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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Ottobre 2004
Pagina5
LA CERTIFICAZIONE DELLE CONOSCENZE INFORMATICHE IN ITALIA  
 
Milano, 25 ottobre 2004 - Le nuove tecnologie possono rappresentare un formidabile strumento in grado di favorire lo sviluppo e, per questa via, anche la democratizzazione di tutto il pianeta, tramite la trasformazione e la moltiplicazione dei flussi di comunicazione e di informazione. Negli ultimi anni, l’impiego delle innovazioni tecnologiche digitali coinvolgono dispositivi ormai “familiari”, quali il cosiddetto home entartiment o i telefoni portatili. D’altra parte, verificando alcuni degli indicatori che segnalano il grado di utilizzo delle potenzialità insite nell’Ict, è possibile individuare alcuni segnali contradditori concernenti il nostro Paese. Si pensi ai dati riguardanti il numero di telefoni portatili confrontato con quello dei personal computer e degli accessi a Internet in Italia, che delineano una società dove si privilegia l’immediatezza dell’accesso (la voce, il contatto diretto con l’interlocutore), ma anche la facilità di utilizzo nonché il costo di gran lunga inferiore di acquisto rispetto al pc. Come evidenziato nella Relazione 2004 dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, il mercato italiano dei servizi di rete mobile ha confermato di rivestire un ruolo centrale per la crescita del settore. La prosecuzione della crescita dei ricavi da servizi voce si lega, da un lato, ad un andamento positivo dei volumi di traffico, favorito dal fenomeno di sostituzione fisso-mobile. Dall’altro lato, si è verificata un’ulteriore crescita nel numero delle Sim (Subscriber Identity Module), che a fine 2003 ha toccato la quota di 57 milioni con un aumento del 7,3% rispetto al 2002. A tal proposito, la Relazione evidenzia come il fenomeno delle doppie e triple Sim sia ancora in aumento, in ragione anche alle offerte “bundled”, che con l’acquisto di un nuovo terminale offrono insieme una nuova Sim. Nonostante la crescita – superiore alle attese – registratasi nel 2003, per la fine 2005 si dovrebbero aggiungere circa altre 6 milioni di Sim. Telefonia e utenza. Mercati a confronto. Elemento essenziale alla base dello sviluppo dei servizi mobili innovativi è stato, nel 2003, l’ampliamento della gamma di cellulari avanzati (in particolare quelli dotati di fotocamera) che hanno riscosso un grande successo. Infatti, ad aprile 2004 si contano in Italia oltre mezzo milione di utenti Umts, che, in previsione, dovranno raggiungere 1,7 milioni di utenti al termine del 2004 e 4,5 milioni nel 2005. Anche il numero degli utenti Sms ha registrato un incremento, tra il 2002 e il 2003, pari al 2%, attestandosi intorno ai 33,5 milioni. Utenti Sms in Italia
Anni Utenti (milioni)
2002 32.9
2003 33,5
2004(*) 34,3
2005(*) 35,2
(*)previsione. Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Relazione annuale 2004. Per quanto riguarda invece il mercato Internet in Italia si registra una crescita costante, seppure con una dinamica più contenuta. Infatti, gli utenti sono passati dai 19,8 milioni di fine 2002 ai 22,7 milioni di fine 2003, con una crescita del 14,5%. Il risultato vede un andamento particolarmente dinamico dell’utenza residenziale (+18,8%): anche il segmento affari ed il settore pubblico hanno tuttavia registrato una crescita significativa, superiore al 10%. Notevoli aspettative sono riposte, inoltre, nello sviluppo dell’eGovernment, che oltre a rappresentare un potente e diretto fattore di crescita per Internet, consentirebbe al Paese di dotarsi di uno strumento essenziale e strategico per la crescita della produttività del sistema. Utenti Internet in Italia (milioni)
Categorie 2001 2002 2003 2004(*)
Utenti effettivi 17,9 19,8 22,7 25,6
Residenziali 12,5 14,4 17,2 20,1
Business 7,1 7,6 8,6 9,6
Scuola ed enti pubblici 3,9 4,1 4,5 5,0
(*)previsione. Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Relazione annuale 2004. Cresce, conseguentemente, il mercato dei servizi legati ad Internet. Nel 2003, il mercato dei servizi concernenti l’accesso, l’housing e l’hosting si è attestato sulla cifra di 1,9 miliardi di euro, registrando una crescita del 28,1% rispetto al 2002. Per il 2004 si prevede un’ulteriore crescita che condurrà l’intero comparto Internet a 2,6 miliardi di euro, con una crescita in termini percentuali pari al 38,4%. Evoluzione dei ricavi da servizi Internet (miliardi di euro)
Anno Ricavi
2002 1,5
2003 1,9
2004(*) 2,6
(*)previsione. Fonte: Elaborazione Eurispes su dati Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Relazione annuale 2004. Quanto siamo informatizzati in Italia? Una lente di ingrandimento sulle nostre scuole. Negli ultimi anni sono state numerose le iniziative che il nostro Paese ha intrapreso per superare il ritardo accumulato nello sviluppo della dotazione infrastrutturale e dell’alfabetizzazione digitale. Il Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche 1997-2000 rappresenta una tappa importante della strategia italiana e fissa tre obiettivi prioritari: la promozione della padronanza della multimedialità tra gli studenti, intesa sia come capacità di usare i nuovi strumenti, sia come adozione di nuovi stili cognitivi nello studio e nella comunicazione; il miglioramento dei processi di insegnamento-apprendimento e dell’organizzazione della didattica; l’aumento della professionalità degli insegnanti. Al fine di tener conto e di rispondere adeguatamente alle diverse esigenze delle istituzioni scolastiche – caratterizzate, ad esempio, da differenti livelli di motivazione e di preparazione o dotazione informatica – il programma di sviluppo è stato articolato su macro-categorie di progetti, ognuna caratterizzata da propri obiettivi, risorse e modalità organizzative. Per garantire una strategia unitaria ai diversi progetti promossi sul territorio nazionale e fissare alcuni standard comuni, il programma è stato attuato attraverso i progetti “pilota”, promossi dal Ministero dell’Istruzione e dalle direzioni didattiche, insieme o singolarmente. La formazione degli insegnanti e le risorse tecnologiche nelle scuole italiane. Il primo passo è rappresentato, ovviamente, dall’aggiornamento degli insegnanti oggetto di un Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che costituisce la prosecuzione dell’intervento previsto nel Piano di sviluppo delle nuove tecnologie 1997-2000. Sono previsti tre percorsi formativi: il primo, di livello base, rivolto a docenti con scarsa o nessuna competenza informatica; il secondo che mira al coordinamento e all’orientamento nell’uso delle risorse tecnologiche e multimediali nella didattica; e il terzo, finalizzato a formare responsabili delle infrastrutture tecnologiche delle scuole o reti di scuole. Il budget previsto è di 66 milioni di euro. Nella tabella seguente sono riportati nel dettaglio i finanziamenti erogati per singola regione e tipo di percorso formativo previsto. Finaziamenti per il Piano nazionale di formazione insegnanti sulle tecnologie informatiche, per regione
regioni finanziamenti stanziati (in euro) totale docenti da formare
Percorso 1 Percorso 2 Percorso 3
Abruzzo 1.655.057 3.997 337 112
Basilicata 983.850 2.331 198 66
Calabria 3.362.134 8.139 687 229
Campania 8.495.200 21.029 1.774 591
Emilia Romagna 3.533.082 8.702 734 245
Friuli V.giulia 1.171.841 2.962 250 83
Lazio 5.989.454 14.659 1.237 412
Liguria 1.423.872 3.466 292 97
Lombardia 8.458.015 20.774 1.753 584
Marche 1.694.495 4.203 355 188
Molise 470.492 1.070 90 30
Piemonte 4.250.440 10.321 871 290
Puglia 5.524.023 13.470 1.137 379
Sardegna 2.368.988 5.535 467 156
Sicilia 7.124.006 17.396 1.468 489
Toscana 3.432.889 8.564 722 241
Umbria 977.136 2.350 198 67
Veneto 4.497.823 11.033 931 310
Italia 65.331798 160.000 13.500 4.500
fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per quanto riguarda, invece, le azioni di monitoraggio del grado di sviluppo delle tecnologie informatiche, nel mese di settembre del 2004 il Miur ha pubblicato un’indagine sulle risorse tecnologiche nella scuola. Un dato utile a “misurare” il livello di tecnologia informatica presente nelle scuole è il numero dei computer a disposizione, con la precisazione che sono stati censiti solo i computer più recenti, in grado di supportare programmi multimediali. A livello nazionale, il rapporto medio di studenti per computer è di 10,9. In particolare, la situazione che risulta essere più svantaggiata si registra nelle Marche con un rapporto studenti/computer di 7,8, seguita dalla Basilicata (8). Mentre un rapporto migliore, anche rispetto a quella che la media nazionale, si registra in Campania e nel Lazio (tabella 5). Rapporto studenti/computer, per regione Anno 2004
Regioni Totale studenti(*) Rapporto studenti/computer
Abruzzo 136.231 10,1
Basilicata 70.128 8,0
Calabria 253.223 10,2
Campania 815.272 16,1
Emilia Romagna 340.668 9,0
Friuli Ven. G. 101.422 8.4
Lazio 534.860 13,5
Liguria 132.893 11,4
Lombardia 772.089 10.4
Marche 148.481 7,8
Molise 36.423 8,9
Piemonte 324.621 9,2
Puglia 549.136 13,1
Sardegna 179.668 9,1
Sicilia 622.022 11,3
Toscana 307.545 9,9
Umbria 87.816 9,2
Veneto 433.806 9,6
Totale 5.846.304 10,9
(*)il dato è la somma degli alunni delle scuole elemantari e di 1° e 2° grado. Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’indagine rileva come, dal punto di vista geografico rispetto alla rilevazione svolta nel 2001, la distribuzione sia oggi più omogenea: nel 2001 il rapporto studenti/computer nelle regioni del Mezzogiorno era i 1 a 33, mentre oggi è di 1 a 12,4. Rapporto studenti/computer. Regioni del Sud Anno 2004
Regioni Totale studenti(*) Numero computer Rapporto studenti/computer
Basilicata 70.128 8.773 8,0
Calabria 253.223 24.915 10,2
Campania 815.272 50.547 16,1
Puglia 549.136 42.338 13,1
Sardegna 179.668 19.890 9,1
Sicilia 622.022 55.245 11,3
Totale 2.489.499 201.508 12,4
(*)il dato è la somma degli alunni delle scuole elemantari e di 1° e 2° grado. Fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il raffronto fra i dati relativi al 2001 e quelli del 2004 dimostrano un trend di sviluppo nella diffusione dei pc nelle scuole, passato da una media di 1 pc ogni 28 studenti a 1 pc ogni 10,9. Rapporto studenti/computer Anni 2001 e 2004
Regioni Rapporto studenti/computer 2001 Rapporto studenti/computer 2004
Abruzzo 30 10,1
Basilicata 28 8,0
Calabria 32 10,2
Campania 44 16,1
Emilia Romagna 23 9,0
Friuli Ven. G. 20 8,4
Lazio 31 13,5
Liguria 27 11,4
Lombardia 26 10.4
Marche 22 7,8
Molise 22 8,9
Piemonte 26 9,2
Puglia 29 13,1
Sardegna 24 9,1
Sicilia 39 11,3
Toscana 26 9,9
Umbria 22 9,2
Veneto 25 9,6
Totale 28 10,9
fonte: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Le “Indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle attività educative nelle scuole dell’infanzia” prevedono, come obiettivi specifici di apprendimento, l’uso di strumenti e materiali anche multimediali, al fine di «sperimentare forme di espressione artistica del mondo interno ed esterno». Per questa ragione, sono presenti nelle scuole materne 3.355 pc a fronte di 871.665 alunni: 1 pc ogni 260 bambini. La multimedialità nella didattica. Un’indagine realizzata dall’Associazione italiana editori e dall’Istituto di ricerca Iard sull’uso delle nuove tecnologie nella didattica, condotta nel 2002 su un campione di 1.408 insegnanti di ogni ordine e grado, si è proposta di indagare in che modo le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno apportato cambiamenti nell’attività didattica. È stato chiesto al campione se, e con quale frequenza, sono stati utilizzati materiali multimediali durante lo svolgimento delle lezioni in classe. Lo strumento multimediale maggiormente diffuso è il cd-rom allegato al libro di testo, utilizzato dal 40,6% degli insegnanti, seguito dai software didattici (38,9%) e da cd-rom tematici (36,2%). Una discreta diffusione risultano avere anche i materiali multimediali predisposti dai colleghi (31,7%) mentre decisamente minoritario appare l’uso a fini didattici dei siti web (14,1%). Lo scorporo delle risposte in base alla frequenza con cui questi strumenti sono utilizzati a fini didattici (tabella 8) consente tuttavia di evidenziare come l’integrazione delle Ict nel processo educativo è ancora piuttosto lontana dal divenire pratica abituale. Lo strumento multimediale maggiormente utilizzato è il software didattico: il 10% degli insegnanti lo usa abitualmente per le proprie lezioni, il 17,4% lo fa saltuariamente e l’11,5% solo di rado. Prevale, in generale, un uso saltuario degli strumenti o materiali multimediali mentre l’utilizzo già poco diffuso dei siti web si configura come raro per il 6,5% del campione. Materiali e strumenti multimediali utilizzati nella didattica Anno 2002 Valori percentuali
Materiali e strumenti multimediali utilizzati nella didattica Abitualmente Saltuariamente Raramente Mai Non risponde Totale
Cd-rom allegati ai libri di testo 8,7 18,3 13,6 50,1 9,4 100,0
Altri cd-rom tematici 5,9 16,7 13,6 54,1 9,7 100,0
Software didattici 10,0 17,4 11,5 51,9 9,2 100,0
Materiali multimediali predisposti dai colleghi 3,8 13,0 14,9 68,3 9,4 100,0
Siti web 1,3 6,3 6,5 76,3 9,6 100,0
Siti web in lingua diversa dall’italiano 0,8 3,7 4,9 80,6 9,9 100,0
fonte: Elaborazione Eurispes su dati Aie-iard. In che modo gli studenti vengono sollecitati all’utilizzo delle nuove tecnologie? Accanto allo studio dell’informatica come materia a sé stante, si sta affermando lentamente un uso funzionale delle nuove tecnologie: sia per la realizzazione di ricerche di approfondimento, oltre il testo di adozione o la redazione di relazioni, sia come strumento di autoverifica. L’indagine Aie-iard ha rilevato che l’81% degli insegnanti (il 32% in modo abituale) nel corso dell’anno accademico ha chiesto ai propri studenti di utilizzare le nuove tecnologie per fare ricerche di approfondimento oltre il testo di adozione; il 65% ha chiesto di utilizzare software come Word o Excel per scrivere relazioni (ma si tratta di una richiesta abituale solo nel 24% dei casi). L’utilizzo da parte degli studenti di software più specialistici per la redazione di relazioni o come strumento di autoverifica risulta invece scarsamente diffuso: appena il 9% degli insegnanti domanda abitualmente ai propri studenti di utilizzare software specialistici per scrivere relazioni mentre una quota assolutamente minoritaria del campione sollecita i propri studenti all’utilizzo di appositi programmi di software per test di autoverifica (3%). Uso delle nuove tecnologie da parte degli studenti Anno 2002 Valori percentuali
Nell’ultimo anno ha chiesto ai suoi studenti di…. Abitualmente Saltuariamente Mai
Fare con le nuove tecnologie ricerche di approfondimento oltre il testo di adozione 32,0 49,0 19,0
Usare software comuni (Word, Excel…) per scrivere relazioni 24,0 41,0 35,0
Usare software specialistici per scrivere relazioni 9,0 32,0 59,0
Fare test di autoverifica con appositi programmi di software 3,0 22,0 75,0
fonte: Elaborazione Eurispes su dati Aie-iard. Prevale tra gli insegnanti, soprattutto tra coloro che utilizzano le Ict a fini didattici, un giudizio piuttosto positivo sulle nuove tecnologie (tabella 10). Il 90% degli insegnanti che usano le nuove tecnologie e 2/3 di quelli che non li utilizzano ritengono che esse migliorino l’attenzione e l’efficacia in aula. Le nuove tecnologie sono considerate valide se utilizzate come strumenti complementari e non alternativi agli strumenti didattici tradizionali: appena il 19% degli insegnanti che ne fanno uso e il 12% di coloro che non le utilizzano ritengono infatti che esse possano sostituire efficacemente i libri di testo mentre una quota significativa del campione (il 68,5%) valuta positivamente l’utilità dei cd-rom allegati ai libri di testo. Come dire che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, da sole, non costituiscono strumenti pedagogici efficaci ma possono apportare un contributo valido alla didattica se utilizzati come strumenti di approfondimento: sebbene, infatti, il 30% del campione ritenga che il multimedia offra una conoscenza superficiale, la stragrande maggioranza del campione (l’82%) lo ritiene un valido strumento di approfondimento individuale per gli studenti. Opinioni degli insegnanti sulle nuove tecnologie Anno 2002 Valori percentuali
item insegnanti che hanno risposto di essere abbastanza o molto d’accordo con gli item proposti
Insegnanti che usano le nuove tecnologie Insegnanti che non usano le nuove tecnologie Totale
Le nuove tecnologie migliorano l’attenzione in aula 90,0 66,0 78,0
Le nuove tecnologie migliorano l’efficacia in aula 88,0 65,0 76,5
Le nuove tecnologie possono sostituire efficacemente i libri di testo 19,0 12,0 15,5
I cd-rom allegati ai libri di testo sono utili 82,0 55,0 68,5
Il multimedia offre una conoscenza superficiale 31,0 29,0 30,0
Il multimedia è un valido strumento di approfondimento individuale per gli studenti 90,0 74,0 82,0
fonte: Elaborazione Eurispes su dati Aie-iard. Alcune considerazioni. L’italia sembra essere ancora ben lontana dal raggiungimento di una condizione ottimale in termini non solo di adeguata dotazione infrastrutturale ma anche sul piano dell’utilizzo delle Ict nella didattica. Modesta è la percentuale di insegnanti che utilizzano il computer off-line o Internet per insegnare, modesto il monte ore destinato al loro utilizzo, e abbastanza limitato l’uso dei mezzi e delle tecnologie multimediali a fini didattici. Ad esempio, l’utilizzo di programmi informatici, anche non specialistici (come Word o Excel), da parte degli studenti per la scrittura di relazioni, è richiesto dagli insegnanti in maniera piuttosto saltuaria. L’introduzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei sistemi educativi è guardata piuttosto positivamente dagli insegnanti che, in maggioranza, ritengono che esse possano apportare – ad integrazione e rafforzamento dei mezzi e delle metodologie tradizionali – un miglioramento sul piano dell’efficacia didattica. Una distorsione del ruolo delle scuole nel sistema delle certificazioni informatiche. Quanto fin qui detto trova in questi ultimi tempi nel nostro Paese un sempre maggiore interesse laddove le scuole si sono avvicinate con rinnovato interesse all’utilizzo delle nuove tecnologie e al mondo delle certificazioni informatiche apprezzandone le potenzialità sia in termini tecnici che in termini di possibilità di business. La legge Berlinguer (legge n. 30 del 2000), che riconosce alle scuole la possibilità di organizzare attività di natura extrascolastica come corsi di certificazioni informatica, corsi di pittura, ecc., ha comportato che nel breve volgere di pochi anni le istituzioni scolastiche hanno coperto larghi strati del mercato della formazione e certificazione informatica divenendo di fatto sul territorio centri di riferimento non solo per gli studenti ma per l’intera comunità. L’avvio di questo processo “degenerativo” ha visto coinvolta la certificazione Ecdl che si è proposta subito come valido strumento per l’organizzazione di simili attività. In pratica, le scuole una volta adottato a larga maggioranza lo standard Ecdl, hanno intrapreso l’attività di erogare formazione e certificazione, ma rivolgendo le loro offerte non solo agli studenti interni ma anche al privato cittadino. Questo, se da un lato può sembrare un fattore positivo, nella realtà ha creato non poche criticità nel settore della formazione informatica, poiché le scuole si sono sostituite velocemente agli operatori privati e hanno invaso un mercato che fino a quel momento non era stato di loro pertinenza. La scuola che eroga formazione a pagamento a terze parti private, avvalendosi di aule gratuite, di computer scolastici, di personale interno quali docenti si pone come un operatore di mercato in concorrenza con un qualsiasi centro di formazione privato costretto a sostenere tutti i costi di gestione. Ciò ha fortemente danneggiato gli operatori privati, che si sono trovati a dover concorrere con le Istituzioni scolastiche che, oltretutto, hanno attuato una politica di prezzi al ribasso al di sotto dei normali costi di esercizio. Tutto ciò è stato possibile soprattutto perché l’Aica ha concesso alle Istituzioni scolastiche di rivolgersi al mercato privato riservando loro prezzi e condizioni di vantaggio che hanno agevolato un posizionamento concorrente sul mercato. Da qui si evince il perchè degli oltre 2.000 centri di test Ecdl, 900 sono scuole pubbliche che lavorano sul territorio come vere e proprie società private. L’aica senza preoccuparsi di distinguere i due mercati, ossia quello educational e quello commercial, ha determinato una saturazione del mercato della certificazione informatica oltre che una destabilizzazione della libera concorrenza di mercato. I centri di test privati vedono nelle scuole italiane il loro concorrente peggiore e spesso si trovano a dover vendere sottocosto per continuare a lavorare.
 
   
   
IL MERCATO DELLA FORMAZIONE INFORMATICA CERTIFICATA IN ITALIA: OPERATORI, REGOLE, VALORE COMPLESSIVO  
 
La formazione informatica certificata. Per poter accedere alla società dell’informazione, all’eEurope delineata nei programmi di azione comunitari, occorre mettere i cittadini europei nelle condizioni di apprendere l’uso del computer in una fase ancora anteriore a quella che caratterizza l’eLearning. In pratica, occorre apprendere la conoscenza dei software alla base del funzionamento pratico dei personal computer, software che rappresentano gli strumenti applicativi la cui conoscenza è richiesta dalle imprese e dalle Pubbliche amministrazioni all’atto della selezione del personale. Non solo: la conoscenza dell’uso del computer deve, spesso ma non sempre, essere certificata, soprattutto quando tale conoscenza è richiesta per accedere ad un concorso presso una Pubblica amministrazione. Infatti, l’articolo 37 (“Accertamento delle conoscenze informatiche e di lingue straniere nei concorsi pubblici”) del decreto legislativo n.165/2001 prevede che a partire dal 1° gennaio 2000, per gli aspiranti ad un posto pubblico, è necessario l’accertamento delle competenze informatiche più diffuse. L’emanazione di questa norma rappresenta l’avvio ufficiale del mercato delle certificazioni informatiche nel nostro Paese. Società e certificazioni informatiche Anno 2004
Società Certificazione office/utente Certificazione professionale N.sedi in Italia
Aica Ecdl Eucip 2642
Tesi Automazione Microsoft Office Specialist Ic3
Ibm Aix e Ibm pSeries (Rs/6000) e-business e Websphere Ibm iSeries (As/400) Db2 Universal Database Websphere Ibm Xseries Netfinity Mq Lotus Linux Professional Institute Red Hat Certification Enginer Tivoli Cisco Informix 556
Vue Adobe Agilent Technologies Avaya Inc. Bindview Bmc Software Brocade Certifications International Check Point Software Technologies Cisco Systems Ciw Comptia Crystal Dassault Systèmes / Catia Ibm Lotus Tivoli Internet Security Systems (Iss) Linux Professional Institute (Lpi) Macromedia Matrixone Mcdata Microsoft Microsoft Business Solutions Mysql Netscreen Technologies Novel Rsa Security l Security Certified Program (Scp) Siebel Systems Siemens Sun Microsystems - Sai Telecommunications Industry Association (Tia) Veritas Vmware Zend Technologies 11
Prometric Adobe System.inc Altova.inc Apc Apple Certification Ariba Ats/chauncey Awp-association of Web professionals Bea Systems Canon Usa Inc Charles Sturt University Check Point Software Thecnologies Cisco Citrix Systems Inc Ciw Comptia Computer Associates Cti- Computer Telefoni Inst. Cwnp- Wireless Lan Certifications Dell Computer Dts Demonstration Ec - Council - Certified eBusiness Professional Ehelp Emc Ence Encase Certidied Examiner Endiva Software Inc Enterasys Networks Exam Express (Ee0, Ee1) Exin Extrem Networks Filemaker Foundry Networks Fujitsu - Interstage Master Fujitsu - It Licence Fujitsu - System Walker Master Green Building Council of Australian Guidance Software Hdi Worldwide Help Desk Institute Hp Hipa Hipa Academy Hitaci Data Systems Huawei Hyperion Solutions Ibm Iseb Icma Intel Isma Jpn Securities Deal Juliper Networks Legato Software - Division of Emc Linux Professional Institute Lotus Development Lucent Macromedia Mecp Microsoft Mile 2 Nacse Japan National Glass Association Ncr Net Expert Network Appliance Network Associates Inc. Nokia Nortel Network Enterprise Solutions Novell Inc Omg (Om0, Om1) Omg (Umz, Um1) Oracle Corporation Palm Inc. People Soft Polycom Project A - Ptc Riverstone Networks Sair/gnu (Linux) Sas Institute Sco/caldera Systems Scp/ascendant Learning Sea/j Security Certified Program Seebeyond Snia Certification Program Snia Fc San Certification Software Testing Support Sun Microsistems Suse Sybase Inc Symantec Inc Telecommunications Industry Association Tibco Software Inc Trend Micro Trusecure Turbolinux Inc Unisys Universitas 21 Global Wifi Steiermark Xml Master Certification 47
Fonte: Centro documentazione dell’ Eurispes. Le certificazioni informatiche in Italia: l’Ecdl. La International/european Computer Driving License (Ecdl in Europa e Icdl nel resto del mondo), meglio conosciuta come Patente europea, ha assunto nel linguaggio comune il significato di certificazione informatica per antonomasia. Il programma Ecdl è di proprietà della Ecdl Foundation, ente senza fini di lucro con sede in Irlanda, creato dal Cepis (Council of European Professional Infomatics Societies), organizzazione anch’essa senza fini di lucro, composta da associazioni nazionali e operatori professionali del settore informatico di circa trenta paesi europei. Il rilascio della certificazione Ecdl è curato in ciascun Paese da un soggetto che si occupa anche dell’accreditamento dei “test center” presso i quali vengono svolti gli esami. Il progetto della Patente europea per l’uso del computer è stato sviluppato con il sostegno finanziario del programma Esprit della Commissione, nell’ambito del programma Leonardo da Vinci. Unica licenziataria in Italia per il rilascio della certificazione dello standard Ecdl e dell’accreditamento dei soggetti (privati o pubblici) idonei alla organizzazione delle prove per il conseguimento della certificazione è l’Aica (Associazione Italiana per l’Informatica), un’associazione senza scopo di lucro istituita nel 1961. Le certificazioni informatiche in Italia: Microsoft Office Specialist, l’Ic3 e Bulats. In Italia il distributore unico dei programmi di formazione e certificazione Microsoft Office Specialist & Ic3 è la società Tesi Automazione srl, con sede a Catania. La certificazione Microsoft Office Specialist fornisce sia a chi cerca lavoro, sia a chi è già occupato un’attestazione della propria capacità di utilizzare gli applicativi di Microsoft Office e, di conseguenza, una marcia in più sul mercato del lavoro. Le certificazioni Microsoft in Italia Valori assoluti
Esami sostenuti Nord Centro Sud Totale
Anno 2000 168 197 260 625
Anno 2001 1.420 1.153 2.152 4.725
Anno 2002 1.443 4.895 16.317 22.655
Anno 2003 1.752 6.162 55.126 63.040
Totale 4.783 12.407 73.855 91.045
Candidati che hanno sostenuto almeno un esame Nord Centro Sud Totale
Anno 2000 108 136 169 413
Anno 2001 643 557 1.147 2.347
Anno 2002 573 1.824 5.625 8.022
Anno 2003 767 2.465 18.126 21.358
Totale 2.091 4.982 25.067 32.140
Candidati certificati Nord Centro Sud Totale
Anno 2000 89 103 118 310
Anno 2001 545 493 1.030 2.068
Anno 2002 483 1.708 5.365 7.556
Anno 2003 426 1.944 14.775 17.145
Totale 1.543 4.248 21.288 27.079
Intervalli di età dei candidati (anno 2003) Numero candidati
Da 0 a 21 1.598
Da 22 a 35 18.229
Da 36 in poi 1.531
Totale 21.358
Fonte: Certiport Inc. (Usa). La comparazione tra Ic3 e Ecdl/icdl. Negli schemi che seguono sono messi a confronto i contenuti e le caratteristiche della Certificazione Ic3 e di quella Ecdl/icdl per procedere ad una comparazione tra i due programmi. Informazioni di base su Ic3 e Ecdl
Informazioni di base
Ic3 Ecdl/icdl
Nome Internet and Computing Core Certification European/international Computer Driving License
Panoramica Ic3 è un programma di Certificazione globale convalidato a livello mondiale per l’uso base del computer e di Internet. Esso fornisce specifiche linee guida per la conoscenza e le competenze necessarie per l’utilizzo in modo produttivo dell’hardware, del software, delle reti e di Internet. Ecdl è un programma di training che dimostra le conoscenze di un candidato sui concetti fondamentali riguardanti l’Information Technology (It), l’uso del Pc, del software e degli applicativi.
Gestione Automatizzata della Certificazione Tutti i risultati del candidato per ogni esame sostenuto sono registrati su un database mondiale; la gestione dei servizi (spedizione del certificato) è automatizzata. Skill Cards cartacei sono compilati e timbrati dall’esaminatore di ogni testing center per ogni modulo superato. La gestione della certificazione in modo automatizzato non è disponibile.
Rapporto con il venditore Venditore - indipendente Venditore - indipendente
Esami standardizzati ·
Superare più esami per completare la certificazione · ·
Valutazione dei risultati centralizzata ·
Database globale dei risultati ·
Online Digital Transcript ·
Skill Card Manuale ·
Mappa del percorso formativo per le carriere It ·
Convalida psicometrica ·
Programma Independent Vendor · ·
Esami elaborati da professionisti ·
Esami cartacei ·
Riconoscimento a livello mondiale da società informatiche e/o altri sistemi di Certificazione (Comptia ecc.) ·
Qualifica mondiale ·
Esami in sedi locali · ·
Esami disponibili in lingua italiana
Contenuto degli esami Ic3 e Ecdl
Contenuto degli esami
Ic³ Ecdl
Numero di esami Tre esami Sette esami
Moduli Computing Fundamentals Key Applications Living Online Basic Concepts of It Using the Computer and Managing Files Word Processing Spreadsheets Databases Presentations Information and Communication
Modifiche ai moduli Gli esami sono accreditati a livello mondiale ed uguali in tutti i paesi. È’ necessario superare i tre esami per ottenere la certificazione. Per il completamento del programma sono disponibili varie opzioni, ad esempio, Ecdl Start che include solo 4 dei 7 moduli a scelta.
Obiettivi degli esami Gli obiettivi degli esami Ic3 sono uguali a livello mondiale e aggiornati annualmente. In tutti i paesi gli esami sono erogati via computer. Il programma è usato a livello mondiale ed è aggiornato periodicamente. In alcuni paesi si apportano delle modifiche.
Contenuto Il contenuto degli esami si basa su standard mondiali per l’alfabetizzazione informatica e riguarda gli applicativi nella misura del 30%. Gli esami sono elaborati da esperti. La maggior parte del contenuto (60%) è rivolto soltanto sulle competenze informatiche.
Versioni locali Attualmente disponibile in Italia e in altri 60 paesi. Attualmente disponibile in più di 50 paesi.
Certificazioni Aggiuntive Ic3 rappresenta un punto di partenza per conseguire ulteriori Certificazioni come Microsoft Office Specialist, Mcp, A+, i-Net ecc. Ecdl non prevede programmi di Certificazioni aggiuntive.
Riconoscimento delle Associazioni Computing Technology Industry Association (Comptia) rappresenta nel mondo 15.000 aziende del settore It. Comptia stabilisce gli standard Vendor Neutral per la certificazione. Nessun riconoscimento da parte di associazioni mondiali dell’It. Sostenuto da società nazionali che generalmente sono membri del Cepis (Council of European Professional Informatics Societies).
Ic3 è l’unico Programma di Formazione e Certificazione mondiale per l’informatica di base e l’Internet. Creazione degli esami Ic3 e Ecdl
Creazione degli esami
Ic3 Ecdl
Ricerca Basata su iniziative del mondo del lavoro, del mondo accademico e del settore governativo. Stabilita dalla Fondazione Ecdl.
Sviluppo degli obiettivi del programma In oltre 19 paesi, 270 esperti in materia hanno collaborato per determinare gli obiettivi di ogni esame. Il programma Ecdl è stato stabilito dalla Fondazione Ecdl.
Sviluppo dell’esame Gli esami sono stati creati utilizzando gli attuali principi di sviluppo di test. I training and assessment vendor elaborano esami diversi, adoperando vari metodi di sviluppo di test.
Convalida psicometrica Convalide psicometriche sono effettuate da aziende di settore mediante l’elaborazione di relativi report. Convalide psicometriche non sono possibili vista la variabilità dei metodi di test.
Validità dell’esame Gli esami sono creati sulla base di obiettivi stabiliti dal Programma e sviluppati da un’azienda indipendente. Gli esami sono creati da varie aziende di formazione e testing.
Aggiornamento degli obiettivi Gli obiettivi vengono rivisti annualmente da esperti in materia provenienti da associazioni informatiche, istituzioni accademiche e venditori di materiale didattico. Il programma viene periodicamente aggiornato dalla Fondazione Ecdl.
Erogazione degli esami Ic3 e Ecdl
Erogazione degli esami
Ic3 Ecdl
Erogazione dell’esame Gli esami sono erogati via computer. I risultati sono transmessi via Internet ad un database mondiale e sono disponibili online. Non sono disponibili nè esami nè metodi di testing standardizzati. Vengono utilizzate tecnologie diverse in considerazione della molteplicità dei Vendor.
Ambiente Ambiente di test controllato. Ambiente di test controllato.
Scoring centralizzato Il punteggio dell’esame è fornito ai candidati dopo il completamento di ciascun esame e viene stampato su un report. Il punteggio dell’esame è immediatamente registrato nel database mondiale. Il risultato “di superamento” dell’esame viene stampato manualmente dall’esaminatore sulla Skills Card del candidato.Il risultato non è registrato su un database mondiale nè monitorato.
Database unico I risultati dell’esame sono registrati e resi disponibili tramite un database mondiale per convalidare e conservare i risultati del candidato e per la consegna della Certificazione. Il risultato non viene registrato in alcun database mondiale, ma viene annotato manualmente sulla Skills Card dal funzionario del centro di Test.
Protezione dell’informazione del candidato Un unico archivio elettronico consente di monitorare e riportare ogni tentativo di frode. L’amministrazione del candidato e del programma è manuale.
Sede di esame Per conseguire la Certificazione, gli esami Ic3 possono essere sostenuti in diverse località e/o in diverse lingue. Per conseguire la certificazione, gli esami devono essere sostenuti nello stesso paese.
Costo Si pagano gli esami sostenuti. Si acquista una Skills Card e poi si pagano gli esami sostenuti.
Disponibilità/ Diffusione Ic3 è disponibile nei 9.000 Testing Center di Certiport e in più 60 paesi che hanno aderito al Programma. Disponibile in più di 50 paesi.
Servizi al candidato alle certificazioni Ic3 e Ecdl
Servizi al candidato
Ic3 Ecdl
Certificazione La certificazione Ic3 viene spedita ovunque nel mondo dopo il superamento dei tre esami. La Patente viene rilasciata su richiesta dopo il superamento di tutti i moduli.
Verifica globale del completamento del programma Un datore di lavoro può verificare elettronicamente la certificazione del candidato attraverso il suo online digital transcipt. Non è disponibile una verifica online del completamento del Programma.
Cronaca dell’escalation legislativa. Alla fine del 1999, alla vigilia dell’entrata in vigore della norma che prevede l’introduzione (1° gennaio 2000) dell’obbligatorio accertamento della conoscenze informatiche nei concorsi per il personale delle Pubbliche amministrazioni, il Ministero della Pubblica Istruzione ha firmato con l’Aica un protocollo d’intesa per la diffusione delle competenze informatiche secondo lo standard Ecdl. Nell’autunno del 2001, nel corso di una riunione del Comitato interministeriale per la Società dell’Informazione, il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca espose le linee di azione che, entro fine legislatura, dovevano condurre alla modernizzazione del Paese. Tra questi, fa bella mostra di sé, al settimo posto, l’alfabetizzazione informatica di tutti i dipendenti pubblici eleggibili. Inoltre, per quanto riguardava lo sviluppo della Società dell’Informazione in Italia, il Ministro Stanca ebbe modo di soffermarsi sulla diffusione della larga banda, lo sviluppo del telelavoro e della patente informatica. Quest’ultimo tema rappresenta una sorta di cavallo di battaglia del Ministro, come dimostra l’ampio spazio dedicato all’interno del documento “Linee guida del Governo per lo sviluppo della Società dell’Informazione nella legislatura”, pubblicato nel giugno del 2002. All’inizio del 2001, il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sottoscrivevano un protocollo d’intesa per diffondere e promuovere il riconoscimento delle competenze informatiche certificate dalle istituzioni scolastiche secondo lo standard Ecdl, individuare competenze informatiche rispondenti a esigenze espresse dal mondo del lavoro, per tenerne conto nella stesura dei nuovi curricola scolastici, e diffondere la stessa intesa, per il tramite del Sistema Informativo Lavoro, presso tutti i Centri dell’impiego (gli ex uffici di collocamento), al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Nel 2001 è stato stipulato un protocollo d’intesa fra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Conferenza dei rettori delle università italiane, avente ad oggetto il riconoscimento presso le università di un credito formativo in relazione al conseguimento della certificazione Ecdl. Nello stesso anno il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha reso un parere al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca circa l’inclusione della Patente Informatica Europea tra i titoli di merito. Sempre nel 2001 un decreto interministeriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ha individuato la certificazione Ecdl quale indicatore di riferimento per le conoscenze informatiche nell’ambito delle attività di formazione degli apprendisti di cui all’art. 5 del Dpr n. 257/2000. Nel novembre 2002, infine, sono state individuate in un sottoinsieme dello standard Ecdl le competenze informatiche di base nei percorsi Ifts (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore), istituiti dall’art. 69 della legge n. 144/99, in un accordo siglato in materia in sede di Conferenza Stato-regioni. Lo standard Ecdl gode, come prevedibile, di riconoscimento a livello europeo. In tal senso, l’Esdis[1], nel Rapporto di valutazione conseguente al documento “Strategie per l’occupazione nella società dell’informazione”, raccomanda che «l’Ecdl sia accettato come schema di accredito base dell’It in tutta Europa, essendo conforme alle intenzioni della linea di azione eEurope 2002 cui fa riferimento, senza pregiudizio né per schemi nazionali già esistenti, né per la possibilità di includere altri schemi[2]». Pertanto, lo standard Ecdl, pur non essendo riconosciuto come lo standard unico nell’Unione europea, costituisce un punto di riferimento importante nella ricerca di standard uniformi e trasparenti di certificazione delle competenze informatiche dei cittadini europei. Al tempo stesso, la scelta di utilizzare lo standard Ecdl è assolutamente legittima in quanto coerente con le raccomandazioni e gli indirizzi espressi a livello comunitario e nazionale. Ma, come afferma l’Autorità Garante per la Concorrenza, «nella pratica attuazione di tali atti è stato attribuito alla certificazione Ecdl un valore che appare andare oltre il mero riconoscimento quale standard, con riferimento al quale valutare, nell’ambito della discrezionalità amministrativa, anche ogni altra certificazione equipollente».
 
   
   
CONCORRENZA O MONOPOLIO: LE CONTRADDIZIONI DEL MERCATO ITALIANO TRA DISTORSIONI INFORMATIVE E TENTATIVI DI CREARE UN EFFETTIVO MERCATO APERTO  
 
Un’interrogazione al Parlamento Europeo. I primi dubbi circa la valenza dello standard Ecdl cominciano ad emergere già sul finire del 2000, se è vero che nel febbraio del 2001 un parlamentare europeo, Francesco Musotto[1], presenta un’interrogazione scritta alla Commissione Europea, chiedendo che sia fatta «chiarezza sulla veridicità e/o sul riconoscimento della Patente europea per l’uso del computer come standard europeo di competenza». Nella risposta, formulata dal Commissario europeo Viviane Reding, si sottolinea che «iniziative come l’Ecdl sono destinate a promuovere la conoscenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Attualmente (la risposta è stata fornita il 24 aprile 2001, ndr) non esiste però alcun sistema di certificazione o di qualificazione europea». Inoltre, «il riconoscimento di una qualifica del genere (…) o il rilascio di un diploma in questo campo restano competenza degli Stati membri». In Italia, tale competenza rientra nel settore della formazione, materia inclusa tra quelle di competenza delle Regioni, come tali competenti in ordine all’individuazione degli standard e delle relative qualifiche valide per attestare il possesso di determinate competenze professionali nel settore informatico. Qualunque siano le ragioni che hanno indotto alcuni deputati e senatori a presentare due distinte proposte di legge in materia di certificazione delle conoscenze informatiche[2] (e le descriveremo di seguito in dettaglio), riteniamo corretto inserire tali proposte nel novero delle inziative volte ad impedire il corretto esplicarsi di un mercato aperto e concorrenziale nel settore della certificazione delle competenze informatiche. Il disegno di legge presentato al Senato. Il disegno di legge prende atto che «il fenomeno dell’informatizzazione si è sviluppato enormemente, in quanto validissimo supporto, in alcuni casi indispensabile, allo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa». In tale contesto, «il presente disegno di legge si propone di fare un’ulteriore passo in avanti promuovendo e diffondendone le conoscenze attraverso il riconoscimento del “patentino europeo per l’informatica”, certificando in tal modo le competenze acquisite secondo gli standard internazionali». I senatori proponenti sembrano essere stato loro stessi vittime di quell’equivoco di natura terminologica che citavamo nell’Introduzione, o quanto meno dimostrano di essere scarsamente informati in ordine alle caratteristiche dell’Ecdl. Infatti, assegnano alla “patente europea di guida del computer” il valore di titolo “riconosciuto dall’Unione europea”. Inoltre, dulcis in fundo, la proposta di legge mira ad attribuire il diritto a quanti svolgono funzioni di dirigente amministrativo o di assistente tecnico di valersi della certificazione per la progressione in carriera. Il bacino di riferimento è, quindi, chiaramente individuato nell’ambito delle Pubbliche amministrazioni, ma non si trascurano anche altri aspetti, con soluzioni quanto meno risibili. Si pensi, ad esempio, che all’articolo 3 del disegno di legge si prevede che «il conseguimento del patentino europeo per l’informatica (…) dà diritto all’iscrizione presso le liste di collocamento, con la qualifica professionale di tecnico informatico». Ora, attribuire la qualifica di tecnico informatico a soggetti che hanno appreso la conoscenza del funzionamento dei software equivale a dire che tutti coloro che hanno la patente per guidare l’automobile possono ottenere il riconoscimento della qualifica professionale di meccanico. La proposta di legge presentata alla Camera. Le ragioni espresse nella proposta di legge sono dichiaratamente volte a “sponsorizzare” attraverso il sigillo della Gazzetta Ufficiale, l’attività di certificazione Ecdl. Occorre evidenziare come le considerazioni svolte dai proponenti nella loro proposta siano, in parte, condivisibili, almeno laddove si afferma che per l’importanza ormai assunta dalla conoscenza delle competenze informatiche, «è necessario renderle identificabili e riconosciute sia dal mondo delle imprese che della Pubblica amministrazione». Meno condivisibile appare la conclusione del suddetto ragionamento, quando si fa riferimento alla necessità di «fare capo a standard di livello europeo», operando un curioso, e quanto meno azzardato, paragone con l’adozione della moneta unica europea. In questo senso, i proponenti affermano che «la convergenza verso modelli di riferimento comuni rappresenta, oltre che un obiettivo di evidente razionalizzazione, un mezzo per favorire la circolarità delle qualifiche professionali e per avvicinare concretamente gli ambiziosi obiettivi fissati dall’Unione europea». Si fa, in questo caso, riferimento all’obiettivo fissato in occasione della Conferenza intergovernativa di Lisbona del 2000 volto a rendere l’Europa più dinamica e competitiva, «capace di una crescita economica sostenibile, con posti di lavoro migliori e più numerosi e con maggiore coesione sociale». Rispetto al testo presentato dai colleghi senatori, quello presentato alla Camera appare maggiormente curato nella stesura. Probabilmente vi ha influito il trascorrere del tempo tra una proposta e l’altra, contraddistinto dall’intensificarsi delle azioni di contrasto verso i tentativi di imporre uno standard solo fittiziamente europeo. Anche in questo caso, i deputati proponenti risultano essere scarsamente informati circa lo stato dell’arte dei progetti già attuati o in corso di attuazione da parte del Governo in materia di certificazione delle competenze informatiche: l’approvazione della loro proposta determinerebbe il fallimento di un’iniziativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, costata oltre 77 milioni di euro, e cancellerebbe in un colpo solo le competenze acquisite da 38.000 giovani disoccupati delle regioni dell’Obiettivo 1, dato che questi giovani non hanno utilizzato la certificazione Ecdl. Il parere dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato[3]. L’autorità rileva che il mercato della formazione si caratterizza per l’offerta di una varietà di corsi che vanno da quelli finalizzati ad impartire le nozioni fondamentali indispensabili per l’utilizzo dei programmi applicativi di base fino a corsi più avanzati volti a trasmettere una conoscenza più approfondita degli stessi programmi applicativi, per giungere ad ulteriori livelli di specializzazione concernenti l’utilizzo di programmi più complessi. In tale contesto, il Garante della concorrenza evidenzia come la Pubblica amministrazione abbia attribuito, a partire dal 1999, un crescente riconoscimento della certificazione Ecdl. Lo spunto viene ricondotto ad un protocollo d’intesa fra il Ministero della Pubblica Istruzione e l’associazione Aica, che rilascia la certificazione Ecdl in Italia. Tale certificazione «non si distingue in maniera sostanziale da altre certificazioni diffuse a livello nazionale e internazionale. Essa si caratterizza per un’offerta indipendente da specifici prodotti e fornitori e non legata alla prestazione di un servizio anche di formazione. I “test center” accreditati, tuttavia, offrono normalmente anche i servizi di formazione finalizzati al conseguimento della certificazione Ecdl e spesso si propongono fondamentalmente per la certificazione della conoscenza specifica del sistema operativo e dei programmi applicativi di ambiente Windows. Per quanto riguarda, infatti, il riconoscimento di un’unica certificazione in relazione all’acquisto da parte della Pubblica amministrazione dei servizi di formazione e di certificazione delle conoscenze informatiche, esso si inquadra in un filone che ha già costituito oggetto di numerosi interventi da parte dell’Autorità (…) in materia di bandi per l’acquisto di servizi da parte della Pubblica amministrazione, nei quali si è raccomandato, fra l’altro, di evitare le prescrizioni che abbiano l’effetto di favorire alcuni operatori a scapito di altri e che non siano correlate alle effettive capacità tecniche dei soggetti partecipanti, quali i riferimenti a determinati marchi di prodotti o l’obbligo per le imprese partecipanti di avere già svolto per l’amministrazione attività analoghe a quelle oggetto della gare. Per quanto riguarda, poi, il riconoscimento di un’unica certificazione nei confronti dei singoli privati che si rivolgono alla pubblica amministrazione, anch’esso è atto a produrre effetti restrittivi della concorrenza fra gli operatori del settore, in quanto influisce, indirettamente, attraverso una discriminazione della clientela degli uni rispetto a quella degli altri, sulla posizione concorrenziale delle imprese che operano nella offerta ai privati di servizi di certificazione delle conoscenze informatiche. L’autorità ritiene, pertanto, problematico il consolidamento di una preferenza assoluta da parte della pubblica amministrazione per un’unica determinata certificazione, in quanto il conseguimento effettivo di favore per gli operatori che offrono tale certificazione (in associazione o meno a una preliminare attività di formazione) potrebbe determinare una restrizione della concorrenza nel settore. L’individuazione da parte delle pubbliche amministrazioni di una determinata certificazione delle conoscenze informatiche di base quale standard di riferimento, peraltro, non dovrebbe comportare di per sé l’esclusione di certificazioni equipollenti, proprio in considerazione del livello comunque “minimo” delle conoscenze che tali certificazioni dovrebbero attestare» L’autorità esprime, quindi, l’auspicio che si ponga la massima attenzione per ricondurre al valore di mera individuazione di uno standard di riferimento gli atti con i quali viene riconosciuta la certificazione Ecdl ai fini della attestazione del possesso delle conoscenze informatiche di base, evitando in futuro di accordare univocamente una preferenza assoluta per tale sola certificazione. La pronuncia del Tar Lazio sul progetto “Vola con Internet”. Il Tar Lazio, Sezione Iii, con la sentenza n.5632/04. Del 14.06.2004, su iniziativa di Tesi Automazione Srl, ha accolto ricorso volto ad ottenere annullamento del progetto “Vola con Internet”, promosso e finanziato dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie (Mit), sancendo l’illegittimità dei provvedimenti adottati per l’affidamento diretto ad Aica del servizio di certificazione informatica di base dei beneficiari dell’iniziativa. Secondo il Tar, la cosiddetta “patente europea del computer” non rappresenta un titolo di studio o abilitazione riconosciuta dall’Unione europea, ma esclusivamente un marchio industriale, tutelato da brevetto comunitario (n.655274) registrato anche in Italia. Il Tar Lazio, peraltro, ha anche chiarito che il preteso riconoscimento che alla Ecdl deriverebbe dall’Europe 2002 action line, operata dall’High Level Group on the Employment and Social Dimension of the Information Society (Esdis), è un una mera raccomandazione, del tutto generica, priva di qualsivoglia rilevanza pubblicistica, che «opera senza pregiudizio per altri schemi nazionali esistenti, ovvero della possibilità di includere anche altri schemi di accreditamento». Esempi di buone pratiche. Il caso della Regione Toscana. La questione della valenza della certificazione delle competenze informatiche ha ingenerato alcune “correzioni di rotta” ad opera di alcune Amministrazioni, le quali, nel confermare la validità della certificazione Ecdl, hanno assunto la decisione di riconoscere eguale valore ad altre certificazioni. La Regione Toscana, perseguendo l’obiettivo di promuovere la diffusione delle competenze relative all’Itc, anche attraverso l’identificazione degli standard di certificazione delle stesse, ha individuato nell’Ecdl uno di questi sistemi. In tal senso, con la delibera n.742 del 28 luglio 2003, la Giunta regionale ha approvato uno schema di protocollo con l’Aica. La stessa delibera sottolinea, comunque, che la Regione Toscana intende «mantenere la disponibilità al raggiungimento di intese analoghe a quella oggetto del citato protocollo, con soggetti titolari di sistemi di certificazione delle competenze di base nell’utilizzo di personal computer a condizione che tali sistemi siano riconosciuti a livello europeo e dimostrino la propria coerenza con i criteri e gli standard, nonché le indicazioni comunitarie in materia». La Regione ha, quindi, provveduto a modificare le direttive impartite agli organismi intermedi per l’emanazione dei bandi con una precedente delibera della Giunta regionale. Il caso del Ministero dell’Istruzione. Come abbiamo accennato in precedenza, il possesso di una certificazione informatica rappresenta, spesso, un titolo per lo scorrimento di graduatorie nel settore del pubblico impiego. Tale aspetto conduce ad un serie di conseguenze di non poco conto all’atto delle procedure di assunzione e/o di avanzamento di carriera del personale degli Enti pubblici, dove spesso si combattute sul filo di decimi di punto. Nell’ambito delle procedure di riqualificazione del personale Ata del Ministero dell’Istruzione, questa amministrazione aveva stabilito che con riferimento alla valutazione di certificazioni di addestramento professionale per la dattilografia o per i servizi meccanografici, la certificazione rilasciata dall’Aica valesse un punto. Ma nel mese di luglio del 2004, con una nota inviata a tutti i direttori regionali del Ministero, la Direzione generale per il personale della scuola ha comunicato le necessarie rettifiche alla valutazione delle certificazioni di addestramento professionale: «alla luce soprattutto della pronuncia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Ecdl non può essere considerata come unica certificazione valida delle conoscenze informatiche, negando ogni valore ad altra forma di certificazione delle stesse conoscenze. In tale contesto si ritiene che, in termini di punteggio aggiuntivo, la certificazione rilasciata dall’Aica, concernente la sigla Ecdl non possa essere considerata come unica certificazione valida delle conoscenze informatiche, negando ogni valore ad altra forma di certificazione delle stesse conoscenze. Si ritiene, altresì, che l’individuazione di una determinata certificazione delle conoscenze informatiche non possa comportare di per sé l’esclusione di certificazioni equipollenti, proprio in considerazione del livello di conoscenze che tali certificazioni dovrebbero attestare. (…) Per le considerazioni riferite e in considerazione delle caratteristiche tecniche dei programmi di formazione e di certificazione, distribuiti da Tesi Automazione Srl, le certificazioni informatiche Microsoft Office Specialist e Ic3 possono essere considerate, e come tali valutate, attestati di addestramento professionale». Conclusioni L’effetto distorsivo indotto dall’equivoco concernente la qualificazione della certificazione Ecdl è, con ogni probabilità, destinato ad attenuarsi in conseguenza dell’emanazione del parere del Garante della Concorrenza e della sentenza del Tar del Lazio. Tuttavia, i tentativi di giungere ad un monopolio riconosciuto ex lege, tramite la presentazione di due disegni di legge al Senato e alla Camera, evidenziano non solo lo svolgimento di un’intensa attività di lobbing da parte dell’Aica, ma anche una sostanziale ignoranza (trasversale agli schieramenti politici) dei princìpi stessi che sono alla base della società dell’informazione, della cosiddetta open society che dovrebbe (o meglio potrebbe) sorgere dall’applicazione virtuosa di tutte le opportunità rese disponibili dalle nuove tecnologie. Su alcuni aspetti riteniamo non vi siano dubbi: 1. Il diritto dell’Ecdl di utilizzare la bandiera europea ha contribuito a accrescere la convinzione di quanti erano interessati a conseguire una certificazione di trovarsi di fronte ad una certificazione avente una valenza continentale, spendibile, quindi, in tutti i paesi della Comunità e rispondente ad uno standard ufficiale fissato come unico per tutti i paesi dell’Unione. 2. L’autorità Garante per la Concorrenza ha evidenziato che «nella pratica attuazione di tali atti è stato attribuito alla certificazione Ecdl un valore che appare andare oltre il mero riconoscimento quale standard, con riferimento al quale valutare, nell’ambito della discrezionalità amministrativa, anche ogni altra certificazione equipollente». 3. La sentenza del Tar ha statuito che Ecdl non è l’unica e sola certificazione informatica esistente in Italia, valida per accertare le competenze nell’utilizzo del personal computer ma che, al contrario, competono con essa, a pieno titolo e con pari dignità, tutte le altre esistenti sul mercato, quali la “Certificazione Microsoft Office Specialist e Ic3”. 4. La scelta, da parte delle Pubbliche amministrazioni, di utilizzare lo standard Ecdl è assolutamente legittima in quanto coerente con le raccomandazioni e gli indirizzi espressi a livello comunitario e nazionale, ma deve avvenire nell’ambito dello svolgimento di regolari bandi di gara, che consentano la partecipazione di tutti i soggetti che operano nel settore della certificazione delle conoscenze informatiche.  
   
   
HYPERION ANCORA NEL QUADRANTE VISIONARY DEL NUOVO REPORT GARTNER SUL PERFORMANCE MANAGEMENT  
 
Milano, 24 ottobre 2004 - L’ultimo report rilasciato il 14 ottobre 2004 da Gartner Inc. Sul Corporate Performance Management (Cpm) ha collocato nuovamente Hyperion nel quadrante visionary per la completezza della vision e l’abilità di esecuzione. Il report Gartner si basa sui criteri della completezza della vision e dell’abilità di esecuzione per valutare le soluzioni dei fornitori appartenenti alla categoria. In base a quanto stabilito dagli analisti Gartner autori del report (Brian Wood, Frank Buytendijk e Lee Geishecker), i "visionaries hanno una chiara visione degli indirizzi del mercato e sono concentrati sul miglioramento del servizio offerto. " "La presenza di Hyperion all’interno del quadrante visionary, rappresenta un’ulteriore conferma del fatto che stiamo adottando la strategia esatta nel periodo più opportuno", ha dichiarato Nazhin Zarghamee, chief marketing officer Hyperion. Gartner definisce il Cpm come l’insieme di metodologie, metriche, processi e sistemi utilizzati per monitorare e gestire le performance aziendali. Hyperion usa un termine analogo, Business Performance Management, per definire le proprie soluzioni concepite per aiutare le aziende a tradurre le strategie in piani, monitorarne l’esecuzione e offrire una conoscenza approfondita per migliorare le performance sotto il profilo finanziario e operativo.  
   
   
MERCURY ANNUNCIA I RISULTATI FINANZIARI DEL TERZO TRIMESTRE 2004 FATTURATO DI 165,4 MILIONI DI DOLLARI PER IL TRIMESTRE; AUMENTO DEL 31PER CENTO RISPETTO AL TERZO TRIMESTRE 2003 AUMENTO DELL’UTILE NETTO DA PROVENTI DIFFERITI PARI A 19,3 MILIONI DIDOLLARI  
 
 Milano, 25 ottobre 2004 – Mercuri Interactive Corporation , il fornitore per la business technology optimization (Bto),ha annunciato i risultati finanziari relativi al terzo trimestre che si è concluso il 30 settembre 2004. Il fatturato del terzo trimestre2004 è risultato pari a 165,4 milioni di dollari, un aumento del 31 per cento rispetto ai126,1 milioni di dollari registrati nel terzo trimestre del 2003. Il reddito differito del terzo trimestre 2004 è cresciuto di 19,3 milioni di dollari dal secondo trimestre del2004 fino a raggiungere i 346,6 milioni di dollari. La liquidità generata da operazioni avvenute nel terzo trimestre 2004 è stata di 43,3 milioni di dollari rispetto ai 22,2 milioni di dollari registrati nel terzo trimestre dell’anno precedente. Risultatisecondo i principi Gaap (principi generalmenteaccettati) L’utile netto del terzo trimestre2004 è stato pari a 19,0 milioni di dollari, o 0,21 dollari per azione diluita,rispetto alla perdita netta di 6,7 milioni di dollari o 0,08 dollari per azionesu base diluita nello stesso periodo dell’anno scorso. I risultati Gaap del terzo trimestre includono compensazione del pacchetto azionario e ammortamento di beni non materiali pari a 4,2 milioni di dollari, integrazione ed altre spese collegate pari a 1,0 milioni di dollari, oltre a spese una tantum per ricerca e sviluppo in casa di 0,9 milioni di dollari e ad una perdita netta derivante da investimenti pari a 0,5 milioni di dollari. Risultatisecondo i principi non-Gaap L’utile netto del terzo trimestre2004 è stato di 24,4 milioni di dollari, o 0,27 dollari per azione su base diluita, rispetto ai 21,3 milioni di dollari, o 0,23 dollari per azione su base diluita, registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. I risultati,senza tener conto dei principi generalmente accettati (Gaap), escludono le seguenti voci: compensazione del pacchetto azionario, ammortamento di beni nonmateriali, integrazioni e altre spese correlate, perdite nette derivanti da investimenti e debiti non-cash relativi al deterioramento di strutture Al 1° luglio 2004, Mercury ha completato l’acquisizione di Appilog, annunciata precedentemente, pari a 51,1milioni di dollari in cash comprese le opzioni insolute di Appilog.l’acquisizione è costata 0,9 milioni di dollari per le spese una tantum di ricerca e sviluppo in casa e 0,5 milioni di dollari per l’ammortamento di beni non materiali, entrambe le voci sono incluse nei precedenti risultati Gaap. “Siamo molto soddisfatti dei risultati registrati in questo trimestre,” afferma Amnon Landan, chairman e Ceo di Mercury. “Mercury si trova in un mercato ampio e inespansione, i clienti stanno incrementando i loro investimenti nella nostra offerta per la Bto e noi continuiamo a dimostrare la nostra abilità nell’execution. Il 28 luglio2004, Mercury ha annunciato che il proprio consiglio di amministrazione ha approvato un nuovo programma per il riacquisto fino a 400 milioni di dollari delle azioni comuni dell’azienda nei prossimi due anni. La tempistica e la somma precise relative al riacquisto varieranno a seconda delle condizioni del mercato, leggi sulla sicurezza e altri fattori. Dal 30 settembre 2004, 9.675.000azioni sono state riacquistate per un valore pari a 332,2 milioni di dollari,con un costo medio ad azione di 34,33dollari. Le seguenti previsioni finanziarie sono state effettuate sulla base delle informazioni raccolte sino al 20 ottobre 2004. Il Management della società fornisce le seguenti previsioni per il trimestre che si concluderà il 31dicembre 2004: Il fatturato previsto per il quarto trimestre raggiungerà un valore compreso tra i 185 e i 195 milioni di dollari. L’aumento netto dei proventi differiti raggiungerà un valore compreso tra i 40 e i 50 milioni didollari. Il margine operativo Non-gaap raggiungerà un valore compreso tra il 17 e il 20 per cento. L’utile netto per azione su base diluita Gaap raggiungerà una cifra compresa tra i 0,28 e i 0,34dollari. L’utile netto per azione su base diluita Non-gaap raggiungerà una cifra compresa tra i 0,32 e i 0,38 dollari.Questo escluderà approssimativamente 300.000 dollari di integrazioni e altre spese e 0,4 milioni per la compensazione e l’ammortamento di beni intangibili. Le azioni diluite raggiungeranno un valore compreso tra gli 87,5 e 89,5 milioni di dollari per il prossimo quarter etra i 93 e 95 per l’intero anno. La liquidità generata da operazioni raggiungerà una cifra compresa tra i 60 e i 70 milioni di dollari. I principi non-Gaap sono rettificatidai principi Gaap ed escludendo la compensazione del pacchetto azionario, gliammortamenti di beni non materiali, integrazioni e altre spese correlate, lespese una tantum per la ricerca e sviluppo in casa e debiti non-cash relativi al deterioramento di strutture.  
   
   
SUN MICROSYSTEMS E SIEBEL SYSTEMS AMPLIANO LA PARTNERSHIP CON IL PORTING DI SIEBEL CRM SU SOLARIS PER X86  
 
 Milano, 25 ottobre 2004 - In occasione della Siebel User Week di Los Angeles, Sun Microsystems Inc. E Siebel Systems Inc. Hanno ampliato la reciproca collaborazione attraverso un'iniziativa volta a ridurre il Total-cost-of-ownership (Tco) sostenuto dai rispettivi clienti. In base ai termini dell'accordo, Siebel Systems effettuerà infatti il porting di Siebel Crm, Enterprise Edition sul Sistema Operativo Solaris per le piattaforme x86. Una volta completato il porting, i clienti Siebel alla ricerca di soluzioni Crm più interessanti potranno utilizzare Siebel Enterprise Edition con Solaris su tutto il portfolio dei sistemi low cost di Sun. (Sun’s volume systems) I due partner hanno annunciato anche di aver registrato nuovi record nel rapporto prezzo/prestazioni e nella scalabilità Unix in un benchmark di Siebel Pspp (Platform Sizing and Performance Program) condotto con 10.000 utenti. Il programma Siebel Pspp simula fedelmente le implementazioni tipiche delle grandi realtà aziendali, compresi i dipendenti, i clienti e i partner che utilizzano le soluzioni Siebel per la vendita, il marketing e l'assistenza. Per maggiori informazioni su Siebel Pspp è possibile visitare l'indirizzo http://www.Siebel.com/crm/performance-benchmark.shtm. "Siebel Systems e Sun vantano una lunga e proficua collaborazione nello sviluppo di soluzioni avanzate in grado di rendere le aziende maggiormente competitive e customer-centric", ha dichiarato Ed Abbo, Chief Technology Officer di Siebel Systems. "La capacità di effettuare internamente test approfonditi per conto dei nostri clienti, che coinvolgono la loro intera organizzazione, ci consente di assicurare i massimi livelli di servizio, anche prima dell'effettiva implementazione della soluzione. Con questo accordo si moltiplicano i vantaggi offerti dalle soluzioni Siebel Crm e Solaris". "Le nostre due società continuano a offrire prodotti e servizi eccellenti che consentono alla clientela enterprise di ridurre costi e complessità", ha sottolineato John Loiacono, Executive Vice President, Software di Sun. "I nostri clienti ci chiedono sicurezza assoluta e un rapporto prezzo/prestazioni di classe enterprise: le soluzioni sviluppate in collaborazione con Siebel Systems offrono tutto ciò a prezzi altamente competitivi".  
   
   
SYMBOLIC AMPLIA LA PROPRIA OFFERTA DI SOLUZIONI DI CONTENT SECURITY E DIVENTA DISTRIBUTRICE ESCLUSIVA DELLE SOLUZIONI PER SERVER DOMINO SVILUPPATE DA GROUP TECHNOLOGIES  
 
Parma, 25 ottobre 2004 - Symbolic S.p.a., distributore a valore aggiunto di soluzioni di network security, è lieta di annunciare l’accordo raggiunto con la software house tedesca Group Technologies, produttrice di software per la sicurezza, la gestione e l’organizzazione della posta elettronica. Principale punto di forza dell’offerta di Group Technologies è rappresentato da iQ.suite per Lotus Domino, soluzione costituita da una serie di applicazioni che permettono alle aziende di medio-grandi dimensioni che utilizzano Lotus Domino come server di posta, la creazione di un’infrastruttura in grado di inviare e ricevere e-mail sicure, in modo efficace e affidabile. Iq.suite si compone di tre pacchetti di applicazioni: securiQ, organiziQ e managiQ. Securiq è un pacchetto di sicurezza completa costituito da soluzioni integrate in grado di rispondere pienamente ad un vasto spettro di necessità: antivirus, antispam, content filtering, crittografia, archiviazione e-mail, analisi delle immagini e firme automatiche. I programmi di organiziQ permettono invece di pianificare il metodo più efficace di gestione delle e-mail; basato sulle regole per un’organizzazione intelligente, organiziQ dispone di feature quali l’ottimizzazione temporale della trasmissione e-mail, l’inoltro avanzato delle e-mail nonché di un’interfaccia intelligente verso altre applicazioni. Managiq infine mette a disposizione una serie di strumenti per la gestione intelligente delle e-mail inclusa l’ottimizzazione della consegna, il controllo efficiente mediante calcolo dei costi in tempo reale e la gestione dei certificati. Iq.suite è una soluzione modulare, ovvero i programmi che la compongono possono essere combinati e dimensionati in base alle specifiche esigenze aziendali. Inoltre è sempre possibile aggiungere nuove applicazioni per adattare il prodotto ai bisogni che possono emergere nel tempo. L’architettura del prodotto completamente server-based permette una conveniente gestione centralizzata delle policy basate su regole. La diretta interazione di tutte le funzioni garantisce l’ottimizzazione delle comunicazioni e-mail, un alto livello di sicurezza e performance eccellenti. “L’accodo con Group Technologies si inserisce perfettamente nel nostro piano di sviluppo di partnership tecnologiche avanzate che ci permettano di rispondere al meglio ad una gamma sempre più ampia di richieste di security da parte delle aziende” dichiara Martino Traversa, fondatore e presidente di Symbolic. “L’introduzione di iQ.suite per Lotus Domino nel nostro portfolio prodotti ci permette di andare a soddisfare le esigenze di sicurezza di un segmento che fino ad ora non coprivamo, ovvero i server di posta Domino, con cui iQ.suite è completamente integrata, ed in particolare quelli che lavorano su sistema operativo As400.”  
   
   
LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE AL CENTRO DELL’OFFERTA NOVELL ATTRAVERSO L’IDENTITY MANAGEMENT E L’OPEN SOURCE  
 
Milano, 25 ottobre 2004 - Novell annuncia nuove iniziative volte ad aiutare la Pa in modo globale grazie alle proprie soluzioni leader di mercato per l’identity e l’open source, rafforzando la propria presenza nel settore della pubblica amministrazione. Novell aiuta così la Pubblica Amministrazione ad aumentare l’efficienza e a rendere ancora più efficace l’interazione con il proprio pubblico. Novell Government Solutions supporta la pubblica amministrazione a rendere sicuro e ad integrare il flusso delle informazioni all’interno dei sistemi amministrativi e a distribuire le giuste informazioni alle persone giuste, fornendo al contempo la flessibilità di scelta, così come la tecnologia open source. Le novità includono il Portale del Cittadino basato su policy, strategie, tool e servizi per migrare a Linux. Novell Government Solutions combina tecnologia e servizi all’avanguardia con le competenze specifiche per questo settore, offrendo alla Pa soluzioni di identity-driven flessibili, aperte e sicure. “Le amministrazione pubbliche subiscono una notevole pressione per migliorare l’efficienza e l’efficacia delle operazioni amministrative,” afferma Joe Forgione, vice president of solutions in Novell. “Il meccanismo è il seguente: più persone conoscono bene il web, più la pubblica amministrazione deve far fronte a nuove richieste da parte di cittadini, impiegati, fornitori e altre amministrazioni che desiderano accedere in modo personalizzato ad informazioni e servizi. La Pa necessita di una struttura agile per rispondere alle richieste dei cittadini e fornire al proprio personale la possibilità di prendere decisioni informate in breve tempo. Novell Government Solutions può aiutare la pubblica amministrazione ad essere aperta, sicura ed efficiente. “ Novell ha una lunga esperienza nel distribuire piattaforme e tecnologia di collaborazione dedicate alla pubblica amministrazione di tutto il mondo. La propria decisione di distribuire ora soluzioni identity-driven e open source per la pubblica amministrazione è stata immediatamente ben recepita dal mercato. Recentemente lo stato del Michigan ha utilizzato le soluzioni Novell per rendere sicuro il proprio portale per le forze di polizia statali, e Novell ha firmato un accordo “Smartbuy” in luglio con la U.s. Federal Government volto a rendere più semplice per le agenzie federali utilizzare e implementare le soluzioni Novell, inclusa l’offerta dell’azienda per l’identity management e per Linux. Simili offerte dei prodotti Novell, che offrono ai clienti della Pa una flessibilità di costo e di implementazione, così come un più semplice processo di negoziazione e di licensing, sono disponibili in Europa e in Australia. In Australia Novell è stata scelta dall’amministrazione dello stato Victoria per potenziare l’iniziativa “Rosetta”, un progetto che fornisce servizi per la gestione delle identità rivolto alla pubblica amministrazione. In Europa la città di Stoccolma sta potenziando l’infrastruttura del portale web basato su Novell per dare vita ad un portale ancora più ricco e flessibile per studenti e insegnanti con l’obiettivo di migliorare anche questo aspetto dell’istruzione. “La Pa deve affrontare la sfida della sicurezza e delle economie di scala, problematiche a cui poche altre organizzazioni devono far fronte. Attualmente gli utenti sono molti e sono a conoscenza di dati sempre più significativi, molto di più che in ogni altro tipo di organizzazione,” afferma John Goggin, senior vice president e director for government strategies presso Meta Group, azienda leader nella consulenza strategica, servizi di consulenza e ricerche di mercato It. “Allo stesso tempo per questioni di riduzioni di budget devono essere in grado di fare molto spendendo meno. Molte amministrazioni sono alla ricerca di soluzioni identity-driven per migliorare i processi e di soluzioni open source per risparmiare risorse che possono essere impiegate in programmi critici attualmente sotto finanziati.” Con un nuovo team trasversale che sviluppa, promuove e distribuisce Novell Government Solutions, Novell è in grado di aiutare la Pa ad affrontare le sfide e le evoluzioni del mercato. Novell Government Solutions offre: Una piattaforma per la gestione sicura delle identità in grado di supportare persone, processi, applicazioni, e dispositivi, che fornisce alla Pa modalità efficaci per rendere sicure le informazioni dei cittadini e proteggere e distribuire informazioni e risorse secondo le policy. Funzionalità integrate e complete all’interno di quattro grandi categorie di soluzioni: portali governativi, integrazione di applicazioni e dati, infrastrutture sicure e cuore delle tecnologie. La possibilità di scegliere tecnologie open source, comprese tecnologie Linux di classe enterprise sia server sia desktop, insieme ad un alto livello di sicurezza – il Common Criteria Eal3+ designation - con tutti i componenti per ottenere la certificazione livello Eal4. A completamento dell’offerta attuale, Novell sta sviluppando soluzioni personalizzate per l’amministrazione dedicate a tre aree particolari: accesso sempre attivo per i cittadini, migrazione a Linux, collaborative law enforcement e sicurezza. La prima nuova offerta è il Portale del Cittadino basato su policy che aiuta le amministrazioni locali a ridurre i costi legati all’incremento della popolazione, ad esempio l’arrivo di nuovi residenti, fornendo un one-stop shop per i cittadini ai quali vengono offerti servizi amministrativi in tutta sicurezza. Novell sta anche lanciando l’offerta Linux Migration Strategy and Services che offre alle amministrazioni gli strumenti per individuare il percorso migliore per migrare a Linux, trovando così il modo più efficiente per ottenere vantaggi a livello di costo, performance e stabilità che l’open source garantisce. Soluzioni aggiuntive nel settore del collaborative law enforcement e nella sicurezza sono prossime.  
   
   
APPLE AGGIORNA IL SISTEMA DI STORAGE XSERVE RAID FORNISCE FINO A 5.6TB DI STORAGE AD UN PREZZO ECCEZIONALE PER IL MERCATO DI POCO PIÙ DI €2 PER GB  
 
Cupertino, California, 25 Ottobre, 2004 - Apple ha aggiornato il proprio sistema di storage Xserve Raid, un sistema storage 3U ad alta disponibilità, che è ora in grado di fornire una incredibile capacità storage di 5.6 terabytes (Tb), ad un prezzo di poco più di €2 per Gb, il più aggressivo nel mercato storage. Apple ha anche ampliato il supporto per ambienti misti con la certificazione di Cisco e Suse Linux e ha ottimizzato il sistema per lavorare con il file system Xsan Storage Area Network. "Xserve Raid è caratterizzato da una rivoluzionaria architettura ad alte prestazioni, che è il complemento perfetto per quasiasi sistema Xserve G5," ha dichiarato Philip Schiller, senior vice president Worldwide Product Marketing di Apple. "Ora offriamo ulteriore capacità ad un prezzo per gigabyte ancora inferiore in un sistema che è stato ottimizzato e certificato per lavorare con i più importanti sistemi e applicazioni di livello enterprise." L'architettura unica di Xserve Raid fornisce una densità di storage massiccia e prestazioni incredibili. Quattordici drive independenti Ultra Ata da 400Gb forniscono fino a 5.6Tb di capacità storage ad un prezzo di appena €2,23 per gigabyte mentre il doppio controller Raid independente con 512Mb cache per ciascun controller garantisce un throughput sostenuto di oltre 380Mbps— abbastanza elevato da sosstenere due stream di video editing non compresso 10-bit Hd utilizzando il livello 5 Raid protetto. "I sistemi Xserve Raid di Apple forniscono capacità di storage di livello enterprise ad un prezzo incredibilmente più basso rispetto alle proposte concorrenti," ha affermato Chris Hanson, director Web Technologies di Seitel, fornitore leader di dati sismici per il mercato petrolifero e dell'energia. "Stiamo pensando di aggiungere 30 terabytes del nuovo storage Xserve Raid nei prossimi sei mesi, portando la nostra capacità totale a 100 terabyte." Xserve Raid si connette facilmente a qualsiasi server Xserve o desktop Power Mac utilizzando la scheda Fibre Channel Pci-x a doppio canale 2Gb di Apple venduta separatamente ad un prezzo unico nel mercato di €458 (Iva esclusa). Questa interfaccia storage standard ad alta velocità offre un'ampiezza di banda dedicata con un throughput fino a 400Mbps. La scheda Pci-x Apple viene venduta con due cavi di rame fibre channel Sfp-a-sfp da 2.9 metri ad alta velocità e accetta transceiver ottici Sfp per l'utilizzo con cavi in fibra ottica su una lunga distanza. Apple offre una scelta di servizi e programmi di supporto di livello professionale per Xserve Raid inclusa la risposta on-site in 4 ore, supporto tecnico 24x7, Applecare Service Parts Kits e Applecare Professional Supportline e Tools program.  
   
   
CDC: QUANDO LA TECNOLOGIA RISPETTA L’AMBIENTE A SMAU 2004 L’AZIENDA ESPONE I CONTENUTI E LE VALENZE DELL’INIZIATIVA DI RESPONSABILITÀ SOCIALE ECODIGITALE, PROMOSSA PER DIFFONDERE LA CULTURA DELLA CORRETTA GESTIONE DEI PRODOTTI INFORMATICI A FINE VITA  
 
 Fornacette (Pisa), 25 ottobre 2004 - Cdc S.p.a., società leader in Italia nella produzione e distribuzione di prodotti informatici, quotata sul segmento Techstar di Borsa Italiana, promuove in occasione di Smau 2004 il convegno dal titolo La Tecnologia che rispetta l’Ambiente, in programma venerdì 22 ottobre (Palazzo Cisi, Sala Pontremoli – ore 14.30). La partecipazione di Cdc risponde al desiderio di intervenire su una tematica rilevante e particolarmente sentita dall’azienda, che intende portare la propria testimonianza su come la tecnologia, ritenuta spesso responsabile degli impatti sull’ambiente, possa invece contribuire a costruire uno sviluppo ecosostenibile e all’insegna della tutela ambientale. In questo contesto Leonardo Pagni, Amministratore Delegato di Cdc, andrà ad illustrare le motivazioni che hanno portato l’azienda a lanciare già nel luglio 2004 Ecodigitale, un'operazione socio-ambientale di autoregolamentazione prima nel suo genere in Italia, tesa a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla fondamentale importanza della corretta gestione del fine vita dei prodotti informatici. Ecodigitale prevede, nella sua fase iniziale, la raccolta e il ritiro di prodotti informatici a fine vita su tutto il territorio nazionale, attraverso la capillare rete di punti vendita Computer Discount, per poi assicurarne un trattamento ecocompatibile. Partner di Cdc per le tematiche ambientali è Ecoqual’it, il Consorzio volontario che opera a livello nazionale, senza fini di lucro, per la tutela della qualità in tutte le fasi di produzione, uso, recupero e smaltimento delle apparecchiature informatiche e per l’ufficio, che lo scorso luglio ha accolto Cdc tra i suoi soci. L’iniziativa Ecodigitale è stata messa in atto in attesa che venga recepita la direttiva 2002/96/Ce del Parlamento Europeo e del Consiglio sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). Il recepimento della direttiva comunitaria, inizialmente fissato per tutti gli Stati membri per agosto 2004, dovrà essere attuato dal Parlamento italiano entro fine 2004 attraverso l’emanazione di una nuova legge che andrà a modificare il decreto Ronchi 22/97. L’applicazione della Direttiva cambierà lo scenario operativo e la responsabilità sul fine vita del prodotto per tutte le aziende produttrici di beni nei settori elettronica, elettrotecnica e informatica. Queste saranno responsabili delle operazioni necessarie alla corretta gestione di questi prodotti a fine vita, nonché dei processi di smaltimento ecocompatibile a seconda delle normative vigenti, anche se questi processi sono affidati a terzi. “La direttiva Raee - e il recepimento della stessa nelle legislazione nazionali dei paesi membri – è destinata a rivoluzionare tutto il comparto dell'Ict in Europa e in Italia”, ha dichiarato Leonardo Pagni, Amministratore Delegato di Cdc S.p.a. “In questo contesto le politiche nazionali potrebbero prendere come riferimento alcune best practice già promosse sia dai grandi vendor sia da quelle realtà nazionali attive sul territorio, in grado di controllare la catena distributiva dei prodotti informatici e di programmare iniziative concrete legate al fine vita di questi prodotti”. L’iniziativa Ecodigitale di Cdc e la campagna di ritiro dei prodotti informatici a fine vita coinvolge nella prima fase gli oltre 200 punti vendita Computer Discount in tutta Italia, ma potrà presto estendersi agli altri canali distributivi del Gruppo Cdc, come i Cash & Carry. La raccolta promossa da Cdc si applica a tutti i tipi di prodotti - dai personal computer alle stampanti e agli accessori, indipendentemente dal fatto che siano prodotti Cdc o di altri vendor. Cdc ha individuato e siglato accordi con operatori certificati in grado di garantire la corretta gestione del fine vita dei prodotti consegnati dai privati presso la rete di punti vendita Computer Discount di tutta Italia. Tali accordi prevedono che, qualora i prodotti informatici non siano recuperabili o siano solo in parte recuperabili, la società partner si occuperà del loro corretto smaltimento in base alle normative vigenti. Il personale Computer Discount – che si interfaccia con il pubblico e svolge a sua volta un’azione informativa e educativa – ha ricevuto una formazione specifica per la gestione dell’iniziativa presso il punto vendita. Tale formazione rientra in un programma a lungo termine e comprenderà anche un piano di formazione permanente a distanza tramite piattaforma e-learning. Il programma Ecodigitale di Cdc prevede poi specifiche iniziative di promozione e educazione degli utenti, attraverso Internet (www.Computerdiscount.it) e altre iniziative di comunicazione che coinvolgono direttamente i punti vendita Computer Discount attraverso la divulgazione di materiale informativo. Tra le ultime novità che si inquadrano sempre all’interno del programma Ecodigitale, nel mese di ottobre, in occasione del lancio di un Pc a marchio proprio ultracompatto e multimediale, Cdc ha proposto alla clientela dei punti vendita Computer Discount intenzionata a sostituire il suo vecchio Pc un’iniziativa di “sostituzione ecocompatibile”. Questa campagna ha l’obiettivo di incentivare e premiare la restituzione da parte dei clienti del loro vecchio Pc attraverso un sensibile sconto sul prezzo di acquisto del nuovo modello proposto. Inoltre è in corso di definizione una ulteriore iniziativa per estendere Ecodigitale alla raccolta di toner e cartucce esauste. Anche in questo caso verranno coinvolti tutti i punti vendita Computer Discount, presso cui verranno messi dei raccoglitori appositi e per ogni cartuccia raccolta verrà dato un contributo al Wwf. Cdc ha ottenuto a luglio 2004 la certificazione del proprio Sistema di Gestione Ambientale in conformità alla normativa Iso 14001:1996. Come per la precedente Vision 2000, Cdc è stata tra le prime società nel settore It ad aver richiesto e ottenuto questa certificazione. “In piena coerenza con le scelte aziendali in materia di qualità e ambiente, che pongono questi fattori su un piano strategico a garanzia dello sviluppo d’impresa, Cdc intende porre le sue competenze al servizio di iniziative come Ecodigitale, individuando e collaborando con partner qualificati e cercando di anticipare risposte alle esigenze che si andranno a delineare a seguito del recepimento della nuova normativa”, ha concluso Leonardo Pagni.  
   
   
SAS E ESRI: UN’UNICA SOLUZIONE PER SODDISFARE ESIGENZE GIS E DI BUSINESS INTELLIGENCE  
 
Milano, 25 ottobre 2004 – Sas, la più grande azienda di Business Intelligence e Esri azienda leader nei Sistemi Informativi Geografici (Gis), hanno annunciato l’integrazione di Sas9 con Arcgis 9. La nuova versione di Sas Bridge for Esri amplia ulteriormente le funzionalità congiunte di Sas e Esri, consentendo agli utenti di trarre il massimo vantaggio. Oltre all’elaborazione remota, la nuova versione supporta gli ambienti server Sas distribuiti nonché dati raster e geometria spaziale e raggiunge livelli prestazionali più elevati oltre a comprendere proprietà e componenti Vba e .Net. L’integrazione di Sas9 e di Arcgis 9 consente il collegamento tra le due piattaforme software a livello base, rendendo possibile lo scambio ininterrotto di informazioni spaziali e non in un ambiente unificato, favorendo una conoscenza completa di problemi di natura prettamente spaziale. Le informazioni geografiche forniscono un quadro articolato di tendenze che esercitano una loro influenza su un’azienda. Sas Bridge for Esri abbina la potenza e la flessibilità delle piattaforme Arcgis 9 e Sas9 per mettere a disposizione dei clienti nuove e interessanti serie di funzionalità di intelligence geospaziale. Sas Bridge for Esri ha un’interoperabilità notevolmente più avanzata a livello di funzionalità e piattaforma tra Sas e Esri fornendo business intelligence di tipo geospaziale su scala aziendale. Arcgis 9 amplia la piattaforma Arcgis con l’aggiunta di funzionalità più avanzate nelle aree di geoprocessing, visualizzazione 3D, cartografia e labelling, interoperabilità dei dati, usabilità e opzioni per gli sviluppatori. Arcgis è un framework di prodotti software Gis integrati per costruire un sistema informativo geografico completo. L’architettura fondamentale di Arcgis consente agli utenti di utilizzare funzionalità Gis e logica di business ovunque sia necessario su desktop, server, sul Web o in un ambiente mobile. Grazie all’unione tra questa architettura e l’ampiezza e la profondità delle funzionalità di Sas9 le aziende possono veramente disporre di una business intelligence geografica su scala aziendale. La collaborazione con Sas garantisce agli utenti Gis la possibilità di incrementare la produttività e migliorare il processo decisionale basato su elementi geografici, ampliando la portata delle indicazioni tratte dalle informazioni geografiche. Gis combina vari livelli informativi su un determinato luogo per migliorarne la conoscenza. La scelta dei livelli informativi combinati dipende dalla finalità, es: trovare la migliore ubicazione per una nuova struttura, analisi del rischio, gestione degli asset, analisi e tracking degli incidenti ecc. Sas ed Esri consentono alle aziende di applicare la tecnologia più avanzata per risolvere problemi reali che considerano l’impatto dei rapporti geospaziali parte del processo di creazione di intelligence.  
   
   
INVISION HA LANCIATO SUL MERCATO LA VERSIONE 4.3.0 DELLO STAFF PLANNING SYSTEM CHE SEMPLIFICA ULTERIORMENTE LE OPERAZIONI DI WORKFORCE MANAGEMENT  
 
 Ratingen/Germania, 25 ottobre 2004 - Il successo di un’azienda non dipende solo dalla qualità dei servizi e dei prodotti offerti. Ciò che in maggior misura traccia il valore di un’azienda sono le prestazioni ed il know-how dei dipendenti, fattori che dal punto di vista finanziario incidono in maniera non trascurabile. Allo scopo di impiegare il personale razionalmente sulla base del fabbisogno rilevato, la software house tedesca Invision, fornitrice leader nel campo del Workforce Management, ha lanciato sul mercato la nuova versione 4.3.0 del suo Staff Planning System (Sps). La nuova versione del sistema per il Workforce Management si presenta particolarmente adatta per quelle aziende con un ampio organico che viene pianificato con orari di lavoro flessibili ed è organizzato in base a molteplici skill. Il software si lascia in particolar modo implementare in un ambiente lavorativo in cui il volume di affari e la domanda subiscono continui cambiamenti. La release 4.3.0, già sul mercato da ottobre, è stata arricchita con diverse feature aggiuntive che rendono il sistema più intuitivo; è stato inoltre introdotto un nuovo modulo per la pianificazione di corsi interni di formazione ed un programma per effettuare a breve termine una pianificazione completamente ottimizzata sulla base del proprio fabbisogno di dipendenti. L’invision Sps è completamente basato su internet e rende la gestione del personale ancora più agevole ed intuitiva. Nel ciclo produttivo di un’azienda fa senz’altro parte la costituzione e gestione di una formazione interna dei dipendenti per incentivare un lavoro qualitativamente superiore. Eventi come l’introduzione di nuovi progetti, nuove direttive, l’avvio di campagne o azioni promozionali richiedono un continuo e periodico aggiornamento delle conoscenze specifiche del personale, il quale spesso si assenta dal suo posto fisico di lavoro perché appunto impegnato in corsi interni; tali assenze non vengono però prese direttamente in considerazione durante una normale creazione dei piani di lavoro, andando così a provocare una sotto occupazione dell’effettivo fabbisogno per alcuni turni o attività. A tale scopo è stato introdotto il modulo Trainingplanner che nel giro di pochissimo tempo offre una panoramica sulle possibili date ed orari in cui un corso di formazione o di aggiornamento potrebbe aver luogo, indicando le eventuali ripercussioni dell’assenza di un dipendente sulla copertura del turno o dell’attività che rimarrebbe scoperto/a. In conformità a tali informazioni l’addetto alla pianificazione opterà per la variante più congeniale alle direttive di lavoro ed alla realtà aziendale del momento, cercando di incidere il meno possibile sulla copertura del fabbisogno individuato. Dopo aver fissato la data ed assegnato i corsi ai dipendenti, questi potranno visualizzare interattivamente i loro piani di lavoro aggiornati direttamente dalle loro postazioni. L’introduzione del nuovo modulo Autoscheduler assicura vantaggi sia in termini di costi che di tempi. Questa nuova parte del programma automatizza, infatti, il processo di pianificazione, creando dei piani di lavoro sulla base del fabbisogno previsto e raggiungendo un alto livello di ottimizzazione. In questo modo viene ridotto in maniera drastica l’intervento manuale del pianificatore nel processo della creazione dei piani di lavoro. L’autoscheduler permette di pianificare in maniera intelligente l’organico di un’azienda sulla base di determinati parametri definiti dall’utente stesso e di particolari esigenze aziendali, come i limiti di disponibilità del personale, le skill possedute dai singoli dipendenti, la definizione del livello di prestazione o degli orari di lavoro. "L’autoscheduler è stato implementato all’inizio di quest’anno presso un nostro cliente in Italia, che conta un organico di oltre 7.000 dipendenti. I piani di lavoro creati nel giro di pochissimo tempo da questa potente funzione raggiungono un livello di copertura del fabbisogno praticamente ottimale, rendendo il processo di pianificazione estremamente efficiente con un notevole abbattimento dei costi” spiega Alberto Negrini, Country Manager italiano di Invision. Con la versione 4.3.0 anche il modulo per il monitoraggio Onlinecockpit si presenta in veste completamente basata su internet. La sua superficie user friendly offre una qualità grafica perfezionata, all’interno della quale sono riportati in maniera chiara e logica i dati da analizzare. È stata inoltre introdotta una funzione che permette di protocollare tutte le operazioni effettuate con il programma, offrendo una panoramica sull’autore delle modifiche apportate ai piani di lavoro, quando queste hanno avuto luogo e che tipo di operazioni tale utente ha eseguito. Ciò significa che ad esempio il pianificatore è in grado di risalire ai vari processi che precedono ogni turno esistente, ossia se questo è stato generato tramite sorteggio, assegnazione automatica o manuale. Il Centro dei turni visualizza ora anche i dati sulla pianificazione, quali ad esempio la disponibilità, la raggiungibilità o il carico massimo di lavoro, così come ad esempio il service level per ogni singola attività. In qualità di fornitore internazionale, Invision ha puntato principalmente sulle necessità di imprese che operano a livello globale e che sono organizzate in diverse ubicazioni; a tale scopo Invision Sps è disponibile in diverse lingue: oltre alla versione in inglese, il sistema è visualizzabile nelle lingue italiana, tedesca, francese, svedese e prossimamente spagnola. Dalla maschera principale di accesso al sistema l’utente potrà quindi selezionare la lingua in cui desidera visualizzare il programma. La versione 4.3.0 dello Staff Planning System si presenta quindi come un potente tool di successo per una pianificazione veloce e precisa delle risorse umane in grosse imprese Il programma introduce un ulteriore abbattimento dei costi, integra i corsi di aggiornamento e formazione nel processo di pianificazione e garantisce una conservazione degli standard aziendali. “La nuova versione del software di Invision conferma ancora una volta in maniera professionale ed intelligente la sua competenza nel campo del Workforce Management, offrendo un prodotto che coniuga le tecnologie d’avanguardia con una sapiente conoscenza manageriale. Con Invision Sps le imprese si assicurano decisamente un posto in prima fila sul mercato”, conclude soddisfatto Alberto Negrini.  
   
   
PROTEZIONE IN TEMPO REALE DA TUTTE LE NUOVE MINACCE INTERNET: WEBSENSE OFFRE LA SOLUZIONE PER RIDURRE DA ORE A MINUTI L’INTERVALLO DI ESPOSIZIONE AGLI ATTACCHI VIA WEB  
 
Milano, 25 ottobre 2004 - Websens, società leader nella proposta di soluzioni per la gestione e la sicurezza di internet all'interno delle aziende, ha annunciato il rilascio della versione 5.5 di Websense Enterprise. Grazie all’introduzione della nuova funzionalità Real-time Security Updates, la società californiana è ora in grado di offrire agli utenti una protezione in tempo reale dalle nuove minacce informatiche quali malicious mobile code, Trojan horse e phishing. La tempestività rappresenta un fattore chiave nella lotta agli attacchi informatici e Websense Real-time Security Updates è la risposta: non appena identificata la nuova minaccia, i database alla base delle soluzioni Websense vengono immediatamente aggiornati e resi disponibili per il download da parte degli utenti, riducendo così potenziali minacce provenienti da Internet. “La rapidità di risposta alle nuove minacce che ogni giorno appaiono sul web rappresenta una priorità per chi opera nel mercato della sicurezza. L’ultima versione di Websense Enterprise riduce drasticamente l’intervallo di esposizione alle minacce, abbassando i tempi di risposta e aggiornamento da qualche ora a pochi minuti”, ha spiegato Curt Staker, Presidente di Websense. La nuova funzionalità Real-time Security Updates viene resa disponibile sia per la componente Client Policy Manager (Cpm) sia per le Security Pg (Premium Group). Cpm permette alle organizzazioni di automatizzare policy contro l’accesso ad applicazioni non autorizzate da parte dei dipendenti. I Security Pg forniscono la stessa capacità per i siti che possono contenere codici mobili maliziosi quali spyware, siti web fraudolenti o phishing che catturano informazioni confidenziali. Secondo un’indagine realizzata da Csi/fbi Computer Crime and Security Survey nel 2004, 269 aziende statunitensi intervistate hanno dichiarato di aver perso un totale di oltre 141 milioni di dollari nel corso dell’ultimo anno a causa di falle nell’infrastruttura di sicurezza dell’azienda e utilizzo non autorizzato di internet. Ogni giorno centinaia di nuovi siti maligni vengono individuati dai Websense Security Labs, un gruppo di Websense dedicato alla scoperta, alla ricerca e alla pubblicazione di malicious event. Websense, attraverso Real-time Security Updates, trasmette questi malicious event al Master Database che fornisce una protezione immediata da danni potenziali, come la diffusione di informazioni private e l’aumento delle chiamate agli help desk. La versione 5.5 di Websense Enterprise, in grado di gestire la sicurezza ai tre livelli gateway, rete e desktop, garantisce protezione anche a utenti mobili e offre il più completo e aggiornato database oggi disponibile sul mercato. Websense Enterprise 5.5 include inoltre nuove importanti funzionalità: Real-time Security Updates, l’unica soluzione disponibile sul mercato Con un tempo di reazione alle nuove minacce estremamente ridotto, Real-time Security Updates riduce il rischio e gli effetti di nuovi attacchi internet consentendo alle organizzazioni di risparmiare tempo, risorse e denaro e usufruire di molteplici vantaggi tra i quali: Sicurezza a livello web in tempo reale: non appena Websense identifica un sito web colpito da malicious code o da altre minacce manda una comunicazione al Websense Master Database in modo che nel giro di pochi minuti Security Pg e Real-time Security Updates possano bloccare automaticamente l’accesso al sito stesso. Sicurezza a livello applicativo in tempo reale: non appena viene identificato un Trojan horse, un virus o un altro tipo di applicazione maliziosa, Cpm e Real-time Security Updates impediscono immediatamente l’esecuzione dell’applicazione infetta sia sui desktop sia sui laptop. Aggiornamento automatico delle minacce: non appena viene rilevata una nuova minaccia, il database alla base della soluzione utilizzata dall’utente viene automaticamente aggiornato senza richiedere alcun supporto tecnico. Una volta attivato con un semplice click del mouse, Real-time Security Updates offre protezione immediata senza alcun intervento manuale. Sicurezza mobile Gli utenti mobili si trovano di fronte a minacce internet analoghe a quelle incontrate da altri utenti, sia che operino all’interno di una rete protetta sia che operino in remoto. Che l’utente sia connesso o meno, la versione 5.5 di Websense Client Policy Manager garantisce protezione ovunque e in qualunque momento. Policy per connettersi e disconnettersi a Internet Cpm ha aumentato la sicurezza per gli utilizzatori di notebook. Cpm possiede policy multiple per ogni singolo notebook o singolo utente, connesso o disconnesso alla rete. Per esempio, le organizzazioni possono decidere di permettere l’uso di Instant Messaging in ufficio, ma bloccarlo quando i notebook vengono utilizzati da casa o altrove. Elevato livello di accuratezza e flessibilità Websense Enterprise v.5.5 offre il più alto livello di accuratezza e flessibilità, offrendo anche funzionalità specifiche quali il filtro nella ricerca immagini e la configurazione della classe di rischio. Nel primo caso, le aziende possono autorizzare l’accesso ai motori di ricerca immagini impostando però un filtro in grado di identificare eventuali immagini inappropriate talvolta trovate anche dai motori di ricerca più affidabili. Nel secondo caso, l’azienda può impostare vere e proprie “classi di rischio” con la possibilità di monitorare le attività della rete e di ottenere una reportistica dettagliata di quelle che vengono considerate minacce internet. Ad esempio, un produttore di abbigliamento sportivo tendenzialmente non considererà una perdita di tempo e di risorse le navigazioni all’interno di siti legati allo sport. La versione 5.5 di Websense offre infatti ulteriore flessibilità nell’applicazione delle policy di categorizzazione permettendo la configurazione personalizzata delle categorie e degli Url in base alle preferenze dei clienti. Esteso supporto delle infrastrutture Websense Enterprise può essere implementato in configurazione standalone o integrata con un’ampia gamma di prodotti per la sicurezza quali firewall, proxy server, switch, router, appliance, directory service e soluzioni per la gestione della rete.  
   
   
IBM: TRE PRESTIGIOSI RICONOSCIMENTI ALL'EDIZIONE 2004 DEL PREMIO SMAU INDUSTRIAL DESIGN HARDWARE (ESERVER X336), SOFTWARE (WORKPLACE) E DESIGN DELLO STAND IBM CONQUISTANO LA GIURIA DELLA MANIFESTAZIONE  
 
 Milano, 25 ottobre 2004 - Sono tre i riconoscimenti assegnati quest'anno a Ibm durante la 37a edizione del premio Smau Industrial Design: uno nella categoria hardware, uno per il software e uno per lo stand Ibm allo Smau, la più importante manifestazione italiana dedicata all'informatica e alle nuove tecnologie. Nella categoria "hardware", la giuria ha assegnato il premio al sistema Ibm eServer xSeries 336, con la motivazione "nella consolidata tradizione Ibm, un altro passo avanti in termini di potenza e compattezza". Questo eServer di Ibm è caratterizzato dalla Extended Design Architecture (Xda), da uno chassis compatto, da costi totali di gestione del sistema estremamente vantaggiosi ed è basato su processore Intel Xeon, con tecnologia Em64t che, oltre a un rendimento eccellente a 32 bit, permette il supporto di applicazioni a 64 bit. "Siamo lieti di ricevere questo premio prestigioso, che si aggiunge all'analogo riconoscimento assegnato lo scorso anno ai nostri eServer Blade Center. Ancora una volta viene riconosciuta la nostra capacità di abbinare tecnologie avanzate e design che si traducono in vantaggi e capacità competitiva per i nostri clienti", sottolinea Giovanni Linzi, Vice President Systems and Technology Group di Ibm South Region. Nella categoria "software", con la motivazione "nuova concezione di rich client per applicazioni aziendali" una menzione speciale è stata poi riservata dalla giuria a Ibm Workplace, una soluzione di middleware che consente di utilizzare tutte le tradizionali applicazioni software aziendali con il massimo livello di funzionalità e di collaborazione. "Il riconoscimento di oggi sottolinea la validità del nuovo modello Ibm di middleware client, che unisce le capacità tipiche dell'elaborazione via Web con gli ambienti Pc tradizionali, offrendo a tutti gli utenti un metodo più sicuro e flessibile per utilizzare, condividere e gestire dati e applicazioni", spiega Roberto Zardinoni, Vice President Software Group di Ibm South Region. Completa il prestigioso tris di Ibm al 36° Premio Smau Industrial Design il premio assegnato allo stand Ibm, con la motivazione che ha messo in luce fra l'altro "l'impiego intelligente di strutture già utilizzate" dell'allestimento realizzato da The George P. Johnson Company Emea. "Siamo molto orgogliosi dei riconoscimenti assegnatici quest'anno dalla giuria del premio Smau Industrial Design", ha concluso Chiara Grosselli, Direttore Marketing e Comunicazione di Ibm South Europe, "che hanno premiato l'innovazione e la creatività di Ibm, sia a livello internazionale - per il design e la tecnologia dei prodotti hardware e software - sia a livello italiano, per l'immagine efficace del nostro stand a Smau".