Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Aprile 2013
UE: AUMENTARE LE RISORSE GLOBALI PER LA LOTTA ALL´AIDS, LA TUBERCOLOSI E LA MALARIA  
 
Bruxelles, 10 Aprile 2013 – Diseguito l’intervento di Andris Piebalgs Commissario europeo per lo sviluppoNel corso della riunione preparatoria per la ricostituzione del Global Fund : “ Permettetemi di iniziare dando il benvenuto a tutti voi a Bruxelles per la riunione preparatoria per il rifinanziamento del Fondo Globale. E ´veramente bello vedere che così tanti di voi qui. Sono contento di aver fatto il viaggio qui, perché abbiamo un affare molto importante da sbrigare. Il Fondo Globale per la lotta all´Aids, la tubercolosi e la malaria ha raggiunto risultati impressionanti nel limitare la diffusione di queste tre pandemie. La Commissione europea è orgogliosa di essere stata associata con il Fondo mondiale da quando è stata fondata 12 anni fa, nel 2001. Da allora la Commissione ha contribuito più di 1,1 miliardi di euro per il Fondo globale dal bilancio comune dell´Unione europea e del Fondo europeo di sviluppo a cui tutti gli Stati membri dell´Ue contribuiscono. Noi siamo qui per due buone ragioni: per valutare l´impatto del fondo sulle persone nei paesi poveri, e per esaminare i progressi compiuti sulle riforme. Al fine di aumentare l´impatto dei finanziamenti Fondo globale ulteriormente, mentre una migliore gestione dei rischi ai quali è esposto dagli ambienti difficili in cui investe, il Fondo Globale ha intrapreso importanti riforme nel corso dell´ultimo anno di rifocalizzazione sul core business delle sovvenzioni gestione. Oltre a ciò, il Consiglio ha approvato un nuovo modello di finanziamento che gli obiettivi di maggiori risorse ai paesi più bisognosi e meno in grado di fornire gli interventi necessari da solo. Si allinea anche il finanziamento più strettamente a priorità nazionali, i piani di gestione e cicli. Dobbiamo essere pronti a combattere l´Hiv, la tubercolosi, la malaria e nel lungo termine e il Fondo Globale è uno strumento importante per farlo. Tuttavia, la cultura ha bisogno di passare dalla risposta di emergenza per la sostenibilità. L´obiettivo a medio termine è l´integrazione della risposta a queste tre malattie in esistenti sistemi nazionali e internazionali, in particolare in sostenibili, strategie globali e gestito dal paese. Il nuovo modello di finanziamento sarà un importante fattore per tale processo. Ampliare la base dei donatori e di coinvolgere il settore privato Quando si tratta di un ulteriore aumento delle risorse globali per combattere malattie legate alla povertà, il tempo ha certamente fatto per noi di intensificare gli sforzi per sfruttare le risorse aggiuntive e ampliare la base dei donatori del Fondo Globale. A tal fine, dobbiamo chiamare gli altri donatori, come il settore privato e donatori emergenti ad incrementare i loro contributi. Uno dei principi fondanti del Fondo mondiale come un partenariato pubblico-privato è stato che i contributi dei donatori tradizionali pubblici potrebbero sfruttare contributi aggiuntivi da nuovi donatori pubblici e del settore privato. Questa è stata la novità del Fondo Globale e la base per il suo essere in grado di attirare un sostegno così impressionante da maggior parte dei donatori tradizionali. Non vi è dubbio che il coinvolgimento del settore privato vicino al fondo fin dall´inizio ha avuto un impatto impressionante in termini di controllo Aids, la tubercolosi e la malaria. E ha portato a riduzioni notevoli dei prezzi e ha contribuito a più meccanismi di attuazione efficaci per fornire i più poveri del mondo, con tanto necessari prodotti per la salute - tutto da farmaci per zanzariere. Tuttavia, con la notevole eccezione della Fondazione Gates, privati ​​contributi in contanti del settore per soddisfare questo coinvolgimento non sono ancora materializzato. Ho sollevato questi problemi la notte scorsa in un incontro con rappresentanti di alto livello del settore privato. Ho anche detto loro che gli investimenti del Fondo globale avrebbe senso per molte ragioni, e li ha incoraggiati a salire a bordo per rendere il fondo l´unico partenariato pubblico-privato è stato progettato per essere. Per quanto riguarda i donatori non tradizionali, apprezzo l´impegno recente aggiuntiva di Arabia Saudita e di altri nuovi donatori al Fondo mondiale. Ma mi piacerebbe anche applaudire quei paesi che stanno prendendo sul finanziamento dei loro programmi di malattia quando sovvenzioni del Fondo mondiale a corto - Repubblica popolare cinese essere tra loro. Non tutti i finanziamenti supplementari per le tre malattie ha bisogno di passare attraverso il Fondo Globale. Se i paesi incrementare gli investimenti nel sistema di salute o assistere altri paesi attraverso mezzi diversi dal Fondo Globale, questo dovrebbe trovare il nostro apprezzamento pure. Il Fondo Globale è stata una grande risposta ad una emergenza mondiale. Questa emergenza è ora, per fortuna, sopra, e il controllo delle tre malattie può essere possibile. Il numero di persone che muoiono di cause correlate all´Aids è sceso a 1,7 milioni nel 2011, in calo da un picco di 2,2 milioni di metà degli anni 2000. Ma 1,7 milioni di morti sono ancora troppi. Nel 2011, 1,4 milioni di persone sono morte di tubercolosi, con l´Africa registra il più alto tasso di mortalità per abitante. Tbc multiresistente costituisce una grave minaccia, con una stima di 630 000 persone nel mondo che soffrono di questa forma di tubercolosi oggi. Nel 2010, ci sono stati 106 malaria è endemica paesi e circa 3,3 miliardi di persone a rischio di infezione in tutto il mondo. Ninety-uno per cento delle morti per malaria a livello mondiale sono stati in Africa, l´86 per cento erano di bambini sotto i 5. Queste statistiche scioccanti mostrano in termini forti che siamo in alcun modo verso la fine del nostro viaggio: siamo tutti in esso per il lungo raggio. Avremo bisogno di impegni sostenuti e il Global Fund - impegni che la Commissione è disposta ad offrire europea, nonostante le sfide che dobbiamo affrontare nella raccolta di denaro in questi tempi difficili. Ma se vogliamo fare il rifinanziamento del Fondo un successo, abbiamo bisogno di guardare a rilanciare l´idea iniziale di sfruttare tradizionale con altri contributi e viceversa. Più contributi del settore privato e le economie emergenti renderà molto più facile per noi fare il caso di donatori tradizionali di finanziamento continua. Sostegno della Commissione E lo facciamo con maggiore fiducia, ora che abbiamo un Fondo mondiale che è di nuovo in pista. La Commissione ha partecipato attivamente nella governance del Fondo Globale e siamo molto favorevoli alle ultime riforme. Quando il rilevamento di uso improprio dei fondi esposti debolezze di fondo in materia di gestione e controllo finanziario, ho sospeso i pagamenti nel mese di gennaio 2011 per salvaguardare il denaro dei contribuenti e fatto in modo che la Commissione è stata strettamente associata a introdurre le riforme fondamentali necessarie per porre rimedio alla situazione. Di conseguenza, il Global Fund segreteria è stata riorganizzata per rendere più efficiente, meglio di gestione delle sovvenzioni e più concentrato sul suo compito principale di istituzione finanziaria. E - ultimo ma non meno importante - il nuovo modello di finanziamento farà in modo che il sostegno del Fondo Globale è molto più in linea con i processi nazionali e le priorità, molto in linea con gli impegni dell´Ue in materia di efficacia degli aiuti. In breve, il Fondo è ora adatto allo scopo, il nuovo modello di business e la gestione segreteria che hanno il mio pieno sostegno. Il corso è chiaro per il rifornimento. La Commissione pienamente fede al suo impegno di 330 milioni di euro per il periodo in corso pegno, che va dal 2011 al 2013. Io decidere il contributo della Commissione per il rifornimento successivo alla fine di quest´anno, una volta che sappiamo di più sulle prospettive per il prossimo bilancio Ue, per portarci dal 2014 fino al 2020. Tale decisione dovrà dipendere dalla quantità bilancio generale e l´accordo si raggiunge con i nostri Stati membri e il Parlamento europeo. Naturalmente tutti noi vorremmo vedere un aumento di bilancio per lo sviluppo dell´Unione europea. Ma anche se dobbiamo vivere con un budget inferiore al previsto, siamo consapevoli degli enormi vantaggi del Fondo Globale porta e vi posso assicurare qui e ora che sono uno strumento importante per l´Ue nella lotta contro l´Hiv / Aids , la tubercolosi e la malaria nei paesi poveri. È per questo che farò del mio meglio per garantire che, per lo meno, il sostegno dell´Ue al Fondo globale gestito dalla Commissione rimane ai livelli attuali. Signore e Signori, Vi esorto a fare uno sforzo simile. Viviamo in tempi di difficoltà economiche, tempi incerti. Stando così le cose, credo che lo dobbiamo ai nostri paesi beneficiari per garantire che il nostro finanziamento è prevedibile come possibile. Prevedibilità Tale è nel nostro interesse, anche perché serve il gol ho detto prima di allontanarsi da risposte di emergenza verso la sostenibilità. Con un modello di business nuovo e una nuova leadership, il Fondo mondiale può ora cercare di fare un nuovo inizio in vista della conferenza dei donatori per il periodo dal 2014 al 2016 Segretario Generale dell´Onu Ban Ki-moon presiederà il prossimo autunno. Il futuro del nostro Fondo globale appare luminoso davvero. Facciamo tutto il possibile per mantenere in questo modo. Grazie.”  
   
   
PIOMBEMIA. REGIONE PUGLIA, ARPA E ASL CHIEDONO CONFERMA A LABORATORI DI RIFERIMENTO NAZIONALE  
 
Bari, 10 aprile 2013 - In riferimento alle notizie riportate dalla stampa odierna circa valori elevati di piombemia riscontrati in 9 bambini di età tra i 3 e i 6 anni residenti a Statte, la Regione Puglia, attraverso Arpa e Asl, si farà carico di ottenere una conferma analitica da parte di tre laboratori di riferimento nazionali, e cioè l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Zooprofilattico di Teramo e la Sezione di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Brescia. Ciò d’altra parte è espressamente previsto nel documento citato dalla stessa Associazione Culturale Pediatri Puglia e Basilicata (erroneamente attribuito al Center for Disease Control/cdc) redatto il 4 gennaio 2012 dal comitato consultivo sulla prevenzione della intossicazione da piombo nei bambini “Low Level Lead Exposure Harms Children: A Renewed Call for Primary Prevention. Report of the Advisory Committee on Childhood Lead Poisoning Prevention of the Centers for Disease Control and Prevention”. Su questo documento si esprimerà successivamente il Center for Disease Control/cdc. Nelle pagine 27-28 del rapporto si sottolinea che, data la incertezza dei risultati individuali di piombemia, è importante effettuare prove di conferma da effettuare entro 1-3 mesi dal primo esame. Nel rapporto è anche indicato che le azioni di risposta (ambientali e/o sanitarie) devono esser iniziate soltanto dopo che siano confermati i livelli alti di piombemia. Si segnala comunque che i dati oggetto della comunicazione sarebbero stati prodotti da un laboratorio accreditato solo per analisi relative alla ricerca di Escherichia Coli e Streptococchi fecali in acque naturali e di scarico. I dati provenienti da laboratori non accreditati presso l’Ente italiano di Accreditamento (Accredia) per la specifica prova, non possono essere di per sé direttamente fruibili per eventuali interventi ambientali e/o sanitari, proprio a tutela della salute della popolazione tarantina. Si fa comunque presente che tra i progetti inclusi nel centro “Salute e Ambiente”, finanziato dalla Regione Puglia, è già previsto anche un progetto di ricerca specificamente volto a definire l’eventuale associazione tra esposizione a piombo nei bambini e alterazioni neurocomportamentali. Nel coordinamento della ricerca sarà coinvolto, oltre all’Istituto Superiore di Sanità, anche il Dipartimento di Preventive Medicine della Mount Sinai School of Medicine di New York, il cui direttore, prof. Philip Landrigan è uno dei massimi esperti mondiali in materia.  
   
   
“IL DOLORE HA BISOGNO DI CULTURA”. IL 12 APRILE A TORINO UN INCONTRO PER CONOSCERLO CON ISTITUZIONI, CLINICI E ASSOCIAZIONI PAZIENTI  
 
Torino, 10 aprile 2013 – Si svolgerà venerdì 12 aprile, alle 15.00, presso la Sala Viglione di “Palazzo Lascaris”, sede del Consiglio regionale del Piemonte (in via Alfieri 15), l’incontro aperto al pubblico “Il dolore ha bisogno di cultura: Piemonte, Italia. Il dolore delle donne”. Con il patrocinio dell´Associazione Italiana per lo Studio del Dolore e della Fondazione Paolo Procacci, l’evento è promosso dalla Consulta delle Elette del Piemonte in collaborazione con la Commissione regionale per la Terapia del Dolore. Obiettivo dell’incontro: informare e sensibilizzare la popolazione sul tema della sofferenza inutile, problematica dal rilevante impatto sociosanitario, tanto da colpire, nella sua forma cronica, fino a 600.000 piemontesi. Diversi studi hanno recentemente messo in evidenza come le donne siano più soggette a sviluppare patologie che si accompagnano a dolore rispetto agli uomini. “Per questo abbiamo deciso di affrontare il tema dal punto di vista femminile”, sottolinea Giuliana Manica, Presidente della Consulta delle Elette del Piemonte, che avrà il ruolo di introdurre e moderare la tavola rotonda. “La discussione si focalizzerà sul dolore cronico quale esperienza complessa, con risvolti psicologici notevoli che possono portare anche all’isolamento dell’individuo. Siamo infatti di fronte a un fenomeno che coinvolge il corpo e la mente: chi ne soffre lamenta un peggioramento notevole nella qualità della vita. Il 30% dei malati non riesce a condurre un’esistenza autonoma, il 27% ha difficoltà a mantenere le proprie relazioni familiari e sociali. Circa il 50% della popolazione adulta soffre a causa di uno o più tipi di dolore. L’impatto socioeconomico è quindi notevole, in termini di costi diretti per il Ssn e indiretti per le assenze dal lavoro, oltre al profondo disagio esistenziale che è difficile quantificare economicamente”. Il Piemonte ha posto un’attenzione prioritaria alla gestione della malattia dolore, come dimostra l’iter attuativo della Legge 38 implementato a livello locale. Dopo la delibera del 30 ottobre 2012 che ha individuato i 4 centri Hub e i 22 Spokes della Regione, questo percorso è stato completato con la definizione dei criteri di accreditamento per le diverse tipologie di strutture e l’introduzione di specifici consensi informati per le procedure ad elevata complessità. L’iter è stato illustrato da Rossella Marzi, Coordinatore della Commissione regionale Terapia del Dolore, tra i relatori dell’evento: “A tre anni dall’approvazione della Legge 38, dobbiamo considerare terminato il momento della teoria, ai cittadini serve concretezza, agli operatori serve il giusto orientamento verso strutture certificate in grado di erogare prestazioni corrette. Ne deriva la necessità di soluzioni in grado di generare risultati misurabili. Su questa linea, con Determina n°156 del 7 marzo 2013, è stata riordinata la rete algologica piemontese. Nel 2013 la Commissione Regionale continuerà il proprio lavoro, nell´ambito del mandato assegnatoci, al fine di dare piena attuazione a quanto disciplinato dall´Intesa del 25 luglio 2012, in particolare per quanto riguarda la stesura di specifici Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali per l´individuazione degli indicatori di qualità e di risultato, perseguendo il continuo miglioramento dell´offerta assistenziale ai cittadini piemontesi. Oggi possiamo avvalerci di tante armi efficaci per sconfiggere il dolore, da quelle farmacologiche a quelle più invasive, che però sono da riservare solo ai casi più complessi; ad esempio, i pazienti ascrivibili a interventi di neuro stimolazione e neuro modulazione sono circa 120 all’anno”. L’incontro del 12 aprile sarà una preziosa occasione di dialogo e confronto che coinvolgerà non solo medici e Istituzioni, ma anche i pazienti e la cittadinanza verso cui ancora molto occorre fare in termini di comunicazione e sensibilizzazione: “Non basta una legge per alleviare la sofferenza. Occorre promuovere un cambiamento culturale: una capillare campagna di informazione e formazione per il personale sanitario, che migliori anche la comunicazione con il paziente, e una maggiore informazione tra la popolazione, perché non si rassegni a convivere con il dolore. Ed è su questo terreno che l’azione della Consulta delle Elette del Piemonte diventa più incisiva: l’impegno culturale, la condivisione delle esperienze, il legame forte tra le donne e chi le rappresenta nelle Istituzioni. Per queste ragioni realizzeremo analoghe iniziative in altre realtà della regione” conclude Giuliana Manica. Se la Consulta delle Elette proseguirà in questo progetto di sensibilizzazione a livello regionale, l’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore lo estenderà a livello nazionale, attraverso incontri analoghi a quello torinese del 12 aprile, che verrà quindi replicato nel corso dell’anno in altre regioni italiane, approfondendo nuovi argomenti. Riflessioni conclusive e valutazioni sull’utilità e i risultati ottenuti grazie al progetto, verranno poi affrontate in occasione del Congresso Nazionale Aisd 2014.  
   
   
OSPEDALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI DI PORDENONE : NUOVO LASER GUARISCE L’IPERTROFIA PROSTATICA  
 
Pordenone, 10 aprile 2013 - La Patologia Urologica Maschile Piu´ Diffusa “L’ipertrofia prostatica” spiega il dottor Antonio Garbeglio, direttore della Struttura Complessa di Urologia della Aosma di Pordenone, “è la patologia urologica più diffusa negli uomini over 50, seconda in Italia solo alla ipertensione arteriosa ed è´ responsabile di importanti disturbi della sfera urinaria che influiscono pesantemente sulla qualità di vita. Tra tutti, il getto indebolito, le levate notturne per lo stimolo urinario, lo sgocciolamento, la sensazione di incompleto svuotamento, l’urgenza minzionale se non l´incontinenza da urgenza, l’aumentata frequenza diurna e, nei casi più seri, la ritenzione urinaria che necessita nella fase acuta di un catetere. Possono coesistere anche disturbi della sfera sessuale, quali il deficit dell´erezione e problemi di eiaculazione”. Una Nuvola Di Vapore “La recente metodica messa a punto negli Usa, sfrutta l’azione di un laser al triborato di litio ad alta potenza che vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico ripristinando un’ adeguata funzione urinaria . Greenlight salvaguarda la cotinenza urinaria e la potenza sessuale. Sulla base dei dati disponibili infatti, nessun paziente trattato con il laser verde ha sviluppato un deficit erettile secondario alla procedura.” Senza Bisturi "Greenlight laser è una procedura mininvasiva , si effettua per via endoscopica in anestesia spinale. La fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, raggiunge il tratto di uretra a valle della vescica, le cui pareti sono delimitate dalla prostata, e vaporizza il tessuto prostatico in eccesso fino ad una adeguata apertura del canale uretrale senza provocare sanguinamento. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una- due notti di ricovero e riprende le normali attività nel giro di una settimana. Il laser verde amplia le opzioni terapeutiche per la cura dell’Ipb e si affianca alla resezione endoscopica della prostata (Turp) il trattamento tuttora considerato di riferimento”. Anche Con Anticoagulanti E Pacemaker Continua il dottor Garbeglio: “L’immediato effetto coagulativo dell’area trattata consente di intervenire in sicurezza anche su pazienti affetti da malattie cardiovascolari e della coagulazione, in cura con farmaci antiaggreganti o anticoagulanti, e pertanto ad alto rischio di sanguinamento intraoperatorio. Questi pazienti possono infatti essere sottoposti al trattamento laser senza sospendere la terapia. Non solo, Greenlight laser è utilizzabile in sicurezza anche nei pazienti portatori di pace-maker, in quanto non richiede l’impiego di fonti di energia elettrica controindicato in questi casi”. Liste Di Attesa, Posti Letto"ogni anno in Italia vengono effettuati migliaia di interventi per Ipb, una non trascurabile percentuale dei quali ancora con tecniche invasive, a cielo aperto, con degenze fino a 5-7 giorni e con un significativo impatto sulla occupazione dei posti letto. La fotovaporizzazione laser, potenzialmente applicabile anche a prostate di grosse dimensioni, e caratterizzata da degenza brevi, potrebbe determinare una sensibile riduzione dei giorni di degenza con vantaggi, in tempi di spending-review, in termini di costi sanitari e di liste d´attesa”. In Italia Come Negli Usa La nuova tecnica laser, impiegata con successo in più di 500mila pazienti nel mondo, è disponibile, a totale carico del Ssn, presso l’Ospedale di Pordenone ed in altri Ospedali della Penisola. Allo stato attuale, i centri urologici che abitualmente utilizzano questa tecnica sono 15, uniformemente distribuiti e con una casistica complessiva di oltre 1.000 interventi. "Negli Usa e in Inghilterra” conclude il dottor Garbeglio “la vaporizzazione prostatica con il Greenlight, grazie all’assenza di sanguinamento e alla possibilità di una precoce rimozione del catetere, viene spesso eseguita in regime di Day Surgery e il paziente può essere dimesso il giorno stesso. Una delle prospettive future è quella di poter allineare la nostra esperienza a quelle dei paesi sopraccitati, per raggiungere una percentuale di trattamenti con Greenlight in regime di Day Surgery pari al 50-60% del totale”.  
   
   
REGIONE PUGLIA INCONTRA AMMINISTRATORE DELEGATO OSPEDALE UNIVERSITARIO DEL BAHRAIN  
 
Bari, 10 aprile 2013 - L’assessore alla Sanità, Elena Gentile, ha incontrato ieri mattina in Presidenza una delegazione del King Hamad University Hospital, guidata dall’Amministratore delegato, dr. Shaikh Salman Bin Attiyatulla Al Khalifa, in Puglia per consolidare i rapporti sviluppatisi grazie al Pon R.a.i.s.e., il cui obiettivo è la promozione di una ricerca trasversale sulla diagnosi e la stadiazione dei tumori neoroendocrini, attraverso l’utilizzo di una piattaforma ad alto contenuto tecnologico ed innovativo nell’ambito dell’imaging molecolare che organizza in rete le diverse realtà pugliesi che operano nel settore. Università, Medicine Nucleari e la Regione, attraverso l’Agenzia Sanitaria Regionale, Ares. L’assessore Gentile, che ha avuto parole di forte apprezzamento per una collaborazione scientifica che , grazie alla realizzazione di un gruppo di lavoro in Biomaging ( che vede Ares Puglia al lavoro con Biofordrug srl, uno spinoff del Dipartimento di Farmacia-scienze del Farmaco dell’Università di Bari e con Itelpharma, divisione radiofarmaci di Itel Telecomunicazioni) si è posta obiettivi estremamente significativi. Sui possibili risultati del gruppo di lavoro ha mostrato interesse e disponibilità alla cooperazione anche il King Hamad University Hospital, ospedale universitario all’avanguardia in terapia e ricerca. Da qui i rapporti con il gruppo di lavoro pugliese e la visita del dr. Shaikh Salman Bin Attiyatulla Al Khalifa. Da parte del Presidente Vendola, assente per impegni romani, l’assessore Gentile ha donato all’ospite un volume fotografico sulle meraviglie della Puglia, con l’invito a ritornare presto.  
   
   
A FIRENZE IL V° CONGRESSO SISQT QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ, PAROLE CHIAVE PER GARANTIRE IL FUTURO DEI TRAPIANTI  
 
Firenze, 10 aprile 2013 - Prende il via oggi ni a Firenze il quinto congresso della Società Italiana sulla Qualità e Sicurezza nei Trapianti (Sisqt), che si tiene per la prima volta quest’anno congiuntamente al congresso dell’International Transplant Nurses Society (Itns) dando così vita a un modello d’integrazione interdisciplinare tra medici, infermieri e personale di assistenza sanitaria (biologi, tecnici dei servizi sanitari, psicologi). Presidente del congresso e della Sisqt è il professor Franco Filipponi, Direttore dell’unità operativa di Chirurgia Epatica eTrapianto di Fegato, dell’azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Questi i temi principali del congresso: I costi. Tema principale dell’edizione 2013 del congresso annuale Sisqt è la sostenibilità, un elemento di grande attualità sia a livello nazionale, che internazionale. Per avere la possibilità di continuare a fare trapianti di organo è necessario ottimizzare le risorse e, oggi più che mai, evitare sprechi, visti i costi elevatissimi di queste procedure. Un trapianto di fegato negli Usa costa circa 200.000 dollari, mentre in Italia per questa procedura si spendono 90.000 euro, cioè circa la metà. Questa differenza sostanziale è legata al fatto che i trapianti d’organo negli Usa si fanno solo in grandi istituzioni private, alle quali si può accedere solo con assicurazioni importanti e solo lasciando una ‘caparra’ pari al 90% del costo totale. Completamente diversa è la situazione in Europa, dove i trapianti d’organo possono essere fatti solo nelle strutture pubbliche, dove si tutelano con l’anonimato sia le famiglie del donatore che del ricevente e a costi estremamente ridotti rispetto agli Stati Uniti. I farmaci immunosoppressori, fondamentali per la riuscita del trapianto incidono per il 25% dei costi totali. Dal 2°al 5° anno, la principale voce di costo (circa il 60% del totale) per un trapiantato è data dalla spesa per i farmaci immunosoppressori. I farmaci generici in questo campo sono mal visti da tutto il mondo trapiantologico perché questi farmaci hanno delle loro peculiarità che li rendono inadatti: avere delle significative variazioni fra i vari farmaci generici. Questa voce di spesa dunque al momento non appare comprimibile. Né è al momento assolutamente immaginabile di poter fare trapianti senza immunosoppressori, anche se tutto il mondo lavora da anni al sogno di poter realizzare un giorno un trapianto di un organo ‘solido’ senza bisogno di ricorrere ai farmaci immunosoppressori. Per ora i farmaci immunosoppressori dunque dobbiamo continuare ad utilizzarli e devono essere di altissima qualità e di efficacia sempre riproducibile. Raramente si sono osservati casi in cui dopo 10-15 anni dal trapianto è stato possibile abbandonare il farmaco immunosoppressore, ma si tratta di casi aneddotici. Le novità in campo farmacologico. Da alcuni anni disponiamo di farmaci molto importanti sul versante dell’immunosoppressione e altri sono all’orizzonte; ma la vera novità nel campo dei trapianti arriverà con il prossimo autunno quando saranno disponibili i nuovi anti-virali diretti contro il virus dell’epatite C (boceprevir e telaprevir). Mentre disponiamo dall’ inizio degli anni 2000 di antivirali anti epatite B, ancora non avevamo nulla contro il virus dell’epatite C e questo poneva seri problemi di gestione dei pazienti trapiantati con infezione cronica da Hcv. I trapianti di staminali. Di recente ha fatto un grande clamore il caso Stamina. Ebbene va detto e ribadito a chiare lettere che al momento le staminali non rappresentano un’alternativa terapeutica valida e realistica nel campo dei trapianti. Non abbiamo, se non in alcune rare malattie ematologiche, una cellula staminale in grado di indurre un beneficio a carico degli organi solidi, quali fegato, rene, cuore. Siamo in una fase ancora di ricerca, puramente sperimentale. Di certo, tutti i centri ricerca del mondo stanno lavorando a questo tema che rimane tuttavia, oggi come oggi, più una chimera che altro, al di là del contesto ematologico. Le infezioni emergenti nel campo dei trapianti. Importante l’impatto dei nuovi virus, ma anche il ritorno di molte malattie che forse avevamo ormai ‘archiviato’ e che invece, con l’arrivo dei nuovi migranti, stanno riproponendosi nel mondo occidentale. Penso alla tubercolosi ma anche a tutta una serie di parassitosi, quali la scabbia. Si tratta di un nuovo challenge, vista la scarsa conoscenza di queste malattie da parte dei medici ormai non più abituati a vederle da decenni. I trapianti ‘estremi’: sicuramente si tratta di numeri molto limitati che riguardano tecniche e modalità ancora pionieristiche. Però sappiamo bene che sono stati realizzati alcuni trapianti con risultati non indifferenti sia per la faccia che per la mano, che per le braccia. Abbiamo dunque queste nuove possibilità, che possono tuttavia comportare dei gravi problemi di accettazione psicologica. Come insegna il caso del primo trapiantato di mani, sopravvissuto due anni al trapianto e poi suicidatosi perché non riusciva ad accettare come sue le mani di un ‘altro’. Questo a riprova del fatto che il mondo dei trapianti non ha nulla a che fare con le modalità assistenziali tradizionali. I problemi di ‘riconoscimento’ sono molto importanti soprattutto nei primi 12 mesi. Il follow up del trapiantato. Lo studio B-serious. Abbiamo compreso tutti con chiarezza che l’aderenza alle terapie nel mondo dei trapianti ma non solo, è l’aspetto fondamentale. Un paziente che non riesca ad avere comportamenti utili alla gestione dell’organo che ha ricevuto, diventa un serio problema perché è un paziente che è stato mal valutato e mal selezionato. C’è un 33% circa di pazienti che nel tempo ricadono nelle loro abitudini precedenti (alcolismo, abuso di sostanze di varia natura, ecc). E questo è uno degli elementi che ormai abbiamo ben chiarito e sul quale ci stiamo impegnando in maniera molto puntuale, perché questo significa, da una parte che un fegato o un rene o un cuore dati a quel paziente rappresentano una risorsa mal utilizzata; dall’altra che tutto questo si trasformerà in un disastro per il ricevente, che ha deciso con quell’atteggiamento purtroppo di non continuare a vivere Il fumo. Rappresenta l’ultima frontiera, nel senso che fino ad oggi si continuava a dare la precedenza ad altre problematiche (es. Alcolismo), senza pensare troppo al fumo. Invece ormai abbiamo focalizzato alcuni aspetti, quali ad esempio che le sostanze nocive contenute nel fumo si depositano nel fegato trapiantato; allo stesso tempo il fumo provoca anche un danno estremamente importante che può colpire ogni organo. Anche il fumo rappresenta dunque un problema di mancata aderenza, qualora si intenda andare al trapianto avendo ancora il fumo a disposizione. Anche il fumo dunque rientra nelle mancate aderenze e può diventare anche un criterio di esclusione dal trapianto. Un paziente che fuma 40 sigarette al giorno ha un criterio di controindicazione evidente al trapianto. Viceversa se il paziente riesce a rinunciare al fumo, viene immediatamente ripreso in considerazione per il trapianto. La sostenibilità dei trapianti. Nella crisi a mio avviso si possono trovare degli spazi anche importanti per riuscire a migliorare alcuni aspetti della sanità. Nel caso del trapianto di fegato ad esempio,molto importante è cercare di anticipare i tempi del trapianto di un anno- un anno e mezzo per avere un paziente in condizioni migliori e che potrà avere la possibilità di uscire dall’intervento più rapidamente, in 10-15 giorni. Nello stesso tempo è fondamentale esercitare un follow up, un controllo periodico, molto stretto.  
   
   
OLTRE MILLE TRAPIANTI IN 10 ANNI GRAZIE ALLE DONAZIONI EFFETTUATE NEGLI OSPEDALI DELLA ASL DI FIRENZE  
 
Firenze, 10 aprile 2013 - Sono oltre un migliaio le persone che fra il 2002 e il 2012 si sono sottoposte a trapianto di organi o di tessuti grazie alle donazioni di pazienti deceduti nei quattro ospedali dell’Azienda sanitaria di Firenze che avevano dato il loro consenso all’espianto. In questo decennio nei reparti di rianimazione dell’Azienda sono stati effettuati accertamenti di morte con criteri neurologici di 218 pazienti deceduti con lesioni cerebrali acute (100 a Ponte a Niccheri, 62 a Santa Maria Nuova, 28 a Torregalli ed altrettanti a Borgo S. Lorenzo), i quali sono stati individuati come potenziali donatori di organi. Il 60% di questi ha donato almeno un organo idoneo per il trapianto. In linea con il tasso medio regionale nel 27% dei casi c’è stata, o da parte dei familiari o per le volontà espresse in vita dal deceduto, un’opposizione alla donazione. Complessivamente sono stati prelevati 345 organi: 226 prelievi di rene, 111 di fegato, 4 di cuore, 2 di polmone e altrettanti di pancreas. Di questi organi, ben 205 sono stati trapiantati con successo in pazienti in lista di attesa in Centri trapianti regionali – Careggi a Firenze, Le Scotte a Siena e Cisanello a Pisa -, nazionali e, in un caso, a livello europeo. «La discrepanza tra organi prelevati ed organi trapiantati – spiega il dottor Alessandro Pacini, direttore del Coordinamento donazioni e trapianti dell’Asl 10 – è nella norma e si spiega con l’età dei pazienti deceduti, spesso molto anziani, con una media intorno ai 75 anni. A quell’età, e anche dopo, non si possono donare tutti gli organi, ma altri sì, come il fegato, per esempio, che non risente per niente del passare del tempo e può salvare la vita a pazienti anche molto giovani». La donazione ed il prelievo non ha interessato solo gli organi, ma anche i tessuti, come ad esempio la cornea, la cute, i segmenti ossei, le valvole cardiache. I tessuti, oltre che nei precedenti donatori di organi, possono essere prelevati anche in tutti i pazienti deceduti per arresto cardio-respiratorio sia nei vari reparti di degenza che altrove. «Il limite di 75 anni previsto per il prelievo di cornea e cute – aggiunge Pacini – mostra che anche in questo caso il margine di donazione è ampio. La cornea, in particolare, può essere prelevata anche in pazienti affetti da neoplasie solide. Per questo negli Hospice dell’Azienda è stato avviato un programma di donazione di cornee». Nel decennio 2002-2012 negli ospedali dell’Azienda sanitaria di Firenze ci sono stati 485 donatori di cornea che hanno permesso il trapianto a più di 600 pazienti in lista di attesa; 26 di cute i cui tessuti hanno salvato diversi pazienti gravemente ustionati; 11 donatori di tessuto muscolo scheletrico impiantato in decine di pazienti affetti da patologie osteoscheletriche gravi; 6 donatori di valvole cardiache. I programmi di prelievo di organi e tessuti sono attivi in tutti gli ospedali fiorentini. «È importante fare una scelta in vita – conclude il dottor Pacini – in modo da non lasciare i familiari soli nel momento del dolore. I modi per manifestare la propria volontà sono molteplici e vanno usati, senza porsi il problema di non essere idonei perché ci consideriamo troppo vecchi o malati. La dichiarazione di volontà può essere sottoscritta presso i Cup dell’Azienda e nei prossimi mesi il Comune di Firenze darà la possibilità di dichiararsi donatori anche presso gli uffici dell’anagrafe in occasione del rinnovo della carta di identità. Sono valide anche la dichiarazione all’Aido, il tesserino blu del Ministero o una semplice dichiarazione olografa. L’importante è portarli sempre con se». Informazioni sulle donazioni si trovano nel sito internet http://www.asf.toscana.it/  o telefonando allo 055-6937682.  
   
   
OSPEDALE DI PESCIA: NESSUNA CHIUSURA, MA RIORGANIZZAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE  
 
Pescia, 10 aprile 2013 – “Ho letto di allarmi e preoccupazioni per la sorte di questo ospedale, per questo voglio tranquillizzare cittadini, operatori, amministratori. Non ci sarà nessuna chiusura, ma una riorganizzazione e razionalizzazione. Come peraltro sarà per tutti gli ospedali. Siamo in una fase di ridisegno della rete ospedaliera: tutti gli ospedali faranno parte di questa rete, svolgendo ognuno la propria funzione”. L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni è stato ieri a visitare l’ospedale dei Ss. Cosma e Damiano, a Pescia, accompagnato dal direttore della Asl 3 di Pistoia Roberto Abati e da tutti i sindaci della Valdinievole. La visita ha toccato tutte le zone dell’ospedale (225 posti letto + 24 di day hospital e 17 di day surgery), compresi il cantiere del nuovo pronto soccorso, che sarà pronto a settembre, e l’edificio della ex filanda, che ospita emodialisi, riabilitazione, ambulatori e oncologia. La visita dell’assessore era stata preceduta da una serie di allarmi, riportati nei mesi scorsi dai media, su paventate chiusure o consistenti riduzioni di attività all’interno dell’ospedale. “Ai cittadini non sarà tolto alcun servizio – ha assicurato l’assessore – Stiamo riorganizzando il nostro sistema sanitario per farlo sopravvivere, in questa situazione drammatica che sta attraversando il Paese. La nostra sfida è cambiare molto all’interno del sistema per non cambiare all’esterno, perché ai cittadini sia garantito lo stesso livello dei servizi. Siamo in una fase storica, per il Paese e per la sanità, in cui c’è una fortissima riduzione di risorse. Invece che subire senza reagire, con il rischio di un progressivo, inevitabile impoverimento del sistema, abbiamo fatto la scelta di reagire a testa alta, con scelte coraggiose di cambiamento. La riforma che stiamo facendo è il nostro modo di rispondere alla situazione drammatica che ci troviamo di fronte. Questa riorganizzazione che abbiamo intrapreso ci eviterà di entrare in un declino, in una filiera negativa che vogliamo assolutamente evitare”. L’assessore ha illustrato le linee guida della riorganizzazione in atto: forte potenziamento della rete territoriale e revisione della rete ospedaliera: “Un letto vuoto, che non lavora – ha spiegato – è uno spreco e toglie risorse a cose che servono”. Rivolto agli operatori dell’ospedale, Luigi Marroni ha sottolineato “la passione, la dedizione, l’entusiasmo con cui mi hanno mostrato le ottime cose che sono state fatte negli anni. Il fatto che in questo ospedale stiamo continuando a investire, nel nuovo pronto soccorso e con altri investimenti in atto – ha aggiunto – è il segnale di un’attenzione da parte della Regione. Non è mai stata messa in dubbio l’esistenza dell’ospedale di Pescia, né il fatto che i cittadini riceveranno anche in futuro gli stessi servizi: nessun depotenziamento”, ha ripetuto ancora una volta nell’incontro che si è tenuto a conclusione della visita. L’assessore ha insistito ancora sulla necessità di intervenire operativamente per far fronte alla crisi in atto: “L’inerzia ci porterebbe a star peggio, ci farebbe entrare in una spirale negativa. Se non si facesse questa riforma, sarebbe un vero disastro. Certo, ora siamo in una fase delicata e difficilissima, in cui abbiamo dato inizio alla riorganizzazione, ma ancora non abbiamo visto niente di concreto. Sono necessari i tempi tecnici per vedere i risultati, in fondo la riorganizzazione è partita solo tre mesi fa”. Quanto all’ascolto dei cittadini e al coinvolgimento dei sindaci, “verremo incontro a tutte le esigenze – ha detto l’assessore – In questo periodo sto incontrando tutte le conferenze dei sindaci, c’è il massimo ascolto delle esigenze locali e dei professionisti”.  
   
   
DI SANITÀ SI OCCUPA LA REGIONE LAZIO, CHIUDIAMO ‘ASP’, L’AGENZIA CHE AUMENTA COSTI E BUROCRAZIA  
 
Roma, 10 aprile 2013 - In questi giorni al Consiglio regionale è in discussione il bilancio della Regione. La legge stabilisce che bisogna approvarlo entro il 30 aprile. "Visti i tempi stretti che abbiamo, l´impianto sarà in gran parte quello ereditato dalla vecchia amministrazione", ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Vogliamo dare segnali chiari - ha aggiunto - sugli impegni presi sul tema della sanità e su quello della razionalizzazione delle nostre aziende. Chiuderemo l´Asp, l´Agenzia di Sanità Pubblica, e trasferiremo le sue funzioni agli uffici della Regione, salvando quindi i posti di lavoro. Troppi luoghi dove si prendono le decisioni, infatti, contribuiscono alla confusione che abbiamo trovato". L´asp costa 16 milioni l´anno, ha 38 dirigenti e 104 dipendenti. Le sue funzioni possono essere benissimo svolte all´interno dei dipartimenti, delle strutture commissariali e dell´assessorato. In questo modo la Regione risparmierà circa 8 milioni di euro ogni anno, che investirà nei servizi della sanità sul territorio. "Crediamo sia giusto dare segnali di riorganizzazione del sistema sanitario regionale e affrontare il tema dei costi che era diventato esorbitante. Con questo bilancio - ha aggiunto Zingaretti - vogliamo dare un segnale importante per ridurre la spesa e migliorare i servizi, rendendo la Regione più efficiente e vicina alle persone".  
   
   
SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI, 360 ML PER PAGAMENTI FORNITORI ASL COMMISSARIO,ALTRI 118 ML DA PREMIALITA´.SI ANTICIPA GOVERNO  
 
Pescara, 10 aprile 2013 - L´abruzzo ha sbloccato 242 milioni di euro per effettuare i primi pagamenti verso i fornitori delle Asl, cui si aggiungeranno ulteriori 118 derivanti dalla premialità. Lo ha annunciato il commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi, nel corso della conferenza stampa durante la quale sono stati illustrati i risultati del Tavolo di monitoraggio che si è svolto l’ 8 aprile a Roma. "Prima ancora che il decreto nazionale diventi operativo - ha spiegato Chiodi - la Regione Abruzzo, ritenendo quella dei pagamenti dei debiti verso le imprese una necessità indefettibile, vista la crisi, ha compiuto uno sforzo gigantesco per cogliere questo importante obiettivo, che consentirà una iniezione di liquidità nel sistema di tutto rispetto". E non è tutto. Infatti Chiodi annuncia che alla somma dei 242 ml, già trasferita alla Sanità dal 28 marzo, si aggiungeranno, dopo la conclusione dell´iter governativo, ulteriori 118 milioni di euro derivanti dalla premialità che la "Regione Abruzzo si è saputa guadagnare, raggiungendo risultati positivi nella gestione dei bilanci e della sanità". "In questo modo - ha concluso il Commissario - la Regione, con questa considerevole dotazione finanziaria, migliorerà anche i tempi medi di attesa dei pagamenti che oggi ci attestano al nono posto della classifica nazionale".  
   
   
SANITA´:CHIODI,SALE A 47 ML AVANZO BILANCIO.BALZO DEI LEA COMMISSARIO ANNUNCIA BLITZ NEI REPARTI PER LISTE ATTESA  
 
Pescara, 10 aprile 2013 L´abruzzo permane in equilibrio finanziario anche nel 3 anno consecutivo, con 5 ml di avanzo. Lo certifica il Tavolo di monitoraggio che prende anche atto di un avanzo complessivo di bilancio della Regione pari a 47 milioni di euro, compresa la fiscalità regionale. L´equilibrio economico dei 5 milioni in Sanità viene raggiunto senza tasse aggiuntive e senza tagli alla spesa. Balzo della Regione sugli indicatori riferibili ai livelli essenziali di assistenza (Lea): si passa da una valutazione "critica" del 2009, con punteggio 122, a una valutazione "adempiente con impegno" del 2011, con 145 di punteggio. Il Commissario ad acta per la sanita, Gianni Chiodi, che in una conferenza stampa ha reso noti i risultati "certificati" ieri dal Tavolo di monitoraggio che si è svolto a Roma, dopo un esame durato oltre 4 ore, ha puntualizzato che l´equilibrio economico "è stato raggiunto senza tagli alla spesa, come qualche voce fantasiosa afferma, ma con una ricomposizione delle voci. Infatti - ha precisato - i costi interni che comprendono il personale, i prodotti farmaceutici e beni e servizi sono aumentati del 4. 35 per cento rispetto al 2008. Evidentemente nella spesa si è guardato alla prospettiva dei Lea". Infatti, l´Abruzzo è stata poi sottoposta anche all´esame dei Livelli essenziali di assistenza dal solo Ministero della Salute, ottenendo un deciso miglioramento delle proprie offerte sanitarie rispetto al 2009. Si passa infatti da una valutazione "critica" ad una di "adempiente con impegno". "Il nostro obiettivo - ha pronosticato il Commissario - è posizionarci, entro il prossimo anno, tra le fantastiche nove regioni che garantiscono i Lea". Chiodi ha poi precisato che "una cosa sono i dati e le misurazioni standardizzate dal Ministero altra cosa è la qualità percepita dai cittadini. Accanto alle prestazioni soddisfacenti c´è anche il disgusto delle liste di attesa", e annuncia blitz a sorpresa negli ospedali. "Sono convinto - ha detto - che speso si tratta di una manchevole organizzazione. So di macchinari che non funzionano neppure". Nel lungo elenco dei dati forniti ci sono anche quelli riferibili al costi per i privati che nel 2012 si riducono del 3,2 per cento rispetto al 2008, così come ridotta è la farmaceutica convenzionata del 16 per cento. Rispetto alla farmaceutica territoriale il giudizio del Ministero è stato positivo: l´Abruzzo è il linea con l´andamento nazionale e dai dati presentati sta rispettando il tetto fissato dal decreto della spending review. L´equilibrio economico dei conti ha dato ulteriori frutti, come lo sblocco del turn over e l´assunzione di 1.519 operatori del settore nelle Asl.  
   
   
SANITÀ IN ABRUZZO: CHIODI,TRA DEBITI FATTURE INSUSSITENTI O INESIGILI CAPIRE COME SI E´ ARRIVATI AL DEFAULT  
 
Pescara, 10 aprile 2013 - "Fatture per forniture sanitarie ricontrollate una per una per il periodo anteriore al 2006 che parlano anche di debiti inesigibili o insussistenti e che ridimensionano la portata del debito regionale di diverse decine di milioni di euro". Lo ha affermato l´assessore al Bilancio, Carlo Masci, durante la conferenza stampa convocata dal Commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi, sui risultati del tavolo di monitoraggio. Masci ha parlato di oltre 232 mila fatture ricontrollate dal Settore di cui 131 mila certificate. "I risultati finali che daremo nel corso di un nuovo incontro con la stampa, al termine di questo nostro lavoro straordinario che ci ha visto esaminare l´ordine delle fatture, la certificazione e il pagamento come in una specie di filiera, diranno che questa Regione ha meno debiti di quelli che pensava di avere. Ma non è meno grave per le conseguenze che sono derivate dall´assenza di controlli. Noi - ha concluso - avevamo l´impegno di far funzionare il sistema ma anche di capire cosa sia successo nel passato, perché si è arrivati sull´orlo del default. Un´epoca che ha prodotto un buco senza che ci fosse stato un controllo". "E´ chiaro che i risultati di questa indagine certosina e che saranno dati alla stampa e offerti all´opinione pubblica - ha specificato il commissario Chiodi, non hanno proporzioni ampie come quelle del debito accumulato ma sicuramente sul piano etico e morale pongono interrogativi".  
   
   
PEGASO 2013, PER LUCA TESCONI UN ALTRO CENTRO DOPO LONDRA 2012  
 
Firenze, 9 aprile 2013 – Due successi non paragonabili, un argento olimpico (per di più alla prima esperienza) e un Pegaso per lo sport. Comunque un altro centro importante per il 31enne di Pietrasanta Luca Tesconi che ieri pomeriggio a Firenze, nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti, ha ricevuto la statuetta raffigurante il Pegaso che ogni anno la Regione assegna a un atleta o a una società che si sono particolarmente distinti nella stagione precedente. Il nome del vincitore quest’anno è stato tenuto segreto fino all’ultimo. Insieme a Tesconi sono arrivati in finale Sara Turrini (nuoto pinnato), livornese figlia d’arte medaglia di bronzo agli Europei 2012 e la società Tau Altopascio Calcio, vincitrice nella passata stagione del titolo italiano nella categoria Allievi dilettanti. L’argento olimpico di Luca Tesconi ha fissato due primati: è stata la prima medaglia della spedizione azzurra a Londra 2012 ed anche la prima della carriera dell’atleta toscano, che al massimo, fino a quel momento, non era mai andato oltre il 10° posto. Una medaglia che definire inaspettata forse non rende l’idea. Il tiratore versiliese è arrivato a Londra con il 27esimo posto nel ranking mondiale. É riuscito a qualificarsi per la finale, alla quale hanno accesso i primi otto, in quinta posizione e durante la finale è sceso anche in sesta posizione, a metà gara. Ma ha costruito il suo capolavoro con gli ultimi 5 colpi: 10.7, 10.7, 10.5, 10.5 e 9.7. I 584 punti finali gli sono valsi l’argento, con il serbo Zlatic che deve accontentarsi del bronzo mentre il sudcoreano Jin Jong-oh si è portato a casa l’oro. L’ultima medaglia azzurra nella pistola risaliva al 1996, Olimpiadi di Atlanta, oro di Roberto di Donna. Il successo di Tesconi a Londra è stato il frutto di una passione nata quasi per caso, seguendo suo padre al poligono di Pietrasanta. Ma insieme allo sport Luca ha trovato il modo di coltivare un’altra grande passione, quella per la fotografia. Lo scorso 9 marzo infatti ha aperto nella sua città natale, a Pietrasanta, la sua prima mostra fotografica dal titolo ‘Non luogo’. La mostra è dedicata ai manicomi, edifici abbandonati che ancora si portano dietro le tracce della disperazione e del dolore delle persone che ci hanno vissuto. ‘Non luoghi’ in cui Luca ha dato sfogo al suo talento di fotografo restituendo tanti piccoli pezzi di esistenze al limite.