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FORSE
NELLA CARENZA DI UN ENZIMA IL SEGRETO DEI CENTENARI SARDI
Rimini,
23 settembre 2002 - Importante passo avanti nella ricerca
sull'invecchiamento umano annunciato a Medlab dal gruppo Akea. Il fenomeno
probabilmente legato a una mutazione genetica dovuta alla malaria Una
particolare selezione genetica probabilmente causata dalla malaria è tra
gli elementi che contribuiscono a creare l'eccezionale fenomeno di longevità
tipico della Sardegna dove, come noto, si concentra un'altissima percentuale
di centenari, 13,5 ogni 100 mila abitanti contro i 7/8 della popolazione dei
Paesi occidentali. Nella zona di Nuoro questa concentrazione si caratterizza
ancora di più fino a toccare la quota straordinaria di 24 centenari ogni
100 mila abitanti. Sono le novità scientifiche più rilevanti tra le molte
presentate in questi giorni a Medlab, il congresso di Medicina di
Laboratorio in chiusura oggi a Rimini. Ne hanno parlato ieri, in due
relazioni ufficiali, i ricercatori del gruppo Akea, l'ormai famosa equipe di
scienziati italiani che dal 97 studia il processo di invecchiamento umano
partendo proprio dal particolarissimo ceppo sardo, un fenomeno unico e noto
in tutto il mondo. Fanno parte di Akea (dall'augurio sardo akent'annos,
"che tu possa campare cent'anni") il responsabile professor Luca
Deiana, il dottor Giovanni Pes e il dottor Ciriaco Carru, tutti
dell'università di Sassari, il professor Claudio Franceschi dell'Università
di Bologna e la professoressa Giovannella Baggio, primario geriatra a
Padova. La singolare concentrazione di centenari in Sardegna, hanno spiegato
al congresso Franceschi e Pes, può essere dovuta a una particolare
selezione genetica che la malaria ha provocato nei secoli, forse inducendo
una mutazione del gene che regola l'enzima G6Pd (glucosio-6-fosfato
deidrogenasi). Ma se questo collegamento è un'ipotesi ancora da verificare,
di certo, ecco la novità della ricerca, c'è che nei centenari l'enzima G6Pd
è carente in misura doppia rispetto alla popolazione normale. Questo
deficit può provocare la distruzione dei globuli rossi (emolisi) ad opera
di farmaci o di particolari cibi come le fave (da qui il nome della
malattia, favismo). Ma, per assurdo, sembra essere uno dei fattori che
favoriscono il processo di invecchiamento. "E' la prima volta nel
mondo", ha aggiunto il professor Deiana, "che si riesce ad
accertare questa clamorosa differenza tra centenari e popolazione normale.
Sembra peraltro che lo stesso dato si ripeta anche nella Beta-talassemia, la
cosiddetta anemia mediterranea, come abbiamo spiegato al congresso. Ora si
tratta di accertare i meccanismi genetici e molecolari che inducono il
processo di invecchiamento". La distribuzione dei centenari nel
territorio non è casuale, bensì si addensa in alcune zone geografiche. In
Sardegna esistono, o sono esistiti, centenari in tutti i 377 comuni. La
ricerca di Akea ha ora individuato un'area di particolare concentrazione nel
nuorese dove è stata registrata un'incidenza di centenari pari a 24 ogni
100 mila abitanti. "In questa zona", ha ricordato Franceschi,
"esistono verosimilmente fattori genetici, abitudini di vita e
condizioni ambientali che portano a vivere a lungo e in salute. Identificare
questi fattori è una sfida scientifica per vincere la quale Akea ha
coinvolto non solo biologi e medici, ma anche demografi e genetisti. Per
affrontare il problema della longevità umana è quindi necessario un
approccio e uno studio interdisciplinare di cui in Italia siamo pionieri nel
mondo grazie anche al singolare laboratorio plasmatosi nei secoli costruito
dalla popolazione sarda".
PHARMAMAR
RENDE NOTI I PRIMI RISULTATI POSITIVI PER I SUOI DUE PRINCIPALI AGENTI
ANTITUMORALI NELL'ONCOLOGIA PEDIATRICA
Oporto (Portogallo) 23 settembre 2002 - L'azione di due nuovi farmaci
antitumorali derivati da organismi marini su bambini e adulti affetti da
forme tumorali avanzate, ricorrenti o insensibili e' stata illustrata nel
corso del XXIV Congresso annuale della Societa' Internazionale di Oncologia
Pediatrica (Siop), svoltosi ad Oporto, Portogallo, dal 18 al 22 settembre
2002. Nuove prove dell'efficacia dell'Et-743 (Yondelis*) nei tumori che
colpiscono soggetti adulti e bambini e che risultano insensibili alla
terapia tradizionale L' Et-743 (Ecteinascidina-743, PharmaMar) ha un
meccanismo d'azione unico, che punta a ''spegnere'' gli oncogeni, bloccando
la riproduzione delle cellule cancerogene e portando alla morte le cellule
tumorali. I risultati di uno studio mirato a definire gli opportuni livelli
di dosaggio e il potenziale grado di tossicita' nei bambini dell'ET-743 sono
stati presentati dal Dott. S Baruchel del Children's Oncology Group
(Canada). 1. Allo studio hanno partecipato tredici pazienti di eta' compresa
tra i 3,5 e i 18 anni (eta' media di 9,9 anni) affetti da cancro e
insensibili alle precedenti terapie; a ciascuno dei pazienti e' stata
somministrata un'infusione di 3 ore di ET-743 ogni 3 settimane, a dosaggio
crescente. Nello studio e' stato osservata la buona tollerabilita' da parte
dei pazienti di una dose di 1100 mg/m2, dosaggio che pertanto sara'
utilizzato come riferimento per studi futuri sull'azione dell'ET-743 nei
bambini. Benche' non avesse lo scopo di valutare la capacita' di risposta
alla terapia e per quanto eventi come questo siano particolarmente rari nei
casi di tumori che non hanno risposto a terapie convenzionali, nello studio
e' stato osservato un caso di risposta completa ! correlato a un sarcoma di
Ewing metastatico pre-trattato. Il Dott. M Casanova, dell'Istituto Nazionale
Tumori di Milano, ha invece presentato i risultati di un approfondito studio
clinico sugli effetti dell'ET-743 su 55 pazienti, tra adulti e bambini di
eta' superiore ai 13 anni, che presentavano un'ampia varieta' di tumori
solidi avanzati o ricorrenti. 2 Cinquantacinque pazienti sono stati trattati
con una infusione di 3 ore di ET-743 (di 1300 o 1500 mg/m2, a seconda della
terapia a cui erano stati sottoposti in precedenza), con una frequenza ogni
tre settimane (media di 2 cicli). E' stata osservata una risposta oggettiva
alla terapia nel 18% (5 pazienti su 28) dei casi di sarcoma delle parti
molli, e nel 25% (2 pazienti su 8) nei casi di sarcoma di Ewing. Il 25% dei
bambini (2 su 8, di cui 1 paziente affetto da sarcoma di Ewing e 1 paziente
affetto da una forma di rabdomiosarcoma) monitorato nel corso dello studio
ha evidenziato una risposta parziale alla terapia. Nel corso di queste due
sperimentazioni cliniche, i pazienti sono stati sottoposti a una terapia a
base di ET-743, somministrato per infusioni di 3 ore piuttosto che di 24
ore, come avveniva nel corso di studi precedenti. Questa maggiore
concentrazione dell'infusione non ha comportato un incremento degli effetti
collaterali, dimostrando la possibilita' di somministrare il dosaggio del
farmaco nell'arco di un lasso temporale piu' breve e conveniente. I
risultati preliminari estratti da entrambi gli studi sui bambini
suggeriscono la necessita' di approfondimenti in questo campo su questo
nuovo agente antitumorale. Sviluppato congiuntamente da PharmaMar e dalla
divisione Research and Development di Johnson & Johnson, nel maggio 2001
l'Agenzia Europea per la Valutazione dei Farmaci (Emea) ha conferito
all'ET-743 lo stato di ''farmaco orfano'' (farmaci che non hanno ottenuto
dalle ditte produttrici, o da enti governativi, interessamento e supporto
sufficienti per un loro ulteriore approfondimento) per la cura dei sarcomi
dei tessuti molli. - L'aplidina* denota precoci potenzialita' nella cura
della leucemia infantile L'aplidina (PharmaMar) agisce inibendo la
formazione dei vasi sanguigni che nutrono i tumori (anti-angiogenesi),
prevenendo la riproduzione delle cellule tumorali, inducendo la morte delle
cellule tumorali (apoptosi), e inibendo la sintesi delle proteine
tumore-specifiche e la trasduzione del segnale. Il Dott. G Kaspers, del
University Medical Center di Amsterdam, in Olanda, ha illustrato i risultati
di un recente studio di laboratorio sugli effetti dell'aplidina nelle
cellule del sangue e del midollo osseo di 71 bambini affetti da leucemia
linfoblastica acuta (LLA) o leucemia mieloblastica acuta (LMA). 3 I
risultati di questo studio dimostrano come l'aplidina sia stata capace di
colpire in maniera selettiva e uccidere linee cellulari umane leucemiche con
concentrazioni di dosaggio che sono sopportabili per i pazienti e ben al di
sotto della soglia di tossicita'. Un risultato che suggerisce un indice
terapeutico positivo, come dimostra il fatto che le cellule ematiche e del
midollo osseo sane erano da 3 a 10 volte meno sensibili agli effetti dell'aplidina
di quanto non fossero quelle leucemiche. La risposta all'aplidina delle
cellule leucemiche si e' dimostrata indipendente dalla loro sensibilita' nei
confronti di altri farmaci antitumorali, lasciando intuire in questo modo!
la potenziale efficacia dell'aplidina nei casi in cui altri farmaci
risultino inefficaci. Al momento e' in fase di valutazione uno studio
sperimentale di fase I/II per i casi di leucemia linfoblastica acuta (Lla). Infolink:
http://www.pharmamar.com
CORSO
DI PERFEZIONAMENTO SULLE SINDROMI CORONARICHE ACUTE NELL'AMBITO DEL PROGETTO
E.C.M (L'EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA) (50 PUNTI) CON DIRETTA ON LINE SU
INTERNET
Bologna, 23 settembre 2002 - Oggi presso la Sala d'Armi della Facoltà di
Giurisprudenza dell'Università di Bologna si tiene la prima giornata del
Corso di Perfezionamento sulle sindromi coronariche acute Corso di
Perfezionamento sulle sindromi coronariche acute Nell'ambito del progetto
E.C.M (l'Educazione Continua in Medicina) del Ministero della Salute: per
l'anno accademico 2002 (50 punti) La giornata vedrà la presenza dei
rappresentati delle Università coinvolte nel progetto, del Cardinale di
Bologna, Mons. Biffi, e del Rettore dell'Università di Bologna, Prof. Pier
Ugo Calzolari che hanno riconosciuto il valore istituzionale, accademico,
etico e sociale dell'iniziativa, vogliono testimoniare il proprio
apprezzamento e contribuire con la propria testimonianza al sostegno delle
iniziative nell'ambito della formazione continua. Il corso ha
caratteristiche di eccellenza nell'ambito più generale dei corsi di
formazione per i medici: per il prestigio accademico e professionale dei
relatori, per la pluralità degli organismi istituzionali coinvolti, per il
basso numero di partecipanti ammesso alla frequenza. La realizzazione del
corso ha visto la compartecipazione dei medici ospedalieri, delle ASL,
dell'Università e delle istituzioni politiche regionali, che per la prima
volta collaborano all'esecuzione di un progetto di formazione in ambito
medico. L'Educazione Continua in Medicina (E.C.M.) è un'iniziativa del
ministero della Salute diretta a fornire a tutti gli operatori sanitari gli
elementi di conoscenza necessari per mantenersi professionalmente aggiornati
e competenti. Un'iniziativa concreta a tutela del cittadino che richiede che
tutti i medici, dal medico di base allo specialista, frequentino
periodicamente corsi di aggiornamento professionale, e pone le regole per
disciplinare l'erogazione dei corsi di formazione. ( http://ecm.sanita.it
) . La prima giornata del corso verrà trasmessa in diretta su Internet: http://www.cineca.it/streaming/ecm2002/
sarà possibile partecipare attivamente all'evento, guardando le immagini, e
intervenendo con l'invio di domande e suggerimenti agli organizzatori del
corso e ai relatori tramite un forum appositamente predisposto. La diretta
della prima giornata pone le basi per la realizzazione di un progetto di
e-learning connesso all'intero svolgimento del corso. Le lezioni verranno
riprese, i contenuti verranno integrati con contenuti multimediali e tramite
le tecnologie dell'elearning verrà realizzata la versione elettronica del
corso accessibile dalla comunità medica per il conseguimento dei crediti
formativi. Gli enti coinvolti nella realizzazione del corso sono: Le
Università degli Studi "Alma Mater" di Bologna, Insubria-Varese,
Milano, "La Sapienza" Roma, "Tor-Vergata" Roma, Siena e
Piemonte Orientale-Novara, in convenzione con gli Ospedali: di Cento, Di
Piacenza, San Giacomo di Roma, San Filippo Neri di Roma, Fatebenefratelli di
Milano e San Carlo Borromeo di Milano. Il Corso è coordinato a livello
nazionale dal Presidente e dal Segretario della Giunta del Collegio dei
Professori di Cardiologia, rispettivamente: Prof. Mario Mariani e prof.
Livio Dei Cas.
LE
RESTRIZIONI EUROPEE ALLA RICERCA SULLE CELLULE STAMINALI ENTRANO IN
CONFLITTO CON LA LEGISLAZIONE DELL'INDIA
Bruxelles, 23 settembre 2002 - I regolamenti restrittivi in materia di
ricerca sugli embrioni, vigenti in alcuni Stati europei e negli Stati Uniti,
hanno portato ad un divieto di esportazione di tutto il materiale embrionale
umano verso l'India, a causa di timori sul fatto che il settore della
procreazione assistita di quel paese possa diventare una fonte di cellule
staminali embrionali umane. L'India conserva gli embrioni umani in centinaia
di cliniche per la cura dell'infertilità non sottoposte ad alcuna
regolamentazione. I provvedimenti hanno l'obiettivo di impedire l'uso
improprio di tali embrioni e stabiliscono che le coppie possono donare
embrioni solo a ricercatori all'interno del paese indiano e che la vendita
di embrioni è vietata. Tale decisione ha suscitato critiche in India.
"Proibire il trasferimento di embrioni potrebbe impedirci virtualmente
di collaborare con istituti stranieri", avrebbe dichiarato Mitradas
Panicker, neurobiologo di Bangalore. Taluni Stati membri dell'UE consentono
lo svolgimento di ricerche solo con l'uso di cellule staminali embrionali
importate, ottenute da linee cellulari autorizzate.
LA
MAPPA DEI PROPRI IN VENDITA PER 620 MILA EURO
Milano, 23 settembre 2002 - Tanti milionari si sono gia' prenotati per la
'lettura' dei propri geni, ma non mancano gli scettici tra gli stessi
studiosi. Una volta in possesso della sua mappa genetica (che sara' pronta
entro una settimana) il futuro cliente di Venter potra'conoscere le
modificazioni del Dna a cui potrebbe essere soggetto e potra' prevenire le
malattie ad esse collegate La mappa dei propri geni per 620 mila euro: e'
quanto sta progettando il dottor Craig Venter, che vuole aprire una
struttura privata 'ad hoc'..
SEMINARIO:
"TRATTAMENTI FARMACOLOGICI SOSTITUTIVI DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI A
CONFRONTO"
Varese, 23 settembre 2002 - In Italia il consumo di sostanze stupefacenti
non mostra nessuna inversione di tendenza rispetto al trend degli ultimi
anni e il numero di soggetti tossicodipendenti che si sottopone
volontariamente a programmi di riabilitazione e recupero è in continuo
aumento. Grazie alle recenti risorse terapeutiche nell'ambito del
trattamento delle tossicodipendenze da oppiacei è oggi possibile permettere
ai pazienti in cura di godere di maggiore libertà e di avere un più facile
reinserimento nella vita sociale e lavorativa. In particolare, l'assunzione
regolare di una nuova molecola, la buprenorfina, permette di bloccare gli
effetti gratificanti provocati dall'assunzione di eroina senza indurre
effetti di dipendenza dal farmaco, con la possibilità di un'assunzione a
giorni alterni. Questo si traduce in un elevato profilo di sicurezza ed
evita i rischi di sovradosaggio. Il trattamento delle tossicodipendenze con
farmaci sostitutivi, introdotti a partire dagli anni sessanta, ha consentito
anche un risparmio per la comunità in termini di costo per criminalità,
disoccupazione, minori ricoveri e cure d'emergenza. Per evidenziare le
ricadute cliniche sociali e organizzative dei diversi trattamenti, siamo
lieti di invitarla al seminario: "Trattamenti farmacologici sostitutivi
della dipendenza da oppiacei a confronto" Venerdì 27 settembre - ore
9.00-16.30 Collegio Arcivescovile De Filippi Via Brambilla 5 Varese Il
seminario ha l'obiettivo di promuovere la riflessione e l'aggiornamento
degli operatori del settore sulle terapie farmacologiche emergenti nell'area
delle dipendenze patologiche. Verranno presentate le esperienze del
Dipartimento delle Dipendenze dell'Asl della Provincia di Varese e del
Dipartimento delle Dipendenze dell'ASL di Milano 2 relative all'introduzione
della buprenorfina nel trattamento integrato della dipendenza da oppiacei.
Saranno presenti: - Giancarlo Abelli; Assessore alla Famiglia e Solidarietà
Sociale - Marco Tosi;Responsabile Unità Operativa Esclusione Sociale -
Giorgio Benedettini; Direttore Generale dell'A.S.L. della Provincia di
Varese - Vincenzo Marino; Direttore Dipartimento delle Dipendenze ASL
provincia Varese - Emanuela Caldiroli e Felice Nava; Medici dirigenti U.O.
SerT di Varese - Alfio Lucchini Direttore Dipartimento delle Dipendenze Asl
Milano 2 Moderatore: Luigi Bazzoli
ASSOCIAZIONE
GENITORI EMATOLOGIA ONCOLOGIA PEDIATRICA - RICERCA SUI TUMORI E LEUCEMIE DEL
BAMBINO (AGEOP) E I GIOVANI: UN ''SESTO SENSO'' PER RIDARE COLORE ALLA
VITA
Bologna, 23 settembre 2002 - Aiutare i bambini affetti da tumore, dare
supporto psicologico e concreto alle loro famiglie, coinvolgere gli
operatori sanitari e spiegare agli adolescenti cosa significhi tutto questo,
e' possibile. Oggi a Com-P.A. (il Salone della comunicazione pubblica e dei
servizi al cittadino, Bologna 18-20 settembre 2002) AGgeop, Associazione
Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica - Ricerca sui Tumori e Leucemie del
Bambino, ha realizzato un incontro per i giovani sul tema. Protagonista
dell'incontro Graziano Marani, che da bambino ha provato su di se'
l'esperienza della malattia, e ha intrattenuto i ragazzi con aforismi comici
e ironici come il ''sesto senso, ovvero quella cosa che fa schifo piu' di
cinque volte'', che da il titolo al suo libro che riaccoglie anche poesie e
racconti del giovane autore. Il volume ha una prefazione di Roberto ''Freak''
Antoni. Dorella Scarponi, medico psicologo-psicoterapeuta, ha illustrato il
servizio di supporto psicologico e quello di formazione dei volontari per il
day hospital e per il reparto. ''Miriamo all'alleanza terapeutica per un
supporto a 360 gradi, dai parenti agli operatori della sanita''' chiarisce
Francesca Testoni, consigliere Ageop. Testoni ha spiegato come sono
strutturati i servizi per rendere migliore la qualita' della vita dei
bambini e delle loro famiglie: dagli alloggi completi fino ai posti letto
per il secondo parente che assiste il bambino. Molte infatti sono le
famiglie che provengono da lontano e necessitano di un punto d'appoggio.
L'associazione va incontro anche alle esigenze delle famiglie disagiate e ha
realizzato una guida con indirizzi utili e informazioni sulle malattie
oncologiche. E per i bimbi che stanno in camera sterile e' stato avviato un
progetto per portare la scuola in Ospedale con il computer. Ageop ha
istituito per i bambini il ''diploma di coraggio'': viene regalato un gioco
che porta tanti sorrisi a chi e' sottoposto a manovre particolarmente
invasive. L'associazione bolognese ha sede presso l'Unita' Operativa di
Pediatria, sezione Oncoematologia Pediatrica del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi
di Bologna. Ageop sta raccogliendo fondi per ultimare il quinto piano della
Oncoematologia Pediatrica Gozzadini.
SALUTE:
ASSIEME ALLA PANCETTA SPARISCE ANCHE L'AFFANNO DA UN'INDAGINE EPIDEMIOLOGICA
RESPIRATORIA EMERGE CHE LA PERDITA DI PESO PUÒ MIGLIORARE SENSIBILMENTE LA
FUNZIONE POLMONARE
Roma, 23 settembre 2002 -La classica pancetta che affligge soprattutto gli
uomini non è soltanto antiestetica, ma anche molto insidiosa per la salute,
in particolare dei polmoni. A stabilire l'influenza che l'eccesso di peso,
specialmente all'altezza del punto vita, può avere sulla capacità di
respirare profondamente è uno studio condotto dai ricercatori dell'Istituto
di Fisiologia Clinica (guidati da Giovanni Viegi), in collaborazione con
Matteo Bottai della Sez. Cnuce dell'Istituto di Scienza e Tecnologie
dell'Informazione (Isti), presso l'Area della Ricerca del Consiglio
Nazionale delle Ricerche di Pisa. Gli studiosi del Cnr hanno osservato 1426
persone, dai 24 anni in su, a distanza di 8 anni, misurandone il volume
polmonare, prima che cominciassero ad aumentare di peso, attraverso un test
clinico conosciuto come spirometria, che calcola l'aria inspirata ed
espirata insieme al tempo utilizzato per farlo: una riduzione del volume
polmonare sta a indicare che il soggetto non prende tutto l'ossigeno che
potrebbe. Altro fattore di valutazione è il "Body Mass Index"
(indice di massa corporea), che laddove presenti un valore superiore a 30
indica obesità clinica. L'indagine, pubblicata sull'ultimo numero di
European Respiratory Journal e finanziata dal Cnr e dall'Enel, ha messo in
evidenza che aumenti di massa corporea nell'arco di otto anni provocano
riduzioni nel volume polmonare, tanto più evidenti negli uomini, in coloro
che erano sovrappeso all'inizio dello studio e che hanno guadagnato peso nel
tempo e negli individui che hanno accumulato adipe sull'addome. "Un
effetto meccanico di deposito di adipe sul diaframma - spiegano Matteo
Bottai e Giovanni Viegi - tende a impedire una completa espansione dei
polmoni durante l'inspirazione e può causare un peggioramento della
funzione polmonare. Questo è stato osservato soprattutto negli uomini, che
tendono a depositare l'adipe centralmente aumentando la pancetta, mentre
nelle donne il deposito di grasso è generalmente periferico e incide sulla
circonferenza dei fianchi". "L'effetto di questi aumenti del peso
corporeo sul volume polmonare - sottolineano i ricercatori del Cnr - è
indipendente da età, abitudini di fumo e qualsiasi altra esposizione
ambientale che l'individuo può aver subito sul lavoro. La natura
"longitudinale" di questo studio di follow-up, l'unico nel suo
genere in Italia, ha consentito di stabilire anche che l'effetto negativo
sulla funzione polmonare può essere rimosso semplicemente perdendo
peso". Un soggetto di 40 anni, alto 1,80 m, di 100 kg di peso, può
guadagnare ad esempio un quarto di litro di volume polmonare perdendo 20 kg.
Una conseguenza dovuta al fatto che i polmoni sono tra i primi organi ad
essere influenzati da aumenti di peso.
FINALMENTE
DISPONIBILE IL FARMACO PER LA BIMBA DI NAPOLI AFFETTA DA GLICOGENOSI
ASSOBIOTEC: È ESSENZIALE INVESTIRE DI PIÙ NELLA RICERCA BIOTECH
Milano, 23 settembre 2002 - ''Il farmaco per la cura della piccola Rossella
rappresenta un risultato concreto della ricerca biotecnologica. Insieme alla
soddisfazione per veder disponibile un farmaco che speriamo si riveli
efficace per combattere la glicogenosi di tipo II, non posso fare a meno però
di pensare a tutti coloro che, come Rossella, soffrono di malattie rare per
le quali oggi non esistono ancora cure''. Così Sergio Dompé, Presidente di
Assobiotec, l'Associazione Nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie,
che fa parte di Federchimica, commenta la messa a disposizione, per la
piccola Rossella di Napoli, del farmaco per la cura della glicogenosi di
tipo II di cui la bambina è affetta. 'C'è bisogno di investire molto in
ricerca e ciò potrà essere fatto solo se si uniscono gli sforzi della
ricerca pubblica e di quella privata e se a quest'ultima viene riconosciuto
maggiore spazio nei bilanci dello Stato. L'augurio infine è che anche il
nostro Paese, con l'ingegno, la professionalità e la competenza dei nostri
ricercatori, possa partecipare a questo enorme impegno in ricerca a
beneficio di migliaia di ammalati'' - continua Dompé. Infine, a commento
dell'annuncio del Ministro Sirchia circa l'obiettivo di realizzare una rete
nazionale strutturata sulle malattie rare, Dompé conclude ''Per parte
nostra, l'iniziativa cui ci ha voluto gentilmente associare il Ministro
della Salute, alla quale daremo il nostro pieno e fattivo supporto,
costituisce uno stimolo a fare sempre di più per raggiungere risultati
concreti nella lotta contro le malattie rare.''
DONAZIONI
E TRAPIANTI, PARTE UNA CAMPAGNA INFORMATIVA EUROPEA
Bologna, 23 settembre 2002 - Una comunicazione efficace, trasparente e
rivolta a tutti i cittadini. E' questa la nuova sfida nelle strategie di
comunicazione dei trapianti che vedono in prima linea le associazioni e la
Pubblica Amministrazione. ''Una scelta consapevole: comunicare il trapianto''
e' l'incontro che l'Istituto Nazionale Trapianti e l'Ausl di Ravenna hanno
organizzato nell'ambito delle iniziative di Com-P.A., il Salone della
comunicazione pubblica e dei servizi al cittadino. Al convegno, coordinato
dalla responsabile del Centro Regionale di riferimento per i trapianti
dell'Emilia Romagna Lorenza Ridolfi, hanno partecipato Daniela Storani
(Centro Nazionale Trapianti), Rafael Matesanz (consulente della Regione
Toscana), Giuseppe Piccolo (Nord Italia Transplant), Vincenzo Passarelli
(vice-presidente Aido) e Alessandra Cattoi (Ismett di Palermo). Il dato
nazionale sull'opposizione ai trapianti, attestato attorno al 25-26%, non
deve far pensare che le strategie comunicative fino ad ora adottate siano
state insufficienti. La comunicazione sui trapianti puo' essere migliorata
con il contributo di tutti gli attori sociali affinche' migliori l'impatto
dell'idea di trapianto presso la popolazione. La Regione Emilia Romagna ha
avviato dal 1996 una campagna informativa continua che si rivolge a tutti i
cittadini ricorrendo spesso a testimonial d'eccezione come Antonio Rossi, il
campione olimpico protagonista della campagna ''Quando la vita chiama cosa
rispondi?''. Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro Nazionale
Trapianti presso l'Istituto Superiore di Sanita', ha ribadito, in apertura
di lavori, la necessita' di una strategia a livello europeo sull'esempio
della Spagna, che ormai ha esportato in tutto il mondo il suo modello basato
su un costante rapporto con i mezzi di informazione. Per il prossimo anno e'
stata, appunto, studiata una campagna europea con un nuovo logo: due mani
unite dalle linee della vita.
KODAK
AMPLIA IL CENTRO DI ECCELLENZA EUROPEO DI GENOVA PER L'IMAGING MEDICALE
DIGITALE
Milano, 23 settembre 2002 - Cresce l'investimento di Kodak nella ricerca per
lo sviluppo di sistemi tecnologici di imaging medicale digitale. L'azienda
annuncia di aver deciso a giugno l'ampliamento del Centro di Eccellenza per
l'imaging medicale digitale che da Genova offre servizi e formazione in
Italia, resto dell'Europa, Africa, Asia e Oceania, e che a partire dal mese
di agosto vedrà un incremento del personale, delle aree di attività e
l'espansione della superficie fino a 2500 mq. Questo rappresenta un
ulteriore incremento dell'investimento effettuato da Kodak nel centro dal
1999, anno di creazione della struttura. Gli specialisti del Centro di
Eccellenza Kodak, sito nell'area del Porto Antico di Genova, saranno
affiancati da nuove figure professionali altamente specializzate che Kodak
sta cercando per l'ampliamento del centro, un polo tecnologico di
riferimento a livello mondiale per i sistemi di diagnostica medica per
immagini. Si prevede un incremento del 15% del personale, che conta oggi
oltre 60 ingegneri e un migliaio di specialisti tecnici che, dislocati in
tutto il mondo, contribuiscono allo sviluppo delle attività di questo
centro di eccellenza. Tra le applicazioni più avanzate del centro, che
accoglie una media di 5000 visitatori l'anno appartenenti alla comunità
medico-scientifica mondiale, ci sono applicazioni di telemonitoraggio,
telesupporto e teleassitenza di più di 300 installazioni digitali dislocate
nel mondo, oltre a una intensa attività di formazione specializzata.
"La scelta di ampliare il centro a tre anni di distanza dalla sua
creazione è la riconferma dell'attenzione sempre crescente di Kodak nei
confronti delle più innovative soluzioni di imaging digitale per il settore
medicale", ha dichiarato Maurizio Rossi, Direttore Commerciale della divisione
Health Imaging di Kodak S.p.A. in Italia. "Nel
mondo esistono pochissimi centri avanzati come il nostro e abbiamo deciso di
espanderlo ulteriormente perché siamo assolutamente convinti, e il mercato
ci sta dando ragione, che il ruolo della tecnologia digitale nell'imaging
medicale non sia solo più una questione di futuro, ma il presente. I
servizi offerti dal nostro centro di Genova sono ormai oggi imprescindibili
per rispondere in modo competitivo all'evoluzione della domanda. Infatti le
aziende che concorrono a procedure di gara pubbliche, per
l'informatizzazione di intere strutture sanitarie, devono essere in grado di
proporre soluzioni progettate da esperti, supportati da linee di prodotto
complete e da organizzazioni capaci di erogare adeguati servizi di
consulenza tecnico-operativa e di assistenza post-vendita." "Sono
particolarmente felice che, dopo tre anni di proficua attività, il nostro
centro di eccellenza venga ampliato", ha commentato Marco Bucci,
Direttore del Centro. "Si tratta della migliore dimostrazione, oltre
che dell'impegno di Kodak, del successo che questo centro ha riscontrato in
tutto il mondo per la qualità dei servizi. All'ampliamento della struttura
fa riscontro anche un incremento della collaborazione con università
italiane e straniere per lo sviluppo di nuovi sistemi digitali di radiologia
medica, che fa del nostro centro un punto d'incontro importante. Desidero
cogliere l'occasione per ringraziare la città di Genova e la regione
Liguria che, con la qualità dei servizi, del personale locale e la bellezza
dei luoghi ci ha permesso di crescere e raggiungere i nostri obiettivi in
una collaborazione proficua per entrambe le parti."
CRESCINA
FORTE.UN TRATTAMENTOFORTEMENTE INNOVATIVO, ESCLUSIVO DI LABO COSPROPHAR
SUISSE
Milano, 23 settembre 2002 - Nasce da una ricerca quasi ventennale la novità
Labo, distribuita in autunno nelle farmacie: Crescina Forte, un aiuto
prezioso per affrontare l'autunno, stagione "tradizionalmente"
critica per i capelli. Vediamo come i ricercatori Labo sono arrivati a
mettere a punto questo trattamento, che rappresenta una novità assoluta. E'
opinione comune che all'interno di 1 follicolo sia contenuto 1 bulbo
capillifero che genera, tramite la sintesi proteica della cheratina, 1
capello. I ricercatori Labo, analizzando sistematicamente i fenomeni che
portano alcuni follicoli (15/20% dell'intero cuoio capelluto) a far uscire 2
o 3 capelli da un unico canale follicolare, sono arrivati ad una rilevante
scoperta. Sembra che in ogni follicolo esista un numero imprecisato ma
consistente di bulbi in potenza, in attesa del loro "turno" per
divenire bulbi, e dar vita ad un nuovo capello. Alcune volte questi bulbi
potenziali partono per il loro accrescimento quasi contemporaneamente, dando
vita ad una nuova coabitazione nello stesso dotto follicolare e facendo
nascere e crescere 2, 3 o 4 capelli insieme, contribuendo così al
patrimonio della capigliatura, in modo anche considerevole. Queste
formazioni sono state denominate "isole follicolari". Sulla base
di questa scoperta i ricercatori Labo hanno deciso di aggiungere a Crescína,
uno dei più noti e affermati trattamenti per la stimolazione della crescita
fisiologica dei capelli, un nuovo stimolatore specifico che agisce sui
singoli bulbi e che aiuta i bulbi potenziali a far nascere, crescere e
sviluppare una pluralità di capelli in coabitazione nello stesso follicolo,
così da migliorare in modo più accentuato le situazioni di diradamento e
aumentare la proliferazione dei capelli anche nelle zone non diradate. E'
nata così Crescina Forte, con una formula nuova che potenzia l'azione di
vasodilatazione e associa alle glicoproteine e agli aminoacidi del prodotto
- base, una nuova, preziosa Glicoproteina di origine biotecnologica, la
Protobulbina, particolarmente efficace nella stimolazione del consumo di
ossigeno da parte delle cellule, sia dei bulbi presenti nei follicoli
singoli che nelle isole follicolari. Il processo biotecnologico fa si che
mentre la Glicoproteina di Crescina raggiunge il massimo dell'attività in
20 minuti, la Protobulbina lo raggiunge in 60 mintiti. La combinazione dei
due effetti, uno immediato, uno prolungato nel tempo' potenzia l'attività
di stimolazione sui bulbi di almeno tre volte, rendendo Crescina Forte in
grado di agire sui buibì dei follicoli singoli e delle isole follicolari.
Crescina Forte è un trattamento in fiale (in confezìonì da 6-12-24 dosi
come tutti i trattamenti della linea Crescina, è disponibile nelle
formulazioni per uomo e per donna e in dosaggi diversificati in funzione
della rilevanza dei problema: contro il diradamento: Crescina Forte
100-200-300; contro l'incipiente calvizie: Crescina Forte 500-700. Inoltre,
il trattamento in fiale Crescina Forte è anche disponibile (in un
cofanetto) abbinato alle fiale Crescina Anticaduta Urto.
MICAM:
TEMPI LUNGHI PER LA RIPRESA ANCORA RINVIATO IL RILANCIO DEL SETTORE
CALZATURIERO
Milano, 23 settembre 2002 - Si rimanda di mese in mese e il nuovo ciclo
positivo per il settore calzaturiero sembra non arrivare. Se all'inizio
dell'anno c'era chi sosteneva che la fine dell'estate avrebbe coinciso con
un nuovo ciclo economico positivo per il settore, oggi le aspettative degli
operatori sembrano convergere sull'idea che solo il 2003 potrà portare
novità nella congiuntura dei settore. Le cifre parlano chiaro: non si
tratta di recessione come nei momenti bui dei biennio '92-'93, ma la
negatività coinvolge ora anche i valori e non soltanto le quantità.
"I dati di interscambio commerciale - spiega Antonio Brotini,
presidente di Anci - ci segnalano una rilevante negatività, che ha inciso,
nel periodo gennaiolmaggio 2002 rispetto ai primi 5 mesi 200 1, non solo
sulle quantità esportate (- 13,6 %) ma anche sul valore (-8, 1 %). A fronte
di questi due dati negativi, anche il positivo + 6,3 % del prezzo medio
unitario non ci allontana dalla conclusione di un sostanziale
'impoverimento" delle nostre esportazioni." Anche valutando con
cautela variazioni così negative 0 dati si riferiscono ad un periodo di 5
mesi ancora troppo limitato per trarre conclusioni definitive sulla
congiuntura di fine anno), èormai evidente che il 2002 difficilmente potrà
chiudere con un dato congiunturale positivo. Del resto le analisi dell'Anci
avevano già segnalato le variabili più critiche per la congiuntura dei
settore: il rafforzamento dell'Euro nei confronti dei dollaro ha chiaramente
enfatizzato gli effetti già negativi dei momento economico non brillante
degli Usa; la negatività dei mercato tedesco non può che rendere
pessimisti sulla possibilità di veder mutare dinamiche riflessive sui
mercati esteri; il prodotto moda ed in particolare quello calzaturiero è
fortemente sensibile al clima congiunturale: la domanda appare infatti
legata intrinsecamente non soltanto alle condizioni economiche dei presente,
ma soprattutto alle aspettative di breve termine. Il continuo rinviare dei
nuovo ciclo economico ha compresso gli acquisti più di quanto ci si potesse
aspettare rispetto al mutato potere di acquisto delle famiglie. In effetti
la condizione di attesa sembra essere una costante comune a tutti i mercati,
con poche eccezioni: "Queste conclusioni sono confermate, e se vogliamo
peggiorate, - continua Brotinì - dai dati relativi alla Germania (-23,7% in
volume, con un calo in valore del -19,4%); dagli Usa (con un -22,8 % in
quantità e un -23 % in valore) e anche dalla Russia, considerata negli
ultimi tempi come mercato emergente, che ha visto una contrazione dei -17,2%
in volume a fronte di un modestissimo incremento in valore (+ 2,8%)."
Se il clima internazionale non sembra promettere sostanziali modifiche nel
breve periodo, il mercato nazionale sembra aver mantenuto livelli di spesa
al di sopra della media degli altri paesi europei. Come spiega la nota
congiunturale dell'Ufficio Studi di Anci "nei primi sei mesi dell'anno
la domanda interna è cresciuta in modo non trascurabile (+ 6,7 % in quantità),
anche grazie a politiche di prezzo oculate, con un incremento del + 8,6 % in
termini di spesa. La dinamica dei consumi interni sembra quindi essere stata
una delle poche valvole di sfogo per le imprese in questo periodo non felice
dal punto di vista congiunturale, anche se la ripresa delle importazioni ha
reso senza dubbio ancor più agguerrita la concorrenza dei competitor esteri
sul mercato italiano." Una dinamica più premiante sul mercato interno
è giustificata soprattutto dalla notevole attenzione che la moda sta
riservando all'accessorio, e soprattutto alla calzatura, ma deve scontare
anche una ripresa significativa delle importazioni, segnale inequivocabile
dei riaccendersi della competizione sul fronte dei prezzo. "Se
spostiamo lo sguardo da ll'esportaz ione all'importazione - continua il
presidente dell'Anci - rileviamo un forte aumento, sia in quantità che in
termini di valore, nell'ordine del + 10%. Tali dati, pur non depurati delle
cifre legate ai processi di delocalizzazione nell'Est europeo e Nord Africa
con successiva reimportazione, ci obbligano a registrare una crescita delle
capacità di penetrazione sul nostro mercato dei produttori asiatici, che
vanno peraltro progressi . vamente migliorando il rapporto qualità/prezzo
dei loro prodotti allargando dunque la loro aggressività anche su calzature
di fascia media." "La significatività in negativo dei dati di
import e di export - spiega Antonio Brotini - èconfermata dal saldo della
bilancia commerciale settoriale dei primi 5 mesi, che, pur rimanendo attivo
per oltre 1.850 milioni di euro, registra un calo del -15,8% in valore. In
termini di quantità la flessione è stata addirittura del -44,7% ".
Proprio in considerazione delle aspettative non positive in ambito
congiunturale, Anci ha sollecitato le imprese associate da un lato, e le
istituzioni dall'altro, a lanciare segnali forti verso il mercato. "E'
chiaro che, su questo sfondo, - spiega Brotini - il ruolo e le politiche
delle singole aziende poco o nulla possono per far invertire
significativamente tale tendenza; ma è altresì chiaro che tale clima
accelererà un processo di "'selezione-diversificazione>'1 su cui
invece le singole politiche aziendali possono incidere." "In
questo panorama in cui il dinamismo delle scelte aziendali diventerà sempre
più un fattore di successo non possiamo non lanciare un forte richiamo ad
un ritorno della politica industriale, ad esercitare sino in fondo il
proprio ruolo. in questo contesto appoggiamo pienamente la recentissima
proposta del ViceMinistro per le Attività Produttive, On. Urso, il quale,
in occasione della prossima Finanziaria ha chiesto nuovi fondi per la
promozione 2003, con un aumento di circa il 7%." Sempre per contrastare
il calo delle esportazioni sono stati richiesti e ottenuti una serie di
fondi per aree territoriali strategiche per l'Italia come la Cina e la
Russia. Verso quest'ultimo paese, risorsa commerciale degli ultimi anni per
i calzaturieri italiani, le esportazioni dei primi cinque mesi sono
diminuite dei 17,2% in volume a fronte di un modesto incremento in valore (+
2,8%). "Ringrazio pubblicamente il ViceMinistro Urso - conclude Brotini
- per l'impegno nel potenziamento delle attività dell'Ice e per il rilancio
di organi . smi quali Sace, Simest e Finest, che diventeranno sempre più
utili strumenti al servizio dell'internazionalizzazione delle imprese
calzaturiere."
THE
ECONOMIST PREMIA I RICERCATORI FIAT NEL CAMPO DEI PROPULSORI DIESEL
Torino, 23 settembre 2002 - A San Francisco la prestigiosa rivista The
Economist ha consegnato a Rinaldo Rinolfi, Executive Vice-president del
Centro Ricerche Fiat, il premio Innovazione, nella categoria Energia e
Ambiente, per il lavoro svolto nello sviluppo della tecnologia "Common
Rail" applicata ai motori diesel. Si tratta dell'ultimo dei numerosi
riconoscimenti dati al Centro Ricerche Fiat per lo sviluppo di questo
rivoluzionario sistema di alimentazione dei propulsori a gasolio. La storia
del "Common Rail" comincia alla fine degli anni Ottanta, quando il
Centro Ricerche Fiat, in collaborazione con altre società del Gruppo,
inizia un'intensa ricerca per verificare la fattibilità tecnologica e
industriale del sistema "Common Rail" di tipo Unijet. All'inizio
degli anni Novanta, superati con successo tutti i test di affidabilità sia
sul motore sia sulle vetture, si passa alla fase di pre-industrializzazione
(1993). Ancora alcuni anni e nel 1997 il Gruppo Fiat si aggiudica un altro
primato: la commercializzazione dell'Alfa 156 1.9 JTD, la prima vettura al
mondo equipaggiata con il rivoluzionario turbodiesel "Common Rail"
di tipo Unijet. A partire dal 1998 questa tecnologia di iniezione diretta ad
alta pressione viene adottata dalle maggiori Case automobilistiche europee,
e un anno dopo anche dai costruttori di veicoli commerciali Leggeri e Medi,
con in testa l'Iveco e il suo Daily Leggero. Nel frattempo il Centro
Ricerche Fiat sviluppa la seconda generazione del "Common Rail" (Multijet).
Il sistema Multijet sfrutta il controllo elettronico degli iniettori per
eseguire, durante ogni ciclo motore, un numero maggiore di iniezioni
rispetto alle due attuali. In questo modo, la quantità di gasolio bruciata
all'interno del cilindro resta la stessa, ma viene suddivisa in più parti,
ottenendo una combustione più graduale. Il segreto di Multijet è racchiuso
nelle caratteristiche di progetto di centralina ed iniettori che consentono
di eseguire una serie di iniezioni anche molto vicine tra loro. Tale
processo di iniezione, sviluppato dai ricercatori Fiat Auto, assicura un
controllo più preciso delle pressioni e delle temperature sviluppate nella
camera di scoppio e un migliore sfruttamento dell'aria immessa nei cilindri.
Il risultato è un propulsore più potente, più silenzioso (in particolare
in fase di avviamento) e più pulito (consente il raggiungimento dei limiti
Euro Iv). Il primo di questa nuova famiglia di motori è il 1.9 Jtd 16v
Multijet da 140 CV, montato sui modelli Alfa 147, 156 e Sportwagon, che sarà
presentato in anteprima mondiale al 75° Salone Internazionale di Parigi.
Nel 2003, poi, sarà commercializzato un 1.3 Jtd 16v Multijet, propulsore
che per le dimensioni estremamente ridotte potrà equipaggiare anche le
vetture "piccole" del Gruppo Fiat.
1.3
JTD 16V MULTIJET LA SECONDA GENERAZIONE DEI TURBODIESEL COMMON RAIL
Torino, 23 settembre 2002 - Nel 2003 Fiat Auto disporrà di un motore
rivoluzionario, destinato ad allargare ad un pubblico più vasto i vantaggi
fin qui offerti dai turbodiesel "Common Rail" in termini di un
miglior rapporto tra prestazioni e consumi e di maggiore rispetto
dell'ambiente. Si tratta del 1.3 JTD 16v, propulsore molto innovativo per
due caratteristiche: le dimensioni estremamente ridotte, che gli permettono
di essere montato anche su vetture piccole; e la sofisticata tecnologia
Multijet dei JTD di seconda generazione. Quest'ultima, in particolare, è
frutto degli studi del Centro Ricerche Fiat, che per primo ha sviluppato il
principio "Common Rail"di tipo Unijet (nel 1997 venne lanciata
l'Alfa 156 JTD, prima vettura al mondo equipaggiata con un rivoluzionario
1.9 Jtd 8v). Da allora la ricerca Fiat, forte di questa vasta esperienza, ha
proseguito nello studio delle ulteriori potenzialità del sistema
d'iniezione "common rail" e ha messo a punto la seconda
generazione dei motori JTD, quelli Multijet e plurivalvole appunto. Da qui
un motore supercompatto (è lungo 460 mm, largo 500 mm e alto 650 mm) di
soli 1.251 cm3, ma con l'architettura di un "quattro cilindri in
linea" a 16 valvole, che gli consente di assicurare alla vettura un
eccellente comfort e ottime performance. Una struttura, inoltre, molto
flessibile che si presta anche ad eventuali elaborazioni. Ma soprattutto un
propulsore che per merito della sua tecnologia d'avanguardia assicura una
diminuzione dei consumi di circa il 10%, maggiore silenziosità ed una
riduzione delle emissioni, valutabile tra il 30 ed il 40% per cento, tale da
consentire il raggiungimento dei limiti EURO IV. Risultati che mettono in
evidenza il grande balzo tecnologico di questa nuova generazione di
propulsori. Non solo rispetto ai tradizionali diesel con precamera, ma anche
ai moderni turbodiesel Unijet grazie alla sofisticata tecnica delle
iniezioni multiple (Multijet) e della centralina elettronica che le
gestisce. Tocca a quest'ultima, infatti, controllare elettronicamente gli
iniettori per eseguire, durante ogni ciclo motore, un numero maggiore di
iniezioni rispetto alle due attuali. In questo modo, la quantità di gasolio
bruciata all'interno del cilindro resta la stessa, ma viene suddivisa in più
parti, ottenendo una combustione più graduale. Il 1.3 Jtd 16v sarà
costruito dalla FIAT-GM Powertrain Polska nello stabilimento polacco di
Bielsko-Biala. 1.3 Jtd 16v Multijet è un propulsore a 4 cilindri in linea
di 1.251 cm3, con alesaggio di 69,6 mm e corsa di 82. Le valvole sono
quattro per cilindro e sono azionate direttamente da un doppio albero a
camme in testa. La potenza massima è di 70 CV e la coppia erogata di 170 Nm.
Tra le caratteristiche costruttive che distinguono il nuovo propulsore ci
sono la distribuzione a catena con comando a dito, le punterie idrauliche,
il basamento in ghisa con sottobasamento in alluminio e la testa in
alluminio. Particolarità dell'architettura della testa cilindri è il
disegno dei condotti di aspirazione di tipo direzionale ad alta efficienza
che consentono una miscelazione ottimale del combustibile nonostante
l'alesaggio ridotto. La sovralimentazione del motore 1.3 Jtd è affidata ad
un turbocompressore con valvola "waste gate" ed "intercooler"
e presto sarà disponibile anche una versione a geometria variabile. Il
propulsore, infine, ha un impianto EGR con controllo elettronico e
dispositivo per il raffreddamento dei gas di scarico. Il sistema multijet -
Il 1.3 Jtd di seconda generazione impiega il sistema Multijet evoluzione del
principio "Common Rail" che sfrutta il controllo elettronico degli
iniettori per eseguire, durante ogni ciclo motore, un numero maggiore di
iniezioni rispetto alle due attuali. In questo modo, la quantità di gasolio
bruciata all'interno del cilindro resta la stessa, ma viene suddivisa in più
parti, ottenendo una combustione più graduale. Il segreto di Multijet è
racchiuso nelle caratteristiche di progetto di centralina ed iniettori che
consentono di eseguire una serie di iniezioni anche molto vicine tra loro.
Tale processo di iniezione, sviluppato dai ricercatori Fiat Auto, assicura
un controllo più preciso delle pressioni e delle temperature sviluppate
nella camera di scoppio e un migliore sfruttamento dell'aria immessa nei
cilindri. Il principio motoristico sul quale si è basato lo sviluppo di
Multijet è semplice. Già oggi nei motori di tipo "Common Rail"
viene fatta una pre-iniezione, o iniezione pilota, che innalza la
temperatura e la pressione nel cilindro così da consentire una combustione
più graduale rendendo il motore più silenzioso. Potendo suddividere
l'iniezione principale in iniezioni più piccole si riescono a raggiungere
ulteriori traguardi: nel controllo del rumore di combustione, nella
riduzione delle emissioni, nell'incremento delle prestazioni. Il sistema
fornisce sempre notevoli vantaggi a seconda del tipo di sequenza scelta e
dell'area di funzionamento del motore nella quale questa viene applicata. In
alcuni casi si privilegia la riduzione dei tempi di avviamento e della
fumosità, in altri l'incremento della coppia e l'abbattimento del rumore,
in altri ancora la riduzione delle emissioni e l'incremento della
silenziosità. Con la messa a punto del sistema Multijet, il Gruppo Fiat
conquista un nuovo importante primato nel campo dei motori a gasolio.
Risultato reso possibile dal grande know how accumulato in questo campo fin
dal 1986, quando nasceva la Croma TDI, prima vettura diesel ad iniezione
diretta del mondo. Si trattava, per quegli anni, di un risultato brillante,
del primo importante passo avanti dei motori a gasolio per automobili verso
una maggiore efficienza di combustione. Grazie a quell'impostazione tecnica,
che poi anche altri costruttori avrebbero adottato, le vetture diesel
potevano garantire, contemporaneamente, maggiori prestazioni e minori
consumi. Restava un problema: l'eccessivo rumore del propulsore ai bassi
regimi di rotazione e nei "transitori". Ed è qui che inizia la
storia dell'Unijet o meglio lo studio di un sistema di iniezione diretta più
evoluto, capace di ridurre drasticamente l'inconveniente dell'eccessiva
rumorosità di combustione. Questa ricerca alcuni anni più tardi avrebbe
portato all'Unijet, conquistando nel frattempo anche altri importanti
vantaggi sul fronte dei rendimenti e dei consumi. Per risolvere il problema,
infatti, c'erano solo due possibilità: accontentarsi di un'azione passiva e
quindi isolare il motore stesso per impedire alle onde sonore di propagarsi,
oppure lavorare in modo attivo per eliminare l'inconveniente alla fonte,
sviluppando un sistema di iniezione capace di ridurre il rumore di
combustione. Imboccata questa seconda strada, i tecnici del Gruppo Fiat
concentrarono subito la ricerca sul principio del "Common Rail",
scartando dopo un'attenta analisi altri schemi di iniezione ad alta
pressione. Questi sistemi, infatti, non permettevano né di gestire la
pressione in modo indipendente rispetto al numero di giri e al carico del
motore, né di avere la preiniezione, che sono proprio i punti forti dell'Unijet.
Nato dal lavoro dei ricercatori dell'Università di Zurigo, e mai applicato
prima su una vettura, il principio teorico sul quale si incominciò a
lavorare era semplice e geniale insieme. Continuando a spingere gasolio
all'interno di un serbatoio, si genera pressione all'interno del serbatoio
stesso, che diventa un accumulatore idraulico ("rail"), cioè una
riserva di combustibile in pressione pronto all'impiego. Tre anni dopo, nel
1990, iniziava la preindustrializzazione dell'Unijet, l'impianto sviluppato
da Magneti Marelli, Centro Ricerche Fiat ed Elasis sul principio del
"Common Rail". Una fase che si concludeva nel 1994, quando Fiat
Auto decise di scegliere un partner che avesse la massima competenza nel
campo degli impianti di iniezione per motori diesel. Il progetto venne
quindi ceduto alla Robert Bosch per la parte finale del lavoro, cioè il
completamento dello sviluppo e l'industrializzazione. Così a undici anni
dalla Croma Tdi, nell'ottobre del 1997, arriva sul mercato un'altra
automobile da record: l'Alfa 156 Jtd equipaggiata con un rivoluzionario
turbodiesel che assicura risultati fino ad allora impensabili. Le vetture
dotate di questo motore, infatti, sono incredibilmente silenziose, hanno una
risposta brillante come quelle con propulsori a benzina e fanno registrare,
rispetto ad un analogo motore a precamera, un miglioramento medio delle
prestazioni del 12 per cento, oltre che una riduzione dei consumi del 15 per
cento. Il successo delle Alfa 156 con motore Jtd è immediato e ben presto,
oltre ad essere impiegato su altri modelli di Fiat Auto, anche molte altre
Case automobilistiche adottano propulsori simili. Adesso arriva la seconda
generazione dei motori Jtd, quelli Multijet. Al 75° Salone di Parigi,
infatti, sarà presentato in anteprima mondiale il 1.9 Jtd 16v a iniezioni
multiple, montato sui modelli Alfa 156 e 147, il primo propulsore di questo
tipo. E nel 2003 sarà la volta del piccolo 1.3 Jtd 16v Multijet. Inizio
modulo
"TREMEND'ART":
109 ARTISTI IN MOSTRA PER DON MAZZI DAL 21 AL 29 SETTEMBRE, ARTE E
SOLIDARIETÀ A PALAZZO AFFARI AI GIURECONSULTI
Milano, 23 settembre 2002 - 109 artisti in mostra a "Tremend'Art".
Enrico Baj, Davide Benati, Eugenio Carmi, Nicola Carrino, Enrico Castellani,
Lucio Del Pezzo, Attilio Forgioli, Lino Marzulli, Ignazio Moncada, Arnaldo
Pomodoro, Grazia Varisco sono alcuni dei 109 artisti di fama nazionale e
internazionale presenti, ciascuno con una propria opera, alla prima edizione
di "Tremend'Art": la mostra d'arte di solidarietà che si terrà a
Palazzo Affari ai Giureconsulti (via Mercanti 2) dal 21 al 29 settembre
prossimi. L'iniziativa, a favore della Fondazione Exodus di don Mazzi, è
patrocinata dalla Presidenza del Consiglio comunale e dalla Camera di
Commercio di Milano. Il binomio arte e solidarietà. Il ricavato delle opere
- messe a disposizione a prezzi speciali fissati dagli artisti stessi - sarà
interamente devoluto alla Fondazione Exodus, e servirà a completare la
costruzione di una casa-famiglia a Bergamo per bambini in condizioni di
disagio ("Una Casa per Giulia"). "Quest'iniziativa - ha
spiegato Giovanni Marra, presidente del Consiglio comunale - si affianca ad
altre manifestazioni che abbiamo promosso per Exodus, tra cui il Mercato
della solidarietà nel novembre scorso. Oggi come allora c'è il
coinvolgimento di molte risorse milanesi - gli artisti in primo luogo -
consapevoli della valenza etica del proprio lavoro al servizio degli altri.
Tremend'Art è quindi espressione e conferma della ricchezza più grande di
Milano, capitale italiana della solidarietà e del volontariato".
"Tremend'Art - ha detto don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione
Exodus - è un'iniziativa nata dall'idea di un gruppo di amici artisti:
donare a titolo gratuito un'opera della propria collezione a favore delle
iniziative della Fondazione. In pochi giorni hanno creato la segreteria,
hanno inviato centinaia di letterine e hanno aspettato le prime risposte...
che sono arrivate numerose, dando vita ad una vera e propria mostra
d'arte".
PARMA
GEMELLA NAPOLI CON IL TRIBUTO A RENATO CAROSONE
Parma 23 settembre 2002 - In concomitanza alla prima edizione del
"Premio Carosone", tenutosi all'arena Flegrea di Napoli, ed in cui
si sono riuniti per la prima volta dopo la sua scomparsa i
"grandi" della musica italiana con una jam session che sarà
trasmessa da Rai Due, dai canali satellitari collegati e da Radioduerai
nell'ambito del programma "Fuori Giri", per omaggiare l'artista
partenopeo anche a Parma si è tenuto alle Serre Petitot del Parco Ducale un
tributo in onore del grande maestro partenopeo, grazie ad un interprete
napoletano, Beppe Festinese, già noto e stimato da diversi anni
nell'ambiente musicale emiliano proprio per le sue performance in ricordo di
Renato Carosone. Beppe Festinese è figlio d'arte e nipote artistico di
Roberto Murolo, con cui il padre Gianni Festinese (che è tra i maggiori
esponenti della canzone classica napoletana) si è esibito in tournèe per
molti anni. Beppe Festinese oltre ad essere musicista di professione è
anche direttore artistico di un Associazione Culturale che valorizza e
promuove l'arte nelle sue varie forme. Nella serata tributo a Carosone sono
state interpretate alcune delle più belle ed intramontabili melodie
partenopee: Tu vuò fa l'americano, Io mammeta e tu, Torero, Maruzzella, O'
sarracino, Caravan Petrol, La pansé, solo per citarne alcune. Beppe
Festinese è stato protagonista di una serata spettacolo inframmezzata da
curiosità, aneddoti e simpatiche gag in stile macchiettistico napoletano
che hanno coinvolto attivamente il folto e caloroso pubblico presente e a
cui sono intervenuti anche due special guest: Pampa Pavesi, pianista
jazzista di rilievo nazionale, e Raniero Abbaticola, batterista e
percussionista turnista di pari merito. Fine modulo
SEMINARIO
DI SPECIALIZZAZIONE PER EDUCATORI SPORTIVI
Milano, 23 settembre 2002 - Il Coni provinciale di Milano organizza un
Seminario di specializzazione per "Educatori Sportivi". Questo
nuovo soggetto si rapporterà nella scuola con il corpo docente, per sua
natura già figura educativa. Il seminario terrà conto di alcuni aspetti
fondamentali: È finalizzato agli istruttori di associazioni sportive che
accedono alle istituzioni scolastiche come consulenti tecnico-sportivi; Sarà
strutturato in tre unità di lavoro (vedi allegato) per 12 ore complessive;
Si svolgerà presso una sede Coni provinciale; I docenti del seminario fanno
parte dello staff tecnico provinciale Coni e specialisti del settore scuola;
Il materiale didattico (circolari, programmi, ecc.) sarà fornito dal Coni;
L'adesione è gratuita ed il seminario stesso si realizzerà con una
presenza minima di 15 partecipanti e con una presenza massima di 40; Al
termine verrà rilasciato ai partecipanti un attestato che permetterà di
accedere ad un elenco degli educatori sportivi; L'attestato stesso sarà
considerato un "credito formativo" per le future iniziative Coni -
Scuola - Federazioni..
41°
CAMPIONATO ITALIANO TIRO CON L'ARCO (27-29 SETTEMBRE 2002)
Basiglio (Mi) 23 settembre 2002 - La Compagnia Arcieri Milano 3 in
collaborazione con il Comune Di Basiglio (Mi), il Coni, e la Fitarco,
presentano il 41° Campionato Italiano di Tiro alla Targa che si svolgerà
presso il Centro Sportivo Comunale di Milano 3 di via Salvo d'Acquisto a
Milano 3, Basiglio nei giorni 27,28 e 29 settembre. Alla manifestazione
parteciperanno i nomi più prestigiosi dell'arcieria italiana e gli atleti
della rappresentativa italiana alle olimpiadi. Le gare si svolgeranno
sull'arco di tre giornate, la prima dedicata ai giovani, la seconda al tiro
con archi compound e per concludere, la terza con quelli olimpici. Al
termine di ogni giornata di gara verrà aggiudicato il titolo di Campione
italiano di categoria, e assegnate le premiazioni. Informazioni e programma
della manifestazione su www.arcomitre.org
FARMACI
E SPORT
Milano, 23 settembre 2002 - Si svolgerà lunedi 30 settembre dalle ore 10
alle ore 13, presso la Sala di Rappresentanza in statale - Via Festa del
Perdono 3 - una giornata di studio, aperta al pubblico, in relazione al
doping nello sport organizzata dal Centro Studi comunicazione sul farmaco in
collaborazione con l'Università degli Studi di Milano. Ecco il programma
della conferenza: Moderatore: Elio Trifari , Gazzetta dello sport 10.00
Rodolfo Paoletti Direttore Dip. Scienze Farmacologiche , Universita degli
Studi di Milano "Benvenuto e apertura dei lavori "; 10.15 Antonio
Groppetti Direttore Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport della
Facolta di Medicina e Chirurgia ,Università degli studi di Milano "Il
curriculum dello specialista in medicina sportiva (da confermare)";
10.30 Luciano Manara Direttore Centro Ricerche Sanofi Synthelabo "Il
farmacologo e il doping"; 10.45 Luigi Colombo Responsabile Sanitario
Lega Calcio "Perché l'atleta si dopa ?" ; 11.00 Filippo Grassia
Presidente Coni Provinciale di Milano "Il doping non fa (abbastanza )
paura nel mondo sportivo: l'informazione alla base della prevenzione" ;
11.15 Mario Zanchetti Preside Facoltà di Giurisprudenza Universita di
Castellanza "La legge sul doping" ; 11.30 Diana Bianchedi
Vicepresidente Coni Nazionale e Medico sportivo 11.45 Flavia Bruno, Gianni
Cottardo, Antonella Dedini "presentazione campagna antidoping "
12.00 Domande dal pubblico e discussione generale; 12.30 Elio Trifari
Giornalista Gazzetta dello Sport Considerazioni conclusive
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