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Notiziario Marketpress di Lunedì 13 Giugno 2005
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APPROVAZIONE DELLO SCHEMA DI CONTABILITÀ SEPARATA RAI  
 
Napoli, 13 giugno 2005 - Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni presieduto da Corrado Calabrò ha approvato ili 9 giugno, su proposta dei Commissari relatori Giancarlo Innocenzi e Michele Lauria, lo schema di contabilità separata della Rai. Lo schema – coerentemente con le linee guida fissate nella delibera 102/05/Cons assunta dall’Autorità in data 10 febbraio 2005 – ha separato le attività della concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo in tre distinti aggregati. In sintesi, gli aggregati “A”, “B” e “C” contengono rispettivamente: i costi e i ricavi riconducibili al servizio pubblico, disciplinato dalla Legge 112/2004 e dai Contratti di Servizio; i costi e i ricavi inerenti all’attività commerciale; i costi e i ricavi relativi alle attività strumentali di supporto. La struttura dello schema di contabilità separata è tale da garantire – come è nelle finalità della legge 112/2004 - la determinazione del costo di fornitura del servizio pubblico generale radiotelevisivo e di assicurare per tale via la trasparenza e la responsabilità nell’utilizzo del finanziamento pubblico. Il sistema andrà in vigore a partire dalla contabilità 2005 e dovrà essere verificato da una società di revisione scelta dall’Autorità su proposta della Rai. Per l’esercizio 2004 è prevista una fase di test concordata , che consentirà di verificare in concreto l’applicazione dello schema di contabilità separata, al termine della quale potranno anche essere apportate ulteriori integrazioni.  
   
   
POLITICO SENZA TITOLO DI STUDIO LAMENTA "GRAVE CAMPAGNA DIFFAMATORIA" E CHIEDE UN MILIARDO DI DANNI. IL GIUDICE DÀ RAGIONE AL GIORNALISTA: "FATTI STORICAMENTE VERI . IRONIA E SARCASMO NON FANNO REATO". UNA LEZIONE DALLA CALABRIA.  
 
 Cosenza, 13 giugno 2005 - Il Tribunale civile (in composizione monocratica con la dottoressa Rosangela Viteritti) ha rigettato la domanda di risarcimento danni (per un miliardo di vecchie lire) presentata nel 2001 dall'allora presidente dell'Arssa, Antonio Pizzini contro il giornalista Guido Scarpino per "una grave campagna diffamatoria perpetrata ai suoi danni" attraverso la redazione di "numerosi articoli (otto in tutto, ndr) accomunati da un'unica circostanza: la diffusione reiterata di notizie assolutamente false e tendenziose". Antonio Pizzini è stato difeso dall'avvocato Oreste Morcavallo, mentre il giornalista è stato patrocinato dall'avvocato Enzo Lo Giudice. Era stata chiesta la condanna del giornalista per "i danni arrecati alla reputazione, al prestigio, all'immagine e all'onore" del Pizzini. In una fase successiva, tra l'altro, era stata chiamata in causa anche la società Il Mezzogiorno Spa (editrice del quotidiano "La Provincia cosentina" di cui Guido Scarpino è redattore), che si è costituita con l'avvocato Eugenio Conforti. Nella sentenza si legge: "Le modalità espressive utilizzate per descrivere e commentare fatti, benché appaiono a volte ironiche e sarcastiche, devono ritenersi giustificate dall'esimente del diritto di critica, posto che le espressioni utilizzate, prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, costituiscono il frutto di giudizi e valutazioni personali dell'autore, che nella qualità di giornalista ritiene di valutare l'operato e l'attitudine dei politici locali e dei dirigenti di organismi pubblici, qual è l'Arssa". Arssa sta per "Agenzia regionale per i servizi e lo sviluppo in agricoltura" (un vecchio carrozzone oggi forte di appena 400 dipendenti). E ancora afferma la sentenza: "L'intento dell'autore - prosegue il giudice in relazione agli scritti sulla presunta mancanza di requisiti del presidente dell'Arssa - sostanzialmente è quello di rimuovere rilievi polemici sul fatto che a capo dell'Arssa sia stato posto un politico che non vanta titoli di studio (avendo il Pizzini conseguito la maturità classica) ovvero esperienza professionale (essendo egli impiegato della Telecom) attinenti allo scopo sociale dell'ente predetto e non già quello di esprimere giudizi sulla persona del presidente, che non è stata affatto interessata ed attaccata con l'attribuzione di fatti disdicevoli". La dottoressa Viteritti rileva infine che il giornalista "non ha remore" a far pubblicare articoli "interamente a difesa della figura del Pizzini", sottolineando, infine, che gli scritti censurati rispondono ai requisiti di verità sostanziale dei fatti, continenza e interesse pubblico della notizia. "Tenuto conto delle esaustive motivazioni in ordine ad ogni punto della domanda rigettata, le quali appaiono incontrovertibili ed insuscettibili di riforma, accogliendo in pieno la tesi prospettata dall'avvocato Lo Giudice", il giornalista si è "riservato di agire in separato giudizio al fine di formulare una richiesta risarcitoria per i danni subiti a livello fisico e da immagine". Questa iniziativa costituisce un precedente innovativo, che i giornalisti italiani farebbero bene a seguire, quando vengono presi di mira incautamente dalle cosiddette "autorità" a scopo chiaramente intimidatorio.  
   
   
PRESENTATO ALL’OSSERVATORIO ASSIRM IL BILANCIO DELLE ATTIVITÀ 2004 CHIAROSCURO NEI DATI SULLE RICERCHE DI MERCATO  
 
Milano, 13 giugno 2005 - All’università Cattolica di Milano, nella sede di Via Nirone, giovedì 9 giugno si è svolto l’Osservatorio Assirm sulle ricerche di mercato. Ogni anno l’Associazione tra Istituti di Ricerche di Mercato, Sondaggi di Opinione, Ricerca Sociale, fa il punto sulla situazione e sulle evoluzioni delle indagini con questo Osservatorio che ormai è diventato un incontro tradizionale e importante, come il convegno dell’Assocomunicazione e l’assemblea dell’Upa. L’osservatorio è stato aperto da Luigi Ferrari, presidente Assirm e presidente People, the research partner, che ha presentato i due relatori della giornata: Paolo Duranti, Managing Director Nielsen Media Research Italia e Antonio Valente, Amministratore Delegato Lorien Consulting. Dalla presentazione del presidente Ferrari e dalla relazione di Paolo Duranti, è emerso un quadro del 2004 dai toni in parte contraddittori. Il dato più positivo è la crescita del 7.5% rispetto al 2003, che continua e intensifica la serie positiva degli anni precedenti; ma l’Associazione esprime tuttavia qualche preoccupazione, perché non si nasconde che questo risultato in parte compensa i rilevanti aumenti di costo verificatisi nel frattempo. Nel 2004 sono aumentate, rispetto all’anno precedente, le ricerche quantitative e per i clienti nazionali, a fronte di una flessione delle commesse estere; c’è stato un forte incremento dei sondaggi politici e d’opinione, delle ricerche ad hoc e di quelle continuative; ma, d’altra parte, sono diminuite le ricerche qualitative, le indagini omnibus e sui prodotti standard. E ancora: hanno registrato un forte incremento le indagini telefoniche, ma sono diminuite le indagini personali; e, dato sorprendente rispetto alle aspettative per la tecnologia più moderna, le indagini via internet stentano a decollare e registrano quindi una crescita marginale. Infine, nell’osservazione dei settori che investono nelle ricerche si registra un certo equilibrio: sono ripresi gli studi per le telecomunicazioni, i servizi finanziari, l’informatica e l’elettronica, mentre sono diminuiti quelli per i beni durevoli e per i beni di consumo. Nella seconda parte dell’ Osservatorio, Antonio Valente ha quindi illustrato la relazione sull’inchiesta svolta su 1022 cittadini (campione rappresentativo della popolazione italiana) e su 307 opinion leader della comunità finanziaria, industriale, politica e sindacale, per chiarire l’atteggiamento degli italiani rispetto al consumo responsabile, alla responsabilità sociale dell’impresa e alla delocalizzazione responsabile. Il 59.1 % degli intervistati acquista prodotti con una componente esplicitamente sociale, con un incremento dell’80% rispetto al 2004. Oltre a ciò, dall’indagine emerge che per gli italiani la prima caratteristica di un’impresa socialmente responsabile è la tutela dell’ambiente (79.8%) , seguita dall’attenzione per il benessere dei propri dipendenti (71.3%), dalla creazione di occupazione (67.8), e dalla scelta di non portare la produzione in Paesi stranieri con il costo inferiore della manodopera (52.2). Soltanto il 4.9 % degli italiani ritiene che l’azienda debba avere per unico scopo il profitto. Quanto agli opinion leader, l’86.7 considera la responsabilità sociale dell’impresa un vantaggio per l’azienda sia in termini d’immagine (52.4) sia in termini economici (31.9). Tra gli strumenti della responsabilità sociale, i più efficaci sono ritenuti le politiche sociali per i dipendenti (59.3), il codice etico (56), e il bilancio socio-ambientale (53.7).  
   
   
COS’E’ IL FESTIVAL MONDIALE DELLE RELAZIONI PUBBLICHE “COMUNICARE CON LA DIVERSITÀ, PER LA DIVERSITÀ, NELLA DIVERSITÀ"  
 
Milano, 13 giugno 2005 - La seconda edizione del Festival Mondiale delle Relazioni Pubbliche si svolgerà a Trieste dal 28 al 30 Giugno, ed è organizzato dalla Global Alliance for Public Relations and Communication Management  www.Globalpr.org  e dalla Ferpi-federazione Relazioni Pubbliche Italiana  www.Ferpi.it  La scelta della sede del festival è caduta sul Friuli-venezia Giulia, perché è un territorio che rappresenta la “diversità” e quindi bene si adatta ad accogliere un festival che avrà come tema: “La comunicazione per la diversità, con la diversità, nella diversità”. Il nuovo paradigma della “comunicazione per la diversità, con la diversità, nella diversità” verrà discusso da esperti, professionisti e studiosi di tutto il mondo durante il convegno del 28 e 30 giugno presso la Stazione marittima di Trieste. Infatti, come ha dichiarato Toni Muzi Falconi, organizzatore del Festival: «Il concetto di diversità possiede il potenziale di uno straordinario acceleratore per verificare la disponibilità culturale, la capacità tecnica e l’abilità professionale dei relatori pubblici di intraprendere un molto atteso ‘nuovo inizio’ fondato sul dialogo. Un dialogo che si alimenta solo là dove le diverse identità sono forti e convinte, senza appiattirsi su argomenti che possono apparire soltanto ‘politicamente corretti’ oppure culturalmente relativisti».  
   
   
IL TRIONFO DI MCLUHAN DAL CONTENITORE AL CONTENUTO, LA BANDA LARGA CAMBIA ANCHE CIO’ CHE VEDIAMO, NON SOLO COME  
 
 Milano, 13 giugno 2005 – “Il medium è il messaggio” è forse la citazione più usata ed abusata nel mondo dei media. Eppure spesso chi la brandisce come un’arma definitiva spesso non ne trae le conseguenze quando queste non si acconciano alla propria impostazione mentale, alle proprie competenze o semplicemente la proprio business. Eppure ciò che Mcluhan diceva era molto trasparente: i media di comunicazione non sono solo dei veicoli passivi di trasporto di contenuti neutri, ma invece hanno influenza su di questi, anzi, li determinano, tanto da essere loro, i veicoli, “il” messaggio. Il problema è che al tempo di Mcluhan i media erano stabiliti e non si intravedeva all’orizzonte nulla di nuovo, oggi invece i media sono in una fase di mutamento accelerato, ed è comprensibile che chi si trovasse benissimo nella situazione di stabilità ora faccia orecchie da mercante (letteralmente). Posizione comprensibile, ma non condivisibile, anche perché la realtà come sempre ignora i “wishful thinking”. Prendiamo un paio di esempi. Le tecnologie di comunicazione di banda larga mettono a disposizione molte funzionalità, forse la più innovativa è quella dell’interattività, il famoso canale di ritorno, all’interno di contenuti multimediali complessi. Che questo avvenga nell’ambito di una singola tecnologia in banda larga (come per la fibra e l’xDsl) o con la combinazione di due tecnologie (Digitale Terrestre e linea telefonica, per esempio) poco importa. Importa invece che oggi è possibile che uno “spettatore” non sia più passivo ma possa attivamente interagire (per fare che, è un altro discorso) con ciò che sta vedendo sullo schermo. Cambiato il medium, cambia anche il messaggio. Dove per esempio le televisioni interattive si sono già diffuse, sia i contenuti che la pubblicità (finora finanziatore in ultima istanza dei contenuti) stanno già mutando nel senso interattivo. Per quanto riguarda i contenuti, dalle prime applicazioni abbastanza banali legate a sport e intrattenimento si è ora nella fase di creazione di un vero metalinguaggio trasversale a tutti i “generi” (puro Mcluhan). Il Multimedia Creativity Day, organizzato da Mgm Communication svoltosi il 10 giugno alla Mediateca Santa Teresa di Via della Moscova, un evento della più ampia manifestazione Broadband Week, dedica ai contenuti della televisione interattiva molti interventi. Di particolare interesse la sessione “Multimedia Pitching”, nel corso della quale è stato possibile vedere e interagire con i migliori “corti” interattivi partecipanti al concorso organizzato da Media Mobile www.Mediamobilespa.it e che sono stati trasmessi sulle emittenti del circuito Interac-tv. I “corti” sono una risorsa creativa di grande interesse perché permettono a creativi e utilizzatori di mettere alla prova le potenzialità dei nuovi media a costi bassi. Il “corto” è probabilmente anche tra le migliori forme di contenuto per un altro nuovo medium, che sebbene sembri una riedizione della televisione portatile in realtà è molto di più, il dispositivo mobile, il secondo dei nostri esempi dell’attualità di Mcluhan. In effetti, forse ci sarebbe da innovare su Mcluhan: non solo il medium è il messaggio, ma il modo di fruizione del medium è un messaggio ancora più forte. Sommessamente, facciamo notare che forse è sempre stato così, basta pensare alla differenza tra ascoltare una trasmissione in famiglia raccolti attorno al mobiletto della radio a galena e facendo jogging con le cuffie e il walkman. Tornando ai dispositivi mobili, il fatto che sono di piccole dimensioni e, appunto, mobili, impone dei contenuti “ad hoc”. Vedere l’immagine di un mezzobusto alta tre centimetri che legge le notizie ha poco senso sullo schermo di un telefonino, mentre forse è meglio avere un filmato a pieno schermo con il “voice over”. Basta questa osservazione per capire che molte cose cambiano nella produzione di news. Anche ai media mobili dedica grande attenzione il Multimedia Creativity Day , in particolare con un panel tra studiosi ed esponenti dell’industria (produttori e gestori) dedicato alle diverse tematiche, ma anche esplorando quello che forse sarà un contenuto tipico dei media mobili, grazie al loro legame personale molto forte con l’utente (si dice spesso che si è riluttanti a fare usare agli altri il proprio cellulare proprio come solo in casi eccezionali si concederebbe l’uso del proprio spazzolino da denti…). Parliamo dei “video virali”, quei minicontenuti che si diffondono in rete a macchia d’olio seguendo le linee di affiliazione delle community e tra community e che possono contenere un messaggio palese, occulto o nessun messaggio, ma comunque in grado di modificare gli atteggiamenti e i comportamenti di chi vi è esposto, come un virus mentale. Un esempio di “video virale”? Vi ricordate “Tu vuo’ fa’ o talebbano”? Ecco, quello. Www.broadbandweek.it  
   
   
IL COMUNICATTIVO TEMI E OSPITI DAL 13 AL 17 GIUGNO “IL LINGUAGGIO DELLA CRITICA”  
 
Roma, 13 giugno 2005 - Lunedì 13 giugno “Il linguaggio della critica” Claudia Vinciguerra, giornalista e critico televisivo. Sandro Bugialli, responsabile pagina spettacoli Quotidiano nazionale (La Nazione, Il resto del Carlino, Il Giorno). Massimiliano Lussana, giornalista e critico radiofonico quotidiano Il Giornale La critica, sia essa letteraria, teatrale, cinematografica, musicale, delle arti visive, radiofonica o televisiva, questa parte della logica che si occupa del giudizio e che attua una valutazione estetica, è sempre stata lo spauracchio di chi per l’attività che esercita è sottoposto naturalmente all’esame di pubblico e di specialisti. Ma anche la critica si è adeguata ai tempi. È diventata più conciliante fino a essere soporifera. E non mancano i casi di critici portati alla stroncatura degli esaminandi che non compiono un’opera di analisi sul lavoro o sul personaggio, ma intervengono in modo bilioso rilevando le caratteristiche personali dell’individuo preso di mira. Sicché il loro intervento risulta inutile e dannoso non soltanto per lo sfortunato capitato sotto le grinfie di questo tipo di critica ma anche per il lettore o per lo spettatore che viene così privato di un accrescimento culturale. E il fenomeno, specie per le recensioni letterarie, si sta ampliando da quando i critici si sono messi a scrivere con implicazioni molto interessanti da analizzare. Martedì 14 giugno, “Turismo tra sogni e realtà” Gianfranco Conte, presidente Iperclub. Davide Orlandi, amministratore Tour operator associati. L’estate del 2005 appare all’insegna del risparmio e dell’agriturismo. Gli italiani amano la vacanza verde, quella che li porta a contatto con la natura. Lo scorso anno il settore ha registrato 11 milioni di presenze distribuite tra le oltre 13 mila strutture organizzate. Il calo delle presenze dei turisti stranieri sembra dunque che sarà compensato da una buona quantità di vacanzieri che preferiscono non allontanarsi dal suolo patrio. Secondo i primi dati saranno privilegiate le città d’arte e i piccoli borghi che offrono prezzi minori. Ma a fare la parte del leone sembra che saranno le crociere che offrono una grande varietà di scelta. Famiglie, single e, soprattutto, coppie in viaggio di nozze per il 2005 hanno detto sì al viaggio in mare. Mercoledì 15 giugno, “Turismo, linguaggi da ripensare” Fulvio Terraciano, titolare agenzia e tour operator Visual viaggi. Renato Scaffidi, responsabile divisione viaggi gruppo Boscolo e componente del consiglio direttivo Associazione tour operator italiani (Astoi). Per la rubrica “Il libro ad alto tasso comunicativo” “Il computer invisibile” di Donald Norman (Apogeo). Per la rubrica “Il Comunicattivo in direzione”, ideata per illustrare i compiti, i ruoli, lo stile e le finalità che diversificano i vari media italiani interviene il direttore di “News settimanale”, Andrea Monti. Estate, tempo di vacanze e di viaggi. Gente che va e gente che viene, italiani che vanno all’estero e stranieri che scelgono l’Italia come meta delle proprie vacanze. Ma anche italiani che viaggiano per il Bel Paese. Ma, a proposito di turisti stranieri sembra sia il caso che ne parli al passato, un po’ come si fa nelle fiabe quando si comincia con un c’era una volta. E allora, c’era una volta, fino a più o meno una decina di anni fa, un continuo via vai di turisti stranieri. I giapponesi, notoriamente amanti dell’arte visitavano gli innumerevoli centri antichi delle nostre città, gallerie e musei erano i loro obiettivi preferiti. La costa, invece, in particolare la riviera romagnola, era la meta preferita dei tedeschi che vi si riversavano numerosi. Ma su tutto il suolo nazionale era un echeggiare di lingue di lontana e varia provenienza. Cominciò poi un lento declino e l’Italia si trovò a perdere la propria posizione di prima in classifica per l’arrivo di turisti stranieri finché venne superata non soltanto dalla Francia, ma anche dalla Spagna e dagli Usa. E ora siamo a un passo dal sorpasso anche della Cina. Giovedì 16 giugno “Libri, la lettura vien leggendo” Umberto Croppi, direttore editoriale Vallecchi, Elido Fazi, amministratore delegato Fazi editore, Luca Ussia, coordinatore editoriale Kowalski editore, Alessandro Dalai, amministratore delegato Baldini Castoldi Dalai. Per la rubrica “Pungilingua” interviene il presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini. Gli italiani, si sa, non amano molto la lettura e allora ecco allargarsi il ventaglio delle proposte avanzate dalle case editrici e dalle librerie. I cataloghi si arricchiscono di titoli e di argomenti. Ce n’è per tutti e per tutti i gusti. Dai libri per ragazzi ai gialli, dai comici agli storici. Tutte le vicende umane e non sono narrate, sezionate, immaginate, inventate, rivisitate, fantasticate, scoperte, ipotizzate, analizzate. Da parte loro le librerie si diversificano per generi letterari, ampliano gli orari di apertura, organizzano manifestazioni, incontri con gli autori, fiere del libro, concorsi e festival letterari. Ora, poi, è anche possibile visionare on line alcuni brani di un libro sì da arrivare all’acquisto con la piena consapevolezza di ciò che si prende. È un po’ come si fa con il cocomero: dal tassello si sente se è buono o no. Ma sembra che l’iniziativa dell’assaggio dei libri digitali funzioni. È anche questo un modo per diffondere la lettura permettendo al singolo lettore di formarsi una propria posizione critica svincolandosi così dalla critica ufficializzata. Venerdì 17 giugno Il “Confessionale del Comunicattivo”: l’ospite di questa settimana è Flavia Vento. Parla dei suoi esordi, della sua esperienza politica e delle tante ambizioni. Per intervenire sul forum del Comunicattivo e ascoltare le puntate: www.Ilcomunicattivo.rai.it  
   
   
CHIUDE LA STAGIONE STRAORDINARIA DI "CHI VUOL ESSERE MILIONARIO": CINQUE MESI DI ASCOLTI SEMPRE IN CRESCITA GIOVANNI MODINA, DIRETTORE DI CANALE 5: "GERRY SCOTTI PIU' FORTE DELLE POLEMICHE"  
 
Cologno Monzese, 13 giugno 2005 - Si è chiusa una stagione straordinaria di "Chi vuol essere milionario" il gioco a quiz condotto da Gerry Scotti, in onda tutti i giorni su Canale 5. Dal 10 gennaio 2005, non solo è risultato il preserale più seguito della stagione con un ascolto medio di 4.762.000 telespettatori, 27.1% di share, ma ha evidenziato un trend di ascolti in costante crescita settimana dopo settimana. In particolare: nei cinque mesi di sovrapposizione con "L'eredità" di Raiuno (10 gennaio - 3 giugno 2005) "Chi vuol essere milionario" si è attestato su una media di 4.778.000 telespettatori, share del 26.9% ("L'eredità": 4.095.000 telespettatori, share del 24.0%): su 119 confronti diretti, il quiz condotto da Gerry Scotti ha vinto 112 volte in quest'ultima settimana di programmazione (dal 6 giugno ad oggi) "Chi vuol essere milionario" ha conquistato una media di 4.352.000 telespettatori, con una share del 32.2% il record di questa edizione è stato stabilito giovedì 9 giugno: 4.846.000 telespettatori, share del 33.2% il più alto picco di ascolti è stato registrato nella puntata di giovedì 26 maggio, quando Gerry ha consegnato alla ventiseienne Cristina Molena l'assegno record da 300 mila euro: alle ore 19.56 erano davanti allo schermo 7.385.000 telespettatori, con una share del 41.9%. La media d'ascolto della parte finale della trasmissione, dopo il "lancio" delle anticipazioni del Tg5, è di 6.590.000 telespettatori, share del 31.5%. Giovanni Modina, direttore di Canale 5: "Sono grato a Gerry Scotti e a tutto lo staff per il successo del "Milionario". Per tutta la stagione ha dimostrato una leadership indiscutibile che azzera le polemiche degli ultimi giorni sull'assenza di controprogrammazione. Altrettanto sconcertanti alcune valutazioni a proposito degli ottimi risultati del Tg5: il cospicuo patrimonio di ascoltatori consegnato da "Chi vuol essere milionario" al notiziario diretto da Carlo Rossella è sempre stato ulteriormente incrementato nel corso del telegiornale".  
   
   
“PALEORADIO E PALEOTV: SENZA IDEE SARÀ IL TRIONFO DEL TONFO” MOLTI PROGRAMMI, FRULLATI DI RIFIUTI SOLIDI CATODICI, POSSONO ESSERE GUARDATI SOLTANTO CON L’ASSISTENTE SOCIALE ACCANTO  
 
Roma, 13 giugno 2005 - Il massmediologo Igor Righetti intervenuto il 9 giugno a Siena alla tavola rotonda “Prospettive sull’infotaiment” organizzata da “Radio summer school”, scuola nazionale di radiofonia promossa dall’Università di Siena “Mancano idee, coraggio, sperimentazione, facce nuove, la lingua italiana traballa, si parla per slogan e didascalie, le citazioni vengono dai libri di ricette e siamo ormai infettati dalla dequalificazione del linguaggio di intrattenimento e da una generale sciatteria. Tranne rare eccezioni si può parlare di paleoradio e paleotv. Questa mancanza di idee e di facce nuove genera programmi anemici, i famosi flop. L’ascoltatore e il telespettatore sono stanchi di vedere sempre le stesse cose e i giovani non amano i soporiferi”. È quanto affermato i dal massmediologo Igor Righetti, docente di Linguaggi della comunicazione all’Università La Sapienza e autore e conduttore radiotelevisivo Rai durante la tavola rotonda “Prospettive sull’infotainment” nell’ambito del “Radio summer school”, scuola nazionale di radiofonia promossa dall’Università di Siena. Ecco un estratto dell’intervento del Comunicattivo Igor Righetti. È il trionfo del copia e incolla, dei distillati urticanti di inutilità, dei conduttori alla naftalina, del linguaggio estrapolato dal dizionario dei sinonimi e contrari, del riciclaggio selvaggio del format, del tono sacrale e salmodiante dei programmi culturali, politici e d’informazione, della riesumazione delle salme catodiche, di bellerine e paillets ormai polverose, di format di reality e programmi spesso neanche adattati alla nostra cultura. Tutto già visto da decenni e condotto da presentatori al cloroformio che dalla paleotv entrano con le loro faccione nelle nostre case. Trasmissioni che possono essere guardate soltanto con l’assistente sociale accanto. Insomma, sempre lo stesso copione. E così i palinsesti diventano zuppe dove c’è di tutto tranne che il sapore. Uffa, ma che noia. Siamo diventati frigidi, abbiamo paura di azzardare e di essere criticati perché noi stessi siamo sempre pronti a criticare ciò che esce dagli schemi e lo facciamo prima ancora di capire di che cosa si tratti. Si preferisce rimanere sul già noto di cui si conoscono i meccanismi e gli esiti. Radio e tv sono rimaste contagiate dal virus della pecora Dolly, la clonazione e l’omologazione dei palinsesti è ormai una realtà da troppo tempo. Il rubacchiare le idee altrui è ormai prassi. Questo in contraddizione con la necessità dell’uomo di sperimentare nuovi linguaggi, nuove vie di ricerca. Ma nessuna civiltà può sopravvivere alla mancanza di idee o al loro soffocamento e il dominio delle logiche utilitaristiche non può determinare il tramonto della creatività. Quindi untori d’idee cercansi contro la stipsi creativa. Sono ancora troppi gli autori, i direttori di rete e i conduttori che in Italia pensano che le cose intelligenti, l’informazione e la cultura si possano dare soltanto in modo serio. Che le trasmissioni dei libri in tv si debbano fare seduti sulla poltrona col libro in mano, che i programmi politici, quelli culturali e artistici debbano sempre avere un tono sacrale. E chi l’ha detto che in prima serata debbano andare in onda frullati di rifiuti solidi catodici? Gli anglosassoni colpiscono, sorprendono con linguaggio informale, creativo, ironico e intanto fanno informazione e cultura. Questo per avvicinare il maggior numero possibile di persone, allargare il target degli ascoltatori o dei telespettatori, anche e soprattutto quelli che non si sarebbero mai interessati a certi argomenti, magari ostici o troppo impegnativi se comunicati in modo classico. Gli anglosassoni, inventori dell’infotainment, ovvero del fare informazione e intrattenimento, lo sanno bene. Sono poche le tv italiane che fanno sperimentazione, non si è ancora accettata l’idea che la sperimentazione permette di differenziare il proprio palinsesto per non finire come i nostri partiti politici che ormai si somigliano tutti. Va un po’ meglio nelle tv satellitari e a pagamento. E anche la radio, in quanto a originalità di programmi, non se la passa bene. I palinsesti radiofonici sono invasi da play list, ovvero musica a rotazione, dj automi che si limitano ad annunciare il titolo del disco o, nei casi migliori, a leggere le notizie rubate dai giornali, al chiacchiericcio spicciolo di che cosa hanno mangiato e dove andranno a fare le serate. D’altronde ci sono programmi in radio, come quello di Fiorello, che vivono sull’imitazione di Mike Buongiorno. Ma è bene ricordare che le imitazioni di personaggi famosi andavano di moda negli anni 80. Alla faccia delle novità. Anche programmi radiofonici di grande successo sono diventati ormai ripetitivi, non si sono saputi aggiornare ed evolvere, la formula è logora e si trascinano stancamente nell’etere. Per non parlare dei programmi culturali fatti in radio, mummie abbandonate anche dalle tarme sempre perché se si parla di cultura bisogna mantenere il tono salmodiante. E questa è paleoradio. Tra le tv che sperimentano spiccano La 7 (Markette di Chiambretti ne è un esempio), qualche programma di Raidue e Raitre, e Italia 1. Il resto è paleotelevisione. Le trasmissioni televisive che a causa di un basso indice di ascolti vengono soppresse o spostate di orario e di giorni sono sempre di più, tanto da formare ormai un cimitero virtuale di flop. Senza andare troppo in là nel tempo è sufficiente ricordare alcuni titoli come “Le tre scimmiette” condotto da Simona Ventura, “Ritorno al presente” con Carlo Conti e Fabrizio Frizzi con il suo “Assolutamente”, “Stirpe reale” con Cristina Parodi. Ci sono poi alcuni programmi che sono passati come meteore poiché sono apparsi e subito spariti. E’ il caso di “Star flash” condotto da Jerry Calà e Elenoire Casalegno ma peggio ancora andò “Personality”, lo show condotto da Pino Insegno che non andò oltre il numero zero. Una fine più decorosa anche se anticipata toccò al reality “Punto e a capo” condotto da Alda D’eusanio incentrato sui temi dell’ingiustizia e del riscatto. Stessa sorte per il reality “Buone notizie” condotto da Licia Colò e “Super senior” presentato come programma rivelazione della stagione 2003/2004 il format andò in onda soltanto per 4 puntate. Ne erano previste 15 e, per la verità, la trasmissione meritava maggiore attenzione. Flop anche per un altro reality “Belli per sempre” andato in onda una sola volta e il cui format fu ripreso da Mediaset con “Bisturi”. La mannaia dell’audience ha colpito anche molti programmi-verità. È andato al di sotto delle aspettative “Diario, esperimento d’amore” con la conduzione di Marco Liorni e non ha fatto meglio “L’uomo dei sogni”. Condotto da Cristina Parodi il programma ha chiuso i battenti con due puntate d’anticipo. Ma non c’è dubbio che la performance peggiore vada attribuita a “Super star show” che è andato in onda per sole due puntate. La crisi degli ascolti, dunque, colpisce un po’ tutto e tutti. I numeri dell’Auditel dicono che i telespettatori italiani cominciano a essere stanchi di spettacoli basati sulla diretta tv di realtà simulate di cui sono protagonisti persone qualunque o personaggi un po’ in disarmo. Ma flop o successi da quali varianti dipendono? E ancora, con tutte le ricerche e i sondaggi che si fanno non è possibile conoscere prima se la trasmissione programmata avrà successo o meno? E poi. Non sarà che il pubblico con tutti i canali che ha a disposizione è diventato molto più esigente di prima ed è alla continua ricerca di novità? E queste novità gliele vogliamo dare o no? La televisione ha messo il turbo, è iperalimentata dalla scelta dei programmi e dei canali che ha provocato un abbassamento della soglia di attenzione del pubblico che si è abituato a una attesa continua di colpi di scena, di polemiche, urla, risa e pianti. Le emozioni, dunque, hanno preso il jet e hanno lasciato il dirigibile nel secolo scorso. Si spiega così lo scarso successo di tanti programmi che, come “Sabato italiano”, condotto da Pippo Baudo, pur presentandosi in modo elegante e vario non ha ottenuto l’ascolto che ci si aspettava. Il problema è che dava l’impressione di essere trattenuto, troppo controllato. E, soprattutto, mancava la scintilla della follia, quella che, da sola, decreta il successo o meno di una trasmissione d’intrattenimento. Il fatto è che il pubblico è smaliziato, si è abituato a una televisione ruvida, a volte rozza, condita da personaggi che movimentano di continuo la scena con battute veloci. Tipo Zelig, per intenderci. Il programma di Baudo era uno di quelli destinati alle cosiddette persone per bene che non hanno guizzi e hanno timore di osare, non vogliono neanche provare ad acquistare il pane dal fornaio di fronte perché temono che possa avere un sapore diverso da quello a cui sono abituati. E allora sarebbe una delusione. Meglio non averne. Ricerche e sondaggi continuano a indagare l’animo dei telespettatori che vengono sezionati, divisi per sesso e per età, per professioni e per collocazione. Si scopre così che le donne amano le soap opera e i reality, gli uomini lo sport e gli spettacoli comici. E i giovani? Beh, loro amano molto la musica e l’intrattenimento, ma anche l’informazione se fatta con un linguaggio moderno e diretto.  
   
   
LO SPOT ENEL VARCA I CONFINI NAZIONALI E FA INCETTA DI PREMI  
 
Milano, 13 giugno 2005 - La campagna istituzionale di Enel incrementa il suo carnet di importanti riconoscimenti. Lo spot ha vinto nella sezione Television Commercial all’ultima edizione del Mobius Award di Los Angeles, prestigioso premio internazionale che si svolge da trentaquattro anni. La campagna gareggiava nella categoria Furniture & Lighting. Lo spot è stato trasmesso per la prima volta nel marzo del 2004 e ha segnato il ritorno di Enel S.p.a. Alla comunicazione dopo alcuni anni. L’obiettivo è quello di far conoscere il nuovo posizionamento dell’azienda vicina ai propri clienti, riassunto nel payoff “Enel. L’energia che ti ascolta” e di mostrare l’importanza dell’energia nella vita quotidiana delle persone. La campagna è stata ideata dall’agenzia Saatchi & Saatchi, con la direzione creativa di Luca Albanese e Francesco Taddeucci. La casa di produzione dello spot è The Family, con la regia di Paul Arden. Sulle note di “Sunday morning” dei Velvet Underground, lo spot istituzionale propone immagini diventate ormai familiari che gli hanno consentito di vincere anche nella categoria Energia del premio Pubblicità e Successo, promosso dalla rivista Pubblico. Un importante riconoscimento è andato anche all’attività di sponsorizzazione di Enel con il conferimento del Grand Prix della Sponsorizzazione, ideato da Stageup.com, per la categoria Comunicazione a supporto. Il progetto che ha ricevuto il premio è la campagna di comunicazione a sostegno dell’iniziativa che premia la passione, la lealtà e l’ospitalità sportiva, iniziativa che vede Enel insieme alla Lega Nazionale Dilettanti per la promozione dei valori genuini del calcio nel mondo dilettantistico, riassunti nel claim: “Eppure, il muscolo più importante di un calciatore è il cuore”. Silvia Fellegara, responsabile pubblicità e publishing di Enel commenta: “I premi vinti dalla campagna istituzionale testimoniano l’efficacia del linguaggio scelto per veicolare il messaggio del nuovo posizionamento aziendale. I riconoscimenti ottenuti anche all’estero dimostrano poi la validità senza confini del concetto di vicinanza al cliente e la capacità dell’idea creativa di trasmettere al meglio questo messaggio. Il successo ottenuto anche dalle attività di sponsorizzazione – conclude la Fellegara – rafforza e completa l’efficacia della strategia di comunicazione intrapresa”.  
   
   
L’AGENZIA DI COMUNICAZIONE BARESE COMMUNITY RICEVE DOMANI SERA DUE AGORÀ D’ARGENTO PER LA CAMPAGNA AMAGAS TRADE “DISTRIBUZIONE GAS METANO”  
 
Bari, 13 giugno 2005. L’agenzia di comunicazione barese Community si è aggiudicata due Agorà d’argento per la campagna di comunicazione Amagas Trade “Distribuzione Gas Metano”. L’agenzia ritirerà i due importanti riconoscimenti per la comunicazione in occasione della cerimonia di premiazione della Xviii edizione del Premio Agorà, in programma domani sera presso il Teatro Margherita di Caltanissetta. I due Agorà d’Argento sono stati vinti da Community per la campagna Amagas Trade “Distribuzione gas metano”, per aver realizzato la migliore affissione multisoggetto ed i migliori comunicati radio tra le campagne promozionali realizzate in ambito regionale nell’area 7 (Campania, Puglia, Basilicata). I riconoscimenti, dedicati alla Comunicazione di Qualità per agenzie e utenti, sono stati assegnati da una commissione di valutazione composta dalle Associazioni Italiane di Categoria. Il Premio Agorà, giunto alla sua 18 edizione, è stato creato dal Club Dirigenti Marketing con lo scopo di valorizzare ed incentivare la migliore comunicazione pubblicitaria. “Aver ricevuto questi riconoscimenti – afferma Carlo Curci, direttore creativo della Community – è motivo di grande orgoglio per tutta l’agenzia, con la consapevolezza che i premi migliori sono i successi delle nostre imprese”.  
   
   
CARTA E MATITA E GOTOWEB TROVANO IL BANDOLO DELLA MATASSA  
 
Milano, 13 giugno 2005 - Carta e Matita torna a collaborare con Gotoweb (gruppo Comdata) questa volta per la realizzazione di una pagina pubblicitaria inserita nella quarta di copertina del volume “Gestione e archiviazione elettronica dei documenti contabili e fiscali” , dedicato alle novità nella gestione elettronica dei documenti alla luce delle recenti normative comunitarie e nazionali . L'head ("Trovata la soluzione") e il visual ideati da Carta e Matita giocano sul proverbiale concetto del "trovare il bandolo della matassa", a sottolineare l'efficacia delle solu-zioni Gotoweb per risolvere le situazioni problematiche. Il testo della pubblicità presenta una case history relativa alla collaborazione dell'azienda con un importante Gruppo Bancario e mostra come in poco tempo Gotoweb sia riuscita a migliorare sensibilmente i processi aziendali del cliente, garantendogli un'ottimizzazione dei tempi e una drastica riduzione dei costi del servizio.  
   
   
QUENTIN MACKAY ENTRA IN SAMSONITE E DONA AL BRAND UNA NUOVA VISIONE DI MODA E STILE  
 
Milano, 13 giugno 2005 – Samsonite Corporation, ha nominato Quentin Mackay Direttore Creativo a livello mondiale. Grazie alla sua visione creativa, Mackay saprà guidare il brand verso un ancor più alto livello di prestigio, conferendo ai prodotti uno stile unico che combinerà innovazione tecnologica e fashion design. L’energia e la creatività di Mackay si tradurranno nel lancio di varie nuove collezioni che si fonderanno sui consolidati valori del brand quali esperienza, competenza tecnologica, affidabilità e funzionalità, combinati con un’estetica moderna e fashion. Mackay ha conseguito la laurea Ba Hons presso il St. Martin College a Londra. In passato ha lavorato per il gruppo spagnolo Loewe che, in virtù dell’abilità e dello stile creativo di Mackay, lo ha nominato General Designer per gli accessori. A partire dal 2002, Mackay è stato Direttore Creativo di Tanner Kroll dove ha reinventato con successo il brand inglese di questa esclusiva azienda di accessori.  
   
   
UN LIBRO SU ILARIA ALPI, ALLA RICERCA DELLA VERITÀ  
 
Riccione 13 giugno 2005 - All’xi edizione del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi è stato presentato in questi giorni in anteprima nazionale il libro "Ilaria Alpi. Una donna. La sua storia" (ali edizioni, 2005), a cura di Mariangela Gritta Grainer, promosso dall’Associazione Donnasi in collaborazione con il Premio Ilaria Alpi. I proventi delle vendite saranno destinati a sostenere progetti di solidarietà per i bambini africani. L'autrice presenterà il volume il 15 giugno alla trasmissione di Maurizio Costanzo. Il libro propone uno sguardo nuovo su Ilaria Alpi, che tutti conoscono come la giornalista di Rai Tre uccisa a Mogadiscio insieme all’operatore Miran Hrovatin il 20 marzo 1994 e sul cui omicidio non è stata fatta ancora luce. Si sa che si è trattato di una esecuzione. Di lei Ilaria Alpi, la donna, la giornalista, invece, si sa poco. Ma conoscere “chi era Ilaria” è, in fondo, la verità. Il racconto di Luciana e Giorgio Alpi, il ricordo degli amici del premio televisivo Ilaria Alpi, gli articoli pubblicati da Ilaria prima di entrare in Rai, la “sua Somalia”, quella che emerge dai reportage delle missioni precedenti a quella che le sarà fatale, alcuni degli ultimi appunti ritrovati e due interviste inedite a personaggi chiave della Somalia e forse anche della storia tragica di Ilaria: da queste pagine emerge per la prima volta il profilo di una donna appassionata e di talento, il ritratto di una donna a tutto tondo, una donna giornalista: difficile distinguere la donna e la giornalista. Www.ali-edizioni.com  
   
   
LA NEONATA CASA EDITRICE MADE EDITORI ANNUNCIA UNA NUOVA REALTÀ EDITORIALE: MADE 05  
 
Milano, 13 giugno 2005 - Dal mese di giugno 2005 prende il via la pubblicazione di Made 05, una nuova testata dedicata alle tematiche della Moda, dell'Arte e del Design. Cercando di andare oltre gli stereotipi e le convenzioni, le sperimentazioni e le avanguardie saranno raccontate con un linguaggio unico e mai banale. Made 05 si rivolge ad un pubblico giovane e maturo al tempo stesso: persone attente alle mode e ai trend, ma soprattutto intelligenti, colte e curiose. Si tratta della prima free press "patinata": sarà distribuita nei principali multibrand store d'Italia, e non solo; sarà presente anche nelle migliori scuole di Moda, Arte e Design, grazie ad accordi studiati ad hoc che mirano a creare una stretta sinergia con queste fucine di talenti. A regime la tiratura prevista sarà di 45.000 copie, certificate direttamente dai punti di distribuzione.  
   
   
IL SUONO DEL MARE DI BRETAGNA NELLE POESIE DE LA TAVERNA DI BREST PUBBLICATA DA EDIZIONI ETS LA NUOVA RACCOLTA DI POESIE DELL’AUTORE SVIZZERO-PIEMONTESE SALVATORE SMEDILE  
 
Torino, 13 giugno 2005  - La taverna di Brest è il titolo della nuova raccolta di poesie, ispirata dai suoni e dalle visioni del mare della Bretagna, scritta da Salvatore Smedile e pubblicata da Edizioni Ets, Pisa (in libreria dal 15 giugno). Per presentare il volume, giovedì 30 giungo 2005 alle ore 21 l’autore (insieme alla studiosa catalana Marina Diaz) incontrerà lettori e appassionati di letteratura presso la sede dell’associazione Audido, in via Rossini 1 ad Alpignano (To). Cinquanta poesie, scritte tra il 2002 e il 2003, indipendenti ed autonome tra loro, ma allo stesso tempo interconnesse a formare una storia unica, costituiscono il corpo della raccolta. E’ un volume che celebra il mare e la libertà, ma che tratta anche di temi più cupi quali la nostalgia, la lontananza e la morte, e di temi più gioiosi, come l’amicizia, il femminile, il sogno. Il titolo dell’opera rimanda alla città di Brest, situata sulla costa della Bretagna. E’ il luogo dove stazionavano gli U-boot durante la battaglia dell’Atlantico, ma è anche il luogo della taverna (non più esistente) in cui l’artista Fassbinder girò Querelle de Brest, considerato il suo testamento spirituale. La metrica ed il suono delle poesie rispecchiano il ritmo ed i suoni burrascosi del mare bretone. Le parole si susseguono con cadenze tese a ricreare i moti ondosi del mare inquieto e spesso tempestoso. E’ una metrica libera, che non segue un rettilineo, ma è regolata da suoni e immagini di ricordi marini.  
   
   
I LUNEDI' DEL VILLAGGIO EUROPEO IL PARLAMENTO DELL’EUROPA A 25, UN ANNO DOPO  
 
Milano, 13 giugno 2005 – Questa sera alle ore 19,00 presso la Libreria Egea di via Bocconi 8, sesto appuntamento del ciclo I Lunedì del villaggio europeo, incontri promossi dalla Commissione Europea - Rappresentanza di Milano - in collaborazione con la Libreria Egea, per conoscere, curiosando, temi, volti e risvolti della nuova Europa. Un happy hour diverso, dove l'informazione si fa cultura. ”Il Parlamento dell’Europa a 25, un anno dopo” Conversazione tra Luciano Bardi, Piero Ignazi, Enrico Letta, Mario Mauro; Coordina: Roberto Santaniello. L’incontro prende spunto dalle pubblicazioni di : Il Parlamento europeo di Luciano Bardi e Piero Ignazi. L’europa a venticinque. Dalla Turchia al supereuro:le nuove sfide dell’Europa di Enrico Letta.  
   
   
XXIV EDIZIONE DEL PREMIO GRINZANE CAVOUR CERIMONIA DI PREMIAZIONE SABATO 18 GIUGNO 2005, CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR (CUNEO)  
 
 Cavour, 13 giugno 2005 - Al Castello di Grinzane Cavour, nelle Langhe, sabato 18, , giugno alle ore 16.30 verranno premiati i vincitori della Xxiv edizione del Premio Grinzane Cavour promosso dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione Crt, dalla Provincia di Torino e dalla Città di Torino. Saranno presenti gli autori, nomi importanti della letteratura italiana e straniera, designati dalla Giuria dei Critici lo scorso gennaio: per la narrativa italiana: Eraldo Affinati Secoli di gioventù , Mondatori; Maria Pace Ottieni, Abbandonami , Nottetempo; Alessandro Perissinotto, Al mio giudice, Rizzoli. Per la narrativa straniera: Thomas Hettche (Germania), Il caso Arbogast, Einaudi. Rosa Montero (Spagna), La pazza di casa, Frassinelli. Duong Thu Huong (Vietnam), Oltre ogni illusione, Garzanti. Fra questi, i voti delle Giurie Scolastiche, dislocate in 12 città italiane, cui si aggiungono le giurie all'estero attivate presso i licei italiani di Belgrado, Berlino, Bruxelles, Buenos Aires, Fiume, Il Cairo, Parigi, Praga e le Università di Mosca, Salamanca, Stoccolma e Tokyo designeranno i due supervincitori rispettivamente delle sezioni di narrativa italiana e straniera. Grande attesa per il Premio Internazionale "Una vita per la letteratura", promosso dalla Provincia di Torino, che quest’anno sarà consegnato alla scrittrice indiana Anita Desai. Il Premio Autore Esordiente andrà agli indiani Rupa Bajwa con il libro Il negozio di sari (Feltrinelli) e Siddarth Dhanvant Shanghvi con il libro L’ultima canzone (Garzanti). Nel corso della cerimonia verrà conferito a Jorge Herralde, intellettuale spagnolo a capo della casa editrice “Editorial Anagrama”, il Premio “Grinzane-editoria”, intitolato a Giulio Bollati e che annovera, tra i vincitori delle scorse edizioni, Hans Magnus Enzensberger, André Schiffrin, Antoine Gallimard e Odile Jacob. La Cerimonia di premiazione verrà condotta da Neri Marcoré, conosciuto dal largo pubblico televisivo per la trasmissione “Per un pugno di libri” (Rai 3). La Giuria dei Critici è composta da Lorenzo Mondo (presidente), Tahar Ben Jelloun (Marocco), Vincenzo Cerami, Vincenzo Consolo, Masolino d’Amico, Guido Davico Bonino, Alain Elkann, Luigi Forte, Björn Larsson (Svezia) Predrag Matvejevic (Croazia), Raffaele Nigro, Francesca Sanvitale, Luis Sepúlveda (Cile), Giuliano Soria e Sergio Zoppi.  
   
   
CINEGLOBALFORUM DISERTORI NELLA GUERRA GLOBAL PER COSTRUIRE RIBELLIONE RASSEGNA CINEMATOGRAFICA 14-17 GIUGNO BOLOGNA  
 
 Bologna, 13 giugno 2005 - “The Take” Alla vigilia della grave crisi economica argentina del 2001, nei sobborghi più poveri di Buenos Aires, trenta operai disoccupati si "organizzano", entrano nella fabbrica dove hanno lavorato, che ora è inattiva, e si rifiutano di uscire. Quello che vogliono è far ripartire le macchine e riuscire a far riprendere la produzione. Questo gesto, The Take, fatto per disperazione e per ovviare alla fame e alla disoccupazione, pone l'accento sul problema della globalizzazione. I lavoratori, senza altre armi che fionde costruite da loro stessi, si barricano nella fabbrica e sfidano da lì dentro i padroni, i capi, i banchieri e quanti si occupano di loro come di unità preposte al lavoro. Titolo Originale: The Take Altri Titoli: La Presa info: www.Nologo.org  www.Nfb.ca/webextension/thetake  “Mare Nostrum” La terra che copre le barre nella fossa comune dei naufraghi non identificati, una donna che piange straziata aggrappata alle sbarre della finestra, una nigeriana violentata da tre italiani alla quale è negato il diritto d’asilo. E poi la bella faccia del vescovo di Lecce Monsignor Cosmo Francesco Ruppi, indagato per peculato, che accoglie gli onorevoli, da D’ Alema a Fini, passando per Casini e Bottiglione, che visitano il lager per extracomunitaridi San Foca, la struttura che chiamano “centro di prima accoglienza” ma che è in realtà è un carcere. Tutte scene da “Mare Nostrum” il film-inchiesta realizzato dal giornalista Stefano Mencherini che mette a nudo l’anticostituzionalità della Bossi-fini. Documento che è stato rifiutato da tutte le televisioni italiane e ha subito numerose censure. Ultima quella imposta dalla giunta comunale leghista di Malo, in provincia di Vicenza, che ha imposto ad una associazione di annullarne una proiezione in un cinema del paese. Info: http://www.Meltingpot.org/articolo921.html  www.Stefanomencherini.org “La Quarta Guerra Mondiale” Dai fronti del conflitto in Messico, Argentina, Sudafrica, Palestina e Corea, da Seattle a Genova, alla “guerra al terrorismo” a New York, in Afghanistan e in Irak, questa è la storia di uomini e donne di tutto il mondo che resistono dall’essere annichiliti dalla guerra. Mentre il nostro immaginario è gravato dalla retorica di una nuova guerra mondiale, raccontata da generali e filmata dalla punta dei missili, la storia degli uomini e delle donne che vivono quotidianamente questa guerra rimane non detta. ”The Fourth World War” raccoglie le voci e le immagini della guerra dai luoghi della guerra. È la storia di una guerra senza fine e di chi ad essa resiste. Prodotto di oltre due anni di riprese all’interno dei movimenti in cinque continenti, la “Quarta Guerra Mondiale” , diretto dal regista di “This is what democracy looks like” e “Zapatista”, prodotto da un network mondiale di media indipendenti è un film globale di un movimento globale. Musica di Manu Chao, Asian Dub Foundation, Mùm, Moosaka, Cypher Ad. Www.bignoisefilms.com