NOTIZIARIO
MARKETPRESS
NEWS
di
GIOVEDI'
27 FEBBRAIO 2003
pagina 1
(* symbolcopyright c Comunitè
europee,2001 http://www.cordis.lu ) |
UNA NUOVA RELAZIONE ESAMINA LA
DIMENSIONE SOCIOECONOMICA COMPLESSIVA DEL 5PQ
Bruxelles, 27 febbraio 2003 - Una nuova
relazione, stilata dalla DG Ricerca della Commissione in merito alla
dimensione socioeconomica complessiva del quinto programma quadro (5PQ), è
giunta alla conclusione che la valenza socioeconomica generale dei progetti
del 5PQ è elevata e che occorre adottare ulteriori azioni per migliorare
l'impatto socioeconomico della ricerca. "Dall'analisi delle prospettive
future [...] emerge la necessità di concentrare gli sforzi non tanto
sull'aumento della quantità di ricerche attinenti alla sfera
socioeconomica, ma piuttosto sul miglioramento del valore sociale ed
economico che è possibile trarre dai programmi di ricerca", si legge
nella relazione. Ciò induce ad una distinzione fra la dimensione
socioeconomica attribuita ad un progetto (input) e l'impatto socioeconomico
che esso produce (output). Per massimizzare efficacemente l'impatto della
ricerca comunitaria sull'economia e la società, la relazione identifica,
innanzitutto, la necessità di disporre di strumenti quantitativi e
qualitativi per valutare tali impatti. Tuttavia, gli autori del documento
definiscono qualsiasi tentativo di misurazione dei cambiamenti
socioeconomici "un esercizio estremamente impegnativo". Un esempio
della difficoltà insita nella valutazione dell'impatto socioeconomico di un
progetto è rappresentato dalla determinazione dell'arco temporale da
considerare ai fini dell'analisi. "Gli effetti socioeconomici di una
determinata attività di ricerca potrebbero non essere visibili a breve
termine ed è possibile che la loro materializzazione dipenda da ulteriori
iniziative mirate. La valutazione dell'impatto, pertanto, dovrebbe essere
effettuata in un arco temporale prorogabile all'occorrenza", si legge
nella relazione. Il documento riconosce che, attualmente, non è possibile
effettuare una valutazione sistematica e credibile dell'impatto
socioeconomico sotto il profilo quantitativo, a causa della mancanza di
dataset (insiemi di dati) appropriati. Nell'ambito del 5PQ, tuttavia, sono
stati compiuti significativi progressi verso lo sviluppo di metodi e
strumenti per una valutazione dell'impatto complessivo, i quali dovrebbero
favorire la futura creazione di dataset specifici relativi all'aspetto
socioeconomico. Per tentare, invece, una valutazione qualitativa
dell'impatto, si può ricorrere al metodo dell'"indice delle
citazioni", basato sull'analisi dei casi in cui le attività di ricerca
hanno direttamente ispirato azioni politiche (come legislazioni o
direttive). L'analisi quantitativa della dimensione socioeconomica dei
programmi di ricerca risulta più semplice misurando, per esempio, la
quantità di risorse espressamente destinate al raggiungimento di obiettivi
di natura socioeconomica. Utilizzando questo metodo, gli autori della
relazione hanno analizzato il livello di finanziamenti stanziati a favore
delle attività di ricerca socioeconomiche nell'ambito della sezione del 5PQ
maggiormente orientata alle questioni economiche e sociali ("Accrescere
il potenziale umano"). Tale livello è stato quantificato attorno ai
190 milioni di euro e, se si considerano gli elementi attinenti alla sfera
socioeconomica in altri programmi, la cifra complessiva supera i 200 milioni
di euro. La relazione, inoltre, stima che nell'ambito dei programmi facenti
capo alle sezioni "Cittadini e governance", "Sostegno allo
sviluppo coerente delle politiche" e "Scienza e società" del
sesto programma quadro (6PQ), il nucleo primario di finanziamenti dedicati
alle attività di natura socioeconomica raggiungerà i 355 milioni di euro.
Anche in questo caso, tale cifra verrà integrata dai finanziamenti
stanziati a favore della ricerca socioeconomica nell'ambito delle altre aree
prioritarie tematiche ed orizzontali. Indipendentemente dai livelli di
finanziamento appositamente dedicati alla ricerca socioeconomica, la
relazione sottolinea l'importanza del seguente aspetto dei programmi quadro:
"L'impatto socioeconomico non deve essere considerato come uno dei
tanti tasselli di un quadro di valutazione basato su molteplici criteri, ma
piuttosto come il criterio principale che determina, in ultima istanza, il
successo (o il fallimento) delle attività di ricerca; lo strumento che
consente di identificare le esigenze di ricerca in base ai problemi
sociali"
STANCA: LA COMPLESSITÀ
DELL'AMMINISTRAZIONE PUBBLICA TALVOLTA LIMITA LA CRESCITA DEMOCRATICA ED
ECONOMICA
Roma, 26 febbraio 2003 - "Nel Sistema Italia persiste una complessità
della amministrazione pubblica tale da costituire talvolta addirittura un
limite alla crescita democratica ed economica. Per questo un motivo di
speranza per la rivoluzione tecnologica intrapresa per l'ammodernamento del
Paese può essere il ruolo dei giovani, i primi a comprendere l'essenza e,
soprattutto, l'utilità dell'innovazione applicata nella Pubblica
Amministrazione e, quindi, a trasformarla affinché sia un luogo di
eccellenza". A porre la questione, stimolando i giovani a rendersi
protagonisti della rivoluzione digitale e del processo di inclusione in
atto, è stato Lucio Stanca, ministro per la Innovazione e le Tecnologie,
alla conferenza sull'e-Government de "Il Circolo giovani di Roma".
L'e-Government, ossia l'innovazione tecnologica applicata alla pubblica
amministrazione - ha detto il ministro citando dati dell'Ocse - "con
l'accesso on-line potrebbe far scomparire o almeno ridurre drasticamente la
'tassa occulta' che la burocrazia fa pagare alle imprese europee. Un
balzello che pesa per il 4% del valore della produzione industriale europea,
ossia un costo medio annuo di 4.100 € per impiegato e di 28 mila € per
ciascuna impresa comunitaria, ma con una incidenza maggiore per quelle
minori, che rappresentano quasi il 90% del tessuto economico
continentale". Stanca ha spiegato che "il rapporto fra Stato
democratico e cittadini deve essere alimentato dall'efficienza, dalla
trasparenza, nonché dalla partecipazione di tutti nelle decisioni che
riguardano tutti, ma anche dal passaggio da parte dei dirigenti pubblici da
una cultura dell'adempimento ad una del risultato". Sul fronte dell'e-Government,
Stanca ha tra l'altro ricordato che "abbiamo avviato con gli enti
locali ben 138 grandi progetti e sono state attivate risorse per 360 milioni
di €, il più grande impegno finanziario e capillare per l'Ict nella
Pubblica Amministrazione locale". L'attività di questi ultimi dodici
mesi, ha concluso Stanca, ha già prodotti significativi risultati: "la
qualità dei 20 servizi pubblici, considerati prioritari in Europa, nel
nostro paese è infatti migliorata di quasi il 20% e nella classifica
europea dell'e-Government dal 12° siamo saliti al 9° posto, davanti a
paesi quali Germania, Belgio, Austria e Olanda".
OPEN
SKIES (CIELI APERTI): LA COMMISSIONE DEFINISCE LA SUA POLITICA NEL TRASPORTO
AEREO INTERNAZIONALE
Bruxelles, 27 febbraio 2003 - La Commissione ha adottato in data odierna un
pacchetto di misure che creerà un quadro normativo per disciplinare tutte
le relazioni bilaterali tra l'Unione europea e il resto del mondo nel
settore del trasporto aereo. Questo pacchetto eliminerà l'incertezza
presente nell'industria del trasporto aereo internazionale in quanto la
Corte di giustizia europea ha stabilito che gli accordi bilaterali
"open skies" conclusi tra otto Stati membri e gli Stati Uniti non
sono compatibili con il trattato UE. Le misure adottate oggi consentiranno
inoltre alle compagnie aeree comunitarie di sviluppare vere e proprie reti
su scala europea e internazionale poiché la Comunità potrà eliminare i
requisiti di nazionalità dei proprietari ancora presenti in numerosi
accordi. Loyola de Palacio, vicepresidente della Commissione europea e
responsabile dei settori dei trasporti e dell'energia, ha commentato che
"con l'approccio strutturato e la ripartizione delle competenza
proposti, riusciremo finalmente a garantire all'UE la possibilità di unire
gli sforzi in questo settore e lavorare per lo sviluppo del trasporto aereo
internazionale a vantaggio dell'industria e dei consumatori. Inoltre, grazie
a questa iniziativa il Consiglio potrà avviare i negoziati tra l'UE e gli
Usa, un obiettivo che continuiamo a ritenere prioritario". Il pacchetto
adottato oggi si compone di tre parti: una dichiarazione della Commissione,
in cui gli Stati membri sono invitati a rispettare i principi illustrati
nelle sentenze della Corte in attesa dell'approvazione delle nuove proposte
normative che formeranno un quadro per l'azione. In particolare, la
Commissione esorta gli Stati membri, nei loro contatti con i governi di
paesi terzi, a operare a favore degli obiettivi generali della Comunità, a
scambiare informazioni con i partner nell'UE e a evitare di favorire le loro
compagnie aeree di bandiera a svantaggio di altri vettori europei. Una
proposta della Commissione per un mandato generale di negoziato per
negoziare accordi comunitari con paesi terzi con l'intento di porre fine
alla discriminazione tra vettori comunitari e affrontare le questioni di
competenza della Comunità su cui gli Stati membri non possono più assumere
impegni nei confronti dei loro partner commerciali. Il mandato sarà
sottoposto all'approvazione del Consiglio e consentirà all'UE di agire come
un'unica entità per conseguire gli obiettivi prioritari stabiliti. Con
questi accordi comunitari si intendono sostituire le disposizioni degli
accordi bilaterali esistenti che non sono compatibili con il trattato,
introducendo clausole standard comuni. In particolare, l'obiettivo è
assicurare che i diritti di traffico da e per la Comunità non siano più
riservati alle compagnie di bandiera ma siano aperti ai vettori di proprietà
o sotto il controllo di soggetti europei. Grazie a un'azione comunitaria
finalizzata a risolvere queste problematiche, gli Stati membri potranno
anche concentrare l'attenzione sulla gestione degli aspetti di loro
competenza - in particolare la negoziazione delle rotte aeree e delle
frequenze da e verso paesi terzi. Una proposta di regolamento che assicurerà
un adeguato scambio di informazioni all'interno della Comunità e il
trattamento non discriminatorio di tutti i vettori europei per le questioni
di competenza degli Stati membri. Considerando le sentenze della Corte e lo
sviluppo di un approccio europeo coordinato, ora è essenziale che le
informazioni sui negoziati bilaterali tra gli Stati membri e i paesi terzi
siano trasmesse agli altri Stati membri e alla Commissione per assicurare il
rispetto di una linea comune, che possa risultare vantaggiosa per gli
interessi dell'UE nella sua totalità. Inoltre, nell'applicazione dei
risultati dei negoziati deve essere garantito che tutti i vettori UE
ammissibili abbiano pari opportunità di chiedere l'assegnazione di diritti
di traffico negoziati da uno Stato membro e di usufruirne. Il regolamento
garantirà uguali diritti a tutte le compagnie aeree comunitarie.
TRASPORTI
AEREI: LA COMMISSIONE PROPONE REGOLE CHIARE PER IL CONTROLLO SULLE ALLEANZE
TRA COMPAGNIE AEREE UE E COMPAGNIE AEREE NON-UE
Bruxelles, 27 febbraio 2003 - La Commissione europea ha adottato una
proposta di regolamento che le conferirebbe pieni poteri di esame in materia
di trasporto aereo tra la Comunità e i paesi terzi. Verrebbe così posto
fine all'anomalia attuale dovuta al fatto che la Commissione ha
giurisdizione sulle alleanze tra compagnie aeree europee ma non ad esempio
sulle alleanza di queste con compagnie aeree statunitensi. Commentando
l'adozione della proposta, il commissario Mario Monti ha dichiarato:
"La necessità di porre termine a questa anomalia si è avvertita con
ancora più urgenza dopo la recente sentenza Open Skies ("Cieli
aperti") della Corte di giustizia europea, sentenza che ha riconosciuto
la competenza della UE in materia di relazioni con i paesi terzi nel settore
dei trasporti aerei. È prevedibile che essa porti ad un ulteriore
consolidamento del settore". Il regolamento proposto al Consiglio e al
Parlamento europeo conferirà alla Commissione poteri effettivi ed efficaci
di esaminare, ad esempio, le alleanze tra le compagnie aeree UE e le
compagnie aeree non-UE, non diversamente da quanto la Commissione già fa
nel caso di alleanze tra compagnie aeree con sede nella UE La proposta
prevede anche il conferimento alla Commissione del potere di concedere
esenzioni per categoria, quando ciò risulti giustificato. Ci si augura che,
se adottato, il nuovo regolamento possa entrare in vigore il 1° maggio
2004, contestualmente all'entrata in vigore del nuovo regolamento (CE) n.
1/2003 in materia di controllo antitrust che fissa le regole e le procedure
per l'applicazione degli articoli 81 e 82 del trattato CE. Al momento la
Commissione non dispone di poteri effettivi per applicare le regole di
concorrenza europee al settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i
paesi terzi. Finora tale mancanza si è fatta particolarmente sentire nei
casi relativi alle alleanze tra compagnie aeree della UE e compagnie aere
non-UE, siano esse statunitensi o di altro paese. Si tratta chiaramente di
un'anomalia, dato che negli anni ottanta il regolamento (CEE) n. 3975/87 ha
conferito alla Commissione il potere di applicare le regole di concorrenza
al trasporto aereo tra gli aeroporti della UE, ivi comprese le alleanze tra
compagnie aeree europee. Non vi sono regole o procedure che disciplinino il
trasporto aereo tra la Comunità e i paesi terzi. La Commissione può però
esaminare le alleanze conformemente all'articolo 85 del trattato CE, il
quale autorizza la Commissione a "proporre" alle imprese
interessate "i mezzi atti" a porre termine ad un'infrazione alle
regole di concorrenza o ad "autorizzare" gli Stati membri ad
adottare le misure necessarie. L'articolo 85 non fornisce alla Commissione i
necessari strumenti di indagine, non le consente di intimare alle imprese di
porre termine alle infrazioni, né l'autorizza ad imporre misure correttive
o sanzioni. Una delle conseguenze dirette di questo stato di cose è che
l'esame di tali alleanze può richiedere anni per l'esattezza sei, come nel
caso delle alleanze tra Lufthansa, Sas e United Airlines, e tra Klm e
Northwest. Naturalmente ciò non ha costretto le compagnie aeree interessate
ad aspettare sei anni per mettere in atto gli accordi conclusi in merito al
code-sharing, alla ripartizione degli utili o alla condivisione dei
programmi frequent-flyer, elementi che caratterizzano in genere queste
alleanze. Tuttavia, il fatto che la Commissione non possa adottare una
decisione in tempi più rapidi crea incertezza giuridica. Il settore del
trasporto aereo costituisce l'unica eccezione Il settore del trasporto aereo
rappresenta l'unico settore per il quale la Commissione non dispone di
chiari poteri di applicazione delle regole di concorrenza nei casi che
interessano compagnie aeree non-UE. Per tutti gli altri settori
dell'economia, tranne poche eccezioni minori, sono state adottate norme di
esecuzione e procedurali che vengono pienamente applicate quando gli accordi
anticoncorrenziali o i comportamenti abusivi hanno effetti sul mercato
dell'UE. Il regolamento (CE) n. 1/2003, che sostituirà il regolamento n.
17/1962 e le disposizioni procedurali del regolamento (CEE) n. 3975/87, non
cambierà questo stato di cose. La Commissione ritiene che la recente
sentenza Open Skies ("cieli aperti") della Corte di giustizia
accresca l'esigenza di una politica europea coerente in materia di trasporto
aereo internazionale. A questo proposito la Commissione ha proposto un
pacchetto di misure per l'azione futura (IP/03/281). La concorrenza è,
senza alcun dubbio, un elemento essenziale della politica dell'Unione nel
settore del trasporto aereo internazionale. La finalità del regolamento
proposto è innanzitutto quella di creare un dispositivo procedurale più
efficiente e più efficace in materia di concorrenza nel settore del
trasporto aereo tra la Comunità e i paesi terzi. A questo scopo si propone
di sopprimere le disposizioni del regolamento (CE) n. 1/2003 che attualmente
escludono dal campo di applicazione del regolamento il trasporto aereo tra
la UE e i paesi terzi: in tal modo le norme del regolamento (CE) n. 1/2003
si applicherebbero anche al trasporto aereo. Si propone inoltre di abrogare
il regolamento (CEE) n. 3975/87, dato che esso perderà di rilevanza pratica
a seguito della modifica del regolamento (CE) n. 1/2003 e dell'adozione del
regolamento proposto. Infine, la Commissione propone che le venga conferito
il potere di accordare esenzioni per categoria, come è già autorizzata a
fare nel caso del trasporto aereo tra aeroporti europei. Attualmente sono in
vigore due di tali esenzioni per categoria: per la consultazione delle
tariffe di interlining e per l'assegnazione degli slot di decollo e di
atterraggio negli aeroporti. Il progetto di regolamento riguarda il
trasporto aereo tra la UE e i paesi terzi. Esso copre ad esempio le alleanze
transatlantiche nel settore del trasporto aereo, non però le operazioni di
concentrazione: a queste si applica il regolamento sulle concentrazioni, a
prescindere dal paese in cui ha sede la compagnia aerea. Le alleanze nel
settore aereo sono accordi di cooperazione. Esse abbracciano spesso aspetti
quali gli orari e le frequenze dei voli, le tariffe, il code-sharing,
l'utilizzo in comune delle infrastrutture e degli impianti aeroportuali e la
condivisione di programmi frequent-flyer.
L'E-GOVERNMENT
IN SARDEGNA AL CONVEGNO DI ALGHERO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SULL'E-GOVERNMENT
E LA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE IN SARDEGNA
Alghero, 27 febbraio 2003 - L'11 febbraio il Ministro dell'Innovazione e le
Tecnologie, Lucio Stanca, ha incontrato le amministrazioni del territorio
sardo per continuare a lavorare per una pianificazione condivisa delle
politiche di e-government. Firmata la convenzione che costituisce il Crc
Sardegna. Il convegno, cui hanno partecipato tutti maggiori esponenti del
sistema amministrativo locale, è stata l'occasione per dialogare e
confrontarsi su ciò che si è fatto e si vuol fare per avviare la seconda
fase di e-government locale a partire dai risultati del primo Avviso. La
partecipazione della Sardegna al primo Avviso ha coinvolto: tutte le
province; il 70% dei Comuni; l'88% delle Comunità Montane. Per supportare e
affiancare l'azione delle Autonomie Locali tesa ad innovare i servizi ed a
sviluppare i piani e i progetti di e-government e della Società
dell'Informazione in Sardegna, il Ministro Stanca ed il Presidente della
Giunta Regionale, Mauro Pili, hanno firmato la convenzione per la
costituzione del Centro Regionale di Competenza della Sardegna.
GLI
EURODEPUTATI SOSTENGONO UN PROGETTO DI PARERE PER L'ELABORAZIONE DI LINEE
GUIDA PIÙ CHIARE SULLA BREVETTABILITÀ DEI SOFTWARE
Bruxelles, 27 febbraio 2003 - Il 19 febbraio, la commissione per
l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia dell'Europarlamento
ha approvato un progetto di parere per una definizione più chiara della
brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori
elettronici. Il progetto di parere chiede di stabilire con esattezza
"se i limiti di ciò che è brevettabile sono ancora sufficientemente
chiari e correttamente applicati, soprattutto in considerazione del fatto
che le varie normative nazionali e l'Ueb [Ufficio europeo dei brevetti] non
tengono sempre conto degli stessi criteri". Il documento sostiene che
l'attuale proposta, malgrado quanto affermi la Commissione, "apre la
strada ad un uso più esteso dei brevetti come modello di tutela dei
software informatici". Il progetto di parere fa riferimento al testo
della direttiva 91/250/Cee, relativa alla tutela giuridica dei programmi per
elaboratore. Sebbene l'attuale testo escluda dalla brevettabilità i
programmi per elaboratore, nonché i metodi commerciali, numerosi brevetti
relativi a software e ad invenzioni correlate sono stati rilasciati, in
settori tecnici, per dispositivi e processi che non possono funzionare
indipendentemente dalle componenti software che applicano. Al fine di
migliorare la definizione dei criteri per la brevettabilità, ed evitare così
abusi ed effetti perversi, gli europarlamentari hanno chiesto una migliore
definizione dell'espressione "invenzione attuata per mezzo di
elaboratori elettronici", utilizzata nel testo della proposta della
Commissione. Il progetto di parere pone particolare enfasi, inoltre,
sull'importanza del ruolo del software come forma fondamentale di creatività
ed espressione. Alla luce degli oltre dieci milioni di progettisti
professionisti nel mondo e delle decine di milioni di persone che sviluppano
software, in una forma o l'altra, gli eurodeputati hanno convenuto che i
brevetti non debbono consentire la monopolizzazione degli strumenti
d'espressione, creazione, diffusione e scambio di informazioni e conoscenze.
Si spera, inoltre, che tale emendamento impedisca la brevettabilità di meri
metodi commerciali, normali programmi per elaboratori e metodi matematici o
di altro tipo. "Un'invenzione attuabile per mezzo di un elaboratore
elettronico non dovrebbe essere considerata brevettabile per il semplice
fatto che si utilizza un elaboratore o che su un apparecchio programmabile
privo di caratteristiche di novità viene eseguito un programma che presenta
invece tali caratteristiche. È necessario che vi sia un contributo
tecnico", affermano gli eurodeputati. Gli europarlamentari hanno posto
l'accento, inoltre, sulla questione delle competenze delegate all'Ufficio
europeo dei brevetti, chiedendosi se esse siano ancora compatibili con le
esigenze connesse all'armonizzazione della legislazione europea e con i
principi di trasparenza e responsabilità. Infine, la relatrice per parere
Elly Plooij-van Gorsel ha osservato che i brevetti non sono gli unici
strumenti di tutela e che occorre dedicare più attenzione a modelli di
protezione alternativi più adeguati alle specificità del software
informatico.
FOREIGN
SALES CORPORATIONS: LA COMMISSIONE EUROPEA SOTTOPONE AGLI STATI MEMBRI UN
ELENCO PROVVISORIO DI PRODOTTI CHE POTREBBERO ESSERE OGGETTO DI
CONTROMISURE
Brussels, 27 February 2003 La Commissione ha trasmesso oggi agli Stati
membri un progetto rivisto di elenco dei prodotti che potrebbero essere
oggetto di contromisure nell'ambito del caso "Foreign Sales
Corporations" (regime fiscale statunitense relativo alle società di
vendita all'estero). L'elenco è stato preparato in base alle osservazioni
ricevute dagli operatori economici in seguito alla consultazione pubblica
avviata lo scorso settembre e riguarda prodotti che ammontano ad un totale
di 4 miliardi di dollari statunitensi, corrispondente a quanto stabilito
dall'Omc nell'agosto dell'anno passato. Pascal Lamy, commissario UE
responsabile degli scambi commerciali, ha dichiarato: "L'obiettivo
dell'UE resta la revoca di questo regime incompatibile con l'Omc.
Consideriamo incoraggiante la proposta del presidente Bush di prevedere tale
revoca nel bilancio per l'esercizio 2004. Nel frattempo l'UE porta avanti la
procedura necessaria all'introduzione delle contromisure, nell'eventualità
che il processo di attuazione della decisione dell'Omc non dia risultati
rapidi". L'elenco definitivo sarà stabilito dopo aver consultato,
nelle prossime settimane, gli Stati membri dell'UE. Quando l'elenco sarà
pronto, la Commissione intende notificarlo all'Omc chiedendo
l'autorizzazione all'imposizione di sanzioni. L'elenco dei prodotti
statunitensi che potrebbero essere oggetto di contromisure è stato
preparato attraverso una consultazione pubblica degli operatori economici
che non ha precedenti. Le varie centinaia di risposte ricevute hanno
permesso alla Commissione di valutare, e quindi di attenuare il più
possibile, le conseguenze negative che le eventuali contromisure potrebbero
comportare per l'industria europea. Contesto Il 30 agosto 2002 l'Omc ha
riconosciuto all'Unione europea il diritto di adottare contromisure nei
confronti degli Stati Uniti sotto forma di dazi sulle importazioni di taluni
prodotti provenienti da questo paese. I dazi possono arrivare fino al 100%
del valore del prodotto, entro un tetto massimo di 4 miliardi di dollari
statunitensi l'anno. Il 13 settembre 2002 la Commissione ha pubblicato un
elenco dei prodotti ai quali applicare misure di ritorsione. Secondo la
prassi vigente nell'ambito dell'Omc, l'elenco comprendeva prodotti per un
ammontare totale superiore all'importo stabilito dall'Omc (4 miliardi di
dollari Usa), perché dei prodotti potessero essere esclusi in seguito alla
procedura di consultazione. Scopo della consultazione, che è durata 60
giorni, era di ridurre al minimo le conseguenze negative che eventuali
sanzioni potrebbero determinare per l'industria europea. In questa ottica la
Commissione ha privilegiato l'inclusione nell'elenco dei prodotti la cui
quota delle importazioni dagli Stati Uniti è bassa (inferiore al 20%).
L'elenco è composto da un'ampia gamma di merci selezionate dai 46 capitoli
della tariffa doganale comune ed è stato notificato all'Omc già nel
novembre 2000. Per l'esatta definzione dei codici della nomenclatura
combinata si veda al sito Internet http://europa.eu.int/eur-lex/
BANCA
LOMBARDA: ALLA PROSSIMA ASSEMBLEA VERRÀ PROPOSTO DI CONFERIRE FACOLTÀ AL
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI AUMENTARE IL CAPITALE SOCIALE UTILE NETTO A
EURO 130 MILIONI (- 10,4%) MARGINE DI INTERESSE A EURO 766 MILIONI (+
4,5%)
Brescia, 27 febbraio 2003 - Ieri il Consiglio d'Amministrazione della Banca
Lombarda ha esaminato i dati di preconsuntivo sulle risultanze patrimoniali
e economiche consolidate del Gruppo al 31 dicembre 2002. Gli aggregati
patrimoniali hanno fatto registrare una crescita della raccolta diretta da
clientela di circa il 7%, mentre gli impieghi alla clientela sono cresciuti
di circa l'11%. Le prime risultanze di conto economico registrano un
positivo andamento delle principali voci, che evidenziano: un margine di
interesse, comprensivo dei dividendi, pari a Euro 766 milioni, con un
incremento del 4,5% sull'analogo dato al 31.12.01; commissioni nette e altri
proventi netti pari a Euro 493 milioni (+ 1%) un margine di intermediazione
pari a Euro 1.284 milioni, con un incremento del 2,2% spese amministrative
che ammontano a Euro 717 milioni (+ 1,2%), di cui spese per il personale
pari Euro 420 milioni (+ 1%) un risultato lordo di gestione di Euro 567
milioni, con un incremento del 3,4% un utile netto di Euro 130 milioni, in
contrazione, rispetto al 2001, del 10,4%. Il progetto di bilancio
d'esercizio ed il bilancio consolidato 2002 verranno esaminati dal Consiglio
d'Amministrazione nella prossima riunione prevista per il 12 marzo p.v.
Nella medesima seduta il Consiglio di Amministrazione ha approvato un
progetto di rafforzamento patrimoniale e un nuovo Piano di Stock Option per
il management che verranno sottoposti alla prossima Assemblea Sociale. Il
progetto di rafforzamento patrimoniale è volto a sostenere lo sviluppo
operativo del Gruppo, nel costante rispetto dei requisiti patrimoniali
previsti dalla norme di vigilanza e a cogliere eventuali possibili occasioni
di crescita per linee esterne. In merito il Consiglio, dopo aver analizzato
modalità e tempi per l'attuazione del progetto ha ritenuto opportuno
proporre alla prossima assemblea l'adozione dello strumento della delega al
Consiglio stesso ai sensi dell'art. 2443 c.c. in quanto ritenuto
maggiormente flessibile, potendo essere attivato tenendo conto delle
condizioni di mercato in relazione all'andamento del titolo ed in presenza
di una concreta opportunità di sviluppo del Gruppo. Pertanto verrà
proposto il conferimento al Consiglio di Amministrazione della facoltà di
aumentare il capitale sociale, ai sensi dell'art. 2443 c.c., in una o più
volte entro cinque anni, mediante emissione a pagamento di massime n.
45.000.000 di azioni ordinarie da offrire in opzione agli azionisti. Stock
Option Tenuto inoltre conto della conclusione del Piano di Stock Option
riservato a managers del Gruppo deliberato dall'Assemblea del gennaio 2001,
confermata la valenza di tale strumento di incentivazione e fidelizzazione,
verrà proposto all'Assemblea il conferimento al Consiglio di
Amministrazione della facoltà di aumentare il capitale sociale, ai sensi
dell'art. 2443 c.c., in una o più volte entro cinque anni, con esclusione
del diritto di opzione ai sensi dell'art. 2441, 8° comma C.C., mediante
emissione a pagamento di massime n. 3.500.000 di azioni ordinarie al
servizio del Piano.
RIARTICOLAZIONE
DELLA RETE DISTRIBUTIVA DELLE BANCHE DEL GRUPPO BANCO POPOLARE DI VERONA E
NOVARA
Milano, 27 febbraio 2003 - L'operazione prevede il passaggio di 84 sportelli
dalla Banca Popolare di Novara al Banco Popolare di Verona e Novara, di 33
sportelli dalla Banca Popolare di Novara al Credito Bergamasco e di 36
sportelli dal Credito Bergamasco al Banco Popolare di Verona e Novara. Il
criterio ispiratore è rappresentato dalla valorizzazione dei marchi e del
radicamento sul territorio, uno dei passaggi fondamentali del Piano
Industriale nonché riconosciuta leva di creazione di valore per il Gruppo.
Gli obiettivi della riarticolazione della rete sono pertanto: rafforzare i
marchi secondo le linee del Piano Industriale; focalizzare le Banche sui
rispettivi territori storici intensificandone la presenza "a maglia
fitta"; contenere il rischio di concorrenza interna al Gruppo nelle
aree( di sovrapposizione territoriale; sostenere la condivisione delle
migliori( competenze commerciali nonchè la gestione con elevati livelli di
efficienza. Il riassetto si tradurrà in significativi benefici per le
Banche commerciali del Gruppo. Il Banco Popolare di Verona e Novara
rafforzerà in maniera consistente la propria presenza nel Triveneto, in
Emilia-Romagna e in Toscana. In particolare nel Veneto il Banco conterà su
251 sportelli contro gli attuali 184. Venezia, grazie agli sportelli
acquisiti dal Credito Bergamasco con il marchio Banco San Marco, sarà per
il Banco Popolare la seconda provincia del Veneto dopo Verona per numero di
sportelli. Al tempo stesso lo storico marchio "Banco San Marco"
trarrà motivo di ulteriore valorizzazione e rafforzamento nell'ambito del
gruppo bancario mediante l'utilizzo su altre filiali dell'area veneziana. Su
questa provincia, dopo l'operazione, il Banco Popolare raggiungerà una
forte presenza territoriale con una quota di mercato del 10,58%. Il Credito
Bergamasco manterrà un dimensionamento sostanzialmente in linea con quello
attuale ma con un contestuale rafforzamento nel cuore del Nord Italia ed in
particolare nel triangolo industriale di Milano-Bergamo-Brescia. Amplierà
così le proprie quote di mercato nelle zone di insediamento storico ed
acquisirà nuove aree contigue (Lecco, Como, Varese, Cremona, Brianza) ove
creare una rete a maglie fitte, divenendo polo di espansione del Gruppo in
tali ambiti geografici. Ciò ripropone la vocazione alla crescita del
Credito Bergamasco sia nelle zone storiche, dove ha sviluppato relazioni
privilegiate con la clientela, sia mantenendo la presenza nei principali
capoluoghi di provincia del nord, (Torino, Alessandria, Novara, Genova,
Mantova, Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Parma, Bologna) nonchè nella
principale piazza finanziaria italiana e nella capitale, dove è presente
con 11 sportelli. La Banca Popolare di Novara sarà prevalentemente
focalizzata nel Nord-Ovest (Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia occidentale)
dove resterà concentrato oltre l'80% della rete territoriale, conservando
inoltre la rete Centro-Meridionale. Rispetto alle ipotesi originarie, il
riassetto posiziona la Banca in netto anticipo rispetto ai tempi previsti,
in linea con il target dimensionale di 400 sportelli, indicato a suo tempo
nel Piano Industriale solo a regime. I trasferimenti delle filiali saranno
realizzabili solo al termine della migrazione della Banca Popolare di Novara
S.p.a sul sistema informativo di gruppo e saranno operativi, in due fasi
successive, tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004. Le modalità con cui
verranno realizzati i trasferimenti prevedono la scissione di ramo d'azienda
per il passaggio di sportelli dalla Banca Popolare di Novara al Banco
Popolare di Verona e Novara e la cessione di ramo d'azienda per il passaggio
di sportelli dalla Banca Popolare di Novara al Credito Bergamasco e da
Credito Bergamasco a Banco Popolare di Verona e Novara. La scissione avverrà
sulla base della situazione patrimoniale dei conti al 31 dicembre 2002,
operazione da sottoporre alla prossima assemblea dei soci del Banco Popolare
di Verona e Novara chiamata ad approvare il bilancio, convocata anche in
sede straordinaria. Per le operazioni di cessione, in considerazione della
presenza di azionisti di minoranza in Credito Bergamasco è prevista la
nomina di periti comuni con le Società interessate - nonché di advisor
specifici per il Credito Bergamasco - per la valutazione dei rami d'azienda,
ivi compreso il marchio Banco San Marco. Verranno predisposti al riguardo i
documenti valutativi in ottica probatoria del valore, con riferimento alla
normativa Consob concernente le "parti correlate". Delle
deliberazioni finali, adottate dai Consigli di Amministrazione, verrà data
piena informativa al mercato, in conformità al Regolamento Consob
concernente la disciplina degli emittenti.
BPV:
INTERRUZIONE DEL PROCESSO DI DISMISSIONE DEL COMPLESSO IMMOBILIARE "L.MANFREDINI"
DI MODENA
Verona, 27 febbraio 2003 - Con riferimento alla preannunciata promessa di
compravendita del Centro Direzionale "L. Manfredini", di cui al
nostro comunicato stampa del 19 dicembre 2002, si informa che il Banco
Popolare di Verona e Novara ha deciso, in data odierna, di interrompere il
relativo processo di dismissione non essendosi concretizzati i presupposti
necessari alla sua ulteriore prosecuzione. Con riferimento alla
preannunciata promessa di compravendita del Centro Direzionale "L.
Manfredini", di cui al nostro comunicato stampa del 19 dicembre 2002,
si informa che il Banco Popolare di Verona e Novara ha deciso, in data
odierna, di interrompere il relativo processo di dismissione non essendosi
concretizzati i presupposti necessari alla sua ulteriore prosecuzione.
IL
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI MPS MERCHANT S.P.A. HA ESAMINATO ED
APPROVATO IL BILANCIO DELL'ESERCIZIO 2002 DELLA BANCA CHE CHIUDE CON CON UN
UTILE NETTO DI 30 MILIONI DI EURO, CON UN INCREMENTO DEL 29% RISPETTO AL
2001
Siena, 27 febbraio 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Mps Merchant
S.p.A., presieduto dal Prof. Saverio Carpinelli, nella seduta di ieri ha
esaminato ed approvato il bilancio dell'esercizio 2002 della Banca che
chiude con un utile netto di 30 milioni di euro, con un incremento del 29%
rispetto al 2001, mentre il margine d'intermediazione presenta una crescita
del 26%. Il Roe si attesta al 12,9%, collocando Mps Merchant tra i migliori
competitors a livello nazionale del settore di appartenenza. Gli impieghi in
essere verso clientela e banche ammontano a 4.664 milioni di euro con un
incremento del 23%. Nel corso del 2002 il flusso delle domande di
finanziamento è aumentato del 48%, quello dei contratti stipulati è
cresciuto del 53%, mentre i finanziamenti, erogati nel 2002 per complessivi
1.545 milioni di ?uro, registrano un incremento del 39% e risultano
equamente ripartiti tra nord (33%), centro (40%), sud e isole (26%). La
concentrazione in Mps Merchant delle professionalità che già seguivano
nelle varie realtà del Gruppo Monte dei Paschi di Siena l'offerta dei
prodotti e servizi connessi alla finanza innovativa, già iniziata nel
2001,, ha contribuito al notevole sviluppo dell'attività nei comparti del
project financing (+ 156% rispetto al precedente esercizio), del Merger
& Acquisition e delle Asseverazioni. Per l'attività di servizi e
consulenza, le commissioni attive sono state pari a 23 milioni di euro. Il
margine da servizi, cresciuto nel 2002 del 37,4%, ha aumentato la sua
incidenza sul margine di intermediazione (34% contro il 31,4% nel 2001), in
coerenza con la nuova mission di "Banca d'affari per le Pmi". La
costante attenzione al controllo dei costi ha fatto migliorare ulteriormente
l'indice cost/income che scende al 29,7% dal 30,1% del precedente esercizio,
nonostante un incremento dell'organico dell'11% (240 dipendenti al 31.12.02)
e gli investimenti effettuati per il completamento della rete degli Uffici
di Rappresentanza, che - con l'apertura di ulteriori 3 presidi- sono
attualmente 16 e coprono l'intero territorio nazionale. Il 19 giugno 2002
l'Assemblea degli Azionisti di Mps Merchant ha approvato l'aumento del
capitale sociale da 62,4 milioni di euro a 68,9 milioni di euro al fine di
sostenere il previsto forte sviluppo in tutti i comparti e, in particolare,
nella finanza innovativa. Sempre nel 2002 è stata avviata la nuova Società
di Gestione del Risparmio (Sgr) "Mps Venture", controllata da Mps
Merchant, che gestirà i Fondi Chiusi Mobiliari per l'intervento nel
capitale delle Pmi. Il fondo ha già iniziato la propria attività e
conseguentemente nel 2003 Mps Merchant potrà avvalersi di un ulteriore
strumento per lo sviluppo dell'attività di "private equity". Il
Presidente Prof. Saverio Carpinelli ha manifestato la propria soddisfazione
per l'attribuzione ad Mps Merchant da parte di Moody's dei rating A1 (per il
debito a lungo termine) e P-1 (per il debito a breve termine), con un
outlook stabile. Il Presidente ha tenuto a sottolineare che "la
valutazione di Moody's conferma l'importante e crescente ruolo che Mps
Merchant ricopre all'interno del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, l'elevato
livello di integrazione con le altre attività del Gruppo, l'adeguatezza
della situazione economico-finanziaria e le buone prospettive di
sviluppo". Il Direttore Generale della Banca, Dott. Carlo Platania
sottolinea come "i risultati, ottenuti attraverso la stretta
collaborazione con le banche del gruppo, testimoniano il crescente interesse
del Gruppo Monte dei Paschi di Siena nel settore corporate e la sempre
maggiore attenzione verso i bisogni delle Pmi". Il Direttore Generale
ha inoltre commentato con grande soddisfazione i risultati raggiunti,
facendo notare come questo bilancio, già di per se ottimo, si inserisca in
una lunga serie di bilanci positivi, ed ha evidenziato il favore con il
quale il mercato "corporate" ha apprezzato l'offerta "global
service" di Mps Merchant, attraverso l'avvio dell'operatività nella
finanza innovativa.
IMPRESE
ASSOGESTI AL MIPIM
Parigi, 27 febbraio 2003 - Il 4 marzo 2003 si aprirà ufficialmente la
quattordicesima edizione del Mipim, il Salone internazionale dei
professionisti dell'immobiliare d'impresa e di investimento, organizzato
dalla Reed Midem di Parigi (4 - 7 marzo), che come ogni anno si svolge a
Cannes www.mipim.com Come è noto, tale manifestazione è ormai considerata
il più importante appuntamento Immobiliare del settore a livello mondiale.
Tra le più significative presenze imprenditoriali del Mipim 2003 si
annoverano i Soci di Assogesti - Associazione Gestori Patrimoni Immobiliari
: Aedes Ipi: Prof. Cesare Ferrero - Presidente Assorgesti; Metropolis: Dott.
Timoteo Benedetti - Consigliere Assorgesti; Norman 95: Dott. Massimo Cimatti
- Consigliere Assorgesti; Pirelli & C.Real Estate: Dott. Giovanni Nassi
- Vice Presidente Assogesti,Dott. Lucino Manfredi - Consigliere Assorgesti;
Risanamento Spa; Romeo Gestioni: Avv. Alfredo Romeao - Consigliere
Assorgesti.
COMPAGNIA
DELLE OPERE E BPM ATTIVANO LO "SPORTELLO UNICO"
Milano, 27 febbraio 2003 - Compagnia delle Opere Milano e Provincia in
collaborazione con Banca Popolare di Milano e Co.Fidi Consorzio di garanzia
collettiva, ha attivato uno sportello finanziario cosiddetto "Sportello
Unico", con sede in Via Mazzini 9 a Milano, interamente dedicato alle
esigenze dei propri associati. Gli obiettivi primari dello sportello sono
l'individuazione delle corrette fonti di finanziamento per l'impresa e la
velocizzazione dell'iter deliberativo sulle normali operazioni di
finanziamento, ovvero: Per le aziende: Affidamenti bancari, leasing,
factoring, mutui immobiliari, prestiti, prestiti uso d'oro. Per le persone
fisiche: Mutui ipotecari, prestiti rateali, prestiti auto.
DIGITAL
BROS: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE HA APPROVATO LA RELAZIONE SEMESTRALE
AL 31/12/2002. FATTURATO CONSOLIDATO A 30,859 MILIONI DI EURO (+ 58.7%
RISPETTO A 19,447 MILIONI DI EURO DELLO STESSO PERIODO 2001).
Milano, 27 febbraio 2003 - Fatturato consolidato pari a 30,859 milioni di
Euro (+58,7% rispetto all'anno passato), margine operativo lordo a 2,446
milioni di Euro, Ebit pari a 1,427 milioni di Euro e risultato ante imposte
a 38 mila Euro Questi, in sintesi, i principali risultati consolidati della
Relazione Semestrale al 31 dicembre 2002, approvati oggi, mercoledì 26
febbraio 2003, dal Consiglio di Amministrazione di Digital Bros, Gruppo di
Digital Entertainment quotato al Nuovo Mercato della Borsa Italiana. La
crescita del mercato dei videogiochi, già evidenziata nel corso del I
semestre 2002, è proseguita nel corso del II semestre 2002. In particolare
il fatturato della capogruppo nel periodo lugliodicembre 2002, impegnata nel
settore del co-publishing e della distribuzione italiana di videogiochi, è
pari a 30,318 milioni di Euro. Significativo miglioramento dei margini: l'Ebitda
è pari a 3,418 milioni di Euro (+110,1% rispetto ai 1,627 milioni di Euro
dell'anno passato), l'Ebit a 2,573 milioni di Euro (+173,7% rispetto ai
0,940 milioni di Euro dell'anno passato) e il risultato ante imposte a 1,183
milioni di Euro. "I risultati estremamente positivi di questo semestre
- ha commentato Raphael Galante, Amministratore Delegato Digital Bros Spa -
sono riconducibili all'integrazione tra le diverse attività del Gruppo,
alla validità delle scelte strategiche, all'esperienza del management, alla
selezione di titoli di qualità e all'implementazione di mirate ed efficaci
politiche commerciali e di marketing. Nel 2003 intendiamo ulteriormente
consolidare l'attività di distribuzione di videogiochi dove già deteniamo
una quota di mercato vicina al 30% e di proseguire nel processo di sviluppo
delle attività innovative del Gruppo, televisione digitale e on-line gaming,
per affermarci sempre più quale player internazionale di riferimento".
Nei dodici mesi del 2002 - calcolati su base proforma - Digital Bros
evidenzia sia al livello consolidato che di capogruppo una forte crescita
del fatturato e dei margini. A livello consolidato il fatturato 2002
raggiunge 52,324 milioni di Euro, in crescita del 45% rispetto a 35,987
milioni di Euro dell'anno precedente. In crescita anche gli altri indicatori
economici-finanziari, in particolare il risultato operativo (Ebit) ha
raggiunto i 103 mila Euro, in miglioramento di oltre 2 milioni di Euro
rispetto ai meno 1,935 milioni di Euro dell'anno passato e l'Ebitda è
positivo per un valore pari ad 2,144 milioni di Euro, contro i meno 268 mila
Euro dell'anno precedente. La posizione finanziaria netta del Gruppo Digital
Bros al 31 dicembre 2002 risulta pari a meno 19,5 milioni di Euro, in
diminuzione rispetto a meno 10,94 milioni di Euro dello stesso periodo 2001
a seguito degli investimenti in Capitale Circolante Netto necessari per
raggiungere i margini di crescita effettivamente realizzati. Le previsioni
per l'esercizio sono positive; in particolare il fatturato consolidato si
prevede pari a 55 milioni di Euro con margini lordi positivi . Martial
Chaillet, 55 anni, è stato nominato Consigliere Indipendente del Consiglio
di Amministrazione del Digital Bros. Martial Chaillet attualmente Presidente
e fondatore di Mediawin Partners, società di private equity specializzata
in media ed entertainment con sede a Ginevra. Prima di ricoprire tale carica
è stato dal 1990 al 2002 Senior Vice President di Capital Group Companies,
società svizzera di asset management nella quale aveva responsabilità e
competenza nel settore Telecom e media. L'ingresso di Martial Chaillet, con
le sue esperienze professionali e le competenze maturate nei settori media e
entertainment, porterà enorme beneficio alle nuove attività del Gruppo di
televisione digitale e online gaming.
EST
EUROPA, BERS APRE INVESTIMENTI ALLE IMPRESE LOMBARDE FORMIGONI INCONTRA IL
PRESIDENTE DELLA BANCA EUROPEA DI RICOSTRUZIONE E SVILUPPO
Milano, 27 febbraio 2003 - Si aprono per le piccole e medie imprese lombarde
possibilità di investimenti nei paesi dell'Europa dell'Est. Questo il primo
risultato dell'incontro che il presidente della Regione, Roberto Formigoni,
ha avuto con il presidente della Banca Europea di Ricostruzione e Sviluppo (Bers),
Jean Lemierre, e con i rappresentanti di alcune significative aziende
lombarde e dei principali istituti di credito (Intesa Bci, Unicredito,, San
Paolo, Popolare di Sondrio e Federazione Banche di Credito Cooperativo). Gli
investimenti saranno possibili da un lato attraverso la creazione di di
consorzi tra piccole e medie imprese e alla messa a punto di nuovi strumenti
per la condivisione dei rischi finanziari, dall'altro. "Nella
prospettiva dell'allargamento dell'Ue, la Lombardia e la Bers - ha
commentato il presidente Formigoni - hanno avviato una collaborazione che può
tradurre concretamente le grandi opportunità presenti in quest'area".
"Se dieci anni fa - ha aggiunto il presidente Lemierrre - erano le
grandi imprese a investire nell'Est Europa, oggi è necessario sostenere le
piccole e medie imprese, perché sono loro che possono giocare la partita
del futuro". Tre in particolare i comparti nei quali si stanno
indirizzando gli investimenti cofinanziati dalla Bers nelle regioni
dell'Est: infrastrutture, energia e settore manifatturiero.
LE
PRENOTAZIONI DI RYANAIR CONTINUANO COME SEMPRE SU RYANAIR.COM
Milano, 27 febbraio 2003 - Ryanair, la piu' grande compagnia aerea a bassa
tariffe d'Europa desidera smentire vivamente la diffusione della notizia che
i voli Ryanair vengono cancellati. Su tutta la rete Ryanair nussun volo e'
stato cancellato e le prenotazioni procedono come sempre sul sito Internet
di grande successo della compagnia www.ryanair.com Ryanair e' la linea aerea
di maggiore successo in Europa e anche quella piu' redditizia. Sta crescendo
a un tasso del 35% all'anno e continuera' ad abbassare le sue tariffe negli
anni a venire. La notizia che Ryanair abbia deciso di cancellare dei voli e'
stata erroneamente diffusa su larga scala in Italia. L'origine di questa
notizia, supponiamo derivi dal fatto che Ryanair ha annunciato la sua
intenzione, in caso di acquizione della Buzz, di eliminare alcune rotte Buzz.
Sin dal momento della proposta di acquisizione, presentata qualche settimana
fa, Ryanair aveva preannunciato che la compagnia aerea Buzz avrebbe subito
tagli di personale e di rotte per il semplice motivo che perde circa
1.000.000 Euro alla settimana. Nessuna della rotte , delle tariffe, degli
aerei della flotta Ryanair (comprese tutte e 25 le rotte in Italia) saranno
condizionati da questo piano, relativo solo ed esclusivamente a una
strategia di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale per il recupero
di Buzz. Infolink:, www.ryanair.com
SABRE
ESPANDE A 26 LE CLASSI DI SERVIZIO.
Milano, 27 febbraio 2003 - Sabre espande a 26 il numero delle Classi di
Servizio disponibili per le Compagnie Aeree presenti nel sistema. In questo
modo Sabre contribuisce ad ottimizzare lo yeld management dei vettori,
facilita il lavoro delle Agenzie di Viaggi e risponde alle necessità dei
programmi frequent flyer. Le compagnie aeree non dovranno accollarsi nessun
tipo di costo né lavoro aggiuntivo per implementare questa nuova
funzionalità ed alle Agenzie di Viaggi non è richiesto nessun cambiamento
nella normale procedura di vendita La presenza di ulteriori classi di
servizio previste per un dato segmento verrà evidenziata da un asterisco
posto a destra della classe di servizio che appare nella schermata iniziale
di ricerca disponibilità.
CITTÀ
E UNIVERSITÀ DELL'EUROPA ALLARGATA: SI INCONTRANO A ROMA SINDACI E
RETTORI
Roma, 26 febbraio 2003 Su iniziativa del Comune di Roma, della
Rappresentanza in Italia della Commissione europea, dell'Ufficio per
l'Italia del Parlamento europeo e dell'Associazione Cantiere Europa, il 27 e
28 febbraio si incontreranno a Roma, nella Sala della Protomoteca in
Campidoglio, i Sindaci delle maggiori città dell'Europa dei 15 e della
nuova Europa allargata e i Rettori degli Atenei delle medesime metropoli. Il
primo oggetto di discussione sarà l'allargamento della Comunità europea a
25 paesi, i problemi e le opportunità che ne derivano (unificazione
legislativa, relazioni economiche, osmosi culturale). Sul tavolo di lavoro
dei Sindaci anche il ruolo delle città nella dimensione europea, il
rapporto con lo Stato centrale, l'amministrazione del territorio, la
vivibilità dei centri urbani, la questione ambientale, gli standard dei
servizi sociali e collettivi, la programmazione urbanistica e abitativa, la
mobilità. I Rettori, oltre a porre a confronto le esperienze dei diversi
Atenei, studieranno la possibilità di corsi universitari fruibili a livello
continentale e la definizione di documenti e attestati relativi a corsi di
studi validi per tutti i paesi dell'Unione. Allo scopo di favorire una
formazione unitaria dei giovani universitari, verranno esaminati gli
strumenti per incentivare i meccanismi e gli istituti che consentono ai
giovani di viaggiare, studiare e vivere fuori dai confini del loro paese di
origine. Dal convegno scaturiranno proposte legislative da sottoporre al
Parlamento europeo e ai Parlamenti nazionali in materia di governo delle
città, di diritto allo studio e di qualificazione professionale
internazionale. Sarà anche l'occasione per una riflessione comune sulla
cultura europea (anche in relazione alla stesura della Costituzione europea)
e sul ruolo che l'Europa può avere quale entità unitaria in politica
estera.
LA
RIFORMA DEGLI STUDI GIURIDICI COME SI FORMERÀ IL GIURISTA DI DOMANI PRESIDI
DI FACOLTÀ E DOCENTI A CONVEGNO
Firenze, 27 febbraio 2003 - Le trasformazioni profonde di una società
globale in continua evoluzione pongono problemi sempre più complessi alla
formazione degli operatori del diritto. Un convegno nazionale promuove una
riflessione sulla didattica del diritto: s'intitola "La riforma degli
studi giuridici" e si svolgerà venerdì 28 febbraio (Aula Magna,
piazza S. Marco, 4, inizio ore 9.30) per iniziativa del Dipartimento di
Diritto pubblico dell'Università di Firenze. Uno degli obiettivi del
Convegno - il primo nel suo genere per dimensioni e pubblicità - è la
creazione di un Annuario sulla formazione giuridica, premessa per realizzare
un vero e proprio Osservatorio permanente sugli studi giuridici. I lavori si
articoleranno in due sessioni, rispettivamente dedicate all'influenza delle
trasformazioni degli ordinamenti negli studi giuridici ed alla riforma degli
studi giuridici. Alla prima sessione parteciperanno, fra gli altri, Paolo
Grossi, Paolo Caretti, Stefano Grassi, Francesco Onida ed Orlando Roselli.
Nel pomeriggio è prevista una tavola rotonda tra Presidi di alcune Facoltà
di Giurisprudenza italiane, tra cui Alfredo Corpaci, preside della facoltà
fiorentina e Carlo Angelici, Presidente della Conferenza nazionale dei
Presidi di Giurisprudenza. Tra gli interventi in programma, quelli di
Giuseppe Ugo Rescigno, Enzo Colarullo e Pierfrancesco Lotito.
INTEL
INCONTRA GLI INSEGNANTI PER ILLUSTRARE I RISULTATI ED ESPORRE LE NOVITA' DEL
PROGRAMMA "INTEL TEACH TO THE FUTURE"
Milano/Genova, 27 febbraio 2003 - Anche quest'anno Intel Corporation Italia
partecipa a Ted 2003, l'evento nazionale di riferimento per le tecnologie
didattiche per la scuola. Intel, il maggior costruttore al mondo di chip al
vertice dell'innovazione tecnologica, è fortemente impegnata a livello
mondiale per sostenere l'affermazione di standard più elevati
nell'istruzione scolastica. Proprio con questo obiettivo, aiutare gli
insegnanti a integrare l'uso della tecnologia durante l'attività didattica,
è stato sviluppato il programma Intel Teach To The Future ("insegnare
al futuro"). In Italia il programma è cominciato all'inizio dello
scorso aprile ed i suoi percorsi e contenuti sono stati integrati
all'interno del progetto di formazione in ingresso per i docenti neoassunti
di Indire (Istituto Nazionale di Domumentazione per l'Innovazione e la
Ricerca Educativa), per conto del Ministero dell'Istruzione dell'Università
e della Ricerca. Nel corso del 2002 sono stati formati 5000 insegnanti, come
previsto dagli accordi tra Intel e Indire, ed è attualmente in corso la
formazione di altri 5000 insegnanti iscrittisi all'iniziativa al momento
della sua presentazione. Nel corso dell'anno 2003 parteciperanno
all'iniziativa altri 15000 insegnanti. I contenuti del programma sono stata
localizzati in collaborazione con la cattedra di Tecnologie dell'Istruzione
di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna, e successivamente
condensati nella terza edizione del manuale del programma Intel Teach To The
Future, che viene costantemente arricchito ed aggiornato con i risultati
delle esperienze di insegnanti e ricercatori. Il manuale ha visto inoltre
aggiungersi recentemente al comitato scientifico di redazione anche la
Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Padova che diventa
quindi il secondo referente accademico coinvolto ufficialmente nella
redazione dei contenuti e nell'auditing dei prodotti didattici degli
insegnanti pubblicati sul sito del progetto. Allo stand di Intel presso il
Ted si svolgeranno incontri per illustrare i risultati finora ottenuti dal
programma ed aggiornare gli insegnanti sulle modalità di iscrizione e
partecipazione. "Il programma Intel Teach to the Future ci ha
consentito di raggiungere importanti traguardi anche in Italia, in meno di
un anno" commenta Dino Mincuzzi, Direttore Marketing Consumer,
Education e Government di Intel Corporation Italia. "Siamo fieri del
livello d'integrazione di contenuti e delle sinergie sviluppate con le
istituzioni didattiche nazionali. I risultati ottenuti ci stimolano a
continuare il nostro impegno per la diffusione della tecnologia nelle
scuole, a tutto vantaggio del livello di preparazione dei giovani che
dovranno entrare nel mondo del lavoro e della società tecnologica con cui
sempre più dovremo confrontarci". Intel sponsorizza inoltre una delle
"Tecnoclassi" denominata Tecnoclasse Intel: si tratta di alcune
aree high-tech polifunzionali, sede di incontri tra insegnanti, formatori ed
imprese, dove si alterneranno workshop, dimostrazioni interattive e momenti
di aggiornamento online dedicati al programma Intel Teach To The
Future.
ICONMEDIALAB
ITALIA TRA LE PRIME 35 MIGLIORI AZIENDE EUROPEE PER QUALITÀ DELL'AMBIENTE
LAVORATIVO
Milano, 27 febbraio 2002 - IconMedialab, leader mondiale nell'ideazione e
implementazione di progetti e soluzioni per l'e-business, ha ricevuto per il
secondo anno consecutivo, in occasione del 2° Simposio Nazionale sul clima
organizzativo delle aziende 2002, il riconoscimento per essersi classificata
tra le 35 migliori aziende in Europa per la qualità dell'ambiente
organizzativo e lavorativo. L'indagine, patrocinata dal Great Place to Work
Institute, organizzazione specializzata nello studio e nella consulenza
finalizzata al miglioramento della qualità dell'ambiente di lavoro, è alla
sua seconda edizione italiana ed è stata condotta con le medesime modalità
utilizzate da oltre venti anni sia negli Stati Uniti che in altri paesi
europei e asiatici. I risultati dell'iniziativa, realizzata con il
patrocinio di alcune associazioni territoriali e di Confindustria, sono
stati pubblicati dal Sole 24 Ore e rappresentano un vero e proprio successo
per la società di matrice svedese, da oltre 4 anni attiva in Italia. La
valutazione della qualità dell'ambiente organizzativo svolta dal Great
Place to Work Institute si basa sullo studio e l'analisi dei dati raccolti
mediante la somministrazione di test specifici ai dipendenti, e
sull'esperienza consulenziale maturata all'estero operando con questa
tipologia di ricerche. L'indagine del Great Place to Work Institute si fonda
sullo studio delle relazioni che intercorrono tra il singolo individuo
(lavoratore) e le tre componenti dell'organizzazione (azienda): il
management aziendale, il lavoro svolto, i colleghi. La prima relazione è
caratterizzata dal livello di fiducia reciproca esistente tra il management
e l'individuo, la seconda dal livello di orgoglio maturato dal dipendente -
legato a molteplici aspetti, che vanno dalla qualità del lavoro
all'immagine dell'azienda, alla sua responsabilità sociale - , la terza dal
senso di appartenenza al team e dai rapporti interpersonali tra colleghi.
"Tra le ragioni che hanno spinto IconMedialab a prendere parte
nuovamente a questa iniziativa - dichiara Marco Tosi, Amministratore
Delegato di IconMedialab Italia - c'è sicuramente il successo riportato lo
scorso anno. Il respiro europeo assunto dall'indagine per l'edizione 2002,
inoltre, ha costituito per noi un'ulteriore sfida, e qualificarci per il
secondo anno consecutivo ci conferma nelle nostre scelte di attenzione e
valorizzazione del nostro capitale umano e professionale". Tra gli
aspetti più importanti che hanno contraddistinto l'inserimento di
IconMedialab tra le 30 aziende giudicate migliori rispetto alla qualità
dell'ambiente organizzativo e lavorativo: il forte coinvolgimento
professionale, generato da un profondo senso di appartenenza al team di
lavoro, dalla disponibilità verso i propri colleghi e dalla soddisfazione
nello sviluppare soluzioni dagli standard qualitativi elevati; la notevole
responsabilizzazione dei dipendenti da parte del management.
L'IMPIEGO
DELLE NUOVE TECNOLOGIE NEL SETTORE PETROLIFERO IN GRADO DI SOSTITUIRE LE
RISERVE DELL'IRAQ NEL GIRO DI 5-10 ANNI È QUANTO EMERGE DA UNO STUDIO
CONDOTTO DALL'ISTITUTO CERA IN COLLABORAZIONE CON DELOITTE CONSULTING
Milano, 27 febbraio 2003 - L'introduzione delle nuove tecnologie nel settore
petrolifero è potenzialmente in grado di determinare un aumento delle
riserve mondiali di greggio di circa 125 miliardi di barili in un arco
temporale variabile dai cinque ai dieci anni. E' quanto emerge da uno studio
condotto dall'istituto di ricerca e consulenza britannico Cera (Cambridge
Energy Research Associates) in collaborazione con Deloitte Consulting, la
società internazionale di consulenza che sta per cambiare il nome in
Braxton, e altri importanti gruppi operanti nel settore energetico e nell'Information
Technology. La ricerca dimostra come l'utilizzo di una serie di nuove
tecnologie, abbinato a un nuovo modo di operare e a un cambiamento di
approccio da parte delle compagnie petrolifere mondiali, possa garantire una
riduzione dei costi di estrazione tra il 10 e il 25%, un incremento del
recupero di greggio da un dato giacimento tra il 2 e il 7% e un aumento
della produzione tra il 2 e il 4%. Le nuove dotazioni tecnologiche, in
pratica, consentirebbero di ottenere nel giro di 3-5 anni un incremento
delle riserve petrolifere mondiali pari all'attuale ammontare delle riserve
dell'Iraq o di quelle dell'intera America Latina. "Il raggiungimento
della vision proposta dalla nostra ricerca non richiederà soltanto
l'introduzione delle nuove tecnologie, ma anche il riallineamento della
strategia, della struttura, dei processi di business e, cosa più
importante, del comportamento delle persone" sottolinea Carlo Capé,
Partner di Deloitte Consulting Italia e Responsabile della Industry Energy a
commento della ricerca. "Lo studio - aggiunge - identifica chiaramente
quali tecnologie saranno concretamente ed economicamente disponibili da
subito per l'upstream, ma la nostra esperienza indica che i fattori chiave
che renderanno possibile la trasformazione saranno l'effettiva adozione e
assimilazione di queste tecnologie da parte delle persone
nell'organizzazione, ossia un comportamento propenso al cambiamento".
L'avvio e l'ottimizzazione dell'impiego di cinque tecnologie (rilevamento a
distanza, visualizzazione tridimensionale, trivellazione
"intelligente", automazione e integrazione dei dati) consentiranno
alle aziende di settore di esplorare, osservare e valutare i giacimenti
petroliferi con maggiore precisione, di pianificare strategie ottimali di
trivellazione e produzione e di gestire le operazioni in modo più
efficiente. Si tratta in primo luogo delle tecnologie "time-lapse
seismic", caratterizzate da meccanismi di rilevazione in grado di
osservare attentamente la conformazione del sottosuolo e il percorso dei
flussi petroliferi. Inoltre, grazie a visualizzatori tridimensionali,
sensori sotterranei e valvole per il controllo dei flussi, il nuovo
complesso di tecnologie consente anche di raccogliere dati durante le
operazioni di trivellazione per massimizzare l'efficacia della penetrazione,
ottimizzare la produzione e prevenire imprevisti. Nuovi strumenti di
controllo a distanza, poi, permettono la raccolta automatica dei dati, la
segnalazione automatica di eventuali allarmi e una riduzione del personale
nei luoghi delle operazioni, favorendo un consistente contenimento dei
costi. Di fondamentale importanza sono anche le tecnologie per
l'integrazione e la gestione delle informazioni relative ai giacimenti, che
consentono alle società petrolifere di fare arrivare i dati corretti alla
persona giusta nei tempi prestabiliti. Dallo studio del Cera emerge che le
tecnologie in questione sono già in uso o in fase di espansione in altri
settori economici e che il loro trasferimento nell'industria petrolifera
(così come in quella del gas naturale) è relativamente semplice, a patto
però che le società, pubbliche o private che siano, implementino i
necessari sistemi hardware e software, creino nuove partnership tecnologiche
e siano in grado di affrontare nuove sfide competitive.
CREARE
VALORE CON L'AMBIENTE NELLE IMPRESE DEL COMMERCIO MODERNO A MILANO, IN
OCCASIONE DELLA TAVOLA ROTONDA CONFIMPRESE-GALGANO
Milano, 27 febbraio 2003 - La recente tavola rotonda sul tema " Creare
valore con l'ambiente"., organizzata a Milano da Confimprese in
collaborazione con la Galgano & Associati, società leader nella
consulenza di direzione, ha messo a confronto esperienze e ha stimolato
riflessioni importanti. "E' necessario sensibilizzare le imprese del
commercio moderno sulla convenienza sia di un corretto rapporto con
l'ambiente, sia sui vantaggi di un impatto ambientale equilibrato" ha
detto, aprendo i lavori, Paolo Dalcò, direttore generale di Confimprese.
Secondo Emilio Di Cristofaro, vicepresidente Galgano & Associati, "è
necessario trasformare la percezione dell'ambiente da centro di costo a
centro di profitto. Le imprese devono ottimizzare, sia in termini
quantitativi che qualitativi, il rapporto input/output nei processi
produttivi mediante l'adozione di nuove tecnologie e di adeguate pratiche
gestionali. Per seguire la strategia dello sviluppo sostenibile non vuol
dire produrre meno ma produrre diversamente. La "rivoluzione"
dell'eco-efficienza sta nell'aumentare il profitto, evitando gli sprechi e
riducendo i costi" Mario Aspesi, direttore generale altri paesi europei
Autogrill, ha ribadito che "l'azienda deve andare oltre il business e
il profitto, per avere un ruolo attivo nei confronti dell'ambiente". In
questa direzione Autogrill ha già mosso i primi passi attraverso il
bilancio sociale e un progetto in corso nato dal problema dello smaltimento
delle acque reflue. " Il primo criterio di successo di un sistema di
gestione ambientale è un forte impegno della Direzione /Proprietà
dell'azienda" ha proseguito Vermondo Busnelli, responsabile ambiente e
qualità di Coca Cola. "Le priorità ambientali per il sistema di Coca
Cola in Italia sono il sistema produttivo e distributivo, l'imballaggio,
l'ozono e l'effetto serra, la conservazione delle acque. La comunicazione
ambientale, inoltre, è un tassello determinante". Sergio Marchetti,
consulente Migros, ha concluso i lavori ricordando che "la Migros attua
ormai da 20 anni una propria politica ambientale che si fonda sulla stessa
politica aziendale. Già 70 anni fa, infatti, il fondatore ha messo nello
statuto la frase ricordati dell'ambiente ". Un esempio significativo
presentato è quello adottato dalle filiali dove, mediante la copertura
sistematica dei congelatori con calotte di vetro in tutta l'area di vendita,
Migros punta infatti a un miglioramento dell' efficienza energetica. Si
tratta di un intervento relativamente semplice e accolto positivamente dalla
clientela, capace di ridurre del 40% il consumo di corrente dei congelatori.
Ma oltre all'ottimizzazione energetica, gli obiettivi del piano 2000/2005
coprono un vasto raggio di attenzione/azione: prodotti, imballaggi, gestione
rifiuti, trasporti ed emissioni. E il futuro Marchetti lo delinea in modo
chiaro " trovare partners per etica e ambiente anche fuori dalla
Svizzera per implementare la politica ambientale Migros"
"IL
BILANCIO DEL CARBONIO DEGLI ECOSISTEMI FORESTALI": ASPETTI SCIENTIFICI
ED ECONOMICI. CONVEGNO A LAVARONE (TRENTO), 28 FEBBRAIO
Lavarone, 27 febbraio 2003 - "A partire dalla rivoluzione industriale,
la concentrazione d'anidride carbonica nell'atmosfera è in continuo aumento
a causa dello squilibrio tra le emissionì di CO2 , ; (combustibili fossili,
combustione di biomasse, respirazione di piante ed animali) e gli assorbi
menti (chimica del carbonio degli oceani e fotosintesi dei vegetali). Tra le
possibili conseguenze negative di un'elevata concentrazione atmosferica di
CO2 si possono ipotizzare il i riscaldamento del pianeta per effetto serra,
il cambiamento della distribuzione planetaria delle precipitazioni e
dell'umidità del suolo e l'aumento del livello dei mari. Tra i possibili
benefici si possono invece ipotizzare la stimolazione del processo di
fotosintesi, e quindi la miglior crescita delle colture agrarie e forestali,
e un aumento dell'efficienza dei vegetali nell'uso dell'acqua. Particolare
attenzione si sta ponendo alla valutazione delle conseguenze che rapide
variazioni nella distribuzione planetaria. di temperatura e. umidità
potranno avere sugli ecoslsteml terrestri, ed In particolare sulle foreste.
Le foreste sono in grado di adattarsi lentamen te ai cambiamenti ambientali;
variazioni improwise del clima possono quindi provocare gravi squilibri
nella stabilità biologica e fisica di questi ecosistemi. Il primo passo per
affrontare a livello internazionale questo problema è stato compiuto con la
ratifica del Protocollo di Kyoto, firmando ìl quale le nazioni
industrializzate si impegnano a quantificare e a ridurre le emissioni
d'anidride carbonica, al fine di stabilizzare la concentrazio ne dei gas
serra nell'atmosfera ad un livello che eviti dannose interferenze antropiche
sui sistemi climatici. Una precisa quantificazione delle emissioni nette di
anidride carbonica richiede la stima degli assorbimenti di questo gas negli
ecosistemi acquatici e terrestri. Tali .stime richiedono la partecipazione a
reti mondiali di monitoraggio e lo scambio continuo di tecnologia e
metodologie, date le notevoli difficoltà tecniche che s'incontrano nella
stima dei flussi di carbonio. Per tale ragione è importante supportare
iniziative nazionali e internazionali di ricerca, volte a chiarire gli
aspetti meno noti del ciclo del carbonio, a prevedere gli effetti sul clima
e sugli ecosistemi dell'effetto serra, e a definire strategie di gestione di
"sources "e "sinks" in un'ottica di sviluppo
sostenibile. Con questa duplice finalità, il progetto, di cui si espon-gono
i primi risultati nel convegno, intende portare un contributo scientifico
per affrontare in maniera responsabile i grandi cambiamenti che stanno
interessando il Pianeta. Info: Centro di Ecologia Alpina www.cealp.it
ECOLAB:
RISULTATI DEL QUARTO TRIMESTRE IN CRESCITA DEL 30%, PERFETTAMENTE IN LINEA
CON LE PREVISIONI. LA SOCIETÀ, CHE PER IL 66° ANNO CONSECUTIVO PAGHERÀ I
DIVIDENDI AI PROPRI AZIONISTI, PREVEDE UN ULTERIORE CRESCITA ANCHE PER IL
2003
Agrate Brianza 27 febbraio 2003 - Ecolab, leader nello sviluppo e nella
commercializzazione di prodotti e servizi per la pulizia, l'igiene, la
sanitizzazione nonché nei servizi integrati di lotta antiparassitaria
all'interno dei mercati istituzionali, industriali e dell'ospitalità -
annuncia i risultati finanziari relativi al quarto trimestre 2002 e
all'intero anno fiscale, terminato il 31 dicembre 2002. Il quarto trimestre
si è chiuso con un fatturato pari a 833 milioni di dollari e con un
incremento del 59% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In
crescita anche l'utile pro-forma per azione, derivante delle operazioni
correnti, che ha raggiunto quota 0,45 dollari (+32%). Positivi anche i
risultati dell'intero anno fiscale 2002 chiusosi a quota 3,4 miliardi di
dollari e con aumento del 46,70% rispetto all'anno scorso (2,3 miliardi di
dollari). Tali risultati sono stati raggiunti grazie a una focalizzazione su
politiche di vendita aggressive a livello nazionale e internazionale, a un
incremento significativo del numero dei clienti in tutti i 27 Paesi nei
quali l'azienda è presente, e grazie ad una forte attenzione al controllo
dei costi. "Un ruolo fondamentale - ha dichiarato Luciano Iannuzzi,
Vice President and General Manager Europe - ha avuto anche la strategia di
crescita e acquisizioni che Ecolab sta perseguendo in Europa e che ha
permesso alla società di entrare in nuovi segmenti di business quali ad
esempio il mercato degli antiparassitari, con l'acquisizione del secondo
produttore inglese Terminix". "Inoltre - prosegue Iannuzzi -
Ecolab non ha risentito del momento di crisi che ha investito i mercati
internazionali, grazie alla propria strategia di diversificazione nelle sei
aree di business in cui opera, all'offerta di servizi globali e
all'espandersi in nuovi settori" Agli inizi del 2002 sono state
acquisite anche le attività produttive di detergenza e sanificazione della
Klenecare Hygiene in Inghilterra, Francia, Svizzera e Olanda. Per il primo
trimestre dell'anno fiscale 2003 Ecolab prevede un incremento del 9-10%
delle vendite con un margine operativo lordo pari al 51%. "Il 2003 sarà
un altro anno record per Ecolab: ci aspettiamo infatti un ulteriore
miglioramento dei risultati finanziari, grazie al successo che
l'implementazione della nostra strategia 'Circle the Customer, Circle the
Globe' sta riscuotendo" - commenta Allan L. Schuman, Chairman e Chief
Executive Officer di Ecolab. "La nostra strategia, ha come obiettivo
principale lo sviluppo di prodotti e servizi a valore aggiunto,
appositamente studiati per rispondere al meglio alle esigenze dei nostri
clienti, aumentando al tempo stesso il valore della azioni della nostra
società". Ecolab ha dichiarato che per il 66° anno consecutivo
paghera' i dividendi ai propri azionisti. Il prossimo 15 aprile tutti i
possessori di azioni ordinarie di Ecolab riceveranno quindi 0,145% dollari
per azione.
CONFERENZA
IN POLONIA SULLE TECNOLOGIE E L'AMBIENTE
Szczyrk (Polonia), 27 febbraio 2003 - Dal 17 al 19 marzo 2003 si svolgerà
una conferenza internazionale sulle tecnologie al servizio dell'ambiente. Il
convegno è organizzato nell'ambito della sezione del quinto programma
quadro dedicata alla cooperazione internazionale (Inco). Sono attesi circa
100 partecipanti provenienti dagli Stati membri dell'Ue, dai paesi
dell'Europa centrale ed orientale e dai nuovi Stati indipendenti. La
conferenza verterà sui seguenti temi: qualità ambientale nelle aree
urbane; propagazione transfrontaliera degli inquinanti nell'ambiente; metodi
di individuazione e valutazione delle emissioni atmosferiche e sonore da
impianti industriali; modellizzazione della propagazione di inquinanti
atmosferici e rumore nelle aree industriali; metodi per la riduzione delle
emissioni sonore da impianti industriali e rete stradale; utilizzo di
miniere per lo smaltimento di rifiuti pericolosi; applicazione di sistemi
all'avanguardia per la gestione dei rifiuti municipali; rivitalizzazione
delle aree postindustriali. Per ulteriori informazioni consultare il
seguente indirizzo web: http://www.komag.gliwice.pl
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