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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 02 Dicembre 2010 |
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SEMAFORO VERDE PER TRE NUOVE INFRASTRUTTURE DI RICERCA ENERGETICA |
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Bruxelles, 2 dicembre 2010 - Tre nuove infrastrutture europee di ricerca energetica hanno ricevuto il via libera dai ministri europei per la ricerca e dalla Commissione europea. L´annuncio è stato dato alla conferenza "Infrastrutture per la ricerca energetica" (Eneri 2010), tenutasi il 29 e il 30 novembre a Bruxelles (Belgio). Le nuove infrastrutture sono un impianto per la ricerca eolica in Danimarca, una centrale a concentrazione solare (Csp) in Spagna e un reattore nucleare di ricerca in Belgio. Tutte e tre compaiono nell´aggiornata tabella di marcia dell´Esfri (il Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca), la cui pubblicazione è prevista entro la fine dell´anno. Nell´ambito dell´iniziativa "Innovation Union" lanciata di recente, l´Ue si è posta l´obbiettivo di avviare il 60% delle infrastrutture individuate dall´Esfri entro il 2015. Il progetto Windscanner prevede un sistema in grado di generare mappe dettagliate delle condizioni del vento presso un parco eolico che copre molti chilometri quadrati. Il progetto, guidato dal Laboratorio nazionale per l´energia sostenibile del Politecnico della Danimarca (Risø Dtu), utilizza strumenti chiamati Lidar ("light detection and ranging") che sfruttano la tecnologia laser. Un Lidar emette nell´atmosfera dei raggi laser che, quando colpiscono delle particelle, vengono riflessi verso il dispositivo. Le informazioni su questi raggi riflessi possono fornire indicazioni sulle condizioni del vento. Un singolo scanner eolico è formato da tre sistemi Lidar che collaborano per produrre una mappa tridimensionale delle condizioni del vento. Le informazioni fornite dal Windscanner permetteranno ai produttori di aerogeneratori di scegliere la grandezza delle pale eoliche da usare in un certo luogo in base alle locali condizioni del vento, permettendo un più efficace sfruttamento dell´energia eolica. Un´unità mobile potrebbe essere impiegata per individuare i problemi presso parchi eolici esistenti in cui si verificano frequentemente problemi tecnici. Infine, il sistema potrebbe essere anche usato per individuare il wind shear e le turbolenze lungo le piste, rendendo i voli aerei, e soprattutto gli atterraggi, più sicuri. Il progetto Windscanner, che diventerà operativo nel 2013, ha un costo massimo previsto di 60 Mio Eur. "Noi siamo felici che la struttura danese per i test entrerà ora a far parte delle future infrastrutture europee di ricerca congiunte, così da diffondere la nostra conoscenza ed esperienza ad altri paesi dell´Ue," ha detto Henrik Bindslev, direttore del Risø Dtu. "Riteniamo inoltre che questo processo rafforzerà le nostre competenze nell´ambito della ricerca sull´energia eolica, grazie all´intensificazione del dialogo con altri ricercatori e aziende che si occupano di energia eolica." All´altro capo dell´Europa, il progetto Eu-solaris ha la sua sede nel Centro di tecnologia avanzata per le energie rinnovabili (Ctaer) nel deserto di Tabernas in Almería, nel sud-est della Spagna. Con un´insolazione annuale di 1900 kWh/m2 (kilowattora per metro quadro) il sito è perfetto per un´infrastruttura progetto studiata per portare la tecnologia Csp al livello successivo. Il costo di Eu-solaris è di circa 80 Mio Eur. Nella Csp, delle superfici riflettenti concentrano i raggi del sole su un ricevitore, dove l´energia termica è convertita in elettricità. "Nuovi sviluppi scientifici e tecnologici hanno bisogno della dimostrazione sperimentale di idoneità, durata, riproducibilità, efficienza e competitività di questo concetto, poiché questa tecnologia è destinata a un uso su larga scala," recita un opuscolo informativo emesso dal Ctaer. "L´impianto Eu-solaris colmerà il divario esistente tra la teoria o i test su scala di laboratorio e un impianto dimostrativo con dimensioni su scala quasi reale." Infine, il progetto Myrrha, che ha sede nella città belga di Mol, riguarda un´infrastruttura di ricerca sul nucleare da fissione. Myrrha permetterà ai ricercatori di esaminare dei metodi migliori per trattare le scorie nucleari allo scopo di renderle più sicure in modo più rapido. L´infrastruttura verrà anche usata per testare la fattibilità di una nuova generazione di centrali nucleari. I costi di costruzione per Myrrha raggiungono i 960 Mio Eur; si prevede che la progettazione ingegneristica della struttura sarà pronta nel 2014. "Sviluppare infrastrutture di ricerca di livello mondiale in Europa, raccogliendo risorse a livello dell´Ue, è un importante obbiettivo della Innovation Union. Questi impianti consentiranno ricerche e innovazioni all´avanguardia e, alla fine, potrebbero aiutare a garantire la futura fornitura energetica dell´Ue," ha commentato il Commissario europeo per la ricerca, l´innovazione e la scienza, Máire Geoghegan-quinn. "Noi abbiamo bisogno di avvicinare ricerca, tecnologia, industria e realizzazione sul mercato, ed è questo lo scopo del Piano strategico europeo per la tecnologia energetica." Per maggiori informazioni, visitare: Esfri: http://ec.Europa.eu/research/infrastructures/index_en.cfm?pg=esfri Windscanner: http://www.Windscanner.eu/ Myrrha: http://myrrha.Sckcen.be Ctaer: http://www.Ctaer.com/ Conferenza "Infrastrutture per la ricerca energetica" (Eneri 2010): http://www.Eneri2010.be/ |
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SITI NUCLEARI E DEPOSITI DI STOCCAGGIO IN PIEMONTE E´ PREMATURO PARLARNE. ANCORA LONTANA L´INDIVIDUAZIONE DI SITI IDONEI |
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Torino, 2 dicembre 2010 - Centrali nucleari e siti di stoccaggio ieri al centro di alcune interrogazioni a cui ha risposto, in Consiglio regionale, l’assessore all’Ambiente Roberto Ravello che, a conclusione del suo intervento, ha dichiarato: “Chi interpreta le mie parole come una mancata volontà di affrontare l’argomento “nucleare” fraintende e strumentalizza quanto da me dichiarato in più occasioni. Ciò che continuo a ripetere è che l’iter procedurale previsto dal decreto governativo approvato il 10 febbraio scorso per la selezione dei siti nucleari e dei depositi di stoccaggio delle scorie è ancora molto lungo e complesso. È pertanto prematuro pronunciarsi su elenchi e mappature di aree potenzialmente candidate ad ospitare siti nucleari, dal momento che non esiste alcuna ipotesi reale. Il processo decisionale tracciato, sia a livello regionale che nazionale, offre le più ampie garanzie di trasparenza e partecipazione sulle scelte, coinvolgendo non solo Regioni ed enti locali, ma anche le popolazioni interessate, sul modello dei Paesi più avanzati. Bisogna quindi evitare gli allarmismi e liberare l’opinione pubblica dai preconcetti negativi parlando di nucleare in termini di energia, di crescita economica e di opportunità per il nostro territorio. Si tratta di un progetto che andrà di pari passo con le energie rinnovabili in quanto entrambe non prevedono immissione di anidride carbonica nell’atmosfera e creano le condizioni per svincolarsi dall’approvvigionamento di energia dall’estero”. |
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INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO DA IMPIANTI FOTOVOLTAICI ENTRO LA NORMA |
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Bolzano, 2 dicembre 2010 - In base a rilevamenti eseguiti dall´Agenzia provinciale per l´ambiente gli impianti fotovoltaici installati sui tetti in Alto Adige producono dei campi elettrici e magnetici molto contenuti e riguardo agli ambienti di vita ben al di sotto dei limiti di legge. Ma, osservando delle semplici regole, è possibile arrivare ad ulteriori riduzioni e rendere le eventuali esposizioni assolutamente trascurabili. Allo scopo L’appa invita a valutare ancora in fase di progetto i campi emessi dagli impianti e di disporre i dispositivi di condu-zione e di trasformazione della corrente alternata ad una sufficiente distanza dagli ambiti lavo¬rativi o residenziali. L’agenzia provinciale per l’ambiente ha deciso di condurre dei rilevamenti in seguito a numerose ri-chieste pervenute da cittadini che hanno installato o che intendono installare pannelli fotovoltaici sui tetti di aziende o abitazioni, dubbiosi sulle possibili conseguenze in termini di inquinamento elettromagnetico. A riguardo si cita anche lo studio sull’elettrosmog eseguito nel 2009 (eseguito per - ed in collabora-zione con l’Agenzia provinciale per l’ambiente dal dott. Guido Kempter del Uct Research di Dor¬nbirn Au¬stria), che aveva evidenziato valori assolutamente entro la norma per le alte fre¬quenze (te-lefonia cellulare), mentre aveva indicato possibili problemi di inquinamento da campi magnetici alternati cre¬ati dalla corrente industriale negli ambienti di vita, fermo restando anche in questo caso il netto rispetto dei limiti previsti dalle norme nazionali (obiettivo di qualità = 3 µT o microTesla) In considerazione di questi dati, come spiega Luigi Minach, direttore dell’Appa, era stato indivi¬duato quale sito di prova un impianto a pannelli solari di grandi dimensioni (con una potenza di 350 kW) realizzato su un tetto a Prato Stelvio. I dati raccolti hanno evidenziato come la corrente continua prodotta dai pannelli solari sul tetto non creava problemi né a livello di pannelli né a livello dei cavi collettori in discesa che portano la cor-rente continua dai pannelli all’inverter per la sua trasformazione in corrente alternata industriale (a 50 Hz), come uti¬lizzata per gli elettrodomestici. Valori di campo magnetico leggermente più elevati invece, ma comunque sempre ampiamente entro i limiti di legge, si registrano, a livello di inverter e dei cavi di trasmissione della corrente alla rete di distribuzione e, nel caso di impianti più grandi, anche a livello del trasforma¬tore, utilizzato per ridurre le perdite di corrente. L’emissione di un campo magnetico, anche se contenuto, da parte di queste installazioni è normal-mente inevitabile. Minach sottolinea però, che rispettando delle semplici regole, cioè disponendo l’inverter, il trasformatore ed i cavi di tra¬smissione della corrente alla rete ad una sufficiente di-stanza dai luoghi di maggiore permanenza lavorativa o residenziale delle persone, è possibile rendere praticamente del tutto trascurabile l’esposizione al campo magnetico (inferiore a 0,2 µT). Per impianti piccoli sono sufficienti 1-2 metri di distanza, mentre per impianti più grandi, sempre in dipen¬denza della corrente prodotta, la distanza può aumentare a diversi metri. L’appa invita, pertanto, i cittadini che intendono realizzare un impianto a pannelli fotovoltaici di chiedere espressamente alle ditte di tenere conto non solo della parte tecnica, ma anche dell’aspetto radiprotezioni¬stico e, quindi, di valutare attentamente il posizionamento delle relative istallazioni secondo i criteri precedentemente indicati. Il Laboratorio di chimica fisica dell’Agenzia provinciale per l’ambiente è a disposizione per le in-formazioni del caso (Bolzano,via Amba Alagi 5, tel. 0471 41 7140, e-mail: Labchimfis@provincia.bz.it ) |
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CASA IN LOMBARDIA: 1 MILIARDO A FAMIGLIE DAL 2000 |
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Milano, 2 dicembre 2010 - Dal 2000 Regione Lombardia, nell´ambito del Fondo Sostegno Affitti, ha erogato 670 milioni di euro per aiutare oltre 519.000 famiglie a pagare il canone di locazione; ne ha sostenute altre 50.000 nell´acquisto della casa con uno stanziamento di 270 milioni e ha predisposto piani per la realizzazione di 6.500 alloggi di edilizia residenziale pubblica che verranno resi disponibili nel prossimo quadriennio. Sono solo alcuni dei numeri ricordati nel pomeriggio dall´assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti nel corso del suo intervento alla direzione seminariale di Legacoop abitanti Lombardia. Numeri e cifre che ben fotografano l´attenzione che la Giunta regionale guidata dal presidente Formigoni ha sempre riservato alle politiche abitative, ma numeri che, con altrettanta evidenza, dicono che bisogna trovare, stante la situazione finanziaria, altri modi per assicurare a tutti, anche alla nuova fascia "grigia" troppo ricca per accedere all´Erp e troppo povera per affacciarsi sul libero mercato, un tetto confortevole. Da qui l´invito al mondo delle cooperative, affinché continui a garantire quell´apporto significativo al welfare abitativo che non ha mai fatto mancare. "E´ necessario adottare strategie ampie - ha detto Zambetti - per offrire ai cittadini condizioni migliori per l´abitare secondo un modello che vuole esprimere sempre più i valori di sussidiarietà, libertà e responsabilità. Il welfare abitativo, la promozione e la realizzazione di una nuova qualità dell´abitare, possono rappresentare un terreno innovativo per lo sviluppo della cooperazione, costituendo un sistema di modello integrato tra pubblico e privato che soddisfi i bisogni della persona". Con questo obiettivo Regione Lombardia sta promuovendo misure per: incrementare l´offerta di abitazioni a prezzo sostenibile e l´acquisto di alloggi per il recupero e la riqualificazione dei quartieri; sostenere la domanda attraverso contributi mirati ai cittadini per l´accesso all´abitazione o il sostegno all´affitto. Inoltre, nell´ambito del Piano nazionale edilizia abitativa, la Lombardia (prima in Italia ad aver approntato il proprio Piano) finanzia con 54 milioni di euro la realizzazione di circa 800-900 alloggi (da rendere disponibili in tempi rapidi) che saranno affittati a canone sociale, moderato convenzionato o con patto di futura vendita. "Mi preme segnalare - ha aggiunto Zambetti - il rilevante e qualitativamente elevato apporto progettuale fornito dal Sistema cooperativo. Questo è il metodo su cui voglio sia incentrato il Patto per la Casa al quale sto lavorando. Da soli non si va da nessuna parte, insieme si vince". |
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LA SFIDA DELL´INNOVAZIONE PARTE DALLA DOMOTICA «IL CENTRO DI MONTELUPO UN ESEMPIO DELLE POTENZIALITÀ DEL TERRITORIO» |
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Firenze, 2 dicembre 2010 - Un centro di ricerca, servizi e sperimentazione a vantaggio delle imprese del territorio e della qualità della vita dei cittadini. Si chiama Labodom, nasce a Montelupo Fiorentino e la sua sfera di competenza è la domotica, ovvero l´automazione applicata agli ambienti domestici e agli edifici in genere. E´ un campo avanzato, che punta a rendere più vivibili e razionali le case e gli uffici, gli ospedali e le scuole, tutti gli ambienti abitati, insomma, sia pubblici che privati. Le soluzioni prospettate dalla domotica guardano al risparmio energetico, contribuiscono alla riduzione dei costi e dell´inquinamento, all´efficienza, alla sicurezza ambientale. «Il centro Labodom – ricorda l´assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini - vede la luce grazie ad un progetto promosso dall´Agenzia per lo sviluppo Empolese Val d´Elsa ed è finanziato dalla Regione con 265 mila euro. E´ un progetto in piena sintonia con le scelte della Regione in campo economico e ambientale. Siamo di fronte ad aziende che collaborano fra loro e con le istituzioni pubbliche e la Regione sostiene fortemente la costituzione di reti. Il centro nasce puntando all´innovazione e alle nuove tecnologie e noi stiamo lavorando a rafforzare il sistema dell´innovazione e del trasferimento tecnologico perchè crediamo che sia questa la via obbligata per lo sviluppo. E poi, ancora, sono da sottolineare le finalità ambientali e sociali e le ricadute sull´occupazione nel territorio e all´interno di una filiera produttiva che ha buone potenzialità di crescita per il futuro». L´assessore Simoncini ha inaugurato oggi a Montelupo Fiorentino la sede del centro, insieme al sindaco Rossana Mori e ai soggetti, fra cui la Cna, che hanno contribuito a dar vita all´iniziativa. «Credo che progetti come que sto – ha detto ancora l´assessore - siano essenziali per far tornare competitive le imprese toscane e ridare fiato ai distretti e ai sistemi locali. Una dimostrazione in più dell´utilità delle iniziative che abbiamo messo e stiamo per mettere in campo accanto a quelle per fronteggiare l´emergenza. Ovvero quelle per sostenere gli investimenti delle imprese e per sopperire, attraverso incentivi alla creazione di reti e filiere, alla storica debolezza costituita dalla piccola dimensione e dall´insufficiente capitalizzazione». |
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BOLZANO: SETTE PROGETTI ACCOLTI DAL COMITATO TECNICO PROVINCIALE |
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Bolzano, 2 dicembre 2010 - Tra i sette progetti accolti dal Comitato tecnico provinciale nella seduta di ieri pomeriggio, lunedì 29 novembre 2010, vi è quello per la realizzazione di strutture pubbliche nel quartiere Firmian a Bolzano. Il Comune di Bolzano intende realizzare una serie di strutture pubbliche nella zona di espansione "Resia 1 a Bolzano, ovvero nel nuovo quartiere Firmian. In particolare saranno costruiti un centro anziani, una farmacia, alloggi protetti ed un centro servizi. Il relativo progetto preliminare ripresentato è stato accolto dal Comitato tecnico provinciale che ha ritenuto adeguati anche i costi preventivati in 6,8 milioni di Euro. Parere positivo anche in merito al progetto esecutivo della Provincia per la costruzione di un edificio annesso alla sede della Protezione civile provinciale in via Druso 116 a Bolzano dove sarà sistemato l´Ufficio idrografico. La realizzazione comporterà una spesa di 4 milioni di Euro. Pur con alcune prescrizioni è stato accolto anche il progetto di variante per complessivi 10 milioni di Euro per il risanamento e l´ampliamento della Casa di cura "Fonte San Martino" a Merano che era già stato approvato. L´approvazione costituisce il presupposto per un successivo sostegno finanziario da parte della Provincia. Con una spesa preventivata in 5,6 milioni di Euro il Comune di Merano intende ristrutturare l´edificio della Scuola di musica "Albert Scheitzer". Il Comitato tecnico provinciale ha espresso parere favorevole in merito al progetto esecutivo ripresentato. È stata autorizzata in via eccezionale l´altezza ridotta delle sale per gli strumenti a percussione e per i pianoforti, ma è stato chiesto di rendere unitario l´intervento per la prevista sovrastruttura in vetro. Sono stati altresì accolti altri tre progetti. Il progetto esecutivo ripresentato dal Comune di Meltina per la demolizione, ricostruzione ed ampliamento della casa per anziani a Meltina per una spesa preventivata in 4,6 milioni di Euro; il progetto esecutivo per il nuovo allestimento del centro paese di San Martino in Passiria con un intervento per 4,4 milioni di Euro; e, con alcune prescrizioni, il progetto esecutivo el Comune di Ortisei per il risanamento della ex scuola elementare dove sistemare tra l´altro la scuola di musica (3,3 milioni di Euro). |
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COSTRUZIONI: PRODOTTI SOSTENIBILI IL POLIURETANO ESPANSO RIGIDO E LO STANDARD LEED |
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Trento, 2 Dicembre 2010 - Anpe - Associazione Nazionale Poliuretano Espanso rigido, in collaborazione con Habitech – Distretto Tecnologico Trentino, ha realizzato le “Linee guida di interpretazione dei contributi del poliuretano espanso rigido rispetto ai crediti dello standard Leed”. Il documento è disponibile online. Negli ultimi anni è sempre più forte la sensibilità da parte degli operatori del settore delle costruzioni nei confronti della sostenibilità in edilizia e in particolar modo riguardo alla certificazione Leed. Vista la diffusione di questo standard è quindi utile che progettisti e professionisti dispongano di adeguate informazioni circa le performance dei prodotti rispetto alle caratteristiche richieste da Leed. Le linee guida a cura delle Associazioni di categoria hanno lo scopo di rispondere a quest’esigenza. Per questo motivo Anpe - Associazione Nazionale Poliuretano Espanso rigido, con la collaborazione del Servizio Mappatura Prodotti di Habitech - Distretto Tecnologico Trentino, ha elaborato le “Linee guida di interpretazione dei contributi del poliuretano espanso rigido rispetto ai crediti dello standard Leed”. Le linee guida intendono fornire un sintetico supporto conoscitivo al sistema di certificazione Leed e una chiave interpretativa dei crediti ai quali possono contribuire gli isolanti in poliuretano espanso rigido. Il documento è disponibile online agli indirizzi: http://www.Poliuretano.it/file_pdf/linee_guida_leed.pdf http://www.Habitech.it/uploaded/news/nov%202010/linee%20guida%20leed_poliuretano.pdf La certificazione Leed viene rilasciata all’edificio, non al singolo prodotto. Tuttavia materiali e prodotti da costruzione possono contribuire in modo significativo, se conformi, ai requisiti richiesti dai crediti Leed. Le Linee Guida Anpe per il sistema Leed rappresentano un ulteriore passo sulla strada della corretta valutazione della sostenibilità ambientale di questo materiale. È questo uno dei temi prioritari per l’Associazione italiana che già nel 2007 ha rilasciato uno dei primi studi sul Life Cycle Assessment delle schiume poliuretaniche condotto su tre diverse tipologie di prodotti. Dall’approfondimento a livello aziendale di questo studio sono derivate le prime certificazioni Epd (Enviromental Product Declaration) di prodotti in poliuretano verificate da Enti Terzi e depositate presso l’Istituto svedese di controllo del sistema internazionale Epd ( http://www.Environdec.com/ ). All’interno di una politica associativa di grande attenzione per i temi ambientali, l’interesse degli associati Anpe per lo sviluppo delle Linee Guida Leed deriva da diversi fattori: la valenza internazionale del protocollo, la sua flessibilità di implementazione a livello locale, la valutazione globale del “sistema” edificio, l’attenzione agli aspetti energetici e prestazionali, l’assenza di considerazioni aprioristiche sulla “natura” o “provenienza” dei prodotti impiegati, la consapevolezza che la riduzione degli impatti ambientali dei processi costruttivi richiede, a tutti i soggetti coinvolti, sia capacità e idee innovative sia una nuova e più razionale valutazione del rapporto costo/beneficio ambientale delle scelte edilizie. Secondo Carlo Battisti, Program Manager del Servizio Mappatura Prodotti di Habitech, “Il poliuretano espanso rigido garantisce un ottimo isolamento termico e possiede eccellenti caratteristiche tecniche (resistenza meccanica, stabilità dimensionale, inalterabilità, durabilità). Seguendo i principi del protocollo Leed riteniamo di aver reso più esplicite le sue caratteristiche di sostenibilità, basandoci sulle qualità del materiale e proponendo delle procedure di posa e impiego semplici, razionali e rispettose dell’ambiente”. Erika Endrizzi, coordinatrice Habitech del progetto, sottolinea: “ La collaborazione con Anpe nella stesura delle linee guida è stata molto proficua, caratterizzata da un notevole interesse e da un’attiva partecipazione da parte di numerosi associati. Tutto ciò ha portato a un documento chiaro e completo, nel quale sono emerse le caratteristiche di sostenibilità che anche un prodotto come il poliuretano può vantare.” Leed è lo standard di certificazione energetica e di sostenibilità più diffuso al mondo: un insieme di criteri sviluppati negli Stati Uniti e applicati in oltre 60 paesi del mondo per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale, economico e della salute. Uno standard forte, a base volontaria, aperto, trasparente, in continua evoluzione, supportato da una vasta comunità tecnico-scientifica e ampiamente riconosciuto dal mercato. Mappatura prodotti e Linee Guida per le associazioni di categoria Il “Servizio Mappatura Prodotti” è una delle aree operative di Habitech, società leader nella fornitura integrale di servizi Leed. Per "mappatura dei prodotti" s’intende l´analisi dei singoli prodotti e dei servizi offerti dalla singola azienda in termini di sostenibilità energetica e ambientale e, in particolare, rispetto allo standard Leed. Le linee guida elaborate con le Associazioni di categoria hanno lo scopo di fornire un supporto documentato a tutte le aziende associate che desiderino avvicinarsi al sistema di certificazione Leed. |
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SICUREZZA SUL LAVORO: PIU’ DI 2MILA INFRAZIONI NEI 300 CANTIERI EDILI IRPINI VISITATI |
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Avellino, 2 dicembre 2010 - Più di 300 luoghi di lavoro perlustrati, 559 visite svolte per un totale di 2303 infrazioni. E’ il bilancio della campagna di controlli effettuati nei primi dieci mesi dell’anno dai tecnici del Centro per la Formazione e Sicurezza in Edilizia della provincia di Avellino nei cantieri edili irpini. I dati emergono dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio statistico dell’Ente bilaterale di Atripalda: un monitoring analitico che stila la mappa dei rischi più frequenti a cui vanno incontro gli operai del comparto domestico delle costruzioni. La diagnosi finale non è certamente incoraggiante. Risultato: impianti elettrici fatiscenti, macchinari obsoleti, mancanza di guanti e caschi protettivi. Disattesi anche diversi piani operativi di sicurezza prescritti dal Testo Unico 81/2008 sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma il pericolo più grande arriva dall’alto. Dopo aver osservato a terra, i tecnici del Cfs guardano in aria. Ed è da qui che piovono le maggiori infrazioni riscontrate nell’edilizia irpina: in tre casi su 10 si tratta infatti di violazioni della normativa di settore sui ponteggi spesso e volentieri non protetti. In pole position fra le irregolarità, l’allestimento di impalcature non idonee, quando si costruisce un fabbricato, dove si registrano principalmente assenza o inadeguatezza di sottoponti, cioè di ponti di sicurezza obbligatori per legge in tutti i piani di lavoro del ponteggio. Poi intavolati non a norma, che per regola devono essere sicuri perché sono la base su cui l’operaio si muove e cammina per svolgere i suoi esercizi lavorativi, e parapetti non adeguati. Analisi: La Metodologia Utilizzata - Il dossier statistico esamina il periodo che va da gennaio ad ottobre 2010. In quest’arco temporale, gli analisti del Cfs Edilizia di Atripalda disegnano la cartina delle inadempienze riscontrate nei 300 cantieri irpini, verificati più volte, per un totale di 559 visite di consulenza. Nove le categorie che strutturano il report: impianti di cantiere, dispositivi di protezione individuale, adempimenti, scavi, impianti elettrici, macchine, ponteggi-andatoie-ponti, servizi igienico assistenziali, lavori in sotterraneo. Ognuna delle classi, oggetto di verifica, riporta sia il numero delle infrazioni registrate per sottocategoria di appartenenza sia il numero totale delle inosservanze individuate nel periodo temporale preso in considerazione. Ogni inadempienza è poi calcolata in valore assoluto ed in percentuale rispetto al totale delle infrazioni censite. E’ nei ponteggi (le impalcature indipendenti dalla struttura dell’edificio sui cui si lavora e realizzate per garantire la sicurezza di chi opera in un cantiere edile) che lo screening riscontra sul territorio provinciale le maggiori infrazioni. L’osservatorio Cfs conta, infatti, 759 violazioni che equilvalgono al 32,9 per cento del totale delle inosservanze evidenziate nei primi dieci mesi dell’anno. La normativa di settore stabilisce che quando si fanno lavori superiori a 2 metri di altezza è necessario ricorrere a sistemi di protezione per evitare cadute dall’alto sia di cose che di persone. Su questo fronte, i dati territoriali evidenziano diversi gap. Primo fra tutti la mancanza di sottoponti ovvero di ponti di sicurezza messi al di sotto del piano di lavoro. Quando si costruisce un fabbricato, la legge, in pratica, prevede la realizzazione di sottoponti, a distanza non superiore di 2 metri e 50 centimetri dal ponte base di lavoro, funzionali a scongiurare la caduta di materiale dall’alto. Qui le infrazioni, nei cantieri edili irpini, arrivano a quota 151: il 6,5 per cento del totale registrato. E gli allarmi continuano negli intavolati pericolanti (base di lavoro che deve essere realizzata con tavole fra loro aderenti e fissate in modo da non scivolare) e parapetti inadeguati, non messi in totale sicurezza con inadempienze che ammontano rispettivamente a 135 (5,8%) e 124 (5,3%) casi nel periodo oggetto d’analisi. Seconda disattenzione identificata: i dispositivi di protezione individuale quando si opera in un cantiere. Si tratta dell’attrezzatura indossata dal lavoratore per proteggerlo contro i rischi che possono minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro. Su questo fronte le infrazioni ammontano complessivamente a 518 (22,49% sul totale registrato). Nel dettaglio, le inosservanze più frequenti sono il mancato utilizzo di elmetti (222) e guanti di protezione (91). Seguono, con 70 inadempienze, l’assenza generale nei cantieri locali di documentazione tecnica propedeutica alla fornitura di dispositivi di protezione. Sul podio generale della classifica nera delle irregolarità più numerose entrano anche, al terzo posto, gli adempimenti di natura organizzativa con il 17,8 per cento del totale delle infrazioni che tradotto in valore assoluto vuol dire 410 casi di illeciti individuati. Da gennaio ad ottobre 2010, i tecnici del Cfs registrano nei cantieri della provincia di Avellino 81 violazioni (3,7%) per mancanza di piani operativi di sicurezza, 70 inosservanze per totale carenza di notifiche preliminari cioè l’obbligo di comunicare all’Asl e all’Ispettorato del Lavoro di competenza l’inizio di un lavoro edile. Terzo lacuna: informazione e formazione dei lavoratori. Sessantatrè infrazioni, pari al 2,7 per cento del totale, che misurano, in sostanza, il dato delle imprese edili endogene che non hanno ancora provveduto a far svolgere ai propri lavoratori una formazione preventiva di 8 ore obbligatoria per legge già con la 626. Ma le infrazioni non finiscono qua. Ed investono altri campi d’intervento lavorativo come i macchinari adoperati per un cantiere che difettano di protezioni adeguate (10,2% delle infrazioni sul totale) e gli scavi di lavoro dove l’inosservanza più comune è rappresentata dall’assenza di appropriati transennamenti (58 casi di settore). Problemi anche per gli impianti di cantiere dove, ad esempio, recinsioni non sicure, che delimitano un’area di lavoro, si manifestano in 47 casi d’infrazione. Irregolarità anche sul fronte degli impianti elettrici in cui vengono captate 19 violazioni per mancanza di dichiarazione di conformità dello stesso impianto. Anomalie infine anche nei servizi igienico-sanitari con 19 inadempienze ma che incidono sensibilmente sul totale delle infrazioni, pesando solo per lo 0,8 per cento. In misura ancor più moderata i lavori in sotteraneo. L’analisi segnala una sola infrazione nei dieci mese d’esame riscontrata, nello specifico, nei dispositivi di segnalazione. “I dati che emergono – spiega Giovanni Solimene, direttore del Cfs irpino – sono senza dubbio preoccupanti. Ma non rappresentano una novità. Ancora oggi, i nostri cantieri registrano delle evidenti inadempienze che colpiscono in maniera trasversale imprese e manodopera”. “Se le nostre aziende edili, da quanto sondiamo, - continua – non mandano i propri lavoratori a fare formazione obbligatoria, se i nostri operai non hanno ancora compreso che sistemi di protezione, come l’utilizzo di casco e guanti, rappresentano la prima forma di tutela necessaria per la propria integrità fisica, se c’è carenza organizzativa nella costruzione di un ponteggio, significa che faremo, purtroppo, sempre i conti in Irpinia con gli incidenti e gli infortuni mortali”. Secondo Solimene per invertire il trend è necessario: “far capire sempre più l’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro, elemento essenziale che deve entrare a pieno titolo e diritto nei processi produttivi come importante valore aggiunto”. “Come Cfs, puntiamo – afferma Michele Di Giacomo, presidente dell’Ente paritetico di Atripalda - ad una formazione sempre più capillare ed incisiva che possa coinvolgere tutti gli attori interessati come datori di lavoro, tecnici e maestranze”. “Con un’attività didattica di settore – aggiunge – ci poniamo proprio l’obiettivo di ridurre ed eliminare nel tempo le irregolarità per portare le imprese ad elevati standard di sicurezza”. “Non a caso – precisa Solimene – le persone che hanno partecipato ai nostri corsi di formazione hanno cambiato in meglio il loro atteggiamento nei confronti della prevenzione e sicurezza. Inoltre inculcare un buon e fattivo insegnamento vuol dire anche far uscire, dalle nostre aule, allievi portatori di un importante know-how culturale in grado di trasferirlo anche agli altri nel momento in cui si lavora in cantiere”. “Per questo – conclude Di Giacomo – è necessario investire maggiormente in formazione professionale. Leva che va vista non come un obbligo ma come fattore prioritario per proteggere la vita lavorativa in edilizia”. |
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ATER, MARINI: "IMPEGNO DI RIFORMA MANTENUTO A BENEFICIO DELLE POLITICHE DELLA CASA IN UMBRIA" |
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Perugia, 2 dicembre 2010 – “Con la nomina di presidente e consiglio di amministrazione, l’Ater unico regionale, come ci eravamo impegnati a fare, entra nella pienezza delle sue funzioni per svolgere l’importante ruolo che è stato assegnato all’Agenzia, contribuendo così concretamente al processo di razionalizzazione e riordino degli enti regionali”. E’ quanto affermato dalla Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha firmato i decreti di nomina di presidente e membri del nuovo consiglio di amministrazione dell’Ater. “Abbiamo scelto, grazie ad un percorso di condivisione con le altre istituzioni locali, che ci ha portati alla nomina di personalità di provata e indiscussa professionalità, che godono della nostra massima fiducia. “Abbiamo voluto la riforma dell’Ater, realizzando un’unica agenzia, per favorire le politiche per la casa nella nostra regione, oltre che per un necessario processo di semplificazione, anche in un quadro di minori risorse che lo Stato ha drasticamente tagliato con la sua manovra finanziaria approvata definitivamente nei giorni scorsi. Avremmo comunque proceduto a questa riforma perché già nel programma di legislatura avevamo indicato come obiettivo prioritario quello della semplificazione e razionalizzazione delle diverse agenzie regionali. Questa riforma, dunque, oltre a garantire il contenimento della spesa di gestione, stimata attorno ai 500 mila euro all’anno, ci permetterà – in virtù della più funzionale organizzazione della struttura dell’agenzia - soprattutto di guardare al futuro, alle esigenze di nuove e più efficaci politiche per la casa nella nostra regione. Pensiamo anche – conclude la Presidente Marini - alla possibilità di realizzare un ‘Fondo unico immobiliare’ per poter meglio valorizzare il grande patrimonio di cui oggi disponiamo, grazie proprio alle politiche sane, rigorose ed efficienti attuate in questi decenni dagli Ater”. |
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EDILIZIA: MANIFESTAZIONE A ROMA, FENEAL-UIL |
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Roma, 2 dicembre 2010 - Sbloccare le piccole opere infrastrutturali ferme in tutta Italia per far ripartire il settore delle costruzioni: è la richiesta principale che imprenditori e sindacati hanno portato ieri in piazza a Roma, davanti Palazzo Montecitorio, per la prima volta insieme, e che fa seguito alla tavola rotonda promossa a Potenza nei giorni scorsi. Lo comunica Feneal-uil aggiungendo che la manifestazione vede il coinvolgimento di tutte le organizzazioni imprenditoriali e dei sindacati di categoria (Filca-cisl, Feneal-uil, Fillea-cgil) che già nel maggio 2008, costituendo gli ´Stati generali delle costruzioni´, preannunciavano i rischi della crisi e chiedevano interventi. "Sono in sofferenza –sottolinea Domenico Palma, segretario generale della Feneal Uil - anche le grandi imprese strutturate, per via dei mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Il cambio di passo invece - continua - si potrebbe avere con effettivi finanziamenti di opere e grandi opere. A maggio scorso, c´è stata una delibea del Cipe che prevedeva lavori per 12 miliardi di euro, ma solo 700 milioni di euro sono esecutivi. E lo stesso vale per la recente delibera da 21 miliardi". |
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MONITORAGGIO EDIFICI APERTI AL PUBBLICO LETTERA AI DIRETTORI DELLE ASL DELLA REGIONE PUGLIA |
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Bari, 2 dicembre 2010 - Allo scopo di sollecitare l’attivazione del monitoraggio delle verifiche strutturali su tutti gli edifici pubblici o aperti al pubblico delle Asl regionali, l’assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile della Regione Puglia Fabiano Amati ha inviato una lettera ai direttori generali delle Asl delle sei province pugliesi. La ricognizione sarà finalizzata alla conoscenza dello stato di rischio delle opere più importanti in caso di terremoto o perché fondamentali per le operazioni di protezione civile, o perché suscettibili di creare gravi danni o molte vittime in caso di collasso. Attraverso un dettagliato rilievo del rischio di queste opere, sarà infatti possibile condurre un’efficace programmazione di interventi mirati e prioritari di mitigazione, che sfruttino al meglio le risorse disponibili. Già lo scorso 26 novembre l’assessore Amati aveva scritto al Presidente dell’Upi Puglia (Unione Province d’Italia) Francesco Schittulli e al Presidente dell’Anci Puglia (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Luigi Perrone, sempre allo scopo di mettere in moto in tempi brevi le azioni di monitoraggio delle verifiche strutturali su tutti gli edifici pubblici o aperti al pubblico della regione. Le Aziende sanitarie locali, così come dovranno fare province e comuni, dovranno avviare attività di verifica sugli edifici di pertinenza, trasmettendo le relative schede, in formato cartaceo, successivamente al loro inoltro per via informatica, alla Regione Puglia – Assessorato alle Oo.pp. E Protezione Civile - Servizio Lavori Pubblici – Ufficio Sismico e Geologico – Via delle Magnolie, 6 – Z.i. 70026 Modugno – Bari. La Regione Puglia provvederà successivamente a raccogliere tutta la documentazione e ad inoltrarla al Dipartimento nazionale di Protezione civile. Di seguito il testo della lettera - Oggetto: Verifiche sismiche condotte in ottemperanza all’art. 2, comma 3, dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 23 marzo 2003. La disposizione normativa in oggetto prevede che le opere strategiche per finalità di protezione civile e quelle suscettibili di conseguenze rilevanti in caso di collasso siano sottoposte a verifica a cura dei rispettivi proprietari. Tra esse sono da ricomprendersi tutti gli uffici e le strutture aperte al pubblico e le strutture a destinazione ad uso pubblico. La verifica è obbligatoria. Il termine originario stabilito per la conclusione delle verifiche è stato in ultimo prorogato al 31/12/2010, tuttavia, in considerazione delle criticità ad oggi registrate, si ritiene che il termine per completare le prescritte indagini a livello regionale debba essere contenuto entro e non oltre il 31/03/2011: l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20/03/2003, all’art. 2 comma 3, prevede l’obbligatorietà delle verifiche sismiche su tutte le opere (edifici ed infrastrutture), sia strategiche che rilevanti, in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Allo scopo, la Regione Puglia con delibera Dgr n. 153/04 ha a suo tempo individuato le categorie di opere strategiche (Allegato A) e rilevanti (Allegato B). La legge n° 31 del 28/02/2008 (finanziaria 2008) all’art. 20, comma 5, ha previsto che le verifiche sismiche di cui alla suddetta Ordinanza Pcm, ad esclusione degli edifici e delle opere progettate in base alle norme sismiche vigenti dopo il 1984, dovevano essere effettuate dai rispettivi proprietari entro il 31 dicembre 2010 e riguardare in via prioritaria edifici ed opere ubicati nelle zone sismiche 1 e 2. Con Circolare n. 31471 del 21/04/2010, relativa allo stato delle verifiche ed alle programmazioni future, il Capo Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, confermando il concetto dell’obbligatorietà delle verifiche sismiche, ha disposto che i proprietari o gli Enti gestori approntino le attività di adeguamento sismico nell’ambito dei propri piani triennali ed annuali. Nella stessa Circolare il Dipartimento Nazionale ha indicato la necessità di effettuare almeno un censimento di tutte le opere che devono essere sottoposte a verifica (attraverso la compilazione della scheda Livello “0” e di programmare contestualmente, con prospettive temporali realistiche, il completamento delle verifiche di tutte le opere strategiche e rilevanti (compilazione scheda Livelli 1 e 2). Preso atto delle difficoltà registrate nell’espletare gli obblighi relativi alle verifiche sismiche suddette, con successiva Circolare n. 75499 del 07/10/2010, il Capo Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, con l’obiettivo di definire una programmazione nazionale che interessi tutte le Amministrazioni coinvolte, ha richiesto, entro il predetto termine di fine 2010, almeno la conoscenza delle caratteristiche generali degli edifici e delle infrastrutture rientranti nelle categorie per le quali risulta obbligatoria l’attività di verifiche di vulnerabilità, attraverso la compilazione della scheda di livello “0”. Tale ricognizione riveste grande rilevanza ed è finalizzata alla puntuale conoscenza dello stato di rischio delle opere più importanti in caso di terremoto o perché fondamentali per le operazioni di protezione civile, o perché suscettibili di creare gravi danni o molte vittime in caso di collasso. Attraverso un dettagliato rilievo del rischio di queste opere sarà infatti possibile condurre un’efficace programmazione di interventi mirati e prioritari di mitigazione, che sfruttino al meglio le risorse disponibili. La conoscenza che deriverà dal censimento di livello “0” fornirà le informazioni che consentiranno di effettuare una stima, seppur di larga massima, delle esigenze economiche ed il quadro temporale entro cui potranno essere soddisfatte: elementi che saranno posti all’attenzione delle Autorità competenti; in attesa che questo quadro si definisca, non potendo interrompere la funzionalità di opere strategiche, o rilevanti, di una parte significativa del Paese, si dovranno adottare strategie di gestione basate sulla considerazione del livello di rischio derivante dalla valutazione della sicurezza. Detto livello potrà essere messo in relazione con il periodo di tempo entro il quale dovrà essere effettuato un intervento fra quelli definiti nelle Norme tecniche per le costruzioni, emanate con Decreto del 14 gennaio 2008, relativamente alle costruzioni esistenti, o adottate soluzioni alternative che consentano di ridurre il disagio per gli utenti delle opere stesse. Al fine di agevolare e rendere omogeneo il censimento di livello “0”, il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile con Circolare del 07/10/2010 n. 75499 ha predisposto schede apposite relative alle casistiche più frequenti, (edifici e ponti), ed un software di caricamento import export dei dati da archiviare e trasmettere alla Regione, che successivamente saranno trasmesse al Dipartimento Nazionale. Le Amministrazioni Comunali e le Province, sono già state sollecitate a richiedere le verifiche e la relativa compilazione delle schede in argomento, ai proprietari di strutture strategiche e sensibili ricadenti nel territorio di competenza, destinate ad uso pubblico. Analogamente codeste Aziende dovranno avviare identiche attività di verifica sugli edifici di pertinenza, trasmettendo le relative schede, in formato cartaceo, successivamente al loro inoltro per via informatica, alla Regione Puglia – Assessorato alle Oo.pp. E Protezione Civile - Servizio Lavori Pubblici – Ufficio Sismico e Geologico – Via delle Magnolie, 6 – Z.i. 70026 Modugno – Bari. Anche la presente comunicazione verrà pubblicata, unitamente alla documentazione utile alla procedura, sul sito istituzionale regionale: a tal fine, si indicano di seguito le procedure di compilazione, il download, l’installazione e l’utilizzo del software per la compilazione delle schede e l’invio dei dati. Effettuare il download del programma per la compilazione delle schede di livello “0” dal sito www.Regione.puglia.it – banner – verifiche simiche di livello “0”. Nel programma sono presenti due software, uno per gli edifici e l’altro per i ponti. · Inviare il crono-programma dell’attività di verifica di vulnerabilità sismica degli edifici, con specifica presunta tempistica, all’indirizzo: Regione Puglia – Assessorato alle Oo.pp. E Protezione Civile – Servizio Ll.pp. – Ufficio Sismico e geologico – Via delle Magnolie, 6 – Z.i. 70026 Modugno – Bari. · Compilare le schede che vanno esportate in file .Zip, secondo le procedure implementate nel software e comunque specificate nell’allegata Circolare del Dipartimento della Protezione Civile, prot. N° Dpc/sism/0075499 del 7/10/2010. · Inviare i relativi file .Zip attraverso posta elettronica all’indirizzo: servizio.Lavoripubblici@regione.puglia.it. · Trasmettere, a compimento delle operazioni suddette, copia cartacea delle schede al suddetto indirizzo di questa Regione. Si confida nel celere adempimento. Con il mio saluto. Avv. Fabiano Amati |
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ANCHE CROTONE AVRÀ I FONDI PER I PROGETTI INTEGRATI DI SVILUPPO URBANO “PISU” |
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Catanzaro, 2 dicembre 2010 - L’assessore all’Urbanistica Piero Aiello ha comunicato che, finalmente, anche Crotone avrà i fondi per i progetti integrati di sviluppo urbano. La vicepresidente della Giunta regionale Antonella Stasi esprime compiacimento per la firma del decreto di anticipazione del 20% per i Progetti integrati di sviluppo urbano (Pisu) in favore del Comune di Crotone, da parte del Dipartimento regionale all’ “Urbanistica e Governo del territorio”. L’importo finanziato, all’interno del Por Calabria Fesr 2007/2013, ammonta a circa 4 milioni 640 mila euro. “Una somma – secondo la vicepresidente Stasi – con la quale si possono concretamente avviare i programmi di riqualificazione urbana per la realizzazione di un sistema efficiente di interazione tra Città e territorio. In sostanza – ha evidenziato Stasi - si tratta di fare della città di Crotone il fulcro del suo territorio, il centro erogatore e di propulsione di tutta la competitività territoriale. Per questo bisogna ringraziare la Regione e, in particolare, l’assessore all’Urbanistica Piero Aiello che si è dimostrato sensibile nel rendere utilizzabili i fondi necessari per la realizzazione di una serie di interventi che riguarderanno soprattutto la riqualificazione urbana e quella del patrimonio storico-culturale, il settore del turismo e il water front (fronte visto dal mare). Interventi – ha sottolineato la vicepresidente Stasi – che consentiranno una piena integrazione sociale ed avranno positive ricadute economiche e sociali per Crotone e la sua provincia”. |
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VINYLS, ROMANI INCONTRA RAPPRESENTANTI FONDO GITA |
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Roma, 2 dicembre 2010 - Il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha incontrato ieri i rappresentanti del Fondo Gita per un approfondimento sul piano industriale presentato per gli impianti di chimica industriale della Vinyls situati a Porto Marghera, Porto Torres e Ravenna. Nel corso della riunione i rappresentanti del fondo hanno esposto i dettagli finanziari e progettuali del piano industriale, illustrando il programma degli investimenti previsti per l’integrazione del ciclo di produzione che prevederebbe, tra l’altro, il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali in tutti i siti. Le evidenze raccolte ad oggi consentono una prima valutazione positiva dell’offerta analizzata. Al termine della riunione il Ministro Romani ha promosso un incontro tra i rappresentanti del fondo Gita e il Presidente di Syndial (società del gruppo Eni), Leonardo Bellodi, già il prossimo sabato mattina, per definire la parte di piano industriale che coinvolge le due società. |
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SERGE LATOUCHE LUNEDI´ 6 DICEMBRE A TRENTO UNO DEI PIÙ NOTI ECONOMISTI (CRITICI) DEL MONDO |
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Trento, 2 dicembre 2010 - Due appuntamenti importanti in regione per Serge Latouche, uno dei più famosi economisti e sociologi del mondo, considerato il padre della teoria della decrescita felice. Latouche ha scritto molti libri sul tema di una possibile inversione di marcia rispetto all´attuale modello di sviluppo e alle sue caratteristiche distruttive. Latouche sarà a Trento lunedì 6 dicembre, in Sala Depero, Palazzo della Provincia autonoma, piazza versi 15, alle ore 20.30). L´incontro si inserisce all´interno della rassegna "Dialoghi internazionali: Se vuoi la pace prepara la pace" organizzata dalla Provincia autonoma di Trento insieme al Centro per la Pace del Comune di Bolzano. A dialogare con Serge Latouche ci sarà Achille Rossi, filosofo, educatore, referente del mensile "L´altrapagina" di Città di Castello, amico dilunga data di Latouche. L´8 dicembre Latouche sarà invece a Bolzano, alle ore 18, nella Sala di Rappresentanza del Comune. Insieme a Serge Latouche porterà una sua testimonianza anche il missionario bolzanino padre Antonio Mazzucato. Scheda: Serge Latouche (Vannes, 12 gennaio 1940) . Serge Latouche è un economista e filosofo francese. Fra gli animatori della Revue du Mauss, presidente dell´associazione «La ligne d´horizon», è professore emerito di Scienze economiche all´Università di Parigi Xi e all´ Institut d´études du devoloppement économique et social (Ieds) di Parigi. È tra gli avversari più noti dell´occidentalizzazione del pianeta e un sostenitore della decrescita conviviale. Conosciuto per i suoi lavori di antropologia economica, Serge Latouche critica il concetto di economia intesa in modo formale, ossia come attività di mera scelta tra mezzi scarsi per poter raggiungere un fine. Rifacendosi in tal senso al pensiero di Karl Polanyi Latouche critica in particolare, attraverso argomentazioni teoriche e con un approccio empirico comprensivo di numerosi esempi, il concetto di sviluppo e le nozioni di razionalità ed efficacia economica. Nemico del consumismo, l´intellettuale francese è anche uno dei critici più acuti della ideologia universalista dalle connotazioni utilitariste: rifacendosi anche alle concezioni di Marcel Mauss e di Ivan Illich, rivendica la liberazione della società occidentale dalla dimensione universale economicista. Contro l´universalismo Latouche rivendica in particolare la necessità di «valorizzare l’aspirazione a un dialogo fra le culture, a una coesistenza delle culture. Per questo alla prospettiva dell’universalismo [oppone] piuttosto un ´universalismo plurale´, che consiste nel riconoscimento e nella coesistenza di una diversità, e nel dialogo fra queste diversità.» Fra le sue opere: "Il pianeta dei naufraghi", Bollati Boringhieri, 1993; "La Megamacchina. Ragione tecnoscientifica, ragione economica e mito del progresso", Bollati Boringhieri, 1995; "Il pianeta uniforme. Significato, portata e limiti dell´occidentalizzazione del mondo", Paravia, 1997; "L´altra Africa. Tra dono e mercato", Bollati Boringhieri, 1998; "Il mondo ridotto a mercato", Edizioni Lavoro, 2000; "Immaginare il nuovo. Mutamenti sociali, globalizzazione, interdipendenza Nord-sud", L´harmattan, 2000; "Giustizia senza limiti. La sfida dell´etica in una economia globalizzata", Bollati Boringhieri, 2003; "Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell´immaginario economico alla costruzione di una società alternativa", Bollati Boringhieri, 2005; "La scommessa della decrescita", Feltrinelli, 2007; "L´invenzione dell´economia", Bollati Boringhieri, 2010. |
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CROAZIA, CRESCONO LAVORATORI STRANIERI
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Zagabria, 2 dicembre 2010 - In occasione della conferenza internazionale promossa dalla Rete delle città europee per le politiche d´integrazione locali per i migranti (Clip), tenutasi a Zagabria, il segretario di Stato presso il ministero dell´Interno Ivica Buconjic ha rilevato che la Croazia sta attirando sempre di più di flussi d´immigrazione per motivi di lavoro. Il sindaco di Zagabria Milan Bandic ha presentato i dati sul numero degli stranieri che si trovano in Croazia per lavoro: sono 31.187, di cui risiedono 7.249 a Zagabria. Di questi 4.915 sono muniti di regolare permesso di lavoro e un considerevole numero opera proprio nella capitale. Il maggior numero di iniziative imprenditoriali promosso da cittadini stranieri riguarda i settori dell´edilizia e delle attività finanziarie. Il sindaco di Zagabria ha aggiunto che nella capitale attualmente vivono 22 minoranze nazionali, i cui appartenenti costituiscono il 5,14 per cento della popolazione. |
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I NUOVI STRUMENTI SIMEST: LE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE ITALIANE |
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Torino, 2 dicembre 2010 - Si è svolto ieri mattina, mercoledì 1° dicembre 2010, presso il Centro Congressi Torino Incontra di Via Nino Costa 8 a Torino, il convegno “I nuovi strumenti Simest: le opportunità per le imprese italiane” organizzato da Unioncamere Piemonte, Unioncamere Nazionale e Simest con il supporto di Ceipiemonte. Di fronte a una platea di oltre 100 imprenditori, sono stati presentati gli strumenti messi a disposizione da Simest - la finanziaria del Ministero dello Sviluppo Economico, partecipata dalle principali banche italiane e dal sistema Confindustria - per favorire lo sviluppo e la promozione delle imprese italiane all’estero: finanziamenti agevolati per la patrimonializzazione delle Pmi esportatrici; agevolazioni dei crediti all’esportazione; finanziamenti agevolati all’esportazione; finanziamenti agevolati per studi di prefattibilità, fattibilità e programmi di assistenza tecnica; finanziamenti agevolati per programmi di inserimento commerciale sui mercati esteri; partecipazione al capitale di imprese extra-Ue; fondi di venture capital “Il fatto che sia stato scelto proprio il capoluogo piemontese per ospitare l’incontro di oggi –prima tappa di un percorso più articolato che vedrà l’organizzazione di eventi analoghi in altre città italiane – testimonia ancora una volta quanto il nostro territorio, anche in un momento di difficoltà generalizzata, stia dimostrando un frizzante dinamismo – commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte e Unioncamere Nazionale Ferruccio Dardanello -. I dati dell’export piemontese (+16% nel I semestre del 2010), superiori alle performance di altre regioni italiane nostre competitor e del dato complessivo nazionale, mostrano come le nostre imprese abbiano saputo individuare, nella conquista di nuovi spazi di mercato e nel consolidamento di quelli già presidiati, una delle vie di uscita dalla crisi. Ancora una volta, il ruolo delle Camere di commercio dev’essere quindi quello di supportare i processi di internazionalizzazione delle imprese, anche attraverso la promozione e la diffusione di strumenti preziosi come quelli forniti da Simest e presentati questa mattina”. |
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RUSSIA, TASK FORCE CON ITALIA SU DISTRETTI INDUSTRIALI
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Bari, 2 dicembre 2010 - Si è conclusa a Bari la Xvii sessione della Task Force Italo-russa su distretti industriali e Pmi. L´evento, organizzato dal ministero per lo Sviluppo economico, dalla Regione Puglia con il supporto dell´Ice, ha avuto l´obiettivo di sostenere il processo di collaborazione industriale tra Italia e Russia. L´unione europea si conferma primo partner commerciale della Russia con un volume di interscambio pari al 50,3 per cento del totale. Tra i Paesi Ue, invece, l´Italia si pone al terzo posto dietro Olanda e Germania. Nel primo semestre del 2010, l´interscambio tra Italia e Russia è stato pari a 9,9 miliardi di euro, segnando un aumento del 10,1 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2009: tale dinamica, spiega l´Ice, è riconducibile al progressivo rafforzamento della ripresa economica in entrambi i Paesi. |
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A ROMA IL 2 DICEMBRE 2010 SI SVOLGERÀ IL FORUM NAZIONALE SULLA SICUREZZA GLOBALE |
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Roma, 2 dicembre 2010 – Oggi presso l’Hotel Parco La Borghesiana, dalle ore 8.30 si svolgerà il Forum Nazionale “La sfida della sicurezza globale. Le nuove frontiere della sicurezza”. Sociologi, economisti, security manager, scienziati e ricercatori si confronteranno sui nodi della “questione sicurezza” oggi in Italia. Si presenterà un bilancio sui fattori sociali dell’insicurezza con statistiche e sondaggi aggiornati, e si discuterà dei presupposti per una politica di produzione della sicurezza e della prevenzione del crimine nei centri urbani con strategie di intervento per rassicurare l’opinione pubblica e tutelare le diverse categorie sociali. Il problema della sicurezza è estremamente attuale anche nella vita delle imprese piccole, medie, grandi. Il Forum sarà l’occasione di confronto di strategie, strumenti e politiche per prevenire e contrastare attività, prevalentemente criminose, che attentano alla sicurezza fisica e logica dei beni aziendali. Si illustrerà, inoltre, come i servizi di sicurezza contribuiscano a migliorare sensibilmente la competitività delle imprese. Nel corso del Forum università, incubatori d’impresa e aziende leader nel settore in Italia e all’estero, presenteranno le soluzioni più all’avanguardia per la sicurezza di beni e persone: dal robot-vigilante al servizio della sicurezza pubblica e privata al cellulare che consente di essere geolocalizzati in tempo reale e soccorsi in diverse situazioni di pericolo; dalla sicurezza delle informazioni alla telemedicina con il kit di rilevazione a domicilio dei parametri vitali. Il Forum è promosso e organizzato dall’istituto di vigilanza dell’urbe – Ivu S.p.a., azienda leader in Italia per i servizi di sicurezza. |
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UMBRIA: 30 MILA EURO DA “FIMILA” PER FONDO VITTIME DEL LAVORO |
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Perugia, 2 dicembre 2010 – Il fondo di emergenza per le famiglie delle vittime di incidenti mortali del lavoro da oggi potrà contare su un contributo di 30 mila euro stanziato dal “Fimila”, Fondo integrativo degli operai agricoli costituito da Confagricoltura, che ne detiene la presidenza, Fai-cisl, Flai-cgil, Uila-uil, Cia e Coldiretti. Lo ha annunciato stamani la vecepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, durante un incontro che si è svolto a Perugia e al quale hanno partecipato anche il presidente e il vicepresidente del “Fimila”, Mario Liparoti e Angelo Manzotti, il direttore di Confagricoltura di Perugia, Cristiano Casagrande. La vicepresidente Casciari, che è presidente del Comitato Comitato per la gestione del Fondo di emergenza, ha ricordato che il Fondo è stato istituito con la legge regionale “1/2008” e prevede l’erogazione di un contributo economico a favore delle famiglie di lavoratrici e lavoratori autonomi e subordinati vittime di incidenti mortali sui luoghi di lavoro. Il Comitato per la gestione del Fondo è stato ricostituito dopo il cambio di legislatura con la conferma di tutti i soci sottoscrittori: “Associazione Nazionale Comuni Italiani”, “Unione Province Italiane – Associazione dell’Umbria”, Cgil,cisl, Uil, “Confindustria Umbria”, Confapi, Cna, e “Associazione Provinciale Artigiani”(c.a.s.a.),“confartigianato Imprese Umbria”, “Confederazione Libere Associazioni Artigiani Italiani” (Claai), “Confederazione Italiana Agricoltori dell’Umbria” (Cia), Confagricoltura regionale”, “Federazione Regionale Coldiretti Umbria”,“confcommercio dell’Umbria”, “Confesercenti-federazione Regionale dell’Umbria”, “Confcooperative Umbria”, “Lega Regionale Cooperative e Mutue dell’Umbria”, “Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro”. “L’assegnazione del contributo – ha detto la vicepresidente della Regione Umbria - non richiede istanza e il procedimento ha inizio d’ufficio con un termine per l’erogazione di 30 giorni dall’evento. L’intervento economico è strutturato in una parte fissa, quindi uguale per tutti i beneficiari di 7mila500 euro e una parte variabile da determinare in base al numero dei componenti del nucleo familiare e la classe di reddito lordo complessivo della famiglia del deceduto(con una riduzione percentuale al crescere del reddito), per un importo non superiore a 20mila euro”. Dall’entrata in vigore della legge regionale (marzo 2008) ad oggi, sono state 21 le famiglie di lavoratori deceduti alle quali è già stato erogato un contributo, impiegando 281 mila euro su 305mila805 euro stanziati e raccolti, con una media del contributo di 13 mila 383 euro. Inoltre, sono stati 17 i casi di decessi istruiti con esito negativo previa richiesta di valutazione al Comitato, 15 invece sono quelli per i quali pende l’istruttoria, spesso per difficoltà a rintracciare eredi, mentre gli assisti dell’Inail deceduti da istruire sono 9. Per quanto riguarda le fonti di finanziamento, il Fondo è alimentato da risorse regionali pari a 100 mila euro all’anno,(dal 2008 ad oggi sono stati stanziati 300mila euro), dalla raccolta effettuata dal Comitato regionale dei contributi volontari e solidaristici versati dai lavoratori, dai datori di lavoro, dagli amministratori, da eletti o nominati in Regione, Comuni e Province, dagli amministratori nominati dagli Enti pubblici, dai cittadini singoli o associati e qualunque altro soggetto pubblico o privato. In seguito alla campagna di sensibilizzazione attivata dalla Regione Umbria - Giunta regionale nei confronti del proprio personale dipendente sono stati raccolti al primo semestre 2009 circa 800 euro, l’Amnil ha versato una tantum 5mila euro, mentre non risultano proventi derivanti dalle sanzioni applicate alle imprese che non sono in regola con le disposizioni regionali in materia di regolarità contributiva. “Con i 30mila euro erogati dal Fimila, il Fondo avrà a disposizione risorse con le quali si potrà dare una risposta alle situazioni pendenti – ha precisato la vicepresidente Casciari – L’incontro di oggi, ha anche lo scopo di tenere alta l’attenzione sull’importanza di questo organismo che contribuisce ad affrontare le emergenze ancor prima che si attivino altri percorsi, e che dà sollievo alle famiglia soprattutto nei casi in cui sono presenti minori o non autosufficienti”. La vicepresidente Casciari ha precisato che tra le finalità del Comitato per la gestione del Fondo c’è anche quella di organizzare iniziative di prevenzione per sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro: “Con l’assessore regionale alla sicurezza sui luoghi di lavoro – ha detto – sono state programmate attività in comune tra i due assessorati proprio per rendere ancora più efficace e incisiva l’azione di prevenzione. Sappiamo tutti che in questo momento difficile dal punto di vista economico, la solidarietà richiede un sacrificio aggiuntivo, però – ha concluso - è importante il contributo di tutti per dare stabilità nel tempo alle iniziative del Comitato”. Il presidente del Fimila ha confermato l’importanza della diffusione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, ciò vale in particolar modo per il comparto agricolo che è a maggior rischio, ma che ora “sta registrando una diminuzione del numero degli incidenti, grazie proprio all’impegno capillare svolto dalle varie organizzazioni e dal Fimila stesso”. “Un contributo considerevole alla diminuzione di incidenti mortali – ha aggiunto il vicepresidente Manzotti - è stato possibile anche grazie al cambio generazionale nelle imprese. Ad ogni modo, anche per il futuro Fimila continuerà a mantenere questa finalità tra quelle prioritarie”. Per il direttore di Confagricoltura di Perugia, Cristiano Casagrande, “il ruolo delle organizzazioni per diffondere la cultura della prevenzione è fondamentale, non solo per la divulgazione di informazioni, ma per stimolare le imprese ad investire su questo settore, anche attaverso incentivi”. |
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CALABRIA : I SERVIZI INFORMATIVI PER LA RIPRESA OCCUPAZIONALE |
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Lamezia Terme, 2 dicembre 2010 - E’ in calendario per il 3 dicembre 2010 a partire dalle ore 15.00 alle 18.00 presso la sala conferenze di Unioncamere Calabria a Lamezia Terme, in via delle Nazioni 24, il convegno dal titolo “I servizi informativi del mercato del lavoro nel contesto della crisi per la ripresa occupazionale” organizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Formez Pa in collaborazione con l’Assessorato Lavoro, Formazione e Politiche Sociali della Regione Calabria. Oltre ad un focus sui servizi offerti dal Portale Cliclavoro, il Convegno prevede un momento di approfondimento e confronto sulla Rete dei Servizi per il Lavoro (Rsl), l’infrastruttura tecnologica e organizzativa per lo sviluppo, il governo, la gestione e l’analisi del Mercato del Lavoro a livello nazionale che integra servizi per l´Incontro tra domanda offerta di lavoro, Comunicazioni Obbligatorie e la Banca dati dei percettori di sostegno al reddito. |
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VERTENZA GEAS: VERTICE REGIONE SARDEGNA-NORD SERVIZI
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Cagliari, 2 Dicembre 2010 - Si svolge oggi nella sede dell´Assessorato ai Trasporti, in via Caprera, il vertice tra la Regione Sardegna e la Nord Servizi, convocato dall´Assessore ai Trasporti, Angelo Carta, per trovare una soluzione alla vertenza che riguarda i lavoratori della Geas. "Siamo cautamente ottimisti - ha sottolineato Carta - ma riteniamo che nei momenti delicati sia necessario parlare poco e concentrarsi sul lavoro da compiere. Spiace che questo atteggiamento non venga apprezzato dal segretario della Filt-cgil, ma non c´è tempo per seguirlo nel sentiero delle contrapposizioni e delle polemiche sterili. Comprenderà e, spero, condividerà, che la priorità dell´Esecutivo, che sta mettendo in campo un impegno che va anche al di là delle competenze della Regione, è quella di risolvere nel più breve tempo possibile il problema dei lavoratori". |
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RICONVERSIONE EX SADAM DI JESI ´ RIUNIONE IN REGIONE. |
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Ancona, 2 Dicembre 2010 - Dopo la riunione della scorsa settimana, in cui l´azienda aveva rappresentato la necessita` di rimodulare il precedente progetto di riconversione, si e` svolto nel pomeriggio di ieri in Regione un incontro tra vertici aziendali del gruppo Maccaferri, organizzazioni sindacali ed enti locali. Presente anche il vice presidente della Giunta regionale e assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini. Finalita` dell´incontro era quella di individuare percorsi diversi per la riconversione dell´area ex - Sadam e, quindi, per il mantenimento dei livelli occupazionali. Per questo motivo e` emersa con forza l´esigenza di rigenerare l´accordo di riconversione firmato il 30/01/2008. La proposta dell´azienda e` stata quella di una valorizzazione urbanistica dell´area, che attraverso l´ottimizzazione di quanto gia` previsto dal Piano regolatore possa produrre sotto il profilo industriale e commerciale delle nuove opportunita` di lavoro. Per sviluppare meglio queste prime indicazioni dell´azienda si e` condiviso di dar vita a un gruppo di lavoro che possa, nel giro di tre mesi, meglio stabilire gli strumenti e modalita` da utilizzare e che successivamente possa quindi portare alla redazione di un nuovo e condiviso accordo da sottoporre al comitato interministeriale competente. Nel frattempo l´azienda e le parti sociali hanno aperto un tavolo negoziale per definire gli accordi sindacali a protezione dei lavoratori e a sostegno di questo percorso. |
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