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5  NOVEMBRE 2003

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ROMANO PRODI : L'EURO, LA STRATEGIA PER L'INNOVAZIONE DELL'UE E L'ALLARGAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA ALL' ECONOMIC CLUB OF NEW YORK

New York, 5 novembre 2003 – Di seguito la relazione di Romano Prodi tenuta il 3 novembre all’Economic Club of New York: “ Signore e Signori, Sono particolarmente felice di rivolgermi a questa platea di eminenti operatori del mondo finanziario ed imprenditoriale. Questa sera voglio soffermarmi sull'economia. Non soltanto perché la materia vi sta - e mi sta - particolarmente a cuore, ma anche perché, come forse saprete, sono stato professore di economia industriale per 25 anni prima di diventare presidente del Consiglio italiano e più tardi presidente della Commissione europea. Quindi, in un certo senso, parlare di economia mi riporta indietro negli anni. In questa occasione, desidero concentrarmi su tre argomenti che hanno avuto e continueranno ad avere grande impatto sull'economia dell'Ue, sul futuro delle relazione transatlantiche ed anche sulla nostra vita professionale: l'euro, la strategia dell'Ue per l'innovazione nel prossimo decennio e l'imminente allargamento dell'Unione europea a 10 nuovi Stati membri. L'euro Una moneta unica è stata da lungo tempo il sogno di molti Europei -- un sogno cominciato oltre 50 anni fa, al termine della guerra che ebbe inizio in Europa, si diffuse in tutto il mondo e lasciò il nostro continente in uno stato di devastazione. Dalle follie del nazionalismo e del protezionismo che avevano condotto alla guerra si fece strada una nuova determinazione. Gli statisti europei decisero di assicurare il progresso economico e sociale dei loro paesi eliminando le barriere che dividevano il continente. La stessa determinazione di coordinare gli sforzi degli Stati membri nella ricostruzione delle loro economie e delle loro società -- anche grazie al Piano Marshall -- ha portato infine all'istituzione della Comunità europea nel 1958. L 'ideale ispiratore era semplice, quanto potente: “pace attraverso la prosperità”. Gli Europei erano fortemente convinti che la prosperità potesse realizzarsi tramite gli scambi tra gli Stati membri. Tuttavia, l'eliminazione delle barriere al commercio non è mai stata considerata una condizione sufficiente per incrementare gli scambi e creare un autentico mercato comune in Europa. Molti hanno sempre ritenuto che anche la stabilità dei tassi di cambio fosse un requisito importante per l'espansione commerciale. Dal 1944 i tassi di cambio erano rimasti piuttosto stabili in Europa ed in altre parti del mondo grazie agli accordi di Bretton Woods. Assieme alla liberalizzazione del commercio, tale situazione ha permesso una rapida espansione del commercio in Europa ed altrove. Fintantoché il sistema di Bretton Woods ha funzionato bene, non si è avvertita la necessità dell'unificazione monetaria in Europa. Tuttavia, alla fine degli anni '60, quando il sistema di Bretton Woods cominciò a mostrare le prime crepe, l'idea dell'unione monetaria si rifece strada in Europa. Nel 1971, il sistema sorto dalla conferenza di Bretton Woods crollò e, nel 1978, i governi della Ce convenirono di istituire un sistema monetario europeo allo scopo di instaurare una “zona di stabilità monetaria”. In effetti, il Sistema monetario europeo era una specie di sistema di Bretton Woods in scala minore. Il tasso di cambio del franco francese, della lira italiana e di altre valute europee partecipanti al sistema fu fissato essenzialmente in rapporto al marco tedesco, che fluttuava nei confronti del dollaro Usa, dello yen e di altre monete mondiali. Tale sistema funzionò a meraviglia per quasi tutti gli anni '80, nonostante alcuni gravi periodi di crisi dell'economia europea. Ad ogni modo, quando i diversi mercati nazionali dei beni, dei servizi, dei capitali e della manodopera cominciarono ad integrarsi nel mercato unico nel 1986, il Sistema monetario europeo divenne insostenibile. Infatti, come molti economisti capirono ben presto, l'Europa non poteva avere, allo stesso tempo, tassi di cambio stabili, la libera circolazione dei capitali e politiche monetarie indipendenti. Con la stretta integrazione dei mercati europei dei beni e dei servizi e la piena liberalizzazione dei movimenti dei capitali, non era semplicemente più possibile accettare ampie fluttuazioni dei tassi di cambio. Mantenere la libera circolazione dei capitali richiedeva pertanto una politica monetaria comune. In termini semplici: un mercato unico europeo richiedeva una moneta unica europea stabile. Il programma che avrebbe permesso all'Europa di arrivare ad una moneta unica europea -- il nome “euro” fu deciso soltanto nel dicembre 1995 -- fu tracciato dal trattato di Maastricht del 1992. Tale tracciato era inteso a garantire stabilità di prezzi e finanze pubbliche sane in tutti i paesi dell'Unione che partecipavano all'euro. Dall'entrata in vigore del trattato di Maastricht, la stabilità dei prezzi è costantemente migliorata ed i livelli di inflazione e dei tassi d'interesse sono ora giunti ai minimi storici. Anche le finanze pubbliche hanno registrato considerevoli progressi e la “cultura della stabilità fiscale” è diventata una componente intrinseca dell'economia dell'Ue. Il 1° gennaio 1999, 11 paesi dell'Ue hanno fissato permanentemente i loro tassi di cambio bilaterali e l'euro è diventato la moneta ufficiale di tali paesi. Il 1º gennaio 2002 il sogno è diventato finalmente realtà e le monete e le banconote in euro sono entrate nelle tasche di 300 milioni di Europei residenti in dodici diversi paesi dell'Ue. In un paio d'anni soltanto, l'euro si è imposto sui mercati finanziari mondiali come la seconda moneta più importante dopo il dollaro statunitense. A seguito dell'introduzione della moneta unica, si è registrata una crescita vertiginosa delle emissioni di obbligazioni e di effetti denominati in euro. Alla fine del 1998, le obbligazioni e gli effetti denominati nelle valute esistenti prima dell'euro rappresentavano appena il 28% delle emissioni a livello mondiale, rispetto a una percentuale di obbligazioni ed effetti denominati in dollari statunitensi pari al 45%. Verso la metà del 2003, il divario tra il dollaro e l'euro in questo settore era diventato relativamente modesto: la quota delle emissione in dollari era scesa al 43% mentre la percentuale rappresentata dall'euro era salita al 41%. Sviluppi persino più spettacolari si sono registrati sul mercato monetario. Alla fine del 1998, gli strumenti del mercato monetario denominati nelle valute esistenti prima dell'euro rappresentavano appena il 17% delle emissioni a livello mondiale, rispetto a una percentuale del 58% per gli strumenti denominati in dollari statunitensi. Entro la metà del 2003, la percentuale di emissioni in dollari era scesa al 30%, mentre la quota di emissioni in euro era salita al 46%. Nel complesso, quindi, si è osservato un incremento straordinario delle emissioni obbligazionarie denominate in euro in un lasso di tempo molto breve. La stessa fiducia nell'euro è anche riscontrabile nel settore pubblico, e l'euro viene già ampiamente utilizzato come valuta di ancoraggio o di riferimento dei regimi di cambio dei paesi che non fanno parte dell'Unione europea. Più di 50 paesi dispongono di un regime di cambio con un riferimento all'euro, talvolta in associazione con altre valute di riserva. I regimi adottati dai paesi terzi, situati principalmente in Europa ed in Africa, variano dai cosiddetti currency board ai regimi di fluttuazione gestita. I principali fattori che motivano la scelta dell'euro come valuta di ancoraggio o di riferimento da parte di paesi terzi sono gli ampi legami commerciali e finanziari con l'area economica dell'euro. In qualità di valuta di riserva, l'euro rappresentava nel 2002 quasi il 15% delle riserve mondiali ufficiali. È evidente che la moneta unica ricopre tuttora un ruolo secondario rispetto al dollaro statunitense, la cui percentuale nello stesso periodo era pari al 65%. Il fatto che la stessa Banca centrale europea detenga ampi quantitativi di dollari contribuisce al ruolo dominante della moneta statunitense quale valuta ufficiale di riserva. Personalmente, mi sembra piuttosto chiaro che il sostenuto rafforzamento dell'euro negli ultimi 18 mesi è il riflesso, tra l'altro, della fiducia che gli operatori privati e pubblici pongono nella moneta europea. Crescita, riforme economiche e strategia dell'Ue per l'innovazione Benché l'Europa goda attualmente di un'invidiabile stabilità grazie all'euro, esistono settori in cui l'Unione non ha compiuto progressi in misura corrispondente al successo dell'euro. Il principale di tali settori è quello della crescita economica. L'europa non può essere soddisfatta della crescita che ha registrato negli ultimi anni e deve incrementare la sua crescita potenziale negli anni a venire. La convergenza del reddito pro capite rispetto agli Stati Uniti si è fermata nel 1970. Da allora, il livello del reddito pro capite nell'Ue si è attestato al 70% circa di quello statunitense. Nella prima metà degli anni '90, la ristrutturazione ha portato ad una pesante perdita di posti di lavoro e ad un forte incremento di produttività nonostante una modesta crescita generale. Nella reazione innescatasi nella seconda metà del decennio il forte aumento dell'occupazione è stato conseguito a detrimento della maggiore produttività del lavoro. Nel frattempo, sull'onda di una riuscita transizione verso l'economia basata sulle conoscenze, gli Stati Uniti hanno registrato negli anni '90 un tasso di crescita superiore ai precedenti due decenni. L'offerta di manodopera negli Usa è aumentata considerevolmente sia per ragioni demografiche sia grazie a più elevati tassi di partecipazione. Ma la crescita degli Usa è stata anche stimolata da un forte aumento della produttività del lavoro. Per la prima volta in 30 anni, la crescita statunitense sotto quest'aspetto ha sorpassato quella dell'Ue, una performance straordinaria per un paese che si trova al limite più avanzato della frontiera delle possibilità di produzione. Avverto nella bassa crescita economica dell'Ue il sintomo di un malessere economico ed il segnale della necessità di riforme strutturali. In occasione del Consiglio europeo di primavera del marzo 2000 i capi di Stato e di governo dell'Ue hanno stabilito un obiettivo per l'Europa: incrementare la competitività ed il dinamismo economico con l'integrazione delle conoscenze e dell'innovazione, pur assicurando la sostenibilità ambientale e sociale a lungo termine. Tale obiettivo richiedeva di sostenere il quadro macroeconomico dell'Ue con una strategia coordinata di riforme micro-economiche e sociali e con un monitoraggio regolare della loro effettiva attuazione. La finalità della citata strategia di riforme micro-economiche e sociali consiste nel migliorare il funzionamento dei mercati -- di tutti mercati -- incrementando in tal modo la flessibilità dell'economia della zona dell'euro e aumentandone, di conseguenza, il potenziale di crescita e riducendo la disoccupazione strutturale. Dopo tre anni di crescita deludente, l'economia dell'Ue mostra ora segnali di recupero. Confidiamo che tale tendenza sarà confermata nel 2004 e nel 2005, anno in cui ci auguriamo che l'Ue sarà nuovamente in grado di conseguire pienamente il suo potenziale di crescita economica. I progressi nelle riforme strutturali rientrano tra i principali fattori che sostengono tale prospettiva positiva. La strategia dell'Unione per l'innovazione - il secondo tema del mio intervento di oggi - è una componente essenziale della strategia per le riforme strutturali. La strategia dell'innovazione dell'Ue comprende un'ampia gamma di misure. Mi soffermerò dapprima sul lato dell'offerta di innovazione -- la creazione di conoscenza -- per passare successivamente al lato della domanda di innovazione -- la commerciabilità di prodotti innovativi. Creare conoscenza significa investire in primo luogo sul capitale umano. La conoscenza è la chiave dell'innovazione. L'europa investe attualmente nella ricerca e sviluppo meno degli Stati Uniti. Nel 1999, gli Usa hanno destinato complessivamente alla R&s il 2,6% del Pil nazionale, tasso superiore di oltre un terzo alle spese sostenute dall'Ue nello stesso settore. Negli Stati Uniti il settore pubblico ha contribuito per un quinto dell'aumento delle spese di R&s tra il 1996 ed il 2000. In Europa, i bilanci destinati alla ricerca pubblica sono diminuiti. Per questo motivo i capi di Stato e di governo dell'Ue si sono prefissati l'obiettivo di aumentare gli investimenti europei per la R &s, portandoli entro il 2010 al 3% del Pil, e due terzi dei quali dovrebbero provenire dal settore privato. Lo sviluppo di nuove idee e la ricerca di frontiera traggono il massimo vantaggio dalla concentrazione delle attività di ricerca. Tutti noi beneficeremmo di una situazione in cui i molti scienziati di prim'ordine che lavorano nell'Unione potessero condurre le loro ricerche in “centri di eccellenza” europei. Attualmente, l'assegnazione dei fondi pubblici nazionali per le scienze è tuttora in gran parte determinata dai confini nazionali. Dobbiamo instaurare un autentico spazio europeo della ricerca. Ma possiamo fare anche di più. Potremmo immaginare di istituire una “Agenzia europea per la ricerca”. Un buon esempio in proposito ci viene dalla National Science Foundation degli Usa. Le istituzioni dell'Ue possono e debbono fare la loro parte per mobilitare le risorse finanziarie disponibili allo scopo di promuovere la crescita e l'innovazione. Ciò può avvenire sia attraverso il bilancio centrale dell'Ue sia attraverso prestiti gestiti dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). Alla Commissione, abbiamo avviato un dibattito sul futuro quadro finanziario del bilancio centrale dell'Ue. A nostro avviso il bilancio dell'Ue deve rispecchiare meglio le sue priorità -- ad esempio investire di più nella R&s e nell'istruzione -- che i capi di Stato e di governo dell'Ue si sono impegnati a realizzare. La Commissione ritiene inoltre che l'affluenza di risparmi ed il top rating dei prestiti Bei dovrebbero essere utilizzati meglio per assicurare la redditività finanziaria degli investimenti orizzontali a lungo termine. In effetti la Bei ha concesso considerevoli prestiti negli ultimi anni a favore delle attività di istruzione e di formazione. Ma tutto questo non è ancora abbastanza. Dobbiamo assicurarci che le imprese europee siano disposte a cogliere le opportunità offerte da una manodopera qualificata. Dobbiamo assicurare che gli imprenditori siano disposti a trasformare la creatività dei ricercatori in eccellenti opportunità di investimento -- cioè in prodotti innovativi e commerciabili. In sintesi, dobbiamo assicurarci che ci sia una domanda di innovazione e che il mercato riceva i giusti incentivi per fornire il finanziamento necessario all'innovazione. Soltanto così la crescita di produttività si tradurrà in crescita occupazionale. Vorrei ora illustrare alcuni esempi delle nostre politiche relative al lato della domanda di idee innovative. In primo luogo, il settore del capitale di rischio nell'Unione sta crescendo. Il divario con gli Stati Uniti sotto questo aspetto è tuttora ampio, ma sta diminuendo. In Europa gli investimenti in capitale di rischio nel 2002 sono stati pari allo 0,1% del Pil, percentuale che negli Usa era pari al doppio, ossia dello 0,2%. Tre anni prima, tuttavia, negli Usa la quota di capitale di rischio rispetto al Pil era quattro volte superiore alla quota europea. Nell'unione europea possiamo sostenere il settore del capitale di rischio con alcune misure legislative. Ad esempio, i capi di Stato e di governo hanno invitato la Commissione ad analizzare gli ostacoli che impediscono ai fondi pensione di investire nel mercato del capitale di rischio. In secondo luogo, gli investitori privati in imprese non quotate sono disposti a fornire più capitali se dispongono di buone opportunità di “uscita”. Come saprete, i mercati borsistici europei destinati alle imprese a forte espansione sono più piccoli (e più giovani) della controparte Usa, ma spero che a seguito della riorganizzazione di alcune borse europee i valori mobiliari quotati in borsa diverranno uno strumento accettato ed affidabile per finanziare le imprese emergenti in Europa. Inoltre, l'Ue ha aggiornato e unificato le sue norme sui prospetti. Ciò faciliterà l'uscita del capitale di rischio. L'approvazione da parte di una singola autorità di regolamentazione in un unico Stato membro sarà ora sufficiente ad immettere valori sul mercato a dimensione europea. Abbiamo denominato tali obblighi iniziali di informazione il “passaporto unico per gli emittenti”. Terzo, la distribuzione operata dal mercato dei fondi ai progetti ad alta crescita non avviene, naturalmente, soltanto attraverso il capitale di rischio e le Ipo (Offerte pubbliche iniziali). I mercati finanziari che funzionano correttamente convogliano in genere i fondi verso il loro uso più produttivo e sono pertanto fondamentali ai fini della nostra performance di crescita economica. Superare la frammentazione del mercato dei capitali in Europa rimane una priorità al fine di diminuire il costo del capitale per le imprese europee. Un recente studio condotto per la Commissione europea ha calcolato che, nel lungo periodo, un mercato europeo integrato dei capitali potrebbe innalzare dell'1,1% il livello del Pil nell'Ue. Ma l'integrazione dei mercati dei capitali costituisce un enorme compito legislativo e regolamentare. Gli Stati Uniti sono formati da 50 Stati, ciascuno dei quali ha competenza ad adottare le leggi sui valori mobiliari e sulle società. Ma tali Stati hanno tutti la medesima tradizione giuridica e le leggi sono scritte nella stessa lingua. In Europa abbiamo 15 diversi ordinamenti giuridici e undici lingue -- che diverranno ben presto 25 sistemi giuridici in 20 lingue -- e le nostre tradizioni giuridiche sono molto diverse. Naturalmente, tutto ciò si riflette nei diversi sistemi finanziari dell'Europa. La strategia della Commissione non può consistere nella piena unificazione dell'ambiente giuridico e regolamentare dei mercati finanziari in Europa. Piuttosto, essa mira a promuovere la concorrenza al di là dei confini nazionali, consentendo agli investitori di effettuare scelte consapevoli e offrendo loro al contempo protezione dagli abusi. Ciò aumenterà l'ammontare dei fondi che il mercato potrà assegnare alle opportunità di investimento. E consentirà inoltre ai prezzi di mercato di convogliare tali fondi verso i progetti più produttivi. Abbiamo stabilito norme comuni sulla divulgazione e sugli abusi di mercato e stiamo lavorando in materia di compensazione e regolamento, di governo societario e di controllo dei conti. Inoltre abbiamo adottato lo statuto della società europea che offre alle imprese un'alternativa alle disposizioni nazionali. Nel 2005, adotteremo i principi Ias -- International Accounting Standard. Stiamo altresì lavorando alla legislazione intesa ad agevolare le riorganizzazioni transfrontaliere. Naturalmente, per ridurre al minimo le frizioni transatlantiche siamo impegnati in un dialogo in materia regolamentare con gli Usa. Il quarto esempio della strategia per l'innovazione che vorrei illustrare riguarda le opportunità di mercato dell'innovazione. A questo proposito, le applicazioni basate sul brevetto costituiscono la più importante voce di costo. Da decenni esiste in Europa un Ufficio europeo dei brevetti, con sede a Monaco, ma in tutti questi anni non è stato rilasciato nemmeno un brevetto! Un'impresa che presentava domanda di brevetto all'Ufficio europeo dei brevetti poteva decidere se far valere tale documento in altri Stati europei. Ma per poter beneficiare di tale opzione il brevetto doveva essere tradotto integralmente. Ed in caso di controversia, la causa era di competenza dei giudici nazionali. Per questo motivo, molte imprese non hanno optato per un brevetto valido in tutti i paesi. Quest'anno, i capi di Stato e di governo si sono accordati su un brevetto unico. Esso sarà rilasciato dall'Ufficio europeo dei brevetti e un'eventuale controversia sarà risolta dinanzi ad un collegio giudicante. Il certificato di brevetto sarà tradotto soltanto in parte. Stimiamo che tali adeguamenti ridurranno del 50% il costo di una domanda di brevetto. La mia ultima osservazione potrebbe sembrare ovvia al pubblico statunitense, ma non a quello dell'Ue. La competitività è conseguenza di una concorrenza a livello dell'Unione. Quando un prodotto è commercializzato, il primo test di mercato per le imprese europee è il mercato unico a livello dell'Unione. In quel momento, si potrà verificare se le imprese sono in grado di sostenere una concorrenza mondiale. Siamo pertanto fermamente impegnati ad eliminare le rimanenti barriere al mercato unico. Ciò è determinante se vogliamo aumentare il nostro tasso di crescita potenziale ed aumentare i livelli occupazionali dell'Unione. Per questo motivo sono molto importanti le dinamiche generate da un mercato unico composto da 25 paesi. L'allargamento dell'Unione europea Una Unione europea a 25 Stati membri è infatti l'ultimo tema che vorrei affrontare stasera. Il 1º maggio 2004 -- fra meno di sei mesi -- otto paesi dell'Europa orientale e due paesi mediterranei diventeranno membri a tutti gli effetti dell'Unione europea. Si tratta certamente di un avvenimento della massima rilevanza politica, che segna la riunificazione dell'Europa dopo 50 anni di divisione. Ma ho detto che stasera mi sarei attenuto al tema economico. Infatti parlerò dell'economia in relazione all'allargamento dell'Unione europea. In termini economici, l'allargamento significa l'integrazione di due zone che presentano un ampio divario di reddito e di produttività. Gli Stati membri di prossima adesione presentano una distribuzione interna del reddito relativamente simile -- se non ancora più egualitaria -- a quella dei 15 Stati membri attuali. Ma il loro livello di reddito medio è sensibilmente inferiore a quello degli Stati attuali. I nuovi Stati membri rappresentano il 20% della popolazione degli attuali 15 Stati membri, ma soltanto il 5% del loro Pil. Ciò significa che con l'allargamento le disparità tra i paesi aumenteranno di oltre il 20% -- due volte tanto l'aumento di disparità che si ebbe a seguito dell'adesione di Spagna, Portogallo e Grecia negli anni ' 80. In questo contesto, come fa l'economista che deve valutare opzioni contrapposte, non posso astenermi dall'affermare che l'allargamento rappresenta allo stesso tempo una formidabile sfida ed una opportunità economica senza precedenti. L'enorme sfida consiste nel gestire un mercato unico paneuropeo composto da 25 o più Stati membri e nel far fronte alle acuite disparità che si registreranno all'interno dell'Unione. Per funzionare correttamente, il mercato unico ha bisogno di un insieme di norme e politiche comuni in certo numero di settori. Infatti, uno dei criteri di adesione all'Unione europea è che i nuovi Stati membri adottino e siano in grado di attuare l'intero corpus della normativa comunitaria. Naturalmente tale compito ha comportato un formidabile onere amministrativo per i nuovi Stati membri e la sfida reale si avvertirà pienamente quando l'acquis comunitario sarà pienamente applicabile, ovvero immediatamente all'atto dell'adesione. Ad ogni modo, per quanto grande sia il compito di dare piena attuazione al diritto comunitario, sarà fondamentale che l'integrazione dei nuovi Stati membri nel mercato unico avvenga senza scosse. Essa rassicurerà gli investitori ed i consumatori sul fatto che, anche nell'Unione allargata, potranno fare affidamento, fin dall'inizio, sullo stesso insieme di norme certe e sperimentate. A seguito dell'allargamento, per la prima volta nella storia l'Unione europea presenterà un divario complessivo leggermente maggiore di quello esistente tra gli Stati degli Usa. Promuovere la crescita nei nuovi Stati membri e ridurre, nel tempo, le disparità rappresenterà un compito straordinario e impegnativo per l'Europa. Ma la storia dell'integrazione europea contiene molti esempi di straordinaria convergenza economica. L'italia degli anni '60 e '70, la Spagna e soprattutto l'Irlanda gli anni '90 hanno attraversato un periodo di crescita sostenuta derivante da una combinazione delle forze di mercato e di riforme istituzionali nazionali ed europee. Dall'altro lato, l'opportunità consiste nell'instaurazione di un ampio spazio economico che comprende circa 500 milioni di consumatori. Una volta realizzato l'idoneo quadro giuridico, le opportunità industriali e commerciali derivanti dal mercato unico di circa 500 milioni di persone saranno immense. Soprattutto se sapranno realizzare gli obiettivi d'istruzione e di innovazione che ho poc'anzi illustrato, gli Stati membri presenti e futuri disporranno delle risorse umane e materiali per trarre il massimo beneficio dalle nuove opportunità. Sono convinto, quindi, che l'imminente allargamento produrrà sostanziali vantaggi macroeconomici in tutta l'Europa. I nuovi Stati membri rappresentano soltanto il 5% del Pil degli attuali 15 membri, ma il loro tasso di crescita economica annuale è doppio rispetto a quello degli attuali Stati membri dell'Ue. Non sorprende che la maggior parte degli studi economici preveda che la differenza di dimensioni e dinamismo tra le due regioni comporterà vantaggi macroeconomici maggiori nei nuovi Stati membri che negli attuali. Le stime indicano una ripercussione positiva di circa 5-8 punti percentuali del Pil per i nuovi Stati dell'Ue, e poco meno di un punto percentuale del Pil per l'insieme degli attuali Stati membri dell'Ue. Tuttavia, tali stime partono dal presupposto che le attuali politiche rimarranno costanti. L'allargamento avrà altri -- possibilmente anche più importanti -- effetti micro-economici. Mercati più estesi offriranno ai consumatori maggiori possibilità di scelta e renderanno l'attività di R&s più vantaggiosa. L'allargamento fungerà pertanto da catalizzatore della concorrenza sia tra i consumatori che tra i produttori nella maggior parte dei mercati europei. Una maggiore concorrenza potrebbe apportare lo stimolo necessario alle riforme economiche e promuovere il cambiamento, comportando in ultima analisi una migliore distribuzione delle risorse e quindi una maggiore crescita. Inoltre, l'incremento di investimenti e di produttività derivante dall'allargamento potrebbe portare alla creazione di una organizzazione industriale efficiente a livello dell'intera Europa, alcuni esempi della quale sono già visibili. L'allargamento non soltanto contribuirà a migliorare la distribuzione delle risorse, ma ridurrà anche i rischi e le incertezze. Gli insegnamenti che traiamo dai mercati finanziari sono particolarmente eloquenti. In primo luogo, negli ultimi dieci anni i nuovi Stati membri hanno registrato un costante miglioramento delle loro valutazioni dell'affidabilità creditizia man mano che la prospettiva dell'adesione si avvicinava. In secondo luogo, i nuovi Stati membri e gli altri paesi candidati (Bulgaria e Romania) godono di un “premio di adesione”, giacché le loro obbligazioni si negoziano con spread più ridotti rispetto a paesi con pari rating di altre parti del mondo. Terzo, questo “premio di adesione” è maggiore per i paesi con un'affidabilità creditizia inferiore. Ciò significa, evidentemente, che gli investitori nutrono maggiore fiducia nelle prospettive istituzionali e commerciali di tali paesi a motivo della loro futura adesione. Vorrei fermarmi qui per lasciare tempo alla discussione. Dopo la Ii Guerra mondiale il nostro obiettivo era di assicurare la pace attraverso la prosperità e l'integrazione economica. E ci siamo riusciti. Ci siamo impegnati ad istituire un mercato unico a livello dell'Ue per i beni, i capitali, i servizi e le persone. Questo processo non è ancora del tutto completato, ma si trova in fase avanzata. La moneta unica doveva assicurare stabilità al mercato unico e contemporaneamente rappresentare un progetto politico a sé stante. L'introduzione dell'euro è pienamente riuscita ed ha portato stabilità economica all'Europa. Ma abbiamo ancora del lavoro da fare per rilanciare la crescita. Questa sera ho tracciato due elementi chiave in tal senso: la nostra strategia dell'innovazione è l'allargamento dell'Ue nel maggio prossimo. Il processo di riforma e di allargamento dell'Unione europea creerà senza dubbio nuove opportunità di investimento. Un'europa più dinamica sarà quindi un vantaggio per tutti -- su entrambe le sponde dell'Atlantico”.

LA FINLANDIA SUPERA GLI USA E DIVENTA L'ECONOMIA PIÙ COMPETITIVA AL MONDO
Bruxelles, 5 novembre 2003 - Secondo l'ultima relazione sulla competitività globale, pubblicata dal Forum economico mondiale, l'economia della Finlandia è la più competitiva al mondo. La relazione del 2003 stila una classifica dei 102 paesi che producono complessivamente il 97,8 per cento del Pil mondiale, suddividendoli in due categorie distinte. Un "indice di competitività della crescita" valuta il potenziale di un paese per il raggiungimento di una crescita economica sostenuta a medio e lungo termine, mentre un "indice di competitività aziendale" analizza il livello di performance che caratterizza la competitività delle aziende di un determinato paese e la qualità dell'ambiente imprenditoriale in cui si trovano ad operare. La Finlandia si è classificata al primo posto in entrambi gli indici, presentandosi come l'economia nazionale più competitiva al mondo. Se si considera solo l'indice di crescita, sei dei primi dieci paesi sono europei: si tratta di tre Stati membri dell'Ue e tre dell'Associazione europea di libero scambio (Efta). Per l'indice delle imprese, solo Singapore e gli Stati Uniti hanno impedito che le nazioni europee occupassero i primi dieci posti della classifica. Per alcune nazioni avanzate, è soprattutto la valutazione della competitività aziendale a destare preoccupazioni. L'austria e il Regno Unito hanno perso diverse posizioni rispetto al 2002 e, benché la Germania sia scesa di una sola posizione nella classifica, la relazione conclude che "la qualità dell'ambiente imprenditoriale [tedesco] è pericolosamente diminuita". La relazione sulla competitività globale, che si basa sui contributi di imprenditori e dirigenti delle principali aziende di ogni paese, è stilata dal Forum economico mondiale, in collaborazione con 104 istituti partner in tutto il mondo, specialmente istituti di ricerca o università a livello nazionale.

I SINDACATI EUROPEI CHIEDONO DI VIETARE LA TECNOLOGIA DELLO SCREENING GENETICO SUL LUOGO DI LAVORO
Bruxelles, 5 novembre 2003 - La Confederazione europea dei sindacati (Ces) ha chiesto di vietare i test genetici sul luogo di lavoro. La procedura, che è stata già messa al bando da Austria, Belgio e Finlandia, comporta l'utilizzo di test scientifici per ottenere informazioni su alcuni aspetti dello stato genetico personale, che segnalano la presenza di problemi medici attuali o futuri. I sostenitori della procedura affermano che identificare i soggetti con un maggiore rischio sanitario significa proteggere il personale. La Ces ribadisce l'ammonimento espresso dal Gruppo europeo di etica delle scienze e delle nuove tecnologie in un parere pubblicato nel luglio 2003. "[L'] impiego dello screening genetico nel contesto delle analisi mediche [...] non è accettabile dal punto di vista etico. I datori di lavoro possono richiedere esami medici per adempiere i diritti e i doveri legittimi di tutela della salute e di valutazione delle capacità, senza tuttavia ricorrere allo screening genetico", dichiara il Gruppo di etica nel documento. La Ces e il Gruppo di etica temono che i test genetici ridurrebbero l'impegno dei datori di lavoro nella prevenzione dei rischi sul luogo di lavoro, in particolare nel settore chimico. Inoltre ci si preoccupa che lo screening genetico possa determinare forme indirette di discriminazione razziale, come è accaduto negli Usa. La Ces invita la Commissione a inserire nella direttiva sulla tutela dei dati personali dei lavoratori una clausola che proibisca i test genetici. Per ulteriori informazioni sulla Ces visitare: http://www.Etuc.org  Per leggere il parere del Gruppo europeo di etica, cliccare qui  

E-GOVERNMENT: NELLE TABACCHERIE RICEVITORIE DEL LOTTO SARÀ POSSIBILE OTTENERE SERVIZI E CERTIFICATI ON LINE
Roma, 5 novembre 2003 - Le pratiche e i certificati burocratici si sbrigheranno anche nelle tabaccherie ricevitorie del Lotto e nelle tabaccherie. Con l'obiettivo di erogare ai cittadini e alle imprese i servizi on line della Pubblica amministrazione e di migliorare l'efficienza amministrativa attraverso la digitalizzazione dei processi burocratici, il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, e l'amministratore delegato di Lottomatica Spa, Rosario Bifulco, hanno infatti siglato un protocollo d'intesa che consentirà l'accesso ai servizi on line di qualità attraverso la rete di 35 mila terminali, sparsi capillarmente in circa 32 mila ricevitorie e tabaccherie su tutto il territorio nazionale. In prospettiva si potrà accedere ai servizi anche con la Carta Nazionale dei Servizi e la Carta d'Identità elettronica. Inoltre il protocollo prevede la definizione di sistemi di pagamento sicuri attraverso la Rete per consentire non solo la diffusione dei servizi on line delle Pubbliche amministrazioni, ma anche di sviluppare il commercio elettronico delle imprese. Il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie per raggiungere questi obiettivi si avvarrà del Cnipa-centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica amministrazione, mentre Lottomatica utilizzerà Lottomatica Italia Servizi. "Con questo accordo proseguiamo la predisposizione di una rete telematica per erogare on-line i servizi che la Pubblica Amministrazione , gli enti locali ed in particolare i Comuni saranno in grado di mettere a disposizione al termine della prima fase del processo di e-Government, entro il 2004, nell'ambito delle linee guida della Società dell'Informazione", ha detto il ministro Lucio Stanca, il quale ha sottolineato che "la capillare presenza di Lottomatica sul territorio consentirà così di allargare in modo significativo i punti di accesso alla Pubblica amministrazione elettronica per i cittadini che non dispongono di una connessione in rete, contribuendo concretamente a rendere più moderno, più facile ed efficiente, senza limiti di orari e senza spostamenti il rapporto tra cittadini-imprese ed uffici pubblici". Da parte sua l'amministratore delegato, Rosario Bifulco, ha affermato che "la firma di questo protocollo d'intesa evidenzia l'affidabilità e la credibilità industriale di Lottomatica nel settore dei servizi telematici di sportello rivolti ai cittadini e alle imprese ma anche la forte domanda di innovazione tecnologica che pervade il Paese. Dal nostro osservatorio, in quest'ultimo anno, abbiamo potuto registrare una crescita del 50% per la tipologia di servizi che rendono più facili e accessibili l'acquisizione di dati anagrafici e l'esecuzione di atti di tesoreria. Credo che investire nello sviluppo di queste applicazioni possa rendere un buon servizio all'immagine dello Stato e migliorare la produttività/efficacia delle pubbliche amministrazioni a vantaggio della qualità della vita dei cittadini".

LANCIO DELL’EMISSIONE GLOBAL IN DOLLARI / US DOLLAR GLOBAL OFFERING - LAUNCH
Roma, 5 novembre 2003 - La Repubblica Italiana (Aa2/aa/aa) comunica di aver lanciato una emissione benchmark a tre anni, formato Global in dollari Usa, per un importo di 3 miliardi. La data di scadenza è il 15 dicembre 2006. Il prezzo del titolo verrà stabilito domani, mercoledì 5 novembre, in relazione alle condizioni di mercato. La data di regolamento è fissata per il 13 novembre. L’emissione sarà l’ultimo collocamento nell’ambito del Programma Global in dollari Usa per il 2003. Per il collocamento, che verrà eseguito da un sindacato di banche, sono state designate come lead manager Deutsche Bank, Goldman Sachs e Merrill Lynch.  

REGOLAMENTO DELLA VENDITA DI AZIONI ENEL SPA A MORGAN STANLEY
Roma, 5 novembre 2003 - Il Mef della Repubblica Italiana annuncia di avere completato ieri il regolamento della vendita di 400.000.000 azioni in Enel S.p.a. A Morgan Stanley. La vendita ha generato proventi per il Tesoro pari a € 2.172,8 milioni, corrispondenti ad un prezzo unitario per azione pari a 5,432 Euro. Il Ministero è stato informato da Morgan Stanley che la stessa ha completato il collocamento dell'intero ammontare delle suddette azioni presso investitori italiani ed esteri. A seguito dell’operazione, il Mef detiene una partecipazione nel capitale di Enel pari a poco meno del 61%. Nell’ambito della vendita, il Ministero si è impegnato a non cedere sul mercato azioni Enel per sei mesi.

IL GRANDE SOCIOLOGO FRANCESE BRUNO LATOUR A MILANO PER RIFLETTERE SUL TEMA DELLA RESPONSABILITÀ NELL'INNOVAZIONE
Milano, 5 novembre 2003 - Quando viene utilizzata un'arma batteriologica che provoca 200.000 morti, chi è il colpevole? Chi la utilizza, certamente. Ma coloro che l'hanno creata, non sono altrettanto responsabili? Ed è più colpevole lo scienziato che modifica geneticamente il batterio o il tecnico che realizza la bomba? Queste sono solo alcune delle frequenti domande che il progresso pone alla comunità scientifica e non solo ad essa. L'innovazione è ormai un fatto che coinvolge l'intera società e che impone riflessioni drammatiche all'uomo della strada, al premio nobel, al legislatore, al premier. Pensiamo, per esempio, anche ai temi della clonazione o degli Organismi Geneticamente Modificati. Per la prima volta in Italia sarà possibile affrontare questi temi con il grande sociologo francese Bruno Latour. In una lecture, organizzata dalla Scuola di Dottorato di Ricerca del Politecnico di Milano e sponsorizzata dalla Fondazione Bassetti, Latour si concentrerà sul tema della responsabilità nei processi di innovazione secondo la particolare prospettiva dei tecnologi, una prospettiva a volte trascurata in un dibattito spesso incentrato sul ruolo dello scienziato. 17 novembre - ore 16.00 Politecnico di Milano Piazza Leonardo da Vinci 32 Aula S.01

SANPAOLO IMI : APERTO A BARCELLONA IL SECONDO UFFICIO DI RAPPRESENTANZA
Torino, 5 novembre 2003 - Sanpaolo Imi ha aperto a Barcellona il suo secondo Ufficio di Rappresentanza che, con quello di Madrid, rappresenta un punto di riferimento importante per le imprese italiane che, in numero crescente, si stanno insediando in Spagna. La mission è duplice: assistere le imprese, sia quelle italiane sia le multinazionali spagnole, nel loro processo di internazionalizzazione, favorendo l’interscambio commerciale tra Italia e Spagna; sviluppare le relazioni con le banche locali, mirando in particolar modo al rafforzamento della partnership con il Santander Central Hispano. L’ufficio di Rappresentanza di Barcellona - come quello di Madrid - è diretto da Marco Silvio Pizzi, assistito localmente da Giacomo Bonora, ed è ubicato in Avenida Diagonal 458, Planta 8-A, 08037 Barcellona. Il Gruppo Sanpaolo Imi è oggi presente in 29 paesi esteri (18 europei, 6 nelle Americhe e 5 in Asia) con una rete di 11 Filiali, 19 Uffici di Rappresentanza e 3 Banche controllate nell’Europa dell’Est. 

CREDITO ARTIGIANO:APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30.9.2003 IL RISPARMIO GESTITO, COMPRENSIVO DEL COMPARTO ASSICURATIVO, SI INCREMENTA DEL 13,5%
Milano, 5 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione del Credito Artigiano – Gruppo Credito Valtellinese – ha approvato ieri la Relazione trimestrale al 30.9.2003, che evidenzia un’ulteriore crescita degli aggregati patrimoniali analogamente ai principali indicatori reddituali, in linea con gli obiettivi di sviluppo prefissati. Rispetto alle consistenze del 31 dicembre 2002, la raccolta diretta cresce del 13,8% e si attesta a € 3.184 milioni a fronte di 2.797 milioni. La raccolta indiretta, pari a € 3.861 milioni, aumenta dell’8,6% su € 3.556 milioni. Il risparmio gestito, comprensivo del comparto assicurativo, si incrementa del 13,5% raggiungendo € 1.790 milioni a fronte di € 1.578 milioni. Gli impieghi alla clientela si attestano a € 2.546 milioni, con un aumento dell’1,7% su € 2.503 milioni. Il margine di interesse, in rapporto al corrispondente periodo dello scorso anno, evidenzia una crescita del 3,6% nonostante un’ulteriore riduzione del differenziale tra tassi attivi e passivi nel trimestre e si attesta a € 63,2 milioni a fronte di € 61 milioni. Il margine da servizi – sommatoria delle commissioni nette e degli altri proventi – evidenzia un incremento del 30,3%, passando da € 38,6 milioni a € 50,3 milioni. Nei proventi netti – che passano da € 12,2 milioni a € 23,1 milioni – a differenza del corrispondente periodo 2002 sono tuttavia compresi canoni per operazioni di leasing per € 10,4 milioni, in relazione all’avvio dell’operatività diretta nello specifico comparto a partire dal secondo semestre dello scorso anno. Crescono ancora in misura significativa le commissioni relative all’area crediti e ai sistemi di pagamento, anche la componente relativa all’area finanza evidenzi segnali di ripresa nell’ultimo trimestre. Positivo, per € 3,1 milioni, il contributo dei profitti da operazioni finanziarie alla formazione del margine di intermediazione, che si attesta a € 119,5 milioni, in incremento del 16,4% rispetto a € 102,7 milioni dello stesso periodo del 2002. Le spese amministrative subiscono un incremento dell’8,2%, determinandosi in € 74,2 milioni contro € 68,6 milioni. Le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali passano da € 6,8 milioni a € 16,6 milioni, incremento essenzialmente ascrivibile agli ammortamenti dei beni concessi in locazione finanziaria, complessivamente pari a € 9,4 milioni. Il risultato lordo di gestione si determina in € 28,7 milioni contro € 27,3 milioni con un incremento del 5,1%. Dedotte rettifiche ad accantonamenti per rischi ed oneri per € 7,5 milioni, il risultato dell'attività ordinaria si attesta a € 21,2 milioni, in crescita del 2,5% rispetto a € 20,7 milioni dello stesso periodo 2002 L’utile netto di periodo, raggiunge € 11,5 milioni, sostanzialmente in linea con il risultato dei primi nove mesi dello scorso anno. Si allegano prospetti di Stato Patrimoniale e Conto Economico riclassificati.

DA ITALIANA ASSICURAZIONI, UNA FORMULA PER GUADAGNARE ANCHE IN TEMPI INCERTI. OTTOPIU’: LA INDEX LINKED PER DARE PIU’ VALORE AL CAPITALE
Milano, 5 novembre 2003 - Ottopiù è la nuova polizza Index Linked di Italiana Assicurazioni, Compagnia del Gruppo Reale Mutua, disponibile dal 31 ottobre scorso. Con Ottopiù si consolida una formula di successo, che punta ad offrire al pubblico dei risparmiatori strumenti adeguati ad affrontare anche i periodi meno semplici. Tra i principali punti di forza di Ottopiù: la garanzia, al termine del periodo contrattuale, del capitale iniziale; il rendimento fisso del 4% all’anno per i primi due anni, e la capacità di sfruttare nei quattro anni successivi i rendimenti dei titoli di 20 imprese scelte per la loro potenzialità di crescita. Emessa dalla Royal Bank of Scotland, uno tra i più accreditati istituti bancari a livello internazionale, Ottopiù prevede una durata contrattuale di 6 anni. Alle prime due ricorrenze annuali verranno liquidate due cedole lorde pari al 4% del capitale iniziale. Dal 3° anno la polizza prevede il pagamento di una cedola lorda variabile, calcolata sul capitale iniziale, il cui valore sarà dell’8% al quale verrà sommato o detratto il 9,50% della performance più bassa dalle azioni del paniere; per ‘performance’ si intende la variazione percentuale del valore di ciascuna azione rispetto alla decorrenza del contratto (28 novembre 2003). La cedola non può essere mai negativa, e dal 4° anno non può nemmeno essere inferiore all’importo della cedola dell’anno precedente. Si tratta pertanto di un investimento agganciato al mercato azionario nel quale, grazie al meccanismo adottato, si può solo guadagnare, senza mai perdere. Oltre ai tradizionali vantaggi assicurativi, quali l’impignorabilità e insequestrabilità delle somme dovute, il prodotto offre anche la garanzia in caso di morte del contraente, che prevede un incremento del valore dell’obbligazione alla data del decesso pari al 6% per gli assicurati con meno di 60 anni alla stipula del contratto e all’1% per gli altri. Si accede ad Ottopiù a partire da un premio minimo di 2.000 euro. La durata contrattuale di 6 anni, decorre dal 28 novembre 2003 e arriva alla stessa data del 2009. La sottoscrizione potrà essere effettuata dal 31 ottobre al 28 novembre 2003 presso una delle 360 Agenzie di Italiana Assicurazioni presenti su tutto il territorio nazionale. 

ESPERTI A CONVEGNO SUI TEMI DELL’ASSICURAZIONE RC AUTO VENERDÌ 7 NOVEMBRE A VERONA ALL’AUDITORIUM DI CATTOLICA INCONTRO DI STUDIO CON DOCENTI, MAGISTRATI, ESPONENTI DEL SETTORE E DEI CONSUMATORI SULL’OBBLIGO A CONTRARRE E I LIMITI AL RISARCIMENTO DEL DANNO
Verona, 5 novembre 2003 - “L’assicurazione della responsabilità civile auto: obbligo di contrarre e limiti al risarcimento del danno” è il tema di un convegno di studio organizzato da Cattolica Assicurazioni e dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Verona, che si terrà venerdì 7 novembre a partire dalle 9 nell’auditorium “Bisoffi” della compagnia veronese, in Lungadige Cangrande 16. L’argomento è di particolare attualità in un momento in cui tra Governo, compagnie e consumatori è in atto un processo di profonda revisione dei meccanismi tariffari, anche alla luce dei nuovi scenari aperti dall’introduzione della parente a punti e dello stretto rapporto che lega costi diretti e indiretti sostenuti per i risarcimenti, andamento tecnico delle compagnie e costo finale delle polizze auto. Dopo l’apertura dei lavori, affidata a Paola Boscaini, vicedirettore generale di Cattolica, la relazione introduttiva sarà svolta dal prof. Francesco Donato Busnelli, ordinario di diritto civile alla Scuola Superiore S. Anna di Pisa. I lavori saranno articolati in due sessioni. La prima, relatore il prof. Giovanni Gabrielli, ordinario di diritto civile all’Università di Trieste, tratterà dell’“obbligo di contrarre delle imprese esercenti l’assicurazione della responsabilità civile automobilistica, libertà di determinazione delle condizioni contrattuali ed elusione”. Sono poi previsti interventi su “Assicurazione obbligatoria e tutela della concorrenza”, di Francesco Sclafani, Avvocato dello Stato; su “Obbligo di contrarre e libertà di impresa”, di Vittorio Verdone, responsabile assicurazioni auto Ania; e su “L’ottica del consumatore”, di Fabrizio Premuti, responsabile settore assicurativo di Adiconsum. La seconda sessione prenderà avvio dalla relazione sul tema “Il nuovo sistema dei danni non patrimoniali”, del prof. Giulio Ponzanelli, ordinario di diritto civile all’Università di Brescia. Seguiranno interventi su “Interpretazione creativa nel risarcimento del danno alla persona?”, di Alfonso Amatucci, consigliere della Corte di Cassazione, e su “Come il risarcimento danni influenza il costo delle polizze auto”, di Paolo Masini, direttore sinistri e risorse umane di Cattolica. Le conclusioni saranno affidate al prof. Gabrielli. 

DUOMO ASSICURAZIONI: NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2003 IN SIGNIFICATIVA CRESCITA UTILE NETTO E RACCOLTA PREMI
Milano, 5 novembre 2003. Duomo Assicurazioni chiude i primi nove mesi dell’anno con un utile netto di 5,968 milioni di euro contro i 205 mila euro del corrispondente periodo del 2002. I premi del lavoro diretto della compagnia nei primi tre trimestri del 2003 sono saliti a 237,477 milioni di euro, con un incremento del 21,4% sui primi nove mesi del 2002; nel ramo R.c. Auto lo sviluppo della raccolta premi è del 28,7%. Sono i dati più significativi della relazione trimestrale al 30 settembre 2003, approvati oggi dal Consiglio di Amministrazione di Duomo Assicurazioni, storica compagnia milanese fondata nel 1923 e confluita nel 2000 nel Gruppo Cattolica Assicurazioni. Note positive emergono anche dal conto tecnico, che ha chiuso i primi tre trimestri dell’anno con un risultato di 2,564 milioni di euro. Gli investimenti hanno superato i 491 milioni di euro (+3,7% rispetto al primo semestre). Al 30 settembre scorso erano operativi 341 punti vendita di Duomo Assicurazioni, con un incremento di tre unità rispetto al 30 giugno. Nel corso del trimestre è proseguita la progettazione di nuovi prodotti, focalizzati in particolare sulla copertura dei rischi per la famiglia. In pari data è stata approvata anche la relazione trimestrale al 30 settembre 2003 di Duomo Previdenza, specializzata nel settore dei rischi vita e del risparmio assicurativo e anch’essa controllata da Cattolica Assicurazioni. I primi nove mesi dell’anno chiudono con un utile netto di 2,363 milioni di euro rispetto agli 819 mila euro del corrispondente periodo del 2002. I premi lordi contabilizzati al 30 settembre ammontano a 51,341 milioni di euro, in crescita del 24,1% rispetto ai 41,369 milioni dei primi nove mesi dell’esercizio 2002. Lo sviluppo risulta particolarmente significativo con riferimento alle polizze a premio unico di rami I e V. Nel corso del trimestre è proseguita l’attività di studio di nuovi prodotti, destinati sia al canale agenziale che a quello bancario.

BANCA PROFILO: A ROBERTO COLAVOLPE LA RESPONSABILITÀ DELLA DIVISIONE BANCA
Milano, 5 novembre 2003 – Roberto Colavolpe entra in Banca Profilo con la responsabilità della nuova Divisione Banca, struttura in via di costituzione che riunirà, oltre al Private Banking, tutte la attività parabancarie (leasing, mutui, conti correnti…) e la futura rete di promotori. Colavolpe, milanese, 47 anni, raggiunge Banca Profilo dopo una significativa esperienza manageriale nel mondo assicurativo e bancario con ruoli di sempre maggiore responsabilità culminati con l’incarico di Direttore Generale di Premafin Finanziaria e, successivamente, di Sai Assicurazione. Per il gruppo assicurativo Colavolpe ha sviluppato, fra l’altro, Banca Sai nonché la collaborazione con Banca Profilo che ha condotto alla creazione di Profilo Life, compagnia assicuratrice posseduta pariteticamente da Banca Profilo e Sai. L’ingresso di Roberto Colavolpe – che andrà a coordinare le attività di Private Banking già sotto la direzione temporanea del Presidente e A.d. Sandro Capotosti - rappresenta una grande opportunità per la rapida crescita delle attività bancarie di Banca Profilo. “Sono convinto, ha sostenuto Colavolpe, che le caratteristiche di serietà nella gestione del risparmio, di professionalità, di innovazione e di snellezza organizzativa che connotano Banca Profilo rappresentino le migliori condizioni operative alle quali affiancare la mia esperienza manageriale per un rapido processo di sviluppo”.

LA FONDAZIONE CRT POTENZIA E PROSEGUE IL PIANO DI INVESTIMENTI PATRIMONIALI SUL TERRITORIO 11 NUOVI PROGETTI DI TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE E DI SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE IN PIEMONTE PER 244 MILIONI DI EURO
Torino, 5 novembre 2003 - Undici nuovi progetti per il recupero e la valorizzazione commerciale di siti degradati, la creazione di business center, la creazione di centri servizi e aree attrezzate in zone di importanza strategica in Piemonte. Finpiemonte Spa e Fondazione Crt hanno dato vita ad una forma di investimento innovativa, denominata “Associazione in partecipazione di 2° livello” che permette, con un investimento di capitali di 18,2 milioni di euro, di mettere in moto investimenti per circa 244 milioni di euro nell’arco di 5 anni, dei quali circa 170 milioni di Euro rappresentano la quota iniziale (entro il 2005). Fondazione Crt fin dal 1998 ha creduto nei progetti di investimento sul territorio proposti da Finpiemonte; oggi, entrambe le istituzioni hanno un ruolo fondamentale e complementare per l’attivazione di questi interventi: Finpiemonte predispone i progetti e Fondazione Crt assume un ruolo determinante come investitore. Da sottolineare l’effetto moltiplicatore e catalizzatore di questi interventi; relativamente alla nuova operazione si segnalano i seguenti dati particolarmente significativi: l’investimento di 5 milioni di euro da parte della Fondazione Crt ha permesso di attivare, tramite l’Associazione in partecipazione di 2° livello, una raccolta pari a 18,2 milioni di euro (effetto moltiplicatore di 1 a 4 circa); i 18,2 milioni di euro sottoscritti nell’ambito dell’Associazione in partecipazione di 2° livello permetteranno di realizzare investimenti iniziali per 170 milioni di euro circa (effetto moltiplicatore di 1 a 9) ed investimenti complessivi di 244 milioni di euro circa (effetto moltiplicatore di 1 a 13,5); Il consistente autofinanziamento rende inoltre possibile l’utilizzo dei fondi comunitari (Docup 2000-2006), per 50 milioni circa di euro, che diventano fattore determinante per larga parte degli interventi. Queste le aree interessate e i relativi progetti: la realizzazione di Business Center tramite la riqualificazione di quattro siti industriali (Area ex Montefibre di Ivrea, area ex Savigliano sulla Spina 3 a Torino, area ex Vitali a Torino, area ex Acciaierie Ferrero a Settimo Torinese); la realizzazione del centro servizi a Moncalieri; l’ampliamento del polo integrato di sviluppo a Trofarello e la realizzazione di 5 aree industriali attrezzate (a Ovada, Borgovercelli, Orbassano, Strambino, e Beinette – Cuneo). Queste si aggiungono alle prime 5 aree interessate dal piano partito nel 1998, che sono i poli industriali di sviluppo Montepo di Moncalieri, Soprin di Pinerolo e Chind di Chivasso, Pista di San Maurizio Canavese, il recupero dell’ex Fergat di Torino (Sinatec spa). Nell’“associazione in partecipazione di 2° livello” Finpiemonte assume il ruolo di “Associante” e la Fondazione Crt , che interviene con un impegno rilevante, ha il ruolo di “Associato”; ad essa si affiancano, a livello di investitori istituzionali, con analoghi contratti, 4 fondazioni piemontesi (Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano, Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo). L’operazione nel suo complesso è articolata in due parti: associazione in partecipazione di 1° livello; associazione in partecipazione di 2° livello. L’”associazione in partecipazione di 1° livello” trova attuazione tramite Finpiemonte, che stipula singoli contratti con società operative del gruppo che realizzano i progetti sul territorio. Caratteristica principale di questo nuovo piano è che per la Fondazione Crt e per le altre Fondazioni coinvolte si tratta di un investimento patrimoniale che recepisce le esigenze del sistema territoriale ed al tempo stesso deve rispondere ai principi di salvaguardia del patrimonio ed adeguata redditività. Come sottolinea il Presidente della Fondazione Crt, Andrea Comba, “Il patrimonio della Fondazione Crt si diversifica sia in grandi interventi strutturali sia in forme particolari di investimenti per lo sviluppo, quale l’associazione con Finpiemonte. Con questo investimento sul territorio, avviato sin dal 1998, la Fondazione Crt ha adottato una modalità di intervento unica in Italia e anticipato in termini di rapporto tra fondazione e territorio quanto la Finanziaria 2002 con l’articolo 11 aveva cercato di codificare. Il nostro intervento quale soggetto privato a fianco di Finpiemonte, con la Regione e i Comuni – prosegue Comba - mira ad aggregare risorse utili, ad aprire un circolo virtuoso in grado a sua volta di generare occupazione, alimentare nuovi investimenti, stimolare l’insediamento nella regione di nuove attività produttive.” Per quanto riguarda il primo intervento del 1998, la Fondazione aveva conferito 2,6 milioni di euro suddivisi sui 5 progetti. Questa operazione, che dovrebbe chiudersi entro il 2008, sulla base degli utili fino ad ora conseguiti ha avuto un tasso di rendimento medio annuo superiore al 20%. “L’accordo che presentiamo oggi – ha sottolineato Fabio Pasquini, presidente di Finpiemonte - nasce dalla fiducia che due enti come Fondazione Crt e Finpiemonte hanno avuto in uno strumento inedito di collaborazione a carattere finanziario, che si è rivelato, attraverso l’esperienza iniziata nel 1998 e l’aggiornamento attuale, un efficace moltiplicatore sia in fase di raccolta di capitali di rischio sia soprattutto in fase di impiego nell’ambito dei diversi investimenti”.

IPOTECHE LEGALI SUGLI IMMOBILI: ANCHE IN TOSCANA E' BOOM TRA IL 1999 E IL 2002 SONO CRESCIUTE DA 114 A 4001, CON UNA PROGRESSIONE QUASI DOPPIA RISPETTO A QUELLA GIÀ ELEVATA REGISTRATA IN TUTTO IL PAESE.
Milano, 5 novembre 2003 - L'impennata delle ipoteche legali è un fenomeno rilevato in tutte le regioni italiane, ma in Toscana ha assunto connotazioni ancora più forti. Lo afferma Equifax Italia, leader nel settore delle informazioni commerciali e immobiliari, che ha analizzato l'andamento dei pregiudizievoli immobiliari (le annotazioni negative sulle proprietà immobiliari di famiglie e imprese, come ipoteche giudiziarie, ipoteche legali e pignoramenti) presso le Conservatorie dal 1999 al 2002. Dal 1999-2002 moltiplicate per 35 Secondo le rilevazioni di Equifax, in Toscana e fra il 1999 e il 2002 l 'incremento complessivo di tutti i pregiudizievoli immobiliari (da 8.396 a 12.221) è stato del 45,6 per cento, superiore a quello nazionale (risultato pari al 39,2 per cento, da 78.390 a 109.140), ma ciò è avvenuto a causa di una crescita eccezionale delle ipoteche legali. Iscrivibili a norma di legge da Enti Pubblici Creditori e Concessionari della riscossione a tutela dei crediti passati a ruolo e ritenuti in sofferenza, le ipoteche legali sono infatti cresciute in Toscana e nel quadriennio in esame di ben 35 volte, e dunque con una dinamica quasi doppia rispetto a quella riscontrata in tutto il Paese. Nel 2002 la conferma del fenomeno : a Siena e Pistoia il record di crescita Il fenomeno riscontrato non sembra rallentare. Anche nel corso del 2002 il fenomeno ha confermato la sua persistenza, anche se in misura diversa nell'ambito delle singole province. Siena, Pistoia, Grosseto, Lucca, Pisa e Arezzo sono le province dove più è cresciuto il fenomeno nel 2002. Nella provincia di Siena le ipoteche legali sugli immobili sono cresciute dalle 52 del 2001 alle 332 del 2002 (di 6,5 volte), a Pistoia da 38 a 236 (di 6,2 volte), a Grosseto da 107 a 431 (di 4 volte), a Lucca da 212 a 741 (di 3,3 volte), a Pisa da 149 a 498 (di 3,3 volte) e a Arezzo da 130 a 196 (di 3 volte). Minori rispetto alla media regionale, ma sempre sorprendenti, sono gli incrementi registrati nelle altre province, ove le ipoteche legali nel 2002 sono risultate pari a 236 a Prato (più del doppio rispetto all'anno prima), a 655 a Livorno (+88 per cento sull'anno prima), e a 459 nella provincia di Firenze, che con 459 casi è quella che fa registrare l'incremento relativamente più contenuto (+45 per cento sull'anno prima). Rimane basso il valore riscontrato nell'area di massa Carrara (20). Ancora nel solo 2002, per tutta la Toscana le ipoteche legali risultano pari a 4004 (2,8 volte quelle del 2001).

DALLA COLLABORAZIONE ENEL ED ENEA PER UN’ENERGIA SOLARE PIÙ EFFICIENTE E FLESSIBILE NASCE IL PROGETTO ARCHIMEDE
Roma, 5 novembre 2004 – Enel ed Enea insieme per l’energia solare: nasce così il Progetto Archimede, la prima applicazione a livello mondiale di integrazione tra un ciclo combinato a gas e un impianto solare termodinamico, basato su una tecnologia fortemente innovativa elaborata dall’Enea. La centrale Enel di Priolo Gargallo (Siracusa) sarà la sede della sperimentazione. Il grande impianto solare, che sorgerà in un’area adiacente di proprietà dall’Enel, incrementerà la potenza della centrale di circa 20 Mw e consentirà di produrre: energia elettrica aggiuntiva di fonte solare capace di soddisfare il fabbisogno di una città di 20.000 abitanti; un risparmio di 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno; minori emissioni di Co2 per 40 mila tonnellate all’anno. Archimede utilizzerà una tecnologia ad alto rendimento che produrrà energia elettrica dal sole sempre, anche di notte e quando il cielo è coperto, grazie a una miscela di sali in grado di conservare a lungo il calore raccolto durante il giorno. Enea, infatti, ha messo a punto un nuovo sistema grazie al quale la luce diretta del sole viene concentrata con un sistema di specchi parabolici e accumulata, grazie alle proprietà di un nuovo fluido a base di sali, in modo da rendere disponibile calore ad alta temperatura, fino a 550 gradi in ogni momento della giornata. L’energia termica così raccolta servirà a produrre vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell’adiacente impianto a ciclo combinato della centrale Enel, incrementerà la produzione di energia elettrica della centrale, riducendo la necessità di consumare combustibili fossili e migliorando le prestazioni ambientali. Il campo solare sarà costituito da 360 specchi (“collettori parabolici”) per una superficie totale attiva di circa 200.000 metri quadrati . L’investimento complessivo per la realizzazione del progetto è di circa 50 milioni di euro. Paolo Scaroni, amministratore delegato di Enel ha così commentato l’accordo raggiunto con l’Enea: “Con lo sviluppo del progetto Archimede, Enel conferma il proprio impegno nella ricerca di fonti alternative di energia. Da sempre l’azienda pone grande attenzione al rispetto dell’ambiente e all’innovazione tecnologica: la collaborazione con l’Ente guidato dal professor Rubbia va in questa direzione”. Carlo Rubbia, presidente dell’Enea ha detto: “Con la nuova tecnologia solare termodinamica sviluppata dall’Enea, si apre una nuova via, che introduce sostanziali innovazioni rispetto alle energie rinnovabili convenzionali, quali il fotovoltaico, l’eolico e la biomassa. Questo sistema, attraverso l’introduzione di uno specchio concentratore, aumenta la densità di energia solare di un fattore pari a 100. E’ quindi possibile raggiungere temperature molto elevate, del tutto analoghe a quelle prodotte da impianti a combustibili fossili. Il calore ad alta temperatura è inoltre accumulato in un contenitore di dimensioni tali da permettere di produrre energia in funzione della domanda, evitando la discontinuità tipica delle energie rinnovabili. La produzione di grandi quantità di energia pulita, continuamente disponibile e a costi confrontabili con quella dei fossili rappresenta un reale salto tecnologico che permetterà, se utilizzata in scala adeguata, di contribuire in modo determinante ad una maggiore indipendenza energetica e alla riduzione dei gas serra, in particolare per le aree ad alta insolazione come le regioni del Sud del nostro Paese”.

ALSTOM IN CORSA PER LA LINEA 5 DELLA  METROPOLITANA A MILANO UN PROGETTO ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE NELLA TECNOLOGIA (DRIVERLESS) E NEL MODELLO DI BUSINESS (PROJECT FINANCING)
Milano, 5 novembre 2003 – Ieri il Sindaco Gabriele Albertini ha firmato il provvedimento con il quale si formalizza la nomina a Promotore, ai sensi della legge 109/94, del raggruppamento di imprese guidato da Astaldi e partecipato anche da Alstom Ferroviaria per il progetto di costruzione e gestione della Linea 5 della Metropolitana di Milano. “Questa nomina premia il lungo impegno e la determinazione di Alstom Ferroviaria che ha scommesso sul Project Financing applicato al complesso mondo del trasporto urbano come strumento per contribuire ad uno sviluppo deciso del settore – afferma Emilio Gallocchio, Country President di Alstom Italia e Amministratore Delegato di Alstom Ferroviaria – e conferma la nostra eccellenza nella progettazione e nello sviluppo di sistemi di trasporto urbano ad altissima tecnologia”. Tra l’altro nel settore urbano l’ultimo esempio in ordine di tempo giunto al risultato di promotore ai sensi della legge 109/94 è rappresentato dalla proposta per la rete tramviaria integrata di Firenze, alla quale Alstom Ferroviaria ha partecipato all’interno di un raggruppamento con estesa logica di partnership. Linea 5 sarà la prima metropolitana automatica di tipo “driverless” (senza conducente) in Milano, strettamente interconnessa alla rete cittadina del trasporto pubblico. La tratta si estenderà per oltre 5 chilometri dalla stazione Garibaldi verso i confini comunali a nord, in direzione Sesto S.giovanni. Si prevede anche la possibilità di una futura estensione del sistema verso i comuni di Cinisello e Monza, che costituiscono un bacino di utenza ad intensa domanda di mobilità. Questa nuova affermazione di Alstom in Italia nel settore dei trasporti si aggiunge agli importanti risultati recentemente conseguiti nello stesso settore nell’est asiatico: apertura esercizio della linea driverless Nel a Singapore e le successive acquisizioni relative alla Circle Line di Singapore e alla Yangpu Line in Shangai e alla Metropolitana di Taiwan dove un consorzio, questa volta guidato da Alstom, si è aggiudicato un contratto da 360 milioni di euro per l’estensione delle infrastrutture del sistema metropolitano. In particolare per quello che riguarda la Nel (North East Line) di Singapore Alstom ha sviluppato e realizzato l’intero progetto (treni, infrastrutture, sistemi di segnalamento) realizzando la più lunga metropolitana senza conducente al mondo con tecnologie all’avanguardia sviluppate in parte anche nella sede italiana di Bologna.  

CIT : PROSEGUE L’IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO DI FOCALIZZAZIONE FINALIZZATO AL MIGLIORAMENTO DELLA REDDITIVITÀ
Varese, 5 novembre 2003 - Come annunciato nel Road Show del 29 luglio 2003, nel corso del quale era stato presentato il Piano di Focalizzazione approvato dal Consiglio di Amministrazione, il Gruppo, in questi mesi, ha avviato le attività per l’implementazione dello stesso. In tale ambito si colloca la richiesta per la procedura di mobilità per 173 dipendenti italiani, presentata in data odierna, dopo aver effettuato numerosi incontri con le Organizzazioni Sindacali Nazionali di categoria. Il Piano, infatti, si pone duplici obiettivi: da un lato il miglioramento della redditività anche attraverso una riduzione dei costi che interesserà l’area Distribuzione, Tour Operating e Headquarter; dall’altro il miglioramento della Posizione Finanziaria Netta, e conseguente riduzione degli oneri finanziari, attraverso la cessione della partecipazione in Progetto Venezia. Nel Piano, a livello europeo, è prevista una riduzione totale di personale di circa 250 unità. I risparmi lordi ipotizzati dal Piano sono quantificabili in 12-14 milioni di Euro. L’amministratore Delegato Giovanni Natali ha dichiarato: ”Per la realizzazione degli obiettivi previsti nel Piano è fondamentale il rispetto delle tempistiche, i fatti mostrano che si sta lavorando pesantemente anche in questa ottica. La richiesta della procedura di mobilità, pertanto, permetterà al Gruppo di partire nell’anno 2004 con una struttura aziendale più snella e flessibile, pronta a rispondere alle esigenze del mercato.”

GIUSEPPE FINOCCHIARO DI OREGON SCIENTIFIC: UN ITALIANO AD HONG KONG
Milano, 5 novembre 2003 - Giuseppe Finocchiaro, Amministratore Delegato di Oregon Scientific Italia e Presidente Europa, Middle East & Africa di Oregon Scientific, ha ottenuto un importante riconoscimento, con la nomina a Executive Director, entrando a far parte del Consiglio di Amministrazione della capogruppo Idt International, società leader mondiale nella progettazione e produzione di prodotti elettronici, di cui Oregon Scientific fa parte. L’escalation di Giuseppe Finocchiaro è stata senza dubbio veloce e ricca di tappe significative. Dopo una brillante carriera in Texas Instruments, nel 1993 Giuseppe Finocchiaro viene chiamato, in qualità di Country Manager, ad aprire la filiale italiana della capogruppo Idt International Ltd di Hong Kong – società specializzata in elettronica di consumo – la quale conta oggi più di 10.000 dipendenti con filiali in tutto il mondo. Nel 1998 Giuseppe Finocchiaro diventa Amministratore Delegato di Oregon Scientific Italia (multinazionale specializzata nella distribuzione di barometri e sveglie a cristalli liquidi), che nasce grazie ad una sua idea di uscire da un mercato fortemente di nicchia, quale era quello dei barometri e delle sveglie, per renderli strumenti alla portata di tutti; il design e la tecnologia che hanno trasformato oggetti di uso quotidiano in strumenti di facile lettura e dall’estetica curata, sono state le armi vincenti per conquistare una posizione di assoluta leadership nel settore dell’elettronica lifestyle. Sempre nel 1998 a Giuseppe Finocchiaro viene affidato anche il coordinamento dell’intero mercato del Middle East. Nel 2000 Giuseppe Finocchiaro assume la carica di European Brand Manager del Gruppo Oregon Scientific, assumendo così la responsabilità delle politiche e delle strategie del Gruppo per Germania, Francia, Inghilterra e Spagna, filiali per le quali ha coordinato anche tutte le attività di comunicazione e di marketing operativo. Solo un anno dopo – 2001 – viene nominato Presidente Europeo di Idt e Oregon Scientific assumendo la responsabilità di tutte le attività della capogruppo in Europa. Nel 2002 diventa Presidente di Emea (Europe, Middle East & Africa).

DELTA AIR LINES AUMENTA I VOLI DALL’ITALIA - ROMA - CINCINNATI DAL 2 MAGGIO 2004
Roma, 5 novembre 2003 - Delta Air Lines, compagnia aerea americana leader sulle rotte transatlantiche, dal prossimo Maggio aumenterà i voli giornalieri in partenza da Roma. Il 2 Maggio 2004 verrà inaugurato il volo diretto non-stop per Cincinnati. Il volo sarà giornaliero fino a Ottobre, mentre, durante i mesi invernali, le frequenze saranno tre alla settimana. Il volo sarà operato, in code-share con Alitalia, partner dell’alleanza Skyteam, con Boeing 767-300Er configurato in due classi di servizio. "La comunità locale ha dato un grande sostegno al volo per Cincinnati durante l'estate 2002" sostiene Vicki Escarra – Executive Vice President and Cmo di Delta. "Ed è proprio grazie a questo che oggi possiamo ripristinare ed ampliare il servizio". “La scelta di Roma è in linea con la strategia di Delta di collegare l’hub di Cincinnati con le principali destinazioni europee e il Leonardo Da Vinci di Fiumicino, gestito dalla società Aeroporti di Roma, è uno degli hub chiave per l’allenza Skyteam” dice Patrizia Ribaga – Direttore Commerciale Italia di Delta. Cincinnati è l’hub di Delta per la West Coast , terzo gateway della compagnia con 565 voli giornalieri per 125 destinazioni. Salgono così a tre, dal 2 Maggio 2004, i voli giornalieri diretti non-stop Delta in partenza da Roma, già collegata con Atlanta e New York Jfk. Delta opera inoltre da Milano voli per New York e Atlanta e da Venezia per New York.

Volo

Partenza

Arrivo

Roma – Cincinnati

11.00

15.20

Cincinnati – Roma

18.50

10.00+1

Dal 2 Maggio 2004 Delta introdurrà inoltre un volo diretto giornaliero non-stop da Amsterdam per Cincinnati. Delta ed i suoi partner offrono dall’aeroporto di Cincinnati voli non-stop per sei destinazioni internazionali. Infolink: Www.delta.com

LA TASSAZIONE DELLE AUTOVETTURE NELL'UE
Bruxelles, 5 novembre 2003 - Le autovetture sono soggette ad un'ampia gamma di tasse (tasse d'immatricolazione, tasse annuali di circolazione, Iva e tasse sui carburanti) che, variando notevolmente da uno Stato membro all'altro, possono costituire un ostacolo per coloro i quali attraversano i confini interni dell'Unione. La relazione di Mary Hilda Rosamund Honeyball (Ppe/de, Uk), adottata dalla commissione per i problemi economici e monetari, concorda sulla necessità di ristrutturare il regime fiscale relativo ai veicoli nell'Ue e in generale di eliminare o attenuare gli ostacoli amministrativi tra Stati membri che rendono difficile il funzionamento del mercato interno. I deputati difendono la tassa annuale di circolazione, in quanto strumento che mette in luce il rapporto tra emissioni e consumo. Essa deve rimanere in ogni caso di competenza delle autorità nazionali: il rapporto tra fiscalità delle autovetture e tutela dell'ambiente viene sottolineato in diversi punti della relazione. Tuttavia le imposte sui carburanti non dovrebbero essere molto più elevate del costo esterno dell'uso dei carburanti stessi. L'organo parlamentare ribadisce inoltre il proprio sostegno alla proposta della Commissione del 1998 volta ad eliminare la doppia imposizione della tassa d'immatricolazione: il Consigli è quindi sollecitato ad approvare tale proposta.

L'OCCUPAZIONE NEL SETTORE AUTOMOBILISTICO
Bruxelles, 5 novembre 2003 - La Commissione farà una dichiarazione sulle prospettive dell'occupazione nel settore automobilistico in Europa. Suscitano infatti preoccupazione gli annunci di licenziamenti provenienti da grandi case automobilistiche americane. La Ford , ad esempio, intende tagliare 3.000 posti di lavoro in Belgio e 1.700 in Germania, ma anche altre case statunitensi starebbero valutando piani di ristrutturazione con importanti ripercussioni nell'Ue, dove il settore occupa l'8,5% della popolazione attiva. Il dibattito rappresenta un'occasione per fare il punto sull'andamento del settore automobilistico in Europa e della sua competitività a livello mondiale.

MIGLIORARE LA CONDIZIONE FEMMINILE GRAZIE ALLE TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE
Bruxelles, 5 novembre 2003 - La globalizzazione e lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic) hanno prodotto radicali mutamenti nel mercato del lavoro e nella vita di tutti i giorni. Basti pensare che oltre il 60% dei posti di lavoro creati tra il 1995 e il 2000 appartengono al settore dell'alta tecnologia. La commissione per i diritti della donna ha approvato una relazione d'iniziativa della sua presidente, Anna Karamanou (Pse, Gr), nella quale si constata che l'analfabetismo informatico colpisce maggiormente le donne, indebolendole rispetto agli uomini sul mercato del lavoro. Di fronte ad una percentuale di appena il 20% di studentesse di informatica, non ci si deve sorprendere se soltanto il 14,5% delle nuove imprese multimediali private siano dirette da donne. La relazione propone misure concrete per cambiare questa situazione. I programmi scolastici dovrebbero essere modificati in modo da familiarizzare i bambini e i giovani ai computer, a Internet, alla scienza e alla tecnologia. Se alle bambine venissero insegnate le Tic, il loro interesse per gli studi tecnologici potrebbe aumentare, senza dimenticare che tale educazione contribuirebbe ad eliminare gli stereotipi di analfabetismo informatico delle donne. Occorre poi tenere conto degli obiettivi fissati a Lisbona per aumentare il tasso di donne attive sul mercato del lavoro e ridurre la disoccupazione femminile. La Commissione e gli Stati membri sono quindi invitati a modificare la ripartizione dei Fondi strutturali e in particolare del Fondo sociale europeo in modo da creare programmi di formazione e di reinserimento nel mercato del lavoro per le donne più anziane, le disoccupate a basso reddito, le immigrate, le appartenenti a minoranze etniche e le disabili, attraverso corsi accessibili e meglio ripartiti geograficamente. Per quanto concerne le politiche di sviluppo dell'Unione, la relazione richiama l'attenzione della Commissione e del Consiglio sui benefici di un più ampio accesso delle donne alle Tic. Esso costituisce non solo un fattore di sviluppo sostenibile dei Pvs, ma anche una forma di trasferimento delle conoscenze in materia di salute, istruzione, educazione sessuale, produzione alimentare e ambiente, nonché un mezzo per affrancare le donne dalla povertà.

MANUALE DI SCRITTURA AMMINISTRATIVA
Roma, 5 novembre 2003 - L'agenzia delle Entrate ha pubblicato online il "Manuale di scrittura amministrativa". Il volume, 230 pagine suddivise in 11 capitoli, rappresenta il risultato di un percorso formativo che ha avuto per protagonisti oltre agli autori - docenti, ricercatori e formatori di italiano scritto e professionale del dipartimento di Studi Italianistici dell'Università di Pisa - quasi 400 fra dirigenti e funzionari dell'agenzia delle Entrate. Il Manuale vuole essere un'occasione in più per tradurre in pratica quotidiana le politiche di assistenza e di cura del contribuente, che vedono l'Amministrazione fiscale impegnata sul fronte dell'ottimizzazione dei servizi telematici, della disponibilità delle risorse umane, dell'adeguatezza degli uffici e della semplificazione delle procedure. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/manuale_scrittura/index.html

IL SERVIZIO DI CONCILIAZIONE DELLE CAMERE DI COMMERCIO UNO STRUMENTO NUOVO ED INNOVATIVO PER LA RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE
Milano, 5 novembre 2003 – Il prossimo lunedì 10 Novembre presso la Camera di Commercio di Milano Palazzo Turati in Via Meravigli 9/B si terrà il convegno sul tema “Il servizio di conciliazione delle camere di commercio”. Il programma dell’incontro prevede il seguente svolgimento: ore 9.30 Apertura dei lavori - Carlo Sangalli – Presidente Camera di Commercio Milano “La rete regionale dei Servizi di Conciliazione delle Camere di Commercio lombarde”. Marco Citterio – Presidente Unioncamere Lombardia “Sviluppo dei servizi di conciliazione nei programmi del sistema camerale nazionale”. Tiziana Pompei – Responsabile Ufficio Relazioni Sindacali Unioncamere “ La Conciliazione stragiudiziale: struttura e funzione”. Chiara Giovannucci Orlandi – Professore incaricato di Diritto processuale civile - Università di Bologna “Presentazione del Servizio di Conciliazione”. Stefano Azzali – Segretario Generale Camera Arbitrale Nazionale ed Internazionale di Milano “Testimonianza - Case history”. Atonia Marsaglia – Avvocato in Milano – Conciliatore presso Camera Arbitrale Nazionale e Internazionale di Milano. Tavola Rotonda Intervengono: Giuseppe Tarantola – Presidente della Prima Sezione Civile Tribunale di Milano; Mario Papa – Presidente Associazione Italiana Giovani Avvocati; Paolo Giuggioli – Presidente Ordine degli Avvocati di Milano; Michele Carpaneda - Presidente dell’Associazione dei Dottori Commercialisti di Milano; Luigi Pagliuca – Presidente Collegio dei Ragionieri e Periti Commerciali dei circondari di Milano e Lodi; Claudio Montagna – Consigliere Ordine dei Dottori Commercialisti Di Milano. H.13.00 Fine Lavori Sono previsti inoltre interventi di rappresentanti delle Associazioni di Categoria e del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti E’ stato invitato il Ministro della Giustizia Sen. Roberto Castelli La Partecipazione è Gratuita 

AGEVOLAZIONI EUROPEE PER LE PMI NEL SETTORE DEI TRASPORTI SUL SITO ORIZZONTI EUROPEI UNA SEMPLICE GUIDA PER PARTECIPARE AL BANDO
Torino, 5 novembre 2003 - La politica europea dei trasporti è un momento fondamentale nel processo di costruzione europea. Sulla base delle nuove problematiche poste dal sistema europeo dei trasporti, la Commissione europea, di recente, ha individuato le priorità di azione per l'Ue nel settore e ha lanciato il Programma Marco Polo. Saranno agevolati i progetti di innovazione logistica, tecnologica, metodologica ed infrastrutturale diretti a favorire soluzioni alternative al trasporto merci su strada. Il primo invito a presentare proposte rimarrà aperto fino al 10 dicembre 2003. Su Orizzonti Europei tutte le informazioni per partecipare. Inoltre, è plossibile scaricare il Programma completo e il Bando (file Pdf). Infine, per ogni dubbio, è possibile rivolgersi all'Esperto Europeo: la noconsulenza gratuita e immediata. Orizzonti Europei Infolink: http://www.Sanpaoloimprese.com/europa/

I PROGRAMMI A SOSTEGNO DELLO SVILUPPO RURALE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA E DI SVILUPPO SOSTENIBILE PER LE PMI
Torino, 5 novembre 2003 - Quali sono le misure a sostegno della competitività e della crescita delle aziende agricole ? I dossier pubblicati su Sanpaolo Imprese - Agricoltura di Qualità forniscono una ricca e completa descrizione dei vari programmi regionali legati ai Fondi Strutturali europei: dai Docup 2000-2006 nelle regioni del Centro-nord ai Piano di Sviluppo Rurale nelle regioni del Mezzogiorno. Per informazioni: Agridossier http://www.Sanpaoloimprese.com/scriptimp/imprese/agricoltura/dossier/index.jsp

"UNO SPAZIO EUROMEDITERRANEO DI ISTRUZIONE SUPERIORE" CATANIA 7-8 NOVEMBRE 2003 I MINISTRI DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA DI 16 PAESI PER TRACCIARE LE LINEE DELLA FORMAZIONE UNIVERSITARIA NEL TERZO MILLENNIO
Roma, 5 novembre 2003 - I Ministri dell'Università e della Ricerca scientifica di 16 Paesi, dell' Unione europea e del Bacino del Mediterraneo, sotto la Presidenza di Letizia Moratti, parteciperanno ad una "Riunione Informale di Ministri" sul tema della creazione di uno spazio Euro-mediterraneo di istruzione superiore. La conferenza, che si inserisce nell'ambito delle attività della Presidenza Italiana del Semestre europeo, si terrà nei giorni 7 e 8 novembre presso le sedi dell'Università degli Studi di Catania. La sessione di apertura dell'evento, a cui prenderanno parte i membri del Comitato scientifico incaricato di valutare le possibili azioni per l'allargamento dello spazio europeo di istruzione superiore all'intera area mediterranea, avrà luogo nella mattinata di venerdì 7 novembre presso l'Hotel Baia Verde (Acicastello - Ct) e sarà dedicata all'esame delle tematiche sviluppate ed approfondite nell'ambito del Comitato: Reti di Istituti di Alta Formazione e Ricerca, Piattaforma tecnologica di comunicazione e E-learning nell'area mediterranea, Mobilità docenti e studenti, Digital Library. Questi obiettivi si inseriscono nelle direttive dell'Unione Europea per sviluppare le risorse umane e promuovere la comprensione tra le culture e il riavvicinamento dei popoli nella regione euromediterranea (Dichiarazione di Barcellona del 1995), a fornire assistenza alla ristrutturazione dei sistemi educativi e formativi di livello superiore nell'Area Mediterranea (apertura del Programma Tempus ai Paesi Meda: Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Israele, Giordania, Autorità Palestinese, Siria, Libano), a garantire una cooperazione più strutturata fra l'Ue e le istituzioni dei Paesi terzi ed una maggiore mobilità dell'Europa verso l'esterno, anche nell'ottica di promuovere la Comunità Europea come centro di riferimento per lo studio e la formazione, nonché per la ricerca scientifica e tecnologica (progetto Erasmus/mundus). Sabato 8 ottobre, nell'aula magna "Santo Mazzarino" del Complesso dei Benedettini, si terrà la sessione plenaria di chiusura della conferenza, con la partecipazione dei Ministri, nel corso della quale la Presidenza Italiana e la Commissione presenteranno le conclusioni ed una proposta per una specifica Risoluzione diretta ad orientare il lavoro degli Stati Membri e di quelli dell'area Meda nell'area dell'istruzione superiore. Durante l'incontro verrà realizzato un collegamento in videoconferenza con la Scuola Internazionale di Studi Superiori in Scienze e Tecnologie dei Media di Tunisi, promossa dall'Università di Pavia e co-finanziata dal Miur e per la prima volta verrà consegnato dal ministro Moratti un diploma di Master ad un giovane laureato tunisino. Alle ore 12,45 di sabato 8 novembre, al termine della sessione plenaria, la Presidenza Italiana e la Commissione terranno una conferenza stampa.

SEMINARI DI AGGIORNAMENTO DELLE POLITICHE SUL PROGRAMMA ETEN E SUL PIANO D'AZIONE PER LE TECNOLOGIE AMBIENTALI
Bruxelles, 5 novembre 2003 - I seminari Ebn di aggiornamento delle politiche dedicati al programma eTen e al piano d'azione per le tecnologie ambientali, si svolgeranno rispettivamente il 1° e il 2 dicembre a Bruxelles (Belgio). Eten è il programma della Commissione europea volto a sostenere la diffusione dei servizi elettronici aventi una dimensione transeuropea. Gli interventi riguarderanno il programma Paxis, la rete dei Centri relais d'innovazione (Irc), il Sesto programma quadro (6Pq), il Libro verde sull'imprenditorialità e i progetti di successo. Il piano d'azione per le tecnologie ambientali, lanciato nel marzo 2003, si propone di rafforzare l'impatto delle tecnologie ambientali su settori quali l'ambiente, l'economia, l'occupazione, le risorse naturali e la qualità della vita. Le presentazioni da parte dei rappresentanti della Commissione si concentreranno sul piano d'azione citato, sul programma Leonardo e sull'allargamento. Infolink: http://www.Ebn.be/ebn08.htm  

INCENTIVI ALLE IMPRESE PER LA FORMAZIONE
Roma
, 5 novembre 2003 - E' stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 29 ottobre scorso la circolare del Ministero per le Attività Produttive relativa al Bando per le incentivazioni a favore della formazione e valorizzazione degli stilisti - art. 59 legge 28 dicembre 2001 n. 448 (legge finanziaria 2002). Il provvedimento indica, tra l'altro, i termini e le modalità di presentazione delle domande per l'accesso alle agevolazioni, le spese ammissibili, la misura del contributo, i punteggi e le modalità per la formazione delle graduatorie e contiene la modulistica per la presentazione delle domande. Le istanze possono essere presentate entro il 27 gennaio 2004. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/bando_stilisti/index.html

AUTODESK AL SERVIZIO DEGLI STUDENTI DEL POLITECNICO CON L’APERTURA DEL NUOVO ANNO ACCADEMICO, SIGLATO L’ACCORDO DI COLLABORAZIONE TRA AUTODESK E IL POLITECNICO DI MILANO
Milano, 5 novembre 2003. L’avvio del nuovo anno accademico vede la sigla dell’accordo di collaborazione fra Autodesk ed il dipartimento Siadesa del Politecnico di Milano, che prevede numerose iniziative finalizzate alla fornitura a condizioni agevolate di servizi e programmi dedicati alle strutture, ai docenti e agli studenti del prestigioso ateneo milanese. Autodesk, azienda leader nel mondo nella creazione di software per la progettazione, si impegna da sempre nel campo della formazione, con attività ed iniziative atte a favorire la conoscenza e la diffusione delle tecnologie di progettazione computerizzate in ambito didattico. "Abbiamo pensato ad un accordo che rispondesse alle esigenze del mondo universitario, alla costante ricerca di un difficile equilibrio tra il bisogno di strumenti qualificati e orientati alla professione da una parte e la costante ricerca di ottimizzazione delle risorse economiche dall’altra” commenta Yolanda Rios, Amministratore Delegato di Autodesk. "L’accordo ha lo scopo di dare ai giovani progettisti del futuro gli strumenti necessari ad esprimere fin da subito le proprie capacità creative. La sensibilità dei Responsabili del Politecnico di Milano verso tali necessità, ci ha consentito di concretizzare questo primo obiettivo, aprendo la strada alla totale collaborazione reciproca.” La Convenzione con il Politecnico di Milano rappresenta insieme all’Università di Firenze ed al Politecnico di Torino, una delle più prestigiose esperienze di collaborazione diretta tra Autodesk e gli atenei italiani. I Punti dell’Accordo L’accordo nello specifico prevede: la fornitura a condizioni agevolate al Politecnico dei seguenti software a listino: Autocad, Autodesk Architectural Desktop ed Autodesk Revit per la progettazione architettonica e civile; Autodesk Inventor Series per la progettazione meccanica ed Autodesk Map Series per la cartografia, il mapping e la gestione dei dati territoriali. L’abbonamento all’Autodesk Subscription Program, un programma che dietro il pagamento di un modesto canone annuale, consentirà al Politecnico di ottenere tutti gli aggiornamenti del software rilasciati nel corso dell’anno, senza esborsi aggiuntivi. Una soluzione che offre importanti vantaggi all’istituzione universitaria permettendo un costante “monitoraggio” dell’aggiornamento e della legalità di tutte le licenze installate, facilitando la pianificazione degli investimenti ed evitando lungaggini amministrative e burocratiche o rischi connessi all’utilizzo involontario di copie del software non originale. L’opportunità riservata a studenti e docenti regolarmente iscritti al Politecnico, di poter acquisire fino al 31 Marzo 2004 software originale Autodesk al costo di €30,00 (Iva inclusa), laddove la singola licenza per utilizzo professionale è in commercio al costo di 5.000 euro circa. L’iniziativa ha lo scopo di diffondere l’utilizzo di copie regolari fra gli studenti, dove maggiore è la presenza di software illegale. Gli studenti avranno a disposizione per due anni una licenza originale e completa dello stesso software utilizzato in ambito professionale. L’aggiornamento gratuito attraverso un fitto calendario di corsi di formazione ed incontri riservati ai soli docenti del Politecnico, organizzati da Autodesk. I corsi saranno erogati con la collaborazione degli Autodesk Training Center (Atc), i centri qualificati che, grazie alla presenza di insegnanti e tutor selezionati, sono gli unici abilitati a rilasciare l’attestato Autodesk di partecipazione. I sussidi per la didattica: per i docenti sono previsti a titolo gratuito un insieme di materiali e tutorial per l’utilizzo dei prodotti Autodesk, il manuale ufficiale Autodesk per i training (Aotc, Autodesk Official Training Courseware), nonché i booklet di autoapprendimento con esercitazioni guidate, anche in modalità e-learning. Attraverso questo accordo, Autodesk si è resa disponibile a mantenere politiche di prezzo particolarmente agevolate, richiedendo solo un piccolo contributo spese per ogni licenza installata nelle aule informatiche e nei Dipartimenti.

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