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24 MARZO 2003
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PRODI
INVITA I LEADER EUROPEI AD UNIRE LE FORZE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI
LISBONA
Bruxelles,
24 marzo 2003 - Il presidente della Commissione Romano Prodi ha esortato i
Capi di Stato e di governo dell'UE a mettere da parte le divergenze e a
concentrarsi sul processo di Lisbona, durante l'imminente riunione del
Consiglio europeo. In una lettera indirizzata ai leader europei alla vigilia
della riunione, che si terrà il 20 marzo a Bruxelles, il Presidente ha
ammesso che la situazione appare piuttosto "cupa", ricordando che
gli europei attendono dai propri rappresentanti un segnale di unità.
"In questi giorni di tensione, ciò che i cittadini europei ci chiedono
è l'unità. [...] non possiamo abbandonare un processo nel quale abbiamo
investito così tanti sforzi. Il messaggio deve essere chiaro: dobbiamo
portare avanti con determinazione il processo di riforma economica avviato a
Lisbona". Prodi ha definito la riunione del Consiglio europeo
un'opportunità per compiere un concreto passo avanti verso la crescita. I
leader europei, ha affermato il Presidente, devono concordare delle misure
volte a rafforzare l'innovazione, l'imprenditorialità e la conoscenza, al
fine di promuovere la competitività. Nella lettera, Prodi ha chiesto ai
Capi di Stato e di governo di concordare un calendario per l'attuazione
delle riforme chiave di Lisbona ancora in cantiere, per esempio in materia
di mercati dell'energia, società dell'informazione, biocarburanti, e
responsabilità per i danni ambientali e il cambiamento climatico. Poiché
sul Consiglio europeo grava la minaccia di una guerra in Iraq, Prodi ha
concluso la lettera evidenziando la necessità di valutare le potenziali
conseguenze di tale situazione sulla competitività europea e di considerare
l'eventuale adozione di "urgenti misure".
CONCLUSIONI
DELLA PRESIDENZA 20 E 21 MARZO 2003 CONSIGLIO EUROPEO DI BRUXELLES
Bruxelles, 24 marzo 2003 - Il Consiglio europeo si è riunito a Bruxelles il
20 e 21 marzo per la terza riunione annuale di primavera dedicata alla
situazione economica, sociale e ambientale nell'Unione. La riunione è stata
preceduta da uno scambio di opinioni con il sig. Pat Cox, presidente del
Parlamento europeo, sui principali temi in discussione. I capi di Stato o di
Governo, i ministri degli Esteri e delle Finanze si sono anche riuniti con i
loro omologhi dei tredici paesi aderenti e candidati per discutere della
strategia di Lisbona e della sua attuazione, nonché di questioni
internazionali. Nella riunione annuale di primavera il Consiglio europeo
assume il ruolo centrale di determinare la direzione dell'azione economica,
sociale e ambientale dell'Unione, al fine di realizzare gli obiettivi della
strategia di Lisbona volti a rendere l'economia europea l'economia basata
sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di
realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di
lavoro e una maggiore coesione sociale. Al termine dei lavori, il Consiglio
europeo esprime il suo accordo sui seguenti punti: gli obiettivi prioritari
dell'Unione europea riguardo al programma di riforme di Lisbona (cfr. parte
I in appresso); una serie di orientamenti e misure specifiche volti a
conseguire tali obiettivi (cfr. parte II in appresso). Il Consiglio ha
inoltre adottato alcune conclusioni sull'allargamento e su una serie di
questioni internazionali. Tali conclusioni sono riportate nella parte II in
appresso. L'Unione europea si trova attualmente ad affrontare, così come
altre parti del mondo, un rallentamento della crescita e della creazione di
posti di lavoro. Le incertezze economiche e i rischi politici globali
condizionano pesantemente le prospettive a breve termine e hanno rallentato
la ripresa. È pertanto ancor più indispensabile aumentare la capacità di
crescita delle nostre economie, con politiche macroeconomiche sane e riforme
strutturali mirate. A Lisbona, tre anni fa, l'Unione europea si era
prefissata l'obiettivo strategico di creare l'economia basata sulla
conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una
crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una
maggiore coesione sociale. A tal fine ci si è impegnati in un programma
decennale di riforme ambiziose, complete e tali da rafforzarsi
reciprocamente in materia di mercati del lavoro, dei capitali e dei beni. Si
sono compiuti notevoli progressi per quanto riguarda l'agenda di Lisbona,
che entra ora nel suo quarto anno. Si sono ottenuti risultati significativi
per quanto riguarda, ad esempio, l'apertura dei mercati dell'energia,
l'istituzione di un cielo unico, la modernizzazione della politica della
concorrenza, la creazione, a livello europeo, di un mercato finanziario
integrato e l'accordo su un brevetto comunitario. Dall'avvio della strategia
di Lisbona sono stati creati cinque milioni di nuovi posti di lavoro,
500.000 dei quali nel solo 2002 nonostante il clima economico poco
favorevole, e la disoccupazione si è ridotta di due milioni di unità.
Tuttavia, vi è ancora molto da fare. È arrivata l'ora, in particolare per
l'Unione e gli Stati membri, di rispettare gli impegni assunti in materia di
riforme economiche tramutando le parole in azioni. Ribadiamo il nostro
profondo impegno personale nei confronti di una pronta ed efficace
realizzazione delle riforme nell'ambito dei tre pilastri - economico,
sociale e ambientale - della strategia di Lisbona. La promozione di una
crescita economica sostenibile e la creazione di nuovi e migliori posti di
lavoro deve restare saldamente ai primi posti nell'agenda dell'Unione. Ciò
può essere realizzato perseguendo politiche macroeconomiche orientate alla
crescita e alla stabilità, accelerando le riforme economiche, adottando
misure determinanti per accrescere l'occupazione e ammodernare il modello
sociale europeo e attuando la strategia in materia di sviluppo sostenibile
adottata a Göteborg. Al tempo stesso, nonostante i recenti progressi
compiuti, questa agenda di riforme deve anche affrontare più efficacemente
le sfide poste dall'invecchiamento della popolazione, se vuole garantire la
sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. L'allargamento
accresce il potenziale di crescita economica e di conseguimento degli
obiettivi fissati a Lisbona. I futuri Stati membri sono stati contemplati
per la prima volta nella relazione di primavera della Commissione. Essi
stanno adottando misure di riforma e iniziando a prender parte al metodo
aperto di coordinamento. La strategia di Lisbona offre soluzioni comuni a
problemi comuni ed è uno strumento essenziale da utilizzare per sostenere
il processo di allargamento e condividere le migliori prassi ed esperienze
nell'Unione. Per accelerare le riforme, il Consiglio europeo individua le
seguenti priorità: Accrescere l'occupazione e la coesione sociale. Sono
stati compiuti notevoli progressi in materia di occupazione ma il
raggiungimento dell'obiettivo fissato a Lisbona del tasso di occupazione del
70% entro il 2010 richiederà profonde riforme strutturali, volte alla piena
occupazione e a una maggiore produttività e qualità del lavoro. I mercati
del lavoro dell'Unione devono diventare più ampi, estendendo a tutti le
possibilità di occupazione e divenendo contemporaneamente più adattabili
alle condizioni economiche. Gli Stati membri dovranno intraprendere riforme
sostanziali dei sistemi fiscali e previdenziali, accrescere gli incentivi
all'occupazione e alla partecipazione al mercato del lavoro e ridurre le
differenze tra uomini e donne nel mercato del lavoro. Si dovrebbe promuovere
l'istruzione permanente e incoraggiare una più stretta cooperazione volta
ad accrescere la trasparenza dei criteri europei in materia di competenze.
Considerare prioritarie l'innovazione e l'imprenditorialità. L'Europa
possiede un grande potenziale innovativo, ma deve adoperarsi per trasformare
le idee in reale valore aggiunto. L'aumento dell'interazione tra l'industria
e gli istituti di ricerca è l'elemento centrale per lo sfruttamento del
nostro potenziale imprenditoriale. Il settore industriale è una fonte
vitale di crescita e di occupazione e continuerà a svolgere un ruolo
importante nell'economia basata sulla conoscenza. Occorre creare le
condizioni appropriate per la R&S, in particolare nell'ambito delle
imprese, cosicché l'UE possa progredire verso l'obiettivo
dell'avvicinamento al 3% del Pil per gli investimenti in materia di R&S.
Devono essere adottate misure volte a facilitare l'ingresso nel mercato e
l'uscita dallo stesso delle imprese di tutte le dimensioni, migliorare
l'accesso alla finanza e al know-how, migliorare il quadro normativo e
ridurre gli oneri amministrativi. È inoltre necessaria un'azione per
incoraggiare lo spirito imprenditoriale tra i giovani. Collegare l'Europa -
rafforzamento del mercato interno. Un mercato interno dinamico e ben
funzionante è essenziale per la produttività e la crescita, e lo è ancor
più in un'Unione allargata. È importante andare avanti per aprire e
integrare ulteriormente i mercati europei migliorando nel contempo il quadro
normativo e assicurando un elevato livello di protezione del consumatore. La
riforma degli strumenti della concorrenza - per l'antitrust, le fusioni e i
cartelli - deve essere completata e i mercati che non funzionano
efficacemente devono essere studiati a fondo e i loro problemi affrontati.
Devono essere perseguite l'integrazione e la maggiore connettività delle
imprese erogatrici di servizi di rete, quali quelle nel settore
dell'energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni, completando e
estendendo nel contempo le reti, in particolare in previsione
dell'allargamento. Occorre sfruttare pienamente il potenziale del mercato
interno dei servizi e accelerare l'attuazione del piano di azione per i
servizi finanziari. Protezione dell'ambiente per la crescita e
l'occupazione. Per conseguire gli obiettivi di Lisbona è necessario che
ogni Stato membro attui pienamente il suo potenziale economico; ma ciò deve
anche andare di pari passo con il miglioramento dell'ambiente e della qualità
della vita. Pertanto, resta della massima importanza proseguire attivamente
l'azione nel settore ambientale. E' un fattore importante per l'innovazione
e l'introduzione di nuove tecnologie, che generano crescita e occupazione.
Gli obiettivi ambientali fungeranno da catalizzatori per l'innovazione e la
modernizzazione in settori chiave quali l'energia e i trasporti e
promuoveranno nuovi investimenti in tecnologie pulite e che consentano
un'utilizzazione più efficace delle risorse. Per far avanzare queste
priorità, il Consiglio europeo: ha fissato l'orientamento per gli indirizzi
di massima per le politiche economiche e per la strategia riveduta europea
per l'occupazione che saranno adottati a giugno; ha invitato la Commissione
a istituire una Task force per l'occupazione per contribuire a individuare
riforme pratiche che possano avere l'impatto più diretto e immediato
sull'attuazione della strategia riveduta per l'occupazione da parte degli
Stati membri; ha individuato le riforme fondamentali del mercato del lavoro
che devono essere perseguite a livello nazionale; ha lanciato un'azione
volta a rafforzare il sostegno dell'Unione alla conoscenza, all'innovazione
e all'imprenditorialità al fine di mettere in primo piano la competitività;
ha fissato scadenze per l'accordo finale sulle restanti riforme di Lisbona
in settori chiave prima del Consiglio europeo di primavera del prossimo
anno: ferrovie, mercati dell'energia, cielo unico europeo, mercati
finanziari (comprese le offerte pubbliche di acquisto), mercati delle
commesse pubbliche, la società dell'informazione, lavoro temporaneo tramite
agenzia, norme transfrontaliere di sicurezza sociale, imposizione dei
prodotti energetici, responsabilità per danni ambientali e cambiamenti
climatici; ha fornito una risposta globale sulla sicurezza marittima in
seguito al disastro della petroliera Prestige; ha rinnovato il suo impegno
per una maggiore coesione in tutta l'Unione e il ruolo guida dell'Unione
nella promozione dello sviluppo sostenibile nel mondo. Conseguire i nostri
obiettivi: decisioni e azioni per i prossimi dodici mesi - Il rallentamento
dell'economia si è protratto più a lungo del previsto e le prospettive
sono offuscate da incertezze economiche e rischi politici globali. Nel
contesto attuale, devono essere perseguite politiche macroeconomiche sane
per ripristinare la fiducia e la crescita economica. In questa prospettiva,
il Consiglio europeo: approva il documento sui punti chiave adottato dal
Consiglio Ecofin che, insieme alle presenti conclusioni, costituirà la base
dei prossimi indirizzi di massima per le politiche economiche; questi ultimi
dovrebbero essere concisi, concentrarsi sulle questioni fondamentali e le
priorità di politica economica nell'arco di un triennio e contenere, ove
opportuno, specifiche scadenze per l'attuazione delle raccomandazioni
concernenti le riforme; conferma la necessità di rafforzare il
coordinamento delle politiche di bilancio nella prospettiva di rafforzare il
potenziale di crescita delle economie europee e meglio prepararle alle sfide
a medio termine. Di conseguenza, approva pienamente la relazione adottata in
materia dal Consiglio Ecofin, invitando nel contempo il Consiglio e gli
Stati membri ad attuarne le conclusioni. Il 2003 offre una particolare
opportunità per utilizzare strumenti semplificati di coordinamento delle
politiche fondamentali - gli indirizzi di massima per le politiche
economiche, gli orientamenti in materia di occupazione e la strategia per il
mercato interno - attribuendo loro una nuova prospettiva triennale. Ciò
dovrebbe consentire un approccio più globale, efficace e coerente in merito
alle riforme che il quadro macroeconomico sano è inteso a sostenere. In
questo contesto, e ove opportuno, le raccomandazioni sulle riforme
economiche dovrebbero essere accompagnate da scadenze specifiche. Allo
stesso tempo, al fine di migliorare la qualità, e in particolare la
comparabilità, tra diversi periodi, paesi e regioni, degli strumenti
statistici e analitici, in modo da fornire basi più solide alla concezione
e al controllo delle politiche, il Consiglio europeo prende atto
dell'intenzione della Commissione, in stretta cooperazione con il Sistema
statistico europeo, di riferire in tempo per il Consiglio europeo di
primavera del 2004 sul modo in cui rafforzare l'utilizzo degli indicatori
strutturali e degli altri strumenti analitici allo scopo di valutare i
progressi compiuti sulla strategia di Lisbona. Dato il ruolo centrale della
relazione annuale di primavera della Commissione nella valutazione dei
progressi compiuti sull'agenda di Lisbona, il Consiglio europeo invita la
Commissione ad elaborare la sua relazione per il 2004, ad analizzare le
differenze misurabili determinate dall'approccio integrato di Lisbona e a
valutare il modo in cui gli Stati membri hanno ottenuto tale successo e
migliorato la loro posizione, mostrando inoltre come si stanno raggiungendo
gli obiettivi di Lisbona mediante la riforma della regolamentazione.Riforme
economiche per aumentare il potenziale di crescita dell'Europa - L'UE deve
accelerare le riforme economiche allo scopo di realizzare la sua visione di
un'economia basata sulla conoscenza e aumentare le potenzialità di crescita
a lungo termine. Occorre restituire alla competitività un ruolo centrale. A
tal fine occorre creare un contesto nel quale le imprese e gli imprenditori
possano prosperare, assicurare il completamento e l'estensione del mercato
interno e aumentare gli investimenti nella conoscenza quale migliore
garanzia di innovazione e di una forza lavoro basata sulle competenze. In
questo contesto il nuovo Consiglio "Competitività" deve assumere
attivamente il suo ruolo orizzontale diretto a potenziare la competitività
e la crescita nel quadro di una strategia integrata in materia di
competitività che deve essere elaborata dalla Commissione, valutando
periodicamente le questioni sia orizzontali che settoriali. Il suo lavoro
integrerà i lavori svolti dal Consiglio "Economia e finanza" per
assicurare la realizzazione delle riforme economiche. Favorire l'impresa e
l'imprenditorialità - Un'industria e servizi dinamici e competitivi sono
necessari per sostenere la crescita e la prosperità in un'Europa allargata.
Sono necessari ulteriori sforzi a livello nazionale e dell'UE per migliorare
il contesto generale in cui operano le imprese in tutti i settori, compreso
il turismo, ridurre gli oneri amministrativi e normativi per le imprese e in
particolare incoraggiare l'avviamento e l'espansione delle piccole imprese.
È inoltre essenziale promuovere la cultura imprenditoriale motivando le
persone e incoraggiando la società ad apprezzare il successo
imprenditoriale. Occorre infine adoperarsi per riacquistare la fiducia
dell'opinione pubblica nelle imprese incoraggiando un governo societario
responsabile. In questo contesto, il Consiglio europeo: esorta gli Stati
membri a partecipare attivamente al processo di consultazione in seguito
alla presentazione del Libro verde della Commissione
"L'imprenditorialità in Europa" e invita la Commissione a
proporre quale follow-up, prima del Consiglio europeo di primavera del 2004,
un piano d'azione sull'imprenditorialità europea, nel quale si dia
particolare rilievo alla necessità di rendere più facile e veloce
l'avviamento delle imprese, di facilitare l'accesso a finanziamenti a basso
costo, in particolare ai capitali di rischio e ai microcrediti, e di
migliorare la normativa in materia di fallimento; invita gli Stati membri a
sviluppare iniziative per favorire più attivamente l'imprenditorialità
attraverso i sistemi di istruzione e a promuovere la valorizzazione
dell'imprenditorialità nella società in senso lato, compreso attraverso
l'istituzione di premi di imprenditorialità a livello dell'UE, in
collaborazione con le organizzazioni dei datori di lavoro; incoraggia gli
Stati membri ad accelerare l'attuazione della Carta europea per le piccole
imprese in modo innovativo al fine di assicurare una partecipazione e una
consultazione più efficaci delle piccole imprese nel processo di
definizione delle politiche; attribuirle maggior rilievo, utilizzando
pienamente le possibilità offerte dai pertinenti obiettivi nazionali e
dalla valutazione reciproca, ad esempio accelerando il processo di
avviamento e di registrazione delle nuove imprese; Per ridurre gli oneri
amministrativi e migliorare la regolamentazione e il contesto
imprenditoriale, il Consiglio europeo: chiede la rapida attuazione del Piano
d'azione "Semplificare e migliorare la regolamentazione" e la
conclusione, prima della riunione di giugno, dell'accordo interistituzionale
inteso a migliorare la legislazione, il rapido follow-up delle proposte
della Commissione sull'aggiornamento e la semplificazione dell'acquis
comunitario, e invita gli Stati membri a migliorare ulteriormente le
prestazioni e l'efficienza delle amministrazioni pubbliche; accoglie
favorevolmente l'intenzione della Commissione di assicurare che, in linea di
massima, tutte le principali proposte normative dell'UE saranno precedute
dalla consultazione sistematica delle parti interessate e saranno
accompagnate da una valutazione globale dell'impatto, tenendo conto dei tre
pilastri della strategia di Lisbona; il Consiglio "Competitività"
dovrebbe essere utilmente consultato, nell'ambito del processo decisionale
del Consiglio, sulle proposte che si ritiene possano avere effetti
sostanziali sulla competitività, ferma restando la responsabilità di tutte
le formazioni del Consiglio di valutare l'impatto nei rispettivi settori
operativi; prende atto che nel dare impulso alla competitività europea sarà
importante un nuovo approccio in materia di politica industriale, secondo le
linee indicate nella comunicazione della Commissione, che abbia carattere
orizzontale, esamini le condizioni quadro generali, ma che tenga conto anche
delle caratteristiche dei singoli settori, rispettando nel contempo le norme
della concorrenza; chiede l'adozione, entro la fine del 2003, di un piano
d'azione volto a migliorare il diritto delle società e il governo
societario, elaborato dalla Commissione sulla base della relazione del
Gruppo di esperti ad alto livello (Gruppo Winter). Collegare l'Europa
Completamento ed estensione del mercato interno alla vigilia
dell'allargamento - L'UE è oggigiorno sempre più interdipendente e
collegata e noi dobbiamo assicurare l'eliminazione delle strozzature e delle
barriere che si frappongono a tale integrazione. Un nuovo forte impulso per
completare e migliorare i risultati del mercato interno costituirà un
importante fattore di incremento della competitività in tutta l'Unione, con
vantaggi economici sia per i produttori che per i consumatori. Senza di ciò
andranno perduti vantaggi sostanziali nella crescita e nell'occupazione.
Aspetti orizzontali - Tenendo conto di tali elementi e assumendo come
presupposto per la futura azione la prossima strategia del mercato interno,
il Consiglio europeo: chiede l'effettiva applicazione da parte degli Stati
membri della legislazione già convenuta a livello di UE. In primo luogo,
gli Stati membri devono rinnovare gli sforzi per realizzare entro il luglio
2003 gli obiettivi di Stoccolma e di Barcellona per il recepimento delle
norme relative al mercato interno; i Consigli settoriali devono riferire,
nella prospettiva del Consiglio europeo di primavera del 2004, in merito ai
progressi compiuti nel recepimento delle misure da essi adottate; chiede
un'ulteriore riduzione degli aiuti di Stato e il riorientamento dell'aiuto
verso obiettivi orizzontali e prende atto con soddisfazione dell'intenzione
della Commissione di continuare le attività volte a semplificare e
ammodernare i regimi degli aiuti di Stato, concentrando l'attenzione sugli
aiuti che provocano le maggiori distorsioni; per quanto riguarda i servizi
di interesse generale, invita il Consiglio "Competitività" ad
adottare le necessarie decisioni procedurali per i futuri lavori al fine di
salvaguardarne la fornitura e il finanziamento, assicurando che la fornitura
di servizi pubblici sia compatibile con gli aiuti di Stato e le norme di
concorrenza dell'UE e che l'applicazione di tali aiuti e di tali norme non
comprometta la fornitura di servizi pubblici e che parimenti le disposizioni
finanziarie degli Stati membri non conducano a distorsioni del mercato per i
servizi commerciali; conferma le conclusioni del Consiglio europeo di
Barcellona su tale questione e invita il Consiglio ad esaminare il prossimo
Libro verde della Commissione che fa seguito alla richiesta del Consiglio
europeo di Barcellona relativa ad una proposta di direttiva quadro; invita
la Commissione a completare i lavori relativi alla strategia in materia di
servizi e prende atto della sua intenzione di presentare entro il 2003
proposte per una serie di misure volte ad eliminare gli ostacoli alla
prestazione transfrontaliera di servizi, tenendo conto delle esigenze della
protezione dei consumatori; tuttavia, gli Stati membri dovrebbero già
aumentare i loro sforzi per smantellare le barriere esistenti; prende atto
che una politica di concorrenza proattiva è essenziale per l'efficace
funzionamento del mercato interno. Essa dovrebbe essere portata avanti con
l'adozione definitiva della proposta riforma del regime delle fusioni prima
del Consiglio europeo di primavera del 2004; la nuova direttiva sulle
offerte pubbliche d'acquisto dovrebbe essere adottata al più presto; il
pacchetto sugli appalti pubblici dovrebbe essere adottato entro il luglio
2003; chiede una politica dei consumatori che ponga i consumatori
legittimati al centro di un mercato interno competitivo, dando il seguito
appropriato al Libro verde sulla protezione dei consumatori, e progredendo
verso un efficace mercato unico del credito grazie alla direttiva sul
credito al consumo; chiede l'adozione definitiva del pacchetto fiscale e
invita a proseguire gli sforzi volti a far fronte alla concorrenza sleale in
materia fiscale e eliminare gli ostacoli al mercato interno creati dal
regime fiscale. Aspetti settoriali Il completamento delle riforme già
convenute dal Consiglio europeo creerà nuove opportunità di lavoro, di
investimenti e di migliore qualità dei servizi. Per quanto concerne
l'energia, il Consiglio europeo: chiede la rapida adozione definitiva e
l'effettiva attuazione delle direttive e del regolamento relativi al mercato
interno dell'elettricità e del gas conformemente alle conclusioni di
Barcellona; invita il Consiglio a concordare la normativa in sospeso
relativa al finanziamento e ad elaborare misure volte a rafforzare le
infrastrutture e le reti energetiche in conformità delle conclusioni di
Barcellona; sottolinea l'importanza di raggiungere in tempi rapidi un
accordo su proposte per il rafforzamento della cooperazione nella gestione
delle scorte di gas e di petrolio dell'UE; invita gli Stati membri a creare
condizioni quadro appropriate per incoraggiare gli investimenti privati
nelle infrastrutture energetiche; prende atto dell'intenzione della
Commissione di presentare una relazione sugli effetti degli strumenti di
commercializzazione dei diritti di emissione su altri strumenti nel settore
dell'energia. Per quanto riguarda i trasporti, il Consiglio europeo: invita
il Consiglio "Trasporti" a raggiungere rapidamente un accordo
finale sul secondo pacchetto ferroviario, nonché ad adottare rapidamente il
Cielo unico europeo e i servizi portuali; esorta il Consiglio ad accelerare
i suoi lavori in modo da conferire un mandato alla Commissione per la
negoziazione di un accordo in materia di cieli aperti con gli Stati Uniti;
chiede la piena e rapida attuazione delle conclusioni di Barcellona su
Galileo, intraprendendo ulteriori iniziative per consolidare i lavori già
avviati per la costituzione dell'impresa comune al fine di portare avanti il
progetto mediante la selezione del concessionario e assicurare le necessarie
assegnazioni di frequenze; sollecita una soluzione urgente del problema
della ripartizione dei contributi di bilancio nell'ambito dell'Agenzia
spaziale europea; Nel settore delle reti transeuropee il Consiglio europeo:
invita il Consiglio, alla luce delle conclusioni del Consiglio europeo di
Barcellona e sulla scorta della relazione del Gruppo Van Miert ad alto
livello, a definire le condizioni e gli orientamenti necessari in termini di
"connettività", specialmente nella prospettiva dell'allargamento,
ai fini di un uso più razionale e di un miglioramento delle infrastrutture
esistenti completandone nel contempo (nel corso del prossimo periodo di
programmazione) i collegamenti mancanti, riducendo le strozzature in regioni
quali le Alpi, i Pirenei, il Massiccio Centrale e il Mar Baltico, in
particolare quelli connessi alle barriere naturali transfrontaliere,
promuovendo gli investimenti nelle infrastrutture di base attraverso gli
strumenti di finanziamento dell'UE disponibili e iniziative congiunte tra
pubblico e privato; invita la Commissione, la Bei e altre istituzioni
finanziarie internazionali ad esaminare eventuali iniziative a sostegno dei
grandi progetti infrastrutturali nei trasporti, nell'energia e nelle
telecomunicazioni nell'Europa sudorientale, in particolare nei paesi dei
Balcani occidentali, in cooperazione con tutti i paesi interessati. Nel
settore dei servizi finanziari, il Consiglio europeo: invita il Consiglio a
completare rapidamente il piano d'azione per i servizi finanziari. Ciò
richiederà una corretta ed efficace attuazione delle direttive esistenti e
l'adozione, entro il 2003, delle direttive relative alle pensioni e ai
prospetti e, entro aprile 2004, delle direttive concernenti i servizi di
investimento e la trasparenza; invita il Consiglio e la Commissione ad
operare per ridurre gli ostacoli che si frappongono alla creazione di un
autentico mercato europeo dei capitali di rischio, in grado di sostenere
l'imprenditorialità, e ad esaminare tra l'altro gli ostacoli agli
investimenti degli investitori istituzionali (fondi pensionistici) sui
mercati dei capitali di rischio. Creazione dell'economia basata sulla
conoscenza - Il livello di crescita a medio termine in Europa dipende
dall'utilizzazione di nuove fonti di crescita. L'efficacia e l'aumento degli
investimenti pubblici e privati in tutti i settori della catena della
conoscenza costituisce un fattore chiave nella creazione di manodopera
qualificata e dell'innovazione necessaria per sostenere la competitività.
Occorre mantenere lo slancio dello spazio europeo della ricerca e
dell'innovazione e della società dell'informazione. Alla luce di tali
elementi, il Consiglio europeo sollecita gli Stati membri a adottare
un'azione concreta, in base al prossimo piano d'azione della Commissione in
materia di R&S, per promuovere maggiori investimenti delle imprese nella
R&S e nell'innovazione al fine di progredire verso l'obiettivo di
Barcellona dell'avvicinamento al 3% del Pil. Il Consiglio europeo chiede il
rafforzamento dello spazio europeo della ricerca e dell'innovazione a favore
di tutti nell'UE allargata, mediante: l'applicazione del metodo di
coordinamento aperto a sostegno della politica in materia di ricerca e
innovazione in settori quali l'azione volta a conseguire l'obiettivo del 3%
del PIL per gli investimenti in materia di R&S o a sviluppare le risorse
umane nella scienza e nella tecnologia e l'istituzione di un meccanismo per
valutare i progressi compiuti e la relativa efficacia; la creazione di
piattaforme tecnologiche europee che raggruppino il know-how tecnologico, le
industrie, gli organismi di regolamentazione e le istituzioni finanziare al
fine di elaborare un'agenda strategica per le tecnologie di punta, in
settori quali la genomica delle piante o la transizione all'idrogeno come
combustibile; il pieno sfruttamento del potenziale offerto dal sesto
programma quadro e dai programmi nazionali a sostegno dello spazio europeo
della ricerca e dell'innovazione, con particolare attenzione alla
cooperazione con le organizzazioni e attività intergovernative europee di
ricerca allo scopo di potenziare la partecipazione delle Pmi alla ricerca e
all'innovazione; la presa d'atto del Libro verde sulla politica spaziale al
fine di progredire verso un'autentica politica spaziale europea e l'adozione
entro il 2003 di un quadro per una strategia comune Ce/Esa nel settore
spaziale; la prosecuzione attiva, da parte degli Stati membri e della
Commissione, della tabella di marcia convenuta nel settore della
biotecnologia e la rapida messa a punto e attuazione della necessaria
normativa; il rafforzamento dei legami tra ricerca e impresa, la promozione
dello sfruttamento dei risultati della R&S e l'incoraggiamento alla
creazione di aziende "spin-off" (ossia aziende che nascono da
altre aziende) e alla mobilità dei ricercatori, invitando le imprese a
creare un foro ad alto livello per favorire tali legami; la promozione di
una migliore comprensione della scienza nella società. Il Consiglio europeo
riconosce il ruolo che la R&S in materia di difesa e sicurezza potrebbe
svolgere per promuovere le tecnologie di punta, stimolando così
l'innovazione e la competitività; accoglie con favore la comunicazione
della Commissione relativa alla definizione di una politica dell'UE per gli
acquisti nel settore della difesa; invita il Consiglio ad analizzare il
ruolo della R&S finalizzate agli acquisti nel settore della difesa nel
contesto delle attività complessive di R&S dell'Unione, compresa
l'eventuale creazione da parte del Consiglio di un'agenzia intergovernativa
per lo sviluppo e l'acquisizione delle capacità di difesa. Il Consiglio
europeo riconosce l'importanza dell'innovazione nello sviluppo di nuovi
prodotti, servizi e modus operandi in campo commerciale; invita gli Stati
membri e la Commissione a adottare ulteriori azioni per creare le condizioni
alle quali le imprese innovano, in particolare associando la ricerca alle
conoscenze specialistiche di natura finanziaria e imprenditoriale; sollecita
la creazione di un quadro di obiettivi comuni volti a rafforzare
l'innovazione nell'UE, nonché di un meccanismo di valutazione per fare
l'inventario dei progressi compiuti. Il Consiglio europeo invita la
Commissione e gli Stati membri a migliorare lo sfruttamento dei diritti di
proprietà intellettuale introducendo misure contro la contraffazione e la
pirateria, che scoraggiano lo sviluppo di un mercato di beni e servizi
digitali; a proteggere i brevetti relativi a invenzioni attuate per mezzo di
elaboratori elettronici. Esprime la propria soddisfazione per l'approccio
politico comune sul brevetto comunitario raggiunto questo mese in sede di
Consiglio, ed invita il Consiglio ad ultimare rapidamente i relativi lavori.
Le comunicazioni elettroniche rappresentano un possente motore di crescita,
competitività e occupazione nell'Unione europea e occorre agire ora per
consolidare questa forza e contribuire al conseguimento degli obiettivi di
Lisbona. Dobbiamo imprimere ulteriore slancio alla società
dell'informazione ponendo l'accento, in particolare, sulle reti e sui
servizi imprescindibili per un'economia basata sulla conoscenza. In linea
con la recente valutazione, ad opera della Commissione, della situazione nel
settore delle telecomunicazioni e con il piano d'azione eEurope 2005 occorre
a tal fine: attuare in maniera tempestiva, efficace e coerente, entro il
luglio 2003, il nuovo quadro normativo per le comunicazioni elettroniche;
promuovere la e-partecipazione e l'eliminazione degli ostacoli tecnici,
giuridici o di altro tipo che si frappongono ad un'effettiva partecipazione
delle persone con disabilità all'economia e alla società basate sulla
conoscenza; scambiare esperienze e migliori prassi in materia di sviluppo di
reti e servizi a banda larga nei settori della pubblica amministrazione,
assistenza sanitaria, apprendimento e commercio on line; adottare la
direttiva concernente il riutilizzo di documenti del settore pubblico e
creare una rete e un'agenzia europee per la sicurezza delle informazioni
entro la fine del 2003; valutare, laddove opportuno, nuove questioni che
sorgano contestualmente allo sviluppo delle comunicazioni mobili di 3G,
quale la cooperazione nello sviluppo di applicazioni e servizi di 3G nonché
la necessità di fornire trasparenza per quanto attiene agli obblighi di
installazione ed esplorare le possibilità di approcci coerenti, tra l'altro
le scadenze per l'introduzione e la ripartizione dello spettro; a tale
riguardo il Consiglio europeo prende atto dell'intenzione della Commissione
di chiarire le questioni connesse alla messa in comune delle infrastrutture
di rete; una diffusione accelerata delle comunicazioni a banda larga; a tale
riguardo il Consiglio europeo esorta gli Stati membri ad attuare strategie
nazionali in materia di Internet a banda larga ad alta velocità entro la
fine del 2003 e a porsi l'obiettivo di un consistente incremento dei
collegamenti Internet ad alta velocità entro il 2005; definire, nel
rispetto degli attuali regolamenti sui fondi strutturali, orientamenti in
materia di criteri e modalità di attuazione dei fondi strutturali a
sostegno del settore delle comunicazioni elettroniche, specialmente per
quanto concerne le comunicazioni a banda larga, in particolare nelle zone
rurali e periferiche geograficamente isolate e scarsamente popolate; a tale
riguardo il Consiglio europeo invita la Commissione a fornire tali
orientamenti entro il primo semestre del 2003; potenziare, laddove
opportuno, le iniziative nazionali di ricerca, nonché le iniziative
nazionali congiunte e coordinate, ad esempio del tipo Eureka, al fine di
stimolare e sostenere la R&S privata nel settore delle tecnologie delle
comunicazioni elettroniche; che la Commissione riferisca in merito agli
sviluppi nel settore delle telecomunicazioni in tempo utile per il Consiglio
europeo di primavera del 2004. Il Consiglio europeo esprime il proprio
compiacimento per la nuova "Iniziativa innovazione 2010" della
Banca europea per gli investimenti, con una dotazione indicativa di crediti
di 20 miliardi di EUR per il 2003-2006, volta a sostenere gli obiettivi di
Lisbona e di Barcellona aumentando i crediti disponibili per l'innovazione,
la R&S e l'istruzione, nonché per la creazione e la diffusione delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Investire nel capitale
umano è un requisito preliminare ai fini della promozione della
competitività europea, del conseguimento di tassi elevati di crescita e di
occupazione e della transizione a un'economia basata sulla conoscenza. A
tale riguardo il Consiglio europeo formula i seguenti inviti: attuare il
programma decennale relativo agli obiettivi per i sistemi di istruzione,
dimostrando in tal modo il contributo dell'istruzione e della formazione
alla crescita economica, avvalendosi tra l'altro della valutazione
comparativa per individuare le migliori prassi e assicurare investimenti
effettivi ed efficaci in risorse umane; proseguire i lavori nei settori
tanto dell'istruzione quanto della formazione professionali, nonché nel
settore dell'istruzione superiore, e contribuire ad accrescere la mobilità
e le opportunità all'interno dell'Unione promuovendo una maggiore
trasparenza, il riconoscimento e la garanzia della qualità delle
qualifiche; nei sistemi di istruzione e di formazione, porre l'accento sulle
conoscenze di base, le lingue, lo sviluppo dell'alfabetismo digitale e
l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; adottare entro il giugno 2003
i programmi e-Learning e Erasmus-World; che il Consiglio
"Istruzione", in considerazione del più ampio ruolo
dell'istruzione e i suoi aspetti culturali, ricerchi modalità atte a
promuovere tale ruolo in una prospettiva europea, nel pieno rispetto della
sussidiarietà, e presenti una relazione al Consiglio europeo di primavera
del 2005. Ammodernare il modello sociale europeo Nuovi e migliori posti di
lavoro per tutti Migliorare la situazione dell'occupazione è un elemento
centrale della strategia di Lisbona. Nuovi e migliori posti di lavoro
contribuiscono tanto alla crescita economica quanto a ridurre il rischio di
esclusione. La nuova prospettiva triennale degli orientamenti in materia di
occupazione, che dovranno essere approvati dal Consiglio europeo di giugno,
dovrebbe fornire una base per una strategia per l'occupazione semplificata e
più efficace. Vi è inoltre un'urgente necessità di accelerare il ritmo
della riforma dei mercati nazionali del lavoro individuando misure atte a
produrre rapidamente effetti positivi sui livelli di occupazione e sulla
crescita. Stando così le cose il Consiglio europeo: avalla i messaggi
fondamentali sul futuro della strategia europea per l'occupazione stabiliti
dal Consiglio "Occupazione", inclusi gli obiettivi generali in
essi illustrati: piena occupazione mediante l'incremento dei tassi
occupazionali, qualità e produttività sul lavoro, coesione e mercato del
lavoro inclusivo, che sono obiettivi correlati e di reciproco supporto;
conferma che la strategia per l'occupazione svolge un ruolo guida nella
realizzazione degli obiettivi della strategia di Lisbona in materia di
occupazione e mercato del lavoro e riconosce che essa ha chiaramente
contribuito ai progressi compiuti negli ultimissimi anni; chiede che la
nuova prospettiva triennale di orientamenti in materia di occupazione
fornisca una base stabile per una strategia semplificata e più efficace e
che essi e gli indirizzi di massima per le politiche economiche operino in
modo coerente; gli orientamenti dovrebbero essere in numero limitato, mirare
ai risultati e consentire agli Stati membri di individuare l'insieme
appropriato di azioni, tenendo conto delle tradizioni e prassi nazionali.
Essi dovrebbero essere sostenuti da obiettivi adeguati; chiede che gli
orientamenti in materia di occupazione affrontino le tematiche seguenti:
misure attive e preventive per i disoccupati e le persone inattive; rendere
il lavoro remunerativo; accrescere l'offerta di manodopera e la
partecipazione; imprenditorialità, mutamenti e adattabilità; sviluppo del
capitale umano e dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; parità
di genere; integrazione e discriminazioni sul mercato del lavoro; disparità
occupazionali regionali, tenendo conto al contempo del fatto che anche la
trasformazione del lavoro sommerso in lavoro regolare è una questione
centrale della strategia per l'occupazione, da affrontare in parallelo con
gli effetti dell'immigrazione sui mercati del lavoro. Il Consiglio europeo
esorta gli Stati membri a mantenere lo slancio della riforma dei mercati
nazionali dell'occupazione concentrandosi sui seguenti aspetti: riforme dei
regimi fiscali e previdenziali e loro interazione, affinché promuovano la
partecipazione alla forza lavoro e facciano fronte alle insidie della povertà
e della disoccupazione, accrescendo la domanda di manodopera e la
partecipazione, in particolare delle persone con prospettive di retribuzione
poco elevate; miglioramento dei sistemi di formazione dei salari, affinché
essi tengano conto della relazione tra l'evoluzione salariale, la stabilità
dei prezzi, la produttività, i livelli di formazione e le condizioni del
mercato del lavoro e ammodernamento della normativa del lavoro tenendo
presente l'esigenza di flessibilità e, parallelamente, di sicurezza, tra
l'altro allentando gli elementi eccessivamente restrittivi che incidono
sulle dinamiche del mercato del lavoro, rispettando nel contempo i ruoli
delle parti sociali conformemente alla prassi nazionale; miglioramento
dell'efficienza dei programmi per un mercato del lavoro attivo, migliorando
il follow-up e il monitoraggio; miglioramento della mobilità dei lavoratori
tra professioni, settori e regioni e attraverso le frontiere, ad esempio
migliorando la trasparenza e il riconoscimento tra sistemi di istruzione
professionale; incremento dell'offerta di manodopera in particolare tra gli
anziani, le donne, gli immigrati e i giovani; incoraggiare l'invecchiamento
attivo, scoraggiando gli incentivi al prepensionamento; riduzione degli
ostacoli e dei disincentivi per quanto riguarda la partecipazione femminile
alla forza lavoro, anche mediante migliori strutture per la custodia dei
bambini. Il Consiglio europeo invita la Commissione a costituire una Task
Force europea per l'occupazione, sotto la guida del sig. Wim Kok, per
svolgere un esame approfondito e indipendente delle principali sfide
politiche connesse all'occupazione e per individuare le misure pratiche di
riforma che possano produrre gli effetti più diretti e immediati sulla
capacità degli Stati membri di attuare la strategia europea riveduta per
l'occupazione e di raggiungerne gli scopi e gli obiettivi. La costituzione
della Task Force dovrebbe lasciare impregiudicate le disposizioni in materia
di occupazione contenute nel trattato; essa dovrebbe essere composta da un
numero ridotto di esperti altamente qualificati e in grado di riflettere i
punti di vista di tutte le parti sociali. La Task Force dovrebbe presentare
alla Commissione una relazione in tempo per la relazione comune
sull'occupazione di Commissione e Consiglio che sarà presentata al
Consiglio europeo di primavera del 2004. La relazione dovrebbe essere resa
pubblica. Il Consiglio si rallegra dell'intenzione della Commissione di
presentare una comunicazione relativa all'interazione tra immigrazione,
integrazione dei migranti regolari nelle società dell'UE e occupazione. È
necessario un approccio innovativo in materia di immigrazione nel contesto
della carenza di lavoratori qualificati e delle proiezioni e dei mutamenti
demografici nell'UE. Un'integrazione fluida degli immigrati regolari attuali
e futuri potrebbe svolgere un ruolo chiave in quest'approccio. Il Consiglio
europeo ritornerà su questa questione nella riunione di Salonicco del
giugno 2003. Il Consiglio europeo accoglie con favore l'istituzione di un
vertice sociale tripartito per la crescita e l'occupazione. Il primo
vertice, che si è tenuto prima di questo Consiglio europeo, ha sottolineato
il contributo importante che le parti sociali possono apportare alla
strategia europea per l'occupazione e agli obiettivi di Lisbona grazie al
programma di lavoro congiunto da esse concordato di recente. Il Consiglio
europeo inoltre: si rallegra del rafforzamento dell'attuazione, del
coordinamento e del follow-up della parità tra i sessi e dell'integrazione
della prospettiva di genere nell'Unione europea; al fine di monitorare i
progressi compiuti, invita la Commissione ad elaborare, in collaborazione
con gli Stati membri, una relazione annuale al Consiglio europeo di
primavera in merito agli sviluppi in direzione della parità tra i sessi e
agli orientamenti in materia di integrazione della prospettiva di genere
nelle politiche settoriali; esorta a mantenere lo slancio del piano d'azione
per le competenze e la mobilità, tra l'altro raggiungendo entro la fine del
2003 un accordo politico sulla direttiva sul mutuo riconoscimento delle
qualifiche, nonché attraverso l'adozione delle decisioni necessarie ad
assicurare che la tessera di assicurazione sanitaria europea possa iniziare
ad essere utilizzata a partire dall'estate del 2004; esorta a passare in
rassegna gli sforzi in atto volti a migliorare la qualità del lavoro,
plaude all'intenzione della Commissione di elaborare una relazione sulla
qualità nel lavoro entro la fine del 2003. Esorta a raggiungere un accordo,
entro il dicembre 2003, in materia di lavoro temporaneo tramite agenzia.
Solidarietà e coesione sociale - L'Unione è impegnata a promuovere un
elevato livello di coesione sociale fondato sui principi di solidarietà e
di inclusione sociale. Al fine di garantirne l'adeguatezza e la sostenibilità
a lungo termine, in particolare in un contesto di invecchiamento della
popolazione, è necessario intensificare gli sforzi già avviati dagli Stati
membri per ammodernare i propri sistemi di previdenza sociale. È necessaria
una forte interazione, con effetto di mutuo rafforzamento, tra le politiche
dell'occupazione e della protezione sociale. La lotta contro l'esclusione
sociale richiede, oltre alla politica occupazionale, l'integrazione di
quest'obiettivo in tutti i pertinenti aspetti della politica, riconoscendo
che esso rientra innanzitutto nelle responsabilità degli Stati membri e
delle loro autorità regionali e locali. Stando così le cose, il Consiglio
europeo: saluta con favore la relazione congiunta del Consiglio e della
Commissione in materia di pensioni adeguate e sostenibili e il fatto che
essa si concentri sulla necessità di una sostenibilità finanziaria atta a
garantire un sistema di pensioni adeguate in un'epoca di invecchiamento
della popolazione e invita gli Stati membri ad assicurare l'attuazione di
ulteriori riforme dei sistemi pensionistici, compresa una maggiore
occupazione degli anziani; invita a proseguire l'applicazione del metodo di
coordinamento aperto nel settore pensionistico, nonché a riesaminare nel
2006 i progressi compiuti anche per i nuovi Stati membri, continuando con la
prassi della cooperazione tra il Comitato per la protezione sociale e il
Comitato di politica economica. È chiaramente necessario continuare a
sviluppare indicatori riguardanti l'adeguatezza, la sostenibilità
finanziaria e la modernizzazione dei sistemi pensionistici; invita il
Consiglio e la Commissione a mantenere l'impulso alla cooperazione mediante
la realizzazione di studi specifici che vertano sulle sfide comuni cui sono
confrontati i sistemi pensionistici; saluta con favore la relazione comune
del Consiglio e della Commissione sui servizi sanitari e l'assistenza a
lungo termine agli anziani e l'intensificazione della cooperazione negli
scambi su questo tema, sulla scorta di ulteriori proposte che la Commissione
dovrebbe presentare entro l'autunno 2003; invita il Consiglio ad adoperarsi,
accelerando il processo di ammodernamento del regolamento n. 1408/71, per un
ulteriore miglioramento e semplificazione delle disposizioni comunitarie
sullo sfondo dei problemi che i movimenti transfrontalieri dei cittadini
europei pongono nel settore della sicurezza sociale, in linea con il
calendario stabilito dal Consiglio europeo di Barcellona. Il Consiglio
europeo invita la Commissione a riferire in tempo per il Consiglio di
primavera del 2004 in merito al miglioramento nel contesto generale delle
politiche in materia di protezione sociale, ponendo una maggiore enfasi
sull'efficacia degli incentivi (ad esempio: regimi previdenziali,
conciliazione della vita familiare e professionale, misure per gli anziani)
e identificando le migliori pratiche. Invita altresì la Commissione a
riferire sull'opportunità di semplificare e snellire i vari elementi dei
lavori sulla protezione sociale riunendoli in un quadro coerente nell'ambito
del metodo di coordinamento aperto. Ciò dovrebbe chiarire in che modo
questi obiettivi possano essere conseguiti entro il 2006, fermo restando il
pieno rispetto della sussidiarietà e delle competenze nazionali in
relazione all'organizzazione e al finanziamento della protezione sociale. Il
Consiglio europeo invita gli Stati membri a fissare, nei rispettivi piani
d'azione nazionali che dovranno essere presentati entro il luglio 2003,
adeguati obiettivi nazionali per ridurre significativamente entro il 2010 il
numero di persone che rischiano la povertà e l'esclusione sociale.
Caldeggia la presentazione della seconda serie di piani d'azione nazionali
per l'inclusione sociale e della relazione congiunta sull'inclusione prima
del Consiglio europeo di primavera del 2004 e sottolinea l'importanza di
condividere le migliori pratiche nel settore dell'inclusione sociale, di
mirare l'assistenza ai gruppi sottorappresentati e svantaggiati, compresi i
migranti, e di incoraggiare la responsabilità sociale. Nell'Anno europeo
delle persone con disabilità si dovrebbe compiere uno sforzo particolare
per assicurare a tali persone un'integrazione migliore nella società e nel
mercato del lavoro. Garantire risultati per la dimensione ambientale dello
sviluppo sostenibile Invertire le tendenze non sostenibilii- Lo sviluppo
economico e sociale non sarà sostenibile nel lungo periodo se non si
intraprenderanno azioni volte a contenere le pressioni ambientali e a
preservare le risorse naturali nel contesto della strategia globale per lo
sviluppo sostenibile varata a Göteborg. Ciò deve comprendere azioni intese
a dissociare il degrado ambientale e l'uso delle risorse dalla crescita
economica. Malgrado qualche progresso, le preoccupanti tendenze osservate
allorché è stata varata la strategia non sono state invertite e occorre
pertanto dare un nuovo impulso. Posto quanto precede, il Consiglio europeo:
invita gli Stati membri ad accelerare i progressi verso il conseguimento dei
traguardi fissati nel protocollo di Kyoto, compresa la riduzione delle
emissioni di gas a effetto serra, l'aumento della quota di energia
rinnovabile, la fissazione, a livello di Unione europea, di un traguardo
indicativo per l'energia rinnovabile pari al 12% del fabbisogno di energia
primaria e al 22% del fabbisogno di energia elettrica entro il 2010 e
l'incoraggiamento dei traguardi nazionali, una maggiore efficienza
energetica, invitando il Consiglio "Ambiente" ad esaminare la
fissazione di traguardi indicativi secondo modalità efficaci in termini di
costi e che comportino effetti di distorsione minimi e il raggiungimento di
un accordo definitivo sulla direttiva relativa agli scambi di emissioni;
esorta il Consiglio a adottare, prima del Consiglio europeo di Salonicco, il
programma "Energia intelligente per l'Europa" ed esprime il
proprio compiacimento per l'accordo recentemente intervenuto in merito alla
direttiva relativa alla promozione dei biocarburanti per i trasporti,
avallando la fissazione di traguardi indicativi nazionali coerenti con il
valore di riferimento del 5,75% per l'impiego di biocarburanti a fini di
trasporto entro il 2010; plaude all'intenzione della Commissione di
presentare, sulla scorta della sua comunicazione imminente, proposte
finalizzate allo sviluppo di un quadro comunitario per le tariffe delle
infrastrutture di trasporto nonché una proposta per l'eurobollo entro
giugno 2003; accoglie con favore, fatto salvo il parere del Parlamento
europeo, l'accordo sulla tassazione dei prodotti energetici raggiunto dai
Ministri delle finanze sulla scorta del compromesso della presidenza,
modificato nella sessione del Consiglio Ecofin del 19 marzo; esorta il
Consiglio Ecofin ad incoraggiare la riforma delle sovvenzioni che hanno
effetti negativi considerevoli sull'ambiente e sono incompatibili con lo
sviluppo sostenibile; sollecita il Consiglio ad accelerare i lavori per una
gestione più responsabile delle risorse naturali, compresa un'azione
destinata a permettere di conseguire gli obiettivi del 2010 in materia di
diversità biologica e del 2015 per gli stock ittici. Sollecita altresì una
messa a punto e una attuazione urgenti della nuova legislazione europea in
materia di prodotti chimici, secondo quanto convenuto a Göteborg. Anche la
tecnologia svolge un ruolo importante per il conseguimento degli obiettivi
di sostenibilità di Lisbona. Il Consiglio europeo prende atto
dell'intenzione della Commissione di mettere a punto, entro la fine del
2003, il piano d'azione sulle tecnologie ambientali per rimuovere gli
ostacoli allo sviluppo e all'uso delle tecnologie pulite. Prende altresì
atto del ruolo che siffatte tecnologie svolgono per realizzare obiettivi sia
ambientali che in materia di competitività e invita: a porre l'accento
sullo sviluppo di nuovi carburanti e tecnologie, come strumenti essenziali
per muovere verso un sistema dei trasporti sostenibile, attraverso il
partenariato con l'industria, e con il pieno contributo dell'UE per quanto
riguarda l'elaborazione di norme internazionali per nuovi carburanti e
tecnologie destinati ai veicoli e relative infrastrutture, onde far sì che
la nostra industria possa efficacemente competere in questo settore di
mercato in fase di crescita; l'UE ad esaminare il suo approccio in materia
di ricerca e sviluppo per far sì che le innovazioni ambientali e le
innovazioni di punta quali le pile a combustibile siano trattate come
priorità e che tutte le sinergie siano sfruttate al massimo livello; la
Commissione a riferire sul miglioramento dell'efficacia dei programmi Ehip,
Life e del 6° programma quadro sullo sviluppo di nuove tecnologie
ambientali, ivi compresi nuovi carburanti e tecnologie per i veicoli, e per
quanto riguarda la loro immissione sul mercato. Sicurezza marittima - Sulla
scia dell'incidente della Prestige il Consiglio europeo rinnova i sensi
della sua solidarietà ai paesi, regioni e popolazioni coinvolti. Facendo
seguito alle misure annunciate nel Consiglio di dicembre, il Consiglio
europeo sollecita: una rapida attuazione delle misure adottate dal Consiglio
e dal Parlamento dopo l'incidente dell'Ericka (rafforzamento dei controlli
nei porti, miglior controllo delle società di classificazione, designazione
di porti di rifugio, istituzione di sistemi di monitoraggio del traffico
navale ed informazione nelle acque comunitarie); un esame e un'attuazione
rapidi da parte del Consiglio, della Commissione e degli Stati membri delle
misure connesse alla catastrofe della Prestige sulla base della
comunicazione della Commissione; il Consiglio (Trasporti) a giungere ad un
accordo il 27 marzo sulla proposta della Commissione che limita il trasporto
di gasolio pesante in petroliere monoscafo e accelera il calendario per il
ritiro di tali petroliere nonché sforzi coordinati da parte di tutti gli
Stati membri e della Commissione volti a stabilire quanto prima una norma
analoga su scala mondiale, mediante una modifica della convenzione Marpol;
un sostegno ai lavori in corso in sede di Imo volti a elaborare un codice
dello Stato di bandiera ed un sistema modello di audit vincolante che
assicuri che gli Stati di bandiera eseguano i loro compiti in base alle
convenzioni internazionali; l'adozione, prima della fine del 2003, sulla
scorta della recente proposta della Commissione, di un sistema di sanzioni,
comprese sanzioni penali per i reati connessi all'inquinamento, fondato su
basi giuridiche appropriate; la Commissione ad esaminare tutte le possibili
misure atte a garantire un'efficace mobilitazione delle attrezzature
antinquinamento necessarie (comprese le navi adibite al disinquinamento) per
assistere gli Stati membri che devono fronteggiare un problema di
inquinamento; il conferimento di un livello più elevato di responsabilità
per gli operatori del settore dei trasporti marittimi mediante l'emendamento
delle pertinenti disposizioni della Convenzione sulla responsabilità
civile; in termini di indennizzo delle vittime dell'inquinamento, ivi
compreso il danno ambientale, gli Stati membri a perseguire, nell'ambito
della prossima conferenza diplomatica in sede di Imo che si terrà in
maggio, un aumento dell'attuale massimale di indennizzo, fino ad un miliardo
di EUR; qualora non si raggiunga un risultato positivo in sede Imo, a
lavorare sulla proposta esistente di regolamento che istituisce un Fondo
speciale europeo con una dotazione di 1 miliardo di EUR, nella prospettiva
di creare il Fondo prima della fine dell'anno e facendo ricorso il più
possibile a finanziamenti privati; ad esaminare possibilità, nel quadro
della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, per prevedere
una migliore protezione per gli Stati costieri; a migliorare il
coordinamento tra l'Unione e l'IMO, nonché con gli Stati limitrofi, ivi
compresa la Russia, al fine di individuare le modalità e gli strumenti atti
a fornire una protezione adeguata conformemente al diritto internazionale,
in particolare mediante l'istituzione di zone particolarmente sensibili; si
dovrebbe migliorare anche la cooperazione con gli Stati limitrofi volta ad
assicurare la sicurezza del trasporto di prodotti petroliferi in severe
condizioni di ghiaccio. Politiche e strumenti per assicurarne la
realizzazione - Per realizzare l'intera serie di riforme proposte a Göteborg,
è essenziale che le istituzioni dell'Unione europea e gli Stati membri si
adoperino per rafforzare l'efficacia e la coerenza di processi, strategie e
strumenti esistenti. A tal fine può essere d'ausilio rafforzare il processo
di Cardiff sull'integrazione delle considerazioni ambientali nelle politiche
settoriali e sviluppare obiettivi globali e specifici per settore in materia
di disaccoppiamento, migliorare gli indicatori strutturali connessi
all'ambiente e verificare i progressi, nonché individuare le migliori
pratiche. Il Consiglio europeo prende atto dell'intenzione della
Commissione: di effettuare un resoconto annuale del processo di Cardiff
sull'integrazione delle considerazioni ambientali ed un riesame periodico
della politica ambientale, nonché di riferire al riguardo entro tempi che
permettano di tener conto dei risultati di tali attività all'atto
dell'elaborazione della sua futura relazione di primavera, a decorrere dal
2004; di aggiornare e rivedere nell'ambito del coordinamento generale del
Consiglio (Affari generali e relazioni esterne), in tempo per l'annuale
Consiglio europeo di primavera, a decorrere dal 2004, l'attuale tabella di
marcia per il follow-up delle conclusioni di Göteborg; il Consiglio
dovrebbe avvalersene quale strumento di attuazione pratico e dinamico
fornendo un quadro preciso degli obiettivi, delle finalità e delle
rispettive responsabilità. Il quadro giuridico a sostegno degli obiettivi
ambientali di Lisbona deve essere sviluppato ulteriormente. Il Consiglio
europeo invita a raggiungere, se possibile entro aprile del 2004, un accordo
definitivo sulla direttiva relativa alla responsabilità ambientale, quale
mezzo concreto di attuazione del principio "chi inquina paga";
invita gli Stati membri a ratificare e attuare senza indugio la convenzione
di Aarhus, e il Consiglio ad adottare entro la metà del 2004 proposte per
una direttiva sull'accesso alla giustizia e per uno strumento legislativo
che stabilisca le modalità secondo le quali le istituzioni dell'UE devono
adempiere alle disposizioni dei tre pilastri di tale convenzione. Promozione
dello sviluppo sostenibile a livello mondiale - Tenendo presente la necessità
di una coerenza globale fra le politiche interne e quelle esterne, il
Consiglio europeo sottolinea che l'Unione è attivamente impegnata a
mantenere il suo ruolo guida nella promozione dello sviluppo sostenibile a
livello mondiale, traducendo in azioni concrete le ambizioni politiche
concordate a Johannesburg, Doha e Monterrey secondo i seguenti orientamenti:
assicurare un efficace follow-up dei nuovi obiettivi convenuti a
Johannesburg in materia di approvvigionamento idrico e strutture
igienico-sanitarie, protezione dell'ambiente marino, popolazioni ittiche
depauperate, prodotti chimici e risorse naturali, comprese le foreste e la
diversità biologica; assicurare un efficace follow up dell'impegno assunto
a Monterrey in merito al conseguimento dell'obiettivo dello 0,7% per l'Apsrafforzare
la responsabilità sociale e ambientale delle aziende sia a livello di
Unione che internazionale; prevedere mezzi per promuovere scambi commerciali
sostenibili ed equi, segnatamente sviluppando incentivi a scambiare beni
prodotti in modo sostenibile e incoraggiando crediti all'esportazione
conformi allo sviluppo sostenibile; sviluppare e attuare ulteriormente le
iniziative dell'UE "Acqua per la vita" e "Energia per l'eradicazione
della povertà e lo sviluppo sostenibile"; ontribuire all'elaborazione
di strategie regionali di sviluppo sostenibile, ad esempio in base
all'esperienza maturata nel contesto del processo Eromed; laborare
tempestivamente, tanto a livello internazionale quanto a livello dell'UE, il
quadro decennale di programmi in materia di consumo e produzione
sostenibili, nella quale l'UE dovrebbe assumere un ruolo guida; esortare le
altre Parti, in particolare la Federazione russa, a ratificare il protocollo
di Kyoto, per consentirne la tempestiva entrata in vigore; rafforzare il
governo mondiale dell'ambiente, il che potrebbe condurre a promuovere l'Unep
agenzia specializzata delle Nazioni Unite dotata di un ampio mandato in
materia ambientale. Asilo - Il Consiglio europeo ha preso atto della lettera
del Regno Unito sulle nuove impostazioni in materia di protezione
internazionale ed ha invitato la Commissione a studiare ulteriormente tali
idee, in particolare assieme all'Uhcr, e a riferire al riguardo, tramite il
Consiglio, al Consiglio europeo del giugno 2003. Trarre pieno beneficio da
un'UE allargata, attraverso l'attuazione degli obiettivi di Lisbona -
allargamento accresce il potenziale di crescita economica. Nel raccogliere i
benefici di un'Unione Europea a 25, dobbiamo ispirarci ai valori
fondamentali del processo di Lisbona: spirito imprenditoriale, gestione
pubblica sana e trasparente, politiche economiche orientate alla crescita e
alla stabilità. Affermando la volontà pubblica di realizzare gli obiettivi
di Lisbona miglioriamo le condizioni quadro necessarie affinché il settore
privato cresca e tragga giovamento da un mercato unico allargato. Ciò è
inoltre necessario per rafforzare la fiducia del settore privato e per
contribuire agli investimenti necessari all'interconnessione della nuova
Europa in termini di trasporto e di energia. L'UE a 25 fornisce inoltre
nuove possibilità di scambi di idee e promuove in tal modo la ricerca e lo
sviluppo. Lo Spazio europeo della ricerca sarà ampliato a beneficio di
tutti. Una società dell'informazione senza emarginati collegherà i
cittadini in tutti i 25 paesi, vale a dire in tutta l'Europa. L'UE a 25 sarà
inoltre un leader ancora più forte a livello mondiale in materia di
sviluppo sostenibile, che attuerà gli impegni di Doha, Monterrey e
Johannesburg. Alargamento - trattato di adesione seguito del buon esito dei
negoziati di adesione con Cipro, la Repubblica ceca, l'Estonia, l'Ungheria,
la Lettonia, la Lituania, Malta, la Polonia, la Repubblica slovacca e la
Slovenia a Copenaghen nel dicembre 2002, il Consiglio europeo saluta con
favore i notevoli sforzi di tutti coloro che hanno contribuito a mettere a
punto il trattato e l'atto di adesione affinché sia firmato ad Atene il 16
aprile 2003. Sarà un evento solenne che suggellerà la determinazione degli
Stati membri attuali e futuri ad associarsi per realizzare il progetto
europeo. Il Consiglio europeo sottolinea pertanto l'importanza di decisioni
rapide sia da parte del Parlamento che del Consiglio per assicurare il
rispetto del calendario prestabilito. L'esito positivo del referendum
tenutosi recentemente a Malta sull'adesione all'Unione europea costituisce
un primo passo importante sul cammino che conduce ad un'Europa più ampia di
pace, democrazia, stabilità e prosperità. L'Unione rende omaggio al popolo
maltese per la sua decisione ed esorta i popoli degli altri Stati aderenti a
cogliere l'opportunità di raccogliere i frutti dell'adesione,
concretizzando l'allargamento dal 1º maggio 2004. Iraq - L'inizio del
conflitto militare ci pone di fronte ad una situazione nuova. La nostra
speranza è che il conflitto si concluda con perdite di vite umane e
sofferenze minime. I nostri obiettivi comuni sono: Per quanto riguarda
l'Iraq: 'UE si impegna per l'integrità territoriale, la sovranità e la
stabilità politica e il pieno ed effettivo disarmo dell'Iraq in tutto il
suo territorio nonché per il rispetto dei diritti della popolazione
irachena, comprese tutte le persone appartenenti a minoranze; riteniamo che
l'Onuebba continuare a svolgere un ruolo centrale durante e dopo la crisi
attuale. Il sistema delle Nazioni Unite dispone di capacità uniche e di
esperienza pratica per il coordinamento dell'assistenza negli Stati che
escono da conflitti. Il Consiglio di sicurezza dovrebbe conferire alle
Nazioni Unite un fermo mandato per tale missione; Dbbiamo affrontare
urgentemente le principali esigenze umanitarie che scaturiranno dal
conflitto. L'UE si impegna a partecipare attivamente in tale settore,
conformemente ai principi stabiliti. Appoggiamo la proposta del Segretario
Generale dell'Onuhe si possa continuare a far fronte alle esigenze
umanitarie della popolazione irachena mediante il programma "Petrolio
in cambio di cibo"; esideriamo contribuire efficacemente a creare le
condizioni che consentiranno a tutti gli iracheni di vivere nella libertà,
dignità e prosperità sotto un governo rappresentativo, in pace con i suoi
vicini e come membro attivo della comunità internazionale. Il Consiglio
invita la Commissione e l'Alto Rappresentante ad esplorare i mezzi mediante
i quali l'UE può aiutare il popolo iracheno a conseguire questi obiettivi.
Per quanto riguarda il fronte regionale: esprimiamo solidarietà e rimaniamo
pronti a fornire assistenza ai paesi che si trovano ad affrontare problemi e
rischi in conseguenza del conflitto, ivi inclusi possibili flussi di
rifugiati. L'UE si impegnerà attivamente per sostenere la stabilità
regionale; esortiamo tutti i paesi della regione ad astenersi da azioni che
potrebbero condurre ad un'ulteriore instabilità; i paesi della regione
hanno anche una responsabilità particolare nella prevenzione degli atti di
terrorismo; continueremo a lavorare attivamente per dare nuova vitalità al
processo di pace in Medio oriente mediante la pubblicazione ed attuazione
immediata della tabella di marcia approvata dal Quartetto; approfondiremo il
nostro dialogo e la cooperazione con il mondo arabo e islamico in tutti i
settori. Ci auguriamo che sia presto possibile utilizzare proficuamente le
considerevoli opportunità offerte dal processo di Barcellona. Sul piano
internazionale: ribadiamo il nostro impegno riguardo al ruolo fondamentale
delle Nazioni Unite nel sistema internazionale e alla responsabilità
primaria del Consiglio di sicurezza per il mantenimento della pace e della
stabilità internazionali; siamo determinati a rafforzare la capacità
dell'Unione europea nel contesto della Pesc e della Pesd; restiamo convinti
che dobbiamo rafforzare il partenariato transatlantico, che resta una
priorità strategica fondamentale per l'Unione europea; a tale scopo, è
necessario un dialogo costante sulle nuove sfide regionali e mondiali;
continueremo a contribuire a rafforzare ulteriormente la coalizione
internazionale contro il terrorismo; intensificheremo inoltre le nostre
attività per una politica multilaterale globale, coerente ed efficace della
comunità internazionale al fine di prevenire la proliferazione delle armi
di distruzione di massa.Gli obiettivi summenzionati sono correlati e
complementari. Dovrebbero essere perseguiti parallelamente, attraverso
l'azione coordinata di tutti i principali attori internazionali. In questo
spirito, il ristabilimento dell'unità della comunità internazionale è un
imperativo assoluto. Medio Oriente - La crisi irachena rende ancor più
indispensabile affrontare e risolvere gli altri problemi della regione. Il
conflitto israelo-palestinese, in particolare, continua ad essere motivo di
grande preoccupazione. Entrambe le parti dovrebbero agire con la massima
moderazione. È l'ora del negoziato, del compromesso e della
riconciliazione, non quella del circolo vizioso dell'odio, del conflitto e
della violenza. Riconfermiamo il nostro pieno sostegno alla visione della
comunità internazionale di due Stati che vivono fianco a fianco in pace e
sicurezza, sulla base dei confini del 1967. Tutti gli interessati
condividono la responsabilità storica di trasformare questa visione in
realtà. La tabella di marcia approvata il 20 dicembre 2002 dal Quartetto
traccia la via per raggiungere una soluzione definitiva, equa e globale.
Essa deve essere pubblicata e attuata immediatamente, e al contempo è
necessario compiere progressi nei settori della sicurezza, della politica e
dell'economia. Rimaniamo pronti ad assistere le parti nell'attuazione della
tabella di marcia, insieme agli Stati Uniti, alla Russia e alle Nazioni
Unite. In questo spirito, accogliamo con compiacimento la dichiarazione del
14 marzo del Presidente Bush, in cui egli annuncia la sua intenzione di far
progredire la tabella di marcia. L'Unione europea accoglie con favore e
sostiene il dibattito in corso in seno all'Autorità e alla società civile
palestinesi vertente sulla promozione di una riforma politica di ampio
respiro. La nomina di un Primo Ministro dotato di sostanziali competenze è
un primo passo fondamentale a tale riguardo e imprimerà uno slancio
fondamentale al processo di pace. Il Consiglio europeo si rallegra della
firma, da parte del Presidente Arafat, dell'atto che crea la carica di Primo
Ministro, nonché della sua decisione di conferire a Mahmud Abbas tale
carica. L'Unione proseguirà nel suo impegno ed esorta tutte le parti a
sostenere coerenti sforzi volti a riformare e a ricostituire l'Autorità
palestinese. Sono urgentemente necessarie misure per porre fine alla
tragedia umanitaria nei territori palestinesi. L'UE reitera il suo appello a
Israele affinché muti radicalmente la sua politica in materia di
insediamenti, che costituisce un ostacolo per la pace tanto a breve quanto a
più lungo termine. Israele dovrebbe inoltre contribuire efficacemente agli
sforzi miranti alla riforma palestinese. Tutte le parti dovrebbero
adoperarsi per porre fine alla violenza. L'Unione europea ha compiuto e
continuerà a compiere ogni sforzo per pervenire alla pace in Medio Oriente,
a beneficio dei popoli della regione ma anche della pace e della stabilità
internazionali. Balcani Occidentali - Il Consiglio europeo ha condannato
vigorosamente l'assassinio del primo ministro serbo Zoran Djindjic. Ha
accolto con favore la nomina di nuovi governi in Serbia e Montenegro. Ha
fermamente sostenuto la determinazione del nuovo Primo Ministro serbo, Zoran
Zivkovic, a perseguire risolutamente le politiche promosse da Zoran Djindjic,
in particolare la lotta incessante contro la criminalità organizzata e la
corruzione, la completa democratizzazione delle strutture statali e la piena
cooperazione con l'Icty. A tal fine il Consiglio europeo ha offerto alla
nuova leadership il pieno sostegno dell'UE nell'attuazione delle necessarie
riforme, che consentiranno ulteriori progressi verso le strutture europee, e
in particolare l'UE. Il Consiglio europeo ha invitato l'Alto Rappresentante
e la Commissione a presentare proposte concrete in tal senso per il prossimo
Consiglio "Affari generali e relazioni esterne". Il Consiglio
europeo sostiene la rapida adesione di Serbia e Montenegro al Consiglio
d'Europa sulla base degli impegni richiesti da quest'ultimo. Il futuro dei
Balcani occidentali è all'interno dell'UE. Per renderlo sicuro si
richiedono una forte volontà politica e sforzi incessanti. L'Unione europea
s'impegna a sostenere pienamente gli sforzi dei paesi volti a consolidare la
democrazia e la stabilità e a promuovere lo sviluppo economico. Il subentro
dell'UE alla guida dell'operazione di polizia in Bosnia-Erzegovina e
dell'operazione militare nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia
costituisce un'ulteriore tangibile prova del nostro pieno impegno nei
confronti della regione. In particolare il Consiglio ha accolto con favore
l'avvio dell'operazione militare dell'UE nell'ex Repubblica jugoslava di
Macedonia, che il 31 marzo 2003 farà seguito all'operazione "Allied
Harmony" della Nato. Il Consiglio europeo, nel sottolineare che i
Balcani occidentali continuano a figurare tra le priorità dell'UE, ricorda
le conclusioni adottate nel dicembre 2002 a Copenaghen. Il vertice di
Salonicco del 21 giugno rappresenterà un passo nuovo e importante per
l'ulteriore rafforzamento della relazione tra l'UE ed i paesi dei Balcani
occidentali. In tale ottica il Consiglio europeo invita il Consiglio e la
Commissione ad esaminare modi e mezzi, basandosi anche sull'esperienza
acquisita nel processo di allargamento, per consolidare ulteriormente la
politica di stabilizzazione e di associazione dell'Unione nei confronti
della regione. Cipro - Il Consiglio europeo si rammarica che gli sforzi del
Segretario generale delle Nazioni Unite diretti a trovare una soluzione
globale per il problema di Cipro siano falliti. L'UE sostiene decisamente il
proseguimento della missione di mediazione del Segretario generale e dei
negoziati basati sulle sue proposte. Essa invita tutte le parti interessate
a compiere ogni sforzo verso una soluzione giusta, realizzabile e funzionale
e, in particolare, invita i dirigenti turco-ciprioti a rivedere la loro
posizione. Il Consiglio europeo ribadisce le decisioni prese a Copenaghen in
merito all'adesione di Cipro all'UE. Corea del Nord Il Consiglio europeo ha
avuto un breve scambio di vedute sulla Corea del Nord. Ha invitato la Corea
del Nord ad astenersi da qualsiasi azione che possa aggravare ulteriormente
la situazione. Ha ribadito che il mancato rispetto da parte della Corea del
Nord dei suoi obblighi internazionali in materia di armamenti nucleari è
motivo di grave preoccupazione per l'intera comunità internazionale e nuoce
ai suoi stessi interessi. Il Consiglio europeo ha ribadito la sua
disponibilità a contribuire a una soluzione diplomatica della crisi. L'UE
rimarrà in contatto con i principali attori. Il Consiglio europeo chiede al
Consiglio di tenere una sessione speciale sulla Corea del Nord e di invitare
i paesi limitrofi, in particolare il Giappone e la Corea del Sud, ad
effettuare uno scambio di opinioni con i ministri sulla situazione. Essa è
pronta a esaminare la possibilità di rafforzare la cooperazione con la
Corea del Nord qualora l'attuale crisi possa essere risolta in modo
soddisfacente.
STANCA
FIRMA LINEA DI CREDITO DI 3 MLN $ C ON BANCA INTER-AMERICANA PER SVILUPPARE
L'E-GOVERNMENT NELL'AMERICA LATINA
Milano, 24 marzo 2003 - L'Italia consolida il proprio ruolo guida nel
processo di crescita dell'e-Government nei Paesi in via di sviluppo. Una
linea di credito di 3 milioni di dollari è stata infatti sottoscritta da
Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie (Mit), per conto
del Governo, con Enrique Iglesias, presidente della Banca Inter-americana
per lo Sviluppo (Inter-american Development Bank), per implementare i
progetti del Governo italiano per la diffusione dell'e-Government in paesi
Latino-Americani e Caraibici. A beneficiarne saranno 7 paesi dell'area.
L'iniziativa finanziaria si aggiunge alle altre due promosse in precedenza
dal ministro Stanca con l'Undesa (Dipartimento Affari Economici e Sociali
dell'Onu) e con la Banca Mondiale (Gateway Foundation). La firma è avvenuta
in occasione dell'annuale assemblea dell'IAdb, a Milano, presenti
delegazioni dei 46 Paesi membri della Banca, tra cui l'Italia.
"L'Italia intende estendere all'America Latina l'attuazione di un
modello di e-Government che favorisca la realizzazione di pubbliche
amministrazioni efficienti e trasparenti, che siano motore di sviluppo per
la crescita sociale ed economica", ha spiegato il ministro. "Nel
nuovo contesto mondiale, l'innovazione tecnologica deve contribuire a creare
un futuro migliore, ma solo a condizione che essa diventi patrimonio di
tutti. In tale ambito l'Italia già svolge un importante ruolo
internazionale di cooperazione e di stimolo per far in modo che queste
opportunità offerte dall'innovazione tecnologica siano portate nelle aree
che hanno maggiori necessità di sviluppo", ha aggiunto Stanca.
L'operazione finanziaria, ha ricordato il ministro, "rientra quindi nel
piano che l'Italia ha già varato per i Paesi in via di sviluppo per rendere
disponibile ed estendibile un modello di riferimento di e-Government basato
sulle migliori esperienze mondiali". Nel quadro della fornitura di una
sorta di "piano regolatore" di una moderna pubblica
amministrazione digitalizzata, il ministro per l'Innovazione e le
tecnologie, d'intesa con i colleghi degli Affari Esteri e della Funzione
Pubblica, ha avviato una prima fase di partenariato con Albania (contabilità
nazionale e strategia di sviluppo dell'e-Government), Giordania (contabilità
nazionale ed e-Procurement), Mozambico (rete telematica di governo e
catasto), Nigeria (contabilità e statistica nazionale) e Tunisia (in via di
definizione). Ad oggi circa 20 paesi dei Balcani, Africa, America Latina e
Caraibi, Asia hanno chiesto di partecipare come beneficiari all'iniziativa
"e-Government per lo sviluppo".
IL
PRESIDENTE DELLA BANCA INTERAMERICANA DE DESAROLLO (BID) INCONTRA I VERTICI
DEI GRUPPI PIRELLI E TELECOM ITALIA. DISCUSSI I PRINCIPALI TEMI RELATIVI
ALLO SVILUPPO DELL'AMERICA LATINA
Milano, 24 marzo 2003 - Nell'ambito del 44° Annual Meeting del Board of
Governors della Banca Interamericana de Desarollo (Bid) in corso a Milano,
il Presidente Enrique Iglesias ha incontrato oggi a colazione presso la
Bicocca degli Arcimboldi i vertici dei Gruppi Pirelli e Telecom Italia. Il
Presidente Iglesias e una delegazione della Banca sono stati ricevuti da
Marco Tronchetti Provera, Presidente di Pirelli e Telecom Italia, da Marco
De Benedetti, amministratore delegato di Telecom Italia Mobile, e da alcuni
top manager dei due gruppi. Nel corso della colazione, cui hanno partecipato
anche il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il Presidente
di Assolombarda Michele Perini, il Presidente della Sea Giorgio Fossa e il
Presidente degli Aeroporti di Roma Paolo Savona, sono stati discussi i
principali temi relativi allo sviluppo dell'America Latina, per la quale le
previsioni del 2003 sono di un complessivo miglioramento. L'incontro ha
confermato lo stretto legame fra l'industria italiana, la regione
sudamericana e la Bid. In particolare, Pirelli e Telecom Italia giocano un
ruolo di assoluto rilievo nella regione. Il Gruppo Pirelli, presente in
America Latina sin dalla fine del 1800, ha accresciuto progressivamente la
sua presenza stabilendo insediamenti produttivi in Argentina, Brasile,
Venezuela, Cile e Messico, che attualmente generano circa il 12% del
fatturato del Gruppo. In Brasile, inoltre, Pirelli è particolarmente
impegnata in iniziative di responsabilità sociale, come il progetto che
coinvolge i seringueiros, una popolazione dell'entroterra che estrae la
gomma direttamente dagli alberi attraverso le tecniche tradizionali. Per
Telecom Italia l'America Latina rappresenta invece il principale obiettivo
dello sviluppo internazionale del Gruppo, la cui priorità è l'ampliamento
del servizio GSM nella regione e per il quale il Gruppo ha investito nel
corso degli ultimi anni circa 7 miliardi di euro nella creazione di
infrastrutture e in nuove acquisizioni. In particolare, Telecom Italia
Mobile è oggi l'unico operatore Gsm in grado di assicurare la copertura
completa del Brasile. Nell'ambito dello sviluppo della Regione, la Bid
riveste un'importanza particolare, dal momento che rappresenta, con i suoi
46 soci e il suo capitale di circa 101 miliardi di dollari, la maggiore
istituzione multilaterale del Sud America, fondata nel 1959 proprio per
contribuire ad accelerare lo sviluppo economico e sociale.
HDP-
HOLDING DI PARTECIPAZIONI INDUSTRIALI: RISULTATI 2002 IL RISULTATO OPERATIVO
CONSOLIDATO TORNA POSITIVO PER 60,8 MILIONI, IN FORTE MIGLIORAMENTO RISPETTO
AL NEGATIVO DI 33,0 MILIONI DEL 2001
Milano, 24 marzo 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di HdP - Holding di
Partecipazioni Industriali, riunitosi il 18 marzo sotto la presidenza di
Francesco Tato', ha esaminato i risultati consolidati e quelli della
Capogruppo relativi all'esercizio 2002. Il 2002 è stato caratterizzato dal
proseguimento del percorso di concentrazione del Gruppo nel settore della
comunicazione e dalla conseguente dismissione dei settori moda e
abbigliamento sportivo. In tale contesto le Assemblee dei Soci, tenutesi lo
scorso dicembre, hanno deliberato l'approvazione, con effetto 1° gennaio
2003, del progetto di scissione parziale di Rcs Editori a beneficio di HdP e
della sua controllata Rcs Pubblicità. Ad HdP vengono conferite le
partecipazioni dirette e indirette nelle società Rcs Libri, Rcs Periodici,
Rcs Diffusione, le partecipazioni finanziarie, quelle ritenute "non
core", oltre all'attribuzione delle funzioni "corporate". Ad
Rcs Pubblicità viene invece conferito il ramo d'azienda "Pubblicità".
Ad integrazione di tale processo, nei primi mesi del 2003 sono stati
definiti gli accordi per la cessione di tutte le attività operative del
Gruppo Fila ed è stata proposta la modifica della denominazione sociale
della Capogruppo. La comparabilità dei due esercizi è pertanto
condizionata dal mutamento del perimetro di consolidamento, che registra
l'ingresso del Gruppo Sper e l'uscita dei settori moda e abbigliamento
sportivo (il consolidamento di Fila è passato dal metodo integrale alla
valutazione a patrimonio netto). Gruppo HdP I ricavi netti consolidati
passano da 3.357,2 a 2.214,0 milioni di euro per effetto del mutato criterio
di consolidamento di Fila (che nello scorso esercizio contribuiva per 980,3
milioni) e della flessione di 226,8 milioni di Gft Net, dovuta alle cessioni
delle società Valentino, Revedi e Facis; per contro, RCS registra un
incremento di circa 37,0 milioni. Il margine operativo lordo è di 144,6
milioni, in aumento del 24,4% rispetto ai 116,2 nel 2001. Il risultato
operativo ritorna positivo per 60,8 milioni, in forte miglioramento rispetto
alla perdita operativa di 33,0 milioni dello scorso esercizio. Gli oneri
finanziari netti si riducono da 40,1 a 0,7 milioni. Gli oneri da
partecipazioni e le rettifiche di attività finanziarie sono di 159,0
milioni (10,3 nel 2001), comprensivi di 77,1 milioni per svalutazioni di
partecipazioni quotate e di 73,7 milioni relativi al risultato pro-quota
Fila. I proventi straordinari netti ammontano a 14,0 milioni (contro un
negativo di 127,5 milioni). In tale ambito è stato costituito un fondo
oneri di ristrutturazione di 15,0 milioni. Il risultato netto di competenza,
pur rimanendo negativo per 152,3 milioni, è in significativo miglioramento
rispetto alla perdita di 232,1 milioni del 2001 ed è determinato dalle
rettifiche di attività finanziarie e dagli accantonamenti sopra citati. Con
riferimento ai dati patrimoniali, il capitale investito netto è di 1.219,2
milioni (1.939,9 nel 2001) e il patrimonio netto consolidato risulta di
971,9 milioni. L'indebitamento finanziario netto passa da 594,4 a 83,1
milioni grazie all'uscita dall'area di consolidamento integrale di Fila,
alla cessione delle società del settore moda ed alla generazione di cassa
di Rcs Editori. I dipendenti (media annua) sono scesi da 10.849 unità
(5.313 in Italia) a 6.417 (4.046 in Italia). Gruppo Rcs I ricavi netti
consolidati del Gruppo Rcs crescono di circa 37,0 milioni attestandosi a
2.052,0 milioni (2.015,0 nello scorso esercizio). Il risultato operativo è
di 85,2 milioni (87,7 milioni nel 2001). L'utile netto aumenta da 3,2 a 20,1
milioni. Il livello di redditività operativa, sostanzialmente in linea con
l'esercizio precedente, dimostra sia la capacità di reazione dell'azienda
alla difficile situazione di mercato, sia la valenza strategica del mix di
attività. Il leverage sui marchi, il contenimento del costo del lavoro,
unitamente all'incremento dei prezzi dei quotidiani ed alla contrazione del
prezzo della carta, hanno consentito di compensare la flessione dei ricavi
pubblicitari. I risultati hanno inoltre confermato la correttezza di alcune
scelte strategiche, come gli investimenti recenti nel settore Libri, che
hanno consentito di calmierare, almeno in parte, la ciclicità negativa che
ha interessato alcuni segmenti in cui il Gruppo opera. L'indebitamento
finanziario netto è di 256,6 milioni (361,5 nel 2001), in diminuzione per
effetto del flusso dell'attività di esercizio (influenzato dalla
contrazione del capitale circolante) e degli investimenti sul fronte
industriale e sull'Ict, oltre che degli esborsi relativi alle acquisizioni
effettuate. Sull'andamento del Gruppo si segnala in dettaglio: Quotidiani:
il Corriere della Sera conferma la propria leadership a livello di
diffusione copie medie giornaliere tra i quotidiani nazionali e registra un
incremento del 26% circa dei ricavi editoriali, a cui concorrono il successo
dei prodotti collaterali (libri e video) e l'aumento del prezzo di
copertina, nonostante cinque giornate di sciopero (una sola nell'esercizio
2001) e il mancato ricorso a promozioni nazionali gratuite. Gazzetta dello
Sport rafforza la leadership con una crescita del 2,1% della diffusione
copie medie giornaliere (contro uno 0,8% del mercato) e aumenta i ricavi
editoriali, pur scontando sei giornate di sciopero. Periodici Italia: i
ricavi editoriali sono pari a 126,3 milioni, in flessione principalmente per
il minor venduto delle iniziative promozionali in Cd Rom abbinate a Oggi
(che si conferma leader nel segmento dei familiari con il 37% circa di
quota) e per il cambio di periodicità di Amica, che ha ottenuto un grande
successo, raggiungendo circa 290.000 copie già nei primi mesi dell'anno in
corso. Nel segmento dei settimanali di fascia alta, con una quota pari al
36,7%, Anna ha ulteriormente incrementato la propria leadership. Max,
Capital, Novella 2000 e Il Mondo presentano risultati positivi in termini
diffusionali in controtendenza rispetto al mercato. Pubblicità: in un
contesto di mercato sfavorevole, la raccolta netta del Gruppo in Italia è
pari a 623,4 milioni (661,5 nello scorso esercizio). Nel settore della
pubblicità esterna (in cui il Gruppo è presente attraverso Igp-Jcdecaux) i
ricavi sono in flessione del 5,7%, contro una contrazione dei mercati di
riferimento del 9,2%. Blei (attiva nella raccolta pubblicitaria sui media
esteri) ha portato a consuntivo ricavi netti per 32,5 milioni (39,5 nel
2001). Periodici Estero: prosegue la tendenza negativa del mercato tedesco,
in presenza di una flessione complessiva degli investimenti pubblicitari. In
questo contesto di mercato sia la testata Max sia le attività del
Verlagsgruppe Milchstrasse (che ha proseguito la riorganizzazione
societaria, i cui benefici economici si svilupperanno già a partire
dall'anno in corso) hanno registrato una contrazione dei ricavi complessivi
pari al 2,6%. La testata Tv Spielfilm si conferma, nel segmento dei prodotti
di alto target, al primo posto nella raccolta pubblicitaria ed al secondo a
livello diffusionale. Le partecipazioni in Estremo Oriente segnalano invece
un generale miglioramento rispetto al 2001. Unedisa: i ricavi consolidati
aumentano complessivamente del 3,7%, principalmente per lo sviluppo
dell'attività di distribuzione, raggiungendo 239,4 milioni. I ricavi
pubblicitari flettono appena dello 0,8% mentre la componente editoriale è
in linea con il 2001. El Mundo si conferma secondo quotidiano spagnolo in
termini di diffusione. Libri: la lieve diminuzione dei ricavi è
attribuibile fondamentalmente al negativo andamento dei tascabili, cui si
sono contrapposti i positivi andamenti delle novità rilegate e di alcuni
titoli di catalogo. Il fatturato netto di Flammarion (Francia) passa da
215,9 a 228,5 milioni, in aumento del 5,8%. Scolastica e Professionale: i
ricavi evidenziano un miglioramento dell'1,8%, confermando la leadership di
Oxford University Press, di Fabbri-Bompiani nel segmento scuole medie e di
Tramontana nelle discipline economico-giuridiche. RCS Scuola si rafforza nel
comparto delle scuole superiori grazie all'apporto del catalogo
Calderini-Edagricole. Fascicoli: Rcs Collezionabili registra un incremento
dei ricavi complessivi del 2,9% (contro una flessione del mercato del 2,1%),
originato dal maggior apporto dei proseguimenti pari al 41%, che compensa il
minore contributo dei lanci, in flessione dell'11%. Il Gruppo Sper è attivo
nel settore radiofonico attraverso Finwork Finanziaria Italia (RIN - Radio
Italia Network), Cnr (syndication nazionale Cnrplus) e Agr (Agenzia
Giornalistica Radiofonica). I ricavi netti pro-forma passano da 26,3 a 23,3
milioni, sostanzialmente per effetto della crisi del mercato pubblicitario.
Il risultato netto è negativo per 8,6 milioni (era positivo per 1,1 milioni
nell'esercizio 2001, che contava proventi straordinari per 7,4 milioni
relativi alla cessione di partecipazioni). La situazione patrimoniale
evidenzia un aumento dell'attivo immobilizzato netto da 11,9 a 14,9 milioni,
principalmente per effetto degli investimenti per l'acquisto di 28 frequenze
(4,5 milioni circa). L'indebitamento finanziario netto è pari a 5,6 milioni
(5,0 nel precedente esercizio). Il Gruppo sta investendo sia nel palinsesto,
per ampliare la fascia di ascoltatori, che in ulteriori frequenze, per
migliorare la diffusione del segnale. La rete di vendita radio è stata
assorbita da Rcs Pubblicità mentre Agr sta attivando stabili collaborazioni
con giornalisti del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport. Gruppo
Gft Net - I ricavi consolidati ammontano a 134,9 milioni (361,4 nel
precedente esercizio) e riflettono l'avvenuta cessione della quasi totalità
delle attività. Il margine operativo lordo, per contro, cresce fortemente
passando da un negativo di 16,3 milioni nel 2001 ad un positivo di 3,9
milioni nel 2002. Il risultato operativo, pur rimanendo negativo, migliora
attestandosi a 4,9 milioni (contro una perdita di 48,0 milioni
dell'esercizio precedente) e il risultato netto passa da una perdita di 79,6
ad una di 12,1 milioni. Per quanto riguarda la situazione patrimoniale e
finanziaria, il valore netto delle attività cedute (260,4 milioni) ed il
minor circolante (58,2 milioni) hanno generato fondi per complessivi 318,6
milioni, assorbiti per 41,0 milioni dall'utilizzo del Tfr e dei fondi rischi
e oneri mentre 249,7 milioni sono andati a ridurre l'indebitamento
finanziario, che passa da 281,9 a 32,2 milioni. Da sottolineare il buon
andamento di Joseph Abboud, unico marchio oggi in portafoglio, con ricavi di
80 milioni di dollari e un Ebit di 10,5 milioni di dollari, migliore di 6,6
milioni rispetto all'esercizio precedente. Gruppo Fila - I ricavi
consolidati di Fila passano da 980,3 a 913,9 milioni a causa, da un lato,
della chiusura di alcune filiali (Australia e Brasile) e, dall'altro,
dell'effetto sfavorevole dei cambi. Il risultato operativo, in forte
miglioramento, è positivo per 20,1 milioni di euro contro una perdita di
45,1 milioni nel precedente esercizio. Il risultato netto, pur rimanendo
negativo per 80,9 milioni, è in forte miglioramento rispetto alla perdita
di 139,7 milioni del 2001. Il capitale investito netto alla fine del periodo
è diminuito da 455,7 a 306,8 milioni e l'indebitamento finanziario netto
passa da 359,2 a 192,4 milioni, principalmente per effetto dell'avvenuto
aumento di capitale per 105,5 milioni di euro. HdP S.p.A. Il bilancio della
Capogruppo chiude con un risultato netto di competenza negativo per 194,4
milioni, rispetto a un risultato negativo di 123,7 nello scorso esercizio,
determinato prevalentemente da rettifiche di valore non ricorrenti di 195,6
milioni, accantonamenti al fondo oneri di ristrutturazione per 15,0 milioni
nonché dall'assenza di dividendi da parte delle società controllate. Le
rettifiche di valore di attività finanziarie si riferiscono a Fila (72,4
milioni), Gft Net (28,9 milioni), HdPnet (7,6 milioni), Editoriale SPper
(6,9 milioni), Banca Intesa (66,1 milioni), Dada (5,1 milioni), Poligrafici
Editoriale (4,0 milioni) ed altre partecipazioni minori (4,6 milioni). Per
Fila, oltre all'allineamento del valore di carico al patrimonio netto
consolidato di competenza, è stato mantenuto nel passivo un ammontare di
75,0 milioni nel fondo per rischi ed oneri, che allinea il valore a quello
stimato risultante dopo le cessioni delle attività. L'analisi delle altre
poste del conto economico evidenzia dividendi e relativi crediti d'imposta
per 8,7 milioni (135,4 nel 2001) e proventi finanziari netti per 18,0
milioni (30,2 milioni nello scorso esercizio). Le spese di funzionamento
sono in riduzione da 33,4 a 30,7 milioni a fronte della diminuzione dei
costi del personale e dei canoni di leasing gravanti sull'immobile di Via
Turati, compensate dalle maggiori spese per consulenze prevalentemente
relative ad operazioni di natura non ricorrente (5,1 milioni). Il capitale
investito netto è di 957,4 milioni, inferiore di 194,0 milioni rispetto
allo scorso esercizio (1.151,4 milioni). Le disponibilità finanziarie nette
ammontano a 246,1 milioni e sono sostanzialmente in linea con l'esercizio
precedente (254,7 milioni). A tale risultato concorrono, da una lato, le
acquisizioni di Editoriale Sper e Agr (44,5 milioni) e di Poligrafici
Editoriale (28,6 milioni), la sottoscrizione degli aumenti di capitale in
Fila (105,5 milioni), Editoriale Sper (6,6 milioni) e HdPnet (5,8 milioni) e
l'acquisto di azioni proprie (17,8 milioni); dall'altro, il rimborso del
finanziamento a Valentino (126,9 milioni) e l'estinzione di finanziamenti
verso i Gruppi Fila e Rcs (rispettivamente 39,9 e 30,0 milioni). Fatti di
rilievo dopo la chiusura dell'esercizio - in data 4 marzo, il Consiglio di
Amministrazione di HdP - Holding di Partecipazioni Industriali S.p.A. ha
approvato la proposta relativa al cambio della propria denominazione sociale
in "Rizzoli Corriere della Sera MediaGroup S.p.A", in forma
abbreviata "RCS MediaGroup S.p.A." o "RCS S.p.A". La
nuova denominazione che, se approvata dall'Assemblea Straordinaria, decorrerà
dal 1° maggio 2003, vuole confermare e sottolineare la concentrazione delle
attività del Gruppo nell'editoria e nella comunicazione; in data 6 marzo,
RCS Editori ha definito l'accordo, che incrementa all'89,1% la
partecipazione nel capitale Unedisa (editore de El Mundo), rilevando il 30%
dal gruppo Recoletos ed il 5% dai Promotores (soci fondatori). Tale
operazione è in linea con gli obiettivi del Gruppo di proseguire e
rafforzare la crescita nel mercato spagnolo; in data 7 marzo, Fila Holding
ha raggiunto l'accordo per la vendita di tutte le sue partecipazioni dirette
che costituiscono l'attuale attività operativa del Gruppo: Fila Netherland,
Fila Sport, Ciesse Piumini e Fila Usa a Sport Brands International Llc,
controllata dal fondo privato di investimenti americano Cerberus. Il prezzo
di cessione è di US$ 351 milioni, al lordo dell'indebitamento finanziario
al 31 dicembre scorso (295 milioni di euro). HdP è intervenuta nell'accordo
come garante degli impegni assunti da Fila ed ha anche deliberato il lancio
di una offerta di acquisto sugli Ads / azioni ordinarie in circolazione al
prezzo unitario di 1,12 dollari; Evoluzione prevedibile della gestione - Il
quadro congiunturale italiano e internazionale non mostra segnali di ripresa
e non si prevede che, nell'arco del corrente anno, possano manifestarsi
effetti che migliorino l'andamento economico e che rendano possibile un
significativo incremento della raccolta pubblicitaria e delle vendite dei
prodotti. Il Gruppo ha completato la riorganizzazione e, dall'inizio del
corrente esercizio, le sue attività e risorse sono concentrate nel settore
dell'editoria e della comunicazione. Pertanto i risultati economici
consolidati non saranno più influenzati dagli effetti economici negativi
delle attività la cui cessione è stata ultimata nell'esercizio appena
concluso. Tenuto conto delle prospettive sopra delineate, soprattutto in
Italia e nei paesi europei dove il Gruppo ha le sue principali presenze, lo
sforzo e l'impegno del management saranno rivolti, da un lato, alla crescita
dei ricavi attraverso le iniziative che permettano lo sviluppo dei marchi e,
dall'altro, alla prosecuzione delle azioni di recupero di efficienza. I
programmi già introdotti lo scorso anno continueranno a produrre benefici
anche in questo esercizio, ma l'impegno è volto a ottenere risultati ancora
più ambiziosi. Sulla base delle attuali conoscenze e a meno di eventi
straordinari oggi non ipotizzabili, si ritiene possibile il consolidamento
del risultato operativo e un importante miglioramento del risultato netto,
previsto di segno positivo. Per quanto riguarda la Capogruppo, si ritiene
che il flusso dei dividendi derivanti dai risultati conseguiti dalle società
controllate nell'esercizio appena concluso migliorerà in misura
significativa e cesseranno gli effetti economici negativi derivanti dalle
attività ormai dismesse. Tali fenomeni, fatti salvi eventi non prevedibili,
fanno ritenere che anche il risultato della Capogruppo tornerà quindi ad
essere positivo. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre
all'Assemblea dei Soci, già convocata per i giorni 14 e 15 aprile prossimi,
di innalzare il numero massimo possibile dei componenti del Consiglio dagli
attuali 15 a 21, modificando la relativa previsione Statutaria, così da
agevolare l'ingresso di membri indipendenti in sede di rinnovo dell'intero
Consiglio, già previsto all'Ordine del giorno dell'Assemblea medesima. Il
Consiglio ha altresì deliberato di convocare l'Assemblea dei portatori di
azioni di risparmio per i giorni 7, 8 e 9 maggio prossimi, per il rinnovo
del rappresentante comune di categoria.
ENEL
ANNUNCIA L'ACQUISTO DELLA QUOTA DI FRANCE TELECOM IN WIND PER 1,3 MILIARDI
DI EURO
Roma, 24 marzo 2003 - Enel ha presentato il 21 marzo i risultati finanziari
consolidati 2002 di Wind ed ha inoltre annunciato di aver raggiunto
l'accordo per l'acquisto della quota del 26,6% di Orange (Gruppo France
Telecom) in Wind, per un controvalore di 1,33 miliardi di euro.
L'acquisizione della quota attribuisce a Enel il controllo del 100% di Wind.
Punti Chiave Enel acquisterà in contanti il 26,6% Dell'accordo Enel -
France Telecom France Telecom in Wind per un controvalore di 1,33 miliardi
di euro, portando Il prezzo pagato da Enel per il così il controllo di Enel
in Wind al 100%. trasferimento della quota di France Telecom implica uno
sconto di oltre il 30% L'operazione rappresenta un(rispetto al valore di
carico di Wind in Enel. ulteriore passo nella strategia di Enel di
considerare Wind come un investimento finanziario. La piena proprietà
dell'operatore telefonico garantirà a Enel il controllo del business e una
maggiore flessibilità nella strategia finalizzata a Ricavi:
3.921(massimizzare il futuro valore di Wind. Risultati Wind 2002 milioni di
euro (2001: 3.457 milioni); ebitda: 614 milioni di euro (2001: 18 Risultati
del 2002 superiori alle aspettative, trainati dalla(milioni). crescita dei
volumi di traffico, dell'Arpu (Average Revenue per User) e dal 28,5 milioni
di clienti alla fine(rollout dei servizi a valore aggiunto (Vas). Buone(del
2002: 8,7 mln nel mobile; 7,4 mln nel fisso e 12,4 mln per Internet.
prospettive per il 2003; Wind prevede di raggiungere l'indipendenza
finanziaria entro la fine del 2004. Paolo Scaroni, Amministratore Delegato
di Enel, ha commentato: "Wind ha proseguito il suo forte percorso di
crescita anche durante il 2002. L'accordo siglato con France Telecom
rappresenta un passo ulteriore della nostra strategia di considerare Wind
come un investimento finanziario. Acquistando il 100% della proprietà di
Wind otteniamo il pieno controllo del piano industriale, incrementando così
le opzioni a disposizione per capitalizzare il nostro investimento appena
Wind acquisterà l'indipendenza finanziaria". L'accordo e i risultati
2002 di Wind saranno illustrati questa mattina nel corso di una conference
call per analisti e investitori che si terrà alle 10,30. Seguirà alle
12,30 una conferenza stampa presso l'Auditorium dell'Enel a Viale Regina
Margherita, 125, alla presenza dell'Amministratore Delegato dell'Enel Paolo
Scaroni, del Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo, Fulvio Conti, e
dell'Amministratore Delegato di Wind, Tommaso Pompei. Ulteriori dettagli
della transazione con france telecom Il prezzo pagato da Enel comprende la
cancellazione della call option detenuta da France Telecom per incrementare
la sua quota di partecipazione in Wind al 44% del capitale. L'accordo
prevede inoltre un meccanismo di rimborso parziale a favore di France
Telecom nel caso in cui, entro dicembre 2004, Enel venda azioni di Wind
incassando in contanti un prezzo maggiore rispetto al valore attribuito alla
società sulla base dell'importo pagato a France Telecom per rilevare la sua
quota. La transazione prevede inoltre il trasferimento a Enel di un prestito
concesso a Wind da France Telecom pari a 173 milioni di euro. L'efficacia
dell'accordo rimane subordinata all'approvazione delle competenti autorità.
I risultati finanziari 2002 di Wind Il Bilancio 2002 di Wind è stato
approvato dall'Assemblea Ordinaria dei Soci che si è tenuta il 20 marzo
2003. Risultati consolidati al 31 Dicembre 2002 A fine 2002, i ricavi
consolidati totali di Wind si attestano a 3.921 milioni di euro. A parità
di perimetro di consolidamento (considerando Infostrada consolidata in Wind
per l'intero arco del 2001), tale crescita è di circa il 13%,
corrispondente a circa tre volte la crescita del mercato. I ricavi netti da
servizi di telecomunicazioni salgono a 3.644 milioni di euro, con una
crescita di oltre il 14% a parità di perimetro di consolidamento rispetto
al 2001. L'ebitda consolidato per l'esercizio 2002 raggiunge i 614 milioni
di euro, rispetto ai 18 milioni di euro dell'esercizio precedente proforma,
con un'incidenza del 16,8% sui ricavi da servizi. Gli investimenti Wind
dell'anno ammontano a 2.068 milioni di euro (rispetto ai 2.054 milioni di
euro del 2001 proforma) finalizzati all'ulteriore implementazione delle reti
fissa e mobile e alla realizzazione di nuovi servizi e contenuti per le
varie piattaforme. Il flusso di cassa da gestione corrente, ovvero prima
degli investimenti ma inclusi gli oneri finanziari, è positivo per 300
milioni di euro, rispetto ad un valore negativo per circa 200 milioni di
euro nel 2001. L'indebitamento finanziario netto consolidato di Wind, a fine
2002, è pari a 6.910 milioni di euro (5.642 milioni di euro nel 2001), di
cui 5.975 milioni di euro riguardano l'indebitamento finanziario netto verso
terzi, 289 milioni di euro sono costituiti soprattutto dal debito per la
parte differita del costo della licenza Umts e 646 milioni di euro sono
relativi a prestiti subordinati dagli azionisti. Sulla posizione finanziaria
netta di fine anno ha influito positivamente la conclusione di una
operazione di cartolarizzazione dei crediti (già fatturati ovvero maturati
ma non ancora fatturati) derivanti dai servizi postpagati di telefonia fissa
e mobile. Il risultato netto consolidato è negativo per 900 milioni di
euro, in linea con le aspettative di inizio anno. Risultati commerciali I
clienti raggiungono complessivamente i 28,5 milioni a fine 2002, di cui 8,7
milioni nel mobile, 7,4 milioni nel fisso e 12,4 milioni di utenti
registrati Internet. Il traffico telefonico complessivo di Wind raggiunge 56
miliardi di minuti, tra voce e dati nell'intero arco del 2002, con un
incremento di circa il 10% rispetto al 2001. Nella telefonia mobile Wind
raggiunge, con 8,7 milioni di Sim a fine 2002, una quota di mercato del 16%.
Su questo mercato, Wind ha introdotto - prima in Italia - la portabilità
del numero (Mnp) a partire da maggio 2002. Su un totale di 300.000 clienti
che, a fine anno, hanno deciso di cambiare operatore telefonico, Wind si
attesta leader di mercato con una quota del 46%, dimostrando così che anche
in un segmento considerato maturo esistono concrete possibilità di
crescita. I ricavi derivanti da mobile aumentano del 30%. A questa crescita
hanno contribuito in particolare i ricavi da servizi dati che sono
incrementati di quasi il 70% rispetto al 2001 ed hanno avuto una incidenza
sui ricavi da mobile pari al 12% (9% nel 2001). Grande enfasi è stata data,
infatti, alla diffusione dei Servizi a Valore Aggiunto (Vas) e
all'introduzione di nuovi servizi multimediali come Mma e videoclip. Ancora
una volta in anticipo sul mercato, Wind ha lanciato a dicembre 2002 i video
messaggi via telefonino Gprs. La campagna natalizia di Wind - coerente con
la strategia aziendale che punta sull'introduzione di servizi innovativi e
la vendita di contenuti - si è dimostrata un successo con 800.000 WindCard
vendute e la trasmissione, su rete Wind, di centinaia di migliaia di Mms per
il periodo Natale-Capodanno 2002. Con 7,4 milioni di abbonamenti a fine 2002
e una quota di mercato del 66% tra gli operatori alternativi, Wind
rappresenta nella telefonia fissa il principale concorrente all'azienda
ex-monopolista. Nel corso dell'ultimo trimestre 2002, Wind ha decisamente
accelerato nel proprio programma di acquisizione clienti in Ull (unbundling
del local loop), con una campagna su base nazionale che colloca oggi la
società ai primi posti in Europa per velocità e dimensioni di crescita.
Wind, infatti, acquisisce oggi oltre 1.500 clienti ULL al giorno ed ha una
copertura del servizio pari a oltre il 26% del mercato indirizzabile. Wind
ha inoltre continuato la raccolta dei clienti sui servizi a banda larga (Adsl),
posizionandosi, anche in questo segmento, come valido operatore alternativo
con circa 40.000 clienti nel 2002. Nel segmento Internet, Wind è assoluta
protagonista con 12,4 milioni di clienti registrati e con una crescita del
38% rispetto allo stesso periodo del 2001. Il portale Libero, con 7,7
miliardi di pageviews nel 2002 (in crescita del 27% rispetto al 2001)
rappresenta la più importante realtà italiana del settore e si colloca ai
primi posti del mercato europeo. A giugno 2002, Wind, per prima in Italia,
ha lanciato i servizi a pagamento "Premium" per arricchire l'ampia
offerta gratuita già disponibile sul portale e per consentire ai propri
clienti di poter fruire di servizi e contenuti esclusivi ad alto valore
aggiunto. Nel 2002, i ricavi derivanti dai servizi resi al gruppo Enel
ammontano a 228 milioni di euro, con una incidenza pari al 5,8% sui ricavi
totali, rispetto al 9% del 2001. Tale riduzione è dovuta sia allo sviluppo
dei ricavi che alla riduzione delle tariffe applicate al gruppo Enel che, a
partire dal 1 Gennaio del 2002, sono parametrate ai migliori benchmark di
mercato. Sviluppo delle infrastrutture Wind ha realizzato in tempi record
una infrastruttura tecnologica che le permette di offrire servizi integrati
ed avanzati su tutto il territorio nazionale. A fine 2002, la rete mobile
Gsm copre il 98% della popolazione, con disponibilità ovunque dei nuovi
servizi Gprs. E' stato inoltre avviato lo sviluppo della rete di accesso
Umts in alcune città italiane. L'integrazione del sistema GPRS con la rete
dati di telefonia fissa (che ha copertura completa del territorio nazionale
con 167 punti di presenza) permette ai clienti Wind di usufruire dei
principali servizi dati anche in mobilità. Per quanto riguarda la telefonia
fissa, i principali elementi sono sintetizzabili di seguito: - totalità
della popolazione raggiunta sia in selezione che in preselezione
dell'operatore; - 434 siti Ull equipaggiati in altrettante centrali
telefoniche, che permettono di offrire il servizio di accesso diretto ai
clienti di telefonia fissa sia in banda stretta che in banda larga (Adsl)
sul 26% dell'intero mercato indirizzabile; - oltre 18.000 chilometri di
backbone trasmissivo che collegano tutti i capoluoghi di provincia e altre
principali città. Tale rete è anche connessa alla rete europea per un
totale di 250 città europee in 16 paesi; - oltre 2.200 chilometri di
infrastrutture (cavidotti e fibre) in fibra ottica per le reti metropolitane
(Metropolitan Area Network) garantiscono accesso, alta capacità ed elevate
prestazioni per servizi voce, dati e internet anche a livello locale,
ottimizzando al tempo stesso i costi di interconnessione. E' stato inoltre
completato nel 2002 il processo di integrazione dei call center di Wind,
Infostrada e, a fine anno, anche di Blu. I 6 call center operano oggi come
un unico call center virtuale, con un totale di chiamate gestite nel 2002 di
circa 30 milioni. Le persone Wind Il Gruppo Wind, a fine dicembre 2002,
conta oltre 8.600 dipendenti con età media di poco superiore ai 30 anni e
con una incidenza dei laureati di circa il 30% (esclusi i call center) e con
una presenza femminile aumentata rispetto al passato e che si attesta al
47%. Nel 2002, infine, sono state erogate poco meno di 24.000 giornate/uomo
di formazione sia tecnico-specialistica che manageriale. Wind, oggi, è
presente in Italia con sedi tecniche o commerciali in oltre 45 città. Altri
eventi nel corso 2002 Importante è da considerarsi l'acquisizione e
l'integrazione degli asset assegnati a Wind nell'operazione di break-up di
Blu. Tra novembre e dicembre 2002, la migrazione dei clienti Blu ha fatto
registrare circa 450.000 clienti passati a Wind, con un A novembre 2002,
Wind si è aggiudicata il risultato superiore alle attese. gara per i
servizi radiomobili indetta da Consip (Concessionaria Servizi Informativi
Pubblici), confermando ed ampliando il contratto già acquisito nel novembre
2000. Questa importante conferma convalida Wind come operatore A luglio
del(affidabile e competitivo per il mercato dei servizi alle aziende. 2002,
l'Autorità per le Telecomunicazioni ha riconosciuto a Wind "notevole
forza di mercato" per quanto riguarda l'accesso ad Internet, in
particolare per il mercato intermedio dell'interconnessione di terminazione
delle chiamate Il sito istituzionale www.wind.it
rilanciato dopo un(destinate ad Internet. profondo restyling, ha riscosso un
importante successo fra i siti degli operatori italiani con oltre 14,7
milioni di pagine viste e 664.000 visitatori unici (fonte Nielsen NetRatings,
dicembre 2002).
IL
BILANCIO 2002 DI WIND È STATO APPROVATO DALL'ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI
CHE SI È TENUTA IL 20 MARZO 2003. RICAVI: 3.921 MILIONI DI EURO (2001:
3.457 MILIONI); EBITDA: 614 MILIONI DI EURO (2001: 18 MILIONI).
Roma, 24 marzo 2003 - A fine 2002, i ricavi consolidati totali di Wind si
attestano a 3.921 milioni di euro. A parità di perimetro di consolidamento
(considerando Infostrada consolidata in Wind per l'intero arco del 2001),
tale crescita è di circa il 13%, corrispondente a circa tre volte la
crescita del mercato. I ricavi netti da servizi di telecomunicazioni salgono
a 3.644 milioni di euro, con una crescita di oltre il 14% a parità di
perimetro di consolidamento rispetto al 2001. L'ebitda consolidato per
l'esercizio 2002 raggiunge i 614 milioni di euro, rispetto ai 18 milioni di
euro dell'esercizio precedente proforma, con un'incidenza del 16,8% sui
ricavi da servizi. Gli investimenti Wind dell'anno ammontano a 2.068 milioni
di euro (rispetto ai 2.054 milioni di euro del 2001 proforma) finalizzati
all'ulteriore implementazione delle reti fissa e mobile e alla realizzazione
di nuovi servizi e contenuti per le varie piattaforme. Il flusso di cassa da
gestione corrente, ovvero prima degli investimenti ma inclusi gli oneri
finanziari, è positivo per 300 milioni di euro, rispetto ad un valore
negativo per circa 200 milioni di euro nel 2001. L'indebitamento finanziario
netto consolidato di Wind, a fine 2002, è pari a 6.910 milioni di euro
(5.642 milioni di euro nel 2001), di cui 5.975 milioni di euro riguardano
l'indebitamento finanziario netto verso terzi, 289 milioni di euro sono
costituiti soprattutto dal debito per la parte differita del costo della
licenza UMTS e 646 milioni di euro sono relativi a prestiti subordinati
dagli azionisti. Sulla posizione finanziaria netta di fine anno ha influito
positivamente la conclusione di una operazione di cartolarizzazione dei
crediti (già fatturati ovvero maturati ma non ancora fatturati) derivanti
dai servizi postpagati di telefonia fissa e mobile. Il risultato netto
consolidato è negativo per 900 milioni di euro, in linea con le aspettative
di inizio anno. I clienti raggiungono complessivamente i 28,5 milioni a fine
2002, di cui 8,7 milioni nel mobile, 7,4 milioni nel fisso e 12,4 milioni di
utenti registrati Internet. Il traffico telefonico complessivo di Wind
raggiunge 56 miliardi di minuti, tra voce e dati nell'intero arco del 2002,
con un incremento di circa il 10% rispetto al 2001. Nella telefonia mobile
Wind raggiunge, con 8,7 milioni di Sim a fine 2002, una quota di mercato del
16%. Su questo mercato, Wind ha introdotto - prima in Italia - la portabilità
del numero (Mnp) a partire da maggio 2002. Su un totale di 300.000 clienti
che, a fine anno, hanno deciso di cambiare operatore telefonico, Wind si
attesta leader di mercato con una quota del 46%, dimostrando così che anche
in un segmento considerato maturo esistono concrete possibilità di
crescita. I ricavi derivanti da mobile aumentano del 30%. A questa crescita
hanno contribuito in particolare i ricavi da servizi dati che sono
incrementati di quasi il 70% rispetto al 2001 ed hanno avuto una incidenza
sui ricavi da mobile pari al 12% (9% nel 2001). Grande enfasi è stata data,
infatti, alla diffusione dei Servizi a Valore Aggiunto (Vas) e
all'introduzione di nuovi servizi multimediali come MMS e videoclip. Ancora
una volta in anticipo sul mercato, Wind ha lanciato a dicembre 2002 i video
messaggi via telefonino Gprs. La campagna natalizia di Wind - coerente con
la strategia aziendale che punta sull'introduzione di servizi innovativi e
la vendita di contenuti - si è dimostrata un successo con 800.000 WindCard
vendute e la trasmissione, su rete Wind, di centinaia di migliaia di Mms per
il periodo Natale-Capodanno 2002. Con 7,4 milioni di abbonamenti a fine 2002
e una quota di mercato del 66% tra gli operatori alternativi, Wind
rappresenta nella telefonia fissa il principale concorrente all'azienda
ex-monopolista. Nel corso dell'ultimo trimestre 2002, Wind ha decisamente
accelerato nel proprio programma di acquisizione clienti in Ull (unbundling
del local loop), con una campagna su base nazionale che colloca oggi la
società ai primi posti in Europa per velocità e dimensioni di crescita.
Wind, infatti, acquisisce oggi oltre 1.500 clienti Ull al giorno ed ha una
copertura del servizio pari a oltre il 26% del mercato indirizzabile. Wind
ha inoltre continuato la raccolta dei clienti sui servizi a banda larga (Adsl),
posizionandosi, anche in questo segmento, come valido operatore alternativo
con circa 40.000 clienti nel 2002. Nel segmento Internet, Wind è assoluta
protagonista con 12,4 milioni di clienti registrati e con una crescita del
38% rispetto allo stesso periodo del 2001. Il portale Libero, con 7,7
miliardi di pageviews nel 2002 (in crescita del 27% rispetto al 2001)
rappresenta la più importante realtà italiana del settore e si colloca ai
primi posti del mercato europeo. A giugno 2002, Wind, per prima in Italia,
ha lanciato i servizi a pagamento "Premium" per arricchire l'ampia
offerta gratuita già disponibile sul portale e per consentire ai propri
clienti di poter fruire di servizi e contenuti esclusivi ad alto valore
aggiunto. Nel 2002, i ricavi derivanti dai servizi resi al gruppo Enel
ammontano a 228 milioni di euro, con una incidenza pari al 5,8% sui ricavi
totali, rispetto al 9% del 2001. Tale riduzione è dovuta sia allo sviluppo
dei ricavi che alla riduzione delle tariffe applicate al gruppo Enel che, a
partire dal 1 Gennaio del 2002, sono parametrate ai migliori benchmark di
mercato. Wind ha realizzato in tempi record una infrastruttura tecnologica
che le permette di offrire servizi integrati ed avanzati su tutto il
territorio nazionale. A fine 2002, la rete mobile Gsm copre il 98% della
popolazione, con disponibilità ovunque dei nuovi servizi GPRS. E' stato
inoltre avviato lo sviluppo della rete di accesso UMTS in alcune città
italiane. L'integrazione del sistema Gprs con la rete dati di telefonia
fissa (che ha copertura completa del territorio nazionale con 167 punti di
presenza) permette ai clienti Wind di usufruire dei principali servizi dati
anche in mobilità. Per quanto riguarda la telefonia fissa, i principali
elementi sono sintetizzabili di seguito: totalità della popolazione
raggiunta sia in selezione che in preselezione dell'operatore; 434 siti ULL
equipaggiati in altrettante centrali telefoniche, che permettono di offrire
il servizio di accesso diretto ai clienti di telefonia fissa sia in banda
stretta che in banda larga (ADSL) sul 26% dell'intero mercato indirizzabile;
oltre 18.000 chilometri di backbone trasmissivo che collegano tutti i
capoluoghi di provincia e altre principali città. Tale rete è anche
connessa alla rete europea per un totale di 250 città europee in 16 paesi;
oltre 2.200 chilometri di infrastrutture (cavidotti e fibre) in fibra ottica
per le reti metropolitane (Metropolitan Area Network) garantiscono accesso,
alta capacità ed elevate prestazioni per servizi voce, dati e internet
anche a livello locale, ottimizzando al tempo stesso i costi di
interconnessione. E' stato inoltre completato nel 2002 il processo di
integrazione dei call center di Wind, Infostrada e, a fine anno, anche di
Blu. I 6 call center operano oggi come un unico call center virtuale, con un
totale di chiamate gestite nel 2002 di circa 30 milioni. Il Gruppo Wind, a
fine dicembre 2002, conta oltre 8.600 dipendenti con età media di poco
superiore ai 30 anni e con una incidenza dei laureati di circa il 30%
(esclusi i call center) e con una presenza femminile aumentata rispetto al
passato e che si attesta al 47%. Nel 2002, infine, sono state erogate poco
meno di 24.000 giornate/uomo di formazione sia tecnico-specialistica che
manageriale. Wind, oggi, è presente in Italia con sedi tecniche o
commerciali in oltre 45 città. Altri eventi nel corso 2002 - Importante è
da considerarsi l'acquisizione e l'integrazione degli asset assegnati a Wind
nell'operazione di break-up di Blu. Tra novembre e dicembre 2002, la
migrazione dei clienti Blu ha fatto registrare circa 450.000 clienti passati
a Wind, con un risultato superiore alle attese. A novembre 2002, Wind si è
aggiudicata la gara per i servizi radiomobili indetta da Consip
(Concessionaria Servizi Informativi Pubblici), confermando ed ampliando il
contratto già acquisito nel novembre 2000. Questa importante conferma
convalida Wind come operatore affidabile e competitivo per il mercato dei
servizi alle aziende. A luglio del 2002, l'Autorità per le
Telecomunicazioni ha riconosciuto a Wind "notevole forza di
mercato" per quanto riguarda l'accesso ad Internet, in particolare per
il mercato intermedio dell'interconnessione di terminazione delle chiamate
destinate ad Internet. Il sito istituzionale www.wind.it, rilanciato dopo un
profondo restyling, ha riscosso un importante successo fra i siti degli
operatori italiani con oltre 14,7 milioni di pagine viste e 664.000
visitatori unici (fonte Nielsen NetRatings, dicembre 2002).
GRUPPO
CATTOLICA ASSICURAZIONI, NEL 2002 FORTE CRESCITA DELLA REDDITIVITÀ: UTILE
CONSOLIDATO A +20,5% I PREMI CONSOLIDATI SALGONO A 3.731,5 MILIONI DI
EURO(+11,34%) PER IL COMPARTO DANNI L'INCREMENTO DELLA RACCOLTA È DEL
20,17%, PER IL VITA DEL 7,23%
Verona, 24 marzo 2003. Le difficili condizioni dei mercati non hanno
rallentato lo sviluppo del Gruppo Cattolica Assicurazioni, che consolida la
sesta posizione nella graduatoria delle compagnie italiane con risultati in
sensibile crescita, in linea con le previsioni contenute nel Piano
Industriale. E' quanto è emerso dall'esame del bilancio consolidato 2002
del Gruppo, approvato oggi dal Consiglio di Amministrazione della Società
Cattolica di Assicurazione presieduto da Giuseppe Camadini. Il Gruppo ha
chiuso l'esercizio 2002 con un utile netto consolidato pari a 63,3 milioni
di euro, in crescita del 20,5% rispetto ai 52,5 milioni del 2001. I premi
complessivi consolidati del lavoro diretto e indiretto hanno raggiunto i
3.731,5 milioni di euro, con uno sviluppo dell'11,34% rispetto ai 3.351,4
milioni dell'esercizio precedente. La Capogruppo, che ha approvato il
progetto di bilancio il 15 marzo scorso, ha realizzato un utile netto di
173,1 milioni di euro con un incremento del 296,98% sul 2001, grazie anche
all'operazione di spin off immobiliare che ha contribuito con 113,6 milioni
di euro. Il Direttore Generale di Cattolica Assicurazioni, Ezio Paolo
Reggia, commentando i dati del bilancio, ha sottolineato che "in un
panorama che diviene ogni giorno più competitivo, caratterizzato dalla
presenza di concorrenti nazionali e internazionali di rilevanti dimensioni e
in un contesto finanziario sempre più volatile, i risultati di Cattolica
dimostrano che precise strategie, capacità innovative e sinergie operative
consentono anche a un gruppo di medie dimensioni non solo di tenere il
passo, ma di consolidare la propria quota di mercato sviluppandosi con
crescente redditività". Particolarmente positivo appare l'andamento
del settore danni, i cui premi del lavoro diretto sono cresciuti a 1.247,6
milioni di euro, con un incremento del 20,17% che risulta decisamente
superiore alla media di mercato stimata. Significativa la performance del
Ramo Auto, in crescita del 26,91%. In costante sviluppo la raccolta premi
del lavoro diretto nei rami vita, che ha totalizzato 2.463,7 milioni di
euro, con un incremento del 7,23%, nonostante lo specifico comparto sia
stato colpito dal ripiegamento dei mercati finanziari. Il 63,15% della
raccolta diretta vita è rappresentato dai premi di Ramo III, che sono
passati dai 1.703,1 milioni del 2001 ai 1.555,9 milioni di fine 2002. Si
segnalano alcuni risultati ottenuti dalle principali società del Gruppo. Il
Duomo Assicurazioni ha raccolto premi per 289 milioni di euro (+29,29% sul
2001); Duomo Previdenza 124 milioni (+51,54%); la crescita combinata supera
il 35% ed è la premessa per un ulteriore sviluppo della raccolta. Verona
Assicurazioni ha registrato una crescita del 26% nella raccolta e del 20%
dell'utile. Contributi positivi dalle compagnie Bpv Vita (costituita in
joint venture con il Banco Popolare di Verona e Novara), con una raccolta di
848 milioni (+12,8% sul 2001), e Lombarda Vita (costituita con Banca
Lombarda), la cui raccolta è di 966 milioni di euro (+37,7%). L'ampliamento
del raggio d'azione del Gruppo, testimoniato da un'articolazione su dodici
compagnie, ha inoltre comportato l'acquisizione di due società
complementari al core business assicurativo, Verona Gestioni Sgr e Cattolica
Investimenti Sim. In conformità al Piano industriale è proseguito anche il
rafforzamento della strategia commerciale, con il potenziamento del sistema
distributivo multicanale del Gruppo. Nel 2002 le agenzie sono passate da 974
a 1.024, con una raccolta premi complessiva pari a 1.397,4 milioni
(+20,54%). L'incidenza del canale agenziale sulla raccolta premi totale è
pari al 90,48% nei rami danni e al 10,17% nei rami vita. Cattolica conferma
e rafforza il modello bancassicurativo (basato sulla stabilità dei rapporti
derivante dalla partecipazione al capitale delle banche partner) che
garantisce al Gruppo una posizione di leadership nel panorama nazionale, con
un totale di 2.748 sportelli e una raccolta di 2.179,6 milioni di euro
(+6,57%). I promotori delle reti partner sono 895. Il consolidamento di
risultati stabilmente positivi consente oggi di proporre la distribuzione
agli azionisti di una parte significativa del valore creato, con una duplice
modalità: tramite l'incremento a un euro del dividendo ordinario (che
rafforza la redditività dell'azione Cattolica) e attraverso l'aumento
gratuito del capitale mediante l'assegnazione di una nuova azione (che avrà
godimento 1° gennaio 2003) ogni dieci in circolazione. Le riserve tecniche
del lavoro diretto e indiretto dei rami danni sono salite a 1.956,8 milioni
(+21,70%), con un'incidenza del 154,4% sui premi complessivi danni. In
crescita anche le riserve dei rami vita, che ammontano a 9.015,1 milioni
(+30,90% sul 2001). Il rapporto delle riserve vita rispetto ai premi vita
totali è pari al 365,86%. Complessivamente il rapporto delle riserve
tecniche (riserve premi e sinistri, riserve matematiche e riserve di classe
D), corrisponde al 294,04% dei premi. Gli investimenti hanno superato gli
11.076,5 milioni di euro, in aumento del 28,13%. A fine anno il patrimonio
netto consolidato del Gruppo Cattolica ammontava a 956,4 milioni.
CONVOCAZIONE
ASSEMBLEA CAPITALIA
Roma, 24 marzo 2003 - Capitalia informa che l'Assemblea ordinaria degli
Azionisti di Capitalia, con avviso in corso di pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale, è stata convocata per il giorno 28 aprile 2003, in prima
convocazione, ed, occorrendo, per il giorno 30 aprile 2003, in seconda
convocazione, per l'approvazione del bilancio dell'esercizio 2002.
L'Assemblea sarà, tra l'altro, chiamata anche a deliberare sulle seguenti
proposte: - rinnovo dell'autorizzazione all'acquisto ed all'alienazione di
azioni proprie, con le stesse modalità degli anni precedenti, eccettuata
una elevazione del massimale da n. 22 milioni a n. 50 milioni di azioni;
autorizzazione alla stipula di accordi per l'aumento del limite di
partecipazione reciproca tra Capitalia e Fiat, ai sensi dell'art. 121,
secondo comma, del Decreto Legislativo n. 58/1998;conferimento dell'incarico
di revisione contabile.
BANCA
POPOLARE DELL´EMILIA ROMAGNA APPROVA IL BILANCIO 2002: OTTIMI RISULTATI DI
REDDITO E DI CRESCITA DEI VOLUMI PATRIMONIALI L´UTILE NETTO È STATO
CONFERMATO IN € 119,6 MILIONI (IN INCREMENTO ANNUO DEL 2,55%).
Modena, 24 marzo 2003 - Il Consiglio di amministrazione della Banca popolare
dell´Emilia Romagna, nel tardo pomeriggio del 17 marzo, ha approvato il
bilancio aziendale a fine esercizio 2002. La bozza di conto economico, che
era stata redatta dal Comitato esecutivo il 17 febbraio scorso, non ha
subito variazioni; in particolare, l´utile netto è stato confermato in €
119,6 milioni (in incremento annuo del 2,55%). Il bilancio evidenzia valori
patrimoniali assai positivi, che attestano la continua crescita delle quote
di mercato riconducibili alla Banca, sia nella raccolta del risparmio che
nell´erogazione del credito, di cassa e di firma. L´elevata crescita dei
crediti verso la clientela non ne ha compromesso la qualità, come attestano
l´ammontare delle "sofferenze" e la loro ridotta incidenza sul
totale degli impieghi, entrambi non influenzati da alcuna cessione e/o
cartolarizzazione di partite di dubbio esito (aziendalmente mai poste in
essere, anche nel passato). La parte patrimoniale del bilancio può così
riassumersi (sono date, tra parentesi, le percentuali di raffronto con l´esercizio
2001): raccolta diretta da clientela di € 10.649,1 milioni (incremento del
7,47%); raccolta da banche pari ad € 3.826,3 milioni (più 9,00%);
raccolta "indiretta" da clientela valorizzata € 10.488,5 milioni
(meno 0,08%). I mezzi amministrati ammontano quindi ad € 25,4 miliardi (più
6,05%) di cui € 21,6 miliardi di competenza della clientela. Gli impieghi
per cassa si attestano a netti € 9.923,8 milioni (più 7,98%); la
componente delle "sofferenze" è di soli € 122,3 milioni (meno
0,18%); la loro incidenza sul totale dei crediti è dell´1,23% (contro l´1,33
% del dicembre 2001). I crediti di firma superano € 3.102,4 milioni e sono
in aumento del 10,54%. Il portafoglio titoli è valorizzato € 2.139,9
milioni (più 17,02%). Tale cifra, in ragione del pessimo andamento dei
mercati, è al netto di svalutazioni, solo parzialmente compensate da
riprese di valore, per € 39,3 milioni, imputate al conto economico. Il
portafoglio ha insite plusvalenze potenziali, non accertate in bilancio, per
€ 17,3 milioni. Il patrimonio, incluso il fondo rischi bancari generali di
€ 46,5 milioni, si è portato ad € 1.308,4 milioni, (più 15,03%). I
mezzi propri, che comprendono anche le passività subordinate convertibili
in azioni della Banca, si determinano in € 1.633,3 milioni (più 3,85%).
Se l´Assemblea dei Soci approverà la proposta di riparto dell´utile
formulata dal Consiglio, che prevede accantonamenti a riserve per € 59,9
milioni, i mezzi propri quasi raggiungeranno € 1.700 milioni. Dal lato
economico, il bilancio evidenzia un margine da interessi di € 359 milioni,
in crescita del 13,59%. I ricavi netti da servizi, per sole commissioni, si
quantificano in € 189,2 milioni (più 4,22%) e danno integrale copertura a
tutti i costi di personale. Il margine d´intermediazione si è determinato
in € 579,2 milioni (più 7,57%). Le spese amministrative e di personale
incidono per il 52,68% sul margine d´intermediazione e portano il risultato
operativo a € 274,1 milioni (più 6,01%). Ammortamenti, accantonamenti e
rettifiche di valore sui crediti, determinati con prudenza, assommano a
netti € 56,9 milioni. E´ stato pure effettuato un accantonamento fiscale
di € 14,8 milioni, al fondo rischi su crediti, che è posta non
rettificativa dei valori dell´attivo.L´utile ordinario si è così portato
ad € 193,2 milioni, registrando il significativo incremento del 10,03%. La
componente straordinaria, che era assai rilevante nel bilancio 2001 (€
18,8 milioni), è ritornata a livelli usuali e si quantifica in € 3,3
milioni. Dedotte le imposte sul reddito, accertate in € 76,9 milioni, l´utile
netto dell´esercizio si determina in € 119,6 milioni (più 2,55%). Il ROE
realizzato dalla banca nel 2002, è sostanzialmente stabile ed è pari al
10,06%. L´Assemblea dei Soci è stata convocata - presso l´Auditorium del
Forum Guido Monzani, a Modena, in via Aristotele, 33 - per il giorno 30
aprile 2003 in prima convocazione e per il giorno 17 maggio 2003 in seconda
convocazione. La proposta di riparto dell´utile, elaborata dal Consiglio,
prevede la corresponsione ai Soci di un dividendo di euro 0,85 per le azioni
con godimento intero (contro € 0,80 dello scorso esercizio, più 6,25%).
Lo stacco del dividendo, in conformità al calendario di Borsa, dovrebbe
aversi il 26 maggio 2003 ed il relativo pagamento sarà effettuato il giorno
29 maggio 2003. Come già noto, l´Assemblea sarà chiamata, in parte
straordinaria, a deliberare su un progetto di aumento di capitale da
attuarsi con l´emissione di prestiti obbligazionari convertibili
subordinati, dell´importo massimo di 720 milioni di euro. Sarà richiesta
all´Assemblea delega al Consiglio di Amministrazione per dare esecuzione al
progetto, anche in più tempi, entro il termine di fine luglio 2006.
BANCO
DI DESIO CDA APPROVA BILANCIO 2002 IN AUMENTO I PRINCIPALI AGGREGATI
PATRIMONIALI: RACCOLTA DIRETTA EURO 3.007, 3 MILIONI (+31,4% RISPETTO AL
PRECEDENTE ESERCIZIO).
Desio, 24 marzo 2003: Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Desio e
della Brianza S.p.A., riunitosi in data 20 marzo 2003, ha approvato il
Progetto di Bilancio Individuale e il Bilancio Consolidato al 31 dicembre
2002. Le verifiche effettuate in merito a tale documentazione da parte della
Società di Revisione saranno peraltro portate a compimento in tempo utile
per il prosieguo dell'iter assembleare. Le risultanze di bilancio mettono in
evidenza un utile netto da ripartire di Euro 15,8 milioni (+1,4% rispetto
all'anno precedente) che, unitamente alla quota di utili destinata al fondo
per rischi bancari generali di Euro 9,0 milioni, porta il risultato netto
del periodo ad Euro 24,8 milioni e fa attestare il R.O.E. al 10,1%. Il
Consiglio di Amministrazione proporrà all'Assemblea, prevista per il giorno
30 aprile 2003 in prima convocazione e per il giorno 2 maggio in seconda
convocazione, un dividendo di Euro 0,068 per ogni azione ordinaria e di Euro
0,082 per ogni azione di risparmio (invariati rispetto al 2001). Le relative
date di "stacco" e di pagamento sono state individuate
rispettivamente nel 5 maggio 2003 e nel 8 maggio 2003. L'organico al 31
dicembre 2002 ha raggiunto le 1.097 unità, con una rete periferica
articolata su 83 filiali, contro le 1.024 unità e le 73 filiali dell'anno
precedente. Il risultato netto di Euro 14,3 milioni (+2,7% rispetto al
precedente esercizio), unitamente agli accantonamenti al fondo rischi
bancari generali per Euro 9,0 milioni, genera un R.O.E. del 9,2%. L'organico
del Gruppo al 31 dicembre 2002 ha raggiunto le 1.186 unità a fronte delle
1.088 dell'anno precedente. Il numero degli sportelli, presenti in undici
province e quattro regioni è passato a 86 (76 a fine 2001). Nel corso del
2002 è proseguito il piano di crescita strutturale e dimensionale del
Gruppo con l'ulteriore sviluppo dei canali distributivi, privilegiando zone
ed aree ritenute ad alta potenzialità. In un contesto di mercato dalle
intonazioni non favorevoli, la positiva attività di relazione con la
clientela, lo sviluppo del comparto dell'asset management e dell'attività
creditizia alle piccole e medie imprese ed alle famiglie hanno permesso, sia
la crescita delle masse intermediate, sia adeguati livelli reddituali tali
da consentire di finanziare la crescita del Gruppo. Il Consiglio di
Amministrazione ha inoltre deliberato di riproporre all'Assemblea
l'autorizzazione per l'acquisto di azioni proprie, sia ordinarie che di
risparmio non convertibili, mediante utilizzo di apposita riserva
dell'importo di Euro 4.000.000,00. L'Assemblea, infine, sarà chiamata a
deliberare sul conferimento dell'incarico di revisione contabile ai sensi di
legge.
BANCAETRURIA
CEDE IL 70% DELLA B. POP. DI ROMA IL VALORE COMPLESSIVO DELL´OPERAZIONE È
DI 33 MILIONI DI EURO E SEGNA UN´IMPORTANTE TAPPA NEL PROCESSO DI SVILUPPO
CHE L´ISTITUTO ARETINO HA INTRAPRESO CON IL PIANO INDUSTRIALE
2003/2005
Arezzo, 24 marzo 2003: BancaEtruria e Cassa di Risparmio di Ferrara hanno
siglato un accordo per la cessione da parte della Banca aretina del 70% del
capitale sociale di Banca Popolare di Roma e del Ramo di Azienda costituito
da 5 sportelli sulla piazza di Roma per un valore complessivo di circa 33
milioni di Euro. L´operazione si è perfezionata dopo che BancaEtruria ha
portato la propria partecipazione nella Popolare di Roma da circa il 73% al
98% acquistando dalla Banca Popolare del Lussemburgo il 25% dell´istituto
capitolino. Nel dettaglio l´operazione, che è in attesa di autorizzazione
definitiva da parte della Banca d´Italia, si articola in tre fasi: la
cessione alla CR Ferrara da parte di BancaEtruria del 70% della
partecipazione detenuta in Banca Popolare di Roma; l´aumento di capitale di
Banca Popolare di Roma sottoscritto da CR Ferrara per un importo pari al
prezzo offerto per il Ramo d´azienda ceduto costituito da 5 sportelli sulla
piazza di Roma; acquisto del Ramo d´azienda di BancaEtruria da Popolare di
Roma mediante l´utilizzo delle fonti generate dall´aumento di capitale. L´operazione
- il cui prezzo risulta composto da circa 12 milioni di Euro per la
partecipazione del 70% nella Banca Popolare di Roma e da 21 milioni di Euro
circa per il Ramo d´Azienda costituito dai 5 sportelli romani - una volta
conclusa porterà la partecipazione di BancaEtruria in Banca Popolare di
Roma a circa il 14% del capitale. BancaEtruria è stata assistita nell´operazione
da Kpmg Business Advisory Services S.p.A.. L´intesa con Cassa di Risparmio
di Ferrara rappresenta un altro importante passo compiuto da BancaEtruria in
linea con quanto annunciato dal Piano Industriale 2003/2005. Con questa
operazione BancaEtruria procede nella razionalizzazione del modello
partecipativo del Gruppo e nella riarticolazione della propria presenza
sulla piazza di Roma dove conta su un numero adeguato di filiali.
OLIVETTI:
LANCIATA SINDACAZIONE LINEE DI CREDITO PER 15,5 MILIARDI DI EURO CONNESSA
ALL'OPERAZIONE DI FUSIONE PER INCORPORAZIONE DI TELECOM ITALIA IN OLIVETTI
Ivrea, 24 marzo 2003 - Olivetti comunica che ha avuto inizio il 21 marzo ,
sul mercato bancario, la sindacazione di linee di credito per un importo
complessivo di 15,5 miliardi di Euro. Tali linee di credito sono a supporto
del progetto di fusione per incorporazione di Telecom Italia in Olivetti
annunciato il 12 marzo scorso, a fronte del diritto di recesso esercitabile
dagli azionisti Olivetti e della successiva eventuale offerta pubblica di
acquisto volontaria parziale (l'"Offerta") da parte di Olivetti su
azioni Telecom Italia ordinarie e di risparmio. Nell'ambito del progetto,
Olivetti ha conferito mandato a Banca Intesa SpA, Barclays Capital, BNP
Paribas, Hsbc Bank plc, J.P. Morgan plc, The Royal Bank of Scotland plc e
Unicredit Banca Mobiliare SpA, in qualità di "Mandated Lead Arrangers",
di sottoscrivere e organizzare i finanziamenti per complessivi 15,5 miliardi
di euro. Jp Morgan agirà da Global Coordinator e, insieme a Banca Intesa
SpA e Unicredit Banca Mobiliare SpA, da Joint Bookrunner. In particolare, le
linee di credito sono suddivise in: un finanziamento a termine di 9 miliardi
di euro per far fronte alle esigenze derivanti dagli eventuali recessi e
dall'eventuale Offerta. Il finanziamento si divide in tre tranche con
scadenze a 364 giorni, 18 mesi e 2 anni (con opzioni d'estensione di 6 mesi
per le prime due tranche e 12 mesi per la terza); una linea di credito
"revolving" di 6,5 miliardi di euro a disposizione per garantire
un adeguato margine di liquidità. La linea di credito si divide in due
tranche con scadenze a 364 giorni e 3 anni (e opzione d'estensione di 12
mesi per la prima tranche).
DE'
LONGHI S.P.A.: APPROVATI DAL CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE I RISULTATI AL 3
1DICEMBRE 2002: EBITDA A E 180,4 MILIONI (+9,9% RISPETTO AL 31 DICEMBRE
2001); UTILE NETTO A E 40 MILIONI (+52,0% RISPETTO AL 2001)
Treviso, 24 marzo 2003 - Il Consiglio d'Amministrazione di De'Longhi S.p.A
proporrà all'Assemblea degli Azionisti un dividendo di E 0,06 per azione (+
82% rispetto al 2001 e con u n pay out ratio del 22,4% rispetto al 18,7% del
2001). Il Consiglio d'Amministrazione di De'Longhi S.p.A. - leader nei
settori del riscaldamento, del condizionamento e trattamento dell'aria,
della preparazione e cottura dei cibi e della pulizia della casa e stiro con
marche quali De'Longhi, Kenwood, Ariete e Simac - ha approvato oggi i dati
relativi all'esercizio 2002. I ricavi netti consolidati si sono attestati a
E 1.273,7 milioni, con una crescita del 6,3% rispetto al 2001. A parità di
tassi di cambio la crescita sarebbe stata dell'8,7%; escludendo l'uscita del
Gruppo dalla famiglia di prodotto dei forni a micro-onde di gamma bassa
l'incremento sarebbe stato del 10%. L'Ebitda ha raggiunto E 180,4 milioni
(+9,9% rispetto al 2001), con un'incidenza sul fatturato (Ebitda margin) in
crescita al 14,2% (rispetto al 13,7% del 2001). L'Ebit si è attestato a E
109,9 milioni (+16,5% sul 2001), con un'incidenza sul fatturato in aumento
all'8,6% (dal 7,9% del 2001). Il risultato netto ha raggiunto E 40 milioni
(+52% rispetto al 2001), in assenza di significative componenti
straordinarie. In deciso miglioramento anche l'indebitamento finanziario, in
diminuzione a E 269,1 milioni (rispetto a E 447,1 milioni del 2001), grazie
sia ad una notevole generazione di cassa (pari a E 78,9 milioni, al netto
della distribuzione di dividendi 2001 per E 4,9 milioni), sia ai proventi
della securitization per E 99,1 milioni. Per quanto riguarda le singole aree
di business, il Gruppo ha registrato consistenti crescite nei segmenti della
preparazione e cottura cibi (+10,8%), del condizionamento (+8,6%) e del
segmento pulizia della casa e stiro (+5,3%), mentre il riscaldamento (-2,7%)
ha risentito delle temperature superiori alle medie in alcuni mercati di
riferimento, che hanno causato il ritardo della partenza della stagione
invernale, e dell'effetto cambi negativo. A livello di distribuzione
geografica del fatturato, è importante segnalare la crescita dell'8,9% in
Italia, nonostante la contrazione del mercato dell'elettrodomestico.
Positive le performance in Giappone (+10,8%) ed in Nord America (+9,7%). A
parità di tassi di cambio l'incremento di fatturato in questi mercati
sarebbe stato rispettivamente del 20,7% e del 18,2%. 'In condizioni di
mercato difficili crescere con i ritmi che abbiamo registrato nel 2002
significa aver raggiunto un equilibrato mix tra innovazione, prodotti di
successo, presidio dei canali distributivi e forza dei marchi' - ha
affermato il Presidente Giuseppe De'Longhi - 'se poi consideriamo che il
lancio di alcuni nuovi prodotti importanti ha contribuito alla crescita del
fatturato solo per gli ultimi mesi dell'anno, siamo ancora più soddisfatti
dei risultati raggiunti'. Il Consiglio d'Amministrazione proporrà
all'Assemblea degli Azionisti (prevista per il giorno 14 aprile in prima
convocazione ed il 15 aprile in seconda convocazione) un dividendo pari a E
0,06, in crescita dell'82% rispetto a E 0,033 del 2001. Lo stacco cedola è
previsto per il 22 aprile 2003, mentre il pagamento sarà effettuato a
partire dal 25 aprile 2003.
ESAOTE
CDA APPROVA BILANCIO 2002 POSITIVA CONCLUSIONE DELL'OPA BRACCO BIOMED.
FATTURATO CONSOLIDATO A EURO 258,8 MILIONI (+ 8,9% RISPETTO AL 2001)
Genova, 24 marzo 2003: Il Consiglio di Amministrazione di Esaote S.p.A.,
riunitosi in data odierna sotto la presidenza del Prof. Carlo Castellano, ha
approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2002 da sottoporre
all'esame dell'Assemblea Ordinaria dei Soci, che si terrà in prima
convocazione il prossimo 29 aprile e in seconda convocazione il 2 maggio
2003. Nel 2002 il fatturato consolidato è stato pari a 258,8 milioni di
euro, con una crescita dell'8,9% rispetto a 237,6 milioni di euro dell'anno
precedente. Le vendite in Italia sono cresciute del 13,4%, passando da 91,9
milioni di euro del 2001 a 104,3 milioni di euro del 2002. Le vendite
all'estero hanno invece registrato una crescita del 6,1%, con un'incidenza
del 59,7% sul fatturato totale. All'estero la crescita più significativa è
stata registrata sul mercato cinese (+71% rispetto all'anno scorso). Le
vendite nel core business ultrasuoni sono cresciute del 9,3%, raggiungendo
159,7 milioni di euro; la tomografia a risonanza magnetica dedicata è
cresciuta del 3,5% e l'information technology ha registrato un incremento
dell'10,8%. L'incidenza sul totale del fatturato dei prodotti proprietari -
cioè prodotti che utilizzano know how e tecnologie Esaote - nel 2002 è
risultata pari all'83%. Anche nel 2002 il Gruppo ha perseguito una politica
di forti investimenti nella Ricerca e Sviluppo, i cui costi totali sono
risultati pari a 19,5 milioni di euro contro 16,9 milioni di euro
nell'esercizio 2001, con un incremento del 15,8%. E pertanto l'incidenza dei
costi di ricerca e sviluppo sul fatturato (relativamente ai prodotti
proprietari) è salito al 9,1%. Nelle attività di ricerca e sviluppo sono
impegnate 220 persone su un totale di 1.126 dipendenti al 31.12.2002, con
un'incidenza del 19,5 %. Nell'esercizio appena concluso il margine operativo
lordo è risultato pari a 32,3 milioni di euro - corrispondenti al 12,5% sui
ricavi netti di vendita. L'utile operativo netto risulta pari a 25,0 milioni
di euro, con un incremento del 5,5% rispetto al corrispondente periodo dello
scorso anno. L'utile netto di pertinenza di Gruppo dell'esercizio 2002 è
cresciuto del 9,6%, risultando pari a 10,3 milioni di euro, contro 9,4
milioni di euro del 2001. L'indebitamento finanziario netto del Gruppo al 31
dicembre 2002 è risultato pari a 34,0 milioni di euro, contro 42,6 milioni
di euro al 31.12.2001, con una riduzione netta di 8,7 milioni di euro
(variazione negativa del 20,3%). Al 31 dicembre 2002 il patrimonio netto
consolidato è risultato pari a 91,7 milioni di euro, contro 85,6 milioni di
euro al 31 dicembre 2001, con una variazione del +7,1%. Il rapporto
dell'indebitamento finanziario netto sul patrimonio netto è pertanto sceso
nel 2002 allo 0,37%, contro lo 0,50% dell'esercizio 2001.La capogruppo
Esaote S.p.A. ha conseguito una crescita del 6,2%, registrando ricavi netti
di vendita per 185,1 milioni di euro. L'utile netto di Esaote S.p.A. per il
2002 risulta pari a 7,5 milioni di euro, rispetto a 8,8 milioni di euro del
2001. L'attuale criticità del quadro macroeconomico mondiale e l'evoluzione
delle politiche dei competitori americani e giapponesi consigliano un
atteggiamento di forte prudenza nella determinazione degli obiettivi di
crescita nel 2003.
BREMBO
: RICAVI E MARGINI IN CRESCITA PER BREMBO NEL 2002 IN UN MERCATO
DIFFICILE
Curno, 24 marzo 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Brembo ha
esaminato ed approvato nella riunione odierna i risultati economici e
patrimoniali definitivi relativi all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2002.
Non si rilevano variazioni di rilievo rispetto ai dati preliminari diffusi
in data 14 Febbraio 2003. I ricavi netti consolidati ammontano a E 565,8
milioni, con un aumento del 6,8% sull'anno precedente, che diventa dell'8,3%
a parità di perimetro di consolidamento. Il margine operativo lordo (Ebitda)
è pari a E 90,3 milioni, con un'incidenza sui ricavi del 16% e con un
incremento sull'importo dell'esercizio precedente di circa il 10%. L'utile
netto è di E 20,2 milioni, che si confronta con E 24,8 milioni
dell'esercizio 2001, anno che teneva conto della plusvalenza realizzata a
seguito della dismissione di una società partecipata. Il cash-flow ammonta
a E 62,7 milioni, pari all'11% dei ricavi. Nel corso della riunione sono
stati esaminati anche i risultati economici e patrimoniali relativi alla
capogruppo Brembo S.p.A., i quali evidenziano ricavi per E 450,2 milioni
(+11,7% rispetto al 2001). Il margine operativo lordo è pari a E 60,7
milioni (+21,2% rispetto al 2001), mentre il margine operativo netto risulta
di E 25 milioni, registrando + 43,7% rispetto all'esercizio precedente. Al
termine della riunione il Presidente di Brembo ha così commentato
l'esercizio trascorso: 'I buoni risultati che sottoporremo ai Soci relativi
allo scorso anno sono il frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto
ogni collaboratore di Brembo, in Italia ed all'estero. Abbiamo aumentato i
ricavi ed i margini in un contesto particolarmente difficile e sottoposti ad
una forte e costante pressione sui prezzi di vendita. Le particolari
condizioni di mercato hanno richiesto un gravoso impegno per utilizzare al
meglio tutta la flessibilità possibile nei nostri stabilimenti, e più in
generale in tutta la catena del valore controllata da Brembo. Crediamo nel
complesso di avere ulteriormente migliorato il posizionamento competitivo di
Brembo sui diversi mercati di riferimento. I primi mesi del corrente
esercizio pongono in evidenza la cautela nei programmi di vendita da parte
dei nostri principali clienti da un lato, e dall'altro rincari puntuali e
assai significativi di alcune materie prime legate ai prodotti in ghisa. Il
complesso delle attività conferma sin qui una tendenza espansiva dei
ricavi, in linea con le aspettative, ma la visibilità non è ancora
soddisfacente ed invita alla prudenza. Dobbiamo ancora una volta darci
obiettivi di ulteriore migliore controllo dei costi interni da un lato, e
dall'altro ottenere i giusti, anche se parziali incrementi di prezzi legati
al repentino aumento dei materiali' Nel corso del Consiglio è stata
esaminata la proposta formulata per l'affitto e l'acquisto d'azienda di
Bradi, società produttrice di dischi freno, attualmente in procedura di
concordato preventivo. La risposta all'offerta presentata da Brembo è
previsto pervenga alla società, a cura degli organi della procedura, entro
il 27 marzo prossimo. Il Consiglio ha infine deliberato di proporre la
distribuzione di un dividendo pari a E 0,11 per azione, invariato
nell'importo rispetto allo scorso anno ma che sarà corrisposto ad un numero
di azioni incrementato del 25% a seguito dell'aumento gratuito di capitale
sociale, avvenuto a luglio 2002. Il dividendo sarà messo in pagamento a
partire dal prossimo 15 maggio a seguito dello stacco della cedola n. 11,
fissato per il giorno 12 maggio 2003. L'Assemblea dei soci si riunirà in
prima convocazione il giorno 28 aprile alle ore 11.00 presso la sede sociale
di Curno, per approvare il bilancio chiuso al 31.12.2002.
GETRONICS
DI NUOVO SULLA BUONA STRADA FOCUS SUL CORE BUSINESSIL DEBITO VERRA' RIPAGATO
DAGLI ASSETS E DAL PROFITTO OPERATIVO
Amsterdam, 24 marzo 2003 - Il 21 febbraio 2003, il Supervisory Board ha
nominato un nuovo management team per guidare la società. Dopo aver rivisto
le condizioni finanziarie della società, le sue operazioni commerciali e
gli assets, il team ha concluso che, nonostante Getronics si trovi su un
mercato in difficoltà, la sua condizione è meno critica di quanto si
pensi. In particolare, la fedeltà dei clienti è più forte del previsto.
Getronics ha una base di clienti blue chip molto soddisfacente, solide
relazioni strategiche con partner tecnologici leader di mercato - tra cui
Microsoft, Cisco e Dell - dipendenti competenti e orientati al servizio,
capacità di offrire servizi ICT di elevata qualità. La condizione di
salute della società, unita all'attività del management per cogliere le
molte opportunità per migliorare le performance operative e il cash
management, e a un focus rafforzato sul core business, hanno spinto il
management e il Supervisory Board a concludere che c'è una possibilità
alternativa per rafforzare la posizione finanziaria della società rispetto
al Revised Invitation o Tender. Pur mantenendo l'attuale facilitazione
creditizia, il management ha disegnato un piano per migliorare le
performance operative e la capacità di generare liquidità del principale
business della società che include le seguenti attività: Il focus di
Getronics resterà sul core business dell'integrazione end-to-end e sulla
gestione dei sistemi di Information e Communication Technology (Ict). Le
soluzioni e i servizi di Getronics soddisfano le esigenze dei clienti e
supportano i processi e le infrastrutture fondamentali per il successo del
loro business. La dismissione e/o la liquidazione di assets non strategici e
strutturalmente under-performing. L'implementazione di un sistema
centralizzato di cash management per rafforzare la liquidità dell'azienda
che già si trova in una solida posizione di cassa. Le operazioni locali
under-performing verranno modificate, a partire dalla filiale italiana.
Roberto Schisano, precedentemente in Texas Instruments, è stato nominato
Chairman di Getronics Italia il 20 marzo per risolvere i problemi operativi.
Schisano reimposterà la sua strategia e l'offerta di servizi in modo che la
posizione di primo piano della società sul mercato italiano ne esca
rafforzata. Un riesame della strategia di business dell'azienda per
raffinare la sua posizione di mercato e per esaminare i benefici
dell'allineamento con partner strategici al fine di rafforzare le attività
strategiche, la copertura geografica e le sue capacità. Nel riesame degli
asset, la società ha concluso che la business unit Human Resource Solutions
(Ghrs) di Getronics non è strategica. Getronics ha già ricevuto serie
offerte per la Ghrs e prevede di completarne la vendita nei prossimi mesi.
La Ghrs avrà più liberta per sviluppare all'esterno di Getronics e la sua
posizione strategica uscirà rafforzata da un nuovo partner. (Nel corso del
2002, ha contribuito per circa 95 milioni di euro e circa 35 milioni di euro
rispettivamente al fatturato e all'Ebita della società). Il processo di
disinvestimento degli asset non strategici e under-performing verrà
utilizzato per ripagare il debito, compreso quello bancario. Circa 300
milioni di euro in contante serviranno a ripagare i Bonds subordinati. Nei
prossimi due anni, il management si focalizzerà sulla generazione di
contante aumentando le performance operative per ripagare il debito
nominale, che comprende le obbligazioni dei possessori di bond del 2004 e
2005. Revised Invitation To Tender Il Management e il Supervisory Board
preferiscono la strada alternativa che consiste nei passaggi indicati sopra,
piuttosto che il Revised Invitation To Tender, tenendo in considerazione gli
interessi della società e dei suoi azionisti. Il management e il
Supervisory Board preferirebbero concludere il Revised Invitation To Tender.
In ogni modo, il management e il Supervisory Board hanno deciso di non
concludere il Revised Invitation to Tender (a meno che non si presentino
circostanze impreviste ed eccezionali e a condizione che vi sia un
accettabile livello di Offerte di Scambio), al fine di permettere agli
azionisti, in occasione della riunione straordinaria generale degli
azionisti prevista per il 27 marzo prossimo, di prendere in considerazione
lo scenario alternativo proposto. Comunicazione del management di Getronics
"Come nuovo management di Getronics, il nostro primo passo è stato
quello di considerare attentamente quali potessero essere le migliori
opzioni per l'azienda, tra le quali una soluzione di finanziamento a lungo
termine, e di raccomandare e intraprendere la strada migliore verso il
successo, prendendo in considerazione gli interessi dell'azienda e di tutti
i suoi azionisti. D'accordo con il Supervisory Board, abbiamo quindi
approntato una soluzione finanziaria che ridurrà significativamente il
livello di indebitamento dell'azienda, che porterà ad un significativo
miglioramento della capacità di solvenza dell'azienda e che ristabilirà il
livello di fiducia dei clienti e dei mercati finanziari. Adesso siamo di
nuovo in carreggiata."
A
MILANO LA SEDE DELLA AGENZIA ITALIANA PER L'AMERICA LATINA
Milano, 24 marzo 2003. Un'Agenzia internazionale a Milano. E' questo il
prossimo obiettivo dell'impegno di marketing territoriale per Milano.
L'iniziativa di costituire un'Agenzia Italiana per l'America Latina nel
capoluogo lombardo parte dalla Camera di Commercio di Milano e prevede la
partecipazione di istituzioni, associazioni e imprese. Martedì la firma del
"Memorandum of Understanding" tra Camera di Commercio, Banca
Interamericana di Sviluppo e governo. Un ruolo di ponte quello di Milano col
Sudamerica che emerge anche dai dati: sono 67 le imprese industriali estere
partecipate da imprese milanesi in America Latina, pari al 12,2% del totale
delle attività milanesi all'estero e al 22% del numero complessivo di
imprese partecipate da imprese italiane nell'area. Gli addetti sono oltre 20
mila, pari al 15% del numero complessivo di lavoratori nelle imprese estere
partecipate da quelle milanesi. E tra le partecipazioni, spicca il settore
dell'Ict (Information Communication Technology): sono infatti 6 le
partecipazioni all'estero di case-madri milanesi nei settori manifatturieri
delle Ict, pari al 40% del dato complessivo italiano; gli addetti occupati
sono quasi 3 mila, pari al 51% del totale italiano. Obiettivo dell'Agenzia?
Promuovere programmi di formazione, il partenariato tra piccole e medie
imprese, la collaborazione tra gli enti di formazione italiani e
sudamericani. Far meglio conoscere l'utilizzo degli strumenti finanziari
messi a disposizione della Banca Inter Americana. La proposta è emersa oggi
al convegno "Private sector development: an integral approach",
nel corso della quarantaquattresima assemblea annuale della Banca
Interamericana di Sviluppo, dal 20 al 26 marzo. "Dopo l'Annual Meeting
del Bid in Italia, a Milano, - ha dichiarato Bruno Ermolli, presidente di
Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per
l'internazionalizzazione - occorre un impegno concreto per contrastare le
gravi difficoltà in cui l'intera regione latino americana versa, rese ancor
più critiche dalla congiuntura negativa a livello mondiale. Istituendo a
Milano una "Agenzia Italiana per l'America Latina " che abbia come
mission quella di favorire la crescita delle economie latino-americane
attraverso una maggiore integrazione con il sistema economico ed
imprenditoriale italiano. La scelta di Milano trova ragione nel ruolo che
questa area ha, anche nel contesto europeo. Una impresa diffusa e
innovativa, l'alto livello di produttività, l'attenzione alla qualità e
alle risorse umane sono tutti tratti distintivi di Milano che possono ora
essere trasmessi con successo al tessuto imprenditoriale
latino-americano". La Banca Interamericana di Sviluppo. E' un istituto
multilaterale di sviluppo regionale con sede a Washington, fondato nel 1959
per sostenere lo sviluppo economico e sociale nei paesi dell'America Latina
e nei Caraibi e promuovere l'integrazione regionale dell'area. Per
raggiungere i suoi obiettivi, la Banca utilizza delle proprie risorse oltre
ad effettuare una raccolta nei mercati finanziari internazionali. La Banca
ha 46 paesi membri. L'attuale presidente Enrique V. Inglesias, originario
dell'Uruguay, è stato eletto nel 1988, per poi essere rieletto nel 1993 e
nel 1998. La Banca eroga prestiti in diversi ambiti economici e sociali:
energia, trasporti e comunicazioni, industrie e attività minerarie,
ambiente, agricoltura, riduzione della povertà, salute pubblica, riforma
sociale ed economica, modernizzazione del governo, sviluppo urbano,
educazione, scienze e tecnologia, finanziamento delle esportazioni, turismo
e piccole industrie. Negli ultimi sette anni l'istituto è stato la maggiore
fonte di finanziamenti per lo sviluppo della regione del centro e sud
America. ..e il desk di Milano. Promos, l'azienda speciale della Camera di
Commercio di Milano ospita a Milano il desk italiano della stessa Banca per
facilitare la partecipazione delle imprese milanesi e lombarde ai progetti
della Banca. Il desk ha promosso e seguito 20 tra eventi e seminari. Milano
e Centro-Sud America: i dati dell'interscambio L'andamento dell'import in
dieci anni. L'andamento dell'import milanese dai paesi centro e sud
americani è cresciuto tra il 1991 e la fine del 2001 dell'89,8%, passando
da 390,7 milioni di euro a 741,5 milioni. Rispetto al 2000, tuttavia,
l'import ha subito una leggera flessione: -11%. Il peso di Milano sul totale
delle importazioni italiane dall'area era del 13,3% nel 1991 ed è sceso al
12% a fine 2001. Rispetto alla media italiana, Milano risulta meno
specializzata nelle importazioni dai paesi di questa area: le importazioni
provenienti da questi paesi pesano infatti l'1,1% del tot. delle
importazioni milanesi, contro il 2,2% per le importazioni italiane. In
valore assoluto, i cinque paesi da cui importa di più Milano sono
nell'ordine il Cile (274 milioni di euro), il Brasile (175,5 milioni), il
Messico (100,2 milioni), l'Argentina (47,6 milioni) e il Costa Rica (28,3
milioni). In variazione percentuale, nell'arco di dieci anni sono
soprattutto i paesi più piccoli ad aver fatto registrare la crescita
nell'import più sostenuta: Barbados (le importazioni da Milano sono
cresciute del 2.157% in dieci anni). Subito dopo le Isole Vergini, c'è
tuttavia da segnalare il +483,7% fatto registrare dal Cile, il + 358,2% del
Messico, il +336,9% del El Salvador, e il +271,7% dell'Ecuador. Tra gli
altri paesi, si segnala un +122,5% del Venezuela; un +32,7% di Cuba; e un
+27,4% del Brasile. Tra i paesi che hanno registrata una flessione, spicca
l'Argentina (-8,6% in dieci anni); il Costarica (-15,1%); il Paraguay
(-84,7%); il Nicaragua (-92,6%). L'andamento dell'export in dieci anni.
Anche l'export milanese verso i paesi del centro e sud america ha fatto
registrare una crescita davvero notevole in dieci anni: +210,7% (da 544,5
milioni di euro a quasi 1.692 milioni). Anche rispetto al 2000 l'export
milanese mostra un trend positivo: +6,4%. Una crescita che nell'arco dei
dieci anni è stata leggermente inferiore rispetto all'export italiano
(+289,4%): in questo senso, il peso di Milano sul totale dell'export
italiano in quest'area passa dal 21% al 16,7%. Rispetto all'export verso
questi paesi, Milano risulta più specializzata se confrontata con la media
italiana: il peso dell'export verso i paesi del centro e sud America pesa il
4,4% del totale dell'export milanese, contro il 3,8% di quello italiano. Tra
i singoli paesi, l'export milanese va soprattutto forte in Brasile (575
milioni di euro), Messico (429,6 milioni), Argentina (166,5 milioni),
Venezuela (106,6 milioni), Cile (81,3 milioni). Anche in questo caso,
nell'arco dei dieci anni sono soprattutto i piccoli paesi a registrare il
tasso di crescita più sostenuto: in particolare, Isole Cayman (+3.375,3%);
Isole Vergini (+772,5%); Haiti (+656,8%); Aruba (+468,7%). Tra i grandi
paesi, il Brasile si posiziona al sesto posto, con una crescita del 406,1%,
seguito dalla Costarica (+387%) e dal Messico (+343,2%). Tra gli altri
paesi: Cile (+239,3%); Argentina (+144,9%); Cuba (+88,5%). Tra i paesi che
invece hanno registrato una flessione: Panama (-15,1%); Nicaragua (-45%);
Grenada (-50,1%). I principali settori di commercio. I principali prodotti
importati dai paesi del centro e sud america sono legati al settore dei
metalli e prodotti in metallo (275,6 milioni di euro); al settore alimentare
(107,3 milioni); all'agricoltura (82,8 milioni) e ai prodotti chimici (71,1
milioni). Rispetto al 2000, la crescita più forte si è registrata nel
settore carta-editoria (+327%); in quello gomma e materie prime (+267,3%) e
in quello della fabbricazione di cuoi e pelli (+39%). A mostrare invece un
trend negativo sono stati soprattutto il settore dell'estrazione di minerali
(-62,6%); quello dei mezzi di trasporto (-62,8%); quello della raffineria di
petrolio (-27,9%) e infine quello alimentare (-19%). Per quanto riguarda
invece l'export milanese, in valore assoluto a fare la voce grossa è il
settore delle macchine elettriche (543,5 milioni di euro); quello delle
macchine e apparecchi meccanici (453,6 milioni); quello dei prodotti chimici
(283 milioni); quello dei metalli e prodotto di metallo (78,6 milioni);
seguono l'industria tessile (40,2 milioni) e la confezione di articoli di
vestiario (quasi 30 milioni). Rispetto al 2000, a crescere di più sono
stati i settori delle macchine elettriche (+39%), quello del legno e
prodotti di legno (+29,5%), quello della confezione di articoli di vestiario
(+18,3%). A mostrare una flessione sono stati invece il settore
dell'industria tessile (-2,3%); quello alimentare (-13,4%) e quello delle
macchine e apparecchi meccanici (-12,3%). Gli Ide milanesi nell'area latino
americana. Sono 67 le imprese industriali estere partecipate da imprese
milanesi in America Latina, pari al 12,2% del totale degli IDE (investimenti
diretti esteri) milanesi, e al 22% del numero complessivo di imprese
partecipate da imprese italiane nell'area. Gli addetti sono oltre 20 mila,
pari al 15% del numero complessivo di addetti degli de milanesi. Tra i
singoli paesi, spicca il Brasile con 26 imprese partecipate e quasi 15 mila
addetti; l'Argentina con 16 imprese partecipate e quasi 3 mila addetti; e
infine il Messico, con 9 imprese partecipate e oltre 1100 addetti. E tra le
partecipazioni, spicca il settore dell'Ict: sono infatti 6 le partecipazioni
all'estero di case-madri milanesi nei settori manifatturieri delle Ict, pari
al 40% del dato complessivo italiano; gli addetti occupati sono quasi 3
mila, pari al 51% del totale italiano. A fare la parte maggiore è il
Brasile con 3 imprese partecipate e oltre 1700 addetti. Infolink: www.mi.camcom.it
GUERRA
IN IRAQ: ASSOTRAVEL INVITA LA RETE ITALIANA DELLE AGENZIE DI VIAGGI A VENIRE
INCONTRO AI CLIENTI
Roma, 24 marzo 2003 - Assotravel (Associazione Nazionale delle Agenzie di
Viaggio e Turismo) aderente a Confindustria, ha invitato tutti gli agenti di
viaggi italiani ad intervenire per evitare o limitare al massimo ai propri
clienti le conseguenze derivanti dalle disdette conseguenti all'avvio del
conflitto tra Usa e Itaq. Ricordiamo che, in base al decreto legislativo n.
111/95 le penali, conseguenti alla disdette previste dal contratto di
viaggio non sono dovute solo nel caso in cui il paese di destinazione sia
direttamente coinvolto nello scenario di guerra o comunque ufficialmente
"sconsigliato" dall'Unità di Crisi della Farnesina. In tutti gli
altri casi le penali sono invece dovute poiché a loro volta le aziende
(agenzie di viaggio e/o tour operator) hanno assunto impegni nei confronti
di strutture ricettive e di vettori in Paesi pericolosi per i viaggiatori.
Al di là di questo quadro giuridico che resta fermo, Assotravel ha ritenuto
doveroso, attraverso una propria comunicazione inviata a tutte le agenzie di
viaggio italiane, invitare le stesse imprese ad operare per evitare al
massimo i disagi e le conseguenze per quanti si sono loro rivolti per
scegliere le proprie vacanze. In tal senso, le agenzie di viaggio italiane
opereranno su richiesta dei loro clienti anche relativamente alle
destinazioni non dichiarate a rischio, per ottenere, laddove possibile,
differimenti della data di partenza e/o della destinazione, senza penali per
i propri clienti. L'iniziativa si inserisce in una nuova posizione che vede
l'agenzia di viaggio sempre più consulente della propria clientela, pur
restando terminale sul territorio della catena produttiva del turismo
(albergo, vettore, tour operator). In questo quadro Assotravel ha diffuso,
presso tutte le agenzie di viaggio italiane, il proprio Servizio Sicurezza
Clienti con il quadro aggiornato (alle ore 10.00 di oggi) dei Paesi
ufficialmente a rischio e degli altri pericolosi (zona per zona)
nell'interesse dei clienti e per la serenità delle loro vacanze.
PROGRAMMA
DEI VOLI AIR FRANCE
Roma, 24 marzo 2003 - Il programma dei voli Air France, per il mese di
aprile, é in corso di adeguamento alla situazione. Un bilancio sarà
comunicato mercoledì 26 marzo 2003. A parte Tel Aviv, l'insieme delle
destinazioni continuerà ad essere collegato fino a tale data.
SOSPESO
IL SERVIZIO POSTALE CON L'IRAQ E CON IL KUWAIT
Roma, 24 marzo 2003 - Il servizio postale con l'Iraq e con il Kuwait è
sospeso a causa dell'interruzione dei collegamenti aerei con questi Paesi.
La corrispondenza eventualmente inviata verso questi Paesi sarà restituita
al mittente.
CONVEGNO:
RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE QUANDO UN CONTROLLO INEFFICIENTE PUÒ
COSTARE MOLTO CARO COME CONCILIARE LE NUOVE RESPONSABILITÀ DELLE PERSONE
GIURIDICHE CON IL BUSINESS
Milano, 24 marzo 2003 - E' sotto gli occhi di tutti che l'Italia si è
adeguata rapidamente al d.lgs 231/2001 in merito alla responsabilità
amministrativa delle persone giuridiche. La nuova normativa prevede sanzioni
molto gravi, fino all'interdizione dall'esercizio delle attività
contrattuali con la Pubblica Amministrazione, anche prima di essere
giudicati e per periodi di tempo tali per cui l'impresa, pur innocente,
rischia di uscire dal business. La legge prevede responsabilità dirette
anche in merito a comportamenti ed azioni di soggetti anche estranei
all'azienda ma ad essa riferibili, come agenti e reti distributive. Inoltre
sancisce che le persone giuridiche, ovvero le aziende, per non incorrere
nelle sanzioni, devono quanto meno dimostrare di avere adottato tutte le
contromisure necessarie. Poiché, per necessità di riduzione del personale,
si tende a portare le deleghe ai livelli gerarchici più bassi o a terze
parti, ai fini del d.lgs 231/2001 si pongono ineludibili problemi di
controllo. Per verificare le proprie strutture, le domande cruciali da porsi
sono le seguenti: L'azienda è dotata di indicatori di processo per il
controllo di anomalie nelle reti vendita indirette? I processi sono adatti a
prevenire le situazioni di rischio censite nella 231/2001? Il sistema dei
pagamenti è organizzato per segnalare le anomalie? Quali sono gli aspetti
delle politiche commerciali che potrebbero essere in conflitto con la norma?
Il controllo di gestione traccia, ai fini della trasparenza, eventi
finanziari a rischio? L'organizzazione aziendale consente di distinguere una
richiesta "pericolosa"? Se ritenete che la vostra azienda non sia
sufficientemente tutelata per operare in sicurezza è necessario:
Approfondire la conoscenza delle norme; Mappare i rischi derivanti dal
business, che potrebbero farvi incorrere in sanzioni; Adeguare
organizzazione e processi, salvaguardando il modello di business;
Individuare gli indicatori di controllo; Costruire un modello organizzativo
di controllo e di feedback per la gestione del rischio d'impresa. Durante il
convegno, avvocati esperti delle nuove norme e consulenti di organizzazione
illustreranno le norme, le implicazioni organizzative e di business. 27
marzo 2003 Hotel Michelangelo, via Scarlatti, 33 Milano Ore 9 - 13 La
partecipazione al convegno è gratuita; poiché i posti sono limitati, si
prega di iscriversi all'indirizzo e-mail hbi@miglioramento.it
o telefonando alla segreteria organizzativa: mob. 3355920636
DE
AGOSTINI: CONCLUSE LE TRATTATIVE SINDACALI CON IL GRUPPO UTET
Novara, 24 marzo 2003 - Si è conclusa il 20 marzo 2003, a Roma presso il
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la trattativa avviata il 19
novembre scorso, tra il Gruppo Utet e le rappresentanze sindacali. La
procedura, attuata in seguito alla definizione del piano di ristrutturazione
delle società del Gruppo Utet, si è conclusa con un accordo raggiunto al
termine di una trattativa condotta con spirito costruttivo e collaborativo
da parte di tutte le componenti al tavolo di lavoro. La situazione
economico/gestionale del Gruppo Utet, recentemente acquisito dal Gruppo De
Agostini, e l'andamento fortemente negativo degli indicatori economici hanno
reso indifferibile l'adozione di un piano industriale che, passando per una
fase di riorganizzazione e di razionalizzazione delle attività e dei
processi in essere, consenta il rilancio dei marchi dello storico gruppo
editoriale, attraverso consistenti investimenti editoriali e
infrastrutturali, che portino in tempi brevi ad un recupero di efficienza e
ad un riequilibrio del risultato economico. Il piano industriale di lungo
periodo ha come obiettivo di valorizzare pienamente gli asset esistenti,
mantenendo il posizionamento strategico del Gruppo Utet, conservandone
l'identità e le specificità rispetto alle attività del Gruppo De Agostini.
A fronte dell'impegno in un piano industriale di rilancio e di rafforzamento
del Gruppo Utet, l'accordo raggiunto prevede una riorganizzazione che porterà
gli organici ad una riduzione di 130 unità. Per attenuare l'impatto sociale
del piano si farà ricorso sia a pensionamenti anticipati, per la maggior
parte del personale in esubero, sia a strumenti che favoriscano la
ricollocazione del personale in esubero nel mercato del lavoro esterno.
L'accordo è stato sottoscritto dall'azienda, dalle Segreterie Nazionali e
Territoriali di Fistel Cisl e Uilcom Uil e dalla maggioranza delle Rsu/Rsa
delle società coinvolte. La chiusura della trattativa e il raggiungimento
dell'accordo sono stati il risultato di uno sforzo congiunto delle
controparti di ricercare tutte le possibili intese e gli strumenti più
adeguati per favorire il risanamento e il rilancio del Gruppo Utet.
GIANNI
CRESPI LASCIA DE AGOSTINI E UTET
Novara, 24 marzo 2003 - Il dott. Gianni Crespi, Amministratore Delegato e
Direttore Generale della società Istituto Geografico De Agostini S.p.A. e
Amministratore Delegato del Gruppo Utet, lascia la società, così come gli
altri incarichi ricoperti in altre società del Gruppo De Agostini e del
Gruppo Utet, avendo entrambe le parti preso atto delle divergenze insorte
sulle strategie di business ed i relativi assetti organizzativi. Il
Consiglio di Amministrazione della società esprime il suo ringraziamento ed
il vivo apprezzamento per l'importante opera svolta dal dott. Crespi nel
corso della sua gestione. Alla luce del carattere amichevole della
risoluzione del rapporto, nuove occasioni di collaborazione potranno
svilupparsi in futuro.
DATA
MANAGEMENT ACQUISISCE GESAM RILEVATO IL 55 PER CENTO DELLA SOCIETÀ DEL
GRUPPO DELOITTE&TOUCHE SPECIALIZZATA NELL'AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE
Milano, 24 marzo 2003 - Data Management, società del gruppo Akros e leader
nelle soluzioni e nei servizi di informatica per la gestione delle risorse
umane, ha acquisito dal gruppo Deloitte & Touche il 55 per cento di
Gesam, società con sede a Milano e specializzata nei servizi per
l'amministrazione del personale. L'operazione permette a Data Management di
rafforzare la posizione di polo di riferimento per l'intera gamma dei
servizi per la gestione del personale. La possibilità di affiancare a
soluzioni di informatica consolidate e ai servizi in outsourcing anche
competenze caratteristiche della consulenza professionale (del lavoro,
dell'assistenza legale e contrattuale e della gestione degli adempimenti),
permette a Data Management e alla controllata Gesam di esprimere un unicum
d'offerta sul mercato italiano. In più, l'acquisizione si accompagna a un
accordo di collaborazione fra la stessa Gesam e il gruppo Deloitte &
Touche, che dà continuità ad una collaborazione già consolidata per i
servizi di amministrazione del personale erogati ai clienti Deloitte. I soci
fondatori di Gesam hanno conservato le quote già in loro possesso e sono
tutti nel nuovo consiglio d'amministrazione. Fra essi è Angelo Pagani, che
è stato confermato Presidente della Società. Amministratore Delegato è
Luciano Latini, proveniente da Data Management. Costituita nel 1983, Gesam
ha maturato una competenza riconosciuta nei servizi professionali e di
amministrazione in outsourcing del personale, con prestazioni che vanno
dagli adempimenti di base, all'assistenza legale e contrattuale, alla
gestione delle retribuzioni e così via. Entrata nel gruppo Deloitte &
Touche nel 2000, oggi opera con oltre 20 professionisti, per aziende
appartenenti ai settori più diversi (dal commercio all'editoria,
dall'industria metalmeccanica allo spettacolo).
CONGIUNTURA
CRITICA PER LE CALZATURE
Milano, 24 marzo. "II ciclo congiunturale sfavorevole innescato a
partire dalla seconda metà del 2001 è proseguito nel corso di tutto l'anno
2002." Questa in sintesi la situazione congiunturale del settore
calzaturiero descritta da Antonio Brotini, Presidente di Anci. Del resto le
cifre parlano chiaro. "I dati di preconsuntivo configurano un 2002 in
larga parte insoddisfacente dal punto di vista congiunturale -spiega una
nota dell'Ufficio Studi di Anci. Le aspettative della precedente nota
semestrale e i risultati dell'indagine rapida sui primi 9 mesi avevano
anticipato come il consuntivo dell'intero anno non potesse riservare grandi
sorprese positive. N Ed è proprio la conferma delle aspettative a rendere
più preoccupante le prospettive di medio periodo. In effetti anche per il
2003(almeno nella prima parte) il portafoglio ordini e le attese degli
operatori non lasciano spazi all'ottimismo, profilando risultati non
dissimili da quelli dell'anno che si è appena concluso. " Per quanto
riguarda i dati preconsuntivi -continua Antonio Brotini -la dinamica
riflessiva della domanda internazionale ha inciso negativamente sui volumi
produttivi e sulle politiche di prezzo. In senso assoluto, i segni negativi
non destano preoccupazione sulla competitività del nostro prodotto, ma è
chiaro che il perdurare di condizioni così difficili sui mercati ha finito
per incidere anche sulle dinamiche occupazionali e sul ciclo finanziario
incassi/pagamenti, creando ulteriori difficoltà alle imprese". In
sintesi il quadro descritto dai dati preconsuntivi evidenzia -con
riferimento al campione di aziende intervistato- un calo del 4,4% in quantità
e dell11,5% in valore della produzione. Il secondo semestre quindi è
risultato anche peggiore del primo, in cui si era registrato un arretramento
della produzione in quantità di circa il 3%. Ciò che preoccupa è il
convergere delle indicazioni di tutte le imprese: dall'indagine di Anci
emerge che solo il 15% delle imprese intervistate ha dichiarato un aumento
della produzione. Proprio l'evoluzione del commercio internazionale
rappresenta uno degli elementi di maggiore importanza nell'interpretazione
di una congiuntura negativa. Negli andamenti dei singoli mercati è da
ricercare la fonte principale del perdurare del ciclo negativo. -, ,
"Per quanto riguarda l'export calzaturiero, nei primi 11 mesi del 2002
si è registrato un decremento dell'8,4% in quantità e del 5,7% in valore.
Particolarmente negativi i risultati in Germania, da sempre primo paese
acquirente in termini di volume delle nostre calzature, dove il nostro
export è sceso del 17% sia in quantità che in valore. Altrettanto negativo
l'andamento delle vendite in USA (-11,7% in volume), Paesi Bassi (-15,5).
Svizzera (-17,4%) e Belgio (-7,7%). Si tratta di cinque mercati fondamentali
per i nostri operatori, che nel 2001 rappresentavano ben il 46,7% in volume
e il 50% in valore sul totale delle nostre esportazioni. Gli Stati Uniti,
nei primi 11 mesi, hanno fatto registrare un calo dell'11,7% in volume
(-13,8% in valore), dati certamente meno negativi rispetto a quelli del
primo semestre che evidenziavano flessioni superiori al 20%. Va tenuto però
conto che l'attenuazione è in parte da imputare ad un effetto statistico: i
termini di confronto, ovvero i dati del secondo semestre 2001, sono
particolarmente bassi a seguito del pessimo andamento delle vendite al
dettaglio nei mesi successivi ai tragici fatti dell'11 settembre. Le uniche
note positive sono rappresentate dall'andamento favorevole dell'export verso
Francia (+2,1% in volume e +8,8% in valore) e Spagna (+9,7% in quantità e
+11% in valore), e dalla sostanziale tenuta nel Regno Unito, che, pur
perdendo 1'1,6% in quantità, cresce in valore (+3,3%).
"Complessivamente, -spiega il presidente di Anci -nel periodo
gennaio/novembre 2002 abbiamo venduto all'estero 303 milioni di paia (28
milioni in meno rispetto ai 331 dell'analogo periodo 2001). Così come
avevamo evidenziato a dicembre, commentando i dati dei primi 8 mesi, negli
ultimi 10 anni mai le esportazioni erano scese a un live/1o così basso.
" Sul mercato interno le dinamiche dei consumi delle famiglie sono
certamente più positive anche se il secondo semestre dell'anno ha
registrato una frenata preoccupante delle vendite. "I consumi interni
-spiega Brotini -rimangono l'unico indicatore congiunturale positivo,
nonostante gli acquisti delle famiglie (cresciuti del +2,9% in volume e del
+5,2% in termini di spesa nei primi 10 mesi) abbiano subito nel secondo
semestre dell'anno una brusca frenata, che ha attenuato sensibilmente i
promettenti tassi di crescita registrati nei primi mesi 2002."
Nonostante questo rallentamento le importazioni continuano a registrare un
trend di crescita consistente (+9;9% in quantità e +7,4% in valore); pur
scontando gli effetti della delocalizzazione produttiva e il traffico di
perfezionamento passivo, l'aumento dell'import è un segnale dell'aumentata
competizione sul mercato. In particolare dalla Cina sono state importate 62
milioni di paia (il 30% del totale)l con un aumento del 18,9% in volume e
del 4,4% in valore. Anche il Vietnam ha registrato forti incrementi, sia in
quantità ( + 15 %) sia in valore ( + 10,7%). l'Come abbiamo già avuto modo
di sottolineare più volte, -spiega il Presidente -si tratta del 1 ° e 6°
produttore mondiale, che anno dopo anno aumentano la propria penetrazione
commerciale in Italia. Ricordo infatti che nel 1992 dal Vietnam importavamo
213mila paia di scarpe, oggi diventate 19 milioni. Per la Cina si è passati
da 36 milioni del 1992 agli oltre 62 attuali. L 'aumento delle importazioni
dal Far Ea.st è un fenomeno esteso a tutti i mercati occidentali, e la
presenza di tali produttori in alcune fiere europee rende sempre più
temibile e aggressiva l'attività commerciàJe di questi paesi. Per contro,
l'attività di supporto a/le imprese per conquistare quote di mercato nella
gamma alta e medio-alta non è ancora sufficiente, sia sul fronte de/1a
promozione che su quello1o de/1a lotta a/la contraffazione'l . In questi due
ambiti I' Anci continua da un lato ad essere di stimolo per le Istituzioni,
dall'altro a realizzare specifici progetti. "Per quanto riguarda la
promozione -continua Brotini -Anci continua e sviluppa la propria attività
in modo sempre più intenso. Sul fronte de/1a lotta a/la contraffazione, su
nostra iniziativa, l'Ufficio Legislativo del Ministero Attività Produttive
sta elaborando unDiisegno di Legge volto a proteggere il marchio di origine
"Made in Italy". Il Disegno di Legge sarà presentato direttamente
dal Ministro Antonio Marzano nelle prossime settimane e diventerà una delle
priorità delle attività di Governo nei prossimi mesi. Inoltre,
approfittando del semestre di Presidenza italiana della UE, che partirà dal
1° luglio, tale progetto di Legge verrà portato in sede comunitaria, per
ottenere un'unica Direttiva per tutti i 15 Paesi membri". "Nel
calendario dell'intensa attività associativa, -spiega il Presidente di Anci
-la promozione e gli eventi fieristici rimangono uno degli ambiti più
importanti. Soprattutto in questo momento difficile del mercato, noi
imprenditori ci aspettiamo molto da questo Micam. AI momento le previsioni
per il medio periodo non appaiono confortanti, ma la manifestazione che Anci
organizza rimane uno dei momenti imprescindibili del settore. Prova ne è
che quest'anno è stato raggiunto il record di presenze: gli espositori
sono, complessivamente, 1.254, di cui 203 stranieri. A fronte di un
incremento globale del + 4,2 %, le presenze straniere sono cresciute del +
28,5% rispetto a marzo dello scorso anno." Le previsioni per il 2003,
come già sottolineato, non appaiono positive: infatti il portafoglio ordini
medio delle aziende dell'indagine Anci, comprensivo dei riordini, è
posizionato sostanzialmente sugli stessi livelli reali del periodo
precedente (+0,4% nell'ultimo trimestre 2002). Sono soprattutto i grandi
mercati a deludere: la Germania sembra avviarsi ad un altro anno di
recessione (-5% gli ordinativi nell'ultimo trimestre), gli Usa sono invece
penalizzati dalla dinamica del cambio (-0,7%) mentre il mercato giapponese
conferma il persistere di una dinamica negativa (- 0,6%). Risultati più
interessanti arrivano invece da altri mercati: complessivamente gli altri
Paesi dell'Unione Europea registrano campagne ordini favorevoli (+2,4%), così
come l'aggregato residuale degli "altri paesi" (+4%). "Gli
elementi positivi che emergono dalla rilevazione -conclude Brotini
-consistono nella percezione differenziata degli operatori rispetto allo
scenario di medio periodo: dietro al valore medio si nasconde infatti una
differenziazione delle aspettative che può risultare un primo segnale di un
maggior dinamismo della congiuntura. E' tuttavia evidente che il
condizionamento rispetto al profilarsi della guerra rimane molto forte e
rende difficile, se non impossibile, qualunque valutazione sul futuro."
Infolink: www.micamonline.com
FRANCESCO
TATÒ COMUNICA LE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DI HDP
Milano, 24 marzo 2003 - Il Presidente del Consiglio di Amministrazione di
HdP Francesco Tatò ha informato, il 18 marzo di quanto segue: "In
occasione della riunione del Patto di Sindacato di HdP - Holding di
Partecipazioni Industriali, ho informato gli Azionisti che i grossi impegni
della presidenza di HdP per i prossimi tre anni non si sarebbero conciliati
con la mia attività professionale, alla quale desidero dedicare la maggior
parte delle mie energie. Con rammarico pertanto conserverò la carica solo
fino alla prossima Assemblea convocata per i giorni 14 e 15 aprile prossimi.
Mi auguro di rimanere legato al Gruppo, del quale sottolineo i brillanti
risultati operativi del 2002, con altre forme di collaborazione
professionale".
LA
COMMISSIONE EUROPEA INVITA A PRESENTARE OSSERVAZIONI SUL TEMA DELLA
REGOLAMENTAZIONE DELLE PROFESSIONI LIBERALI E DEGLI EFFETTI DI TALE
REGOLAMENTAZIONE
Bruxelles, 24 marzo 2003 - Una minore regolamentazione della professione di
avvocato, di architetto e delle altre professioni liberali apporterebbe
vantaggi per il pubblico: questa la conclusione di uno studio indipendente
realizzato su incarico della Commissione Europea. La regolamentazione dei
servizi professionali varia notevolmente da uno Stato membro all'altro
dell'Unione europea, in particolare in materia di tariffe, di pubblicità e
di collaborazione interprofessionale. In un discorso tenuto oggi presso
l'ordine federale degli avvocati tedeschi, il commissario per la Concorrenza
Mario Monti ha invitato le autorità di regolamentazione e i professionisti
ad avviare una riflessione per chiarire se alcune delle restrizioni
risalenti all'epoca delle corporazioni medievali siano ancora necessarie al
mondo d'oggi o se invece esse non abbiano effetti negativi sulle imprese,
che ricorrono ampiamente ai servizi professionali, e sui consumatori. Nel
corso degli anni, a seguito di denunce, di notificazioni e di interrogazioni
parlamentari, i servizi della Commissione responsabili per la Concorrenza si
sono occupati del problema dell'applicazione delle regole di concorrenza ai
servizi professionali, in particolare dell'articolo 81 del trattato CE
relativo alle pratiche restrittive. Finora l'azione della Commissione in
tale settore si è tradotta in tre decisioni, i cui principi ispiratori sono
stati confermati dagli organi giurisdizionali europei. Si tratta delle
decisioni riguardanti le tariffe degli spedizionieri doganali in Italia, le
tariffe dei consulenti in materia di diritti di proprietà industriale in
Spagna e il codice di condotta dell'Istituto dei mandati abilitati presso
l'Ufficio europeo dei brevetti. La decisione di commissionare uno studio
sulle professioni liberali è stata motivata dall'esigenza di acquisire una
maggiore conoscenza della regolamentazione vigente a livello nazionale ai
fini della valutazione dei casi pendenti, alla luce delle recenti sentenze
della Corte di giustizia nelle cause Arduino e Wouters (a seguito di rinvio
pregiudiziale alla Corte da parte rispettivamente di un tribunale italiano e
di un tribunale olandese) e in considerazione della tendenza
all'allentamento della regolamentazione che sta emergendo in seno ad alcune
autorità pubbliche di regolamentazione e a taluni organismi di
autoregolamentazione nella UE. Lo studio, condotto dall'Institut für Höhere
Studien (Istituto per gli Studi Superiori) di Vienna, mira a stimolare un
dibattito a livello europeo inteso a chiarire se la regolamentazione delle
professioni liberali sia in linea con gli sviluppi economici e con il
progresso tecnico e se alcune norme siano giustificate sotto il profilo del
diritto della concorrenza. Mettendo a confronto la regolamentazione delle
professioni di avvocato, notaio, contabile, architetto, ingegnere e
farmacista in tutti gli Stati membri, lo studio conclude che la situazione
varia notevolmente da un paese all'altro. In Austria, Italia, Lussemburgo,
Germania e forse anche Grecia la regolamentazione risulta la più
restrittiva in tutti i settori professionali; il Regno Unito, la Svezia, la
Danimarca, i Paesi Bassi, l'Irlanda e la Finlandia presentano invece regimi
regolamentari piuttosto liberali (fatta eccezione per la professione di
farmacista nei paesi nordici). Gli altri paesi (Belgio, Francia, Portogallo
e Spagna) sembrerebbero occupare una posizione intermedia. Sulla base di
"indici di regolamentazione" sua una scala da 0 a 12, lo studio
conclude che la Grecia è il paese in cui le professioni legali (avvocato e
notaio) sono maggiormente regolamentate (9.5), e che invece in Finlandia la
regolamentazione è quasi inesistente (0.3). La maggior parte degli altri
paesi presentano un indice pari a 6. È l'Italia, invece, a detenere il più
elevato indice di regolamentazione per la professione di architetto (6.2),
una professione che per il resto non è tra le più regolamentate, la media
nella UE è infatti inferiore a 3. Lo studio vuole essere un contributo al
dibattito e non riflette il punto di vista della Commissione. Sulla base
delle risposte fornite dagli ordini professionali nazionali, esso analizza
la regolamentazione in materia di accesso alla professione e in materia di
condotta nell'esercizio della professione, quale ad esempio la
regolamentazione in materia di tariffe (prezzi fissi, prezzi minimi e/o
massimi), di pubblicità e di marketing, di collaborazione
interprofessionale, di restrizioni geografiche alla sede di esercizio della
professione, di restrizioni allo stabilimento di succursali ecc. Tra
l'altro, lo studio individua una tendenza all'allentamento della
regolamentazione e conclude che nei paesi dove la regolamentazione è minima
o assente non si riscontrano elementi che evidenzino una minore tutela dei
consumatori. Lo studio conclude anche che nei paesi con un basso livello di
regolamentazione i redditi dei professionisti sono più bassi, ma che in
tali paesi un numero proporzionalmente superiore di professionisti genera un
fatturato complessivo relativamente superiore. Ciò lascerebbe supporre che
il basso livello di regolamentazione non rappresenta un ostacolo quanto
piuttosto uno stimolo alla generale creazione di ricchezza. Nel discorso
tenuto quest'oggi a Berlino presso l'ordine federale degli avvocati tedeschi
il commissario Monti ha invitato le autorità di regolamentazione e i
professionisti a riflettere sui risultati dello studio con spirito
costruttivo e aperto, affermando che sia i professionisti che i consumatori
potranno trarre vantaggio da una maggiore concorrenza. "Questo studio
offre un quadro interessante della situazione nei diversi Stati membri e
sostiene che l'introduzione di una maggiore libertà nel settore delle
professioni può andare a vantaggio del pubblico", "...Anche i
professionisti avrebbero tutto da guadagnare da una sana concorrenza.
Avrebbero maggiori possibilità di adeguare e rinnovare i loro servizi per
rispondere all'evoluzione delle esigenze della clientela... La loro lunga e
prestigiosa tradizione non dovrebbe fare da ostacolo alla modernizzazione,
all'offerta di nuovi servizi, all'apertura ad una maggiore
concorrenza". Lo studio indipendente sarà disponibile sul sito
Internet della direzione generale della Concorrenza della Commissione. I
contributi devono pervenire entro la fine di maggio. Infolink: http://europa.eu.int/comm/competition/index_en.html
MICHELIN
SERVICES LIMITED MANCHESTER, UK SELEZIONI PER MANCHESTER
Torino, 24 marzo 2003 - Mercoledì 2 aprile 2003, ore 15.00, presso l'aula
magna della Facoltà (C.so Unione Sovietica 218 bis Torino). Uno dei marchi
internazionali più conosciuti al mondo, nel campo dei pneumatici e delle
cartine e guide turistiche, ha scelto l'Università di Torino per questo
evento, unico in Italia. La presentazione verterà sulle attività della
nuova sede di Manchester e sulle opportunità di lavoro per giovani
laureandi/laureati di Economia (di tutte le Facoltà italiane), interessati
a fare un'esperienza all'estero. L'incontro si svolgerà in lingua inglese e
sarà introdotto dal prof. Giorgio Pellicelli. Alla fine della presentazione
sarà possibile consegnare direttamente ai relatori il proprio CV in
inglese. Per informazioni: Job Placement (011/670.6007).
CONFCOMMERCIO:
AL VIA LA QUINTA EDIZIONE DEL FORUM DI CERNOBBIO (28, 29 E 30 MARZO A VILLA
D'ESTE) PARTECIPANO FINI, MARONI, MARZANO, PEZZOTTA, ANGELETTI.
Roma, 24 marzo 2003 - La Costituzione europea, il federalismo, il ciclo
economico internazionale e le prospettive dell'economia italiana,
liberalizzazione e concorrenza, le politiche per l'occupazione, consumi,
made in Italy e internazionalizzazione: saranno questi i principali temi
della quinta edizione del Forum "I protagonisti del mercato e gli
scenari per gli anni 2000" organizzato da Confcommercio, in
collaborazione con Ambrosetti, che si svolgerà dal 28 al 30 marzo prossimo
a Cernobbio. I lavori avranno inizio venerdì 28 marzo alle ore 12.00 con la
conferenza stampa di apertura del Presidente di Confcommercio, Sergio Billè,
e del Presidente di Ambrosetti, Alfredo Ambrosetti. Proseguiranno per
l'intera giornata (14.30-18.30), riprenderanno sabato 29 marzo (9.00-13.15 e
14.45-18.45) e si concluderanno domenica 30 marzo (9.00-13.00). Tra i
partecipanti: il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Gianfranco Fini;
i ministri Gianni Alemanno, Umberto Bossi, Enrico La Loggia, Roberto Maroni,
Antonio Marzano; il Viceministro, Adolfo Urso; i sindacalisti: Luigi
Angeletti, Savino Pezzotta; i politici: Enrico Letta, Pier Luigi Bersani,
Roberto Formigoni. Parteciperanno, inoltre, Alberto Alesina (Harvard
University), Frits Bolkestein (Commissario europeo per il Mercato interno),
Daniel Gros (Direttore Centre for European Policy Studies), Gian Maria
Gros-Pietro (Presidente Società Autostrade), Ernesto Illy (Presidente
Centromarca), Alessandro Profumo (Amministratore Delegato Unicredito), Jordi
Pujol (Presidente Generalitat de Catalunya), Larry Siedentop (Oxford
University), Franco Tatò. E' prevista la partecipazione del Presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi.
2003,
ANNO INTERNAZIONALE ... DELL'AQUA
Milano, 23 marzo 2003. Il tema dell'acqua è in questi giorni al centro
della terza conferenza mondiale sull'acqua, che ha luogo a kyoto (16-23
marzo 2003). Si tratta del forum mondiale più importante al mondo mai
organizzato prima d'ora sul tema acqua. Promosso dalle Nazioni Unite, conta
la presenza di rappresentati di oltre 150 Paesi, con diecimila delegati,
esperti, ambientalisti e oltre mille giornalisti provenienti da tutto il
mondo. È significativo che proprio nel 2003, consacrato dall'Onu
l'"Anno internazionale dell'acqua", esordisca in Fiera Milano Aqua
2003, la 1a Mostra Convegno delle Tecnologie per il Trattamento e la
Distribuzione delle Acque, in programma il prossimo autunno dal 25 al 28
novembre. La risorsa idrica si colloca al primo posto delle emergenze
mondiali, dato che emerge anche dal rapporto Onu, presentato alla vigilia
del Forum, "Water for people, water for life" che prevede entro il
2025 un calo di un terzo della disponibilità di acqua pro capite. In esso
compare una lista di 147 Paesi, valutati in base alle risorse idriche,
soprattutto sotterranee, all'efficienza di discariche e sistemi di
depurazione e alla volontà politica di far fronte alla situazione con leggi
per migliorare la condizione delle acque. Dal 1950 al 1995 la quantità
d'acqua dolce disponibile annualmente pro capite è diminuita da 17.000 m3 a
7.500 m3, inoltre l'aumento della popolazione mondiale, il crescente
inquinamento, i cambiamenti climatici globali, il superamento della soglia
del prelievo disponibile ed il crollo del livello delle falde acquifere
stanno portando ad una situazione di crisi. L'acqua è quindi una risorsa
molto preziosa, più del petrolio, come emerge anche dall'ambizioso progetto
che fa capo al francese Michel Camdessus, ex presidente del Fondo Monetario
Internazionale, che ha coordinato un gruppo di esperti finanziari di fama
internazionale con il sostegno dell'Unesco e del dipartimento affari sociali
dell'Onu. Obiettivo di questo piano è la riduzione del 50% delle
popolazioni escluse da fonti idriche entro il 2015 e garantire, entro lo
stesso periodo, l'approvvigionamento per usi agricoli e industriali e l'uso
di acqua potabile. A conferma dell'importanza di questa emergenza, per
espressa volontà del presidente Chirac, il tema acqua sarà anche al centro
del prossimo vertice del G8 che si terrà dal 1 al 3 giugno a Evian
(Francia). Affrontare il problema acqua significa quindi non solo costruire
il futuro, ma porre le premesse per posizionarsi strategicamente in termini
scientifici, tecnologici, industriali e commerciali e affrontare da
protagonisti le sfide e le opportunità di mercato. L'occasione si presenta
proprio con Aqua 2003 che si pone come punto di riferimento a 360° delle
soluzioni politico-amministrative, del quadro giuridico-normativo, dei
finanziamenti pubblici, delle tecnologie disponibili, degli strumenti
scientifico/industriali, dei processi e dei servizi connessi alla protezione
e alla conservazione delle risorse idriche di fondamentale importanza
strategica. Aqua 2003 si avvale del supporto di due Segreterie
Organizzative, Assoexpo e Eiom/Bias Group, operanti in sinergia al servizio
degli operatori, garantendo la massima assistenza tecnica e la più efficace
azione promozionale. Per tutti sarà possibile seguire le fasi preparative,
come pure lo svolgersi della manifestazione a novembre, sul sito www.expoaqua.it
oppure nella sezione appositamente dedicata del portale www.ilb2b.it
BRAIN
AT WORK 2003 : OPPORTUNITÀ DI CARRIERA PER STUDENTI E LAUREATI DE "LA
SAPIENZA" CHE INCONTRANO AZIENDE NAZIONALI ED INTERNAZIONALI
Roma, 24 marzo 2003 - Il Ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano
inaugurerà la terza edizione di "Brain at Work", il Career Day
istituito dall'Ufficio Sapienza&Lavoro della Facoltà di Economia, in
collaborazione con l'associazione universitaria Jeser. Quest'anno le Facoltà
coinvolte nell'organizzazione sono tre: Economia, Psicologia2 e Scienze
della Comunicazione. L'evento si articola nelle giornate del 2 e 3 aprile,
dedicate alla visita degli stand allestiti nell'atrio della Facoltà di
Economia, alle presentazioni aziendali, ai "business cases", ai
"business games" e alla presentazione dei corsi di laurea agli
studenti romani. Gli studenti avranno la possibilità di incontrare e
proporre direttamente la propria candidatura alle imprese nazionali ed
internazionali che partecipano alla manifestazione (Acea, Airone, Alitalia,
Assicurazioni Generali, Banca Generali, Bic Lazio, Hertz, Inps,
PriceWaterhouseCoopers, Procter&Gamble, Vianet, Inpdap, Toyota, Ares,
Mcc). Sono aperte le iscrizioni sul sito www.brainatwork.it dove studenti e
laureati possono inserire il loro curriculum che verrà proposto alle
aziende presenti. Nella precedente edizione sono stati raccolti 2500
curricula. A tre fortunati studenti delle scuole medie superiori,
sorteggiati fra i partecipanti a "La Sapienza incontra le scuole",
sarà offerta un'iscrizione gratuita in una delle tre Facoltà
organizzatrici della manifestazione. Quest'anno ci saranno anche
associazioni del terzo settore come Amref, Caritas, Unicef con un loro stand
informativo. Apre i lavori il preside della Facoltà di Economia prof.
Attilio Celant. A conclusione della manifestazione il comico Antonio
Albanese incontrerà gli studenti in aula per parlare a modo suo del mondo
del lavoro e delle imprese. 2 aprile - 3 aprile ore 9.30/19.00 Università
degli Studi "La Sapienza" - Facoltà di Economia - via del Castro
Laurenziano, 9 - Roma Programma manifestazione http://www.brainatwork.it/programma03.html
PROVE
DI RESISTENZA SISMICA DEGLI EDIFICI SU "TAVOLE VIBRANTI" NEI
LABORATORI ENEA
Roma, 21 marzo 2003 - Guido Bertolaso - Capo Dipartimento della Protezione
Civile e Carlo Rubbia - Commissario Straordinario dell'Enea, hanno assistito
in diretta alle prove sperimentali su "tavole vibranti" effettuate
oggi presso i laboratori di Dinamica Strutturale e Controllo delle
Vibrazioni del Centro Enea della Casaccia (S. Maria di Galeria, Roma), che
hanno permesso di osservare le prestazioni e la resistenza di un edificio in
cemento armato, progettato con criteri tradizionali per zona non sismica,
dotato di dispositivi di protezione sismica e sottoposto a terremoti di
intensità pari fino a 4 volte al terremoto verificatosi a Colfiorito nel
1997. Le prove sono state effettuate nel corso di una giornata dimostrativa
organizzata dall'Enea e dall'Ufficio del Servizio Sismico Nazionale (Ssn)
del Dipartimento della Protezione Civile, a conclusione della campagna
sperimentale del Progetto "Sicuro", condotta nell'ambito di una
convenzione tra le due istituzioni. Obiettivo delle prove è stato quello di
verificare l'efficacia dei sistemi di protezione sismica per edifici
esistenti, costruiti in zone non classificate sismiche, quindi progettati
con criteri non antisismici, ma per le quali sono sopraggiunte evidenze di
rischio terremoto. Le protezioni sismiche applicate agli edifici sottoposti
alle prove, realizzati in scala1:4, di tre piani, consistono in isolatori in
gomma-acciaio ed in isolatori a scorrimento con dissipatori-ricentratori in
lega a memoria di forma. Le prove sui modelli degli edifici protetti dai
dispositivi sono consistite in azioni sismiche uni e bi-direzionali, fino a
valori di accelerazione massima della tavola vibrante pari a 1,5 g.
L'applicazione delle suddette tecniche innovative di protezione sismica ha
consentito agli edifici di sopportare le sollecitazioni di un terremoto
senza subire danni. Lo stesso modello, non adeguato sismicamente, con scosse
di 0,8g di picco di accelerazione, dopo i primi cedimenti è collassato
fragorosamente davanti ai presenti. La tavola rotonda che ha concluso la
giornata, dal titolo "Adeguamento sismico del patrimonio edilizio
pubblico: un new deal per il Paese" ha evidenziato la stringente
attualità del problema di adeguamento sismico delle strutture pubbliche a
livello nazionale, che va affrontato insieme alla diffusione di una cultura
più generale della sicurezza sismica, vista anche come stimolo
all'innovazione ed allo sviluppo economico e come fattore per un'occupazione
qualificata. E' emerso che gran parte del patrimonio edilizio italiano
situato in zone che attualmente non sono classificate sismiche non è stato
progettato e costruito con criteri antisismici. Circa il 50% degli edifici
per abitazione in cemento armato, costruiti in zone sismiche è progettato
per sostenere solo carichi verticali di esercizio; per quanto riguarda gli
edifici pubblici (scuole, ospedali, uffici, caserme,, ecc) si stima una
percentuale della stessa entità. Le prime norme antisismiche ammettevano,
nel caso di terremoti di una forte entità, che gli edifici subissero danni,
anche irreparabili. Gli eventi sismici verificatisi negli ultimi anni hanno
dimostrato l'inadeguatezza di tali norme, sia per la tragedia in termini di
vite umane, sia per l'ingente dispendio finanziario necessario a
fronteggiare la fase di emergenza, e dopo quella della ricostruzione.
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