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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Luglio 2011
SCIENZIATI DESCRIVONO COME LE CELLULE RISPONDONO ALLA FORZA MECCANICA  
 
Bruxelles, 11 luglio 2011 - Molti aspetti del comportamento della cellula sono influenzati dalla forza meccanica, ma il modo in cui singole cellule rispondono a queste forze non è chiaro. Un team di ricercatori finanziato dall´Ue fa luce sulla relazione tra i segnali che influenzano il comportamento della cellula e le loro proprietà fisiche. Questo recente studio è stato in parte finanziato dal progetto Rhomechanovasc ("Regulation of Rho proteins by mechanical forces in the vascular system") che ha ricevuto una borsa internazionale Marie Curie per un soggiorno all´estero del valore di 213.000 euro nell´ambito del Settimo programma quadro dell´Ue. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Cell Biology. Biologi e fisici coordinati dall´Università del North Carolina a Chapel Hill (Unc-chapel Hill) negli Stati Uniti hanno scoperto che esercitando una forza meccanica sulle cellule si attivano le proteine Rho-gef attraverso distinti percorsi di segnalazione. Secondo i ricercatori, queste proteine Rho fanno parte della superfamiglia Ras, una classe di proteine legate all´attività del cancro. Il team ha esercitato la forza sulle cellule usando magneti e applicando particelle magnetiche alle cellule. Questo ha generato una tensione extracellulare. "L´applicazione di forza sulle integrine provoca nuove disposizioni citoscheletriche e crescita del relativo complesso di aderenza, il che risulta in una maggiore rigidità cellulare, conosciuta anche come rafforzamento cellulare," scrivono gli autori. "Sebbene si sia dimostrato che la Rhoa partecipa al rafforzamento, i meccanismi cellulari che regolano la sua attività sono sconosciuti. Combinando metodi biochimici e biofisici, abbiamo identificato due fattori di scambio di nucleotide della guanina (Gef), Larg e Gef-h1, come molecole chiave che regolano l´adattamento cellulare alla forza. Abbiamo dimostrato che la stimolazione delle integrine con forza tensionale provoca l´attivazione di queste due Gef e il loro reclutamento in complessi di aderenza." Commentando i successi dello studio, l´autore anziano, professor Keith Burridge, un ricercatore di biologia cellulare ed evolutiva presso la Unc-chapel Hill, dice: "Questo esperimento è stato possibile solo perché abbiamo potuto mettere insieme un team di fisici e biologi cellulari. È molto stimolante perché abbiamo identificato l´intero percorso tra la tensione esercitata sulla cellula e le proteine che, a loro volta, attivano altre proteine che sappiamo essere iperattive nel cancro." Studi precedenti avevano ipotizzato che l´ambiente meccanico delle cellule influenza la crescita e le proprietà cellulari. Le cellule di un tumore solido normalmente hanno una rigidità alterata, per esempio. Altri studi hanno scoperto che la prognosi peggiora quando la matrice cellulare diventa più rigida. Gli scienziati hanno anche dimostrato che i tumori rigidi emanano un maggior numero di cellule e a loro volta lasciano il sito del tumore, il che potenzialmente fa aumentare il rischio che il cancro si diffonda attraverso le metastasi. "Si è ipotizzato che la rigidità cellulare e la tensione creino un circolo vizioso che porta a una maggiore crescita, una più alta densità cellulare, maggiore tensione e tumori più grandi," spiega il professor Burridge. Continua poi dicendo che i finanziamenti assegnati ai ricercatori, compreso un contributo da parte del Fondo per la ricerca universitaria sul cancro negli Stati Uniti, ha dato al team il sostegno di cui aveva bisogno per ottenere questi risultati. I ricercatori hanno in programma di continuare a lavorare sulla questione, contribuendo a delucidare l´associazione tra i segnali che influenzano sia il comportamento che le proprietà fisiche delle cellule. Per maggiori informazioni, visitare: Nature Cell Biology: http://www.Nature.com/ncb/index.html  Unc-chapel Hill: http://www.Unc.edu/index.htm  
   
   
SAN RAFFAELE, FORMIGONI: BENE SOLUZIONE TROVATA  
 
Milano, 11 luglio 2011 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni si pronuncia a favore della soluzione individuata per l´ospedale San Raffaele di Milano. ´Ho seguito con grande attenzione nel corso di tutti questi mesi dichiara Formigoni - le vicende relative al San Raffaele di Milano con l´intento di contribuire a salvaguardare lo straordinario patrimonio dell´istituto nel campo della sanità, dell´università e della ricerca. Sono lieto che la soluzione trovata offra garanzie nette e forti a riguardo della vita e del futuro dell´istituto stesso´. ´Sono anche certo - aggiunge Formigoni - che il nuovo Consiglio di amministrazione, al quale vanno tutti i miei auguri, saprà disegnare un piano industriale capace di garantire le eccellenze già raggiunte e di realizzare, nel contempo, un indispensabile adeguato contenimento dei costi´.  
   
   
MANOVRA; SANITA´, PER PRESIDENTE UMBRIA MARINI I TAGLI METTONO IN GINOCCHIO IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO  
 
Perugia, 11 Luglio 2011 - "Questo Governo, con la manovra annunciata, viola per l´ennesima volta gli accordi sottoscritti e nei fatti vanifica il Patto per la Salute, assestando un altro durissimo colpo al servizio sanitario pubblico". È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo il 7 luglio al convegno organizzato a Perugia dalla Cisl sul tema "Per un servizio sanitario regionale migliore". "La conseguenza più grave, ed inaccettabile, delle norme contenute nella manovra e relative alla sanità è che tutte le Regioni non potranno più avere l´equilibrio di spesa, a cominciare da quelle, come l´Umbria, che pure hanno sempre avuto i conti in ordine e non hanno prodotto deficit in sanità". "Non abbiamo ancora potuto prendere visione delle tabelle esplicative, e dunque dei numeri veri dei tagli annunciati, e dunque non siamo ancora in grado di poter valutare le ricadute finanziarie sul triennio 2012-2014, ma è già assolutamente chiaro che la manovra introduce pesanti tagli che si sommano a quelli già decisi con quelle precedenti. Ciò mina alla radice la possibilità di garantire i livelli di prestazioni erogate, che vengono ulteriormente compromessi dalle misure previste in materia di ticket aggiuntivi, gestione del personale, dipendente o convenzionato, beni e servizi, farmaceutica e dispositivi medici, misure tutte destinate a rendere ulteriormente incerta e complessa la gestione ordinaria dei servizi in tutte le regioni". Nello specifico la presidente Marini ha sottolineato come le Regioni, e l´Umbria prima di tutte, siano particolarmente preoccupate per la mancata ridefinizione del tetto della spesa per la farmaceutica ospedaliera: "Questo - ha detto la presidente - è sistematicamente e drammaticamente sottodeterminato". Se si aggiunge accanto a questo anche la riduzione del tetto per la farmaceutica territoriale e la previsione, a partire dal 2014, di non meglio specificate "misure di compartecipazione", presumibilmente a carico del cittadino, alla spesa farmaceutica ed alle altre prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale, "il quadro che emerge - ha proseguito la presidente - è a dir poco preoccupante". "Vorrei ricordare poi, che la reintroduzione dal prossimo anno del ticket, non determina nemmeno la copertura degli 837 milioni di euro che lo Stato deve alle Regioni per la sospensione dei ticket fino al 31 dicembre 2011, ma per meno della metà della somma. E, al tempo stesso, una tale scelta alla fine determinerà solo un forte spostamento di volume di attività verso il settore privato, causando un minore introito per il pubblico che, comunque, dovrà farsi carico dei costi fissi". "Aggiungo - ha proseguito la presidente - che nel merito specifico della manovra riguardo sempre la spesa farmaceutica, occorre rilevare che, come nel recente passato, il controllo della spesa in questo settore è affidato esclusivamente all´istituzione di tetti di spesa senza affrontare in modo strutturale il problema. Va segnalato poi che, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte delle Regioni, da oltre un anno è fermo il Tavolo della farmaceutica, mentre quello sui dispositivi medici non è stato mai convocato". Per quanto riguarda il Personale del Ssn, la presidente ha sottolineato: "La manovra non esplicita che il blocco del turn over non si applica alle Regioni in equilibrio economico, come l´Umbria e, infine - ha concluso -, non prevede nulla in materia di investimenti, ma solo tagli lineari e niente risorse di sviluppo".  
   
   
FVG: DISTRETTI AL CENTRO DELL´INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA  
 
Cervignano del Friuli, 11 luglio 2011 - Sono stati valutati e decisi con gli operatori della struttura l´ammodernamento e la riorganizzazione del Distretto sanitario di Cervignano che, dopo un anno di lavori effettuati grazie ai 440 mila euro messi a disposizione dall´Azienda sanitaria della Bassa Friulana, ha inaugurato il 7 maggio le sue nuove strutture alla presenza dell´assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, del sindaco Pietro Paviotti, del direttore generale dell´Ass5, Paolo Bordon, e del suo responsabile, dottor Luciano Pletti. Ora il distretto è completamente climatizzato e dotato di un´area accoglienza più ampia e fornita di sportello, oltre che rinnovato nella gestione di alcuni servizi, migliorati con il recupero di spazi da dedicare all´età evolutiva, all´handicap, ai corsi di preparazione al parto, alla fisioterapia ed alla riabilitazione. "Il complesso risale agli Anni ´70 ma è una sede assolutamente importante per l´Ass5", ha confermato Bordon, il quale ha spiegato che per la sanità del territorio questa realtà locale rappresenta un polo d´eccellenza per l´attività che svolge, a partire dall´assistenza domiciliare agli ultrasettantacinquenni che, a dispetto di una media regionale inferiore all´11 per cento, raggiunge il 16 per cento di copertura della popolazione. Nel Distretto sanitario di Cervignano si stanno anche inserendo gli infermieri di comunità, "figura estremamente importante - ha dichiarato Kosic - quando si parla di integrazione sociosanitaria, un connubio cresciuto anche dal punto di vista delle sfide professionali". L´assessore ha affermato di condividere con il sindaco, che aveva espresso l´auspicio di un trasferimento del distretto in una struttura da realizzare nell´ex caserma di via Roma, la visione del futuro, ma ha anche sottolineato la necessità di confrontarsi con l´obbligo del contenimento della spesa e con le prospettive relative alla popolazione che in regione danno il 32 per cento di over 65 nel 2050". "Per garantire l´esistente in questo settore - ha spiegato Kosic - l´anno prossimo avremo bisogno di 77 milioni in più rispetto alle risorse messe a disposizione quest´anno" e di ciò va tenuto conto, anche in considerazione del fatto che "qualità e sostenibilità vanno perseguite - ha continuato - garantendo ai cittadini più logistica e più assistenza sociale integrata, due fattori su cui bisogna investire nella consapevolezza di quelle che sono le risorse disponibili e del fatto che la Regione ha comunque sempre sostenuto il diritto alla salute". Infine, l´assessore ha sottolineato il ruolo dei distretti, dichiarando che "dipendenze, prevenzione, salute mentale e riabilitazione devono trovare spazio al loro interno così come i medici di medicina generale, perché la riforma non è impostata solo sui numeri ed i luoghi vanno riempiti con i contenuti definiti dalla democrazia dei bisogni".  
   
   
SANITA´: LA REGIONE FVG SI CONFRONTA IN UN GRANDE CONVEGNO A UDINE  
 
Trieste, 11 luglio 2011 - "Conoscere per governare", partire cioè dai numeri della sanità regionale e dai risultati conseguiti nel primo triennio di legislatura per impostare un´azione di riforma che, attraverso un recupero di efficienza e un ripensamento degli assetti istituzionali, consenta di garantire i servizi ai cittadini in un quadro di vincoli sempre più stretti per la finanza pubblica. È questo l´obiettivo del convegno "Conoscere per governare: sanità e politiche sociali 2007-2011 e oltre", voluto dalla Regione e in particolare dal presidente Renzo Tondo, in programma lunedì, 11 luglio, a Udine, nella Sala Auditorium del Palazzo della Regione (via Sabbadini 31), con inizio alle 9.30. I lavori saranno aperti e conclusi dallo stesso Tondo, mentre al centro della riflessione ci sarà la relazione introduttiva dell´assessore alla Salute Vladimir Kosic. Per affrontare il "nodo" della sanità, la Regione ha voluto invitare alla tribuna del convegno di lunedì, per portare il loro contributo alla discussione, tutti i soggetti interessati al tema della salute: Enti locali, rappresentanti delle imprese, dei sindacati, delle associazioni mediche, professionali e del volontariato. Dopo l´introduzione del presidente Tondo e la relazione dell´assessore Kosic, sono previsti gli interventi dell´arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato, del vicepresidente del Consiglio regionale Maurizio Salvador, dell´assessore della Provincia di Gorizia Bianca Della Pietra, del sindaco di Sacile Roberto Ceraolo, del presidente dell´Associazione cure palliative "Mirko Spacapan Amore per sempre", Manuela Quaranta. Parleranno quindi il presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia Alessandro Calligaris e, per conto dei sindacati regionali, Orietta Olivo (Cgil), Gianfranco Valenta (Cisl) e Ferdinando Dalla Rica (Uil). Dopo il rettore dell´Università di Udine Cristiana Compagno, sarà la volta del presidente dell´Ordine dei medici della provincia di Trieste Claudio Pandullo. Seguiranno il rappresentante dei medici di Medicina generale Albino Visentin, il vicepresidente dell´Ordine dei farmacisti di Gorizia Gianenrico Gaspardis, il responsabile del Servizio assistenza infermieristica dell´Azienda per i servizi sanitari n. 5 "Bassa friulana" Mara Pellizzari e, infine, il vicepresidente di Federsalute del Friuli Venezia Giulia Giovanni Battista Bellis.  
   
   
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI, LA RSA NON DEVE ESSERE L´UNICA RISPOSTA  
 
Firenze, 11 Luglio 2011 - Per gli anziani non autosufficienti e fragili la Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) non può e non deve essere l’unica risposta. Né quella definitiva e irreversibile. Le risposte devono essere molteplici, e modulate sulle effettive necessità: soluzioni di bassa soglia, per i casi meno gravi, risposte intermedie tra ospedale e Rsa, assistenza domiciliare, ricovero in Rsa, non definitivo, ma con una rivalutazione periodica. La giunta regionale ha approvato il progetto di revisione della gestione del percorso anziani, messo a punto dalla Società della Salute di Firenze e dalla Asl 10, che prevede una serie di azioni di breve e medio periodo, da realizzarsi comunque entro un anno, per dare soluzione all’attuale situazione di criticità dell’area fiorentina. “Il progetto – chiarisce l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – verrà condotto dalla Sds di Firenze, in collaborazione con la Asl 10 e il Comune di Firenze. Nel corso degli anni, il sistema dell’offerta per gli anziani a Firenze si è radicato in particolare nella risposta Rsa, che in effetti in alcuni casi è l’unica attuabile. Ma è necessario lavorare sull’appropriatezza, definendo un ventaglio di offerte, che devono essere considerate come un continuum di presa in carico. La Rsa non deve essere vista come destinazione finale, ma è necessaria una flessibilità di soluzioni a maggiore o minore impegno, in proporzione alla variazione del bisogno dell’anziano in quel momento. L’obiettivo è quello di dare risposte personalizzate, individuando la soluzione migliore per ciascun caso, e sollevando le famiglie da carichi e impegni spesso molto pesanti”. Attualmente a Firenze sono 360 le persone in lista di attesa per il ricovero in Rsa, e 1.300 per i contributi per assistenti domiciliari e assegni di cura. Il progetto messo a punto da Sds di Firenze e Asl 10, e approvato dalla giunta, prevede una riorganizzazione del sistema e una ridefinizione del mix dell’offerta. All’unità di Valutazione Multidisciplinare (Uvm) il compito di valutare, e rivalutare periodicamente, i singoli casi, individuando di volta in volta la soluzione più appropriata: contributo badante, assistenza domiciliare, centri diurni, ricoveri temporanei di sollievo in Rsa, ricoveri intermedi, ricovero in Rsa. L’obiettivo è l’azzeramento delle liste di attesa. Firenze è la città più “vecchia” in Toscana. Al primo gennaio 2010 la popolazione fiorentina era composta dal 25,7% di ultra65enni, rispetto alla media regionale del 23,2%. L’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra le persone anziane e i giovani fino a 14 anni è pari al 218,3%, contro il 184,1% della Toscana e il 144% nazionale. Ancora più critico il livello di dipendenza, cioè il rapporto tra le persone inattive (sotto i 14 e sopra i 65 anni) e coloro che le dovrebbero sostenere economicamente (le persone tra 15 e 64 anni), che a Firenze ha raggiunto quasi il 60%, rispetto al 56% della Toscana e il 52% dell’Italia. Aumenta la proporzione degli ultr80enni, che con più probabilità hanno bisogno di aiuto, sia da un punto di vista sanitario che sociale. A Firenze, ogni 100 residenti ci sono quasi 9 anziani con 80 anni o più (in Italia sono il 6%). Gli anziani soli a Firenze sono 30.760 (un anziano su 3 vive da solo). Gli anziani soli con più di 75 anni sono 20.603, quelli con più di 80 sono 14.655. Ovviamente, l’invecchiamento della popolazione comporta un aumento della rilevanza delle patologie croniche.  
   
   
NASCE A TRIESTE MICROCOSMO, A FAVORE DISABILITA´  
 
Trieste, 11 luglio 2011 - Offrire la massima integrazione sociale alle persone con disabilità mentale fornendo nel contempo alle famiglie un´adeguata e rassicurante risposta alla domanda ´´chi si occuperà di mio figlio dopo di noi´´. E´ questo l´intento del nuovo Centro polifunzionale Microcosmo, dell´Associazione I Girasoli Onlus, inaugurato il 7 luglio dal presidente della Regione Renzo Tondo e da Renzo Piccini, vicepresidente della Fondazione Crtrieste, da Elisabetta Zorn, presidente dell´Associazione, e da Leonardo Fulgosi, vicepresidente di Ecce/ European Co-operation in Anthroposophical Curative Education and Social Therapy. Il nuovo Centro, situato ad Opicina, sul Carso triestino, è stato realizzato con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e delle stesse famiglie (si sono impegnate per circa 280mila euro) ed è stato arredato con il contributo della Fondazione Crtrieste. ´´Le famiglie si sono dunque messe in campo, in collaborazione con le istituzioni´´, ha sottolineato Zorn, e questo fatto ´´rappresenta un momento importante nell´offerta dei servizi, un modello da seguire´´ ha osservato Tondo, che ha espresso la sua soddisfazione per l´alta qualità della struttura, ´´certamente tra le più belle dell´intero Friuli Venezia Giulia´´. Il sistema pubblico deve ringraziare l´Associazione I Girasoli per quest´opera, ha aggiunto il presidente della Regione, che ha voluto anche rimarcare ´´la determinazione e l´impegno, anche finanziario, di padri e madri per concretizzare un progetto che poteva sembrare addirittura utopistico e che invece è diventato una realtà´´. Fin dalla sua nascita l´Associazione I Girasoli ha operato con il preciso scopo di trovare nuove o migliori modalità di realizzazione dei percorsi di vita delle persone con disabilità mentale. Nel 2008 è dunque sorto, con il contributo della Regione e della Fondazione Crtrieste (la Fondazione è vicina all´Associazione sin dal 1998, ha ricordato Piccini), il Centro Diurno di Repen a Monrupino: qui le persone con disabilità mentale che possono vivere ancora in famiglia vengono assistite ed educate ad acquisire il massimo grado di autonomia con l´intento di rimanere il più a lungo possibile nell´ambito familiare. Dopo il raggiungimento di questo obiettivo, l´associazione ha sentito prioritaria l´esigenza di realizzare una struttura residenziale per garantire ai genitori e ai loro figli un´adeguata e rassicurante risposta alla domanda ´´dopo di noi´´. Microcosmo (con un costo di circa 800mila euro) è stato quindi progettato come strumento per la realizzazione dell´ideale di integrazione per i soggetti con disabilità mentale e per sottendere anche ad un nuovo e innovativo obiettivo, quello di autonomia economica della Comunità, offrendo nel contempo la possibilità ai giovani disabili di esercitare un ruolo che consenta loro di essere soggetti attivi, il più possibile affrancati dall´assistenzialismo, sebbene in un ambiente protetto. Il Centro, di circa 450 metri quadri con 1.200 metri quadrati di giardino, dispone di sei camere da letto, tre bagni, una cucina con sala da pranzo, un salotto ed un grande atrio. La struttura presenta inoltre un´ampia taverna finestrata in cui si svolgeranno le attività artistiche del Centro. Nell´abitato di Opicina, un box-auto di 26 metri quadri di proprietà dell´Associazione verrà poi trasformato in ´´show room´´ dove verranno esposti i prodotti realizzati dai giovani del Centro. All´inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, i consiglieri regionali Piero Camber ed Alessia Rosolen ed il consigliere comunale Carlo Grilli, il quale - da genitore impegnato nell´Associazione - ha sottolineato come le famiglie, nella realizzazione della struttura, siano state ´´non solo stimolo ma anche co-programmatori´´.  
   
   
FVG: PRESENTATO PROGETTO AIL PER MINORE MALATO  
 
Pordenone, 11 luglio 2011 - Ha preso il via in questi giorni il primo progetto di assistenza domiciliare pediatrica per bambini affetti da patologie croniche e finora mai realizzato in Friuli Venezia Giulia. Superata la fase di sperimentazione della durata di un anno, da Pordenone l´innovativo servizio potrebbe venire esteso anche alle altre tre province. Il progetto vede insieme l´Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma (Ail) sezione di Pordenone, l´Azienda ospedaliera "Santa Maria degli Angeli" e l´Ass. 6 del Friuli Occidentale. Il progetto è stato presentato il 7 luglio nella Sala Consiliare della Provincia di Pordenone, alla presenza del vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, e dell´assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, del presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, e di numerosi rappresentanti degli enti locali, del mondo sanitario e del volontariato. Sia Luca Ciriani che Kosic hanno espresso il grazie della Regione per quanti si sono prodigati per rendere concreto questo progetto: "Noi come amministratori pubblici - ha affermato il vicepresidente - abbiamo fatto il nostro dovere trovando le risorse necessarie, ma il lavoro vero e concreto è stato fatto dalla rete del volontariato, della sanità pubblica. È nato così questo progetto pilota di interesse regionale e forse anche nazionale e siamo contenti che la sanità pordenonese sia in questo caso di riferimento. Oggi è stata scritta una pagina di civiltà e di solidarietà". L´assessore Kosic da parte sua ha sostenuto che "con questo progetto le istituzioni difendono concretamente i valori, mettendosi a fianco delle famiglie e dei medici, a fianco dei bambini malati che devono avere voce, trovare ascolto, insegnandoci che il senso della sofferenza acquista significato col sacrificio". Ma l´assessore ha anche sottolineato la necessità che la società nel suo complesso sappia ascoltare i bisogni emergenti, sappia innovare strutture e cure, sappia affrontare il dolore per combatterlo. "Noi procediamo con la programmazione sanitaria regionale e da quanto fin qui realizzato, ad esempio gli ospedali riuniti del Pordenonese, sappiamo dai dati che la ´fuga´ dagli ospedali è diminuita del 5 p.C., mentre l´attrazione è aumentata del 2,4 p.C. Nel 2007 in regione c´erano 49 posti letto negli hospice, oggi ce ne sono 88. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione dando spazio e risorse - come questo progetto ci insegna - alla domiciliarità che significa qualità e sostenibilità". Anche per il presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, "il seme piantato oggi deve germogliare, mentre la crisi deve insegnarci che vanno fatte delle scelte nell´uso delle risorse: ovvero la qualità dei servizi di walfare". Come è emerso dai vari interventi tecnici - di Aristide Colombera dell´Ail Pordenone, di Luciano Zanetti, direttore generale dell´Azienda Ospedaliera di Pordenone, di Mario Casini, direttore sanitario Ass 6, di Marco Spizzichino del Ministero della Salute (che ha illustrato la legge nazionale 38 del 2010 sulla rete delle cure palliative), di Lucia De Zen della Pediatria pordenonese, di Franco Mandelli presidente nazionale Ail - l´idea di offrire a tutti i bambini affetti da patologie croniche un nuovo percorso di cura a domicilio basato sull´integrazione di molteplici figure professionali specializzate e dare alle famiglie un significativo sostegno, è venuta alla sezione pordenonese dell´Ail e si è potuta realizzare grazie alla raccolta di 18 mila firme. Importanti i partner del progetto: la realizzazione è coordinata dal personale sanitario del reparto di pediatria dell´Azienda ospedaliera di Pordenone, che condividerà l´assistenza con il personale del Distretto di riferimento del paziente, i medici di base, i pediatri di medicina generale, il Centro specialistico per patologia, gli ambiti sociali, la scuola e le figure religiose nonché gli stessi volontari dell´Ail e di altre associazioni di volontariato. Sul fronte economico invece il sostegno arriva dalla Regione, dalla Provincia di Pordenone e dalla stessa Ail. L´associazione inoltre ha concesso in comodato d´uso gratuito al reparto di pediatria dell´ospedale un´auto appositamente acquistata e recante con lo slogan del progetto per consentire il trasporto dei medici e dei farmaci stessi fino al domicilio dei piccoli pazienti.