MARKETPRESS
QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità
2003 anno 6°  

NOTIZIARIO
MARKETPRESS

NEWS
di

GIOVEDI'
15 MAGGIO 2003

pagina 1

VUOI PUBBLICIZZARE
LA TUA AZIENDA SU QUESTO SPAZIO 

A SOLI 200 € 

AL MESE ?

TELEFONATECI ALLO 
02 40 91 84 11

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(* symbolcopyright c Comunitè europee,2001 http://www.cordis.lu )

 

SECONDO UNO STUDIO, L'ITALIA DEVE INVESTIRE DI PIÙ NELLA R&S PER RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO DEL TRE PER CENTO 

Bruxelles, 15 maggio 2003 - L'obiettivo fissato a Barcellona di elevare la spesa per la ricerca e sviluppo (R&S) al tre per cento del PIL, entro il 2010, potrebbe risultare di difficile raggiungimento per l'Italia. È quanto ha dichiarato Giorgio Sirilli, dirigente di ricerca presso l'Istituto di studi sulla ricerca e documentazione scientifica del Consiglio nazionale delle ricerche italiano (Cnr-Isrds). Secondo i suoi calcoli, per raggiungere l'obiettivo fissato dai governi dell'UE nel 2002, il settore pubblico dovrebbe crescere ad un tasso del nove per cento annuo, mentre quello privato incrementarsi del 18 per cento all'anno. Sirilli ritiene che questo scenario sia proibitivo, considerando che le statistiche ufficiali mostrano una diminuzione della spesa per la ricerca e sviluppo dall'1,07 per cento, nel 2000, all'1,04 per cento nel 2002. Egli ha aggiunto che il decremento della spesa è imputabile altresì a fattori strutturali, quali l'insufficienza delle risorse umane, la scarsa rappresentatività del settore high-tech ed i vincoli di bilancio alla spesa pubblica. Sirilli sostiene tuttavia che, tramite maggiori investimenti a livello pubblico e privato, nonché attraverso la concessione di aumenti salariali ai ricercatori, la situazione potrebbe migliorare, portando gli investimenti all'1,6 per cento del Pil, entro il 2010. Al fine di affrontare la questione relativa alla governance della ricerca scientifica ed incrementare la spesa per la R&S, il governo italiano ha definito una serie di linee guida in materia di scienza e tecnologia (S&T). Esse si fondano sul piano nazionale di ricerca per il periodo 2003-2006, e sono frutto di un'ampia consultazione con tutti gli operatori del sistema italiano della ricerca: la comunità scientifica, le università, gli istituti pubblici di ricerca, le imprese ed i sindacati. Tramite l'attuazione di queste linee guida, il governo italiano intende elevare la spesa pubblica per la ricerca all'un per cento del Pil. Ciò comporterebbe un incremento degli investimenti pubblici di oltre 14 milioni di euro nel periodo 2003-2006. Il governo italiano confida che l'aumento della spesa pubblica possa determinare automaticamente una crescita degli investimenti privati, favorendo in tal modo il raggiungimento dell'obiettivo fissato a Barcellona e rinvigorendo l'infrastruttura nazionale della ricerca. 

INCONTRO SUL TEMA "CONVERGENCE PROSPECTIVES FOR CURRENT AND FUTURE MEMBER STATES OF THE EU" 
Milano, 15 maggio 2003 - Oggi all'Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) di Milano, si terrà un incontro sul tema "Convergence Prospectives for Current and Future Member States of the EU". L'incontro avrà inizio alle ore 17.30: a conclusione, alle ore 19.00, è previsto un dibattito. I contributi analizzano vari aspetti del processo di convergenza tra UE e paesi candidati all'adesione.
All'incontro partecipano: Lucia Tajoli (Politecnico di Milano e Ispi); Michaela Gajdosova (Institute of Slovak & World Economics, Slovak Academy of Sciences, Bratislava) ; Kalman Dezseri (Institute for World Economics of the Hungarian Academy of Sciences, Budapest); Paolo Ruspini (Warwick University -Fondazione per le Iniziative e lo Studio sulle Multietnicità, Milano); Kaloyan Simeonov (Senior Expert on European Integration and relations with International Financial Institution within the Council of Ministers of Bulgaria) Jose Noguera (Centre for Economic research and Graduate Education of Charles University); Aloizy Nowak (Warsaw University - School of Management). Per informazioni: Ispi Tel. 02.86.33.13.1 E-mail: ispi.eventi@ispionline.it 

MEDIOBANCA: APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2003. 
Milano, 15 maggio 2003 - Si è riunito ieri, sotto la Presidenza del dott. Gabriele Galateri di Genola, il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca che ha approvato la Relazione trimestrale al 31 marzo 2003. I primi nove mesi dell'esercizio chiudono con un risultato lordo della gestione ordinaria di € 350,3 milioni, in aumento del 34,3% rispetto all'anno precedente, grazie soprattutto al contributo delle commissioni, cresciute del 46% malgrado il perdurante andamento negativo delle attività di corporate banking e, in particolare, di investment banking. Il margine d'interesse, da parte sua, segna un miglioramento del 15,5% beneficiando dell'apporto dell'attività di trading sul portafoglio di tesoreria. L'incremento dei costi (12%) è connesso, da un lato, al rafforzamento dell'organico, dall'altro, al consueto criterio di imputazione delle provvigioni passive al momento del perfezionamento dei contratti, in presenza di una crescita di volumi (18,5%) del gruppo Compass. Il negativo andamento dei mercati continua invece a condizionare il risultato contabile che presenta al 31 marzo un saldo negativo di € 206,2 milioni. A tale risultato si perviene dopo aver addebitato al conto economico € 351,2 milioni di allineamenti sul portafoglio titoli (di cui € 322,2 milioni su quelli di investimento ed € 29 milioni su quelli della tesoreria) e perdite su cessioni di partecipazioni per € 49,3 milioni, per circa 2/3 connessi alla vendita del pacchetto Fondiaria-Sai che peraltro, a valori correnti, risultano compensate da circa 30 milioni di plusvalenze sui contratti di equity swaps stipulati contestualmente alla cessione dei suddetti titoli. Nel corrispondente periodo dello scorso esercizio l'utile era stato di € 244 milioni, avendo registrato, da un lato, € 465,4 milioni di plusvalenze da realizzo (di cui € 429 milioni relativi a Montedison) e, dall'altro, € 419,8 milioni di minusvalenze sul portafoglio titoli. L'avversa congiuntura dei mercati, che allo stato non mostra segnali significativi di stabile recupero, continua a suggerire di adottare - quale parametro per il calcolo degli allineamenti sul portafoglio azionario - i prezzi di fine periodo anziché quelli medi del semestre ottobre-marzo; il maggior onere per il conto economico è nell'ordine di € 94 milioni. Dopo tali allineamenti, il portafoglio titoli di investimento presenta a fine marzo una plusvalenza di € 2.241,8 milioni, che sale a € 2.681,4 milioni alle quotazioni correnti; per i titoli della tesoreria tali valori risultano rispettivamente di € 77,4 milioni e di € 146,9 milioni. Le perdite su cambi e da valorizzazione dei contratti derivati (€ 87,5 milioni) sono fronteggiate da plusvalenze inespresse su strumenti dello stesso tipo (€ 60,2 milioni, di cui € 45,8 milioni maturati dall'inizio dell'esercizio), cui si aggiungono le predette plusvalenze sui titoli della tesoreria (€ 77,4 milioni): tali componenti, peraltro, vengono contabilizzate, solo al momento dell'effettivo realizzo. Le svalutazioni su crediti restano unicamente collegate all'operatività nel settore delle famiglie e in misura inferiore del leasing. L'incremento delle rettifiche è attribuibile al rigore applicato nel quadro del generale deterioramento del rischio. Al 31 marzo i mezzi di provvista diminuiscono di € 298 milioni (-1,3% rispetto al 31 dicembre), i finanziamenti e le anticipazioni di € 180,7 milioni (-1,1%) e gli investimenti in titoli e partecipazioni di € 320,4 milioni (- 9,5%). Il patrimonio netto del Gruppo ammonta a € 4.839,5 milioni (€ 4.841,8 milioni al 31 dicembre) senza tener conto del risultato di periodo e delle plusvalenze nette sul portafoglio titoli. Quanto alla Capogruppo Mediobanca, chiude i primi nove mesi con una perdita di € 297,2 milioni (contro un utile di € 106,5 milioni lo scorso anno) dopo lo stanziamento di € 56 milioni al Fondo rischi su crediti (€ 60 milioni) e allineamenti sul portafoglio titoli per € 353,8 milioni, calcolati per le azioni e le obbligazioni convertibili quotate sui corsi puntuali di fine periodo. Il risultato della gestione ordinaria è positivo di € 226,1 milioni, in aumento del 44% rispetto allo scorso anno. La crescita è attribuibile ad entrambe le voci di ricavo: il margine di interesse, che aumenta del 21,6% e alla cui formazione concorrono in misura significativa le operazioni di tesoreria; le commissioni, in crescita del 44,1% grazie al ruolo svolto dall'Istituto in importanti operazioni di mercato. Rispetto al 31 dicembre si riducono sia la provvista (da € 19.809,8 a € 19.586,4 milioni), sia i finanziamenti (da € 13.056,9 a € 12.981,8 milioni). Le disponibilità crescono marginalmente (di € 34,6 milioni) incluse le operazioni in pronti contro termine e le variazioni delle altre poste dell'attivo e del passivo. 

BANCA INTESA: RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA AL 31 MARZO 2003UTILE NETTO CONSOLIDATO A 313 MLN. DI EURO RISULTATO DI GESTIONE IN CRESCITA DEL 12% 
Milano, 15 maggio 2003 - Si è riunito il 13 maggio sotto la presidenza di Giovanni Bazoli il Consiglio di Amministrazione di Banca Intesa che ha esaminato e approvato la relazione trimestrale consolidata al 31 marzo 2003. Le decise azioni di riduzione dei costi hanno contrastato efficacemente la debolezza dei ricavi dovuta al persistere del non favorevole andamento dei mercati finanziari e hanno condotto a un incremento del 12,3% del risultato di gestione, salito a 921 milioni di euro nel primo trimestre 2003 rispetto agli 820 milioni del primo trimestre 2002, con un significativo miglioramento del cost/income ratio, sceso al 63% dal 68% del corrispondente periodo dell'anno scorso. L'utile netto consolidato è di 313 milioni di euro, dopo accantonamenti per 355 milioni di euro. Continua il rafforzamento dei coefficienti patrimoniali, con il Core Tier 1 ratio che al 31 marzo ha raggiunto il 6%. Il conto economico consolidato del primo trimestre 2003 registra un margine d'interesse pari a 1.422 milioni di euro, in calo del 6,9% rispetto ai 1.527 milioni del primo trimestre 2002; al netto dell'effetto cambio delle valute sudamericane, la flessione sarebbe limitata al 3,2%. Le commissioni nette calano a 804 milioni di euro da 855 milioni (-6%), a seguito della contrazione della componente connessa all'intermediazione in titoli (-32%) e al risparmio gestito (-22%), non compensata dalla positiva dinamica relativa all'attività bancaria commerciale (+8%). I proventi da operazioni finanziarie crescono a 194 milioni, rispetto ai 94 milioni del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Complessivamente, il margine d'intermediazione è di 2.514 milioni, in diminuzione del 3% rispetto ai 2.593 milioni del primo trimestre 2002; al netto dell'effetto cambio, il margine d'intermediazione crescerebbe dello 0,5%. I costi operativi complessivi ammontano a 1.593 milioni di euro, in contrazione del 10,2% rispetto ai 1.773 milioni del primo trimestre 2002; la riduzione sarebbe pari al 6,9% al netto dell'effetto cambio. In quest'ambito, i costi del personale scendono del 9,3% (del 6,6% al netto dell'effetto cambio), le altre spese amministrative si riducono del 13,5% (del 9,6% al netto dell'effetto cambio) e gli ammortamenti calano del 2,4% (crescerebbero dell'1,3% al netto dell'effetto cambio). Conseguentemente, il risultato di gestione ammonta a 921 milioni di euro, in crescita del 12,3 rispetto agli 820 milioni del primo trimestre del 2002; l'aumento sarebbe del 16,6% al netto dell'effetto cambio. Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore (escluso l'ammortamento del goodwill) è pari a 355 milioni, rispetto ai 270 milioni del primo trimestre 2002. In quest'ambito, 67 milioni sono dovuti all'America Latina e 21 milioni sono relativi alla svalutazione apportata all'interessenza in Bayerische Hypo-Vereinsbank. L'utile delle attività ordinarie è quindi cresciuto dell'1,3%, a 534 milioni dai 527 milioni del primo trimestre 2002; l'incremento sarebbe del 3,9% al netto dell'effetto cambio. Il saldo delle componenti straordinarie registra un utile pari a 30 milioni, rispetto ai 239 milioni del corrispondente periodo dell'esercizio precedente, e include proventi per 25 milioni derivanti dalla cessione di IntesaBci Bank Suisse e per 6 milioni connessi alla valutazione al mercato delle azioni proprie detenute in portafoglio. A seguito dei minori proventi straordinari, l'utile netto consolidato risulta pari a 313 milioni di euro rispetto ai 425 milioni del primo trimestre 2002, con un utile netto della Capogruppo di 253 milioni di euro rispetto ai 401 milioni del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 31 marzo 2003 i crediti verso la clientela ammontano a 165 miliardi di euro, in calo dell' 1,8% rispetto al 31 dicembre 2002 e del 7,8% rispetto al 31 marzo 2002; gli elementi principali di questo calo sono collegati alla decisione di ridurre l'esposizione verso la clientela Large Corporate e, nel confronto con fine marzo dello scorso anno, anche alla securitisation di circa 2 miliardi di euro di mutui ipotecari residenziali. La massa amministrata per conto della clientela risulta pari a 472 miliardi, in flessione dell' 1,8% rispetto al 31 dicembre 2002 e del 7,5% rispetto al 31 marzo 2002. A fine trimestre, la struttura operativa del Gruppo Intesa si articola in 4.293 sportelli bancari - di cui 3.251 in Italia e 1.042 all'estero - con 71.052 dipendenti, 336 persone in meno rispetto al 31 dicembre 2002. Prosegue l'attuazione delle linee d'azione previste nel piano Piano d'Impresa per la riduzione del profilo di rischio e il rafforzamento patrimoniale.Nel primo trimestre 2003 l'esposizione alla clientela Large Corporate ha registrato un'ulteriore riduzione, pari a 4,1 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2002 (da 38,5 miliardi a 34,4 miliardi), interamente dovuta alla componente internazionale. Nell'ambito dell'attività in credit derivatives, le "posizioni aperte" per investimento (banking book) sono diminuite del 20% nel trimestre, da 3 miliardi di euro a 2,4 miliardi.Rispetto alla fine del 2002 le sofferenze nette si sono ridotte dell' 1,3%, scendendo da 5.348 milioni di euro a 5.279 milioni, con una copertura al 63%. L'indebitamento netto sul mercato interbancario si è contratto del 23% nel trimestre, da 14,7 miliardi di euro a 11,4 miliardi. I coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2003 sono risultati pari al 6% per il Core Tier 1 ratio (rispetto al 5,9% del 31 dicembre 2002), al 6,8% per il Tier 1 ratio (invariato rispetto al 31 dicembre 2002), e all' 11,2% per il coefficiente patrimoniale totale (rispetto all' 11,1% del 31 dicembre 2002). Per quanto riguarda la riduzione della presenza in America Latina, il Gruppo Intesa - oltre ad avere in corso la cessione di Banco Sudameris Brasil a Banco Abn Amro Real - ha accettato l'offerta vincolante da parte di Banco del Desarrollo per l'acquisto delle attività di Banque Sudameris S.A. in Cile. Banco del Desarrollo è una banca cilena che annovera nella compagine sociale l'azionista locale Inversiones Norte y Sur, la banca italiana San Paolo IMI e la francese Crédit Agricole. Secondo la proposta, il Gruppo Intesa riceverà un controvalore approssimativamente uguale al valore di libro di tali attività (circa 30 milioni di dollari) in azioni di nuova emissione di Banco del Desarrollo, che rappresentano circa il 16% del capitale di Banco del Desarrollo, per le quali è previsto un meccanismo di graduale monetizzazione che garantisce al Gruppo Intesa di ricevere in contanti entro il 31 dicembre 2003 almeno il 30% del controvalore pattuito. Il perfezionamento dell'operazione, in cui Ubs Warburg agisce in qualità di advisor del Gruppo Intesa, è atteso entro la fine di luglio ed è subordinato alle necessarie autorizzazioni. In merito alle prospettive per l'esercizio in corso, nei prossimi trimestri ci si attende il progressivo dispiegamento degli effetti delle azioni intraprese sia dal lato dei ricavi sia dal lato dei costi e un conseguente significativo recupero della redditività, come indicato dal Piano d'Impresa. 

CDA BNL I RISULTATI AL 31 MARZO 2003 CONFERMANO IL POSITIVO TREND DI CRESCITA IL RISULTATO OPERATIVO SALE DEL 7,8% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DELLO SCORSO ANNO
Roma, 15 maggio 2003. Il Consiglio di Amministrazione di Bnl, presieduto da Luigi Abete, ha approvato il 13 maggio la relazione trimestrale consolidata1 al 31 marzo 2003: i risultati mostrano un positivo andamento della gestione che conferma la validità delle azioni avviate nell'ambito del Piano Industriale 2002-2005. Nel primo trimestre del 2003, nonostante il permanere di un difficile contesto macroeconomico, il Gruppo Bnl ha registrato un risultato operativo di 330 milioni di euro in crescita del 7,8% sullo stesso trimestre 2002. Questo positivo risultato è dovuto principalmente allo sviluppo del margine d'intermediazione2 (+3,6% rispetto al 31 marzo 2002; +7,4% su base annua normalizzata) e al contenimento della crescita dei costi operativi (+0,8% rispetto al primo trimestre 2002; -5% su base annua normalizzata). In coerenza con gli obiettivi fissati dal Piano Industriale, il recupero dell'efficienza sul fronte dei costi, malgrado l'aumento del costo del lavoro dovuto al rinnovo del Ccnl, è stato ottenuto attraverso il ridimensionamento dell'organico (-173 unità nel trimestre) e la razionalizzazione delle altre spese amministrative. Ne beneficia il cost/income ratio di periodo. Considerando gli accantonamenti e le rettifiche nette (166 milioni), principalmente su crediti, e l'accantonamento al Fondo per rischi bancari generali (40 milioni),il conto economico del trimestre si chiude con un utile netto consolidato di 77 milioni di euro (91 milioni nell'intero 2002). E' proseguito nel trimestre il processo di riequilibrio finanziario e patrimoniale del Gruppo, con un'ulteriore diminuzione del 17,1% dello sbilancio interbancario netto e con un rafforzamento del Tier 1 ratio, stimato al 5,10%. In uno scenario di breve periodo che si prospetta ancora complesso, il Gruppo Bnl è impegnato a rispettare gli obiettivi previsti nel Piano Industriale volti al miglioramento della capacità di produrre reddito dai servizi e al rafforzamento del patrimonio e dei relativi ratios (in particolare il Tier1) mediante il riposizionamento e la riqualificazione degli attivi con l'avviato programma di cartolarizzazioni ("Vela Lease" e "Vela Home" già realizzate per complessivi 3,4 miliardi di euro). Nel 2003, la politica del Gruppo Bnl sarà incentrata in particolare sul recupero di più elevati livelli di efficienza operativa ed economica tramite una sistematica azione di razionalizzazione 1 La trimestrale consolidata al 31 marzo 2003, come le altre rendicontazioni periodiche del 2002 e il bilancio al 31 dicembre 2002, è stata predisposta operando il deconsolidamento delle società controllate operanti in Argentina, facenti capo alla locale holding company Bnl Inversiones Argentinas SA. L'esclusione si è resa ancora una volta necessaria per l'impossibilità, che tuttora permane, di ricevere dalla partecipata il pertinente flusso contabile dotato di un sufficiente grado di certezza e attendibilità civilistica. L'area di consolidamento pertanto comprende 21 società consolidate con il metodo integrale (compresa la Capogruppo), 5 società valutate con il metodo del patrimonio netto, con un valore di 104 milioni (103 a fine 2002), e 92 altre partecipate espresse al costo, con un valore di carico di 392 milioni (come a fine 2002). 2 Il margine comprende - contabilizzato tra i dividendi - l'importo di 30 milioni di euro derivante da riserve eccedenti della Lavoro Bank Ag Zurigo. Tale provento è stato comunque interamente accantonato nell'ambito del fondo rischi bancari generali al fine di preservare l'entità dei mezzi patrimoniali del Gruppo. dei costi. Le strategie adottate si articolano in un piano di ridimensionamento e gestione delle risorse umane in ottica di produttività crescente e in una politica di selezione e contenimento delle altre spese amministrative che comunque tuteli lo sviluppo del business. Analizzando, nel dettaglio, la progressione dei flussi reddituali si registra una riduzione del margine d'interesse che si attesta a 427 milioni (-7,8% rispetto a fine marzo 2002, -4% su base annua normalizzata), per effetto sia della contrazione dello spread tra tassi attivi e passivi (dovuta alla diminuzione dei tassi di mercato), sia dell'evoluzione dei cambi, con il forte apprezzamento dell'euro sul dollaro Usa. La riduzione percentuale a cambi costanti sarebbe stata contenuta al 6%. La flessione del margine d'interesse è stata ampiamente compensata dall'aumento dei ricavi netti da servizi e da operazioni finanziarie, che sono cresciuti dell'11% (351 milioni di euro). Nell'ambito dei precitati proventi, le commissioni nette raggiungono 229 milioni (+4,6% rispetto ai 219 dei primi tre mesi 2002), mentre i profitti netti da operazioni finanziarie (63 milioni) registrano un significativo incremento (+75%) grazie al risultato positivo dell'attività di negoziazione sul mercato dei derivati e all'aumento degli utili su titoli. Il margine d'intermediazione ammonta a 809 milioni di euro con un incremento del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+7,4% su base annua normalizzata). La forte politica di contenimento ha consentito, come gia detto, di mantenere i costi operativi sui medesimi livelli dello scorso anno (479 milioni, +0,8%). Le spese per il personale ammontano a 270 milioni, con un incremento dell' 1,1%, dovuto al trascinamento degli oneri collegati al rinnovo del contratto. Le altre spese amministrative si mantengono sostanzialmente in linea rispetto al marzo scorso (+0,6%), attestandosi a 160 milioni. Gli ammortamenti sono pari a 49 milioni, come a fine marzo 2002. Il risultato operativo (330 milioni di euro) cresce del 7,8% rispetto a fine marzo 2002, mentre aumenta del 32,5% sul trimestrale normalizzato su base annua. Dopo aver effettuato accantonamenti e rettifiche nette per 166 milioni (+30,7%), l'utile ordinario risulta di 164 milioni di euro: -8,4% su fine marzo 2002 ma +47,7% su base annua normalizzata. L'utile netto si attesta a 77 milioni di euro, in calo del 17,2% rispetto al 31 marzo 2002 ma in forte aumento (+541,7%) a fronte dei 12 milioni di utile trimestrale normalizzato nel 2002. Sotto il profilo patrimoniale, al 31 marzo 2003, la raccolta diretta da clientela ammonta a 53.762 milioni (+0,8% rispetto a dicembre 2002). Sommando le passività subordinate (2.947 milioni, +2,4%), si perviene a una raccolta totale da clienti di 56.709 milioni (+0,8%). La raccolta indiretta da clientela (risparmio gestito + amministrato), si attesta a 71.083 milioni, in crescita del 1,2% rispetto a fine dicembre 2002. In particolare, il risparmio gestito diminuisce nel trimestre dell'1,8%, a 27 miliardi. Nel suo ambito, il segmento dei fondi comuni d'investimento fa registrare un calo del 3,2%, attestandosi a circa 18 miliardi, mentre risultano in crescita sia le gestioni patrimoniali, che salgono nel trimestre di 96 milioni (+1,5%), sia le gestioni fiduciarie che si attestano a 2.705 milioni (+0,3%). Cresce del 3,1% sul dato di fine dicembre 2002, anche il comparto del risparmio amministrato, attestandosi a 44 miliardi di euro. Positivo anche l'andamento del comparto di bancassurance con una raccolta premi complessiva nel trimestre di 556,3 milioni di euro a fronte dei 274,3 di marzo 2002 (+103%). Nel trimestre si registra l'ulteriore riduzione del ricorso netto al mercato interbancario (-17,1%) che passa da 8,1 a 6,7 miliardi di euro. Gli impieghi a clientela, al netto delle svalutazioni per previsioni di perdita, si attestano a 60.373 milioni (+0,2% rispetto ai 60.249 milioni di fine 2002). L'insieme dei crediti di dubbio realizzo (incluso il rischio Paese) sale nel trimestre dell'1,6% da 3.781 a 3.843 milioni. La percentuale di copertura aumenta al 40,8%, contro il 40% di dicembre 2002 e salirebbe al 60,1% considerando anche le garanzie sui mutui fondiari. L'esposizione non garantita del Gruppo verso i Paesi a rischio, che come indicato dalla normativa della vigilanza bancaria include anche la "componente di credito locale", al netto delle svalutazioni forfettarie di vigilanza, al 31 marzo 2003 è pari a 500 milioni e mostra una riduzione del 3% sui 515 di fine 2002. Al lordo delle svalutazioni forfettarie e includendovi anche i titoli emessi dai Paesi a rischio, tali partite sono diminuite nei tre mesi (-12,9%) da 1.065 a 928 milioni. La loro copertura si è attestata al 40,2% (41,9% a fine dicembre scorso. Questi dati non includono i crediti infragruppo (430 milioni) verso le controllate argentine, peraltro interamente presidiati dal Fondo Rischi su Crediti. Nella seduta odierna il CdA ha inoltre provveduto a nominare il Comitato Esecutivo che, oltre al presidente e all'amministratore delegato, membri di diritto, è composto da: Juan Enrique Perez Calot, Pier Luigi Fabrizi e Giovanni Perissinotto. Infine, in linea con i principi del Codice di Autodisciplina delle società quotate, sono stati ricostituiti i comitati per il Controllo Interno e per la Remunerazione, assicurando in entrambi la presenza dei rappresentanti delle liste di minoranza. 

FORTIS BANK E SACE FIRMANO UNA CONVENZIONE ASSICURATIVA QUADRO SIGLATO UN IMPORTANTE ACCORDO DI COLLABORAZIONE IN FAVORE DELLE ATTIVITÀ ESPORTATIVE DELLE AZIENDE ITALIANE 
Milano, 15 maggio 2003 - Più sostegno all'export delle aziende italiane clienti di Fortis Bank, che ha concluso una Convenzione Assicurativa Quadro con la Sace, Istituto per i Servizi Assicurativi del Commercio Estero per un plafond di 100 milioni di euro. Questo accordo aumenta le possibilità di intervento dell'Istituto a sostegno delle operazioni export intraprese dalle aziende italiane, in particolare dalle Piccole e Medie Imprese. L'accordo di collaborazione sottoscritto da Fortis Bank e Sace offre a Fortis Bank un plafond per l'assicurazione di operazioni di esportazione, caratterizzate da durate diverse (sia a breve che a medio temine) e destinate a differenti aree geografiche. "Si tratta - spiega Renaud Simons, Direttore Generale Fortis Bank Italia - di un'opportunità di grande interesse per le Pmi che, grazie a questo prodotto, possono fruire di una copertura pressoché totale dei propri crediti nei confronti di un gran numero di paesi". Grazie alla Convenzione, Fortis Bank può, nell'ambito del plafond assicurativo, rilasciare crediti acquirenti e confermare crediti documentari che vengono automaticamente assicurati da Sace, verso 14 paesi e 63 banche estere predeterminati. Il plafond assicurativo messo da Sace a disposizione di Fortis Bank è ripartito in un importo a carattere revolving utilizzabile per le operazioni con dilazioni fino a 24 mesi, ed in un importo "ad esaurimento" per quelle regolate con dilazioni oltre 24 mesi e fino a 5 anni. "Lo strumento della Convenzione Assicurativa Quadro - conclude Renaud Simons - consente a Sace e a Fortis Bank di rispondere più rapidamente alle esigenze delle aziende esportatrici e permette di aumentare ulteriormente il supporto alle imprese operanti in mercati rischiosi". 

GRUPPO BANCA LOMBARDA I PRIMI TRE MESI DEL 2003 : IMPIEGHI ALLA CLIENTELA 22.368 MILIONI DI EURO (+11,6%); RACCOLTA DIRETTA A 22.069 MILIONI DI EURO (+12,3%) UTILE NETTO CONSOLIDATO A 31 MILIONI DI EURO (-3,4%) 
Brescia, 15 maggio 2003 - Il Consiglio d'Amministrazione nella seduta del 12 maggio ha approvato la situazione consolidata al 31 marzo 2003 del Gruppo Banca Lombarda e Piemontese che ha evidenziato un utile netto di 31 milioni di Euro in flessione del 3,4% sul primo trimestre 2002. La flessione è essenzialmente riconducibile ai minori proventi straordinari mentre il risultato dell'attività ordinaria chiude con un incremento dell'11,6%. Dati consolidati al 31 marzo 2003 - La dinamica dei principali aggregati di intermediazione presenta: una crescita dell'11,6% degli impieghi che si sono attestati sui 22.368 milioni di Euro confermando il sostenuto trend espansivo del 2002; l'incidenza delle sofferenze nette mostra un ulteriore miglioramento passando dall'1,12% del 31.03.2002 all'1,09% di fine marzo 2003; un apprezzabile incremento della raccolta diretta che è aumentata del 12,3% sull'analogo periodo del precedente esercizio posizionandosi sui 22.069 milioni di Euro; in particolare, il totale dei depositi sono aumentati del 15,2% e i debiti rappresentati dai titoli del 7%; un incremento dell'1,3% del risparmio gestito che - incluse le riserve tecniche assicurative - ha raggiunto i 20.049 milioni di Euro. Tale risultato è stato conseguito nonostante lo sfavorevole andamento dei mercati finanziari. In particolare le riserve tecniche assicurative hanno confermato una crescita pari al 34,6% ed hanno raggiunto i 4.031 milioni di Euro; una flessione dell'8,7% del risparmio amministrato che è risultato pari a 17.060 milioni di Euro riconducibile al negativo impatto dei corsi dei titoli oltre che alla riallocazione del risparmio da parte dei clienti verso le componenti più liquide della raccolta diretta. Per quanto attiene il Conto Economico: Il Margine di Interesse è stato pari a 186,5 milioni di Euro, con una crescita di 13,8 milioni (+8%) rispetto al 31 marzo dell'anno precedente. Il miglioramento è imputabile soprattutto all'aumento dei volumi intermediati. I Proventi Netti da Servizi, pari a 116,7 milioni di Euro, presentano una diminuzione di 14,9 milioni (-11,4%) rispetto ai primi tre mesi del 2002, dovuta principalmente alla contrazione delle commissioni di gestione sui fondi comuni. I Profitti da Operazioni Finanziarie (11,9 milioni di Euro) si sono più che raddoppiati rispetto al primo trimestre dello scorso anno anche grazie all'aumento dell'attività d'intermediazione su prodotti derivati di copertura. Il Margine di Intermediazione del periodo si è attestato a 315,1 milioni di Euro, in crescita dell'1,7% rispetto all'anno precedente. Le Spese Amministrative sono diminuite del 2,3%, posizionandosi a 175,3 milioni di Euro. In particolare, le Spese del Personale (106,4 milioni di Euro) sono aumentate del 3,1; l'incremento è riconducibile all'adeguamento salariale previsto dal Ccnl, nonché all'inserimento nell'ambito del perimetro di consolidamento delle società Artesia (successivamente fusa in Banca Lombarda International) e Grifogest non presenti nel primo trimestre 2002. Le Altre Spese Amministrative hanno registrato una rilevante flessione pari al 9,5%, attestandosi a 68,9 milioni di Euro. Tale riduzione è stata determinata da un'azione attenta di contenimento dei costi gestionali. Peraltro nel primo trimestre 2002 erano state contabilizzate spese straordinarie non ripetibili connesse al changeover all'Euro. Il Risultato Lordo di Gestione si attesta a 139,8 milioni di Euro, il 7,2% in più rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Le Rettifiche di Valore sulle Immobilizzazioni Materiali ed Immateriali ammontano a 31,3 milioni di Euro, in aumento del 4,5% rispetto all'anno precedente. Il rapporto cost/income (misurato dall'incidenza sul margine di intermediazione delle spese amministrative e delle rettifiche su immobilizzazioni, al netto di quelle relative agli avviamenti ed alle differenze positive di consolidamento) si è posizionato al 61,1%, migliorando di due punti percentuali il valore del primo trimestre del 2002 e di 6 decimi di punto percentuale di fine 2002. Le Rettifiche Nette di Valore sui Crediti presentano una diminuzione del 3,1%, attestandosi a 19,4 milioni di Euro. Gli Accantonamenti per Rischi ed Oneri, pari a 4,7 milioni di Euro, sono diminuiti del 16,3%. L'Utile delle Attività Ordinarie, pari a 84,7 milioni di Euro, aumenta dell'11,6% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente. Le Componenti Straordinarie si riducono da 14,7 milioni di Euro del primo trimestre del 2002 agli attuali 1,3 milioni di Euro. I proventi straordinari dello scorso esercizio incorporavano plusvalenze da cessione di immobili per 4,2 milioni di Euro e plusvalenze per dismissioni di partecipazioni per 7 milioni di Euro. Le Imposte, pari a 45 milioni di Euro si contraggono in misura del 3,3% rispetto a quelle del 31 marzo 2002. L'Utile Netto ha superato i 31 milioni di Euro con un calo del 3,4% rispetto al corrispondente trimestre dell'anno precedente. Nel mese di marzo la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona ha esercitato nei confronti di Banca Lombarda un'opzione put riferita al 15,2% del capitale sociale della Banca Cassa di Risparmio di Tortona. La formalizzazione dell'acquisizione da parte di Banca Lombarda è prevista entro la fine del corrente mese di maggio, per un corrispettivo stimabile in Euro 38,7 milioni circa. 

"UTILITIES E BORSA: INVESTIRE NEL SETTORE DELLE LOCAL UTILITIES ITALIANE" 
Milano, 14 maggio 2003 - Investire nelle local utilities italiane: questo il tema del convegno promosso da Borsa Italiana in collaborazione con UBM -Unicredit Banca Mobiliare- e Barabino & Partners per presentare le opportunità legate a questo importante settore dell'economia italiana e approfondire strategie e prospettive delle aziende municipalizzate del nostro Paese. Con una capitalizzazione totale di mercato di 46 miliardi di euro, il settore delle utilities pesa per il 10,2% della capitalizzazione totale della Borsa italiana. Grazie alla quotazione, le utilities hanno raccolto 21,4 miliardi di euro di cui 1,8 di nuovi capitali (550 milioni di euro alle local utilities). Le utilities quotate sul mercato italiano hanno una dimensione inferiore - in termini di capitalizzazione - rispetto a quelle del resto d'Europa e presentano un livello di flottante pari al 35% contro una media europea del 47% circa. "I processi di aggregazione in atto possono dare un forte impulso alla crescita di queste società - ha affermato Massimo Capuano, Amministratore Delegato di Borsa Italiana. In Italia, secondo un recente studio di Borsa Italiana, sono 32 le local utilities idonee ad accedere al mercato dei capitali e il numero di società quotabili potrebbe essere molto superiore se si verificasse un processo di concentrazione tra le circa 2000 società del settore. La sola quotazione di queste 32 aziende apporterebbe al mercato italiano una capitalizzazione addizionale di circa 3,5 miliardi di euro". Le 32 local utilities che potrebbero accedere al mercato dei capitali sono localizzate nel Nord Est 40%, Nord Ovest 34%, Centro 13% e Sud 13%. Hanno una dimensione media in linea con le local utilities finora quotate, un fatturato medio di 180 milioni di euro, 740 dipendenti in media e una buona redditività (Roe medio del 7,3% e D/E medio dello 0,74). Tra i vantaggi che le local utilities possono trarre dalla quotazione in Borsa ci sono la flessibilità nel finanziamento di progetti di sviluppo, la migliore visibilità, anche a livello internazionale, il conferimento di liquidità (o liquidabilità) all'investimento nonché la possibilità di incentivare il management e di attrarre le migliori professionalità sul mercato, utili per affrontare le nuove sfide strategiche di un settore in fase di trasformazione. 

BORSA: ENTRANO IN VIGORE IL 23 GIUGNO 2003 I NUOVI ORARI DI NEGOZIAZIONE 
Milano, 15 maggio 2003 - Al fine di allineare gli orari di negoziazione dei mercati gestiti e organizzati da Borsa Italiana con quelli dei principali mercati europei, come previsto dall'European Market Model, il Consiglio di Amministrazione di Borsa Italiana ha recentemente deliberato la modifica degli orari di negoziazione. A partire dal prossimo 23 giugno, verranno anticipati la conclusione della fase di apertura e l'avvio della negoziazione continua sui mercati Mta e Nuovo Mercato. Le modifiche interesseranno di conseguenza gli orari di negoziazione sui mercati Idem e Mcw: verrà anticipato l'avvio delle negoziazioni su tali mercati in concomitanza, rispettivamente, con il termine della fase di pre-asta e con l'avvio della negoziazione continua sul mercato azionario (Idem: ore 9:00; Mcw: ore 9:10). Gli orari di negoziazione, a partire dal 23 giugno, verranno così modificati: Segmenti blue chips e Star del Mta e Nuovo Mercato: 1. anticipo del termine della fase di pre-asta alle ore 9:00; 2. anticipo dell'avvio della negoziazione continua alle ore 9:10, successivamente alle operazioni di validazione e matching dei contratti; Segmento di Borsa Ordinario, segmento Mtf classe 2 e Mercato Ristretto: 1. prolungamento della fase di pre-asta di cinque minuti sino alle 10:50; Segmento Mtf classe 1: 1. anticipo dell'avvio della negoziazione continua alle ore 9:10. 

RCS MEDIAGROUP - NEL PRIMO TRIMESTRE IL RISULTATO OPERATIVO E IL RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE E DEGLI INTERESSI DI TERZI SONO I MIGLIORI REGISTRATI NEGLI ULTIMI TRE ESERCIZI. I RICAVI NETTI A 503,4 MILIONI (CONTRO I 770,2 DEL CORRISPONDENTE PERIODO 2002) 
Milano, 14 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Rcs MediaGroup S.p.A., riunitosi il 14 maggio sotto la Presidenza di Guido Roberto Vitale, ha approvato i risultati del primo trimestre dell'esercizio in corso. Nei dati di seguito esposti emergono i primi effetti della nuova configurazione societaria prodotta dalla scissione parziale di Rcs Editori (da cui HdP ha rilevato le funzioni corporate e le partecipazioni dirette e indirette ad esclusione di quelle operanti nel settore quotidiani, mentre Rcs Pubblicità quelle relative al ramo d'azienda "pubblicità"), a conclusione della quale, a far data dal 1° maggio scorso, HdP ha assunto la denominazione di Rcs MediaGroup, e Rcs Editori quella di Rcs Quotidiani. Il risultato operativo e il risultato prima delle imposte e degli interessi di terzi del primo trimestre sono infatti i migliori registrati negli ultimi tre esercizi, con riferimento sia all'intero Gruppo sia al comparto editoriale. Ciò grazie soprattutto agli interventi sulla gestione e nonostante le stagionalità tipiche dell'editoria libraria e scolastica e della raccolta pubblicitaria nei primi mesi dell'anno. Il trimestre viene generalmente penalizzato, inoltre, da una prudenziale contabilizzazione dei costi anche relativi ai prodotti che generano i loro ricavi nel corso dell'anno. Per queste ragioni i risultati del trimestre non sono indicativi dell'intero esercizio. I ricavi netti sono di 503,4 milioni (contro i 770,2 del corrispondente periodo 2002) e scontano, da un lato, l'uscita del gruppo Fila dal perimetro di consolidamento e la contrazione dei ricavi di Gft Net (dovuta alla cessione di tutte le attività ad eccezione del marchio statunitense Joseph Abboud) e, dall'altro, beneficiano dell'incremento dei ricavi di Rcs Quotidiani riconducibile alle vendite di prodotti collaterali e al consolidamento integrale del Gruppo Unedisa. La perdita operativa si riduce di 8,8 milioni di euro, passando da 39,3 a 30,5 milioni, per effetto soprattutto delle azioni di riduzione dei costi e dello sviluppo di nuove linee di prodotti. Il risultato prima delle imposte e degli interessi di terzi riduce la sua negatività a 33,5 milioni, rispetto alla perdita di 50,7 milioni del primo trimestre 2002. Tale variazione, pur in assenza di proventi straordinari netti (pari a 15,3 milioni nell'esercizio scorso), beneficia del miglioramento della gestione finanziaria, che precedentemente includeva oneri del gruppo Fila per 25,3 milioni. Il capitale investito netto cresce di 83,6 milioni (1.302,8 contro 1.219,2 milioni al 31 dicembre scorso) quale saldo, da un lato, dell'aumento dell'attivo fisso di 99,5 milioni - determinato in massima parte dall'acquisizione del 35% di Unedisa - e, dall'altro, della riduzione del capitale d'esercizio di 23 milioni - dovuta alle azioni del management oltre agli effetti della stagionalità già indicati. Il patrimonio netto diminuisce di 26,9 milioni rispetto al 31 dicembre 2002 e riflette, da una parte, il risultato del trimestre e l'incremento del patrimonio netto di terzi derivante prevalentemente dal consolidamento integrale del gruppo Unedisa e, dall'altra, la riduzione della riserva di conversione per il deprezzamento del dollaro statunitense rispetto all'euro. L'indebitamento finanziario netto è di 196,7 milioni (83,1 milioni al 31 dicembre scorso) e deriva principalmente dall'acquisizione del 35% di Unedisa per 93,3 milioni e di Catherine Nemo per 5,6 milioni, oltre che dal metodo di consolidamento integrale di Unedisa, che determina un aumento di 12 milioni. Milano, 14 maggio 2003 Rcs MediaGroup Direzione Comunicazione La Capogruppo e le controllate Rcs MediaGroup Nel primo trimestre dell'esercizio, Rcs MediaGroup sconta le modifiche di struttura societaria sopra descritte oltre che la mancanza di dividendi, principale componente di ricavo, che si concentra nel secondo trimestre dell'anno. Il risultato prima delle imposte è pertanto negativo per 5,5 milioni contro una perdita di 1,6 milioni del pari periodo 2002. Le principali variazioni del risultato economico rispetto al primo trimestre del 2002 sono di seguito riassunte: i proventi finanziari (2,7 milioni) subiscono una contrazione legata principalmente al minor volume delle attività fruttifere e alla riduzione del rendimento coerente con l'andamento dei tassi di interesse; i costi di struttura (7,3 milioni al lordo degli addebiti alle Società del Gruppo per servizi e locazioni) riflettono la nuova configurazione societaria e non sono confrontabili con l'anno precedente; gli oneri straordinari (0,9 milioni) sono relativi alle ristrutturazioni in corso. Il patrimonio netto aumenta di 110,3 milioni (passando da 954,4 al 31 dicembre scorso a 1.064,7) quale saldo tra l'incremento di 115,8 milioni per l'iscrizione dell'avanzo risultante dalla scissione della controllata Rcs Quotidiani e della riduzione di 5,5 milioni dovuta al risultato del periodo. Le disponibilità finanziarie nette diminuiscono di 44,5 milioni, passando da 246,1 milioni del 31 dicembre 2002 a 201,6 milioni, per effetto delle diverse movimentazioni dovute alla riorganizzazione. Rcs Quotidiani I ricavi netti aumentano da 162,0 a 211,2 milioni (di cui 83,4 di ricavi pubblicitari), grazie alla forte crescita dei prodotti collaterali e al consolidamento integrale di Unedisa. Le diffusioni del Corriere della Sera e de La Gazzetta dello Sport, in linea con l'anno precedente, sono state rispettivamente di 680.000 e 382.000 copie medie giornaliere. I ricavi pubblicitari, parallelamente all'andamento del mercato, diminuiscono del 2,7%, pur rilevando un incremento della raccolta per La Gazzetta dello Sport pari all'1,6% e di quella per City (free press) che, con edizioni in sette città, triplica la performance dell'analogo periodo dell'esercizio precedente. Per quanto riguarda la Spagna, i ricavi complessivi di Unedisa registrano un aumento di 5,3 milioni, attestandosi a 63,3 milioni, grazie alla crescita del 2,6% dei ricavi pubblicitari e dei prodotti collaterali, capaci di assorbire completamente il calo delle vendite comune a tutto il mercato spagnolo. La diffusione de El Mundo si attesta a 298.000 copie medie giornaliere. Rcs Periodici I ricavi ammontano a 63,3 milioni, in flessione di 4,1 milioni rispetto al primo trimestre 2002. A tale risultato concorrono, da una parte, le minori prestazioni verso terzi e i minori ricavi pubblicitari (riconducibili al passaggio, a fine 2002, del mandato di concessionaria di alcune testate da Cairo Communication a Rcs Pubblicità) dall'altra, il positivo andamento dei prodotti collaterali e dei ricavi editoriali (da segnalare il forte incremento di copie vendute di Oggi e il successo di Amica). Per quanto riguarda il comparto estero, i ricavi complessivi ammontano a 19,5 milioni (di cui 9,8 milioni di ricavi pubblicitari). La flessione di 3,4 milioni, 14,8% rispetto al pari periodo dell'esercizio precedente, è da ricondursi alla pesante contrazione, pari al 22,5%, della raccolta pubblicitaria, che ancora caratterizza il mercato tedesco. Rcs Diffusione Le attività di distribuzione relative al canale edicola evidenziano un sensibile miglioramento rispetto al primo trimestre 2002, dovuto alla positiva evoluzione delle vendite di quotidiani e periodici e dei prodotti ad essi collegati. Come già annunciato il 5 dicembre scorso, essendo anche intervenute in data 13 maggio le previste autorizzazioni dell'autorità Antitrust europea, è in fase di realizzazione la concentrazione delle attività di distribuzione di DeADis (società di De Agostini e Rusconi) e di Rcs Diffusione stessa. Rcs Pubblicità I ricavi ammontano a 125,8 milioni e risentono della congiuntura internazionale che induce prudenza negli inserzionisti. Rispetto al primo trimestre del 2002 alle attività della Società si sono aggiunte la raccolta di spazi pubblicitari radiofonici per il Gruppo Sper e quella per le testate del Gruppo precedentemente gestite da Cairo Communication, mentre sono uscite dal portafoglio di raccolta le testate edite da EDIF. Positivo l'andamento di Igpdecaux, i cui ricavi crescono del 6,2% anche per gli effetti della riorganizzazione delle reti di vendita. L'andamento di Blei rimane invece negativamente condizionato dalla flessione degli investimenti del mercato tedesco. Rcs Libri I ricavi registrano una crescita, a perimetro omogeneo, dello 0,9% attestandosi a 135,6 milioni. Tale incremento, avvenuto nonostante l'assenza di titoli capaci di replicare l'eccezionale successo di "La rabbia e l'orgoglio", determinante per il fatturato nell'analogo 6 periodo 2002, è riconducibile principalmente al buon andamento dei fascicoli all'estero e all'aumento del fatturato di Flammarion anche nelle attività di distribuzione. Rcs Broadcast Le attività facenti capo a Editoriale SPER (che dal 1° giugno prenderà la denominazione di Rcs Broadcast) hanno prodotto ricavi netti che ammontano a 4,6 milioni e riflettono il buon andamento della raccolta pubblicitaria legata a CNR e dei ricavi della vendita dei servizi giornalistici prodotti da AGR. Nel pari periodo dell'anno precedente la Società non faceva parte di Rcs MediaGroup. FILA Il ricavi ammontano a 206,2 milioni, in flessione del 20,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, principalmente a causa della chiusura di alcune filiali ed alla maggiore selettività merceologica delle vendite in Europa, solo in parte compensata dalla crescita di quelle negli Stati Uniti. Come comunicato il 7 marzo scorso, Fila Holding ha raggiunto un accordo per la vendita della totalità delle sue società operative. L'esecuzione della transazione, attesa entro la fine del prossimo mese di giugno, è subordinata al verificarsi di alcune condizioni, tra cui l'approvazione delle competenti Autorità Antitrust. GFT NET Nel primo trimestre dell'anno si registra una diminuzione dei ricavi, legata al processo di dismissione, pressoché concluso, delle attività, che si attestano a 19,9 milioni di euro e rappresentano sostanzialmente quelli prodotti dalla controllata americana Joseph Abboud, unica società operativa attualmente in portafoglio alla Società, il cui andamento è sostanzialmente allineato all'analogo periodo 2002. Milano, 14 maggio 2003 Rcs MediaGroup Direzione Comunicazione Prevedibile evoluzione dell'attività per l'esercizio in corso Il quadro congiunturale italiano ed internazionale, caratterizzato soprattutto dagli eventi bellici che hanno interessato il Medio Oriente, non lascia prevedere un miglioramento dell'andamento economico capace di generare, nel corrente anno, una significativa inversione di tendenza del mercato della pubblicità e delle vendite dei prodotti. Per quanto riguarda il Gruppo si è sostanzialmente completata la riorganizzazione, che ha permesso di concentrare attività e risorse nei settori dell'editoria e della comunicazione. Gli effetti negativi delle attività dell'abbigliamento e della moda, pertanto, non influenzeranno più i risultati economici e consolidati. Tenuto conto delle prospettive sopra delineate, con riguardo soprattutto all'Italia e ai Paesi Europei (dove il Gruppo è principalmente presente), lo sforzo e l'impegno del management sono rivolti, da un lato, allo sviluppo dei ricavi attraverso iniziative che valorizzino la notorietà dei marchi e, dall'altro, alla prosecuzione delle indispensabili e incisive azioni di recupero di efficienza già avviate. A meno di eventi straordinari a oggi non prevedibili, si stima che Rcs MediaGroup possa confermare nel corso di quest'anno il risultato operativo dello scorso esercizio e un significativo miglioramento del risultato netto. 

INDUSTRIA MANIFATTURIERA USA: INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN CALO DEL 37% NEL 2002 È QUANTO EMERGE DA UNO STUDIO DI DELOITTE CONSULTING. POSSIBILE UNA RIPRESA A MEDIO TERMINE MA SOLO SE MIGLIORERÀ LA CONGIUNTURA INTERNAZIONALE. GLI USA INVESTONO NEI PAESI CON I SALARI PIÙ ALTI 
Milano, 15 maggio 2003 - Gli investimenti diretti esteri dell'industria manifatturiera americana sono in sensibile calo dopo il boom del 2000 e potrebbero diminuire ancora nel breve periodo a causa della stagnazione dell'economia mondiale, della crisi in Medio Oriente e di alcuni fattori regionali come l'epidemia Sars. E' quanto rivela uno studio di Deloitte Research, la divisione di ricerca di Deloitte Consulting, dal quale emerge che lo scorso anno gli Ide (Investimenti diretti esteri) dell'industria manifatturiera Usa sono ammontati a circa 23 miliardi di dollari rispetto ai 36 del 2001, per una riduzione del 37% su base annua. Un calo che diventa un vero e proprio crollo se si mette a confronto il dato dello scorso anno con quello del 2000, quando gli investimenti diretti esteri dell'industria americana raggiunsero la cifra record di 58 miliardi di dollari. "Il difficile momento del settore manifatturiero e l'incertezza derivante dalla criticità dello scenario internazionale e dalle minacce di attentati terroristici hanno contribuito in modo determinante alla riduzione degli investimenti diretti esteri americani" commenta Primo Molin, Partner di Deloitte Consulting Italia e Responsabile della industry Manufacturing. Tutti questi fattori, secondo lo studio di Deloitte Research, continueranno a pesare sugli Ide statunitensi nel breve periodo, mentre nel medio termine la situazione appare più incerta. "Ritengo che gli investimenti diretti esteri americani torneranno a crescere nel 2004 - aggiunge Molin - perché difficilmente la sequenza di avvenimenti negativi verificatasi negli ultimi tre anni potrà ripetersi in futuro. Credo che si possa guardare ai prossimi anni con un certo ottimismo, come dimostrano anche alcuni segnali di ripresa nel business della consulenza legata al settore manifatturiero. Nel prossimo futuro, inoltre, gli Ide dell'industria manifatturiera Usa sembrano destinati ad aumentare, soprattutto in Europa, anche per effetto dell'indebolimento del dollaro sui mercati internazionali". Al momento, gli investimenti diretti esteri statunitensi continuano a prediligere aree geografiche nelle quali i salari sono più elevati. Nel 2001, ad esempio, il 94% degli Ide americani ha interessato paesi con elevati costi del lavoro. Si tratta del cosiddetto "paradosso dell'alta retribuzione", in base al quale, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le aziende manifatturiere Usa preferiscono investire in paesi che, pur avendo dei costi di produzione più elevati, presentano altre caratteristiche favorevoli come la stabilità politica, gli elevati standard formativi e la specializzazione del lavoro. "Il costo del lavoro è un criterio importante - conclude Molin - ma nelle decisioni di investimento all'estero contano anche altri fattori, soprattutto il sistema infrastrutturale del paese, il contesto politico degli stati destinatari e le opportunità esistenti legate al mercato di sbocco. Sono convinto che anche in futuro le aziende Usa continueranno a preferire l'Europa a paesi con costi di produzione minimi per i loro investimenti esteri". A guidare la graduatoria dei settori che investono maggiormente all'estero c'è l'industria chimica e farmaceutica con oltre 13 miliardi di dollari di Ide. Ma i margini di crescita maggiori sono quelli dell'industria alimentare, passata dagli 1,7 miliardi di dollari investiti all'estero nel 2001 agli 11,9 del 2002. Tale aumento è essenzialmente il prodotto delle acquisizioni delle aziende Pillsbury (Regno Unito) e Bass Brewers (Belgio) da parte rispettivamente di General Mills e Adolph Coors. In rosso, invece, è il settore dei macchinari industriali, passato a -3,8 miliardi di dollari nel 2002 dopo i 12 miliardi dell'anno precedente. Il drastico calo è dovuto principalmente ai massicci disinvestimenti di grandi società come General Electric, Metals Usa e John Deere e ai tagli "overseas" nel settore automobilistico. 

NOVUSPHARMA SPA ANNUNCIA I DATI FINANZIARI DEL PRIMO TRIMESTRE 2003 
Milano 15 maggio 2003 - Novuspharma SpA, società biofarmaceutica focalizzata sulla ricerca di terapie antitumorali, ha annunciato ieri i risultati finanziari del primo trimestre 2003 e un aggiornamento sulle attività di ricerca e sviluppo intraprese nei primi quattro mesi di quest'anno. Highlights: E' in corso lo studio registrativo di fase III del Pixantrone (Bbr 2778) in combinazione con il Rituxan (rituximab) per la cura del linfoma non-Hodgkin (Nhl) indolente; I risultati dello studio di fase I/II del Pixantrone nel nuovo schema di combinazione "Bshap" saranno oggetto di una presentazione allo "International Society of Experimental Haematolgy (5-8 luglio). Nel terzo trimestre del 2003 è previsto l'avvio di un ampio studio di fase II utilizzando lo stesso regime. Verranno presentati al convegno della American Society of Clinical Oncology (Asco), in corso dal 31 maggio al 3 giugno, i risultati dello studio di fase II del Bbr 3576 su pazienti affetti da cancro alla prostata refrattario alla terapia ormonale. Un secondo studio di fase II in combinazione con il prednisone inizierà nel terzo trimestre 2003. E' previsto nel 2003 l'avvio di una serie di sperimentazioni di fase II in vari tumori solidi con l'anticorpo monoclonale Mt201. Il primo studio di fase II in pazienti affetti da cancro alla prostata in fase iniziale prevede l'inizio nel terzo trimestre 2003. Nel mese di aprile David Ebsworth è stato nominato membro indipendente non esecutivo del Consiglio d'Amministrazione di Novuspharma La perdita netta registrata nel primo trimestre del 2003 è pari a 8,3 milioni di Euro (7,3 milioni di Euro nel primo trimestre 2002). Tale aumento riflette lo stato di avanzamento di sviluppo dei composti ed è in linea con le aspettative della Società. La posizione finanziaria netta attiva è pari a 102,2 milioni di Euro al 31 marzo 2003 (109,8 milioni di Euro al 31 dicembre 2002). Silvano Spinelli, Amministratore Delegato, dichiara: "Stiamo procedendo nello sviluppo della pipeline clinica e pre-clinica attuando, allo stesso tempo, un'attenta gestione delle risorse. Verso fine mese annunceremo i risultati dello studio di fase II del Bbr 3576 nella cura del cancro alla prostata e nel terzo trimestre avrà inizio un programma di studio di fase II con Mt201. Ad oggi la società dispone delle risorse finanziarie necessarie a perseguire i propri obiettivi ed è inoltre attenta a considerare tutte le opportunità volte al potenziamento della propria attività. 

GRANITIFIANDRE: L'ASSEMBLEA APPROVA IL BILANCIO 2002; FATTURATO CONSOLIDATO A 152,5 MILIONI DI EURO (+7,7%), INDICI DI REDDITIVITÀ IN CRESCITA (EBITDA +4,1%, EBIT +2,6%) E UTILE NETTO A 14,4 MILIONI DI EURO (+18,1%) 
Castellarano (Re), 15 maggio 2003 - L'Assemblea degli Azionisti di Granitifiandre - azienda leader mondiale nella produzione e commercializzazione di lastre in grès porcellanato quotata dal 2001 al segmento Star della Borsa Italiana a capo di un Gruppo che include ad oggi 17 diverse società - il 13 maggio ha approvato il Bilancio civilistico e consolidato al 31 dicembre 2002. Il fatturato consolidato ha raggiunto i 152,5 milioni di euro, con una crescita del 7,7% rispetto al 2001. All'interno della quota di export dei prodotti a marchio, pari al 68,8% si segnalano positive performance nei mercati in cui a breve partiranno i nuovi stabilimenti produttivi (Germania +11,5%, Usa +10,1) e in Italia (+16,6%). Sebbene sia stato deciso, in applicazione di criteri di massima prudenzialità, di spesare interamente a conto economico i costi di avviamento del nuovo stabilimento tedesco sostenuti al 31 dicembre 2002, pari a 2,4 milioni di euro, gli indici di redditività sono risultati ancora in crescita seguendo il trend storico della società.In sintesi: Il risultato operativo (Ebitda) ha raggiunto nel 2002 i 35,6 milioni di euro (+4,1%) con un'incidenza sul fatturato del 23,4%. Il margine operativo (Ebit) ha superato i 27,1 milioni di euro, in crescita del 2,6%. Il risultato ante imposte ha raggiunto i 25,5 milioni di euro (+17,6%) con un'incidenza sul fatturato del 16,7%. risultato netto a 14,4 milioni di euro, +18,1% rispetto ai 12,2 milioni dell'esercizio 2001. L'assemblea degli Azionisti ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,11 euro per azione, superiore del 22% rispetto ai 0,09 euro del dividendo 2002. Il Consiglio di Amministrazione di Granitifiandre ha approvato la Relazione Trimestrale di Gruppo al 31 marzo 2003. I risultati del primo trimestre, in netta controtendenza rispetto sia ai settori di riferimento che alla situazione economica generale, confermano il mantenimento di alti livelli di redditività pur in presenza di un lieve calo del fatturato generato quasi interamente dalla sfavorevole evoluzione del rapporto euro/dollaro. Il fatturato consolidato si è attestato a 33,5 milioni di euro, in leggera flessione (-3,6%) rispetto ai 34,7 milioni dei primi 3 mesi del 2002. Si mantiene sempre elevata la quota di export dei prodotti a marchio, superiore al 70% dei volumi totali; in particolare risultati estremamente positivi sono stati raggiunti in Francia che si conferma primo Paese per esportazione in Europa e che in aprile ha visto la firma di un accordo con il partner storico Point.P per la fornitura della rete commerciale operante nell'area del Sud Ovest della Francia per un valore complessivo di 4,2 milioni di euro per i prossimi tre anni. Molto positivi i dati relativi al mese di aprile relativi alle vendite a marchio da parte della capogruppo che evidenziano un incremento del 13,1% mentre nei servizi si mantiene sempre molto importante il trend di crescita di Hydrodesign superiore al 20%. L'avvio della produzione nello stabilimento tedesco resta fissato per il corrente mese di giugno con una dotazione iniziale di 24 diversi prodotti ed un portafoglio ordini che ha superato ad aprile i 3,2 milioni di euro. Sebbene nel periodo siano stati effettuati investimenti per 3.7 milioni di euro in immobilizzazioni materiali ed immateriali, i flussi di cassa generati nel periodo hanno comunque consentito di migliorare la posizione finanziaria passata da un saldo netto attivo di circa 35 milioni di euro al termine dello scorso esercizio agli attuali 38,1 milioni. Il risultato operativo lordo si è attestato nel periodo a 7,9 milioni di euro (-8,9% rispetto al primo trimestre 2002) con un'incidenza del 23,7% sul fatturato, il margine operativo è pari a 6,1 milioni di euro (-11,3%) mentre il risultato ante imposte risulta sempre positivo a 6,4 milioni (-10,7%). Il patrimonio netto consolidato, che ha raggiunto 154,6 milioni di euro, risulta in aumento del 4,8% pur avendo già recepito la destinazione dell'utile 2002 di cui 4,1 milioni a titolo di dividendi. Nei primi 3 mesi dell'anno - con le aperture dei nuovi punti vendita di Londra, Chieti e Dusseldorf - il numero dei negozi a marchio Geologica è arrivato a 35 di cui 10 in Italia e 25 all'estero. "I risultati ottenuti in termini di nuovi importanti accordi commerciali - ha commentato Graziano Verdi, Presidente di Granitifiandre - la crescita della capogruppo nel mese di aprile, i 3 nuovi Geologica Shop aperti nel trimestre confermano la validità della strategia impostata e ci inducono a prevedere uno sviluppo positivo dell'attività nei prossimi mesi". 

DIGITAL BROS SPATRIMESTRALE AL 31 MARZO 2003: CRESCITA DEL FATTURATO NEI PRIMI NOVE MESI DELL'ANNO +31,5% A LIVELLO CONSOLIDATO. AUMENTO DEI MARGINI REDDITUALI: EBIT CONSOLIDATO POSITIVO A 1,4 MILIONI DI EURO. 
Milano, 15 maggio 2003 - Fatturato della capogruppo a 40,1 milioni di Euro in aumento del 33,5% rispetto ai nove mesi dell'anno precedente. L'Ebitsi attesta a 3,2 milioni di Euro più che raddoppiato rispetto ai 1,5 milioni di Euro del medesimo periodo dell'anno precedente. In diminuzione l'indebitamento finanziario netto che passa dai 19,5 del 31 dicembre 2002 ai 16,2 milioni di Euro. Il Consiglio di Amministrazione di Digital Bros, gruppo di Digital Entertainment quotato al Nuovo Mercato, ha approvato la relazione trimestrale al 31marzo 2003 relativa al 3° trimestre dell'esercizio 2002/2003. Il fatturato consolidato relativo ai primi nove mesi dell'anno registra un incremento del 31,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente attestandosi a 40,9 milioni di Euro. L'Ebit consolidato, relativo ai primi nove mesi, è positivo e pari a 1,4 milioni di Euro rispetto ai meno 1,2 milioni di Euro dell'anno scorso. I ricavi della capogruppo relativi ai primi nove mesi dell'anno sono pari a 40,1 milioni di Euro con un incremento del 33,5% rispetto all'anno precedente. L'Ebitda di Digital Bros S.p.A generato nei primi nove mesi dell'esercizio 2002/2003 è positivo e pari a 4,5 milioni di Euro con un incremento del 77,6% rispetto al medesimo periodo dell'anno scorso. L'Ebit è positivo e pari a 3,3 milioni di Euro più che raddoppiato rispetto ai 1,5 milioni di Euro dell'esercizio precedente. I ricavi consolidati del terzo trimestre 2002/2003 si attestano a 10,0 milioni di Euro in un contesto di mercato in crescita e con la presenza di un numero elevato di titoli. Il lancio sul mercato di un titolo evento come Metal Gear Solid 2, avvenuto nel corso del Marzo 2002, che da solo ha generato ricavi per oltre 5 milioni di Euro, ha comportato la concentrazione del fatturato, nel corso dell'esercizio passato, nel 1° trimestre dell'anno solare. L'Ebitda consolidato nel terzo trimestre si attesta a 516 migliaia di Euro in crescita di + 54,5%, rispetto ai 334 migliaia di Euro del trimestre dell'anno precedente; l'Ebit consolidato pressoché in pareggio rispetto ai meno 85 mila Euro dell'anno passato. Il miglioramento dei margini reddituali è frutto dell'ottimizzazione dei costi del gruppo ed un'attenta politica di sfruttamento delle sinergie esistenti tra le diverse attività. In miglioramento registra la posizione finanziaria che passa dai 19,5 del 31 dicembre 2002 ai 16,2 milioni di Euro. Distribuzione Italia Lo sviluppo delle attività di distribuzione di videogiochi sul territorio italiano è passata sia attraverso la selezione di editori internazionali emergenti quali Phantagram, Cdv, JoWood, particolarmente focalizzati sul segmento dei videogiochi per Pc Cd-Rom sia attraverso il recente accordo di distribuzione esclusiva siglato con SEGA, colosso giapponese dell'intrattenimento digitale. Tali processi di sviluppo unitamente al forte catalogo di prestigiosi editori tradizionalmente rappresentati da Digital Bros, attraverso la divisione Halifax, permette una miglior penetrazione ed una potenziale crescita della già significativa quota di mercato. Publishing Internazionale Durante l'esercizio in corso, il Gruppo ha dato nuovo impulso alle proprie attività di publishing intrenazionale con l'acquisizione dei diritti esclusivi di pubblicazione del videogioco Energy Airforce, simulatore di volo per PlayStation 2, l'unico con licenza ufficiale Lockheed Martin. Il lancio del gioco, che è attualmente in fase di localizzazione, è previsto a giugno 2003 con la pubblicazione di un'edizione europea che prevede l'adattamento della confezione, della manualistica e del doppiaggio del videogioco in 5 differenti lingue: inglese, italiano, francese, spagnolo e tedesco. Tale attività, come precedentemente comunicato, è destinata a produrre i primi effetti già nell'esercizio in corso con ricavi nell'ordine di 1 milione di Euro. Prosegue nel frattempo l'attività di scouting a livello internazionale al fine di selezionare altri titoli di qualità appetibili per il mercato europeo. Televisione Digitale Si registra un'attenzione crescente del mercato inglese nei confronti del canale televisivo Game Network che può oggi contare, nel solo Regno Unito, un'audience media settimanale di oltre 610.000 telespettatori. Tale dato, certificato da Barb Television Audience, società inglese indipendente specializzata in rilevazioni di audience televisive, ha portato alla decisione di affidare a Digital Media Sales, concessionaria inglese di pubblicità specializzata in nuovi media, la raccolta pubblicitaria per il Regno Unito. Il successo di programmi interattivi che prevedono chat, televoto dei videogiochi preferiti, quiz interattivi e il download di giochi Java per telefoni cellulari, consente a Game Network di ricevere una media di quasi 7.000 Sms a pagamento al giorno. On-Line Gaming I circa 10.000 giocatori per i due giochi di ruolo on-line in modalità pay per play (Legend of Mir e The Myth of Soma) pagano una fee mensile di 10 Euro. Digital Bros si è aggiudicata i diritti esclusivi per il territorio europeo per la gestione del gioco on-line Horizons, a seguito dell'esperienza acquisita nel settore insieme alla piattaforma tecnologica proprietaria sviluppata. Horizons è uno dei videogiochi online tra i più attesi dal pubblico, è previsto il lancio sia negli Stati Uniti che in Europa nel corso del 2003. 

REPLY S.P.A.: APPROVATI DAL CDA I RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE 2003. AL 31 MARZO 2003 FATTURATO CONSOLIDATO PER 19,9 MILIONI DI EURO, MOL PER 2,6 MILIONI DI EURO ED EBIT, AL NETTO DEI COSTI DI QUOTAZIONE PARI A 1,7 MILIONI DI EURO. 
Milano, 15 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Reply S.p.A., una delle principali società italiane leader nel settore dell'E-Business, ha approvato oggi i risultati relativi alla relazione trimestrale al 31 marzo 2003 che mostrano una performance positiva e ampiamente superiore al mercato di riferimento. In sintesi, il primo trimestre 2003 si conclude per Reply con fatturato consolidato per 19,9 milioni di Euro, (18 milioni di Euro al 31 marzo 2002), Margine Operativo Lordo per 2,6 milioni di Euro (2,9 milioni di Euro al 31 marzo 2002) ed Ebit, al netto dei costi di quotazione, pari a 1,7 milioni di Euro (2,2 milioni di Euro al 31 marzo 2002). Nonostante il generale rallentamento del mercato dell'Ict in Italia, che nel 2002 ha registrato una flessione del 2,2% (dati Assinform), Reply continua a conseguire una significativa crescita del fatturato consolidato come evidenzia l'incremento del +10.2% registrato nel periodo rispetto al corrispondente trimestre del 2002. La Posizione Finanziaria Netta al 31 marzo 2003 è pari a 4,9 milioni di Euro, in crescita rispetto ai 4,1 milioni di Euro relativi al 31 dicembre 2002. "Pur in presenza di condizioni di mercato particolarmente sfavorevoli - ha affermato il Presidente della società Mario Rizzante - anche nei primi mesi del 2003 Reply ha proseguito nel suo percorso di sviluppo con tassi di crescita superiori alla media del settore." "La forte specializzazione e la profonda expertise in ciascuna delle nicchie di mercato in cui Reply opera - ha proseguito Mario Rizzante - ci consentono di realizzare progetti di qualità eccellente, ampiamente riconosciuti e apprezzati dal mercato di riferimento; si tratta di una delle più importanti strategie messe in atto dal Gruppo, perseguita meticolosamente anche nelle modalità operative attraverso un preciso modello aziendale che prevede la creazione di singole società, ciascuna specializzata per linea di offerta." "Tra i principali obiettivi strategici che ci siamo posti per il 2003 - ha infine concluso il Presidente Mario Rizzante - vi è il completamento del processo di integrazione operativa di Santer S.p.A. (non inclusa nell'area di consolidamento), con il conseguente sfruttamento delle opportunità offerte dai settori della Sanità e degli Enti Locali. Oltre a ciò intendiamo sviluppare ulteriormente l'offerta nel settore delle soluzioni per la Real Time Enterprise, un ambito di attività già molto ben presidiato da Reply e ancora ricco di opportunità". 

VITAMINIC MIGLIORA I RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE. RICAVI AGGREGATI PRO-FORMA BUONGIORNO VITAMINIC +34,5% RISPETTO Q1 2002. 
Milano, 15 maggio 2003 - Ricavi Vitaminic dei primi tre mesi del 2003, +35% rispetto al Q1 2002. Prosegue il trend di miglioramento del Mol di Vitaminic. Ricavi aggregati pro-forma Buongiorno Vitaminic nel primo trimestre pari ad Euro 12,1 milioni. Mol aggregato pro-forma pari ad Euro -820 mila, in miglioramento dell'86,1%. Milano, 13 maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Vitaminic SpA (Nuovo Mercato: Vit), ha approvato la Relazione Trimestrale al 31 marzo 2003. Nel periodo gennaio-marzo 2003, Vitaminic ha riportato ricavi consolidati per Euro 2.423 mila, in aumento del 35% rispetto allo stesso periodo del 2002 (Euro 1.800 mila). Analizzando in dettaglio i ricavi del primo trimestre di Vitaminic SpA, si evidenzia in particolare una buona crescita in termini assoluti dei ricavi provenienti da Servizi Business, pari ad Euro 2.022 mila, +37% rispetto allo stesso periodo del 2002 (Euro 1.472 mila) per via dello sviluppo dell'offerta di servizi alle aziende ad opera della controllata inglese Peoplesound.com Ltd.; una buona crescita in termini relativi dell'attività Consumer (in sede di Bilancio 2002 denominata Commerce), in ragione dei buoni risultati ottenuti dall'attività Mobile. I ricavi Consumer risultano, pertanto, essere pari a Euro 302 mila (Euro 165 mila nel Q1 2002). Decrescono, invece, i ricavi da Pubblicità e promozioni (-39%), da Euro 163 mila nel Q1 2002 a Euro 99 mila nel Q1 2003. La ripartizione dei ricavi a livello geografico mostra che circa il 92% del giro d'affari del Gruppo è ora concentrato fuori dall'Italia. Se si passa ad un'analisi delle principali voci di costo, si osserva principalmente: ?una riduzione del 65% del costo del lavoro, pari ad Euro 825 mila, a fronte di un contenimento del 51% del personale medio di periodo (in contrazione da 148 persone a 72 persone). Il personale in forza al 31 marzo 2003 ammonta a 65 unità; ??il contenimento dei costi per servizi, che ammontano ad Euro 2.667 mila, in calo dell'11% (-Euro 336 mila) rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Il margine operativo lordo è negativo per Euro 1.134 mila, in miglioramento del 70% rispetto al primo trimestre 2002 (Euro 3.762 mila) per effetto della crescita dei ricavi e dell'attività di riorganizzazione svolta sin dall'anno scorso. Il risultato operativo del trimestre ammonta a Euro -1.950 mila. Su tale valore incidono in modo rilevante ammortamenti pari ad Euro 681 mila, in prevalenza relativi alla differenza da consolidamento della partecipazione Peoplesound. Il risultato prima delle imposte ammonta ad Euro -2.693 mila, principalmente per effetto di oneri straordinari netti pari ad Euro 294 mila, riconducibili all'attività di ristrutturazione in corso, e di oneri finanziari netti pari ad Euro 450 mila, determinati prevalentemente da differenze cambi negative generate dalla valutazione dei saldi patrimoniali intragruppo ai cambi di fine periodo, in ragione del rafforzamento dell'Euro sulla Sterlina e sul Dollaro Statunitense. Circa le variazioni patrimoniali intervenute nel periodo, si evidenziano immobilizzazioni nette pari a Euro 7.780 mila, e registrano una contrazione di Euro 431 mila rispetto al 31 dicembre 2002. Più in dettaglio, si rilevano: ??immobilizzazioni immateriali nette pari ad Euro 6.175 mila, in calo di Euro 212 mila principalmente per effetto degli ammortamenti del perio do, in parte compensati dalla capitalizzazione dei costi sostenuti nel trimestre afferenti l'operazione di fusione in atto con Buongiorno SpA (Euro 405 mila); ??immobilizzazioni materiali nette pari ad Euro 1.300 mila, in calo di Euro 219 mila, principalmente per effetto degli ammortamenti di periodo, nonché di dismissioni e di svalutazioni riconducibili alla chiusura dell'operatività delle controllate francesi; ??immobilizzazioni finanziarie pari ad Euro 305 mila. La posizione finanziaria del Gruppo Vitaminic al 31 marzo 2003 è positiva per Euro 706 mila. Il 13 maggio odierna anche il Consiglio di Amministrazione di Buongiorno SpA ha approvato la relazione relativa al primo trimestre 2003. In vista della fusione tra le due società, che è prevista completarsi nel prossimo luglio e avrà effetti contabili a partire dal 1 gennaio 2003, si allega al presente comunicato quello di Buongiorno. I risultati di Buongiorno nel Q1 2003 evidenziano, in particolare, ricavi in crescita del 34% rispetto al Q1 2002 e un Mol consolidato positivo per Euro 314 mila. Di seguito si commentano brevemente i dati aggregati pro-forma dei due gruppi, confrontandoli con l'aggregato pro-forma riferibile al primo trimestre 2002. I ricavi aggregati pro-forma Buongiorno Vitaminic nel primo trimestre 2003 sono ammontati ad Euro 12,1 milioni (totale valore della produzione pari ad Euro 12,6 milioni), +34,5% rispetto ai dati aggregati pro-forma del Q1 2002. Il Margine operativo lordo aggregato pro-forma di Buongiorno Vitaminic è stato pari ad Euro -820 mila, in miglioramento dell'86,1% se confrontato con il dato pro-forma del Q1 2002. "L'anno è iniziato bene sia per Vitaminic sia per Buongiorno. L'ormai prossima combined entity mantiene elevati tassi di crescita, in grado di farla emergere come una delle poche vere growth history oggi identificabili in Europa. I risultati del primo trimestre sono positivi e ci consentono di confermare l'obiettivo della combined entity di raggiungere un fatturato consolidato 2003 tra i 52 e i 56 milioni di Euro e il break-even a livello di Ebitda entro la fine del 2003", ha dichiarato Andrea Casalini, neo Chief Executive Officer di Vitaminic SpA e Chief Executive Officer di Buongiorno SpA. "Buongiorno è ormai uscita dalla propria fase di start-up e, insieme a Vitaminic, può guardare con importanti ambizioni alle opportunità offerte dai mercati dei servizi a valore aggiunto multimediali e della musica digitale, valorizzando le competenze di un team eccellente di 300 persone e sfruttando il proprio vantaggio dimensionale rispetto a tutti i diretti concorrenti", ha proseguito. E aggiunge: "L'attività di integrazione societaria e industriale di Buongiorno e Vitaminic sta proseguendo secondo i piani e con un ampio coinvolgimento di tutto il management nel conseguimento delle importanti sinergie industriali tra i 2 gruppi. Il 2003 ci vedrà focalizzati sul raggiungimento degli obiettivi gestionali preannunciati sia in termini di sviluppo dei ricavi sia in termini di miglioramento dei margini operativi. In tal senso, stiamo per conseguire ulteriori contenimenti dei costi attraverso l'unificazione delle sedi italiane e di Londra". Il Presidente di Buongiorno SpA e neo-Presidente di Vitaminic SpA, Mauro Del Rio ha inoltre aggiunto: "Riteniamo che nei prossimi 12-18 mesi il nostro settore, attualmente frammentato e affollato, vedrà una fase di consolidamento piuttosto rapida in Europa. Crediamo che il gruppo Buongiorno Vitaminic abbia le dimensioni, le caratteristiche e il posizionamento per essere una società aggregante. Contiamo di consolidare la leadership in Italia e Spagna e di espanderci attraverso acquisizioni in Uk, Francia e Germania. Gianluca Dettori sarà dedicato dell'attività di M&A del gruppo. D'altro lato valuteremo anche le opportunità di espansione in nuovi mercati geografici: a questo sarà orientata in particolare l'attività di Jorge Mata". 

PROSEGUE LO SVILUPPO DI BUONGIORNO: RICAVI IN CRESCITA DEL 34% MOL CONSOLIDATO SI CONFERMA POSITIVO NEL PRIMO TRIMESTRE 2003 VALORE DELLA PRODUZIONE DEL PRIMO TRIMESTRE 2003 A EURO 10 MILIONI. MARGINE OPERATIVO LORDO PARI AD EURO +314 MILA 
Parma, 15 Maggio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Buongiorno SpA ha approvato il 13 maggio la Relazione Trimestrale al 31.03.2003. Nel primo trimestre 2003, il valore della produzione del Gruppo che fa capo a Buongiorno SpA è ammontato ad Euro 10,1 milioni. I ricavi della gestione caratteristica, pari ad Euro 9,7 milioni, risultano in crescita del 34% rispetto al corrispettivo periodo del 2002 (Euro 7,2 milioni). Prosegue anche il trend di miglioramento dei margini, che accompagna l'uscita dalla fase di startup della società, con la conferma nel primo trimestre 2003 di un margine operativo lordo consolidato positivo. Il Mol (Ebitda, al netto degli accantonamenti per fondi rischi) è, infatti, positivo per Euro 314 mila, nonostante il primo trimestre risulti stagionalmente non favorevole per i ricavi pubblicitari del Gruppo. Il Risultato Operativo risulta negativo per Euro 684 mila (dopo ammortamenti per Euro 804 mila), con una riduzione del disavanzo del 83% rispetto al primo trimestre 2002 (Euro -4,1 milioni nel Q1 2002). Nel Q1 2003 i ricavi del gruppo sono stati generati per il 48% in Italia, il 31% in Spagna e il 21% nel resto d'Europa, a conferma della dimensione europea del gruppo. La scomposizione dei ricavi per linee di business evidenzia: ??ricavi da Marketing Services pari ad Euro 4,1 milioni, in flessione rispetto allo scorso anno (Euro 6 milioni), a causa della difficile congiuntura di mercato e di una politica commerciale orientata a più elevati margini; ?ricavi da Consumer Services pari ad Euro 5,6 milioni, in fortissima crescita (Euro +3,3 milioni) rispetto al corrispettivo periodo del 2002 grazie all'incidenza dei servizi wireless. Nel corso del trimestre Buongiorno ha chiuso numerosi accordi di rilievo, tra cui merita ricordare:?quello, a livello europeo, con Warner Bros per la digitalizzazione e la fornitura sul cellulare di alcuni dei più famosi cartoon Looney Tunes. Buongiorno svilupperà Multi Media Messages (Mms) mantenendo il format dei fumetti e realizzerà Greeting Cards multimediali e sfondi con i soggetti dei cartoon Warner Bros.; quello per la distribuzione della piattaforma BizBravo, soluzione proprietaria sviluppata da Buongiorno per le Pmi per la gestione dei programmi di email marketing; ??l'ampliamento dell'offerta di B! all'interno del palinsesto Scriptim, a conferma del ruolo di partner primario che Buongiorno riveste per Tim. Nonostante il forte aumento dei ricavi, i costi per servizi si sono ridotti di circa Euro 200 mila (Euro da 6,6 milioni nel Q1 2002 ad Euro 6,4 milioni nel Q1 2003) e i costi del personale di Euro 200 mila 8 rispetto al primo trimestre 2002, passando da Euro 3,6 a 3,4 milioni, per effetto del pieno conseguimento delle sinergie con MyAlert. La posizione finanziaria netta del Gruppo Buongiorno, al 31 marzo 2003, era pari ad Euro -1,5 milioni, con una riduzione di Euro 1,7 milioni rispetto al 31 dicembre 2002. L'utilizzo di risorse finanziarie è dovuto sostanzialmente ad un incremento della posizione del circolante ed ad alcuni costi straordinari sostenuti per cassa nel trimestre. 

ALITALIA PRIMO TRIMESTRE DEL 2003: PERDITA DI 198 MILIONI DI EURO, CON UN PEGGIORAMENTO DI 95 MILIONI DI EURO RISPETTO A QUELLA REGISTRATA NEL PRIMO TRIMESTRE DEL PRECEDENTE ESERCIZIO
Roma 15 maggio 2003 Si è riunito in data odierna il Consiglio di Amministrazione di Alitalia che ha approvato la relazione predisposta per l'andamento della gestione del Gruppo relativa al primo trimestre del 2003. A livello consolidato il risultato del trimestre prima delle imposte e delle componenti straordinarie ha registrato una perdita di 198 milioni di Euro, con un peggioramento di 95 milioni di Euro rispetto a quella registrata nel primo trimestre del precedente esercizio. Nel primo trimestre 2003 il quadro macroeconomico complessivo, gi à ampiamente penalizzato dalla prolungata debolezza del ciclo in atto dalla seconda parte del 2000, è stato ulteriormente, ed in misura marcata, inciso dalle montanti tensioni di carattere geopolitico, culminate poi con l'esplosione del conflitto in Iraq, dai timori di nuovi attacchi terroristici e dall'impatto sulla propensione al volo della Sindrome Acuta Respiratoria Grave (Sars) evidenziando ulteriori consistenti segnali di incertezza e di debolezza che si sono tradotti, anche con riferimento all'area dell'euro, in un marcato deterioramento del clima di fiducia delle imprese e dei consumatori e nel perdurante ristagno della produzione industriale. L'andamento gestionale del periodo, già strutturalmente condizionato dalla bassa stagionalità, è risultato ulteriormente penalizzato dai riflessi negativi generati nei costi operativi dall'impennata delle quotazioni del greggio concomitante con la crisi irachena, ed, in minor misura, dai maggiori livelli tariffari per assistenza radioassistenze e di scalo, oltre che dai più elevati ammortamenti collegati al rinnovo della flotta e dal peggioramento delle voci finanziarie derivante dalla componente valutaria. I ricavi hanno presentato un valore di 1.016 milioni di Euro con una flessione di 51 milioni di Euro (-4,7%) rispetto all'analogo periodo dell'esercizio precedente. Più in particolare i ricavi passeggeri si sono ridotti del 7%, a causa di un sensibile deterioramento dello yield (-8% circa), quale effetto delle politiche tariffarie attuate dal Gruppo sia per sostenere una domanda fortemente condizionata dalle tensioni geopolitiche ed in drammatico declino, sia per far fronte alla sempre più accentuata pressione competitiva. Complessivamente il costo per consumi di materie e servizi e il costo del lavoro, pari a 1.135 milioni di Euro, non hanno presentato sostanziali differenze rispetto al primo trimestre dello scorso anno (+8 milioni di Euro pari ad un incremento dello 0,7%). Più dettagliatamente i consumi di materie e servizi esterni hanno registrato un incremento complessivo di 16 milioni di Euro (+1.9%). Tale variazione è da collegare prevalentemente ad un aumento delle spese per carburante (+29 milioni di Euro), che hanno riflesso l'impennata delle quotazioni del greggio in concomitanza della crisi irachena, e le spese di traffico e scalo (+22 milioni di Euro), a seguito delle crescite tariffarie registrate tra i due periodi a raffronto; questi fenomeni sono stati parzialmente compensati dall'avvenuta diminuzione dei costi da terzi per noleggi e/o accordi (-27 milioni di Euro) a seguito della minore capacit à acquisita, e per la riduzione delle prestazioni generali (-13 milioni di Euro), essenzialmente per effetto della cessione avvenuta per le attivit à del comparto telematico ed in corso per quelle del comparto turistico. Il risultato operativo pertanto si è chiuso con una perdita di 173 milioni di Euro con un peggioramento di 73 milioni di Euro rispetto al primo trimestre 2002. Il numero dei dipendenti del gruppo al 31 marzo, pari a 21.984 unit à, presenta un decremento di 552 unit à rispetto al 31 dicembre 2002 e di 653 unit à rispetto al 31 marzo 2002. Alla fine del primo trimestre 2003 la flotta operativa complessiva di Gruppo risulta composta di 179 aeromobili di cui 124 in proprietà. Rispetto al 31 dicembre 2002 la consistenza puntuale è aumentata di sei unit à qualesaldo fra l'ingresso di 2 B777, 2 A320, 2 Atr72 ed 1 Erj-145 e l'uscita di 1 Md11 combi. L'indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2003 presenta un incremento rispetto alla fine dello scorso esercizio di 148 milioni di Euro (1056 milioni contro i 908 di dicembre) da riferire, per circa 133 milioni di Euro, ad investimenti e, per la parte restante, al fabbisogno monetario generato dalle attivit à di esercizio che ha risentito sia della stagionalit à dell'industria che del calo di trasportato indotto dalla crisi solo parzialmente compensato dall'incasso degli importi versati da Klm a causa dell'obbligazione di condanna contenuta nel lodo arbitrale del dicembre scorso. Con riferimento alla prevedibile evoluzione della gestione e' da sottolineare come le aspettative riguardo al ritmo d'espansione dell'economia nel corso del 2003 permangono al momento contrastanti ma comunque connotate da diffuse percezioni di debolezza e pessimismo ed in ogni caso basate su uno scenario di moderata ripresa nella seconda parte dell'anno, collegata al ridursi dell'eccezionale livello d'incertezza dovuto al conflitto militare in Iraq. il Gruppo Alitalia ha valutato che un'adeguata risposta alle criticit à rivenienti dall'ulteriore deterioramento dello scenario macroeconomico e di settore possa conseguirsi solo accelerando le misure di efficientamento avviate nel 2002 ed attivando nel contempo scelte innovative sia sul versante del posizionamento di mercato (network, politiche commerciali, flotta, alleanze), sia su quello dell'assetto industriale e della struttura dei costi (costante ricerca di economie e di elementi di flessibilità).Pur nell'obiettiva difficolt à a formulare previsioni puntuali con sufficienti gradi di attendibilità, stante l'estrema incertezza e volatilit à dello scenario di riferimento, e anche assumendo i primi positivi effetti che potranno derivare nel breve periodo dall'implementazione delle misure sopra sommariamente descritte, si va delineando per l'intero 2003 un tendenziale andamento economico più severo rispetto a quello previsto per tale anno nel Piano Biennale (che, si ricorda, prefigurava un sia pur contenuto utile netto, anche ipotizzando il concorso di misure di sostegno di settore in analogia a quanto operato dal Governo statunitense), con la conseguente aspettativa di un risultato economico di segno negativo, tenuto anche conto che il contributo riveniente dalla gestione straordinaria non potr à raggiungere i i livelli,difficilmente ripetibili, conseguiti nell'esercizio 2002. Nel corso del Consiglio di Amministrazione l'Amministratore Delegato ha definito senza precedenti l'attuale situazione di crisi in cui versa l'industria del trasporto aereo e che alcuni mutamenti della struttura dei ricavi devono essere considerati - a livello di settore - come irreversibili. Egli ha sottolineato come l'attuale scarsa flessibilità della struttura dei costi di Alitalia non consenta una compensazione con il trend di settore negativo innescatosi dall'11 settembre e che perciò sar à necessario ripensarla in modo da poter affrontare le sfide del nuovo scenario. Il Consiglio di Amministrazione, infine, ha positivamente deliberato in ordine all'esito delle trattative intercorse con l'agenzia statunitense per il credito all'esportazione (Exim-Bank) e con l'istituto di credito erogante Barclays Bank per il finanziamento decennale di sei aeromobili Boeing B777 per un controvalore di USD 544 milioni che si prevede di perfezionare nei prossimi giorni. 

LUFTHANSA ANNUNCIA PER IL PRIMO TRIMESTRE UN RISULTATO OPERATIVO NEGAIVO PER € 415 MILIONI IL GRUPPO ANTICIPA ANCHE UNA PERDITA OPERATIVA PER IL 2003 
Milano, 15 maggio 2003 - Il persistere del debole andamento dell'economia, gli effetti della guerra in Iraq e la polmonite atipica Sars hanno contribuito al declino mondiale del traffico passeggeri. La sovrapposizione di questi eventi ha influito gravemente sui risultati finanziari del Gruppo Lufthansa per il primo trimestre 2003. La compagnia è stata duramente colpita dalle conseguenze dell'epidemia causata dalla SARS nelle aree del Pacifico e dell'Asia, aree dove Lufthansa è leader davanti alle altre compagnie aeree europee. Nonostante le tempestive contromisure adottate dalla compagnia quali la riduzione della capacità e il contenimento dei costi, Lufthansa non è riuscita a contrastare la tendenza in atto nel mercato ed ha conseguentemente annunciato un risultato operativo negativo per -€415 milioni rispetto al risultato operativo di €12 milioni conseguito nel primo trimestre del 2002. "Il trasporto aereo mondiale è chiamato a confrontarsi con la sua più grave crisi economica. La situazione non è mai stata così seria", ha commentato Jürgen Weber Presidente e Ceo di Lufthansa nel corso della presentazione dei risultati finanziari relativi al primo trimestre del 2003. "Se vogliamo rimanere una compagnia solida e mantenere il nostro personale, dobbiamo ridurre ulteriormente i costi in collaborazione con i nostri partner interni ed esterni". Una rigida disciplina dei costi e una maggiore alta produttività rimangono il cuore del successo di Lufthansa, ha enfatizzato. All'inizio del 2003 Lufthansa ha reagito immediatamente adottando un pacchetto di rigide contromisure. Tra queste una riduzione della capacità che ha messo a terra complessivamente 70 aeromobili tra Lufthansa e i suoi partner regionali, tagli alle spese in conto capitale e l'avvio di una nuova iniziativa di contenimento dei costi denominata "Cash 100". Inoltre, oltre al blocco delle assunzioni, la compagnia ha anche varato misure per la riduzione dei costi del personale. "Dobbiamo fare uno sforzo per adottare tempestive contromisure se vogliamo mantenere una posizione competitiva rispetto alle altre compagnie aeree anche in tempi di crisi" ha detto Weber. Ma potrebbe attenderci anche un periodo post crisi nel quale è opportuno essere ben preparati, ha aggiunto. Per questo motivo Lufthansa sta continuando a sviluppare i propri progetti futuri quali l'accesso a Internet a bordo, l'introduzione dei Business Jet, migliorare le poltrone sulle rotte intercontinentali e un nuova offerta di servizi per i clienti top. "Il contenimento dei costi è importante, ma da solo non è il futuro" ha sottolineato Weber. "Allo stesso tempo dobbiamo investire nei prodotti per il domani se vogliamo mantenere una posizione competitiva. Abbiamo ripetutamente dimostrato che possiamo superare qualsiasi crisi unendo le nostre forze". Alla luce dei risultati finanziari e di traffico del primo trimestre, Lufthansa non prevede un risultato operativo positivo per il 2003. Considerate le attuali incertezze non è possibile formulare una stima delle perdite. Tuttavia Lufthansa rimane sempre una delle compagnie finanziariamente più solide con elevata liquidità. "Grazie alla nostra forza finanziaria saremo in grado di mantenere la posizione che abbiamo acquisito anche se la crisi dovesse protrarsi nel tempo. Di questo ne sono convinto" ha detto Weber. "Ma non possiamo stare a guardare. Dobbiamo invece intraprendere azioni decise e poi misurare le nostre opportunità". Risultati finanziari relativi ai primi tre mesi del 2003 Da Gennaio a Marzo 2003 il giro d'affari del Gruppo Lufthansa ha raggiunto €3,7 miliardi, pari ad un calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2002. Nonostante la difficile situazione del mercato le compagnie aeree del Gruppo hanno generato proventi per €2,6 miliardi, un calo del 5,8%. Il reddito di gestione è cresciuto del 91,9% a €401 milioni. A questo ha contribuito la cessione della partecipazione in Start Amadeus che ha generato entrate per €79 milioni. Nel primo trimestre 2003 le spese operative sono aumentate del 9,1% attestandosi a €4,4 miliardi. I costi del personale sono aumentati dell'11,1% a €1,2 miliardi a causa del nuovo consolidamento di società. Il costo dei materiali è cresciuto del 6,2% a €1,8 miliardi. Nei primi tre mesi la spesa per il carburante è stata di €331 milioni, un aumento del 13,4% rispetto allo stesso periodo del 2002. Se non fosse stato per le contromisure adottate nelle politiche di prezzo, la spesa per il carburante sarebbe cresciuta ulteriormente di €53 milioni. Per i primi tre mesi dell'anno il Gruppo Lufthansa ha registrato una perdita netta di -€356 milioni rispetto ai -€186 milioni dello stesso periodo del 2002. Il Gruppo ha inoltre ridotto il proprio indebitamento: il debito netto è calato dell'11% rispetto al 31 dicembre 2002 attestandosi a 1,0 miliardi. Grazie alle rigide misure di contenimento dei costi adottate dalla compagnia per far fronte alla crisi, le spese in conto capitale sono state contenute a €207 milioni rispetto ai €277 milioni nel primo trimestre del 2002. 

APPROVATA LA TRIMESTRALE DI AIR DOLOMITI: FATTURATO: 30,7 MILIONI DI EURO; RISULTATO ANTE IMPOSTE: -6,5 MILIONI DI EURO. 
Milano, 15 maggio 2003 - In data odierna il Consiglio di Amministrazione di Air Dolomiti S.p.A., Linee Aeree Regionali Europee, ha approvato la relazione trimestrale al 31 marzo 2003 che evidenza un fatturato di 30,7 milioni di Euro, un Ebitdar di 2,7 milioni di Euro, e un risultato ante imposte negativo per 6,5 milioni di Euro. I risultati di questo primo trimestre 2003 sono particolarmente significativi del difficile scenario di mercato che l'intero settore del trasporto aereo sta affrontando. I numerosi fattori esogeni, quali la guerra in Iraq, il non positivo sviluppo delle economie italiana e tedesca nonché l'epidemia di polmonite atipica, hanno penalizzato la redditività di Air Dolomiti: la performance del 2003 probabilmente non confermerà i risultati raggiunti l'anno precedente. Al 31.03.2003 il fatturato si attesta a 30,7 milioni di Euro, e risulta in calo del 6,2% rispetto ai 32,8 del primo trimestre 2002. La componente dei ricavi per voli di linea risulta la più importante (29,8 milioni di Euro contro i 31,9 del trimestre precedente) nonché quella maggiormente in calo (- 7%). Nel trimestre il numero di passeggeri di linea è cresciuto del 3,7% a 209 mila unità rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, ed è altresì aumentata del 4,7% la domanda, espressa in Rpk (Revenue Passenger Kilometres), mentre il Load factor dei servizi di linea del trimestre è stato del 48,8%, in leggero calo (-1.1 p.p.) rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. La componente che ha maggiormente inciso nel calo dei ricavi è stata tuttavia il ricavo medio unitario, in sensibile contrazione nel trimestre rispetto al primo trimestre 2002. In merito alla comparabilità dei due periodi deve essere tuttavia sottolineato che il periodo pasquale, particolarmente interessante per la forte presenza di traffico leisure in aggiunta alla componente business, è nel 2003 ricaduto al di fuori del primo trimestre, contrariamente al 2002. I costi operativi totali risultano pari a 29,4 milioni di Euro, in aumento del 17% rispetto ai 25,1 milioni di Euro del primo trimestre 2002. I costi per servizi, che costituiscono la voce più importante dei costi operativi salgono a 17 milioni di Euro, contro i 14,7 milioni di Euro del primo trimestre 2002, aumentando inoltre la loro incidenza sul fatturato dal 45% al 55%, a seguito dell'incremento delle tariffe dei servizi di assistenza delle linee e della concentrazione nel periodo di numerosi interventi manutentivi sugli aeromobili pianificati nell'arco dell'intero esercizio. L'Ebitdar (Margine operativo al lordo degli ammortamenti, accantonamenti e canoni di leasing) del trimestre è pari a 2,7 milioni di Euro, riducendo la sua incidenza sul fatturato al 9% rispetto al 27% del corrispondente trimestre del 2002. I canoni di locazione del trimestre risultano pari a 5,7 milioni di Euro, in calo rispetto ai 7,6 milioni di Euro al 31.03.2002. Tale riduzione è da imputarsi principalmente alla presenza nel 2002 di costi per Wet Lease di un aeromobile, oltre che alla riduzione del tasso di interesse Libor sul dollaro statunitense e al forte apprezzamento dell'Euro sul dollaro. Gli ammortamenti e svalutazioni, passano nel trimestre da 1,8 a 2,3 a milioni di Euro. Si ricorda che nelle immobilizzazioni è stato inserito un aeromobile nell'ultimo trimestre 2002. L'Ebit chiude in negativo per 5,3 milioni di Euro. Gli oneri finanziari, pari a 1,5 milioni di Euro, sono in crescita rispetto agli 0,5 milioni di Euro del primo trimestre 2002. Ciò è dovuto alla contabilizzazione di 1 milione di Euro di accantonamenti al fondo oscillazione cambi, resisi necessari per l'adeguamento di crediti in valuta (principalmente dollari statunitensi). In particolar modo tale accantonamento è stato generato dal forte apprezzamento dell'Euro sul dollaro Usa, che ha inciso sul presumibile valore di realizzo, tra gli altri, di crediti vantati a titolo di deposito cauzionale. Si segnala peraltro che per la maggioranza di tali crediti non è previsto il rimborso nel corso dell'esercizio. Il risultato ante imposte si attesta pertanto a 6,5 milioni di Euro in territorio negativo. 

GRANDI NAVI VELOCI S.P.A. (GRUPPO GRIMALDI): IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE HA APPROVATO I RISULTATI DEL I TRIMESTRE 2003. RICAVI CARATTERISTICI AL 31 MARZO PARI A 28,5 MILIONI DI EURO (-0,4%), MARGINE OPERATIVO LORDO NEGATIVO PER 4.005 MILA EURO, 
Genova, 15 maggio 2003 - Risultato operativo negativo per 11,6 milioni di Euro e risultato della gestione negativo per 15,9 milioni di Euro, a causa della situazione di crisi geopolitica, di stagnazione economica e della consueta stagionalità del business. Questi i principali dati relativi alla relazione trimestrale al 31 marzo 2003 approvati dal Consiglio di Amministrazione di Grandi Navi Veloci - compagnia di navigazione attiva nel trasporto di merci e passeggeri con auto al seguito nel Mediterraneo e quotata al Mercato Telematico della Borsa Italiana S.p.A. - riunitosi oggi a Genova. I ricavi della gestione caratteristica relativi al I trimestre hanno raggiunto i 28,5 milioni di Euro in flessione dello 0,4% rispetto ai 28,6 milioni dello stesso periodo dell'anno 2002. Il margine operativo lordo risulta negativo per 4.005 mila Euro rispetto ai 716 mila Euro positivi del corrispondente periodo dell'anno precedente, mentre il risultato operativo mostra un valore negativo per 11,6 milioni di Euro (5,6 milioni nel 2002) ed il risultato della gestione si attesta su un valore negativo per 15,9 milioni di Euro (9,1 milioni nel 2002). Il risultato della gestione del I trimestre, oltre ad essere soggetto alla normale stagionalità del business che lo rende comunque negativo, è stato pesantemente influenzato anche dalla situazione di incertezza geopolitica legata al conflitto in Iraq che ha condizionato i comportamenti delle famiglie e delle aziende riducendo i flussi di traffico sia passeggeri che merci, in un periodo in cui la Società disponeva di una unità in più con i conseguenti maggiori costi. Inoltre, pur in una situazione di crisi economica, il prezzo del petrolio, a causa delle tensioni geopolitiche si collocava intorno ai livelli massimi degli ultimi anni, incrementando così una delle più importanti voci di costo. Infine, si deve evidenziare anche la penalizzazione che comporta la nuova normativa in tema di sgravi contributivi per le navi adibite al cabotaggio nazionale che ha ridotto l'entità del beneficio per l'anno in corso dall'80% al 25%. La posizione finanziaria netta alla fine del trimestre presenta un indebitamento di 316,5 milioni di Euro (al lordo delle immobilizzazioni finanziarie) rispetto ad Euro 309,6 al 31/12/2002. Sotto l'aspetto commerciale, i passeggeri trasportati nel I trimestre si sono attestati a 91.900 unità rispetto alle 105.400 del periodo precedente (-12,8%), le auto al seguito sono ridotte a 30.000 da 33.100 (-9,4%), le auto nuove sono aumentate a 20.100 da 10.700 (+87,8%), ed i veicoli commerciali sono aumentati a 476.000 metri lineari da 473.800 (+0,5%). Per la parte restante dell'anno, per quanto riguarda i ricavi, si ritiene che la fine del conflitto in Iraq dovrebbe facilitare una ripresa dell'attività turistica e degli scambi commerciali, fortemente penalizzati nei primi mesi del 2003, la cui intensità dipenderà anche dalla accelerazione della crescita economica globale. Il Consiglio auspica che a questi eventi si associno interventi governativi atti a sostenere i consumi ed a facilitare la ripresa dell'economia marittima in tutte le sue articolazioni. Per quanto riguarda i costi, la soluzione della crisi Irachena sta già portando ad una flessione del 30% circa del prezzo del petrolio e quindi ad una conseguente riduzione del prezzo del combustibile. Infine, l'entrata in esercizio de La Suprema a partire dalla fine di maggio, pur comportando un aumento delle principali voci di costo, consentirà una migliore diversificazione dei servizi offerti alla clientela che ha già visto quest'anno l'inizio della nuova linea Genova - Tunisi, effettuata con la M/n Victory. 

RIVISTA AL RIBASSO L'ASSICURAZIONE PER GLI AEREI DI PICCOLE DIMENSIONI 
Bruxelles, 15 maggio 2003 - Nonostante la resistenza della Commissione, il Parlamento ha deciso di adottare questa relazione, incluso l'emendamento 14, chiedendo così categorie assicurative più basse per gli aeromobili di piccole dimensioni. Si tratta di buone notizie per gli operatori del settore, che avevano dichiarato di rischiare il fallimento se la proposta della Commissione - che prevedeva coperture assicurative ben più elevate - fosse passata. Molti deputati hanno ritenuto che i premi assicurativi minimi proposti fossero troppo onerosi per la categoria. Alla luce degli eventi dell'11 settembre 2001 e della Sars, conseguenze di questo genere dovrebbero essere evitate a tutti i costi. Secondo il Parlamento, per requisiti assicurativi minimi si intende la copertura relativa alle seguenti categorie di aeromobili: Categoria 1: aeromobili con Mtow ("maximum take-off weight, peso massimo al decollo) inferiore a 2 000 kg - 1,5 milioni di Dsp (diritti speciali di prelievo, unità di riserva mondiale definita dal Fondo monetario internazionale, del valore di 0,74 euro); Categoria 2: aeromobili con Mtow inferiore a 6 000 kg - 4,5 milioni di Dsp; Categoria 3: aeromobili con Mtow inferiore a 14 000 kg - 9 milioni di Dsp; Categoria 4: aeromobili con Mtow inferiore a 25 000 kg - 12 milioni di Dsp; Categoria 5: aeromobili con Mtow inferiore a 50 000 kg - 25 milioni di Dsp; Categoria 6: aeromobili con Mtow inferiore a 100 000 kg - 50 milioni di Dsp; Categoria 7: aeromobili con Mtow superiore a 200 000 kg - 90 milioni di Dsp; Categoria 8: aeromobili con Mtow superiore a 200 000 kg - 250 milioni di Dsp. Tale disposizione si applica agli esercenti di aeromobili qualora l'aeromobile sia immatricolato nella Comunità. Altri emendamenti approvati riguardano i vettori aerei di Paesi terzi e la richiesta agli Stati membri di esigere per il sorvolo del proprio territorio il rispetto dei requisiti del regolamento. I deputati hanno chiesto che l'accesso alle rotte aeree che hanno come destinazione l'Ue o che sorvolano il territorio dell'Unione sia vietato ai velivoli dei Paesi terzi che non rispettino le condizioni fissate dal regolamento. In base alla procedura di codecisione (prima lettura), il Consiglio Trasporti dovrà esaminare gli emendamenti del Parlamento prima dell'elaborazione di una posizione comune. 

ALLEANZA STRATEGICA GRUPPO MAGGIORE E IL GRUPPO VENTAGLIO 
Milano, 15 maggio 2003 - E' stato recentemente siglato un importante accordo strategico tra Maggiore, Gruppo leader in Italia specializzato nei servizi di mobilità globale ed il Ventaglio, Gruppo leader in Italia nel settore turistico dei villaggi. In base a questo accordo il Gruppo Maggiore, attraverso le proprie Società operative Maggiore Rent e Maggiore Fleet, metterà a disposizione del Gruppo Ventaglio una "flotta" di automezzi per assicurare la mobilità del personale e curerà il segmento "rent" dei prodotti "leisure" e "fly and drive" che il Gruppo Ventaglio lancerà sul mercato italiano nell'immediato futuro. Si tratta di un'intesa ad alta sinergia tra due players attivi nel settore dei Servizi destinati a molteplici affinità. "Ho immediatamente apprezzato, nel conoscere pruno Colombo e i figli Alessandro e Stefano - ha commentato Vittorio Maggiore, presidente del Gruppo - non solo una condivisione di obiettivi di grande rilevanza, che vanno dalla gestione a tutto campo della mobiliti operativa e delle esigenze logistiche dei Gruppo t entaglio, all'alle.stirnento ed ottimizzazione di prodotti turistici e di pacchetti d'offerta intermodali che contemplino l'uso dell'autonoleggio sotto il segno dell' "Italian .Style" di alta qualità, ma soprattutto una forte comunanza nel "concepire" il proprio lrrlpE' no im1pJr'enditoriale, presidente del Gruppo - non solo una condivisione di obiettivi di grande rilevanza, che vanno dalla gestione a quale missione di vita". Anche Stefano Colombo - Vice presidente del Gruppo Ventaglio ha evidenziato l'importanza di questo accordo: "Questa partnership con il Gruppo Maggiore perinette al no tro Gruppo un'ottirrriz_azione e sinergie interne per quanto riguarda l'attività di noleggio per uso interno ai Gruppo e soprattutto per la proposta noleggio auto dei nostri pacchetti vacanza in Italia ". Maggiore e Ventaglio, due grandi aziende italiane, insieme per meglio affrontare le nuove sfide di un business, quello del turismo e dell'ospitalità, sempre più esigente e professionale. La partnership continua anche nel settore Golf con il Maggiore Golf Challenge 200-1, 12 gare che faranno tappa in prestigiosi club, concludendosi nella cornice del Golf Club "Il Pevero" e del resort "I Fenicotteri", a Porto Cervo. Infolink: www.maggiore.it  www.ventaglio.com 

STEFANO PERUZZI NOMINATO GENERAL MANAGER DI TOSCANA CALZATURE SI PREPARA A SFIDARE IL MERCATO ITALIANO ED ESTERO 
Cerreto Guidi (Firenze) 15 maggio 2003. Importanti novità nell'assetto manageriale di Toscana Calzature che con un fatturato di 16,7 milioni di euro a marchio proprio (Cafènoir) detiene una posizione di leadership nel mercato moda italiano. Stefano Peruzzi, entrato in azienda nel 1997 prima come Direttore Vendite e poi Direttore Marketing, ricopre da oggi la carica di General Manager, occupandosi in prima persona del settore Sviluppo. Sarà, infatti, quest'ultimo l'ambito nel quale verranno concentrati i maggiori sforzi dell'azienda che ha iniziato, da oltre un anno, la sua espansione verso i mercati esteri di Grecia, Austria, Spagna, Portogallo, Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo ed intende continuare questa politica intrapresa con successo. Ciò anche a fronte dei risultati conseguiti sul mercato italiano dove è presente in oltre 1600 punti vendita e dove in 5 anni ha assistito ad una crescita esponenziale del suo fatturato. La mission che ha animato le azioni del passato e che, dopo questa nomina, animerà sempre più nei prossimi anni la strategia dell'azienda sarà quella di affrontare il mercato utilizzando in modo completo tutte le leve: oltre a quelle del marketing e della logistica anche e soprattutto quella della finanza. "Identifichiamo in questo atteggiamento - spiega Stefano Peruzzi- il vero fattore che ci caratterizza: in un mercato frammentato e ancora quasi artigianale come è quello della calzatura in Italia pensiamo che offrire un prodotto stilisticamente di qualità non sia sufficiente. Vogliamo andare oltre, sostenendo il nostro elemento distintivo, "il made in Italy", sfruttando tutte le leve economiche in modo sinergico". Classe '58, Stefano Peruzzi ha iniziato la sua carriera nel 1980 presso la Banca d'America e d'Italia come Responsabile Clienti. Dopo tre anni si è spostato al Gruppo Colorobbia - Holding, la 3° azienda al mondo nel comparto delle materie prime per la ceramica industriale, ricoprendo la carica di Amministratore Delegato delle attività del Sud America. Prima del suo ingresso in Toscana Calzature, ha ricoperto la stessa carica nel settore delle conserve ittiche alimentari del Gruppo Athena. Proprio la formazione in mercati molto avanzati da un punto di vista imprenditoriale ha permesso al nuovo General Manager di testare il successo che scaturisce dall'impiego sinergico delle diverse leve strategiche e di utilizzarle ora per sfidare il mercato delle calzature italiano ed estero. 

QUANDO UNA PENTOLA FA TENDENZA - PMI MILANESI NEL DESIGN: PRODUCONO LAMPADE, MANIGLIE, RUBINETTI, PENTOLE, POSATE E ACCESSORI. E PIÙ DELLA METÀ DEL LORO FATTURATO (52%) PROVIENE DALLE ESPORTAZIONI 
Milano,15 maggio 2003. I rappresentanti del design milanese e lombardo? Sono piccole e medie imprese. Nei settori dell'arredamento (40%), dell'illuminazione (19%) e dei prodotti in metallo (19%), fortemente orientate al "settore casa" (maniglierie e rubinetterie, pentolame, posateria, accessori per la tavola). Specialiste in export (52% sul totale del proprio fatturato) verso i mercati esteri (il 32% nei paesi europei e il 20% nei paesi extraeuropei). Considerano il design decisivo per la propria competitività (86%), in particolare come fattore di innovazione (77%). Ma anche uno strumento molto utile per l'estetica del prodotto (83%) e per stare al passo con le dinamiche del mercato e le tendenze dei prodotti (72%). Il designer? Una figura esterna all'ambito aziendale (43%), piuttosto che interna (29%). Si occupa dell'ideazione del prodotto (30%), ma entra anche nella fase di sviluppo (17%) e in quella di implementazione (7%). È quanto emerge dalla ricerca sul ruolo del design nelle piccole e medie imprese lombarde, condotta su un campione di 100 imprese, promossa dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con l'Agenzia SDI (Sistema Design Italia) della Facoltà di Design del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno "Comprendere il sistema del design" svoltosi oggi a Palazzo Affari ai Giureconsulti. "Il design milanese e lombardo - ha dichiarato Danilo Broggi, membro di Giunta della Camera di Commercio di Milano - rappresenta un elemento di eccellenza che porta le nostre imprese ad essere conosciute in tutto il mondo. Un settore sempre più importante, capace di coniugare creatività, innovazione e tecnologia, in una realtà competitiva. E un Osservatorio del Design potrebbe aiutare a promuovere questo comparto. Creando un luogo di incontro e di collaborazione progettuale tra i diversi attori (imprese, istituzioni, professionisti) interessati alla promozione del design quale leva strategica dello sviluppo locale". I Dati Della Ricerca - Le imprese del design. I settori. Il 40% delle imprese lavora il legno per l'arredo, il 19% opera nel settore dell'illuminazione, il 19% nella fabbricazione di prodotti in metallo, l'8% produce elettrodomestici, il 5% nell'abbigliamento, un altro 5% nei mezzi di trasporto e il 4% nelle calzature. L'81% di queste imprese produce beni finali di consumo, il 15% beni intermedi (parti di una filiera produttiva più ampia) e il 4% produce beni strumentali (beni che servono a loro volta a produrre altri beni). La ripartizione del fatturato. Il 52% del fatturato proviene dalle esportazioni (il 32% nei paesi europei e il 20% nei paesi extraeuropei), mentre il 48% dal mercato nazionale (il 4% dal quello italiano e il 4% dal quello locale e regionale). Imprese e Design. Il design: come lo intendono le imprese. La maggior parte delle imprese considera il design come progettazione del prodotto industriale in tutti i suoi aspetti (51% delle preferenze) oppure solo dell'aspetto formale del prodotto (48%). Per il 31% si tratta invece della progettazione degli aspetti funzionali e prestazionali del prodotto, per il 22% della progettazione dei prodotti comunicativi. Mentre per il 20% il design è la progettazione orientata al miglioramento dei processi produttivi e all'inserimento di nuove tecnologie e per il 17% prevede la partecipazione alla progettazione di strategie aziendali di medio-lungo termine, compresa la progettazione del sistema prodotto. (La somma delle percentuali supera il 100% poiché la domanda prevedeva una risposta multipla). Il design: come lo usano le imprese. Il design si conferma uno strumento molto utile soprattutto per l'estetica del prodotto (83% delle risposte) e per stare al passo con le dinamiche del mercato e le tendenze dei prodotti (72%). È però anche una componente presente in tutti gli ambiti aziendali (67%) e utile alla razionalizzazione produttiva (66%) o alle tecnologie produttive (64%). (La somma delle percentuali supera il 100% poiché la domanda prevedeva una risposta multipla). Design e competitività delle imprese. Nel complesso l'86% delle imprese interpellate ritiene che il design sia un fattore importante per la propria competitività. Il contributo del design rispetto alle principali dimensioni competitive dell'azienda si fa sentire soprattutto per la capacità di generare innovazione (77%), per la sua influenza sul prezzo del prodotto (71%) e sulle sue prestazioni tecniche (71%). Un buon design inoltre aiuta a far ritenere più personalizzato il prodotto finale (67%), favorisce i tempi di sviluppo del prodotto (58%), interviene sul contenuto della comunicazione (58%) e favorisce il posizionamento del prodotto nella società e nel contesto culturale (58%). Più distaccata l'importanza del design nei confronti del grado di eco-efficienza (51%) e per il contenuto di servizio associato (43%). (La somma delle percentuali supera il 100% poiché la domanda prevedeva una risposta multipla). Il design e il suo contributo nel processo di sviluppo di nuovi prodotti. Il contributo del designer nello sviluppo dei nuovi prodotti. Il contributo più importante è senz'altro quello rivestito dall'imprenditore stesso (70%). Assai importante nelle fasi di start up di un nuovo prodotto è anche la figura del designer, il più delle volte intesa come funzione esterna all'ambito aziendale (43%), piuttosto che interna (29%). Seguono in ordine di importanza l'ufficio tecnico (54% interno, 5% esterno), la funzione commerciale (43% interno, 2% esterno), la funzione marketing e quella produzione (entrambe con 36% interno, 6% esterno), il modellista (19% interno, 15% esterno), lo stampista (7% interno, 24% esterno), la funzione acquisti (28% interno), il top manager (24% interno, 1% esterno), il fornitore delle lavorazioni (4% interno, 22% esterno) e il fornitore dei materiali (1% interno, 18% esterno). (La somma delle percentuali supera il 100% poiché la domanda prevedeva una risposta multipla). Soggetti innovativi e fasi produttive. Mentre l'imprenditore è presente in modo sostanziale in ogni fase del processo di produzione (57% delle preferenze nella fase di concept; 43% nella fase di sviluppo; 43% nella fase di implementazione), il contributo maggiore del designer si ha nel concept del prodotto (30%; 17% nella fase di sviluppo e 7% in quella di implementazione). Viene invece affidata ai tecnici progettisti la fase di implementazione (29%; 24% nella fase di sviluppo e 16% in quella di concept) e ai project manager la fase di sviluppo (25%; 21% per la fase di implementazione e 15% in quella di concept). (La somma delle percentuali supera il 100% poiché la domanda prevedeva una risposta multipla). 

L'EUROPA SI PREPARA AD ACCOGLIERE ITER (PROGETTO INTERNAZIONALE DI DIMOSTRAZIONE DELL'ENERGIA DI FUSIONE) 
Bruxelles, 15 maggio 2003 - Il 13 maggio a Bruxelles Philippe Busquin, commissario europeo preposto alla Ricerca, ha presentato al Consiglio dei ministri la situazione dei negoziati concernenti la costruzione e l'esercizio del progetto internazionale di dimostrazione dell'energia di fusione, Iter. La comunicazione della Commissione tratta la questione della scelta del sito europeo di installazione (Cadarache in Francia o Vandellós in Spagna) e la situazione dopo l'ingresso della Cina e degli Stati Uniti. Partecipano a questo progetto internazionale anche la Russia, il Canada e il Giappone. Questi ultimi due paesi hanno a loro volta presentato una candidatura. L'accordo internazionale per lanciare la fase operativa di Iter, comprese l'individuazione del sito e la ripartizione dei costi, dovrebbe concludersi alla fine del 2003. Per negoziare questo accordo nelle migliori condizioni e massimizzare le possibilità di realizzare Iter in Europa, l'Unione dovrebbe ora concordare un unico sito candidato europeo. Per facilitare il raggiungimento di tale accordo, la Commissione costituirà un gruppo di esperti ad alto livello per ottenere un parere tecnico che tenga conto di tutti gli elementi in presenza. "La ricerca europea sulla fusione dispone di basi solide, con reti di eccellenza ben collaudate. Dobbiamo adoperarci al massimo per riuscire a realizzare Iter in Europa e bisogna ora convergere verso l'individuazione del sito candidato dell'UE attraverso un processo consensuale e razionale" spiega Philippe Busquin. La Francia e la Spagna sono incoraggiate a continuare i loro contatti bilaterali. Per facilitare la convergenza dei punti di vista, l'UE individuerà le componenti di un consensus esaminando altri elementi e non soltanto gli aspetti tecnici, di concerto e in cooperazione con le autorità dei paesi interessati. Le strutture organizzative previste per la realizzazione di Iter e per la partecipazione dell'Unione, come l'Impresa comune che gestirà Iter, sono state sollevate alla riunione dei ministri, così come l'importanza per l'Europa di portare avanti in parallelo un programma di accompagnamento scientifico e tecnico. La Commissione intende stabilire criteri obiettivi, tra cui le questioni di "assetto del sito" e del suo ambiente scientifico, tecnico e sociale, in particolare le garanzie politiche, finanziarie e amministrative che il sito e la zona circostante siano predisposti nei termini stabiliti e che le autorità di regolamentazione possano rilasciare in tempo utile le autorizzazioni necessarie. Questi crIteri saranno stabiliti di concerto con gli Stati membri. Successivamente si farà appello all'esperienza necessaria per aumentare al massimo le possibilità che Iter sia realizzato in Europa. La Commissione intende consultare al riguardo responsabili scientifici ad alto livello. Si potrà trovare un consenso soltanto su un accordo a un alto livello di responsabilità politiche che inglobi la scelta del sito con la ripartizione dei costi e delle responsabilità tra i partner internazionali. La fine del 2003 è l'obiettivo da perseguire per la determinazione da parte dei negoziatori internazionali di un progetto di accordo per la realizzazione di Iter, che comprenda il sito e le partecipazioni finanziarie di ciascun partner: fine maggio 2003, annuncio dei crIteri oggettivi supplementari che garantiscono la realizzazione effettiva di messa in conformità dei siti proposti con i requisiti stabiliti; il processo di convergenza sopra descritto dovrà essere concluso nel corso dell'estate 2003; fine 2003, presentazione di una proposta dell'UE concernente l'accordo sulla costruzione, il funzionamento e lo smantellamento di Iter. Infolink: http://europa.eu.int/comm/research/energy/fu/fu_en.html  http://www.Iter.org/ 

CHE COS'È L'ENERGIA DI FUSIONE NUCLEARE? 
Bruxelles, 15 maggio 2003 - La ricerca sulla fusione risale agli anni '50 e recenti progressi hanno sottolineato l'interesse di questa tecnologia. La fusione è un processo che genera energia in modo simile al sole o ad altre stelle. Si chiama "fusione" in quanto l'energia è prodotta attraverso la fusione di atomi leggeri, come l'idrogeno. La fusione sarebbe quindi una nuova fonte sostenibile di energia, potenzialmente illimitata, senza emissioni di gas ad effetto serra. Iter dovrà dimostrare la fattibilità scientifica e tecnica dell'energia di fusione a scopi pacifici. A tal fine Iter dovrà realizzare, studiare e controllare uno stato particolare della materia, il "plasma", dal quale sprigionerà una potenza di fusione di circa 500 milioni di watt. Per la prima volta al mondo, questa potenza supererà ampiamente, di un fattore dieci, la potenza iniettata nel plasma. Iter dovrà anche sperimentare componenti e tecnologie essenziali per un futuro reattore industriale e dimostrane l'integrazione su uno stesso dispositivo. La cooperazione internazionale concernente Iter è stata lanciata nel 1987. La progettazione di Iter e la costruzione di componenti prototipo chiave sono terminate nel 2001. Nel novembre 2001 sono stati avviati i negoziati per l'attuazione comune del progetto (sede, modalità di ripartizione dei costi e delle responsabilità di approvvigionamento e modalità di gestione e di esercizio). Gli attuali partecipanti ai negoziati sono il Canada, l'Unione europea, il Giappone, la Federazione russa, gli Stati Uniti e la Repubblica popolare cinese. La costruzione di Iter richiederà circa 4,7 miliardi di euro su 10 anni e il suo funzionamento circa lo stesso importo su 20 anni. I costi totali di costruzione e funzionamento di Iter dovrebbero quindi essere di circa 10 miliardi di euro su 30 anni. Per il periodo 2003-2006 l'Unione europea mette a disposizione un importo totale di 750 milioni di euro per la ricerca sulla fusione nucleare. Ciò rappresenta la maggior parte del bilancio di 1,25 miliardi di euro del programma quadro Euratom dell'UE. Attualmente sono proposti quattro siti: uno dal Canada, uno dal Giappone e due in Europa: Cadarache in Francia e Vandellós in Spagna. Gli studi tecnici di questi siti sono ora ultimati e il rapporto di valutazione è stato approvato dai negoziatori nel febbraio 2003 Malgrado oggettive differenze circa l'ubicazione geografica e l'infrastruttura da realizzare, nessuno dei quattro siti presenta un vantaggio tecnico decisivo rispetto agli altri e il rapporto conferma che ciascuno di essi potrebbe soddisfare i crIteri tecnici indispensabili per accogliere Iter. La scelta del sito sarà quindi una decisione politica che dovrà basarsi su varie considerazioni tecniche ed economiche supplementari (in particolare, le stime del costo di costruzione e di esercizio). La Commissione consulterà al riguardo responsabili scientifici ad alto livello. Essa intende stabilire crIteri obiettivi di concerto con gli Stati membri entro la fine di maggio 2003. Successivamente si farà appello all'esperienza necessaria per massimizzare le possibilità che Iter sia realizzato in Europa, con l'obiettivo di giungere a un consensus entro settembre 2003. Infolink: http://www.Iter.org/ http://www.Iter.org/ 

PROGRAMMA "ENERGIA INTELLIGENTE PER L'EUROPA" 
Bruxelles, 15 maggio 2003 - Il programma per un'energia "intelligente", che riguarda il periodo 2003-2006 e sostituisce l'attuale programma quadro terminato il 31 dicembre 2002 è stato approvato dall'Aula in seconda lettura. Nella posizione comune, il Consiglio ha accettato la maggior parte degli emendamenti proposti dal Parlamento, compresi quelli relativi al coinvolgimento dei Paesi candidati, alla diffusione dei programmi e al loro accesso, nonché all'introduzione di criteri trasparenti per la selezione dei partecipanti. Il Consiglio non ha però accettato la proposta di istituire un'Agenzia europea per l'energia intelligente né la creazione di una task force all'interno della Commissione per coordinare i vari settori del programma e il collegamento con altre politiche comunitarie. Per quanto concerne la dotazione di bilancio del programma, dopo numerosi incontri in trilogo, Consiglio e Parlamento hanno concordato la cifra di compromesso di 200 milioni di euro (il Consiglio ne aveva proposti 190) ripartita in quattro settori specifici: miglioramento dell'efficienza energetica (programma SAVE, 69,8 milioni di euro), promozione delle fonti di energia alternative e rinnovabili (Altener, 80 milioni di euro), aspetti energetici dei trasporti (Steer, 32,6 milioni di euro), promozione delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica nei Paesi in via di sviluppo (Coopener, 17,6 milioni di euro). La relatrice, Eryl Mcnally(Pse, Uk), ha criticato il ritardo della Commissione europea nella presentazione del programma il cui inizio era previsto per gennaio 2003, ma i deputati hanno accolto con favore il compromesso sulla questione finanziaria che permetterà di accelerare l'esecuzione del programma. I deputati chiedono alla Commissione di procedere ad una valutazione esterna della realizzazione delle azioni comunitarie alla fine del secondo anno di applicazione del programma, di prendere in considerazione le conseguenze dell'allargamento e di comunicare le conclusioni al Parlamento e alle altre Istituzioni coinvolte. 

SECONDO UNO STUDIO, NEL 2030 L'ENERGIA MONDIALE CONTINUERÀ AD ESSERE DOMINATA DAL PETROLIO 
Bruxelles, 15 maggio 2003 - Se non verranno potenziate le attività e le politiche di ricerca volte a ridurre i gas-serra e a migliorare la promozione dell'utilizzo delle energie rinnovabili, entro il 2030 il mondo si troverà ad affrontare una grave crisi energetica ed ambientale, prevede uno studio condotto da un consorzio europeo di ricercatori. La relazione, dal titolo, "World energy, technology and climate policy outlook" (Weto - Prospettive in materia di politiche energetiche, tecnologiche e climatiche mondiali) valuta l'impatto che le previsioni sull'energia, il progresso della tecnologia energetica e gli indicatori del cambiamento climatico esercitano sul futuro dei sistemi energetici globali. Secondo lo studio, se l'attuale tendenza del fabbisogno energetico e i cambiamenti strutturali nell'economia globale proseguiranno, il consumo energetico mondiale raddoppierà nel corso dei prossimi trent'anni. Come spiega il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin, tale valutazione a lungo termine è essenziale per la futura attività di ricerca e sviluppo in campo energetico e ambientale: "Non possiamo ignorare questi risultati della ricerca e le loro implicazioni per uno sviluppo globale sostenibile. [...] Questo studio rappresenta uno strumento preziosissimo, poiché offre una visione approfondita dei problemi energetici e ambientali che il mondo dovrà affrontare. Grazie ad esso, potremo definire le nostre priorità future in materia di ricerca e sviluppo tecnologico nel settore energetico e ambientale". Secondo lo studio, il sistema energetico mondiale continuerà ad essere dominato dai combustibili fossili, che nel 2030, rappresenteranno quasi il 90 per cento dell'approvvigionamento energetico complessivo. Il petrolio registrerà un aumento di produzione pari al 65 per cento e dovrebbe rimanere la principale fonte di energia, seguito dal carbone. Secondo la relazione, infatti, si continuerà ad estrarre carbone, raddoppiando la produzione, entro il 2030, soprattutto in Asia e in Africa. In Europa, invece, il gas naturale dovrebbe imporsi quale principale fonte energetica, preceduta dal petrolio e seguita da carbone e lignite. Lo studio sottolinea, tuttavia, che le riserve di gas europee sono limitate, fattore che potrebbe rendere incerto l'approvvigionamento, poiché per soddisfare la domanda del mercato interno dell'UE sarà necessario importare gas dal Medio Oriente e da altre regioni. Visto il continuo predominio dei combustibili fossili, la relazione stima che le emissioni mondiali di anidride carbonica (CO2) aumenteranno rapidamente ad un tasso pari a circa il due per cento l'anno. Le previsioni sono allarmanti, poiché entro il 2030 le emissioni di CO2 dovrebbero raddoppiare rispetto ai livelli del 1990. In Europa si prevede un incremento del 18 per cento, mentre negli Stati Uniti si calcola un aumento del 50 per cento. Per quanto concerne i paesi in via di sviluppo, se nel 1990 essi producevano solo per il 30 per cento delle emissioni globali di CO2, entro il 2030 saranno responsabili, secondo la relazione, di più della metà delle emissioni mondiali. Alla luce di tali risultati "[per] garantire l'approvvigionamento energetico e rispettare gli impegni assunti nel quadro del protocollo di Kyoto, l'Europa dovrà intensificare i suoi sforzi di ricerca", ha affermato Busquin. La relazione stima che l'adozione su vasta scala dell'energia nucleare e delle fonti rinnovabili permetterebbe di ridurre del 30 per cento i costi necessari per il conseguimento degli obiettivi di Kyoto. Tuttavia, precisa lo studio, entro il 2030 il nucleare e le fonti rinnovabili rappresenteranno meno del 20 per cento dell'approvvigionamento energetico europeo. Per invertire tale tendenza, ha spiegato Busquin, "il nuovo programma quadro di ricerca dell'UE promuove iniziative incentrate sulle fonti di energia rinnovabile, le pile a combustibile e la tecnologia all'idrogeno". Più di due miliardi di euro, infatti, sono stati stanziati a favore della ricerca in materia di "sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi" nel corso dei prossimi quattro anni. 

PARIGI OSPITA UN DIBATTITO SULLA SICUREZZA ALIMENTARE 
Parigi, 15 maggio 2003 - Il 17 e 18 giugno 2004 si svolgerà a Parigi (Francia) una conferenza dal titolo "Prodotti alimentari: una nuova sfida dopo un secolo di progressi". L'obiettivo principale della conferenza è di aiutare i decisori a cogliere maggiormente nel dettaglio gli attuali temi di discussione sulla sicurezza alimentare. La riunione sarà incentrata su quattro workshop che presenteranno le diverse preoccupazioni espresse da scienziati, produttori e consumatori. Gli argomenti di discussione saranno i seguenti: la catena alimentare: rischi reali e controlli; la scienza dell'alimentazione: fiducia e incertezze dei consumatori; diffusione delle conoscenze alimentari; Chi influenza le scelte dei consumatori? La manifestazione sarà organizzata dall'Associazione scientifica per la sicurezza alimentare (Ssha), con il patrocinio della Commissione europea e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Infolink: http://www.ssha.asso.fr/site/index.php 

SALONICCO, CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL'APPRENDIMENTO LUNGO L'ARCO DELLA VITA
Salonicco, 15 maggio 2003 - Il 2 e 3 giugno si svolgerà a Salonicco (Grecia) una conferenza internazionale sull'apprendimento lungo l'arco della vita. L'UE si è posta l'obiettivo di diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo entro il 2010. Parte di questa strategia è il miglioramento delle competenze dei lavoratori e lo sviluppo di metodi innovativi di apprendimento. In questo contesto, la conferenza mirerà a discutere in che modo l'apprendimento lungo l'arco della vita possa diventare una realtà accessibile a tutti i cittadini in Europa. Parteciperanno ricercatori, responsabili politici, e parti sociali, i quali potranno scambiare pareri sulle migliori prassi nei seguenti settori: migliorare l'accesso e ridurre l'esclusione sociale; definire nuovi percorsi e nuove pedagogie; rendere interessante l'apprendimento. Il Cedefop, Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale, e la Commissione europea presenteranno i recenti risultati di uno studio di Eurobarometer sui pareri dei cittadini in merito all'apprendimento lungo l'arco della vita e sul loro interesse a parteciparvi. Infolink: http://www.cedefop.eu.int/download/current_act/
LLL_Preannouncement_EN_v2.pdf
 

LAUREATI IN ECONOMIA: IL MONDO DEL LAVORO CHE CAMBIA: LE RISPOSTE DELLA FACOLTA' DI ECONOMIA 
Torino, 15 maggio 2003 - Mercoledì 28 maggio 2003, alle ore 18.00, presso la Facoltà di Economia (C.so Unione Sovietica 218 bis - Torino), l'Atlec (Associazione Torinese Laureati in Economia), in collaborazione con l'Associazione Amici dell'Università, organizza un incontro su: "Il mondo del lavoro che cambia: le risposte della facolta' di economia" Parteciperanno all'incontro: Dr. Luciano Roasio su "Associazione Amici dell'Università, atlec, e Facoltà di Economia" ; Prof. Piercarlo Frigero su "Perché Economia"; Prof. Giorgio Pellicelli su "Gli studi di management: lauree triennali, lauree specialistiche, master"; Prof. Oreste Calliano su " La vocazione internazionale della Facoltà"; Sig. Davide Michelis su "La Facoltà vista dagli studenti"; Dr. Giovanni Bocchino su "Il Job Placement e l'atlec"; Consel (Gruppo Banca Sella) su "I prestiti a studenti e laureati" 

ATOS ORIGIN E IL MIP-POLITECNICO DI MILANO INSIEME PER UN'INDAGINE SULLA CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY 
Milano 15 maggio 2003 - Atos Origin, Gruppo internazionale leader nella consulenza, nell'outsourcing e nei servizi d'Information & Communication Technology, e il Mip, la Business School del Politecnico di Milano, hanno avviato un'indagine finalizzata a valutare la percezione del tema della corporate social responsibility (Csr) all'interno delle aziende del settore alimentare. Il progetto si inquadra nell'ambito di un più ampio programma di investimento che entrambi i partner stanno portando avanti sul tema della responsabilità sociale d'impresa e, più in generale, della sostenibilità. In questo senso, Atos Origin ha tra l'altro recentemente aderito, in qualità di socio-sostenitore, a Sodalitas, associazione senza fini di lucro per lo sviluppo dell'imprenditoria nel sociale, proprio sulla base di una comunità di intendimenti e di orientamento alla cultura d'impresa socialmente responsabile. Il Mip, parallelamente, ha in corso altri progetti di ricerca su questo tema - in collaborazione le altre strutture che danno luogo alla Scuola di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano -, e sta gradualmente introducendo questa tematica nell'ambito dei suoi programmi formativi di eccellenza (quali il Master in Business Administration e l'Executive Master in Business Administration). La collaborazione tra Mip e Atos Origin consente all'indagine di beneficiare sia dell'ampio patrimonio di competenze tecnico-scientifiche e di metodologie di ricerca, che da sempre caratterizzano l'attività del Mip-Politecnico di Milano, sia della profonda conoscenza dei processi e delle problematiche di business sviluppate da Atos Origin nelle sue attività di collaborazione con le maggiori aziende italiane e internazionali del settore alimentare. La fase di ricerca si struttura in due parti: la prima parte è volta a valutare come il tema sia vissuto dal top management delle imprese analizzate, la seconda è basata sull'analisi di alcuni case studies di eccellenza. L'indagine si propone di individuare le peculiarità che la problematica della responsabilità sociale presenta nel settore alimentare, le opportunità e i rischi potenziali per le imprese del settore, le linee di comportamento emergenti, nonché i principali fattori di contesto che, a giudizio del management, potranno avere impatto sull'importanza strategica del tema Csr nel prossimo futuro. I primi risultati dell'indagine saranno presentati il 29 Maggio a Milano, presso lo Spazio Sironi, durante un workshop di confronto e riflessione moderato da Ernesto Illy, Presidente di Centromarca sul tema: 'La Corporate Social Responsability nel settore alimentare: impatti e opportunità. Normativa, Tracciabilità, Trasparenza'. 'E' indispensabile oggi valutare i comportamenti delle aziende in un'ottica più estesa, anche alla luce delle nuove problematiche sociali e ambientali - sottolinea Danilo Bonato, Managing Director Executive Partner - Il nostro obiettivo è affiancare i clienti nello sviluppo di un percorso di sostenibilità finalizzato a consolidare una reputazione di impresa socialmente responsabile. Per fare ciò, forniamo un supporto molto operativo e centrato su esperienze concrete facendo leva sul patrimonio di competenze che il nostro Gruppo possiede a livello internazionale". "I recenti problemi di governance che hanno coinvolto alcune grandi multinazionali, e la crescente attenzione e sensibilità delle persone (nei loro diversi ruoli di cittadini/lavoratori/consumatori) verso le problematiche ambientali e sociali hanno portato alla ribalta il tema della responsabilità dell'impresa nei confronti dei diversi stakeholders con cui essa si relaziona - afferma Emilio Bartezzaghi, Presidente del Mip -. Appare però indispensabile affrontare il tema - di per sé molto complesso e articolato - in modo il più possibile organico e strutturato, al fine di evitare facili strumentalizzazioni o soluzioni affrettate o inapplicabili dalle imprese". 

AGATA DE ROSA: DONNE AL VOLANTE PER LA SICUREZZA STRADALE ALLO 'YOUNG EUROPEAN TRUCK DRIVER' LA SFIDA DELLE DONNE CAMIONISTE AI COLLEGHI UOMINI PER DIMOSTRARE L'ATTENZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE 
Milano, 2003 maggio 2003. Agata De Rosa, 22 anni, è una delle tre donne che parteciperanno alle prove selettive dello Young European Truck Driver, l'importante progetto sulla sicurezza stradale promosso da Scania con il patrocinio della Commissione Europea e la sponsorizzazione di Shell e Michelin. Agata, patente E conseguita a soli 21 anni, 130mila chilometri percorsi ogni anno, una passione per Biagio Antonacci e la Roma, lavora come camionista a Dalmine, in provincia di Bergamo. Il suo sogno, sin da bambina, era quello di potersi sedere al volante di uno dei veicoli pesanti guidati dal padre. "Le donne al volante di un camion" afferma Agata, "sanno essere più prudenti e resistenti rispetto ai nostri colleghi uomini. Le donne che scelgono questo mestiere lo fanno per passione, non per necessità. Spesso sono i pregiudizi a precludere alle donne l'accesso alla professione, ma la passione per il nostro lavoro ci fa superare anche questo ostacolo". Lo Young European Truck Driver, che premierà il miglior camionista europeo tra i venti Paesi partecipanti, è l'occasione per dimostrare le proprie capacità alla guida di un mezzo pesante nel rispetto della sicurezza stradale. "Ho deciso di partecipare alla competizione", continua Agata, "perché credo che la sicurezza sulle strade sia la cosa più importante per noi camionisti. Occorre dimostrare a tutti, automobilisti compresi, che il rispetto comune delle regole è il modo migliore per viaggiare sicuri". Sono poco più di 150 i camionisti italiani che hanno superato la prima fase dello Young European Truck Driver rispondendo correttamente alle domande del questionario di selezione. I camionisti selezionati sono stati suddivisi in quattro gruppi che si alterneranno nelle giornate del 10, 11, 17 e 18 maggio per le prime selezioni a Trento. Le prove prevedono un test su strada, per verificare capacità di guida in regolarità e risparmio di carburante, più tre test di abilità di manovra e frenata. Una rosa composta dai migliori dodici camionisti parteciperà quindi alla finale nazionale, prevista per il 31 maggio, con il quale sarà eletto il miglior camionista italiano che rappresenterà il nostro Paese alla finale europea di Stoccolma. Le prove che i camionisti affronteranno sono dunque un modo per sottolineare la centralità del guidatore in tema di sicurezza sulle strade, così come indicato dalla Commissione Europea. Uno degli obiettivi primari nella politica europea del trasporto, infatti, è quello di posizionare al centro dell'attenzione il conducente. Con il libro bianco "Politica Europea del Trasporto per il 2010: è tempo di decidere" la Commissione Europea ha stabilito l'ambizioso obiettivo di dimezzare entro il 2010 il numero dei morti sulle strade di tutta Europa, che attualmente si aggira attorno a 40.000 morti annue. Elevare il livello di formazione diventa dunque una necessità e l'Unione Europea sta cercando di adottare una serie di misure che intendono valorizzare il training continuo dei camionisti e avviare campagne di sensibilizzazione verso i guidatori più giovani come la competizione 'Young European Truck Driver'. Infolink: www.scania.com 

Pagina 1   Pagina 2   Pagina 3   Pagina 4  Pagina 5  Pagina 6

Titoli      Home    Archivio news