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16 NOVEMBRE  2001

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IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO D'EUROPA HANNO ENTRAMBI VOTATO NUOVE MISURE CHE INCIDERANNO SULLE REGOLE PER L'IMPIEGO DI INTERNET IN EUROPA E DECIDE ANCHE SULLA PRIVACY COOKIE E SPAM (MESSAGGI DI POSTA NON SOLLECITATI)

Bruxelles, 16 novembre 2001 - Mentre, il 13 novembre, il Parlamento europeo adottava un emendamento al disegno di legge sulla privacy e sulla tutela dei dati per affrontare il problema dello "spam" (messaggi di posta elettronica non sollecitati), il Consiglio d'Europa aveva appena approvato un trattato per definire gli elementi costitutivi del cybercrimine. Il disegno di legge del Parlamento prevede che siano gli utenti di Internet a decidere se vogliono ricevere o meno i messaggi non sollecitati. In caso affermativo, riceverebbero solo i messaggi di siti autorizzati all'invio. In caso negativo, gli utenti dovrebbero iscriversi in un registro contenente i nomi di tutti coloro che non desiderano ricevere tali messaggi. L'emendamento chiede che anche i "cookie" (file inviati da alcuni siti Internet ai computer degli utenti, spesso a loro insaputa) possano essere utilizzati da tali siti solo se gli utenti danno il loro consenso. Quest'ultimo elemento ha causato preoccupazioni tra le società pubblicitarie, perché i cookie vengono impiegati principalmente per identificare le modalità di navigazione degli utenti in un sito e le pubblicità da essi consultate. Tali società hanno sottolineato che, senza "cookie", in alcuni siti si dovrebbe procedere a una nuova registrazione ogni volta che vengono visitati da un utente. L'Interactive advertising bureau (Iab) ha già dichiarato che farà pressione contro l'emendamento prima che passi alla seconda lettura in Parlamento. Nel frattempo è stata accolta favorevolmente l'adozione, da parte del Consiglio d'Europa, di un trattato che standardizza gli elementi costitutivi del cybercrimine, anche se sono stati avanzati timori in merito ai possibili pericoli per la privacy online e ai poteri che verranno attribuiti alle forze di polizia. Tra i crimini, il documento mette in evidenza la frode e la pornografia infantile e autorizza le forze di polizia nazionali a richiedere la collaborazione dei loro colleghi d'oltreoceano, per condurre le inchieste e trattenere gli indiziati. Gli Stati membri sottoscriveranno il trattato nel corso di una conferenza sul cybercrimine, che si terrà a Budapest il 23 novembre. Basterà la firma di cinque paesi membri del Consiglio d'Europa per farlo entrare in vigore, ma ci vorranno anni perché sia formalmente adottato e tempi ancora più lunghi perché sia completamente recepito nelle legislazioni nazionali. Gruppi di utenti per la libertà on line e in rappresentanza degli hacker sostengono che il documento costituisce una minaccia per la democrazia e ne chiedono la revisione, nonostante questa sia la versione finale della ventisettesima bozza già presentata.

INDAGINE DELLA CAMERA DI COMMERCIO SUI SETTORI COINVOLTI ARRIVA L'EURO, INSIEME ALLE CODE MA IL BANCOMAT CI SALVERA' AL SUPERMERCATO, IN AUTOSTRADA, AL CINEMA. A PARTIRE DA GENNAIO
Milano, 16 novembre 2001. Il primo gennaio è giorno di festa. I negozi sono chiusi e di grandi spese neanche parlarne. Al massimo si esce sul tardi per un caffè al bar. Che, quest'anno, si potrà scegliere di pagare o 1.500 lire o 0,77 euro. Ma in tutta tranquillità, perché, il primo gennaio, di file alla cassa difficilmente ne incontreremo. Non così l'indomani e men che meno nei giorni successivi quando, veramente e a pieno ritmo, l'euro farà il suo ingresso nella nostra vita di tutti i giorni. Complicandoci, bene o male, l'esistenza e contribuendo, soprattutto nei primi due mesi quando si potrà pagare, e quindi ricevere il resto, sia in lire che in euro, ad incrementare le "code". Al supermercato come in autostrada e al cinema. Come emerge da un'indagine della Camera di Commercio che ha coinvolto i settori potenzialmente più colpiti. "La Camera di Commercio - ha dichiarato Gabriele Lanfredini, Presidente di Euro Info Centre, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano - è attiva da tempo per promuovere la conoscenza dell'euro tra le imprese ed aiutarle nella transizione. Abbiamo attivato strumenti informativi attivi 24 ore su 24 come Pronto Euro 840 500 700 e il nuovo sito internet euro.mi.camcom.it. E le imprese che hanno più bisogno dei nostri servizi sono proprio le piccole attività. L'importante è arrivare preparati, ma come risulta da una nostra indagine l'80% degli intervistati assicura che il processo di adeguamento all'euro della propria struttura si concluderà entro la fine dell'anno; solo il 12,4 % delle società rimanda al 2002 le pratiche per l'adeguamento. Certo si tratta di una transizione di grande portata e per questo richiede tempo e interventi per l'adattamento". Il problema del resto in euro. Eppure, e comunque, fila sarà. Perché un conto è allungare 20.000 lire e verificare che, a fronte di un biglietto d'ingresso al cinema, ne ritornino 7.000; un altro allungare le stesse due banconote da diecimila, e controllare che il resto, in euro, sia esattamente pari alla differenza fra 20.000 lire e 6,71 euro. E passi per la fila al cinema. Ma un litro di latte costerà 1,08 euro. E non sempre, e soprattutto non da parte di tutti, sarà possibile mettere mano al provvidenziale bancomat. I supermercati. Uno degli aspetti difficili del passaggio all'Euro è costituito dall'identificazione delle banconote, delle monete e dei centesimi. Questo per i primi tempi potrà creare alcuni disagi nel lavoro delle cassiere, uno "stress da resto", accanto ad un rallentamento generale alla barriera casse. E le code? Si allungheranno, inevitabilmente. Soprattutto i primi due mesi, col regime del doppio resto. Secondo le Coop ci sarà un surplus di lavoro del 60% e per questo hanno messo in conto un rafforzamento del personale addetto alle casse. La ricetta anti-code? Bancomat e carte di credito. In coda al casello: le autostrade. Analogamente, un più diffuso utilizzo di bancomat e carte di credito viene auspicato dalla Società Autostrade, soprattutto da parte dei cosiddetti "utenti occasionali", quelli che non hanno interesse alla Viacard e al Telepass, ma che, alla fine, si ritrovano tutti in fila ai caselli, contanti alla mano, in occasione di ponti, esodi e vacanze estive. Alle Poste. Per evitare le code le Poste italiane hanno puntato sull'informazione agli utenti, distribuendo 23.000 euroconvertitori, brochure e altro materiale informativo. Per quel che riguarda i dipendenti invece hanno realizzato corsi di formazione mirati. Al cinema e al teatro per acquistare il biglietto. Secondo l'Agis - l'associazione generale italiana dello spettacolo, cui a Milano fanno capo oltre 70 sale cinematografiche, 25 teatri e 4 sedi musicali - il 50 % delle sale milanesi dispone di casse automatiche, ma il vero problema, quello che inevitabilmente creerà rallentamenti e code, sarà quello del resto. Il personale alle casse aumenterà almeno per il primo mese. E bisognerà anche fare i conti con la quantità di euro di cui gli esercizi saranno inizialmente riforniti. Un caso per tutti, quello del cinema milanese Anteo, tre sale per un totale di 700 posti, dove la cassa è una sola. Non escludono di modificare gli orari degli spettacoli, onde evitare che, iniziando tutti e tre insieme, gravino eccessivamente sui tempi della biglietteria.

LE PMI BRITANNICHE RICEVERANNO 40 MILIONI DI EURO DALL'UE
Bruxelles, 16 novembre 2001 - La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha concluso un accordo di finanziamento del valore di 40 milioni di euro con la Co-operative Bank del Regno Unito, al fine di sostenere le attività delle piccole e medie imprese (Pmi). I fondi, erogati sotto forma di un prestito globale, saranno impiegati dalla banca britannica per sostenere gli investimenti realizzati dalle Pmi nell'ambito dell'industria, dei programmi di turismo rurale ed urbano e del settore dei servizi. L'obiettivo dell'investimento è di incrementare la produttività e la competitività delle Pmi, contribuendo nel frattempo alla crescita ed all'occupazione. La maggior parte del denaro andrà a favore delle regioni assistite del Nord-Ovest dell'Inghilterra, del Midlands, dello Yorkshire e del Galles. "La Bei è lieta di poter contribuire allo slancio delle Pmi insieme alla Co-operative Bank la quale, mediante i suoi finanziamenti a favore di piccole e medie imprese, municipalità e comunità locali, svolge un importante ruolo per favorire lo sviluppo", ha dichiarato il vicepresidente della Bei Peter Sedgwick. "Questo strumento consentirà alla Co-operative Bank di estendere le sue attività di finanziamento alle Pmi, in particolare a quelle di piccole dimensioni che necessitano di fondi per la loro crescita", ha proseguito. Il direttore generale della Co-operative Bank, Mervyn Pedelty, ha aggiunto: "Siamo compiaciuti di collaborare con la Bei per sostenere le aziende delle regioni assistite. La Co-operative Bank auspica di stabilire con la Bei una relazione duratura e fruttuosa, nel quadro della quale noi potremo mettere a profitto le risorse della Bei e le competenze delle nostre imprese locali a beneficio delle regioni in cui hanno sede". Per informazioni : Adam McDonaugh Tel: +352 43 79 31 47 E-mail:
a.mcdonaugh@eib.org

A SOLI 47 GIORNI DALL'INTRODUZIONE DELL'EURO OTTO ITALIANI SU DIECI TERRANNO IN RICORDO ALCUNI ESEMPLARI DI LIRA
Roma, 16 Novembre 2001 Gli Italiani si dimostrano i più sentimentali - rispetto agli altri europei - nei confronti della propria valuta nazionale. E' quanto emerge da un sondaggio commissionato da American Express alla società di ricerca indipendente Taylor Nelson Sofres. L'indagine rivela infatti che 8 Italiani su 10 (81%) hanno intenzione di conservare per ricordo, alcuni esemplari di lira quando, il prossimo anno, l'euro verrà definitivamente introdotto. Malgrado gli Italiani si dimostrino più sentimentalmente legati alla valuta nazionale rispetto agli altri Europei - (solo il 57% dei Tedeschi e il 48% degli abitanti dell'Olanda, dichiarano di voler trattenere per ricordo alcuni esemplari delle rispettive valute nazionali) - solo un Italiano su dieci, è stato in grado di rispondere che Alessandro Volta appare sul fronte delle banconote da 10.000 Lire. Il periodo per conoscere l'euro... E' importante notare che, a soli 47 giorni dall'introduzione di banconote e monete euro per effettuare gli acquisti, solo un Italiano su tre (34%) è stato in grado di elaborare in euro il corrispondente delle proprie spese settimanali attuali, rispetto al 51% registrato in Germania ed al solo 25% in Spagna. In Italia, gli uomini risultano più preparati in materia di conversione/valore dell'euro rispetto alle donne: il 41% degli uomini ha risposto correttamente rispetto al 29% delle donne. Malgrado questi risultati, circa la metà degli Italiani intervistati (18%) ritiene di avere una buona conoscenza della nuova valuta. La ricerca condotta da American Express, rivela un gap effettivo tra il livello di percezione sulla conoscenza e la "reale" comprensione. Per evitare confusione i consumatori effettueranno i loro acquisti con Carte ... Al fine di evitare confusione nella fase di introduzione dell'euro, i risultati rivelano che sei Italiani su dieci (60%), pianificano un utilizzo pari o maggiore a quello attuale delle proprie Carte di debito e credito. Massimo Quarra, President, American Express Europe Services Limited commenta: "Le Carte American Express renderanno più facile la gestione degli acquisti di ogni giorno. Utilizzare le Carte durante questo periodo di potenziale disorientamento, garantisce una forma di pagamento sicura, eliminando lo stress determinato dall'incertezza di avere abbastanza contanti per pagare gli acquisti quotidiani, conteggio del resto e monetine, consentendo una maggiore flessibilità dei tempi di adattamento e familiarità con la nuova valuta." "L'introduzione dell'euro in banconote e monete potrebbe generare confusione, in particolare nel periodo di doppia valuta, sia per i residenti in Eurolandia che per i visitatori che dovranno abituarsi alla nuova valuta ed ai nuovi valori." Quarra continua: "American Express gioca un ruolo chiave nell'agevolare, ai Clienti in Europa, la transazione all'euro, rendendo la nuova valuta di facile utilizzo. American Express partecipa infatti al Partnership Programme indetto dalla Banca Centrale Europea e collabora attivamente al fine di creare maggiore conoscenza tra i consumatori sulle nuove banconote e monete." La ricerca è stata condotta da Taylor Nelson Sofres, tra il 28 ed il 30 Settembre 2001, attraverso interviste telefoniche ad un campione rappresentativo di 1014 residenti in Italia. Altri Paesi inclusi nella ricerca sono Francia, Germania, Spagna e Olanda.

APRE A TORINO LA QUINTA FILIALE CITIBANK
Milano, 16 novembre 2001 - Citibank, la banca per gli investimenti del Gruppo Citigroup, apre a Torino la sua quinta filiale, dopo quelle già operative di Milano (due), Roma e Firenze. A solo un mese di distanza dall'apertura della sede di Firenze (ottobre 2001), la nuova filiale di Torino testimonia la volontˆ della Banca di rafforzarsi nel nord ovest, un'area geografica con un alto potenziale di sviluppo. Il programma quinquennale di espansione di Citibank prevede, entro il 2005, un totale di 15 filiali nei principali centri italiani. Le filiali Citibank, tutte ubicate nei centri storici delle città e studiate appositamente per ricevere i clienti in ambienti confortevoli e riservati, offrono servizi di consulenza personalizzata per gli investimenti, prodotti di risparmio gestito e i tradizionali servizi di sportello (conto corrente, carta di credito e di debito, domiciliazione utenze). I clienti, con l'assistenza di un personal advisor, possono comporre il proprio portafoglio di investimenti scegliendo tra fondi comuni lussemburghesi (21 comparti di cui alcuni in doppia valuta), Gpf (tre linee multibrand e cinque con i fondi del Gruppo), Sicav (con tre comparti di asset allocation e tre comparti specializzati sull'area euro), polizze vita unit linked e un servizio di negoziazione titoli sui mercati nazionali e internazionali. Responsabile della struttura è il branch manager Alberto Quallio, 38 anni, piemontese da generazioni, recentemente entrato in Citibank dopo un'esperienza decennale in Banca Sella prima come direttore di filiale e poi come capoarea della Sella Consult Sim per Torino, provincia torinese e Valle d'Aosta. La nuova filiale si trova nel centro storico di Torino, all'incrocio tra via Principe Amedeo e via Bogino, al piano terra di un antico palazzo. Negli uffici, distribuiti su un'area di 300 metri quadrati, operano oggi tre personal advisor, tutti con esperienze pluriennali in altri istituti bancari. Il programma di sviluppo prevede l'inserimento di sette personal advisor e un obiettivo di patrimonio gestito di oltre 300 miliardi. La filiale è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 19.00 con orario continuato. "L'apertura di Torino a un mese di intervallo dall'apertura di Firenze, la costruzione di una rete di quasi 100 promotori con 13 agenzie già operative e altre in fase di apertura dopo solo un anno di attività testimonia l'efficacia del progetto di sviluppo di Citibank in Italia". Dichiara Alain Hazan, amministratore delegato di Citibank Global Consumer nel nostro Paese. "Su queste basi proseguiremo nell'implementazione del programma di espansione che prevede, entro il 2005, 15 filiali operative sul territorio, il reclutamento di altri 400 promotori finanziari e l'acquisizione di 100 mila clienti nell'area investimenti con un patrimonio gestito di 20 mila miliardi".

PRESTITO SINDACATO DI EURO 50.000.000 A FAVORE DI BANCA PREALPI PRIMO PRESTITO SINDACATO A FAVORE DI UNA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO IN ITALIA
Milano, 16 novembre 2001 E' stato stipulato ieri a Londra il prestito sindacato di Euro 50.000.000 a favore di Banca Prealpi, la banca di credito cooperativo con sede a Tarzo (Tv) operante nelle provincie di Treviso e Belluno con una rete di 17 sportelli. L'operazione, organizzata da Mediobanca quale Mandated Lead Arranger ed a cui hanno partecipato in veste di Co-Arrangers Landesbank Baden-Württemberg e Unicredito Italiano Bank plc (Gruppo UniCredito), prevede una durata triennale con rimborso a scadenza ed è finalizzata a soddisfare le esigenze di raccolta a medio termine di Banca Prealpi. Il merito di credito della beneficiaria, nonché la struttura contrattuale che tra l'altro prevede il monitoraggio di indicatori sintetici del rischio di credito, ha permesso a Banca Prealpi di raccogliere sul mercato un importo superiore agli Euro 50.000.000, anche se l'istituto ha preferito non incrementare l'importo del finanziamento, che prevede un margine di 35 punti base sopra l'Euribor a sei mesi. All'operazione hanno partecipato complessivamente dieci banche italiane ed estere con le quote ed i ruoli indicati nella tabella che segue.

Mandated Lead Arranger Partecipazione in Euro
Mediobanca – Banca di Credito Finanziario S.p.A. 9.000.000
Co-Arrangers
Unicredito Italiano Bank (Ireland) plc, Dublin 8.000.000
Landesbank Baden-Württemberg, London Branch 8.000.000
Managers
Landesbank Schleswig-Holstein Girozentrale, Kiel 5.000.000
Landwirtschaftliche Rentenbank, Frankfurt 5.000.000
Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti S.p.A. 5.000.000
Participants
Landesbank Saar Girozentrale, Luxembourg Branch 2.500.000
Banque et Caisse d'Epargne de l'Etat, Luxembourg 2.500.000
Raiffeisenverband Salzburg reg.Gen.m.b.H., Salzburg 2.500.000
Banca Mediterranea S.p.A. 2.500.000

Banca Mediterranea S.p.A. 2.500.000 Banca Prealpi, nata nel 1970 dalla fusione della Cassa di Montaner (fondata nel 1894), Cassa di Revine (fondata nel 1895) e Cassa di Tarzo (fondata nel 1963), è una banca di credito cooperativo operante nelle provincie di Treviso e Belluno con una rete di 17 sportelli. La strategia della banca è focalizzata sul rafforzamento della propria posizione nel territorio di competenza e nella promozione economica e culturale della comunità locale. Oltre ai tipici servizi di credito, Banca Prealpi distribuisce presso la propria clientela prodotti assicurativi e di risparmio gestito; è, inoltre, attiva nel virtual banking, tramite il trading on line e l'accesso al conto personale mediante computer.

INVESTITORI RETAIL E BORSA: I RISULTATI DI UN'INDAGINE PRESSO I RISPARMIATORI ITALIANI
Milano, 16 novembre 2001 - Massimo Capuano, Amministratore Delegato di Borsa Italiana: "Il retail è una ricchezza del nostro mercato che Borsa Italiana intende sviluppare con servizi, prodotti ed education, impegnandosi in un'azione di crescita della cultura dei mercati dell'equity. La partecipazione del retail al mercato borsistico, sia in forma diretta che indiretta, deve essere sempre più una partecipazione stabile alle compagini azionarie delle società che costituiscono il tessuto produttivo italiano". A partire dal 1999 la partecipazione degli investitori retail ai mercati di Borsa è divenuto un fenomeno di dimensioni consistenti. I comportamenti dei risparmiatori si sono modificati e l'attitudine a detenere investimenti azionari in portafoglio si è andata consolidando e sembra essere divenuta permanente. Un'analisi di Borsa Italiana quantifica come il peso relativo delle azioni italiane quotate detenute in modo diretto dalle famiglie italiane sia quadruplicato nel periodo 1995-2000, passando dal 2% all'8% del totale delle attività finanziarie. A fine 2000, gli investitori retail italiani detengono direttamente un quarto dell'intera capitalizzazione di Borsa che supera il 35% considerando anche la partecipazione indiretta attraverso i fondi comuni di investimento e altri investitori istituzionali. La novità dell'indagine di Borsa Italiana è quella di prendere in considerazione la popolazione degli investitori in azioni italiane quotate e, in seconda battuta, in strumenti derivati azionari. La survey descrive le caratteristiche socio-demografiche di queste tipologie di investitori, ne valuta i comportamenti di allocazione del risparmio e la struttura del portafoglio, individua le motivazioni dell'investimento in azioni, la tipologia di intermediari utilizzati nonché i canali di formazione ed informazione consultati. Il profilo dell'investitore - Coloro che hanno negoziato nel corso degli ultimi due anni azioni italiane quotate sono soprattutto maschi (65,3%) e residenti nel Nord Ovest (44,1%). Il 57,0% ha un'età compresa tra i 30 e i 50 anni. Le professioni più diffuse sono imprenditore/libero professionista (22,0% rispetto al 4,0% della popolazione) e impiegato (24,9% rispetto al 14,7% della popolazione). Il 29,2% è laureato, il 53,4% ha un diploma di scuola media superiore. La situazione economica della famiglia è percepita dall'investitore come solida (l'83,2% riesce a risparmiare) e il 47,6% si attende un miglioramento. L'intervistato si definisce prevalentemente un investitore di tipo "moderatamente conservatore" (43,6%) o "moderatamente aggressivo" (37,1%). L'analisi cluster applicata al campione individua tre principali tipologie di investitori in azioni che ripartiscono in modo pressoché equivalente l'intera popolazione. I tre gruppi si differenziano per il diverso grado di coinvolgimento, tanto emotivo quanto operativo, nella gestione del risparmio e negli investimenti in azioni. Il gruppo degli investitori "appassionati" (28,5% del campione) ama effettuare le transazioni in piena autonomia, senza intermediazione e operando da casa o dall'ufficio. Costoro seguono i loro investimenti regolarmente e tengono monitorato con sistematicità il mercato azionario. Il secondo gruppo, gli investitori "pragmatici" (35,8% del campione), è conscio della necessità di gestire il proprio portafoglio in modo attivo, ma vive questa opportunità più come un dovere che come un divertimento. Preferisce quindi delegare le decisioni, soprattutto finali, a persone ritenute più esperte. Nel delegare, però, si rivolge a più intermediari alla ricerca delle condizioni migliori. Il terzo gruppo, gli investitori "statici" (35,7% del campione), dichiara di non sentirsi all'altezza di decidere gli investimenti in azioni (che in ogni caso ha deciso di effettuare). Opta dunque per una delega completa nella gestione del portafoglio, solitamente rivolgendosi a un'unica istituzione e scegliendo portafogli a basso contenuto di rischio. La composizione e la movimentazione del portafoglio azionario - Relativamente alle decisioni di portafoglio, le azioni maggiormente negoziate sono le blue-chip (menzionate dall'88,4% degli intervistati); seguono le azioni del Nuovo Mercato (31,7%) e le mid e small caps (20,8%). Le azioni italiane quotate pesano per il 32,2% in portafoglio. Questo dato indica però la presenza di un gruppo, peraltro non numeroso, che possiede un portafoglio estremamente concentrato sull'investimento azionario diretto in società italiane: circa il 10% degli intervistati detiene l'80% o più del proprio portafoglio in azioni italiane quotate. Questo effetto di concentrazione sembra tipico della detenzione di azioni italiane quotate rispetto alle altre forme di investimento. Nel corso degli ultimi 12 mesi il portafoglio di azioni blue-chip è stato movimentato quasi 10 volte, quello di azioni del Nuovo Mercato 16, le mid e small caps 13 volte. Il minor tasso di movimentazione delle azioni blue-chip indica come è verso questa tipologia di azione che si concentrano gli investitori cosiddetti "cassettisti", tipicamente caratterizzati da un lungo orizzonte temporale nella detenzione di azioni. Nella relazione con altri prodotti finanziari, e specificatamente con i fondi comuni azionari, le azioni italiane quotate rappresentano un prodotto autonomo. L'analisi di correlazione delle quantità detenute nel portafoglio degli investitori evidenzia come non vi sia una relazione negativa tra l'investimento in azioni e la sottoscrizione di fondi comuni azionari, ma come anzi emerga un rapporto di complementarietà. Le motivazioni all'investimento e le azioni negoziate - L'esperienza dell'investimento in azioni inizia nel maggior numero dei casi (63,0%) oltre due anni fa e il 64,6% degli intervistati indica la privatizzazione di una società pubblica come il momento di acquisto delle azioni. Tra le motivazioni che hanno indotto a iniziare a investire in azioni, le più citate sono: ottenere rendimenti migliori, realizzare rapidi guadagni e diversificare il proprio portafoglio. Le ragioni per le quali si continua ad investire in azioni restano per molti aspetti le stesse: si riduce però la ragione legata ai rapidi guadagni o all'imitazione degli amici. Tra coloro che, all'atto dell'intervista, non hanno più azioni italiane quotate in portafoglio (ovvero il 9% degli intervistati) il 50,8% sostiene che si tratta di un fatto temporaneo o che dipende dal mercato momentaneamente non favorevole. Solo il 17,5% (pari a meno del 2% del campione generale) dichiara di aver abbandonato definitivamente il mercato borsistico. I canali utilizzati per la negoziazione e le fonti di informazione - L'investitore in azioni italiane quotate rivendica un'ampia autonomia decisionale e gestionale del suo portafoglio. Nel 46,3% dei casi decide autonomamente quando e come movimentare. La banca tradizionale è il principale canale di realizzazione degli investimenti (69,0%), il 22,7% degli investitori menziona i promotori finanziari mentre il 10,4% utilizza sistemi on-line forniti dagli intermediari. Il 79,2% degli intervistati effettua le proprie operazioni di persona presso la banca o negli uffici della rete di vendita. Il canale di informazione per decidere e seguire l'investimento in azioni più utilizzato è la stampa: il 37,6% del campione cita i quotidiani economici, il 23,9% gli altri quotidiani, il 13,8% periodici economici. L'11,9% consulta siti web economico-finanziari. Il 28,2% degli intervistati si informa attraverso contatti con il personale delle banche, il 20,7% con promotori finanziari e il 18,4% con familiari e amici. Alle diverse tipologie di investitori sono associate scelte diverse di intermediari e di modalità di informazione. Tra gli investitori "appassionati" si registra una tendenza a spersonalizzare tanto il rapporto con l'intermediario che con le modalità di informazione. E' più elevato il numero degli intervistati che, per realizzare i propri investimenti, utilizzano il telefono (14,3%) o le connessioni Internet (16,9%). Questo gruppo di investitori manifesta un maggiore interesse per i periodici specializzati e per Internet come fonte di informazione, mentre perdono di importanza i rapporti personali con l'impiegato di banca, il promotore finanziario o il gruppo dei conoscenti. Gli investitori in strumenti derivati azionari - Per quanto riguarda gli investitori in strumenti derivati azionari (covered warrant, futures e opzioni), il profilo socio demografico individua come si tratti soprattutto di maschi (80%), con un titolo di studio medio-alto (metà è laureato e l'altra metà ha un titolo di studio di scuola media superiore). Nel 60% dei casi hanno un'età inferiore ai 40 anni e nel 40% sono liberi professionisti. La situazione economico-finanziaria degli investitori in strumenti derivati azionari è decisamente buona: la classe sociale di appartenenza è per il 60% medio-superiore o superiore. Il livello di conoscenza dei temi finanziari è buono. Oltre a un buon livello di istruzione, il 50% dichiara di aver frequentato corsi di approfondimento su temi finanziari. La metà di questi si percepisce come "moderatamente aggressivo" e un quarto come "aggressivo". Questa tipologia di investitore ha comportamenti di allocazione dei risparmi che, nel confronto con gli investitori in azioni, sono maggiormente volti a una più accentuata diversificazione del portafoglio a favore di attività rischiose, a un consapevole utilizzo delle potenzialità del mercato finanziario e a una maggiore diversificazione dei mercati ai quali è possibile rivolgersi. Per quanto concerne la tipologia di intermediari utilizzati per negoziare gli strumenti derivati, alla banca tradizionale si affiancano, con un'importanza equivalente, il promotore finanziario e la banca on-line. Le fonti di informazione maggiormente segnalate, tanto per gli investimenti in generale che per quelli in strumenti derivati, sono i quotidiani economici specializzati (60% degli intervistati). Anche l'utilizzo di Internet è diffuso (i siti economici specializzati sono menzionati dal 40% degli intervistati). Relativamente alle figure professionali citate come fonte informativa è di rilievo il ruolo del promotore finanziario, meno quello dell'impiegato di banca. Dopo l'11 settembre 2001 - Per verificare gli impatti sulle decisioni finanziarie degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001, si è proceduto ad un recall di un sottoinsieme di intervistati. I risultati ottenuti sembrano indicare un elevato grado di costanza nella detenzione di azioni. Non si sono verificati significativi gradi di abbandono e il 50% degli intervistati ritiene immutata la propria attitudine nei confronti dell'investimento azionario.

SI SVOLGERA' A RIMINI NEL FEBBRAIO 2002: ORIENTAFINANZA EXPO
Milano, 16 novembre 2001 - Tra i temi che sono stati selezionati: trading on line, e-banking, fondi di investimento, previdenza, ed euro. Orientafinanza Expo, mostra convegno dei servizi finanziari e delle tecnologie per l'investitore privato e le pmi, si svolgera' dal 22 al 24 febbraio 2002. L'evento organizzato da RiminiFiera e da Expoint ospitera' convegni e seminari ufficiali organizzati dal quotidiano Il Sole 24 Ore, mentre altre iniziative saranno promosse direttamente dagli espositori.

MORGAN STANLEY RICONQUISTA LA PRIMA POSIZIONE IN ITALIA NEL RISPARMIO GESTITO
Milano, 16 novembre 2001 - Secondo i dati elaborati da Assogestioni, al 29 settembre 2001 il patrimonio in gestione dalla Sicav (Società di Investimento a Capitale Variabile) Morgan Stanley è pari a 4.157,8 milioni di euro, posizionando il gruppo di servizi finanziari globali al primo posto della classifica dei gruppi internazionali attivi nel nostro Paese. Il patrimonio in gestione dei clienti italiani è investito per il 63% in comparti azionari, per il 31 % in comparti obbligazionari e il restante 6% in comparti monetari. Rispetto al 31 dicembre 2000, il valore del patrimonio in gestione è passato da 3.475,6 a 4.157,8 milioni di euro evidenziando un aumento della massa in gestione di 682,2 milioni di euro pari ad un aumento percentuale del 19.6. Nei primi nove mesi del 2001, sono stati lanciati due nuovi comparti: a gennaio lo Europe ex UK Property Fund, che investe in titoli azionari di società con sede in Europa, esclusa la Gran Bretagna, operanti nel settore immobiliare, e nel mese di settembre lo Euro Corporate Bond, che investe in titoli obbligazionari di emissione aziendale con rating elevato denominati in euro. La Sicav Morgan Stanley attualmente è composta da 24 comparti azionari, 9 obbligazionari e 3 monetari, classificati per area geografica (globali, regionali e nazionali). La diversificazione dei comparti azionari è strutturata per differenti stili di gestione (growth/value/core), per dimensione aziendale (large cap/small cap), per mercato di riferimento (mercati sviluppati/mercati emergenti) e per tipologíe di settore. In Italia, che rappresenta il 41 % della raccolta complessiva in Europa della Sicav, il network di clienti comprende numerosi collocatori, tra cui 30 banche, 14 reti di promotori finanziari e Sim e 6 siti Internet ed un elevato numero di gestori istituzionali. A margine dell'incontro di presentazione dei comparti europei della Sicav Morgan Stanley che si è svolto oggi a Milano, Stefano Russo, Responsabile per l'Europa della distribuzione della Sicav Morgan Stanley, ha commentato "La posizione di leadership che abbiamo raggiunto nel mercato italiano, così come in altri Paesi europei, deriva anche dalla diversificazione per stili di gestione che caratterizza la nostra famiglia di fondi, che ha permesso ai nostri clienti di effettuare scelte di investimento opportune nelle diverse fasi di mercato ottenendo risultati significativi."

CLICKICT : NASCE DA GEA-CONSULENTI ASSOCIATI, GEA LAB E GRUPPO BANCA POPOLARE DI BERGAMO OLTRE IL PORTALE, LA CONSULENZA E IL KNOW-HOW ONLINE
Milano, 15 novembre 2001 - Un portale di nuova generazione, che integra oltre 30 anni di esperienza nella consulenza manageriale e gestionale con la forza e i servizi di una banca leader. Un'offerta che apre a migliaia di imprese italiane, anche piccole e medie, livelli superiori di conoscenza professionale, tecnica e di scenario nell'informatica e le telecomunicazioni utilizzando strumenti e piattaforme innovative basate sul Web. Il nuovo portale è ClickICT www.clickict.com proposto da Gea Lab, società di consulenza strategica e fornitore di soluzioni complete di ebusiness. E' stato creato con l'apporto di Gea-Consullentì associati di gestione aziendale, e della Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino. Quest'ultima è azionista al 45 per cento di Clickict, mentre Gea Lab - assieme al management della Società - ha il restante 55 per cento. Clickict è stato presentato ieri alla stampa da Ugo Cedrangolo, seníor partner di Gea, assieme a Mario Consiglio, senior partner di Gea, Marco Bozzetti, amministratore delegato della nuova Società e Vaieríano D'Urbano, amministratore delegato di Coralis. L'unicità dei nuovo portale, che utilizza tecnologie d'avanguardia nel settore delle piattaforme collaborative, sta proprio nella sua impostazione focalizzata ad assistere le imprese nella gestione e nello sviluppo delle tecnologie Ict (Information & Communicatìons Technology). Il servizio viene realizzato attraverso una rete di esperti dei vari settori dell'Ict che toccano la vita di un'impresa. Questi Il consulenti virtuali " (peraitro, si tratta di professionisti o strutture ben consolidate) contribuiscono con la loro professionalità e il capitale di know-how a fornire risposte di consulenza, outsourcing di sicurezza, selezione di risorse umane, formazione a distanza. Le tecnologie Web forniscono un ulteriore vantaggio di rapidità e semplicità di accesso e consentono di realizzare il servizio con un costo estremamente competitivo. Sono previsti due livelli di utilizzo di Clickict: gli utenti registrati possono accedere ad alcuni servizi, nell'ambito di un abbonamentobase, che costa solamente 100 euro all'anno. Gli abbonati possono poi acquistare "moduli prepagati" per disporre dei servizi più sofisticati: si accede alla pagina riservata che visualizza quanto è stato consumato dei modulo prepagato e quali sono i servizi disponibili. I prezzi dei vari servizi a consumo sono indicati nelle pagine descrittive dei servizi stessi. Oggi, i principali partner di Clickict, che mettono i loro servizi e il foro know-how a disposizione degli abbonati, sono, oltre a Gea, Gea Lab e Banca Popolare di Bergamo: AdriaLab
www.adrialab.it struttura di servizio per lo sviluppo di attività Web, che appartiene al Gruppo Gea Lab (55 per cento), a Merloni Elettrodomestici (40 per cento) e all'Università di Ancona (5 per cento); Alice Comunicazione Interattiva www.aliceinteractive.it multimedía consultant specializzato in formazione a distanza e comunicazione interattiva, joint-venture tra Gruppo Pragma e Sistematica; Club TI, associazione di professionisti Ict; Coralis www.coralis.it il marketplace digitale per le piccole e medie aziende, avviato dal Gruppo Banca Popolare di Bergamo; e-Security www.arabesque-vpn.it joint-venture tra Engíneering e Marconi per le soluzioni di sicurezza sul Web; Fine Tuning www.finetuning.it Web agency specializzata nella realizzazione di progetti basati sul Web, controllata da Gea Lab; Giga Information Group www.gigaweb.com società internazionale di consulenza IT; Ricerca Quadri, servizi di consulenza e risorse umane qualificate; Sirmi www.sirmi.it tra i leader nelle ricerche e analisi di mercato, specialista di Ict; Svp www.svp.it fornitore di informazione manageriale specializzata.

AVVISO AI PORTATORI DEI "WARRANT AZIONI ORDINARIE OLIVETTI 2001-2002" "WARRANT AZIONI ORDINARIE OLIVETTI EX TECNOST 1999-2004" RETTIFICA DEI PREZZI DI ESERCIZIO
Ivrea, 16 novembre 2001 - In una nota diffusa Olivetti comunica che, in applicazione dei Regolamenti dei warrant in oggetto (rispettivamente artt. 2 e 3) e a seguito dell'operazione sul capitale sociale deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Società il 13 ottobre 2001 e avviata il 5 novembre 2001 (con termine il 23 novembre 2001 compreso), i prezzi di sottoscrizione delle azioni rivenienti dall' esercizio dei warrant saranno diminuiti di un importo pari a: Euro 0,133 corrispondente alla differenza fra la media aritmetica semplice degli ultimi cinque prezzi ufficiali dell'azione ordinaria Olivetti "cum diritto" e la media aritmetica semplice dei primi cinque prezzi ufficiali dell'azione ordinaria Olivetti "ex diritto". Pertanto, i prezzi di sottoscrizione delle azioni rivenienti dall' esercizio dei warrant saranno modificati come segue: "Warrant azioni ordinarie Olivetti 2001-2002": Euro 1,867 (per le richieste di esercizio aventi effetto in data successiva al 5 novembre 2001); "Warrant azioni ordinarie Olivetti ex Tecnost 1999-2004": Euro 3,158 (per le richieste di esercizio aventi efficacia il 14 novembre 2001. I valori relativi agli esercizi futuri saranno via via disponibili sul sito
www.olivetti.it

RAPIDA CRESCITA DELLE TRANSAZIONI ONLINE NEI MARKETPLACE ELETTRONICI UNA RICERCA CONDOTTA DA GLOBAL TRADING WEB ASSOCIATION CONFERMA LA CRESCITA DELLE TRANSAZIONI E DEL VOLUME D'AFFARI DEGLI E-MARKETPLACE
Milano, 16 novembre 2001 - Global Trading Web Association, la più grande associazione indipendente di marketplace elettronici al mondo, ha annunciato volumi di transazioni e di vendite senza precedenti, a dimostrazione del notevole impulso alla crescita dei marketplace elettronici B2B a livello mondiale e della forza del commercio elettronico. In un annuncio dato in occasione del Comdex da Sandy Kemper, Chairman di Gtwa
www.gtwa.net e Ceo di eScout, e Dennis Jones, Presidente di Gtwa e Presidente e Vice Chairman di Commerce One www.commerceone.com le transazioni sui marketplace che fanno parte di Gtwa sono passate dalle 106.168 del periodi gennaio-giugno 2000 alle 884.166 del corrispondente periodo del 2001, con un incremento del 733%. Le previsioni per la fine del 2001 sono di 2.140.500 transazioni. Le vendite registrate dai marketplace che fanno parte di Gtwa sono passate da 115.258.841 dollari Usa nel primo semestre del 2000 a 3.700.144.295 dollari nel corrispondente periodo del 2001, per un incremento del 3.110%. Le proiezioni per la fine del 2001 sono di vendite pari a 6.238.433.526 dollari. Crescono anche la quantità di prodotti e la scelta, con 4.318.654 codici a catalogo a giugno 2000 e 17.146.539 a giugno 2001. La previsione per la fine del 2001 è di 23.829.542 unità a catalogo. Una maggiore scelta di prodotti deriva direttamente della soddisfazione dei clienti, da decisioni di acquisto più rapide e dalla reiterazione degli acquisti fatti.

IL 25% DI AZIENDE GLOBAL 2000 INTERVISTATE DA MORGAN STANLEY SCEGLIE SEEBEYOND COME FORNITORE STRATEGICO DI EAI
Milano, 16 novembre 2001. - SeeBeyond, leader a livello mondiale nella fornitura di soluzioni di eBusiness Integration, ha annunciato che una recente analisi pubblicata da Morgan Stanley Equity Research ha rilevato che integrazione applicativa e sicurezza saranno le due aree di spesa strategica con la piu' alta percentuale di investimento tra le aziende Global 2000 e che il 25% dei Cio intervistati, che hanno gia' scelto un fornitore eAI strategico, ha optato per SeeBeyond: una percentuale superiore a qualsiasi altro fornitore. Pubblicata nell'ambito di una serie di interviste tutt'ora in corso con i Cio delle aziende Global 2000 per identificare le varie iniziative di pianificazione I/T da parte delle stesse aziende, l'indagine e' orientata a identificare i trend di spesa a carattere tecnologico e le aree del mercato software aziendale che presumibilmente avranno la piu' alta percentuale di investimento. Nella piu' recente analisi delle interviste ai Cio pubblicata il 1° novembre 2001, Morgan Stanley rivela anche che nel 79% dei casi le aziende non hanno ancora scelto un eAI strategico, elemento che mette in evidenza come l'area dell'integrazione costituisca di fatto un significativo settore di potenziale crescita. Delle aziende Global 2000 che hanno operato una scelta tra i fornitori di eAI, il 25% ha scelto SeeBeyond: questo posiziona SeeBeyond al top dell'area dell'integrazione applicativa ed e' indicativo dell'importante ruolo che la suite completa e unificata di prodotti process-driven di SeeBeyond ha svolto nel processo decisionale delle aziende. I partner strategici di SeeBeyond in ambito software e servizi hanno inoltre avvalorato la scelta di SeeBeyond per implementazioni globali su vasta scala. ''Nell'odierno contesto economico le aziende devono assumere decisioni sempre piu' ponderate per quanto riguarda gli investimenti I/T'', ha dichiarato Jim Demetriades, fondatore e Ceo di SeeBeyond. ''SeeBeyond, che e' sempre stata all'avanguardia nelle soluzioni di eAI, mette le aziende nelle condizioni di utilizzare al meglio i sistemi di cui dispongono attraverso un'efficace integrazione anziche' sostituendoli. La recente indagine di Morgan Stanley riconferma che SeeBeyond fornisce un'infrastruttura leader di mercato che consente alle aziende di realizzare il pieno potenziale di attivita' di business efficaci e ottimizzate, con un nuovo livello di flessibilita' e un impatto positivo sui risultati economici''. Infolink:
http://www.seebeyond.com

PROGRAMMA DI STABILITÀ: PRECISAZIONE SU WIND
Roma, 16 novembre 2002 - Con riferimento alle divergenti interpretazioni apparse sulla stampa odierna sull'alienazione di Wind, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, specifica che il termine "cessione", utilizzato nel Piano di Privatizzazioni contenuto nel Programma di stabilità, è da intendersi in termini generici e che l'operazione di collocamento più volte annunciata e attualmente prevista per il 2002 segue il programma approvato dagli azionisti Enel e France Telecom.

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