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QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità
2003 anno 6°  

NOTIZIARIO
MARKETPRESS

WEB GIURIDICA
ED
ECONOMICA

contributi di
GIOVANNI SCOTTI

e mail  scottigio@tin.it

MARTEDI'
9   DICEMBRE 2003

pagina 7

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CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE "INTERNET E MINORI"

L'Associazione Italiana Internet Providers, l'Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, l'Associazione Provider Indipendenti, la Federazione delle imprese delle Comunicazioni e dell'informatica, il Ministro delle Comunicazioni e il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie hanno sottoscritto il Codice di Autoregolamentazione "Internet e minori" Obiettivo dell'iniziativa è di provvedere alla tutela generalizzata del minore nell'ambito dell'uso sicuro delle tecnologie della società dell'informazione e delle comunicazioni elettroniche: infatti, chi aderisce al codice di autoregolamentazione si impegna a specifiche regole e comportamenti e acquisisce il diritto di pubblicare, sui propri servizi e nelle comunicazioni commerciali, il marchio "Internet@minori".

Uno specifico Comitato di Garanzia, nominato con Decreto del Ministro delle Comunicazioni, di concerto con il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, avrà il compito di vigilare sulla corretta applicazione del codice di autoregolamentazione

 

Sicurezza generale dei prodotti: guida all'attuazione della direttiva 2001/95/CE
Entro il 15 gennaio 2004 i singoli stati dell'Unione europea debbono traspostare nel diritto nazionale la delibera 2001/95/CE, adottata il 3 dicembre 2001, sulla sicurezza generale dei prodotti. Su richiesta di numerosi Stati membri, la Commissione ha predisposto una guida volta a chiarire le relazioni tra la direttiva sicurezza generale dei prodotti ed alcune direttive settoriali che si applicano a specifici prodotti destinati al consumo. In particolare, la guida prende in considerazione le interrelazioni con la Direttiva giocattoli, la direttiva sulle apparecchiature a basso voltaggio, la direttiva sulle apparecchiature per la protezione personale e la direttiva sui cosmetici. La guida, elaborata dalla DG Consumatori della Commissione in stretto contatto con la DG Imprese , esperti degli Stati membri ed alcuni attori interessati e pubblicata recentemente, è concepita come uno strumento informale, ma sistematico volto ad assistere le autorità competenti degli Stati membri e le parti interessate nell'attuazione delle direttive in questione. La guida non è un'interpretazione giuridica delle suddette direttive.

 

Convenzione di Arhus sull'accesso all'informazione, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale: proposte della Commissione europea
La Comunità europea e i suoi Stati membri hanno firmato nel 1998 la Convenzione di Arhus sull'accesso all'informazione, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale L'obiettivo principale della convenzione è quello di stabilire le regole di base per incoraggiare la partecipazione del pubblico alle questioni ambientali e promuovere l'effettiva osservanza del diritto ambientale. L'adeguamento agli obblighi previsti dalla convenzione deve avvenire sia a livello di Stati membri, che a livello delle istituzioni comunitarie. Per quanto riguarda gli stati membri, la Comunità ha recentemente adottato due direttive che concretizzano i primi due pilastri della Convenzione e cioè la direttiva 2003/4 sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale e la direttiva 2003/35 del 26 maggio 2003, che prevede la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale. Il pacchetto di proposte adottato nel mese di ottobre completa da un lato il recepimento nazionale degli obblighi derivanti dalla convenzione con una "proposta di direttiva sull'accesso alla giustizia in materia ambientale"; dall'altro il recepimento da parte delle stesse istituzioni comunitarie degli obblighi della Convenzione tramite un "regolamento sull'applicazione alle istituzioni e agli organi comunitari delle disposizioni della Convenzione di Arhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale"; Per quanto riguarda la proposta di direttiva sull'accesso alla giustizia l'obiettivo è quello di definire tramite uno strumento giuridico comunitario (direttiva) norme uniformi per garantire l'accesso alla giustizia in materia ambientale negli stati membri. La direttiva riconosce quindi il diritto ai membri del pubblico o soggetti abilitati il diritto ad agire e promuovere procedimenti di natura amministrativa o giurisdizionale contro gli atti o le omissioni delle pubbliche autorità che violano il diritto ambientale. La proposta prevede che i membri del pubblico abbiano accesso ai ricorsi in materia ambientale quando vantino un interesse sufficiente o in alternativa facciano valere la violazione di un diritto nel caso in cui il diritto processuale amministrativo esiga tale presupposto; I soggetti abilitati (in particolare ONG) hanno invece accesso ai ricorsi quando l'oggetto del ricorso rientra specificatamente nelle loro attività statutarie e il ricorso riguarda il loro ambito geografico specifico d'azione. Per quanto riguarda atti ed omissioni di privati, la proposta prevede solo l'obbligo per gli stati membri di garantire l'accesso alla giustizia, ma non interviene prescrivendo norme dettagliate, perché ciò ricade nelle competenze degli stati membri. La proposta di regolamento sull'applicazione alle istituzioni e agli organi comunitari delle disposizioni della Convenzione di Arhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale" prevede l'applicazione dei tre pilastri della Convenzione alle istituzioni e organi comunitari utilizzando come base di partenza le disposizioni già vigenti in materia. L'obiettivo è quello di:
a) garantire al pubblico il diritto di accesso alle informazioni ambientali detenute dalle istituzioni e dagli organi comunitari o da terzi per loro conto, e definire le condizioni generali e la modalità pratiche per l'esercizio di tale diritto
b) assicurare la progressiva disponibilità delle informazioni ambientali in banche dati elettroniche facilmente accessibili al pubblico attraverso reti pubbliche di telecomunicazione
c) prevedere la partecipazione del pubblico all'elaborazione di piani e programmi in materia ambientale ad opera delle istituzioni e degli organi comunitari (la definizione di piani e programmi non comprende i piani e i programmi finanziari o di bilancio né i programmi di lavoro interni delle istituzioni o degli organi comunitari.
d) prevedere l'accesso alla giustizia in materia ambientale a livello comunitario alle condizioni stabilite nel regolamento stesso.
Le proposte legislative, che saranno analizzate nel corso dei prossimi mesi sia a livello di Parlamento europeo e di Consiglio, sono reperibili al seguente sito internet:
http://www.europa.eu.int/comm/environment/aarhus/index.htm

 

CENTRO STUDI DI DIRITTO SANITARIO: IL SITO INTERNET
Il Centro studi di diritto sanitario, una associazione senza fini di lucro, coadiuvato da ricercatori universitari, avvocati esperti nel settore, direttori e medici dirigenti di AA.SS.LL. ha progettato e realizzato il sito internet www.dirittosanitario.net  L'obiettivo è tentare di fornire uno strumento di ricerca ed aggiornamento, sulle continue evoluzioni del diritto in materia sanitaria. Il sito, aggiornato quotidianamente, è suddiviso in 4 macro-aree, ciascuna con autonome sezioni, implementate. Nell'Area Pubblica sono trattati i seguenti argomenti: Dirigenza medica, Dirigenza sanitaria, Dipendenti comparto ed Azienda sanitaria. Nell'Area Convenzionata sono indicati tutti i rapporti convenzionali, intrattenuti con le Aziende sanitarie. Nell'Area Comunitaria è possibile consultare gli orientamenti giurisprudenziali, le note ed i commenti di Corte di Giustizia e Tribunale I° grado. Nell'Area Servizi, infine, che costituisce, ci sembra, una novità assoluta, c'è la sezione il "tribunale del medico", ricca di approfonditi esami della legislazione, dei regolamenti e degli accordi di lavoro nazionali ed integrativi, regionali ed aziendali, in grado di far emergere anche gli istituti contrattuali, specie di natura economica, che non sempre sono interpretati ed applicati in modo corretto ed uniforme, sul territorio nazionale, dalle singole AA.SS.LL. La sezione tenta di fornire una soluzione ragionata, consentendo al medico, che ritenga di trovarsi in una delle situazioni prospettate, la possibilità di aderire alle varie iniziative proposte. Con i "Quaderni di studio", invece, sono affrontati, tra l'altro, alcuni problemi di natura penale, civile, amministrativa, disciplinare e contabile, connessi alla prestazione lavorativa del sanitario). E' sempre possibile, monitorare on line, le varie fasi delle attività richieste, aggiornate in tempo reale, accedendo ad un'area strettamente personale (stato delle pratiche) con chiave riservata.

 

TURISMO: IL FORUM EUROPEO DELUDE LE ASPETTATIVE
Il Forum Europeo del Turismo, organizzato dall’Italia nell’ambito del semestre di presidenza italiano, in svolgimento ad Abano e Venezia, rischia di non approdare ad alcun risultato concreto nell’ambito delle tematiche fiscali. “La sensazione - afferma il Presidente della Confturismo, Bernabò Bocca - è che al di là di dichiarazioni di mera facciata, volte a manifestare l’interesse di tutti i Paesi dell’Unione Europea per uno sviluppo armonico del turismo, nella realtà dei fatti sembra che l’Europa navighi a vista ed in ordine sparso e non esistano le condizioni per definire strumenti normativi che assicurino uniformità per la gestione economica delle imprese”.  “Nel dettaglio - prosegue Bocca - il tema nodale sulla fiscalità, trattato in una delle tre sessioni di lavoro, ha finito per evidenziare come ancora si frappongano ostacoli all’effettivo perseguimento della armonizzazione del regime Iva con aliquota ridotta per tutte le imprese turistiche”. “L’Europa - conclude Bocca - deve invece farsi carico di una azione più efficace nei confronti dei singoli governi nazionali, mirata a rimuovere gli impedimenti che determinano disparità di trattamento e producono forme di distorsione della concorrenza”.

 

UMANA MENTE vince l’oscar di bilancio 2003 per la categoria organizzazioni non profit

UMANA MENTE, la Fondazione socioassistenziale, istituita da Ras nel settembre 2001, ha ricevuto il premio “Oscar di bilancio 2003” per la categoria organizzazioni non profit, promosso e gestito dalla FERPI (Federazione Italiana Relazioni Pubbliche). Il premio è stato attribuito “per aver interpretato con rigore e completezza il valore della comunicazione e della trasparenza dei comportamenti amministrativi, per aver privilegiato la Governance e aver usato un modello operativo innovativo. La Fondazione – prosegue la motivazione della FERPI - ha fornito inoltre un'informazione completa dal punto di vista economico-finanziario e il processo di redazione del bilancio sociale è sempre stato coerente con la natura stessa di UMANA MENTE, coinvolgendo concretamente gli stakeholder più significativi. Sono infine risultati particolarmente efficaci gli strumenti di comunicazione delle informazioni relative al bilancio”. “Si tratta di un riconoscimento molto importante per noi” - ha affermato Anna Venturino, Direttore Generale della Fondazione UMANA MENTE - “è il nostro primo bilancio sociale e non ci aspettavamo un simile apprezzamento. Mettere per iscritto un anno di attività è stato un esercizio difficile ma che ci ha aiutato a crescere. Nei sei mesi in cui abbiamo lavorato intensamente alla sua redazione, ci siamo confrontati, abbiamo discusso e ridefinito il nostro modello operativo e oggi siamo soddisfatti dei risultati ottenuti”. I progetti finanziati riguardano non solo il territorio di Milano ma anche le città di Roma e di Genova e si prevede in futuro che le attività si estendano a tutto il territorio nazionale.

 

CALENDARIO DELLA CIRCOLAZIONE DICEMBRE 2003 E GENNAIO 2004
In prossimità delle festività natalizie e di fine anno ricordiamo il calendario dei divieti di circolazione fuori dei centri abitati per il corrente mese di dicembre 2003, contenuto nel Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 17 dicembre 2002 e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 16 del 21 gennaio 2003.
Tali divieti riguardano tutte le domeniche del mese di dicembre dalle ore 8 alle ore 22, dalle ore 8 alle ore 22 dell'8 dicembre, dalle ore 8 alle ore 22 del 25 dicembre, dalle ore 8 alle ore 22 del 26 dicembre, dalle ore 8 alle ore 22 del 1° gennaio 2004, dalle ore 8 alle 22 del 6 gennaio 2004, tutte le domeniche del mese di gennaio dalle ore 8 alle ore 22. Non sono coperti da divieto il 24 dicembre, il 31 dicembre 2003 nonché lunedì 5 gennaio 2004. L'art. 3 del provvedimento indica le esenzioni. Mentre l'art. 4 estende la possibilità di esclusione dal divieto, previa richiesta di autorizzazione prefettizia, inoltrata almeno 10 giorni prima della data in cui si chiede di poter circolare, di norma alla Prefettura della provincia di partenza, ai veicoli adibiti al trasporto di prodotti, che, per la loro intrinseca natura o per fattori climatici e stagionali, sono soggetti ad un rapido deperimento e che necessitano di un tempestivo trasferimento dai luoghi di produzione a quelli di deposito o vendita, ai veicoli ed ai complessi di veicoli adibiti al trasporto di prodotti destinati all'alimentazione degli animali, ai veicoli ed ai complessi di veicoli, classificati macchine agricole, destinati al trasporto di cose, che circolano su strade comprese nella rete stradale di interesse nazionale ed ai veicoli adibiti al trasporto di cose, per casi di assoluta necessità ed urgenza.

 

Costituzione/Cessazione di rapporti di lavoro

Il Ministero del Lavoro, con la circolare n. 37 del 24 novembre 2003, ha affermato l’immediata applicabilità delle nuove sanzioni previste dall’art. 19 del Decreto legislativo n. 276/03 al datore di lavoro che violi gli obblighi di comunicazione previsti in caso di assunzione e di cessazione dei rapporti di lavoro.

Allo stato i termini previsti per effettuare le comunicazioni in esame sono di cinque giorni, che decorrono, rispettivamente, dalla data di assunzione e/o di cessazione del rapporto di lavoro.

Sia in caso di violazione dell'obbligo di comunicazione che in caso di violazione dell'obbligo di comunicazione di cessazione del rapporto è applicabile una sanzione da 100,00 a 500,00 euro.

 

LEGGE N. 326/03 di conversione del Decreto legge n. 269/03
Il 26 novembre 2003 è entrata in vigore la Legge 24 novembre 2003, n. 326, che ha convertito il Decreto legge n. 269/03 recante disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici. Il provvedimento è stato pubblicato sul supplemento ordinario n. 181 alla Gazzetta ufficiale n. 274 del 25 novembre 2003. L'art. 45, relativo all'aliquota contributiva dei lavoratori iscritti alla gestione separata di cui all'art. 2, comma 26, della Legge 8 agosto 1995, n. 335 prevede che dal 1° gennaio 2004 l 'aliquota contributiva pensionistica per gli iscritti alla gestione separata di cui all'art. 2, comma 26, della Legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie, è stabilita in misura identica a quella prevista per la gestione pensionistica dei commercianti. Per gli anni successivi, ad essa si applicano gli incrementi previsti dall'art. 59, comma 15, della Legge 27 dicembre 1997, n. 449, fino al raggiungimento dell'aliquota di 19 punti percentuali. Conseguentemente i soggetti già iscritti ad una gestione previdenziale obbligatoria o titolari di pensione non diretta (indiretta, di reversibilità) continuano a pagare un’aliquota contributiva pari al 10%. I titolari di pensione diretta (anzianità, vecchiaia, invalidità), invece, dal 1° gennaio 2004, pagheranno un’aliquota contributiva pari al 15%, contro l'attuale 12,50%. I soggetti privi di un'altra tutela previdenziale obbligatoria, che per tutto il 2003 pagano un’aliquota contributiva pari al 14%, invece, con decorrenza dal 1° gennaio 2004, pagheranno un’aliquota contributiva pari al 17,39%. Mentre scriviamo non è ancora chiaro se a tale aliquota debba essere aggiunto lo 0,50% per la tutela maternità e per gli assegni per il nucleo familiare (17,39 + 0,50 = 17,89).

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