
una ottima conoscenza della lingua inglese. A richiedere queste figure sono
in prevalenza società immobiliari, fondi immobiliari, compagnie di
assicurazione, società di consulenza, enti ed aziende di vario genere (ad
esempio utilities). E' quanto emerge da una analisi condotta da Asa
Executive Search, società che si occupa della ricerca diretta di
amministratori delegati, direttori generali e direttori di funzione e ha 4
uffici in Italia (Milano, Padova, Bologna e Roma). Legata al network
internazionale Accord Group per le esigenze globali dei clienti, Asa
executive search ha una vasta rete di contatti, frutto di 29 anni di
presenza dei suoi partner in Italia, una solida struttura di research e
un'aggiornata banca dati. "Da circa 5 anni", osserva Alberto
Venanzetti, partner di Asa specializzato nel real estate, "anche in
Italia è stato acquisito nel mondo immobiliare il concetto di "brick
or asset" intendendo con questa accezione il graduale passaggio dal
concetto di "mattone" a quello di "asset" di tipo
finanziario. Da allora si sono sviluppate abbastanza rapidamente nuove
figure professionali, in linea con quelle già operanti da decenni negli
Stati Uniti e in Gran Bretagna". Fino a pochi anni fa dominava infatti
la semplice figura del broker immobiliare, professionista caratterizzato da
una estesa conoscenza del mercato immobiliare locale, ma con una visione del
business più domestica e comunque non associata a tematiche di tipo
finanziario. Sulla scia soprattutto delle prime società estere di advisory
sbarcate in Italia il mercato professionale si è evoluto abbastanza
rapidamente, facendo fiorire nuove figure professionali ora molto richieste
dal mercato. Quali sono le figure più richieste dal mercato? In base
all'analisi condotta da Asa sono le seguenti: Asset o portfolio manager.
Figura professionale presente praticamente in ogni property company o fondo
immobiliare. Il suo compito è quello di ottimizzare il ritorno di un
portafoglio immobiliare (retail, office ecc.) secondo le linee guida della
company, minimizzando i rischi. Nel mondo anglosassone è una figura chiave,
alla quale vengono spesso affidate anche le decisioni sulle vendite e sulle
acquisizioni. In Italia, per ora, è a volte interpretata in chiave più
riduttiva. Dotato di forte sensibilità finanziaria, da lui dipendono le
decisioni chiave sugli aspetti operativi legati al portafoglio stesso (hold,
rent, leasing, immediate sales, ecc). In Italia a questi manager provengono
sia dal mondo della finanza strutturata, che da quello tecnico (architetti,
ingegneri). In questo secondo caso i manager devono comunque aver acquisito
capacita analitiche e tecnico - valutative tipicamente legate al mondo della
finanza. Facility manager. Si occupa dell'organizzazione, gestione e
pianificazione di tutte le attività legate al "funzionamento" di
un edificio. Ad esempio ascensori, riscaldamento, aria condizionata ecc.
Property manager. Oltre alla gestione dei servizi si occupa anche delle
attività amministrative ed economiche (quali amministrazione di uno
stabile). Sono entrambe figure presenti nelle property company e in generale
in tutti gli enti che dispongono di ingenti proprietà immobiliari. E'
Interessante notare che anche in quarto caso si va verso la
specializzazione: banche, uffici, musei ecc. Fund manager. E' una figura che
oltre ad unire capacità tecnico finanziarie tipiche dell'asset manager,
deve conoscere aspetti legali, tecnici e fiscali tipicamente legati al
funzionamento di un fondo. Se il fondo è in fase di acquisizione, gli
aspetti transazionali devono fare parte del bagaglio di questa figura
(ovviamente anche in caso di una property investment company questi skills
possono essere richiesti all'asset manager o addirittura ad un apposito head
of acquisiton, il quale spesso risponde ad un comitato). Tecnico valutatore.
E' una figura altamente specializzata, in grado di effettuare valutazioni in
linea con quelle che da tempo vengono fatte per complessi aziendali, cioè
con forti contenuti finanziari e non più basate sul classico "valore
al metro quadro" a prescindere da ogni considerazione sui rendimenti
attesi (ad esempio da un albergo o da un centro commerciale).
NELLE UNIVERSITÀ BRITANNICHE
"PROSPERA" IL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO, NONOSTANTE IL CALO DI
ATTIVITÀ NELLE IMPRESE DERIVATE
Londra, 17 novembre 2003 - Dal secondo studio annuale sulle attività di
trasferimento tecnologico nelle università, pubblicato il 13 novembre,
emerge che gli atenei britannici stanno rafforzando le loro capacità di
commercializzare la proprietà intellettuale. Lo studio, condotto dalla
Scuola di economia dell'Università di Nottingham (Nubs), dall'Associazione
delle aziende universitarie (Unico) e dall'Associazione per i collegamenti
tra ricerca universitaria e industria (Auril), rileva una notevole crescita
nel numero di addetti al trasferimento tecnologico, di brevetti concessi e
di licenze eseguite presso 125 istituti britannici per l'istruzione
universitaria. Tuttavia, la relazione osserva che nel 2002 sono state
costituite solo 158 società spin-out rispetto alle 175 delle 2001,
nonostante il Professor Mike Wright del gruppo di studio della Nubs non
esprima particolare preoccupazione per questa tendenza. "L'indagine
indica che le università stanno discernendo ciò che funziona da ciò che
risulta inefficace. Questi sviluppi riflettono il crescente riconoscimento
del ruolo svolto dal trasferimento tecnologico, piuttosto che dalla
creazione di società spin-out e dalle licenze in sé, nel generare
ricchezza". Nel complesso, il sondaggio ha individuato un aumento del
24 per cento nel numero di dipendenti a tempo pieno che si occupano delle
attività correlate al trasferimento tecnologico, una cifra equivalente al
sei per cento dei dipendenti per università. Circa 2.238 invenzioni sono
state pubblicate nel 2002, ossia il 19 per cento in più rispetto al 2001, e
il numero di brevetti rilasciati ha raggiunto le 347 unità, compiendo un
balzo in avanti del 59 per cento. Delle 648 licenze eseguite nel 2002, 635
hanno consentito di generare entrate per 32 milioni di euro, con un
incremento del 21 per cento rispetto all'anno scorso. Se si confrontano
questi dati con i risultati di Stati Uniti e Canada, apportando alle cifre i
necessari aggiustamenti dovuti alle differenze del Pil e delle spese in
ricerca esistenti tra i tre paesi, risulta che le università britanniche
creano più società spin-out rispetto agli istituti statunitensi e
canadesi. Gli atenei del Regno Unito hanno eseguito più licenze che gli
istituti degli altri due paesi, ma hanno avuto un numero notevolmente
inferiore di licenze da reddito e hanno registrato un introito lordo minore
rispetto a ciascuno degli altri due paesi. Tom Hockaday, presidente di
Unico, ha dichiarato: "È molto incoraggiante riscontrare che il
trasferimento tecnologico sta prosperando nel Regno Unito [...]. Le
università britanniche stanno sviluppando notevoli competenze che, nel
lungo termine, rafforzeranno il mondo accademico, l'economia e la società".
Per
informazioni :
Professor
Mike
Wright
Nottingham
University
business school Tel: +44 771 734 0917 E-mail: mike.Wright@nottingham.ac.uk
ATM SPA CHIEDE IL DIFFERIMENTO O
LA REVOCA DELLO
SCIOPERO AL COMU
Milano 17 novembre 2003 - La società Atm Spa, conscia dei disagi a cui andrà
incontro la propria clientela nella giornata di martedì 18 novembre p.V.
Per lo sciopero del personale della metropolitana, vista la concomitanza
della giornata di lutto nazionale, ha invitato, per iscritto, il sindacato
che ha proclamato lo sciopero a revocare o a differire la giornata di lotta.
Di seguito il testo integrale della comunicazione scritta inviata al
sindacato in data 14 novembre: Alle spettabili organizzazioni sindacali Comu
Nazionale Comu Atm Milano Milano, 14 novembre 2003 - Oggetto: sciopero del
personale di macchina di martedì 18/11/2003 Ci riferiamo allo sciopero in
oggetto proclamato a livello nazionale e quindi a livello territoriale dalle
Oo.ss in indirizzo per rivolgervi un accalorato appello affinché in
relazione alla giornata di lutto nazionale ed alle esequie di Stato che si
svolgeranno nella stessa giornata in onore e commemorazione dei Caduti nel
tragico attentato in Iraq, vogliate revocare/differire l’azione di lotta
programmata. E’ a nostra conoscenza che un invito in tal senso è stato
rivolto anche dall’autorità di Governo locale e comunque riteniamo che
alla stregua di ogni cittadino italiano anche gli aderenti al Comu non
possono che condividere i sentimenti di cordoglio, di lutto e di solidarietà
alle famiglie dei caduti. Desideriamo anche segnalare che anche un nostro
collega dell’Atm di Milano è stato colpito profondamente nei suoi affetti
familiari con un congiunto caduto nel tragico evento. Confidando in una
Vostra pronta adesione a questo appello al senso civico e di appartenza alla
Nazione Italiana, ed in attesa di un cortese riscontro porgiamo distinti
saluti. Atm Spa
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