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 10 DICEMBRE  2001


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da:Financial Times, 4/12/2001 di Farhan Bokhari

"IL PAKISTAN SI ORGANIZZA CON UN SISTEMA BANCARIO PARALLELO"

La banca centrale del Pakistan ha imposto recentemente una serie di nuove regole alle banche commerciali nell'intento di fornire servizi bancari islamici, per conformarsi ad una disposizione della Suprema Corte del paese, che impone una conversione al servizio bancario islamico entro giugno del prossimo anno. La Banca di Stato del Pakistan ha stabilito che le banche islamiche vengano quotate in borsa con almeno il 50% delle quote destinate ad investitori a capitale privato.Ha inoltre imposto che esse dispongano di un minimo di capitale versato pari a un bilione di rupie (16.4 milioni di $), e che almeno il 15% del capitale versato sia investito dai finanziatori iniziali.Alle banche verrà inoltre richiesto di mantenere un minimo dell'8% di adeguamento di capitale.Agli investitori stranieri non sarà permesso di richiamare l'investimento iniziale di capitale, pur potendo esportare i dividendi.I banchieri hanno interpretato la recente mossa come un tentativo di creare un sistema bancario parallelo, dove sia offerta ai clienti l'opportunità di trattare esclusivamente con banche islamiche, nel caso lo vogliano.Il tutto è stato anche visto come una mossa per guadagnare tempo, da parte della banca centrale, che deve convertirsi ai servizi bancari islamici entro giugno prossimo."La banca centrale sta creando una situazione regolamentata, non si tratta tuttavia di una mossa indiscriminata verso un servizio bancario islamico", ha dichiarato Sakib Shernani, economista di spicco di ABN Amro, la banca olandese. "Il governo sta permettendo al paese un sistema bancario islamico."Incertezza sul futuro bancario in Pakistan era sorta due anni fa, dopo che la Corte Suprema aveva decretato il passaggio del paese al servizio bancario islamico entro il giugno del 2000.La corte aveva poi concesso una dilazione a seguito di un appello di una banca.L'islam vieta un interesse prestabilito, quale si ha in un'attività bancaria di tipo convenzionale, e richiede a chi prende a prestito e a chi deposita di diventare partners di una transazione commerciale, in cui la banca facilita soltanto questo tipo di partenariato.I critici hanno tuttavia molte riserve sull'abilità dei governi pakistani a chiedere futuri prestiti interni ed esteri, che potrebbero essere a rischio se il paese non accettasse la corresponsione degli interessi a chi presta.Si dovrà perciò rafforzare un sistema di regolamentazione, così da evitare dichiarazione di bancarotta da parte di chi prende a prestito, senza la paura di un fallimento.I banchieri mettono in guardia dal fatto che così succederebbe, sapendo che in una partnership tra chi presta e chi prende a prestito, perdite e profitti sono equamente ripartiti.

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