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FORSE NELLA CARENZA DI UN ENZIMA IL SEGRETO DEI CENTENARI SARDI 

Rimini, 23 settembre 2002 - Importante passo avanti nella ricerca sull'invecchiamento umano annunciato a Medlab dal gruppo Akea. Il fenomeno probabilmente legato a una mutazione genetica dovuta alla malaria Una particolare selezione genetica probabilmente causata dalla malaria è tra gli elementi che contribuiscono a creare l'eccezionale fenomeno di longevità tipico della Sardegna dove, come noto, si concentra un'altissima percentuale di centenari, 13,5 ogni 100 mila abitanti contro i 7/8 della popolazione dei Paesi occidentali. Nella zona di Nuoro questa concentrazione si caratterizza ancora di più fino a toccare la quota straordinaria di 24 centenari ogni 100 mila abitanti. Sono le novità scientifiche più rilevanti tra le molte presentate in questi giorni a Medlab, il congresso di Medicina di Laboratorio in chiusura oggi a Rimini. Ne hanno parlato ieri, in due relazioni ufficiali, i ricercatori del gruppo Akea, l'ormai famosa equipe di scienziati italiani che dal 97 studia il processo di invecchiamento umano partendo proprio dal particolarissimo ceppo sardo, un fenomeno unico e noto in tutto il mondo. Fanno parte di Akea (dall'augurio sardo akent'annos, "che tu possa campare cent'anni") il responsabile professor Luca Deiana, il dottor Giovanni Pes e il dottor Ciriaco Carru, tutti dell'università di Sassari, il professor Claudio Franceschi dell'Università di Bologna e la professoressa Giovannella Baggio, primario geriatra a Padova. La singolare concentrazione di centenari in Sardegna, hanno spiegato al congresso Franceschi e Pes, può essere dovuta a una particolare selezione genetica che la malaria ha provocato nei secoli, forse inducendo una mutazione del gene che regola l'enzima G6Pd (glucosio-6-fosfato deidrogenasi). Ma se questo collegamento è un'ipotesi ancora da verificare, di certo, ecco la novità della ricerca, c'è che nei centenari l'enzima G6Pd è carente in misura doppia rispetto alla popolazione normale. Questo deficit può provocare la distruzione dei globuli rossi (emolisi) ad opera di farmaci o di particolari cibi come le fave (da qui il nome della malattia, favismo). Ma, per assurdo, sembra essere uno dei fattori che favoriscono il processo di invecchiamento. "E' la prima volta nel mondo", ha aggiunto il professor Deiana, "che si riesce ad accertare questa clamorosa differenza tra centenari e popolazione normale. Sembra peraltro che lo stesso dato si ripeta anche nella Beta-talassemia, la cosiddetta anemia mediterranea, come abbiamo spiegato al congresso. Ora si tratta di accertare i meccanismi genetici e molecolari che inducono il processo di invecchiamento". La distribuzione dei centenari nel territorio non è casuale, bensì si addensa in alcune zone geografiche. In Sardegna esistono, o sono esistiti, centenari in tutti i 377 comuni. La ricerca di Akea ha ora individuato un'area di particolare concentrazione nel nuorese dove è stata registrata un'incidenza di centenari pari a 24 ogni 100 mila abitanti. "In questa zona", ha ricordato Franceschi, "esistono verosimilmente fattori genetici, abitudini di vita e condizioni ambientali che portano a vivere a lungo e in salute. Identificare questi fattori è una sfida scientifica per vincere la quale Akea ha coinvolto non solo biologi e medici, ma anche demografi e genetisti. Per affrontare il problema della longevità umana è quindi necessario un approccio e uno studio interdisciplinare di cui in Italia siamo pionieri nel mondo grazie anche al singolare laboratorio plasmatosi nei secoli costruito dalla popolazione sarda".

PHARMAMAR RENDE NOTI I PRIMI RISULTATI POSITIVI PER I SUOI DUE PRINCIPALI AGENTI ANTITUMORALI NELL'ONCOLOGIA PEDIATRICA
Oporto (Portogallo) 23 settembre 2002 - L'azione di due nuovi farmaci antitumorali derivati da organismi marini su bambini e adulti affetti da forme tumorali avanzate, ricorrenti o insensibili e' stata illustrata nel corso del XXIV Congresso annuale della Societa' Internazionale di Oncologia Pediatrica (Siop), svoltosi ad Oporto, Portogallo, dal 18 al 22 settembre 2002. Nuove prove dell'efficacia dell'Et-743 (Yondelis*) nei tumori che colpiscono soggetti adulti e bambini e che risultano insensibili alla terapia tradizionale L' Et-743 (Ecteinascidina-743, PharmaMar) ha un meccanismo d'azione unico, che punta a ''spegnere'' gli oncogeni, bloccando la riproduzione delle cellule cancerogene e portando alla morte le cellule tumorali. I risultati di uno studio mirato a definire gli opportuni livelli di dosaggio e il potenziale grado di tossicita' nei bambini dell'ET-743 sono stati presentati dal Dott. S Baruchel del Children's Oncology Group (Canada). 1. Allo studio hanno partecipato tredici pazienti di eta' compresa tra i 3,5 e i 18 anni (eta' media di 9,9 anni) affetti da cancro e insensibili alle precedenti terapie; a ciascuno dei pazienti e' stata somministrata un'infusione di 3 ore di ET-743 ogni 3 settimane, a dosaggio crescente. Nello studio e' stato osservata la buona tollerabilita' da parte dei pazienti di una dose di 1100 mg/m2, dosaggio che pertanto sara' utilizzato come riferimento per studi futuri sull'azione dell'ET-743 nei bambini. Benche' non avesse lo scopo di valutare la capacita' di risposta alla terapia e per quanto eventi come questo siano particolarmente rari nei casi di tumori che non hanno risposto a terapie convenzionali, nello studio e' stato osservato un caso di risposta completa ! correlato a un sarcoma di Ewing metastatico pre-trattato. Il Dott. M Casanova, dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano, ha invece presentato i risultati di un approfondito studio clinico sugli effetti dell'ET-743 su 55 pazienti, tra adulti e bambini di eta' superiore ai 13 anni, che presentavano un'ampia varieta' di tumori solidi avanzati o ricorrenti. 2 Cinquantacinque pazienti sono stati trattati con una infusione di 3 ore di ET-743 (di 1300 o 1500 mg/m2, a seconda della terapia a cui erano stati sottoposti in precedenza), con una frequenza ogni tre settimane (media di 2 cicli). E' stata osservata una risposta oggettiva alla terapia nel 18% (5 pazienti su 28) dei casi di sarcoma delle parti molli, e nel 25% (2 pazienti su 8) nei casi di sarcoma di Ewing. Il 25% dei bambini (2 su 8, di cui 1 paziente affetto da sarcoma di Ewing e 1 paziente affetto da una forma di rabdomiosarcoma) monitorato nel corso dello studio ha evidenziato una risposta parziale alla terapia. Nel corso di queste due sperimentazioni cliniche, i pazienti sono stati sottoposti a una terapia a base di ET-743, somministrato per infusioni di 3 ore piuttosto che di 24 ore, come avveniva nel corso di studi precedenti. Questa maggiore concentrazione dell'infusione non ha comportato un incremento degli effetti collaterali, dimostrando la possibilita' di somministrare il dosaggio del farmaco nell'arco di un lasso temporale piu' breve e conveniente. I risultati preliminari estratti da entrambi gli studi sui bambini suggeriscono la necessita' di approfondimenti in questo campo su questo nuovo agente antitumorale. Sviluppato congiuntamente da PharmaMar e dalla divisione Research and Development di Johnson & Johnson, nel maggio 2001 l'Agenzia Europea per la Valutazione dei Farmaci (Emea) ha conferito all'ET-743 lo stato di ''farmaco orfano'' (farmaci che non hanno ottenuto dalle ditte produttrici, o da enti governativi, interessamento e supporto sufficienti per un loro ulteriore approfondimento) per la cura dei sarcomi dei tessuti molli. - L'aplidina* denota precoci potenzialita' nella cura della leucemia infantile L'aplidina (PharmaMar) agisce inibendo la formazione dei vasi sanguigni che nutrono i tumori (anti-angiogenesi), prevenendo la riproduzione delle cellule tumorali, inducendo la morte delle cellule tumorali (apoptosi), e inibendo la sintesi delle proteine tumore-specifiche e la trasduzione del segnale. Il Dott. G Kaspers, del University Medical Center di Amsterdam, in Olanda, ha illustrato i risultati di un recente studio di laboratorio sugli effetti dell'aplidina nelle cellule del sangue e del midollo osseo di 71 bambini affetti da leucemia linfoblastica acuta (LLA) o leucemia mieloblastica acuta (LMA). 3 I risultati di questo studio dimostrano come l'aplidina sia stata capace di colpire in maniera selettiva e uccidere linee cellulari umane leucemiche con concentrazioni di dosaggio che sono sopportabili per i pazienti e ben al di sotto della soglia di tossicita'. Un risultato che suggerisce un indice terapeutico positivo, come dimostra il fatto che le cellule ematiche e del midollo osseo sane erano da 3 a 10 volte meno sensibili agli effetti dell'aplidina di quanto non fossero quelle leucemiche. La risposta all'aplidina delle cellule leucemiche si e' dimostrata indipendente dalla loro sensibilita' nei confronti di altri farmaci antitumorali, lasciando intuire in questo modo! la potenziale efficacia dell'aplidina nei casi in cui altri farmaci risultino inefficaci. Al momento e' in fase di valutazione uno studio sperimentale di fase I/II per i casi di leucemia linfoblastica acuta (Lla).
Infolink: http://www.pharmamar.com 

CORSO DI PERFEZIONAMENTO SULLE SINDROMI CORONARICHE ACUTE NELL'AMBITO DEL PROGETTO E.C.M (L'EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA) (50 PUNTI) CON DIRETTA ON LINE SU INTERNET 
Bologna, 23 settembre 2002 - Oggi presso la Sala d'Armi della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna si tiene la prima giornata del Corso di Perfezionamento sulle sindromi coronariche acute Corso di Perfezionamento sulle sindromi coronariche acute Nell'ambito del progetto E.C.M (l'Educazione Continua in Medicina) del Ministero della Salute: per l'anno accademico 2002 (50 punti) La giornata vedrà la presenza dei rappresentati delle Università coinvolte nel progetto, del Cardinale di Bologna, Mons. Biffi, e del Rettore dell'Università di Bologna, Prof. Pier Ugo Calzolari che hanno riconosciuto il valore istituzionale, accademico, etico e sociale dell'iniziativa, vogliono testimoniare il proprio apprezzamento e contribuire con la propria testimonianza al sostegno delle iniziative nell'ambito della formazione continua. Il corso ha caratteristiche di eccellenza nell'ambito più generale dei corsi di formazione per i medici: per il prestigio accademico e professionale dei relatori, per la pluralità degli organismi istituzionali coinvolti, per il basso numero di partecipanti ammesso alla frequenza. La realizzazione del corso ha visto la compartecipazione dei medici ospedalieri, delle ASL, dell'Università e delle istituzioni politiche regionali, che per la prima volta collaborano all'esecuzione di un progetto di formazione in ambito medico. L'Educazione Continua in Medicina (E.C.M.) è un'iniziativa del ministero della Salute diretta a fornire a tutti gli operatori sanitari gli elementi di conoscenza necessari per mantenersi professionalmente aggiornati e competenti. Un'iniziativa concreta a tutela del cittadino che richiede che tutti i medici, dal medico di base allo specialista, frequentino periodicamente corsi di aggiornamento professionale, e pone le regole per disciplinare l'erogazione dei corsi di formazione. ( http://ecm.sanita.it  ) . La prima giornata del corso verrà trasmessa in diretta su Internet: http://www.cineca.it/streaming/ecm2002/  sarà possibile partecipare attivamente all'evento, guardando le immagini, e intervenendo con l'invio di domande e suggerimenti agli organizzatori del corso e ai relatori tramite un forum appositamente predisposto. La diretta della prima giornata pone le basi per la realizzazione di un progetto di e-learning connesso all'intero svolgimento del corso. Le lezioni verranno riprese, i contenuti verranno integrati con contenuti multimediali e tramite le tecnologie dell'elearning verrà realizzata la versione elettronica del corso accessibile dalla comunità medica per il conseguimento dei crediti formativi. Gli enti coinvolti nella realizzazione del corso sono: Le Università degli Studi "Alma Mater" di Bologna, Insubria-Varese, Milano, "La Sapienza" Roma, "Tor-Vergata" Roma, Siena e Piemonte Orientale-Novara, in convenzione con gli Ospedali: di Cento, Di Piacenza, San Giacomo di Roma, San Filippo Neri di Roma, Fatebenefratelli di Milano e San Carlo Borromeo di Milano. Il Corso è coordinato a livello nazionale dal Presidente e dal Segretario della Giunta del Collegio dei Professori di Cardiologia, rispettivamente: Prof. Mario Mariani e prof. Livio Dei Cas. 

LE RESTRIZIONI EUROPEE ALLA RICERCA SULLE CELLULE STAMINALI ENTRANO IN CONFLITTO CON LA LEGISLAZIONE DELL'INDIA
Bruxelles, 23 settembre 2002 - I regolamenti restrittivi in materia di ricerca sugli embrioni, vigenti in alcuni Stati europei e negli Stati Uniti, hanno portato ad un divieto di esportazione di tutto il materiale embrionale umano verso l'India, a causa di timori sul fatto che il settore della procreazione assistita di quel paese possa diventare una fonte di cellule staminali embrionali umane. L'India conserva gli embrioni umani in centinaia di cliniche per la cura dell'infertilità non sottoposte ad alcuna regolamentazione. I provvedimenti hanno l'obiettivo di impedire l'uso improprio di tali embrioni e stabiliscono che le coppie possono donare embrioni solo a ricercatori all'interno del paese indiano e che la vendita di embrioni è vietata. Tale decisione ha suscitato critiche in India. "Proibire il trasferimento di embrioni potrebbe impedirci virtualmente di collaborare con istituti stranieri", avrebbe dichiarato Mitradas Panicker, neurobiologo di Bangalore. Taluni Stati membri dell'UE consentono lo svolgimento di ricerche solo con l'uso di cellule staminali embrionali importate, ottenute da linee cellulari autorizzate. 

LA MAPPA DEI PROPRI IN VENDITA PER 620 MILA EURO 
Milano, 23 settembre 2002 - Tanti milionari si sono gia' prenotati per la 'lettura' dei propri geni, ma non mancano gli scettici tra gli stessi studiosi. Una volta in possesso della sua mappa genetica (che sara' pronta entro una settimana) il futuro cliente di Venter potra'conoscere le modificazioni del Dna a cui potrebbe essere soggetto e potra' prevenire le malattie ad esse collegate La mappa dei propri geni per 620 mila euro: e' quanto sta progettando il dottor Craig Venter, che vuole aprire una struttura privata 'ad hoc'.. 

SEMINARIO: "TRATTAMENTI FARMACOLOGICI SOSTITUTIVI DELLA DIPENDENZA DA OPPIACEI A CONFRONTO" 
Varese, 23 settembre 2002 - In Italia il consumo di sostanze stupefacenti non mostra nessuna inversione di tendenza rispetto al trend degli ultimi anni e il numero di soggetti tossicodipendenti che si sottopone volontariamente a programmi di riabilitazione e recupero è in continuo aumento. Grazie alle recenti risorse terapeutiche nell'ambito del trattamento delle tossicodipendenze da oppiacei è oggi possibile permettere ai pazienti in cura di godere di maggiore libertà e di avere un più facile reinserimento nella vita sociale e lavorativa. In particolare, l'assunzione regolare di una nuova molecola, la buprenorfina, permette di bloccare gli effetti gratificanti provocati dall'assunzione di eroina senza indurre effetti di dipendenza dal farmaco, con la possibilità di un'assunzione a giorni alterni. Questo si traduce in un elevato profilo di sicurezza ed evita i rischi di sovradosaggio. Il trattamento delle tossicodipendenze con farmaci sostitutivi, introdotti a partire dagli anni sessanta, ha consentito anche un risparmio per la comunità in termini di costo per criminalità, disoccupazione, minori ricoveri e cure d'emergenza. Per evidenziare le ricadute cliniche sociali e organizzative dei diversi trattamenti, siamo lieti di invitarla al seminario: "Trattamenti farmacologici sostitutivi della dipendenza da oppiacei a confronto" Venerdì 27 settembre - ore 9.00-16.30 Collegio Arcivescovile De Filippi Via Brambilla 5 Varese Il seminario ha l'obiettivo di promuovere la riflessione e l'aggiornamento degli operatori del settore sulle terapie farmacologiche emergenti nell'area delle dipendenze patologiche. Verranno presentate le esperienze del Dipartimento delle Dipendenze dell'Asl della Provincia di Varese e del Dipartimento delle Dipendenze dell'ASL di Milano 2 relative all'introduzione della buprenorfina nel trattamento integrato della dipendenza da oppiacei. Saranno presenti: - Giancarlo Abelli; Assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale - Marco Tosi;Responsabile Unità Operativa Esclusione Sociale - Giorgio Benedettini; Direttore Generale dell'A.S.L. della Provincia di Varese - Vincenzo Marino; Direttore Dipartimento delle Dipendenze ASL provincia Varese - Emanuela Caldiroli e Felice Nava; Medici dirigenti U.O. SerT di Varese - Alfio Lucchini Direttore Dipartimento delle Dipendenze Asl Milano 2 Moderatore: Luigi Bazzoli 

ASSOCIAZIONE GENITORI EMATOLOGIA ONCOLOGIA PEDIATRICA - RICERCA SUI TUMORI E LEUCEMIE DEL BAMBINO (AGEOP) E I GIOVANI: UN ''SESTO SENSO'' PER RIDARE COLORE ALLA VITA 
Bologna, 23 settembre 2002 - Aiutare i bambini affetti da tumore, dare supporto psicologico e concreto alle loro famiglie, coinvolgere gli operatori sanitari e spiegare agli adolescenti cosa significhi tutto questo, e' possibile. Oggi a Com-P.A. (il Salone della comunicazione pubblica e dei servizi al cittadino, Bologna 18-20 settembre 2002) AGgeop, Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica - Ricerca sui Tumori e Leucemie del Bambino, ha realizzato un incontro per i giovani sul tema. Protagonista dell'incontro Graziano Marani, che da bambino ha provato su di se' l'esperienza della malattia, e ha intrattenuto i ragazzi con aforismi comici e ironici come il ''sesto senso, ovvero quella cosa che fa schifo piu' di cinque volte'', che da il titolo al suo libro che riaccoglie anche poesie e racconti del giovane autore. Il volume ha una prefazione di Roberto ''Freak'' Antoni. Dorella Scarponi, medico psicologo-psicoterapeuta, ha illustrato il servizio di supporto psicologico e quello di formazione dei volontari per il day hospital e per il reparto. ''Miriamo all'alleanza terapeutica per un supporto a 360 gradi, dai parenti agli operatori della sanita''' chiarisce Francesca Testoni, consigliere Ageop. Testoni ha spiegato come sono strutturati i servizi per rendere migliore la qualita' della vita dei bambini e delle loro famiglie: dagli alloggi completi fino ai posti letto per il secondo parente che assiste il bambino. Molte infatti sono le famiglie che provengono da lontano e necessitano di un punto d'appoggio. L'associazione va incontro anche alle esigenze delle famiglie disagiate e ha realizzato una guida con indirizzi utili e informazioni sulle malattie oncologiche. E per i bimbi che stanno in camera sterile e' stato avviato un progetto per portare la scuola in Ospedale con il computer. Ageop ha istituito per i bambini il ''diploma di coraggio'': viene regalato un gioco che porta tanti sorrisi a chi e' sottoposto a manovre particolarmente invasive. L'associazione bolognese ha sede presso l'Unita' Operativa di Pediatria, sezione Oncoematologia Pediatrica del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna. Ageop sta raccogliendo fondi per ultimare il quinto piano della Oncoematologia Pediatrica Gozzadini. 

SALUTE: ASSIEME ALLA PANCETTA SPARISCE ANCHE L'AFFANNO DA UN'INDAGINE EPIDEMIOLOGICA RESPIRATORIA EMERGE CHE LA PERDITA DI PESO PUÒ MIGLIORARE SENSIBILMENTE LA FUNZIONE POLMONARE 
Roma, 23 settembre 2002 -La classica pancetta che affligge soprattutto gli uomini non è soltanto antiestetica, ma anche molto insidiosa per la salute, in particolare dei polmoni. A stabilire l'influenza che l'eccesso di peso, specialmente all'altezza del punto vita, può avere sulla capacità di respirare profondamente è uno studio condotto dai ricercatori dell'Istituto di Fisiologia Clinica (guidati da Giovanni Viegi), in collaborazione con Matteo Bottai della Sez. Cnuce dell'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione (Isti), presso l'Area della Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa. Gli studiosi del Cnr hanno osservato 1426 persone, dai 24 anni in su, a distanza di 8 anni, misurandone il volume polmonare, prima che cominciassero ad aumentare di peso, attraverso un test clinico conosciuto come spirometria, che calcola l'aria inspirata ed espirata insieme al tempo utilizzato per farlo: una riduzione del volume polmonare sta a indicare che il soggetto non prende tutto l'ossigeno che potrebbe. Altro fattore di valutazione è il "Body Mass Index" (indice di massa corporea), che laddove presenti un valore superiore a 30 indica obesità clinica. L'indagine, pubblicata sull'ultimo numero di European Respiratory Journal e finanziata dal Cnr e dall'Enel, ha messo in evidenza che aumenti di massa corporea nell'arco di otto anni provocano riduzioni nel volume polmonare, tanto più evidenti negli uomini, in coloro che erano sovrappeso all'inizio dello studio e che hanno guadagnato peso nel tempo e negli individui che hanno accumulato adipe sull'addome. "Un effetto meccanico di deposito di adipe sul diaframma - spiegano Matteo Bottai e Giovanni Viegi - tende a impedire una completa espansione dei polmoni durante l'inspirazione e può causare un peggioramento della funzione polmonare. Questo è stato osservato soprattutto negli uomini, che tendono a depositare l'adipe centralmente aumentando la pancetta, mentre nelle donne il deposito di grasso è generalmente periferico e incide sulla circonferenza dei fianchi". "L'effetto di questi aumenti del peso corporeo sul volume polmonare - sottolineano i ricercatori del Cnr - è indipendente da età, abitudini di fumo e qualsiasi altra esposizione ambientale che l'individuo può aver subito sul lavoro. La natura "longitudinale" di questo studio di follow-up, l'unico nel suo genere in Italia, ha consentito di stabilire anche che l'effetto negativo sulla funzione polmonare può essere rimosso semplicemente perdendo peso". Un soggetto di 40 anni, alto 1,80 m, di 100 kg di peso, può guadagnare ad esempio un quarto di litro di volume polmonare perdendo 20 kg. Una conseguenza dovuta al fatto che i polmoni sono tra i primi organi ad essere influenzati da aumenti di peso. 

FINALMENTE DISPONIBILE IL FARMACO PER LA BIMBA DI NAPOLI AFFETTA DA GLICOGENOSI ASSOBIOTEC: È ESSENZIALE INVESTIRE DI PIÙ NELLA RICERCA BIOTECH 
Milano, 23 settembre 2002 - ''Il farmaco per la cura della piccola Rossella rappresenta un risultato concreto della ricerca biotecnologica. Insieme alla soddisfazione per veder disponibile un farmaco che speriamo si riveli efficace per combattere la glicogenosi di tipo II, non posso fare a meno però di pensare a tutti coloro che, come Rossella, soffrono di malattie rare per le quali oggi non esistono ancora cure''. Così Sergio Dompé, Presidente di Assobiotec, l'Associazione Nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, commenta la messa a disposizione, per la piccola Rossella di Napoli, del farmaco per la cura della glicogenosi di tipo II di cui la bambina è affetta. 'C'è bisogno di investire molto in ricerca e ciò potrà essere fatto solo se si uniscono gli sforzi della ricerca pubblica e di quella privata e se a quest'ultima viene riconosciuto maggiore spazio nei bilanci dello Stato. L'augurio infine è che anche il nostro Paese, con l'ingegno, la professionalità e la competenza dei nostri ricercatori, possa partecipare a questo enorme impegno in ricerca a beneficio di migliaia di ammalati'' - continua Dompé. Infine, a commento dell'annuncio del Ministro Sirchia circa l'obiettivo di realizzare una rete nazionale strutturata sulle malattie rare, Dompé conclude ''Per parte nostra, l'iniziativa cui ci ha voluto gentilmente associare il Ministro della Salute, alla quale daremo il nostro pieno e fattivo supporto, costituisce uno stimolo a fare sempre di più per raggiungere risultati concreti nella lotta contro le malattie rare.''

DONAZIONI E TRAPIANTI, PARTE UNA CAMPAGNA INFORMATIVA EUROPEA
Bologna, 23 settembre 2002 - Una comunicazione efficace, trasparente e rivolta a tutti i cittadini. E' questa la nuova sfida nelle strategie di comunicazione dei trapianti che vedono in prima linea le associazioni e la Pubblica Amministrazione. ''Una scelta consapevole: comunicare il trapianto'' e' l'incontro che l'Istituto Nazionale Trapianti e l'Ausl di Ravenna hanno organizzato nell'ambito delle iniziative di Com-P.A., il Salone della comunicazione pubblica e dei servizi al cittadino. Al convegno, coordinato dalla responsabile del Centro Regionale di riferimento per i trapianti dell'Emilia Romagna Lorenza Ridolfi, hanno partecipato Daniela Storani (Centro Nazionale Trapianti), Rafael Matesanz (consulente della Regione Toscana), Giuseppe Piccolo (Nord Italia Transplant), Vincenzo Passarelli (vice-presidente Aido) e Alessandra Cattoi (Ismett di Palermo). Il dato nazionale sull'opposizione ai trapianti, attestato attorno al 25-26%, non deve far pensare che le strategie comunicative fino ad ora adottate siano state insufficienti. La comunicazione sui trapianti puo' essere migliorata con il contributo di tutti gli attori sociali affinche' migliori l'impatto dell'idea di trapianto presso la popolazione. La Regione Emilia Romagna ha avviato dal 1996 una campagna informativa continua che si rivolge a tutti i cittadini ricorrendo spesso a testimonial d'eccezione come Antonio Rossi, il campione olimpico protagonista della campagna ''Quando la vita chiama cosa rispondi?''. Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti presso l'Istituto Superiore di Sanita', ha ribadito, in apertura di lavori, la necessita' di una strategia a livello europeo sull'esempio della Spagna, che ormai ha esportato in tutto il mondo il suo modello basato su un costante rapporto con i mezzi di informazione. Per il prossimo anno e' stata, appunto, studiata una campagna europea con un nuovo logo: due mani unite dalle linee della vita. 

KODAK AMPLIA IL CENTRO DI ECCELLENZA EUROPEO DI GENOVA PER L'IMAGING MEDICALE DIGITALE 
Milano, 23 settembre 2002 - Cresce l'investimento di Kodak nella ricerca per lo sviluppo di sistemi tecnologici di imaging medicale digitale. L'azienda annuncia di aver deciso a giugno l'ampliamento del Centro di Eccellenza per l'imaging medicale digitale che da Genova offre servizi e formazione in Italia, resto dell'Europa, Africa, Asia e Oceania, e che a partire dal mese di agosto vedrà un incremento del personale, delle aree di attività e l'espansione della superficie fino a 2500 mq. Questo rappresenta un ulteriore incremento dell'investimento effettuato da Kodak nel centro dal 1999, anno di creazione della struttura. Gli specialisti del Centro di Eccellenza Kodak, sito nell'area del Porto Antico di Genova, saranno affiancati da nuove figure professionali altamente specializzate che Kodak sta cercando per l'ampliamento del centro, un polo tecnologico di riferimento a livello mondiale per i sistemi di diagnostica medica per immagini. Si prevede un incremento del 15% del personale, che conta oggi oltre 60 ingegneri e un migliaio di specialisti tecnici che, dislocati in tutto il mondo, contribuiscono allo sviluppo delle attività di questo centro di eccellenza. Tra le applicazioni più avanzate del centro, che accoglie una media di 5000 visitatori l'anno appartenenti alla comunità medico-scientifica mondiale, ci sono applicazioni di telemonitoraggio, telesupporto e teleassitenza di più di 300 installazioni digitali dislocate nel mondo, oltre a una intensa attività di formazione specializzata. "La scelta di ampliare il centro a tre anni di distanza dalla sua creazione è la riconferma dell'attenzione sempre crescente di Kodak nei confronti delle più innovative soluzioni di imaging digitale per il settore medicale", ha dichiarato Maurizio Rossi, Direttore Commerciale della
divisione Health Imaging di Kodak S.p.A. in Italia. "Nel mondo esistono pochissimi centri avanzati come il nostro e abbiamo deciso di espanderlo ulteriormente perché siamo assolutamente convinti, e il mercato ci sta dando ragione, che il ruolo della tecnologia digitale nell'imaging medicale non sia solo più una questione di futuro, ma il presente. I servizi offerti dal nostro centro di Genova sono ormai oggi imprescindibili per rispondere in modo competitivo all'evoluzione della domanda. Infatti le aziende che concorrono a procedure di gara pubbliche, per l'informatizzazione di intere strutture sanitarie, devono essere in grado di proporre soluzioni progettate da esperti, supportati da linee di prodotto complete e da organizzazioni capaci di erogare adeguati servizi di consulenza tecnico-operativa e di assistenza post-vendita." "Sono particolarmente felice che, dopo tre anni di proficua attività, il nostro centro di eccellenza venga ampliato", ha commentato Marco Bucci, Direttore del Centro. "Si tratta della migliore dimostrazione, oltre che dell'impegno di Kodak, del successo che questo centro ha riscontrato in tutto il mondo per la qualità dei servizi. All'ampliamento della struttura fa riscontro anche un incremento della collaborazione con università italiane e straniere per lo sviluppo di nuovi sistemi digitali di radiologia medica, che fa del nostro centro un punto d'incontro importante. Desidero cogliere l'occasione per ringraziare la città di Genova e la regione Liguria che, con la qualità dei servizi, del personale locale e la bellezza dei luoghi ci ha permesso di crescere e raggiungere i nostri obiettivi in una collaborazione proficua per entrambe le parti." 

CRESCINA FORTE.UN TRATTAMENTOFORTEMENTE INNOVATIVO, ESCLUSIVO DI LABO COSPROPHAR SUISSE 
Milano, 23 settembre 2002 - Nasce da una ricerca quasi ventennale la novità Labo, distribuita in autunno nelle farmacie: Crescina Forte, un aiuto prezioso per affrontare l'autunno, stagione "tradizionalmente" critica per i capelli. Vediamo come i ricercatori Labo sono arrivati a mettere a punto questo trattamento, che rappresenta una novità assoluta. E' opinione comune che all'interno di 1 follicolo sia contenuto 1 bulbo capillifero che genera, tramite la sintesi proteica della cheratina, 1 capello. I ricercatori Labo, analizzando sistematicamente i fenomeni che portano alcuni follicoli (15/20% dell'intero cuoio capelluto) a far uscire 2 o 3 capelli da un unico canale follicolare, sono arrivati ad una rilevante scoperta. Sembra che in ogni follicolo esista un numero imprecisato ma consistente di bulbi in potenza, in attesa del loro "turno" per divenire bulbi, e dar vita ad un nuovo capello. Alcune volte questi bulbi potenziali partono per il loro accrescimento quasi contemporaneamente, dando vita ad una nuova coabitazione nello stesso dotto follicolare e facendo nascere e crescere 2, 3 o 4 capelli insieme, contribuendo così al patrimonio della capigliatura, in modo anche considerevole. Queste formazioni sono state denominate "isole follicolari". Sulla base di questa scoperta i ricercatori Labo hanno deciso di aggiungere a Crescína, uno dei più noti e affermati trattamenti per la stimolazione della crescita fisiologica dei capelli, un nuovo stimolatore specifico che agisce sui singoli bulbi e che aiuta i bulbi potenziali a far nascere, crescere e sviluppare una pluralità di capelli in coabitazione nello stesso follicolo, così da migliorare in modo più accentuato le situazioni di diradamento e aumentare la proliferazione dei capelli anche nelle zone non diradate. E' nata così Crescina Forte, con una formula nuova che potenzia l'azione di vasodilatazione e associa alle glicoproteine e agli aminoacidi del prodotto - base, una nuova, preziosa Glicoproteina di origine biotecnologica, la Protobulbina, particolarmente efficace nella stimolazione del consumo di ossigeno da parte delle cellule, sia dei bulbi presenti nei follicoli singoli che nelle isole follicolari. Il processo biotecnologico fa si che mentre la Glicoproteina di Crescina raggiunge il massimo dell'attività in 20 minuti, la Protobulbina lo raggiunge in 60 mintiti. La combinazione dei due effetti, uno immediato, uno prolungato nel tempo' potenzia l'attività di stimolazione sui bulbi di almeno tre volte, rendendo Crescina Forte in grado di agire sui buibì dei follicoli singoli e delle isole follicolari. Crescina Forte è un trattamento in fiale (in confezìonì da 6-12-24 dosi come tutti i trattamenti della linea Crescina, è disponibile nelle formulazioni per uomo e per donna e in dosaggi diversificati in funzione della rilevanza dei problema: contro il diradamento: Crescina Forte 100-200-300; contro l'incipiente calvizie: Crescina Forte 500-700. Inoltre, il trattamento in fiale Crescina Forte è anche disponibile (in un cofanetto) abbinato alle fiale Crescina Anticaduta Urto. 

MICAM: TEMPI LUNGHI PER LA RIPRESA ANCORA RINVIATO IL RILANCIO DEL SETTORE CALZATURIERO 
Milano, 23 settembre 2002 - Si rimanda di mese in mese e il nuovo ciclo positivo per il settore calzaturiero sembra non arrivare. Se all'inizio dell'anno c'era chi sosteneva che la fine dell'estate avrebbe coinciso con un nuovo ciclo economico positivo per il settore, oggi le aspettative degli operatori sembrano convergere sull'idea che solo il 2003 potrà portare novità nella congiuntura dei settore. Le cifre parlano chiaro: non si tratta di recessione come nei momenti bui dei biennio '92-'93, ma la negatività coinvolge ora anche i valori e non soltanto le quantità. "I dati di interscambio commerciale - spiega Antonio Brotini, presidente di Anci - ci segnalano una rilevante negatività, che ha inciso, nel periodo gennaiolmaggio 2002 rispetto ai primi 5 mesi 200 1, non solo sulle quantità esportate (- 13,6 %) ma anche sul valore (-8, 1 %). A fronte di questi due dati negativi, anche il positivo + 6,3 % del prezzo medio unitario non ci allontana dalla conclusione di un sostanziale 'impoverimento" delle nostre esportazioni." Anche valutando con cautela variazioni così negative 0 dati si riferiscono ad un periodo di 5 mesi ancora troppo limitato per trarre conclusioni definitive sulla congiuntura di fine anno), èormai evidente che il 2002 difficilmente potrà chiudere con un dato congiunturale positivo. Del resto le analisi dell'Anci avevano già segnalato le variabili più critiche per la congiuntura dei settore: il rafforzamento dell'Euro nei confronti dei dollaro ha chiaramente enfatizzato gli effetti già negativi dei momento economico non brillante degli Usa; la negatività dei mercato tedesco non può che rendere pessimisti sulla possibilità di veder mutare dinamiche riflessive sui mercati esteri; il prodotto moda ed in particolare quello calzaturiero è fortemente sensibile al clima congiunturale: la domanda appare infatti legata intrinsecamente non soltanto alle condizioni economiche dei presente, ma soprattutto alle aspettative di breve termine. Il continuo rinviare dei nuovo ciclo economico ha compresso gli acquisti più di quanto ci si potesse aspettare rispetto al mutato potere di acquisto delle famiglie. In effetti la condizione di attesa sembra essere una costante comune a tutti i mercati, con poche eccezioni: "Queste conclusioni sono confermate, e se vogliamo peggiorate, - continua Brotinì - dai dati relativi alla Germania (-23,7% in volume, con un calo in valore del -19,4%); dagli Usa (con un -22,8 % in quantità e un -23 % in valore) e anche dalla Russia, considerata negli ultimi tempi come mercato emergente, che ha visto una contrazione dei -17,2% in volume a fronte di un modestissimo incremento in valore (+ 2,8%)." Se il clima internazionale non sembra promettere sostanziali modifiche nel breve periodo, il mercato nazionale sembra aver mantenuto livelli di spesa al di sopra della media degli altri paesi europei. Come spiega la nota congiunturale dell'Ufficio Studi di Anci "nei primi sei mesi dell'anno la domanda interna è cresciuta in modo non trascurabile (+ 6,7 % in quantità), anche grazie a politiche di prezzo oculate, con un incremento del + 8,6 % in termini di spesa. La dinamica dei consumi interni sembra quindi essere stata una delle poche valvole di sfogo per le imprese in questo periodo non felice dal punto di vista congiunturale, anche se la ripresa delle importazioni ha reso senza dubbio ancor più agguerrita la concorrenza dei competitor esteri sul mercato italiano." Una dinamica più premiante sul mercato interno è giustificata soprattutto dalla notevole attenzione che la moda sta riservando all'accessorio, e soprattutto alla calzatura, ma deve scontare anche una ripresa significativa delle importazioni, segnale inequivocabile dei riaccendersi della competizione sul fronte dei prezzo. "Se spostiamo lo sguardo da ll'esportaz ione all'importazione - continua il presidente dell'Anci - rileviamo un forte aumento, sia in quantità che in termini di valore, nell'ordine del + 10%. Tali dati, pur non depurati delle cifre legate ai processi di delocalizzazione nell'Est europeo e Nord Africa con successiva reimportazione, ci obbligano a registrare una crescita delle capacità di penetrazione sul nostro mercato dei produttori asiatici, che vanno peraltro progressi . vamente migliorando il rapporto qualità/prezzo dei loro prodotti allargando dunque la loro aggressività anche su calzature di fascia media." "La significatività in negativo dei dati di import e di export - spiega Antonio Brotini - èconfermata dal saldo della bilancia commerciale settoriale dei primi 5 mesi, che, pur rimanendo attivo per oltre 1.850 milioni di euro, registra un calo del -15,8% in valore. In termini di quantità la flessione è stata addirittura del -44,7% ". Proprio in considerazione delle aspettative non positive in ambito congiunturale, Anci ha sollecitato le imprese associate da un lato, e le istituzioni dall'altro, a lanciare segnali forti verso il mercato. "E' chiaro che, su questo sfondo, - spiega Brotini - il ruolo e le politiche delle singole aziende poco o nulla possono per far invertire significativamente tale tendenza; ma è altresì chiaro che tale clima accelererà un processo di "'selezione-diversificazione>'1 su cui invece le singole politiche aziendali possono incidere." "In questo panorama in cui il dinamismo delle scelte aziendali diventerà sempre più un fattore di successo non possiamo non lanciare un forte richiamo ad un ritorno della politica industriale, ad esercitare sino in fondo il proprio ruolo. in questo contesto appoggiamo pienamente la recentissima proposta del ViceMinistro per le Attività Produttive, On. Urso, il quale, in occasione della prossima Finanziaria ha chiesto nuovi fondi per la promozione 2003, con un aumento di circa il 7%." Sempre per contrastare il calo delle esportazioni sono stati richiesti e ottenuti una serie di fondi per aree territoriali strategiche per l'Italia come la Cina e la Russia. Verso quest'ultimo paese, risorsa commerciale degli ultimi anni per i calzaturieri italiani, le esportazioni dei primi cinque mesi sono diminuite dei 17,2% in volume a fronte di un modesto incremento in valore (+ 2,8%). "Ringrazio pubblicamente il ViceMinistro Urso - conclude Brotini - per l'impegno nel potenziamento delle attività dell'Ice e per il rilancio di organi . smi quali Sace, Simest e Finest, che diventeranno sempre più utili strumenti al servizio dell'internazionalizzazione delle imprese calzaturiere." 

THE ECONOMIST PREMIA I RICERCATORI FIAT NEL CAMPO DEI PROPULSORI DIESEL 
Torino, 23 settembre 2002 - A San Francisco la prestigiosa rivista The Economist ha consegnato a Rinaldo Rinolfi, Executive Vice-president del Centro Ricerche Fiat, il premio Innovazione, nella categoria Energia e Ambiente, per il lavoro svolto nello sviluppo della tecnologia "Common Rail" applicata ai motori diesel. Si tratta dell'ultimo dei numerosi riconoscimenti dati al Centro Ricerche Fiat per lo sviluppo di questo rivoluzionario sistema di alimentazione dei propulsori a gasolio. La storia del "Common Rail" comincia alla fine degli anni Ottanta, quando il Centro Ricerche Fiat, in collaborazione con altre società del Gruppo, inizia un'intensa ricerca per verificare la fattibilità tecnologica e industriale del sistema "Common Rail" di tipo Unijet. All'inizio degli anni Novanta, superati con successo tutti i test di affidabilità sia sul motore sia sulle vetture, si passa alla fase di pre-industrializzazione (1993). Ancora alcuni anni e nel 1997 il Gruppo Fiat si aggiudica un altro primato: la commercializzazione dell'Alfa 156 1.9 JTD, la prima vettura al mondo equipaggiata con il rivoluzionario turbodiesel "Common Rail" di tipo Unijet. A partire dal 1998 questa tecnologia di iniezione diretta ad alta pressione viene adottata dalle maggiori Case automobilistiche europee, e un anno dopo anche dai costruttori di veicoli commerciali Leggeri e Medi, con in testa l'Iveco e il suo Daily Leggero. Nel frattempo il Centro Ricerche Fiat sviluppa la seconda generazione del "Common Rail" (Multijet). Il sistema Multijet sfrutta il controllo elettronico degli iniettori per eseguire, durante ogni ciclo motore, un numero maggiore di iniezioni rispetto alle due attuali. In questo modo, la quantità di gasolio bruciata all'interno del cilindro resta la stessa, ma viene suddivisa in più parti, ottenendo una combustione più graduale. Il segreto di Multijet è racchiuso nelle caratteristiche di progetto di centralina ed iniettori che consentono di eseguire una serie di iniezioni anche molto vicine tra loro. Tale processo di iniezione, sviluppato dai ricercatori Fiat Auto, assicura un controllo più preciso delle pressioni e delle temperature sviluppate nella camera di scoppio e un migliore sfruttamento dell'aria immessa nei cilindri. Il risultato è un propulsore più potente, più silenzioso (in particolare in fase di avviamento) e più pulito (consente il raggiungimento dei limiti Euro Iv). Il primo di questa nuova famiglia di motori è il 1.9 Jtd 16v Multijet da 140 CV, montato sui modelli Alfa 147, 156 e Sportwagon, che sarà presentato in anteprima mondiale al 75° Salone Internazionale di Parigi. Nel 2003, poi, sarà commercializzato un 1.3 Jtd 16v Multijet, propulsore che per le dimensioni estremamente ridotte potrà equipaggiare anche le vetture "piccole" del Gruppo Fiat. 

1.3 JTD 16V MULTIJET LA SECONDA GENERAZIONE DEI TURBODIESEL COMMON RAIL 
Torino, 23 settembre 2002 - Nel 2003 Fiat Auto disporrà di un motore rivoluzionario, destinato ad allargare ad un pubblico più vasto i vantaggi fin qui offerti dai turbodiesel "Common Rail" in termini di un miglior rapporto tra prestazioni e consumi e di maggiore rispetto dell'ambiente. Si tratta del 1.3 JTD 16v, propulsore molto innovativo per due caratteristiche: le dimensioni estremamente ridotte, che gli permettono di essere montato anche su vetture piccole; e la sofisticata tecnologia Multijet dei JTD di seconda generazione. Quest'ultima, in particolare, è frutto degli studi del Centro Ricerche Fiat, che per primo ha sviluppato il principio "Common Rail"di tipo Unijet (nel 1997 venne lanciata l'Alfa 156 JTD, prima vettura al mondo equipaggiata con un rivoluzionario 1.9 Jtd 8v). Da allora la ricerca Fiat, forte di questa vasta esperienza, ha proseguito nello studio delle ulteriori potenzialità del sistema d'iniezione "common rail" e ha messo a punto la seconda generazione dei motori JTD, quelli Multijet e plurivalvole appunto. Da qui un motore supercompatto (è lungo 460 mm, largo 500 mm e alto 650 mm) di soli 1.251 cm3, ma con l'architettura di un "quattro cilindri in linea" a 16 valvole, che gli consente di assicurare alla vettura un eccellente comfort e ottime performance. Una struttura, inoltre, molto flessibile che si presta anche ad eventuali elaborazioni. Ma soprattutto un propulsore che per merito della sua tecnologia d'avanguardia assicura una diminuzione dei consumi di circa il 10%, maggiore silenziosità ed una riduzione delle emissioni, valutabile tra il 30 ed il 40% per cento, tale da consentire il raggiungimento dei limiti EURO IV. Risultati che mettono in evidenza il grande balzo tecnologico di questa nuova generazione di propulsori. Non solo rispetto ai tradizionali diesel con precamera, ma anche ai moderni turbodiesel Unijet grazie alla sofisticata tecnica delle iniezioni multiple (Multijet) e della centralina elettronica che le gestisce. Tocca a quest'ultima, infatti, controllare elettronicamente gli iniettori per eseguire, durante ogni ciclo motore, un numero maggiore di iniezioni rispetto alle due attuali. In questo modo, la quantità di gasolio bruciata all'interno del cilindro resta la stessa, ma viene suddivisa in più parti, ottenendo una combustione più graduale. Il 1.3 Jtd 16v sarà costruito dalla FIAT-GM Powertrain Polska nello stabilimento polacco di Bielsko-Biala. 1.3 Jtd 16v Multijet è un propulsore a 4 cilindri in linea di 1.251 cm3, con alesaggio di 69,6 mm e corsa di 82. Le valvole sono quattro per cilindro e sono azionate direttamente da un doppio albero a camme in testa. La potenza massima è di 70 CV e la coppia erogata di 170 Nm. Tra le caratteristiche costruttive che distinguono il nuovo propulsore ci sono la distribuzione a catena con comando a dito, le punterie idrauliche, il basamento in ghisa con sottobasamento in alluminio e la testa in alluminio. Particolarità dell'architettura della testa cilindri è il disegno dei condotti di aspirazione di tipo direzionale ad alta efficienza che consentono una miscelazione ottimale del combustibile nonostante l'alesaggio ridotto. La sovralimentazione del motore 1.3 Jtd è affidata ad un turbocompressore con valvola "waste gate" ed "intercooler" e presto sarà disponibile anche una versione a geometria variabile. Il propulsore, infine, ha un impianto EGR con controllo elettronico e dispositivo per il raffreddamento dei gas di scarico. Il sistema multijet - Il 1.3 Jtd di seconda generazione impiega il sistema Multijet evoluzione del principio "Common Rail" che sfrutta il controllo elettronico degli iniettori per eseguire, durante ogni ciclo motore, un numero maggiore di iniezioni rispetto alle due attuali. In questo modo, la quantità di gasolio bruciata all'interno del cilindro resta la stessa, ma viene suddivisa in più parti, ottenendo una combustione più graduale. Il segreto di Multijet è racchiuso nelle caratteristiche di progetto di centralina ed iniettori che consentono di eseguire una serie di iniezioni anche molto vicine tra loro. Tale processo di iniezione, sviluppato dai ricercatori Fiat Auto, assicura un controllo più preciso delle pressioni e delle temperature sviluppate nella camera di scoppio e un migliore sfruttamento dell'aria immessa nei cilindri. Il principio motoristico sul quale si è basato lo sviluppo di Multijet è semplice. Già oggi nei motori di tipo "Common Rail" viene fatta una pre-iniezione, o iniezione pilota, che innalza la temperatura e la pressione nel cilindro così da consentire una combustione più graduale rendendo il motore più silenzioso. Potendo suddividere l'iniezione principale in iniezioni più piccole si riescono a raggiungere ulteriori traguardi: nel controllo del rumore di combustione, nella riduzione delle emissioni, nell'incremento delle prestazioni. Il sistema fornisce sempre notevoli vantaggi a seconda del tipo di sequenza scelta e dell'area di funzionamento del motore nella quale questa viene applicata. In alcuni casi si privilegia la riduzione dei tempi di avviamento e della fumosità, in altri l'incremento della coppia e l'abbattimento del rumore, in altri ancora la riduzione delle emissioni e l'incremento della silenziosità. Con la messa a punto del sistema Multijet, il Gruppo Fiat conquista un nuovo importante primato nel campo dei motori a gasolio. Risultato reso possibile dal grande know how accumulato in questo campo fin dal 1986, quando nasceva la Croma TDI, prima vettura diesel ad iniezione diretta del mondo. Si trattava, per quegli anni, di un risultato brillante, del primo importante passo avanti dei motori a gasolio per automobili verso una maggiore efficienza di combustione. Grazie a quell'impostazione tecnica, che poi anche altri costruttori avrebbero adottato, le vetture diesel potevano garantire, contemporaneamente, maggiori prestazioni e minori consumi. Restava un problema: l'eccessivo rumore del propulsore ai bassi regimi di rotazione e nei "transitori". Ed è qui che inizia la storia dell'Unijet o meglio lo studio di un sistema di iniezione diretta più evoluto, capace di ridurre drasticamente l'inconveniente dell'eccessiva rumorosità di combustione. Questa ricerca alcuni anni più tardi avrebbe portato all'Unijet, conquistando nel frattempo anche altri importanti vantaggi sul fronte dei rendimenti e dei consumi. Per risolvere il problema, infatti, c'erano solo due possibilità: accontentarsi di un'azione passiva e quindi isolare il motore stesso per impedire alle onde sonore di propagarsi, oppure lavorare in modo attivo per eliminare l'inconveniente alla fonte, sviluppando un sistema di iniezione capace di ridurre il rumore di combustione. Imboccata questa seconda strada, i tecnici del Gruppo Fiat concentrarono subito la ricerca sul principio del "Common Rail", scartando dopo un'attenta analisi altri schemi di iniezione ad alta pressione. Questi sistemi, infatti, non permettevano né di gestire la pressione in modo indipendente rispetto al numero di giri e al carico del motore, né di avere la preiniezione, che sono proprio i punti forti dell'Unijet. Nato dal lavoro dei ricercatori dell'Università di Zurigo, e mai applicato prima su una vettura, il principio teorico sul quale si incominciò a lavorare era semplice e geniale insieme. Continuando a spingere gasolio all'interno di un serbatoio, si genera pressione all'interno del serbatoio stesso, che diventa un accumulatore idraulico ("rail"), cioè una riserva di combustibile in pressione pronto all'impiego. Tre anni dopo, nel 1990, iniziava la preindustrializzazione dell'Unijet, l'impianto sviluppato da Magneti Marelli, Centro Ricerche Fiat ed Elasis sul principio del "Common Rail". Una fase che si concludeva nel 1994, quando Fiat Auto decise di scegliere un partner che avesse la massima competenza nel campo degli impianti di iniezione per motori diesel. Il progetto venne quindi ceduto alla Robert Bosch per la parte finale del lavoro, cioè il completamento dello sviluppo e l'industrializzazione. Così a undici anni dalla Croma Tdi, nell'ottobre del 1997, arriva sul mercato un'altra automobile da record: l'Alfa 156 Jtd equipaggiata con un rivoluzionario turbodiesel che assicura risultati fino ad allora impensabili. Le vetture dotate di questo motore, infatti, sono incredibilmente silenziose, hanno una risposta brillante come quelle con propulsori a benzina e fanno registrare, rispetto ad un analogo motore a precamera, un miglioramento medio delle prestazioni del 12 per cento, oltre che una riduzione dei consumi del 15 per cento. Il successo delle Alfa 156 con motore Jtd è immediato e ben presto, oltre ad essere impiegato su altri modelli di Fiat Auto, anche molte altre Case automobilistiche adottano propulsori simili. Adesso arriva la seconda generazione dei motori Jtd, quelli Multijet. Al 75° Salone di Parigi, infatti, sarà presentato in anteprima mondiale il 1.9 Jtd 16v a iniezioni multiple, montato sui modelli Alfa 156 e 147, il primo propulsore di questo tipo. E nel 2003 sarà la volta del piccolo 1.3 Jtd 16v Multijet. Inizio modulo 

"TREMEND'ART": 109 ARTISTI IN MOSTRA PER DON MAZZI DAL 21 AL 29 SETTEMBRE, ARTE E SOLIDARIETÀ A PALAZZO AFFARI AI GIURECONSULTI 
Milano, 23 settembre 2002 - 109 artisti in mostra a "Tremend'Art". Enrico Baj, Davide Benati, Eugenio Carmi, Nicola Carrino, Enrico Castellani, Lucio Del Pezzo, Attilio Forgioli, Lino Marzulli, Ignazio Moncada, Arnaldo Pomodoro, Grazia Varisco sono alcuni dei 109 artisti di fama nazionale e internazionale presenti, ciascuno con una propria opera, alla prima edizione di "Tremend'Art": la mostra d'arte di solidarietà che si terrà a Palazzo Affari ai Giureconsulti (via Mercanti 2) dal 21 al 29 settembre prossimi. L'iniziativa, a favore della Fondazione Exodus di don Mazzi, è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio comunale e dalla Camera di Commercio di Milano. Il binomio arte e solidarietà. Il ricavato delle opere - messe a disposizione a prezzi speciali fissati dagli artisti stessi - sarà interamente devoluto alla Fondazione Exodus, e servirà a completare la costruzione di una casa-famiglia a Bergamo per bambini in condizioni di disagio ("Una Casa per Giulia"). "Quest'iniziativa - ha spiegato Giovanni Marra, presidente del Consiglio comunale - si affianca ad altre manifestazioni che abbiamo promosso per Exodus, tra cui il Mercato della solidarietà nel novembre scorso. Oggi come allora c'è il coinvolgimento di molte risorse milanesi - gli artisti in primo luogo - consapevoli della valenza etica del proprio lavoro al servizio degli altri. Tremend'Art è quindi espressione e conferma della ricchezza più grande di Milano, capitale italiana della solidarietà e del volontariato". "Tremend'Art - ha detto don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus - è un'iniziativa nata dall'idea di un gruppo di amici artisti: donare a titolo gratuito un'opera della propria collezione a favore delle iniziative della Fondazione. In pochi giorni hanno creato la segreteria, hanno inviato centinaia di letterine e hanno aspettato le prime risposte... che sono arrivate numerose, dando vita ad una vera e propria mostra d'arte". 

PARMA GEMELLA NAPOLI CON IL TRIBUTO A RENATO CAROSONE 
Parma 23 settembre 2002 - In concomitanza alla prima edizione del "Premio Carosone", tenutosi all'arena Flegrea di Napoli, ed in cui si sono riuniti per la prima volta dopo la sua scomparsa i "grandi" della musica italiana con una jam session che sarà trasmessa da Rai Due, dai canali satellitari collegati e da Radioduerai nell'ambito del programma "Fuori Giri", per omaggiare l'artista partenopeo anche a Parma si è tenuto alle Serre Petitot del Parco Ducale un tributo in onore del grande maestro partenopeo, grazie ad un interprete napoletano, Beppe Festinese, già noto e stimato da diversi anni nell'ambiente musicale emiliano proprio per le sue performance in ricordo di Renato Carosone. Beppe Festinese è figlio d'arte e nipote artistico di Roberto Murolo, con cui il padre Gianni Festinese (che è tra i maggiori esponenti della canzone classica napoletana) si è esibito in tournèe per molti anni. Beppe Festinese oltre ad essere musicista di professione è anche direttore artistico di un Associazione Culturale che valorizza e promuove l'arte nelle sue varie forme. Nella serata tributo a Carosone sono state interpretate alcune delle più belle ed intramontabili melodie partenopee: Tu vuò fa l'americano, Io mammeta e tu, Torero, Maruzzella, O' sarracino, Caravan Petrol, La pansé, solo per citarne alcune. Beppe Festinese è stato protagonista di una serata spettacolo inframmezzata da curiosità, aneddoti e simpatiche gag in stile macchiettistico napoletano che hanno coinvolto attivamente il folto e caloroso pubblico presente e a cui sono intervenuti anche due special guest: Pampa Pavesi, pianista jazzista di rilievo nazionale, e Raniero Abbaticola, batterista e percussionista turnista di pari merito. Fine modulo 

SEMINARIO DI SPECIALIZZAZIONE PER EDUCATORI SPORTIVI 
Milano, 23 settembre 2002 - Il Coni provinciale di Milano organizza un Seminario di specializzazione per "Educatori Sportivi". Questo nuovo soggetto si rapporterà nella scuola con il corpo docente, per sua natura già figura educativa. Il seminario terrà conto di alcuni aspetti fondamentali: È finalizzato agli istruttori di associazioni sportive che accedono alle istituzioni scolastiche come consulenti tecnico-sportivi; Sarà strutturato in tre unità di lavoro (vedi allegato) per 12 ore complessive; Si svolgerà presso una sede Coni provinciale; I docenti del seminario fanno parte dello staff tecnico provinciale Coni e specialisti del settore scuola; Il materiale didattico (circolari, programmi, ecc.) sarà fornito dal Coni; L'adesione è gratuita ed il seminario stesso si realizzerà con una presenza minima di 15 partecipanti e con una presenza massima di 40; Al termine verrà rilasciato ai partecipanti un attestato che permetterà di accedere ad un elenco degli educatori sportivi; L'attestato stesso sarà considerato un "credito formativo" per le future iniziative Coni - Scuola - Federazioni.. 

41° CAMPIONATO ITALIANO TIRO CON L'ARCO (27-29 SETTEMBRE 2002) 
Basiglio (Mi) 23 settembre 2002 - La Compagnia Arcieri Milano 3 in collaborazione con il Comune Di Basiglio (Mi), il Coni, e la Fitarco, presentano il 41° Campionato Italiano di Tiro alla Targa che si svolgerà presso il Centro Sportivo Comunale di Milano 3 di via Salvo d'Acquisto a Milano 3, Basiglio nei giorni 27,28 e 29 settembre. Alla manifestazione parteciperanno i nomi più prestigiosi dell'arcieria italiana e gli atleti della rappresentativa italiana alle olimpiadi. Le gare si svolgeranno sull'arco di tre giornate, la prima dedicata ai giovani, la seconda al tiro con archi compound e per concludere, la terza con quelli olimpici. Al termine di ogni giornata di gara verrà aggiudicato il titolo di Campione italiano di categoria, e assegnate le premiazioni. Informazioni e programma della manifestazione su www.arcomitre.org 

FARMACI E SPORT 
Milano, 23 settembre 2002 - Si svolgerà lunedi 30 settembre dalle ore 10 alle ore 13, presso la Sala di Rappresentanza in statale - Via Festa del Perdono 3 - una giornata di studio, aperta al pubblico, in relazione al doping nello sport organizzata dal Centro Studi comunicazione sul farmaco in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano. Ecco il programma della conferenza: Moderatore: Elio Trifari , Gazzetta dello sport 10.00 Rodolfo Paoletti Direttore Dip. Scienze Farmacologiche , Universita degli Studi di Milano "Benvenuto e apertura dei lavori "; 10.15 Antonio Groppetti Direttore Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport della Facolta di Medicina e Chirurgia ,Università degli studi di Milano "Il curriculum dello specialista in medicina sportiva (da confermare)"; 10.30 Luciano Manara Direttore Centro Ricerche Sanofi Synthelabo "Il farmacologo e il doping"; 10.45 Luigi Colombo Responsabile Sanitario Lega Calcio "Perché l'atleta si dopa ?" ; 11.00 Filippo Grassia Presidente Coni Provinciale di Milano "Il doping non fa (abbastanza ) paura nel mondo sportivo: l'informazione alla base della prevenzione" ; 11.15 Mario Zanchetti Preside Facoltà di Giurisprudenza Universita di Castellanza "La legge sul doping" ; 11.30 Diana Bianchedi Vicepresidente Coni Nazionale e Medico sportivo 11.45 Flavia Bruno, Gianni Cottardo, Antonella Dedini "presentazione campagna antidoping " 12.00 Domande dal pubblico e discussione generale; 12.30 Elio Trifari Giornalista Gazzetta dello Sport Considerazioni conclusive 

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