|
|
NOTIZIARIO
NOTIZIE
LUNEDI'
La nostra vetrina dei
|
Da Financial Times: 29/30 dicembre 2001 L'INDIA NON PENSA CHE IL SUO RIVALE POSSA RICORRERE ALLE ARMI. di Edward Luce "Ma essendo i due paesi in stato di altissima tensione, gli analisti militari si chiedono se Dehli sia davvero così compiacente." Chi ha in India potere decisionale,dichiara "off the record" che il Pakistan non ricorrerebbe mai-in circostanze realistiche-al nucleare. In primo luogo perchè sarebbe un'azione suicida, essendo l'India in possesso di un maggiore arsenale nucleare del Pakistan, quindi in grado di rispondere con schiacciante superiorità. E poi perchè gli Usa, oggi partner di entrambi i paesi, nella coalizione "globale anti- terrorismo",interverrebbe per prevenirne l'uso, nel caso scoppiasse la guerra. Tali ipotesi sono del tutto plausibili. Ma, essendo entrambi i paesi sul piede di guerra, un numero sempre crescente di analisti militari si chiedono se i due paesi siano davvero giudiziosi." In India c'è moltissima compiacenza nei confronti dell'arsenale nucleare pakistano,ma non sappiamo se poi questa sarebbe messa in pratica." -disse P.R.Chari dell'Istituto degli Studi sulla pace e sui conflitti."Quanto più l'India è compiaciente su questo punto, tanto più è arrogante nel proporre un tipo di politica che specula sul rischio di una guerra con il Pakistan. I funzionari indiani sottolineano di voler trovare una soluzione diplomatica alla situazione di crescente ristagno nei loro rapporti con il Pakistan. Ma i diplomatici sottolineano che New Delhi si è posta degli obbiettivi piuttosto ambiziosi, in caso il Pakistan si mostri incapace di adempiere i suoi compiti. L'India, che questa settimana ha ridotto le relazioni diplomatiche e sospeso i collegamenti aerei commerciali con il Pakistan, ha chiesto al Pakistan di mettere al bando i due gruppi militanti kashmiri, ritenendoli responsabili dell'attacco terroristico al Parlamento indiano che è costato 14 vite. Oltre a ciò, New Delhi ha chiesto al Pakistan di consegnare i leaders dei due gruppi-Jaish-e-Mohammed e Lashkar-e-Taiba alle autorità indiane. Ma il Pakistan che ha congelato i beni di entrambi i gruppi, dice di non voler prendere altri provvedimenti a meno che l'India non porti prove conclusive evidenti. L'India a tutt'oggi si è rifiutata di farlo. Un conflitto militare tra India e Pakistan sembra poco probabile.Ma voci di incursioni di aerei indiani sopra i campi di militanti in Pakistan o la caccia serrata ai terroristi appoggiati dal Pakistan al di là della linea di controllo che divide il Kashmir, sono sempre più frequenti a Delhi." Moltissimi anziani politici indiani sembrano credere che l'India possa fare incursioni in quella parte di Kashmir, tenuta dal Pakistan senza serie conseguenze."-disse Husain Haqqani, ex consigliere di due Primi Ministri pakistani ad Islamabad. Ma il Pakistan si vedrebbe costretto a rispondere nella misura in cui ciò portasse ad un'escalation.Sino a che punto il Pakistan ritenga possibile l'uso del nucleare, questo non si sa. Ma non lo saprai mai." Analisti della difesa dicono esserci due particolari aree di preoccupazione in una regione in cui successive amministrazioni americane hanno descritto essere il primo punto al mondo di potenziale esplosione nucleare. In primo luogo, l'India e il Pakistan hanno due dottrine nucleari chiaramente differenti. L'India con il suo esercito di 1,2 milioni di soldati, una forza militare convenzionale due volte quella del Pakistan,ha adottato una chiara politica di "non primo uso" del suo arsenale nucleare. Il nucleare può essere usato solo come ritorsione. Ma il Pakistan con un esercito convenzionale minore, ha accuratamente evitato di adottare la politica di "non primo uso". Gli strateghi militari pakistani si sono spinti così in là, da sposare l'opzione della"prima offensiva", il che significa che Islamabad potrebbe dispiegare offensive nucleari tattiche su bersagli non civili quando il Pakistan fosse minacciato di sconfitta in una guerra convenzionale. Ma pochi in ambiente politico indiano sembrano prendere sul serio la dottrina.
da Financial Times 2 gennaio 2002 di Farhan Bokhari "CENNI DI TRATTATIVE PER UN RIENTRO DELLA BHUTTO DALL'ESILIO" La Bhutto si chiede se tornare o no dall'esilio? Negli ultimi giorni questa è stata una delle domande che più si sono posti gli analisti politici pakistani,seconda solo alle discussioni sul futuro del superamento della crisi militare indo-pakistana. La decisione di Pervez Musharraf, il generale alla guida del paese di inviare un diplomatico per invitare la Bhutto ad un incontro tra governo e politici pakistani,è visto dagli analisti come una mossa importante. Questo è stato il primo incontro pubblico ufficiale con un governo pakistano dopo oltre due anni, da quando il colpo militare del Generale Musharraf rimpiazzò un governo democraticamente eletto. La Bhutto, in esilio da oltre 5 anni, ha continuato ad essere uno dei bersagli delle indagini sulla corruzione degli ex politici da parte del regime militare. Non c'è stato allentamento della pressione del regime su Asif Alì Zardari, marito della Bhutto, in carcere con imputazioni di corruzione da fine '96, quando lei fu destituita dalla carica di primo Ministro. Contrariamente alla decisione del governo di concedere a Nawaz Sharif, l'ex Primo Ministro, arrestato anche lui per imputazioni, compresa quella di corruzione, di andarsene in esilio in Sud Arabia,le stesse prospettive sembrano per Zardari esigue."Parte della logica nel concedere l'esilio di Nawaz Sharif sta nel fatto che questi acconsentì di rifondere parzialmente le ricchezze accumulate attraverso la corruzione.Ma Zardari non è pronto a ripetere quel gesto, dice un ufficiale. "Diplomatici occidentali ed analisti politici hanno tuttavia affermato che la potenza militare ha sempre maggior difficoltà a tenere la Bhutto fuori dal paese, anche perchè in passato fu piuttosto evidente, che il giudice che si occupava di casi di corruzione a lei addebitati,potesse essere stato influenzato da anziani funzionari del regime di Sharif. Questo a parte,il suo Partito del Popolo Pakistano, il(PPP), è uno dei due maggiori partiti con un grosso seguito nella provincia del sud del Sindh e di parte del Punjab, la più popolosa provincia. Oltretutto, il Generale Musharraf, sopprimendo i gruppi militanti islamici,può forse aver bisogno del sostegno di gruppi più liberali quali il PPP. Mentre l'esercito è stato spinto, per ora ad aprire un dialogo con la Bhutto per chiedere il suo sostegno al fine di raggiungere un consenso nazionale contro l'India,- così almeno sostengono gli analisti politici-,sarebbe difficile dunque fare marcia indietro. "Musharraf ha promesso le elezioni in Pakistan nel 2002 ed è difficile immaginare che possa indire le elezioni senza uno dei maggiori partiti, il PPP", affermò un ex deputato. Certi diplomatici riconoscono che ci potrebbe essere una crescente pressione sul regime pakistano nei mesi futuri per un ritorno alla democrazia. Ma, sostengono che è di gran lunga troppo presto per dire se la Bhutto possa tornare da Dubai per entrare attivamente in politica, o se l'esercito potrebbe designare altri alla guida del suo partito."Musharraf è noto per la sua condanna di Nawaz Sharif e Benazir Bhutto."Sarebbe difficile per lui dimenticare le sue stesse dichiarazioni sui due politici",sostiene un diplomatico."Il problema vero per lui,sarebbe quello di come tenere Benazir lontana dal paese, provare che è pienamente giustificato a farlo, pur con le vertenze di tribunale, e al contempo pretendere che le elezioni si svolgano nel migliore dei modi?". Pagina 1 Pagina 2 Pagina 3 Pagina 4 Pagina 5 Pagina 6 Pagina 7 |