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18 NOVEMBRE 2002 

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(* symbolcopyright c Comunitè europee,2001 http://www.cordis.lu )

 

IL PRESIDENTE CINESE APRE ULTERIORMENTE LE PORTE DEL PAESE AL SISTEMA DEL COMMERCIO MONDIALE, IMPEGNANDOSI AD ADOTTARE QUASI INTERAMENTE GLI STANDARD DELLA COMMISSIONE ELETTROTECNICA INTERNAZIONALE (CEI) 

Ginevra (Svizzera, 18 novembre 2002 - " Il presidente cinese Jiang Zemin ha ribadito l'impegno del suo paese nei confronti del sistema del commercio mondiale attraverso la sua diretta partecipazione nella Commissione elettrotecnica internazionale (CEI), che ha definito uno strumento utile per la Cina per promuovere la collaborazione e gli scambi commerciali su scala internazionale, favorendo la definizione di standard internazionali per l'elettronica e l'elettricita'. ''Questi standard giocano un ruolo chiave nel processo di abbattimento delle barriere tecnologiche in ambito commerciale, contribuendo a migliorare la vita delle persone'' ha commentato il presidente cinese. Incontrando a Pechino i funzionari Cei, Jiang Zemin ha dichiarato che le imprese cinesi dovrebbero partecipare piu' attivamente alle attivita' della commissione. In tale occasione, il presidente cinese ha ricordato che negli anni '60, nelle vesti di ingegnere elettrico, aveva partecipato ai lavori della commissione Cei, serbando ottimi ricordi di quel periodo. La Cina e' entrata a far parte della commissione Cei nel 1957 ed e' divenuto membro del Wto (Organizzazione mondiale del commercio) nel 2001. All'incontro ha partecipato anche il presidente del comitato nazionale cinese della Cei, Wang Fengqing, il cancelliere di stato Wu Yi, e il presidente dell'Amministrazione generale per la supervisione, ispezione e quarantena, Li Changjiang. Secondo quando affermato da Wang Fengqing, ad oggi la Cina ha gia' adottato 1 911 standard Cei, equivalenti al 45,8% ed entro la fine del 2005 prevede di completare l'adozione dei rimanenti standard (salvo quelli che non possono essere adottati in Cina), trasformandoli in standard nazionali. Al pari di altre organizzazione analoghe, quali la ISO (International Organization for Standardisation) e la Itu (International Telecommunication Union), la Cei definisce standard internazionali che vengono adottati su scala mondiale. La Cei collabora attivamente con il Wto. La Cei, Commissione elettrotenica internazionale (in inglese IEC, International Electrotechnical Commission) e' una organizzazione mondiale che sviluppa e diffonde standard internazionali e specifiche tecniche in campo elettrico, elettronico e per tecnologie correlate. Il suo campo di competenza e' decisamente ampio, spaziando dalle turbine, cavi elettrici e trasformatori fino agli elettrodomestici e ai prodotti hi-tech, quali prodotti multimediali, pile a combustibile e fibre ottiche. Infolink: http://ww.iec.ch 

LE PROVINCE PER L'INNOVAZIONE SOTTOSCRITTO IL "PROTOCOLLO DI INTESA PER L'ISTITUZIONE DEL COMITATO PERMANENTE PER L'INNOVAZIONE E LE TECNOLOGIE". 
Milano, 18 novembre 2002 - Il 12 novembre 2002, a Milano, in occasione dell'Assemblea generale delle Province, il Ministro per l'innovazione e le tecnologie, Lucio Stanca, ed il Presidente dell'Unione delle Province d'Italia, Lorenzo Ria, hanno sottoscritto il "Protocollo di intesa per l'istituzione del Comitato permanente per l'innovazione e le tecnologie". Il Protocollo ha le seguenti finalità: promuovere lo sviluppo della Società dell'informazione e la diffusione delle nuove tecnologie nelle province e nei loro territori; consentire alle Province di partecipare alla definizione degli indirizzi, degli standard e dei principali progetti promossi dal Ministro; sostenere le iniziative delle Province in materia di e-government; promuovere la partecipazione delle Province al VI° programma quadro, verificare l'evoluzione dei piani e dei servizi di e-government, anche sul piano della customer satisfaction. La sottoscrizione del protocollo è concomitante all'ultimazione dei lavori di valutazione per la selezione dei progetti delle Regioni e degli Enti locali del primo avviso per l'attuazione del Piano di azione per l'e-government. I dati elaborati dall'UPI e dal Formez, in collaborazione con il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, confermano la grande partecipazione delle Province (99 su 100), lo sforzo di coordinamento progettuale (51 province su cento hanno avuto il ruolo di ente coordinatore), la capacità di promuovere progetti con una forte valenza di cooperazione istituzionale (sono stati coinvolti 1783 Comuni ai progetti delle Province, spesso di piccola dimensione). Sono stati finanziati 30 progetti delle Province (su un totale di 138) con un finanziamento complessivo di oltre 20 milioni di euro (circa il 22% del totale dell'avviso). Il Comitato istituito con il Protocollo di intesa oggi sottoscritto potrà fornire una valida assistenza allo sviluppo e alla realizzazione dei progetti finanziati, nonché individuare ulteriori fonti di finanziamento per le Province che hanno comunque presentato progetti validi e/o aggregazioni di province e di enti locali intorno ai progetti finanziati. 

RELAZIONE EXPERIAN BUSINESS STRATEGIES: 20 REGIONI EUROPEE PRODUCONO 1/3 DELLA RICCHEZZA DELLA UE CINQUE REGIONI ITALIANE SONO PRESENTI FRA LE PIÙ PRODUTTIVE, CON LA LOMBARDIA AL SECONDO POSTO. 
Milano, 18 novembre 2002 - Un terzo di tutte le ricchezze prodotte nella UE è riconducibile a venti grandi regioni: è questo il risultato dalla relazione redatta dagli analisti del centro studi Experian Business Strategies, in collaborazione con i consulenti internazionali DRI-Wefa. La ricerca prende in esame 200 regioni e dimostra che alcune di esse hanno sistemi economici più ampi rispetto ai più piccoli Stati della UE. 

Le 20 regioni europee                    % del PNL          2001:  posizione                     2006: posizione 
                                                                 UE 2001       secondo PNL  pro capite       secondo PNL  pro capite 
01. Ile de France (Parigi - Francia)          4,5                           3                                            5 (-) 
02. Lombardia (Italia)                                  3,2                           6                                            7 (-) 
03. Inner London (Regno Unito)                 1,9                          4                                            4 (=) 
04. Alta Baviera (Germania)                       1,7                           1                                            1 (=) 
05. Catalogna (Spagna)                                1,7                        18                                           17 (+) 
06. Danimarca                                                1,7                          9                                           11 (-) 
07. Düsseldorf (Germania)                          1,6                         12                                          12 (=) 
08. Lazio (Italia)                                             1,6                         14                                          15 (-) 
09. Rhone-Alpes (Francia)                           1,5                         17                                           18 (-) 
10. Darmstadt (Germania)                           1,5                            2                                             3 (-) 
11. Madrid (Spagna)                                      1,5                         15                                           13 (+) 
12. Veneto (Italia)                                          1,4                          11                                             9 (+) 
13. Emilia - Romagna (Italia)                       1,3                            7                                             6 (+) 
14. Piemonte (Italia)                                      1,3                         10                                           10 (=) 
15. Stoccarda (Germania)                            1,3                            8                                              8 (=) 
16. Irlanda                                                       1,3                            5                                              2 (+) 
17. Colonia (Germania)                                 1,3                         13                                           14 (-) 
18. Andalusia (Spagna)                                  1,2                         20                                          20 (=) 
19. Outer London (Regno Unito)                  1,1                         16                                           16 (=) 
20. Provence- Cote d'Azur (Francia)           1,1                         19                                           19 (=) 
Per quanto riguarda l'Italia, la Lombardia guadagna il secondo posto fra le regioni europee più produttive, con il 3,2 % sul PNL (prodotto nazionale lordo) dell'Unione Europea. Sono presenti fra le prime 20 anche il Lazio all'ottavo posto, il Veneto al dodicesimo, l'Emilia Romagna al tredicesimo, e il Piemonte al quattordicesimo. In sintesi, ben 5 Regioni italiane sono state incluse in questa classifica. Al primo e al terzo posto si trovano, rispettivamente, l'Ile de France e Inner London. Anche Outer London ha conquistato uno dei primi 20 posti (il 19°), il che riflette la supremazia della capitale nell'economia britannica. La Francia ha, in questa classifica, altre due regioni: il Rhone-Alpes (9°) e la Provenza (20°). Fra le prime 20 si trovano anche cinque grandi regioni della Germania, con la Baviera del nord, che comprende Monaco, al quarto posto; Düsseldorf al settimo posto; Francoforte al decimo; Stoccarda al quindicesimo e Colonia al diciassettesimo. Marco Benvenuto, Country Manager di Experian per l'Italia, sottolinea un aspetto fondamentale della ricerca, quello della proiezione futura in termini di Prodotto Nazionale Lordo pro capite: "Utilizzando un'unità di misura più accurata, quella del Pnl pro capite, cambiano le posizioni delle regioni all'interno delle prime 20, e si può anche calcolare la posizione che avranno nel 2006, sintetizzando così il quadro dello sviluppo previsto per le 20 macroregioni. Mi fa piacere notare che le Regioni italiane incluse in questa classifica manterranno nel tempo la loro capacità economica, continuando a contribuire sostanzialmente alla ricchezza della UE". Nella proiezione al 2006, migliorano o mantengono invariata la loro posizione l'Emilia Romagna, il Veneto e il Piemonte. In lieve flessione la Lombardia e il Lazio. La Baviera del Nord, che comprende Monaco, sarà in prima posizione; l'Irlanda al secondo posto; l'area di Francoforte al terzo posto, Inner London sarà al quarto, mentre per l'Ile de France è previsto il quinto. La Baviera del nord, la Inner London e alcuni dei principali centri spagnoli, come Madrid e la Catalogna, che hanno registrato in questi anni una rapida crescita, manterranno da qui al 2006 il loro valore di Pnl pro capite. Al contrario, sembra che alcune regioni tedesche e francesi perderanno terreno nei prossimi cinque anni. Questo andamento sembra suggerire un cambiamento nell'equilibrio del potere economico all'interno della UE. Molte regioni tedesche dovranno affrontare i problemi correlati alla ristrutturazione industriale e alla progressiva scomparsa dei lavori artigianali tradizionali, mentre i dati che riguardano la Francia sono influenzati, in termini di PNL pro capite, dalla forte crescita demografica". Infolink: www.experian.com  www.experian.it 

FISCO: SOSPESI GLI ADEMPIMENTI FISCALI PER ALTRI COMUNI COLPITI DAL TERREMOTO 
Roma, 18 novembre 2002 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica che, a seguito delle comunicazioni pervenute oggi dal Dipartimento della Protezione Civile, è stato firmato un decreto che dispone la sospensione - sino al 31 marzo 2003 - dei termini per i versamenti e gli adempimenti tributari per i contribuenti localizzati nei seguenti Comuni della provincia di Campobasso: Bonefro, Ripabottoni, Montelongo, Casacalenda, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Rotello, Ururi. Lo stesso decreto prevede l'identica sospensione per i contribuenti del comune di Casalnuovo Monterotaro, della provincia di Foggia. 

STRUCTURAL DEVELOPMENTS IN THE EU BANKING SECTOR 
Francoforte: 15 novembre 2002 - The European Central Bank (Ecb) is today releasing a report on structural developments in the Eu banking sector. The report has been prepared by the Banking Supervision Committee (Bsc) of the European System of Central Banks in the context of its activity of monitoring the stability of the Eu banking sector, and as such complements the Bsc's semi-annual macro-prudential analysis. The aim of the report is to provide an overview of the most relevant structural developments in the Eu banking sector in 2001 and, to a certain extent, in the first half of 2002. The Ecb intends to publish further such reports on a regular basis. The analysis is based on qualitative assessments by central banks and banking supervisory authorities and quantitative information stemming from several sources. The report covers a large number of areas including the regulatory and market environment in which banks operate, banking structures and operations, structural changes in the overall banking risk profile, risk management systems and actions by public authorities. The main findings can be summarised as follows: Pressure to increase efficiency. Banks face growing competition as a result of factors such as deregulation, internationalisation and the pressure to create "shareholder value", requiring them to increase income and control costs. These objectives are pursued in various ways, including enhanced diversification of activities, intensified efforts to reduce costs, organisational streamlining and a more cautious approach to risk. Efforts in risk management. Given the volatility and poor performance of financial markets, legal and reputation risk have become more important for banks. Financial innovation and regulatory developments are leading to more sophisticated approaches by banks to their risk management. Further improvements in risk management techniques have been observed - especially in the areas of credit risk and operational risk - as banks have started to prepare themselves for the new regulatory framework for capital adequacy ("Basel II"). Diversification of banking business and enhanced consumer protection. Increasing emphasis is being placed by the supervisory authorities on consumer protection issues. As banks increase their investment banking and asset management activities, so their customers become more exposed to market risk. Banks therefore find themselves having to cope with new issues relating to the sale of asset management products, the handling of complaints and questions of customer redress. The fundamental issue is the extent to which individual investors should take responsibility for their decisions, and the role of banks and authorities. Overall, the structural trends identified in this report have enhanced the robustness of the Eu banking sector, and thus increased its resilience in the face of the sizeable shocks experienced in the recent past. The report can be downloaded from the "Publications" section of the Ecb's website ( http://www.ecb.int ) . Hard copies are also available free of charge from the Ecb's Press and Information Division (Fax: +49 69 1344 7404). 

ABI, PAGAMENTI TRANSFRONTALIERI: LE BANCHE ITALIANE FANNO PROPRIA L'INTERPRETAZIONE DI BRUXELLES 
Roma, 18 novembre 2002 - La Commissione europea è intervenuta sull'interpretazione del Regolamento relativo alle commissioni per l'utilizzo delle carte di pagamento nell'Unione Europea, stabilendo che il prezzo pagato dal cliente sia uguale sul territorio nazionale e negli altri paesi dell'Unione indipendentemente dal circuito utilizzato. E' quanto ha appena appreso informalmente l'Abi, che aveva richiesto chiarimenti in proposito. Le banche italiane fanno proprie le indicazioni di Bruxelles e adegueranno prontamente le condizioni praticate alla clientela. Resta ferma - secondo quanto riconosciuto dalla Commissione stessa - la diversità di commissioni in funzione del tipo di prodotto (carta di debito, carta di credito e carta prepagata) e del tipo di transazione (prelievo allo sportello automatico o pagamento su Pos). Pertanto, un prelievo mediante carta Bancomat rimane in ogni caso, a norma del Regolamento, un'operazione diversa dall'uso della carta di credito per ottenere un anticipo di contante. Le banche italiane stanno mettendo a punto le modalità per applicare le commissioni secondo l'interpretazione di Bruxelles a tutte le operazioni effettuate fin dal 1° luglio 2002, data di entrata in vigore del regolamento. Ciascun istituto adotterà le misure più adeguate in relazione alla organizzazione aziendale, a beneficio della propria clientela. Il chiarimento di Bruxelles - cui le banche si adeguano - arriva in risposta ad una proposta di interpretazione che l'Abi riteneva fondata (prezzi diversi per circuiti diversi) e che aveva appunto sottoposto alla Commissione. 

INTESABCI: APPROVATA RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA AL 30 SETTEMBRE 2002 CRESCONO GLI INTERESSI NETTI, SI RIDUCONO I COSTI E MIGLIORANO I RISULTATI OPERATIVI SIA RISPETTO AL TERZO TRIMESTRE 2001 CHE AL SECONDO TRIMESTRE 2002: UTILE CONSOLIDATO DELLE ATTIVITÀ ORDINARIE A 312 MLN. DI EURO (15 MLN. NEL TERZO TRIMESTRE 2001) Milano, 18 novembre 2002 - Si è riunito il 12 novembre sotto la presidenza di Giovanni Bazoli il Consiglio di Amministrazione di IntesaBci che ha esaminato e approvato la relazione trimestrale al 30 settembre 2002. I risultati del terzo trimestre segnalano una prima positiva inversione di tendenza sia per ciò che riguarda i ricavi sia per i costi operativi, in linea con gli obiettivi strategici del Piano d'Impresa 2003-2005. Nel terzo trimestre 2002, gli interessi netti ammontano a 1.420 milioni di euro, in crescita dell'1,1% rispetto ai 1.404 milioni del corrispondente trimestre 2001 e del 5,2% rispetto ai 1.350 milioni del secondo trimestre 2002; al netto dell'effetto cambio, l'incremento risulterebbe rispettivamente pari al 4,6% e al 6,9%. I costi operativi ammontano a 1.568 milioni di euro, in calo del 7,9% rispetto ai 1.702 milioni del terzo trimestre 2001 e del 6% rispetto ai 1.668 milioni del secondo trimestre 2002; al netto dell'effetto cambio, la riduzione sarebbe pari rispettivamente al 4% e al 4,4%. Il risultato di gestione cresce così a 690 milioni di euro rispetto ai 663 milioni del terzo trimestre 2001 (+4,1%, che risulterebbe pari a +8,2% al netto dell'effetto cambio), nonostante la flessione del margine dei servizi da 920 milioni di euro a 818 milioni (-11,1%, che risulterebbe pari a -7,4% al netto dell'effetto cambio). L'utile delle attività ordinarie del terzo trimestre 2002 ammonta a 312 milioni di euro, a fronte di un utile di 15 milioni nel terzo trimestre 2001 e di un risultato negativo di 260 milioni nel secondo trimestre 2002, su cui avevano influito anche rilevanti accantonamenti e rettifiche di valore nette su crediti. La redditività delle attività ordinarie del terzo trimestre 2002 ha permesso di assorbire l'impatto negativo delle componenti straordinarie, dovuto all'accantonamento di 660 milioni di euro effettuato relativamente ai Warrant Put IntesaBci (con cui è stato allineato alla quotazione di fine settembre del titolo IntesaBci, pari a 1,7 euro, il valore di carico di ciascuna azione propria riveniente dall'esercizio del warrant), in parte compensato dalla plusvalenza di 220 milioni derivante dalla cessione del residuo 25% detenuto in Banca Carime. Il trimestre chiude così con un risultato netto negativo per 58 milioni di euro, in miglioramento rispetto al risultato negativo di 323 milioni del terzo trimestre 2001; nel secondo trimestre 2002 il risultato netto era stato negativo per 311 milioni. Il dato cumulato dei primi nove mesi dell'anno beneficia solo in parte della positiva dinamica del terzo trimestre. Gli interessi netti ammontano a 4.277 milioni di euro, in calo del 4,1% rispetto ai 4.462 milioni dei primi nove mesi del 2001; al netto dell'effetto cambio, gli interessi netti risulterebbero sostanzialmente stabili (-0,5%). I costi operativi ammontano a 5.027 milioni di euro, in calo del 5,8% rispetto ai 5.337 milioni del corrispondente periodo del 2001; la riduzione sarebbe pari all' 1,6% al netto dell'effetto cambio. Il risultato di gestione flette a 2.426 milioni di euro, in diminuzione dell'11,4% rispetto ai 2.739 milioni del corrispondente periodo dell'anno scorso; il calo risulterebbe pari al 5,9%, al netto sia dell'effetto cambio sia dei dividendi non ricorrenti derivanti dall'attività di merchant banking percepiti nei primi nove mesi del 2001. L' utile delle attività ordinarie scende a 591 milioni di euro dai 1.081 milioni dei primi nove mesi del 2001, anche a seguito dell'aumento delle rettifiche di valore nette (salite a 1.835 milioni di euro da 1.658 milioni). Il dato cumulato dei primi nove mesi del 2002 mostra un utile netto di 56 milioni di euro, rispetto a 1.063 milioni registrati nel corrispondente periodo del 2001, risultato che aveva peraltro beneficiato della contabilizzazione di rilevanti plusvalenze (circa 1.500 milioni di euro) derivanti dalla cessione di partecipazioni e di sportelli. Al 30 settembre 2002, i crediti verso la clientela ammontano a circa 170 miliardi di euro, in diminuzione del 6,6% rispetto al settembre 2001 e del 7,8% rispetto al 31 dicembre 2001, e la massa amministrata per conto della clientela supera i 488 miliardi di euro in miglioramento del 2,6% rispetto al settembre 2001 e con una flessione del 5% rispetto al 31 dicembre 2001. Il Gruppo IntesaBci sta rispettando gli obiettivi fissati per fine 2002 dal Piano d'Impresa presentato lo scorso settembre. Profilo di rischio e qualità dell'attivo Nei primi nove mesi del 2002, l'esposizione alla clientela Large Corporate è già diminuita di 11,7 miliardi di euro, rispetto all'obiettivo del Piano di riduzione di 12,7 miliardi di euro entro fine dicembre 2002; in quest'ambito, l'esposizione alla clientela Large Corporate internazionale è già diminuita di 7,6 miliardi di euro, rispetto all'obiettivo di riduzione di 8,8 miliardi per fine 2002. L'attività in credit derivatives si è ridotta significativamente: le "posizioni aperte" sono diminuite di circa il 40% nel corso del terzo trimestre, passando da 11,7 miliardi di euro a 7,1 miliardi. Tra fine giugno e fine settembre le sofferenze nette si sono ridotte dell'1,5%, scendendo da 5.462 milioni di euro a 5.378 milioni di euro, con una copertura del 62%. L'indebitamento netto sul mercato interbancario si è pressoché dimezzato dal 31 dicembre 2001 al 30 settembre 2002, scendendo da 37 miliardi di euro a 19 miliardi. Ulteriore rafforzamento della squadra di management Coerentemente con l'impegno di poter contare sulle migliori professionalità disponibili in ogni settore, sono stati oggi nominati Massimo Arrighetti responsabile della Divisione Retail, Giovanni Boccolini responsabile della Divisione Banche Italia e della Divisione Banche Estero e Mario Ciaccia responsabile sia della Direzione Centrale Relazioni Istituzionali sia della Direzione Stato e Infrastrutture all'interno della Divisione Corporate. Sempre nell'ambito della Divisione Corporate, sono state unificate la Direzione Large Corporate e la Direzione Merchant Banking sotto la responsabilità di Gaetano Micciché. Uscita dall'America Latina Per quanto riguarda l'Argentina, IntesaBci ha ricevuto, come noto, un'offerta irrevocabile da parte del Banco Patagonia S.A., Buenos Aires, per il Banco Sudameris Argentina. L'offerta prevede la fusione con Banco Patagonia, a seguito della quale IntesaBci rimarrà azionista di minoranza dell'entità risultante (con una quota inferiore al 20%) senza alcun ulteriore impegno. L'operazione, che dovrebbe concludersi entro la fine dell'anno corrente, comporta per il Gruppo oneri nell'ordine dei 150 milioni di euro che verranno spesati nel quarto trimestre del 2002. In Perù si sta completando la due diligence e si prevede che nel quarto trimestre vengano spesati oneri di uscita per circa 300 milioni di euro. Per quanto riguarda la situazione in Brasile, non è stato raggiunto un accordo con il Banco Itaù sul prezzo di cessione del Banco Sudameris Brasil, la cui dismissione pertanto non è prevista entro fine anno. Pur mantenendo fermo l'impegno a cedere la partecipata, la dismissione rimane comunque subordinata alla possibilità di realizzare un prezzo in linea con il suo intrinseco valore. Come previsto dal Piano d'Impresa, i costi di uscita dall'America Latina saranno contabilizzati nel quarto trimestre e sono stati coperti da proventi straordinari, costituiti dalle plusvalenze già realizzate con la cessione del rimanente 25% detenuto in Banca Carime e con le operazioni di cessione immobiliare approvate oggi. Operazioni immobiliari Sono state approvate in data odierna operazioni di cessione di immobili ad uso funzionale situati a Milano, nella logica di ottimizzazione degli spazi e di riduzione dei costi di gestione prevista nel Piano d'Impresa. Le cessioni riguardano cespiti per un valore di libro pari a circa 250 milioni di euro e hanno permesso di realizzare plusvalenze per circa 200 milioni di euro. Rafforzamento del livello di patrimonializzazione I risultati del terzo trimestre unitamente alla riduzione dell'esposizione creditizia hanno permesso di migliorare i coefficienti patrimoniali al 30 settembre 2002 rispetto a giugno 2002. In particolare, il Tier I ratio, che al 30 giugno scorso si collocava al 6,4%, a fine settembre è aumentato al 6,7%. L'ulteriore prevista riduzione dell'esposizione creditizia e i risultati economici attesi per l'ultimo trimestre dell'anno portano a ritenere che il Tier 1 ratio per fine anno si collocherà su valori superiori al 6%. Il risultato dell'intero esercizio sarà condizionato dalle componenti straordinarie, negative e positive, che verranno contabilizzate nel quarto trimestre, in particolare dagli oneri per l'uscita dall'America Latina e per la ristrutturazione aziendale e dai proventi derivanti dalla cessione di asset non strategici. In base ai risultati dei primi nove mesi e ai previsti fattori straordinari è possibile prevedere che il bilancio 2002 si chiuderà comunque con un risultato netto consolidato significativamente inferiore a quello dell'esercizio 2001. Christian Merle ha rassegnato le proprie dimissioni a far data dalla fine del corrente mese. Il Consiglio ha ringraziato Merle per il lavoro compiuto al vertice dell'azienda per cinque anni, sia nella fase di espansione del Gruppo, sia nel successivo periodo di avvio del modello divisionale, nonché per aver agevolato negli ultimi mesi la transizione al vertice dell'azienda con l'arrivo di Corrado Passera. Merle mantiene la carica, per conto di IntesaBci, di Consigliere del Crédit Lyonnais e di Presidente di Banca Primavera. Nel quadro della creazione della nuova identità di Gruppo prevista nel Piano d'Impresa, il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deciso di sottoporre all'assemblea dei soci la modifica della denominazione sociale in "Banca Intesa". Il Consiglio ha infine convocato l'assemblea ordinaria e straordinaria per i giorni 16 e 17 dicembre 2002 rispettivamente in prima e seconda convocazione, con il seguente ordine del giorno: parte ordinaria: 1. nomina di amministratori, previa determinazione del loro numero; 2. revoca della delibera assembleare del 1° marzo 2001 in punto modalità di alienazione delle azioni proprie rivenienti dall'esercizio dei Warrant Put IntesaBci; nuova autorizzazione ad atti di disposizione delle predette azioni proprie; parte straordinaria: 1. approvazione del progetto di fusione per incorporazione in IntesaBci SpA di Finreme Sim SpA, Bil Servizi Finanziari SpA e Immobiliare Maram Srl, mediante annullamento, senza sostituzione, dell'intero capitale sociale delle incorporate di titolarità dell'incorporante; deliberazioni inerenti e conseguenti; 2. modifica dell'art. 1 (denominazione sociale) dello Statuto e adeguamenti formali degli artt. 4 (oggetto sociale) e 23 (i sindaci) dello Statuto; deliberazioni inerenti e conseguenti; 3. revoca della delibera assembleare del 1° marzo 2001 avente ad oggetto la delega al Consiglio di Amministrazione della facoltà di aumentare il capitale sociale per un importo massimo di Euro 29.954.500,16. Proposta di attribuire al Consiglio di Amministrazione, ai sensi dell'art. 2443 del cod.civ., la facoltà di aumentare il capitale sociale, con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell'art. 2441, 8° comma, cod.civ., in una o più volte, nel termine di 5 anni, per un importo massimo di Euro 52.000.000,00=, mediante emissione di massime n. 100.000.000= di azioni ordinarie di nominali Euro 0,52 ciascuna, da offrire in sottoscrizione a dipendenti della Società e delle società dalla stessa controllate; conseguente modifica dell'art. 5 (Capitale sociale) dello statuto, deliberazioni inerenti e conseguenti. Il Consiglio ha infine convocato l'assemblea speciale degli azionisti di risparmio per i giorni 16 dicembre 2002 in prima convocazione, 18 dicembre 2002 in seconda convocazione e 19 dicembre 2002 in terza convocazione, con all'ordine del giorno la nomina del rappresentante comune dei possessori di azioni di risparmio e la determinazione del relativo compenso. 

GRUPPO UNICREDITO ITALIANO: APPROVATI I RISULTATI CONSOLIDATI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2002 UTILE NETTO DI 1.449 MILIONI DI EURO (+8,3%) E ROE AL 18,4% 
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di UniCredito Italiano ha approvato il 13 novembre i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2002. L'utile netto del Gruppo ha fatto registrare nei primi nove mesi dell'anno un significativo incremento rispetto al comparabile risultato dell'anno precedente. Va sottolineato che l'utile di pertinenza del Gruppo beneficia, con effetto contabile da inizio anno, dell'acquisizione delle quote di terzi di RoloBanca1473* e di altre banche minori conseguente al perfezionamento del progetto S3. A tutto settembre l'utile di pertinenza del Gruppo si attesta su 1.449 milioni di Euro, in crescita dell'8,3% rispetto ad un risultato di 1.338 milioni, conseguito nel corrispondente periodo dell'anno scorso, ricalcolato tenendo conto della quota di utile di terzi acquisita con l'operazione S3. L'evoluzione trimestrale presenta un utile nel terzo trimestre pari a 441 milioni, in significativa crescita rispetto al comparabile risultato dello stesso trimestre del 2001 (+18%). La comparazione con il secondo trimestre del 2002 non è significativa per la nota stagionalità di alcune voci di conto economico (come ad esempio i profitti da operazioni finanziarie e le commissioni da atti di vendita). Il Roe si porta al 18,4%, in termini annualizzati, rispetto al 18% dell'intero esercizio 2001, mentre al netto delle rettifiche su avviamenti si attesta al 20,8% (21% nel 2001). Il risultato di gestione da inizio anno raggiunge i 3.576 milioni, con un progresso del 5,6% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. L'andamento dei cambi ha avuto un effetto contenuto per il Gruppo nel suo complesso, sia sul profilo trimestrale dell'anno in corso, sia sulla variazione rispetto all'anno precedente. Quest'ultima a cambi costanti sarebbe stata infatti superiore di circa mezzo punto, passando dal 5,6 al 6,2%. L'evoluzione del risultato di gestione è sostenuta dall'andamento del margine d'intermediazione, in crescita nei primi nove mesi dell'anno del 4,4% sullo stesso periodo del 2001. Grazie al minor incremento dei costi operativi, pari al 3,3%, il cost/incombe evidenzia un miglioramento scendendo al 53% rispetto al 53,5% di settembre 2001, sostanzialmente allineato al 52,9% dell'intero scorso esercizio. Il margine d'interesse, al netto dei dividendi, raggiunge i 3.674 milioni (+0,3% e +1,0% a cambi costanti). L'evoluzione trimestrale evidenzia una lieve flessione (-1,2%) del terzo trimestre sul secondo, più marcata (-2,8%) a cambi costanti. In uno scenario caratterizzato da una domanda di finanziamenti in rallentamento, i crediti a clientela (112,4 miliardi) mostrano una flessione rispetto al settembre 2001 del 6,4%, principalmente spiegata dalla caduta degli impieghi a breve e dalla politica selettiva seguita dal Gruppo. Tra le forme tecniche di impiego, i mutui hanno confermato una dinamica positiva (+13,8%). Per quanto riguarda la qualità dell'attivo, si segnala che il complesso dei crediti dubbi verso clientela in rapporto al totale dei crediti passa al 3,63% dal 3,29% di inizio anno, corrispondente ad una crescita del 3,9%. Tale variazione è riconducibile essenzialmente all'aumento delle sofferenze (+6,5% da fine 2001), in ripresa anche a livello di sistema bancario in seguito al rallentamento dell'attività economica. Il rapporto sofferenze nette su impieghi si attesta all'1,80% dall'1,60% di dicembre 2001. Tuttavia il rapporto di copertura sul totale dei crediti dubbi migliora passando dal 46% al 47,9% e quello sulle sofferenze dal 58,6% al 60,3%. La raccolta diretta si è portata su un livello di circa 120,5 miliardi, inferiore del 2,5% rispetto a settembre 2001 anche per un effetto negativo dei cambi (-1,9% a cambi costanti). Più in dettaglio, nell'ambito dell'attività domestica, il margine di interesse delle Banche commerciali in Italia registra una flessione del 2,9% sul settembre 2001, pur in presenza di una sostanziale stabilità della consistenza media dei crediti verso clientela (+0,6%) e di una contenuta riduzione dei depositi (-1,8%). Le ragioni della caduta risiedono nella riduzione del rendimento del capitale libero oltre che nella contrazione dello spread nell'intermediazione con clientela, entrambe conseguenza del calo dei tassi registrato nell'ultimo anno (- 66 basis point sull'anno precedente). Per quanto riguarda le Banche della Nuova Europa, l'incremento del margine di interesse (+2,3% a cambi correnti e +6,3% a cambi costanti) è determinato dall'aumento sia degli impieghi e della raccolta che hanno più che bilanciato la contrazione degli spread commerciali dovuta all'ampia riduzione nei livelli dei tassi. Infine, la Capogruppo, per effetto della sua struttura patrimoniale, beneficia della significativa riduzione del livello dei tassi rispetto ai primi nove mesi del 2001. I proventi di intermediazione e diversi, si attestano a 3.758 milioni, con un incremento del 4,9% sullo stesso periodo dell'anno precedente, grazie alla crescita evidenziata da tutte le componenti. Le commissioni nette registrano un incremento dell'1% su gennaio-settembre 2001 per effetto della sostanziale tenuta di quelle sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio (-0,7% sull'anno precedente nonostante l'andamento negativo dei mercati finanziari) e della crescita del 4,1% degli altri settori di attività, dove l'apporto dei finanziamenti e dei servizi di pagamento più che compensa la flessione delle esattorie e della negoziazione valute. Tra i servizi di gestione e amministrazione del risparmio evidenziano un significativo incremento sia le commissioni sul collocamento dei prodotti assicurativi (+52,3%), che proseguono il trend di crescita in atto ormai da alcuni anni sia quelle su gestioni patrimoniali (+12,7%), per le quali si conferma il successo di quelle in fondi a capitale garantito anche se su livelli inferiori rispetto alla prima parte dell'anno. Le commissioni sui fondi d'investimento (sia di collocamento che di gestione) registrano, invece, nonostante l'aumento delle sottoscrizioni, una riduzione del 10,4%, conseguente alla ricomposizione del portafoglio della clientela da fondi azionari e bilanciati, con commissioni più elevate, a obbligazionari e monetari. Le commissioni sulla negoziazione, collocamento e altre attività dell'area titoli, infine, si riportano di poco sotto ai livelli dell'anno precedente (-1,3%) dopo la caduta del primo semestre. I profitti da operazioni finanziarie raggiungono gli 827 milioni di euro, con un incremento del 18% sui primi nove mesi del 2001, sostenuti dall'attività per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate e degli enti pubblici. I costi operativi sono pari a tutto settembre a 4.025 milioni, con un incremento del 3,3% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente per effetto di un aumento del 2,7% delle spese amministrative e del 10,9% delle rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali. All'interno delle spese amministrative aumentano in misura maggiore quelle del personale (+3,9%), mentre le altre spese si mantengono di poco sopra al livello dell'anno precedente (+0,7%). La formazione dell'utile netto Tenuto conto di accantonamenti e rettifiche per complessivi 1.000 milioni (864 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente), si perviene ad un utile ordinario per i primi nove mesi dell'anno di 2.576 milioni di Euro, in crescita del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente. In particolare si registrano: rettifiche di valore su avviamenti e su differenze positive di consolidamento per 186 milioni (192 milioni nel 2001) di cui 94 milioni relativi ad avviamenti del Gruppo Pioneer, in riduzione di circa 14 milioni per un effetto cambi, e circa 52 milioni al Gruppo Pekao; accantonamenti a fondi rischi ed oneri per 69 milioni, contro i 115 milioni del corrispondente periodo dell'anno precedente; rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni, al netto delle riprese, per 650 milioni, oltre a 10 milioni accantonati a fondo rischi su crediti. Nel complesso 660 milioni, contro i 534 milioni dei primi nove mesi del 2001. L'incremento è prevalentemente imputabile alle maggiori rettifiche effettuate dal Gruppo Pekao nel primo semestre; rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie, al netto delle riprese, per 85 milioni (23 milioni nello stesso periodo del 2001), dei quali 75 già presenti in semestrale. L'apporto della componente straordinaria nei primi nove mesi è stato positivo per 141 milioni, di cui 139 già presenti nel primo semestre, contro i 123 milioni del corrispondente periodo dell'anno precedente. Tenuto infine conto di imposte per 1.139 milioni (pari al 41,9% dell'utile lordo) e dell'assegnazione dell'utile a terzi per 129 milioni, si perviene a un utile netto di 1.449 milioni. Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo si attesta al 30 settembre 2002 a 11.944 milioni. La struttura del Gruppo a fine settembre era composta da un organico di 66.419 dipendenti, in riduzione di 996 unità nei dodici mesi, da una rete di 4.115 sportelli (+ 86 unità su settembre 2001) e da 1.763 promotori. 

BNL - APPROVATI I RISULTATI CONSOLIDATI AL 30 SETTEMBRE 2002: SEGNALI DI RIPRESA CON MARGINI E RISULTATO OPERATIVO IN RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE DEGLI ATTIVI 
Roma, 18 novembre 2002. Il Consiglio di Amministrazione di BNL, riunitosi il 14 novembre a Roma sotto la presidenza di Luigi Abete, ha approvato la relazione trimestrale consolidata (1) al 30 settembre 2002. L'amministratore delegato Davide Croff ha aggiornato il Consiglio sulle azioni intraprese per la concreta realizzazione degli obiettivi previsti dal Piano Industriale 2002-2005. Piano Industriale 2002-2005 Le azioni avviate nell'ambito del Piano Industriale hanno ad oggi portato i seguenti risultati: Maggiore focalizzazione sulle attività domestiche e valorizzazione del business sui segmenti di clientela retail e contestuale riduzione sul segmento corporate e large corporate. Completato il processo di trasformazione in banca di BNL Investimenti e definita la struttura organizzativa di private banking (apertura dei primi centri private entro l'anno) nell'ambito del piano di sviluppo di particolari aree di business. Proseguimento e rafforzamento degli interventi volti al miglioramento dell'efficienza operativa della rete e delle strutture centrali con l'obiettivo finale di riduzione significativa dei costi totali. Relazione trimestrale (2) L'attuale scenario economico, caratterizzato da una fase di forte stagnazione delle economie, unita alla persistente crisi di fiducia dei mercati dove stentano ad apparire segnali di ripresa, ha indotto a ridimensionare le previsioni macroeconomiche. (1) Come già avvenuto con la trimestrale al 31 marzo 2002 e con la semestrale 2002, anche la trimestrale consolidata al 30 settembre è predisposta sulla base dei criteri di formazione del bilancio 2001 con la sola eccezione dell'intervenuto deconsolidamento delle società controllate operanti in Argentina, facenti capo alla locale holding company BNL Inversiones Argentinas SA. L'esclusione si è resa necessaria vista l'impossibilità, che tuttora permane, da parte della Capogruppo di ricevere il pertinente flusso contabile dotato di un sufficiente grado di certezza e attendibilità civilistica. L'area di consolidamento risulta pertanto ridotta e al 30 settembre 2002 comprende 21 società consolidate con il metodo integrale (compresa la Capogruppo), 5 società valutate al patrimonio netto, con un valore di 97 milioni di euro (94 a fine 2001), e 97 altre partecipate espresse al costo, con un valore di carico di 400 milioni (679 a fine 2001). (2) Al fine di assicurare una maggiore omogeneità, i dati di conto economico espongono i risultati dei primi nove mesi 2002 raffrontati con i dati pubblicati al 30 settembre 2001 e con quelli "pro forma" (alla stessa data), ottenuti escludendo le risultanze delle società del Gruppo operanti in Argentina. I dati di stato patrimoniale invece, sono posti in relazione con i dati al 30 giugno 2002 e con quelli al 31 dicembre 2001, questi ultimi, con e senza il Gruppo Argentina. In questo difficile contesto, che ha condizionato pesantemente l'attività delle aziende, il Gruppo Bnl, nei nove mesi, ha conseguito risultati che mostrano nella redditività della gestione caratteristica un trend di recupero rispetto al 30 giugno 2002. Si evidenzia infatti una tenuta dei margini operativi che, nonostante la contrazione dei proventi netti e l'incremento dei costi, hanno consentito di migliorare il trend anche a livello di risultato operativo, passato dal - 12,4% di giugno al -10,4% di settembre. Il margine d'interesse (1.336 milioni) aumenta del 6% su settembre 2001 (+6,6% a giugno 2002); Il margine d'intermediazione (2.234 milioni) decresce dello 0,7% su settembre 2001 (- 3,9% a giugno); L'aggregato commissioni/altri proventi netti (794 milioni) si riduce del 6% su settembre 2001 (-10,9% a giugno 2002); Gli oneri del personale e le altre spese amministrative aumentano del 4,5% per le componenti di periodo (su base annua normalizzata l'incremento si riduce all'1,7%). Il risultato operativo (751 milioni) cala del 10,4% su settembre 2001(-12,4% a giugno 2002). Considerando lo stanziamento straordinario di 540 milioni di euro al fondo rischi su crediti effettuato nella semestrale 2002 per assicurare - in coerenza con gli obiettivi fissati nel Piano Industriale - l'integrale e definitiva copertura dei rischi connessi alle linee di credito accordate alle società del Gruppo operanti in Argentina, si consegue un utile netto di 48 milioni di euro. Sotto l'aspetto patrimoniale, rispetto ai valori "pro forma" di fine dicembre 2001, si osserva: - un rischio paese sotto pieno controllo grazie alla consistente diminuzione dell'esposizione non garantita verso i Paesi a Rischio (-48,8%), - un ulteriore aumento dell'indice di copertura dell'insieme dei crediti di dubbio realizzo (ivi incluso il Rischio Paese), salito dal 37,7% al 39,4%; - una flessione degli impieghi verso clienti (-2,2%) con un netto miglioramento degli indicatori di liquidità. Nei nove mesi ha infatti trovato conferma la politica di graduale diminuzione dei prestiti che ha comportato una riduzione dell'esposizione debitoria sull'interbancario del 15,2%; - una stabilità della raccolta da clienti che ammonta a 51.820 milioni, con un incremento dello 0,2% rispetto a dicembre 2001. Analizzando, più nel dettaglio, la progressione dei flussi reddituali si evidenzia la significativa crescita del margine d'interesse che sale, rispetto ai primi nove mesi 2001, del 6% (a 1.336 milioni di euro) e nel trimestre del 5% (a 422 milioni di euro). Questo positivo andamento è dovuto alla tenuta dei volumi medi e dello spread commerciale tra i tassi praticati (maggiore contribuzione, a parità di rischio assunto, e minori costi di provvista per l'incremento dei depositi a vista). Il margine di intermediazione, pari a 2.234, rimane sostanziamente stabile (-0,7%) rispetto ai nove mesi, mentre mostra un significativo segnale di ripresa nel terzo trimestre 2002, con un incremento del 7,7% rispetto allo stesso periodo 2001, da 653 a 703 milioni. Nei primi nove mesi del 2002 i proventi netti sono pari a 898 milioni di euro, contro i 989 di settembre 2001 (-9,2%). Nell'ambito dei precitati proventi netti, le commissioni nette si attestano a 631 milioni, con una riduzione del 6,5% rispetto ai primi nove mesi 2001 imputabile alla sensibile contrazione nell'attività di trading sul mercato mobiliare domestico ed internazionale nonché al minor gettito relativo alle gestioni professionali del risparmio. La flessione risulta molto più contenuta (-1,5%) nel terzo trimestre 2002 per effetto anche della spinta commerciale nell'attività dei servizi. I profitti da operazioni finanziarie sono diminuiti del 25,6%, attestandosi a 96 milioni. Nell'ambito dei costi operativi, gli oneri per il personale e le altre spese amministrative (1.336 milioni di euro) aumentano del 4,5% per i maggiori costi per l'implementazione del modello divisionale, in parte compensati da una rigorosa politica di razionalizzazione e contenimento delle spese. Più in particolare, il costo del personale (839 milioni) aumenta dell'1,2% per effetto degli aumenti retributivi previsti dal contratto collettivo nazionale (con un impatto complessivo sull'anno pari ad oltre il 2%) e le altre spese amministrative (497 milioni) aumentano del 10,4% sul 30 settembre 2001; tenuto conto della distribuzione dei costi tra i trimestri nel precedente esercizio, la crescita è solo del 2,3% nel raffronto su base annua normalizzata. Gli ammortamenti, che sommano 147 milioni, contro 132 al 30 settembre 2001, salgono dell'11,4%, a fronte degli ingenti investimenti effettuati per l'adeguamento dei sistemi di ICT (-1.7% nel raffronto su base annua normalizzata). Il risultato operativo si attesta a 751 milioni di euro in diminuzione del 10,4% rispetto a fine settembre 2001. Nel terzo trimestre la flessione risulta molto più contenuta -3,6% sul corrispondente periodo del 2001. Dopo aver effettuato accantonamenti e rettifiche nette per 413 milioni, in aumento del 17,3% rispetto al 30 settembre 2001, si ottiene un utile ordinario di 338 milioni, in riduzione del 30,5% rispetto al "pro forma" di fine settembre 2001. In una fase congiunturale di preoccupante stagnazione economica, a salvaguardia della qualità del credito e per far fronte all'esigenza di rafforzare i presidi patrimoniali, è significativamente aumentato (+74,6%) l'ammontare complessivo di rettifiche nette su crediti e accantonamenti ai fondi rischi su crediti, pari a 295 milioni di euro, contro i 169 milioni del 30 settembre 2001. Considerando l'accantonamento straordinario di 540 milioni di euro al fondo rischi su crediti e l'utilizzo del fondo per rischi bancari generali (178 milioni), si perviene a un utile netto di 48 milioni al quale il terzo trimestre 2002 ha contribuito per 20 milioni. Sotto il profilo patrimoniale, al 30 settembre 2002, la raccolta complessiva da clienti del Gruppo BNL ammonta a 54.821 milioni, con una crescita dello 0,7% rispetto ai 54.434 "pro forma" di fine 2001. Nel suo ambito la raccolta diretta da clientela si attesta a 51.820 milioni di euro, con un incremento dello 0,2% rispetto ai 51.738 del 31 dicembre 2001 (dato "pro forma"), mentre le passività subordinate si collocano a 3.001 milioni di euro, in aumento dell'11,3% rispetto ai 2.696 di fine 2001. La raccolta indiretta da clientela (risparmio gestito + amministrato), si attesta a fine settembre 2002 a 66.664 milioni, in flessione del 3,9% rispetto a fine dicembre 2001 (dato "pro forma", con criteri omogenei). Sommando tale dato con quello della provvista diretta da clienti, si perviene a una raccolta complessiva con la clientela di circa 121 miliardi, in calo dell'1,9% sui 124 di fine 2001 (dato "pro forma"). In particolare, il risparmio gestito diminuisce nei nove mesi del 3,9%, a 28 miliardi. Nel suo ambito, a conferma della tendenza registrata a livello di sistema, si osserva un calo del 7,2% nel segmento dei fondi comuni d'investimento, attestatosi a circa 19 miliardi, mentre aumentano leggermente le gestioni patrimoniali, che crescono nei nove mesi di 100 milioni (+1,6%). Risultano in crescita anche le gestioni fiduciarie che si attestano a 2.716 milioni (+8,8%). Il risparmio amministrato infine, fa registrare una flessione del 3,9% sul dato "pro forma" di fine dicembre 2001, attestandosi al 30 settembre 2002 a 39 miliardi. Nell'ambito del risparmio gestito il gruppo BNL ha tuttavia ulteriormente incrementato la quota di mercato degli stock gestiti, portandola al 3,83% (+16 bps su dicembre 2001) Gli impieghi a clientela, al netto delle svalutazioni per previsioni di perdita, si attestano a 61.763 milioni, con una riduzione del 2,2% rispetto ai 63.135 della consistenza "pro forma" di fine 2001. L'insieme dei crediti di dubbio realizzo (ivi incluso il rischio Paese) diminuisce nei nove mesi dell'8,8%, da 4.080 a 3.722 milioni di euro. La percentuale di copertura sale al 39,4% dal 37,7% di fine dicembre 2001 (dati omogenei). Più in particolare, sempre rispetto ai livelli di fine 2001, le sofferenze, pari a 2.258 milioni sono cresciute dell'8% e il loro grado di copertura è del 40%.Le partite incagliate sono invece diminuite del 3,8% attestandosi a 752 milioni di euro e il loro grado di copertura sale al 41,5% dal 40,2% di fine 2001(dati "pro forma"). L'esposizione non garantita del Gruppo verso i Paesi a rischio, che come indicato dalla recente normativa della vigilanza bancaria include anche la "componente di credito locale", al netto delle svalutazioni forfettarie di vigilanza, al 30 settembre 2002, mostra una significativa riduzione (-48,8%) attestandosi a 538 milioni dai 1.050 di fine 2001. Al lordo delle svalutazioni forfettarie e includendovi anche i titoli emessi dai Paesi a rischio, tali partite sono diminuite nei nove mesi da 1.522 a 1.024 milioni: il calo nel periodo è riferibile principalmente alla "componente locale" in carico alla partecipata Banco Bnl do Brasil. Per contro, la loro copertura è cresciuta al 38,3% dal 30,8% di fine dicembre scorso (dati omogenei). Questi dati non includono le linee di credito ordinarie per cassa a società controllate residenti in Argentina (610 milioni di euro), che permangono nell'attivo consolidato per effetto della mancata elisione conseguente all'intervenuto deconsolidamento e che comunque risultano interamente presidiate mediante lo stanziamento straordinario (540 milioni di euro) al fondo rischi su crediti effettuato nella semestrale 2002. Infolink: www.bnl.it 

TERZO TRIMESTRE POSITIVO PER IL GRUPPO BIPIEMME - BANCA POPOLARE DI MILANO UTILE NETTO PARI A EURO 98 MILIONI
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Milano nella riunione del 12 novembre ha approvato i risultati consolidati del Gruppo Bipiemme al 30 settembre 2002, che evidenziano un utile netto pari a euro 98 milioni grazie al contributo di euro 16 milioni del solo terzo trimestre 2002, che è in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il cui risultato era negativo per euro 2 milioni. Il confronto dei dati progressivi a settembre con quelli al 30.09.2001 non è omogeneo poiché Banca di Legnano è rientrata nel perimetro di consolidamento a partire dal terzo trimestre 2001. In particolare, il raffronto omogeneo fra il terzo trimestre 2002 e l'analogo periodo dell'anno precedente mette in luce un margine di interesse, pari a euro 171 milioni, in crescita rispetto ai due trimestri precedenti ed in lieve flessione rispetto allo stesso periodo 2001, per effetto della riduzione dei tassi di mercato e della politica di contenimento del rischio di credito, che ha comportato una diminuzione del 2,8% degli impieghi a clientela. La diminuzione del margine di interesse è stata più che compensata dall'andamento del comparto dei servizi (+8,8%), che ha portato il margine di intermediazione a euro 312 milioni (+2,0%). All'interno di tale componente si segnala il buon andamento delle commissioni nette (+5,5%) a euro 113 milioni, risultato particolarmente brillante in considerazione del trend riflessivo dei mercati finanziari. L'andamento dei costi evidenzia una crescita limitata del 2,1%, determinata dall' aumento del costo del personale a euro 128 milioni (+4,1%), principalmente per effetto della componente variabile correlata alla significativa crescita dei risultati di Banca Akros, da una lieve crescita degli ammortamenti (euro 39 milioni, +2,2%), parzialmente compensate dalla riduzione delle altre spese amministrative (-1,2%) a euro 74 milioni. Il risultato di gestione si attesta pertanto a euro 72 milioni in crescita dell'1,7% rispetto allo stesso periodo 2001. Le rettifiche nette di valore su crediti ed accantonamenti si attestano a euro 20 milioni, posizionandosi su valori fisiologici ed in decisa flessione rispetto al terzo trimestre 2001 (-euro 25 milioni). L'utile ordinario del terzo trimestre ammonta a euro 52 milioni (+106,4%) e, dopo il saldo delle componenti straordinarie e le imposte, l'utile netto sale a euro 16 milioni, rispetto alla perdita di euro 2 milioni del terzo trimestre 2001. Positiva la dinamica degli aggregati patrimoniali che mette in luce, sempre a livello consolidato, una crescita della raccolta diretta da clientela a euro 17.296 milioni (+1,7% rispetto al settembre 2001 e +5,1% rispetto a fine 2001). Di rilievo la performance del risparmio gestito che, grazie ad una raccolta netta positiva per euro 751 milioni nei primi nove mesi dell'anno, si attesta a euro 14.443 milioni, in crescita del 4,0% rispetto al valore del settembre 2001. Gli impieghi a clientela si sono attestati a euro 16.103 milioni (-2,8% rispetto al settembre 2001 e -1,2% rispetto a dicembre 2001): continua pertanto la dinamica di contenimento del rischio di credito nel segmento large corporate domestico ed internazionale. Si mantiene buona la qualità dell'attivo, con il rapporto sofferenze nette rispetto al totale crediti pari allo 0,7%, valore decisamente inferiore rispetto alla media del sistema. Relativamente alle singole società del gruppo, la capogruppo Banca Popolare di Milano evidenzia un utile netto dei primi nove mesi pari a euro 150 milioni, in crescita del +6,4% rispetto al 30 settembre 2001. I risultati del solo terzo trimestre della capogruppo rispecchiano l'andamento del Gruppo Bipiemme sia a livello patrimoniale che economico, con un utile netto pari a euro 87 milioni, rispetto a euro 9 milioni dell'analogo trimestre del 2001. All'interno di tale risultato si segnala che la cessione del ramo di azienda degli immobili non strumentali a Bipiemme Immobili, società del Gruppo Bipiemme, ha fatto registrare una plusvalenza netta di euro 63 milioni; tale valore, per il momento eliso a livello consolidato, emergerà progressivamente a livello di risultato di gruppo al momento della cessione a terzi dei singoli immobili conferiti. Tra le altre società del gruppo si evidenzia il positivo andamento di Banca di Legnano con un risultato netto in crescita nei primi nove mesi a euro 21 milioni (+57,0% sull'analogo periodo del 2001; di cui euro 9 milioni relativi alla plusvalenza netta per il conferimento degli immobili non strumentali a Bipiemme Immobili), di Banca Akros a euro 8 milioni (+99,1%), di BPM Ireland a euro 6 milioni (+44,7%) e di Bipiemme Vita a euro 5 milioni (+ 18,1%). 

BANCA LOMBARDA : RISULTATI CONSOLIDATI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2002 UTILE NETTO DEI PRIMI NOVE MESI 101 MILIONI DI EURO (-13,2%) 
Brescia, 18 novembre 2002 - Il Consiglio d'Amministrazione ha approvato la situazione consolidata al 30 settembre 2002 del Gruppo Banca Lombarda che ha evidenziato un utile netto di 101 milioni di Euro (-13,2%) ed un utile netto cash (al lordo delle rettifiche sulle differenze positive di consolidamento e patrimonio netto) di 135 milioni di Euro in flessione del 9,4% sui primi nove mesi del 2001. Il Risultato delle Attività Ordinarie pari a 254 milioni di Euro (+0,1%) ha evidenziato una piena tenuta nonostante il peggioramento del contesto congiunturale. Tale risultato è stato conseguito grazie alla crescita del margine di intermediazione pari a 17 milioni (1,8%) ed ad un contenuto aumento delle spese amministrative pari a 11,5 milioni (2,2%). dati consolidati al 30 settembre 2002 : Lo sviluppo dei principali aggregati di intermediazione evidenzia: - Un aumento di oltre il 10,6% degli impieghi che hanno toccato i 21.847 milioni di Euro registrando una dinamica nettamente superiore al sistema ed un miglioramento nella qualità del credito. L'incidenza delle sofferenze nette sugli impieghi si è ulteriormente ridotta attestandosi all'1,09% rispetto all'1,18% del settembre 2001; un incremento del 6% della raccolta diretta che a raggiunto i 20.980 milioni di Euro trascinata in particolare dalla sostenuta crescita delle obbligazioni; uno sviluppo del 4,7% del risparmio gestito che - incluse le riserve tecniche assicurative - si è attestato sui 17.889 milioni di Euro. Tale positivo risultato è stato conseguito nonostante lo sfavorevole contesto congiunturale dei mercati borsistici. In particolare la componente rappresentata dalle gestioni patrimoniali e dai fondi si è attestata sui 14.373 milioni di Euro restando sostanzialmente stabile (-0,27%), mentre le riserve tecniche assicurative, pari a 3.516 milioni di Euro, hanno confermato l'elevato trend di crescita (31,3%); una flessione dell'8,6% del risparmio amministrato che si è posizionato sui 18.863 milioni di Euro. L'andamento delle masse amministrate è stato significativamente influenzato dalla flessione delle quotazioni espresse dai mercati mobiliari. Per quanto attiene il Conto Economico: Il Margine di Interesse è stato pari a 576,8 milioni di Euro, con una crescita di 27 milioni di Euro (+4,9%) rispetto al 30 settembre dell'anno precedente; il miglioramento è imputabile all'aumento dei volumi intermediati. I Proventi Netti da Servizi, pari a 378,4 milioni di Euro, presentano una diminuzione di 10,1 milioni di Euro (-2,6%) rispetto ai primi nove mesi del 2001, dovuta principalmente alla flessione dei profitti da operazioni finanziarie (-45,8%), condizionati negativamente dal difficile contesto esterno dei mercati. Anche le commissioni nette hanno registrato una flessione seppure d'entità percentuale nettamente più contenuta (-3,5%). Il Margine di Intermediazione si è attestato a 955,2 milioni di Euro, in crescita dell'1,8% rispetto all'anno precedente. Le Spese Amministrative sono aumentate in misura contenuta pari al 2,2%, posizionandosi a 527,4 milioni di Euro. Il Risultato Lordo di Gestione si attesta a 427,8 milioni di Euro, l'1,3% in più rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Le Rettifiche di Valore sulle Immobilizzazioni Materiali ed Immateriali pari a 97,2 milioni di Euro, sono risultate in aumento del 7,7% rispetto all'anno precedente. Le Rettifiche Nette di Valore sui Crediti si sono attestate a 66,7 milioni di Euro con un aumento del 4,0%. Il costo del credito risultando pari per i primi nove mesi allo 0,31% ha segnato un'ulteriore riduzione sull'analogo periodo dell'anno precedente (0,35%). L'Utile delle Attività Ordinarie, pari a 253,7 milioni di Euro, ha consolidato il livello dell'anno precedente. Le Componenti Straordinarie hanno generato un saldo di 23 milioni di Euro, che si raffronta con un valore di 32,3 milioni di Euro dei primi 9 mesi del 2001. I proventi straordinari sono per la gran parte imputabili a maggiori utili da realizzo di partecipazioni e immobili ed alle eccedenze emerse nel fondo revocatorie. Le Imposte, pari a 142,7 milioni di Euro, superano dell'1,63% quelle analoghe al 30 settembre 2001. Il tax rate è salito al 51,6% (49,1% al 30 settembre 2001) a seguito dell'incremento di un punto percentuale dell'aliquota IRAP per le Regioni Lombardia e Lazio e delle modifiche alla cosiddetta DIT (Dual Income Tax). L'Utile Netto, attestatosi a 101,2 milioni di Euro, registra un calo del 13,2% rispetto al corrispondente trimestre dell'anno precedente. L'Utile Netto Cash (al lordo delle rettifiche sulle differenze positive di consolidamento e patrimonio netto) è risultato pari a 135,4 milioni di Euro con una flessione del 9,4%. 

BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA: PROGETTO INDUSTRIALE DI FUSIONE PER INCORPORAZIONE DELLA BANCA AGRICOLA MANTOVANA E DELLA BANCA TOSCANA NELLA BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA. 
Siena, 18 novembre 2002 - I Consigli di Amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena SpA (Bmps), della Banca Agricola Mantovana SpA (Bam) e della Banca Toscana SpA (Bt) nelle sedute odierne hanno approvato i contenuti del progetto industriale relativo alla fusione per incorporazione delle due controllate Bam e Bt nella capogruppo Bmps. L'operazione, da completarsi entro fine marzo 2003, prevede che contestualmente alla fusione, si realizzi lo scorporo delle attività bancarie in due newco bancarie che saranno costituite in precedenza, non quotate, totalmente controllate da Bmps, le quali continueranno a svolgere le tradizionali attività di intermediazione creditizia delle due banche originali conservando i rispettivi marchi. In coerenza con le logiche di accentramento già previste nell'ambito del Piano Industriale 2002-2005, alcuni asset non più strettamente funzionali (principalmente parte del portafoglio titoli, delle partecipazioni e degli immobili), verranno mantenuti presso la Capogruppo. Le nuove aziende bancarie proseguiranno nell'attuazione delle strategie individuate nei business plan a suo tempo elaborati, facendo leva sulla capacità di presidiare i mercati di riferimento con una presenza radicata e brand riconosciuti. Le modalità di realizzazione dell'operazione salvaguarderanno l'attuale patrimonio di risorse umane di Bam e di Bt. A livello di Gruppo potranno consolidarsi benefici in termini di maggiore efficacia nell'attuazione delle politiche complessive del Corporate Center, di sinergie di costo e da razionalizzazione degli asset non bancari delle due entità incorporate e di crescita, a parità di risultato economico, della redditività netta di pertinenza del Gruppo. La fusione avverrà secondo i seguenti rapporti di concambio: n. 4,15 azioni ordinarie Bmps con godimento regolare per ogni azione Banca Agricola Mantovana; n. 1,95 azioni ordinarie Bmps con godimento regolare per ogni azione Banca Toscana; I Consigli di Amministrazione di Bmps, Bam e Bt sono giunti alla determinazione del rapporto di concambio a seguito di un processo valutativo che ha riguardato le società interessate al progetto di integrazione, con il coinvolgimento, in qualità di advisor, di Deutsche Bank per Bmps e di Meliorbanca SpA per Bam e Bt. Il perfezionamento delle operazioni societarie previste resta soggetto all'approvazione da parte degli Organi di Vigilanza e al normale iter di approvazione presso gli Organi Collegiali delle società coinvolte. 

CREDEM: NEI PRIMI 9 MESI 2002 MARGINE DI INTERMEDIAZIONE CONSOLIDATO IN CRESCITA DEL 5,1% A 591,6 MILIONI DI EURO. UTILE NETTO CONSOLIDATO A 89,1 MILIONI DI EURO 
Reggio Emilia, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Credem ha approvato il 13 novembre la relazione trimestrale consolidata al 30 settembre 2002. Il Gruppo - Nei primi 9 mesi del 2002 il margine di intermediazione consolidato si è attestato a 591,6 mln €, in crescita del 5,1% sul periodo 2001. Il margine dei servizi, in progresso del 12,9%, ha raggiunto i 389,4 mln €, mentre il margine finanziario, sempre nel medesimo periodo in esame è stato pari a 202,2 mln €. Quest'ultimo risulta penalizzato a favore del primo per l'operatività in alcune categorie di titoli strutturati da parte di Abaxbank. Relativamente al margine dei servizi segnaliamo la sostanziale tenuta delle commissioni connesse alle gestioni patrimoniali individuali ed al collocamento di fondi comuni e Sicav, oltre all'incremento di quelle legate alla distribuzione dei prodotti assicurativi ed ai servizi di incasso e pagamento. I costi operativi sono aumentati del 9% circa. Per quanto concerne le spese generali e gli ammortamenti l'incremento, in linea con la pianificazione aziendale, è principalmente correlato al potenziamento ed alla razionalizzazione delle reti commerciali ed alla revisione organizzativa di Abaxbank. L'utile netto consolidato si è attestato a 89,1 mln €, sostanzialmente in linea con quello al 9/2001 pari a 92,4 mln €. La raccolta complessiva ha registrato un incremento del 9,4%, raggiungendo i 46.596 mln €. Più in dettaglio la raccolta diretta, in aumento del 33,6% a 13.603 mln E, beneficia del forte incremento del comparto obbligazionario, sostenuto sia dagli strumenti con capitale a rendimento minimo garantito emessi da Credembanca sia dall'intensa attività di Abaxbank che dell'incremento dei pronti contro termine. Relativamente all'attività di Abaxbank, la stessa ha registrato, un margine di intermediazione in crescita del 34,7% a 62,5 mln E, così come la sua redditività netta di periodo pari a 20,9 mln E segna un forte incremento rispetto ai 9,7 del 2001. La raccolta indiretta, in crescita dell'1,7% a 32.993 mln E, ha registrato un trend positivo pur avendo inevitabilmente risentito dell'andamento dei mercati azionari, che hanno influenzato in modo particolare la 'gestita'. Quest'ultima si è incrementata del 4,6% rispetto al settembre 2001 risultando pari a 11.831 mln Euro. La raccolta amministrata pari a 21.162 risulta in linea con il 9/2001. La produzione netta di periodo ha registrato un +13,3% (2.863 mln di E), confermando anche nel trimestre in esame l'ottimo trend di crescita. Gli impieghi verso la clientela (al netto dei pronti contro termine) registrano una variazione positiva del 15,5%, per un controvalore pari a 8.802 mln E. Il Gruppo evidenzia una crescita nettamente superiore rispetto al sistema con particolare riferimento all'andamento dei finanziamenti a medio-lungo termine alla clientela privata, ma, anche, del credito commerciale alle imprese. In merito ai noti accadimenti Cirio Finanziaria sottolineiamo che il Gruppo possiede una limitatissima esposizione finanziaria. Positivi anche i dati delle sofferenze nette che si sono attestate allo 0,18%, come di consueto ampiamente inferiori alla media di sistema. Al 30 settembre 2002 il Gruppo si articola in 444 filiali, 35 Centri Imprese, 50 Negozi Finanziari, 4.844 dipendenti e 795 promotori finanziari con mandato. Credembanca Nei primi 9 mesi del 2002 anche Credembanca ha fatto registrare un positivo andamento delle masse: la raccolta complessiva, in crescita del 18,1%, ha raggiunto 35.483 mln E (30.053 al 9/2001), mentre gli impieghi si sono attestati a 7.973 mln E rispetto ai 6.980 (+14,2%). 

RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2002BANCA AGRICOLA MANTOVANA: L'UTILE NETTO PARI A 61,5 MILIONI DI EURO, CONTRO I 93,7 MILIONI DI EURO REALIZZATI NEI PRIMI NOVE MESI DELL'ESERCIZIO PRECEDENTE. 
Mantova, 18 novembre 2002 - In un contesto macro economico particolarmente incerto e non favorevole all'attività bancaria, Banca Agricola Mantovana S. p. A. e le Società controllate hanno realizzato nei primi nove mesi del 2002 risultati complessivamente positivi. Il risultato delle attività ordinarie, pari a 88, 8 milioni di euro, risulta in crescita del 6, 78% rispetto ai valori medi dell'intero esercizio precedente ed in flessione del 3,84% rispetto alla fine di settembre 2001. L'utile netto consolidato del periodo è risultato pari a 61,5 milioni di euro, contro i 93,7 milioni di euro realizzati nei primi nove mesi dell'esercizio precedente. La plusvalenza straordinaria contabilizzata nel passato esercizio a seguito della cessione della controllata Banca C. Steinhauslin & C. S. p. A. legittima la variazione negativa del risultato netto rispetto a quanto realizzato a settembre 2001. Infatti, se per garantire omogeneità di confronto si esclude tale componente straordinaria, l'utile netto appare sostanzialmente invariato rispetto al risultato al 30 settembre 2001. La redditività del patrimonio (R. O. E.) si è attestata al 9,35%, contro il 14,90% di settembre 2001 (11,57% senza proventi straordinari) ed il 13,84% del 31 dicembre 2001 (10,50% senza proventi straordinari). Il risultato, inferiore alle aspettative aziendali prospettate all'inizio dell'esercizio, risulta nel complesso comunque soddisfacente se si considerano i negativi effetti prodotti dalla persistente incertezza dei mercati finanziari e dalla negativa congiuntura economica generale. La discesa prolungata dei listini azionari e la tendenza alla riduzione dei consumi hanno indebolito il ciclo economico con riflessi negativi sulle scelte dei risparmiatori da un lato e sui piani d'investimento e sulla stabilità finanziaria delle imprese dall'altro. Alla mancata ripresa dei ricavi derivanti dalla gestione del risparmio si è quindi affiancata una minor dinamica di crescita degli impieghi e la necessità di una maggior selezione degli stessi. La situazione generale sopradescritta ha determinato un utile trimestrale in flessione rispetto ai periodi precedenti. Il risultato del terzo trimestre, tradizionalmente meno ricco per ragioni di stagionalità, è stato caratterizzato da un minor contributo dei dividendi maturati e da minori flussi commissionali derivanti dall'intermediazione finanziaria, nonché dall'aumento delle minusvalenze sul portafoglio titoli che, seppur poco esposto ai rischi di mercato, ha comunque risentito della caduta dei corsi. Ancora una volta è risultato positivo, invece, il contributo delle commissioni da servizi a testimonianza della vivacità commerciale e della costante attenzione all'offerta di servizi di qualità. Per quanto riguarda i costi si segnala che il risultato di periodo è stato penalizzato dalla contabilizzazione della prima quota di competenza degli oneri straordinari relativi all'incentivazione all'esodo del personale mediante l'attivazione del "Fondo di solidarietà", che produrrà peraltro benefici effetti nei prossimi esercizi. Il margine di interesse ammonta a 192,0 milioni di euro, con una flessione del 3,19% nei confronti dello stesso periodo dell'esercizio precedente e del 2,07% rispetto al valore medio dell'intero anno 2001. L'attività d'intermediazione creditizia, pur evidenziando ancora buoni livelli di redditività, ha registrato una leggera riduzione del margine rispetto ai periodi precedenti per l'elevata vischiosità dei tassi, verificatasi soprattutto nel segmento a breve termine. 5 La raccolta diretta, che ammonta a 8.776,8 milioni di euro, ha evidenziato una crescita del 19,68% rispetto a settembre 2001 e dell'8, 27% rispetto al 31 dicembre dello stesso esercizio. Nel corso dei primi nove mesi del 2002 sono cresciuti ulteriormente i prestiti obbligazionari emessi (+ 48,92% rispetto al 31 dicembre 2001) e le altre forme di raccolta vincolata fino a 18 mesi. La raccolta a vista (depositi e conti correnti) risulta in crescita dell'1,45% rispetto a settembre 2001 mentre dall'inizio dell'anno evidenzia una leggera flessione. Viene quindi confermata la propensione dei risparmiatori all'investimento in prodotti facilmente liquidabili o che, comunque, siano in grado di salvaguardare il capitale a fronte di un rendimento variabile. La consistenza complessiva degli impieghi ha raggiunto i 7.956,1 milioni di euro, con un incremento del 3,54% su base annua e del 6,02% rispetto al 31 dicembre 2001. Nella valutazione dello scostamento effettivo rispetto a settembre 2001, è necessario considerare le operazioni di cartolarizzazione di crediti in bonis che sono state perfezionate rispettivamente a fine esercizio 2001 (" Mantegna" - crediti ipotecari ceduti per circa 550 milioni di euro) e nel corso del primo semestre 2002 (" Mas" - crediti garantiti da pegno su titoli per circa 350 milioni di euro). Ricomprendendo tali crediti ceduti, gli impieghi risulterebbero in crescita di circa il 17% rispetto a settembre 2001 e del 20% rispetto a dicembre 2001. Le citate operazioni di cartolarizzazione di crediti in bonis hanno permesso alla Banca di azzerare sostanzialmente la situazione debitoria netta sul mercato interbancario e di generare sia liquidità sia ulteriori margini patrimoniali disponibili a sostegno della crescita degli impieghi. Il portafoglio titoli di proprietà ammonta a 1.425,5 milioni di euro, di cui 492,5 milioni di euro compresi nel portafoglio immobilizzato. Nel corso del trimestre il portafoglio immobilizzato non ha registrato alcuna movimentazione. Il portafoglio di trading, già fortemente ridimensionato nel corso degli ultimi esercizi nel rispetto del Piano Strategico di Gruppo, è stato affidato in gestione alla Capogruppo a partire dal 1° agosto 2002. Il mandato è stato rilasciato mantenendo invariato l'orientamento che ha caratterizzato l'operatività di Banca Agricola Mantovana negli ultimi periodi, improntato quindi all'esigenza di minimizzare i rischi di mercato e di credito coerentemente con l'indirizzo prettamente commerciale della Banca. Pur operando in tale ottica, l'ulteriore peggioramento dei mercati non ha evitato la rilevazione di minusvalenze che risultano comunque di modesta entità in relazione all'ammontare complessivo del portafoglio. Il margine d'intermediazione ammonta a 382,6 milioni di euro, con una variazione positiva del 3,29% nei confronti di settembre 2001 e del 3,33% rispetto ai valori medi dell'intero esercizio precedente. Le commissioni e gli altri proventi netti sono risultati pari a 173,5 milioni di euro ed hanno registrato un incremento del 3,53% su base annua e del 5,34% rispetto ai valori medi. E' risultato molto positivo, ed in aumento rispetto all'esercizio precedente, l'apporto commissionale garantito dal collocamento dei prodotti di bancassicurazione, di finanza innovativa e di quelli orientati al segmento corporate realizzati dalle Società del Gruppo. Le commissioni derivanti da gestioni patrimoniali, da fondi comuni di investimento e dall'attività di raccolta ordini hanno registrato invece una diminuzione. Il perdurare della situazione di incertezza dei mercati finanziari non ha permesso di raggiungere in questo caso i risultati di crescita sperati sia in termini di volumi sia di contributo economico. Le masse relative al risparmio gestito ed amministrato risultano decisamente incoraggianti ancorché il corrispondente contributo economico risenta delle incertezze del mercato. La raccolta indiretta, che a fine settembre ammontava a 14.115,3 milioni di euro, ha evidenziato una crescita dell' 8,62% su base annua e dello 0,90% rispetto a fine dicembre 2001. Il risparmio gestito risulta in leggero aumento su base annua (+ 0,24%) ed in flessione del 5,13% rispetto ai controvalori risultanti al 31 dicembre 2001. Il sensibile aumento del collocamento di prodotti di bancassicurazione ha compensato 6 la contrazione dei volumi conseguente alla diminuzione dei prezzi. Il risparmio amministrato è cresciuto del 14,05% su base annua e del 4,69% rispetto alla fine dell'esercizio precedente. I ricavi da servizi più tradizionali evidenziano ancora una volta variazioni positive, confermando il trend dei trimestri precedenti. I profitti e perdite da operazioni finanziarie, comprese le minusvalenze, evidenziano un risultato negativo di 7,1 milioni di euro (utili 3, 5 milioni di euro e minusvalenze nette 10, 5 milioni di euro) interamente maturato nel corso del terzo trimestre. Il rapporto margine servizi/ margine di intermediazione risulta pari al 49,81%, contro il 46,45% dello stesso periodo dell'esercizio precedente. Il margine operativo lordo ammonta a 150,3 milioni di euro ed evidenzia una flessione del 6,42% rispetto al periodo precedente e dell'1,41% rispetto ai dati medi del 2001. I costi operativi, seppur in crescita rispetto all'esercizio precedente, risultano di ammontare inferiore a quanto preventivato. Le spese del personale, pari a 131,9 milioni di euro, evidenziano un incremento del 4,00% rispetto a settembre 2001 e del 5,19% rispetto ai valori medi dell'intero esercizio. La crescita è riconducibile in parte all'aumento degli organici destinati all'attività commerciale nonchè alla politica rivolta ad una maggiore fidelizzazione delle risorse dell'Istituto. La voce, opportunamente riclassificata per fini gestionali, comprende anche la prima quota dell'onere straordinario collegato all'attivazione del Fondo di solidarietà. Le altre spese amministrative risultano in crescita soprattutto per effetto del canone riconosciuto al Consorzio Operativo di Gruppo per i servizi informatici e di back - office forniti a Banca Agricola Mantovana. Il canone tiene conto sia dei nuovi investimenti eseguiti da parte del Consorzio per l'ammodernamento e lo sviluppo delle procedure messe a disposizione del Gruppo, sia di una parte degli investimenti specifici che sono stati sostenuti direttamente dal Consorzio stesso per permettere il passaggio di Banca Agricola Mantovana al nuovo sistema informativo. Il cost- income ratio, al netto della componente straordinaria rappresentata dalla quota dell'onere derivante dall'attivazione del Fondo di solidarietà, risulta pari al 60,15% contro il 56,64% del 30 settembre 2001 ed il 58,83% del 31 dicembre 2001. Lo stesso indice calcolato a livello d'impresa risulta pari al 56,81%. Le rettifiche di valore nette su crediti e gli accantonamenti per cause passive ammontano a 32,5 milioni di euro contro i 37,4 milioni di euro di settembre 2001 ed i 41,2 milioni di euro di valore medio dell'anno 2001. I valori risultano quindi migliori rispetto a quelli registrati nell'esercizio precedente pur in presenza di una sensibile crescita degli impieghi. Le sofferenze nette, pari a 145,9 milioni di euro, sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto a fine settembre 2001. L'indice di rischiosità (sofferenze/ impieghi) è migliorato ulteriormente essendo risultato pari all'1,88%, contro rispettivamente l'1, 93% di settembre e dicembre 2001. In crescita risulta anche il livello di copertura complessivo dei crediti pari al 2,73% contro il 2,48% di settembre 2001. Il risultato delle attività ordinarie, pari a 88,8 milioni di euro, registra una flessione del 3,84% su base annua ed una crescita del 6,78% rispetto ai dati medi dell'esercizio 2001. Le imposte sul reddito maturate nel periodo, pari a 43,6 milioni di euro, sono state quantificate nell'osservanza del principio di competenza. Fatti gestionali di rilievo e prevedibile evoluzione dell'attività nell'esercizio in corso Come anticipato nella relazione sull'andamento della gestione relativa al primo semestre 2002, nel trimestre in esame il Consiglio di Amministrazione, nell'ambito degli interventi tesi alla razionalizzazione della struttura di Gruppo, ha approvato: la cessione del ramo d'azienda relativo all'esercizio di promozione finanziaria ad altra società del Gruppo che svolgerà in via esclusiva tale attività. L'operazione è in corso di attuazione e si ritiene possa perfezionarsi nel corso del quarto trimestre dell'esercizio 2002; l'affidamento a Paschi Gestioni Immobiliari S. p. A. della gestione e dell'amministrazione del comparto immobiliare dell'Istituto al fine di meglio valorizzare il patrimonio immobiliare e nell'ottica del conseguimento di economie di scala; il "Progetto di fusione per incorporazione" di Finanziaria Banca Agricola Mantovana S. p. A. in Banca Agricola Mantovana S. p. A., avviando l'iter procedurale per il perfezionamento dell'operazione che si concluderà entro il corrente esercizio. Inoltre, sempre con riferimento al processo di riorganizzazione dell'attività delle Società del Gruppo, si segnala che: nel mese di luglio è iniziata la piena operatività di Mps Leasing & Factoring, Banca per i Servizi Finanziari alle Imprese S. p. A., che si svilupperà principalmente attraverso la rete delle Banche del Gruppo. La NewCo risponde all'esigenza di creare un unico centro di eccellenza in cui concentrare le attività di leasing e factoring del Gruppo Mps; nel mese di agosto è pervenuta l'autorizzazione della Banca d'Italia per l'inizio dell'attività di Mps Gestione Crediti Banca S. p. A., società di nuova costituzione deputata alla gestione delle sofferenze delle Banche del Gruppo, con lo scopo di ottimizzare il processo di recupero ed abbattere il costo del rischio del credito. Con riferimento alla prevedibile evoluzione dell'attività nei prossimi mesi si sottolinea come la congiuntura economica del trimestre giugno- settembre sia addirittura peggiorata rispetto alla situazione già problematica registrata nel primo semestre 2002. L'economia reale è in rallentamento ulteriore ed i mercati finanziari tardano a mostrare reali segni di ripresa. I tassi di interesse permangono stabili se non in leggero calo, la domanda di credito complessiva sta rallentando rispetto alla prima parte dell'anno e la rischiosità degli impieghi è in aumento. Crescono oltre misura le masse di raccolta soprattutto per effetto della maggior propensione alla liquidità di molti risparmiatori, i quali tendono a rinviare ogni decisione di investimento. Continua la contrazione delle masse di risparmio gestito. I principali analisti non prevedono cambiamenti repentini a questo stato di cose ed il 2002 si annuncia come un anno decisamente difficile per il sistema bancario in generale. Banca Agricola Mantovana non può ovviamente sottrarsi agli influssi macro economici sopra evidenziati anche se il forte radicamento territoriale e la possibilità di attingere ad una gamma di prodotti finanziari particolarmente innovativi consentiranno di raggiungere a fine esercizio un risultato economico comunque positivo. La minor contribuzione rispetto allo scorso anno derivante dal margine di interesse, che sconterà la compressione degli spread tipica dei momenti di stagnazione dei tassi di interesse, sarà più che compensata dai maggiori dividendi incassati e soprattutto dalla crescita del margine da servizi. I costi operativi risentiranno invece degli investimenti derivanti dalla razionalizzazione a livello di Gruppo già effettuata ma che produrrà benefici economici nei prossimi esercizi. Le rettifiche su crediti saranno inferiori rispetto a quelle registrate lo scorso anno. Complessivamente il risultato economico di fine esercizio delle attività ordinarie dovrebbe evidenziare una variazione positiva rispetto a quello dello scorso anno, nonostante il minor contributo dei proventi straordinari e la maggior imposizione fiscale. 

BANCA 121 ACQUISITA LA RETE DI PROMOZIONE DI BANCA AGRICOLA MANTOVANA. 
Lecce, 18 novembre 2002 - Banca 121 si rafforza con l'acquisizione della rete di promozione finanziaria di Banca Agricola Mantovana, composta da circa 130 risorse e da 15 negozi finanziari e uffici di promozione distribuiti in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. L'operazione si inserisce nel percorso di sviluppo strategico di Banca 121, che sarà l'unica rete di promozione finanziaria del Gruppo Mps. Un centro di eccellenza specializzato nell'offerta di consulenza personalizzata e servizi di gestione finanziaria di qualità, orientato all'acquisizione di clientela di target elevato in aree particolarmente attrattive, in linea con la presenza territoriale del Gruppo. L'integrazione permetterà di realizzare importanti sinergie di servizio per la clientela, che potrà avvalersi, per le operazioni di cassa (prelievi, versamenti, emissione di assegni circolari, ecc.), degli sportelli di Banca Agricola Mantovana e, a partire dal 1° gennaio 2003, anche delle filiali della Banca Monte dei Paschi di Siena. I promotori che attualmente fanno parte di Banca Agricola Mantovana saranno integrati nella rete di Banca 121 e avranno a propria disposizione strumenti evoluti di asset allocation e analisi del rischio, che consentono di definire la pianificazione finanziaria ottimale per il cliente, di individuare le soluzioni finanziarie più efficaci e di monitorare continuamente la coerenza del portafoglio rispetto alle strategie di investimento del cliente, ai suoi obiettivi e alla situazione del mercato. Con riferimento al portafoglio prodotti, l'operazione consentirà ai clienti di accedere ad una gamma sempre più ampia e innovativa di soluzioni assicurativo-previdenziali e per la gestione del risparmio, grazie al contributo delle strutture di eccellenza del Gruppo Mps e, in una logica multibrand, all'esperienza delle più importanti case d'investimento internazionale. I promotori finanziari continueranno, inoltre, ad offrire i servizi per le imprese di Banca Agricola Mantovana. La rete di promozione finanziaria di Banca 121 gestisce attualmente asset per oltre 3.000 milioni di euro ed è tra i primi operatori italiani per intermediato lordo che, nel periodo gennaio-settembre 2002, è stato di circa 4.000 milioni di euro. Al termine dell'operazione conterà circa 1.600 promotori finanziari e 260 negozi finanziari. 

ANTONVENETA APPROVA LA TRIMESTRALE CONSOLIDATA AL 30 SETTEMBRE 2002: PROSEGUE IL TREND DI CRESCITA RISULTATO LORDO DI GESTIONE CONSOLIDATO +35,1% - UTILE NETTO DI GRUPPO +7,4% 
Padova, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il 13 novembre 2002 i risultati consolidati al 30 settembre 2002, che confermano il positivo trend di crescita già manifestatosi nel primo semestre. Il risultato lordo di gestione si è attestato a 769,1 milioni di euro, con una crescita del 35,1% rispetto al 30 settembre 2001. Nei primi nove mesi il margine di gestione denaro è ammontato a 1.140,4 milioni di euro, con un incremento del 26,7% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Alla base del miglioramento vi è la crescita dei volumi medi intermediati e i dividendi (112 milioni di euro) incassati da Interbanca in relazione all'"operazione Bell". Al netto di tali dividendi, la crescita del margine di gestione denaro si sarebbe attestata al +14,3%. Il margine da servizi è ammontato a 455,4 milioni di euro, valore sostanzialmente allineato a quello del corrispondente periodo del 2001 (-0,6%), risentendo, in generale, della fase negativa attraversata dai mercati finanziari che ha penalizzato il segmento dei ricavi legato alla gestione del risparmio e il comparto delle operazioni finanziarie. Tale ultimo comparto si è chiuso con una perdita di 92,3 milioni di euro rispetto ad una perdita di 24,8 milioni del corrispondente periodo del 2001, in parte dovuta all'andamento negativo dei mercati azionari ed in parte riconducibile al bond Olimpia il cui impatto sul conto economico è stato di 42 milioni di euro. Il complesso delle commissioni e degli altri proventi netti si è attestato a 547,7 milioni di euro, superiore del 13,4% a quello dei primi nove mesi dello scorso anno. Il margine di intermediazione, pari a 1.595,9 milioni di euro, è aumentato del 17,5% (12,4% al netto degli effetti dell'"operazione Bell "). Le spese amministrative sono risultate pari a 826,7 milioni di euro, evidenziando una crescita su base annua del 4,8%, dovuta da un lato ai rinnovi contrattuali e dall'altro ai maggiori costi sostenuti a sostegno della crescita dell'operatività e a quelli "una tantum" connessi alla quotazione in Borsa della Capogruppo; il rapporto "cost/income", normalizzato dei proventi dell'"operazione Bell", è sceso dal 71,5% del 30 settembre 2001 al 66,5% dei primi nove mesi del 2002. Le rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni sono ammontate a 342,4 milioni di euro, contro i 182,8 milioni del 30 settembre 2001. L'aggregato comprende 79 milioni di rettifiche forfettarie su crediti incagliati e su crediti in bonis, importo che recepisce i maggiori stanziamenti deliberati dalla Capogruppo per aumentare, nell'ambito del suo bilancio, il grado di copertura. Le rettifiche di valore, inoltre, comprendono circa 89 milioni di euro quale quota di competenza del periodo per rettifiche su crediti cartolarizzati. L'utile delle attività ordinarie è ammontato a 252,8 milioni di euro, rispetto ai 214 milioni dei primi nove mesi del 2001 (+18,1%). L'utile netto al 30 settembre 2002, considerando le altre componenti del conto economico, è quindi risultato pari a 99,6 milioni di euro rispetto ai 92,8 milioni di euro dello stesso periodo del 2001 (+7,4%). Rispetto al secondo trimestre del corrente anno, l'utile netto è aumentato del 16,7%. Al 30 settembre 2002, la raccolta complessiva è risultata pari a 62.226 milioni di euro, con una crescita annua del 9,7%. Segnatamente, la raccolta diretta è stata di euro 34.718 milioni (+16,6%), la raccolta indiretta si è attestata a euro 27.508 milioni, con una crescita su base annua del 2,1% (nell'ordine +6,9% e -2,4% rispetto al 31 dicembre 2001). Gli impieghi alla clientela sono ammontati a 35.544 milioni di euro, con un incremento annuo del 12,1% e del 5,4% rispetto al 31 dicembre 2001 anche a seguito delle campagne di commercializzazione dei mutui casa attuate dalla Capogruppo. I crediti netti in sofferenza sono passati da 599 milioni di euro del 30 settembre 2001 a 747 milioni del 30 settembre scorso (+24,8%); il rapporto sofferenze/impieghi si è adeguato al 2,10% (2,04% al 30 giugno 2002). Al 30 settembre 2002, il grado di copertura dei crediti in bonis è risultato dello 0,19%, quello delle posizioni incagliate del 19,9% e quello relativo alle sofferenze del 50,5%. Al 30 settembre 2002 il patrimonio netto consolidato - comprensivo del "fondo per rischi bancari generali" e al netto dell'utile - è risultato pari a 2.708 milioni di euro (+0,6% rispetto al 30 giugno 2002). Il Consiglio di Amministrazione ha preso atto delle attese per il quarto trimestre 2002, che presenta positivi elementi evolutivi in termini di margine di interesse e di gettito commissionale, cui si andranno ad aggiungere alcuni introiti caratteristici dell'ultima parte dell'esercizio, ivi compresi quelli derivanti dalla preventivata cartolarizzazione di mutui della Capogruppo nonché il positivo riflesso della costante politica di contenimento dei costi. Alla luce di quanto precede, il risultato consolidato 2002 potrà essere sostanzialmente in linea con il risultato 2001. 

BANCA ANTONVENETA: IL C.D.A. APPROVA LE LINEE GUIDA DEL PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE 
Padova, 18 novembre 2002 - Il 13 novembre il Consiglio di Amministrazione di Banca Antonveneta ha deliberato le linee guida di un progetto di riorganizzazione, volto alla creazione di valore attraverso il potenziamento delle strutture esistenti, da realizzare tramite la segmentazione e la focalizzazione sui prodotti e sulla clientela, nel quadro di una conduzione unitaria del Gruppo.Il progetto, che verrà messo a punto nei prossimi mesi, prevede nelle sue linee generali i seguenti passi: La Banca Antonveneta diverrà una holding capogruppo bancaria, quale unica società quotata, al cui interno si svolgeranno le attività centrali di indirizzo e di controllo delle tre unità di business del Gruppo; l'attività retail verrà svolta da una banca, posseduta al 100%, di nuova costituzione, derivante dallo scorporo delle attività dell'attuale Banca Antonveneta, che si avvarrà della rete di sportelli di quest'ultima; l'attività di corporate, investment e merchant banking verrà svolta da Interbanca S.p.A. posseduta al 100%, a seguito dell'acquisto mediante offerta pubblica di acquisto delle azioni attualmente in circolazione sul mercato; l'attività di "wealth management", inclusa la commercializzazione di prodotti assicurativi, sarà svolta da AAA Bank S.p.A:, posseduta al 100% dalla holding Banca Antonveneta mediante acquisto del 50% attualmente detenuto da Abn Amro Bank N.V. In tale quadro, il Consiglio di Amministrazione della Banca Antonveneta S.p.A. (di seguito anche "Offerente" o "Banca" ) ha deliberato di procedere ad un'offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria, ai sensi dell'art.102 del Testo Unico della Finanza sulle azioni della controllata Interbanca S.p.A. (di seguito anche "Emittente" ) al prezzo unitario di Euro 20,50 per ciascuna azione ordinaria della medesima. L'Offerta è finalizzata all'acquisto dell'intero capitale sociale dell'Emittente ed alla revoca delle azioni di Interbanca S.p.A. dalla quotazione di borsa, in conseguenza della partecipazione totalitaria in capo all'Offerente. Elementi essenziali dell'Offerta - La Banca promuoverà un'offerta pubblica di acquisto volontaria ("Offerta") ai sensi dell'art. 102 del T.U.F., avente ad oggetto la totalità del capitale sociale di Interbanca S.p.A., dedotta la quota di controllo già detenuta dalla Banca (51,97 % posseduta a titolo di partecipazione, oltre al 13,12 % a servizio di strumenti finanziari convertibili in azioni di Interbanca S.p.A. ). Le azioni dell'Emittente sono quotate sul Mercato Telematico della Borsa Italiana. Il corrispettivo offerto per ciascuna azione ordinaria è pari a Euro 20,50. La Banca intende inoltre estendere l'Offerta anche ad altre categorie di titoli che attribuiscono diritto di acquisto o sottoscrizione di azioni Interbanca S.p.A e segnatamente ai seguenti strumenti finanziari, per i quali l'Offerente si riserva di comunicare tempestivamente il corrispettivo di offerta: il "Prestito Obbligazionario Interbanca S.p.A. 2,50% 2001-2011 subordinato ibrido convertibile in azioni ordinarie proprie - cod. Isin IT 0003072086" quotato; Il "Prestito Obbligazionario Banca Antoniana Popolare Veneta S.c.a.p.a r.l. 3,75% 2000 - 2005 convertibile in azioni ordinarie Interbanca S.p.A. - codice Isin It 1476156"non quotato. L'Offerente intende altresì estendere l'Offerta, prendendo a riferimento il corrispettivo determinato per le azioni e secondo le specifiche caratteristiche dello strumento, ai "Warrants su azioni Interbanca S.p.A." che verranno assegnati gratuitamente, secondo quanto previsto dal relativo regolamento, a quei soci della Banca Antonveneta che non avranno venduto o trasferito e avranno mantenuto ininterrottamente in proprietà azioni della Banca Antonveneta S.p.A. dal 15 aprile 2002 (data di inizio delle negoziazioni di detti titoli sull'Mta) nei successivi 365 giorni da tale data. La Banca riconoscerà a ciascun aderente all'Offerta, interamente in contanti, Euro 20,50 (venti, cinquanta euro) per ciascuna Azione dell'Emittente. Il corrispettivo offerto comprende un premio pari a circa il 24,8 % rispetto alla media aritmetica dei prezzi di riferimento delle azioni ordinarie, ponderati sui volumi trattati sul Mta nell'ultimo mese, del 25,9 % su quella a tre mesi, del 24,8 % su quella a sei mesi e del 25,8 % su quella a dodici mesi (fonte Bloomberg). Il corrispettivo offerto agli aderenti tiene anche conto della perdita del dividendo atteso, relativo all'esercizio in corso. Il finanziamento dell'operazione sarà effettuato mediante ricorso a mezzi propri. La durata dell'Offerta sarà stabilita in conformità alla disciplina di legge e di regolamento vigente, nei tempi tecnici da essa consentiti, ottenute le prescritte autorizzazioni di Banca d'Italia, relativamente al piano di riorganizzazione del gruppo bancario e del nulla osta della Consob. Il calendario dell'Offerta sarà concordato con Borsa Italiana S.p.A. e si prevede che il deposito del documento di offerta, ai sensi dell'art. 37 della delibera Consob n° 11971/99, possa avvenire prevedibilmente entro la metà del prossimo mese di dicembre c.a. L'Offerta sarà promossa esclusivamente sul mercato italiano e sarà rivolta indistintamente, a parità di condizioni, a tutti gli azionisti, ma non è stata e non sarà diffusa negli Stati Uniti d'America né in altri Paesi in cui la diffusione non sia consentita in assenza di autorizzazione da parte delle competenti autorità. La Banca agirà in qualità di intermediario autorizzato per la raccolta delle adesioni. 

ANTONVENETA: PREZZI RITIRO PRESTITI OBBLIGAZIONARI 
Padova, 18 novembre 2002 - Con riferimento a quanto sopra la Banca Antonveneta, in relazione alla deliberazione del Consiglio di Amministrazione inerente il progetto di riorganizzazione del Gruppo e, in tale ambito, al lancio di una Offerta Pubblica di Acquisto volontaria finalizzata all'acquisto dell'intero capitale della controllata Interbanca S.p.A., precisa ora il corrispettivo di Offerta per i seguenti strumenti finanziari, che attribuiscono diritto di conversione in azioni della Interbanca S.p.A.: "Prestito Obbligazionario Interbanca S.p.A. 2,50% 2001-2011 subordinato ibrido convertibile in azioni ordinarie proprie - codice Isin IT 0003072086" quotato: il corrispettivo offerto su base percentuale risulta essere pari a 130 (corrispondente a Euro 19,50 per obbligazione); "Prestito Obbligazionario Banca Antoniana Popolare Veneta S.c..p.a. a r.l. 3,75% 2000 - 2005 convertibile in azioni ordinarie Interbanca S.p.A. - codice Isin IT 0001476156"- non quotato: il corrispettivo offerto su base percentuale risulta essere pari a 118,20 (corrispondente a Euro 4.875,75 per obbligazione). Detti corrispettivi sono stati determinati avendo riguardo alla esiguità dei volumi di negoziazione, nonché alle specifiche caratteristiche finanziarie e regolamentari dei suddetti strumenti (tra cui anche il diverso periodo di godimento - rispetto a quello delle Azioni oggetto dell'Offerta - delle azioni di compendio derivanti dall'eventuale esercizio della facoltà di conversione). 

GRUPPO BPVN: UTILE NETTO CONSOLIDATO DI € 363 MILIONI AL 30/9/2002 PER IL GRUPPO BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA 
Verona, 18 novembre 2002 - L'attività realizzata dal Gruppo Bpvn al 30/9/2002 ha fatto registrare risultati apprezzabili nell'attuale quadro caratterizzato da un clima di incertezza e da una congiuntura economica in fase di sensibile rallentamento. Gli elementi patrimoniali ed economici si confrontano con quelli consolidati pro-forma relativi al 30/9/2001 predisposti sulla base dei corrispondenti dati del Gruppo Banca Popolare di Verona e del Gruppo Banca Popolare di Novara. Il margine di interesse è cresciuto del 5,5%, passando dai 907,2 milioni di euro del 30/9/2001 ai 956,7 milioni di euro di fine settembre 2002 e tale risultato conferma una sostanziale tenuta degli spread. Le commissioni nette da servizi e gli altri proventi netti di gestione hanno raggiunto l'importo di 623,6 milioni di euro con un incremento del 4,2 % rispetto ai 598,2 milioni di euro risultanti al 30 settembre 2001. Il margine di intermediazione complessivo è quindi salito a 1.632,9 milioni di euro rispetto ai 1.554,5 milioni di euro dell'analogo periodo del 2001, con una crescita del 5%. I costi operativi del Gruppo sono passati dai 963,8 milioni di euro del 30/9/2001 ai 1.024,3 milioni di euro con un aumento del 6,3 %, per la maggior parte riconducibile a costi di natura non ricorrente relativi all'operazione di fusione ed al successivo processo di integrazione. Il risultato della gestione ha quindi raggiunto il livello di 608,6 milioni di euro con un incremento del 3 % rispetto ai 590,7 milioni di euro al 30/9/2001. Dopo gli ammortamenti su gli avviamenti, accantonamenti per rischi ed oneri, rettifiche nette di valore su crediti e accantonamenti per garanzie ed impegni per complessivi 165,9 milioni di euro (in crescita rispetto ai 154,3 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2001) l'utile delle attività ordinarie è risultato pari a 442,7 milioni di euro in aumento dell'1,4% rispetto ai 436,4 milioni di euro del corrispondente periodo del 2001. L'apporto di proventi straordinari netti per 180,3 milioni di euro, rivenienti per la maggior parte dalla cessione della controllata Impresol S.p.A., ha portato l'utile lordo ad una consistenza di 623,0 milioni di euro, con un incremento del 38,8%. L'utile netto di periodo, dedotte le imposte sul reddito e la quota di pertinenza di terzi, è risultato pari a 362,9 milioni di euro rispetto ai 224,4 milioni di euro dell'analogo periodo del 2001, con un incremento del 61,7%. Escludendo l'effetto della cessione della controllata Impresol l'utile netto sarebbe risultato pari a 228,6 milioni di euro ed avrebbe evidenziato un incremento del 2,2%. La raccolta diretta alla fine del terzo trimestre dell'esercizio ha raggiunto la consistenza di 34.339 milioni di euro, sostanzialmente invariata rispetto ai 34.340 milioni di euro di fine settembre 2001. Al netto delle operazioni "pronti contro termine" l'aggregato risulta peraltro in crescita del 5,3%. Quella indiretta è passata dai 47.762 milioni di euro del 30/9/2001 ai 51.220 milioni di euro di fine settembre scorso con un incremento del 7,2% nonostante il negativo andamento dei mercati finanziari. Gli impieghi lordi consolidati sono diminuiti del 5,4 % raggiungendo la consistenza di 31.162 milioni di euro rispetto ai 32.941 milioni di euro a fine settembre 2001. Tale decremento risulta principalmente dovuto alle operazioni di cartolarizzazione di mutui e contratti di leasing in bonis perfezionate dalle società del Gruppo dopo il 30/9/2001. Escludendo l'effetto delle citate cartolarizzazioni il rapporto sofferenze nette/impieghi netti ammonterebbe al 3,18%, invariato rispetto al 30/9/2001. Il patrimonio netto consolidato, nello stesso raffronto, si è incrementato del 15,1% raggiungendo il livello di 3.224 milioni di euro, rispetto ai 2.802 milioni di euro risultanti al 30/9/2001. Il numero medio dei collaboratori del Gruppo a fine settembre 2002 è risultato di 13.041 unità contro le 13.557 del corrispondente periodo del 2001, con una diminuzione del 3,8% e il numero degli sportelli nel confronto dello stesso periodo è passato da 1.126 a 1.146. Sulla scorta dei dati disponibili alla data odierna il numero dei Soci del Banco Popolare di Verona e Novara ammonta a n. 112.657. Il processo di fusione, sia sotto il profilo organizzativo che quello strutturale, si sta svolgendo secondo le modalità e i tempi realizzativi previsti dal progetto industriale. In questo quadro sono state deliberate nuove linee programmatiche in materia di razionalizzazione della rete territoriale del Gruppo. Con riferimento ai principi ispiratori del Piano Industriale del Gruppo, volti a valorizzare i marchi e il radicamento delle diverse componenti bancarie, si è stabilito di definire un piano di riassetto delle reti commerciali avente l'obiettivo di intensificare la presenza a maglia fitta nei territori storici delle tre banche, Banco Popolare di Verona e Novara, Banca Popolare di Novara S.p.A. e Credito Bergamasco, consentendo l'aumento dell'efficacia commerciale e risparmi di costi e di spese in termini di governo delle rispettive reti. In particolare il progetto di polarizzazione prevede che a regime, la Banca Popolare di Novara S.p.A concentri le proprie attività nei suoi tradizionali territori di riferimento del Nord Ovest e nel Centro-Sud d'Italia, il Credito Bergamasco assuma una più marcata fisionomia di crescita nelle provincie lombarde e il Banco Popolare di Verona e Novara aggiunga alla propria struttura attuale filiali a Venezia, Emilia Romagna e in Toscana. 

FIDEURAM:APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE UTILE NETTO CONSOLIDATO 39,7 MILIONI DI EURO NEL TERZO TRIMESTRE E 143,1 MILIONI NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2002 
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Fideuram (Gruppo Sanpaolo Imi) ha approvato L' 8 novembrela relazione sui dati economico-patrimoniali consolidati relativi al terzo trimestre 2002, che evidenziano la capacità aziendale di assorbire l'impatto del terzo anno consecutivo di bear market. L'utile netto consolidato del terzo trimestre è stato di 39,7 milioni di euro (51,7 milioni nello stesso periodo del 2001). Il risultato dei primi nove mesi 2002 è stato dunque di 143,1 milioni di euro (170,3 milioni nei primi nove mesi del 2001). Tale andamento è sostanzialmente spiegato dal minor volume di commissioni, dovuto alla riduzione delle masse gestite - per esclusivo effetto della performance di mercato - ed alla loro ricomposizione verso forme più liquide . L'utile netto consolidato del periodo "pro-forma" 1.10.2001-30.9.2002 è stato di 198,7 milioni di euro e si confronta con i seguenti risultati dei periodi annuali precedenti: 233,0 milioni di euro nel periodo "pro-forma" 1.10.2000-30.9.2001; 225,9 milioni di euro nell'esercizio 2001; 219,5 milioni di euro nel periodo "pro-forma" 1.4.2001-31.3.2002. 210,7 milioni di euro nel periodo "pro-forma" 1.7.2001-30.6.2002. Per quanto attiene l'aspetto operativo, senza tenere conto dei risultati di Banca Sanpaolo Invest (acquisita l'8 ottobre scorso) che verranno consolidati a partire dall'ultimo trimestre dell'esercizio, la raccolta netta dei primi nove mesi 2002 è stata di 2,3 miliardi di euro (di cui 1 miliardo nel primo trimestre, 1,1 miliardi nel secondo e 0,2 miliardi nel trimestre in esame), in aumento del 5% rispetto ai 2,2 miliardi dell'analogo periodo 2001. A tale risultato ha contribuito principalmente il comparto assicurativo, che è passato da 0,6 a 1,9 miliardi di euro di raccolta, compensando in misura rilevante i riscatti netti degli altri comparti del risparmio gestito. In linea con l'andamento degli ultimi trimestri, la raccolta si è concentrata anche nell'area del risparmio non gestito (titoli e conti correnti), che ha raggiunto 2,9 miliardi di euro (2,5 miliardi nei nove mesi 2001). Al 30.9.2002 le masse amministrate si sono attestate a 45,8 miliardi di euro, in aumento dell'1% rispetto al 30.9.2001 (45,3 miliardi) e in diminuzione, invece, del 5% rispetto al 30.6.2002 (48 miliardi) e del 6% rispetto al 31.12.2001 (48,7 miliardi). L'evoluzione degli assets under management nel periodo da gennaio a settembre è la risultante del saldo tra la raccolta netta, (positiva in tutti i mesi e pari complessivamente a 2,3 miliardi di euro) e l'effetto performance, pari a -5,2 miliardi e costantemente negativo nel periodo a parte i mesi di marzo e agosto. Il risparmio gestito - costituito da fondi comuni, gestioni patrimoniali, assicurazioni vita e fondi pensione - è ammontato a complessivi 33 miliardi di euro, corrispondenti al 72% delle masse amministrate. Al suo interno spicca l'aumento del 33% delle assicurazioni vita, che sono passate dai 6,1 miliardi dieuro del 30.9.2001 agli 8,1 miliardi del 30.9.2002. L'incertezza della congiuntura finanziaria internazionale è alla base del fenomeno della temporanea ricomposizione del risparmio, che ha visto la componente non gestita crescere nei confronti di quella gestita, come dimostra l'incremento da 9,8 a 12,8 miliardi di euro avvenuto durante gli ultimi dodici mesi nei titoli e conti correnti. A fine settembre la Rete contava su 3.542 private banker, cui vanno aggiunti 99 produttori assicurativi, per un totale di 3.641 professionisti (erano complessivamente 3.794 al 30.9.2001 e 3.675 al 30.6.2002). Di seguito vengono confrontati i risultati del conto economico consolidato dei primi nove mesi del 2002 con quelli del corrispondente periodo 2001, mettendo in evidenza per le principali componenti l'apporto del gruppo Fideuram Wargny. Quest'ultimo è stato complessivamente negativo per 17,6 milioni di euro a seguito della contrazione dei ricavi della tradizionale attività di intermediazione titoli, peraltro in linea con il trend di settore su scala globale. Il margine d'interesse, pari a 33,7 milioni di euro (di cui 5,5 milioni attribuibili a Fideuram Wargny), è diminuito di 27,1 milioni. Su di esso ha inciso l'impatto negativo di 13,6 milioni di euro per la valutazione ai prezzi di mercato del 30 settembre (3,8 euro) di un'operazione di equity swap effettuata sul titolo Banca Fideuram a fine dicembre 2001 con uno strike price di 7,7 euro (pari alla media dei prezzi del quarto trimestre 2001). L'operazione è finalizzata alla copertura dei bonus 2002 della Rete e del management (parzialmente indicizzati all'andamento del titolo Banca Fideuram) e attualmente stimati di importo inferiore a quello previsto in origine. Le commissioni nette, pari a 339,5 milioni di euro, sono diminuite di 41,5 milioni (-11%) quale saldo fra minori commissioni attive per 106,9 milioni e minori commissioni passive ed altri compensi alla Rete per 65,4 milioni. Il concorso di Fideuram Wargny è ammontato a 14,8 milioni di euro (era stato di 24,9 milioni nei nove mesi 2001). Al loro interno, le commissioni nette di gestione sono state pari nei nove mesi a 337,7 milioni di euro, in diminuzione di 52,1 milioni. Il decremento è dovuto sia al minore livello delle masse medie di risparmio gestito, inferiori di 2,8 miliardi di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, sia al minore contenuto azionario dei fondi comuni di investimento e delle gestioni patrimoniali Le commissioni nette di collocamento e intermediazione titoli sono state pari a 47,7 milioni di euro (erano state 73,6 milioni nel corrispondente periodo 2001). La differenza di 25,9 milioni di euro è riconducibile soprattutto alle minori commissioni di raccolta ordini ed intermediazione titoli dovute alla diminuzione dei volumi intermediati e, in misura minore, alla riduzione delle commissioni di sottoscrizione dei fondi comuni. Per quanto concerne Fideuram Wargny, le commissioni nette di collocamento sono state di 12,4 milioni di euro nei primi nove mesi del 2002 (23,3 milioni nello stesso periodo di un anno fa). Le altre commissioni nette presentano un saldo negativo di 45,9 milioni di euro, migliorato di 36,5 rispetto ai primi nove mesi del 2001, e sono prevalentemente costituite da incentivazioni alla Rete commisurate agli obiettivi di raccolta netta e raccolta di nuovi premi vita. Nei primi nove mesi del 2001 gli incentivi erano ammontati a 74,2 milioni, di cui 38,4 milioni a fronte del piano triennale 1999/2001. L'utile delle partecipazioni valutate al patrimonio netto è stato di 31,8 milioni di euro. Il saldo è superiore di 41,2 milioni di euro a quello corrispondente del 2001, essenzialmente in seguito alla crescita dell'utile netto di Fideuram Vita, passato da un importo negativo di 11,5 milioni ad uno positivo di 29,6 milioni di euro. Il risultato ante-imposte della Compagnia mette in evidenza sia il favorevole andamento della gestione ordinaria, attestato dal miglioramento della gestione commerciale e del saldo tecnico pari a 38,3 milioni di euro (19,7 milioni nei nove mesi 2001), sia le minori minusvalenze sul portafoglio titoli non immobilizzato che sono state pari a 10,9 milioni (61,7 milioni nei nove mesi 2001). Fideuram Vita, inoltre, ha conseguito nei primi nove mesi del 2002 proventi finanziari straordinari da negoziazione per 6,1 milioni di euro (erano stati 15,1 milioni nel corrispondente periodo dello scorso esercizio). Al 30.9.2002 il portafoglio titoli di Fideuram Vita, comprensivo degli investimenti con rischio esclusivamente a carico degli assicurati (pari a 3,9 miliardi di euro), ha raggiunto 7,4 miliardi di euro, di cui 2,7 miliardi di euro immobilizzati. Le spese amministrative sono state pari a 211,8 milioni di euro, in crescita di 9,8 milioni (+5%). L'incremento si ripartisce fra maggiori spese del personale (+6,1 milioni di euro) e maggiori altre spese (+3,7 milioni). Tra queste ultime, il più importante incremento di costo ha riguardato la pubblicità, ora completata, per 5,1 milioni (3,3 milioni in Italia e 1,8 milioni in Francia) mentre i principali altri costi hanno registrato una diminuzione. L'incidenza di Fideuram Wargny sui costi generali è stata pari a 30,3 milioni di euro (era stata di 27,6 milioni nei nove mesi 2001). Gli altri proventi netti, pari a 16,1 milioni di euro, sono aumentati di 0,9 milioni e sono costituiti essenzialmente dal recupero dalla clientela di imposte indirette per bolli e tasse sui contratti di borsa. Gli accantonamenti per rischi ed oneri, pari a 19,2 milioni di euro, sono aumentati di 3,5 milioni. L'accantonamento per il rischio di mancato recupero degli anticipi provvigionali corrisposti ai private banker reclutati nell'ultimo triennio è stato di 9,4 milioni di euro (11,7 milioni nei nove mesi del 2001). La gestione straordinaria ha chiuso con un saldo positivo di 6,9 milioni di euro, in aumento di 2,4 milioni, principalmente a seguito della dismissione di due partecipazioni di modesta entità. Le imposte sul reddito sono state pari a 22,2 milioni di euro, da confrontarsi con 21,5 milioni dei primi nove mesi 2001. Vengono uniti in allegato i prospetti della situazione patrimoniale al 30 settembre 2002, del conto economico dei primi nove mesi 2002 e l'evoluzione trimestrale del conto economico nel periodo 1.10.2001-30.9.2002. I dati trimestrali non sono oggetto di certificazione da parte della società di revisione. 

CAPITALIA: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PROCEDE CON IL PROGRAMMA DI DISMISSIONI DI ATTIVITÀ NON-CORE RISULTATI IN LINEA CON PIANO INDUSTRIALE RISULTATO NETTO CONSOLIDATO DEL TERZO TRIMESTRE NEGATIVO PER € 109 MILIONI, IN MIGLIORAMENTO RISPETTO ALLA PERDITA DI € 172 MILIONI DEL TERZO TRIMESTRE 2001 
Roma, 18 novembre 2002. - Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Bancario Capitalia, si è riunito il 13 novembre sotto la Presidenza di Cesare Geronzi e ha approvato la relazione trimestrale al 30 settembre 2002. Il Consiglio ha anche esaminato lo stato di avanzamento del Piano Industriale, confermando la positiva evoluzione delle trattative in corso per la dismissione di attività e di asset non-core. In particolare, il Consiglio ha preso atto che sono pervenute le prime offerte per Entrium e che entro novembre si concluderà la relativa fase di data room. Per quanto riguarda la cessione degli sportelli, entro fine mese è prevista la formalizzazione delle offerte vincolanti. Sempre nell'ambito dell'attuazione del Piano Industriale è stata istituita una funzione centrale per tutti gli acquisti con l'obiettivo di implementare la politica di riduzione di costi in tutte le società del Gruppo.La relazione trimestrale consolidata al 30 settembre 2002 evidenzia che l'andamento del Gruppo nel suo insieme è in linea con gli obiettivi fissati per fine 2002 nel Piano Industriale illustrato alla Comunità Finanziaria lo scorso 2 ottobre. Il confronto dei dati economici del terzo trimestre e dei primi nove mesi con gli analoghi periodi dell'anno precedente è stato effettuato ricostruendo in modo aggregato i dati relativi ai due omologhi periodi del 2001. Per quanto riguarda i dati patrimoniali, il confronto con il 30 giugno 2002 e con il 31 dicembre 2001 è effettuato con i relativi dati pro-forma, mentre il confronto con i dati al 30 settembre 2001 è effettuato con dati aggregati. Nel terzo trimestre 2002 il margine di interesse ammonta a € 680 milioni, in crescita del 6,1% rispetto ai 641 milioni del corrispondente trimestre dell'anno precedente. La crescita è dovuta principalmente alla generale riduzione dei tassi di interesse sul margine dell'interbancario del Gruppo. Tale effetto è anche riconducibile alla politica di forte riduzione degli attivi ponderati per rischio (Risk Weighted Assets) effettuata nel corso del 2002 e comunicata al mercato nell'ambito del Piano Industriale e che ha consentito, eliminando attività non profittevoli, di diminuire di circa un terzo il ricorso al mercato interbancario. Le commissioni nette (€ 307 milioni) registrano un andamento negativo (-15,2% rispetto al terzo trimestre 2001) in linea con il primo semestre, imputabile principalmente alla riduzione delle commissioni da gestioni patrimoniali. Si riducono significativamente le perdite da operazioni finanziarie (-23 milioni, contro una perdita di 109 milioni nel terzo trimestre 2001). I dati contabilizzati al 30 settembre 2002 includono nel perimetro di consolidamento € 158 milioni di dividendi, relativi al 2001 e incassati nel 2002, da alcune società partecipate del Gruppo Fineco consolidate per la prima volta nel Gruppo Bancario Capitalia e sono quindi da considerarsi proventi non ripetibili. Anche per effetto di tali incassi, il margine di intermediazione nel terzo trimestre cresce del 19,9% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, raggiungendo € 1.256 milioni. I costi operativi ammontano a € 987 milioni per il terzo trimestre 2002, in crescita del 9,2%. Mentre le spese del personale rimangono stabili (+1,0%), si registra un aumento del 12,8% delle spese amministrative dovuto anche agli oneri connessi alla creazione del nuovo gruppo. Le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali ammontano a € 151 milioni, con un incremento di 35,7 milioni rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente, da attribuire al processo di integrazione di FinecoGroup nel nuovo Gruppo Bancario Capitalia. Il risultato lordo di gestione risulta pari a € 269 milioni, in crescita dell'88%.. Il totale delle rettifiche nette di valore su crediti e immobilizzazioni finanziarie e gli accantonamenti per rischi, pari a € 316 milioni, sono in diminuzione del 14,7% rispetto al terzo trimestre 2001. La perdita lorda nel terzo trimestre 2002 si riduce a € 44 milioni, rispetto alla perdita di € 220 milioni registrata nel terzo trimestre 2001. Dopo le imposte sul reddito, il risultato netto del terzo trimestre è negativo per € 109 milioni, con un significativo miglioramento rispetto al dato aggregato dello stesso periodo dell'anno precedente (-172 milioni). Risultati dei primi nove mesi 2002 - Il margine di interesse cresce dell'8,8% e si attesta a € 2.085 milioni. L'aumento del margine di interesse va inquadrato nello scenario di diminuzione sia di attività fruttifere (impieghi e titoli per 12,6 miliardi) sia di passività onerose (raccolta e posizione interbancaria per 13,6 miliardi), in presenza di una struttura finanziaria che ha beneficiato della discesa dei tassi. Il margine di intermediazione evidenzia una sostanziale tenuta (-2%) attestandosi a € 3.539 milioni. In questo ambito, le commissioni nette, i profitti/perdite da operazioni finanziarie e gli altri proventi netti (pari a 1.187 milioni) registrano una flessione del 26,7% dovuta principalmente all'andamento particolarmente negativo dei mercati e al processo di ristrutturazione dei portafogli titoli che ha realizzato l'obiettivo di una riduzione del rischio misurato dal VAR (Value at Risk). La flessione della componente "commissioni e operazioni finanziarie" è parzialmente compensata dai dividendi, che ammontano a 267 milioni, di cui 158 milioni relativi all'esercizio 2001 e incassati nel 2002 dalle società del Gruppo Fineco. I costi operativi ammontano a € 2.767 milioni (+ 4,3%); i costi del personale si mantengono stabili (+0,2%), mentre le altre spese amministrative evidenziano una crescita del 6,7%, dovuta ai costi sostenuti per le importanti operazioni societarie che hanno portato alla nascita del nuovo Gruppo Bancario Capitalia. Il risultato lordo della gestione ordinaria ammonta quindi a € 773 milioni, con una flessione del 19,6%. Le rettifiche nette di valore su crediti (€ 748 milioni) permangono in linea con il dato medio del primo semestre e sono in aumento rispetto al 2001, principalmente a causa della negativa congiuntura economica. Le rettifiche su immobilizzazioni finanziarie e gli accantonamenti per rischi e oneri risentono del risultato del primo semestre che comprendeva, fra l'altro, l'accantonamento prudenziale di circa €50 milioni effettuato dal Banco di Sicilia in relazione ad una sentenza del Tar a fronte della rinegoziazione di mutui assistiti da contributi statali e regionali. La perdita ordinaria ammonta a € 297 milioni. Considerando l'utile straordinario di 151 milioni, si ottiene una perdita lorda di 146 milioni contro un utile lordo di 220 milioni al 30 settembre 2001. Tale perdita non contabilizza gli effetti dei proventi straordinari previsti nel Piano Industriale approvato lo scorso 1° ottobre e, in particolare, la plusvalenza di oltre 100 milioni derivante dalla cessione del 20% di Mcc. Dopo tasse per 187 milioni, l'utilizzo del fondo rischi bancari generali per 49 milioni e un risultato di pertinenza di terzi di 34 milioni, il risultato netto consolidato per i primi nove mesi di 2002 è negativo per 249 milioni. I dati patrimoniali al 30 settembre 2002 del Gruppo Capitalia e le variazioni intervenute rispetto sia al giugno precedente sia a fine 2001 rispecchiano, in coerenza con gli obiettivi strategici annunciati, la politica del Gruppo di: diminuire gradualmente il ricorso alla provvista interbancaria a fronte di uno smobilizzo di assets nell'ambito di un'ottimizzazione della capital allocation; ridurre il VaR (value at risk); migliorare i coefficienti patrimoniali. In questo quadro, i debiti netti verso banche, che ammontano a € 16.187 milioni, risultano in forte diminuzione (-31,6%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Anche il portafoglio titoli, pari a €19.955 milioni, segnala una significativa diminuzione (-8.321 milioni) nel confronto con il dato al 30 settembre 2001. La raccolta da clientela incluse le passività subordinate, pari a € 84.618 milioni, diminuisce rispetto al 30 settembre 2001 di € 6.111 milioni. La componente rappresentata da titoli, pari a € 29.360 milioni, si riduce di 3.425 milioni. Gli impieghi con clientela, che diminuiscono di € 4.310 milioni rispetto al dato del 30 settembre 2001, ammontano a 82.923 milioni. I crediti in sofferenza ammontano a 5.024 milioni (6,1% del totale dei crediti a clienti), sostanzialmente invariati sia rispetto ai dati del 30 settembre 2001 sia a quelli del 30 giugno 2002. Per quanto riguarda la prevedibile evoluzione della gestione nell'ultima parte dell'esercizio, si ritiene che gli obiettivi formulati in sede di Piano Industriale, approvato lo scorso 1° ottobre, siano raggiungibili anche grazie al contributo che ci si attende dalle iniziative pianificate (cessione di attività non strategiche, razionalizzazione della rete di sportelli, ottimizzazione del portafoglio partecipativo), già avviate e in corso di attuazione. I risultati trimestrali saranno illustrati dal Direttore Generale, Matteo Arpe, durante una conference call con analisti e investitori che si terrà lunedì 18 novembre. 

BANCA MEDIOCREDITO APPROVA I RISULTATI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2002 CREDITO ALL'INDUSTRIA +33,4% UTILE ORDINARIO +59,6% UTILE NETTO +35% 
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Mediocredito (Gruppo Unicredito Italiano) ha approvato il 12 novembre la relazione trimestrale e la situazione dei conti al 30 settembre 2002. Dopo i primi nove mesi dell'anno le consistenze degli impieghi lordi della banca ammontano a 6.083 milioni di euro, facendo registrare un incremento del 4,54% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio 2001. Prosegue la focalizzazione della Banca sul proprio core-businness, come si può rilevare dalla forte crescita degli impieghi nella componente industriale (+33,4%). Le erogazioni complessive sono incrementate nel periodo di oltre il 17%, superando i 1.327 milioni di euro. Relativamente alla tradizionale attività di finanziamento alle imprese, l'operatività è cresciuta nei primi nove mesi dell'anno del 21,5%, pari ad un volume di oltre 745 milioni di euro. L'attento presidio del rischio creditizio ed una efficace opera di recupero crediti hanno permesso di registrare una riduzione del 6,74% dei crediti in sofferenza, proseguendo il trend decrescente già rilevato nel precedente esercizio. Il margine di interesse al 30 settembre 2002 ammonta a 56,9 milioni di euro, il margine di intermediazione risulta pari a 61,8 milioni di euro. Le commissioni attive evidenziano una crescita del 17,8%, soprattutto grazie alle nuove operatività avviate nel Project e nell'Acquisition finance. L'utile ordinario si attesta a 9,5 milioni di euro, in progresso del 59,6%. L'utile prima delle imposte è pari a 20,8 milioni di euro (+29%), l'utile al netto delle imposte ammonta a 12,1 milioni di euro, facendo registrare una crescita del 35%. Il patrimonio netto del periodo è pari a 352,18 milioni di euro. 

GRUPPO BANCA POPOLARE DI BERGAMO-CV: RISULTATI TRIMESTRALI L'UTILE NETTO DEL 3° TRIMESTRE 2002 PARI A EURO 29,0 MILIONI (+3,3% RISPETTO AL 3° TRIMESTRE 2001) 
Bergamo, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bergamo-CV ha esaminato il 12 novembre la Relazione trimestrale al 30/9/2002 del Gruppo, le cui risultanze economiche sono maturate in uno scenario caratterizzato dallo sfavorevole andamento dei mercati finanziari, ulteriormente penalizzati nel corso del terzo trimestre del corrente anno da nuovi ribassi delle quotazioni azionarie e da una debole fase congiunturale che denuncia un'accentuata difficoltà nel riprendere un percorso di crescita. I principali risultati economici trimestrali sono riassunti in milioni di euro : Margine di interesse 235,9; Margine di intermediazione 343,6; Spese amministrative 200,2; Risultato lordo di gestione 143,4; Utile delle attivita' ordinarie 98,9; Utile ante effetto modifiche D.I.T. 34,0;Effetto modifiche D.I.T. -5,0; Utile di periodo 29,0 I risultati dei primi nove mesi del Gruppo Gli andamenti della raccolta e degli impieghi riflettono l'obiettivo di una qualificazione di tali aggregati in funzione del miglioramento del rapporto rischio/rendimento. Il calo delle quotazioni azionarie si è invece riflesso negativamente sulla valorizzazione delle masse di risparmio gestito e della raccolta indiretta da Clientela. In controtendenza risulta l'ammontare del risparmio assicurativo sostenuto, in particolare, dalla forte domanda di prodotti Unit Linked a capitale protetto. Dati in milioni di Euro: Raccolta diretta da Clientela 32.589,0; Impieghi a Clientela 29.498,2; Sofferenze nette c/capitale su impieghi a Clientela 2,02%; Raccolta indiretta da Clientela 22.508,4; Risparmio gestito 11.197,6; - di cui risparmio assicurativo 1.120,0; Le risultanze economiche dei primi nove mesi evidenziano: una buona tenuta del margine di interesse (+0,95%) in virtù dell'apprezzabile dinamica dei volumi intermediati che ha compensato la pur marginale flessione dei differenziali sui tassi; un lieve miglioramento del margine di intermediazione (+0,93%) grazie al positivo andamento delle commissioni da servizi e proventi vari (anche di quelli provenienti dalla controllata Centrobanca) che hanno più che compensato il calo delle commissioni rivenienti dal comparto dell'intermediazione mobiliare; un aumento delle spese amministrative del 7,42% come conseguenza dei rilevanti interventi di razionalizzazione e di revisione dei processi operativi realizzati nel corrente anno (in particolare la migrazione del sistema informativo della Banca Popolare di Ancona, l'attivazione del Nuovo Assetto Organizzativo presso la Capogruppo e la realizzazione della joint venture con Prudential Financial nel settore asset management) che hanno comportato maggiori oneri, di natura contingente e quindi irripetibili, con benefici che potranno essere registrati solo a partire dal 2003; peraltro a parità di area di consolidamento l'aumento delle spese amministrative su base annua si riduce al 4,72%; la buona qualità del credito espressa dal saldo rettifiche/riprese su crediti effettuate sempre secondo i consueti canoni di prudenza; maggiori componenti straordinarie negative, passate da un saldo negativo di 2,1 milioni di euro al 30/9/2001 ad un saldo negativo di 20,6 milioni di euro al 30/9/2002, così come si evince dall'allegato conto economico riclassificato; un effetto fiscale più elevato per l'incidenza delle modifiche alla D.I.T. (dual income tax), pari a euro 5 milioni, che è stata ricompresa nel calcolo delle imposte di periodo, sulla base del D.L. n. 209 del 24/9/2002 così come pubblicato sulla G.U. n. 225 del 25/9/2002; un utile netto di periodo in flessione del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2001; per contro, rispetto al solo terzo trimestre del 2001, maturato in un contesto economicofinanziario più omogeneo a quello appena chiuso, l'utile netto del terzo trimestre 2002 registra un miglioramento del 3,3%; indicatori di redditività e di efficienza che si mantengono comunque su livelli migliori rispetto alla media di sistema. 

A ROMA L'ASSEMBLEA ANNUALE DI FEDERCASSE LOCALISMO, COOPERAZIONE, MICROCREDITO PUNTI DI FORZA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO 
Roma, 18 novembre 2002 - Si svolgerà a Roma venerdì 22 novembre a partire dalle ore 10.00, presso il Parco della Musica (nuovo Auditorium di Roma) (Viale De Coubertin, 30) l'Assemblea annuale di Federcasse (l'associazione di rappresentanza e tutela delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali presenti in Italia). L' Assemblea, cui partecipano i rappresentanti delle 470 Banche di Credito Cooperativo e Casse rurali italiane, sarà aperta dalla relazione del Presidente Alessandro Azzi. Ha confermato la sua partecipazione all'Assemblea anche il Presidente della Camera dei Deputati, On. Pierferdinando Casini . Nel corso dell'Assemblea - alla quale sono stati invitati autorevoli esponenti del mondo bancario, economico e sociale - saranno presentati gli ultimi dati di bilancio delle Banche di Credito Cooperativo, unitamente alle principali realizzazioni di sistema definite sul terreno della solidarietà sociale, come le iniziative a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Molise ed il progetto di microfinanza campesina a sostegno del nascente sistema di Casse Rurali dell'Ecuador, con le quali le Bcc italiane hanno avviato con successo concreti programmi di cooperazione. 

TRIMESTRALE DEL GRUPPO GEMINA AL 30 SETTEMBRE 2002. - FATTURATO PARI A EURO 204 MILIONI, CON UN MARGINE OPERATIVO LORDO DEL 35,8% (32,2% AL 31/12/2001). 
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Gemina S.p.A., riunitosi il 12 novembre sotto la Presidenza di Gian Luigi Garrino, ha approvato la Relazione trimestrale del Gruppo Gemina al 30 settembre 2002. Il terzo trimestre dell'esercizio rappresenta un punto di svolta nel conto economico consolidato del Gruppo Gemina. Infatti, non soltanto il risultato ante imposte che presentava nel 1° trimestre dell'esercizio un saldo negativo di 5 milioni di Euro e nel 2° trimestre un saldo positivo di 2,5 milioni di Euro è passato a un saldo positivo di 6,2 milioni di Euro, con un progressivo positivo di 3,7 milioni di Euro, ma anche il risultato netto di competenza è passato nel trimestre ad un saldo positivo di 0,4 milioni di Euro, dimostrando l'efficacia delle azioni volte al miglioramento continuo della gestione operativa in tutte le Società del Gruppo, che sono oggi in grado di coprire interamente oneri finanziari e fiscali. I risultati consolidati del gruppo presentano il seguente andamento: il fatturato progressivo al 30 settembre risulta pari a Euro 204 milioni, con un margine operativo lordo del 35,8% (32,2% al 31/12/2001). Il margine operativo lordo del trimestre è stato di 28,3 milioni di Euro pari al 37,1% del fatturato; il risultato ante imposte relativo al 30 settembre 2002 è positivo per 3,7 milioni di Euro a fronte di una perdita consuntivata al 30 giugno 2002 di 2,5 milioni di Euro; il risultato netto di competenza è negativo per Euro 8 milioni (23 milioni di Euro è stata la perdita consuntivata nel corrispondente periodo dell'anno precedente); il risultato del solo trimestre è positivo per 0,4 milioni di Euro, in progressivo miglioramento rispetto ai trimestri precedenti; l'indebitamento finanziario netto ammonta a Euro 1.023 milioni, in linea con quello al 30 giugno 2002 (1.025 milioni di Euro). La capogruppo Gemina registra un risultato del trimestre negativo per Euro 996 mila, che porta ad un risultato netto progressivo al 30 settembre negativo per 6,8 milioni di Euro, inferiore rispetto al risultato netto positivo di 5,6 milioni di Euro del corrispondente periodo dell'anno precedente, che includeva dividendi per 11,3 milioni di Euro (i dividendi incassati al 30/9/2002 ammontano a 2,6 milioni di Euro). La posizione finanziaria evidenzia un indebitamento netto di 58,2 milioni di Euro. Il risultato consolidato previsto a fine esercizio, anche per effetto del closing dell'operazione AdR atteso entro la fine di dicembre, sarà in netto miglioramento e l'indebitamento bancario subirà una sensibile riduzione. Il risultato di esercizio di Gemina S.p.A. sarà influenzato dal completamento della procedura relativa all'incasso dei dividendi che Leonardo Holding distribuirà ad esito della cessione di Aeroporti di Roma. 

ENI: POSITIVO L'ANDAMENTO DEL TERZO TRIMESTRE 2002 UTILE OPERATIVO: 1.854 MILIONI DI EURO; +12,8% UTILE NETTO: 921 MILIONI DI EURO; +7,8% PRODUZIONE GIORNALIERA DI IDROCARBURI: 1.451 MILA BOE; +8,5% 
San Donato Milanese, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione dell'Eni ha esaminato il 13 novembre il conto economico consolidato del terzo trimestre 2002 che chiude con l'utile netto di 921 milioni di euro, con un aumento di 67 milioni di euro rispetto al corrispondente trimestre del 2001, pari al 7,8%, a seguito essenzialmente dell'incremento dell'utile operativo (+210 milioni di euro, pari al 12,8%), dovuto in particolare alla maggiore produzione venduta di idrocarburi e alla riduzione dei costi, nonché della variazione positiva del saldo proventi/oneri straordinari netti (+150 milioni di euro), i cui effetti sono stati in parte assorbiti dall'aumento delle imposte sul reddito. La produzione giornaliera di idrocarburi nel terzo trimestre è stata di 1.451 mila boe (barili di petrolio equivalente) con un incremento 114 mila boe rispetto al terzo trimestre 2001, pari all'8,5%. Il conto economico consolidato dei primi nove mesi chiude con l'utile netto di 3.182 milioni di euro, con una flessione di 1.209 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 27,5% (la flessione al 30 giugno era pari al 36,1%). Prima delle componenti non ricorrenti (149 milioni di euro) e dell'attribuzione ai terzi azionisti dell'utile di competenza di Snam Rete Gas (199 milioni di euro), l'utile netto diminuisce del 13,4% (3.530 milioni di euro contro i 4.077 dei primi nove mesi del 2001) a seguito essenzialmente della debolezza dello scenario energetico, caratterizzato dalla flessione del prezzo del barile di produzione (- 4,8% il petrolio; -15,2% il gas naturale) e dei margini di raffinazione (-72% sul Brent), i cui effetti sono stati in parte compensati dall'incremento dei volumi venduti, dal contenimento dei costi e dalla riduzione delle imposte sul reddito connessa essenzialmente alla diminuzione dell'utile prima delle imposte. Nei primi nove mesi la produzione giornaliera di idrocarburi (1.453 mila boe) ha registrato un incremento di 97 mila boe, pari al 7,2% rispetto ai primi nove mesi del 2001, nonostante i tagli produttivi decisi dall'OPEC (con un effetto sulla produzione di 30 mila boe). L'aumento è dovuto: (i) agli avvii di campi, principalmente in Algeria, Nigeria, Stati Uniti, Trinidad & Tobago, Iran e Pakistan; (ii) alla crescita produttiva registrata principalmente nel Regno Unito, in Algeria, Egitto, Norvegia, Italia, Congo, Kazakhstan e negli Stati Uniti. Questi aumenti sono stati parzialmente assorbiti dal declino di campi maturi di gas naturale in Italia. La quota di produzione estera sul totale si mantiene al 78%. Nel mese di ottobre la produzione giornaliera ha superato 1 milione 500 mila boe (1.541 mila). L'utile operativo conseguito nei primi nove mesi (6.429 milioni di euro) registra una flessione di 1.334 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 17,2% (-25,2% al 30 giugno), dovuta: - alla riduzione dell'utile operativo del settore Esplorazione e Produzione (-787 milioni di euro, pari al 17%) connessa essenzialmente alla diminuzione del prezzo del barile di produzione (-4,8% il petrolio; -15,2% il gas naturale), alle maggiori svalutazioni di asset minerari (77 milioni di euro), nonché all'apprezzamento dell'euro sul dollaro. Questi fattori negativi sono stati parzialmente compensati dalla crescita della produzione venduta di idrocarburi (+29,6 milioni di boe, pari all'8,4%) e dalle plusvalenze conseguite nella cessione di asset minerari (50 milioni di euro); - alla riduzione dell'utile operativo del settore Raffinazione e Marketing (-688 milioni di euro, pari al 73,8%) dovuta essenzialmente alla rilevante flessione del margine di raffinazione (-72% il margine sul Brent) e al minore risultato dell'attività di distribuzione in Italia a seguito degli effetti delle cessioni/chiusure di stazioni di servizio. I ricavi della gestione caratteristica (34.699 milioni di euro) sono diminuiti di 2.001 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 5,5%, a seguito essenzialmente della flessione del prezzo del barile e dei principali prodotti del downstream, i cui effetti sono stati parzialmente compensati dall'aumento della produzione venduta di idrocarburi e dal maggior volume di attività del settore Ingegneria e Servizi. Gli ammortamenti e le svalutazioni (3.812 milioni di euro) sono aumentati di 366 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 10,6%, essenzialmente nel settore Esplorazione e Produzione a seguito: dell'incremento della produzione, dell'aumento dell'attività di ricerca esplorativa e delle maggiori svalutazioni di asset minerari. I proventi straordinari netti (29 milioni di euro) registrano una diminuzione di 373 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001 dovuta alle minori plusvalenze su cessioni di asset (-772 milioni di euro), i cui effetti sono stati in parte compensati dai minori oneri di ristrutturazione, in particolare nella Petrolchimica. Le imposte sul reddito (2.646 milioni di euro) diminuiscono di 580 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001 a seguito essenzialmente della flessione di 1.587 milioni di euro dell'utile prima delle imposte, i cui effetti sono stati in parte compensati dall'adeguamento del fondo imposte differite connesso all'aumento di 10 punti percentuali (dal 30% al 40%) delle imposte sul reddito delle imprese petrolifere nel Regno Unito (215 milioni di euro). L'indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2002 ammonta a 9.272 milioni di euro, con una diminuzione di 832 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2001. Gli investimenti tecnici (5.332 milioni di euro, di cui l'88% nei settori Esplorazione e Produzione e Gas & Power) sono aumentati di 739 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 16,1%, e hanno riguardato in particolare: (i) lo sviluppo di giacimenti di idrocarburi (3.065 milioni di euro; +27,6%) in Italia, Nigeria, Kazakhstan, Iran, Libia, Angola, Venezuela e Regno Unito; (ii) la ricerca esplorativa (610 milioni di euro; +8,9%) e l'acquisto di titoli minerari (210 milioni di euro); (iii) il potenziamento della rete di distribuzione dei prodotti petroliferi in Italia e all'estero, nonché interventi in materia di sicurezza e ambiente nell'attività di raffinazione (304 milioni di euro); (iv) il mantenimento e il potenziamento della rete di trasporto primaria del gas naturale in Italia (236 milioni di euro); (v) la prosecuzione del programma di espansione della capacità di generazione di energia elettrica (220 milioni di euro); (vi) la realizzazione (174 milioni di euro) del gasdotto Greenstream che trasporterà in Sicilia il gas estratto dai giacimenti libici di Wafa e della struttura C del permesso NC-41 (Eni operatore con una quota del 50%). Gli investimenti in partecipazioni (1.170 milioni di euro) hanno riguardato in particolare l'acquisto nell'attività costruzioni e perforazioni della società francese Bouygues Offshore (869 milioni di euro al 30 settembre 2002, dedotte le disponibilità nette acquisite di 109 milioni di euro). Azioni proprie - Nel periodo 1° gennaio - 12 novembre 2002 sono state acquistate 44,9 milioni di azioni proprie per il corrispettivo complessivo di 665 milioni di euro (in media 14,80 euro per azione). Al 12 novembre 2002 l'Eni possiede 199,3 milioni di azioni proprie, pari al 4,98% del capitale sociale, per un costo di 2.733 milioni di euro (in media 13,71 euro per azione). I risultati dell'Eni riflettono la stagionalità nella domanda di gas naturale e di alcuni prodotti petroliferi a uso riscaldamento, la cui domanda è più alta nel primo trimestre dell'anno, che comprende i mesi più freddi, e più bassa nel terzo trimestre, che comprende i mesi più caldi. Conseguentemente l'utile operativo e la variazione dell'indebitamento finanziario netto dell'Eni dei primi nove mesi non possono essere estrapolati per l'intero esercizio.

PARMALAT FINANZIARIA: LA CONTROLLATA PARMALAT SOPARFI EMETTE OBBLIGAZIONI INDICIZZATE ZERO COUPON
Milano, 18 novembre 2002 - Parmalat Finanziaria S.p.A. annuncia di avere avviato il lancio di un prestito obbligazionario indicizzato zero coupon di durata ventennale. L'offerta, rivolta ad Investitori Istituzionali con esclusione dell'Italia e degli Stati Uniti, avrà un importo iniziale di circa 175 milioni di Euro più una greenshoe (opzione di sovracollocamento) di ulteriori 25 milioni di Euro. Le obbligazioni saranno emesse attraverso la controllata lussermburghese Parmalat Sopafri e saranno garantite incondizionatamente e irrevocabilmente da Parmalat S.p.A.. A partire da giugno 2003, i sottoscrittori avranno in via continuativa l'opzione di ottenere il rimborso in contanti delle obbligazioni secondo un meccanismo di indicizzazione ("Rimborso Indicizzato"). L'ammontare del Rimborso Indicizzato sarà calcolato come prodotto del valore di mercato, al momento della richiesta di rimborso, delle azioni ordinarie di Parmalat Finanziaria SpA per il valore nominale delle obbligazioni, diviso per il "Prezzo di Rimborso Indicizzato" (soggetto ad alcuni aggiustamenti in caso di operazioni sul capitale di Parmalat Finanziaria). Nel caso in cui i sottoscrittori esercitino l'opzione per il Rimborso Indicizzato, Parmalat Sopafri avrà facoltà di ripagare l'ammontare del suddetto rimborso in azioni ordinarie di Parmalat Finanziaria S.p.A.. Alternativamente, le obbligazioni saranno riscattabili ad opzione dei sottoscrittori al valore nominale delle obbligazioni, maggiorato del rendimento, a scadenza in dicembre 2004, 2006, 2008, 2010, 2012 e 2017. L'emissione consentirà al Gruppo Parmalat di rifinanziare debito esistente a nuove condizioni vantaggiose. Morgan Stanley agisce come unico Bookrunner della transazione. Le principali caratteristiche del prestito obbligazionario sono le seguenti: Emittente : Parmalat Soparfi; Garanzia: Garanzia incondizionata e irrevocabile di Parmalat S.p.A.; Valuta: Euro; Importo dell'Emissione: Circa Euro 175 milioni più una greenshoe (opzione di sovracollocazione) di Euro 25 milioni. Durata: 20 anni (con rimborso a scadenza pari al valore nominale delle obbligazioni maggiorato del rendimento a scadenza); Rendimento a Scadenza/Put: compreso tra il 2,75% e il 3,25% annuale Prezzo di Rimborso Indicizzato: Fissato ad un premio iniziale compreso tra il 16% ed il 21% del corso azionario al momento del pricing; "Rimborso Indicizzato" ad Opzione dei Sottoscrittori: A partire da giugno 2003 ogni obbligazione puó essere rimborsata tramite conversione in contanti ("Rimborso Indicizzato") pari a: (I) il valore di mercato delle azioni ordinarie di Parmalat Finanziaria SpA al momento della richiesta; moltiplicato per (II) il Valore Nominale dell' Obbligazione; diviso per (III) il "Prezzo di Rimborso Indicizzato". Opzione per il "Rimborso in Azioni": In caso di "Rimborso Indicizzato", l'emittente avrà, a propria assoluta discrezione, l'opzione di scegliere di soddisfare la conversione corrispondendo un ammontare equivalente sotto forma di azioni ordinarie di Parmalat Finanziaria S.p.A. ("Rimborso in Azioni"). Si noti che la possibilità ad assoluta discrezione dell'Emittente di corrispondere il "Rimborso in Azioni" è legata, inter alia, all'approvazione da parte dell'Assemblea Straordinaria di Parmalat Finanziaria S.p.A. dell'emissione di un numero sufficiente di nuove azioni ordinarie da utilizzare per il suddetto "Rimborso in Azioni". Ad oggi, non sussiste alcuna certezza che tale Assemblea sarà convocata o tale approvazione ottenuta. Sino a che tale assemblea straordinaria non sarà convocata e le relative approvazioni ottenute, l'emittente non sarà in grado di corrispondere il "Rimborso in Azioni" in luogo del "Rimborso Indicizzato". Rimborso Anticipato ad Opzione dei Sottoscrittori ("put"): In dicembre 2004, 2006, 2008, 2010, 2012 e 2017 ogni obbligazione puó essere rimborsata ad un valore pari al valore nominale maggiorato del rendimento alla data di esercizio dell'opzione. Rimborso Anticipato ad Opzione dell'Emittente: Dopo 5 anni, ad un valore pari al valore nominale maggiorato del rendimento a condizione che l'azione Parmalat Finanziaria S.p.A. sia quotata ad un prezzo pari ad almeno il 130% del Prezzo di Rimborso Indicizzato maggiorato del rendimento. Quotazione: Borsa di Lussemburgo. 

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