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26 SETTEMBRE 2003
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EUROSTAT : RELAZIONE DI ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Strasburgo,
26 settembre 2003 - Di seguito riportiamo la relazione di Romano Prodi
presidente della Commissione Europea in merito alla vicenda eurostat nel
corso della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi politici del Parlamento
europeo "Signor Presidente, Siamo tutti consapevoli dell'importanza
dell'esercizio di democrazia al quale ci dedichiamo insieme oggi In primo
luogo, voglio ringraziare la Commissione per il controllo del Bilancio e in
particolar modo la sua Presidente--l'onorevole Theato--e i relatori del
discarico del bilancio, gli onorevoli Casaca e Bosch. Grazie alla loro
energia e perseveranza oggi possiamo vedere la vicenda Eurostat e le sue
implicazioni sotto una luce più chiara. Il sentimento più forte che provo
e che condivido pienamente con il Presidente Pat Cox e con ciascuno di voi
è di tristezza. Dopo tanti sforzi fatti dal Collegio nella sua totalità
con il pieno sostegno del Parlamento e del personale per riformare la nostra
istituzione, abbiamo visto ripetersi pratiche che tutti noi sinceramente
speravamo appartenessero per sempre al passato. Per me, si tratta di una
lezione di modestia e di un richiamo alla realtà. Alcuni hanno visto in
questa crisi il fallimento della grande riforma nella quale ci siamo
impegnati. A questi voglio dire molto serenamente che non è vero, o almeno
di aspettare prima di giudicare. Vorrei ricordare agli Onorevoli Deputati la
spietata analisi del 'Comitato di esperti indipendenti' sulle pratiche in
vigore nella Commissione europea, contenuta in una serie di relazioni rese
pubbliche fra marzo e settembre 1999. Questa è la situazione ricevuta in
eredità dalla mia Commissione. Un'amministrazione dove si mescolano culture
amministrative diversissime, con tutti i loro pregi e i loro difetti, ma
anche un'amministrazione per nulla preparata ad affrontare la crescita
straordinaria dei compiti esecutivi e di gestione assunti nel corso degli
anni '90. Per porre rimedio alle gravi lacune individuate in quelle
relazioni, la mia Commissione ha compiuto uno sforzo senza precedenti.
Abbiamo riesaminato tutto senza concezioni aprioristiche, abbiamo riformato
ovunque fosse necessario e abbiamo creato regole e codici di condotta
laddove non ce n'erano. Non è rimasto un solo dettaglio che non abbiamo
passato in rassegna. Quest'opera di riforma non è ancora terminata. Abbiamo
però segnato una nuova rotta. Ma la Commissione non è una piccola barca da
regata che vira con un solo gesto. Per cambiare direzione ha bisogno di
tempo e di molto spazio. Citerò due esempi. Il nuovo Regolamento
finanziario, che è il testo centrale della Riforma finanziaria, è entrato
in vigore solamente il primo gennaio 2003. Il nuovo Statuto del personale,
che farà da cornice a tutta la nostra riforma della gestione delle risorse
umane e sarà adottato solo alla fine di quest'anno. Vi chiedo pertanto di
non giudicare gli anni dal 2000 al 2003 pensando che tutto dovesse essere in
ordine già dal primo giorno. La verità è che si tratta di un periodo di
transizione durante il quale la nuova cultura mette progressivamente radici
e i dispositivi non hanno ancora raggiunto piena efficacia. Non scarto a
priori l'idea che ci vorranno altre misure per aumentare il nostro livello
di sicurezza finanziaria. Abbiamo anzi adottato nuove misure e continueremo
a farlo con lo spirito aperto ad apprendere dalla realtà. Tuttavia sono
convinto, sulla base dei fatti stabiliti dai rapporti di inchiesta, che le
deviazioni più gravi che abbiamo rilevato all'Eurostat e la cui origine si
colloca negli anni '90, avrebbero avuto poche probabilità di verificarsi in
presenza dei meccanismi di prevenzione e di controllo introdotti dalla
riforma e che stanno entrando progressivamente in vigore. Signor Presidente,
All'inizio del mio mandato ho lanciato il motto "Tolleranza zero contro
la frode". Mantengo in pieno quell'impegno. "Tolleranza zero"
significa una politica di prevenzione fondata su testi chiari, responsabilità
ben definite e controlli efficaci. "Tolleranza zero" significa che
il fine non giustifica i mezzi. Significa che nessuno può aspettarsi dalla
sua gerarchia o dai responsabili politici la minima indulgenza di fronte a
comportamenti discutibili. Ma "tolleranza zero" non significa
affatto giustizia sommaria o condanna senza indagini, senza prove e senza
rispetto del diritto alla difesa. Signor Presidente, vorrei strutturare il
mio intervento su tre grandi temi. Primo: Che cosa sappiamo oggi dell'esatta
portata della vicenda? Il secondo tema riguarda l'azione della Commissione:
ci siamo mossi con rapidità? In caso contrario, perché no? Per finire, non
intendo affatto evitare il dibattito sulle conseguenze da trarre, comprese
quelle a livello di responsabilità politica. I Fatti Che cosa sappiamo
esattamente della vicenda? Ho chiesto al Direttore generale dell'Olaf, al
Revisore interno e al Direttore generale aggiunto Peter Zangl, responsabile
della Task force speciale, di consegnarmi una sintesi del loro lavoro sulla
vicenda Eurostat in vista dell'audizione di oggi. Questi documenti vi sono
stati distribuiti. Inoltre, la relazione completa della Task force e la
seconda relazione intermedia del Revisore interno sono state trasmesse
seguendo la procedura detta dell'Allegato Iii per consentire alla
Commissione per il controllo del Bilancio di svolgere un'analisi più
approfondita. Le sintesi che vi sono state distribuite oggi, assieme alla
relazione dell'Olaf, costituiscono la base dell'analisi che vi espongo. Ad
esse vorrei aggiungere che ho ricevuto personalmente gli autori di queste
relazioni i quali mi hanno assicurato due cose: in primo luogo che non hanno
ricevuto alcuna pressione per orientare l'analisi e le conclusioni in un
senso o nell'altro; in secondo luogo che le sintesi che mi hanno consegnato
riflettono bene il contenuto e l'equilibrio delle relazioni finali. Per
prima cosa, vorrei ricordare l'origine di queste vicende inserendole nel
loro contesto. All'origine di tutta la vicenda c'è uno schema che era già
stato individuato nelle Relazioni degli esperti indipendenti del 1999. L'eurostat,
come altri servizi della Commissione negli anni '90, ha assunto un numero
crescente di funzioni senza avere il personale adeguato per svolgerle. E
come altri servizi, è ricorsa a collaborazioni esterne, finanziate tramite
sovvenzioni, o a contratti per esperti e servizi senza disporre di un quadro
di gestione adeguato. Occorre aggiungere a questo quadro una specificità
inerente all'attività statistica, un settore nel quale le principali
competenze sono interne o affiliate agli Istituti nazionali di statistica.
Da ciò deriva la creazione di strutture con lo statuto di società senza
fini di lucro (Asbl) che offrivano a Eurostat le competenze necessarie,
sostanzialmente sulla base di sovvenzioni. Queste strutture venivano
considerate in qualche modo un prolungamento di Eurostat. I loro esperti
lavoravano spesso nelle sedi della Commissione, a volte sotto il controllo
diretto del personale dirigente di Eurostat e i loro organi societari erano
costituiti dagli alti funzionari di Eurostat e degli Istituti nazionali di
statistica. Tale coabitazione allora era nota e accettata dalla Commissione.
Questa situazione comportava evidenti rischi, soprattutto a livello di
conflitto di interessi. Malgrado le istruzioni impartite dalla Commissione
precedente di ritirarsi da questi organi e malgrado la forte dotazione di
personale statutario che la Commissione aveva accordato a Eurostat fra il
1995 e il 1999, il Direttore generale ha proseguito la cooperazione con
questi enti sotto altre forme e in altri modi. Si sono verificate quindi
delle deviazioni. Un certo numero di relazioni di audit, in particolare
quella portata a termine nel giugno del 2000 sui circuiti finanziari di
Eurostat, evidenziano irregolarità a volte gravi o gravissime rispetto ai
testi in vigore, irregolarità che arrecano danno agli interessi finanziari
dell'Unione. Tutte queste relazioni sono state trasmesse all'Olaf da
Eurostat o dal Controllo finanziario centrale, diventato poi Dg Audit. L'olaf
ha aperto diverse inchieste e finora ha deferito tre casi alla magistratura.
Signor Presidente, Onorevoli Deputati Poiché avete già la sintesi dell'Olaf
e delle altre indagini credo non ci sia bisogno di dare ulteriore lettura
dei fatti. Vorrei confermare comunque che questi fatti ci sono apparsi in
tutta la loro gravità e portata nel maggio 2003, nella prima nota
sostanziale trasmessa dall'Olaf al Segretariato generale. Oltre alla gravità
dei fatti, l'elemento senza precedenti e più sconfortante è che nella
vicenda Data Shops sono implicati lo stesso Direttore generale di Eurostat e
un altro alto funzionario. Questo ha spezzato un anello fondamentale: la
legittima fiducia che il livello politico accorda a un Direttore generale.
Il fatto getta una luce completamente diversa sull'intera vicenda Eurostat e
impone una rilettura profonda di tutta la cronologia degli eventi. Questa
nota dell'Olaf, successiva alla trasmissione degli atti alla Procura di
Parigi, è stata tanto più sconvolgente in quanto si erano appena conclusi
i lavori difficili ma costruttivi che avevano portato al discarico del
bilancio per il 2001. Vorrei aggiungere, a questo proposito, che condivido
l'amarezza della Commissione per il controllo del Bilancio e del suo
relatore l'Onorevole Casaca che, dopo aver mostrato un atteggiamento tanto
costruttivo, hanno certamente avuto l'impressione di un raggiro. Ritengo mio
dovere di fronte alla Commissione per il controllo del Bilancio e
soprattutto di fronte a lei, Onorevole Casaca, fare piena luce su questa
vicenda e analizzare scrupolosamente le mancanze che hanno condotto a questa
carenza di informazione. Che cosa rivelano le indagini che abbiamo
commissionato e il riassunto dell'Olaf? Traggo, con un'analisi che voi
potete riscontrare nei testi, le seguenti dieci conclusioni. Primo. I fatti
precedenti il 1999, che sono stati oggetto degli audit e, in seguito, delle
indagini dell'Olaf costituiscono, oltre all'eventuale rilevanza penale, un
campionario di cattive pratiche, di lassismo, direi persino di dilettantismo
nella gestione e nel controllo. Di patenti irregolarità e di frodi
potenziali, se non di frodi vere e proprie. E di tutto questo si è reso
responsabile il più alto livello della gerarchia di Eurostat. Secondo. A
partire dal 1999 non ci sono più prove che queste pratiche si siano
ripetute o che siano proseguite. Naturalmente, questa affermazione è da
prendere con tutte le cautele del caso visto che le indagini sono ancora in
corso. In particolare, non sono più affluiti fondi alle riserve segrete
costituite nel contesto dei Data Shops, benché resti qualche punto
interrogativo sulla liquidazione dei conti aperti fra il 1996 e il 1999.
Tuttavia, le pratiche del passato hanno avuto certamente un impatto duraturo
sulla situazione competitiva dei principali contraenti di Eurostat. Terzo. A
partire dal 1999/2000 sono state progressivamente introdotte misure
correttive nel quadro della riforma. Sono stati introdotti nuovi circuiti e
procedure finanziari, manuali adeguati e standard di controllo interno.
Tuttavia la chiusura con il passato e la correzione delle situazioni
indicate nelle relazioni di audit sembra essere stata condotta in condizioni
di trasparenza ridotta e in modo incompleto. La situazione di transizione
creata dalla riforma finanziaria ha creato un terreno favorevole, poiché,
lo ricordo, fino al primo gennaio 2003 è rimasto in vigore il vecchio
sistema, in particolare l'approvazione ex ante del Controllo finanziario
centrale. Quarto. L'assenza di trasparenza e di comunicazione all'Eurostat
spiega anche perché sia il livello centrale che il livello politico non
abbiano potuto individuare le deviazioni per tempo. La comunicazione del
Direttore generale con i suoi Direttori e soprattutto con il Commissario
responsabile risulta insoddisfacente. È sintomatico che la Direttrice
incaricata della gestione delle risorse avesse il mandato di migliorare le
procedure di gestione future ma di "non occuparsi del passato",
vale a dire del seguito da dare agli audit. È altrettanto sintomatico e
grave che la prima menzione dell'esistenza di una relazione di audit inviata
all'Olaf sui Data Shops e sul Cesd sia apparsa in un briefing inviato da
Eurostat al Gabinetto del Commissario solo nel luglio 2002. Inoltre, questo
briefing è pervenuto al Gabinetto solo dietro sua specifica richiesta e le
informazioni erano poco proporzionate rispetto alla gravità dei fatti. In
realtà, le regole di condotta vigenti avrebbero richiesto un'informazione
spontanea, immediata e completa sin dal primo contatto fra il Direttore
generale e il suo Commissario. Si tratta di un punto importante sul quale
ritornerò. Quinto. La nuova cultura di responsabilità, di controllo e di
attenzione nella condotta delle operazioni finanziarie ha fatto fatica ad
affermarsi all'Eurostat. Si tratta forse dell'effetto di una chiara assenza
di mobilità del personale e dei quadri evidenziata in una delle relazioni?
Oppure si deve al carattere molto specifico delle attività statistiche? O
forse alla personalità del Direttore generale? In ogni caso, malgrado un più
alto rispetto formale delle procedure, alla fine del 2002 ritroviamo la
stessa dipendenza di Eurostat da un gruppo piccolissimo di fornitori di
servizi. Sesto. Tenendo conto di ciò che il Direttore generale sapeva su
tutti questi casi, alcuni contratti stipulati dopo il 2000 da
Eurostat--contratti che abbiamo comunque deciso di rescindere a luglio
2003-- non si sarebbero indubbiamente dovuti concludere in applicazione del
più elementare principio di precauzione. Questo fatto continua a
sorprendermi e anche a preoccuparmi. La mia preoccupazione cresce leggendo
certe osservazioni espresse nelle relazioni della Task force e dell'Ias
secondo cui le gare d'appalto spesso hanno messo in concorrenza solo un
numero ridottissimo di società, molte delle quali di proprietà degli
stessi gruppi. Settimo. Come minimo, e sulla base dell'esperienza infelice
degli anni '90, ci sono le basi per un'indagine immediata e più profonda
sul sistema di controllo e di esecuzione di questi contratti nel contesto
dell'audit sistematico che l'Ias ha già programmato e che occorre avviare
con urgenza. Ottavo. Ci sono le basi anche per un'ampia indagine
amministrativa, con il consenso dell'Olaf, su eventuali mancanze della
dirigenza dell'Eurostat nell'applicazione delle regole di attribuzione e di
esecuzione dei contratti e delle sovvenzioni. Nono. La situazione di
Eurostat così come si delinea in queste indagini richiede, secondo me, una
riorganizzazione profonda dell'Eurostat sulla quale tornerò più tardi.
Decimo. Il Revisore interno nel suo rapporto fa delle osservazioni sulla
gestione finanziaria che meritano la nostra attenzione. È certo che si
rilevano delle debolezze all'Eurostat, ma occorre interrogarsi anche sui
miglioramenti da apportare a livello di controllo centrale. Signor
Presidente, signore e signori, Questi sono i fatti e i commenti preliminari
che tali fatti mi suggeriscono. Il secondo tema che intendo affrontare
riguarda l'azione della Commissione di fronte a questi eventi. Non voglio
sfuggire alle comprensibili domande sulla nostra reazione di fronte alla
vicenda Eurostat. Dal momento in cui lo scorso maggio sono venuto a
conoscenza del coinvolgimento degli alti funzionari di Eurostat da una
corrispondenza dell'Olaf, ho preso immediatamente misure rigorose e senza
precedenti e ne ho subito informato il Parlamento. Mi hanno rimproverato
addirittura di aver avuto una reazione eccessiva, rimprovero che io non
prendo affatto alla leggera. Prima di passare a un'analisi dettagliata della
nostra azione, vorrei ricordate questo fatto essenziale: I fatti più gravi
si sono verificati negli anni precedenti il mio arrivo, ma è sotto la mia
Commissione che le Relazioni di audit su queste deviazioni si sono concluse
e sono state trasmesse all'Olaf. È sotto la mia Commissione che l'Olaf,
svolge le sue indagini in piena indipendenza e senza alcuna ingerenza. È
sotto la mia Commissione che si sono chiuse le inchieste e sono state
trasmesse alla magistratura, che alti funzionari sono stati rimossi, che si
sono rescissi i contratti con tutti gli enti suscettibili di essere
implicati nelle irregolarità. E vi assicuro che inchieste supplementari
verranno avviate per estirpare il male alla radice. Tuttavia condivido la
frustrazione di molti di voi quando mi dite "da qualche tempo vi
avevamo dato indicazioni su certi fatti di cui eravamo a conoscenza, abbiamo
inviato degli avvertimenti, ci siamo posti alcune domande, ecc. E l'azione
è stata tardiva". È vero. Questi segnali non sono stati captati. E
questa è effettivamente una domanda alla quale non intendo sottrarmi. Vi
chiedo semplicemente di riconoscere con me che è infinitamente più facile
captare questi segnali oggi che ieri. A questo punto, signor Presidente,
sento il dovere di rispondere alle seguenti domande: chi, nel periodo
2000-2003 quando i meccanismi della riforma si stavano concretizzando poco a
poco in tutta la Commissione, sapeva e chi poteva fare qualcosa? Il primo a
sapere, ovviamente, era il Direttore generale stesso di Eurostat. Le
indagini rivelano che il livello di comunicazione in seno alla sua Direzione
generale era inadeguato. Questo spiega perché le misure correttive delle
situazioni passate siano state insufficienti. La Riforma lo chiamava a
rendere conto delle proprie attività, ma la Relazione annuale che ha
inviato nel 2002 relativa all'anno 2001, conteneva riserve così poco
esplicite da non costituire un segnale d'allarme chiaro. Per quanto riguarda
in modo particolare le informazioni al Commissario responsabile, dalla
relazione dell'Ias risulta chiaramente che esse erano inadeguate. All'atto
del suo insediamento, il Commissario Solbes non è stato informato di
nessuno, ripeto nessuno, dei casi di cui tratta la sintesi dell'Olaf:
Eurocost, Eurogramme, Data Shops e Cesd. Mi dispiace ripetermi, tuttavia si
tratta di un punto importantissimo. A questo punto, occorre considerare con
attenzione la cronologia. Per riassumere, direi che per tutto il periodo
compreso fra il 2000 e il 2001 le informazioni sono venute da Eurostat con
il contagocce e avevano sempre un tono rassicurante. Nel 2002 è arrivato
qualche segnale più significativo: la Relazione annuale delle attività per
l'anno 2001 di cui ho già parlato. Ma soprattutto la nota di briefing,
richiesta a Eurostat dal gabinetto nel luglio 2002 dopo la pubblicazione del
comunicato dell'Olaf, che annunciava la trasmissione di due serie di atti
riguardanti Eurostat alla Procura di Lussemburgo. Questa nota di briefing,
alla quale la Relazione dell'Ias dedica un'analisi dettagliata, porta per la
prima volta all'attenzione del gabinetto responsabile l'esistenza delle
relazioni di audit trasmesse all'Olaf sui casi Data Shops e Cesd. Si può
pensare che a partire da quel momento al gabinetto fossero giunti alcuni
pezzi del puzzle, pezzi di per sé non sufficienti a far scattare la
reazione, perché mancava l'elemento più importante: il coinvolgimento del
Direttore generale stesso. Ciascuno di noi, secondo la propria cultura
amministrativa, può giudicare questa chiara mancanza di comunicazione e
quindi di reazione. Qualcuno può ritenere che toccasse al gabinetto
esercitare una pressione più forte e andare a caccia di quelle informazioni
che il Direttore generale non forniva spontaneamente. Io mi pongo una
domanda semplice. Chi aveva interesse a nascondere la verità su certi fatti
che risalivano al passato? Certo non il Commissario Solbes! E mi faccio
anche un'altra domanda. Si può fondare il rapporto fra un Commissario e il
suo Direttore generale su una base diversa della fiducia reciproca? Questo
è ciò che ha fatto il Commissario Solbes. Comportarsi diversamente
implicherebbe dei poteri di indagine paralleli che qui non vuole nessuno.
Chi altri aveva questa visione globale? La risposta è l'Olaf. Tuttavia, per
diverse ragioni sulle quali Brüner, il suo Direttore, ha già riferito in
Parlamento, l'obiettivo principale delle indagini dell'Olaf è quello di
radunare un numero sufficiente di prove e di trasmettere alla magistratura
elementi solidi di conoscenza. Sono riconoscente al Dott. Brüner per aver
dichiarato al Parlamento che la Commissione da me presieduta ha sempre
rispettato scrupolosamente la sua assoluta indipendenza. L'olaf è il solo
responsabile delle sue indagini e delle informazioni che fornisce. Nella
condotta delle indagini riguardanti Eurostat si può dire, senza lanciare
accuse verso un servizio giovane, che l'azione dell'Olaf è stata lenta. L'olaf
era di fatto l'unico servizio, oltre allo stesso Direttore generale di
Eurostat, a disporre per molto tempo di una serie di relazioni di audit che,
nell'insieme, già componevano un quadro impressionante di irregolarità o
quantomeno di cattiva gestione, ancor prima che avessero inizio le indagini.
L'olaf non ha ritenuto di avvisare la Commissione della portata reale dei
fatti individuati in queste relazioni. E la nostra preoccupazione di non
interferire nelle indagini dell'Olaf ha frenato la nostra capacità di
determinare le eventuali responsabilità e di adottare le misure cautelative
necessarie a proteggere gli interessi finanziari dell'Unione. Alla luce
degli eventi, penso che dobbiamo riflettere insieme su come consentire all'Olaf
di svolgere meglio i suoi compiti, soprattutto fornendogli più personale
per condurre le indagini. Occorre anche chiarire, come abbiamo già iniziato
a fare con un Memorandum of understanding, le condizioni per uno scambio di
informazioni più concreto e più rapido fra l'Olaf e la Commissione.
Ricordo che il Parlamento, e in modo particolare la Cocobu, lotta da anni
per portare avanti l'idea di un Procuratore europeo. Questa idea non ha
avuto l'eco che essa merita né presso gli Stati membri né alla
Convenzione. Eppure, la vicenda Eurostat illustra perfettamente il valore
aggiunto di un Procuratore europeo. In questo caso, esso avrebbe raccolto
direttamente le informazioni, avrebbe svelato prima la possibilità di una
frode, con il sostegno diretto dei suoi delegati negli Stati membri. Avrebbe
cioè offerto garanzie migliori dei diritti degli individui implicati nei
diversi casi. In questo contesto si pone di nuovo la questione dell'esternalizzazione
dell'Olaf il cui ruolo potrebbe svilupparsi verso quello di ausiliario di
giustizia sia per le indagini interne che per quelle esterne. Ci sono state
mancanze a livello di controllo centrale? In primo luogo, è vero che la Dg
Audit (l'ex Controllo finanziario) nel 2000 aveva completato un audit sui
circuiti finanziari di Eurostat. Questa relazione è stata inclusa nella
voluminosa eredità che l'ex Direttrice generale della Dg Audit ha
trasmesso, lasciando l'incarico nel giugno 2002, a tutti i Direttori
generali affinché ciascuno di essi conducesse il suo lavoro in conformità
alle disposizioni introdotte dalla Riforma. Quanto al nuovo Servizio di
audit interno, che ha preso il posto della vecchia Dg Audit, ha considerato
queste 64 relazioni ricevute in eredità dal suo predecessore, comprese
quelle riguardanti Eurostat, come materiale di riferimento che sarebbe
dovuto servire per audit futuri e non per analizzare il passato. E sappiamo
che né Eurostat né il Controllo finanziario hanno inviato questo audit su
Eurostat ai responsabili politici. In secondo luogo, la relazione di diverse
centinaia di pagine inviata dal signor Van Buitenen all'Olaf e al Direttore
generale della Dg Admin nell'agosto del 2001 conteneva diverse pagine sui
fatti riguardanti l'Eurostat. La Dg Admin e l'Olaf si sono accordati per
suddividere il seguito di questo dossier fra di loro. Poiché l'Olaf in quel
momento aveva già aperto alcune inchieste su Eurostat è stato deciso che
spettasse all'Olaf dare seguito alla parte Eurostat della Relazione Van
Buitenen. In terzo luogo, non posso non menzionare le numerose
interrogazioni parlamentari che hanno attirato la nostra attenzione su
alcuni aspetti della questione e alle quali abbiamo sempre risposto in buona
fede ma sulla base delle informazioni di cui disponevamo all'epoca e che,
alla luce di ciò che sappiamo oggi, si rivelano parziali. Complessivamente
il quadro non è affatto buono, ma rinvia ai tre elementi che ho già
menzionato e cioè: una riforma che viene attuata progressivamente con degli
scarti inevitabili nel passaggio da un sistema all'altro, relazioni ancora
imprecise fra l'Olaf e la Commissione e, infine, la mancanza di trasparenza
e di comunicazione all'Eurostat. La situazione non riguarda solamente i
servizi. La sensibilità del livello politico ai segnali che pure arrivavano
non è stata soddisfacente. Anche su questo piano ha prevalso un riflesso di
non intervento. L'olaf era al lavoro e il Direttore generale sembrava avere
la situazione sotto controllo. E allora, perché fare altre mosse con il
rischio di vedersi accusare di interferenze nella gestione? In assenza di
comunicazioni dell'Olaf, questa idea di compartimenti stagni nei rapporti
fra i servizi e i gabinetti in materia di gestione ha generato molte
difficoltà. Non si tratta di una questione di facile soluzione. Senza
tornare all'interventismo dei gabinetti del passato, la vicenda Eurostat
dimostra che non abbiamo ancora risolto il problema. Arrivo ora alle
conseguenze che dobbiamo trarre da questa vicenda. Vorrei farlo su tre
piani: - Eurostat, - la riforma e - la responsabilità politica. In primo
luogo, per quanto riguarda l'Eurostat stesso, abbiamo già reagito con
decisione. Dallo scorso mese di maggio abbiamo preso misure drastiche. Sul
piano giudiziario, una denuncia contro ignoti alla Procura di Parigi.
Restiamo pronti a rispondere a questo proposito ad ogni suggerimento dell'Olaf.
Sul piano disciplinare, procedure disciplinari contro tre alti funzionari di
Eurostat. E ne apriremo altre se fatti nuovi lo richiedessero. Voglio
cogliere questa occasione per ribadire la mia incrollabile volontà di
andare fino in fondo e sradicare il male alla radice. Ci vorrà del tempo.
Ma la vicenda verrà liquidata fino alle conseguenze ultime. Non dubitate
del mio impegno o della mia volontà di trasparenza totale di fronte al
Parlamento, e in particolare della Cocobu. A livello dei contratti, abbiamo
immediatamente sospeso i pagamenti, e in seguito rescisso, secondo le
procedure previste, tutti i contratti che legano le nostre istituzioni con
gli organismi e le società suscettibili di essere implicate in queste
vicende. Abbiamo nominato al vertice di Eurostat un nuovo Direttore
generale. La prossima settimana farò adottare dalla Commissione il nuovo
organigramma dell'Eurostat che risponde a due obiettivi: focalizzare le
missioni di Eurostat e trasformare la cultura amministrativa. Un piano di
mobilità a livello di Direttori e Capi unità accompagnerà questa
ristrutturazione. In secondo luogo, questa vicenda ci porta a considerare di
nuovo l'efficacia dei meccanismi istituiti con la riforma. Il principio
fondamentale della Riforma finanziaria prevista dal Regolamento finanziario
entrato in vigore nel 2003 è la soppressione del controllo finanziario ex
ante esercitato a livello centrale. Il controllo finanziario centrale ex
ante è un'illusione, come è stato dimostrato largamente in passato e come
conferma l'esperienza recente. I contratti e le sovvenzioni di Eurostat sui
quali l'Ias ha indagato per il periodo 1999/2002 avevano ottenuto l'accordo
previo del Controllo finanziario centrale. A livello centrale, vista la
massa delle operazioni, si può esercitare solamente un controllo puramente
formale e procedurale. Sarebbe pertanto un grave errore reintrodurlo. La
chiave della Riforma finanziaria è precisamente quella di attribuire tutta
la responsabilità delle operazioni alle Direzioni generali. In questo
quadro, il Direttore generale assume la responsabilità diretta di
organizzare i circuiti finanziari, di stabilire e applicare standard elevati
di controllo interno e di dotarsi di una struttura interna di audit. A
questo potere e a questa responsabilità personale e diretta attribuita ai
Direttori generali si contrappone una serie di misure di riequilibrio e di
controllo che si stanno progressivamente concretizzando dal 2000. Ne citerò
due. La Relazione annuale delle attività, abbinata a una Dichiarazione di
garanzia, nella quale il Direttore generale rende conto della sua gestione e
si assume le sue responsabilità. Il primo esercizio di questo tipo è stato
condotto nel 2002 relativamente all'anno 2001. Si tratta di un processo di
apprendimento. Il secondo è in corso attualmente. Le Relazioni delle
attività dei Direttori generali così come il rapporto di sintesi che ne
risulta vengono trasmessi al Parlamento e alla Corte dei conti. Un'altra
misura di riequilibrio è il Servizio di audit interno istituito nel 2001
che ha potere di indagine su tutti i servizi, riferisce al Collegio e
raccoglie una sintesi di tutte le Relazioni di audit svolte nei servizi.
Alla luce della vicenda Eurostat, a luglio 2003 abbiamo chiesto ai servizi
di comunicare ai responsabili politici, almeno una volta ogni sei mesi, i
risultati delle loro indagini e la loro valutazione dei problemi gestionali
e abbiamo loro chiesto di attirare l'attenzione del Commissario competente
quando venga rilevato un caso di irregolarità. Quanto ho riferito dimostra
che tutti i meccanismi previsti dalla riforma finanziaria si stanno
progressivamente concretizzando. Ai punti già toccati aggiungo altri
aspetti della Riforma, come ad esempio un quadro giuridico e procedurale
chiaro per la gestione delle sovvenzioni, la regola della mobilità per le
funzioni sensibili, la mobilità dei quadri superiori, le regole riguardo il
whistle blowing, ecc. Certo non oserei affermare di fronte a voi che la
frode è diventata impossibile. Posso però sostenere che il ripresentarsi
di vicende come quelle che abbiamo visto all'Eurostat è diventato
infinitamente meno probabile. Infine, non voglio sottrarmi al dibattito
sulla responsabilità politica. La Conferenza dei capigruppo e la
Commissione per il controllo del Bilancio hanno ascoltato i tre Commissari
che, a vario titolo, sono interessati da queste vicende: il vicepresidente
Neil Kinnock e i Commissari Michaele Schreyer e Pedro Solbes che, in
quell'occasione, vi hanno esposto il loro punto di vista sulla vicenda.
Conoscete bene questi tre Commissari e quindi non ho bisogno di sottolineare
la loro integrità personale e le loro capacità politiche. Neil Kinnock ha
condotto con talento ed energia la grande riforma della Commissione da me
voluta e che continua. Michaele Schreyer ne ha assunto con competenza la
parte finanziaria e di bilancio. Infine Pedro Solbes ha conquistato il
rispetto di tutti per il modo in cui disimpegna funzioni fra le più alte
alla Commissione, ovvero l'Unione economica e monetaria e il Patto di
stabilità e di crescita. Per quanto riguarda Michaele Schreyer, l'analisi
dei fatti dimostra che non ha ricevuto il rapporto di audit del Controllore
finanziario del marzo 2000 e che quindi non era in condizione né di agire né
di lanciare segnali di avvertimento. Conto ora sul suo impegno per assolvere
al compito di adattare il nostro sistema contabile alle raccomandazioni
della Corte dei conti. Per quanto riguarda Neil Kinnock, il suo unico legame
con la vicenda Eurostat si limita al caso della signora Schmidt-brown, che i
suoi servizi hanno trattato come un caso di discordia nel personale. Il
Commissario Kinnock in seguito ha fornito alla signora Schmidt-brown tutto
il sostegno necessario. Per quanto riguarda Pedro Solbes, infine, tutta la
ricostruzione che vi ho fornito e che si fonda sull'insieme delle relazioni
oggi a mia disposizione dimostra che le deviazioni di Eurostat risalgono,
sostanzialmente, a un periodo nel quale il Servizio non ricadeva sotto la
sua responsabilità. Il Commissario Solbes non è stato informato
correttamente dal suo Direttore generale. Dirò di più: sulla base dei dati
si può parlare quasi di disinformazione quando, da parte sua, aveva fondato
la sua relazione con Eurostat sulla base della fiducia accordata al suo
Direttore generale. Nessuno infatti poteva prevedere che l'indagine dell'Olaf
avrebbe chiamato in causa addirittura il Direttore generale. Quindi il
Commissario Solbes non ha nulla da rimproverarsi personalmente. Tuttavia gli
ho naturalmente parlato e, altrettanto naturalmente dal profondo della sua
onestà individuale, condivide la mia tristezza e il mio grande rammarico
per tutti questi avvenimenti. Signor Presidente, signore e signori Vi
ricordo i dibattiti che abbiamo avuto all'inizio del mio mandato sulla
responsabilità politica e in particolare sulla responsabilità individuale
dei Commissari. Vi ho detto che gli impegni che avevo raccolto dai
Commissari mi avrebbero consentito di agire se la situazione l'avesse
richiesto. Ciò resta ancor più valido oggi. Oggi infatti si tratta di
sapere se la vicenda Eurostat implica una responsabilità politica. Nel 1999
avevamo in mente il caso in cui un membro della Commissione potesse
incorrere in vicende giudiziarie. Da parte mia, ho preso in considerazione
anche i casi di un Commissario che infrangesse le regole della collegialità,
tenesse una condotta personale inappropriata o, più semplicemente, non
fosse all'altezza del compito. Siamo in questa situazione? La mia risposta
è chiara: No! Sulla base dei fatti che ho appena esposto, ritengo, dopo
attente riflessioni e in tutta coscienza che non ci siano le condizioni per
chiamare in causa la responsabilità politica e chiedere l'allontanamento di
un Commissario. Ciò non significa che queste vicende non ci impartiscano
alcuni insegnamenti. Ne vedo anzi tre che vi passo a esporre: Eurostat: esso
dovrà essere ristrutturato a fondo e focalizzato nelle sue funzioni. La
riforma: essa dovrà essere consolidata sui seguenti punti: relazioni fra
Commissari, gabinetti e servizi, relazioni fra il centro e la periferia in
materia di controllo e di audit e trasparenza e semplificazione delle
procedure. Olaf: ad esso dovrà essere garantita l'autonomia in una cornice
politica chiara. In questo contesto, ribadisco la mia volontà di portare
avanti l'idea di un Procuratore europeo e di presentare le necessarie
proposte legislative. Sulla riforma e sull'Olaf chiedo a Neil Kinnock e a
Michaele Schreyer di procedere a una analisi della situazione e di proporre
un piano d'azione con tutte le raccomandazioni necessarie per operare i
miglioramenti che appaiono indispensabili alla luce degli eventi. Sono
pronto a tornare in questa sede per condividere con voi queste analisi.
Onorevoli Deputati, gli insegnamenti di queste vicende sulle quali abbiamo
insieme meditato non solo debbono spingerci a fare giustizia per il passato,
ma debbono anche guidarci per far avanzare e progredire le nostre
Istituzioni".
COSTITUZIONE
PER L'EUROPA:CHE I CITTADINI NON SIANO EMARGINATI NELLA COSTITUZIONE, DICE
IL MEDIATORE EUROPEO
Bruxelles, 26 settembre 2003 - Il Mediatore europeo, P. Nikiforos
Diamandouros, ha invitato ad inserire nel testo della nuova costituzione per
l'Europa il riferimento ad un chiaro ed effettivo sistema di ricorsi non
giurisdizionali per i cittadini. "Ciò sarebbe una conquista reale e
visibile per i cittadini, che troppo spesso sembra siano emarginati nel
progetto di integrazione europea". Nel progetto di costituzione per
l'Europa sono elencati i ricorsi giurisdizionali che i cittadini possono
utilizzare per difendere i loro diritti derivanti dal diritto comunitario,
ma non sono elencati i ricorsi non giurisdizionali esistenti. Questi ultimi
hanno il vantaggio di essere gratuiti, meno formali e più rapidi se
confrontati con i procedimenti dinanzi ai tribunali, afferma il Mediatore,
continuando a battersi per una Costituzione migliore nell'aspetto relativo
ai cittadini. In occasione del dibattito annuale dinanzi al Parlamento
sull'attività del Mediatore europeo, il signor Diamandouros ha spiegato che
ciò che il Mediatore può fare è porre il cittadino in una posizione di
forza quando questi gli si rivolge per chiedere la protezione dei propri
diritti. Oltre ad un ruolo reattivo a seguito della presentazione di
denunce, il Mediatore "deve avere un ruolo attivo per dare maggiore
potere ai cittadini e per aumentare gli strumenti di difesa dei loro
diritti". Si tratta del ruolo chiave che i difensori civici giocano per
migliorare la qualità della democrazia nelle società moderne. Dall'inizio
dell'attività come Mediatore europeo il 1° aprile di quest'anno, il signor
Diamandouros ha dato prova del suo impegno a raggiungere tutti i cittadini
dell'Unione - vecchi e nuovi- per informarli sui loro diritti derivanti dal
diritto comunitario e su come difenderli. Durante il semestre scorso, egli
ha visitato quasi la metà degli attuali e futuri Stati membri dell'Unione
per presentare ai cittadini il suo lavoro e rafforzare la già esistente
rete di collegamento dei difensori civici nazionali e regionali.
LA
COMMISSIONE CHIARISCE LE REGOLE PER LA CONCESSIONE DEI FINANZIAMENTI DEL 6PQ
AI FUTURI STATI MEMBRI, PRIMA DELLA LORO ADESIONE
Bruxelles, 26 settembre 2003 - Vista la confusione creatasi in merito alla
concessione di finanziamenti ai paesi candidati all'adesione all'Ue
nell'ambito dei primi progetti per il Sesto programma quadro (6Pq), la
Commissione europea ha pubblicato una nota per chiarire la situazione. I
malintesi riguardano l'articolo 32 del trattato di adesione, in base al
quale non si può assumere alcun impegno finanziario a favore dei dieci
futuri Stati membri nel periodo compreso fra il 1° gennaio ed il 30 aprile
2004. La Commissione intende tuttavia sottolineare che tali disposizioni non
influiscono sulla partecipazione al 6Pq delle organizzazioni provenienti da
questi paesi. Le disposizioni amministrative riguardanti i contratti da
sottoscrivere ed i progetti da avviare nel corso di questo periodo
stabiliscono quanto segue: - azioni multipartner nelle quali il coordinatore
non proviene da uno dei paesi candidati. I finanziamenti della Commissione
possono essere utilizzati per coprire le spese indicative sostenute da un
qualunque partner appartenente ai dieci futuri Stati membri. Il contratto
comprende una clausola secondo la quale l'adesione dei contraenti di questi
paesi diventerà effettiva il 1° maggio 2004, ma tutte le spese sostenute
da tali contraenti saranno ammissibili a partire dalla data d'inizio del
progetto, anche se anteriore al 1° maggio. - azioni multipartner nelle
quali il coordinatore proviene da uno dei dieci futuri Stati membri. Il
consorzio del progetto deve scegliere fra due alternative: rimandare la
conclusione del contratto al 1° maggio 2004 (ciò non influirà sulla
finalizzazione dei contributi dei partner, che potrà essere effettuata
prima di tale data), oppure sostituire temporaneamente il coordinatore con
un cittadino di uno Stato membro dell'Ue, per il periodo compreso fra la
sottoscrizione del contratto ed il 1° maggio 2004. - azioni intraprese da
un solo partner nelle quali il contraente proviene da uno dei dieci futuri
Stati membri. Anche in questo caso sono previste due soluzioni: il
contraente può rimandare la conclusione del contratto al 1° maggio 2004,
oppure includere nel contratto una clausola che ne fissa l'entrata in vigore
al 1° maggio 2004. Ciò non influirà sull'ammissibilità delle spese
sostenute prima di questa data, se la data d'inizio del progetto stabilita
nel contratto è anteriore al 1° maggio 2004. L'articolo 32 non si applica
ai contratti dei valutatori e di altri esperti.
LA RELAZIONE STRAORDINARIA MEDIOBANCA E' DISPONIBILE SUL SITO
Milano, 26 settembre 2003 - Mediobanca comunica che copia della relazione
straordinaria all’Assemblea dei soci
resterà depositata, a partire da oggi 25 settembre, presso la sede
sociale e gli uffici della Borsa Italiana S.p.A., a disposizione di chi ne
faccia richiesta, nonché consultabile sul sito internet www.mediobanca.it
VENTURE
CONSULTING GROUP: CRESCE IL FATTURATO, PRIMO SEMESTRE 2003 A +25% CRESCITA
GUIDATA DAI RISULTATI DELL'ITALIA, BUONE LE PERFORMANCE DI GERMANIA E SPAGNA,
QUEST'ULTIMA A BREAK-EVEN IN ANTICIPO SUL PIANO
Milano, 26 settembre 2003 - Ancora un semestre di piena soddisfazione per
Venture Consulting Group, società internazionale di consulenza strategica
nata agli inizi del 2000 nel momento di massima bolla speculativa, che
dimostra così di avere capacità e strategie vincenti per affrontare
l'attuale congiuntura economica. I dati semestrali, approvati ieri dal
consiglio di amministrazione presieduto da Ettore Pietrabissa parlano
chiaro: +25% sull'anno precedente, risultati di tutto rispetto anche in
Germania, break-even anticipato in Spagna, e continua crescita dell'attività
di business development nel Regno Unito, con un'accelerazione del ritorno
degli investimenti all'estero. Inoltre, Il Gruppo è cresciuto in un anno
fino a circa 90 professionisti. "Il segmento della consulenza
strategica a livello internazionale sta soffrendo da tempo - spiega
Alessandro Di Fiore, Amministratore Delegato del Gruppo - le imprese
bloccano gli investimenti, si focalizzano sul breve, rimandando ogni azione
di ripensamento e innovazione. Nello scenario competitivo Venture Consulting
rappresenta un vero e proprio "caso": sono i clienti a decretare
quotidianamente il nostro successo, ci percepiscono come un Team coeso e in
grado di generare soluzioni davvero innovative. Il nostro punto di forza è
un approccio ai grandi temi di strategia diverso dalla consulenza
tradizionale, e significa lavorare bene, insieme ai nostri clienti, giorno
per giorno, per implementare strategie con risultati tangibili per una
crescita sostenibile".
FONDI
PENSIONE APERTI: OLTRE 350.000 GLI ISCRITTI, IL PATRIMONIO SUPERA I 1.400
MILIONI DI EURO. SGR PRIME TRA GLI ISTITUTORI. DONNE SEMPRE PIÙ NUMEROSE.
NEL NORD-OVEST IL MAGGIOR NUMERO DI ISCRITTI.
Milano, 26 settembre 2003 - Continuano a crescere i fondi pensione aperti
che, nel secondo trimestre 2003, hanno raggiunto i 350.356 iscritti e i
1.428 milioni di euro di attivo netto. Le Società di Gestione del Risparmio
occupano ancora la vetta della classifica degli istitutori con i loro
106.995 iscritti. Al secondo posto le Società di Intermediazione
Immobiliare (104.098 iscritti) seguite da Imprese di Assicurazione (72.548
iscritti) e Banche (66.715 iscritti). Il numero delle donne iscritte ai
fondi pensione si avvicina sempre più a quota 100.000. A fine giugno le
iscritte erano 94.976, il numero degli uomini si è attestato invece a
254.209 iscritti. Continua a crescere il peso dei contributi dei lavoratori
dipendenti sul totale dei flussi di entrata (dal 29,5% del primo trimestre
al 34,7% di fine giugno). I contributi dei lavoratori autonomi si attestano
invece al 50,6%. Le fasce d’età più rappresentate sono quelle dai 40 ai
49 anni (33,7% del totale iscritti) e dai 30 ai 39 anni (32,3%). Gli
iscritti con un’età compresa tra i 50 e i 59 anni sono il 20,3%. I
giovani sotto i 30 anni sono il 9,6% del totale iscritti, gli over 59
rappresentano invece il 3,8%. In tutte le fasce d’età, le donne si
dimostrano generalmente più “prudenti” degli uomini prediligendo la
categoria dei bilanciati. Tra gli uomini invece il quadro si presenta meno
omogeneo: gli under 30 e quelli compresi tra i 30 e i 39 anni prediligono la
categoria azionaria, le altre fasce d’età investono invece
prevalentemente nel comparto bilanciato. Dal punto di vista della
distribuzione geografica è il Nord-ovest l’area in cui risiede la maggior
parte degli iscritti (31,2%). Seguono il Centro (26,7%), il Nord-est
(18,8%), il Sud (18,4%) e le Isole (4,6%). Gli iscritti del Nord-est si
confermano, anche nel secondo trimestre del 2003, come i più
“aggressivi” dato che il 35,3% degli uomini e il 32,8% delle donne che
abitano in quest’area del Paese preferiscono i comparti azionari. Rispetto
al primo trimestre 2003, i dati relativi alla ripartizione degli
investimenti in base all’area geografica evidenziano la diminuzione del
peso del mercato italiano (da 35,1% a 33,8%) e la crescita del peso del
mercato Usa (da 21,1% a 22,5%), di quello degli altri Paesi Ue (da 24,9% a
27,1%) e del Giappone (da 2,8% a 3òk%). Il peso degli Oicr sul totale degli
investimenti è pari al 35,2%. Al 30 giugno i fondi pensione aperti
investivano per il 47,8% in titoli e Oicr azionari e per il 42,7% in titoli
e Oicr obbligazionari. L’evoluzione di fondi pensione e la riforma
previdenziale saranno al centro dei lavori del Forum del Risparmio Gestito
2003 organizzato da Assogestioni, che si svolgerà a Milano il prossimo 23
ottobre presso la sede storica di Borsa Italiana a Palazzo Mezzanotte.
All’evento, che sarà dedicato anche alla valorizzazione della media
impresa italiana attraverso la quotazione in borsa, parteciperanno illustri
esponenti dell’imprenditoria, della finanza, della politica, delle
istituzioni, delle accademie e della stampa. L’edizione 2003 si svolgerà
sotto il patrocinio del Parlamento Europeo (Ufficio per l’Italia), della
Regione Lombardia e del Comune di Milano. Infolink:
www.Assogestioni.it
DISPONIBILE
IN 11.000 UFFICI POSTALI LA POLIZZA VITA "RITMO" CAPITALE E
RENDIMENTO MINIMO GARANTITI A SCADENZA.
Roma, 26 settembre 2003 - Fino al 25 ottobre si può sottoscrivere in 11.000
uffici postali "Ritmo", il nuovo prodotto di investimento di Poste
Vita, la compagnia assicurativa al 100% di Poste Italiane. "Ritmo"
è un prodotto con durata 7 anni che a scadenza offre: - la garanzia della
restituzione integrale del capitale investito; - la possibilità di
conseguire un rendimento legato all'andamento di 10 indici settoriali Dow
Jones Euro Stoxx (Materie Prime, Telecomunicazioni, Banche, Settore
Automobilistico, Servizi di Pubblica Utilità, Energia, Assicurazioni,
Generi Alimentari, Tecnologici, Media); - un rendimento minimo pari al tasso
di inflazione europea anche in caso di andamenti negativi degli indici. Il
tasso di inflazione europea viene fissato dall'indice Monetary Union Index
of Consumer Prices (Muicp), calcolato da Eurostat, che rispecchia
l'andamento dei prezzi al consumo dei paesi dell'Unione Europea. Ogni anno
in base al verificarsi di una variazione degli indici, "Ritmo"
prevede il pagamento di un tasso di interesse semplice che può arrivare
fino a un massimo dell'8% per ognuno dei sette anni di durata della polizza.
Il rendimento finale si ottiene sommando a scadenza i tassi di interesse
maturati anno per anno (sulla base del meccanismo riportato in tabella). Se
il tasso di interesse finale dovesse risultare inferiore al tasso di
inflazione europea sui 7 anni verrà comunque garantito quest' ultimo (Muicp).
Se
nel periodo di riferimento nessun indice settoriale rispetto al
valore iniziale è sceso più del:
|
Tasso
di interesse semplice maturato nel periodo
|
20%
|
8,00%
|
40%
|
2,75%
|
Oltre
il 40%
|
0%
|
|
Il
rendimento annuale viene calcolato in base al livello minimo raggiunto dagli
indici, rispetto al loro valore iniziale, nel periodo di riferimento
annuale. Inoltre, se il valore di almeno un indice scendesse di oltre il 40%
del valore iniziale durante il periodo di riferimento annuale, l'indice che
avesse registrato la peggior variazione rispetto al valore iniziale verrebbe
definitivamente escluso dalle successive rilevazioni. Trascorso un anno, il
Cliente può chiedere il riscatto anticipato: in questo caso il rimborso
avverrà al valore di mercato della polizza. "Ritmo" prevede anche
una specifica garanzia in caso di pagamento della polizza al Beneficiario
per decesso dell'Assicurato: se il valore di mercato dell'investimento
fosse, in quel momento, inferiore al premio versato Poste Vita integrerà,
fino a un massimo di 5.000 euro, la differenza tra il valore di mercato e il
premio versato. In più, come per ogni prodotto assicurativo, le somme
corrisposte non sono né pignorabili né sequestrabili (tranne che nei casi
previsti dalla legge). Gli altri principali vantaggi di "Ritmo"
sono: la libera designazione dei beneficiari anche al di fuori dell'asse
ereditario e la possibilità, alla scadenza, di ricevere il capitale in
unica soluzione o di convertirlo in una rendita rivalutabile, anche a favore
di terzi. "Ritmo", come tutte le proposte della famiglia
"Programma Dinamico" di Poste Vita, permette a tutti i
risparmiatori di accedere con tranquillità ai mercati finanziari più
sofisticati, unendo la sicurezza dei prodotti assicurativi alle prospettive
di crescita dei mercati azionari.
GERLING
NCM DIVENTA ATRADIUS: OBIETTIVO 200 MILIONI DI EURO DI FATTURATO NEL 2005 (+
33%) ALLA BASE DELLA FORTE CRESCITA PREVISTA, L’AMPLIAMENTO DELLA GAMMA DI
PRODOTTI OFFERTI E L’INGRESSO IN NUOVI SETTORI DI MERCATO
Milano, 26 settembre 2003 - Atradius, nuovo brand di Gerling Ncm, secondo
gruppo assicurativo mondiale nel Credit Management, con una quota di mercato
del 25%, prevede di raggiungere in Italia un fatturato di 200 milioni di
euro nel 2005 (+ 33% rispetto ai 150 milioni di euro dell’ultimo
esercizio). E’ quanto ha annunciato oggi Giorgio Cimagalli, country
manager di Gerling Ncm e presidente e amministratore delegato della Società
Italiana Cauzioni, nel corso di un incontro con la stampa nel quale ha
presentato le nuove linee strategiche di crescita della società che
prevedono, tra l’altro, l’ampliamento del mix di offerta con
l’inclusione di aree di attività a maggior valore aggiunto, quali nuovi
servizi nel factoring, nuove polizze e lo sviluppo del ramo cauzioni nel
settore dei contratti per appalti di lavori pubblici, previsto in forte
crescita nei prossimi anni. Atradius, in seguito al cambiamento della
compagine azionaria avvenuto il 12 agosto 2003, oggi fa capo a: Swiss Re
(47,50%), Deutsche Bank (35,22%), Fondo Pensione della Gerling Ncm (7,14%),
Sal. Oppenheim (7%), Gerling Group (3,04%). Atradius è un gruppo privato che opera attraverso
3.700 dipendenti in oltre 40 Paesi con un fatturato totale nel 2002 di 1,3
miliardi di euro per una quota di mercato del 25% a livello mondiale. In
Italia, il gruppo è presente attraverso la compagnia assicurativa Società
Italiana Cauzioni, acquisita nel 2001. La Società Italiana Cauzioni,
fondata a Roma nel 1948, è specializzata nel ramo cauzioni e
nell’assicurazione del credito commerciale. Ha uffici a Roma e Milano, 250
dipendenti, un volume di premi di oltre 150 milioni di euro nel 2002 e una
quota di mercato, sempre nel 2002, del 20% nel ramo credito e del 17% nel
ramo cauzioni.
ING
DIRECT: AL VIA LA BANCA DIRETTA SU MISURA PER GLI ‘OVER 50’ IL PROGETTO
VIENE PRESENTATO IN OCCASIONE DI GOLD AGE 2003
Milano, 26 settembre 2003 - Ing Direct, la banca diretta del Gruppo Ing che
commercializza Conto Arancio esclusivamente via telefono e internet, è
sponsor ufficiale del Gold Age 2003 – Iv Forum Internazionale della terza
età, che avrà luogo dal 26 al 29 settembre a Riva del Garda. In occasione
del Forum, Ing Direct presenta il progetto per gli ‘over 50’, realizzato
in partnership con 50&Più Fenacom. L’iniziativa prevede uno speciale
‘invito alla prova’ di Conto Arancio - il conto di deposito al 3,10% di
interesse, zero rischi e zero - per tutti gli associati 50&Più Fenacom.
A partire dal 26 settembre saranno attivi in Ing Direct due canali dedicati:
una linea telefonica (848 800 222) gestita da personale formato ad hoc per
rispondere alle esigenze di questa clientela e una pagina web
www.Ingdirect.it/fenacom caratterizzata dall’estrema immediatezza di
utilizzo, da cui sarà possibile aprire un conto di deposito in soli 5
click. “La sponsorizzazione di Gold Age e l’accordo con 50&Più
Fenacom – commenta Christian Miccoli, Chief Executive Officer di Ing
Direct Italia – nascono per diffondere e favorire la conoscenza e
l’utilizzo della banca diretta presso i cosiddetti ‘anziani vitali’,
quella fascia di popolazione anziana caratterizzata da elevata dinamicità e
vitalità, che si dimostra sempre più attenta alle novità e alle nuove
forme di risparmio. L’assenza di rischi e la semplicità di utilizzo, in
particolare, fanno del conto di deposito di Ing Direct un prodotto
finanziario sempre più apprezzato dagli ‘over 50’ che, con
l’avvicinarsi dell’età pensionabile, tendono ad orientarsi verso
investimenti sicuri”. Christian Miccoli interverrà a Gold Age domenica 28
settembre in occasione del workshop “Un modo nuovo di fare banca”.
CREDEM:
INAUGURATO IL NUOVO CREDEMPOINT DI RENDE PROSEGUE IL PIANO DI
ESPANSIONE E CONSOLIDAMENTO DELLA RETE DI PROMOTORI FINANZIARI NELLA REGIONE
CALABRIA.
Rende, 26 settembre 2003 - E’ stato inaugurato il nuovo Credempoint di
Rende, provincia di Cosenza, in Via Rossini, il centro finanziario dedicato
ai Promotori Finanziari Credem ed alla loro clientela, la quale potrà
disporre di tutta la gamma di prodotti e servizi offerti dal Gruppo
bancario. Il team iniziale di promotori, coordinato dal Divisional Manager
Maurizio Bozzarello, conta 16 professionisti, che nei piani di crescita
della struttura commerciale supereranno a regime le 20 unità. L’apertura
del Credempoint di Rende, rientra nella strategia di Credem di
consolidamento e ulteriore sviluppo del Gruppo nel Sud Italia, basata sui
valori tradizionali di vicinanza e attenzione alle relazioni personali con i
clienti, su un approccio dinamico e sempre innovativo nonché sulla ricerca
costante di qualità e miglioramento dei servizi offerti – spiega Marco
Riva, Responsabile della Rete Promotori Finanziari di Credem. "Con
l’apertura di Rende " – commenta Riccardo Mancini, Area Manager di
Credem per la Regione Calabria – "ci siamo posti l’obiettivo di
raggiungere i 25 mln di Euro di masse per fine 2003, incrementando il
patrimonio totale della rete di promotori finanziari Credem della Calabria a
oltre 40 mln di Euro" La struttura iniziale del Credempoint sarà
composta, tra gli altri, dal Branch Manager Eugenio Barberio, il Supervisore
Luigina De Santo e i Promotori Tito e Roberto Greco. In Calabria la rete dei
promotori finanziari Credem conta ad oggi 27 promotori finanziari, che
raggiungeranno le 40 unità per fine anno. Credem, tra i più importanti e
dinamici gruppi bancari italiani con una tradizione quasi centenaria, è
presente in 18 regioni con una rete di 456 dipendenze, 52 negozi finanziari
e 38 Centri Imprese per un totale di 4.904 dipendenti e 864 promotori
finanziari. Con oltre 20 società specializzate nei settori del banking,
dell’investment banking, dell’asset management e della bancassurance, il
Gruppo Bancario Credem si propone al mercato con un’offerta di servizi
finanziari completa, innovativa e strutturata per soddisfare le molteplici
esigenze della clientela.
ERGO
PREVIDENZA FITCH RATINGS CONFERMA RATING
Milano, 26 settembre 2003 - L'agenzia londinese Fitch Ratings il 1° agosto
2003 ha reso noto di aver confermato il rating "Aa-" attribuito ad
Ergo Previdenza S.p.a. (società appartenente al gruppo assicurativo tedesco
Ergo Versicherungsgruppe Ag ), con outlook stabile. L'agenzia di rating
riconosce la forza di capitale di Ergo Previdenza, che giudica una
componente strategicamente importante per il gruppo Ergo, valutando
positivamente il progressivo rafforzarsi dei legami tra la capogruppo Ergo
ed Ergo Previdenza. La società italiana ha promosso un piano strategico
triennale dal 2003 per trasformare Ergo Previdenza da una compagnia basata
essenzialmente sulla vendita di polizze a premio annuo, principalmente
attraverso la rete di vendita Ssi (Star Service International), in una
compagnia che distribuisce una più ampia gamma di prodotti, sia attraverso
la propria rete agenziale, sia grazie allo sviluppo di accordi di
Bancassurance, una strategia che Fitch reputa potrà dare sicuramente
vantaggi potenziali nel lungo termine. Se avrà successo, tale strategia
porterà Ergo Previdenza in competizione diretta con le maggiori compagnie
assicurative del mercato italiano. L'agenzia londinese ha rilevato, infine,
che, nonostante l'alta competitività del mercato bancassurance con polizze
a premio unico, in cui Ergo Previdenza vuole entrare, i programmi di
riassicurazione, interamente realizzati attraverso il gruppo Munich Re, ed
il mix di investimenti di Ergo Previdenza presentano bassi livelli di
rischio.
FINALIZZATO
IERI L’ACCORDO PER LA CESSIONE DI HANSENET DA E.BISCOM A TELECOM ITALIA
Milano, 26 settembre 2003 – E’ stato finalizzato ieri, dopo
l’approvazione dell’Antitrust tedesca, l’accordo e il relativo
trasferimento del 100% del capitale azionario di Hansenet Telekommunikation
Gmbh dal Gruppo e.Biscom al Gruppo Telecom Italia. A partire dal 1°
ottobre, Hansenet quindi non sarà più incorporata nel consolidamento di
e.Biscom.
FIDIA
S.P.A.: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL
30 GIUGNO 2003.FATTURATO CONSOLIDATO PER 16,1 MILIONI DI EURO NEL PRIMO
SEMESTRE 2003 (- 7,2% RISPETTO AI 17,4 MILIONI DI EURO AL 30 GIUGNO 2002)
Torino, 26 settembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Fidia S.p.a.,
società quotata al Nuovo Mercato della Borsa Italiana e holding di un
gruppo attivo nella progettazione e realizzazione di controlli numerici e
sistemi di fresatura per la lavorazione di forme complesse, stampistica ed
aeronautica, ha approvato la Relazione Semestrale al 30 giugno 2003. Il
primo semestre 2003 si è chiuso con un fatturato consolidato di 16,1
milioni di Euro (-7,2% rispetto ai 17,4 milioni di Euro al 30/06/02), un
risultato operativo consolidato negativo per 3,3 milioni di Euro (-2,5
milioni di Euro al 30/06/02) e un risultato ante imposte negativo per 3,7
milioni di Euro (risultato negativo di 2,6 milioni di Euro nel primo
semestre 2002). Oltre alla negativa situazione congiunturale dei mercati
finanziari, che si è riflessa in una riduzione degli ordini e del
fatturato, i risultati del primo semestre sono stati penalizzati dalla
debolezza del dollaro e dall’effetto Sars. Il mercato statunitense e
canadese rappresenta al 30 giugno 2003 il 27% del fatturato totale del
Gruppo. La svalutazione del dollaro ha determinato una riduzione dei prezzi
finali di vendita con un impatto negativo sul margine operativo lordo
stimabile in 1,1 milioni di Euro rispetto alla quotazione media del dollaro
del primo semestre 2002. Purtroppo il fenomeno Sars ha influito
negativamente sull’area cinese che ha registrato una riduzione del 47%
nelle acquisizioni di ordini rispetto al primo semestre 2002. La
ripartizione del fatturato tra le due linee di business ha visto una
sostanziale tenuta dei sistemi di fresatura ad alta velocità (10 milioni di
euro rispetto ai 10,3 milioni di euro al 30/06/02) e una riduzione nella
linea dei controlli numerici e software (6,1 milioni di Euro rispetto a 7,1
milioni di Euro al primo semestre 2002). Il portafoglio ordini al 30 giugno
2003 è pari a 8,3 milioni di Euro, rispetto ai 12,2 milioni di Euro al 30
giugno 2002. A livello di capogruppo, Fidia S.p.a. Ha conseguito nei primi
sei mesi del 2003 un fatturato di 11,1 milioni di Euro (12,8 milioni di Euro
al 30/06/02) ed un risultato operativo negativo per 2,9 milioni di euro
(-2,3 milioni di Euro al 30/06/02). Il Gruppo ha definito un piano di
contenimento dei costi con l’obiettivo di affrontare la difficile
situazione congiunturale e di migliorare i margini. Effetti positivi del
piano, in termine di riduzione dei costi, si avranno, con effetti
significativi, a partire dal 2004. “Nel primo semestre 2003 – afferma
Giuseppe Morfino, Presidente e Amministratore Delegato di Fidia - il Gruppo
Fidia è stato penalizzato in termini di fatturato e di risultati dalla
debolezza del dollaro, che costituisce la valuta dei nostri maggiori mercati
di sbocco, nonché dalla stasi del mercato cinese connessa all’effetto
Sars. Nonostante queste difficoltà sono stati mantenuti tutti gli
investimenti in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e saremo in grado di
presentare significative novità nell’occasione della prossima Emo a
Milano.”
IL TREND
REPORT BASELWORLD RELATIVO AL SETTORE DELL'OROLOGERIA E DELLA GIOIELLERIA DI
PRESTIGIO, PREVEDE IMPORTANTI MUTAMENTI PER LE FIRME DEL LUSSO
Milano, 26 settembre 2003 - Il Trend Report, realizzato dalla società di
ricerche di mercato leader a livello internazionale Ipsos France, in
collaborazione con il Salone Mondiale dell'Orologeria e della Gioielleria
Baselworld, è una "prima" per l'industria. Esso rappresenta lo
studio più completo sulle sfide attuali relative al mercato dell'orologeria
e della gioielleria di prestigio. "Noi ci attendiamo di assistere
all'ascesa di una ristretta cerchia di `super-marchi' e di marchi che
offrano prodotti particolari e design unici. Questi mutamenti avverranno
quando i marchi cercheranno di riaffermare la loro identità mentre la
competizione aumenta e i consumatori ricercano i valori tradizionali del
marchio quali la sicurezza e la permanenza nel tempo", commenta Monica
Guarnaccia, Direttore Marketing e Comunicazione del Salone Baselworld. J E
mentre i marchi dell'orologeria e della gioielleria di lusso continuano ad
adattarsi al clima instauratosi dopo I'11 settembre, il Trend Report avverte
che sopravviveranno soltanto le aziende stabili dal punto di vista
finanziario. Questo potrebbe anche produrre un impatto grave sulla creatività
e sulla capacità di distinzione - come osserva uno degli intervistati:
"Noi assisteremo allo stesso fenomeno che si è verificato nel settore
automobilistico: in passato c'erano molte marche di auto di piccole
dimensioni ma sono tutte scomparse a beneficio di pochi esemplari delle
marche più importanti; e quando guardiamo le auto che circolano oggi,
sembrano tutte uguali". Il Trend Report punta anche l'attenzione
sull'incremento verticale nella qualità del prodotto e sulla riduzione del
numero di categorie di prodotti, dal momento che i marchi tendono sempre più
a ritornare alle loro radici tradizionali di esclusività e prestigio, i
fondamenti chiave dei prodotti di marca prima degli anni '80. Da quel
momento, in particolare nel periodo fino al 2000 ed oltre, i marchi dei
lusso persero prestigio quando affrontarono il mercato di massa,
sottolineando l'accessibilità e il prezzo medio. Nonostante il ritorno ai
valori fondamentali, i marchi dovranno continuare a creare innovazione.
"Ma l'innovazione non sarà troppo radicale o troppo frequente come è
avvenuto in anni più recenti. Al contrario, il valore del marchio diverrà
più importante e, alla fine, l'innovazione sarà utilizzata per migliorare
la funzionalità del prodotto", fa notare Stéphane Truchi, Direttore
di Ipsos France. Questo contrasta con il segmento più basso del mercato in
cui l'innovazione comporta caratteristiche di prodotto ad effetto. Mentre i
marchi riaffermano la propria identità introducendo prodotti facilmente
identificabili e che riflettono il proprio valore intrinseco, la loro
strategia di marketing e comunicazione studierà un'immagine di marchio più
forte. "I marchi di lusso del "mercato di massa"
enfatizzeranno ancor più la loro accessibilità, mentre ci attendiamo che i
marchi di prestigio esalteranno l'esclusività", osserva Valérie Chassé,
Vice Direttore di Ipsos France. Ciò che guida la trasformazione del settore
del lusso sono i profondi mutamenti nel comportamento di acquisto dei
consumatori, come risultato dei grandi mutamenti sociali ed economici nella
società, in particolare dagli anni '80 in avanti. Prima di allora, la
gioielleria e l'orologeria di lusso erano prodotti da poche società
esclusive per una clientela esclusiva ed erano acquistati principalmente
come oggetti regalo da indossare solo in occasione di eventi formali. I
prodotti stessi erano realizzati con materiali preziosi ed erano destinati a
durare nel tempo. Invece, dagli anni '80 in avanti si affermò una nuova
realtà economica che vide l'ascesa di nuove classi sociali e la diffusione
della cultura della notorietà e del benessere. Questi nuovi consumatori
desideravano accrescere la propria individualità e miravano ad uno stile di
vita elevato, che costrinse i marchi a produrre una grande varietà di stili
- il lusso per le masse. I valori tradizionali del marchio quasi scomparvero
quando i consumatori cominciarono ad acquistare beni di lusso per il piacere
di farlo e per indossarli quotidianamente. La tendenza ha sostituito la
tradizione. Questo mondo in cui l'immagine e la disponibilità economica
imperavano, fu però profondamente scosso dagli eventi dell'11 settembre. I
consumatori tornarono inconsapevolmente al valore del marchio del passato in
quanto ricercavano prodotti che accrescessero il loro senso di sicurezza
personale. Oggi i superricchi ricercano pezzi all'avanguardia, mentre l'élite
tradizionale ricerca gli articoli su misura e la classe media è meno
incline alle spese incontrollate. L'offerta del prodotto riflette questa
tendenza, con il segmento di prezzo medio in caduta tra i consumatori per il
fatto che quegli articoli sono troppo costosi per giustificare
"l'acquisto per diletto" e non garantiscono lo status symbol o il
valore dell'immagine - da cui deriva la polarizzazione tra il livello
elevato e quello di accesso. Il Trend Report Baselworld conferma che i
concetti di duraturo, affidabilità e senza tempo sono ritornati a far parte
del lessico dei marchi dei lusso, rispondendo così alle mutate esigenze del
nuovo consumatore.
ALITALIA
FESTEGGIA PARIGI IN OCCASIONE DELLA NOTTE BIANCA DI ROMA
Roma, 26 settembre 2003 - Nella "Notte Bianca" di Roma di sabato
27 settembre, evento che vede la Capitale gemellata a Parigi in una serie di
appuntamenti di arte, cinema, teatro, musica e sport, Alitalia interviene
una iniziativa senza precedenti per promuovere le vendite sul sito: sulla
tratta Roma-parigi-roma (con partenza soltanto da Roma) Alitalia offre una
tariffa speciale di andata\ritorno di 65 euro (+12 euro di crisis surcharge
+ 16 euro di fuel surcharge + 26,77 euro di tasse aeroportuali e sicurezza
bagagli), per biglietti utilizzabili dal 3 al 30 novembre (ultima data di
rientro). I biglietti potranno essere acquistati dalle ore 20 di sabato 27
alle ore 8 di domenica 28 settembre, esclusivamente sul sito www.Alitalia.it
Questa speciale promozione per
"La Notte Bianca" si inserisce in una più ampia strategia di
sviluppo delle politiche commerciali di Alitalia su Internet, strategia di
sviluppo che si è concretizzata di recente in una nuova versione della Home
Page del sito web Alitalia.
AIR
DOLOMITI E MILES & MORE RADDOPPIANO LE MIGLIA SULLA TRATTA VERONA-PARIGI
Milano, 26 settembre 2003 - Air Dolomiti, la Compagnia regionale partner di
Lufthansa, in collaborazione con Miles & More, dedica a tutti i
passeggeri in partenza da Verona verso la capitale francese una vantaggiosa
promozione per duplicare le miglia volate. Iscrivendosi entro il 30 novembre
2003 al programma a premi Miles & More e volando entro tale data, le
miglia cumulate sulla tratta Verona-parigi verranno raddoppiate. Per
diventare membri del programma di Lufthansa è sufficiente compilare
l’apposito modulo distribuito a bordo dalle assistenti di volo, oppure
collegarsi al sito della Compagnia www.Airdolomiti.it L’offerta è valida
anche per i passeggeri già membri Miles&more. Per chi si iscrive
compilando il modulo a bordo e dal 29 settembre 2003 al 31 gennaio 2004
accumula almeno 3.000 miglia sulla tratta Verona-parigi, Miles&more ha
riservato uno speciale bonus di 2000 miglia. Infolink: www.Airdolomiti.it
RYANAIR
ANNUNCIA LA SUA PARTECIPAZIONE ALLO SMAU 2003 VOLI GRATIS PER I VISITATORI
DELLA FIERA
Milano, 26 settembre 2003 - Ryanair, la linea aerea a basse tariffe N.1 in
Europa ha annunciato oggi la sua partecipazione straordinaria alla Smau e ha
svelato i dettagli di una promozione aperta soltanto ai visitatori della
fiera che si terrà dal 2 al 6 Ottobre a Milano All'interno del suo stand,
N. C31, Padiglione 13 Piano Terra, sarà possibile effettuare la
prenotazione di biglietti gratis (tasse aeroportuali esculse) sulle seguenti
rotte: Milano Orio al Serio - Bruxelles Charleroi Gratis; Milano Orio al
Serio - Amburgo Lubecca Gratis; Milano Orio al Serio - Londra Luton Gratis;
Milano Orio al Serio - Londra Stansted Gratis; Genova - Londra Stansted
Gratis; Brescia - Londra Stansted Gratis. Peter Sherrard, Coordinatore
Marketing e Vendite Ryanair per l'Italia, ha detto: "Ryanair e
E-commerceland sono partner naturali. Ryanair.com genera quest'anno 7,2
milioni di prenotazioni che rappresentano 23 milioni di passeggeri per 1,2
miliardi di Euro di fatturato e più di 50 milioni di Euro derivanti da
attività collaterali. Quasi il 94% delle nostre vendite avvengono on-line
sul sito Internet, www.Ryanair.com Lanciato
solo 5 anni fa è diventato il primo sito Internet per i viaggi in Europa e
solo il mese scorso è stato il brand più richiesto in Europa dopo Ferrari.
Con questa offerta speciale dedicata in esclusiva ai visitatori dello Smau
vogliamo dimostrare quanto è realmente facile viaggiare con un clic."
"Sono proprio realtà come Ryanair quelle che consentono al grande
pubblico di sperimentare i vantaggi di Internet per gli acquisti online. -
ha commentato Giulio Finzi, Fondatore di Costameno e ideatore di
E-commerceland - Abbiamo quindi fatto davvero di tutto per averli nostri
ospiti a E-commerceland perché crediamo che possano far avvicinare
all'acquisto online anche il pubblico più lontano da Internet e dalle nuove
tecnologie." Periodo di Prenotazione Venerdì 1 Ottobre-mezzanotte 6
Ottobre; Periodo di Viaggio 3 Novembre-17 Dicembre; Giorni Applicabili Lunedì
- Giovedì; Prenotazione Solo presso lo stand C31 Padiglione 13 allo Smau;
Supplemento Weekend 25 Euro per viaggiare Ven-sab-dom.
GERMANWINGS:
PRIMA FRA LE LOW COST TEDESCHE PER IL RAPPORTO/QUALITA’ PREZZO IN
UN’INDAGINE DI CAPITAL - GERMANIA SEMPRE PIÙ GIOVANI MANAGER VIAGGIANO
LOW COST
Milano, 26 settembre 2003 - In un’inchiesta sulla qualità del servizio
aereo recentemente condotta fra i suoi lettori dall’edizione tedesca di
Capital, il mensile economico più letto in Europa, Germanwings è risultata
la migliore fra le compagnie low cost per le categorie “sensazione di
sicurezza trasmessa” e “comfort della poltrona a bordo”. Nella stessa
indagine, che Capital ha condotto per la diciassettesima volta ricevendo dai
suoi lettori ben 6000 risposte, Germanwings è stata scelta anche come la
migliore compagnia low cost tedesca per il rapporto offerto in termini di
qualità/prezzo. “Siamo molto soddisfatti del risultato conseguito da
Germanwings nell’indagine di Capital” ha commentato Joachim Klein,
Managing Director Germanwings “e consideriamo come estremamente positivo
l’essere stati scelti quale migliore compagnia per il rapporto qualità-prezzo
da un target così importante come i business traveller”. Secondo una
ricerca condotta fra 800 top manager da Handelsblatt, autorevole quotidiano
economico tedesco, sono soprattutto i giovani manager, in particolare quelli
delle piccole e medie imprese, a prestare attenzione ai prezzi per le
trasferte di lavoro e a decidere per le low cost. Secondo l’indagine, il
28% dei manager intervistati utilizzano molto frequentemente o
frequentemente le offerte delle compagnie low cost, mentre il 34% lo farebbe
sporadicamente. “Il profilo del business traveller che emerge
dall’indagine pubblicata da Handelsblatt combacia con quello dei nostri
passeggeri: per i top manager, infatti, come per chi viaggia con Germanwings,
un ottimale rapporto qualità-prezzo nel viaggiare è più importante degli
status symbol” ha detto Joachim Klein. Germanwings collega Colonia/bonn
con Milano (Malpensa), Roma (Fiumicino), Venezia, Bologna, Atene,
Barcellona, Berlino, Budapest, Dresda, Edimburgo, Ibiza, Istanbul, Lisbona,
Londra (Stansted), Madrid, Nizza, Parigi (Charles de Gaulle), Praga,
Salonicco, Smirne, Vienna e Zurigo. Dal 15 settembre 2003, inoltre,
Germanwings volerà da Stoccarda a Barcellona, Budapest, Istanbul, Lisbona,
Praga, Roma (Fiumicino), Salonicco e Vienna. Dal 26 ottobre saranno attivi i
collegamenti da Stoccarda per Berlino e Madrid. Su tutti i voli Germanwings,
indipendentemente dal periodo, verrà messo a disposizione un alto
contingente di posti a 19 e 29 Euro, comprese tasse e spese. I voli possono
essere prenotati via internet: www.Germanwings.com
telefonando al numero 06 65 684
024 o presso le agenzie di viaggi.
LA
COMMISSIONE EUROPEA FINANZIA LA PRIMA MISSIONE COMMERCIALE EUROPEA NEL
SETTORE DELLE ECO-TECNOLOGIE IN GIAPPONE
Bruxelles, 26 settembre 2003 - La Commissione ha sostenuto la partecipazione
di 21 Pmi (piccole e medie imprese), provenienti da tutta l'Unione, alla
prima missione commerciale nel settore delle eco-tecnologie, tenutasi in
Giappone. La missione, organizzata nell'ambito del programma della
Commissione "Eu gateway to Japan", si è svolta a Tokyo dall'8 al
12 settembre. Le aziende europee partecipanti e i rispettivi prodotti sono
stati presentati a oltre 250 società giapponesi operanti nel settore
ambientale, generando una media di 12 opportunità commerciali per ciascuna
azienda. In Giappone vengono prodotti ogni anno circa 400 milioni di
tonnellate di rifiuti industriali, cifra che mette a dura prova gli impianti
di trattamento. Di conseguenza, si prevede che entro il 2010 il mercato
giapponese nel settore delle tecnologie ambientali crescerà fino a un
valore di oltre 40 trilioni di yen (24,7 trilioni nel 1997): in
quest'ambito, le eco-tecnologie europee hanno già suscitato un notevole
interesse. Il programma "Eu gateway to Japan" è stato avviato
dalla Commissione nel 1991, allo scopo di aiutare le Pmi europee ad entrare
nei mercati giapponesi e a trovare partner commerciali nel paese. La
prossima missione commerciale nel settore delle eco-tecnologie in Giappone
si svolgerà nel mese di marzo 2004; le Pmi che intendono partecipare
dovranno registrarsi entro dicembre. Infolink:
http://www.Eu-gateway-to-japan.be/eu/home.shtml
L’EUROPA
CHE LAVORA CONCORDA SULL’IMPORTANZA DELL’AMBIENTE AZIENDALE
UN’INDAGINE CONDOTTA SU 8000 IMPIEGATI IN SETTE PAESI EUROPEI EVIDENZIA
L’IMPORTANZA DELL’ AMBIENTE DI LAVORO NELLA SCELTA DELL’ IMPIEGO.
Milano, 26 Settembre 2003 – Secondo i dati di una ricerca commissionata da
Stepstone – leader europeo nel mercato del recruiting online - e condotta
dal noto istituto di ricerca internazionale Gallup Research, l’ambiente di
lavoro, le possibilità di crescita professionale e l’arricchimento delle
proprie conoscenze sono i fattori determinanti nella scelta di un nuovo
impiego. Circa il 90% degli intervistati ha dichiarato di essere più
interessato alla propria crescita professionale rispetto alla quantità di
tempo libero a disposizione (scelto dal 16%) o alla possibilità di
usufruire di un orario flessibile (il 51%). Inoltre, aspetti economici quali
un salario più elevato e i benefit aziendali (auto, cellulare) non
risultano particolarmente prioritari essendo stati scelti rispettivamente
dal 54% e dal 28% degli intervistati. I dati mettono in rilievo non solo la
difficile situazione in cui versa il mercato del lavoro, ma anche i
cambiamenti strutturali che molte aziende si trovano a dover affrontare.
"Oggi, avere un impiego fisso non comporta più il "diritto"
ad una promozione, - afferma Diego Vicamini, Country Manager di Stepstone
Italia, commentando i risultati – l’adozione di strutture gerarchiche
piatte e le riduzioni di personale, spesso impongono agli impiegati la
scelta di un ruolo specializzato piuttosto che l’assunzione di
responsabilità manageriali. Proprio per questo è oggi importante
migliorare continuamente le proprie capacità professionali". Un
superiore competente (82%) e la possibilità di assumersi delle
responsabilità (60%) sono due aspetti che giocano un un ruolo importante
per la vita lavorativa di danesi, svedesi, norvegesi, italiani, belgi,
olandesi e tedeschi. Altrettanto importanti nella ricerca di un nuovo lavoro
risultano essere una forte cultura aziendale e la solida posizione
finanziaria dell’impresa. "Il fatto che per il 73% degli intervistati
sia molto importante la solidità finanziaria dell’azienda riflette la
disastrosa situazione che il mercato del lavoro sta attraversando in tutta
Europa – continua Diego Vicamini. La paura di perdere il proprio posto di
lavoro – e, di conseguenza, le risorse necessarie per vivere - è
estremamente sentita in questo momento". Un’ulteriore indagine
condotta direttamente dalle pagine internet di Stepstone conferma questi
risultati. Le risposte dei 1.744 partecipanti sono in linea con quanto
emerso dalla ricerca Gallup. Alla domanda ‘qual è il fattore determinante
per la soddisfazione da un punto di vista professionale', oltre il 30%
considera importanti un ruolo di responsabilità e la possibilità di
mettersi in gioco. Alcuni altri fattori decisivi sono risultati essere una
buona atmosfera e colleghi piacevoli: un terzo degli intervistati preferisce
nettamente un ambiente lavorativo armonioso rispetto ad aspetti economici
come lo stipendio (21%) o benefit quali il cellulare o l’auto aziendale
(3%). Solo l’11% ha sottolineato l’importanza di orari flessibili e di
maggior tempo libero a disposizione.
MONITORAGGIO
DELL'AMBIENTE GEOLOGICO
Segovia, (Spagna), 26 settembre 2003 - Dal 5 al 7 luglio 2004, si svolgerà
a Segovia (Spagna) una conferenza internazionale sul monitoraggio, la
simulazione e la bonifica dell'ambiente geologico. La manifestazione si
rivolge ad un pubblico eterogeneo di ricercatori, professionisti e
funzionari di governo che operano in una vasta gamma di settori, compresa
l'ingegneria civile, l'ingegneria forestale e agraria, la geografia, la
biologia, l'ecologia e l'idrologia. Infolink:
http://www.Wessex.ac.uk/conferences/2004/geoenvironment04/index.html
CONVEGNO
- L'APPLICAZIONE DELL'INGEGNERIA NATURALISTICA NELLA DIFESA DEL SUOLO -
L'ESPERIENZA DELLA VAL DORENA
Brescia,
26 settembre 2003 - Gli interventi di ingegneria naturalistica realizzati in
Val Dorena (Comune di Monno) dalla Regione Lombardia con la Struttura
Sviluppo del Territorio della Sede di Brescia costituiscono un'esperienza
innovativa, sia dal punto di vista delle tecniche utilizzate, sia per
l'interesse suscitato nell'ambito scientifico ed accademico. La
presentazione di esperienze diverse e il confronto sulle varie metodologie
applicate alle opere di difesa del suolo e al ripristino delle condizioni di
sicurezza ambientale rappresentano non solo un interessante momento di
approfondimento tecnico scientifico, ma anche la testimonianza di un nuovo e
significativo approccio delle istituzioni nei confronti del territorio. Al
Convegno parteciperanno Viviana Beccalossi (Vice Presidente della Regione
Lombardia), Alberto Cavalli (Presidente della Provincia di Brescia),
Riccardo Minini (Assessore Provinciale al Lavoro) che insieme a Docenti
universitari e tecnici presenteranno i risultati di un'esperienza pilota nel
campo della protezione ambientale e della difesa del suolo. Il Convegno avrà
luogo giovedì 25 settembre dalle 9.30 alle 17.30, presso la Sede
Territoriale della Regione Lombardia in Via Dalmazia 94 a Brescia.
QUANTA
ACQUA CONSUMIAMO AL GIORNO? 8 LITRI PER LAVARCI I DENTI 120 PER FARE LA
DOCCIA, MA 300 PER IL BAGNO DA 80 A 100 LITRI PER UN CICLO DI LAVAGGIO DELLA
LAVATRICE DA 60 A 80 LITRI PER L’USO DELLA LAVASTOVIGLIE 80 LITRI PER
LAVARE I PIATTI CON ACQUA CORRENTE “ACQUA: UN TESORO PER IL FUTURO”
Cernobbio, 26 settembre 2003 - Rappresentati Ue e delle amministrazioni dei
singoli paesi, oltre ai migliori addetti del settore, si riuniscono per una
conferenza internazionale su cultura, economia e sviluppo della risorsa
acqua Nell’anno internazionale dell’acqua indetto dalle Nazioni Unite,
la Regione Lombardia riunisce operatori, imprenditori e legislatori
internazionali per un confronto sulla risorsa acqua. A Villa D’este –
Cernobbio, il 29 e 30 settembre si riuniscono le migliori competenze del
settore per un tavolo di lavoro che, per l’importanza dell’argomento
trattato, entra a pieno titolo tra le iniziative del semestre italiano di
presidenza europea. Il convegno, organizzato dalla Regione Lombardia,
insieme al Ministero per l’Ambiente e a Confservizi, crea un momento di
incontro e confronto. I 250 invitati, tra cui rappresentati della Comunità
Europea e delle istituzioni dei diversi paesi oltre a quelli delle maggiori
associazioni e compagnie del settore acqua del bacino mediterraneo, avranno
l’occasione per analizzare e verificare le azioni che potranno nel breve
termine essere intraprese singolarmente o in parternariato, con riferimento
specifico all’area euro-mediterranea. Lo scopo della conferenza è quello
di promuovere un cambiamento dell’approccio, verso la risorsa acqua, da
parte di tutti i soggetti coinvolti nel processo gestionale, dalle
istituzioni nazionali e regionali agli enti locali, dagli agricoltori agli
industriali. L’acqua è un bene economico, sociale e ambientale e come
tale deve essere gestita con l’obiettivo di proteggere un patrimonio
comune nell’interesse della collettività. È dunque indispensabile
garantirne la disponibilità nel tempo, mediante forme di utilizzo
sostenibile che permettano di far fronte alle esigenze attuali senza
minacciare la sua qualità, l’equilibrio ambientale e i bisogni delle
generazioni future. Ad accompagnare i partecipanti durante i lavori, la
mostra “L’oro blu”, allestimento che racconta la storia, i percorsi, i
simboli e l’impiego dell’acqua, nel passato e oggi. A moderare
l’inizio dei lavori ci sarà Alessandro Cecchi Paone che presenterà in
anteprima il filmato “Storia di una goccia d’acqua”. Il 18 settembre,
con una puntata speciale de “La macchina del tempo”, Cecchi Paone
affronterà l’argomento acqua, anticipando i temi della conferenza e del
filmato stesso. “L’obiettivo principale della conferenza Acqua: un
tesoro per il futuro – ha dichiarato Maurizio Bernardo, Assessore Risorse
Idriche e Servizi di Pubblica Utilità della Regione Lombardia – è quello
di stimolare una presa di coscienza più ampia del problema attraverso il
confronto delle esperienze e delle realtà dei diversi paesi che
parteciperanno a queste due giornate. Lo scopo è di sviluppare, con una
gestione integrata delle risorse idriche, una cultura dell’acqua che dovrà
coinvolgere in prima persona i cittadini-utenti informandoli e rendendoli
partecipi del processo di gestione del patrimonio acqua”. Villa D’este
– Cernobbio (Co) 29 – 30 settembre 2003
STONEFLY PRESENTA UN NUOVO PROGETTO: "LEARNING
BY NATURE" - DESIGN ITALIANO E INNOVAZIONI TECNOLOGICHE PER LA
CALZATURA.
Treviso (Casella d’Asolo), 26 settembre. Stonefly, l'azienda leader nel
settore comfort&style, grazie alla sua abilità di unire il design
italiano alle più innovative soluzioni tecnologiche, ha presentato in
occasione della recente esposizione internazionale della calzatura Micam a
Fiera Milano un nuovo progetto retrò: “Learning by nature”. Dalla
natura c'è solo da imparare. Da questa idea nasce, agli inizi degli anni
'80, il progetto”Learning by Nature”. Sono gli anni dell'edonismo, della
moda che si fa esibizione. Ma sono anche gli anni di una nuova coscienza che
riavvicina l'uomo alla natura e porta il consumatore a un diverso ordine di
scelte, privilegiando le materie prime naturali, le forme che assecondano il
suo comfort. Il modello trainante di quella collezione torna, a 20 anni di
distanza, proponendosi come perfetto caso di “Outdoor Heritage”, ideale
risposta al nuovo trend classico sportivo. Un percorso ne/la natura esaltato
dai principi del comfort Stonefly. Un richiamo ad uno stile che ha lasciato
una traccia nella memoria e torna prepotentemente d'attualità. Ci sono cose
che è quasi impossibile migliorare, “must” a cui il tempo non toglie
nulla, ma aggiunge invece un richiamo “vintage”. E' il caso di questa
proposta che ripercorre I'heritage Stonefly, in tutto e per tutto identica
al modello originale datato 1983. Con l'aggiunta "non visibile"
dei più evoluti sistemi per il benessere del piede. La collezione
“Learning by nature” garantisce uno stile unico ogni giorno, esaltando
nel contempo la perfezione del piede e contribuendo a una sensazione di
perfetta naturalità in ogni condizione. La suola in gomma ha un'altissima
resistenza all'abrasione ed è modellata in modo da assicurare stabilità su
ogni tipo di terreno. L'innovativa soletta anti-batterica e traspirante
mantiene il piede asciutto e controlla la temperatura all'interno della
scarpa. In più Lbn 1983 by Stonefly usa solo collanti naturali ecologici a
bassa viscosità, non irritanti per la pelle e non inquinanti. Www.stonefly.it
MOLECOLE
È UN PROGETTO CHE NASCE DALLA PARTNERSHIP DI DUE AZIENDE LEADER: MORELLATO
E SILMAR.
Milano, 27 settembre 2003 - Morellato è leader a livello mondiale nella
produzione e commercializzazione di cinturini per orologio. Nel 2000 ha
lanciato la propria linea di gioielli "prét à porter", divenendo
uno dei brand più rappresentativi nel panorama del gioiello moda. Silmar è
un'azienda leader nella produzione di oreficeria che si distingue per la
capacità innovativa coniugata con forti competenze tecniche - di
progettazione e di produzione - che hanno portato il marchio vicentino a una
posizione consolidata di predominanza internazionale nel segmento di
riferimento. Molecole unisce i punti di forza delle due Aziende -
innovazione e marketing Morellato, know-how tecnologico e design Silmar - e
li rende fattori di successo per creare un nuovo mercato grazie
all'approccio originale, al posizionamento distintivo, ad un prodotto
innovativo e a una sensibilità nuova nell'interpretare il gusto e i bisogni
delle donne di oggi. Molecole intende divenire il referente per una
consumatrice che vive il gioiello come un accessorio importante ma al
contempo accessibile, da poter cambiare stagione dopo stagione col divenire
dello stile e della moda. Molecole si sviluppa in collezioni che
interpretano in modo innovativo e originale il divenire della moda. Molecole
unisce metalli preziosi con materie inedite, in sintesi innovative rese
possibili da un design deciso e originale. Molecole è un nuovo stile in cui
gli elementi preziosi si abbinano con disinvoltura ad altri materiali, resi
audaci da un design vero che consente di giocare anche con l'oro. Molecole
è creata per sprigionare errtozioni e per coinvolgere donne dai sentimenti
forti e dalle passioni intense. Molecole è una formula nuova che interpreta
l'essenza di una femminilità moderna, decisa e sofisticata.
MARKETING
MANAGEMENT NEI MERCATI DI SERVIZI OTTO GIORNI DI FORMAZIONE, NEL MESE DI
OTTOBRE, PER COLORO CHE NELLE IMPRESE DI SERVIZI OPERANO NELL’AREA
COMMERCIALE.
Milano, 26 settembre 2003 – Orientamento al cliente, customer satisfaction,
valore dell’offerta: sono concetti ormai adottati dalla gran parte delle
imprese, soprattutto da quelle di servizi che hanno un contatto diretto con
i propri clienti. Eppure è proprio nel rapporto con il mondo del terziario
che sempre più i clienti ravvisano la sensazione che quei concetti non
trovino riscontro nella realtà. D’altro canto la conquista di vantaggi
competitivi duraturi e difendibili, e il mantenimento di relazioni stabili
con la domanda si fonda sulla capacità delle imprese di creare
un’esperienza positiva per il cliente nella fruizione del servizio
offerto. Il corso “Marketing Management nei mercati di servizi” proposto
dall’Area Marketing della Sda Bocconi (suddiviso in due moduli: dal 7 al
10 ottobre e dal 21 al 24 ottobre 2003) si propone dunque di analizzare le
problematiche tipiche delle imprese di servizi nel rapporto con il mercato,
proponendo modelli interpretativi e strumenti utili per affrontarle, sia con
riferimento ai servizi rivolti ai consumatori finali che alle imprese
operanti nel Btob. Il corso si rivolge a coloro che, nelle imprese di
servizi, operano nell’area commerciale o che gestiscono la relazione con i
clienti. Utilizzando un approccio trasversale, attento alle problematiche di
relazione con i clienti ma contemporaneamente ai processi interni
dell’impresa, il corso può fornire un’utile chiave interpretativa delle
problematiche gestionali anche per i responsabili dell’impresa o di
singole unità di erogazione del servizio. I temi affrontati nel corso
ripercorrono il processo di marketing management riferito ai servizi.
Prendendo avvio dall’analisi del servizio in termini di prestazioni
offerte e dei processi che le generano, il corso affronta poi le modalità
di gestione del rapporto tra impresa e mercato mediante lo sviluppo delle
politiche di marketing. Queste le tematiche trattate: Primo modulo: Il
servizio nell’ottica dell’impresa e dell’esperienza del cliente; I
diversi livelli di analisi della concorrenza; L’analisi della domanda e
del processo di acquisto dei clienti; La segmentazione della domanda e il
posizionamento del servizio. La definizione del service concept; La“customer
satisfaction”: la risposta alle aspettative del cliente e la generazione
di esperienze positive. L’analisi dei processi esterni e interni; La
gestione della partecipazione del cliente. Il cliente come co-produttore del
servizio; Le problematiche di produzione del servizio. Il “customer centered reengineering”. Secondo
modulo: Lo sviluppo e la gestione di un nuovo servizio; La distribuzione del
servizio: lo sviluppo delle reti di vendita; L’analisi del portafoglio
clienti. L’identificazione e la gestione dei grandi clienti; La
comunicazione: obiettivi, strumenti e modalità. I problemi di integrazione
tra comunicazione esterna e interna; Il ruolo di internet nei servizi:
l’impatto sui processi di distribuzione e di comunicazione; Il prezzo come
elemento del valore percepito dall’utente. La relazione con i costi; Il
piano di marketing . Per ricevere ulteriori informazioni sul corso potete
chiamare i seguenti numeri telefonici: 02.5836.6848,6853,6881,6874.
Dettagliate informazioni sul corso sono reperibili all’indirizzo Internet:
http://www.Sdabocconi.it/mktg/lett001
STUDIARE
DA RISK MANAGER: A BOLOGNA SI PUÒ
Bologna, 26 settembre 2003 - L'università di Bologna, in collaborazione con
Crif - gruppo internazionale specializzato nello sviluppo di soluzioni per
il controllo del rischio di credito - organizza a Bologna il Master di I
livello in Gestione dei Rischi Finanziari. Il Master in Gestione dei Rischi
Finanziari si propone ormai da alcuni anni come un valido anello di
congiunzione tra il mondo accademico e quello aziendale, formando
professionalità di alto profilo in grado di rispondere alle esigenze
espresse dal mercato del lavoro. La figura del risk manager è stata infatti
negli ultimi tempi una delle più richieste nei settori bancario,
finanziario e assicurativo. Il Master si terrà presso la facoltà di
Scienze Statistiche dal 1/12/2003 al 30/11/2004. I partecipanti avranno modo
di approfondire, con i più avanzati strumenti di teoria economica,
econometria, statistica ed informatica, le loro competenze nell'analisi
quantitativa dei rischi finanziari, nelle modalità di gestione del rischio
di credito, nei metodi di scoring e rating, nell'asset e liability
management, nella gestione delle scelte di portafoglio, nei prodotti
finanziari derivati, nelle assicurazioni vita e nei fondi pensione.
L'attività didattica si articolerà in quattro fasi: formazione teorica in
aula, formazione professionale specifica in aula e laboratorio, stage
aziendale presso Crif o altre realtà del mondo bancario e finanziario,
project work finalizzato alla presentazione sul mercato del lavoro. Il
Master è aperto ai laureati nelle Facoltà di Economia, Ingegneria, Scienze
Statistiche, Scienze Politiche, o equipollenti, ai laureati in Fisica,
Matematica, o equipollenti, nonché ai laureati all'estero. Il numero dei
partecipanti ammessi è fissato in 25. L'impegno dei partecipanti al Master
è a tempo pieno e la frequenza è obbligatoria. Sono per altro previste
alcune borse di studio a copertura dei contributi di iscrizione. Le domande
dovranno pervenire entro il 31 ottobre presso l'Ufficio Master in via
Zamboni 34 a Bologna. Per tutti gli interessati, sarà possibile partecipare
a un incontro di presentazione del master che si terrà il 13 ottobre,
presso la Facoltà di Scienze Statistiche, Palazzo Bianconcini, Via Belle
Arti 42 a Bologna. Infolink: http://www.Crif.com/master.asp
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