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di
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19 NOVEMBRE 2003
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LO STATO DELL’UNIONE EUROPEA : IL PROGRAMMA
LEGISLATIVO ED I LAVORI DELLA COMMISSIONE PER IL 2004
Bruxelles, 19 novembre 2003 - Di seguito riportiamo il discorso del
Presidente della Commissione europea Romano Prodi al Parlamento europeo tenuto
a Strasburgo il 18 novembre 2003: " Signor Presidente, Onorevoli
deputati, Questa è per me l’ultima occasione in questa legislatura di
presentare davanti al Parlamento lo Stato dell’Unione. È un’occasione
solenne nella vita delle nostre istituzioni nella quale si fa
tradizionalmente il punto della situazione e si getta uno sguardo
d’insieme sulle attività che
la Commissione
prevede di svolgere nell’anno che viene. Purtroppo, quest’anno il nostro
spirito è profondamente turbato dai fatti tragici e gravissimi che hanno
occupato le cronache degli ultimi giorni. Mi riferisco alla serie di azioni
violente che hanno seminato terrore e lutti in Iraq e in Turchia. In questo
momento il mio pensiero è di partecipazione al lutto dell'Italia, della
Turchia con le sue comunità ebraiche e di quanti soffrono nel mondo per
l'offensiva del terrorismo. So di interpretare il pensiero di tutta
la Commissione
esprimendo il più profondo cordoglio a tutte le donne, agli uomini e ai
bambini che sono stati toccati personalmente da queste tragedie. Si tratta
di decine e decine di familiari e di amici che non rivedranno più le
persone amate, i compagni di infanzia, i colleghi di lavoro. Il nostro cuore
è vicino al loro. In momenti come questi, però, è importante ricordare
una cosa. Il nostro grande progetto di integrazione europea è nato per
girare pagina, per voltare le spalle alle guerre che avevano messo in
ginocchio l’Europa nella prima metà del secolo scorso. La nostra presenza
in quest’aula, l’esistenza stessa delle nostre istituzioni esprime il
rifiuto unanime dei nostri concittadini della violenza come strumento di
affermazione politica o ideologica. Non ci intimidiranno. E la nostra
reazione rimarrà decisa e determinata in difesa dei diritti umani, della
democrazia e delle libertà individuali che sono alla base della nostra
società. Onorevoli deputati, I problemi che viviamo ogni giorno ci
dimostrano che l’Unione è in buona salute, con buona pace degli
euroscettici e dei critici improvvisati. Essa infatti resta più che mai la
sola opzione con la quale affrontare crisi e problemi, anche drammatici. La
situazione non è facile perché siamo in una fase di transizione delicata e
complessa. Però la prospettiva di una Unione più grande e più forte è a
portata di mano. Tutto il lavoro che ci aspetta nei prossimi anni, a
cominciare dalla Conferenza Intergovernativa in corso, deve perciò
concentrarsi nella ricerca di una maggior coesione politica, sociale e
territoriale, per sfruttare al massimo i benefici della massa critica che ci
offre il nuovo gigante economico che sarà l’Unione allargata.
La Commissione
continuerà senza soste a perseguire questi obiettivi. 2. Situazione
economica Veniamo da due anni difficili ma, a giudicare dagli ultimi
indicatori, sembra che ci stiamo lasciando la fase negativa alle spalle.
C’è l’aspettativa diffusa che l’attività economica riprenda nella
seconda metà di quest'anno per accelerare nel 2004. Le cause del
rallentamento di questi anni sono molteplici. Fra esse, non dimentichiamo le
tensioni geopolitiche e, per i consumatori della zona euro, l'incertezza sul
futuro dei redditi da lavoro e delle pensioni. Le imprese, da parte loro,
hanno rimandato gli investimenti a causa della lunga congiuntura
sfavorevole, che ha intaccato i profitti. Comunque, come ho detto, il peggio
sembra passato: aumenta la fiducia delle imprese e dei consumatori e sta
tornando l'ottimismo tra gli operatori europei. Oltre all’Unione, la
ripresa si sta concretizzando anche in altre regioni del mondo. - Negli
Stati Uniti gli stimoli monetari e fiscali e l'aumento della produttività
tengono alti i tassi di crescita. Tuttavia, desta qualche preoccupazione
l’entità del disavanzo che il prossimo anno potrebbe crescere ancora a
causa degli sgravi fiscali e dei costi del conflitto in Iraq. - In Giappone,
le prospettive sono tornate finalmente buone e la tendenza per le altre
economie dell’Asia resta positiva con una crescita stimata nel prossimo
anno al 6,7%. - Segnali positivi vengono anche dai paesi aderenti. Nei
prossimi Stati membri dell'Unione sono in crescita le esportazioni, la
produzione industriale e i consumi delle famiglie. In risposta alla generale
ripresa in Europa e alla prospettiva dell'allargamento, si prevede che in
questi paesi il prossimo anno la crescita sarà del 3,8%. E questo è un
altro segno, se mai ce ne fosse stato bisogno, della correttezza delle
scelte politiche operate in questi anni a sostegno dell’unificazione del
continente. Iniziativa per la crescita La ripresa è tuttavia ancora
fragile. Bisogna premere sull'acceleratore dell'agenda di Lisbona e
proseguire sulla via delle riforme strutturali. L’iniziativa europea per
la crescita, su cui
la Commissione
ha lavorato sin dall’inizio dell’anno ha ora preso forma. Essa prevede
investimenti pubblici e privati per dare un colpo d’ala alla crescita e
all’occupazione. Forte del sostegno ricevuto al Consiglio europeo di
ottobre, la nostra proposta iniziale è diventata una vera e propria road
map con azioni e scadenze precise per eliminare gli ostacoli finanziari e,
soprattutto, regolamentari e amministrativi che frenano questi investimenti.
L’iniziativa include anche la lista quick-start che comprende una serie di
progetti che sono o saranno presto pronti a iniziare i lavori. In stretta
collaborazione con
la Banca
europea per gli investimenti, abbiamo individuato 56 progetti nelle reti di
trasporto, nell'energia, nelle telecomunicazioni e nella ricerca. Nello
stilare la lista abbiamo seguito alcuni criteri di base: - in primo luogo,
si tratta di opere in fase avanzata di progettazione che si possono avviare
subito, o in un lasso di tempo molto ridotto; - in secondo luogo, tutti i
progetti infrastrutturali hanno un forte impatto transfrontaliero e
serviranno a integrare il territorio e i mercati dell’Unione; - infine,
abbiamo scelto opere che possono produrre un effetto moltiplicatore degli
investimenti per avere la ricaduta più ampia possibile su crescita e
occupazione e che garantiscono un basso impatto ambientale. Inoltre, nella
ricerca e sviluppo, ci siamo impegnati a favorire progetti a forte
componente di innovazione. Per quanto riguarda i finanziamenti, il pacchetto
complessivo di investimenti--pubblici e privati--ammonterà a circa 10
miliardi di euro l’anno da qui al 2010. La partecipazione privata varierà
da progetto a progetto. Tuttavia, come indicazione di massima, abbiamo
previsto di finanziare i progetti con il 60% per cento di capitale pubblico
e il 40% di capitale privato. Quindi gli investimenti pubblici saranno di
circa 6 miliardi di euro l’anno a carico sia del bilancio dell’Unione
che dei bilanci nazionali. Ciò equivale a circa lo 0,05% del Pil
dell’Unione, e converrete che si tratta di un prezzo molto basso per dare
una scossa salutare all’economia europea. Un prezzo peraltro perfettamente
compatibile con il Patto di stabilità e di crescita. Quali sono i prossimi
passi di questa nostra Iniziativa? Il primo è il Consiglio europeo di
dicembre che dovrà deciderne l’approvazione. Sul tavolo c’è una
proposta realistica e fattibile. Sono certo che queste sue qualità
serviranno a creare il necessario consenso politico. Inoltre, gli Stati
membri devono mettere in pratica le riforme amministrative e di
regolamentazione che spesso sono il vero ostacolo alla realizzazione di
queste opere. Ciò serve in particolare a coinvolgere il settore privato, al
quale si presenta un quadro stabile e credibile. Infine, gran parte dei
progetti che abbiamo selezionato sono i punti nevralgici di reti più vaste
che interessano tutti i paesi dell’Unione. La realizzazione di questi
progetti migliorerà la redditività delle opere alle quali sono legati e
l’utilità di quelle porzioni delle reti infrastrutturali che sono state
già realizzate. Invito pertanto gli Stati membri a coordinare i piani di
spesa nazionali e regionali con l’Iniziativa europea al fine di
massimizzare l’impatto degli investimenti, creando sinergie che provocano
una ricaduta benefica per tutti i cittadini europei. 3. Programma di lavoro
Il programma legislativo e di lavoro per il prossimo anno coincide con
grandi cambiamenti per l'Unione europea. Ricorderò solamente gli
appuntamenti istituzionali: l'ingresso ufficiale di dieci nuovi Stati membri
il primo maggio, le elezioni del nuovo Parlamento europeo a giugno e la
scadenza del mandato dell’attuale Commissione il 31 ottobre. Il programma
che vi presento oggi intende completare la realizzazione degli obiettivi
strategici che questa Commissione si è data per il suo mandato. Tenendo
conto delle caratteristiche speciali del prossimo anno, esso comprende
realisticamente 73 nuove proposte, che è un numero molto inferiore rispetto
agli anni precedenti. Le proposte rispondono alle priorità politiche che
sono state approfondite tra marzo e giugno con il Parlamento e il Consiglio
nel corso del dialogo strutturato. La priorità principale è dare forma al
futuro dell'Unione allargata. Essa si fonda su due capisaldi: 1) garantire
il successo dell'adesione e 2) preparare il terreno politico per le nuove
prospettive finanziarie. Per quanto riguarda la seconda priorità, la
stabilità, bisognerà sviluppare una politica di vicinato per creare un
anello di paesi amici tutto attorno ai nuovi confini dell’Europa. Occorre
completare anche l’agenda di Tampere entro il primo maggio 2004 per
portare a compimento il progetto di un'area di libertà, giustizia e
sicurezza. Per la terza priorità infine, la crescita, occorre accelerare il
ritmo verso gli obiettivi di Lisbona, dare attuazione all'Iniziativa di
crescita e affinare la nostra strategia di sviluppo sostenibile. Dal punto
di vista operativo, il programma integra gli obiettivi del nuovo accordo
interistituzionale con un occhio teso a snellire l'attività legislativa. Ad
esempio, abbiamo coordinato le nostre proposte con la programmazione annuale
e pluriennale dell'Unione e ci impegniamo ad applicare alle iniziative più
importanti la procedura integrata per la valutazione di impatto. Nel campo
della stabilità e della sicurezza,
la Commissione
ha presentato al vertice di Salonicco una serie di proposte sulla giustizia
e gli affari interni e ha gettato le basi per una nuova politica di vicinato
per i paesi della nostra regione. Le proposte presentate sui temi economici
si sono concentrate sulla strategia di Lisbona, sul completamento del
mercato interno, sullo stimolo della ricerca e dell’innovazione e infine
sul rilancio degli investimenti nelle reti transeuropee. In questo contesto
non dobbiamo dimenticare il recente quadro legislativo per il settore della
chimica. Occorre dire però che quest'anno il carico di lavoro è stato
molto pesante e
la Commissione
non ha potuto portare a termine tutto ciò che si era prefissata. Per questo
motivo, il programma per il 2004 riprende alcune iniziative rimaste
incompiute. Voglio esprimere l’apprezzamento dell’intero Collegio per la
grande collaborazione mostrata dal Parlamento europeo nel lavoro di
programmazione. Il dialogo strutturato basato sulla Strategia politica
annuale e sul Programma di lavoro si è dimostrato un buono strumento. Ma
tutto si può migliorare. Tenuto conto delle scadenze che il prossimo anno
coinvolgeranno entrambe le nostre istituzioni,
la Commissione
collaborerà strettamente con il Parlamento per migliorare le forme in cui
si svolge il dialogo. In particolare, proponiamo: - di sostituire le modalità
attuali del dialogo con uno scambio di vedute fra
la Conferenza
dei presidenti di Commissione e la vicepresidente de Palacio nel mese di
aprile; - di utilizzare la procedura scritta per la valutazione intermedia
del programma e, infine, - di posticipare la presentazione del programma per
il 2005--che sarà responsabilità della prossima Commissione--fino alla
sessione plenaria di dicembre 2004. Abbiamo infine proceduto a una prima
valutazione della riforma interna che ha ammodernato la gestione finanziaria
e del personale. Le gravi irregolarità nella passata gestione
dell’ufficio statistico dell’Unione, Eurostat, ci hanno obbligato a una
riflessione e a un approfondimento ulteriori e ci hanno portato a proporre
un piano d’azione di cui intendo illustrare le linee guida. 4. Eurostat e
piano d'azione Olaf Signor Presidente, Voglio passare ora alla vicenda
Eurostat, che ha suscitato reazioni forti e legittime. Lo scorso 25
settembre ho già avuto occasione di spiegarmi sulla questione davanti alla
Conferenza dei presidenti, alla quale si erano aggiunti anche i componenti
della Commissione per il controllo dei bilanci. Ho dato la mia valutazione
dei fatti così come ci risultavano dalle inchieste condotte dall’Olaf e
dai numerosi lavori condotti dai diversi Servizi della Commissione,
soprattutto dal Servizio di revisione interna. Da tutti questi lavori
risulta chiaramente che i fatti più gravi si sono verificati prima del
1999. Tuttavia, ho riconosciuto che certe disfunzioni nel nostro sistema di
comunicazione, soprattutto fra l’Olaf e il resto della Commissione, ma
anche fra il Direttore generale di Eurostat e il suo commissario di
riferimento e, infine, fra Eurostat stesso e i servizi di controllo
centrale, non hanno consentito alla Commissione di prendere più prontamente
tutte le precauzioni necessarie in termini amministrativi o finanziari. Ho
analizzato a fondo le cause di queste disfunzioni e mi sono impegnato a
presentarvi un piano d'azione per porvi rimedio. Dopo il mio intervento, è
stata prodotta
la Relazione
finale del Revisore interno, richiesta dalla Cocobu nel quadro
dell’esercizio di discarico per il 2001. Esso non contiene alcun fatto
nuovo tale da rimettere in questione la mia analisi. Il piano che vi
presento oggi si fonda sui principi fondamentali della riforma che la mia
Commissione ha portato avanti con il sostegno del Parlamento. Fra i punti
qualificanti troviamo l'indipendenza funzionale dell’Olaf, il nuovo
regolamento finanziario entrato in vigore nel gennaio 2003 che ha introdotto
il decentramento della gestione finanziaria, il nuovo statuto del personale
e le disposizioni in materia di diritti e doveri, i codici di condotta, ecc.
Tutte queste riforme sono state introdotte gradualmente. Come ho già avuto
modo di affermare il 25 settembre, sarebbe quindi ingiusto esprimere un
giudizio sulla riforma, sul suo grado di successo o meno, partendo dal
presupposto che essa fosse già completamente operativa già a partire dal
2000. Si devono considerare piuttosto gli anni fra il 2000 e il 2003 come un
periodo di transizione nel corso del quale mette progressivamente radici la
nuova cultura di responsabilità e di trasparenza ma non tutti i meccanismi
previsti dalla riforma sono pienamente in vigore. Queste riforme hanno
tuttavia dato prova della loro utilità, e il caso Eurostat dimostra la loro
grande utilità a contrario per quanto riguarda, per esempio, la mobilità
delle funzioni delicate, la separazione dei compiti operativi da quelli di
controllo, la realizzazione delle capacità di revisione interna in ciascuna
direzione generale, il ruolo del Servizio di revisione interna, ecc. Questo
Piano d’azione si basa anche sulle raccomandazioni fatte dal Revisore
della Commissione nella sua relazione sui contratti di Eurostat, relazione
che abbiamo trasmesso alla Cocobu lo scorso 24 ottobre e che il Sig. Muis,
direttore generale del Servizio di revisione interna, ha presentato a questa
Commissione il 4 novembre scorso. Prima di entrare nel vivo della questione,
voglio ricordare brevemente, gli insegnamenti che traggo da questa vicenda.
- La vicenda Eurostat conferma purtroppo le severissime diagnosi fatte nel
1999 dal Comitato degli esperti indipendenti sulle pratiche di gestione in
vigore presso
la Commissione
europea. È proprio sulla base di questa diagnosi che abbiamo messo mano
alla nostra ambiziosa riforma, preceduta dal Libro bianco, che comporta un
centinaio di riforme in diversi settori. - Essa rileva anche l'attività di
riordino iniziata nel 2000 e che ha interessato anche Eurostat. Tuttavia, in
questa fase di transizione rimangono ancora alcuni elementi della vecchia
cultura. La relazione indica soprattutto che le informazioni trasmesse dal
direttore generale di Eurostat al suo commissario sono state insufficienti e
che anche la comunicazione all’interno di Eurostat, per quanto riguarda la
chiusura dei conti del passato, è stata assai limitata. - La vicenda
Eurostat dimostra inoltre la persistenza di certi elementi di vulnerabilità.
Non voglio tornare sulla scelta della gestione decentrata né sulla
separazione delle responsabilità fra livello politico e livello
amministrativo, alla quale non esistono alternative. Tuttavia, è per questo
che il Collegio e tutti i commissari presi individualmente devono disporre
dei mezzi per assumersi effettivamente la propria responsabilità politica,
che comprende non solamente la propria attività ma anche quella dei
servizi. - Infine, il percorso seguito dalle indagini dell'Olaf dimostra la
necessità di regolare meglio l’informazione a cui gli individui e le
istituzioni interessati da queste inchieste hanno diritto, sempre nel pieno
rispetto dell'indipendenza dell’Olaf. Non abbiamo ricevuto informazioni
circa le indagini condotte dall’Olaf su Eurostat fino a maggio 2003.
Signor Presidente, queste sono le quattro considerazioni sulle quali si
fonda il Piano d'azione che vi presento oggi. Il filo conduttore di questo
piano è quello di costruire sulla base delle riforme che abbiamo introdotto
e che danno già i loro frutti e di consolidarle rinforzando soprattutto i
mezzi a disposizione del livello politico per assumersi le proprie
responsabilità politiche. Voglio ricordare che, per quanto riguarda
Eurostat stesso, abbiamo preso misure energiche a partire dall’estate
2003. Il direttore generale è stato sostituito. Tutti i posti di direttore
operativo sono stati riaperti e pubblicati sia all’interno che
all’esterno dell’istituzione. La posizione di direttore delle risorse è
stata oggetto di trasferimento. L’organigramma è stato completamente
ripensato in modo da integrare certi compiti che erano invece esternalizzati.
Sono state ridefinite le priorità concentrandosi sulla missione essenziale
di Eurostat. Infine, le funzioni di capo unità hanno visto una forte
mobilità. Si tratta quindi di una riorganizzazione di amplissima portata
che è destinata ad accelerare la trasformazione della cultura a Eurostat.
In questo spirito mi è sembrato necessario rivedere in primo luogo il
codice di condotta fra i commissari e i loro servizi stabilito nel 1999,
poco dopo l’entrata in funzione della mia Commissione. Mantenendo i
principi generali che si trovano alla base del codice del 1999: lealtà e
fiducia reciproca, ripartizione dell’attività fra commissari/gabinetti e
servizi, principio di non interferenza del commissario o del suo gabinetto
nella gestione degli stanziamenti, è opportuno mettere con più forza
l’accento sulla responsabilità politica del commissario che, come ho
detto, si estende oltre le sue stesse attività e comprende anche quelle dei
servizi. Il codice di condotta rivisto comprenderà pertanto tutta una serie
di disposizioni che rafforzano l’informazione del commissario consentendo
a quest’ultimo di esercitare la sua responsabilità in condizioni
ottimali. Il codice prevedrà che i servizi dovranno mettere a disposizione
del commissario, dal momento in cui assume l'incarico e a scadenze
periodiche nel corso del suo mandato, tutti gli elementi pertinenti per
metterlo in grado di esercitare la supervisione dell’azione dei servizi di
cui è responsabile e di dar loro indicazioni di carattere generale,
soprattutto in materia di controlli interni di gestione finanziaria e sulle
attività operative più importanti per l’attuazione della sua politica.
Il codice prevedrà inoltre una procedura specifica di coinvolgimento
formale del commissario in virtù della quale il direttore generale attira
personalmente e senza ritardi l'attenzione del commissario su qualsiasi
fatto o sviluppo suscettibile di mettere in questione la sua responsabilità
politica o quella del Collegio. In secondo luogo, voglio rispondere anche a
un'altra questione sollevata dalla vicenda Eurostat. Effettivamente, in
diversi punti della nostra istituzione sono emersi certi segnali, certi
elementi di informazione, sulla vicenda Eurostat ben prima del maggio 2003.
Questi segnali, presi uno per uno, non consentivano di farci comprendere la
gravità della vicenda. Se fossero stati centralizzati e analizzati
nell’insieme, forse non avremmo dovuto aspettare le prime informazioni
circostanziate dell’Olaf per prendere le misure cautelative. Ho deciso
quindi di istituire un nuovo dispositivo con il compito di raccogliere e
collegare tutte le informazioni relative a indizi di frode, di irregolarità
o di atti censurabili, di analizzare queste informazioni e di informarne
secondo il caso
la Commissione
o il commissario responsabile in modo da metterli in grado di prendere ogni
misura di carattere amministrativo, finanziario o altro, particolarmente
quelle a protezione degli interessi finanziari dell'Unione. - Ho deciso di
assumere personalmente la responsabilità politica di questo dispositivo con
l'aiuto di Neil Kinnock e di Michaele Schreyer. - I nostri lavori verranno
preparati e livello amministrativo da un gruppo che, attorno al Segretario
generale, comprenderà funzionari a livello di direttore generale. Questo
dispositivo ci permetterà particolarmente di garantire il miglior controllo
delle informazioni ricevute dall’Olaf, dall’Idoc e dall’Ias.
Beninteso, non si tratta di procedere a indagini supplementari né di
sostituirsi ai responsabili politici o amministrativi, che mantengono la
responsabilità di esercitare la vigilanza sulla gestione e di dare il
seguito opportuno alle informazioni e alle relazioni d'inchiesta che
ricevono. Si tratta quindi soprattutto di un dispositivo di vigilanza e di
allerta. In terzo luogo, ho deciso di rafforzare i circuiti di informazione
fra i servizi centrali e quelli operativi. Sulla base dei grandi passi
avanti già compiuti dalla riforma, si tratta di rafforzare certi
collegamenti, di migliorare certe pratiche e di dare seguito a certi
suggerimenti che il Revisore interno menziona nella sua relazione su
Eurostat e soprattutto alle sue osservazioni sulla governance.
Essenzialmente si tratta di misure tecniche che però io considero
importantissime per rafforzare la circolazione delle informazioni e i
sistemi di checks and balances. Voglio citarne alcuni: la supervisione da
parte del Servizio finanziario centrale dei sistemi di controllo interno
adottati dalle direzioni generali, la comunicazione all’Ias delle
relazioni di audit effettuate internamente alle direzioni generali e il
controllo dell'esecuzione delle raccomandazioni che vi sono formulate, la
mobilità per le funzioni sensibili, la cui esecuzione effettiva deve essere
completata nel 2004, le condizioni e le procedure riguardanti i
whistleblower, l'istituzione dell'ente incaricato del rilevamento delle
irregolarità finanziarie, previsto dal regolamento finanziario e il cui
Presidente dovrà essere un ex-magistrato della Corte dei conti, ecc.
Segnalo peraltro la mia intenzione di potenziare il Servizio di revisione
interna e soprattutto di rafforzare la sua direzione. Per finire, arrivo ora
all’Olaf. Tutti riconoscono che la situazione attuale non è soddisfacente
sotto diversi aspetti. Questa non è sotto alcun aspetto una critica al
direttore Bruener cui riconosco il merito di avere guidato con saggezza e
perizia l’Olaf in questa difficile fase della sua vita e che gode perciò
della mia fiducia. L’olaf è un servizio della Commissione che però
conduce le sue indagini, come è stato nostro desiderio, in totale
autonomia. L’ufficio è padrone assoluto delle sue decisioni
nell’esercizio delle proprie attività operative. E anche questo è stato
un nostro desiderio. Tuttavia, il quadro giuridico in vigore resta impreciso
per quanto riguarda la comunicazione o meno delle informazioni alle
istituzioni o agli individui interessati dalle indagini. E ciò si è
rivelato nocivo nel caso Eurostat. Il controllo esercitato dal Comitato di
sorveglianza mira a garantire l’indipendenza dell’Olaf, ma non gli
permette di svolgere un ruolo nello svolgimento delle indagini in corso.
La Commissione
si trova nella difficile situazione di doversi assumere la responsabilità
politica dell'operato dell’Olaf senza avere effettivamente i mezzi per
esercitare tale responsabilità.
La Commissione
inoltre è giuridicamente responsabile per l’Olaf in caso di ricorso e
soprattutto in caso di eventuali azioni di risarcimento dei danni che
possono essere intentate da privati che si considerano parti lese. Ho
proposto al Parlamento che, nella prospettiva di un Procuratore europeo,
all’Olaf “dovrà essere garantita l'autonomia in una cornice politica
chiara”. Non ho abbandonato questo obiettivo. La possibilità di
proseguire la riflessione sull’esternalizzazione totale dell’Olaf deve
rimanere nella nostra agenda. Tuttavia, al fine di risolvere rapidamente i
problemi operativi che si presentano sin d’ora, vorrei proporre una tappa
immediata che prevede una modifica del regolamento dell’Olaf con
l'obiettivo della sua adozione, per quanto possibile, da parte dell'attuale
Parlamento. Il Comitato di sorveglianza dell’Olaf e i lavori in corso in
seno alla Cocobu--in particolare la relazione dell’onorevole Bösch sulla
valutazione delle attività dell’Olaf che sarà sottoposta fra breve
all’approvazione di questa assemblea--sottolineano la necessità di
rinforzare il quadro di regolamentazione.
La Commissione
terrà conto di questi lavori. Oggi vorrei proporvi a grandi linee i
miglioramenti previsti: 1) Rafforzare l’autonomia operativa dell’Olaf
focalizzando meglio e secondo necessità le sue attività, soprattutto nella
prospettiva dell’allargamento. A questo scopo, potrebbe essere utile
reintegrare nei servizi della Commissione certi compiti orizzontali non
legati alle indagini. 2) La possibilità da parte dell’Ufficio di
dedicarsi alle sue priorità. A questo fine, sarebbe utile stabilire un
principio di discrezionalità che dovrebbe comparire nel regolamento. Ciò
permetterebbe all’Olaf, attraverso meccanismi da definire, di affidare
alle istanze appropriate il seguito di certi casi di minore importanza o che
non si iscrivono nel quadro delle sue attività prioritarie. Ciò contribuirà
anche ad accrescere la rapidità e l’efficacia delle inchieste. Preciso
che ogni decisione di aprire o meno un’inchiesta deve restare all’Olaf.
3) Farà parte dei miglioramenti il chiarimento del flusso di informazioni
fra l’Olaf e le istituzioni o gli organi interessati. Ciò imporrà anche
di occuparsi delle questioni legate al trattamento di queste informazioni da
parte delle istituzioni interessate. A questo riguardo, è opportuno
garantire un migliore equilibrio fra la tutela dell’efficacia delle
inchieste e la tutela degli interessi finanziari dell’Unione tramite
misure cautelative. Ciò imporrà anche il chiarimento della questione della
responsabilità finale delle decisioni prese in questo contesto. 4) Le
modifiche del regolamento comprendono anche l’aspetto essenziale della
protezione dei diritti di difesa. 5) Parallelamente, dovrà essere presa in
considerazione anche la governance dell’Olaf. Si può pensare: - Sia nei
termini di un rafforzamento del ruolo e della composizione del suo Comitato
di sorveglianza; - Sia nei termini della creazione di un Consiglio di
amministrazione interistituzionale. In breve, propongo che l’Olaf, che
dovrà far fronte a un maggior carico di lavoro in un’Unione allargata,
venga resa più efficace attraverso l’aumento delle sue risorse di
personale, la focalizzazione sulle funzioni di indagine e un regolamento più
adeguato. Propongo anche, come vuole la regola democratica, che venga
rafforzato l’obbligo di rendere conto delle sue attività. Signor
Presidente, Queste sono le idee di fondo del Piano d'azione che mi propongo
di lanciare per rispondere alle domande sollevate dalla vicenda Eurostat.
Prima della fine dell’anno verrà adottata una comunicazione. Per quanto
riguarda le misure di ordine interno alla Commissione, conto di farle
adottare a partire dal mese di dicembre. Spero inoltre che i nostri contatti
con il Parlamento siano sufficientemente avanzati per sottoporre una
proposta legislativa riguardante l’Olaf che abbia una probabilità
ragionevole di venire adottata da questo Parlamento e che ci faccia
procedere verso l'idea di un Procuratore europeo che tutti continuiamo a
sostenere. 5. Commissione allargata Signor Presidente, All’inizio ho
ricordato i grandi appuntamenti istituzionali che caratterizzano il
2004. A
questi va aggiunta ovviamente
la Conferenza
intergovernativa, che sta lavorando alla nostra prima vera Costituzione. Fra
le molte questioni sul tappeto, oggi voglio parlare di quella che mi sta più
a cuore, ovvero la composizione della Commissione. Da molte parti si afferma
che una Commissione con venticinque o più componenti sarebbe impraticabile.
Il prossimo anno, metteremo alla prova questa idea perché, per sei mesi,
accoglieremo i colleghi provenienti dai nuovi paesi membri e il Collegio sarà
composto da 30 commissari. Naturalmente, si tratta di una situazione
transitoria nella quale non si creeranno nuovi portafogli e che durerà
solamente fino alla fine di questo mandato. Dal primo novembre 2004 avremo
infatti una Commissione con 25 membri. Io sono convinto che questo Collegio
a 25 o a 30 commissari possa funzionare benissimo. In primo luogo, il
trattato di Nizza garantisce già la coerenza di un Collegio allargato.
Nella prossima Commissione, il Presidente avrà maggiori poteri di
organizzazione, di direzione e di controllo. In secondo luogo, non sono
d'accordo con chi sostiene che le mansioni della Commissione si riducano a
una dozzina di portafogli o poco più. Ho sempre trovato strana questa idea
che, fra l'altro, ignora la responsabilità collegiale che ciascun
commissario ha su tutte le questioni trattate. Non dimentichiamo che i
commissari sono anche il volto dell’Europa per l'opinione pubblica dei
loro paesi di provenienza. E questo sarà ancor più importante per i nuovi
cittadini europei. Infine, l'efficacia della Commissione non dipende dal
numero dei suoi componenti ma da come si utilizzano le risorse a
disposizione. Le riforme che abbiamo introdotto negli ultimi anni hanno già
ottenuto buoni risultati in questo senso. La collegialità e la coerenza
della Commissione restano al centro delle mie preoccupazioni. Un Collegio
allargato presenta senz’altro delle sfide, ma queste non si superano con
la proposta di una Commissione divisa su due livelli, dando un ruolo da
comprimario a quasi la metà dei commissari. 6. Nuove prospettive
finanziarie Onorevoli deputati, Finora ho parlato di scadenze ravvicinate,
ma la mia Commissione sta già guardando più lontano. All’inizio di
quest’anno
la Commissione
ha dato vita a un’ampia riflessione sulle nuove Prospettive finanziarie
che entreranno in vigore dopo il 2006. Nel 2007 l’Unione potrebbe contare
28 Stati membri con circa mezzo miliardo di cittadini e avrà un nuovo
quadro costituzionale. È chiaro quindi che occorre avviare sin d’ora la
riflessione per arrivare al 2006 con tutti gli strumenti adottati e pronti a
funzionare. Le esperienze passate ci insegnano che il tempo stringe. Nel
preparare il futuro la politica deve avere il primato perché prima di
mettere mano ai conti dobbiamo decidere come vogliamo che sia il quadro
globale delle politiche dell’Unione. Dobbiamo tenere lo sguardo fisso sui
nostri obiettivi: pace, sviluppo sostenibile, solidarietà e libertà.
Questo, in concreto, significa lavorare verso le seguenti direzioni: - Una
road map per l’agenda di Lisbona e di Göteborg, per una Unione
competitiva, coesa e umanamente ricca. È questa la colonna vertebrale
dell’integrazione economica negli anni a venire. - Solidarietà fra paesi
e regioni: per aiutare chi è in ritardo a non restare ai margini del
processo di crescita; per concentrare le risorse su quanto serve a tutti per
crescere insieme; - Cittadinanza europea in uno spazio che da mercato si è
fatto spazio politico di libertà, di giustizia e di sicurezza; - Dimensione
esterna del nostro modello e delle nostre scelte politiche. A cominciare dai
paesi che ci stanno vicini e con i quali dobbiamo costruire l’anello degli
amici attraverso un’alleanza politica di vicinato che condivida con noi le
nostre politiche. Quindi nell’arena globale, con la convinta volontà di
contribuire a una governance democratica e allo sviluppo e di lottare contro
la povertà e l’esclusione. - È importante che questa legislatura, la
legislatura che ha concluso l’allargamento, contribuisca a definire le
linee politiche del progetto per l’Unione allargata. È chiaro che il
negoziato si farà successivamente tra le istituzioni allargate. 7.
Conclusioni Signor Presidente, Onorevoli deputati, Il 2004 sarà un anno di
sfide, di grande rinnovamento e di impegni forti. Le elezioni europee
saranno un momento importantissimo per verificare il grado di partecipazione
dei cittadini alla nostra impresa comune di integrazione e di sviluppo che
è l’Unione. In questo quadro,
la Commissione
è cosciente di costituire un punto di riferimento importante che assicura
continuità, stabilità e dinamismo al sistema istituzionale dell’Unione.
Il nostro impegno è quello di lavorare con il Parlamento, il Consiglio e
tutte le altre istituzioni dell’Unione per vincere la nostra scommessa con
la storia. Insieme, possiamo costruire un’Unione più grande, più
indipendente e più forte.
LA CORTE DEI
CONTI EUROPEA PUBBLICA
LA RELAZIONE ANNUALE
SULL'ESERCIZIO FINANZIARIO 2002
Lussemburgo, 19 novembre 2003 -
La Corte
ritiene che i conti delle Comunità europee per il 2002 compilati dalla
Commissione riflettano fedelmente le entrate e le spese e la situazione
finanziaria delle Comunità alla fine dell'esercizio, salvo per alcune
lacune dovute a carenze nella concezione del sistema contabile.
La Corte
giudica positivamente il piano d'azione per la modernizzazione del sistema
contabile adottato dalla Commissione alla fine del 2002, che dovrebbe
diventare pienamente operativo nel 2005. Questo calendario, tuttavia,
potrebbe rivelarsi eccessivamente ottimistico se
la Commissione
dovrà attuare tutte le riforme profonde che sono necessarie.
La Corte
è del parere che le operazioni su cui sono basati i conti siano legittime e
regolari per quanto riguarda le risorse proprie, gli impegni, le spese
amministrative e gli aiuti di preadesione, benché in quest'ultimo caso
occorra migliorare i sistemi di supervisione e controllo. Nel caso della
politica agricola, i pagamenti sono inficiati da errori significativi, per
lo più a livello del beneficiario finale. Nei 14 Stati membri che hanno
applicato in modo soddisfacente il sistema integrato di gestione e controllo
(Sigc), le spese per i seminativi risultano essere la categoria di spese Pac
a minor rischio e soggetta al sistema di controllo più efficace. Per
contro, i pagamenti dei premi per gli animali versati agli agricoltori,
sebbene i controlli Sigc siano soddisfacenti, presentano un rischio di
errore più elevato a causa degli spostamenti di animali e della complessità
della normativa. Le altre categorie di spesa non soggette al Sigc sono
esposte a rischi più elevati ed i controlli sono meno efficienti. Esse
rappresentano il 42 % dei pagamenti totali per l'agricoltura e includono le
sovvenzioni per l'olio d'oliva, il cotone, il tabacco e i foraggi essiccati,
lo sviluppo rurale, le misure di intervento e le restituzioni
all'esportazione. Per quanto riguarda le misure strutturali, è stato
osservato un miglioramento dei sistemi di supervisione e di controllo
gestiti dalla Commissione. Tuttavia, permangono carenze nei sistemi di
controllo posti in atto dagli Stati membri, che amministrano la quota più
consistente dei finanziamenti. Problemi sono stati rilevati per quanto
riguarda i sistemi di controllo, previsti dai regolamenti, intesi a
certificare le dichiarazioni di spesa finali relative al periodo 1994-1999,
soprattutto a causa della tardiva introduzione della normativa al riguardo.
I sistemi relativi al periodo 2000-2006 sono più efficaci; tuttavia,
la Corte
ha rilevato lo stesso tipo di errori osservato per gli esercizi precedenti,
in particolare dichiarazioni di spese non ammissibili. Nel settore delle
politiche interne, i pagamenti sono tuttora inficiati da errori
significativi.
La Commissione
ha svolto un numero consistente di audit di progetti, che hanno individuato
errori quali dichiarazioni di spese eccessive da parte di beneficiari
finali. Tuttavia, le azioni correttive adottate a seguito degli audit non
sono state rigorose e il recupero dei fondi indebitamente versati è stato
lento. Gli errori nel settore della ricerca derivano, in gran parte, dalle
norme attuali che disciplinano i programmi quadro di ricerca e che occorre
perciò modificare. Nel caso degli aiuti di preadesione, gli errori
individuati non hanno un'incidenza significativa. Nondimeno, con
l'approssimarsi della data dell'adesione, è necessario migliorare
ulteriormente i sistemi di supervisione e di controllo. Per quanto riguarda
Ispa (misure strutturali),
la Commissione
dovrebbe migliorare la propria metodologia di audit; nel caso di Sapard
(programma di sviluppo rurale),
la Commissione
dovrebbe potenziare i controlli nei paesi beneficiari, per verificare che i
sistemi funzionino secondo le modalità convenute. L'attuazione del
programma Sapard è ancora lenta: dopo tre anni, soltanto il 2 % dei fondi
disponibili è stato trasferito ai beneficiari finali. Nel settore delle
azioni esterne, i sistemi di controllo della Commissione sono stati ritenuti
adeguati sia nei servizi centrali che presso gli uffici delle delegazioni
nei paesi terzi. Tuttavia, i problemi rilevati in passato permangono a
livello locale e sono stati osservati errori dal punto di vista della
regolarità presso gli organismi responsabili dell'attuazione dei progetti
di sviluppo. Si tratta di errori che riguardano generalmente l'inosservanza
di disposizioni contrattuali, in particolare le norme di gara, una mancanza
di documenti giustificativi e il finanziamento di spese non ammissibili.
L'attuazione dei Fondi europei di sviluppo ha continuato ad essere lenta; i
3 anni di ritardo accumulati prima dell'entrata in vigore dell'accordo di
Cotonou saranno all'origine di ulteriori ritardi. Un'alternativa potrebbe
essere quella di includere i Fes nel bilancio generale delle Comunità. I
conti Fes sono stati giudicati affidabili e le operazioni su cui erano
basati legittime e regolari; tuttavia,
la Corte
non può formulare un parere sull'utilizzo, da parte dei paesi Acp,
dell'aiuto diretto al bilancio, che è soggetto a procedure di controllo
nazionali e non del Fes. Dall'audit della Corte non sono emerse serie lacune
nei sistemi di controllo, né errori rilevanti che incidono sulla legittimità
e la regolarità delle spese amministrative. Il Parlamento europeo ha
compiuto progressi significativi nella gestione delle spese dei gruppi
politici; tuttavia, occorre chiarire lo status giuridico dei gruppi e
migliorare la gestione dei contratti di lavoro. Nell'esaminare le entrate
della Comunità,.
La Corte
ha osservato che le risorse Iva e Pnl venivano calcolate in modo corretto.
Tuttavia,
la Commissione
dovrebbe rafforzare i controlli sull'attendibilità dei dati comunicati
dagli Stati membri. Come nei due esercizi precedenti, vi è stata
un'eccedenza significativa delle entrate rispetto alle spese, pari a 7,4
miliardi di euro, rispetto a 15,0 miliardi di euro nel 2001. Tale eccedenza
è principalmente dovuta al sottoutilizzo degli stanziamenti nel settore
delle azioni strutturali, in cui gli Stati membri hanno sistematicamente
sovrastimato i fondi necessari all'attuazione dei programmi.
La Commissione
dovrebbe introdurre le necessarie rettifiche al bilancio entro la fine
dell'esercizio, per consentire di adeguare le entrate in funzione delle
spese.
La Corte
rileva notevoli progressi nell'attuazione della riforma amministrativa della
Commissione. Le relazioni annuali di attività e le dichiarazioni dei
direttori generali sono migliorate; tuttavia, i direttori generali
dovrebbero essere più precisi nel formulare le proprie riserve
sull'efficacia dei sistemi di controllo interno e dovrebbero descrivere
meglio le carenze individuate. Benché siano stati compiuti progressi, alla
fine del 2002 il livello minimo di applicazione delle norme di controllo
interno non era ancora pienamente raggiunto in tutte le direzioni generali;
occorre conseguire con urgenza questo obiettivo. Esistono difficoltà
nell'attuazione della riforma nei settori di spesa in cui la gestione è
condivisa tra
la Commissione
e gli Stati membri. Ciò riguarda oltre l'80 % del bilancio e include la
politica agricola comune e le misure strutturali. I progressi in questi
settori dipendono da miglioramenti nei sistemi amministrativi e di controllo
posti in essere dagli Stati membri. Infine, per migliorare la trasparenza e
seguire il processo di riforma,
la Corte
raccomanda alla Commissione di aggiornare il Libro bianco sulla riforma
amministrativa del 2000, di rivedere il calendario e di consolidare l'elenco
delle questioni in sospeso. Dall'ultima relazione annuale,
la Corte
dei conti ha adottato 13 relazioni speciali e 6 pareri relativi a diversi
aspetti delle finanze e della gestione comunitarie. Relazione annuale
sull'esercizio finanziario 2002 (versione integrale) http://www.Eca.eu.int/it/ra/2002/ra02.htm
sintesi della relazione annuale sull'esercizio finanziario 2002: http://www.Eca.eu.int/it/noteinfo/2002/nira02.pdf
SECONDO EUROCHAMBRES, L'ECONOMIA EUROPEA DOVRÀ
ESSERE
LA PRIMA PRIORITÀ
DELLA PRESIDENZA IRLANDESE
Bruxelles, 19 novembre 2003 - Il presidente di Eurochambres, Christoph Leitl,
ha approfittato di una riunione con il ministro degli Esteri irlandese, Dick
Roche, per esortare il governo della Repubblica d'Irlanda a concentrarsi
sulla situazione economica dell'Europa quando assumerà
la Presidenza
dell'Ue nel gennaio 2004. Pur ammettendo di comprendere le ragioni per cui
l'attenzione politica sia stata recentemente puntata sull'allargamento dell'Ue
e sulle relative riforme costituzionali, Leitl ha dichiarato che è giunto
il momento di "concentrarsi nuovamente sull'economia per recuperare il
ritardo accumulato nel raggiungimento dell'obiettivo di Lisbona".
"Sollecitiamo
la Presidenza
irlandese a dedicarsi al problema della stagnazione dell'economia in Europa,
oltre alle attività amministrative che dovranno comunque essere svolte per
creare un quadro organizzativo adeguato al futuro politico
dell'Unione", ha affermato Leitl. L'associazione delle camere di
commercio e industria europee ritiene che l'allargamento dell'Ue renda
l'agenda di Lisbona ancor più prioritaria e chiede agli Stati membri di
ristabilire credibilità attraverso il mantenimento delle promesse sulla
competitività fatte in passato, il rafforzamento dell'imprenditorialità e
la creazione di un quadro favorevole alla ricerca e allo sviluppo.
GLI IMPRENDITORI EUROPEI CHIEDONO AI
RESPONSABILI POLITICI DI "LIBERARE IL POTENZIALE DELLE IMPRESE"
Bruxelles, 19 novembre 2003 - Per contrassegnare la prima edizione della
Giornata europea della Competitività, il 14 novembre circa 100 imprenditori
si sono dati convegno a Bruxelles, con l'intento di sollecitare le più alte
cariche politiche a migliorare le condizioni per le imprese in Europa. Il
messaggio è stato consegnato dall'Unione delle confederazioni europee
dell'industria e dei datori di lavoro (Unice), per conto degli imprenditori
europei, al premier italiano Silvio Berlusconi e al commissario per le
Imprese e
la Società
dell'informazione Erkki Liikanen. Antonio D'amato, presidente di
Confindustria, federazione membro dell'Unice, ha dichiarato: "L'europa
stenta a crescere! I nostri principali concorrenti [...], Stati Uniti e
Giappone, registrano un aumento della produttività della forza lavoro,
mentre nell'Ue questo dato è in calo". Gli ha fatto eco il presidente
di un'altra federazione membro, Michael Rogowski del Bdi, il quale ha
affermato: "La produzione industriale e le attività di ricerca stanno
abbandonando l'Europa. Se non verranno prese decisioni urgenti, rischiamo la
deindustrializzazione". Per l'occasione, l'Unice ha appositamente
elaborato un manifesto a favore della competitività, il cui slogan è
"Release companies' potential - Free Gulliver!" (Diamo libero
sfogo al potenziale delle imprese - Liberiamo Gulliver!). L'organizzazione
utilizza l'immagine fantastica di questo viaggiatore imbrigliato, per
raffigurare l'economia europea frenata da vari ostacoli indesiderati. Il
primo di tali ostacoli è costituito dai regolamenti superflui, che l'Unice
vorrebbe veder semplificati. Inoltre, al momento di redigere una nuova
legislazione importante per le imprese, un Consiglio "Competitività"
con maggiori poteri dovrebbe prevedere una valutazione d'impatto accurata,
recita il manifesto. Secondo l'Unice, è necessario stimolare l'innovazione
attraverso l'elaborazione di politiche nazionali di ricerca coerenti e
l'incremento dei finanziamenti alla ricerca da parte di Bruxelles. Inoltre,
sarebbe utile aggiornare le regole relative agli aiuti di Stato a favore
della ricerca e sviluppo e incoraggiare la cooperazione tra l'industria e
gli istituti deputati alla creazione del sapere. Il completamento delle reti
transeuropee contribuirà a rafforzare l'efficacia del mercato interno.
Tuttavia, piuttosto che utilizzare le risorse pubbliche già ampiamente
sfruttate, il manifesto chiede ai responsabili politici di migliorare le
opportunità per i partenariati pubblico-privati. Fra le altre azioni che l'Unice
vorrebbe vedere intraprese figurano la riforma delle normative nazionali in
materia di occupazione al fine di renderle più flessibili e il
completamento dell'agenda di Doha per lo sviluppo. Il presidente dell'Unice
Jürgen Strube ha sottolineato la necessità di agire e superare la
retorica, affermando: "Abbiamo bisogno di un serio impegno di tutte le
istituzioni europee nei confronti della competitività. L'unione europea
necessita di una strategia integrata per la competitività che dia spazio
all'attività imprenditoriale". Infolink: http://www.Unice.org
IMPRENDITORIA FEMMINILE: INTEGRAZIONE STANZIAMENTO PER IL
2003
Roma, 19 novembre 2003 - Per far fronte all'elevato numero di domande
pervenute al Ministero delle Attività Produttive a sostegno
dell'imprenditoria femminile, sono state individuate, con il decreto 17
ottobre 2003 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 novembre scorso,
risorse finanziarie integrative del fondo già stanziato nel 2002. Le
risorse finanziarie disponibili da ripartire tra le regioni ammontano a
99.915.677,26 euro. La quota delle risorse viene calcolata sulla base della
popolazione femminile residente, in misura direttamente proporzionale, con
l'indice di disoccupazione femminile, secondo l'ultima rilevazione ufficiale
disponibile. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/imprenditoria_femminile/index.html
CIPE:
VARATI NUOVI INVESTIMENTI PER
LA RICERCA E
L'INNOVAZIONE
Roma, 19 novembre 2003 - Si è tenuta a Palazzo Chigi il 13 novembre scorso,
la riunione del Cipe (Comitato per la programmazione economica). Numerosi
gli investimenti approvati, tra gli altri: 400 milioni di euro al Piano
nazionale della sicurezza stradale per il 2003, 931,5 milioni di euro al
Fondo sanitario 2003 da ripartire tra le regioni, nuovi contratti di
programma, relativi a Calabria, Campania, Molise, Piemonte e Toscana.
Inoltre, il Cipe ha approvato un Piano che stanzia 300 milioni di euro per
infrastrutture e servizi nel Mezzogiorno, di cui 150 milioni destinati alla
creazione e allo sviluppo di adeguati servizi, ed i restanti 150 milioni di
euro per l'incremento delle "reti fisiche". Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/cipe131103/index.html
CARTOLARIZZAZIONE
INPDAP: CHIUSURA ANTICIPATA DEL COLLOCAMENTO
Roma, 19 novembre 2003 - Il Mef e l’Inpdap comunicano la chiusura
anticipata del collocamento della cartolarizzazione dei crediti Inpdap. La
raccolta degli ordini, sulla base delle indicazioni di tasso di interesse
diffuse lunedì, avrebbe dovuto concludersi il prossimo venerdì con il
lancio dell’operazione. Ma gli elevati volumi di domanda registrati dalle
banche incaricate del collocamento hanno suggerito di interrompere la
raccolta anticipatamente (ieri sera), poiché gli ordini ricevuti erano già
superiori ai 10,5 miliardi di euro, a fronte di circa 4,2 miliardi di
offerta. Le obbligazioni, che saranno emesse e pagate il prossimo 25
novembre, sono suddivise in quattro tranche con le seguenti caratteristiche:
Serie
|
Ammontare
|
Scadenza Attesa (*)
|
Tasso (**)
|
Serie A 1
|
€
1.170 Mm
|
21 dicembre 2004
|
3 mesi Euribor +
spread
|
Serie A 2
|
€
1.500 Mm
|
21 dicembre 2006
|
3 mesi Euribor +
spread
|
Serie A 3
|
€
860 Mm
|
21 dicembre 2008
|
Fisso: swap 5 anni
+ spread
|
Serie A 4
|
€
700 Mm
|
21 dicembre 2009
|
3 mesi Euribor +
spread
|
(*) la scadenza legale
per le quattro serie è fissata rispettivamente al 21 dicembre 2006, 2008,
2010 e 2015. Tutte le serie avranno rimborso atteso in unica soluzione alla
scadenza ad eccezione della Serie A4 che prevede l’ammortamento graduale.
La scadenza indicata della Serie A4 è relativa alla data di Clean up call.
(**) cedole pagabili trimestralmente dal 21 marzo 2004 per le Serie A1, A2 e
A4 ed annualmente dal 21 dicembre 2004 per
la Serie A
3. Tutte le Serie di titoli hanno ottenuto il rating triplo-A da parte delle
agenzie Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s. L’emissione è stata
strutturata e collocata dagli arranger Citigroup Global Markets Ltd, Credit
Suisse First Boston, Ubm-unicredit Banca Mobiliare. Il ricavato
dell’emissione sarà incassato dall’Inpdap e contribuirà alla riduzione
del fabbisogno e del debito pubblico del 2003. Per i dipendenti della
Pubblica amministrazione che hanno contratto, o intendono contrarre in
futuro, debiti con l’Inpdap, non cambieranno né la disponibilità di
credito, né le modalità di rimborso.
INFLAZIONE: ANCHE CONFINDUSTRIA DA’
RAGIONE ALL’INTESA DEI CONSUMATORI IL
CARO-VITA COLPA DI GOVERNO E COMMERCIANTI
Roma, 19 novembre 2003 -. “La vera inflazione non è quella dell' Istat ma
quella rilevata dalle massaie, perché i prezzi sono aumentati tanto in
Italia ed un euro è stato di fatto equiparato a mille lire soprattutto dai
commercianti e per il costo dei servizi. Il governo ha sbagliato moltissimo,
aveva il dovere morale di intervenire, ma non lo ha fatto". Queste
affermazioni arrivano dal vicepresidente di Confindustria, Giancarlo Cerutti,
e abbracciano in pieno le posizioni che da oltre due anni l’Intesa dei
consumatori va sostenendo. “Finalmente anche
la Confindustria
ci dà ragione - afferma l’Intesa – riconoscendo le responsabilità del
Governo che non è intervenuto contro le speculazioni da euro”. Ma per
l’Intesa le dichiarazioni di Cerutti sono importantissime anche per altri
aspetti. “Confindustria riconosce un’altra grande verità
sull’inflazione portata a galla dall’Intesa, e cioè l’assurdità dei
dati diffusi dall’Istat, lontani anni luce dalla realtà degli acquisti
degli italiani, ed individua tra i principali responsabili del caro-vita i
commercianti.”
LA BCC DI
BUSTO GAROLFO E BUGUGGIATE APRE A BUSTO
ARSIZIO
Busto Arsizio (Va) 19 novembre 2003 - Proprio nel cuore di Busto Arsizio, a
fianco del Municipio e all’ombra del Tempio Civico di Sant’anna, è
sorta la nuova filiale della Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e
Buggiate, l’unica banca locale dell’Altomilanese e del Basso Varesotto.
“La nostra ambizione – spiega Silvano Caglio, presidente della Bcc di
Busto Garolfo e Buguggiate – è di unire e di diventare punto di
riferimento per il territorio di nostra competenza. Nei prossimi due anni
prevediamo altre due aperture: a Cassano Magnago nel 2004 e Rescaldina nel
2005. Il risultato della Banca passa esclusivamente attraverso
l'affermazione del territorio nel suo insieme, con le sue intelligenze, le
sue attività e le sue aspettative, e questo è il nostro programma per
l’apertura di Busto Arsizio”.
La Bcc
di Busto Garolfo e Buguggiate è una realtà in espansione, non solo
territoriale, e i numeri le danno ragione. In un periodo di crisi dei
profitti,
la Bcc
è in netta controtendenza. L’ultima semetrale ha fatto segnare un utile
netto da record: 1,716 milioni di euro, più 22,03% rispetto al 2002. “Si
tratta di una banca solida, come dimostrano i numeri – spiega Gianni
Macchi, direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate -, e come
dice la pubblicità delle Bcc, anche di una banca differente. Sì, perché
nei nostri prodotti mettiamo un’attenzione particolare alle persone.
Abbiamo lanciato e tuttora sosteniamo un mutuo a tasso agevolato per le
adozioni internazionali, e molte sono le iniziative a favore delle famiglie
e dell’imprenditoria”. Il programma dell’inaugurazione Domenica 23
novembre sarà inaugurata ufficialmente la nuova filiale. Attorno
all’evento sono state previste alcune manifestazioni, a partire dal
convegno “Localismo e globalizzazzione” per riflettere sui temi
economici e di sviluppo del nostro territorio. L’appuntamento è per
martedì 18, alle 17,30, nella sede di Busto Arsizio dell’Unione
Industriali della provincia di Varese, in via Mameli 1. Giovedì 20
novembre, al Golf Club “Le Robinie”, è prevista una cena di gala di
presentazione della Banca, mentre per sabato 22 novembre è stata
organizzata una grande festa nelle zone immediatamente adiacenti alla
filiale, che avrà il suo fulcro nel raduno e nell’esposizione di auto
d’epoca, dalle 9 fino alle 22. Oltre ad avere la possibilità di ammirare
i modelli delle vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo, i
partecipanti alla festa avranno a disposizione i tecnici di “Legnano
Corse”, associazione organizzatrice del raduno, per fugare ogni dubbio e
curiosità sul mondo dei motori e incontrare i piloti della scuderia. La
domenica è dedicata all’inaugurazione ufficiale, che prenderà il via con
la santa messa celebrata da monsignor Claudio Livetti, alle ore 9,30, nel
tempio civico Sant’anna, a ricordo di tutti i soci defunti. Seguirà un
intrattenimento musicale e, alle 11,30, sarà la volta delle autorità, che
si ritroveranno per il classico taglio del nastro, seguito dai discorsi
ufficiali.
RAS: NUOVA POLIZZA VITA CON GARANZIA
DI RENDIMENTO L'INVESTIMENTO HA DURATA DIECI ANNI E PREVEDE A SCADENZA
LA PROTEZIONE DEL
CAPITALE E UN RENDIMENTO MINIMO DEL 3,20% ANNUO
Milano, 19 novembre 2003 - E' partito ieri il collocamento di Rassicura
Plus, la nuova polizza vita a premio unico messa a punto da Ras, che grazie
a una struttura assolutamente innovativa costituita da una componente
rivalutabile e da una componente collegata ad attivi specifici, è in grado
di beneficiare dei rendimenti annui della gestione separata Vitariv 1 e di
esprimere a scadenza una garanzia di rendimento minimo potenziata rispetto
alle polizze tradizionali presenti sul mercato. Rassicura Plus prevede
infatti a scadenza, oltre alla protezione del capitale investito, un
rendimento minimo pari al 3,20% semplice all'anno per dieci anni (pari a un
interesse composto del 2,81% annuo). Il premio iniziale, al netto dei
caricamenti, viene investito al 50% nella gestione separata Vitariv e per il
restante 50% in specifici strumenti finanziari di tipo Zero Coupon Bond
(titoli obbligazionari che non prevedono la distribuzione di cedole nel
corso della durata contrattuale) il cui rendimento è predefinito al momento
della stipula. Il capitale minimo a scadenza è quindi rappresentato da due
componenti: un "capitale rivalutabile", che si incrementerà in
base al rendimento della gestione separata, con un minimo garantito del 2%
semplice annuo; un "capitale predefinito", pari alla porzione di
premio investita negli attivi specifici che verrà maggiorata del 4,4%
semplice all'anno. Rassicura Plus prevede il versamento di un premio unico
iniziale pari almeno a 2.500 euro, cui viene applicato un caricamento in
base all'entità del premio versato. La polizza ha una durata pari a dieci
anni e la garanzia di protezione e rendimento si esplica alla scadenza (1
febbraio 2014). E' tuttavia possibile, trascorso almeno un anno dalla
decorrenza, effettuare un riscatto anticipato totale o parziale
dell'investimento. Per la liquidazione anticipata della componente
predefinita, verrà considerato il valore di mercato degli attivi
sottostanti (con l'obiettivo di riconoscere al cliente, al momento del
riscatto, il rendimento che questi avrebbe ottenuto se avesse sottoscritto
un investimento con scadenza alla data effettiva del riscatto, anziché un
investimento decennale). Per la componente rivalutabile, invece, è prevista
l'applicazione di una penale esclusivamente nei primi cinque anni di durata
del contratto. 1 Nel 2002 il rendimento della gestione separata Vitariv è
stato pari al 5,20%
AIR
FRANCE ESERCIZIO FISCALE 2003-04: MANTENIMENTO DELL'OBIETTIVO DI UN
RISULTATO OPERATIVO LEGGERMENTE POSITIVO SENZA CESSIONI AERONAUTICHE
Roissy, 18 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Air France,
riunitosi il 18 novembre 2003 sotto la presidenza di Jean-cyril Spinetta, ha
esaminato i conti semestrali chiusi al 30 settembre 2002. Durante la
riunione, il Presidente ha così di seguito commentato i risultati: «Questo
semestre ha subito le conseguenze della guerra in Iraq e dell'epidemia di
Sars in Asia. Nonostante il notevole miglioramento registrato da metà
agosto, il nostro traffico con destinazione l'Asia è tornato al livello
precedente solo a partire da ottobre. Inoltre, anche se si notano i segni
incoraggianti di una ripresa economica, la debolezza dell'economia europea e
francese ha continuato a pesare sulla nostra attività durante il 2°
trimestre. In queste condizioni, abbiamo deciso di contenere maggiormente i
nostri costi prevedendo una serie di misure economiche congiunturali per un
importo di 60 milioni di euro. In questo modo potremo rispettare il nostro
obiettivo: un risultato operativo, prima delle cessioni aeronautiche,
leggermente positivo. Anche se la maggior parte dei mercati registrano le
prime indicazioni positive, che si tratti del volume di attività o della
qualità dei proventi, non sarebbe ragionevole, in una situazione economica
ancora molto incerta, puntare solo sul miglioramento della congiuntura per
rafforzare la nostra redditività. È soprattutto grazie ad un adeguamento
permanente della nostra offerta alle esigenze dei clienti e ad un ulteriore
contenimento dei costi che potremo garantire la qualità e la perennità dei
nostri risultati. Pertanto, dopo il rimaneggiamento dei nostri prodotti di
lungo raggio, annunciato di recente, abbiamo l'intenzione, come annunciato
sei mesi fa, di modificare la nostra offerta europea dal 1° aprile 2004
semplificando e standardizzando i prodotti, nonché proponendo nuove
tariffe. Potremo così soddisfare meglio le esigenze della clientela e
migliorare la redditività dei nostri voli. La compagnia prepara inoltre un
nuovo piano di risparmio triennale, che seguirà l'attuale piano
"Performance 2003" alla fine dell'esercizio e terrà conto dei
primi effetti di sinergia tra Air France e Klm. L'obiettivo di questo piano
è migliorare la performance economica della società puntando su una
riduzione dei costi unitari pari al 6%. L'elemento più importante della
nostra strategia per il futuro è ovviamente la nostra unione con Klm.
L'accordo definitivo è stato siglato il 16 ottobre scorso e i lavori di
preparazione per la ratifica sono già iniziati in Europa e negli Stati
Uniti. Il calendario delle operazioni si svolge normalmente, il che ci
permetterà di lanciare l'offerta di scambio, come previsto, nella prossima
primavera.» 2° trimestre al 30 settembre 2003: risultato netto prima delle
imposte pari a 84 milioni di euro (-24,3%) In un contesto ancora influenzato
dalla debolezza dell'attività verso l'Asia e dal deprezzamento del dollaro,
il fatturato ha raggiunto 3,18 miliardi di euro (-1,6%) contro 3,24 miliardi
di euro al 30 settembre 2002, indicando un buon controllo del ricavo
unitario sia nell'attività passeggeri che nell'attività cargo. Fuori
cambio, il fatturato sarebbe aumentato del 2,1%. È suddiviso come segue:
2,67 miliardi di euro (-1,5 %) per l'attività passeggeri, 349 milioni di
euro (+0,6%) per l'attività cargo, 129 milioni di euro (-6,5%) per
l'attività manutenzione e 34 milioni di euro (-8,1%) per le altre attività.
Attività passeggeri Nel secondo trimestre è stato notato un miglioramento
del traffico rispetto al primo trimestre dell'esercizio, anche se le
destinazioni verso l'Asia non sono tornate al livello che avevano prima del
Sars. In totale, il traffico è aumentato del 4,5%, coerentemente con
l'offerta, che progredisce del 4,4%. Il load factor è rimasto stabile,
attestandosi a 78,1% (+0,1 punti). Il fatturato dell'attività passeggeri di
linea è diminuito solo dell'1,2%, mentre il mercato Asia ha registrato un
calo del 17,1%. Fuori cambio, progredisce del 2,4%. Il ricavo unitario del
gruppo per posto chilometro offerto (Rask) è sceso del 5,1% ma progredisce
dello 0,3% se si tiene conto degli effetti negativi del cambio (4,3%) e del
mix rete. Corretto di questi stessi effetti, il ricavo unitario del gruppo
per passeggero chilometro trasportato risulta stabile (+0,2%). Attività
cargo - L’attività merci ha sofferto della crisi asiatica ma anche della
debolezza dell'economia europea e del deprezzamento del dollaro. Il traffico
è in calo dello 0,6% malgrado l'incremento del 2,9% delle capacità, e il
load factor perde quindi 2;2 punti, attestandosi al 61%. Tuttavia, un buon
controllo del ricavo unitario ha permesso di stabilizzare il fatturato
trasporto a 309 milioni di euro. Il ricavo unitario per
tonnellata/chilometro trasportata aumenta dello 0,6% e progredisce del 6,0%
se si esclude l'effetto cambio.. Risultati - Per un fatturato in diminuzione
dell'1,6% (3,18 miliardi), gli oneri operativi sono scesi dello 0,4% (3,08
miliardi di euro). L’ebitdar) si attesta a 540 milioni di euro contro 580
milioni al 30 settembre 2002 (-6,9%). Il margine Ebitdar su fatturato ha
perso un punto, passando a 16,9%. Il risultato operativo prima delle
cessioni aeronautiche ammonta a 100 milioni contro 139 milioni l’anno
precedente (-28,1%) e a 97 milioni se si tiene conto delle minusvalenze di
cessioni aeronautiche, pari a 3 milioni di euro (144 milioni al 30 settembre
2002 dopo 5 milioni di plusvalenze di cessioni). I costi unitari del gruppo
espressi in Esko (equivalente posto chilometro offerto) sono diminuiti del
3,0%. Diminuiscono dello 0,8% se non si tiene conto dell'effetto cambio
(3,5%) e del prezzo del carburante (1,3%). Il risultato al netto delle
imposte ammonta a 84 milioni contro 111 milioni al 30 settembre 2002
(-24,3%). L'onere d'imposta per il trimestre ammonta a 36 milioni di euro
contro un onere di 56 milioni per lo stesso periodo dell'esercizio
precedente. Il risultato netto di competenza del gruppo si attesta a 48
milioni di euro contro 56 milioni al 30 settembre 2002, pari ad una
riduzione del 14,3%. Un risultato al netto delle imposte di 85 milioni di
euro (-66,4%) per il primo semestre al 30 settembre 2003 - Il fatturato del
semestre è in calo del 5,5% (6,19 miliardi di euro, contro 6,55 miliardi al
30 settembre 2002) dopo una perdita di proventi stimata a 167 milioni nel
primo semestre a causa della crisi del Sars e degli scioperi del controllo
aereo. Fuori cambio, la diminuzione sarebbe stata limitata all'1,0%. Il
fatturato è suddiviso come segue: 5,17 miliardi di euro (-5,6%) per
l'attività passeggeri, 692 milioni di euro (-4,3%) per l'attività cargo,
263 milioni di euro (-8,4%) per l'attività manutenzione e 72 milioni di
euro (+1,4%) per le altre attività. Attività passeggeri - La ripresa
notata nel secondo trimestre ha compensato la diminuzione del traffico nel
primo trimestre, dovuto alle conseguenze della guerra in Iraq e della crisi
sanitaria in Asia. Sull'intero semestre, il gruppo ha registrato una leggera
riduzione del traffico, pari allo 0,5%, per un'offerta in aumento dello
0,7%. Il load factor ha raggiunto il 76 ,4% (-0,9 punti). La performance per
rete è la seguente: Da notare che, benché il mercato europeo soffra di un
rallentamento economico, soffre anche di un'elevata concorrenza e di
un'evoluzione strutturale della richiesta dei clienti. Ciò ha portato la
compagnia a rivedere i suoi prodotti sulle linee europee, prevedendo una
maggiore fluidità ed efficienza a terra, oltre che una semplificazione e
standardizzazione dei prodotti di volo, con una politica dei prezzi semplice
e segmentata. La messa in opera progressiva di questa politica a partire dal
prossimo esercizio consentirà di risparmiare 40 milioni di euro sin dal
primo anno e circa 60 milioni di euro nei successivi due anni. Il fatturato
dell'attività passeggeri è in calo del 5,5% e del 1,7% tenendo conto del
cambio. Il ricavo unitario del gruppo per posto chilometro offerto (Rask) è
in calo del 6,2% ma è praticamente stabile (-0,5%) se si tiene conto degli
effetti cambio (4,6%) e mix rete (1,2%) negativi. Corretto di questi stessi
effetti, il ricavo unitario del gruppo per passeggero chilometro trasportato
(Rpkt) è in aumento dello 0,7%. Attività cargo - Sul semestre, il
fatturato merci ha registrato una riduzione del traffico pari al 3,2% per
una diminuzione dell'offerta pari all'1,8%. Il load factor ha raggiunto il
63,1% (-0,9 punti). La progressione del fatturato del trasporto merci
sarebbe aumentata dell'1,9% fuori cambio. Il ricavo unitario per tonnellata
chilometro offerta (Rtko) diminuisce del 2,6% ma progredisce del 3,8%
escluso l'effetto cambio. Altre attività - Il fatturato dell’attività
manutenzione è sceso dell'8,4% (263 milioni di euro), a causa sia
dell'effetto cambio negativo sia della riduzione dell'attività clientela,
risultante dal calo di attività del settore. Le altre attività, e
soprattutto il catering, progrediscono dell'1,4% (72 milioni di euro).
Risultati Per un fatturato consolidato ridotto del 5,5% (6,19 miliardi di
euro), gli oneri operativi, pari a 6,11 miliardi di euro, diminuiscono del
2,8% per il trimestre al 30 settembre 2002. Gli oneri esterni sono diminuiti
del 7,2% al 30 settembre 2003, passando da 3,63 miliardi a 3,37 miliardi di
euro. Questa diminuzione è da ascrivere essenzialmente all'impatto
favorevole del cambio, alla riduzione dei costi di manutenzione (-25,6%) (di
cui una parte è legata alla sospensione dei voli del Concorde) e dei costi
commerciali e distributivi (-11,5%). Questo contenimento degli oneri risulta
anche dal proseguimento del piano di risparmio Performance 2003 e dalle
misure congiunturali adottate per rimediare al rallentamento del traffico.
Le spese di personale ammontano a 2,03 miliardi di euro contro 1,93 miliardi
al 30 settembre 2002, pari ad un incremento del 5% per un organico che è
aumentato dello 0,8% (71.855 dipendenti). La progressione degli oneri
relativi al personale risulta in particolare dall'applicazione dell'accordo
pilota firmato in giugno 2003, da un effetto calendario negli aumenti di
stipendio e da una riduzione degli alleggerimenti di oneri sociali dovuta
all'applicazione delle 35 ore. I costi unitari del gruppo espressi in Esko
(equivalente posto chilometro offerto) sono scesi del 2,1%. Fuori cambio
(4,6%) e fuori carburante (1,7%), aumentano leggermente (+0,8%). Il margine
operativo lordo, locazioni operative escluse (Ebitdar) regredisce del 18,8%
passando a 946 milioni di euro. Il margine Ebitdar/fatturato si attesta al
15,3% (17,8% al 30 settembre 2002). Il risultato operativo prima delle
cessioni aeronautiche ammonta ad 87 milioni di euro contro 271 al 30
settembre 2002 (-67,9%). Dopo 18 milioni di plusvalenze di cessioni
aeronautiche al 30 settembre 2002, il risultato operativo raggiunge 88
milioni contro 289 milioni (-69,6%). La suddivisione per settore del
risultato è la seguente: attività passeggeri: 68 milioni contro 234
milioni di euro al 30 settembre 2002; attività cargo: -8 milioni contro -3
milioni di euro al 30 settembre 2002; attività manutenzione: 34 milioni
contro 42 milioni al 30 settembre 2002; altro: -6 milioni contro un utile di
16 milioni al 30 settembre 2002. Il risultato finanziario migliora, passando
da un onere di 41 milioni al 30 settembre 2002 ad un onere di 6 milioni al
30 settembre 2003. Le spese finanziarie nette diminuiscono passando a 51
milioni di euro (52 milioni nel primo semestre 2002-03). Il risultato di
cambio positivo è inferiore a quello del semestre al 30 settembre 2002 (25
milioni contro 30 milioni). L'aumento del corso dell'azione Air France, in
compenso, ha permesso di recuperare (per un valore di 18,4 milioni) la
copertura costituita sui titoli autodetenuti contro una dotazione di 15,9
milioni l’anno scorso. Il gruppo non ha realizzato cessioni di filiali o
di partecipazioni durante il primo semestre (4 milioni al 30 settembre
2002). La quota delle società valutate con il metodo del patrimonio netto
è rimasto stabile a 22 milioni contro 21 milioni. Dopo aver preso in
considerazione queste varie operazioni, il risultato netto prima delle
imposte ammonta ad 85 milioni di euro (-66,4%). Dopo un onere d'imposta di
32 milioni contro 51 milioni di euro al 30 settembre 2002, il risultato al
netto delle imposte si attesta a 52 milioni contro 202 milioni al 30
settembre 2002. Il risultato netto per azione passa da 0,93 euro a 0,24
euro. Struttura finanziaria, un tasso d'indebitamento stabile da un anno -
Gli investimenti durante il semestre sono ammontati a 484 milioni di euro di
cui 92 milioni di capitalizzazione di spese di manutenzione, in conformità
con le norme Ias 16 / Sic 23. Sono stati autofinanziati dal cash flow
operativo di 346 milioni e dalle cessioni aeronautiche, pari a 186 milioni.
Inoltre Air France dispone di una tesoreria netta di 1,1 miliardi di Euro e
di una linea di credito di 1 miliardo di Euro. Durante il semestre, il
gruppo ha realizzato un'operazione di cartolarizzazione relativa a 16
aeromobili, che le ha permesso di riscuotere 435 milioni di euro. La
struttura del bilancio è migliorata grazie a fondi propri di 41 miliardi di
Euro e a debiti netti di 2,77 miliardi. Il tasso d'indebitamento passa
quindi dallo 0,71 al 31 marzo 2003 allo 0,68 al 30 settembre 2003, tornando
al livello del 30 settembre 2002. Prospettive per l'esercizio 2003-04:
mantenimento dell'obiettivo di un risultato operativo (prima delle cessioni
aeronautiche) leggermente positivo - Il mese di ottobre ha confermato un
buon orientamento delle prenotazioni, nonché una buona tenuta del ricavo
unitario. È stato deciso inoltre di contenere maggiormente i costi
prevedendo una serie di misure congiunturali che dovrebbe permettere di
risparmiare circa 60 milioni di euro nel secondo semestre. Pertanto, se le
condizioni di mercato rimangono immutate, Air France mantiene l'obiettivo di
un risultato operativo (prima delle cessioni aeronautiche) leggermente
positivo per l'esercizio fiscale 2003-04
GANDALF CONVOCA
L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA
Orio al Serio (Bg), 19 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione
della società Gandalf S.p.a., in relazione all’assemblea straordinaria
della società convocata per il prossimo 25 Novembre in prima, il 27
novembre in seconda, ed il giorno 2 Dicembre 2003 alle ore
11 in
terza convocazione presso la sala dell’aeroporto Milano Orio International
in Orio al Serio (Bg), via Aeroporto 13. Recante il seguente ordine del
giorno : “Deliberazioni inerenti e conseguenti allo stato di liquidazione
della societa' , ai sensi dell’ Art. 2449, 2°Comma cod. Civ. , ovvero
revoca dello stesso , con ogni previa o conseguente deliberazione , in
quanto occorrente , anche in ordine alla anticipata chiusura dell’
operazione di aumento di capitale deliberato in data 29 Gennaio 2003 “,
stante l’importanza per la validità dell’ assemblea sociale della
partecipazione degli azionisti, ritiene opportuno rammentare ai propri soci
l’attuale situazione e ricordare le modalità di partecipazione alla
convocata assemblea. 1. La situazione attuale Come noto, l’aumento di
capitale deliberato dell’Assemblea Straordinaria del 29/1/2003, è stato
sottoscritto limitatamente ad una percentuale inferiore al 10%. Anche per
tale ragione il rendiconto semestrale ha determinato le condizioni fissate
dagli art. 2446 e 2447 c.C. Con un patrimonio netto negativo per circa €
8,5 milioni. L’assemblea convocata alla fine del mese di ottobre per
l’adozione degli opportuni provvedimenti non ha potuto deliberare perchè
i soci presenti non hanno raggiunto il 20% del capitale, percentuale
necessaria per deliberare validamente. Su richiesta dei soci e in ossequio
alle disposizioni contenute all’articolo 2449 del codice civile, è stata
convocata una nuova assemblea per le delibere inerenti la liquidazione. In
tale assemblea una decisione di revocare la liquidazione potrebbe aver luogo
solamente a fronte del contestuale ed immediato versamento di un importo
sufficiente a coprire le perdite ed a ricostituire il capitale almeno fino
al minimo di legge, da parte di chi dovesse offrire ad operare in tal senso.
La ricapitalizzazione offerta e garantita da un soggetto potrebbe consentire
alla società di revisione di modificare il proprio giudizio sul bilancio
della società mediante l’emissione di una relazione con giudizio positivo
consentendo la tutela degli azionisti, attraverso la facoltà di esercizio
successivo di un’opzione di sottoscrizione del capitale sociale. 2. Le
modalità di partecipazione all’assemblea L’azionista che desideri
partecipare all’assemblea deve richiedere urgentemente (anche
telefonicamente) alla propria Banca (Sim od Agente di Cambio) ed ottenere
entro il giorno 20 Novembre 2003 l’emissione del Biglietto assembleare
(ovvero “Certificazione di partecipazione al sistema di gestione
accentrata Monte Titoli“) che conterra’ data, luogo ed ora
dell’assemblea straordinaria della societa’ Gandalf S.p.a..tale
Biglietto assembleare, e’ indispensabile per partecipare in proprio o per
delega ( unitamente a documento di identità in corso di validità
rispettivamente dell’ azionista o del delegato ) alla assemblea
straordinaria della Gandalf S.p.a., che si potrà presumibilmente tenere in
terza convocazione il giorno 2 Dicembre 2003 alle ore 11 presso la sala
dell’aeroporto Milano Orio International in Orio al Serio (Bg), via
Aeroporto 13. L’emissione e la tempestiva consegna all’ azionista da
parte della Banca del Biglietto assembleare rappresentano condizioni
essenziali per l’ esercizio del proprio diritto di voto. Senza Biglietto
assembleare e documento di identità in corso di validità di colui che
intervenga fisicamente in assemblea non è consentito l’accesso ed il voto
in assemblea. E’ poi fondamentale ricordare che l’azionista, ove sia
impossibilitato a partecipare in proprio all’assemblea, può incaricare un
terzo delegato di propria fiducia firmando la delega che si trova in calce
al Biglietto assembleare, avendo cura di indicare nome e cognome della
persona delegata alla partecipazione. A questo riguardo Gandalf S.p.a.
Informa che l’azionista impossibilitato a presenziare fisicamente in
proprio o per delega a persona di propria fiducia, potra’ usufruire
dell’ iniziativa di rappresentanza assembleare gratuita a mezzo di
delegati indipendenti – i cosiddetti “Proxy Agents” - messa a
disposizione dalla Gandalf con l’ assistenza di Europroxy. Tali Proxy
Agents indipendenti eserciteranno in assemblea esclusivamente la espressa
volonta’ di voto dell’azionista secondo le sue istruzioni e, ai sensi
dell’articolo 2372 del codice civile potranno rappresentare non più di 50
azionisti ciascuno. Per usufruire di tale servizio di Proxy Agent ,
l’azionista dovrà richiedere alla propria Banca nei termini suindicati il
Biglietto Assembleare e dovrà firmare la delega in calce a tale biglietto
indicando il Nome e cognome del Proxy Agent indipendente delegato.
L’iniziativa in oggetto non rappresenta raccolta o sollecitazione di
deleghe ai sensi del Testo Unico dell Finanza in quanto non è finalizzata
alla promozione di una o più specifiche deliberazioni assembleari, ma
unicamente a sensibilizzare la compagine sociale in ordine all’importanza
di partecipare all’assemblea, facilitandone l’intervento. Per conoscere
Nome e Cognome del Proxy Agent indipendente - da indicare per la corretta
compilazione della delega contenuta nel Biglietto assembleare - l’
azionista dovrà : - inviare una e-mail a Europroxy@gandalfair.it
contenente nome e cognome
dell’azionista e numero di azioni Gandalf possedute, oppure - contattare
telefonicamente l’incaricato Europroxy presso Gandalf al numero
035/4595027.In risposta , oltre ad ulteriori istruzioni, saranno comunicati
all’azionista Nome e Cognome del Proxy Agent indipendente, dati che, come
detto, occorrono per completare la delega da firmare in calce al biglietto
assembleare . Infine tutta la documentazione raccolta dovrà pervenire prima
possibile (ed al massimo entro Venerdì 28 Novembre) a: Servizio Proxy Agent
c/o Gandalf S.p.a., Aeroporto Milano Orio International, via Aeroporto 13,
24050 ,Orio al Serio (Bg)
ENAC: COMUNICAZIONE EQUIVOCATA SU
AEREO DIRETTO A CIAMPINO
Roma, 19 novembre 2003 - Ieri
mattina, tra l’equipaggio di un Boeing 737-800 della Air Berlin
proveniente da Norimberga e diretto a Roma Ciampino, con 124 passeggeri a
bordo, ed i controllori di volo del Centro Regionale Enav di Roma si è
verificata una comunicazione equivoca in frequenza che ha fatto scattare, in
via precauzionale, lo stato di allerta. Nelle ultime fasi del volo,
l’aeromobile è stato affiancato da due F104 dell’aeronautica militare
che lo hanno accompagnato fino all’atterraggio a Ciampino e fatto
parcheggiare in una piazzola remota. Le forze dell’ordine sono salite
a bordo e, verificata la normalità della situazione, hanno fatto sbarcare i
passeggeri. Gli Organi di Polizia condurranno, comunque, ulteriori
accertamenti. La stato di allerta è rientrato e l’aeroporto di Ciampino
è stato già riaperto al traffico.
MEDITERRANEO - FINANZA E
SVILUPPO LOCALE GLI STRUMENTI FINANZIARI A SUPPORTO DELLE IMPRESE ITALIANE
NELL’AREA
Milano, 19 novembre 2003 -
La Camera
di Commercio di Milano, attraverso la sua azienda speciale Promos, organizza
a Milano, il prossimo 25 Novembre, un convegno nell’ambito del quale
verranno presentati gli strumenti finanziari a supporto delle imprese
interessate all’area mediterranea e, in particolare, ai mercati del Nord
Africa e del Medio Oriente. Accanto ad autorevoli testimoni istituzionali,
parteciperanno all’incontro i rappresentati delle primarie banche italiane
attive nell’area mediterranea che illustreranno la loro esperienza e
presenteranno gli strumenti finanziari oggi esistenti per chi desidera
intraprendere attività imprenditoriali nell’area dei Paesi Meda. Nel
corso dell’incontro, sarà presentato il progetto relativo alla creazione
di un Euro-med Fund, finalizzato al sostegno delle attività di partenariato
con i Paesi del Basso mediterraneo. Alla luce dei temi che verranno trattati
e degli illustri relatori presenti, il convegno rappresenta un’occasione
unica per fare il punto della situazione del processo di integrazione
dell’area euro-mediterranea lanciato nel novembre del
1995 a
Barcellona. Martedì 25 Novembre 2003 ore 09.30 – 13.00 Palazzo Affari ai
Giureconsulti Piazza Mercanti, 2 (Mm Duomo) Sala Parlamentino La
partecipazione al convegno è gratuita. Per iscriversi: contattare Promos
Tel 02 8515 5202 Fax 02 8515 5227
HOPA S.P.A. ENTRA NEL CAPITALE
DI MARIELLA BURANI FASHION GROUP
S.P.A
Cavriago, 19 novembre 2003 - Hopa S.p.a. E Mariella Burani Fashion Group
S.p.a. Comunicano di avere raggiunto in ieri un accordo strategico, volto
alla creazione di valore per i rispettivi azionisti, attraverso l’ingresso
di Hopa S.p.a. Nel capitale della società emiliana leader nel settore
abbigliamento e pelletteria di lusso quotata a Piazza Affari ed il
contestuale acquisto da parte di Mariella Burani Fashion Group S.p.a. Della
totalità del capitale della società Le Tricot Perugia, produttrice e
distributrice di maglieria di cachemire dalla stessa holding di
partecipazioni bresciana. Struttura dell’operazione L’accordo prevede
l’acquisto da parte di Hopa S.p.a del 5% del capitale di Mariella Burani
Fashion Group S.p.a. Con le seguenti modalità: - acquisto del 2,5%
direttamente sul mercato con decorrenza immediata - acquisto del 2,5% dalla
Famiglia Burani ad un prezzo di 8 Euro per azione, con perfezionamento
dell’operazione entro il 15/01/04 - il 2,5% della partecipazione sarà,
inoltre, soggetto a lock up per un periodo di 24 mesi. L’operazione
prevede altresì l’acquisizione da parte di Mariella Burani Fashion Group
S.p.a. Da Hopa S.p.a. Del 100% della società Le Tricot Perugia S.p.a.,
operante nel settore della maglieria di lusso a Perugia, uno dei distretti
più importanti al mondo nel polo del cachemire, da dove opera in tre
moderni stabilimenti di proprietà, usufruendo di una sofisticata tecnologia
progettuale e produttiva. La società, che ha realizzato 12 milioni di Euro
di ricavi nel 2002, è sempre stata caratterizzata da fondamentali
eccellenti, con un Ebitda margin che negli ultimi 3 esercizi non è mai
stato inferiore al 13% collocandosi ben al di sopra della media del settore
di riferimento. La stessa realizza la totalità dei ricavi col proprio brand
Le Tricot e il 95% degli stessi all’estero, prevalentemente concentrati
nel Nord Europa, e rientra perfettamente nella strategia del gruppo Burani
volta alla focalizzazione sui brands di proprietà, all’aumento della
quota dei ricavi realizzati nei principali mercati europei attraverso propri
canali distributivi diretti. Il prezzo della transazione sarà pari a Euro
5.370.000 per il 100% del capitale, che verrà corrisposto il 15/01/2004.
Grazie a questo importante accordo strategico Hopa S.p.a. Individuerà in
Mariella Burani Fashion Group S.p.a. Il principale punto di riferimento nel
settore del lusso e della moda a livello internazionale e Mariella Burani
Fashion Group S.p.a. Potrà contare, nella fase di ulteriore crescita e
consolidamento sui principali mercati internazionali, su di un partner in
grado di fornire un prezioso supporto in termini di know-how strategico e
finanziario
SI RAFFORZA IL TEAM DI COMANDO
DELLA GALLO & C. (MELIORBANCA) MASSIMILIANO BIANCO NUOVO AD E ROBERTO L'ABBATE
NUOVO DG
Milano, 19 novembre 2003 - Si rafforza la squadra di comando della Gallo
& C., la società del Gruppo Meliorbanca presieduta da Riccardo Riccardi
(Vice Presidente Ferruccio Piantini) e attiva nell'investment banking.
Massimiliano Bianco, già Direttore Generale, è stato nominato
Amministratore Delegato, e va così ad affiancare Gerardo Rescigno, Mauro
Pulega e Fabio Landini. Al posto di Bianco è subentrato Roberto L' Abbate,
32 anni, laurea in Economia e Commercio, in Meliorbanca dal 1999 dopo
un'esperienza triennale in Arthur Andersen. L'abbate affianca l'altro
Direttore Generale Lorenzo Valentino. Alla base del nuovo organigramma,
l'esigenza di dotare
la Società
di un assetto di comando, secondo l'originale formula della partnership,
ancor più articolato e dunque più adeguato ad accompagnare lo sviluppo
della investment bank che, specie negli ultimi anni, ha fortemente
incrementato la propria propensione a interpretare in modo ancor più
dinamico e innovativo l'attività di sostegno al mondo imprenditoriale, non
solo rispondendo con efficacia alla domanda di servizi, ma promuovendo e
stimolando presso il mondo imprenditoriale di riferimento (piccole e medie
imprese) progetti innovativi di sviluppo. Grazie a questa dinamica politica
di intervento, supportata da una specifica competenza e un solido know-how,
l'azienda si qualifica oggi come player di rilievo nel settore
dell'investment banking domestico (Gallo & C. Prevede di chiudere il
2003 con circa 13 milioni di ricavi da consulenza) e detiene un
posizionamento leader in alcuni specifici settori, prima di tutti quello
delle public utilities.
GRUNDIG VENDE CAR INTERMEDIA
SYSTEM
Milano, 19 novembre 2003 - La tedesca Grundig Ag vende il proprio comparto
Cis (Car Intermedia System) al gruppo Delphi (sede centrale a Troy,
Michigan, Usa). La vendita è effettiva dal 17 novembre 2003. Delphi è
secondo le proprie indicazioni in ambito mondiale il più importante
fornitore di componentistica per il settore auto. Il gruppo multinazionale
ha la propria sede centrale in Troy, Michigan, Usa, ed altre sedi regionali
a Parigi, Tokyo e Sao Paulo (Brasile). Delphi occupa circa 188.000
dipendenti, dispone di oltre 167 siti produttivi propri e detiene numerose
partecipazioni, centri di distribuzione e di sviluppo in 41 paesi. Delphi
occupa in Europa 49.000 dipendenti. Il Car Intermedia System farà parte del
comparto electronic di Delphi, che ha la propria sede a Wuppertal (D) ed
opera sotto la ragione sociale Delco Electronics Europe s.R.l.. Il curatore
Dott. Siegfried Beck ha rilasciato la seguente dichiarazione: “La vendita
di Cis al partner più importante nel mondo offre al comparto in questione,
ed ai suoi quasi 1000 dipendenti una prospettiva molto promettente per il
futuro. Inoltre, è anche una misura di vitale importanza che garantisce la
continuità per la sede di Norimberga Langwasser. Delphi, oltre ad assumere
tutti i dipendenti, ha in previsione di assumere altri ingegneri che sono già
dipendenti di altri comparti della Grundig a Norimberga.“ Un altro segnale
positivo per il mantenimento della sede di Langwasser, è rappresentato
dalla stipula da parte di Delphi di un contratto di locazione a medio
termine per l’immobile che ospita il comparto rilevato. Il dott. Siegfried
Beck valuta la vendita di Cis nell’ambito della corrente procedura
d’insolvenza quale „traguardo di tappa molto importante “. Con questa
operazione è riuscita con successo la dismissione di una delle più
importanti componenti del gruppo Grundig. Nell’interesse di tutte le parti
coinvolte – dei dipendenti, delle banche e del comitato dei creditori –
si è riusciti a compiere un notevole balzo in avanti.
AGFA-GEVAERT S.P.A: RISULTATI
AGFA-GEVAERT DOPO 9 MESI FORTE GENERAZIONE DI CASSA ANCHE IN CIRCOSTANZE
DIFFICILI
Mortsel, 19 Novembre 2003 - Dopo i primi nove mesi del 2003, le vendite Agfa
hanno raggiunto 3.168 milioni di Euro, in confronto ai 3.499 milioni di Euro
nello stesso periodo del 2002. Il calo del 9,5% è dovuto in gran parte
all'apprezzamento dell'Euro. Le divisioni Consumer Imaging, e in misura meno
marcata Graphic Systems, hanno continuato a soffrire per le deboli
condizioni economiche, mentre la crescita del ramo Healthcare sta
accelerando. Con tassi di cambio stabili, il calo nelle vendite del Gruppo
si è limitato a 1,9%. La debolezza dei mercati è stata sentita
particolarmente in Europa, che rappresenta più della metà del fatturato
del Gruppo. Le vendite nell'area Nafta sono rimaste pressoché stabili (se
si escludono gli effetti dovuti ai tassi di cambio), mentre la regione
asiatica e quella latino-americana hanno registrato una ripresa. Dopo 9 mesi
il profitto lordo ammontava a 1.351 milioni di Euro, 10% in meno rispetto
allo stesso periodo del 2002. Questo trend è dovuto al calo delle vendite,
alla forza dell'Euro e ad una maggiore erosione dei prezzi, che hanno
compensato gli effetti benefici apportati dal piano Horizon. Inoltre, la
fiacca dei mercati nel settore Consumer Imaging ha contribuito notevolmente
al deterioramento del profitto lordo del Gruppo. Il margine lordo di
profitto si è ridotto leggermente attestandosi a 42,6%, in confronto al
42,9% dopo 3 trimestri nel 2002. I costi di vendita e di amministrazione
generale sono scesi del 7,2%, principalmente grazie ai risparmi del piano
Horizon, e le spese per R&s sono state dell'1,1% inferiori. Il Gruppo ha
registrato 46 milioni di Euro per costi di ristrutturazione e oneri
straordinari, in confronto ai 67 milioni di Euro nell'anno precedente. Anche
gli altri costi operativi sono diminuiti, principalmente perché nel 2002 è
pesata la svalutazione del goodwill di Talk Technology di 14,5 milioni di
Euro. Il risultato operativo è pari a 259,8 milioni di Euro, contro i 302,6
milioni di Euro dopo 9 mesi nel
2002. L
'utile sul fatturato ha raggiunto l'8,2%, in confronto all'8,7% nel 2002. I
costi finanziari sono stati sostanzialmente inferiori rispetto all'anno
precedente, sia per via dei minori tassi d'interesse sia perla riduzione del
debito. I costi finanziari ammontano quindi a meno 55 milioni di Euro (anno
precedente: meno 73 milioni di Euro). L'utile prima delle imposte ha
raggiunto i 205 milioni di Euro (anno precedente: 230 milioni di Euro). Le
imposte ammontano a 71 milioni di Euro con un utile netto di 134 milioni di
Euro, in confronto ai 149 milioni di Euro dopo nove mesi nel 2002.
PARTNER AMERICANO PER IL
GRUPPO RINASCENTE NELLO SVILUPPO DELLE GALLERIE COMMERCIALI
Milano, 19 novembre 2003 - Il Gruppo Rinascente ha siglato con Simon
Property Group, Inc. Un accordo che prevede la costituzione di una joint
venture avente come oggetto la proprietà, la gestione e lo sviluppo delle
Gallerie Commerciali in Italia. L'accordo prevede la creazione di una società
per azioni denominata "Gallerie Commerciali Italia S.p.a.", nella
quale il Gruppo Rinascente farà confluire la propria attività inerente le
gallerie commerciali, e la successiva cessione del 49% della stessa società
alla Simon Property Group. Il valore della attività trasferite è di circa
860 milioni di Euro e verrà regolato in parte attraverso accollo debiti e
in parte in contanti. La società sarà operativa dal 1 dicembre
2003. L
'investimento di Simon Property Group sarà di circa 182 milioni di Euro. La
transazione, soggetta alle usuali condizioni sospensive, è previsto si
concluda entro la fine dell'anno corrente. Gruppo Rinascente e Simon
Property Group sono stati assisti rispettivamente dagli advisor Mediobanca e
Jp Morgan e dagli studi legali Grande Stevens e Chiomenti. Le attività
apportate da Rinascente consistono in 38 centri commerciali per circa
244.000 metri
quadri di superfici affittate, ad oggi già aperti ed operativi, a cui si
aggiungono altre opportunità già in fase di costruzione e di sviluppo per
ulteriori
412 000 metri
quadri complessivi da realizzare entro i prossimi 5 anni. Il Gruppo
Rinascente ha sempre individuato nelle Gallerie Commerciali una delle
formule strategiche del proprio business. La creazione di ipermercati
dominanti inseriti in Centri Commerciali fortemente attrattivi è infatti
una componente essenziale della politica di crescita e sviluppo
dell'azienda. La partnership con Simon Property Group, finalizzatasi nella
costituzione di "Gallerie Commerciali Italia S.p.a.", è in
coerenza con il piano del Gruppo Rinascente che prevede la focalizzazione
sui mestieri, ed è tesa a consolidare e incrementare la posizione di
leadership raggiunta in Italia in questo settore, facendo affidamento anche
sull'apporto di risorse e know how che la società americana è in grado di
offrire. "La scelta di un'azienda importante e all'avanguardia come
Simon Property Group - afferma Benoit Lheureux, Amministratore Delegato del
Gruppo Rinascente per il settore alimentare - ci consente di migliorare
ulteriormente la competenza specifica nella gestione del business delle
Gallerie Commerciali e di avere a disposizione risorse finanziarie per
concretizzare un rilevante piano di sviluppo per i prossimi anni".
"Siamo onorati della nostra partnership con Gruppo Rinascente" ,
afferma David Simon, Amministratore Delegato di Simon Property Group.
"Questa operazione accresce in misura consistente la nostra presenza in
Europa, portandoci ai livelli dei maggior operatori commerciali. Siamo molto
soddisfatti per le prospettive di crescita a lungo termine per
la Società Galleria
Commerciali Italia e per poter lavorare con il Gruppo Rinascente."
L'accordo con il Gruppo Rinascente permette all'azienda di effettuare la sua
prima grande operazione immobiliare in Europa e di entrare nel mercato
italiano a fianco di un partner leader e in grado di trasferire la
conoscenza della situazione locale per un rapido sviluppo.
DISTRUZIONE DEL RISPARMIO E UTILI
DELLE BANCHE: QUALCOSA NON QUADRA I PROFITTI DELLE OPERAZIONI FINANZIARIE
CRESCONO DEL 190% NEL 2003 (DATI ABI) ANCHE GRAZIE ALLA VENDITA DEI BONDS
ARGENTINI E DELLE OBBLIGAZIONI CIRIO AI RISPARMIATORI
Roma, 19 novembre 2003 - Le
banche annunciano un aumento del 190% dei profitti derivanti dalle
operazioni finanziarie nel corso del 2003 e questo a fronte della
distruzione del risparmio, sperimentato dai piccoli risparmiatori indotti ad
acquistare Bonds argentini e obbligazioni Cirio.
I dati sono forniti dalla stessa ABI e ciò dimostra che le banche hanno
trasferito sui risparmiatori il rischio contenuto nei prodotti finanziari
detenuti in portafoglio. Evidentemente la liquidità ottenuta dal pubblico
dei piccoli risparmiatori è stato reinvestito in qualcosa di più
remunerativo rispetto al cerino acceso rimasto in mano a cittadini che si
sono rivolti fiduciosi al sistema bancario. Questo dato ci dice che le
banche dispongono risorse per rimborsare i piccoli risparmiatori che hanno
visto scomparire i propri risparmi nel nulla. I tempi sono più che maturi
perché si dia avvio ad accordi extragiudiziali per il rimborso a favore dei
piccoli risparmiatori. Le risorse ci sono. La convenienza per le banche, che
devono recuperare la fiducia del pubblico, pure.
PIERANTONIO AZZALINI È IL NUOVO
GENERAL MANAGER DI FINMATICA FINANCE
Milano, 19 novembre 2003 - Finmatica, principale produttore italiano di
software applicativo nel settore Finance, Scm, Logistics e Security,
annuncia la nomina di Pierantonio Azzalini a General Manager di Finmatica
Finance. Pierantonio Azzalini entra nella società con l'obiettivo di
ampliare e potenziare l'offerta di Finmatica per il mercato bancario e
assicurativo in Italia e in Europa. "Ho colto con entusiasmo l'incarico
di General Manager di Finmatica Finance, perché l'esperienza ventennale
dell'azienda in questo settore e la rapidità che ha dimostrato
nell'affrontare operativamente temi di portata internazionale come I.a.s. E
Basilea Ii, dimostrano che Finmatica non solo può accrescere ulteriormente
la sua posizione di mercato in Italia ma può affrontare le sfide del
mercato europeo." ha commentato Pierantonio Azzalini. Pierantonio
Azzalini vanta una considerevole esperienza in ambito finance, soprattutto
per quanto riguarda la gestione e la direzione di aree dedicate all'It
all'interno degli istituti bancari e assicurativi. Laureato in Ingegneria
elettronica presso l'Università di Pavia, ha iniziato la sua carriera in
Ibm nel 1985 proseguendo poi la sua crescita professionale nel Credito
Valtellinese, dove ha ricoperto responsabilità crescenti in ambito It
gestendo importanti progetti come il nuovo sistema di sportello. Nel 1991
Pierantonio Azzalini è entrato in Caridata (Gruppo Intesa) dove si è
occupato della gestione della divisione Banking e della divisione dedicata
ai servizi di outsourcing. All'interno dell'azienda, una delle più
innovative realtà italiane specializzate nella fornitura di servizi
informatici per il mercato bancario e finanziario, ha avuto modo di gestire
numerosi progetti strategici soprattutto legati all'area Virtual Banking e a
fusioni e aggregazioni. Nel 1998 Azzalini ha assunto l'incarico di Chief
Information Officer di Wintherthur Italy (Gruppo Credit Suisse), azienda
leader nel settore assicurativo in Italia e parte di uno dei maggiori gruppi
a livello internazionale. Dal
1999 ha
ampliato le sue aree di responsabilità gestendo, come Managing Director,
gli ambiti relativi all'organizzazione, alle risorse umane, ai servizi per
il settore immobiliare (Real Estate) e ai progetti strategici.
CAMBIO AI VERTICI DI KELLOGG ITALIA: GIANCARLO
MASINI GUARDA ALL’EUROPA E DALLA FRANCIA ARRIVA UN NUOVO AMMINISTRATORE
DELEGATO
Milano, 19 novembre 2003. Dopo aver ricoperto per oltre cinque anni la
carica di Amministratore Delegato e General Manager di Kellogg Italia,
Giancarlo Masini assume ora una carica europea con il ruolo di Business
Development Director Europe e con l’obiettivo, dopo i successi italiani,
di conquistare nuovi mercati in Europa. Al suo posto è stato nominato François
Rouilly, precedentemente Direttore Marketing di Kellogg’s Francia. Rouilly
ha una significativa esperienza di 13 anni nel marketing e nel largo
consumo. Proveniente da Unilever e Masterfoods, nel 2000 inizia la sua
carriera in Kellogg Francia come Direttore Marketing, ruolo nel quale ha
raggiunto ottimi risultati in termini di sviluppo del business, occupandosi
di un mercato che non solo è praticamente il doppio di quello italiano, ma
è anche in una fase di sviluppo più avanzata. I suoi successi derivano
dalla particolare attenzione da sempre prestata all’innovazione di
prodotto, tra le più sviluppate in Europa, e dall’eccellenza dimostrata
nell’esecuzione dei piani di marketing. “ L’apertura di nuovi mercati
è un fattore chiave per accelerare la crescita di Kellogg’s in Europa”
ha dichiarato Giancarlo Masini, commentando la sua nuova carica e l’arrivo
del suo successore “In Italia è ora di investire soprattutto
sull’innovazione e l’esperienza di François Rouilly è per noi la
migliore garanzia in tal senso”. François Rouilly replica: “Sono
affascinato dalla sfida Italiana,.un mercato ancora di grande potenziale e
con interessanti possibilità di sviluppo”.
MANAGER DI DOMANI
Torino, 19 novembre 2003 - Mercoledì 26 novembre 2003, alle ore 15.30,
presso
la Facoltà
di Economia (C.so Unione Sovietica 218 bis Torino), l’Ufficio Job
Placement organizza un incontro sull’orientamento al mondo del lavoro.
Ospite: Gruppo Danone, uno dei più importanti Gruppi alimentari. Durante la
presentazione, dal titolo “Do you want to be international? Scopri le
opportunità nel Gruppo Danone” il Gruppo intende proporre il Programma
“International Graduates” destinato a chi desidera da subito diventare
Junior manager, cominciando la propria carriera all’estero. Per
partecipare al Programma “Ig”, inviare il proprio Cv, specificando in
oggetto “Programma International Graduates” entro il 26 novembre 2003.
Per prendere contatto con il Gruppo Danone e candidarsi, andare su uno dei
job posting del sito carriere www.Danonepeople.com
Al termine dell’incontro, il
Job Placement risponderà a tutte le domande che verranno poste sui problemi
di inserimento nel mondo del lavoro, gestione dei tirocini compresa. Per
informazioni, rivolgersi al Job Placement (011/670.6007).
QUALI MISURE SONO NECESSARIE PER AFFRONTARE
L’EMERGENZA BLACK OUT? SE NE DISCUTE A MILANO CON CHLORIDE SILECTRON
Castel Guelfo (Bo), 19 novembre 2003 I recenti casi di cronaca legati ai
black-out di corrente elettrica hanno evidenziato quali conseguenze
drastiche derivino da perturbazioni e interruzioni della rete elettrica. Le
modalità per evitare danni ad apparecchiature e perdita di dati, con
conseguente paralisi delle attività aziendali, e per garantire la continuità
durante le fasi gestionali e produttive attraverso un utilizzo ottimale
dell’Ups, verranno illustrate durante il nuovo ciclo di incontri promossi
da Chloride Silectron. Progettisti, installatori, responsabili tecnici e
utenti finali potranno tenersi aggiornati sulla normativa tecnica vigente e
accedere a sessioni pratiche con Ups collegato al carico. La novità che
caratterizza queste nuovi incontri è la possibilità di assistere a un
collegamento in tempo reale al Centro Autorizzato Life, attraverso il quale
i partecipanti potranno conoscere in modo approfondito il sistema di
telemonitoraggio Life.net che consente ai tecnici Chloride di monitorare
remotamente il corretto funzionamento degli Ups dei clienti e attivare
interventi immediati qualora si verifichino anomalie. Inoltre, una
particolare attenzione verrà posta sui servizi di assistenza pre e
post-vendita forniti da Chloride Silectron. Dopo le tappe di Bologna e Roma,
la prossima giornata di studio si terrà a Milano il 26 novembre 2003 presso
Palazzo Affari ai Giureconsulti (Piazza Mercanti 2, zona Piazza Duomo), alle
ore 17.15. Il prossimo appuntamento è previsto a Napoli. Date e orari degli
incontri, che vedranno come relatore l’Ing. Enrico Piazzi, affiancato dai
tecnici di zona, saranno a disposizione sul sito Chloride www.Silectron.it
alla sezione “Consulenza
Tecnica Csc”, dove è anche possibile iscriversi compilando il modulo
online.
EX RAFFINERIA AQUILA A TRIESTE: UN GRANDE
PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE
Trieste, 19 novembre 2003 – Dopo mesi di lavori, si conclude con una firma
l’atto di compravendita immobiliare del comprensorio industriale dell’ex
Raffineria Aquila tra le società Si.lo.ne. S.r.l./aquila S.p.a. In
liquidazione e Teseco S.p.a., gruppo italiano leader nei settori
dell'ingegneria ambientale ed ecologia. Teseco, con l’acquisizione delle
aree, si è assunta l’onere dello sviluppo del Piano di riqualificazione
del sito ex-Aquila, che prevede l’esecuzione delle attività di bonifica e
smantellamento degli impianti ancora esistenti e di bonifica dei terreni. Le
aree dell’ex raffineria, oggetto delle attività di recupero, sono ubicate
in località Muggia, alla periferia di Trieste. Complessivamente occupano
una superficie di circa 830.000 mq. E confinano a Nord con un canale
navigabile e altri insediamenti industriali, a Ovest con il Mare Adriatico
(Baia di Muggia) e a Sud e a Est con altri stabilimenti industriali ed
abitazioni. Si tratta di una delle prime bonifiche complete di un sito
occupato da una raffineria (che tra l’altro è una delle più antiche del
Paese) e una delle più estese mai realizzate in Italia. Ma i primati di
questa operazione non si fermano qui: il progetto vede applicato per la
prima volta nel nostro Paese un modello di business innovativo, che prevede
l’acquisizione dell’area da bonificare da parte della stessa società
che provvederà ai lavori di bonifica e riqualificazione. “Ritengo che
questo rappresenti una scelta imprenditoriale coraggiosa da parte nostra –
afferma l’ing. Gualtiero Masini, Presidente Teseco – ma anche una
garanzia sulla qualità del lavoro e sui tempi di realizzazione. I nostri
interessi coincidono con gli interessi del territorio, e a dimostrazione di
questo, Teseco non si limiterà ad effettuare i lavori di recupero del sito
ma impianterà un proprio insediamento permanente, con infrastrutture e
impianti per la depurazione, il trattamento delle acque, eccetera”. Ezit,
l’Ente per la zona industriale di Trieste, ha avuto un ruolo determinante
nella creazione delle condizioni necessarie per consentire l’avvio di
questo importante progetto, e avrà un ruolo determinante nel coordinamento
dello sviluppo delle attività di riqualificazione territoriale. Afferma
l’ing. Pierpaolo Ferrante, Presidente Ezit: “Mi preme evidenziare i
benefici economici per il tessuto sociale e industriale che deriveranno
dalla riqualificazione dell’area ex Aquila: si tratta del recupero di un
sito di vaste proporzioni che sarà restituito al sistema produttivo locale
e dell’intero Paese, eliminando una passività nel segno del rilancio e
del superamento del ristagno economico generale”.
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