NOTIZIARIO
MARKETPRESS
WEB
GIURIDICA
ED
ECONOMICA
contributi
di
GIOVANNI SCOTTI
e mail
scottigio@tin.it
MARTEDI'
9 DICEMBRE 2003
pagina 7
VUOI PUBBLICIZZARE
LA TUA AZIENDA SU QUESTO SPAZIO
A SOLI 200 €
AL MESE ?
TELEFONATECI ALLO
02 48 95 07 34 |
|
CODICE
DI AUTOREGOLAMENTAZIONE "INTERNET E MINORI"
L'Associazione
Italiana Internet Providers, l'Associazione per la convergenza nei servizi
di comunicazione, l'Associazione Provider Indipendenti,
la Federazione
delle imprese delle Comunicazioni e dell'informatica, il Ministro delle
Comunicazioni e il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie hanno
sottoscritto il
Codice di
Autoregolamentazione "Internet e minori" Obiettivo
dell'iniziativa è di provvedere alla tutela generalizzata del minore
nell'ambito dell'uso sicuro delle tecnologie della società
dell'informazione e delle comunicazioni elettroniche: infatti, chi aderisce
al codice di autoregolamentazione si impegna a specifiche regole e
comportamenti e acquisisce il diritto di pubblicare, sui propri servizi e
nelle comunicazioni commerciali, il marchio "Internet@minori".
Uno
specifico Comitato di Garanzia, nominato con Decreto del Ministro delle
Comunicazioni, di concerto con il Ministro per l'Innovazione e le
Tecnologie, avrà il compito di vigilare sulla corretta applicazione del
codice di autoregolamentazione
Sicurezza
generale dei prodotti: guida all'attuazione della direttiva 2001/95/CE
Entro il 15 gennaio
2004 i singoli stati dell'Unione europea debbono traspostare nel diritto
nazionale la delibera 2001/95/CE, adottata il 3 dicembre 2001, sulla
sicurezza generale dei prodotti. Su richiesta di numerosi Stati membri,
la Commissione
ha predisposto una guida volta a chiarire le relazioni tra la direttiva
sicurezza generale dei prodotti ed alcune direttive settoriali che si
applicano a specifici prodotti destinati al consumo.
In particolare, la guida prende in considerazione le interrelazioni con
la Direttiva
giocattoli, la direttiva sulle apparecchiature a basso voltaggio, la
direttiva sulle apparecchiature per la protezione personale e la direttiva
sui cosmetici.
La guida,
elaborata dalla DG
Consumatori della Commissione in stretto contatto con
la DG Imprese
, esperti degli Stati membri ed alcuni attori interessati e pubblicata
recentemente, è concepita come uno strumento informale, ma sistematico
volto ad assistere le autorità competenti degli Stati membri e le parti
interessate nell'attuazione delle direttive in questione.
La guida non
è un'interpretazione giuridica delle suddette direttive.
Convenzione
di Arhus sull'accesso all'informazione,
la partecipazione del
pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia
ambientale: proposte della Commissione europea
La Comunità
europea e i suoi
Stati membri hanno firmato nel 1998
la Convenzione
di Arhus sull'accesso all'informazione, la partecipazione del pubblico ai
processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale L'obiettivo
principale della convenzione è quello di stabilire le regole di base per
incoraggiare la partecipazione del pubblico alle questioni ambientali e
promuovere l'effettiva osservanza del diritto ambientale.
L'adeguamento
agli obblighi previsti dalla convenzione deve avvenire sia a livello di
Stati membri, che a livello delle istituzioni comunitarie.
Per quanto riguarda gli stati membri,
la Comunità
ha recentemente adottato due direttive che concretizzano i primi due
pilastri della Convenzione e cioè la direttiva 2003/4 sull'accesso del
pubblico all'informazione ambientale e la direttiva 2003/35 del 26 maggio
2003, che prevede la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di taluni
piani e programmi in materia ambientale.
Il pacchetto
di proposte adottato nel mese di ottobre completa da un lato il recepimento
nazionale degli obblighi derivanti dalla convenzione con una "proposta
di direttiva sull'accesso alla giustizia in materia ambientale";
dall'altro il recepimento da parte delle stesse istituzioni comunitarie
degli obblighi della Convenzione tramite un "regolamento
sull'applicazione alle istituzioni e agli organi comunitari delle
disposizioni della Convenzione di Arhus sull'accesso alle informazioni, la
partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla
giustizia in materia ambientale"; Per quanto riguarda la proposta di
direttiva sull'accesso alla giustizia l'obiettivo è quello di definire
tramite uno strumento giuridico comunitario (direttiva) norme uniformi per
garantire l'accesso alla giustizia in materia ambientale negli stati membri.
La direttiva riconosce quindi il diritto ai membri del pubblico o soggetti
abilitati il diritto ad agire e promuovere procedimenti di natura
amministrativa o giurisdizionale contro gli atti o le omissioni delle
pubbliche autorità che violano il diritto ambientale.
La proposta
prevede che i membri del pubblico abbiano accesso ai ricorsi in materia
ambientale quando vantino un interesse sufficiente o in alternativa facciano
valere la violazione di un diritto nel caso in cui il diritto processuale
amministrativo esiga tale presupposto; I soggetti abilitati (in particolare
ONG) hanno invece accesso ai ricorsi quando l'oggetto del ricorso rientra
specificatamente nelle loro attività statutarie e il ricorso riguarda il
loro ambito geografico specifico d'azione.
Per quanto
riguarda atti ed omissioni di privati, la proposta prevede solo l'obbligo
per gli stati membri di garantire l'accesso alla giustizia, ma non
interviene prescrivendo norme dettagliate, perché ciò ricade nelle
competenze degli stati membri.
La proposta
di regolamento sull'applicazione alle istituzioni e agli organi comunitari
delle disposizioni della Convenzione di Arhus sull'accesso alle
informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e
l'accesso alla giustizia in materia ambientale" prevede l'applicazione
dei tre pilastri della Convenzione alle istituzioni e organi comunitari
utilizzando come base di partenza le disposizioni già vigenti in materia.
L'obiettivo è quello di:
a) garantire al pubblico il diritto di accesso alle informazioni ambientali
detenute dalle istituzioni e dagli organi comunitari o da terzi per loro
conto, e definire le condizioni generali e la modalità pratiche per
l'esercizio di tale diritto
b) assicurare la progressiva disponibilità delle informazioni ambientali in
banche dati elettroniche facilmente accessibili al pubblico attraverso reti
pubbliche di telecomunicazione
c) prevedere la partecipazione del pubblico all'elaborazione di piani e
programmi in materia ambientale ad opera delle istituzioni e degli organi
comunitari (la definizione di piani e programmi non comprende i piani e i
programmi finanziari o di bilancio né i programmi di lavoro interni delle
istituzioni o degli organi comunitari.
d) prevedere l'accesso alla giustizia in materia ambientale a livello
comunitario alle condizioni stabilite nel regolamento stesso.
Le proposte legislative, che saranno analizzate nel corso dei prossimi mesi
sia a livello di Parlamento europeo e di Consiglio, sono reperibili al
seguente sito internet:
http://www.europa.eu.int/comm/environment/aarhus/index.htm
CENTRO
STUDI DI DIRITTO SANITARIO: IL SITO INTERNET
Il Centro studi di
diritto sanitario, una associazione senza fini di lucro, coadiuvato da
ricercatori universitari, avvocati esperti nel settore, direttori e medici
dirigenti di AA.SS.LL. ha progettato e realizzato il sito internet www.dirittosanitario.net L'obiettivo
è tentare di fornire uno strumento di ricerca ed aggiornamento, sulle
continue evoluzioni del diritto in materia sanitaria.
Il sito, aggiornato
quotidianamente, è suddiviso in 4 macro-aree, ciascuna con autonome
sezioni, implementate.
Nell'Area Pubblica sono
trattati i seguenti argomenti: Dirigenza medica, Dirigenza sanitaria,
Dipendenti comparto ed Azienda sanitaria.
Nell'Area Convenzionata sono indicati tutti i rapporti convenzionali,
intrattenuti con le Aziende sanitarie.
Nell'Area Comunitaria è
possibile consultare gli orientamenti giurisprudenziali, le note ed i
commenti di Corte di Giustizia e Tribunale I° grado.
Nell'Area Servizi, infine, che costituisce, ci sembra, una novità assoluta,
c'è la sezione il "tribunale del medico", ricca di approfonditi
esami della legislazione, dei regolamenti e degli accordi di lavoro
nazionali ed integrativi, regionali ed aziendali, in grado di far emergere
anche gli istituti contrattuali, specie di natura economica, che non sempre
sono interpretati ed applicati in modo corretto ed uniforme, sul territorio
nazionale, dalle singole AA.SS.LL. La sezione tenta di fornire una soluzione
ragionata, consentendo al medico, che ritenga di trovarsi in una delle
situazioni prospettate, la possibilità di aderire alle varie iniziative
proposte.
Con i "Quaderni di
studio", invece, sono affrontati, tra l'altro, alcuni problemi di
natura penale, civile, amministrativa, disciplinare e contabile, connessi
alla prestazione lavorativa del sanitario).
E' sempre possibile,
monitorare on line, le varie fasi delle attività richieste, aggiornate in
tempo reale, accedendo ad un'area strettamente personale (stato delle
pratiche) con chiave riservata.
TURISMO: IL FORUM EUROPEO
DELUDE LE ASPETTATIVE
Il
Forum Europeo del Turismo, organizzato dall’Italia nell’ambito del
semestre di presidenza italiano, in svolgimento ad Abano e Venezia, rischia
di non approdare ad alcun risultato concreto nell’ambito delle tematiche
fiscali.
“La
sensazione - afferma il Presidente della Confturismo, Bernabò Bocca - è
che al di là di dichiarazioni di mera facciata, volte a manifestare
l’interesse di tutti i Paesi dell’Unione Europea per uno sviluppo
armonico del turismo, nella realtà dei fatti sembra che l’Europa navighi
a vista ed in ordine sparso e non esistano le condizioni per definire
strumenti normativi che assicurino uniformità per la gestione economica
delle imprese”.
“Nel dettaglio - prosegue Bocca - il tema nodale
sulla fiscalità, trattato in una delle tre sessioni di lavoro, ha finito
per evidenziare come ancora si frappongano ostacoli all’effettivo
perseguimento della armonizzazione del regime Iva con aliquota ridotta per
tutte le imprese turistiche”.
“L’Europa - conclude Bocca - deve invece farsi carico di una
azione più efficace nei confronti dei singoli governi nazionali, mirata a
rimuovere gli impedimenti che determinano disparità di trattamento e
producono forme di distorsione della concorrenza”.
UMANA
MENTE vince l’oscar di bilancio 2003 per
la categoria organizzazioni
non profit
UMANA
MENTE,
la Fondazione
socioassistenziale, istituita da Ras
nel settembre
2001, ha
ricevuto il premio “Oscar di bilancio
2003”
per la categoria organizzazioni non profit, promosso e gestito dalla FERPI
(Federazione Italiana Relazioni Pubbliche). Il premio è stato attribuito
“per aver interpretato con rigore e completezza il valore della
comunicazione e della trasparenza dei comportamenti amministrativi, per aver
privilegiato
la Governance
e aver usato un modello operativo innovativo.
La Fondazione
– prosegue la motivazione della FERPI - ha fornito inoltre un'informazione
completa dal punto di vista economico-finanziario e il processo di redazione
del bilancio sociale è sempre stato coerente con la natura stessa di UMANA
MENTE, coinvolgendo concretamente gli stakeholder più significativi. Sono
infine risultati particolarmente efficaci gli strumenti di comunicazione
delle informazioni relative al bilancio”.
“Si
tratta di un riconoscimento molto importante per noi” - ha affermato Anna
Venturino, Direttore Generale della Fondazione UMANA MENTE - “è il nostro
primo bilancio sociale e non ci aspettavamo un simile apprezzamento. Mettere
per iscritto un anno di attività è stato un esercizio difficile ma che ci
ha aiutato a crescere. Nei sei mesi in cui abbiamo lavorato intensamente
alla sua redazione, ci siamo confrontati, abbiamo discusso e ridefinito il
nostro modello operativo e oggi siamo soddisfatti dei risultati ottenuti”.
I
progetti finanziati riguardano non solo il territorio di Milano ma anche le
città di Roma e di Genova e si prevede in futuro che le attività si
estendano a tutto il territorio nazionale.
CALENDARIO DELLA
CIRCOLAZIONE DICEMBRE 2003 E GENNAIO 2004
In prossimità delle festività natalizie e di fine anno ricordiamo
il calendario dei divieti di circolazione fuori dei centri abitati per il
corrente mese di dicembre 2003, contenuto nel Decreto del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti del 17 dicembre 2002 e pubblicato nella
Gazzetta ufficiale n. 16 del 21 gennaio 2003.
Tali
divieti riguardano tutte le domeniche del mese di dicembre dalle ore 8 alle
ore 22, dalle ore 8 alle ore 22 dell'8 dicembre, dalle ore 8 alle ore 22 del
25 dicembre, dalle ore 8 alle ore 22 del 26 dicembre, dalle ore 8 alle ore
22 del 1° gennaio 2004, dalle ore 8 alle 22 del 6 gennaio 2004, tutte le
domeniche del mese di gennaio dalle ore 8 alle ore 22.
Non sono
coperti da divieto il 24 dicembre, il 31 dicembre 2003 nonché lunedì 5
gennaio 2004.
L'art. 3 del
provvedimento indica le esenzioni. Mentre l'art. 4 estende la possibilità
di esclusione dal divieto, previa richiesta di autorizzazione prefettizia,
inoltrata almeno 10 giorni prima della data in cui si chiede di poter
circolare, di norma alla Prefettura della provincia di partenza, ai veicoli
adibiti al trasporto di prodotti, che, per la loro intrinseca natura o per
fattori climatici e stagionali, sono soggetti ad un rapido deperimento e che
necessitano di un tempestivo trasferimento dai luoghi di produzione a quelli
di deposito o vendita, ai veicoli ed ai complessi di veicoli adibiti al
trasporto di prodotti destinati all'alimentazione degli animali, ai veicoli
ed ai complessi di veicoli, classificati macchine agricole, destinati al
trasporto di cose, che circolano su strade comprese nella rete stradale di
interesse nazionale ed ai veicoli adibiti al trasporto di cose, per casi di
assoluta necessità ed urgenza.
Costituzione/Cessazione
di rapporti di lavoro
Il
Ministero del Lavoro, con la circolare
n. 37 del 24 novembre 2003, ha affermato l’immediata applicabilità
delle nuove sanzioni previste dall’art. 19 del Decreto legislativo n.
276/03 al datore di lavoro che violi gli obblighi di comunicazione previsti
in caso di assunzione e di cessazione dei rapporti di lavoro.
Allo
stato i termini previsti per effettuare le comunicazioni in esame sono di
cinque giorni, che decorrono, rispettivamente, dalla data di assunzione e/o
di cessazione del rapporto di lavoro.
Sia
in caso di violazione dell'obbligo di comunicazione che in caso di
violazione dell'obbligo di comunicazione di cessazione del rapporto è
applicabile una sanzione da
100,00 a
500,00 euro.
LEGGE
N. 326/03 di conversione del Decreto legge n. 269/03
Il 26 novembre 2003 è
entrata in vigore
la Legge
24 novembre 2003, n. 326, che ha convertito il Decreto legge n. 269/03
recante disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione
dell'andamento dei conti pubblici. Il provvedimento è stato pubblicato sul
supplemento ordinario n. 181 alla Gazzetta ufficiale n. 274 del 25 novembre
2003.
L'art. 45, relativo all'aliquota contributiva dei lavoratori iscritti alla
gestione separata di cui all'art. 2, comma 26, della Legge 8 agosto 1995, n.
335 prevede che dal 1° gennaio
2004 l
'aliquota contributiva pensionistica per gli iscritti alla gestione separata
di cui all'art. 2, comma 26, della Legge 8 agosto 1995, n. 335, che non
risultino assicurati presso altre forme obbligatorie, è stabilita in misura
identica a quella prevista per la gestione pensionistica dei commercianti.
Per gli anni successivi, ad essa si applicano gli incrementi previsti
dall'art. 59, comma 15, della Legge 27 dicembre 1997, n. 449, fino al
raggiungimento dell'aliquota di 19 punti percentuali.
Conseguentemente i soggetti
già iscritti ad una gestione previdenziale obbligatoria o titolari di
pensione non diretta (indiretta, di reversibilità) continuano a pagare
un’aliquota contributiva pari al 10%.
I titolari di pensione
diretta (anzianità, vecchiaia, invalidità), invece, dal 1° gennaio 2004,
pagheranno un’aliquota contributiva pari al 15%, contro l'attuale 12,50%.
I soggetti privi di
un'altra tutela previdenziale obbligatoria, che per tutto il 2003 pagano
un’aliquota contributiva pari al 14%, invece, con decorrenza dal 1°
gennaio 2004, pagheranno un’aliquota contributiva pari al 17,39%. Mentre
scriviamo non è ancora chiaro se a tale aliquota debba essere aggiunto lo
0,50% per la tutela maternità e per gli assegni per il nucleo familiare
(17,39 + 0,50 = 17,89).
Pagina 1
Pagina 2
Pagina 3
Pagina
4 Pagina 5
Pagina 6
Pagina
7
Titoli
Home
Archivio news
|