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ALESANDA DAL RI

 

LUNEDI'

 5 NOVEMBRE  2001


pagina 7

 

 

 

 

 

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NOTIZIE DALL'ESTERO

da:"Le Monde -1 novembre 2001"

"BIN LADEN avrebbe avuto un contatto con la CIA a Dubai la scorsa estate"

L'ospedale americano di Dubai ha negato mercoledì 31 ottobre di avere accolto e curato Osama Bin Laden nel luglio 2001, smentendo così le informazini sia di Le Figarò, che di Radio France International.

Nell'edizione del 31 ottobre,Le Figarò, appoggiandosi alla testimonianza di una persona, presentata come"partner professionale della direzione amministrativa dell'ospedale", scrive che il capo dell'organizzazione terroristica Al-Qaida, avrebbe soggiornato dal 4 al 14 luglio, presso l'ospedale di Dubai, negli emirati arabi uniti.Sempre,secondo il testimone citato da "Le Figarò",Osama Bin Laden, avrebbe incontrato durante il suo soggiorno il locale rappresentante della CIA." Osama Bin Laden non è mai stato un nostro paziente, e non è mai stato curato qui(..).Questo ospedale è troppo piccolo, perchè qualcuno vi possa entrare per la porta di servizio", ha dichiarato,mercoledì all'agenzia France Presse, Bernard Khoval,direttore dell'ospedale.....Osama Bin Laden avrebbe intrattenuto dei rapporti con la CIA negli anni'80.Mercoledì le autorità degli emirati hanno rifiutato qulsiasi tipo di commento su questo eventuale soggiorno ...Secondo Le Figarò, il capo di Al-Qaida sarebbe arrivato a Dubai il 4 luglio,da Quetta, in Pakistan, accompagnato dal suo medico personale e collaboratore, l'egiziano Ayman Al-Zawahri,da guardie del corpo e da un infermiere algerino.Si sarebbe immediatamente trasferito all'ospedale per esservi curato per una malattia renale.Durante la degenza, Osama Bin Laden ha incontrato svariate personalità saudite e degli emirati, e il locale rappresentante della CIA.Quest'ultimo,secondo Le Figarò,si sarebbe in seguito vantato con alcuni amici di questo incontro.Citando"fonti autorizzate", il quotidiano aggiunge che"l'agente della CIA fu richiamato il 15 luglio dalla sua centrale, all'indomani della partenza di Bin Laden da Quetta."

da: Gino Strada - Afghanistan - 1 novembre 2001

"Da Gino nel Panshir a tutti gli amici di Emergency".

Come passa in fretta il tempo... Quelle immagini simbolicamente atroci di grattacieli squarciati da aerei, quelle migliaia di morti quasi non visti - ma immaginabili nella loro angoscia disperata - mi sembrano vicinissime nel tempo, direi questione di alcuni giorni.

Invece, sono già passati cinquanta giorni, cinquanta giorni di guerra.

Ogni minuto trasmesso in diretta, fiumi di parole, di voci, di analisi, di invenzioni sulla guerra.

Per una volta, mi verrebbe da dire, viva le televisioni.

Capisco che a questo punto la domanda "Ma Gino sta bene o é ammattito?" sia già venuta a qualcuno, ma cercherò ugualmente di spiegarmi.

Premetto che qui, in Afghanistan, io posso ricevere tranquillamente tutti i canali televisione e radio italiani e non, per cui ho il privilegio di sentire e vedere quel che si dice e si fa vedere in Italia sull'Afghanistan.... standomene comodamente sdraiato su una stuoia e un cuscinotto nella valle del Panshir.

E vi assicuro che, a volte, é davvero una grande ricompensa: si possono degustare "commenti dal fronte" provenienti da località dove andiamo regolarmente a far la spesa al mercato della verdura, il tutto condito da immagini di bombardieri che sfrecciano tra le nubi cariche di pioggia, mentre qui non si vede una nuvola da venti giorni. E via di questo passo, per arrivare, ma qui mi fermerei, ai commenti dei "politici" sull'Afghanistan, sul terrorismo, sull'Islam...

Non é davvero il caso, l'urgenza della situazione non lo consente, di perdere tempo a puntare il dito contro questo e quello ridendone dell'ignoranza o della grossolanità. Se fossi in Italia, probabilmente mi incazzerei quanto voi, ma credo che in questo momento conti poco.

Quello che conta, invece, é che questa guerra, a differenza della Guerra del Golfo, la possiamo vedere. Magari un po' distorta -ciascuno tende a portare acqua al mulino del proprietario del medesimo - ma c'é, la possiamo vedere. Possiamo perfino seguire la neobattezzata "CNN araba", Al Jazeera - ma voi ve li immaginereste quelli del Qatar definire la CNN l' "Al Jazeera americana"?

E possiamo anche seguire il piccolo neonato sito di EMERGENCY intitolato "Un altro Afghanistan". Per ora é poco più che una finestrella, ma se ci pensiamo e ci lavoriamo in tanti, se in tanti saremo disposti a metterci idee, tempo, professionalità, potrebbe diventare un progetto molto, molto interessante.

Perché la guerra la possiamo far vedere anche noi, stavolta: foto, testimonianze, storie, filmati (per questi mi dicono esserci problemi tecnici ma niente é impossibile per la fantasia di EMERGENCY).

Noi, finora, abbiamo documentato vittime: anche oggi abbiamo aggiornato l'elenco di Kabul, i nostri dati sono parziali, ma forse proprio per la loro parzialità, veri. Assolutamente veri. Questo é un bel vantaggio che abbiamo rispetto alle televisioni da immagini di repertorio non dichiarate, quelle che mostrano i marines con il volto dipinto sfrecciare tra le palme di qualche giungla asiatica.

Possiamo far vedere la guerra, e potremo continuare a farlo anche quando le centinaia di giornalisti saranno migrati verso nuove "notizie". Così potremo dare sostanza ancora maggiore alle nostre conferenze, alle mille iniziative di informazione e di cultura che "il popolo di EMERGENCY" sta portando avanti.

Perché di guerra da far vedere ce ne é una sola, quella fatta di morti e feriti, di vite e di case che si frantumano, sacrificate alla "guerra globale contro il terrorismo".

Se riuscissimo a sviluppare la nostra capacità di comunicare e di raggiungere molte persone, non solo in Italia, potremmo davvero fare una informazione "pesante", di quelle che non possono essere ignorate.

Speriamo. Per ora vi abbraccio tutti

Gino

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