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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 12 Novembre 2010
MILANO (PALAZZO DELLA RAGIONE): ESPOSIZIONE VIRTUALE “CARAVAGGIO UNA MOSTRA IMPOSSIBILE”  
 
Un nuovo straordinario evento dedicato a Caravaggio, nella sua terra di origine, chiude le celebrazioni per il quarto centenario della morte del maestro lombardo. Tutte le opere di Michelangelo Merisi (1571 – 1610) si potranno ammirare nell’esposizione virtuale Caravaggio. Una mostra impossibile allestita a Palazzo della Ragione dal 10 novembre 2010 al 13 febbraio 2011. A più di mezzo secolo di distanza dalla celebre rassegna milanese dedicata a Caravaggio, nel 1951, a cura di Roberto Longhi, Milano rende nuovamente omaggio all’artista con una mostra ancora più esaustiva. Promossa dal Comune di Milano, assieme alla Rai Radiotelevisione Italiana, e prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Palazzo della Ragione, la Mostra impossibile del Caravaggio raccoglie 65 capolavori - l’intero corpus delle opere di Michelangelo Merisi, nessuna esclusa e comprese alcune attribuite – riprodotti ad altissima definizione e disposti lungo un itinerario cronologico. Un viaggio “impossibile” tra dipinti disseminati nei musei, nelle chiese e nelle collezioni private di tutto il mondo, che diventa realtà nell’era della riproducibilità digitale dell’opera d’arte. "Un Caravaggio impossibile ma probabile, con una premessa: non c´è cultura senza educazione. Questo è il senso del progetto - spiega l´assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. L´arte antica ha bisogno di futuro e questo Caravaggio virtuale ha qualcosa di molto reale: la possibilità di conoscere la bellezza dell´arte attraverso la tecnologia, con il sorprendente risultato di riuscire a vedere tutte le opere di Caravaggio in un unico spazio scenico". Grazie a questo progetto, ideato e curato da Renato Parascandolo, realizzato dalla Rai in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e con un comitato scientifico composto da Ferdinando Bologna e Claudio Strinati, le opere di Caravaggio conservate in venticinque città del mondo, da Parigi a San Pietroburgo, da New York a Princeton, da Dublino a Vienna, da Roma a Napoli, Firenze, Siracusa, ecc., sono oggi fruibili in uno stesso luogo. I quadri, riprodotti in digitale con tecnologie d’avanguardia ad altissima definizione, nel rigoroso rispetto delle dimensioni, dei colori e della luce originali, si trovano finalmente riuniti realizzando un sogno a lungo coltivato da studiosi, critici e appassionati. Caravaggio. Una mostra impossibile non è una mostra convenzionale ma è innanzi tutto un sistema di comunicazione innovativo e altamente didattico, che coinvolge e rende partecipe il visitatore-spettatore in modo attivo, con un’esperienza visiva e auditiva a tutto tondo. Si tratta inoltre di una tipologia di mostra senza precedenti in quanto omnicomprensiva rispetto a qualsiasi altra esposizione, anche perché, a causa dei costi proibitivi di allestimento e della crescente difficoltà di ottenere dai musei il prestito delle opere d’arte, una mostra di tutti i dipinti del Caravaggio era e resta impossibile in assoluto. Inoltre, la riproduzione digitale dei dipinti consente di prolungarne la memoria al di là dell’usura e degli eventi, di trasmetterne ai posteri una testimonianza attendibile e, soprattutto, rende possibile una più esauriente e analitica “leggibilità” delle opere stesse, consentendo di percepire aspetti cromatici e luministici - l’essenza della pittura caravaggesca - solitamente inaccessibili all’occhio umano di fronte all’originale, a causa del contesto in cui viene esposto e per lo stato di conservazione dell’opera. Sito internet. Arricchisce il valore didattico del progetto, il sito internet della mostra www.Caravaggio.rai.it. In questa sorta di catalogo virtuale è possibile ascoltare dalla viva voce di autorevoli storici dell’arte la descrizione dei dipinti; entrare nei più minuti dettagli delle opere fino a scorgerne la trama della tela; vedere le sequenze più significative dello spettacolo teatrale che Dario Fo ha realizzato espressamente per la “Mostra impossibile”; leggere le testimonianze sul Caravaggio dei suoi contemporanei; ascoltare i madrigali “dipinti” in alcune opere; cimentarsi con un gioco che richiede di scoprire a quali opere appartengano alcuni dettagli. Contenuti della mostra. In un suggestivo allestimento, l’esposizione segue un’impostazione cronologica e tematica che illustra il percorso artistico di Michelangelo Merisi dagli esordi romani agli ultimi anni, riunendo in due sezioni i dipinti eseguiti nella capitale (1599-1603) per la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi: la Chiamata di Levi d’Alfeo (San Matteo), San Matteo e l’angelo e Il martirio di San Matteo; e per la Cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo: la Conversione di Saulo e la Crocifissione di San Pietro, accostate alla prima versione della Conversione di Saulo, appartenente alla Collezione Odescalchi-balbi. Un’altra sezione è dedicata ai quattro dipinti sul tema della musica, con sottofondo sonoro - esecuzione dall’ensemble Musica Picta diretto da Paolo Camiz – tratto dagli spartiti dei madrigali raffigurati nel Riposo durante la fuga in Egitto (1596) della Galleria Doria Pamphilj di Roma, nelle due versioni del Giovane che suona il liuto (1596-97) conservati all’Ermitage di San Pietroburgo e al Metropolitan di New York, e in Amore vincitore (1602) del Staatliche Museen, Gamäldegalerie di Berlino. Spiccano per imponenza le immagini di grandi quadri come la Decollazione del Battista (1608) di oltre cinque metri di altezza, conservata nella Co-cattedrale di San Giovanni a La Valletta, Malta; e altri celebri dipinti come il Giovane con un canestro di frutti (1592-93) della Galleria Borghese, il Bacco (1593) della Galleria degli Uffizi, la Cattura di Cristo (1602) della National Gallery of Ireland a Dublino, la Cena in Emmaus (1608) della Pinacoteca di Brera. Completano il percorso, video di film storici, documentari e spettacoli a tema, conservati nelle Teche Rai  
   
   
VERONA (MARCOROSSI ARTECONTEMPORANEA): FRANCO GUERZONI IMPOSSIBILI RESTAURI - 13 NOVEMBRE – 24 DICEMBRE 2010  
 
“Impossibili restauri” è il titolo di un ciclo di opere realizzate da Franco Guerzoni per questa occasione espositiva. Sono lavori che affrontano un tema caro all’artista da sempre: l’alterazione che il tempo produce sugli oggetti e il conseguente loro nascondimento, l’usura delle pareti, depositarie di tracce del passato, una sorta di archeologia senza restauro. “La sua maniera di intervenire sulla superficie, discende per un verso da un’idea di paesaggio, dall’altro da un’esigenza di racconto – scrive Martina Corgnati (Carte Segrete, ed. Baldini e Castoldi) - è il muro, infatti, la parete, il primo cantastorie dell’arte occidentale, dalle caverne del neolitico a quel medioevo preromanico che colorava tutto, istoriava tutto, non lasciava illeso nemmeno un frammento di superficie: alla stessa stregua di un bellissimo libro illustrato. Poi la pittura si deteriora, scompare, viene strappata, lacerata, coperta. Nelle tracce di pigmento, magari disperse nel bianco sporco e come polverizzato del gesso affiorante, Guerzoni rinviene ed evoca questo paesaggio ripetutosi innumerevoli volte, su infinite pareti diverse, tracce salienti dell’arte occidentale, di quel cammino delle cose che è disceso sino al suo, al nostro presente, e che, per quanto lo riguarda, è stato recuperato, è emerso, come una profonda esigenza nel bel mezzo di un percorso di anni tutti, assolutamente, all’insegna del concettuale”. La ricerca dell’artista procede, da sempre, in costante equilibrio tra il piacere della rovina e il fascino del restauro, in cui coesistono in armonia, aspetti formali e cromatici, che ricordano culture lontane, simboli, frammenti e riflessi ispirati al passato. Nei lavori degli ultimi anni Guerzoni elabora una sorta di bassorilievo che consente letture da più punti di osservazione: l’architettura dell’opera presenta forme concave e convesse, ottenute per addizione e sottrazione su superfici gessose che si sviluppano attraverso tonalità monocrome. A questo ciclo appartengono opere di grande formato che appaiono velate da un manto bianco che ne occulta i segreti. Ad esse si affianca un gruppo di piccole metope in scagliola che inneggiano al tema di racconti perduti. Ancora una volta, quindi, la traccia, lo scavo, la fenditura, sempre avvolta da una larga misura di vuoto e di silenzi. Espressione della sua essenzialità, meraviglia della scoperta e fascino del recupero. Info: Marcorossi artecontemporanea via Garibaldi 18/a - 37121 Verona tel 045 59 77 53 fax 045 59 72 12 www.Marcorossiartecontemporanea.com  
   
   
GALLARATE (MUSEO MAGA): COSA FA LA MIA ANIMA MENTRE STO LAVORANDO? - OPERE D´ARTE CONTEMPORANEA DALLA COLLEZIONE CONSOLANDI A CURA DI FRANCESCA PASINI E ANGELA VETTESE - 14 NOVEMBRE 2010 / 13 FEBBRAIO 2011  
 
Il Maga di Gallarate, a pochi mesi dalla scomparsa del noto collezionista milanese Paolo Consolandi, gli rende omaggio con una mostra curata da Francesca Pasini ed Angela Vettese. La mostra, attraverso una selezione delle straordinarie opere dell´importante collezione Consolandi, ripercorre le principali tendenze dell´arte contemporanea nazionale e internazionale dagli anni Cinquanta ad oggi, dando prova della grande sensibilità e lungimiranza e dello spiccato intuito di Paolo Consolandi. Circa duecento opere di altrettanti artisti compongono l´allestimento suddiviso in sette nuclei tematici (Oltre la materia, Orizzonti, Scrivere e scriversi, Dialoghi eclettici, Corpo e mente, Ritratti, autoritratti e altro, Things), sezioni tematiche all´interno delle quali le opere di artisti storici dialogano e si mettono in relazione con quelle degli artisti più giovani sostenuti dal collezionista. "Come diceva Paolo Consolandi: Collezionare arte contemporanea significa non avere nostalgia del passato, ed è con questo criterio che ha scelto di interagire col suo tempo. La sua intuizione - afferma Francesca Pasini curatrice della mostra con Angela Vettese - si è sempre rivolta allo stato nascente delle ricerche, così troviamo le opere germinali di Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Giovanni Anselmo... Ma anche la foto della prima performance di Vanessa Beecroft, la mano trafitta da una matita dell´indisciplinato studente Maurizio Cattelan, i primi lavori di Alberto Garutti, Stefano Arienti, Grazia Toderi, Elisabetta Di Maggio le lettere inviate da Sabrina Mezzaqui a Massimo Minini, prima di conoscerlo, prima di fare da lui la prima mostra, i ricami di esordio di Francesco Vezzoli. E poi Tacita Dean, Gabriel Orozco, Luca Vitone, Mark Dion, Roni Horn, Mona Hatoum, Cornelia Parker. Maestri acclamati come Gerhard Richter, Jannis Kounellis, Thomas Hirschhorn, Andy Warhol, Mike Kelly, Marina Abramovic, Thomas Struth, Rebecca Horn, Cindy Sherman, Anish Kapoor, hanno avviato, nella sua collezione, dialoghi a distanza ravvicinata con giovani quali Gianni Caravaggio, Sabrina Torelli, Francesco Gennari, Luca Trevisani, Dacia Manto, Jan Tweedy. Come scrive Angela Vettese (Sole 24 ore, 2010), "Gusto Consolandi ne ha avuto, e molto. Ma per poterlo coltivare ha fatto le valigie almeno dieci volte l´anno: per visitare una fiera a Miami, una mostra a Istanbul o una galleria di Parigi. Ha capito - con umiltà insospettabile data la personalità da ammiraglio - che non si nasce imparati in fatto d´arte e tantomeno riguardo al contemporaneo, che il senso pieno dell´oggi lo si impara vivendo, viaggiando, e sapendo che non si avrà abbastanza tempo". Nato a Milano nel 1921 e notaio di professione, Paolo Consolandi inizia a comprare arte negli anni Cinquanta, al fianco della moglie Franca, archeologa. Intima e personale, ma al tempo stesso profondamente animata da senso civico, la collezione è stata sempre un monito anche per le istituzioni pubbliche: come un dire "questo si può fare". Si può cercare di seguire il presente a qualsiasi età e in qualsiasi condizione. Analogie cronologiche e di intuizione critica affiancano dunque la collezione privata (Consolandi) a quella pubblica (Maga) istituendo confronti e paralleli interessanti che dicono moltissimo sull´energia culturale che permeava l´Italia all´indomani della seconda guerra quando entrambe vedono la propria nascita. Il titolo della mostra Cosa fa la mia anima mentre sto lavorando? si riferisce all´opera di Fischli & Weiss, immagine guida della mostra scelta in rappresentanza della collezione, oltre che frase emblematica della personalità e della vita di Paolo Consolandi. Il catalogo della mostra è edito da Electa, Milano Info: Maga - Museo Arte Gallarate Via De Magri 1 21013 Gallarate Va tel: 0331.706011 www.Museomaga.it  comunicazione@museomaga.It    
   
   
MILANO (BARBARA FRIGERIO CONTEMPORARY ART, VIA FATEBENEFRATELLI, 13): TAGLIATI FUORI - 2 DICEMBRE 2010 / 15 GENNAIO 2011  
 
Un muro di silenzio e di ombra, un buio denso, fitto, senza bagliori di luce che lascino intuire una collocazione spazio temporale. Un luogo oscuro, forse meglio un non luogo all’interno del quale si trova un fiore, dall’eleganza discreta ed affascinante. Ha una corolla di foglie e petali che arricchiscono lo stelo ed i sottili rametti. Un soggetto di grande fascino che emerge da quella nera ombra, cosparsa da una rete di linee che sembrano da un lato graffiare la superficie delle fotografie, dall’altro isolare ed imprigionare ancora di più il protagonista dell’opera. Allontanandoci dalla prima impressione, più estetica e sognante, cogliamo il vero significato di questo ciclo di opere di Gabriele Marsile, che ci parlano dell’incomunicabilità e dell’isolamento dell’individuo nella società. Il fiore non è altro che una metafora, di ciò che spesso è celato dietro un’apparenza di silenzio e di chiusura, una fonte di bellezza nascosta ai più, spesso per scelta volontaria, ma nella maggior parte dei casi, per schemi ed imposizioni della società, che a volte allontana ed esclude chi sembra diverso o lontano da stereotipi e conformismi. Info: Barbara Frigerio Contemporary Art Via Fatebenefratelli, 13 20121 Milano Tel. 02 36593924 www.Barbarafrigeriogallery.it    
   
   
MILANO: SETTIMANA DELLA CULTURA D´IMPRESA - IX EDIZIONE - 14 / 22 NOVEMBRE 2010  
 
In occasione della Settimana della Cultura d´Impresa promossa da Confindustria, Museimpresa - Associazione Italiana Archivi e Musei d´Impresa - organizza un ricco calendario di iniziative per raccontare la storia e la cultura economica e sociale del Paese attraverso il patrimonio culturale delle imprese italiane. Giunta alla sua Ix edizione, la manifestazione propone rassegne cinematografiche, convegni, presentazioni, mostre, seminari e dibattiti proposti sull¡¯intero territorio nazionale, sottolineando l´impegno delle imprese nel portare avanti politiche culturali mirate alla valorizzazione dei proprio saperi, delle proprie competenze e della propria storia, conservati all´interno di ogni archivio e museo d¡¯impresa. Tra le citt¨¤ coinvolte nella manifestazione figurano Milano, Roma, Firenze, Napoli, Venezia oltre a citt¨¤ storiche e distretti dell´impresa italiana come Ivrea e Pontedera. Quest¡¯anno, in particolare, viene approfondito il rapporto tra cinema e impresa con due appuntamenti in calendario, a Milano e a Roma. A Milano presso la Triennale, protagonista ¨¨ il cinema industriale con la rassegna ¡°Fabbriche e mannequins¡± sul tema della moda: due mondi apparentemente opposti, come fabbriche e modelle, si incontrano sul filo del racconto attraverso documentari e filmati pubblicitari. La testimone di eccezione ¨¨ Mina, che appare sullo schermo indossando alcuni dei pi¨´ fantasiosi abiti creati apposta per le sue apparizioni come testimonial pubblicitario. Otto vestiti, restaurati per l´occasione, si possono ammirare dal vivo (La Triennale, domenica 21 novembre, ore 17.00). Una rassegna che vedr¨¤ protagonisti alcuni importanti creatori di moda di ieri e di oggi, ma anche aziende di settori industriali molto diversi che hanno scelto la moda come strumento di comunicazione evocativo. L´evento ¨¨ organizzato in collaborazione con l¡¯Archivio del Cinema Industriale e della Comunicazione d¡¯Impresa Liuc di Castellanza. A Roma presso la Casa del Cinema viene presentata ¡°L´impresa raccontata¡±, una rassegna cinematografica dedicata alla cultura del lavoro nel cinema italiano. La prima parte ¨¨ dedicata al mondo del lavoro attraverso filmati esclusivi provenienti da archivi di storiche aziende italiane, mentre nella seconda un¡¯analisi critica di Laura Delli Colli accompagna la visione di due film italiani, lontani per epoca e per autore, che evidenziano le diverse aspettative e speranze professionali dei ragazzi degli anni ´60 e di oggi. Con la proiezione de Il Posto di Ermanno Olmi (1961) e Generazione 1.000 Euro di Massimo Venier (2008) si riflette sui cambiamenti del mondo aziendale (gioved¨¬ 18 novembre, ore 16.30). L´evento ¨¨ organizzato in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia. Tra gli appuntamenti di questa edizione, si segnalano inoltre: ©\ il progetto di Assolombarda ¡°I luoghi del lavoro¡±, percorsi culturali sviluppati in collaborazione con Aim con lo scopo di far conoscere ai cittadini alcune importanti realt¨¤ aziendali del territorio e poter proporre per Expo 2015 dei veri e propri itinerari di turismo industriale. Focus di questa prima ¡°tappa¡± del progetto: i musei e gli archivi d¡¯impresa (luned¨¬ 15 novembre - Galleria Campari e Fondazione Pirelli, luned¨¬ 22 novembre - Museo Quattroruote e Museo Kartell, luned¨¬ 29 novembre - Museo Zambon e Collezione Branca); ©\ un convegno sulle Fondazioni d¡¯Impresa come strumenti di crescita etica ed economica della societ¨¤, a cui partecipano Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Dalmine, Fondazione Feltrinelli, Fondazione Golinelli e Fondazione Pirelli (marted¨¬ 16 novembre, ore 14.30, Fondazione Bracco); ©\ il convegno ¡°La pubblicit¨¤ televisiva in Italia¡± organizzato in collaborazione con l¡¯Universit¨¤ di Macerata (marted¨¬16 novembre, ore 15.00, Universit¨¤ di Macerata) per fare il punto della situazione su come ¨¨ cambiato il modo di comunicare da parte delle aziende e le influenze di questo cambiamento sul costume; ©\ un dibattito organizzato da Assolombarda sulle sfide future dell¡¯impresa in occasione della presentazione del libro di Valerio Castronovo ¡°Cento anni di imprese. Storia di Confindustria 1910-2010 (venerd¨¬ 19 novembre, ore 18.00, Assolombarda): un percorso anche emozionale che rafforza l´identit¨¤ di imprenditori e cittadini di fronte allo straordinario cammino percorso nell´ultimo secolo; ©\ un ciclo di 4 incontri a cura dell¡¯Associazione Archivio Storico Olivetti con l¡¯obiettivo di rilanciare un messaggio tipicamente olivettiano: la cultura di un¡¯impresa responsabile che si esprime in mille modi e forme; ©\ un convegno sulla memoria delle piccole imprese organizzato dalla Fondazione Isec - Istituto per la storia dell¡¯et¨¤ contemporanea di Sesto San Giovanni in cui si richiama l´attenzione sull´importanza di difendere ¡°la memoria dei piccoli¡±, sapendo che proprio le ridotte dimensioni delle imprese aumentano i rischi di perdita della memoria storica (luned¨¬ 22 novembre, ore 10.00, Fondazione Isec); ©\ la mostra ¡°La Vespa e il Cinema¡± dedicata al ruolo protagonista della Vespa, e a cui sono affiancate proiezioni di pellicole famose in tutto il mondo che raccontano dell´inarrestabile successo commerciale e d´immagine dello scooter ¨C icona (dal 5 novembre al 15 gennaio - Museo Piaggio); Infine, tra le altre, visite guidate al Museo Martini (Chieri), all¡¯Archivio Storico Same (Treviglio, Bg), alla Collezione Branca (Milano) e al Museo Kartell (Noviglio). Museimpresa, Associazione Italiana Archivi e Musei d´Impresa, nata nel 2001 e promossa da Assolombarda e Confindustria, conta 48 Associati che, attraverso la conservazione e la valorizzazione di documenti, oggetti, materiali iconografici, raccontano e testimoniano la storia dell´impresa e dei suoi protagonisti. Per il programma dettagliato: www.Museimpresa.com  
   
   
MILANO (VIA MONTERNAPOLEONE): SOPRA IL SOTTO - TOMBINI ART RACCONTANO LA CITTÀ CABLATA - MOSTRA OPEN AIR - 18 NOVEMBRE 2010 / DICEMBRE 2011  
 
Con il patrocinio del Comune di Milano - Cultura e Arredo Decoro Urbano e Verde - 5 urban painter internazionali, 5 capitali mondiali della street art, 20 tombini art, la fashion-street iconica più famosa del mondo e un illuminato mecenate, Metroweb, l’azienda titolare della più grande rete metropolitana di fibre ottiche d’Europa. Dopo il grande successo della prima edizione, che ha visto sorridere 32 tombini d’artista in zona Tortona, torna infatti a Milano, il progetto “Sopra il Sotto – Tombini Art raccontano la Città Cablata”, nato da un’idea di Monica Nascimbeni per Metroweb, la mostra open air di tombini art in ghisa (quelli della rete in fibra ottica Metroweb posti sui marciapiedi ai lati della strada) che sperimenta un nuovo linguaggio d’arte e di comunicazione. Questa volta il taglio è globale: dalle capitali mondiali della public art e del graffitismo (Milano, Berlino, Parigi, Londra, New York) sono stati chiamati cinque grandi artisti della street art internazionale, invitati a realizzare una opera multipla su più tombini, quasi una personale ciascuno. La direzione artistica è di Gisella Borioli, che da alcuni anni è concentrata sulla tematica e la promozione della street art come nuova forma d’arte contemporanea a tutti gli effetti, in collaborazione con Matteo Donini, curatore e collezionista di street art. Shepard Fairey (New York), Flying Fortress (Berlino), Rendo (Milano), The London Police (Londra), Space Invader (Parigi) saranno in mostra on the road dal 18 novembre 2010 fino a dicembre 2011 in Via Montenapoleone, nel cuore di Milano, in una delle vie simbolo della moda, del made in Italy e del lusso mondiale, confermando la sensibilità crescente anche del mondo dalla moda ad uscire da confini e classificazioni e aprirsi all’arte contemporanea e al design con progetti site specific, soprattutto in ambito internazionale. Shepard Fairey, artista divenuto fenomeno culturale con l’iconografia di Barack Obama, una delle più efficaci illustrazioni della politica americana, ha progettato dei moderni “mandala” astratti, quasi tribali; Space Invader propone i suoi famosissimi alieni “pixelati” ispirati al mitico video game anni ’70; i tombini di Rendo invece sono grafici, astratti e tridimensionali, come elementi sospesi nello spazio; Flying Fortress stupisce con i suoi orsi che rimandano al simbolo di Berlino e i suoi “Teddy Troups”; i The London Police hanno reinterpretato i loro giocosi “omini” tutti amore-pace-amicizia  
   
   
TENUTE LA MONTINA: ESPOSIZIONE DI PAOLO MENON  
 
Sulla parete, sopra il caminetto del nostro ufficio di presidenza, campeggia una retrotela di Paolo Menon dal titolo «Questo non è un abate» con cui l’artista omaggia sia la genialità enologica di Dom Pérignon sia il surreale titolo-rebus «Ceci n’est pas une pipe» del celebre dipinto magrittiano. Ai lati della retrotela i ritratti pittorici dei fondatori delle Tenute La Montina: non per caso. Pensiamo, infatti, che l’omaggio di Menon al genio delle bollicine francesi, meritasse un posto d’onore nella nostra azienda franciacortina per ricordarci quotidianamente che c’è sempre da imparare da chi ha più esperienza di noi per migliorare le qualità del vino e accrescere i saperi. Un monito d’arte vivificante. E’ pertanto con sincera amicizia e gratitudine che vogliamo dedicare gli spazi espositivi del Museo d’arte contemporanea Remo Bianco in Franciacorta alla personale di Paolo Menon, artefice della nostra nuova immagine e autore della nuova bottiglia con cui celebriamo quest’anno il Ventennale (1990-2010) delle Tenute La Montina. Il titolo in greco antico della mostra, «Oinòdes» – «che sa di vino» –, la dice lunga sui contenuti scultorei che richiamano i personaggi della mitologia ellenica, le politiche legate al bere, gli oggetti liturgici per il culto cristiano e, dulcis in fundo, i piaceri dell’eros sollecitato dal vino buono. Tanti motivi per un percorso conoscitivo e ricognitivo davvero originale, dedicato al pubblico, a tutto il pubblico che apprezza il Franciacorta e che onora quotidianamente con le sue visite la nostra Cantina; un percorso dedicato agli artisti, alle personalità del mondo scientifico e culturale, politico e religioso che amano la bellezza e le bellezze del nostro territorio. Testo in catalogo di Maurizio Bernardelli Curuz, Critico d’arte, direttore del periodico «Stile Arte» e direttore artistico della Fondazione Musei Brescia C’è un’eco di antichi canti diretti dai tirsi; c’è la danza della vite, avviluppata al cuore delle opere di Paolo Menon; un’eco lontana di valli silenti, di passi nel bosco, e file di baccanti che percorrono il crinale di un monte, lievi, col volto arrossato, le mani candide, i pepli che ondeggiano al vento. E’ un’aria d’altro luogo, che svela l’archetipo del motore del mondo, il suo meccanismo di carne, di terra, di vino e di sole nel crogiolo della perpetuazione dell’Essere. Le tele scultoree dell’artista hanno la forza dirompente di una punta d’oro lanciata vigorosamente da un braccio eroico per lacerare il velo del moderno, per condurre lo spettatore non tanto nel cuore enoico del mondo, ma al cospetto dell’Es dell’universo, nel gorgo del desiderio istintivo, in cui sobbolle la continuità del mondo stesso, in cui avvengono metamorfosi ovidiane. Sicché è possibile immaginare, grazie alla suggestione indotta dalle composizioni, a quel suo pulsare vivido, profondo; quel movimento dell’otre sul carro del suscitator de’ vini, quell’ondeggiare che diviene danza e movimento pelvico. Propiziatore di dolci connubi – Sine Baccho e Cerere friget Venus, senza vino e senza pane neppure la potentissima Venere è in grado di accendere il fuoco del’amore – Bacco-dioniso è dotato di una fiamma che non si spegne perché è essa stessa liquido e fuoco. Menon è un artista dotato di un ampio retroterra-intellettuale, che risulta ben evidente nella geografia delle proprie realizzazioni espressive. E’ ben chiara la sua frequentazione dell’archetipo, il viaggio condotto accanto al giovane dissennato creatore dei vini e delle delizie; e la conoscenza – letteraria, filosofica, mitica – di quella euforia lieve e gioiosa provocata dalla coppa rituale, che l’artista piega, torce, quanto pampini voraci, attorno alle proprie opere, che si materializzano come teatrini nel retro della tela. Ecco lo svelarsi dell’arcano, dell’angolo oscuro. Menon coglie Dioniso nell’alterità, nell’altra faccia del mondo, al di là della coperta apollinea. Al di là della facciata scontata delle apparenze. Un lato nascosto – il retro – sul quale si avvinghiano la vera pulsione e la vera passione. Un risultato al quale l’artista perviene dopo un lungo periodo di ricerca e di contestualizzazione del mito, del suo apparire e scomparire, come un filo rosso di sangue e di vino, nella cultura dell’occidente, fino a lambire il cristianesimo che celebra il sacrificio attraverso i due elementi collegati. L’opera di Menon diviene allora un coinvolgente viaggio in una sacralità che preesiste al mondo e che si muove con i passi felpati della pantera di Dioniso. Vita, morte e mistero. Con grande equilibrio dei volumi e indubbie capacità compositive, l’artista ci conduce in luoghi lontani nel tempo e nello spazio, che riconosciamo comunque come lacerti di paesaggi mitici dissepolti dalla memoria collettiva, risvegliando in noi un senso di contemplazione estatica al cospetto di una sacralità così vigorosa – eppure nascosta – che può indurre persino un senso di panico. Ma il corpus delle realizzazioni dell’artista s’irrora in modo compensativo di vino pulsante che sembra pervadere le tele. Un liquido che riscalda il cuore, ritempra le membra, riconferisce energia vitale. Dalle installazioni ai dipinti, dalle opere di pittura e scultura ai sacrali calici enoici, Menon dà ragione di questo slancio vitale, che egli ottiene attraverso lavorazioni rastremate e dinamiche, come stoffe mosse dalla velocità dell’incedere o da un soffio di vento che emerge dalle caverne più profonde in cui il mito canta e ruggisce. Il canto e il ruggito percorrono ogni suo lavoro, suadente e terrifico, punto d’incontro tra i misteri della vita e i misteri della morte. Fino a che il vino diviene compartecipazione alla vita eterna, il tiepido innalzarsi verso il cielo, verso l’eterno ritorno  
   
   
MILANO (PIAZZA DUCA D’AOSTA E PALAZZO REALE): MOSTRA DI VELASCO VITALI - DAL 13 NOVEMBRE AL 3 DICEMBRE  
 
La mostra installazione di Velasco Vitali, che durante l’estate pietrasantina ha riportato un altissimo favore di pubblico e di critica, lasciato il caldo sole della Versilia si ripresenta in una forma più ufficiale nei grandi, nobili ambienti del milanese Palazzo Reale. L’ormai iconica canoa fa da prologo sbarcando in stazione Centrale, sulla piazza Duca d’Aosta a segnalare una nuova invasione silenziosa e spersa: quella di un mondo senza più riferimenti e identità. I suoi cani, invece, branco ringhioso e sofferente, sarà rinchiuso, quasi metafora della paura, fra le solide mura di Palazzo Reale. La mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Francesco Poli  
   
   
LA PORTA DELLA FELICITÀ 2010 FESTIVAL DEL LIBRO PER RAGAZZI BRESCIA, MUSEI MAZZUCCHELLI – PINAC SABATO 13 NOVEMBRE DOMENICA 14 NOVEMBRE CONVEGNI ED ESPOSIZIONE  
 
Bibliografica Nell’ambito della ricca programmazione de La Porta della Felicità. Festival del Libro per Ragazzi in corso presso i Musei Mazzucchelli di Brescia, il 13 e 14 novembre saranno presentati due importanti convegni: il primo riguardante la Letteratura per l’infanzia tra storia, arte e new-media e il secondo intitolato Pinocchio. Origine e successi di una storia tutta italiana. Aperti a insegnanti, operatori del settore e appassionati, i convegni sono un’importante occasione di confronto con interlocutori di fama internazionale nell’ambito della letteratura per i ragazzi, tra tematiche e tradizioni storiche e attualità dei nuovi media, offrendo nuovi spunti di riflessione sul mondo del libro e dell’illustrazione per ragazzi. 13 novembre 2010, ore 15-18 > Letteratura per l’infanzia tra storia, arte e new-media Convegno dedicato al mondo della lettura in generale, all’educazione alla lettura nei bambini e nei ragazzi e all’illustratore Štěpán Zavřel, che ha “iniziato” il filone dell’illustrazione come arte, “traducendo” in figura alcune suggestioni provenienti dalla cultura figurativa del Novecento. Tra i relatori docenti, specialisti e storici dell’arte quali Luigi Paladin, Sabrina Fava, Marina Tonzig, Elena Pasetti, e la giornalista Laura Ogna. 14 novembre 2010, ore 15-18 > Pinocchio. Origine e successi di una storia tutta italiana Convegno incentrato sulla figura di Pinocchio. In omaggio alla collezionista Tosi di Mantova, da cui i Musei Mazzucchelli hanno acquisito la raccolta di pinocchi balocchi . Parteciperà l’illustratrice e pittrice Octavia Monaco che affronterà il tema dell’illustrazione di Pinocchio dal punto di vista femminile e oltre agli interventi di Marta Nicoletti, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e di Michela Valotti, spicca inoltre la presenza di Isabella Belcari della Fondazione Collodi, e di Walter Fochesato, della notissima rivista “Andersen. Il mondo dell’Infanzia”. Contemporaneamente un´esposizione bibliografica specializzata presenta al pubblico una scelta delle più aggiornate pubblicazioni relative all’ambito arte / creatività / didattica museale, delle maggiori Case Editrici italiane che offriranno ai visitatori una vetrina di libri di altissima qualità, dal punto di vista grafico e illustrativo, con novità tutte da scoprire e anche da acquistare. Gli espositori presenti, selezionati da Michela Valotti, responsabile dei Servizi Educativi dei Musei Mazzucchelli, insieme ai referenti del Sistema Bibliotecario Brescia Est, sono: Arka, Artebambini, Babalibri, Bohem press Italia, Editrice La Scuola, Edizioni Corraini, Edizioni Gabriele Mazzotta, Giovannino Stoppani, Lapis Edizioni, La Biblioteca junior, Pinac, Sillabe, Vannini Editrice www.Museimazzucchelli.it/    
   
   
MILANO (BESANA): MOSTRA INTERATTIVA SU PROGETTI E COMPORTAMENTI PER UN FUTURO SOSTENIBILE  
 
Nell’ambito di un tour internazionale, arriva in Italia, alla Rotonda di via Besana di Milano, la mostra 2050. Il pianeta ha bisogno di te, promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Milano e da “Codice. Idee per la Cultura”. La mostra del Science Museum di Londra sviluppa, con il supporto delle più moderne tecnologie, un tema di assoluta attualità nell’Anno Mondiale della Biodiversità delle Nazioni Unite: la sostenibilità della vita sul nostro pianeta. E lo affronta con una sfida, una proiezione al futuro, a un ipotetico ma raggiungibile 2050, dove la sostenibilità è frutto dei grandi progetti ma anche dei comportamenti di ciascun individuo. "Il primo investimento per il futuro è indirizzato all’equa osmosi fra l’uomo e l’ambiente che lo circonda – ha commentato l´assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. - La scelta di un’esposizione interattiva, che sollecita una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione verso i problemi dell’ambiente, è uno strumento interessante che, a ben guardare, corrisponde allo statuto ontologico dell’Expo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. In uno scenario generale caratterizzato dai fenomeni legati alle dinamiche demografiche, all’incertezza sulle riserve petrolifere, alla limitata disponibilità di cibo e di acqua, al riscaldamento globale, il concetto di «sostenibilità» è diventato imprescindibile e obbligato, in tutti i campi, per garantire uno sviluppo finalizzato primariamente al bene delle persone. Il linguaggio multimediale e l’approccio interattivo della mostra stimolano in tal senso la responsabilità individuale alla costruzione di un domani sostenibile e agevolano la conoscenza di queste tematiche, rivolgendosi a un pubblico ampio ed eterogeneo, con particolare attenzione ai bambini e ai giovani, che interpreteranno un ruolo determinante in questo viaggio sulla terra verso il 2050. La mostra è articolata in quattro sezioni, che esplorano e approfondiscono gli ambiti fondamentali su cui agire per migliorare il mondo di domani: l’alimentazione, “cibo e acqua”, dalle risorse disponibili alle nuove possibilità tecnologiche, tra cui Ogm e biotecnologie; il “tempo libero”, per comprendere come gli stili di vita (dal gioco alle vacanze, alle comunicazioni) determinino uno specifico impatto ambientale; i trasporti, “mobilità”, che sono in continua evoluzione verso nuovi mezzi e modalità, tra cui i nuovi carburanti; gli edifici, “abitare”, che, oltre a proteggerci dagli elementi naturali, conferiscono un senso di identità e di comunità. Il viaggio attraverso queste sezioni sarà accompagnato da personaggi virtuali che arrivano direttamente dal 2050 e che rappresentano in maniera stimolante diverse modalità di approccio alla sfida per il futuro del pianeta. Il percorso si snoda attraverso un tour digitale tecnologicamente all’avanguardia, con un itinerario hands on studiato appositamente per i bambini, come un grande gioco interattivo: una personal-card assegnata a ogni visitatore ne registrerà durante il percorso le abitudini quotidiane per arrivare a indicare, alla fine della mostra, se il suo comportamento sia virtuoso o meno in termini di sostenibilità ambientale. La mostra propone inoltre un ricco calendario di incontri collaterali di approfondimento con esperti internazionali e un’articolata offerta didattica organizzata in percorsi guidati interattivi e laboratori creativi per scuole, gruppi e famiglie, curata dagli esperti dell’Associazione Didattica Museale (A.d.m.), responsabile dei servizi educativi presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. L’edizione italiana della mostra è a cura di Sandro Boeri  
   
   
INVERUNO (CENTRO SERVIZI PER LA CULTURA E L’IMPRESA - SALA FRANCESCO VIRGA): GIANCARLO COLLI - PITTORE D’IMPEGNO E DI NATURA - A CURA DI GIORGIO SEVESO - 13 NOVEMBRE 2010 / 9 GENNAIO 2011  
 
Con il patrocinio di Regione Lombardia/assessorato alle Culture, Identità e Autonomie Provincia di Milano/assessorato alla cultura, culture e integrazione Ritorna a novembre l’ormai consolidato appuntamento autunnale espositivo di Inveruno, voluto dall’Amministrazione Comunale in occasione dell’Antica Fiera di San Martino (13-14-15 novembre 2009) e realizzato con la collaborazione della Fondazione Antonio Mazzotta. Dopo il successo delle mostre dedicate a Marc Chagall, Salvador Dalí, Giambattista Piranesi e Salvatore Quasimodo, quest’anno sarà presentata una ricca selezione di opere del pittore Giancarlo Colli, pittore di impegno e natura, come lo definisce il curatore Giorgio Seveso nel suo testo in catalogo. La natura e l’impegno, cui Colli ha affidato il compito di esprimere il senso definitivo del suo lavoro, si riflettono infatti, nei vari soggetti (ritratti, paesaggi, corpi, avvenimenti, volti, aquiloni, fiori, campi…) e nei vari periodi; a volte in maniera ben distinta l’una dall’altra, a volte intrecciate e simultanee nella medesima immagine. Nelle tele, nei pannelli, nei fogli dei disegni e nella grafica, compare, espressa in modo più o meno esplicita e univoca, “la doppia direzione della sua sensibilità narrativa: da una parte la contemplazione del mondo naturale in cui viviamo, dall’altra l’esplicita presa di posizione assorta e combattiva a fianco delle ragioni del lavoro”. “Nelle opere qui raccolte - scrive il curatore -, c’è una pittura colma e c’è una filosofia della pittura stessa, un pensiero iconico appropriato al tempo nostro, laddove soprattutto la turbata identità degli uomini e delle donne di quest’Italia di crisi e disvalori, di speranze e disperazioni, viene a specchiarsi nell’immaginario di un artista che dell’alienazione esistenziale, ma anche del suo riscatto nella poesia del vivere, ha fatto radicalmente e ostinatamente il proprio motore interiore. Ed è proprio in questa radicalità decisiva, appassionata e fedele a se stessa, insieme linguistica e tematica, segnica e poetica, che Colli ha affondato le mani per trarne la straordinaria vicenda delle sue immagini”. Giancarlo Colli, nato a Malvaglio (Milano) nel 1931, vive e lavora a Inveruno e a Milano. Inizia a dipingere nei primissimi anni Cinquanta a Malvaglio e poi a Brera, all’Accademia di Belle Arti, dove frequenta i corsi di pittura e scultura. Dal 1962 ha tenuto mostre personali a Milano, Roma, Parma, Reggio Emilia, Castano Primo, Robecchetto, Inveruno, Magenta, Corbetta, Abbiategrasso, Torino, Brescia, Palermo, Cremona e altrove. Ha partecipato a concorsi, mostre collettive nazionali e internazionali, tra cui: varie edizioni del Premio Sant’ilario d’Enza (1° premio nel 1962); Suzzara (premiato nel 1962, ’63, ’64); Premio Ramazzotti, Milano (premiato nel 1967); Premio Resistenza, Chiari (premiato nel 1966); Premio Rinascita Omaggio a Che Guevara, Milano (premiato nel 1967); varie edizioni del Premio Scalarini, Reggio Emilia (premiato nel 1964 e nel ’69, 1° premio nel ’67); Iv Premio Cinisello Balsamo (premiato nel 1967); Premio Abbiategrasso (1° premio nel 1977). Il catalogo edito da Mazzotta comprende il saggio di Giorgio Seveso, uno scritto di Giancarlo Colli e una ricca antologia critica con scritti di Mario De Micheli, Gianni Cavazzini, Flaminio Gualdoni, Giovanna Ginex, Antonello Negri, Aurora Scotti, Vittorio Seroni e molti altri. Giancarlo Colli. Pittore d’impegno e di natura A cura di Giorgio Seveso Inveruno (Mi), Centro Servizi per la Cultura e l’Impresa - Sala Francesco Virga (Largo S. Pertini 2), 13 novembre 2010 - 9 gennaio 2011 Orario: martedì 20.30-22.30; sabato e domenica 10.30-12.30/15-17.30. Ingresso libero Durante l’Antica Fiera di San Martino (Sabato 13, Domenica 14 e Lunedì 15 Novembre 2010) orario continuato dalle 11 alle 19. Chiusa il 25-26 dicembre 2010 e il 1° gennaio 2011 Visite guidate su appuntamento e informazioni: tel. 029788121, biblioteca@comune.Inveruno.mi.it ; www.Comune.inveruno.mi.it  Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta  
   
   
VARESE (GHIGGINI 1822, GALLERIA D´ARTE): MOSTRA IN GALLERIA: SIMONE GILARDI - EFFIMERA PERFEZIONE - MOSTRA IN SALA ROSSA: FEDERICA ALÌ E GIONATA RANZONI - INAUGURAZIONE: SABATO 13 NOVEMBRE, ORE 17 - 13 NOVEMBRE/8 DICEMBRE 2010  
 
Sabato 13 novembre alle ore 17 presso la Ghiggini 1822 di Varese verrà inaugurata la personale di Simone Gilardi, vincitore della nona edizione del Premio Ghigginiarte giovani, dal titolo Effimera perfezione. Il giovane artista ha trionfato alla scorsa edizione del concorso della Ghiggini presentando due opere raffiguranti volti di bambini posti in relazione con la tragedia che aveva colpito l´isola di Haiti lo scorso inverno. La mostra sarà caratterizzata da una ventina di opere pittoriche aventi quale soggetto unico e privilegiato il volto e la relativa pregnante espressività, emblema generale dell´essenza umana. L´artista si presenta con queste parole:“Il volto è il nostro biglietto da visita, lo strumento che abbiamo per relazionarci con gli altri, dal quale facciamo trasparire le nostre emozioni e portiamo i segni del nostro trascorso. Questo modo di utilizzare la materia pittorica fa si che i soggetti appaiano segnati e logorati dal tempo. E’ una ricerca che vuole evidenziare il senso della precarietà dell’uomo, un concetto a volte celato dalla società occidentale che ci propone un modello di uomo finto nella sua perfezione”. Simone Gilardi (Como 1983), dopo aver frequentato il liceo artistico Giuseppe Terragni della sua città, si diploma in Pittura presso l´Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Contemporaneamente la Sala Rossa, al terzo piano della galleria, ospiterà l´esposizione dell´interessante binomio artistico formato da Federica Alì (Milano 1985) e Gionata Ranzoni (Luino 1983) rispettivamente vincitrice del Premio Artevarese Giovani 2010 e secondo classificato del Ghigginiarte. Federica, a cui sarà dedicata proprio nel mese di Novembre una mostra virtuale sulle pagine del quotidiano varesino on line, proseguirà la sua indagine sul rapporto odierno che intercorre tra uomo e natura, con un´originale installazione dal titolo “L´equilibrio della natura”; Gionata mostrerà il risultato della sua personale sperimentazione scultorea nella manipolazione dell´argilla. Entro la fine dell´anno sarà pubblicato il bando della nuova edizione del Premio Ghigginiarte giovani, giunto alla sua X edizione, ricca di interessanti novità; tra queste l´ampliamento territoriale del concorso, che vedrà l´estensione a tutta la regione Piemonte a fianco della Lombardia e del Canton Ticino, l´ingresso in giuria di Chiara Gatti, storica, critica dell´arte e giornalista di Repubblica, nonché nuove sinergie con realtà imprenditoriali della città di Varese nell´assegnazione di riconoscimenti aggiuntivi. Inoltre, per il terzo anno consecutivo, sarà assegnato il Premio Artevarese Giovani; il settimanale on-line d´informazione artistico-culturale della provincia di Varese pubblicherà le opere dei finalisti, dando modo a tutti i lettori di far parte di una giuria interattiva i cui voti, espressi solamente on line, eleggeranno il vincitore del Premio Artevarese Giovani che avrà la possibilità di realizzare una mostra personale sulle pagine del sito. Info: Ghiggini 1822, galleria d´arte, Via Albuzzi 17, Varese - tel. 0332284025 - - www.Ghiggini.it  
   
   
TRIESTE: APRE LA BOTTEGA DELL’IMMAGINE - NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO CON LE OPERE DI GIULIANA GRISELLI E LUIGI MARROCCHI  
 
Sabato 13 novembre 2010 alle ore 17.30 a Trieste s’inaugura un nuovo spazio espositivo, intitolato la Bottega dell’immagine (via S. Giustina 11/B), che apre con le opere dei pittori Giuliana Griselli e Luigi Marrocchi. La rassegna, che è curata e sarà introdotta dall’architetto Marianna Accerboni, propone una quarantina di dipinti realizzati di recente a olio e ad acrilico e rimarrà visitabile fino al 27 novembre (da lunedì a sabato 10.00 - 12.30 / 16.30 -19.00). È soprattutto il mare il minimo comun denominatore - scrive Accerboni - che caratterizza le opere della pittrice triestina Giuliana Griselli e del pittore laziale Luigi Marrocchi, che inaugurano con i loro paesaggi una nuova sala espositiva, la Bottega dell’immagine, che, a due passi dal colle di San Vito, sarà per loro atelier e vetrina. La Griselli, che è anche architetto e di recente ha presentato alcune applaudite collezioni di raffinati e fantasiosi gioielli, ritorna con questa rassegna al primo amore, la pittura, perseguita negli anni giovanili con passione, studi accurati ed esposizioni di successo, sì da essere vivamente apprezzata dalla critica militante degli anni settanta e da meritarsi due premi di pittura marco aurelio conferiti a roma.. La stessa brillante inventiva, sostenuta da un gesto pittorico ricco e coinvolgente, sottende anche l’opera pittorica dell’artista, che si è formata in tale ambito al Liceo artistico di Venezia, alla Scuola di Figura tenuta da Nino Perizi al Museo Revoltella della città natale e nello studio dello zio Ottone Griselli, ottimo pittore triestino affinatosi nell’atelier del grande Gino Parin. Griselli affronta il paesaggio cogliendone il movimento e la luce, come a suo tempo i pittori postimpressionisti, e arricchendo i suoi dipinti di scelte cromatiche calde e smaglianti, che rappresentano spesso una sorta di inno alla vita e alla natura. Fermo restando l’equilibrio compositivo proprio di chi conosce la segreta armonia delle forme, dei pieni e dei vuoti propri anche del comporre architettonico. Altrettanto sensibile alla luce, ancorchè più pacata, è l’interpretazione pittorica della natura attuata da Marrocchi, che, inizialmente autodidatta, ha approfondito varie tecniche e discipline artistiche alla Scuola del Vedere - Libera Accademia di Belle Arti di Trieste sotto la guida attenta di Juan Arias Gonano, poliedrico artista argentino/goriziano, e di altri maestri. La gioia del colore pervade tutte le opere di Marrocchi, originario di Accumoli, piccolo paese dell’Appennino, che, per timidezza, espone a Trieste solo da tre anni. Ma l’entusiasmo della sperimentazione ha condotto un po’ alla volta l’artista a transitare da una scelta figurativa tradizionale verso un’interpretazione del paesaggio modulata di recente secondo un’armonico diapason di luci e ombre, in cui viene via via accentuato il dato luministico e cromatico, in una sorta di approccio alla sintesi presumibilmente orientato verso un percorso che offrirà sicuramente nuovi e diversi esiti. Se nella Griselli - conclude Accerboni - il gesto è irruente, una sorta di ricerca interiore di serenità e di una pace soffusa condeterminano ora le luminose e serene stesure cromatiche di Marrocchi, proteso verso l’essenzialità e la luce. Info: La bottega dell’immagine - Via S. Giustina 11/B, Trieste – 13/ 27 novembre 2010 - da lunedì a sabato 10.00 - 12.30 / 16.30 -19.00 - cell: 3356750946  
   
   
FIRENZE (PALAZZO VECCHIO): DAMIEN HIRST - FOR THE LOVE OF GOD - IL TESCHIO DI DIAMANTI DI DAMIEN HIRST ESPOSTO A FIRENZE - 26 NOVEMBRE 2010 / 1 MAGGIO 2011  
 
For the Love of God, il teschio tempestato di diamanti opera dell’artista inglese Damien Hirst diventato leggendario da quando venne esposto per la prima volta nel 2007, verrà esposto a Palazzo Vecchio, a Firenze, dal 26 novembre 2010 al 1 maggio 2011. Promosso dal Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura e alla Contemporaneità e dai Musei Civici Fiorentini, l’evento è stato ideato da Memoria srl, curato da Francesco Bonami e prodotto e organizzato da Arthemisia Group. For the Love of God è un calco di platino di un teschio umano in scala reale tempestato di 8.601 diamanti al massimo grado di purezza o con pochissime imperfezioni, per un totale di 1.106,18 carati. Sulla fronte è incastonato un grande diamante rosa a forma di goccia anche noto come “la stella del teschio”. I denti sono stati ricavati da un cranio vero del Settecento acquistato da Hirst a Londra. Il teschio di diamanti non ha precedenti nella storia dell’arte. Sotto un certo aspetto, l’opera rappresenta un tradizionale “memento mori”, un oggetto che parla della transitorietà dell’esistenza umana. Come scrive lo storico dell’arte olandese Rudi Fuchs: «Il teschio è sovrannaturale, quasi celestiale. Proclama la vittoria sulla decadenza. Al tempo stesso rappresenta la morte come qualcosa di infinitamente più implacabile. Rispetto alla lacrimosa tristezza di una scena di vanitas, il Teschio di Diamanti è gloria pura». Palazzo Vecchio è la storica sede del governo fiorentino e uno dei grandi capolavori dell’arte e dell’architettura del Rinascimento italiano. I sontuosi ambienti decorati su progetto di Vasari, ospitarono la corte del duca Cosimo I de’ Medici. Il pubblico potrà ammirare For the Love of God esposto nella Camera del Duca Cosimo passando attraverso lo Studiolo di Francesco I de’ Medici, solitamente visitabile solo su prenotazione, in un confronto irripetibile fra la wunderkammer di Palazzo de’ Medici – capolavoro del Manierismo fiorentino realizzato fra il 1570 e il 1575 – e For the Love of God, il tour de force dell’artista contemporaneo Damien Hirst. Da quando è stato creato, For the Love of God è stato esposto solo due volte prima dell’evento fiorentino. Dopo la presentazione inaugurale al White Cube di Londra (la galleria di Damien Hirst) nel 2007, l’opera è stata al Rijksmuseum di Amsterdam nel 2008 attirando più di 250.000 presenze  
   
   
MODENA (PALAZZO SANTA MARGHERITA E PALAZZINA DEI GIARDINI, CORSO CANALGRANDE): LO SPAZIO DEL SACRO - 5 DICEMBRE 2010 - 6 MARZO 2011  
 
La Galleria Civica di Modena inaugura sabato 4 dicembre 2010 alle 18.00 alla Palazzina dei Giardini e a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande a Modena, la mostra Lo spazio del sacro. Organizzata e coprodotta dalla Galleria Civica di Modena, e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la collettiva presenta opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private italiane e straniere di alcuni fra gli artisti della scena contemporanea internazionale che hanno maggiormente riflettuto sul tema del sacro: Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo, Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Josep Ginestar, Anish Kapoor, Richard Long, Roberto Paci Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky. Ogni opera occuperà in completa solitudine un ambiente della Galleria, da una parte accentuando il rapporto diretto, esclusivo, intimo che ciascuna di esse instaura con lo spettatore, dall’altra amplificando la propria capacità di entrare in relazione con gli spazi architettonici. L’idea fondante della mostra risente molto delle parole di Mircea Eliade sul fatto che il sacro, nell’arte contemporanea, “è divenuto irriconoscibile; si è camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente ‘profani’. Il sacro non è scontato, com’era per esempio nell’arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e facilmente, perché non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Se queste sono le premesse teoriche relativamente all’arte contemporanea, i saggi di Michele Emmer, Vito Mancuso, Vincenzo Pace e Vincenzo Vitiello guideranno i lettori del catalogo verso una più ampia comprensione dei limiti, dei significati e delle possibilità che la parola ‘sacro’ ancora conserva ai nostri giorni. “Non di rado – si legge nel testo in catalogo del curatore della mostra Marco Pierini – l’opera d’arte definisce con la sua mera presenza uno spazio di riguardo, inviolabile, sacro nell’accezione che rimanda direttamente all’etimologia della parola: circoscritto, ristretto, separato. La distanza che essa delimita – quand’anche non abbia a che vedere con una dimensione trascendente, o comunque ‘superiore’ – può essere sia puramente spaziale, fisica, sia temporale, sia culturale. In ogni caso, tuttavia, questa distanza rimarrà invariabilmente a segnare una straordinarietà, un’eccezionalità, una dimensione non ordinaria né quotidiana. Ma tale dimensione non è, contrariamente alle apparenze, avulsa dalla vita perché, anzi, alla sua forza attrattiva è quasi impossibile resistere, che sia fondata sull’incanto e la fascinazione oppure sul timore e l’inquietudine dell’ignoto. Limite e soglia, confine e passaggio, lo spazio sacro si costituisce sempre come rapporto – quando esclusivo e privato, quando collettivo e condiviso – tra mondi diversi e come invito per chi guardi a lasciarsi trasportare, ad affidarsi all’opera e sperimentare una sorta di estraniamento contemplativo o di empatetica immedesimazione”. Con Lo spazio del sacro riaprirà al pubblico la Palazzina dei Giardini, a conclusione del secondo stralcio dei restauri curato dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Modena che ha interessato gli interni dell’edificio, con il rinnovo degli impianti elettrici e termici alimentati a energia geotermica e che si concluderà con il recupero pittorico dei decori della cupola. Info: Lo spazio del sacro - Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) e Palazzina dei Giardini (corso Canalgrande) - 5 dicembre 2010/6 marzo 2011 - a cura di Marco Pierini – Orari: martedì - venerdì 10.30 - 13.00; 15.00 - 18.00, sabato domenica e festivi 10.30 – 19.00, lunedì chiuso 25 e 26 dicembre 2010, 1 gennaio 2011, 15.00-19.00 - Ingresso gratuito - Catalogo Silvana Editoriale con testi di Michele Emmer, Vito Mancuso, Vincenzo Pace, Vincenzo Vitiello, Silvia Ferrari, Serena Goldoni e Marco Pierini - Inaugurazione sabato 4 dicembre ore 18.00 - tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932 - www.Galleriacivicadimodena.it  
   
   
GUBBIO (PALAZZO DEI CONSOLI): MOSTRA “DINOSAURI - IL PIANETA CHE CAMBIA” A CURA DELL ’AMERICAN MUSEUM OF NATURAL HISTORY OF NEW YORK - 27 NOVEMBRE 2010/25 APRILE 2011  
 
Per la prima volta al di fuori degli Usa, l’American Museum of Natural History di New York allestirà presso il Palazzo dei Consoli di Gubbio una mostra dedicata ai dinosauri. Proprio a Gubbio, l’accreditata teoria dello studioso americano Alvarez ─ secondo la quale la scomparsa dei dinosauri, avvenuta 65 milioni di anni fa, fu causata dall’impatto di un asteroide ─ trova conferma nella Gola del Bottaccione o Gola dell’Iridio. La manifestazione fa parte dell’iniziativa “Il Pianeta che cambia” , articolata in tre mostre su Clima (Perugia, Palazzo Baldeschi, dal 2 ottobre 2010 al 5 giugno 2011), Acqua (Assisi, Palazzo Bonacquisti, dal 2 ottobre 2010 al fino al 15 maggio 2011) e Dinosauri appunto. Tale iniziativa rappresenta “un percorso espositivo e didattico che punta, attraverso una conoscenza approfondita e scientifica di questi temi, ad accrescere, soprattutto nei più giovani, la capacità di cogliere con spirito costruttivo le sfide e le opportunità insite nel nostro futuro”. In occasione della Mostra sui Dinosauri, il Park Hotel Ai Cappuccini, monastero del Xvii sec. Sapientemente restaurato e trasformato in elegante albergo, propone un: “Pacchetto Speciale Mostra Dei Dinosauri” Validità: 27 Novembre 2010/ 22 Aprile 2011 Pacchetto 2 notti in doppia a partire da Euro 280,00 Il pacchetto si intende per persona e comprensivo di: • 2 pernottamenti in camera doppia e piccola colazione buffet • Trattamento di Mezza Pensione (cene tipiche umbre) • 3° letto gratuito per bambini fino a 16 anni con trattamento di mezza pensione • Piscina Indoor 24x10 ed ampia palestra attrezzata con istruttori. • Biglietto d’Ingresso “Dinosauri- Il Pianeta che cambia” – Palazzo dei Consoli, Gubbio • Gadget mostra • Prenotazione mostra “Clima-il Pianeta che cambia” – Palazzo Baldeschi, Perugia e “Acqua – Il Pianeta che cambia”, Palazzo Bonacquisti, Assisi. Le tariffe sopraindicate sono valide per un numero limitato di camere con esclusione di ponti e festività e sono comprensive di Iva e servizio. Le bevande delle cene non sono comprese. Info: Tourist S.p.a.– Via Tifernate – 06024 Gubbio (Pg) – Italy - Tel 075 9234 – Fax 075 9220323 www.Parkhotelaicappuccini.it  - info@parkhotelaicappuccini.It  
   
   
PISTOIA (PALAZZO FABRONI): VIAGGIO IN ITALIA - SGUARDI INTERNAZIONALI SULL’ITALIA CONTEMPORANEA - 14 NOVEMBRE 2010 / 30 GENNAIO 2011  
 
“Quel che sta a cuore a me è d’arricchirmi di quelle impressioni sensibili che non danno né i libri né i quadri. Per me l’importante è prendere ancora interesse a ciò che si agita nel mondo.” J. Wolfgang Goethe, “Viaggio in Italia” Dal 14 novembre 2010 al 30 gennaio 2011, si terrà a Palazzo Fabroni, Pistoia la mostra Viaggio in Italia, sguardi internazionali sull’Italia contemporanea, promossa e organizzata dal Comune di Pistoia/palazzo Fabroni e dalla Regione Toscana e curata da Ludovico Pratesi con la collaborazione di Benedetta Carpi De Resmini. Si tratta di un progetto espositivo che intende proporsi come momento di riflessione sull’identità dell’Italia contemporanea. Riunisce infatti una quarantina di opere ispirate direttamente dall’attuale situazione socio-culturale del nostro paese e realizzate da trentadue artisti internazionali delle ultime generazioni, che si esprimono prevalentemente attraverso fotografia e video. Le opere si configurano come punti di vista critici sul concetto di paesaggio contemporaneo, inteso in senso non solo geografico ma anche sociale, culturale, politico e antropologico. Al di là dell’ispirazione legata alla memoria della classicità - che motivava i colti viaggiatori del passato, nobili, artisti o letterati, ad attraversare le Alpi per visitare monumenti come il Colosseo, la Basilica di San Marco a Venezia o il Duomo di Firenze, per poi spingersi fino al golfo di Napoli e oltre, e raggiungere Taormina, Siracusa e Palermo - il titolo della mostra invita invece ad andare oltre, per interpretare attraverso chiavi di lettura più attuali, legate alla dimensione contemporanea, il “paese dove fioriscono i limoni” (per dirla con Goethe). Un volto contradditorio e frammentato, che si compone di due visioni parallele e a volte complementari, composto da disegni, sculture, installazioni, immagini fotografiche e video, che affondano le loro radici nelle suggestioni del paesaggio italiano inteso in senso socio-antropologico, per rivelarne gli aspetti più ironici, contradditori, surreali, a volte drammatici. Come vedono l’Italia gli artisti contemporanei stranieri? All’alba delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità, i loro sguardi, più oggettivi e distanti rispetto a quelli degli italiani, forse eccessivamente compiaciuti e compiacenti, mettono in luce gli aspetti più critici dell’attuale momento storico. Così, se da una parte la forza romantica ed estetica del paesaggio italiano ispira ancora oggi le opere di artisti come Candida Höfer, Thomas Struth, Andreas Gursky (che interpretano con la precisione analitica dell’obiettivo musei, teatri o paesaggi delle città d’arte, pur svelandone i rischi di spersonalizzazione dovuti all’eccessivo sfruttamento del turismo di massa), altri artisti sottolineano invece aspetti più problematici della nostra contemporaneità: Thomas Demand rivela problemi politici internazionali celati da un’anonima facciata di un villino alla periferia di Roma, Anri Sala mostra le giornate degli homeless a Milano, Kendell Geers ironizza sulla passione del nostro popolo per il calcio, Dan Perjovschi utilizza il linguaggio sintetico dei fumetti per raccontare i riti della politica, colti in una dimensione surreale, e Christian Jankowsky analizza l’Italia di oggi vista attraverso i programmi televisivi. Attraverso mezzi espressivi contemporanei la mostra intende coinvolgere attivamente le nuove generazioni, stimolando riflessioni sul sentimento identitario e rilevando l’immagine dell’Italia di oggi all’estero. Fa perciò parte del programma delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. In occasione dell’inaugurazione della mostra, nel pomeriggio di sabato 13 novembre 2010, viene riaperto l’ingresso principale a Palazzo Fabroni da via Sant’andrea dirimpetto alla pieve omonima, capolavoro del romanico pistoiese, che conserva lo splendido pulpito di Giovanni Pisano (1301). Gli Artisti Martin Creed, Thomas Demand, Jimmie Durham, Elger Esser, Günther Förg, Carlos Garaicoa, Kendell Geers, Nan Goldin, Douglas Gordon e Jonathan Monk, Andreas Gursky, Candida Höfer, Carsten Höller, Jonathan Horowitz Alfredo Jaar, Christian Jankoswky, William Kentridge, Alexsandra Mir, Adrian Paci, Dan Perjovschi, Thomas Ruff, Anri Sala, Cindy Sherman, Nedko Solakov, Simon Starling, Thomas Struth, Hiroshi Sugimoto, Wolfgang Tillmans, Jeff Wall, Richard Wilson, Petra Wunderlich, Ceryth Wyn Evans, Sislej Xhafa. Info: Palazzo Fabroni - via Sant’andrea 18, Pistoia - 14 novembre 2010 / 30 gennaio 2011 - Inaugurazione sabato 13 novembre 2010, ore 16.30 Informazioni e prenotazioni: Unità Operativa Musei e Beni Culturali - Servizio Biblioteche e Attività Culturali - Comune di Pistoia - tel. 0573 371214 – 371279 - museocivico@comune.Pistoia.it  - fabroni.Artivisive@comune.pistoia.it    
   
   
FERRARA (PALAZZO SCHIFANOIA): MOSTRA DI MIRTA CARROLI - A CURA DI ANGELO ANDREOTTI, DIRETTORE DEI MUSEI CIVICI DI ARTE ANTICA DI FERRARA - DAL 5 DICEMBRE 2010 AL 27 MARZO 2011 - INAUGURAZIONE SABATO 4 DICEMBRE 2010 ORE 17.30  
 
Sabato 4 dicembre 2010 alle ore 17,30 all’interno delle sale espositive e nel giardino di Palazzo Schifanoia a Ferrara in Via Scandiana 23, verrà inaugurata la personale della scultrice Mirta Carroli a cura di Angelo Andreotti, Direttore dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara, che resterà visibile fino al 27 marzo 2011. Si apre così l’ iniziativa lanciata dalla Direzione Artistica dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara, che vuole offrire una nuova prospettiva di visita ai Musei di Arte Antica della città Estense, creando esposizioni di importanti artisti contemporanei, che attraverso le loro opere vengono chiamati a dialogare con gli spazi museali. Il lavoro della scultrice Mirta Carroli, nata a Brisighella e bolognese di adozione, è incentrato sullo studio di forme ancestrali, quasi primordiali, che si rifanno al mito e alla vita quotidiana dell’uomo, evocando le antiche civiltà. Dall’osservazione dei meravigliosi affreschi nel Salone del Ciclo dei Mesi di Palazzo Schifanoia, l’Artista ha colto l’incredibile presenza di numerosissime forme di uccelli posati in ogni luogo rappresentato, ciascuno con un preciso significato esoterico, altro tema fondamentale della ricerca artistica di Mirta Carroli. Le opere che compongono l’esposizione sono quindi ispirate alle forme, al canto e al volo degli uccelli, tema ricorrente ad ampiamente indagato nella storia dell’arte della scultura, ma in questo caso con stretto riferimento agli uccelli degli affreschi. Il ferro e l’acciaio cor-ten sono i materiali che l’artista utilizza per le sue forme forti e leggere, che occuperanno le sale interne del Palazzo ed il suo giardino, dove raggiungeranno le grandi dimensioni. Mirta Carroli Laureata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, per diversi anni titolare di cattedra in Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico “Francesco Arcangeli” e di Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1999 le viene conferito dall’Università, dal Circolo Artistico di Bologna e della Fondazione Marconi il Premio Marconi per la scultura. Tra le numerose esposizioni personali, dal 1991 alla Galleria Juliet di Trieste, a quella ricca di opere installate nel parco di Villa Fidelia presso Spello nel 1995 a cura di Vittoria Coen; la presentazione de “La grande promessa in forma di aratro” all’Associazione Italo-francese di Bologna, la realizzazione dell’opera di grandissime dimensioni, “Il tempio delle voci” presso Brufa di Torgiano nel 1997 su invito del critico d’arte e curatore Giorgio Bonomi. Nel 1999 espone nel chiostro di San Giovanni in Monte a Bologna per il Premio Marconi e l’anno successivo viene invitata con sculture e disegni all’Istituto italiano di cultura a Bruxelles. Nel 2000 la Galleria Studio G7 presenta a Bologna la sua personale dedicata ai “Rilievi”; nel 2003 è presente all’inaugurazione della nuova sede della Raccolta Lercaro a Bologna con la scultura “Il volo, la luce”. Nel 2004 “Nel tempio” e nel 2007 “Tribale” presso la Galleria Plurima di Udine. Nel 2007 presso il Mooma di Shanghai realizza in performance un grande disegno su seta per il Consolato Italiano. Nel 2008 presenta a Brisighella, sua città natale, una sua prima antologica “l’Alfabeto del Grano” con sculture ed installazioni sul territorio a cura di Pietro Bellasi e Giorgio Bonomi. Viene invitata dal curatore Franco Batacchi a realizzare per l’anno 2009 il grandioso allestimento di sue scultore presso il Catsello di Pergine Valsugana “La persistenza del Segno”. Tra le più significative esposizioni collettive, le nuove Triennali d’Arte Contemporanea di Bologna nel 1993 e 1997; la Xxii Biennale di scultura di Gubbio nel 1994 e quelle di Palazzo Massari a Ferrara nel 1994 e 1996. Espone nel 1994 e nel 2003 a New York e nel 1995 è presente alla Quarantaseiesima Biennale d’Arte di Venezia (sezione Grafica) con una versione del menabò del suo libro d’artista “Dieci nell’uno”. Nel 2010 è invitata dal curatore Luciano Caramel a partecipare con una sua grande opera alla collettiva “Scultura Internazionale a Racconigi, presenze ed esperienze del passato”. Per informazioni: Call Center Ferrara Mostre e Musei Tel. 0532.244949 Fax 0532.203064 E-mail: diamanti@comune.Fe.it  Sito web: www.Comune.fe.it/schifanoia  Musei Civici di Arte Antica Palazzo Bonacossi Via Cisterna del Follo, 5 - Ferrara Tel. 0532.232933 Fax. 0532.232944 E-mail: arteantica@comune.Fe.it  Mirta Carroli E-mail: mirta-carroli@fastwebnet.It  Sito web: http://www.Mirtacarroli.it/ita.html  Ingresso e orari di apertura: Inaugurazione sabato 4 dicembre 2010 ore 17.30 – ingresso libero In corso di mostra: Biglietto intero 6 euro; ridotto 3 euro (per gruppi di 10 persone e persone oltre i 65 anni); gratuito fino ai 18 anni. Il biglietto comprende anche l´ingresso al Museo Lapidario. Servizio di caffetteria all´interno del giardino, bookshop alla fine del percorso museale. Orari di visita: Dalle 9,00 alle 18,00 tutti i giorni, domenica compresa. Chiuso il lunedì  
   
   
MONTECHIARUGOLO (PARMA): MANGIA COME SCRIVI SI METTE IN MOSTRA  
 
Cento scatti e cento libri raccontano i primi quattro anni di vita della rassegna che ha messo a tavola centocinquanta artisti e scrittori italiani. Ad arricchire la mostra, gli Aperitivi di Mangia come scrivi e tre collaterali. Nata per gioco e per passione nel novembre 2006, la rassegna Mangia come scrivi si è caratterizzata, fin da subito, per la sua formula originale e la leggerezza dei tempi. “1 cena, 3 scrittori x 3 minuti (di reading), 9 opere d´artista”: questa la “ricetta” di un’iniziativa gastronomica-letteraria-artistica di successo, conosciuta in tutta Italia e organizzata per quattro anni alla trattoria Il cigno nero - che ora ha cambiato gestione e si chiama San Quintino 7 - dal giornalista Gianluigi Negri. L’ultimo appuntamento svoltosi a Montechiarugolo risale allo scorso settembre, e rientrava ufficialmente nell’ambito del Festival del Prosciutto. Oggi Mangia come scrivi (che, come rassegna, si è trasferita a partire da ottobre all’Hostaria Tre Ville di Parma) si mette in mostra: negli spazi del Palazzo civico di Montechiarugolo, da sabato 13 novembre a domenica 23 gennaio, sarà possibile visitare l’esposizione “Mangia come scrivi 2006-2010: cento di questi scatti e… di questi libri”. Vi si potranno vedere le foto più belle delle quasi 40 serate che il Comune di Montechiarugolo ha patrocinato in questi anni, raffiguranti gli scrittori e gli artisti più importanti – oltre 150 - che sono stati ospiti della rassegna. Non mancheranno naturalmente i libri, autografati dagli autori stessi al termine di ogni serata. E, nella mostra voluta dall’amministrazione comunale, il curatore Gianluigi Negri ha inserito anche una collaterale con le opere di tre artisti tutti residenti nel Comune di Montechiarugolo: lo scultore Maurizio Zaccardi, il fotografo Fabrizio Bertolini, la pittrice Deda Artusi. Ognuno di loro esporrà nove suoi lavori, suddivisi in tre percorsi differenti: “Emozioni musicali” di Zaccardi, “Sentieri selvaggi” di Bertolini, “Autoritratti” della Artusi. Dulcis in fundo, gli Aperitivi di Mangia come scrivi: oltre al buffet previsto per l’inaugurazione di sabato 13 novembre, la settimana successiva, sabato 20 novembre alle 18, si terrà un incontro (con degustazione) con gli scrittori Matteo Bortolotti (che nel suo ultimo libro “Emilia Romagna misteriosa” parla anche della Fata Bema), Donato Ungaro (autore di “Egregio ingegner Giuseppe Bottazzi”) e Anna Cassarino (autrice di “Alberi della civiltà” e “Alberi monumentali d’Italia”). Sabato 11 dicembre, allo stesso orario, l’ospite d’onore sarà Wilma De Angelis (accompagnata dallo scrittore Lucio Nocentini) per la presentazione del suo nuovissimo libro “Spaghetti, Wilma, insalatina e una tazzina di caffè”. Sabato 22 gennaio l’aperitivo delle 18 sarà in compagnia dei tre artisti Zaccardi, Bertolini e Artusi  
   
   
MODENA (GALLERIA CIVICA, PALAZZO SANTA MARGHERITA E PALAZZINA DEI GIARDINI, CORSO CANALGRANDE): MOSTRA LO SPAZIO DEL SACRO - 5 DICEMBRE 2010 AL 6 MARZO 2011  
 
La Galleria Civica di Modena inaugura sabato 4 dicembre 2010 alle 18.00 alla Palazzina dei Giardini e a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande a Modena, la mostra Lo spazio del sacro. Organizzata e coprodotta dalla Galleria Civica di Modena, e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la collettiva presenta opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private italiane e straniere di alcuni fra gli artisti della scena contemporanea internazionale che hanno maggiormente riflettuto sul tema del sacro: Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo, Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Josep Ginestar, Anish Kapoor, Richard Long, Roberto Paci Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky. Ogni opera occuperà in completa solitudine un ambiente della Galleria, da una parte accentuando il rapporto diretto, esclusivo, intimo che ciascuna di esse instaura con lo spettatore, dall’altra amplificando la propria capacità di entrare in relazione con gli spazi architettonici. L’idea fondante della mostra risente molto delle parole di Mircea Eliade sul fatto che il sacro, nell’arte contemporanea, “è divenuto irriconoscibile; si è camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente ‘profani’. Il sacro non è scontato, com’era per esempio nell’arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e facilmente, perché non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Se queste sono le premesse teoriche relativamente all’arte contemporanea, i saggi di Michele Emmer, Vito Mancuso, Vincenzo Pace e Vincenzo Vitiello guideranno i lettori del catalogo verso una più ampia comprensione dei limiti, dei significati e delle possibilità che la parola ‘sacro’ ancora conserva ai nostri giorni. “Non di rado – si legge nel testo in catalogo del curatore della mostra Marco Pierini – l’opera d’arte definisce con la sua mera presenza uno spazio di riguardo, inviolabile, sacro nell’accezione che rimanda direttamente all’etimologia della parola: circoscritto, ristretto, separato. La distanza che essa delimita – quand’anche non abbia a che vedere con una dimensione trascendente, o comunque ‘superiore’ – può essere sia puramente spaziale, fisica, sia temporale, sia culturale. In ogni caso, tuttavia, questa distanza rimarrà invariabilmente a segnare una straordinarietà, un’eccezionalità, una dimensione non ordinaria né quotidiana. Ma tale dimensione non è, contrariamente alle apparenze, avulsa dalla vita perché, anzi, alla sua forza attrattiva è quasi impossibile resistere, che sia fondata sull’incanto e la fascinazione oppure sul timore e l’inquietudine dell’ignoto. Limite e soglia, confine e passaggio, lo spazio sacro si costituisce sempre come rapporto – quando esclusivo e privato, quando collettivo e condiviso – tra mondi diversi e come invito per chi guardi a lasciarsi trasportare, ad affidarsi all’opera e sperimentare una sorta di estraniamento contemplativo o di empatetica immedesimazione”. Con Lo spazio del sacro riaprirà al pubblico la Palazzina dei Giardini, a conclusione del secondo stralcio dei restauri curato dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Modena che ha interessato gli interni dell’edificio, con il rinnovo degli impianti elettrici e termici alimentati a energia geotermica e che si concluderà con il recupero pittorico dei decori della cupola. Info: Lo spazio del sacro - Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) e Palazzina dei Giardini (corso Canalgrande) - 5 dicembre 2010/6 marzo 2011 - a cura di Marco Pierini - Ingresso gratuito - Catalogo Silvana Editoriale con testi di Michele Emmer, Vito Mancuso, Vincenzo Pace, Vincenzo Vitiello, Silvia Ferrari, Serena Goldoni e Marco Pierini - Inaugurazione sabato 4 dicembre ore 18.00 - galcivmo@comune.Modena.it  - www.Galleriacivicadimodena.it  
   
   
CATANIA (FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO): CARLA ACCARDI SEGNO E TRASPARENZA 9 GENNAIO 2011 / 15 MAGGIO 2011  
 
La Fondazione che Alfio Puglisi Cosentino ha creato a Palazzo Valle, nel cuore di Catania, propone, dal 9 gennaio al 15 maggio 2011, una grande mostra di Carla Accardi curata da Luca Massimo Barbero. Sarà una mostra assolutamente irrepetibile: l´artista, infatti, ne è doppiamente protagonista: con le sue opere ma anche con la sua personale interpretazione delle architetture e degli spazi dello storico Palazzo, capolavoro del Vaccarini. Una grande mostra-installazione, quindi, dove ciascun ambiente sarà connotato in modo diverso, secondo la relazione che Carla Accardi percepisce tra le sue opere e le architetture della sede destinata ad accoglierle. Lungo questo percorso attraverso il Palazzo pensato dall´artista, si intrecceranno e susseguiranno in un ordine ideale i suoi primi lavori sul dialogo tra spazio, segno e colore, sino alle sperimentali superfici trasparenti di sicofoil, su cui dipinge, e alle articolate installazioni di grande dimensione. Carla Accardi (Trapani, 1924) vive e lavora a Roma dal 1946. Ha partecipato al gruppo romano Forma dal 1947 ed è considerata uno tra i protagonisti dell´arte astratta italiana dal secondo dopoguerra: dal 1948 ha partecipato in più occasioni alla Biennale di Venezia. Il suo lavoro si fonda sulla feconda interazione tra segno, superficie, luce e colore, che si dirama in realizzazioni che spaziano dal dipinto all´installazione. Le prime sale della mostra saranno dedicate alle articolazioni di quelli che possono essere definiti i "segni cromatici" della Accardi, che iniziano a proliferare sulle tele dei primi anni Cinquanta in configurazioni libere e distese, per poi assumere alla metà del decennio la caratteristica bicromia del positivo / negativo, che determina la superficie tra bianco e nero. Un intenzionale scarto cronologico, nella medesima sala, mette in relazione questi lavori con l´installazione Casa Labirinto del 1999-2000, opera percorribile in cui il plexiglas è attraversato da segni bianchi e neri, proponendo un confronto diretto tra le diramate stagioni espressive di Accardi. Dopo una sala dedicata alla serie delle opere a sviluppo centrico, denominate "tondi" o "cervelli", la mostra concentrerà la propria attenzione sulla strutturazione del segno in griglie e regolarità ritmiche, di cui oggi si può leggere la straordinaria attualità sia cromatica sia linguisitica. Anche per queste ragioni, la mostra approfondisce in modo inedito e come mai in precedenza la fisicità del dialogo tra segno e trasparenza nel lavoro di Accardi: si concentra così in particolare sulle opere realizzate su sicofoil, che vanno dai lavori su telaio rettangolare o quadrato, agli accenni installativi dei telai sagomati, alle vere e proprie realizzazioni in chiave ambientale oltre il dipinto. A sottolineare questa tensione ambientale del lavoro di Accardi, l´intero itinerario della mostra è concepito come un percorso nel Palazzo che dialoga con la fisicità stessa delle sue sale, anche attraverso opere recenti e realizzate per l´occasione, come la grande superificie di ceramica concepita per il suo cortile. Il tracciato dell´esposizione sarà inoltre punteggiato da installazioni collocate in relazione con l´architettura e con le opere alle pareti, come ad esempio Rotoli (1965-69), Cilindrocono (1972), Paravento (1972), la serie dei Coni in maiolica (2004), Si dividono in vano (2006). Al piano superiore, la mostra presenta una straordinaria sala dedicata ai grandi dipinti realizzati dall´artista per la sua sala personale alla Biennale di Venezia del 1988, per culminare con Pasos de Pasaje (2007), grande lavoro che realizza la fusione di architettura e segno: pavimento di piastrelle in gres dipinto, con segni alternati di colore verde e cobalto su sfondo bianco, che intende anche rimandare a un forte legame con la tradizione creativa delle arti applicate in Sicilia ed è stata realizzata a quattro mani con Gianna Nannini, che ha concepito per essa un suo brano come specifica presenza sonora parallela a quella visiva. Realizzata in collaborazione con lo Studio Accardi, sede dell´archivio dell´artista, e Ram radio arte mobile di Roma, che è la sua principale galleria di riferimento, la mostra avrà anche la straordinaria occasione di presentare al pubblico il nuovo catalogo ragionato in corso di pubblicazione, a cura di Germano Celant, oltre ad essere il primo nuovo grande riscontro espositivo dell´artista in Italia dopo la serie di significative mostre internazionali che le sono state dedicate, come quella al Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires. In occasione della mostra, verrà pubblicata una monografia a colori a cura di Luca Massimo Barbero, edita da Silvana Editoriale, che attraverso un ricco apparato iconografico intrecciato a saggi inediti e a una selezione di materiali documentari, intende proporre un percorso di lettura mirato dell´opera di Accardi, dedicato alla relazione tra segno e trasparenza. "Carla Accardi Segno e trasparenza". Catania, Fondazione Puglisi Cosentino (Palazzo Valle, via Vittorio Emanuele 122), 9 gennaio - 15 maggio 2011. Orario: dal martedì alla domenica 10-13.00; 16.00-19.30 il sabato sino alle 21.30; chiuso il lunedì; aperture straordinarie su prenotazione. La biglietteria chiude mezz´ora prima. Biglietti interi: 8 euro, ridotti: 5 euro, scolaresche: 2,50 euro, i pomeriggi di martedì e venerdì ingresso 1 ?. Mostra a cura di Luca Massimo Barbero, promossa dalla Fondazione Puglisi Cosentino in collaborazione con Studio Accardi e Ram radio arte mobile. Sponsor Finsole Spa. Monografia sull´artista a cura di Luca Massimo Barbero edita da Silvana Editoriale. Per informazioni e prenotazioni: Fondazione Puglisi Cosentino tel. + 39 095 7152228, + 39 095 7152118 info@fondazionepuglisicosentino.It  www.Fondazionepuglisicosentino.it  
   
   
“BEATLES A FUMETTI” DI ENZO GENTILE E FABIO SCHIAVO. UN LIBRO PER RACCONTARE I BEATLES ATTRAVERSO RARISSIMI FUMETTI DA TUTTO IL MONDO EDITO DA SKIRA  
 
“Beatles A Fumetti” edito da Skira, un libro di Enzo Gentile e Fabio Schiavo, vuole raccontare i Fab Four attraverso rarissimi e ormai irreperibili fumetti provenienti da tutto il mondo (Usa, Canada, Gran Bretagna, Australia, Sudafrica, Spagna, Sudamerica, Francia, Germania, Svezia, Giappone e naturalmente Italia). In tutto il mondo sono stati censiti oltre mille fumetti dedicati ai Beatles. Tra questi Enzo Gentile e Fabio Schiavo hanno effettuato una significativa selezione dove troviamo varie tipologie di fumetto: ecco i Beatles protagonisti assoluti di alcune storie, oppure presenti con ‘camei’ o con brevi apparizioni, soltanto citati o ancora con le loro canzoni trasformatesi in strisce. “Beatles A Fumetti” non si rivolge solo agli appassionati di fumetti, che qui troveranno una gran varietà di testate e alcuni dei disegnatori più noti e di culto, ma anche agli amanti dei Beatles come artisti universali e fenomeno di costume o ai curiosi a tutto campo, interessati alla musica e ai linguaggi ad essa correlati. Nel volume tutto a colori e stampato su una carta speciale, che rimanda direttamente alla più classica e raffinata editoria a fumetti, l’illustrazione la fa da padrona con lo spazio per i testi circoscritto a scelte chiare e originali: oltre alle due introduzioni degli autori, troviamo infatti alcuni rapidi interventi che accompagnano foto storiche e le dettagliate cronologie, fino ai giorni nostri, relative ai Beatles e a John Lennon. E proprio a John Lennon viene riservata la parte finale del libro, una sorta di appendice ragionata, con i fumetti più stuzzicanti e suggestivi a lui dedicati da disegnatori di tutto il mondo. Il 2010, a quarant’anni dallo scioglimento definitivo dei Fab Four, a trent’anni dalla morte di John Lennon e a settanta dalla sua nascita, è sicuramente un anno significativo per il mondo beatlesiano. I due autori hanno scelto di celebrare in questo modo colorato e festoso una dimensione dei Fab Four, quella fumettistica, che non invecchia e che promette di tramandarli a dispetto dei tempi e delle mode. «Gli eroi, quelli veri, non invecchiano, non sono mai stanchi […] – inizia così Enzo Gentile nella sua introduzione -. E allora cosa c’è di meglio di una vita a fumetti per eternare un mito, per esplicitare ancora di più e meglio come i Beatles siano stati in tutto e per tutto anche una creatura ultraterrena, sospesi, dopo il micidiale successo planetario dei Sixties, in una sorta di bolla fuori dal tempo? Renderli cartoon, personaggi e simboli senza età, senza rughe né smagliature e addirittura fenomeni impossibili da scalfire attraverso al loro stessa arte». «Un filo sottile lega i Beatles ai fumetti. – spiega Fabio Schiavo nella sua parte introduttiva - E non solo perché i quattro musicisti sono sempre stati fanatici consumatori di quei giornalini in carta povera […]. Loro, vere e proprie icone della cultura pop, come Marilyn e la coca-cola, erano destinati ad incontrarsi con “il più classico mezzo espressivo, dalla chiara vocazione popular”, un media dalle grandi capacità narrative e di intrattenimento che catturava con estrema facilità l’attenzione dei teen d’ambo i sessi». Sul sito www.Thebeatlescomics.com  (prodotto e realizzato dai Maffialife) è possibile trovare molti altri fumetti, storie e commenti che non sono inseriti nel libro “Beatles a fumetti”