NOTIZIARIO
MARKETPRESS
WEB
GIURIDICA
ED
ECONOMICA
contributi
di
GIOVANNI SCOTTI
e mail
scottigio@tin.it
LUNEDI'
19 GENNAIO 2004
pagina 6
VUOI PUBBLICIZZARE
LA TUA AZIENDA SU QUESTO SPAZIO
A SOLI 200 €
AL MESE ?
TELEFONATECI ALLO
02 48 95 07 34 |
|
CONVEGNO SULLA CLASSE DIRIGENTE
Segnaliamo che
lunedì 26 gennaio 2004, dalle ore 10,00 alle ore 18,00, presso
la Sala Convegni
di Banca Intesa, Piazza Belgioioso, 1 si terrà il convegno "CLASSE
DIRIGENTE. E' TEMPO DI VOLPI O TEMPO DI LEONI?", organizzato da Società
Libera Muovendo
dalla riflessione paretiana sulla circolazione delle élites, il convegno
intende stimolare considerazioni sulla formazione della classe dirigente,
nella convinzione che alle competenze e alle conoscenze specifiche occorra
affiancare la cultura della responsabilità individuale, intesa come
vocazione all'interesse comune.
L'etica della responsabilità è il fondamento della concezione del
liberalismo che ha ispirato la stessa nascita e la missione di Società
Libera.
Società Libera, lo ricordiamo, è l'associazione che si propone lo studio e
la promozione del liberalismo, inteso come teoria morale della libertà e
della responsabilità della persona, e come teoria politica delle
istituzioni che stanno alla base della vita civile ed economica, nella
convinzione che è soltanto da regole morali e da istituzioni salde che può
derivare la condivisione degli ideali liberali.
I lavori saranno aperti dal Direttore dell'Associazione, Dr. Vincenzo Olita.
Dopo l'introduzione di Alberto Martinelli, sono previsti gli interventi di
Dario Antiseri, Agostino Carrino, Domenico Fisichella e Michele Salvati, per
la Politica
, Piergiuseppe Monateri e Angelo Maria Petroni, per
la Burocrazia
, Rino Fisichella per
la Chiesa
, Giancarlo Bosetti, Raimondo Cubeddu, Tullio D'Aponte e Marcello Veneziani,
per l'Università e
la Cultura
, Salvatore Carrubba, Ferruccio De Bortoli e Piero Ostellino, per
l'Informazione, Anna Maria Artoni e Gianfelice Rocca per l'Imprenditoria,
mentre a Roberto Artoni sono affidate le conclusioni
GRUPPO VENTAGLIO:
MAI CEDUTO O
ACQUISITO STRUTTURE DAL GRUPPO PARMATOUR
La Direzione
del Gruppo Ventaglio ha comunicato che in tutti i 28 anni di attività non
sono mai intervenute tra il Gruppo Ventaglio e Parmatour cessioni o
acquisizioni di strutture turistiche o società. La
precisazione del Gruppo Ventaglio fa seguito a notizie riportate dalla
stampa (comunicato ANSA, 13.1.04 h. 20:25 e 21:03).
La Direzione
del Gruppo Ventaglio ha precisato che si tratta di una notizia inesatta,
lesiva della sua immagine e reputazione.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: CASELLA E-MAIL PER I
DIPENDENTI
Sulla Gazzetta ufficiale
n. 8 del 12 gennaio 2004 è stata
pubblicata
la Direttiva
27 novembre 2003 del
Ministro dell'Innovazione, Lucio Stanca, e del Ministro per
la Funzione
pubblica, Luigi Mazzella sull'impiego della posta elettronica nelle
pubbliche amministrazioni, in forza della quale la pubblica amministrazione
punta sulla posta elettronica: eliminati
lettere, protocolli, timbri con
data di arrivo e partenza, sarà assegnata una casella e-mail ad ogni
dipendente, compresi quelli non dotati al lavoro di personal computer, che
si aggiunge alle caselle istituzionali che, secondo la direttiva, dovranno
essere monitorate ''almeno una volta al giorno''.
Tutto viaggerà più velocemente on line.
La posta elettronica è così destinata a diventare, nei ministeri e nelle
pubbliche amministrazioni, il normale strumento di lavoro ''abbandonando
inutili ed onerosi formalismi - come si legge nella direttiva - considerati
anche i consistenti risparmi di risorse che potranno derivare alla pubblica
amministrazione''.
Entro la fine della
legislatura tutte le comunicazioni nelle pubbliche amministrazioni potranno
avvenire esclusivamente in via elettronica.
Ogni amministrazione,
precisa ancora la direttiva, ''dovrà adottare ogni iniziativa di sostegno e
formazione''.
E' previsto, infine, che
ogni sei mesi sarà attuata una verifica sullo stato di attuazione della
direttiva.
Inps:
informazioni relative all’invio telematico dei modelli DM10/2
A seguito dell’entrata in
vigore dell'art. 44, comma 9, della Legge n. 326/03, di conversione del
Decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, riguardante l’obbligatorietà
della trasmissione dei modelli DM10/2 mediante l’utilizzo di internet, l'Inps
ha invitato le aziende ad attivarsi per farsi rilasciare il PIN (Numero
Identificativo Personale) dalla Sede Inps competente per territorio.
Pertanto dal periodo di paga in corso a gennaio 2004 (termine di
presentazione della prima denuncia: 29 febbraio 2004, coincidente con
l’ultimo giorno del mese successivo al periodo di paga di riferimento), le
aziende dovranno trasmettere obbligatoriamente all’Istituto le denunce
contributive mensili (mod. DM10/2) mediante trasmissione telematica.
Il termine del versamento
della contribuzione rimane, comunque, fissato al giorno 16 del mese
successivo al periodo di paga di riferimento.
Al modulo di richiesta
(accompagnato da un documento personale di identità) dovrà essere aggiunta
la dichiarazione di responsabilità resa dal titolare o legale
rappresentante dell'azienda ovvero dal professionista o dal Ced.
Per ulteriori informazioni,
suggeriamo di consultare direttamente il messaggio
n. 158/03 dell'Inps.
Legge
Biagi: NOVITa' per gli annunci di ricerca e selezione del personale
A richiesta di un lettore
precisiamo che l'art. 9 del Decreto
legislativo n. 276/03, comunemente nota come Legge Biagi, regolamenta
anche gli annunci per la ricerca e selezione del personale.
La nuova disciplina,
relativa alle comunicazioni a mezzo stampa
internet, televisione o altri mezzi di informazione, vieta la
pubblicazione di annunci in forma anonima, individua i soggetti autorizzati
a realizzare gli annunci e fissa alcuni modalità di realizzazione degli
stessi.
L'articolo citato prevede, al primo comma, che sono
vietate comunicazioni, a mezzo stampa, internet, televisione o altri mezzi
di informazione, in qualunque forma effettuate, relative ad attività di
ricerca e selezione del personale, ricollocamento professionale,
intermediazione o somministrazione effettuate in forma anonima e comunque da
soggetti, pubblici o privati, non autorizzati o accreditati all'incontro tra
domanda e offerta di lavoro eccezion fatta per quelle comunicazioni che
facciano esplicito riferimento ai soggetti in questione, o entità ad essi
collegate perché facenti parte dello stesso gruppo di imprese o in quanto
controllati o controllanti, in quanto potenziali datori di lavoro.
Il
secondo comma dell'articolo in esame dispone che, in tutte le comunicazioni
verso terzi, anche a fini pubblicitari, utilizzanti qualsiasi mezzo di
comunicazione, ivi compresa la corrispondenza epistolare ed elettronica, e
nelle inserzioni o annunci per la ricerca di personale, le agenzie del
lavoro e gli altri soggetti pubblici e privati autorizzati o accreditati
devono indicare gli estremi del provvedimento di autorizzazione o di
accreditamento al fine di consentire al lavoratore, e a chiunque ne abbia
interesse, la corretta e completa identificazione del soggetto stesso.
Il
terzo comma, infine, precisa che, se le comunicazioni di cui al comma
precedente sono effettuate mediante annunci pubblicati su quotidiani e
periodici o mediante reti di comunicazione elettronica, e non recano un
facsimile di domanda comprensivo dell'informativa di cui all'art. 13 del
Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, indicano il sito della rete di
comunicazioni attraverso il quale il medesimo facsimile è conoscibile in
modo agevole.
Il successivo art. 19
sanziona le violazioni all'art. 9, per cui gli
editori, i direttori responsabili e i gestori di siti sui quali siano
pubblicati annunci in violazione delle disposizioni di cui all'art. 9 sono
puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria da
4.000 a
12.000 euro.
Precisiamo, infine, che le disposizioni contenute nell'art. 9 non sono
entrate in vigore il 24 ottobre (data di entrata in vigore del Decreto
legislativo) perché mancano i decreti attuativi (riguardanti l'Albo delle
Agenzie di lavoro, ed altri) necessari per la sua applicazione.
INTERVENTI NEL SETTORE DELL'EDITORIA: CREDITI DI
IMPOSTA PER ACQUISTARE
LA CARTA
INTERVENTI NEL SETTORE DELL'EDITORIA: CREDITI DI IMPOSTA PER ACQUISTARE
LA CARTA
La
settimana scorsa avevamo segnalato i
commi 181/186 dell’art. 4 (riconoscimento alle imprese editrici di
quotidiani e periodici, iscritte al Registro degli Operatori di
Comunicazione, di un credito di imposta pari al 10% della spesa sostenuta
nell'anno 2004 per l'acquisto della carta utilizzata per la stampa delle
testate edite) della Legge
24 dicembre 2003, n. 350 contenente disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria
2004), pubblicata sul supplemento n.
196/L alla Gazzetta ufficiale n. 299 del 27 dicembre 2003 ed è entrata in
vigore il 1° gennaio 2004, indipendentemente dalla data di pubblicazione.
Oggi
torniamo sull’argomento per fornire le seguenti precisazioni.
L'efficacia delle disposizioni in esame è subordinata all'autorizzazione
delle competenti autorità europee. Successivamente, con decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro
dell'Economia e delle Finanze, sono stabilite le modalità di riconoscimento
del credito di imposta anche al fine di garantire il rispetto del limite di
spesa fissato, per l'anno
2004, in
95 milioni di euro.
Il Dr.
Alessandro
Delle Cese
commercialista e consulente aziendale, ci ha chiarito che "la spesa
deve risultare dal bilancio certificato delle imprese editrici e che la
carta, acquistata da soggetti diversi dall'editore, deve essere ceduta agli
editori con fatturazione distinta da quella relativa ad ogni altra vendita o
prestazione di servizio. Il bonus fiscale non concorre alla formazione del
reddito imponibile e può essere fatto valere anche in compensazione. Il
credito d'imposta non é rimborsabile, ma non limita il diritto al rimborso
ad altro titolo spettante. L'eventuale eccedenza é riportabile al periodo
di imposta successivo”. L'ammontare della spesa complessiva per l'acquisto
della carta e l'importo del bonus relativo, andranno esposti nella
dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta in cui la spesa
stessa é stata effettuata. In caso di utilizzo del credito d'imposta in
tutto o in parte non spettante, si rendono applicabili le norme in materia
di accertamento, riscossione e contenzioso nonché le sanzioni previste ai
fini delle imposte sui redditi”.
Dal beneficio, però, sono escluse le spese per l'acquisto di
carta utilizzata per la stampa di quotidiani e periodici che su base annua,
contengono inserzioni pubblicitarie per un'area superiore al 50% dell'intero
stampato, quelli che non sono posti in vendita (vale a dire non distribuiti
con un prezzo effettivo per copia o per abbonamento, ad eccezione di quelli
informativi delle fondazioni e delle associazioni senza fini di lucro, come
gli house-organ), quelli ceduti a titolo gratuito per una percentuale
superiore al 50% della loro diffusione o diretti a pubblicizzare prodotti o
servizi contraddistinti con il nome o marchio e diretti prevalentemente ad
incentivarne l'acquisto. Sono esclusi dal beneficio anche i giornali venduti
per corrispondenza, quelli che promuovono la vendita di beni o di servizi,
che sono dei semplici cataloghi (pubblicazioni contenenti elencazioni di
prodotti o servizi anche se corredati da indicazioni sulle caratteristiche
dei medesimi) o sono pubblicazioni finalizzate all'acquisizione di
contributi, di offerte, o di elargizioni di somme di denaro (ad eccezione di
quelle utilizzate dalle organizzazioni senza fini di lucro e dalle
fondazione religiose esclusivamente per le proprie finalità di
auto-finanziamento). Sono esclusi anche i quotidiani ed i periodici delle
P.A. e degli enti pubblici, nonché di altri organismi, comprese le società
riconducibili allo Stato ovvero ad altri enti territoriali o che svolgano
una pubblica funzione, contenenti supporti integrativi o altri beni diversi
da quelli definiti nell'art. 74, primo comma, lett. c) del D.P.R. n. 633/72
e successive modificazioni, ai fini dell'ammissione al regime speciale
previsto dallo stesso art. 74 del citato D.P.R. n. 633/72. Sono altresì
esclusi tutti i prodotti editoriali pornografici.
PRIVACY: MODELLO PER
LA NOTIFICAZIONE AL
GARANTE
Il Garante per la
protezione dei dati personali ha pubblicato sul proprio sito internet il modello
per la notificazione
telematica dei trattamenti dei dati e le istruzioni per la sua
compilazione.
L'obbligo di notificazione riguarda tutti i trattamenti di dati elencati
all'art. 37 del Codice, anche se già comunicati al Garante in base alle
precedenti disposizioni normative.
Il termine
per procedere alla comunicazione dei trattamenti già in corso all'entrata
in vigore del codice in base alle nuove norme è fissato al 30 aprile 2004.
Per chi
inizia un trattamento di dati dopo il 1° gennaio 2004, infatti, la
dichiarazione deve essere inviata al Garante prima di iniziare il
trattamento dei dati soggetto a notificazione.
La
notificazione può essere eseguita unicamente in via telematica compilando
il modello e
sottoscrivendolo con firma digitale.
Contestualmente
alla notifica deve essere versata al Garante, a titolo di diritti di
segreteria, la somma di 150 euro, dovuta anche per le comunicazioni al
Garante relative alla modifica ed alla cessazione del trattamento dei dati
già comunicati.
Il Garante,
infine, ha predisposto alcune tabelle
relative alla procedura di notificazione dove si specificano le categorie di
dati al cui trattamento si procede, i soggetti interessati nonché le
finalità e le modalità del trattamento.
ACCESSO AI DATI PERSONALI DA PARTE DEI LAVORATORI
In base alla normativa sulla
privacy il lavoratore ha il diritto di accedere a tutti i dati che lo
riguardano detenuti dal suo datore di lavoro. Tale diritto non può essere
esercitato per conoscere notizie di carattere contrattuale o professionale
(quali, ad esempio, gli accordi collettivi nazionali od aziendali) se non
strettamente e direttamente riferite all'interessato.
Il dipendente di una società di servizi, che reclamava di non aver ricevuto
idoneo riscontro a varie istanze, formulate in base alla Legge n. 675/96,
con le quali lamentava il fatto di non essere stato adeguatamente informato
delle mansioni da svolgere in relazione al proprio profilo professionale da
parte del responsabile della struttura di appartenenza, malgrado esistesse
un documento "ufficiale" aziendale che lo riguardava.
Nel ricorso al Garante il dipendente chiedeva di accedere ai dati personali
detenuti dal suo datore di lavoro anche in riferimento alla comunicazione
"in forma scritta ed ufficiale" di dati relativi ai compiti e alle
mansioni riguardanti il suo profilo professionale di appartenenza. Egli
chiedeva anche che gli venissero comunicati "dati, notizie e quant'altro
(…)" di propria "pertinenza" in possesso dell'azienda.
La società, su invito del Garante, forniva ulteriori informazioni,
integrative rispetto a quelle già comunicate all'interessato, in merito
all'individuazione delle mansioni cui il dipendente era adibito, inviando
anche copia dei documenti aziendali precedentemente elaborati per descrivere
le attività relative al profilo professionale di appartenenza del
ricorrente.
La società precisava, infine, di non possedere altri dati riferiti
all'interessato connessi al suo profilo professionale.
Il Garante ha stabilito che
non rientra nell'ambito di applicazione della Legge
n. 675/96 la richiesta di conoscere notizie di carattere contrattuale o
professionale che non hanno natura di dati personali in qualche modo
riferibili a persone identificate o identificabili come, ad esempio, gli
accordi collettivi nazionali od aziendali.
A seguito del riscontro, tardivo, alle richieste dell'interessato da parte
della società, ad essa sono state addebitate, in misura forfetaria, solo
parte delle spese del procedimento.
FINDOMESTIC: ANNIVERSARI 2004
Il 2004 segna per Findomestic
una doppia ricorrenza: vent’anni dalla fondazione della società e dieci
dalla prima pubblicazione dell’Osservatorio, che analizza la
distribuzione, l’atteggiamento del consumatore ed il mercato dei beni
durevoli di consumo per la famiglia. Findomestic, leader in Italia nel
credito al consumo, è una società specializzata nell’erogazione di
finanziamenti per l’acquisto di beni e servizi ad uso privato. Fu
costituita nel 1984 come società finanziaria su iniziativa di istituti di
credito italiani e francesi. Attualmente non fa più parte delle società
finanziarie. Nel 1999 è stata trasformata in banca, anche se non è una
banca nel senso tradizionale del termine: non gestisce conti correnti, né
investimenti, ma concentra la sua attività sull’offerta di servizi
finanziari chiari e veloci.
Findomestic opera
attraverso quattro principali canali di vendita: centri clienti (distribuiti
in tutta Italia che offrono credito finalizzato al cliente privato tramite
telefono, posta o direttamente presso il centro clienti), operatori
commerciali convenzionati (ai quali sono offerti mezzi e tecnologie per
praticare il credito al consumo direttamente sul punto vendita in modo
semplice e rapido), banche, assicurazioni, società di servizi (partners che
utilizzano i servizi di credito messi a disposizione da Findomestic come
strumento strategico di fidelizzazione della clientela) e canali
tradizionali (Findomestic dà la possibilità alla sua clientela di accedere
al credito al consumo in modo comodo e rapido anche tramite il sito,
attraverso le richieste di finanziamento on line).
E’ presente su tutto il
territorio nazionale con oltre 90 uffici che vanno incontro alle esigenze
dei partner e dei clienti: 39 uffici, erogano servizi agli operatori
commerciali, 45 uffici, erogano servizi ai clienti, ed altri 24 uffici
assicurano attività di coordinamento e servizi post vendita.
Per la doppia ricorrenza il
documento che Findomestic elabora annualmente, l’Osservatorio
presenta quest’anno importanti novità: non è più incentrato
esclusivamente sulla realtà italiana, ma esplora anche quel che succede
oltre i confini nazionali, sia da un punto di vista qualitativo, con lo
studio degli atteggiamenti.
E così … gli italiani
sono i primi nella spesa di moto e scooter, gli ultimi nell’office
automation e negli elettrodomestici bianchi. I tedeschi detengono, invece,
il primato di spesa nei mobili e nel bricolage, i francesi negli
elettrodomestici bruni, bianchi e negli articoli sportivi, i belgi
nell’office equipment, gli inglesi e gli spagnoli sono i maggiori
acquirenti di auto.
Ambiente, pensioni, sanità
e l’avvenire dei bambini costituiscono le maggiori preoccupazioni per
tutti gli intervistati.
FINDOMESTIC:
OSSERVATORIO ANNUALE
Come anticipato, quest’anno, a vent’anni dalla sua fondazione e
dieci dalla prima pubblicazione dell’Osservatorio,
Findomestic non incentra più la
sua ricerca solo sulla realtà italiana, ma esplora anche quel che succede
oltre i confini nazionali, sia da un punto di vista qualitativo, con lo
studio degli atteggiamenti nei confronti del consumo, sia da un punto di
vista quantitativo, con l’analisi dei mercati negli altri paesi europei
(Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Belgio, Portogallo) ed in Russia.Nel
dettaglio l’Osservatorio Findomestic, che è consultabile sul sito
internet www.findomestic.it, si compone di quattro parti ben distinte tra
loro.
La prima parte è relativa
all’analisi qualitativa della sezione italiana: l’Osservatorio
Findomestic, intervistando un campione rappresentativo della popolazione
italiana, ha raccolto informazioni sul Customer Dialogue, che ha studiato
l’universo delle iniziative volte a fidelizzare la clientela, analizzando,
da un lato, negozi ad alta frequenza di visite, dall’altro, punti vendita
a bassa frequenza, con un occhio di riguardo ai negozi di autovetture) e sul
rapporto del cittadino con euro e lire: poiché nove italiani su dieci
pensano ancora in lire lo studio fa il punto della situazione su come si
modifica la “consapevolezza del valore” di un acquisto, utilizzando non
più le lire, ma gli euro, esaminando i problemi matematici e quelli
psicologici, cercando di capire quando e dove si fa più fatica a usare la
divisa europea e in quali settori si pensa che si potrà spendere di più o
di meno e perché.
La seconda parte dello
studio è relativa all’analisi qualitativa sezione europea:
l’Osservatorio Findomestic ha esteso il campo di analisi alla realtà
europea, indagando una serie di argomenti relativi al consumo dei cittadini
europei, mediante interviste realizzate in tutti i Paesi citati, realizzate
dal gruppo Cetelem, del quale Findomestic Banca è parte integrante, in
collaborazione con Research International.
La terza parte, realizzata
in collaborazione con Prometeia, è relativa all’analisi quantitativa
della sezione italiana e riguarda i seguenti settori: sport, bricolage,
auto, motoveicoli, mobili, elettrodomestici bianchi, bruni e piccoli, office
equipment, telefonia e fotografia.
La quarta parte ed ultima
parte è relativa all’analisi quantitativa della sezione europea, con un
confronto tra i mercati dei beni durevoli nei diversi paesi europei.
L’Osservatorio si conclude con le consuete schede mobili che analizzano i
mercati dei principali beni durevoli per area geografica e per provincia.
FINDOMESTIC:
Spendo in Euro e penso in lire
Secondo l’Osservatorio
di Findomestic il 70% degli
italiani spesso, o addirittura sempre spende in euro, ma pensa in lire,
mentre un 18% lo fa almeno qualche volta: sono specialmente le donne e gli
anziani, soprattutto al Sud.
Solo un italiano su dieci afferma di non convertire gli euro in lire: si
tratta di uomini giovani con un elevato tasso di scolarizzazione.
Un terzo dei consumatori
traduce sempre gli euro in lire, il 46% circa afferma di farlo solo per
importi di rilievo, mentre il 38% dei consumatori sente la necessità di
tradurre in lire solo le banconote.
Con il passaggio all’euro
gli italiani hanno mostrato una percezione dei rincari più diffusa per gli
alimentari (77% dei casi), l’abbigliamento e le calzature (64%), meno
avvertita per la telefonia (49%), i mobili (47%) ed i giocattoli (45%).
Secondo l’indagine non
sembra che sui limiti di spesa pesino valutazioni congiunturali negative.
All’interno del budget
familiare le voci per cui è previsto un restringimento di budget sono i
mobili (22% dei casi), l’hardware della telefonia (20%, con una incidenza
maggiore nelle famiglie con figli), le automobili (19%). Seguono, sempre con
previsioni di una certa rinuncia, il settore della biancheria per la casa
(18%), quello dei giocattoli (17%) ed infine gli elettrodomestici (15%).
Ci sono invece settori in
cui si prevede di spendere di più nel corso del 2004: si tratta dei
comparti dei viaggi/vacanze (36%) e il tempo libero (29%); seguono il
settore abbigliamento/calzature (23%) e abbigliamento/attrezzatura sportiva
(23%).
L’informatica domestica
(21%) e i generi alimentari (19%), sono i settori in cui la previsione di
spendere di più supera quella di poter spendere di meno.
Pagina 1
Pagina 2
Pagina 3
Pagina
4 Pagina 5
Pagina 6
Pagina
7
Titoli Home
Archivio news
|