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9  DICEMBRE 2003

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UNA COMUNICAZIONE DEFINISCE LE MISURE PER PROMUOVERE IL SETTORE EUROPEO DEI SERVIZI ALLE IMPRESE

Bruxelles, 9 dicembre 2003 - Il 4 dicembre, la Commissione ha pubblicato una comunicazione volta a migliorare i risultati dei servizi alle imprese in Europa, il più grande settore dell'economia europea che dà occupazione a circa 55 milioni di persone. Negli anni recenti, la scarsa crescita della produttività nel settore dei servizi alle imprese ha destato preoccupazione fra i responsabili politici e, al fine di ovviare a tale situazione, la comunicazione definisce una serie di misure per invertire questa tendenza e recuperare terreno nei confronti degli Stati Uniti. Fra le misure da adottare figura l'esigenza di effettuare più investimenti e favorire un maggior coinvolgimento nella ricerca e sviluppo (R&s). La comunicazione esorta le imprese ad intensificare la loro partecipazione ai programmi quadro di ricerca, e sostiene che le possibilità per l'Ue di raggiungere l'obiettivo del tre per cento aumenteranno, "se questo settore svolgerà un ruolo che rifletta meglio il suo peso economico". Il commissario per le Imprese e la Società dell'informazione, Erkki Liikanen, ha dichiarato: "Nell'economia attuale, i servizi rivestono un'importanza fondamentale. Il settore dei servizi rappresenta una fonte principale di occupazione e di nuove attività. Se riusciremo a creare l'ambiente adatto per i servizi alle imprese, ciò contribuirà ad incentivare la produttività e la competitività dell'intera economia". Fra le altre misure che la Commissione intende promuovere nell'ambito del settore figurano un miglior utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic), indicatori statistici più efficaci a sostegno del processo decisionale, ed una maggiore attenzione per la qualità e la trasparenza nell'intento di favorire la concorrenza ed aiutare il consumatore nelle proprie scelte. Al fine di attuare le proposte delineate nel documento politico, la Commissione intende costituire un Forum europeo dei servizi alle imprese. Il forum riunirà rappresentanti delle istituzioni comunitarie, degli Stati membri, delle organizzazioni professionali, dei lavoratori, degli istituti di ricerca, nonché altre parti interessate, ed aiuterà la Commissione a redigere un piano d'azione sull'argomento nel primo semestre del 2005. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/enterprise/services/business_services/index.htm 

FRITS BOLKESTEIN COMMISSARIO EUROPEO RESPONSABILE DEL MERCATO INTERNO, DELLA FISCALITÀ E DELLE DOGANE SULLA RIFORMA DELLA TASSAZIONE SOCIETARIA NELL'UE: SVILUPPI E NUOVE SFIDE
Ostia (Roma), 9 dicembre 2003 – Di seguito il discorso introduttivo di Frits Bolkestein alla conferenza della Commissione europea sulla fiscalità delle imprese svoltasi il 5 novembre : “Ministro Tremonti, Membri del Parlamento europeo, Membri del Parlamento italiano, Signore e signori, sono molto lieto di darvi il benvenuto qui a Ostia per la nostra conferenza sulla riforma della tassazione societaria nell'Ue e sulle nuove sfide da affrontare. Ringrazio la Presidenza italiana del Consiglio per aver accettato di ospitare questa importante conferenza di alto livello promossa con la Commissione europea. Si tratta di un evento che offre una tempestiva opportunità di procedere ad uno scambio di vedute su un tema di così grande rilievo. Come sapete, poco più di due anni fa la Commissione ha pubblicato uno studio generale e una comunicazione sulla tassazione societaria nel mercato interno. Tali lavori, e una prima conferenza che abbiamo organizzato a Bruxelles nell'aprile 2002, hanno dato un nuovo impulso al dibattito sulla questione in tutti i suoi aspetti. È diventato sempre più evidente, e mi sembra giusto dirlo, che non possiamo evitare di riformare il modo in cui le società sono soggette a tassazione nell'Ue. Cambiamenti sostanziali sono inevitabili se si vuole realizzare un effettivo mercato interno senza ostacoli connessi alla tassazione delle società. Sono sempre di più le persone e le istituzioni che riconoscono e sostengono l'opportunità di una riforma generale. La strategia presentata dalla Commissione nel 2001 è una strategia a due livelli, intesa a porre rimedio alle inefficienze e agli ostacoli connessi alla fiscalità nell'ambito del mercato interno mediante · soluzioni mirate immediate · iniziative intese a realizzare un obiettivo a più lungo termine, ossia quello di permettere alle società di essere tassate su un'unica base imponibile consolidata per le loro attività a livello Ue. Naturalmente, sia io che il collegio dei commissari siamo tuttora fermamente convinti che l'approccio da noi proposto costituisca la migliore risposta possibile alle sfide cui attualmente ci troviamo di fronte per quanto riguarda la tassazione delle società nell'Ue. Se verrà attuato fino in fondo, tale approccio permetterà di affrontare efficacemente gli ostacoli fiscali e di ridurre le distorsioni, senza pregiudicare in alcun modo le prerogative fondamentali degli Stati membri in materia fiscale, in particolare il loro diritto di fissare le proprie aliquote fiscali. Negli ultimi due anni ci siamo impegnati nell'attuazione del programma di lavoro che avevamo annunciato nel 2001, prendendo diverse misure ad entrambi i livelli della strategia. Su mia iniziativa, appena qualche giorno fa, la Commissione ha presentato una ulteriore comunicazione che illustra gli sviluppi verificatisi dal 2001, valuta i progressi fatti e fornisce indicazioni particolareggiate circa i passi successivi che riteniamo più appropriati. La maggior parte di voi avrà già visto questa pubblicazione. Copie del documento sono comunque disponibili, in quattro lingue, nella sala di conferenza. La comunicazione vi verrà illustrata più dettagliatamente dal direttore generale Robert Verrue domani. Io intanto presenterò alcuni dei punti principali e mi soffermerò sul messaggio politico. Nel complesso, riteniamo che siano stati fatti progressi apprezzabili nell'attuazione di molte delle iniziative proposte dalla Commissione. Dobbiamo tuttavia anche riconoscere che per alcuni aspetti fare passi in avanti è stato più difficile di quanto non pensassimo due anni fa. Questa constatazione è particolarmente vera per i progetti a più lungo termine, più ambiziosi. Inoltre, stiamo assistendo attualmente a nuovi sviluppi molto interessanti (alcuni li definirebbero addirittura determinanti) per quanto riguarda la giurisprudenza della Corte di giustizia europea. Le questioni attinenti alla tassazione societaria nell'Ue e le sentenze della Corte in materia di imposizione diretta vengono ampiamente pubblicizzate, e suscitano nel pubblico un'attenzione senza precedenti. Penso che la relativa mancanza di progressi nella realizzazione degli obiettivi a più lungo termine, da un lato, e la crescente importanza assunta dalle controversie e dai procedimenti giudiziari, dall'altro, siano effettivamente, in un certo qual modo, due facce della stessa medaglia. In questa ottica, mi sembra giunto il momento di valutare i risultati della strategia della Commissione secondo parametri più fondamentali. La Commissione ha esposto la sua posizione nella comunicazione che ho appena citato. Ora occorre estendere la discussione al pubblico per fare ulteriori progressi. La conferenza intende dare un contributo in tal senso in modo aperto e trasparente. Sono fermamente convinto che sia urgente fare progressi nella riforma della tassazione societaria a livello comunitario se si vuole che l'Ue raggiunga l'obiettivo che essa stessa si è posta di divenire l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. Per alcuni queste sono forse parole prive di contenuto. Che siano tali o lo diventino dipende in gran parte da coloro che sono responsabili delle politiche. Consideriamo o no gli obiettivi di Lisbona come un impegno a realizzare un'audace riforma economica per aiutare le società europee a diventare più competitive? A mio avviso, tale coraggiosa riforma economica è assolutamente necessaria per rafforzare le nostre economie vacillanti. Che cosa significa questo a livello di fiscalità? I problemi che attualmente si osservano in un mercato interno inefficiente sono determinati da molteplici fattori e non intendo certo dare troppo peso agli effetti degli ostacoli fiscali. Devo nondimeno porvi due domande: Possiamo veramente permetterci di rinunciare alla crescita economica che si verificherebbe se le società dell'Ue non fossero intralciate da ostacoli fiscali, problemi di doppia imposizione e elevati costi di conformità quando investono o operano in altri Stati membri? Possono le nostre società competere con quelle degli Stati Uniti che beneficiano di un vero mercato interno senza problemi di doppia imposizione, atto ad offrire loro una solida base per l'espansione all'estero, ad esempio in Europa? Questi sono interrogativi seri ai quali dobbiamo rispondere. Affrontare questi problemi vuol dire ben altro che occuparsi dell'armonizzazione dei sistemi fiscali degli Stati membri. Permettetemi di parlare con franchezza. Che Bruxelles abbia un programma a lungo termine di armonizzazione fiscale su vasta scala è semplicemente un'assurdità. Gli ostacoli fiscali che sussistono tra gli Stati membri spesso equivalgono ad una discriminazione legale ai sensi del trattato sull'Ue. Allo stesso tempo, si traducono in consistenti perdite reali per il benessere delle nostre economie e dei nostri cittadini. Anche se è difficile quantificare tali perdite le imprese operanti 'sul campo' ne sono fin troppo consapevoli. Per entrambe queste ragioni gli ostacoli fiscali devono essere rimossi, a breve termine mediante misure mirate e a più lungo termine mediante una soluzione sistematica quale una base imponibile comune a livello dell'Ue. Mi sembra opportuno ricordare che i temi al centro del dibattito in corso e di questa conferenza sono molto importanti, in termini sia giuridici che economici. Se, ad esempio, diamo un rapido sguardo al primo punto del programma di oggi, torniamo al ruolo fondamentale della Corte di giustizia europea in materia di tassazione societaria. Molti forse sono sconcertati dal sempre maggior numero e rilievo delle decisioni della Corte nel campo della fiscalità. Io non lo sono. Questo tema sarà estesamente trattato fra breve dal signor Wathelet; mi sembra comunque giusto dire che la Corte sta semplicemente facendo il suo lavoro e applicando il trattato sull'Ue in materia fiscale. Modificare il trattato, come suggerito da alcuni, in modo da impedire alla Corte di pronunciarsi in campo fiscale non sarebbe, a mio avviso, la risposta giusta. Un passo del genere rappresenterebbe un regresso sostanziale e comprometterebbe il concetto del mercato interno nella sua totalità. La risposta giusta è una più stretta cooperazione. E intendo proprio cooperazione, non armonizzazione. È ora, a mio avviso, che i responsabili delle politiche degli Stati membri affrontino seriamente la loro incapacità di assicurare che i rispettivi sistemi fiscali siano conformi agli obblighi imposti dal trattato. Particolarmente interessante al riguardo è la politica relativa ai trattati contro le doppie imposizioni, settore in cui prevedo importanti sviluppi. Tali sviluppi non saranno forse graditi ai sostenitori delle tradizionali convenzioni fiscali. Essi tuttavia sono una naturale conseguenza dell'attuazione del mercato interno creato dagli Stati membri nell'ambito del trattato sull'Ue. Gli Stati membri possono scegliere di accogliere favorevolmente questi sviluppi e contribuire all'elaborazione del sistema futuro o di opporsi al cambiamento e ritrovarsi inevitabilmente perdenti a fronte di un ricorso sempre più ampio alla giustizia. La Commissione ha ripetutamente formulato proposte volte a promuovere un coordinamento più aperto e costruttivo in campi importanti e giuridicamente problematici delle legislazioni degli Stati membri in materia di tassazione societaria. Mi auguro che tali proposte finiscano con I'ottenere un ampio consenso. Il secondo punto in programma nell'ambito della conferenza è, in un certo senso, più politico. Alcuni osservatori ancora considerano i piani della Commissione per l'introduzione di una base imponibile consolidata comune a livello dell'Ue come piani a lunghissimo termine. Il "Financial Times" recentemente ha addirittura equiparato le probabilità di riuscita di tali piani alle probabilità di vedere gli asini volare! Ridiamo pure, ma vi ricordo che parole analoghe sono state usate non tanto tempo fa dagli oppositori dell'euro! Ovviamente c'è ancora molto lavoro da fare e ci sono questioni tecniche da risolvere. Nessuno tuttavia può sostenere che non stiamo facendo progressi, anche se procediamo meno rapidamente di quanto vorrei. Penso che ci stiamo muovendo nella direzione giusta, anche grazie alla crescente consapevolezza pubblica dei problemi in questione. Tuttavia, tutte queste idee e iniziative sono destinate a fallire, qualora non vi siano un sostegno adeguato e una volontà politica sufficiente da parte degli stessi Stati membri. Vorrei pertanto sollecitare gli Stati membri ad agire in modo consono alla loro responsabilità e ad adottare un approccio costruttivo per la realizzazione di un mercato interno non compromesso da ostacoli e inefficienze fiscali! Signore e signori, mi compiaccio dell'elevato grado di interesse e partecipazione che caratterizza questa Conferenza. Ferma restando la validità degli interventi e dei dibattiti che seguiranno, una partecipazione a così alto livello sembra indicare di per sé che le imprese e i consulenti fiscali dell'Ue sono ben consapevoli dell'importanza dei temi che saranno trattati oggi e domani. Questa constatazione dovrebbe renderci ottimisti e incoraggiarci ulteriormente ad affrontare a fondo i problemi fiscali del mercato interno! Per concludere, desidero rivolgere un ringraziamento particolare a Lei, ministro Tremonti, per aver posto la riforma della tassazione societaria tra le priorità della Presidenza italiana del Consiglio. Mi congratulo inoltre con Lei e con i Suoi colleghi per lo spessore e il successo della Presidenza. Negli ultimi sei mesi siamo riusciti a fare notevoli progressi e a raggiungere risultati positivi.”

"RAPPORTO INNOVAZIONE E TECNOLOGIE DIGITALI IN ITALIA" STANCA: " LA SFIDA È PASSARE DAL RITARDO DIGITALE ALLA OPPORTUNITÀ DIGITALE"
Milano, 9 dicembre 2003 - "Passare da un 'ritardo digitale' ad una 'opportunità digitale'": questa la sfida che Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, ha lanciato il 5 novembre a istituzioni, imprenditori e università, alla presentazione - alla "Bocconi" di Milano - del "Rapporto Innovazione e Tecnologie Digitali in Italia", promosso dallo stesso ministro. Una sfida che Stanca ha riproposto in occasione di un significativo "compleanno": dieci anni fa, proprio il 5 dicembre 1993, infatti l'espressione 'Società dell'Informazione" 'debuttava' in un atto ufficiale europeo (Libro bianco "Crescita, competitività e occupazione", il cosiddetto 'Rapporto Delors'), cioè in Europa per la prima volta si attribuiva valore politico a Internet. Il ministro ha poi sottolineato la vastità delle implicazioni dell'innovazione. "La diffusione dell'innovazione tecnologica digitale costituisce una risorsa determinante non solo per la crescita economica del Paese, ma interessa anche la dimensione sociale in quanto connessa con la prospettive di una Società dell'Informazione basata sulla conoscenza, sulla qualità della vita e su una maggiore coesione e partecipazione". Poi, citando una recente affermazione del Commissario Mario Monti, ("Il tenore di vita raggiunto dall'Italia ha basi effimere se non è agganciato allo 'skilift' dell'innovazione"), il ministro Stanca ha dapprima rilevato come il "Rapporto sull'Innovazione e Tecnologie Digitali" abbia messo in evidenza che "per molti aspetti il nostro Paese ha una leadership riconosciuta nella capacità innovativa", ma ha poi sottolineato come "questa leva non abbia funzionato come altrove". In realtà, ha aggiunto l'esponente di Governo, "è finito lo schema lineare con cui si produceva innovazione collegando un nuovo prodotto al lavoro di un ricercatore o di un gruppo di ricerca avanzata". In effetti, ha ricordato il ministro, "anche la Commissione Europea ha riconosciuto che Ricerca&sviluppo è un fattore essenziale per la crescita a lungo termine e la prosperità dell'Europa, ma da sola non è sufficiente in quanto vanno sostenute anche altre forme di innovazione, a partire da quella di processo, ossia organizzativa, di modelli commerciali, di presentazione (design e marketing, ad esempio), che nelle tecnologie digitali trovano il piû importante fattore abilitante, in grado di ridare vera competitività al Sistema Italia. Ma perché ciò si realizzi compitamente e ci sia la creazione di valore è necessaria l'iniziativa imprenditoriale". Stanca ha messo inoltre in evidenza "la 'nuova frontiera' che si è realizzata sul fronte delle innovazioni radicali, che si realizzano con la convergenza di discipline diverse, come le Biotecnologie, le Tecnologie dell'Informazione e Comunicazione (Ict) e le Nanotecnologie, il cosiddetto Bio-info-nano, una sorta di spartiacque tra passato e futuro, come a suo tempo lo furono l'avvento del vapore, prima, e dell'elettricità, poi". Il ministro Stanca ha concluso ribadendo che "la sfida che abbiamo davanti non è solo un impegno del Governo, ma la si vince tutti assieme".

LA GERMANIA LANCIA UN PIANO D'AZIONE A FAVORE DELLE  TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE  (TIC)
erlino, 9 dicembre 2003 - Il Gabinetto federale tedesco ha approvato il piano d'azione "Società dell'informazione Germania 2006", il cui obiettivo è di rafforzare le competenze del paese nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic). Il piano fissa gli ambiziosi obiettivi della Germania volti a garantire che, entro il 2005, il 75 per cento della popolazione dai 14 anni in su utilizzi Internet, ed a rendere accessibile elettronicamente l'insieme dei documenti governativi. Nell'accogliere l'iniziativa, il ministro tedesco dell'Istruzione e della Ricerca Edelgard Bulmahn ha messo in evidenza il ruolo importante che, secondo il suo parere, le Tic svolgono nel rafforzamento della crescita e della competitività. "L'innovazione nel settore dell'informazione e della comunicazione è sinonimo di nuova e stabile occupazione", ha detto la Bulmahn. "Con il piano d'azione, abbiamo stabilito le condizioni che garantiranno alla Germania di rafforzare il proprio ruolo di paese leader nel settore dell'high-tech". Per consultare il piano d'azione, visitare il sito: http://www.Bmbf.de/pub/aktionsprogramm_informationsgesellschaft_2006.pdf

RIFLESSIONI SUL TEMA "SCIENZA E SOCIETÀ"
Strasburgo, 9 dicembre 2003 - Un seminario di "Allcheme" dal titolo "Scienza e società, alcune riflessioni", si svolgerà il 16 dicembre a Strasburgo (Francia) presso la sede dell'Europarlamento. Sarà invitata la relatrice Jean-marie Lehn, premio Nobel per la Chimica nel 1987. Le scienze della chimica e della fisica hanno esercitato un grande impatto sulle condizioni di vita, ma i cambiamenti sono percepiti come innaturali da alcune sezioni della società. Il seminario si rivolgerà al grande pubblico e ai decisori, fornendo loro le conoscenze necessarie per valutare il potenziale impatto della tecnologia sulla società e per accettare che la ricerca scientifica ha bisogno di essere libera. Infolink: http://www.Allchemeseminars.org

INNOVAZIONE ITALIA SPA: FALAVOLTI NOMINATO AD E DG
Roma, 9 dicembre 2003 - Diventa operativa Innovazione Italia, la società costituita da Sviluppo Italia su indicazione di Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, per dare attuazione al programma di Governo relativamente allo sviluppo della Società dell'Informazione e della larga banda. Dopo la recente designazione di Paolo Vigevano a presidente, l'ing. Roberto Falavolti è stato infatti nominato amministratore delegato e direttore generale. Dopo aver ricoperto gli stessi incarichi in Consip e con un passato in Ibm, Eds e Capitalia, il nuovo manager, 52 anni, dovrà dare attuazione alla mission di Innovazione Italia, ossia assicurare le competenze specialistiche per la realizzazione dei piani e dei progetti del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie e, allo stesso tempo, supportare iniziative innovative anche su base regionale e locale che siano coerenti allo sviluppo della Società dell'Iinformazione e dell' e-Government. "Nella fase di avvio", ha detto Falavolti, "Innovazione Italia realizzerà alcuni progetti, finanziati dal Cipe, nell'ambito sia del Programma Ricerca e Società dell'Informazione, sia del Programma Larga Banda, con specifico riferimento allo sviluppo della domanda nel Sud. Le risorse disponibili ad oggi assommano complessivamente ad oltre 300 milioni di euro".

PATTO CONFINDUSTRIA – CRUI : 10 AZIONI PER IL RILANCIO DELLA RICERCA ED INNOVAZIONE IN ITALIA
Roma, 9 dicembre 2003 - In occasione del convegno organizzato dalla Luiss "University Research, Business and local Development" il Dr. Giorgio Squinzi, Vicepresidente di Confindustria per Ricerca & Innovazione e il prof. Piero Tosi, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane hanno sottoscritto un Accordo per il rilancio della Ricerca ed Innovazione In Italia. La ricerca e l'innovazione costituiscono una priorità per il futuro del Paese: sulla base di questa comune convinzione, proseguendo nella tradizione di stretta collaborazione, le due organizzazioni hanno concordato di promuovere e realizzare azioni per il rilancio della competitività scientifica e tecnologica dell'Italia. Solo con uno sforzo comune, da parte delle imprese, degli istituti di ricerca, delle università e della politica nazionale e regionale, sarà possibile innescare un circolo virtuoso di miglioramento del sistema pubblico di ricerca e di maggiore competitività del sistema produttivo. In questa ottica, Confindustria e Crui condividono la necessità di proseguire nell'azione di riforma del sistema universitario, al fine di rendere il sistema più flessibile, più gratificante e motivante per le professionalità impegnate e in grado di rispondere meglio alle esigenze delle imprese. Confermano l'impegno a diffondere all'interno degli atenei e delle imprese una cultura della collaborazione, in grado di improntare tutte le scelte sia a livello formativo che di attività di ricerca. Concordano inoltre nel sottolineare l'importanza di favorire la crescita della propensione alla ricerca e all'innovazione delle imprese e di aumentare la capacità di attrazione di investimenti esteri nell'alta tecnologica, così come di ricercatori, stranieri e italiani residenti all'estero. Per raggiungere questi obiettivi del Patto, Confindustria e Crui, individuano 10 azioni specifiche: l'avvio di un Gruppo di lavoro per razionalizzare e potenziare il sistema del trasferimento tecnologico; lo sviluppo delle collaborazioni fra università e imprese nella promozione di corsi di laurea ad alta integrazione con il sistema produttivo; il censimento e l'analisi delle eccellenze e competenze del sistema pubblico di ricerca al fine di facilitare l'incontro tra domanda e offerta di ricerca; lo sviluppo e l'ampliamento di un sistema di valutazione della ricerca ai fini della promozione della qualità e di un efficiente ed efficace sistema di selezione e di allocazione delle risorse; la promozione di iniziative per favorire l'orientamento dei giovani alle discipline scientifiche e tecnologiche e lo sviluppo di attività dirette a motivare i giovani alla ricerca anche attraverso stages aziendali; la messa a punto di meccanismi che consentano di premiare le Università che conseguono risultati scientifici di rilievo, valutati sulla base di parametri internazionali, e che contribuiscono in modo significativo al trasferimento di tecnologie e all'erogazione di servizi di contenuto tecnico a beneficio delle imprese. Accanto ad una migliore e maggiore collaborazione tra università e impresa Confindustria e Crui, ritengono altresì indispensabile assicurare in Italia la definizione e l'implementazione di stabili politiche economiche basate sulla Ricerca e sullo sviluppo tecnologico. In particolare attraverso: la previsione di risorse aggiuntive per la ricerca pubblica e parimenti quella privata da veicolare attraverso strumenti a competizione che assicurino l'elevata qualità dei progetti; la previsione di più ampie agevolazioni fiscali per le commesse di ricerca dirette ad università ed enti pubblici di ricerca da parte delle imprese l'adozione di misure volte a favorire erogazioni liberali provenienti da imprese e cittadini per attività di ricerca svolte da enti pubblici e da università. L'introduzione di una norma che destini parte delle risorse derivante dall'8 per mille di pertinenza dello Stato al finanziamento di progetti di ricerca pubblica di alto valore scientifico mirati.

BRUXELLES OSPITA UN SEMINARIO SUL DIVARIO DIGITALE
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - Nell'ambito del progetto Janus finanziato dall'Ue si sta organizzando un seminario dal titolo "Il divario digitale: opportunità e incognite alla vigilia dell'allargamento dell'Ue', che si svolgerà il 23 gennaio 2004 a Bruxelles (Belgio). La manifestazione è la terza di una serie di seminari che prendono in esame le sfide della ricerca socioeconomica nella società dell'informazione. Essa riunirà esperti in materia di divario digitale che collaborano ai progetti di ricerca dell'Ue, nonché rappresentanti della Commissione europea e delle pubbliche autorità. Il seminario si propone i seguenti obiettivi: - esaminare la questione del divario digitale geografico tra gli Stati membri attuali e futuri dell'Unione europea; - esplorare i metodi volti ad influenzare le componenti "hard" e "soft" che producono il divario digitale; - dedurre le raccomandazioni politiche che aiutano a colmare il divario digitale. Per ulteriori informazioni consultare il seguente indirizzo web: http://www.Janus-eu.org

SUL SITO IL PROGRAMMA DI STABILITÀ DELL’ITALIA
Roma, 9 dicembre 2003 - Il Mef comunica che sul sito www.Mef.gov.it  nell’apposito riquadro, è disponibile il Programma di Stabilità dell’Italia – Aggiornamento Novembre 2003.

CIPE: SEDUTA DEL 5 DICEMBRE 2003
Roma, 10 dicembre 2003 - Il Mef comunica che il Cipe, riunitosi il 5 dicembre a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Ministro, Giulio Tremonti, ha approvato con prescrizioni e raccomandazioni, su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: il progetto preliminare della tratta italiana del nuovo collegamento ferroviario Torino – Lione, opera inserita nella lista dei progetti prioritari delle Reti Transeuropee; il progetto preliminare della linea Av/ac Milano – Verona, facente parte delle Reti Transeuropee. Nelle more dell’intervento finanziario di Infrastrutture Spa, Tav Spa potrà avviare le attività preliminari alla realizzazione del progetto per un costo stimato di 576 milioni di euro; il primo lotto funzionale dell’interporto di Battipaglia, per un costo di 18,198 milioni di euro, già finanziato.

IRAQ: FIRMA DELL’ACCORDO QUADRO SULLA FINANZA COMMERCIALE TRA LA COALITION PROVISIONAL AUTHORITY, LA TRADE BANK OF IRAQ E LE AGENZIE DI CREDITO ALL’ESPORTAZIONE DI 16 PAESI IL
Roma, 9 dicembre 2003 - Mef comunica di aver ospitato il 5 dicembre la cerimonia di firma dell’accordo quadro sulla finanza commerciale tra la Coalition Provisional Authority (Cpa), la Trade Bank of Iraq (Tbi) e le Agenzie di credito all’esportazione (Eca) di 16 paesi (Italia, Australia, Spagna, Giappone, Stati Uniti, Austria, Repubblica Ceca, Belgio, Danimarca, Svizzera, Svezia, Lussemburgo, Polonia, Olanda, Germania e Regno Unito). Gli accordi firmati il 5 dicembre consentiranno il finanziamento di esportazioni di beni e servizi a breve termine verso l’Iraq per un valore superiore a due miliardi di euro. Per l’Italia la Sace , rappresentata dal Presidente, Lorenzo Bini Smaghi, e dal Direttore Generale, Giorgio Tellini, ha firmato un accordo di valore pari a 250 milioni di euro per sostenere le operazioni commerciali delle aziende italiane. L’importo rappresenta l’allocazione di una parte del plafond di un miliardo di euro deliberato dal Cipe per gli impegni della Sace a sostegno delle esportazioni e degli investimenti italiani in Iraq. All’evento hanno partecipato l’Ambasciatore Marek Belka, Director for Economic Policy della Cpa, Dr. Ali Allawi, Ministro del Commercio dell’Iraq, Hussein Al-uzri, Presidente della Tbi, ed i rappresentanti delle Eca firmatarie.

CDP SPA: FIRMATI DPCM SU NOMINE E PRIVATIZZAZIONE E DM SU CONFERIMENTO AZIONI
Roma, 9 dicembre 2003 - Il Mef comunica che sono stati firmati il 5 dicembre dal presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, due decreti sulla Cassa Depositi e Prestiti Spa (Cdp Spa). Il primo riguarda la nomina degli organi sociali, il secondo la privatizzazione della società. Il Ministro Giulio Tremonti ha inoltre firmato il Decreto ministeriale di trasformazione in Spa della Cassa Depositi e Prestiti. Il provvedimento individua le azioni del Mef da trasferire dalla Cdp Spa. In particolare, sarà ceduto il 10,35% di Enel, il 10% di Eni ed il 35% di Poste Italiane Spa, per un controvalore complessivo di 11 miliardi di euro.

IL CREDITO AL CONSUMO IN ITALIA ACCELERA LA CRESCITA : + 15,8% AL 30 GIUGNO 2003
Milano, 9 dicembre 2003 - La crisi dei consumi non rallenta la crescita del ricorso al credito al consumo da parte degli italiani: al 30 giugno del 2003 si registra infatti un tasso di crescita delle consistenze di credito al consumo nell’ordine del 15,8%, rispetto al 12,5% registrato alla stessa data dell’anno precedente. Questi i dati che emergono dall’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, il rapporto Assofin - Crif - Prometeia giunto alla quindicesima edizione. La ricerca periodica, che costituisce un punto di riferimento di grande importanza sul mercato del credito al consumo e più in generale dei finanziamenti alle famiglie, fornisce ogni sei mesi un quadro su: ·l’evoluzione dello scenario macroeconomico, ·l’andamento congiunturale dei prestiti alle famiglie, per forma tecnica e per settori merceologici; .L’evoluzione della rischiosità, anche a livello territoriale e per singoli segmenti (durata, classi di importo dei contratti); ·le proiezioni a medio termine dei consumi delle famiglie e della domanda di credito al consumo e di mutui fondiari (a livello sia nazionale che territoriale). Il credito al consumo come leva per la ripresa economica - Le evidenze del rapporto, relative al primo semestre 2003, mostrano come il credito alle famiglie sia cresciuto a ritmi sostenuti e pari al 9% rispetto a giugno 2002. In particolare viene in evidenza come la componente di credito al consumo (in crescita del 15,8% ) sia determinante come sostegno dello sviluppo dei consumi totali reali, la cui crescita nel periodo è prossima al 2%. "Considerata la natura anticiclica del credito al dettaglio – sottolinea Umberto Filotto, Segretario Generale di Assofin - in questa fase di stagnazione della domanda è opportuno costruire un quadro regolamentare che favorisca e non ostacoli l'incontro tra domanda e offerta. In questa prospettiva sarebbero utili interventi sulla fiscalità, una definizione chiara e non punitiva del sistema della referenza creditizia (le cosiddette centrali rischi positive), l'alleggerimento di adempimenti ed oneri formali quando questi non contribuiscono all'informazione e alla protezione del consumatore". “Il credito al dettaglio in Italia ha ulteriori margini di crescita, se confrontato ad altri Paesi Europei (ad esempio Francia e Germania). Ne va allora alimentata la forza anche nel medio periodo, quale motore per la generazione di ricchezza per il Paese – aggiunge Silvia Ghielmetti, Direttore di Crif Decision Solutions. - Ma si tratta di un motore sensibile e delicato: il solo credito finalizzato all’acquisto di beni esprime oggi un impatto incrementale sul Prodotto Interno Lordo che è stato stimato intorno allo +0,3%, in valore assoluto. Ma se interventi normativi riducessero la disponibilità o la facilità di accesso al credito (adesempio riducendo i tempi di conservazione dei dati creditizi disponibili presso le centrali rischi positive dagli attuali 5 a 2 anni dall’estinzione del finanziamento), il contributo incrementale sul Pil sarebbe azzerato, danneggiando non solo i consumatori ma l'intero sistema economico" “In generale il credito retail continuerà a rappresentare un business molto attraente per gli operatori finanziari. Infatti, la domanda di credito espressa dalle famiglie continuerà a registrare tassi di crescita elevati e superiori a quelli dell’attività economica e l’adeguamento ai requisiti previsti da Basilea Ii porterà ad un minore assorbimento di capitale da parte del segmento di finanziamenti retail – conclude Antonio Rigon, Partner di Prometeia e Responsabile dell’Area Intermediari Finanziari. - Nel comparto del credito al consumo, alle potenzialità in termini di crescita dei volumi si affianca l’aspettativa di margini ancora elevati per effetto di una ricomposizione del credito verso forme tecniche a maggiore rendimento.” Il mercato, le dimensioni e le tendenze Le consistenze totali di credito al consumo si sono attestate, a fine giugno 2003, intorno ai 55.600 milioni di Euro; le banche generaliste hanno registrato circa 17.000 milioni di Euro (+18% a fronte del +8% di giugno 2002), mentre le istituzioni finanziarie e banche specializzate hanno raggiunto i 38.500 milioni di Euro (+14,9% circa contro il +14,5% alla stessa data del 2002). Le forme tecniche del credito al consumo Aspetti dimensionali L’evoluzione delle consistenze è stata analizzata nel Rapporto in forma distinta per i due comparti del mercato, il primo costituito dalle banche generaliste ed il secondo da istituzioni finanziarie e banche specializzate. Le consistenze aventi origine bancaria mostrano un’evoluzione suddivisibile in tre macrocategorie: la componente dei finanziamenti veicolati attraverso carta di credito (la cui incidenza rispetto al totale è in leggera flessione, dal +4,5% al +4,3%), le cessioni del quinto (la cui importanza si mantiene stabile ed intorno al 7,7%) e le altre forme tecniche, che pesano ancora per l’88%. Nel campo delle istituzioni finanziarie e banche specializzate è stata effettuata una scomposizione più dettagliata che ha portato ad evidenziare l’andamento dei tassi di crescita nei vari segmenti: i finanziamenti finalizzati sono cresciuti del +12,7% (contro il +10,3% del 2002), i finanziamenti non finalizzati sono cresciuti del +16,8% (nel 2002l’incremento era stato del +24,7%); le carte di credito revolving aumentano del 31,8% (+33% nel 2002), mentre i prestiti contro cessione del quinto dello stipendio continuano ad aumentare ad un tasso superiore alla media (+20,6%), anche se meno elevato rispetto al più recente passato (+40% nel 2002). Dal Rapporto emerge come le carte di credito rappresentino uno strumento sempre più utilizzato dagli Italiani sia come strumento di pagamento, che come veicolo di credito al consumo: 379 carte di credito ogni mille abitanti e un incremento del +8,8% rispetto al 2002 sono numeri significativi anche se non sufficienti ad eguagliare la media europea. Le consistenze di credito corrispondente all’utilizzo di carte aumentano di un significativo +29%. Il mercato delle carte revolving continua a rappresentare il segmento più interessante, con flussi di credito pari a 1.600 milioni di Euro (+23,3% rispetto a giugno 2002) e oltre 13 milioni di transazioni (+ 34,7%). I flussi di credito finalizzato nel primo semestre 2003 L’incremento dei flussi di credito al consumo erogato dalle banche generaliste, rispetto al primo semestre 2002, risulta pari al 27,3 %. In aumento consistente risultano i finanziamenti personali (+35,2%) ed i finanziamenti finalizzati all’acquisto di motocicli (+35%) e di beni del comparto dell’elettronica (+42,5%).Tra i crediti finalizzati erogati dalle istituzioni finanziarie e banche specializzate, si segnala l’andamento dei finanziamenti legati agli acquisti nel settore della mobilità, che aumentano nel semestre di un +16,7%, arrivando a costituire il 67,6% dell’intero monte crediti erogato. Il segmento risulta in ripresa dopo la leggera flessione dei volumi erogati registrata a giugno 2002. La crescita del comparto è stata trainata dai finanziamenti erogati a tassi promozionali per l'acquisto di auto nuove (+106,6%). Il restante 32,4% è suddiviso tra crediti finalizzati all’acquisto di beni diversi dall’auto (arredo, elettronica, servizi) che coprono una quota pari al 16,5%, ed i crediti erogati senza destinazione d’uso. I finanziamenti finalizzati all'acquisto di elettronica ed elettrodomestici mostrano una buona ripresa (+18,6%), come anche i finanziamenti destinati all’acquisto di arredi (+18,5%); in crescita anche i finanziamenti finalizzati all’acquisto di motocicli (+7,7%) e di auto usate (+10,2%). Prospettive future In previsione lo scenario macroeconomico dovrebbe tornare a mostrarsi favorevole all’evoluzione della domanda di credito al consumo. Il reddito disponibile lordo delle famiglie, infatti, dovrebbe tornare a crescere a tassi significativi, mentre il consolidamento della ripresa dei mercati finanziari dovrebbe favorire un rientro del fenomeno di accantonamento di risparmio al fine di preservare il valore desiderato di ricchezza finanziaria: la propensione al consumo è prevista perciò, nel prossimo biennio, in aumento di circa un punto percentuale. Dal lato dei consumi ci si aspetta la crescita più vivace proprio nei settori caratterizzati da una minore penetrazione del credito al consumo: politiche di stimolo della domanda di credito per la copertura della spesa in questi settori merceologici potrebbero, quindi, avere un notevole impatto espansivo sulle consistenze. In tutto il periodo di previsione la crescita degli stock dovrebbe mantenersi sostenuta e ad un livello superiore a quello atteso per il reddito disponibile e per i consumi delle famiglie, con una prospettiva che avvicina ulteriormente i comportamenti finanziari delle famiglie italiane a quelli medi europei. La prevista ripresa del ritmo di crescita dei consumi durevoli (dal –2% del 2002 al +2% del 2003 in termini nominali) e gli incisivi mutamenti strutturali intervenuti dal lato della domanda ci portano a prevedere una accelerazione delle consistenze di credito al consumo in entrambi i comparti, quello delle banche generaliste e quello delle istituzioni finanziarie e banche specializzate. Nel complesso, il credito al consumo dovrebbe registrare una dinamica ancora sostenuta, aumentando del +15,8% nel 2003 (a fronte del +12,5% del 2002). Nel 2004 si dovrebbe assistere ad un nuovo rallentamento del ritmo di crescita dei consumi durevoli nominali e ad una stagnazione in termini reali (+0,8% e –0,2% rispettivamente). Ciò ci porta a prevedere una decelerazione della crescita del credito al consumo complessivo di circa 70 punti base. Sul finire dell’orizzonte di previsione (2005), viceversa, in virtù di una ripresa più consistente della propensione al consumo e del reddito disponibile reale ci si aspetta una vivacità più accentuata della domanda di beni durevoli sia in valore (+4,4%) che in volumi (+3,2%). La domanda di credito al consumo dovrebbe perciò mostrare una accelerazione del ritmo di crescita che si porterà su livelli prossimi a quelli sperimentati nel 2000 (+17,0% circa) sempre che non vengano introdotte misure restrittive per il settore. La previsione sconta già le ipotesi di un forte ricorso alla cartolarizzazione quest’anno e di un aumento nel 2004, mentre nel 2005 il valore delle operazioni di securitisation di credito al consumo dovrebbe mantenersi sugli stessi livelli del 2004. Lo scenario prospettato per i driver della domanda di mutui è tutto sommato favorevole. La spesa per ristrutturazioni dovrebbe mantenersi molto vivace quantomeno fino alla fine del 2004, termine di validità previsto per gli incentivi fiscali; nel contempo, la domanda di immobili a scopo abitativo dovrebbe continuare a mantenere un ritmo vivace, sostenuta da: - un livello dei tassi di interesse ai minimi storici, che rende comunque vantaggioso l’acquisto dell’abitazione laddove si confronti l’onere finanziario derivante dalla contestuale accensione di un mutuo al livello dei canoni di affitto; - una crescita dei prezzi e dei canoni che dovrebbe subire un rallentamento per poi stabilizzarsi nell’ultimo anno dell’intervallo di previsione. Lo scenario prospettato nell’Osservatorio è perciò di una dinamica significativa della domanda di mutui fondiari anche se in rallentamento rispetto ai picchi registrati nel passato più recente: +17.4% per la fine di quest’anno, +11.8% e +9.5% rispettivamente nel 2004 e nel 2005. Tale previsione sconta anche l’ipotesi di un ricorso crescente alle cartolarizzazioni di portafogli di mutui ipotecari performing.

MEDIOBANCA E UNIONCAMERE PRESENTANO L'INDAGINE SULLE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DEL NORD EST
Milano, 9 dicembre 2003 - L'Ufficio Studi di Mediobanca in collaborazione con il Centro Studi dell'Unioncamere ha predisposto un rapporto sui bilanci delle medie imprese manifatturiere del Nord Est. Si tratta di un volume di 180 pagine dove si riportano gli aggregati economico-finanziari delle imprese di media dimensione ubicate nel Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna. Sono state individuate 1359 società per le quali si sono elaborati aggregati sia per singole regioni, sia per settori economici, evidenziando inoltre le società appartenenti a distretti e altri sistemi produttivi locali. Infolink: www.mbres.it 

COMPETITIVE, INNOVATIVE, LEADER DELL’ITALIAN STYLE
Treviso, 9 dicembre 2003 – Veneto, Emilia-romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige contavano, nel 2000, 1.359 medie imprese industriali . Queste imprese, analizzate nell’indagine di Unioncamere e Mediobanca, che viene presentata oggi a Treviso, rappresentano la spina dorsale dell’economia locale: sono, infatti, le più dinamiche; sono “l’anima” dei distretti e dei sistemi produttivi locali, in cui si incardina la struttura economica del Nord-est; sono un segmento di aziende che, pur pesando poco meno dell’8% sul totale delle imprese, produce una quota relativa di valore aggiunto doppia (16%). Una quota relativa di valore aggiunto che risulta addirittura leggermente superiore a quella realizzata dalle più numerose medie imprese del vecchio triangolo industriale di Milano, Torino, Genova. “Nelle medie imprese si possono ritrovare le caratteristiche più significative del modello di sviluppo tipico del Nord-est. Esse rappresentano le aziende più dinamiche e competitive sui mercati internazionali e sono anche un esempio dell’innovazione propria del made in italy”, ha commentato il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli. “Basti dire che le innovazioni di processo, misurate sulla base delle investimenti in macchinari e impianti, sono aumentate nel periodo 1996-2000 del 41,9%, in misura, quindi, decisamente superiore agli incrementi, pure sensibili, registrati in termini di occupati e valore aggiunto. Queste società, leader in tanti settori di punta dello stile italiano conosciuto nel mondo, sono anche il cuore delle reti di aziende, che sempre più si vanno diffondendo nel Paese, e dei gruppi societari, che, come dimostrano le rilevazioni di Unioncamere, sono un fenomeno in continua crescita”. Nel periodo 1996-2000, tutti gli indicatori di performance delle medie imprese del Nord-est sono risultati estremamente positivi: il fatturato è cresciuto del 31%, con un contributo delle esportazioni (+39%) di gran lunga superiore a quello delle vendite all’interno (+27%), il valore aggiunto del 28% e l’occupazione del 14%. Lo sviluppo delle medie imprese dell’area ha superato quello delle grandi società industriali italiane: la differenza è sensibile per il fatturato – soprattutto in termini di export – e notevole per il valore aggiunto (quasi il doppio). Quanto all’occupazione, le medie imprese l’hanno aumentata, mentre le grandi l’hanno ridotta. Il numero delle medie imprese, nel 1998-2000, è aumentato di 142 unità (con un tasso di crescita ne biennio pari al +11,7%), in misura superiore rispetto al Nord-ovest (+7,2%). L’area in cui si registra il massimo tasso di crescita nel biennio (+14,1%) è però Centro-sud, dove le medie imprese risultino ancora poco numerose rispetto alle altre ripartizioni (erano 730 nel 2000). Le 1.359 aziende individuate da Unioncamere e Mediobanca hanno contribuito nel 2000 per il 16% al valore aggiunto delle quattro regioni nelle quali sono localizzate (un altro 16% si deve alle grandi imprese, mentre le piccole hanno prodotto circa il 68%). Si tratta di un apporto significativo, se si tiene conto che questa tipologia d’impresa rappresenta l’8% del totale delle imprese attive nelle quattro regioni considerate. A livello nazionale, le medie imprese del Nord-est contribuiscono al valore aggiunto prodotto dal totale delle medie imprese italiane per il 38%. Se si considerano le aziende in base al numero di occupati, si rileva che la maggiore concentrazione si verifica nella classe con 100-249 addetti (686, pari al 49,5% del totale), seguita da quella con 50-99 addetti (569, ovvero il 41,1% del totale) e da quella con 250-499 addetti (131, pari al 9,4%). Le medie imprese industriali del Nord-est sono prevalentemente localizzate nel Veneto ( 682 in valore assoluto, pari al 49,2%) e nell’Emilia Romagna (516 società, pari al 37,2%). In queste due regioni si concentra, quindi, l’86,4% delle medie imprese dell’area e circa un terzo di tutte le imprese manifatturiere italiane di questa dimensione. Minore la loro presenza nel Friuli Venezia Giulia (123 imprese, ovvero l’8,9%) e nel Trentino Alto Adige (65 imprese, pari al 4,7% del totale). In termini di valore aggiunto prodotto da tutte le medie imprese del Nord-est, Veneto ed Emilia Romagna ne concentrano la quota più rilevante, pari rispettivamente al 45,4% e al 41%. Friuli Venezia Giulia (8,6%) e Trentino Alto Adige (5%) vi contribuiscono con quote meno significative. La relazione tra medie imprese e distretti o sistemi produttivi locali è nel Nord-est più stretta rispetto alle altre aree del paese. Nel 2000, infatti, 246 medie imprese risultano localizzate nei distretti e 338 nei sistemi produttivi locali. In termini di addetti, le medie imprese dei distretti e dei sistemi produttivi locali rappresentano il 43% del totale d’area, contro la media nazionale del 38%. I distretti del Nord-est con la maggior partecipazione di medie imprese sono costituiti dall’area mobiliera dell’Alto Livenza tra Veneto e Friuli (circa 9.800 addetti), dalle piastrelle di Sassuolo (circa 8.500 addetti), dalla concia di Arzignano in provincia di Vicenza (3.200 addetti) e dall’alimentare di Parma (2.400 addetti). Nei sistemi produttivi locali, le principali aree di specializzazione sono quelle del tessile abbigliamento nell’Area pedemontana e meridionale (9.600 addetti), della metalmeccanica di Schio e Thiene, in provincia di Vicenza (9 mila addetti) e di Argenta e Cento (Bologna e Ferrara, 8.800 addetti), dei prodotti per l’arredamento e delle ceramiche di Castellarano e Vignola (Bologna, Modena e Reggio Emilia, 8.600 addetti) e di Bassano del Grappa (Treviso e Vicenza, 7.300 addetti), della meccanica di Rovereto, in provincia di Trento (5.600 addetti) e di Conegliano, in provincia di Treviso (3.500 addetti.) A livello settoriale, il comparto della meccanica e quello dei beni per la persona e la casa rappresentano i due terzi del prodotto complessivo. Il valore aggiunto prodotto dalle medie imprese nord-orientali, infatti, vede una prevalenza di questi due settori (cui si deve rispettivamente il 37,1% ed il 29,4% della ricchezza realizzata da questa tipologia d’impresa). Seguono il settore alimentare (11,2%), il chimico-farmaceutico (7,8%), quello della carta ed editoria (5,6%), il siderurgico e metallurgico (5,4%).

FONDAZIONE EDISON CONVEGNO SU CONCORRENZA ASIMMETRICA E CONTRAFFAZIONE: UNA STRATEGIA DI SISTEMA PER COMPETERE CON LA CINA TUTELA E PROMOZIONE DEL “MADE IN ITALY”, INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE
Milano, 9 dicembre 2003 - La Fondazione Edison ha riunito il 5 dicembre a Milano, in un convegno dal titolo “Globalizzazione e concorrenza asimmetrica: il caso Cina”, i Presidenti dei maggiori settori produttivi del “made in Italy” aderenti alla Confindustria (tessile-abbigliamento, pelli-calzature, occhialeria, oreficeria­gioielleria, legno-arredo, meccanica), per un confronto con il Governo, rappresentato dal Viceministro per le Attività Produttive Adolfo Urso, sul problema della competizione cinese e della tutela dei prodotti italiani, gravemente colpiti dalla contraffazione asiatica e cinese in particolare. Al Convegno ha partecipato Cesare Romiti, Presidente della neonata Fondazione Italia-cina, che ha illustrato le opportunità di investimento per le imprese italiane in Cina. Il Presidente della Edison Umberto Quadrino, nell’aprire i lavori, ha ricordato che “i settori manifatturieri italiani dei beni per la persona e la casa e della meccanica, nonostante la grande sfida competitiva portata dalla Cina, sono leader a livello internazionale”; inoltre, “nonostante il calo dell’export degli ultimi due anni dovuto contemporaneamente alla crisi dell’economia mondiale, all’euro forte ed alla crescente pressione competitiva della stessa Cina, tali settori assicurano ancora all’Italia un saldo commerciale attivo con l’estero di circa 75 miliardi di euro, fondamentale per compensare i passivi strutturali che abbiamo nell’energia e negli altri settori”. Quadrino ha concluso affermando che “per affrontare la sfida competitiva della Cina, nuova grande potenza economica mondiale, l’Italia necessita di una strategia di sistema, imperniata sia sulla difesa che sull’attacco: difesa dei marchi del “made in Italy” e dei prodotti italiani dalla contraffazione e dalle forme di concorrenza sleale, nel rispetto delle regole della Wto; attacco mediante un progetto paese per incrementare la capacità di innovazione delle nostre imprese ed accompagnarne il processo di internazionalizzazione”. Alberto Quadrio Curzio, Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Edison, ha sottolineato il carattere di eccezionale rilevanza dell’intervento di ieri del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi sul “made in Italy”. “Ciampi ha ragione ad opporsi alla retorica del declino industriale dell’Italia. Il modello di sviluppo italiano, imperniato su Distretti industriali e Piccole e Medie Imprese, non è superato, ma si sta modificando ed adattando per reggere l’urto della competizione dei nuovi paesi emergenti, tra cui spicca la Cina ”. Ma le imprese non devono essere lasciate sole nel loro sforzo. “Non servono misure protezionistiche. Occorre innanzitutto tutelare e promuovere il “made in Italy”, che è il nostro più grande patrimonio. Inoltre, occorre un progetto ampiamente condiviso per il rilancio del nostro paese imperniato su 4 punti: a) Distretti: per rinforzare le Pmi che vi operano anche favorendo la crescita dimensionale delle imprese; b) Pilastri: per rinforzare le grandi imprese esistenti capaci di assumere dimensioni innovative europee; c) Laboratori: per ricostruire gli Enti dove si fa ricerca scientifico-tecnologica; d) Reti: per creare sinergie tra Pilastri, Distretti, Laboratori. E' una operazione di lungo periodo per portare una parte del sistema produttivo italiano sulla frontiera della innovazione e dell’internazionalizzazione, ma non casualmente, come in singoli episodi già oggi accade”. Marco Fortis, economista, Vice Presidente della Fondazione Edison, ha illustrato i numeri della crescita della Cina, ma anche le cifre del “made in Italy” (vedi schede allegate). “Gli indicatori dei consumi di materie prime, ha ricordato Fortis, ci dicono che negli ultimi anni la Cina ha superato gli Stati Uniti nei consumi di rame, zinco, gomma, stagno, acciaio, cemento e probabilmente nel prossimo quinquennio la Cina diventerà anche il primo consumatore mondiale di polipropilene, alluminio, carta e cartone. Ciò è indice sia dei grandi investimenti infrastrutturali che la Cina sta effettuando sia del fatto che è ormai diventata la fabbrica del mondo”. Secondo Fortis, l’Italia “può fronteggiare con successo la sfida cinese nei suoi settori di elezione, quelli dei beni per la persona e la casa e della meccanica, investendo in design, ricerca e innovazione e promuovendo l’internazionalizzazione delle sue imprese. Guardare al futuro non significa, però, ignorare i problemi del presente. Occorre perciò tutelare i marchi e i prodotti italiani dalla piaga della contraffazione asiatica, che rappresenta il 70% della contraffazione mondiale. Ciò è possibile attraverso l’obbligo dell’indicazione del paese di fabbricazione, mediante apposita stampigliatura, su tutte le merci importate nell’Unione Europea. Lo fanno già sia paesi avanzati come gli Usa sia paesi emergenti come il Perù. E’ una misura fondamentale per noi e il Governo italiano deve impegnarsi affinché anche la Ue la introduca in tempi brevissimi. Infatti molti prodotti cinesi, spesso scadenti o pericolosi, vengono oggi introdotti in Europa come “falsi” di prodotti italiani oppure marcati “made in Italy” o Ce (storpiando il marchio Comunità Europea in China Export), con danni enormi per le quote di mercato e l’immagine dell’Italia”. Le imprese italiane, ha concluso Fortis, “non chiedono misure protezionistiche, ma solo reciprocità e azioni di tutela dei marchi aziendali e degli standard qualitativi elevati delle loro produzioni, misure che sono del tutto compatibili con le regole della Wto”. Per Cesare Romiti, Presidente della neonata Fondazione Italia-cina, è importante che l’Italia sappia cogliere le opportunità offerte dal grande sviluppo della Repubblica Popolare Cinese. “ La Fondazione Italia-cina – ha spiegato Romiti – è nata sulla base di una volontà comune con le istituzioni di Pechino, perché comuni sono anche gli interessi e gli obiettivi: migliorare rispetto al passato la collaborazione e intensificare i rapporti d’affari. Questo dimostra che occorre considerare con attenzione tutta particolare la crescita dell’economia in Cina. Perché preoccuparsi soltanto della concorrenza dei prodotti cinesi, pensando che avvenga in genere in forme sleali, che sono anche dei Paesi Europei, porta a valutare unicamente strategie di difesa e tattiche protezionistiche. Il vero problema è invece costituito dalla capacità del sistema produttivo italiano di sfruttare tutte le opportunità che lo sviluppo della Repubblica Popolare genera ormai da più di dieci anni e con una forza superiore agli stessi Stati Uniti. Altri Paesi Europei hanno infatti saputo fare meglio dell’Italia e questo divario competitivo contribuisce a far perdere le posizioni”. Molti i rappresentanti dei vari settori produttivi del “made in Italy” intervenuti al Convegno: Vittorio Giulini (Presidente Sistema Moda Italia), Savino Rizzio (Presidente della Meccanica varia-Anima), Carlo Guglielmi (Vicepresidente di Federlegno-arredo), Rossano Soldini (Presidente dei Calzaturifici-anci), Cirillo Coffen Marcolin (Presidente dei produttori di occhialeria-Anfao), Alessandro Biffi (Presidente Federorafi), Francesco Pellati (Vicepresidente Pellettieri­aimpes), nonché numerose delegazioni di imprenditori di Distretti industriali, tra cui i produttori di rubinetti del Lago d’Orta e di Lumezzane, i produttori di sedie friulani e dei distretti tessili di Biella e Prato. A fronte della crescente concorrenza cinese, le delegazioni dei settori produttivi hanno sottoposto all'attenzione del Viceministro Urso un piano di tutela del "Made in Italy" imperniato su 5 punti: 1. Un maggior controllo delle Dogane sui prodotti che entrano abusivamente con il marchio "Made in Italy" e Ce in Italia e in Europa; 2. Un'azione sulla Unione Europea per l'adozione obbligatoria dell'indicazione dell'origine per i prodotti provenienti da Paesi extra-Ue; 3. La reciprocità di regole commerciali negli scambi internazionali; 4. L 'inasprimento dei controlli e delle pene per frodi e contraffazioni sui marchi aziendali e sul marchio d'origine; 5. Un progetto di promozione in Italia e all'estero dei prodotti "Made in Italy".

L'IMPRESA ITALIANA CHE OPERA CON LA CINA : QUALE IDENTIKIT?
Milano, 9 dicembre 2003 - Sono 5749 le imprese italiane che commerciano attualmente con la Cina. Hanno , in media, 38 addetti ciascuna e un fatturato di oltre 6,2 milioni di euro annui. Operano per il 46,5% nel settore dell'industria e per il 28,8% nel commercio, seguono un 11,9% di trading company, un 7,5% di artigianato, 4,2% di servizi, in coda le aziende agricole con 1,1%. E sono soprattutto lombarde (1664 ditte; il 28,9% del totale nazionale), venete (851; il 14,8% nazionale), emiliane (682; 11,9% nazionale). Vengono poi quelle di Toscana (536), Piemonte (498) e Campania (273). Per un giro d'affari complessivo che nel 2002 ha superato per l'Italia i 12 miliardi e 300 milioni di euro (oltre 8 miliardi e 300 milioni di import e 4 miliardi di export). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio sui dati delle imprese operanti con l’estero aggiornati al dicembre 2003. E la tutela dei diritti di proprietà industriale e dei marchi è uno dei problemi di maggiore attualità e di rilevanti implicazioni per le società che operano con la Cina. Se ne parlerà durante il seminario "Interscambio con la Cina : le nuove tutele della Proprietà Intellettuale", organizzato da Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per le attività internazionali e dalla Camera di Commercio Italo Cinese, in collaborazione con l’Università Luiss. L'incontro si terrà mercoledì 10 dicembre, ore 14.30 - 18.00, a Palazzo Turati, Sala Consiglio, via Meravigli 9/b, Milano (Mm Cordusio). Verranno affrontati vari temi: concorrenza e comunicazioni, concorrenza sleale, analisi di casi specifici, tutela del software, tutela dei marchi, tutela del copyright, tutela dei brevetti. Parteciperanno tra gli altri: Pier Andrea Chevallard - Segretario generale della Camera di Commercio di Milano, Mario Zanone Poma - Presidente della Camera di Commercio Italo Cinese, Cesare Romiti - Presidente Istituto Italo Cinese.

BNL, DA DODICI ANNI IL PRINCIPALE PARTNER DI TELETHON, HA RACCOLTO NEL 2002 QUASI 13,5 MILIONI DI EURO, CIRCA IL 60% DELLA RACCOLTA TOTALE
Roma, 9 dicembre 2003 - Bnl ha raccolto per Telethon in dodici anni di partnership circa 98 milioni di euro a favore della ricerca scientifica, superando di volta in volta i record già raggiunti grazie ad una formula di successo che coinvolge dipendenti e clienti della Banca e divenendo, in questa maniera, il primo partner nella raccolta. Una collaborazione che ha permesso di finanziare più di mille progetti scientifici.Ungo questo trend sempre crescente di impegno e risultati, l’edizione di Telethon 2002 si è chiusa con quasi 13,5 milioni di euro raccolti da Bnl, pari a circa il 60% della raccolta totale. “Superare questo traguardo sarà un’impresa molto impegnativa – ha detto il Presidente di Bnl, Luigi Abete - ma come tutti gli anni i dipendenti e i clienti Bnl sono pronti ad affrontare con entusiasmo questa sfida”. In occasione della maratona televisiva 2003, le agenzie Bnl rimarranno aperte straordinariamente venerdì 12 dicembre fino alle 22 e sabato 13 dalle 10 alle 24. A favore di Telethon, Bnl ha messo a punto una struttura dinamica ed efficiente, carica di entusiasmo e spirito creativo che dà un importante contributo al successo di questa manifestazione divenuta ormai il simbolo della solidarietà in Italia. Uno sforzo organizzativo che negli anni ha coinvolto in maniera sempre più capillare l’intera rete aziendale, con una motivazione dei propri dipendenti che rappresenta un modello vincente di Responsabilità Sociale d’Impresa, stimolo per le aziende italiane a seguire Bnl sulla strada della solidarietà. La formula del successo di Bnl per Telethon è infatti data anche dallo speciale legame che la Banca ha con i propri grandi clienti. Nel 2002 le donazioni della clientela corporate (le imprese) hanno rappresentato il 53% del totale, con un versamento medio pari a 331 euro. Questo dato è il frutto di una forte relazione con il cliente finalizzata, da un lato, alla diffusione della cultura della Responsabilità Sociale di Impresa e, dall’altro, ad un maggiore coinvolgimento delle aziende nello sviluppo della ricerca scientifica e biomedica del nostro Paese. Da quest’anno, infatti, è stato promosso un progetto che, grazie a tutte le aziende coinvolte, vuole sostenere l’Istituto Telethon Dulbecco (Dti), con cui vengono finanziati scienziati italiani d’eccellenza, offrendo loro l’opportunità di creare un gruppo di ricerca in istituti e università delle varie regioni, garantendone così la carriera professionale e l’autonomia. Questo nuovo progetto nasce secondo una logica di coerenza e continuità: già dal 2002 Bnl sostiene il ricercatore Stefano Bertuzzi rientrato dagli Stati Uniti in Italia dove attualmente guida il gruppo di ricerca Telethon presso il Laboratorio Interdisciplinare Tecnologie Avanzate, del Cnr a Milano. “Abbiamo sempre creduto nelle finalità di Telethon fin dal 1992 – spiega il Presidente di Bnl - ed è stato dunque naturale proseguire in questa direzione sostenendo un progetto di Telethon che intende favorire il ritorno in Italia dei migliori giovani ricercatori, incentivandone la carriera”.

AUTOREVOLI PERSONALITÀ DISCUTONO SUL RAPPORTO TRA COOPERAZIONE E COMPETIZIONE, VALORI FONDANTI PER RECUPERARE UNA “STRATEGIA CULTURALE” CON AL CENTRO L’UOMO.
Roma, 9 dicembre 2003. “La centralità di una lettura antropologica della cooperazione”, “la globalizzazione come crescita economica e sociale”, “il convincimento che la dignità umana è al vertice dei criteri per valutare un programma economico”: sono questi alcuni dei grandi temi discussi nel convegno “Alle radici della civiltà: cooperazione, regole, competizione”, organizzato il 4 dicembre da Bnl con la collaborazione della Pontificia Università Lateranense. Una mattinata di discussione dalla quale sono emersi spunti e riflessioni sulla “necessità di recuperare una strategia culturale che assista in termini positivi la globalizzazione”; sul “profit e il non profit legati da un rapporto di complementarità e di cooperazione”; sul “presidio delle regole, attraverso le istituzioni, per giungere ad una sana cooperazione dello sviluppo”. Nel corso dell’incontro è stata inoltre annunciata una partnership tra Bnl e la Pontificia Università Lateranense: la Banca ha infatti deciso di dare il proprio sostegno finanziando borse di studio da destinare a studenti provenienti da Paesi in Via di Sviluppo che, presso la Pontificia Università Lateranense, approfondiranno discipline inerenti la cooperazione internazionale. Il convegno si inserisce nel ciclo di appuntamenti – inaugurato da Bnl nel 2001 – dedicato a riflessioni e dibattiti su tematiche socio-economiche nell’ambito dell’iniziativa culturale “Le radici del futuro”. L’evento di quest’anno, il terzo realizzato finora, accompagna le celebrazioni della Banca per i suoi novant’anni di attività. Dopo il saluto di benvenuto del rettore della Pontificia Università Lateranense S.e. Mons. Rino Fisichella, il convegno si è aperto con la relazione di S.em. Card. Camillo Ruini, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Il dibattito è poi proseguito sul tema della tavola rotonda “I dilemmi della cooperazione”, moderata da Giancarlo Santalmassi, alla quale hanno partecipato: Magdi Allam - editorialista del Corriere della Sera – che ha portato la sua esperienza, personale e professionale, per una riflessione sulla cooperazione tra paesi, popoli, culture; Tito Boeri - professore di Economia del Lavoro presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi - e Domenico De Masi - preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza – che hanno invece dato il contributo del mondo accademico; Carlo Callieri - vicepresidente della Compagnia di San Paolo – che ha infine ricordato strategie e impegno delle fondazioni bancarie verso il terzo settore e i temi del sociale e dell’etica. Ha chiuso i lavori l’intervento del presidente di Bnl, Luigi Abete, che ha sottolineato la necessità di recuperare una “strategia culturale che assista in termini positivi la globalizzazione”. Abete si è poi soffermato sulla cooperazione internazionale affermando che “deve essere una cooperazione allo sviluppo la quale, per funzionare, deve poter contare sia su un insieme di principi e regole condivisi e rispettati, sia su un nucleo di istituzioni internazionali”. “Alla base di ciò – ha concluso Abete – c’è il principio della socialità dell’uomo come persona e non come mero individuo”.

SANPAOLO IMI SIGLA INTESA CON SACE PER IRAQ
Roma, 9 dicembre 2003 - Sace, l’Istituto per i Servizi Assicurativi del Commercio Estero, e Sanpaolo Imi hanno firmato un Memorandum of Understanding per l’assicurazione di operazioni a breve termine realizzate in Iraq da esportatori italiani. Oggetto dell’accordo è l’impegno di Sace di assicurare le conferme rilasciate dal Sanpaolo Imi su lettere di credito emesse dalla Trade Bank of Iraq (Tbi). Le lettere di credito saranno destinate al pagamento di forniture italiane a breve termine in Iraq. Alla firma dell’accordo erano presenti, oltre ai rappresentanti di Sace e Sanpaolo Imi, il Presidente della Trade Bank of Iraq, Hussein al Uzri e alcuni rappresentanti dell’Autorità Provvisoria di Coalizione. Il Memorandum of Understanding rende operativo l’accordo quadro siglato questa mattina tra le Agenzie di credito all’esportazione di 16 Paesi (Australia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera, Stati Uniti), tra cui Sace, la Trade Bank of Iraq e l’Autorità Provvisoria di Coalizione. Per assicurare operazioni a breve termine realizzate da controparti italiane con la Trade Bank of Iraq, il Consiglio di Amministrazione di Sace ha messo a disposizione 250 milioni di euro. L’importo rientra nel plafond da un miliardo di euro fissato dal Cipe per riavviare l’attività assicurativa di Sace in Iraq. Sanpaolo Imi - unica banca italiana partecipante al consorzio internazionale giudato dalla Jp Morgan - avrà il ruolo di banca agente per lo svolgimento delle attività connesse alla gestione degli strumenti commerciali che la Trade Bank of Iraq emetterà a favore degli esportatori italiani ed attraverso la propria rete specialistica potrà quindi fornire, agli operatori economici interessati, l’assistenza e la consulenza necessaria per l’inserimento dei contratti nell’accordo quadro Sace/trade Bank Of Iraq e beneficiare della copertura assicurativa Sace al 95%. L’iniziativa di Sace si colloca in un periodo di forti cambiamenti: dal 1° gennaio 2004 l’Istituto sarà una Società per azioni e si sta dotando di strumenti innovativi per anticipare i trend di mercato e le esigenze degli esportatori: per favorire un’immediata operatività in Iraq Sace rilascerà on line la garanzia al Sanpaolo Imi, tramite il sito www.Isace.it  Sace creerà inoltre una struttura interna dedicata alla nuova operatività in Iraq, al fine di agevolare le imprese italiane che partecipano a gare indette dall’Autorità Provvisoria di coalizione per acquisire beni e servizi necessari alla ricostruzione del Paese.

NASCE RETI BANCARIE HOLDING S.P.A VIA LIBERA DELLA POPOLARE DI LODI AL PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE DEL GRUPPO.
Lodi, 9 dicembre 2003 - Con il voto unanime dell’Assemblea Straordinaria dei Soci della Banca Popolare di Lodi, riunita il 5 dicembre in seconda convocazione sotto la presidenza di Giovanni Benevento, si conclude l’iter deliberativo del progetto di ristrutturazione del Gruppo Bipielle, già comunicato al mercato lo scorso 12 settembre ed approvato dagli azionisti di Bipielle Investimenti e del Banco di Chiavari. La nuova configurazione societaria, che si determinerà per quanto possibile con il 1° gennaio 2004, consentirà di beneficiare di significative sinergie economiche e organizzative tra le diverse articolazioni del Gruppo, incrementando l’efficienza gestionale e accentuando le politiche di cross selling tra le società prodotto e la rete distributiva. Le delibere assunte dall’Assemblea permetteranno alla Bipielle di consolidare il controllo delle due subholding di gruppo: Bipielle Investimenti, quotata in Borsa dal 1° novembre 2002, demandata al coordinamento delle business units investment banking, customer banking e real estate services; Reti Bancarie Holding S.p.a., che debutterà sul Mta al completamento del progetto, con il ruolo di coordinamento delle banche – rete del Gruppo. In particolare, con riferimento alla parte straordinaria, i Soci della Popolare di Lodi hanno approvato: il progetto di scissione parziale proporzionale del Banco di Chiavari a favore di Banca Popolare di Lodi, con conseguente aumento di capitale della Popolare di Lodi per massimi euro 27.000.000,00, mediante emissione di massimo n. 9.000.000 di azioni ordinarie del valore nominale di 3,00 euro ciascuna, da attribuire in concambio agli azionisti di Banco di Chiavari; il progetto di scissione parziale proporzionale di Bipielle Investimenti a favore della Popolare di Lodi e del Banco di Chiavari, con trasferimento a favore di Banca Popolare di Lodi di un compendio patrimoniale composto da: partecipazioni in Efibanca, Bipielle.net, B2bipielle e Bipielle Santander Central Hispano Sim, passività subordinate, prestiti obbligazionari, liquidità e contratti derivati, nella consistenza patrimoniale descritta nel progetto di scissione, con conseguente aumento di capitale di Banca Popolare di Lodi per massimi euro 60.000.000,00, mediante emissione di massimo n. 20.000.000 di azioni ordinarie del valore nominale di 3,00 euro cadauna, da attribuire in concambio agli azionisti di Bipielle Investimenti; il progetto di fusione per incorporazione di Efibanca e Banca Bipielle.net nella Popolare di Lodi, con conseguente aumento di capitale dell’incorporante per massimi euro 30.000.000,00, mediante emissione di massimo n. 10.000.000 di azioni ordinarie del valore nominale di 3,00 euro ciascuna, di cui: massimi euro 25.500.000,00, mediante emissione di massime n. 8.500.000 azioni del valore nominale di 3,00 euro ciascuna, da attribuire in concambio agli azionisti di Efibanca; massimi euro 4.500.000,00, mediante emissione di massime n. 1.500.000 azioni del valore nominale di 3,00 euro ciascuna, da attribuire in concambio agli azionisti di Bipielle.net; il progetto di fusione per incorporazione delle controllate B2bipielle e Bipielle Santander Central Hispano Sim nella Popolare di Lodi. Con riferimento alla parte ordinaria, i Soci hanno approvato la proposta di acquisto e dismissione di azioni proprie, a servizio dell’esercizio del “Warrant Put Bipielle – Bcrl” emesso lo scorso 11 aprile e quotato sul Mta dal 27 luglio 2003.

BANCO DI CHIAVARI E DELLA RIVIERA LIGURE: ASSEMBLEA STRAORDINARIA E ORDINARIA DEGLI AZIONISTI
Lodi, 9 dicembre 2003 - L’assemblea Straordinaria e Ordinaria degli Azionisti del Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, tenutasi in prima convocazione, ha approvato tutti i punti all’ordine del giorno. Le operazioni societarie deliberate il 4 dicembre rappresentano una parte fondamentale per la realizzazione definitiva del piano di ristrutturazione dell’intero Gruppo Bipielle e comporteranno la nascita della subholding di gruppo, Reti Bancarie Holding S.p.a., quotata sul Mta. Riguardo alla parte straordinaria sono stati approvati, secondo i termini specificati nell’ordine del giorno, il progetto di scissione parziale proporzionale di Banco di Chiavari e della Riviera Ligure a favore di Banca Popolare di Lodi, con conseguente aumento di capitale di Banca Popolare di Lodi per massimi euro 27.000.000,00, mediante emissione di massimo n. 9.000.000 azioni ordinarie del valore nominale di 3,00 euro ciascuna, da attribuire in concambio agli azionisti di Banco di Chiavari e riduzione del patrimonio netto contabile del Banco per un importo complessivo pari ad euro 190.000.000, mediante imputazione del relativo ammontare in parte a riduzione del capitale sociale in misura pari a 35.360.000 euro, mediante annullamento di n. 68.000.000 azioni ordinarie, ed in parte a riduzione delle riserve in misura pari a euro 154.640.000; l’aumento del capitale sociale per massimi euro 8.640.888,00, mediante emissione di massimo n. 16.617.091 azioni ordinarie del valore nominale di 0,52 euro ciascuna, riservato alla Banca Popolare di Lodi a fronte del conferimento della partecipazione in Bipielle Retail. Gli azionisti hanno approvato il progetto di scissione parziale proporzionale di Bipielle Investimenti a favore di Banca Popolare di Lodi e Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, con il trasferimento a favore del Banco della partecipazione in Bipielle Retail, con conseguente aumento di capitale dell’istituto rivierasco per massimi euro 7.800.000,00, mediante emissione di massimo n. 15.000.000 azioni ordinarie del valore nominale di 0,52 euro ciascuna, da attribuire in concambio agli azionisti di Bipielle Investimenti. L’assemblea ha inoltre approvato il progetto di fusione per incorporazione di Bipielle Retail e Banca Popolare di Crema nel Banco, con conseguente aumento di capitale per massimi Euro 2.080.000,00, mediante emissione di massimo n. 4.000.000 azioni ordinarie del valore nominale di 0,52 ognuna, da attribuire in concambio agli azionisti di Bipielle Retail e ulteriore aumento di capitale per massimi euro 208.000,00, mediante emissione di massime n. 400.000 azioni ordinarie del valore nominale di 0,52 ognuna, di cui: un massimo di Euro 7.800,00, mediante emissione di massime n. 15.000 azioni ordinarie da Euro 0,52 cadauna, da attribuire in concambio ai detentori di azioni ordinarie Popolare di Crema S.p.a.; e massimi 200.200,00 euro, mediante emissione di massime n. 385.000 azioni ordinarie del valore nominale di 0,52 euro ognuna, da attribuire in concambio agli azionisti privilegiati della Popolare di Crema. Infine l’assemblea ha approvato lo Statuto con il quale Reti Bancarie Holding S.p.a. Debutterà in Borsa. Per la parte ordinaria, gli azionisti del Banco hanno nominato Arturo Lattanzi, già amministratore delegato di Bipielle Retail, nel Cda dell’Istituto e hanno conferito l’incarico alla società di revisione Deloitte & Touche, per il triennio 2003-2005.

CAPITALIA: PRECISAZIONI SU INDAGINI CIRIO
Roma, 9 dicembre 2003. - A seguito delle richieste di esibizione di documenti e delle perquisizioni effettuate questa mattina dall’Autorità giudiziaria, il Gruppo Capitalia riafferma la totale liceità della sua condotta e delle sue scelte. Il Gruppo Capitalia ha pertanto messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria tutta la documentazione dalla quale, certamente, sarà confermata la regolarità di tutte le operazioni che escluderanno l’ipotesi di condotta preferenziale in danno di altri creditori.

MONTE TITOLI AVVIA EXPRESS II IL NUOVO SISTEMA DI LIQUIDAZIONE
Milano, 9 dicembre 2003 - Monte Titoli, società del Gruppo Borsa Italiana, ha avviato l’8 dicembre la prima fase del nuovo servizio di liquidazione netta della piattaforma Express Ii. L'avvio di Express Ii ha visto la partecipazione di circa 350 intermediari e ha interessato circa 5.350 strumenti finanziari obbligazionari non convertibili di emittenti privati. Per la prima volta un ciclo di liquidazione è stato effettuato durante le ore notturne e i saldi della liquidazione - titoli e contanti - sono stati regolati all'inizio della giornata lavorativa: la stretta interazione di Express Ii con il sistema dei pagamenti di Banca d'Italia unitamente all'introduzione di diversi meccanismi di ottimizzazione delle operazioni da regolare, tra cui il prestito titoli e la collateralizzazione automatica dei titoli, hanno permesso il regolamento del 99,07% delle transazioni nel corso del ciclo notturno, valore salito al 99,73% a conclusione del ciclo diurno, al termine del quale soltanto il residuo 0,27% è stato inoltrato al servizio di liquidazione lorda di Express Ii. Quest'ultimo ha contribuito a portare la percentuale di operazioni regolate al 99,96% già alle ore 13,50 di oggi. "Express Ii, sviluppato da Sia - fornitore tecnologico di Monte Titoli - è nato dalla stretta cooperazione delle Autorità, dei mercati, delle controparti centrali e degli operatori, con il duplice obiettivo di completare l'adeguamento delle strutture di post trading italiane alle best practices internazionali e di rispondere alle esigenze dei partecipanti di un mercato finanziario globale" ha dichiarato Giovanni Sabatini, Amministratore Delegato di Monte Titoli. "In quest'ottica è già in corso la pianificazione delle nuove funzionalità di Express Ii intese ad assicurare la sua interazione con sistemi di regolamento titoli e sistemi di pagamento di altri Paesi." A partire dal 26 gennaio 2004, Express Ii estenderà l'operatività a tutti gli altri strumenti finanziari, in particolare titoli di Stato e azioni, determinando la definitiva cessazione della procedura Liquidazione dei Titoli gestita da Banca d'Italia.

BORSA ITALIANA: IN NOVEMBRE INDICI AI MASSIMI ANNUALI MIB +15,3% SU FINE 2002 E +31,4% SUI MINIMI DI MARZO 2003 SCAMBI IN CRESCITA PER AZIONI E DERIVATI POSITIVO ESORDIO DEL NUOVO ETF SULL'INDICE S&P/MIB
Milano, 9 dicembre 2003 - Andamento degli indici - In novembre l'indice Mib è stato caratterizzato da una fase di crescita pressoché continua, che lo ha portato più volte a stabilire nuovi massimi annuali, fino a chiudere, nell'ultima seduta di venerdì 28 novembre, al nuovo massimo di 19.545, in crescita del 3,9% rispetto a fine ottobre (+15,3% su fine 2002 e +31,4% sul minimo annuale del 12 marzo). L'indice Numex del Nuovo Mercato ha raggiunto, sempre venerdì 28 novembre, il livello di 1.787, nuovo massimo annuo, con una crescita mensile del 12,4% (+36,6% su fine 2002 e +60,4% sul minimo annuale del 12 marzo). Gli indici continui - tutti ai loro massimi annuali - hanno registrato un andamento sostanzialmente omogeneo: Mibtel +3,9% rispetto al mese di ottobre (+15,0% rispetto a fine 2002), S&p/mib (interessato nel mese da un ribasamento tecnico che lo ha portato a livelli analoghi a quelli del Mib30) +4,6% (+15,5%), Mib30 +3,8% (+12,9%), Midex +5,4% (+28,7%). L'indice Mibstar ha confermato la propria natura anticiclica, realizzando in novembre una performance leggermente negativa (-0,2%), che ne ha portato la crescita su fine 2002 all'11,5%. In ambito europeo il mercato italiano ha evidenziato la migliore performance, superiore a quella del mercato tedesco (+2,5%), svizzero (+2,0%), spagnolo (+1,7%), francese (+1,5%), inglese (+1,0%), olandese (+0,6%) e svedese (-0,5%). I tre macrosettori hanno evidenziato un andamento omogeneo (Finanziari +4,6%, Servizi +4,2% e Industriali +2,7%) che si riflette in una variazione rispetto a fine 2002 di +26,1% per Finanziari, di +11,5% per Servizi e di +4,0% per Industriali. Tra i principali settori (pari ad almeno l'1% della capitalizzazione) si sono distinti da un lato Finanziarie di Partecipazione (+8,6%), Banche (+4,9%) e Trasporti-turismo (+4,8%), dall'altro Impianti-macchine (-2,2%) e Auto (-0,3%). Rispetto alla fine dell'anno precedente le variazioni più significative sono da un lato quelle di Trasporti-turismo (+38,0%) e Banche (+33,1%), dall'altro quelle di Minerari-metall.-petroliferi (-6,0%) e Impianti-macchine (-3,3%). Tra i titoli dell'indice S&p/mib si sono distinti da un lato E.biscom (+35,8%), Pirelli & C. (+18,7%), Tiscali (+14,6%), Rcs Mediagroup (+13,2%) e Banca Popolare Milano (+13,1%), dall'altro Parmalat Finanziaria (-12,9%), Seat Pagine Gialle (-3,8%) e Banca Fideuram (-2,6%). Rispetto a fine 2002 si segnalano in positivo Capitalia (+120,3%), E.biscom (+94,1%), Bnl (+86,5%) e Bulgari (+74,6%), in negativo Fiat (-8,0%), Eni (-6,3%) e Saipem (-4,1%). Capitalizzazione e listino La crescita dei corsi azionari ha determinato in novembre un aumento della capitalizzazione delle società domestiche quotate, passata dai 468,0 miliardi di euro di fine ottobre a 487,6 (pari al 37,6% del Pil e superiore ai 458,0 di fine 2002). Nel dettaglio, la ripartizione dei mercati vede la Borsa a quota 473,9 miliardi di euro, il Nuovo Mercato a 9,0 e il Mercato Ristretto (dal 1° dicembre "Mercato Expandi") a 4,7. Eni si è confermata come la maggiore azione quotata per capitalizzazione (56,7 miliardi di euro), seguita da Tim (36,4), Enel (32,3), Generali (26,6), Unicredito Italiano (26,4) e Telecom Italia (24,6). Nel mese di novembre sono iniziate le negoziazioni di Isagro e Trevisan, che avevano chiuso a fine ottobre le rispettive operazioni di collocamento, e martedì 25 è stata revocata Saiag (azioni ord e rsp), a seguito di Opa residuale. Il numero di società quotate risulta pari a 280: 225 per la Borsa (di cui 6 estere), 44 per il Nuovo Mercato (2 estere) e 11 per il Mercato Ristretto (dal 1° dicembre "Mercato Expandi"). A seguito di 180 ammissioni e 36 revoche, il numero degli strumenti quotati su Mcw è salito da 2.290 a 2.434. Mercato primario In novembre sono state concluse due Opa: quella volontaria di Banca Popolare Lodi su Banca Popolare Cremona, che ha portato alla consegna del 94,8% delle azioni richieste, per un valore di 636,9 milioni di euro, facendo salire al 94,8% la quota posseduta dall'offerente, e quella residuale (volontaria per le azioni di risparmio) di Cortiplast su Saiag, che ha portato alla consegna dell'83,1% delle azioni ordinarie richieste e del 40,3% delle risparmio, per un valore di 3,7 e 1,5 milioni di euro, facendo salire la quota posseduta direttamente dall'offerente all'84,7% delle azioni ordinarie (98,9% considerando anche il contributo di altre parti sindacate) e all'86,0% di quelle di risparmio (91,5% considerando anche il contributo di altre parti sindacate). Scambi In novembre gli scambi azionari (174.100 contratti e 2,89 miliardi di euro al giorno in media) sono cresciuti rispetto al mese precedente (+17,8% i contratti, +10,4% il controvalore). Nel periodo gennaio-novembre la media giornaliera si è attestata a 151.400 contratti e a 2,69 miliardi di euro. Nel dettaglio, in novembre la media giornaliera è stata di 155.700 contratti e 2,78 miliardi di euro per le azioni quotate in Borsa e di 18.100 contratti e 115,9 milioni di euro per quelle del Nuovo Mercato. La crescita dei volumi negoziati - particolarmente significativa nella seconda metà del mese - ha portato gli scambi azionari del Nuovo Mercato al livello più elevato dal novembre 2001. La dimensione media dei contratti su azioni (Borsa, fase diurna) è scesa sui livelli minimi degli ultimi dodici mesi, passando dai 19.000 euro di ottobre a 18.100. E' risultata invece in forte crescita la dimensione media degli scambi diurni di azioni del Nuovo Mercato, salita da 4.500 euro al nuovo massimo storico di 6.500 euro. Stmicroelectronics si è confermata come l'azione più scambiata nel mese per controvalore, con il 13,3% degli scambi azionari totali, seguita da Tim (10,2%), Eni (7,2%), Enel (6,3%) e Telecom Italia (6,3%). In crescita anche gli scambi di covered warrant, dopo il record registrato in ottobre, con una media giornaliera di 54,6 milioni di euro di controvalore e 18.200 contratti. Nel periodo gennaio-novembre la media giornaliera si è attestata a 17.600 contratti e a 42,1 milioni di euro. Gli scambi dell'after hours sono cresciuti dai livelli già elevati del mese precedente, raggiungendo il nuovo massimo storico per controvalore, con una media giornaliera di 47,4 milioni di euro (+33,6% su ottobre e +0,6% sul novembre 2002, precedente massimo storico) e 6.600 contratti (+35,4% e -36,3%). L'intensità dell'attività di negoziazione rispetto alla fase diurna è salita sia per il controvalore (5,7%) che per i contratti (13,9%). Nel periodo gennaio-novembre la media giornaliera si è attestata a 30,2 milioni di euro e a 5.200 contratti (+7,1% e -25,6% sul corrispondente periodo del 2002). Gli Etf, negoziati dalla fine del settembre 2002, hanno fatto registrare in novembre una media giornaliera di 572 contratti (+122,6% su ottobre) e 11,1 milioni di euro di controvalore (+53,3%), raggiungendo il nuovo massimo storico. La crescita è stata originata dall'ammissione a quotazione, giovedì 12 novembre, dell'Etf sull'indice S&p/mib, che ha scambiato nel mese una media giornaliera di 388 contratti e 5,8 milioni di euro. La dimensione media dei contratti è scesa da 28.300 euro al nuovo minimo storico di 19.500, a conferma della crescente partecipazione di investitori retail. Per quanto riguarda gli scambi sul Mot, i titoli di Stato hanno registrato un controvalore di 593 milioni di euro (secondo risultato dell'anno, +20,7% sul novembre 2002), le obbligazioni private uno di 29,6 milioni di euro (-0,7%). Nel periodo gennaio-novembre 2003 la media giornaliera di scambi di titoli di Stato ha raggiunto i 532 milioni di euro, quella delle obbligazioni private i 35,7 milioni di euro. L'euromot ha registrato una media giornaliera di 13,1 milioni di euro. Nel periodo gennaio-novembre 2003 la media giornaliera del controvalore è stata pari a 14,7 milioni di euro, +58,5% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Gli scambi dei derivati azionari dell'Idem hanno evidenziato in novembre una crescita complessiva, con un andamento articolato dei singoli strumenti. I futures sul Mib30 hanno fatto registrare una media giornaliera di 12.600 contratti standard ; il miniFib una media di 7.300 contratti standard al giorno ; le opzioni sul Mib30 una di 10.800. Gli scambi di futures su azioni sono risultati stabili su una media di 1.200 contratti standard giornalieri, mentre le opzioni su azioni sono cresciute a una media di 33.000 contratti standard. In termini aggregati, il dato mensile di 65.000 contratti standard al giorno evidenzia una crescita del 5,0% sul mese precedente. Nel periodo gennaio-novembre la media giornaliera dell'Idem si è attestata a 71.300 contratti standard, con una crescita del 4,9% sul corrispondente periodo del 2002. Nello stesso periodo miniFib (10.500, +26,5%), futures su azioni -negoziati dal luglio 2002- (1.900, +231,4) e opzioni su azioni (31.800, +5,3%) evidenziano una crescita; i futures su Mib30 (17.100 contratti standard al giorno, -11,0%) risultano in calo, le opzioni su Mib30 (10.100 e -0,6%) sono stabili.

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS: RECORD DI RACCOLTA (196 MILIONI DI EURO) E DI PATRIMONIO GESTITO (2.315,4 MILIONI DI EURO).
Milano, 9 dicembre 2003 - Nel corso del mese di novembre Pioneer Investments ha ottenuto flussi netti positivi per 522 milioni di euro. Dall’inizio dell’anno la raccolta del gruppo risulta pari a 7.629 milioni (+40% anno su anno). Il patrimonio gestito (114.409 milioni di euro) e’ stabile nonostante il forte deprezzamento del dollaro (3,2% nel corso del mese). L’italia chiude il mese con una raccolta netta negativa per 28,4 milioni di euro, di cui 42,2 riguardano i fondi comuni (perimetro Assogestioni), risultato positivo nel contesto di un sistema Italia fortemente negativo (-1.774 milioni). Da inizio anno la raccolta netta rimane positiva +1.642,5 milioni. Il patrimonio gestito in Italia a fine mese è pari a 84.756 milioni. Particolarmente positivo l’apporto della divisione International (ex Italia) con vendite nette pari a 203,1 milioni di euro e pari a 1.382,3 milioni dall’inizio dell’anno (incremento del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Anche nel mese di novembre sono risultate rilevanti le vendite nei paesi dell’America Latina (39 milioni) e in Spagna (26 milioni). Il patrimonio gestito è cresciuto del 2,8% rispetto al mese precedente raggiungendo i 5.336 milioni di euro. Continua il trend estremamente positivo per la divisione nordamericana (291,1 milioni di euro); +3.533,6 milioni di euro dall’inizio dell’anno (in dollari incremento del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). Le vendite lorde sono aumentate in dollari del 33%. In dollari il patrimonio della divisione si è incrementato del 2,7% rispetto al mese precedente e ha raggiunto i 26.369,7 milioni; in euro si è mantenuto invariato rispetto al mese precedente ed è risultato pari a 21.987,4 milioni. Flussi netti positivi per 55,7 milioni di euro per la divisione New Europe, in gran parte provenienti dalla Polonia grazie al collocamento di Pioneer High Yield Bond Investment Fund (+30,3 milioni di euro) e di Pioneer Balanced Investment Fund (+23,3 milioni di euro). Contributi positivi anche da Croazia e Slovacchia. Dall’inizio dell’anno la raccolta totale risulta pari a 1.070,8 milioni di euro (+118% rispetto ai valori dell’anno precedente). Il patrimonio della divisione ha raggiunto i 2.329,8 milioni di euro in crescita del 53% rispetto all’inizio dell’anno.

GRANDE SUCCESSO DELL'OFFERTA UNICREDIT DI OBBLIGAZIONI EXCHANGEABLE IN AZIONI ORDINARIE GENERALI
Milano, 9 dicembre 2003 - Unicredito Italiano S.p.a. Annuncia che si è chiusa con successo l’offerta del prestito obbligazionario exchangeable in azioni ordinarie Assicurazioni Generali S.p.a. (“Generali”) con scadenza 2008, per un importo di 1.148 milioni di Euro; nel caso di pieno esercizio dell’opzione di “over allotment” l’offerta finale risulterà pari a 1.263 milioni di Euro. Il collocamento ha registrato un forte livello di domanda, complessivamente superiore a 2 volte l’offerta, da parte di oltre 200 investitori istituzionali, con ampia diversificazione geografica e di stile di investimento. I termini del prestito obbligazionario sono stati fissati come segue: prezzo di Conversione di Euro 28,08 per azione, che rappresenta un premio del 30% rispetto al prezzo medio ponderato delle azioni Generali registrato nel corso della giornata (pari al prezzo ufficiale di 21,60 Euro); cedola annua e rendimento a scadenza pari a 2,5%. Le Obbligazioni saranno emesse da Unicredito Italiano Bank (Ireland) p.L.c., società interamente posseduta da Unicredito Italiano S.p.a. (“Unicredit”). Le Obbligazioni saranno garantite da Unicredit, che gode del rating più elevato tra le istituzioni finanziarie italiane: Aa2 (Moody’s), Aa- (S&p), Aa- (Fitch). Le Obbligazioni saranno convertibili a partire dal mese di dicembre 2005 e sino a scadenza, in circa 45 milioni di azioni ordinarie di Generali, corrispondenti all’intera quota di azioni Generali detenuta dal Gruppo Unicredit. L’emittente avrà la facoltà di corrispondere, nel caso di conversione, un controvalore in denaro pari al valore di mercato delle azioni stesse. Il collocamento è stato rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali con esclusione degli Stati Uniti d’America, in accordo con la Regulation S. Mediobanca S.p.a., Merrill Lynch International e Unicredit Banca Mobiliare S.p.a. (Ubm) agiscono in qualità di Joint Bookrunners. Société Générale agisce in qualità di Joint Lead Manager. Sarà fatta richiesta per l’ammissione alla quotazione delle Obbligazioni presso la Borsa del Lussemburgo.

UNICREDIT ANNUNCIA IL LANCIO DI UN'OFFERTA DI OBBLIGAZIONI EXCHANGEABLE IN AZIONI ORDINARIE GENERALI
Milano, 9 dicembre 2003 - Unicredito Italiano S.p.a. Annuncia l’offerta di un prestito obbligazionario exchangeable con scadenza 2008, per un importo indicativo di 1.200 milioni di Euro (esclusa un’opzione di “over allotment” di circa 120 milioni di Euro) (le “Obbligazioni”). Le Obbligazioni saranno emesse da Unicredito Italiano Bank (Ireland) p.L.c. (l’“Emittente”), società controllata al 100% da Unicredito Italiano S.p.a. (“Unicredit”). Le Obbligazioni saranno garantite da Unicredit, che gode del rating più elevato tra le istituzioni finanziarie italiane: Aa2 (Moody’s), Aa- (S&p), Aa- (Fitch). Le Obbligazioni saranno convertibili, a partire dal mese di dicembre 2005 e sino a scadenza; nel caso di integrale esercizio dell’opzione di “over allotment” le Obbligazioni saranno convertibili in circa 45 milioni di azioni ordinarie di Assicurazioni Generali S.p.a. (“Generali”), corrispondenti all’intera quota di azioni Generali detenuta dal Gruppo Unicredit. L’emittente avrà la facoltà di corrispondere, nel caso di conversione, un controvalore in denaro pari al valore di mercato delle azioni stesse. Le Obbligazioni, emesse e rimborsabili a scadenza alla pari, sono offerte ad un prezzo di conversione che incorpora un premio compreso tra il 30% ed il 35% rispetto al prezzo medio delle azioni Generali che verrà registrato al pricing; la cedola annua sarà compresa tra il 2% e il 2,5%. I termini definitivi dell’offerta saranno annunciati al termine del bookbuilding. L’offerta sarà rivolta esclusivamente ad investitori istituzionali con esclusione degli Stati Uniti d’America, in accordo con la Regulation S. Mediobanca S.p.a., Merrill Lynch International e Unicredit Banca Mobiliare S.p.a. (Ubm) agiscono in qualità di Joint Bookrunners. Société Générale agisce in qualità di Joint Lead Manager. Sarà fatta richiesta per l’ammissione alla quotazione delle Obbligazioni presso la Borsa del Lussemburgo.

ENTRA IN AZIMUT OLIVIERO PULCINI, GIÀ MANAGER AI VERTICI DI FINANZA & FUTURO
Milano, 3 Dicembre 2003 - Dall'inizio di dicembre Oliviero Pulcini condivide con Bruno Provani la responsabilità della gestione e dello sviluppo di Azimut in Lombardia. Pulcini ha lavorato in Finanza & Futuro per dieci anni raggiungendo incarichi via via più importanti (district manager, area manager, regional manager) fino a diventare sales development manager per tutta l'area nord, una posizione che implicava il coordinamento di circa 700 promotori finanziari. Quarantenne, bergamasco, Pulcini ha iniziato la sua carriera in banca per passare poi a Primeconsult e, dal 1992, a Finanza & Futuro. In Azimut si occuperà dello sviluppo in Lombardia insieme con Bruno Provani, manager della società dalle sue origini. Provani è stato amministratore delegato di Azimut Lombardia e, dopo la fusione delle sim regionali in Azimut Consulenza, è entrato nel Consiglio di Amministrazione di Azimut Holding conservando la responsabilità del coordinamento nella regione. La scelta di Pulcini conferma l'interesse che la proposta di Azimut suscita nell'ambiente dei promotori finanziari. Con un portafoglio di 7 miliardi di €, Azimut è il principale gestore italiano completamente indipendente da gruppi bancari e assicurativi. I promotori finanziari, i dirigenti e i dipendenti sono azionisti della capogruppo insieme con un investitore istituzionale (fondi di private equity promossi da Apax) e questa struttura azionaria garantisce la più ampia partecipazione di tutti i collaboratori. Azimut conta su circa 770 promotori finanziari che assistono oltre 100.000 clienti.

FUSIONE DEI CENTRI DI ELABORAZIONE DEI PAGAMENTI UBS DI ZURIGO E BERNA
Zurigo / Basilea, 5 dicembre 2003 - Ubs riunirà i centri di elaborazione dei pagamenti di Zurigo e Berna presso la sede di Berna. Nell’ambito dell’elaborazione del traffico dei pagamenti mediante polizze di versamento, Ubs prevede inoltre l’avvio di una cooperazione con Postfinance. L’attuazione di questi due provvedimenti sarà completata prevedibilmente entro fine 2005. Ubs intende riunire i centri di elaborazione dei pagamenti di Zurigo e Berna presso la sede di Berna. Questa concentrazione nella Svizzera tedesca consentirà uno sfruttamento più efficiente delle strutture attualmente disponibili. In futuro, Ubs gestirà pertanto tre centri di elaborazione dei pagamenti, ubicati a Berna, Losanna e Lugano. Collaborazione con Postfinance nell’ambito del traffico dei pagamenti documentati da giustificativo Ubs e Postfinance hanno inoltre avviato una trattativa avente come oggetto una collaborazione nell’ambito del traffico dei pagamenti documentati da giustificativo. L’accordo prevede che Postfinance rilevi le attività di scansione e registrazione delle polizze di versamento (Ubs Global, Ubs Easy). Il motivo di tale collaborazione è dato dalla notevole diminuzione presso Ubs dei volumi di elaborazione nell’ambito del traffico dei pagamenti dopo l’introduzione dei canali elettronici come l'e-banking o l'addebitamento diretto (Lsv) Già oggi, il 70% degli ordini di pagamento dei clienti Ubs viene infatti gestito in formato elettronico. Nessun cambiamento per i clienti Ubs Per i clienti Ubs, la fusione delle due sedi e la prevista collaborazione con Postfinance non comporterà alcun cambiamento. Ubs rimarrà l’unico punto di contatto e interlocutore per tutte le questioni riguardanti il traffico dei pagamenti. La prevista collaborazione nell’ambito del traffico dei pagamenti documentato da giustificativo e il raggruppamento delle sedi operative avranno luogo presumibilmente a fine 2005. I conseguenti cambiamenti relativi alla gestione operativa del traffico dei pagamenti comporteranno la soppressione di circa 200 posti di lavoro.

ACSE NELLA CLASSIFICA DI EUROPE’S 500
Milano, 9 dicembre 2003 - Acse si classifica al 231° posto nella lista Europe’500, edizione 2003, sottoscritta da 3i, Boston Consulting, Microsoft e Pricewaterhousecoopers, con il patrocinio di Pat Cox, Presidente dell’Unione Europea e di Philippe Maystadt, Presidente della European Investment Bank. Si tratta di un dato particolarmente positivo considerando la presente congiuntura economica, tanto che solo 247 società di 17 paesi europei hanno presentato dati in linea con i rigorosi criteri di ammissione alla Europe’s 500. Riconoscimento che arriva anche da Patrick De Smedt, Chairman Microsoft Emea, che sottolinea come, nonostante i venti di crisi, le società nominate quest’anno hanno in media creato 450 nuovi posti di lavoro ciascuna. La notizia conferma che la scelta aziendale di puntare sulla ricerca e l’innovazione (che è valsa ad Acse la nomina a laboratorio di ricerca da parte del Miur) è premiante su tutti i fronti: ritorno in termini di prestigio e crescita aziendale, creazione di indotto, coinvolgimento del personale. Grazie alla partecipazione a progetti di ricerca europei, l’azienda sta acquisendo conoscenze e professionalità che ne aumentano la competitività sul mercato e garantiscono altissimi standard qualitativi delle prestazioni dell’intero staff.

PERCEZIONE DEL RISCHIO: COMPRENDERE IL DIVARIO CHE SEPARA LA SCIENZA E L'OPINIONE PUBBLICA
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - "Agli inizi del mio incarico, tutti mi chiesero di garantire che le decisioni fossero prese sulla base di prove scientifiche. Se ci discostiamo da questo principio, perderemo le nostre certezze e, personalmente, non so con quali conseguenze". Lo ha dichiarato il commissario europeo per la Salute e la Tutela dei consumatori David Byrne, in occasione della giornata inaugurale di una conferenza sul tema della percezione del rischio. Assieme al ministro tedesco per la Tutela dei consumatori, l'Alimentazione e l'Agricoltura, Renate Künast, ed al ministro spagnolo per l'Agricoltura, la Pesca e l'Alimentazione, Miguel Arias Cañete, Byrne ha messo in luce le difficoltà legate all'elaborazione delle politiche laddove vi è discordanza di vedute tra la scienza e l'opinione pubblica. "La reazione della collettività di fronte a problematiche connesse al rischio ha spesso poche relazioni con i fatti accertati", ha sostenuto il Commissario. "La nostra attitudine verso il rischio appare sovente incoerente, se non addirittura completamente irrazionale", ha proseguito, citando ad esempio il caso dei cibi geneticamente modificati (Gm). "Tutte le prove conducono ad un'unica conclusione, ovvero che gli alimenti Gm sono sicuri", ha sostenuto, aggiungendo che, tuttavia, persiste una certa riluttanza tra i consumatori ad accettare i risultati della ricerca scientifica e che bisogna quindi tener conto delle preoccupazioni dei cittadini. Uno dei problemi principali connessi al rischio, come sottolineato da Arias Cañete, consiste nel fatto che, se da un lato la Commissione europea ed i governi nazionali sono impegnati ad affrontare i rischi, mediante attività di valutazione e gestione, dall'altro il grande pubblico non è informato su tali attività. "Se la società fosse consapevole che qualcuno ha in mano il controllo e che esiste un programma in materia, un grande passo verso una maggiore tranquillità sarebbe stato compiuto", ha sostenuto Byrne, nel rafforzare questo concetto. Nei casi in cui il rischio viene reso noto, l'informazione avviene di frequente attraverso i mezzi di comunicazione, che possono a loro volta contribuire ad ingigantire le ansie. Il ministro spagnolo ha perciò esortato ad istituire un codice di condotta tra i mass media e le autorità pubbliche per quanto concerne la comunicazione del rischio. Un ruolo chiave nella comunicazione del rischio è svolto dall'onestà, secondo quanto sottolineato dal ministro tedesco Künast. "In ultima istanza, le politiche devono fondarsi sulle valutazioni scientifiche. Non sempre, però possediamo le risposte, e dobbiamo ammetterlo, come nel caso dell'ingegneria genetica vegetale", ha affermato. Considerato, inoltre, che non siamo in grado di prevedere quali conoscenze avremo acquisito nell'arco dei prossimi 20 anni, è essenziale che sin da ora siano stabilite solide regole, come nei casi della coesistenza di colture Gm e dell'etichettatura dei cibi transgenici, ha aggiunto la Künast. "Questo ci garantirà libertà di scelta". Oltre alla fiducia, Arias Cañete ha messo in rilievo l'importanza di comprendere la percezione del rischio. La misura in cui un fenomeno viene percepito dal grande pubblico come un rischio può essere certamente influenzata dalla relativa novità del rischio stesso, dalla possibilità per un individuo di controllare l'esposizione al rischio e dalla provenienza naturale o artificiale del rischio. "Queste divergenze devono essere riconciliate", ha affermato Arias Cañete, al fine di garantire che il "rischio" non si trasformi automaticamente in "disastro". Egli ha invitato i responsabili delle politiche ad "indossare i panni" dei cittadini europei e ad analizzare più approfonditamente gli elementi che influenzano la percezione del rischio. I tre relatori hanno infine riconosciuto che né la fiducia dei consumatori né una comprensione più ampia della percezione del rischio possono costruirsi dall'oggi al domani, ma hanno ammesso che i progressi saranno graduali e costanti e potranno essere incentivati grazie alla condivisione delle esperienze.

IL PARMIGIANO-REGGIANO IN ASSEMBLEA PER LA QUALITÀ
Bologna
, 8 dicembre 2003 - Nell'appennino bolognese si è tenuta il 6 dicembre l'assemblea dei caseifici produttori di Parmigiano-reggiano della provincia di Bologna. Dopo quella di Parma e di Mantova, è la terza delle assemblee provinciali che si stanno tenendo in questi giorni in tutte le province del comprensorio (nei prossimi giorni si terranno a Reggio Emilia e a Modena), sia per dibattere i temi all'ordine del giorno dell'assemblea generale del 19 dicembre a Reggio Emilia, sia per eleggere i delegati che vi parteciperanno, nella quale verranno votate le delibere sui temi proposti. Dopo aver modificato il Disciplinare di produzione nel 2001, il Consorzio si sta preparando ad un'ulteriore modifica, con l'obiettivo di consolidare le condizioni produttive e di migliorare l'insieme delle norme per mantenere l'intero sistema produttivo ai livelli qualitativi di eccellenza. Le proposte in discussione coinvolgono il Regolamento di alimentazione delle bovine. I rappresentanti dei caseifici sono chiamati ad esprimersi a favore di una totale esclusione dei foraggi fermentati dalle aziende produttrici di latte, estendendo quindi il divieto dell'uso degli insilati non solo alle vacche da latte ed alle manze in gravidanza ma a tutti capi bovini allevati in azienda, quindi anche alle vitelle, alle manzette ed alle manze. Questo per evitare che gli insilati, anche attraverso il terreno ed i foraggi, possano contaminare l'ambiente di stalla con la diffusione di spore dei clostridi butirrici, che provocano difetti durante la maturazione del formaggio e che sono combattuti di solito con l'uso di additivi, proibiti nella tecnologia del Parmigiano-reggiano. Una caratteristica essenziale e altamente qualificante della produzione del Parmigiano-reggiano è il forte radicamento col territorio, attuato innanzi tutto con l'uso dei foraggi locali (il 75% dei foraggi utilizzati deve essere prodotta all'interno della zona d'origine). Per questo, ai produttori viene ora avanzata la proposta di innalzare il limite dei foraggi provenienti dai terreni aziendali dall'attuale 35% al 50% sul totale dei foraggi utilizzati. Per quanto riguarda lo Standard produttivo, vengono precisate alcune norme proprie della realtà degli oltre 500 caseifici dove si ottiene il “re dei formaggi”, come il vincolo di ottenere fino a due forme di Parmigiano-reggiano per caldaia, di utilizzare le stesse caldaie una sola volta al giorno e comunque al mattino, di trasformare latte conforme al disciplinare, anche per l’eventuale produzione di formaggi diversi. Una norma particolarmente innovativa riguarda l'obbligo di confezionare all'interno della zona d'origine non solo il formaggio grattugiato ma anche quello in porzioni, con e senza crosta, secondo quanto previsto dalla nuova regolamentazione Cee sulle Dop dell’aprile 2003. Con tali norme si andrebbe ad impedire qualsiasi eventuale tentativo di industrializzazione del nostro formaggio e verrebbero così fissati i vincoli per garantire anche per il futuro il profondo radicamento del Parmigiano-reggiano al territorio, alla tradizione e alla specializzazione dei caseifici della zona d'origine, impedendo lo stravolgimento della tecnica artigianale di produzione e favorendo le attività di vigilanza, controllo e tracciabilità, a tutela dei produttori ed a sempre maggior garanzia dei consumatori. Un altro tema all'ordine del giorno riguarda le misure di accompagnamento al Disciplinare, per affrontare in modo opportuno le sfide del mercato. Per illustrare i risultati e per approfondire i temi trattati, al termine dell'assemblea generale dei delegati del 19 dicembre 2003 sarà convocata una conferenza stampa con una successiva comunicazione agli organi di informazione.

NIENTE PIÙ AMBIGUITÀ SUL TERMINE «BIOLOGICO»
Strasburgo, 9 dicembre 2003 - Il settore biologico conta attualmente 150.000 aziende in Europa, per un totale del 4% delle superfici ad uso agricolo e di un fatturato annuo pari a 10 miliardi di euro. La legislazione comunitaria in materia di uniformazione nonché delle denominazioni e dell'identificazione dell'agricoltura biologica ha ormai più di dieci anni. La Commissione intende modificare l'articolo 2 del regolamento relativo alla terminologia nelle varie lingue della Comunità per l'identificazione del processo di produzione dell'agricoltura biologica per mezzo di un'etichetta, la cui sigla dovrà essere identificabile da ciascun cittadino dell'Unione con un semplice colpo d'occhio, rendendo al contempo più chiaro il logo comunitario. Si prevede inoltre un rafforzamento dei controlli di tutti gli operatori in tutte le fasi della produzione. La relazione di Danielle Auroi (Verdi/ale, F), approvata dal Parlamento europeo, accoglie positivamente tale modifica, in quanto considera necessario chiarire quali prodotti sono biologici al momento in cui vengono acquistati dai supermercati. I deputati ritengono chela qualità attesa e le richieste legittime dei consumatori non possono essere soddisfatte con le deroghe ancora in vigore: non si può più consentire a talune grandi marche l'ambiguità sulla denominazione, lasciando che immettano sul mercato prodotti non biologici il cui nome tuttavia induce a ritenere il contrario. Questa tolleranza, autorizzata fino al 2006, deve sparire immediatamente. Secondo l'Aula, la proposta della Commissione, volta a definire il termine «biologico» nei vari Stati membri, deve tenere conto, sul piano linguistico, dei paesi aderenti: occorre verificare che questa situazione sia prevista nei trattati d'adesione. Sembra soprattutto importante imporre l'uso di un logo europeo generico che identifichi i prodotti biologici in tutta la Comunità. Il logo europeo dell'agricoltura biologica deve essere introdotto accanto alle etichette nazionali certificate dall'agosto del 2000. Tuttavia esso dovrebbe riguardare soltanto i prodotti che sono biologici per più del 95%; tale tolleranza non dovrebbe più essere accettata a partire dal 1° gennaio 2004. Occorre inoltre proteggere le zone coltivate con metodi biologici dall'eventuale inquinamento da Ogm. Ciò comporta l'installazione di confini di sicurezza che impediscano la coltivazione di vegetali geneticamente modificati all'interno di questo perimetro, in un raggio di almeno 12 chilometri . Alla luce del fatto che i prodotti biologici, in particolare il vino, hanno un disciplinare paragonabile a quello di una denominazione di origine controllata, i deputati chiedono che entro il 1° gennaio 2005 vengano presentate norme specifiche per la vitivinicoltura biologica. Con 225 voti a favore, 260 contrari e 6 astensioni, l'Aula ha respinto un emendamento teso a garantire al produttore agricolo biologico un indennizzo da parte dell'inquinatore, quest'ultimo potendo essere un produttore che abbia fatto uso di Ogm o il produttore di sementi che fornisca tali sementi agli agricoltori.

RCS MEDIAGROUP: PRESENTATO IL PIANO TRIENNALE 2004 - 2006
Milano, 9 dicembre 2003 - Presso la “sala delle grida” di Borsa Italiana, in piazza Affari a Milano, Rcs Mediagroup ha presentato il 5 dicembre alla comunità finanziaria il Piano Strategico Triennale 2004 – 2006. L’amministratore Delegato e Direttore Generale Maurizio Romiti, dopo aver riepilogato i dati di bilancio al 30 settembre scorso (già comunicati in data 13 novembre), ha illustrato le strategie per il raggiungimento dell’obiettivo prioritario di Gruppo del recupero della redditività, da perseguire principalmente attraverso: individuazione dei business su cui concentrare lo sviluppo e il disimpegno dalle attività non in grado di raggiungere la redditività (il cui peso sugli attuali ricavi del Gruppo è pari a circa 500 milioni di euro) attraverso: il consolidamento delle competenze storiche nelle attività di quotidiani, periodici e libri anche attraverso il contributo delle attività della concessionaria di pubblicità e della diffusione; la presenza e lo sviluppo di competenze in settori non tradizionali: radio, televisione satellitare e digitale; consolidamento e sviluppo della propria presenza in Italia, Francia e Spagna. Miglioramento della redditività dei business che costituiscono il perimetro tradizionale del Gruppo attraverso: rinnovamento dei prodotti (full color, periodici a supporto dei quotidiani, sistemi prodotto dei periodici intorno alle testate leader, portafoglio autori in Rcs Libri); incremento degli investimenti di marketing; sviluppo del business “collaterali” grazie anche a sinergie con l’area “collezionabile”; iniziative congiunte tra media dei diversi settori (Libri e Quotidiani, Quotidiani/periodici e Broadcast). Rafforzamento dell’efficacia di vendita della pubblicità e della distribuzione in edicola. Ulteriore riduzione dei costi amministrativi e generali attraverso: snellimento della struttura di governo e di articolazione societaria (riduzione di circa 60 società su 210 gestite, tra l’altro con accorpamenti nel settore libri e radio); le azioni, in particolare, prevedono una riduzione di personale di 424 unità e risparmi di costi quantificabili in 60,9 milioni di euro a fine 2006; riduzione delle spese generali e amministrative attraverso la gestione accentrata delle attività, il miglioramento dei processi (organizzativi e sistemi informatici) e l’accorpamento delle sedi (Italia e Francia); conseguimento di sinergie negli acquisti, nei sistemi amministrativi e informatici tra Italia, Francia e Spagna; miglioramento dell’efficacia nella spesa Ict (telecomunicazioni, infrastrutture, web) e negli acquisti (contratti quadro, album dei fornitori); riduzione dei costi di produzione. Prevedibilmente tali obiettivi porteranno Rcs Mediagroup a conseguire le seguenti variazioni dei dati consolidati (2003 verso 2006): Ebita / Ricavi (Ros) dal 4% all’11%; P.b.t. Dal 2% al 10%; riduzione tendente a zero dell’indebitamento netto (di 214,0 milioni nel 2003); Ebit / Capitale Investito (Roi) dal 4% al 13,5%..2 Le azioni previste per le singole società sono di seguito specificate: Rcs Quotidiani - Attuazione del full color con investimenti per 190 milioni di euro, con aumento del numero massimo di pagine dalle attuali 64 a 96 per il Corriere della Sera e da 40 a 48 per La Gazzetta dello Sport, con conseguente aumento della foliazione a colori anche per l’utenza pubblicitaria da 16 a 96 pagine per il Corriere e da 8 a 16 per la Gazzetta. Aumento da 6 a 8 dei poli di stampa (14 rotative) con miglioramenti della logica distributiva e dei tempi di consegna in edicola. Per il Corriere è previsto lo sviluppo dei dorsi regionali per migliorare la penetrazione nel territorio, la ridefinizione del sistema dei magazine e dei supplementi, e l’intensificazione degli investimenti in marketing al fine di incrementare il contributo dei “collaterali” alla redditività anche attraverso sinergie con Rcs Libri e con l’area “collezionabili”. Per quanto riguarda La Gazzetta dello Sport sono previsti iniziative di brand extension anche multimediali, eventi sportivi oltre il “Giro d’Italia”, miglioramento della comunicazione e penetrazione utenza pubblicitaria. Sul piano del recupero dell’efficienza Rcs Quotidiani prevede la riduzione delle spese generali e amministrative, la razionalizzazione dei siti web e la revisione dei supplementi del Corriere, oltre alla definitiva messa a punto della free press con il raggiungimento del break even nel 2005. Si prevede che tali azioni per Rcs Quotidiani in Italia porteranno a fine 2006 ad un incremento del fatturato pari al 7%, un incremento dell’Ebita dall’attuale 11% al 16%, mentre l’indicatore Roi passerà dall’attuale 95% al 42% per effetto dell’investimento negli impianti full color. Per Unedisa sono previste: azioni di aggiornamento e arricchimento del progetto editoriale del quotidiano El Mundo con l’obiettivo di consolidarne la seconda posizione sul mercato spagnolo; revisione delle edizioni regionali del quotidiano, del sistema dei supplementi e magazines, oltre ad interventi sui costi di struttura, incrementi degli investimenti di marketing per migliorare la redditività dei “collaterali”. La società punta inoltre al consolidamento della leadership Internet, allo sviluppo di sinergie con i quotidiani italiani del Gruppo e alla semplificazione della struttura societaria. Tali azioni in Unedisa porteranno prevedibilmente a fine 2006 ad un incremento del fatturato del 6%, dell’Ebita dal 3% al 10% e del Roi dall’attuale 6% al 22%. Rcs Periodici - La società è attualmente partecipata per il 70% da Rcs Mediagroup e per il restante 30% da Burda, la quale ha confermato di voler esercitare la sua opzione per incrementare entro il 31 dicembre prossimo la propria quota di un ulteriore 10%. Rcs Periodici in Italia punta ad una riorganizzazione del portafoglio testate con attenzione alla leadership/redditività. Le azioni previste riguardano: il miglioramento della posizione competitiva con il rafforzamento dei sistemi prodotto costruiti intorno alle testate leader (Oggi, Io Donna, Amica, Brava Casa), lo sviluppo di nuove testate a supporto dei quotidiani e l’intensificazione degli investimenti di marketing con iniziative di brand extension delle principali testate e il costante perseguimento della riduzione dei costi. Tali azioni permettono di prevedere a fine 2006 un incremento del fatturato del 4%, dell’Ebita dall’attuale 6,5% all’11,5% e un passaggio dell’indice Roi dall’attuale 27% ad un limite tendenzialmente superiore al 100%. Rcs Periodici all’estero ha per obiettivo il recupero della redditività in Germania attraverso un intenso programma di ristrutturazione, lo sviluppo di nuove testate in Catherine Nemo (Francia) anche.3 attraverso sinergie tra i due partner Rcs Mediagroup e Burda, la ridefinizione e semplificazione della presenza e del portafoglio testate nei paesi dell’Europa dell’est e dell’Oriente (Turchia e Asia). Per la parte “estera” di Rcs Periodici le previsioni indicano un aumento del fatturato, a fine 2006, del 2%, un Ebita che passa dal negativo di 2% attuale al positivo per 9,5% e un indicatore Roi attualmente minore di zero che si attesta al 32% nel 2006. Rcs Libri - La società punta al rafforzamento della posizione competitiva attraverso lo sviluppo delle singole case editrici, il rafforzamento del portafoglio autori e della struttura editoriale, il completamento dell’offerta “scolastica” in tutte le materie anche attraverso strumenti didattici innovativi. Il miglioramento della redditività sarà perseguito attraverso la revisione della struttura organizzativa e societaria, la continua attenzione al capitale investito (clienti e scorte) oltre che la razionalizzazione del portafoglio attività e in particolare: per Flammarion, sinergie su contenuti, acquisti, produzione; nei “collezionabili”, integrazione Italia/estero con maggiore sviluppo di progetti a utilizzo internazionale; per Scolastica, Università e Professionale, costituzione di un’unica area Educational. Per Rcs Libri l’obiettivo previsionale a fine 2006 è una crescita del fatturato del 5%, dell’Ebita dall’attuale 7% al 9% e del Roi dal 9% al 14%. Rcs Broadcast - L’obiettivo principale per Rcs Broadcast è il raggiungimento del break even nel 2005 attuabile attraverso: l’aumento dello share di Rin grazie a un palinsesto che raggiunga fasce di ascoltatori più attraenti per i clienti pubblicitari e investimenti in frequenza per migliorare la copertura del territorio; miglior utilizzo a livello di raccolta pubblicitaria delle potenzialità di Cnr; ulteriore sviluppo dell’offerta dei servizi giornalistici di Agr verso radio, tv, internet e telefonia mobile. L’ulteriore sviluppo della società passa anche attraverso una maggiore collaborazione tra le sue testate e i quotidiani e i periodici del Gruppo, il presidio nella sperimentazione del digitale terrestre e la riorganizzazione societaria tramite l’accorpamento delle attuali quattro in un’unica società. Per Rcs Broadcast l’obiettivo previsionale a fine 2006 prevede una crescita del fatturato del 17%, un Ebita che passa dall’attuale negativo del 20% ad un positivo del 10% ed un indicatore Roi attualmente minore di zero che si attesta al 16% nel 2006. Rcs Pubblicità - Gli obiettivi della società prevedono il miglioramento dell’efficacia della rete di vendita attraverso la messa a punto di una nuova organizzazione per “famiglie” di prodotto, lo sviluppo del mercato locale stampa attraverso nuovi prodotti del Gruppo e l’acquisizione in concessione della raccolta di testate di terzi, la riorganizzazione e lo sviluppo dell’attività di gestione eventi, lo sviluppo di un’offerta multimediale completa studiata specificamente per i grandi clienti. Per Rcs Pubblicità l’obiettivo previsionale a fine 2006 prevede una crescita del fatturato pari all’8%, un Ebita che passa dall’attuale 1% al 2,5% e un indicatore Roi, che dall’attuale 5% si attesta al 33%. Rcs Diffusione - Gli obiettivi della società prevedono la realizzazione delle sinergie derivanti dall’accordo in essere dalla metà dell’anno, con De Agostini e Hachette Rusconi (nei costi di struttura e di logistica), il potenziamento dei servizi logistica e di trade marketing offerti agli editori, l’acquisizione della distribuzione per altri editori e l’integrazione a valle sui distributori locali più importanti. Attraverso tali azioni per Rcs Diffusione si prevede a fine 2006 un incremento del fatturato del 5%, un Ebita che passa dall’attuale 10% al 17,1% ed un indicatore Roi maggiore del 100%.

PARMALAT FINANZIARIA IN MERITO A LIQUIDAZIONE FONDO EPICURUM
Milano, 9 dicembre 2003 -  Parmalat Finanziaria comunica che il fondo Epicurum non ha proceduto alla liquidazione della quota alla scadenza del 4 dicembre 2003. Il fondo ha motivato il mancato adempimento con difficoltà insorte nel procedimento di liquidazione della quota Parmalat a causa delle contestuali richieste di liquidazione pervenute dalla maggioranza dei sottoscrittori. Ciò ha determinato la decisione di Epicurum di procedere alla liquidazione globale di tutte le attività del fondo. La complessità delle operazioni da porre in essere impedisce di rispettare la scadenza prestabilita ed Epicurum ha chiesto a Parmalat di accettare una dilazione del termine di pagamento. Parmalat ha preso atto di quanto precede e si è riservata ogni decisione nel merito.

CTO:NOMINA DEGLI ORGANI SOCIALI RIPIANAMENTO DELLE PERDITE E RICOSTITUZIONE DEL CAPITALE SOCIALE
Zola Predosa, 9 dicembre 2003: E’ proseguita il 5 dicembre l’Assemblea dei Soci della società Cto S.p.a. Sospesa in data 7 novembre 2003. L’assemblea ha provveduto alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione. E’ stato confermato Presidente il Sig. Marco Madrigali. Sono stati altresì nominati Consiglieri i Signori Maurizio Caroldi, Maurizio Dorigo, Norbert Klein, Marco Nannini, Jean A. Matterà, Jose Turpin Capo, Roberto Trotta, Massimo Marzi L’assemblea ha inoltre nominato il nuovo Collegio Sindacale. I Sindaci effettivi nominati sono: Dr. Maurizio Di Marcotullio Presidente, Dr Mario Moriconi Sindaco, Dr. Enrico Jovi Sindaco. I Sindaci Supplenti nominati sono: Dr. Gianfranco Minutolo, Dr. Giovanni Nicola Rocca e il Dr. Roberto Batacchi. In serata è pervenuta alla società la comunicazione del Dr. Roberto Trotta, il quale prontamente informato della sua nomina dalla società , ringraziando per la fiducia accordatagli suo malgrado deve rifiutare la carica per precedenti impegni lavorativi. La società Finbox Srl, l’azionista di maggioranza relativa, ha comunicato che sono in corso trattative, non ancora perfezionate, per l’apertura del proprio capitale sociale a nuovi investitori, i quali sarebbero disposti a dotare la società stessa di nuovi mezzi finanziari. La stessa società Finbox Srl, con il consenso anche dei nuovi azionisti entranti ha manifestato la volontà di coprire le restanti perdite al fine di non dover ridurre l’attuale capitale sociale di Cto S.p.a. A tutela dell’attuale azionariato. La società stessa ha manifestato disponibilità ad effettuare un versamento a fondo perduto nella casse della Cto S.p.a, per coprire le perdite eccedenti la sommatoria della riserva sovrapprezzo azioni, della riserva legale e della riserva straordinaria. Detta disponibilità è condizionata alla formalizzazione delle trattative in corso con gli esponenti degli Istituti bancari per la rinegoziazione dell’esposizione debitoria attuale. L’assemblea preso atto delle dichiarazione del socio Finbox Srl ha deliberato di sospendere i lavori e riaggionarsi per il 22 dicembre ’03 alle ore 16,00 per proseguire i lavori del presente ordine del giorno per la parte straordinaria.

AIR FRANCE E CHINA SOUTHERN FIRMANO UN ACCORDO DI CODE SHARE
Parigi, 9 dicembre 2003 - China Southern e Air France hanno firmato il 5 dicembre un accordo di code share per il collegamento Parigi-canton, che sarà lanciato dalla compagnia francese il 5 gennaio 2004. Questo accordo rappresenta la conclusione naturale di una collaborazione fruttuosa e volontaria tra le due compagnie nel corso dei 18 mesi che hanno seguito i primi contatti. Air France diventerà cosi la prima compagnia europea a collegare la capitale della Cina del Sud, e quindi la prima compagnia europea a collegare le quattro grandi città della Cina : Canton, Hong Kong, Pekino e Shanghai. L'accordo prevede l'acquisto da parte di China Southern di un allotment di posti su tutti i voli assicurati da Air France. Non appena saranno operativi i B777 della China Southern tra Parigi e Canton, sarà predisposto un scambio equilibrato di allotment tra i due partners. Il volo Af 106/Cz 784 decollerà da Parigi a destinazione di Canton cinque giorni a settimana : il lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica, dal 5 gennaio al 13 giugno 2004. Il collegamento sarà quotidiano a partire dal 14 giugno 2004. Tale volo partirà dal nuovo Terminal 2E dell'aeroporto di Parigi-charles-de-gaulle. L'orario di partenza, alle 13.40, assicurerà ai passeggeri numerose coincidenze sulla rete Air France, in provenienza dall'Europa e dal resto del mondo. Il 28 giugno 2004, China Southern completerà tale dispositivo con quattro voli a settimana riportanti numeri di volo « Cz » e « Af ». I clienti di Air France e di China Southern potranno quindi beneficiare di 11 voli settimanali tra le due metropoli. Patrick Alexandre, Executive Vice President International Commercial Affairs, ha riaffermato, durante la cerimonia della firma a Canton «la ferma volontà di Air France di rimanere la compagnia europea preferita dai Cinesi». Li Kun, Executive Vice President di China Southern ha molta fiducia nel futuro di questa collaborazione: «Faremo tutto il possibile perché sia una riuscita e possa cosi contribuire allo sviluppo delle relazioni bilaterali ed al rafforzamento dell'amicizia franco-cinese

MAP: PRESENTAZIONE DEL CODICE DELLE ASSICURAZIONI PRIVATE
Roma, 9 novembre 2003 - Mercoledì 10 dicembre 2003 alle ore 9.30, presso il Ministero delle Attività Produttive, nel Salone del ministro, sarà presentata la bozza del “Codice delle Assicurazioni Private”. Concluderà i lavori il ministro Antonio Marzano. Interverranno il sottosegretario alle Attività Produttive Mario Valducci, il presidente della Commissione ministeriale di studio per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di assicurazioni Francesco Carbonetti, i professori ordinari presso l’Università “ La Sapienza ” di Roma: Agostino Gambino (diritto commerciale) e Giovanna Volpe Putzolu (diritto delle assicurazioni). Saranno inoltre presenti i rappresentanti di Ania, Sna, Aiba e Cncu.

CONCLUSA L'INDAGINE CONOSCITIVA SULLE INTERRUZIONI DEL SERVIZIO ELETTRICO DEL 26 GIUGNO 2003 PUBBLICATA SU INTERNET LA RELAZIONE FINALE
Roma, 9 dicembre 2003 - L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha pubblicato sul proprio sito internet www.Autorita.energia.it  la relazione finale  dell'istruttoria conoscitiva avviata sulle interruzioni del servizio elettrico dello scorso 26 giugno 2003. L 'indagine ha verificato che l'origine dell'accaduto va attribuita a cause strutturali (quali l'insufficienza di capacità di generazione, l'elevato grado di dipendenza del sistema elettrico nazionale dalle importazioni di energia elettrica e la riduzione, tipica del periodo estivo, della capacità di interconnessione disponibile) a cui si sono aggiunti eventi congiunturali (tra questi in primo luogo l'eccezionale ondata di caldo e di siccità, con il conseguente consistente aumento del fabbisogno energetico e la riduzione della capacità di generazione, dovuta anche all'aumento delle temperature dell'ambiente e delle acque di raffreddamento, e in secondo luogo la riduzione dell'apporto delle importazioni dalla Francia in applicazione di clausole di modulabilità previste dal contratto tra l'Enel e l'Edf). Il Grtn ha adottato misure di difesa per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale: ha provveduto al distacco delle forniture di energia elettrica ai clienti interrompibili e ha applicato il primo livello di severità dei distacchi programmati a rotazione dell'utenza diffusa, che hanno determinato interruzioni del servizio di fornitura di energia elettrica in estese zone del Paese. Tali misure, che hanno interessato un numero molto elevato di utenti e clienti finali (circa 7,3 milioni di utenti, con distacchi a rotazione di un'ora e mezza nell'intervallo di tempo compreso tra le ore 9 e 16.30, per una potenza pari a circa 1700 Mw, oltre a 39 grandi consumatori industriali interrompibili, per una potenza pari a circa 450 Mw), hanno consentito di limitare i danni più gravi che sarebbero potuti derivare da un black-out generalizzato, con separazione del sistema elettrico italiano dalla rete interconnessa europea. L'esame degli eventi del 26 giugno 2003 ha tuttavia messo in evidenza tre criticità: l'indisponibilità di impianti di produzione che avrebbero dovuto essere disponibili; la gestione della riserva di potenza da parte del Grtn con mancata prestazione di un adeguato servizio di riserva da parte dei produttori; il comportamento dell'Enel nella sua funzione di Acquirente Unico. Nella settimana del 23-27 giugno 2003, oltre ad una quota consistente della capacità produttiva nazionale non attiva in quanto soggetta ad arresti di lunga durata per interventi di riconversione e repowering, sono risultati indisponibili impianti Enel per circa 2.300 Mw a causa di fermi per periodi di tempo superiori a quelli previsti per l'effettuazione dei normali programmi di manutenzione o di ripristino. Trattandosi di impianti ammessi alla reintegrazione dei costi non recuperabili (stranded cost), concessi al fine di garantire la convenienza economica del loro utilizzo, l'Autorità ha deciso l'avvio di una istruttoria formale ritenendo che tale comportamento sia stato tenuto in violazione di norme esistenti e sia pertanto sanzionabile. Con la stessa istruttoria l'Autorità intende identificare gli impianti che, pur percependo i rimborsi previsti in tariffa e inclusi nel prezzo all'ingrosso dell'elettricità destinata al mercato vincolato, non hanno prestato il servizio di riserva. Nel corso dell'istruttoria l'Enel e gli eventuali altri produttori avranno la possibilità di fornire chiarimenti e motivare le proprie decisioni. L'autorità invierà una segnalazione al Ministro delle Attività produttive proponendo che vengano esclusi dalla reintegrazione dei costi non recuperabili gli impianti che non vengono messi a disposizione del Grtn. L'indagine fa emergere che l'Enel, che svolge transitoriamente la funzione di Acquirente Unico, e quindi di fornitore del mercato vincolato, avrebbe dovuto compensare la riduzione delle importazioni del contratto pluriennale con l'Edf effettuando acquisti di energia elettrica o riservando un ammontare equivalente di capacità produttiva nazionale. Ciò non è avvenuto. L'autorità intende emanare un ordine di cessazione di comportamenti lesivi dei diritti degli utenti nei confronti dell'Enel, affinché per il futuro siano adottate le misure necessarie a compensare le riduzioni delle importazioni dei contratti pluriennali destinate al mercato vincolato. Anche il Grtn, per sostituire le importazioni venute a mancare il 26 giugno, avrebbe dovuto riassegnare la capacità di trasporto resasi disponibile sulle linee di interconnessione. Infine l'indagine mostra che fino al mese di giugno 2003 il Grtn aveva dato solo parziale attuazione alle direttive ministeriali che prevedevano la contrattualizzazione di impianti da destinare al servizio di riserva del sistema. L'autorità intende emanare un ordine di cessazione di comportamenti lesivi dei diritti degli utenti nei confronti del Grtn affinché venga contrattualizzata una adeguata capacità di riserva. L'ordine dovrebbe imporre al Grtn anche il rispetto della procedura di distacco dei clienti interrompibili, o se necessario, di definirne eventuali modifiche.

UN NUOVO CONSIGLIO CONSULTIVO SULLA RICERCA FOTOVOLTAICA ELABORERÀ UNA VISIONE STRATEGICA IN MATERIA DI ENERGIA SOLARE
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - I principali esponenti del mondo della ricerca e dell'industria dell'energia solare si sono riuniti per costituire un Consiglio consultivo europeo in materia di ricerca fotovoltaica, sulla base di un'iniziativa della Commissione europea. In occasione della riunione inaugurale, tenutasi a Bruxelles il 4 dicembre, i 18 membri del consiglio hanno avviato le discussioni sulla definizione di un'agenda strategica di ricerca per la tecnologia fotovoltaica e sulla stesura di una relazione "prospettica" che tenterà di indicare la strada da percorrere per uno sviluppo a lungo termine dell'energia solare in Europa. Composto da membri quali il Gruppo Shell, Free Energy Europe e Fraunhofer Gesellschaft, il consiglio è stato istituito con il sostegno del commissario europeo per l'Energia e i Trasporti, Loyola de Palacio, e per la Ricerca , Philippe Busquin. Un portavoce di Busquin ha definito positiva la prima riunione del nuovo consiglio per la ricerca fotovoltaica, sottolineando che l'industria ha particolarmente apprezzato quest'opportunità di riflettere sul futuro della tecnologia e di esporre il proprio punto di vista alla Commissione. Il nuovo consiglio sottoporrà la propria agenda strategica e la relazione prospettica alla Commissione verso la fine del 2004. Negli ultimi dieci anni, a livello comunitario sono stati stanziati circa 200 milioni di euro per il finanziamento di quasi 200 progetti di ricerca e sviluppo nel settore dell'energia fotovoltaica. Tuttavia, questa tecnologia continua ad essere sottoutilizzata in Europa e oggi si avverte l'esigenza di un approccio più strategico per rispondere all'attuale situazione. "A tutt'oggi, l'elettricità generata mediante tecnologia fotovoltaica non rappresenta che una minima percentuale dell'energia prodotta complessivamente nell'Unione", ha affermato Busquin in occasione della riunione inaugurale del consiglio. "Questo contributo rimarrà invariato se non si adotteranno misure più ambiziose. Dobbiamo riflettere su come superare gli ostacoli tecnici, giuridici e socioeconomici per incrementare l'utilizzo di questa forma di energia sostenibile". Sebbene il settore fotovoltaico sia responsabile solo di una piccola parte della produzione energetica europea, l'Ue continua ad essere il secondo principale produttore al mondo di sistemi fotovoltaici - con oltre il 24 per cento della produzione complessiva - preceduta dal Giappone (44 per cento) e seguita dagli Stati Uniti (22 per cento). Le attuali previsioni indicano un potenziale elevato per la produzione di elettricità a partire dall'energia solare, settore nel quale l'Europa ha registrato un tasso medio di crescita annuale del 30 per cento negli ultimi dieci anni. Sviluppata negli anni '60, originariamente per un utilizzo nell'ambito delle applicazioni spaziali, la tecnologia fotovoltaica è pulita e di facile manutenzione, può essere installata quasi ovunque ed è facilmente adattabile alle esigenze dei consumatori. L'elettricità prodotta può essere utilizzata in modo diretto oppure semplicemente ceduta alla rete elettrica esistente. Sebbene questa flessibilità rappresenti il suo principale punto di forza, la tecnologia fotovoltaica è ancora molto onerosa rispetto ad altre forme di generazione elettrica. I costi stanno scendendo, ma occorre sostenere questo processo attraverso il potenziamento della ricerca e sviluppo, come indicato nel Libro bianco della Commissione sulla promozione delle energie rinnovabili. Questo documento fissa inoltre l'obiettivo di incrementare la capacità di generazione dei sistemi fotovoltaici installati nell'Ue a 3Gw entro il 2010. Oltre alle barriere tecniche, occorre superare una serie di ostacoli sociali e politici al progresso di tali sistemi. La Commissione sottolinea l'importanza della ricerca socioeconomica per accrescere la sensibilizzazione e l'accettazione pubblica, nonché dei programmi di formazione per gli installatori e di un'armonizzazione delle norme e dei codici europei. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/research/energy/nn/nn_rt_pv1_en.html 

BENZINA E GASOLIO TROPPO CARI CON EURO A 1.21 SU DOLLARO I CITTADINI PAGANO IN PIÙ PER I CARBURANTI 315 MILIONI DI EURO AL MESE COSTITUIRE IMMEDIATAMENTE UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA. TRA LE INIZIATIVE DI INTESA CONSUMATORI BOICOTTAGGIO DEL MARCHIO PIÙ CARO
Roma, 9 dicembre 2003 - Con l’attuale prezzo del petrolio a 28 dollari al barile e con l’euro a 1,21 su dollaro i cittadini pagano sia ai petrolieri che allo stato complessivamente 315 milioni di euro in più al mese. Infatti con la forte rivalutazione della moneta europea i prezzi industriali di benzina e gasolio autotrazione dovrebbero essere inferiori di oltre 7 centesimi al litro portando il prezzo alla pompa per la benzina sotto l’euro al litro e per il gasolio attorno a 0,800. Ciò comporterebbe una diminuzione degli esborsi verso le compagnie petrolifere di 120 milioni di euro al mese per la benzina e 140 milioni per il gasolio autotrazione e verso lo stato, per una minore incidenza dell’Iva, di 25 milioni per la benzina e 30 milioni per il gasolio. Per l’Intesa consumatori è una situazione insostenibile ed intollerabile. Si deve intervenire immediatamente, istituendo una commissione di inchiesta parlamentare come da sempre l’Intesa ha sostenuto. E’ infatti assolutamente necessario riportare a correttezza una situazione che le famiglie italiane già aggravate dalla pessima situazione economica e dai continui aumenti di prezzi e tariffe non possono più sopportare. Intervenendo a riportare correttezza in questo settore per i cittadini si otterrebbero risparmi, diretti ed indiretti per 176 euro annui così articolati: 96 euro annui per risparmi sui costi del carburante. 76 euro annui per la riduzione del tasso di inflazione per il minor impatto sui costi generali che derivano dal costo dei carburanti pari a circa lo 0.3 %. E’inoltre inconcepibile che non si attui nel nostro paese una politica di razionalizzazione dell’intero settore aprendo anche alla grande distribuzione, che comporterebbe una riduzione dei costi di almeno 5 centesimi al litro con ulteriore risparmio per i cittadini di 70 euro annui.

FIDITALIA SPA ALLA PRIMA EDIZIONE DEL DEALERS’ SHOW, LA MOSTRA – CONVEGNO DEDICATA AI CONCESSIONARI DEL SETTORE AUTO E AI LORO FORNITORI
Milano, 9 dicembre 2003 – Fiditalia Spa era presente alla prima edizione del Dealers’ Show che si è tenuta presso il Palazzo della Cultura e dei Congressi di Bologna Fiere dal 5 al 6 dicembre, in concomitanza con il 28° Motor Show. La presenza di Fiditalia Spa al Dealers’ Show è un chiaro segnale della volontà aziendale di affiancare gli operatori del mercato con le proprie competenze, attraverso una consulenza mirata. La società opera infatti nel settore auto da oltre vent’anni, e ne segue le dinamiche con grande interesse. Soprattutto in questo momento, in cui la riforma del sistema europeo di distribuzione degli autoveicoli introduce importanti elementi di cambiamento, e si manifesta la necessità di gestire in modo adeguato il periodo di transizione. Durante i due giorni di attività, Fiditalia ha incontrato gli operatori del settore in un duplice contesto. In uno spazio espositivo, i concessionari e le aziende fornitrici di beni e servizi destinati all’attività delle reti vendita di autoveicoli hanno potuto ricevere dettagliate informazioni sui prodotti e servizi finanziari che Fiditalia ha messo a punto specificatamente per il settore auto. E’ stata inoltre realizzato un workshop dal titolo: “I finanziamenti nel mondo auto e moto”. Il workshop (ingresso gratuito) si è tenuto in entrambi i giorni in modo da poter consentire ai partecipanti di usufruire di tutte le opportunità offerte dalla manifestazione. “Con questa iniziativa – ha affermato il dott. Egidio Marsico, direttore della rete territoriale di Fiditalia Spa - intendiamo offrire ai player del settore l’opportunità di un momento di riflessione sulle nuove dinamiche dell’offerta di finanziamenti che caratterizzano il settore auto”. Per l'intera durata dell'evento, Fiditalia Spa è stata inoltre ospite con un proprio corner allo stand di Subaru, di cui è la finanziaria di fiducia.

ENI: POLIMERI EUROPA CEDE L'IMPIANTO ELASTOMERI DI BAYTOWN IN TEXAS (USA)
Milano, 9 dicembre 2003 - L'eni comunica che il Consiglio di Amministrazione di Polimeri Europa ha approvato il 5 dicembre la vendita, per un valore complessivo di Us$ 41 milioni, dell'impianto di produzione di elastomeri (della Polimeri Europa Americas) ubicato a Baytown in Texas alla Società Lee Chang Yung Chemical Industry Corp. (Lcy), secondo produttore mondiale di gomme termoplastiche. L'impianto di Baytown è operativo dal 1993 con una capacità produttiva di 50 mila tonnellate/anno di "styrenic block co-polymers" (gomme termoplastiche) utilizzati in applicazioni quali bitumi modificati, sistemi di copertura, isolanti, adesivi e footwear. "Si tratta di un accordo di reciproca soddisfazione - ha dichiarato l'Amministratore Delegato dell'Eni, Vittorio Mincato - raggiunto con uno dei principali e qualificati operatori internazionali del settore e in linea con la strategia dell'Eni nella petrolchimica". Nota su Lee Chang Yung Chemical Industry Corp. (Lcy) La società taiwanese Lee Chang Yung Chemical Industry Corp., è il secondo produttore mondiale di gomme termoplastiche, con capacità installata annua di 140 mila tonnellate; produce anche formaldeide, acetaldeide, etilacetato, metanolo, acetone, demitel-formamide e metil-isobutil-chetone. Le attività di produzione sono concentrate in quattro impianti nell'isola di Taiwan, due in Cina ed uno in Qatar.

ENERGIA, RIFIUTI, RETI, ACQUE: NASCE IL MODELLO LOMBARDO DI PUBLIC UTILITIES APPROVATA LA NUOVA LEGGE , IN PRIMO PIANO LA CENTRALITÀ DEGLI UTENTI
Milano, 9 Dicembre 2003 - Il Consiglio regionale ha approvato la nuova legge, proposta dalla Giunta, che disciplina, per la prima volta in Italia, in maniera organica e unitaria, tutto il complesso dei servizi di pubblica utilità: rifiuti (urbani e speciali), energia (elettrica, gas), sottosuolo in quanto veicolo per l'erogazione dei servizi, acque. La legge ha ottenuto un forte consenso sia da parte della autonomie locali, sia dal sistema imprenditoriale pubblico e privato e ha raccolto un significativo apprezzamento anche dalle opposizioni. Al centro della normativa c'è il principio della centralità degli utenti, che viene garantita attraverso due principali strumenti : L'introduzione di modelli gestionali che privilegiano i benefici dei cittadini, compreso l'obbligo a seguire il principio della concorrenzialità nelle erogazioni dei servizi, nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie. Lo scopo è quello di ottenere le migliori prestazioni al costo più conveniente, con una particolare attenzione alla valorizzazione e crescita delle realtà ed eccellenze già presenti sul territorio. Un sistema di garanzie basato su tre cardini: la Carta dei Servizi, attraverso la quale il gestore si impegna a garantire all'utente i massimi livelli di qualità; l'Osservatorio dei Servizi, che ha il compito di raccogliere tutti i dati e che misurerà costantemente il livello di qualità dei sevizi erogati e il grado di soddisfazione degli utenti; il Garante dei Servizi, organismo che tutelerà i diritti degli utenti sulla base dei dati raccolti dall'Osservatorio. Si tratta insomma di un programma di vera liberalizzazione del mercato, in cui pubblico e privato possano competere a favore della libertà di scelta del cittadino e della qualità del servizio. La legge si pone precisi traguardi: per i rifiuti, consolidare l'attuale primato lombardo nel campo della raccolta differenziata (oltre 35%) spingendo l'effettivo recupero fino al 60% nel 2010. Parallelamente dovrà essere ridotta almeno del 20% entro il 2005 - con il recupero, il riciclaggio e la termo-valorizzazione - la produzione dei rifiuti avviati a smaltimento. In pratica nel 2007 potranno essere smaltiti in discarica solo i materiali non utilizzabili diversamente con le tecnologie attuali. Per l'energia, sviluppare l'uso razionale, il risparmio energetico, l'incremento di fonti alternative e rinnovabili, limitando considerevolmente il numero delle nuove centrali (comunque ai massimi livelli di rispetto ambientale) pur necessarie per ridurre l'attuale dipendenza energetica (pari al 38% del fabbisogno). Il sottosuolo viene considerato una risorsa, e una risorsa preziosa, da governare razionalmente, considerando le reti come opere di urbanizzazione primaria e incentivando la realizzazione di condotti polifunzionali e di corridoi tecnologici, adatti a contenere una pluralità di reti. Con questa strategia si ridurranno i costi del sistema ed i disagi per i cittadini, troppo spesso costretti a subire continui e ripetuti lavori di scavo e ripristino stradale. Per le acque gli obiettivi riguardano infine la tutela e valorizzazione del patrimonio idrico, il miglioramento della qualità delle acque attraverso la prevenzione e riduzione dell'inquinamento, l'uso sostenibile e durevole delle risorse idriche. "Questa nuova disciplina - commenta il presidente Roberto Formigoni - dà spazio a una regolamentazione organica del settore dei servizi. Con questo provvedimento, che non ha uguali nella legislazione nazionale ed europea, abbiamo eliminato una serie di leggi e leggine che finora hanno caratterizzato gli interventi in queste materie, creando disuguaglianze di metodi di erogazione, di costi e anche di risultati, con ricadute anche sulla qualità dell'offerta. Al centro abbiamo posto i diritti e le legittime aspettative dei cittadini ad avere prestazioni di qualità in ogni luogo della regione e qualunque sia la loro condizione sociale. Ma non trascuriamo con la nostra iniziativa l'aspetto imprenditoriale. Quindi attuiamo anche un vero e proprio disegno di politica industriale, volto a far crescere ulteriormente la qualità del sistema delle public utilities lombarde." "Abbiamo razionalizzato il sistema a vantaggio dell'utente, - sottolinea l'assessore Maurizio Bernardo - salvaguardando la capacità acquisita dalle amministrazioni locali e dalle aziende municipalizzate, che operano in questi campi, e accompagnando e stimolando altre iniziative imprenditoriali del mondo produttivo lombardo".

UNA RETE DI PROGETTI ANTI-INQUINAMENTO INFLUENZERÀ LE POLITICHE EUROPEE IN MATERIA DI QUALITÀ DELL'ARIA
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - Un progetto Eureka, al quale hanno partecipato ricercatori da 25 paesi, in sinergia con il Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione europea, ha fornito nuovi dati sulle cause e gli effetti dell'inquinamento atmosferico. Il progetto Eurotrac- 2 ha visto la partecipazione di oltre 300 gruppi di ricerca impegnati nell'ambito di un cluster di 14 sottoprogetti. Le attività del consorzio hanno prodotto ben 900 articoli scientifici, più di 100 tesi di dottorato e nuove, importanti conoscenze sulle origini e sul comportamento degli agenti inquinanti. Se sarà approvata la proposta del consorzio di istituire una Rete di eccellenza, i lavori sono destinati a procedere nell'ambito del Sesto programma quadro dell'Ue. I risultati del progetto stanno contribuendo a superare alcune incertezze scientifiche in materia di inquinamento, e si prevede che influenzeranno in misura significativa la nuova legislazione. Tali risultati, infatti, fanno già parte delle discussioni sull'aggiornamento della direttiva quadro europea in materia di qualità dell'aria, pubblicata nel 1996, e della legislazione correlata. "Considerato che l'inquinamento transfrontaliero è un tema delicato dal punto di vista politico, i negoziatori necessitano di una piattaforma scientifica solida", sostiene la coordinatrice del progetto Pauline Midgley, del Centro di ricerca nazionale tedesco per l'ambiente e la salute (Gsf). I singoli progetti inclusi nel cluster hanno affrontato temi che vanno dalla formazione di aerosol secondari all'inquinamento urbano che si concentra nei parcheggi e nelle aree tra gli edifici, o ancora all'individuazione satellitare di perdite inquinanti a livello regionale. Il Ccr ha contribuito nella misura del 18,01 per cento al bilancio complessivo di 20,98 milioni di euro stanziati per il progetto, diventando così il secondo maggiore sostenitore economico dopo la Germania. Il contributo scientifico del Ccr ha riguardato in primo luogo la caratterizzazione dell'aerosol nell'Atlantico settentrionale, nonché le emissioni biogeniche nell'area del Mediterraneo ed il loro ruolo nella formazione di ozono troposferico. Infolink: http://www.Gsf.de/eurotrac/index.html

SECONDO GLI EURODEPUTATI, I PRODUTTORI DI GM SONO DA CONSIDERARE RESPONSABILI DELLA CONTAMINAZIONE DELLE COLTURE CONVENZIONALI
Bruxelles, 9 dicembre 2003 - La commissione per l'agricoltura del Parlamento europeo ha adottato una relazione d'iniziativa, dove si chiede alla Commissione di ritenere i produttori di colture geneticamente modificate (Gm) responsabili della contaminazione di prodotti biologici e convenzionali. La relazione chiede con urgenza l'elaborazione di "una proposta relativa alla responsabilità civile e all'obbligo di una copertura assicurativa a livello comunitario contro eventuali danni finanziari in relazione alla coesistenza" e insiste sul fatto che le disposizioni vengano rese "applicabili e riconosciute dal punto di vista giuridico". La relazione, molto contestata, dell'eurodeputato tedesco nonché agricoltore biologico Friedrich-wilhelm Graefe zu Baringdorf ha inoltre respinto i piani della Commissione volti ad autorizzare gli Stati membri a fissare le proprie regole sulla coesistenza di colture Gm e convenzionali. Nella relazione di Graefe zu Baringdorf si chiede che "vengano subito introdotte norme a livello comunitario sulla coesistenza di colture geneticamente modificate e [di prodotti non Gm]". L'ultima importante disposizione enunciata dalla relazione stabilisce che gli Stati membri dovranno essere liberi di decidere se dichiarare o meno talune aree geografiche esenti da coltivazioni Gm, una possibilità fino ad oggi respinta dalla Commissione. Per leggere il progetto di relazione d'iniziativa, consultare il seguente sito web: http://www.Europarl.eu.int/meetdocs/committees/agri/20031202/492181en.pdf

OPERATIVO IN KOSOVO IL PRIMO UFFICIO POSTALE MILITARE ITALIANO ALL'ESTERO PER FORNIRE I SERVIZI POSTALI E FINANZIARI AI MILITARI IMPEGNATI NELLA MISSIONE
Roma, 9 dicembre 2003 - Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Giulio Fraticelli e l'Amministratore Delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi hanno inaugurato oggi in Kosovo il primo ufficio postale all'estero. L'ufficio postale si trova nella sede del contingente italiano presso il "Villaggio Italia" di Belo Polje, vicino a Pec, e consente di inviare e ricevere corrispondenza (posta ordinaria, prioritaria, raccomandata, assicurata, telegrammi), effettuare operazioni di Bancoposta (aprire e gestire Libretti di Risparmio Postale e conti correnti Bancoposta, sui quali ad esempio far accreditare lo stipendio; inviare e ricevere denaro in tempo reale tramite bonifico e con Bancoposta Moneygram, oppure in pochi giorni con Eurogiro e con il vaglia postale internazionale; sottoscrivere Buoni Fruttiferi Postali; pagare bollettini di conto corrente postale; acquistare la carta prepagata ricaricabile di Poste Italiane "postepay"; ricaricare cellulari; cambiare denaro nelle principali valute). Rivolgendosi a questo ufficio postale, inoltre, è possibile spedire e ricevere fax, acquistare materiale di cancelleria, scatole per la spedizione di pacchi e prodotti filatelici. L'ufficio postale di Belo Polje offre i propri servizi ai 3.500 militari italiani mediamente presenti nella regione, ai militari di altri Paesi e al personale delle organizzazioni internazionali e delle organizzazioni non governative che operano in Kosovo. Il funzionamento dell'ufficio postale è assicurato da personale di Poste Italiane che ha partecipato a un corso di formazione curato dall'Esercito. I dipendenti di Poste Italiane, per l'occasione inquadrati nei ranghi dell'Esercito nel settore delle Forze di Completamento, saranno impegnati nell'ufficio postale militare di Belo Polje, a turno, per periodi non superiori a 180 giorni.

PRIMA DI ENTRARE IN DISCOTECA UN GIRO NEL TRUCK PRESENTATO AD ASPHALTICA/URBANIA IL TIR ATTREZZATO PER L’EDUCAZIONE STRADALE DEI GIOVANI
Padova, 9 dicembre ’03 - Presentato il 4 dicembre in un truck (Tir attrezzato) della Regione Veneto, ad Asphaltica/urbania il cd rom interattivo realizzato dall’assessorato alle politiche della mobilità e delle infrastrutture in collaborazione con l’Università di Padova e il Trio Medusa delle Iene, dedicato agli adolescenti sulla sicurezza stradale. “ Prima del motore accendi il cervello” non è solo uno slogan, ma il progetto che coinvolgerà gli studenti delle scuole superiori della regione e i frequentatori di discoteche, casinò, pub. È previsto nel corso dell’anno un tour attraverso le maggiori città venete per promuovere “giocando” la campagna di sicurezza sulle strade, voluta dalla Regione che interesserà, anche i docenti degli istituti coinvolti. Per l’assessore Chisso “ anche se con l’introduzione della patente a punti voluta da questo governo sono diminuiti gli incidenti, non bisogna abbassare la guardia. La Regione continua quindi a diffondere la cultura della sicurezza in un’ottica che privilegia la prevenzione piuttosto che la repressione. Ecco il significato di questo cd. E’ nostra intenzione coinvolgere anche il Silb”. Il pilota –psicologo Siegfried Stohr, intervenuto sul tema ha ribadito come “ la sicurezza stradale non è garantita da gente che guida bene, ma da chi assume i comportamenti corretti”.

DUE NUOVE METROTRANVIE PER MILANO E DA OGGI LA MM 3 ARRIVA A MACIACHINI NORD E SUD PIÙ VICINI AL CENTRO. IN FUNZIONE I SUPERTRAM CLIMATIZZATI, A PIANALE RIBASSATO.
Milano, 9 dicembre 2003 - Da ieri, lunedì 8 dicembre, sono entrate in funzione il prolungamento della Mm3, Zara-maciachini e le due nuove metrotranvie di Milano, la Sud da piazza Fontana a Rozzano e la Nord da Piazza Castello al parco Nord, tutte opere progettate e costruite da Metropolitana Milanese Spa. Accompagnato dal Vice Sindaco Riccardo De Corato, dall'assessore ai Trasporti Giorgio Goggi e altre autorità, il sindaco Gabriele Albertini ha compiuto il viaggio inaugurale, prima sulla Mm3, poi sulle tranvie, presentando alla stampa la nuova stazione della terza rete sotterranea e le due linee di superficie. L'attivazione delle metrotranvie e del nuovo tronco Mm3 ha comportato la riorganizzazione della rete di superficie Atm, un'operazione che ha coinvolto 20 linee di bus e tram, con nuovi percorsi, soppressioni, prolungamenti. Il bus 65, da San Babila a piazza Agrippa, è stato sostituito dalla metrotranvia Sud; ma è nata anche una nuova linea, la 16, sul tracciato San Siro-monte Velino. Le periferie Nord e Sud di Milano da oggi risultano più vicine al centro. Più rapidi e regolari i collegamenti; ben accessibili importanti funzioni urbanistiche come l'Ospedale Maggiore e la Bocconi ; meno bus sulle strade, sostituiti dalle più capienti metrotranvie, soprattutto a Niguarda dove il 50 per cento delle corse è rimpiazzato da supertram. A conti fatti, meno congestione e meno smog. Oltre a Niguarda migliori connessioni con Affori, Comasina, Bruzzano e i comuni di Bresso e Cormano. Piazzale Maciachini diventa da oggi il nuovo, importante punto d'interscambio delle linee, in superficie e metropolitane, operanti nel Nord Milano. Di fatto sarà lo snodo fondamentale negli spostamenti dei pendolari diretti in centro da una delle aree più urbanizzate della città. Prolungamento Mm3 Zara - Maciachini. Il nuovo tracciato della Mm3 si sviluppa per circa 1.2 km a 17- 18 metri di profondità sotto via Stelvio, via Menabrea, piazza Maciachini e via Imbonati. L'intero tronco è stato costruito, con inizio dei lavori nel 1998, a foro cieco senza intralci al traffico, mentre la stazione è stata realizzata parzialmente a cielo aperto. Sotto via Imbonati è stata aperta una galleria a foro cieco per il ricovero notturno delle vetture con i binari per l'inversione di marcia dei treni. Maciachini è connessa con la tranvia Nord e linee bus urbane. Già progettati i nuovi prolungamenti fino a Comasina (apertura prevista fine 2007, con 4 fermate) e si lavora da tempo sulla prima tratta, fino a Dergano. Nelle ore di punta sul nuovo tronco Zara-maciachini sono previsti 15 mila passeggeri. A fianco della nuova stazione è stato progettato un parcheggio interrato, con 400 posti auto: lavori dai primi mesi del 2004. Tra infrastruttura e materiale rotabile il nuovo tronco è costato 92.3 milioni di euro, pari a 178 miliardi di lire, 40 per cento a carico del Comune e 60 per cento a carico dello Stato. Supertram da 250 passeggeri. Nuove linee in superficie, ma anche nuovi mezzi di trasporto. Sulla metrotranvia Nord entrano in funzione i moderni e silenziosi tram a pianale ribassato Sirio, con aria condizionata, basso impatto visivo e pedana per i disabili, lunghi più di 30 metri e già sperimentati sulla metrotramvia 7 da Lagosta e Bicocca, in grado di trasportare più di 250 persone, di cui 70 sedute. Sulla metrotranvia Sud, invece, viaggiano gli Eurotram, grandi vetture di tipo innovativo come i Sirio, con aria condizionata, pianale ribassato e pedana per l'accesso ai disabili, che i milanesi hanno già visto in servizio sulla linea 14. Sulla terza linea Mm, infine, vengono impiegati 3 nuovi treni con aria condizionata e vetture intercomunicanti. Lavori in 3 anni. Iniziati a metà 2000, i lavori delle due metrotranvie sono terminati in questi giorni grazie anche al fatto che il Sindaco, in qualità di Commissario al traffico, nell'ottobre 2002 ha sciolto, per inadempienza e mancato rispetto delle scadenze, il contratto con l'impresa appaltatrice. In tempi rapidi, meno di due mesi, è stato scelto un nuovo appaltatore che ha completato l'intervento recuperando i ritardi. Disagi, addebitabili soprattutto alla scarsa efficienza del primo appaltatore, non sono mancati, in particolare sul percorso della linea Sud, per l'impatto dei lavori sulla tratta protetta. Ma oggi gli abitanti dei quartieri interessati sono ripagati da un moderno servizio di trasporto. Caratteristiche di esercizio. La metrotranvia Nord, da piazza Castello a Niguarda-parco Nord, inizierà il servizio alle 5.50 da Niguarda e lo terminerà all' 1.40 di notte da piazza Castello. Nella fascia di punta sono previste frequenze attorno ai 4 minuti e circa 4 mila passeggeri all'ora; in quella di morbida attorno agli 8 minuti. Nell'ambito della rete Atm questa sarà la linea 4, dal nome del vecchio percorso soppresso e sostituito. La metrotranvia Sud invece inizierà il servizio attorno alle 6, dalla periferia verso il centro, e lo terminerà all' 1.35. Nella fascia di punta, tra piazza Fontana e Gratosoglio, frequenze attorno ai 3-4 minuti; nella fascia di morbida, attorno ai 4-5 minuti. Su tutto il percorso, invece, sei nell'ora di punta e 8 in quella di morbida. Oltre 4 mila all'ora, infine, i passeggeri trasportati di prima mattina. Nel quadro della rete Atm questa sarà la 15, dal nome della vecchia linea di jumbotram tra Rozzano e Duomo, sostituita dalla metrotranvia. Entrambe le metrotranvie sono dotate di particolari sistemi antivibranti per ridurre l'impatto acustico. L'investimento. L'investimento complessivo per le due metrotranvie, tra infrastrutture e materiale rotabile, supera i 100 milioni di euro, pari a 194 miliardi di lire. Il Comune ha finanziato il 40 per cento delle spesa; lo Stato il 60 per cento. Sono stati acquisiti più di 50 nuovi veicoli. I percorsi. Sono 47 le fermate lungo le due linee. Da piazza Castello la metrotranvia Nord prosegue per via Legnano, via Montello e via Farini, quindi si spinge verso piazza Maciachini e oltre, fino a Niguarda-parco Nord . Tracciato complessivo di 7.1 km , con 19 fermate. La nuova tratta, in sede propria, da Maciachini al parco Nord, è di 3.8 km ,. Con nove fermate: Maciachini M3, Valassina, Nizza, Ospedale Maggiore, Girola, Niguarda centro, Niguarda Nord, cascina California, Niguarda-parco Nord. La metrotranvia Sud parte da piazza Fontana, entra su via Larga e prosegue per via Albricci, corso Italia e Porta Lodovica; quindi punta a sud verso via Pezzotti, piazzale Abbiategrasso, Gratosoglio e Rozzano. Lunghezza complessiva, 10,350 km ., con 28 fermate. Il tratto in sede protetta è di 2.8 km e comprende 10 fermate: Porta Lodovica, Castelbarco, Bibbiena, Tibaldi, Pezzotti, Giovanni da Cermenate, Volvinio, Agrippa, Medeghino e Abbiategrasso.
LA RETE CAMBIA VOLTO
RETE TRANVIARIA.
LINEA 2 (Negrelli – Lunigiana). Viene soppressa la tratta Bignami – Lunigiana con attivazione di quest’ultimo capolinea. La tratta soppressa è sostituita dalla linea tranviaria 5, da quella automobilistica 42, nonché dall’attuale linea di area urbana 727 (Milano-Cusano).
LINEA 4. Metrotranvia Nord (Niguarda - Castello). L’attuale linea 4 viene soppressa e sostituita nel percorso dalla Metrotranvia Nord, dalle linee tranviarie 5 e 16 e dal prolungamento della linea tranviaria 7. Il numero 4 indicherà la Metrotranvia Nord. Nuovo percorso: Niguarda, Ornato, Graziano Imperatore, Donatelli, Ospedale Maggiore, Nizza, Valassina, Maciachini M3, Menabrea, Farini, Baiamonti, Montello, Legnano, Lanza M2, Foro Buonaparte, Cairoli M1, Ricasoli, Castello.
LINEA 5. Prolungamento a Niguarda (Ortica – Parco Nord). E’ prolungata sino a Niguarda e sostituisce la linea tranviaria 2 fino all'altezza di viale Ca' Granda e l’ex linea 4 fino all’Ospedale Maggiore, svolgendo nella tratta  Ca' Granda - Ornato anche la funzione delle attuali linee automobilistiche 42 e 83, deviate su altri percorsi. Nuovo percorso: INVARIATO da Ortica a Lunigiana, indi Marche, Zara, Ca’ Granda, Ospedale Maggiore, Ornato, Niguarda (Parco Nord).
LINEA 7. Prolungamento a p.zza Castello (Greco FS – Cairoli M1). Il percorso è prolungato da p.le Lagosta fino a p.zza Castello. Nuovo percorso: INVARIATO fino a Lagosta, indi Porro Lambertenghi, Bassi, Farini, Montello, Lega Lombarda, Legnano, Foro Buonaparte, Cairoli M1, Foro Buonaparte, Ricasoli, p.zza Castello (ritorno per Quintino Sella, Foro Buonaparte).
LINEA 15. Metrotranvia Sud (Rozzano - P.zza Fontana): diventa la nuova Metrotranvia Sud. Percorso: INVARIATO tra Rozzano e p.le Abbiategrasso, quindi Medeghino, Agrippa, Volvinio, Pezzotti, Giambologna, Teulié, p.ta Lodovica, Italia, Missori M3, Albricci, Larga,  Fontana.
LINEA 16. Nuova linea (S. Siro – Monte Velino). Sostituisce la linea tranviaria 24 nel tratto Axum - Crocetta, quindi prosegue sul percorso dell’ex linea 4 fino a Monte Velino. Nuovo percorso: Axum, Rospigliosi, Stratico, Albertinelli, Dolci, Faruffini, De Angeli, Cuneo, Piemonte, Vercelli, Baracca, Magenta, Meravigli, Orefici, Dante, Mazzini, Missori M3, Romana, Lamarmora, Bergamo, Comelico, Tito Livio, Carabelli,  Cuoco, Turchino, Monte Velino.
LINEA 24 (Vigentino –Duomo/Via Dogana). La tratta Duomo – Axum (San Siro) è soppressa e viene sostituita dalla nuova linea tranviaria 16. Il nuovo capolinea è fissato in via Dogana.
RETE AUTOMOBILISTICA
LINEA 40. Deviazione e prolungamento a Greco FS (Bonola – Greco FS). Nuovo percorso: INVARIATO da Bonola a via Ornato, quindi Bauer, Marmolada, Arganini (ritorno: Suzzani, L. della Pila, Cecchi, Maestri del Lavoro, Palanzone), Esperia, Rodi, Emanueli, Egeo (Greco FS).
LINEA 41 (Bovisasca – Maciachini M3). Viene soppressa la tratta tra p.zza Maciachini  e via De Marchi (Turati M3), che sarà effettuata dalla M3 e, per tratte locali, dalla Metrotranvia Nord e dalla linea automobilistica 70.LINEA 42. Deviazione (Centrale FS – Niguarda/Via Arezzo). Invariata tra Centrale FS e v.le Suzzani, quindi percorre tutto v.le Suzzani assumendo il tratto terminale dell'attuale linea automobilistica 44, fino al nuovo capolinea di via Arezzo.
LINEA 44. Deviazione (Gobba M2 – Niguarda). La linea  resta invariata tra Gobba e l'intersezione con v.le Sarca, quindi subisce modifiche di percorso. Nuovo percorso: INVARIATO da Gobba M2 fino a via De Marchi, quindi Venosta, Sarca, (ritorno: Pianell, Diodoro Siculo, Cozzi), Rabolini, Ca’ Granda, Suzzani, Gregorovius, M.te Rotondo, Belloveso, Sant’Agostino, Cattaro, Palanzone, Ornato, Terruggia, Maffi, Cesari, Frugoni, Da Saluzzo.
LINEA 46. La linea è soppressa e sostituita da un incremento del servizio della linea automobilistica 70.
LINEA 51. Deviazione (Cimiano M2 – Zara M3). La tratta tra via Murat (angolo v.le Marche) e p.ta Volta è soppressa. La linea verrà deviata da via Murat a Zara M3  (capolinea abbandonato dalla linea 46).  Nuovo percorso: INVARIATO da Cimiano M2 a v.le Suzzani angolo via Bussero, indi prosegue per v.le Suzzani, della Pila, Maestri del Lavoro, Palanzone, Ornato, Terruggia, Val di Ledro, Hermada, Graziano Imperatore (ritorno: B. d’Espinosa, D’Anzi, Bauer) Donatelli, Ospedale Maggiore, via B. dell’Ospedale, Murat, Lario, Stelvio, N. Sauro, A.Claudio, Keplero, Zara M3 (ritorno: Stelvio, Lario).
LINEA 54. Deviazione (Lambrate FS - Duomo). Nuovo percorso: INVARIATO in direzione Duomo, in direzione Lambrate transita in Gonzaga, Missori, Albricci e Larga.
LINEA 57. Spostamento capolinea  (Q.to Oggiaro - Cadorna M1-M2). Spostamento del capolinea da via Beltrami (Cairoli M1) a via Minghetti (Cadorna M1-M2).
LINEA 65. La linea è soppressa e sostituita dalla Metrotranvia Sud (linea 15).
LINEA 70. Deviazione (Q.re Bruzzano – P.ta Volta). Il percorso resta invariato tra Bruzzano e p.zza Baiamonti, mentre è soppressa la tratta Baiamonti - Minghetti. Nuovo percorso: INVARIATO sino a Baiamonti, quindi p.ta Volta, La Foppa , Moscova M2, Biancamano, Lega Lombarda, inversione di marcia, Biancamano (ritorno: per via Montello).
LINEA 82. Deviazione (Bovisasca – Centrale FS). La linea è deviata nel tratto tra via Livigno e viale Stelvio lungo via Valtellina e viale Jenner, per garantire l’interscambio con la fermata di Maciachini M3 e con la Metrotranvia Nord.
LINEA 83. Deviazione (Bresso – Niguarda/Parco Nord). La tratta tra via Ornato e Centrale FS è soppressa. Nuovo percorso: Don Minzoni (Bresso), Vittorio Veneto, Ornato (inversione di marcia all’altezza di via A. da Saluzzo), Vittorio Veneto, Villa, Diaz, Don Sturzo, San Francesco, Don Minzoni (Bresso).
LINEA 83/.Deviazione (Brusuglio – Osp. Maggiore). La tratta Ospedale Maggiore - Centrale FS è soppressa. La linea assume il percorso abbandonato dalla linea automobilistica 40 nella tratta via Ornato – Ospedale Maggiore. Nuovo percorso: INVARIATO sino a via Ornato, indi Achillini, Ornato, Graziano Imperatore, Girola, Cherasco, Ca’ Granda, Ospedale Maggiore (ritorno Donatelli, Graziano Imperatore, Bianchi D’Espinosa, Belloveso, Bauer, Ornato, Vittorio Veneto, Lurani, Roma).
LINEA 200 – Prolungamento (San Donato M3 – Maciachini M3).Prolunga il percorso da Zara M3 a Maciachini M3. Nuovo percorso: INVARIATO sino a via Sauro, indi Stelvio, Valtellina, Maciachini M3 (ritorno: Valtellina, Maciachini, Marche, Lario, Stelvio, regolare).

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