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LUNEDì
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Ottobre 2004 |
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Web e diritto per le nuove tecnologie | |
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CAMPAGNA NAZIONALE CONTRO LE FOTOCOPIE ILLEGALI |
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Martedì 19 ottobre, l'Associazione Italiana Editori (Aie) ha presentato a Milano, presso la Libreria Hoepli, la seconda campagna nazionale a difesa del libro e di sfida al mondo delle fotocopie illegali. Federico Motta, presidente dell'Associazione Italiana Editori , nel presentare l’iniziativa ha affermato: "La risposta a chi fotocopia libri? L'informazione. Per questo con la nostra seconda campagna nazionale vogliamo ricordare che esiste il rispetto delle leggi e del lavoro altrui. Nessuno vieta di fare fotocopie nei limiti consentiti (il 15%); oltre questa soglia si crea un danno per un'intera filiera. Noi editori stiamo facendo la nostra parte. Ci piacerebbe che il Governo facesse altrettanto, in particolare in questo momento di digitalizzazione dei contenuti. E' proprio adesso che occorre confermare e rafforzare la tutela del diritto d'autore". E’ stato così lanciato un nuovo messaggio in 77 università italiane, 25 città universitarie e in 1000 librerie italiane, per contrastare la reprografia libraria: "E' facile calpestare i diritti quando non sono i tuoi". Si stima che in Italia, ogni anno, vengano effettuate circa 2,6 miliardi di fotocopie abusive, che hanno sottratto all'intera filiera editoriale (autori, traduttori, redattori, illustratori, tipografi, editori e librai) circa 295 milioni di euro nel 2003, perdita in crescita rispetto a quanto registrato nel 1996 (stimata in 250 milioni di euro), con un aumento del 18% in sette anni. La campagna, firmata Caleidos - Teen Agency, si strutturerà in affissioni nelle maggiori sedi universitarie, in affissioni nelle principali città sedi di università e nelle maggiori librerie nonché in una campagna stampa, rivolta alle famiglie e agli studenti, sulla free press (a Milano, Torino, Milano, Verona, Padova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli) e sui principali siti internet frequentati dai giovani. |
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LE CIFRE DEL FENOMENO DELLA PIRATERIA DEL SAPERE |
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Secondo l'Ufficio studi di AIE, nel 2004 si stima che il fenomeno delle fotocopie abusive abbia sottratto all'intera filiera editoriale (autori, traduttori, editori, tipografie e librerie) non meno di 335-340 milioni di euro. Rispetto al 2003 la crescita del fenomeno, a valore, si attesta tra il 6 e l'8% (in base ai dati dell'Ufficio studi Aie erano 315 milioni di euro di mancato fatturato). La digitalizzazione di opere editoriali rappresenta un altro aspetto del fenomeno pirateria. Stimato nel 1998 in non meno di 28-30 milioni, oggi si colloca tra i 50-52 milioni di euro, con un incremento in sei anni del 75%! Nel 2003 risultavano censiti 1.253 copy center (+13,3% rispetto al 1994, ma naturalmente i punti-copia attivi sono ben di più); alla stessa data le librerie (quelle con più di 10mila titoli in assortimento e almeno 100 mq di superficie) risultano essere 1.497: quasi un copy center (0,84) per libreria. Il fenomeno della fotocopiatura abusiva e della pirateria digitale si concentra soprattutto sul segmento universitario e professionale (complessivamente 651milioni di euro comprese le riviste professionali), rappresentando tra il 59 e il 60% del mercato reale e legale. Il danno - soprattutto per le librerie - si concentra su quelle universitarie e di assortimento, in altre parole su quelle che per ricchezza di offerta e capacità di erogare servizi ai loro lettori riescono a tenere in esposizione buona parte della produzione libraria dell'editoria di cultura e di ricerca, causando quindi un danno indiretto a tutto il settore. |
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SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE: RAPPORTO EUROPEO |
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Il rapporto "Analisi e indicazioni per la riprogrammazione delle risorse del Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006", che fornisce una ricostruzione del quadro di policy sulla Società dell'Informazione, è stato messo a punto per la revisione di medio termine del Quadro Comunitario di Sostegno (Qcs) sui temi della società dell'informazione. Il Qcs 2000-2006 obiettivo 1 comprende 7 Por (Programmi Operativi Regionali) e 7 Pon (Programmi Operativi Nazionali) ed è stato approvato dalla Commissione europea il 1° agosto 2000, con decisione n. C2050. Nella revisione di medio termine della programmazione dei fondi strutturali 2000-2006, la Commissione europea e gli stati membri hanno verificato l'andamento delle diverse strategie in atto per decidere eventuali correzioni di tiro, integrazioni e altri interventi correttivi. Nel caso specifico della società dell'informazione si è trattato di riprendere e inquadrare in modo più chiaro e significativo questo tema che, all'epoca della programmazione iniziale del Qcs, non era ancora stato strategicamente definito nelle politiche pubbliche, e aggiornare le indicazioni alla luce del nuovo quadro di policy (eEurope 2005, Linee Guida del Governo per la Si, piano di e-government e piano per la diffusione della banda larga nel Mezzogiorno). Il lavoro del gruppo tecnico di valutazione, in particolare, si è basato su: un'analisi del contesto relativamente alle nuove politiche comunitarie e nazionali per la Società dell'Informazione; un'analisi dello stato di attuazione dei programmi operativi nazionali e regionali basata sui Complementi di Programmazione e sui Rapporti di Valutazione Intermedia, letti sulla base della traccia fornita dalle Autorità di Gestione (Adg); la sintesi, in base ai punti precedenti, relativa al Qcs Obiettivo 1 (2000-2006) e alla strategia al suo interno per la Si. |
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CURRICULUM EUROPEO |
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A seguito della richiesta di un lettore, torniamo su uno strumento di cui abbiamo già parlato in questa rubrica: il curriculum, lo strumento che se ben compilato favorisce e facilità la mobilità delle persone. Da tempo consigliamo si utilizzare il modello di curriculum europeo proposto dalla Commissione europea attraverso una raccomandazione pubblicata nella Guce del 12 marzo 2002 ed elaborato dal Cedefop, l’agenzia europea che si occupa di formazione. Il modello, particolarmente articolato, raccoglie elementi su diversi aspetti personali (dati anagrafici, competenze personali, relazionali, organizzative, tecniche) e professionali (esperienze lavorative, istruzione e formazione, conoscenze linguistiche) del suo autore. Poiché il modello impedisce le personalizzazioni, consigliamo di accompagnarlo sempre con una lettera di presentazione. Ulteriori informazioni possono essere trovate anche sul sito del Ministero del Lavoro, andando alle pagine relative all’orientamento e quindi al curriculum. |
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ISTITUTO IDROGRAFICO DELLA MARINA: PROGETTO DI CARTOGRAFIA ELETTRONICA |
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Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato il Salone Nautico Internazionale, tenutosi a Genova dal 9 al 17 ottobre 2004, segnaliamo, in particolare, la presentazione da parte dell’ Istituto Idrografico della Marina di un progetto di cartografia elettronica, un portafoglio completo delle carte nautiche elettroniche ufficiali che coprono tutte le acque italiane. Da una decina di anni esistono supporti digitali per le unità di diporto, prodotti da aziende private, ma non sono versioni ufficiali, non rispondono ai requisiti approvati dall'IMO e, quindi, non sostituiscono la tradizionale cartografia cartacea, che deve essere sempre a bordo. In base ad un Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del luglio 2002, però, è stato possibile avviare questo progetto informatico, che ha permesso all’Italia di diventare il primo Paese al mondo ad adottare nel proprio ordinamento una legge che autorizza l’utilizzo della cartografia digitale. La carta elettronica prodotta dall’Istituto Idrografico della Marina risponde, naturalmente, alle "Prestazioni Standard dell'ECDIS (Electronic Chart Display and Information System)", approvate nel novembre '95 dall'Assemblea Generale dell'IMO (International Maritime Organization). Diventa così legale navigare senza avere più a bordo le tradizionali carte nautiche, ma avendo a bordo la banca dati ENC (Electronic Navigation Chart), che contiene tutte le informazioni cartografiche, nautiche ed ausiliarie (come, ad esempio, l’allarme antincaglio, i sistemi in grado di avvisare in caso di rischio di collisione o di discostamento dalla rotta prevista), e l’apparato di bordo per la rappresentazione delle informazioni nautiche con la capacità di aggiornare i dati ENC. |
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ISTITUTO IDROGRAFICO DELLA MARINA: I SUOI COMPITI |
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L'Istituto Idrografico della Marina , Ente della Marina Militare, legalmente costituito il 26 dicembre 1872, cui è stato affidato il servizio idrografico di Stato, ha il compito di eseguire il rilievo sistematico dei mari italiani, produrre la documentazione nautica ufficiale e diffondere in campo nazionale ed internazionale l'informazione nautica, allo scopo di garantire la sicurezza della navigazione e concorrere alla salvaguardia della vita umana in mare. L'attività dell'Istituto è rivolta fondamentalmente alla produzione di carte e pubblicazioni per la navigazione marittima oltre che ad una attività nel campo oceanografico, con lo studio della dinamica delle acque e delle loro caratteristiche, e la gestione di banche dati. L'Istituto ha sede a Genova, in Forte San Giorgio, dove operano circa 250 persone tra militari e civili che assicurano la produzione della documentazione nautica di competenza con una tiratura annuale di circa 100.000 carte e 40.000 pubblicazioni. Altre attività sono lo studio e la realizzazione di prototipi di strumenti nautici, meteorologici e talassografici la cui produzione in serie, per gli usi della Marina Militare, viene in genere affidata a ditte private. Vi si eseguono, inoltre, collaudi di strumenti in dotazione sia alle Unità della Marina Militare che Mercantile e vi si conducono studi per il progresso delle scienze che interessano l'ambiente marino. L'Istituto Idrografico dispone di una biblioteca specialistica, aperta al pubblico, ricca di 35.000 volumi. Oltre a varie opere moderne sulle diverse scienze del mare, la biblioteca dispone di trattati, portolani ed atlanti antichi ed una ricca collezione di relazioni scientifiche delle piu' importanti e famose esplorazioni. L'Istituto Idrografico rappresenta l'Italia nella Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO) che comprende 64 nazioni ed ha il fine di coordinare le attività dei Servizi Idrografici, di curare la standardizzazione dei documenti nautici e di promuovere la cooperazione per il progresso delle tecniche dei rilievi idro-oceanografici. L'attività internazionale è svolta principalmente nell'ambito del Gruppo Regionale del Mediterraneo (MBSHC), in seno all'IHO, concorrendo alla formazione degli "idrografi" di paesi esteri ai quali è offerta la partecipazione a corsi di specializzazione in idrografia svolti in sede ed a bordo delle Unità Idrografiche. |
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ARCHIMEDE SI RIORGANIZZA E CREA LA DIVISIONE GIURIDICA, INTERAMENTE RIVOLTA AL MONDO GIURIDICO
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In questo ultimo anno, Archimede Giuridica, la divisione di Archimede S.r.l., tramite i programmi Lex-ARC, per la gestione integrata dello Studio Legale, Tariffario Lex-ARC, software di parcellazione, e il portale web Legaliitaliani, vera e propria scrivania elettronica dell’avvocato, è andata rafforzando il proprio ruolo di partner ideale per il moderno studio legale, che punta sulla innovazione e sulla gestione strategica dell’attività giuridica. Le soluzioni professionali proposte da Archimede Giuridica si integrano con le nuove piattaforme Office Smart Client: mediante tale tecnologia, documenti quali fatture, parcelle, atti di precetto, progetti di notula, note spese, redatti usando Word 2003 come editor di testo, saranno integrati e direttamente collegati al database del software, senza necessità di aprire l’applicazione. Grazie alle applicazioni professionali offerte da Archimede Giuridica ed alle competenze acquisite dal suo personale, lo studio legale è in grado di razionalizzare la propria attività, in un contesto di flessibilità e sicurezza, ottimizzando tempi e costi di lavoro. Gli studi legali clienti di Archimede Giuridica hanno, dunque, la possibilità unica di ricevere un global service di carattere informatico, per stare al passo con i tempi, con particolare riferimento alla nuova normativa sulla privacy e all’implementazione delle funzionalità legate alla firma digitale. |
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CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA: LA LEGGE QUADRO ITALIANA SUGLI APPALTI PUBBLICI DI LAVORI NON RISPETTA IL DIRITTO COMUNITARIO |
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La Corte di giustizia europea, con la sentenza pronunciata nella causa C-247/02, Sintesi SpA/Autorità per la Vigilanza sui Lavori, ha affermato che la fissazione, in termini astratti e generali, di un unico criterio di attribuzione priva le amministrazioni aggiudicatici della possibilità di prendere in considerazione la natura e le caratteristiche peculiari di ogni appalto e di scegliere per ognuno il criterio più idoneo a garantire la libera concorrenza e ad assicurare la selezione della migliore offerta. Nel febbraio 1991, Brescia ha affidato, in concessione, la costruzione e la gestione di un parcheggio sotterraneo nel centro storico alla società Sintesi S.p.A. La convenzione conclusa tra le parti, nel dicembre 1999, prevedeva l’obbligo per Sintesi di aggiudicare l’esecuzione dei lavori tramite licitazione privata da esperirsi mediante gara europea, secondo le normativa comunitaria vigente in materia di lavori pubblici. Sintesi ha indetto una gara d’appalto da aggiudicarsi mediante licitazione privata sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che doveva essere valutata sulla base del prezzo, del valore tecnico e del tempo necessario alla realizzazione dell’opera. Al termine della fase di preselezione, la società Provera, tra quelle invitate a presentare un’offerta, si è rifiutata di partecipare alla gara, ritenendola illegittima, in quanto non conforme alla legge quadro italiana n. 109/94. Sintesi ha aggiudicato l’appalto dopo aver individuato l’offerta economicamente più vantaggiosa, ma in seguito ad un nuovo ricorso di Provera, l’Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici le comunicava che considerava la procedura di aggiudicazione dei lavori non conforme alla legge quadro italiana, secondo la quale l’aggiudicazione degli appalti mediante pubblico incanto o licitazione privata è effettuata con il criterio del prezzo più basso. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia ha chiesto allora alla Corte se la Direttiva 93/37 del 14/6/93, relativa alle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, ammette una normativa nazionale che, in vista dell’aggiudicazione di appalti pubblici di lavori, a procedura aperta o ristretta, impone alle amministrazioni aggiudicatrici la scelta del solo criterio del prezzo più basso. La Corte ha ricordato che la direttiva mira allo sviluppo di una concorrenza effettiva nel settore degli appalti pubblici e tende ad organizzare l’attribuzione di appalti pubblici in modo tale da consentire alle amministrazioni aggiudicatrici di comparare le varie offerte e di scegliere quella più vantaggiosa sulla base di criteri obiettivi. Per tale motivo, la direttiva prevede i criteri sui quali l’amministrazione aggiudicatrice di appalti si deve basare: il prezzo più basso o, quando l’aggiudicazione si fa in base all’offerta economicamente più vantaggiosa, diversi criteri variabili secondo l’appalto (ad esempio, il prezzo, il termine di esecuzione, il costo di utilizzazione, la redditività, il valore tecnico). La disposizione della legge italiana che impone il solo criterio del prezzo più basso, stabilisce senz’altro un criterio obiettivo. Tuttavia, la fissazione, in termini astratti e generali, di un unico criterio di attribuzione priva le amministrazioni aggiudicatrici della possibilità di prendere in considerazione la natura e le caratteristiche di ogni appalto e di scegliere per ciascuno di essi il criterio più idoneo a garantire la libera concorrenza e ad assicurare la selezione della migliore offerta. Nella specie, essendo la realizzazione del parcheggio un’opera complessa, l’amministrazione aggiudicatrice avrebbe potuto tener utilmente conto di tale complessità scegliendo criteri oggettivi di aggiudicazione dell’appalto, diversi da quelli del prezzo più basso. La Corte ritiene quindi che il diritto comunitario non tolleri una normativa nazionale la quale, ai fini dell’aggiudicazione degli appalti di lavori pubblici mediante procedure di gara aperte o ristrette, imponga, in termini generali ed astratti, alle amministrazioni aggiudicatici di ricorrere unicamente al criterio del prezzo più basso. |
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REGISTRO DELLE IMPRESE: CANCELLAZIONE DELLE DITTE INDIVIDUALI, SOCIETÀ DI PERSONE ED IMPRESE ARTIGIANE NON PIÙ OPERATIVE |
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Sulla Gazzetta ufficiale n. 233 del 4 ottobre 2004 è stato pubblicato il Dpr 23 luglio 2004 n. 247 portante un regolamento di semplificazione del procedimento relativo alla cancellazione di imprese e società non più operative dal Registro delle imprese. Il Registro delle imprese può, quindi, procedere alla cancellazione d'ufficio di aziende e società che si trovino in situazioni tali da essere considerate come giuridicamente inesistenti. Il provvedimento si compone di quattro articoli. Il primo contiene un elenco dettagliato dei termini di seguito utilizzati con le relative definizioni, mentre gli altri tre sono relativi alle modalità di cancellazione specificatamente previste per le varie tipologie di imprese e società elencate. |
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BOLLETTA TELEFONO: NON VIOLA PRIVACY
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Secondo la Corte dell’Unione europea le bollette del telefono trasparenti, dettagliate e senza costi aggiuntivi non violano la tutela della privacy. Al contrario esse rappresentano un diritto che va riconosciuto agli utenti, che non devono sborsare un centesimo in più per avere la lista delle telefonate fatturate. Secondo la Corte non è più sufficiente una fatturazione in cui appare il numero di telefonate, il totale delle unità di prezzo e il prezzo complessivo. |
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PREMIO ARCHITETTURA CITTA’ DI ODERZO |
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Martedì 26 ottobre, alla Triennale di Milano, sarà presentata la 8a edizione del Premio di Architettura Città di Oderzo, istituito nel 1997 per promuovere una riflessione critica sul ruolo dell’architettura nella qualificazione dell’ambiente. Il Premio si assegna ogni anno ad architetture realizzate nelle regioni del Triveneto. Patrocinato dal Comune di Oderzo dalla Provincia di Treviso e dall’Ordine degli Architetti, il premio si avvale di una formula originale che affida a una commissione di eminenti personalità del mondo della critica e del progetto (Carlo Magnani, Sebastiano Brandolini, Fulvio Irace, Jordi Querol Piera, Vittorio Savi) il vaglio delle proposte autonomamente pervenute. Rivolto al mondo degli architetti attivo nella regione del Triveneto, il Premio Oderzo sviluppa, infatti un’interpretazione in chiave regionalistica dell’architettura, proponendosi di rafforzare negli operatori del progetto la consapevolezza di un’edilizia di qualità diffusa in territori dalle specifiche caratteristiche urbanistiche e ambientali. Contrapponendosi agli eccessi di una globalizzazione intesa come omologazione del locale a modi e correnti imposte meccanicamente dall’esterno, si riallaccia dunque alla più autentica tradizione dell’architettura italiana, il cui "localismo" è intrinseco alla misura storica delle "geografie" culturali da cui traggono vigore le differenze che hanno reso riconoscibile ed universalmente apprezzata l’architettura delle nostre città. Con una selezione di undici progetti (un 1° premio assoluto e 10 selezioni), ricadenti nell’ambito delle più varie tipologie - dal parcheggio sotterraneo all’alloggio domestico -, il Premio conferma con originalità il programma nazionale di promozione della qualità dell’architettura sostenuto in questi recentissimi anni dalla Direzione Generale dell’Architettura (DARC) con l’obiettivo di stimolare e rinnovare la creatività italiana nella conformazione dell’ambiente antropizzato. La premiazione degli architetti autori delle opere avverrà al Polo Culturale di Palazzo Foscolo città di Oderzo (TV) il 26 novembre e la mostra dei progetti, che si inaugura il 27 novembre, rimarrà aperta fino al 15 gennaio 2005. |
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