QUOTIDIANO DI: New & Net Economy, Finanza, Politica,Tecnologia, E-business, Turismatica ed Attualità

NOTIZIARIO
MARKETPRESS

NEWS
di

VENERDI'
7 DICEMBRE 2001

pagina 1

 

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INTERVISTA DI MARKETPRESS ALLA DOTTORESSA SIMA SAMAR, CHE OGGI FA PARTE DELL'AMMINISTRAZIONE PROVVISORIA AFGHANA

Milano, 7 dicembre 2001 - L'intervista alla dottoressa Sima Samar direttore di Suhada Organization, da lei fondata nel 1989 a Quetta in Pakistan e' stata pubblicata da Marketpress il 29 ottobre 2001 (vedi Archivio Notizie in prima pagina) in occasione di una sua recentissima visita a Milano presso la Libera Università delle Donne. Sima Samar fa oggi parte dell'amministrazione provvisoria, che in 6 mesi dovrebbe portare l'Afghanistan alla convocazione della Loya Jirga, e quindi alle libere elezioni. Vicino dell'ex Re in esilio, la Samar ricopre oggi la carica, assieme ad altri 4 uomini, di vicepresidente. Avrà inoltre la delega degli affari per le donne.

E-GOVERNMENT - PRESIDENZA DELL'UE: LA SPAGNA PRONTA A MIGLIORARE LA PENETRAZIONE INTERNET E AFFRONTARE QUESTIONI IN MERITO AL RISPETTO DELLA PRIVACY IMPIEGO DEI "COOKIES" E ALLA CONNESSIONE A TARIFFA FISSA
Bruxelles, 7 dicembre 2001 - Anna Birulés, ministro spagnolo della Scienze e della Tecnologia, ha dichiarato che l'incremento della penetrazione Internet costituirà una priorità nel corso della Presidenza spagnola dell'Unione europea, che inizierà il 1° gennaio 2002. L'obiettivo del Ministro è non soltanto di assistere ad importanti sviluppi dell'e-Government, ma anche di affrontare particolari questioni come l'accesso disaggregato alla linea locale, il rispetto della privacy e l'impiego dei "cookies". La connessione a tariffa fissa potrebbe inoltre rappresentare un punto di discussione. La Birulés, intervenendo alla conferenza sull'e-Government, svoltasi a Bruxelles il 28 e il 29 novembre, ha espresso il desiderio di concentrare l'attenzione sull'agevolazione delle mosse future per questi settori e sulla società dell'informazione. "Abbiamo bisogno di garantire maggiore sicurezza all'informazione e di promuovere ampiamente i servizi paneuropei. Desidererei anche vedere più istruzione e formazione per gli utenti e un quadro giuridico volto a garantire l'impiego sicuro dei servizi elettronici", ha dichiarato la Birulés. Ella ha proseguito sottolineando che il tipo di formazione e istruzione richiesto potrebbe essere sostenuto dai programmi, quali il sesto programma quadro (6Pq) e il programma Ten-Telecom. In relazione ai lenti progressi registrati nel garantire l'accesso disaggregato alla linea locale, la Commissione europea ha preso delle iniziative, fra le quali la preparazione delle procedure di infrazione, la cui applicazione è prevista per il 20 dicembre in quei paesi che non hanno ancora messo in atto la direttiva comunitaria in materia. La Birulés si è dichiarata certa che il suo paese non sarà interessato dalle suddette procedure, nonostante la Spagna non figuri fra i quattro paesi (Belgio, Finlandia, Svezia e Danimarca) che ottemperano già ai requisiti della direttiva.

IL BELGIO SI OPPONE ALLA SOSPENSIONE INCONDIZIONATA DELLA MORATORIA SUGLI OGM

Buxelles, 7 dicembre 2001 - Il 4 dicembre, il governo belga ha esposto chiaramente la sua opposizione alla sospensione della moratoria de facto sull'autorizzazione dei prodotti Gm (geneticamente modificati), finché non verrà attuato un chiaro quadro normativo, al quale deve contribuire anche la ricerca. Il ministro belga dell'Ambiente, Magda Aelvoet, ha dichiarato che la ricerca biotecnologica finanziata con i fondi pubblici, capace di apportare un "valore aggiunto sul piano sociale" dovrà essere sostenuta. Ella ha sottolineato che, nonostante le biotecnologie posseggano un evidente potenziale, i benefici che ne deriverebbero sarebbero possibili solo in presenza di un chiaro quadro regolamentare e a condizione che gli sviluppi biotecnologici siano sottoposti a rigidi controlli. Nell'Unione europea, una moratoria de facto sulle nuove autorizzazioni di prodotti Ogm è in vigore sin dal 1998. Francia, Danimarca, Grecia, Lussemburgo ed Austria, i cui voti costituiscono una maggioranza più che sufficiente per bloccare qualsiasi richiesta di nuove autorizzazioni, sono sostenitori attivi della moratoria. Secondo la dichiarazione della Aelvoet, il Belgio non appoggerà la sospensione della moratoria, finché non verranno attuati chiari regolamenti in materia di rintracciabilità ed etichettatura. Il Belgio fissa due condizioni che, a suo parere, devono essere soddisfatte prima di attuare qualunque misura destinata alla revoca della moratoria: la trasposizione nella legislazione nazionale belga della direttiva 2001/18/CE che disciplina l'emissione volontaria di Ogm nell'ambiente, e l'approvazione formale di nuovi regolamenti relativi alla rintracciabilità ed all'etichettatura "dalla fattoria alla tavola" per i prodotti alimentari e per i mangimi transgenici. La Aelvoet ha affermato che la decisione belga testimonia che il paese "sta concentrando la sua attenzione sull'ambiente e sui consumatori" e che la direttiva 2001/18/CE e i regolamenti in materia di rintracciabilità ed etichettatura consentiranno di migliorare le scelte dei consumatori e di valutare i rischi in maniera più precisa. "L'unica cosa logica è stabilire innanzitutto un quadro legislativo adeguato e coerente, prima di adottare altre misure. Siamo dunque lieti del chiaro messaggio che il Belgio ha trasmesso alla Commissione", ha dichiarato la Aelvoet. Nei mesi scorsi, la Commissione ha proposto la revoca della moratoria. Gli Stati Uniti, le cui imprese stanno accusando una riduzione delle esportazioni nell'Ue, a causa della moratoria, hanno minacciato di rispondere a tale divieto con l'imposizione di sanzioni, mediante l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc). La questione verrà discussa dal governo belga nell'ottobre dell'anno prossimo.

BUSQUIN SOSTIENE CHE LE IST SVOLGERANNO UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA COSTITUZIONE DEL SER
Bruxelles, 7 dicembre 2001 - Il commissario per la Ricerca, Philippe Busquin, ha dichiarato che le tecnologie della società dell'informazione (Ist) svolgeranno un ruolo fondamentale nella costruzione dello Spazio europeo della ricerca (Ser). Nel corso del suo intervento alla conferenza "Ist 2001", tenutasi il 3 dicembre a Düsseldorf (Germania), il commissario Busquin ha affermato: "Il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione sta scrivendo una delle pagine più avvincenti nella storia dell'umanità. La società dell'informazione mantiene in primo luogo la promessa di un equo sviluppo su scala globale, attraverso l'aumento delle opportunità nel campo dell'educazione, della salute e della sicurezza". Busquin ha sostenuto che queste nuove tecnologie saranno fondamentali per la realizzazione del Ser in quattro settori. Innanzitutto, lo sviluppo della connessione ad Internet a banda larga favorirà una corrispondente crescita nella domanda degli utenti. Le nuove tecnologie promuoveranno anche la condivisione delle risorse scientifiche attraverso le banche dati di specialisti, l'accesso remoto alle apparecchiature e la rete di laboratori pubblici e privati. Inoltre, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic) daranno vita a nuovi metodi di lavoro in tutti i settori scientifici, ad esempio tramite nuove modalità di visualizzazione, di creazione di modelli e di valorizzazione dei dati. Infine, il Commissario ha dichiarato che le nuove tecnologie stanno modificando la stessa comunità scientifica, evidenziando fra queste, quelle che permettono ai ricercatori di registrare un articolo in una banca dati on line, prima che lo stesso sia stato pubblicato. Egli ha citato il progetto "e-BioSci", sostenuto nell'ambito del programma "Qualità della vita" del quinto programma quadro di ricerca, che ha ottenuto un finanziamento di 2,4 milioni di euro per sviluppare banche dati e pubblicazioni elettroniche nei settori della genomica e della proteomica. Per affrontare queste nuove sfide, Busquin ed il commissario per le Imprese, Erkki Liikanen, hanno proposto un nuova priorità per il sesto programma quadro (6Pq): "Tecnologie della conoscenza e loro interfacce". Il commissario Busquin ha sottolineato che il nuovo programma quadro sarà più che un semplice mezzo della politica di ricerca comunitaria, poiché diventerà lo strumento finanziario di sostegno del Ser "per eccellenza". Egli ha spiegato che due dei "nuovi strumenti" attorno ai quali sarà strutturato il 6Pq, vale a dire le reti di eccellenza ed i progetti integrati, sono particolarmente adatti a soddisfare le esigenze di ricerca sulle nuove tecnologie. Le reti di eccellenza mirano a far sì che gli organismi di ricerca si riuniscano per attuare programmi comuni di attività, mentre i progetti integrati sono partenariati a larga scala che mobilizzeranno risorse significative intorno ad obiettivi di ricerca ben definiti. La "massa critica" e la maggiore integrazione create da tali strumenti, aiuterà a dare impulso al lavoro in ambiti quali quello delle comunicazioni mobili e satellitari, della microelettronica, delle nanotecnologie e della sicurezza delle transazioni, ha affermato Busquin. Egli ha spiegato che: "Il nostro obiettivo principale, oltre allo sviluppo scientifico e tecnologico, è quello di contribuire alla crescita di una forte base industriale in Europa, soprattutto nel settore della tecnologia avanzata". Busquin ha dichiarato di aver proposto l'iniziativa dello Spazio europeo della ricerca (Ser), nell'intento di far fronte alla debolezza della ricerca europea e di porre l'Europa a capo dell'eccellenza scientifica e tecnologica globale. Egli ha chiarito che la tecnologia dell'informazione è un settore nel quale l'Europa è rimasta indietro ed ha citato l'esempio del World Wide Web, che è stato inventato in Europa, ma successivamente sviluppato negli Usa. Egli ha anche sottolineato che, la formazione e la crescita di società start-up operanti nell'ambito dell'alta tecnologia e di esperti di tecnologia avanzata, sono aree nelle quali si avverte l'esigenza di ulteriore lavoro. Tuttavia le previsioni non sono del tutto negative, secondo Busquin, dal momento che l'Europa primeggia in numerosi settori strategici quali l'aeronautica, la chimica e le innovazioni nel settore delle comunicazioni mobili, come il telefono cellulare. Egli ha affermato che le nuove tecnologie forniranno anche un aiuto decisivo alla promozione del ruolo dell'Europa nell'ambito degli sforzi condotti a livello mondiale, per far fronte a problemi quali il cambiamento climatico e la lotta alle malattie ed alla fame. Il Commissario si dice nel contempo fiducioso che, nonostante il clima attuale dell'economica mondiale, il settore delle nuove tecnologie resisterà alla tempesta e manterrà il suo dinamismo. Egli ha aggiunto che, al fine di raggiungere tale obiettivo, "dobbiamo mobilitare tutte le nostre forze e capacità, in particolare quelle dei giovani scienziati, nell'ambito delle nostre università e, soprattutto, delle imprese".

LUNEDÌ INCONTRO BILATERALE TREMONTI-RATO
Roma, 7 dicembre 2001 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che lunedì 10 dicembre si terrà a Madrid un incontro bilaterale tra il Ministro, Giulio Tremonti, e il Vice Premier e Ministro dell'Economia spagnolo, Rodrigo Rato. Si parlerà, tra l'altro, di occupazione, mercati finanziari, economia dei Paesi del Mediterraneo, energia, e delle tematiche collegate al prossimo Consiglio di Barcellona, in calendario per marzo 2002.

SUL SITO DEL TESORO IL SESTO NUMERO DELLA NEWSLETTER QCS NEWS
Roma 7 dicembre 2001 -Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che sul sito
www.tesoro.it è disponibile il sesto numero della newsletter Qcs news, a cura del Servizio per le Politiche dei Fondi Strutturali Comunitari. Questi i principali titoli: La programmazione punta all'efficacia; Al via il Pon Trasporti ; Scuola nuova per un Sud moderno ; Premialità: conclusa la prima tappa ; Italia-Ungheria, parte il gemellaggio.

CONSIDERAZIONI OPERATIVE SUI MERCATI FINANZIARI: STRATEGIE E TATTICHE PER I PROSSIMI MESI
Milano, 7 dicembre 2001 - I mercati finanziari internazionali nell'ultimo periodo sono stati contraddistinti da una forte volatilità, tale fattore caratterizzerà sempre di più l'andamento delle piazze azionarie di tutto il mondo per almeno il primo semestre del 2002. Al fine di poter impostare con successo una strategia operativa è opportuno effettuare le seguenti considerazioni. Revisione dei panieri azionari Morgan Stanley Capital International - Sono partiti il 30 novembre i nuovi panieri azionari Morgan Stanley Capital International, la divisione dell'omonima banca d'affari americana specializzata nell'analisi dei titoli quotati nelle Borse di tutto il mondo. I cambiamenti sono tutt'altro che marginali: è stato infatti adottato il nuovo criterio basato sul flottate del titolo (ovvero sul numero effettivo di azioni in circolazione) e non più sulla capitalizzazione di Borsa (che comprende invece tutti i titoli della società, anche quelli detenuti da Stati e governi). Tenendo conto che i panieri targati Morgan Stanley sono tra i più usati dai gestori di fondi e Sicav internazionali e italiani (si calcola che nel mondo facciano riferimento a questi indici circa 3 miliardi di Dollari di attività, di cui 600 Milioni con gestione passiva), si può facilmente intuire la portata dell'impatto sui portafogli in gestione. Secondo gli analisti, a beneficiarne saranno soprattutto la Borsa di Londra (con 10,3 miliardi di Euro di flussi in entrata) e Wall Street (4,5 miliardi di Euro), mentre i listini di Tokyo (2,3 miliardi di Euro), Francoforte (3,5 miliardi di euro), Parigi 85,2 miliardi di Euro) e Piazza Affari (2,7 miliardi di Euro) subiranno fuoriuscite di capitali dovute alla riduzione di peso negli indici Morgan Stanley. In conclusione bisogna notare che solo il 40% dei portafogli interessati alla fine di novembre era già stato ribilanciato. Statistiche Stagionali - Chi, dal 1970 a oggi, si fosse limitato a investire sulle borse europee solo nei mesi compresi tra ottobre e il successivo aprile, avrebbe guadagnato il 1.991%. Al contrario lo stesso investitore che avesse puntato ogni anno sui listini europei da maggio a settembre si ritroverebbe oggi con una perdita del 45%. Come dire, in borsa le stagioni non sono tutte uguali. Recessione o Depressione - La recessione americana è cominciata nel marzo del 2000, in quanto numerosi indicatori singoli, in particolare nell'occupazione, nella produzione industriale, nel reddito personale, e nelle vendite al dettaglio, e più in generale nella debolezza del settore manifatturiero mostravano di aver imboccato un sentiero negativo proprio in quel mese. Uno dei dati più eclatanti riguarda il numero delle società entrate in amministrazione controllata: il record del 2000 è già stato superato ufficialmente con 224 aziende quotate in Borsa ad aver richiesto l'ingresso nella procedura fallimentare fino al mese di novembre di quest'anno, contro le 176 aziende per l'intero 2000. Le 224 società equivalgono a un giro d'affari complessivo di 180 miliardi di dollari. Si è avuto un aumento anche del numero totale di aziende entrate in procedura fallimentare: per i primi sei mesi di quest'anno il totale (che include qualunque attività organizzata in forma societaria) è salito a 20.335 unità contro le 18.699 per lo stesso periodo dell'anno scorso. Il dato sulle nuove richieste di sussidi per la disoccupazione ha registrato un aumento di 54mila domande superando le attese e toccando un totale di 488mila, mentre gli ordinativi di beni durevoli sono aumentati nel mese di ottobre del 12,8% dopo quattro mesi consecutivi di calo e un secco -9,2% nel mese precedente. Il dato al netto del settore trasporti, dove c'è stata una punta di +233,2% nelle vendite di aerei, ha riportato un pur sempre marcato +3,5%, mentre al netto del settore della difesa l'aumento è stato di +5,6%. Da ciò però emerge un fatto impressionante: se si esclude il settore dei trasporti, con il boom di vendite delle auto, e quello della difesa gli ordinativi sono calati del 7,2%. Ed è per questo che diversi economisti hanno invitato a studiare il dato nei dettagli e a non farsi confondere dalle prime impressioni sul fronte del lavoro "l'ondata di licenziamenti sta rallentando, anche se prevediamo che l'occupazione calerà per ancora qualche mese, e il tasso di disoccupazione dovrebbe arrivare al 7%." L'ultimo dato invece, non ha riservato sorprese, e confermato la tenuta di un settore come quello immobiliare: nel mese di ottobre le vendite di nuove abitazioni sono aumentate dello 0,2%, grazie ad un aumento del 15,8% nel nordest degli Usa. Il totale delle abitazioni invendute, invece, equivale per il terzo mese consecutivo a 4,3 mesi di vendite. Il settore immobiliare ha mantenuto la sua forza in parte per il calo dei tassi immobiliari, ma le vendite dovrebbero calare con l'aumento della perdita di posti di lavoro. Situazione Giapponese - Forti perdite per sofferenze per le principali banche giapponesi. Mizuho Holdings ha accumulato nel semestre aprile-settembre perdite nette per 264,4 miliardi di Yen, circa 2,42 miliardi di Euro, contro un utile netto di 154,8 miliardi di Yen nello stesso periodo del 2000. Mizuho ha effettuato accantonamenti per 391 miliardi di Yen e prevede di chiudere l'anno con perdite nette pari a 720 miliardi di yen. Anche Mitsubishi Tokyo Financial Group ha annunciato perdite nette per un totale di 96,8 miliardi di Yen ma prevede di concludere il 2001-2002 con un utile netto di 20 miliardi di Yen. Il gruppo ha tuttavia annunciato il taglio di circa 4.500 posti di lavoro entro il 2005. Sumitomo Mitsui Banking ha chiuso il semestre con un utile netto di 34,2 miliardi di Yen (-68,1%), ma nell'intero 2001-2002 vuole procedere ad accantonamenti di circa un migliaio di miliardi di Yen per eliminare le sue sofferenze e quindi prevede di terminare l'esercizio con perdite nette pari a 150 miliardi di Yen. Titoli Consigliati - I raccomandati di ferro sono Unilever, Procter & Gamble, Pepsico, Kraft, General Mills, Reckitt Benckiser, ovvero un olandese (assai globalizzato), tre americani e un britannico, che si consiglia di tenere sotto stretta osservazione. Le società scelte, per essere davvero vincenti anche nei momenti difficili della Borsa, dovrebbero continuare ad avere prospettive di crescita a doppia cifra. Per questo si privilegiano i gruppi con una buona presenza nelle economie emergenti del pianeta, dove i tassi di sviluppo sono più elevati e i mercati della distribuzione molto frammentati e più facilmente penetrabili Sono state selezionate, infatti, aziende con un marchio forte e diffuso su scala mondiale, con modelli di distribuzione e vendita quanto più diretti possibile e con una capacità di migliorare ulteriormente i margini di profitto incidendo ancora sulle spese, in primis quelle di marketing. Unilever, quotato alla Borsa di Amsterdam, è uno dei gruppi selezionati con queste caratteristiche. Il gruppo ha sotto controllo marchi notissimi come il tè Lipton e i dadi da brodo Knorr, una multinazionale di prim'ordine, che sembra essere in grado di rispettare le promesse sui risultati di bilancio del 2001. Procter & Gamble, è un altro nome di peso della top 6. Un autentico colosso dalle cui fabbriche e sono prodotti conosciutissimi come il detersivo Ariel, i pannolini Pampers, gli assorbenti Tampax, lo shampoo Pantene e molto altro ancora. È la più grande azienda globale di prodotti domestici, con un fatturato annuale che arriva a 39 miliardi di Dollari (più di 80.000 miliardi di lire). Pepsi e Gatorade sono i marchi a noi più noti, ma innumerevoli sono quelli diffusi soprattutto sul mercato domestico del Nord America, dove Pepsico ottiene più dell'80% del fatturato. Uno dei fattori di forza è l'unione tra Pepsico e Quaker, che potrebbe accelerare le prospettive di crescita a lungo termine del gruppo facendole salire del 14% entro i prossimi quattro anni. Kraft, il quarto nome della lista dei magnifici sei è uno dei leader mondiali dell'alimentare e bevande tale giudizio favorevole non è una novità. La società che agli italiani richiama inevitabilmente alla mente le sottilette ha in realtà 61 potenti marchi commerciali, tra i quali ci sono sette mega-brand (Kraft, Nabisco, Oscar Mayer, Post, Maxwell House, Philadelphia e Jacobs), ciascuno dei quali fattura oltre un miliardo di Dollari. Da oltre un decennio Kraft ha una redditività forte e regolare, che continuerà anche in futuro. Il più famoso produttore di cerali degli Stati Uniti, General Mills, è il quinto difensivo d'oro della lista. I cereali di General Mills coprono il 32% del mercato Usa e danno al gruppo la metà degli utili operativi. Una posizione di forza sul mercato domestico americano, che sembra in grado di assicurare prospettive di crescita significative nei prossimi 12-18 mesi, per i quali vedono un'accelerazione di fatturato e profitti nel 2002 grazie alla acquisizione della Pillsbury. Reckitt Benckiser, quotato a Londra, è l'ultimo dei sei selezionati. Il gruppo nasce nel 1999 dalla fusione tra Reckitt&Colman e Benckiser ed è uno grandi nomi mondiali del settore dei prodotti per la casa e per la cura personale. Sotto il suo ombrello c'è una vasta produzione che va dal detersivo per lavastoviglie Finish, alla crema depilatoria Veet e poi ancora snack, ovattine e quant'altro. Infolink:
www.assoconsulenza.tv

UN REGOLAMENTO PIÙ SEVERO POTRÀ FAVORIRE LA CRESCITA REALE DEL NUOVO MERCATO
Milano, 7 dicembre 2001 - Il Nuovo Mercato nasce più di tre anni fa, con l'esigenza di portare sul mercato italiano aziende caratterizzate da elementi di assoluta novità. L'Italia, infatti negli ultimi cinque anni ha visto una crescita esponenziale di società di nuova generazione, con fatturati superiori ad ogni più rosea aspettativa. Dall'indagine portata avanti dal Centro Studi Assoconsulenza, si evince come nel nostro paese la crescita di realtà aziendali legate alla nuova economia abbia resistito anche negli ultimi due anni, nonostante i forti cali azionari dei mercati di riferimento. Nel 99 il boom azionario dell'hi tech, ha comportato per il listino italiano del Nuovo Mercato la rottura di equilibri fondamentali, soprattutto per un mercato ancora profondamente immaturo. A tutto questo sarebbero dovute seguire immediatamente regole profondamente più severe, in modo da ottemperare l'euforia irrazionale del mercato. Ma in effetti questa maggiore rigidità, auspicabile soprattutto nelle regole, non è arrivata e così accanto a realtà di notevole valore economico si sono quotate società con bassi requisiti, portate in borsa dall'euforia. Il crollo dei Mercati hi tech di tutto il mondo, ha visto calare drasticamente le quotazioni di tutte le società della nuova generazione. Nel Nuovo Mercato italiano si è accentuata in modo davvero notevole la rottura degli equilibri e gli investitori hanno cominciato a perdere fiducia, offuscando in questo modo le numerose realtà aziendali di notevole spessore presenti sul listino. Il problema, secondo l'indagine elaborata dal nostro Centro Studi, non si troverebbe nella volatilità del Nuovo Mercato, ma nell'eccessiva deregulation che lo contraddistingue. La volatilità, infatti è un elemento comune a mercati legati alla nuova economia, settore che tutt'ora appare di difficile valutazione Oggi a più di tre anni dalla nascita del Nuovo Mercato, i volumi in netto rialzo sottolineano come gli investitori stiano tornando sul listino hi tech milanese. Ci sembra quindi corretto auspicare una riforma del regolamento del Nuovo Mercato, che possa stabilire in modo netto e preciso i requisiti necessari alla quotazione. In questo modo si stimolerà la crescita di un mercato, che viste le potenzialità delle società quotate, potrà divenire di riferimento. Infolink:
www.assoconsulenza.tv

JULIUS BAER MEDIA CONFERENCE AUTUNNO: FORTE POSIZIONE NEL MERCATO COME BASE PER IL SUCCESSO FUTURO
Zurigo, 7 dicembre 2001- Julius Baer guarda al futuro con fiducia nonostante la difficile situazione dei mercati. Basandosi sulle sue forti posizioni nel mercato, Julius Baer intende cogliere le sue opportunità nel mercato della gestione patrimoniale growth. Per attrezzarsi rispetto alle sfide future, nei mesi recenti il Gruppo Julius Baer ha dato avvio ad un'ampia serie di misure tese a migliorare la struttura dei costi, che genereranno risparmi consistenti nel prossimo anno. Rolf W. Aeberli entrerà a far parte del Comitato Esecutivo del Gruppo, come Chief Financial Officer. Come previsto, l'utile netto dei primi nove mesi è sceso di poco più della metà rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Julius Baer intende posizionarsi tra i leader della gestione patrimoniale in Europa, rimanendo fedele alle sue radici in Svizzera. Nella media conference di autunno, Raymond J. Baer, Vice Presidente del Comitato Esecutivo del Gruppo e Head del Private Banking, ha sottolineato che la famiglia Baer continuerà ad esercitare la maggiore influenza per assicurare ulteriori successi nello sviluppo del Gruppo. La focalizzazione sulle competenze primarie consente a Julius Baer di offrire prodotti e servizi di qualità e standard superiori alla media. Il Gruppo si sta concentrando su relazioni con la clientela a lungo termine, personalizzate. Tali servizi individualizzati sono disponibili grazie ad un organico di team esperti ed affidabili. Il Ceo Walter Knabenhans ha dichiarato di essere convinto che nonostante l'attuale difficile situazione dei mercati, il Gruppo è ben posizionato per cogliere il massimo delle opportunità nel mercato della gestione patrimoniale growth. Per il mercato mobiliare, Julius Baer considera realistico prevedere una performance media a lungo termine degli investimenti del 6-8% all'anno. Inoltre, proseguirà la stabile accumulazione di patrimoni dalla clientela target del gruppo, con un a crescita verosimilmente ancora più rapida dei patrimoni collettivi gestiti, quali fondi di investimento e investimenti istituzionali come i fondi pensione. Sulla base di tali valutazioni del mercato, il Gruppo Julius Baer si è posto come obiettivo a lungo termine una crescita media annua del 5-8% nell'afflusso di nuovi capitali netti. In aggiunta, Julius Baer punta ad un ROE superiore al 20%. Questi obiettivi saranno conseguiti principalmente attraverso una crescita organica, ma saranno attentamente considerate le opportunità di collaborazione o anche acquisizioni, particolarmente sul mercato domestico svizzero, se si presenteranno. Con la finalità di soddisfare il bisogno crescente di sistematica gestione di costi e profitti, Rolf W. Aeberli, già Chief Financial officer (Cfo) del Credit Suisse Banking entrerà a far parte del Comitato Esecutivo del Gruppo come CFO a partire dal 1 marzo 2002. Inoltre , Jan A. Bielinski, Chief Communications Officer, e Franco Taisch, Chief Legal Officer, entreranno a far parte del Comitato Esecutivo Allargato del Gruppo a partire dal 1 gennaio 2002. Le misure avviate per una significativa riduzione dei costi alla luce del calo di volume del business sono state presentate con la relazione del primo semestre. Il congelamento delle assunzioni associato al naturale logoramento e assestamento delle risorse interne ed esterne nelle varie aree di business, renderanno possibile realizzare risparmi di 60-80 milioni di CHF nell'anno 2002. Inoltre, costi quali quelli associati all'uscita del Gruppo dai progetti di brokerage online, e le cancellazioni connesse con la ristrutturazione delle operazioni in Germania, non dovranno essere affrontate il prossimo anno. Ciò produrrà uno sgravio totale nel 2002 di circa 100 milioni di Chf prima delle tasse, a beneficio del Gruppo. Il Gruppo Julius Baer ha chiaramente risentito degli effetti sul business derivanti dalla debolezza dei mercati nei primi nove mesi dell'anno. I patrimoni privati e istituzionali gestiti ammontavano a 121 miliardi di CHF alla fine di Settembre, con un calo del 14% rispetto al livello di metà anno di CHF 141 miliardi. Questa riduzione, in ogni caso, è stata seguita da un nuovo afflusso di patrimoni nei mesi di Ottobre e Novembre. In considerazione del fatto che il difficile anno economico attualmente in corso segue i risultati estremamente positivi dell'anno 2000, c'è da aspettarsi un chiaro calo sui profitti di quest'anno. L'utile netto per i primi nove mesi è sceso di poco più della metà rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e per tutto l'anno si prevede una contrazione della stessa portata. Tuttavia, come risultato delle misure sopra descritte il Gruppo prevede un significativo rimbalzo sugli utili per il 2002. Infolink:
www.juliusbaer.com I risultati per l'anno economico 2001 saranno pubblicati il 27 Febbraio 2002.

L'ASSEMBLEA EDISON DELIBERA UN DIVIDENDO STRAORDINARIO DI 0,58 EURO PER AZIONE
Milano, 7 dicembre 2001 - L'assemblea della Edison ha deliberato la distribuzione di un dividendo straordinario di euro 0,58 per ciascuna azione ordinaria, per un controvalore complessivo di euro 367.592.702,34 da prelevare dalla "riserva per utili portati a nuovo". L'ammontare del dividendo al quale è attribuito il credito di imposta pieno nella misura del 58,73%, utilizzabile dal percettore senza limitazioni del diritto del rimborso o del riporto a nuovo (Canestro A), è pari a euro 0,517, mentre alla parte residua del dividendo, pari a euro 0,063, è attribuibile un credito di imposta limitato (Canestro B) nella misura del 58,73%. Il pagamento del dividendo straordinario avverrà a partire dal 13 dicembre 2001 (data stacco cedola, 10 dicembre 2001), conformemente a quanto stabilito dal regolamento della Borsa Italiana Spa. L'assemblea ha inoltre preso atto delle dimissioni dell'amministratore Stefano Meloni, esprimendo un sentito ringraziamento per l'impegno profuso in questi anni nell'interesse della società, ed ha confermato Umberto Quadrino amministratore. Il consiglio di amministrazione, tenutosi successivamente all'assemblea, ha a sua volta confermato il dott. Quadrino nella carica di presidente.

INFORMATION TECHNOLOGY : LA COMPLESSITÀ DEL SUCCESSO. PROFILO DELLA DISTRIBUZIONE NELL'ANNO 2001
Milano, 7 dicembre 2001 - Si è appena concluso il censimento Mmas del mondo dell'Information Technology, realizzato presso i titolari di oltre 9.000 attività operanti in Italia, attraverso l'esclusiva metodologia Micro Marketing Analysis System di Marketing & Telematica. Dalle dichiarazioni raccolte con interviste telefoniche quali-quantitative non a campione, rilasciate dal 50% dell'universo, emerge il profilo di un canale sano e in espansione dove, però, i confini delle specializzazioni si assottigliano e gli ambiti di attività si fanno meno demarcati. Nel complesso mondo IT, rappresentato nel diagramma, il censimento Mmas ha puntato l'attenzione sulla distribuzione, business e retail, non mancando di raccogliere i dati dalle softwarehouse che, comunque, hanno un'attività commerciale complementare a quella principale e prioritaria di programmazione. In generale, il canale dell'information technology sta attraversando un periodo positivo. Le dichiarazioni di crescita dell'attività, infatti, riguardano circa la metà degli intervistati e superano abbondantemente (1 a 4) quelle segnalanti una diminuzione. I negozi di informatica, tra tutti gli operatori, sembrano essere quelli più sensibili a variazioni negative del lavoro, limitate tuttavia al 17% dei casi, con una particolare concentrazione nelle aree del Nord Ovest e del Centro; al Sud e nelle Isole si trovano, invece, con maggior frequenza dichiarazioni di crescita, riscontrata presso il 53% degli intervistati. Attraverso il canale diretto si vende prevalentemente hardware, ma il software è altrettanto presente (soprattutto nel Nord Est e al Sud). In alcuni casi, specie nelle regioni settentrionali e centrali, qualche pv (18%) fa anche attività di assemblaggio di pc e di sviluppo software, per lo più legato alla personalizzazione di pacchetti o alla realizzazione di siti Internet. La clientela è prevalentemente composta da privati, da piccole e medie aziende (nel complesso 53% dell'attività), anche se grandi aziende, pubblica amministrazione e liberi professionisti occupano uno spazio non indifferente (tra il 14 e il 18% ciascuno). Circa la metà dei pv si sviluppa su di una superficie fino a 100 mq, con personale oscillante tra le due e le tre unità. Metrature più elevate si incontrano con maggior frequenza al Nord, mentre i negozi medio piccoli con un solo addetto sono diffusi prevalentemente al Sud e nelle Isole. L'attività dei pv si è affermata negli anni '90 (il 70% dei negozi ha dichiarato di aver iniziato l'attività in questo periodo); circa il 18% aveva aperto già dall'80 e solo il 10% ancora prima. Il posizionamento è quasi sempre in città, con un numero di vetrine proporzionale alla superficie di vendita; solo per il 3% dei pv ha aperto presso centri commerciali, mentre un buon numero aderisce a catene e franchising (15%), specie nelle regioni del Centro e del Nord Est, che solitamente raggruppano un numero elevato di esercizi (intorno o superiore a 100 unità ciascuno). Le softwarehouse dichiarano di andare bene: il 55% è in crescita (al Centro e nel Nord Est addirittura oltre il 60%), contro un contenutissimo 6% che fa rilevare una diminuzione del lavoro, specie al Sud e nel Nord Ovest. Il core business è certamente lo sviluppo di pacchetti e di programmi (il 70% degli intervistati dichiara di fare solo questo), con una particolare concentrazione nelle aree del Nord Ovest. Rarissima è la produzione di hardware (semmai legata a particolari applicazioni strumentali e tecnologiche), mentre più frequente è la sua commercializzazione (riscontrata presso una softwarehouse su tre) come frequenti sono gli interventi di tipo consulenziale, di formazione e assistenza, finalizzati alla personalizzazione, all'aggiornamento e alla manutenzione dell'hardware o del software fornito. Il portafoglio clienti è prevalentemente composto da piccole, medie e grandi aziende (70%). La Pubblica Amministrazione dà lavoro nel 13% dei casi e non sono rare neppure le commesse di liberi professionisti. Le sedi delle softwarehouse hanno generalmente dimensioni medie (il 75% degli operatori dichiara fino a 150 mq). Al Centro Nord si trovano con maggior frequenza sedi molto piccole, mentre più omogenea è la distribuzione degli uffici grandi e medio-grandi. Mentre gli agenti di vendita si concentrano nelle fasce di frequenza più basse (fino a 3), le dichiarazioni relative agli addetti seguono la dimensione strutturale, anche se è possibile distinguere un picco tra le 5 e le 10 unità, con una disponibilità di postazioni pc quasi sempre leggermente superiore al personale effettivo. Solo il 12% delle softwarehouse dichiara di far parte di gruppi, raramente con oltre dieci aderenti. Il 34% delle società oggi operanti nel campo dello sviluppo software ha iniziato la propria attività negli anni '80. Il boom si è comunque verificato negli anni '90 (64% delle costituzioni), anche nel 2000 si è riscontrato un numero elevato di inizio attività (3%). Anche il business to business va bene, soprattutto al Nord Est e nel Centro Sud, con il 56% degli intervistati che dichiara di trovarsi in una fase di espansione e un altro 36% di avere un giro costante dell'attività, incentrata soprattutto sulla commercializzazione di hardware e software (dichiarata tra il 60 e l'80% degli intervistati), con una maggior propensione al "mondo" hardware nei contesti regionali meridionali. Le aziende rappresentano oltre la metà dei clienti di questo canale. Le commesse della Pubblica Amministrazione sono più rare (il 50% di chi realizza software per enti pubblici raramente lo fa per più del 30% del giro d'affari) e ancor meno contano sull'attività i liberi professionisti (con fasce basse di incidenza, non oltre il 20% sul fatturato). Nel 52% dei casi la sede di questi operatori non oltrepassa i 100 mq e per un altro 23% non risulta superiore a 150 mq. Le attività più piccole sono localizzate al Centro e al Nord Est, quelle medie al Nord Ovest e al Sud. Le società di grandi dimensioni si trovano con maggior frequenza al Nord. Il business to business presenta un organico bilanciato sia tra forza vendita e addetti interni, sia a livello di postazioni lavoro, soprattutto nelle fasce dimensionali medie: non è raro, infatti, incontrare operatori che a un dato numero di tecnici, operanti ciascuno su una propria stazione pc, affianca una rete vendita altrettanto sviluppata. Nel business to business l'adesione a gruppi è abbastanza frequente (14% dei casi), con una particolare concentrazione nelle regioni dell'Area 2 (Nord Est) e al Sud, dove la frequenza sale al 16%. Anche se ci si poteva aspettare che su questo tipo di attività si fossero innestate e sviluppate precedenti esperienze di consulenza e di fornitura aziendale, solo il 30% degli intervistati ha dichiarato di operare fin dagli anni '70-'80, mentre il 64% ha iniziato la propria attività nel decennio passato. Circa il 3% si è posto sul mercato nell'ultimo anno. Questi e altri interessanti aspetti sono emersi dall'indagine Marketing & Telematica, che dispone di un completo database sul settore dell'Information Technology in Italia. Per ulteriori informazioni è attivo il numero verde 800-011300.

EMISSIONE B.O.T.
Roma, 7 dicembre 2001. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha disposto un'emissione, con regolamento 14 dicembre 2001, da effettuarsi tramite asta il giorno 11 dicembre 2001, di 7.000 milioni di Euro di B.O.T così ripartiti: Trimestrali importo (in ml. di Euro) 2.500 scadenza 15.03.2002 gg 91; Annuali importo (in ml. di Euro) 4.500 scadenza 16.12.2002 gg 367 E' da tener presente che vengono a scadere B.O.T. per 8.750 milioni di Euro, (ml. 3.500 trimestrali e ml. 5.250 annuali). I B.O.T. sono posti all'asta con il sistema di collocamento dell'asta competitiva e senza l'indicazione del prezzo base. I buoni possono essere sottoscritti per un importo minimo di mille Euro. Non sono ammesse all'asta richieste senza indicazione di prezzo. I prezzi indicati dagli operatori partecipanti alle aste dei B.O.T., espressi in termini percentuali, possono variare, per tutte le tipologie di titoli, di un millesimo di punto percentuale o multiplo di tale cifra. L'importo di ciascuna richiesta non può essere inferiore ad un milione e mezzo di Euro. Il collocamento dei B.O.T. verrà effettuato nei confronti degli operatori di cui all'art. 5 del D.M. 16 novembre 2000. In attuazione di quanto disposto nella Sez.II - Tit. V del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, e relative norme di attuazione, in relazione alla dematerializzazione dei titoli di Stato, i buoni ordinari del Tesoro sono rappresentati da iscrizioni contabili a favore degli aventi diritto. Il capitale nominale assegnato agli operatori partecipanti all'asta verrà riconosciuto mediante accreditamento nel relativo conto di deposito accentrato in titoli presso la Monte Titoli S.p.A.. A fronte delle assegnazioni, gli operatori accrediteranno i relativi importi nei conti intrattenuti con i sottoscrittori. Le richieste di acquisto - con un massimo di tre per ciascuna tranche - dovranno pervenire alla Banca d'Italia, esclusivamente tramite la rete nazionale interbancaria, entro e non oltre le ore 11 del giorno 11 dicembre 2001 con l'osservanza delle modalità stabilite negli artt. 7 e 8 del D.M. 16 novembre 2000. Si ricorda che in caso di malfunzionamento delle apparecchiature che non consenta l'immissione dei messaggi nella rete, le richieste di partecipazione all'asta debbono essere inviate con modulo trasmesso via fax. Le richieste non pervenute entro il termine stabilito di volta in volta nei decreti di emissione non vengono prese in considerazione. Eventuali richieste sostitutive di quelle corrispondenti già pervenute sono prese in considerazione solo se giunte entro il termine di cui sopra, ai sensi del suindicato art. 8. Qualora le richieste di ciascun operatore, anche complessivamente, superino l'importo offerto dal Tesoro, esse verranno prese in considerazione a partire da quella a prezzo più alto, fino a concorrenza dell'importo offerto. La circolazione dei B.O.T. al 30 novembre 2001 era pari a 124.459,837 milioni di Euro, di cui ml. 1.750 flessibili (ml. 750 I tranche 87 gg; ml 1.000 II tranche 75 gg.), ml. 9.750 trimestrali, ml. 41.709,837 semestrali e ml. 71.250 annuali.

OPENGATE GROUP S.p.A.: NASCE NETRIC S.p.A. ELETTRODISTRIBUZIONE, UN NUOVO NETWORK DISTRIBUTIVO NEL SETTORE DEL MATERIALE ELETTRICO
Milano, 7 dicembre 2001 - Opengate Group S.p.A. - leader nei settori della distribuzione e produzione di prodotti informatici, nella fornitura di servizi IT nell'e-business, nella logistica e nella distribuzione dei materiali elettrici che ha chiuso l'esercizio 2000/2001 con un fatturato consolidato di circa 1 miliardo di Euro - annuncia la nascita di Netric S.p.A., società destinata a sviluppare ed implementare il progetto distributivo di Opengate Group S.p.A. nel settore del materiale elettrico. Netric S.p.A. nasce con l'intento di rappresentare un Network dinamico, un polo operativo nel quale confluiranno le società del Gruppo attive in questo comparto, capace di generare, gestire e presidiare il flusso della distribuzione dei materiali elettrici. Cio' in linea con la "mission" di creare valore per le imprese introducendo sul mercato un nuovo modello di distribuzione basato sulla gestione integrata del flusso fisico e di quello informativo. Per realizzare questo obiettivo Netric S.p.A. è stata dotata di un capitale iniziale deliberato pari a 25 milioni di Euro, che servirà in parte per finanziare le acquisizioni già effettuate nel corso dell'anno e successivamente quelle previste che permetteranno il raggiungimento di una importante massa critica. Attualmente il Gruppo opera nel settore della distribuzione dei materiali elettrici partecipando al 70% Cignoli Elettroforniture S.r.l. e Fin Lux S.r.l., ed al 100% Franchini Lamberto e C. S.p.A. e Futurtec S.r.l. Pertanto Netric S.p.A. si propone da subito sul mercato con una solida e forte presenza sia dimensionale che territoriale. L'appartenenza di Netric ad Opengate Group S.p.A., società quotata al Nuovo Mercato, assicura che il modello organizzativo societario e le regole sulla "corporare governance", siano adeguate ai migliori standard e garantiscano elevata visibilità e trasparenza sul mercato. "La nascita di questo nuovo operatore - ha commentato l'Amministratore Delegato di Opengate Group Pietro Pozzobon - dimostra come la "diversificazione" che il Gruppo ha fortemente voluto, diventando così una realtà multibusiness, sia ormai una realtà tangibile. Con Netric intendiamo presidiare un settore ad alta marginalità applicando le competenze e le esperienze derivanti dal modello di business utilizzato nella distribuzione dei prodotti informatici. L'aggregazione di queste prime quattro società e la conseguente nascita di Netric rappresenta solo il primo step per raggiungere una posizione di leadership sul territorio italiano nel settore della distribuzione del materiale elettrico. A questa operazione seguiranno certamente nuove acquisizioni. Parallelamente Opengate Group continuerà ad applicare la propria strategia ed il proprio modello di business entrando anche in altri settori distributivi che riteniamo profittevoli".

A MILANO UN AMBROGIO SU QUATTRO E' IMPRENDITORE. A POCA DISTANZA DAI BRAMBILLA
Milano, 7 dicembre 2001. Pare che chiamarsi Ambrogio porti particolarmente fortuna se si vuole diventare imprenditori. A Milano sono 138 quelli che fanno Ambrogio di nome o di cognome (a poca distanza dai più classici "Brambilla" che sono 171). Mentre sono 571 i residenti nel comune di Milano che si chiamano Ambrogio (537 di nome e 34 di cognome). Quindi un Ambrogio su quattro è imprenditore. Se aggiungiamo la provincia, gli Ambrogio imprenditori diventano 599 (e i Brambilla 787). Il top della milanesità è costituito dai 77 Ambrogio Brambilla tra titolari d'impresa e membri di consigli di amministrazione aziendali di Milano e provincia. E l'immagine del Santo non poteva ovviamente mancare nello stemma della Camera di Commercio di Milano. S. Ambrogio negli stemmi di Milano. A Milano sono diverse le istituzioni che, oltre alla Camera di Commercio, hanno nel loro logo l'immagine di S. Ambrogio. Tra queste la Curia, la Fondazione Ambrosianeum, il Centro Culturale Salesiano e diverse Parrocchie. Inoltre nel gonfalone del Comune di Milano è raffigurato S. Ambrogio che, impugnando nella destra uno staffile, scaccia gli ariani. Sembra che l'immagine del Santo sia da ricondurre all'episodio, narrato nel Vangelo di Giovanni, di Gesù che allontana i mercanti dal tempio. S. Ambrogio sullo stemma della Camera di Commercio. Il 13 luglio 1928 un decreto della Consulta araldica, firmato dall'allora Capo del Governo Benito Mussolini, autorizzava la Camera di Commercio "A far uso dell'emblema miniato nel foglio qui annesso che consiste in un disco con l'immagine in grande di S. Ambrogio con attorno la scritta Universitas Mercatorum Mediolanensium". Tale sigillo costituiva l'emblema della corporazione mercantile le cui prime notizie sicure risalgono al 1159. Il sigillo dell'Universitas Mercatorum dal 1150. E' difficile stabilire con certezza quando sia comparso per la prima volta il simbolo. Certamente, a partire dal 1150 il sigillo dell'Universitas mercatorum attestava l'autorità degli atti dei Consoli, dei decreti degli Abati (specialmente noto quello del 1492 che nomina i rappresentanti del Regno di Napoli), dei trattati commerciali, delle richieste di salvacondotto, dei diplomi. E poiché l'attività della corporazioni non conobbe soste, l'emblema di un'istituzione che fu parte viva della storia del nostro Paese accompagnò dovunque i mercanti ambrosiani, garantì l'autenticità di una voce che difese contro i Principi stranieri il diritto di una comunità vigorosa e spesso mandò oltre i confini l'immagine del grande vescovo di Milano. Un simbolo di libertà. Poi il costume cambiò ed il simbolo camerale non fu più usato. E di questo periodo purtroppo sono rimasti pochissimi documenti anche perché le dominazioni che seguirono non dovettero vedere volentieri un simbolo che voleva dire, in sostanza, indipendenza e libertà. Ma le tradizioni di indipendenza non furono facilmente dimenticate dalla Camera di Commercio di Milano dal momento che questa, rispondendo nel 1853 alla richiesta della Camera di Commercio di Como se fosse stato posto sull'ingresso della sede lo stemma imperiale, scriveva che " Trovandosi l'iscrizione precedente in ottimo stato di conservazione, - non si era creduto opportuno modificarlo evitando così inutili spese." La memoria del passato non si spense mai e la Camera di Commercio di Milano volle poter usare nuovamente lo stemma che riproduceva il sigillo dell'Università dei mercanti che l'aveva preceduta.

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