NOTIZIARIO
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di
MERCOLEDI'
5 NOVEMBRE 2003
pagina 1
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ROMANO PRODI : L'EURO,
LA STRATEGIA PER
L'INNOVAZIONE DELL'UE E L'ALLARGAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA ALL' ECONOMIC
CLUB OF NEW YORK
New York, 5 novembre 2003 – Di seguito la
relazione di Romano Prodi tenuta il 3 novembre all’Economic Club of New
York: “ Signore e Signori, Sono particolarmente felice di rivolgermi a
questa platea di eminenti operatori del mondo finanziario ed
imprenditoriale. Questa sera voglio soffermarmi sull'economia. Non soltanto
perché la materia vi sta - e mi sta - particolarmente a cuore, ma anche
perché, come forse saprete, sono stato professore di economia industriale
per 25 anni prima di diventare presidente del Consiglio italiano e più
tardi presidente della Commissione europea. Quindi, in un certo senso,
parlare di economia mi riporta indietro negli anni. In questa occasione,
desidero concentrarmi su tre argomenti che hanno avuto e continueranno ad
avere grande impatto sull'economia dell'Ue, sul futuro delle relazione
transatlantiche ed anche sulla nostra vita professionale: l'euro, la
strategia dell'Ue per l'innovazione nel prossimo decennio e l'imminente
allargamento dell'Unione europea a 10 nuovi Stati membri. L'euro Una moneta
unica è stata da lungo tempo il sogno di molti Europei -- un sogno
cominciato oltre 50 anni fa, al termine della guerra che ebbe inizio in
Europa, si diffuse in tutto il mondo e lasciò il nostro continente in uno
stato di devastazione. Dalle follie del nazionalismo e del protezionismo che
avevano condotto alla guerra si fece strada una nuova determinazione. Gli
statisti europei decisero di assicurare il progresso economico e sociale dei
loro paesi eliminando le barriere che dividevano il continente. La stessa
determinazione di coordinare gli sforzi degli Stati membri nella
ricostruzione delle loro economie e delle loro società -- anche grazie al
Piano Marshall -- ha portato infine all'istituzione della Comunità europea
nel
1958. L
'ideale ispiratore era semplice, quanto potente: “pace attraverso la
prosperità”. Gli Europei erano fortemente convinti che la prosperità
potesse realizzarsi tramite gli scambi tra gli Stati membri. Tuttavia,
l'eliminazione delle barriere al commercio non è mai stata considerata una
condizione sufficiente per incrementare gli scambi e creare un autentico
mercato comune in Europa. Molti hanno sempre ritenuto che anche la stabilità
dei tassi di cambio fosse un requisito importante per l'espansione
commerciale. Dal 1944 i tassi di cambio erano rimasti piuttosto stabili in
Europa ed in altre parti del mondo grazie agli accordi di Bretton Woods.
Assieme alla liberalizzazione del commercio, tale situazione ha permesso una
rapida espansione del commercio in Europa ed altrove. Fintantoché il
sistema di Bretton Woods ha funzionato bene, non si è avvertita la necessità
dell'unificazione monetaria in Europa. Tuttavia, alla fine degli anni '60,
quando il sistema di Bretton Woods cominciò a mostrare le prime crepe,
l'idea dell'unione monetaria si rifece strada in Europa. Nel 1971, il
sistema sorto dalla conferenza di Bretton Woods crollò e, nel 1978, i
governi della Ce convenirono di istituire un sistema monetario europeo allo
scopo di instaurare una “zona di stabilità monetaria”. In effetti, il
Sistema monetario europeo era una specie di sistema di Bretton Woods in
scala minore. Il tasso di cambio del franco francese, della lira italiana e
di altre valute europee partecipanti al sistema fu fissato essenzialmente in
rapporto al marco tedesco, che fluttuava nei confronti del dollaro Usa,
dello yen e di altre monete mondiali. Tale sistema funzionò a meraviglia
per quasi tutti gli anni '80, nonostante alcuni gravi periodi di crisi
dell'economia europea. Ad ogni modo, quando i diversi mercati nazionali dei
beni, dei servizi, dei capitali e della manodopera cominciarono ad
integrarsi nel mercato unico nel 1986, il Sistema monetario europeo divenne
insostenibile. Infatti, come molti economisti capirono ben presto, l'Europa
non poteva avere, allo stesso tempo, tassi di cambio stabili, la libera
circolazione dei capitali e politiche monetarie indipendenti. Con la stretta
integrazione dei mercati europei dei beni e dei servizi e la piena
liberalizzazione dei movimenti dei capitali, non era semplicemente più
possibile accettare ampie fluttuazioni dei tassi di cambio. Mantenere la
libera circolazione dei capitali richiedeva pertanto una politica monetaria
comune. In termini semplici: un mercato unico europeo richiedeva una moneta
unica europea stabile. Il programma che avrebbe permesso all'Europa di
arrivare ad una moneta unica europea -- il nome “euro” fu deciso
soltanto nel dicembre 1995 -- fu tracciato dal trattato di Maastricht del
1992. Tale tracciato era inteso a garantire stabilità di prezzi e finanze
pubbliche sane in tutti i paesi dell'Unione che partecipavano all'euro.
Dall'entrata in vigore del trattato di Maastricht, la stabilità dei prezzi
è costantemente migliorata ed i livelli di inflazione e dei tassi
d'interesse sono ora giunti ai minimi storici. Anche le finanze pubbliche
hanno registrato considerevoli progressi e la “cultura della stabilità
fiscale” è diventata una componente intrinseca dell'economia dell'Ue. Il
1° gennaio 1999, 11 paesi dell'Ue hanno fissato permanentemente i loro
tassi di cambio bilaterali e l'euro è diventato la moneta ufficiale di tali
paesi. Il 1º gennaio 2002 il sogno è diventato finalmente realtà e le
monete e le banconote in euro sono entrate nelle tasche di 300 milioni di
Europei residenti in dodici diversi paesi dell'Ue. In un paio d'anni
soltanto, l'euro si è imposto sui mercati finanziari mondiali come la
seconda moneta più importante dopo il dollaro statunitense. A seguito
dell'introduzione della moneta unica, si è registrata una crescita
vertiginosa delle emissioni di obbligazioni e di effetti denominati in euro.
Alla fine del 1998, le obbligazioni e gli effetti denominati nelle valute
esistenti prima dell'euro rappresentavano appena il 28% delle emissioni a
livello mondiale, rispetto a una percentuale di obbligazioni ed effetti
denominati in dollari statunitensi pari al 45%. Verso la metà del 2003, il
divario tra il dollaro e l'euro in questo settore era diventato
relativamente modesto: la quota delle emissione in dollari era scesa al 43%
mentre la percentuale rappresentata dall'euro era salita al 41%. Sviluppi
persino più spettacolari si sono registrati sul mercato monetario. Alla
fine del 1998, gli strumenti del mercato monetario denominati nelle valute
esistenti prima dell'euro rappresentavano appena il 17% delle emissioni a
livello mondiale, rispetto a una percentuale del 58% per gli strumenti
denominati in dollari statunitensi. Entro la metà del 2003, la percentuale
di emissioni in dollari era scesa al 30%, mentre la quota di emissioni in
euro era salita al 46%. Nel complesso, quindi, si è osservato un incremento
straordinario delle emissioni obbligazionarie denominate in euro in un lasso
di tempo molto breve. La stessa fiducia nell'euro è anche riscontrabile nel
settore pubblico, e l'euro viene già ampiamente utilizzato come valuta di
ancoraggio o di riferimento dei regimi di cambio dei paesi che non fanno
parte dell'Unione europea. Più di 50 paesi dispongono di un regime di
cambio con un riferimento all'euro, talvolta in associazione con altre
valute di riserva. I regimi adottati dai paesi terzi, situati principalmente
in Europa ed in Africa, variano dai cosiddetti currency board ai regimi di
fluttuazione gestita. I principali fattori che motivano la scelta dell'euro
come valuta di ancoraggio o di riferimento da parte di paesi terzi sono gli
ampi legami commerciali e finanziari con l'area economica dell'euro. In
qualità di valuta di riserva, l'euro rappresentava nel 2002 quasi il 15%
delle riserve mondiali ufficiali. È evidente che la moneta unica ricopre
tuttora un ruolo secondario rispetto al dollaro statunitense, la cui
percentuale nello stesso periodo era pari al 65%. Il fatto che la stessa
Banca centrale europea detenga ampi quantitativi di dollari contribuisce al
ruolo dominante della moneta statunitense quale valuta ufficiale di riserva.
Personalmente, mi sembra piuttosto chiaro che il sostenuto rafforzamento
dell'euro negli ultimi 18 mesi è il riflesso, tra l'altro, della fiducia
che gli operatori privati e pubblici pongono nella moneta europea. Crescita,
riforme economiche e strategia dell'Ue per l'innovazione Benché l'Europa
goda attualmente di un'invidiabile stabilità grazie all'euro, esistono
settori in cui l'Unione non ha compiuto progressi in misura corrispondente
al successo dell'euro. Il principale di tali settori è quello della
crescita economica. L'europa non può essere soddisfatta della crescita che
ha registrato negli ultimi anni e deve incrementare la sua crescita
potenziale negli anni a venire. La convergenza del reddito pro capite
rispetto agli Stati Uniti si è fermata nel 1970. Da allora, il livello del
reddito pro capite nell'Ue si è attestato al 70% circa di quello
statunitense. Nella prima metà degli anni '90, la ristrutturazione ha
portato ad una pesante perdita di posti di lavoro e ad un forte incremento
di produttività nonostante una modesta crescita generale. Nella reazione
innescatasi nella seconda metà del decennio il forte aumento
dell'occupazione è stato conseguito a detrimento della maggiore produttività
del lavoro. Nel frattempo, sull'onda di una riuscita transizione verso
l'economia basata sulle conoscenze, gli Stati Uniti hanno registrato negli
anni '90 un tasso di crescita superiore ai precedenti due decenni. L'offerta
di manodopera negli Usa è aumentata considerevolmente sia per ragioni
demografiche sia grazie a più elevati tassi di partecipazione. Ma la
crescita degli Usa è stata anche stimolata da un forte aumento della
produttività del lavoro. Per la prima volta in 30 anni, la crescita
statunitense sotto quest'aspetto ha sorpassato quella dell'Ue, una
performance straordinaria per un paese che si trova al limite più avanzato
della frontiera delle possibilità di produzione. Avverto nella bassa
crescita economica dell'Ue il sintomo di un malessere economico ed il
segnale della necessità di riforme strutturali. In occasione del Consiglio
europeo di primavera del marzo 2000 i capi di Stato e di governo dell'Ue
hanno stabilito un obiettivo per l'Europa: incrementare la competitività ed
il dinamismo economico con l'integrazione delle conoscenze e
dell'innovazione, pur assicurando la sostenibilità ambientale e sociale a
lungo termine. Tale obiettivo richiedeva di sostenere il quadro
macroeconomico dell'Ue con una strategia coordinata di riforme
micro-economiche e sociali e con un monitoraggio regolare della loro
effettiva attuazione. La finalità della citata strategia di riforme
micro-economiche e sociali consiste nel migliorare il funzionamento dei
mercati -- di tutti mercati -- incrementando in tal modo la flessibilità
dell'economia della zona dell'euro e aumentandone, di conseguenza, il
potenziale di crescita e riducendo la disoccupazione strutturale. Dopo tre
anni di crescita deludente, l'economia dell'Ue mostra ora segnali di
recupero. Confidiamo che tale tendenza sarà confermata nel 2004 e nel 2005,
anno in cui ci auguriamo che l'Ue sarà nuovamente in grado di conseguire
pienamente il suo potenziale di crescita economica. I progressi nelle
riforme strutturali rientrano tra i principali fattori che sostengono tale
prospettiva positiva. La strategia dell'Unione per l'innovazione - il
secondo tema del mio intervento di oggi - è una componente essenziale della
strategia per le riforme strutturali. La strategia dell'innovazione dell'Ue
comprende un'ampia gamma di misure. Mi soffermerò dapprima sul lato
dell'offerta di innovazione -- la creazione di conoscenza -- per passare
successivamente al lato della domanda di innovazione -- la commerciabilità
di prodotti innovativi. Creare conoscenza significa investire in primo luogo
sul capitale umano. La conoscenza è la chiave dell'innovazione. L'europa
investe attualmente nella ricerca e sviluppo meno degli Stati Uniti. Nel
1999, gli Usa hanno destinato complessivamente alla R&s il 2,6% del Pil
nazionale, tasso superiore di oltre un terzo alle spese sostenute dall'Ue
nello stesso settore. Negli Stati Uniti il settore pubblico ha contribuito
per un quinto dell'aumento delle spese di R&s tra il 1996 ed il
2000. In
Europa, i bilanci destinati alla ricerca pubblica sono diminuiti. Per questo
motivo i capi di Stato e di governo dell'Ue si sono prefissati l'obiettivo
di aumentare gli investimenti europei per
la R
&s, portandoli entro il 2010 al 3% del Pil, e due terzi dei quali
dovrebbero provenire dal settore privato. Lo sviluppo di nuove idee e la
ricerca di frontiera traggono il massimo vantaggio dalla concentrazione
delle attività di ricerca. Tutti noi beneficeremmo di una situazione in cui
i molti scienziati di prim'ordine che lavorano nell'Unione potessero
condurre le loro ricerche in “centri di eccellenza” europei.
Attualmente, l'assegnazione dei fondi pubblici nazionali per le scienze è
tuttora in gran parte determinata dai confini nazionali. Dobbiamo instaurare
un autentico spazio europeo della ricerca. Ma possiamo fare anche di più.
Potremmo immaginare di istituire una “Agenzia europea per la ricerca”.
Un buon esempio in proposito ci viene dalla National Science Foundation
degli Usa. Le istituzioni dell'Ue possono e debbono fare la loro parte per
mobilitare le risorse finanziarie disponibili allo scopo di promuovere la
crescita e l'innovazione. Ciò può avvenire sia attraverso il bilancio
centrale dell'Ue sia attraverso prestiti gestiti dalla Banca europea per gli
investimenti (Bei). Alla Commissione, abbiamo avviato un dibattito sul
futuro quadro finanziario del bilancio centrale dell'Ue. A nostro avviso il
bilancio dell'Ue deve rispecchiare meglio le sue priorità -- ad esempio
investire di più nella R&s e nell'istruzione -- che i capi di Stato e
di governo dell'Ue si sono impegnati a realizzare.
La Commissione
ritiene inoltre che l'affluenza di risparmi ed il top rating dei prestiti
Bei dovrebbero essere utilizzati meglio per assicurare la redditività
finanziaria degli investimenti orizzontali a lungo termine. In effetti
la Bei
ha concesso considerevoli prestiti negli ultimi anni a favore delle attività
di istruzione e di formazione. Ma tutto questo non è ancora abbastanza.
Dobbiamo assicurarci che le imprese europee siano disposte a cogliere le
opportunità offerte da una manodopera qualificata. Dobbiamo assicurare che
gli imprenditori siano disposti a trasformare la creatività dei ricercatori
in eccellenti opportunità di investimento -- cioè in prodotti innovativi e
commerciabili. In sintesi, dobbiamo assicurarci che ci sia una domanda di
innovazione e che il mercato riceva i giusti incentivi per fornire il
finanziamento necessario all'innovazione. Soltanto così la crescita di
produttività si tradurrà in crescita occupazionale. Vorrei ora illustrare
alcuni esempi delle nostre politiche relative al lato della domanda di idee
innovative. In primo luogo, il settore del capitale di rischio nell'Unione
sta crescendo. Il divario con gli Stati Uniti sotto questo aspetto è
tuttora ampio, ma sta diminuendo. In Europa gli investimenti in capitale di
rischio nel 2002 sono stati pari allo 0,1% del Pil, percentuale che negli
Usa era pari al doppio, ossia dello 0,2%. Tre anni prima, tuttavia, negli
Usa la quota di capitale di rischio rispetto al Pil era quattro volte
superiore alla quota europea. Nell'unione europea possiamo sostenere il
settore del capitale di rischio con alcune misure legislative. Ad esempio, i
capi di Stato e di governo hanno invitato
la Commissione
ad analizzare gli ostacoli che impediscono ai fondi pensione di investire
nel mercato del capitale di rischio. In secondo luogo, gli investitori
privati in imprese non quotate sono disposti a fornire più capitali se
dispongono di buone opportunità di “uscita”. Come saprete, i mercati
borsistici europei destinati alle imprese a forte espansione sono più
piccoli (e più giovani) della controparte Usa, ma spero che a seguito della
riorganizzazione di alcune borse europee i valori mobiliari quotati in borsa
diverranno uno strumento accettato ed affidabile per finanziare le imprese
emergenti in Europa. Inoltre, l'Ue ha aggiornato e unificato le sue norme
sui prospetti. Ciò faciliterà l'uscita del capitale di rischio.
L'approvazione da parte di una singola autorità di regolamentazione in un
unico Stato membro sarà ora sufficiente ad immettere valori sul mercato a
dimensione europea. Abbiamo denominato tali obblighi iniziali di
informazione il “passaporto unico per gli emittenti”. Terzo, la
distribuzione operata dal mercato dei fondi ai progetti ad alta crescita non
avviene, naturalmente, soltanto attraverso il capitale di rischio e le Ipo
(Offerte pubbliche iniziali). I mercati finanziari che funzionano
correttamente convogliano in genere i fondi verso il loro uso più
produttivo e sono pertanto fondamentali ai fini della nostra performance di
crescita economica. Superare la frammentazione del mercato dei capitali in
Europa rimane una priorità al fine di diminuire il costo del capitale per
le imprese europee. Un recente studio condotto per
la Commissione
europea ha calcolato che, nel lungo periodo, un mercato europeo integrato
dei capitali potrebbe innalzare dell'1,1% il livello del Pil nell'Ue. Ma
l'integrazione dei mercati dei capitali costituisce un enorme compito
legislativo e regolamentare. Gli Stati Uniti sono formati da 50 Stati,
ciascuno dei quali ha competenza ad adottare le leggi sui valori mobiliari e
sulle società. Ma tali Stati hanno tutti la medesima tradizione giuridica e
le leggi sono scritte nella stessa lingua. In Europa abbiamo 15 diversi
ordinamenti giuridici e undici lingue -- che diverranno ben presto 25
sistemi giuridici in 20 lingue -- e le nostre tradizioni giuridiche sono
molto diverse. Naturalmente, tutto ciò si riflette nei diversi sistemi
finanziari dell'Europa. La strategia della Commissione non può consistere
nella piena unificazione dell'ambiente giuridico e regolamentare dei mercati
finanziari in Europa. Piuttosto, essa mira a promuovere la concorrenza al di
là dei confini nazionali, consentendo agli investitori di effettuare scelte
consapevoli e offrendo loro al contempo protezione dagli abusi. Ciò
aumenterà l'ammontare dei fondi che il mercato potrà assegnare alle
opportunità di investimento. E consentirà inoltre ai prezzi di mercato di
convogliare tali fondi verso i progetti più produttivi. Abbiamo stabilito
norme comuni sulla divulgazione e sugli abusi di mercato e stiamo lavorando
in materia di compensazione e regolamento, di governo societario e di
controllo dei conti. Inoltre abbiamo adottato lo statuto della società
europea che offre alle imprese un'alternativa alle disposizioni nazionali.
Nel 2005, adotteremo i principi Ias -- International Accounting Standard.
Stiamo altresì lavorando alla legislazione intesa ad agevolare le
riorganizzazioni transfrontaliere. Naturalmente, per ridurre al minimo le
frizioni transatlantiche siamo impegnati in un dialogo in materia
regolamentare con gli Usa. Il quarto esempio della strategia per
l'innovazione che vorrei illustrare riguarda le opportunità di mercato
dell'innovazione. A questo proposito, le applicazioni basate sul brevetto
costituiscono la più importante voce di costo. Da decenni esiste in Europa
un Ufficio europeo dei brevetti, con sede a Monaco, ma in tutti questi anni
non è stato rilasciato nemmeno un brevetto! Un'impresa che presentava
domanda di brevetto all'Ufficio europeo dei brevetti poteva decidere se far
valere tale documento in altri Stati europei. Ma per poter beneficiare di
tale opzione il brevetto doveva essere tradotto integralmente. Ed in caso di
controversia, la causa era di competenza dei giudici nazionali. Per questo
motivo, molte imprese non hanno optato per un brevetto valido in tutti i
paesi. Quest'anno, i capi di Stato e di governo si sono accordati su un
brevetto unico. Esso sarà rilasciato dall'Ufficio europeo dei brevetti e
un'eventuale controversia sarà risolta dinanzi ad un collegio giudicante.
Il certificato di brevetto sarà tradotto soltanto in parte. Stimiamo che
tali adeguamenti ridurranno del 50% il costo di una domanda di brevetto. La
mia ultima osservazione potrebbe sembrare ovvia al pubblico statunitense, ma
non a quello dell'Ue. La competitività è conseguenza di una concorrenza a
livello dell'Unione. Quando un prodotto è commercializzato, il primo test
di mercato per le imprese europee è il mercato unico a livello dell'Unione.
In quel momento, si potrà verificare se le imprese sono in grado di
sostenere una concorrenza mondiale. Siamo pertanto fermamente impegnati ad
eliminare le rimanenti barriere al mercato unico. Ciò è determinante se
vogliamo aumentare il nostro tasso di crescita potenziale ed aumentare i
livelli occupazionali dell'Unione. Per questo motivo sono molto importanti
le dinamiche generate da un mercato unico composto da 25 paesi.
L'allargamento dell'Unione europea Una Unione europea a 25 Stati membri è
infatti l'ultimo tema che vorrei affrontare stasera. Il 1º maggio 2004 --
fra meno di sei mesi -- otto paesi dell'Europa orientale e due paesi
mediterranei diventeranno membri a tutti gli effetti dell'Unione europea. Si
tratta certamente di un avvenimento della massima rilevanza politica, che
segna la riunificazione dell'Europa dopo 50 anni di divisione. Ma ho detto
che stasera mi sarei attenuto al tema economico. Infatti parlerò
dell'economia in relazione all'allargamento dell'Unione europea. In termini
economici, l'allargamento significa l'integrazione di due zone che
presentano un ampio divario di reddito e di produttività. Gli Stati membri
di prossima adesione presentano una distribuzione interna del reddito
relativamente simile -- se non ancora più egualitaria -- a quella dei 15
Stati membri attuali. Ma il loro livello di reddito medio è sensibilmente
inferiore a quello degli Stati attuali. I nuovi Stati membri rappresentano
il 20% della popolazione degli attuali 15 Stati membri, ma soltanto il 5%
del loro Pil. Ciò significa che con l'allargamento le disparità tra i
paesi aumenteranno di oltre il 20% -- due volte tanto l'aumento di disparità
che si ebbe a seguito dell'adesione di Spagna, Portogallo e Grecia negli
anni '
80. In
questo contesto, come fa l'economista che deve valutare opzioni
contrapposte, non posso astenermi dall'affermare che l'allargamento
rappresenta allo stesso tempo una formidabile sfida ed una opportunità
economica senza precedenti. L'enorme sfida consiste nel gestire un mercato
unico paneuropeo composto da 25 o più Stati membri e nel far fronte alle
acuite disparità che si registreranno all'interno dell'Unione. Per
funzionare correttamente, il mercato unico ha bisogno di un insieme di norme
e politiche comuni in certo numero di settori. Infatti, uno dei criteri di
adesione all'Unione europea è che i nuovi Stati membri adottino e siano in
grado di attuare l'intero corpus della normativa comunitaria. Naturalmente
tale compito ha comportato un formidabile onere amministrativo per i nuovi
Stati membri e la sfida reale si avvertirà pienamente quando l'acquis
comunitario sarà pienamente applicabile, ovvero immediatamente all'atto
dell'adesione. Ad ogni modo, per quanto grande sia il compito di dare piena
attuazione al diritto comunitario, sarà fondamentale che l'integrazione dei
nuovi Stati membri nel mercato unico avvenga senza scosse. Essa rassicurerà
gli investitori ed i consumatori sul fatto che, anche nell'Unione allargata,
potranno fare affidamento, fin dall'inizio, sullo stesso insieme di norme
certe e sperimentate. A seguito dell'allargamento, per la prima volta nella
storia l'Unione europea presenterà un divario complessivo leggermente
maggiore di quello esistente tra gli Stati degli Usa. Promuovere la crescita
nei nuovi Stati membri e ridurre, nel tempo, le disparità rappresenterà un
compito straordinario e impegnativo per l'Europa. Ma la storia
dell'integrazione europea contiene molti esempi di straordinaria convergenza
economica. L'italia degli anni '60 e '70,
la Spagna
e soprattutto l'Irlanda gli anni '90 hanno attraversato un periodo di
crescita sostenuta derivante da una combinazione delle forze di mercato e di
riforme istituzionali nazionali ed europee. Dall'altro lato, l'opportunità
consiste nell'instaurazione di un ampio spazio economico che comprende circa
500 milioni di consumatori. Una volta realizzato l'idoneo quadro giuridico,
le opportunità industriali e commerciali derivanti dal mercato unico di
circa 500 milioni di persone saranno immense. Soprattutto se sapranno
realizzare gli obiettivi d'istruzione e di innovazione che ho poc'anzi
illustrato, gli Stati membri presenti e futuri disporranno delle risorse
umane e materiali per trarre il massimo beneficio dalle nuove opportunità.
Sono convinto, quindi, che l'imminente allargamento produrrà sostanziali
vantaggi macroeconomici in tutta l'Europa. I nuovi Stati membri
rappresentano soltanto il 5% del Pil degli attuali 15 membri, ma il loro
tasso di crescita economica annuale è doppio rispetto a quello degli
attuali Stati membri dell'Ue. Non sorprende che la maggior parte degli studi
economici preveda che la differenza di dimensioni e dinamismo tra le due
regioni comporterà vantaggi macroeconomici maggiori nei nuovi Stati membri
che negli attuali. Le stime indicano una ripercussione positiva di circa 5-8
punti percentuali del Pil per i nuovi Stati dell'Ue, e poco meno di un punto
percentuale del Pil per l'insieme degli attuali Stati membri dell'Ue.
Tuttavia, tali stime partono dal presupposto che le attuali politiche
rimarranno costanti. L'allargamento avrà altri -- possibilmente anche più
importanti -- effetti micro-economici. Mercati più estesi offriranno ai
consumatori maggiori possibilità di scelta e renderanno l'attività di
R&s più vantaggiosa. L'allargamento fungerà pertanto da catalizzatore
della concorrenza sia tra i consumatori che tra i produttori nella maggior
parte dei mercati europei. Una maggiore concorrenza potrebbe apportare lo
stimolo necessario alle riforme economiche e promuovere il cambiamento,
comportando in ultima analisi una migliore distribuzione delle risorse e
quindi una maggiore crescita. Inoltre, l'incremento di investimenti e di
produttività derivante dall'allargamento potrebbe portare alla creazione di
una organizzazione industriale efficiente a livello dell'intera Europa,
alcuni esempi della quale sono già visibili. L'allargamento non soltanto
contribuirà a migliorare la distribuzione delle risorse, ma ridurrà anche
i rischi e le incertezze. Gli insegnamenti che traiamo dai mercati
finanziari sono particolarmente eloquenti. In primo luogo, negli ultimi
dieci anni i nuovi Stati membri hanno registrato un costante miglioramento
delle loro valutazioni dell'affidabilità creditizia man mano che la
prospettiva dell'adesione si avvicinava. In secondo luogo, i nuovi Stati
membri e gli altri paesi candidati (Bulgaria e Romania) godono di un
“premio di adesione”, giacché le loro obbligazioni si negoziano con
spread più ridotti rispetto a paesi con pari rating di altre parti del
mondo. Terzo, questo “premio di adesione” è maggiore per i paesi con
un'affidabilità creditizia inferiore. Ciò significa, evidentemente, che
gli investitori nutrono maggiore fiducia nelle prospettive istituzionali e
commerciali di tali paesi a motivo della loro futura adesione. Vorrei
fermarmi qui per lasciare tempo alla discussione. Dopo
la Ii Guerra
mondiale il nostro obiettivo era di assicurare la pace attraverso la
prosperità e l'integrazione economica. E ci siamo riusciti. Ci siamo
impegnati ad istituire un mercato unico a livello dell'Ue per i beni, i
capitali, i servizi e le persone. Questo processo non è ancora del tutto
completato, ma si trova in fase avanzata. La moneta unica doveva assicurare
stabilità al mercato unico e contemporaneamente rappresentare un progetto
politico a sé stante. L'introduzione dell'euro è pienamente riuscita ed ha
portato stabilità economica all'Europa. Ma abbiamo ancora del lavoro da
fare per rilanciare la crescita. Questa sera ho tracciato due elementi
chiave in tal senso: la nostra strategia dell'innovazione è l'allargamento
dell'Ue nel maggio prossimo. Il processo di riforma e di allargamento
dell'Unione europea creerà senza dubbio nuove opportunità di investimento.
Un'europa più dinamica sarà quindi un vantaggio per tutti -- su entrambe
le sponde dell'Atlantico”.
LA FINLANDIA SUPERA
GLI USA E DIVENTA L'ECONOMIA PIÙ COMPETITIVA
AL MONDO
Bruxelles, 5 novembre 2003 - Secondo l'ultima relazione sulla competitività
globale, pubblicata dal Forum economico mondiale, l'economia della Finlandia
è la più competitiva al mondo. La relazione del 2003 stila una classifica
dei 102 paesi che producono complessivamente il 97,8 per cento del Pil
mondiale, suddividendoli in due categorie distinte. Un "indice di
competitività della crescita" valuta il potenziale di un paese per il
raggiungimento di una crescita economica sostenuta a medio e lungo termine,
mentre un "indice di competitività aziendale" analizza il livello
di performance che caratterizza la competitività delle aziende di un
determinato paese e la qualità dell'ambiente imprenditoriale in cui si
trovano ad operare.
La Finlandia
si è classificata al primo posto in entrambi gli indici, presentandosi come
l'economia nazionale più competitiva al mondo. Se si considera solo
l'indice di crescita, sei dei primi dieci paesi sono europei: si tratta di
tre Stati membri dell'Ue e tre dell'Associazione europea di libero scambio (Efta).
Per l'indice delle imprese, solo Singapore e gli Stati Uniti hanno impedito
che le nazioni europee occupassero i primi dieci posti della classifica. Per
alcune nazioni avanzate, è soprattutto la valutazione della competitività
aziendale a destare preoccupazioni. L'austria e il Regno Unito hanno perso
diverse posizioni rispetto al 2002 e, benché
la Germania
sia scesa di una sola posizione nella classifica, la relazione conclude che
"la qualità dell'ambiente imprenditoriale [tedesco] è pericolosamente
diminuita". La relazione sulla competitività globale, che si basa sui
contributi di imprenditori e dirigenti delle principali aziende di ogni
paese, è stilata dal Forum economico mondiale, in collaborazione con 104
istituti partner in tutto il mondo, specialmente istituti di ricerca o
università a livello nazionale.
I SINDACATI EUROPEI CHIEDONO DI VIETARE
LA TECNOLOGIA DELLO
SCREENING GENETICO SUL LUOGO DI LAVORO
Bruxelles, 5 novembre 2003 -
La Confederazione
europea dei sindacati (Ces) ha chiesto di vietare i test genetici sul luogo
di lavoro. La procedura, che è stata già messa al bando da Austria, Belgio
e Finlandia, comporta l'utilizzo di test scientifici per ottenere
informazioni su alcuni aspetti dello stato genetico personale, che segnalano
la presenza di problemi medici attuali o futuri. I sostenitori della
procedura affermano che identificare i soggetti con un maggiore rischio
sanitario significa proteggere il personale.
La Ces
ribadisce l'ammonimento espresso dal Gruppo europeo di etica delle scienze e
delle nuove tecnologie in un parere pubblicato nel luglio 2003. "[L']
impiego dello screening genetico nel contesto delle analisi mediche [...]
non è accettabile dal punto di vista etico. I datori di lavoro possono
richiedere esami medici per adempiere i diritti e i doveri legittimi di
tutela della salute e di valutazione delle capacità, senza tuttavia
ricorrere allo screening genetico", dichiara il Gruppo di etica nel
documento.
La Ces
e il Gruppo di etica temono che i test genetici ridurrebbero l'impegno dei
datori di lavoro nella prevenzione dei rischi sul luogo di lavoro, in
particolare nel settore chimico. Inoltre ci si preoccupa che lo screening
genetico possa determinare forme indirette di discriminazione razziale, come
è accaduto negli Usa.
La Ces
invita
la Commissione
a inserire nella direttiva sulla tutela dei dati personali dei lavoratori
una clausola che proibisca i test genetici. Per ulteriori informazioni sulla
Ces visitare: http://www.Etuc.org
Per leggere il parere del Gruppo europeo di etica, cliccare
qui
E-GOVERNMENT: NELLE TABACCHERIE RICEVITORIE
DEL LOTTO SARÀ POSSIBILE OTTENERE SERVIZI E CERTIFICATI ON LINE
Roma, 5 novembre 2003 - Le pratiche e i certificati burocratici si
sbrigheranno anche nelle tabaccherie ricevitorie del Lotto e nelle
tabaccherie. Con l'obiettivo di erogare ai cittadini e alle imprese i
servizi on line della Pubblica amministrazione e di migliorare l'efficienza
amministrativa attraverso la digitalizzazione dei processi burocratici, il
ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, e l'amministratore
delegato di Lottomatica Spa, Rosario Bifulco, hanno infatti siglato un
protocollo d'intesa che consentirà l'accesso ai servizi on line di qualità
attraverso la rete di 35 mila terminali, sparsi capillarmente in circa 32
mila ricevitorie e tabaccherie su tutto il territorio nazionale. In
prospettiva si potrà accedere ai servizi anche con
la Carta Nazionale
dei Servizi e
la Carta
d'Identità elettronica. Inoltre il protocollo prevede la definizione di
sistemi di pagamento sicuri attraverso
la Rete
per consentire non solo la diffusione dei servizi on line delle Pubbliche
amministrazioni, ma anche di sviluppare il commercio elettronico delle
imprese. Il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie per raggiungere
questi obiettivi si avvarrà del Cnipa-centro Nazionale per l'Informatica
nella Pubblica amministrazione, mentre Lottomatica utilizzerà Lottomatica
Italia Servizi. "Con questo accordo proseguiamo la predisposizione di
una rete telematica per erogare on-line i servizi che
la Pubblica Amministrazione
, gli enti locali ed in particolare i Comuni saranno in grado di mettere a
disposizione al termine della prima fase del processo di e-Government, entro
il 2004, nell'ambito delle linee guida della Società
dell'Informazione", ha detto il ministro Lucio Stanca, il quale ha
sottolineato che "la capillare presenza di Lottomatica sul territorio
consentirà così di allargare in modo significativo i punti di accesso alla
Pubblica amministrazione elettronica per i cittadini che non dispongono di
una connessione in rete, contribuendo concretamente a rendere più moderno,
più facile ed efficiente, senza limiti di orari e senza spostamenti il
rapporto tra cittadini-imprese ed uffici pubblici". Da parte sua
l'amministratore delegato, Rosario Bifulco, ha affermato che "la firma
di questo protocollo d'intesa evidenzia l'affidabilità e la credibilità
industriale di Lottomatica nel settore dei servizi telematici di sportello
rivolti ai cittadini e alle imprese ma anche la forte domanda di innovazione
tecnologica che pervade il Paese. Dal nostro osservatorio, in quest'ultimo
anno, abbiamo potuto registrare una crescita del 50% per la tipologia di
servizi che rendono più facili e accessibili l'acquisizione di dati
anagrafici e l'esecuzione di atti di tesoreria. Credo che investire nello
sviluppo di queste applicazioni possa rendere un buon servizio all'immagine
dello Stato e migliorare la produttività/efficacia delle pubbliche
amministrazioni a vantaggio della qualità della vita dei cittadini".
LANCIO DELL’EMISSIONE GLOBAL IN DOLLARI / US
DOLLAR GLOBAL OFFERING - LAUNCH
Roma, 5 novembre 2003 -
La Repubblica Italiana
(Aa2/aa/aa) comunica di aver lanciato una emissione benchmark a tre anni,
formato Global in dollari Usa, per un importo di 3 miliardi. La data di
scadenza è il 15 dicembre 2006. Il prezzo del titolo verrà stabilito
domani, mercoledì 5 novembre, in relazione alle condizioni di mercato. La
data di regolamento è fissata per il 13 novembre. L’emissione sarà
l’ultimo collocamento nell’ambito del Programma Global in dollari Usa
per il 2003. Per il collocamento, che verrà eseguito da un sindacato di
banche, sono state designate come lead manager Deutsche Bank, Goldman Sachs
e Merrill Lynch.
REGOLAMENTO DELLA VENDITA DI AZIONI ENEL SPA A MORGAN STANLEY
Roma, 5 novembre 2003 - Il Mef della Repubblica Italiana annuncia di avere
completato ieri il regolamento della vendita di 400.000.000 azioni in Enel
S.p.a. A Morgan Stanley. La vendita ha generato proventi per il Tesoro pari
a € 2.172,8 milioni, corrispondenti ad un prezzo unitario per azione pari
a 5,432 Euro. Il Ministero è stato informato da Morgan Stanley che la
stessa ha completato il collocamento dell'intero ammontare delle suddette
azioni presso investitori italiani ed esteri. A seguito dell’operazione,
il Mef detiene una partecipazione nel capitale di Enel pari a poco meno del
61%. Nell’ambito della vendita, il Ministero si è impegnato a non cedere
sul mercato azioni Enel per sei mesi.
IL GRANDE SOCIOLOGO FRANCESE BRUNO LATOUR A
MILANO PER RIFLETTERE SUL TEMA DELLA RESPONSABILITÀ NELL'INNOVAZIONE
Milano, 5 novembre 2003 - Quando viene utilizzata un'arma batteriologica che
provoca 200.000 morti, chi è il colpevole? Chi la utilizza, certamente. Ma
coloro che l'hanno creata, non sono altrettanto responsabili? Ed è più
colpevole lo scienziato che modifica geneticamente il batterio o il tecnico
che realizza la bomba? Queste sono solo alcune delle frequenti domande che
il progresso pone alla comunità scientifica e non solo ad essa.
L'innovazione è ormai un fatto che coinvolge l'intera società e che impone
riflessioni drammatiche all'uomo della strada, al premio nobel, al
legislatore, al premier. Pensiamo, per esempio, anche ai temi della
clonazione o degli Organismi Geneticamente Modificati. Per la prima volta in
Italia sarà possibile affrontare questi temi con il grande sociologo
francese Bruno Latour. In una lecture, organizzata dalla Scuola di Dottorato
di Ricerca del Politecnico di Milano e sponsorizzata dalla Fondazione
Bassetti, Latour si concentrerà sul tema della responsabilità nei processi
di innovazione secondo la particolare prospettiva dei tecnologi, una
prospettiva a volte trascurata in un dibattito spesso incentrato sul ruolo
dello scienziato. 17 novembre - ore 16.00 Politecnico di Milano Piazza
Leonardo da Vinci 32 Aula S.01
SANPAOLO
IMI : APERTO A BARCELLONA IL SECONDO UFFICIO DI RAPPRESENTANZA
Torino, 5 novembre 2003 - Sanpaolo Imi ha aperto a Barcellona il suo secondo
Ufficio di Rappresentanza che, con quello di Madrid, rappresenta un punto di
riferimento importante per le imprese italiane che, in numero crescente, si
stanno insediando in Spagna. La mission è duplice: assistere le imprese,
sia quelle italiane sia le multinazionali spagnole, nel loro processo di
internazionalizzazione, favorendo l’interscambio commerciale tra Italia e
Spagna; sviluppare le relazioni con le banche locali, mirando in particolar
modo al rafforzamento della partnership con il Santander Central Hispano.
L’ufficio di Rappresentanza di Barcellona - come quello di Madrid - è
diretto da Marco Silvio Pizzi, assistito localmente da Giacomo Bonora, ed è
ubicato in Avenida Diagonal 458, Planta 8-A, 08037 Barcellona. Il Gruppo
Sanpaolo Imi è oggi presente in 29 paesi esteri (18 europei, 6 nelle
Americhe e
5 in
Asia) con una rete di 11 Filiali, 19 Uffici di Rappresentanza e 3 Banche
controllate nell’Europa dell’Est.
CREDITO
ARTIGIANO:APPROVATA
LA RELAZIONE TRIMESTRALE
AL 30.9.2003 IL RISPARMIO GESTITO, COMPRENSIVO DEL COMPARTO ASSICURATIVO, SI
INCREMENTA DEL 13,5%
Milano, 5 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione del Credito
Artigiano – Gruppo Credito Valtellinese – ha approvato ieri
la Relazione
trimestrale al 30.9.2003, che evidenzia un’ulteriore crescita degli
aggregati patrimoniali analogamente ai principali indicatori reddituali, in
linea con gli obiettivi di sviluppo prefissati. Rispetto alle consistenze
del 31 dicembre 2002, la raccolta diretta cresce del 13,8% e si attesta a
€ 3.184 milioni a fronte di 2.797 milioni. La raccolta indiretta, pari a
€ 3.861 milioni, aumenta dell’8,6% su € 3.556 milioni. Il risparmio
gestito, comprensivo del comparto assicurativo, si incrementa del 13,5%
raggiungendo € 1.790 milioni a fronte di € 1.578 milioni. Gli impieghi
alla clientela si attestano a € 2.546 milioni, con un aumento dell’1,7%
su € 2.503 milioni. Il margine di interesse, in rapporto al corrispondente
periodo dello scorso anno, evidenzia una crescita del 3,6% nonostante
un’ulteriore riduzione del differenziale tra tassi attivi e passivi nel
trimestre e si attesta a € 63,2 milioni a fronte di € 61 milioni. Il
margine da servizi – sommatoria delle commissioni nette e degli altri
proventi – evidenzia un incremento del 30,3%, passando da € 38,6 milioni
a € 50,3 milioni. Nei proventi netti – che passano da € 12,2 milioni a
€ 23,1 milioni – a differenza del corrispondente periodo 2002 sono
tuttavia compresi canoni per operazioni di leasing per € 10,4 milioni, in
relazione all’avvio dell’operatività diretta nello specifico comparto a
partire dal secondo semestre dello scorso anno. Crescono ancora in misura
significativa le commissioni relative all’area crediti e ai sistemi di
pagamento, anche la componente relativa all’area finanza evidenzi segnali
di ripresa nell’ultimo trimestre. Positivo, per € 3,1 milioni, il
contributo dei profitti da operazioni finanziarie alla formazione del
margine di intermediazione, che si attesta a € 119,5 milioni, in
incremento del 16,4% rispetto a € 102,7 milioni dello stesso periodo del
2002. Le spese amministrative subiscono un incremento dell’8,2%,
determinandosi in € 74,2 milioni contro € 68,6 milioni. Le rettifiche di
valore su immobilizzazioni materiali e immateriali passano da € 6,8
milioni a € 16,6 milioni, incremento essenzialmente ascrivibile agli
ammortamenti dei beni concessi in locazione finanziaria, complessivamente
pari a € 9,4 milioni. Il risultato lordo di gestione si determina in €
28,7 milioni contro € 27,3 milioni con un incremento del 5,1%. Dedotte
rettifiche ad accantonamenti per rischi ed oneri per € 7,5 milioni, il
risultato dell'attività ordinaria si attesta a € 21,2 milioni, in
crescita del 2,5% rispetto a € 20,7 milioni dello stesso periodo 2002
L’utile netto di periodo, raggiunge € 11,5 milioni, sostanzialmente in
linea con il risultato dei primi nove mesi dello scorso anno. Si allegano
prospetti di Stato Patrimoniale e Conto Economico riclassificati.
DA
ITALIANA ASSICURAZIONI, UNA FORMULA PER GUADAGNARE ANCHE IN TEMPI INCERTI.
OTTOPIU’:
LA INDEX LINKED
PER DARE PIU’ VALORE AL CAPITALE
Milano, 5 novembre 2003 - Ottopiù è la nuova polizza Index Linked di
Italiana Assicurazioni, Compagnia del Gruppo Reale Mutua, disponibile dal 31
ottobre scorso. Con Ottopiù si consolida una formula di successo, che punta
ad offrire al pubblico dei risparmiatori strumenti adeguati ad affrontare
anche i periodi meno semplici. Tra i principali punti di forza di Ottopiù:
la garanzia, al termine del periodo contrattuale, del capitale iniziale; il
rendimento fisso del 4% all’anno per i primi due anni, e la capacità di
sfruttare nei quattro anni successivi i rendimenti dei titoli di 20 imprese
scelte per la loro potenzialità di crescita. Emessa dalla Royal Bank of
Scotland, uno tra i più accreditati istituti bancari a livello
internazionale, Ottopiù prevede una durata contrattuale di 6 anni. Alle
prime due ricorrenze annuali verranno liquidate due cedole lorde pari al 4%
del capitale iniziale. Dal 3° anno la polizza prevede il pagamento di una
cedola lorda variabile, calcolata sul capitale iniziale, il cui valore sarà
dell’8% al quale verrà sommato o detratto il 9,50% della performance più
bassa dalle azioni del paniere; per ‘performance’ si intende la
variazione percentuale del valore di ciascuna azione rispetto alla
decorrenza del contratto (28 novembre 2003). La cedola non può essere mai
negativa, e dal 4° anno non può nemmeno essere inferiore all’importo
della cedola dell’anno precedente. Si tratta pertanto di un investimento
agganciato al mercato azionario nel quale, grazie al meccanismo adottato, si
può solo guadagnare, senza mai perdere. Oltre ai tradizionali vantaggi
assicurativi, quali l’impignorabilità e insequestrabilità delle somme
dovute, il prodotto offre anche la garanzia in caso di morte del contraente,
che prevede un incremento del valore dell’obbligazione alla data del
decesso pari al 6% per gli assicurati con meno di 60 anni alla stipula del
contratto e all’1% per gli altri. Si accede ad Ottopiù a partire da un
premio minimo di 2.000 euro. La durata contrattuale di 6 anni, decorre dal
28 novembre 2003 e arriva alla stessa data del 2009. La sottoscrizione potrà
essere effettuata dal 31 ottobre al 28 novembre 2003 presso una delle 360
Agenzie di Italiana Assicurazioni presenti su tutto il territorio
nazionale.
ESPERTI
A CONVEGNO SUI TEMI DELL’ASSICURAZIONE RC AUTO VENERDÌ 7 NOVEMBRE A
VERONA ALL’AUDITORIUM DI CATTOLICA INCONTRO DI STUDIO CON DOCENTI,
MAGISTRATI, ESPONENTI DEL SETTORE E DEI CONSUMATORI SULL’OBBLIGO A
CONTRARRE E I LIMITI AL RISARCIMENTO DEL DANNO
Verona, 5 novembre 2003 - “L’assicurazione della responsabilità civile
auto: obbligo di contrarre e limiti al risarcimento del danno” è il tema
di un convegno di studio organizzato da Cattolica Assicurazioni e dalla
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Verona, che si
terrà venerdì 7 novembre a partire dalle 9 nell’auditorium “Bisoffi”
della compagnia veronese, in Lungadige Cangrande 16. L’argomento è di
particolare attualità in un momento in cui tra Governo, compagnie e
consumatori è in atto un processo di profonda revisione dei meccanismi
tariffari, anche alla luce dei nuovi scenari aperti dall’introduzione
della parente a punti e dello stretto rapporto che lega costi diretti e
indiretti sostenuti per i risarcimenti, andamento tecnico delle compagnie e
costo finale delle polizze auto. Dopo l’apertura dei lavori, affidata a
Paola Boscaini, vicedirettore generale di Cattolica, la relazione
introduttiva sarà svolta dal prof. Francesco Donato Busnelli, ordinario di
diritto civile alla Scuola Superiore S. Anna di Pisa. I lavori saranno
articolati in due sessioni. La prima, relatore il prof. Giovanni Gabrielli,
ordinario di diritto civile all’Università di Trieste, tratterà
dell’“obbligo di contrarre delle imprese esercenti l’assicurazione
della responsabilità civile automobilistica, libertà di determinazione
delle condizioni contrattuali ed elusione”. Sono poi previsti interventi
su “Assicurazione obbligatoria e tutela della concorrenza”, di Francesco
Sclafani, Avvocato dello Stato; su “Obbligo di contrarre e libertà di
impresa”, di Vittorio Verdone, responsabile assicurazioni auto Ania; e su
“L’ottica del consumatore”, di Fabrizio Premuti, responsabile settore
assicurativo di Adiconsum. La seconda sessione prenderà avvio dalla
relazione sul tema “Il nuovo sistema dei danni non patrimoniali”, del
prof. Giulio Ponzanelli, ordinario di diritto civile all’Università di
Brescia. Seguiranno interventi su “Interpretazione creativa nel
risarcimento del danno alla persona?”, di Alfonso Amatucci, consigliere
della Corte di Cassazione, e su “Come il risarcimento danni influenza il
costo delle polizze auto”, di Paolo Masini, direttore sinistri e risorse
umane di Cattolica. Le conclusioni saranno affidate al prof. Gabrielli.
DUOMO ASSICURAZIONI: NEI PRIMI NOVE MESI DEL
2003 IN
SIGNIFICATIVA CRESCITA UTILE NETTO E RACCOLTA PREMI
Milano, 5 novembre 2003. Duomo Assicurazioni chiude i primi nove mesi
dell’anno con un utile netto di 5,968 milioni di euro contro i 205 mila
euro del corrispondente periodo del 2002. I premi del lavoro diretto della
compagnia nei primi tre trimestri del 2003 sono saliti a 237,477 milioni di
euro, con un incremento del 21,4% sui primi nove mesi del 2002; nel ramo
R.c. Auto lo sviluppo della raccolta premi è del 28,7%. Sono i dati più
significativi della relazione trimestrale al 30 settembre 2003, approvati
oggi dal Consiglio di Amministrazione di Duomo Assicurazioni, storica
compagnia milanese fondata nel 1923 e confluita nel 2000 nel Gruppo
Cattolica Assicurazioni. Note positive emergono anche dal conto tecnico, che
ha chiuso i primi tre trimestri dell’anno con un risultato di 2,564
milioni di euro. Gli investimenti hanno superato i 491 milioni di euro
(+3,7% rispetto al primo semestre). Al 30 settembre scorso erano operativi
341 punti vendita di Duomo Assicurazioni, con un incremento di tre unità
rispetto al 30 giugno. Nel corso del trimestre è proseguita la
progettazione di nuovi prodotti, focalizzati in particolare sulla copertura
dei rischi per la famiglia. In pari data è stata approvata anche la
relazione trimestrale al 30 settembre 2003 di Duomo Previdenza,
specializzata nel settore dei rischi vita e del risparmio assicurativo e
anch’essa controllata da Cattolica Assicurazioni. I primi nove mesi
dell’anno chiudono con un utile netto di 2,363 milioni di euro rispetto
agli 819 mila euro del corrispondente periodo del 2002. I premi lordi
contabilizzati al 30 settembre ammontano a 51,341 milioni di euro, in
crescita del 24,1% rispetto ai 41,369 milioni dei primi nove mesi
dell’esercizio 2002. Lo sviluppo risulta particolarmente significativo con
riferimento alle polizze a premio unico di rami I e V. Nel corso del
trimestre è proseguita l’attività di studio di nuovi prodotti, destinati
sia al canale agenziale che a quello bancario.
BANCA PROFILO: A ROBERTO COLAVOLPE
LA RESPONSABILITÀ DELLA
DIVISIONE BANCA
Milano, 5 novembre 2003 – Roberto Colavolpe entra in Banca Profilo con la
responsabilità della nuova Divisione Banca, struttura in via di
costituzione che riunirà, oltre al Private Banking, tutte la attività
parabancarie (leasing, mutui, conti correnti…) e la futura rete di
promotori. Colavolpe, milanese, 47 anni, raggiunge Banca Profilo dopo una
significativa esperienza manageriale nel mondo assicurativo e bancario con
ruoli di sempre maggiore responsabilità culminati con l’incarico di
Direttore Generale di Premafin Finanziaria e, successivamente, di Sai
Assicurazione. Per il gruppo assicurativo Colavolpe ha sviluppato, fra
l’altro, Banca Sai nonché la collaborazione con Banca Profilo che ha
condotto alla creazione di Profilo Life, compagnia assicuratrice posseduta
pariteticamente da Banca Profilo e Sai. L’ingresso di Roberto Colavolpe
– che andrà a coordinare le attività di Private Banking già sotto la
direzione temporanea del Presidente e A.d. Sandro Capotosti - rappresenta
una grande opportunità per la rapida crescita delle attività bancarie di
Banca Profilo. “Sono convinto, ha sostenuto Colavolpe, che le
caratteristiche di serietà nella gestione del risparmio, di professionalità,
di innovazione e di snellezza organizzativa che connotano Banca Profilo
rappresentino le migliori condizioni operative alle quali affiancare la mia
esperienza manageriale per un rapido processo di sviluppo”.
LA FONDAZIONE CRT
POTENZIA E PROSEGUE IL PIANO DI INVESTIMENTI
PATRIMONIALI SUL TERRITORIO 11 NUOVI PROGETTI DI TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE
E DI SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE IN PIEMONTE PER 244 MILIONI DI EURO
Torino, 5 novembre 2003 - Undici nuovi progetti per il recupero e la
valorizzazione commerciale di siti degradati, la creazione di business
center, la creazione di centri servizi e aree attrezzate in zone di
importanza strategica in Piemonte. Finpiemonte Spa e Fondazione Crt hanno
dato vita ad una forma di investimento innovativa, denominata
“Associazione in partecipazione di 2° livello” che permette, con un
investimento di capitali di 18,2 milioni di euro, di mettere in moto
investimenti per circa 244 milioni di euro nell’arco di 5 anni, dei quali
circa 170 milioni di Euro rappresentano la quota iniziale (entro il 2005).
Fondazione Crt fin dal
1998 ha
creduto nei progetti di investimento sul territorio proposti da Finpiemonte;
oggi, entrambe le istituzioni hanno un ruolo fondamentale e complementare
per l’attivazione di questi interventi: Finpiemonte predispone i progetti
e Fondazione Crt assume un ruolo determinante come investitore. Da
sottolineare l’effetto moltiplicatore e catalizzatore di questi
interventi; relativamente alla nuova operazione si segnalano i seguenti dati
particolarmente significativi: l’investimento di 5 milioni di euro da
parte della Fondazione Crt ha permesso di attivare, tramite l’Associazione
in partecipazione di 2° livello, una raccolta pari a 18,2 milioni di euro
(effetto moltiplicatore di
1 a
4 circa); i 18,2 milioni di euro sottoscritti nell’ambito
dell’Associazione in partecipazione di 2° livello permetteranno di
realizzare investimenti iniziali per 170 milioni di euro circa (effetto
moltiplicatore di
1 a
9) ed investimenti complessivi di 244 milioni di euro circa (effetto
moltiplicatore di
1 a
13,5); Il consistente autofinanziamento rende inoltre possibile l’utilizzo
dei fondi comunitari (Docup 2000-2006), per 50 milioni circa di euro, che
diventano fattore determinante per larga parte degli interventi. Queste le
aree interessate e i relativi progetti: la realizzazione di Business Center
tramite la riqualificazione di quattro siti industriali (Area ex Montefibre
di Ivrea, area ex Savigliano sulla Spina
3 a
Torino, area ex Vitali a Torino, area ex Acciaierie Ferrero a Settimo
Torinese); la realizzazione del centro servizi a Moncalieri; l’ampliamento
del polo integrato di sviluppo a Trofarello e la realizzazione di 5 aree
industriali attrezzate (a Ovada, Borgovercelli, Orbassano, Strambino, e
Beinette – Cuneo). Queste si aggiungono alle prime 5 aree interessate dal
piano partito nel 1998, che sono i poli industriali di sviluppo Montepo di
Moncalieri, Soprin di Pinerolo e Chind di Chivasso, Pista di San Maurizio
Canavese, il recupero dell’ex Fergat di Torino (Sinatec spa).
Nell’“associazione in partecipazione di 2° livello” Finpiemonte
assume il ruolo di “Associante” e
la Fondazione Crt
, che interviene con un impegno rilevante, ha il ruolo di “Associato”;
ad essa si affiancano, a livello di investitori istituzionali, con analoghi
contratti, 4 fondazioni piemontesi (Fondazione Cassa di Risparmio di Biella,
Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di
Fossano, Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo). L’operazione nel suo
complesso è articolata in due parti: associazione in partecipazione di 1°
livello; associazione in partecipazione di 2° livello. L’”associazione
in partecipazione di 1° livello” trova attuazione tramite Finpiemonte,
che stipula singoli contratti con società operative del gruppo che
realizzano i progetti sul territorio. Caratteristica principale di questo
nuovo piano è che per
la Fondazione Crt
e per le altre Fondazioni coinvolte si tratta di un investimento
patrimoniale che recepisce le esigenze del sistema territoriale ed al tempo
stesso deve rispondere ai principi di salvaguardia del patrimonio ed
adeguata redditività. Come sottolinea il Presidente della Fondazione Crt,
Andrea Comba, “Il patrimonio della Fondazione Crt si diversifica sia in
grandi interventi strutturali sia in forme particolari di investimenti per
lo sviluppo, quale l’associazione con Finpiemonte. Con questo investimento
sul territorio, avviato sin dal 1998,
la Fondazione Crt
ha adottato una modalità di intervento unica in Italia e anticipato in
termini di rapporto tra fondazione e territorio quanto
la Finanziaria
2002 con l’articolo 11 aveva cercato di codificare. Il nostro intervento
quale soggetto privato a fianco di Finpiemonte, con
la Regione
e i Comuni – prosegue Comba - mira ad aggregare risorse utili, ad aprire
un circolo virtuoso in grado a sua volta di generare occupazione, alimentare
nuovi investimenti, stimolare l’insediamento nella regione di nuove
attività produttive.” Per quanto riguarda il primo intervento del 1998,
la Fondazione
aveva conferito 2,6 milioni di euro suddivisi sui 5 progetti. Questa
operazione, che dovrebbe chiudersi entro il 2008, sulla base degli utili
fino ad ora conseguiti ha avuto un tasso di rendimento medio annuo superiore
al 20%. “L’accordo che presentiamo oggi – ha sottolineato Fabio
Pasquini, presidente di Finpiemonte - nasce dalla fiducia che due enti come
Fondazione Crt e Finpiemonte hanno avuto in uno strumento inedito di
collaborazione a carattere finanziario, che si è rivelato, attraverso
l’esperienza iniziata nel 1998 e l’aggiornamento attuale, un efficace
moltiplicatore sia in fase di raccolta di capitali di rischio sia
soprattutto in fase di impiego nell’ambito dei diversi investimenti”.
IPOTECHE LEGALI SUGLI IMMOBILI: ANCHE IN
TOSCANA E' BOOM TRA IL 1999 E IL 2002 SONO CRESCIUTE DA
114 A
4001, CON UNA PROGRESSIONE QUASI DOPPIA RISPETTO A QUELLA GIÀ ELEVATA
REGISTRATA IN TUTTO IL PAESE.
Milano, 5 novembre 2003 - L'impennata delle ipoteche legali è un fenomeno
rilevato in tutte le regioni italiane, ma in Toscana ha assunto connotazioni
ancora più forti. Lo afferma Equifax Italia, leader nel settore delle
informazioni commerciali e immobiliari, che ha analizzato l'andamento dei
pregiudizievoli immobiliari (le annotazioni negative sulle proprietà
immobiliari di famiglie e imprese, come ipoteche giudiziarie, ipoteche
legali e pignoramenti) presso le Conservatorie dal 1999 al 2002. Dal
1999-2002 moltiplicate per 35 Secondo le rilevazioni di Equifax, in Toscana
e fra il 1999 e il
2002 l
'incremento complessivo di tutti i pregiudizievoli immobiliari (da
8.396 a
12.221) è stato del 45,6 per cento, superiore a quello nazionale (risultato
pari al 39,2 per cento, da
78.390 a
109.140), ma ciò è avvenuto a causa di una crescita eccezionale delle
ipoteche legali. Iscrivibili a norma di legge da Enti Pubblici Creditori e
Concessionari della riscossione a tutela dei crediti passati a ruolo e
ritenuti in sofferenza, le ipoteche legali sono infatti cresciute in Toscana
e nel quadriennio in esame di ben 35 volte, e dunque con una dinamica quasi
doppia rispetto a quella riscontrata in tutto il Paese. Nel 2002 la conferma
del fenomeno : a Siena e Pistoia il record di crescita Il fenomeno
riscontrato non sembra rallentare. Anche nel corso del 2002 il fenomeno ha
confermato la sua persistenza, anche se in misura diversa nell'ambito delle
singole province. Siena, Pistoia, Grosseto, Lucca, Pisa e Arezzo sono le
province dove più è cresciuto il fenomeno nel 2002. Nella provincia di
Siena le ipoteche legali sugli immobili sono cresciute dalle 52 del 2001
alle 332 del 2002 (di 6,5 volte), a Pistoia da
38 a
236 (di 6,2 volte), a Grosseto da
107 a
431 (di 4 volte), a Lucca da
212 a
741 (di 3,3 volte), a Pisa da
149 a
498 (di 3,3 volte) e a Arezzo da
130 a
196 (di 3 volte). Minori rispetto alla media regionale, ma sempre
sorprendenti, sono gli incrementi registrati nelle altre province, ove le
ipoteche legali nel 2002 sono risultate pari a
236 a
Prato (più del doppio rispetto all'anno prima), a
655 a
Livorno (+88 per cento sull'anno prima), e a 459 nella provincia di Firenze,
che con 459 casi è quella che fa registrare l'incremento relativamente più
contenuto (+45 per cento sull'anno prima). Rimane basso il valore
riscontrato nell'area di massa Carrara (20). Ancora nel solo 2002, per tutta
la Toscana
le ipoteche legali risultano pari a 4004 (2,8 volte quelle del 2001).
DALLA COLLABORAZIONE ENEL ED ENEA PER
UN’ENERGIA SOLARE PIÙ EFFICIENTE E FLESSIBILE NASCE IL PROGETTO ARCHIMEDE
Roma, 5 novembre 2004 – Enel ed Enea insieme per l’energia solare: nasce
così il Progetto Archimede, la prima applicazione a livello mondiale di
integrazione tra un ciclo combinato a gas e un impianto solare
termodinamico, basato su una tecnologia fortemente innovativa elaborata
dall’Enea. La centrale Enel di Priolo Gargallo (Siracusa) sarà la sede
della sperimentazione. Il grande impianto solare, che sorgerà in un’area
adiacente di proprietà dall’Enel, incrementerà la potenza della centrale
di circa 20 Mw e consentirà di produrre: energia elettrica aggiuntiva di
fonte solare capace di soddisfare il fabbisogno di una città di 20.000
abitanti; un risparmio di 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio
all’anno; minori emissioni di Co2 per 40 mila tonnellate all’anno.
Archimede utilizzerà una tecnologia ad alto rendimento che produrrà
energia elettrica dal sole sempre, anche di notte e quando il cielo è
coperto, grazie a una miscela di sali in grado di conservare a lungo il
calore raccolto durante il giorno. Enea, infatti, ha messo a punto un nuovo
sistema grazie al quale la luce diretta del sole viene concentrata con un
sistema di specchi parabolici e accumulata, grazie alle proprietà di un
nuovo fluido a base di sali, in modo da rendere disponibile calore ad alta
temperatura, fino a 550 gradi in ogni momento della giornata. L’energia
termica così raccolta servirà a produrre vapore ad alta pressione che,
convogliato nelle turbine dell’adiacente impianto a ciclo combinato della
centrale Enel, incrementerà la produzione di energia elettrica della
centrale, riducendo la necessità di consumare combustibili fossili e
migliorando le prestazioni ambientali. Il campo solare sarà costituito da
360 specchi (“collettori parabolici”) per una superficie totale attiva
di circa
200.000 metri quadrati
. L’investimento complessivo per la realizzazione del progetto è di circa
50 milioni di euro. Paolo Scaroni, amministratore delegato di Enel ha così
commentato l’accordo raggiunto con l’Enea: “Con lo sviluppo del
progetto Archimede, Enel conferma il proprio impegno nella ricerca di fonti
alternative di energia. Da sempre l’azienda pone grande attenzione al
rispetto dell’ambiente e all’innovazione tecnologica: la collaborazione
con l’Ente guidato dal professor Rubbia va in questa direzione”. Carlo
Rubbia, presidente dell’Enea ha detto: “Con la nuova tecnologia solare
termodinamica sviluppata dall’Enea, si apre una nuova via, che introduce
sostanziali innovazioni rispetto alle energie rinnovabili convenzionali,
quali il fotovoltaico, l’eolico e la biomassa. Questo sistema, attraverso
l’introduzione di uno specchio concentratore, aumenta la densità di
energia solare di un fattore pari a 100. E’ quindi possibile raggiungere
temperature molto elevate, del tutto analoghe a quelle prodotte da impianti
a combustibili fossili. Il calore ad alta temperatura è inoltre accumulato
in un contenitore di dimensioni tali da permettere di produrre energia in
funzione della domanda, evitando la discontinuità tipica delle energie
rinnovabili. La produzione di grandi quantità di energia pulita,
continuamente disponibile e a costi confrontabili con quella dei fossili
rappresenta un reale salto tecnologico che permetterà, se utilizzata in
scala adeguata, di contribuire in modo determinante ad una maggiore
indipendenza energetica e alla riduzione dei gas serra, in particolare per
le aree ad alta insolazione come le regioni del Sud del nostro Paese”.
ALSTOM IN CORSA PER
LA LINEA
5 DELLA METROPOLITANA A MILANO UN PROGETTO ALL’INSEGNA
DELL’INNOVAZIONE NELLA TECNOLOGIA (DRIVERLESS) E NEL MODELLO DI BUSINESS
(PROJECT FINANCING)
Milano, 5 novembre 2003 – Ieri il Sindaco Gabriele Albertini ha firmato il
provvedimento con il quale si formalizza la nomina a Promotore, ai sensi
della legge 109/94, del raggruppamento di imprese guidato da Astaldi e
partecipato anche da Alstom Ferroviaria per il progetto di costruzione e
gestione della Linea 5 della Metropolitana di Milano. “Questa nomina
premia il lungo impegno e la determinazione di Alstom Ferroviaria che ha
scommesso sul Project Financing applicato al complesso mondo del trasporto
urbano come strumento per contribuire ad uno sviluppo deciso del settore –
afferma Emilio Gallocchio, Country President di Alstom Italia e
Amministratore Delegato di Alstom Ferroviaria – e conferma la nostra
eccellenza nella progettazione e nello sviluppo di sistemi di trasporto
urbano ad altissima tecnologia”. Tra l’altro nel settore urbano
l’ultimo esempio in ordine di tempo giunto al risultato di promotore ai
sensi della legge 109/94 è rappresentato dalla proposta per la rete
tramviaria integrata di Firenze, alla quale Alstom Ferroviaria ha
partecipato all’interno di un raggruppamento con estesa logica di
partnership. Linea 5 sarà la prima metropolitana automatica di tipo
“driverless” (senza conducente) in Milano, strettamente interconnessa
alla rete cittadina del trasporto pubblico. La tratta si estenderà per
oltre
5 chilometri
dalla stazione Garibaldi verso i confini comunali a nord, in direzione Sesto
S.giovanni. Si prevede anche la possibilità di una futura estensione del
sistema verso i comuni di Cinisello e Monza, che costituiscono un bacino di
utenza ad intensa domanda di mobilità. Questa nuova affermazione di Alstom
in Italia nel settore dei trasporti si aggiunge agli importanti risultati
recentemente conseguiti nello stesso settore nell’est asiatico: apertura
esercizio della linea driverless Nel a Singapore e le successive
acquisizioni relative alla Circle Line di Singapore e alla Yangpu Line in
Shangai e alla Metropolitana di Taiwan dove un consorzio, questa volta
guidato da Alstom, si è aggiudicato un contratto da 360 milioni di euro per
l’estensione delle infrastrutture del sistema metropolitano. In
particolare per quello che riguarda
la Nel
(North East Line) di Singapore Alstom ha sviluppato e realizzato l’intero
progetto (treni, infrastrutture, sistemi di segnalamento) realizzando la più
lunga metropolitana senza conducente al mondo con tecnologie
all’avanguardia sviluppate in parte anche nella sede italiana di Bologna.
CIT :
PROSEGUE L’IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO DI FOCALIZZAZIONE FINALIZZATO AL
MIGLIORAMENTO DELLA REDDITIVITÀ
Varese, 5 novembre 2003 - Come annunciato nel Road Show del 29 luglio 2003,
nel corso del quale era stato presentato il Piano di Focalizzazione
approvato dal Consiglio di Amministrazione, il Gruppo, in questi mesi, ha
avviato le attività per l’implementazione dello stesso. In tale ambito si
colloca la richiesta per la procedura di mobilità per 173 dipendenti
italiani, presentata in data odierna, dopo aver effettuato numerosi incontri
con le Organizzazioni Sindacali Nazionali di categoria. Il Piano, infatti,
si pone duplici obiettivi: da un lato il miglioramento della redditività
anche attraverso una riduzione dei costi che interesserà l’area
Distribuzione, Tour Operating e Headquarter; dall’altro il miglioramento
della Posizione Finanziaria Netta, e conseguente riduzione degli oneri
finanziari, attraverso la cessione della partecipazione in Progetto Venezia.
Nel Piano, a livello europeo, è prevista una riduzione totale di personale
di circa 250 unità. I risparmi lordi ipotizzati dal Piano sono
quantificabili in 12-14 milioni di Euro. L’amministratore Delegato
Giovanni Natali ha dichiarato: ”Per la realizzazione degli obiettivi
previsti nel Piano è fondamentale il rispetto delle tempistiche, i fatti
mostrano che si sta lavorando pesantemente anche in questa ottica. La
richiesta della procedura di mobilità, pertanto, permetterà al Gruppo di
partire nell’anno 2004 con una struttura aziendale più snella e
flessibile, pronta a rispondere alle esigenze del mercato.”
GIUSEPPE FINOCCHIARO DI OREGON SCIENTIFIC: UN
ITALIANO AD HONG KONG
Milano, 5 novembre 2003 - Giuseppe Finocchiaro, Amministratore Delegato di
Oregon Scientific Italia e Presidente Europa, Middle East & Africa di
Oregon Scientific, ha ottenuto un importante riconoscimento, con la nomina a
Executive Director, entrando a far parte del Consiglio di Amministrazione
della capogruppo Idt International, società leader mondiale nella
progettazione e produzione di prodotti elettronici, di cui Oregon Scientific
fa parte. L’escalation di Giuseppe Finocchiaro è stata senza dubbio
veloce e ricca di tappe significative. Dopo una brillante carriera in Texas
Instruments, nel 1993 Giuseppe Finocchiaro viene chiamato, in qualità di
Country Manager, ad aprire la filiale italiana della capogruppo Idt
International Ltd di Hong Kong – società specializzata in elettronica di
consumo – la quale conta oggi più di 10.000 dipendenti con filiali in
tutto il mondo. Nel 1998 Giuseppe Finocchiaro diventa Amministratore
Delegato di Oregon Scientific Italia (multinazionale specializzata nella
distribuzione di barometri e sveglie a cristalli liquidi), che nasce grazie
ad una sua idea di uscire da un mercato fortemente di nicchia, quale era
quello dei barometri e delle sveglie, per renderli strumenti alla portata di
tutti; il design e la tecnologia che hanno trasformato oggetti di uso
quotidiano in strumenti di facile lettura e dall’estetica curata, sono
state le armi vincenti per conquistare una posizione di assoluta leadership
nel settore dell’elettronica lifestyle. Sempre nel
1998 a
Giuseppe Finocchiaro viene affidato anche il coordinamento dell’intero
mercato del Middle East. Nel 2000 Giuseppe Finocchiaro assume la carica di
European Brand Manager del Gruppo Oregon Scientific, assumendo così la
responsabilità delle politiche e delle strategie del Gruppo per Germania,
Francia, Inghilterra e Spagna, filiali per le quali ha coordinato anche
tutte le attività di comunicazione e di marketing operativo. Solo un anno
dopo – 2001 – viene nominato Presidente Europeo di Idt e Oregon
Scientific assumendo la responsabilità di tutte le attività della
capogruppo in Europa. Nel 2002 diventa Presidente di Emea (Europe, Middle
East & Africa).
DELTA AIR LINES AUMENTA I VOLI DALL’ITALIA
- ROMA - CINCINNATI DAL 2 MAGGIO 2004
Roma, 5 novembre 2003 - Delta Air Lines, compagnia aerea americana leader
sulle rotte transatlantiche, dal prossimo Maggio aumenterà i voli
giornalieri in partenza da Roma. Il 2 Maggio 2004 verrà inaugurato il volo
diretto non-stop per Cincinnati. Il volo sarà giornaliero fino a Ottobre,
mentre, durante i mesi invernali, le frequenze saranno tre alla settimana.
Il volo sarà operato, in code-share con Alitalia, partner dell’alleanza
Skyteam, con Boeing 767-300Er configurato in due classi di servizio.
"La comunità locale ha dato un grande sostegno al volo per Cincinnati
durante l'estate 2002" sostiene Vicki Escarra – Executive Vice
President and Cmo di Delta. "Ed è proprio grazie a questo che oggi
possiamo ripristinare ed ampliare il servizio". “La scelta di Roma è
in linea con la strategia di Delta di collegare l’hub di Cincinnati con le
principali destinazioni europee e il Leonardo Da Vinci di Fiumicino, gestito
dalla società Aeroporti di Roma, è uno degli hub chiave per l’allenza
Skyteam” dice Patrizia Ribaga – Direttore Commerciale Italia di Delta.
Cincinnati è l’hub di Delta per
la West Coast
, terzo gateway della compagnia con 565 voli giornalieri per 125
destinazioni. Salgono così a tre, dal 2 Maggio 2004, i voli giornalieri
diretti non-stop Delta in partenza da Roma, già collegata con Atlanta e New
York Jfk. Delta opera inoltre da Milano voli per New York e Atlanta e da
Venezia per New York.
Volo
|
Partenza
|
Arrivo
|
Roma – Cincinnati
|
11.00
|
15.20
|
Cincinnati – Roma
|
18.50
|
10.00+1
|
Dal 2 Maggio 2004 Delta introdurrà
inoltre un volo diretto giornaliero non-stop da Amsterdam per Cincinnati.
Delta ed i suoi partner offrono dall’aeroporto di Cincinnati voli non-stop
per sei destinazioni internazionali. Infolink: Www.delta.com
LA TASSAZIONE DELLE
AUTOVETTURE
NELL'UE
Bruxelles, 5 novembre 2003 - Le autovetture sono soggette ad un'ampia gamma
di tasse (tasse d'immatricolazione, tasse annuali di circolazione, Iva e
tasse sui carburanti) che, variando notevolmente da uno Stato membro
all'altro, possono costituire un ostacolo per coloro i quali attraversano i
confini interni dell'Unione. La relazione di Mary Hilda Rosamund Honeyball (Ppe/de,
Uk), adottata dalla commissione per i problemi economici e monetari,
concorda sulla necessità di ristrutturare il regime fiscale relativo ai
veicoli nell'Ue e in generale di eliminare o attenuare gli ostacoli
amministrativi tra Stati membri che rendono difficile il funzionamento del
mercato interno. I deputati difendono la tassa annuale di circolazione, in
quanto strumento che mette in luce il rapporto tra emissioni e consumo. Essa
deve rimanere in ogni caso di competenza delle autorità nazionali: il
rapporto tra fiscalità delle autovetture e tutela dell'ambiente viene
sottolineato in diversi punti della relazione. Tuttavia le imposte sui
carburanti non dovrebbero essere molto più elevate del costo esterno
dell'uso dei carburanti stessi. L'organo parlamentare ribadisce inoltre il
proprio sostegno alla proposta della Commissione del 1998 volta ad eliminare
la doppia imposizione della tassa d'immatricolazione: il Consigli è quindi
sollecitato ad approvare tale proposta.
L'OCCUPAZIONE NEL SETTORE
AUTOMOBILISTICO
Bruxelles, 5 novembre 2003 -
La Commissione
farà una dichiarazione sulle prospettive dell'occupazione nel settore
automobilistico in Europa. Suscitano infatti preoccupazione gli annunci di
licenziamenti provenienti da grandi case automobilistiche americane.
La Ford
, ad esempio, intende tagliare 3.000 posti di lavoro in Belgio e
1.700 in
Germania, ma anche altre case statunitensi starebbero valutando piani di
ristrutturazione con importanti ripercussioni nell'Ue, dove il settore
occupa l'8,5% della popolazione attiva. Il dibattito rappresenta
un'occasione per fare il punto sull'andamento del settore automobilistico in
Europa e della sua competitività a livello mondiale.
MIGLIORARE
LA CONDIZIONE FEMMINILE
GRAZIE ALLE TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE
Bruxelles, 5 novembre 2003 - La globalizzazione e lo sviluppo delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Tic) hanno prodotto
radicali mutamenti nel mercato del lavoro e nella vita di tutti i giorni.
Basti pensare che oltre il 60% dei posti di lavoro creati tra il 1995 e il
2000 appartengono al settore dell'alta tecnologia. La commissione per i
diritti della donna ha approvato una relazione d'iniziativa della sua
presidente, Anna Karamanou (Pse, Gr), nella quale si constata che
l'analfabetismo informatico colpisce maggiormente le donne, indebolendole
rispetto agli uomini sul mercato del lavoro. Di fronte ad una percentuale di
appena il 20% di studentesse di informatica, non ci si deve sorprendere se
soltanto il 14,5% delle nuove imprese multimediali private siano dirette da
donne. La relazione propone misure concrete per cambiare questa situazione.
I programmi scolastici dovrebbero essere modificati in modo da
familiarizzare i bambini e i giovani ai computer, a Internet, alla scienza e
alla tecnologia. Se alle bambine venissero insegnate le Tic, il loro
interesse per gli studi tecnologici potrebbe aumentare, senza dimenticare
che tale educazione contribuirebbe ad eliminare gli stereotipi di
analfabetismo informatico delle donne. Occorre poi tenere conto degli
obiettivi fissati a Lisbona per aumentare il tasso di donne attive sul
mercato del lavoro e ridurre la disoccupazione femminile.
La Commissione
e gli Stati membri sono quindi invitati a modificare la ripartizione dei
Fondi strutturali e in particolare del Fondo sociale europeo in modo da
creare programmi di formazione e di reinserimento nel mercato del lavoro per
le donne più anziane, le disoccupate a basso reddito, le immigrate, le
appartenenti a minoranze etniche e le disabili, attraverso corsi accessibili
e meglio ripartiti geograficamente. Per quanto concerne le politiche di
sviluppo dell'Unione, la relazione richiama l'attenzione della Commissione e
del Consiglio sui benefici di un più ampio accesso delle donne alle Tic.
Esso costituisce non solo un fattore di sviluppo sostenibile dei Pvs, ma
anche una forma di trasferimento delle conoscenze in materia di salute,
istruzione, educazione sessuale, produzione alimentare e ambiente, nonché
un mezzo per affrancare le donne dalla povertà.
MANUALE DI SCRITTURA AMMINISTRATIVA
Roma, 5 novembre 2003 - L'agenzia delle Entrate ha pubblicato online il
"Manuale di scrittura amministrativa". Il volume, 230 pagine
suddivise in 11 capitoli, rappresenta il risultato di un percorso formativo
che ha avuto per protagonisti oltre agli autori - docenti, ricercatori e
formatori di italiano scritto e professionale del dipartimento di Studi
Italianistici dell'Università di Pisa - quasi 400 fra dirigenti e
funzionari dell'agenzia delle Entrate. Il Manuale vuole essere un'occasione
in più per tradurre in pratica quotidiana le politiche di assistenza e di
cura del contribuente, che vedono l'Amministrazione fiscale impegnata sul
fronte dell'ottimizzazione dei servizi telematici, della disponibilità
delle risorse umane, dell'adeguatezza degli uffici e della semplificazione
delle procedure. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/manuale_scrittura/index.html
IL SERVIZIO DI CONCILIAZIONE DELLE CAMERE DI
COMMERCIO UNO STRUMENTO NUOVO ED INNOVATIVO PER
LA RISOLUZIONE DELLE
CONTROVERSIE
Milano, 5 novembre 2003 – Il prossimo lunedì 10 Novembre presso
la Camera
di Commercio di Milano Palazzo Turati in Via Meravigli 9/B si terrà il
convegno sul tema “Il servizio di conciliazione delle camere di
commercio”. Il programma dell’incontro prevede il seguente svolgimento:
ore 9.30 Apertura dei lavori - Carlo Sangalli – Presidente Camera di
Commercio Milano “La rete regionale dei Servizi di Conciliazione delle
Camere di Commercio lombarde”. Marco Citterio – Presidente Unioncamere
Lombardia “Sviluppo dei servizi di conciliazione nei programmi del sistema
camerale nazionale”. Tiziana Pompei – Responsabile Ufficio Relazioni
Sindacali Unioncamere “
La Conciliazione
stragiudiziale: struttura e funzione”. Chiara Giovannucci Orlandi –
Professore incaricato di Diritto processuale civile - Università di Bologna
“Presentazione del Servizio di Conciliazione”. Stefano Azzali –
Segretario Generale Camera Arbitrale Nazionale ed Internazionale di Milano
“Testimonianza - Case history”. Atonia Marsaglia – Avvocato in Milano
– Conciliatore presso Camera Arbitrale Nazionale e Internazionale di
Milano. Tavola Rotonda Intervengono: Giuseppe Tarantola – Presidente della
Prima Sezione Civile Tribunale di Milano; Mario Papa – Presidente
Associazione Italiana Giovani Avvocati; Paolo Giuggioli – Presidente
Ordine degli Avvocati di Milano; Michele Carpaneda - Presidente
dell’Associazione dei Dottori Commercialisti di Milano; Luigi Pagliuca –
Presidente Collegio dei Ragionieri e Periti Commerciali dei circondari di
Milano e Lodi; Claudio Montagna – Consigliere Ordine dei Dottori
Commercialisti Di Milano. H.13.00 Fine Lavori Sono previsti inoltre
interventi di rappresentanti delle Associazioni di Categoria e del Consiglio
Nazionale dei Consumatori e degli Utenti E’ stato invitato il Ministro
della Giustizia Sen. Roberto Castelli
La Partecipazione
è Gratuita
AGEVOLAZIONI EUROPEE PER LE PMI NEL SETTORE
DEI TRASPORTI SUL SITO ORIZZONTI EUROPEI UNA SEMPLICE GUIDA PER PARTECIPARE
AL BANDO
Torino, 5 novembre 2003 - La politica europea dei trasporti è un momento
fondamentale nel processo di costruzione europea. Sulla base delle nuove
problematiche poste dal sistema europeo dei trasporti,
la Commissione
europea, di recente, ha individuato le priorità di azione per l'Ue nel
settore e ha lanciato il Programma Marco Polo. Saranno agevolati i progetti
di innovazione logistica, tecnologica, metodologica ed infrastrutturale
diretti a favorire soluzioni alternative al trasporto merci su strada. Il
primo invito a presentare proposte rimarrà aperto fino al 10 dicembre 2003.
Su Orizzonti Europei tutte le informazioni per partecipare. Inoltre, è
plossibile scaricare il Programma completo e il Bando (file Pdf). Infine,
per ogni dubbio, è possibile rivolgersi all'Esperto Europeo: la
noconsulenza gratuita e immediata. Orizzonti Europei Infolink: http://www.Sanpaoloimprese.com/europa/
I PROGRAMMI A SOSTEGNO DELLO SVILUPPO RURALE
NUOVE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA E DI SVILUPPO SOSTENIBILE PER LE PMI
Torino, 5 novembre 2003 - Quali sono le misure a sostegno della competitività
e della crescita delle aziende agricole ? I dossier pubblicati su Sanpaolo
Imprese - Agricoltura di Qualità forniscono una ricca e completa
descrizione dei vari programmi regionali legati ai Fondi Strutturali
europei: dai Docup 2000-2006 nelle regioni del Centro-nord ai Piano di
Sviluppo Rurale nelle regioni del Mezzogiorno. Per informazioni: Agridossier
http://www.Sanpaoloimprese.com/scriptimp/imprese/agricoltura/dossier/index.jsp
"UNO SPAZIO EUROMEDITERRANEO DI
ISTRUZIONE SUPERIORE" CATANIA 7-8 NOVEMBRE 2003 I MINISTRI
DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA DI 16 PAESI PER TRACCIARE LE LINEE DELLA
FORMAZIONE UNIVERSITARIA NEL TERZO MILLENNIO
Roma, 5 novembre 2003 - I Ministri dell'Università e della Ricerca
scientifica di 16 Paesi, dell' Unione europea e del Bacino del Mediterraneo,
sotto
la Presidenza
di Letizia Moratti, parteciperanno ad una "Riunione Informale di
Ministri" sul tema della creazione di uno spazio Euro-mediterraneo di
istruzione superiore. La conferenza, che si inserisce nell'ambito delle
attività della Presidenza Italiana del Semestre europeo, si terrà nei
giorni 7 e 8 novembre presso le sedi dell'Università degli Studi di
Catania. La sessione di apertura dell'evento, a cui prenderanno parte i
membri del Comitato scientifico incaricato di valutare le possibili azioni
per l'allargamento dello spazio europeo di istruzione superiore all'intera
area mediterranea, avrà luogo nella mattinata di venerdì 7 novembre presso
l'Hotel Baia Verde (Acicastello - Ct) e sarà dedicata all'esame delle
tematiche sviluppate ed approfondite nell'ambito del Comitato: Reti di
Istituti di Alta Formazione e Ricerca, Piattaforma tecnologica di
comunicazione e E-learning nell'area mediterranea, Mobilità docenti e
studenti, Digital Library. Questi obiettivi si inseriscono nelle direttive
dell'Unione Europea per sviluppare le risorse umane e promuovere la
comprensione tra le culture e il riavvicinamento dei popoli nella regione
euromediterranea (Dichiarazione di Barcellona del 1995), a fornire
assistenza alla ristrutturazione dei sistemi educativi e formativi di
livello superiore nell'Area Mediterranea (apertura del Programma Tempus ai
Paesi Meda: Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Israele, Giordania, Autorità
Palestinese, Siria, Libano), a garantire una cooperazione più strutturata
fra l'Ue e le istituzioni dei Paesi terzi ed una maggiore mobilità
dell'Europa verso l'esterno, anche nell'ottica di promuovere
la Comunità Europea
come centro di riferimento per lo studio e la formazione, nonché per la
ricerca scientifica e tecnologica (progetto Erasmus/mundus). Sabato 8
ottobre, nell'aula magna "Santo Mazzarino" del Complesso dei
Benedettini, si terrà la sessione plenaria di chiusura della conferenza,
con la partecipazione dei Ministri, nel corso della quale
la Presidenza Italiana
e
la Commissione
presenteranno le conclusioni ed una proposta per una specifica Risoluzione
diretta ad orientare il lavoro degli Stati Membri e di quelli dell'area Meda
nell'area dell'istruzione superiore. Durante l'incontro verrà realizzato un
collegamento in videoconferenza con
la Scuola Internazionale
di Studi Superiori in Scienze e Tecnologie dei Media di Tunisi, promossa
dall'Università di Pavia e co-finanziata dal Miur e per la prima volta verrà
consegnato dal ministro Moratti un diploma di Master ad un giovane laureato
tunisino. Alle ore 12,45 di sabato 8 novembre, al termine della sessione
plenaria,
la Presidenza Italiana
e
la Commissione
terranno una conferenza stampa.
SEMINARI DI AGGIORNAMENTO DELLE POLITICHE SUL
PROGRAMMA ETEN E SUL PIANO D'AZIONE PER LE TECNOLOGIE AMBIENTALI
Bruxelles, 5 novembre 2003 - I seminari Ebn di aggiornamento delle politiche
dedicati al programma eTen e al piano d'azione per le tecnologie ambientali,
si svolgeranno rispettivamente il 1° e il 2 dicembre a Bruxelles (Belgio).
Eten è il programma della Commissione europea volto a sostenere la
diffusione dei servizi elettronici aventi una dimensione transeuropea. Gli
interventi riguarderanno il programma Paxis, la rete dei Centri relais
d'innovazione (Irc), il Sesto programma quadro (6Pq), il Libro verde
sull'imprenditorialità e i progetti di successo. Il piano d'azione per le
tecnologie ambientali, lanciato nel marzo 2003, si propone di rafforzare
l'impatto delle tecnologie ambientali su settori quali l'ambiente,
l'economia, l'occupazione, le risorse naturali e la qualità della vita. Le
presentazioni da parte dei rappresentanti della Commissione si
concentreranno sul piano d'azione citato, sul programma Leonardo e
sull'allargamento. Infolink: http://www.Ebn.be/ebn08.htm
INCENTIVI ALLE IMPRESE PER
LA FORMAZIONE
Roma
, 5 novembre 2003 - E' stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 29
ottobre scorso la circolare del Ministero per le Attività Produttive
relativa al Bando per le incentivazioni a favore della formazione e
valorizzazione degli stilisti - art. 59 legge 28 dicembre 2001 n. 448 (legge
finanziaria 2002). Il provvedimento indica, tra l'altro, i termini e le
modalità di presentazione delle domande per l'accesso alle agevolazioni, le
spese ammissibili, la misura del contributo, i punteggi e le modalità per
la formazione delle graduatorie e contiene la modulistica per la
presentazione delle domande. Le istanze possono essere presentate entro il
27 gennaio 2004. Http://www.governo.it/governoinforma/dossier/bando_stilisti/index.html
AUTODESK AL SERVIZIO DEGLI
STUDENTI DEL POLITECNICO CON L’APERTURA DEL NUOVO ANNO ACCADEMICO, SIGLATO
L’ACCORDO DI COLLABORAZIONE TRA AUTODESK E IL POLITECNICO DI MILANO
Milano, 5 novembre 2003. L’avvio del nuovo anno accademico vede la sigla
dell’accordo di collaborazione fra Autodesk ed il dipartimento Siadesa del
Politecnico di Milano, che prevede numerose iniziative finalizzate alla
fornitura a condizioni agevolate di servizi e programmi dedicati alle
strutture, ai docenti e agli studenti del prestigioso ateneo milanese.
Autodesk, azienda leader nel mondo nella creazione di software per la
progettazione, si impegna da sempre nel campo della formazione, con attività
ed iniziative atte a favorire la conoscenza e la diffusione delle tecnologie
di progettazione computerizzate in ambito didattico. "Abbiamo pensato
ad un accordo che rispondesse alle esigenze del mondo universitario, alla
costante ricerca di un difficile equilibrio tra il bisogno di strumenti
qualificati e orientati alla professione da una parte e la costante ricerca
di ottimizzazione delle risorse economiche dall’altra” commenta Yolanda
Rios, Amministratore Delegato di Autodesk. "L’accordo ha lo scopo di
dare ai giovani progettisti del futuro gli strumenti necessari ad esprimere
fin da subito le proprie capacità creative. La sensibilità dei
Responsabili del Politecnico di Milano verso tali necessità, ci ha
consentito di concretizzare questo primo obiettivo, aprendo la strada alla
totale collaborazione reciproca.”
La Convenzione
con il Politecnico di Milano rappresenta insieme all’Università di
Firenze ed al Politecnico di Torino, una delle più prestigiose esperienze
di collaborazione diretta tra Autodesk e gli atenei italiani. I Punti
dell’Accordo L’accordo nello specifico prevede: la fornitura a
condizioni agevolate al Politecnico dei seguenti software a listino: Autocad,
Autodesk Architectural Desktop ed Autodesk Revit per la progettazione
architettonica e civile; Autodesk Inventor Series per la progettazione
meccanica ed Autodesk Map Series per la cartografia, il mapping e la
gestione dei dati territoriali. L’abbonamento all’Autodesk Subscription
Program, un programma che dietro il pagamento di un modesto canone annuale,
consentirà al Politecnico di ottenere tutti gli aggiornamenti del software
rilasciati nel corso dell’anno, senza esborsi aggiuntivi. Una soluzione
che offre importanti vantaggi all’istituzione universitaria permettendo un
costante “monitoraggio” dell’aggiornamento e della legalità di tutte
le licenze installate, facilitando la pianificazione degli investimenti ed
evitando lungaggini amministrative e burocratiche o rischi connessi
all’utilizzo involontario di copie del software non originale.
L’opportunità riservata a studenti e docenti regolarmente iscritti al
Politecnico, di poter acquisire fino al 31 Marzo 2004 software originale
Autodesk al costo di €30,00 (Iva inclusa), laddove la singola licenza per
utilizzo professionale è in commercio al costo di 5.000 euro circa.
L’iniziativa ha lo scopo di diffondere l’utilizzo di copie regolari fra
gli studenti, dove maggiore è la presenza di software illegale. Gli
studenti avranno a disposizione per due anni una licenza originale e
completa dello stesso software utilizzato in ambito professionale.
L’aggiornamento gratuito attraverso un fitto calendario di corsi di
formazione ed incontri riservati ai soli docenti del Politecnico,
organizzati da Autodesk. I corsi saranno erogati con la collaborazione degli
Autodesk Training Center (Atc), i centri qualificati che, grazie alla
presenza di insegnanti e tutor selezionati, sono gli unici abilitati a
rilasciare l’attestato Autodesk di partecipazione. I sussidi per la
didattica: per i docenti sono previsti a titolo gratuito un insieme di
materiali e tutorial per l’utilizzo dei prodotti Autodesk, il manuale
ufficiale Autodesk per i training (Aotc, Autodesk Official Training
Courseware), nonché i booklet di autoapprendimento con esercitazioni
guidate, anche in modalità e-learning. Attraverso questo accordo, Autodesk
si è resa disponibile a mantenere politiche di prezzo particolarmente
agevolate, richiedendo solo un piccolo contributo spese per ogni licenza
installata nelle aule informatiche e nei Dipartimenti.
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