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27 OTTOBRE 2003
pagina 4
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STUDIO
DELL’ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI PRESENTATO AL V CONGRESSO AIOM COLON
RETTO, PIU’ EFFICACE
LA NUOVA TERAPIA
ORALE MENO RICOVERI E MIGLIOR QUALITA’ DI VITA PER I PAZIENTI
Roma 27 ottobre
2003 – Niente più ricoveri frequenti in ospedale e cicli di cura
debilitanti, applicazione chirurgica di cateteri venosi e uso di dispositivi
di infusione. Anche per i malati di tumore del colon avanzato è ora
disponibile una nuova chemioterapia orale, la capecitabina, che non solo ha
evidenziato in diversi studi clinici un’efficacia maggiore rispetto a
quella standard con 5-fluorouracile (massa tumorale ridotta del 26% rispetto
al 17% e stabilizzazione della malattia nel 48% dei casi) ma ha il vantaggio
di poter essere assunta dal malato al proprio domicilio, con un
comprensibile ed oggettivo miglioramento della sua qualità di vita. La cura
- che prevede l’assunzione di capecitabina due volte al giorno in cili
trisettimanali ha inoltre mostrato minori effetti collaterali, in
particolare sono diminuiti sensibilmente la perdita di capelli, gli episodi
di diarrea e le stomatiti. Ma ottimi risultati sono stati ottenuti anche in
caso di combinazione della capecitabina con altri farmaci: l’irinotecan e
l’oxaliplatino. Questi importanti progressi nel trattamento del tumore del
colon in fase metastatica, sono stati illustrati dal prof. Emilio Bajetta,
direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto Nazionale
Tumori di Milano, al V Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di
Oncologia Medica in corso a Roma. A supporto dell’efficacia della
capecitabina sono stati presentati i risultati di due studi. Il primo,
multicentrico di fase Iii, è stato condotto su 602 pazienti in 59 centri in
Europa, Israele, Australia, Nuova Zelanda e Taiwan e ha messo a confronto la
capecitabina e l’associazione 5-fluorouracile/leucovorin (5-Fu/lv). “In
questo caso – ha illustrato il prof. Bajetta - il numero di incontri con
il medico per la somministrazione dei farmaci è risultato estremamente
ridotto per i pazienti in cura con capecitabina rispetto a quelli in terapia
con 5-Fu/lv (2.109 contro 7.625: -72%). Questa differenza è in gran parte
legata al fatto che i pazienti del gruppo 5-Fu/lv erano costretti a recarsi
in ospedale per ogni somministrazione, cioè 5 volte nell’arco di 28
giorni. Nell’87,8% dei casi la permanenza in ospedale era inferiore alle
due ore, ma il 5,5% dei malati in terapia combinata è stato costretto a
passare la notte in reparto, evento mai verificatosi invece tra i pazienti
trattati con capecitabina”. Interessante anche il dato riguardante gli
effetti collaterali. “Grazie alla migliore tollerabilità del farmaco –
prosegue l’oncologo – solo l’11,8% dei pazienti trattati con
capecitabina è stato ricoverato per le conseguenze della chemio, contro il
15,7% del gruppo di controllo: i giorni complessivi di ricovero sono stati
comunque inferiori del 30%”. Al miglioramento della qualità di vita del
malato, va aggiunto inoltre un notevole risparmio per le casse della sanità
pubblica ed un positivo impatto anche sui costi sociali che sono a carico
del paziente e dei suoi famigliari. Come detto, la molecola ha dato
risultati sia in monoterapia che in combinazione. In uno studio randomizzato
di fase Ii, condotto proprio dall’Istituto dei Tumori di Milano (145 i
pazienti coinvolti, suddivisi in due gruppi) è stata presa in esame la
combinazione tra capecitabina e irinotecan. “Le evidenze degli studi
preclinici – spiega il prof. Bajetta - autorizzavano a ipotizzare un
effetto sinergico tra le molecole se somministrate insieme. A tutti i
pazienti sono stati quindi dati entrambi i farmaci, a due posologie diverse.
Al termine di tre cicli di trattamento, il 51% di un gruppo e il 45%
dell’altro ha fatto registrare la scomparsa o una riduzione significativa
del volume della massa tumorali. Non sono ancora disponibili i dati sulla
sopravvivenza”. Il cancro del colon retto è la terza neoplasia più
diffusa nella popolazione italiana e colpisce prevalentemente persone sopra
i 50 anni. Nel nostro Paese sono colpite ogni anno 35 mila persone. In
assenza di fattori di rischio specifici - una dieta ricca di grassi e povera
di fibre è considerata predisponente così come chi ha parenti di primo
grado affetti da questo tumore ha una percentuale molto più alta di
sviluppare la stessa malattia - la probabilità che una persona sviluppi il
tumore a 50 anni è una su
800, a
60 anni è una su 650. “Come per altri tipi di tumore – spiega il prof.
Bajetta, - anche per la neoplasia del colon-retto la percentuale di
sopravvivenza è strettamente correlata allo stadio di avanzamento della
malattia al momento della diagnosi. Oggi, grazie alla prevenzione, ad una
maggiore attenzione da parte dei cittadini e alla diffusione degli
screening, nell’80% dei casi il cancro viene scoperto in tempo e il
paziente guarisce. Per il restante 20% la percentuale di sopravvivenza si
riduce fino al 6%”. Nei pazienti con malattia avanzata il rispetto della
qualità di vita è da considerare importante quanto il controllo della
malattia. E’ opportuno quindi somministrare al paziente farmaci che
riescano a garantire entrambi questi aspetti. La capecitabina è stato il
primo farmaco orale introdotto in Italia per trattare il paziente con
carcinoma del colon-retto metastatico, ma è approvato in Italia anche per
l’impiego nel carcinoma della mammella, che risponda a questi requisiti.
IL TUMORE DEL COLON RETTO EPIDEMIOLOGIA
Il carcinoma del colon retto è il quarto tumore più diffuso nella
popolazione generale. L’incidenza in Italia è tra i 30-35.000 nuovi casi
all’anno. La sopravvivenza è strettamente correlata allo stadio di
avanzamento della malattia: se l’89% dei pazienti colpiti da tumore
localizzato e non diffuso ad altri organi è ancora vivo a 5 anni dalla
diagnosi, solo il 6% dei pazienti con tumore metastatico sopravvive così a
lungo. L’eta’ Il carcinoma del colon retto è più frequente dopo i 50
anni. In assenza di fattori di rischio specifici (vedi prossimo paragrafo)
la probabilità che una persona manifesti un tumore del colon-retto a 50
anni è una su
800, a
60 anni è una su 650. I Fattori Di Rischio L’età, il sesso e la razza
non rappresentano di per sé fattori di rischio importanti; mentre hanno una
rilevanza significativa Tra
questi,Ødeterminate
patologie ereditarie, la dieta e i polipi colorettali. la
dieta rappresenta quello più studiato e forse il più importante. La dieta
ad alto contenuto di grassi animali e proteine è in grado di accelerare la
trasformazione maligna di preesistenti polipi adenomatosi, mentre nessun
rischio L’effettoØè
invece evidenziato per i grassi insaturi di origine vegetale. protettivo
delle fibre è stato ipotizzato da tempo in base all’osservazione che le
popolazioni vegetariane o con una dieta ad alto contenuto di fibre LeØpresentavano
un incidenza di questa neoplasia ridotta di oltre il 30%. persone
che hanno un parente di primo grado colpito da tumore del colon, soprattutto
se in giovane età, hanno una probabilità molto più elevata di sviluppare
la malattia. Prevenzione La prevenzione e la diagnosi precoce appaiono
particolarmente importanti nella cura di questo tipo di tumore, contribuendo
alla riduzione dei tassi di incidenza e mortalità. Il National Cancer
Institute americano ha suggerito delle linee guida di comportamento al fine
di prevenire il rischio di sviluppare il carcinoma del colon-retto: 1.
Ridurre l’assunzione di grassi al 30% delle calorie totali; 2. Inserire
nella dieta giornaliera frutta e verdura; 3. Bere alcolici con moderazione;
4. Evitare di ingrassare; 5. Aumentare l’apporto di fibre; 6. Minimizzare
il consumo di cibi salati, conservati o affumicati. Accanto a queste misure
gli esperti propongono l’assunzione di antiossidanti e micronutrienti
(vitamina C, selenio) allo scopo di proteggere l’intestino dall’azione
ossidativa di alcuni agenti cancerogeni. Diagnosi Non vi è ancora un
protocollo di screening standard per quanto riguarda questo tumore. In linea
di massima si consiglia di eseguire a partire dai 50 anni l’esame occulto
delle feci e la rettosigmoidoscopia, eventualmente seguiti da colonscopia.
Diversi esami facilitano la diagnosi: Esplorazione rettale: di facile
esecuzione, è obbligatoria in caso di tumore del grosso intestino. Ricerca
del sangue occulto nelle feci: è un esame realizzabile anche a casa con un
apposito dispositivo (Hemoccult) che si può acquistare in farmacia. E’
consigliabile nelle giornate precedenti l’esame assumere una dieta senza
carne e ricca di scorie. La presenza di sangue occulto nelle feci non è di
per sé diagnostica. In casi di risposta positiva, occorre quindi procedere
con gli altri esami disponibili, qui di seguito elencati. Colonscopia: ha
ormai una larghissima diffusione nella pratica clinica per la maggiore
attendibilità rispetto alla diagnostica radiologica e per le sue
potenzialità terapeutiche. Questa indagine è la metodica di scelta per la
prevenzione, la diagnosi e il controllo del cancro del colon-retto. Consente
l’individuazione, la tipizzazione mediante un prelievo bioptico, la
resezione di alcuni tipi di polipi, fornendo in caso di tumore delle notizie
utili al chirurgo sulla sede e l’estensione della malattia e l’eventuale
presenza di altre lesioni tumorali. Clisma opaco: procedura indispensabile
nella diagnosi del tumore del colon-retto, richiede un’accurata
preparazione del paziente che deve sottoporsi all’esame in condizioni di
perfetta pulizia intestinale. L’impiego di metodiche di doppio contrasto
diretto, l’uso di sospensioni di bario, consentono spesso la diagnosi di
sede, natura e malignità dell’eventuale tumore. Ecografia dell’addome:
è la metodica da utilizzare in prima istanza per la ricerca delle metastasi
epatiche Tomografia assiale computerizzata (Tac): fornisce informazioni
sulle dimensioni della formazione neoplastica, sui suoi rapporti con le
strutture vicine e sull’interessamento dei linfonodi; permette inoltre di
valutare le sedi più frequenti di metastasi (fegato, linfonodi
retroperitoneali, polmone). L’importanza Dello Screening Spesso il
carcinoma del colon retto viene diagnosticato in molti pazienti in fase già
avanzata. Lo screening in pazienti asintomatici permette di identificare
polipi adenomatosi la cui rimozione consente di prevenire la trasformazione
maligna. In accordo con le linee guida americane è raccomandabile seguire
una serie di regole per lo screening di questo tumore in pazienti
asintomatici: Praticare l’esplorazione rettale in corso di visita medica
Dopo i 50 anni eseguire annualmente un test per la ricerca del sangue
occulto nelle feci e ogni 5 anni una rettosigmoidoscopia Porre particolare
attenzione nel monitoraggio dei pazienti a rischio
La Terapia L
’approccio convenzionale alla neoplasia del colon retto comprende:
Chirurgia: la radicalità nel cancro del colon-retto esige l’asportazione
ampia del segmento intestinale sede del tumore e la rimozione delle
rispettive aree di drenaggio linfatico. Il tipo di intervento è
condizionato da sede, dimensioni, estensione del tumore e condizioni del
paziente. Rispetto agli interventi demolitivi di un recente passato, la
chirurgia del carcinoma del retto si è fatta sempre più conservativa pur
nel rispetto della radicalità oncologica. Chemioterapia: la chemioterapia
può essere utilizzata in fase adiuvante a scopo precauzionale dopo un
intervento chirurgico o in una fase metastatica della malattia stessa. Il
farmaco base utilizzato nei diversi schemi di terapia è il 5-Fluorouracile
che può essere somministrato secondo diverse modalità o in associazione ad
altri farmaci a seconda della estensione della neoplasia. I chemioterapici
maggiormente impiegati sono: Irinotecan, Oxaliplatino, Raltitrexed,
Capecitabina e Mitomicina C. Le opzioni terapeutiche e la durata dei
trattamenti sono adattate alle singole situazioni cliniche mantenendo
comunque una buona qualità di vita. Radioterapia: nei tumori del retto la
radioterapia è indicata nella fase postoperatoria come trattamento insieme
alla chemioterapia, ma trova indicazione anche nella fase preoperatoria da
sola o con la chemioterapia. La radioterapia preoperatoria è indicata nei
casi localmente avanzati per ottenere una riduzione della massa e rendere
asportabile il tumore; oppure può avere come obiettivo primario la
riduzione delle recidive locali. I Controlli Da Fare I pazienti affetti da
carcinoma colorettale sottoposti a trattamenti chirurgici e/o
radiochemioterapici devono sottoporsi periodicamente a dei controlli con
esami del sangue ed esami strumentali come l’ecografia all’addome, la
radiografia del torace, la colonscopia ed eventualmente Tac addominale.
Sintomi I sintomi principali che possono essere campanelli d’allarme e
devono perciò essere fatti presenti al medico, soprattutto superati i 50
anni, sono: presenza di sangue rosso-vivo, talvolta misto a muco, nelle
feci; variazioni dell’alvo (stitichezza alternata a diarrea); perdita di
peso; spossatezza.
La Capecitabina E
’ un nuovo chemioterapico, disponibile in compresse e sviluppato per
trasportare il fluorouracile all’interno delle cellule tumorali, che
consente di evitare gli inconvenienti legati alla terapia intravenosa. Viene
solitamente utilizzato nel trattamento dei tumori metastatici del
colon-retto e della mammella Modalità di somministrazione Il paziente segue
un regime terapeutico molto semplice, che prevede l’assunzione del farmaco
due volte al giorno, a colazione e a cena, per due settimane, con un periodo
di riposo di una settimana. La peculiarità di questo principio attivo è
che possiede un meccanismo di attivazione in tre fasi. Una volta assunto,
viene assorbito attraverso l’intestino ed entra nel circolo sanguigno,
rimanendo inattivo. Nelle prime due fasi, che avvengono nel fegato, la
capecitabina si converte in agente tumoricida rimanendo però non tossica.
La molecola comincia ad agire solo nella terza fase quando, ormai giunta
all’interno delle cellule tumorali, si trasforma in 5-fluorouracile grazie
ad un enzima presente in quantità molto più elevate nelle cellule tumorali
rispetto a quelle sane. Grazie a questo meccanismo, il farmaco ha la
possibilità di agire dove serve, colpendo le cellule malate. A differenza
del 5-fluorouracile dato per via venosa, il principio attivo viene
utilizzato in modo più selettivo dalle cellule malate. Gli studi
sull’efficacia Diversi studi clinici hanno dimostrato una maggiore capacità
da parte della capecitabina di ridurre la massa tumorale rispetto al
tradizionale fluorouracile. I tassi di sopravvivenza e i tempi alla
progressione della malattia sono invece equivalenti. I pazienti sperimentano
meno effetti collaterali rispetto alla terapia tradizionale, riducendo
soprattutto il rischio di diarrea, stomatiti, perdita di capelli. Ne risulta
un minor bisogno di ricoveri ospedalieri. La somministrazione orale migliora
sensibilmente la qualità di vita del paziente, non più gravato dalla
necessità di recarsi periodicamente in ospedale per il trattamento e di
subire interventi per l’applicazione del catetere, che rimane
all’interno di una vena per tutta la durata della terapia, e dei
dispositivi di infusione. Possibili effetti collaterali Anche la
capecitabina può avere effetti collaterali. Alopecia, nausea, diarrea,
stomatiti, associati generalmente ai trattamenti, ricorrono però con
frequenza significativamente più bassa rispetto ai chemioterapici standard.
In particolare la minor diminuzione dei globuli bianchi rende il paziente
meno soggetto alle infezioni e alle conseguenti ospedalizzazioni.
GLI ISTITUTI DI RICERCA EUROPEI S'IMPEGNANO A
SOSTENERE UN "ACCESSO APERTO" ALLE CONOSCENZE SCIENTIFICHE
Bruxelles, 27 ottobre 2003 - Il 22 ottobre, i rappresentanti di alcuni tra i
principali istituti di ricerca europei hanno sottoscritto una dichiarazione
che li impegna a promuovere una maggiore divulgazione delle conoscenze
scientifiche e del pensiero umano tramite Internet. Firmata da
organizzazioni di ricerca di Francia, Germania, Ungheria, Italia e Norvegia,
la "Dichiarazione di Berlino sull'accesso aperto alle conoscenze
scientifiche e umanistiche" sostiene il migliore utilizzo di Internet
quale strumento di divulgazione sottolineando che, per la prima volta nella
storia,
la Rete
consente di rendere accessibili le conoscenze su scala globale.
"Internet ha cambiato radicalmente le realtà pratiche ed economiche
che caratterizzano la diffusione delle conoscenze scientifiche e del
patrimonio culturale. [
La Rete
] offre la possibilità di creare una rappresentazione globale e interattiva
delle conoscenze umane, tra cui il patrimonio culturale, garantendovi
l'accesso da tutto il mondo", si legge nella dichiarazione. Tuttavia,
il documento sostiene che lo sviluppo di una procedura di divulgazione
realizzabile richiederà enorme sostegno e impegno da parte di "ciascun
produttore di conoscenze scientifiche e di ciascun possessore di patrimonio
culturale", viste le notevoli ripercussioni che Internet avrà sulla
natura delle pubblicazioni scientifiche, nonché sull'attuale sistema di
assicurazione qualità. Da parte loro, i firmatari sosterranno i progressi
in questo ambito, incoraggiando i ricercatori e i borsisti a pubblicare i
loro lavori secondo i principi formulati nel "paradigma dell'accesso
aperto". Allo scopo di mantenere gli standard previsti
dall'assicurazione qualità e dalla buona prassi scientifica, i firmatari
svilupperanno metodi per valutare i contributi all'accesso aperto e le
riviste online, e promuoveranno il valore dei contributi che puntano a
realizzare un'infrastruttura di accesso aperto mediante lo sviluppo di
strumenti software, la fornitura di contenuti, la creazione di metadati o la
pubblicazione di articoli specifici. Infolink: http://www.Mpg.de/pdf/openaccess/berlindeclaration_en.pdf
UN PROGETTO EUROPEO CONSENTE DI CREARE IL
PRIMO ISTITUTO VIRTUALE DI MICROINCAPSULAZIONE
Bruxelles, 27 ottobre 2003 - Nell'ambito di un progetto finanziato dall'Ue
è stato varato il primo istituto europeo virtuale di microincapsulazione.
Tale istituto metterà a disposizione delle imprese la consulenza di esperti
su come trasformare le tecnologie in questo settore in prodotti
commercialmente realizzabili. Il progetto "Vi Best", che ha
ricevuto un finanziamento di 1,8 milioni di euro nell'ambito della sezione
"Crescita competitiva e sostenibile" del Quinto programma quadro,
vede la partecipazione di 15 partner provenienti dal mondo accademico e
industriale di otto Stati membri e della Svizzera. La microincapsulazione -
processo mediante il quale piccole quantità di una determinata sostanza
vengono rivestite per creare una capsula - è ampiamente utilizzata in una
vasta gamma di applicazioni industriali, dall'industria alimentare,
farmaceutica e dei prodotti per l'igiene personale, fino alla fotografia e
tipografia. Tuttavia, pur rappresentando un vasto mercato, meno del dieci
per cento del potenziale di questa tecnologia viene sfruttato. Secondo
Damien Lemaire, uno dei partecipanti al progetto nonché futuro responsabile
delle questioni legali presso l'istituto, gli imprenditori interessati a
mettere sul mercato un'applicazione di microincapsulazione devono affrontare
una serie di difficili ostacoli. "Lo sviluppo di un'applicazione di
microincapsulazione richiede numerose competenze di operatori attivi in
diversi settori della ricerca e sviluppo [R&s] e dell'industria",
ha dichiarato Lemaire al Notiziario Cordis. "Una delle principali sfide
per un'impresa, pertanto, è cercare di consolidare le proprie risorse umane
per assicurarsi di disporre del know-how necessario". L'altro
principale ostacolo per gli imprenditori è rappresentato dalla difficoltà
di trovare le informazioni necessarie per realizzare la propria attività,
considerata l'ampia varietà delle tecnologie di microincapsulazione
esistenti. "Ciascun prodotto realizzato mediante microincapsulazione
richiede un processo specifico per quel determinato prodotto o settore
industriale", ha affermato Lemaire. Egli ha spiegato che, visti gli
ostacoli esistenti, l'istituto cercherà innanzitutto di aiutare gli
imprenditori a trovare i partner più adatti e, in seguito, a sviluppare, in
condizioni ottimali, un prodotto mediante microincapsulazione. "Il
nostro obiettivo è creare uno sportello unico per le aziende", ha
affermato Lemaire. "La nostra principale attività consiste
nell'elaborare una serie di servizi altamente reattivi per una comunità
molto ampia di operatori, fornitori e scienziati nel settore della ricerca e
sviluppo tecnologico". Tali servizi comprendono l'e-training
(formazione elettronica), una banca dati per le manifestazioni di
trasferimento tecnologico e un servizio on line di consulenza tecnologica
mediante il quale le imprese possono sottoporre anonimamente delle richieste
tecniche ad un gruppo di esperti. Sebbene il progetto si trovi ancora in una
fase iniziale di sviluppo, venti richieste sono già state vagliate da un
gruppo di esperti. "Attualmente stiamo perfezionando i nostri modelli e
servizi per le imprese, al fine di disporre, entro la fine del 2003, di un
sistema di supporto fattibile", ha spiegato Lemaire. Per intensificare
lo scambio di informazioni fra gli operatori della R&s e dell'industria,
comprese le piccole e medie imprese (Pmi), il consorzio di progetto
organizzerà una serie di manifestazione di trasferimento tecnologico. La
prima, una fiera tecnologica, si terrà l'11 e12 dicembre a Ginevra
(Svizzera). Infolink: http://www.Ncapsolutions.com/
TROPPO
POCHI OSPEDALI PER ANZIANI NELL’ITALIA CHE INVECCHIA FIRENZE OSPITA IL
CONGRESSO NAZIONALE DEGLI SPECIALISTI DI GERIATRIA. E IL PRESIDENTE GIULIO
MASOTTI LAMENTA UNA SITUAZIONE SEMPRE PIÙ PARADOSSALE
Firenze, 27 ottobre 2003 - In Italia si fanno pochi figli, eppure in quasi
tutti gli ospedali c’è una maternità. Al contrario, anche in Toscana,
mancano le strutture sanitarie per gli anziani che a Firenze, per esempio,
sono un quarto della popolazione, una proporzione oltretutto in continuo
aumento e che, via via che invecchia, ha sempre più bisogno di assistenza.
Questa disparità più che evidente, frutto anche della spinta di lobby
assai potenti, è uno dei paradossi messi in rilievo dal professor Giulio
Masotti, docente di geriatria all’Università di Firenze, nonché
presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria che domani
(ore 18) inaugura al Palazzo dei Congressi la sua 48° assise nazionale (27
– 31 ottobre). Trattandosi di vecchi, il congresso affronterà una quantità
di temi connessi: cuore, diabete, Alzheimer, sesso, osteoporosi, demenza e
via elencando. Ma il tema dei temi, spiega Masotti, che a Careggi dirige il
Dipartimento Area Critica Medica Chirurgica, è quello della solitudine e
dell’invalidità. “I progressi della medicina e il benessere ci fanno
vivere più a lungo”, dice, “Ma per certi aspetti oggi è più difficile
essere vecchi. Specie in città. Non esistono più i grandi nuclei familiari
che garantivano la compagnia e l’assistenza delle generazioni più
giovani, ma manca anche un’architettura e un’organizzazione sociale che
faccia fronte a questo vuoto”. A che cosa allude? “Alludo anche a cose
banali: ai marciapiedi che non sono predisposti per gli anziani, agli
scalini degli autobus difficili da salire, alle barriere di motorini che
impediscono il passaggio, a tutte le piccole e grandi cose che rendono la
vita ancora più difficile a chi ha già problemi a sufficienza”. Firenze
e
la Toscana
soffrono in particolare perché hanno una delle popolazioni più anziane
d’Italia, che è il paese più vecchio del mondo. “Da noi il problema è
senz’altro più sensibile. Su 400 mila abitanti, 100 mila hanno più di 65
anni e 30 mila sono oltre gli 80. Il comune sta prendendo contromisure
interessanti di carattere domiciliare. Cosa che dovrebbero fare anche le
strutture sanitarie non fosse che perché assistere un anziano a casa costa
un decimo di quanto costa in ospedale”. Però, si diceva, le strutture
sanitarie per anziani sono poche. “Sono poche anche in Toscana. Tutti gli
ospedale hanno una maternità, ma i reparti di geriatria esistono solo a
Firenze, Prato, Pistoia, Siena, Pisa, Grosseto. A Livorno non c’è niente,
come a Massa, Lucca, Arezzo. Senza contare gli ospedali più piccoli.
Evidentemente è una situazione che va riequilibrata”.
IL PAPÀ
DEI CENTENARI SARDI ALLA PRESIDENZA SIBIOC IL PROFESSOR DEIANA, AUTORITÀ
MONDIALE NELLO STUDIO DELLA LONGEVITÀ UMANA, GUIDERÀ DAL 2004
LA PIÙ IMPORTANTE
ASSOCIAZIONE SCIENTIFICA DI MEDICINA DI LABORATORIO
Firenze, 27 ottobre 2003 – Il professor Luca Deiana, autorità mondiale
nello studio della longevità umana, è il nuovo presidente designato di
Sibioc, Società Italiana di Biochimica Clinica e di Biologia Molecolare
Clinica, la più importante tra le associazioni scientifiche degli
specialisti di laboratorio, seconda nel mondo, per numero di affiliati
(5.300), solo alla corrispondente associazione americana. La nomina è stata
ufficializzata in questi giorni nel corso del 35° congresso nazionale
Sibioc tenutosi a Firenze. Il professor Deiana assumerà formalmente
l’incarico a partire dal gennaio 2004. Sostituirà l’attuale presidente,
il professor Mario Plebani, direttore del Dipartimento di Medicina di
Laboratorio dell’Azienda Ospedale – Università di Padova. Docente
all’Università di Sassari, 60 anni, Deiana è molto noto nella comunità
scientifica internazionale come direttore del progetto Akea (Akentannos),
una ricerca sulla particolare longevità della popolazione sarda. In
Sardegna la densità di ultracentenari è infatti sensibilmente maggiore che
in ogni altra parte del mondo. Il professor Deiana è inoltre autore di
numerose pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche internazionali.
Nella stessa circostanza il consiglio direttivo Sibioc ha tracciato un
bilancio molto positivo di questi ultimi anni. Il ruolo dell’Associazione
è infatti cresciuto moltissimo e le attività di formazione sono ormai ben
ramificate sul territorio. Sibioc rappresenta dunque un patrimonio
scientifico di sicuro valore internazionale e di rilievo tanto maggiore se
considerato in vista della formazione continua in medicina. Il consiglio
direttivo Sibioc ha inoltre sottolineato l’impegno di Sibioc sui problemi
della riorganizzazione dei laboratori nel nostro Paese e su molti altri temi
di carattere istituzionale. Il professor Deiana ha peraltro annunciato che
le rivendicazioni in questione faranno parte del programma della sua
presidenza, così come sono parte del programma dell’attuale presidenza
Plebani.
OMEOPATIA
SIMOH: CONVEGNO DI BIOETICA IN APERTURA DELL'ANNO ACCADEMICO 2003/2004
Roma, 27 ottobre 2003 - L'istituto Omeopatico S.i.m.o.h., in occasione
dell'apertura dell'Anno Accademico 2003/2004, organizza a Roma un Convegno
di Studi Bioetici sul tema: "La dignità della persona umana e la sua
trascendenza''. Tra i Relatori: Sua Em. Rev.ma il Cardinale Tomas Spidlik
S.j. E il Prof. Antonio Negro. Roma, 26 Ottobre 2003
La Scuola Italiana
di Medicina Omeopatica Hahnemanniana (S.i.m.o.h.) inaugura a Roma, mercoledì
12 Novembre 2003 alle ore 16.30, presso la sede del Nobile Collegio
Chimico-farmaceutico in Via in Miranda 10 al Foro Romano, un Convegno di
Studio a carattere bioetico sul tema: ''La dignità della persona umana e la
sua trascendenza''. La manifestazione si svolgerà in occasione della
apertura ufficiale del 57° Anno Accademico di Studi dell'Istituto
omeopatico italiano S.i.m.o.h., le cui attività formative furono istituite,
per la prima volta in Italia, nel 1947 ad opera del Prof. Antonio Negro. Tra
i Relatori che prenderanno parte al Convegno: il Dott. Giancarlo Signore
Presidente del Nobile Collegio Chimico-farmaceutico Universitas
Aromatariorum Urbis; Sua Em. Rev.ma il Cardinale Tomas Spidlik S.j.
Professore Emerito del Pontificio Istituto Orientale e dell'Università
Gregoriana; il Prof. Antonio Negro Decano dei Medici Omeopatici in Italia e
Presidente e Direttore Didattico-scientifico dell'Istituto S.i.m.o.h.;
la Prof.ssa Maria
Letizia Salvi Direttore Sanitario dell'Istituto S.i.m.o.h. E già Professore
Associato di Biologia Molecolare della Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. A conclusione del Convegno,
verranno consegnati gli ''Attestati di Partecipazione Simoh'' agli Allievi
che hanno concluso il loro corsus studiorum. L'evento è promosso con il
patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma e dell'Assessorato
alle Politiche Sociali e Promozione della Salute del Comune di Roma. La
manifestazione è aperta alla partecipazione del pubblico, fino ad
esaurimento dei posti disponibili. Infolink: www.Omeopatiasimoh.net
BIANCHI
VENDING GROUP AFFIANCA TELETHON PER UN' AVVINCENTE SFIDA "CONTRO IL
TEMPO"
Milano, 27 ottobre 2003 - Bianchi Vending Group è scesa in pista a favore
di Telethon e la ricerca scientifica partecipando, con il suo team,
capitanato da Massimo Trapletti direttore generale ed azionista del Gruppo,
al Corporate Kart Challenge- 24 Hours International Race, gareggiando
insieme a team internazionali. Bianchi Vending Group, produttrice dei
distributori automatici più innovativi sul mercato, da sempre impegnata nel
sociale, partecipando al Corporate Kart con il Bianchi Vending Team, ha
voluto cogliere un'ulteriore importante occasione per dare un prezioso
contributo alla lotta contro le malattie genetiche. L’impegno in prima
persona dell’imprenditore all’emozionante competizione, che ha visto
partecipare ad Arezzo campioni di formula 1 dei team Ferrari e Minardi, il
team Maserati, il team di Mascalzone Latino e Aprilia moto Gp, imprenditori
e stelle dello spettacolo, ha come primo obiettivo, più della vittoria sul
campo di gara, la vittoria della ricerca scientifica. A Telethon sarà
devoluto il 100% delle offerte che il pubblico presente all'evento ha donato
liberamente durante le due giornate, assieme al totale ricavato dell'asta
online dove, a partire dalla fine di settembre, i Team Vip hanno messo a
disposizione del pubblico appassionato un prezioso posto all'interno della
propria squadra.
TRIESTEANTIQUA:
GRANDE SUCCESSO DEL PRIMO WEEK END
Trieste, 27 ottobre 2003 - Pacifico assalto del Palazzo dei congressi –
Grande interesse per le collaterali delle foto storiche dei 100 anni
dell’Associazione Industriali e dei profumi d’epoca Nel corso del week
end, il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima che ospita la
ventunesima edizione di Triesteantiqua è stato meta di un pacifico assalto
da parte degli appassionati d'antiquariato e di collezionismo, giunti a
Trieste dalle Regioni limitrofe e dall’estero desiderosi, oltre che di
ammirare migliaia di raffinate proposte (molte delle quali degne di essere
esposte in un museo), anche di concludere qualche buon affare. Quest’anno,
infatti, nonostante la congiuntura sfavorevole dell’economia italiana ed
internazionale, durante i primi due giorni d'apertura al pubblico della
mostra-mercato, gli acquisti si sono mantenuti su livelli giudicati dagli
stessi organizzatori e dagli espositori, più che soddisfacenti. E’ da
notare che a Triesteantiqua a dare la caccia all’”oggetto del
desiderio” non sono solo gli appassionati delle “cose belle senza
tempo”, ma anche investitori che, delusi dall’andamento altalenante
delle borse di tutto il mondo, preferiscono puntare sull’arte come bene
rifugio. E a Triesteantiqua la scelta di possibili investimenti è
estremamente vasta. Si va dai gioielli ed orologgi d’epoca ai paraventi
giapponesi del ‘700 e ‘800 in carta di gelso, dalle vecchie carte
geografiche piene di zone “bianche” ai mobili e oggettistica Biedermeier,
dalle icone russe ai dipinti espressionisti, dagli argenti ai tappeti
orientali. E’ da sottolineare che l’offerta sempre più ampia di
“pezzi” di grande pregio e di alta qualità alla mostra mercato
triestina è connessa, tra l’altro, alla maggiore “europeizzazione” di
Triesteantiqua. Anche quest’anno è evidente la crescita del suo prestigio
internazionale, grazie alla presenza degli espositori dall’Austria e dal
Belgio. L’anno prossimo, l’ingresso nell’Unione Europea di nuovi stati
con il relativo abbattimento delle barriere doganali, promette di dare un
ulteriore impulso all'internazionalità di Triesteantiqua, nello spirito di
una maggiore apertura verso l’Europa. Un altro importante motivo di
attrazione per il pubblico costituiscono le due mostre collaterali, che
suscitano grande interesse fra i visitatori. La prima, “Mostra fotografica
sulla storia dell’industria triestina”, allestita dalla Fratelli Alinari,
contiene 60 fotografie inedite, e fa parte di una serie d’iniziative per
la celebrazione del Centenario dell’Associazione degli Industriali della
Provincia di Trieste La seconda, organizzata a scopo benefico dal comitato
del Friuli Venezia Giulia dell’A.i.r.c., Associazione Italiana per
la Ricerca
sul Cancro alla quale, come è ormai tradizione, Promotrieste devolve anche
quest’anno parte degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti
d’ingresso alla mostra-mercato, è dedicata alla profumeria d’epoca. I
flaconi messi in mostra provengono dal “Museo del profumo” di Milano,
creato dai collezionisti Giorgio Dalla Villa e Daniela Candio. Infolink: www.Promotrieste.it/triesteantiqua
EMO
MILANO 2003: VISITE RECORD DALL'ESTERO PER
LA MONDIALE IN
SCENA FINO AL 28 OTTOBRE
Milano, 27 ottobre 2003 - Sono stati più di 50.000, i visitatori che nei
primi tre giorni hanno affollato i 25 padiglioni di Emo Milano 2003, la
mondiale della, macchina utensile in scena a Milano fino a martedì 28
ottobre. Si conferma dunque positivo l'afflusso di pubblico per la
manifestazione che dopo otto anni torna nel capoluogo meneghino, in una
veste ancora più internazionale rispetto all'edizione passata del 1995.
Dalle prime rilevazioni dei primi tre giorni, risultano, infatti, in forte
crescita le presenze dei visitatori stranieri (più dei 50% dei totale),
aumentati del 26,6% rispetto alla passata edizione, richiamati
dall'amplissima e variegata offerta in mostra. In calo, per il momento, la
presenza dei visitatori italiani, attesi soprattutto nei prossimi giorni, in
concomitanza con il fine settimana. Protagonisti dell'evento i 1.648
espositori presenti, provenienti da 38 paesi, disposti nei 25 padiglioni
allestiti per una superficie espositiva netta di oltre
127.275 metri quadrati
. A fronte dei 757 costruttori italiani, risulta massiccia la partecipazione
dei costruttori provenienti dall'estero: più della metà degli espositori
totali. La valenza e l'importanza del settore per l'intero sistema economico
del paese è stata sottolineata dalle "visite d'eccezione" dei
primi giorni che hanno visto fra gli altri la presenza del Sindaco della
città, Gabriele Albertini, del presidente di Regione Lombardia, Roberto
Formigoni e di Cesare Romiti, presidente di Rcs.
GRANDE SUCCESSO
PER TOYOTA CARRELLI ELEVATORI AL CARREL TROPHY DEL SAIE DI BOLOGNA.
Bologna, 22 ottobre
2003. Ha
riscosso un grande successo il “Carrell Trophy edizione
2003”
organizzato dalla "Casa del Rivenditore" nell'ambito della fiera
dell¹edilizia Saie, tenutasi a Bologna dal 15 al 19 ottobre. La
competizione si è svolta all'interno della fiera in un campo di gara
appositamente allestito ed ha attratto numerosi spettatori. Protagonisti
dell'evento i carrelli elevatori Toyota. I tre vincitori sono stati premiati
da Kazuyuki Mako, presidente di Toyota Carrelli Elevatori Italia.
L'iniziativa - che ha visto anche la partecipazione di un'altra società
costruttrice di carrelli elevatori - ha permesso a numerosi visitatori di
conoscere meglio la gamma Toyota Generation 7. I concorrenti delle passate
edizioni del "Carrell Trophy", quest¹anno hanno potuto cimentarsi
sul campo di gara con i carrelli elevatori diesel Toyota, mentre in un
apposito campo di prova i visitatori del Saie hanno avuto la possibilità di
testare i carrelli elettrici 7Fbmf con l'ausilio dello staff di Toyota. Dopo
la premiazione e la consegna delle coppe, l'evento si è concluso con l¹immancabile
taglio della torta.
NUOVE
SFIDE IN EUROPA PER L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA INTELLIGENTE E SOSTENIBILE
MATAP: UN NUOVO PIANO D’AZIONE
Milano, 27 ottobre 2003 - L’industria manifatturiera europea è il cuore
dello sviluppo tecnologico con il suo 52 per cento della produzione mondiale
di macchine utensili, contro il 20 per cento del Giappone, il 6,6 per cento
della Cina e il 6,1 per cento degli Stati Uniti. Tuttavia la contingenza
economica e la forte competizione richiedono aiuti finanziari urgenti di
supporto soprattutto per le piccole e medie aziende . I fondi europei per la
ricerca e l’innovazione sono ancora poco accessibili alle piccole e medie
imprese: da un alto perchè proporre un progetto di ricerca alla Commissione
europea rappresenta un rischio imprenditoriale, non è detto che il progetto
passi e venga finanziato e presentare domanda è un costo per l’impresa in
termini di progettazione, ricerca partner etc; dall’altro lato, perché il
termine innovazione e ricerca va rivisto. Non ci sono sufficienti aiuti
destinati alla ricerca applicata , alla ricerca orientata al risultato.
Questo emerge dai dati ultimi presentati a una conferenza organizzata dalla
Commissione europea, da Cecimo, Comitato europeo per la cooperazione nelle
industrie di macchine utensili, Ucimu, associazione italiana di macchine
utensili, robot e automazione manifatturiera , in occasione dell’Emo
2003 a
Milano, la più grande fiera a livello europeo e mondiale di macchine
utensili, robot e industrie dell’automazione. “Il Sesto programma quadro
alloca 2.2 miliardi per la partecipazione a programmi di ricerca e sviluppo
tecnologico per le piccole e medie imprese, 430 milioni di euro per Craft ,
specifica azione per le pmi (Cooperative Research)” ha ricordato Philippe
Busquin, commissario europeo per la ricerca,”Privilegiamo le reti di
eccellenza, i grandi progetti. Le pmi possono prendere parte ai progetti
integrati al fianco di grandi aziende. Investire nella ricerca è un piano
d’azione prioritario si vuole raggiungere il 3 per cento del Pil.”
All’emo sono presenti più di 1600 espositori provenienti da 38 paesi e
ben 200.000 visitatori. “Si dovrebbe favorire la ricerca orientata al
risultato,”dice Dante Speroni, vicepresidente di Cecimo-ucimu,”che ha
cambiato volto e ha una sua alta dignità , un valore prioritario e ha in sé
un altissimo contenuto innovativo per la sua complessità, oltre ad avere
un’ importanza strategica vitale, senza nulla togliere alla ricerca base
in Europa. Inoltre occorre che la mentalità dell’imprenditore piccolo e
medio italiano cambi, ci sono nuove sfide da raccogliere, è importante
credere alla struttura dello scambio, cooperare, non solo proteggersi ma
anche aprirsi, aderire a programmi comunitari e iniziative di cooperazione
come Craft , misura per le piccole e medie imprese nel Vi programma quadro.
Le macchine utensili sono il cuore dello sviluppo e Cecimo dà loro supporto
anche a livello istituzionale”.
La Commissione
ha presentato tre progetti chiave di ricerca nel settore, quali la rete
Mantys , che vuole sostenere il trasferimento dell’innovazione e della
tecnologia tra i vari settori industriali, Ecosystems, per la produzione di
componenti a basso impatto ambientale e Mach 21 per incoraggiare lo sviluppo
della tecnologia cinematica parallela e di macchinari multifunzionali. Entro
la fine dell’anno
la Commissione
presenterà un Piano d’azione globale per la tecnologia industriale nel
settore manifatturiero (Manufacturing Technology Action Plan - Matap). “
La Regione Lombardia
, “ dice Roberto Formigoni,” crede nella creatività degli imprenditori,
nel rispetto delle loro esigenze, emana bandi mirati, a seconda delle loro
segnalazioni , puntando sul dialogo, il lavoro in team, elargisce, anche con
un recente bando aperto , di oltre 18 milioni di euro, fondi
all’innovazione, ha un accordo con Ispra per progetti di sviluppo
sostenibile, avvia strategie radicalmente nuove, integra gli
sforzi,collegare le risorse, promuove i contatti tra imprese, università,
centri di ricerca, condivide piattaforme tecnologiche comuni per
l’innovazione industriale. Speriamo che il prossimo Vii programma quadro
della Commissione europea , al contrario del Vi in vigore, agevoli
maggiormente le piccole e medie imprese e che vi sia un ripensamento e una
ridistribuzione dei fondi strutturali per non penalizzare chi innovazione la
fa già in Europa. Non sempre delocalizzare in aree depresse fondi e
investimenti ha un senso, soprattutto nel settore ricerca, che richiede un
tessuto imprenditoriale e operativo ben integrato e impostato sul
territorio”. Ricerca e innovazione nelle macchine utensili, robot e
automazione costituiscono l’elemento di base per il rendimento economico,
e forniscono le capacità produttive intelligenti per rendere il settore
industriale europeo più competitivo. Occorrono interventi urgenti per
gestire la transizione dell’industria manifatturiera europea e far sì che
l’Europa detenga la sua posizione di leader mondiale in questo settore
nella prossima decade, saranno portate avanti agende strategiche di ricerca
in settori come l’aerospaziale, il trasporto di superficie, l’industria
chimica e le celle a idrogeno. A Milano il 1 e 2 dicembre è previsto un’
ulteriore conferenza per presentare Matap- il nuovo Piano d’azione per la
tecnologia manifatturiera, della Commissione europea e per lanciare progetti
di ricerca di punta che accrescono il valore, sono ecosostenibili,
conquistano i mercati.
MILANO
DESIGN WEEK: LAVORI IN CORSO
Milano, 27 ottobre 2003 - Appuntamento da non mancare quello del prossimo
Salone Internazionale del Mobile, dal 14 al19 aprile
2004, a
cui si affiancheranno il Salone Internazionale del Complemento d'Arredo e le
biennali Eurocucina ed Eimu. Ai padiglione 9, accanto al Salonesatellite, un
evento collaterale, "Dining Design", mette in scena il tema del
ristorante interpretato da stilisti intemazionali Da oltre 40 anni il Salone
Internazionale del Mobile è la vetrina privilegiata del mondo dell'arredo
dove poter trovare le soluzioni più innovative per I'interior design.
La Fiera
di Milano si prepara al tour de torce del prossimo aprile (14-19). -Oltre
185 mila, provenienti da almeno 163 Paesi, i visitatori specializzati
attesi, a -conferma che quello che si propone ogni anno in aprile a Milano,
oltre che un rito è >un'occasiOne di incontro globale (di affari, di
immagine e di comunicazione) assolutamente unica al mondo. , Il Salone
Internazionale del Mobile e il salone Internazionale del -- -Complemento
d'Arredo presentano come d'abitudine, tutta l'ampia gamma delle tipologie
d'arredo, dal pezzo unico al coordinato fino agli oggetti del nostro
quotidiano. Particolare attenzione è dedicata ai materiali e alle
tecnologie e, naturalmente, agli stili che spaziano dal classico
all'ultramoderno. A questa impareggiabile opportunità di coniugare business
e design si vanno ad aggiungere altre manifestazioni pensate in
contemporanea e sinergia con il Salone stesso e sempre all'interno dei circa
200.000 metri
qadrati del quartiere fieristico milanese. Eurocucina, ia manifestazione di
riferimento del settore, presenta il meglio della prodUzione italiana ed
estera del mobile da cucina . Eimu, l'Esposizione Internazionale Biennale
dei Mobili per Ufficio, è la vetrina doc dei mobili e accessori per
l'ambiente ufficio, banche, istituti assicurativi: uffici postali e comunità
oltre a prototipi, disegni, mock-up, fotografie, filmati e progetti
virtuali. Macrotema trasversale di questa edizione è Work & Emotion,
owero il luogo di lavoro come scenario del proprio immaginario. In ultimo,
il Salonesatellite, che si presenta come collaudato trampolino di lancio per
i giovani creativi e fucina di un numero sempre più crescente di progetti
che faranno tendenza. Ai padiglione 9: al tema della ristorazione è
dedicato l'evento "Dining Design", un vero e proprio ristorante in
cui ogni giorno sei stilisti di mcda di fama internazionale
uapparecchieranno" i tavoli con la loro griffe e, parallelamente, 12
scuole di design avranno anch'esse un tema da svolgere in maniera
divertente. Ancora una volta, il Salone ha dunque in serbo un ampia rosa di
concetti innovativi migliaia e migliaia di fantastici prodotti e progetti
Attraverso questa frenetica sei giorni il Salone conferma il proprio ruolo
di suggeritore di nuove strade nel mondo dell'arredo domestico. Infolink: www.Cosmit.it
"SINERGY"
-
LA MAGGIORE SPOSIZIONE
SPECIALIZZATA IN SUD EUROPA PER ENERGIA VEICOLATA ATTRAVERSO SISTEMI
TECNOLOGICI A RETE (GAS, ELETTRICITÀ, ACQUA)
Rimini, 27 ottobre 2003 - Un'esposizione specializzata dedicata all'energia,
"Sinergy" è l'occasione unica per gli operatori della filiera
energetica per conoscere e farsi conoscere - dai produttori ai grandi
consumatori di energia, passando attraverso fornitori di tecnologie ed
impianti per il settore. L'esposizione, articolata per tipologie energetiche
e di attività, viene ospitata nel modernissimo quartiere fieristico di
Rimini e sarà parte integrante di un percorso che anche i delegati ai
convegni dovranno seguire per raggiungere le sale dove si terranno i
meeting. Settori merceologici: - Produzione, approvvigionamento, vendita
delle fonti energetiche (gas, elettricità, acqua) - Trasporto dell'energia
- Tecnologie per l'utilizzo finale dell'energia - Progettazione,
costruzione, gestione delle reti tecnologiche di trasporto e distribuzione
dell'energia - Attrezzature, componenti impiantistici, strumenti di misura
per l'energia - Ict applicata ai sistemi tecnologici a rete (hardware,
software, consulenza) - Marketing, comunicazione, formazione per il settore
dell'energia - Consulenza aziendale - Istituti di credito - Assicurazioni -
Editoria specializzata nazionale ed internazionale. Target visitatori:
Delegati al Forum Internazionale "Tecnologie e Concorrenza nei Mercati
Energetici" (sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Italiana) - Operatori della filiera energetica - Aziende energivore -
Aziende di accessori e componenti - Progettisti, consulenti aziendali -
Aziende costruttrici di impianti - Software House - Aziende di manutenzione
e servizi alle reti - Istituzioni comunitarie e nazionali. Infolink: www.Riminifiera.it
www.Internationalsinergy.com
E'
SCATTATO IL CONTO ALLA ROVESCIA PER IL DEBUTTO A NEW YORK DI SANA USA, LA
PRIMA MANIFESTAZIONE FIERISTICA CHE PORTERÀ NELLA GRANDE MELA I PRODOTTI
AGRO-ALIMENTARI ITALIANI BIOLOGICI E TIPICI CERTIFICATI.
Milano, 27 Ottobre 2003 - Dal vino al miele, dall'olio al caffè. E poi
pasta, formaggi, salse, succhi, funghi e molto altro ancora. Tutto
rigorosamente biologico e tipico certificato. Mancano pochi giorni al
debutto di Sana Usa, First Organic and Typical Italian Quality Food &
Wine Expo, che avrà luogo il 3 e il 4 novembre a New York presso l'Hotel
Marriott Marquis, in Times Square. La prima manifestazione fieristica
finalizzata a supportare le aziende italiane interessate ad esportare i
propri prodotti agro-alimentari biologici e tipici certificati nel mercato
statunitense. Un importante momento d'incontro tra i migliori produttori
italiani e i buyer americani della grande distribuzione, del dettaglio
specializzato e della ristorazione. Sono oltre trenta le aziende italiane
che hanno aderito all'iniziativa; fra i partecipanti, i produttori della
Regione Lazio, della Regione Emilia Romagna, della Regione Abruzzo e della
Provincia e la Cciaa di Bologna. L'evento, promosso e organizzato da Fiere e
Comunicazioni in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-americana
di Los Angeles ed i suoi partners - la Camera di Commercio di Ny e l'Italian
Wine & Food Institute, sarà così articolato: - Lunedì 3 novembre:
Seminario informativo e cena inaugurale Il seminario, che si terrà presso
la sede della Iacc di New York in Fifth Avenue, verterà sul mercato
americano dei prodotti agro-alimentari di qualità, in particolare quelli
italiani biologici e tipici certificati, tracciando una panoramica dei
relativi consumi e canali di distribuzione, per poi illustrare le modalità
di esportazione nel mercato statunitense. La cena di inaugurazione di Sana
Usa avrà invece luogo presso l> '> Hotel Marriott alla presenza di
importanti personalità cittadine e di giornalisti e opinion leader del
settore agro-alimentare. - Martedì 4 novembre: Giornata Fieristica e Wine
and Oil Tasting. La giornata fieristica sarà interamente dedicata
all'incontro e alle trattative commerciali tra i produttori italiani e i
buyer statunitensi, molti dei quali hanno già confermato la propria
presenza. Nel corso della fiera verrà inoltre effettuata la degustazione,
da parte di sommelier e giornalisti, dei migliori oli d'oliva e vini
italiani, che si concluderà con la premiazione dei vincitori. Il bio negli
Usa. Facts and figures Il biologico negli Usa La normativa Negli Stati Uniti
l'agricoltura biologica viene praticata sin dal 1950, ma il mercato fino ad
ora aveva stentato a decollare per carenze normative. Come riconoscere gli
alimenti biologici? Negli Stati Uniti, dove solo alla fine del 2002 è stato
istituito un severo codice per la certificazione, questo era un problema
particolarmente sentito. Proprio per venire incontro all'esigenza di
chiarezza e trasparenza avvertita dal consumatore, il Dipartimento americano
dell'Agricoltura (Usda - Us Department of Agricolture) ha introdotto un
nuovo sistema di etichettatura dei prodotti naturali. L'attuale regolamento,
entrato in vigore nell'ottobre del 2002, ha delineato un Programma Nazionale
Biologico (il National Organic Program), che stabilisce criteri di
certificazione e parametri di valutazione unici e validi in tutti gli Stati
Uniti. Nello specifico, i regolamenti entrati in vigore nell'ottobre 2002: -
stabiliscono uno standard nazionale per i prodotti biologici ed elencano una
lista di sostanze permesse e proibite nella produzione di alimenti
biologici> - stabiliscono le norme per la certificazione - stabiliscono
regole aggiuntive per l'etichettatura - stabiliscono regole per
l'importazione di alimenti biologici Il marchio"Usda/organic" ,
riportato sugli alimenti biologici, garantisce ufficialmente che il prodotto
non contiene pesticidi, Ogm, ormoni sintetici e additivi chimici. > Ciò
agevola sensibilmente la produzione, il commercio e la circolazione di
prodotti alimentari biologici tra i singoli stati degli Usa e tra questi e
il resto del mondo. Il consumatore, infatti, ora ha la certezza che questi
prodotti rispondano a requisiti di realizzazione, modalità di controllo ed
etichettatura uniformi, anche se importati dall'estero. -Numeri - Superficie
dedicata all'agricoltura biologica: 1.000.000 di ettari, pari allo 0,22%
della Sau - Il mercato è passato da un miliardo di dollari nel 1990 a 13
miliardi nel 2003 (+40% rispetto al 2001). I principali istituti di ricerca
ritengono che nel 2005 il mercato americano dei prodotti biologici varrà 20
miliardi di dollari, con una spesa di 62,9 dollari pro capite, mantenendo
nei prossimi anni un tasso di crescita tra il 18 e il 25% annuo - Il 54%
della popolazione ha provato prodotti biologici - Il 29% della popolazione
consuma più prodotti bio rispetto al 2002 - Il mercato biologico
rappresenta l'1-2% del mercato totale Fattori di crescita - Le nuove
legislazioni federali sull'etichettatura - La maggior attenzione dei
consumatori per la salute - Maggior consapevolezza del rapporto tra salute e
alimentazione sana Market Drivers 1) Trend dell> '> healthy living
(influenza forte) 2) Sicurezza: Bse, Ogm (influenza media) 3) Sensibilità
alle tematiche ambientali (influenza bassa) Market Barriers 1) Prezzo
elevato rispetto agli alimenti tradizionali. A tal proposito lo Usda sta
attuando iniziative di finanziamento alle conversioni, con conseguente
aumento dell'offerta e calo dei prezzi 2) Offerta limitata presso i punti
vendita di piccole dimensioni e nelle piccole città Distribuzione - Il 49%
dei prodotti bio è venduto nei supermercati - In vendita anche nei 20.000
"Natural Food Store" - In vendita nel 73% dei negozi di alimentari
- Il 30% delle vendite di prodotti naturali confezionati transita attraverso
le catene di vendita tradizionali La grande distribuzione sta cercando di
dedicare sempre più spazio ai prodotti naturali e biologici e di erodere in
tal modo un mercato eccezionalmente promettente che finora è rimasto
saldamente in mano ai produttori e distributori specializzati. In ogni caso,
i supermercati bio restano la destinazione privilegiata di consumatori e
produttori. A guidare quest'ultimo gruppo ci sono le catene naturali Whole
Foods e Wild Oats, che prevedono di aprire ciascuna 50 nuovi negozi nei
prossimi due anni. Secondo il Nutrition Business Journal, nel 2002 il 40%
dei prodotti biologici è stato acquistato presso i supermercati
tradizionali di grandi dimensioni (34% nel 2000 e 31% nel 1998). Secondo le
previsioni della stessa fonte, nel 2006 la Gdo avrà superato i punti
vendita specializzati in prodotti biologici. Secondo alcuni analisti
statunitensi, la crescita del biologico porterà entro breve ad una sua
diffusione capillare anche al di fuori dei tradizionali punti vendita
specializzati. "In cinque anni i prodotti bio saranno ovunque -
commenta Scott Van Winkle, della banca d'investimento Adams, Harkness &
Hill. Negli Usa già ora presso la catena di supermercati 7 Eleven sono in
vendita snack biologici, mentre negli stadi di football si stanno
diffondendo hot dog vegetariani alla soia, che, sebbene non siano ancora
biologici, denotano comunque un'attenzione dei consumatori verso prodotti più
sani". I prodotti biologici più acquistati presso i pv specializzati
1) Frutta fresca e vegetali 2) Bevande (importate)> 3) Pane e prodotti da
forno 4) Prodotti confezionati (importati) 5) Latticini Il mercato del vino
biologico - L'italia detiene una posizione di primo piano nell> '>
export di vino con il 72% del totale dei volumi commercializzati -
Importazioni Usa di vini italiani tipici certificati (2002): 187.300.000 di
litri (contro i 102.700.000 importati dalla Francia) per un totale di 735,7
milioni di dollari.Il tipico e il fenomeno del falso made in Italy Il
mercato dei prodotti tipici ha registrato nel 2002 un incremento del 2,7% Il
falso "made in Italy" alimentare è presente in Usa sette volte su
dieci nel caso di acquisto di pasta, olio, vino e formaggio sul mercato
statunitense (un olio o un vino su due sono falsi). Secondo una stima della
Coldiretti, il fatturato dei prodotti tipici nazionali arriva a 7,6 miliardi
di Euro l'anno; le esportazioni ne valgono 1,4. Il fatturato delle
imitazioni statunitensi degli stessi prodotti raggiunge 3,5 miliardi di
dollari, un valore pari a quasi 2,5 volte quello dei prodotti nostrani. La
classifica degli alimenti più imitati vede al primo posto la pizza, seguita
da salse e condimenti, cibi pronti, formaggi, ortofrutta, prodotti da forno,
pasta, vino e olio. Infolink: www.Sana.it
"WINE
SHOW" - GRANDI BOTTIGLIE DA BERE, VIVERE E RIDERE. BLITZ DELLA
"BANDA DI ZELIG" AL SALONE DEL VINO DI TORINO - 16 NOVEMBRE
Torino, 27 ottobre 2003 - Per gli appassionati del buon bere, il momento
tanto atteso si sta avvicinando: è fissato infatti per il 16 novembre
l'appuntamento con il "Wine Show" la prima manifestazione dedicata
a degustare, parlare, ridere e vivere il vino, ideata dal Salone del Vino di
Torino. Sarà un blitz della "banda" di Zelig, programma
televisivo amatissimo da un pubblico di tutte le età, a segnare la prima
edizione di questo happening. I cabarettisti di Zelig daranno vita ad un
tour itinerante nei padiglioni del Salone contribuendo a creare un'atmosfera
nuova ed ironica attorno alle bottiglie di qualità. Perché il vino è
fascino, cultura, tecnica, immaginazione, gusto: tutto questo sarà
declinato nei vari momenti della giornata che il Salone del Vino -
manifestazione esclusivamente professionale - ha deciso di dedicare agli
eno-appassionati, ormai a tutti gli effetti un nuovo "canale
distributivo" delle bottiglie di qualità. Il Wine Show nasce dall¹esigenza,
di far incontrare le cantine, con i cultori del buon bere, ma anche dal
desiderio di rinnovare l'immagine del vino. Il Wine Show si inserisce nel
programma della terza edizione del Salone del Vino -16-19 novembre -
organizzato da Lingotto Fiere e Promotor International in partnership con
tutte le Istituzioni, gli Enti e le Associazioni del mondo del vino e ne
connota la giornata inaugurale proprio per sottolineare il protagonismo
degli appassionati. "Abbiamo voluto offrire alle Aziende osserva
Alfredo Cazzola, presidente di Lingotto Fiere e Promotor International - un¹occasione
di contatto diretto con i loro clienti finali e a chi ama il vino, un
ventaglio di opportunità per apprezzare meglio le nostre straordinarie
bottiglie e coltivare in ogni aspetto il piacere del buon bere. Anche con il
Wine Show sottolineiamo il nostro impegno ad essere sempre più dalla parte
delle cantine: infatti l'utile netto dal carico fiscale e dalle spese del
Wine Show sarà restituito pro-quota alle aziende espositrici. Sarà
domenica 16 novembre l'unica giornata di apertura al pubblico del Salone con
orario 10.00-18.00 si potrà accedere alla rassegna con un biglietto del
costo di 25 euro. Wine Show sarà scandito da un programma denso di
avvenimenti e capace di declinare tutte le motivazioni del vino: dalla
possibilità di degustare i vini delle cantine a nuove esperienze
sensoriali, dalla vis comica della "banda" di Zelig, il top del
cabaret, alla presentazione dei cento top wines italiani, dalla cucina più
raffinata al contatto con i vini rari del mondo. E poi incontri con i
produttori, con i critici più accreditati, con gli chef del momento, con i
protagonisti dello spettacolo per un vero e proprio "show del
vino". Degustazioni Le degustazioni saranno il fil rouge del Wine Show:
Ais-bibenda darà vita al defileè dei 100 migliori vini italiani, oltre a
presentare la sua ormai famosa Duemilavini, una delle guide più
accreditate. Lingotto Fiere presenterà in collaborazione con Slow Food -
"Penisola del Capo anno di grazia 1659" - i migliori Pinotage
sudafricani. Gambero Rosso presenterà la sua Guida degli Spumanti, offrendo
una spettacolare degustazione del top delle ³bollicine² italiane. Due
momenti clou: "Perché ci vuole orecchio" e "Luci nel
bicchiere" segnano un a nuova frontiera nella degustazione: sono le
esperienze sensoriali che saranno condotte dal winemaker spagnolo Claude
Manuel Plà, che farà degustare due bottiglie spagnole e una italiana
accompagnandole con una selezione musicale capace di amplificare
"l'ascolto del vino", e dal winemaker francese Claude Boudamani
firma tra l'altro i vini italiani di Gerard Depardieu e di Carole Bouquet,
due tra le tante star attese al Wine Show il quale oltre a presentare una
selezione di vini tunisini e marocchini farà degustare il vino
accompagnandolo con giochi di luce e colori per modificare le percezioni dei
degustatori. Inoltre il pubblico degli eno-appassionati potrà liberamente
degustare tutti i vini presentati dalle cantine che espongono al Salone del
Vino. Spettacolo Sarà nell¹intervallo tra le varie degustazioni che
entreranno in scena i divertenti protagonisti di Zelig: Flavio Oreglio
(lombardo), Diego Parassole (piemontese), Pacu (veneto), Paolo Magone
(toscano), Franco Neri (calabrese) Giovanni Cacciopolo (siciliano) daranno
vita in diversi momenti a performances comiche. Saranno i "testimonial
da ridere" dei grandi terroir del vino italiano, tutti presenti alla
rassegna torinese. Seminari Ore10.00 presentazione della ricerca
dell'Osservatorio permanente sul vino struttura no profit del Centro
Studi Promotor che attraverso un corposo sondaggio ha definito profilo e
gusti degli eno-appassionati. Da non perdere inoltre la presentazione del
"Rotarian food code"per i migliori abbinamenti tra bottiglie e menù,
e l'evento "Bere donna, i sensi del vino" Infolink: www.Salonedelvino.com
BANCO
DI ASSAGGIO DEL FRANCIACORTA A CREMA PER
LA TERZA EDIZIONE
DEL PREMIO AIS CREMONA
Erbusco, 27 ottobre 2003 - Prezioso ed elegante gemellaggio tra le bollicine
di Franciacorta e la cucina cremonese, propiziato dalla Terza edizione del
Premio Associazione Italiana Sommelier, Ais, di Cremona. Le splendide sale
di Villa Toscanini di Ripalta Guerina, nei pressi di Crema, sono state la
cornice di un avvenimento di particolare fascino, all’insegna dell’alta
cucina e del felice abbinamento della stessa al nobile Franciacorta.
Inoltre, ben ventinove Aziende franciacortine hanno dato vita ad un
apprezzato Banco di Assaggio. Alla manifestazione hanno preso parte oltre
300 persone, invitate dalla Delegazione Ais di Cremona, presieduta da
Delfina Piana “La degustazione di una così ampia varietà di Franciacorta
ha fatto da degno preludio alla cena e alla cerimonia di assegnazione del
Premio Ais Cremona
2003, ha
detto il direttore del Consorzio per
la Tutela
del Franciacorta, Adriano Baffelli, sottolineando che “si tratta di un
riconoscimento sempre più ambito dai ristoratori della provincia di
Cremona, che edizione dopo edizione assume notevole prestigio anche a
livello regionale”. “Vini da tutto pasto per eccellenza, ha proseguito
Adriano Baffelli, i Franciacorta si caratterizzano anche per la loro
versatilità in tema di abbinamento alle diverse cucine regionali: riteniamo
quindi che il matrimonio tra le bollicine franciacortine e i piatti,
classici o rielaborati, della cucina cremonese siano destinati a essere di
sicura riuscita”. Le Aziende presenti a Villa Toscanini erano: Antica
Cantina Fratta, Barone Pizzini, Bonomi Tenuta Castellino, Bredasole, Ca’
del Bosco, Cantine Berardi, Castel Faglia, Cavalleri, Cola Battista, Contadi
Castaldi, Cornaleto, Faccoli Lorenzo, Ferghettina, Fratelli Berlucchi,
Fratelli Muratori, Gatti Enrico, il Mosnel,
La Boscaiola
,
La Montina
, Le Marchesine, Lo Sparviere, Majolini, Mirabella, Monte Rossa, Monzio
Compagnoni, Ricci Curbastro, Ronco Calino, Tenuta Ambrosini, Villa. Il
Premio Ais Cremona riconosce persone che hanno fatto della ricerca
enogastronomica una filosofia di vita. La terza edizione, che ha registrato
di numerose autorità, ad iniziare dal Prefetto di Cremona Oreste Iorino, ha
premiato Gentilia e Gian Paolo Fenocchio, ristoratori dell’Aquila Nera di
Cremona, e Ambrogio Saronni, presidente Amici della Cucina cremonese.
“TERRE
ALTE” COMPIE 20 ANNI. IL VINO SIMBOLO DELL’AZIENDA LIVIO FELLUGA
FESTEGGIATO A ROMA ALLA CITTÀ DEL GUSTO CON UNA VERTICALE DELLE ANNATE PIÙ
SIGNIFICATIVE
Milano, 27 ottobre 2003 - “Terre Alte” nel Mondo: questo il leit motiv
che ha fatto da filo conduttore alla festa organizzata al Gambero Rosso Città
del Gusto di Roma per celebrare i 20 anni di “Terre Alte”, uno dei vini
simbolo della prestigiosa azienda vitivinicola friulana Livio Felluga, da
sempre segnalato per la sua eccezionalità dalle più autorevoli guide del
settore e recentemente premiato con i 3 bicchieri Gambero Rosso Slow Food
nonché con i 5 grappoli Ais. In occasione del ventennale Daniele Cernilli,
Stefano Bonilli e Maurizio Fellufa hanno presentato una degustazione
verticale di otto tra le migliori annate del “Terre Alte”, dal ’91
all’anteprima del 2002. Presenti all’avvenimento Vip,giornalisti,
artisti, quali gli attori Ricky e Gian Marco Tognazzi, Simona Izzo, Andrea
Pezzi, il sassofonista Amedeo Bianchi nonché il direttore del Tg5 Enrico
Mentana accompagnato dalla moglie,Michela Rocca di Torrepadula. A fare gli
onori di casa il patriarca Livio Felluga, fondatore dell’azienda oltre
cinquant’anni fa e oggi, a 89 anni, mito e leggenda vivente
dell’enologia friulana di qualità. Accompagnavano Livio la moglie Bruna e
i figli Elda (presidente della Delegazione friulana del Movimento Turismo
Vino), Maurizio, Andrea e Filippo. Alla verticale è seguita una vera e
propria gioiosa festa, nel corso della quale il pregiato vino friulano è
stato esaltato da un allestimento del wine bar della Città del Gusto
assolutamente inedito ideato per l’occasione da Wine Art, grazie alla
creatività di Andrea Pezzi, Filippo Polidori e Giorgio Meszely. Se
un’intera parete del locale era stata rivestita di preziose bottiglie di
“Terre Alte”, in un’atmosfera soft ma allegra e informale creata
grazie a raffinati giochi di luci, forme e suoni, un’altra fungeva da
maxischermo per una rutilante serie di immagini. Tradizione e innovazione:
suggestivi scorci della terra friulana, dei vigneti, della cantina, ritratti
dei Felluga sono stati abbinati ad immagini di paesi di tutto il mondo, da
cui provenivano i piatti creati per l’occasione dal famoso chef napoletano
Alfonso Montefusco,ideatore di Food Context, filosofia in cui lo spazio e il
cibo si esaltano a vicenda . Montefusco si è ispirato che così, en place,
alla grande versatilità del “Terre Alte” e ha preparato il “Menù dei
Tre” dove lo stesso ingrediente è stato interpretato in tre differenti
cotture e differenti tradizioni culinarie, esaltando l’armonia tra cucina
mediterranea e forti influenze esotiche: ed ecco allora i sapori antichi
d’Oriente, le avvolgenti sensazioni del Sud Pacifico, i decisi gusti
sudamericani fusi con la più autentica cucina mediterranea . Ad esaltare
l’atmosfera “internazionale” della serata, la musica del Visual Dj
Joey Skye e del percissionista Antonio Testa. Fil rouge di questo giro
attorno al mondo dei sapori è stato il “Terre Alte”, un vino che per la
sua eleganza e struttura, grazie alle sue infinite sfumature, ben si adatta
a cotture e culture culinarie anche molto differenti e distanti dalla
nostra. Terre Alte è nato nel 1981 e da subito si è imposto
all’attenzione degli esperti, tanto da essere considerato uno dei più
prestigiosi vini bianchi italiani. L’armonico assemblaggio di uve Tocai
friulano, Pinot bianco e Sauvignon, coltivate a Rosazzo, proprio negli
storici vigneti delle “Terre Alte”, crea un vino elegante e ricco, dagli
intensi profumi fruttati e floreali. E’ un vino di grande struttura che,
con l’invecchiamento, acquisisce una evoluzione terziaria di notevole
complessità.
CAFFÈ
MOTTA E IL "MATRIMONIO DEI SENSI"
Milano, 27 ottobre 2003 - Nell’ambito della manifestazione “Matrimonio
dei Sensi” è stata presentata una marca di caffè, finora forse poco
conosciuta a Milano anche se il nome evoca prodotti storicamente famosi .
"Caffè Motta", nasce a Salerno e, dopo aver conquistato la
fiducia e la fedeltà dei consumatori della Campania, si propone oggi al
mercato italiano. La cornice scelta è quella de Il “Matrimonio dei
Sensi”, manifestazione realizzata in collaborazione con l'Università
dell'Immagine di Fabrizio Ferri, giunta alla quinta edizione. E Caffè Motta,
la cui filosofia è "regalare un sogno" a chi ama il caffè, in
questo contesto, da sempre caratterizzato dall'enfasi posta sull'approccio
polisensoriale, presenta i suoi prodotti. E li presenta a quello che risulta
essere il "nuovo consumatore", un consumatore decisamente più
maturo, informato pioniere del gusto, alla ricerca dei sapori autentici
contro I'omologazione del gusto provocata dalla diffusione dei marchi
globali. Difatti, i grandi scenari di costume che si stanno delineando in
questo nuovo millennio partono dall'affermazione di una nuova sensorialità
che permette di cogliere la qualità su un piano che supera le barriere tra
esperienza visiva, tattile, uditiva, in cui il raggiungimento di piaceri
piccoli e profondi passa attraverso i sensi, soprattutto il gusto e
l'olfatto, e si ricollega a radici ancestrali. Prevale cioè dunque
l'attenzione nei confronti della dimensione fisico-sensoriale e il senso del
gusto si conferma il principale veicolo di piacere "denso". In un
momento in cui si dà più importanza alla qualità del vivere quotidiano,
in cui i consumi hanno una forte valenza psicologica e gli aspetti legati
agli status symbol sono in declino, acquistano rilievo gusti di nicchia
centrati su elementi legati al rispetto e alla valorizzazione della singola
personalità. E si riscopre anche l'esigenza di qualità minime ma
essenziali, di gesti - come quello di preparare e bere un caffè - che
recuperano la sacralità rituale della ripetizione quotidiana, di piaceri
piccoli e profondi che siano in grado di dare senso all'esperienza
personale. Ed è qui che Caffè Motta intende inserirsi, certo anche
dell'importanza del territorio e della valorizzazione del talento dei luoghi
-il "genius loci" dei romani - che ha visto vincere
nell'alimentazione lo slow food e la ricerca dell'unicità di quei prodotti,
che come Caffè Motta, “sanno regalare un sogno” www.Intercaf.it e-mail:
info@intercaf.It "Il Caffè Motta regala un sogno a tutti coloro che
amano la bevanda nera: il sogno di gustare un espresso eccellente
nell'intimità della propria casa". Dichiara la baronessa Mastromartino,
titolare dell'azienda. Nel 2001, la famiglia Mastromartino, raccogliendo
l'eredità di un'attività più che trentennale nell'area del caffè
tostato, decide di lanciarsi alla conquista delmercato nazionale,
storicamente statico e ricchissimo di brand locali. Una sfida coraggiosa che
il management sta affrontando con politiche di commercializzazione che
ammiccano alla Gdo, con investimenti per il rinnovo degli impianti
produttivi e con la creazione, sempre nel 2001, del marchio "Caffè
Motta" e di un'attenta gamma di prodotti. L'attenzione nella scelta
delle materie prime e nelle tecniche di produzione è alla base della
filosofia aziendale; il segreto del "Caffè Motta" risiede nel
connubio tra tradizione e modernità, i vecchi e sapienti metodi di
lavorazione si fondono con le più moderne tecnologie di produzione:
prodotti garantiti sin dalla terra d'origine, dalla lavorazione alla
conservazione, per avere il meglio in tostatura, selezione dei chicchi,
macinazione, miscela e aroma. L'offerta di Caffè Motta si basa su un
rapporto qualità/prezzo altamente competitivo, su un aroma indimenticabile
e un retrogusto unico. Per quest'azienda giovane, dinamica ed eclettica, le
iniziative spaziano dalle attività promo-pubblicitarie nei diversi punti
vendita della Gdo alla forte e impattante campagna pubblicitaria che,
puntando su gente comune e non su grossi nomi come testimoniai - articolata
su stampa, affissione, radio e televisione - intende rompere gli schemi
della comunicazione classica del comparto caffè; dall'interessante
operazione natalizia di co-marketing con "Battistero", che produrrà
il dolce "Goccia di Caffè", la cui confezione conterrà un
pacchetto di Caffè Motta Classico da gr.250, alla sponsorizzazione della
trasmissione radiofonica "ll Caffè di Radio Capital" e alla
telepromozione di Platinette a "Buona Domenica" su Canale 5, il 2,
il 9 e il16 novembre tra le 19 e le 20. Due anticipazioni: Caffè Motta sarà
fornitore ufficiale della Lazio e dell'Atalanta, quindi protagonista anche
lui del Campionato all'Olimpico e allo Stadio di Bergamo; Caffè Motta è
sponsor di Adisco -Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone
Ombelicale, di cui è fondatore il Ministro Girolamo Sirchia -nella serata
"Dalla Vita alla Vita", madrina Silvia Urso Falck, nell'ambito
della mostra “Il Matrimonio dei Sensi”. Infolink: www.Intercaf.it
"ARTE
DA MANGIARE MANGIARE ARTE" FESTEGGIA CON IL "LEONARDO DA
VINCI" I 50 ANNI DEL MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA
"LEONARDO DA VINCI". PER TUTTO L’ANNO ARTE DA MANGIARE MANGIARE
ARTE PRESENTERA’ 12 ARTISTI PER LEONARDO
Milano, 27 ottobre 2003 - Vi sono artisti, nel vasto campo delle creazioni
figurative, che inquietano le già nostre disturbate consapevolezze. Ma sono
diversi i sistemi e i procedimenti che stanno all’origine di questa
comunicazione, di questo componimento, che spesso diventa anche disputa.
Stefania Dameri ha scelto una volontà d’esposizione coinvolgente ma anche
un poco misteriosa ed allusiva. I personaggi, le teste, i volti ritratti
irradiano una voglia di complice segretezza. Ma di una cosa si è certi: non
esprimono gioia, nemmeno una pur superficiale gaiezza o un’appagata
soddisfazione. Sono, piuttosto, vogliosi di togliersi e toglierci la
maschera, di denudarci e così di rispondere, in qualche modo, ai citati
disturbi della nostra incerta età. Ed anche il linguaggio delle mani
(quadri realizzati con espertissima tecnica) corrisponde ad un’esatta
voglia di comunicare. Ma il quadro, l’opera, esige una netta risposta.
Perciò pone il fruitore di fronte ad una serie di risposte che creano, a
sua volta, una serie di interrogativi, di quesiti. Diverso invece il
discorso degli oli dedicati ai paesaggi, dove esistono meno desolazione,
meno interrogativi. Apparentemente. Poi invece ad una più attenta lettura
risulta una mitigata contemplazione. Il mistero si stempera un poco, poi
risorge, poi si stempera. Allora il dialogo con l’osservatore prende una
piega diversa quasi da infinito leopardiano che, però, rimane un poco al di
qua della siepe. Cerca, ma non riesce a superare la siepe. Ritorna il
turbamento. Giuliana Geronazzo e Giacomo Filippini Marzo ? Aghim Muka Aprile
? Giovanni Canu Maggio ? Luca Rendina Giugno ? Stefano Soddu Luglio ?
Adriana Chiari Agosto ? Maria Luisa Imperiali Settembre ? Daniele Oppi
Ottobre ? Stefania Dameri Novembre ? Maria Micozzi Dicembre ? topylabrys
Gennaio’04 ? Silvia Manazza e Lino Budano Febbraio. Infolink: www.Artedamangiare.com
- www.Museoscienza.org
ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA AN
EVENING WITH DAVE BRUBECK: 29 OTTOBRE 2003
Napoli, 27 ottobre 2003 – “An Evening With Dave Brubeck” - Dave
Brubeck Quartet: Dave Brubeck piano Randy Jones batteria Michael Moore basso
Bobby Militello alto sax e flauto Considerato uno dei più famosi pianisti
jazz di tutti i tempi, Dave Brubeck ha dato vita a composizioni che
rimarranno per sempre nella storia, come la celeberrima "Take Five"
o “Blue Rondo” inspirando intere generazioni di musicisti e portando il
jazz al grande successo popolare. Negli anni ’50 il Dave Brubeck Quartet
con al sax l’indimenticabile Paul Desmond, creò un “sound” unico con
cui riuscì ad identificare un’epoca. Si deve ad esso l’onda di
popolarità del jazz tra i giovani e nelle università. Dave Brubeck ha
suonato con Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Stan Getz e altre leggende
dell’era bop. La sua esibizione, nel 1959, con
la New York
Philharmonic diretta da Leonard Bernstein è considerata una pietra miliare
nella storia del jazz. Brubeck è’ stato uno dei primi musicisti ad avere
la sua stella nell’ Hollywood Walk of Fame e la sua parabola artistica è
lungi dall'essere in discesa: all'età di 83 anni continua i suoi tour
mondiali, suonando nelle sale più prestigiose e regalando al pubblico delle
performance di grande emozione, eleganza e virtuosismo. A Roma, Dave Brubeck
torna in esclusiva per Santa Cecilia dopo quasi 20 anni di assenza,
proponendo composizioni tratte dai suoi ultimi due progetti discografici,
senza tralasciare alcuni dei suoi brani più famosi. Infolink: www.Santacecilia.it
GRANDE
SUCCESSO PER
LA SERATA DI
PRESENTAZIONE DELL’ORCHESTRA SINFONICA PROVINCIA DI AVELLINO “O.S.P.A.”
Avellino, 27 ottobre 2003 - Grande successo al Teatro Carlo Gesualdo di
Avellino per il Concerto inaugurale del 22 Ottobre dell’O.s.p.a., serata
di beneficenza a favore dell’Associazione di Volontariato “Don Tonino
Bello”. Numeroso il pubblico che ha ascoltato con incanto la voce della
soprano Elena Pavlova e le note di Mozart e Beethoven eseguite
dall’orchestra diretta dal maestro bulgaro Julian Kovatchev. La serata
elegante e raffinata si è chiusa con un lungo applauso della platea.
Durante l’intervallo è stato apprezzato anche l’intervento del
Presidente della Provincia di Avellino Francesco Maselli insieme
all’Assessore Rocco Manzo e la presentazione di Susanna Pascetti,
Direttore dell’Ospa.
BANCA
DI CREDITO COOPERATIVO DI BUSTO GAROLFO E BUGUGGIATE PRESENTA GLI OCCHI
DELL’ANIMA MOSTRA DI PITTURA DI ARTISTI CHE DIPINGONO CON IL PIEDE O CON
LA BOCCA
Busto
Garolfo, 27 ottobre 2003 - Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate: uno sponsor
per i più deboli. La banca sponsorizza una mostra itinerante di artisti che
dipingono con le mani e con i piedi. Solo in Italia sono 5 milioni i
disabili (compresi gli anziani non autosufficienti e le persone affette da
malattie genetiche), un milione e mezzo dei quali in gravi condizioni.
Alcuni hanno trovato la forza di reagire. Ognuno la propria: lavorando,
leggendo, scrivendo e dipingendo. Così, per avvicinarsi a questo mondo e
dare un fattivo sostegno a chi supera, con l’arte, il proprio handicap, il
Circolo culturale ricreativo della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha
voluto sponsorizzare una mostra itinerante che espone i lavori di artisti
che dipingono con il piede e con la bocca. Organizzata dall’associazione
internazionale artisti che dipingono con la bocca o con il piede, la mostra
espone i lavori di Simona Atzori, che dipinge con i piedi perché priva
degli arti superiori, Luca Bucchi, divenuto tetraplegico dopo un grave
incidente in mare, Luigi Calloni, anch’egli senza braccia, Francesco
Canale, che riesce a muoversi solo grazie all’ausilio di una carrozzina
elettrica, Tranquillo Fregoni, che non possiede l’uso degli arti
superiori, Lorena Guarise, che a causa di una encefalopatia ha perso l’uso
degli arti, Natalina Marcantoni, che a causa di un vaccino antipolio ha
perso l’uso delle gambe, Giulio Volpin, che dipinge con la bocca da quando
aveva 15 anni, e Roberto Zomero, non è in grado di usare gli arti superiori
e inferiori a causa di una tetraplesi spastica. Le oro opere sono di una
bellezza rara. Gli artisti Simona Attori - nasce a Milano nel 1974, dove
risiede. A 8 anni entra a far parte del Vdmfk, l’Associazione
internazionale di artisti che dipingono con la bocca e con i piedi. Ha
conseguito la laurea in Arti visive e in Lingue e Letterature straniere.
Dice di sé: “ho fatto della mancanza degli arti superiori la mia
ricchezza nella vita, in generale. Ho scoperto il mio modo per dipingere il
tempo e lo spazio del mio mondo. I miei piedi mi permettono anche di
esprimermi attraverso la danza”. Luca Bucchi - nasce a Roma nel 1966, dove
risiede. Nel 1985, durante il servizio militare prestato nei paracadutisti
della Folgore ha avuto un grave incidente in mare che lo ha reso
tetraplegico, privandolo dell’uso delle gambe e delle mani. Si avvicina
all’arte frequentando un amico pittore. Nel 1990 spedisce alcuni suoi
lavori, dipinti con la bocca, alla commissione del Vdmfk e ottiene una borsa
di studio dall’Associazione internazionale di artisti che dipingono con la
bocca e con i piedi, grazie alla quale frequenta studi di pittori
professionisti e si diploma Maestro d’arte. Luigi Calloni - nasce a
Banditella (Livorno), dove risiede. Privo degli arti superiori sin dalla
nascita, si diploma alla Scuola delle Belle Arti di Ardenza (Livorno) e al
termine degli studi frequenta gli studi di Maestri labronici. Membro del
Vdmfk, è autore di dipinti che sembrano prendere vita. Luigi Calloni è
anche poeta e il suo nome è stato scritto nell’Albo d’oro
dell’Accademia delle Scienze di Roma per una riflessione sul tema “La
pace dei popoli” (anno 1980/81) con assegnazione della medaglia d’oro.
Francesco Canale - nasce a Napoli nel 1989, vive a Ponzano Monferrato
(Alessandria) e frequenta il terzo anno della media dell’obbligo. Non può
camminare, ma sulla sua carrozzina elettronica ama viaggiare per conoscere
il mondo, le persone e gli animali che lo popolano. Inizia a dipingere in
tenerissima età e ha grande dimestichezza anche con la parola: nel 1998,
con una favola vince il premio speciale al concorso letterario Il
Giunco-città di Brugherio. Dice di sè: “sono felice di vivere perché
sono molte le persone che mi vogliono bene e alle quali voglio bene”.
Guido Chinello - nasce a Brugine (Padova) nel 1962 e risiede a Ponte San
Nicolò (Pordenone). A causa di un incidente automobilistico, all’età di
20 anni diventa tetraplegico. L’amore per l’arte sboccia in seguito
all’incontro con un amico pittore e inizia a dipingere come autodidatta.
Quindi entra in contatto con
la Vdmfk
, da cui riceve una borsa di studio di cui gode ancora oggi. Di lui,
Gabriella Niero ha scritto: “con sensibilità si inoltra nell’ambiente
naturale, negli incontri quotidiani, per dar vita alle strutture essenziali
del soggetto, al racconto sognante, agli impasti e agli accostamenti sui
quali il pittore immette il romantico alito di vita”. Tranquillo Fregoni -
nasce a Monza nel 1956 e, dopo aver frequentato regolarmente la scuola
dell’obbligo, all’età di dieci anni, nel 1966, entra a far parte
dell’Associazione internazionale di pittori che dipingono con la bocca e
con i piedi. Dopo aver frequentato una scuola di pittura sotto la guida del
Maestro e pittore Gino Meloni, si è iscritto ad un corso di pittura presso
l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ottenendo lusinghieri
risultati. Le sue nature morte sono un’esplosione di colori, da cui emerge
la gioia di vivere, di esprimersi e di comunicare i sentimenti dell’anima
attraverso l’arte. Lorena Guarise - nasce a Udine nel 1960 e risiede a
Legnano. Ha frequentato la scuola dell’obbligo e ha perso l’uso degli
arti a causa di una encefalopatia. Nel 1994, inizia, quasi per gioco, a
dipingere con la bocca, perfezionandosi negli anni successivi con
applicazione, costanza e grazie all’aiuto di un Maestro. Nel 2001 entra a
far parte dell’Associazione internazionale di pittori che dipingono con la
bocca o con i piedi e, tuttora, segue corsi di perfezionamento di pittura e
disegno. Dice di sè: “attraverso i colori riesco a trasmettere il
desiderio che ho di scoprire il mondo. Con essi fisso per sempre le emozioni
che mi circondano il cuore”. Natalina Marcantoni - nasce a Buttapietra (Vr)
nel 1961 e ora risiede a Verona. A causa di un vaccino antipolio ha
contratto una malattia che la costringe a spostarsi su una carrozzina e
dall’infanzia fino alla maggiore età ha trascorso la sua vita in vari
istituti. Al termine della scuola dell’obbligo, ha seguito un corso
triennale di pittura su ceramica ed è in seguito entrata a far parte della
Vdmfk. Dice di sé: “spero che il mio futuro continui ad essere così
pieno di soddisfazioni come lo è ora e che il mio amore per l’arte non
venga mai meno”. Santina Portelli - nasce a Ragusa nel 1948 e risiede a
Milano. Affetta da tetraplegia spastica, impara presto a dipingere con la
bocca e inizia a studiare Storia dell’Arte nel capoluogo meneghino.
All’età di 20 anni incontra Gianni Guidolini Santamaria e con lui inizia
a sviluppare il suo percorso artistico. Dal 1966 è borsista
dell’Associazione internazionale di pittori che dipingono con la bocca e
con i piedi, nel 1985, al termine di un impegnativo ciclo di studi, ottiene
la laurea in Psicologia all’università
La Sapienza
di Roma, con 110 e lode. Giulio Volpin - nasce a Padova nel 1966 e risiede a
Polverara, dove inizia a dipingere a 15 anni, come autodidatta, tenendo il
pennello con la bocca. Membro della Vdmfk sin dal 1983, predilige soggetti
come nature morte e paesaggi e si è più volte imposto all’attenzione dei
mass media per la particolarità della sua produzione artistica. Le sue
opere si trovano in collezioni private e pubbliche, tanto in Italia come
all’estero, dove ha partecipato a numerose mostre collettive. Roberto
Zomero - nasce a Milano nel 1957, risiede a Agnadello (Crotone) ed è
diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Colpito dalla nascita da
tetraparesi spastica, non è in grado di usare gli arti superiori e
inferiori e dipinge con la bocca. Per lui parla un pensiero rubato a un suo
scritto: “i sacrifici temprano l’animo e hanno fatto sì che traessi la
forza di inserirmi in una vita normale, come tutti gli altri uomini. Anzi,
di superare i valori medi, senza chiudermi nella rinuncia o nella
ribellione, facendomi comprendere come si può giungere alla serenità”.
Varese 25-26 ottobre 2003,sala Nicolini - via Nicolini apertura: 10-12,30 e
16,30-19,30. Busto Garolfo 1-2 e 8-9 novembre 2003 salone Don Besana - via
Manzoni 50 apertura: 10-12,30 e 16,30-19,30 Ingresso Libero
IN
ARRIVO LA "MAPPA DIGITALE" DEI MAESTRI DELL’ARTE FRIULANA TRA
MEDIOEVO E RINASCIMENTO NOVITÀ AL CONVEGNO "ARTISTI IN VIAGGIO
1450-1600.
Passariano, 27 ottobre 2003 - La grande arte friulana del Rinascimento,
analizzata dagli esperti attraverso tecniche all’avanguardia, come
l’utilizzo degli infrarossi e dei raggi X, s’appresta a rivelare aspetti
inediti e interessanti sotto il profilo della ricostruzione storica. Lo ha
annunciato il prof. Giovanni C.f. Villa dell’università di Bologna alla
seconda giornata del convegno "Artisti in viaggio 1450-1600. Presenze
foreste in Friuli Venezia Giulia" (Ii edizione), conclusosi sabato 25
ottobre nella Villa Manin di Passariano sotto l’egida e con l’organizzazine
di "Itineraria", associazione delle guide turistiche del Friuli
Venezia Giulia presieduta da Maria Paola Frattolin. Il progetto di ricerca
coordinato da Giovanni C. F. Villa, che coinvolge gli storici dell’arte
dell’ateneo bolognese, un gruppo di fisici dell’università di Milano e
la Scuola Normale
di Pisa, punta alla creazione di un archivio "pubblico",
disponibile su Internet, contenente gli esiti delle indagini effettuate per
mezzo degli infrarossi su una notevole mole di opere d’arte dei maestri
del Medioevo e del Rinascimento, tra cui il friulano Pellegrino da San
Daniele (1467-1547), "uno dei massimi rappresentanti del Rinascimento -
ha detto Villa - della cui formazione si sa ancora poco". Lo studio è
sostenuto dalla Soprintendenza regionale del Friuli Venezia Giulia, cui si
deve il magistrale restauro della pala d’altare firmata dal Pellegrino per
la Basilica
d’Aquileia, dove l’opera sarà prossimamente ricollocata dopo un lavoro
di recupero straordinario dal punto di vista metodologico, soprattutto per
quanto riguarda la struttura lignea.
La Soprintendenza
ha affidato ai ricercatori il compito di fare luce sul percorso formativo
dell’autore del celebre ciclo della chiesa sandanielese di San’antonio
Abate (nota come "
la Sistina
del Friuli"), allargando, però, la ricerca agli artisti precedenti e
coevi, come il padre Battista da Zagabria, il Bellunello, Gianfrancesco e
Domenico da Tolmezzo, Giovanni Martini di Udine. "I risultati
dell’indagine - ha anticipato Villa - saranno pubblicati nel corso nel
prossimo anno in un corposo volume edito da Electa". Numerosi gli
spunti di riflessione, le piste di ricerca e d’approfondimenti emersi nel
corso del convegno organizzato da Paola Frattolin. Ospite d’onore il
professor Wolfgang Wolters dell’università di Berlino, esperto di fama
mondiale in materia di arte veneziana tra Medioevo e Rinascimento, che ha
lanciato l’idea di organizzare a Udine un convegno internazionale per
"approfondire, attraverso la conscenza degli elementi decorativi, i
legami artistici e culturali che intercorrono tra il Friuli, Venezia e
l’area del Centro Europa". Al tavolo dei relatori, moderati da
Gianpaolo Carbonetto e da Mario Turello (I e Ii giornata), si sono
alternati, oltre ai professori Wolters e Villa, il consigliere regionale
Cristian Franzil (in rappresentanza dell’assessore alla Cultura Roberto
Antonaz), il soprintendente di settore Giangiacomo Martines, il conservatore
di Villa Manin Giancarlo Pedronetto, Linda Borean dell’università di
Udine, Paolo Casadio ed Elisabetta Francescutti della Soprintendenza
regionale, la storica Liliana Cargnelutti, i professori Giordana Trovabene e
Sergio Marinelli dell’università di Venezia, Annalisa Bristot della
Soprintendenza di Venezia. Interessante e insolita la fase la fase
conclusiva della prima "tornata" del convegno, con la golosa cena
di gala svoltasi nella Casa della Contadinanza di Udine con menù a tema
sulle antiche ricette del Maestro Martino da Como (sec. Xv), cuoco del
Patriatca di Aquilieia Ludovico Trevisan. All’iniziativa, ispirata al
ciclo di convegni, organizzati dall’università di Udine e dall’Ersa,
sotto il titolo "Il Friuli e le cucine della memoria", hanno
partecipato l’assessore regionale alla Cultura Roberto Antonaz e signora,
gli studiosi, gli addetti ai lavori e i giornalisti. In chiusura, nel
pomeriggio di sabato, "Itineraria" ha offerto un itinerario alla
scoperta dei luoghi di "Artisti in viaggio", con la visita ai
tesori d’arte e storia racchiusi nella Casa secolare delle Zitelle di
Udine e nell’abbazia di Rosazzo.
GUIDO PAJETTA
FRA PRIMO E SECONDO NOVECENTO
Monza, 27 ottobre 2003 - Una rilettura di alcuni dei più grandi artisti
italiani del secolo scorso attraverso il filo rossa della pittura del
Maestro monzese e del contesto in cui le sue opere si collocarono Al Serrone
della Villa Reale di Monza, dal 26 ottobre 2003 al 6 gennaio 2004 la mostra
antologica voluta dall’Amministrazione Comunale di Monza e dalla
Fondazione Panizzuti L’amministrazione comunale di Monza in collaborazione
con
la Fondazione Panizzutti
- alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Monza, Annalisa
Bemporad, di Enrico Crispolti, uno dei tre curatori della mostra e di
Giorgio Pajetta, figlio del pittore scomparso - nella sede del Serrone della
Villa Reale, sabato 25 ottobre, - con apertura ordinaria al pubblico dal 26
ottobre 2003 al 6 gennaio2004 – ha inaugurato una grande mostra antologica
e storica dedicata al pittore monzese Guido Pajetta (Monza, 1898 - Milano,
1987) ed al Novecento Italiano. L’esposizione “Guido Pajetta fra primo e
secondo Novecento”, a cura di Paolo Biscottini, Enrico Crispolti,
Antonello Negri, è presentata e concepita insieme come un percorso e come
un variegato e completo spaccato del panorama della pittura italiana, in
particolare lombarda, del secolo appena trascorso osservato attraverso
l’avventura creativa di Pajetta. Il filo conduttore dell’esposizione è
dunque costituito da un originale quanto interessante itinerario che
procede, mediante una “lettura a raggio”, dalla vasta produzione di
Pajetta a quella dei suoi contemporanei, siano essi nomi di primissimo piano
- quali Sironi, Fontana, Lilloni - compagni d’accademia e d’avventura -
come Ghiringhelli e Del Bon - o autori più distanti, come Cassinari e
Birolli. In particolare, il percorso antologico della mostra muove dal 1915
- anno in cui Guido Pajetta si iscrive alla Regia Accademia di Brera insieme
ad altri aspiranti pittori di significativo futuro - e attraversa quasi
tutto il secolo fino alla scomparsa dell’artista, nel 1987, presentando il
lavoro di Pajetta sempre teso alla sperimentazione e alla ricerca pittorica,
insaziabile ed onnivoro di nuove forme espressive. Tutte, o quasi le
correnti del Novecento, sono rappresentate nell'esposizione. Si parte dal
Mario Sironi, fondatore di Novecento, qui presente con “Contadino”
(1928) e “Nudo di donna” (1928). Con lui, altri autori: sia gli
espositori della neonata galleria Il Milione di Milano l’Alberto Savinio
di “
la Famille
” (1930), il Renato Paresce di “Composizione/paese marino” (1932),
Mario Radice, e Gino Ghiringhelli -, sia coloro che parteciparono al
Manifesto della pittura murale - Anselmo Bucci (“Ritratto della signora
Rapuzzi Guelfa”, 1928; “Autoritratto”, 1931) e Contardo Barbieri
(“Il racconto del legionario”, 1936). Lucio Fontana è rappresentato da
alcune opere prespazialiste fra cui “Testa di ragazza” (1931) e
“Battaglia” (1947), un pannello dipinto dalle rilevanti misure (155x225)
mai esposto prima e costituito da 90 formelle di ceramica a rilievo, mentre
il Chiarismo lombardo è tutto nel nudo “Il risveglio” di Umberto
Lilloni e nel contemporaneo “Lo schermidore” (1934) di Angelo Del Bon.
Si riparte, quindi, dall’Astrattismo di Virginio Ghiringhelli
(“Composizione diagonale” del 1934) e di Mario Radice
(“Composizione” del 1935) passando poi al Postcubismo rappresentato da
“La vigna bianca” (1952) di Renato Birolli e dalla bellissima “Enrica
in giallo” (1949) di Bruno Cassinari. Si giunge, poi, alle soglie
dell’Espressionismo esistenziale interpretato da Gino Meloni e dal
milanese Franco Rognoni, scomparso di recente, che alla curiosità per la
corrente tedesca aggiunse di suo tutto ciò che riteneva internazionale
della cultura pittorica milanese. In questo lungo itinerario attraverso le
vicende maggiori dell’Arte italiana di buona parte del primo e secondo
Novecento, la mostra documenta le comuni radici culturali della giovane leva
di Brera a metà degli anni Dieci, ancorate alla pittura tardo-ottocentesca
dei maestri Cesare Tallone e Ambrogio Alciati, quindi la loro successiva
adesione ai modelli del Novecento Italiano, ed infine la diaspora verso
forme ed esperienze pittoriche diverse, dal Chiarismo all’Arte Astratta.
Con questi compagni e amici pittori, Pajetta si confronta dapprima
liberamente nelle Sindacali lombarde e nazionali, e nelle Biennali dei primi
anni Trenta. Ma da essi in seguito si stacca incrociando a Parigi, dal ’34
al ’38, le grandi lezioni dei protagonisti delle avanguardie europee,
sviluppando una figurazione inquieta e briosa. Per raggiungere infine, dagli
anni del secondo dopoguerra, l’autentica vena narrativa della piena
maturità, nei termini di un espressionismo assai personale. Il particolare
aspetto metodologico messo in atto dalla mostra consiste dunque in una
lettura per niente celebrativa o verticistica dei risultati del lungo lavoro
sviluppato da Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento; una lettura,
quindi, fondata su un’analisi di confronto contestuale ed ambientale che dà
conto anche di tutte le condizioni umane con le quali ha interagito la
ricerca dell’artista. “Ho conosciuto Guido Pajetta nei primi anni
Settanta - ha dichiarato Mons. Luigi Crivelli, Presidente della Fondazione
Panizzuti oltre che Responsabile dell’Ufficio e Beni Culturali della
Diocesi di Milano e Presidente della Fondazione S. Ambrogio Museo Diocesano
di Milano - dopo che il pittore aveva appena trasferito casa e studio in un
piccolo appartamento davanti alla basilica di San Simpliciano. A distanza di
decenni le circostanze hanno fatto sì che io rappresentassi
la Fondazione Panizzutti
, nata grazie alla volontà di Gianna Panizzutti che con il gallerista
Massimo Cassani ha sostenuto l’impegno artistico di questo autore. Pajetta
- ha proseguito Mons. Crivelli - è un artista che, con padronanza assoluta
dei mezzi espressivi e senza timore di contaminazioni e di prestiti
letterari, attraversa un secolo di straordinaria vitalità percorso
intensamente nella ricerca drammatica, perché senza approdo, di quel canto
libero, innocente e tragico che aveva avvertito dapprima nella pittura di
importanti maestri del passato e in seguito in tanti contemporanei di casa
nostra ed europei”. Infolink: www.Guidopajetta.it
GALLERIA
ARTELIER
LA PITTURA DI
CARO
Milano, 27 ottobre 2003 - Domenica 16 novembre prossimo, alle ore 18.00,
presso la galleria aRtelier, inaugura la personale di Caro, artista
siciliano che da molti anni vive a Milano. Diversi i temi iconografici che
scandiscono la sua produzione mediante la sperimentazione di sempre nuove
tecniche: il polimaterico, i gruppi, le donne, le pupattole, gli acquarelli,
i patchwork, i gatti musicisti, le tecniche miste. Pittore solare e giocoso,
sottile estimatore dell’universo femminile, ne coglie le peculiarità con
ironia e ne rappresenta le diverse sfaccettature dell’anima mediante
contrasti di colori che riescono a rivelare profonde intimità. La donna
come centro dell’attenzione, come perno della ruota che aziona lo scopo
dell’esistenza. “Il colore è la mia anima” afferma l’artista: il
colore delle emozioni avvampanti, del brio, della gioia, dell’ironia.
“…così Caro svolge il suo cammino di pittore, affascinato da un modo di
vita che traspone in pennellate vibranti di colore, dense di materia ora
raggrumata e graffiata, ora più pacata e distesa, ma sempre gravida di
passionalità mediterranea, di emozioni profondamente sentite, di quel
“caos” che rigurgita nell’intimo dell’uomo e che l’artista, come
la madre terra, riesce a far sbocciare, con un atto d’amore, nella
creazione della bellezza” (Angelora Brunella Di Risio) “…La sua è una
pittura di grande interesse ed emozionalità che esce fuori dagli schemi,
per quella forza di espressione che imprime ai soggetti che ritrae. Opere
suggestive che ci coinvolgono, in una risoluzione estetica particolarmente
determinata da ottime scelte formali” (Walter Venanzio) “…Caro ha
cercato e trovato, in questi ultimi anni, una propria forma di espressione
pittorica che è di stile neo-espressionista prettamente
mediterraneo…questo è forse il successo di Caro che va ben oltre i
numerosi premi e le numerose rassegne su cui sorvoliamo a beneficio di chi
ci legge” (Romano Fattorelli) Inaugurazione 16 novembre 2003, ore 18.00 Tel.
02.29404645
LAVORO E
BENESSERE: UN EQUILIBRIO POSSIBILE
Milano, 27 oittobre 2003 - Martedì 28 ottobre ore 19.30 Libreria Egea di
Via Bocconi, 8 Milano Come e se è possibile conciliare, nel terzo
millennio, lavoro e benessere dell'individuo, è il tema di questo incontro,
promosso da Ariele - Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. Ne
discuteranno con il pubblico: Paolo Bruttini, imprenditore della formazione
ed Emanuele Kettlitz, consulente aziendale e di change management.
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