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27  OTTOBRE 2003

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STUDIO DELL’ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI PRESENTATO AL V CONGRESSO AIOM COLON RETTO, PIU’ EFFICACE LA NUOVA TERAPIA ORALE MENO RICOVERI E MIGLIOR QUALITA’ DI VITA PER I PAZIENTI

Roma 27 ottobre 2003 – Niente più ricoveri frequenti in ospedale e cicli di cura debilitanti, applicazione chirurgica di cateteri venosi e uso di dispositivi di infusione. Anche per i malati di tumore del colon avanzato è ora disponibile una nuova chemioterapia orale, la capecitabina, che non solo ha evidenziato in diversi studi clinici un’efficacia maggiore rispetto a quella standard con 5-fluorouracile (massa tumorale ridotta del 26% rispetto al 17% e stabilizzazione della malattia nel 48% dei casi) ma ha il vantaggio di poter essere assunta dal malato al proprio domicilio, con un comprensibile ed oggettivo miglioramento della sua qualità di vita. La cura - che prevede l’assunzione di capecitabina due volte al giorno in cili trisettimanali ha inoltre mostrato minori effetti collaterali, in particolare sono diminuiti sensibilmente la perdita di capelli, gli episodi di diarrea e le stomatiti. Ma ottimi risultati sono stati ottenuti anche in caso di combinazione della capecitabina con altri farmaci: l’irinotecan e l’oxaliplatino. Questi importanti progressi nel trattamento del tumore del colon in fase metastatica, sono stati illustrati dal prof. Emilio Bajetta, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, al V Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica in corso a Roma. A supporto dell’efficacia della capecitabina sono stati presentati i risultati di due studi. Il primo, multicentrico di fase Iii, è stato condotto su 602 pazienti in 59 centri in Europa, Israele, Australia, Nuova Zelanda e Taiwan e ha messo a confronto la capecitabina e l’associazione 5-fluorouracile/leucovorin (5-Fu/lv). “In questo caso – ha illustrato il prof. Bajetta - il numero di incontri con il medico per la somministrazione dei farmaci è risultato estremamente ridotto per i pazienti in cura con capecitabina rispetto a quelli in terapia con 5-Fu/lv (2.109 contro 7.625: -72%). Questa differenza è in gran parte legata al fatto che i pazienti del gruppo 5-Fu/lv erano costretti a recarsi in ospedale per ogni somministrazione, cioè 5 volte nell’arco di 28 giorni. Nell’87,8% dei casi la permanenza in ospedale era inferiore alle due ore, ma il 5,5% dei malati in terapia combinata è stato costretto a passare la notte in reparto, evento mai verificatosi invece tra i pazienti trattati con capecitabina”. Interessante anche il dato riguardante gli effetti collaterali. “Grazie alla migliore tollerabilità del farmaco – prosegue l’oncologo – solo l’11,8% dei pazienti trattati con capecitabina è stato ricoverato per le conseguenze della chemio, contro il 15,7% del gruppo di controllo: i giorni complessivi di ricovero sono stati comunque inferiori del 30%”. Al miglioramento della qualità di vita del malato, va aggiunto inoltre un notevole risparmio per le casse della sanità pubblica ed un positivo impatto anche sui costi sociali che sono a carico del paziente e dei suoi famigliari. Come detto, la molecola ha dato risultati sia in monoterapia che in combinazione. In uno studio randomizzato di fase Ii, condotto proprio dall’Istituto dei Tumori di Milano (145 i pazienti coinvolti, suddivisi in due gruppi) è stata presa in esame la combinazione tra capecitabina e irinotecan. “Le evidenze degli studi preclinici – spiega il prof. Bajetta - autorizzavano a ipotizzare un effetto sinergico tra le molecole se somministrate insieme. A tutti i pazienti sono stati quindi dati entrambi i farmaci, a due posologie diverse. Al termine di tre cicli di trattamento, il 51% di un gruppo e il 45% dell’altro ha fatto registrare la scomparsa o una riduzione significativa del volume della massa tumorali. Non sono ancora disponibili i dati sulla sopravvivenza”. Il cancro del colon retto è la terza neoplasia più diffusa nella popolazione italiana e colpisce prevalentemente persone sopra i 50 anni. Nel nostro Paese sono colpite ogni anno 35 mila persone. In assenza di fattori di rischio specifici - una dieta ricca di grassi e povera di fibre è considerata predisponente così come chi ha parenti di primo grado affetti da questo tumore ha una percentuale molto più alta di sviluppare la stessa malattia - la probabilità che una persona sviluppi il tumore a 50 anni è una su 800, a 60 anni è una su 650. “Come per altri tipi di tumore – spiega il prof. Bajetta, - anche per la neoplasia del colon-retto la percentuale di sopravvivenza è strettamente correlata allo stadio di avanzamento della malattia al momento della diagnosi. Oggi, grazie alla prevenzione, ad una maggiore attenzione da parte dei cittadini e alla diffusione degli screening, nell’80% dei casi il cancro viene scoperto in tempo e il paziente guarisce. Per il restante 20% la percentuale di sopravvivenza si riduce fino al 6%”. Nei pazienti con malattia avanzata il rispetto della qualità di vita è da considerare importante quanto il controllo della malattia. E’ opportuno quindi somministrare al paziente farmaci che riescano a garantire entrambi questi aspetti. La capecitabina è stato il primo farmaco orale introdotto in Italia per trattare il paziente con carcinoma del colon-retto metastatico, ma è approvato in Italia anche per l’impiego nel carcinoma della mammella, che risponda a questi requisiti.
IL TUMORE DEL COLON RETTO EPIDEMIOLOGIA
Il carcinoma del colon retto è il quarto tumore più diffuso nella popolazione generale. L’incidenza in Italia è tra i 30-35.000 nuovi casi all’anno. La sopravvivenza è strettamente correlata allo stadio di avanzamento della malattia: se l’89% dei pazienti colpiti da tumore localizzato e non diffuso ad altri organi è ancora vivo a 5 anni dalla diagnosi, solo il 6% dei pazienti con tumore metastatico sopravvive così a lungo. L’eta’ Il carcinoma del colon retto è più frequente dopo i 50 anni. In assenza di fattori di rischio specifici (vedi prossimo paragrafo) la probabilità che una persona manifesti un tumore del colon-retto a 50 anni è una su 800, a 60 anni è una su 650. I Fattori Di Rischio L’età, il sesso e la razza non rappresentano di per sé fattori di rischio importanti; mentre hanno una rilevanza significativa  Tra questi,
Ødeterminate patologie ereditarie, la dieta e i polipi colorettali.  la dieta rappresenta quello più studiato e forse il più importante. La dieta ad alto contenuto di grassi animali e proteine è in grado di accelerare la trasformazione maligna di preesistenti polipi adenomatosi, mentre nessun rischio  L’effettoØè invece evidenziato per i grassi insaturi di origine vegetale.  protettivo delle fibre è stato ipotizzato da tempo in base all’osservazione che le popolazioni vegetariane o con una dieta ad alto contenuto di fibre  LeØpresentavano un incidenza di questa neoplasia ridotta di oltre il 30%.  persone che hanno un parente di primo grado colpito da tumore del colon, soprattutto se in giovane età, hanno una probabilità molto più elevata di sviluppare la malattia. Prevenzione La prevenzione e la diagnosi precoce appaiono particolarmente importanti nella cura di questo tipo di tumore, contribuendo alla riduzione dei tassi di incidenza e mortalità. Il National Cancer Institute americano ha suggerito delle linee guida di comportamento al fine di prevenire il rischio di sviluppare il carcinoma del colon-retto: 1. Ridurre l’assunzione di grassi al 30% delle calorie totali; 2. Inserire nella dieta giornaliera frutta e verdura; 3. Bere alcolici con moderazione; 4. Evitare di ingrassare; 5. Aumentare l’apporto di fibre; 6. Minimizzare il consumo di cibi salati, conservati o affumicati. Accanto a queste misure gli esperti propongono l’assunzione di antiossidanti e micronutrienti (vitamina C, selenio) allo scopo di proteggere l’intestino dall’azione ossidativa di alcuni agenti cancerogeni. Diagnosi Non vi è ancora un protocollo di screening standard per quanto riguarda questo tumore. In linea di massima si consiglia di eseguire a partire dai 50 anni l’esame occulto delle feci e la rettosigmoidoscopia, eventualmente seguiti da colonscopia. Diversi esami facilitano la diagnosi: Esplorazione rettale: di facile esecuzione, è obbligatoria in caso di tumore del grosso intestino. Ricerca del sangue occulto nelle feci: è un esame realizzabile anche a casa con un apposito dispositivo (Hemoccult) che si può acquistare in farmacia. E’ consigliabile nelle giornate precedenti l’esame assumere una dieta senza carne e ricca di scorie. La presenza di sangue occulto nelle feci non è di per sé diagnostica. In casi di risposta positiva, occorre quindi procedere con gli altri esami disponibili, qui di seguito elencati. Colonscopia: ha ormai una larghissima diffusione nella pratica clinica per la maggiore attendibilità rispetto alla diagnostica radiologica e per le sue potenzialità terapeutiche. Questa indagine è la metodica di scelta per la prevenzione, la diagnosi e il controllo del cancro del colon-retto. Consente l’individuazione, la tipizzazione mediante un prelievo bioptico, la resezione di alcuni tipi di polipi, fornendo in caso di tumore delle notizie utili al chirurgo sulla sede e l’estensione della malattia e l’eventuale presenza di altre lesioni tumorali. Clisma opaco: procedura indispensabile nella diagnosi del tumore del colon-retto, richiede un’accurata preparazione del paziente che deve sottoporsi all’esame in condizioni di perfetta pulizia intestinale. L’impiego di metodiche di doppio contrasto diretto, l’uso di sospensioni di bario, consentono spesso la diagnosi di sede, natura e malignità dell’eventuale tumore. Ecografia dell’addome: è la metodica da utilizzare in prima istanza per la ricerca delle metastasi epatiche Tomografia assiale computerizzata (Tac): fornisce informazioni sulle dimensioni della formazione neoplastica, sui suoi rapporti con le strutture vicine e sull’interessamento dei linfonodi; permette inoltre di valutare le sedi più frequenti di metastasi (fegato, linfonodi retroperitoneali, polmone). L’importanza Dello Screening Spesso il carcinoma del colon retto viene diagnosticato in molti pazienti in fase già avanzata. Lo screening in pazienti asintomatici permette di identificare polipi adenomatosi la cui rimozione consente di prevenire la trasformazione maligna. In accordo con le linee guida americane è raccomandabile seguire una serie di regole per lo screening di questo tumore in pazienti asintomatici: Praticare l’esplorazione rettale in corso di visita medica Dopo i 50 anni eseguire annualmente un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci e ogni 5 anni una rettosigmoidoscopia Porre particolare attenzione nel monitoraggio dei pazienti a rischio La Terapia L ’approccio convenzionale alla neoplasia del colon retto comprende: Chirurgia: la radicalità nel cancro del colon-retto esige l’asportazione ampia del segmento intestinale sede del tumore e la rimozione delle rispettive aree di drenaggio linfatico. Il tipo di intervento è condizionato da sede, dimensioni, estensione del tumore e condizioni del paziente. Rispetto agli interventi demolitivi di un recente passato, la chirurgia del carcinoma del retto si è fatta sempre più conservativa pur nel rispetto della radicalità oncologica. Chemioterapia: la chemioterapia può essere utilizzata in fase adiuvante a scopo precauzionale dopo un intervento chirurgico o in una fase metastatica della malattia stessa. Il farmaco base utilizzato nei diversi schemi di terapia è il 5-Fluorouracile che può essere somministrato secondo diverse modalità o in associazione ad altri farmaci a seconda della estensione della neoplasia. I chemioterapici maggiormente impiegati sono: Irinotecan, Oxaliplatino, Raltitrexed, Capecitabina e Mitomicina C. Le opzioni terapeutiche e la durata dei trattamenti sono adattate alle singole situazioni cliniche mantenendo comunque una buona qualità di vita. Radioterapia: nei tumori del retto la radioterapia è indicata nella fase postoperatoria come trattamento insieme alla chemioterapia, ma trova indicazione anche nella fase preoperatoria da sola o con la chemioterapia. La radioterapia preoperatoria è indicata nei casi localmente avanzati per ottenere una riduzione della massa e rendere asportabile il tumore; oppure può avere come obiettivo primario la riduzione delle recidive locali. I Controlli Da Fare I pazienti affetti da carcinoma colorettale sottoposti a trattamenti chirurgici e/o radiochemioterapici devono sottoporsi periodicamente a dei controlli con esami del sangue ed esami strumentali come l’ecografia all’addome, la radiografia del torace, la colonscopia ed eventualmente Tac addominale. Sintomi I sintomi principali che possono essere campanelli d’allarme e devono perciò essere fatti presenti al medico, soprattutto superati i 50 anni, sono: presenza di sangue rosso-vivo, talvolta misto a muco, nelle feci; variazioni dell’alvo (stitichezza alternata a diarrea); perdita di peso; spossatezza. La Capecitabina E ’ un nuovo chemioterapico, disponibile in compresse e sviluppato per trasportare il fluorouracile all’interno delle cellule tumorali, che consente di evitare gli inconvenienti legati alla terapia intravenosa. Viene solitamente utilizzato nel trattamento dei tumori metastatici del colon-retto e della mammella Modalità di somministrazione Il paziente segue un regime terapeutico molto semplice, che prevede l’assunzione del farmaco due volte al giorno, a colazione e a cena, per due settimane, con un periodo di riposo di una settimana. La peculiarità di questo principio attivo è che possiede un meccanismo di attivazione in tre fasi. Una volta assunto, viene assorbito attraverso l’intestino ed entra nel circolo sanguigno, rimanendo inattivo. Nelle prime due fasi, che avvengono nel fegato, la capecitabina si converte in agente tumoricida rimanendo però non tossica. La molecola comincia ad agire solo nella terza fase quando, ormai giunta all’interno delle cellule tumorali, si trasforma in 5-fluorouracile grazie ad un enzima presente in quantità molto più elevate nelle cellule tumorali rispetto a quelle sane. Grazie a questo meccanismo, il farmaco ha la possibilità di agire dove serve, colpendo le cellule malate. A differenza del 5-fluorouracile dato per via venosa, il principio attivo viene utilizzato in modo più selettivo dalle cellule malate. Gli studi sull’efficacia Diversi studi clinici hanno dimostrato una maggiore capacità da parte della capecitabina di ridurre la massa tumorale rispetto al tradizionale fluorouracile. I tassi di sopravvivenza e i tempi alla progressione della malattia sono invece equivalenti. I pazienti sperimentano meno effetti collaterali rispetto alla terapia tradizionale, riducendo soprattutto il rischio di diarrea, stomatiti, perdita di capelli. Ne risulta un minor bisogno di ricoveri ospedalieri. La somministrazione orale migliora sensibilmente la qualità di vita del paziente, non più gravato dalla necessità di recarsi periodicamente in ospedale per il trattamento e di subire interventi per l’applicazione del catetere, che rimane all’interno di una vena per tutta la durata della terapia, e dei dispositivi di infusione. Possibili effetti collaterali Anche la capecitabina può avere effetti collaterali. Alopecia, nausea, diarrea, stomatiti, associati generalmente ai trattamenti, ricorrono però con frequenza significativamente più bassa rispetto ai chemioterapici standard. In particolare la minor diminuzione dei globuli bianchi rende il paziente meno soggetto alle infezioni e alle conseguenti ospedalizzazioni.

GLI ISTITUTI DI RICERCA EUROPEI S'IMPEGNANO A SOSTENERE UN "ACCESSO APERTO" ALLE CONOSCENZE SCIENTIFICHE

Bruxelles, 27 ottobre 2003 - Il 22 ottobre, i rappresentanti di alcuni tra i principali istituti di ricerca europei hanno sottoscritto una dichiarazione che li impegna a promuovere una maggiore divulgazione delle conoscenze scientifiche e del pensiero umano tramite Internet. Firmata da organizzazioni di ricerca di Francia, Germania, Ungheria, Italia e Norvegia, la "Dichiarazione di Berlino sull'accesso aperto alle conoscenze scientifiche e umanistiche" sostiene il migliore utilizzo di Internet quale strumento di divulgazione sottolineando che, per la prima volta nella storia, la Rete consente di rendere accessibili le conoscenze su scala globale. "Internet ha cambiato radicalmente le realtà pratiche ed economiche che caratterizzano la diffusione delle conoscenze scientifiche e del patrimonio culturale. [ La Rete ] offre la possibilità di creare una rappresentazione globale e interattiva delle conoscenze umane, tra cui il patrimonio culturale, garantendovi l'accesso da tutto il mondo", si legge nella dichiarazione. Tuttavia, il documento sostiene che lo sviluppo di una procedura di divulgazione realizzabile richiederà enorme sostegno e impegno da parte di "ciascun produttore di conoscenze scientifiche e di ciascun possessore di patrimonio culturale", viste le notevoli ripercussioni che Internet avrà sulla natura delle pubblicazioni scientifiche, nonché sull'attuale sistema di assicurazione qualità. Da parte loro, i firmatari sosterranno i progressi in questo ambito, incoraggiando i ricercatori e i borsisti a pubblicare i loro lavori secondo i principi formulati nel "paradigma dell'accesso aperto". Allo scopo di mantenere gli standard previsti dall'assicurazione qualità e dalla buona prassi scientifica, i firmatari svilupperanno metodi per valutare i contributi all'accesso aperto e le riviste online, e promuoveranno il valore dei contributi che puntano a realizzare un'infrastruttura di accesso aperto mediante lo sviluppo di strumenti software, la fornitura di contenuti, la creazione di metadati o la pubblicazione di articoli specifici. Infolink: http://www.Mpg.de/pdf/openaccess/berlindeclaration_en.pdf    

UN PROGETTO EUROPEO CONSENTE DI CREARE IL PRIMO ISTITUTO VIRTUALE DI MICROINCAPSULAZIONE
Bruxelles, 27 ottobre 2003 - Nell'ambito di un progetto finanziato dall'Ue è stato varato il primo istituto europeo virtuale di microincapsulazione. Tale istituto metterà a disposizione delle imprese la consulenza di esperti su come trasformare le tecnologie in questo settore in prodotti commercialmente realizzabili. Il progetto "Vi Best", che ha ricevuto un finanziamento di 1,8 milioni di euro nell'ambito della sezione "Crescita competitiva e sostenibile" del Quinto programma quadro, vede la partecipazione di 15 partner provenienti dal mondo accademico e industriale di otto Stati membri e della Svizzera. La microincapsulazione - processo mediante il quale piccole quantità di una determinata sostanza vengono rivestite per creare una capsula - è ampiamente utilizzata in una vasta gamma di applicazioni industriali, dall'industria alimentare, farmaceutica e dei prodotti per l'igiene personale, fino alla fotografia e tipografia. Tuttavia, pur rappresentando un vasto mercato, meno del dieci per cento del potenziale di questa tecnologia viene sfruttato. Secondo Damien Lemaire, uno dei partecipanti al progetto nonché futuro responsabile delle questioni legali presso l'istituto, gli imprenditori interessati a mettere sul mercato un'applicazione di microincapsulazione devono affrontare una serie di difficili ostacoli. "Lo sviluppo di un'applicazione di microincapsulazione richiede numerose competenze di operatori attivi in diversi settori della ricerca e sviluppo [R&s] e dell'industria", ha dichiarato Lemaire al Notiziario Cordis. "Una delle principali sfide per un'impresa, pertanto, è cercare di consolidare le proprie risorse umane per assicurarsi di disporre del know-how necessario". L'altro principale ostacolo per gli imprenditori è rappresentato dalla difficoltà di trovare le informazioni necessarie per realizzare la propria attività, considerata l'ampia varietà delle tecnologie di microincapsulazione esistenti. "Ciascun prodotto realizzato mediante microincapsulazione richiede un processo specifico per quel determinato prodotto o settore industriale", ha affermato Lemaire. Egli ha spiegato che, visti gli ostacoli esistenti, l'istituto cercherà innanzitutto di aiutare gli imprenditori a trovare i partner più adatti e, in seguito, a sviluppare, in condizioni ottimali, un prodotto mediante microincapsulazione. "Il nostro obiettivo è creare uno sportello unico per le aziende", ha affermato Lemaire. "La nostra principale attività consiste nell'elaborare una serie di servizi altamente reattivi per una comunità molto ampia di operatori, fornitori e scienziati nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico". Tali servizi comprendono l'e-training (formazione elettronica), una banca dati per le manifestazioni di trasferimento tecnologico e un servizio on line di consulenza tecnologica mediante il quale le imprese possono sottoporre anonimamente delle richieste tecniche ad un gruppo di esperti. Sebbene il progetto si trovi ancora in una fase iniziale di sviluppo, venti richieste sono già state vagliate da un gruppo di esperti. "Attualmente stiamo perfezionando i nostri modelli e servizi per le imprese, al fine di disporre, entro la fine del 2003, di un sistema di supporto fattibile", ha spiegato Lemaire. Per intensificare lo scambio di informazioni fra gli operatori della R&s e dell'industria, comprese le piccole e medie imprese (Pmi), il consorzio di progetto organizzerà una serie di manifestazione di trasferimento tecnologico. La prima, una fiera tecnologica, si terrà l'11 e12 dicembre a Ginevra (Svizzera). Infolink: http://www.Ncapsolutions.com/  

TROPPO POCHI OSPEDALI PER ANZIANI NELL’ITALIA CHE INVECCHIA FIRENZE OSPITA IL CONGRESSO NAZIONALE DEGLI SPECIALISTI DI GERIATRIA. E IL PRESIDENTE GIULIO MASOTTI LAMENTA UNA SITUAZIONE SEMPRE PIÙ PARADOSSALE
Firenze, 27 ottobre 2003 - In Italia si fanno pochi figli, eppure in quasi tutti gli ospedali c’è una maternità. Al contrario, anche in Toscana, mancano le strutture sanitarie per gli anziani che a Firenze, per esempio, sono un quarto della popolazione, una proporzione oltretutto in continuo aumento e che, via via che invecchia, ha sempre più bisogno di assistenza. Questa disparità più che evidente, frutto anche della spinta di lobby assai potenti, è uno dei paradossi messi in rilievo dal professor Giulio Masotti, docente di geriatria all’Università di Firenze, nonché presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria che domani (ore 18) inaugura al Palazzo dei Congressi la sua 48° assise nazionale (27 – 31 ottobre). Trattandosi di vecchi, il congresso affronterà una quantità di temi connessi: cuore, diabete, Alzheimer, sesso, osteoporosi, demenza e via elencando. Ma il tema dei temi, spiega Masotti, che a Careggi dirige il Dipartimento Area Critica Medica Chirurgica, è quello della solitudine e dell’invalidità. “I progressi della medicina e il benessere ci fanno vivere più a lungo”, dice, “Ma per certi aspetti oggi è più difficile essere vecchi. Specie in città. Non esistono più i grandi nuclei familiari che garantivano la compagnia e l’assistenza delle generazioni più giovani, ma manca anche un’architettura e un’organizzazione sociale che faccia fronte a questo vuoto”. A che cosa allude? “Alludo anche a cose banali: ai marciapiedi che non sono predisposti per gli anziani, agli scalini degli autobus difficili da salire, alle barriere di motorini che impediscono il passaggio, a tutte le piccole e grandi cose che rendono la vita ancora più difficile a chi ha già problemi a sufficienza”. Firenze e la Toscana soffrono in particolare perché hanno una delle popolazioni più anziane d’Italia, che è il paese più vecchio del mondo. “Da noi il problema è senz’altro più sensibile. Su 400 mila abitanti, 100 mila hanno più di 65 anni e 30 mila sono oltre gli 80. Il comune sta prendendo contromisure interessanti di carattere domiciliare. Cosa che dovrebbero fare anche le strutture sanitarie non fosse che perché assistere un anziano a casa costa un decimo di quanto costa in ospedale”. Però, si diceva, le strutture sanitarie per anziani sono poche. “Sono poche anche in Toscana. Tutti gli ospedale hanno una maternità, ma i reparti di geriatria esistono solo a Firenze, Prato, Pistoia, Siena, Pisa, Grosseto. A Livorno non c’è niente, come a Massa, Lucca, Arezzo. Senza contare gli ospedali più piccoli. Evidentemente è una situazione che va riequilibrata”. 

IL PAPÀ DEI CENTENARI SARDI ALLA PRESIDENZA SIBIOC IL PROFESSOR DEIANA, AUTORITÀ MONDIALE NELLO STUDIO DELLA LONGEVITÀ UMANA, GUIDERÀ DAL 2004 LA PIÙ IMPORTANTE ASSOCIAZIONE SCIENTIFICA DI MEDICINA DI LABORATORIO
Firenze, 27 ottobre 2003 – Il professor Luca Deiana, autorità mondiale nello studio della longevità umana, è il nuovo presidente designato di Sibioc, Società Italiana di Biochimica Clinica e di Biologia Molecolare Clinica, la più importante tra le associazioni scientifiche degli specialisti di laboratorio, seconda nel mondo, per numero di affiliati (5.300), solo alla corrispondente associazione americana. La nomina è stata ufficializzata in questi giorni nel corso del 35° congresso nazionale Sibioc tenutosi a Firenze. Il professor Deiana assumerà formalmente l’incarico a partire dal gennaio 2004. Sostituirà l’attuale presidente, il professor Mario Plebani, direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’Azienda Ospedale – Università di Padova. Docente all’Università di Sassari, 60 anni, Deiana è molto noto nella comunità scientifica internazionale come direttore del progetto Akea (Akentannos), una ricerca sulla particolare longevità della popolazione sarda. In Sardegna la densità di ultracentenari è infatti sensibilmente maggiore che in ogni altra parte del mondo. Il professor Deiana è inoltre autore di numerose pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche internazionali. Nella stessa circostanza il consiglio direttivo Sibioc ha tracciato un bilancio molto positivo di questi ultimi anni. Il ruolo dell’Associazione è infatti cresciuto moltissimo e le attività di formazione sono ormai ben ramificate sul territorio. Sibioc rappresenta dunque un patrimonio scientifico di sicuro valore internazionale e di rilievo tanto maggiore se considerato in vista della formazione continua in medicina. Il consiglio direttivo Sibioc ha inoltre sottolineato l’impegno di Sibioc sui problemi della riorganizzazione dei laboratori nel nostro Paese e su molti altri temi di carattere istituzionale. Il professor Deiana ha peraltro annunciato che le rivendicazioni in questione faranno parte del programma della sua presidenza, così come sono parte del programma dell’attuale presidenza Plebani.

OMEOPATIA SIMOH: CONVEGNO DI BIOETICA IN APERTURA DELL'ANNO ACCADEMICO 2003/2004
Roma, 27 ottobre 2003 - L'istituto Omeopatico S.i.m.o.h., in occasione dell'apertura dell'Anno Accademico 2003/2004, organizza a Roma un Convegno di Studi Bioetici sul tema: "La dignità della persona umana e la sua trascendenza''. Tra i Relatori: Sua Em. Rev.ma il Cardinale Tomas Spidlik S.j. E il Prof. Antonio Negro. Roma, 26 Ottobre 2003 La Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana (S.i.m.o.h.) inaugura a Roma, mercoledì 12 Novembre 2003 alle ore 16.30, presso la sede del Nobile Collegio Chimico-farmaceutico in Via in Miranda 10 al Foro Romano, un Convegno di Studio a carattere bioetico sul tema: ''La dignità della persona umana e la sua trascendenza''. La manifestazione si svolgerà in occasione della apertura ufficiale del 57° Anno Accademico di Studi dell'Istituto omeopatico italiano S.i.m.o.h., le cui attività formative furono istituite, per la prima volta in Italia, nel 1947 ad opera del Prof. Antonio Negro. Tra i Relatori che prenderanno parte al Convegno: il Dott. Giancarlo Signore Presidente del Nobile Collegio Chimico-farmaceutico Universitas Aromatariorum Urbis; Sua Em. Rev.ma il Cardinale Tomas Spidlik S.j. Professore Emerito del Pontificio Istituto Orientale e dell'Università Gregoriana; il Prof. Antonio Negro Decano dei Medici Omeopatici in Italia e Presidente e Direttore Didattico-scientifico dell'Istituto S.i.m.o.h.; la Prof.ssa Maria Letizia Salvi Direttore Sanitario dell'Istituto S.i.m.o.h. E già Professore Associato di Biologia Molecolare della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. A conclusione del Convegno, verranno consegnati gli ''Attestati di Partecipazione Simoh'' agli Allievi che hanno concluso il loro corsus studiorum. L'evento è promosso con il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma e dell'Assessorato alle Politiche Sociali e Promozione della Salute del Comune di Roma. La manifestazione è aperta alla partecipazione del pubblico, fino ad esaurimento dei posti disponibili. Infolink: www.Omeopatiasimoh.net 

BIANCHI VENDING GROUP AFFIANCA TELETHON PER UN' AVVINCENTE SFIDA "CONTRO IL TEMPO"
Milano, 27 ottobre 2003 - Bianchi Vending Group è scesa in pista a favore di Telethon e la ricerca scientifica partecipando, con il suo team, capitanato da Massimo Trapletti direttore generale ed azionista del Gruppo, al Corporate Kart Challenge- 24 Hours International Race, gareggiando insieme a team internazionali. Bianchi Vending Group, produttrice dei distributori automatici più innovativi sul mercato, da sempre impegnata nel sociale, partecipando al Corporate Kart con il Bianchi Vending Team, ha voluto cogliere un'ulteriore importante occasione per dare un prezioso contributo alla lotta contro le malattie genetiche. L’impegno in prima persona dell’imprenditore all’emozionante competizione, che ha visto partecipare ad Arezzo campioni di formula 1 dei team Ferrari e Minardi, il team Maserati, il team di Mascalzone Latino e Aprilia moto Gp, imprenditori e stelle dello spettacolo, ha come primo obiettivo, più della vittoria sul campo di gara, la vittoria della ricerca scientifica. A Telethon sarà devoluto il 100% delle offerte che il pubblico presente all'evento ha donato liberamente durante le due giornate, assieme al totale ricavato dell'asta online dove, a partire dalla fine di settembre, i Team Vip hanno messo a disposizione del pubblico appassionato un prezioso posto all'interno della propria squadra.

TRIESTEANTIQUA: GRANDE SUCCESSO DEL PRIMO WEEK END
Trieste, 27 ottobre 2003 - Pacifico assalto del Palazzo dei congressi – Grande interesse per le collaterali delle foto storiche dei 100 anni dell’Associazione Industriali e dei profumi d’epoca Nel corso del week end, il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima che ospita la ventunesima edizione di Triesteantiqua è stato meta di un pacifico assalto da parte degli appassionati d'antiquariato e di collezionismo, giunti a Trieste dalle Regioni limitrofe e dall’estero desiderosi, oltre che di ammirare migliaia di raffinate proposte (molte delle quali degne di essere esposte in un museo), anche di concludere qualche buon affare. Quest’anno, infatti, nonostante la congiuntura sfavorevole dell’economia italiana ed internazionale, durante i primi due giorni d'apertura al pubblico della mostra-mercato, gli acquisti si sono mantenuti su livelli giudicati dagli stessi organizzatori e dagli espositori, più che soddisfacenti. E’ da notare che a Triesteantiqua a dare la caccia all’”oggetto del desiderio” non sono solo gli appassionati delle “cose belle senza tempo”, ma anche investitori che, delusi dall’andamento altalenante delle borse di tutto il mondo, preferiscono puntare sull’arte come bene rifugio. E a Triesteantiqua la scelta di possibili investimenti è estremamente vasta. Si va dai gioielli ed orologgi d’epoca ai paraventi giapponesi del ‘700 e ‘800 in carta di gelso, dalle vecchie carte geografiche piene di zone “bianche” ai mobili e oggettistica Biedermeier, dalle icone russe ai dipinti espressionisti, dagli argenti ai tappeti orientali. E’ da sottolineare che l’offerta sempre più ampia di “pezzi” di grande pregio e di alta qualità alla mostra mercato triestina è connessa, tra l’altro, alla maggiore “europeizzazione” di Triesteantiqua. Anche quest’anno è evidente la crescita del suo prestigio internazionale, grazie alla presenza degli espositori dall’Austria e dal Belgio. L’anno prossimo, l’ingresso nell’Unione Europea di nuovi stati con il relativo abbattimento delle barriere doganali, promette di dare un ulteriore impulso all'internazionalità di Triesteantiqua, nello spirito di una maggiore apertura verso l’Europa. Un altro importante motivo di attrazione per il pubblico costituiscono le due mostre collaterali, che suscitano grande interesse fra i visitatori. La prima, “Mostra fotografica sulla storia dell’industria triestina”, allestita dalla Fratelli Alinari, contiene 60 fotografie inedite, e fa parte di una serie d’iniziative per la celebrazione del Centenario dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Trieste La seconda, organizzata a scopo benefico dal comitato del Friuli Venezia Giulia dell’A.i.r.c., Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro alla quale, come è ormai tradizione, Promotrieste devolve anche quest’anno parte degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso alla mostra-mercato, è dedicata alla profumeria d’epoca. I flaconi messi in mostra provengono dal “Museo del profumo” di Milano, creato dai collezionisti Giorgio Dalla Villa e Daniela Candio. Infolink: www.Promotrieste.it/triesteantiqua

EMO MILANO 2003: VISITE RECORD DALL'ESTERO PER LA MONDIALE IN SCENA FINO AL 28 OTTOBRE
Milano, 27 ottobre 2003 - Sono stati più di 50.000, i visitatori che nei primi tre giorni hanno affollato i 25 padiglioni di Emo Milano 2003, la mondiale della, macchina utensile in scena a Milano fino a martedì 28 ottobre. Si conferma dunque positivo l'afflusso di pubblico per la manifestazione che dopo otto anni torna nel capoluogo meneghino, in una veste ancora più internazionale rispetto all'edizione passata del 1995. Dalle prime rilevazioni dei primi tre giorni, risultano, infatti, in forte crescita le presenze dei visitatori stranieri (più dei 50% dei totale), aumentati del 26,6% rispetto alla passata edizione, richiamati dall'amplissima e variegata offerta in mostra. In calo, per il momento, la presenza dei visitatori italiani, attesi soprattutto nei prossimi giorni, in concomitanza con il fine settimana. Protagonisti dell'evento i 1.648 espositori presenti, provenienti da 38 paesi, disposti nei 25 padiglioni allestiti per una superficie espositiva netta di oltre 127.275 metri quadrati . A fronte dei 757 costruttori italiani, risulta massiccia la partecipazione dei costruttori provenienti dall'estero: più della metà degli espositori totali. La valenza e l'importanza del settore per l'intero sistema economico del paese è stata sottolineata dalle "visite d'eccezione" dei primi giorni che hanno visto fra gli altri la presenza del Sindaco della città, Gabriele Albertini, del presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni e di Cesare Romiti, presidente di Rcs. 

GRANDE SUCCESSO PER TOYOTA CARRELLI ELEVATORI AL CARREL TROPHY DEL SAIE DI BOLOGNA.
Bologna, 22 ottobre 2003. Ha riscosso un grande successo il “Carrell Trophy edizione 2003” organizzato dalla "Casa del Rivenditore" nell'ambito della fiera dell¹edilizia Saie, tenutasi a Bologna dal 15 al 19 ottobre. La competizione si è svolta all'interno della fiera in un campo di gara appositamente allestito ed ha attratto numerosi spettatori. Protagonisti dell'evento i carrelli elevatori Toyota. I tre vincitori sono stati premiati da Kazuyuki Mako, presidente di Toyota Carrelli Elevatori Italia. L'iniziativa - che ha visto anche la partecipazione di un'altra società costruttrice di carrelli elevatori - ha permesso a numerosi visitatori di conoscere meglio la gamma Toyota Generation 7. I concorrenti delle passate edizioni del "Carrell Trophy", quest¹anno hanno potuto cimentarsi sul campo di gara con i carrelli elevatori diesel Toyota, mentre in un apposito campo di prova i visitatori del Saie hanno avuto la possibilità di testare i carrelli elettrici 7Fbmf con l'ausilio dello staff di Toyota. Dopo la premiazione e la consegna delle coppe, l'evento si è concluso con l¹immancabile taglio della torta.

NUOVE SFIDE IN EUROPA PER L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA INTELLIGENTE E SOSTENIBILE MATAP: UN NUOVO PIANO D’AZIONE
Milano, 27 ottobre 2003 - L’industria manifatturiera europea è il cuore dello sviluppo tecnologico con il suo 52 per cento della produzione mondiale di macchine utensili, contro il 20 per cento del Giappone, il 6,6 per cento della Cina e il 6,1 per cento degli Stati Uniti. Tuttavia la contingenza economica e la forte competizione richiedono aiuti finanziari urgenti di supporto soprattutto per le piccole e medie aziende . I fondi europei per la ricerca e l’innovazione sono ancora poco accessibili alle piccole e medie imprese: da un alto perchè proporre un progetto di ricerca alla Commissione europea rappresenta un rischio imprenditoriale, non è detto che il progetto passi e venga finanziato e presentare domanda è un costo per l’impresa in termini di progettazione, ricerca partner etc; dall’altro lato, perché il termine innovazione e ricerca va rivisto. Non ci sono sufficienti aiuti destinati alla ricerca applicata , alla ricerca orientata al risultato. Questo emerge dai dati ultimi presentati a una conferenza organizzata dalla Commissione europea, da Cecimo, Comitato europeo per la cooperazione nelle industrie di macchine utensili, Ucimu, associazione italiana di macchine utensili, robot e automazione manifatturiera , in occasione dell’Emo 2003 a Milano, la più grande fiera a livello europeo e mondiale di macchine utensili, robot e industrie dell’automazione. “Il Sesto programma quadro alloca 2.2 miliardi per la partecipazione a programmi di ricerca e sviluppo tecnologico per le piccole e medie imprese, 430 milioni di euro per Craft , specifica azione per le pmi (Cooperative Research)” ha ricordato Philippe Busquin, commissario europeo per la ricerca,”Privilegiamo le reti di eccellenza, i grandi progetti. Le pmi possono prendere parte ai progetti integrati al fianco di grandi aziende. Investire nella ricerca è un piano d’azione prioritario si vuole raggiungere il 3 per cento del Pil.” All’emo sono presenti più di 1600 espositori provenienti da 38 paesi e ben 200.000 visitatori. “Si dovrebbe favorire la ricerca orientata al risultato,”dice Dante Speroni, vicepresidente di Cecimo-ucimu,”che ha cambiato volto e ha una sua alta dignità , un valore prioritario e ha in sé un altissimo contenuto innovativo per la sua complessità, oltre ad avere un’ importanza strategica vitale, senza nulla togliere alla ricerca base in Europa. Inoltre occorre che la mentalità dell’imprenditore piccolo e medio italiano cambi, ci sono nuove sfide da raccogliere, è importante credere alla struttura dello scambio, cooperare, non solo proteggersi ma anche aprirsi, aderire a programmi comunitari e iniziative di cooperazione come Craft , misura per le piccole e medie imprese nel Vi programma quadro. Le macchine utensili sono il cuore dello sviluppo e Cecimo dà loro supporto anche a livello istituzionale”. La Commissione ha presentato tre progetti chiave di ricerca nel settore, quali la rete Mantys , che vuole sostenere il trasferimento dell’innovazione e della tecnologia tra i vari settori industriali, Ecosystems, per la produzione di componenti a basso impatto ambientale e Mach 21 per incoraggiare lo sviluppo della tecnologia cinematica parallela e di macchinari multifunzionali. Entro la fine dell’anno la Commissione presenterà un Piano d’azione globale per la tecnologia industriale nel settore manifatturiero (Manufacturing Technology Action Plan - Matap). “ La Regione Lombardia , “ dice Roberto Formigoni,” crede nella creatività degli imprenditori, nel rispetto delle loro esigenze, emana bandi mirati, a seconda delle loro segnalazioni , puntando sul dialogo, il lavoro in team, elargisce, anche con un recente bando aperto , di oltre 18 milioni di euro, fondi all’innovazione, ha un accordo con Ispra per progetti di sviluppo sostenibile, avvia strategie radicalmente nuove, integra gli sforzi,collegare le risorse, promuove i contatti tra imprese, università, centri di ricerca, condivide piattaforme tecnologiche comuni per l’innovazione industriale. Speriamo che il prossimo Vii programma quadro della Commissione europea , al contrario del Vi in vigore, agevoli maggiormente le piccole e medie imprese e che vi sia un ripensamento e una ridistribuzione dei fondi strutturali per non penalizzare chi innovazione la fa già in Europa. Non sempre delocalizzare in aree depresse fondi e investimenti ha un senso, soprattutto nel settore ricerca, che richiede un tessuto imprenditoriale e operativo ben integrato e impostato sul territorio”. Ricerca e innovazione nelle macchine utensili, robot e automazione costituiscono l’elemento di base per il rendimento economico, e forniscono le capacità produttive intelligenti per rendere il settore industriale europeo più competitivo. Occorrono interventi urgenti per gestire la transizione dell’industria manifatturiera europea e far sì che l’Europa detenga la sua posizione di leader mondiale in questo settore nella prossima decade, saranno portate avanti agende strategiche di ricerca in settori come l’aerospaziale, il trasporto di superficie, l’industria chimica e le celle a idrogeno. A Milano il 1 e 2 dicembre è previsto un’ ulteriore conferenza per presentare Matap- il nuovo Piano d’azione per la tecnologia manifatturiera, della Commissione europea e per lanciare progetti di ricerca di punta che accrescono il valore, sono ecosostenibili, conquistano i mercati.

MILANO DESIGN WEEK: LAVORI IN CORSO
Milano, 27 ottobre 2003 - Appuntamento da non mancare quello del prossimo Salone Internazionale del Mobile, dal 14 al19 aprile 2004, a cui si affiancheranno il Salone Internazionale del Complemento d'Arredo e le biennali Eurocucina ed Eimu. Ai padiglione 9, accanto al Salonesatellite, un evento collaterale, "Dining Design", mette in scena il tema del ristorante interpretato da stilisti intemazionali Da oltre 40 anni il Salone Internazionale del Mobile è la vetrina privilegiata del mondo dell'arredo dove poter trovare le soluzioni più innovative per I'interior design. La Fiera di Milano si prepara al tour de torce del prossimo aprile (14-19). -Oltre 185 mila, provenienti da almeno 163 Paesi, i visitatori specializzati attesi, a -conferma che quello che si propone ogni anno in aprile a Milano, oltre che un rito è >un'occasiOne di incontro globale (di affari, di immagine e di comunicazione) assolutamente unica al mondo. , Il Salone Internazionale del Mobile e il salone Internazionale del -- -Complemento d'Arredo presentano come d'abitudine, tutta l'ampia gamma delle tipologie d'arredo, dal pezzo unico al coordinato fino agli oggetti del nostro quotidiano. Particolare attenzione è dedicata ai materiali e alle tecnologie e, naturalmente, agli stili che spaziano dal classico all'ultramoderno. A questa impareggiabile opportunità di coniugare business e design si vanno ad aggiungere altre manifestazioni pensate in contemporanea e sinergia con il Salone stesso e sempre all'interno dei circa 200.000 metri qadrati del quartiere fieristico milanese. Eurocucina, ia manifestazione di riferimento del settore, presenta il meglio della prodUzione italiana ed estera del mobile da cucina . Eimu, l'Esposizione Internazionale Biennale dei Mobili per Ufficio, è la vetrina doc dei mobili e accessori per l'ambiente ufficio, banche, istituti assicurativi: uffici postali e comunità oltre a prototipi, disegni, mock-up, fotografie, filmati e progetti virtuali. Macrotema trasversale di questa edizione è Work & Emotion, owero il luogo di lavoro come scenario del proprio immaginario. In ultimo, il Salonesatellite, che si presenta come collaudato trampolino di lancio per i giovani creativi e fucina di un numero sempre più crescente di progetti che faranno tendenza. Ai padiglione 9: al tema della ristorazione è dedicato l'evento "Dining Design", un vero e proprio ristorante in cui ogni giorno sei stilisti di mcda di fama internazionale uapparecchieranno" i tavoli con la loro griffe e, parallelamente, 12 scuole di design avranno anch'esse un tema da svolgere in maniera divertente. Ancora una volta, il Salone ha dunque in serbo un ampia rosa di concetti innovativi migliaia e migliaia di fantastici prodotti e progetti Attraverso questa frenetica sei giorni il Salone conferma il proprio ruolo di suggeritore di nuove strade nel mondo dell'arredo domestico. Infolink: www.Cosmit.it  

"SINERGY" - LA MAGGIORE SPOSIZIONE SPECIALIZZATA IN SUD EUROPA PER ENERGIA VEICOLATA ATTRAVERSO SISTEMI TECNOLOGICI A RETE (GAS, ELETTRICITÀ, ACQUA)
Rimini, 27 ottobre 2003 - Un'esposizione specializzata dedicata all'energia, "Sinergy" è l'occasione unica per gli operatori della filiera energetica per conoscere e farsi conoscere - dai produttori ai grandi consumatori di energia, passando attraverso fornitori di tecnologie ed impianti per il settore. L'esposizione, articolata per tipologie energetiche e di attività, viene ospitata nel modernissimo quartiere fieristico di Rimini e sarà parte integrante di un percorso che anche i delegati ai convegni dovranno seguire per raggiungere le sale dove si terranno i meeting. Settori merceologici: - Produzione, approvvigionamento, vendita delle fonti energetiche (gas, elettricità, acqua) - Trasporto dell'energia - Tecnologie per l'utilizzo finale dell'energia - Progettazione, costruzione, gestione delle reti tecnologiche di trasporto e distribuzione dell'energia - Attrezzature, componenti impiantistici, strumenti di misura per l'energia - Ict applicata ai sistemi tecnologici a rete (hardware, software, consulenza) - Marketing, comunicazione, formazione per il settore dell'energia - Consulenza aziendale - Istituti di credito - Assicurazioni - Editoria specializzata nazionale ed internazionale. Target visitatori: Delegati al Forum Internazionale "Tecnologie e Concorrenza nei Mercati Energetici" (sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana) - Operatori della filiera energetica - Aziende energivore - Aziende di accessori e componenti - Progettisti, consulenti aziendali - Aziende costruttrici di impianti - Software House - Aziende di manutenzione e servizi alle reti - Istituzioni comunitarie e nazionali. Infolink: www.Riminifiera.it  www.Internationalsinergy.com

E' SCATTATO IL CONTO ALLA ROVESCIA PER IL DEBUTTO A NEW YORK DI SANA USA, LA PRIMA MANIFESTAZIONE FIERISTICA CHE PORTERÀ NELLA GRANDE MELA I PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI ITALIANI BIOLOGICI E TIPICI CERTIFICATI.
Milano, 27 Ottobre 2003 - Dal vino al miele, dall'olio al caffè. E poi pasta, formaggi, salse, succhi, funghi e molto altro ancora. Tutto rigorosamente biologico e tipico certificato. Mancano pochi giorni al debutto di Sana Usa, First Organic and Typical Italian Quality Food & Wine Expo, che avrà luogo il 3 e il 4 novembre a New York presso l'Hotel Marriott Marquis, in Times Square. La prima manifestazione fieristica finalizzata a supportare le aziende italiane interessate ad esportare i propri prodotti agro-alimentari biologici e tipici certificati nel mercato statunitense. Un importante momento d'incontro tra i migliori produttori italiani e i buyer americani della grande distribuzione, del dettaglio specializzato e della ristorazione. Sono oltre trenta le aziende italiane che hanno aderito all'iniziativa; fra i partecipanti, i produttori della Regione Lazio, della Regione Emilia Romagna, della Regione Abruzzo e della Provincia e la Cciaa di Bologna. L'evento, promosso e organizzato da Fiere e Comunicazioni in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-americana di Los Angeles ed i suoi partners - la Camera di Commercio di Ny e l'Italian Wine & Food Institute, sarà così articolato: - Lunedì 3 novembre: Seminario informativo e cena inaugurale Il seminario, che si terrà presso la sede della Iacc di New York in Fifth Avenue, verterà sul mercato americano dei prodotti agro-alimentari di qualità, in particolare quelli italiani biologici e tipici certificati, tracciando una panoramica dei relativi consumi e canali di distribuzione, per poi illustrare le modalità di esportazione nel mercato statunitense. La cena di inaugurazione di Sana Usa avrà invece luogo presso l> '> Hotel Marriott alla presenza di importanti personalità cittadine e di giornalisti e opinion leader del settore agro-alimentare. - Martedì 4 novembre: Giornata Fieristica e Wine and Oil Tasting. La giornata fieristica sarà interamente dedicata all'incontro e alle trattative commerciali tra i produttori italiani e i buyer statunitensi, molti dei quali hanno già confermato la propria presenza. Nel corso della fiera verrà inoltre effettuata la degustazione, da parte di sommelier e giornalisti, dei migliori oli d'oliva e vini italiani, che si concluderà con la premiazione dei vincitori. Il bio negli Usa. Facts and figures Il biologico negli Usa La normativa Negli Stati Uniti l'agricoltura biologica viene praticata sin dal 1950, ma il mercato fino ad ora aveva stentato a decollare per carenze normative. Come riconoscere gli alimenti biologici? Negli Stati Uniti, dove solo alla fine del 2002 è stato istituito un severo codice per la certificazione, questo era un problema particolarmente sentito. Proprio per venire incontro all'esigenza di chiarezza e trasparenza avvertita dal consumatore, il Dipartimento americano dell'Agricoltura (Usda - Us Department of Agricolture) ha introdotto un nuovo sistema di etichettatura dei prodotti naturali. L'attuale regolamento, entrato in vigore nell'ottobre del 2002, ha delineato un Programma Nazionale Biologico (il National Organic Program), che stabilisce criteri di certificazione e parametri di valutazione unici e validi in tutti gli Stati Uniti. Nello specifico, i regolamenti entrati in vigore nell'ottobre 2002: - stabiliscono uno standard nazionale per i prodotti biologici ed elencano una lista di sostanze permesse e proibite nella produzione di alimenti biologici> - stabiliscono le norme per la certificazione - stabiliscono regole aggiuntive per l'etichettatura - stabiliscono regole per l'importazione di alimenti biologici Il marchio"Usda/organic" , riportato sugli alimenti biologici, garantisce ufficialmente che il prodotto non contiene pesticidi, Ogm, ormoni sintetici e additivi chimici. > Ciò agevola sensibilmente la produzione, il commercio e la circolazione di prodotti alimentari biologici tra i singoli stati degli Usa e tra questi e il resto del mondo. Il consumatore, infatti, ora ha la certezza che questi prodotti rispondano a requisiti di realizzazione, modalità di controllo ed etichettatura uniformi, anche se importati dall'estero. -Numeri - Superficie dedicata all'agricoltura biologica: 1.000.000 di ettari, pari allo 0,22% della Sau - Il mercato è passato da un miliardo di dollari nel 1990 a 13 miliardi nel 2003 (+40% rispetto al 2001). I principali istituti di ricerca ritengono che nel 2005 il mercato americano dei prodotti biologici varrà 20 miliardi di dollari, con una spesa di 62,9 dollari pro capite, mantenendo nei prossimi anni un tasso di crescita tra il 18 e il 25% annuo - Il 54% della popolazione ha provato prodotti biologici - Il 29% della popolazione consuma più prodotti bio rispetto al 2002 - Il mercato biologico rappresenta l'1-2% del mercato totale Fattori di crescita - Le nuove legislazioni federali sull'etichettatura - La maggior attenzione dei consumatori per la salute - Maggior consapevolezza del rapporto tra salute e alimentazione sana Market Drivers 1) Trend dell> '> healthy living (influenza forte) 2) Sicurezza: Bse, Ogm (influenza media) 3) Sensibilità alle tematiche ambientali (influenza bassa) Market Barriers 1) Prezzo elevato rispetto agli alimenti tradizionali. A tal proposito lo Usda sta attuando iniziative di finanziamento alle conversioni, con conseguente aumento dell'offerta e calo dei prezzi 2) Offerta limitata presso i punti vendita di piccole dimensioni e nelle piccole città Distribuzione - Il 49% dei prodotti bio è venduto nei supermercati - In vendita anche nei 20.000 "Natural Food Store" - In vendita nel 73% dei negozi di alimentari - Il 30% delle vendite di prodotti naturali confezionati transita attraverso le catene di vendita tradizionali La grande distribuzione sta cercando di dedicare sempre più spazio ai prodotti naturali e biologici e di erodere in tal modo un mercato eccezionalmente promettente che finora è rimasto saldamente in mano ai produttori e distributori specializzati. In ogni caso, i supermercati bio restano la destinazione privilegiata di consumatori e produttori. A guidare quest'ultimo gruppo ci sono le catene naturali Whole Foods e Wild Oats, che prevedono di aprire ciascuna 50 nuovi negozi nei prossimi due anni. Secondo il Nutrition Business Journal, nel 2002 il 40% dei prodotti biologici è stato acquistato presso i supermercati tradizionali di grandi dimensioni (34% nel 2000 e 31% nel 1998). Secondo le previsioni della stessa fonte, nel 2006 la Gdo avrà superato i punti vendita specializzati in prodotti biologici. Secondo alcuni analisti statunitensi, la crescita del biologico porterà entro breve ad una sua diffusione capillare anche al di fuori dei tradizionali punti vendita specializzati. "In cinque anni i prodotti bio saranno ovunque - commenta Scott Van Winkle, della banca d'investimento Adams, Harkness & Hill. Negli Usa già ora presso la catena di supermercati 7 Eleven sono in vendita snack biologici, mentre negli stadi di football si stanno diffondendo hot dog vegetariani alla soia, che, sebbene non siano ancora biologici, denotano comunque un'attenzione dei consumatori verso prodotti più sani". I prodotti biologici più acquistati presso i pv specializzati 1) Frutta fresca e vegetali 2) Bevande (importate)> 3) Pane e prodotti da forno 4) Prodotti confezionati (importati) 5) Latticini Il mercato del vino biologico - L'italia detiene una posizione di primo piano nell> '> export di vino con il 72% del totale dei volumi commercializzati - Importazioni Usa di vini italiani tipici certificati (2002): 187.300.000 di litri (contro i 102.700.000 importati dalla Francia) per un totale di 735,7 milioni di dollari.Il tipico e il fenomeno del falso made in Italy Il mercato dei prodotti tipici ha registrato nel 2002 un incremento del 2,7% Il falso "made in Italy" alimentare è presente in Usa sette volte su dieci nel caso di acquisto di pasta, olio, vino e formaggio sul mercato statunitense (un olio o un vino su due sono falsi). Secondo una stima della Coldiretti, il fatturato dei prodotti tipici nazionali arriva a 7,6 miliardi di Euro l'anno; le esportazioni ne valgono 1,4. Il fatturato delle imitazioni statunitensi degli stessi prodotti raggiunge 3,5 miliardi di dollari, un valore pari a quasi 2,5 volte quello dei prodotti nostrani. La classifica degli alimenti più imitati vede al primo posto la pizza, seguita da salse e condimenti, cibi pronti, formaggi, ortofrutta, prodotti da forno, pasta, vino e olio. Infolink: www.Sana.it  

"WINE SHOW" - GRANDI BOTTIGLIE DA BERE, VIVERE E RIDERE. BLITZ DELLA "BANDA DI ZELIG" AL SALONE DEL VINO DI TORINO - 16 NOVEMBRE
Torino, 27 ottobre 2003 - Per gli appassionati del buon bere, il momento tanto atteso si sta avvicinando: è fissato infatti per il 16 novembre l'appuntamento con il "Wine Show" la prima manifestazione dedicata a degustare, parlare, ridere e vivere il vino, ideata dal Salone del Vino di Torino. Sarà un blitz della "banda" di Zelig, programma televisivo amatissimo da un pubblico di tutte le età, a segnare la prima edizione di questo happening. I cabarettisti di Zelig daranno vita ad un tour itinerante nei padiglioni del Salone contribuendo a creare un'atmosfera nuova ed ironica attorno alle bottiglie di qualità. Perché il vino è fascino, cultura, tecnica, immaginazione, gusto: tutto questo sarà declinato nei vari momenti della giornata che il Salone del Vino - manifestazione esclusivamente professionale -­ ha deciso di dedicare agli eno-appassionati, ormai a tutti gli effetti un nuovo "canale distributivo" delle bottiglie di qualità. Il Wine Show nasce dall¹esigenza, di far incontrare le cantine, con i cultori del buon bere, ma anche dal desiderio di rinnovare l'immagine del vino. Il Wine Show si inserisce nel programma della terza edizione del Salone del Vino -16-19 novembre - organizzato da Lingotto Fiere e Promotor International in partnership con tutte le Istituzioni, gli Enti e le Associazioni del mondo del vino e ne connota la giornata inaugurale proprio per sottolineare il protagonismo degli appassionati. "Abbiamo voluto offrire alle Aziende ­ osserva Alfredo Cazzola, presidente di Lingotto Fiere e Promotor International - un¹occasione di contatto diretto con i loro clienti finali e a chi ama il vino, un ventaglio di opportunità per apprezzare meglio le nostre straordinarie bottiglie e coltivare in ogni aspetto il piacere del buon bere. Anche con il Wine Show sottolineiamo il nostro impegno ad essere sempre più dalla parte delle cantine: infatti l'utile netto dal carico fiscale e dalle spese del Wine Show sarà restituito pro-quota alle aziende espositrici. Sarà domenica 16 novembre l'unica giornata di apertura al pubblico del Salone con orario 10.00-18.00 si potrà accedere alla rassegna con un biglietto del costo di 25 euro. Wine Show sarà scandito da un programma denso di avvenimenti e capace di declinare tutte le motivazioni del vino: dalla possibilità di degustare i vini delle cantine a nuove esperienze sensoriali, dalla vis comica della "banda" di Zelig, il top del cabaret, alla presentazione dei cento top wines italiani, dalla cucina più raffinata al contatto con i vini rari del mondo. E poi incontri con i produttori, con i critici più accreditati, con gli chef del momento, con i protagonisti dello spettacolo per un vero e proprio "show del vino". Degustazioni Le degustazioni saranno il fil rouge del Wine Show: Ais-bibenda darà vita al defileè dei 100 migliori vini italiani, oltre a presentare la sua ormai famosa Duemilavini, una delle guide più accreditate. Lingotto Fiere presenterà in collaborazione con Slow Food - "Penisola del Capo anno di grazia 1659" - i migliori Pinotage sudafricani. Gambero Rosso presenterà la sua Guida degli Spumanti, offrendo una spettacolare degustazione del top delle ³bollicine² italiane. Due momenti clou: "Perché ci vuole orecchio" e "Luci nel bicchiere" segnano un a nuova frontiera nella degustazione: sono le esperienze sensoriali che saranno condotte dal winemaker spagnolo Claude Manuel Plà, che farà degustare due bottiglie spagnole e una italiana accompagnandole con una selezione musicale capace di amplificare "l'ascolto del vino", e dal winemaker francese Claude Boudamani ­ firma tra l'altro i vini italiani di Gerard Depardieu e di Carole Bouquet, due tra le tante star attese al Wine Show ­ il quale oltre a presentare una selezione di vini tunisini e marocchini farà degustare il vino accompagnandolo con giochi di luce e colori per modificare le percezioni dei degustatori. Inoltre il pubblico degli eno-appassionati potrà liberamente degustare tutti i vini presentati dalle cantine che espongono al Salone del Vino. Spettacolo Sarà nell¹intervallo tra le varie degustazioni che entreranno in scena i divertenti protagonisti di Zelig: Flavio Oreglio (lombardo), Diego Parassole (piemontese), Pacu (veneto), Paolo Magone (toscano), Franco Neri (calabrese) Giovanni Cacciopolo (siciliano) daranno vita in diversi momenti a performances comiche. Saranno i "testimonial da ridere" dei grandi terroir del vino italiano, tutti presenti alla rassegna torinese. Seminari Ore10.00 presentazione della ricerca dell'Osservatorio permanente sul vino ­ struttura no profit del Centro Studi Promotor ­ che attraverso un corposo sondaggio ha definito profilo e gusti degli eno-appassionati. Da non perdere inoltre la presentazione del "Rotarian food code"per i migliori abbinamenti tra bottiglie e menù, e l'evento "Bere donna, i sensi del vino" Infolink: www.Salonedelvino.com 

BANCO DI ASSAGGIO DEL FRANCIACORTA A CREMA PER LA TERZA EDIZIONE DEL PREMIO AIS CREMONA
Erbusco, 27 ottobre 2003 - Prezioso ed elegante gemellaggio tra le bollicine di Franciacorta e la cucina cremonese, propiziato dalla Terza edizione del Premio Associazione Italiana Sommelier, Ais, di Cremona. Le splendide sale di Villa Toscanini di Ripalta Guerina, nei pressi di Crema, sono state la cornice di un avvenimento di particolare fascino, all’insegna dell’alta cucina e del felice abbinamento della stessa al nobile Franciacorta. Inoltre, ben ventinove Aziende franciacortine hanno dato vita ad un apprezzato Banco di Assaggio. Alla manifestazione hanno preso parte oltre 300 persone, invitate dalla Delegazione Ais di Cremona, presieduta da Delfina Piana “La degustazione di una così ampia varietà di Franciacorta ha fatto da degno preludio alla cena e alla cerimonia di assegnazione del Premio Ais Cremona 2003, ha detto il direttore del Consorzio per la Tutela del Franciacorta, Adriano Baffelli, sottolineando che “si tratta di un riconoscimento sempre più ambito dai ristoratori della provincia di Cremona, che edizione dopo edizione assume notevole prestigio anche a livello regionale”. “Vini da tutto pasto per eccellenza, ha proseguito Adriano Baffelli, i Franciacorta si caratterizzano anche per la loro versatilità in tema di abbinamento alle diverse cucine regionali: riteniamo quindi che il matrimonio tra le bollicine franciacortine e i piatti, classici o rielaborati, della cucina cremonese siano destinati a essere di sicura riuscita”. Le Aziende presenti a Villa Toscanini erano: Antica Cantina Fratta, Barone Pizzini, Bonomi Tenuta Castellino, Bredasole, Ca’ del Bosco, Cantine Berardi, Castel Faglia, Cavalleri, Cola Battista, Contadi Castaldi, Cornaleto, Faccoli Lorenzo, Ferghettina, Fratelli Berlucchi, Fratelli Muratori, Gatti Enrico, il Mosnel, La Boscaiola , La Montina , Le Marchesine, Lo Sparviere, Majolini, Mirabella, Monte Rossa, Monzio Compagnoni, Ricci Curbastro, Ronco Calino, Tenuta Ambrosini, Villa. Il Premio Ais Cremona riconosce persone che hanno fatto della ricerca enogastronomica una filosofia di vita. La terza edizione, che ha registrato di numerose autorità, ad iniziare dal Prefetto di Cremona Oreste Iorino, ha premiato Gentilia e Gian Paolo Fenocchio, ristoratori dell’Aquila Nera di Cremona, e Ambrogio Saronni, presidente Amici della Cucina cremonese.

“TERRE ALTE” COMPIE 20 ANNI. IL VINO SIMBOLO DELL’AZIENDA LIVIO FELLUGA FESTEGGIATO A ROMA ALLA CITTÀ DEL GUSTO CON UNA VERTICALE DELLE ANNATE PIÙ SIGNIFICATIVE
Milano, 27 ottobre 2003 - “Terre Alte” nel Mondo: questo il leit motiv che ha fatto da filo conduttore alla festa organizzata al Gambero Rosso Città del Gusto di Roma per celebrare i 20 anni di “Terre Alte”, uno dei vini simbolo della prestigiosa azienda vitivinicola friulana Livio Felluga, da sempre segnalato per la sua eccezionalità dalle più autorevoli guide del settore e recentemente premiato con i 3 bicchieri Gambero Rosso Slow Food nonché con i 5 grappoli Ais. In occasione del ventennale Daniele Cernilli, Stefano Bonilli e Maurizio Fellufa hanno presentato una degustazione verticale di otto tra le migliori annate del “Terre Alte”, dal ’91 all’anteprima del 2002. Presenti all’avvenimento Vip,giornalisti, artisti, quali gli attori Ricky e Gian Marco Tognazzi, Simona Izzo, Andrea Pezzi, il sassofonista Amedeo Bianchi nonché il direttore del Tg5 Enrico Mentana accompagnato dalla moglie,Michela Rocca di Torrepadula. A fare gli onori di casa il patriarca Livio Felluga, fondatore dell’azienda oltre cinquant’anni fa e oggi, a 89 anni, mito e leggenda vivente dell’enologia friulana di qualità. Accompagnavano Livio la moglie Bruna e i figli Elda (presidente della Delegazione friulana del Movimento Turismo Vino), Maurizio, Andrea e Filippo. Alla verticale è seguita una vera e propria gioiosa festa, nel corso della quale il pregiato vino friulano è stato esaltato da un allestimento del wine bar della Città del Gusto assolutamente inedito ideato per l’occasione da Wine Art, grazie alla creatività di Andrea Pezzi, Filippo Polidori e Giorgio Meszely. Se un’intera parete del locale era stata rivestita di preziose bottiglie di “Terre Alte”, in un’atmosfera soft ma allegra e informale creata grazie a raffinati giochi di luci, forme e suoni, un’altra fungeva da maxischermo per una rutilante serie di immagini. Tradizione e innovazione: suggestivi scorci della terra friulana, dei vigneti, della cantina, ritratti dei Felluga sono stati abbinati ad immagini di paesi di tutto il mondo, da cui provenivano i piatti creati per l’occasione dal famoso chef napoletano Alfonso Montefusco,ideatore di Food Context, filosofia in cui lo spazio e il cibo si esaltano a vicenda . Montefusco si è ispirato che così, en place, alla grande versatilità del “Terre Alte” e ha preparato il “Menù dei Tre” dove lo stesso ingrediente è stato interpretato in tre differenti cotture e differenti tradizioni culinarie, esaltando l’armonia tra cucina mediterranea e forti influenze esotiche: ed ecco allora i sapori antichi d’Oriente, le avvolgenti sensazioni del Sud Pacifico, i decisi gusti sudamericani fusi con la più autentica cucina mediterranea . Ad esaltare l’atmosfera “internazionale” della serata, la musica del Visual Dj Joey Skye e del percissionista Antonio Testa. Fil rouge di questo giro attorno al mondo dei sapori è stato il “Terre Alte”, un vino che per la sua eleganza e struttura, grazie alle sue infinite sfumature, ben si adatta a cotture e culture culinarie anche molto differenti e distanti dalla nostra. Terre Alte è nato nel 1981 e da subito si è imposto all’attenzione degli esperti, tanto da essere considerato uno dei più prestigiosi vini bianchi italiani. L’armonico assemblaggio di uve Tocai friulano, Pinot bianco e Sauvignon, coltivate a Rosazzo, proprio negli storici vigneti delle “Terre Alte”, crea un vino elegante e ricco, dagli intensi profumi fruttati e floreali. E’ un vino di grande struttura che, con l’invecchiamento, acquisisce una evoluzione terziaria di notevole complessità. 

CAFFÈ MOTTA E IL "MATRIMONIO DEI SENSI"
Milano, 27 ottobre 2003 - Nell’ambito della manifestazione “Matrimonio dei Sensi” è stata presentata una marca di caffè, finora forse poco conosciuta a Milano anche se il nome evoca prodotti storicamente famosi . "Caffè Motta", nasce a Salerno e, dopo aver conquistato la fiducia e la fedeltà dei consumatori della Campania, si propone oggi al mercato italiano. La cornice scelta è quella de Il “Matrimonio dei Sensi”, manifestazione realizzata in collaborazione con l'Università dell'Immagine di Fabrizio Ferri, giunta alla quinta edizione. E Caffè Motta, la cui filosofia è "regalare un sogno" a chi ama il caffè, in questo contesto, da sempre caratterizzato dall'enfasi posta sull'approccio polisensoriale, presenta i suoi prodotti. E li presenta a quello che risulta essere il "nuovo consumatore", un consumatore decisamente più maturo, informato pioniere del gusto, alla ricerca dei sapori autentici contro I'omologazione del gusto provocata dalla diffusione dei marchi globali. Difatti, i grandi scenari di costume che si stanno delineando in questo nuovo millennio partono dall'affermazione di una nuova sensorialità che permette di cogliere la qualità su un piano che supera le barriere tra esperienza visiva, tattile, uditiva, in cui il raggiungimento di piaceri piccoli e profondi passa attraverso i sensi, soprattutto il gusto e l'olfatto, e si ricollega a radici ancestrali. Prevale cioè dunque l'attenzione nei confronti della dimensione fisico-sensoriale e il senso del gusto si conferma il principale veicolo di piacere "denso". In un momento in cui si dà più importanza alla qualità del vivere quotidiano, in cui i consumi hanno una forte valenza psicologica e gli aspetti legati agli status symbol sono in declino, acquistano rilievo gusti di nicchia centrati su elementi legati al rispetto e alla valorizzazione della singola personalità. E si riscopre anche l'esigenza di qualità minime ma essenziali, di gesti - come quello di preparare e bere un caffè - che recuperano la sacralità rituale della ripetizione quotidiana, di piaceri piccoli e profondi che siano in grado di dare senso all'esperienza personale. Ed è qui che Caffè Motta intende inserirsi, certo anche dell'importanza del territorio e della valorizzazione del talento dei luoghi -il "genius loci" dei romani - che ha visto vincere nell'alimentazione lo slow food e la ricerca dell'unicità di quei prodotti, che come Caffè Motta, “sanno regalare un sogno” www.Intercaf.it e-mail: info@intercaf.It "Il Caffè Motta regala un sogno a tutti coloro che amano la bevanda nera: il sogno di gustare un espresso eccellente nell'intimità della propria casa". Dichiara la baronessa Mastromartino, titolare dell'azienda. Nel 2001, la famiglia Mastromartino, raccogliendo l'eredità di un'attività più che trentennale nell'area del caffè tostato, decide di lanciarsi alla conquista delmercato nazionale, storicamente statico e ricchissimo di brand locali. Una sfida coraggiosa che il management sta affrontando con politiche di commercializzazione che ammiccano alla Gdo, con investimenti per il rinnovo degli impianti produttivi e con la creazione, sempre nel 2001, del marchio "Caffè Motta" e di un'attenta gamma di prodotti. L'attenzione nella scelta delle materie prime e nelle tecniche di produzione è alla base della filosofia aziendale; il segreto del "Caffè Motta" risiede nel connubio tra tradizione e modernità, i vecchi e sapienti metodi di lavorazione si fondono con le più moderne tecnologie di produzione: prodotti garantiti sin dalla terra d'origine, dalla lavorazione alla conservazione, per avere il meglio in tostatura, selezione dei chicchi, macinazione, miscela e aroma. L'offerta di Caffè Motta si basa su un rapporto qualità/prezzo altamente competitivo, su un aroma indimenticabile e un retrogusto unico. Per quest'azienda giovane, dinamica ed eclettica, le iniziative spaziano dalle attività promo-pubblicitarie nei diversi punti vendita della Gdo alla forte e impattante campagna pubblicitaria che, puntando su gente comune e non su grossi nomi come testimoniai - articolata su stampa, affissione, radio e televisione - intende rompere gli schemi della comunicazione classica del comparto caffè; dall'interessante operazione natalizia di co-marketing con "Battistero", che produrrà il dolce "Goccia di Caffè", la cui confezione conterrà un pacchetto di Caffè Motta Classico da gr.250, alla sponsorizzazione della trasmissione radiofonica "ll Caffè di Radio Capital" e alla telepromozione di Platinette a "Buona Domenica" su Canale 5, il 2, il 9 e il16 novembre tra le 19 e le 20. Due anticipazioni: Caffè Motta sarà fornitore ufficiale della Lazio e dell'Atalanta, quindi protagonista anche lui del Campionato all'Olimpico e allo Stadio di Bergamo; Caffè Motta è sponsor di Adisco -Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale, di cui è fondatore il Ministro Girolamo Sirchia -nella serata "Dalla Vita alla Vita", madrina Silvia Urso Falck, nell'ambito della mostra “Il Matrimonio dei Sensi”. Infolink: www.Intercaf.it   

"ARTE DA MANGIARE MANGIARE ARTE" FESTEGGIA CON IL "LEONARDO DA VINCI" I 50 ANNI DEL MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA "LEONARDO DA VINCI". PER TUTTO L’ANNO ARTE DA MANGIARE MANGIARE ARTE PRESENTERA’ 12 ARTISTI PER LEONARDO
Milano, 27 ottobre 2003 - Vi sono artisti, nel vasto campo delle creazioni figurative, che inquietano le già nostre disturbate consapevolezze. Ma sono diversi i sistemi e i procedimenti che stanno all’origine di questa comunicazione, di questo componimento, che spesso diventa anche disputa. Stefania Dameri ha scelto una volontà d’esposizione coinvolgente ma anche un poco misteriosa ed allusiva. I personaggi, le teste, i volti ritratti irradiano una voglia di complice segretezza. Ma di una cosa si è certi: non esprimono gioia, nemmeno una pur superficiale gaiezza o un’appagata soddisfazione. Sono, piuttosto, vogliosi di togliersi e toglierci la maschera, di denudarci e così di rispondere, in qualche modo, ai citati disturbi della nostra incerta età. Ed anche il linguaggio delle mani (quadri realizzati con espertissima tecnica) corrisponde ad un’esatta voglia di comunicare. Ma il quadro, l’opera, esige una netta risposta. Perciò pone il fruitore di fronte ad una serie di risposte che creano, a sua volta, una serie di interrogativi, di quesiti. Diverso invece il discorso degli oli dedicati ai paesaggi, dove esistono meno desolazione, meno interrogativi. Apparentemente. Poi invece ad una più attenta lettura risulta una mitigata contemplazione. Il mistero si stempera un poco, poi risorge, poi si stempera. Allora il dialogo con l’osservatore prende una piega diversa quasi da infinito leopardiano che, però, rimane un poco al di qua della siepe. Cerca, ma non riesce a superare la siepe. Ritorna il turbamento. Giuliana Geronazzo e Giacomo Filippini Marzo ? Aghim Muka Aprile ? Giovanni Canu Maggio ? Luca Rendina Giugno ? Stefano Soddu Luglio ? Adriana Chiari Agosto ? Maria Luisa Imperiali Settembre ? Daniele Oppi Ottobre ? Stefania Dameri Novembre ? Maria Micozzi Dicembre ? topylabrys Gennaio’04 ? Silvia Manazza e Lino Budano Febbraio. Infolink: www.Artedamangiare.com  - www.Museoscienza.org  

ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA AN EVENING WITH DAVE BRUBECK: 29 OTTOBRE 2003
Napoli, 27 ottobre 2003 – “An Evening With Dave Brubeck” - Dave Brubeck Quartet: Dave Brubeck piano Randy Jones batteria Michael Moore basso Bobby Militello alto sax e flauto Considerato uno dei più famosi pianisti jazz di tutti i tempi, Dave Brubeck ha dato vita a composizioni che rimarranno per sempre nella storia, come la celeberrima "Take Five" o “Blue Rondo” inspirando intere generazioni di musicisti e portando il jazz al grande successo popolare. Negli anni ’50 il Dave Brubeck Quartet con al sax l’indimenticabile Paul Desmond, creò un “sound” unico con cui riuscì ad identificare un’epoca. Si deve ad esso l’onda di popolarità del jazz tra i giovani e nelle università. Dave Brubeck ha suonato con Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Stan Getz e altre leggende dell’era bop. La sua esibizione, nel 1959, con la New York Philharmonic diretta da Leonard Bernstein è considerata una pietra miliare nella storia del jazz. Brubeck è’ stato uno dei primi musicisti ad avere la sua stella nell’ Hollywood Walk of Fame e la sua parabola artistica è lungi dall'essere in discesa: all'età di 83 anni continua i suoi tour mondiali, suonando nelle sale più prestigiose e regalando al pubblico delle performance di grande emozione, eleganza e virtuosismo. A Roma, Dave Brubeck torna in esclusiva per Santa Cecilia dopo quasi 20 anni di assenza, proponendo composizioni tratte dai suoi ultimi due progetti discografici, senza tralasciare alcuni dei suoi brani più famosi. Infolink: www.Santacecilia.it  

GRANDE SUCCESSO PER LA SERATA DI PRESENTAZIONE DELL’ORCHESTRA SINFONICA PROVINCIA DI AVELLINO “O.S.P.A.”
Avellino, 27 ottobre 2003 - Grande successo al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino per il Concerto inaugurale del 22 Ottobre dell’O.s.p.a., serata di beneficenza a favore dell’Associazione di Volontariato “Don Tonino Bello”. Numeroso il pubblico che ha ascoltato con incanto la voce della soprano Elena Pavlova e le note di Mozart e Beethoven eseguite dall’orchestra diretta dal maestro bulgaro Julian Kovatchev. La serata elegante e raffinata si è chiusa con un lungo applauso della platea. Durante l’intervallo è stato apprezzato anche l’intervento del Presidente della Provincia di Avellino Francesco Maselli insieme all’Assessore Rocco Manzo e la presentazione di Susanna Pascetti, Direttore dell’Ospa.

BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BUSTO GAROLFO E BUGUGGIATE PRESENTA GLI OCCHI DELL’ANIMA MOSTRA DI PITTURA DI ARTISTI CHE DIPINGONO CON IL PIEDE O CON LA BOCCA
Busto
Garolfo, 27 ottobre 2003 - Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate: uno sponsor per i più deboli. La banca sponsorizza una mostra itinerante di artisti che dipingono con le mani e con i piedi. Solo in Italia sono 5 milioni i disabili (compresi gli anziani non autosufficienti e le persone affette da malattie genetiche), un milione e mezzo dei quali in gravi condizioni. Alcuni hanno trovato la forza di reagire. Ognuno la propria: lavorando, leggendo, scrivendo e dipingendo. Così, per avvicinarsi a questo mondo e dare un fattivo sostegno a chi supera, con l’arte, il proprio handicap, il Circolo culturale ricreativo della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha voluto sponsorizzare una mostra itinerante che espone i lavori di artisti che dipingono con il piede e con la bocca. Organizzata dall’associazione internazionale artisti che dipingono con la bocca o con il piede, la mostra espone i lavori di Simona Atzori, che dipinge con i piedi perché priva degli arti superiori, Luca Bucchi, divenuto tetraplegico dopo un grave incidente in mare, Luigi Calloni, anch’egli senza braccia, Francesco Canale, che riesce a muoversi solo grazie all’ausilio di una carrozzina elettrica, Tranquillo Fregoni, che non possiede l’uso degli arti superiori, Lorena Guarise, che a causa di una encefalopatia ha perso l’uso degli arti, Natalina Marcantoni, che a causa di un vaccino antipolio ha perso l’uso delle gambe, Giulio Volpin, che dipinge con la bocca da quando aveva 15 anni, e Roberto Zomero, non è in grado di usare gli arti superiori e inferiori a causa di una tetraplesi spastica. Le oro opere sono di una bellezza rara. Gli artisti Simona Attori - nasce a Milano nel 1974, dove risiede. A 8 anni entra a far parte del Vdmfk, l’Associazione internazionale di artisti che dipingono con la bocca e con i piedi. Ha conseguito la laurea in Arti visive e in Lingue e Letterature straniere. Dice di sé: “ho fatto della mancanza degli arti superiori la mia ricchezza nella vita, in generale. Ho scoperto il mio modo per dipingere il tempo e lo spazio del mio mondo. I miei piedi mi permettono anche di esprimermi attraverso la danza”. Luca Bucchi - nasce a Roma nel 1966, dove risiede. Nel 1985, durante il servizio militare prestato nei paracadutisti della Folgore ha avuto un grave incidente in mare che lo ha reso tetraplegico, privandolo dell’uso delle gambe e delle mani. Si avvicina all’arte frequentando un amico pittore. Nel 1990 spedisce alcuni suoi lavori, dipinti con la bocca, alla commissione del Vdmfk e ottiene una borsa di studio dall’Associazione internazionale di artisti che dipingono con la bocca e con i piedi, grazie alla quale frequenta studi di pittori professionisti e si diploma Maestro d’arte. Luigi Calloni - nasce a Banditella (Livorno), dove risiede. Privo degli arti superiori sin dalla nascita, si diploma alla Scuola delle Belle Arti di Ardenza (Livorno) e al termine degli studi frequenta gli studi di Maestri labronici. Membro del Vdmfk, è autore di dipinti che sembrano prendere vita. Luigi Calloni è anche poeta e il suo nome è stato scritto nell’Albo d’oro dell’Accademia delle Scienze di Roma per una riflessione sul tema “La pace dei popoli” (anno 1980/81) con assegnazione della medaglia d’oro. Francesco Canale - nasce a Napoli nel 1989, vive a Ponzano Monferrato (Alessandria) e frequenta il terzo anno della media dell’obbligo. Non può camminare, ma sulla sua carrozzina elettronica ama viaggiare per conoscere il mondo, le persone e gli animali che lo popolano. Inizia a dipingere in tenerissima età e ha grande dimestichezza anche con la parola: nel 1998, con una favola vince il premio speciale al concorso letterario Il Giunco-città di Brugherio. Dice di sè: “sono felice di vivere perché sono molte le persone che mi vogliono bene e alle quali voglio bene”. Guido Chinello - nasce a Brugine (Padova) nel 1962 e risiede a Ponte San Nicolò (Pordenone). A causa di un incidente automobilistico, all’età di 20 anni diventa tetraplegico. L’amore per l’arte sboccia in seguito all’incontro con un amico pittore e inizia a dipingere come autodidatta. Quindi entra in contatto con la Vdmfk , da cui riceve una borsa di studio di cui gode ancora oggi. Di lui, Gabriella Niero ha scritto: “con sensibilità si inoltra nell’ambiente naturale, negli incontri quotidiani, per dar vita alle strutture essenziali del soggetto, al racconto sognante, agli impasti e agli accostamenti sui quali il pittore immette il romantico alito di vita”. Tranquillo Fregoni - nasce a Monza nel 1956 e, dopo aver frequentato regolarmente la scuola dell’obbligo, all’età di dieci anni, nel 1966, entra a far parte dell’Associazione internazionale di pittori che dipingono con la bocca e con i piedi. Dopo aver frequentato una scuola di pittura sotto la guida del Maestro e pittore Gino Meloni, si è iscritto ad un corso di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ottenendo lusinghieri risultati. Le sue nature morte sono un’esplosione di colori, da cui emerge la gioia di vivere, di esprimersi e di comunicare i sentimenti dell’anima attraverso l’arte. Lorena Guarise - nasce a Udine nel 1960 e risiede a Legnano. Ha frequentato la scuola dell’obbligo e ha perso l’uso degli arti a causa di una encefalopatia. Nel 1994, inizia, quasi per gioco, a dipingere con la bocca, perfezionandosi negli anni successivi con applicazione, costanza e grazie all’aiuto di un Maestro. Nel 2001 entra a far parte dell’Associazione internazionale di pittori che dipingono con la bocca o con i piedi e, tuttora, segue corsi di perfezionamento di pittura e disegno. Dice di sè: “attraverso i colori riesco a trasmettere il desiderio che ho di scoprire il mondo. Con essi fisso per sempre le emozioni che mi circondano il cuore”. Natalina Marcantoni - nasce a Buttapietra (Vr) nel 1961 e ora risiede a Verona. A causa di un vaccino antipolio ha contratto una malattia che la costringe a spostarsi su una carrozzina e dall’infanzia fino alla maggiore età ha trascorso la sua vita in vari istituti. Al termine della scuola dell’obbligo, ha seguito un corso triennale di pittura su ceramica ed è in seguito entrata a far parte della Vdmfk. Dice di sé: “spero che il mio futuro continui ad essere così pieno di soddisfazioni come lo è ora e che il mio amore per l’arte non venga mai meno”. Santina Portelli - nasce a Ragusa nel 1948 e risiede a Milano. Affetta da tetraplegia spastica, impara presto a dipingere con la bocca e inizia a studiare Storia dell’Arte nel capoluogo meneghino. All’età di 20 anni incontra Gianni Guidolini Santamaria e con lui inizia a sviluppare il suo percorso artistico. Dal 1966 è borsista dell’Associazione internazionale di pittori che dipingono con la bocca e con i piedi, nel 1985, al termine di un impegnativo ciclo di studi, ottiene la laurea in Psicologia all’università La Sapienza di Roma, con 110 e lode. Giulio Volpin - nasce a Padova nel 1966 e risiede a Polverara, dove inizia a dipingere a 15 anni, come autodidatta, tenendo il pennello con la bocca. Membro della Vdmfk sin dal 1983, predilige soggetti come nature morte e paesaggi e si è più volte imposto all’attenzione dei mass media per la particolarità della sua produzione artistica. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche, tanto in Italia come all’estero, dove ha partecipato a numerose mostre collettive. Roberto Zomero - nasce a Milano nel 1957, risiede a Agnadello (Crotone) ed è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Colpito dalla nascita da tetraparesi spastica, non è in grado di usare gli arti superiori e inferiori e dipinge con la bocca. Per lui parla un pensiero rubato a un suo scritto: “i sacrifici temprano l’animo e hanno fatto sì che traessi la forza di inserirmi in una vita normale, come tutti gli altri uomini. Anzi, di superare i valori medi, senza chiudermi nella rinuncia o nella ribellione, facendomi comprendere come si può giungere alla serenità”. Varese 25-26 ottobre 2003,sala Nicolini - via Nicolini apertura: 10-12,30 e 16,30-19,30. Busto Garolfo 1-2 e 8-9 novembre 2003 salone Don Besana - via Manzoni 50 apertura: 10-12,30 e 16,30-19,30 Ingresso Libero

IN ARRIVO LA "MAPPA DIGITALE" DEI MAESTRI DELL’ARTE FRIULANA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO NOVITÀ AL CONVEGNO "ARTISTI IN VIAGGIO 1450-1600.
Passariano, 27 ottobre 2003 - La grande arte friulana del Rinascimento, analizzata dagli esperti attraverso tecniche all’avanguardia, come l’utilizzo degli infrarossi e dei raggi X, s’appresta a rivelare aspetti inediti e interessanti sotto il profilo della ricostruzione storica. Lo ha annunciato il prof. Giovanni C.f. Villa dell’università di Bologna alla seconda giornata del convegno "Artisti in viaggio 1450-1600. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia" (Ii edizione), conclusosi sabato 25 ottobre nella Villa Manin di Passariano sotto l’egida e con l’organizzazine di "Itineraria", associazione delle guide turistiche del Friuli Venezia Giulia presieduta da Maria Paola Frattolin. Il progetto di ricerca coordinato da Giovanni C. F. Villa, che coinvolge gli storici dell’arte dell’ateneo bolognese, un gruppo di fisici dell’università di Milano e la Scuola Normale di Pisa, punta alla creazione di un archivio "pubblico", disponibile su Internet, contenente gli esiti delle indagini effettuate per mezzo degli infrarossi su una notevole mole di opere d’arte dei maestri del Medioevo e del Rinascimento, tra cui il friulano Pellegrino da San Daniele (1467-1547), "uno dei massimi rappresentanti del Rinascimento - ha detto Villa - della cui formazione si sa ancora poco". Lo studio è sostenuto dalla Soprintendenza regionale del Friuli Venezia Giulia, cui si deve il magistrale restauro della pala d’altare firmata dal Pellegrino per la Basilica d’Aquileia, dove l’opera sarà prossimamente ricollocata dopo un lavoro di recupero straordinario dal punto di vista metodologico, soprattutto per quanto riguarda la struttura lignea. La Soprintendenza ha affidato ai ricercatori il compito di fare luce sul percorso formativo dell’autore del celebre ciclo della chiesa sandanielese di San’antonio Abate (nota come " la Sistina del Friuli"), allargando, però, la ricerca agli artisti precedenti e coevi, come il padre Battista da Zagabria, il Bellunello, Gianfrancesco e Domenico da Tolmezzo, Giovanni Martini di Udine. "I risultati dell’indagine - ha anticipato Villa - saranno pubblicati nel corso nel prossimo anno in un corposo volume edito da Electa". Numerosi gli spunti di riflessione, le piste di ricerca e d’approfondimenti emersi nel corso del convegno organizzato da Paola Frattolin. Ospite d’onore il professor Wolfgang Wolters dell’università di Berlino, esperto di fama mondiale in materia di arte veneziana tra Medioevo e Rinascimento, che ha lanciato l’idea di organizzare a Udine un convegno internazionale per "approfondire, attraverso la conscenza degli elementi decorativi, i legami artistici e culturali che intercorrono tra il Friuli, Venezia e l’area del Centro Europa". Al tavolo dei relatori, moderati da Gianpaolo Carbonetto e da Mario Turello (I e Ii giornata), si sono alternati, oltre ai professori Wolters e Villa, il consigliere regionale Cristian Franzil (in rappresentanza dell’assessore alla Cultura Roberto Antonaz), il soprintendente di settore Giangiacomo Martines, il conservatore di Villa Manin Giancarlo Pedronetto, Linda Borean dell’università di Udine, Paolo Casadio ed Elisabetta Francescutti della Soprintendenza regionale, la storica Liliana Cargnelutti, i professori Giordana Trovabene e Sergio Marinelli dell’università di Venezia, Annalisa Bristot della Soprintendenza di Venezia. Interessante e insolita la fase la fase conclusiva della prima "tornata" del convegno, con la golosa cena di gala svoltasi nella Casa della Contadinanza di Udine con menù a tema sulle antiche ricette del Maestro Martino da Como (sec. Xv), cuoco del Patriatca di Aquilieia Ludovico Trevisan. All’iniziativa, ispirata al ciclo di convegni, organizzati dall’università di Udine e dall’Ersa, sotto il titolo "Il Friuli e le cucine della memoria", hanno partecipato l’assessore regionale alla Cultura Roberto Antonaz e signora, gli studiosi, gli addetti ai lavori e i giornalisti. In chiusura, nel pomeriggio di sabato, "Itineraria" ha offerto un itinerario alla scoperta dei luoghi di "Artisti in viaggio", con la visita ai tesori d’arte e storia racchiusi nella Casa secolare delle Zitelle di Udine e nell’abbazia di Rosazzo.  

GUIDO PAJETTA FRA PRIMO E SECONDO NOVECENTO
Monza, 27 ottobre 2003 - Una rilettura di alcuni dei più grandi artisti italiani del secolo scorso attraverso il filo rossa della pittura del Maestro monzese e del contesto in cui le sue opere si collocarono Al Serrone della Villa Reale di Monza, dal 26 ottobre 2003 al 6 gennaio 2004 la mostra antologica voluta dall’Amministrazione Comunale di Monza e dalla Fondazione Panizzuti L’amministrazione comunale di Monza in collaborazione con la Fondazione Panizzutti - alla presenza dell’Assessore alla Cultura del Comune di Monza, Annalisa Bemporad, di Enrico Crispolti, uno dei tre curatori della mostra e di Giorgio Pajetta, figlio del pittore scomparso - nella sede del Serrone della Villa Reale, sabato 25 ottobre, - con apertura ordinaria al pubblico dal 26 ottobre 2003 al 6 gennaio2004 – ha inaugurato una grande mostra antologica e storica dedicata al pittore monzese Guido Pajetta (Monza, 1898 - Milano, 1987) ed al Novecento Italiano. L’esposizione “Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento”, a cura di Paolo Biscottini, Enrico Crispolti, Antonello Negri, è presentata e concepita insieme come un percorso e come un variegato e completo spaccato del panorama della pittura italiana, in particolare lombarda, del secolo appena trascorso osservato attraverso l’avventura creativa di Pajetta. Il filo conduttore dell’esposizione è dunque costituito da un originale quanto interessante itinerario che procede, mediante una “lettura a raggio”, dalla vasta produzione di Pajetta a quella dei suoi contemporanei, siano essi nomi di primissimo piano - quali Sironi, Fontana, Lilloni - compagni d’accademia e d’avventura - come Ghiringhelli e Del Bon - o autori più distanti, come Cassinari e Birolli. In particolare, il percorso antologico della mostra muove dal 1915 - anno in cui Guido Pajetta si iscrive alla Regia Accademia di Brera insieme ad altri aspiranti pittori di significativo futuro - e attraversa quasi tutto il secolo fino alla scomparsa dell’artista, nel 1987, presentando il lavoro di Pajetta sempre teso alla sperimentazione e alla ricerca pittorica, insaziabile ed onnivoro di nuove forme espressive. Tutte, o quasi le correnti del Novecento, sono rappresentate nell'esposizione. Si parte dal Mario Sironi, fondatore di Novecento, qui presente con “Contadino” (1928) e “Nudo di donna” (1928). Con lui, altri autori: sia gli espositori della neonata galleria Il Milione di Milano l’Alberto Savinio di “ la Famille ” (1930), il Renato Paresce di “Composizione/paese marino” (1932), Mario Radice, e Gino Ghiringhelli -, sia coloro che parteciparono al Manifesto della pittura murale - Anselmo Bucci (“Ritratto della signora Rapuzzi Guelfa”, 1928; “Autoritratto”, 1931) e Contardo Barbieri (“Il racconto del legionario”, 1936). Lucio Fontana è rappresentato da alcune opere prespazialiste fra cui “Testa di ragazza” (1931) e “Battaglia” (1947), un pannello dipinto dalle rilevanti misure (155x225) mai esposto prima e costituito da 90 formelle di ceramica a rilievo, mentre il Chiarismo lombardo è tutto nel nudo “Il risveglio” di Umberto Lilloni e nel contemporaneo “Lo schermidore” (1934) di Angelo Del Bon. Si riparte, quindi, dall’Astrattismo di Virginio Ghiringhelli (“Composizione diagonale” del 1934) e di Mario Radice (“Composizione” del 1935) passando poi al Postcubismo rappresentato da “La vigna bianca” (1952) di Renato Birolli e dalla bellissima “Enrica in giallo” (1949) di Bruno Cassinari. Si giunge, poi, alle soglie dell’Espressionismo esistenziale interpretato da Gino Meloni e dal milanese Franco Rognoni, scomparso di recente, che alla curiosità per la corrente tedesca aggiunse di suo tutto ciò che riteneva internazionale della cultura pittorica milanese. In questo lungo itinerario attraverso le vicende maggiori dell’Arte italiana di buona parte del primo e secondo Novecento, la mostra documenta le comuni radici culturali della giovane leva di Brera a metà degli anni Dieci, ancorate alla pittura tardo-ottocentesca dei maestri Cesare Tallone e Ambrogio Alciati, quindi la loro successiva adesione ai modelli del Novecento Italiano, ed infine la diaspora verso forme ed esperienze pittoriche diverse, dal Chiarismo all’Arte Astratta. Con questi compagni e amici pittori, Pajetta si confronta dapprima liberamente nelle Sindacali lombarde e nazionali, e nelle Biennali dei primi anni Trenta. Ma da essi in seguito si stacca incrociando a Parigi, dal ’34 al ’38, le grandi lezioni dei protagonisti delle avanguardie europee, sviluppando una figurazione inquieta e briosa. Per raggiungere infine, dagli anni del secondo dopoguerra, l’autentica vena narrativa della piena maturità, nei termini di un espressionismo assai personale. Il particolare aspetto metodologico messo in atto dalla mostra consiste dunque in una lettura per niente celebrativa o verticistica dei risultati del lungo lavoro sviluppato da Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento; una lettura, quindi, fondata su un’analisi di confronto contestuale ed ambientale che dà conto anche di tutte le condizioni umane con le quali ha interagito la ricerca dell’artista. “Ho conosciuto Guido Pajetta nei primi anni Settanta - ha dichiarato Mons. Luigi Crivelli, Presidente della Fondazione Panizzuti oltre che Responsabile dell’Ufficio e Beni Culturali della Diocesi di Milano e Presidente della Fondazione S. Ambrogio Museo Diocesano di Milano - dopo che il pittore aveva appena trasferito casa e studio in un piccolo appartamento davanti alla basilica di San Simpliciano. A distanza di decenni le circostanze hanno fatto sì che io rappresentassi la Fondazione Panizzutti , nata grazie alla volontà di Gianna Panizzutti che con il gallerista Massimo Cassani ha sostenuto l’impegno artistico di questo autore. Pajetta - ha proseguito Mons. Crivelli - è un artista che, con padronanza assoluta dei mezzi espressivi e senza timore di contaminazioni e di prestiti letterari, attraversa un secolo di straordinaria vitalità percorso intensamente nella ricerca drammatica, perché senza approdo, di quel canto libero, innocente e tragico che aveva avvertito dapprima nella pittura di importanti maestri del passato e in seguito in tanti contemporanei di casa nostra ed europei”. Infolink: www.Guidopajetta.it

GALLERIA ARTELIER LA PITTURA DI CARO
Milano, 27 ottobre 2003 - Domenica 16 novembre prossimo, alle ore 18.00, presso la galleria aRtelier, inaugura la personale di Caro, artista siciliano che da molti anni vive a Milano. Diversi i temi iconografici che scandiscono la sua produzione mediante la sperimentazione di sempre nuove tecniche: il polimaterico, i gruppi, le donne, le pupattole, gli acquarelli, i patchwork, i gatti musicisti, le tecniche miste. Pittore solare e giocoso, sottile estimatore dell’universo femminile, ne coglie le peculiarità con ironia e ne rappresenta le diverse sfaccettature dell’anima mediante contrasti di colori che riescono a rivelare profonde intimità. La donna come centro dell’attenzione, come perno della ruota che aziona lo scopo dell’esistenza. “Il colore è la mia anima” afferma l’artista: il colore delle emozioni avvampanti, del brio, della gioia, dell’ironia. “…così Caro svolge il suo cammino di pittore, affascinato da un modo di vita che traspone in pennellate vibranti di colore, dense di materia ora raggrumata e graffiata, ora più pacata e distesa, ma sempre gravida di passionalità mediterranea, di emozioni profondamente sentite, di quel “caos” che rigurgita nell’intimo dell’uomo e che l’artista, come la madre terra, riesce a far sbocciare, con un atto d’amore, nella creazione della bellezza” (Angelora Brunella Di Risio) “…La sua è una pittura di grande interesse ed emozionalità che esce fuori dagli schemi, per quella forza di espressione che imprime ai soggetti che ritrae. Opere suggestive che ci coinvolgono, in una risoluzione estetica particolarmente determinata da ottime scelte formali” (Walter Venanzio) “…Caro ha cercato e trovato, in questi ultimi anni, una propria forma di espressione pittorica che è di stile neo-espressionista prettamente mediterraneo…questo è forse il successo di Caro che va ben oltre i numerosi premi e le numerose rassegne su cui sorvoliamo a beneficio di chi ci legge” (Romano Fattorelli) Inaugurazione 16 novembre 2003, ore 18.00  Tel. 02.29404645  

LAVORO E BENESSERE: UN EQUILIBRIO POSSIBILE
Milano, 27 oittobre 2003 - Martedì 28 ottobre ore 19.30 Libreria Egea di Via Bocconi, 8 Milano Come e se è possibile conciliare, nel terzo millennio, lavoro e benessere dell'individuo, è il tema di questo incontro, promosso da Ariele - Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. Ne discuteranno con il pubblico: Paolo Bruttini, imprenditore della formazione ed Emanuele Kettlitz, consulente aziendale e di change management.

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