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18 NOVEMBRE 2002
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IL
PRESIDENTE CINESE APRE ULTERIORMENTE LE PORTE DEL PAESE AL SISTEMA DEL
COMMERCIO MONDIALE, IMPEGNANDOSI AD ADOTTARE QUASI INTERAMENTE GLI STANDARD
DELLA COMMISSIONE ELETTROTECNICA INTERNAZIONALE (CEI)
Ginevra
(Svizzera, 18 novembre 2002 - " Il presidente cinese Jiang Zemin ha
ribadito l'impegno del suo paese nei confronti del sistema del commercio
mondiale attraverso la sua diretta partecipazione nella Commissione
elettrotecnica internazionale (CEI), che ha definito uno strumento utile per
la Cina per promuovere la collaborazione e gli scambi commerciali su scala
internazionale, favorendo la definizione di standard internazionali per
l'elettronica e l'elettricita'. ''Questi standard giocano un ruolo chiave
nel processo di abbattimento delle barriere tecnologiche in ambito
commerciale, contribuendo a migliorare la vita delle persone'' ha commentato
il presidente cinese. Incontrando a Pechino i funzionari Cei, Jiang Zemin ha
dichiarato che le imprese cinesi dovrebbero partecipare piu' attivamente
alle attivita' della commissione. In tale occasione, il presidente cinese ha
ricordato che negli anni '60, nelle vesti di ingegnere elettrico, aveva
partecipato ai lavori della commissione Cei, serbando ottimi ricordi di quel
periodo. La Cina e' entrata a far parte della commissione Cei nel 1957 ed e'
divenuto membro del Wto (Organizzazione mondiale del commercio) nel 2001.
All'incontro ha partecipato anche il presidente del comitato nazionale
cinese della Cei, Wang Fengqing, il cancelliere di stato Wu Yi, e il
presidente dell'Amministrazione generale per la supervisione, ispezione e
quarantena, Li Changjiang. Secondo quando affermato da Wang Fengqing, ad
oggi la Cina ha gia' adottato 1 911 standard Cei, equivalenti al 45,8% ed
entro la fine del 2005 prevede di completare l'adozione dei rimanenti
standard (salvo quelli che non possono essere adottati in Cina),
trasformandoli in standard nazionali. Al pari di altre organizzazione
analoghe, quali la ISO (International Organization for Standardisation) e la
Itu (International Telecommunication Union), la Cei definisce standard
internazionali che vengono adottati su scala mondiale. La Cei collabora
attivamente con il Wto. La Cei, Commissione elettrotenica internazionale (in
inglese IEC, International Electrotechnical Commission) e' una
organizzazione mondiale che sviluppa e diffonde standard internazionali e
specifiche tecniche in campo elettrico, elettronico e per tecnologie
correlate. Il suo campo di competenza e' decisamente ampio, spaziando dalle
turbine, cavi elettrici e trasformatori fino agli elettrodomestici e ai
prodotti hi-tech, quali prodotti multimediali, pile a combustibile e fibre
ottiche. Infolink: http://ww.iec.ch
LE
PROVINCE PER L'INNOVAZIONE SOTTOSCRITTO IL "PROTOCOLLO DI INTESA PER
L'ISTITUZIONE DEL COMITATO PERMANENTE PER L'INNOVAZIONE E LE
TECNOLOGIE".
Milano, 18 novembre 2002 - Il 12 novembre 2002, a Milano, in occasione
dell'Assemblea generale delle Province, il Ministro per l'innovazione e le
tecnologie, Lucio Stanca, ed il Presidente dell'Unione delle Province
d'Italia, Lorenzo Ria, hanno sottoscritto il "Protocollo di intesa per
l'istituzione del Comitato permanente per l'innovazione e le
tecnologie". Il Protocollo ha le seguenti finalità: promuovere lo
sviluppo della Società dell'informazione e la diffusione delle nuove
tecnologie nelle province e nei loro territori; consentire alle Province di
partecipare alla definizione degli indirizzi, degli standard e dei
principali progetti promossi dal Ministro; sostenere le iniziative delle
Province in materia di e-government; promuovere la partecipazione delle
Province al VI° programma quadro, verificare l'evoluzione dei piani e dei
servizi di e-government, anche sul piano della customer satisfaction. La
sottoscrizione del protocollo è concomitante all'ultimazione dei lavori di
valutazione per la selezione dei progetti delle Regioni e degli Enti locali
del primo avviso per l'attuazione del Piano di azione per l'e-government. I
dati elaborati dall'UPI e dal Formez, in collaborazione con il Dipartimento
per l'innovazione e le tecnologie, confermano la grande partecipazione delle
Province (99 su 100), lo sforzo di coordinamento progettuale (51 province su
cento hanno avuto il ruolo di ente coordinatore), la capacità di promuovere
progetti con una forte valenza di cooperazione istituzionale (sono stati
coinvolti 1783 Comuni ai progetti delle Province, spesso di piccola
dimensione). Sono stati finanziati 30 progetti delle Province (su un totale
di 138) con un finanziamento complessivo di oltre 20 milioni di euro (circa
il 22% del totale dell'avviso). Il Comitato istituito con il Protocollo di
intesa oggi sottoscritto potrà fornire una valida assistenza allo sviluppo
e alla realizzazione dei progetti finanziati, nonché individuare ulteriori
fonti di finanziamento per le Province che hanno comunque presentato
progetti validi e/o aggregazioni di province e di enti locali intorno ai
progetti finanziati.
RELAZIONE
EXPERIAN BUSINESS STRATEGIES: 20 REGIONI EUROPEE PRODUCONO 1/3 DELLA
RICCHEZZA DELLA UE CINQUE REGIONI ITALIANE SONO PRESENTI FRA LE PIÙ
PRODUTTIVE, CON LA LOMBARDIA AL SECONDO POSTO.
Milano, 18 novembre 2002 - Un terzo di tutte le ricchezze prodotte nella UE
è riconducibile a venti grandi regioni: è questo il risultato dalla
relazione redatta dagli analisti del centro studi Experian Business
Strategies, in collaborazione con i consulenti internazionali DRI-Wefa. La
ricerca prende in esame 200 regioni e dimostra che alcune di esse hanno
sistemi economici più ampi rispetto ai più piccoli Stati della UE.
Le 20
regioni europee
% del PNL 2001: posizione
2006: posizione
UE 2001 secondo PNL pro capite
secondo PNL pro capite
01. Ile de France (Parigi - Francia)
4,5
3
5 (-)
02. Lombardia (Italia)
3,2
6
7 (-)
03. Inner London (Regno Unito)
1,9
4
4 (=)
04. Alta Baviera (Germania)
1,7
1
1 (=)
05. Catalogna (Spagna)
1,7
18
17 (+)
06. Danimarca
1,7
9
11 (-)
07. Düsseldorf (Germania)
1,6
12
12 (=)
08. Lazio (Italia)
1,6
14
15 (-)
09. Rhone-Alpes (Francia)
1,5
17
18 (-)
10.
Darmstadt (Germania)
1,5
2
3 (-)
11. Madrid (Spagna)
1,5
15
13 (+)
12.
Veneto (Italia)
1,4
11
9 (+)
13. Emilia - Romagna (Italia)
1,3
7
6 (+)
14.
Piemonte (Italia)
1,3
10
10 (=)
15. Stoccarda (Germania)
1,3
8
8 (=)
16.
Irlanda
1,3
5
2 (+)
17. Colonia (Germania)
1,3
13
14 (-)
18. Andalusia
(Spagna)
1,2
20
20 (=)
19. Outer London (Regno Unito)
1,1
16
16 (=)
20.
Provence- Cote d'Azur (Francia)
1,1
19
19 (=)
Per quanto riguarda l'Italia,
la Lombardia guadagna il secondo posto fra le regioni europee più
produttive, con il 3,2 % sul PNL (prodotto nazionale lordo) dell'Unione
Europea. Sono presenti fra le prime 20 anche il Lazio all'ottavo posto, il
Veneto al dodicesimo, l'Emilia Romagna al tredicesimo, e il Piemonte al
quattordicesimo. In sintesi, ben 5 Regioni italiane sono state incluse in
questa classifica. Al primo e al terzo posto si trovano, rispettivamente, l'Ile
de France e Inner London. Anche Outer London ha conquistato uno dei primi 20
posti (il 19°), il che riflette la supremazia della capitale nell'economia
britannica. La Francia ha, in questa classifica, altre due regioni: il
Rhone-Alpes (9°) e la Provenza (20°). Fra le prime 20 si trovano anche
cinque grandi regioni della Germania, con la Baviera del nord, che comprende
Monaco, al quarto posto; Düsseldorf al settimo posto; Francoforte al
decimo; Stoccarda al quindicesimo e Colonia al diciassettesimo. Marco
Benvenuto, Country Manager di Experian per l'Italia, sottolinea un aspetto
fondamentale della ricerca, quello della proiezione futura in termini di
Prodotto Nazionale Lordo pro capite: "Utilizzando un'unità di misura
più accurata, quella del Pnl pro capite, cambiano le posizioni delle
regioni all'interno delle prime 20, e si può anche calcolare la posizione
che avranno nel 2006, sintetizzando così il quadro dello sviluppo previsto
per le 20 macroregioni. Mi fa piacere notare che le Regioni italiane incluse
in questa classifica manterranno nel tempo la loro capacità economica,
continuando a contribuire sostanzialmente alla ricchezza della UE".
Nella proiezione al 2006, migliorano o mantengono invariata la loro
posizione l'Emilia Romagna, il Veneto e il Piemonte. In lieve flessione la
Lombardia e il Lazio. La Baviera del Nord, che comprende Monaco, sarà in
prima posizione; l'Irlanda al secondo posto; l'area di Francoforte al terzo
posto, Inner London sarà al quarto, mentre per l'Ile de France è previsto
il quinto. La Baviera del nord, la Inner London e alcuni dei principali
centri spagnoli, come Madrid e la Catalogna, che hanno registrato in questi
anni una rapida crescita, manterranno da qui al 2006 il loro valore di Pnl
pro capite. Al contrario, sembra che alcune regioni tedesche e francesi
perderanno terreno nei prossimi cinque anni. Questo andamento sembra
suggerire un cambiamento nell'equilibrio del potere economico all'interno
della UE. Molte regioni tedesche dovranno affrontare i problemi correlati
alla ristrutturazione industriale e alla progressiva scomparsa dei lavori
artigianali tradizionali, mentre i dati che riguardano la Francia sono
influenzati, in termini di PNL pro capite, dalla forte crescita
demografica". Infolink: www.experian.com
www.experian.it
FISCO:
SOSPESI GLI ADEMPIMENTI FISCALI PER ALTRI COMUNI COLPITI DAL TERREMOTO
Roma, 18 novembre 2002 - Il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunica
che, a seguito delle comunicazioni pervenute oggi dal Dipartimento della
Protezione Civile, è stato firmato un decreto che dispone la sospensione -
sino al 31 marzo 2003 - dei termini per i versamenti e gli adempimenti
tributari per i contribuenti localizzati nei seguenti Comuni della provincia
di Campobasso: Bonefro, Ripabottoni, Montelongo, Casacalenda, Montorio nei
Frentani, Morrone del Sannio, Rotello, Ururi. Lo stesso decreto prevede
l'identica sospensione per i contribuenti del comune di Casalnuovo
Monterotaro, della provincia di Foggia.
STRUCTURAL
DEVELOPMENTS IN THE EU BANKING SECTOR
Francoforte: 15 novembre 2002 - The European Central Bank (Ecb) is today
releasing a report on structural developments in the Eu banking sector. The
report has been prepared by the Banking Supervision Committee (Bsc) of the
European System of Central Banks in the context of its activity of
monitoring the stability of the Eu banking sector, and as such complements
the Bsc's semi-annual macro-prudential analysis. The aim of the report is to
provide an overview of the most relevant structural developments in the Eu
banking sector in 2001 and, to a certain extent, in the first half of 2002.
The Ecb intends to publish further such reports on a regular basis. The
analysis is based on qualitative assessments by central banks and banking
supervisory authorities and quantitative information stemming from several
sources. The report covers a large number of areas including the regulatory
and market environment in which banks operate, banking structures and
operations, structural changes in the overall banking risk profile, risk
management systems and actions by public authorities. The main findings can
be summarised as follows: Pressure to increase efficiency. Banks face
growing competition as a result of factors such as deregulation,
internationalisation and the pressure to create "shareholder value",
requiring them to increase income and control costs. These objectives are
pursued in various ways, including enhanced diversification of activities,
intensified efforts to reduce costs, organisational streamlining and a more
cautious approach to risk. Efforts in risk management. Given the volatility
and poor performance of financial markets, legal and reputation risk have
become more important for banks. Financial innovation and regulatory
developments are leading to more sophisticated approaches by banks to their
risk management. Further improvements in risk management techniques have
been observed - especially in the areas of credit risk and operational risk
- as banks have started to prepare themselves for the new regulatory
framework for capital adequacy ("Basel II"). Diversification of
banking business and enhanced consumer protection. Increasing emphasis is
being placed by the supervisory authorities on consumer protection issues.
As banks increase their investment banking and asset management activities,
so their customers become more exposed to market risk. Banks therefore find
themselves having to cope with new issues relating to the sale of asset
management products, the handling of complaints and questions of customer
redress. The fundamental issue is the extent to which individual investors
should take responsibility for their decisions, and the role of banks and
authorities. Overall, the structural trends identified in this report have
enhanced the robustness of the Eu banking sector, and thus increased its
resilience in the face of the sizeable shocks experienced in the recent past.
The report can be downloaded from the "Publications" section of
the Ecb's website ( http://www.ecb.int ) .
Hard copies are also available free of charge from the Ecb's Press and
Information Division (Fax: +49 69 1344 7404).
ABI,
PAGAMENTI TRANSFRONTALIERI: LE BANCHE ITALIANE FANNO PROPRIA
L'INTERPRETAZIONE DI BRUXELLES
Roma, 18 novembre 2002 - La Commissione europea è intervenuta
sull'interpretazione del Regolamento relativo alle commissioni per
l'utilizzo delle carte di pagamento nell'Unione Europea, stabilendo che il
prezzo pagato dal cliente sia uguale sul territorio nazionale e negli altri
paesi dell'Unione indipendentemente dal circuito utilizzato. E' quanto ha
appena appreso informalmente l'Abi, che aveva richiesto chiarimenti in
proposito. Le banche italiane fanno proprie le indicazioni di Bruxelles e
adegueranno prontamente le condizioni praticate alla clientela. Resta ferma
- secondo quanto riconosciuto dalla Commissione stessa - la diversità di
commissioni in funzione del tipo di prodotto (carta di debito, carta di
credito e carta prepagata) e del tipo di transazione (prelievo allo
sportello automatico o pagamento su Pos). Pertanto, un prelievo mediante
carta Bancomat rimane in ogni caso, a norma del Regolamento, un'operazione
diversa dall'uso della carta di credito per ottenere un anticipo di
contante. Le banche italiane stanno mettendo a punto le modalità per
applicare le commissioni secondo l'interpretazione di Bruxelles a tutte le
operazioni effettuate fin dal 1° luglio 2002, data di entrata in vigore del
regolamento. Ciascun istituto adotterà le misure più adeguate in relazione
alla organizzazione aziendale, a beneficio della propria clientela. Il
chiarimento di Bruxelles - cui le banche si adeguano - arriva in risposta ad
una proposta di interpretazione che l'Abi riteneva fondata (prezzi diversi
per circuiti diversi) e che aveva appunto sottoposto alla Commissione.
INTESABCI:
APPROVATA RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA AL 30 SETTEMBRE 2002 CRESCONO
GLI INTERESSI NETTI, SI RIDUCONO I COSTI E MIGLIORANO I RISULTATI OPERATIVI
SIA RISPETTO AL TERZO TRIMESTRE 2001 CHE AL SECONDO TRIMESTRE 2002: UTILE
CONSOLIDATO DELLE ATTIVITÀ ORDINARIE A 312 MLN. DI EURO (15 MLN. NEL TERZO
TRIMESTRE 2001) Milano, 18 novembre 2002 - Si è riunito il 12 novembre
sotto la presidenza di Giovanni Bazoli il Consiglio di Amministrazione di
IntesaBci che ha esaminato e approvato la relazione trimestrale al 30
settembre 2002. I risultati del terzo trimestre segnalano una prima positiva
inversione di tendenza sia per ciò che riguarda i ricavi sia per i costi
operativi, in linea con gli obiettivi strategici del Piano d'Impresa
2003-2005. Nel terzo trimestre 2002, gli interessi netti ammontano a 1.420
milioni di euro, in crescita dell'1,1% rispetto ai 1.404 milioni del
corrispondente trimestre 2001 e del 5,2% rispetto ai 1.350 milioni del
secondo trimestre 2002; al netto dell'effetto cambio, l'incremento
risulterebbe rispettivamente pari al 4,6% e al 6,9%. I costi operativi
ammontano a 1.568 milioni di euro, in calo del 7,9% rispetto ai 1.702
milioni del terzo trimestre 2001 e del 6% rispetto ai 1.668 milioni del
secondo trimestre 2002; al netto dell'effetto cambio, la riduzione sarebbe
pari rispettivamente al 4% e al 4,4%. Il risultato di gestione cresce così
a 690 milioni di euro rispetto ai 663 milioni del terzo trimestre 2001
(+4,1%, che risulterebbe pari a +8,2% al netto dell'effetto cambio),
nonostante la flessione del margine dei servizi da 920 milioni di euro a 818
milioni (-11,1%, che risulterebbe pari a -7,4% al netto dell'effetto
cambio). L'utile delle attività ordinarie del terzo trimestre 2002 ammonta
a 312 milioni di euro, a fronte di un utile di 15 milioni nel terzo
trimestre 2001 e di un risultato negativo di 260 milioni nel secondo
trimestre 2002, su cui avevano influito anche rilevanti accantonamenti e
rettifiche di valore nette su crediti. La redditività delle attività
ordinarie del terzo trimestre 2002 ha permesso di assorbire l'impatto
negativo delle componenti straordinarie, dovuto all'accantonamento di 660
milioni di euro effettuato relativamente ai Warrant Put IntesaBci (con cui
è stato allineato alla quotazione di fine settembre del titolo IntesaBci,
pari a 1,7 euro, il valore di carico di ciascuna azione propria riveniente
dall'esercizio del warrant), in parte compensato dalla plusvalenza di 220
milioni derivante dalla cessione del residuo 25% detenuto in Banca Carime.
Il trimestre chiude così con un risultato netto negativo per 58 milioni di
euro, in miglioramento rispetto al risultato negativo di 323 milioni del
terzo trimestre 2001; nel secondo trimestre 2002 il risultato netto era
stato negativo per 311 milioni. Il dato cumulato dei primi nove mesi
dell'anno beneficia solo in parte della positiva dinamica del terzo
trimestre. Gli interessi netti ammontano a 4.277 milioni di euro, in calo
del 4,1% rispetto ai 4.462 milioni dei primi nove mesi del 2001; al netto
dell'effetto cambio, gli interessi netti risulterebbero sostanzialmente
stabili (-0,5%). I costi operativi ammontano a 5.027 milioni di euro, in
calo del 5,8% rispetto ai 5.337 milioni del corrispondente periodo del 2001;
la riduzione sarebbe pari all' 1,6% al netto dell'effetto cambio. Il
risultato di gestione flette a 2.426 milioni di euro, in diminuzione
dell'11,4% rispetto ai 2.739 milioni del corrispondente periodo dell'anno
scorso; il calo risulterebbe pari al 5,9%, al netto sia dell'effetto cambio
sia dei dividendi non ricorrenti derivanti dall'attività di merchant
banking percepiti nei primi nove mesi del 2001. L' utile delle attività
ordinarie scende a 591 milioni di euro dai 1.081 milioni dei primi nove mesi
del 2001, anche a seguito dell'aumento delle rettifiche di valore nette
(salite a 1.835 milioni di euro da 1.658 milioni). Il dato cumulato dei
primi nove mesi del 2002 mostra un utile netto di 56 milioni di euro,
rispetto a 1.063 milioni registrati nel corrispondente periodo del 2001,
risultato che aveva peraltro beneficiato della contabilizzazione di
rilevanti plusvalenze (circa 1.500 milioni di euro) derivanti dalla cessione
di partecipazioni e di sportelli. Al 30 settembre 2002, i crediti verso la
clientela ammontano a circa 170 miliardi di euro, in diminuzione del 6,6%
rispetto al settembre 2001 e del 7,8% rispetto al 31 dicembre 2001, e la
massa amministrata per conto della clientela supera i 488 miliardi di euro
in miglioramento del 2,6% rispetto al settembre 2001 e con una flessione del
5% rispetto al 31 dicembre 2001. Il Gruppo IntesaBci sta rispettando gli
obiettivi fissati per fine 2002 dal Piano d'Impresa presentato lo scorso
settembre. Profilo di rischio e qualità dell'attivo Nei primi nove mesi del
2002, l'esposizione alla clientela Large Corporate è già diminuita di 11,7
miliardi di euro, rispetto all'obiettivo del Piano di riduzione di 12,7
miliardi di euro entro fine dicembre 2002; in quest'ambito, l'esposizione
alla clientela Large Corporate internazionale è già diminuita di 7,6
miliardi di euro, rispetto all'obiettivo di riduzione di 8,8 miliardi per
fine 2002. L'attività in credit derivatives si è ridotta
significativamente: le "posizioni aperte" sono diminuite di circa
il 40% nel corso del terzo trimestre, passando da 11,7 miliardi di euro a
7,1 miliardi. Tra fine giugno e fine settembre le sofferenze nette si sono
ridotte dell'1,5%, scendendo da 5.462 milioni di euro a 5.378 milioni di
euro, con una copertura del 62%. L'indebitamento netto sul mercato
interbancario si è pressoché dimezzato dal 31 dicembre 2001 al 30
settembre 2002, scendendo da 37 miliardi di euro a 19 miliardi. Ulteriore
rafforzamento della squadra di management Coerentemente con l'impegno di
poter contare sulle migliori professionalità disponibili in ogni settore,
sono stati oggi nominati Massimo Arrighetti responsabile della Divisione
Retail, Giovanni Boccolini responsabile della Divisione Banche Italia e
della Divisione Banche Estero e Mario Ciaccia responsabile sia della
Direzione Centrale Relazioni Istituzionali sia della Direzione Stato e
Infrastrutture all'interno della Divisione Corporate. Sempre nell'ambito
della Divisione Corporate, sono state unificate la Direzione Large Corporate
e la Direzione Merchant Banking sotto la responsabilità di Gaetano Micciché.
Uscita dall'America Latina Per quanto riguarda l'Argentina, IntesaBci ha
ricevuto, come noto, un'offerta irrevocabile da parte del Banco Patagonia
S.A., Buenos Aires, per il Banco Sudameris Argentina. L'offerta prevede la
fusione con Banco Patagonia, a seguito della quale IntesaBci rimarrà
azionista di minoranza dell'entità risultante (con una quota inferiore al
20%) senza alcun ulteriore impegno. L'operazione, che dovrebbe concludersi
entro la fine dell'anno corrente, comporta per il Gruppo oneri nell'ordine
dei 150 milioni di euro che verranno spesati nel quarto trimestre del 2002.
In Perù si sta completando la due diligence e si prevede che nel quarto
trimestre vengano spesati oneri di uscita per circa 300 milioni di euro. Per
quanto riguarda la situazione in Brasile, non è stato raggiunto un accordo
con il Banco Itaù sul prezzo di cessione del Banco Sudameris Brasil, la cui
dismissione pertanto non è prevista entro fine anno. Pur mantenendo fermo
l'impegno a cedere la partecipata, la dismissione rimane comunque
subordinata alla possibilità di realizzare un prezzo in linea con il suo
intrinseco valore. Come previsto dal Piano d'Impresa, i costi di uscita
dall'America Latina saranno contabilizzati nel quarto trimestre e sono stati
coperti da proventi straordinari, costituiti dalle plusvalenze già
realizzate con la cessione del rimanente 25% detenuto in Banca Carime e con
le operazioni di cessione immobiliare approvate oggi. Operazioni immobiliari
Sono state approvate in data odierna operazioni di cessione di immobili ad
uso funzionale situati a Milano, nella logica di ottimizzazione degli spazi
e di riduzione dei costi di gestione prevista nel Piano d'Impresa. Le
cessioni riguardano cespiti per un valore di libro pari a circa 250 milioni
di euro e hanno permesso di realizzare plusvalenze per circa 200 milioni di
euro. Rafforzamento del livello di patrimonializzazione I risultati del
terzo trimestre unitamente alla riduzione dell'esposizione creditizia hanno
permesso di migliorare i coefficienti patrimoniali al 30 settembre 2002
rispetto a giugno 2002. In particolare, il Tier I ratio, che al 30 giugno
scorso si collocava al 6,4%, a fine settembre è aumentato al 6,7%.
L'ulteriore prevista riduzione dell'esposizione creditizia e i risultati
economici attesi per l'ultimo trimestre dell'anno portano a ritenere che il
Tier 1 ratio per fine anno si collocherà su valori superiori al 6%. Il
risultato dell'intero esercizio sarà condizionato dalle componenti
straordinarie, negative e positive, che verranno contabilizzate nel quarto
trimestre, in particolare dagli oneri per l'uscita dall'America Latina e per
la ristrutturazione aziendale e dai proventi derivanti dalla cessione di
asset non strategici. In base ai risultati dei primi nove mesi e ai previsti
fattori straordinari è possibile prevedere che il bilancio 2002 si chiuderà
comunque con un risultato netto consolidato significativamente inferiore a
quello dell'esercizio 2001. Christian Merle ha rassegnato le proprie
dimissioni a far data dalla fine del corrente mese. Il Consiglio ha
ringraziato Merle per il lavoro compiuto al vertice dell'azienda per cinque
anni, sia nella fase di espansione del Gruppo, sia nel successivo periodo di
avvio del modello divisionale, nonché per aver agevolato negli ultimi mesi
la transizione al vertice dell'azienda con l'arrivo di Corrado Passera.
Merle mantiene la carica, per conto di IntesaBci, di Consigliere del Crédit
Lyonnais e di Presidente di Banca Primavera. Nel quadro della creazione
della nuova identità di Gruppo prevista nel Piano d'Impresa, il Consiglio
di Amministrazione ha inoltre deciso di sottoporre all'assemblea dei soci la
modifica della denominazione sociale in "Banca Intesa". Il
Consiglio ha infine convocato l'assemblea ordinaria e straordinaria per i
giorni 16 e 17 dicembre 2002 rispettivamente in prima e seconda
convocazione, con il seguente ordine del giorno: parte ordinaria: 1. nomina
di amministratori, previa determinazione del loro numero; 2. revoca della
delibera assembleare del 1° marzo 2001 in punto modalità di alienazione
delle azioni proprie rivenienti dall'esercizio dei Warrant Put IntesaBci;
nuova autorizzazione ad atti di disposizione delle predette azioni proprie;
parte straordinaria: 1. approvazione del progetto di fusione per
incorporazione in IntesaBci SpA di Finreme Sim SpA, Bil Servizi Finanziari
SpA e Immobiliare Maram Srl, mediante annullamento, senza sostituzione,
dell'intero capitale sociale delle incorporate di titolarità
dell'incorporante; deliberazioni inerenti e conseguenti; 2. modifica
dell'art. 1 (denominazione sociale) dello Statuto e adeguamenti formali
degli artt. 4 (oggetto sociale) e 23 (i sindaci) dello Statuto;
deliberazioni inerenti e conseguenti; 3. revoca della delibera assembleare
del 1° marzo 2001 avente ad oggetto la delega al Consiglio di
Amministrazione della facoltà di aumentare il capitale sociale per un
importo massimo di Euro 29.954.500,16. Proposta di attribuire al Consiglio
di Amministrazione, ai sensi dell'art. 2443 del cod.civ., la facoltà di
aumentare il capitale sociale, con esclusione del diritto di opzione ai
sensi dell'art. 2441, 8° comma, cod.civ., in una o più volte, nel termine
di 5 anni, per un importo massimo di Euro 52.000.000,00=, mediante emissione
di massime n. 100.000.000= di azioni ordinarie di nominali Euro 0,52
ciascuna, da offrire in sottoscrizione a dipendenti della Società e delle
società dalla stessa controllate; conseguente modifica dell'art. 5
(Capitale sociale) dello statuto, deliberazioni inerenti e conseguenti. Il
Consiglio ha infine convocato l'assemblea speciale degli azionisti di
risparmio per i giorni 16 dicembre 2002 in prima convocazione, 18 dicembre
2002 in seconda convocazione e 19 dicembre 2002 in terza convocazione, con
all'ordine del giorno la nomina del rappresentante comune dei possessori di
azioni di risparmio e la determinazione del relativo compenso.
GRUPPO
UNICREDITO ITALIANO: APPROVATI I RISULTATI CONSOLIDATI DEI PRIMI NOVE MESI
DEL 2002 UTILE NETTO DI 1.449 MILIONI DI EURO (+8,3%) E ROE AL 18,4%
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di UniCredito
Italiano ha approvato il 13 novembre i risultati consolidati dei primi nove
mesi del 2002. L'utile netto del Gruppo ha fatto registrare nei primi nove
mesi dell'anno un significativo incremento rispetto al comparabile risultato
dell'anno precedente. Va sottolineato che l'utile di pertinenza del Gruppo
beneficia, con effetto contabile da inizio anno, dell'acquisizione delle
quote di terzi di RoloBanca1473* e di altre banche minori conseguente al
perfezionamento del progetto S3. A tutto settembre l'utile di pertinenza del
Gruppo si attesta su 1.449 milioni di Euro, in crescita dell'8,3% rispetto
ad un risultato di 1.338 milioni, conseguito nel corrispondente periodo
dell'anno scorso, ricalcolato tenendo conto della quota di utile di terzi
acquisita con l'operazione S3. L'evoluzione trimestrale presenta un utile
nel terzo trimestre pari a 441 milioni, in significativa crescita rispetto
al comparabile risultato dello stesso trimestre del 2001 (+18%). La
comparazione con il secondo trimestre del 2002 non è significativa per la
nota stagionalità di alcune voci di conto economico (come ad esempio i
profitti da operazioni finanziarie e le commissioni da atti di vendita). Il
Roe si porta al 18,4%, in termini annualizzati, rispetto al 18% dell'intero
esercizio 2001, mentre al netto delle rettifiche su avviamenti si attesta al
20,8% (21% nel 2001). Il risultato di gestione da inizio anno raggiunge i
3.576 milioni, con un progresso del 5,6% rispetto al corrispondente periodo
dell'anno precedente. L'andamento dei cambi ha avuto un effetto contenuto
per il Gruppo nel suo complesso, sia sul profilo trimestrale dell'anno in
corso, sia sulla variazione rispetto all'anno precedente. Quest'ultima a
cambi costanti sarebbe stata infatti superiore di circa mezzo punto,
passando dal 5,6 al 6,2%. L'evoluzione del risultato di gestione è
sostenuta dall'andamento del margine d'intermediazione, in crescita nei
primi nove mesi dell'anno del 4,4% sullo stesso periodo del 2001. Grazie al
minor incremento dei costi operativi, pari al 3,3%, il cost/incombe
evidenzia un miglioramento scendendo al 53% rispetto al 53,5% di settembre
2001, sostanzialmente allineato al 52,9% dell'intero scorso esercizio. Il
margine d'interesse, al netto dei dividendi, raggiunge i 3.674 milioni
(+0,3% e +1,0% a cambi costanti). L'evoluzione trimestrale evidenzia una
lieve flessione (-1,2%) del terzo trimestre sul secondo, più marcata
(-2,8%) a cambi costanti. In uno scenario caratterizzato da una domanda di
finanziamenti in rallentamento, i crediti a clientela (112,4 miliardi)
mostrano una flessione rispetto al settembre 2001 del 6,4%, principalmente
spiegata dalla caduta degli impieghi a breve e dalla politica selettiva
seguita dal Gruppo. Tra le forme tecniche di impiego, i mutui hanno
confermato una dinamica positiva (+13,8%). Per quanto riguarda la qualità
dell'attivo, si segnala che il complesso dei crediti dubbi verso clientela
in rapporto al totale dei crediti passa al 3,63% dal 3,29% di inizio anno,
corrispondente ad una crescita del 3,9%. Tale variazione è riconducibile
essenzialmente all'aumento delle sofferenze (+6,5% da fine 2001), in ripresa
anche a livello di sistema bancario in seguito al rallentamento dell'attività
economica. Il rapporto sofferenze nette su impieghi si attesta all'1,80%
dall'1,60% di dicembre 2001. Tuttavia il rapporto di copertura sul totale
dei crediti dubbi migliora passando dal 46% al 47,9% e quello sulle
sofferenze dal 58,6% al 60,3%. La raccolta diretta si è portata su un
livello di circa 120,5 miliardi, inferiore del 2,5% rispetto a settembre
2001 anche per un effetto negativo dei cambi (-1,9% a cambi costanti). Più
in dettaglio, nell'ambito dell'attività domestica, il margine di interesse
delle Banche commerciali in Italia registra una flessione del 2,9% sul
settembre 2001, pur in presenza di una sostanziale stabilità della
consistenza media dei crediti verso clientela (+0,6%) e di una contenuta
riduzione dei depositi (-1,8%). Le ragioni della caduta risiedono nella
riduzione del rendimento del capitale libero oltre che nella contrazione
dello spread nell'intermediazione con clientela, entrambe conseguenza del
calo dei tassi registrato nell'ultimo anno (- 66 basis point sull'anno
precedente). Per quanto riguarda le Banche della Nuova Europa, l'incremento
del margine di interesse (+2,3% a cambi correnti e +6,3% a cambi costanti)
è determinato dall'aumento sia degli impieghi e della raccolta che hanno più
che bilanciato la contrazione degli spread commerciali dovuta all'ampia
riduzione nei livelli dei tassi. Infine, la Capogruppo, per effetto della
sua struttura patrimoniale, beneficia della significativa riduzione del
livello dei tassi rispetto ai primi nove mesi del 2001. I proventi di
intermediazione e diversi, si attestano a 3.758 milioni, con un incremento
del 4,9% sullo stesso periodo dell'anno precedente, grazie alla crescita
evidenziata da tutte le componenti. Le commissioni nette registrano un
incremento dell'1% su gennaio-settembre 2001 per effetto della sostanziale
tenuta di quelle sui servizi di gestione e amministrazione del risparmio
(-0,7% sull'anno precedente nonostante l'andamento negativo dei mercati
finanziari) e della crescita del 4,1% degli altri settori di attività, dove
l'apporto dei finanziamenti e dei servizi di pagamento più che compensa la
flessione delle esattorie e della negoziazione valute. Tra i servizi di
gestione e amministrazione del risparmio evidenziano un significativo
incremento sia le commissioni sul collocamento dei prodotti assicurativi
(+52,3%), che proseguono il trend di crescita in atto ormai da alcuni anni
sia quelle su gestioni patrimoniali (+12,7%), per le quali si conferma il
successo di quelle in fondi a capitale garantito anche se su livelli
inferiori rispetto alla prima parte dell'anno. Le commissioni sui fondi
d'investimento (sia di collocamento che di gestione) registrano, invece,
nonostante l'aumento delle sottoscrizioni, una riduzione del 10,4%,
conseguente alla ricomposizione del portafoglio della clientela da fondi
azionari e bilanciati, con commissioni più elevate, a obbligazionari e
monetari. Le commissioni sulla negoziazione, collocamento e altre attività
dell'area titoli, infine, si riportano di poco sotto ai livelli dell'anno
precedente (-1,3%) dopo la caduta del primo semestre. I profitti da
operazioni finanziarie raggiungono gli 827 milioni di euro, con un
incremento del 18% sui primi nove mesi del 2001, sostenuti dall'attività
per la gestione dei rischi finanziari della clientela corporate e degli enti
pubblici. I costi operativi sono pari a tutto settembre a 4.025 milioni, con
un incremento del 3,3% rispetto al corrispondente periodo dell'anno
precedente per effetto di un aumento del 2,7% delle spese amministrative e
del 10,9% delle rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e
materiali. All'interno delle spese amministrative aumentano in misura
maggiore quelle del personale (+3,9%), mentre le altre spese si mantengono
di poco sopra al livello dell'anno precedente (+0,7%). La formazione
dell'utile netto Tenuto conto di accantonamenti e rettifiche per complessivi
1.000 milioni (864 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente), si
perviene ad un utile ordinario per i primi nove mesi dell'anno di 2.576
milioni di Euro, in crescita del 2,2% rispetto allo stesso periodo
dell'esercizio precedente. In particolare si registrano: rettifiche di
valore su avviamenti e su differenze positive di consolidamento per 186
milioni (192 milioni nel 2001) di cui 94 milioni relativi ad avviamenti del
Gruppo Pioneer, in riduzione di circa 14 milioni per un effetto cambi, e
circa 52 milioni al Gruppo Pekao; accantonamenti a fondi rischi ed oneri per
69 milioni, contro i 115 milioni del corrispondente periodo dell'anno
precedente; rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e
impegni, al netto delle riprese, per 650 milioni, oltre a 10 milioni
accantonati a fondo rischi su crediti. Nel complesso 660 milioni, contro i
534 milioni dei primi nove mesi del 2001. L'incremento è prevalentemente
imputabile alle maggiori rettifiche effettuate dal Gruppo Pekao nel primo
semestre; rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie, al netto
delle riprese, per 85 milioni (23 milioni nello stesso periodo del 2001),
dei quali 75 già presenti in semestrale. L'apporto della componente
straordinaria nei primi nove mesi è stato positivo per 141 milioni, di cui
139 già presenti nel primo semestre, contro i 123 milioni del
corrispondente periodo dell'anno precedente. Tenuto infine conto di imposte
per 1.139 milioni (pari al 41,9% dell'utile lordo) e dell'assegnazione
dell'utile a terzi per 129 milioni, si perviene a un utile netto di 1.449
milioni. Il patrimonio netto di pertinenza del Gruppo si attesta al 30
settembre 2002 a 11.944 milioni. La struttura del Gruppo a fine settembre
era composta da un organico di 66.419 dipendenti, in riduzione di 996 unità
nei dodici mesi, da una rete di 4.115 sportelli (+ 86 unità su settembre
2001) e da 1.763 promotori.
BNL -
APPROVATI I RISULTATI CONSOLIDATI AL 30 SETTEMBRE 2002: SEGNALI DI RIPRESA
CON MARGINI E RISULTATO OPERATIVO IN RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE DEGLI
ATTIVI
Roma, 18 novembre 2002. Il Consiglio di Amministrazione di BNL, riunitosi il
14 novembre a Roma sotto la presidenza di Luigi Abete, ha approvato la
relazione trimestrale consolidata (1) al 30 settembre 2002. L'amministratore
delegato Davide Croff ha aggiornato il Consiglio sulle azioni intraprese per
la concreta realizzazione degli obiettivi previsti dal Piano Industriale
2002-2005. Piano Industriale 2002-2005 Le azioni avviate nell'ambito del
Piano Industriale hanno ad oggi portato i seguenti risultati: Maggiore
focalizzazione sulle attività domestiche e valorizzazione del business sui
segmenti di clientela retail e contestuale riduzione sul segmento corporate
e large corporate. Completato il processo di trasformazione in banca di BNL
Investimenti e definita la struttura organizzativa di private banking
(apertura dei primi centri private entro l'anno) nell'ambito del piano di
sviluppo di particolari aree di business. Proseguimento e rafforzamento
degli interventi volti al miglioramento dell'efficienza operativa della rete
e delle strutture centrali con l'obiettivo finale di riduzione significativa
dei costi totali. Relazione trimestrale (2) L'attuale scenario economico,
caratterizzato da una fase di forte stagnazione delle economie, unita alla
persistente crisi di fiducia dei mercati dove stentano ad apparire segnali
di ripresa, ha indotto a ridimensionare le previsioni macroeconomiche. (1)
Come già avvenuto con la trimestrale al 31 marzo 2002 e con la semestrale
2002, anche la trimestrale consolidata al 30 settembre è predisposta sulla
base dei criteri di formazione del bilancio 2001 con la sola eccezione
dell'intervenuto deconsolidamento delle società controllate operanti in
Argentina, facenti capo alla locale holding company BNL Inversiones
Argentinas SA. L'esclusione si è resa necessaria vista l'impossibilità,
che tuttora permane, da parte della Capogruppo di ricevere il pertinente
flusso contabile dotato di un sufficiente grado di certezza e attendibilità
civilistica. L'area di consolidamento risulta pertanto ridotta e al 30
settembre 2002 comprende 21 società consolidate con il metodo integrale
(compresa la Capogruppo), 5 società valutate al patrimonio netto, con un
valore di 97 milioni di euro (94 a fine 2001), e 97 altre partecipate
espresse al costo, con un valore di carico di 400 milioni (679 a fine 2001).
(2) Al fine di assicurare una maggiore omogeneità, i dati di conto
economico espongono i risultati dei primi nove mesi 2002 raffrontati con i
dati pubblicati al 30 settembre 2001 e con quelli "pro forma"
(alla stessa data), ottenuti escludendo le risultanze delle società del
Gruppo operanti in Argentina. I dati di stato patrimoniale invece, sono
posti in relazione con i dati al 30 giugno 2002 e con quelli al 31 dicembre
2001, questi ultimi, con e senza il Gruppo Argentina. In questo difficile
contesto, che ha condizionato pesantemente l'attività delle aziende, il
Gruppo Bnl, nei nove mesi, ha conseguito risultati che mostrano nella
redditività della gestione caratteristica un trend di recupero rispetto al
30 giugno 2002. Si evidenzia infatti una tenuta dei margini operativi che,
nonostante la contrazione dei proventi netti e l'incremento dei costi, hanno
consentito di migliorare il trend anche a livello di risultato operativo,
passato dal - 12,4% di giugno al -10,4% di settembre. Il margine d'interesse
(1.336 milioni) aumenta del 6% su settembre 2001 (+6,6% a giugno 2002); Il
margine d'intermediazione (2.234 milioni) decresce dello 0,7% su settembre
2001 (- 3,9% a giugno); L'aggregato commissioni/altri proventi netti (794
milioni) si riduce del 6% su settembre 2001 (-10,9% a giugno 2002); Gli
oneri del personale e le altre spese amministrative aumentano del 4,5% per
le componenti di periodo (su base annua normalizzata l'incremento si riduce
all'1,7%). Il risultato operativo (751 milioni) cala del 10,4% su settembre
2001(-12,4% a giugno 2002). Considerando lo stanziamento straordinario di
540 milioni di euro al fondo rischi su crediti effettuato nella semestrale
2002 per assicurare - in coerenza con gli obiettivi fissati nel Piano
Industriale - l'integrale e definitiva copertura dei rischi connessi alle
linee di credito accordate alle società del Gruppo operanti in Argentina,
si consegue un utile netto di 48 milioni di euro. Sotto l'aspetto
patrimoniale, rispetto ai valori "pro forma" di fine dicembre
2001, si osserva: - un rischio paese sotto pieno controllo grazie alla
consistente diminuzione dell'esposizione non garantita verso i Paesi a
Rischio (-48,8%), - un ulteriore aumento dell'indice di copertura
dell'insieme dei crediti di dubbio realizzo (ivi incluso il Rischio Paese),
salito dal 37,7% al 39,4%; - una flessione degli impieghi verso clienti
(-2,2%) con un netto miglioramento degli indicatori di liquidità. Nei nove
mesi ha infatti trovato conferma la politica di graduale diminuzione dei
prestiti che ha comportato una riduzione dell'esposizione debitoria
sull'interbancario del 15,2%; - una stabilità della raccolta da clienti che
ammonta a 51.820 milioni, con un incremento dello 0,2% rispetto a dicembre
2001. Analizzando, più nel dettaglio, la progressione dei flussi reddituali
si evidenzia la significativa crescita del margine d'interesse che sale,
rispetto ai primi nove mesi 2001, del 6% (a 1.336 milioni di euro) e nel
trimestre del 5% (a 422 milioni di euro). Questo positivo andamento è
dovuto alla tenuta dei volumi medi e dello spread commerciale tra i tassi
praticati (maggiore contribuzione, a parità di rischio assunto, e minori
costi di provvista per l'incremento dei depositi a vista). Il margine di
intermediazione, pari a 2.234, rimane sostanziamente stabile (-0,7%)
rispetto ai nove mesi, mentre mostra un significativo segnale di ripresa nel
terzo trimestre 2002, con un incremento del 7,7% rispetto allo stesso
periodo 2001, da 653 a 703 milioni. Nei primi nove mesi del 2002 i proventi
netti sono pari a 898 milioni di euro, contro i 989 di settembre 2001
(-9,2%). Nell'ambito dei precitati proventi netti, le commissioni nette si
attestano a 631 milioni, con una riduzione del 6,5% rispetto ai primi nove
mesi 2001 imputabile alla sensibile contrazione nell'attività di trading
sul mercato mobiliare domestico ed internazionale nonché al minor gettito
relativo alle gestioni professionali del risparmio. La flessione risulta
molto più contenuta (-1,5%) nel terzo trimestre 2002 per effetto anche
della spinta commerciale nell'attività dei servizi. I profitti da
operazioni finanziarie sono diminuiti del 25,6%, attestandosi a 96 milioni.
Nell'ambito dei costi operativi, gli oneri per il personale e le altre spese
amministrative (1.336 milioni di euro) aumentano del 4,5% per i maggiori
costi per l'implementazione del modello divisionale, in parte compensati da
una rigorosa politica di razionalizzazione e contenimento delle spese. Più
in particolare, il costo del personale (839 milioni) aumenta dell'1,2% per
effetto degli aumenti retributivi previsti dal contratto collettivo
nazionale (con un impatto complessivo sull'anno pari ad oltre il 2%) e le
altre spese amministrative (497 milioni) aumentano del 10,4% sul 30
settembre 2001; tenuto conto della distribuzione dei costi tra i trimestri
nel precedente esercizio, la crescita è solo del 2,3% nel raffronto su base
annua normalizzata. Gli ammortamenti, che sommano 147 milioni, contro 132 al
30 settembre 2001, salgono dell'11,4%, a fronte degli ingenti investimenti
effettuati per l'adeguamento dei sistemi di ICT (-1.7% nel raffronto su base
annua normalizzata). Il risultato operativo si attesta a 751 milioni di euro
in diminuzione del 10,4% rispetto a fine settembre 2001. Nel terzo trimestre
la flessione risulta molto più contenuta -3,6% sul corrispondente periodo
del 2001. Dopo aver effettuato accantonamenti e rettifiche nette per 413
milioni, in aumento del 17,3% rispetto al 30 settembre 2001, si ottiene un
utile ordinario di 338 milioni, in riduzione del 30,5% rispetto al "pro
forma" di fine settembre 2001. In una fase congiunturale di
preoccupante stagnazione economica, a salvaguardia della qualità del
credito e per far fronte all'esigenza di rafforzare i presidi patrimoniali,
è significativamente aumentato (+74,6%) l'ammontare complessivo di
rettifiche nette su crediti e accantonamenti ai fondi rischi su crediti,
pari a 295 milioni di euro, contro i 169 milioni del 30 settembre 2001.
Considerando l'accantonamento straordinario di 540 milioni di euro al fondo
rischi su crediti e l'utilizzo del fondo per rischi bancari generali (178
milioni), si perviene a un utile netto di 48 milioni al quale il terzo
trimestre 2002 ha contribuito per 20 milioni. Sotto il profilo patrimoniale,
al 30 settembre 2002, la raccolta complessiva da clienti del Gruppo BNL
ammonta a 54.821 milioni, con una crescita dello 0,7% rispetto ai 54.434
"pro forma" di fine 2001. Nel suo ambito la raccolta diretta da
clientela si attesta a 51.820 milioni di euro, con un incremento dello 0,2%
rispetto ai 51.738 del 31 dicembre 2001 (dato "pro forma"), mentre
le passività subordinate si collocano a 3.001 milioni di euro, in aumento
dell'11,3% rispetto ai 2.696 di fine 2001. La raccolta indiretta da
clientela (risparmio gestito + amministrato), si attesta a fine settembre
2002 a 66.664 milioni, in flessione del 3,9% rispetto a fine dicembre 2001
(dato "pro forma", con criteri omogenei). Sommando tale dato con
quello della provvista diretta da clienti, si perviene a una raccolta
complessiva con la clientela di circa 121 miliardi, in calo dell'1,9% sui
124 di fine 2001 (dato "pro forma"). In particolare, il risparmio
gestito diminuisce nei nove mesi del 3,9%, a 28 miliardi. Nel suo ambito, a
conferma della tendenza registrata a livello di sistema, si osserva un calo
del 7,2% nel segmento dei fondi comuni d'investimento, attestatosi a circa
19 miliardi, mentre aumentano leggermente le gestioni patrimoniali, che
crescono nei nove mesi di 100 milioni (+1,6%). Risultano in crescita anche
le gestioni fiduciarie che si attestano a 2.716 milioni (+8,8%). Il
risparmio amministrato infine, fa registrare una flessione del 3,9% sul dato
"pro forma" di fine dicembre 2001, attestandosi al 30 settembre
2002 a 39 miliardi. Nell'ambito del risparmio gestito il gruppo BNL ha
tuttavia ulteriormente incrementato la quota di mercato degli stock gestiti,
portandola al 3,83% (+16 bps su dicembre 2001) Gli impieghi a clientela, al
netto delle svalutazioni per previsioni di perdita, si attestano a 61.763
milioni, con una riduzione del 2,2% rispetto ai 63.135 della consistenza
"pro forma" di fine 2001. L'insieme dei crediti di dubbio realizzo
(ivi incluso il rischio Paese) diminuisce nei nove mesi dell'8,8%, da 4.080
a 3.722 milioni di euro. La percentuale di copertura sale al 39,4% dal 37,7%
di fine dicembre 2001 (dati omogenei). Più in particolare, sempre rispetto
ai livelli di fine 2001, le sofferenze, pari a 2.258 milioni sono cresciute
dell'8% e il loro grado di copertura è del 40%.Le partite incagliate sono
invece diminuite del 3,8% attestandosi a 752 milioni di euro e il loro grado
di copertura sale al 41,5% dal 40,2% di fine 2001(dati "pro
forma"). L'esposizione non garantita del Gruppo verso i Paesi a
rischio, che come indicato dalla recente normativa della vigilanza bancaria
include anche la "componente di credito locale", al netto delle
svalutazioni forfettarie di vigilanza, al 30 settembre 2002, mostra una
significativa riduzione (-48,8%) attestandosi a 538 milioni dai 1.050 di
fine 2001. Al lordo delle svalutazioni forfettarie e includendovi anche i
titoli emessi dai Paesi a rischio, tali partite sono diminuite nei nove mesi
da 1.522 a 1.024 milioni: il calo nel periodo è riferibile principalmente
alla "componente locale" in carico alla partecipata Banco Bnl do
Brasil. Per contro, la loro copertura è cresciuta al 38,3% dal 30,8% di
fine dicembre scorso (dati omogenei). Questi dati non includono le linee di
credito ordinarie per cassa a società controllate residenti in Argentina
(610 milioni di euro), che permangono nell'attivo consolidato per effetto
della mancata elisione conseguente all'intervenuto deconsolidamento e che
comunque risultano interamente presidiate mediante lo stanziamento
straordinario (540 milioni di euro) al fondo rischi su crediti effettuato
nella semestrale 2002. Infolink: www.bnl.it
TERZO
TRIMESTRE POSITIVO PER IL GRUPPO BIPIEMME - BANCA POPOLARE DI MILANO UTILE
NETTO PARI A EURO 98 MILIONI
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca
Popolare di Milano nella riunione del 12 novembre ha approvato i risultati
consolidati del Gruppo Bipiemme al 30 settembre 2002, che evidenziano un
utile netto pari a euro 98 milioni grazie al contributo di euro 16 milioni
del solo terzo trimestre 2002, che è in netto miglioramento rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno, il cui risultato era negativo per euro 2
milioni. Il confronto dei dati progressivi a settembre con quelli al
30.09.2001 non è omogeneo poiché Banca di Legnano è rientrata nel
perimetro di consolidamento a partire dal terzo trimestre 2001. In
particolare, il raffronto omogeneo fra il terzo trimestre 2002 e l'analogo
periodo dell'anno precedente mette in luce un margine di interesse, pari a
euro 171 milioni, in crescita rispetto ai due trimestri precedenti ed in
lieve flessione rispetto allo stesso periodo 2001, per effetto della
riduzione dei tassi di mercato e della politica di contenimento del rischio
di credito, che ha comportato una diminuzione del 2,8% degli impieghi a
clientela. La diminuzione del margine di interesse è stata più che
compensata dall'andamento del comparto dei servizi (+8,8%), che ha portato
il margine di intermediazione a euro 312 milioni (+2,0%). All'interno di
tale componente si segnala il buon andamento delle commissioni nette (+5,5%)
a euro 113 milioni, risultato particolarmente brillante in considerazione
del trend riflessivo dei mercati finanziari. L'andamento dei costi evidenzia
una crescita limitata del 2,1%, determinata dall' aumento del costo del
personale a euro 128 milioni (+4,1%), principalmente per effetto della
componente variabile correlata alla significativa crescita dei risultati di
Banca Akros, da una lieve crescita degli ammortamenti (euro 39 milioni,
+2,2%), parzialmente compensate dalla riduzione delle altre spese
amministrative (-1,2%) a euro 74 milioni. Il risultato di gestione si
attesta pertanto a euro 72 milioni in crescita dell'1,7% rispetto allo
stesso periodo 2001. Le rettifiche nette di valore su crediti ed
accantonamenti si attestano a euro 20 milioni, posizionandosi su valori
fisiologici ed in decisa flessione rispetto al terzo trimestre 2001 (-euro
25 milioni). L'utile ordinario del terzo trimestre ammonta a euro 52 milioni
(+106,4%) e, dopo il saldo delle componenti straordinarie e le imposte,
l'utile netto sale a euro 16 milioni, rispetto alla perdita di euro 2
milioni del terzo trimestre 2001. Positiva la dinamica degli aggregati
patrimoniali che mette in luce, sempre a livello consolidato, una crescita
della raccolta diretta da clientela a euro 17.296 milioni (+1,7% rispetto al
settembre 2001 e +5,1% rispetto a fine 2001). Di rilievo la performance del
risparmio gestito che, grazie ad una raccolta netta positiva per euro 751
milioni nei primi nove mesi dell'anno, si attesta a euro 14.443 milioni, in
crescita del 4,0% rispetto al valore del settembre 2001. Gli impieghi a
clientela si sono attestati a euro 16.103 milioni (-2,8% rispetto al
settembre 2001 e -1,2% rispetto a dicembre 2001): continua pertanto la
dinamica di contenimento del rischio di credito nel segmento large corporate
domestico ed internazionale. Si mantiene buona la qualità dell'attivo, con
il rapporto sofferenze nette rispetto al totale crediti pari allo 0,7%,
valore decisamente inferiore rispetto alla media del sistema. Relativamente
alle singole società del gruppo, la capogruppo Banca Popolare di Milano
evidenzia un utile netto dei primi nove mesi pari a euro 150 milioni, in
crescita del +6,4% rispetto al 30 settembre 2001. I risultati del solo terzo
trimestre della capogruppo rispecchiano l'andamento del Gruppo Bipiemme sia
a livello patrimoniale che economico, con un utile netto pari a euro 87
milioni, rispetto a euro 9 milioni dell'analogo trimestre del 2001.
All'interno di tale risultato si segnala che la cessione del ramo di azienda
degli immobili non strumentali a Bipiemme Immobili, società del Gruppo
Bipiemme, ha fatto registrare una plusvalenza netta di euro 63 milioni; tale
valore, per il momento eliso a livello consolidato, emergerà
progressivamente a livello di risultato di gruppo al momento della cessione
a terzi dei singoli immobili conferiti. Tra le altre società del gruppo si
evidenzia il positivo andamento di Banca di Legnano con un risultato netto
in crescita nei primi nove mesi a euro 21 milioni (+57,0% sull'analogo
periodo del 2001; di cui euro 9 milioni relativi alla plusvalenza netta per
il conferimento degli immobili non strumentali a Bipiemme Immobili), di
Banca Akros a euro 8 milioni (+99,1%), di BPM Ireland a euro 6 milioni
(+44,7%) e di Bipiemme Vita a euro 5 milioni (+ 18,1%).
BANCA
LOMBARDA : RISULTATI CONSOLIDATI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2002 UTILE NETTO
DEI PRIMI NOVE MESI 101 MILIONI DI EURO (-13,2%)
Brescia, 18 novembre 2002 - Il Consiglio d'Amministrazione ha approvato la
situazione consolidata al 30 settembre 2002 del Gruppo Banca Lombarda che ha
evidenziato un utile netto di 101 milioni di Euro (-13,2%) ed un utile netto
cash (al lordo delle rettifiche sulle differenze positive di consolidamento
e patrimonio netto) di 135 milioni di Euro in flessione del 9,4% sui primi
nove mesi del 2001. Il Risultato delle Attività Ordinarie pari a 254
milioni di Euro (+0,1%) ha evidenziato una piena tenuta nonostante il
peggioramento del contesto congiunturale. Tale risultato è stato conseguito
grazie alla crescita del margine di intermediazione pari a 17 milioni (1,8%)
ed ad un contenuto aumento delle spese amministrative pari a 11,5 milioni
(2,2%). dati consolidati al 30 settembre 2002 : Lo sviluppo dei principali
aggregati di intermediazione evidenzia: - Un aumento di oltre il 10,6% degli
impieghi che hanno toccato i 21.847 milioni di Euro registrando una dinamica
nettamente superiore al sistema ed un miglioramento nella qualità del
credito. L'incidenza delle sofferenze nette sugli impieghi si è
ulteriormente ridotta attestandosi all'1,09% rispetto all'1,18% del
settembre 2001; un incremento del 6% della raccolta diretta che a raggiunto
i 20.980 milioni di Euro trascinata in particolare dalla sostenuta crescita
delle obbligazioni; uno sviluppo del 4,7% del risparmio gestito che -
incluse le riserve tecniche assicurative - si è attestato sui 17.889
milioni di Euro. Tale positivo risultato è stato conseguito nonostante lo
sfavorevole contesto congiunturale dei mercati borsistici. In particolare la
componente rappresentata dalle gestioni patrimoniali e dai fondi si è
attestata sui 14.373 milioni di Euro restando sostanzialmente stabile
(-0,27%), mentre le riserve tecniche assicurative, pari a 3.516 milioni di
Euro, hanno confermato l'elevato trend di crescita (31,3%); una flessione
dell'8,6% del risparmio amministrato che si è posizionato sui 18.863
milioni di Euro. L'andamento delle masse amministrate è stato
significativamente influenzato dalla flessione delle quotazioni espresse dai
mercati mobiliari. Per quanto attiene il Conto Economico: Il Margine di
Interesse è stato pari a 576,8 milioni di Euro, con una crescita di 27
milioni di Euro (+4,9%) rispetto al 30 settembre dell'anno precedente; il
miglioramento è imputabile all'aumento dei volumi intermediati. I Proventi
Netti da Servizi, pari a 378,4 milioni di Euro, presentano una diminuzione
di 10,1 milioni di Euro (-2,6%) rispetto ai primi nove mesi del 2001, dovuta
principalmente alla flessione dei profitti da operazioni finanziarie
(-45,8%), condizionati negativamente dal difficile contesto esterno dei
mercati. Anche le commissioni nette hanno registrato una flessione seppure
d'entità percentuale nettamente più contenuta (-3,5%). Il Margine di
Intermediazione si è attestato a 955,2 milioni di Euro, in crescita
dell'1,8% rispetto all'anno precedente. Le Spese Amministrative sono
aumentate in misura contenuta pari al 2,2%, posizionandosi a 527,4 milioni
di Euro. Il Risultato Lordo di Gestione si attesta a 427,8 milioni di Euro,
l'1,3% in più rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Le
Rettifiche di Valore sulle Immobilizzazioni Materiali ed Immateriali pari a
97,2 milioni di Euro, sono risultate in aumento del 7,7% rispetto all'anno
precedente. Le Rettifiche Nette di Valore sui Crediti si sono attestate a
66,7 milioni di Euro con un aumento del 4,0%. Il costo del credito
risultando pari per i primi nove mesi allo 0,31% ha segnato un'ulteriore
riduzione sull'analogo periodo dell'anno precedente (0,35%). L'Utile delle
Attività Ordinarie, pari a 253,7 milioni di Euro, ha consolidato il livello
dell'anno precedente. Le Componenti Straordinarie hanno generato un saldo di
23 milioni di Euro, che si raffronta con un valore di 32,3 milioni di Euro
dei primi 9 mesi del 2001. I proventi straordinari sono per la gran parte
imputabili a maggiori utili da realizzo di partecipazioni e immobili ed alle
eccedenze emerse nel fondo revocatorie. Le Imposte, pari a 142,7 milioni di
Euro, superano dell'1,63% quelle analoghe al 30 settembre 2001. Il tax rate
è salito al 51,6% (49,1% al 30 settembre 2001) a seguito dell'incremento di
un punto percentuale dell'aliquota IRAP per le Regioni Lombardia e Lazio e
delle modifiche alla cosiddetta DIT (Dual Income Tax). L'Utile Netto,
attestatosi a 101,2 milioni di Euro, registra un calo del 13,2% rispetto al
corrispondente trimestre dell'anno precedente. L'Utile Netto Cash (al lordo
delle rettifiche sulle differenze positive di consolidamento e patrimonio
netto) è risultato pari a 135,4 milioni di Euro con una flessione del
9,4%.
BANCA
MONTE DEI PASCHI DI SIENA: PROGETTO INDUSTRIALE DI FUSIONE PER
INCORPORAZIONE DELLA BANCA AGRICOLA MANTOVANA E DELLA BANCA TOSCANA NELLA
BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA.
Siena, 18 novembre 2002 - I Consigli di Amministrazione della Banca Monte
dei Paschi di Siena SpA (Bmps), della Banca Agricola Mantovana SpA (Bam) e
della Banca Toscana SpA (Bt) nelle sedute odierne hanno approvato i
contenuti del progetto industriale relativo alla fusione per incorporazione
delle due controllate Bam e Bt nella capogruppo Bmps. L'operazione, da
completarsi entro fine marzo 2003, prevede che contestualmente alla fusione,
si realizzi lo scorporo delle attività bancarie in due newco bancarie che
saranno costituite in precedenza, non quotate, totalmente controllate da
Bmps, le quali continueranno a svolgere le tradizionali attività di
intermediazione creditizia delle due banche originali conservando i
rispettivi marchi. In coerenza con le logiche di accentramento già previste
nell'ambito del Piano Industriale 2002-2005, alcuni asset non più
strettamente funzionali (principalmente parte del portafoglio titoli, delle
partecipazioni e degli immobili), verranno mantenuti presso la Capogruppo.
Le nuove aziende bancarie proseguiranno nell'attuazione delle strategie
individuate nei business plan a suo tempo elaborati, facendo leva sulla
capacità di presidiare i mercati di riferimento con una presenza radicata e
brand riconosciuti. Le modalità di realizzazione dell'operazione
salvaguarderanno l'attuale patrimonio di risorse umane di Bam e di Bt. A
livello di Gruppo potranno consolidarsi benefici in termini di maggiore
efficacia nell'attuazione delle politiche complessive del Corporate Center,
di sinergie di costo e da razionalizzazione degli asset non bancari delle
due entità incorporate e di crescita, a parità di risultato economico,
della redditività netta di pertinenza del Gruppo. La fusione avverrà
secondo i seguenti rapporti di concambio: n. 4,15 azioni ordinarie Bmps con
godimento regolare per ogni azione Banca Agricola Mantovana; n. 1,95 azioni
ordinarie Bmps con godimento regolare per ogni azione Banca Toscana; I
Consigli di Amministrazione di Bmps, Bam e Bt sono giunti alla
determinazione del rapporto di concambio a seguito di un processo valutativo
che ha riguardato le società interessate al progetto di integrazione, con
il coinvolgimento, in qualità di advisor, di Deutsche Bank per Bmps e di
Meliorbanca SpA per Bam e Bt. Il perfezionamento delle operazioni societarie
previste resta soggetto all'approvazione da parte degli Organi di Vigilanza
e al normale iter di approvazione presso gli Organi Collegiali delle società
coinvolte.
CREDEM:
NEI PRIMI 9 MESI 2002 MARGINE DI INTERMEDIAZIONE CONSOLIDATO IN CRESCITA DEL
5,1% A 591,6 MILIONI DI EURO. UTILE NETTO CONSOLIDATO A 89,1 MILIONI DI
EURO
Reggio Emilia, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Credem
ha approvato il 13 novembre la relazione trimestrale consolidata al 30
settembre 2002. Il Gruppo - Nei primi 9 mesi del 2002 il margine di
intermediazione consolidato si è attestato a 591,6 mln €, in crescita del
5,1% sul periodo 2001. Il margine dei servizi, in progresso del 12,9%, ha
raggiunto i 389,4 mln €, mentre il margine finanziario, sempre nel
medesimo periodo in esame è stato pari a 202,2 mln €. Quest'ultimo
risulta penalizzato a favore del primo per l'operatività in alcune
categorie di titoli strutturati da parte di Abaxbank. Relativamente al
margine dei servizi segnaliamo la sostanziale tenuta delle commissioni
connesse alle gestioni patrimoniali individuali ed al collocamento di fondi
comuni e Sicav, oltre all'incremento di quelle legate alla distribuzione dei
prodotti assicurativi ed ai servizi di incasso e pagamento. I costi
operativi sono aumentati del 9% circa. Per quanto concerne le spese generali
e gli ammortamenti l'incremento, in linea con la pianificazione aziendale,
è principalmente correlato al potenziamento ed alla razionalizzazione delle
reti commerciali ed alla revisione organizzativa di Abaxbank. L'utile netto
consolidato si è attestato a 89,1 mln €, sostanzialmente in linea con
quello al 9/2001 pari a 92,4 mln €. La raccolta complessiva ha registrato
un incremento del 9,4%, raggiungendo i 46.596 mln €. Più in dettaglio la
raccolta diretta, in aumento del 33,6% a 13.603 mln E, beneficia del forte
incremento del comparto obbligazionario, sostenuto sia dagli strumenti con
capitale a rendimento minimo garantito emessi da Credembanca sia
dall'intensa attività di Abaxbank che dell'incremento dei pronti contro
termine. Relativamente all'attività di Abaxbank, la stessa ha registrato,
un margine di intermediazione in crescita del 34,7% a 62,5 mln E, così come
la sua redditività netta di periodo pari a 20,9 mln E segna un forte
incremento rispetto ai 9,7 del 2001. La raccolta indiretta, in crescita
dell'1,7% a 32.993 mln E, ha registrato un trend positivo pur avendo
inevitabilmente risentito dell'andamento dei mercati azionari, che hanno
influenzato in modo particolare la 'gestita'. Quest'ultima si è
incrementata del 4,6% rispetto al settembre 2001 risultando pari a 11.831
mln Euro. La raccolta amministrata pari a 21.162 risulta in linea con il
9/2001. La produzione netta di periodo ha registrato un +13,3% (2.863 mln di
E), confermando anche nel trimestre in esame l'ottimo trend di crescita. Gli
impieghi verso la clientela (al netto dei pronti contro termine) registrano
una variazione positiva del 15,5%, per un controvalore pari a 8.802 mln E.
Il Gruppo evidenzia una crescita nettamente superiore rispetto al sistema
con particolare riferimento all'andamento dei finanziamenti a medio-lungo
termine alla clientela privata, ma, anche, del credito commerciale alle
imprese. In merito ai noti accadimenti Cirio Finanziaria sottolineiamo che
il Gruppo possiede una limitatissima esposizione finanziaria. Positivi anche
i dati delle sofferenze nette che si sono attestate allo 0,18%, come di
consueto ampiamente inferiori alla media di sistema. Al 30 settembre 2002 il
Gruppo si articola in 444 filiali, 35 Centri Imprese, 50 Negozi Finanziari,
4.844 dipendenti e 795 promotori finanziari con mandato. Credembanca Nei
primi 9 mesi del 2002 anche Credembanca ha fatto registrare un positivo
andamento delle masse: la raccolta complessiva, in crescita del 18,1%, ha
raggiunto 35.483 mln E (30.053 al 9/2001), mentre gli impieghi si sono
attestati a 7.973 mln E rispetto ai 6.980 (+14,2%).
RELAZIONE
TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2002BANCA AGRICOLA MANTOVANA: L'UTILE NETTO PARI
A 61,5 MILIONI DI EURO, CONTRO I 93,7 MILIONI DI EURO REALIZZATI NEI PRIMI
NOVE MESI DELL'ESERCIZIO PRECEDENTE.
Mantova, 18 novembre 2002 - In un contesto macro economico particolarmente
incerto e non favorevole all'attività bancaria, Banca Agricola Mantovana S.
p. A. e le Società controllate hanno realizzato nei primi nove mesi del
2002 risultati complessivamente positivi. Il risultato delle attività
ordinarie, pari a 88, 8 milioni di euro, risulta in crescita del 6, 78%
rispetto ai valori medi dell'intero esercizio precedente ed in flessione del
3,84% rispetto alla fine di settembre 2001. L'utile netto consolidato del
periodo è risultato pari a 61,5 milioni di euro, contro i 93,7 milioni di
euro realizzati nei primi nove mesi dell'esercizio precedente. La
plusvalenza straordinaria contabilizzata nel passato esercizio a seguito
della cessione della controllata Banca C. Steinhauslin & C. S. p. A.
legittima la variazione negativa del risultato netto rispetto a quanto
realizzato a settembre 2001. Infatti, se per garantire omogeneità di
confronto si esclude tale componente straordinaria, l'utile netto appare
sostanzialmente invariato rispetto al risultato al 30 settembre 2001. La
redditività del patrimonio (R. O. E.) si è attestata al 9,35%, contro il
14,90% di settembre 2001 (11,57% senza proventi straordinari) ed il 13,84%
del 31 dicembre 2001 (10,50% senza proventi straordinari). Il risultato,
inferiore alle aspettative aziendali prospettate all'inizio dell'esercizio,
risulta nel complesso comunque soddisfacente se si considerano i negativi
effetti prodotti dalla persistente incertezza dei mercati finanziari e dalla
negativa congiuntura economica generale. La discesa prolungata dei listini
azionari e la tendenza alla riduzione dei consumi hanno indebolito il ciclo
economico con riflessi negativi sulle scelte dei risparmiatori da un lato e
sui piani d'investimento e sulla stabilità finanziaria delle imprese
dall'altro. Alla mancata ripresa dei ricavi derivanti dalla gestione del
risparmio si è quindi affiancata una minor dinamica di crescita degli
impieghi e la necessità di una maggior selezione degli stessi. La
situazione generale sopradescritta ha determinato un utile trimestrale in
flessione rispetto ai periodi precedenti. Il risultato del terzo trimestre,
tradizionalmente meno ricco per ragioni di stagionalità, è stato
caratterizzato da un minor contributo dei dividendi maturati e da minori
flussi commissionali derivanti dall'intermediazione finanziaria, nonché
dall'aumento delle minusvalenze sul portafoglio titoli che, seppur poco
esposto ai rischi di mercato, ha comunque risentito della caduta dei corsi.
Ancora una volta è risultato positivo, invece, il contributo delle
commissioni da servizi a testimonianza della vivacità commerciale e della
costante attenzione all'offerta di servizi di qualità. Per quanto riguarda
i costi si segnala che il risultato di periodo è stato penalizzato dalla
contabilizzazione della prima quota di competenza degli oneri straordinari
relativi all'incentivazione all'esodo del personale mediante l'attivazione
del "Fondo di solidarietà", che produrrà peraltro benefici
effetti nei prossimi esercizi. Il margine di interesse ammonta a 192,0
milioni di euro, con una flessione del 3,19% nei confronti dello stesso
periodo dell'esercizio precedente e del 2,07% rispetto al valore medio
dell'intero anno 2001. L'attività d'intermediazione creditizia, pur
evidenziando ancora buoni livelli di redditività, ha registrato una leggera
riduzione del margine rispetto ai periodi precedenti per l'elevata
vischiosità dei tassi, verificatasi soprattutto nel segmento a breve
termine. 5 La raccolta diretta, che ammonta a 8.776,8 milioni di euro, ha
evidenziato una crescita del 19,68% rispetto a settembre 2001 e dell'8, 27%
rispetto al 31 dicembre dello stesso esercizio. Nel corso dei primi nove
mesi del 2002 sono cresciuti ulteriormente i prestiti obbligazionari emessi
(+ 48,92% rispetto al 31 dicembre 2001) e le altre forme di raccolta
vincolata fino a 18 mesi. La raccolta a vista (depositi e conti correnti)
risulta in crescita dell'1,45% rispetto a settembre 2001 mentre dall'inizio
dell'anno evidenzia una leggera flessione. Viene quindi confermata la
propensione dei risparmiatori all'investimento in prodotti facilmente
liquidabili o che, comunque, siano in grado di salvaguardare il capitale a
fronte di un rendimento variabile. La consistenza complessiva degli impieghi
ha raggiunto i 7.956,1 milioni di euro, con un incremento del 3,54% su base
annua e del 6,02% rispetto al 31 dicembre 2001. Nella valutazione dello
scostamento effettivo rispetto a settembre 2001, è necessario considerare
le operazioni di cartolarizzazione di crediti in bonis che sono state
perfezionate rispettivamente a fine esercizio 2001 (" Mantegna" -
crediti ipotecari ceduti per circa 550 milioni di euro) e nel corso del
primo semestre 2002 (" Mas" - crediti garantiti da pegno su titoli
per circa 350 milioni di euro). Ricomprendendo tali crediti ceduti, gli
impieghi risulterebbero in crescita di circa il 17% rispetto a settembre
2001 e del 20% rispetto a dicembre 2001. Le citate operazioni di
cartolarizzazione di crediti in bonis hanno permesso alla Banca di azzerare
sostanzialmente la situazione debitoria netta sul mercato interbancario e di
generare sia liquidità sia ulteriori margini patrimoniali disponibili a
sostegno della crescita degli impieghi. Il portafoglio titoli di proprietà
ammonta a 1.425,5 milioni di euro, di cui 492,5 milioni di euro compresi nel
portafoglio immobilizzato. Nel corso del trimestre il portafoglio
immobilizzato non ha registrato alcuna movimentazione. Il portafoglio di
trading, già fortemente ridimensionato nel corso degli ultimi esercizi nel
rispetto del Piano Strategico di Gruppo, è stato affidato in gestione alla
Capogruppo a partire dal 1° agosto 2002. Il mandato è stato rilasciato
mantenendo invariato l'orientamento che ha caratterizzato l'operatività di
Banca Agricola Mantovana negli ultimi periodi, improntato quindi
all'esigenza di minimizzare i rischi di mercato e di credito coerentemente
con l'indirizzo prettamente commerciale della Banca. Pur operando in tale
ottica, l'ulteriore peggioramento dei mercati non ha evitato la rilevazione
di minusvalenze che risultano comunque di modesta entità in relazione
all'ammontare complessivo del portafoglio. Il margine d'intermediazione
ammonta a 382,6 milioni di euro, con una variazione positiva del 3,29% nei
confronti di settembre 2001 e del 3,33% rispetto ai valori medi dell'intero
esercizio precedente. Le commissioni e gli altri proventi netti sono
risultati pari a 173,5 milioni di euro ed hanno registrato un incremento del
3,53% su base annua e del 5,34% rispetto ai valori medi. E' risultato molto
positivo, ed in aumento rispetto all'esercizio precedente, l'apporto
commissionale garantito dal collocamento dei prodotti di bancassicurazione,
di finanza innovativa e di quelli orientati al segmento corporate realizzati
dalle Società del Gruppo. Le commissioni derivanti da gestioni
patrimoniali, da fondi comuni di investimento e dall'attività di raccolta
ordini hanno registrato invece una diminuzione. Il perdurare della
situazione di incertezza dei mercati finanziari non ha permesso di
raggiungere in questo caso i risultati di crescita sperati sia in termini di
volumi sia di contributo economico. Le masse relative al risparmio gestito
ed amministrato risultano decisamente incoraggianti ancorché il
corrispondente contributo economico risenta delle incertezze del mercato. La
raccolta indiretta, che a fine settembre ammontava a 14.115,3 milioni di
euro, ha evidenziato una crescita dell' 8,62% su base annua e dello 0,90%
rispetto a fine dicembre 2001. Il risparmio gestito risulta in leggero
aumento su base annua (+ 0,24%) ed in flessione del 5,13% rispetto ai
controvalori risultanti al 31 dicembre 2001. Il sensibile aumento del
collocamento di prodotti di bancassicurazione ha compensato 6 la contrazione
dei volumi conseguente alla diminuzione dei prezzi. Il risparmio
amministrato è cresciuto del 14,05% su base annua e del 4,69% rispetto alla
fine dell'esercizio precedente. I ricavi da servizi più tradizionali
evidenziano ancora una volta variazioni positive, confermando il trend dei
trimestri precedenti. I profitti e perdite da operazioni finanziarie,
comprese le minusvalenze, evidenziano un risultato negativo di 7,1 milioni
di euro (utili 3, 5 milioni di euro e minusvalenze nette 10, 5 milioni di
euro) interamente maturato nel corso del terzo trimestre. Il rapporto
margine servizi/ margine di intermediazione risulta pari al 49,81%, contro
il 46,45% dello stesso periodo dell'esercizio precedente. Il margine
operativo lordo ammonta a 150,3 milioni di euro ed evidenzia una flessione
del 6,42% rispetto al periodo precedente e dell'1,41% rispetto ai dati medi
del 2001. I costi operativi, seppur in crescita rispetto all'esercizio
precedente, risultano di ammontare inferiore a quanto preventivato. Le spese
del personale, pari a 131,9 milioni di euro, evidenziano un incremento del
4,00% rispetto a settembre 2001 e del 5,19% rispetto ai valori medi
dell'intero esercizio. La crescita è riconducibile in parte all'aumento
degli organici destinati all'attività commerciale nonchè alla politica
rivolta ad una maggiore fidelizzazione delle risorse dell'Istituto. La voce,
opportunamente riclassificata per fini gestionali, comprende anche la prima
quota dell'onere straordinario collegato all'attivazione del Fondo di
solidarietà. Le altre spese amministrative risultano in crescita
soprattutto per effetto del canone riconosciuto al Consorzio Operativo di
Gruppo per i servizi informatici e di back - office forniti a Banca Agricola
Mantovana. Il canone tiene conto sia dei nuovi investimenti eseguiti da
parte del Consorzio per l'ammodernamento e lo sviluppo delle procedure messe
a disposizione del Gruppo, sia di una parte degli investimenti specifici che
sono stati sostenuti direttamente dal Consorzio stesso per permettere il
passaggio di Banca Agricola Mantovana al nuovo sistema informativo. Il cost-
income ratio, al netto della componente straordinaria rappresentata dalla
quota dell'onere derivante dall'attivazione del Fondo di solidarietà,
risulta pari al 60,15% contro il 56,64% del 30 settembre 2001 ed il 58,83%
del 31 dicembre 2001. Lo stesso indice calcolato a livello d'impresa risulta
pari al 56,81%. Le rettifiche di valore nette su crediti e gli
accantonamenti per cause passive ammontano a 32,5 milioni di euro contro i
37,4 milioni di euro di settembre 2001 ed i 41,2 milioni di euro di valore
medio dell'anno 2001. I valori risultano quindi migliori rispetto a quelli
registrati nell'esercizio precedente pur in presenza di una sensibile
crescita degli impieghi. Le sofferenze nette, pari a 145,9 milioni di euro,
sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto a fine settembre 2001.
L'indice di rischiosità (sofferenze/ impieghi) è migliorato ulteriormente
essendo risultato pari all'1,88%, contro rispettivamente l'1, 93% di
settembre e dicembre 2001. In crescita risulta anche il livello di copertura
complessivo dei crediti pari al 2,73% contro il 2,48% di settembre 2001. Il
risultato delle attività ordinarie, pari a 88,8 milioni di euro, registra
una flessione del 3,84% su base annua ed una crescita del 6,78% rispetto ai
dati medi dell'esercizio 2001. Le imposte sul reddito maturate nel periodo,
pari a 43,6 milioni di euro, sono state quantificate nell'osservanza del
principio di competenza. Fatti gestionali di rilievo e prevedibile
evoluzione dell'attività nell'esercizio in corso Come anticipato nella
relazione sull'andamento della gestione relativa al primo semestre 2002, nel
trimestre in esame il Consiglio di Amministrazione, nell'ambito degli
interventi tesi alla razionalizzazione della struttura di Gruppo, ha
approvato: la cessione del ramo d'azienda relativo all'esercizio di
promozione finanziaria ad altra società del Gruppo che svolgerà in via
esclusiva tale attività. L'operazione è in corso di attuazione e si
ritiene possa perfezionarsi nel corso del quarto trimestre dell'esercizio
2002; l'affidamento a Paschi Gestioni Immobiliari S. p. A. della gestione e
dell'amministrazione del comparto immobiliare dell'Istituto al fine di
meglio valorizzare il patrimonio immobiliare e nell'ottica del conseguimento
di economie di scala; il "Progetto di fusione per incorporazione"
di Finanziaria Banca Agricola Mantovana S. p. A. in Banca Agricola Mantovana
S. p. A., avviando l'iter procedurale per il perfezionamento dell'operazione
che si concluderà entro il corrente esercizio. Inoltre, sempre con
riferimento al processo di riorganizzazione dell'attività delle Società
del Gruppo, si segnala che: nel mese di luglio è iniziata la piena
operatività di Mps Leasing & Factoring, Banca per i Servizi Finanziari
alle Imprese S. p. A., che si svilupperà principalmente attraverso la rete
delle Banche del Gruppo. La NewCo risponde all'esigenza di creare un unico
centro di eccellenza in cui concentrare le attività di leasing e factoring
del Gruppo Mps; nel mese di agosto è pervenuta l'autorizzazione della Banca
d'Italia per l'inizio dell'attività di Mps Gestione Crediti Banca S. p. A.,
società di nuova costituzione deputata alla gestione delle sofferenze delle
Banche del Gruppo, con lo scopo di ottimizzare il processo di recupero ed
abbattere il costo del rischio del credito. Con riferimento alla prevedibile
evoluzione dell'attività nei prossimi mesi si sottolinea come la
congiuntura economica del trimestre giugno- settembre sia addirittura
peggiorata rispetto alla situazione già problematica registrata nel primo
semestre 2002. L'economia reale è in rallentamento ulteriore ed i mercati
finanziari tardano a mostrare reali segni di ripresa. I tassi di interesse
permangono stabili se non in leggero calo, la domanda di credito complessiva
sta rallentando rispetto alla prima parte dell'anno e la rischiosità degli
impieghi è in aumento. Crescono oltre misura le masse di raccolta
soprattutto per effetto della maggior propensione alla liquidità di molti
risparmiatori, i quali tendono a rinviare ogni decisione di investimento.
Continua la contrazione delle masse di risparmio gestito. I principali
analisti non prevedono cambiamenti repentini a questo stato di cose ed il
2002 si annuncia come un anno decisamente difficile per il sistema bancario
in generale. Banca Agricola Mantovana non può ovviamente sottrarsi agli
influssi macro economici sopra evidenziati anche se il forte radicamento
territoriale e la possibilità di attingere ad una gamma di prodotti
finanziari particolarmente innovativi consentiranno di raggiungere a fine
esercizio un risultato economico comunque positivo. La minor contribuzione
rispetto allo scorso anno derivante dal margine di interesse, che sconterà
la compressione degli spread tipica dei momenti di stagnazione dei tassi di
interesse, sarà più che compensata dai maggiori dividendi incassati e
soprattutto dalla crescita del margine da servizi. I costi operativi
risentiranno invece degli investimenti derivanti dalla razionalizzazione a
livello di Gruppo già effettuata ma che produrrà benefici economici nei
prossimi esercizi. Le rettifiche su crediti saranno inferiori rispetto a
quelle registrate lo scorso anno. Complessivamente il risultato economico di
fine esercizio delle attività ordinarie dovrebbe evidenziare una variazione
positiva rispetto a quello dello scorso anno, nonostante il minor contributo
dei proventi straordinari e la maggior imposizione fiscale.
BANCA
121 ACQUISITA LA RETE DI PROMOZIONE DI BANCA AGRICOLA MANTOVANA.
Lecce, 18 novembre 2002 - Banca 121 si rafforza con l'acquisizione della
rete di promozione finanziaria di Banca Agricola Mantovana, composta da
circa 130 risorse e da 15 negozi finanziari e uffici di promozione
distribuiti in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. L'operazione si
inserisce nel percorso di sviluppo strategico di Banca 121, che sarà
l'unica rete di promozione finanziaria del Gruppo Mps. Un centro di
eccellenza specializzato nell'offerta di consulenza personalizzata e servizi
di gestione finanziaria di qualità, orientato all'acquisizione di clientela
di target elevato in aree particolarmente attrattive, in linea con la
presenza territoriale del Gruppo. L'integrazione permetterà di realizzare
importanti sinergie di servizio per la clientela, che potrà avvalersi, per
le operazioni di cassa (prelievi, versamenti, emissione di assegni
circolari, ecc.), degli sportelli di Banca Agricola Mantovana e, a partire
dal 1° gennaio 2003, anche delle filiali della Banca Monte dei Paschi di
Siena. I promotori che attualmente fanno parte di Banca Agricola Mantovana
saranno integrati nella rete di Banca 121 e avranno a propria disposizione
strumenti evoluti di asset allocation e analisi del rischio, che consentono
di definire la pianificazione finanziaria ottimale per il cliente, di
individuare le soluzioni finanziarie più efficaci e di monitorare
continuamente la coerenza del portafoglio rispetto alle strategie di
investimento del cliente, ai suoi obiettivi e alla situazione del mercato.
Con riferimento al portafoglio prodotti, l'operazione consentirà ai clienti
di accedere ad una gamma sempre più ampia e innovativa di soluzioni
assicurativo-previdenziali e per la gestione del risparmio, grazie al
contributo delle strutture di eccellenza del Gruppo Mps e, in una logica
multibrand, all'esperienza delle più importanti case d'investimento
internazionale. I promotori finanziari continueranno, inoltre, ad offrire i
servizi per le imprese di Banca Agricola Mantovana. La rete di promozione
finanziaria di Banca 121 gestisce attualmente asset per oltre 3.000 milioni
di euro ed è tra i primi operatori italiani per intermediato lordo che, nel
periodo gennaio-settembre 2002, è stato di circa 4.000 milioni di euro. Al
termine dell'operazione conterà circa 1.600 promotori finanziari e 260
negozi finanziari.
ANTONVENETA
APPROVA LA TRIMESTRALE CONSOLIDATA AL 30 SETTEMBRE 2002: PROSEGUE IL TREND
DI CRESCITA RISULTATO LORDO DI GESTIONE CONSOLIDATO +35,1% - UTILE NETTO DI
GRUPPO +7,4%
Padova, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il
13 novembre 2002 i risultati consolidati al 30 settembre 2002, che
confermano il positivo trend di crescita già manifestatosi nel primo
semestre. Il risultato lordo di gestione si è attestato a 769,1 milioni di
euro, con una crescita del 35,1% rispetto al 30 settembre 2001. Nei primi
nove mesi il margine di gestione denaro è ammontato a 1.140,4 milioni di
euro, con un incremento del 26,7% sul corrispondente periodo dell'anno
precedente. Alla base del miglioramento vi è la crescita dei volumi medi
intermediati e i dividendi (112 milioni di euro) incassati da Interbanca in
relazione all'"operazione Bell". Al netto di tali dividendi, la
crescita del margine di gestione denaro si sarebbe attestata al +14,3%. Il
margine da servizi è ammontato a 455,4 milioni di euro, valore
sostanzialmente allineato a quello del corrispondente periodo del 2001
(-0,6%), risentendo, in generale, della fase negativa attraversata dai
mercati finanziari che ha penalizzato il segmento dei ricavi legato alla
gestione del risparmio e il comparto delle operazioni finanziarie. Tale
ultimo comparto si è chiuso con una perdita di 92,3 milioni di euro
rispetto ad una perdita di 24,8 milioni del corrispondente periodo del 2001,
in parte dovuta all'andamento negativo dei mercati azionari ed in parte
riconducibile al bond Olimpia il cui impatto sul conto economico è stato di
42 milioni di euro. Il complesso delle commissioni e degli altri proventi
netti si è attestato a 547,7 milioni di euro, superiore del 13,4% a quello
dei primi nove mesi dello scorso anno. Il margine di intermediazione, pari a
1.595,9 milioni di euro, è aumentato del 17,5% (12,4% al netto degli
effetti dell'"operazione Bell "). Le spese amministrative sono
risultate pari a 826,7 milioni di euro, evidenziando una crescita su base
annua del 4,8%, dovuta da un lato ai rinnovi contrattuali e dall'altro ai
maggiori costi sostenuti a sostegno della crescita dell'operatività e a
quelli "una tantum" connessi alla quotazione in Borsa della
Capogruppo; il rapporto "cost/income", normalizzato dei proventi
dell'"operazione Bell", è sceso dal 71,5% del 30 settembre 2001
al 66,5% dei primi nove mesi del 2002. Le rettifiche di valore su crediti e
accantonamenti per garanzie e impegni sono ammontate a 342,4 milioni di
euro, contro i 182,8 milioni del 30 settembre 2001. L'aggregato comprende 79
milioni di rettifiche forfettarie su crediti incagliati e su crediti in
bonis, importo che recepisce i maggiori stanziamenti deliberati dalla
Capogruppo per aumentare, nell'ambito del suo bilancio, il grado di
copertura. Le rettifiche di valore, inoltre, comprendono circa 89 milioni di
euro quale quota di competenza del periodo per rettifiche su crediti
cartolarizzati. L'utile delle attività ordinarie è ammontato a 252,8
milioni di euro, rispetto ai 214 milioni dei primi nove mesi del 2001
(+18,1%). L'utile netto al 30 settembre 2002, considerando le altre
componenti del conto economico, è quindi risultato pari a 99,6 milioni di
euro rispetto ai 92,8 milioni di euro dello stesso periodo del 2001 (+7,4%).
Rispetto al secondo trimestre del corrente anno, l'utile netto è aumentato
del 16,7%. Al 30 settembre 2002, la raccolta complessiva è risultata pari a
62.226 milioni di euro, con una crescita annua del 9,7%. Segnatamente, la
raccolta diretta è stata di euro 34.718 milioni (+16,6%), la raccolta
indiretta si è attestata a euro 27.508 milioni, con una crescita su base
annua del 2,1% (nell'ordine +6,9% e -2,4% rispetto al 31 dicembre 2001). Gli
impieghi alla clientela sono ammontati a 35.544 milioni di euro, con un
incremento annuo del 12,1% e del 5,4% rispetto al 31 dicembre 2001 anche a
seguito delle campagne di commercializzazione dei mutui casa attuate dalla
Capogruppo. I crediti netti in sofferenza sono passati da 599 milioni di
euro del 30 settembre 2001 a 747 milioni del 30 settembre scorso (+24,8%);
il rapporto sofferenze/impieghi si è adeguato al 2,10% (2,04% al 30 giugno
2002). Al 30 settembre 2002, il grado di copertura dei crediti in bonis è
risultato dello 0,19%, quello delle posizioni incagliate del 19,9% e quello
relativo alle sofferenze del 50,5%. Al 30 settembre 2002 il patrimonio netto
consolidato - comprensivo del "fondo per rischi bancari generali"
e al netto dell'utile - è risultato pari a 2.708 milioni di euro (+0,6%
rispetto al 30 giugno 2002). Il Consiglio di Amministrazione ha preso atto
delle attese per il quarto trimestre 2002, che presenta positivi elementi
evolutivi in termini di margine di interesse e di gettito commissionale, cui
si andranno ad aggiungere alcuni introiti caratteristici dell'ultima parte
dell'esercizio, ivi compresi quelli derivanti dalla preventivata
cartolarizzazione di mutui della Capogruppo nonché il positivo riflesso
della costante politica di contenimento dei costi. Alla luce di quanto
precede, il risultato consolidato 2002 potrà essere sostanzialmente in
linea con il risultato 2001.
BANCA
ANTONVENETA: IL C.D.A. APPROVA LE LINEE GUIDA DEL PROGETTO DI
RIORGANIZZAZIONE
Padova, 18 novembre 2002 - Il 13 novembre il Consiglio di Amministrazione di
Banca Antonveneta ha deliberato le linee guida di un progetto di
riorganizzazione, volto alla creazione di valore attraverso il potenziamento
delle strutture esistenti, da realizzare tramite la segmentazione e la
focalizzazione sui prodotti e sulla clientela, nel quadro di una conduzione
unitaria del Gruppo.Il progetto, che verrà messo a punto nei prossimi mesi,
prevede nelle sue linee generali i seguenti passi: La Banca Antonveneta
diverrà una holding capogruppo bancaria, quale unica società quotata, al
cui interno si svolgeranno le attività centrali di indirizzo e di controllo
delle tre unità di business del Gruppo; l'attività retail verrà svolta da
una banca, posseduta al 100%, di nuova costituzione, derivante dallo
scorporo delle attività dell'attuale Banca Antonveneta, che si avvarrà
della rete di sportelli di quest'ultima; l'attività di corporate,
investment e merchant banking verrà svolta da Interbanca S.p.A. posseduta
al 100%, a seguito dell'acquisto mediante offerta pubblica di acquisto delle
azioni attualmente in circolazione sul mercato; l'attività di "wealth
management", inclusa la commercializzazione di prodotti assicurativi,
sarà svolta da AAA Bank S.p.A:, posseduta al 100% dalla holding Banca
Antonveneta mediante acquisto del 50% attualmente detenuto da Abn Amro Bank
N.V. In tale quadro, il Consiglio di Amministrazione della Banca Antonveneta
S.p.A. (di seguito anche "Offerente" o "Banca" ) ha
deliberato di procedere ad un'offerta pubblica di acquisto volontaria
totalitaria, ai sensi dell'art.102 del Testo Unico della Finanza sulle
azioni della controllata Interbanca S.p.A. (di seguito anche
"Emittente" ) al prezzo unitario di Euro 20,50 per ciascuna azione
ordinaria della medesima. L'Offerta è finalizzata all'acquisto dell'intero
capitale sociale dell'Emittente ed alla revoca delle azioni di Interbanca
S.p.A. dalla quotazione di borsa, in conseguenza della partecipazione
totalitaria in capo all'Offerente. Elementi essenziali dell'Offerta - La
Banca promuoverà un'offerta pubblica di acquisto volontaria
("Offerta") ai sensi dell'art. 102 del T.U.F., avente ad oggetto
la totalità del capitale sociale di Interbanca S.p.A., dedotta la quota di
controllo già detenuta dalla Banca (51,97 % posseduta a titolo di
partecipazione, oltre al 13,12 % a servizio di strumenti finanziari
convertibili in azioni di Interbanca S.p.A. ). Le azioni dell'Emittente sono
quotate sul Mercato Telematico della Borsa Italiana. Il corrispettivo
offerto per ciascuna azione ordinaria è pari a Euro 20,50. La Banca intende
inoltre estendere l'Offerta anche ad altre categorie di titoli che
attribuiscono diritto di acquisto o sottoscrizione di azioni Interbanca
S.p.A e segnatamente ai seguenti strumenti finanziari, per i quali
l'Offerente si riserva di comunicare tempestivamente il corrispettivo di
offerta: il "Prestito Obbligazionario Interbanca S.p.A. 2,50% 2001-2011
subordinato ibrido convertibile in azioni ordinarie proprie - cod. Isin IT
0003072086" quotato; Il "Prestito Obbligazionario Banca Antoniana
Popolare Veneta S.c.a.p.a r.l. 3,75% 2000 - 2005 convertibile in azioni
ordinarie Interbanca S.p.A. - codice Isin It 1476156"non quotato.
L'Offerente intende altresì estendere l'Offerta, prendendo a riferimento il
corrispettivo determinato per le azioni e secondo le specifiche
caratteristiche dello strumento, ai "Warrants su azioni Interbanca
S.p.A." che verranno assegnati gratuitamente, secondo quanto previsto
dal relativo regolamento, a quei soci della Banca Antonveneta che non
avranno venduto o trasferito e avranno mantenuto ininterrottamente in
proprietà azioni della Banca Antonveneta S.p.A. dal 15 aprile 2002 (data di
inizio delle negoziazioni di detti titoli sull'Mta) nei successivi 365
giorni da tale data. La Banca riconoscerà a ciascun aderente all'Offerta,
interamente in contanti, Euro 20,50 (venti, cinquanta euro) per ciascuna
Azione dell'Emittente. Il corrispettivo offerto comprende un premio pari a
circa il 24,8 % rispetto alla media aritmetica dei prezzi di riferimento
delle azioni ordinarie, ponderati sui volumi trattati sul Mta nell'ultimo
mese, del 25,9 % su quella a tre mesi, del 24,8 % su quella a sei mesi e del
25,8 % su quella a dodici mesi (fonte Bloomberg). Il corrispettivo offerto
agli aderenti tiene anche conto della perdita del dividendo atteso, relativo
all'esercizio in corso. Il finanziamento dell'operazione sarà effettuato
mediante ricorso a mezzi propri. La durata dell'Offerta sarà stabilita in
conformità alla disciplina di legge e di regolamento vigente, nei tempi
tecnici da essa consentiti, ottenute le prescritte autorizzazioni di Banca
d'Italia, relativamente al piano di riorganizzazione del gruppo bancario e
del nulla osta della Consob. Il calendario dell'Offerta sarà concordato con
Borsa Italiana S.p.A. e si prevede che il deposito del documento di offerta,
ai sensi dell'art. 37 della delibera Consob n° 11971/99, possa avvenire
prevedibilmente entro la metà del prossimo mese di dicembre c.a. L'Offerta
sarà promossa esclusivamente sul mercato italiano e sarà rivolta
indistintamente, a parità di condizioni, a tutti gli azionisti, ma non è
stata e non sarà diffusa negli Stati Uniti d'America né in altri Paesi in
cui la diffusione non sia consentita in assenza di autorizzazione da parte
delle competenti autorità. La Banca agirà in qualità di intermediario
autorizzato per la raccolta delle adesioni.
ANTONVENETA:
PREZZI RITIRO PRESTITI OBBLIGAZIONARI
Padova, 18 novembre 2002 - Con riferimento a quanto sopra la Banca
Antonveneta, in relazione alla deliberazione del Consiglio di
Amministrazione inerente il progetto di riorganizzazione del Gruppo e, in
tale ambito, al lancio di una Offerta Pubblica di Acquisto volontaria
finalizzata all'acquisto dell'intero capitale della controllata Interbanca
S.p.A., precisa ora il corrispettivo di Offerta per i seguenti strumenti
finanziari, che attribuiscono diritto di conversione in azioni della
Interbanca S.p.A.: "Prestito Obbligazionario Interbanca S.p.A. 2,50%
2001-2011 subordinato ibrido convertibile in azioni ordinarie proprie -
codice Isin IT 0003072086" quotato: il corrispettivo offerto su base
percentuale risulta essere pari a 130 (corrispondente a Euro 19,50 per
obbligazione); "Prestito Obbligazionario Banca Antoniana Popolare
Veneta S.c..p.a. a r.l. 3,75% 2000 - 2005 convertibile in azioni ordinarie
Interbanca S.p.A. - codice Isin IT 0001476156"- non quotato: il
corrispettivo offerto su base percentuale risulta essere pari a 118,20
(corrispondente a Euro 4.875,75 per obbligazione). Detti corrispettivi sono
stati determinati avendo riguardo alla esiguità dei volumi di negoziazione,
nonché alle specifiche caratteristiche finanziarie e regolamentari dei
suddetti strumenti (tra cui anche il diverso periodo di godimento - rispetto
a quello delle Azioni oggetto dell'Offerta - delle azioni di compendio
derivanti dall'eventuale esercizio della facoltà di conversione).
GRUPPO
BPVN: UTILE NETTO CONSOLIDATO DI € 363 MILIONI AL 30/9/2002 PER IL GRUPPO
BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA
Verona, 18 novembre 2002 - L'attività realizzata dal Gruppo Bpvn al
30/9/2002 ha fatto registrare risultati apprezzabili nell'attuale quadro
caratterizzato da un clima di incertezza e da una congiuntura economica in
fase di sensibile rallentamento. Gli elementi patrimoniali ed economici si
confrontano con quelli consolidati pro-forma relativi al 30/9/2001
predisposti sulla base dei corrispondenti dati del Gruppo Banca Popolare di
Verona e del Gruppo Banca Popolare di Novara. Il margine di interesse è
cresciuto del 5,5%, passando dai 907,2 milioni di euro del 30/9/2001 ai
956,7 milioni di euro di fine settembre 2002 e tale risultato conferma una
sostanziale tenuta degli spread. Le commissioni nette da servizi e gli altri
proventi netti di gestione hanno raggiunto l'importo di 623,6 milioni di
euro con un incremento del 4,2 % rispetto ai 598,2 milioni di euro
risultanti al 30 settembre 2001. Il margine di intermediazione complessivo
è quindi salito a 1.632,9 milioni di euro rispetto ai 1.554,5 milioni di
euro dell'analogo periodo del 2001, con una crescita del 5%. I costi
operativi del Gruppo sono passati dai 963,8 milioni di euro del 30/9/2001 ai
1.024,3 milioni di euro con un aumento del 6,3 %, per la maggior parte
riconducibile a costi di natura non ricorrente relativi all'operazione di
fusione ed al successivo processo di integrazione. Il risultato della
gestione ha quindi raggiunto il livello di 608,6 milioni di euro con un
incremento del 3 % rispetto ai 590,7 milioni di euro al 30/9/2001. Dopo gli
ammortamenti su gli avviamenti, accantonamenti per rischi ed oneri,
rettifiche nette di valore su crediti e accantonamenti per garanzie ed
impegni per complessivi 165,9 milioni di euro (in crescita rispetto ai 154,3
milioni di euro nel corrispondente periodo del 2001) l'utile delle attività
ordinarie è risultato pari a 442,7 milioni di euro in aumento dell'1,4%
rispetto ai 436,4 milioni di euro del corrispondente periodo del 2001.
L'apporto di proventi straordinari netti per 180,3 milioni di euro,
rivenienti per la maggior parte dalla cessione della controllata Impresol
S.p.A., ha portato l'utile lordo ad una consistenza di 623,0 milioni di
euro, con un incremento del 38,8%. L'utile netto di periodo, dedotte le
imposte sul reddito e la quota di pertinenza di terzi, è risultato pari a
362,9 milioni di euro rispetto ai 224,4 milioni di euro dell'analogo periodo
del 2001, con un incremento del 61,7%. Escludendo l'effetto della cessione
della controllata Impresol l'utile netto sarebbe risultato pari a 228,6
milioni di euro ed avrebbe evidenziato un incremento del 2,2%. La raccolta
diretta alla fine del terzo trimestre dell'esercizio ha raggiunto la
consistenza di 34.339 milioni di euro, sostanzialmente invariata rispetto ai
34.340 milioni di euro di fine settembre 2001. Al netto delle operazioni
"pronti contro termine" l'aggregato risulta peraltro in crescita
del 5,3%. Quella indiretta è passata dai 47.762 milioni di euro del
30/9/2001 ai 51.220 milioni di euro di fine settembre scorso con un
incremento del 7,2% nonostante il negativo andamento dei mercati finanziari.
Gli impieghi lordi consolidati sono diminuiti del 5,4 % raggiungendo la
consistenza di 31.162 milioni di euro rispetto ai 32.941 milioni di euro a
fine settembre 2001. Tale decremento risulta principalmente dovuto alle
operazioni di cartolarizzazione di mutui e contratti di leasing in bonis
perfezionate dalle società del Gruppo dopo il 30/9/2001. Escludendo
l'effetto delle citate cartolarizzazioni il rapporto sofferenze
nette/impieghi netti ammonterebbe al 3,18%, invariato rispetto al 30/9/2001.
Il patrimonio netto consolidato, nello stesso raffronto, si è incrementato
del 15,1% raggiungendo il livello di 3.224 milioni di euro, rispetto ai
2.802 milioni di euro risultanti al 30/9/2001. Il numero medio dei
collaboratori del Gruppo a fine settembre 2002 è risultato di 13.041 unità
contro le 13.557 del corrispondente periodo del 2001, con una diminuzione
del 3,8% e il numero degli sportelli nel confronto dello stesso periodo è
passato da 1.126 a 1.146. Sulla scorta dei dati disponibili alla data
odierna il numero dei Soci del Banco Popolare di Verona e Novara ammonta a
n. 112.657. Il processo di fusione, sia sotto il profilo organizzativo che
quello strutturale, si sta svolgendo secondo le modalità e i tempi
realizzativi previsti dal progetto industriale. In questo quadro sono state
deliberate nuove linee programmatiche in materia di razionalizzazione della
rete territoriale del Gruppo. Con riferimento ai principi ispiratori del
Piano Industriale del Gruppo, volti a valorizzare i marchi e il radicamento
delle diverse componenti bancarie, si è stabilito di definire un piano di
riassetto delle reti commerciali avente l'obiettivo di intensificare la
presenza a maglia fitta nei territori storici delle tre banche, Banco
Popolare di Verona e Novara, Banca Popolare di Novara S.p.A. e Credito
Bergamasco, consentendo l'aumento dell'efficacia commerciale e risparmi di
costi e di spese in termini di governo delle rispettive reti. In particolare
il progetto di polarizzazione prevede che a regime, la Banca Popolare di
Novara S.p.A concentri le proprie attività nei suoi tradizionali territori
di riferimento del Nord Ovest e nel Centro-Sud d'Italia, il Credito
Bergamasco assuma una più marcata fisionomia di crescita nelle provincie
lombarde e il Banco Popolare di Verona e Novara aggiunga alla propria
struttura attuale filiali a Venezia, Emilia Romagna e in Toscana.
FIDEURAM:APPROVATA
LA RELAZIONE TRIMESTRALE UTILE NETTO CONSOLIDATO 39,7 MILIONI DI EURO NEL
TERZO TRIMESTRE E 143,1 MILIONI NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2002
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Fideuram
(Gruppo Sanpaolo Imi) ha approvato L' 8 novembrela relazione sui dati
economico-patrimoniali consolidati relativi al terzo trimestre 2002, che
evidenziano la capacità aziendale di assorbire l'impatto del terzo anno
consecutivo di bear market. L'utile netto consolidato del terzo trimestre è
stato di 39,7 milioni di euro (51,7 milioni nello stesso periodo del 2001).
Il risultato dei primi nove mesi 2002 è stato dunque di 143,1 milioni di
euro (170,3 milioni nei primi nove mesi del 2001). Tale andamento è
sostanzialmente spiegato dal minor volume di commissioni, dovuto alla
riduzione delle masse gestite - per esclusivo effetto della performance di
mercato - ed alla loro ricomposizione verso forme più liquide . L'utile
netto consolidato del periodo "pro-forma" 1.10.2001-30.9.2002 è
stato di 198,7 milioni di euro e si confronta con i seguenti risultati dei
periodi annuali precedenti: 233,0 milioni di euro nel periodo
"pro-forma" 1.10.2000-30.9.2001; 225,9 milioni di euro
nell'esercizio 2001; 219,5 milioni di euro nel periodo "pro-forma"
1.4.2001-31.3.2002. 210,7 milioni di euro nel periodo "pro-forma"
1.7.2001-30.6.2002. Per quanto attiene l'aspetto operativo, senza tenere
conto dei risultati di Banca Sanpaolo Invest (acquisita l'8 ottobre scorso)
che verranno consolidati a partire dall'ultimo trimestre dell'esercizio, la
raccolta netta dei primi nove mesi 2002 è stata di 2,3 miliardi di euro (di
cui 1 miliardo nel primo trimestre, 1,1 miliardi nel secondo e 0,2 miliardi
nel trimestre in esame), in aumento del 5% rispetto ai 2,2 miliardi
dell'analogo periodo 2001. A tale risultato ha contribuito principalmente il
comparto assicurativo, che è passato da 0,6 a 1,9 miliardi di euro di
raccolta, compensando in misura rilevante i riscatti netti degli altri
comparti del risparmio gestito. In linea con l'andamento degli ultimi
trimestri, la raccolta si è concentrata anche nell'area del risparmio non
gestito (titoli e conti correnti), che ha raggiunto 2,9 miliardi di euro
(2,5 miliardi nei nove mesi 2001). Al 30.9.2002 le masse amministrate si
sono attestate a 45,8 miliardi di euro, in aumento dell'1% rispetto al
30.9.2001 (45,3 miliardi) e in diminuzione, invece, del 5% rispetto al
30.6.2002 (48 miliardi) e del 6% rispetto al 31.12.2001 (48,7 miliardi).
L'evoluzione degli assets under management nel periodo da gennaio a
settembre è la risultante del saldo tra la raccolta netta, (positiva in
tutti i mesi e pari complessivamente a 2,3 miliardi di euro) e l'effetto
performance, pari a -5,2 miliardi e costantemente negativo nel periodo a
parte i mesi di marzo e agosto. Il risparmio gestito - costituito da fondi
comuni, gestioni patrimoniali, assicurazioni vita e fondi pensione - è
ammontato a complessivi 33 miliardi di euro, corrispondenti al 72% delle
masse amministrate. Al suo interno spicca l'aumento del 33% delle
assicurazioni vita, che sono passate dai 6,1 miliardi dieuro del 30.9.2001
agli 8,1 miliardi del 30.9.2002. L'incertezza della congiuntura finanziaria
internazionale è alla base del fenomeno della temporanea ricomposizione del
risparmio, che ha visto la componente non gestita crescere nei confronti di
quella gestita, come dimostra l'incremento da 9,8 a 12,8 miliardi di euro
avvenuto durante gli ultimi dodici mesi nei titoli e conti correnti. A fine
settembre la Rete contava su 3.542 private banker, cui vanno aggiunti 99
produttori assicurativi, per un totale di 3.641 professionisti (erano
complessivamente 3.794 al 30.9.2001 e 3.675 al 30.6.2002). Di seguito
vengono confrontati i risultati del conto economico consolidato dei primi
nove mesi del 2002 con quelli del corrispondente periodo 2001, mettendo in
evidenza per le principali componenti l'apporto del gruppo Fideuram Wargny.
Quest'ultimo è stato complessivamente negativo per 17,6 milioni di euro a
seguito della contrazione dei ricavi della tradizionale attività di
intermediazione titoli, peraltro in linea con il trend di settore su scala
globale. Il margine d'interesse, pari a 33,7 milioni di euro (di cui 5,5
milioni attribuibili a Fideuram Wargny), è diminuito di 27,1 milioni. Su di
esso ha inciso l'impatto negativo di 13,6 milioni di euro per la valutazione
ai prezzi di mercato del 30 settembre (3,8 euro) di un'operazione di equity
swap effettuata sul titolo Banca Fideuram a fine dicembre 2001 con uno
strike price di 7,7 euro (pari alla media dei prezzi del quarto trimestre
2001). L'operazione è finalizzata alla copertura dei bonus 2002 della Rete
e del management (parzialmente indicizzati all'andamento del titolo Banca
Fideuram) e attualmente stimati di importo inferiore a quello previsto in
origine. Le commissioni nette, pari a 339,5 milioni di euro, sono diminuite
di 41,5 milioni (-11%) quale saldo fra minori commissioni attive per 106,9
milioni e minori commissioni passive ed altri compensi alla Rete per 65,4
milioni. Il concorso di Fideuram Wargny è ammontato a 14,8 milioni di euro
(era stato di 24,9 milioni nei nove mesi 2001). Al loro interno, le
commissioni nette di gestione sono state pari nei nove mesi a 337,7 milioni
di euro, in diminuzione di 52,1 milioni. Il decremento è dovuto sia al
minore livello delle masse medie di risparmio gestito, inferiori di 2,8
miliardi di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, sia al minore
contenuto azionario dei fondi comuni di investimento e delle gestioni
patrimoniali Le commissioni nette di collocamento e intermediazione titoli
sono state pari a 47,7 milioni di euro (erano state 73,6 milioni nel
corrispondente periodo 2001). La differenza di 25,9 milioni di euro è
riconducibile soprattutto alle minori commissioni di raccolta ordini ed
intermediazione titoli dovute alla diminuzione dei volumi intermediati e, in
misura minore, alla riduzione delle commissioni di sottoscrizione dei fondi
comuni. Per quanto concerne Fideuram Wargny, le commissioni nette di
collocamento sono state di 12,4 milioni di euro nei primi nove mesi del 2002
(23,3 milioni nello stesso periodo di un anno fa). Le altre commissioni
nette presentano un saldo negativo di 45,9 milioni di euro, migliorato di
36,5 rispetto ai primi nove mesi del 2001, e sono prevalentemente costituite
da incentivazioni alla Rete commisurate agli obiettivi di raccolta netta e
raccolta di nuovi premi vita. Nei primi nove mesi del 2001 gli incentivi
erano ammontati a 74,2 milioni, di cui 38,4 milioni a fronte del piano
triennale 1999/2001. L'utile delle partecipazioni valutate al patrimonio
netto è stato di 31,8 milioni di euro. Il saldo è superiore di 41,2
milioni di euro a quello corrispondente del 2001, essenzialmente in seguito
alla crescita dell'utile netto di Fideuram Vita, passato da un importo
negativo di 11,5 milioni ad uno positivo di 29,6 milioni di euro. Il
risultato ante-imposte della Compagnia mette in evidenza sia il favorevole
andamento della gestione ordinaria, attestato dal miglioramento della
gestione commerciale e del saldo tecnico pari a 38,3 milioni di euro (19,7
milioni nei nove mesi 2001), sia le minori minusvalenze sul portafoglio
titoli non immobilizzato che sono state pari a 10,9 milioni (61,7 milioni
nei nove mesi 2001). Fideuram Vita, inoltre, ha conseguito nei primi nove
mesi del 2002 proventi finanziari straordinari da negoziazione per 6,1
milioni di euro (erano stati 15,1 milioni nel corrispondente periodo dello
scorso esercizio). Al 30.9.2002 il portafoglio titoli di Fideuram Vita,
comprensivo degli investimenti con rischio esclusivamente a carico degli
assicurati (pari a 3,9 miliardi di euro), ha raggiunto 7,4 miliardi di euro,
di cui 2,7 miliardi di euro immobilizzati. Le spese amministrative sono
state pari a 211,8 milioni di euro, in crescita di 9,8 milioni (+5%).
L'incremento si ripartisce fra maggiori spese del personale (+6,1 milioni di
euro) e maggiori altre spese (+3,7 milioni). Tra queste ultime, il più
importante incremento di costo ha riguardato la pubblicità, ora completata,
per 5,1 milioni (3,3 milioni in Italia e 1,8 milioni in Francia) mentre i
principali altri costi hanno registrato una diminuzione. L'incidenza di
Fideuram Wargny sui costi generali è stata pari a 30,3 milioni di euro (era
stata di 27,6 milioni nei nove mesi 2001). Gli altri proventi netti, pari a
16,1 milioni di euro, sono aumentati di 0,9 milioni e sono costituiti
essenzialmente dal recupero dalla clientela di imposte indirette per bolli e
tasse sui contratti di borsa. Gli accantonamenti per rischi ed oneri, pari a
19,2 milioni di euro, sono aumentati di 3,5 milioni. L'accantonamento per il
rischio di mancato recupero degli anticipi provvigionali corrisposti ai
private banker reclutati nell'ultimo triennio è stato di 9,4 milioni di
euro (11,7 milioni nei nove mesi del 2001). La gestione straordinaria ha
chiuso con un saldo positivo di 6,9 milioni di euro, in aumento di 2,4
milioni, principalmente a seguito della dismissione di due partecipazioni di
modesta entità. Le imposte sul reddito sono state pari a 22,2 milioni di
euro, da confrontarsi con 21,5 milioni dei primi nove mesi 2001. Vengono
uniti in allegato i prospetti della situazione patrimoniale al 30 settembre
2002, del conto economico dei primi nove mesi 2002 e l'evoluzione
trimestrale del conto economico nel periodo 1.10.2001-30.9.2002. I dati
trimestrali non sono oggetto di certificazione da parte della società di
revisione.
CAPITALIA:
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PROCEDE CON IL PROGRAMMA DI DISMISSIONI DI
ATTIVITÀ NON-CORE RISULTATI IN LINEA CON PIANO INDUSTRIALE RISULTATO NETTO
CONSOLIDATO DEL TERZO TRIMESTRE NEGATIVO PER € 109 MILIONI, IN
MIGLIORAMENTO RISPETTO ALLA PERDITA DI € 172 MILIONI DEL TERZO TRIMESTRE
2001
Roma, 18 novembre 2002. - Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo
Bancario Capitalia, si è riunito il 13 novembre sotto la Presidenza di
Cesare Geronzi e ha approvato la relazione trimestrale al 30 settembre 2002.
Il Consiglio ha anche esaminato lo stato di avanzamento del Piano
Industriale, confermando la positiva evoluzione delle trattative in corso
per la dismissione di attività e di asset non-core. In particolare, il
Consiglio ha preso atto che sono pervenute le prime offerte per Entrium e
che entro novembre si concluderà la relativa fase di data room. Per quanto
riguarda la cessione degli sportelli, entro fine mese è prevista la
formalizzazione delle offerte vincolanti. Sempre nell'ambito dell'attuazione
del Piano Industriale è stata istituita una funzione centrale per tutti gli
acquisti con l'obiettivo di implementare la politica di riduzione di costi
in tutte le società del Gruppo.La relazione trimestrale consolidata al 30
settembre 2002 evidenzia che l'andamento del Gruppo nel suo insieme è in
linea con gli obiettivi fissati per fine 2002 nel Piano Industriale
illustrato alla Comunità Finanziaria lo scorso 2 ottobre. Il confronto dei
dati economici del terzo trimestre e dei primi nove mesi con gli analoghi
periodi dell'anno precedente è stato effettuato ricostruendo in modo
aggregato i dati relativi ai due omologhi periodi del 2001. Per quanto
riguarda i dati patrimoniali, il confronto con il 30 giugno 2002 e con il 31
dicembre 2001 è effettuato con i relativi dati pro-forma, mentre il
confronto con i dati al 30 settembre 2001 è effettuato con dati aggregati.
Nel terzo trimestre 2002 il margine di interesse ammonta a € 680 milioni,
in crescita del 6,1% rispetto ai 641 milioni del corrispondente trimestre
dell'anno precedente. La crescita è dovuta principalmente alla generale
riduzione dei tassi di interesse sul margine dell'interbancario del Gruppo.
Tale effetto è anche riconducibile alla politica di forte riduzione degli
attivi ponderati per rischio (Risk Weighted Assets) effettuata nel corso del
2002 e comunicata al mercato nell'ambito del Piano Industriale e che ha
consentito, eliminando attività non profittevoli, di diminuire di circa un
terzo il ricorso al mercato interbancario. Le commissioni nette (€ 307
milioni) registrano un andamento negativo (-15,2% rispetto al terzo
trimestre 2001) in linea con il primo semestre, imputabile principalmente
alla riduzione delle commissioni da gestioni patrimoniali. Si riducono
significativamente le perdite da operazioni finanziarie (-23 milioni, contro
una perdita di 109 milioni nel terzo trimestre 2001). I dati contabilizzati
al 30 settembre 2002 includono nel perimetro di consolidamento € 158
milioni di dividendi, relativi al 2001 e incassati nel 2002, da alcune
società partecipate del Gruppo Fineco consolidate per la prima volta nel
Gruppo Bancario Capitalia e sono quindi da considerarsi proventi non
ripetibili. Anche per effetto di tali incassi, il margine di intermediazione
nel terzo trimestre cresce del 19,9% rispetto allo stesso trimestre
dell'anno precedente, raggiungendo € 1.256 milioni. I costi operativi
ammontano a € 987 milioni per il terzo trimestre 2002, in crescita del
9,2%. Mentre le spese del personale rimangono stabili (+1,0%), si registra
un aumento del 12,8% delle spese amministrative dovuto anche agli oneri
connessi alla creazione del nuovo gruppo. Le rettifiche di valore su
immobilizzazioni immateriali e materiali ammontano a € 151 milioni, con un
incremento di 35,7 milioni rispetto al medesimo periodo dell'anno
precedente, da attribuire al processo di integrazione di FinecoGroup nel
nuovo Gruppo Bancario Capitalia. Il risultato lordo di gestione risulta pari
a € 269 milioni, in crescita dell'88%.. Il totale delle rettifiche nette
di valore su crediti e immobilizzazioni finanziarie e gli accantonamenti per
rischi, pari a € 316 milioni, sono in diminuzione del 14,7% rispetto al
terzo trimestre 2001. La perdita lorda nel terzo trimestre 2002 si riduce a
€ 44 milioni, rispetto alla perdita di € 220 milioni registrata nel
terzo trimestre 2001. Dopo le imposte sul reddito, il risultato netto del
terzo trimestre è negativo per € 109 milioni, con un significativo
miglioramento rispetto al dato aggregato dello stesso periodo dell'anno
precedente (-172 milioni). Risultati dei primi nove mesi 2002 - Il margine
di interesse cresce dell'8,8% e si attesta a € 2.085 milioni. L'aumento
del margine di interesse va inquadrato nello scenario di diminuzione sia di
attività fruttifere (impieghi e titoli per 12,6 miliardi) sia di passività
onerose (raccolta e posizione interbancaria per 13,6 miliardi), in presenza
di una struttura finanziaria che ha beneficiato della discesa dei tassi. Il
margine di intermediazione evidenzia una sostanziale tenuta (-2%)
attestandosi a € 3.539 milioni. In questo ambito, le commissioni nette, i
profitti/perdite da operazioni finanziarie e gli altri proventi netti (pari
a 1.187 milioni) registrano una flessione del 26,7% dovuta principalmente
all'andamento particolarmente negativo dei mercati e al processo di
ristrutturazione dei portafogli titoli che ha realizzato l'obiettivo di una
riduzione del rischio misurato dal VAR (Value at Risk). La flessione della
componente "commissioni e operazioni finanziarie" è parzialmente
compensata dai dividendi, che ammontano a 267 milioni, di cui 158 milioni
relativi all'esercizio 2001 e incassati nel 2002 dalle società del Gruppo
Fineco. I costi operativi ammontano a € 2.767 milioni (+ 4,3%); i costi
del personale si mantengono stabili (+0,2%), mentre le altre spese
amministrative evidenziano una crescita del 6,7%, dovuta ai costi sostenuti
per le importanti operazioni societarie che hanno portato alla nascita del
nuovo Gruppo Bancario Capitalia. Il risultato lordo della gestione ordinaria
ammonta quindi a € 773 milioni, con una flessione del 19,6%. Le rettifiche
nette di valore su crediti (€ 748 milioni) permangono in linea con il dato
medio del primo semestre e sono in aumento rispetto al 2001, principalmente
a causa della negativa congiuntura economica. Le rettifiche su
immobilizzazioni finanziarie e gli accantonamenti per rischi e oneri
risentono del risultato del primo semestre che comprendeva, fra l'altro,
l'accantonamento prudenziale di circa €50 milioni effettuato dal Banco di
Sicilia in relazione ad una sentenza del Tar a fronte della rinegoziazione
di mutui assistiti da contributi statali e regionali. La perdita ordinaria
ammonta a € 297 milioni. Considerando l'utile straordinario di 151
milioni, si ottiene una perdita lorda di 146 milioni contro un utile lordo
di 220 milioni al 30 settembre 2001. Tale perdita non contabilizza gli
effetti dei proventi straordinari previsti nel Piano Industriale approvato
lo scorso 1° ottobre e, in particolare, la plusvalenza di oltre 100 milioni
derivante dalla cessione del 20% di Mcc. Dopo tasse per 187 milioni,
l'utilizzo del fondo rischi bancari generali per 49 milioni e un risultato
di pertinenza di terzi di 34 milioni, il risultato netto consolidato per i
primi nove mesi di 2002 è negativo per 249 milioni. I dati patrimoniali al
30 settembre 2002 del Gruppo Capitalia e le variazioni intervenute rispetto
sia al giugno precedente sia a fine 2001 rispecchiano, in coerenza con gli
obiettivi strategici annunciati, la politica del Gruppo di: diminuire
gradualmente il ricorso alla provvista interbancaria a fronte di uno
smobilizzo di assets nell'ambito di un'ottimizzazione della capital
allocation; ridurre il VaR (value at risk); migliorare i coefficienti
patrimoniali. In questo quadro, i debiti netti verso banche, che ammontano a
€ 16.187 milioni, risultano in forte diminuzione (-31,6%) rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente. Anche il portafoglio titoli, pari a
€19.955 milioni, segnala una significativa diminuzione (-8.321 milioni)
nel confronto con il dato al 30 settembre 2001. La raccolta da clientela
incluse le passività subordinate, pari a € 84.618 milioni, diminuisce
rispetto al 30 settembre 2001 di € 6.111 milioni. La componente
rappresentata da titoli, pari a € 29.360 milioni, si riduce di 3.425
milioni. Gli impieghi con clientela, che diminuiscono di € 4.310 milioni
rispetto al dato del 30 settembre 2001, ammontano a 82.923 milioni. I
crediti in sofferenza ammontano a 5.024 milioni (6,1% del totale dei crediti
a clienti), sostanzialmente invariati sia rispetto ai dati del 30 settembre
2001 sia a quelli del 30 giugno 2002. Per quanto riguarda la prevedibile
evoluzione della gestione nell'ultima parte dell'esercizio, si ritiene che
gli obiettivi formulati in sede di Piano Industriale, approvato lo scorso 1°
ottobre, siano raggiungibili anche grazie al contributo che ci si attende
dalle iniziative pianificate (cessione di attività non strategiche,
razionalizzazione della rete di sportelli, ottimizzazione del portafoglio
partecipativo), già avviate e in corso di attuazione. I risultati
trimestrali saranno illustrati dal Direttore Generale, Matteo Arpe, durante
una conference call con analisti e investitori che si terrà lunedì 18
novembre.
BANCA
MEDIOCREDITO APPROVA I RISULTATI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2002 CREDITO
ALL'INDUSTRIA +33,4% UTILE ORDINARIO +59,6% UTILE NETTO +35%
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca
Mediocredito (Gruppo Unicredito Italiano) ha approvato il 12 novembre la
relazione trimestrale e la situazione dei conti al 30 settembre 2002. Dopo i
primi nove mesi dell'anno le consistenze degli impieghi lordi della banca
ammontano a 6.083 milioni di euro, facendo registrare un incremento del
4,54% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio 2001. Prosegue la
focalizzazione della Banca sul proprio core-businness, come si può rilevare
dalla forte crescita degli impieghi nella componente industriale (+33,4%).
Le erogazioni complessive sono incrementate nel periodo di oltre il 17%,
superando i 1.327 milioni di euro. Relativamente alla tradizionale attività
di finanziamento alle imprese, l'operatività è cresciuta nei primi nove
mesi dell'anno del 21,5%, pari ad un volume di oltre 745 milioni di euro.
L'attento presidio del rischio creditizio ed una efficace opera di recupero
crediti hanno permesso di registrare una riduzione del 6,74% dei crediti in
sofferenza, proseguendo il trend decrescente già rilevato nel precedente
esercizio. Il margine di interesse al 30 settembre 2002 ammonta a 56,9
milioni di euro, il margine di intermediazione risulta pari a 61,8 milioni
di euro. Le commissioni attive evidenziano una crescita del 17,8%,
soprattutto grazie alle nuove operatività avviate nel Project e nell'Acquisition
finance. L'utile ordinario si attesta a 9,5 milioni di euro, in progresso
del 59,6%. L'utile prima delle imposte è pari a 20,8 milioni di euro
(+29%), l'utile al netto delle imposte ammonta a 12,1 milioni di euro,
facendo registrare una crescita del 35%. Il patrimonio netto del periodo è
pari a 352,18 milioni di euro.
GRUPPO
BANCA POPOLARE DI BERGAMO-CV: RISULTATI TRIMESTRALI L'UTILE NETTO DEL 3°
TRIMESTRE 2002 PARI A EURO 29,0 MILIONI (+3,3% RISPETTO AL 3° TRIMESTRE
2001)
Bergamo, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca
Popolare di Bergamo-CV ha esaminato il 12 novembre la Relazione trimestrale
al 30/9/2002 del Gruppo, le cui risultanze economiche sono maturate in uno
scenario caratterizzato dallo sfavorevole andamento dei mercati finanziari,
ulteriormente penalizzati nel corso del terzo trimestre del corrente anno da
nuovi ribassi delle quotazioni azionarie e da una debole fase congiunturale
che denuncia un'accentuata difficoltà nel riprendere un percorso di
crescita. I principali risultati economici trimestrali sono riassunti in
milioni di euro : Margine di interesse 235,9; Margine di intermediazione
343,6; Spese amministrative 200,2; Risultato lordo di gestione 143,4; Utile
delle attivita' ordinarie 98,9; Utile ante effetto modifiche D.I.T.
34,0;Effetto modifiche D.I.T. -5,0; Utile di periodo 29,0 I risultati dei
primi nove mesi del Gruppo Gli andamenti della raccolta e degli impieghi
riflettono l'obiettivo di una qualificazione di tali aggregati in funzione
del miglioramento del rapporto rischio/rendimento. Il calo delle quotazioni
azionarie si è invece riflesso negativamente sulla valorizzazione delle
masse di risparmio gestito e della raccolta indiretta da Clientela. In
controtendenza risulta l'ammontare del risparmio assicurativo sostenuto, in
particolare, dalla forte domanda di prodotti Unit Linked a capitale
protetto. Dati in milioni di Euro: Raccolta diretta da Clientela 32.589,0;
Impieghi a Clientela 29.498,2; Sofferenze nette c/capitale su impieghi a
Clientela 2,02%; Raccolta indiretta da Clientela 22.508,4; Risparmio gestito
11.197,6; - di cui risparmio assicurativo 1.120,0; Le risultanze economiche
dei primi nove mesi evidenziano: una buona tenuta del margine di interesse
(+0,95%) in virtù dell'apprezzabile dinamica dei volumi intermediati che ha
compensato la pur marginale flessione dei differenziali sui tassi; un lieve
miglioramento del margine di intermediazione (+0,93%) grazie al positivo
andamento delle commissioni da servizi e proventi vari (anche di quelli
provenienti dalla controllata Centrobanca) che hanno più che compensato il
calo delle commissioni rivenienti dal comparto dell'intermediazione
mobiliare; un aumento delle spese amministrative del 7,42% come conseguenza
dei rilevanti interventi di razionalizzazione e di revisione dei processi
operativi realizzati nel corrente anno (in particolare la migrazione del
sistema informativo della Banca Popolare di Ancona, l'attivazione del Nuovo
Assetto Organizzativo presso la Capogruppo e la realizzazione della joint
venture con Prudential Financial nel settore asset management) che hanno
comportato maggiori oneri, di natura contingente e quindi irripetibili, con
benefici che potranno essere registrati solo a partire dal 2003; peraltro a
parità di area di consolidamento l'aumento delle spese amministrative su
base annua si riduce al 4,72%; la buona qualità del credito espressa dal
saldo rettifiche/riprese su crediti effettuate sempre secondo i consueti
canoni di prudenza; maggiori componenti straordinarie negative, passate da
un saldo negativo di 2,1 milioni di euro al 30/9/2001 ad un saldo negativo
di 20,6 milioni di euro al 30/9/2002, così come si evince dall'allegato
conto economico riclassificato; un effetto fiscale più elevato per
l'incidenza delle modifiche alla D.I.T. (dual income tax), pari a euro 5
milioni, che è stata ricompresa nel calcolo delle imposte di periodo, sulla
base del D.L. n. 209 del 24/9/2002 così come pubblicato sulla G.U. n. 225
del 25/9/2002; un utile netto di periodo in flessione del 7,3% rispetto allo
stesso periodo del 2001; per contro, rispetto al solo terzo trimestre del
2001, maturato in un contesto economicofinanziario più omogeneo a quello
appena chiuso, l'utile netto del terzo trimestre 2002 registra un
miglioramento del 3,3%; indicatori di redditività e di efficienza che si
mantengono comunque su livelli migliori rispetto alla media di
sistema.
A ROMA
L'ASSEMBLEA ANNUALE DI FEDERCASSE LOCALISMO, COOPERAZIONE, MICROCREDITO
PUNTI DI FORZA DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO
Roma, 18 novembre 2002 - Si svolgerà a Roma venerdì 22 novembre a partire
dalle ore 10.00, presso il Parco della Musica (nuovo Auditorium di Roma)
(Viale De Coubertin, 30) l'Assemblea annuale di Federcasse (l'associazione
di rappresentanza e tutela delle Banche di Credito Cooperativo e Casse
Rurali presenti in Italia). L' Assemblea, cui partecipano i rappresentanti
delle 470 Banche di Credito Cooperativo e Casse rurali italiane, sarà
aperta dalla relazione del Presidente Alessandro Azzi. Ha confermato la sua
partecipazione all'Assemblea anche il Presidente della Camera dei Deputati,
On. Pierferdinando Casini . Nel corso dell'Assemblea - alla quale sono stati
invitati autorevoli esponenti del mondo bancario, economico e sociale -
saranno presentati gli ultimi dati di bilancio delle Banche di Credito
Cooperativo, unitamente alle principali realizzazioni di sistema definite
sul terreno della solidarietà sociale, come le iniziative a favore delle
popolazioni colpite dal terremoto in Molise ed il progetto di microfinanza
campesina a sostegno del nascente sistema di Casse Rurali dell'Ecuador, con
le quali le Bcc italiane hanno avviato con successo concreti programmi di
cooperazione.
TRIMESTRALE
DEL GRUPPO GEMINA AL 30 SETTEMBRE 2002. - FATTURATO PARI A EURO 204 MILIONI,
CON UN MARGINE OPERATIVO LORDO DEL 35,8% (32,2% AL 31/12/2001).
Milano, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione di Gemina S.p.A.,
riunitosi il 12 novembre sotto la Presidenza di Gian Luigi Garrino, ha
approvato la Relazione trimestrale del Gruppo Gemina al 30 settembre 2002.
Il terzo trimestre dell'esercizio rappresenta un punto di svolta nel conto
economico consolidato del Gruppo Gemina. Infatti, non soltanto il risultato
ante imposte che presentava nel 1° trimestre dell'esercizio un saldo
negativo di 5 milioni di Euro e nel 2° trimestre un saldo positivo di 2,5
milioni di Euro è passato a un saldo positivo di 6,2 milioni di Euro, con
un progressivo positivo di 3,7 milioni di Euro, ma anche il risultato netto
di competenza è passato nel trimestre ad un saldo positivo di 0,4 milioni
di Euro, dimostrando l'efficacia delle azioni volte al miglioramento
continuo della gestione operativa in tutte le Società del Gruppo, che sono
oggi in grado di coprire interamente oneri finanziari e fiscali. I risultati
consolidati del gruppo presentano il seguente andamento: il fatturato
progressivo al 30 settembre risulta pari a Euro 204 milioni, con un margine
operativo lordo del 35,8% (32,2% al 31/12/2001). Il margine operativo lordo
del trimestre è stato di 28,3 milioni di Euro pari al 37,1% del fatturato;
il risultato ante imposte relativo al 30 settembre 2002 è positivo per 3,7
milioni di Euro a fronte di una perdita consuntivata al 30 giugno 2002 di
2,5 milioni di Euro; il risultato netto di competenza è negativo per Euro 8
milioni (23 milioni di Euro è stata la perdita consuntivata nel
corrispondente periodo dell'anno precedente); il risultato del solo
trimestre è positivo per 0,4 milioni di Euro, in progressivo miglioramento
rispetto ai trimestri precedenti; l'indebitamento finanziario netto ammonta
a Euro 1.023 milioni, in linea con quello al 30 giugno 2002 (1.025 milioni
di Euro). La capogruppo Gemina registra un risultato del trimestre negativo
per Euro 996 mila, che porta ad un risultato netto progressivo al 30
settembre negativo per 6,8 milioni di Euro, inferiore rispetto al risultato
netto positivo di 5,6 milioni di Euro del corrispondente periodo dell'anno
precedente, che includeva dividendi per 11,3 milioni di Euro (i dividendi
incassati al 30/9/2002 ammontano a 2,6 milioni di Euro). La posizione
finanziaria evidenzia un indebitamento netto di 58,2 milioni di Euro. Il
risultato consolidato previsto a fine esercizio, anche per effetto del
closing dell'operazione AdR atteso entro la fine di dicembre, sarà in netto
miglioramento e l'indebitamento bancario subirà una sensibile riduzione. Il
risultato di esercizio di Gemina S.p.A. sarà influenzato dal completamento
della procedura relativa all'incasso dei dividendi che Leonardo Holding
distribuirà ad esito della cessione di Aeroporti di Roma.
ENI:
POSITIVO L'ANDAMENTO DEL TERZO TRIMESTRE 2002 UTILE OPERATIVO: 1.854 MILIONI
DI EURO; +12,8% UTILE NETTO: 921 MILIONI DI EURO; +7,8% PRODUZIONE
GIORNALIERA DI IDROCARBURI: 1.451 MILA BOE; +8,5%
San Donato Milanese, 18 novembre 2002 - Il Consiglio di Amministrazione
dell'Eni ha esaminato il 13 novembre il conto economico consolidato del
terzo trimestre 2002 che chiude con l'utile netto di 921 milioni di euro,
con un aumento di 67 milioni di euro rispetto al corrispondente trimestre
del 2001, pari al 7,8%, a seguito essenzialmente dell'incremento dell'utile
operativo (+210 milioni di euro, pari al 12,8%), dovuto in particolare alla
maggiore produzione venduta di idrocarburi e alla riduzione dei costi, nonché
della variazione positiva del saldo proventi/oneri straordinari netti (+150
milioni di euro), i cui effetti sono stati in parte assorbiti dall'aumento
delle imposte sul reddito. La produzione giornaliera di idrocarburi nel
terzo trimestre è stata di 1.451 mila boe (barili di petrolio equivalente)
con un incremento 114 mila boe rispetto al terzo trimestre 2001, pari
all'8,5%. Il conto economico consolidato dei primi nove mesi chiude con
l'utile netto di 3.182 milioni di euro, con una flessione di 1.209 milioni
di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 27,5% (la flessione al
30 giugno era pari al 36,1%). Prima delle componenti non ricorrenti (149
milioni di euro) e dell'attribuzione ai terzi azionisti dell'utile di
competenza di Snam Rete Gas (199 milioni di euro), l'utile netto diminuisce
del 13,4% (3.530 milioni di euro contro i 4.077 dei primi nove mesi del
2001) a seguito essenzialmente della debolezza dello scenario energetico,
caratterizzato dalla flessione del prezzo del barile di produzione (- 4,8%
il petrolio; -15,2% il gas naturale) e dei margini di raffinazione (-72% sul
Brent), i cui effetti sono stati in parte compensati dall'incremento dei
volumi venduti, dal contenimento dei costi e dalla riduzione delle imposte
sul reddito connessa essenzialmente alla diminuzione dell'utile prima delle
imposte. Nei primi nove mesi la produzione giornaliera di idrocarburi (1.453
mila boe) ha registrato un incremento di 97 mila boe, pari al 7,2% rispetto
ai primi nove mesi del 2001, nonostante i tagli produttivi decisi dall'OPEC
(con un effetto sulla produzione di 30 mila boe). L'aumento è dovuto: (i)
agli avvii di campi, principalmente in Algeria, Nigeria, Stati Uniti,
Trinidad & Tobago, Iran e Pakistan; (ii) alla crescita produttiva
registrata principalmente nel Regno Unito, in Algeria, Egitto, Norvegia,
Italia, Congo, Kazakhstan e negli Stati Uniti. Questi aumenti sono stati
parzialmente assorbiti dal declino di campi maturi di gas naturale in
Italia. La quota di produzione estera sul totale si mantiene al 78%. Nel
mese di ottobre la produzione giornaliera ha superato 1 milione 500 mila boe
(1.541 mila). L'utile operativo conseguito nei primi nove mesi (6.429
milioni di euro) registra una flessione di 1.334 milioni di euro rispetto ai
primi nove mesi del 2001, pari al 17,2% (-25,2% al 30 giugno), dovuta: -
alla riduzione dell'utile operativo del settore Esplorazione e Produzione
(-787 milioni di euro, pari al 17%) connessa essenzialmente alla diminuzione
del prezzo del barile di produzione (-4,8% il petrolio; -15,2% il gas
naturale), alle maggiori svalutazioni di asset minerari (77 milioni di
euro), nonché all'apprezzamento dell'euro sul dollaro. Questi fattori
negativi sono stati parzialmente compensati dalla crescita della produzione
venduta di idrocarburi (+29,6 milioni di boe, pari all'8,4%) e dalle
plusvalenze conseguite nella cessione di asset minerari (50 milioni di
euro); - alla riduzione dell'utile operativo del settore Raffinazione e
Marketing (-688 milioni di euro, pari al 73,8%) dovuta essenzialmente alla
rilevante flessione del margine di raffinazione (-72% il margine sul Brent)
e al minore risultato dell'attività di distribuzione in Italia a seguito
degli effetti delle cessioni/chiusure di stazioni di servizio. I ricavi
della gestione caratteristica (34.699 milioni di euro) sono diminuiti di
2.001 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 5,5%, a
seguito essenzialmente della flessione del prezzo del barile e dei
principali prodotti del downstream, i cui effetti sono stati parzialmente
compensati dall'aumento della produzione venduta di idrocarburi e dal
maggior volume di attività del settore Ingegneria e Servizi. Gli
ammortamenti e le svalutazioni (3.812 milioni di euro) sono aumentati di 366
milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 10,6%,
essenzialmente nel settore Esplorazione e Produzione a seguito:
dell'incremento della produzione, dell'aumento dell'attività di ricerca
esplorativa e delle maggiori svalutazioni di asset minerari. I proventi
straordinari netti (29 milioni di euro) registrano una diminuzione di 373
milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001 dovuta alle minori
plusvalenze su cessioni di asset (-772 milioni di euro), i cui effetti sono
stati in parte compensati dai minori oneri di ristrutturazione, in
particolare nella Petrolchimica. Le imposte sul reddito (2.646 milioni di
euro) diminuiscono di 580 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del
2001 a seguito essenzialmente della flessione di 1.587 milioni di euro
dell'utile prima delle imposte, i cui effetti sono stati in parte compensati
dall'adeguamento del fondo imposte differite connesso all'aumento di 10
punti percentuali (dal 30% al 40%) delle imposte sul reddito delle imprese
petrolifere nel Regno Unito (215 milioni di euro). L'indebitamento
finanziario netto al 30 settembre 2002 ammonta a 9.272 milioni di euro, con
una diminuzione di 832 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2001. Gli
investimenti tecnici (5.332 milioni di euro, di cui l'88% nei settori
Esplorazione e Produzione e Gas & Power) sono aumentati di 739 milioni
di euro rispetto ai primi nove mesi del 2001, pari al 16,1%, e hanno
riguardato in particolare: (i) lo sviluppo di giacimenti di idrocarburi
(3.065 milioni di euro; +27,6%) in Italia, Nigeria, Kazakhstan, Iran, Libia,
Angola, Venezuela e Regno Unito; (ii) la ricerca esplorativa (610 milioni di
euro; +8,9%) e l'acquisto di titoli minerari (210 milioni di euro); (iii) il
potenziamento della rete di distribuzione dei prodotti petroliferi in Italia
e all'estero, nonché interventi in materia di sicurezza e ambiente
nell'attività di raffinazione (304 milioni di euro); (iv) il mantenimento e
il potenziamento della rete di trasporto primaria del gas naturale in Italia
(236 milioni di euro); (v) la prosecuzione del programma di espansione della
capacità di generazione di energia elettrica (220 milioni di euro); (vi) la
realizzazione (174 milioni di euro) del gasdotto Greenstream che trasporterà
in Sicilia il gas estratto dai giacimenti libici di Wafa e della struttura C
del permesso NC-41 (Eni operatore con una quota del 50%). Gli investimenti
in partecipazioni (1.170 milioni di euro) hanno riguardato in particolare
l'acquisto nell'attività costruzioni e perforazioni della società francese
Bouygues Offshore (869 milioni di euro al 30 settembre 2002, dedotte le
disponibilità nette acquisite di 109 milioni di euro). Azioni proprie - Nel
periodo 1° gennaio - 12 novembre 2002 sono state acquistate 44,9 milioni di
azioni proprie per il corrispettivo complessivo di 665 milioni di euro (in
media 14,80 euro per azione). Al 12 novembre 2002 l'Eni possiede 199,3
milioni di azioni proprie, pari al 4,98% del capitale sociale, per un costo
di 2.733 milioni di euro (in media 13,71 euro per azione). I risultati
dell'Eni riflettono la stagionalità nella domanda di gas naturale e di
alcuni prodotti petroliferi a uso riscaldamento, la cui domanda è più alta
nel primo trimestre dell'anno, che comprende i mesi più freddi, e più
bassa nel terzo trimestre, che comprende i mesi più caldi. Conseguentemente
l'utile operativo e la variazione dell'indebitamento finanziario netto
dell'Eni dei primi nove mesi non possono essere estrapolati per l'intero
esercizio.
PARMALAT
FINANZIARIA: LA CONTROLLATA PARMALAT SOPARFI EMETTE OBBLIGAZIONI INDICIZZATE
ZERO COUPON
Milano, 18 novembre 2002 - Parmalat Finanziaria S.p.A. annuncia di avere
avviato il lancio di un prestito obbligazionario indicizzato zero coupon di
durata ventennale. L'offerta, rivolta ad Investitori Istituzionali con
esclusione dell'Italia e degli Stati Uniti, avrà un importo iniziale di
circa 175 milioni di Euro più una greenshoe (opzione di sovracollocamento)
di ulteriori 25 milioni di Euro. Le obbligazioni saranno emesse attraverso
la controllata lussermburghese Parmalat Sopafri e saranno garantite
incondizionatamente e irrevocabilmente da Parmalat S.p.A.. A partire da
giugno 2003, i sottoscrittori avranno in via continuativa l'opzione di
ottenere il rimborso in contanti delle obbligazioni secondo un meccanismo di
indicizzazione ("Rimborso Indicizzato"). L'ammontare del Rimborso
Indicizzato sarà calcolato come prodotto del valore di mercato, al momento
della richiesta di rimborso, delle azioni ordinarie di Parmalat Finanziaria
SpA per il valore nominale delle obbligazioni, diviso per il "Prezzo di
Rimborso Indicizzato" (soggetto ad alcuni aggiustamenti in caso di
operazioni sul capitale di Parmalat Finanziaria). Nel caso in cui i
sottoscrittori esercitino l'opzione per il Rimborso Indicizzato, Parmalat
Sopafri avrà facoltà di ripagare l'ammontare del suddetto rimborso in
azioni ordinarie di Parmalat Finanziaria S.p.A.. Alternativamente, le
obbligazioni saranno riscattabili ad opzione dei sottoscrittori al valore
nominale delle obbligazioni, maggiorato del rendimento, a scadenza in
dicembre 2004, 2006, 2008, 2010, 2012 e 2017. L'emissione consentirà al
Gruppo Parmalat di rifinanziare debito esistente a nuove condizioni
vantaggiose. Morgan Stanley agisce come unico Bookrunner della transazione.
Le principali caratteristiche del prestito obbligazionario sono le seguenti:
Emittente : Parmalat Soparfi; Garanzia: Garanzia incondizionata e
irrevocabile di Parmalat S.p.A.; Valuta: Euro; Importo dell'Emissione: Circa
Euro 175 milioni più una greenshoe (opzione di sovracollocazione) di Euro
25 milioni. Durata: 20 anni (con rimborso a scadenza pari al valore nominale
delle obbligazioni maggiorato del rendimento a scadenza); Rendimento a
Scadenza/Put: compreso tra il 2,75% e il 3,25% annuale Prezzo di Rimborso
Indicizzato: Fissato ad un premio iniziale compreso tra il 16% ed il 21% del
corso azionario al momento del pricing; "Rimborso Indicizzato" ad
Opzione dei Sottoscrittori: A partire da giugno 2003 ogni obbligazione puó
essere rimborsata tramite conversione in contanti ("Rimborso
Indicizzato") pari a: (I) il valore di mercato delle azioni ordinarie
di Parmalat Finanziaria SpA al momento della richiesta; moltiplicato per (II)
il Valore Nominale dell' Obbligazione; diviso per (III) il "Prezzo di
Rimborso Indicizzato". Opzione per il "Rimborso in Azioni":
In caso di "Rimborso Indicizzato", l'emittente avrà, a propria
assoluta discrezione, l'opzione di scegliere di soddisfare la conversione
corrispondendo un ammontare equivalente sotto forma di azioni ordinarie di
Parmalat Finanziaria S.p.A. ("Rimborso in Azioni"). Si noti che la
possibilità ad assoluta discrezione dell'Emittente di corrispondere il
"Rimborso in Azioni" è legata, inter alia, all'approvazione da
parte dell'Assemblea Straordinaria di Parmalat Finanziaria S.p.A.
dell'emissione di un numero sufficiente di nuove azioni ordinarie da
utilizzare per il suddetto "Rimborso in Azioni". Ad oggi, non
sussiste alcuna certezza che tale Assemblea sarà convocata o tale
approvazione ottenuta. Sino a che tale assemblea straordinaria non sarà
convocata e le relative approvazioni ottenute, l'emittente non sarà in
grado di corrispondere il "Rimborso in Azioni" in luogo del
"Rimborso Indicizzato". Rimborso Anticipato ad Opzione dei
Sottoscrittori ("put"): In dicembre 2004, 2006, 2008, 2010, 2012 e
2017 ogni obbligazione puó essere rimborsata ad un valore pari al valore
nominale maggiorato del rendimento alla data di esercizio dell'opzione.
Rimborso Anticipato ad Opzione dell'Emittente: Dopo 5 anni, ad un valore
pari al valore nominale maggiorato del rendimento a condizione che l'azione
Parmalat Finanziaria S.p.A. sia quotata ad un prezzo pari ad almeno il 130%
del Prezzo di Rimborso Indicizzato maggiorato del rendimento. Quotazione:
Borsa di Lussemburgo.
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