NOTIZIARIO
MARKETPRESS
NEWS
di
MARTEDI'
9 DICEMBRE 2003
pagina 1
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europee,2001 http://www.cordis.lu ) |
UNA COMUNICAZIONE DEFINISCE LE MISURE PER
PROMUOVERE IL SETTORE EUROPEO DEI SERVIZI ALLE IMPRESE
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - Il 4 dicembre,
la Commissione
ha pubblicato una comunicazione volta a migliorare i risultati dei servizi
alle imprese in Europa, il più grande settore dell'economia europea che dà
occupazione a circa 55 milioni di persone. Negli anni recenti, la scarsa
crescita della produttività nel settore dei servizi alle imprese ha destato
preoccupazione fra i responsabili politici e, al fine di ovviare a tale
situazione, la comunicazione definisce una serie di misure per invertire
questa tendenza e recuperare terreno nei confronti degli Stati Uniti. Fra le
misure da adottare figura l'esigenza di effettuare più investimenti e
favorire un maggior coinvolgimento nella ricerca e sviluppo (R&s). La
comunicazione esorta le imprese ad intensificare la loro partecipazione ai
programmi quadro di ricerca, e sostiene che le possibilità per l'Ue di
raggiungere l'obiettivo del tre per cento aumenteranno, "se questo
settore svolgerà un ruolo che rifletta meglio il suo peso economico".
Il commissario per le Imprese e
la Società
dell'informazione, Erkki Liikanen, ha dichiarato: "Nell'economia
attuale, i servizi rivestono un'importanza fondamentale. Il settore dei
servizi rappresenta una fonte principale di occupazione e di nuove attività.
Se riusciremo a creare l'ambiente adatto per i servizi alle imprese, ciò
contribuirà ad incentivare la produttività e la competitività dell'intera
economia". Fra le altre misure che
la Commissione
intende promuovere nell'ambito del settore figurano un miglior utilizzo
delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic), indicatori
statistici più efficaci a sostegno del processo decisionale, ed una
maggiore attenzione per la qualità e la trasparenza nell'intento di
favorire la concorrenza ed aiutare il consumatore nelle proprie scelte. Al
fine di attuare le proposte delineate nel documento politico,
la Commissione
intende costituire un Forum europeo dei servizi alle imprese. Il forum
riunirà rappresentanti delle istituzioni comunitarie, degli Stati membri,
delle organizzazioni professionali, dei lavoratori, degli istituti di
ricerca, nonché altre parti interessate, ed aiuterà
la Commissione
a redigere un piano d'azione sull'argomento nel primo semestre del 2005. Infolink:
http://europa.Eu.int/comm/enterprise/services/business_services/index.htm
FRITS BOLKESTEIN COMMISSARIO EUROPEO
RESPONSABILE DEL MERCATO INTERNO, DELLA FISCALITÀ E DELLE DOGANE SULLA
RIFORMA DELLA TASSAZIONE SOCIETARIA NELL'UE: SVILUPPI E NUOVE SFIDE
Ostia (Roma), 9 dicembre 2003 – Di seguito il discorso introduttivo di
Frits Bolkestein alla conferenza della Commissione europea sulla fiscalità
delle imprese svoltasi il 5 novembre : “Ministro Tremonti, Membri del
Parlamento europeo, Membri del Parlamento italiano, Signore e signori, sono
molto lieto di darvi il benvenuto qui a Ostia per la nostra conferenza sulla
riforma della tassazione societaria nell'Ue e sulle nuove sfide da
affrontare. Ringrazio
la Presidenza
italiana del Consiglio per aver accettato di ospitare questa importante
conferenza di alto livello promossa con
la Commissione
europea. Si tratta di un evento che offre una tempestiva opportunità di
procedere ad uno scambio di vedute su un tema di così grande rilievo. Come
sapete, poco più di due anni fa
la Commissione
ha pubblicato uno studio generale e una comunicazione sulla tassazione
societaria nel mercato interno. Tali lavori, e una prima conferenza che
abbiamo organizzato a Bruxelles nell'aprile 2002, hanno dato un nuovo
impulso al dibattito sulla questione in tutti i suoi aspetti. È diventato
sempre più evidente, e mi sembra giusto dirlo, che non possiamo evitare di
riformare il modo in cui le società sono soggette a tassazione nell'Ue.
Cambiamenti sostanziali sono inevitabili se si vuole realizzare un effettivo
mercato interno senza ostacoli connessi alla tassazione delle società. Sono
sempre di più le persone e le istituzioni che riconoscono e sostengono
l'opportunità di una riforma generale. La strategia presentata dalla
Commissione nel 2001 è una strategia a due livelli, intesa a porre rimedio
alle inefficienze e agli ostacoli connessi alla fiscalità nell'ambito del
mercato interno mediante · soluzioni mirate immediate · iniziative intese
a realizzare un obiettivo a più lungo termine, ossia quello di permettere
alle società di essere tassate su un'unica base imponibile consolidata per
le loro attività a livello Ue. Naturalmente, sia io che il collegio dei
commissari siamo tuttora fermamente convinti che l'approccio da noi proposto
costituisca la migliore risposta possibile alle sfide cui attualmente ci
troviamo di fronte per quanto riguarda la tassazione delle società nell'Ue.
Se verrà attuato fino in fondo, tale approccio permetterà di affrontare
efficacemente gli ostacoli fiscali e di ridurre le distorsioni, senza
pregiudicare in alcun modo le prerogative fondamentali degli Stati membri in
materia fiscale, in particolare il loro diritto di fissare le proprie
aliquote fiscali. Negli ultimi due anni ci siamo impegnati nell'attuazione
del programma di lavoro che avevamo annunciato nel 2001, prendendo diverse
misure ad entrambi i livelli della strategia. Su mia iniziativa, appena
qualche giorno fa,
la Commissione
ha presentato una ulteriore comunicazione che illustra gli sviluppi
verificatisi dal 2001, valuta i progressi fatti e fornisce indicazioni
particolareggiate circa i passi successivi che riteniamo più appropriati.
La maggior parte di voi avrà già visto questa pubblicazione. Copie del
documento sono comunque disponibili, in quattro lingue, nella sala di
conferenza. La comunicazione vi verrà illustrata più dettagliatamente dal
direttore generale Robert Verrue domani. Io intanto presenterò alcuni dei
punti principali e mi soffermerò sul messaggio politico. Nel complesso,
riteniamo che siano stati fatti progressi apprezzabili nell'attuazione di
molte delle iniziative proposte dalla Commissione. Dobbiamo tuttavia anche
riconoscere che per alcuni aspetti fare passi in avanti è stato più
difficile di quanto non pensassimo due anni fa. Questa constatazione è
particolarmente vera per i progetti a più lungo termine, più ambiziosi.
Inoltre, stiamo assistendo attualmente a nuovi sviluppi molto interessanti
(alcuni li definirebbero addirittura determinanti) per quanto riguarda la
giurisprudenza della Corte di giustizia europea. Le questioni attinenti alla
tassazione societaria nell'Ue e le sentenze della Corte in materia di
imposizione diretta vengono ampiamente pubblicizzate, e suscitano nel
pubblico un'attenzione senza precedenti. Penso che la relativa mancanza di
progressi nella realizzazione degli obiettivi a più lungo termine, da un
lato, e la crescente importanza assunta dalle controversie e dai
procedimenti giudiziari, dall'altro, siano effettivamente, in un certo qual
modo, due facce della stessa medaglia. In questa ottica, mi sembra giunto il
momento di valutare i risultati della strategia della Commissione secondo
parametri più fondamentali.
La Commissione
ha esposto la sua posizione nella comunicazione che ho appena citato. Ora
occorre estendere la discussione al pubblico per fare ulteriori progressi.
La conferenza intende dare un contributo in tal senso in modo aperto e
trasparente. Sono fermamente convinto che sia urgente fare progressi nella
riforma della tassazione societaria a livello comunitario se si vuole che l'Ue
raggiunga l'obiettivo che essa stessa si è posta di divenire l'economia
basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. Per alcuni
queste sono forse parole prive di contenuto. Che siano tali o lo diventino
dipende in gran parte da coloro che sono responsabili delle politiche.
Consideriamo o no gli obiettivi di Lisbona come un impegno a realizzare
un'audace riforma economica per aiutare le società europee a diventare più
competitive? A mio avviso, tale coraggiosa riforma economica è
assolutamente necessaria per rafforzare le nostre economie vacillanti. Che
cosa significa questo a livello di fiscalità? I problemi che attualmente si
osservano in un mercato interno inefficiente sono determinati da molteplici
fattori e non intendo certo dare troppo peso agli effetti degli ostacoli
fiscali. Devo nondimeno porvi due domande: Possiamo veramente permetterci di
rinunciare alla crescita economica che si verificherebbe se le società
dell'Ue non fossero intralciate da ostacoli fiscali, problemi di doppia
imposizione e elevati costi di conformità quando investono o operano in
altri Stati membri? Possono le nostre società competere con quelle degli
Stati Uniti che beneficiano di un vero mercato interno senza problemi di
doppia imposizione, atto ad offrire loro una solida base per l'espansione
all'estero, ad esempio in Europa? Questi sono interrogativi seri ai quali
dobbiamo rispondere. Affrontare questi problemi vuol dire ben altro che
occuparsi dell'armonizzazione dei sistemi fiscali degli Stati membri.
Permettetemi di parlare con franchezza. Che Bruxelles abbia un programma a
lungo termine di armonizzazione fiscale su vasta scala è semplicemente
un'assurdità. Gli ostacoli fiscali che sussistono tra gli Stati membri
spesso equivalgono ad una discriminazione legale ai sensi del trattato sull'Ue.
Allo stesso tempo, si traducono in consistenti perdite reali per il
benessere delle nostre economie e dei nostri cittadini. Anche se è
difficile quantificare tali perdite le imprese operanti 'sul campo' ne sono
fin troppo consapevoli. Per entrambe queste ragioni gli ostacoli fiscali
devono essere rimossi, a breve termine mediante misure mirate e a più lungo
termine mediante una soluzione sistematica quale una base imponibile comune
a livello dell'Ue. Mi sembra opportuno ricordare che i temi al centro del
dibattito in corso e di questa conferenza sono molto importanti, in termini
sia giuridici che economici. Se, ad esempio, diamo un rapido sguardo al
primo punto del programma di oggi, torniamo al ruolo fondamentale della
Corte di giustizia europea in materia di tassazione societaria. Molti forse
sono sconcertati dal sempre maggior numero e rilievo delle decisioni della
Corte nel campo della fiscalità. Io non lo sono. Questo tema sarà
estesamente trattato fra breve dal signor Wathelet; mi sembra comunque
giusto dire che
la Corte
sta semplicemente facendo il suo lavoro e applicando il trattato sull'Ue in
materia fiscale. Modificare il trattato, come suggerito da alcuni, in modo
da impedire alla Corte di pronunciarsi in campo fiscale non sarebbe, a mio
avviso, la risposta giusta. Un passo del genere rappresenterebbe un regresso
sostanziale e comprometterebbe il concetto del mercato interno nella sua
totalità. La risposta giusta è una più stretta cooperazione. E intendo
proprio cooperazione, non armonizzazione. È ora, a mio avviso, che i
responsabili delle politiche degli Stati membri affrontino seriamente la
loro incapacità di assicurare che i rispettivi sistemi fiscali siano
conformi agli obblighi imposti dal trattato. Particolarmente interessante al
riguardo è la politica relativa ai trattati contro le doppie imposizioni,
settore in cui prevedo importanti sviluppi. Tali sviluppi non saranno forse
graditi ai sostenitori delle tradizionali convenzioni fiscali. Essi tuttavia
sono una naturale conseguenza dell'attuazione del mercato interno creato
dagli Stati membri nell'ambito del trattato sull'Ue. Gli Stati membri
possono scegliere di accogliere favorevolmente questi sviluppi e contribuire
all'elaborazione del sistema futuro o di opporsi al cambiamento e ritrovarsi
inevitabilmente perdenti a fronte di un ricorso sempre più ampio alla
giustizia.
La Commissione
ha ripetutamente formulato proposte volte a promuovere un coordinamento più
aperto e costruttivo in campi importanti e giuridicamente problematici delle
legislazioni degli Stati membri in materia di tassazione societaria. Mi
auguro che tali proposte finiscano con I'ottenere un ampio consenso. Il
secondo punto in programma nell'ambito della conferenza è, in un certo
senso, più politico. Alcuni osservatori ancora considerano i piani della
Commissione per l'introduzione di una base imponibile consolidata comune a
livello dell'Ue come piani a lunghissimo termine. Il "Financial Times"
recentemente ha addirittura equiparato le probabilità di riuscita di tali
piani alle probabilità di vedere gli asini volare! Ridiamo pure, ma vi
ricordo che parole analoghe sono state usate non tanto tempo fa dagli
oppositori dell'euro! Ovviamente c'è ancora molto lavoro da fare e ci sono
questioni tecniche da risolvere. Nessuno tuttavia può sostenere che non
stiamo facendo progressi, anche se procediamo meno rapidamente di quanto
vorrei. Penso che ci stiamo muovendo nella direzione giusta, anche grazie
alla crescente consapevolezza pubblica dei problemi in questione. Tuttavia,
tutte queste idee e iniziative sono destinate a fallire, qualora non vi
siano un sostegno adeguato e una volontà politica sufficiente da parte
degli stessi Stati membri. Vorrei pertanto sollecitare gli Stati membri ad
agire in modo consono alla loro responsabilità e ad adottare un approccio
costruttivo per la realizzazione di un mercato interno non compromesso da
ostacoli e inefficienze fiscali! Signore e signori, mi compiaccio
dell'elevato grado di interesse e partecipazione che caratterizza questa
Conferenza. Ferma restando la validità degli interventi e dei dibattiti che
seguiranno, una partecipazione a così alto livello sembra indicare di per sé
che le imprese e i consulenti fiscali dell'Ue sono ben consapevoli
dell'importanza dei temi che saranno trattati oggi e domani. Questa
constatazione dovrebbe renderci ottimisti e incoraggiarci ulteriormente ad
affrontare a fondo i problemi fiscali del mercato interno! Per concludere,
desidero rivolgere un ringraziamento particolare a Lei, ministro Tremonti,
per aver posto la riforma della tassazione societaria tra le priorità della
Presidenza italiana del Consiglio. Mi congratulo inoltre con Lei e con i
Suoi colleghi per lo spessore e il successo della Presidenza. Negli ultimi
sei mesi siamo riusciti a fare notevoli progressi e a raggiungere risultati
positivi.”
"RAPPORTO INNOVAZIONE E TECNOLOGIE
DIGITALI IN ITALIA" STANCA: "
LA SFIDA
È PASSARE DAL RITARDO DIGITALE ALLA OPPORTUNITÀ DIGITALE"
Milano, 9 dicembre 2003 - "Passare da un 'ritardo digitale' ad una
'opportunità digitale'": questa la sfida che Lucio Stanca, ministro
per l'Innovazione e le Tecnologie, ha lanciato il 5 novembre a istituzioni,
imprenditori e università, alla presentazione - alla "Bocconi" di
Milano - del "Rapporto Innovazione e Tecnologie Digitali in
Italia", promosso dallo stesso ministro. Una sfida che Stanca ha
riproposto in occasione di un significativo "compleanno": dieci
anni fa, proprio il 5 dicembre 1993, infatti l'espressione 'Società
dell'Informazione" 'debuttava' in un atto ufficiale europeo (Libro
bianco "Crescita, competitività e occupazione", il cosiddetto
'Rapporto Delors'), cioè in Europa per la prima volta si attribuiva valore
politico a Internet. Il ministro ha poi sottolineato la vastità delle
implicazioni dell'innovazione. "La diffusione dell'innovazione
tecnologica digitale costituisce una risorsa determinante non solo per la
crescita economica del Paese, ma interessa anche la dimensione sociale in
quanto connessa con la prospettive di una Società dell'Informazione basata
sulla conoscenza, sulla qualità della vita e su una maggiore coesione e
partecipazione". Poi, citando una recente affermazione del Commissario
Mario Monti, ("Il tenore di vita raggiunto dall'Italia ha basi effimere
se non è agganciato allo 'skilift' dell'innovazione"), il ministro
Stanca ha dapprima rilevato come il "Rapporto sull'Innovazione e
Tecnologie Digitali" abbia messo in evidenza che "per molti
aspetti il nostro Paese ha una leadership riconosciuta nella capacità
innovativa", ma ha poi sottolineato come "questa leva non abbia
funzionato come altrove". In realtà, ha aggiunto l'esponente di
Governo, "è finito lo schema lineare con cui si produceva innovazione
collegando un nuovo prodotto al lavoro di un ricercatore o di un gruppo di
ricerca avanzata". In effetti, ha ricordato il ministro, "anche
la Commissione Europea
ha riconosciuto che Ricerca&sviluppo è un fattore essenziale per la
crescita a lungo termine e la prosperità dell'Europa, ma da sola non è
sufficiente in quanto vanno sostenute anche altre forme di innovazione, a
partire da quella di processo, ossia organizzativa, di modelli commerciali,
di presentazione (design e marketing, ad esempio), che nelle tecnologie
digitali trovano il piû importante fattore abilitante, in grado di ridare
vera competitività al Sistema Italia. Ma perché ciò si realizzi
compitamente e ci sia la creazione di valore è necessaria l'iniziativa
imprenditoriale". Stanca ha messo inoltre in evidenza "la 'nuova
frontiera' che si è realizzata sul fronte delle innovazioni radicali, che
si realizzano con la convergenza di discipline diverse, come le
Biotecnologie, le Tecnologie dell'Informazione e Comunicazione (Ict) e le
Nanotecnologie, il cosiddetto Bio-info-nano, una sorta di spartiacque tra
passato e futuro, come a suo tempo lo furono l'avvento del vapore, prima, e
dell'elettricità, poi". Il ministro Stanca ha concluso ribadendo che
"la sfida che abbiamo davanti non è solo un impegno del Governo, ma la
si vince tutti assieme".
LA GERMANIA LANCIA
UN PIANO D'AZIONE A FAVORE DELLE TECNOLOGIE
DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE
(TIC)
erlino, 9 dicembre 2003 - Il Gabinetto federale tedesco ha approvato il
piano d'azione "Società dell'informazione Germania 2006", il cui
obiettivo è di rafforzare le competenze del paese nel settore delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic). Il piano fissa gli
ambiziosi obiettivi della Germania volti a garantire che, entro il 2005, il
75 per cento della popolazione dai 14 anni in su utilizzi Internet, ed a
rendere accessibile elettronicamente l'insieme dei documenti governativi.
Nell'accogliere l'iniziativa, il ministro tedesco dell'Istruzione e della
Ricerca Edelgard Bulmahn ha messo in evidenza il ruolo importante che,
secondo il suo parere, le Tic svolgono nel rafforzamento della crescita e
della competitività. "L'innovazione nel settore dell'informazione e
della comunicazione è sinonimo di nuova e stabile occupazione", ha
detto
la Bulmahn.
"Con il piano d'azione, abbiamo stabilito le condizioni che
garantiranno alla Germania di rafforzare il proprio ruolo di paese leader
nel settore dell'high-tech". Per consultare il piano d'azione, visitare
il sito: http://www.Bmbf.de/pub/aktionsprogramm_informationsgesellschaft_2006.pdf
RIFLESSIONI SUL TEMA "SCIENZA E SOCIETÀ"
Strasburgo, 9 dicembre 2003 - Un seminario di "Allcheme" dal
titolo "Scienza e società, alcune riflessioni", si svolgerà il
16 dicembre a Strasburgo (Francia) presso la sede dell'Europarlamento. Sarà
invitata la relatrice Jean-marie Lehn, premio Nobel per
la Chimica
nel 1987. Le scienze della chimica e della fisica hanno esercitato un grande
impatto sulle condizioni di vita, ma i cambiamenti sono percepiti come
innaturali da alcune sezioni della società. Il seminario si rivolgerà al
grande pubblico e ai decisori, fornendo loro le conoscenze necessarie per
valutare il potenziale impatto della tecnologia sulla società e per
accettare che la ricerca scientifica ha bisogno di essere libera. Infolink: http://www.Allchemeseminars.org
INNOVAZIONE ITALIA SPA: FALAVOLTI NOMINATO AD
E DG
Roma, 9 dicembre 2003 - Diventa operativa Innovazione Italia, la società
costituita da Sviluppo Italia su indicazione di Lucio Stanca, ministro per
l'Innovazione e le Tecnologie, per dare attuazione al programma di Governo
relativamente allo sviluppo della Società dell'Informazione e della larga
banda. Dopo la recente designazione di Paolo Vigevano a presidente, l'ing.
Roberto Falavolti è stato infatti nominato amministratore delegato e
direttore generale. Dopo aver ricoperto gli stessi incarichi in Consip e con
un passato in Ibm, Eds e Capitalia, il nuovo manager, 52 anni, dovrà dare
attuazione alla mission di Innovazione Italia, ossia assicurare le
competenze specialistiche per la realizzazione dei piani e dei progetti del
Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie e, allo stesso tempo, supportare
iniziative innovative anche su base regionale e locale che siano coerenti
allo sviluppo della Società dell'Iinformazione e dell' e-Government.
"Nella fase di avvio", ha detto Falavolti, "Innovazione
Italia realizzerà alcuni progetti, finanziati dal Cipe, nell'ambito sia del
Programma Ricerca e Società dell'Informazione, sia del Programma Larga
Banda, con specifico riferimento allo sviluppo della domanda nel Sud. Le
risorse disponibili ad oggi assommano complessivamente ad oltre 300 milioni
di euro".
PATTO CONFINDUSTRIA – CRUI : 10 AZIONI PER
IL RILANCIO DELLA RICERCA ED INNOVAZIONE IN ITALIA
Roma, 9 dicembre 2003 - In occasione del convegno organizzato dalla Luiss
"University Research, Business and local Development" il Dr.
Giorgio Squinzi, Vicepresidente di Confindustria per Ricerca &
Innovazione e il prof. Piero Tosi, Presidente della Conferenza dei Rettori
delle Università italiane hanno sottoscritto un Accordo per il rilancio
della Ricerca ed Innovazione In Italia. La ricerca e l'innovazione
costituiscono una priorità per il futuro del Paese: sulla base di questa
comune convinzione, proseguendo nella tradizione di stretta collaborazione,
le due organizzazioni hanno concordato di promuovere e realizzare azioni per
il rilancio della competitività scientifica e tecnologica dell'Italia. Solo
con uno sforzo comune, da parte delle imprese, degli istituti di ricerca,
delle università e della politica nazionale e regionale, sarà possibile
innescare un circolo virtuoso di miglioramento del sistema pubblico di
ricerca e di maggiore competitività del sistema produttivo. In questa
ottica, Confindustria e Crui condividono la necessità di proseguire
nell'azione di riforma del sistema universitario, al fine di rendere il
sistema più flessibile, più gratificante e motivante per le professionalità
impegnate e in grado di rispondere meglio alle esigenze delle imprese.
Confermano l'impegno a diffondere all'interno degli atenei e delle imprese
una cultura della collaborazione, in grado di improntare tutte le scelte sia
a livello formativo che di attività di ricerca. Concordano inoltre nel
sottolineare l'importanza di favorire la crescita della propensione alla
ricerca e all'innovazione delle imprese e di aumentare la capacità di
attrazione di investimenti esteri nell'alta tecnologica, così come di
ricercatori, stranieri e italiani residenti all'estero. Per raggiungere
questi obiettivi del Patto, Confindustria e Crui, individuano 10 azioni
specifiche: l'avvio di un Gruppo di lavoro per razionalizzare e potenziare
il sistema del trasferimento tecnologico; lo sviluppo delle collaborazioni
fra università e imprese nella promozione di corsi di laurea ad alta
integrazione con il sistema produttivo; il censimento e l'analisi delle
eccellenze e competenze del sistema pubblico di ricerca al fine di
facilitare l'incontro tra domanda e offerta di ricerca; lo sviluppo e
l'ampliamento di un sistema di valutazione della ricerca ai fini della
promozione della qualità e di un efficiente ed efficace sistema di
selezione e di allocazione delle risorse; la promozione di iniziative per
favorire l'orientamento dei giovani alle discipline scientifiche e
tecnologiche e lo sviluppo di attività dirette a motivare i giovani alla
ricerca anche attraverso stages aziendali; la messa a punto di meccanismi
che consentano di premiare le Università che conseguono risultati
scientifici di rilievo, valutati sulla base di parametri internazionali, e
che contribuiscono in modo significativo al trasferimento di tecnologie e
all'erogazione di servizi di contenuto tecnico a beneficio delle imprese.
Accanto ad una migliore e maggiore collaborazione tra università e impresa
Confindustria e Crui, ritengono altresì indispensabile assicurare in Italia
la definizione e l'implementazione di stabili politiche economiche basate
sulla Ricerca e sullo sviluppo tecnologico. In particolare attraverso: la
previsione di risorse aggiuntive per la ricerca pubblica e parimenti quella
privata da veicolare attraverso strumenti a competizione che assicurino
l'elevata qualità dei progetti; la previsione di più ampie agevolazioni
fiscali per le commesse di ricerca dirette ad università ed enti pubblici
di ricerca da parte delle imprese l'adozione di misure volte a favorire
erogazioni liberali provenienti da imprese e cittadini per attività di
ricerca svolte da enti pubblici e da università. L'introduzione di una
norma che destini parte delle risorse derivante dall'8 per mille di
pertinenza dello Stato al finanziamento di progetti di ricerca pubblica di
alto valore scientifico mirati.
BRUXELLES OSPITA UN SEMINARIO SUL DIVARIO
DIGITALE
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - Nell'ambito del progetto Janus finanziato dall'Ue
si sta organizzando un seminario dal titolo "Il divario digitale:
opportunità e incognite alla vigilia dell'allargamento dell'Ue', che si
svolgerà il 23 gennaio
2004 a
Bruxelles (Belgio). La manifestazione è la terza di una serie di seminari
che prendono in esame le sfide della ricerca socioeconomica nella società
dell'informazione. Essa riunirà esperti in materia di divario digitale che
collaborano ai progetti di ricerca dell'Ue, nonché rappresentanti della
Commissione europea e delle pubbliche autorità. Il seminario si propone i
seguenti obiettivi: - esaminare la questione del divario digitale geografico
tra gli Stati membri attuali e futuri dell'Unione europea; - esplorare i
metodi volti ad influenzare le componenti "hard" e
"soft" che producono il divario digitale; - dedurre le
raccomandazioni politiche che aiutano a colmare il divario digitale. Per
ulteriori informazioni consultare il seguente indirizzo web: http://www.Janus-eu.org
SUL SITO IL PROGRAMMA DI STABILITÀ DELL’ITALIA
Roma, 9 dicembre 2003 - Il Mef comunica che sul sito www.Mef.gov.it
nell’apposito riquadro, è
disponibile il Programma di Stabilità dell’Italia – Aggiornamento
Novembre 2003.
CIPE: SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2003
Roma, 10 dicembre 2003 - Il Mef comunica che il Cipe, riunitosi il 5
dicembre a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Ministro, Giulio Tremonti,
ha approvato con prescrizioni e raccomandazioni, su proposta del Ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti: il progetto preliminare della tratta
italiana del nuovo collegamento ferroviario Torino – Lione, opera inserita
nella lista dei progetti prioritari delle Reti Transeuropee; il progetto
preliminare della linea Av/ac Milano – Verona, facente parte delle Reti
Transeuropee. Nelle more dell’intervento finanziario di Infrastrutture Spa,
Tav Spa potrà avviare le attività preliminari alla realizzazione del
progetto per un costo stimato di 576 milioni di euro; il primo lotto
funzionale dell’interporto di Battipaglia, per un costo di 18,198 milioni
di euro, già finanziato.
IRAQ: FIRMA DELL’ACCORDO QUADRO SULLA
FINANZA COMMERCIALE TRA
LA COALITION PROVISIONAL
AUTHORITY,
LA TRADE BANK
OF IRAQ E LE AGENZIE DI CREDITO ALL’ESPORTAZIONE DI 16 PAESI IL
Roma, 9 dicembre 2003 - Mef comunica di aver ospitato il 5 dicembre la
cerimonia di firma dell’accordo quadro sulla finanza commerciale tra
la Coalition Provisional
Authority (Cpa),
la Trade Bank
of Iraq (Tbi) e le Agenzie di credito all’esportazione (Eca) di 16 paesi
(Italia, Australia, Spagna, Giappone, Stati Uniti, Austria, Repubblica Ceca,
Belgio, Danimarca, Svizzera, Svezia, Lussemburgo, Polonia, Olanda, Germania
e Regno Unito). Gli accordi firmati il 5 dicembre consentiranno il
finanziamento di esportazioni di beni e servizi a breve termine verso
l’Iraq per un valore superiore a due miliardi di euro. Per l’Italia
la Sace
, rappresentata dal Presidente, Lorenzo Bini Smaghi, e dal Direttore
Generale, Giorgio Tellini, ha firmato un accordo di valore pari a 250
milioni di euro per sostenere le operazioni commerciali delle aziende
italiane. L’importo rappresenta l’allocazione di una parte del plafond
di un miliardo di euro deliberato dal Cipe per gli impegni della Sace a
sostegno delle esportazioni e degli investimenti italiani in Iraq.
All’evento hanno partecipato l’Ambasciatore Marek Belka, Director for
Economic Policy della Cpa, Dr. Ali Allawi, Ministro del Commercio
dell’Iraq, Hussein Al-uzri, Presidente della Tbi, ed i rappresentanti
delle Eca firmatarie.
CDP SPA: FIRMATI DPCM SU NOMINE E
PRIVATIZZAZIONE E DM SU CONFERIMENTO AZIONI
Roma, 9 dicembre 2003 - Il Mef comunica che sono stati firmati il 5 dicembre
dal presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, due decreti
sulla Cassa Depositi e Prestiti Spa (Cdp Spa). Il primo riguarda la nomina
degli organi sociali, il secondo la privatizzazione della società. Il
Ministro Giulio Tremonti ha inoltre firmato il Decreto ministeriale di
trasformazione in Spa della Cassa Depositi e Prestiti. Il provvedimento
individua le azioni del Mef da trasferire dalla Cdp Spa. In particolare, sarà
ceduto il 10,35% di Enel, il 10% di Eni ed il 35% di Poste Italiane Spa, per
un controvalore complessivo di 11 miliardi di euro.
IL CREDITO AL CONSUMO IN ITALIA ACCELERA
LA CRESCITA
: + 15,8% AL 30 GIUGNO 2003
Milano, 9 dicembre 2003 - La crisi dei consumi non rallenta la crescita del
ricorso al credito al consumo da parte degli italiani: al 30 giugno del 2003
si registra infatti un tasso di crescita delle consistenze di credito al
consumo nell’ordine del 15,8%, rispetto al 12,5% registrato alla stessa
data dell’anno precedente. Questi i dati che emergono dall’Osservatorio
sul Credito al Dettaglio, il rapporto Assofin - Crif - Prometeia giunto alla
quindicesima edizione. La ricerca periodica, che costituisce un punto di
riferimento di grande importanza sul mercato del credito al consumo e più
in generale dei finanziamenti alle famiglie, fornisce ogni sei mesi un
quadro su: ·l’evoluzione dello scenario macroeconomico, ·l’andamento
congiunturale dei prestiti alle famiglie, per forma tecnica e per settori
merceologici; .L’evoluzione della rischiosità, anche a livello
territoriale e per singoli segmenti (durata, classi di importo dei
contratti); ·le proiezioni a medio termine dei consumi delle famiglie e
della domanda di credito al consumo e di mutui fondiari (a livello sia
nazionale che territoriale). Il credito al consumo come leva per la ripresa
economica - Le evidenze del rapporto, relative al primo semestre 2003,
mostrano come il credito alle famiglie sia cresciuto a ritmi sostenuti e
pari al 9% rispetto a giugno
2002. In
particolare viene in evidenza come la componente di credito al consumo (in
crescita del 15,8% ) sia determinante come sostegno dello sviluppo dei
consumi totali reali, la cui crescita nel periodo è prossima al 2%.
"Considerata la natura anticiclica del credito al dettaglio –
sottolinea Umberto Filotto, Segretario Generale di Assofin - in questa fase
di stagnazione della domanda è opportuno costruire un quadro regolamentare
che favorisca e non ostacoli l'incontro tra domanda e offerta. In questa
prospettiva sarebbero utili interventi sulla fiscalità, una definizione
chiara e non punitiva del sistema della referenza creditizia (le cosiddette
centrali rischi positive), l'alleggerimento di adempimenti ed oneri formali
quando questi non contribuiscono all'informazione e alla protezione del
consumatore". “Il credito al dettaglio in Italia ha ulteriori margini
di crescita, se confrontato ad altri Paesi Europei (ad esempio Francia e
Germania). Ne va allora alimentata la forza anche nel medio periodo, quale
motore per la generazione di ricchezza per il Paese – aggiunge Silvia
Ghielmetti, Direttore di Crif Decision Solutions. - Ma si tratta di un
motore sensibile e delicato: il solo credito finalizzato all’acquisto di
beni esprime oggi un impatto incrementale sul Prodotto Interno Lordo che è
stato stimato intorno allo +0,3%, in valore assoluto. Ma se interventi
normativi riducessero la disponibilità o la facilità di accesso al credito
(adesempio riducendo i tempi di conservazione dei dati creditizi disponibili
presso le centrali rischi positive dagli attuali
5 a
2 anni dall’estinzione del finanziamento), il contributo incrementale sul
Pil sarebbe azzerato, danneggiando non solo i consumatori ma l'intero
sistema economico" “In generale il credito retail continuerà a
rappresentare un business molto attraente per gli operatori finanziari.
Infatti, la domanda di credito espressa dalle famiglie continuerà a
registrare tassi di crescita elevati e superiori a quelli dell’attività
economica e l’adeguamento ai requisiti previsti da Basilea Ii porterà ad
un minore assorbimento di capitale da parte del segmento di finanziamenti
retail – conclude Antonio Rigon, Partner di Prometeia e Responsabile
dell’Area Intermediari Finanziari. - Nel comparto del credito al consumo,
alle potenzialità in termini di crescita dei volumi si affianca
l’aspettativa di margini ancora elevati per effetto di una ricomposizione
del credito verso forme tecniche a maggiore rendimento.” Il mercato, le
dimensioni e le tendenze Le consistenze totali di credito al consumo si sono
attestate, a fine giugno 2003, intorno ai 55.600 milioni di Euro; le banche
generaliste hanno registrato circa 17.000 milioni di Euro (+18% a fronte del
+8% di giugno 2002), mentre le istituzioni finanziarie e banche
specializzate hanno raggiunto i 38.500 milioni di Euro (+14,9% circa contro
il +14,5% alla stessa data del 2002). Le forme tecniche del credito al
consumo Aspetti dimensionali L’evoluzione delle consistenze è stata
analizzata nel Rapporto in forma distinta per i due comparti del mercato, il
primo costituito dalle banche generaliste ed il secondo da istituzioni
finanziarie e banche specializzate. Le consistenze aventi origine bancaria
mostrano un’evoluzione suddivisibile in tre macrocategorie: la componente
dei finanziamenti veicolati attraverso carta di credito (la cui incidenza
rispetto al totale è in leggera flessione, dal +4,5% al +4,3%), le cessioni
del quinto (la cui importanza si mantiene stabile ed intorno al 7,7%) e le
altre forme tecniche, che pesano ancora per l’88%. Nel campo delle
istituzioni finanziarie e banche specializzate è stata effettuata una
scomposizione più dettagliata che ha portato ad evidenziare l’andamento
dei tassi di crescita nei vari segmenti: i finanziamenti finalizzati sono
cresciuti del +12,7% (contro il +10,3% del 2002), i finanziamenti non
finalizzati sono cresciuti del +16,8% (nel 2002l’incremento era stato del
+24,7%); le carte di credito revolving aumentano del 31,8% (+33% nel 2002),
mentre i prestiti contro cessione del quinto dello stipendio continuano ad
aumentare ad un tasso superiore alla media (+20,6%), anche se meno elevato
rispetto al più recente passato (+40% nel 2002). Dal Rapporto emerge come
le carte di credito rappresentino uno strumento sempre più utilizzato dagli
Italiani sia come strumento di pagamento, che come veicolo di credito al
consumo: 379 carte di credito ogni mille abitanti e un incremento del +8,8%
rispetto al 2002 sono numeri significativi anche se non sufficienti ad
eguagliare la media europea. Le consistenze di credito corrispondente
all’utilizzo di carte aumentano di un significativo +29%. Il mercato delle
carte revolving continua a rappresentare il segmento più interessante, con
flussi di credito pari a 1.600 milioni di Euro (+23,3% rispetto a giugno
2002) e oltre 13 milioni di transazioni (+ 34,7%). I flussi di credito
finalizzato nel primo semestre 2003 L’incremento dei flussi di credito al
consumo erogato dalle banche generaliste, rispetto al primo semestre 2002,
risulta pari al 27,3 %. In aumento consistente risultano i finanziamenti
personali (+35,2%) ed i finanziamenti finalizzati all’acquisto di
motocicli (+35%) e di beni del comparto dell’elettronica (+42,5%).Tra i
crediti finalizzati erogati dalle istituzioni finanziarie e banche
specializzate, si segnala l’andamento dei finanziamenti legati agli
acquisti nel settore della mobilità, che aumentano nel semestre di un
+16,7%, arrivando a costituire il 67,6% dell’intero monte crediti erogato.
Il segmento risulta in ripresa dopo la leggera flessione dei volumi erogati
registrata a giugno 2002. La crescita del comparto è stata trainata dai
finanziamenti erogati a tassi promozionali per l'acquisto di auto nuove
(+106,6%). Il restante 32,4% è suddiviso tra crediti finalizzati
all’acquisto di beni diversi dall’auto (arredo, elettronica, servizi)
che coprono una quota pari al 16,5%, ed i crediti erogati senza destinazione
d’uso. I finanziamenti finalizzati all'acquisto di elettronica ed
elettrodomestici mostrano una buona ripresa (+18,6%), come anche i
finanziamenti destinati all’acquisto di arredi (+18,5%); in crescita anche
i finanziamenti finalizzati all’acquisto di motocicli (+7,7%) e di auto
usate (+10,2%). Prospettive future In previsione lo scenario macroeconomico
dovrebbe tornare a mostrarsi favorevole all’evoluzione della domanda di
credito al consumo. Il reddito disponibile lordo delle famiglie, infatti,
dovrebbe tornare a crescere a tassi significativi, mentre il consolidamento
della ripresa dei mercati finanziari dovrebbe favorire un rientro del
fenomeno di accantonamento di risparmio al fine di preservare il valore
desiderato di ricchezza finanziaria: la propensione al consumo è prevista
perciò, nel prossimo biennio, in aumento di circa un punto percentuale. Dal
lato dei consumi ci si aspetta la crescita più vivace proprio nei settori
caratterizzati da una minore penetrazione del credito al consumo: politiche
di stimolo della domanda di credito per la copertura della spesa in questi
settori merceologici potrebbero, quindi, avere un notevole impatto espansivo
sulle consistenze. In tutto il periodo di previsione la crescita degli stock
dovrebbe mantenersi sostenuta e ad un livello superiore a quello atteso per
il reddito disponibile e per i consumi delle famiglie, con una prospettiva
che avvicina ulteriormente i comportamenti finanziari delle famiglie
italiane a quelli medi europei. La prevista ripresa del ritmo di crescita
dei consumi durevoli (dal –2% del 2002 al +2% del
2003 in
termini nominali) e gli incisivi mutamenti strutturali intervenuti dal lato
della domanda ci portano a prevedere una accelerazione delle consistenze di
credito al consumo in entrambi i comparti, quello delle banche generaliste e
quello delle istituzioni finanziarie e banche specializzate. Nel complesso,
il credito al consumo dovrebbe registrare una dinamica ancora sostenuta,
aumentando del +15,8% nel 2003 (a fronte del +12,5% del 2002). Nel 2004 si
dovrebbe assistere ad un nuovo rallentamento del ritmo di crescita dei
consumi durevoli nominali e ad una stagnazione in termini reali (+0,8% e
–0,2% rispettivamente). Ciò ci porta a prevedere una decelerazione della
crescita del credito al consumo complessivo di circa 70 punti base. Sul
finire dell’orizzonte di previsione (2005), viceversa, in virtù di una
ripresa più consistente della propensione al consumo e del reddito
disponibile reale ci si aspetta una vivacità più accentuata della domanda
di beni durevoli sia in valore (+4,4%) che in volumi (+3,2%). La domanda di
credito al consumo dovrebbe perciò mostrare una accelerazione del ritmo di
crescita che si porterà su livelli prossimi a quelli sperimentati nel 2000
(+17,0% circa) sempre che non vengano introdotte misure restrittive per il
settore. La previsione sconta già le ipotesi di un forte ricorso alla
cartolarizzazione quest’anno e di un aumento nel 2004, mentre nel 2005 il
valore delle operazioni di securitisation di credito al consumo dovrebbe
mantenersi sugli stessi livelli del 2004. Lo scenario prospettato per i
driver della domanda di mutui è tutto sommato favorevole. La spesa per
ristrutturazioni dovrebbe mantenersi molto vivace quantomeno fino alla fine
del 2004, termine di validità previsto per gli incentivi fiscali; nel
contempo, la domanda di immobili a scopo abitativo dovrebbe continuare a
mantenere un ritmo vivace, sostenuta da: - un livello dei tassi di interesse
ai minimi storici, che rende comunque vantaggioso l’acquisto
dell’abitazione laddove si confronti l’onere finanziario derivante dalla
contestuale accensione di un mutuo al livello dei canoni di affitto; - una
crescita dei prezzi e dei canoni che dovrebbe subire un rallentamento per
poi stabilizzarsi nell’ultimo anno dell’intervallo di previsione. Lo
scenario prospettato nell’Osservatorio è perciò di una dinamica
significativa della domanda di mutui fondiari anche se in rallentamento
rispetto ai picchi registrati nel passato più recente: +17.4% per la fine
di quest’anno, +11.8% e +9.5% rispettivamente nel 2004 e nel 2005. Tale
previsione sconta anche l’ipotesi di un ricorso crescente alle
cartolarizzazioni di portafogli di mutui ipotecari performing.
MEDIOBANCA E
UNIONCAMERE PRESENTANO L'INDAGINE SULLE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DEL NORD
EST
Milano, 9 dicembre 2003 - L'Ufficio
Studi di Mediobanca in collaborazione con il Centro Studi dell'Unioncamere
ha predisposto un rapporto sui bilanci delle medie imprese manifatturiere
del Nord Est. Si tratta di un volume di 180 pagine dove si riportano gli
aggregati economico-finanziari delle imprese di media dimensione ubicate nel
Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna. Sono
state individuate 1359 società per le quali si sono elaborati aggregati sia
per singole regioni, sia per settori economici, evidenziando inoltre le
società appartenenti a distretti e altri sistemi produttivi locali.
Infolink: www.mbres.it
COMPETITIVE, INNOVATIVE, LEADER DELL’ITALIAN
STYLE
Treviso, 9 dicembre 2003 – Veneto, Emilia-romagna, Friuli Venezia Giulia e
Trentino Alto Adige contavano, nel 2000, 1.359 medie imprese industriali .
Queste imprese, analizzate nell’indagine di Unioncamere e Mediobanca, che
viene presentata oggi a Treviso, rappresentano la spina dorsale
dell’economia locale: sono, infatti, le più dinamiche; sono
“l’anima” dei distretti e dei sistemi produttivi locali, in cui si
incardina la struttura economica del Nord-est; sono un segmento di aziende
che, pur pesando poco meno dell’8% sul totale delle imprese, produce una
quota relativa di valore aggiunto doppia (16%). Una quota relativa di valore
aggiunto che risulta addirittura leggermente superiore a quella realizzata
dalle più numerose medie imprese del vecchio triangolo industriale di
Milano, Torino, Genova. “Nelle medie imprese si possono ritrovare le
caratteristiche più significative del modello di sviluppo tipico del
Nord-est. Esse rappresentano le aziende più dinamiche e competitive sui
mercati internazionali e sono anche un esempio dell’innovazione propria
del made in italy”, ha commentato il presidente di Unioncamere, Carlo
Sangalli. “Basti dire che le innovazioni di processo, misurate sulla base
delle investimenti in macchinari e impianti, sono aumentate nel periodo
1996-2000 del 41,9%, in misura, quindi, decisamente superiore agli
incrementi, pure sensibili, registrati in termini di occupati e valore
aggiunto. Queste società, leader in tanti settori di punta dello stile
italiano conosciuto nel mondo, sono anche il cuore delle reti di aziende,
che sempre più si vanno diffondendo nel Paese, e dei gruppi societari, che,
come dimostrano le rilevazioni di Unioncamere, sono un fenomeno in continua
crescita”. Nel periodo 1996-2000, tutti gli indicatori di performance
delle medie imprese del Nord-est sono risultati estremamente positivi: il
fatturato è cresciuto del 31%, con un contributo delle esportazioni (+39%)
di gran lunga superiore a quello delle vendite all’interno (+27%), il
valore aggiunto del 28% e l’occupazione del 14%. Lo sviluppo delle medie
imprese dell’area ha superato quello delle grandi società industriali
italiane: la differenza è sensibile per il fatturato – soprattutto in
termini di export – e notevole per il valore aggiunto (quasi il doppio).
Quanto all’occupazione, le medie imprese l’hanno aumentata, mentre le
grandi l’hanno ridotta. Il numero delle medie imprese, nel 1998-2000, è
aumentato di 142 unità (con un tasso di crescita ne biennio pari al
+11,7%), in misura superiore rispetto al Nord-ovest (+7,2%). L’area in cui
si registra il massimo tasso di crescita nel biennio (+14,1%) è però
Centro-sud, dove le medie imprese risultino ancora poco numerose rispetto
alle altre ripartizioni (erano 730 nel 2000). Le 1.359 aziende individuate
da Unioncamere e Mediobanca hanno contribuito nel 2000 per il 16% al valore
aggiunto delle quattro regioni nelle quali sono localizzate (un altro 16% si
deve alle grandi imprese, mentre le piccole hanno prodotto circa il 68%). Si
tratta di un apporto significativo, se si tiene conto che questa tipologia
d’impresa rappresenta l’8% del totale delle imprese attive nelle quattro
regioni considerate. A livello nazionale, le medie imprese del Nord-est
contribuiscono al valore aggiunto prodotto dal totale delle medie imprese
italiane per il 38%. Se si considerano le aziende in base al numero di
occupati, si rileva che la maggiore concentrazione si verifica nella classe
con 100-249 addetti (686, pari al 49,5% del totale), seguita da quella con
50-99 addetti (569, ovvero il 41,1% del totale) e da quella con 250-499
addetti (131, pari al 9,4%). Le medie imprese industriali del Nord-est sono
prevalentemente localizzate nel Veneto (
682 in
valore assoluto, pari al 49,2%) e nell’Emilia Romagna (516 società, pari
al 37,2%). In queste due regioni si concentra, quindi, l’86,4% delle medie
imprese dell’area e circa un terzo di tutte le imprese manifatturiere
italiane di questa dimensione. Minore la loro presenza nel Friuli Venezia
Giulia (123 imprese, ovvero l’8,9%) e nel Trentino Alto Adige (65 imprese,
pari al 4,7% del totale). In termini di valore aggiunto prodotto da tutte le
medie imprese del Nord-est, Veneto ed Emilia Romagna ne concentrano la quota
più rilevante, pari rispettivamente al 45,4% e al 41%. Friuli Venezia
Giulia (8,6%) e Trentino Alto Adige (5%) vi contribuiscono con quote meno
significative. La relazione tra medie imprese e distretti o sistemi
produttivi locali è nel Nord-est più stretta rispetto alle altre aree del
paese. Nel 2000, infatti, 246 medie imprese risultano localizzate nei
distretti e 338 nei sistemi produttivi locali. In termini di addetti, le
medie imprese dei distretti e dei sistemi produttivi locali rappresentano il
43% del totale d’area, contro la media nazionale del 38%. I distretti del
Nord-est con la maggior partecipazione di medie imprese sono costituiti
dall’area mobiliera dell’Alto Livenza tra Veneto e Friuli (circa 9.800
addetti), dalle piastrelle di Sassuolo (circa 8.500 addetti), dalla concia
di Arzignano in provincia di Vicenza (3.200 addetti) e dall’alimentare di
Parma (2.400 addetti). Nei sistemi produttivi locali, le principali aree di
specializzazione sono quelle del tessile abbigliamento nell’Area
pedemontana e meridionale (9.600 addetti), della metalmeccanica di Schio e
Thiene, in provincia di Vicenza (9 mila addetti) e di Argenta e Cento
(Bologna e Ferrara, 8.800 addetti), dei prodotti per l’arredamento e delle
ceramiche di Castellarano e Vignola (Bologna, Modena e Reggio Emilia, 8.600
addetti) e di Bassano del Grappa (Treviso e Vicenza, 7.300 addetti), della
meccanica di Rovereto, in provincia di Trento (5.600 addetti) e di
Conegliano, in provincia di Treviso (3.500 addetti.) A livello settoriale,
il comparto della meccanica e quello dei beni per la persona e la casa
rappresentano i due terzi del prodotto complessivo. Il valore aggiunto
prodotto dalle medie imprese nord-orientali, infatti, vede una prevalenza di
questi due settori (cui si deve rispettivamente il 37,1% ed il 29,4% della
ricchezza realizzata da questa tipologia d’impresa). Seguono il settore
alimentare (11,2%), il chimico-farmaceutico (7,8%), quello della carta ed
editoria (5,6%), il siderurgico e metallurgico (5,4%).
FONDAZIONE EDISON CONVEGNO SU CONCORRENZA
ASIMMETRICA E CONTRAFFAZIONE: UNA STRATEGIA DI SISTEMA PER COMPETERE CON
LA CINA TUTELA
E PROMOZIONE DEL “MADE IN ITALY”, INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE
Milano, 9 dicembre 2003 -
La Fondazione Edison
ha riunito il 5 dicembre a Milano, in un convegno dal titolo
“Globalizzazione e concorrenza asimmetrica: il caso Cina”, i Presidenti
dei maggiori settori produttivi del “made in Italy” aderenti alla
Confindustria (tessile-abbigliamento, pelli-calzature, occhialeria,
oreficeriagioielleria, legno-arredo, meccanica), per un confronto con il
Governo, rappresentato dal Viceministro per le Attività Produttive Adolfo
Urso, sul problema della competizione cinese e della tutela dei prodotti
italiani, gravemente colpiti dalla contraffazione asiatica e cinese in
particolare. Al Convegno ha partecipato Cesare Romiti, Presidente della
neonata Fondazione Italia-cina, che ha illustrato le opportunità di
investimento per le imprese italiane in Cina. Il Presidente della Edison
Umberto Quadrino, nell’aprire i lavori, ha ricordato che “i settori
manifatturieri italiani dei beni per la persona e la casa e della meccanica,
nonostante la grande sfida competitiva portata dalla Cina, sono leader a
livello internazionale”; inoltre, “nonostante il calo dell’export
degli ultimi due anni dovuto contemporaneamente alla crisi dell’economia
mondiale, all’euro forte ed alla crescente pressione competitiva della
stessa Cina, tali settori assicurano ancora all’Italia un saldo
commerciale attivo con l’estero di circa 75 miliardi di euro, fondamentale
per compensare i passivi strutturali che abbiamo nell’energia e negli
altri settori”. Quadrino ha concluso affermando che “per affrontare la
sfida competitiva della Cina, nuova grande potenza economica mondiale,
l’Italia necessita di una strategia di sistema, imperniata sia sulla
difesa che sull’attacco: difesa dei marchi del “made in Italy” e dei
prodotti italiani dalla contraffazione e dalle forme di concorrenza sleale,
nel rispetto delle regole della Wto; attacco mediante un progetto paese per
incrementare la capacità di innovazione delle nostre imprese ed
accompagnarne il processo di internazionalizzazione”. Alberto Quadrio
Curzio, Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università
Cattolica e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Edison, ha
sottolineato il carattere di eccezionale rilevanza dell’intervento di ieri
del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi sul “made in Italy”.
“Ciampi ha ragione ad opporsi alla retorica del declino industriale
dell’Italia. Il modello di sviluppo italiano, imperniato su Distretti
industriali e Piccole e Medie Imprese, non è superato, ma si sta
modificando ed adattando per reggere l’urto della competizione dei nuovi
paesi emergenti, tra cui spicca
la Cina
”. Ma le imprese non devono essere lasciate sole nel loro sforzo. “Non
servono misure protezionistiche. Occorre innanzitutto tutelare e promuovere
il “made in Italy”, che è il nostro più grande patrimonio. Inoltre,
occorre un progetto ampiamente condiviso per il rilancio del nostro paese
imperniato su 4 punti: a) Distretti: per rinforzare le Pmi che vi operano
anche favorendo la crescita dimensionale delle imprese; b) Pilastri: per
rinforzare le grandi imprese esistenti capaci di assumere dimensioni
innovative europee; c) Laboratori: per ricostruire gli Enti dove si fa
ricerca scientifico-tecnologica; d) Reti: per creare sinergie tra Pilastri,
Distretti, Laboratori. E' una operazione di lungo periodo per portare una
parte del sistema produttivo italiano sulla frontiera della innovazione e
dell’internazionalizzazione, ma non casualmente, come in singoli episodi
già oggi accade”. Marco Fortis, economista, Vice Presidente della
Fondazione Edison, ha illustrato i numeri della crescita della Cina, ma
anche le cifre del “made in Italy” (vedi schede allegate). “Gli
indicatori dei consumi di materie prime, ha ricordato Fortis, ci dicono che
negli ultimi anni
la Cina
ha superato gli Stati Uniti nei consumi di rame, zinco, gomma, stagno,
acciaio, cemento e probabilmente nel prossimo quinquennio
la Cina
diventerà anche il primo consumatore mondiale di polipropilene, alluminio,
carta e cartone. Ciò è indice sia dei grandi investimenti infrastrutturali
che
la Cina
sta effettuando sia del fatto che è ormai diventata la fabbrica del
mondo”. Secondo Fortis, l’Italia “può fronteggiare con successo la
sfida cinese nei suoi settori di elezione, quelli dei beni per la persona e
la casa e della meccanica, investendo in design, ricerca e innovazione e
promuovendo l’internazionalizzazione delle sue imprese. Guardare al futuro
non significa, però, ignorare i problemi del presente. Occorre perciò
tutelare i marchi e i prodotti italiani dalla piaga della contraffazione
asiatica, che rappresenta il 70% della contraffazione mondiale. Ciò è
possibile attraverso l’obbligo dell’indicazione del paese di
fabbricazione, mediante apposita stampigliatura, su tutte le merci importate
nell’Unione Europea. Lo fanno già sia paesi avanzati come gli Usa sia
paesi emergenti come il Perù. E’ una misura fondamentale per noi e il
Governo italiano deve impegnarsi affinché anche
la Ue
la introduca in tempi brevissimi. Infatti molti prodotti cinesi, spesso
scadenti o pericolosi, vengono oggi introdotti in Europa come “falsi” di
prodotti italiani oppure marcati “made in Italy” o Ce (storpiando il
marchio Comunità Europea in China Export), con danni enormi per le quote di
mercato e l’immagine dell’Italia”. Le imprese italiane, ha concluso
Fortis, “non chiedono misure protezionistiche, ma solo reciprocità e
azioni di tutela dei marchi aziendali e degli standard qualitativi elevati
delle loro produzioni, misure che sono del tutto compatibili con le regole
della Wto”. Per Cesare Romiti, Presidente della neonata Fondazione
Italia-cina, è importante che l’Italia sappia cogliere le opportunità
offerte dal grande sviluppo della Repubblica Popolare Cinese. “
La Fondazione Italia-cina
– ha spiegato Romiti – è nata sulla base di una volontà comune con le
istituzioni di Pechino, perché comuni sono anche gli interessi e gli
obiettivi: migliorare rispetto al passato la collaborazione e intensificare
i rapporti d’affari. Questo dimostra che occorre considerare con
attenzione tutta particolare la crescita dell’economia in Cina. Perché
preoccuparsi soltanto della concorrenza dei prodotti cinesi, pensando che
avvenga in genere in forme sleali, che sono anche dei Paesi Europei, porta a
valutare unicamente strategie di difesa e tattiche protezionistiche. Il vero
problema è invece costituito dalla capacità del sistema produttivo
italiano di sfruttare tutte le opportunità che lo sviluppo della Repubblica
Popolare genera ormai da più di dieci anni e con una forza superiore agli
stessi Stati Uniti. Altri Paesi Europei hanno infatti saputo fare meglio
dell’Italia e questo divario competitivo contribuisce a far perdere le
posizioni”. Molti i rappresentanti dei vari settori produttivi del “made
in Italy” intervenuti al Convegno: Vittorio Giulini (Presidente Sistema
Moda Italia), Savino Rizzio (Presidente della Meccanica varia-Anima), Carlo
Guglielmi (Vicepresidente di Federlegno-arredo), Rossano Soldini (Presidente
dei Calzaturifici-anci), Cirillo Coffen Marcolin (Presidente dei produttori
di occhialeria-Anfao), Alessandro Biffi (Presidente Federorafi), Francesco
Pellati (Vicepresidente Pellettieriaimpes), nonché numerose delegazioni
di imprenditori di Distretti industriali, tra cui i produttori di rubinetti
del Lago d’Orta e di Lumezzane, i produttori di sedie friulani e dei
distretti tessili di Biella e Prato. A fronte della crescente concorrenza
cinese, le delegazioni dei settori produttivi hanno sottoposto
all'attenzione del Viceministro Urso un piano di tutela del "Made in
Italy" imperniato su 5 punti: 1. Un maggior controllo delle Dogane sui
prodotti che entrano abusivamente con il marchio "Made in Italy" e
Ce in Italia e in Europa; 2. Un'azione sulla Unione Europea per l'adozione
obbligatoria dell'indicazione dell'origine per i prodotti provenienti da
Paesi extra-Ue; 3. La reciprocità di regole commerciali negli scambi
internazionali;
4. L
'inasprimento dei controlli e delle pene per frodi e contraffazioni sui
marchi aziendali e sul marchio d'origine; 5. Un progetto di promozione in
Italia e all'estero dei prodotti "Made in Italy".
L'IMPRESA ITALIANA CHE OPERA CON
LA CINA
: QUALE IDENTIKIT?
Milano, 9 dicembre 2003 - Sono 5749 le imprese italiane che commerciano
attualmente con
la Cina. Hanno
, in media, 38 addetti ciascuna e un fatturato di oltre 6,2 milioni di euro
annui. Operano per il 46,5% nel settore dell'industria e per il 28,8% nel
commercio, seguono un 11,9% di trading company, un 7,5% di artigianato, 4,2%
di servizi, in coda le aziende agricole con 1,1%. E sono soprattutto
lombarde (1664 ditte; il 28,9% del totale nazionale), venete (851; il 14,8%
nazionale), emiliane (682; 11,9% nazionale). Vengono poi quelle di Toscana
(536), Piemonte (498) e Campania (273). Per un giro d'affari complessivo che
nel
2002 ha
superato per l'Italia i 12 miliardi e 300 milioni di euro (oltre 8 miliardi
e 300 milioni di import e 4 miliardi di export). Emerge da un’elaborazione
della Camera di Commercio sui dati delle imprese operanti con l’estero
aggiornati al dicembre 2003. E la tutela dei diritti di proprietà
industriale e dei marchi è uno dei problemi di maggiore attualità e di
rilevanti implicazioni per le società che operano con
la Cina. Se
ne parlerà durante il seminario "Interscambio con
la Cina
: le nuove tutele della Proprietà Intellettuale", organizzato da
Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per le attività
internazionali e dalla Camera di Commercio Italo Cinese, in collaborazione
con l’Università Luiss. L'incontro si terrà mercoledì 10 dicembre, ore
14.30 - 18.00, a Palazzo Turati, Sala Consiglio, via Meravigli 9/b, Milano
(Mm Cordusio). Verranno affrontati vari temi: concorrenza e comunicazioni,
concorrenza sleale, analisi di casi specifici, tutela del software, tutela
dei marchi, tutela del copyright, tutela dei brevetti. Parteciperanno tra
gli altri: Pier Andrea Chevallard - Segretario generale della Camera di
Commercio di Milano, Mario Zanone Poma - Presidente della Camera di
Commercio Italo Cinese, Cesare Romiti - Presidente Istituto Italo Cinese.
BNL, DA DODICI ANNI IL PRINCIPALE PARTNER DI
TELETHON, HA RACCOLTO NEL 2002 QUASI 13,5 MILIONI DI EURO, CIRCA IL 60%
DELLA RACCOLTA TOTALE
Roma, 9 dicembre 2003 - Bnl ha raccolto per Telethon in dodici anni di
partnership circa 98 milioni di euro a favore della ricerca scientifica,
superando di volta in volta i record già raggiunti grazie ad una formula di
successo che coinvolge dipendenti e clienti della Banca e divenendo, in
questa maniera, il primo partner nella raccolta. Una collaborazione che ha
permesso di finanziare più di mille progetti scientifici.Ungo questo trend
sempre crescente di impegno e risultati, l’edizione di Telethon 2002 si è
chiusa con quasi 13,5 milioni di euro raccolti da Bnl, pari a circa il 60%
della raccolta totale. “Superare questo traguardo sarà un’impresa molto
impegnativa – ha detto il Presidente di Bnl, Luigi Abete - ma come tutti
gli anni i dipendenti e i clienti Bnl sono pronti ad affrontare con
entusiasmo questa sfida”. In occasione della maratona televisiva 2003, le
agenzie Bnl rimarranno aperte straordinariamente venerdì 12 dicembre fino
alle 22 e sabato 13 dalle 10 alle
24. A
favore di Telethon, Bnl ha messo a punto una struttura dinamica ed
efficiente, carica di entusiasmo e spirito creativo che dà un importante
contributo al successo di questa manifestazione divenuta ormai il simbolo
della solidarietà in Italia. Uno sforzo organizzativo che negli anni ha
coinvolto in maniera sempre più capillare l’intera rete aziendale, con
una motivazione dei propri dipendenti che rappresenta un modello vincente di
Responsabilità Sociale d’Impresa, stimolo per le aziende italiane a
seguire Bnl sulla strada della solidarietà. La formula del successo di Bnl
per Telethon è infatti data anche dallo speciale legame che
la Banca
ha con i propri grandi clienti. Nel 2002 le donazioni della clientela
corporate (le imprese) hanno rappresentato il 53% del totale, con un
versamento medio pari a 331 euro. Questo dato è il frutto di una forte
relazione con il cliente finalizzata, da un lato, alla diffusione della
cultura della Responsabilità Sociale di Impresa e, dall’altro, ad un
maggiore coinvolgimento delle aziende nello sviluppo della ricerca
scientifica e biomedica del nostro Paese. Da quest’anno, infatti, è stato
promosso un progetto che, grazie a tutte le aziende coinvolte, vuole
sostenere l’Istituto Telethon Dulbecco (Dti), con cui vengono finanziati
scienziati italiani d’eccellenza, offrendo loro l’opportunità di creare
un gruppo di ricerca in istituti e università delle varie regioni,
garantendone così la carriera professionale e l’autonomia. Questo nuovo
progetto nasce secondo una logica di coerenza e continuità: già dal 2002
Bnl sostiene il ricercatore Stefano Bertuzzi rientrato dagli Stati Uniti in
Italia dove attualmente guida il gruppo di ricerca Telethon presso il
Laboratorio Interdisciplinare Tecnologie Avanzate, del Cnr a Milano.
“Abbiamo sempre creduto nelle finalità di Telethon fin dal 1992 –
spiega il Presidente di Bnl - ed è stato dunque naturale proseguire in
questa direzione sostenendo un progetto di Telethon che intende favorire il
ritorno in Italia dei migliori giovani ricercatori, incentivandone la
carriera”.
AUTOREVOLI PERSONALITÀ DISCUTONO SUL RAPPORTO
TRA COOPERAZIONE E COMPETIZIONE, VALORI FONDANTI PER RECUPERARE UNA
“STRATEGIA CULTURALE” CON AL CENTRO L’UOMO.
Roma, 9 dicembre 2003. “La centralità di una lettura antropologica della
cooperazione”, “la globalizzazione come crescita economica e sociale”,
“il convincimento che la dignità umana è al vertice dei criteri per
valutare un programma economico”: sono questi alcuni dei grandi temi
discussi nel convegno “Alle radici della civiltà: cooperazione, regole,
competizione”, organizzato il 4 dicembre da Bnl con la collaborazione
della Pontificia Università Lateranense. Una mattinata di discussione dalla
quale sono emersi spunti e riflessioni sulla “necessità di recuperare una
strategia culturale che assista in termini positivi la globalizzazione”;
sul “profit e il non profit legati da un rapporto di complementarità e di
cooperazione”; sul “presidio delle regole, attraverso le istituzioni,
per giungere ad una sana cooperazione dello sviluppo”. Nel corso
dell’incontro è stata inoltre annunciata una partnership tra Bnl e
la Pontificia Università
Lateranense:
la Banca
ha infatti deciso di dare il proprio sostegno finanziando borse di studio da
destinare a studenti provenienti da Paesi in Via di Sviluppo che, presso
la Pontificia Università
Lateranense, approfondiranno discipline inerenti la cooperazione
internazionale. Il convegno si inserisce nel ciclo di appuntamenti –
inaugurato da Bnl nel 2001 – dedicato a riflessioni e dibattiti su
tematiche socio-economiche nell’ambito dell’iniziativa culturale “Le
radici del futuro”. L’evento di quest’anno, il terzo realizzato
finora, accompagna le celebrazioni della Banca per i suoi novant’anni di
attività. Dopo il saluto di benvenuto del rettore della Pontificia
Università Lateranense S.e. Mons. Rino Fisichella, il convegno si è aperto
con la relazione di S.em. Card. Camillo Ruini, presidente della Conferenza
Episcopale Italiana. Il dibattito è poi proseguito sul tema della tavola
rotonda “I dilemmi della cooperazione”, moderata da Giancarlo
Santalmassi, alla quale hanno partecipato: Magdi Allam - editorialista del
Corriere della Sera – che ha portato la sua esperienza, personale e
professionale, per una riflessione sulla cooperazione tra paesi, popoli,
culture; Tito Boeri - professore di Economia del Lavoro presso l’Università
Commerciale Luigi Bocconi - e Domenico De Masi - preside della Facoltà di
Scienze della Comunicazione dell’Università
La Sapienza
– che hanno invece dato il contributo del mondo accademico; Carlo Callieri
- vicepresidente della Compagnia di San Paolo – che ha infine ricordato
strategie e impegno delle fondazioni bancarie verso il terzo settore e i
temi del sociale e dell’etica. Ha chiuso i lavori l’intervento del
presidente di Bnl, Luigi Abete, che ha sottolineato la necessità di
recuperare una “strategia culturale che assista in termini positivi la
globalizzazione”. Abete si è poi soffermato sulla cooperazione
internazionale affermando che “deve essere una cooperazione allo sviluppo
la quale, per funzionare, deve poter contare sia su un insieme di principi e
regole condivisi e rispettati, sia su un nucleo di istituzioni
internazionali”. “Alla base di ciò – ha concluso Abete – c’è il
principio della socialità dell’uomo come persona e non come mero
individuo”.
SANPAOLO IMI SIGLA INTESA CON SACE PER IRAQ
Roma, 9 dicembre 2003 - Sace, l’Istituto per i Servizi Assicurativi del
Commercio Estero, e Sanpaolo Imi hanno firmato un Memorandum of
Understanding per l’assicurazione di operazioni a breve termine realizzate
in Iraq da esportatori italiani. Oggetto dell’accordo è l’impegno di
Sace di assicurare le conferme rilasciate dal Sanpaolo Imi su lettere di
credito emesse dalla Trade Bank of Iraq (Tbi). Le lettere di credito saranno
destinate al pagamento di forniture italiane a breve termine in Iraq. Alla
firma dell’accordo erano presenti, oltre ai rappresentanti di Sace e
Sanpaolo Imi, il Presidente della Trade Bank of Iraq, Hussein al Uzri e
alcuni rappresentanti dell’Autorità Provvisoria di Coalizione. Il
Memorandum of Understanding rende operativo l’accordo quadro siglato
questa mattina tra le Agenzie di credito all’esportazione di 16 Paesi
(Australia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Italia,
Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svezia,
Svizzera, Stati Uniti), tra cui Sace,
la Trade Bank
of Iraq e l’Autorità Provvisoria di Coalizione. Per assicurare operazioni
a breve termine realizzate da controparti italiane con
la Trade Bank
of Iraq, il Consiglio di Amministrazione di Sace ha messo a disposizione 250
milioni di euro. L’importo rientra nel plafond da un miliardo di euro
fissato dal Cipe per riavviare l’attività assicurativa di Sace in Iraq.
Sanpaolo Imi - unica banca italiana partecipante al consorzio internazionale
giudato dalla Jp Morgan - avrà il ruolo di banca agente per lo svolgimento
delle attività connesse alla gestione degli strumenti commerciali che
la Trade Bank
of Iraq emetterà a favore degli esportatori italiani ed attraverso la
propria rete specialistica potrà quindi fornire, agli operatori economici
interessati, l’assistenza e la consulenza necessaria per l’inserimento
dei contratti nell’accordo quadro Sace/trade Bank Of Iraq e beneficiare
della copertura assicurativa Sace al 95%. L’iniziativa di Sace si colloca
in un periodo di forti cambiamenti: dal 1° gennaio 2004 l’Istituto sarà
una Società per azioni e si sta dotando di strumenti innovativi per
anticipare i trend di mercato e le esigenze degli esportatori: per favorire
un’immediata operatività in Iraq Sace rilascerà on line la garanzia al
Sanpaolo Imi, tramite il sito www.Isace.it Sace
creerà inoltre una struttura interna dedicata alla nuova operatività in
Iraq, al fine di agevolare le imprese italiane che partecipano a gare
indette dall’Autorità Provvisoria di coalizione per acquisire beni e
servizi necessari alla ricostruzione del Paese.
NASCE RETI BANCARIE HOLDING S.P.A VIA LIBERA
DELLA POPOLARE DI LODI AL PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DEL GRUPPO.
Lodi, 9 dicembre 2003 - Con il voto unanime dell’Assemblea Straordinaria
dei Soci della Banca Popolare di Lodi, riunita il 5 dicembre in seconda
convocazione sotto la presidenza di Giovanni Benevento, si conclude l’iter
deliberativo del progetto di ristrutturazione del Gruppo Bipielle, già
comunicato al mercato lo scorso 12 settembre ed approvato dagli azionisti di
Bipielle Investimenti e del Banco di Chiavari. La nuova configurazione
societaria, che si determinerà per quanto possibile con il 1° gennaio
2004, consentirà di beneficiare di significative sinergie economiche e
organizzative tra le diverse articolazioni del Gruppo, incrementando
l’efficienza gestionale e accentuando le politiche di cross selling tra le
società prodotto e la rete distributiva. Le delibere assunte
dall’Assemblea permetteranno alla Bipielle di consolidare il controllo
delle due subholding di gruppo: Bipielle Investimenti, quotata in Borsa dal
1° novembre 2002, demandata al coordinamento delle business units
investment banking, customer banking e real estate services; Reti Bancarie
Holding S.p.a., che debutterà sul Mta al completamento del progetto, con il
ruolo di coordinamento delle banche – rete del Gruppo. In particolare, con
riferimento alla parte straordinaria, i Soci della Popolare di Lodi hanno
approvato: il progetto di scissione parziale proporzionale del Banco di
Chiavari a favore di Banca Popolare di Lodi, con conseguente aumento di
capitale della Popolare di Lodi per massimi euro 27.000.000,00, mediante
emissione di massimo n. 9.000.000 di azioni ordinarie del valore nominale di
3,00 euro ciascuna, da attribuire in concambio agli azionisti di Banco di
Chiavari; il progetto di scissione parziale proporzionale di Bipielle
Investimenti a favore della Popolare di Lodi e del Banco di Chiavari, con
trasferimento a favore di Banca Popolare di Lodi di un compendio
patrimoniale composto da: partecipazioni in Efibanca, Bipielle.net,
B2bipielle e Bipielle Santander Central Hispano Sim, passività subordinate,
prestiti obbligazionari, liquidità e contratti derivati, nella consistenza
patrimoniale descritta nel progetto di scissione, con conseguente aumento di
capitale di Banca Popolare di Lodi per massimi euro 60.000.000,00, mediante
emissione di massimo n. 20.000.000 di azioni ordinarie del valore nominale
di 3,00 euro cadauna, da attribuire in concambio agli azionisti di Bipielle
Investimenti; il progetto di fusione per incorporazione di Efibanca e Banca
Bipielle.net nella Popolare di Lodi, con conseguente aumento di capitale
dell’incorporante per massimi euro 30.000.000,00, mediante emissione di
massimo n. 10.000.000 di azioni ordinarie del valore nominale di 3,00 euro
ciascuna, di cui: massimi euro 25.500.000,00, mediante emissione di massime
n. 8.500.000 azioni del valore nominale di 3,00 euro ciascuna, da attribuire
in concambio agli azionisti di Efibanca; massimi euro 4.500.000,00, mediante
emissione di massime n. 1.500.000 azioni del valore nominale di 3,00 euro
ciascuna, da attribuire in concambio agli azionisti di Bipielle.net; il
progetto di fusione per incorporazione delle controllate B2bipielle e
Bipielle Santander Central Hispano Sim nella Popolare di Lodi. Con
riferimento alla parte ordinaria, i Soci hanno approvato la proposta di
acquisto e dismissione di azioni proprie, a servizio dell’esercizio del
“Warrant Put Bipielle – Bcrl” emesso lo scorso 11 aprile e quotato sul
Mta dal 27 luglio 2003.
BANCO DI CHIAVARI E DELLA RIVIERA LIGURE:
ASSEMBLEA STRAORDINARIA E ORDINARIA DEGLI AZIONISTI
Lodi, 9 dicembre 2003 - L’assemblea Straordinaria e Ordinaria degli
Azionisti del Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, tenutasi in prima
convocazione, ha approvato tutti i punti all’ordine del giorno. Le
operazioni societarie deliberate il 4 dicembre rappresentano una parte
fondamentale per la realizzazione definitiva del piano di ristrutturazione
dell’intero Gruppo Bipielle e comporteranno la nascita della subholding di
gruppo, Reti Bancarie Holding S.p.a., quotata sul Mta. Riguardo alla parte
straordinaria sono stati approvati, secondo i termini specificati
nell’ordine del giorno, il progetto di scissione parziale proporzionale di
Banco di Chiavari e della Riviera Ligure a favore di Banca Popolare di Lodi,
con conseguente aumento di capitale di Banca Popolare di Lodi per massimi
euro 27.000.000,00, mediante emissione di massimo n. 9.000.000 azioni
ordinarie del valore nominale di 3,00 euro ciascuna, da attribuire in
concambio agli azionisti di Banco di Chiavari e riduzione del patrimonio
netto contabile del Banco per un importo complessivo pari ad euro
190.000.000, mediante imputazione del relativo ammontare in parte a
riduzione del capitale sociale in misura pari a 35.360.000 euro, mediante
annullamento di n. 68.000.000 azioni ordinarie, ed in parte a riduzione
delle riserve in misura pari a euro 154.640.000; l’aumento del capitale
sociale per massimi euro 8.640.888,00, mediante emissione di massimo n.
16.617.091 azioni ordinarie del valore nominale di 0,52 euro ciascuna,
riservato alla Banca Popolare di Lodi a fronte del conferimento della
partecipazione in Bipielle Retail. Gli azionisti hanno approvato il progetto
di scissione parziale proporzionale di Bipielle Investimenti a favore di
Banca Popolare di Lodi e Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, con il
trasferimento a favore del Banco della partecipazione in Bipielle Retail,
con conseguente aumento di capitale dell’istituto rivierasco per massimi
euro 7.800.000,00, mediante emissione di massimo n. 15.000.000 azioni
ordinarie del valore nominale di 0,52 euro ciascuna, da attribuire in
concambio agli azionisti di Bipielle Investimenti. L’assemblea ha inoltre
approvato il progetto di fusione per incorporazione di Bipielle Retail e
Banca Popolare di Crema nel Banco, con conseguente aumento di capitale per
massimi Euro 2.080.000,00, mediante emissione di massimo n. 4.000.000 azioni
ordinarie del valore nominale di 0,52 ognuna, da attribuire in concambio
agli azionisti di Bipielle Retail e ulteriore aumento di capitale per
massimi euro 208.000,00, mediante emissione di massime n. 400.000 azioni
ordinarie del valore nominale di 0,52 ognuna, di cui: un massimo di Euro
7.800,00, mediante emissione di massime n. 15.000 azioni ordinarie da Euro
0,52 cadauna, da attribuire in concambio ai detentori di azioni ordinarie
Popolare di Crema S.p.a.; e massimi 200.200,00 euro, mediante emissione di
massime n. 385.000 azioni ordinarie del valore nominale di 0,52 euro ognuna,
da attribuire in concambio agli azionisti privilegiati della Popolare di
Crema. Infine l’assemblea ha approvato lo Statuto con il quale Reti
Bancarie Holding S.p.a. Debutterà in Borsa. Per la parte ordinaria, gli
azionisti del Banco hanno nominato Arturo Lattanzi, già amministratore
delegato di Bipielle Retail, nel Cda dell’Istituto e hanno conferito
l’incarico alla società di revisione Deloitte & Touche, per il
triennio 2003-2005.
CAPITALIA: PRECISAZIONI SU INDAGINI CIRIO
Roma, 9 dicembre 2003. - A seguito delle richieste di esibizione di
documenti e delle perquisizioni effettuate questa mattina dall’Autorità
giudiziaria, il Gruppo Capitalia riafferma la totale liceità della sua
condotta e delle sue scelte. Il Gruppo Capitalia ha pertanto messo a
disposizione dell’Autorità giudiziaria tutta la documentazione dalla
quale, certamente, sarà confermata la regolarità di tutte le operazioni
che escluderanno l’ipotesi di condotta preferenziale in danno di altri
creditori.
MONTE TITOLI AVVIA EXPRESS II IL NUOVO SISTEMA
DI LIQUIDAZIONE
Milano, 9 dicembre 2003 - Monte Titoli, società del Gruppo Borsa Italiana,
ha avviato l’8 dicembre la prima fase del nuovo servizio di liquidazione
netta della piattaforma Express Ii. L'avvio di Express Ii ha visto la
partecipazione di circa 350 intermediari e ha interessato circa 5.350
strumenti finanziari obbligazionari non convertibili di emittenti privati.
Per la prima volta un ciclo di liquidazione è stato effettuato durante le
ore notturne e i saldi della liquidazione - titoli e contanti - sono stati
regolati all'inizio della giornata lavorativa: la stretta interazione di
Express Ii con il sistema dei pagamenti di Banca d'Italia unitamente
all'introduzione di diversi meccanismi di ottimizzazione delle operazioni da
regolare, tra cui il prestito titoli e la collateralizzazione automatica dei
titoli, hanno permesso il regolamento del 99,07% delle transazioni nel corso
del ciclo notturno, valore salito al 99,73% a conclusione del ciclo diurno,
al termine del quale soltanto il residuo 0,27% è stato inoltrato al
servizio di liquidazione lorda di Express Ii. Quest'ultimo ha contribuito a
portare la percentuale di operazioni regolate al 99,96% già alle ore 13,50
di oggi. "Express Ii, sviluppato da Sia - fornitore tecnologico di
Monte Titoli - è nato dalla stretta cooperazione delle Autorità, dei
mercati, delle controparti centrali e degli operatori, con il duplice
obiettivo di completare l'adeguamento delle strutture di post trading
italiane alle best practices internazionali e di rispondere alle esigenze
dei partecipanti di un mercato finanziario globale" ha dichiarato
Giovanni Sabatini, Amministratore Delegato di Monte Titoli. "In quest'ottica
è già in corso la pianificazione delle nuove funzionalità di Express Ii
intese ad assicurare la sua interazione con sistemi di regolamento titoli e
sistemi di pagamento di altri Paesi." A partire dal 26 gennaio 2004,
Express Ii estenderà l'operatività a tutti gli altri strumenti finanziari,
in particolare titoli di Stato e azioni, determinando la definitiva
cessazione della procedura Liquidazione dei Titoli gestita da Banca
d'Italia.
BORSA ITALIANA: IN NOVEMBRE INDICI AI MASSIMI
ANNUALI MIB +15,3% SU FINE 2002 E +31,4% SUI MINIMI DI MARZO 2003 SCAMBI IN
CRESCITA PER AZIONI E DERIVATI POSITIVO ESORDIO DEL NUOVO ETF SULL'INDICE
S&P/MIB
Milano, 9 dicembre 2003 - Andamento degli indici - In novembre l'indice Mib
è stato caratterizzato da una fase di crescita pressoché continua, che lo
ha portato più volte a stabilire nuovi massimi annuali, fino a chiudere,
nell'ultima seduta di venerdì 28 novembre, al nuovo massimo di
19.545, in
crescita del 3,9% rispetto a fine ottobre (+15,3% su fine 2002 e +31,4% sul
minimo annuale del 12 marzo). L'indice Numex del Nuovo Mercato ha raggiunto,
sempre venerdì 28 novembre, il livello di 1.787, nuovo massimo annuo, con
una crescita mensile del 12,4% (+36,6% su fine 2002 e +60,4% sul minimo
annuale del 12 marzo). Gli indici continui - tutti ai loro massimi annuali -
hanno registrato un andamento sostanzialmente omogeneo: Mibtel +3,9%
rispetto al mese di ottobre (+15,0% rispetto a fine 2002), S&p/mib
(interessato nel mese da un ribasamento tecnico che lo ha portato a livelli
analoghi a quelli del Mib30) +4,6% (+15,5%), Mib30 +3,8% (+12,9%), Midex
+5,4% (+28,7%). L'indice Mibstar ha confermato la propria natura
anticiclica, realizzando in novembre una performance leggermente negativa
(-0,2%), che ne ha portato la crescita su fine 2002 all'11,5%. In ambito
europeo il mercato italiano ha evidenziato la migliore performance,
superiore a quella del mercato tedesco (+2,5%), svizzero (+2,0%), spagnolo
(+1,7%), francese (+1,5%), inglese (+1,0%), olandese (+0,6%) e svedese
(-0,5%). I tre macrosettori hanno evidenziato un andamento omogeneo
(Finanziari +4,6%, Servizi +4,2% e Industriali +2,7%) che si riflette in una
variazione rispetto a fine 2002 di +26,1% per Finanziari, di +11,5% per
Servizi e di +4,0% per Industriali. Tra i principali settori (pari ad almeno
l'1% della capitalizzazione) si sono distinti da un lato Finanziarie di
Partecipazione (+8,6%), Banche (+4,9%) e Trasporti-turismo (+4,8%),
dall'altro Impianti-macchine (-2,2%) e Auto (-0,3%). Rispetto alla fine
dell'anno precedente le variazioni più significative sono da un lato quelle
di Trasporti-turismo (+38,0%) e Banche (+33,1%), dall'altro quelle di
Minerari-metall.-petroliferi (-6,0%) e Impianti-macchine (-3,3%). Tra i
titoli dell'indice S&p/mib si sono distinti da un lato E.biscom
(+35,8%), Pirelli & C. (+18,7%), Tiscali (+14,6%), Rcs Mediagroup
(+13,2%) e Banca Popolare Milano (+13,1%), dall'altro Parmalat Finanziaria
(-12,9%), Seat Pagine Gialle (-3,8%) e Banca Fideuram (-2,6%). Rispetto a
fine 2002 si segnalano in positivo Capitalia (+120,3%), E.biscom (+94,1%),
Bnl (+86,5%) e Bulgari (+74,6%), in negativo Fiat (-8,0%), Eni (-6,3%) e
Saipem (-4,1%). Capitalizzazione e listino La crescita dei corsi azionari ha
determinato in novembre un aumento della capitalizzazione delle società
domestiche quotate, passata dai 468,0 miliardi di euro di fine ottobre a
487,6 (pari al 37,6% del Pil e superiore ai 458,0 di fine 2002). Nel
dettaglio, la ripartizione dei mercati vede
la Borsa
a quota 473,9 miliardi di euro, il Nuovo Mercato a 9,0 e il Mercato
Ristretto (dal 1° dicembre "Mercato Expandi") a 4,7. Eni si è
confermata come la maggiore azione quotata per capitalizzazione (56,7
miliardi di euro), seguita da Tim (36,4), Enel (32,3), Generali (26,6),
Unicredito Italiano (26,4) e Telecom Italia (24,6). Nel mese di novembre
sono iniziate le negoziazioni di Isagro e Trevisan, che avevano chiuso a
fine ottobre le rispettive operazioni di collocamento, e martedì 25 è
stata revocata Saiag (azioni ord e rsp), a seguito di Opa residuale. Il
numero di società quotate risulta pari a 280: 225 per
la Borsa
(di cui 6 estere), 44 per il Nuovo Mercato (2 estere) e 11 per il Mercato
Ristretto (dal 1° dicembre "Mercato Expandi"). A seguito di 180
ammissioni e 36 revoche, il numero degli strumenti quotati su Mcw è salito
da
2.290 a
2.434. Mercato primario In novembre sono state concluse due Opa: quella
volontaria di Banca Popolare Lodi su Banca Popolare Cremona, che ha portato
alla consegna del 94,8% delle azioni richieste, per un valore di 636,9
milioni di euro, facendo salire al 94,8% la quota posseduta dall'offerente,
e quella residuale (volontaria per le azioni di risparmio) di Cortiplast su
Saiag, che ha portato alla consegna dell'83,1% delle azioni ordinarie
richieste e del 40,3% delle risparmio, per un valore di 3,7 e 1,5 milioni di
euro, facendo salire la quota posseduta direttamente dall'offerente
all'84,7% delle azioni ordinarie (98,9% considerando anche il contributo di
altre parti sindacate) e all'86,0% di quelle di risparmio (91,5%
considerando anche il contributo di altre parti sindacate). Scambi In
novembre gli scambi azionari (174.100 contratti e 2,89 miliardi di euro al
giorno in media) sono cresciuti rispetto al mese precedente (+17,8% i
contratti, +10,4% il controvalore). Nel periodo gennaio-novembre la media
giornaliera si è attestata a 151.400 contratti e a 2,69 miliardi di euro.
Nel dettaglio, in novembre la media giornaliera è stata di 155.700
contratti e 2,78 miliardi di euro per le azioni quotate in Borsa e di 18.100
contratti e 115,9 milioni di euro per quelle del Nuovo Mercato. La crescita
dei volumi negoziati - particolarmente significativa nella seconda metà del
mese - ha portato gli scambi azionari del Nuovo Mercato al livello più
elevato dal novembre 2001. La dimensione media dei contratti su azioni
(Borsa, fase diurna) è scesa sui livelli minimi degli ultimi dodici mesi,
passando dai 19.000 euro di ottobre a 18.100. E' risultata invece in forte
crescita la dimensione media degli scambi diurni di azioni del Nuovo
Mercato, salita da 4.500 euro al nuovo massimo storico di 6.500 euro.
Stmicroelectronics si è confermata come l'azione più scambiata nel mese
per controvalore, con il 13,3% degli scambi azionari totali, seguita da Tim
(10,2%), Eni (7,2%), Enel (6,3%) e Telecom Italia (6,3%). In crescita anche
gli scambi di covered warrant, dopo il record registrato in ottobre, con una
media giornaliera di 54,6 milioni di euro di controvalore e 18.200
contratti. Nel periodo gennaio-novembre la media giornaliera si è attestata
a 17.600 contratti e a 42,1 milioni di euro. Gli scambi dell'after hours
sono cresciuti dai livelli già elevati del mese precedente, raggiungendo il
nuovo massimo storico per controvalore, con una media giornaliera di 47,4
milioni di euro (+33,6% su ottobre e +0,6% sul novembre 2002, precedente
massimo storico) e 6.600 contratti (+35,4% e -36,3%). L'intensità
dell'attività di negoziazione rispetto alla fase diurna è salita sia per
il controvalore (5,7%) che per i contratti (13,9%). Nel periodo
gennaio-novembre la media giornaliera si è attestata a 30,2 milioni di euro
e a 5.200 contratti (+7,1% e -25,6% sul corrispondente periodo del 2002).
Gli Etf, negoziati dalla fine del settembre 2002, hanno fatto registrare in
novembre una media giornaliera di 572 contratti (+122,6% su ottobre) e 11,1
milioni di euro di controvalore (+53,3%), raggiungendo il nuovo massimo
storico. La crescita è stata originata dall'ammissione a quotazione, giovedì
12 novembre, dell'Etf sull'indice S&p/mib, che ha scambiato nel mese una
media giornaliera di 388 contratti e 5,8 milioni di euro. La dimensione
media dei contratti è scesa da 28.300 euro al nuovo minimo storico di
19.500, a
conferma della crescente partecipazione di investitori retail. Per quanto
riguarda gli scambi sul Mot, i titoli di Stato hanno registrato un
controvalore di 593 milioni di euro (secondo risultato dell'anno, +20,7% sul
novembre 2002), le obbligazioni private uno di 29,6 milioni di euro (-0,7%).
Nel periodo gennaio-novembre 2003 la media giornaliera di scambi di titoli
di Stato ha raggiunto i 532 milioni di euro, quella delle obbligazioni
private i 35,7 milioni di euro. L'euromot ha registrato una media
giornaliera di 13,1 milioni di euro. Nel periodo gennaio-novembre 2003 la
media giornaliera del controvalore è stata pari a 14,7 milioni di euro,
+58,5% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Gli scambi
dei derivati azionari dell'Idem hanno evidenziato in novembre una crescita
complessiva, con un andamento articolato dei singoli strumenti. I futures
sul Mib30 hanno fatto registrare una media giornaliera di 12.600 contratti
standard ; il miniFib una media di 7.300 contratti standard al giorno ; le
opzioni sul Mib30 una di 10.800. Gli scambi di futures su azioni sono
risultati stabili su una media di 1.200 contratti standard giornalieri,
mentre le opzioni su azioni sono cresciute a una media di 33.000 contratti
standard. In termini aggregati, il dato mensile di 65.000 contratti standard
al giorno evidenzia una crescita del 5,0% sul mese precedente. Nel periodo
gennaio-novembre la media giornaliera dell'Idem si è attestata a 71.300
contratti standard, con una crescita del 4,9% sul corrispondente periodo del
2002. Nello stesso periodo miniFib (10.500, +26,5%), futures su azioni
-negoziati dal luglio 2002- (1.900, +231,4) e opzioni su azioni (31.800,
+5,3%) evidenziano una crescita; i futures su Mib30 (17.100 contratti
standard al giorno, -11,0%) risultano in calo, le opzioni su Mib30 (10.100 e
-0,6%) sono stabili.
PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS: RECORD DI
RACCOLTA (196 MILIONI DI EURO) E DI PATRIMONIO GESTITO (2.315,4 MILIONI DI
EURO).
Milano, 9 dicembre 2003 - Nel corso del mese di novembre Pioneer Investments
ha ottenuto flussi netti positivi per 522 milioni di euro. Dall’inizio
dell’anno la raccolta del gruppo risulta pari a 7.629 milioni (+40% anno
su anno). Il patrimonio gestito (114.409 milioni di euro) e’ stabile
nonostante il forte deprezzamento del dollaro (3,2% nel corso del mese).
L’italia chiude il mese con una raccolta netta negativa per 28,4 milioni
di euro, di cui 42,2 riguardano i fondi comuni (perimetro Assogestioni),
risultato positivo nel contesto di un sistema Italia fortemente negativo (-1.774
milioni). Da inizio anno la raccolta netta rimane positiva +1.642,5 milioni.
Il patrimonio gestito in Italia a fine mese è pari a 84.756 milioni.
Particolarmente positivo l’apporto della divisione International (ex
Italia) con vendite nette pari a 203,1 milioni di euro e pari a 1.382,3
milioni dall’inizio dell’anno (incremento del 50% rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente). Anche nel mese di novembre sono risultate
rilevanti le vendite nei paesi dell’America Latina (39 milioni) e in
Spagna (26 milioni). Il patrimonio gestito è cresciuto del 2,8% rispetto al
mese precedente raggiungendo i 5.336 milioni di euro. Continua il trend
estremamente positivo per la divisione nordamericana (291,1 milioni di
euro); +3.533,6 milioni di euro dall’inizio dell’anno (in dollari
incremento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). Le
vendite lorde sono aumentate in dollari del 33%. In dollari il patrimonio
della divisione si è incrementato del 2,7% rispetto al mese precedente e ha
raggiunto i 26.369,7 milioni; in euro si è mantenuto invariato rispetto al
mese precedente ed è risultato pari a 21.987,4 milioni. Flussi netti
positivi per 55,7 milioni di euro per la divisione New Europe, in gran parte
provenienti dalla Polonia grazie al collocamento di Pioneer High Yield Bond
Investment Fund (+30,3 milioni di euro) e di Pioneer Balanced Investment
Fund (+23,3 milioni di euro). Contributi positivi anche da Croazia e
Slovacchia. Dall’inizio dell’anno la raccolta totale risulta pari a
1.070,8 milioni di euro (+118% rispetto ai valori dell’anno precedente).
Il patrimonio della divisione ha raggiunto i 2.329,8 milioni di euro in
crescita del 53% rispetto all’inizio dell’anno.
GRANDE SUCCESSO DELL'OFFERTA UNICREDIT DI
OBBLIGAZIONI EXCHANGEABLE IN AZIONI ORDINARIE GENERALI
Milano, 9 dicembre 2003 - Unicredito Italiano S.p.a. Annuncia che si è
chiusa con successo l’offerta del prestito obbligazionario exchangeable in
azioni ordinarie Assicurazioni Generali S.p.a. (“Generali”) con scadenza
2008, per un importo di 1.148 milioni di Euro; nel caso di pieno esercizio
dell’opzione di “over allotment” l’offerta finale risulterà pari a
1.263 milioni di Euro. Il collocamento ha registrato un forte livello di
domanda, complessivamente superiore a 2 volte l’offerta, da parte di oltre
200 investitori istituzionali, con ampia diversificazione geografica e di
stile di investimento. I termini del prestito obbligazionario sono stati
fissati come segue: prezzo di Conversione di Euro 28,08 per azione, che
rappresenta un premio del 30% rispetto al prezzo medio ponderato delle
azioni Generali registrato nel corso della giornata (pari al prezzo
ufficiale di 21,60 Euro); cedola annua e rendimento a scadenza pari a 2,5%.
Le Obbligazioni saranno emesse da Unicredito Italiano Bank (Ireland) p.L.c.,
società interamente posseduta da Unicredito Italiano S.p.a. (“Unicredit”).
Le Obbligazioni saranno garantite da Unicredit, che gode del rating più
elevato tra le istituzioni finanziarie italiane: Aa2 (Moody’s), Aa-
(S&p), Aa- (Fitch). Le Obbligazioni saranno convertibili a partire dal
mese di dicembre 2005 e sino a scadenza, in circa 45 milioni di azioni
ordinarie di Generali, corrispondenti all’intera quota di azioni Generali
detenuta dal Gruppo Unicredit. L’emittente avrà la facoltà di
corrispondere, nel caso di conversione, un controvalore in denaro pari al
valore di mercato delle azioni stesse. Il collocamento è stato rivolto
esclusivamente ad investitori istituzionali con esclusione degli Stati Uniti
d’America, in accordo con
la Regulation S.
Mediobanca S.p.a., Merrill Lynch International e Unicredit Banca Mobiliare
S.p.a. (Ubm) agiscono in qualità di Joint Bookrunners. Société Générale
agisce in qualità di Joint Lead Manager. Sarà fatta richiesta per
l’ammissione alla quotazione delle Obbligazioni presso
la Borsa
del Lussemburgo.
UNICREDIT ANNUNCIA IL LANCIO DI UN'OFFERTA DI
OBBLIGAZIONI EXCHANGEABLE IN AZIONI ORDINARIE GENERALI
Milano, 9 dicembre 2003 - Unicredito Italiano S.p.a. Annuncia l’offerta di
un prestito obbligazionario exchangeable con scadenza 2008, per un importo
indicativo di 1.200 milioni di Euro (esclusa un’opzione di “over
allotment” di circa 120 milioni di Euro) (le “Obbligazioni”). Le
Obbligazioni saranno emesse da Unicredito Italiano Bank (Ireland) p.L.c.
(l’“Emittente”), società controllata al 100% da Unicredito Italiano
S.p.a. (“Unicredit”). Le Obbligazioni saranno garantite da Unicredit,
che gode del rating più elevato tra le istituzioni finanziarie italiane:
Aa2 (Moody’s), Aa- (S&p), Aa- (Fitch). Le Obbligazioni saranno
convertibili, a partire dal mese di dicembre 2005 e sino a scadenza; nel
caso di integrale esercizio dell’opzione di “over allotment” le
Obbligazioni saranno convertibili in circa 45 milioni di azioni ordinarie di
Assicurazioni Generali S.p.a. (“Generali”), corrispondenti all’intera
quota di azioni Generali detenuta dal Gruppo Unicredit. L’emittente avrà
la facoltà di corrispondere, nel caso di conversione, un controvalore in
denaro pari al valore di mercato delle azioni stesse. Le Obbligazioni,
emesse e rimborsabili a scadenza alla pari, sono offerte ad un prezzo di
conversione che incorpora un premio compreso tra il 30% ed il 35% rispetto
al prezzo medio delle azioni Generali che verrà registrato al pricing; la
cedola annua sarà compresa tra il 2% e il 2,5%. I termini definitivi
dell’offerta saranno annunciati al termine del bookbuilding. L’offerta
sarà rivolta esclusivamente ad investitori istituzionali con esclusione
degli Stati Uniti d’America, in accordo con
la Regulation S.
Mediobanca S.p.a., Merrill Lynch International e Unicredit Banca Mobiliare
S.p.a. (Ubm) agiscono in qualità di Joint Bookrunners. Société Générale
agisce in qualità di Joint Lead Manager. Sarà fatta richiesta per
l’ammissione alla quotazione delle Obbligazioni presso
la Borsa
del Lussemburgo.
ENTRA IN AZIMUT OLIVIERO PULCINI, GIÀ MANAGER
AI VERTICI DI FINANZA & FUTURO
Milano, 3 Dicembre 2003 - Dall'inizio di dicembre Oliviero Pulcini condivide
con Bruno Provani la responsabilità della gestione e dello sviluppo di
Azimut in Lombardia. Pulcini ha lavorato in Finanza & Futuro per dieci
anni raggiungendo incarichi via via più importanti (district manager, area
manager, regional manager) fino a diventare sales development manager per
tutta l'area nord, una posizione che implicava il coordinamento di circa 700
promotori finanziari. Quarantenne, bergamasco, Pulcini ha iniziato la sua
carriera in banca per passare poi a Primeconsult e, dal
1992, a
Finanza & Futuro. In Azimut si occuperà dello sviluppo in Lombardia
insieme con Bruno Provani, manager della società dalle sue origini. Provani
è stato amministratore delegato di Azimut Lombardia e, dopo la fusione
delle sim regionali in Azimut Consulenza, è entrato nel Consiglio di
Amministrazione di Azimut Holding conservando la responsabilità del
coordinamento nella regione. La scelta di Pulcini conferma l'interesse che
la proposta di Azimut suscita nell'ambiente dei promotori finanziari. Con un
portafoglio di 7 miliardi di €, Azimut è il principale gestore italiano
completamente indipendente da gruppi bancari e assicurativi. I promotori
finanziari, i dirigenti e i dipendenti sono azionisti della capogruppo
insieme con un investitore istituzionale (fondi di private equity promossi
da Apax) e questa struttura azionaria garantisce la più ampia
partecipazione di tutti i collaboratori. Azimut conta su circa 770 promotori
finanziari che assistono oltre 100.000 clienti.
FUSIONE DEI CENTRI DI ELABORAZIONE DEI
PAGAMENTI UBS DI ZURIGO E BERNA
Zurigo / Basilea, 5 dicembre 2003 - Ubs riunirà i centri di elaborazione
dei pagamenti di Zurigo e Berna presso la sede di Berna. Nell’ambito
dell’elaborazione del traffico dei pagamenti mediante polizze di
versamento, Ubs prevede inoltre l’avvio di una cooperazione con
Postfinance. L’attuazione di questi due provvedimenti sarà completata
prevedibilmente entro fine 2005. Ubs intende riunire i centri di
elaborazione dei pagamenti di Zurigo e Berna presso la sede di Berna. Questa
concentrazione nella Svizzera tedesca consentirà uno sfruttamento più
efficiente delle strutture attualmente disponibili. In futuro, Ubs gestirà
pertanto tre centri di elaborazione dei pagamenti, ubicati a Berna, Losanna
e Lugano. Collaborazione con Postfinance nell’ambito del traffico dei
pagamenti documentati da giustificativo Ubs e Postfinance hanno inoltre
avviato una trattativa avente come oggetto una collaborazione nell’ambito
del traffico dei pagamenti documentati da giustificativo. L’accordo
prevede che Postfinance rilevi le attività di scansione e registrazione
delle polizze di versamento (Ubs Global, Ubs Easy). Il motivo di tale
collaborazione è dato dalla notevole diminuzione presso Ubs dei volumi di
elaborazione nell’ambito del traffico dei pagamenti dopo l’introduzione
dei canali elettronici come l'e-banking o l'addebitamento diretto (Lsv) Già
oggi, il 70% degli ordini di pagamento dei clienti Ubs viene infatti gestito
in formato elettronico. Nessun cambiamento per i clienti Ubs Per i clienti
Ubs, la fusione delle due sedi e la prevista collaborazione con Postfinance
non comporterà alcun cambiamento. Ubs rimarrà l’unico punto di contatto
e interlocutore per tutte le questioni riguardanti il traffico dei
pagamenti. La prevista collaborazione nell’ambito del traffico dei
pagamenti documentato da giustificativo e il raggruppamento delle sedi
operative avranno luogo presumibilmente a fine 2005. I conseguenti
cambiamenti relativi alla gestione operativa del traffico dei pagamenti
comporteranno la soppressione di circa 200 posti di lavoro.
ACSE NELLA CLASSIFICA DI EUROPE’S 500
Milano, 9 dicembre 2003 - Acse si classifica al 231° posto nella lista
Europe’500, edizione 2003, sottoscritta da 3i, Boston Consulting,
Microsoft e Pricewaterhousecoopers, con il patrocinio di Pat Cox, Presidente
dell’Unione Europea e di Philippe Maystadt, Presidente della European
Investment Bank. Si tratta di un dato particolarmente positivo considerando
la presente congiuntura economica, tanto che solo 247 società di 17 paesi
europei hanno presentato dati in linea con i rigorosi criteri di ammissione
alla Europe’s 500. Riconoscimento che arriva anche da Patrick De Smedt,
Chairman Microsoft Emea, che sottolinea come, nonostante i venti di crisi,
le società nominate quest’anno hanno in media creato 450 nuovi posti di
lavoro ciascuna. La notizia conferma che la scelta aziendale di puntare
sulla ricerca e l’innovazione (che è valsa ad Acse la nomina a
laboratorio di ricerca da parte del Miur) è premiante su tutti i fronti:
ritorno in termini di prestigio e crescita aziendale, creazione di indotto,
coinvolgimento del personale. Grazie alla partecipazione a progetti di
ricerca europei, l’azienda sta acquisendo conoscenze e professionalità
che ne aumentano la competitività sul mercato e garantiscono altissimi
standard qualitativi delle prestazioni dell’intero staff.
PERCEZIONE DEL RISCHIO: COMPRENDERE IL DIVARIO
CHE SEPARA
LA SCIENZA E
L'OPINIONE PUBBLICA
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - "Agli inizi del mio incarico, tutti mi
chiesero di garantire che le decisioni fossero prese sulla base di prove
scientifiche. Se ci discostiamo da questo principio, perderemo le nostre
certezze e, personalmente, non so con quali conseguenze". Lo ha
dichiarato il commissario europeo per
la Salute
e
la Tutela
dei consumatori David Byrne, in occasione della giornata inaugurale di una
conferenza sul tema della percezione del rischio. Assieme al ministro
tedesco per
la Tutela
dei consumatori, l'Alimentazione e l'Agricoltura, Renate Künast, ed al
ministro spagnolo per l'Agricoltura,
la Pesca
e l'Alimentazione, Miguel Arias Cañete, Byrne ha messo in luce le difficoltà
legate all'elaborazione delle politiche laddove vi è discordanza di vedute
tra la scienza e l'opinione pubblica. "La reazione della collettività
di fronte a problematiche connesse al rischio ha spesso poche relazioni con
i fatti accertati", ha sostenuto il Commissario. "La nostra
attitudine verso il rischio appare sovente incoerente, se non addirittura
completamente irrazionale", ha proseguito, citando ad esempio il caso
dei cibi geneticamente modificati (Gm). "Tutte le prove conducono ad
un'unica conclusione, ovvero che gli alimenti Gm sono sicuri", ha
sostenuto, aggiungendo che, tuttavia, persiste una certa riluttanza tra i
consumatori ad accettare i risultati della ricerca scientifica e che bisogna
quindi tener conto delle preoccupazioni dei cittadini. Uno dei problemi
principali connessi al rischio, come sottolineato da Arias Cañete, consiste
nel fatto che, se da un lato
la Commissione
europea ed i governi nazionali sono impegnati ad affrontare i rischi,
mediante attività di valutazione e gestione, dall'altro il grande pubblico
non è informato su tali attività. "Se la società fosse consapevole
che qualcuno ha in mano il controllo e che esiste un programma in materia,
un grande passo verso una maggiore tranquillità sarebbe stato
compiuto", ha sostenuto Byrne, nel rafforzare questo concetto. Nei casi
in cui il rischio viene reso noto, l'informazione avviene di frequente
attraverso i mezzi di comunicazione, che possono a loro volta contribuire ad
ingigantire le ansie. Il ministro spagnolo ha perciò esortato ad istituire
un codice di condotta tra i mass media e le autorità pubbliche per quanto
concerne la comunicazione del rischio. Un ruolo chiave nella comunicazione
del rischio è svolto dall'onestà, secondo quanto sottolineato dal ministro
tedesco Künast. "In ultima istanza, le politiche devono fondarsi sulle
valutazioni scientifiche. Non sempre, però possediamo le risposte, e
dobbiamo ammetterlo, come nel caso dell'ingegneria genetica vegetale",
ha affermato. Considerato, inoltre, che non siamo in grado di prevedere
quali conoscenze avremo acquisito nell'arco dei prossimi 20 anni, è
essenziale che sin da ora siano stabilite solide regole, come nei casi della
coesistenza di colture Gm e dell'etichettatura dei cibi transgenici, ha
aggiunto
la Künast.
"Questo ci garantirà libertà di scelta". Oltre alla fiducia,
Arias Cañete ha messo in rilievo l'importanza di comprendere la percezione
del rischio. La misura in cui un fenomeno viene percepito dal grande
pubblico come un rischio può essere certamente influenzata dalla relativa
novità del rischio stesso, dalla possibilità per un individuo di
controllare l'esposizione al rischio e dalla provenienza naturale o
artificiale del rischio. "Queste divergenze devono essere
riconciliate", ha affermato Arias Cañete, al fine di garantire che il
"rischio" non si trasformi automaticamente in
"disastro". Egli ha invitato i responsabili delle politiche ad
"indossare i panni" dei cittadini europei e ad analizzare più
approfonditamente gli elementi che influenzano la percezione del rischio. I
tre relatori hanno infine riconosciuto che né la fiducia dei consumatori né
una comprensione più ampia della percezione del rischio possono costruirsi
dall'oggi al domani, ma hanno ammesso che i progressi saranno graduali e
costanti e potranno essere incentivati grazie alla condivisione delle
esperienze.
IL PARMIGIANO-REGGIANO IN ASSEMBLEA PER
LA QUALITÀ
Bologna
, 8 dicembre 2003 - Nell'appennino bolognese si è tenuta il 6 dicembre
l'assemblea dei caseifici produttori di Parmigiano-reggiano della provincia
di Bologna. Dopo quella di Parma e di Mantova, è la terza delle assemblee
provinciali che si stanno tenendo in questi giorni in tutte le province del
comprensorio (nei prossimi giorni si terranno a Reggio Emilia e a Modena),
sia per dibattere i temi all'ordine del giorno dell'assemblea generale del
19 dicembre a Reggio Emilia, sia per eleggere i delegati che vi
parteciperanno, nella quale verranno votate le delibere sui temi proposti.
Dopo aver modificato il Disciplinare di produzione nel 2001, il Consorzio si
sta preparando ad un'ulteriore modifica, con l'obiettivo di consolidare le
condizioni produttive e di migliorare l'insieme delle norme per mantenere
l'intero sistema produttivo ai livelli qualitativi di eccellenza. Le
proposte in discussione coinvolgono il Regolamento di alimentazione delle
bovine. I rappresentanti dei caseifici sono chiamati ad esprimersi a favore
di una totale esclusione dei foraggi fermentati dalle aziende produttrici di
latte, estendendo quindi il divieto dell'uso degli insilati non solo alle
vacche da latte ed alle manze in gravidanza ma a tutti capi bovini allevati
in azienda, quindi anche alle vitelle, alle manzette ed alle manze. Questo
per evitare che gli insilati, anche attraverso il terreno ed i foraggi,
possano contaminare l'ambiente di stalla con la diffusione di spore dei
clostridi butirrici, che provocano difetti durante la maturazione del
formaggio e che sono combattuti di solito con l'uso di additivi, proibiti
nella tecnologia del Parmigiano-reggiano. Una caratteristica essenziale e
altamente qualificante della produzione del Parmigiano-reggiano è il forte
radicamento col territorio, attuato innanzi tutto con l'uso dei foraggi
locali (il 75% dei foraggi utilizzati deve essere prodotta all'interno della
zona d'origine). Per questo, ai produttori viene ora avanzata la proposta di
innalzare il limite dei foraggi provenienti dai terreni aziendali
dall'attuale 35% al 50% sul totale dei foraggi utilizzati. Per quanto
riguarda lo Standard produttivo, vengono precisate alcune norme proprie
della realtà degli oltre 500 caseifici dove si ottiene il “re dei
formaggi”, come il vincolo di ottenere fino a due forme di
Parmigiano-reggiano per caldaia, di utilizzare le stesse caldaie una sola
volta al giorno e comunque al mattino, di trasformare latte conforme al
disciplinare, anche per l’eventuale produzione di formaggi diversi. Una
norma particolarmente innovativa riguarda l'obbligo di confezionare
all'interno della zona d'origine non solo il formaggio grattugiato ma anche
quello in porzioni, con e senza crosta, secondo quanto previsto dalla nuova
regolamentazione Cee sulle Dop dell’aprile 2003. Con tali norme si
andrebbe ad impedire qualsiasi eventuale tentativo di industrializzazione
del nostro formaggio e verrebbero così fissati i vincoli per garantire
anche per il futuro il profondo radicamento del Parmigiano-reggiano al
territorio, alla tradizione e alla specializzazione dei caseifici della zona
d'origine, impedendo lo stravolgimento della tecnica artigianale di
produzione e favorendo le attività di vigilanza, controllo e tracciabilità,
a tutela dei produttori ed a sempre maggior garanzia dei consumatori. Un
altro tema all'ordine del giorno riguarda le misure di accompagnamento al
Disciplinare, per affrontare in modo opportuno le sfide del mercato. Per
illustrare i risultati e per approfondire i temi trattati, al termine
dell'assemblea generale dei delegati del 19 dicembre 2003 sarà convocata
una conferenza stampa con una successiva comunicazione agli organi di
informazione.
NIENTE PIÙ AMBIGUITÀ SUL TERMINE «BIOLOGICO»
Strasburgo, 9 dicembre 2003 - Il settore biologico conta attualmente 150.000
aziende in Europa, per un totale del 4% delle superfici ad uso agricolo e di
un fatturato annuo pari a 10 miliardi di euro. La legislazione comunitaria
in materia di uniformazione nonché delle denominazioni e
dell'identificazione dell'agricoltura biologica ha ormai più di dieci anni.
La Commissione
intende modificare l'articolo 2 del regolamento relativo alla terminologia
nelle varie lingue della Comunità per l'identificazione del processo di
produzione dell'agricoltura biologica per mezzo di un'etichetta, la cui
sigla dovrà essere identificabile da ciascun cittadino dell'Unione con un
semplice colpo d'occhio, rendendo al contempo più chiaro il logo
comunitario. Si prevede inoltre un rafforzamento dei controlli di tutti gli
operatori in tutte le fasi della produzione. La relazione di Danielle Auroi
(Verdi/ale, F), approvata dal Parlamento europeo, accoglie positivamente
tale modifica, in quanto considera necessario chiarire quali prodotti sono
biologici al momento in cui vengono acquistati dai supermercati. I deputati
ritengono chela qualità attesa e le richieste legittime dei consumatori non
possono essere soddisfatte con le deroghe ancora in vigore: non si può più
consentire a talune grandi marche l'ambiguità sulla denominazione,
lasciando che immettano sul mercato prodotti non biologici il cui nome
tuttavia induce a ritenere il contrario. Questa tolleranza, autorizzata fino
al 2006, deve sparire immediatamente. Secondo l'Aula, la proposta della
Commissione, volta a definire il termine «biologico» nei vari Stati
membri, deve tenere conto, sul piano linguistico, dei paesi aderenti:
occorre verificare che questa situazione sia prevista nei trattati
d'adesione. Sembra soprattutto importante imporre l'uso di un logo europeo
generico che identifichi i prodotti biologici in tutta
la Comunità. Il
logo europeo dell'agricoltura biologica deve essere introdotto accanto alle
etichette nazionali certificate dall'agosto del 2000. Tuttavia esso dovrebbe
riguardare soltanto i prodotti che sono biologici per più del 95%; tale
tolleranza non dovrebbe più essere accettata a partire dal 1° gennaio
2004. Occorre inoltre proteggere le zone coltivate con metodi biologici
dall'eventuale inquinamento da Ogm. Ciò comporta l'installazione di confini
di sicurezza che impediscano la coltivazione di vegetali geneticamente
modificati all'interno di questo perimetro, in un raggio di almeno
12 chilometri
. Alla luce del fatto che i prodotti biologici, in particolare il vino,
hanno un disciplinare paragonabile a quello di una denominazione di origine
controllata, i deputati chiedono che entro il 1° gennaio 2005 vengano
presentate norme specifiche per la vitivinicoltura biologica. Con 225 voti a
favore, 260 contrari e 6 astensioni, l'Aula ha respinto un emendamento teso
a garantire al produttore agricolo biologico un indennizzo da parte
dell'inquinatore, quest'ultimo potendo essere un produttore che abbia fatto
uso di Ogm o il produttore di sementi che fornisca tali sementi agli
agricoltori.
RCS MEDIAGROUP: PRESENTATO IL PIANO TRIENNALE
2004 - 2006
Milano, 9 dicembre 2003 - Presso la “sala delle grida” di Borsa
Italiana, in piazza Affari a Milano, Rcs Mediagroup ha presentato il 5
dicembre alla comunità finanziaria il Piano Strategico Triennale 2004 –
2006. L’amministratore Delegato e Direttore Generale Maurizio Romiti, dopo
aver riepilogato i dati di bilancio al 30 settembre scorso (già comunicati
in data 13 novembre), ha illustrato le strategie per il raggiungimento
dell’obiettivo prioritario di Gruppo del recupero della redditività, da
perseguire principalmente attraverso: individuazione dei business su cui
concentrare lo sviluppo e il disimpegno dalle attività non in grado di
raggiungere la redditività (il cui peso sugli attuali ricavi del Gruppo è
pari a circa 500 milioni di euro) attraverso: il consolidamento delle
competenze storiche nelle attività di quotidiani, periodici e libri anche
attraverso il contributo delle attività della concessionaria di pubblicità
e della diffusione; la presenza e lo sviluppo di competenze in settori non
tradizionali: radio, televisione satellitare e digitale; consolidamento e
sviluppo della propria presenza in Italia, Francia e Spagna. Miglioramento
della redditività dei business che costituiscono il perimetro tradizionale
del Gruppo attraverso: rinnovamento dei prodotti (full color, periodici a
supporto dei quotidiani, sistemi prodotto dei periodici intorno alle testate
leader, portafoglio autori in Rcs Libri); incremento degli investimenti di
marketing; sviluppo del business “collaterali” grazie anche a sinergie
con l’area “collezionabile”; iniziative congiunte tra media dei
diversi settori (Libri e Quotidiani, Quotidiani/periodici e Broadcast).
Rafforzamento dell’efficacia di vendita della pubblicità e della
distribuzione in edicola. Ulteriore riduzione dei costi amministrativi e
generali attraverso: snellimento della struttura di governo e di
articolazione societaria (riduzione di circa 60 società su 210 gestite, tra
l’altro con accorpamenti nel settore libri e radio); le azioni, in
particolare, prevedono una riduzione di personale di 424 unità e risparmi
di costi quantificabili in 60,9 milioni di euro a fine 2006; riduzione delle
spese generali e amministrative attraverso la gestione accentrata delle
attività, il miglioramento dei processi (organizzativi e sistemi
informatici) e l’accorpamento delle sedi (Italia e Francia); conseguimento
di sinergie negli acquisti, nei sistemi amministrativi e informatici tra
Italia, Francia e Spagna; miglioramento dell’efficacia nella spesa Ict
(telecomunicazioni, infrastrutture, web) e negli acquisti (contratti quadro,
album dei fornitori); riduzione dei costi di produzione. Prevedibilmente
tali obiettivi porteranno Rcs Mediagroup a conseguire le seguenti variazioni
dei dati consolidati (2003 verso 2006): Ebita / Ricavi (Ros) dal 4%
all’11%; P.b.t. Dal 2% al 10%; riduzione tendente a zero
dell’indebitamento netto (di 214,0 milioni nel 2003); Ebit / Capitale
Investito (Roi) dal 4% al 13,5%..2 Le azioni previste per le singole società
sono di seguito specificate: Rcs Quotidiani - Attuazione del full color con
investimenti per 190 milioni di euro, con aumento del numero massimo di
pagine dalle attuali
64 a
96 per il Corriere della Sera e da
40 a
48 per
La Gazzetta
dello Sport, con conseguente aumento della foliazione a colori anche per
l’utenza pubblicitaria da
16 a
96 pagine per il Corriere e da
8 a
16 per
la Gazzetta. Aumento
da
6 a
8 dei poli di stampa (14 rotative) con miglioramenti della logica
distributiva e dei tempi di consegna in edicola. Per il Corriere è previsto
lo sviluppo dei dorsi regionali per migliorare la penetrazione nel
territorio, la ridefinizione del sistema dei magazine e dei supplementi, e
l’intensificazione degli investimenti in marketing al fine di incrementare
il contributo dei “collaterali” alla redditività anche attraverso
sinergie con Rcs Libri e con l’area “collezionabili”. Per quanto
riguarda
La Gazzetta
dello Sport sono previsti iniziative di brand extension anche multimediali,
eventi sportivi oltre il “Giro d’Italia”, miglioramento della
comunicazione e penetrazione utenza pubblicitaria. Sul piano del recupero
dell’efficienza Rcs Quotidiani prevede la riduzione delle spese generali e
amministrative, la razionalizzazione dei siti web e la revisione dei
supplementi del Corriere, oltre alla definitiva messa a punto della free
press con il raggiungimento del break even nel 2005. Si prevede che tali
azioni per Rcs Quotidiani in Italia porteranno a fine 2006 ad un incremento
del fatturato pari al 7%, un incremento dell’Ebita dall’attuale 11% al
16%, mentre l’indicatore Roi passerà dall’attuale 95% al 42% per
effetto dell’investimento negli impianti full color. Per Unedisa sono
previste: azioni di aggiornamento e arricchimento del progetto editoriale
del quotidiano El Mundo con l’obiettivo di consolidarne la seconda
posizione sul mercato spagnolo; revisione delle edizioni regionali del
quotidiano, del sistema dei supplementi e magazines, oltre ad interventi sui
costi di struttura, incrementi degli investimenti di marketing per
migliorare la redditività dei “collaterali”. La società punta inoltre
al consolidamento della leadership Internet, allo sviluppo di sinergie con i
quotidiani italiani del Gruppo e alla semplificazione della struttura
societaria. Tali azioni in Unedisa porteranno prevedibilmente a fine 2006 ad
un incremento del fatturato del 6%, dell’Ebita dal 3% al 10% e del Roi
dall’attuale 6% al 22%. Rcs Periodici - La società è attualmente
partecipata per il 70% da Rcs Mediagroup e per il restante 30% da Burda, la
quale ha confermato di voler esercitare la sua opzione per incrementare
entro il 31 dicembre prossimo la propria quota di un ulteriore 10%. Rcs
Periodici in Italia punta ad una riorganizzazione del portafoglio testate
con attenzione alla leadership/redditività. Le azioni previste riguardano:
il miglioramento della posizione competitiva con il rafforzamento dei
sistemi prodotto costruiti intorno alle testate leader (Oggi, Io Donna,
Amica, Brava Casa), lo sviluppo di nuove testate a supporto dei quotidiani e
l’intensificazione degli investimenti di marketing con iniziative di brand
extension delle principali testate e il costante perseguimento della
riduzione dei costi. Tali azioni permettono di prevedere a fine 2006 un
incremento del fatturato del 4%, dell’Ebita dall’attuale 6,5%
all’11,5% e un passaggio dell’indice Roi dall’attuale 27% ad un limite
tendenzialmente superiore al 100%. Rcs Periodici all’estero ha per
obiettivo il recupero della redditività in Germania attraverso un intenso
programma di ristrutturazione, lo sviluppo di nuove testate in Catherine
Nemo (Francia) anche.3 attraverso sinergie tra i due partner Rcs Mediagroup
e Burda, la ridefinizione e semplificazione della presenza e del portafoglio
testate nei paesi dell’Europa dell’est e dell’Oriente (Turchia e
Asia). Per la parte “estera” di Rcs Periodici le previsioni indicano un
aumento del fatturato, a fine 2006, del 2%, un Ebita che passa dal negativo
di 2% attuale al positivo per 9,5% e un indicatore Roi attualmente minore di
zero che si attesta al 32% nel 2006. Rcs Libri - La società punta al
rafforzamento della posizione competitiva attraverso lo sviluppo delle
singole case editrici, il rafforzamento del portafoglio autori e della
struttura editoriale, il completamento dell’offerta “scolastica” in
tutte le materie anche attraverso strumenti didattici innovativi. Il
miglioramento della redditività sarà perseguito attraverso la revisione
della struttura organizzativa e societaria, la continua attenzione al
capitale investito (clienti e scorte) oltre che la razionalizzazione del
portafoglio attività e in particolare: per Flammarion, sinergie su
contenuti, acquisti, produzione; nei “collezionabili”, integrazione
Italia/estero con maggiore sviluppo di progetti a utilizzo internazionale;
per Scolastica, Università e Professionale, costituzione di un’unica area
Educational. Per Rcs Libri l’obiettivo previsionale a fine 2006 è una
crescita del fatturato del 5%, dell’Ebita dall’attuale 7% al 9% e del
Roi dal 9% al 14%. Rcs Broadcast - L’obiettivo principale per Rcs
Broadcast è il raggiungimento del break even nel 2005 attuabile attraverso:
l’aumento dello share di Rin grazie a un palinsesto che raggiunga fasce di
ascoltatori più attraenti per i clienti pubblicitari e investimenti in
frequenza per migliorare la copertura del territorio; miglior utilizzo a
livello di raccolta pubblicitaria delle potenzialità di Cnr; ulteriore
sviluppo dell’offerta dei servizi giornalistici di Agr verso radio, tv,
internet e telefonia mobile. L’ulteriore sviluppo della società passa
anche attraverso una maggiore collaborazione tra le sue testate e i
quotidiani e i periodici del Gruppo, il presidio nella sperimentazione del
digitale terrestre e la riorganizzazione societaria tramite l’accorpamento
delle attuali quattro in un’unica società. Per Rcs Broadcast
l’obiettivo previsionale a fine 2006 prevede una crescita del fatturato
del 17%, un Ebita che passa dall’attuale negativo del 20% ad un positivo
del 10% ed un indicatore Roi attualmente minore di zero che si attesta al
16% nel 2006. Rcs Pubblicità - Gli obiettivi della società prevedono il
miglioramento dell’efficacia della rete di vendita attraverso la messa a
punto di una nuova organizzazione per “famiglie” di prodotto, lo
sviluppo del mercato locale stampa attraverso nuovi prodotti del Gruppo e
l’acquisizione in concessione della raccolta di testate di terzi, la
riorganizzazione e lo sviluppo dell’attività di gestione eventi, lo
sviluppo di un’offerta multimediale completa studiata specificamente per i
grandi clienti. Per Rcs Pubblicità l’obiettivo previsionale a fine 2006
prevede una crescita del fatturato pari all’8%, un Ebita che passa
dall’attuale 1% al 2,5% e un indicatore Roi, che dall’attuale 5% si
attesta al 33%. Rcs Diffusione - Gli obiettivi della società prevedono la
realizzazione delle sinergie derivanti dall’accordo in essere dalla metà
dell’anno, con De Agostini e Hachette Rusconi (nei costi di struttura e di
logistica), il potenziamento dei servizi logistica e di trade marketing
offerti agli editori, l’acquisizione della distribuzione per altri editori
e l’integrazione a valle sui distributori locali più importanti.
Attraverso tali azioni per Rcs Diffusione si prevede a fine 2006 un
incremento del fatturato del 5%, un Ebita che passa dall’attuale 10% al
17,1% ed un indicatore Roi maggiore del 100%.
PARMALAT FINANZIARIA IN MERITO A
LIQUIDAZIONE FONDO EPICURUM
Milano, 9 dicembre 2003 - Parmalat
Finanziaria comunica che il fondo Epicurum non ha proceduto alla
liquidazione della quota alla scadenza del 4 dicembre 2003. Il fondo ha
motivato il mancato adempimento con difficoltà insorte nel procedimento di
liquidazione della quota Parmalat a causa delle contestuali richieste di
liquidazione pervenute dalla maggioranza dei sottoscrittori. Ciò ha
determinato la decisione di Epicurum di procedere alla liquidazione globale
di tutte le attività del fondo. La complessità delle operazioni da porre
in essere impedisce di rispettare la scadenza prestabilita ed Epicurum ha
chiesto a Parmalat di accettare una dilazione del termine di pagamento.
Parmalat ha preso atto di quanto precede e si è riservata ogni decisione
nel merito.
CTO:NOMINA DEGLI ORGANI
SOCIALI RIPIANAMENTO DELLE PERDITE E RICOSTITUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE
Zola Predosa, 9 dicembre 2003: E’ proseguita il 5 dicembre l’Assemblea
dei Soci della società Cto S.p.a. Sospesa in data 7 novembre 2003.
L’assemblea ha provveduto alla nomina del nuovo Consiglio di
Amministrazione. E’ stato confermato Presidente il Sig. Marco Madrigali.
Sono stati altresì nominati Consiglieri i Signori Maurizio Caroldi,
Maurizio Dorigo, Norbert Klein, Marco Nannini, Jean A. Matterà, Jose Turpin
Capo, Roberto Trotta, Massimo Marzi L’assemblea ha inoltre nominato il
nuovo Collegio Sindacale. I Sindaci effettivi nominati sono: Dr. Maurizio Di
Marcotullio Presidente, Dr Mario Moriconi Sindaco, Dr. Enrico Jovi Sindaco.
I Sindaci Supplenti nominati sono: Dr. Gianfranco Minutolo, Dr. Giovanni
Nicola Rocca e il Dr. Roberto Batacchi. In serata è pervenuta alla società
la comunicazione del Dr. Roberto Trotta, il quale prontamente informato
della sua nomina dalla società , ringraziando per la fiducia accordatagli
suo malgrado deve rifiutare la carica per precedenti impegni lavorativi. La
società Finbox Srl, l’azionista di maggioranza relativa, ha comunicato
che sono in corso trattative, non ancora perfezionate, per l’apertura del
proprio capitale sociale a nuovi investitori, i quali sarebbero disposti a
dotare la società stessa di nuovi mezzi finanziari. La stessa società
Finbox Srl, con il consenso anche dei nuovi azionisti entranti ha
manifestato la volontà di coprire le restanti perdite al fine di non dover
ridurre l’attuale capitale sociale di Cto S.p.a. A tutela dell’attuale
azionariato. La società stessa ha manifestato disponibilità ad effettuare
un versamento a fondo perduto nella casse della Cto S.p.a, per coprire le
perdite eccedenti la sommatoria della riserva sovrapprezzo azioni, della
riserva legale e della riserva straordinaria. Detta disponibilità è
condizionata alla formalizzazione delle trattative in corso con gli
esponenti degli Istituti bancari per la rinegoziazione dell’esposizione
debitoria attuale. L’assemblea preso atto delle dichiarazione del socio
Finbox Srl ha deliberato di sospendere i lavori e riaggionarsi per il 22
dicembre ’03 alle ore 16,00 per proseguire i lavori del presente ordine
del giorno per la parte straordinaria.
AIR FRANCE E CHINA SOUTHERN FIRMANO UN ACCORDO DI
CODE SHARE
Parigi, 9 dicembre 2003 - China Southern e Air France hanno firmato il 5
dicembre un accordo di code share per il collegamento Parigi-canton, che sarà
lanciato dalla compagnia francese il 5 gennaio 2004. Questo accordo
rappresenta la conclusione naturale di una collaborazione fruttuosa e
volontaria tra le due compagnie nel corso dei 18 mesi che hanno seguito i
primi contatti. Air France diventerà cosi la prima compagnia europea a
collegare la capitale della Cina del Sud, e quindi la prima compagnia
europea a collegare le quattro grandi città della Cina : Canton, Hong Kong,
Pekino e Shanghai. L'accordo prevede l'acquisto da parte di China Southern
di un allotment di posti su tutti i voli assicurati da Air France. Non
appena saranno operativi i B777 della China Southern tra Parigi e Canton,
sarà predisposto un scambio equilibrato di allotment tra i due partners. Il
volo Af 106/Cz 784 decollerà da Parigi a destinazione di Canton cinque
giorni a settimana : il lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica,
dal 5 gennaio al 13 giugno 2004. Il collegamento sarà quotidiano a partire
dal 14 giugno 2004. Tale volo partirà dal nuovo Terminal 2E dell'aeroporto
di Parigi-charles-de-gaulle. L'orario di partenza, alle 13.40, assicurerà
ai passeggeri numerose coincidenze sulla rete Air France, in provenienza
dall'Europa e dal resto del mondo. Il 28 giugno 2004, China Southern
completerà tale dispositivo con quattro voli a settimana riportanti numeri
di volo « Cz » e « Af ». I clienti di Air France e di China Southern
potranno quindi beneficiare di 11 voli settimanali tra le due metropoli.
Patrick Alexandre, Executive Vice President International Commercial Affairs,
ha riaffermato, durante la cerimonia della firma a Canton «la ferma volontà
di Air France di rimanere la compagnia europea preferita dai Cinesi». Li
Kun, Executive Vice President di China Southern ha molta fiducia nel futuro
di questa collaborazione: «Faremo tutto il possibile perché sia una
riuscita e possa cosi contribuire allo sviluppo delle relazioni bilaterali
ed al rafforzamento dell'amicizia franco-cinese
MAP: PRESENTAZIONE DEL
CODICE DELLE ASSICURAZIONI PRIVATE
Roma, 9 novembre 2003 - Mercoledì 10 dicembre 2003 alle ore 9.30, presso il
Ministero delle Attività Produttive, nel Salone del ministro, sarà
presentata la bozza del “Codice delle Assicurazioni Private”. Concluderà
i lavori il ministro Antonio Marzano. Interverranno il sottosegretario alle
Attività Produttive Mario Valducci, il presidente della Commissione
ministeriale di studio per il riassetto delle disposizioni vigenti in
materia di assicurazioni Francesco Carbonetti, i professori ordinari presso
l’Università “
La Sapienza
” di Roma: Agostino Gambino (diritto commerciale) e Giovanna Volpe Putzolu
(diritto delle assicurazioni). Saranno inoltre presenti i rappresentanti di
Ania, Sna, Aiba e Cncu.
CONCLUSA L'INDAGINE
CONOSCITIVA SULLE INTERRUZIONI DEL SERVIZIO ELETTRICO DEL 26 GIUGNO 2003
PUBBLICATA SU INTERNET
LA RELAZIONE FINALE
Roma, 9 dicembre 2003 - L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha
pubblicato sul proprio sito internet www.Autorita.energia.it
la relazione
finale dell'istruttoria conoscitiva avviata sulle interruzioni del
servizio elettrico dello scorso 26 giugno
2003. L
'indagine ha verificato che l'origine dell'accaduto va attribuita a cause
strutturali (quali l'insufficienza di capacità di generazione, l'elevato
grado di dipendenza del sistema elettrico nazionale dalle importazioni di
energia elettrica e la riduzione, tipica del periodo estivo, della capacità
di interconnessione disponibile) a cui si sono aggiunti eventi congiunturali
(tra questi in primo luogo l'eccezionale ondata di caldo e di siccità, con
il conseguente consistente aumento del fabbisogno energetico e la riduzione
della capacità di generazione, dovuta anche all'aumento delle temperature
dell'ambiente e delle acque di raffreddamento, e in secondo luogo la
riduzione dell'apporto delle importazioni dalla Francia in applicazione di
clausole di modulabilità previste dal contratto tra l'Enel e l'Edf). Il
Grtn ha adottato misure di difesa per garantire la sicurezza del sistema
elettrico nazionale: ha provveduto al distacco delle forniture di energia
elettrica ai clienti interrompibili e ha applicato il primo livello di
severità dei distacchi programmati a rotazione dell'utenza diffusa, che
hanno determinato interruzioni del servizio di fornitura di energia
elettrica in estese zone del Paese. Tali misure, che hanno interessato un
numero molto elevato di utenti e clienti finali (circa 7,3 milioni di
utenti, con distacchi a rotazione di un'ora e mezza nell'intervallo di tempo
compreso tra le ore 9 e 16.30, per una potenza pari a circa 1700 Mw, oltre a
39 grandi consumatori industriali interrompibili, per una potenza pari a
circa 450 Mw), hanno consentito di limitare i danni più gravi che sarebbero
potuti derivare da un black-out generalizzato, con separazione del sistema
elettrico italiano dalla rete interconnessa europea. L'esame degli eventi
del 26 giugno
2003 ha
tuttavia messo in evidenza tre criticità: l'indisponibilità di impianti di
produzione che avrebbero dovuto essere disponibili; la gestione della
riserva di potenza da parte del Grtn con mancata prestazione di un adeguato
servizio di riserva da parte dei produttori; il comportamento dell'Enel
nella sua funzione di Acquirente Unico. Nella settimana del 23-27 giugno
2003, oltre ad una quota consistente della capacità produttiva nazionale
non attiva in quanto soggetta ad arresti di lunga durata per interventi di
riconversione e repowering, sono risultati indisponibili impianti Enel per
circa 2.300 Mw a causa di fermi per periodi di tempo superiori a quelli
previsti per l'effettuazione dei normali programmi di manutenzione o di
ripristino. Trattandosi di impianti ammessi alla reintegrazione dei costi
non recuperabili (stranded cost), concessi al fine di garantire la
convenienza economica del loro utilizzo, l'Autorità ha deciso l'avvio di
una istruttoria formale ritenendo che tale comportamento sia stato tenuto in
violazione di norme esistenti e sia pertanto sanzionabile. Con la stessa
istruttoria l'Autorità intende identificare gli impianti che, pur
percependo i rimborsi previsti in tariffa e inclusi nel prezzo all'ingrosso
dell'elettricità destinata al mercato vincolato, non hanno prestato il
servizio di riserva. Nel corso dell'istruttoria l'Enel e gli eventuali altri
produttori avranno la possibilità di fornire chiarimenti e motivare le
proprie decisioni. L'autorità invierà una segnalazione al Ministro delle
Attività produttive proponendo che vengano esclusi dalla reintegrazione dei
costi non recuperabili gli impianti che non vengono messi a disposizione del
Grtn. L'indagine fa emergere che l'Enel, che svolge transitoriamente la
funzione di Acquirente Unico, e quindi di fornitore del mercato vincolato,
avrebbe dovuto compensare la riduzione delle importazioni del contratto
pluriennale con l'Edf effettuando acquisti di energia elettrica o riservando
un ammontare equivalente di capacità produttiva nazionale. Ciò non è
avvenuto. L'autorità intende emanare un ordine di cessazione di
comportamenti lesivi dei diritti degli utenti nei confronti dell'Enel,
affinché per il futuro siano adottate le misure necessarie a compensare le
riduzioni delle importazioni dei contratti pluriennali destinate al mercato
vincolato. Anche il Grtn, per sostituire le importazioni venute a mancare il
26 giugno, avrebbe dovuto riassegnare la capacità di trasporto resasi
disponibile sulle linee di interconnessione. Infine l'indagine mostra che
fino al mese di giugno 2003 il Grtn aveva dato solo parziale attuazione alle
direttive ministeriali che prevedevano la contrattualizzazione di impianti
da destinare al servizio di riserva del sistema. L'autorità intende emanare
un ordine di cessazione di comportamenti lesivi dei diritti degli utenti nei
confronti del Grtn affinché venga contrattualizzata una adeguata capacità
di riserva. L'ordine dovrebbe imporre al Grtn anche il rispetto della
procedura di distacco dei clienti interrompibili, o se necessario, di
definirne eventuali modifiche.
UN NUOVO CONSIGLIO
CONSULTIVO SULLA RICERCA FOTOVOLTAICA ELABORERÀ UNA VISIONE STRATEGICA IN
MATERIA DI ENERGIA SOLARE
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - I principali esponenti del mondo della ricerca
e dell'industria dell'energia solare si sono riuniti per costituire un
Consiglio consultivo europeo in materia di ricerca fotovoltaica, sulla base
di un'iniziativa della Commissione europea. In occasione della riunione
inaugurale, tenutasi a Bruxelles il 4 dicembre, i 18 membri del consiglio
hanno avviato le discussioni sulla definizione di un'agenda strategica di
ricerca per la tecnologia fotovoltaica e sulla stesura di una relazione
"prospettica" che tenterà di indicare la strada da percorrere per
uno sviluppo a lungo termine dell'energia solare in Europa. Composto da
membri quali il Gruppo Shell, Free Energy Europe e Fraunhofer Gesellschaft,
il consiglio è stato istituito con il sostegno del commissario europeo per
l'Energia e i Trasporti, Loyola de Palacio, e per
la Ricerca
, Philippe Busquin. Un portavoce di Busquin ha definito positiva la prima
riunione del nuovo consiglio per la ricerca fotovoltaica, sottolineando che
l'industria ha particolarmente apprezzato quest'opportunità di riflettere
sul futuro della tecnologia e di esporre il proprio punto di vista alla
Commissione. Il nuovo consiglio sottoporrà la propria agenda strategica e
la relazione prospettica alla Commissione verso la fine del 2004. Negli
ultimi dieci anni, a livello comunitario sono stati stanziati circa 200
milioni di euro per il finanziamento di quasi 200 progetti di ricerca e
sviluppo nel settore dell'energia fotovoltaica. Tuttavia, questa tecnologia
continua ad essere sottoutilizzata in Europa e oggi si avverte l'esigenza di
un approccio più strategico per rispondere all'attuale situazione. "A
tutt'oggi, l'elettricità generata mediante tecnologia fotovoltaica non
rappresenta che una minima percentuale dell'energia prodotta
complessivamente nell'Unione", ha affermato Busquin in occasione della
riunione inaugurale del consiglio. "Questo contributo rimarrà
invariato se non si adotteranno misure più ambiziose. Dobbiamo riflettere
su come superare gli ostacoli tecnici, giuridici e socioeconomici per
incrementare l'utilizzo di questa forma di energia sostenibile".
Sebbene il settore fotovoltaico sia responsabile solo di una piccola parte
della produzione energetica europea, l'Ue continua ad essere il secondo
principale produttore al mondo di sistemi fotovoltaici - con oltre il 24 per
cento della produzione complessiva - preceduta dal Giappone (44 per cento) e
seguita dagli Stati Uniti (22 per cento). Le attuali previsioni indicano un
potenziale elevato per la produzione di elettricità a partire dall'energia
solare, settore nel quale l'Europa ha registrato un tasso medio di crescita
annuale del 30 per cento negli ultimi dieci anni. Sviluppata negli anni '60,
originariamente per un utilizzo nell'ambito delle applicazioni spaziali, la
tecnologia fotovoltaica è pulita e di facile manutenzione, può essere
installata quasi ovunque ed è facilmente adattabile alle esigenze dei
consumatori. L'elettricità prodotta può essere utilizzata in modo diretto
oppure semplicemente ceduta alla rete elettrica esistente. Sebbene questa
flessibilità rappresenti il suo principale punto di forza, la tecnologia
fotovoltaica è ancora molto onerosa rispetto ad altre forme di generazione
elettrica. I costi stanno scendendo, ma occorre sostenere questo processo
attraverso il potenziamento della ricerca e sviluppo, come indicato nel
Libro bianco della Commissione sulla promozione delle energie rinnovabili.
Questo documento fissa inoltre l'obiettivo di incrementare la capacità di
generazione dei sistemi fotovoltaici installati nell'Ue a 3Gw entro il 2010.
Oltre alle barriere tecniche, occorre superare una serie di ostacoli sociali
e politici al progresso di tali sistemi.
La Commissione
sottolinea l'importanza della ricerca socioeconomica per accrescere la
sensibilizzazione e l'accettazione pubblica, nonché dei programmi di
formazione per gli installatori e di un'armonizzazione delle norme e dei
codici europei. Infolink:
http://europa.Eu.int/comm/research/energy/nn/nn_rt_pv1_en.html
BENZINA E GASOLIO TROPPO
CARI CON EURO A 1.21 SU DOLLARO I CITTADINI PAGANO IN PIÙ PER I CARBURANTI
315 MILIONI DI EURO AL MESE COSTITUIRE IMMEDIATAMENTE UNA COMMISSIONE
PARLAMENTARE D’INCHIESTA. TRA LE INIZIATIVE DI INTESA CONSUMATORI
BOICOTTAGGIO DEL MARCHIO PIÙ CARO
Roma, 9 dicembre 2003 - Con l’attuale prezzo del petrolio a 28 dollari al
barile e con l’euro a 1,21 su dollaro i cittadini pagano sia ai petrolieri
che allo stato complessivamente 315 milioni di euro in più al mese. Infatti
con la forte rivalutazione della moneta europea i prezzi industriali di
benzina e gasolio autotrazione dovrebbero essere inferiori di oltre 7
centesimi al litro portando il prezzo alla pompa per la benzina sotto
l’euro al litro e per il gasolio attorno a 0,800. Ciò comporterebbe una
diminuzione degli esborsi verso le compagnie petrolifere di 120 milioni di
euro al mese per la benzina e 140 milioni per il gasolio autotrazione e
verso lo stato, per una minore incidenza dell’Iva, di 25 milioni per la
benzina e 30 milioni per il gasolio. Per l’Intesa consumatori è una
situazione insostenibile ed intollerabile. Si deve intervenire
immediatamente, istituendo una commissione di inchiesta parlamentare come da
sempre l’Intesa ha sostenuto. E’ infatti assolutamente necessario
riportare a correttezza una situazione che le famiglie italiane già
aggravate dalla pessima situazione economica e dai continui aumenti di
prezzi e tariffe non possono più sopportare. Intervenendo a riportare
correttezza in questo settore per i cittadini si otterrebbero risparmi,
diretti ed indiretti per 176 euro annui così articolati: 96 euro annui per
risparmi sui costi del carburante. 76 euro annui per la riduzione del tasso
di inflazione per il minor impatto sui costi generali che derivano dal costo
dei carburanti pari a circa lo 0.3 %. E’inoltre inconcepibile che non si
attui nel nostro paese una politica di razionalizzazione dell’intero
settore aprendo anche alla grande distribuzione, che comporterebbe una
riduzione dei costi di almeno 5 centesimi al litro con ulteriore risparmio
per i cittadini di 70 euro annui.
FIDITALIA SPA ALLA PRIMA EDIZIONE DEL
DEALERS’ SHOW,
LA MOSTRA
– CONVEGNO DEDICATA AI CONCESSIONARI DEL SETTORE AUTO E AI LORO FORNITORI
Milano, 9 dicembre 2003 – Fiditalia Spa era presente alla prima edizione
del Dealers’ Show che si è tenuta presso il Palazzo della Cultura e dei
Congressi di Bologna Fiere dal 5 al 6 dicembre, in concomitanza con il 28°
Motor Show. La presenza di Fiditalia Spa al Dealers’ Show è un chiaro
segnale della volontà aziendale di affiancare gli operatori del mercato con
le proprie competenze, attraverso una consulenza mirata. La società opera
infatti nel settore auto da oltre vent’anni, e ne segue le dinamiche con
grande interesse. Soprattutto in questo momento, in cui la riforma del
sistema europeo di distribuzione degli autoveicoli introduce importanti
elementi di cambiamento, e si manifesta la necessità di gestire in modo
adeguato il periodo di transizione. Durante i due giorni di attività,
Fiditalia ha incontrato gli operatori del settore in un duplice contesto. In
uno spazio espositivo, i concessionari e le aziende fornitrici di beni e
servizi destinati all’attività delle reti vendita di autoveicoli hanno
potuto ricevere dettagliate informazioni sui prodotti e servizi finanziari
che Fiditalia ha messo a punto specificatamente per il settore auto. E’
stata inoltre realizzato un workshop dal titolo: “I finanziamenti nel
mondo auto e moto”. Il workshop (ingresso gratuito) si è tenuto in
entrambi i giorni in modo da poter consentire ai partecipanti di usufruire
di tutte le opportunità offerte dalla manifestazione. “Con questa
iniziativa – ha affermato il dott. Egidio Marsico, direttore della rete
territoriale di Fiditalia Spa - intendiamo offrire ai player del settore
l’opportunità di un momento di riflessione sulle nuove dinamiche
dell’offerta di finanziamenti che caratterizzano il settore auto”. Per
l'intera durata dell'evento, Fiditalia Spa è stata inoltre ospite con un
proprio corner allo stand di Subaru, di cui è la finanziaria di fiducia.
ENI: POLIMERI EUROPA CEDE L'IMPIANTO
ELASTOMERI DI BAYTOWN IN TEXAS (USA)
Milano, 9 dicembre 2003 - L'eni comunica che il Consiglio di Amministrazione
di Polimeri Europa ha approvato il 5 dicembre la vendita, per un valore
complessivo di Us$ 41 milioni, dell'impianto di produzione di elastomeri
(della Polimeri Europa Americas) ubicato a Baytown in Texas alla Società
Lee Chang Yung Chemical Industry Corp. (Lcy), secondo produttore mondiale di
gomme termoplastiche. L'impianto di Baytown è operativo dal 1993 con una
capacità produttiva di 50 mila tonnellate/anno di "styrenic block
co-polymers" (gomme termoplastiche) utilizzati in applicazioni quali
bitumi modificati, sistemi di copertura, isolanti, adesivi e footwear.
"Si tratta di un accordo di reciproca soddisfazione - ha dichiarato
l'Amministratore Delegato dell'Eni, Vittorio Mincato - raggiunto con uno dei
principali e qualificati operatori internazionali del settore e in linea con
la strategia dell'Eni nella petrolchimica". Nota su Lee Chang Yung
Chemical Industry Corp. (Lcy) La società taiwanese Lee Chang Yung Chemical
Industry Corp., è il secondo produttore mondiale di gomme termoplastiche,
con capacità installata annua di 140 mila tonnellate; produce anche
formaldeide, acetaldeide, etilacetato, metanolo, acetone, demitel-formamide
e metil-isobutil-chetone. Le attività di produzione sono concentrate in
quattro impianti nell'isola di Taiwan, due in Cina ed uno in Qatar.
ENERGIA, RIFIUTI, RETI, ACQUE: NASCE IL
MODELLO LOMBARDO DI PUBLIC UTILITIES APPROVATA
LA NUOVA LEGGE
, IN PRIMO PIANO
LA CENTRALITÀ DEGLI
UTENTI
Milano, 9 Dicembre 2003 - Il Consiglio regionale ha approvato la nuova
legge, proposta dalla Giunta, che disciplina, per la prima volta in Italia,
in maniera organica e unitaria, tutto il complesso dei servizi di pubblica
utilità: rifiuti (urbani e speciali), energia (elettrica, gas), sottosuolo
in quanto veicolo per l'erogazione dei servizi, acque. La legge ha ottenuto
un forte consenso sia da parte della autonomie locali, sia dal sistema
imprenditoriale pubblico e privato e ha raccolto un significativo
apprezzamento anche dalle opposizioni. Al centro della normativa c'è il
principio della centralità degli utenti, che viene garantita attraverso due
principali strumenti : L'introduzione di modelli gestionali che privilegiano
i benefici dei cittadini, compreso l'obbligo a seguire il principio della
concorrenzialità nelle erogazioni dei servizi, nel rispetto delle normative
nazionali e comunitarie. Lo scopo è quello di ottenere le migliori
prestazioni al costo più conveniente, con una particolare attenzione alla
valorizzazione e crescita delle realtà ed eccellenze già presenti sul
territorio. Un sistema di garanzie basato su tre cardini:
la Carta
dei Servizi, attraverso la quale il gestore si impegna a garantire
all'utente i massimi livelli di qualità; l'Osservatorio dei Servizi, che ha
il compito di raccogliere tutti i dati e che misurerà costantemente il
livello di qualità dei sevizi erogati e il grado di soddisfazione degli
utenti; il Garante dei Servizi, organismo che tutelerà i diritti degli
utenti sulla base dei dati raccolti dall'Osservatorio. Si tratta insomma di
un programma di vera liberalizzazione del mercato, in cui pubblico e privato
possano competere a favore della libertà di scelta del cittadino e della
qualità del servizio. La legge si pone precisi traguardi: per i rifiuti,
consolidare l'attuale primato lombardo nel campo della raccolta
differenziata (oltre 35%) spingendo l'effettivo recupero fino al 60% nel
2010. Parallelamente dovrà essere ridotta almeno del 20% entro il 2005 -
con il recupero, il riciclaggio e la termo-valorizzazione - la produzione
dei rifiuti avviati a smaltimento. In pratica nel 2007 potranno essere
smaltiti in discarica solo i materiali non utilizzabili diversamente con le
tecnologie attuali. Per l'energia, sviluppare l'uso razionale, il risparmio
energetico, l'incremento di fonti alternative e rinnovabili, limitando
considerevolmente il numero delle nuove centrali (comunque ai massimi
livelli di rispetto ambientale) pur necessarie per ridurre l'attuale
dipendenza energetica (pari al 38% del fabbisogno). Il sottosuolo viene
considerato una risorsa, e una risorsa preziosa, da governare razionalmente,
considerando le reti come opere di urbanizzazione primaria e incentivando la
realizzazione di condotti polifunzionali e di corridoi tecnologici, adatti a
contenere una pluralità di reti. Con questa strategia si ridurranno i costi
del sistema ed i disagi per i cittadini, troppo spesso costretti a subire
continui e ripetuti lavori di scavo e ripristino stradale. Per le acque gli
obiettivi riguardano infine la tutela e valorizzazione del patrimonio
idrico, il miglioramento della qualità delle acque attraverso la
prevenzione e riduzione dell'inquinamento, l'uso sostenibile e durevole
delle risorse idriche. "Questa nuova disciplina - commenta il
presidente Roberto Formigoni - dà spazio a una regolamentazione organica
del settore dei servizi. Con questo provvedimento, che non ha uguali nella
legislazione nazionale ed europea, abbiamo eliminato una serie di leggi e
leggine che finora hanno caratterizzato gli interventi in queste materie,
creando disuguaglianze di metodi di erogazione, di costi e anche di
risultati, con ricadute anche sulla qualità dell'offerta. Al centro abbiamo
posto i diritti e le legittime aspettative dei cittadini ad avere
prestazioni di qualità in ogni luogo della regione e qualunque sia la loro
condizione sociale. Ma non trascuriamo con la nostra iniziativa l'aspetto
imprenditoriale. Quindi attuiamo anche un vero e proprio disegno di politica
industriale, volto a far crescere ulteriormente la qualità del sistema
delle public utilities lombarde." "Abbiamo razionalizzato il
sistema a vantaggio dell'utente, - sottolinea l'assessore Maurizio Bernardo
- salvaguardando la capacità acquisita dalle amministrazioni locali e dalle
aziende municipalizzate, che operano in questi campi, e accompagnando e
stimolando altre iniziative imprenditoriali del mondo produttivo
lombardo".
UNA RETE DI PROGETTI ANTI-INQUINAMENTO
INFLUENZERÀ LE POLITICHE EUROPEE IN MATERIA DI QUALITÀ DELL'ARIA
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - Un progetto Eureka, al quale hanno partecipato
ricercatori da 25 paesi, in sinergia con il Centro comune di ricerca (Ccr)
della Commissione europea, ha fornito nuovi dati sulle cause e gli effetti
dell'inquinamento atmosferico. Il progetto Eurotrac-
2 ha
visto la partecipazione di oltre 300 gruppi di ricerca impegnati nell'ambito
di un cluster di 14 sottoprogetti. Le attività del consorzio hanno prodotto
ben 900 articoli scientifici, più di 100 tesi di dottorato e nuove,
importanti conoscenze sulle origini e sul comportamento degli agenti
inquinanti. Se sarà approvata la proposta del consorzio di istituire una
Rete di eccellenza, i lavori sono destinati a procedere nell'ambito del
Sesto programma quadro dell'Ue. I risultati del progetto stanno contribuendo
a superare alcune incertezze scientifiche in materia di inquinamento, e si
prevede che influenzeranno in misura significativa la nuova legislazione.
Tali risultati, infatti, fanno già parte delle discussioni
sull'aggiornamento della direttiva quadro europea in materia di qualità
dell'aria, pubblicata nel 1996, e della legislazione correlata.
"Considerato che l'inquinamento transfrontaliero è un tema delicato
dal punto di vista politico, i negoziatori necessitano di una piattaforma
scientifica solida", sostiene la coordinatrice del progetto Pauline
Midgley, del Centro di ricerca nazionale tedesco per l'ambiente e la salute
(Gsf). I singoli progetti inclusi nel cluster hanno affrontato temi che
vanno dalla formazione di aerosol secondari all'inquinamento urbano che si
concentra nei parcheggi e nelle aree tra gli edifici, o ancora
all'individuazione satellitare di perdite inquinanti a livello regionale. Il
Ccr ha contribuito nella misura del 18,01 per cento al bilancio complessivo
di 20,98 milioni di euro stanziati per il progetto, diventando così il
secondo maggiore sostenitore economico dopo
la Germania. Il
contributo scientifico del Ccr ha riguardato in primo luogo la
caratterizzazione dell'aerosol nell'Atlantico settentrionale, nonché le
emissioni biogeniche nell'area del Mediterraneo ed il loro ruolo nella
formazione di ozono troposferico. Infolink: http://www.Gsf.de/eurotrac/index.html
SECONDO GLI EURODEPUTATI, I PRODUTTORI DI GM
SONO DA CONSIDERARE RESPONSABILI DELLA CONTAMINAZIONE DELLE COLTURE
CONVENZIONALI
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - La commissione per l'agricoltura del Parlamento
europeo ha adottato una relazione d'iniziativa, dove si chiede alla
Commissione di ritenere i produttori di colture geneticamente modificate (Gm)
responsabili della contaminazione di prodotti biologici e convenzionali. La
relazione chiede con urgenza l'elaborazione di "una proposta relativa
alla responsabilità civile e all'obbligo di una copertura assicurativa a
livello comunitario contro eventuali danni finanziari in relazione alla
coesistenza" e insiste sul fatto che le disposizioni vengano rese
"applicabili e riconosciute dal punto di vista giuridico". La
relazione, molto contestata, dell'eurodeputato tedesco nonché agricoltore
biologico Friedrich-wilhelm Graefe zu Baringdorf ha inoltre respinto i piani
della Commissione volti ad autorizzare gli Stati membri a fissare le proprie
regole sulla coesistenza di colture Gm e convenzionali. Nella relazione di
Graefe zu Baringdorf si chiede che "vengano subito introdotte norme a
livello comunitario sulla coesistenza di colture geneticamente modificate e
[di prodotti non Gm]". L'ultima importante disposizione enunciata dalla
relazione stabilisce che gli Stati membri dovranno essere liberi di decidere
se dichiarare o meno talune aree geografiche esenti da coltivazioni Gm, una
possibilità fino ad oggi respinta dalla Commissione. Per leggere il
progetto di relazione d'iniziativa, consultare il seguente sito web: http://www.Europarl.eu.int/meetdocs/committees/agri/20031202/492181en.pdf
OPERATIVO IN KOSOVO IL PRIMO UFFICIO POSTALE
MILITARE ITALIANO ALL'ESTERO PER FORNIRE I SERVIZI POSTALI E FINANZIARI AI
MILITARI IMPEGNATI NELLA MISSIONE
Roma, 9 dicembre 2003 - Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Giulio
Fraticelli e l'Amministratore Delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi hanno
inaugurato oggi in Kosovo il primo ufficio postale all'estero. L'ufficio
postale si trova nella sede del contingente italiano presso il
"Villaggio Italia" di Belo Polje, vicino a Pec, e consente di
inviare e ricevere corrispondenza (posta ordinaria, prioritaria,
raccomandata, assicurata, telegrammi), effettuare operazioni di Bancoposta
(aprire e gestire Libretti di Risparmio Postale e conti correnti Bancoposta,
sui quali ad esempio far accreditare lo stipendio; inviare e ricevere denaro
in tempo reale tramite bonifico e con Bancoposta Moneygram, oppure in pochi
giorni con Eurogiro e con il vaglia postale internazionale; sottoscrivere
Buoni Fruttiferi Postali; pagare bollettini di conto corrente postale;
acquistare la carta prepagata ricaricabile di Poste Italiane "postepay";
ricaricare cellulari; cambiare denaro nelle principali valute). Rivolgendosi
a questo ufficio postale, inoltre, è possibile spedire e ricevere fax,
acquistare materiale di cancelleria, scatole per la spedizione di pacchi e
prodotti filatelici. L'ufficio postale di Belo Polje offre i propri servizi
ai 3.500 militari italiani mediamente presenti nella regione, ai militari di
altri Paesi e al personale delle organizzazioni internazionali e delle
organizzazioni non governative che operano in Kosovo. Il funzionamento
dell'ufficio postale è assicurato da personale di Poste Italiane che ha
partecipato a un corso di formazione curato dall'Esercito. I dipendenti di
Poste Italiane, per l'occasione inquadrati nei ranghi dell'Esercito nel
settore delle Forze di Completamento, saranno impegnati nell'ufficio postale
militare di Belo Polje, a turno, per periodi non superiori a 180 giorni.
PRIMA DI ENTRARE IN DISCOTECA UN GIRO NEL
TRUCK PRESENTATO AD ASPHALTICA/URBANIA IL TIR ATTREZZATO PER L’EDUCAZIONE
STRADALE DEI GIOVANI
Padova, 9 dicembre ’03 - Presentato il 4 dicembre in un truck (Tir
attrezzato) della Regione Veneto, ad Asphaltica/urbania il cd rom
interattivo realizzato dall’assessorato alle politiche della mobilità e
delle infrastrutture in collaborazione con l’Università di Padova e il
Trio Medusa delle Iene, dedicato agli adolescenti sulla sicurezza stradale.
“ Prima del motore accendi il cervello” non è solo uno slogan, ma il
progetto che coinvolgerà gli studenti delle scuole superiori della regione
e i frequentatori di discoteche, casinò, pub. È previsto nel corso
dell’anno un tour attraverso le maggiori città venete per promuovere
“giocando” la campagna di sicurezza sulle strade, voluta dalla Regione
che interesserà, anche i docenti degli istituti coinvolti. Per
l’assessore Chisso “ anche se con l’introduzione della patente a punti
voluta da questo governo sono diminuiti gli incidenti, non bisogna abbassare
la guardia.
La Regione
continua quindi a diffondere la cultura della sicurezza in un’ottica che
privilegia la prevenzione piuttosto che la repressione. Ecco il significato
di questo cd. E’ nostra intenzione coinvolgere anche il Silb”. Il pilota
–psicologo Siegfried Stohr, intervenuto sul tema ha ribadito come “ la
sicurezza stradale non è garantita da gente che guida bene, ma da chi
assume i comportamenti corretti”.
DUE NUOVE METROTRANVIE PER MILANO E DA OGGI
LA MM
3 ARRIVA A MACIACHINI NORD E SUD PIÙ VICINI AL CENTRO. IN FUNZIONE I
SUPERTRAM CLIMATIZZATI, A PIANALE RIBASSATO.
Milano, 9 dicembre 2003 - Da ieri, lunedì 8 dicembre, sono entrate in
funzione il prolungamento della Mm3, Zara-maciachini e le due nuove
metrotranvie di Milano,
la Sud
da piazza Fontana a Rozzano e
la Nord
da Piazza Castello al parco Nord, tutte opere progettate e costruite da
Metropolitana Milanese Spa. Accompagnato dal Vice Sindaco Riccardo De Corato,
dall'assessore ai Trasporti Giorgio Goggi e altre autorità, il sindaco
Gabriele Albertini ha compiuto il viaggio inaugurale, prima sulla Mm3, poi
sulle tranvie, presentando alla stampa la nuova stazione della terza rete
sotterranea e le due linee di superficie. L'attivazione delle metrotranvie e
del nuovo tronco Mm3 ha comportato la riorganizzazione della rete di
superficie Atm, un'operazione che ha coinvolto 20 linee di bus e tram, con
nuovi percorsi, soppressioni, prolungamenti. Il bus 65, da San Babila a
piazza Agrippa, è stato sostituito dalla metrotranvia Sud; ma è nata anche
una nuova linea, la 16, sul tracciato San Siro-monte Velino. Le periferie
Nord e Sud di Milano da oggi risultano più vicine al centro. Più rapidi e
regolari i collegamenti; ben accessibili importanti funzioni urbanistiche
come l'Ospedale Maggiore e
la Bocconi
; meno bus sulle strade, sostituiti dalle più capienti metrotranvie,
soprattutto a Niguarda dove il 50 per cento delle corse è rimpiazzato da
supertram. A conti fatti, meno congestione e meno smog. Oltre a Niguarda
migliori connessioni con Affori, Comasina, Bruzzano e i comuni di Bresso e
Cormano. Piazzale Maciachini diventa da oggi il nuovo, importante punto
d'interscambio delle linee, in superficie e metropolitane, operanti nel Nord
Milano. Di fatto sarà lo snodo fondamentale negli spostamenti dei pendolari
diretti in centro da una delle aree più urbanizzate della città.
Prolungamento Mm3 Zara - Maciachini. Il nuovo tracciato della Mm3 si
sviluppa per circa
1.2 km
a 17-
18 metri
di profondità sotto via Stelvio, via Menabrea, piazza Maciachini e via
Imbonati. L'intero tronco è stato costruito, con inizio dei lavori nel
1998, a
foro cieco senza intralci al traffico, mentre la stazione è stata
realizzata parzialmente a cielo aperto. Sotto via Imbonati è stata aperta
una galleria a foro cieco per il ricovero notturno delle vetture con i
binari per l'inversione di marcia dei treni. Maciachini è connessa con la
tranvia Nord e linee bus urbane. Già progettati i nuovi prolungamenti fino
a Comasina (apertura prevista fine 2007, con 4 fermate) e si lavora da tempo
sulla prima tratta, fino a Dergano. Nelle ore di punta sul nuovo tronco
Zara-maciachini sono previsti 15 mila passeggeri. A fianco della nuova
stazione è stato progettato un parcheggio interrato, con 400 posti auto:
lavori dai primi mesi del 2004. Tra infrastruttura e materiale rotabile il
nuovo tronco è costato 92.3 milioni di euro, pari a 178 miliardi di lire,
40 per cento a carico del Comune e 60 per cento a carico dello Stato.
Supertram da 250 passeggeri. Nuove linee in superficie, ma anche nuovi mezzi
di trasporto. Sulla metrotranvia Nord entrano in funzione i moderni e
silenziosi tram a pianale ribassato Sirio, con aria condizionata, basso
impatto visivo e pedana per i disabili, lunghi più di
30 metri
e già sperimentati sulla metrotramvia 7 da Lagosta e Bicocca, in grado di
trasportare più di 250 persone, di cui 70 sedute. Sulla metrotranvia Sud,
invece, viaggiano gli Eurotram, grandi vetture di tipo innovativo come i
Sirio, con aria condizionata, pianale ribassato e pedana per l'accesso ai
disabili, che i milanesi hanno già visto in servizio sulla linea 14. Sulla
terza linea Mm, infine, vengono impiegati 3 nuovi treni con aria
condizionata e vetture intercomunicanti. Lavori in 3 anni. Iniziati a metà
2000, i lavori delle due metrotranvie sono terminati in questi giorni grazie
anche al fatto che il Sindaco, in qualità di Commissario al traffico,
nell'ottobre
2002 ha
sciolto, per inadempienza e mancato rispetto delle scadenze, il contratto
con l'impresa appaltatrice. In tempi rapidi, meno di due mesi, è stato
scelto un nuovo appaltatore che ha completato l'intervento recuperando i
ritardi. Disagi, addebitabili soprattutto alla scarsa efficienza del primo
appaltatore, non sono mancati, in particolare sul percorso della linea Sud,
per l'impatto dei lavori sulla tratta protetta. Ma oggi gli abitanti dei
quartieri interessati sono ripagati da un moderno servizio di trasporto.
Caratteristiche di esercizio. La metrotranvia Nord, da piazza Castello a
Niguarda-parco Nord, inizierà il servizio alle 5.50 da Niguarda e lo
terminerà all' 1.40 di notte da piazza Castello. Nella fascia di punta sono
previste frequenze attorno ai 4 minuti e circa 4 mila passeggeri all'ora; in
quella di morbida attorno agli 8 minuti. Nell'ambito della rete Atm questa
sarà la linea 4, dal nome del vecchio percorso soppresso e sostituito. La
metrotranvia Sud invece inizierà il servizio attorno alle 6, dalla
periferia verso il centro, e lo terminerà all' 1.35. Nella fascia di punta,
tra piazza Fontana e Gratosoglio, frequenze attorno ai 3-4 minuti; nella
fascia di morbida, attorno ai 4-5 minuti. Su tutto il percorso, invece, sei
nell'ora di punta e
8 in
quella di morbida. Oltre 4 mila all'ora, infine, i passeggeri trasportati di
prima mattina. Nel quadro della rete Atm questa sarà la 15, dal nome della
vecchia linea di jumbotram tra Rozzano e Duomo, sostituita dalla
metrotranvia. Entrambe le metrotranvie sono dotate di particolari sistemi
antivibranti per ridurre l'impatto acustico. L'investimento. L'investimento
complessivo per le due metrotranvie, tra infrastrutture e materiale
rotabile, supera i 100 milioni di euro, pari a 194 miliardi di lire. Il
Comune ha finanziato il 40 per cento delle spesa; lo Stato il 60 per cento.
Sono stati acquisiti più di 50 nuovi veicoli. I percorsi. Sono 47 le
fermate lungo le due linee. Da piazza Castello la metrotranvia Nord prosegue
per via Legnano, via Montello e via Farini, quindi si spinge verso piazza
Maciachini e oltre, fino a Niguarda-parco Nord . Tracciato complessivo di
7.1 km
, con 19 fermate. La nuova tratta, in sede propria, da Maciachini al parco
Nord, è di
3.8 km
,. Con nove fermate: Maciachini M3, Valassina, Nizza, Ospedale Maggiore,
Girola, Niguarda centro, Niguarda Nord, cascina California, Niguarda-parco
Nord. La metrotranvia Sud parte da piazza Fontana, entra su via Larga e
prosegue per via Albricci, corso Italia e Porta Lodovica; quindi punta a sud
verso via Pezzotti, piazzale Abbiategrasso, Gratosoglio e Rozzano. Lunghezza
complessiva,
10,350 km
., con 28 fermate. Il tratto in sede protetta è di
2.8 km
e comprende 10 fermate: Porta Lodovica, Castelbarco, Bibbiena, Tibaldi,
Pezzotti, Giovanni da Cermenate, Volvinio, Agrippa, Medeghino e
Abbiategrasso.
LA RETE CAMBIA
VOLTO
RETE TRANVIARIA.
LINEA 2 (Negrelli – Lunigiana). Viene soppressa la tratta Bignami –
Lunigiana con attivazione di quest’ultimo capolinea. La tratta soppressa
è sostituita dalla linea tranviaria 5, da quella automobilistica 42, nonché
dall’attuale linea di area urbana 727 (Milano-Cusano).
LINEA 4. Metrotranvia Nord (Niguarda - Castello). L’attuale linea 4 viene
soppressa e sostituita nel percorso dalla Metrotranvia Nord, dalle linee
tranviarie 5 e 16 e dal prolungamento della linea tranviaria 7. Il numero 4
indicherà
la Metrotranvia Nord.
Nuovo percorso: Niguarda, Ornato, Graziano Imperatore, Donatelli, Ospedale
Maggiore, Nizza, Valassina, Maciachini M3, Menabrea, Farini, Baiamonti,
Montello, Legnano, Lanza M2, Foro Buonaparte, Cairoli M1, Ricasoli,
Castello.
LINEA 5. Prolungamento a Niguarda (Ortica – Parco Nord). E’ prolungata
sino a Niguarda e sostituisce la linea tranviaria 2 fino all'altezza di
viale Ca' Granda e l’ex linea 4 fino all’Ospedale Maggiore, svolgendo
nella tratta Ca' Granda - Ornato
anche la funzione delle attuali linee automobilistiche 42 e 83, deviate su
altri percorsi. Nuovo percorso: INVARIATO da Ortica a Lunigiana, indi
Marche, Zara, Ca’ Granda, Ospedale Maggiore, Ornato, Niguarda (Parco
Nord).
LINEA 7. Prolungamento a p.zza Castello (Greco FS – Cairoli M1). Il
percorso è prolungato da p.le Lagosta fino a p.zza Castello. Nuovo
percorso: INVARIATO fino a Lagosta, indi Porro Lambertenghi, Bassi, Farini,
Montello, Lega Lombarda, Legnano, Foro Buonaparte, Cairoli M1, Foro
Buonaparte, Ricasoli, p.zza Castello (ritorno per Quintino Sella, Foro
Buonaparte).
LINEA 15. Metrotranvia Sud (Rozzano - P.zza Fontana): diventa la nuova
Metrotranvia Sud. Percorso: INVARIATO tra Rozzano e p.le Abbiategrasso,
quindi Medeghino, Agrippa, Volvinio, Pezzotti, Giambologna, Teulié, p.ta
Lodovica, Italia, Missori M3, Albricci, Larga,
Fontana.
LINEA 16. Nuova linea (S. Siro – Monte Velino). Sostituisce la linea
tranviaria 24 nel tratto Axum - Crocetta, quindi prosegue sul percorso
dell’ex linea 4 fino a Monte Velino. Nuovo percorso: Axum, Rospigliosi,
Stratico, Albertinelli, Dolci, Faruffini, De Angeli, Cuneo, Piemonte,
Vercelli, Baracca, Magenta, Meravigli, Orefici, Dante, Mazzini, Missori M3,
Romana, Lamarmora, Bergamo, Comelico, Tito Livio, Carabelli,
Cuoco, Turchino, Monte Velino.
LINEA 24 (Vigentino –Duomo/Via Dogana). La tratta Duomo – Axum (San
Siro) è soppressa e viene sostituita dalla nuova linea tranviaria 16. Il
nuovo capolinea è fissato in via Dogana.
RETE AUTOMOBILISTICA
LINEA 40. Deviazione e prolungamento a Greco FS (Bonola – Greco FS). Nuovo
percorso: INVARIATO da Bonola a via Ornato, quindi Bauer, Marmolada,
Arganini (ritorno: Suzzani, L. della Pila, Cecchi, Maestri del Lavoro,
Palanzone), Esperia, Rodi, Emanueli, Egeo (Greco FS).
LINEA 41 (Bovisasca – Maciachini M3). Viene soppressa la tratta tra p.zza
Maciachini e via De Marchi
(Turati M3), che sarà effettuata dalla M3 e, per tratte locali, dalla
Metrotranvia Nord e dalla linea automobilistica 70.LINEA 42. Deviazione
(Centrale FS – Niguarda/Via Arezzo). Invariata tra Centrale FS e v.le
Suzzani, quindi percorre tutto v.le Suzzani assumendo il tratto terminale
dell'attuale linea automobilistica 44, fino al nuovo capolinea di via
Arezzo.
LINEA 44. Deviazione (Gobba M2 – Niguarda). La linea
resta invariata tra Gobba e l'intersezione con v.le Sarca, quindi
subisce modifiche di percorso. Nuovo percorso: INVARIATO da Gobba M2 fino a
via De Marchi, quindi Venosta, Sarca, (ritorno: Pianell, Diodoro Siculo,
Cozzi), Rabolini, Ca’ Granda, Suzzani, Gregorovius, M.te Rotondo,
Belloveso, Sant’Agostino, Cattaro, Palanzone, Ornato, Terruggia, Maffi,
Cesari, Frugoni, Da Saluzzo.
LINEA 46. La linea è soppressa e sostituita da un incremento del servizio
della linea automobilistica 70.
LINEA 51. Deviazione (Cimiano M2 – Zara M3). La tratta tra via Murat
(angolo v.le Marche) e p.ta Volta è soppressa. La linea verrà deviata da
via Murat a Zara M3 (capolinea
abbandonato dalla linea 46). Nuovo
percorso: INVARIATO da Cimiano M2 a v.le Suzzani angolo via Bussero, indi
prosegue per v.le Suzzani, della Pila, Maestri del Lavoro, Palanzone,
Ornato, Terruggia, Val di Ledro, Hermada, Graziano Imperatore (ritorno: B.
d’Espinosa, D’Anzi, Bauer) Donatelli, Ospedale Maggiore, via B.
dell’Ospedale, Murat, Lario, Stelvio, N. Sauro, A.Claudio, Keplero, Zara
M3 (ritorno: Stelvio, Lario).
LINEA 54. Deviazione (Lambrate FS - Duomo). Nuovo percorso: INVARIATO in
direzione Duomo, in direzione Lambrate transita in Gonzaga, Missori,
Albricci e Larga.
LINEA 57. Spostamento capolinea (Q.to
Oggiaro - Cadorna M1-M2). Spostamento del capolinea da via Beltrami (Cairoli
M1) a via Minghetti (Cadorna M1-M2).
LINEA 65. La linea è soppressa e sostituita dalla Metrotranvia Sud (linea
15).
LINEA 70. Deviazione (Q.re Bruzzano – P.ta Volta). Il percorso resta
invariato tra Bruzzano e p.zza Baiamonti, mentre è soppressa la tratta
Baiamonti - Minghetti. Nuovo percorso: INVARIATO sino a Baiamonti, quindi
p.ta Volta,
La Foppa
, Moscova M2, Biancamano, Lega Lombarda, inversione di marcia, Biancamano
(ritorno: per via Montello).
LINEA 82. Deviazione (Bovisasca – Centrale FS). La linea è deviata nel
tratto tra via Livigno e viale Stelvio lungo via Valtellina e viale Jenner,
per garantire l’interscambio con la fermata di Maciachini M3 e con
la Metrotranvia Nord.
LINEA 83. Deviazione (Bresso – Niguarda/Parco Nord). La tratta tra via
Ornato e Centrale FS è soppressa. Nuovo percorso: Don Minzoni (Bresso),
Vittorio Veneto, Ornato (inversione di marcia all’altezza di via A. da
Saluzzo), Vittorio Veneto, Villa, Diaz, Don Sturzo, San Francesco, Don
Minzoni (Bresso).
LINEA 83/.Deviazione (Brusuglio – Osp. Maggiore). La tratta Ospedale
Maggiore - Centrale FS è soppressa. La linea assume il percorso abbandonato
dalla linea automobilistica 40 nella tratta via Ornato – Ospedale
Maggiore. Nuovo percorso: INVARIATO sino a via Ornato, indi Achillini,
Ornato, Graziano Imperatore, Girola, Cherasco, Ca’ Granda, Ospedale
Maggiore (ritorno Donatelli, Graziano Imperatore, Bianchi D’Espinosa,
Belloveso, Bauer, Ornato, Vittorio Veneto, Lurani, Roma).
LINEA 200 – Prolungamento (San Donato M3 – Maciachini M3).Prolunga il
percorso da Zara M3 a Maciachini M3. Nuovo percorso: INVARIATO sino a via
Sauro, indi Stelvio, Valtellina, Maciachini M3 (ritorno: Valtellina,
Maciachini, Marche, Lario, Stelvio, regolare).
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