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GIOVEDì

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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Dicembre 2004
Web alimentazione e benessere
PESTICIDI NEGLI ALIMENTI: LIMITI EUROPEI ARMONIZZATI E GARANZIE AI CONSUMATORI  
 
Più attenzione e garanzie ai consumatori, anche con il ricorso alla pubblicazione di liste nere. E' quanto chiede la relazione di Robert Sturdy (Ppe/de, Uk) sul progetto di regolamento concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei prodotti alimentari di origine vegetale e animale, adottata dal Parlamento europeo in seconda lettura della procedura di codecisione. Il progetto di regolamento è inteso a sostituire le quattro direttive del Consiglio sui livelli massimi di residui (Lmr) per i prodotti fitosanitari. Tale regolamento, una volta entrato in vigore, comporterà una armonizzazione di tutti gli Lmr per i prodotti fitosanitari che, dopo un periodo transitorio di immissione graduale, saranno fissati unicamente a livello europeo. Attualmente, infatti, gli Stati membri possono stabilire propri Lmr, nei casi in cui non ne esistano a livello comunitario. L'autorità europea per la sicurezza alimentare (Aesa), la Commissione e le autorità degli Stati membri saranno coinvolte, a diverso titolo, in questo processo che porterà alla definizione di Lmr per circa 1.000 pesticidi e 160 varietà coltivate. La Plenaria ha adottato una serie di emendamenti di compromesso accettati da tutti i gruppi politici e preventivamente concordati con il Consiglio. Di conseguenza la procedura sarà presto chiusa e il regolamento adottato formalmente. Nel corso del dibattito in Aula, il relatore ha sottolineato come il regolamento in esame rappresenti un «precursore della direttiva Reach» sui prodotti chimici. A tale proposito, ha voluto ringraziare i colleghi degli altri gruppi politici per il loro sostegno che gli ha consentito di usufruire di una «posizione di forza nel negoziato del Consiglio». Egli si è poi augurato che una tale collaborazione possa ripetersi anche nel caso della direttiva Reach, la cui relazione è stata definita «una delle più importanti all'esame del Parlamento». Tra gli obiettivi del regolamento, i deputati tengono a precisare che la fissazione di disposizioni comunitarie armonizzate sui Lmr deve tenere conto «in particolare della necessità di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori». Occorre quindi «dare la priorità alla salute pubblica rispetto agli interessi di protezione dei vegetali». Viene pertanto precisato che gli Lmr «dovrebbero essere fissati al livello più basso ottenibile per ciascun pesticida compatibilmente con la buona pratica agricola» e sul più basso livello di esposizione dei consumatori «necessario per proteggere i consumatori vulnerabili» come i bambini e i nascituri. Il Parlamento, inoltre, chiede agli Stati membri di pubblicare ogni anno su Internet i risultati del monitoraggio nazionale dei residui. In caso di superamento degli Lmr, gli Stati membri possono rendere noti i nominativi «dei dettaglianti, dei distributori e dei produttori interessati». Queste liste nere, avrebbero lo scopo di garantire che i consumatori «siano adeguatamente informati». Le definizioni di taluni termini utilizzati nel regolamento sono poi chiarite. La «buona pratica agricola», per esempio, implica anche «l'applicazione dei principi del controllo antiparassitario integrato in una data zona climatica», nonché il ricorso a quantità minime di antiparassitari e la fissazione di Lmr, anche temporanei, «al livello più basso che consente di ottenere l'effetto desiderato». Inoltre, la «dose acuta di riferimento», ossia la quantità stimata di una sostanza in un alimento che può essere ingerita nel corso di una giornata senza rischi significativi per i consumatori, è fissata sulla base dei dati prodotti da studi appropriati, «tenendo conto dei gruppi sensibili di consumatori, come i bambini e i nascituri». Si dovranno considerare gruppi sensibili anche nella fissazione della «dose giornaliera ammissibile» presente in un alimento che può essere ingerita quotidianamente durante tutto l'arco della vita senza rischi significativi per i consumatori. La situazione in Italia Giova sottolineare che, dalla relazione annuale 2002 di sorveglianza sui residui di pesticidi nell'Unione europea, la Commissione rivela che in Italia il 70% dei campioni di ortofrutticoli e cereali, freschi e trasformati, risultava esente da residui, contro un media del 56% registrata a livello comunitario (compresi i paesi dello Spazio Economico Europeo). Viceversa, solo l'1,1% dei campioni analizzati ha segnato un valore superiore ai Livelli Massimi di Residui definiti (nazionali o comunitari), contro una media europea del 3,4%. D'altra parte, l'Italia è il Paese più biologico d'Europa. Nel 2002, indicano i dati Eurostat, con 49.489 aziende biologiche (o in conversione) su un totale di 139.046 aziende dei 15 Stati membri dell'Unione, la superficie biologica o in conversione italiana copriva 1.168.212 ettari, ossia il 24,4% dell'area biologica dell'Ue a 15.  
   
   
CONTINGENTI DI PESCA 2005: LA COMMISSIONE PROPONE STRATEGIE A LUNGO TERMINE PER LA RICOSTITUZIONE DEGLI STOCK DESTINATE A GARANTIRE UNA MAGGIORE STABILITÀ  
 
La Commissione europea ha presentato una proposta riguardante le possibilità di pesca e le relative misure per il 2005. Si tratta di ricostituire gli stock gravemente depauperati e di proteggere quelli che si trovano ancora in buone condizioni biologiche, preservando nel contempo, per quanto possibile, le attività economiche delle flotte interessate. La proposta tiene conto dei più recenti pareri scientifici formulati dal Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare (Ciem), che costituisce un organismo indipendente, e dal Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (Cstep) della Commissione, nonché dei contributi provenienti dai gruppi di interesse. La Commissione ha promosso quest'anno una maggiore partecipazione dei portatori di interesse, avviando sin dall’inizio consultazioni con l’industria e con le altre parti interessate. In sostanza essa propone totali ammissibili di cattura (Tac) più stabili, come richiesto dai gruppi di interesse, attraverso l'applicazione di piani di ricostituzione pluriennali in sintonia con la strategia a lungo termine adottata nel quadro della riforma della politica comune della pesca (Pcp). In altri termini, rispetto all'applicazione letterale e sistematica delle raccomandazioni scientifiche in materia di Tac, la Commissione intende privilegiare misure supplementari destinate a garantire la sostenibilità a lungo termine degli stock ittici. Le riduzioni più significative in termini di contingenti e di sforzo di pesca riguardano le specie pelagiche, particolarmente vulnerabil. Per gli stock depauperati di merluzzo bianco la Commissione propone ulteriori limitazioni dello sforzo di pesca, da conseguire generalmente mediante la definizione di zone di divieto. Nel commentare questa proposta Joe Borg, commissario per la pesca e gli affari marittimi, ha dichiarato: “Nonostante i notevoli progressi realizzati, sono ancora necessarie misure rigorose per la ricostituzione degli stock ittici minacciati. Per conseguire tale obiettivo e conferire nel contempo maggiore stabilità alle attività di pesca occorrono da un lato piani di ricostituzione a lungo termine e una più efficace applicazione della normativa e, dall’altro, una più fattiva partecipazione dei gruppi di interesse. La nostra proposta odierna permette di conciliare ciò che è necessario dal punto di vista biologico e ciò che è ragionevole sotto il profilo economico”. Proposte principali: Come negli anni passati, la Commissione propone un approccio diversificato in funzione dello stato biologico degli stock. Per gli stock maggiormente depauperati o gli stock ad essi associati la Commissione propone le seguenti misure: - Stock che formano oggetto di piani di ricostituzione (merluzzo bianco del Mare del Nord, del Kattegat, dello Skagerrak, della Manica orientale, della Scozia occidentale, del Mare d’Irlanda): necessità di ulteriori limitazioni dello sforzo di pesca per lo più mediante la definizione di zone di divieto. - Stock per i quali sono in corso piani di ricostituzione (nasello meridionale, scampo iberico-atlantico, sogliola del Golfo di Biscaglia e della Manica occidentale, merluzzo del Baltico orientale e passera del Mare del Nord): adeguamento dei Tac e misure correlate in previsione di piani di ricostituzione o di gestione. - Per gli stock catturati nell’ambito di attività di pesca mista, quali l’eglefino e il merlano del Mare del Nord e della Scozia occidentale (catturati con il merluzzo bianco) o la sogliola (passera), la Commissione propone restrizioni volte a proteggere gli stock associati depauperati. Http://europa.eu.int/comm/fisheries/news_corner/press/inf04_52_it.htm  
   
   
CELEBRATO IL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA “CONVENZIONE DI STRESA”, PRIMO PASSO VERSO LA TUTELA INTERNAZIONALE DEI FORMAGGI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA ( DOP). UN VOLUME DI AFFARI CHE IN ITALIA RAGGIUNGE OGGI I 4,5 MILIARDI DI EURO, CON L’IMPIEGO DI PIÙ DI 50 MILIONI DI QUINTALI DI LATTE: IL 40% DEL LATTE LAVORATO NEL NOSTRO PAESE.  
 
Dopo cinquant'anni Stresa, città importantissima per la Storia dei formaggi a denominazione protetta, ritrova i protagonisti di uno dei comparti più importanti dell’economia italiana, uniti per celebrare l’anniversario di quella Convenzione che costituisce una pietra miliare nell’ambito della tutela delle Dop. Qui, con grande lungimiranza, il primo giugno del 1951 Austria, Danimarca, Francia, Italia, Norvegia, Svezia e Svizzera decisero di darsi regole comuni per la tutela delle denominazioni di origine dei prodotti caseari. La Convenzione, entrata in vigore in Italia il 26 febbraio 1954, costituisce il primo passo verso la tutela internazionale dei formaggi a denominazione di origine, il momento "zero" della storia recente dei formaggi Dop e dei Consorzi di tutela. Trentuno sono oggi i formaggi Dop in Italia. Dichiara Nicola Cesare Baldrighi, Presidente di Afidop e del Consorzio per la tutela del Formaggio Grana Padano, nell’aprire i lavori: “Prendere atto della necessità di giungere a regole comuni, dimostrare interesse per le proprie tradizioni casearie, trovare un'intesa internazionale quando nessuno - salvo poche eccezioni - capiva il ruolo del locale nell'economia globale e pochissimi mostravano sensibilità per le nostre produzioni più antiche e legate al territorio fu una grande dimostrazione di saper guardare lontano, una vera e propria prova di civiltà dei paesi europei. Questo solo pochi anni dopo la fine della seconda Grande guerra, che aveva diviso profondamente l'Europa”. Nel corso del Convegno sono intervenuti: Giampaolo Mora, senatore della Repubblica, un'autorità in materia di formaggi Dop. A lungo Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano e del Comitato italiano della Federazione internazionale di latteria. Ultimo Presidente della Convenzione di Stresa. Il suo intervento verterà sulla storia dell’accordo che oggi si celebra, sul significato dell’intesa, sul percorso che ha poi accompagnato i formaggi Dop fino al nostro passato più recente, all'approvazione - cioè - della regolamentazione europea in materia di denominazioni di origine. Paolo De Castro, Presidente di Qualivita, che parlerà delle produzioni del territorio, del loro impatto sulle economie locali, delle loro possibilità di espansione. I formaggi a denominazione protetta non sono solo un fatto culturale, ma economico. È un sistema intorno al quale gravitano migliaia di imprese agricole, di caseifici, di stagionatori, per un volume di affari che raggiunge i 4,5 miliardi di Euro. Per la produzione di formaggi Dop in Italia si impiegano più di 50 milioni di quintali di latte: il 40% del latte lavorato nel nostro Paese. In questo settore abbiamo un vero e proprio primato mondiale. Nessun al mondo può vantare una realtà così grande: una vera corazzata nel panorama alimentare del nostro Paese. Corrado Pirzio Biroli, Capo di Gabinetto del Commissario all'Agricoltura Franz Fischler, che da pochissimi giorni ha terminato il proprio mandato e che è stato senza ombra di dubbio uno dei principali protagonisti della storia recente delle Dop e delle decisioni che a Bruxelles hanno riguardato questi prodotti. L'impatto sulle aziende. Questo è un altro capitolo che affronteremo oggi. Come abbiamo detto il sistema delle Dop casearie è un sistema molto ampio e composito: grandi e piccole realtà, industrie private e cooperative di produttori, stagionatori e affinatori, aziende agricole pastorali e imprese agricole di grandi dimensioni. Cosa pensano le imprese dei prodotti Dop, come hanno vissuto e quale scenario prevedono per i prossimi anni? Risponderanno: Giuseppe Ambrosi, Industriale e Presidente di Assolatte, erede di una famiglia che fin dal dopo guerra ha investito e lavorato nel settore dei formaggi Dop. Giovanissimo ha dovuto rimboccarsi le maniche prendendo in mano le redini dell'azienda, credendo ai prodotti del territorio, che ha sviluppato la sua attività imprenditoriale grazie ai formaggi Dop. Tiziano Fusar Poli, Presidente della Latteria Soresina, una delle più grandi realtà cooperative italiane. Anche la Soresina ha fatto della produzione Dop uno dei punti di forza della propria crescita. Una cooperativa che ha profonde radici nel territorio e che negli ultimi anni ha saputo crescere ancora diventando un polo produttivo davvero importante. Giandomenico Auricchio e Paolo Bruni hanno portato invece la parola delle Istituzioni: Federalimentare e Fedagri: due facce della stessa medaglia; due realtà, Industrie e Cooperative che nei prossimi anni dovranno lavorare per trovare soluzioni ai problemi di competitività del settore, nell'interesse delle imprese alimentari italiane. Ha Conclusoi lavori il Ministro Gianni Alemanno, con il punto di vista della politica più attuale.  
   
   
FORMAGGI E FILIERE D.O.P. NEL MERCATO GLOBALE PER LO SVILUPPO LOCALE INTERVENTO DI PAOLO DE CASTRO - PRESIDENTE FONDAZIONE QUALIVITA  
 
Il comparto dei formaggi, così come accaduto più in generale per l’intero settore agroalimentare italiano, ha subito negli ultimi anni un significativo incremento della pressione competitiva sia sul mercato interno, dove per “interno” bisogna ormai considerare quello comunitario, che sul mercato internazionale. I fattori che si pongono alla base di tale inasprimento concorrenziale e di ulteriori incertezze sono molteplici, e legati sia a politiche di settore che a nuove dinamiche economiche. Dal lato delle politiche ricordiamo la recente riforma generale della Pac, e quella specifica dell’Ocm latte, il progressivo smantellamento delle barriere commerciali collegato agli accordi in seno al Wto. Sul fronte economico, invece, il settore si trova a fare i conti con un mutato atteggiamento dei consumatori verso i prodotti alimentari, una minore attenzione alla qualità per effetto della ridotta capacità di spesa degli stessi, ed ancora va considerato l’effetto della rivalutazione dell’euro rispetto al dollaro e soprattutto le nuove minacce rappresentate dall’affacciarsi sul mercato globale di importanti concorrenti internazionali. Sebbene la filiera lattiero-casearia italiana presenti una posizione competitiva di tutto rispetto, testimoniata dalle buone performance dell’export delle proprie produzioni, non vanno sottovalutate le mosse di alcuni competitor globali come la Nuova Zelanda e la Germania, che da qualche tempo stanno puntando decisamente sulla produzione di formaggi al posto delle tradizionali polveri di latte. Alla luce di tali scenari che scaricano sul settore tante incertezze, si comprende che una delle strade obbligate per la filiera sia quella di puntare alla differenziazione e, quindi, alla valorizzazione delle produzioni di qualità. In tale ambito, i prodotti a denominazione di origine rappresentano una componente molto importante, sia in termini economici diretti e indiretti, sia per la capacità di “trainare” l’immagine e lo sviluppo di tutto il settore e più in generale del Made in Italy alimentare di qualità. L’italia vanta infatti un patrimonio di 31 formaggi a marchio D.o.p., pari al 20% di tutti i formaggi a denominazione di origine registrati nell’Unione Europea. Nel corso del 2003, in Italia sono state certificate circa 418.000 tonnellate di formaggi a marchio D.o.p., una quantità ottenuta attraverso una rete di più di 1.700 caseifici sparsi su tutto il territorio nazionale e che hanno trasformato latte proveniente da oltre 48.000 allevamenti. Il valore al consumo stimabile per tali quantità certificate ammonta ad oltre 4.580 milioni di Euro, pari ad oltre la metà (per l’esattezza il 53%) del valore complessivo del “paniere tipico italiano”. A tali volumi di formaggio corrisponde inoltre un valore di produzione del latte valutato ai prezzi di base di oltre 2.235 milioni di Euro. E’ bene sottolineare come nel settore tutelato esista una forte concentrazione di prodotto, testimoniata dal “peso” attribuibile ai primi 6 formaggi D.o.p. Per quantità certificate e valore economico collegato rispetto al totale del comparto: congiuntamente, infatti, Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Pecorino Romano, Mozzarella di Bufala Campana e Asiago incidono per oltre il 90% sugli indicatori precedentemente ricordati. Significativo infine risulta il ruolo di “traino economico” che i formaggi D.o.p. Esprimono l’intero sistema economico dei territori di origine. Infatti “l’attivazione economica” di cui beneficiano le aree di produzione è assolutamente significativa: oltre 5 miliardi di euro è il Pil complessivo attivato e circa 220-230.000 addetti coinvolti (equivalenti a tempo pieno), tra attività dirette e indotte (mezzi tecnici e input intermedi, servizi, trasporti, ecc.). Si tratta quindi di una risorsa per l’economia locale che, specie in talune aree marginali e senza alternative di sviluppo, ricopre una funzione “insostituibile”. A testimonianza di tale importante ruolo parlano anche le cifre dell’export: nel 2003 le esportazioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano hanno raggiunto congiuntamente i 43,6 milioni di chilogrammi, per un valore di quasi 349 milioni di Euro; una somma che sottende un incremento del 16% rispetto all’anno precedente e che rappresenta – in valore - ben il 32% dell’export totale di formaggi italiani. Tale incidenza si avvicina al 50% se a queste due D.o.p. Uniamo le esportazioni dei rimanenti formaggi italiani a denominazione di origine tutelata. I primi otto mesi del 2004 confermano tale trend di crescita: l’export in valore di Parmigiano e Grana Padano registra infatti un progresso – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – del 13%. Il “supereuro” non sembra aver creato impatti traumatici per questi due formaggi, mentre lo è sicuramente per altri quali il Pecorino Romano D.o.p. Che invece destina quasi il 60% della propria produzione al mercato nordamericano. Basti infatti pensare che il valore delle esportazioni su tale mercato nei primi otto mesi 2004 ha registrato un calo – rispetto agli stessi mesi del 2003 –del 6% circa. Nel complesso delle esportazioni dei formaggi D.o.p., tuttavia, gli effetti di tale rivalutazione valutaria risultano al momento contenuti. Il tema delle vendite fuori confine rappresenta indubbiamente uno degli aspetti più strategici per il futuro e la crescita dei formaggi italiani di qualità, anche se oltre confine la concorrenza, in certi casi, è ancora più agguerrita e a questo riguardo si pongono indubbiamente due prospettive diverse. Da un lato quella del mercato “estero comunitario”, contraddistinto da un sistema ormai avviato e funzionante di regole e tutela delle denominazioni, dove soprattutto i formaggi D.o.p. “meno noti” e con volumi produttivi ridotti possono comunque individuare interessanti spazi crescita già nei prossimi anni. Opportunità che si aprono anche per i “big” del settore, in particolare nei mercati dell’Europa “allargata”: a tale proposito, basti pensare che nel giro di 3 anni, l’export dei formaggi D.o.p. Nei 10 nuovi Paesi membri dell’Ue è praticamente raddoppiato. Dall’altro lato, per quanto riguarda le prospettive in relazione al mercato “estero extra-comunitario”, dove all’opposto i nostri formaggi D.o.p. Non godono della tutela istituzionale garantita dal regolamento 2081/92, le prospettive di crescita sono maggiormente legate a politiche e strategie commerciali più robuste, vista la forte concorrenza esercitata da altri attori internazionali. Basti pensare, a tale proposito, che sul mercato statunitense, pur in presenza di vendite crescenti, la quota dei formaggi importati dall’Italia si è ridotta dal 25% al 21% nel giro di dieci anni, contro incrementi che hanno invece interessato competitor emergenti quali l’Australia, l’Argentina e soprattutto la Nuova Zelanda, la cui incidenza sulle importazioni Usa di formaggi è passata dall’8% del 1993 al 12% nel 2002. Come se non bastasse poi, a complicare pesantemente la situazione, potrebbe contribuire l’esito atteso per fine anno del panel istituito in sede Wto su richiesta da Australia e Usa relativamente alla compatibilità del regolamento 2081/92 con la normativa sul commercio internazionale. Alla luce di tali scenari, occorre quindi indirizzare le forze alla conquista di nuovi mercati in grado di apprezzare i nostri formaggi di qualità, nella consapevolezza che tale strategia non solo dovrà trovare nuove ed efficaci risposte sul fronte della tutela ma che comporta costi non indifferenti per un sistema produttivo frammentato come quello caseario italiano.  
   
   
MISTER CHEESE: IN GENNAIO LA SECONDA FASE DEL CONCORSO PROMOSSO DAL CONSORZIO TUTELA PROVOLONE VALPADANA D.O.P E RIVOLTO AI RAGAZZI DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE  
 
Il 1° gennaio 2005 partirà la seconda fase del concorso “Mister cheese”: in palio, dieci notebook di ultima generazione tra tutti gli studenti che si cimenteranno con il videogioco scaricabile dal sito www.Mistercheese.it. Realizzato dal Consorzio Tutela Provolone Valpadana D.o.p., in collaborazione con Aldabra Project, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il concorso è stato voluto per raggiungere diversi obiettivi: familiarizzare gli studenti con il concetto di prodotti a origine protetta (D.o.p.), divulgare, attraverso il divertente strumento del videogame, la conoscenza dei processi legati alla lavorazione e alla produzione dei prodotti lattiero-caseari (e, in particolare, del Provolone Valpadana D.o.p.) e, infine, sottolineare l’importanza di una alimentazione corretta e basata su prodotti genuini. Il concorso individuale, che partirà in gennaio, si affianca al concorso “Mister cheese – progetta il tuo videogame”, lanciato all’inizio dell’anno scolastico 2004-05 e indirizzato agli istituti scolastici, che mette in palio 10 Pc tra tutte le classi che faranno pervenire alla giuria sceneggiature relative al tema del videogioco. “Il progetto Mister cheese sta riscuotendo un grande successo”, ha dichiarato Vittorio Emanuele Pisani, direttore del Consorzio per la Tutela del Provolone Valpadana D.o.p., “abbiamo già ricevuto numerosi lavori dalle classi di tutta Italia, per cui siamo certi che anche il concorso individuale saprà coinvolgere migliaia di ragazzi”. La scelta di utilizzare un videogioco, per proporre all’interno delle classi lavori interdisciplinari legati a due materie innovative come Educazione Alimentare e Informatica, ha suscitato dunque notevole interesse sia tra gli insegnanti che tra gli alunni, rivelandosi estremamente efficace dal punto di vista educativo e didattico. Per partecipare al concorso con “Mister cheese” c’è tempo fino al 31 marzo 2005, mentre sarà sempre possibile navigare sul sito www.Mistercheese.it  e scoprire il mondo complesso e affascinante che ruota intorno al Provolone Valpadana D.o.p.  
   
   
UN PROGETTO DELL'UE PROMUOVE IL CONSUMO DELL'OLIO D'OLIVA  
 
Le olive da tavola e l'olio d'oliva sono ben noti per i loro benefici effetti sulla salute, specie sul sistema cardiovascolare. Pertanto la Commissione europea desidera promuovere il consumo delle olive e del relativo olio nei paesi europei non mediterranei. Il punto e che la produzione e la lavorazione delle olive hanno un impatto ambientale nelle regioni di produzione, a causa delle importanti quantita d'acqua richieste e dei residui di lavorazione che sono difficili da smaltire o riciclare. Il progetto Tdc-olive del Sesto programma quadro (6Pq) mira a incrementare in Europa il consumo d'olio d'oliva, riducendo pero al tempo stesso l'impatto ambientale associato alla sua produzione e lavorazione. 'Lo scopo di Tdc-olive', spiega il consorzio che lavora al progetto, 'e quello di diffondere gli ultimissimi metodi di produzione ecocompatibili attraverso la creazione di una rete fisica e virtuale di Tdc (Technology Dissemination Centres), centri per la diffusione della tecnologia, quali mezzi di supporto alle imprese di questo settore.' La maggior parte delle aziende produttrici in Spagna, Grecia, Italia e Portogallo sono Pmi (Piccole e medie imprese), e per questo hanno sovente bisogno di essere sostenute. Come spiega il consorzio, 'vi sono fortissime potenzialita di sostegno per l'ammodernamento e la ricerca e sviluppo (R&s), per aiutarle ad incrementare la qualita alimentare dei loro prodotti.' Tdc-olive cerchera di sviluppare una Pmi moderna con personale qualificato che usa le nuove tecnologie dell'informazione per implementare i sistemi d'innovazione tecnologica. La Pmi sara anche impegnata nell'ottimizzazione della qualita del prodotto e nell'utilizzo, riciclaggio e riutilizzo di tutti gli scarti prodotti. La rete di Tdc offrira sostegno gratuito alle Pmi del settore e fungera da tramite, mettendole in collegamento con la comunita accademica e di ricerca. I Tdc faranno circolare le informazioni, a livello locale e internazionale, sull'innovazione, la ricerca pertinente e l'accesso al finanziamento ed alle sovvenzioni. La prima azione del progetto e stata studiare la situazione delle Pmi tramite inchieste e contatti diretti con le imprese, in modo da ottenere una conoscenza di prima mano sui bisogni e i requisiti di formazione del settore. Ne e scaturita l'ideazione di un programma di formazione che riguardava argomenti e tecniche come gli aspetti ambientali, la qualita alimentare, le Tic, le tecniche di marketing, i regolamenti sulla qualita dei prodotti, la riduzione al minimo degli scarti e il loro riciclaggio, l'analisi dei rischi e i sistemi di qualita, per aiutare le Pmi a modernizzarsi e diventare piu competitive. 'Allo stesso tempo i Tdc svolgeranno una serie di azioni e attivita di promozione per ottenere un certo cambio di mentalita tra i consumatori dell'Europa centrale e settentrionale, e quindi un aumento del consumo d'olio d'oliva e di olive da tavola', dichiara il consorzio. Per maggiori informazioni su Tdc-olive: http://www.Tdcolive.net  
Per maggiori informazioni sulla priorita 'qualita e sicurezza alimentare' del 6Pq: http://www.Cordis.lu/food/home.html
 
   
   
ATTREZZATURE NELLA RISTORAZIONE NORME DI SICUREZZA E IGIENE E LA VIGILANZA DEL MERCATO  
 
Si è svolto presso la Fiera di Rimini in ambito Sia (Salone Internazionale dell’Attrezzatura Alberghiera) un incontro avente per tema “Le attrezzature(nuove e usate) nella ristorazione: norme di sicurezza e igiene e vigilanza del mercato”. Promosso da Assofoodtec (Associazione Italiana Costruttori Macchine, Impianti, Attrezzature per la Produzione, la Lavorazione e la Conservazione Alimentare) con il patrocinio di Unai (Unione Nazionale Alberghi Italiani), l’incontro si è posto come obiettivo quello di illustrare lo stato dell’arte del recepimento delle Direttive “Nuovo Approccio” che, emanate dall’Unione Europea al fine di garantire la libera circolazione delle merci e salvaguardare la salute e la sicurezza dei cittadini, vengono troppo spesso non ottemperate. In tal senso Assofoodtec ha organizzato l’incontro, introdotto da Nereo Marzaro – Presidente Costruttori Affettatrici, Tritacarne ed Affini di Assofoodtec – e da Domenico Lupo – Presidente Unione Nazionale Alberghi Italiani (Unai). Utili contributi sono stati forniti da Stefano Salvini -Responsabile Tecnico Assofoodtec - e da Stefano Zambon - Esperto tecnico settoriale - che hanno fornito un panorama sul meccanismo del “Nuovo Approccio” e sulle norme di prodotto attualmente in vigore;da Andrea Orlando -Responsabile Area Tecnica Anima - che ha approfondito le problematiche legate alla vendita e allo smaltimento di macchine usate. Il tema igiene è stato trattato da Maurizio Podico – Segretario Consiglio Nazionale dei Biologi – mentre gli aspetti della sorveglianza del mercato e le attività di vigilanza delle Asl sono state oggetto della relazione di Norberto Canciani – Asl Città di Milano Coordinatore Gruppo Interregionale Macchine. “L’obiettivo dell’incontro di oggi – sottolinea Marzaro – era ed è stato quello di verificare come anche a distanza di anni dall’entrata in vigore della Direttiva “Macchine” e di norme armonizzate di prodotto permanga tuttora la necessità di sensibilizzare sia i costruttori che gli utilizzatori circa l’importanza di privilegiare prodotti che ottemperino ai dettami del panorama normativo. E’ solo così infatti che si evita di alimentare un mercato parallelo fatto di prodotti ingannevoli dove la marcatura Ce è ridotta alla pura copia di un segno grafico su un pezzo di carta”. Principi condivisi anche da Domenico Lupo che si è detto convinto che anche l’ambito alberghiero debba puntare su qualità e sicurezza delle attrezzature. Di non secondaria importanza anche il tema della sorveglianza del mercato e le attività di vigilanza delle Asl – temi di punta per l’attività tecnica condotta da Assofoodtec in qualità di Associazione di riferimento”.  
   
   
LAURA FORALOSSO DIRETTORE MARKETING DI SCOTTISH & NEWCASTLE ITALIA  
 
Laura Foralosso è il nuovo Direttore Marketing di Scottish & Newcastle Italia, la sussidiaria italiana di Scottish & Newcastle, il 4° produttore europeo di birra. Laura Foralosso, trentanove anni di Rovigo, ha alle spalle una lunga esperienza di successo nel Marketing iniziata in birra Moretti e Heineken, per passare poi in Artime (oggi Sector Group) e in Baa Mc Arthurglen come responsabile del lancio e dello sviluppo dell’Outlet di Serravalle. Poco dopo il salto a livello internazionale con Unichips Italia (San Carlo e Pai), con responsabilità nel Marketing in 12 paesi europei e, nel marzo 2004, il ritorno al beverage come Marketing Director in Scottish&newcastle Italia, la filiale italiana del sesto polo birraio al mondo. Una laurea a pieni voti in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Università degli Studi di Padova, un Master in Marketing, Comunicazione e Internazionalizzazione al C.u.o.a. (Consorzio Universitario per gli studi di Organizzazione Aziendale) di Altavilla Vicentina (Vi) e continui corsi di aggiornamento, fra cui il Programma di Marketing Strategico di Sda Bocconi, sono gli elementi che compongono il suo curriculum accademico. Moltissime le passioni coltivate negli anni tra cui spicca soprattutto lo sport ed in particolare il nuoto: quinta classificata nel 1980 ai giochi olimpici di Mosca, terza ai campionati europei dello stesso anno, campionessa italiana assoluta dal 1976 al 1986 e tuttora detentrice di un record italiano di categoria. “Questo nuovo incarico – spiega Laura Foralosso - è per me contemporaneamente sia motivo di grande orgoglio che di sfida. La creazione della nuova filiale italiana del Gruppo Scottish&newcastle deriva infatti da un’attenta analisi del mercato italiano che è risultato essere, fra quelli europei, quello che registra il più alto tasso di penetrazione delle birre d’importazione. La mia attività, in qualità di Direttore Marketing ed in linea con le direttive del Gruppo, sarà quindi focalizzata all’ampliamento ed al consolidamento del posizionamento dei brand in portafoglio. Attualmente il fiore all’occhiello dell’attività di Marketing è il primo concorso italiano di Foster’s, partito lo scorso 5 novembre, che porterà 6 fortunati vincitori a scoprire, in un clima di pura avventura, le bellezze più nascoste dell’Australia.”  
   
   
IN ITALIA PER NATALE SI SPENDERANNO 360 MILIONI DI EURO IN PANETTONE SBARCA A BRUXELLES IL DOLCE DI NATALE: ARRIVA IL MARCHIO EUROPEO.  
 
Un marchio per riconoscere il vero panettone: quello tipico della tradizione artigiana milanese è ora tutelato anche a livello europeo. E’ stata pubblicata la domanda per ottenere il marchio comunitario valido per la tutela nei paesi dell’Unione. Compiuto un passo ulteriore nella difesa di un prodotto simbolo di Milano, che si aggiunge a quello già intrapreso nel 2003 dalla Camera di Commercio di Milano e dal Comitato dei Maestri Pasticceri Milanesi, dalle associazioni dei pasticceri, dei panificatori e dei consumatori con la messa a punto di un regolamento tecnico e la creazione di un logo per garantirne l’autenticità. Che cosa lo distingue? Viene realizzato con determinati ingredienti, nelle proporzioni stabilite e seguendo le tecniche della lavorazione artigianale. Come riconoscerlo per gli acquisti del prossimo Natale? I pasticceri e panettieri che aderiscono all’iniziativa (sono già circa 140 a Milano e provincia) esporranno la vetrofania con il logo in vetrina e il panettone conterrà una piccola brochure che spiega come è diventato artigianale. Riporterà la scritta: “prodotto di pasticceria, da consumare fresco, entro il”, l’indicazione “senza conservanti” e in alcuni casi anche la dicitura “pasticceria autorizzata alla produzione del Panettone Tipico della Tradizione Artigiana Milanese”. È stata inoltre imboccata la strada per il riconoscimento della denominazione Igp (Indicazione Geografica Protetta). La mostra. Fino al 7 gennaio panettone in mostra in Camera di commercio al Palazzo Affari ai Giureconsulti, via Mercanti 2, ingresso libero dalle 10 alle 19 nei feriali e dalle 10 alle 18 nei festivi (chiuso 24 e 25). L’indagine in Italia. Il 73,4% degli italiani lo preferisce classico. A Roma va di più il tipo liscio con canditi (23,5%), a Milano e Napoli senza canditi (28% e 26%). Per la farcitura al cioccolato vincono i napoletani: la sceglie il 4,5% contro la media italiana del 3,2%.I milanesi sono più per la pasticceria (20% contro una media dell’11,8% italiana). A Roma e Napoli va di più il supermercato (75% e 73% contro la media italiana del 71,5%). Milano e il panettone sono poi quasi inevitabilmente associati l’un l’altro: per il 71% degli italiani. Il motivo? Il panettone è il dolce tradizionale per il 27,2%, mentre per il 25,3% semplicemente perché la città gli ha dato i natali (per i romani il 27,5%, per i napoletani il 27%). Quando si mangia? Sempre (33,3%), soprattutto per romani (35%) e napoletani (36%), per dolce dopo pasto (48,8% in Italia, 52,5% a Napoli), a colazione (12,5%). Si spendono in media 18 euro per un panettone in Italia. Emerge da un’indagine condotta dalla Camera di Commercio di Milano attraverso la Nexus su un campione di 600 persone, 200 per ogni città, a Milano, Napoli e Roma, nei giorni tra il 3 e il 7 dicembre. E le famiglie italiane per questo Natale spenderanno 360 milioni di euro in panettone. L’indagine in Europa. E il panettone festeggia il Natale anche sulle tavole delle capitali europee. Ben conosciuto e apprezzato soprattutto ad Atene, Stoccolma e Lussemburgo. Ma conosciuto da quasi tutte le capitali d’Europa: Dublino, Francoforte, Helsinki, Lisbona, Londra, Parigi, Vienna. Lo consumano sia i locali che gli stranieri del posto: certo gli italiani all’estero non rinunciano. Diffuso nei supermercati (Bruxelles, Francoforte, Londra, Lussemburgo, Stoccolma, Vienna) e nei negozietti “delicatessen” o pasticcerie (Lisbona, Parigi, Stoccolma, Francoforte), si compera tanto anche nei negozi di cibi tipici (Helsinki, Dublino, Parigi). Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano in collaborazione con le camere di commercio italiane europee. ”E’ un’iniziativa che si gioca sulla qualità e sull’identità - ha commentato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano -. Valorizzare un prodotto tipico, come il Panettone significa costruire un ponte tra tradizione ed innovazione, affrontare in modo nuovo le antiche produzioni all’insegna della qualità, come fattore competitivo ma anche come concreta alleanza con i consumatori. Il Panettone poi è un simbolo. E sui simboli si ricostruiscono appartenenze e sviluppo equilibrato: sarebbe contraddittorio che un territorio aperto a tutte le culture disperdesse la propria". La Mostra Panettone in mostra in Camera di commercio: tra antichi attrezzi, foto, libri d’epoca (Mm Duomo). Da oggi, 14 dicembre fino al 7 gennaio 2005, l’esposizione “Panettone, ieri e oggi”, omaggio al dolce tipico della tradizione artigiana milanese, sarà visitabile tutti i giorni al Palazzo Affari ai Giureconsulti di Milano, via Mercanti 2, con il seguente orario: feriali dalle 10 alle 19, festivi dalle 10 alle 18, chiusura nei giorni 24 e 25 dicembre. La mostra è un’iniziativa della Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Epam – esercizi pubblici milanesi, Comitato dei maestri pasticceri milanesi, Unione artigiani della provincia di Milano, Associazione panificatori della provincia di Milano e Rappresentanza dei consumatori della Camera di commercio di Milano. In vetrina andranno tutti i più antichi attrezzi utilizzati per la lavorazione del panettone: cestini, setacci, tegami, pirottini, ganci e ganasce della tradizione pasticcera artigianale, corredati da una rassegna fotografica che documenta come venivano utilizzati e ritrae i momenti della lavorazione e della produzione. Presenti anche antichi cartelloni pubblicitari e cartoline delle più rinomate pasticcerie milanesi. La mostra esporrà anche preziosi volumi di vecchia data relativi al tipico dolce milanese, veri e propri documenti anche della storia cittadina: Carlo Steiner, “Il ghiottone lombardo”, Milano, Bramante editrice, 1964; Giuseppe Sorbiatti, “La gastronomia moderna. Istruzione elementare pratica della cucina, pasticceria, confettureria e credenza…” Milano, Tipografia e Libreria Arcivescovile Ditta Bonardo Pogliani, 1855; Guglielmo Foggi, “Elogio del panettone alla maniera di Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccacio, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Vincenzo Monti…”, Milano, 1951; “Milano. Rivista mensile del Comune”, 1938; “Famiglia Meneghina. Rassegna di vita milanese”, in tre volumi: 1949-1950, 1951-1953 e 1961-1964. Le Indagini: Il Panettone A Milano, In Italia E In Europa Classico o farcito? In tutta Italia decisamente classico Quasi un plebiscito conferma la predilezione degli italiani per il panettone classico. Il 73,4% infatti non ha dubbi a dispetto di qualsiasi tipo di farcitura. Questo mondo dei “tradizionalisti” si presenta variegato: il 23% lo preferisce senza i canditi, mentre il 20,8% non può farne a meno. Il 18,8% invece ama uvetta e canditi insieme. Tra le farciture il cioccolato è al primo posto (3,2%), la crema ingolosisce l’1,9%. Per quanto riguarda l’acquisto la scelta ricade principalmente sui supermercati: 71,5% il dato nazionale, con picco a Roma con il 75% e Napoli con il 73%. Più contenuto il dato di Milano, 66,5%, dove più alta rispetto alla media italiana (11,8%) è la percentuale di chi acquista il panettone in pasticceria (20%). Il 6,2% invece lo riceve in regalo. Per quanto riguarda il consumo, quasi la metà sceglie il dopopranzo/cena in casa propria (48,8%), per uno su tre (33,3%) va bene qualsiasi momento della giornata e il 12,5% ci fa colazione. Il 4,2% lo consuma anche in casa di amici o parenti. E quanto spendono gli italiani durante il periodo delle feste natalizie per comprare o regalare il panettone? In media 17,9 euro, uno in meno a Milano (16,9) e Roma (17), mentre più “golosi” si dimostrano i napoletani che spendono in media 19,7 euro. Oltre il 7% in Italia supera i 45 euro di spesa. Gli italiani non hanno poi dubbi quando si parla di associazione tra il dolce e Milano: per il 71,3% il panettone è nel codice genetico della città meneghina. Tra questi il 27,2% in quanto espressione della tradizione dolciaria milanese e il 25,3% perché ha avuto i natali proprio a Milano. Emerge da un’indagine condotta dalla Camera di Commercio di Milano attraverso la Nexus su un campione di 600 persone, 200 per ogni città, a Milano, Napoli e Roma, nei giorni tra il 3 e il 7 dicembre. Il panettone va anche sulle tavole delle capitali europee. E il panettone festeggia il Natale anche sulle tavole delle capitali europee. Ben conosciuto e apprezzato soprattutto ad Atene, Stoccolma e Lussemburgo. Ma conosciuto da quasi tutte le capitali d’Europa: Dublino, Francoforte, Helsinki, Lisbona, Londra, Parigi, Vienna. Lo consumano sia i locali che gli stranieri del posto: certo gli italiani all’estero non rinunciano. Diffuso nei supermercati (Bruxelles, Francoforte, Londra, Lussemburgo, Stoccolma, Vienna) e nei negozietti “delicatessen” o pasticcerie (Lisbona, Parigi, Stoccolma, Francoforte), si compera tanto anche nei negozi di cibi tipici (Helsinki, Dublino, Parigi). E non manca nei negozi alimentari italiani. Famoso ad Atene dove lo si trova anche nella bottega di periferia. Si trovano un po’ tutte le marche più note. A Stoccolma anche il formato mignon. In tavola dopo il pranzo o la cena di Natale ma anche fuori pasto. A Lussemburgo lo consumano soprattutto con il caffè. E’ un prodotto legato soprattutto al Natale. Anche in regalo: un po’ “etnico”. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano in collaborazione con le camere di commercio italiane europee. La crescita di produzione e commercio Segna + 16,13% la crescita in Italia tra 2000 e 2004 (dati relativi al terzo trimestre) di imprese di produzione (50.742 nel 2004) e commercio al dettaglio (9.699) di prodotti di panetteria e pasticceria. In totale il numero complessivo passa da 52.045 a 60.441. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese tra il 2000 e il 2004 (terzo trimestre). Tra le regioni più attive a livelli assoluti spiccano la Sicilia (in totale 7.778 attività), con 6.397 imprese di produzione di prodotti di panetteria e altri prodotti da forno e pasticceria fresca e 1.381 attività di commercio al dettaglio di pane e prodotti di panetteria, pasticceria e dolciumi, la Lombardia (7.636, 6.064 di produzione e 1.572 di commercio)e la Campania (6.114, 4.974 e 1.140). Insieme detengono una quota del 35% del totale nazionale. Seguono vicinissime tra loro Emilia-romagna (in totale 4.967, quota del 7,8%), Piemonte (4.613, 7,6%) e Veneto (4.333, 7,2%). In termini di crescita dal 2000 al 2004 i più virtuosi sono stati: Trentino Alto-adige (+48,7%), Sardegna (+34,1), Calabria (+30,3%), Marche (+28,5%), Lazio (+28,3%), Molise (+27,8%). Sicilia, Lombardia e Campania fanno segnare nell’ordine livelli di crescita del +4,6%, +14,8%, +14,5%.
Terzo trimestre 2004 Produzione di prodotti di panetteria: altri prodotti da forno e pasticceria fresca terzo trimestre 2004 Commercio al dettaglio di pane e prodotti di panetteria: pasticceria, dolciumi terzo trimestre 2004 totale settori, produzione + commercio Terzo trimestre 2000 Produzione di prodotti di panetteria: altri prodotti da forno e pasticceria fresca terzo trimestre 2000 Commercio al dettaglio di pane e prodotti di panetteria: pasticceria, dolciumi terzo trimestre 2000 totale settori, produzione + commercio var % 2000-2004 del totale settori (produzione + commercio) quota su totale italiano 2004
Trentino-alto Adige 538 146 684 294 166 460 48,70% 1,13%
Sardegna 2081 190 2271 1509 184 1693 34,14% 3,76%
Calabria 2358 371 2729 1685 410 2095 30,26% 4,52%
Marche 1547 156 1703 1149 176 1325 28,53% 2,82%
Lazio 3318 597 3915 2359 692 3051 28,32% 6,48%
Molise 357 25 382 269 30 299 27,76% 0,63%
Puglia 3431 665 4096 2571 720 3291 24,46% 6,78%
Umbria 654 97 751 525 90 615 22,11% 1,24%
Veneto 3612 721 4333 2824 798 3622 19,63% 7,17%
Abruzzi 1284 198 1482 1072 189 1261 17,53% 2,45%
Lombardia 6064 1572 7636 4883 1770 6653 14,78% 12,63%
Campania 4974 1140 6114 4138 1203 5341 14,47% 10,12%
Emilia-romagna 4178 519 4697 3519 586 4105 14,42% 7,77%
Toscana 2926 574 3500 2464 621 3085 13,45% 5,79%
Basilicata 626 42 668 531 60 591 13,03% 1,11%
Piemonte 3676 937 4613 3266 964 4230 9,05% 7,63%
Liguria 1786 200 1986 1620 230 1850 7,35% 3,29%
Friuli-venezia Giulia 807 147 954 740 158 898 6,24% 1,58%
Sicilia 6397 1381 7778 5721 1713 7434 4,63% 12,87%
Valle D'aosta 128 21 149 126 20 146 2,05% 0,25%
Totale 50742 9699 60441 41265 10780 52045 16,13% 100,00%
Imprese in Italia, produzione e commercio terzo trimestre 2004 e 2000, var. % quota sul totale italiano – elaborazione Camera di Commercio di Milano. Ordine decrescente per variazione percentuale. Il Panettone Artigianale Verso l’Igp Come si fa il panettone artigianale? Le fasi di preparazione. Con lievito naturale, ingredienti, primo impastamento, sosta di lievitazione, impasto lievitato, secondo impastamento, sosta di lievitazione, impasto lievitato, formatura (spezzatura dell’impasto, arrotondamento delle porzioni e deposizione negli stampi), sosta di lievitazione, cottura, raffreddamento. Per la produzione del panettone artigianale si utilizzano esclusivamente i seguenti ingredienti: acqua, farina (proveniente da produttori riconosciuti dal comitato), zucchero, uova fresche e/o tuorli pastorizzati e/o tuorli congelati, latte pastorizzato e/o latte Uht e/o latte condensato e/o latte fermentato e/o yogurt, burro di cacao, burro e/o burro anidro, uvetta sultanina, scorze di arancia candite, cedro candito (calibro minimo 8x8), lievito naturale, sale. Si possono utilizzare in aggiunta: miele, malto ed estratto di malto, vaniglia, aromi naturali. Non è consentito l’uso di alcun altro ingrediente, ed in particolare di: lievito di birra, amido, grassi vegetali (ad esclusione del burro di cacao), siero di latte e derivati, lecitina di soia, coloranti, conservanti. Non è consentito l’uso di ingredienti provenienti da Ogm (Organismi Geneticamente Modificati) e si può usare solo farina proveniente da produttori riconosciuti dal Comitato. Il Panettone Tipico della Tradizione Artigiana Milanese deve contenere: non meno del 20% in peso sul prodotto di uvetta sultanina, scorze di arancia candite e cedro candito sull’impasto (calibro minimo 8x8); non meno del 10% in peso di materia grassa butirrica sull’impasto. Inoltre non può essere venduto oltre trenta giorni dalla data di produzione, intesa come data al termine della fase di raffreddamento e l’etichetta esterna deve riportare la data di produzione e la data di consumo consigliato. Come tutelare il Panettone? Quali criteri? La scelta di tutelare il prodotto con un marchio collettivo sembra congrua anche per la natura e tradizione stessa del prodotto; la specificità del panettone non è legata alla natura delle materie prime impiegate e al loro legame con il territorio d'origine; non dal fatto, cioè, che la farina, l'uva, le uova, siano di provenienza milanese. Al contrario la caratteristica del prodotto è data dal legame storico tra la ricetta, l'area geografica di origine ed i produttori che ne hanno tramandato e diffuso nel tempo il legame con l'ambiente geografico. La forte corrispondenza tra quanto veniva indicato nella ricetta un secolo fa e l'attuale versione che, pur con le modifiche dovute alle nuove tecnologie, mantiene pressoché immutata la struttura del processo di produzione, testimoniano la forte autenticità e tipicità che il panettone milanese può vantare. Il logo. Il logo del panettone artigianale ha la geometria dell’uomo di Leonardo da Vinci e i colori delle vetrate del Duomo. Verso l’Igp (indicazione geografica protetta) E’ iniziato il cammino per il riconoscimento Igp (nel caso delle Igp la caratteristica geografica è mantenuta quale condizione essenziale per rivendicare il marchio di origine e, nel caso specifico del panettone, le modalità di produzione e trasformazione si identificano, per storia, tradizione e cultura nell'area milanese, testimoniata da un'ampia letteratura in materia), mentre il marchio “panettone artigianale milanese” è già stato depositato da oltre un anno presso l’Ufficio Brevetti della Camera di commercio. La Storia Del Panettone La storia: chi scoprì il panettone secondo la tradizione? Le origini del panettone sfumano a tratti nella leggenda. Ecco due storie. Messer Ughetto degli Atellani, falconiere, abitava nella contrada delle Grazie, a Milano. Innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio, si fece assumere da lui come garzone e, per incrementare le vendite, provò a inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro, zucchero e uva sultanina. Poi infornò. Un successo strabiliante! Tutti vollero assaggiare il nuovo pane, e qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono, felici e contenti. Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale, a cui erano stati invitati molti nobili del circondario. Ma ahimè! il dolce, dimenticato nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: “Con quanto è rimasto in dispensa – un po’ di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta –, stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete portarlo in tavola”. Il cuoco acconsentì e, tremante, si mise dietro una tenda, a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e, al duca che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò: “L’è ’l pan de Toni”. Da allora è il “pan di Toni”, ossia il panettone. La storia: il panettone attraverso i secoli. Pietro Verri narra di un’antica consuetudine che, nel Ix secolo, animava le feste cristiane legate al territorio milanese: a Natale, la famiglia intera si riuniva accanto al focolare attendendo che il pater familiae spezzasse “un pane grande” e ne porgesse un pezzo a tutti i presenti in segno di comunione. Nel Xv secolo, come ordinato dagli antichi statuti delle corporazioni, ai fornai che nelle botteghe di Milano impastavano il pane dei poveri (pane di miglio, detto pan de mej) era vietato produrre il pane dei ricchi e dei nobili (pane bianco, detto micca). Unica eccezione: il giorno di Natale, quando aristocratici e plebei potevano consumare lo stesso pane, regalato dai fornai ai loro clienti: era il pan de’ sciori o pan de ton, ovvero il pane di lusso, di puro frumento, farcito con burro, zucchero e zibibbo. Alla fine del ’700, una novità inattesa: la Repubblica Cisalpina s’impegnò a sostenere l’attività degli artigiani e dei commercianti milanesi favorendo l’apertura dei forni, mondo di delizie in cui guizzavano indaffarati i prestinée, e delle pasticcerie, regno incantato degli offelée. Nel corso dell’800, durante l’occupazione austriaca, il panettone diventò l’insostituibile protagonista di una piacevole abitudine: il governatore di Milano Fiquelmont era solito offrirlo al principe Metternich come dono personale. Così anche il panettone trovò nuovi acquirenti e sostenitori sempre più estasiati. La sua storia era davvero cominciata.
 
   
   
IL PANETTONE DI MILANO SULLE TAVOLE DELLE CAPITALI D'EUROPA  
 
Il panettone festeggia il Natale anche sulle tavole delle capitali europee (e non solo).. Ben conosciuto e apprezzato soprattutto ad Atene, Stoccolma e Lussemburgo. Ma conosciuto da quasi tutte le capitali d'Europa: Dublino, Francoforte, Helsinki, Lisbona, Londra, Parigi, Vienna. Lo consumano sia i locali che gli stranieri del posto: certo gli italiani alI' estero non rinunciano. Diffuso nei supermercati (Bruxelles, Franco forte, Londra, Lussemburgo, Stoccolma, Vienna) e nei negozietti "delicatessen" o pasticcerie (Lisbona, Parigi, Stoccolma, Francoforte), si compera tanto anche nei negozi di cibi tipici (Helsinki, Dublino, Parigi). E n.Qq~manca nei negozi alimentari italiani. Famoso ad Atene dove lo si trova anche nella bottega di periferia. Si trovano un po' tutte le marche più note. A Stoccolma anche il formato mignon. In tavola dopo il pranzo o la cena di Natale ma anche fuori pasto. A Lussemburgo lo consumano soprattutto con il caffè. E' un prodotto legato soprattutto al Natale. Anche fatto in regalo: un po' "etnico". Emerge da un'indagine della Camera di commercio di Milano in collaborazione con le camere di commercio italiane europee. E' stata anche richiesto il riconoscimento della denominazione Igp (indicazione geografica protetta). "Milano è già in Europa - ha commentato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano -.Valorizzare un prodotto tipico milanese, come il Panettone, in una realtà europea significa costruire un ponte tra tradizioni e culture ".  
   
   
NATALE: DALL’OSSERVATORIO FEDERSALUS, ARRIVANO I CONSIGLI PER CORRERE AI RIPARI IN VISTA DELLE ESAGERAZIONI ALIMENTARI NATALIZIE  
 
Pochi regali ma tanti chili di troppo per tutti: ecco cosa troveranno sotto l’albero gli Italiani. Mentre nei supermercati cominciano a far bella mostra di sé panettoni e dolci natalizi, scatta l’allarme calorie. Per tutto il periodo delle festività, infatti, gli esperti calcolano che in media gli italiani aggiungano quotidianamente oltre 1000 Kcalorie alla normale alimentazione (già eccessiva), con il risultato che ora della Befana, dicono 7 esperti su 10, l’ago della bilancia può arrivare a segnare facilmente 4 chili in più. I colpevoli? Sicuramente pranzi e cenoni, ma ad influire sono soprattutto la cattiva abitudine di mangiucchiare durante l’intero arco della giornata (63%) e trascurare alimenti fondamentali come frutta e verdura (42%). Ma cosa spinge gli italiani a lasciarsi completamente andare sul piano alimentare? Da un lato la convivialità e la presenza di amici e parenti (45%), dall’altro la voglia di lasciarsi andare dopo lo stress accumulato durante l’anno (32%). E dagli esperti di Federsalus arriva il decalogo per “limitare i danni senza non rinunciare ai piaceri della tavola delle feste”. E’ quanto emerge da uno studio realizzato dall’Osservatorio Federsalus, l'associazione italiana che raccoglie chi opera nel settore dei prodotti salutistici, su 70 esperti tra nutrizionisti, dietologi, e medici generici. Amici e parenti, ma anche la voglia di lasciarsi andare: ecco i responsabili dell’aumento delle calorie. L’appuntamento con le classiche abbuffate si conferma, puntuale come ogni anno, portando con sé i classici problemi di linea. Vissute come un irrinunciabile momento della tradizione (28%), ma anche come un pretesto per trasgredire alla routine alimentare (27%), le feste rappresentano un banco di prova che non vede quasi nessun vincitore. Il 73% degli esperti stima infatti che in media gli italiani “arricchiscano” la loro normale alimentazione con almeno 1000 kcal in più al giorno. Una cifra che tradotta in chili in più segnati dalla bilancia può arrivare facilmente anche a quota “4”. I più prudenti (61%) stimano l’incremento di peso natalizio in 2-3 chili, il tutto accompagnato spesso da senso di pesantezza e gonfiore. A essere le prime vittime di questo stillicidio natalizio sono soprattutto gli adulti (73%) che, troppo impegnati a vigilare sull’alimentazione di bambini e anziani, dimenticano di tenere sotto controllo la propria. Ma cosa spinge gli italiani a mangiare di più e quindi a ingrassare durante le feste? Sicuramente, la causa principale è il ritrovarsi in compagnia di amici e parenti (45%). In questo caso però gli intervistati si dividono in due vere e proprie scuole: da un lato chi sostiene l’aspetto conviviale, ovvero che tra una chiacchiera e una battuta si finisce per passare dalla tavola alla frutta secca, dal biscottino alla merenda con panettoni e affini, dall’altro chi ritiene che il mangiare sia una valvola di sfogo dovuta allo stress di essere sempre circondati da parenti che magari non si sopportano. In entrambi i casi il risultato rimane sempre grasso che si accumula. Tra i colpevoli, però, come sottolinea il 32% degli esperti, anche la voglia di lasciarsi andare e scaricare la tensione (o magari la noia legata a festività e parenti) o la totale inattività fisica in cui ci si fa prendere nei giorni di festa (8%). Tutto questo, dicono però gli esperti, non deve tradursi in un natale “a dieta”: i veri nemici della linea n on sono infatti cenoni e pranzi, che non devono certo essere eliminati, ma tutto ciò che avviene lontano dalla tavola. Quali sono infatti gli errori più frequenti durante le feste? Innanzitutto, la cattiva abitudine di mangiare cibi molto calorici durante l’intero arco della giornata (63%), seguita dalla tendenza a trascurare alimenti fondamentali come frutta e verdura (42%). A fare da corollario a questo continuo ingurgitare zuccheri e grassi, non poteva mancare l’abuso nel consumo di bevande alcoliche (21%) e la mancanza di ogni forma di abbinamento corretto tra i diversi cibi (17%). In vista degli stravizi alimentari delle feste la maggior parte degli italiani si fa trovare completamente impreparata. Sono pochi, dice infatti il 79% degli intervistati, a “giocare d’anticipo”. Pochi che ricorrono ai più diversi metodi pur di non rinunciare né alle abboffate né alla linea. Gli strumenti? Magari ricorrere a diete pre-natale per evitare di arrivare al momento clou già in sovrappeso (12%), intensificare l’attività sportiva (7%) o assumere integratori a base di fibre (25%) che favoriscono il senso di sazietà . Gli esperti concordano però (46%) nel sostenere che spessissimo la pigrizia vince sulla buona volontà degli Italiani, che finiscono per non fare assolutamente nulla e abbandonarsi ai piaceri della tavola. Spesso si dimentica, però che “Chi vuole mangiare di più, deve muoversi di più!! – sostiene il Dott. Carlo Lesi, Direttore dell'U.o. Di Dietologia e Nutrizione Clinica P.o. Bellaria Maggiore Ausl di Bologna - Nel periodo natalizio molti sono in ferie: è un'ottima occasione per cominciare a sgranchire le gambe. Tutti dovrebbero compiere una camminata, di circa 1 ora, di buon passo, come se si fosse in ritardo ad un appuntamento." Giuste quantità, un adeguato apporto di fibre e verdure e dolci solo nei giorni di festa: questi i segreti per limitare i danni. E dagli esperti Federsalus arriva il decalogo per i giorni di festa. Se il “pre” fallisce, si possono però prendere alcuni accorgimenti in grado di limitare i danni durante il periodo delle festività, senza che si debba però rinunciare alle gioie della tavola. "Durante il periodo natalizio qualche giorno di esagerazione alimentare non è grave - sostiene Carlo Lesi, Direttore dell'U.o. Di Dietologia e Nutrizione Clinica P.o. Bellaria Maggiore Ausl di Bologna – ma è importante riprendere subito in mano le redini di un'alimentazione equilibrata. Il giorno dopo l'abbuffata si sta più leggeri. I cenoni sono l'eccezione, non la regola”. Ecco allora che il benessere a tavola comincia dall’antipasto, dove è consigliabile prediligere alimenti in grado di far sentire un certo senso di sazietà, senza però appesantire. No quindi a salse e piatti super conditi, sì a verdure e alimenti ricchi di fibre (21%). Sulle portate principali ci si può anche lasciar andare per quanto riguarda i condimenti, attenzione però a non esagerare con le quantità (17%). Se regole ferree devono esserci allora due sono quelle da seguire con più attenzione: evitare i dolci nelle giornate non propriamente di ‘festa’(15%) e fare attenzione ad alcolici e super alcolici (11%). E per non trovare brutte sorprese sotto l’albero, dagli esperti Federsalus arriva un breve decalogo per unire i piaceri della tavola a quelli della linea. Perché è Natale non è detto che tutti i principi di un’alimentazione sana ed equilibrata debbano essere dimenticati: sì alle “trasgressioni” ma attenzione che non diventino una regola. Ad un pasto “super ricco” abbinare sempre un pasto più leggero. Anche se certi piatti della tradizione si mangiano solo a Natale, questo non vuol dire mangiare le stesse cose per 10 pasti consecutivi. Non si tratta solo di linea, un’alimentazione varia ed equilibrata è fondamentale per la buona salute. Pesantezza, ma anche carenza di vitamine o altro possono generare un malessere in grado di rovinare tutte le festività, oltre a far sentire il loro effetto nel tempo. Non sottovalutare i rischi di un’alimentazione iper-calorica: quello che tanto facilmente si acquista, in termini di peso, rischia di essere un fardello difficile da perdere. Insomma, prima di “esagerare” pensare per un secondo ai sacrifici per ritornare in forma un apporto di calorie superiore all’effettivo fabbisogno contribuisce all’aumento di peso, affaticando l’organismo., oltre al rischio di affaticare l’organismo. Ridurre le porzioni, meglio fare onore alla cuoca arrivando alla fine della cena o del pranzo che alzare bandiera bianca e rinunciare a due o tre portate per aver esagerato con la prima. Una questione di cortesia, insomma, oltre che di salute. Non esagerare con i dolci: durante le feste è giusto concedersi qualche peccato di gola, l’importante è limitarne il consumo nei giorni seguenti. Attenzione ad alcolici e super alcolici: vale la stessa regola del cibo, ogni tanto peccare a tavola va bene, evitare invece di continuare ad attingervi lontano dai pasti. A natale non c’è nessuna legge che impone di non mangiare frutta e verdura: sono fondamentali per un corretto apporto di fibre, vitamine e sali minerali. Se si teme di non riuscire a resistere all’assalto di cibi e golosità natalizie, assumere integratori di fibre: affiancando alla propria alimentazione tali elementi si favorisce un senso di sazietà, funzionale a contenere gli eccessi a tavola. Evitare di assaggiare i cibi lontano dai pasti: gli spuntini sono dei veri ammazza linea, se si pensa di non riuscire a farne a meno allora è meglio riempire la casa di verdure fresche, meglio una carota che una manciata di noci. Ridurre i grassi: moderare la quantità di grassi e oli utilizzati per condire e preferire metodi di cottura leggeri e salutari, sono buone norme che è consigliabile osservare non solo in occasione delle feste, ma anche durante tutto l’anno.  
   
   
REVORG PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE IL CASO A-27 PRODUZIONE DI GELATI E PASTICCERIA SURGELATA  
 
Nata nel 1984 per la produzione di gelati e pasticceria surgelata, A-27 è da sempre alla costante ricerca di nuovi prodotti da offrire sul mercato. Al momento è allo studio l’ampliamento della gamma “Dessert Formato Famiglia” e lo sviluppo di una linea “Snack per bambini”. Caratterizzata da una forte passione per la ricerca tecnologica, la società ha messo a punto, ben 12 anni fa, un sistema di produzione di creme emulsionate che si conservano, mantenendo l’emulsione, a temperature positive (0° +6°C) con una data limite di consumo di 45 giorni senza conservanti. In questi 12 anni A-27 ha avuto delle tappe molto importanti per il suo successo: il sistema di garanzia del processo produttivo soprattutto dal punto di vista igienico e sanitario, basato sui principi dell’Haccp e sulla certificazione Iso 9001, ottenuta nel 2001; l’organizzazione interna, passata da una gestione verticale diretta ad un organigramma funzionale; lo sviluppo di nuovi spazi all’interno dello stabilimento di produzione, per lo stoccaggio di materie prime, l’imballaggio e la realizzazione di prodotti finiti; il passaggio da una tecnologia semiautomatica ad una tecnologia computerizzata e l’aumento delle linee di produzione. A-27 conta 97 dipendenti e un fatturato di 25,6 milioni di Euro (dati 2003). La produzione è destinata, oltre che al mercato italiano, a quello europeo (Francia, Inghilterra e Germania) ed extra europeo (Australia e Nuova Zelanda). Revorg accompagna la crescita di A-27: dalla gestione manuale a quella su As/400. Quando A-27 si rivolge a Revorg tutte le attività, sia per l’esiguo numero di dipendenti che per la stagionalità della produzione, sono gestite manualmente. L’idea è quella di implementare un sistema informativo su As/400 e la scelta ricade su Revorg, partner Ibm e società con un’esperienza pluriennale nello sviluppo di soluzioni gestionali su questa piattaforma. Revorg si trova in questo modo a realizzare per A-27 un sofisticato progetto informativo che coinvolge l’intera gestione aziendale, con applicazioni in ambito amministrativo, commerciale e produttivo, tutte con integrazioni avanzate. Data la sicurezza nel mantenimento dei dati e la rintracciabilità degli stessi, le procedure sviluppate da Revorg diventano, poco alla volta, il cuore informatico di A-27, peraltro in grado di integrarsi anche con le soluzioni specifiche del mercato alimentare (non As/400) acquistate da altri fornitori. “L’iter di realizzazione di ogni singolo progetto è molto semplice: c’è una prima esposizione ai tecnici Revorg dell’obiettivo cui si vuole giungere” afferma Ercole Lucchini, Amministratore di A-27. “I tecnici effettuano un’analisi preventiva per definire i costi ed i tempi di massima e, se questi sono in linea con l’investimento stanziato sulla soluzione richiesta, si passa all’analisi vera e propria. Questo modo di operare ha reso più efficaci gli interventi ed ha evitato di portare avanti soluzioni non idonee, disperdendo tempo in approfondimenti inutili”. Revorg segue il futuro di A-27: tracciabilità dei dati e gestione informatizzata del magazzino. La realizzazione di sistemi di tracciabilità è ormai un fondamentale strumento per le aziende agroalimentari che, dal 1° gennaio 2005, devono dotarsi delle soluzioni informatiche necessarie a garantire l’applicazione della regolamentazione comunitaria (regolamento Ce 178/2002). A questo proposito Revorg sta realizzando per A-27 un progetto che prevede la codifica del bancale (Sscc) con la stampa delle relative etichette e la predisposizione dei dati in modo che possano essere inviati al cliente in formato elettronico. Una volta realizzata la tracciabilità dei dati, si passerà al progetto di gestione informatizzata del magazzino, ad oggi completamente manuale, ma per la quale, visto l’incremento della produzione, si è riscontrata l’esigenza di una gestione automatica (lettori ottici, scarico automatico, ecc...).  
   
   
BESTEAM RAFFORZA LA PROPRIA OFFERTA NELL’AREA FOOD & BEVERAGE  
 
Besteam - centrale acquisti per il mondo alberghiero con oltre 180 hotel affiliati in tutta Italia - amplia la propria offerta nell’area Food & Beverage siglando tre importanti accordi: Segafredo Zanetti (leader nel caffè espresso italiano), Gruppo Italiano Vini (primo produttore italiano di vini) e Morini (attrezzature per la ristorazione) entrano a far parte della “rosa” dei fornitori centralizzati. I fornitori centralizzati sono 9 in tutto e, come partner preferenziali di Besteam, offrono agli alberghi vantaggi aggiuntivi sulla gestione amministrativa e importanti dilazioni in termini di pagamento. Gli affiliati possono, infatti, richiedere direttamente la merce al fornitore, ma ricevere le fatture da Besteam, che invia mensilmente un unico resoconto dettagliato, a livello di bolle e singoli prodotti, comprensivo di tutte le forniture. La “centrale” si occuperà, quindi, anche di tutta la fase di controllo dei prezzi a listino, lasciando all’albergatore più tempo da dedicare all’accoglienza e alla promozione della propria struttura. Per le convenzioni centralizzate sono, inoltre, previste dilazioni considerevoli sui pagamenti, con saldo della fattura dopo oltre 5 mesi dal ricevimento delle merce. “ E’ da tempo che valutiamo nuovi partner nell’ambito Food & Beverage, facendo un’analisi attenta delle opportunità di mercato - afferma Sergio Legrenzi, Responsabile Supply Division Besteam. Oggi abbiamo finalmente completato la nostra offerta in questo settore, concludendo accordi con le migliori aziende presenti sul mercato, misurando non solo la convenienza economica, ma anche il complesso delle caratteristiche di qualità e servizio. L’attività di Besteam non si limita alla “scelta”, ma si completa con l’assistenza continuativa che la centrale opera nei confronti degli alberghi affiliati, mantenendo contatti diretti con i fornitori e assicurando una costante verifica delle condizioni applicate”. Segafredo Zanetti è il più importante Gruppo Multinazionale Italiano del caffè espresso, presente in circa 100 paesi, oltre 70.000 clienti e un fatturato complessivo di oltre 500 milioni di euro. Professionalità ed efficienza sono assicurate da una rete capillare di 47 depositi su tutto il territorio italiano e una forza vendita di 350 agenti. Gruppo Italiano Vini è tra le prime aziende al mondo nella produzione e commercializzazione di vini di pregio, con 13 cantine di proprietà situate in tutta Italia. Ogni cantina si occupa della coltivazione dei vigneti, della vendemmia, della vinificazione, dell’affinamento e dell’imbottigliamento. Gli alberghi possono accedere ad una vasta scelta di vini italiani di qualità con procedure semplificate d’ordine e consegna. Morini Srl è l’azienda leader nella vendita di forniture alberghiere per la ristorazione. Propone un’ampia gamma di fornitori selezionati - attrezzature per cucina, Porcellane, Posateria, Vetri & Cristalli - che garantiscono un elevato standard di qualità e servizio. Le merceologie fornite da Besteam non si limitano all’area Food & Beverage, ma coprono tutte le esigenze dell’albergatore, con una ampia gamma di prodotti semidurevoli e durevoli per un totale di 24 aziende convenzionate e una proposta che può soddisfare ogni esigenza alberghiera. All’indirizzo www.Besteam.it  si possono trovare l’elenco dei fornitori e i servizi offerti. I Fornitori Centralizzati Besteam sono: Amonn (linea cortesia), Balan (vini), Bindi (prodotti di pasticceria), Gruppo Italiano Vini, Gramm (prodotti per la prima colazione), Host (igiene e pulizia), Marr (alimentari), Morini, Segafredo.  
   
   
CRESCE LA GAMMA DEI PRODOTTI QUALIFICATI DALL’ISTITUTO NAZIONALE ESPRESSO ITALIANO: RAGGIUNTA QUOTA 100  
 
I cinque soci più recenti dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano ottengono la qualificazione di 2 macchine espresso e 13 miscele che potranno ora esporre il marchio dell’Inei. Cresce così la gamma delle macchine, dei macinadosatori e delle miscele certificati dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano per dare il migliore risultato in tazza: siamo ora a ben 100 prodotti che garantiscono il massimo della qualità. Costadoro, Filicori-zecchini, Torrefazione Parenti (proprietaria dei marchi Mexico e Caffè Giovannini), Schreyögg e La Spaziale: cinque nomi prestigiosi dell’espresso italiano che, associatisi recentemente all’Istituto Nazionale Espresso Italiano, hanno ottenuto nei giorni scorsi la certificazione di propri prodotti che ora potranno fregiarsi del prestigioso marchio “Espresso Italiano”. Sale così a 100 il numero dei prodotti qualificati tra macchine, macinadosatori e miscele (l’elenco completo è consultabile a www.Espressoitaliano.org). Un numero importante, che testimonia il successo di una certificazione che vuole tutelare appieno l’espresso, uno degli ambasciatori della cultura e della creatività italiana, spesso svilito da cattive preparazioni che provocano lo sdegno nel consumatore, invece di dargli l’attimo di puro piacere che si attende. Per questo dal 1998 l’Istituto Nazionale Espresso Italiano si impegna a difendere l’espresso di qualità attraverso una certificazione riconosciuta dal Csqa (certificato di conformità numero 214 del 24 settembre 1999, Dtp 008 ed. 1) che prevede esclusivamente l’impiego di miscele qualificate, macinadosatori e macchine qualificate e operatori abilitati. Alla base della certificazione il profilo dell’Espresso Italiano Certificato, elaborato con la partnership con l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e con il know-how del Centro Studi e Formazione Assaggiatori. Grazie a una ricerca che ha coinvolto migliaia di consumatori, si sono definite le preferenze del pubblico in materia di espresso e confrontate con il giudizio degli esperti. Da questo processo è nato il profilo dell’Espresso Italiano Certificato che ha permesso di individuare una volta per tutte l’espresso perfetto, quello che non tradisce le aspettative del consumatore. All’istituto Nazionale Espresso Italiano aderiscono ben 30 diverse aziende tra torreffattori e costruttori di macchine e macinadosatori, tutti grandi nomi dell’economia e della storia del caffè non solo in Italia, ma ora anche all’estero, con un fatturato globale di 350 milioni di euro. Le aziende si impegnano a rispettare e seguire quanto definito dalla certificazione, in modo da garantire che l’attrezzatura e le miscele qualificate siano sempre in grado di produrre soltanto un espresso perfetto. Com’è l’Espresso Italiano Certificato? Luigi Odello, segretario generale dell’Inei e dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, lo identifica in «una tazzina con circa 25 millilitri di caffè ornato da una crema consistente e di finissima tessitura, di color nocciola tendente al testa di moro, resa viva da riflessi fulvi. L’aroma deve essere intenso e ricco di note di fiori, frutta, cioccolato e pan tostato. In bocca l’espresso deve essere corposo e vellutato, giustamente amaro e mai astringente» e ribadisce che «questo hanno messo in evidenza le migliaia di test svolti sui consumatori e le decine di prove con assaggiatori professionisti. E questo è quanto è stato codificato attraverso il profilo di conformità dell’Espresso Italiano Certificato».infolink: www.Espressoitaliano.org  
   
   
OLTRE IL 65% DEGLI ZAMPONI E COTECHINI SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI SARANNO QUELLI TIPICI, I MODENA IGP  
 
A Natale, oltre il 65% degli zampone e cotechini presenti sulle tavole degli italiani saranno Zamponi Modena Igp e Cotechini Modena Igp ossia prodotti certificati e la cui tipicità è stata riconosciuta dall’Unione europea nel 1999. Il Presidente del Consorzio di tutela Zampone Modena Cotechino Modena, Alberto Severi, esprime grande soddisfazione per i risultati del Consorzio dei due salumi Igp. “Le aziende si sono fortemente indirizzate verso la produzione certificata e quindi verso una produzione di qualità. Nel 2003, infatti, la produzione nazionale dei due prodotti Igp è stata di 4,5 milioni di kg su un totale di circa 7 milioni di kg di produzione nazionale annua di zamponi e cotechini. Nel 2004 ci aspettiamo un ulteriore incremento della produzione certificata”. “Il consumo, purtroppo, è ancora fortemente stagionale, concentrato nel periodo delle festività natalizie e di fine anno - afferma il Presidente Severi. In realtà questi due prodotti potrebbero essere consumati durante tutto l’anno in virtù del fatto che sono alimenti con un buon equilibrio nutrizionale e possono essere quindi consumati con maggiore frequenza”. Lo Zampone e il Cotechino Modena Igp si riconoscono dai “tasselli” che compaiono sulle confezioni. Oltre alla scritta “Zampone Modena “ o “Cotechino Modena”, nel tassello viene riportato il marchio comunitario dei prodotti Igp (quello tondo e giallo), il marchio blu del Consorzio di Tutela e la scritta “garantito dal Ministero delle Politiche Agricole e forestali.  
   
   
SAPORIPIEMONTESI.IT/ TIPICAMENTE ON LINE IL MEGLIO DELL'ENOGASTRONOMIA PIEMONTESE PER NATALE 2005  
 
Arriva il Natale e i cesti per fare festa di saporipiemontesi.It, il primo portale dedicato all'enogastronomia piemontese di qualità. Disponibili per l'acquisto on-line, un'ampia serie di cesti natalizi, confezionati con il meglio dell'eno-gastronomia regionali: eleganti confezioni che racchiudono il meglio della produzione agricola locale. Saporipiemontesi.it, promosso da Regione Piemonte in collaborazione con Confcooperative Fedagri e Anca Legacoop Nord-ovest, nasce con l'obiettivo di promuovere storia, cultura e sapori della tradizione piemontese attraverso il web. Il progetto saporipiemontesi.It nasce nel 2002 con l'obiettivo di diventare un punto di riferimento on line per clienti, appassionati e operatori del settore. Attualmente saporipiemontesi.It intende sviluppare quei servizi che meglio interpretano le più moderne tendenze del consumo enogastronomico on-line. Per questo motivo non sarà esclusivamente un sito di e-commerce ma dedicherà, nei suoi contenuti editoriali, una notevole attenzione alla diffusione della cultura enogastronomica piemontese. Oltre ai servizi di commercio business-to-consumer e business-to-business, esteso all'intera produzione tipica delle oltre 60 cooperative aderenti al progetto, il sito saporipiemontesi verrà integrato da aree dedicate ai gruppi d'acquisto e altri strumenti di carattere informativo quali mailing-list e newsletters.  
   
   
FORTE DEL SUCCESSO OTTENUTO LO SCORSO NOVEMBRE ALL’INTERNATIONAL WINE ACADEMY DI ROMA, IL SOAVE TORNA NELLA PIAZZA ROMANA IL 31 GENNAIO 2005  
 
Alla degustazione all’Hilton parteciperanno gran parte delle aziende socie del Consorzio di tutela dei vini Soave e Recioto di Soave. E nel 2005, al via il progetto “il Soave dei grandi Cru”. Grande affluenza di operatori del settore e della stampa di categoria alla degustazione avvenuta lo scorso novembre 2004 nella prestigiosa sede di Roma dell'International Wine Academy, incontro al quale ha partecipato il Consorzio di tutela dei vini Soave e Recioto di Soave con una rappresentanza di aziende (Casa Vinicola Cambrago, Azienda Agricola T.e.s.s.a.r.i., Azienda Agricola Coffele, Cantina della Valpolicella, Cantina del Castello, Canoso Azienda Agricola, Villa Canestrari, Azienda Agricola Vicentini Agostino, Azienda Agricola Le Mandolare, Cantina di Soave, Azienda Agricola Tamellini ). L'esperienza si è rivelata così positiva, da indurre il Consorzio a programmare una seconda trasferta romana per il 31 gennaio 2005, in occasione della degustazione che si svolgerà all'Hilton e alla quale parteciperanno gran parte delle aziende socie del Consorzio. Soave uno dei pochi vini a guadagnare nel mercato - A far da apripista nell'incontro novembrino sono state undici aziende, che hanno raccontato i mille volti del “Classico bianco d'Italia” a una nutrita schiera di giornalisti del settore enogastronomico (tra questi, oltre al patron della Wine Academy, Ian D’agata, Luciano di Lello, esperto di vini che collabora a La Repubblica, Bibenda e Gambero Rosso, Fabio Turchetti, che cura la pagina dei vini per Il Messaggero, Massimo Canevari, esperto in finanza agroalimentare che collabora a La Repubblica e Il Venerdì di Repubblica, Paolo Zaccaria, docente di Master alla Città del Gusto e collaboratore alla guida Vini d’Italia del Gambero Rosso) e di addetti ai lavori della capitale. Tra quest’ultimi, ricordiamo Paolo Tamberlani, importante agente di vini e di specialità agroalimentari a Roma e nel Lazio, Marcello Nocioni, altro importante agente di vini romano e Roberto Giovannardi dell’enoteca Il Vino ’99, nonché i titolari del ristorante La Saliera, dell’enoteca Meneghetti e del Cafè delle Arti di Roma. Nell'occasione, il Presidente del Consorzio Arturo Stocchetti ha evidenziato ai partecipanti come il Soave sia stato nel 2004 uno dei pochi vini italiani a tenere, se non a guadagnare,del 5/10 per cento nel mercato vitivinicolo. E questo grazie ad una accorta politica di salvaguardia del rapporto qualità/prezzo. I Cru del Soave - L'incontro di novembre ha suggellato il raggiungimento di un importante traguardo per il Soave, costituito dalla zonazione viticola e dall'applicazione delle nuove regole del Disciplinare. Idealmente, l'incontro di gennaio 2005 segnerà l'apertura di un nuova importante stagione, che vedrà il Consorzio impegnarsi nella valorizzazione della produzione e del territorio attraverso il “Soave dei grandi Cru”. Il progetto, che sarà realizzato nell’arco di un biennio in collaborazione con Veneto Agricoltura, prenderà in analisi le aziende vitivinicole più rilevanti dal punto di vista di omogeneità della zona. Saranno schedati i dati inerenti alle strutture produttive e di trasformazione, alle etichette e alle caratteristiche dei vini. In seguito, saranno identificati, per selezione e classificazione, i vigneti caratteristici di ogni terroir e saranno descritte le variabili relative ai vigneti e alla loro gestione, nonché alla vinificazione e all'affinamento dei vini da essi ottenuti. In parallelo, sarà effettuata una verifica pedologica sui vigneti e la mappatura dei fruttai. Una volta individuati i vini più significativi, sarà redatto un loro profilo organolettico e sensoriale e saranno fornite indicazioni tecnico-agronomiche per la caratterizzazione dei cru. Quindi, per ogni cru sarà elaborato un fascicolo contenente non solo i dati tecnici ma anche gli elementi storici, etimologici e umani legati alla produzione.  
   
   
TORBA ROSSA SI FA IN DUE  
 
Grappa simbolo della distilleria Roberto Castagner Acquaviti, Torba Rossa è un’acquavite preziosa e insolita, dal profumo inedito e intrigante. Un prodotto da veri intenditori creato da Roberto Castagner, mastro distillatore che da anni si batte per rifondare la cultura della grappa in Italia e promuoverne l’immagine anche all’estero. Ora il distillato leader della dinamica azienda veneta si sdoppia per affrontare i differenti segmenti di mercato: Torba Rossa viene commercializzata in due diversi formati, in versione 0,50 lt per l’ampio mercato del consumo casalingo e in versione 0,70 lt riservata al canale della ristorazione, delle enoteche specializzate e dei locali di tendenza.  
   
   
LE GUIDE DI “TERRE DI MEZZO” AI SAPORI DEL MONDO A ROMA, MILANO, GENOVA  
 
Si trovano in libreria e in strada con i venditori del giornale i nuovi “Pappamondo”, le guide di “Terre di mezzo” ai ristoranti stranieri e ai negozi di alimentari etnici nelle città di Roma, Milano e Genova. Tre vademecum per orientarsi con facilità tra i sapori delle cucine del mondo. Un modo nuovo di portare in tavola l’integrazione con culture altre. Pappamondo. Guida ai ristoranti stranieri di Roma. Roma non è mai stata tanto cosmopolita. In una nuovissima guida, 200 indirizzi ordinati in schede di facile consultazione: 140 ristoranti, dall’Africa Nera all’Estremo Oriente, tra cui molti di nuova apertura e tutti gli aggiornamenti sulle altre insegne. Un vademecum alle nuove tendenze della capitale, con un’ampia offerta di proposte eno-gastronomiche. Non solo ristoranti, ma anche rosticcerie e take away, kebab e negozi di alimentari etnici, dal mercato a due passi da piazza Vittorio alle botteghe del commercio equo e solidale. Pappamondo. Guida ai ristoranti stranieri e ai negozi di alimentari etnici di Milano. 250 ristoranti e locali di tutte le nazionalità, centinaia di kebab e rosticcerie, take away e servizi a domicilio, ma anche supermercati e negozi di alimentari dal mondo. “Pappamondo”, la guida alla ristorazione etnica in città, torna in una nuova edizione completamente riveduta e ampliata nella veste grafica e nei contenuti. Grande novità dell’edizione 2005, la sezione speciale dedicata ai negozi dove acquistare tutti gli ingredienti per assaporare le cucine del mondo a casa propria. Si spazia dai supermercati multietnici con specialità da ogni angolo del globo ai negozi di alimentari e di gastronomia specializzati dove trovare articoli di ogni genere e per tutte le tasche. Dalla semola per preparare il cous cous ai piatti pronti per una cena giapponese. Pappamondo. Guida alla Genova Etnica L’edizione aggiornata della prima guida completa alla Genova etnica: ristoranti, locali e take away stranieri, artigianato etnico e bagno turco, ma anche chi in città promuove una cultura multietnica: chi lavora nei vicoli, le associazioni culturali e le botteghe del commercio equo.  
   
   
GIOVEDI 16 DICEMBRE 2004 ALLA LOGGIA DI FRA' GIOCONDO A VERONA LA 4^ EDIZIONE DEL “PREMIO GIORNALISTA DURELLO 2004”  
 
Giovedì 16 dicembre 2004 si svolge alle 17.30 alla Loggia di Frà Giocondo in piazza dei Signori a Verona la quarta edizione del “Premio Giornalista Durello” 2004, indetto dal Consorzio Tutela Lessini Durello. All'incontro è prevista la presenza di Elio Mosele, Presidente della Provincia di Verona, Giancarlo Conta, Assessore all'Agricoltura della Regione Veneto, Fabio Bertolazzi, Presidente della C.c.i.a.a. Di Verona, Dionisio Brunelli, Assessore all'Agricoltura della Provincia di Verona, Alberto Martelletto, Assessore ai Trasporti della Provincia di Verona e Claudio Valente, Vice Presidente Verona Fiere. L'incontro rappresenta una felice occasione per parlare dei risultati ottenuti e delle prospettive di sviluppo della Doc nel mercato vitivinicolo. A questo proposito, sarà dato vita al dibattito “Storia, Luoghi, Sapori e Vini” al quale daranno il loro contributo: per la sezione “Storia”, Alessandro Volpi, vice preside dell'Itcs Lorgna Pindemonte, che presenterà “Dal Durello a Cangrande”, per la sezione “Luoghi”, Francesco Soletti, giornalista, che presenterà la nuova guida del Tci “Durello”, per la sezione “Sapori” Serena Brugnoli, dell'Associazione Erbecedario della Lessinia, che parlerà di come “Guarire con le erbe nella terra del Durello” ed infine, per la sezione “Vini”, Giorgio Carollo, Amministratore Unico Veneto Agricoltura, che parlerà di “Zonazione viticola di un autentico autoctono”. A coronamento dell'incontro, la premiazione del giornalista autore del miglior articolo sul Durello pubblicato nel 2004, effettuata da Sebastiano Carron, presidente “Club Giornalisti amici del Durello”. Oltre che nei dibattiti, il Durello sarà protagonista della degustazione di prodotti tipici della Lessinia servita ai presenti in onore del giornalista vincitore e delle prossime festività natalizie.  
   
   
GLI CHEF FRIULANI INCORONANO CLAUDIO DE STEFANO “CUOCO DELL’ANNO”  
 
Festa grande per gli oltre 300 invitati (tra cuochi, ristoratori e simpatizzanti) presenti alla Xviii edizione della tradizionale cena di Natale organizzata dalla sezione di Udine della Federazione Italiana Cuochi. È stata la raffinata cornice del ristorante Al Doge di Villa Manin di Passariano a fare da sfondo alla serata, durante la quale sono stati consegnati numerosi riconoscimenti. Doppia soddisfazione per il presidente della Squadra Concorsi della Fic provinciale, Claudio De Stefano: lo chef del ristorante Al Picaron di San Daniele del Friuli, infatti, oltre ad aver mietuto consensi con il suo gruppo alle Olimpiadi della cucina a Erfurt in Germania, si è anche aggiudicato il premio “Cuoco dell’anno” (assegnato ogni due anni dalla Fic udinese a chi si distingue per l’attiva partecipazione alle iniziative associative e per le capacità manageriali), consegnatoli dal presidente regionale vicario della Fic Giorgio Busdon. Il presidente provinciale della Fic di Udine, Silvio Di Giusto, ha poi nominato i nuovi membri del Collegium cocorum della sezione friulana, riconoscimento attribuito ai cuochi che raggiungono i 25 anni di attività: Laura Danielis, Sergio Didonè, Giorgio Di Fant, Ennio Furlan, Giovanni Miceli, Samuele Puntel, Claudio Scozzir, Fides Selenati. Premi anche per tre giovani studenti che si sono distinti negli istituti alberghieri e per le cuoche del gruppo Lady Chef. Nel corso della serata è stata inoltre ufficialmente firmata la convenzione per l’istituzione nazionale delle Lady Chef, sodalizio nato in Friuli ed ora esteso a tutta Italia. La cena è stata preparata dallo staff di cucina del ristorante Al Doge, coadiuvato dagli studenti del Civiform di Cividale. Tra gli ospiti della serata, nel corso della quale è stato ricordato anche il presidente regionale Adriano Tassi scomparso quest’anno, erano presenti tra gli altri l’assistente ecclesiastico della Fic provinciale don Giuseppe Riva, il segretario della Fic nazionale Gianpaolo Ganci, il presidente di Udine Fiere Gabriella Zontone, la madrina delle Lady Chef Marisanta di Prampero e la coordinatrice Bertilla Prevedel.  
   
   
BUONO NON BASTA..IL FUTURO DEL VINO ITALIANO SI SCRIVE AL FORUM AGIVI 22 GENNAIO 2005  
 
Mai quanto in questi ultimi tempi il mondo del vino si interroga su come reagire in un momento in cui molti mercati stanno segnando il passo. Ma cosa fa realmente il settore per superare le difficoltà? Quali possibilità vi sono per rendere davvero vincente la nostra produzione enologica in uno scenario internazionale sempre più competitivo? Per conquistare il mercato in modo duraturo, le aziende italiane dovranno superare gli individualismi ed iniziare a lavorare assieme per preservare e valorizzare il patrimonio di vitigni autoctoni che costituiscono la ricchezza del nostro Paese. Una possibile risposta potrebbe venire dalla comunicazione, che da spontanea ed "individualista" dovrà necessariamente divenire integrata, adottando anche i moderni strumenti del marketing per promuovere il territorio. Questa è divenuta oggi essenziale per vendere il vino. Perché fare un prodotto "Buono non basta" . Proprio su questo tema si interrogherà il 22 gennaio Agivi, Associazione Giovani Unione Italiana Vini, squadra composta dalle nuove generazioni della migliore enologia nazionale che hanno già capito l' importanza di "fare sistema" e di trovare una comunicazione collettiva per il Vigneto Italia. Oggi Agivi riunisce 110 giovani imprenditori tra i 18 ed i 40 anni, a capo di aziende che rappresentano ben 14 000 ettari di vigneto specializzato nelle zone più vocate d'Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Gli iscritti credono nel valore dell'associazione e per questo motivo, sin dalla sua nascita, Agivi si riunisce periodicamente per riflettere su problematiche di attualità. Tema del prossimo Forum, che si svolgerà a Cortina d'Ampezzo il 22 gennaio alle ore 15.00 presso l'Hotel Ancora, sarà appunto "Buono non basta - Quale comunicazione per il Vigneto Italia". Obiettivo dell'incontro, evitare la retorica e offrire ai soci e all'intero settore alcuni spunti di riflessione utili. Con spirito critico ed onestà, il Forum chiamerà al tavolo dei relatori personaggi che hanno fatto la storia della comunicazione in settori anche molto diversi da quello del vino, con l'obiettivo di cercare risposte, confronto e qualche provocazione. Agivi è infine si è fatta conoscere per la capacità di comunicare ai consumatori coetanei, i giovani under 40, grazie all'adozione di un linguaggio moderno e ad un approccio informale e dinamico. In occasione del Forum non poteva quindi mancare un momento di incontro con il pubblico. Il 22 gennaio alle ore 16.00 presso l'Hotel Ancora la città di Cortina, meta turistica invernale per eccellenza secondo i giovani, ospiterà il wine bar del Bere Giovane, dove i nuovi volti del vino italiano, ragazzi come loro, li accompagneranno alla scoperta dei vitigni, della storia e della cultura enologica. "Abbiamo scelto Cortina perché rappresenta una delle mete invernali più frequentate da giovani attenti alla qualità della vita" afferma il Presidente Agivi Enrico Drei Donà "Obiettivo del Forum infatti è certamente creare un momento di riflessione per l'intero settore, ma anche ascoltare e avvicinare il pubblico ai grandi vini italiani. Come Agivi, riteniamo che sia finito il tempo degli appuntamenti per una stretta cerchia di operatori. E' ora che il vino ritorni al consumatore, ma lo faccia in modo intelligente e qualificato".  
   
   
SI AMPLIA IL “PROGETTO BRAILLE” DI ALCE NERO, MIELIZIA E LIBERA TERRA  
 
Presentate le ultime novità nel corso della “cena al buio” al Circolo della stampa di Milano. Oltre al nome del prodotto, resi accessibili ai ciechi anche la data di scadenza e il marchio. Non solo il nome del prodotto, ma anche la data di scadenza e il marchio. Sono queste le nuove informazioni in linguaggio Braille inserite nelle confezioni dei prodotti tipici e biologici Alce Nero e Mielizia, primi generi alimentari ad essere accessibili alle persone non vedenti grazie ad un percorso innovativo. I nuovi prodotti in Braille sono stati presentati durante la “cena al buio” organizzata da Alce Nero e Mielizia, al Circolo della stampa di Milano, insieme all’Istituto Cavazza di Bologna: due ore nella completa oscurità per degustare le nuove referenze con l’accompagnamento di camerieri ciechi e mettersi nei panni delle persone non vedenti. L’impegno degli apicoltori e degli agricoltori biologici di Alce Nero e Mielizia per questo vero e proprio progetto sociale era iniziato nel settembre scorso con la presentazione al Sana delle prime due linee di prodotti biologici (i succhi 100% pera e mela, i sughi pronti e le polpe di pomodoro Alce Nero) che riportavano in etichetta il nome anche in caratteri Braille. Una gamma che oggi si amplia non solo con l’inserimento di altre informazioni preziose per il consumatore ma anche con l’allargamento del progetto ad altre nuove linee di prodotto: tutti i mieli regionali a marchio Mielizia, da quelli biologici da 250 grammi con la carta d’identità fino alle confezioni da 1000 grammi, nonché l’aceto di mele, i risi Baldo (bianco e integrale) e Arborio e i cereali (orzo, farro, miglio, zuppa d'orzo, zuppa di farro) Alce Nero. Questa innovazione, che mira a favorire la vita quotidiana dei circa 400 mila italiani non vedenti, diventerà effettiva nei prossimi mesi anche sulle confezioni delle altre referenze biologiche Alce Nero, degli altri prodotti dell’alveare a marchio Mielizia (come la pappa reale e gli sciroppi alla propoli) delle paste, dei cereali, del vino e dei legumi Libera Terra. E Lucio Cavazzoni, presidente del gruppo Alce Nero – Mielizia, presentando la cena al buio, ha rivolto un appello anche alle altre aziende: “Vorremo che altri ricalcassero la nostra stessa esperienza per agevolare la quotidianità delle persone non vedenti”.  
   
   
SI CHIAMA TRE CIME MONDOLATTE E SI TROVA A DOBBIACO (BZ). IL NUOVO CASEIFICIO È UN NEGOZIO-LABORATORIO, DOVE IL VISITATORE-CONSUMATORE PUÒ VEDERE, TOCCARE, IMPARARE, ASSAGGIARE E COMPRARE  
 
Centottanta i soci che consegnano ogni giorno dai 300 ai 380 quintali di latte per la produzione di burro, panna, formaggi (ben 13) e yogurth. All’interno, anche giochi a tema, pannelli illustrativi luminosi, filmati e mostra di attrezzi caseari usati nelle malghe. Visite guidate con degustazione a 6 € a persona, gratuite per bambini fino a 8 anni In Alta Pusteria è nata la prima “latteria in vetrina” dell’Alto Adige. Si chiama Tre Cime Mondolatte e si trova a Dobbiaco (Bz). Da pochi mesi, ha sostituito l’antico caseificio pusterese, di cui ha conservato una parte del nome – Tre Cime – simbolo storico oltre che geografico, che rimanda alle latterie di fine Ottocento di San Candido e Dobbiaco. A parte la costante attenzione per la qualità, tutto il resto è cambiato: in nome della massima trasparenza nei confronti del consumatore, il caseificio è diventato un negozio-laboratorio dove il visitatore può vedere, toccare, imparare, assaggiare e comprare. La tecnologia sposa la tradizione - Nonostante l’alta tecnologia impiegata, il caseificio rimane un’azienda artigianale, dove i casari riempiono ancora le forme a mano. Ogni giorno, i centottanta soci di Villabassa, Dobbiaco e San Candido consegnano a Tre Cime Mondolatte dai 300 ai 380 quintali di latte che viene pastorizzato – la lavorazione del latte crudo è consentita infatti solo per 500 mila litri di latte l’anno - e trasformato in burro, panna, yogurth e formaggio. Di quest’ultimo, ne vengono prodotti ben 13 tipi, alcuni freschi, altri messi a stagionare. Grazie alle pareti di vetro che dividono i locali interni della latteria, il visitatore può seguire tutto il ciclo di produzione, dal momento dell’arrivo del latte alla lavorazione del caglio, dalla stagionatura alla vendita. A rendere la visita ancora più interessante e divertente, tra una tappa e l’altra ci sono pannelli illustrativi luminosi, filmati, antichi attrezzi caseari usati ancora nelle malghe e giochi a tema (es. Il flipper con le mucche). I prodotti – Oltre al burro da tavola, allo yogurth e alla panna, a Tre Cime Mondolatte vengono prodotti 13 formaggi diversi. Tra questi, ne ricordiamo alcuni: il Dobbiaco Originale in stanga bianco, al pepe verde e alle erbe, da consumare al naturale ma anche alla piastra, alla griglia, con la polenta o impanato; il Fumichello pusterese, che viene esposto per 16 ore al fumo freddo di legna utilizzata per affumicare lo speck; il San Candido Montagna, stagionato per 8 mesi; i formaggi San Candido alle erbe e al vino; la caciotta pusterese San Candido; il Delicatess San Candido, fresco e morbido, di latte intero. Visite guidate - Tre Cime Mondolatte (via Pusteria, Dobbiaco, tel. 0474.971300) è aperto dal martedì al sabato dalle 8 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 18, chiuso il lunedì. Le visite guidate sono per gruppi di dieci persone, costo 6 euro a persona (bambini fino a 8 anni gratis), inclusa la degustazione di un piatto misto di formaggi, un bicchiere di vino, birra, acqua o latte e pane nero a volontà. Infolink:  www.Tre-cime.info  
   
   
IL NATALE A BRONI SI ARRICCHISCE DEI SAPORI DELLO SHOWROOM DEL GUSTO  
 
Domenica 19 dicembre. "aspettando Natale" a Broni. Lo Show room del Gusto offre un motivo in più per arrivare sino a Broni. Domenica 19 dicembre, giorno successivo all'apertura, le vie cittadine del centro storico bronese, "Aspettando Natale", manifestazione culturale organizzata dai commercianti in collaborazione con gli Enti Locali. Le vie "antiche del paese", pavimentate in porfido, saranno affollate di bancarelle dai più svariati e fantasiosi, artigiani e collezionisti. Antiquariato, pittura, hobbistica di vario genere che si uniranno con le attività commerciali che insistono con le vetrine sulle vie coinvolte, per dare la possibilità a tutti di scoprire il dono particolare per i parenti e amici. Un'occasione importante anche per conoscere i prodotti locali, infatti durante tutta la mattinata in concomitanza con "Aspettando Natale", si svolgerà il tradizionale mercato rionale domenicale, che raccoglie i migliori produttori di prodotti tipici dell'Oltrepo Pavese. In questa occasione Maria Claudia e Patrizio dello Show room del gusto, propongono un menù dedicato alle specialità lombarde: bigné di torta di verdura, crostatine con purea di patate e uova di quaglie, fagottino fritto al taleggio, cofanetto di pasta sfoglia con funghi porcini e fonduta al parmigiano e involtino di calamari alla griglia e trevigiana con gamberi e dadi di pomodoro al timo, risotto alla zucca con gamberi e julienne di carciofi fritti e ravioli di Castelmagno, carrè d'agnello disossato impanato fritto con vellutata di verdure e julienne di patate fritte, semifreddo allo zabaione con fragole flambé e il torroncino morbido con copertura al cioccolato fondente come piccolo (grande) pasticceria. Www.showroomdelgusto.com  
   
   
CENA DI CAPODANNO LAST MINUTE DA PRENOTARE ON LINE CON RISTOCLUB.IT  
 
Avete già pensato a come trascorrere la notte di San Silvestro per salutare l’anno vecchio e brindare a quello nuovo? Se non lo avete fatto perché non avete il tempo di sfogliare riviste, consultare guide, farvi venire delle idee, prendere in mano il telefono per chiedere informazioni e verificare la disponibilità dei posti, sappiate che ci vogliono solo pochi minuti per organizzare una cena indimenticabile in qualunque ristorante d’Italia. Che vogliate far baldoria con un gruppo di amici chiassosi in un’osteria a suon di fisarmonica e lambrusco o che preferiate cenare con la vostra dolce metà a lume di candela in un luogo romantico sulle note di Strauss, con www.Ristoclub.it potete prenotare la soluzione che fa per voi in tempi incredibilmente veloci e con un’efficienza senza confronti. Anche all’ultimo minuto, se siete degli insanabili ritardatari! Dal 16 dicembre 2004 sul sito troverete moltissime opportunità proposte da oltre 3.000 ristoranti, agriturismi, winebar, discoteche collegati in rete. E molti di questi vi sapranno dire anche quali piatti degusterete durante il Veglione. Prenotare la vostra cena di fine anno su www.Ristoclub.it  risulterà quanto mai facile. Perché con un motore di ricerca potrete selezionare la città, il tipo di locale che preferite (la trattoria, la pizzeria o il ristorante?), il genere di cucina (classica, tradizionale, etnica, vegetariana, creativa), l'ambiente (informale o elegante?) e la fascia di prezzo. Subito dopo aver scelto il locale e specificato il numero dei commensali avrete la riserva del tavolo e riceverete conferma via e-mail o Sms a vostra scelta. A questo punto la prenotazione è effettiva con possibilità di disdetta fino a tre ore prima dell’orario concordato per la cena. Tutto ciò viene concluso velocemente senza spendere nulla in anticipo, poiché il conto lo salderete direttamente al ristorante. E che fare dopo il brindisi di mezzanotte per festeggiare il 2005, se non si vuole rimanere al ristorante? Anche in questo caso www.Ristoclub.it vi può aiutare a scegliere fra tutte le iniziative di svago e di intrattenimento che saranno organizzate per l’occasione nelle diverse città. Perché sul sito ci sono link importanti non solo in ambito culinario, ma anche culturale, ambientale, sportivo, artistico.  
   
   
IL RISTORANTE LE CLOCHARD SPECIALIZZATO IN CUCINA VALDOSTANA SI E’ TRASFERITO  
 
Ristorante valdostano savoiardo, Le Clochard è di proprietà di Federico Ramazzotto, che trae ispirazione dalla capacità di comunicare e socializzare con i clienti che era patrimonio del papà Giorgio mentre le tipiche ricette derivano dalla tradizione della mamma Marinella, creatrice del ristorante Le Clochard sul Lago di Garda. Nello stile del ristorante è la attenta descrizione da parte di Federico della composizione dei piatti e degli abbinamenti. Al successo di Le Clochard, nato a Milano tre anni fa, ha fortemente contribuito Francesca Lovatelli Caetani, personaggio tv, esperta di tendenze e pr che ha fatto conoscere tra gli opinion leader milanesi la Cucina Savoiarda, proposta da Federico Ramazzotto e realizzata con ingredienti scelti appositamente in Valdaosta: anche pesce e grandi grigliate di carne di razza selezionata piemontese, ma sempre abbinati a prodotti tipici della Valle D'aosta, per mantenere la caratterizzazione del locale. Infatti Le Clochard era un locale storico degli anni ’80 di Courmayeur. I piatti tipici sono la fonduta, o valdostana tipica con formaggio, o Bourguignonne, con apposito contenitore nel quale vengono cotti nell’olio tre tipi di carne-manzo, maiale e pollo, da gustare con le salsine, vigneronne, con il vino, pesto quella marine con il pesce, ma c’è anche quella au chocolat, cioccolato servito in un fornellino caldo, nel quale intingere la frutta. Gli altri piatti tipici sono Raclette, formaggio fuso con patate bollite, cipolline, cetriolini, mocetta, la Braserade, brace sulla quale vengono cotte carne e verdure, la Pierrade, pietra sulla quale vengono cotti tre tipi di carne, fonduta valdostana, formaggio fuso con crostini di pane, la Clocherade, campana di ferro con il fuoco sotto, sulla quale viene attaccata la carne, cotta al momento, da assaporare con la confettura di asparagi, pomodori, peperoni, formaggi di tutti i tipi, anche di capra, da assaporare con il miele delle valli, tagliatelle con farina di castagne e sugo di cinghiale, risotti top, come quello con la toma e pere, o la scamorza e le cipolle, salumi particolari tipici valdostani, il famoso filetto alla valdostana, le polente, miele e confetture di verdura, grappe di frutta e la mitica grolla. Tipico anche l’arredo del locale: alle pareti arnesi tipici valdostani, vecchie bilance della nonna, gerle sul camino, lampade a petrolio e pentole, centrini, candele ai tavoli, mattoni, sedie in legno e paglia.A Mediolanum Channel Le Clochard è stato protagonista di una puntata di un programma dedicato ai prodotti naturali. Infolink: www.Leclochard.it  
   
   
GALLO WINE GALLERY DI LA MORRA PROPONE UN MODELLO DI ENOTECA COME LUOGO DI SCAMBI CULTURALI E DI AGGREGAZIONE  
 
Coinvolgimento del visitatore e aggregazione all’Enoteca Wine Gallery. Di la Morra che ha cominciato la sua nuova attività con la mostra “I nudi - sentimento” di Vanni Martina inaugurata il 4 dicembre e in esposizione fino al 31 dicembre. L’abbinamento opere d’arte /vini ha visto protagonisti accanto ai quadri di Martina vini di eccellenza piemontesi e quelli del produttore umbro Madonna Alta di Montefalco (Perugia) accompagnati da golose specialità della Cascina San Cassiano di Alba. Un abbinamento sorprendente ed originale in cui risaltavano le immagini di grande impatto emotivo dell’artista. Info@gallowinegallery.com  
   
   
PER IL 2005 CONGUSTO ANNUNCIA UN PROGRAMMA DI CORSI RICCO DI NOVITÀ E DI CREATIVITÀ  
 
Congusto rinnova e valorizza gli appuntamenti di successo dello scorso anno, e propone nuove iniziative intriganti e formative. Per realizzare i corsi e gli eventi della prossima stagione gennaio – marzo 2005, si propone una serie varia ed intensa di esperienze gastronomiche in senso lato, dedicando particolare attenzione agli aspetti culturali e artistici della tavola, per mantenere lo stile che da sempre lo contraddistingue anche nel corso del nuovo anno. Congusto segnala che è in programma la seconda edizione del Master di Banqueting Design: fiore all’occhiello della scuola di cucina, che rappresenta la prima risposta completa per tutti gli appassionati ed esperti del settore che vogliano approfondire le loro conoscenze e tecniche con lo chef di Congusto Dario Biotti, nonché sviluppare le loro doti confrontandosi con esperti del settore, sommelier, nutrizionisti e maestri pasticceri. Il Master Congusto è impreziosito da un proficuo e costante rapporto con affermate e importanti realtà della ristorazione e del design, quali Siemens, Godiva e Lagostina. Altro evento eccezionale, che riprende il prossimo anno, è la serie dei week-end gastronomici a tema, imperdibili rendez-vous per tutti gli appassionati di cucina, compresi coloro che risiedono fuori Milano, lontano dalla storica sede di Via Manzoni 23. Congusto riprende a viaggiare per l’Italia per incontrare realtà imprenditoriali locali di alto prestigio e di straordinaria maestria. Queste iniziative prevedono in genere 2 giorni, il sabato e la domenica; una parte dell’evento si svolge presso Congusto, mentre un secondo momento formativo consiste in una visita fuori porta in rinomate aziende del settore, tra le quali figureranno sicuramente gli impianti di produzione del riso biologico Acquerello e aziende vinicole, in collaborazione con Piaceri d’Italia. Tutti i corsi, secondo la tradizione di Congusto, sono costituiti da percorso di esperienza sia pratica che teorica; entrambi gli aspetti favoriscono e garantiscono la partecipazione attiva degli ospiti, la cui curiosità, passione e competenza sono un ingrediente necessario per un esito di successo degli incontri. La durata delle lezioni è di 2 o 3 ore circa.  
   
   
FERRARI GIOVANNI SPA: STORIA DI UNA TRA LE PIÙ IMPORTANTI INDUSTRIE CASEARIE DEL PANORAMA ITALIANO  
 
Ferrari Giovanni S.p.a. – tra le più importanti industrie casearie del panorama italiano - è specializzata nella selezione e nel preconfezionamento di formaggi di eccellenza della tradizione italiana ed internazionale. Nata nel lontanissimo 1823 – nel cuore della pianura padana - come caseificio tradizionale attivo nella raccolta e lavorazione del latte, produzione di burro, grana e paste filate, è sicuramente un punto di riferimento dell’economia del Lodigiano. Con la nascita dell’Italia industriale nei ‘mitici’ anni ‘60, grazie all’opera e alle intuizioni di Giovanni Ferrari, il centenario caseificio diventa una moderna industria, con la missione di offrire al consumatore sempre formaggi di qualità ma, d’ora in avanti, soprattutto confezionati. Attualmente l’azienda conta 184 dipendenti e dispone di due unità produttive:una a Ossago Lodigiano (Lodi) e l’altra a Busseto (Parma). A Ossago Lodigiano, sede principale, si trova anche il nuovo magazzino di stagionatura, una struttura all’avanguardia grazie al sofisticato sistema di climatizzazione, che oggi apriamo ufficialmente. Ha una superficie di 3.500 mq e una capacità di stoccaggio di oltre 70.000 forme tra Parmigiano Reggiano e Grana Padano. A Busseto viene prodotto e confezionato il Parmigiano Reggiano grattugiato, secondo le severe normative imposte dal disciplinare del Consorzio di Tutela. Con un fatturato di 163 milioni di Euro nel 2003 (159,9 milioni nell’anno precedente) Ferrari è una realtà importante e significativa nel panorama dell’industria casearia italiana. Iri Infoscan le assegna il 5° posto nel rank a valore tra i produttori di formaggio confezionato. Nel segmento dei formaggi grattugiati freschi, il brand Granmix è la marca leader di mercato con una quota a volume del 19,8% (fonte Iri Infoscan Iper+super+superette Anno Terminante agosto 2004). Questi straordinari risultati sono il frutto di un’accorta politica industriale e commerciale, oltre che di un continuo e costante aggiornamento delle tecnologie di confezionamento, aggiornamento che avviene sotto il controllo del Sistema di Gestione per la Qualità (Certificato Iso 9001/2000). Da sempre attenta alle esigenze del mercato e alle evoluzione del gusto e dei comportamenti dei consumatori, Ferrari ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione dall’Istituto Mediterraneo di Certificazione, per il confezionamento di prodotti biologici. Il progetto di certificazione di filiera per il Grana Padano è già stato completato; quello per il Parmigiano Reggiano è in fase di ultimazione. La struttura commerciale. Ferrari ha una struttura di vendita capillare, capace di rispondere in maniera puntuale alle diverse esigenze del mercato e dei singoli clienti. È composta da 43 professionisti che, coordinati dal Direttore vendite e da tre capi area, presidiano la Gdo e il Canale Tradizionale. La rapidità d’intervento verso le esigenze della clientela e l’alta qualità del servizio – due plus peculiari di Ferrari - sono ulteriormente migliorate grazie all’impiego della rete informatica tra forza vendita e azienda: un collegamento bidirezionale, in tempo reale, che facilita e velocizza sia la trasmissione degli ordini che la gestione del credito e delle informazioni.  
   
   
CONFEZIONI INNOVATIVE NELLA PRODUZIONE GODIVA  
 
Godiva unisce alla tradizione il fascino della storia ed il gusto di un cioccolato premium di grande qualità. Il Maitre Chocolatier Godiva tende sempre ad andare oltre il mondo del classico cioccolato per realizzare creazioni di forte personalità. Alcune delle confezioni più innovative propongono un prezioso scrigno in raso nero che può contenere fino a 20 differenti cioccolatini che sembrano vere opere d’arte: praline, truffles allo champagne, croccanti, alberelli e stelle di Natale prodotti in edizione limitata solo per il periodo natalizio e addirittura nel cassettino inferiore un dolce assortimento di caraques al fondente e al latte. La Christmas Cake Godiva invece con 8 spicchi di cioccolato sembra creare una piccola torta. Quattro porzioni ricoperte da un sottile strato di cioccolato fondente ripieno di un cuore di cioccolato amaro e, per gli amanti dei sapori più dolci, quattro porzioni al latte ripieni di una crema ganache pralinata. Infine l’ultima confezione comprende tre cioccolatini ispirati ai Re Magi: Gaspare diventa una morbida crema al cioccolato bianco ricoperta di cioccolato fondente decorata con stelle dorate. Baldassarre si trasforma in una voluttuosa crema di cioccolato al latte profumato con mirra. Melchiorre si rinnova in una crema di cioccolato al latte delicatamente aromatizzata con incenso, ricoperta di cremoso cioccolato bianco  
   
   
NOVITÀ IN CUCINA E PER PROTEGGERE LA SALUTE: MARGARINA A RIDOTTO TENORE DI GRASSI VALLÉ ALLÉGÉE  
 
Il mese di gennaio è di solito costellato da rimorsi per i cibi succulenti, ricchi e irresistibili che ci hanno rallegrato, e qualche volta appesantito, nel tourbillon di feste, cene, pranzi dell’ultima parte del mese di dicembre e dell’inizio del nuovo anno. Per la cucina di questo mese una soluzione può essere la margarina a ridotto tenore di grassi Vallè Allegée con Omega 3 e vitamina E con il 25% di grassi in meno. Oltre ad accantonare le diete mortificanti, questa margarina offre i benefici che gli Omega 3 e la vitamina E apportano alla pelle, ai capelli e al sistema nervoso.  
   
   
AC ACTIVE DI LATTERIA SOCIALE MERANO  
 
Ac Active, la bevanda probiotica di Latteria Sociale Merano a base di latte non modificato geneticamente dell’Alto Adige arricchito da più di un miliardo di fermenti Lactobacillus Acidophilus e Lactobacillus Casei si propone come alimento ideale per rinforzare le difese immunitarie. Questi arrivano infatti vivi nell’intestino e contribuiscono attivamente a rafforzare il nostro organismo. Disponibile nelle due versioni Classico e Magro 0,1%, Ac Active assunto ogni giorno aiuta a combattere i germi patogeni presenti nell’intestino migliorando così lo stato di salute generale e prevenendo l’insorgenza di diverse malattie.  
   
   
IL BENESSERE AL CENTRO DELLA RIFLESSIONE SOCIOLOGICA NELL’ULTIMO LIBRO DEL FUTURE CONCEPT LAB “BODY VISIONS. LE SEI TENDENZE DEL BENESSERE E DELLA BELLEZZA NEL MONDO”  
 
Un viaggio affascinante nei cinque continenti attraverso le tendenze più recenti e le prospettive future è quello che ci propone Body Vision di Future Concept Lab, il laboratorio fondato da Francesco Morace e il più avanzato laboratorio di ricerca sociologica italiano. L’osservatorio mondiale attivato attraverso antenne vigili e sensibili di grande efficacia dimostra che la ricerca di benessere è al centro dei bisogni immateriali del mondo moderno presente e futuro. Contro ansie, brutture e violenze della vita, il concetto estensivo di benessere sembra il rimedio che garantisce rilassamento e serenità. Un benessere concepito come una globalità psicofisica, serenità del corpo e dell’anima, rituale del corpo e della mente, sfida energetica, trattamento nelle spa, nei regni del fitness, nelle aree dedicate dei grandi alberghi che ormai sono tutti dotati di un’area benessere. A ciò contribuiscono molti atteggiamenti: la lentezza, il recupero dei piccoli piaceri quotidiani, la consapevolezza del proprio corpo, della propria gestualità e del metabolismo personale, per recuperare un perfetto equilibrio. La prospettiva della lentezza sembra soprattutto l’elemento riequilibrante di fronte ai ritmi eccessivamente tumultuosi del vivere odierno. Il corpo stesso viene governato con nuova attenzione, con maggiore sensibilità per l’igiene, per l’efficienza, per l’alimentazione, che assume un’importanza grandissima, con ricerca di cibi biologici e naturali. Nelle stesse Spa il cibo viene associato a colori e sapori particolari che devono soddisfare i cinque sensi e non più solo il senso della sazietà e della gola. Interessantissima anche nel volume di Future Concept Lab la parte relativa alle formule innovative in tutto il mondo che sperimentano questo benessere totale a 360°. Formule osservate con molta attenzione da Unipro che ha collaborato all’organizzazione della ricerca.