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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 26 Giugno 2012 |
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FRA GLI ARGOMENTI DI QUESTA SETTIMANA AL PARLAMENTO EUROPEO: PAC, MOTO, BONUS BANCARI, PROCURA ELETTRONICA
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Strasburgo, 26 giugno 2012 - Cinque giorni in cui i setti gruppi politici del Parlamento europei preparano la plenaria della settimana prossima e le commissioni parlamentari si riuniscono. I deputati nazionali e quelli europei si confronteranno sulla riforma della politica agricola comune (Pac). Il presidente del Pe Martin Schulz si rivolgerà ai leader degli Stati membri e il vicepresidente Othmar Karas sarà in chat domani per discutere dei bonus bancari. Il 25 giugno alle ore 15 il Parlamento europeo ha ospitato l´incontro della commissione interparlamentare che darà la possibilità ai deputati nazionali di esprimersi sulla riforma della politica agricola comune (Pac) con i membri del Parlamento europeo. I punti principali: meno burocrazia, misure più "verdi", pagamenti diretti per gli agricoltori e maggiore competitività. In commissione all´Agricoltura lunedì. Trilogo con il Consiglio (presidenza danese) sul regolamento per le moto più sicure e più rispettose dell´ambiente (lunedì). Vieni in chat con il vicepresidente Othmar Karas per parlare di bonus bancari. Martedì alle ore 16. Il Parlamento europeo ospita martedì una conferenza sulla procura elettronica- Sfide e opportunità, organizzato dal Parlamento europeo e della Commissione. Recentemente la Commissione ha proposto che la procura on line diventi obbligatoria in tutta Europa entro la metà del 2016. Mercoledì verranno negoziate con Consiglio e Commissione le nuove regole sulle condizioni per i richiedenti asilo. Obiettivi: condizioni di detenzione per i richiedenti asilo, accesso al mercato libero, assistenza legale e identificazione dei richiedenti asilo vulnerabili. Mercoledì il Parlamento europeo ospita il Forum Pan-europeo sul Pluralismo nei Media Tradizionali e nei Nuovi Media. Verranno discusse le opportunità e i rischi legati allo sviluppo dei new media. Tra i partecipanti: Neelie Kroes - vicepresidente della Commissione europea responsabile dell´Agenda digitale, i deputati, i giornalisti, attori nazionali ed europei…. E Hugh Grant. Il presidente Martin Schulz indirizzerà un discorso durante il vertice europeo di giovedì. Il discorso sarà seguito da una conferenza stampa. I temi del vertice saranno la crescita e la creazione di lavoro, il budget 2012-2020 e Schengen. Domenica 1 luglio la Danimarca passerà a Cipro la presidenza semestrale del Consiglio. |
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AL VIA IL BANDO PER I CENTRI D´INFORMAZIONE EUROPE DIRECT |
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Bruxelles, 26 giugno 2012 - La Commissione europea, tramite la sua Rappresentanza in Italia, lancia un invito a presentare proposte per selezionare enti idonei ad ospitare i centri di informazione Europe Direct per il periodo 2013-2017. Il termine per presentare le proposte scade il 10 settembre 2012. Missione - I centri costituiscono un punto di contatto per tutte le istituzioni dell´Unione europea e collaborano con altri partner attivi dell´informazione. Essi integrano e sostengono il lavoro delle rappresentanze della Commissione europea e gli uffici d´informazione del Parlamento europeo a livello locale e regionale. La rete di centri di informazione Europe Direct è gestita dalla Commissione. Beneficiari - Ente pubblici riconosciuti o enti privati con una missione di servizio pubblico legalmente costituiti e registrati in uno dei 27 Stati membri dell´Ue; Risorse finanziarie - L´importo complessivo stanziato a favore dell’Italia per il 2013 è pari a 1.150.000 Eur con riserva di approvazione del bilancio da parte dell´autorità di bilancio. Sovvenzione - L´importo minimo della sovvenzione della Commissione europea che i candidati possono chiedere è pari a 15 000 Eur e l´importo massimo è di 25 000 Eur. Detti importi possono essere raggiunti combinando in vario modo i moduli proposti, a condizione che il candidato rispetti le condizioni fissate in ogni specifico modulo. Termine di presentazione delle domande: 10 settembre 2012 - Persona di contatto presso la Rappresentanza della Commissione europea in Italia: Vittorio Calaprice - Le domande concernenti chiarimenti, con l´indicazione esatta del riferimento dell´invito, devono essere inviate alla seguente email: Comm-it-europe-direct-relays@ec.europa.eu Tutte le domande inviate entro il 3 settembre 2012 riceveranno una risposta dalla persona di contatto di cui sopra. Le domande che possono interessare altri candidati, nonché le relative risposte, saranno pubblicate sul sito web della Rappresentanza. Base giuridica della presente sovvenzione - Decisione della Commissione C(2012) 4158 del 21 Giugno relativa all´adozione anticipata del programma di lavoro annuale per il 2013 nel settore della comunicazione per quanto concerne sovvenzioni di finanziamento di strutture ospitanti per i centri di informazione Europe Direct nell´Unione europea per il periodo 2013-2017: http://ec.Europa.eu/dgs/communication/contracts-and-grants/annual_work_programme/index_en.htm |
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CECILIA MALMSTRöM PARTECIPA AL LANCIO DEL MIGRATION POLICY CENTRE A FIRENZE |
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Firenze, 26 giugno 2012 - Cecilia Malmström, Commissaria Europea per gli Affari Interni, ieri era a Firenze per presenziare al lancio del Migration Policy Centre. Fondato nel gennaio 2012 con il supporto dell’Unione Europea, il Migration Policy Centre è un centro di ricerca focalizzato sulle problematiche legate alle migrazioni rilevanti per le politiche europee. Il lancio del Mpc sarà accompagnato da un evento di due giorni durante il quale policymakers, ricercatori e rappresentanti della società civile discuteranno su temi quali: il ruolo dell’immigrazione in economie segnate dalla crisi; la relazione fra immigrazione, welfare, impiego ed innovazione; l’impatto che la Primavera Araba potrebbe aver avuto sulla formulazione delle politiche europee per l’immigrazione. “Migrazione e mobilità sono essenziali per la crescita e la ripresa economica dell’Europa. Abbiamo bisogno di rinforzare le nostre politiche ed adattarle alle sfide emergenti. Per avere la certezza delle nostre scelte abbiamo bisogno di analisi, ricerche e dati affidabili, così come un approccio critico e strategico. È per questi stessi motivi che il Mpc ha un importante ruolo da giocare e sono molto lieta di vedere che il Centro comincerà ufficialmente il suo lavoro” ha affermato Cecilia Malmstöm, Commissario Europeo per gli Affari Interni durante il suo intervento. Principali obiettivi del centro - Il Mpc si trova all’European University Institute di Firenze ed è diretto dal Professor Philippe Fargues. Partendo dal presupposto che il fenomeno migratorio rappresenta tanto un’opportunità quanto una sfida, l’obiettivo del Centro è quello di fornire supporto all’individuazione di politiche che affrontino le problematiche poste dalle migrazioni e di promuovere strategie che rendano le migrazioni un mezzo di potenziamento del welfare sia nei paesi di origine sia nei paesi di destinazione. Questo sarà fatto attraverso la produzione di ricerche policy-oriented e raggruppando la competenza settoriale di studiosi, esperti, policy makers e opinion leaders. Priorità di lavoro del Centro Il programma di ricerca del Mpc sta trattando due importanti sviluppi che stanno profondamente influenzando le migrazioni e la modalità con cui le migrazioni sono percepite dalla politica e dal pubblico: la crisi economica in Europa e i cambiamenti radicali che si stanno verificando nella Regione araba. Il Centro sta anche lavorando per costruire e mantenere osservatori sulle migrazioni regionali e rotte migratorie verso l’Unione Europea. Tre di questi osservatori sono già stati costituiti dal Mpc in collaborazione con un network di esperti dei diversi paesi: Carim-south (iniziato nel 2004) copre il Mediterraneo meridionale ed orientale e l’Africa Sub-sahariana; Carim-east (iniziato nel 2011) copre i paesi del Vicinato Orientale dell´Ue; Carim-india (iniziato in 2011) copre le migrazioni dall’India all’Ue. |
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UE: BONUS BANCARI: CHATTA SU FACEBOOK CON IL VICEPRESIDENTE KARAS |
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Strasburgo, 26 giugno 2012 - Le banche sono spesso accusate di essere la causa della crisi. Nonostante ciò i bonus dei manager ammontano a dieci volte il loro stipendio. Il Parlamento europeo prepara una legge per limitare i bonus e voterà una proposta nel corso dei prossimi mesi. Prima di questo importante appuntamento, il vicepresidente del Pe Othmar Karas (Partito popolare) incontrerà gli internauti sulla chat di Facebook. Non esitare a esporre i tuoi dubbi o inviare le tue domande sui bonus bancari al vicepresidente Othmar Karas. La chat Facebook avrà luogo martedì 26 giugno dalle ore 16 alle ore 16 e 45. Http://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/content/20120620sto47322/html/bonus-bancari-chatta-su-facebook-con-il-vicepresidente-karas |
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SIRIA: I LEADER DELL´OPPOSIZIONE CERCANO IL SOSTEGNO DELL´UE |
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Strasburgo, 26 giugno 2012 - La diplomazia europea deve contribuire al rovesciamento del regime di Bashar al-Assad. È questo il messaggio inviato dai leader dell´opposizione siriana in visita al Parlamento europeo, il 19 giugno. Durante un incontro organizzato a Bruxelles con la commissione parlamentare agli Affari esteri, i capi dell´opposizione siriana, in lotta contro il regime di al-Assad da più di un anno, hanno espresso il loro desiderio di trovare un soluzione pacifica per una Siria libera e democratica. Intervista a Haitham al-Maleh e Kamal al-Labwani. Un regime in caduta libera - La caduta del regime siriano è la prima tappa importante verso il cambiamento. "Poi potremo parlare di negoziazioni, comporre un governo nazionale e mettere in pratica il piano di pace di Kofi Annan. Ma per prima cosa al-Assad deve andarsene. E quando dovrà scegliere tra lasciare il paese o affrontare la giustizia, credo che preferirà partire" spiega Kamal al-Labwani. Ecco perché le proteste in Siria devono essere sostenute e accompagnate dalle pressioni esercitate dalla comunità internazionale. Haitham al-Maleh, attivista ed ex-giudice, afferma che "il regime è finito e appartiene al passato". Durante il meeting, ha anche ricordato le analogie tra il regime siriano e il crollo dell´impero sovietico: "il regime siriano è marcio fino al midollo e può crollare come un castello di sabbia". Opposizione unita - I deputati europei hanno poi sollevato il problema legato alla divisione interna dell´opposizione siriana. Haitham al-Maleh ha riconosciuto alcune "divergenze" ma ha anche sottolineato che "non esiste nessuna opposizione al mondo che sia unita". Nonostante ciò, l´obiettivo centrale è chiaro: "la caduta del regime e la costruzione di un nuovo Stato democratico con una separazione dei poteri e un´uguaglianza dei cittadini davanti alla legge". Secondo Kamal al-Labwani, la Siria "ha bisogno di libertà, di democrazia, di eleggere un nuovo presidente… Dobbiamo assicurarci che la dittatura non riappaia sotto nuove forme". Durante l´incontro, i leader dell´opposizione hanno insistito sull´importanza degli aiuti umanitari per combattere le sofferenze della popolazione. Hanno anche richiesto di esercitare più pressione sulla Russia affinché Mosca smetta di opporsi al voto di una risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Forse la situazione sta migliorando. "Ho sentito ieri che i Russi hanno iniziato a lasciare la Siria" ha sottolineato Haitham al-Maleh. "Presto ci saranno dei cambiamenti e la comunità internazionale deve essere pronta a reagire". Kamal al-Labwani si è uniti alla Primavera di Damasco per le riforme del 2000-2001. È stato arrestato nel 2001 e ha passato circa dieci anni in prigione. Haitham al-Maleh è un attivista per la democrazia in Siria da molti anni ed è stato incarcerato dall´attuale regime molte volte. |
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UE: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA TORTURA
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Bruxelles, 26 giugno 2012 - Immagina per un secondo di essere bendato, obbligato a rimanere per ore in una posizione faticosa, privato di acqua e cibo. Anche del sonno. Non si tratta di un incubo, ma della situazione in cui molto uomini e donne vivono ogni giorno nel mondo. Cosa può fare il Parlamento europeo contro la tortura? I deputati si sono confrontati sul tema il 26 giugno, la Giornata internazionale contro la tortura. I membri della sottocommissione ai Diritti umani hanno discusso con degli esperti le nuove linee guida dell´Unione europea contro la tortura. L´obiettivo è quello di sostenere e rafforzare le attività già esistenti contro la tortura. L´avvocato esperto in diritti umani Anna-lena Svensson-mccarthy ha sottolineato l´importanza di un testo chiaro e di un rafforzamento del dialogo tra l´Unione europea e gli altri paesi. Per assicurare un´effettiva implementazione delle linee guida, l´Unione europea e gli Stati membri devono sostenere insieme i diritti umani. Di conseguenza, le politiche interne ed esterne dovrebbero mantenere una totale coerenza. Il segretario generale dell´Associazione per la prevenzione della tortura, Mark Thomson, ha ricordato che l´Unione europea dovrebbe fare parte del sistema globale contro la tortura, aderendo al Protocollo facoltativo alla Convenzione dell´Onu contro la tortura (Opcat). "Fino a quando non ci sarà giustizia per le vittime e non si metterà fine all´impunità, la tortura continuerà a esistere" ha indicato la deputata tedesca dei Verdi Barbara Lochbihler, e presidente della sottocommissione. Ha inoltre indicato che le linee guida dovranno essere utilizzate nei casi di tortura anche all´interno dell´Unione europea. |
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REGIONI DELL´ARCO ALPINO VERSO LA MACROREGIONE ALPINA EUROPEA |
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Bolzano, 26 giugno 2012 - I presidenti delle Regioni e delle Province autonome dell´arco alpino italiano saranno il 29 giugno a San Gallo in Svizzera per incontrarsi con gli altri presidenti delle regioni alpine europee, e sottoscrivere un documento di "iniziativa delle regioni" per la costruzione di una Strategia Macroregionale europea per le Alpi. Di seguito la dichiarazione congiunta dei Presidenti Formigoni, Cota, Zaia, Tondo, Rollandin, Dellai, Durnwalder. Sul modello delle Strategie Macroregionali del Baltico e del Danubio, oggi pienamente operative, le regioni alpine di Italia, Svizzera, Francia, Germania, e Austria si troveranno unite per condividere un percorso di coordinamento delle politiche europee che riguardano uno spazio significativo nel cuore dell´Europa, un territorio abitato da 70 milioni di persone e costituito dalle regioni più sviluppate e dotate di un tessuto imprenditoriale e di centri di innovazione di prim´ordine. Le Regioni e le Province autonome italiane, che rappresentano da sole un quarto del territorio interessato dalla Strategia, arrivano unite a questo appuntamento, determinate a dare una spinta decisiva a questa iniziativa comune, e a farsene sostenitrici presso il Governo nazionale e tutte le Istituzioni europee. La Straregia Macroregionale, che non significa nuove strutture od organizzazioni né maggiori spese per il cittadino, rappresenta il modello di una collaborazione interregionale e transnazionale permanente per coordinare le politiche regionali, nazionali ed europee dell´area alpina verso obiettivi comuni di "sviluppo economico in un ambiente intatto”, come recita il documento dell’”Iniziativa delle Regioni”. Sviluppo fondato su tre pilastri complessi ma ugualmente fondamentali: innovazione e competitività, ambiente ed energia, accessibilità e trasporti. Queste saranno le linee di sviluppo del programma comune che sarà proposto venerdì 29 Giugno – a nome delle popolazioni alpine europee e nell’applicazione del principio di sussidiarietà alla base della costruzione europea – ai Governi nazionali e tramite loro alle Istituzioni europee per essere approvata formalmente. La Strategia Macroregionale per le Alpi rappresenterà finalmente il punto di svolta, un’occasione di ripensamento delle politiche per la crescita di un’Europa davvero unita dal basso, a partire dalle realtà locali e territoriali, esaltando la diversità e l’identità di ciascun popolo nella casa comune europea. |
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BOLZANO: 43A CONFERENZA DEI CAPI DI GOVERNO DELL´ARGE ALP A SAN GALLO (29 GIUGNO) |
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Bolzano, 26 giugno 2012 - Si svolgerà venerdì 29 giugno a San Gallo la 43a Conferenza dei Capi di Governo della Comunità di Lavoro delle Regioni Alpine (Arge Alp) alla quale prenderà parte il presidente della Provincia, Luis Durnwalder. L´arge Alp, Comunità di Lavoro delle Regioni Alpine, è stata fondata il 12 ottobre 1972 a Mösern in Tirolo con l´intenzione di risolvere problemi comuni a diverse regioni dell’arco alpino in un rapporto di buon vicinato e mutua collaborazione. I membri dell´Arge Alp sono: Germania: Libero Stato di Baviera; Austria: Länder Vorarlberg, Tirolo e Salisburgo; Italia: Provincia Autonoma di Bolzano e Provincia Autonoma di Trento; Svizzera: Cantoni Grigioni, San Gallo e Ticino. L´organo supremo dell´Arge Alp è la Conferenza dei capi di Governo. La presidenza passa ogni anno ad un´altra Regione. Un Comitato direttivo, composto da funzionari dirigenti delle diverse regioni, si occupa della preparazione delle conferenze dei capi di Governo e dell´attuazione delle loro decisioni. Per la vera e propria attuazione del programma di lavoro vengono istituiti gruppi di progetto con specialisti provenienti dalle singole Regioni. La 43a Conferenza dei Capi di Governo della Comunità di Lavoro delle Regioni Alpine (Arge Alp), alla quale prenderà parte il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, avrà inizio alle ore 8,00 e sarà incentrata sulla strategia per la realizzazione di una Macroregione dell’Arco alpino. Nel corso della conferenza sarà anche elaborato un documento dal titolo “Le Alpi – Innovazione e forza economica in un ambiente intatto”. |
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UE: REGIONI ALPINE PER STRATEGIA MACROREGIONALE DELLE ALPI |
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Trieste, 26 giugno 2012 - I presidenti delle Regioni e delle Province autonome dell´arco alpino italiano saranno il 29 giugno a San Gallo in Svizzera per incontrarsi con gli altri presidenti delle regioni alpine europee, e sottoscrivere un documento di "iniziativa delle regioni" per la costruzione di una Strategia Macroregionale europea per le Alpi. Il Friuli Venezia Giulia sarà rappresentato dal vicepresidente con delega alle politiche per la montagna Luca Ciriani. Sul modello delle Strategie Macroregionali del Baltico e del Danubio, oggi pienamente operative, le regioni alpine di Italia, Svizzera, Francia, Germania, e Austria si troveranno unite per condividere un percorso di coordinamento delle politiche europee che riguardano uno spazio significativo nel cuore dell´Europa, un territorio abitato da 70 milioni di persone e costituito dalle regioni più sviluppate e dotate di un tessuto imprenditoriale e di centri di innovazione di prim´ordine. Le Regioni e le Province autonome italiane, che abbracciando la totalità del versante sud delle Alpi rappresentano da sole un terzo delle popolazioni del territorio interessato dalla Strategia, arrivano unite a questo appuntamento, determinate a dare una spinta decisiva a questa iniziativa comune, e a farsene sostenitrici presso il Governo nazionale e tutte le Istituzioni europee. La Straregia Macroregionale, che non significa nuove strutture od organizzazioni né maggiori spese per il cittadino, rappresenta il modello di una collaborazione interregionale e transnazionale permanente per coordinare le politiche regionali, nazionali ed europee dell´area alpina verso obiettivi comuni di "sviluppo economico in un ambiente intatto", come recita il documento dell´"Iniziativa delle Regioni". Sviluppo fondato su tre pilastri complessi ma ugualmente fondamentali: innovazione e competitività, ambiente ed energia, accessibilità e trasporti. Queste saranno le linee di sviluppo del programma comune che sarà proposto venerdì 29 Giugno - a nome delle popolazioni alpine europee e nell´applicazione del principio di sussidiarietà alla base della costruzione europea - ai Governi nazionali e tramite loro alle Istituzioni europee per essere approvata formalmente. La Strategia Macroregionale per le Alpi rappresenterà finalmente il punto di svolta, un´occasione di ripensamento delle politiche per la crescita di un´Europa davvero unita dal basso, a partire dalle realtà locali e territoriali, esaltando la diversità e l´identità di ciascun popolo nella casa comune europea. |
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REGIONI UNITE PER CREARE LA MACRO-AREA ALPINA |
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Milano, 25 giugno 2012 - I presidenti delle Regioni dell´arco alpino italiano (Valle d´Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia) e delle Province autonome di Trento e Bolzano) saranno il 29 giugno a San Gallo, in Svizzera, per incontrarsi con gli altri presidenti delle regioni alpine europee (appartenenti a Svizzera, Francia, Germania e Austria) e sottoscrivere un documento di "iniziativa delle Regioni" per la costruzione di una Strategia Macroregionale europea per le Alpi. Ne danno notizia i rispettivi presidenti delle Regioni Rollandin, Cota, Formigoni, Zaia, Tondo, Dellai e Durnwalder. Sul modello delle Strategie Macroregionali del Baltico e del Danubio, oggi pienamente operative, le Regioni alpine di Italia si troveranno unite per condividere un percorso di coordinamento delle politiche europee, che riguardano uno spazio significativo nel cuore dell´Europa, un territorio abitato da 70 milioni di persone e costituito dalle regioni più sviluppate e dotate di un tessuto imprenditoriale e di centri di innovazione di prim´ordine. Le Regioni e le Province autonome italiane, che, abbracciando la totalità del versante sud delle Alpi, rappresentano da sole un terzo delle popolazioni del territorio interessato dalla Strategia, arrivano unite a questo appuntamento, determinate a dare una spinta decisiva a questa iniziativa comune e a farsene sostenitrici presso il Governo nazionale e tutte le Istituzioni europee. Sviluppo Economico E Ambiente - La Strategia Macroregionale non significa nuove strutture od organizzazioni né maggiori spese per il cittadino. Essa rappresenta il modello di una collaborazione interregionale e transnazionale permanente per lo "sviluppo economico in un ambiente intatto", come recita il documento dell´´Iniziativa delle Regioni´. Sviluppo fondato sui tre pilastri della innovazione e competitività, ambiente ed energia, accessibilità e trasporti. Queste saranno le linee di sviluppo del programma comune, che sarà proposto venerdì 29 Giugno - a nome delle popolazioni alpine europee e nell´applicazione del principio di sussidiarietà alla base della costruzione europea - ai Governi nazionali e, tramite loro, alle Istituzioni europee, per essere approvata formalmente. La Strategia Macroregionale per le Alpi rappresenterà finalmente il punto di svolta, un´occasione di ripensamento delle politiche per la crescita di un´Europa davvero unita dal basso, a partire dalle realtà locali e territoriali, esaltando la diversità e l´identità di ciascun popolo nella casa comune europea. |
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LA REGIONE SPIEGA IL BILANCIO ONLINE, TOSCANA: TUTTI DEVONO SAPERE COME SI SPENDONO 9 MILIARDI DI SOLDI PUBBLICI |
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Firenze, 26 giugno 2012 – Il bilancio della Regione Toscana spiegato online. Quello che fino ad oggi è stato uno dei documenti più astrusi e di difficile lettura per il cittadino, con tabelle su tabelle di voci, impegni, stanziamenti e capitoli, diventa un documento di facile lettura a disposizione di tutti, pubblicato sul sito della Regione Toscana. “Il bilancio è l’atto fondamentale – sottolinea l’assessore Riccardo Nencini – attraverso il quale la Regione, come fa ciascuno di noi quando stabilisce come spendere i suoi soldi, fa il conto delle entrate e delle spese. Il bilancio 2012 della Toscana, complessivamente, alloca risorse per 9 miliardi di euro e lo fa mettendo in rilievo scelte importanti, come ad esempio il progetto Giovanisì, sul fronte della spesa, oppure l’attività di monitoraggio e recupero dell’evasione fiscale sul fronte delle entrate. Tutto questo è già visibile su internet, attraverso il sito della Regione Toscana. Il nostro impegno è di rendere chiaro e di facile lettura a tutti un documento che fino ad oggi è stato da ‘addetti ai lavori’. Così – conclude l’Assessore – verranno ‘tradotti’ dal burocratese i principali interventi della Regione, verranno predisposti report con le cifre principali, ci sarà il monitoraggio della spesa e questo verrà fatto non solo in occasione del bilancio di previsione, ma anche attraverso i successivi stati di avanzamento. Anche questo sarà un contributo di trasparenza, doveroso, che la Regione Toscana compie nei confronti dei cittadini, con aggiornamenti puntuali che permetteranno a tutti di avere conoscenza, praticamente in tempo reale, di come e dove vengono spesi i soldi pubblici.” |
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IL CASO PUGLIA. NOTA DELLA VICEPRESIDENTE LOREDANA CAPONE |
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Bari, 26 giugno 2012 - La vicepresidente della Regione Puglia e assessore allo sviluppo economico Loredana Capone spiega così i risultati economici raggiunti dalla Puglia e di recente apparsi sui grandi quotidiani economici nazionali. “Le politiche di sviluppo della Regione, il suo sistema di incentivi e i loro risultati, riconosciuti dalla stessa Confindustria, stanno diventando un vero e proprio ‘caso di studio’ anche sulla grande stampa specializzata nazionale. ”Ma quali sono state le idee forza e le linee guida del disegno di crescita qualificata ed ecosostenibile della Regione guidata dal presidente Vendola? In primo luogo la consapevolezza di essere in una grande area produttiva del Mezzogiorno, del Paese e del Mediterraneo, con un sistema economico e infrastrutturale multisettoriale tendenzialmente integrato, bisognoso però di rafforzare e di innalzare qualitativamente i suoi fattori di competitività in una fase storica in cui le sfide della globalizzazione si stanno facendo sempre più dure per tutti gli attori della scena istituzionale ed economica. ”Alla luce di questa consapevolezza che è stata la prima idea forza, si è lavorato per mettere a punto un sistema di incentivazione che favorisse, ove necessario, il consolidamento competitivo dell’industria regionale, ma anche, se ineludibile, il riposizionamento sui mercati di settori come ad esempio il tac che qualcuno aveva troppo frettolosamente ritenuto che fosse destinato alla scomparsa. ”E’ stata così disegnata una complessa e articolata architettura di incentivi per le grandi imprese, per le piccole e medie aziende, per le società innovative già operative e per quelle innovative come start up, per le aziende di soggetti svantaggiati, per le microimprese: una architettura capace cioè di rispondere a tutte le articolazioni produttive del sistema imprenditoriale pugliese, cui offrire precisi punti di riferimento in un percorso di consolidamento e di riposizionamento che ogni giorno impegna tutte le aziende localizzate nella regione, qualunque ne sia la dimensione, in uno sforzo che sinora ha dato risultati statisticamente rilevabili. Ma sono stati messi a punto anche incentivi per la ricerca scientifica e per il consolidamento patrimoniale dei consorzi fidi, così come sono state varate misure di rafforzamento infrastrutturale dei Consorzi Asi. ”I risultati? Miglioramento qualitativo di beni e servizi, innovazioni nei processi, più elevati standard produttivi, riqualificazione di infrastrutture insediative: e i mercati hanno risposto. Lo scorso anno infatti la Puglia è stata la prima regione d’Italia per il tasso di incremento delle sue esportazioni con un 17,9% in più rispetto al 2010, rispetto ad un + 11,4% a livello nazionale e ad un + 9,6% nel Mezzogiorno. Con 8.159 milioni di euro è stato toccato così il picco storico del suo export, superando di 720 milioni il 2008 che era stato – prima del grande crollo del 2009 a livello mondiale - il picco regionale del periodo 2001-2008. Acciaio, farmaceutica, aerospazio, automotive, chimica di base: queste le esportazioni più significative in valore, cui si sono aggiunte esportazioni dell’industria agroalimentare per 693 milioni e prodotti del tac per 648 che registrano, a loro volta, un buon rilancio con + 31,9% rispetto al 2009. E nel primo trimestre del 2012 le esportazioni pugliesi hanno continuato a crescere del 10,1%, anche in questo caso ad una media superiore a quella dello 0,8% del Nord Ovest, del 6,1% del Sud, mentre nel Nord Est e nel Centro hanno avuto una flessione rispettivamente del 3% e dell’1,8%. ”Sul versante degli investimenti ammessi ad incentivazione - con tempi di istruttoria della tecnostruttura regionale preposta a valutarli unanimemente apprezzati dalle imprese di ogni dimensione - i risultati dal 2009 alla fine del primo quadrimestre del 2012 sono cosi riassumibili: 30 contratti di programma ammessi, dei quali 18 con grandi imprese italiane e 12 con società straniere per un totale di investimenti ammessi ad incentivazioni per 892,1 milioni di euro e 249,8 milioni di agevolazioni concedibili. 42 invece sono stati i Pia-pacchetti integrati di agevolazioni richiesti da Pmi per 308,2 milioni di investimenti e 116 di agevolazioni concedibili. 1.159 sono risultate le domande di microimprese ammesse ad agevolazioni per 182,6 milioni di investimenti e 38,8 milioni di incentivi concedibili. Per le imprese innovative già operative o di nuova costituzione su 21 pratiche già istruite 28 i milioni di investimenti previsti e 11,6 milioni le incentivazioni. Un totale insomma di 1.410 milioni di euro di investimenti da parte dei soggetti proponenti, con incentivazioni riconosciute per 416,3 milioni. ”Naturalmente sono programmi di investimenti in corso con erogazioni a stati di avanzamento, per cui il sostegno regionale è disteso nel tempo impegnando così le aziende a portare a termine gli investimenti previsti. ”Insomma, smentendo ogni luogo comune su un Mezzogiorno lento e inefficiente nella spesa dei fondi comunitari, la Puglia da anni sta imprimendo un vero e proprio colpo di reni nel loro impiego; e i risultati ‘strutturali’ si vedono e si apprezzano anche in termini occupazionali, se è vero che lo scorso anno la Puglia ha visto scendere il tasso di disoccupazione dal 13,5% del 2010 al 12,7% del 2011 con 12mila occupati in più e la Puglia è stata la 5° regione in Italia dopo Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Abruzzo per incremento occupazionale”. |
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FVG VOLANO PER L´ECONOMIA
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Trieste, 26 giugno 2012 - Il rafforzamento del canale diplomatico nell´area dei Balcani da un lato e lo sviluppo della macroregione Adriatico-ionica dall´altro saranno gli scenari sui quali il Friuli Venezia Giulia punterà le sue carte nell´ottica dell´internazionalizzazione della regione. A questi se ne aggiungerà un terzo di altrettanto valore che è quello russo, grazie ad un progetto di ´international desk´ allestito con Gorizia e che si svilupperà nel 2013. Lo ha assicurato l´assessore regionale Elio De Anna nel corso della seconda giornata di lavori del convegno dedicato al futuro dell´internazionalizzazione per le imprese del Nordest, svoltosi il 22 giugno in Fiera a Pordenone. L´iniziativa, organizzata da Finest - la finanziaria per gli imprenditori del Nord Est dedicata alla cooperazione economica con i Paesi dell´Europa contro-orientale - ha visto oggi protagonisti nei padiglioni della Spa di Viale Treviso una settantina di imprese che operano nell´area del Triveneto. A loro è stata data la possibilità di confrontarsi con i diplomatici commerciali e i consiglieri economici di oltre 20 ambasciate estere in Italia attraverso una serie di incontri B2b. La prima parte dei lavori si è aperta con una serie di interventi, tra i quali quello della vicepresidente di Finest Alessandra Camposampiero e del presidente di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti. Dal canto suo, l´assessore regionale alle Relazioni Internazionali e Comunitarie Elio De Anna ha messo in evidenza che il Friuli Venezia Giulia crede molto nell´internazionalizzazione quale strumento per aprire nuovi mercati ai prodotti realizzati nella nostra terra. "Un processo, quello di espansione delle zone in cui esportare - ha detto l´esponente della giunta Tondo - che non ha nulla a che fare con la delocalizzazione tanto di moda fino a qualche anno fa ma che alla fine non ha dato grandi risultati. Il tutto va inquadrato nel contesto internazionale in cui ci stiamo muovendo, che vede l´Europa aggregarsi nelle macroregioni Baltica e Danubiana. Dal canto nostro stiamo lavorando nel comparto Adriatico-ionico, che attraverso la portualità mette in connessione l´estremo sud dell´Europa con la parte più a nord". Ad est, invece, verrà rinsaldata con il nuovo presidente della Serbia Nikolic la collaborazione avviata con il suo predecessore. Quell´area infatti rappresenta la porta di ingresso verso il mercato rappresentato da Russia, Bielorussia e Ucraina, un territorio di circa 800 milioni di abitanti, che attraverso la Serbia permette ai nostri prodotti di giungere a destinazione con dazi quasi nulli. Infine l´assessore ha annunciato una iniziativa che prenderà il via nel 2013 che vedrà protagonista il Friuli Venezia Giulia con la Russia. "Grazie all´international desk di Gorizia - ha detto De Anna - stiamo lavorando ad un evento legato al mondo dell´agricoltura che il prossimo anno si svilupperà in due momenti. Il primo sarà un workshop dedicato alle piccole e medie imprese del settore, una settantina della nostra regione e altrettante della Russia, a cui farà seguito una fase di incontro in Fiera, molto probabilmente a Pordenone". La vicepresidente di Finest Alessandra Camposampiero ha sottolineato come l´internazionalizzazione diventa fondamentale per le nostre imprese per non imbattersi nel rischio di insolvenza e che a questo scopo la finanziaria regionale è impegnata ad accompagnare le ditte che cercano nuovi mercati oltre confine. Quindi ha ricordato che la stessa Unione Europea, nel programma bandito pochi giorni fa, ha proposto di lavorare su tre specifici settori, già "rodati" da Finest. Ossia Ricerca e sviluppo, accesso ai capitali di rischio ed infine innovazione per le imprese vocate all´internazionalizzazione. |
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L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA GIUSEPPE SCOPELLITI AL CONVEGNO SU “UNIONI DI COMUNI - IL RIORDINO DEGLI ENTI LOCALI PER LA RIPRESA NAZIONALE” CHE SI SVOLTO IL 22 GIUGNO A COSENZA ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DEL SENATO RENATO SCHIFANI |
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Catanzaro, 26 giugno 2012 - “Autorità religiose, civili e militari, Presidente Schifani, è con immenso piacere che la accogliamo in Calabria, a Cosenza, in questo gremito Teatro Rendano, per analizzare insieme questa pagina di buona Calabria. Una Calabria che sa essere moderna, innovativa e produttiva, come dimostra il premio ricevuto durante l’ultimo “Forum.pa” dalla Fondazione Field, ente in house della Regione Calabria, grazie al progetto “Unioni di Comuni”. Ne siamo orgogliosi, ed il suo interesse verso questa iniziativa, Presidente Schifani, è un’ulteriore conferma della validità di questa azione. La nostra regione comprende 409 comuni ed in virtù della imminente revisione dell’assetto costituzionale, che interesserà principalmente gli enti locali, è di fondamentale importanza incentivare le unioni dei comuni. Bisogna pensare a nuove forme di e-Governance, sempre e comunque salvaguardando l’identità delle singole realtà, che razionalizzino i sistemi gestionali per fornire servizi di qualità e diminuire la spesa pubblica. E’, questo, un aspetto prioritario, soprattutto in Calabria, dove le ristrettezze economiche e la diminuzione dei trasferimenti statali, con la scure rappresentata dall’obbligo di rispettare il patto di stabilità, hanno creato forti problemi agli amministratori locali, costretti ai salti mortali per garantire le normali attività e cercare di ridurre gli storici ritardi accumulati dal Mezzogiorno con il resto d’Italia. Non può destare stupore, infatti, il quadro portato alla luce dal rapporto Svimez 2011, in cui emerge che ben 353 dei 445 comuni italiani in dissesto finanziario, quindi all’incirca l’80 %, si trovano nel Mezzogiorno del Paese e 127 di questi sono in Calabria. 127 comuni! E’ un problema diffuso, su cui non è più rinviabile aprire una seria discussione a tutti i livelli politico-istituzionali. In questo delicato momento storico, quindi, si avverte la necessità di riorganizzare le pubbliche amministrazioni, soprattutto al Sud, al fine di fornire alle comunità servizi efficienti, al passo coi tempi, che favoriscano la trasparenza, il buon andamento e l’imparzialità dell’azione amministrativa. Nel contempo, però, bisogna mettere in atto iniziative di snellimento della “macchina”, al fine di ottimizzare e razionalizzare la spesa e, soprattutto, dare risposte alle istanze dei cittadini. Un modo di amministrare utile a tutti, a partire dai Sindaci dei piccoli Comuni, i veri protagonisti di tale cambiamento. E’ questa la mission del progetto “Unioni di Comuni” che, dopo la prima fase, si avvia verso la seconda, che si concentrerà sulle nuove tecniche di amministrazione. Un metodo che, come già evidenziato durante l’ultimo “Forum.pa”, si basa sull’utilità delle iniziative poste in essere che promuovono l’esercizio associato dei servizi nei comuni, attraverso forme di cooperazione, illustrate sul territorio dai cosiddetti “animatori territoriali”. La Regione, quindi, entra sul territorio a supporto delle amministrazioni locali. Siamo al fianco dei Sindaci, quindi, 24 ore su 24, consapevoli che il futuro della pubblica amministrazione vada sempre più in questa direzione. Un metodo che vogliamo ulteriormente implementare attraverso il servizio “Supporto ai Sindaci”, promosso direttamente dal Dipartimento Presidenza della Regione Calabria, che consente ai comuni di ricevere pareri sulla normativa regionale, nazionale e comunitaria, attraverso un apposito portale dedicato. Per noi è necessario, infatti, uniformare una buona prassi amministrativa, per migliorare i servizi e creare uno standard in grado di ottimizzare i tempi e snellire la burocrazia. Il Supporto ai Sindaci permetterà ai Comuni di ricevere assistenza legale gratuita, ogni qualvolta sarà ravvisata la necessità di avere un accompagnamento su questioni normative che, molto spesso, non sono trattate con la giusta attenzione e, di conseguenza, ostacolano il corretto andamento dell’azione amministrativa. Un altro passo in avanti, finalizzato a mettere in rete le varie amministrazioni e favorire il confronto tra le stesse, nell´interesse dei cittadini. Il nostro metodo è il cambiamento: la Regione accompagna i comuni lungo un percorso nuovo, che essi sono comunque obbligati a seguire, per stare al passo con l’Europa ed attuare il Piano di e-Government 2012. In questo modo possono affrontare serenamente tale appuntamento, consapevoli di essere affiancati dalla Regione. Una modernizzazione che non può prescindere dall’Agenda Digitale Locale, con cui realizzeremo un percorso di formazione, rivolto ai dipendenti dei comuni calabresi, per modernizzare la propria organizzazione ed efficientare la fornitura di servizi. Uno strumento per pianificare la partecipazione nella Società dell’Informazione e nell’e-Government, fondamentale per innescare percorsi virtuosi di programmazione territoriale. Un altro progetto che la Regione intende attuare riguarda la dematerializzazione dei documenti. Presidente Schifani, ho più volte ribadito la necessità di rendere tracciabili tutti gli atti pubblici: il processo di dematerializzazione e tracciabilità online degli atti, partirà proprio dalla Regione Calabria. Step by step, la “macchina regionale” si renderà ancora più trasparente agli occhi dei cittadini e degli amministratori e, nel contempo, accompagnerà i comuni lungo lo stesso percorso. Accanto a questi progetti, ho fortemente voluto portare avanti anche la mappatura delle aree adibite ad usi civici in Calabria, ed il catalogo multimediale dei beni culturali ed ambientali delle unioni di comuni. Attraverso la prima iniziativa, infatti, verranno individuati gli usi civici e pianificati gli indirizzi strategici e le proposte operative, affinché essi diventino realmente produttivi per le comunità. Il catalogo multimediale dei beni culturali ed ambientali delle unioni di comuni, invece, sarà uno strumento utile per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione di tali beni, con evidenti ricadute positive per tantissimi settori, non ultimo quello turistico, comparto fondamentale per la crescita della nostra regione. I progetti illustrati, quindi, rappresentano la seconda fase di un percorso che semplificherà notevolmente il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. L’obiettivo, infatti, è di considerare quest’ultima non più come un ostacolo allo sviluppo, ma come una vera e propria risorsa efficiente, in grado di dare soluzioni immediate. E i veri protagonisti di questo cambiamento saranno proprio i Sindaci che, attraverso le unioni di comuni e con un gioco di squadra coordinato dalla cabina di regia in capo alla Regione, saranno in grado di ottimizzare e, soprattutto, incrementare i servizi offerti nelle loro aree di appartenenza. Cambia il modo di interpretare gli enti locali: non più l’individualismo che limita le possibilità, ma l’aggregazione che migliora la qualità dell’offerta. La mission della Regione è quella di guidare lo sviluppo del territorio attraverso l’esercizio delle funzioni di indirizzo, controllo e coordinamento, ed è in quest’ottica che abbiamo avviato un rigoroso percorso di riorganizzazione degli enti sub-regionali e della struttura organizzativa della Regione stessa, convinti della necessità che sia proprio questo lo snodo per sviluppare un sistema dinamico e snello, in grado di governare le scelte pubbliche. E mi piace evidenziare a Lei, Presidente Schifani, i percorsi che quotidianamente portiamo avanti per rafforzare i principi di legalità: è su questo campo che giochiamo la partita più importante per il nostro futuro, la criminalità è il principale freno allo sviluppo e noi intendiamo andare avanti, con determinazione, perché la Calabria ed i calabresi sono dalla parte dello Stato. Oggi, in questa terra, c’è una classe dirigente che lavora per il bene di tutti, che persegue uno sviluppo concreto e che valorizza l’intero territorio calabrese. L’idea di regionalismo che portiamo avanti è quella di armonizzare le diverse anime territoriali per una Calabria moderna ed al passo coi tempi. Presidente Schifani, la ringrazio per la sua presenza in questa particolare giornata, in cui rivendico, orgogliosamente, i percorsi virtuosi di una buona Calabria, in grado di dimostrare tutta la sua positività anche in questo campo, con la certezza che Lei saprà apprezzare la nostra voglia di affrontare e superare le difficoltà. Chi come me ha fatto per otto anni il sindaco, comprende bene che il futuro della nostra regione passa obbligatoriamente dal territorio, deve ripartire dal basso. L´impegno, la competenza e il coraggio dei nostri sindaci spero possano accompagnare questa nuova grande stagione. Noi saremo al loro fianco”. |
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TRENTO: DELLAI: “E’ TEMPO DI PENSARE ALL’AUTONOMIA 3.0” L’INCONTRO DI MALÈ IN VAL DI SOLE SU INNOVAZIONE E RICERCA HA RAPPRESENTATO L’OCCASIONE PER RILANCIARE NUOVI SCENARI |
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Trento, 26 giugno 2012 - Cosa ci fanno riuniti, in una sera orfana del calcio europeo, un manager della ricerca, un gruppo di amministratori, un politico e un giornalista economico? Semplice, parlano di futuro e, per usare le parole del politico (il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai), provano ad “immaginare il Trentino di domani e la nuova fase dell’Autonomia 3.0”. Questo è successo ieri a Malè in val di Sole, in occasione di “Non più Sole”, incontro che - giocando con i nomi delle due vallate del Noce - ha portato in periferia il nuovo corso dell’innovazione e della ricerca trentine ispirato a Trentorise. “L’innovazione è oggi più strategica delle strade - ha ribadito Dellai -, il Trentino deve essere un grande laboratorio in cui elaborare e testare delle produzioni che poi devono essere vendute in tutto il mondo”. La Comunità della Valle di Sole ha ospitato nella serata di ieri a Malè l’incontro «Non più Sole: istituzioni, ricerca, tecnologia e persone, insieme per l´innovazione e lo sviluppo dei territori intelligenti di domani». L’appuntamento - come hanno spiegato i presidenti delle Comunità delle Valli di Non e Sole, Sergio Menapace e Alessio Migazzi - ha rappresentato un’occasione di confronto e di divulgazione sulle opportunità offerte dalla sperimentazione di idee e progetti resi disponibili dall’informatica più avanzata. A discutere di futuro e di Trentino sono stati chiamati il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, il ceo di Trentorise Paolo Traverso e Renato Vicenzi, presidente Bim Adige, presentati da Luca De Biase, giornalista del Sole 24 Ore. Il Trentino e la politica si stanno giocando futuro e credibilità sull’innovazione e sulla ricerca: centinaia di chilometri di fibra ottica posati in tutte le valli, decine di milioni spesi in ricerca, tecnologie e nuovi progetti industriali (su tutti, il polo della meccatronica a Rovereto) voluti per creare posti di lavoro certi in un contesto internazionale dettato dall’incertezza. Ed ecco che il ceo Paolo Traverso ha spiegato il ruolo di Trento Rise nell’ambito della ricerca, dello sviluppo delle tecnologie innovative e gli effetti positivi sull’occupazione e la qualità della vita del territorio. “Non possiamo più star da soli - ha detto Traverso, riferendosi al Trentino -, specialmente in momento difficile e di crisi. Noi crediamo che la ricerca è uno strumento per superare la crisi e creare valore. E’ il momento di fare ricerca assieme agli imprenditori perché le nostre applicazione possono e devono aiutare il cittadino”. Traverso ha poi introdotto il modello di laboratori territoriali : “Li vogliamo fare con voi, su progetti concreti e pratici, così da creare corresponsabilità tra chi fa ricerca e chi amministra e vive il territorio”. Dall’innovazione, il presidente Dellai mutua la sigla per la nuova stagione dell’Autonomia: 3.0. Dopo internet 2.0 (Internet partecipato, fatto soprattutto di persone), sta affermandosi Internet 3.0, segnato dalla semantica e dalla Rete personalizzata sui bisogni degli utenti. Dellai ha sostenuto la necessità di passare dall’attuale Autonomia 2.0 (forte e pervasiva, capace di affrancarsi con competenze e servizi nuovi) all’Autonomia 3.0 di domani: “Sentiamo il bisogno di un nuovo corso dell’Autonomia. Ce lo impongono anche fenomeni quali la globalizzazione e la società digitale. Lavoreremo ad un’Autonomia legata ai flussi che, mantenendo saldo il rapporto con le proprie radici, è capace di innovare a 360 gradi”. L’autonomia di domani necessita - sempre a detta di Dellai - di tre elementi fondanti: le risorse umane, una democrazia partecipata e diffusa, un territorio infrastrutturato con reti e servizi di nuova generazione. “Il punto - ha continuato Dellai - non sono le tecnologie e le reti. Il rischio è il deficit di innovazione, fatto di un mix di pubblica amministrazione, imprese, persone e valori. La società della solitudine non innova”. Dellai ha riservato la conclusione all’analisi del Trentino di oggi: “Non siamo ancora un sistema. Abbiamo riformato in parte l’Università e gli istituti di istituti di ricerca. Fondamentale è che tutti si sentano dentro un disegno comune. Manca ancora, ma stiamo lavorando ad una grande pubblica amministrazione, diffusa sul territorio, senza più distinzione tra Provincia e Comuni, in grado di annullare il divario tra città e periferia”. |
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SPRINT: SICILIA, POTENZIARE IL SISTEMA DELL´INTERNAZIONALIZZAZIONE |
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Roma, 26 giugno 2012 - Una riunione degli ´Sprint´ italiani per elaborare una serie di proposte che puntino al rafforzamento dell´azione degli sportelli per l´internazionalizzazione delle imprese, si e´ svolta il 21 giugno nella sede di Roma del Dipartimento degli Affari extraregionali della Regione siciliana. Un documento che sara´ sottoposto alla Conferenza delle Regioni e che poi sara´ presentato in Conferenza Stato-regioni. Il documento dovra´ essere parte integrante della riforma del sistema dell´internazionalizzazione delle imprese italiane. Nel corso dei lavori, e´ stata data particolare attenzione alla posizione giuridica che gli Sprint hanno nella varie regioni. La mappa presenta disomogeneita´: in alcune regioni, gli Sprint hanno gia´ una definita natura giuridica, in altre questo passaggio deve ancora essere realizzato. Il tavolo di lavoro ha proposto di suggerire alle Regioni l´inserimento, nelle loro prossime leggi finanziarie, di una norma che dia natura giuridica agli Sprint. Il documento sara´ portato in discussione alla Conferenza delle Regioni per aprirlo al contributo di tutti gli attori istituzionali di tutte le regioni. Il passaggio successivo sara´ la sua presentazione al Governo durante la Conferenza Stato - Regioni. Alla riunione, che e´ stata convocata e coordinata dal direttore dello Sprint Sicilia, Maurizio Ninfa, hanno partecipato i rappresentanti delle regioni e quelli del ministero dello Sviluppo Economico, dell´Unioncamere, dell´ex-Ice, di Sace e di Simest. "Riconoscere una posizione giuridica agli Sprint - spiega Maurizio Ninfa, direttore dello sportello Sprint Sicilia - servira´ a dare maggiore forza all´azione degli sportelli di internazionalizzazione e quindi alle stesse Regioni, che devono promuovere all´estero le imprese e il territorio. Di uno Sprint piu´ forte si avvantaggera´ anche la macchina burocratica che, cosi´, avra´ un coordinamento piu´ efficace, che potra´, per esempio, ottimizzare le presenze e gli sforzi delle Regioni che intendono partecipare agli eventi fieristici internazionali di maggior richiamo. E´, dunque, fondamentale che le Regioni partecipino al processo di riforma del sistema di internazionalizzazione del Paese". |
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APPREZZAMENTO PER L’ESITO DELLA RIUNIONE VI COMITATO DI SORVEGLIANZA DEL POR CALABRIA FSE 2007/2013
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Catanzaro, 26 giugno 2012 - A conclusione della giornata dei lavori del Vi Comitato di sorveglianza del Por Calabria Fse 2007/2013, il 22 giugno la consigliera regionale di parità Maria Stella Ciarletta ha espresso apprezzamento “per i risultati raggiunti e per gli impegni assunti dalla Regione Calabria in materia di politiche del lavoro e pari opportunità”. “Già in sede di incontri preparatori, tra l’assessore regionale al lavoro Francescantonio Stillitani e il partenariato economico e sociale – ha proseguito Stella Ciarletta - avevo richiesto l’implementazione di politiche attive del lavoro in favore delle donne, ed in particolare la sperimentazione della ‘dote lavoro’ come strumento con cui si mette al centro delle politiche la persona in una cornice in cui i servizi e i dispositivi si adattano alle esigenze degli individui e non viceversa. Attraverso l’assegnazione della dote – ha spiegato la consigliera di parità - la donna potrà beneficiare di una gamma di servizi per valorizzare e acquisire capacità in grado di agevolare l’ingresso e la permanenza nel mercato del lavoro anche grazie all’incentivo all’assunzione presso aziende o per avviare attività di lavoro autonomo. L’assessore Stillitani e l’Autorità di gestione Bruno Calvetta hanno accolto tale proposta inserendola tra le politiche che verranno avviate utilizzando anche parte delle risorse derivanti dalla riprogrammazione delle risorse dell’asse Ii occupabilità. Ritengo – ha affermato infine la consigliera Ciarletta - che quanto deciso oggi in sede di Comitato di Sorveglianza Fse possa dare risultati utili anche alla nuova programmazione 2014-20 per una Calabria sempre più inclusiva”. |
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P.A.: SICILIA, CHIUSA FASE ATTUATIVA LEGGE SEMPLIFICAZIONE |
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Palermo, 26 giugno 2012 - Con la pubblicazione, sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 22 giugno , degli ultimi regolamenti per l´individuazione dei termini di conclusione dei procedimenti si chiude la fase attuativa dell´articolo 2 della legge 5/2011 sulla semplificazione e trasparenza amministrativa. Un lungo iter che ha portato, per la prima volta, l´amministrazione regionale a effettuare una complessa ricognizione di tutti i procedimenti amministrativi di competenza, operando una profonda e completa revisione degli stessi. Ognuno dei 26 dipartimenti regionali (tranne l´Ufficio legislativo e legale e gli Affari extraregionali) ha ora una propria mappatura che stabilisce tempi di conclusione certi e contenuti, assicurando cosi trasparenza e chiarezza al cittadino o all´impresa interessata. Rispetto alla normativa nazionale, la legge siciliana ha garantito livelli di tutela maggiori nei confronti degli utenti, visto che il termine massimo di conclusione e´ 150 giorni rispetto ai 180 dello Stato. "E´ stato - spiega l´assessore regionale per le Autonomie locali e la funzione pubblica, Caterina Chinnici, - un lavoro lungo e faticoso e in alcuni momenti anche impervio. Possiamo considerare conclusa la fase attuativa piu´ impegnativa della legge sulla semplificazione, perche´ proprio oggi abbiamo inviato alla Corte dei conti anche il regolamento, con le modifiche suggerite dal Consiglio di giustizia amministrativa, che stabilisce nuove modalita´ in tema di valutazione della performance dei dipendenti regionali". Un ulteriore tassello del percorso e´ l´approvazione, avvenuta ieri in giunta, del primo piano regionale per la semplificazione amministrativa e normativa per il 2012, che interviene a un anno dall´entrata in vigore della legge 5/2011 e dunque dall´effettivo inizio di un percorso di durata pluriennale che vedra´ impegnata la Regione siciliana nella complessa attivita´ di avvio e definizione di riordino e semplificazione. Il documento costituisce un primo tentativo di illustrare in modo organico tutto quello che e´ stato fatto nell´ultimo anno, in attuazione della legge 5, ma soprattutto quello che dovra´ essere fatto nel futuro, provvedendo, nei limiti del possibile, a una prima indicazione di criteri e metodologie di lavoro e dei relativi tempi di esecuzione. |
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FVG, ASSESTAMENTO: ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF RIDOTTA PER FASCE DEBOLI |
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Trieste, 26 giugno 2012 - Due interventi che vanno a sostegno delle fasce deboli sono stati concordati dal presidente della Regione Renzo Tondo e dall´assessore alle Finanze Sandra Savino, che ha di conseguenza predisposto e presentato due emendamenti alla manovra di assestamento del bilancio. Il primo emendamento porta all´abbattimento dello 0,53 per cento dell´addizionale regionale Irpef per i redditi fino a 15.000 euro. L´aliquota dell´addizionale regionale sarà quindi abbassata per questi redditi allo 0,7. Va considerato, ricordano gli esponenti regionali, che l´addizionale regionale Irpef nel Friuli Venezia Giulia era già tra le più basse in Italia, con lo 0,9, che è stato alzato dal Governo Monti a 1,23. Questo fatto, posto all´attenzione anche nei colloqui con le parti sociali, ha reso opportuno un nuovo intervento della Regione a difesa delle persone che dispongono dei redditi più bassi. Con un ulteriore emendamento è proposta l´integrazione del Fondo per l´autonomia possibile di ulteriori due milioni di euro rispetto agli oltre 32 milioni di euro già destinati nel Bilancio di previsione 2012. Nelle previsioni triennali, per il Fondo per l´autonomia possibile sono previsti 25 milioni per ognuno degli anni 2013 e 2014. Alle risorse regionali si aggiungono quelle di derivazione statale per un importo di 1.200.000 euro per gli anni 2012, 2013 e 2014. L´assestamento di bilancio, pur in situazione di diminuzione di risorse, rileva l´assessore Savino, contribuisce a rafforzare le misure a carattere sociale, mantenendo l´indirizzo ad investire per il rilancio dell´economia dal quale soltanto può derivare in futuro la possibilità di tenere alto il livello di welfare nel Friuli Venezia Giulia. |
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TORINO: LA PROVINCIA METTE ALL’ASTA I SUOI GIOIELLI |
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Torino, 26 giugno 2012 - Quote di azioni nelle società partecipate e immobili: la Provincia di Torino mette all’asta alcuni gioielli di famiglia per razionalizzare le spese e acquisire denaro fresco da destinare agli investimenti in edilizia scolastica, infrastrutture e viabilità. Sul riordino delle società partecipate, il Consiglio provinciale aveva dato indicazioni alla Giunta per razionalizzare e dismettere già dal 2009, dando mandato di predisporre un piano operativo sulla base di alcuni indirizzi, tra cui operazioni di fusione e di accorpamento e realizzare due holding cui conferire tutte le partecipazioni provinciali nei settori dei servizi di interesse generale e dello sviluppo territoriale. Per quanto riguarda la dismissione di azioni, la Giunta provinciale ha di recente fatto il punto sulla situazione anche durante le ultime sedute del Consiglio provinciale: esercitato nel 2010 il diritto di recesso da S.i.tra.ci e R.t.m, poste in liquidazione Techfab, Agenzia della Pietra e Canavese Sviluppo, formalizzata l’uscita da Intech è stato predisposto un piano operativo per la vendita delle azioni di Sagat, Chivasso Industria (Chind), Centro Agro Alimentare Torino (C.a.a.t), Icarus, Virtual Reality & Multi Media Park. “Il tema caldo resta ovviamente la vendita delle quote di Sagat – dice il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta – che abbiamo intrapreso a malincuore, preoccupati come siamo per la mancanza di concertazione tra gli Enti pubblici in questo momento sul tema delle partecipazioni pubbliche. In più occasioni la Provincia ha sollecitato Comune e Regione ad avviare un percorso comune per ottimizzare e raccordare il sistema delle partecipazioni pubbliche negli organismi di diritto privato anche attraverso operazioni di dismissione, di fusione e di accorpamento: l’intento è quello di ridurre il numero degli enti, superando le frammentazioni e liberando risorse a beneficio di obiettivi di più ampio respiro. Purtroppo le sollecitazioni sono cadute nel vuoto. Nel caso di Sagat, la decisione del Comune di Torino di dismettere il 28% della propria quo- Primo Pianota di partecipazione ha costretto prima la Provincia e poi anche la Regione ad avviare analoghe operazioni nel tentativo di difendere e valorizzare le proprie partecipazioni nella società aeroportuale”. I bandi per la vendita delle azioni scadono il prossimo 26 luglio. La vendita dei complessi immobiliari - La Provincia di Torino ha aperto bandi di gara per l’alienazione con asta pubblica dei complessi immobiliari di corso Lanza 75 e dell’area Ponte Mosca. Corso Lanza 75 è un complesso immobiliare con parco esclusivo di circa 16.000 mq, inserito in uno dei più pregevoli contesti della città, nelle vicinanze del fiume Po, ai piedi della collina torinese. Il parco, suggestiva oasi verde, è cornice a 4 palazzine, importanti esempi dell’architettura torinese degli anni ‘30 e ‘50 del Xx secolo. Il complesso immobiliare dell’area Ponte Mosca si affaccia sul fiume Dora vicino al nucleo storico di Torino. Sito di notevole rilevanza urbana e porta di accesso al centro aulico cittadino lungo il principale asse di ingresso dalla zona nord della città. Contesto strategico collegato a importanti direttrici urbane, si distingue per le significative relazioni paesaggistiche: l’affaccio sul fiume e l’ampia panoramicità sul versante sud-ovest della città. Area d’importanza rilevante, parte di un contesto urbano oggetto di un significativo processo di riqualificazione urbanistica del tessuto edilizio esistente. Sono anche aperti bandi di gara per le aste pubbliche di • due alloggi in via Pietro Cossa 22 a Torino • ex case cantoniere a Chivasso, Moncalieri, San Sebastiano da Po, Settimo T.se, Venaria, Vigone • ex magazzino stradale a Groscavallo • ex Convitto Guttermann a Perosa Argentina • terreni a Cavour, Nole, Orbassano. |
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NUOVO APPRENDISTATO, ECCO L’OFFERTA FORMATIVA E GLI INCENTIVI DELL’EMILIA-ROMAGNA. |
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Bologna, 26 giugno 2012 – L’apprendistato come strumento per dare nuova occupazione ai giovani e per innalzare le loro competenze. La Regione Emilia-romagna ha approvato la delibera che regola i profili formativi del nuovo apprendistato. Il Decreto legislativo n. 167 del 2011 ha infatti disciplinato il nuovo Testo Unico dell’apprendistato, che ha abrogato tutte le norme previgenti. In Emilia-romagna, come nelle altre Regioni, si è reso necessario ridefinire la regolamentazione della formazione dell’apprendistato professionalizzante o di mestiere, integrativa alla formazione prevista dai contratti collettivi di lavoro e dell´offerta formativa per la qualifica professionale, previo accordo in Conferenza Stato/regioni e sentite le Parti sociali nazionali. Il provvedimento è stato presentato questa mattina in conferenza stampa dall’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione Patrizio Bianchi. La Regione finanzia gli apprendisti per la formazione di propria competenza. Inoltre per promuovere l’apprendistato e il suo contenuto formativo, nell’ambito del Piano straordinario per l’occupazione dei giovani, l’Emilia-romagna offre alle imprese che intendono assumere giovani ricorrendo al contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma 18-25 anni e per l’alto apprendistato una serie di incentivi. A disposizione ci sono 20 milioni di euro. “Si tratta delle tipologie di apprendistato che prevedono un maggiore numero di ore di formazione, per questo abbiamo ritenuto di incentivarle – ha spiegato l’assessore Patrizio Bianchi – l’apprendistato nella versione dell’Emilia-romagna vuol dire più giovani occupati ma anche più formazione e quindi qualifiche più alte”. Il valore degli incentivi è commisurato alle ore di formazione formale previste e al genere. L’azienda che assume un giovane con contratto di apprendistato 18-25 anni, ad esempio, riceverà 5.400 euro, 6.000 euro se donna (v. Tabella allegata). I contratti possono essere già attivati, i bandi per l’offerta formativa per gli apprendisti sono in via di perfezionamento e saranno disponibili da settembre. “Uno strumento per le imprese per poter assumere i giovani – ha continuato l’assessore Bianchi - Ma non solo, vogliamo che i giovani abbiano anche una qualifica in più. La nostra idea è che il lavoro è la base della dignità delle persone e del loro radicamento sociale, e per questo abbiamo voluto un fortissimo intervento per ridurre la dispersione scolastica e per portare le persone al lavoro, e siamo anche convinti che dare più competenze alle persone significhi dare più competitività alle imprese. Con questo noi chiudiamo quel quadro che abbiamo avviato due anni fa, che vedeva l’intervento sull’istruzione e formazione professionale, gli istituti tecnici superiori gli interventi sull’università e tutte le misure di accompagnamento verso il lavoro, che deve essere di qualità e fortemente radicato nella formazione”. Il Piano straordinario per l’occupazione dei giovani ha complessivamente una dotazione di 46 milioni di euro. Oltre ai 20 milioni per incentivare l’apprendistato, prevede altri 20 milioni per la stabilizzazione a tempo indeterminato dei giovani fino a 34 anni, 3 milioni per promuovere l’assunzione a tempo indeterminato di giovani tra i 30 e i 34 anni e 3 milioni per incentivare i giovani che intendono intraprendere un’attività autonoma. Il nuovo Testo Unico dell’apprendistato articola il contratto di apprendistato in tre tipologie: a - apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale; b - apprendistato professionalizzante o di mestiere per il conseguimento di una qualifica professionale ai fini contrattuali attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico professionale; c - apprendistato di alta formazione e di ricerca. A) Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale (15-18 anni). L’intervento della Regione Emilia-romagna è finalizzato a consentire agli apprendisti collocati nella fascia 15-18 anni di conseguire una qualifica triennale o un diploma professionale. Per questa tipologia di apprendistato la Regione ha tenuto conto degli standard definiti dal’Accordo Stato/regioni del 15 marzo 2012 dove si prevedono almeno 400 ore di formazione formale all’anno, da realizzarsi all’interno o all’esterno dell’azienda. L’emilia-romagna ha scelto invece di prevedere 1000 ore di formazione annue, di cui 650 da realizzarsi all’esterno dell’azienda. In prima attuazione è già disponibile l’offerta formativa oggi prevista per il sistema di Istruzione e Formazione Professionale. Le attività di Iefp già programmate e rivolte a giovani che devono conseguire una qualifica, infatti, possono essere utilizzate anche dagli apprendisti che hanno gli stessi requisiti. La formazione deve tenere in massimo conto le caratteristiche dei giovani, come l’età, gli eventuali insuccessi scolastici o l’incertezza del “progetto professionale”. Nella formazione devono essere sviluppate le competenze di base e tecnico professionali, oltre che i saperi e le competenze relative all’obbligo di istruzione. Il titolo rilasciato in seguito alla formazione è costituito da una Qualifica regionale correlata alle figure definite a livello nazionale. Per ciascun apprendista viene predisposto dal datore di lavoro insieme con l’ente formativo accreditato il Piano Formativo Individuale in cui vengono stabilite le competenze da conseguire attraverso la formazione (esterna o interna all’azienda) e, se possibile, le competenze da acquisire attraverso l’esperienza, tenendo conto delle conoscenze possedute dall’apprendista al momento dell’avvio del percorso formativo. L’apprendista è tenuto a partecipare, per l’intera durata, alle iniziative di formazione interna e esterna, con al massimo il 20% delle ore di formazione di assenza. La formazione deve essere realizzata con modalità tali da facilitare l’apprendimento da parte degli apprendisti, e allo stesso tempo, minimizzare i disagi per l’azienda. E’ previsto inoltre un servizio di supporto alle imprese, e la certificazione al termine del percorso formativo è obbligatoria. Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale (18-25 anni). L’intervento della Regione sarà rivolto prioritariamente ai giovani sprovvisti di qualifica o di diploma. Questa tipologia di apprendistato è rivolto ai giovani maggiorenni, che hanno pertanto già assolto all’obbligo di istruzione. Le qualifiche sono quelle regionali, correlate alle figure nazionali. Anche questa tipologia di apprendistato si realizza tenendo in massimo conto le caratteristiche dei giovani, e nella formazione devono essere sviluppate sia le competenze di base che quelle tecnico professionali. Dove possibile si favorisce il rientro dell’apprendista in un percorso di Iefp. Sono previste 400 ore di formazione annue di cui almeno 100 da realizzarsi all’esterno dell’azienda, secondo lo standard formativo previsto per il conseguimento della Qualifica del Sistema Regionale delle Qualifiche per i lavoratori occupati. Per i giovani che non sono in grado di raggiungere gli standard di competenze di base al terzo anno di Istruzione e Formazione professionale, sono previsti percorsi di riallineamento per ulteriori 100 ore formali da realizzarsi all’esterno dell’azienda. In fase di definizione del progetto formativo individuale vengono stabiliti i crediti formativi relativi alle competenze di base e alle competenze tecnico-professionali acquisite attraverso l’esperienza scolastica e professionale. Nel progetto formativo vengono indicate le competenze da conseguire attraverso la formazione (esterna o interna all’azienda) e attraverso l’esperienza. L’apprendista è tenuto a partecipare, per l’intera durata, alle iniziative di formazione interna e esterna. La Regione rende disponibile un catalogo di offerta formativa per il conseguimento di una qualifica professionale, la formazione contenuta nel catalogo è realizzata da enti di formazione accreditati per la formazione continua e permanente, nell’ambito speciale dell’apprendistato. La Regione partecipa finanziariamente alla realizzazione della formazione attraverso il riconoscimento di un voucher all’apprendista da 1.500 a 3.400 euro. La certificazione è obbligatoria. Il titolo che potrà essere rilasciato in esito alla formazione, è costituito da una Qualifica regionale correlata alle figure definite a livello nazionale. La certificazione riguarderà le competenze acquisite sia attraverso la formazione che attraverso l’esperienza lavorativa. B) Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere. L’intervento della Regione è volto a favorire lo sviluppo e la valorizzazione delle competenze dei giovani assunti con contratto di apprendistato professionalizzante al fine di migliorarne il grado di occupabilità e spendibilità nell’impresa e nel mercato del lavoro. La proposta formativa regionale si esprime attraverso un “Catalogo dell’offerta formativa” .Che la Regione rende disponibile ad apprendisti e imprese. Il Catalogo si articola in singoli percorsi a cui l’apprendista può accedere. La partecipazione ai percorsi dà attuazione al Progetto formativo individuale, i percorsi che compongono il Catalogo sviluppano competenze di base e trasversali. Tra le competenze di base sono comprese la sicurezza sul lavoro, mentre tra le competenze trasversali sono comprese le conoscenze e le capacità di area, quelle cioè fondative di una professione e comuni a più qualifiche di una stessa area professionale o di più aree professionali. I percorsi riguardano temi di interesse delle imprese, che possono costituire oggetto di aggiornamento su contenuti rilevanti della professione, con contenuti coerenti alla loro durata e con verifiche di apprendimento. In esito ai percorsi sono rilasciati attestati in cui vengono riportate le informazioni essenziali relative alle competenze sviluppate. L’apprendista dovrà partecipare ai percorsi di 40 ore ogni anno, da effettuarsi all’esterno dell’azienda, per un massimo di 120 in tre annualità; eventuali deroghe alla formazione esterna all’azienda potranno riguardare le ore di formazione alla sicurezza relative al rischio specifico. La Regione partecipa finanziariamente alle realizzazione della formazione attraverso il riconoscimento di un voucher all’apprendista del valore di 500 euro per ogni annualità. Come esito della formazione verrà rilasciato un attestato di frequenza, ma all’apprendista che ne fa richiesta viene erogato il servizio di Formalizzazione e Certificazione delle competenze. Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere stagionale. Il contratto di apprendistato stagionale è possibile esclusivamente nella forma cosiddetta “professionalizzante” o “di mestiere”, secondo le previsioni dei contratti collettivi nazionali di lavoro. La formazione regionale (per l’acquisizione di competenze di base e trasversali) per gli apprendisti assunti con contratto stagionale viene parametrata secondo le seguenti proporzioni: Per i contratti di durata da 0 a 3 mesi: 10 ore - Per i contratti di durata da 3 a 4 mesi: 15 ore - Per i contratti di durata di oltre 4 mesi: 40 ore. La Regione partecipa finanziariamente alle realizzazione della formazione attraverso il riconoscimento di un voucher all’apprendista del valore di: - 120 Euro per 10 ore - 180 Euro per 15 ore - 500 Euro per 40 ore Si applicano le regole fissate per l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale per quanto riguarda l’obbligo di frequenza dell’attività formativa da parte dell’apprendista. C) Apprendistato di alta formazione e di ricerca. L’intervento della Regione è orientato a rafforzare lo spessore conoscitivo e professionale dei giovani e la loro spendibilità nel mondo del lavoro, attraverso l’acquisizione della laurea o di un titolo universitario post-laurea, nell’ambito del rapporto di lavoro di alto apprendistato. A tale scopo la Regione ha siglato con gli atenei dell’Emilia-romagna e le parti sociali il protocollo d’intesa per l’apprendistato in alta formazione, nella convinzione che questa tipologia di apprendistato costituisca uno strumento privilegiato di intervento per l’occupazione giovanile, in grado di fornire alle imprese una risposta alla loro esigenza di competenze ad elevato livello di specializzazione. La Regione partecipa finanziariamente alle realizzazione della formazione attraverso il riconoscimento di un voucher all’apprendista differenziato a seconda del titolo universitario da conseguire. - Laurea triennale e laurea magistrale - Le università individuano i corsi di laurea in cui promuovere questa iniziativa sperimentale ai giovani laureandi che, in possesso dei requisiti di età e dei crediti formativi stabiliti dalla legge, possono essere assunti dalle imprese con contratto di apprendistato per acquisire il titolo di laurea e di laurea magistrale. La durata del contratto di apprendistato per l’acquisizione del titolo di laurea e di laurea magistrale non può essere inferiore a 12 e superiore a 36 mesi. L’obbligo formativo previsto è di 240 ore annue di apprendimento formale, di cui 150 ore in azienda e 90 ore retribuite dall’azienda stessa, a fronte di attività accademiche svolte dallo studente, e devono essere attivati specifici servizi di tutoraggio formativo e aziendale. Nel caso in cui l’apprendista non completi il percorso formativo o non consegua il titolo di laurea o di laurea magistrale, l’Università attesta le competenze acquisite, tenendo anche conto del percorso formativo svolto presso l’impresa. - Dottorati di ricerca - Gli atenei individuano i dottorati di ricerca e il numero di posti riservati per l’apprendistato. I laureati che superano le selezioni richieste per l’ammissione possono essere assunti dalle imprese con contratto di apprendistato. Le imprese interessate devono stipulare i contratti sulla base dei contratti collettivi nazionali delle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative. La durata del contratto di apprendistato per l’acquisizione del titolo di dottore di ricerca non può essere inferiore a 24 mesi e superiore a 48 mesi. Il percorso formativo durante il periodo di apprendistato viene definito insieme dalle università e dalle imprese, ma deve prevedere almeno 120 ore annue di attività didattica e di formazione, finalizzata all’acquisizione di competenze negli ambiti dell’innovazione tecnologica ed organizzativa dell’economia delle imprese regionali, e dovrà contribuire ad implementare i risultati della ricerca e le attività di trasferimento tecnologico. Le attività formative devono essere erogate lungo l’intero arco di durata del contratto, per assicurare l’alternanza formazione-lavoro che caratterizza il contratto di apprendistato per il conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Le imprese devono inoltre garantire la necessaria formazione interna, che integra quella delle università, anche prevedendo attività di tutoraggio formativo. Un apposito coordinamento tecnico regionale, composto da un rappresentante per ciascuna delle parti firmatarie, dovrà verificare l’andamento della sperimentazione, che ha durata biennale. - Master di 1° e 2° livello - Gli atenei individuano i Master di primo e secondo livello in cui è possibile utilizzare l’apprendistato e li promuovono ai giovani laureati in possesso dei requisiti di età stabiliti dalla normativa, che possono essere assunti dalle imprese con contratto di apprendistato. Gli atenei possono eventualmente avvalersi di organismi di formazione professionale, accreditati dalla Regione Emilia-romagna sia per l’ambito della formazione superiore, sia per l’ambito della formazione per gli apprendisti. Le aziende stipulano contratti di apprendistato avendo a riferimento la normativa definita dal contratti collettivi. La durata del contratto non può essere inferiore a 12 mesi e superiore a 24 mesi. I Master universitari di primo e secondo livello potranno essere di due tipi: progettati ad hoc per un gruppo di apprendisti oppure corsi già esistenti nell’offerta formativa degli atenei, debitamente adeguati e riprogettati per consentire l’inserimento di apprendisti. |
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FIRENZE: 5 MILIONI DI EURO PER LA FORMAZIONE DI QUALITA’ AL VIA CENTINAIA DI CORSI RIVOLTI A DISOCCUPATI, LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE E IN MOBILITÀ. L’ASSESSORE PROVINCIALE ELISA SIMONI ILLUSTRA IL ‘PACCHETTO FORMAZIONE ANTICRISI’ 2012-2013 |
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Firenze, 26 giugno 2012 - Quasi 3,8 milioni di euro per la rete dei Centri Formativi Territoriali diffusi sulla provincia e 1,3 milioni euro per corsi rivolti a disoccupati, lavoratori in cassa integrazione o iscritti alle liste di mobilità. Un totale di 5,2 milioni di euro che la Provincia di Firenze investe per la formazione e la riqualificazione professionale. Un vero e proprio “pacchetto formazione anticrisi” che sarà presentato lunedì 25 giugno dall’Assessore provinciale a lavoro e formazione Elisa Simoni in conferenza stampa (ore 12.00, Sala Fallaci), che vedrà partire nei prossimi mesi quasi 500 corsi e percorsi formativi sulle più svariate discipline – per addetti panificatori, pasticceri, estetisti, specialisti in cad, cura della persona e molto altro – sul territorio provinciale. Corsi formativi e di riqualificazione che hanno una profonda importanza per la tenuta economica, occupazionale e sociale anche dell’area fiorentina e dell’intera regione Toscana. Nell’occasione sarà presentata anche la campagna di comunicazione “Una mano per il tuo futuro” |
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TRENTO: LA GIUNTA PROVINCIALE HA APPROVATO CINQUE PIANI GIOVANI |
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Trento, 26 giugno 2012 - Su proposta del presidente Lorenzo Dellai, la giunta provinciale ha approvato il 22 giugno una serie di Piani Operativi Giovani per l´anno 2012, che si riferiscono al Piano giovani di zona dei Comuni di Cles, Bresimo, Cis, Livo, Nanno, Rumo, Tassullo e Tuenno; al Piano giovani di zona della Bassa Val di Non; ai tre Piani giovani d´ambito rispettivamente delle Associazioni Universitarie, delle Associazioni di Categoria, dell´Associazione Gi.pro Giovani Professionisti. Per quel che riguarda il Piano giovani di zona dei Comuni di Cles, Bresimo, Cis, Livo, Nanno, Rumo, Tassullo e Tuenno, la giunta provinciale ha assegnato al Comune di Cles, in qualità di ente capofila, l´importo di € 46.925,00 come contributo su una spesa complessiva ammessa di € 104.750,00 per la realizzazione dei seguenti progetti: "I giovani, le istituzioni e l´Europa"; "Le tradizioni dei nostri paesi, il ballo classico"; "Il territorio nel tempo, ieri e oggi, attraverso la fotografia"; "Riscoperta delle Memorie storiche del Territorio"; "Dal Rock´n roll al digitale - L´evoluzione della musica"; "Promozione e sviluppo dell´immagine del Pgz"; "Boiart". Al Piano giovani di zona della Bassa Val di Non, oggi approvato, è stato assegnato un contributo provinciale di € 9.975,00 su una spesa complessiva ammessa di € 25.520,00, per la realizzazione dei seguenti progetti: "7x7 Graficainsieme"; "Family lab: chi riesce a parlare con i propri figli?"; "Una questione di stile: verso un futuro sostenibile"; "Cuneo Villane: Animagiovane"; "7x7 Promuoviamo-insieme: la vetrina del Piano giovani di zona". Nel corso della riunione odierna, la giunta provinciale ha approvato anche tre Piani giovani di ambito. Si tratta del Piano giovani d´ambito delle Associazioni Universitarie, che prevede un contributo provinciale di € 27.830,00, a fronte di una spesa complessiva ammessa di € 30.948,00, per la realizzazione dei seguenti progetti: "Tesori del Trentino: eccellenze nel mondo"; "Piccolo festival dell´Arte. I protagonisti del contemporaneo raccontano e si raccontano"; "Promozione e comunicazione del Taut". Il Piano giovani d´ambito delle Associazioni di categoria, per il quale è stato assegnato un contributo di € 10.174,00 su una spesa complessiva ammessa di € 24.298,00, prevede la realizzazione delle seguenti iniziative: "Cooperazione da scoprire"; "Eccellenze di montagna"; "Corso aspiranti imprenditori"; "Follow your passion, find your job"; "Lo sviluppo della cultura di impresa"; "Percorso formativo sul fare impresa"; "Web marketing"; "Per una leadership efficace"; "Consulenza sulla sostenibilità". Infine è stato approvato il Piano giovani d´ambito delle Associazioni Gi.pro - Giovani Professioni, che prevede un contributo provinciale di € 46.650,00 a fronte di una spesa complessiva ammessa di € 59.950,00, per la realizzazione dei seguenti progetti: ""Festival delle professioni"; "I giovani professionisti e la mediazione"; "Sportello"; "50 anni di sanità trentina tra professione e passione". |
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VENETO: QUASI 16 MLN DI EURO PER REINSERIMENTO, RIQUALIFICAZIONE, REIMPIEGO LAVORATORI COLPITI DA CRISI ECONOMICA |
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Venezia, 26 giugno 2012 - Con una delibera approvata ieri mattina la Giunta regionale del Veneto ha messo a disposizione, per il 2012, 15 milioni e 780 mila euro in favore di “Interventi di politica attiva per il reinserimento, la riqualificazione, il reimpiego dei lavoratori del sistema produttivo colpiti dalla crisi economica”. L’assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro del Veneto Elena Donazzan commenta: “E’il terzo anno consecutivo che la Regione si impegna nel garantire la realizzazione di percorsi di politica attiva del lavoro per i lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga, quali cassa integrazione e mobilità, e dal 2009 al 2011 sono stati segnalati agli enti accreditati per i servizi al lavoro 109.508 lavoratori (di cui la maggior parte nel 2010), e di questi quasi il 60 per cento ha avuto accesso ai servizi di politica attiva, messi a disposizione da noi, con la sottoscrizione del Patto di servizio”. “Il Patto di servizio semplificato- spiega Donazzan- nel 2010 ha portato ad un raddoppio delle persone che hanno avuto, oltre al sostegno al reddito, anche un’opportunità di formazione”. “Dalle rilevazioni di Veneto Lavoro sulle domande di cig in deroga- sottolinea l’assessore regionale-, emerge inoltre che, in riferimento al triennio 2009-2011 , 8.387 lavoratori sono stati presenti all’interno della domanda per tutte e tre le annualità, 21.200 lavoratori hanno beneficiato di politiche attive per due annualità su tre e 45.698 lavoratori hanno beneficiato di politiche attive per in una sola annualità”. “Questo dimostra- precisa Donazzan- che la cassa integrazione in deroga ha avuto la funzione fondamentale di non far chiudere le imprese nel momento più acuto della crisi, se è vero che la più parte dei lavoratori ha beneficiato di politiche attive per una sola annualità”. “Ammortizzatori quindi- ancora l’assessore regionale- non per stare fuori dal mercato del lavoro, ma per far passare il momento più brutto per l’impresa e per il lavoratore stesso, che altrimenti sarebbe stato licenziato”. Donazzan conclude: “Dei 75.285 lavoratori così risultanti, grazie anche all’erogazione dei servizi di politica attiva, ad oggi l’83 per cento risultano aver conservato il posto di lavoro, o risultano comunque occupati”. Quattro le principali novità del bando di quest’anno rispetto al precedente: Tirocini di inserimento/reinserimento, rivolti ai lavoratori in Mobilità in deroga e in Cassa Integrazione Guadagni (Cig) in deroga e finalizzati a favorire una reale ricollocazione degli stessi, dando loro e all’impresa la possibilità di conoscersi e “provarsi” a vicenda per rendere più virtuosa l’occupazione e al contempo ridurre per il lavoratore la permanenza nello stato di “sussidiato”; Nuovi percorsi di formazione, per sostenere lo sviluppo di competenze legate all’auto imprenditorialità, allo scopo di favorire e recuperare lo spirito che da sempre contraddistingue il nostro territorio, concepito non come ripiego al lavoro dipendente bensì come valorizzazione di competenze ed idee di molti collaboratori delle imprese in difficoltà; Premialità nei percorsi di ricollocamento, riconosciuta al soggetto accreditato per i servizi al lavoro che colloca il lavoratore in mobilità in deroga – che abbia compiuto 45 anni di età – nell’ambito dei percorsi di ricollocamento ad integrazione delle risorse messe a disposizione mediante la dote lavoro. Tale elemento ha carattere sperimentale e sarà oggetto di una specifica azione di monitoraggio mirata a stimolare un impegno concreto e diretto alla nuova occupazione. Semplificazione burocratica delle procedure e potenziamento delle attività di monitoraggio e controllo al fine di permettere la corretta esecuzione delle attività anche attraverso accordi con altre istituzioni di vigilanza, garantendo così il corretto uso delle risorse pubbliche. |
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STATI GENERALI DEL SOCIALE E DELLA FAMIGLIA OGGI IN DIRETTA STREAMING |
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Roma, 26 giugno 2012 - Sarà possibile seguire la prima e la seconda giornata degli Stati Generali del Sociale e della Famiglia di Roma Capitale, che si terranno oggi e domani presso l’Auditorium Antonianum di viale Manzoni, anche in diretta streaming dal blog ufficiale di Gianni Alemanno ( http://duepuntozero.Alemanno.it ) e dal suo video-blog ( http://www.Alemanno.tv ), oppure collegandosi al sito di Roma Capitale News ( http://www.Romacapitalenews.com ) o di Affari Italiani ( http://affaritaliani.Libero.it ). Predisposta anche la diretta twitter su @Romacapitalenw. |
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“IL LAVORO DELLE DONNE IN TEMPO DI CRISI NELLA REGIONE VENETO” UNA FOTOGRAFIA DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE VENETA NEL TRIENNIO DI CRISI ECONOMICA. |
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Venezia, 23 giugno 2012 – Chi ha pagato di più la crisi economica, le lavoratrici o i lavoratori? In Veneto, quale la situazione per le donne? E ancora, in che settori sono oggi maggiormente occupate e che forme contrattuali hanno? Quali i percorsi da intraprendere per proteggerle dalla crisi e massimizzare gli effetti positivi degli interventi di formazione e placamento attivati? Se è vero che la crisi ha inizialmente colpito più pesantemente i settori manifatturieri, e che per questo ne sono stati coinvolti in numero maggiore i lavoratori di genere maschile, non bisogna dall’altro lato dimenticare i suoi effetti successivi sull’intero mercato occupazionale e soprattutto sulle fasce più deboli tra cui le donne: a rischio in particolare le lavoratrici a minore professionalità e scolarizzazione o impiegate in attività più fragili e in aziende poco strutturate, e l’aumento della disoccupazione per le donne con figli piccoli o in età fertile, oppure in età matura e con percorsi lavorativi discontinui alle spalle. A questo panorama intende fornire una chiave di lettura il rapporto “Il lavoro delle donne in tempo di crisi nella regione Veneto”, promosso dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotto da Veneto Lavoro, che sarà presentato in una tavola rotonda venerdì 29 giugno, dalle ore 10.30 alle 13, presso la sala Conferenze del palazzo Grandi Stazioni di Venezia (Cannaregio 23): vuole essere un confronto a più voci tra i diversi attori istituzionali e sociali regionali, per ipotizzare insieme linee di intervento possibili a sostegno dell’occupazione femminile, affinché le donne non siano penalizzate dalla contrazione di domanda di lavoro generata dalla crisi. Ad aprire la mattinata di lavori Simonetta Tregnago, presidente della Commissione regionale Pari opportunità, a cui seguiranno gli interventi dei ricercatori di Veneto Lavoro Maurizio Rasera e Maurizio Gambuzza. Porterà il suo fondamentale contributo all’incontro la consigliera nazionale di parità Alessandra Servidori; di seguito le testimonianze di Paola Menon, coordinatrice dei Comitati per l’imprenditoria femminile del Veneto e Lorenza Leonardi, segretaria dell’Unione sindacale territoriale Cisl di Vicenza. Dopo un momento di dibattito, le conclusioni di Marialuisa Coppola, assessore ai Diritti umani e alle Politiche di genere della Regione Veneto. Partendo da un’analisi con un’ottica di genere dell’andamento dei principali indicatori del mercato del lavoro nel triennio 2008-2010, la ricerca misura l’impatto dei differenti strumenti messi in campo per fronteggiare le difficoltà occupazionali generate dalla crisi economica. Nel dettaglio, la prima parte dello studio ricostruisce il contesto generale europeo, italiano e veneto attraverso l’utilizzo dei dati Istat, per poi guardare alle dinamiche occupazionali delle donne in Veneto attraverso i dati Silv (Sistema Informativo Lavoro Veneto), con riferimento soprattutto al lavoro dipendente. La seconda parte del rapporto si focalizza sulla formazione professionale come strumento per agevolare l’inserimento o il reinserimento e la conseguente occupazione. Sono stati presi in considerazione i vari percorsi formativi presenti nel territorio e gli interventi messi in campo dalla Regione, per capire quali percorsi favoriscano più efficacemente la riqualificazione, aiutino a evitare la dispersione delle competenze femminili, garantiscano il miglior esito occupazionale; si è rilevato anche quanto ancora la scelta del percorso formativo sia dettata da stereotipi culturali e meno dalle esigenze e dalle opportunità espresse dal mercato del lavoro. Infine, nella terza parte, attraverso otto interviste si raccoglie l’opinione di alcuni attori del mondo dell’impresa, del sindacato e della formazione: ne emerge l’importanza dell’interazione tra le reti presenti sul territorio per veicolare la domanda di lavoro e la necessità di operare in sinergia; si sono rilevate pure alcune debolezze su cui bisogna intervenire in un’ottica “anti crisi” e interessanti proposte per rendere efficaci gli interventi e maggiormente coerenti i percorsi di formazione. |
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PREMIO PER LE PICCOLE E MICRO IMPRESE FEMMINILI CHE HANNO AUMENTATO I LIVELLI OCCUPAZIONALI NELL’ULTIMO TRIENNIO PRESENTAZIONE DOMANDE FINO AL 18 LUGLIO 2012 |
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Firenze, 26 giugno 2012 - Il Comitato per la promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Firenze promuove un concorso per le imprese femminili del territorio provinciale che nell’ultimo triennio si sono distinte per aver mantenuto o aumentato i livelli occupazionali, nonostante il persistere della crisi economica. Il premio assegna euro 5.000 alla prima Piccola Impresa classificata, e tre premi da euro 3.000 ciascuno alle prime tre Micro Imprese classificate. In caso di classificazione a pari merito di più imprese, il premio verrà proporzionalmente ridotto. Le domanda, redatta secondo il modulo scaricabile dal sito camerale, dovrà pervenire alla Segreteria del Comitato entro il 18 luglio 2012 nelle modalità di seguito indicate: · consegnata a mano o inviata per posta tramite raccomandata a/r a: Segreteria del Comitato per la promozione dell’Imprenditoria Femminile presso la Camera di Commercio di Firenze, Palazzo della Borsa Merci - Volta dei Mercanti,1 - 50122 Firenze, riferimento da indicare sulla busta “Premio Cif ”; · inviata tramite fax al numero 055/2750321; · inviata tramite la propria casella di posta elettronica certificata (Pec) all’indirizzo cciaa.Firenze@fi.legalmail.camcom.it Le domande presentate secondo altre modalità e oltre il termine stabilito non saranno prese in esame. |
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ASILI NIDO, QUASI 7 MILIONI DI CONTRIBUTI CRESCE L’IMPEGNO DELLA PROVINCIA DI TORINO |
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Torino, 26 giugno 2012 - Ammonta a 6 milioni e 783mila euro (per l’esattezza 6.782.936,00) il contributo che la Provincia di Torino destina agli asili nido municipali per il 2012. Ne usufruiranno 131 nidi, rispondendo così in pieno alle richieste dei Comuni. Il provvedimento è stato deliberato il 19 giugno dalla Giunta provinciale: “Nonostante le incertezze e i tagli dei trasferimenti regionali, siamo riusciti a mantenere costante il nostro impegno nei confronti di un servizio essenziale per le famiglie” ha commentato con soddisfazione l’assessore alle Politiche Sociali Mariagiuseppina Puglisi. Rispetto al 2011 anzi il contributo è aumentato di quasi 200mila euro. I contributi provinciali sono destinati al concorso delle spese di gestione e mantenimento delle strutture per l’infanzia comunali, sia a gestione diretta che a gestione indiretta, e vengono assegnati sulla base di precisi parametri. Le richieste per quest’anno sono state 56, inviate da 53 Comuni del territorio, dalla Città di Torino, da un Consorzio intercomunale e da una Comunità Montana. Cinque i “nuovi” nidi che hanno ottenuto i contributi, a Baldissero, Bollengo, Druento, Poirino e Vigone. Sul sito della Provincia, nella sezione delle Politiche sociali (www.Provincia.torino.gov.it/solidarietasociale/) verrà pubblicato nei prossimi giorni l’elenco delle strutture che hanno ottenuto il contributo. |
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POLITICHE DI GENERE; IL 27 A FOLIGNO CONFRONTO SU ´DDL´ REGIONALE NUOVE RELAZIONI TRA DONNE E UOMINI |
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Perugia, 26 giugno 2012 - Si terrà il 27 giugno, alle ore 15, a Palazzo Trinci di Foligno, un confronto sulla proposta di legge, voluta dalla Giunta regionale, che detta "norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne ed uomini". Dopo i saluti di Rita Zampolini, assessore Comune di Foligno - pari opportunità Anci, si terranno le relazioni di Marina Piazza, coordinatrice Comitato scientifico politiche di genere e di Alessandra Bocchetti, Teorica politica del pensiero della differenza. Seguirà (ore 15.45) una Tavola rotonda, moderata da Tiziana Bartolini, Direttore di "Noi Donne", con Fausto Cardella, Procuratore capo della Repubblica di Terni, Susanna Cenni, parlamentare Camera dei Deputati, Letizia D´ingecco, responsabile politiche di genere Cisl Umbria, Margherita Raveraia, docente di diritto costituzionale - Università degli Studi di Perugia, Patrizia Romani, direttore "Rai Umbria", Rossana Rosi, responsabile politiche di genere Cgil nazionale e Luisa Todini, imprenditrice. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, trarrà le conclusioni. |
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TRENTO: FONDO UNICO TERRITORIALE: PIU´ RISORSE A SCUOLE E ASILI |
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Trento, 26 giugno 2012 - Via libera il 22 giugno dalla Giunta provinciale - su proposta dell´assessore all´urbanistica ed enti locali Mauro Gilmozzi - alle decisioni assunte dalle Comunità di valle relativamente al Fondo unico territoriale-Fut. Il Fondo, come noto, è suddiviso in due tipologie: edilizia scolastica ed asili nido (per questa voce sono disponibili 61 milioni di euro) e budget territoriale (sul quale sono stati stanziati 179,5 milioni). Per quanto riguarda l´edilizia scolastica e gli asili nido è stato verificato che le necessità e le urgenze individuate configurano un impegno di spesa superiore al budget disponibile, a causa delle molte domande presentate. E´ stato ritenuto quindi di mettere a disposizione questo importo in due tranches; la prima, coperta con i 61 milioni ora disponibili, sarà destinata alla realizzazione delle opere più urgenti, la seconda deriverà in parte dalla riprogrammazione delle spese prevista della nuova legge provinciale sull´economia (circa 40 milioni) e in parte attraverso una partecipazione dei Comuni interessati agli interventi in materia di edilizia scolastica, eventualmente sostituendo altre opere già programmate con tali interventi. "Per la prima volta - ha commentato il presidente Lorenzo Dellai - le priorità in merito alla realizzazione di opere di interesse sovracomunale è stabilita da Comuni e Comunità, d´intesa con la Provincia. Si tratta di un segnale importante sul versante del decentramenti delle responsabilità prefigurato dalla riforma delle Autonomie." L´atto assunto oggi dalla Giunta, come spiegato dall´assessore Gilmozzi, sarà sottoposto all´approvazione del Consiglio delle Autonomie: dopodiché le risorse del Fondo saranno rese immediatamente disponibili per la realizzazione delle opere proposte dalle Comunità, a partire da quelle più urgenti, fatta salva la verifica di congruità sul valore e la tipologia delle stesse, che spetta agli organismi provinciali competenti. Il Fondo unico territoriale si suddivide in due "voci": edilizia scolastica e budget territoriale. In merito alla prima, l´adozione dei progetti proposti è legata ad un´istruttoria in capo alla Provincia, al fine di garantire un´omogeneità nell´offerta di servizi in questi settori delicati e fondamentali per la vita delle comunità. Per quanto riguarda il budget territoriale, è previsto che la programmazione degli investimenti spetti alle Comunità d´intesa con almeno i due terzi della Conferenza dei sindaci. Tutte le Comunità hanno raggiunto il necessario accordo sulla destinazione dei fondi del Fut: considerata la necessità di disporre di maggiori risorse per le opere riguardanti l´edilizia scolastica, i Comuni saranno eventualmente chiamati a destinare quote più rilevanti delle risorse complessive a questa tipologia di interventi, anziché ad altri, considerato il loro imprescindibile valore sociale. Soddisfazione è stata espressa sia dal presidente Dellai che dall´assessore Gilmozzi per una decisione assunta in maniera concertata dagli enti territoriali, conformemente alla nuova architettura istituzionale disegnata dalla riforma, in un settore, oltretutto, di vitale importanza per il futuro del Trentino |
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