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5 SETTEMBRE 2001
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FIAT STILO NELLA STRATEGIA DI FIAT AUTO
Torino, 5 settembre 2001 - Offrire, oggi, tutto quello che le vetture
concorrenti proporranno solo in futuro: questo è "pensare avanti", è l'anima
di Fiat Stilo. In altre parole, arriva sul mercato un'automobile che gioca
le carte di una tecnologia particolarmente avanzata, di proposte molto
innovative e di alti standard di qualità per raggiungere un obiettivo
preciso: diventare il nuovo punto di riferimento nella fascia delle medie
compatte. La sfida è ambiziosa, Fiat Auto ne è consapevole. Nasce, infatti,
dalla volontà di far giocare a Fiat Stilo il ruolo dello "sfidante
ufficiale", dell'auto con la quale confrontarsi, in un segmento che è il più
importante del mercato europeo. Sia per le dimensioni (vale poco meno di
quattro milioni di vetture l'anno) sia perché presidiato da tutti i
principali costruttori. Per Fiat si trattava, d'altronde, di una strada
obbligata. La strategia di rinnovamento del marchio, un full-liner deciso a
diventare protagonista in ognuno dei segmenti nei quali è presente, doveva,
dopo l'affermazione di Punto nel segmento inferiore, continuare proprio da
questa fascia di mercato. E bisognava affrontare il difficile lavoro di
realizzare una vettura pensata "in grande". Innanzitutto al di là dei canoni
tradizionali della categoria. E poi senza vincoli industriali (Stilo è nata
su un pianale modulare tutto nuovo), senza compromessi (il nuovo modello
offre dotazioni che fino a due anni fa non erano disponibili, tutte insieme,
nemmeno sulle ammiraglie) e nella massima libertà di innovare, di proporre,
di scegliere a quale tipologia di vetture fare riferimento. Solo seguendo
questa via nuova e in buona misura anche coraggiosa, infatti, era possibile
progettare e costruire un modello capace di attirare l'attenzione di quei
consumatori competenti, un po' scettici e molto smaliziati che tutti noi
siamo diventati. È nata, così, una vettura ricca di personalità, solida e
bella, con le doti e i valori iscritti nel DNA della Fiat: design
innovativo, tecnologia avanzata resa accessibile a tutti, soluzioni
intelligenti che semplificano e migliorano la vita. Realizzarla è stato un
lavoro impegnativo, che ha coinvolto le migliori risorse dell'Azienda e
imposto profondi cambiamenti nel modo di progettare e di costruire il
prodotto. È stato un processo che è partito dalla complessità industriale ed
ha avuto come punto di arrivo la semplicità di Fiat Stilo. Una vettura
semplice da progettare, dopo che si era dato vita al pianale modulare
giusto. Semplice da costruire: dopo aver ristrutturato profondamente la
fabbrica di Cassino e le postazioni di lavoro stesse. Semplice da usare:
dopo che i tecnici hanno dato un volto immediato e intuitivo alla tecnologia
complicata e costosa impiegata per far vivere meglio all'automobilista i
suoi gesti di ogni giorno. Stilo, dunque, è un'auto molto importante per
Fiat. Ed è un'auto importante anche per il cliente, al quale propone non
solo di pensare ma anche di vivere "oltre". Al di là dello scontato. Al di
là delle abitudini costruite sulle limitate possibilità finora imposte a
questa categoria di vetture. Al di là dell'odierno: per spingersi nel mondo
delle medie compatte di domani. Per descrivere Fiat Stilo con uno slogan
basterebbero quattro parole: ha tanto, ha tutto. Mentre per raccontarla a
fondo è stato necessario realizzare il volume che state leggendo. In modo
più tradizionale, si può dire che la vettura nasce con un solo carattere e
due personalità, due vetture a 3 e a 5 porte davvero molto diverse tra loro:
nello stile, nel temperamento e addirittura nelle dimensioni: soprattutto
l'altezza, che è un valore strutturale determinante in relazione allo spazio
interno. La 5 porte, infatti, è lunga 4,25 metri, larga 1,76, alta 1,52 ed
ha un passo di metri 2,60. Mentre la 3 porte è lunga 4,18 metri, larga 1,78
e alta 1,47. E se quei 5 centimetri che segnano la differenza in altezza
possono sembrare pochi, in realtà determinano un cambiamento significativo
nell'impostazione di guida, perché è diversa la posizione del piano di
seduta del pilota rispetto alla strada (il punto H): più basso nella 3
porte, come si addice ad una vettura dinamica nello stile e vigorosa nel
temperamento; più alto nella 5 porte, a tutto vantaggio della facilità di
accesso, della spaziosità e del dominio della strada che sa offrire un'auto
dalla personalità unica. Con queste premesse è facile capire perché le due
vetture presentano, pur nell'unitarietà del modello, tratti distinti. Il
carattere della 3 porte è improntato all'individualismo, alla
prestazionalità, al piacere di guidare. Quello della 5 porte è all'insegna
del comfort di bordo, della spaziosità e della sicurezza che trasmette,
della versatilità d'uso e della razionalità espressa in un costo di
esercizio globale tra i più competitivi non solo del segmento ma dell'intero
mercato. Fiat Stilo, dunque, si caratterizza subito come un'auto capace di
cogliere trasversalmente le esigenze della clientela di questo segmento. Il
nuovo modello a 5 porte rappresenterà una forte tentazione anche per i
clienti che guardano con interesse al sottosegmento dei monovolume, emerso
di recente in questa fascia di mercato. Alla formula tradizionale, infatti,
Fiat Stilo aggiunge i vantaggi propri del monovolume: è comodo entrarne ed
uscirne, dentro c'è molto spazio e si guida da una posizione più alta, che
assicura un senso di maggior controllo della strada. Inoltre, grazie ad un
sedile anteriore che si ribalta in avanti e a due sedili posteriori che
scorrono e si reclinano indipendentemente è possibile modularlo adattandolo
alle proprie esigenze del momento. Fluido e facile da pronunciare in tutte
le lingue, di suono inequivocabilmente italiano, il nome della nuova vettura
ricorda con immediatezza qualcosa che è di moda e fa moda. Perché evoca il
concetto di stile: in francese e in inglese style, in tedesco stil, in
spagnolo e in portoghese estilo. Stilo, inoltre, si associa all'idea di
emozione, in accordo con un'auto simpatica e divertente da guidare,
compatta, moderna, tecnologica. Infine, un nome non di pura fantasia perché
propone il ricordo di oggetti concreti come la stilografica o le creazioni
di stile, e tuttavia aperto all'associazione con definizioni diverse come
quelle delle differenti versioni di un'intera famiglia di vetture. La 3
porte è una vettura di impronta sportiva che propone superfici tese e forme
"architettoniche". Idealmente, due parallelepipedi sovrapposti che si
saldano nella linea di cintura, dove un forte "muscolo" sottolinea la
prevalenza della lamiera sulle superfici vetrate. A proiettare in avanti
l'auto, conferendole aggressività, una coda che sembra nascere da un
movimento del corpo superiore quasi incastrato in quello inferiore e spinto
verso il frontale della vettura. Scelta progettuale da cui nasce il
modernissimo stilema di un bagagliaio avanzato rispetto al profilo
posteriore dell'auto. Completano i tratti fondamentali della fisionomia di
Fiat Stilo, assicurandole immediata riconoscibilità: un frontale dinamico,
sviluppato in verticale, con grandi prese d'aria e i gruppi ottici. Quelli
anteriori, sovrastati da due punti più luminosi che spiccano come gemme
sulla superficie sfaccettata a diamante del proiettore. E quelli posteriori,
che di giorno si riconoscono, anche da lontano, per la colonna centrale
rossa e di notte appaiono come una freccia che punta in avanti, verso la
strada. Ancora più robusta e solida la fisionomia di Fiat Stilo 5 porte. Per
esempio nella parte anteriore, che ha un andamento orizzontale e mostra un
paraurti largo e protettivo, capace di trasmettere sensazioni di prestigio e
sicurezza. Poi nel muscolo di cintura, che dopo aver percorso il fianco
dell'auto non scende - davanti e dietro - verso i paraurti, ma abbraccia
tutta la vettura come un anello. Le superfici vetrate sono più ampie e
verticali. Il bagagliaio guadagna, visivamente, in larghezza. La maniglia è
all'altezza della linea di cintura dove la presa risulta più agevole e
istintiva. Il nuovo modello offre una gamma di propulsori ampia e
soprattutto articolata. Sono, infatti, quattro motori a benzina e due
turbodiesel "Common Rail" che vanno dai 59 ai 125 kW (80-170 CV) e mostrano
doti diverse, tutte sfruttate appieno dall'accoppiamento con cambi a 5 o 6
marce e, nel caso del propulsore al vertice dell'offerta, con il cambio a
comando sequenziale Selespeed. Tanti motori, dunque, che di volta in volta
si segnalano per la loro generosità, per il temperamento brillante o ancora
per le alte prestazioni e la tecnologia sofisticata. Tra le doti comuni,
invece, la grande affidabilità e il rispetto per l'ambiente. Eccoli in
dettaglio: Il propulsore 1.2 16v sviluppa 59 kW (80 Cv) a 5000 giri/min. La
coppia massima è di 114 Nm a 4000 giri/min. La velocità di punta tocca i 172
km/h (170 la 5 porte). L'accelerazione da 0 a 100 Km/h avviene in 13,4
secondi (13,8 la 5 porte). Infine, il consumo nel ciclo combinato si attesta
a 6,3 l/100 km con la 3 porte ed a 6,5 l/100 km con la 5 porte. Il 1.6 16v
di 76 kW (103 Cv) eroga la potenza massima a 5750 giri/min e la coppia
massima (145 Nm) a 4000 giri/min. La Fiat Stilo 3 porte equipaggiata con
questo motore raggiunge i 185 km/h (183 la 5 porte). Accelera da 0 a 100
Km/h in 10,5 secondi (10,9 la 5 porte). Nel ciclo combinato consuma 7,3
l/100 km (7,4 la 5 porte). Il 1.8 16v sviluppa una potenza massima di 98 kW
(133 CV) disponibile a 6400 giri/min e una coppia di 162 Nm a 3500 giri/min.
Questo motore spinge la Fiat Stilo 3 porte a 202 km/h (200 km/h per la 5
porte) e consente alla vettura di accelerare da 0 a 100 km/h in 9,9 secondi
(10,3 la 5 porte). Nel ciclo combinato i consumi sono di 8,0 l/100 km con la
3 porte e 8,1 l/100 km con la 5 porte. Il motore 2.4 20v, con cambio
Selespeed, è al vertice della gamma Fiat Stilo. Evoluzione della famiglia a
cinque cilindri, questo propulsore eroga una potenza di 125 kW (170 Cv) a
6000 giri/min e una coppia di 221 Nm a soli 3500 giri/min. La velocità
massima è di 215 km/h per la 3 porte (213 km/h per la 5 porte) e
l'accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 8,5 secondi (8,9 secondi per la 5
porte). Il consumo nel ciclo combinato è di 9,7 l/100 km (9,8 per la 5
porte). Il 1.9 Jtd di 80 Cv eroga 59 kW già disponibili a 4000 giri/min, e
una coppia di 196 Nm a 1500 giri/min. La Fiat Stilo 3 porte equipaggiata con
questo motore tocca i 172 km/h (170 km/h con la 5 porte), accelera da 0 a
100 km/h in 12,9 secondi (13,3 per la 5 porte) e consuma nel ciclo combinato
5,4 l/100 km (5,5 per la 5 porte). Il 1.9 Jtd di 115 Cv differisce dalla
versione da 80 CV per la presenza dell'intercooler e della turbina a
geometria variabile. Eroga una potenza massima di 85 kW a 4000 giri/min e ha
una coppia massima di 255 Nm a 2000 giri/min. La velocità massima raggiunta
dalla Fiat Stilo 3 porte è di 192 km/h (190 km/h per la 5 porte), accelera
da 0 a 100 km/h in 10,3 secondi (10,7 la 5 porte) e consuma 5,3 l/100 km
(5,4 per la 5 porte). Uno degli obiettivi assegnati ai progettisti che
dovevano sviluppare il progetto Fiat Stilo era quello di realizzare
sospensioni capaci di offrire prestazioni paragonabili a quelle delle
vetture di classe superiore. Dispositivi, quindi, che garantissero una
grande facilità e precisione di guida, un'ottima tenuta di strada e il
miglior comfort possibile ai passeggeri. Da qui la scelta di due schemi
collaudati, che in questo caso "lavorano" in modo particolarmente efficiente
grazie anche alle caratteristiche del nuovo telaio. Per l'anteriore, dunque,
una soluzione a ruote indipendenti di tipo Mc Pherson, affinata con
l'adozione di numerose migliorie. Nella parte posteriore, invece, è montata
una sospensione a ruote interconnesse (semindipendenti) con assale torcente,
soluzione oggi adottata anche da vetture di classe superiore. Uno schema che
ai passeggeri assicura: grande comfort, grazie al minor ingresso di rumori e
vibrazioni nell'abitacolo. ottima guidabilità, ottenuta con una traversa
torcente di lamiera piegata che garantisce l'ideale rigidezza torsionale
della sospensione; e con una barra antirollio molto leggera, perché di
sezione cava; eccellente stabilità di marcia, dovuta alle boccole idrauliche
di attacco del ponte alla scocca, che in curva creano un effetto di
convergenza delle ruote. Due vetture a 3 e 5 porte ma - per quanto riguarda
la ricchezza e la tecnologia dei contenuti - un solo modello, che stabilisce
nuovi standard non solo nella sua fascia di mercato ma in alcuni casi
perfino nei segmenti superiori. Occorreva, dunque, superare i desideri dei
clienti. Ecco perché la sostanza che si voleva dare a Fiat Stilo è stata
declinata in tutti i campi senza mai scendere a compromessi. Fiat Stilo,
dunque, è due vetture così diverse da poter soddisfare i differenti bisogni
dei clienti delle 3 e delle 5 porte. Ma assolutamente uguali in quei campi
dove gli acquirenti delle due vetture chiedono esattamente la stessa cosa:
cioè sostanza. La sostanza di una vettura che, nella sua categoria, sa dare
molto più di qualunque concorrente,sa superare i desideri stessi dei
clienti. Ecco perché la sostanza che si voleva dare a Fiat Stilo è stata
declinata in tutti i campi senza mai scendere a compromessi. Sicurezza - Nel
campo della sicurezza passiva Fiat Stilo offre unica del segmento, 8 airbag,
due dei quali, quelli frontali, Multistage. Mentre sul fronte della
sicurezza attiva, il nuovo modello vanta quattro freni a disco e offre tutti
i dispositivi di controllo della frenata e della trazione oggi disponibili.
L'Abs integrato dal correttore di frenata Ebd. L'Asr che limita lo
slittamento delle ruote in accelerazione. I dispositivi Eva e Hba destinati
ad aiutare il guidatore a frenare a fondo in caso di panico. Il sofisticato
Esp che in curva controlla elettronicamente la stabilità dinamica della
vettura. Sono inoltre disponibili i fari allo Xenon, che assicurano una
ottima visibilità in ogni condizione atmosferica. Qualità e ricchezza dei
materiali. Qui, così come per l'accuratezza delle finizioni, Fiat Stilo
propone tutto quanto ci si può aspettare da una vettura che in molti casi è
destinata ad essere la prima auto della famiglia. Ecco, allora, i molti
materiali che derivano dai segmenti superiori: come la plancia in "slush
moulding", le vernici "soft touch" con le quali sono ricoperte tutte le
superfici secondarie, i contorni bruniti della strumentazione, i pregiati
materiali di rivestimento dei sedili e dei pannelli, mutuati dai
rivestimenti usati nell'arredamento degli appartamenti. Telematica - Connect,
l'innovativo sistema telematico che collega il guidatore all'ampia gamma di
servizi fferti da Targasys, sarà disponibile anche su Stilo. L'offerta dei
servizi Connect è completata da un telefono GSM Dual Band con accesso
Internet WAP, Localizzazione GPS e Navigazione, oltre che da un sistema
audio CD capace di riprodurre anche i file musicali MP3. Il sistema può
essere gestito da comandi vocali e visualizzato su display fino a 7" Wide
Screen. Tecnologia al servizio dell'uomo - Fiat Stilo semplifica anche la
vita a chi la possiede. Con un trasponder in tasca, è possibile entrare
nella macchina e avviarla senza chiave. Nei lunghi trasferimenti
autostradali si dovrà solo impostare la velocità desiderata: mantenerla,
frenando e accelerando in relazione all'andatura della vettura che precede,
sarà compito del Radar Cruise Control. All'entrata in galleria i fari si
accenderanno automaticamente, attivati da un sensore e alle prime gocce di
un improvviso acquazzone il tergicristallo entrerà in funzione su comando
del sensore di pioggia. Al momento di posteggiare, poi, le manovre saranno
facilitate dal sensore di parcheggio. Il funzionamento di questi e altri
sistemi può essere personalizzato dal guidatore attraverso il menù del My
Car sul quadro di bordo. Next Generation Interior - Fiat Stilo propone anche
un modo del tutto inedito di concepire l'allestimento dell'abitacolo e di
sfruttare lo spazio destinato a passeggeri e bagagli proposta da Fiat Stilo.
E davvero si tratta di interni di una nuova generazione perché Fiat Stilo è
la prima vettura di questo segmento che offre tutta la funzionalità e la
flessibilità di un monovolume in una normale media compatta. Risultato
consentito da due sedili posteriori che scorrono avanti e indietro, si
reclinano e si ribaltano indipendentemente. Offrendo, così, la grande
versatilità di un bagagliaio che, secondo le necessità del momento, può
avere non solo una differente capacità di carico, ma anche una forma
diversa. Nella Fiat Stilo 5 porte, infatti, la parte posteriore
dell'abitacolo si adatta ai passeggeri, garantendo, di volta in volta, il
massimo comfort agli occupanti sia nello spazio disponibile per le gambe sia
nella posizione dello schienale. A questo si aggiungono un passaggio sci,
diversi vani portaoggetti chiusi, un seggiolino bambini integrato nel sedile
posteriore e un sedile anteriore che si ribalta a tavolino per ospitare
carichi lunghi o servire come piano di lavoro. Ma per capire come il cliente
potrà sfruttare una vettura di questo genere nella vita di ogni giorno, più
che la semplice descrizione dell'abitacolo può servire qualche esempio. A
tutti è capitato di dover trasportare oggetti non particolarmente
ingombranti ma molto lunghi. E tutti ricordiamo il tempo perso per cercare
(con scarso successo) d'infilarli all'interno dell'auto. Con Fiat Stilo
basta ribaltare uno dei sedili posteriori e quello anteriore ed il gioco è
fatto: gli oggetti trovano in pochi minuti una sistemazione sicura che
lascia intatto lo spazio per guidatore e passeggeri. E quante volte ci siamo
detti che l'ideale sarebbe avere due auto: una da usare ogni giorno e
l'altra in occasione dei viaggi lunghi, quando la famiglia è al completo e i
bagagli si moltiplicano a dismisura. Ebbene, da questo punto di vista Fiat
Stilo 5 porte è due vetture in una. Con i sedili posteriori completamente
arretrati, infatti, offre un bagagliaio che è già tra i più capienti della
categoria. Ma all'occorrenza basta far scorrere i sedili in avanti e lo
spazio per borse e valigie diventa enorme. Tornati alle normali situazioni
di ogni giorno basterà riportare i sedili posteriori "tutto indietro" e
reclinarne lo schienale per poter viaggiare in quattro con il massimo
comfort: distesi come su una vettura di segmento superiore e con tutte le
relative comodità: appoggiabraccia, portabicchieri, portaoggetti per il
portafogli, il telefonino o gli occhiali dei passeggeri. Per far giocare i
bambini, per scrivere o lavorare con il computer portatile c'è il tavolino
ribaltabile, simile a quello degli aerei, che scende dallo schienale del
sedile anteriore. Per riposare un po' è sufficiente sedere dietro, reclinare
il proprio schienale e ribaltare il sedile anteriore, assumendo la stessa
posizione distesa e rilassata che si potrebbe avere su una "chaise longue".
Tutto questo è "Next Generation Interior", insieme con la disponibilità,
sempre nell'abitacolo, di tanti, tantissimi spazi per riporre le cose. Non
uno ma tre capienti vani sulla plancia (sulle auto con
condizionatore/climatizzatore quello superiore è anche refrigerato).
Appoggiabraccia anteriori e posteriori con scomparto interno, un ampio
contenitore sistemato sotto entrambi i sedili anteriori (quando sono a
regolazione meccanica), tasche generose e cinque portabicchieri. Le
richieste dei clienti si diversificano sempre più e dalle trasformazioni
culturali della società nascono nuove aspettative nei confronti
dell'automobile, uno dei beni più profondamente integrati nella vita degli
individui e della collettività. A tante domande altrettante risposte. Quelle
di Fiat Stilo sono 19, come le versioni che il nuovo modello propone.
Nascono dall'incrocio di un'offerta tra le più vaste e articolate del
segmento, fatta di: due vetture di impronta stilistica diversa (3 e 5
porte), sei motori (1.2 16v - 1.6 16v - 1.8 16v - 2.4 20v - 1.9 Jtd 80 Cv -
1.9 Jtd 115 CV), cinque cambi (quattro meccanici e uno Selespeed), tre
allestimenti (Active, Dynamic e Abarth) e 17 colori di carrozzeria, per
ognuno dei quali sono disponibili rivestimenti interni differenti sia nella
tinta e sia nel tessuto. Una gamma, quindi, nella quale ognuno può trovare
la sua Fiat Stilo e dotarla di tutti i dispositivi che oggi si possono avere
su un'automobile. Compresi quelli fino a poco tempo fa riservati a vetture
di segmenti superiori. Insomma, Fiat Stilo è davvero la vettura dallo
spirito europeo che non conosce confini ed è capace di adattarsi agli oltre
50 mercati cui è destinata. In particolare, l'allestimento Active propone di
serie l'Abs + Ebd con Asr/Msr e Brake Assist, sei air bag (quelli anteriori
sono Multistage e con il sensore Ocs), il sistema antifurto Fiat CODE II,
gli appoggiatesta e le cinture di sicurezza a tre punti per tutti i posti,
gli attacchi Isofix per i seggiolini dei bambini, il pretensionatore e il
limitatore di carico per le poltrone anteriori. Di serie sono anche il
servosterzo elettrico "Dualdrive", i fendinebbia integrati nei proiettori,
l'autoradio, il My Car (personalizzazione della vettura), il trip computer,
la regolazione del volante in altezza e assiale, e quella in altezza e
lombare del sedile del guidatore. E ancora, cassetto della plancia
refrigerato e riscaldato (quando c'è il condizionatore), vano portaoggetti
sotto il sedile del guidatore, bloccaporte centralizzato con funzioni
dead-lock e superchiusura, alzacristalli anteriori con sistema
antipizzicamento e specchietti retrovisori a comando elettrico. Questi
ultimi hanno la stessa tinta della carrozzeria e sono riscaldati.
L'allestimento Dynamic aggiunge al precedente: condizionatore, telecomando,
specchi di cortesia illuminati, vano portaoggetti sotto il sedile del
passeggero, portabicchiere integrato nel bracciolo posteriore che, al pari
di quello anteriore, ha un comodo scomparto. E ancora, a seconda delle
versioni a tre o cinque porte e dei mercati nazionali, Dynamic offre di
serie: sedili sportivi, pomello e cuffia del cambio rivestiti in pelle e
interni "Next Generation Interior". Conclude l'offerta di Fiat Stilo
l'allestimento Abarth riservato alla versione dotata del motore 2.4. Si
tratta di un equipaggiamento esclusivo che propone di serie: Connect Nav+,
climatizzatore bi-zona, Cruise Control, display multifunzionale e
riconfigurabile a matrice attiva e il sofisticato sistema Esp (Electronic
Stability Program). Sempre di serie sono i sensori di pioggia, di parcheggio
e crepuscolare, gli alzacristalli elettrici posteriori, il volante e la
cuffia del cambio rivestiti in pelle, i comandi sul volante (11 tasti), gli
inserti bruniti sulle mostrine della plancia, le fasce paracolpi e le
maniglie nella stessa tinta della carrozzeria, i sedili anteriori regolabili
in altezza e i cerchi in lega da 16". Per la versione tre porte, infine, è
di serie uno spoiler sportivo. Tre allestimenti, insomma, ricchi di
dotazioni ai quali aggiungere l'ampia offerta di optional esclusivi:
dall'Easy go al tetto lamellare elettrico (Sky Window), da Connect al
climatizzatore bi-zona. È nei cromosomi dell'Azienda precorrere i tempi
anche nelle tecnologie di fabbricazione e nell'organizzazione del lavoro.
Per questo Fiat Auto da sempre gestisce e modifica la sua struttura
produttiva con l'obiettivo di rendere gli stabilimenti più competitivi e più
pronti nel rispondere alle esigenze del mercato. E' stato così all'inizio
degli anni Novanta, con il passaggio dalla struttura organizzativa
tradizionale alla Fabbrica integrata. Ed è avvenuto così nel 1993 con la
realizzazione dello stabilimento di Melfi, destinato a costruire la Punto:
due pietre miliari nella storia del modo di costruire le automobili. Oggi,
proprio in concomitanza con la nascita di Fiat Stilo, una nuova importante
tappa: la Fabbrica integrata "modulare", realizzata nello stabilimento di
Cassino. Nata dall'adeguamento al prodotto e alle necessità del mercato
oltre che dall'evoluzione dell'organizzazione del lavoro precedente, la
Fabbrica integrata modulare punta sul coinvolgimento totale dei fornitori di
servizi e sottogruppi. Esalta ancora di più il ruolo dell'uomo all'interno
del team. Impiega diffusamente le più avanzate tecnologie informatiche, al
punto che si può parlare di Digital Factory, cioè di fabbrica digitale. Ma
non solo. Partiti da questi presupposti, i tecnici di Fiat Auto sono andati
oltre e hanno studiato e sezionato il processo produttivo, ridisegnando
flussi, postazioni di lavoro, attrezzature. Hanno fatto ricorso alle più
sofisticate tecnologie, applicate soprattutto in Lastratura e in
Verniciatura. Hanno coinvolto i tecnici della Piattaforma che sono scesi in
stabilimento per seguire passo passo l'avviamento della produzione. Tanti
interventi, dunque, che partendo dal prodotto desiderato dal cliente sono
passati all'organizzazione del processo, hanno coinvolto le tecnologie, il
flusso di lavoro, la formazione del personale. Tutto è stato rivisitato,
razionalizzato, informatizzato, attraverso una profonda trasformazione che
ha interessato in vario modo ognuna delle 4500 persone che lavorano a
Cassino.
SUPPLYON PRESENTA LA FORMULA INTEGRATA DI FUNZIONALITÀ LOGISTICHE: LA
PIATTAFORMA COMMERCIALE PER I FORNITORI DEL SETTORE AUTOMOBILISTICO CON UNA
GAMMA DI PRESTAZIONI ANCORA PIÙ AMPLIA
Monaco, 5 settembre 2001 - SupplyOn Ag integra ora la sua omonima piazza di
mercato virtuale con una soluzione WebEdi completa che permette di svolgere
operazioni logistiche direttamente attraverso la piattaforma. In tal modo,
oltre alla possibilità di ricercare nuovi partner commerciali, di richiedere
e fare offerte, o di partecipare ad aste on line, gli utenti della piazza
sono in grado di ricostruire l'intero flusso di informazioni, dalla gestione
della consegna all'arrivo della merce presso il cliente. Al momento, la
soluzione WebEdi permette di eseguire e realizzare richieste e dati di
consegna oltre che di trasporto all'interno del sistema. Nell'arco dei
prossimi mesi, a questi servizi si aggiungeranno, poco a poco, ulteriori
funzionalità, tra cui avvisi di credito, movimenti di magazzino, avvisi di
spedizione e stampa di etichette. Un nuovo sistema assolutamente completo
che offre vantaggi sia per gli acquirenti che per i venditori. Il fornitore
si giova soprattutto del fatto che per tale applicazione non è richiesta
alcuna infrastruttura It. Viene a mancare, pertanto, la manutenzione del
sistema. Con un minimo di costi di investimento, il fornitore sarà
adeguatamente attrezzato per offrire servizi logistici, in questo modo il
sistema risulterà più funzionale sia agli occhi dei clienti abituali che di
quelli nuovi. Mentre l'acquirente potrà, grazie a tale soluzione, aumentare
il suo volume d'affari di e-business e approfittare di procedure ottimizzate
soprattutto nella fase di arrivo della merce e di revisione dei conti. In
particolar modo le piccole e le medie aziende, le quali fino ad oggi hanno
escluso, per una questione di costi, una propria soluzione Edi, possono ora
potenziare la loro competitività grazie ad una soluzione basata su browser.
Bastano pochi semplici requisiti: un Pc, un browser e un collegamento ad
Internet. Non è, tuttavia, soltanto il fattore prezzo ad influire sulla
scelta della soluzione SupplyOn. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal
fatto che con una sola connessione, quindi, con un'interfaccia uniforme, i
fornitori possono arrivare ad un certo numero di clienti potenziali senza il
bisogno di adattarsi a sistemi diversi. Le funzionalità logistiche offerte
da SupplyOn sono state elaborate, durante la fase di progettazione, assieme
ai suoi primissimi utilizzatori, ossia i suoi promotori e "associated
members". Ciò garantisce una funzionalità di Internet su misura focalizzata
sulle esigenze degli utilizzatori. La realizzazione tecnica della soluzione
WebEdi è avvenuta in stretta collaborazione con Atos Origin, il provider di
servizi di commercio elettronico e di It di primo piano.
PROFUMO DI FIORI NEGLI ALBERGHI TRAVELLING AROUND ITALY
Milano, 5 settembre 2001 - I dieci alberghi affiliati al Consorzio
alberghiero Travelling around Italy sponsorizzano "Sinfonia Floreale - 3a
Mostra mercato del verde ornamentale e di piante rare ed insolite",
organizzata dall'associazione PromoFlor di Verbania, che si tiene dal 7 al 9
settembre 2001 ad Arona (Novara), sul Lago Maggiore, considerata una delle
manifestazioni florovivaistiche nazionali più innovative. Durante le tre
giornate aperte al pubblico e agli operatori del settore, si possono
acquistare piante da tutto il mondo e partecipare a incontri, conferenze,
corsi pratici per avvicinarsi alle più diverse discipline botaniche e di
arte floreale. Travelling around Italy partecipa con uno stand ed ha messo
in palio 6 soggiorni week-end nei propri alberghi per i vincitori del
concorso "Colori di fine estate", coordinato dalla paesaggista Anna Furlani
Pedoja, in cui concorrono architetti progettisti e vivaisti realizzatori che
propongono ambientazioni di giardini da 20 a 100 mq. L'esposizione si
articola su una superficie complessiva di 15.000 mq. tra spazi esterni ed
interni e registra oltre 12.000 visitatori. Una verde passerella, costellata
da gazebo e stand, nei quali più di 50 selezionati espositori italiani e
stranieri presentano il fior fiore della propria produzione. Si potranno
ammirare quindi rarità e novità del mondo dei fiori, tra cui una nuova
azalea bianca è dedicata a Maria José di Savoia, l'ultima Regina d'Italia,
scomparsa a gennaio 2001. I fiori, che ci regalano tanta bellezza e
felicità, rappresentano anche un business formidabile a livello mondiale:
nei soli Stati Uniti muovono infatti un giro d'affari di quasi 15 miliardi
di dollari l'anno. Nell'asta dei fiori di Aalsmeer, in Olanda, la maggiore
borsa europea del settore, transitano 19 milioni di fiori in 24 ore.
L'Italia è uno dei principali esportatori sul mercato internazionale e vi
operano 22.000 aziende floricole. L'uso dei fiori è intimamente legato ai
sentimenti umani: un bouquet o una singola corolla possono alimentare una
passione ardente, placare il furore della gelosia, rinsaldare un'amicizia in
occasione di un anniversario o una riunione conviviale. Negli alberghi le
decorazioni floreali sono molto importanti, non solo per il gradevole
effetto scenico, ma per il profumo che gratifica l'olfatto. Questo aspetto è
particolarmente curato negli alberghi affiliati al Consorzio Travelling
around Italy, tutte strutture di grande pregio e fascino, affini nella
filosofia dell'ospitalità di classe, ubicate in attraenti destinazioni
turistiche italiane. Al momento attuale sono soci gli Hotel Barocco, dei
Consoli e Piranesi di Roma, Hotel Poseidon di Positano, Villa Abbazia di
Follina (Treviso), Hotel Villa Ducale di Taormina, Villa Michelangelo di
Vicenza, Locanda dei Mai-Intees di Azzate (Varese), Villa Cheta di Maratea e
Le Selve di Armenzano (Perugia). "Il concetto della gratificazione
dell'ospite attraverso l'olfatto fa parte dei parametri innovativi
introdotti per selezionare gli alberghi che desiderano affiliarsi al
Consorzio: i 5 sensi", commenta Franco Caruso, Presidente di Travelling
around Italy. "Vista, olfatto, gusto, tatto e udito consentono una
valutazione indipendente da elementi oggettivi come lo stile moderno o
antico, l'ubicazione, le dimensioni, ecc. Sinfonia Floreale quindi rientra a
buon diritto nelle nostre iniziative di marketing che vertono sulla
valorizzazione dell'ambiente, del territorio come destinazione turistica e
della qualità dell'accoglienza offerta agli ospiti". Travelling around Italy
- Via della Purificazione 4 - 00187 Roma Tel. 06/4872001 - Fax 06/485994
IL PROSCIUTTO CRUDO DI PARMA PROTAGONISTA DEL G8 DEI FORNELLI
Milano, 5 settembre 2001 - Otto grandi dei fornelli di tutto il mondo alla
corte del "re dei salumi italiani". Il Festival del prosciutto di Parma
svoltosi contemporaneamente nei 12 comuni della zona di produzione tipica da
venerdì 31 agosto a domenica 2 settembre è diventato poliglotta ed ha
ospitato il summit di otto fra gli chef più famosi del mondo: da Donato de
Santis, che fino a due anni fa è stato il cuoco personale di casa Versace ed
ora vive in Argentina dove è considerato un vero e proprio ambasciatore del
food made in Italy ed è diventato un personaggio della tv; a Minoru Saito,
lo chef giapponese patron del "Croce&Delizia", uno dei ristoranti italiani
più alla moda di Tokyo; dallo chef americano Rick Tramonto, proprietario del
"Tru", incluso nell'elenco dei "top 50 Best Restaurant" del mondo; al cuoco
francese Alain Caron che da anni è executive chef nei migliori ristoranti di
Amsterdam; da Jean Jacques Barbot, che, dopo aver servito i palati dell'Eliseo
sotto la presidenza di Giscard d'Estaing da un paio d'anni gestisce a Vichy
il rinomatissimo "L'Alambic" all'economista tedesco grande appassionato di
cucina Micheal Bartels patron del ristorante "Michas Essen&Trinken" di
Francoforte;dal giovanissimo Tim Teck, che a soli 24 anni sta già facendo
parlare di sé come capo cuoco presso il Grand Café Leroy di Anversa, allo
chef inglese Matthew Harris, che insieme al fratello gestisce uno dei locali
più chic di Londra. Due gli appuntamenti nel corso dei quali gli "otto
grandi dei fornelli", coordinati dallo chef parmigiano Marco Parizzi si sono
cimentati in una serie di proposte inedite, alcune addirittura ardite, che
ovviamente hanno avuto per protagonista sua maestà il prosciutto crudo di
Parma: una cena nella Sala d'Onore di Villa Lalatta di Sala Baganza e un
pranzo presso la Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo. In entrambi i
casi, si è tratto di menù destrutturati. Apprezzato dai gourmet di tutto il
mondo come nobile salume per spuntini raffinati, il prosciutto di Parma è
diventato così il protagonista di una serie di raffinatissimi piatti della
nuova cucina fusion, ovvero, il gusto senza frontiere. Sono quindi arrivati
in tavola: un sushi di prosciutto e un tempura di animelle con scampi e
prosciutto e pomodorini fritti; vinaigrette calda di porri con prosciutto e
parmigiano; tartare di aringhe con prosciutto croccante; mousse al
mascarpone accompagnata da prosciutto di Parma e insalata di fichi; insalata
di ceci con formaggio di capra, aglio arrostito, rucola e prosciutto;
ostriche in gelatina di melone con piccola dadolata di prosciutto; involtini
di crudo farciti con formaggio di capra fresco, code di scampi e crema
ghiacciata alla rucola selvatica; medaglioni di coda di rospo e salmone
avvolti nel prosciutto di Parma, accompagnati da salsa di pomodoro al pepe
verde e riso giallo allo zafferano. E via...gustando.
"SAPORI D'AUTUNNO" IN VAL TARO TRA PORCINI E CASTAGNE, FIUMI E CASTELLI
Parma, 5 settembre 2001 - Ecco come celebrare degnamente i prodotti più
genuini della tradizione montanara parmense. In settembre e ottobre andar
per sagre in Val di Taro fa bene al corpo, alla mente e.al palato Un tempo
ci passavano, tra mille sacrifici e altrettanti rischi, i pellegrini diretti
a Roma in cerca di indulgenze. Era parte della via Francigena e si snodava,
allora come oggi, tra le verdi valli e i monti dell 'Appennino parmense
occidentale, ai confini con Liguria e Toscana. Oggi sulla "Strada del fungo
porcino" che comprende l'Alta Val di Taro e parte della Val Baganza si va,
assai felicemente e con tanti vantaggi, per "porci" e "porcini", seguendo i
sentieri enogastronomici della tradizione montanara parmense. L'occasione
ghiotta, valida in settembre e ottobre, è data dalla quinta edizione di
"Sapori d'Autunno", manifestazione firmata dalla Pro Loco di Borgo Val di
Taro e da Parma Turismi. Con una finalità eccellente: l'invito a godere di
feste, sagre, manifestazioni, dell'esaltazione della buona cucina genuina e
saporita, dei frutti del bosco, prime tra tutti le immancabili castagne, e a
provare la calda accoglienza della zona. Qui siamo in uno dei paradisi
gastronomici d'Italia. Basta citare, per tutti, tre dei prodotti entrati
nella mitologia alimentare nazionale e mondiale: il Fungo porcino (Boletus
Edulis per i botanici), re incontrastato delle tavole valtaresi, insignito
nel 1993 della Igp (Indicazione Geografica Protetta). Versatile bontà fresca
ed essiccata, condimento sublime di tagliatelle, tortelli o gnocchi di
patate, contorno per le carni, conservato sott'olio ed usato come antipasto
oppure crudo, tagliato sottile, condito con olio d'oliva e scaglie di
formaggio. E poi non hanno certamente bisogno di descrizione il
Parmigiano-Reggiano e il Prosciutto di Parma, due D.O.P. (Denominazione
d'Origine Protetta). Mesi magici, dunque, quelli di settembre e ottobre, con
i colori e i sapori della stagione: un'avventura attraverso alcune delle
zone più belle dell' Emilia Romagna. Alla ricerca della tradizione
plurisecolare che è fatta di tavole di ristoranti tipici, di "caldarroste" e
di "pattona", di pesce e di tenera selvaggina, di profumatissimi "boleti"
serviti in mille ricette sfiziose, di carni del "nimal" (il maiale), ma
anche di splendidi itinerari d'arte alla scoperta di palazzi, case in
pietra, piazze e monumenti che hanno fatto la storia di questi luoghi. E con
tutta la famiglia saranno più entusiasmanti le deliziose visite ai
ristoranti dei "Sapori d'Autunno", da scoprire con curiosità da veri
gourmet, nei borghi della Valtaro. I menù a base di funghi nei ristoranti di
"Sapori d'Autunno" vanno dalle 35.000 alle 50.000 (bevande escluse).
Prendendo le mosse da Berceto, uno dei borghi appenninici più antichi, fiero
del suo Duomo romanico di San Moderanno (XII secolo), e dei suoi gioielli
medioevali, che nei dintorni si chiamano Castellonchio, Valbona e Corchia,
scendiamo verso la valle del fiume Taro e quella che è considerata la sua
"capitale": Borgo Val di Taro. Magnifiche dimore di antiche famiglie
gentilizie si affacciano sulla Via Nazionale, nel centro storico, mentre
nella cinta muraria è stato ricavato un interessante Museo. A Porcigatone,
poi, c'è l'oasi WWF dei Ghirardi. Seguendo la statale 523, si arriva a
Tarsogno e ci si immerge nella tradizione dei nonni visitando i vecchi
mulini, i "casoni" (essiccatoi per le castagne) e i piccoli oratori sparsi
nei dintorni. Lasciando Albareto a sinistra (non senza esserci stati), e
risalendo verso il Passo di Cento Croci, si arriva nell'Eden dei fungaioli:
la Val Gotra. A destra c'è Tornolo: anche qui funghi a volontà ma anche
strutture ricettive di prim'ordine. Da non perdere, il quattrocentesco
santuario della Madonna del Faggio e il ponte medioevale di Santa Maria del
Taro, borgo "dipinto" con i tipici colori caldi di ispirazione ligure. Lungo
il corso del Taro si raggiunge Bedonia, cuore religioso ma anche scientifico
del territorio. Il seminario annesso all'imponente santuario della Madonna
di San Marco ospita, tra l'altro, un museo di Storia Naturale, un
Planetario, un punto di osservazione astronomica, una quadreria (la
Pinacoteca "Parmigiani" con un Carracci). Compiano vuol dire castello dei
Landi (arredato con gli oggetti e i mobili d'arte della magnifica Collezione
Gambarotta), cinta muraria, borgo graziosissimo, caratterizzato da un
suggestivo lastricato e da una serie di stemmi murali. Da qui sono partite
per il mondo intere generazioni di saltimbanchi, la cui attività è
documentata nel Museo degli Orsanti, ospitato nella chiesa di San Rocco.
Qui, proprio alla fine dell'avventura ci si riposerà.davanti a un bel piatto
di funghi, si berrà del buon vino generoso e si ascolteranno le storie del
buon vecchio tempo andato. Storie d'Autunno. Parma Turismi suggerisce
offerte speciali per deliziosi weekend nella Valtaro. Un esempio? Con appena
75 mila lire si compra un pacchetto con un pernottamento in un albergo a tre
stelle (camera doppia), la mezza pensione con pranzo o cena a base di
prodotti tipici (bevande escluse), la possibilità (su prenotazione) di
visitare caseifici e aziende per la lavorazione dei prodotti tipici locali.
Per informazioni: "Sapori d'Autunno": Parma Turismi, strada Repubblica 45,
43100 Parma, Tel: 0521-228152. Fax 0521-223161, e-mail
parma.turismi@tin.it
GUCCINI IN CONCERTO VENERDÌ 7 SETTEMBRE 2001 - MONZA (STADIO BRIANTEO)
Milano, 5 settembre 2001 - La stagione autunnale dei grandi concerti a
Milano e dintorni si apre il 7 settembre allo Stadio Brianteo di Monza con
l'attesissima esibizione di Francesco Guccini, accompagnato dalla sua band (Ellade
Bandini, batteria e percussioni; Antonio Marangolo, sax e percussioni; Vince
Tempera, pianoforte e tastiere; Ares Tavolazzi, basso; Juan Carlos "Flaco"
Biondini, chitarre; Roberto Manuzzi, sax, armonica, fisarmonica e tastiere).
Nel 1940 Francesco Guccini nasce a Modena, piccola città, bastardo posto,
luogo mai amato fino in fondo. Meglio Pàvana, dove cresce "fra i saggi
ignoranti di montagna, tirato su a castagne ed erba spagna" (Addio). Meglio
Bologna, che avrebbe poi eletto a sua dimora, in quella via Paolo Fabbri 43,
dove ancora risiede ("abito sempre qui, in questa stessa strada", come canta
in Ho ancora la forza). Lungo le pieghe della via Emilia, Guccini affina i
tratti del cantastorie, prima in un anonimo complesso (nessuno, allora, li
chiamava gruppi) con Pier Farri e Victor Sogliani, poi (dopo una breve
esperienza come giornalista alla Gazzetta dell'Emilia dove impara a
maneggiare le parole) con i Gatti, insieme ad Alfio Cantarella. Folgorato da
Freewheelin' di Bob Dilan, nel novembre 1964 scrive due canzoni figlie di
quel verbo: Noi ci saremo e Auschwitz, con le quali entra nella storia dalla
porta principale. Poco dopo, arriva Dio è morto, qualcosa di più di un inno
generazionale, brano cantato in coro dalla gente tanto ai festival
dell'Unità che in chiesa, primo esempio cantautorale di compromesso storico.
Il debutto in proprio, Folk Beat n.1, esce nel 1967 a nome Francesco, senza
il cognome Guccini, ma con canzoni che si presentano da sole, a partire da
quella In morte di S.F. che ancora oggi battezza ogni concerto del Maestrone.
L'isola non trovata (1971), terzo disco (nel mezzo, Due anni dopo) è anche
il primo album di Guccini legato da piccoli fili rossi (almeno due:
l'irrazionalità e l'esotismo), un bel tentativo di costruire qualcosa di
unitario il cui risultato sia superiore alla somma delle canzoni. Il fine è
raggiunto con Radici (1972), dove ogni brano è una piccola perla di una
collana che il Maestrone indossa ancora dal vivo: Radici, Piccola città,
Incontro, Canzone dei dodici mesi, Canzone della bambina portoghese, Il
vecchio e il bambino e la mitica Locomotiva. Opera buffa (1974), registrato
all'Osteria delle Dame e denso di scherzi musicali, mostra l'aspetto più
giocoso del Guccini; Stanze di vita quotidiana (1974) torna a puntare tutto
sulla riflessione e sull'intimismo. Via Paolo Fabbri (1976) e Amerigo (1978)
entusiasmano e commuovono: L'avvelenata sputa rabbia e orgoglio, Piccola
storia ignobile racconta il dramma dell'aborto, Eskimo mette in fila i sogni
di una generazione, Amerigo confronta l'America sognata e quella vissuta con
gli occhi dello zio emigrante. Il cammino verso Metropolis (1981), album
dedicato a città con una storia e una forte valenza simbolica (Bisanzio,
Venezia, Bologna, Milano), passa attraverso Album Concerto (1979), il live
realizzato con i Nomadi, primo disco in cui compare, nelle vesti di
coordinatore artistico, Renzo Fantini. Guccini (1983), che ha per tema i
falsi movimenti del viaggiare , splende di luce vivissima in Autogrill,
canzone sospesa tra mistero e irrealtà che vive un doppio registro
temporale, come in certi racconti di Borges. Il 1984 è l'anno di Fra la via
Emilia e il West, espressione entrata nell'immaginario collettivo e nel
lessico quotidiano, fedele registrazione del trionfale concerto a Bologna,
in piazza Maggiore, vent'anni dopo Auschwitz. Dopo tre anni di silenzio
occupati a vivere e riordinare le idee, Signora Bovary (1987) accende
nuovamente i riflettori sul cantautore montanaro: Scirocco manda aria calda
e rassicurante, mentre Culodritto (dedicata alla figlia Teresa) e Van Loon
(un ricordo del padre Ferruccio) riportano il discorso alle radici. Gli anni
Ottanta terminano con un altro disco dal vivo, Quasi come Dumas (1988) e con
il primo esperimento letterario, Cròniche Epifàniche, cui seguiranno un
altro romanzo (Vacca d'un cane), due gialli (Macaronì e Un disco dei
Platters) e l'autobiografia scritta con Massimo Cotto (Un altro giorno è
andato). Quello che non...(1990) battezza il nuovo decennio. La negazione
fotografa l'andamento di una questione sentimentale ma anche la dissoluzione
di certi ideali sociali e politici. Come sempre, privato e pubblico
s'intersecano e influenzano a vicenda. Canzone delle domande consuete è
targa Tenco come canzone dell'anno, Cencio rimette magistralmente in moto la
giostra della memoria. Nel 1993 si torna a volare. Parnassius Guccini,
ennesimo grande album, deve il titolo a una farfalla scoperta nell'appenino
toscoemiliano da un entomologo appassionato del Maestrone. Canzone per
Silvia, dedicata alla Baraldini, e Nostra Signora dell'Ipocrisia, atto
d'accusa contro la televisione, smuovono gli animi; Farewell, bellissima
canzone dell'amore perduto, e Samantha, storia di due ragazzi che si
sfiorano e subito si perdono, fermano il cuore. D'amore di morte e di altre
sciocchezze esce nel 1996. La morte è in Lettera, struggente dedicata a
Bonvi, Victor e a chi se n'è andato; ne Il matto, che muore ridendo, in
battaglia, anche quando si accorge che qualcuno, per scherzo, gli ha tolto
il caricatore dal fucile; e ne Il caduto, storia di un montanaro seppellito
in pianura che vorrebbe rivivere solo per rivedere i suoi posti. Le
sciocchezze vivono ne I fichi. L'amore inonda il resto e trova il suo apogeo
in Vorrei e in Cyrano, su cui soffia il vento forte dell'epica. Poi, il
vecchio sbevazzatore d'osteria si traveste da oste nel bar di Radiofreccia,
pluridecorato film di Luciano Ligabue. Nel febbraio 2000 esce il nuovo album
di Guccini, Stagioni, l'ennesimo lavoro senza tempo né sbavature. Chierico
vagante, bandito di strada, non artista, solo piccolo baccelliere, giullare
da niente ma indignato, finto burbero che si nasconde dietro un dito per non
mostrarsi a figura intera, l'uomo di Pàvana apre l'agenda del Duemila
raccontando vecchie e nuove avventure, sempre in bilico tra passato e
presente, evitando di tagliarsi con la lama del futuro. "Arrivato alla mia
età, so che gli anni che mi rimangono sono meno di quelli già andati, per
cui mi tengo stretto il mio mondo e continuo a raccontarlo". In Guccini il
futuro non esiste (e quando si materializza è spesso sotto forma di incubo,
come nell'allucinato paesaggio da disastro nucleare del Vecchio e il
bambino), lo si può al massimo progettare, ma svanisce quando è sul punto di
realizzarsi (come nell'Autunno struggente, dove l'io narrante pensa "confuso
al mistero dei tanti io sarò diventati per sempre io ero"). E' per questo
che il cd appende al muro l'Autunno, l'Inverno '60 e la Primavera '59, ma
rifiuta di aprirsi all'estate, la sola stagione non rappresentata. Le
stagioni del nostro unico cantautore montanaro mandano lampi accecanti:
Addio è legno che brucia nel camino dell'indignazione; Stagioni sfrutta
l'immediatezza della lingua parlata per far parlare la vita di Che Guevara e
sbuffa accanto alla Locomotiva; E un giorno è dedica tenera alla figlia,
anni dopo Culodritto; Ho ancora la forza, scritta con Luciano Ligabue, è la
voglia di non arrendersi alla banalità, al già detto, ai dischi buttati via,
tanto per dire qualcosa senza sforzarsi di significare. Ore 21.00-lire
36.000 + dir.prev. Per informazioni al pubblico: tel.039/323222 e
02/58101344 n.b. Il concerto si effettuera' anche in caso di maltempo in
quanto la tribuna per il pubblico ed il palco sono al coperto
VELA: IDEA WORLD CARGO A PORTO CERVO NELLA MAXI YACHT ROLEX CUP
Porto Cervo, 5 settembre 2001 - Anche nella seconda giornata di regate della
Maxi Yacht Rolex Cup a Portocervo "Idea World Cargo" dell'armatore
napoletano Raffaele Raiola è stata la prima a tagliare la linea d'arrivo
della flotta IMS battendo nell'ordine "May Song" e l'americana "Sagamore".
La prova odierna è stata caratterizzata da una stretta battaglia tra le più
grandi imparcazioni della flotta che hano navigato fianco a fianco
sorpassandosi più volte nel bordeggio della prima parte del percorso e nel
lato conclusivo. Anche oggi la scelta del percorso è caduta su una rotta
attraverso le isole dell'arcipelago maddalenino per un totale di circa una
ventina di miglia con un vento da ovest/nord-ovest di oltre 20 nodi. Al
primo passaggio di boa a Capo d'Orso "Idea World Cargo" incappava in
un'avaria al genova che costringeva l'equipaggio guidato dal barese Paolo
Semeraro a ritadare la sua corsa per poter sostituire la vela: nonostante il
ritardo accumulato il team riusciva poi a recuperare lo svantggio e a
recuperare acqua fino a risorpassare i suoi più diretti avversari e a
vincere in tempo reale la classifica. L'equipaggio guidato dallo skipper e
timoniere Paolo Semeraro comprende anche l'armatore Raffaele Raiola, Tommaso
Chieffi (tattica) e Roberto Spata (navigatore), Riccardo Simoneschi, Alan
Hood e Sandro Montefusco (randa), Angelo Romanengo (coordinamento pozzetto),
Dede De Luca, Max Procopio, Nando Colaninno, Alberto Scapolo, Davide Tizzano,
Massimo Paradiso, Paolo Bottari, Giovanni Mascetti, Marco Cornacchia,Massimo
Braga, Saverio Giambi, Alessio Pratesi, Sergio Mauro, Rosario Vannucchi,
Vittorio Landolfi. "Idea" è in gara sul campo di regata della Maxi Yacht
Rolex Cup con il colori di World Cargo, società con base a Fiumicino
specializzata nel settore della logistica e dei trasporti internazionali.
NAUTICA DA DIPORTO: "UNA RISPOSTA PER TE"
Roma, 5 settembre 2001 - "Una risposta per te" e' il titolo della
pubblicazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul settore
della nautica da diporto. Il volume raggruppa le risposte fornite alle
numerose domande che appassionati ed operatori rivolgono all'amministrazione
sulla materia. I temi principali trattati riguardano le dotazioni di
sicurezza, le patenti nautiche, la normativa e gli apparecchi radio.
http://www.trasportinavigazione.it/site.asp?IdDoc=596
UN DECRETO CONTRO LA VIOLENZA NEGLI STADI
Roma, 5 settembere 2001 - Con l'inizio del campionato di calcio e' entrato
in vigore il nuovo decreto legge, varato dal Consiglio dei Ministri il 9
agosto scorso, per combattere gli episodi di violenza legati a
manifestazioni sportive. Le principali novita' introdotte sono l'aumento
della durata del periodo d'interdizione dagli stadi, l'introduzione di
specifiche figure di illecito penale riguardanti il lancio di corpi o
oggetti contundenti e lo scavalcamento di recinzioni, e la previsione
dell'arresto entro i limiti delle 48 ore successive al fatto per gravi
tipologie di reati di violenza.
http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/antiviolenza/antiviolenza.htm
IL MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI INAUGURA ARCHEOLAB UN NUOVO
SPAZIO PER LA DIDATTICA ARCHEOLOGICA E AMBIENTALE PRESSO IL MUSEO DELLE
PALAFITTE DI MOLINA DI LEDRO
Trento, 5 settembre 2001 - Molina di Ledro, fronte lago, località Pastei
Sabato 8 settembre 2001 ore 11.00 Il Sindaco Il Presidente di Molina di
Ledro del Museo Tridentino di Scienze Naturali Franco Brighenti Giuliano
Castelli inaugurano il nuovo spazio espositivo. Il Programma prevede il
seguente svolgimento: ore 11.00 presentazione di Archeolab Interventi di
Cristina Mayr, architetto, responsabile del progetto di restauro Franco
Brighenti, sindaco di Molina di Ledro Michele Lanzinger, direttore del Museo
Tridentino di Scienze Naturali saluto delle autorità ore 12.00 visita agli
spazi didattici. Archeolab è il nome che il Museo Tridentino di Scienze
Naturali, assieme al Comune di Molina di Ledro, ha voluto dare alla nuova
struttura che andrà ad aumentare l'attrattiva e l'interesse per il Museo
delle Palafitte del Lago di Ledro. A pochi passi dal museo, Archeolab è un
edificio di 3 piani appositamente restaurato e interamente dedicato
all'attività di didattica e di animazione dell'archeologia delle palafitte e
alla conoscenza dell'ambiente naturale della Valle di Ledro. La sua
destinazione a laboratorio didattico permetterà di migliorare e rendere più
ampia la partecipazione alle iniziative che il Museo delle Palafitte propone
da anni alle scolaresche del Trentino e dell'Italia settentrionale, così
come ai numerosi turisti che frequentano questo splendido angolo del
Trentino. L'immobile oggetto del restauro fa parte di un complesso di
edifici eretti agli inizi del '900 destinati ad albergo-abitazione. Passato
successivamente all'INAM di Brescia, parzialmente ampliato e riadattato,
venne adibito a colonia estiva fino al 1960, epoca di soppressione dell'Ente
e di passaggio della proprietà al Ministero del Tesoro. La struttura è stata
acquisita anni fa dal Comune di Molina di Ledro che ha inteso valorizzare
questi beni attraverso un loro globale recupero. Lo stabile si trova
all'interno di un grande parco botanico punto di riferimento per i
visitatori in ogni stagione dell'anno; da oggi diviene luogo di
valorizzazione del patrimonio storico e di promozione culturale. Archeolab
segna il primo passo nel progetto di riproposizione dell'area archeologica
che proseguirà con l'infrastrutturazione di un "vero" villaggio
palafitticolo, ricostruito sulla base delle più attuali conoscenze
archeologiche. Sarà inoltre luogo importante per iniziative promosse dalle
amministrazioni locali. Infolink:
www.mtsn.tn.it
SACRO E PROFANO DI ROBERTO PERONCINI
Milano, 5 settembre 2001 - Si aprirà il 15 Settembre 2001 alle ore 17.00
presso la Galleria S. Ludovico di Parma (Via Cavour) la personale di Roberto
Peroncini dal titolo "Sacro e Profano". La mostra, che si svolge
contemporaneamente in due sedi separate, presenterà circa 50 opere, di cui
circa una trentina in S. Ludovico e la parte restante presso un chiostro
dell'abbazia di S. Giovanni Evangelista in centro a Parma. Le opere
risalgono tutte al periodo successivo al 1990 e provengono da collezioni
private e da altre personali dell'artista. Si tratta di sculture in legno e
in cartongesso e di dipinti realizzati con tecnica mista: olio, tempera
acrilica, smalti, vernici. Le opere appartengono all'area astratto-informale
e, nell'ultima fase, anche figurativa. I soggetti riguardano paesaggi, nudi
e composizioni varie. I testi del catalogo, pubblicato dal Centro Grafico
Record (Cgr) di Parma, sono curati dal noto scrittore Guido Conti. La mostra
in S. Ludovico rimarrà aperta da Sabato 15 Settembre a Domenica 21 Ottobre
tutti i giorni, lunedì escluso, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle
19.00. L'ingresso è gratuito.
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