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MARTEDì
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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Marzo 2004 |
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ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA INTERVIENE AL VERTICE STRAORDINARIO DELL'UNIONE AFRICANA A SIRTE IN LIBIA |
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Sirte Libia, 2 marzo 2004 – Di seguito il discorso che Romano Prodi Presidente della Commissione europea ha tenuto il 27 febbraio al Vertice Straordinario dell'Unione africana: “Signor Presidente, Presidente Konare, Signori capi di Stato e di governo, Signore e signori, La presenza in Libia È significativo che questo vertice straordinario si svolga in Libia e l'invito che mi avete rivolto è per me un onore. È significativo anche che questo incontro si tenga a Sirte, perché, proprio qui, nel settembre del 1999, è stata posata una delle prime pietre dell'Unione africana, e ciò testimonia del ruolo e della vocazione della Libia nel continente. Da allora, l'Unione africana ha fatto grandi passi avanti. La Libia e il suo leader hanno contribuito al raggiungimento di questi risultati, un ruolo che voglio elogiare. Ora occorre consolidare questi progressi e affrontare le prossime tappe. Sono certo che la discussione odierna sarà un contributo importante. In secondo luogo, questo vertice è un passo cruciale nella serie di significativi sviluppi per la Libia negli ultimi mesi. La Libia ha fatto passi coraggiosi ed è tornata sulla scena mondiale. Questo vertice conferma in pieno il ruolo di primo piano della Libia in Africa. L'unione europea sta per stringere relazioni forti e strutturate con la Libia nel quadro del processo di Barcellona e in modo bilaterale. I colloqui hanno avuto inizio e continueranno nei prossimi giorni e settimane. Io sono a favore di una rapida conclusione di questi colloqui. Il mio messaggio generale per tutti voi oggi è che l'Unione europea userà la sua nuova relazione con la Libia per il bene comune dell'Africa e del Mediterraneo. Abbiamo entrambi relazioni forti nella regione e condividiamo obiettivi comuni rispetto alla sua sicurezza e prosperità. Inoltre, disponiamo delle risorse finanziarie e tecniche per avanzare insieme verso questi obiettivi. Sono convinto che un partenariato fra la Libia e l'Unione europea migliorerà il dialogo anche fra noi e l'Unione africana. Sapete tutti quanto sia importante per noi il sostegno dell'Unione africana e del Nepad e il dialogo Ue-africa; inoltre conoscete bene gli scambi e la cooperazione che abbiamo istituito a tutti i livelli: con singoli i paesi africani, con le regioni e con il continente intero. Di recente, abbiamo avuto l'onore di ricevere in visita alla Commissione europea il Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan. E posso dire che l'Africa è stato il principale tema dei nostri colloqui. Crediamo che il ruolo delle Nazioni Unite sia centrale e anche il Segretario generale apprezza il contributo che l'Europa dà alla stabilità e allo sviluppo dell'Africa. Abbiamo un ruolo complementare che, a sua volta, completa le azioni che verranno prese dall'Unione africana. La partecipazione alla conferenza Ho un ricordo vivissimo del nostro incontro di Maputo del luglio dello scorso anno. In quella occasione, ho potuto constatare i progressi compiuti dall'Unione africana dalla sua fondazione a Durban e le vostre grandi ambizioni per il futuro. Da allora, è stata eletta la vostra Commissione e, sotto la guida del presidente Konare, si è definita la sua visione e la sua missione. Prendiamo atto con grande interesse che il ruolo e il mandato della vostra Commissione stanno crescendo. È entrato in vigore il Protocollo di pace e di sicurezza, verrà presto istituito il vostro Consiglio di pace e di sicurezza, e il vostro Parlamento terrà fra breve la sua sessione inaugurale. Devo dire che state creando e rendendo operative le vostre istituzioni a un ritmo straordinario e questa è la prova del dinamismo dell'Unione africana stessa. Naturalmente, le politiche vengono al primo posto e le istituzioni sono al loro servizio. Anche in questo campo, i vostri progressi sono straordinari. Grazie al Nepad e ai programmi settoriali adottati dalle Conferenze ministeriali si aprono nuove prospettive di sviluppo sociale ed economico per le popolazioni africane. Mi congratulo soprattutto per il Comprehensive Africa Agriculture Development Programme (Caadp) approvato dalla vostra Conferenza sull'agricoltura e attendo di vedere la vostra politica di difesa e di sicurezza comune. Il sostegno dell'Unione europea all'Unione africana Come ho detto a Maputo, l'Unione europea è al vostro fianco per sostenere lo sviluppo di una Unione più forte in Africa, che è il nostro continente partner. Auspichiamo il successo dell'Unione africana nel pieno rispetto della sovranità delle vostre istituzioni e consapevoli che gli indirizzi politici appartengono solamente a voi. Le nostre relazioni sono in primo luogo politiche. Unioni grandi e forti, come la vostra in Africa e la nostra in Europa, sono le colonne sulle quali poggiano la stabilità e la pace in una comunità internazionale oggi fragile e frammentata. Queste Unioni hanno valori comuni, operano per comuni obiettivi e hanno il dovere di collaborare. Ne vedo il riflesso nelle strette relazioni operative che sono emerse fra la Commissione dell'Unione africana e la Commissione europea. Ne vedo il riflesso anche nel dialogo Ue-africa che abbiamo avviato al Cairo quattro anni fa, un dialogo che si articola in maniera sempre più chiara sulle strutture e sui programmi dell'Unione africana. Siamo pronti ad offrire il nostro sostegno tecnico ogni volta che se ne avverta il bisogno; la Commissione europea ha accumulato un grande bagaglio di esperienza al quale potete attingere. Sapete che in diversi campi, come il rafforzamento delle capacità, l'integrazione economica e gli scambi commerciali, la governance e la riforma del settore pubblico, sono già in preparazione alcuni programmi specifici, benché ancora di piccole dimensioni, e che altri programmi sono in via di realizzazione. Conoscete la nostra lunga e multiforme storia di cooperazione con l'Africa: cooperazione bilaterale con i paesi singoli e cooperazione multilaterale con tutte le regioni mediante le Comunità economiche regionali. Ora si aggiunge una dimensione pan-africana che migliorerà la coerenza e l'efficacia complessiva degli interventi. L'efficacia dipende da come strutturiamo il sostegno ai vostri sforzi nel continente: dobbiamo coordinare gli interventi con la vostra agenda e tener conto della vostra visione strategica. Sono lieto di vedere che le ultime due iniziative che abbiamo sviluppato, quella sull'acqua e quella per la pace, sono in linea con le attuali priorità dell'Unione africana così come risulta dall'agenda di questo vertice. Il dispositivo di pace A Maputo lo scorso anno ci avete chiesto di istituire un Dispositivo per le iniziative di pace prese dall'Unione africana e avete sollecitato un sostegno particolare per la vostra ambiziosa architettura di pace e di sicurezza continentale. Da allora è andata avanti l'opera di progettazione secondo le vostre richieste e spero che questo Dispositivo entri in funzione nei prossimi mesi. La vera sfida per entrambe le parti sarà farlo funzionare. Al centro del Dispositivo ci deve essere L'unione africana e la colonna portante deve essere il vostro Consiglio di pace di sicurezza. Fra breve, quando sarà istituito, il Dispositivo offrirà grandi speranze per il futuro dell'Africa. I paesi Acp dell'Africa hanno stanziato finora 250 milioni euro. Ma il Dispositivo è stato voluto da tutti i membri dell'Unione africana ed esso rappresenta per tutti noi l'occasione di riaffermare la solidarietà nel continente. Ciò significa che, quando si presenta la necessità, la risposta giusta dovrà venire dall'Africa e dall'Europa, perché entrambi devono contribuire al bene del paese o della regione in questione. È chiaro che l'istituzione del Dispositivo di pace apre nuovi orizzonti. Sarà uno strumento forte e innovativo a sostegno degli sforzi di pace in Africa che getterà le basi dello sviluppo nelle zone di conflitto. Acqua Al Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg ho avuto il piacere di annunciare l'Iniziativa per l'acqua dell'Unione europea. Assieme alla presidenza dell'Unione, ho firmato il partenariato strategico Africa-ue per le questioni relative all'acqua e agli impianti sanitari con i presidenti Mbeki e Obasanjo in rappresentanza dell'Africa. L'iniziativa per l'acqua ha i seguenti obiettivi: rafforzare l'impegno politico sulle questioni relative all'acqua; creare una piattaforma per intensificare il coordinamento al fine di aumentare l'efficacia dell'assistenza allo sviluppo dell'Unione europea; contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio per quanto riguarda l'accesso all'acqua, le strutture sanitarie e i piani di gestione integrata delle risorse idriche. In particolare, è vitale sostenere la gestione dei bacini transfrontalieri non solo per le questioni relative all'acqua ma anche per migliorare la cooperazione regionale e prevenire i conflitti. Occorrono programmi che producano risultati concreti. Dall'incontro di Johannesburg, l'Africa e l'Europa hanno collaborato allo sviluppo di una strategia di lungo termine che traduca in pratica gli impegni politici. È emerso un approccio che abbraccia tutto il continente è che servirà a mobilitare le risorse necessarie. Accogliamo con piacere il dialogo intenso che si svolge a livello dell'African Ministerial Council on Water (Amcow) e del suo Technical Advisory Committee, nonché all'interno del Nepad. A dicembre, nel corso della Conferenza pan-africana sull'acqua di Addis Abeba, è stato concordato un progetto di massima per un programma strategico e di lavoro ed è stata resa nota una dichiarazione congiunta sul tema del partenariato e sulle questioni relative all'attuazione. Si tratta di uno sviluppo importante che darà indirizzo all'attuazione del nostro partenariato negli anni a venire. Per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del millennio, soprattutto quelli relativi all'acqua e agli impianti sanitari, occorrono più risorse finanziarie. Ma i donatori metteranno a disposizione altro denaro se l'acqua e le strutture sanitarie diventeranno una priorità strategica per i paesi africani. Inoltre, ci vogliono molti più investimenti dal settore privato. Attualmente la Commissione sta studiando come sostenere concretamente l'Iniziativa per l'acqua con risorse finanziarie sufficienti per istituire un Dispositivo per l'acqua. Siamo lieti del sostegno accordato alla proposta da parte dei ministri africani durante la Conferenza pan-africana sull'acqua di Addis Abeba. Mi auguro che il prossimo Consiglio dei ministri Ue-acp decida di varare l'iniziativa. Il Dispositivo per l'acqua è uno strumento innovativo e flessibile. Esso intende fare un uso migliore della cooperazione allo sviluppo e massimizzarne l'effetto leva per attirare gli investimenti privati facilitando le modalità di cofinanziamento. L'iniziativa farà da sostegno e complemento ad altre iniziative e processi africani quali l'African Water Facility. L'iniziativa contribuirà anche a rafforzare la capacità istituzionale e a sostenere i processi per la gestione integrata delle risorse idriche. Soprattutto, grazie ad essa si potranno finanziare le infrastrutture e migliorare i servizi per le popolazioni più povere del continente. Agricoltura L'agricoltura è il tema principale di questo vertice straordinario, e mi trovo d'accordo con le linee generali della posizione dell'Unione africana. Per l'Unione africana l'agricoltura è un fattore importante nello sviluppo economico e sociale di tutto il continente. Occorrono però azioni concrete e occorre rispettare l'obiettivo di Maputo di dedicare all'agricoltura il 10% dei bilanci degli Stati. Mediante il Comprehensive Africa Agriculture Development Programme (Caadp), l'Unione africana e il Nepad riconoscono che il successo dipende dal coordinamento e dalla cooperazione fra i partner africani. Per massimizzare l'impatto degli interventi, occorre coordinare le politiche e le azioni su diversi livelli: continentale, regionale o nazionale a seconda dei casi. Lo sviluppo agricolo dipende anche da un approccio globale che comprenda i progressi nei campi tecnologico e finanziario, il sostegno politico e istituzionale e un ambiente economico stabile. In particolare, l'esperienza dimostra che un quadro istituzionale e politico adeguato devono accompagnare i miglioramenti infrastrutturali. Si tratta di un fattore necessario per sfruttare tutto il potenziale e favorire uno sviluppo agricolo e rurale sostenibile. Infine, è importante che lo sviluppo agricolo venga percepito come una responsabilità africana e questo significa mobilitare soprattutto le risorse finanziarie e umane del continente. Naturalmente, non mancano gli strumenti e i fondi messi a disposizione dai diversi accordi fra l'Unione europea e l'Africa. Gli africani devono utilizzarli al massimo per affrontare concretamente i problemi degli agricoltori, in particolare traendo vantaggio dalle diverse strategie di sviluppo. Soprattutto, c'è la riforma della Politica agricola comune. Noi in Europa vogliamo aprirci ancora di più alle vostre esportazioni. Quasi tutti i prodotti hanno già accesso al nostro mercato, ma vogliamo fare di più. Abbiamo quindi proposto di eliminare tutti i sussidi che danneggiano le esportazioni dall'Africa. Per quanto riguarda il cotone, è nostra ferma intenzione eliminare tutti i sussidi. Continuiamo a lavorare insieme. Conclusioni Ci sono progressi reali sui temi della pace e dell'acqua che segnano l'inizio di una nuova fase nel partenariato fra le nostre due Unioni per il bene di entrambi i continenti e guardando all'ordine internazionale che vogliamo costruire: più equo, più giusto e più sicuro. Signor Presidente, voglio concludere con una nota di ottimismo per la situazione del continente africano. C'è il progresso della vostra Unione. Ci sono le radici gettate dal Nepad nella scena politica africana. Ci sono gli ultimi sviluppi del paese che ci ospita e che ho già sottolineato. C'è un accresciuto interesse verso l'Africa da parte dell'Europa e della comunità internazionale. Ci sono i progressi che ho verificato nel corso dei miei viaggi in Africa occidentale, in Congo, in Burundi e in Ruanda. Ci sono i progressi di cui ho discusso con i Presidenti africani che ho incontrato a Bruxelles. Sulla base di questi fatti, sono ottimista per il futuro dell'Africa. Sapete bene che per tutta la durata del mio mandato, che scade quest'anno, il mio interesse verso l'Africa è sempre stato attivo e appassionato. L'africa è e continuerà ad essere una priorità per l'Europa, sia dal punto di vista politico che da quello finanziario. Voglio cogliere l'occasione di tributare il mio apprezzamento a tutti i Presidenti che sono riuniti qui oggi per tutti questi sviluppi positivi e di inviare loro i miei più caldi saluti. Grazie.” |
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LA FRANCIA LANCIA UNA CAMPAGNA PER L'AVANZAMENTO DELLA SCIENZA E TECNOLOGIA |
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Bruxelles, 2 marzo 2004 - Il 25 febbraio, il ministro francese della Ricerca e nuove tecnologie sig.Ra Claudie Haigneré, insieme al ministro della Cultura e delle comunicazioni Jean-jacques Aillagon, ha presentato al Consiglio dei ministri francese un piano nazionale per l'avanzamento della scienza e della tecnologia. Il piano, che era stato chiesto a gennaio dal presidente francese Jacques Chirac, è destinato a moltiplicare e stimolare le interfacce tra il mondo scientifico e il pubblico generale. 'Ricerca e innovazione sono vitali', ha dichiarato Chirac. 'Esse vanno incoraggiate e sostenute. Ne dipende il nostro futuro. L'investimento nella ricerca è una delle condizioni dell'influenza economica e tecnologica del nostro paese'. Uno degli scopi del piano è creare in ciascuno, ma soprattutto nei giovani, l'interesse per la scienza e la tecnologia e promuovere le carriere scientifiche. I due ministri hanno inoltre spiegato che, in un mondo sempre più definito dalla scienza e dalla tecnologia, è necessario dare al pubblico generale dei migliori punti di riferimento. Il piano ha presentato un certo numero di misure, che verranno prese nel corso del prossimo anno, per potenziare il richiamo della scienza e della tecnologia. In Francia saranno lanciati vari programmi per incrementare l'attrazione degli studi scientifici nelle scuole e nelle università. Le stazioni radio e televisive francesi saranno incoraggiate a diffondere un maggior numero di programmi che promuovono la scienza e la tecnologia. Le 'giornate Internet', che si svolgeranno dal 29 marzo al 4 aprile, saranno dedicate alla promozione della scienza su Internet con il lancio di un nuovo portale destinato al pubblico generale. Allo stesso modo, le Journées du patrimoine del 18 e 19 settembre, che attirano ogni anno undici milioni di visitatori, si svolgeranno all'insegna del tema 'Patrimonio culturale, scienza e tecnologia'. Inoltre la Francia parteciperà all'Anno mondiale della Fisica 2005. Nel campo dell'editoria scientifica si prevedono diverse iniziative: sarà creato un fondo Jules Verne, con un bilancio annuale di 100.000 euro, per agevolare i lavori di pubblicazione e divulgazione a tema scientifico e tecnologico. Inoltre il 'centre national du livre' (centro nazionale del libro) aumenterà gli aiuti alle biblioteche del paese raddoppiando i prestiti, da 300.000 a 600.000 euro. Per completare questa serie di misure, nel 2004 sarà creata una fondazione per la scienza e la tecnologia. Lo scopo della fondazione, finanziata sia dal settore pubblico che da quello privato, sarà di riunire e organizzare le iniziative di scienziati, industria e associazioni. Infolink: http://www.Recherche.gouv.fr/discours/2004/dplancs.htm |
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IL PARLAMENTO EUROPEO PUBBLICA UN BANDO PER SERVIZI DI CONSULENZA SCIENTIFICA |
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Strasburgo, 2 marzo 2004 - Il Parlamento europeo ha pubblicato un bando di gara d'appalto per selezionare un prestatore di servizi incaricato di fornire consulenza scientifica all'ufficio di Valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche del Parlamento europeo (Stoa). La missione dello Stoa è fornire agli eurodeputati e ad altri organismi del Parlamento valutazioni indipendenti e qualitativamente valide delle tematiche scientifiche e tecniche attinenti all'attività di legislatore del Parlamento. Il compito del prestatore di servizi consisterà principalmente nella realizzazione, esclusivamente per conto del Parlamento europeo, di progetti di valutazione tecnologica, nell'ambito dei quali sarà analizzato l'impatto degli sviluppi scientifici e tecnologici, saranno descritte le impostazioni per la risoluzione di questioni problematiche a carattere tecnologico e saranno identificate opzioni politiche per intraprendere azioni che aiutino il Parlamento nell'adempimento delle sue funzioni. Il prestatore di servizi, che dovrà essere capace di operare nelle differenti discipline scientifiche e di presentare in maniera facilmente comprensibile fatti complessi, assumerà la completa responsabilità dei risultati della propria attività. Il lavoro di valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche dovrà essere svolto in piena indipendenza e trasparenza. Il fornitore di servizi dovrà svolgere le seguenti funzioni: attuare i progetti di valutazione tecnologica approvati dal gruppo Stoa (studi a medio e lungo termine); preparare pareri sui progetti di valutazione tecnologica proposti e bozze per i progetti di valutazione tecnologica approvati; garantire l'attuazione scientifica dei progetti di valutazione tecnologica approvati; gestire i progetti e l'aggiudicazione, il sostegno e l'approvazione dei subappalti (relazioni e studi degli esperti); organizzare presentazioni e workshop; preparare relazioni utili al ruolo decisionale del Parlamento; sviluppare una rete di comunicazione con gli organismi europei di valutazione tecnologica; assicurare ogni anno la supervisione di tre borsisti laureati nel settore della valutazione tecnologica. Le domande di partecipazione possono essere presentate da singoli istituti di consulenza e ricerca scientifica con esperienza nella valutazione tecnologica o anche da consorzi di fornitori di servizi (offerta congiunta). La mole di lavoro annua sarà di 4/6 progetti di valutazione tecnologica; nel bilancio 2004 sono stati stanziati 400.000 euro destinati a quest'attività, mentre il finanziamento disponibile negli anni successivi dipenderà dal numero di progetti che la Stoa deciderà di far condurre e dagli stanziamenti di bilancio previsti. Il costo totale per i prossimi cinque anni dovrebbe aggirarsi attorno ai 2.000.000 di euro. Per ulteriori informazioni: Rolf Meyer, Parlamento europeo, Direzione generale per le Politiche interne, Direzione Politiche economiche e scientifiche, Valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche, Asp 6D046, B-1047 Bruxelles, Tel. +32-2-284-0606, Fax +32-2-284-4980 E-mail: Romeyer@europarl.eu.int |
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LEGGE AMERICANA SULLE SOCIETÀ DI VENDITA ALL’ESTERO (FSC): L’UE ATTIVA OGGI LE CONTROMISURE NEI CONFRONTI DEI PRODOTTI AMERICANI |
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Bruxelles, 2 marzo 2004 - Le contromisure che l’Ue applicherà ad un elenco di prodotti americani, nell’ambito della lunga controversia sulla legge americana relativa alle Società di vendita all’estero, entrano in vigore ieri, 1° marzo 2004. Le contromisure consistono nell’applicazione di un dazio supplementare del 5% sui prodotti selezionati, a partire da ieri, seguito da un aumento automatico dell'1% tutti i mesi, fino a un massimo del 17% da raggiungere il 1° marzo 2005, qualora nel frattempo gli Stati Uniti non si siano conformati alle norme dell’Omc. Il Commissario europeo per il commercio, Pascal Lamy, ha dichiarato “Nonostante l’attesa di più di due anni, gli Stati Uniti non hanno reso la loro legislazione conforme alle norme Omc. Quindi non abbiamo avuto altra scelta se non quella di applicare le contromisure. Non è una questione di ritorsione, ma al contrario un incoraggiamento a conformarsi alle norme: le contromisure saranno interrotte non appena la legge sulle Fsc sarà abrogata. Ora dobbiamo concentrare la nostra attenzione sul periodo successivo al 1° marzo. Durante la mia ultima visita a Washington, ho discusso della questione con l’amministrazione americana e i parlamentari incaricati del dossier. L’idea che manchi poco perché la legislazione venga abrogata mi ha riconfortato.” Il regolamento (Ce) n. 2193/2003 (Guue L 328 del 17.12.2003, pag. 3) del Consiglio, il cui obiettivo principale è il ritiro delle misure americane, prevede l’imposizione graduale di contromisure a partire dal 1° marzo 2004. Include inoltre un elenco dettagliato dei prodotti per i quali saranno applicate delle contromisure. Quest’elenco è stato preparato in seguito ad una vasta consultazione con gli operatori economici europei e gli Stati membri. Le contromisure raggiungono un importo molto inferiore rispetto ai 4 miliardi di dollari autorizzati lo scorso anno dall’Omc. |
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SOCIETÀ DI VENDITA ALL'ESTERO (FOREIGN SALES CORPORATIONS - FSC): DOMANDE E RISPOSTE |
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Bruxelles, 2 marzo 2004 - Storia del caso Fsc In una serie di decisioni successive, l'Omc ha stabilito che il regime Fsc costituiva un sovvenzionamento illecito delle esportazioni ai sensi dell'Accordo sulle sovvenzioni e, con riguardo ai prodotti agricoli, ai sensi dell'Accordo sull'agricoltura e ha concesso agli Stati Uniti il termine del 1° novembre 2000 per abolire tale regime. Il 15 novembre 2000, il presidente Clinton ha firmato la legge di esclusione delle rendite extraterritoriali (legge Eti), destinata a sostituire il regime Fsc. Tale legge non modificava tuttavia la sostanza del regime di sovvenzioni alle esportazioni e l'Ue ne ha pertanto contestato la legalità in sede Omc. Nel gennaio 2002, l'Omc ha confermato che anche la legge Eti costituiva una sovvenzione proibita delle esportazioni e che gli Stati Uniti non si erano pertanto conformati alla sua precedente decisione. Il 7 maggio 2003, l'Omc ha avallato la richiesta dell'Ue di contromisure di livello globalmente equivalente all'importo stimato annuo della sovvenzione americana (pari a 4 miliardi di dollari). L'ue ha tuttavia deciso di non ricorrere immediatamente alla ritorsione in modo da concedere all'amministrazione e al Congresso americani un lasso di tempo ragionevole per adottare la legislazione necessaria all'abrogazione del regime Eti. A seguito dell'approvazione unanime del regolamento (Ce) n. 2193/2003 del Consiglio dell'8 dicembre 2003, il termine per la conformità è stato fissato al 1° marzo 2004, ossia oltre due anni dopo la data precedentemente prevista (gennaio 2002) e tre anni e mezzo dopo la data inizialmente imposta agli Stati Uniti per conformarsi alla decisione dell'Omc nel caso del regime Fsc. Contromisure dell'Ue nei confronti delle merci statunitensi L'obiettivo dell'Ue resta il ritiro del sovvenzionamento illecito degli Stati Uniti; essa ha quindi optato per una risposta misurata, graduale e volta a consentire che il legislatore statunitense possa concentrarsi sul rispetto delle norme. · Le contromisure sui prodotti selezionati consistono in un dazio supplementare del 5% applicabile a partire dal 1° marzo 2004, seguito da aumenti mensili automatici dell'1% fino a un massimo del 17%, da raggiungere il 1° marzo 2005 qualora nel frattempo gli Stati Uniti non si siano conformati alla decisione dell'Omc. In seguito, le misure andrebbero riesaminate alla luce delle circostanze applicabili al momento. · In applicazione di quanto sopra esposto, l'Ue ha valutato l'importo delle contromisure a 315 milioni di dollari in dazi supplementari nel periodo tra il 1° marzo e il 31 dicembre 2004 e a 666 milioni di dollari in dazi supplementari nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2005. Gli importi suddetti sono stati calcolati applicando i dazi supplementari sopra menzionati alla media delle importazioni statunitensi nel periodo 1999-2001. · A titolo di esempio, l'impatto mensile nel 2004 è calcolato come segue:
2004 | Dazio supplementare | in migliaia di dollari | Marzo | 5% | 16.575 | Aprile | 6% | 19.890 | Maggio | 7% | 23.206 | Giugno | 8% | 26.521 | Luglio | 9% | 29.836 | Agosto | 10% | 33.151 | Settembre | 11% | 36.466 | Ottobre | 12% | 39.781 | Novembre | 13% | 43.096 | Dicembre | 14% | 46.411 | · Le contromisure saranno applicabili su tutto il territorio dell'Ue (inclusi i dieci nuovi Stati membri a partire dal 1° maggio), mantenendosi tuttavia entro il limite autorizzato di 4 miliardi di dollari. L'elenco completo delle merci statunitensi oggetto di contromisure è stato pubblicato nel dicembre 2003 (Gazzetta ufficiale L 328 del 17 dicembre 2003, pag. 3) e può essere consultato al seguente indirizzo: http://trade-info.Cec.eu.int/wtodispute/show.cfm?id=152&code=1 Come è stato elaborato l'elenco delle merci statunitensi Il 30 agosto 2002, gli arbitri dell'Omc hanno stabilito che, nel quadro della controversia Fsc/eti, l'Ue poteva imporre ritorsioni commerciali fino a un massimo di 4 miliardi di dollari. Il 13 settembre 2002 la Commissione europea ha pubblicato un elenco di prodotti che potevano essere oggetto di contromisure ed ha invitato l'industria europea e gli Stati membri ad esprimere le proprie osservazioni in proposito[1]. I prodotti in questione sono stati selezionati nell'ambito dei capitoli doganali generali notificati all'Omc al momento della prima condanna del regime Fsc da parte di quest'ultima[2] (novembre 2000). Al fine di ridurre al minimo le conseguenze negative che una possibile ritorsione poteva comportare per gli operatori economici dell'Ue, la Commissione europea ha incluso nell'elenco prodotti per i quali la dipendenza dagli Stati Uniti era considerata molto bassa. L'elenco conteneva infatti: · solo prodotti per i quali le importazioni dagli Stati Uniti rappresentavano al massimo il 20% delle importazioni totali nell'Ue e · che venivano anche esportati dall'Ue. A seguito della consultazione pubblica, gli Stati membri hanno espresso sostegno unanime all'elenco finale nel marzo 2003. L'ue ha notificato tale elenco all'Omc che, il 7 maggio 2003, ha avallato la richiesta dell'Ue relativa all'applicazione di contromisure. L'elenco contiene prodotti provenienti da numerosi settori come l'agricoltura (p.Es. Prosciutti e loro pezzi, latte in polvere, pomodori, ananas), le materie tessili (p. Es. Giacche a vento, vestiti o completi, pantaloni, biancheria da letto), i prodotti industriali (p. Es. Forche, utensili manuali, utensili per forare), i prodotti elettronici (p. Es. Caldaie a tubi d'acqua, motori a vapore, frigoriferi), i prodotti cartacei e l'acciaio (p. Es. Leghe ferro-nickel, lingotti non legati, laminati a caldo piatti). Quanto precede è solo una descrizione generale; la descrizione esatta dei prodotti per ciascun codice Nc è disponibile al seguente indirizzo: http://europa.Eu.int/eur-lex (Gu L 290 del 28 ottobre 2002). Il dazio supplementare va aggiunto al dazio attualmente applicato; ad esempio, i dazi applicati a prodotti specifici come alcuni tipi di miele, i panelli, i pattini e le candele saranno modificati come segue:
Codice Nc | Designazione delle merci | Aliquota normale di dazio | Dazio supplementare marzo 2004 | Dazio totale applicabile marzo 2004 | 23040000 | Panelli | 0% | 5% | 5,00% | 34060019 | Candele | 0% | 5% | 5,00% | 95067030 | Pattini A Rotelle | 2,70% | 5% | 7,70% | 4090000 | Miele Naturale | 17,30% | 5% | 22,30% | Infolink: http://trade-info.Cec.eu.int/wtodispute/show.cfm?id=152&code=1 |
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DEBITO PUBBLICO/PIL: LA RICLASSIFICAZIONE DAL 1999 |
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Roma, 2 marzo 2004 - Il Mef, in occasione della notifica dei dati di deficit e debito pubblico alla Commissione Europea, comunica che nel 2003 si è registrato un profilo significativamente discendente per l'aggregato del debito delle amministrazioni pubbliche, pur in un contesto di bassa crescita economica. Il rapporto debito/Pil nel 2003 si attesta al 106,2%, a fronte del 108% dell’anno precedente, con un calo di 1,8 punti percentuali. Il rapporto debito/Pil relativo al 2002 chiude ad un livello superiore dell’1,3% rispetto a quanto precedentemente noto, a causa di una revisione statistica che interessa tutti gli anni a partire dal 1999 ed ha condotto ai risultati evidenziati nella tabella allegata. La revisione si è resa necessaria a seguito dell’emersione di due voci di debito non rilevate in precedenza: l’individuazione degli intestatari dei conti correnti postali e la conseguente riclassificazione degli stessi conti intestati al settore privato; l’individuazione e la conseguente riclassificazione di titoli pubblici in portafoglio di alcuni fondi pensione privati. Conti correnti postali. Sino al 1998, la componente di depositi postali detenuti dal settore privato non era compiutamente rilevata, ma soltanto stimata in base al valore complessivo. A conclusione del processo di ammodernamento del sistema informativo di Poste ed al conseguente perfezionamento della procedura di rilevazione dati, nel corso del 2003, Poste Spa ha ricostruito la serie storica riguardante le giacenze dei conti correnti postali dal 1999. A seguito di tale ricostruzione, sono emerse le consistenze di conti detenuti dal settore privato che hanno progressivamente innalzato il livello dello stock del debito per tutti gli anni considerati. Titoli pubblici in portafoglio di fondi pensione. Il secondo elemento di revisione, che impatta per lo 0,4% sul rapporto debito/Pil del 2003, è determinato dalla correzione di un’erronea attribuzione istituzionale nel sistema di rilevazione della Banca d’Italia presso il sistema bancario, che dal 1999 non aveva registrato il cambiamento di classificazione da pubblici a privati di alcuni fondi-pensione detentori di titoli pubblici. Infatti, il valore del debito valido per il rispetto del parametro di Maastricht non considera come passività verso l’esterno i titoli di un’amministrazione pubblica in possesso di un altro soggetto anch’esso appartenente alla P.a. E quindi consolidato, mentre la considera, ovviamente, se il soggetto è privato. La tabella riassume le revisioni effettuate ed il loro impatto a partire dal 1999:
| 1999 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | Debito/pil non rivisto | 114,9 | 110,6 | 109,5 | 106,7 | | Impatto c/c postali | 0,3 | 0,3 | 0,7 | 1,0 | 1,3 | Impatto fondi pensione | 0,3 | 0,3 | 0,3 | 0,3 | 0,4 | Debito/pil rivisto | 115,5 | 111,2 | 110,6 | 108,0 | 106,2 | |
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COMMENTO AI DATI ISTAT |
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Roma, 2 marzo 2004 - In relazione ai dati resi noti oggi dall’Istat, si rileva che: 1. I conti dell’economia dei grandi Paesi dell’Euro evidenziano un andamento sostanzialmente piatto del Pil (- 0,1 % Germania, + 0,2% Francia, + 0,3% Italia). Questo dato non è ragione di soddisfazione: mal comune non è mezzo gaudio. Per queste ragioni, sui dati 2003 va finalmente e seriamente avviata in Europa una riflessione sul futuro economico del Continente. 2. Per quanto riguarda i conti pubblici italiani. Si nota quanto segue: A. Deficit. L’obbiettivo indicato dal Governo all’Europa era al 2,5% del Pil. La previsione formulata per l’Italia da parte della Commissione europea era al 2,6%. L’obbiettivo finale centrato è stato il 2,4%. B. Avanzo primario. Il risultato del 2,9% è evidentemente un obbiettivo migliorabile. Ma è stato l’unico possibile, in presenza di un andamento sostanzialmente piatto del Pil. C. Pressione fiscale. Continua a scendere. Il dato sul 2003 include infatti il condono fiscale che non costituisce incremento della pressione fiscale sul 2003, ma recupero di mancata pressione fiscale sugli anni precedenti D. Debito pubblico. Continua a scendere. Istat e Banca d’Italia hanno rilevato (ora, nel 2004) un maggior debito pubblico per fatti che risalgono a 6 anni fa (1999). Ciononostante il debito pubblico continua a scendere : dal 108 al 106,2% in rapporto al Pil, in linea con l’obbiettivo del Programma di stabilità. |
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FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE – FEBBRAIO 2004 |
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Roma, 2 marzo 2004 - Il Mef comunica che nel mese di febbraio 2004 si è registrato un disavanzo del settore statale di circa 8.000 milioni di euro a fronte di un disavanzo di 4.414 milioni di febbraio 2003. Nel primo bimestre del 2004 si è registrato complessivamente un disavanzo di circa 11.000 milioni, mentre nell'analogo periodo 2003 si era avuto un disavanzo pari a 5.408 milioni. |
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COMMENTO AI DATI DI FABBISOGNO – FEBBRAIO 2004 |
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Roma, 2 marzo 2004 - Il Mef comunica che nel mese di febbraio 2004 si è registrata una forte concentrazione di spesa di vari comparti della pubblica amministrazione. L’aumento del fabbisogno di febbraio 2004 rispetto a quello di febbraio 2003, è attribuibile a : corresponsione di parte degli arretrati dovuti ai dipendenti degli enti locali a seguito del rinnovo contrattuale; accelerazione dei prelievi da parte delle Regioni anche per pagamenti di debiti per la Sanità riferiti ad anni precedenti; maggiore spesa per investimenti da parte dell’Amministrazione centrale dello Stato; maggiori oneri per il finanziamento delle missioni di pace all’estero; concentrazione della spesa per interessi del debito pubblico dovuta alla diversa distribuzione temporale delle emissioni. Nonostante i maggiori rimborsi e compensazioni dei crediti d’imposta, il gettito delle entrate fiscali mostra un incremento in linea con l’andamento dell’economia. |
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SACE S.P.A.: NOMINATI L'AMMINISTRATORE DELEGATO, IL COMITATO ESECUTIVO E IL DIRETTORE GENERALE |
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Roma, 2 marzo 2004 - Il Mef comunica che si è svoltasi ieri la prima riunione del Consiglio di Amministrazione della Sace S.p.a.. Il Consiglio di Amministrazione ha: nominato Amministratore Delegato Giorgio Tellini; deliberato la costituzione del Comitato Esecutivo, nominandone membri il Presidente Lorenzo Bini Smaghi, il Vicepresidente Luigi Barbieri, l'Amministratore Delegato Giorgio Tellini e i consiglieri Bruno Tagliaferri e Giandomenico Magliano; nominato Direttore generale Alessandro Castellano. |
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ASSOCONSULENZA: PROSPETTIVE ED OPPORTUNITA’ FORNITE DAL MERCATO AZIONARIO ITALIANO |
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Milano, 2 marzo 2004 - Come già detto in altra occasione, i mercati azionari, in questo momento, mostrano flussi d’entrata superiori a quelli d’uscita, ma all’inizio del 2004 questa situazione di squilibrio parrebbe cresciuta ulteriormente, al punto che i cosiddetti flussi d’uscita, tra breve, potrebbero anche risultar quasi nulli. Questo ci rimanda, almeno in parte, alla Teoria di Dow per la quale i mercati azionari sviluppano le proprie fasi rialziste, sostanzialmente, sempre lungo tre fasi: una prima fase d’accumulazione in cui son solo i più esperti e capaci ad acquistare, una seconda fase in cui la partecipazione al mercato assume proporzioni più ampie ed un’ultima fase in cui è la speculazione a diventare padrona assoluta della scena. Oggi il mercato azionario italiano si trova a cavallo tra la prima e la seconda di queste fasi, grazie ad un maggior flusso di liquidità in entrata e flussi d’uscita sempre più assenti. Sotto certi aspetti tecnico-grafici, infatti, il mercato azionario italiano (come anche altri tra quelli cosiddetti evoluti) parrebbe ormai pronto a ripetere la violenta impennata rialzista che caratterizzò i primi mesi del 2000 (o, detto altrimenti, la ripetizione inversa del crollo del 2001). Questa fase, come detto, dovrebbe caratterizzare il primo semestre del 2004 e potrebbe condurre molti investitori a temere di rimaner sotto pesati nei propri investimenti azionari, costringendoli, in seguito, ad allineare celermente le proprie posizioni al dovuto (con acquisti ben più ingenti ed urgenti del consueto). Di norma, questa seconda fase dovrebbe aprirsi con un primo momento correttivo (di consolidamento) che consentirebbe, da un lato, ad alcuni d’entrare, finalmente, sul mercato senza pagare eccessivo dazio e, dall’altro, a quest’ultimo di non cedere del tutto sotto il peso delle vendite da eccessivo rialzo. La conseguente maggiore partecipazione al mercato dovrebbe consentire ai corsi di riportarsi sui massimi precedenti e successivamente, di qui, accelerare al superamento degli stessi. Subito dopo entrerebbe in scena la speculazione, con un conseguente ed inevitabile aumento della volatilità. Quest’ultimo aspetto sarà bene sottolinearlo perché d’assoluta importanza. In questo momento i mercati azionari mostrano una totale assenza di volatilità, ed in particolare quello italiano, mentre è noto come tutti i mercati finanziari, per raggiungere i propri massimi, debbano subire una violenta impennata nella stessa: fin quando, perciò, non vedremo aumentare la volatilità sui mercati, è molto probabile che i nostri investimenti azionari non abbiano alcunché da temere. D’altra parte, pur essendo statisticamente normale perdere sui mercati azionari (nessuno, infatti, è in grado di fare solo operazioni vincenti!), non ci par proprio opportuno mordere il freno proprio quando si debba dare un seguito operativo alle scelte assunte. E a proposito di scelte: tra i diversi settori, oggi, sono i titoli ciclici e quelli delle materie prime a mostrare i maggiori margini di crescita. In Italia, un ruolo leader dovrebbero averlo, ancora, i bancari. Anche perché proprio tra questi ultimi (nel risparmio gestito, N.d.r.) s’annoverano i titoli a maggior beta del nostro listino. Non si deve avere alcuna paura nell’acquistare titoli dal “beta elevato” (un fattore che n’esprime la volatilità, N.d.r.), in particolare quando la volatilità si rivela tanto bassa quanto appare, oggi, sul mercato azionario italiano. Quanto sta accadendo oggi, in termini di volatilità, ci rimanda, in parte, a quel che è accaduto sul mercato azionario italiano alla fine degli anni ’80: una volatilità che scivola verso il basso da valori particolarmente elevati (Average True Range superiore ai 50p) ed un mercato che sale verso l’alto in maniera lineare senza accelerazioni particolari, almeno fin quando la volatilità non torna ad inerpicarsi repentinamente offrendo un primo segnale di possibile inversione al ribasso del mercato. E se avviciniamo lo sguardo a quegli anni ci accorgiamo come la volatilità abbia continuato a calare nonostante il mercato continuasse a salire, tanto che la prima finiva per segnare il proprio minimo di periodo oltre un anno dopo che il mercato aveva battuto il proprio. Non solo: mentre la volatilità continuava a scendere, il mercato azionario italiano otteneva un guadagno del 50% circa. Lungi da noi l’idea che la storia possa ripetersi: la storia non si ripete mai, in particolare sui mercati finanziari. Tuttavia è indubbio che l’analisi tecnica, inducendoci a cercare analogie con quanto avvenuto in passato, possa fornirci strumenti utili a decifrare non solo il presente, ma anche il possibile futuro. O, meglio ancora, tutti i “possibili futuri”. Questi ultimi sono detti anche “storie alternative”. In nessun campo (politico, militare, medico e finanziario) è possibile giudicare pienamente la bontà delle prestazioni fornite sulla base dei semplici risultati ottenuti (questi ultimi, infatti, potrebbero anche rivelarsi fuorvianti): molto meglio, piuttosto, giudicarla sulla base dell’insieme dei risultati che si sarebbero potuti ottenere. Questi risultati rappresentano le cosiddette “storie alternative”. A queste ultime, solitamente, s’aggrappano i cosiddetti “falliti” (che non sono altro che coloro che “fallano” o “falliscono”), mentre chi è baciato dal successo tende a negarne l’esistenza, ascrivendo ai soli propri meriti i risultati positivi ottenuti (agli inizi del 2000 l’Italia non era più soltanto un popolo di santi e navigatori, ma anche di traders di successo, dei quali, tuttavia, si perse ogni traccia già solo un anno dopo…). La nozione di “storie alternative” ci permette, a propria volta, di costruire gli strumenti tecnici necessari a creare quella che, anche se un po’ ingenuamente, potremmo chiamare “storia artificiale o virtuale”. _ Per prima cosa abbiamo il “percorso campione”. Le storie invisibili hanno un nome scientifico “percorsi campione alternativi”, un nome preso in prestito da quel campo della matematica della probabilità chiamato “processi stocastici”. La nozione di “percorso”, al contrario di quella di “risultato”, indica che non si tratta di una semplice analisi di scenari, ma dell’esame di una sequenza di scenari nel corso del tempo. Non siamo solo interessati a dove una rondine potrà essere domani notte, ma anche a tutti i diversi luoghi in cui può trovarsi tra ora e domani notte. Non siamo interessati a quale sarà il capitale dell’investitore tra, diciamo, un anno, ma piuttosto agli alti e bassi da infarto che possono aver luogo di qui ad allora. La parola “campione” pone in evidenza il fatto che noi osserviamo solo una singola realizzazione all’interno di una collezione di realizzazioni possibili. Un percorso campione può essere deterministico o aleatorio, il che ci porta alla prossima definizione. “Percorso campione aleatorio” è il nome matematico di una di queste successioni di eventi storici casuali, che inizia a una certa data e finisce a una certa altra data, ed è soggetta ad un livello variabile di incertezza. Tuttavia la parola “aleatorio” non va confusa con “equiprobabile” (che ha cioè la stessa probabilità). Alcuni risultati avranno maggiori probabilità di altri. Un esempio di percorso campione aleatorio potrebbe (…) essere una simulazione del prezzo della vostra azione tecnologica preferita, registrato ogni giorno alla chiusura del mercato per, diciamo, un anno. A partire da un prezzo iniziale di 100$, in uno scenario può finire a 20 dopo un massimo di 220, in un altro può finire a 145 dopo un minimo di 10. Un altro esempio potrebbe essere l’evoluzione della vostra ricchezza durante una serata al casinò. Iniziate con 1000$ in tasca e contate i vostri soldi ogni quindici minuti. In un percorso campione a mezzanotte avete 2200$, in un altro vi sono rimasti appena 20$ per pagare il taxi. I processi stocastici si riferiscono alla dinamica di eventi che si sviluppano nel corso del tempo. “Stocastico” è un termine di origine greca che significa “casuale”. Questo campo della probabilità si interessa allo studio di eventi casuali successivi; lo si potrebbe chiamare “matematica della storia”. L’elemento chiave di un processo (stocastico) consiste (infatti) nel fatto che si svolge nel tempo.” Nassim Nicholas Taleb. Anche se sarebbe particolarmente complicato spiegare, soprattutto in poche parole, come sia stato possibile, noi abbiamo costruito un nostro percorso campione aleatorio del mercato azionario italiano, partendo dai minimi del marzo 2003 fino a giungere alla primavera del 2020: Non si tratta di una profezia, quanto di un percorso campione aleatorio e proprio in quanto tale mostra ampi margini di incertezza. Tuttavia, all’interno della collezione di percorsi campione aleatori possibili, questo è proprio quello che a nostro parere presenta, allo stato, le maggiori probabilità di successo. Non è certo il caso che noi se ne spieghi in dettaglio i motivi (il percorso sarebbe lungo e tortuoso…), ma nulla c’impedisce d’avvalorare quanto qui sopra appena mostrato attraverso le parole di altri studiosi, ben più famosi di noi, che abbiano in un qualche modo affrontato analogo argomento. “Si è definitivamente usciti da una fase lineare dei mercati azionari, in cui la prassi del “Buy&hold” (“Compra e Mantieni”, N.d.r.) è stata senz’altro la via del successo, e si è entrati in una fase del tutto nuova, dominata da una ciclicità di lunghissimo periodo, e di cui la sola cosa che possa dirsi, senza tema di smentite, è che sarà… semplicemente una fase diversa da quella precedente.” (autunno 2003) Francesco Caruso (uno dei massimi esponenti dell’Analisi Tecnica italiana). “Ecco il mio incubo: la ripresa dell’America, quando avverrà, sarà incerta e di breve durata, poiché gli investimenti delle imprese che hanno prodotto il boom degli anni ’90 resteranno stagnanti. Poi scoppierà la bolla del settore immobiliare e avremo un’altra crisi, quindi ci sarà un’altra debole ripresa, questa volta indotta dalla spesa in disavanzo, ma anche in questo caso destinata a svanire. Poi un bel giorno, ci guarderemo intorno e ci accorgeremo che siamo nel 2009 e che l’economia non si è ancora ripresa dalla crisi iniziata alla fine del decennio precedente… Il disavanzo americano per l’anno fiscale 2010 dovrebbe ammontare a 800 miliardi di dollari e nessuno saprà come affrontare la situazione nel giro di un paio d’anni quando, milioni di baby boomer (i figli del boom economico, N.d.r.) cominceranno a riscuotere gli assegni della previdenza sociale. Lo scenario appena delineato equivale ad una previsione reale? No, è solo una possibilità ed anche se questo possibile esito comincia a sembrare più probabile non dobbiamo abbandonare la speranza… Io credo, o almeno spero, che i nostri leader economici sapranno essere audaci e fantasiosi… Perché le cose cambino realmente occorre una leadership efficace, … una leadership che sia preparata ad esplorare rimedi non ortodossi… Abbiamo una leadership di questo tipo?” (autunno 2001) Paul Krugman (il più prestigioso tra gli economisti di nuova generazione). Certo, le tesi di Krugman si riferiscono a ben altro oggetto (l’economia Usa) rispetto a quanto dai noi descritto (il mercato azionario italiano), ma ci piaceva mostrarvi proprio come, anche in un settore sostanzialmente diverso da quello di nostra competenza, s’avvertisse l’alta probabilità di uno scenario futuro caratterizzato da un andamento laterale e forti elementi di ciclicità. Anche quello di Krugman, come quello di Caruso, non è altro che un “percorso campione aleatorio”, ma tanto l’uno che l’altro, quanto il nostro muovono tutti verso una sola direzione: nei prossimi anni non potremo attenderci nulla di simile a quanto accaduto nell’ultima parte del secolo scorso. Abbiamo già visto, in un nostro precedente studio (Prospettive sui mercati finanziari all’inizio del nuovo millennio), come fosse possibile, attraverso un uso appropriato della cosiddetta “Campana di Notley”, giungere alla seguente conclusione: il mercato azionario italiano (come quello americano, del resto) è ormai entrato, con il 2000, in un bear-market generazionale, destinato, pertanto, ad accompagnarci per un paio di decenni almeno (una generazione, infatti, copre circa vent’anni). Purtroppo Ian Notley non ha mai reso pubblico l’algoritmo attraverso il quale ricostruire il suo particolare indicatore, per cui si è dovuto, da parte di tutti coloro che, come noi, volessero giovarsene in corso d’analisi, procedere a crearne uno simile sulla semplice imitazione di quello usato dal maestro. V’assicuriamo, comunque che, almeno visivamente, quello da noi costruito è efficace quanto quello elaborato da Ian Notley. * Quella che avete appena visto è la classica “Campana di Notley” (evidenziate le sue quattro fasi: Up, Advancing, Down e Terminating). Quella, che invece, vedete qui sotto è la campana dedicata ai market generazionali: Beh, non proprio tutti i mercati azionari del mondo si trovano nella posizione indicata (Down). Di certo vi si trova Milano, ma ben diversa parrebbe la situazione per Tokyo. Era perciò scontato, da parte nostra, che si andasse a guardare quanto accaduto sul mercato giapponese dai primi anni ’90 ad oggi per verificare se vi si potesse trovare qualche elemento utile ai nostri scopi. E si può ben dire che n’abbiamo trovato più d’uno. V’assicuriamo che tra i due grafici non c’è stata alcuna interpolazione. Insomma, attendersi un mercato azionario italiano caratterizzato da una forte ciclicità appare ancora una volta quale ipotesi tutt’altro che fuorviante. Tuttavia sappiamo come il percorso campione aleatorio, appena descritto, rappresenti solo uno (anche se il più probabile) tra i percorsi possibili e sappiamo anche come non sia corretto assumerlo quale assoluto. Ecco perché è sempre necessario seguire il percorso indicato: non solo nel suo evolversi (per verificare la qualità delle ipotesi avanzate), ma anche nella sua capacità di dar luogo a scenari diversi da quelli fin lì ipotizzati. E’ necessario, insomma, uno strumento che si mostri in grado di controllare quanto accade sotto i nostri occhi senza per questo fermarsi a quel che semplicemente si vede, ma che sappia indicarci anche quel che non si vede affatto o che si vede solo in parte. La difficoltà nel costruirlo è tutta nel suo dover misurare quel che di fatto non solo non c’è, ma che potrebbe già esserci domani o che sarebbe potuto esserci già ora. Del resto proprio nelle pagine precedenti s’era giustamente scritto: La nozione di “storie alternative” ci permette, a propria volta, di costruire gli strumenti tecnici necessari a creare quella che, anche se un po’ ingenuamente, potremmo chiamare “storia artificiale o virtuale”. Le storie invisibili hanno un nome scientifico “percorsi campione alternativi”, un nome preso in prestito da quel campo della matematica della probabilità chiamato “processi stocastici”. La nozione di “percorso”, al contrario di quella di “risultato”, indica che non si tratta di una semplice analisi di scenari, ma dell’esame di una sequenza di scenari nel corso del tempo. Non siamo solo interessati a dove una rondine potrà essere domani notte, ma anche a tutti i diversi luoghi in cui può trovarsi tra ora e domani notte. Non siamo interessati a quale sarà il capitale dell’investitore tra, diciamo, un anno, ma piuttosto agli alti e bassi da infarto che possono aver luogo di qui ad allora. La parola “campione” pone in evidenza il fatto che noi osserviamo solo una singola realizzazione all’interno di una collezione di realizzazioni possibili . Un simile strumento non può misurare altro che quello cui si applica: non è adattabile, perciò, a tutto, ma specificamente destinato alla realtà per cui è stato costruito. Non può, insomma, essere usato indifferentemente sul mercato azionario italiano piuttosto che su quello giapponese o americano. Quel che tra breve vi mostreremo, ad esempio, sono i risultati che si sarebbe potuti ottenere investendo, con uno strumento simile, sul mercato azionario italiano. Di quest’ultimo, infatti, viene misurato, nel caso, quel particolare rapporto tra rendimento atteso e rischio potenziale che si stabilisce durante il percorso (aleatorio) assunto da quello. Si tratta pertanto, e non potrebbe essere altrimenti visto lo scopo per cui è stato creato, di misurare qualcosa di assolutamente virtuale (quali sono, da un lato, le “attese di rendimento” e, dall’altro, le “potenzialità di rischio”), qualcosa che, tuttavia, riesce a trovare concretezza proprio nel suo perenne esprimersi attraverso il confronto tra domanda ed offerta, tipico di ogni mercato. E’ importante, ad ogni modo, aver ben presente come lo scopo finale di un tale strumento tecnico sia proprio quello, particolarmente concreto (e tutt’altro che virtuale!) di produrre rendimento, anche se in maniera esclusiva, nel caso, sul mercato azionario italiano. Nel suggestivo rapporto che si crea tra le attese di rendimento dell’intero complesso degli investitori ed il rischio che questi ultimi potenzialmente corrono, mantenendosi investiti sul mercato, l’obiettivo è quello di riuscire a cogliere le opportunità di successo che la borsa italiana potrebbe offrire. Nei fatti è come se il sistema costruito attorno a tale strumento tecnico (che ad ogni modo non vi mostreremo mai perché d’esclusiva proprietà della ns. Società e pertanto protetto da ogni possibile tipo d’imitazione) finisse per segnalare le fasi più profittevoli del mercato azionario italiano, modificando la propria visione al mutare del rapporto che su quello si crea tra le diverse attese e le diverse paure. I risultati, come vedrete, sono particolarmente interessanti. Un rendimento del 340% in poco più di undici anni è certamente un rendimento interessante, in particolare perché ottenuto con sole cinque operazioni d’acquisto e quattro di vendita (l’ultima posizione è stata aperta lo scorso 11 luglio e non è stata ancora chiusa). Si potrebbe, però, pensare che, in fondo, s’è scelto il periodo migliore della borsa italiana e che non sarebbe stato poi così difficile, anche con altri sistemi, ottenere risultati simili. Lo stesso acquistare e mai vendere, ad esempio, avrebbe permesso a tutti di ottenere ugualmente ottimi risultati (+200%). In realtà noi s’è scelto proprio il periodo che più avrebbe potuto penalizzare l’impressione offerta dai nostri risultati: il periodo in cui chiunque avrebbe potuto arricchirsi. Già, ma il sistema mira a risultati assoluti e continui, per cui se solo gli fosse concessa la possibilità di lavorare anche al ribasso ecco che i risultati potrebbero apparire ben diversi da quelli che sarebbe stato possibile ottenere con una politica da semplice cassettista. Ma è soprattutto la loro linearità che vogliam sottolineare ed il fatto, d’assoluto rilievo, che proprio negli ultimi anni gli stessi si sian dimostrati del tutto stabili. Ed è proprio quest’ultimo aspetto che, a nostro parere, rappresenta il vero valore aggiunto di tale sistema, perché se è vero quel che noi s’è in precedenza sostenuto, nei prossimi anni non potremo attenderci nulla di simile a quanto accaduto nell’ultima parte del secolo scorso, o quel che è stato sostenuto da Francesco Caruso si è definitivamente usciti da una fase lineare dei mercati azionari, in cui la prassi del “Buy&hold” (“Compra e Mantieni”, N.d.r) è stata senz’altro la via del successo, e si è entrati in una fase del tutto nuova, dominata da una ciclicità di lunghissimo periodo, e di cui la sola cosa che possa dirsi, senza tema di smentite, è che sarà… semplicemente una fase diversa da quella precedente, allora non c’è dubbio che tale sistema abbia dimostrato di sapersi perfettamente adattare, e da subito, alle nuove condizioni createsi e di cui ancora si sa ben poco. Se proprio si deve, invece, volger qualche critica plausibile al suo operare, questa non può che esser legata alla difficoltà, mostrata, di recepire per tempo i repentini passaggi dalle fasi di euforia a quelle di panico e viceversa. Non potrebbe essere altrimenti, visto il modo in cui è stato costruito e gli obiettivi di stabilità che il sistema si è dato. D’altra parte appare del tutto ovvio come a tale sistema sia possibile affiancare un altro strumento che miri proprio a misurare le fasi di panico e di euforia che si sviluppano sul mercato, consentendo di “staccare la spina” principale giusto quando tali fasi raggiungono eccessi superiori alla norma. Non è insomma, questo, un problema di difficile soluzione. Edoardo E. Macallè (Nikkaia Strategie – nikkaiastrategie@virgilio.It). |
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ADVENT INTERNATIONAL ACQUISTA LA MAGGIORANZA DEL GRUPPO DUFRY, UNO DEI PRINCIPALI RETAILER DUTY-FREE GLOBALI |
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Milano ,2 Marzo 2004. Il fondo di private equity Advent International, ha annunciato ieri l’acquisto del gruppo Dufry, il quarto retailer duty-free al mondo. Il Gruppo spagnolo Areas Sa, parte del gruppo catering francese Elior, e altri co-investitori hanno partecipato con Advent all’acquisizione. Il valore dell’acquisizione non è stato dichiarato. La transazione consolida la posizione di leadership di Advent come investitore di private equity nei settori retail e di gestione delle concessioni aeroportuali. Negli ultimi 15 anni Advent ha investito in oltre 25 aziende in questi settori con un “Enterprise Value” complessivo di oltre $3 miliardi. L’acquisizione, che ha coinvolto professionisti di Advent degli uffici di Città del Messico e Parigi, dimostra la capacità di Advent di dedicare un team globale per garantire il successo di un business con presenza globale. John Singer, senior partner di Advent International ha dichiarato, "Dufry ha una forte posizione nel mercato del travel retail attraverso la sua presenza globale, buone posizioni negli aeroporti, presenza nei mercati emergenti, concessioni di lungo termine e accordi esclusivi con alcuni aeroporti — che complessivamente hanno creato le basi per un investimento attraente per noi.” Dufry, precedentemente parte del gruppo Weitnauer, ha un’importante presenza in Italia con 781 dipendenti e 31% del fatturato globale generato in Italia. Il business Italiano opera principalmente attraverso Dufrital Spa e Cid Spa, entrambe in joint venture con Sea, la società di gestione aeroportuale degli scali di Milano. Insieme, gestiscono 9 negozi Duty-free e 17 negozi di giornali/riviste a Malpensa e Linate. Inoltre, il gruppo gestisce un negozio a Roma, e presso stazioni ferroviarie di Torino e Milano con il nome Weitnauer Free Shop. “Vediamo un significativo potenziale di crescita per questo settore, sia nei mercati internazionali che in Italia, derivante dall’aumento del traffico aereo,maggiore reddito disponibile per i passeggeri,i progetti di espansione aeroportuali e la creazione di ulteriori spazi dedicati al retail negli aeroporti,” ha commentato John Singer di Advent International. Advent ha nominato Ceo di Dufry Julian Diaz, un manager che vanta una consolidata esperienza nel settore retail e 15 anni di esperienza come senior manager nel settore duty-free. L’obiettivo di Advent e del management Dufry è quello di incrementare la performance delle vendite nei principali negozi, migliorare l’efficienza operativa, rafforzare il network dei fornitori ed espandere le relazioni con i marchi leader. Inoltre, il management provvederà alla revisione dei prodotti offerti da Dufry, valuterà nuovi mercati e guarderà alla crescita attraverso acquisizioni in questo mercato in via di consolidamento. Advent è uno dei fondi di private equity con maggiore esperienza al mondo all’interno dei settori retail e della gestione delle concessioni aeroportuali. Oltre a Dufry, investimenti rappresentativi includono Elior Sca (Paris: Elio), il terzo operatore di contract catering in Europa; Dollar Express Inc., uno dei principali retailer a prezzo unico degli Stati Uniti, acquistato da Dollar Tree Stores (Nasdaq: Dltr); Hmv Group plc (Lse: Hmv), uno dei più grandi retailer di musica, libri e video al mondo; Kirkland's Inc. (Nasdaq: Kirk), il retailer Nord Americano di accessori per la casa; e Poundland Ltd., la principale catena di discount-retail a prezzo unico nel Regno Unito. Infolink: Www.adventinternational.com www.Areas.es |
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MORNINGSTAR500 FONDI E SICAV |
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Milano, 2 marzo 2004 - Con più di 5000 fondi sul mercato italiano, decidere su quali prodotti investire può essere un processo difficile. Morningstar viene incontro con una guida esclusiva che contiene una selezione dei migliori fondi, scelti all’interno di tutte le categorie che costituiscono l’offerta italiana. Tra i 500 fondi selezionati sarà possibile trovare i prodotti con performance storiche consolidate, quelli più giovani ma con le migliori potenzialità, i fondi che operano in mercati di nicchia e quelli che si contraddistinguono per lo stile di gestione. La valutazione attenta e rigorosa utilizzata nello screening permette di restringere l’universo di analisi in modo da facilitare la costruzione di portafogli diversificati e rispondenti alle necessità di chi fa consulenza e pianificazione o investe in fondi direttamente con il “fai-da-te”. A ciascun fondo è dedicata una scheda facile da consultare e confrontare che evidenzia la storia del fondo nel corso degli ultimi 5 anni, il rating, le statistiche in relazione alla media di categoria e all’indice di mercato, il team di gestione, l’analisi del rischio, dello stile e i dettagli del portafoglio. Nel morningstar 500 fondi & Sicav si trovano: Le tabelle riassuntive per ulteriori confronti tra i fondi; Diversi articoli e analisi esclusive; Una guida alla lettura delle schede; Un utile glossario dei termini. Gli Ingredienti Per Scegliere Un Fondo Giusto In Una Sola Pagina: Rating Morningstar, Ripartizione settoriale, Analisi di ciascun fondo, Ripartizione geografica, Storia delle performance, Style box azionario, Confronti categoria/indice, Style box obbligazionario, Gestore del fondo, Indicatori p/e, p/b, p/cf, Indicatori rischio/rendimento, Anagrafica della società, Analisi del portafoglio, Profilo commissionale, Primi 10 titoli ed altro ancora. Per informazioni inviare un fax ad Assoconsulenza 0289013617 |
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ALETTI GESTIELLE SGR DEL GRUPPO BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA: NASCE “GESTIELLE CINA”, IL PRIMO FONDO DI DIRITTO ITALIANO DEDICATO ESCLUSIVAMENTE AL MERCATO CINESE |
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Verona, 2 marzo 2004 - Un’importante novità finanziaria inaugura il mese di marzo 2004: per la prima volta nel nostro paese viene lanciato un fondo azionario di diritto italiano dedicato esclusivamente al mercato cinese e con un indice dinamico di riferimento e a farlo è Aletti Gestielle Sgr del Gruppo Banco Popolare di Verona e Novara. Il sistema economico della Repubblica Popolare Cinese negli ultimi anni è stato protagonista di uno sviluppo notevole, fra i più significativi dell’ultimo periodo, con una progressiva integrazione nell’economia globale testimoniata dagli ottimi risultati conseguiti dalle società operanti nell’area. Gli operatori economici ritengono che questa espansione sia destinata a progredire anche nei prossimi anni e per questo motivo Aletti Gestielle ha deciso di lanciare questo nuovo fondo chiamato “Gestielle Cina”, che investirà principalmente in strumenti finanziari di natura azionaria di emittenti con sede in Cina o che vi svolgano attività prevalente, quotati nei mercati regolamentati dei paesi aderenti al Fondo Monetario Internazionale e di Taiwan. “Si tratta di un mercato, quello cinese, cui molti imprenditori locali negli ultimi anni si sono rivolti e si stanno rivolgendo con grande successo” spiega Mario Tomasi, Condirettore Generale e Direttore degli Investimenti di Aletti Gestielle, “e riteniamo possa continuare ad offrire buone opportunità d’investimento, sia a livello di settore che di singole società. Gestielle Cina rappresenta, appunto, un’interessante possibilità di diversificazione per coloro che desiderano effettuare un investimento a lungo termine e scelgono un fondo dall’elevata componente azionaria”. L’investimento minimo previsto è di 500 €. Non sono richieste commissioni d’ingresso e di uscita, mentre i costi annuali di gestione sono pari al 2,28% ed è prevista una commissione di overperformance. Ll benchmark prescelto è 90% Morgan Stanley Capital International (Msci) 10/40 China Index e 10% Indice Bot Mts. |
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APPROVATO IL RENDICONTO ANNUALE 2003 DEL FONDO BNL INVESTIRE IMPRESA |
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Milano, 2 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Bnl Gestioni Sgr pA ha approvato ieri il Rendiconto annuale al 30 dicembre 2003 del fondo comune di investimento mobiliare chiuso Bnl Investire Impresa. Nonostante la difficile situazione congiunturale che ha caratterizzato anche nel 2003 il mercato di riferimento, il valore del patrimonio netto ha registrato un incremento apprezzabile (+ 7,6%), passando da 50.921.198 euro di fine 2002 a 54.806.509 euro. Il valore unitario delle quote del Fondo risulta quindi pari a 5.480,65 euro. Pur in presenza di livelli di attività nel settore del private equity italiano certamente non brillanti, nel corso del 2003 il Fondo ha sviluppato comunque l’operatività gestionale tipica riuscendo a mantenere sostanzialmente invariata la quota del patrimonio netto investita in azioni di società non quotate ad un livello di poco inferiore al 50%, malgrado il disinvestimento di una partecipazione non quotata effettuato nell’anno. Infatti, dopo la cessione in aprile della partecipazione in A. Randazzo alla famiglia omonima, nel 2003 sono state perfezionate due operazioni d’investimento in aziende non quotate. La prima, in agosto, ha riguardato l’ulteriore incremento di presenza in una società già partecipata dal Fondo, la Eco S.p.a., per un importo di 2,6 milioni di euro. La seconda, con un intervento di circa 3 milioni di euro, è consistita nell’acquisizione a dicembre di una quota del 35% della 5 P S.p.a., società costituita ad hoc per rilevare, unitamente a partner industriali di maggioranza, il controllo della Finanziaria Vibrocemento, holding umbra la cui principale partecipata operativa, Generali Prefabbricati, è uno dei maggiori operatori italiani nel settore dei componenti prefabbricati per edilizia industrializzata e grandi infrastrutture. A fine 2003 il portafoglio di partecipazioni in aziende non quotate del Fondo comprendeva quindi le società: Eco, Merloni Termosanitari, Parmacotto e 5 P, per un valore complessivo delle partecipazioni pari a circa 26,9 milioni di euro. |
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BANCA POPOLARE FRIULADRIA (GRUPPO INTESA)- APPROVATO IL BILANCIO 2003. L'UTILE SFIORA I 40 MILIONI DI EURO (+16%) ALL???ASSEMBLEA VERRÀ PROPOSTO DI 1,70 EURO PER AZIONE |
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Pordenone, 2 marzo 2004 - Il Consiglio di amministrazione della Banca Popolare Friuladria (Gruppo Banca Intesa), riunitosi il 27 febbraio a Pordenone, ha esaminato ed approvato la proposta di bilancio 2003 presentata dal presidente Angelo Sette. Nel corso dell’anno, con l’ingresso di Luigi De Puppi nel ruolo di amministratore delegato, l’Istituto ha ulteriormente rafforzato la propria caratteristica di banca di riferimento per le famiglie, le aziende, le istituzioni di Friuli Venezia Giulia e Veneto orientale e di partner privilegiato per gli operatori economici locali interessati a sviluppare relazioni con i Paesi dell’Est. Forte di 154 sportelli, con oltre 12.500 soci, più di 1.300 dipendenti e circa 270 mila clienti, Friuladria ha chiuso il 2003 con un utile netto di 39,6 milioni di euro, in aumento del 16% rispetto all’esercizio precedente. Ciò consentirà di proporre all’assemblea del prossimo aprile la distribuzione di un dividendo di 1,70 euro per azione. Particolarmente significativa la crescita degli impieghi, il cui ammontare a fine anno era pari a 2.876 milioni di euro, in aumento del 12,2% rispetto allo stesso periodo del 2002. L’incremento è stato trainato sia dal comparto a medio-lungo termine, con una crescita di 204 milioni (+14,8%), sia dal comparto a breve, con un aumento di 108 milioni (+9,1%). In crescita anche la raccolta diretta complessiva, attestatasi a 2.658 milioni. Fra le varie componenti da segnalare la conferma del trend positivo dei depositi in conto corrente (+1,8%) e delle obbligazioni (+6,5%). La raccolta indiretta globale ha registrato una crescita del 5,4%, attestandosi 5.126 milioni. In questo caso le performance più brillanti appartengono al risparmio gestito (+11,9%) e soprattutto ai fondi comuni (+28,8%). L’elevata patrimonializzazione (da 403,6 a 406,7 milioni) continua ad essere uno dei punti di forza di Friuladria e ne conferma il ruolo di azienda leader nel credito alle imprese anche nell’ottica dell’entrata in vigore del nuovo accordo di Basilea. Il margine di intermediazione è stato di 209,2 milioni in aumento di quasi un punto percentuale rispetto all’anno precedente. Una positività decisamente legata alla crescita del margine da servizi che ha messo a segno un +7,6%, compensando un leggero stress del margine di interesse. Rivelatore di una sana ed efficiente gestione, infine, l’utile delle attività ordinarie prima delle imposte che, nonostante il persistere di un andamento altalenante dei mercati finanziari, ha chiuso il 2003 attestandosi ad oltre 73 milioni, con un incremento di 6,3 milioni (+9,4%) rispetto al 2002. Alla realizzazione di tale risultato ha contribuito, anche nel 2003, una continua e attenta azione di contenimento dei Costi di Gestione che ha consentito riduzione di costi operativi per 8,7 milioni (- 6,4%) rispetto all’anno precedente. |
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BB BIOTECH LANCIA UN PROGRAMMA DI BUYBACK |
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Milano, 2 marzo 2004 - A partire da oggi Bb Biotech inizierà un programma di riacquisto di azioni proprie. Per questo motivo il 2 marzo 2004 verrà aperta alla Borsa Svizzera Swx una seconda linea di contrattazione per le azioni al portatore Bb Biotech. La società ha intenzione di riacquistare fino a 2.78 milioni di azioni proprie al portatore, ossia il 10% del capitale azionario, ed in seguito procedere al loro annullamento. Il volume definitivo verrà calcolato in base al prezzo di chiusura del 27 febbraio 2004 fino ad un massimo di Chf 195 milioni (Eur 124 milioni). Il mandato per l’operazione di riacquisto è stato affidato alla banca Swissfirst Sa di Zurigo. A seguito della riduzione del numero di azioni al portatore in circolazione si otterrà un incremento dell’utile per azione. Inoltre si dovrebbe ridurre lo sconto dell’azione stessa rispetto al suo valore intrinseco. Le modalità del programma di buyback verranno pubblicate il 2 marzo 2004 nei seguenti giornali: Neue Zürcher Zeitung (Ch), Le Temps (Ch), Handelsblatt (D), Milano Finanza (I), e nel sito internet della società www.Bbbiotech.com |
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LOCAT APPROVA IL PROGETTO DI BILANCIO AL 31/12/2003 UTILE NETTO DI 61,6 MILIONI DI EURO (+44,7%), ROE AL 18,6% (EX 16,0%) DIVIDENDO PARI A 0,038 EURO PER AZIONE |
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Milano, 2 marzo 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Locat S.p.a., presieduto da Francesco Mezzadri Majani, ha approvato ieri il progetto di bilancio al 31 dicembre 2003. Nell’anno 2003 Locat si è confermata il primo operatore del mercato del leasing italiano con una quota a fine anno del 13,0% (ex 12,1%), stipulando nuove operazioni per 4.153,5 milioni di euro, in diminuzione dell’8,4% sull’anno precedente, risultato comunque migliore del decremento fatto registrare dal mercato (-15,7%). La Società è inoltre leader in ogni comparto del settore della locazione finanziaria ad eccezione del comparto automobilistico in cui figura al secondo posto. Dal punto di vista reddituale, il margine di interesse è stato pari a 191,6 milioni di euro (+17,4% rispetto all’esercizio precedente). L’incremento di 28,4 milioni di euro riflette la crescita degli impieghi medi. I costi di struttura sono stati pari a 58,9 milioni di euro (+ 2,0% rispetto al 2002). In particolare, ad una sostanziale invarianza delle spese per il personale (+0,2%) si è associato un aumento delle altre spese amministrative (+4,7%) dovuto alle nuove iniziative di sviluppo. Il cost/income, pari al 28,5% (ex 32,7%), evidenzia eccellenti livelli di efficienza. Gli accantonamenti, le rettifiche e riprese di valore sui crediti ammontano complessivamente ad euro 47,1 milioni; la crescita di 2,2 milioni di euro sul dicembre 2002 (+5,4%) risulta più contenuta in relazione all’andamento degli impieghi. Le rettifiche di valore sul nominale dei crediti dubbi evidenziano una percentuale di copertura sostanzialmente invariata (54,6% contro il 55,0% del 31 dicembre 2002). L’utile prima delle imposte si è attestato a 100,1 milioni di euro, in crescita del 40,0% sull’anno 2002, mentre le imposte sul reddito sono aumentate di 9,6 milioni di euro (+33,1%). L’incremento dell’utile netto da euro 42,6 milioni a euro 61,6 milioni (+ 44,7%) è ascrivibile alla significativa crescita del margine di contribuzione (+16,7%), per effetto dell’aumento degli impieghi medi e del contenuto incremento dei costi di struttura (+2,0%). Tenuto anche conto della necessità di allineare la dotazione patrimoniale della Società al livello necessario per finanziare la crescita degli impieghi, il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea Ordinaria degli Azionisti, convocata per il 2 aprile 2004 in prima convocazione e per il giorno successivo in seconda convocazione - dopo l’assegnazione di euro 3.078.368 alla “Riserva Legale” ed euro 37.733.180 alla “Riserva straordinaria” - la distribuzione, a partire dal 16 aprile 2004, di un dividendo nella misura di euro 0,038, invariata rispetto a quella dell’esercizio precedente, per ognuna delle 546.205.666 azioni ordinarie. Qualora la proposta sia approvata dall’Assemblea, il dividendo sarà posto in pagamento contro presentazione della cedola n. 13. Si segnala infine che in data 5 marzo 2004 terminerà l’Opa residuale sulle azioni Locat promossa da Unicredito Italiano e che a partire dall’11 marzo 2004 il titolo sarà delistato. Per una più completa informativa sui risultati gestionali conseguiti nell’esercizio, si allegano i prospetti del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale, con l’avvertenza che il progetto di bilancio e la documentazione connessa non sono ancora stati certificati dalla società di revisione, né verificati dal Collegio Sindacale. |
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UNICREDIT: OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO RESIDUALE SU AZIONI LOCAT |
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Milano, 2 marzo 2004 - Unicredito Italiano, nel ricordare che l'ultimo giorno utile per aderire all'Offerta in oggetto è il 5 corrente, informa che le adesioni pervenute, sino a venerdì 27 febbraio scorso, portano a n. 537.746.768 le azioni Locat di cui, ad oggi, è titolare, pari al 98,002% del capitale sociale "fully diluted" di Locat stessa. Pertanto, Unicredito Italiano comunica che, come dichiarato nel Documento di Offerta, si avvarrà del diritto di acquisire le residue azioni Locat in circolazione entro quattro mesi dalla data di pagamento del corrispettivo, diritto riconosciuto dall'art. 111 del D.lgs. 58/98, Con riferimento al Gruppo Unicredit - a conferma di quanto già riportato nel Documento di Offerta relativo all'operazione in oggetto – si informa che il risultato netto consolidato 2003 è atteso in miglioramento rispetto al 2002, anche la remunerazione per gli azionisti è prevista in crescita rispetto al 2002. I risultati consolidati 2003 saranno sottoposti al Consiglio di Amministrazione il 12 marzo pv e diffusi al mercato dopo la chiusura delle contrattazioni di Borsa. |
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OFFERTA IMPEGNATIVA D’ACQUISTO DELLE AZIONI CONSODATA SA
DETENUTE DA SEAT PG |
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Torino, 2 marzo 2004 - Seat Pagine Gialle ha ricevuto, in data 27 febbraio 2004, un’offerta per l’acquisizione dell’intera quota detenuta nella partecipata Consodata Sa (pari al 98,6% del capitale), da parte della società americana Acxiom Corporation. Acxiom Corporation è una società quotata al Nasdaq, leader nel settore dei servizi di marketing negli Stati Uniti ed in Europa che ha recentemente acquistato, da Vnu, le attività europee di Claritas. Il prezzo offerto da parte di Acxiom si basa su un valore d’impresa (Enterprise Value) di Consodata Sa pari a € 44 milioni. Questa valutazione, in relazione al debito esistente in Consodata Sa, comporta un valore delle azioni pari a € 199 mila, ovvero circa € 0,015 per azione. Le attività di Consodata Sa in Italia (Consodata Spa e le sue filiali Consodata Marketing Intelligence Srl e Pubblibaby Spa), che non sono oggetto dell’offerta di Acxiom, saranno cedute, nell’ambito dell’operazione, da Consodata Sa a Seat Pagine Gialle per un prezzo di € 19 milioni. Tale valutazione sarà oggetto di verifica di equità da parte di un esperto. L’offerta di Acxiom riguarda anche l’intera partecipazione detenuta da Seat Pagine Gialle (tramite la controllata al 99,96% Consodata Group Ltd.) in Consodata Germany per un Enterprise Value pari a € 5 milioni. Le rappresentanze sindacali interne di Consodata Sa (Comitè d’Enterprise) saranno consultate in relazione alla prevista cessione, in conformità con quanto previsto dalla vigente normativa francese. Sulla base dell’offerta ricevuta, Seat Pagine Gialle ha concesso ad Acxiom Corporation un periodo di esclusiva di 90 giorni. L’operazione, se conclusa, comporterebbe un beneficio alla Posizione Finanziaria Netta del Gruppo Seat Pagine Gialle pari a € 30 milioni. Le società oggetto di cessione hanno totalizzato ricavi complessivi pari a circa € 53 milioni nel 2003, con un Ebitda pari a circa € 2,4 milioni. Le attività oggetto di cessione hanno limitate sinergie con il resto del gruppo Seat Pagine Gialle mentre le attività italiane, che rimarranno nel perimetro di Seat Pagine Gialle, presentano già oggi notevoli sinergie di carattere operativo e commerciale che saranno ulteriormente sviluppate in futuro. Le attività italiane di Consodata hanno totalizzato, nel 2003, ricavi pari a circa € 30 milioni con un Ebitda di circa € 3,1 milioni. |
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OLCESE S.P.A: LA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA AL 31 DICEMBRE 2003 REGISTRA UN INCREMENTO DI € 2,4 MILIONI RISPETTO AI DATI DEL MESE PRECEDENTE |
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Milano, 2 marzo 2004 - La posizione finanziaria netta consolidata del Gruppo risulta pari a Euro -95 milioni circa, la posizione finanziaria netta di Olcese S.p.a. È di Euro -68 milioni circa. Con riferimento all’indebitamento scaduto, si informa che ammonta a circa Euro 36 milioni di cui debiti nei confronti dei fornitori per circa Euro 28 milioni, e debiti di natura tributaria e previdenziale per complessivi Euro 7,8 milioni, quest’ultimi così composti: per Iva, Irap, Ici e Imposta Sostitutiva circa Euro 2,8 milioni, per Irpef circa Euro 2,6 milioni, per contributi previdenziali a carico dell’azienda circa Euro 2,4 milioni (la quota contributi a carico del dipendente è sempre stata regolarmente pagata alla scadenza di legge). L’indebitamento scaduto di carattere finanziario risulta azzerato. Relativamente alle negoziazioni in corso per la ristrutturazione del debito, si comunica che alla luce dell’accordo siglato con Raumer e comunicato al mercato lo scorso 23 gennaio, sono state avviate trattative con fornitori ed istituti di credito, che interessano crediti per un ammontare di circa euro 74 milioni (su una posizione debitoria complessiva, di Olcese S.p.a., pari a euro 106 milioni) al fine di ottenere una congrua ristrutturazione del debito Olcese attraverso tralci o conversioni. In relazione al programma di dismissione degli immobili, si comunica che sono state avviate trattative per la dismissione dell’immobile di Conegliano Veneto.. Per quanto attiene al Piano Industriale e Finanziario si precisa che, alla luce dell’accordo sottoscritto con Raumer S.p.a ed in conformità alle deliberazioni assunte dal consiglio del 29 gennaio 2004 che ha approvato il Piano Industriale integrato Olcese Raumer, il management di Olcese sta ora operando al fine di realizzare le condizioni di cui al citato accordo che costituiscono i presupposti per la realizzazione del Piano Industriale. |
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GRUPPO MONDO TV: IL C.D.A. HA APPROVATO IL BILANCIO D’ESERCIZIO ED IL BILANCIO CONSOLIDATO 2003 IN CRESCITA OLTRE LE ASPETTATIVE. PROPOSTO DIVIDENDO A 35 CENTESIMI DI EURO (+16% RISPETTO AL DIVIDENDO 2001
AMPIAMENTE SODDISFATTI TUTTI I CRITERI DI AMMISSIONE AL NUOVO SETTORE TECHSTAR DI BORSA ITALIANA |
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Milano, 2 marzo 2004 - Prosegue anche nel 2003 la crescita molto sostenuta di tutti i margini di Mondo Tv - primario Gruppo attivo in Europa nella creazione, realizzazione e distribuzione di “cartoons” per televisione e cinema - che ha realizzato un Valore della Produzione consolidato in crescita del 23% a 49,4 milioni di Euro contro i 40,1 del precedente esercizio, superando nettamente anche il dato di pre-consuntivo reso pubblico nelle scorse settimane, che era stato di 48,5 milioni di Euro. Molto positivo anche il Margine Operativo Lordo (Ebitda) consolidato che è incrementato del 10% attestandosi a 37,1 milioni di euro contro i 33,6 milioni del precedente esercizio. In termini relativi l’Ebitda si attesta al 75% del Valore della Produzione, mantenendosi tra i più alti a livello mondiale nel settore di competenza. In crescita fino a 11,9 milioni di Euro (*) anche il Risultato Operativo (Ebit) consolidato (+3% rispetto agli 11,5 dello scorso esercizio. Il dato relativo al 2003 è da intendersi ante rettifiche straordinarie (vedi nota a fine documento). Il dato relativo all’Ebit è ancor più significativo se considerato che è stato ottenuto nonostante l’incremento di circa il 14% degli ammortamenti e accantonamenti (passati dal 22,1 milioni nel 2002 a 25,2 milioni di Euro nel 2003) in virtù dell’intensa politica di investimenti che il Gruppo continua a sostenere ormai da diversi anni. Per effetto di tutte le componenti sopra descritte, l’utile consolidato ante-imposte ha raggiunto i 12 milioni di Euro ante rettifiche straordinarie (*) con una crescita di circa il 38% sul dato dell’esercizio precedente (8,7 milioni di Euro). Molto positivo, infine, anche l’utile netto che, sempre a livello di Gruppo, si attesta a 6,6 milioni di Euro ante rettifiche straordinarie (*) anch’esso oltre le attese degli analisti. Il confronto con il corrispondente dato dell’esercizio 2002 (circa 15 milioni di Euro) è, di fatto, scarsamente significativo in quanto il dato relativo al 2002 era sensibilmente influenzato dalle imposte differite anticipate per effetto della “Tremonti bis”. I positivi risultati conseguiti da Mondo Tv soddisfano ampiamente i criteri recentemente definiti da Borsa Italiana S.p.a. Alla base del nuovo settore Techstar di Borsa Italiana. Questi, in sintesi, i principali contenuti del bilancio consolidato 2003 approvato, insieme al progetto di bilancio 2003, nella giornata di ieri dal C.d.a. Di Mondo Tv, alla presenza di Orlando Corradi, Presidente ed Amministratore del Gruppo. Il progetto di bilancio 2003 verrà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea degli azionisti convocata in seduta ordinaria per i prossimi 30 aprile e 28 maggio 2004, rispettivamente in prima e seconda convocazione. Con riferimento all’utile d’esercizio, il C.d.a. Ha inoltre proposto la distribuzione agli azionisti di un dividendo, al lordo delle ritenute di legge, di 35 centesimi di Euro per azione (+16% rispetto al dividendo di 30 centesimi di Euro dell’esercizio 2001), a testimonianza della volontà di un’adeguata remunerazione del capitale detenuto dagli azionisti. Tale dividendo verrà messo in pagamento a partire dal 13 maggio 2004 (con stacco cedola n° 2 a far data dal prossimo 10 maggio 2004), qualora l’Assemblea approvi il bilancio in prima convocazione. Nell’esercizio 2002 l’utile era stato integralmente destinato a riserva. Orlando Corradi e la coniuge Giuliana Bertozzi, che detengono cumulativamente il 64,27% del capitale sociale, rendono noto che non intendono incassare immediatamente il dividendo con l’obiettivo di metterlo al servizio del piano industriale del Gruppo. Si riservano tuttavia di valutare l’opportunità di incassare tale dividendo nel termine di prescrizione di legge (cinque anni), alla luce di futuri sviluppi del Gruppo. Con riguardo alle fonti di reddito, il Gruppo ha proseguito la diversificazione nei settori correlati (home video, merchandising, musica, editoria e cinema) che hanno raggiunto il 77% dei ricavi totali rispetto al 67% del 2002 ed al 54% dell’esercizio 2001. La progressiva diversificazione delle vendite direttamente verso il consumatore finale consente al Gruppo un’efficace salvaguardia dalle cicliche crisi economiche e al tempo stesso di non soffrire il calo della pubblicità televisiva come accaduto a tutti i principali competitor internazionali. Sul fronte industriale, gli investimenti totali sostenuti nel corso del 2003 sono stati pari a 23,7 milioni di Euro: il Gruppo ha attualmente in fase di co-produzione 3 serie animate da 26 episodi ciascuno con la Rai, 4 lungometraggi di animazione per il cinema e una serie animata in fase di produzione in proprio, nonché diversi film di animazione in fase di completamento e investimenti in giochi interattivi per Pc. Per quanto riguarda la gestione finanziaria, gli oneri finanziari netti sono stati pari a 0,2 milioni di Euro, rispetto ai 2,9 milioni di Euro del precedente esercizio; la gestione straordinaria presenta proventi netti per 0,35 milioni di Euro (non significativo il dato relativo al 2002). Dal punto di vista patrimoniale, il capitale investito si è stabilizzato intorno ai 121 milioni di Euro e segnala chiaramente come il percorso strategico del Gruppo abbia completato la prima fase di grandi investimenti del triennio passato, caratterizzato anche dalla quotazione in Borsa e dalle agevolazioni agli investimenti della Tremonti-bis, e si stia concentrando in maniera forte sullo sfruttamento dei propri asset inclusi nella library. Attualmente la “library” di proprietà del Gruppo si compone di circa 5.500 episodi di serie Tv e di 20 film di animazione e rappresenta una tra le più ampie a livello europeo. La Posizione Finanziaria Netta - sempre a livello di Gruppo - è risultata al 31 dicembre 2003 positiva per 141.000 Euro rispetto ai 3,4 milioni di Euro al termine del precedente esercizio. Tra le società controllate, è opportuno segnalare i risultati molto positivi di Mondo Home Entertainment S.p.a. Che ha chiuso l’esercizio al 30 settembre 2003 con un valore della produzione pari a 5,3 milioni di Euro, in crescita del 130% rispetto all’esercizio chiuso il 31 dicembre 2002. L’ebitda è risultato positivo per 0,42 milioni di Euro e l’utile netto si è attestato a 239.000 Euro. Tali risultati sono stati ottenuti grazie ai contratti di distribuzione di prodotti di terzi che, in aggiunta ai prodotti della library del Gruppo, hanno garantito una significativa crescita del fatturato e della marginalità della società controllata, consentendole di chiudere il bilancio in positivo solo dopo 2 anni dalla sua creazione. Infine, sono risultati estremamente positivi anche i dati della capogruppo Mondo Tv S.p.a. Che ha realizzato, sempre nell’esercizio 2003, un valore della produzione pari a 43,6 milioni di Euro in crescita del 16% rispetto al 2002. L’ebitda è risultato pari a 38,4 milioni di Euro in crescita del 13% rispetto al precedente esercizio (il dato 2003 è pari all’88% del Valore della Produzione). L’utile Netto ante rettifiche straordinarie (*) è stato pari a 8,1 milioni di Euro. Come già sottolineato, il confronto con il dato 2002 (circa 16,4 milioni di Euro) è, di fatto, scarsamente significativo in quanto il dato relativo al 2002 era influenzato dalle imposte differite anticipate per effetto della “Tremonti bis”. |
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ACQUISTA 2 IMPIANTI NEGLI USA PER 33,3 MW PORTANDO A 418 MW LA PROPRIA CAPACITÀ PRODUTTIVA, LA SOCIETÀ SI CONFERMA UNO DEI PRINCIPALI PRODUTTORI NORDAMERICANI DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI |
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Roma, 2 Marzo 2004 – Enel North America Incrementa La Propria Capacità Produttiva Da Fonti rinnovabili, acquisendo la quota di controllo di due impianti idroelettrici negli Stati Uniti: Twin Falls (24 Mw) vicino a North Bend, Stato di Washington, e Lower Saranac (9,3 Mw), vicino a Plattsburgh, Stato di New York. Enel North America, già Chi Energy, è uno dei principali produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili del continente con 418 Mw di impianti mini-idro, eolici e a biomasse negli Stati Uniti e in Canada. E’ stata acquisita da Enel nel dicembre del 2000. Enel è uno dei protagonisti nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili a livello mondiale con impianti idroelettrici, geotermici eolici, solari e a biomasse per oltre 17.000 Mw in Italia, Spagna, America del Nord e America Latina su una potenza complessiva installata di 45.000 Mw. |
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QUELLI DELLA NOTTE (LAVORATORI) : IN ITALIA SONO OLTRE DUE MILIONI E MEZZO |
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Roma 2 marzo 2004 - In Italia, la maggior parte dei lavoratori notturni, il 63,4 per cento, pari a 1.617.000, si colloca nella fascia compresa tra 26 e 45 anni. In particolare, il 31,5% (802.000 lavoratori) ha un’età tra i 26 e i 35 anni e il 31,9% (815.000) tra i 36 e 45 anni. Sono invece 201.000, pari al 7,9%, i lavoratori notturni appartenenti alla fascia 15-25 anni; 628.000, il 24,6%, quelli tra i 46 e i 55 anni; 104.000, il 4,1%, gli appartenenti alla classe di età 56-65 anni. Complessivamente, al 31 dicembre 2003, in Italia sono presenti 2.550.000 lavoratori impiegati nei turni tra le 22 di sera e le 6 del mattino. Sono queste le stime elaborate dall’Eurispes e contenute in uno studio dal titolo “Il lavoro notturno: scelta o necessità”. Analizzando i dati in relazione alla zona geografica, si osserva che viene fatto uso di lavoro notturno in modo preponderante al Nord (42,4%, 1.801.000 lavoratori), seguito dal Sud (32,5%, 828.000 lavoratori), mentre nelle regioni centrali si registra la percentuale minore (25,1%, 641.000 lavoratori). Dalle stime dell’Eurispes si rileva che a lavorare di notte sono soprattutto gli operai preposti alle industrie ed alle attività manifatturiere (metalmeccanici, cementieri, agroalimentare, panettieri, pasticceri, ecc., 23,5%, 600.000 lavoratori), il personale addetto ai servizi di smaltimento rifiuti e gli addetti alle pulizie (15,7%, 400.000 lavoratori) ed il personale impiegato nel settore dei trasporti, logistica e viabilità (trasportatori merci e materie prime, personale delle ferrovie dello Stato, del trasporto aereo, ecc., 13,7%, 350.000 lavoratori). Seguono nella classifica delle aree professionali e occupazionali impegnate nel lavoro notturno o nelle turnazioni notturne gli addetti alla sicurezza (forze dell’ordine, forze armate, vigili del fuoco, ecc., 11,8%, 300.000 lavoratori), alla sanità e all’assistenza (medici, infermieri, farmacisti, ecc.,11,0%, 280.000 unità), all’informazione e alle telecomunicazioni (giornalisti, tipografi, operatori call center, tecnici delle telecomunicazioni, ecc., 9,8%, 250.000 lavoratori), ai pubblici servizi e alla ristorazione (camerieri, baristi, cuochi, addetti autogrill, portieri, ecc., 9,0%, 230.00 unità). I lavoratori notturni si dividono in “abituali” e “occasionali”. Il lavoro notturno “occasionale” risulta più diffuso rispetto a quello “abituale”. Nel 2002, le forze di lavoro occupate “occasionalmente” di notte rappresentano il 6,5% sul totale degli occupati, mentre quelle “abituali” il 5,1%. Rispetto al 1992 il numero dei lavoratori notturni “abituali” è aumentato all’incirca dell’1%: erano il 4,3% della forza lavoro totale. Per quanto riguarda quelli “saltuari”, lo studio Eurispes osserva come, sebbene la loro percentuale sia aumentata dell’1,6%, il picco più alto si è registrato nel 1996, quando costituivano l’8% degli occupati. Osservando l’evoluzione del lavoro notturno per genere, si nota un aumento, nel decennio 1992-2002, dei lavoratori “abituali” sia di sesso maschile sia di sesso femminile, rispettivamente dello 0,8% e dello 0,9%. Per quanto riguarda, invece, i “saltuari”, sia per gli uomini sia per le donne, si è registrato un incremento nel 1996 rispettivamente dell’1% e dello 0,5% ed una diminuzione nel 2002, per entrambi i sessi. Comunque, il lavoratore notturno è prevalentemente di sesso maschile: sul totale dei lavoratori notturni, le donne costituiscono il 24%, mentre gli uomini il 76%. Molteplici ragioni giustificano la diffusione del lavoro notturno. Vi sono innanzitutto esigenze di tipo tecnico, in quanto alcuni processi industriali richiedono il ciclo continuo. Vi sono poi ragioni di natura economica: il lavoro notturno permette una migliore utilizzazione di macchinari costosi, un più elevato profitto degli investimenti e una maggiore soddisfazione della domanda proveniente dal mercato. Infine vi sono esigenze di tipo sociale legate alla peculiarità di alcuni servizi indispensabili per la collettività. C’è un punto in cui però le ragioni tecniche, economiche e sociali si arrestano: è il momento in cui arrivano gli interrogativi circa le conseguenze del lavoro notturno sul piano più propriamente “umano”. Le problematiche connesse al lavoro notturno riguardano sia gli uomini che le donne; queste ultime ne possono risentire in maniera consistente per le loro differenti caratteristiche fisiologiche e i diversi ruoli familiari e sociali. Il lavoro di notte può essere considerato anti-biologico, poiché obbliga il lavoratore a rovesciare il normale ciclo sonno-veglia, esigendo di essere attivo in un periodo in cui l’organismo abitualmente riposa e di dormire quando di solito si è svegli. Infatti, circa il 63% delle persone che lavorano di notte accusa disturbi del sonno. La durata del sonno può limitarsi in tali soggetti a 4-6 ore, a differenza della durata media per persona sana che è di 7-9 ore. Questa perdita di ore di sonno determina una riduzione di energie e di reattività. L’inversione del ritmo sonno-veglia determina a breve tempo disturbi simili a quelli provocati dal jet lag (disturbi del sonno, irritabilità, dispepsia), nel lungo periodo possono causare una maggiore incidenza a carico dell’apparato gastroenterico (il 31,3 % dei lavoratori notturni soffre di gastroduodenite, il 12,2% di ulcera duodenale) e del sistema neuropsichico (il 64,4% è affetto da sindromi ansiose e/o depressive). In Europa, si legge sempre nello studio dell’Eurispes, i lavoratori notturni sono maggiormente presenti nel Regno Unito (21,3%), in Portogallo (20,2%), e Islanda (19,2%). Il paese, in cui si registra la percenutale più bassa, è la Spagna (9,8%). L’italia con l’11,6% si colloca in una posizione intermedia nella graduatoria europea. Suddividendo i lavoratori in due categorie, coloro che lavorano sempre di notte (abituali) e coloro che lavorano qualche volta di notte (occasionali), il paese ad avere la percentuale più alta di “abituali” è il Regno Unito (12,5%), seguito dai Paesi Bassi (9,6%), Austria (9,2%), Finlandia (9,1%) e Portogallo (8,1%); ad utilizzare meno questa tipologia di lavoro sono la Svizzera (1,8%) e il Belgio (2,1%). Anche in Italia vi è una bassa percentuale di “abituali”. Questi, infatti, come sopra detto, rappresentano il 5,1% sul totale degli occupati, un dato al di sotto della media europea (7,0%). In generale in Europa c’è una maggior presenza di “occasionali”. Questi sono, infatti, maggiormente diffusi rispetto agli “abituali” in Belgio, Islanda, Portogallo, Norvegia, Irlanda, Svizzera, Lussemburgo, Grecia, Francia, Spagna, e Italia. In tutti i paesi europei, il numero degli uomini impiegati con orario notturno è superiore a quello delle donne. Le percentuali maggiori di uomini che lavorano di notte si registrano in: Regno Unito (27,3%), in Islanda (26,5%) ed in Portogallo (24,7%). La componente femminile conta percentuali più elevate in: Portogallo (14,8%), nel Regno Unito (14%) in Finlandia (13,5%), Norvegia (13,1%) e Austria (12,7%). Facendo riferimento esclusivamente alla componente maschile, gli uomini che lavorano “abitualmente” di notte si trovano soprattutto in Gran Bretagna (15,4%), nei Paesi Bassi (11,2%) e in Austria (11,1%). Una minore percentuale è stata riscontrata in Belgio (2,5%) e in Svizzera (1,7%). Esaminando i dati relativi alle sole donne, si può notare che il lavoro notturno “abituale” è più frequente nel Regno Unito (8,9%), in Finlandia (8,1%), nei Paesi Bassi (7,4%) e in Austria (6,9%); è, invece, poco diffuso in Belgio (1,4%) e in Svizzera (2,0%). Dall’analisi comparativa dei dati relativi ai maschi, si rileva come questi lavorino “occasionalmente” di notte soprattutto in: Islanda (19,3%) Belgio (17%). Per quanto concerne le donne, invece, queste sono impiegate “occasionalmente” soprattutto in: Belgio (10,7%) Portogallo (8,8%) e Norvegia (8,8%). In conclusione è possibile affermare che l’orario notturno è più diffuso, sia tra gli uomini sia tra le donne, in Gran Bretagna. |
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COME CAMBIA L’AGRICOLTURA LOMBARDA -1,2% TRA IL 2002 E IL 2003, IN ITALIA –2%. BRESCIA PRIMA PER ATTIVITÀ AGRICOLE E PESCA, MANTOVA PER LE FORESTALI |
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Milano,2 marzo 2004 - Sono 58.715 le imprese agricole attive nel 2003 al quarto trimestre in Lombardia, tra agricoltura e pesca, il 5,9% sul totale nazionale. Un settore che rallenta per numero di imprese, secondo i dati del registro delle imprese della Camera di Commercio (-6,1% tra il 1998 e il 2003, -1,2% tra il 2002 e il 2003). Un rallentamento inferiore a quello nazionale (-9,6% tra il 1998 e il 2001, -2% tra il 2001 e il 2002). Per le aziende del settore agricoltura, caccia e servizi, conduce la provincia di Brescia con 12.257 imprese, il 21,2% del totale regionale. Tra le imprese che si occupano di silvicoltura, utilizzazione di aree forestali e servizi connessi, conduce la provincia di Mantova con 163 imprese, il 21% del totale regionale. Oggi un convegno. Se ne è parlato oggi in occasione del convegno “La revisione di medio termine della Pac e la sua applicazione in Italia” in Camera di Commercio, promosso da Agriteam, azienda speciale di Camera di Commercio di Milano, in collaborazione con la Confagricoltura – Unione provinciale degli agricoltori di Milano e Lodi e la Provincia di Milano, per presentare come cambiano le modalità di erogazione dei contributi comunitari per le imprese. Un volumetto per le imprese. Per le imprese è disponibile gratuitamente un volumetto sulla revisione di medio termine della Pac, che modifica il sostegno e le modalità di erogazione dei contributi comunitari: si può richiedere al tel. 02 8515.4323-4324. “L’agricoltura – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - è un settore che unisce tradizioni antiche ed innovazione. Ed è proprio l’innovazione che può rappresentare il futuro di questo settore, soprattutto in un’area come quella milanese e lombarda da sempre all’avanguardia nei processi e negli strumenti di produzione. Ogni intervento che migliori la capacità di produrre, commercializzare, presenziare i mercati, tutelare la qualità dei prodotti agricoli e degli alimenti del territorio in cui viviamo, diviene un beneficio diretto non solo per chi lo consegue, ma anche per il consumatore e il cittadino. Ed oggi la sfida della competitività si gioca sempre più in un quadro europeo, all’interno della politica agricola comunitaria, che rappresenta un punto di riferimento per le imprese: con l’incontro di oggi intendiamo creare un momento di confronto e aggiornamento su questa realtà in rapida evoluzione”. Agricoltura, caccia e relativi servizi. Un settore ampio che comprende l’agricoltura e l’allevamento e ha una incidenza del 98,3% sull’intero settore (57.725 imprese in Lombardia su 58.715). Il primato spetta a Brescia con 12.257 imprese attive, 21,2% del totale regionale. Seguono Mantova (9.887, 17,1%), Pavia (8.617, 15%), Bergamo (5.581, 9,7%), Milano (5.480, 9,5%), Cremona (5.192, 9%), Sondrio (3.690, 6,4%), Como (2.281, 4%), Varese (1.980, 3,4%), Lodi (1.591, 2,8%) e Lecco (1.169, 2%). Silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi connessi. Nel 2003 in Lombardia risultano attive complessivamente 778 imprese (1,3% del totale del settore agricolo lombardo). Al primo posto Mantova (163 unità, 21% del totale regionale). Seguono Varese (105), Pavia (98), Brescia (82), Milano (76), Cremona (67), Bergamo (64), Sondrio (47), Como (43), Lodi (27) e Lecco (6). Pesca, piscicoltura e servizi connessi. Con 212 unità questo comparto ha una incidenza del 0.4% sul totale dell’agricoltura lombarda. Brescia guida la classifica con 60 unità. Seguono Como (45), Milano (25), Varese (22), Cremona (18), Mantova (13), Lecco (11), Sondrio (7), Bergamo (6), Pavia (3) e Lodi 2. Il settore dell'agricoltura e della pesca: numero di imprese in Lombardia (Elaborazione Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese)
| Agricoltura, caccia e relativi servizi | Silvicoltura e utilizzaz.Aree forestali | Pesca,piscicoltura e servizi connessi | Totale 2003 | Totale 2002 | Totale 1998 | Crescita %03/02 | Crescita% 03/98 | Bergamo | 5.581 | 64 | 6 | 5.651 | 5.593 | 5.609 | 1,0% | 0,7% | Brescia | 12.257 | 82 | 60 | 12.399 | 12.589 | 13.130 | -1,5% | -5,6% | Como | 2.281 | 43 | 45 | 2.369 | 2.315 | 2.074 | 2,3% | 14,2% | Cremona | 5.192 | 67 | 18 | 5.277 | 5.410 | 5.707 | -2,5% | -7,5% | Lecco | 1.169 | 6 | 11 | 1.186 | 1.163 | 1.120 | 2,0% | 5,9% | Lodi | 1.591 | 27 | 2 | 1.620 | 1.636 | 1.662 | -1,0% | -2,5% | Mantova | 9.887 | 163 | 13 | 10.063 | 10.342 | 11.665 | -2,7% | -13,7% | Milano | 5.480 | 76 | 25 | 5.581 | 5.584 | 5.412 | -0,1% | 3,1% | Pavia | 8.617 | 98 | 3 | 8.718 | 8.878 | 9.885 | -1,8% | -11,8% | Sondrio | 3.690 | 47 | 7 | 3.744 | 3.868 | 4.433 | -3,2% | -15,5% | Varese | 1.980 | 105 | 22 | 2.107 | 2.048 | 1.848 | 2,9% | 14,0% | Totale Lombardia | 57.725 | 778 | 212 | 58.715 | 59.426 | 62.545 | -1,2% | -6,1% | Italia | 967.212 | 9.172 | 11.410 | 987.794 | 100.7580 | 109.2416 | -2,0% | -9,6% | |
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L’ASSESSORE VERGA IN CATTOLICA FA IL PUNTO SUL VERDE CHE CI SARA’ A MILANO PIÙ DI 8 MILIONI DI MQ LE AREE COMPLESSIVE TRASFORMATE O IN TRASFORMAZIONE, DI CUI OLTRE LA METÀ DESTINATE A VERDE PUBBLICO E SERVIZI |
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Milano, 2 marzo 2004 - L’assessore allo Sviluppo del Territorio Gianni Verga è intervenuto questa mattina alla sessione I Milanesi e il Verde del convegno organizzato da Urban Land Institute presso l’Università Cattolica di Milano. Durante il convegno l’assessore Verga ha fatto il punto sullo stato delle riqualificazioni urbane che porteranno alla trasformazione a verde pubblico di ampie aree della città. Dai dati raccolti dall’ufficio Pianificazione Strategica dell’Assessorato allo Sviluppo del Territorio, sono emersi importanti e significativi risultati: da quando sono stati attivati i piani e i programmi complessi di trasformazione urbana in variante al Piano Regolatore del 1980 sono state e sono in corso di trasformazione 8 milioni e 300 mila mq di aree. Di queste quasi 3 milioni è destinato al verde pubblico e quasi 1 milione a servizi e strutture di interesse pubblico come, ad esempio, scuole, asili, strutture sportive e parcheggi a raso. Complessivamente, dunque, su 8 milioni e 300 mila mq di aree già trasformate o in trasformazione la metà è destinata a verde e servizi. Da quando sono stati istituiti i P.i.i. (Programmi Integrati di Intervento- legge regionale 9 del ’99) lo strumento urbanistico di trasformazione urbana di ultima generazione, è stato introdotto anche lo standard di qualità che consente l’acquisizione a costo zero da parte dell’Amministrazione di opere di interesse pubblico (come ad esempio i centri congressi, strutture espositive, asili nido, biblioteche, strutture sportive etc.) realizzate, e in molti casi gestite in convenzione, dai privati promotori del P.i.i. In questo modo l’Amministrazione, oltre alle aree, acquisisce anche opere di interesse pubblico che, se tradotte in termini di mq, equivalgono allo stato attuale a 1 milione e mezzo di mq. Le aree complessive di verde e servizi, comprensivi dello standard qualitativo, ammontano a 5 milioni e mezzo di mq. “La pianificazione delle aree verdi e degli spazi aperti - ha sottolineato l’assessore Verga - non gioca solo un ruolo decisivo nella produzione della qualità ambientale è anche lo strumento per ridisegnare la forma urbana a procedere da quegli spazi aperti che solo la Pubblica Amministrazione può scegliere e configurare in un sistema complessivo”. Il verde a Milano sarà anche un verde di qualità: su gran parte di queste nuove aree a verde hanno lavorato e stanno lavorando importanti architetti paesaggisti di tutto il mondo come l’arch. Kippar per l’area Om, l’arch Jencks, per il Portello e l’arch. Desvigne per il Sieroterapico. Il Comune di Milano negli ultimi due anni, ha bandito due concorsi internazionali di progettazione per due grandi aree a verde. Il primo, quello per il parco Forlanini, è stato vinto dal portoghese Gonçalo Byrne, il secondo quello per i Giardini di Porta Nuova (che sorgerà all’interno di Garibaldi Repubblica), è stato vinto dal gruppo olandese Inside Outside. A Milano sta nascendo, inoltre, una greenway, uno strumento di connessione tra persone, parchi, aree di interesse storico e culturale, tra abitazioni, luoghi di studio e lavoro e connessione tra la crescita della qualità della vita e lo sviluppo economico. La greenway percorrerà, partendo dalla Darsena, il Piano di Recupero di Magolfa, attraverserà il Piano Particolareggiato del Sieroterapico e il Piano Integrato di Intervento Autari e il Parco Argelati per poi congiungersi al Piano Particolareggiato di Romolo e al Parco la Spezia fino ad arrivare al Parco Sud di Milano. Questa greenway, che si snoderà lungo un ambito di grande interesse storico–testimoniale come quello dei Navigli, è il frutto di un accurato lavoro comune, di studio e di progettazione realizzato dagli uffici tecnici dell’Assessorato allo Sviluppo del Territorio volto a dare una visione d’insieme e una linea unitaria a piani urbanistici differenti. La creazione di una rete di greenways a livello urbano permetterebbe di fruire della città in un modo nuovo, garantendo la connessione delle aree verdi e dei centri di interesse mediante una rete dedicata ad una mobilità dolce e, al contempo, la fruizione (anche a piedi) di un verde “sotto casa”. “La qualità delle città moderne – ha sottolineato l’assessore Verga- è influenzata da diversi fattori, tra i quali la presenza di verde fruibile è sicuramente uno dei più importanti. Inoltre, se il verde è diffuso può contribuire a dare un volto nuovo a molti angoli della città”. “Le greenways urbane, coniugando la presenza di verde con una mobilità non motorizzata, costituiscono un’interessante occasione per “ridisegnare” la città”. |
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IL CONSIGLIO ISTRUZIONE ADOTTA LA RELAZIONE SULL'AGENDA DI LISBONA |
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Bruxelles, 2 marzo 2004 - I ministri dell'Istruzione dell'Unione europea hanno adottato una relazione provvisoria sul progresso delle riforme ai sistemi di istruzione e formazione in Europa a sostegno dell'agenda di Lisbona. La relazione, intitolata 'Education and training 2010 - the success of the Lisbon strategy hinges on urgent reform', Istruzione e formazione 2010, il successo della strategia di Lisbona si impernia su riforme urgenti, offre un quadro dei progressi già fatti nel settore e propone misure da intraprendere per ottenere ulteriori miglioramenti. I ministri hanno convenuto di presentare la relazione al Consiglio europeo prima che si riunisca il 25 e 26 marzo. La relazione suggerisce che i prossimi passi da compiere nella politica per l'istruzione e la formazione dovrebbero essere il miglioramento degli indicatori, la creazione di una nuova generazione di programmi per il periodo dal 2007 al 2013 e un'ulteriore relazione provvisoria da presentare nel 2006. Durante lo stesso incontro del Consiglio Istruzione, Gioventù e Cultura, i ministri hanno discusso la creazione di Europass, un quadro destinato ad agevolare la libera circolazione dei lavoratori nell'Ue creando un portafoglio unico per i documenti relativi a lauree, qualifiche e competenze. Le delegazioni hanno convenuto che le proposte potrebbero apportare un autentico contributo alla mobilità migliorata se accompagnate da una maggiore formazione e dalla garanzia della veridicità dell'informazione dei portafogli. I ministri hanno inoltre sottolineato che Europass dovrebbe avere una portata molto ampia ed aperta, che rifletta non solo l'istruzione accademica e la formazione professionale, ma anche le competenze generali del singolo, come le conoscenze tecnologiche e in informatica. Per leggere le conclusioni provvisorie del Consiglio: http://ue.Eu.int/pressdata/en/educ/79193.pdf |
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ORGANIZZAZIONE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE DEI RUOLI COMMERCIALI NELLE BANCHE |
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Milano, 2 marzo 2004 – Si terrà a Milano, dal 23 al 26 marzo, il corso “Valutazione e sviluppo delle competenze dei ruoli commerciali nelle banche”, organizzato dalla Divisione Intermediari Finanziari, Banche e Assicurazioni della Sda Bocconi. Il seminario risponde alle esigenze sorte in seguito al profondo riassetto strutturale del settore dei servizi finanziari - che ha provocato una carenza di competenze nelle funzioni commerciali delle banche - e si propone di fornire una metodologia per il potenziamento dei ruoli commerciali nel Retail, nel Corporate e nel Private Banking. A questo fine, verrà prospettata una gamma completa di interventi di miglioramento, dalle soluzioni strutturali allo sviluppo delle competenze individuali. Tra i temi oggetto di approfondimento, si segnalano: le tendenze in atto nel contesto competitivo a fronte della riorganizzazione delle funzioni commerciali delle banche; i ruoli commerciali emergenti nel Retail, nel Private, nel Corporate Banking; le politiche di sviluppo delle competenze commerciali; le competenze individuali per i ruoli commerciali, le capacità di comunicazione e gestione del tempo. Destinatari del corso sono i responsabili e gli addetti delle funzioni Personale e Sviluppo Organizzativo operanti nelle Capogruppo, nelle Divisioni Retail, Corporate e Private, in società di prodotto con propria funzione commerciale. La didattica si arricchirà delle testimonianze di qualificati esponenti del settore, che presenteranno recenti esperienze di sviluppo delle competenze dei ruoli commerciali nelle banche. Infolink: : www.Sdabocconi.it |
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