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di
MERCOLEDI'
7 GENNAIO 2004
pagina 4
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BIOTECNOLOGIE: MILANO COLMA UNA LACUNA NASCE
BIOFORUM, DOVE SCIENZA E IMPRESA SI INCONTRANO
Milano, 7 Gennaio 2004 - Biotecnologie: non
passa giorno che la stampa non ne parli. Individuato negli anni ’90 come
settore strategico negli Usa, analizzato in "The biotech Century"
di Jeremy Rifkin, vede ora molte nazioni fortemente interessate e
la Cina
che si propone come punto di riferimento. Oggi si assiste ad una grande
attenzione anche in Italia, che vuole colmare il ritardo e sviluppare il
settore. E se gli Ogm, Organismi Geneticamente Modificati, fanno tuttora
discutere, non si vuole comunque perdere un treno fondamentale per le
numerose potenzialità e il benessere generale che le biotecnologie
comportano. In Lombardia sono concentrate circa il 50% delle Imprese (fonte
Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie),
sono presenti Centri di ricerca d'eccellenza e alcuni Dipartimenti
Universitari di assoluto riferimento nel settore ma fino ad oggi è mancato
a Milano un momento di incontro che non fosse esclusivamente di ricerca
specializzata ma volto ad approfondire i vari aspetti delle biotecnologie.
Bioforum la mostra convegno dove scienza e impresa si incontrano, nasce
dalla concreta e sinergica volontà di tutte queste componenti. Partendo
dalla ricerca innovativa nelle tre principali linee di sviluppo (salute,
ambiente e agroalimentare, bioprodotti e bioprocessi), si intendono
approfondire anche le componenti del quarto settore: finanza, bioinformatica,
tutela della proprietà intellettuale, normativa e, fondamentale, etica.
Dagli aspetti culturali e dalle implicazioni a lungo termine alle opportunità
di collaborazione e di "technology transfer" immediate. Con un
significativo Comitato Promotore e con una organizzazione collaudata da
anni, bioforum si terrà dal 22 al 24 di settembre 2004 ospitata dal
Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università degli Studi di
Milano Bicocca. Comitato promotore bioforum: Lilia Alberghina, Univ. Di
Milano Bicocca; Alberto Albertini, Cnr-consiglio Nazionale Ricerche; Giorgio
Maria Biasi, Univ. Di Milano Bicocca; Luca Benatti, Newron Pharmaceuticals;
Dario A. Bianchi, Capitalife; Lorenzo Castellini, Italiana Laboratori Bouty;
Sergio Cerutti, Politecnico di Milano; Alberto Cigada, Politecnico di
Milano; Maurizio Cocucci, Univ. Di Milano; Pierluigi Della Vigna,
Politecnico di Milano; Daniela Franchi, Parco Scientifico San Raffaele
Milano; Enrica Galli, Univ. Di Milano; Fabrizio Grandi, Iter; Maria Luisa
Lavitrano, Univ. Di Milano Bicocca; Paolo Manitto, Univ. Di Milano;
Francesco Nicotra, Univ. Di Milano Bicocca; Rodolfo Paoletti, Univ. Di
Milano; Domenico Piazza, Iter; Danilo Porro, Univ. Di Milano Bicocca;
Francesco Salamini, Max Planck Institute, Univ. Di Milano; Giampiero Sironi,
Univ. Di Milano; Chiara Tonelli, Univ. Di Milano; Leonardo Vingiani,
Assobiotec. Infolink: http://www.bioforum.it
SCOPERTO IL DNA DEGLI ULIVI: PRESTO
LA CARTA D
’IDENTITA’ DEGLI OLII
Milano, 7 Gennaio 2004 - Anche gli olivi hanno un proprio Dna e quanto prima
sarà possibile definire su basi genetiche la “carta d’identità”
degli olii messi in commercio. Qualità e genuinità degli olii di oliva
potranno essere quindi esaminati e garantiti scientificamente. Di questo
nuovo importante capitolo che va ad arricchire il panorama sempre più ampio
e dettagliato del controllo e della rintracciabilità degli alimenti, se ne
è parlato nel corso del seminario internazionale che si è tenuto ieri e
oggi a Milano, nella sede dell’Uni, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione. Tema centrale del seminario, il progetto triennale "Oliv-track"
finanziato dal programma quadro comunitario e che coinvolge ricercatori di
diversi Paesi europei, coordinati dal professor Nelson Marmiroli, del
Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Parma. Il progetto -
che vede la partecipazione di 14 istituzioni, tra enti di ricerca pubblici e
privati ed associazioni di 6 paesi dell'Unione Europea, Italia, Portogallo,
Spagna, Francia, Belgio e Regno Unito - ha l'obiettivo di mettere a punto
metodologie di genetica molecolare e di chimica analitica che consentano di
riconoscere l'origine delle olive usate per produrre un olio e di
verificarne, quindi, l'aderenza alle normative o ai disciplinari delle Dop e
l'eventuale presenza di materiale estraneo. Nel corso del seminario tenutosi
ieri e oggi a Milano, è stato illustrato il primo, importante risultato
ottenuto dai ricercatori dell’Università di Parma coordinati dal
professor Nelson Marmiroli dopo il primo anno di lavoro: l'individuazione,
nell'olio, dei frammenti di Dna di olivo; ovvero: le "tracce" da
cui sarà possibile risalire alle varie cultivar di provenienza,
identificando geneticamente la composizione e l'origine dell'olio. Al
termine del seminario, al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti
degli Enti di ricerca italiani ed esteri protagonisti dell’iniziativa, fra
i quali Jean Marc Chourot della Direzione Generale della divisione ricerche
alimentari della Commissione Europea, è stato ribadito che il progetto ha
l'obiettivo di mettere a punto entro i prossimi due anni un sistema
combinato di metodologie di genetica molecolare e di chimica analitica
utilizzabile dagli operatori e visibile ai consumatori. Il risultato finale
dovrebbe essere una sorta di kit, con un’adeguata scala valutativa che
consentirà di riconoscere l'origine delle olive impiegate per produrre uno
specifico olio, non solo identificandone le diverse cultivar, ma,
addirittura, l’esatta provenienza geografica. Ciò consenrtirà di
difendere i consumatori da eventuali frodi commerciali e premiare i
produttori più onesti”. "Iniziative come il progetto “Oliv-track,
” ha detto il professor Nelson Marmiroli, “non solo rafforzano il ruolo
dell'Italia nella ricerca internazionale, ma portano anche l'attenzione di
scienziati, decisori e politici sulla tutela dei prodotti alimentari e sulla
protezione della salute e della qualità della vita di tutti i consumatori.
Inoltre, contribuiscono alla salvaguardia di una tipicità degli alimenti
che rischia di perdersi nel processo di uniformizzazione in corso”. “La
rintracciabilità dei prodotti agroalimentari sta assumendo una rilevanza
sempre maggiore per l'economia europea, soprattutto per la pressione che i
consumatori esercitano per conoscere sempre meglio non solo il valore
nutritivo dei cibi ma anche la provenienza e l'autenticità delle materie
prime impiegate per il loro ottenimento”, ha detto ancora il professor
Marmiroli. “Da una rintracciabilità fatta principalmente di
documentazione si sta passando sempre più frequentemente alla
rintracciabilità “scientifica” dei componenti degli alimenti. Per
alcuni di questi, quali vino, olio, pane, pasta, la protezione
dell’autenticità e della genuinità delle materie prime impiegate è un
aspetto fondamentale per la tutela del consumatore. La genuinità dell'olio
d'oliva, alimento fondamentale della dieta mediterranea, è garantita dal
rispetto delle normative comunitarie e nazionali; anche per la sua
provenienza geografica ci sono strumenti legislativi che consentono di
certificare le produzioni interamente nazionali e quelle provenienti da
specifiche aree europee a vocazione olivicola (Denominazioni di Origine
Protetta). Queste ultime, inoltre, garantiscono il rispetto di precisi
disciplinari di qualità. In tutti gli altri casi, non sussistendo tra
l'altro l'obbligo di indicare l'origine del prodotto, la normativa non
garantisce la provenienza delle olive utilizzate per l'estrazione
dell'olio”. "In una fase in cui l'inquinamento da modificazione
genetica diventa un problema”, ha commentato Paolo De Carolis, Presidente
del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori “avere a disposizione
metodologie di riconoscimento genetico è fondamentale; inoltre la
valorizzazione dei prodotti tipici avrà a disposizione un elemento in più
di garanzia”. Gianni Cavinato, parlando a nome dell'Acu, Associazione
Consumatori e Utenti che collabora alla ricerca, ha tenuto a sottolineare
che è la prima volta che un’associazione dei consumatori “entra nel
merito dei procedimenti di analisi genetica, per cercare di comprenderne le
tecniche e divulgarne gli aspetti essenziali”. "I risultati di questa
ricerca, che porterà ad una vera e propria carta d’identità degli olii”,
ha sottolineato Elio Bianchi, direttore gestionale Uni, “rafforzeranno
ulteriormente il concetto di "rintracciabilità degli alimenti"
come garanzia per il consumatore, sul quale l’Ente Nazionale Italiano di
Unificazione ha elaborato le prime norme tecniche volontarie a livello
europeo (Uni 10939 e Uni 11020), già utilizzate per la certificazione di
molti prodotti". Secondo il Presidente della Provincia di Parma,
Vincenzo Bernazzoli, il progetto “Oliv-track”, ribadisce il ruolo di
Parma, di recente designata a diventare sede dell’Autorità Alimentare
Europea, quale centro internazionale della cultura scientifica applicata
all’intero comparto alimentare. “Mettendo a disposizione anche degli
altri Paesi le proprie risorse e professionalità”, ha aggiunto, “Parma
consente di raggiungere i più elevati standard di sicurezza a tutela dei
consumatori”.
LINEE-GUIDA PER
LA SICUREZZA DEL
DONATORE DI ORGANI
Roma, 7 Gennaio 2004 - Per dare ulteriori certezze e garanzie ai trapianti
di organi è stato siglato un accordo tra il Ministro della Salute, le
Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano nel corso della riunione
della Conferenza Stato-regioni del 26 novembre
2003. L
'accordo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 23 dicembre scorso,
contiene le "Linee-guida per l'accertamento della sicurezza del
donatore di organi". Scopo delle linee-guida è definire i livelli di
rischio accettabili/non accettabili per l'utilizzo degli organi e stabilire
le modalità operative del processo di valutazione del rischio. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/donatori_organi/index.html
MODIFICHE ALLE CERTIFICAZIONI LEA
Roma, 7 Gennaio 2004 - Dal 25 dicembre 2003 sono gratuiti i certificati di
idoneità all'attività sportiva agonistica (nelle società
dilettantistiche) dei minori e dei disabili, i certificati di idoneità
all'affidamento e all'adozione e quelli di idoneità allo svolgimento del
servizio civile. Lo prevede il decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, pubblicato sulla G.u. Del 10 dicembre scorso ed in vigore,
appunto, dal giorno di Natale. Diventano gratuiti anche tutti gli
accertamenti (visite specialistiche, analisi cliniche, indagini strumentali)
richiesti dal medico per valutare l'idoneità. Restano a pagamento, invece,
tutti i certificati (ed i relativi accertamenti) richiesti dai cittadini per
i fini più diversi (patente di guida, porto d'armi, idoneità all'impiego,
libretto di lavoro, ecc.) anche quando previsti da disposizioni di legge. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/lea_certificati/index.html
DISABILI: APPROVATA DEFINITIVAMENTE
LA LEGGE STANCA
Roma, 7 Gennaio 2004 -
La Commissione Lavori
Pubblici e Comunicazioni del Senato ha approvato, nella seduta del 17
dicembre
2003, in
sede deliberante e in via definitiva il disegno di legge concernente
"Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli
strumenti informatici" (cosiddetta "Legge Stanca"). Il
provvedimento, che riunisce in un disegno di legge governativo diverse
proposte di legge parlamentari, consentirà di abbattere le barriere
digitali e creare invece rilevanti opportunità per garantire agli oltre 3
milioni di disabili italiani di poter studiare, lavorare e partecipare
attivamente alla vita sociale, senza esclusioni. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/disabili_lavoro/index.html
DIECIMILA DOLLARI A FAVORE DEI BAMBINI DEL
MOZAMBICO E CONTRO
LA PEDOFILIA IN
ROMANIA
Milano, 7 Gennaio 2004 - Diecimila dollari per i bambini del Mozambico e per
supportare la lotta contro la pedofilia in Romania. Diecimila dollari per i
più piccoli, per la loro protezione e per il loro diritto ad avere
un’infanzia tranquilla e serena. Zilda Lisboa ha pensato ai bambini più
bisognosi quando ha deciso a chi devolvere la somma legata al premio Kiyo
Golden Heart Award - istituito da Prudential International Insurance - vinto
grazie all’ottima performance realizzata sul lavoro. Di origine capo
verdiana e italiana/romana d’adozione, Zilda è oggi un’affermata
consulente nel settore assicurativo presso Prumerica Life, ramo vita della
compagnia americana Prumerica Financial. Zilda è soprattutto una donna che
si è impegnata molto per raggiungere i successi e le gratificazioni che
oggi le vengono attribuiti, senza mai dimenticare da dove viene e da cosa è
partita: emigrata in Portogallo a quattro anni, è costretta a vivere la
propria infanzia lontana dai genitori che raggiungerà in Italia soltanto da
adolescente. Il premio, istituito in memoria di Kiyo Sakaguchi fondatore di
Prumerica Financial, viene attribuito ai Life Planner che interpretano nel
modo migliore i valori guida di Prumerica Financial: competenza, produttività,
qualità degli standard e comportamento etico. Zilda si è distinta non solo
per l’ottima performance, ma anche per la grande determinazione dimostrata
nel raggiungimento degli obiettivi. “E’ Lorenzo, mio figlio, che ogni
giorno mi dà la forza e l’entusiasmo per affrontare la vita con
ottimismo” afferma sicura Zilda “Inoltre credo fortemente che nella mia
professione la sensibilità, la capacità di esser vicina al cliente e di
vedere la realtà con i suoi occhi siano elementi essenziali da cui non si
può prescindere. Io sono molto vicina ai miei clienti ed è per questo che
ottengo la loro fiducia: vedono in me colei che è in grado di garantire un
futuro sereno e sicuro alla propria famiglia” commenta Zilda. I vincitori
di questo importante riconoscimento, ricevono da Prumerica Financial un
premio in denaro del valore di 10 mila dollari che Zilda, sensibile ai temi
dell’infanzia, ha deciso di donare a due associazioni impegnate su fronti
diversi al recupero dei bambini disagiati, l’Asem e l’Associazione
Prometeo. “Credo che ogni bimbo abbia il diritto di avere un’infanzia
tranquilla ” aggiunge decisa Zilda Lisboa “Per questo motivo ho deciso
di devolvere i diecimila dollari del premio Kiyo Sakaguchi alle associazioni
Asem e Prometeo. Spero che questa somma possa aiutare tutti quei piccoli che
ogni giorno sono costretti a lottare per la propria sopravvivenza in realtà
terribili e violente. Non dovremmo mai dimenticare quanta sofferenza c’è
intorno a noi, soprattutto quando siamo così presi dal ritmo frenetico
delle nostre giornate da non riuscire mai a fermarci per sorridere di più a
chi ci sta vicino”.
BRAIN TECHNOLOGY SOSTIENE L'OSPEDALE
PEDIATRICO MEYER
Firenze, 7 Gennaio 2004 - Il Gruppo Brain Technology e
la Fondazione Meyer
hanno siglato un'importante intesa che prevede, da parte di Brain Technology,
una donazione a supporto del sito ufficiale dei bambini del Meyer, "La
presa della pastiglia". L'iniziativa vedrà impegnati i punti vendita
fiorentini della catena Essedi Shop: per ogni Personal Computer Selecta
scelto tra le "Offerte del mese" e venduto nei 3 negozi cittadini,
Brain Technology donerà 50 Euro alla Fondazione Meyer: un piccolo ma
sentito gesto di solidarietà e di riconoscenza per quello che ormai è un
punto di riferimento per tutti i bambini di Firenze e della Toscana.
IDEA SPOSA 2004"
TORINO - LINGOTTO FIERE: 24 GENNAIO - 1° FEBBRAIO IN ESPOSIZIONE ABITI,
ACCESSORI, TRUCCO, ACCONCIATURE, LISTE NOZZE, FIORI, RICEVIMENTO, FOTO E
VIAGGI
Torino, 7 Gennaio 2004 - Il Salone Idea Sposa che festeggia quest¹anno la
sua 21° edizione vede, alla luce delle ultime rilevazioni statistiche, un
incremento del numero di matrimoni nel 2002 dopo la caduta del 2001; infatti
i matrimoni sono stati 265.635 con un incremento del 2%. Sono in ulteriore
calo le cerimonie religiose che costituiscono il 71.9% dei casi mentre nel
non lontano 1998 rappresentavano il 78.6%. Anche sotto questo aspetto l¹Italia
è molto disomogenea infatti mentre al nord i matrimoni civili rappresentano
37.1% al sud raggiungono solo il 17.4%. Gli indicatori segnalano che anche
nel 2003 la tendenza all¹aumento nelle unioni si è confermata e perciò il
Salone Idea Sposa si presenta in una veste particolarmente ricca, infatti,
pur trattando sempre i temi classici della cerimonia nuziale, che rimangono
immutabili, anche se influenzati dalle mode e dalle tecnologie, i visitatori
saranno partecipi di alcuni eventi molto caratterizzanti. Sono infatti
previste quasi ogni giorno importanti sfilate di abiti da cerimonia per lei,
per lui e per gli altri principali ³attori² dell¹evento. Saranno presenti
stilisti di grande notorietà che certamente porteranno sulle passerelle di
Lingotto Fiere nuove proposte, alcune anche un po¹ di rottura soprattutto
in funzione del fatto che il matrimonio religioso è in regresso e quello
civile consente qualche ³follia² in più. Ma gli abiti non sono tutto, per
il ³gran giorno² infatti vanno studiati il trucco e l¹acconciatura che
oltre ad accordarsi con la personalità, devono tener conto delle scelte in
tema di abbigliamento. Per trovare la giusta armonia bisogna farsi
consigliare dallo specialista e per questi aspetti a Idea Sposa saranno
disponibili famosi acconciatori e visagisti. Ma l¹organizzazione dell¹evento
richiede, oltre alla cura dell¹aspetto dei personaggi un contorno che va
attentamente studiato a cominciare dalle decorazioni floreali e dal famoso
bouquet della sposa che vanno armonizzati con tutto il contesto. Nel
contempo bisogna far si che lista di nozze sia consona al livello
socio-economico di invitati e amici che riceveranno poi l¹immancabile
bomboniera, anch¹essa adatta al contesto che è stato preparato. Il dopo
cerimonia è certamente più rilassante per gli sposi , ma richiede anch¹esso
molta attenzione, è il momento di fare felici anche amici e parenti
scegliendo il ristorante più adatto o la location e il catering più
consono alla tipologia degli invitati e ai loro gusti in fatto di menù. Non
bisogna dimenticare il servizio foto-cinematografico che richiede l¹attenta
regia di uno specialista. Sembra facile organizzare tutto ciò, ma se non si
è adeguatamente documentati si rischiano piccole o grandi delusioni e a
questo riguardo, una visita a Idea Sposa potrà essere esaustiva su tutti
gli aspetti delle nozze e consentirà ai futuri sposi e ai parenti di fare
le scelte giuste, coerenti con i propri desideri e il budget a disposizione.
A Lingotto Fiere ci si potrà documentare anche sul dopo, saranno infatti
presenti le agenzie di viaggio che in funzione della stagione sapranno
proporre luoghi e prezzi più adeguati e convenienti. Infolink: www.Lingottofiere.it
MOSTRA CONVEGNO
EXPOCOMFORT PER IL MONDO DELL’IMPIANTISTICA L’APPUNTAMENTO È A MILANO
DAL 2 AL 6 MARZO CON I PROGETTI RELATIVI A WC, IL SALONE DELL’ARREDOBAGNO,
E NEXT ENERGY
Milano, 7 Gennaio 2003 - La 34° edizione di Mostra Convegno Expocomfort si
terrà a Milano dal 2 al 6 marzo 2004. Fondata nel 1960
la Mostra
, una delle più grandi e attrattive fra quelle che si svolgono a Fiera
Milano, è anche una delle “storiche” mostre specializzate europee. Vi
prendono parte circa 3mila aziende fra espositori diretti e case
rappresentate, e occupano in pratica l’intera superficie disponibile del
quartiere fieristico milanese. I visitatori dell’ultima edizione sono
stati circa 147mila. Elevatissima è la componente estera, con oltre un
terzo degli espositori e con circa il 16% dei visitatori. La mostra si
rivolge a tutti i settori dell’impiantistica civile e industriale (dal
riscaldamento alla regolazione automatica, dal condizionamento alla
refrigerazione, alla tecnica sanitaria e al trattamento dell’acqua,
all’arredamento bagno e ai settori accessori come, pompe, valvolame,
raccorderia, utensileria. Accanto e in sinergia con Mce si svolge Servitis,
il salone dei servizi per il mondo dell’impiantistica, dai programmi
software fino al franchising. I visitatori di Mce sono prima di tutto
installatori e manutentori, quindi tutti gli attori della filiera della
distribuzione, poi progettisti, designer, produttori, enti pubblici,
istituti di ricerca, imprese edili. L’edizione 2004 è anche l’ultima
che si svolgerà nei padiglioni “storici” di Fiera Milano; dal 2006,
infatti, Mostra Convegno Expocomfort – come tutte le altre grandi rassegne
milanesi – “migrerà” verso il nuovo superattrezzato centro espositivo
di Rho-pero, ricco di tecnologie d’avanguardia per il controllo degli
accessi e la registrazione dei visitatori, e soprattutto direttamente
collegato alla città di Milano, all’aeroporto intercontinentale di
Malpensa e ai principali snodi internazionali di traffico automobilistico e
ferroviario (il famoso “corridoio
5”
che, passando appunto per l’Italia, collega con linee di scorrimento
veloce i traffici merci dall’ovest all’est dell’Europa). Mce 2004
gioca il proprio ruolo di sostegno al mercato rinforzando le sue prerogative
storiche (cioè le aree del riscaldamento e condizionamento) e mettendo
maggiormente in risalto quelle di più recente acquisizione, come Next
Energy, che dalla scorsa edizione ha aperto un importante fronte espositivo
e che fornisce rinnovato interesse anche per le altre aree della mostra, che
appare quasi tutta attraversata dall’attualissimo tema dell’efficienza
energetica. E’ in questo quadro che si inserisce anche il progetto Wc,
Water Concept, l’originale logo del Salone dell’Arredobagno, ideato da
Oliviero Toscani. Il Salone dell’Arredobagno si rivolge alle categorie
emergenti e ai nuovi decisori/influenzatori d’acquisto. Con questo
obiettivo è stato istituito un comitato di esperti che collabora con
l’organizzazione in fatto di marketing e promozione; e soprattutto è
stato bandito un concorso internazionale di progettazione via Web, che ha
raccolto oltre 3mila adesioni (in gran parte dall’estero). Intorno al
concorso verrà allestito in fiera un evento – inside the bathroom –
mentre è già attivo il sito www.Designboom.com dove si possono trovare
notizie aggiornate sull’iniziativa. Per quanto riguarda l’area Next
Energy Mostra Convegno Expocomfort ha raggiunto un accordo con il Kyoto
Club, un’organizzazione no profit cui aderiscono oltre 50 fra imprese,
enti e amministrazioni locali, con l’obiettivo di contribuire alla
riduzione delle emissioni di gas-serra in linea con gli obiettivi del
Protocollo di Kyoto. L’accordo Mce-kyoto Club porterà alla realizzazione
di una originale ricerca sui vantaggi che le imprese italiane potranno
ricavare dall’applicazione su larga scala dei principi del protocollo di
Kyoto. La ricerca sarà presentata a marzo, nella prima giornata di
manifestazione, nel corso di un importante convegno. L’attenzione data da
Mce a questi temi, peraltro, va anche oltre l’area Next Energy e
coinvolge, attraverso il criterio dell’efficienza energetica, tutte le
aziende espositrici presenti nei diversi settori. A questo scopo sarà ben
visibile un percorso “trasversale” che indicherà quelle aziende del
riscaldamento e del condizionamento che presentano soluzioni interessanti
sotto l’aspetto dell’efficienza energetica. Un altro evento che sarà
riproposto a marzo è il Premio Comfort & Design, una iniziativa ormai
consolidata (è alla terza edizione) che riscuote adesioni crescenti da
parte delle aziende. E’ organizzato con il patrocinio dell’Adi,
Associazione per il Disegno Industriale, e ha come tema di riferimento per
questa edizione “Progetto e Qualità”. Come già per il 2002 il premio
è aperto a tutti i settori espositivi di Mce. Presidente della giuria è
l’architetto e designer Pierluigi Molinari. Sul fronte commerciale Mostra
Convegno Expocomfort continua a raccogliere le aspettative di un numero
elevato di importanti aziende, in modo particolare estere. A tre mesi dalla
manifestazione il numero degli espositori è già molto vicino a quello
della edizione 2002, con un’incoraggiante partecipazione di nuove aziende.
E ciò nonostante che la concentrazione in atto fra le aziende sul mercato
globale diminuisca obiettivamente il numero dei soggetti in grado di
partecipare ai grandi momenti fieristici internazionali. In modo particolare
Mce si presenterà con i marchi leader nei settori riscaldamento,
condizionamento, refrigerazione, tecnica sanitaria e arredamento bagno,
attrezzeria, pompe e valvolame e con molti espositori che promettono
consistenti novità nel campo dei prodotti, dei materiali, delle
applicazioni. Numerose le azioni di marketing finalizzate a ottenere
un’ampia e qualificata presenza in fiera di operatori qualificati. Fra
queste un progetto di promozione su alcuni specifici mercati esteri
d’intesa con l’Ice, una vasta campagna pubblicitaria che tocca una
trentina di paesi oltre all’Italia, l’utilizzo di internet per
informazioni e per la preregistrazione, una specifica promozione verso i
buyer internazionali della distribuzione all’ingrosso (operazione condotta
in collaborazione con le associazioni internazionali del settore), un
analogo piano con Angaisa, con l’organizzazione di pullman di visitatori
con partenza dalle principali città del centro nord e un progetto gestito
in accordo con la società specializzata Volare Web: grazie a questa
iniziativa i titolari e gli addetti delle principali show room del centro
sud dell’arredobagno saranno invitati a visitare Mce con voli A/r
gratuiti. L’iniziativa si svolge in collaborazione e partnership con le
aziende espositrici.
2° SALONE DELL’ERBORISTERIA E DEL
TERMALISMO CARRARA, 6 – 8 FEBBRAIO 2004 DOPO L’ABBUFFATA NATALIZIA ECCO
LE ERBE PER TORNARE IN FORMA I CONSIGLI DEL DOTTOR FABIO FIRENZUOLI, IL
MEDICO ERBORISTA PIÙ FAMOSO D’ITALIA
Carrara, 7 Gennaio 2003 – Troppi arrosti e panettoni? Troppo vino e
champagne? Ecco un po’ di sana erboristeria per rimettersi in forma e
ritrovare la linea dopo l’abbuffata natalizia. Bastano camomilla,
rabarbaro, integratori di fibre e un po’ di buona volontà. Parola di uno
dei medici erboristi più famosi, Fabio Firenzuoli, fondatore alla Usl 11 di
Empoli del primo ambulatorio pubblico italiano per la cura con le erbe, il
Centro di Riferimento Regionale di Fitoterapia. Erbexpo (si prega di
citare), il secondo Salone dell’Erboristeria e del Termalismo in programma
a Carrara dal 6 all’8 febbraio con oltre 200 gli espositori, ha appunto
chiesto a Firenzuoli una serie di consigli per chi ha intenzione di smaltire
i recenti cenoni, inaugurando un ciclo alimentare virtuoso all’insegna del
naturale. Per prima cosa, niente diete miracolose, niente pillole
iperdimagranti, niente anfetamine e, in genere, niente che non implichi
volontà e fatica. “Rassegnamoci”, dice Firenzuoli, “per star meglio e
perdere peso si deve innanzitutto mangiar meno. Le erbe possono essere assai
preziose, anche quelle comuni che si trovano in qualunque erboristeria o
farmacia. Meglio se si fa anche un po’ di sport”. Cominciamo dalla
camomilla. Come noto è un sedativo blando e rilassante. “Ma
tecnicamente”, spiega Firenzuoli, “si presta benissimo come decotto
contro la gastrite e i disturbi di stomaco per chi ha bevuto e mangiato
troppo. Ha proprietà antinfiammatorie e antispasmodiche della muscolatura
liscia dello stomaco. Se ne possono bere anche 3 tazze al giorno, lontano
dai pasti. Si prepara facendo mettendo i fiori in acqua fredda e facendoli
bollire per un minuto. Ne bastano un cucchiaio a tazza. Poi li si tengono
fuoco spento per mezz’ora a recipiente coperto, infine filtrare”. Quanto
al rabarbaro è pianta della medicina tradizionale cinese. “In
erboristeria”, ricorda Firenzuoli, “si usano le radici. Le vendono già
sminuzzate in taglio tisana. Per l’infuso si lascia per 15/20 minuti mezzo
cucchiaino da caffè in una tazza d’acqua bollente. Se ne possono bere non
più di un paio al giorno per evitare l’effetto lassativo. Il rabarbaro
cura i disturbi della digestione a livello del fegato, favorendo il deflusso
biliare. Dunque aiuta a digerire meglio i cibi grassi accelerando il
processo soprattutto dopo pasti pesanti”. Se camomilla e rabarbaro bastano
come primo approccio, sul lungo periodo meglio gli integratori di fibre di
origine vegetale (cicoria, glucomannano, psillio, tarassaco). Dice
Firenzuoli: “Si prendono un’ora prima dei pasti con acqua abbondante.
Per le dosi basta leggere l’etichetta. Favoriscono il riempimento
gastrico, ovvero gonfiandosi riempiono lo stomaco e una volta a tavola danno
sensazione di sazietà. Dunque aiutano a mangiar meno, ad assorbire meno,
soprattutto zuccheri e lipidi, e contribuiscono perciò a una dieta
ipocalorica. Inoltre il trattamento può proseguire per un mese anche senza
prescrizione medica”. Infolink: www.Erbexpo.it
COMPONENTI IN EVOLUZIONE A FLUIDTRANS COMPOMAC
2004 DAL 18 AL 21 FEBBRAIO
2004, A
MILANO LE NUOVE TENDENZE DEL SETTORE OLEODINAMICA PNEUMATICA E MOTION
CONTROL
Milano, 7 Gennaio 2004 - Dal 18 al 21 febbraio 2004 avrà luogo presso i
Padiglioni del Portello di Fiera Milano Fluidtrans Compomac – 19^Biennale
Internazionale delle Trasmissioni di Potenza e Movimento, Comandi, Controlli
e Progettazione. 50 mila metri quadrati di superficie espositiva, suddivisi
in 4 Padiglioni, al Portello di Fiera Milano ospiteranno oltre 800 marchi
leader nel mondo, espressione di imprese primarie, costantemente impegnate
nella ricerca di soluzioni innovative e all'avanguardia. Ogni edizione della
Manifestazione, infatti, si svolge all'insegna dell'innovazione tecnologica.
E anche quest'anno i visitatori potranno confrontarsi con la vitalità e la
capacità progettuale del mondo della componentistica. Le linee evolutive
del comparto con le quali i visitatori troveranno a confrontarsi, si possono
riassumere: nella diminuzione dei costi dei componenti ma, nello stesso
tempo, nella maggiore durata, nell'ampliamento delle possibilità
applicative in qualsiasi condizione ambientale, nella minor rumorosità,
nella minor dispersione energetica, nell'apertura a tutte le potenzialità
di integrazione con elettronica ed informatica, nella miniaturizzazione. Il
mercato richiede, infatti, soluzioni capaci di concentrare l'efficacia
tecnologica in componenti sempre più piccoli, affidabili, ergonomici,
potenti e sicuri, solidi e compatti, progettati con mezzi sofisticati e
realizzati con materiali di altissima qualità. Il concetto di
“miniaturizzazione”, inoltre, si coniuga perfettamente con quello di
“integrazione”. L'impiego dell'elettronica, infatti, aiuta a migliorare
la tecnica dell'azionamento in tutte le sue voci, dal singolo elemento alla
linea completa di trasmissione, dal prodotto standard, alla soluzione
personalizzata. I componenti integrati consentono, poi, di ottenere il
massimo della precisione: per questo si prevede un utilizzo
nell’applicazione della tecnica dei microsistemi, che integrano in sé
molteplici elementi funzionali meccanici, ottici, elettronici, fluidotecnici
o biochimici. Anche quest’anno Fluidtrans Compomac dedica un Salone al
Mechanical Power Transmission & Motion Control: qui le aziende leader
del settore presenteranno una panoramica di soluzioni capaci di facilitare
la corretta scelta dei componenti di un sistema di movimentazione
controllata, in relazione al tipo di prestazione che intendono raggiungere.
Infolink: www.Fieremostre.it
MANIFESTAZIONE DI COLLEGAMENTO IN RETE SULLE TECNOLOGIE DI
RILEVAMENTO NEL SETTORE AUTOMOBILISTICO
Londra, 7 Gennaio 2004 - Il 20 gennaio, si svolgerà a Londra (Regno Unito)
una manifestazione di collegamento in rete e di condivisione delle
conoscenze, nel corso della quale saranno presentate alcune delle più
avanzate tecnologie di rilevamento nel settore automobilistico. La
manifestazione comprenderà una dimostrazione dei Sistemi di monitoraggio
delle prestazioni e delle emissioni dei veicoli (Vpems - Vehicle Performance
and Emissions Monitoring Systems), oltre ad una presentazione del progetto
di protezione avanzata degli utenti vulnerabili della strada (Advanced
Protection of Vulnerable Road Users Project) da parte di Paul Hetherton,
esperto di rilevamento di sicurezza presso Jaguar e Land Rover. Chiunque sia
attualmente impegnato nello sviluppo di sensori e di tecnologie dei sensori
è invitato a partecipare alla manifestazione, soprattutto se proveniente
dal settore automobilistico. Infolink: http://www.Intersect.org.uk/isp_meeting.html
PININFARINA PESENTE AL N.A.I.A.S. DI DETROIT 2004 CON
LA FERRARI
612 SCAGLIETTI -
Torino, 7ennaio 2004: - Pinfarina è presente all’edizione 2004 del
N.a.i.a.s. Di Detroit attraverso due collaborazioni che confermano il
proprio ruolo industriale di Società di Servizi a ciclo completo,
flessibile e tecnologicamente all’avanguardia: da un lato, la
collaborazione nel campo del design con Ferrari, che presenta ufficialmente
sul suo stand la 612 Scaglietti firmata Pininfarina, e con Maserati, che
espone per la prima volta negli Stati Uniti
la Quattroporte
, sempre di design Pininfarina, già presentata al Salone di Francoforte;
dall’altro, quella con Gm, che espone in anteprima mondiale due concepts,
Saturn Curve e Chevy Nomad, realizzati da Pininfarina su stile del Cliente.
Ferrari 612 Scaglietti - La 612 Scaglietti rappresenta la perfetta
combinazione tra le prestazioni pure di una berlinetta sportiva Ferrari e
l’abitabilità per quattro persone. Per la prima volta su un modello
Ferrari 12 cilindri la costruzione è interamente in alluminio, dal telaio
alla carrozzeria. L’architettura di base, con motore anteriore centrale,
garantisce un’eccezionale ripartizione dei pesi – 46% anteriore e 54%
posteriore - nonché l’arretramento ed abbassamento del baricentro, che si
traduce in significativi benefici sul comportamento dinamico della vettura.
Disegnata da Pininfarina con stile aggressivo ed elegante allo stesso tempo
in base alle scelte tecniche e funzionali del progetto, la 612 porta il nome
di Sergio Scaglietti, il carrozziere che realizzò negli anni ’50 e ’60
alcune tra le più belle Ferrari. La sigla numerica indica la cilindrata
(5.748 cc, arrotondata) e il numero dei cilindri del motore (12), sintesi
della più avanzata tecnologia motoristica Ferrari. La potenza massima è di
540 Cv a 7250 giri. Il design è espressione dei nuovi valori del modello.
La Ferrari
, infatti, ha operato con Pininfarina una scelta concettuale, perché la
vettura con i suoi quattro posti si distacca in modo netto dalle precedenti
Granturismo, e una scelta tecnica, perché il "vestito" doveva
avvolgere l´inedita impostazione strutturale. La 612 Scaglietti traduce in
linee filanti e dinamiche questo approccio. Un´immagine di morbida,
elegante aggressività, che nella forza dei volumi e nella scultura
tridimensionale della forma esprime la straordinaria personalità di una
vettura "importante" dalle altissime prestazioni e dall´abitabilità
inattesa. L´elemento che dà alla fiancata carattere e slancio è lo
sguscio concavo che la attraversa per tutta la lunghezza. Questo elemento
comparve su una celebre Ferrari, la
375 Mm
che il regista Roberto Rossellini volle dedicare all´attrice Ingrid Bergman.
Il parafango anteriore è molto lungo, con uno sbalzo ridotto e il
passaruota leggermente in rilievo, quello posteriore rilevato e muscoloso a
sostenere il montante. La tradizionale presa aria Ferrari è inserita in un
trattamento originale con i parafanghi leggermente sporgenti rispetto al
cofano. La parte posteriore è solida e importante, con i classici fanali
circolari posti in alto. Il disegno nasce in accordo alle esigenze
aerodinamiche espresse dalla sottile profilatura che aumenta il carico
verticale. L´accurato studio degli interni ha permesso di raggiungere nella
612 Scaglietti una eccellente fruibilità. La sistemazione dell´abitacolo e
relative componenti unitamente alle ricerche ergonomiche hanno reso
possibile l´inserimento di quattro posti in un ambiente spazioso ed
elegante quanto rigoroso per funzionalità. Gm Saturn Curve- Gm Chevy Nomad
- La nascita nell’ottobre 2002 del Centro di Engineering Pininfarina di
Cambiano (Torino), dove sono state allestite officine prototipi capaci di
gestire contemporaneamente più programmi di sviluppo, ha permesso di
allargare ulteriormente la gamma dei servizi per conto terzi nei settori
dello stile e della progettazione/produzione di nicchia: Pininfarina è in
grado di offrire, tra gli altri, anche lo sviluppo di modelli e prototipi
sia con stile elaborato in proprio che da parte del Cliente, e ciò è
applicabile sia per programmi di tipo industriale che per la realizzazione
di show cars. I primi fruttuosi risultati in questo ambito sono i due
prototipi della Gm, Saturn Curve e Chevy Nomad, assemblati da Pininfarina in
collaborazione con il team Gm. Curve rappresenta l´evoluzione di Saturn in
termini di stile e di prodotto. Saturn amplia così la gamma, programmando
nuove vetture ed esplorando stili dinamici e raffinati. Si tratta di una
delle vetture, come
la Pontiac Solstice
di serie, costruite sulla nuova architettura a trazione posteriore Kappa di
Gm. La creatività nel design e lo sviluppo sono stati il risultato della
collaborazione tra le risorse mondiali della Gm. Il progetto, sotto la guida
del team di progettazione avanzata di Gm North America, è stato sviluppato
dal team di progettazione avanzata europeo con sede in Svezia. L´influenza
del design europeo rafforza l´aura di raffinatezza della Curve.nomad,
basata anch’essa sulla nuova architettura Kappa, rappresenta un´altra
linea di pensiero per quanto riguarda l´uso di una nuova piattaforma di
vettura sportiva. Per la linea viene subito identificata come una Chevrolet,
ma con uno stile attuale. Nomad, infatti, non è identificabile in una
particolare categoria: non è una berlina, né una station wagon, né una
macchina sportiva. Ma riesce ad unire presenza e praticità nello stesso
istante. Con la costruzione di questi due concepts riprende una
collaborazione, quella tra Pininfarina e Gm, che risale agli anni Trenta,
quando il fondatore Pinin Farina vestì una Cadillac V16 in versione spider
per il maharaja di Orchha. Nel ’47 l’International Motors di Los Angeles
chiese alla Pinin Farina di carrozzare automobili della General Motors in
versione coupè e cabriolet per magnati e divi di Hollywood. Si arriva al
’59, quando Pinin Farina costruì su disegno della Genera Motors 200
esemplari del modello di lusso Cadillac Brougham. Agli inizi degli anni
’80
la Pininfarina
, che nel frattempo divenne un’industria a ciclo completo, venne
incaricata di curare l’ingegnerizzazione, lo sviluppo e la produzione dei
prototipi del progetto Gm-200, che avrebbe dato vita al trio dei monovolumi
Chevrolet Lumina Apv, Oldsmobile Silhouette e Pontiac Transport. Nell’83
seguì l’accordo per la produzione di un coupè-cabriolet a 2 posti su
telaio Cadillac, la più prestigiosa marca della Gm: per la prima volta il
gruppo americano affidava ad un carrozziere esterno lo stile e la
costruzione di una sua automobile in grande serie. Il programma prevedeva la
produzione giornaliera di carrozzerie della Cadillac Allanté trasportate
attraverso un ponte aereo da Torino a Detroit. Oltre 22.000 Allantè
rappresentarono il frutto di questa importante commessa fino al ’93. Nel
’91, al N.a.i.a.s. Di Detroit, Pininfarina celebrò il rapporto con Gm
presentando
la Chronos
, prototipo di ricerca su base meccanica Gm (Opel Lotus Omega), un coupè/roadster
estremo in linea con la tradizione Pininfarina nel disegno delle vetture
sportive alto di gamma dei costruttori di grande serie.
LE CONCEPT CARS CHRYSLER
AL
16°NORTH AMERICAN INTERNATIONAL AUTO SHOW
Detroit, 7 Gennaio 2004 - Il
gruppo Chrysler presenta quattro straordinari prototipi basati sui concetti
di "Future," "Fun", "Rescue" e "Run"
che affermano ancora una volta la personalità del brand Chrysler in termini
di stile e design. "Siamo orgogliosi della nostra fama di voce fuori
dal coro' "ha affermato Trevor Creed, Senior Vice President Design del
gruppo Chrysler, "quest'anno abbiamo deciso di andare oltre il concetto
di un unico tema generale e, approfittando delle nostre enormi risorse
creative, abbiamo voluto proporre quattro idee distinte, che mostrano
l'ampiezza della nostra esperienza e visione". Le concept cars 2004 del
gruppo Chrysler: "Future": Jeep Treo, uno sguardo al futuro del
brand Jeep basata sulla tecnologia fuel-cell. "Fun" : Dodge Sling
Shot, la piccola sportiva Dodge per il puro divertimento di guida.
"Rescue" : Jeep Rescue, la massima espressione di un veicolo Jeep
estremo per la ricerca ed il soccorso. "Run" : Chrysler Me Four
Twelve, l'autentico stato dell'arte del gruppo Chrysler, nato dalla
collaborazione tra gli ingegneri e i progettisti Chrysler con alcune delle
più importanti manifatture di automobili sportive. Una straordinaria
supercar dalle prestazioni record. "Ogni prototipo è unico e si
distingue per l'originalità della sua linea, la raffinatezza degli interni
e la tecnologia utilizzata" ha affermato Creed. "I prototipi,
rappresentano la visione, la creatività e l'immaginazione oggi presenti nel
gruppo Chrysler". Jeep Treo: un balzo nel futuro della mobilità urbana
- Urban-active in versione Jeep - Tenoclogia fuell-cell e drive-by-wire -
Funzionalità e versatilità per uso urbano e fuoristradistico Detroit -
Jeep Treo è la nuova, realistica interpretazione della direzione in cui il
marchio Jeep potrebbe andare in futuro. Un'originale concept car le cui
forme e proporzioni sfidano le tradizionali dimensioni del marchio, pur
mantenendo l'autenticità Jeep. Jeep Treo è la prossima generazione delle
urban-active Jeep, una vettura che vive con disinvoltura ambienti cittadini
e percorsi off-road con l'ausilio della tecnologia fuel-cell. L'innovativo
tema stilistico è affiancato da un sistema di propulsione alternativo
altrettanto avanzato. Jeep Treo è stato concepito con un'efficiente cella
combustibile a idrogeno che trasferisce la motricità a tutte le quattro
ruote attraverso due motori elettrici. Design Il nome Treo deriva dalla
particolare configurazione 2+1 dei sedili che può essere modificata per
accogliere due persone ed i loro bagagli. Il frontale di Jeep Treo presenta
i classici elementi del design Jeep come la mascherina a sette feritoie, i
grandi fari rotondi ed il parabrezza sporgente. La linea decisa del paraurti
anteriore dotato di robusti ganci di traino, i componenti della sospensione
anteriore a vista ed i parafanghi imbullonati conferiscono alla vettura una
forte personalità stilistica. Posteriormente, la carrozzeria di Jeep Treo
si restringe culminando in una coda molto assottigliata, caratterizzata da
due alettoni montati in alto. Queste "ali" svolgono tre funzioni:
gruppi ottici posteriori (luci-stop e luci di posizione), prese d'aria e
punti esterni per il montaggio di due biciclette Jeep Rubicon.
"L'aspetto è robusto e deciso, un'evoluzione delle linee stilistiche
Jeep con un allestimento che smentisce le sue dimensioni compatte. Ha una
grande personalità e più la guardi, più ti cattura" dice Trevor
Creed, Senior Vice President del gruppo Chrysler. Originale allestimento
interno, comandi "drive-by-wire" e materiali avanzati L'avanzato
sistema "drive-by-wire" permette di passare velocemente dalla
guida a destra a quella a sinistra. La colonna dello sterzo, i pedali e gli
strumenti sono contenuti tutti in un modulo montato su una trave
strutturale, che si può far scivolare facilmente da un lato all'altro della
vettura. Un secondo modulo contiene i comandi della radio e del Gps su un
"touch screen" asportabile. Il design funzionale insieme alla
visibilità fornita dai vetri di grandi dimensioni, contribuiscono ad
accentuare la spaziosità degli interni, permettendo di sfruttare appieno le
fonti di luce naturali ed ambientali. Gli interni di Jeep Treo sono
realizzati con materiali ecocompatibili studiati per la massima funzionalità
: il sedile posteriore può essere ripiegato per avere più spazio per i
bagagli, mentre le biciclette Jeep Rubicon montate esternamente possono
essere caricate senza occupare il sedile del passeggero posteriore.
"Pensiamo che l'originale allestimento di Jeep Treo, la configurazione
2+1 dei sedili e la sua sorprendente versatilità possano attrarre tanti
nuovi clienti. Jeep Treo è un veicolo versatile e funzionale concepito
nell'autentico stile Jeep" ha affermato Creed. Jeep Rescue: un veicolo
inarrestabile per superare qualsiasi ostacolo Il prototipo Jeep Rescue,
sviluppato per situazioni estreme e durissime condizioni d'impiego, è la
declinazione estrema del fuoristrada secondo Jeep oltre che la massima
espressione di un veicolo da ricerca e soccorso. Jeep Rescue unisce le
leggendarie capacità fuoristradistiche del marchio Jeep alla più avanzata
tecnologia di ricerca e soccorso che gli permette di raggiungere le più
impervie zone montuose e desertiche. Partendo da una moderna interpretazione
del classico design Jeep, Rescue anticipa il futuro orientamento stilistico
del marchio. Rescue può essere configurata quasi completamente
"aperta" grazie al parabrezza anteriore ripiegabile, alla parte
anteriore del tetto di cristallo scorrevole, alla capote di tela posteriore
avvolgibile ed alle quattro porte amovibili. La nuova scocca "body-on-frame"
con barre idroformate montata su un telaio con passo di
3,10 metri
e largo
2 metri
insieme agli pneumatici da
37 pollici
permettono a Jeep Rescue di superare qualsiasi ostacolo trovi sulla sua
strada. Le sospensioni anteriori idropneumatiche e quelle posteriori con
molle elicoidali rinforzate, danno a Jeep Rescue un solido punto d'appoggio
su tutte le tipologie di terreno. La sospensione regolabile in altezza può
essere sollevata di
10 centimetri
. I pneumatici da
37 pollici
con battistrada Mtr sono di tipo run-flat (non c'è quindi bisogno di una
ruota di scorta). Il sistema di controllo della pressione dei pneumatici
presente a bordo permette di regolare la pressione dei pneumatici per
ottenere massima trazione su tutte le superfici. Un equipaggiamento per la
ricerca ed il soccorso senza confronti Equipaggiata con un motore Cummins
Diesel e dotata di 5 posti, Jeep Rescue ha un impressionante allestimento
per il soccorso e la sicurezza: - Generatore di corrente alternata (10 kW) -
Carte topografiche elettroniche tridimensionali e sistema di navigazione -
Telecamere sotto la carrozzeria per evitare ostacoli lungo il percorso -
Telecamera ad infrarossi per la ricerca in condizioni di scarsa visibilità
- Telefono satellitare, radio Vhf, videoregistratore digitale con capacità
di trasmissione satellitare - Cinture di sicurezza a 4 punti retrattili per
i passeggeri - Illuminazione esterna perimetrale - Illuminazione bianca Lev
per ricerche visive a lunga distanza ed a basso consumo d'energia - Sedili
ripiegabili nella parte posteriore del veicolo - Argano anteriore e
posteriore con telecomando " Rescue porta all'estremo il potenziale
Jeep" ha affermato Trevor Creed, Senior Vice President del gruppo
Chrysler. "E' tutto ciò che il marchio Jeep rappresenta in un veicolo
equipaggiato per la ricerca ed il soccorso". Dodge Sling Shot: il
divertimento della guida sportiva Sling Shot è la nuova interpretazione
Dodge di un'automobile sportiva, divertente ed accessibile. Concepito per
essere una vettura sportiva estremamente reattiva, il prototipo Sling Shot
è stato progettato in modo da raggiungere un nuovo rapporto tra prestazioni
ed efficienza nei consumi. Dodge Sling Shot è stata concepita per la guida
all'aria aperta: il tetto e le barre laterali sopra la zona passeggeri
possono essere riposte nel bagagliaio, mentre la capote in tela può
scorrere all'indietro e sparire come la chiusura a saracinesca di uno
scrittoio. Efficiente, reattiva e divertente da guidare, Dodge Sling Shot
dispone di un motore 3 cilindri a benzina montato posteriormente che
sviluppa 100 Cv ed è in grado di accelerare da
0 a
100 km/h
in circa 10 secondi grazie al suo vantaggioso rapporto peso/potenza (7.83
Kg/cv). Cambio manuale a 5 marce, sterzo a pignone e cremagliera,
sospensioni indipendenti e freni a disco su tutte le ruote completano le sue
caratteristiche tecniche: il risultato è una vettura dalla personalità
unica, reattiva e divertente da guidare che consuma solo
5,2 litri
di benzina ogni
100 km
. Gli interni del prototipo Dodge Sling Shot sono influenzati
stilisticamente dall'eredità dei modelli Dodge e Chrysler ad alte
prestazioni, quando i motori Hemi dominavano il panorama automobilistico
americano. Ispirandosi a parti di motore, i progettisti degli interni di
Sling Shot hanno realizzato una piacevole miscela di emozioni visive e di
sensazioni tattili. "Sling Shot rappresenta il modello d'ingresso al
mondo Dodge: una vettura in cui la forte personalità stilistica ed un
propulsore efficiente e prestazionale si fonde con un telaio in grado di
regalare il puro divertimento della guida sportiva" ha affermato Trevor
Creed, Senior Vice President Design del gruppo Chrysler Group.
SALONE DELL'AUTOMOBILE DI
DETROIT :PRONTA PER
LA PRODUZIONE IN
SERIE: MERCEDES-BENZ PRESENTA UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DI VISION GRAND
SPORTS TOURER
Stoccarda. 7 Gennaio 2004 - Al Salone dell'Automobile di Detroit di Gennaio
2004, Mercedes-benz prepara il terreno per una nuova categoria di
automobili, presentando Vision Grand Sports Tourer, una berlina di un genere
completamente nuovo. I programmi per produrre in serie questa nuova Mercedes
procedono velocemente. "La nuova Vision Grand Sports Tourer è una
vettura molto interessante e versatile, comoda, spaziosa e dotata di un
motore potente. E' una vettura destinata a fare moda, che all'inizio del
2005 ci permetterà di porre una solida base in un nuovo ed interessante
segmento di mercato. Siamo conviti che questo prototipo offra grandi
potenzialità in vista del lancio di una nuova linea di modelli Mercedes",
ha dichiarato Jurgen Hubbert, membro del Consiglio di Amministrazione di
Daimlerchrysler Ag e Responsabile del Mercedes Car Group. Un razionale
sfruttamento degli spazi interni conferisce a questo prototipo Mercedes un
comfort di prima classe per 6 persone. Nel suo lussuoso abitacolo c'è tutto
quello che occorre per garantire uno straordinario comfort di marcia: a
cominciare dalle poltrone singole, elegantemente rifinite. Un'altra novità
di Vision Grand Sports Tourer è rappresentata dall'inedito motore Diesel
ibrido da 234 kW. A Detroit sono inoltre esposti in anteprima per l'America
la nuova granturismo Mercedes Slr Mclaren ed il nuovo motore E 320 Cdi, un
turbodiesel ad iniezione common-rail che si segnala per alte prestazioni e
consumi contenuti e che è destinato ad aprire un nuovo importante segmento
nel mercato automobilistico statunitense. Grand Sports Tourer: berlina,
monovolume, station wagon e Suv Il concetto Grand Sport Tourer, anticipato
da Mercedes-benz nel 2002, riunisce le migliori caratteristiche di vetture a
noi familiari - come berline, station wagon, monovolume e Suv (Sport Utility
Vehicle) - creando un veicolo completamente nuovo ed unico. Questo prototipo
Mercedes non è solo confortevole, spazioso e funzionale, ma risponde anche
ad elevati standard in fatto di prestazioni e di comportamento su strada,
assicurando al tempo stesso uno straordinario comfort di marcia anche sui
lunghi percorsi. In altre parole, è un'interpretazione completamente nuova
"dell'automobile da turismo". Mercedes-benz ha dato vita a questo
concetto per rispondere al desiderio degli automobilisti di oggi di avere
una vettura versatile, adatta alla famiglia, al tempo libero ed al lavoro,
dotata di quelle caratteristiche di eleganza e tecnologia avanzata per le
quali è famosa
la Casa
con
la Stella. Il
prototipo Grand Sports Tourer è il risultato di un intenso dialogo tra il
costruttore di Stoccarda ed il pubblico di tutto il mondo. Questi scambi di
idee sono la base di nuovi stimolanti prototipi come Vision Grand Sports
Tourer e la recentissima Vision Cls. Design esterno: perfetta miscela di
eleganza e dinamismo Il nuovo prototipo Mercedes-benz è la dimostrazione
tangibile di quanto Grand Sports Tourer si sia evoluta rispetto al progetto
iniziale ed è ormai pronta per essere messa in produzione. Una delle
principali caratteristiche che contribuiscono al suo aspetto dinamico è il
profilo arcuato del tetto che collega morbidamente il primo al terzo
montante del tetto, trasmettendo intenzionalmente un'immagine che richiama
quella di una coupé. Queste linee conferiscono al prototipo un'eleganza
sportiva che nasconde le imponenti dimensioni della vettura. Altre
importanti caratteristiche di Grand Sports Tourer, come la sicurezza e le
alte prestazioni, sono evidenziate dal disegno della mascherina anteriore
con ampie aperture di alluminio e dai tratti decisi del cofano e del
paraurti sporgente. La forma molto cuneiforme del frontale e della coda
esalta ulteriormente questo linguaggio stilistico. Interno: un ambiente
rilassante e comodo per 6 persone Il grande lunotto posteriore s'inserisce
tra il parabrezza e la coda posteriore della vettura, illuminando l'interno
dell'abitacolo. Sei lussuose poltroncine singole assicurano ai loro
occupanti un ambiente di grande relax. La distanza tra i sedili della prima
e della seconda fila (
920 mm
) assicura un comfort di prima classe. La consolle inserita tra i due sedili
posteriori dispone di uno vano porta-oggetti e di uno scomparto per riporre
bicchieri e bottiglie. Lettori separati di Dvd/cd, dotati di cuffie, in
corrispondenza dei sedili della seconda e terza fila permettono ai
passeggeri posteriori di seguire i programmi che preferiscono. Monitor a
colori sono inseriti sul retro dei poggiatesta anteriori e sulla consolle
posteriore centrale. Questo nuovo prototipo, sviluppato da Mercedes-benz
secondo il suo personalissimo stile, è la risposta al desiderio di
un'automobile versatile, capace di adattarsi rapidamente e facilmente ad un
ampia gamma di esigenze di trasporto. Un desiderio manifestato da famiglie
per le quali le attività sportive ed il tempo libero sono priorità. Per
questo motivo i quattro sedili posteriori possono essere ripiegati
separatamente in modo da creare un vano di carico fino a
2.030 litri
(norme Vda), molto più grande cioè di quello di una lussuosa tradizionale
station wagon. La superficie piana del vano di carico ed il grande
portellone posteriore semplificano le operazioni di carico/scarico. La
plancia ha un design raffinato, caratterizzato da finiture in alluminio e
legno. Le bordure in alluminio del display Comand e dei comandi del
climatizzatore sulla consolle centrale sono un altro accattivante
particolare stilistico degli interni. La modernissima trasmissione a
gestione elettronica ha permesso agli ingegneri Mercedes di fare a meno del
classico selettore sulla consolle centrale e di sostituirlo con una leva a
lato del piantone dello sterzo e con alcuni pulsanti sul volante. Questa
configurazione permette al guidatore di cambiare le marce manualmente - come
in Formula-1 - e di sfruttare quindi in maniera ottimale le alte prestazioni
della vettura in qualsiasi situazione. Un altro vantaggio di questa
sofisticata tecnologia shift-by-wire è rappresentato dal fatto che le mani
del guidatore restano sempre al loro posto - sul volante. Meccanica ibrida:
da
0 a
100 km/h
in soli 6.6 secondi Il gruppo motopropulsore Diesel/elettrico ibrido è
un'altra dimostrazione dei contenuti innovativi del prototipo Vision Grand
Sports Tourer. Su vetture come Grand Sports Tourer, il motore elettrico è
concepito come un compagno indispensabile di quello a gasolio, poiché serve
a ridurre consumi ed emissioni, senza nulla togliere alla maneggevolezza, al
comfort di marcia ed al piacere di guida. Questo sistema di propulsione
ibrido comprende l'8 cilindri a V a gasolio da 184 kW/250 Cv, già
equipaggiato su Mercedes-benz Classe S, ed un motore elettrico da 50 kW.
Complessivamente la vettura ha potenza di 234 kW ed una coppia di 860 Nm Ñ
un potenziale elevatissimo per questo sistema di propulsione, che assicura
un grande piacere di guida. Vision Grand Sports Tourer ha un'accelerazione
degna di un'automobile sportiva: è infatti in grado di raggiungere i
100 km/h
con partenza da fermo in soli 6.6 secondi ed una velocità massima (limitata
elettronicamente) di
250 km/h
. Il consumo di gasolio è altrettanto esemplare. Secondo il metodo di
misurazione americano, la vettura percorre
30 miglia
(oltre
48 chilometri
) con un gallone (
4,54 litri
). Impiegando però motori di futura generazione, Vision Grand Sports Tourer
potrà essere in di grado di percorrere addirittura
33 miglia
(più di
53 chilometri
) con un solo gallone di gasolio. Secondo il metodo di rilevazione europeo,
Vision Grand Sports Tourer a propulsione ibrida consuma il 20% di carburante
in meno rispetto ad un analoga vettura a gasolio. La gestione elettronica
del motore a gasolio e di quello elettrico si traduce in vantaggi per
entrambi i sistemi di propulsione: il motore elettrico entra in funzione
quando si parte da fermo, si parcheggia e, nel traffico cittadino, si parte
e ci si ferma continuamente oppure si procede a bassa andatura. In questo
modo, quando non occorre molta potenza, le emissioni sono nulle. L'8
cilindri common-rail entra invece in azione quando occorre maggiore potenza
in modo da assicurare pronte accelerazioni. In frenata, il motore elettrico
funziona come una dinamo e produce corrente che ricarica la batteria. Vision
Grand Sports Tourer apre nuove strade utilizzando un sistema di propulsione
ibrida abbinato alla trazione integrale permanente - una combinazione che è
un'ulteriore dimostrazione dell'immenso potenziale di questo prototipo.
Altre caratteristiche tecniche del prototipo Grand Sports Tourer sono le
ruote da
21 pollici
, i grandi freni a disco ventilati, le sospensioni ad aria Airmatic ed i
sofisticati assali, progettati per garantire un comfort ottimale sulle
lunghe distanza ed una straordinaria sicurezza attiva. Mercedes Slr Mclaren:
la granturismo del Xxi Secolo La nuova Mercedes-benz Slr Mclaren è
un'eccezionale dimostrazione delle conoscenze e delle esperienze di
Mercedes-benz e di Mclaren (suo partner in Formula 1) in fatto di sviluppo e
produzione di automobili sportive ad alte prestazioni. Questa sofisticata
granturismo è equipaggiata con un motore sovralimentato di 5.500 cc che
sviluppa 460 kW/626 Cv ed ha una coppia massima di 780 Nm già a partire da
3.250 giri/min - valore che resta costante fino a 5.000 giri/min. Questo
vuol dire che l'8 cilindri di Slr è uno dei più potenti motori che oggi
equipaggiano un'automobile sportiva prodotta in serie e destinata ad un
normale impiego su strada. Slr Mclaren impiega solo 3.8 secondi per
accelerare da
0 a
100 km/h
, 10.6 per arrivare a
200 km/h
e 28.8 per toccare i
300 km/h
. Raggiunge infine una velocità massima di
334 km/h
. Mercedes ha studiato l'aerodinamica a stretto contatto con Mclaren in modo
che Slr Mclaren risponda a quegli altissimi standard di maneggevolezza alle
alte velocità, stabilità direzionale e raffreddamento che sono richiesti
per un supercar di questo tipo. Il risultato è un comportamento su strada
esemplare e quell'alto grado di sicurezza per cui Mercedes-benz è ben nota
ed apprezzata. Approfondite prove alla galleria del vento sono servite a
fare sì che Mercedes-benz Slr Mclaren abbia un sottoscocca carenato con 6
speciali diffusori posteriori: due soluzioni che fanno entrambe parte della
progettazione delle monoposto di Formula 1, che consentono di non incontrare
ostacoli al flusso d'aria sotto la vettura e che alle alte velocità si
produce una spinta verso il basso, o deportanza. Un'ulteriore spinta
aerodinamica verso il basso è prodotta dallo spoiler posteriore adattabile,
che a partire da
95 km/h
s'inclina automaticamente di 10 gradi, aumentando la pressione sull'assale
posteriore, e che funziona anche come freno aerodinamico. Sicurezza:
materiali altamente tecnologici della Formula 1 Slr Mclaren è costruita
quasi interamente in compositi di fibra di carbonio (Cfrp), un materiale
leggero e rigidissimo che, dopo essere stato utilizzato dall'industria
aeronautica ed aerospaziale, ha dimostrato le sue qualità anche in Formula
1. Questo materiale altamente tecnologico permette un risparmio di peso di
quasi il 50% rispetto all'acciaio. Inoltre, in caso d'urto le fibre di
carbonio hanno una capacità di assorbimento dell'energia 4-5 volte
superiore a quella dell'acciaio e dell'alluminio. Nella struttura anteriore
di Slr, Mercedes-benz utilizza due longheroni longitudinali in fibra di
carbonio di
620 mm
che nel corso di prove di scontro frontale hanno dimostrato di poter di
assorbire tutta l'energia d'urto. Per garantire che lo spazio di
sopravvivenza resti ampiamente intatto, anche in caso di urto laterale o di
tamponamento, anche l'abitacolo è realizzato interamente in Cfrp. Airbag
adattativi, nuovi airbag per le ginocchia, airbag laterali e pretensionatori
delle cinture di sicurezza completano la dotazione di sicurezza di Slr
Mclaren. Mercedes-benz utilizza tecnologie avanzatissime anche per produrre
i dischi dei freni, che sono infatti realizzati in una fibra ceramica
rinforzata che ne aumenta la resistenza al fading e la durata nel tempo. I
freni, che lavorano in tandem con il sistema elettroidraulico Sbcª (Sensotronic
Brake Control) a garanzia di ottime decelerazioni, sottolineano il carattere
da vetture da corsa di Mercedes-benz Slr Mclaren. E 320 Cdi: anteprima
Diesel per gli Stati Uniti La berlina E 320 Cdi con motore a 6 cilindri è
la più recente vettura Diesel presentata da Mercedes-benz negli Stati
Uniti- un costruttore che ha più tradizione ed esperienza di ogni altro in
materia di motori Diesel automobilistici.
La Casa
di Stoccarda è certa che le sue autovetture ad alimentazione Cdi abbiano
ottime opportunità di successo sul mercato americano - non solo tra i
fedeli sostenitori del Diesel. Il motore ad iniezione diretta sviluppa 150
kW/204 Cv ed ha una coppia massima di 500 Nm ad appena 1.800 giri/minuto. Ciò
si traduce in ottime accelerazioni ed in una notevole spinta motrice con un
consumo di gasolio molto contenuto (solo
6,9 litri
ogni
100 chilometri
). Nell'uso quotidiano Mercedes E 320 Cdi risulta pertanto di gran lunga
superiore ad analoghe vetture a benzina od ibride.
IL MARCHIO DODGE SBARCA IN EUROPA E SARÀ
INTRODOTTO NEL CORSO DEL 2004
Roma, 7 gennaio, 2004 - Detroit- Dodge, la storica marca americana che
rappresenta passione, sportività e prestazioni diventerà il terzo marchio
del gruppo Chrysler esportato nei principali mercati al di fuori del Nord
America. Dieter Zetsche, Presidente e Ceo del gruppo Chrysler, ha confermato
oggi al Salone di Detroit l'introduzione nei principali mercati mondiali
della più antica marca del Gruppo che quest'anno festeggia 90 anni dalla
nascita. "Nel 2004 lanceremo in Europa la purosangue Dodge Viper
Srt-10, icona del marchio" ha dichiarato Zetsche. "A partire dal
2006 arriverà una nuova gamma di autovetture Dodge che incarneranno la
forte personalità del marchio e saranno in grado di incontrare le
preferenze e le aspettative del pubblico di tutto il mondo". I nuovi
modelli Dodge saranno equipaggiati con potenti ed efficienti motori benzina
e gasolio. "Anche se per i mercati al di fuori del Nord America
punteremo soprattutto sulle autovetture, negli Stati Uniti il marchio Dodge
è spesso associato a pick-up truck, Suv e monovolume" ha detto Joe
Eberhardt, Executive Vice President Global Sales and Marketing del gruppo
Chrysler. "La gamma Dodge, insieme ai veicoli Chrysler e Jeep, ci
consentirà di offrire una gamma di modelli in grado di competere in tutti i
segmenti del mercato automobilistico internazionale". I nuovi modelli
Dodge, insieme alle novità Chrysler e Jeep, permetteranno di raddoppiare le
vendite del gruppo Chrysler al di fuori del Nord America nei prossimi
quattro anni. Nello stesso periodo è destinato a raddoppiare anche il
numero di veicoli con guida a destra e con motore Diesel. Le vetture Dodge
saranno commercializzate nella maggior parte delle concessionarie Chrysler e
Jeep esistenti. La prima Dodge ad essere lanciata sui mercati internazionali
sarà Viper Srt-10, una roadster 2 posti con motore 10 cilindri a V di 8.300
cc. "Da novant'anni, Dodge è un'icona americana ed un marchio
vincente. E' arrivato il momento di proporre Dodge anche al di fuori del
Nord America" ha detto Eberhardt. "Che modo migliore c'è per
catturare l'immaginazione dei potenziali clienti Dodge che proporre loro
Dodge Viper, un'automobile che riassume l'essenza della marca ed è già
diventata un'icona delle sportive americane ad alte prestazioni?" Il
marchio Dodge compare su vetture dalla forte personalità attualmente
commercializzate in Usa, Canada, Messico ed in pochissimi altri mercati
d'oltre oceano. Con l'introduzione a livello internazionale dei nuovi
modelli Dodge, Chrysler e Jeep, il gruppo Chrysler intende superare l'1% di
quota di mercato in Europa occidentale a partire dal 2007.
CONVEGNO INTERNAZIONALE SUL VITIGNO NEBIOLO
Sondrio, 7 gennaio 2003 - Illustri relatori, produttori e vini da quattro
continenti, giornalisti da tutto il mondo. È il biglietto da visita con il
quale si presenta Nebbiolo Grapes 2004, la prima convention internazionale
dedicata al vitigno nebbiolo, che si svolgerà in Valtellina il 23, 24 e 25
gennaio prossimi per l’organizzazione del Consorzio Tutela Vini di
Valtellina in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Sondrio.
Il nebbiolo, che trae le sue origini dalle vallate alpine della Valtellina e
dal Piemonte, considerato tra i cinque, grandi vitigni rossi mondiali,
rappresenta una delle grandi sfide enologiche per identità e difficoltà di
vinificazione. Il Consorzio Tutela Vini di Valtellina rende omaggio al
nebbiolo con un’intensa tre giorni di dibattiti, confronti, incontri e
degustazioni tra tecnici, studiosi, viticoltori e amanti del buon vino
provenienti da tutto il mondo. A Sondrio si sono dati appuntamento i grandi
protagonisti del mondo vitivinicolo: i viticoltori valtellinesi
accoglieranno i colleghi piemontesi e valdostani e i produttori provenienti
da quattro continenti. I vini e le aziende che meglio rappresentano il
nebbiolo nel mondo sono stati selezionati dal Consorzio Vini per partecipare
al convegno. Per gli Stati Uniti ci saranno aziende di California,
Pennsylvania, Oregon e dello stato di Washington, tutta l’Australia
vitivinicola sarà rappresentata, dallo stato di Victoria al Nuovo Galles
del Sud, dalla parte occidentale a quella meridionale. Saranno presenti il
Messico e il Sudafrica, i migliori produttori di Barolo e Barbaresco, i
rossi di Valtellina e i vini di Sardegna e Valle d’Aosta. La giornata di
apertura di Nebbiolo Grapes, venerdì 23 gennaio, si caratterizzerà per le
due sessioni, la prima viticola, la seconda incentrata su storia, enologia e
aspetti sensoriali. Tecnici e docenti universitari degli atenei di Milano,
di Torino e di Davis, in California, e della Fondazione Fojanini di Sondrio,
moderati dal giornalista Matteo Marenghi, direttore della rivista “Vigna e
Vini”, approfondiranno gli aspetti genetici ed agronomici. La sessione del
pomeriggio vedrà, nelle vesti di moderatore, Bruno Gambacorta, giornalista
che cura per Rai Due la trasmissione “Eat Parade”, mentre fra i relatori
figurano i nomi illustri di Aldo Vacca, della Cooperativa Produttori del
Barbaresco, e di Alberto Zaccone, docente dell’Università del Sacro Cuore
di Piacenza. La sessione si concluderà con una degustazione orizzontale di
Sforzato di Valtellina. Nella giornata di sabato 24 gennaio, a partire dalle
9.30, si svolgerà il convegno centrale che avrà quale moderatore il
vicepresidente di Slow Food Giacomo Mojoli. Nella prima parte verranno
presentati i lavori svolti nelle sessioni del giorno precedente, seguiranno
gli interventi di produttori e vinificatori di Valtellina, Piemonte,
Australia, Stati Uniti e Sudafrica., che metteranno a confronto le diverse
esperienze enologiche. Nel pomeriggio si aprirà il Banco d’Assaggio con
oltre 70 aziende di quattro continenti presso le cantine del Museo del Vino
che verranno inaugurate per l’occasione. Il Banco d’Assaggio, aperto
alla partecipazione di quanti si iscriveranno sul sito internet ufficiale
del convegno www.Nebbiolograpes.org oppure presso la segreteria, animato dai
sommelier dell’Ais, oltre che dai rappresentanti delle case vinicole, potrà
essere visitato anche per tutta la giornata di domenica.
La Valtellina
e la sua suggestiva cornice naturale offerta dai terrazzamenti, incastonati
sulla costiera delle Alpi Retiche, si apprestano a vivere un evento di
portata internazionale, che catalizzerà l’attenzione della stampa
specializzata e di tutto il settore vitivinicolo: Sondrio per tre giorni sarà
la capitale del nebbiolo.
UNA
PRIMADONNA IN SCENA AL TEATRO MANZONI DI MILANO PER L’INTENSO SPETTACOLO
MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI DI BERTOLT BRECHT
Milano, 7 Gennaio 2004 - E’ Mariangela Melato la protagonista
dell’intenso spettacolo che inaugura il nuovo anno sul palcoscenico del
Teatro Manzoni di Milano: Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht.
Dopo il grande successo ottenuto al suo debutto genovese, dove ha aperto la
stagione 2002/2003 del Teatro di Genova, e nel corso della breve tournée
dello scorso anno (Modena, Ferrara, Torino e Palermo), dove ha fatto ovunque
registrare il tutto esaurito con clamorose ovazioni finali, Mariangela
Melato torna a essere protagonista di Madre Courage e i suoi figli di
Bertolt Brecht, nell’edizione prodotta dal Teatro di Genova per la regia
di Marco Sciaccaluga e le scene di Matthias Langhoff. La nuova Madre Courage
del Teatro di Genova viene proposta in tournée in un momento in cui le sue
tematiche sono diventate drammaticamente di grande attualità e in un
periodo di rinnovato interesse per l’opera di Bertolt Brecht che,
riconosciuto ormai un “classico”, può definitivamente essere trattato
in quanto tale, libero da pregiudizi o incrostazioni ideologiche, come un
autore capace di parlare ad ogni tempo con un linguaggio universale.
Valorizzando ulteriormente la sua vocazione europea, il Teatro di Genova ha
voluto affidare l’interpretazione delle spettacolo a un cast
internazionale (con la presenza di attori italiani, serbi, francesi) e la
responsabilità delle scelte scenografiche a una delle personalità più
significative del teatro europeo e allievo di Bertolt Brecht, il regista e
scenografo tedesco Matthias Langhoff, il quale ha creato per Madre Courage e
i suoi figli un impianto figurativo molto moderno, in cui si coniugano
dialetticamente il classico e il contemporaneo. Al centro dello spettacolo
è Mariangela Melato, la quale, dopo essere stata l’eterna Fedra e la
piccola Maisie, è ora impegnata nel grande ruolo della vivandiera Madre
Courage che, avida e stracciona, rotta a tutti gli intrighi e i compromessi,
maestra del doppio e triplo gioco, tigre indifesa dei propri figli, cerca di
attraversare indenne il disastro della guerra, sfruttando le disgrazie
altrui senza accorgersi che sono anche le sue. Madre Courage e i suoi figli
racconta la guerra – la guerra di ogni tempo - dal punto di vista di chi
la patisce: soldati, contadini, poveri e tutti coloro che devono con fatalità
adattarsi alle sue leggi assurde e atroci per tirare avanti e sopravvivere.
Come in un racconto picaresco, i vari episodi della vicenda ambientata da
Brecht durante la guerra dei Trent’anni (1618- 1648) trovano la loro unità
nella presenza di una donna, Madre Courage, testardamente chiusa nel proprio
egoismo, la quale nel corso della vicenda vede perdersi e scomparire
nell’immane carneficina, uno dopo l’altro, i tre figli che ha avuto da
soldati di eserciti e di paesi diversi. Ma lei non disarma. Resta sola a
tirare la sua carretta di false ricchezze e di dolorosi stenti, sperando in
un improbabile, impossibile miracolo. Senza forse mai rendersi conto di
essere, come i suoi simili, uno strumento nelle mani di chi fa la guerra per
i propri interessi e spinge il popolo a diventare il carnefice di se stesso.
Al fianco di Mariangela Melato recitano nello spettacolo uno dei maggiori
attori del teatro di Belgrado, Miodrag Krivokapic nel ruolo del Cuoco, Ugo
Maria Morosi in quello del Cappellano, mentre la francese Frédérique Loliée
è Yvette Pottier; e poi ancora Roberto Alinghieri, Riccardo Bellandi,
Massimo Brizi, Arianna Comes, Aleksandar Cvjetkovic, Rachele Ghersi,
Gianluca Gobbi, Fabrizio Lo Presti, Andrea Nicolini, Enzo Paci, Flavio
Parenti, Ernesto M. Rossi, Gaetano Sciortino, Pietro Tammaro, Desirée
Tesoro, Federico Vanni. Completano lo spettacolo le musiche eseguite dal
vivo da Caterina Picasso, Marco Biggi, Stefano Gajon, Roberto Mazzola,
Raffaele Rebaudengo, Rachele Rebaudengo. Le luci sono di Sandro Sussi. Al
Teatro manzoni fino al 1 febbraio 2004
“UN
DUE TRE…… GHE’ FINI’ I DANE’!”: I LEGNANESI SI CONFERMANO
CAMPIONI DELLA MILANESITÀ SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO SMERALDO
Milano, 7 Gennaio 2004 - Dopo essersi riconfermati campioni d’incassi con
«Zucc e melòn a la sua stagiòn?» nella passata stagione teatrale, con un
trionfale tributo di pubblico senza precedenti, rieccoli «I Legnanesi»,
eredi artistici di Felice Musazzi con un nuovissimo, scintillante,
esilarante spettacolo : «Un due tre …ghe finì i danè!» Il titolo è la
rivisitazione di un’esclamazione del linguaggio popolare Lombardo, una
burla, un modo scherzoso per dire « …ti ho gabbato» : Conto tre e già
te l’ho fatta!! E’ il gioco della vita: quando meno te l’aspetti, ti
accorgi che qualcuno ti ha fregato! Questo detto, ricorre di frequente nel
nuovo spettacolo: 150 minuti di risate travolgenti, una comicità
dirompente, con tante novità tutte da vedere. A 15 anni dalla scomparsa del
maestro Felice Musazzi (alias Teresa) e a poco tempo dall’addio
dell’insuperabile Tony Barlocco (alias Mabilia) I Legnanesi, che con loro
hanno vissuto e condiviso per tanti anni le gioie del successo, rendono
omaggio ai due fondatori riportando sulla scena i nomi di Teresa e Mabilia.
Due grandi attori, dei quali si vogliono far rivivere i nomi d’arte, senza
però incappare in facili imitazioni, senza deformarne il ricordo e
l’originalità!
La Scuola
di Teatro , inventata da Felice Musazzi e Tony Barlocco, di cui i Legnanesi
sono gli allievi eredi, è rimasta l’originale di allora, costruita sulle
colonne portanti: - Giuseppe Parini, (alias Cornelia) co-fondatore della
Compagnia, sulla scena dal 1949, continua a interpretare la donna di
cortile. - Angelo Mortarino (che ricorda
la Teresa
) in compagnia da 35 anni, che con la sua personale interpretazione fa
rivivere questo personaggio. - Lino Mario ( che reinventa
la Mabilia
) reclutato da Musazzi nel 1970, attualizza il personaggio della ragazza di
belle speranze. - Rino Maraschi (
la Rina
) vestì i panni femminili nel 1974, e ancor prima, creatore come oggi delle
incredibili parrucche di scena. Per decenni, sotto la guida di Musazzi e
Barlocco, questi «allievi» hanno assimilato l’arte istrionica del «far
teatro» e l’hanno trasmessa alle nuove leve. - Danilo Parini ( Il
Giovanni) che reinterpreta la figura dal 1990 - Giovanni Mercuri, (
la Mistica
) dal 1991 si cala nel personaggio della beghina del paese - Franco Curia (
la Carmela
) straordinaria terròna doc dal 1994. E poi, la rivelazione recente,
Massimo Albini, (
la Maby
) la cugina americana, la ragazza super, quella che tutte vorrebbero essere:
giovane, bellissima e ambiziosa. A fare da contorno, tanti altri personaggi
e ballerini, tutti dilettanti. Questa è la compagnia dei Legnanesi, la più
imitata d’Italia, ma mai eguagliata. Lo spettacolo ha inizio! In una
fantasmagorica Las Vegas, scintillante di lustrini e paillettes, si celebra
il trionfo dell’avanspettacolo. Parodiando il più famoso musical «Chicago»,
ecco
la Maby
d’oro scendere le scale della felicità, attorniata da 12 boys che con lei
cantano e ballano in una travolgente coreografia. Ma subito si ritorna alla
realtà, nel grande maestoso cortile, attualizzato dall’insediamento
abitativo multietnico. Un cortile poliglotta, fatto di lombardi,
meridionali, extracomunitari, nel quale ognuno si racconta, attraverso le
vicende quotidiane nel dialetto popolare, spontaneo e vivace, di un verismo
disarmante. Un linguaggio corposo e graffiante che interpreta le espressioni
più genuine, sottolineando i caratteri, le speranze e le delusioni,
ambizioni e difetti della classe operaia dei «Pover Christ». Storie di
varia umanità:
la Mabilia
, finalmente realizza il suo desiderio, e apre in cortile, proprio vicino
alle stalle, un negozio di estetista.
La Rina
, infermiera di notte, fa tremare le ringhiere al suo ingombrante ingresso
dal portone del cortile.
La Teresa
e il Giovanni, sono vittime e arbitri del variegato microcosmo. Ma
l’evento scatenante, che è il pretesto sul quale si srotola la storia, è
il matrimonio della nipote americana:
la Maby
! La cerimonia nuziale, riservata a pochi intimi blasonati, subisce il
boicottaggio delle cortigiane deluse per non essere state invitate, e con un
escamotage improvvisano un sit in di protesta nella piazza della chiesa, e
rovinano così l’evento. L’arrivo del misterioso sposo, fornisce lo
spunto alla famiglia Colombo per progettare un nuovo business: scafisti, per
traghettare coi gommoni i clandestini padani verso le terre dell’est! E
inevitabilmente ci si ritrova in un fantasmagorico finale ambientato in
Russia, con impeccabili Ussari, divertenti matrioske, Zar e Zarine con
costumi meravigliosi. La seconda parte, vede schierato nella piazza del
Duomo di Milano, un drappello di Corazziere Padane, che attendono l’arrivo
dei Savoia in visita alla città. Puntualmente l’aereo atterra fra la
folla esultante, e fra questi, le donne del cortile, che offrono la reggenza
della neonata repubblica transpadana ai reali, illustrandone confini e
progetti. La realtà riporta i Legnanesi a celebrare un omaggio alla terra
Lombarda, un quadro oleografico che esalta il costume, le radici e le
bellezze della nostra terra contadina. Non poteva mancare il quadro finale,
sempre atteso: il letto, tutto speciale, che strapperà risate e applausi ,
sorprendente per la sua originalità, e sicuramente farà sbellicare il
pubblico dalle risa. Tanti siparietti comici e coreografici contribuiscono a
compattare il nuovo spettacolo, con scenografie e costumi nuovissimi,
disegnati dall’affermato Angelo Poli. Le travolgenti musiche originali,
sono scritte e orchestrate da Gianni Gastaldo. Le coreografie, appositamente
create da Luigi Sironi, già ètoile del teatro alla Scala. I testi e la
regia, sono firmati da Alvaro Testa, che da oltre 10 anni firma i successi
dei Legnanesi. Lo spettacolo, è prodotto da Enrico Barlocco, nipote di Tony
Barlocco, la più famosa Mabilia. E per finire, gran finale al circo! Sotto
il grande tendone, i Legnanesi si presentano come sono nella realtà:
operai, impiegati, studenti, gente comune, con la grande passione per il
teatro
“SOUTINE, KISLING, UTRILLO E
LA PARIGI DI
MONTPARNASSE” FARSETTIARTE, PRATO
Prato, 7 gennaio 2004 - Dopo l’anteprima di Cortina d’Ampezzo,
la Galleria Farsettiarte
propone nella propria sede di Prato ( in viale della Repubblica, area Museo
Pecci) la bella mostra “Soutine, Kisling, Utrillo e
la Parigi
di Montparnasse”. L’esposizione, conclusa la tappa di Prato, sarà
riallestita nella sede milanese di Farsettiarte dal 28 gennaio – 28
febbraio 2004. Con questa preziosa esposizione, Farsettiarte conclude il
ciclo delle mostre dedicate agli artisti che hanno vissuto e lavorato a
Parigi nei primi anni del Xx secolo. La mostra propone una serie di
importanti opere di Soutine , Kisling, Utrillo e di alcuni amici che, come
loro solevano ritrovarsi, nei leggendari Café:
La Cupole
, Ledôme,
La Rotonde. Tutti
artisti destinati alla celebrità anche se, chi più chi meno, affetto in
quegli anni da mal di miseria. Chaim Soutine, emigrato dalla Lituania,
arriva a Parigi nel 1912, anch’egli intenzionato, pur tra le molte
avversità, a non mancare l’appuntamento universale di tutti quelli che
aspiravano alle arti e alla poesia. Con i pittori arrivano da ogni parte del
mondo poeti, letterati attori a vivacizzare il Boulevard de Montparnasse.
Accanto a dipinti di Soutine si posono ammirare quindi opere di Kisling,
Utrillo, Modigliani, Picasso, Severini, Soffici, Chagall, Kandinsky, Derain,
Marie Laurencin, Brancusi. La mostra è corredata da un catalogo con scritti
di Osvaldo Patani, Frediano Farsetti, Rachele Ferrario e Marco Fagioli.
Farsettiarte Viale della Repubblica, area Museo Pecci 10-20 gennaio 2004
orari: 10-13; 16-19; chiuso la domenica
A NATALE BOOM DEL PERÙ
Firenze, 7 Gennaio 2004 - Molti turisti, ma anche moltissimi fiorentini
hanno visitato nei giorni di Natale a Capodanno la mostra sui capolavori del
Perù precolombiano in programma a Palazzo Strozzi fino al 22 febbraio.
Grazie a una media tra le 1200 e le 1500 persone al giorno,
dall’inaugurazione del 14 novembre il bilancio della rassegna a ora
superato la soglia dei 30 mila visitatori. Piuttosto soddisfatti gli
organizzatori di Firenze Mostre da mesi, tra l’altro, alle prese con la
preparazione delle due importantissime mostre su Botticelli e Filippino
Lippo che Palazzo Strozzi ospiterà contestualmente a partire dal 22 marzo.
L’evento è atteso da eperti e appassionati di tutto il mondo perché, per
la prima volta, riporterà a Firenze e riunirà in un sol luogo anche molti
capolavori oggi proprietà delle maggiori istituzioni internazionali. In
totale la mostra ospiterà circa quaranta dipinti di Botticelli e dodici di
Filippino, oltre a una serie di opere di riferimento di straordinario
valore. La mostra sull’antico Perù è, come noto, la più importante mai
organizzata in Europa e nel mondo dal dopo guerra. Ospita circa 400 oggetti
di vario tipo e dimensione (statuette e monili d’oro, tessuti bellissimi
conservatisi benissimo malgrado sia vecchio di tre millenni, ceramiche che
illustrano la vita degli inca e degli altri popoli andini, sculture, oggetti
erotici). Una sezione di particolare interesse è stata curata
dall’Istituto di Antropologia dell’Università di Firenze ed espone
alcune delle meraviglie della collezione Medici. I granduchi di Toscana
fecero infatti raccolta intelligente di quanto di meglio e soprattutto di
quanto di spettacolare proveniva dalle Americhe. In mostra si possono
ammirare, tra le altre cose, vari tipi di armi, lo scheletro di un giovane
inca ucciso da una scheggia durante l’invasione spagnola, una testa
d’uomo miniaturizzata secondo lo stile degli indigeni amerindi, un
ritratto di Atahualpa, l’ultimo re inca. Per i visitatori è previsto un
interessante pacchetto di sconti. I residenti a Firenze e in provincia e i
soci Coop pagano l’ingresso € 5,50 invece di 8. I ragazzi da
6 a
18 anni € 4,00. Ingresso gratuito, invece, per i bambini fino a 6 anni,
gli accompagnatori di portatori di handicap, di gruppi, e due insegnanti per
classe. Per informazioni: 055.2469600, www.Firenzemostre.com
A MILANO DAL 29 GENNAIO AL 2 MAGGIO 2004 LE
CIVILTA’ DEL PERU’ DA CHAVIN AGLI INCA
LA COLLEZIONE FEDERICO
BALZAROTTI AL CASTELLO SFORZESCO
Milano, 7 Gennaio 2004 - Dal 29 gennaio al 2 maggio 2004, al Castello
Sforzesco di Milano viene presentata, per la prima volta al pubblico,
la Collezione Federico
Balzarotti, una delle più rilevanti raccolte di arte peruviana preispanica,
donata alla città nel 2001. Con l’arrivo di questa raccolta, Milano
diventa così, il più importante centro per i materiali del Perù
preispanico in Italia. Organizzata dal Comune di Milano, Cultura e Musei –
Settore Musei e Mostre - Civiche Raccolte d’Arte Applicata con la
collaborazione di Sumampa (un progetto culturale che mira alla conservazione
e allo sviluppo dell’arte tradizionale e della cultura argentina,
attraverso il suo sostegno all’organizzazione no-profit Adobe Asociación
Civil), la mostra Le Civilta’ Del Peru’ Da Chavin Agli Inca, curata da
Antonio Aimi, propone circa 200 reperti riuniti da Federico Balzarotti negli
anni sessanta. Di ogni tipologia, di ogni cultura Federico Balzarotti ha
sempre cercato di acquisire oggetti di altissima qualità. La decina di
opere che rappresentano i capolavori della sua raccolta potrebbero ben
figurare nei più importanti musei del Perù, dell’Europa e
dell’America. Significativamente, è possibile documentare che tre opere
della sua collezione erano presenti, unici pezzi “italiani”, nella
storica mostra Mastercraftsmen of Ancient Peru del Guggenheim Museum di New
York del 1968. La raccolta ha un carattere antologico; infatti, è la sola
che consente di capire il percorso storico del Perù preispanico: da Chavín
(900 -
200 a
.C.) agli Inca (1440 - 1532). Sono rappresentate tutte le culture che si
sono succedute nella regione: Cupisnique, Paracas, Moche, Nasca, Recuay,
Huari, Chimú, Chancay. In particolare gli interessi antropologici e
archeologici di Balzarotti sono rivelati dalla scelta di opere in grado di
raccontare gli snodi e le realizzazioni più sorprendenti dell’antico Perù.
Quest’impostazione appare chiaramente documentata dalla presenza di due
tipologie diverse. La prima è quella dei reperti che rinviano direttamente
ai miti e alle cerimonie di un mondo ai più ancora misterioso: la bottiglia
Moche che raffigura il tema della Danza Rituale, il gufo che rappresenta
l’alter ego di chi offre al re il sangue di chi veniva immolato nella
Cerimonia del Sacrificio e così via. La seconda è quella dei
“classici”, delle opere che sintetizzano e documentano le realizzazioni
più alte e più tipiche di una determinata cultura: gli arazzi Huari dalle
stilizzazioni geometrizzanti, i tessuti dipinti, le terrecotte Paracas
incise e con una decorazione pittorica postcottura, la testa-chiodo Chavín,
ecc. Nella scelta dei materiali e delle tipologie, la collezione privilegia
le opere in terracotta e i tessuti, ma compaiono anche mosaici, figurine in
legno, collane e gioielli. Eccezionali, infine, due realizzazioni tipiche
del mondo andino: un quipu un sistema di registrazione di numeri e
informazioni formato da corde e nodi, e due yupane, antichi abachi a base 10
e
40. In
contemporanea con l’iniziativa al Castello Sforzesco, nello spazio Sumampa
di Milano (Bastioni di Porta Nuova 9) dal 30 gennaio al 20 marzo si terrà
la mostra Dagli Inca alla cultura Quicha – Santiagueńa: tappeti,
sculture, mobili e oggetti (in legno, cuoio, tessuto) documentano una
tradizione artistico-artigianale, risultato di una integrazione
perfettamente riuscita, tra le diverse culture che testimoniano la storia
locale. Federico Balzarotti, nasce nel 1922. Laureato in architettura si
forma durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e nel primo dopoguerra.
La madre, Ada Catenacci, è un’attiva intellettuale, scrive poesie,
traduce autori tedeschi ed è una collezionista di arte moderna in contatto
con parecchi artisti, tra cui Sironi, Casorati, Martini. Spesso porta il
figlio negli ateliers e nelle gallerie in cui questi artisti lavorano ed
espongono. A contatto con le opere di questi maestri Federico Balzarotti,
che rimarrà per tutta la vita uomo di gusti “classici”, alieno da ogni
forzatura, comincia ad apprezzare l’arte moderna. Come è avvenuto per
tanti altri collezionisti, sono dunque le esperienze artistiche della prima
metà del Novecento che gli aprono la strada verso l’arte “altra”. Nel
1962, in
occasione di un soggiorno a Lima, scopre l’arte preispanica dell’antico
Perù e diventa amico dei collezionisti più importanti della capitale
peruviana. Gli anni che seguono sono quelli della formazione della
collezione, che nel 1971 raggiunge la sua attuale fisionomia. Nel 2000,
informato del progetto del nuovo Centro delle Culture Extraeuropee di
Milano, Federico Balzarotti contatta il Comune di Milano per un primo
incontro. Dopo la sua morte avvenuta alla fine del 2000 gli eredi riprendono
i contatti con il Castello e portano a termine la donazione. Per
informazioni: Civiche Raccolte d’Arte Applicata: tel. 02 88463833
AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI TRIPOLI (LIBIA)
CONTINUA
LA MOSTRA
"DESERTS", UN OMAGGIO AL PITTORE MARIO SCHIFANO
Tripoli 7 Gennaio 2004 - Presentata dalla Regione Lazio, l' Associazione
Culturale Blu Bramante e l'Archivio Schifano, in collaborazione con
l'Istituto Italiano di Cultura di Tripoli, continua con successo fino al 18
gennaio la mostra "Deserts", un omaggio a Mario Schifano che
riporta l'opera di questo grande pittore nella sua terra natale. Schifano
infatti è nato il 20 settembre
1934 a
Homs, in Libia, dove il padre dirigeva gli scavi archeologici di Leptis
Magna. In questa specie di "ritorno a casa" ideale e postumo sono
state riunite dieci grandi opere del ciclo "Deserts", quadri di
grandi dimensioni (3 per
3 metri
) realizzati da Schifano nel 1984 con smalti, sabbie e terra per il Royal
Cultural Center di Amman del Re Hussein di Giordania, praticamente inediti e
mai visti. Le tele esposte testimoniano un momento particolarmente felice
del suo lavoro e attingono al grande deposito immaginifico e
multidimensionale, disciplinato e indisciplinato, dell' artista. Sono
paesaggi dai titoli:" I was born in Leptis Magna", "Dunes",
"Mirage", "Sand Sculpture", "Through the Desert"
ispirati dai ricordi dell' infanzia. La mostra è corredata da un catalogo
illustrato, bilingue (italiano-inglese) con una presentazione di Monica De
Bei Schifano, moglie dell' artista e curatrice dell' evento, un testo
critico di Achille Bonito Oliva e delle testimonianze di Alberto Moravia e
Giuseppe di Branco. Dopo Tripoli sono previste altre sei tappe. Infatti la
mostra, aggregando paesi e territori diversi attraverso la cultura, nelle
intenzioni degli organizzatori viaggerà "nomade" per quasi un
anno raggiungendo Tunisi, Marrakesh, Il Cairo,
La Valletta
, Istanbul e Dubai, anche per ricordare le parole di Schifano "...L'arte
è come la pace, fa bene a tutti...". Per informazioni : Istituto
Italiano di Cultura: tel. 00218 21 3604069, email: iictripoli@katamail.Com
BRERA SI RACCONTA GENNAIO 2004
Milano, 7 Gennaio 2004 - “Natività. Immagini del Natale a Brera” - La
visita si propone di analizzare le tradizioni legate alla rappresentazione
del Natale attraverso gli spunti offertici da alcuni dipinti. Indagheremo i
principali motivi iconografici illustrandone la derivazione dai Vangeli di
Matteo e Luca e da testi come le Revelationes di santa Brigida di Svezia ma
soprattutto, da una preziosa fonte narrativa e immaginifica: quei vangeli,
apocrifi, espunti dal canone ufficiale della Chiesa, dedicati al tema
dell’infanzia di Cristo. “Il Ritratto” - Il ritratto si afferma
prepotentemente sulla scena artistica occidentale nel corso del Xiv secolo,
quando nelle opere d’arte diviene una prassi consolidata la
rappresentazione di personaggi ben riconoscibili: i committenti. Con il
Rinascimento e ancor più nell’età moderna assume sempre maggiore
importanza la caratterizzazione psicologica dell’individuo unita
all’attenzione per la sua dimensione sociale. La visita si propone di
tracciare un percorso articolato di questo genere artistico nei suoi
caratteri fondamentali e nei suoi sviluppi dalle origini all’età
contemporanea “Giovanni Martino Spanzotti. Il polittico di Casale
ricostruito.”- L’esperienza di Giovanni Martino Spanzotti si consuma
soprattutto in Piemonte, tra suggestioni franco-borgognone, folgorazioni «filoferraresi»
e passioni lombarde. Brera ha la fortuna di custodire due delle tavole che
costituivano il polittico dipinto da Spanzotti per la chiesa di San
Francesco a Casale Monferrato alla metà degli anni ‘90 del Xv secolo.
Finalmente, per la serie di esposizioni Brera mai vista, alle tavole
braidensi sono state affiancate le altre parti della pala, divise tra
l’Accademia Albertina di Torino,
la National Gallery
di Londra e una collezione Milanese. E’ un’occasione imperdibile per
percorrere le tappe dell’artista piemontese, a fianco delle esperienze
sostanzialmente coeve di Foppa e Bramantino. “Ali e colori. Gli angeli
dipinti”- Quanto pesano le ali degli angeli? Questa e altre bizzarre
domande metteranno alla prova i tuoi sensi per farti conoscere figure che
sembrano viaggiare con l’aria e confondersi nella luce; dev’essere più
facile immaginarle che afferrarle, non trovi? Eppure molti artisti le hanno
dipinte, scolpite, disegnate... Come? Ti invitiamo in Pinacoteca per
scoprirlo! Dal 10 Gennaio 2004 ogni sabato alle ore 16.00, Grandi
Capolavori, una breve panoramica sulle opere più note della Pinacoteca: da
Bellini a Mantegna, da Raffaello a Caravaggio, da Canaletto a Boccioni. (Max.
25 persone, prenotazione consigliata. Informazioni al numero 02.72263219, da
lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30) Approfondimenti gratuiti sulla
Pinacoteca e sulle sue collezioni A cura degli Assistenti Tecnici Museali
della Pinacoteca con la supervisione dei Servizi Educativi della
Soprintendenza di Milano Tutti gli incontri sono gratuiti, compresi nel
prezzo del biglietto d'ingresso in Pinacoteca. Prenotazione consigliata
Informazioni al numero 02-72263219, da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle
12.30, oppure sul sito www.Brera.beniculturali.it
IL LABORATORIO:
LA VITA QUOTIDIANA
AI TEMPI DI AMBROGIO E AGOSTINO MUSEO DIOCESANO DI MILANO, 8 DICEMBRE 2003 -
2 MAGGIO 2004
Milano, 7 Gennaio 2004 - La mostra “387 d.C. Ambrogio e agostino le
sorgenti dell’europa” (al Museo Diocesano di Milano, dall’8 dicembre
2003 al 2 maggio 2004), propone - attraverso “Ad Artem” ed “Opera
d’Arte”, due società che operano nel settore dei servizi culturali -
alcune iniziative studiate per approfondire l’importantissima tappa della
storia milanese ed europea che l’esposizione affronta. Visite Guidate Alla
Mostra “387 d.C. Ambrogio e agostino le sorgenti dell’europa” - Le
visite - a cura di Ad Artem - verranno condotte da archeologi e storici
dell’arte esperti in divulgazione culturale. Saranno personalizzate in
funzione della tipologia di pubblico: studenti delle scuole elementari,
medie inferiori, superiori o adulti. Per informazioni e prenotazioni
consultare la scheda tecnica in calce a questo comunicato stampa. Laboratori
Tecnico-creativi- Partendo dagli oggetti in mostra - oltre 400 tra avori,
gemme, vetri dorati, bassorilievi, statue, reperti archeologici provenienti
dai più prestigiosi musei del mondo, e dai materiali di cui essi sono
costituiti - “387 d.C. Ambrogio e agostino le sorgenti dell’europa”
propone attraverso la società Ad Artem - la straordinaria possibilità di
sperimentare l’uso di alcune tecniche antiche per la realizzazione di
manufatti d’uso quotidiano ai tempi dei due grandi personaggi. E’
allestito presso il Museo Diocesano di Milano (Corso di Porta Ticinese, 95)
- e lo sarà sino al termine della mostra - un laboratorio tecnico-creativo
che permetterà l’affascinante esperienza di ricreare degli oggetti
abitualmente usati da uomini e donne dei primi secoli dell’era cristiana.
Viene proposta, in particolare, la lavorazione della terracotta mediante
stampo per la realizzazione delle lucerne e la tecnica dello sbalzo e
dell’incastonatura per la creazione di pezzi di oreficeria di foggia
nordica. Alcuni dati tecnici: da copie delle lucerne esposte in mostra
vengono tratti i calchi per ottenere gli stampi, decorati secondo gli stili
dell’epoca, entro cui collocare l’argilla; una lamina di rame viene
sbalzata in modo da ottenere il rilievo della fibula, quindi si procede
all’incastonatura delle pietre dure (delle imitazioni) negli intarsi
creati. La sperimentazione delle tecniche della terracotta e dello sbalzo
viene condotta, per circa 90 minuti, da un’esperta guida di Ad Artem, che
cura l’intera iniziativa. La proposta, davvero originale, è rivolta in
particolare agli studenti delle scuole elementari e medie accompagnati dai
loro insegnanti ed è finalizzata all’approfondimento delle tematiche
della mostra in relazione con i programmi scolastici. Tutte le visite
guidate, i laboratori didattici in mostra ed i percorsi di visita della città
di Milano sono differenziate per fasce d’età. Visite Guidate Alla
Mostra” Opere e Lettori di Agostino. Manoscritti in mostra”- La sezione
espositiva dedicata alle antiche miniature e ai codici agostiniani, presente
presso
la Galleria Gruppo
Credito Valtellinese (Corso Magenta, 59), può essere apprezzata pienamente
grazie agli esperti di Opera d’Arte, società specializzata nella gestione
di servizi culturali. Informazioni E Prenotazioni Visite Guidate Ad Artem
Tel. 02/6597728 Fax. 02/6599269 - info@adartem.It
Segreteria Organizzativa Museo
Diocesano Corso Di Porta Ticinese 95 20123 Milano Tel. +39 02 89.40.47.14
Fax +39 02 89.407577 Segreteria@museodiocesano.it
AFRICA, CAPOLAVORI DA UN CONTINENTE
Milano, 7 Gennaio 2004 - Fratelli dell’Uomo, O.n.g di cooperazione
internazionale, attiva da oltre 30 anni nel Sud del mondo, promuove
l’incontro dal titolo: Africa, capolavori da un continente Il giorno 15
gennaio 2004 alle ore 21.00 presso l’Aula Magna della Chiesa di San Marco
Piazza San Marco 2 , Milano il noto esperto d’arte africana Ezio Bassani,
curatore dell’omonima mostra di Torino, presenterà attraverso delle
diapositive i pezzi più celebri della mostra esposti, fino al 15 febbraio
2004, presso
la Galleria
d’Arte Moderna del capoluogo piemontese. L’ingresso alla conferenza è
di 5 euro, il ricavato verrà devoluto al sostegno dei progetti umanitari di
Fratelli dell’Uomo in Africa. Infolink: www.Fratellidelluomo.org
PREMIO CITTÀ DI MILANO A FULVIO MARIA SCAVIA
UNA VITA DEDICATA ALL’ARTE E ALLA CREATIVITÀ UNA STORIA FATTA DI SOGNI,
DI GIOIELLI E DI STRAORDINARI SUCCESSI
Milano, 7 Gennaio 2004 - Fulvio Maria Scavia insignito del Premio Città di
Milano 2003. E’ in virtù dell’appassionato impegno e degli importanti
risultati conseguiti nel mondo dell’alta gioielleria e dell’arte orafa
che giunge questo prestigioso riconoscimento al designer milanese più volte
vincitore del “Diamonds International Award”. La cerimonia di
premiazione è avvenuta domenica 21 dicembre 2003, presso l’hotel Four
Seasons di Milano, nell’ambito del consueto gala natalizio organizzato
dall’Associazione Milanese Amici della Lirica e dal Circolo degli
Incontri. La prestigiosa targa è stata consegnata a Fulvio Maria Scavia dal
vicesindaco Senatore Riccardo De Corato che, affiancato dall’Assessore
Moda e Grandi Eventi Giovanni Bozzetti, rappresenterà le autorità
cittadine, mentre Daniela Javarone, madrina della serata, si occuperà di
svolgere gli onori di casa e di accogliere gli ospiti tra cui molti nomi
illustri del mondo della musica, della cultura e dell’imprenditoria
meneghina.
UN MILIONE E MEZZO DI PERSONE HA GIÀ RESO
OMAGGIO A NIKE AL COLOSSEO. DECISA
LA PROROGA SINO
ALL’8 FEBBRAIO 2004
Roma, Colosseo, 7 Gennaio 2004 - Un milione e cinquecentomila persone ha già
reso omaggio a Nike. La mostra “Nike. Il gioco e la vittoria” allestita
al Colosseo ha così infranto ogni record europeo e mondiale e punta ad
avvicinarsi ai due milioni di visitatori grazie anche alla proroga sino
all’8 febbraio decisa dalla Soprintendenza Archeologica di Roma che, per
conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha promosso la
grande mostra. Gli orari di apertura, in questo periodo invernale, sono
ridotti: dalle 9 alle 16,30. Il record precedente (un milione e 400 mila
visitatori) apparteneva a “Sangue e Arena”, la mostra archeologica che
ha aperto la fortunata tradizione di grandi eventi espositivi ospitati
all’interno dell’Anfietrato Flavio. L’enorme successo di “Nike”
offre, quindi, una ulteriore conferma del Colosseo come sede di esposizioni
archeologiche di grande qualità, suggestione e popolarità. I capolavori
esposti trovano un eccezionale complemento nella ambientazione,
assolutamente unica, delle architetture dell’antico Anfiteatro. La
proposta di grandi mostre in questa sede unica al mondo per valore storico
ed evocativo, si è dimostrata ancora una volta vincente, avvicinando
nuovamente al monumento un pubblico che, avendolo magari già visitato, non
era più spinto a ripetere l’esperienza o stimolando ad entrarvi persone
che non vi erano mai entrate. La mostra “Nike. Il gioco della vittoria”,
organizzata dalla Soprintendenza archeologica di Roma e curata da Adriano
La Regina
, segue l’edizione espositiva del 2002 sui giochi gladiatori e si
inserisce nel programma di restauro dell’Anfiteatro Flavio finanziato da
Capitalia S.p.a.
MOSTRA JAN SVANKMAJER E EVA SVANKMAJEROVÁ
MEMORIA DELL'ANIMAZIONE - ANIMAZIONE DELLA MEMORIA PARMA, PALAZZO PIGORINI E
GALLERIA SAN LUDOVICO FINO AL 4.1.2004
Parma, 7 Gennaio 2004 - Esposta per la prima volta in Italia, l¹arte
immaginativa dei due grandi artisti surrealisti, Jan Svankmajer e la moglie
Eva Svankmajerová, rimarrà aperta al pubblico fino al 4 gennaio
2004 a
Parma, nella doppia sede di Palazzo Pigorini e della Galleria San Ludovico.
La mostra, promossa dall¹Assessorato alle Attivitá Culturali e Teatrali
del Comune di Parma e dalla Fondazione Monte di Parma presenta oltre
duecento opere dei due artisti cechi: quadri, oggetti a funzione simbolica,
pitture e disegni medianici, frottages e collages animati, romanzi-collage,
disegni e litografie animate, ceramica, marionette, feticci e maschere,
quadri-rebus, poesie, disegni e oggetti tattili, stereofotografie, oggetti
di scena e scene di film, mistificazioni di scienze naturali, combinatorie
arcimboldesche, pitture alchemiche, ceramica feticista fatta a quattro mani,
e - non ultimi - il ³collage nello spazio³, ³La nascita dell'Anticristo²,
oggetti reali sottratti all'utilitarismo (sedie tattili, un armadio
illuminato come i vecchi manoscritti), e perfino gesti animati. Noto ai piú
come regista, Jan Svankmajer é un artista surrealista a tutto campo,
rivolto verso il lato materiale degli oggetti che di volta in volta prendono
vita nei suoi film e nelle sue opere. Pittore, grafico, scultore,
progettista, poeta, e naturalmente regista, Svankmajer é indubbiamente uno
degli artisti piú interessanti del nostro tempo. Eva Svankmajerová é nata
il 25 settembre del 1940 nella cittá ceca di Kostelci. E¹ giunta a Praga
nel 1958 e ha studiato alla scuola di disegno e all¹accademia di musica
(sezione teatrale). Dal 1970 é membro attivo del gruppo surrealista ceco e
slovacco. La mostra, ad ingresso libero, è aperta tutti i giorni dalle 10
alle 19 (ma il 24 e il 31 dicembre solo dalle 10 alle 14) tranne i lunedì
non festivi e i giorni 25 dicembre e 1 gennaio in cui rimarrà chiusa. L¹esposizione
si articola in otto sezioni divise tra le sedi di Palazzo Pigorini e della
Galleria San Ludovico. L¹assessorato alle Attività Culturali e Teatrali
del Comune di Parma e
la Fondazione Monte
di Parma ha organizzato un servizio di visite guidate gratuite alla mostra
per le giornate di domenica 21 e 28 dicembre alle ore 16, che illustreranno
le oltre duecento opere in esposizione dei due artisti surrealisti di Praga.
E¹ vivamente raccomandata la prenotazione (tel. 0521218967, ore 10 19
dal martedì alla domenica).
A SIENA,
LA MOSTRA DUCCIO.
ALLE ORIGINI DELLA PITTURA SENESE PROROGATA FINO AL 14 MARZO 2004 SUPERATE
AD OGGI LE 100.000 PRESENZE
Siena, 7 Gennaio 2004 - Il Comitato Promotore della mostra Duccio. Alle
Origini Della Pittura Senese, aperta a Siena dal 4 ottobre 2003 nel
complesso museale del Santa Maria della Scala e del Museo dell’Opera, in
considerazione del grande successo di pubblico e di critica, ha deciso di
prorogare l’evento espositivo fino al 14 marzo
2004. A
tutt’oggi vi sono stati più di 100.000 visitatori che hanno approfittato
di questa occasione unica per scoprire ed approfondire la conoscenza
dell’arte del capostipite della pittura senese e dei suoi seguaci,
seguendo un percorso espositivo che presenta l’uno accanto all’altro i
capolavori del maestro: da alcuni dipinti giovanili (
la Madonna
di Crevole e
la Madonna
dei Francescani) alla grande vetrata dell’abside del Duomo di Siena in
esecuzione nel 1287-1288 (nell’occasione visibile dopo il restauro e
soprattutto da vicino, anziché a qualche decina di metri d’altezza), da
una rara Croce dipinta di collezione privata a straordinarie opere di
piccolo formato provenienti dall’estero (la piccola Maestà del
Kunstmuseum di Berna e il Trittico della collezione della regina Elisabetta
Ii), fino alle parti della grande Maestà eseguita da Duccio nel 1308-1311
per l’altare maggiore del Duomo di Siena. Per la prima volta sono state
svelate al pubblico le straordinarie pitture murali risalenti al 1270-1280
che decorano un ambiente recentemente rinvenuto al di sotto del pavimento
della Cattedrale e che oggi è conosciuto con il nome di “cripta” ed
inoltre non sono mancati i visitatori degli itinerari ducceschi nel
territorio. Accanto al grande consenso di pubblico vi sono stati anche
importanti riconoscimenti da parte della critica, tanto che la mostra
Duccio. Alle origini della pittura senese ha ottenuto per ben due volte
consecutive, nei mesi di novembre e dicembre de Il Giornale dell’Arte, il
primo posto nella speciale classifica delle dieci mostre da non perdere,
stilata da un comitato di addetti ai lavori scegliendo tra i numerosi
appuntamenti nei musei di tutto il mondo. Il comitato che ha compilato la
classifica era composto, per il mese di novembre, da Daniele Benati,
(storico dell’arte, docente universitario), Andrea Bruciati, (direttore
della Galleria Comunale d’arte contemporanea di Monfalcone), Massimo Di
Carlo, (presidente dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna),
Mina Gregori, (storica dell’arte), Massimo Minini, (gallerista), Fabrizio
Moretti, (antiquario), Alessandra Mottola Molfino, (direttore centrale
Cultura e Musei del Comune di Milano), Tullio Pericoli, (artista), Vittorio
Sgarbi, (storico dell’arte), Nicola Spinosa, (soprintendente al Polo
Museale, Napoli), Claudio Strinati, (soprintendente al Polo Museale, Roma),
Massimiliano Tonelli, (direttore “Exibart”). Per il mese di dicembre,
invece, il comitato è composto da Paolo Antonacci (antiquario), Renato
Barilli (storico dell’arte, docente universitario), Claudia Gian Ferrari
(gallerista), Marco Goldin (critico d’arte, curatore), Beatrice Marconi
(curatrice), Giò Marconi (gallerista), Stefania Mason Rinaldi (storica
dell’arte, docente universitario), Ludovico Pratesi (critico d’arte,
curatore), Francesco Rossi (direttore della Pinacoteca dell’Accademia
Carrara), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (collezionista e presidente della
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Paolo Vagheggi (giornalista). Infolink:
www.Duccio.siena.it
“L’ARTE DELLA LUCE” OMAGGIO A SILVIO
ZANELLA MOSTRA COLLETTIVA DI LINO MARZULLI, SALVADOR PRESTA E SILVIO ZANELLA
Gallarate, 7 Gennaio 2004 - «Il pittore d’oggi deve riflettere e
affrontare con intelligenza e coraggio la crisi artistica, morale e
spirituale che incombe sull’umanità in maniera determinante e persistente»
l’arte va, infatti, oltre le confessioni religiose, oltre le credenze
dell’una o dell'altra parte del mondo, oltre la materialità della vita.
Con una mostra di grande impatto emotivo, che cerca nella spiritualità la
vera essenza dell’arte, si apre la stagione espositiva 2004 dello Spazio
Zero di Gallarate. Per la prima volta il gruppo di artisti “Arte della
luce” espone al pubblico, presentando un vero e proprio manifesto che
spiega le profonde ragioni del fare arte: «Per gli artisti “Arte della
luce” le finalità sono altre: noi consideriamo importante rinnovare la
sensibilità estetica evidenziando il bene e il bello, valorizzando ogni
credo religioso, l’ecumenismo e il pluralismo religioso, per rendere
l’arte la principale fonte del benessere spirituale e morale. (…) Per
noi Dio è “Uno” e non può essere esclusiva pertinenza di alcuna
credenza né tantomeno delle molte inqualificabili sette». Un argomento che
oggi sembra sempre più di attualità, una riflessione profonda sulla forza
dell’arte e sul difficile cammino dell’uomo. I conflitti che portano la
bandiera della religione sono, infatti, davanti agli occhi di tutti e i
recenti fatti di cronaca mondiale, sollecitano ancora di più la volontà di
una politica, anche artistica, senza armi, lontana da divisioni e
inimicizie. Gli artisti presenti in mostra sono Lino Marzulli, Salvador
Presta e Silvio Zanella, firmatari del manifesto con circa una trenta opere
tra quadri e sculture. Gli Artisti In Mostra: Salvador Presta è nato nel
1925 a
Cosenza. Dal 1927 al 1965 vive in Argentina, dove svolge un’azione di
avanguardia con Carmelo Arden Quin, Tomàs Maldonado, Lucio Fontana e altri.
Nel 1946, realizza le prime opere inoggetive e dal 1952aderisce al movimento
Madì. Nel 1960 scrive Arte argentino actual, fonda e dirige la rivista “Realizaciones”;
nel 1962 propone lavori di integrazione plastico- sonora. Insegna per oltre
venti anni al Liceo Civico di Genova. Da un bianco su bianco, dalla fine
degli anni Cinquanta, rilievi di sposti in griglie, giunge alle forme più
complesse delle strutture tridimensionali, fughe di segmenti, piccoli
quadrati in progressione cromatica. È il fondatore e presidente del
movimento internazionale Madì Italia. Lino Marzulli è nato a Sesto San
Giovanni nel 1929, è vissuto in un quartiere operaio esattamente sopra la
linea di dermacazione che divide le due periferie da Sesto e Milano. Nel
1955 frequenta
la Scuola
d'Arte Faruffini diretta da Giovanni Fumagalli nella quale, nel corso di
cinque anni, apprende il mestiere di pittore. Sono anni di intense
frequentazioni fra i giovani artisti milanesi, gallerie, musei e corsi
teorici d'arte. Nei primi anni Sessanta insegna tecnica del colore presso
l'Istituto Rizzoli di Milano, ed ha occasione di conoscere il gruppo di
artisti che vive nel “Quartiere delle Botteghe” di Sesto San Giovanni,
entrando in contatto con la militanza critica e artistica e le giovani
avanguardie italiane e straniere. Sperimenta materiali e tecniche nuove, pur
portando avanti sempre il discorso della pittura-dipinta. In questi anni
sono frequenti i viaggi in Italia e all'estero con una lunga permanenza a
Venezia dove inizia la sua attività espositiva. Nel 1966 trasferisce il
proprio studio a Milano assieme ad altri artisti entra nel vivo della
contestazione occupando
la Triennale
e fino al 1973 è sempre all'interno di battaglie culturali. Nel 1973 prende
una casa a Riomaggiore nelle Cinque Terre e inizia a dipingere le aspre
colline e il mare. Oggi divide il suo tempo e la sua attività fra lo studio
di via Maroncelli a Milano e le Cinque Terre. Silvio Zanella nasce nel
1918 a
Gallarate. Dopo gli anni iniziali dà avvio all'attività pittorica
continuata anche durante il secondo conflitto mondiale. Studia, infatti,
all'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, con maestri Carrà, Carpi e
Funi per la pittura e con Eva Tea e Guido Ballo per la storia dell'arte e
dell'estetica. Nel 1949 insieme ad amici fonda il Premio Nazionale Arti
Visive "Città di Gallarate" del quale è rimasto organizzatore e
segretario fino al 1996. Nel 1966 su incarico del Sindaco di Gallarate
realizza
la Civica Galleria
d'Arte Moderna della quale è stato direttore fino al 1998. Nel 1967
invitato aderisce al Gruppo "lumen numen" di Anversa ed al Gruppo
"7 Italia". Nel 1973 dopo alcuni anni di lavoro conclude il
rinnovamento del Museo Artistico Archeologico e Storico della Società Studi
Patri della sua città che ha diretto per diciannove anni e del quale è
oggi direttore onorario. Tra il 1976 e 1977 progetta e realizza il Museo
della Tecnica e del Lavoro M. V. Augusta di Gallarate. Con amici fonda
l'Associazione Liberi Artisti della Provincia di Varese. Nel 1980 viene
nominato Consulente del Centro Sistema Museale per l'Arte Contemporanea
della Regione Lombardia. Nel giugno del 2003 si spegne a Gallarate. Infolink:
www.Metamusa.it
“ LE STRADE DI KIAROSTAMI”, MOSTRA DI
FOTOGRAFIE DEL REGISTA E POETA IRANIANO ABBAS KIAROSTAMI A CURA DI ALBERTO
BARBERA E ELISA RESEGOTTI.
Napoli, 7 Gennaio 2004 - “Le strade di Kiarostami 1978-
2003”
comprende 52 stampe a carbone su carta cotonata 33x 48 e “Untitled 1978-
2003”
comprende 32 foto di cui 28 su pannelli Mdf 188 x 122 e due fotografie a
doppio pannello su legno 244 x 188. Le due collezioni, di recentissima
acquisizione del Museo Nazionale del Cinema di Torino, sono state esposte in
anteprima mondiale il 18 settembre 2003 nella prestigiosa sede torinese
della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nell’ambito del più ampio
progetto che il Museo Nazionale del Cinema gli ha dedicato e che per la
prima volta ha visto raccolte tutte le opere di Kiarostami nei vari campi
artistici. La mostra è ora presentata a Napoli, città dove l’artista ha
più volte espresso il desiderio di lavorare e di ritornare. Già nella
primavera del 1996 Kiarostami fu infatti insignito degli onori della città
dal Sindaco Bassolino. Il contenuto culturale del progetto è ampio e
significativo. Da un lato, è la testimonianza della versatilità e
dell’universalità dell’opera di Kiarostami, della ricchezza di forme e
contenuti del suo lavoro, ben illustrato dal libro Kiarostami pubblicato per
l’occasione da Electa a cura di Alberto Barbera e Elisa Resegotti,
dall’altra è una presentazione artistica fruibile da tutti. Iniziale
strumento di ricognizione sui possibili set dei suoi film a venire, la
passione per la fotografia ha finito con l'assumere un peso crescente
nell'attività di Kiarostami, imponendosi come un mezzo autonomo di
espressione creativa ed artistica. Numerose le mostre che, in diversi Paesi
del mondo (Italia, Francia, Stati Uniti, Giappone) hanno documentato momenti
parziali di questa personale ricerca, sviluppata a fianco e in sintonia con
l'approfondimento del linguaggio delle immagini in movimento. Napoli è ora
la prima tappa di un lungo percorso che porterà le due nuove collezioni in
tutto il mondo, da Lisbona a Salonicco, da Città del Messico a Sao Paulo…
Come dicono i curatori “La mostra Sulle strade di Kiarostami propone
un’ampia selezione di opere caratterizzata dal ricorso al classico e
austero bianco e nero, in contrasto con le sorprendenti varietà cromatiche
delle sue mostre precedenti. Il linguaggio della fotografia non abbisogna di
parole e, nel caso di Kiarostami, neppure di didascalie. L’artista infatti
non indica mai la data, né il luogo in cui e istantanee sono state
realizzate. Il momento esiste nello sguardo del fotografo che coglie
l’immagine e rivive nello sguardo di chi osserva la fotografia realizzata.
Ogni visitatore è sollecitato a creare un suo percorso lungo le strade di
Kiarostami e, libero da ogni indicazione, può interpretarle come crede”.
Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura Nello storico complesso
monumentale di Castel dell’Ovo da domenica 21 dicembre
2003 a
domenica 25 gennaio 2004
MORIRE PER AMORE, ARTE E RESISTENZA A BOLOGNA
A S. MATTIA UN MOMENTO STRAORDINARIO DELL'IMPEGNO CIVILE DEGLI ARTISTI
ITALIANI 20 DICEMBRE 2003 28 FEBBRAIO 2004
Bologna, 7 Gennaio 2004 - L¹anpi, Associazione Nazionale Partigiani d¹Italia
- Comitato di Bologna, con la collaborazione del Comune di Bologna,
organizza la mostra Morire per Amore, Arte e Resistenza a Bologna, aperta
nella ex Chiesa di S. Mattia, via S. Isaia 14/a, fino al 28 febbraio 2004.
Morire per Amore illustra un capitolo particolarmente interessante della
produzione artistica negli anni Cinquanta e Sessanta. Il nucleo centrale
della mostra è costituito da lavori di artisti quali Alberto Sughi,
Giovanni Cappelli, Aldo Borgonzoni, Bepi Romagnoni, Armando Pizzinato,
Xavier Bueno, risultati vincitori nei numerosi concorsi di pittura
organizzati allora da alcune amministrazioni pubbliche dell¹Emilia-romagna.
Con i cartoni preparatori originali della pittura murale realizzata da
Ilario Rossi nell¹edificio della Montagnola, viene poi documentato uno tra
i più importanti cicli decorativi sulla Resistenza; così come sono
visibili una testimonianza della notissima serie pittorica di Remo Brindisi
sulla caduta del fascismo in Italia, i disegni di prigionia di Leone
Pancaldi, il bozzetto preparatorio al Monumento alla Resistenza di Parma di
Marino Mazzacurati e il bozzetto per il Monumento alle Fosse Ardeatine di
Francesco Coccia. A questo nucleo si affiancano opere che testimoniano la
continuità dell¹impegno civile degli artisti. Sono infatti presenti in
mostra la monumentale tela di Sebastian Matta Morire per Amore, opera
eseguita all¹indomani dell¹uccisione di Che Guevara; Il Comizio di Renato
Guttuso dedicato alle lotte per il lavoro nel dopoguerra dell¹artista è
in mostra anche la notevole Fucilazione di partigiani (Piccola fucilazione)
che proviene dalla Gam di Torino - e la suggestiva creazione, Corteo, che
Franco Angeli ha dedicato al Sessantotto. Un¹isola nella mostra permetterà
ai visitatori di prendere visione di una serie di materiali audiovisivi
raccolti dall¹Istituto Parri: un primo incontro con un servizio permanente
che il Parri gestirà in modo organico e continuo nei nuovi spazi dell¹attiguo
ex convento. Un secondo spazio permetterà anche la fruizione individuale di
una selezione delle musiche più interessanti della e sulla Resistenza, le
stesse che, con un opportuno montaggio, comporranno la colonna sonora della
mostra. Il suggestivo spazio è stato progettata da Elena Brigi, Enzo
Cassarino e Manuela Magnani. Morire per amore, Arte e Resistenza a Bologna
Ex Chiesa di S. Mattia, Via S. Isaia 14/a 20 dicembre 2003 28 febbraio
2004
A BERGAMO DAL 6 FEBBRAIO AL 2 MAGGIO 2004
LA MOSTRA ANOTHER
ZERO
Bergamo, 7 Gennaio 2004 - Dal 6 febbraio al 2 maggio 2004
la Gamec
– Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la mostra
collettiva Another Zero curata da November Paynter, vincitrice della prima
edizione del “Premio Lorenzo Bonaldi per L’arte – Enterprize”. Il
premio, unico nel suo genere, è nato dalla volontà di ricordare la
passione per l’arte e per il collezionismo di Lorenzo Bonaldi ed è volto
a sostenere la ricerca di un giovane curatore e il suo progetto di mostra
inedita. Con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il
significato che la figura del curatore hanno assunto non solo nel panorama
artistico internazionale ma, anche, nel più ampio contesto delle pratiche
culturali contemporanee, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un
giovane curatore in un momento estremamente vitale all’interno del suo
percorso professionale. La mostra si intitola "Another Zero".
Allestita nella grande sala della nuova ala della Gamec, recentemente
ristrutturata dallo Studio Gregotti e Associati, prevede la partecipazione
di sei artisti internazionali, Haluk Akakçe, Tobias Bernstrup, Tobias
Collier, Tom Friedman, Saskia Olde Wolbers e Keith Tyson Il progetto
espositivo di "Another Zero" prende spunto dal film "Powers
of Ten" - della durata di nove minuti - realizzato nel 1977, da Charles
e Ray Eames, che gioca sulla relatività dei concetti di spazio e di tempo.
Il film, infatti, inizia con l'inquadratura di un uomo addormentato su una
tovaglia da pic-nic. L'obiettivo si allontana progressivamente – dieci
volte ogni dieci secondi – fino a inquadrare la terra dallo spazio.
Quindi, la telecamera segue un percorso inverso, fino a inquadrare l'atomo
della mano dello stesso uomo addormentato. Ciascuno degli artisti invitati
ad esporre da November Paynter interpreterà questo concetto di relatività
spazio-temporale, in maniera differente a seconda della sensibilità e dei
linguaggi espressivi che sente più propri. Ad esempio, Haluk Akakçe creerà
una pittura su muro appositamente realizzata per la grande sala della Gamec,
e che funzionerà come strumento compositivo per ambientare tutta la mostra.
Costituito da sistemi geometrici e strutture architettoniche, L'opera di
Akakçe produrrà diversi angoli di prospettiva dentro la galleria.
Installati sul pavimento e sul lato basso delle pareti della sala, si
troveranno i lavori scultorei di Tom Friedman, creati grazie a una
combinazione di materiali domestici. Keith Tyson e Tobias Collier si
sforzerannno di capire il complesso sistema che governa il nostro universo.
Per Another Zero Tyson elaborerà un nuovo “lecture work”, ovvero una
delle sue tipiche installazioni a muro che combinano disegno, diagrammi e
flussi di informazioni. Nel lavoro di Collier, invece, luoghi e oggetti
comuni della vita quotidiana sono messi in relazione alle più grandi
questioni esistenziali. Saskia Olde Wolbers presenterà un video, in cui
piccole costruzioni fatte a mano diverranno i set di ripresa e gli scenari
per storie che narrano relazioni intrecciate tra persone diverse. In modo
analogo Tobias Bernstrup utilizza la tecnologia informatica per presentare
ambienti immaginari dove i mondi esistono all’interni di altri mondi.
Infolink: www.Gamec.it
RIPRENDONO DOPO
LA PAUSA NATALIZIA
I CONCERTI DELLA SOCIETA' UMANITARIA: IN PROGRAMMA GIOVEDI' 8 GENNAIO 2004
IL CONCERTO DEL PIANISTA PIETRO SORACI
Milano, 7 Gennaio 2004 - Pianista e docente di pianoforte al Conservatorio
"G. Verdi" di Milano, Pietro Soraci inaugura la seconda parte dei
Concerti della Società Umanitaria che riprendono dopo la pausa natalizia
giovedì 8 gennaio 2004 alle ore 20.45 presso il Salone degli Affreschi (via
Daverio 7 Milano tel. 02 5796831). In programma musiche di Bach e
Mozart. Come di consueto, il concerto sarà preceduto alle ore 19.30 da un
incontro con il Direttore Artistico, Massimiliano Baggio, e con gli
esecutori, per illustrare il programma e l'interpretazione. Pietro Soraci è
nato a Catania. Ha cominciato a suonare il pianoforte all'età di tre anni,
esibendosi in pubblico e suscitando vivo interesse presso la stampa e la
televisione a livello nazionale. Ha debuttato ufficialmente con l¹orchestra
al Teatro Massimo Bellini a soli undici anni, e successivamente ha
completato gli studi sotto la guida di Emilia Miozzi, diplomandosi con il
massimo dei voti, la lode e una speciale menzione. Si è ulteriormente
perfezionato con Elisabeth Leonskaja Mozarteum di Salisburgo), Massimo
Bertucci, Vincenzo Vitale (Corsi Musicali Estivi di Sermoneta), Andrej
Jasinski (Accademia Musicale di Katovice ). Ha subito intrapreso una
brillante carriera che lo ha portato a suonare in prestigiose sale e per
importanti società in Italia e all'estero (Musikhalle di Amburgo,
Auditorium dell'Accademia di Santa Cecilia a Roma, Teatro Massimo Bellini di
Catania, Festival internazionale Aterforum di Rimini, Festival Pontino,
Società del Quartetto di Vercelli, Accademia Filarmonica di Messina, Amici
della Musica di Vicenza, Associazione Pianistica Thalberg, Società
Umanitaria di Milano ecc.). Vincitore di numerose competizioni nazionali e
internazionali è stato inoltre segnalato come miglior pianista italiano al
concorso internazionale "Frederic Chopin" di Varsavia. Pur
privilegiando il repertorio pianistico solistico collabora inoltre con
importanti formazioni cameristiche. E' titolare di una cattedra di
Pianoforte Principale presso il Conservatorio di Musica ³G. Verdi² di
Milano. Infolink: www.Umanitaria.it
CONCORSO NAZIONALE DI CHITARRA
Parma, 7 Gennaio 2003 - La sedicesima edizione del concorso nazionale di
chitarra “Città di Parma” si terrà quest’anno in una sede
particolarmente prestigiosa: le sale di Palazzo Petitot, recentemente
riaperte al pubblico dopo un’importante serie di restauri. Il concorso avrà
luogo a Parma il 27 e il 28 febbraio 2004. Il concerto finale, con la
presenza dell’orchestra, si terrà invece giovedì 22 aprile presso
l’auditorium Paganini, e sarà dedicato alla figura dell’avv. Walter
Gaibazzi, recentemente scomparso, presidente della Fondazione Monte di
Parma. L’iniziativa, organizzata dal Club Parma Musicale, è resa
possibile dal contributo della Fondazione Monte di Parma e della Provincia
di Parma, con il patrocinio dell’Assessorato alle attività culturali e
teatrali del Comune di Parma e della Fondazione Teatro Regio. Per
informazioni: Club Parma Musicale, Piazza Risorgimento, Pal. Petitot, 43100
Parma - tel. 0521/237453.
MATIZ E NUBIRA VINCONO PRESTIGIOSI PREMI IN
CINA
Milano, 7 Gennaio 2004 - Due autovetture Gm Daewoo, vendute in Cina, hanno
recentemente avuto l’onore di essere posizionate al primo posto in due
differenti sondaggi. Nell’indagine condotta tra giornalisti del settore
automobilistico ed esperti di produzione industriale realizzata da China
Auto Pictorial, Beijing Youth Daily e sina.Com, la city car Chevrolet Spark
è stata insignita del premio “Auto dell’Anno 2004 – Prestazioni”,
mentre
la Buick Excelle
è stata nominata “Auto dell’Anno 2004 – Rapporto Qualità/prezzo”.
In un sondaggio tra i lettori di China Auto Pictorial insieme ad Auto
Motor-sport,
la Buick Excelle
è stata riconosciuta “Migliore Auto 2004 – Migliore Compatta di
produzione nazionale”.
La Spark
è costruita in Cina dalla Saic-gm-wuling e corrisponde all’europea Daewoo
Matiz.
La Excelle
, costruita da Shanghai Gm, è la versione cinese della Daewoo Nubira.
“Questi prestigiosi riconoscimenti attestano la qualità e la crescita di
popolarità dei veicoli Gm Daewoo costruiti e venduti in Cina”, ha detto
da Seoul, Corea del Sud, Nick Reilly, Presidente Esecutivo di Gm Daewoo Auto
& Technology Co. “Gm è diventata un’industria leader in Cina
introducendo continuamente nuovi modelli già presenti nel mercato mondiale
e adattandoli ai bisogni, rapidamente in evoluzione, del mercato cinese”.
General Motors, il più grande produttore mondiale di automobili, in Cina
dispone di cinque joint-venture e di due aziende di proprietà, nelle quali
impiega circa 10.000 persone. Basata sulla Matiz, la best seller Gm Daewoo,
la Chevrolet Spark
è la prima mini-car prodotta dalla joint-venture Saic-gm-wuling ed è anche
il primo modello Chevrolet costruito in Cina. Entrata nel mercato questo
mese, è la prima mini-vettura “globale” costruita in Cina.
La Buick Excelle
, in vendita da Agosto, rappresenta ora un punto di riferimento per la
categoria delle berline medie in Cina. Il mercato cinese dell’automobile
continua il suo boom con 1,34 milioni di auto vendute nei primi nove mesi
del 2003, con un aumento del 69% rispetto al 2002. L’associazione dei
Costruttori Automobilistici Cinesi (Chinese Association of Automobile
Manufacturers) prevede vendite totali per 1,9 milioni di unità quest’anno.
Il potenziale di crescita è imponente: ad oggi, il rapporto
automobili/abitanti in Cina è di 1:100; in Nord America e in Europa
Occidentale il rapporto è, rispettivamente, di 1:2 e di 1:3.
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