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2003 anno 6°  

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LUNEDI'
10 NOVEMBRE 2003

pagina 1

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SECONDO UNA RELAZIONE DELL'UEB, LE IMPRESE EUROPEE NON RIESCONO A VALORIZZARE LE INFORMAZIONI BREVETTUALI

Bruxelles, 10 novembre 2003 - Secondo una nuova relazione dell'Ufficio europeo dei brevetti (Ueb), quasi tutte le imprese europee non riescono ad apprezzare il valore delle informazioni brevettuali e, pertanto, trascurano un'importante fonte di conoscenze professionali e di innovazione. L'ueb ha commissionato lo studio di 1.904 imprese, 443 avvocati specialisti in brevetti e 29 università di 30 paesi europei, allo scopo di acquisire una migliore conoscenza degli utenti effettivi e potenziali delle informazioni brevettuali. L'organizzazione spera di impiegare i risultati per sviluppare una nuova generazione di servizi informativi sui brevetti, che siano caratterizzati dalla semplicità d'uso. Si stima che tutte le conoscenze tecniche applicate, attualmente esistenti, siano contenute fino all'80 per cento nei documenti dei brevetti, e che non possano essere reperite in altre fonti. L'ueb descrive le informazioni brevettuali disponibili sotto forma di banche dati, Cd e Dvd "come una miniera di informazioni tecniche e conoscenze professionali senza precedenti". Tuttavia, la relazione rileva che "[Q]uasi tutti le aziende, e in particolare le Pmi [piccole e medie imprese], non sanno quali benefici possano trarre dalle informazioni brevettuali". Questo risultato emerge nonostante la maggior parte delle aziende coinvolte nello studio abbiano espresso il desiderio di acquisire maggiori informazioni sull'innovazione e sui mercati, ai quali hanno attualmente accesso. Secondo la relazione, la situazione è tutt'altro che omogenea all'interno dell'Europa: "In generale, sembra che l'accesso alle informazioni brevettuali sia migliore nell'Europa settentrionale e occidentale piuttosto che nell'Europa orientale e meridionale". Tuttavia spiccano eccezioni come le imprese della Repubblica Ceca, dell'Ungheria, della Slovenia e della Slovacchia che beneficiano di livelli di accesso relativamente elevati, mentre in Svezia e nel Liechtenstein l'accesso è decisamente scarso. Il profilo tipico dell'impresa più idonea a valorizzare le informazioni brevettuali è quello di un'organizzazione di grandi dimensioni, concentrata sull'innovazione, con dipartimenti distinti per trattare le questioni legate ai brevetti e alla proprietà intellettuale (Pi). Secondo il documento, tali imprese sono situate quasi sempre in paesi come la Germania , i Paesi Bassi, la Finlandia , la Francia , il Regno Unito, la Svizzera , il Belgio, l'Austria e la Danimarca. I fornitori di informazioni brevettuali come l'Ueb dovranno affrontare una sfida fondamentale, che consiste nel mettere a disposizione prodotti di facile uso. Secondo lo studio molte imprese, e in particolare le Pmi, non sono spinte a valorizzare i dati dei brevetti perché li trovano inaccessibili, difficili da utilizzare e costosi. Molti intervistati hanno espresso la necessità di un servizio di assistenza per accedere alle informazioni brevettuali, un ruolo che secondo l'Ueb potrebbe essere assolto al meglio dagli Uffici brevetti nazionali. Infine, mentre quasi tutti hanno citato Internet come strumento preferito per accedere alle informazioni brevettuali, la relazione osserva che le imprese si avvalgono maggiormente di conferenze, organizzazioni professionali e fornitori commerciali nei paesi che dispongono di infrastrutture più avanzate per l'innovazione. Pertanto si consiglia ai fornitori di informazioni di non investire tutto l'impegno in Internet, ma di diversificare l'attività su vari canali di fornitura. 

IL REGNO UNITO VALUTA IL LIVELLO DI RIUSCITA DELLE IMPRESE LOCALI NELL'ECONOMIA DELLA CONOSCENZA
Londra, 10 novembre 2003 - Il Regno Unito è in procinto di lanciare un nuovo programma di ricerca per analizzare le capacità delle imprese locali di adattarsi alle richieste dell'economia basata sulla conoscenza. Il programma, denominato "Evolution of business knowledge" (Evoluzione della conoscenza delle imprese), rappresenta la risposta a studi precedenti secondo cui numerose imprese britanniche non riescono a raccogliere le sfide poste dal passaggio ad un'economia di questo tipo. "Diverse aziende del Regno Unito non hanno ancora capito cosa significa competere in un ambiente basato sulla conoscenza", ha dichiarato il professor Harry Scarborough, direttore del programma. Alcune di loro - ha proseguito - sbagliano, perché sono ancora prigioniere del ciclo caratterizzato da poche competenze e bassi costi. Altre si trovano in difficoltà, poiché le loro attività di gestione dell'innovazione e della conoscenza sono troppo limitate e non riescono a valorizzare i talenti del loro organico". Al lancio della conferenza presenzierà il ministro britannico della Scienza e dell'Innovazione, Lord Sainsbury.

CARTOLARIZZAZIONE INPDAP: AL VIA SCIC DA OLTRE 4,2 MILIARDI
Roma, 10 novembre 2003 - Il Mef e l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica annunciano il lancio della cartolarizzazione dei prestiti personali erogati dall’Inpdap, attraverso la Società di Cartolarizzazione Italiana Crediti (Scic). L’emissione sarà suddivisa in tre tranche di obbligazioni a tasso variabile (Serie A1, A2 ed A4) ed una a tasso fisso (Serie A3) per un ammontare complessivo di oltre 4,2 miliardi di euro. Tutte le serie di titoli, emessi a fronte della cessione dei prestiti personali erogati dall’Inpdap a dipendenti della Pa, godranno di un rating "triplo A" da parte delle tre agenzie di rating: Fitch Ratings, Moody’s e Standard & Poor’s. Gli arranger che hanno strutturato l’operazione e che collocheranno le obbligazioni nelle prossime settimane sono: Citigroup Global Markets Ltd, Credit Suisse First Boston, Ubm-unicredit Banca Mobiliare. Il pricing della nuova emissione, quotata sia sull’Mts che sulla Borsa del Lussemburgo, avverrà sulla base della domanda di mercato. Il rimborso dei titoli avverrà in un’unica soluzione alla scadenza (soft-bullet), ad eccezione della serie A4 che seguirà un piano di ammortamento di tipo pass-through. Il ricavato dell’emissione sarà incassato dall’Inpdap e contribuirà alla riduzione del fabbisogno e del debito pubblico del 2003. L’operazione si inserisce nella strategia di progressiva razionalizzazione e miglioramento di efficienza nella gestione degli attivi pubblici perseguita dal Mef. Nella fase di strutturazione è stata ridisegnata l’attività di gestione dei prestiti personali erogati da Inpdap, in linea con i migliori standard internazionali, per permettere all’Istituto, in prospettiva, l’ampliamento dell’offerta di credito a condizioni favorevoli, utilizzando la raccolta sul mercato. Il roadshow per presentare l’operazione alla comunità finanziaria partirà la prossima settimana da Milano e toccherà le principali Piazze finanziarie europee.

CIPE: APPROVATO PROGETTO PRELIMINARE PER IL PASSANTE DI MESTRE
Roma, 10 novembre 2003 - Il Mef comunica che il Cipe, riunitosi il 7 novembre a Palazzo Chigi sotto la presidenza del Ministro, Giulio Tremonti, ha esaminato ed approvato il progetto preliminare per la realizzazione del passante di Mestre per il quale si è proceduto anche all’approvazione del progetto di finanziamento. Il valore complessivo della nuova infrastruttura stradale di grande importanza per lo sviluppo del Veneto è previsto nell’ordine dei 750 milioni di euro, di cui 113,4 a carico dello Stato attraverso gli stanziamenti già previsti per la Legge Obiettivo.

CONVEGNO: "CONTROLLI E GOVERNANCE- EFFICIENZA E LEGALITÀ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE LOCALE. IL PUNTO IN EUROPA" - PROVINCIA MILANO, 13/14 NOVEMBRE
Milano, 10 novembre 2003 - La Provincia di Milano - Direzione Generale - con il patrocinio del Senato della Repubblica, del Dipartimento per la Funzione Pubblica e dell'Unione delle Province d'Italia - organizza un Convegno internazionale, in occasione del semestre italiano di Presidenza europea, dal titolo: "Controllie Governance. Efficienza e legalità nella Pubblica Amministrazione locale. Il punto in Europa". Parteciperanno e presenteranno relazioni amministratori pubblici italiani ed europei. La partecipazione è gratuita. Per informazioni contattare la segreteria: tel. 02.7740.2219/2313 fax 02.7740.2673 e-mail: convegno.Europeo@provincia.milano.it

RAPPORTO CNEL SUL MERCATO DEL LAVORO 2002
Roma, 10 novembre 2003 - Il Rapporto del Cnel sul mercato del lavoro nel 2002 fotografa i principali avvenimenti e le tendenze che hanno caratterizzato l’anno, spingendosi fino al primo semestre 2003: dall’andamento dell’occupazione alla riforma Biagi, con un’attenzione particolare alla tematica femminile e a una lettura ‘di genere’ del mercato italiano. Il testo, inoltre, mette a confronto due macro-aree, il pubblico impiego e le professioni, ed è arricchito da numerosi approfondimenti tematici: competitività, produttività e occupazione; le collaborazioni coordinate e continuative; un bilancio del lavoro interinale; la mobilità geografica del lavoro in Italia; il mercato del lavoro nel sistema bancario; carenze di manodopera e carenze di mestiere; i lavoratori extra-comunitari; i dati sull’occupazione e il ‘contatore’ dell’Inail; le politiche del lavoro: beneficiari e spese. Elaborato da un gruppo di ricercatori coordinati dal sociologo Aris Accornero e curato dalla Commissione dell’Informazione del Cnel, presieduta da Giuseppe Capo, il Rapporto assume con questa edizione cadenza annuale. Un anno al rallentatore. Gli indicatori caratteristici Il 2002 ha segnato per il mercato del lavoro italiano il settimo anno consecutivo di crescita ininterrotta dell’occupazione, ma a ritmo decelerato. Il nostro Paese si è mostrato come il più dinamico dell’Unione europea nel campo dell’occupazione e ha continuato ad avvicinarsi agli obiettivi comuni fissati per il 2010. Pur in presenza di un quadro demografico quasi stagnante, cui ha sopperito solo in parte il contributo dei lavoratori extra-comunitari, la crescita dell’occupazione ha superato quella del Pil. Un andamento che ci allontana dallo ‘sviluppo senza posti’, ma evoca problemi strutturali e rischi di declino: le performance del mercato del lavoro, infatti, non bastano a risolvere i nodi dell’economia italiana, quali i divari territoriali e l’economia sommersa. Inoltre, la produttività è cresciuta meno dell’occupazione, anche perché i nuovi posti sono stati creati in aziende di minori dimensioni o in settori a bassa produttività. L’italia, pertanto, ha vissuto il 2002 come un momento di passaggio fra un modello di mercato del lavoro già delineato, ma ancora bisognoso di perfezionamenti e di completamenti, e ulteriori misure capaci di elevare la competitività e la coesione del Paese. Nonostante il rallentamento economico, le crisi aziendali e le tensioni sociali, nel 2002 gli occupati sono aumentati di 315.000 unità e i disoccupati sono diminuiti di 104.000, con il risultato che le forze di lavoro sono aumentate di 211.000 unità. Gli occupati sono così arrivati a 21.829.000, contro i 21.500.000 del 2001. Nel 2002, l’incremento è stato dunque dell’1,5%, contro il 2,1% del 2001. L’occupazione è cresciuta più della popolazione, ciò significa che è aumentata la partecipazione al lavoro: oggi ci sono più italiani attivi e tra questi sono aumentati coloro che hanno un impiego. Al tempo stesso, i disoccupati sono scesi a 2.163.000 (-4,6%), il livello minimo toccato dal 1992. L’incremento maggiore è stato quello degli occupati dipendenti, che nel 2002 sono risultati 333.000 in più, mentre gli indipendenti sono stati 18.000 in meno. Per quanto riguarda i settori, confermate le tendenze degli ultimi anni: mentre l’agricoltura ha perso 30.000 posti (-2,7%), l’industria ne ha guadagnati 91.000 (+1,3%) e i servizi ben 254.000 (+1,9%). Un andamento testimoniato dalle ore lavorate (diminuite nell’industria dell’1,2% e aumentate nei servizi dello 0,2%) e dalle ore di cassa integrazione (+28,5% nell’industria e +7,1% nei servizi). Infine, le retribuzioni sono salite del 3,4% nell’industria contro il 5,5% dei servizi. In termini dimensionali, hanno continuato a perdere occupati le grandi imprese (con oltre 500 addetti), che nel complesso danno lavoro al 21% dei dipendenti, le quali nel 2002 hanno perso 34.400 posti, di cui 29.000 nell’industria. Per gli occupati il grado di stabilità, cioè la persistenza nella propria posizione lavorativa a distanza di un anno, risulta del 94,2%: dopo 12 mesi soltanto l’1,5% degli occupati risulta disoccupato mentre il 4,3% è uscito dal mercato. Per i disoccupati, invece, il grado di stabilità è del 52,3%, poiché a un anno di distanza il 20,3% ha trovato un lavoro e il 26,9% è uscito dal mercato. Per gli inattivi, cioè coloro che sono fuori dal mercato pur essendo in età lavorativa (15-65 anni), il grado di stabilità è dell’89,9%; dopo un anno, infatti il 5,4% ha trovato lavoro mentre il 4,7% si è messo a cercarlo ma risulta disoccupato. Donne e lavoro Negli ultimi cinque anni, su un aumento di 1.622.000 posti, due terzi sono andati alle donne (1.044.000, contro 578.000 degli uomini). La disoccupazione, invece, si è ridotta un po’ più per gli uomini, fra i quali è calata di 278.000 unità, contro le 247.000 per le donne. Il tasso di disoccupazione è diminuito per entrambi, ma vede le donne ancora in sensibile svantaggio (12,2% contro 7% degli uomini). Nel complesso, dunque, la disoccupazione femminile mostra maggiori difficoltà di riassorbimento e, per mantenere un andamento simile a quella maschile, sono necessarie performance dell’occupazione 3 o 4 volte superiori. Ma non si può dire che l’occupazione femminile si sia precarizzata: tra le donne, infatti, ci sono ben 800 mila impieghi stabili in più, mentre tra gli uomini sono 227 mila in meno. I servizi offrono il triplo dei posti alle donne rispetto all’industria: 27,1% contro 10,9%. Parallelamente, le preferenze per assunzioni maschili sono del 26,3% nei servizi contro il 67,9% per le donne. Nel 36% dei casi, però, un’impresa o ente assumerebbe indifferentemente un uomo o una donna (46,6% nei servizi, 21,2% nell’industria). A livello territoriale, le preferenze per assunzioni femminili passano dal 22,3% del Nordest, 22,8% del Centro, 19,9% nel Nordovest al 17,6% al Sud (ma nel complesso al Nord lavora la metà delle donne e al Sud appena il 27%). E dal 21,4% delle imprese piccole (1-9 dipendenti) al 15,8% di quelle medio grandi (50-249). In generale, le ‘single’ hanno tassi di occupazione elevatissimi e paragonabili a quelli maschili. Ma ciò che fa scendere l’occupazione non è tanto essere in coppia quanto avere dei figli. Un fenomeno nuovo che appare nelle famiglie è la comparsa di lavoro precario tra gli adulti e la compresenza con la disoccupazione giovanile. Più di tre quarti delle famiglie (76,5%) ha entrambi i coniugi o conviventi occupati in modo stabile, mentre le situazioni di gravità assoluta, con entrambi i componenti disoccupati, sono limitate all’1,9%. Non è finita la tendenza all’abbandono del lavoro in età adulta, seppure compensata dal flusso in entrata: in un anno circa 250 mila donne sono passate dalla condizione di occupate a quella di casalinghe e quasi 350 mila hanno compiuto il percorso inverso. Le donne che lavorano part time sono oggi 1.396.000 (16,9%), contro 476 mila uomini (3,5%). Se tra questi ultimi prevale come motivazione il puro ripiego di fronte all’impossibilità di trovare un lavoro a tempo pieno (43%), per le donne l’incidenza dei motivi personali è del 34,4%, anche se per il 29% è una libera scelta. Per le donne il part time è diffuso soprattutto al Nord, dove sfiora il 20% delle occupate mentre al Sud è fermo al 13%. Se si considera l’orario atipico, cioè che comporta una turnazione o lavoro svolto di sera o di notte, esso non è più un’eccezione: coinvolge infatti il 30,7% degli uomini e il 24,5% delle donne. Aumenta l’accesso delle donne alle qualifiche dirigenziali: nel 2003 le donne dirigenti - includendo il Pubblico impiego che influisce in misura preponderante - sono il 24,2% e la percentuale sale al 37,4% tra i quadri (è del 41% in generale l’incidenza femminile nel lavoro dipendente). Ai livelli impiegatizi, poi, le donne soffrono in generale di un sotto-inquadramento: le impiegate con laurea sono il 18,1%, contro il 12,5% degli uomini. Le donne, quindi, fanno meno carriera ma per farla hanno bisogno di titoli di studio più elevati: è richiesto loro, infatti, un titolo più elevato per raggiungere.

UNIONCAMERE: INDUSTRIA ANCORA IN DIFFICOLTÀ MA LA QUALITÀ ALIMENTARE VA CONTROCORRENTE PRODUZIONE, FATTURATO ED EXPORT IN CALO IN TUTTO IL MANIFATTURIERO NEL TERZO TRIMESTRE VANNO MEGLIO LE MEDIE IMPRESE. MA IL 35% DELLE IMPRESE PREVEDE MIGLIORAMENTI NEL IV TRIMESTRE
Roma, 10 novembre 2003 – Si è chiuso con il segno meno il Iii trimestre 2003 per le imprese manifatturiere italiane. Come emerge dall’indagine periodica del Centro Studi di Unioncamere sulla congiuntura delle piccole e medie imprese industriali con 1-500 dipendenti, produzione e fatturato (-2.4%), ordinativi (-2.7%) ed esportazioni (-1.2%) appaiono in flessione rispetto al Iii trimestre 2002. Le medie imprese contengono i danni, segnando, rispetto al 2002, un –0.7% in termini di produzione e fatturato e un –0.1% nelle esportazioni. Andamento della produzione e del fatturato nel Iii trimestre 2003 Nel Iii trimestre 2003, oltre il 30% delle imprese del settore manifatturiero ha segnalato una diminuzione sia della produzione sia del fatturato rispetto al trimestre precedente, contro il 20% che ha indicato un aumento. Oltre il 40% segnala invece stabilità. Rispetto al periodo luglio-settembre 2002, in maggiore difficoltà appaiono le imprese con 1-9 dipendenti, che fanno registrare una flessione pari a –5.7% dell’andamento della produzione e del –5.5% di quello del fatturato. Tutte le ripartizioni territoriali mostrano segnali di frenata, più sensibili al Centro (-3.6% per la produzione e –3.3% per il fatturato). Fatta eccezione per le industrie alimentari e delle bevande (che segnano valori positivi in entrambi gli indicatori: +0.5% per la produzione, +0.7% per il fatturato) quasi tutti gli altri settori evidenziano andamenti negativi. Le flessioni maggiori risultano quelle delle industrie tessili, abbigliamento, cuoio e calzature (-7.6% il dato della produzione e –7.1 quello del fatturato), il legno-arredo (-2.5% la produzione; -2.9% il fatturato) e le macchine elettriche ed elettroniche (-3.0% la produzione; -2.9% il fatturato). L’export La frenata produttiva è evidentemente collegata all’andamento ancora stagnante delle esportazioni. Il –1.2% medio si declina in maniera differente a seconda della dimensione d’impresa, oscillando tra il –4.7% delle imprese con 1-9 dipendenti al –0.1% delle imprese con oltre 50 dipendenti. Il Centro (-3.2%) ed il Mezzogiorno (-2.3%) mostrano le flessioni maggiori. Sotto la media anche l’andamento del Nord-est (-1.8%), mentre il Nord-ovest segna un lieve incremento (+0.2%). Da segnalare la buona performance delle industrie alimentari e delle bevande (2.7%) e la sostanziale tenuta anche di altri settori (petrochimico, farmaceutico, gomma e plastica e industrie elettriche ed elettroniche, entrambi con +0.8%). Sul fronte opposto, invece, soprattutto l’andamento del settore moda (-5.5%). Gli ordinativi Ancora in sofferenza anche il dato sugli ordinativi: la variazione tendenziale segna complessivamente un –2.7%, con il Centro che guida la classifica delle ripartizioni più penalizzate (-3.7%). Le aspettative per il Iv trimestre 2003 Malgrado le prolungate difficoltà congiunturali, le imprese mostrano ottimismo: +20, infatti, il saldo tra quanti prevedono una crescita della produzione rispetto a quanti prevedono una sua diminuzione. Le attese più positive appaiono quelle delle imprese con più di 10 dipendenti (+23 il saldo per le aziende con 10-49 dipendenti; +22 per quelle con oltre 50 dipendenti), ma un atteggiamento fiducioso sembra caratterizzare anche le attese delle imprese minori (+11 il saldo per le imprese con 1-9 dipendenti). Quanto ai settori, le industrie alimentari (+33 il saldo) e quelle del settore della carta, stampa ed editoria (+31) sono quelle che hanno formulato le migliori previsioni, mentre il settore tessile e abbigliamento prevede una sostanziale stabilità. Centro e Nord-ovest (entrambe +23) le aree nelle quali le imprese appaiono maggiormente fiduciose.  

L’ESPORTAZIONE DI MACCHINE PER CERAMICA IN VISTA DELL’ALLARGAMENTO UE DEL MAGGIO 2004. UN CONVEGNO ACIMAC-INTERMECCANICA PER I COSTRUTTORI ITALIANI
Modena, 10 novembre 2003 - Giovedì 13 novembre (dalle 14.30 alle 17.00), a Modena, presso il Michelangelo Business Center di Viale Virgilio 58 avrà luogo il convegno “Mappatura del recepimento delle Direttive Europee nei Paesi di nuova adesione Ue”, promosso in ambito Intermeccanica e organizzato da Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica). L’incontro, a partecipazione gratuita e riservato alle aziende associate, nasce dall’esigenza di illustrare ai costruttori di impianti le modalità e la tempistica con cui i 10 nuovi paesi che entreranno a far parte della Ue dal maggio 2004 (Polonia, Rep.ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta) stanno recependo le Direttive Europee in tema di Sicurezza e Progettazione delle Macchine. Normative che dovranno obbligatoriamente essere applicate in fase di costruzione dei macchinari destinati a questi Paesi, molti dei quali già rappresentano importanti mercati di sbocco per l’industria italiana delle macchine per ceramica. Ai partecipanti al convegno sarà distribuito un Cd Rom con tutte le leggi e le documentazioni tecniche inerenti l’applicazione delle Direttive Europee nei nuovi Paesi Ue, ad oggi lo strumento informativo più completo disponibile sulla materia. Il convegno vedrà tra i relatori il Dr. Paolo Gambuli, Direttore Acimac, che aprirà i lavori, il Dr. Bruno Maiocchi della Direzione Tecnica di Ucimu–sistemi per Produrre (Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine Utensili, Robot e Automazione), e il Dr. Gino Zampieri, dello studio di consulenza Ac&e di Verona e consulente tecnico dell’associazione Marmomacchine. Infolink: http://www.Acimac.it 

LE INIZIATIVE DELLA CAMPAGNA NAZIONALE GALGANO PER LA QUALITA' UNA CAMPAGNA PUBBLICITARIA E SETTE CONVEGNI PER DIBATTERE IL TEMA DELLA QUALITÀ IN OTTICA DI RESPONSABILITÀ SOCIALE, MIGLIORAMENTO CONTINUO, PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E SANITÀ
Milano, 10 novembre 2003 - Sono oltre 400 le organizzazioni di ogni dimensione, pubbliche e private, che condividono la Campagna , promossa dalla Galgano, in occasione della quindicesima Giornata Mondiale della Qualità, che quest'anno si svolge giovedì 13 novembre, nell'ambito della Nona Settimana Europea. L'iniziativa, che ha ottenuto l'alto Patronato della presidenza della Repubblica, il patrocinio della Presidenza del Consiglio e dei principali Ministeri, prevede, oltre alla campagna pubblicitaria in uscita sui principali quotidiani, sette convegni che la Galgano promuove, in collaborazione con importanti organizzazioni, per dibattere il tema della Qualità in ottica di Responsabilità sociale, Miglioramento Continuo, Pubblica Amministrazione, Sanità. L'obiettivo delle iniziative, volutamente gratuite, è quello di non limitarsi a celebrare ma di entrare nel merito del dibattito (per inf. Tel.02.39.605.29 relazioni.Esterne@galganogroup.it. ). - "Responsabilità sociale delle imprese: ambiente, economia, etica", Milano, martedì 11 novembre, con il sostegno di Assolombarda, Excelsior Hotel Gallia, Italcementi, Naturasì, Nestlè, Pirelli & C. Reale Estate, Siemens, Wind Telecomunicazioni (allegato programma) "La lotta del valore contro lo spreco: come ottimizzare le risorse per dare servizi eccellenti al cittadino" Roma, mercoledì 12 novembre, con il Comune di Roma, - Milano, giovedì 13 novembre, con il Comune di Milano. "2a Giornata mondiale della qualità in sanità", Roma, giovedì 13 novembre, con Fondazione San Raffaele e Tonsinvest Sanità; "Il bilancio sociale", Macerata, giovedì 13 novembre, con la Camera di Commercio; "Il miglioramento continuo": Napoli, giovedì 13 novembre, con Unindustria; Verona, mercoledì 19 novembre, con la Camera di Commercio. Infolink: www.Galganogroup.it

COME ACCELERARE L’ECONOMIA EUROPEA? LA RISPOSTA DEI BUSINESS ANGELS IL 13-14 NOVEMBRE SI RIUNIRANNO A MILANO LE RETI DEGLI INVESTITORI INFORMALI DI TUTTA EUROPA PER FARE IL PUNTO CON IL COMMISSARIO EUROPEO ERKII LIIKANEN E CON IL MINISTRO ANTONIO MARZANO
Milano, 10 novembre 2003 - L’economia dell’Unione Europea è ormai adagiata su bassi livelli di crescita, con tutte le conseguenze negative di questa condizione? Esistono degli strumenti per “cambiare marcia”, almeno nei settori più qualificanti dal punto di vista dell’innovazione e della tecnologia? E’ una delle domande cui cercheranno di trovare risposta le reti di investitori informali europei, i business angels, che costituiscono una delle principali fonti di finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali nei Paesi più evoluti a livello europeo e mondiale, riunite a congresso a Milano presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia il 13 e 14 novembre. Al congresso parteciperanno in veste di relatori e come parti attive nella ricerca di soluzioni il Commissario Europeo per l’Impresa Erkii Liikanen e il ministro per le Attività Produttive Antonio Marzano. Il quarto congresso dell’associazione Eban è organizzato da Iban, l’associazione italiana dei business angels con il sostegno del Ministero delle Attività Produttive e della Commissione Europea, il patrocinio dell’Istituto per la Promozione Industriale , della Provincia di Milano e della Camera di Commercio Artigianato e Industria di Milano e il contributo di Aifi, Deutsche Bank, Ibm e Pricewaterhousecoopers. Concorrono tra gli altri alla promozione e all’organizzazione del congresso Zapnet.tv e la rivista Wireless. L’agenda degli interventi intende fare il punto sulle condizioni in cui si trovano a operare le reti di investitori informali in Europa in un momento di stagnazione se non recessione del mercato del capitale di rischio dopo lo scoppio della bolla speculativa degli ultimi anni dello scorso decennio. Alla fine del 2002 erano attive nei Paesi dell’Unione Europea più di 170 reti di business angels, buona parte su iniziativa privata, e nonostante stiano tutte operando ed erogando finanziamenti e spesso servizi agli imprenditori, le condizioni generali del mercato non appiano ottimali. In base a uno studio pubblicato nel novembre 2002 dalla Commissione Europea individuava una serie di best practice in opera in alcuni Paesi europei ma assenti in buona parte degli stessi, e inoltre raccomandava di inserire nel quadro normativo di contorno innovazioni che incrementassero l’interesse da parte dei detentori di capitale finanziario a diventare dei business angels. Tra queste possibili innovazioni sono di particolare rilievo quelle che modificano le condizioni fiscali del punto di entrata (per esempio l’abbassamento delle aliquote di tassazione sul reddito investito in nuove aziende) e di quello di uscito (trattamento fiscale del capital gain e capital loss). Iban ( www.Iban.it ), fondata del 1999, è un’Associazione senza scopi di lucro che si prefigge di fornire un quadro di riferimento stabile agli investitori informali italiani (i business angels) e le reti locali che riuniscono imprenditori proponenti di progetti di impresa e business angels.  

NASCE IL "COMITATO NO EURO - PIEMONTE"
Torino, 10 novembre 2003 – Lo scorso 28 ottobre 2003, presso la Sede di Via San Donato 55 a Torino, si è costituito il "Comitato No Euro - Piemonte" che ha come scopo principale l'uscita dell'Italia dall'Euro con qualsiasi metodo democratico. Per il raggiungimento del proprio scopo principale il "Comitato No Euro - Piemonte" potrà attivare qualsiasi iniziativa democratica, dalla predisposizione di liste elettorali a tutti i livelli, all'attuazione di un Referendum sull'argomento. Il "Comitato No Euro - Piemonte" è gestito da un Ufficio di Presidenza composto da 5 membri con le seguenti funzioni: - il Presidente, che rappresenta legalmente il "Comitato No Euro - Piemonte"; - il Vice-presidente, che sostituisce il Presidente in caso di suo impedimento; - il Tesoriere, che gestisce le finanze ed il patrimonio del Comitato; l'Addetto Stampa, responsabile dei rapporti con i media; il Responsabile Enti Locali, che segue i rappresentanti istituzionali che aderiscono al Comitato.L'ufficio di Presidenza del "Comitato No Euro - Piemonte" potrà istituire Comitati Provinciali e Locali, qualora lo ritenga necessario per raggiungere gli obiettivi prefissati, regolamentandone le funzioni anche in modo differenti l'un l'altro. In un comunicato diffuso dal comitato si legge che: due anni dopo l'introduzione Forzata dell'Euro in Italia si stanno evidenziando i tragici effetti per il tessuto sociale ed economico del nostro paese. Per l'Italia possiamo parlare di Introduzione Forzata poiché il nostro- paese è stato fra i pochissimi che ha adottato l'Euro senza un adeguato Referendum e quindi senza la scelta popolare. Infatti negli ultimi anni del secolo scorso siamo stati chiamati ad esprimerci su una serie di quesiti referendari irrilevanti; quali la soppressione dell'Albo dei Giornalisti, la separazione delle carriere giudiziarie, o altri di ancor minor interesse.Al contrario altri paesi di alta civiltà democratica e sociale (vedi Danimarca e Svezia) hanno posto alla propria gente il quesito se accettare o meno un cambiamento di monete con esiti ben noti. E' ormai sotto gli occhi di tutti, anche dei più ostinati sostenitori dell'Euro, che dall'introduzione dell'Euro i prezzi sono lievitati, il mercato sta rallentando paurosamente, la competitività delle nostre aziende è via via scesa, le prospettive occupazionali sono sempre più deboli. In pratica: ' 1- I costi delle nostre aziende sono rimasti invariati, anzi sono aumentati; gli aumenti sono quindi la necessità delle aziende di coprire i costi. 2 - l'Italia subisce l'invasione del proprio mercato da parte degli altri paesi dell'area Euro (latte e derivati dalla Germania e dall'Austria, prodotti da forno e ortofrutta dalla Spagna, cioccolato dal Belgio, ecc.). Ciò grazie alla maggior competitività della materia prima. 3 - Le multinazionali stanno chiudendo le proprie unità produttive in Italia per migrare verso mercati dove il lavoro è più competitivo. 4 - Oggi la nostra classe politica non ha più gli strumenti per rilanciare l'economia o per difendere il nostro mercato dagli stessi partner europei (mai come oggi si renderebbe necessaria una svalutazione di una moneta italiana) In conclusione il grande errore commesso dalla classe politica italiana è stato quello di aderire sin dall'inizio all'Euro rinunciando quindi ad un arma fondamentale per il nostro paese: la gestione della moneta. Per questo motivo oggi nasce il Comitato "No Euro" che intende portare gli italiani ad esprimersi sull'opportunità di uscire dall'Euro e per far ciò si dovrà creare un movimento d'opinione che permetta di modificare le regole Costituzionali in materia di Referendum economici, ed è per questo che, come strumenti democratici, il Comitato No Euro prevede anche la presentazione di liste e l'apertura a rappresentanze istituzionali per creare una forza d'opinione a tutti i livelli, assolutamente non schierata con i due Poli. Infolink:  www.noeuro.it   

TECNOLOGIE E MATERIALI INNOVATIVI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE
Bruxelles, 10 novembre 2003 - Il 16 e 17 dicembre, si svolgerà ad Atene (Grecia), con il patrocinio della Commissione europea, una conferenza sulle tecnologie e materiali per la tutela del patrimonio culturale. La manifestazione intende creare una piattaforma per l'integrazione della ricerca, dell'industria e dell'istruzione nel settore della tutela del patrimonio culturale. Inoltre, saranno discusse le possibili priorità nel settore in vista del Settimo programma quadro. Gli altri argomenti di discussione sono i seguenti: - valutazione integrata della sensibilità dei materiali edili ai fattori di decadimento; - tecniche non distruttive per la valutazione dei danni "in situ"; - progettazione, applicazione e valutazione di materiali di restauro compatibili; - tecniche e materiali innovativi per gli interventi di conservazione; - aspetti di marketing, finanza e ricerca nel settore della conservazione e del restauro. Per informazioni a: Prof. A. Moropoulou National Technical University of Athens School of Chemical Engineering Section of Materials Science and Engineering Zografou Campus, 9 Iroon Polytechniou St. 15780, Athens, Greece E-mail: amoropul@central.Ntua.gr  Tel: +302-10772-1433 / 1431 Fax: +302-10772-3215

UNICREDIT PRIVATE BANKING E PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS LANCIANO LA GAMMA EFFICIENT PORTAOLIO
Milano, 10 Novembre 2003 Unicredit Private Banking e Pioneer Alternative Investments lanciano la gamma Efficient Portfolio. Grazie al mix di hedge funds e fondi tradizionali l'efficienza del portafoglio in un unico prodotto Unicredit Private Banking, banca leader in Italia nel Wealth Management, e Pioneer Alternative Investments, divisione dedicata alla gestione di investimenti alternativi del gruppo Pioneer Investments, mettono a disposizione la nuova gamma di fondi di fondi hedge Pioneer Efficient Portfolio. La gamma Efficient Portfolio rappresenta una importante novità nel panorama degli hedge funds, combinando in un unico prodotto sia fondi comuni tradizionali (long only) sia investimenti alternativi, riuscendo così a migliorare l'efficienza del portafoglio. In particolare, gli Efficient Portfolio si avvalgono degli hedge funds irlandesi single strategy e dei fondi di fondi hedge multimanager Momentum entrambi gestiti da Pioneer Alternative Investment Ltd, della famiglia dei Pioneer Funds e di altri fondi per la parte long only. La nuova gamma, gestita in un’ottica di absolute return, comprende tre differenti fondi di fondi, caratterizzati da una diversa asset allocation e da una diversa esposizione alla componente hedge in funzione dello specifico profilo di rischio: Pioneer Efficient Bond Portfolio investe in hedge funds fino ad un massimo del 40% ed il resto in fondi monetari e obbligazionari Pioneer Efficient Balanced Portfolio fino ad un massimo del 45% in hedge funds, un massimo del 20% in fondi azionari ed il resto in fondi monetari e obbligazionari Pioneer Efficient Advanced Portfolio fino ad un massimo del 60% in hedge funds, un massimo del 30% in fondi azionari ed il resto in fondi monetari e obbligazionari. “Siamo partiti dalle esigenze di molti nostri clienti - spiega Francesco D’amico, Direttore marketing e Servizi Private di Unicredit Private Banking - che ricercano stabilità di rendimenti e gestione dinamica della loro asset allocation. Gli Efficient Portfolio rappresentano una risposta completa a queste esigenze, presentando anche il grande vantaggio di allargare la fascia di clienti potenziali che possono beneficiare di una quota di investimento in hedge funds.” “Pioneer Efficient Portfolio - aggiunge Paolo Barbieri, Direttore commerciale di Pioneer Alternative Investment Management Sgr - investe in una logica di absolute return che prevede una gestione attiva e dinamica dell’intero portafoglio, in un ottica di ottimizzazione dell’asset allocation complessiva. Proprio per questo motivo, nel comitato d’investimento, che ha il compito di definire l’asset allocation dei Fondi, saranno presenti anche rappresentanti di Pioneer Investments e di Upb che forniranno il loro contributo per la quota di portafoglio investita in asset classes tradizionali”. Grazie al crescente successo dei fondi di fondi hedge presso i clienti di Unicredit Private Banking, Pioneer Alternative Investment Sgr ha superato nel mese di ottobre l'importante traguardo dei 500 milioni di Euro di patrimonio.

BANCA ANTONVENETA:AUMENTO DI CAPITALE: FISSATO IL PREZZO DI EMISSIONE
Padova, 10 novembre 2003 – Il 6 novembre Banca Antonveneta, nell’ambito del range deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 16 ottobre scorso, ha fissato in Euro 10,50 il prezzo definitivo di emissione per ciascuna nuova azione. L’aumento di capitale avverrà quindi mediante emissione di n. 51.804.621 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 3,00 cadauna, godimento 1° gennaio 2003, da offrire in opzione agli aventi diritto a un prezzo di Euro 10,50 per ogni nuova azione, di cui Euro 7,50 a titolo di sovrapprezzo, per un controvalore complessivo pari a Euro 543.948.520,50. In particolare le nuove azioni verranno offerte: agli azionisti Banca Antonveneta nel rapporto di 1 nuova azione ogni 5 azioni possedute; ai possessori delle obbligazioni convertibili subordinate "Banca Antoniana Popolare Veneta 1999/2009 a tasso fisso – Isin It0001335642" nel rapporto di 31.339 nuove azioni ogni 1.250 obbligazioni convertibili possedute. I diritti di opzione dovranno essere esercitati, a pena di decadenza, dal 10 novembre 2003 al 1° dicembre 2003 compresi. I diritti di opzione staccati dalle azioni saranno negoziabili in Borsa dal 10 novembre 2003 al 21 novembre 2003 compresi. I diritti di opzione staccati dalle obbligazioni convertibili, in quanto generati da strumento finanziario non quotato, non saranno negoziabili in Borsa. Banca Antonveneta agevolerà la negoziazione di tali diritti dal 10 novembre 2003 al 21 novembre 2003 compresi, incrociando al proprio interno le eventuali richieste di vendita con le eventuali proposte in acquisto. I diritti non esercitati entro il 1° dicembre 2003 saranno offerti in Borsa da Banca Antonveneta ai sensi dell’art. 2441, terzo comma, del Codice Civile. L’offerta in opzione è assistita da un consorzio di garanzia promosso da Mediobanca e Interbanca e diretto da Mediobanca.

BANCAETRURIA TERZO TRIMESTRE 2003 POSITIVO PER BANCAETRURIA: UTILE ORDINARIO CONSOLIDATO +49%
Arezzo, 10 novembre 2003 - Riunitosi nella seduta del 6 novembre il Consiglio di Amministrazione di Bancaetruria presieduto da Elio Faralli ha approvato la relazione consolidata ed individuale al 30 settembre 2003. Nei primi nove mesi dell'anno l'utile da attività ordinarie del Gruppo Etruria raggiunge i 35 milioni di euro (+49% rispetto allo stesso periodo del 2002), il margine di intermediazione si attesta a 178 milioni di euro (+8,19%) ed il risultato lordo di gestione è pari a 51,7 milioni di euro (+48,1%). Nel terzo trimestre gli impieghi con la clientela sono arrivati a 3.497 milioni di euro (+2,95% rispetto a fine 2002) e la raccolta diretta ha raggiunto i 3.891 milioni di euro (-5,50% nei confronti del dato al 31 dicembre 2002). La flessione di quest'ultimo aggregato è stata determinata dalle strategie assunte dalla Capogruppo che hanno interessato il riassetto organizzativo della rete commerciale e l'efficientamento dei rapporti con la clientela. I dati economici a livello consolidato rapportati con i risultati raggiunti nello stesso periodo del 2002 registrano un incremento del margine di interesse attestato a 98,4 milioni di euro (+2,33%) e che si affianca alla già citata crescita del margine di intermediazione. "il cui miglioramento è stato determinato in particolare dai profitti da operazioni finanziarie per 4,3 milioni di euro e dall'apporto delle commissioni nette pari a 60,11 milioni di euro" sottolinea il Direttore Generale Luca Simoni. Rapportando i dati del 3^ trimestre 2003 con lo stesso periodo del 2002 il margine di intermediazione raggiunge i 59,6 milioni di euro contro i 54 milioni di euro e l'utile da attività ordinarie passa da 3,3 milioni di euro nel 2002 a 12 milioni quest'anno. Il risultato positivo dell'anno in corso è stato determinato in particolare da un'efficace gestione delle spese amministrative passate da 43,6 milioni di euro del terzo trimestre 2002 a 37 milioni di euro del terzo trimestre 2003. L 'indice cost income pari al 70,96% conferma il trend positivo avviatosi fin dall'inizio dell'esercizio. Al 30 settembre '03 per la Capogruppo Bancaetruria l'utile da attività ordinarie è pari a 29,14 milioni di euro (+34,7% sul 30/9/2002). Il margine di intermediazione sale a 160,92 milioni di euro (+10,54%) ed il risultato lordo di gestione raggiunge i 50,217 milioni di euro (+35,28%). La raccolta totale nel corso dell'anno raggiunge 7.906 milioni di euro (+1,47%) in virtù dell'apporto della raccolta gestita pari a 1.333,4 milioni di euro (+8,42%); il totale degli impieghi alla clientela si attesta a 3.463,6 milioni di euro (1,98%) con i crediti in sofferenza che raggiungono i 148,424 milioni di euro (+28,9%). "La dinamica dei crediti in sofferenza", precisa Simoni, "è stata influenzata da una più stringente valutazione del credito attuata dalla Banca, oltre che da un contesto economico non ancora favorevole". 

IL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO TRIENNALE "EURIBOR-SPREAD"
Milano, 10 novembre 2003 - Banca Carime propone il Prestito Obbligazionario Triennale " Euribor Spread " - caratterizzato dall'assenza di "rischio sul capitale" - che consente di ottenere un interessante rendimento anche per investimenti di piccole somme, perchè il taglio minimo della quota di sottoscrizione è stato fissato in 1.000 €uro. Il piano cedole di " Euribor Spread " prevede il pagamento semestrale degli interessi ed è strutturato in modo da offrire rendimenti sempre aderenti alle condizioni di mercato; infatti, gli interessi annuali sono calcolati sul valore nominale della quota con le seguenti modalità : - per la prima cedola, l'applicazione dell'aliquota del 3.00%, - per la seconda e terza cedola, l'applicazione di un'aliquota costituita da una parte fissa pari all'1,40% e da una parte variabile rappresentata dall'eventuale differenza positiva tra il tasso "Euribor 6 mesi" del periodo e l'analogo tasso del periodo precedente. La valuta di regolamento della sottoscrizione delle quote è stata fissata al 17 Novembre 2003. 

CREDITO ARTIGIANO: APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30.9.2003 UTILE NETTO € 11,5 MILIONI, IN LINEA CON IL RISULTATO DEI PRIMI NOVE MESI DELLO SCORSO ANNO.
Milano, 10 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione del Credito Artigiano – Gruppo Credito Valtellinese – ha approvato il 4 novembre la Relazione trimestrale al 30.9.2003, che evidenzia un’ulteriore crescita degli aggregati patrimoniali analogamente ai principali indicatori reddituali, in linea con gli obiettivi di sviluppo prefissati. Rispetto alle consistenze del 31 dicembre 2002, la raccolta diretta cresce del 13,8% e si attesta a € 3.184 milioni a fronte di 2.797 milioni. La raccolta indiretta, pari a € 3.861 milioni, aumenta dell’8,6% su € 3.556 milioni. Il risparmio gestito, comprensivo del comparto assicurativo, si incrementa del 13,5% raggiungendo € 1.790 milioni a fronte di € 1.578 milioni. Gli impieghi alla clientela si attestano a € 2.546 milioni, con un aumento dell’1,7% su € 2.503 milioni. Il margine di interesse, in rapporto al corrispondente periodo dello scorso anno, evidenzia una crescita del 3,6% nonostante un’ulteriore riduzione del differenziale tra tassi attivi e passivi nel trimestre e si attesta a € 63,2 milioni a fronte di € 61 milioni. Il margine da servizi – sommatoria delle commissioni nette e degli altri proventi – evidenzia un incremento del 30,3%, passando da € 38,6 milioni a € 50,3 milioni. Nei proventi netti – che passano da € 12,2 milioni a € 23,1 milioni – a differenza del corrispondente periodo 2002 sono tuttavia compresi canoni per operazioni di leasing per € 10,4 milioni, in relazione all’avvio dell’operatività diretta nello specifico comparto a partire dal secondo semestre dello scorso anno. Crescono ancora in misura significativa le commissioni relative all’area crediti e ai sistemi di pagamento, anche la componente relativa all’area finanza evidenzia segnali di ripresa nell’ultimo trimestre. Positivo, per € 3,1 milioni, il contributo dei profitti da operazioni finanziarie alla formazione del margine di intermediazione, che si attesta a € 119,5 milioni, in incremento del 16,4% rispetto a € 102,7 milioni dello stesso periodo del 2002. Le spese amministrative subiscono un incremento dell’8,2%, determinandosi in € 74,2 milioni contro € 68,6 milioni. Le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali passano da € 6,8 milioni a € 16,6 milioni, incremento essenzialmente ascrivibile agli ammortamenti dei beni concessi in locazione finanziaria, complessivamente pari a € 9,4 milioni. Il risultato lordo di gestione si determina in € 28,7 milioni contro € 27,3 milioni con un incremento del 5,1%. Dedotte rettifiche ad accantonamenti per rischi ed oneri per € 7,5 milioni, il risultato dell'attività ordinaria si attesta a € 21,2 milioni, in crescita del 2,5% rispetto a € 20,7 milioni dello stesso periodo 2002 L’utile netto di periodo, raggiunge € 11,5 milioni, sostanzialmente in linea con il risultato dei primi nove mesi dello scorso anno.

BANCA IFIS S.P.A.: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA I RISULTATI TRIMESTRALI AL 30 SETTEMBRE 2003 NEI PRIMI NOVE MESI DELL’ANNO: · +53,1% LA CRESCITA DELL ’UTILE D’ESERCIZIO · +62,9% PER IL RISULTATO DI GESTIONE · COMMISSIONI NETTE IN CRESCITA DEL 53,6% · MARGINE DI INTERESSE +42,6%
Mestre, 10 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis S.p.a., impresa bancaria specializzata nel factoring, presieduta da Sebastien Egon Fürstenberg e quotata al Mta di Borsa Italiana, riunitosi il 6 novembre, ha approvato la Relazione Trimestrale al 30 settembre 2003. Nel corso del terzo trimestre 2003 la Società ha registrato un risultato netto pari a 1.562 mila euro, in crescita del 46,6% rispetto ai 1.065 mila euro del terzo trimestre 2002. Il risultato dei primi nove mesi dell’anno raggiunge quindi i 4.572 mila euro (+53,1% rispetto allo stesso periodo del 2002). Il risultato di gestione nel terzo trimestre 2003 è stato pari a 3.802 mila euro (+57,6% rispetto al terzo trimestre 2002 che aveva registrato un risultato di gestione di 2.412 mila euro). Nei primi nove mesi del 2003 il risultato di gestione è stato pari a 11.054 mila euro, in crescita del 62,9% rispetto ai 6.785 mila euro registrati nello stesso periodo dell’esercizio precedente. Il margine di interesse è passato da 2.149 mila euro nel terzo trimestre 2002 a 3.001 mila euro nel terzo trimestre 2003, con una crescita del 39,6%. Il margine di interesse nei primi nove mesi del 2003 risulta di 8.868 mila euro in crescita del 42,6% rispetto ai 6.220 mila euro registrati al 30 settembre 2002. Le commissioni nette sono cresciute del 30,2%, passando da 1.824 mila euro nel terzo trimestre 2002 a 2.615 mila euro nello stesso periodo dell’esercizio in corso. Nei primi nove mesi del 2003 le commissioni nette pari a 7.789 mila euro, hanno registrato una crescita del 53,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

GRUPPO CATTOLICA: FORTE CRESCITA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2003 BALZO DELL’UTILE NETTO CONSOLIDATO: + 44% A 72 MILIONI DI EURO
Verona, 10 novembre 2003. È proseguito anche nel corso del terzo trimestre 2003, con il forte incremento dell’utile e il costante sviluppo della raccolta premi, il positivo andamento del Gruppo Cattolica Assicurazioni. L’utile netto consolidato è salito a 72 milioni di euro, in aumento del 44% rispetto ai 50 milioni dei primi nove mesi del 2002, mentre la raccolta premi complessiva ha raggiunto i 3.077 milioni (con un incremento del 21,81% rispetto al 30 settembre 2002), di cui 1.005 milioni nei danni (+13,18%) e 2.072 milioni nei rami vita (+26,50%). I risultati raggiunti nel periodo sono attribuibili al significativo miglioramento della gestione tecnica danni, alla conferma dell’andamento positivo della gestione tecnica vita e alla buona performance della gestione finanziaria, e mostrano la capacità del Gruppo Cattolica di raggiungere gli obiettivi prefissati attraverso le attività riferibili al core business assicurativo. É quanto emerge dalla relazione trimestrale di Cattolica Assicurazioni e dalla relazione trimestrale consolidata del Gruppo al 30 settembre 2003, approvate l'8 novembre dal Consiglio di Amministrazione di Cattolica Assicurazioni presieduto da Giuseppe Camadini. Nei rami danni i premi del lavoro diretto raggiungono i 982 milioni di euro con un aumento del 12,74% rispetto agli 871 milioni al 30 settembre 2002. Si distingue il comparto auto, che con una raccolta diretta di 686 milioni di euro, in crescita del 16,67%, rappresenta il 69,86% della raccolta danni. Al 30 settembre 2003 i rami danni costituiscono il 32,15% della raccolta complessiva. In netto miglioramento il combined ratio (il rapporto percentuale tra costo dei sinistri e spese di gestione sui premi, al netto della riassicurazione), sceso in un anno dal 99,14% al 97,80%. Nel trimestre è proseguita la forte crescita dei rami vita, i cui premi del lavoro diretto salgono a 2.072 milioni di euro, registrando uno sviluppo del 26,5% rispetto ai 1.638 milioni al terzo trimestre 2002, soprattutto grazie ai premi raccolti nei rami tradizionali (cresciuti del 71,88% sullo stesso periodo dell’esercizio precedente), pari al 41,89% della raccolta diretta dei rami vita. Sostenuto lo sviluppo dei premi di nuova produzione vita, che nei primi nove mesi del 2003 hanno superato i 1.932 milioni di euro contro i 1.485 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, attestando una crescita del 30,10%, notevolmente superiore alla media di mercato stimata (+13% secondo i dati Iama Consulting di ottobre 2003). Per effetto del sensibile miglioramento dei risultati tecnici vita e danni è cresciuto in misura rilevante l’utile apportato dalla gestione tecnica assicurativa del Gruppo, che ha raggiunto i 61 milioni di euro contro i 33 milioni dello stesso periodo del 2002, con un incremento pari all’84,85%; nel vita il risultato tecnico è passato da 27 a 43 milioni, e nel danni da 6 a 18 milioni. Al miglioramento complessivo dei risultati ha contribuito anche la riduzione delle altre spese di amministrazione che sono passate dal 2,30% al 30 settembre 2002 all’ 1,98% al terzo trimestre 2003. Vanno poi segnalati i risultati della gestione finanziaria, che conferma performance in linea con il settore, beneficiando inoltre della ripresa del mercato borsistico. L’embedded value (il valore intrinseco) del comparto vita del Gruppo Cattolica è passato dai 408,71 milioni di euro di fine esercizio 2002 ai 437,73 milioni di euro del primo semestre 2003, crescendo del 7,1%. Il valore è stato ottenuto sommando i 168,63 milioni di valore del portafoglio (in-force value) ai 269,10 milioni del patrimonio netto rettificato, al netto del costo del capitale, delle imposte, delle retrocessioni agli assicurati. Al 30 settembre 2003 l’ammontare delle riserve tecniche del lavoro diretto e indiretto del Gruppo Cattolica ha raggiunto i 12.863 milioni di euro (+17,23% rispetto al 31 dicembre 2002), di cui 2.165 milioni nei rami danni (+10,63%) e 10.698 milioni nei rami vita (+18,67%). Gli investimenti sono passati dagli 11.075 milioni di euro di fine esercizio 2002 a 12.953 milioni (+16,96%). Sul piano commerciale continua il potenziamento del sistema distributivo multicanale del Gruppo. Al termine del terzo trimestre le agenzie hanno raggiunto le 1.027 unità, con una raccolta premi complessiva pari a 1.055 milioni di euro, in incremento del 16,32% rispetto allo stesso periodo del 2002. Sempre rilevante l’incidenza del canale agenziale sulla raccolta premi dei rami danni, pari al 91,34%. Prosegue il rafforzamento del canale bancassicurativo: gli sportelli bancari che distribuiscono prodotti del Gruppo Cattolica hanno raggiunto, anche in forza del recente accordo intervenuto con Banca Carim (Cassa di Risparmio di Rimini), le 2.934 unità, con una raccolta premi pari a 1.795 milioni di euro (+20,71%). Cattolica ha inoltre raggiunto un’intesa con Iccrea Holding, al vertice del sistema nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali (460 istituti e 3.200 sportelli), per la distribuzione di prodotti nei rami danni a un mercato potenziale di quattro milioni di clienti. All’incremento di redditività complessivo del Gruppo hanno contribuito le controllate, tra le quali si segnalano per il risultato particolarmente favorevole Duomo Assicurazioni (con un utile netto al 30 settembre 2003 di 5,9 milioni di euro), Duomo Previdenza (con 2,3 milioni alla stessa data), Lombarda Vita e Bpv Vita (rispettivamente con 3,2 e 2,7 milioni di euro di utili di competenza di Cattolica). Il Presidente di Cattolica, Giuseppe Camadini, ha dichiarato che l’andamento del terzo trimestre mette in luce una positiva operatività, che permetterà di conseguire integralmente gli obiettivi prefissati per l’intero esercizio 2003. La Società comunica infine che la relazione trimestrale consolidata al 30 settembre 2003 di Cattolica Assicurazioni sarà a disposizione del pubblico presso la sede sociale della Società e presso Borsa Italiana s.P.a. Entro il 14 novembre 2003.

PIRELLI RE: APPROVATI DAL CDA I DATI AL 30 SETTEMBRE, CONFERMATO IL TREND DI CRESCITA RISULTATO NETTO CONSOLIDATO DELLE ATTIVITA’ IMMOBILIARI: 52,1 MILIONI DI EURO + 27%
Milano, 10 novembre 2003 – Il Consiglio di Amministrazione di Pirelli & C. Real Estate, riunitosi il 7 novembre, ha esaminato ed approvato i risultati della gestione del Gruppo al 30 settembre. Nel passare alla descrizione dei dati si ricorda che Pirelli Re è una management company che gestisce le attività immobiliari nelle quali investe tramite quote di minoranza qualificata (attività di asset management) ed alle quali fornisce, così come ad altri clienti, un’ampia gamma di servizi immobiliari (attività di service provider). Pertanto il valore aggregato della produzione al netto delle acquisizioni e il risultato operativo comprensivo del risultato pro quota da partecipazioni sono da considerarsi gli indicatori più significativi nell’esprimere rispettivamente il volume d’affari gestito e l’andamento dei risultati a livello operativo. Il Gruppo Pirelli Re- Il valore aggregato della produzione dei primi nove mesi, al netto delle acquisizioni, ammonta a 982,4 milioni di euro con una crescita del 41% rispetto ai 696,6 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002. Il valore della sola produzione consolidata al 30 settembre è di 388,9 milioni di euro, rispetto ai 305 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002. Il risultato operativo comprensivo dei proventi pro quota da partecipazioni ammonta a 71,7 milioni di euro, rispetto ai 57,2 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002 in crescita di circa il 25%. A tale risultato hanno contribuito i proventi pro quota da partecipazioni, già al netto di imposte, per 29,6 milioni di euro in aumento di circa l’84% rispetto ai 16,1 milioni dello stesso periodo. Il risultato netto consolidato di competenza delle attività immobiliari è pari a 52,1 milioni di euro, contro i 41,1 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002, con una crescita di circa il 27%. Nei primi nove mesi del 2002 erano ancora presenti anche altre componenti reddituali non immobiliari (in gran parte legate alla cessione del portafoglio titoli riveniente da Unim), per un valore di 38,7 milioni di euro; quindi l’esercizio al 30 settembre 2002 presentava un risultato netto pari a 79,8 milioni di euro. Il patrimonio netto di competenza al 30 settembre 2003 ammonta a 371,5 milioni di euro rispetto ai 359,8 milioni di euro del 30 giugno 2003 ed ai 367,9 milioni di euro di fine 2002. L’incremento di 3,6 milioni di euro rispetto a fine 2002 è sostanzialmente dovuto al differenziale tra la distribuzione dei dividendi (48,7 milioni di euro) e l’utile del periodo (52,1 milioni di euro). La posizione finanziaria netta evidenzia un valore negativo di 48,7 milioni di euro, rispetto al valore negativo di 71,4 milioni di euro al 30 giugno 2003 e positivo di 12,3 milioni di euro di fine 2002. Il miglioramento rispetto al 30 giugno 2003 è dovuto al calo del capitale circolante netto, in particolare sul fronte dei crediti commerciali. La posizione finanziaria rettificata (espressa al lordo dei finanziamenti soci alle società partecipate con quote di minoranza) è negativa per 248 milioni di euro rispetto al valore negativo di 249,3 milioni di euro al 30 giugno 2003 e negativo di 166,7 milioni di euro di fine 2002. Il gearing, al pari del 30 giugno 2003, si attesta su un valore di 0,7. A. Attività di Asset Management (escluse aree) Nei primi nove mesi del 2003 l’attività di Asset Management a livello aggregato ha registrato un valore della produzione, al netto delle acquisizioni, pari a 717,9 milioni di euro, a fronte dei 509 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002, con un incremento del 41%. Le nuove acquisizioni a valore di libro sono state pari a 1.084,6 milioni di euro, di cui 272,7 milioni di euro perfezionati entro il 30 settembre e 811,9 milioni di euro perfezionati entro la data del presente Consiglio di Amministrazione. L’opera di valorizzazione del patrimonio in gestione ha permesso di generare realizzi per 758,6 milioni di euro a valore di libro, pari a 983,9 milioni di euro a valore di mercato, a fronte di 629,5 milioni di euro (valore di mercato) dei primi nove mesi del 2002, con un incremento di circa il 56%. A seguito delle vendite e degli acquisti effettuati nel periodo il patrimonio in gestione all’asset management risulta in aumento di 326 milioni di euro a valore di libro. Le fees sono state pari a 34,8 milioni di euro rispetto a 20,5 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002, in crescita di circa il 70%. Il risultato operativo aggregato è stato pari a 357,6 milioni di euro, in crescita di circa il 45% rispetto a 247,4 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002. Il risultato operativo, inclusi i proventi da partecipazioni , di competenza del Gruppo per le attività di asset management (attività di capitale più fees) è pari a 47,6 milioni di euro, a fronte dei 33,1 milioni di euro dell’anno precedente, con un aumento del 44% circa. B. Attività di Asset Management Aree Il focus strategico di questa business unit consiste nell’attività urbanistica per lo sviluppo della maggior parte delle aree in iniziative che saranno gestite e partecipate dalle business unit di prodotto. La parte restante delle aree, dopo l’iter urbanistico, verrà ceduta a terzi. I dati di questa business unit non sono confrontabili da periodo a periodo, in quanto riflettono le diverse fasi degli iter urbanistici. Le aree della business unit ammontano a circa 1,8 milioni di metri quadri edificabili, per un valore di prodotto finito nei prossimi anni di circa 3,5 miliardi di euro. Il valore aggregato della produzione al netto delle acquisizioni è pari a 47,3 milioni di euro. Nell’ambito del valore della produzione, la business unit ha generato realizzi per 39,2 milioni di euro relativi ad un’area ceduta ad una business unit di prodotto. Le attività di Asset Management Aree hanno generato fees per 2,6 milioni di euro. Il risultato operativo aggregato è stato pari a 11,6 milioni di euro. Il risultato operativo inclusi i proventi da partecipazioni (attività di capitale più fees) di competenza del Gruppo è stato pari a 8 milioni di euro. Attività di Service Provider Nei primi nove mesi del 2003 il valore della produzione delle attività di Service Provider, interamente consolidate, è stato pari a 212,5 milioni di euro rispetto ai 136,1 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento di circa il 56%. Il risultato operativo è stato pari a 29,1 milioni di euro a fronte di 18,2 milioni di euro dei primi nove mesi del 2002, con una crescita di circa il 60%. Il Ros (return on sales) passa dal 13,4% del 2002 al 13,7% del 2003. Sono inoltre in corso le attività di start-up della rete di franchising per la distribuzione di servizi immobiliari e finanziari, che hanno comportato nel periodo in esame, come previsto dal piano di Pirelli Re, oneri a livello operativo per 3,4 milioni di euro. Fatti di rilievo del periodo Tra luglio e settembre Pirelli Re Agency ha perfezionato due importanti contratti per la vendita per un totale di circa 650 milioni di euro: il primo, in Associazione Temporanea d'Impresa (70% Pirelli Re, 30% Ipi) per la commercializzazione di 29 immobili a prevalente destinazione residenziale di proprietà di Initium (joint venture tra Generali Properties e Lehman Brothers) per un valore di vendita di circa 350 milioni di euro; il secondo con Investire Immobiliare per la commercializzazione di 14 immobili a prevalente destinazione residenziale per un valore di vendita di circa 300 milioni di euro; In data 25 luglio la cordata costituita da Pirelli Re (capofila) si è prequalificata nella gara internazionale per la riqualificazione del Polo Urbano di Fiera Milano. Il progetto è stato affidato a Renzo Piano; In settembre, Pirelli Re unitamente ad altri due investitori istituzionali ha sottoscritto un Memorandum of Understanding per l’acquisizione e la gestione di 43 immobili a prevalente destinazione residenziale del valore di circa 160 milioni di euro. Eventi successivi al 30 settembre 2003: In data 3 ottobre la joint venture tra Pirelli Re (35%) e Citigroup (65%) ha sottoscritto un contratto vincolante per l’acquisto, da un primario istituto di credito, di un portafoglio di non performing loans per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro, a fronte di un valore nominale di circa 600 milioni di euro; In data 22 ottobre Pirelli Re Sgr ha ottenuto dalla Banca d’Italia l’approvazione del regolamento del fondo ad apporto Tecla Fondo Uffici destinato al pubblico. In data 23 ottobre è stata presentata a Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione e, nella stessa data, il relativo prospetto è stato depositato presso Consob per l’ottenimento dell’autorizzazione alla pubblicazione. Il collocamento del fondo, tenuto anche conto delle indicazioni delle banche collocatrici, è presumibile avvenga a partire da gennaio 2004; In data 31 ottobre la joint venture Pirelli Re (25%) - Morgan Stanley Real Estate; Funds (75%) ha perfezionato il closing per l’acquisizione di parte del patrimonio immobiliare del Gruppo Fonsai. Il portafoglio è costituito da 68 immobili per un valore di 780 milioni di euro. L’operazione è stata realizzata con un finanziamento bancario non recourse pari all’80% del prezzo di acquisto erogato da The Royal Bank of Scotland, Banca Intesa, Unicredit Banca Mobiliare, Hypo Real Estate Bank International e Cassa di Risparmio di Lucca (Gruppo Banca Popolare di Lodi); Alla data di ieri la Società possiede 2.071.443 azioni proprie, pari al 5,1% del capitale sociale, ad un valore medio unitario di 22,58 euro. Evoluzione della gestione per il 2003 Sulla base delle informazioni disponibili, si ritiene ragionevole attendere per il 2003 una crescita dei risultati delle attività immobiliari , in linea con i target del piano triennale 2003-2005. Il miglioramento dei risultati nell’asset management residenza e terziario “short term” rispetto al piano compensa, infatti, i risultati inferiori alle attese nell’asset management terziario “long term” per il collocamento del fondo Tecla che, come detto, si presume avvenga all’inizio del prossimo esercizio. Adozione di piani di stock-option per le società di servizi Il consiglio di amministrazione ha inoltre approvato i piani di stock-option destinati a 33 tra dirigenti e amministratori delle società di servizi interamente possedute da Pirelli Re. Si segnala che i piani non coinvolgono amministratori e direttori generali della Capogruppo. Il piano di stock-option per la controllata Pirelli Re Project Management è destinato a 9 dirigenti e/o amministratori e prevede l’attribuzione di massime n. 28.927 opzioni per l’acquisto di azioni della stessa Pirelli Re Project Management (pari al 5,56% del capitale sociale) al prezzo unitario di esercizio di Euro 64,22. Il piano di stock-option per la controllata Pirelli Re Property Management è destinato a 8 dirigenti e/o amministratori e prevede l’attribuzione di massime n. 3.657 opzioni per l’acquisto di azioni della stessa Pirelli Re Property Management (pari al 3,20% del capitale sociale) al prezzo unitario di esercizio di Euro 552,29. Il piano di stock-option per la controllata Pirelli Re Facility Management è destinato a 5 dirigenti e/o amministratori e prevede l’attribuzione di massime n. 22.997 opzioni per l’acquisto di azioni della stessa Pirelli Re Facility Management (pari al 4,10% del capitale sociale) al prezzo unitario di esercizio di Euro 143,04. Il piano di stock-option per la controllata Pirelli Re Agency è destinato a 11 dirigenti e/o amministratori e prevede l’attribuzione di massime n. 36.250 opzioni per l’acquisto di azioni della stessa Pirelli Re Agency (pari al 4,36% del capitale sociale) al prezzo unitario di esercizio di Euro 285,85. Per tutti i piani approvati, i prezzi di esercizio sono stati determinati sulla base di specifiche perizie che hanno determinato il fair value delle società. Le opzioni potranno essere esercitate nei mesi di aprile 2005 e di aprile 2006, subordinatamente al raggiungimento, tra l’altro, di obiettivi di performance superiori rispetto a quelli del piano 2003-2005. E’ inoltre previsto un meccanismo di put e call per il riacquisto delle azioni rivenienti dall’eventuale esercizio delle opzioni. Calendario eventi societari Di seguito il calendario delle attività consiliari e assembleari per il 2004: 18 febbraio 2004: Consiglio di Amministrazione per l’esame dei risultati preliminari al 31 dicembre 2003. 22 marzo 2004: Consiglio di Amministrazione per l’esame del progetto di bilancio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2003. I suddetti documenti saranno resi disponibili al pubblico entro 90 giorni dalla chiusura dell’esercizio e pertanto, ai sensi dell’art. 82 della deliberazione Consob 11971/99, la relazione trimestrale relativa al quarto trimestre 2003 non verrà predisposta. 7/10 maggio 2004: Assemblea degli Azionisti per l’approvazione del bilancio. Prima della riunione assembleare il Consiglio di Amministrazione esaminerà i risultati consolidati del primo trimestre 2004. 28 luglio 2004: Consiglio di Amministrazione per l’esame dei risultati preliminari al 30 giugno 2004. 9 settembre 2004: Consiglio di Amministrazione per esame della relazione semestrale al 30 giugno 2004. Il suddetto documento sarà reso disponibile al pubblico entro 75 giorni dalla chiusura del semestre e pertanto, ai sensi dell’art. 82 della deliberazione Consob 11971/99, la relazione trimestrale relativa al secondo trimestre 2004 non verrà predisposta. 10 novembre 2004: Consiglio di Amministrazione per esame dei risultati consolidati del terzo trimestre 2004.

IMMSI : OPERAZIONE PIAGGIO
Milano, 10 novembre 2003 - Immsi S.p.a. Rende noto di aver depositato il 7 novembre, a disposizione del pubblico, presso la sede legale della Società a Mantova e presso Borsa Italiana S.p.a. A Milano, il Documento Informativo,  relativo all’acquisizione, da parte della stessa Immsi, del controllo della gestione del Gruppo Piaggio. 

BAYER - IL CONSIGLIO DIRETTIVO APPROVA NUOVI PIANI: UN NUOVO LANCIO SUL MERCATO AZIONARIO PER IL SETTORE CHIMICO E UNA RIFOCALIZZAZIONE STRATEGICA DEL SETTORE SANITÀ.
Leverkusen, 10 novembre 2003 - All´indomani della riorganizzazione, il Gruppo Bayer intende continuare a focalizzarsi sulle attività chiave e a concentrarsi in futuro su sanità, agrochimica e materiali innovativi. Per questa ragione, Bayer Chemicals (ad eccezione di H.c. Starck e Wolff Walsrode) andrà a costituire insieme ad alcune Business Unit del settore Polimeri una nuova società denominata provvisoriamente "Newco". L´obiettivo è quello di quotare in borsa questa società con un nuovo nome non oltre i primi mesi del 2005. Il Consiglio di Controllo ha approvato questi piani del Consiglio Direttivo del Gruppo nel corso della sua riunione di oggi. Ceo della neonata società è stato nominato il Dr. Axel Claus Heitmann (44 anni), attuale membro del Comitato esecutivo di Bayer Polymers e attuale capo di quest’ultima per la Regione Asia /pacifico, con sede a Shanghai. "Lo scorporo costituirà un vantaggio sia per Bayer che per Newco, in quanto la quotazione sul mercato azionario risulterà molto interessante sia per gli azionisti che per i collaboratori," spiega Werner Wenning, Ceo di Bayer. "Grazie alla separazione, Bayer – che oggi realizza un fatturato di circa 22 miliardi di euro – sarà in grado di concentrarsi più intensamente sulle sue attività core in cui può vantare tecnologie eccellenti, solide posizioni di mercato e, soprattutto, aree con un buon potenziale di crescita che intendiamo sviluppare ulteriormente mettendo in campo tutte le nostre risorse. Puntiamo così a salvaguardare il successo della nostra società nel lungo termine, generando nuovo valore. La riorganizzazione di Bayer era essenziale per poter compiere questo importante passo. Al tempo stesso, salvaguarderemo il futuro del settore Chimico in quanto, proprio perché società indipendente, Newco sarà in grado di reagire in modo più rapido e flessibile. In questo nuovo panorama, chimica e polimeri ne costituiranno le attività core e saranno quindi le priorità principali del nuovo gruppo dirigente della società." In futuro Bayer intende far convergere tutte le sue risorse finanziarie e gestionali nello sviluppo e nell´espansione delle sue attività chiave nei settori della sanità, dell’agrochimica e dei materiali innovativi, aree che richiedono un forte impegno in termini di ricerca. Wenning ritiene che questi settori abbiano un forte potenziale di crescita, e un´altrettanto forte esigenza di investimenti. "Ciò implica che non disponiamo di risorse sufficienti per conservare o rafforzare le posizioni di mercato del nostro business della chimica e delle attività nell´area polimeri," afferma il Ceo di Bayer. La separazione dovrebbe dare slancio al necessario spirito d´iniziativa imprenditoriale e creare le condizioni per ottimizzare le strategie di ciascuna società in base alle diverse esigenze di business di ognuna." Il vasto patrimonio di conoscenza acquisito da Bayer in relazione all´essere umano, agli animali, alle piante e ai materiali, insieme ai rispettivi prodotti, costituirà la base di partenza per un percorso sostenibile di crescita nel lungo periodo nei promettenti mercati in cui Bayer intende specializzarsi. In seguito alla riorganizzazione, Bayer sarà suddivisa in tre settori operativi: Bayer Healthcare, Bayer Cropscience e Bayer Materialscience. La crescita arriverà principalmente da nuovi principi attivi frutto della ricerca Bayer, dal business dei prodotti da banco e dalla crescita del mercato asiatico. Contributi all´incremento del valore della società dovrebbero tuttavia venire anche dall´utilizzo allargato a tutto il Gruppo di piattaforme tecnologiche, nanotecnologia e dall´espansione della biotecnologia e dell´ingegneria genetica come principali fattori trainanti dell´innovazione. La biotecnologia permette non soltanto in ambito agrochimico di ottenere incrementi qualitativi e quantitativi in campo alimentare, ma anche di aprire le porte a tutta una nuova gamma di applicazioni in altri settori, quali quello della diagnostica basata sullo studio dei geni. Il nuovo riallineamento di Bayer riguarda anche il riposizionamento del business Pharma. "Abbiamo valutato tutte le alternative in questo settore, in particolare la possibilità di alleanze, ma abbiamo capito che nessuna di queste soluzioni sarebbe stata realmente adeguata. Riteniamo che le soluzioni valutate non sarebbero state in grado di creare valore aggiunto," ha spiegato Werner Wenning. "Intendiamo quindi fare conto soltanto sulle nostre forze e guidare il settore Farmaceutico verso un futuro di successo grazie a strutture fortemente adeguate." Bayer concentrerà l´attività di ricerca nei settori terapeutici in cui occupa già una posizione di leadership con prodotti di successo: antinfettivi, prodotti per il sistema cardiocircolatorio, inclusi prodotti per diabetici e obesi, e urologia. Bayer vanta anche una serie di promettenti ritrovati in campo oncologico. "Intendiamo posizionare il settore Farmaceutico come società di medie dimensioni a livello europeo, poiché siamo convinti che questo porterà il massimo vantaggio ai nostri azionisti," ha affermato Wenning. In futuro, le attività della divisione si concentreranno più intensamente in Europa, senza tuttavia trascurare gli importanti mercati statunitense e asiatico. Secondo le parole di Wenning, nella ristrutturazione del settore Farmaceutico sono già stati compiuti considerevoli passi avanti. Il lancio coronato da successo di svariati nuovi prodotti ha generato ottimismo. Ad esempio, le vendite del Levitra, il farmaco Bayer per la cura delle disfunzioni erettili, sono state molto incoraggianti. Si sono inoltre registrati importanti progressi nella settore della ricerca sul cancro. Un inibitore dell‘enzima Raf chinasi per il trattamento del carcinoma avanzato delle cellule renali, sviluppato in collaborazione con la società americana Onyx, è ora entrato nella fase tre dei test clinici. Wenning ritiene inoltre che nel settore per l‘automedicazione le opportunità di crescita siano notevoli. Le divisioni Consumer Care, Diagnostici e sanità Animale di Bayer occupano posizioni solide in tutto il mondo, e la società intende espandere ulteriormente queste attività. Le business unit di Cropscience - Erbicidi, Insetticidi, Fungicidi e Trattamento delle sementi - detengono anch´esse posizioni eccellenti. L‘´obiettivo è quello di crescere in questi settori più rapidamente del mercato. Environmental Science è il fornitore leader del mercato dei prodotti contro gli insetti nocivi per la casa e il giardino. L´unità Bio Science vanta un enorme patrimonio di conoscenze nel campo della biotecnologia per cui gli esperti prevedono tassi di crescita annuale nell´ordine del 15%. Per quanto riguarda Materialscience, Bayer detiene posizioni di leadership a livello mondiale nel settore dei poliuretani, dei policarbonati e delle materiae prime rivestimenti. Esso ha accesso a tecnologie d´avanguardia apprezzate su scala internazionale e detiene un vastissimo bagaglio di competenze acquisite nel corso degli anni. Il suo obiettivo consiste nel continuare a espandere le aree in crescita delle materie plastiche innovative e dei materiali da rivestimento, con particolare attenzione agli investimenti nei mercati asiatici in sviluppo. Soltanto in Cina, Bayer sta attualmente realizzando o progettando svariati stabilimenti di produzione. Nel settore Materialscience convergeranno in futuro anche le consociate H.c. Starck e Wolff Walsrode. Oltre a questi tre settori operativi, all´interno del Gruppo Bayer rimarranno anche le tre società di servizi. Queste società erogheranno servizi anche per Newco, mentre i collaboratori le cui attività rientrano in settori di Newco verranno trasferiti a quest´ultima. Con un fatturato di 5,6 miliardi di euro e ca 20.000 collaboratori, Newco si collocherà fra le principali società chimiche europee, in posizioni di leadership in più di due terzi dei segmenti di mercato a livello globale e sarà un leader tecnologico in campo manifatturiero. "L´indipendenza darà slancio a un forte spirito d´iniziativa imprenditoriale, consentendo inoltre a Newco di migliorare la competitività della sua tecnologia di produzione e di generare crescita e valore al di là della media," afferma Wenning. L´indipendenza da Bayer dovrebbe mettere Newco in condizioni di utilizzare in modo più efficiente le risorse di capitali per diventare ancor più competitiva e di cercare partner o investitori a propria discrezione. La nuova struttura agevolerà inoltre la focalizzazione delle risorse gestionali sulle esigenze specifiche del settore chimico, l´adeguamento di strutture e processi alle necessità dell´industria chimica e attiverà mercati di nicchia utilizzando nuovi modelli di business. L´obiettivo è quello di continuare a crescere dando maggiore rilievo all´innovazione, utilizzando le risorse con più efficienza ed espandendo in modo mirato le applicazioni specialistiche più interessanti. Newco avrà un vasto portafoglio di circa 5000 prodotti, dai prodotti chimici di base, ai prodotti speciali, alla chimica fine, ai polimeri. Questi prodotti comprendono: prodotti intermedi per la produzione di principi attivi per l’industria farmaceutica e agrochimica; prodotti per la protezione dei materiali; prodotti chimici per l´industria del cuoio e della pelle, del tessile e della carta; resine a scambio ionico per il trattamento delle acque; pigmenti inorganici per la colorazione del calcestruzzo e della plastica; additivi a base di polimeri quali agenti ritardanti della fiamma e plastificanti; prodotti chimici a base di gomma e gomma solida per le industria della gomma e dei pneumatici; prodotti termoplastici Abs (stirenici) e semicristallini utilizzati principalmente nel settore automobilistico, come pure per la produzione di rivestimenti e contenitori. Newco sarà presente a livello globale con impianti di produzione e un’organizzazione di vendita distribuiti in 40 società distribuite in 20 paesi. Dichiarazioni revisionali- A causa di diversi rischi noti e ignoti, incertezze e altri fattori, i risultati effettivi, la situazione finanziaria, l’andamento o la performance della Società potrebbero differire in misura sostanziale dalle stime qui fornite. Detti fattori comprendono quelli descritti nei rapporti da noi redatti per la Borsa Valori di Francoforte e per le autorità statunitensi di controllo del mercato mobiliare (compreso il Form 20-F). La Società non si assume alcun impegno di completare e aggiornare tali dichiarazioni previsionali oppure di modificarle sulla scorta di eventi o andamenti futuri.

SEAT PAGINE GIALLE: ESAMINATI DAL C.D.A. I RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2003. L’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI DI RISPARMIO NOMINA IL PROF. PASTERIS RAPPRESENTANTE COMUNE RICAVI CONSOLIDATI DEL BIMESTRE 1° AGOSTO – 30 SETTEMBRE 2003 A 266,1 MILIONI DI EURO E RISULTATO NETTO CONSOLIDATO DEL PERIODO, POSITIVO PER 46,8 MILIONI DI EURO.
Torino, 10 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Seat Pagine Gialle, riunitosi il 6 novembre sotto la presidenza di Enrico Giliberti, ha esaminato e approvato i risultati al 30 settembre 2003, illustrati dall’Amministratore Delegato Luca Majocchi. Gruppo Seat Pagine Gialle - Andamento del bimestre Il risultato netto consolidato al 30 settembre 2003, positivo per euro 46,8 milioni, ed i ricavi per 266,1 milioni riflettono l’andamento economico del Gruppo per il solo periodo 1° agosto – 30 settembre 2003. L’indebitamento finanziario netto si attesta a 565,3 milioni di euro, rispetto ai 648,2 milioni di euro al 1° agosto 2003 Andamento proforma dei primi nove mesi I ricavi delle vendite e delle prestazioni pro-forma, ammontano nei primi nove mesi del 2003 ad euro 980,1 milioni in diminuzione dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2002; al netto dell’effetto dei cambi si registra invece un incremento pari a +0,4%: • I ricavi consolidati dell’Area “Directories”, nei nove mesi, raggiungono 789,3 milioni di euro, in diminuzione dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Pur in un contesto caratterizzato da un ulteriore decremento degli investimenti pubblicitari in Italia, in particolare da parte delle grandi aziende, i ricavi delle attività italiane si assestano a 673,8 milioni (-0,9%), grazie alla tenuta dell’editoria telefonica sulla clientela rappresentata da aziende medio piccole, e al buon andamento dei nuovi servizi on-line (+ 13,7 %). I ricavi delle attività estere, originati principalmente da Thomson si incrementano dell’8% in valuta locale, ma risentono della flessione del tasso di cambio nella conversione in euro. • I ricavi dell’Area “Directory Assistance” aumentano del 14,7% rispetto allo stesso periodo del 2002: si rileva sia l’importante crescita realizzata in Italia dal servizio 89.24.24 Pronto Pagine Gialle (+35,8%) sia l’ottimo andamento del gruppo Telegate (+10,0%). • I ricavi dell’Area “Business Information” risentono del non positivo andamento del mercato del Direct Marketing e presentano una riduzione del 21% rispetto ai primi nove mesi del 2002, questo anche a causa della riduzione del perimetro di consolidamento (2,6 milioni di euro) e della flessione del tasso di cambio del dollaro rispetto all’euro che ha penalizzato i dati della consociata americana. Il margine operativo lordo pro-forma migliora significativamente, passando da 431,5 milioni di euro nei primi nove mesi del 2002 a 450,0 milioni nei primi nove mesi 2003, con un’incidenza sui ricavi in crescita al 45,9% (43,7% nel 2002) . Il miglioramento del margine operativo lordo deriva da un contenimento dei costi di funzionamento (-1,8%), realizzato nonostante l’incremento degli investimenti in pubblicità per circa 7 milioni di euro, e dalla riduzione del costo del lavoro in conseguenza degli effetti derivanti dalle azioni di riorganizzazione. Il personale del Gruppo al 30 settembre è pari 5.508 unità. Al netto degli Accantonamenti a Fondi Rischi, degli stanziamenti rettificativi e dei proventi e oneri diversi, il Margine Operativo lordo pro-forma (Ebitda) si porta a 390 milioni di euro, in crescita del 4,4% sui 373,4 milioni di euro proforma dei primi nove mesi 2002. Il risultato operativo ante ammortamenti extraoperativi pro-forma, è positivo per 365,1 milioni di euro, in crescita del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2002, con un’incidenza sui ricavi del 37,3% (34,5% nel 2002). La Capogruppo Seat Pagine Gialle S.p.a. - Andamento del bimestre Il periodo 1° agosto – 30 settembre 2003 ha registrato ricavi per 184,1 milioni di euro ed un risultato positivo per 43,1 milioni. L’indebitamento finanziario netto si attesta a 294,1 milioni di euro, rispetto ai 375,7 milioni di euro al 1° agosto 2003 Andamento dei primi nove mesi pro-forma Il fatturato pro-forma di Seat Pagine Gialle S.p.a. Evidenzia al termine dei primi nove mesi del 2003 una crescita pari al 1,2%, portando i ricavi a 703,8 milioni di euro (695,8 milioni nel 2002). L’economia in generale e il mercato pubblicitario, in particolare, non hanno mostrato ad oggi segnali evidenti di ripresa. I ricavi delle attività italiane del settore Directories, di euro 673,8 milioni, risultano sostanzialmente invariati rispetto allo scorso esercizio (-0,9%), grazie alle innovazioni di prodotto recentemente introdotte, agli sforzi intrapresi dalla rete commerciale e alle azioni poste in atto per fidelizzare la clientela e contrastare la congiuntura negativa. In questo contesto, assai positivo è stato il contributo dei servizi Internet (+13,7%) e del servizio 89.24.24 Pronto Pagine Gialle (+ 35,8%). Il margine operativo lordo pro-forma nei nove mesi supera i 394 milioni di euro rispetto ai 381,6 milioni dei primi nove mesi 2002, grazie alle azioni di razionalizzazione delle attività e contenimento dei costi. Il risultato operativo ante ammortamenti extra operativi si assesta a 329,8 milioni. Prospettive Per Il Quarto Trimestre 2003 - Pur in un contesto congiunturale difficile Seat Pagine Gialle ritiene ragionevolmente di poter confermare il trend di progressione dei suoi risultati operativi rispetto a quelli del periodo precedente. L’andamento operativo e l’attenta selezione degli investimenti industriali dovrebbero permettere un’ulteriore riduzione dell’indebitamento finanziario consolidato. Eventi Successivi Al 30 Settembre Aggiornamento Operazione Di Fusione - Con riguardo all’operazione di fusione per incorporazione di Seat in Silver e di Silver in Spyglass si segnala, come già anticipato al Mercato, che - in linea con quanto auspicato in merito alla tempistica dell’Operazione, che prevede la conclusione del processo entro il corrente anno - il prossimo 1° dicembre 2003 (2 dicembre in seconda convocazione), l’Assemblea Straordinaria della Società sarà chiamata a deliberare in ordine al progetto di fusione, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società in data 15 ottobre 2003 Il Consiglio, inoltre, nell’ambito del processo di progressivo adeguamento ai principi di Corporate Governance, ha formalizzato, con apposita procedura, delle regole interne per la raccolta e la comunicazione al Collegio Sindacale - ai sensi dell’art. 150, comma 1, T.u.f.- delle informazioni inerenti l’attività svolta, le operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patrimoniale, le operazioni in potenziale conflitto di interesse con parti correlate (ivi comprese le operazioni infragruppo) e le operazioni atipiche o inusuali. Sono stati altresì approvati dei “Principi di comportamento” circa le modalità di realizzazione delle operazioni con parti correlate. Tali principi sono volti, in particolare, a garantire un’effettiva correttezza e trasparenza procedurale in materia. L’assemblea speciale degli azionisti possessori di azioni di risparmio Seat, riunitasi prima dell’inizio dei lavori consiliari, ha nominato Rappresentante Comune di tale categoria di azionisti il Prof. Carlo Pasteris

GRUPPO META : RISULTATI DEL TERZO TRIMESTRE 2003 CRESCITA DEI RICAVI E FORTE INCREMENTO DELLA REDDITIVITÀ NEL TERZO TRIMESTRE 2003 RICAVI CONSOLIDATI: 207,9 MILIONI DI EURO (+13,3% RISPETTO AL 30.09.2002)
Modena, 10 novembre 2003 - Il Consiglio di Amministrazione di Meta S.p.a. Ha esaminato ed approvato il 7 novembre la relazione trimestrale al 30.09.2003 del Gruppo Meta. Nei primi nove mesi dell’anno si registra un miglioramento dei ricavi e della redditività, attraverso l’espansione delle attività e grazie all’incremento di efficienza gestionale. Nel periodo i ricavi consolidati del Gruppo sono stati pari a 207,9 milioni di euro, con un incremento del 13,3% rispetto all’analogo periodo del 2002. Tale incremento, pari a 24.5 milioni di euro, riguarda tutti i settori di attività del Gruppo, in particolare il settore gas e calore, dal quale deriva circa il 51% della crescita dei ricavi, ed il settore energia elettrica, dal quale proviene circa il 35% dell’incremento. In particolare, nei primi nove mesi del 2003 sono stati distribuiti 237,3 milioni di metri cubi di gas, con una crescita del 18,7% rispetto all’analogo periodo del 2002 e sono stati venduti 228,6 milioni di metri cubi di gas con un incremento del 18,0% rispetto al 30 settembre 2002. Tale crescita è principalmente riconducibile alle condizioni climatiche più rigide registrate, in particolare, nei primi tre mesi dell’anno ed al pieno effetto dell’ampliamento del bacino di utenza derivato dai conferimenti di cinque Comuni soci. L’energia elettrica distribuita al 30 settembre 2003 è stata pari a 696,0 Gwh, in aumento del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2002, mentre quella complessivamente venduta, a clienti vincolati e idonei, è stata di 599,1 Gwh, in crescita del 8,1% rispetto ai primi nove mesi del 2002 a causa del marcato aumento delle vendite di energia elettrica ai clienti idonei. I rifiuti raccolti nei primi nove mesi del 2003 sono stati pari a circa 173,7 migliaia di tonnellate, in lieve diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2002 (-1,8%), mentre quelli smaltiti in impianti Meta ammontano a 317,0 migliaia di tonnellate, in decremento del 4,0%. I volumi di acqua potabile venduta al 30 settembre 2003 sono stati pari a 22,1 milioni di metri cubi, in crescita del 6,3% rispetto all’analogo periodo del 2002. Il margine operativo lordo (Ebitda) è di 47,0 milioni di euro e registra un incremento del 23,0% rispetto allo stesso periodo del 2002 (+8,8 milioni di euro). Tale crescita ha comportato anche un incremento dell’incidenza percentuale sui ricavi, pari al 22,6% al 30 settembre 2003 a fronte del 20,8% registrato al 30 settembre 2002. Il risultato operativo (Ebit) si è attestato a 24,4 milioni di euro, con un incremento del 40,0% sui primi nove mesi del 2002, registrando una incidenza percentuale sui ricavi pari al 11,7%, a fronte del 9,5% dell’analogo periodo del 2002. Il risultato economico prima delle imposte è di 21,7 milioni di euro e registra una crescita del 40,5% rispetto ai primi nove mesi del 2002 (+ 6,2 milioni di euro). Per il periodo sono state stimate imposte pari a 10,1 milioni di euro. Il risultato economico di periodo del Gruppo, al netto della quota di utile di competenza di terzi, è pari a 11,5 milioni di euro e registra una crescita del 47,3% rispetto al dato dell’analogo periodo del 2002. L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2003 è si attesta a 22,2 milioni di euro, in diminuzione di 28,8 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2002. Il rapporto debt/equity è sensibilmente migliorato, attestandosi al 7,7% al 30 settembre 2003, rispetto al 19,5% del 31 dicembre 2002. 

MARCOLIN CONCLUDE RAPPORTO LICENZA CON FORNARI
Longarone, 10 novembre 2003 - Il Gruppo Marcolin e il Gruppo Fornari annunciano che il rapporto di licenza per l’attività di produzione e distribuzione della linea di occhiali da sole e montature da vista Fornarina Vision Up! si esaurirà a dicembre 2003. Dopo quattro anni di costruttiva collaborazione, le due società hanno deciso di non rinnovare il contratto in virtù dei diversi orientamenti strategici delle due aziende.

MIRATO: RISULTATI TERZO TRIMESTRE DI MILMIL76 LA RECENTE ACQUISIZIONE MILMIL76 CONTINUA A CRESCERE ANCHE NEL TERZO TRIMESTRE ’03.
Landiona (No), 10 novembre 2003: Il Consiglio di amministrazione della Milmil76 S.r.l. Ha approvato il 7 novembre la relazione sull’andamento della gestione per il terzo trimestre dopo l’acquisizione da parte della Mirato S.p.a. Nel gennaio 2003. Il terzo trimestre della controllata (100%) Milmil76 si chiude con una forte crescita economica e reddituale; tale crescita è generata dalle sinergie negli acquisti, dall’incremento delle vendite della gestione caratteristica dei prodotti a marchio Milmil76 e dalle maggiori produzioni verso Mirato S.p.a. In dettaglio, i ricavi netti nel trimestre crescono del 21,2+% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e ammontano a 8,4 milioni di euro (da inizio anno tale crescita è del 19%, con 22,1 milioni di euro), mentre l’Ebitda si porta a 1,3 milioni di euro con una crescita sempre sullo stesso periodo del +111,4% (da inizio anno il risultato è +58,3%, con 3 milioni di euro). Altro aspetto di particolare rilievo riguarda gli utili netti cresciuti del 205,6% rispetto al terzo trimestre 2002 portandosi a 0,4 milioni di euro (da inizio anno +119,3% portandosi a 0,6 milioni di euro). La posizione finanziaria netta è pari – 2,6 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai –3,2 milioni di euro del 30/06/03; tale saldo include già il pagamento integrale della acquisizione del marchio “Elidor” (ex Unilever), pari a 1,4 milioni di euro effettuata ad Aprile 2003. Tale recente acquisizione sta peraltro registrando, su base annua, una crescita del 30% circa rispetto al precedente esercizio. I dati del terzo trimestre a gestione Mirato risultano ancora più confortanti in quanto il terzo trimestre non risente ancora delle sinergie industriali; il piano industriale del gruppo Mirato infatti prevede l’internalizzazione delle commesse industriali, oggi ancora in buona parte detenute da fornitori terzisti. Le prime produzioni di questo tipo sono iniziate solo da giugno, e pertanto gli effetti dovrebbero farsi sentire nella seconda parte dell’anno e, ancora di più, nel prossimo esercizio. I buoni risultati di questo primo semestre della Mil Mil –ha dichiarato Susanna Ravanelli, Presidente di Mil Mil 76 e Consigliere Delegato di Mirato S.p.a.- dimostrano che ancora una volta abbiamo effettuato non solo una buona acquisizione, ma anche che siamo in grado di produrre sinergie e di creare valore da queste operazioni di crescita esterna. Anche in virtù di questi primi dati Mil Mil, riteniamo di essere in linea, a livello di gruppo, al fine di raggiungere i target previsti, ovvero circa 150 milioni di fatturato e circa 23 milioni di Ebitda. E’ confortante inoltre notare come nel terzo trimestre vi sia stata una forte accelerazione della crescita, rispetto al trimestre precedente, peraltro già molto significativa, della recente acquisizione Milmil76 su tutti i parametri commerciali, economici e finanziari”.

DURANTE L’INCONTRO CON GLI ANALISTI PHILIPS HA PRESENTATO GLI SVILUPPI DEL MERCATO DELLE DIVISIONI MEDICAL SYSTEMS E CONSUMER ELECTRONICS
Amsterdam 10 novembre 2003 - Nel corso dell’incontro con gli investitori e gli analisti finanziari del 5 novembre, Royal Philips Electronics ha fornito un aggiornamento complessivo sullo sviluppo del business delle divisioni Medical Systems e Consumer Electronics. Philips ha confermato l’aumento della profittabilità della divisione Medical Systems, grazie all’espansione continua nei servizi al cliente, nelle soluzioni medicali It e nella diagnostica per immagini molecolare. Relativamente alla divisione Consumer Electronics, l’azienda ha illustrato i programmi intrapresi per la riduzione del rischio operativo e ha sottolineato il percorso volto a sostenere la profittabilità con l’introduzione di nuovi modelli di business che guidino l’innovazione e la diversificazione dell’offerta attraverso un’organizzazione più focalizzata, che consente allo stesso tempo di contenere i costi della struttura. Philips Medical Systems - Alla luce di una previsione di crescita costante del mercato dei sistemi medicali, i vertici aziendali hanno spiegato che Philips sta completando il processo di integrazione delle acquisizioni recenti che hanno ampliato il portfolio aziendale di prodotti per la diagnostica e hanno posizionato Philips come leader mondiale nel mercato dei sistemi medicali. “Stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo del 14% di Ebita nel 2004 e continueremo in questa direzione, allargando il nostro impegno nel servire gli ospedali con soluzioni che li aiutino ad offrire cure di eccellente qualità”, ha dichiarato Jouko Karvinen Presidente e Ceo di Philips Medical Systems. Attraverso l’alleanza strategica recentemente siglata con Epic Systems Corporation per offrire una gestione unitaria delle informazioni sul paziente all’interno della struttura ospedaliera, Philips ha ampliato il suo campo d’azione nell’ambito delle soluzioni medicali It aiutando in questo modo gli ospedali a trarre pieno vantaggio dalle tecnologie avanzate Philips per i dispositivi medicali. I vertici aziendali hanno illustrato come questo accordo supporti le strutture ospedaliere nel fornire una qualità eccellente nelle cure e mantenere allo stesso tempo il controllo dei costi. Saranno inoltre intensificati i programmi della divisione dedicati allo sviluppo di servizi al cliente, quali per esempio la joint venture stipulata all’inizio dell’anno con Société Générale per offrire finanziamenti alla clientela europea. Philips Consumer Electronics - Nel business dell’elettronica di consumo il management ha sottolineato che il cambiamento del piano di business ridurrà la complessità dell’organizzazione e realizzerà un risparmio dei costi pari a 400 milioni di Euro all’anno entro la fine del 2005. Il programma ha l’obiettivo di assicurare un business sostenibile e profittevole che ottimizzi i costi di struttura della divisione eliminando le sovrapposizioni, semplificando i processi globali, incrementando l’outsourcing, in particolare verso l’Asia, e implementando un’organizzazione più focalizzata. I costi di ristrutturazione previsti per questo programma ammontano a circa 250 milioni di Euro entro la fine del 2005. “Con il nuovo programma di business stiamo ponendo le basi per il nostro futuro nel 2003, in modo da essere fortemente posizionati entro la fine del 2005 per portare i margini operativi dal 2 al 2,5%, con un ulteriore margine del 2% derivante dalle licenze”, ha dichiarato Gottfried Dutinè, Ceo di Philips Consumer Electronics e membro del Board of Management. “Con il passaggio dalle tecnologie analogiche a quelle digitali, il nostro business si evolve in modo considerevole da un modello di grande produttore verso una struttura aziendale più agile e pronta a cogliere le opportunità di crescita nelle aree di maggiore importanza quali i display, le soluzioni per l’entertainment e l’Infotainment”. Durante l’incontro con gli analisti il management ha inoltre illustrato la strategia Connected Planet, recentemente annunciata, che presenta un ampio portfolio dedicato di prodotti wireless oltre ad avvalersi delle collaborazioni con Nike e Mtv, che hanno creato una ulteriore diversificazione di marketing all’interno dei prodotti dedicati all’Infotainment. Philips ha sottolineato infine l’importanza delle partnership aziendali siglate con i maggiori operatori europei delle telecomunicazioni per sviluppare e promuovere il mercato dei dispositivi di connessione a banda larga.

GEORGE W. BUSH CONSEGNA A DUPONT LA "NATIONAL MEDAL OF TECHNOLOGY"
Washington, District of Columbia, 10 novembre 2003 - Dupont e' stata insignita il 6 novembre della National Medal of Technology, il piu' importante riconoscimento all'innovazione tecnologica degli Usa, per la sua politica ambientale e per la sua leadership tecnologica nell'ambito della progressiva eliminazione e della sostituzione dei clorofluorocarburi (Cfc), sostanze responsabili dell'impoverimento dello strato di ozono. George W. Bush, presidente degli Usa, ha consegnato la medaglia a Charles O. Holliday Jr., chairman e chief executive officer di Dupont, nel corso di una cerimonia svoltasi nell'East Room della Casa Bianca il pomeriggio del 6 novembre. "Dupont e' un'azienda basata sulla scienza, concretamente impegnata nella produzione di valore sociale ed economico riducendo nel contempo l'impatto ambientale delle proprie attivita'. Siamo onorati di questo riconoscimento al nostro contributo per la soluzione di uno dei problemi ambientali piu' impegnativi che il mondo abbia mai dovuto affrontare." ha dichiarato Holliday. Dupont ha condotto una ricerca globale per comprendere scientificamente l'impatto ambientale dei Cfc, sostanze comunemente impiegate, tra le loro molteplici applicazioni, per la refrigerazione e la climatizzazione. Dupont ha, in seguito, guidato l'intera industria verso lo sviluppo di sostanze alternative utilizzabili nelle attrezzature gia' esistenti e in quelle di nuova concezione e costruzione. "Tutto quello che uno scienziato puo' chiedere alle persone e' di essere oneste, di prestare attenzione alle sue conoscenze, al modo attraverso cui si arriva alla conoscenza, di essere obiettive nella comunicazione delle informazioni. In base alla mia personale esperienza, nessuno ha operato meglio di Dupont sulla questione dell'impoverimento dello strato di ozono," ha commentato Susan Solomon, scienziata specializzata nei problemi inerenti all'atmosfera, insignita nel 1999 della National Medal of Science per le sue ricerche sull'impoverimento dello strato di ozono. "Dupont ha affrontato il problema con molta attenzione, ponendo domande imparziali e, soprattutto, ascoltando le risposte. Dupont ha intrapreso un percorso scientifico, o, per meglio dire, un percorso responsabile, per affrontare un problema cosi' impegnativo." La sfida consisteva nello sviluppare prodotti che potessero essere impiegati negli impianti di condizionamento dell'aria e di refrigerazione gia' esistenti, evitando gravi disagi sociali e costi insostenibili per la progettazione di tecnologie completamente nuove. Nei soli Usa, il valore degli impianti ammonta a oltre 135 miliardi di dollari, e comprende 150 milioni di sistemi per la climatizzazione di autovetture e piccoli furgoni, 80.000 climatizzatori per edifici e 69 milioni di frigoriferi domestici. La prima alternativa sviluppata (e anche la piu' diffusa) e' stata l'idroclorofluorocarburo (Hcfc) 22. Caratterizzati da impatto sullo strato di ozono inferiore a quello dei Cfc, gli Hcfc sono stati regolamentati dal Protocollo di Montreal e sono ora in fase di progressiva eliminazione a livello mondiale. Nel gennaio 1991, Dupont introdusse sul mercato il primo dei suoi idrofluorocarburi (Hfc) non dannosi per l'ozono, i refrigeranti con marchio Suva(r). A partire da questa data, l'azienda ha sviluppato e commercializzato 19 refrigeranti alternativi e ottenuto oltre 375 brevetti. Queste nuove alternative sono ambientalmente accettabili ed energeticamente efficienti. Recentemente, Dupont ha annunciato un programma di investimenti per 100 milioni di dollari focalizzato sulla produzione di refrigeranti a base di fluoro (Hfc) in Cina. Nei paesi in via di sviluppo continua il processo di abbandono dei Cfc, perche' i mercati della refrigerazione e della climatizzazione sono in forte crescita e i produttori di sistemi vi si stabiliscono con sedi produttive e commerciali. Dupont valuta che la refrigerazione e il condizionamento dell'aria rappresentino circa il 50% delle applicazioni globali di questi prodotti. E' la quarta volta in 13 anni che Dupont viene premiata con la National Medal of Technology. Nel 1990, Dupont ricevette il premio per avere pionieristicamente contribuito allo sviluppo di polimeri ad alte prestazioni, comeil Nylon, l'elastomero sintetico Neoprene e vari tecnopolimeri. Nel 1993, lo scienziato di Dupont George Levitt venne premiato per lo sviluppo delle solfuniluree, erbicidi ambientalmente compatibili. Nel 1996, Stephanie Kwolek, scienziata di Dupont, e' stata premiata per la scoperta e lo sviluppo della fibra aramidica successivamente commercializzata con il marchio Kevlar(r), materiale che ha gia' salvato la vita di circa 3.000 agenti di polizia. Dupont e' stata riconosciuta un'azienda all'avanguardia nella sostenibilita' ambientale, ottenendo numerosi premi, tra cui la Gold Medal del World Enviroment Center. Inoltre, e' stata pubblicamente citata per la sua politica di responsabilita' sociale e i suoi risultati nella protezione dell'ambiente da importanti media, come la rivista Fortune nella sua classifica annuale "Most Admired Companies" e dal Financial Times nella classifica "World's Most Respected Companies", stilata in collaborazione con Pricewaterhousecoopers. Nell'ambito della sua missione per una crescita sostenibile e ambientalmente responsabile, Dupont intende raggiungere entro il 2010 quattro obiettivi, in aggiunta a quelli gia' prefissati: - ricavare il 25% delle sue vendite da prodotti basati su risorse rinnovabili; - ridurre le emissioni globali di gas con effetto serra del 65%, considerando come anno di partenza il 1990 (l'azienda ha gia' superato questo obiettivo ottenendo una riduzione del 68%); - mantenere costante il consumo di energia, considerando come anno di partenza il 1990; - coprire il 10% del suo fabbisogno globale di energia con risorse rinnovabili. All'inizio del 2003, Dupont e' divenuta membro del Chicago Climate Exchange, un programma volontario per la riduzione delle emissioni di gas con effetto serra basato su meccanismi di scambio/mercato. I membri del Chicago Climate Exchange si sono impegnati a ridurre entro il 2006 le loro emissioni di gas con effetto serra di 4 punti percentuali al di sotto della media di partenza rilevata tra il 1998 e il 2001. Nel giugno 2003, l 'Enviromental Protection Agency (Epa) degli Usa ha conferito a Dupont il premio "Presidential Green Chemistry Award" per lo sviluppo della nuova famiglia di polimeri Sorona(r) (utilizzabili, tra l'altro, per la produzione di capi di abbigliamento, moquette e interni di autoveicoli) realizzati impiegando il mais, in sostituzione dei processi convenzionali a base di petrolio. Dupont sta inoltre collaborando con il Department of Energy degli Usa per realizzare la prima "bioraffineria" integrata del mondo, una struttura in grado di produrre carburante a base di etanolo e sostanze chimiche con valore aggiunto partendo da fonti rinnovabili come il mais.

AL VIA IN SICILIA IL DISTRETTO TECNOLOGICO SUI MICRO E NANO-SISTEMI FIRMATO IL PROTOCOLLO PRELIMINARE D'INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA, LA REGIONE SICILIA , GLI ATENEI DI CATANIA, PALERMO E MESSINA, LE AMMINISTRAZIONI PROVINCIALI E COMUNALI DELLE TRE CITTÀ INTERESSATE E LA STMICROELECTRONICS.
Catania
, 10 novembre 2003 - Nasce in Sicilia il Distretto hi-tech per la promozione dei micro e nano-sistemi. L'iniziativa è resa possibile dalla firma di un Protocollo preliminare d'intesa siglato questa mattina all'Università di Catania tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, la Regione Sicilia , i tre atenei di Catania, Palermo e Messina, le amministrazioni provinciali e comunali delle tre città interessate e la Stmicroelectronics. Il progetto nasce da uno studio preliminare condotto dal Miur, dall'Università di Catania e dalla Stm, nel quale sono state valutate le potenzialità dell'area di attività ed è stata delineata l'architettura del Distretto. In particolare, è stata accertata l'esistenza delle condizioni di base, scientifiche e industriali, per realizzare un Distretto tecnologico di successo nel settore dei micro e nano-sistemi, con riferimento ai campi della optoelettronica, della bioelettronica, biosensoristica e bioinformatica, della fotonica molecolare e organica, dell'elettronica di potenza su materiali composti, dei dispositivi e materiali nano-strutturati, dei microsistemi per l'integrazione in silicio, delle applicazioni nel settore Ict. A illustrare i contenuti del Protocollo preliminare d'intesa è stato il Viceministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Guido Possa: "L'obiettivo è di conseguire capacità di ricerca, innovazione e imprenditorialità tecnologica a livello di eccellenza internazionale, attraendo e formando giovani talenti e ricercatori con competenze trasversali in ambiti multidisciplinari. Puntiamo anche ad attivare progetti cooperativi volti alla ricerca e alla sperimentazione industriale nell'ambito dei settori di focalizzazione individuati, mirando ad attirare competenze complementari sul territorio (anche internazionali) e a promuovere le opportunità offerte dai micro e nano-sistemi, sia sul fronte dell'innovazione dei processi industriali in aziende esistenti, sia su quello della creazione di nuove imprese". Il Distretto, che coinvolgerà tutti gli attori che potranno contribuire alle sue iniziative, dovrà essere guidato e rappresentato da leader autorevoli appartenenti al mondo della ricerca e dell'industria e disporrà di una struttura societaria centrale di coordinamento di dimensioni ridotte con manager di alto profilo. Tutti i passaggi successivi saranno definiti attraverso accordi di programma che scandiranno le fasi di progettazione e di avviamento del Distretto, promuovendo la partecipazione all'iniziativa degli altri soggetti istituzionali e imprenditoriali potenzialmente interessati.

ASSOGAS: PARI OPPORTUNITÀ DI MERCATO PER GLI OPERATORI PRIVATI
Milano, 10 novembre 2003 – Assogas, l’Associazione Nazionale Industriali Privati Gas e Servizi Collaterali aderente a Confindustria, intende tutelare gli interessi dei propri associati mettendo in evidenza i rischi derivanti dal quadro normativo in itinere a regolamentazione del settore energetico e dei servizi pubblici locali. Assogas promuove e tutela gli interessi di 90 aziende del comparto, per 2,5 miliardi di m³ di gas erogato su tutto il territorio nazionale con 1.600.000 clienti serviti in 900 comuni. L’associazione da un anno a questa parte ha ridefinito il proprio ruolo, ponendosi come interlocutore politico di riferimento per il comparto. Con il nuovo direttivo (da giugno 2002) e il nuovo presidente (da luglio 2003) questa associazione ha assunto un ruolo determinante e fattivo nella tutela degli interessi dei propri associati, avendo riassorbito tutte le deleghe che in passato erano state demandate alla federazione Gasit, che raggruppava Assogas e Anigas e che oggi non esiste più, e avendo costituito tutte le commissioni di lavoro sui singoli temi di interesse degli associati. Il presidente di Assogas è Giandomenico Fabiani, consigliere delegato del Gruppo Italcogim, e i direttori sono Gianfranco Maria Bedussi e Sergio Sala. I Temi Oggetto Di Dibattito Assogas intende far conoscere le preoccupazioni degli operatori privati del gas in merito al quadro normativo che si sta oggi delineando relativo al settore energetico (Ddl Marzano, Finanziaria e normativa sui Servizi pubblici locali), e vuole rimarcare le proprie posizioni e osservazioni in merito. Tre i punti focali sui quali l’associazione degli operatori privati del gas prende posizione e chiede fermamente nuove regole: · il downstream (la distribuzione); · l’incompatibilità tra il decreto Letta che regola la liberalizzazione del mercato del gas (164/2000) e la nuova normativa per la disciplina i servizi pubblici locali; · l’upstream (l’approvvigionamento). Nelle ultime settimane l’attenzione di Assogas è stata concentrata sull’art. 14 del maxiemendamento del governo collegato alla Finanziaria, interamente sostitutivo dell'articolato del decreto-legge sui conti pubblici. Il maxiemendamento è stato ora approvato dall’assemblea del Senato ed è ritornato alla Camera. Sono stati esclusi in materia di disciplina dei servizi pubblici locali i settori relativi alla distribuzione di energia elettrica e gas. Sembrano quindi essere state recepite le istanze di Assogas, che chiedeva di non rivedere settori già normati, come appunto energia elettrica e gas. Assogas esprime dunque in questa fase una nota di apprezzamento per un approccio illuminato da parte del Governo. La questione tuttavia è solo rimandata. I problemi di interpretazione sulla gestione delle concessioni per la distribuzione del gas da parte dei Comuni erano già radicati nel Ddl Marzano. La vicenda del black out non ha fatto altro che accelerare una serie di processi a livello legislativo, congelando di fatto il Ddl Marzano in favore del maxiemendamento. Approvato questo però, i lavori delle commissioni al Senato per la discussione del Ddl Marzano riprenderanno, e così i segnali di allarme da parte di Assogas. Sostanzialmente Assogas contesta la finta liberalizzazione dei servizi pubblici locali e gli enormi ritardi nell’apertura ai capitali privati e nella messa in gara dei servizi pubblici da parte dei Comuni, cosa che sta ratificando di fatto un ritorno al monopolio pubblico. L’azione promossa da Assogas per arginare questo stato di cose non si limita all’esternazione di posizioni ufficiali, ma si è concretizzata anche in una serie di ricorsi fatti (e nell’80% dei casi vinti) relativi a bandi di gara per l’aggiudicazione del servizio di distribuzione gas, che manifestano evidente diseconomicità e barriere all’accesso. Altro tema è quello dell’approvvigionamento. Anche in questo caso il problema è dato da un’impostazione monopolistica che di fatto contrasta con la liberalizzazione per ora rimasta solo sulla carta. Lo dimostra anche la nuova Borsa del gas (Punto di Scambio Virtuale), entrata in funzione il 1° di ottobre, che di fatto ottimizza le posizioni degli operatori per il bilanciamento tecnico della rete ma non crea certo liquidità e concorrenza del mercato. Nel tentativo di forzare le attuali rigidità del sistema e creare le condizioni minime per la concorrenza, Assogas propone che Eni ceda il 3,5% del mercato del gas (2,5 Mld mq di gas) tramite una procedura di asta pubblica. Tale proposta, formulata sulla base di quanto successo in Germania, dovrebbe servire per rendere disponibili sul mercato, a una molteplicità di operatori, quantitativi di gas tali da creare le condizioni base per la libera concorrenza e una reale politica di riduzione dei prezzi. In conclusione Assogas propone iniziative concrete e finalizzate non certamente a privilegiare il privato sul pubblico ma a creare un vero regime di libera concorrenza che conceda pari opportunità tanto agli operatori pubblici quanto ai privati e che soprattutto non vada a discapito della sicurezza, della qualità del servizio e del vantaggio economico per l’utente finale. Le proposte di Assogas sono: rendere effettivamente disponibili sul mercato, ad una pluralità di operatori, quantitativi di materia prima significativi e realmente contendibili, condizione, questa, indispensabile per l’effettiva politica di riduzione dei prezzi al consumatore finale, sia esso civile o industriale; garantire assoluta e reale parità di condizioni fra gli operatori pubblici e privati in questa fase di transizione verso i nuovi equilibri del mercato, nella quale si vuole premiare l’imprenditorialità e l’efficienza più che l’origine e la mera composizione del capitale azionario dei vari soggetti; assicurare le certezze temporali necessarie al riordino delle strategie delle imprese, che affrontano un cambiamento radicale del mercato in cui sono inserite. Questa certezza è fra l’altro l’unica condizione necessaria a garantire che il flusso degli investimenti volto alla tutela del patrimonio impiantistico (e quindi della sicurezza del sistema gas) possa essere mantenuto ed, anzi, opportunamente potenziato. L’auspicio di Assogas è che le proroghe al regime transitorio previste dal Letta siano rese automatiche e non a discrezione dell’ente locale. Infolink: www.Assogas.com

SKF INAUGURA UNA NUOVA FABBRICA DI CUSCINETTI IN CINA
Göteborg, 10 novembre 2003 - Il 7 novembre la Skf , la maggiore azienda produttrice di cuscinetti del mondo, ha inaugurato ufficialmente un nuovo stabilimento produttivo a Shanghai, China. La Skf Shanghai Bearings Co. Limited è una joint venture, in cui la Skf possiede sia la maggiore quota azionaria (60%) sia la responsabilità di gestione. La società è stata costituita nel 2002 con la Shanghai Bearing Corporation (Sbc). La nuova fabbrica è situata nella Pudong Development Zone ed è destinata alla produzione di cuscinetti radiali a sfere. Tre dei sei canali produttivi, dotati delle più recenti innovazioni tecnologiche, sono già operativi e hanno iniziato la produzione nel 2003, dopo che una serie di campionature erano state sottoposte a rigorosi controlli da parte degli stabilimenti Skf in Europa. I cuscinetti radiali a sfere dello stabilimento cinese avranno dimensioni diverse e saranno prodotti in diverse varianti per soddisfare le specifiche esigenze del mercato. Si tratta di cuscinetti utilizzabili in varie applicazioni, tra cui elettrodomestici e motori elettrici. All'inaugurazione ufficiale della nuova fabbrica di Shanghai, Tom Johnstone, amministratore delegato e direttore generale dell'Ab Skf ha così commentato: "Questo investimento è un'ulteriore dimostrazione dell'impegno Skf in Cina. Negli ultimi anni siamo cresciuti molto rapidamente e intendiamo continuare ad accettare nuove sfide e a rafforzare la nostra posizione sul mercato internazionale". In vista di possibili ulteriori investimenti, la fabbrica ha a disposizione uno spazio sufficiente per raddoppiare la capacità produttiva. Questa è la quinta joint venture della Skf in Cina e la seconda con la Sbc ; la prima joint venture aveva dato vita nel 1995 alla Skf Automotive Bearings Co. Limited.

ALITALIA: CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Roma, 10 novembre 2003 - Per il giorno 11 novembre p.V., è stata convocata una riunione del Consiglio di Amministrazione Alitalia con all'ordine del giorno, tra l'altro, la Relazione Trimestrale al 30 settembre 2003.

IL PRESIDENTE ENAC CHIEDE RELAZIONE SUI RITARDI DELLE COMPAGNIE AEREE
Roma, 10 novembre 2003 - Il Presidente dell’Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, Prof. Vito Riggio, a seguito delle numerose segnalazioni relative ai ritardi aerei che comportano disagi agli utenti del settore, ha incaricato il Direttore Generale, Com.te Silvano Manera, di redigere un rapporto dettagliato sui ritardi di tutte le compagnie aeree, nazionali ed internazionali, che operano negli aeroporti italiani. I dati raccolti saranno sintetizzati in una relazione che analizzerà anche i motivi all’origine di tali ritardi. Il rapporto sarà quindi presentato in uno dei prossimi Consigli di Amministrazione dell’Ente, al fine di individuare le azioni di competenza volte ad innalzare la qualità generale dei servizi in ambito aereo e aeroportuale. Proprio ai fini di un continuo monitoraggio della qualità dei servizi resi al passeggero, il Presidente Riggio ha avviato le procedure di rinnovo del Comitato consultivo degli operatori e degli utenti (art. 17 dello Statuto dell’Enac) di cui fanno parte, tra gli altri, il Consiglio nazionale dei Consumatori e degli Utenti presso il Ministero delle Attività Produttive, Assaeroporti, Assaereo, Aopa, Ibar, Confavio, Aiad e Agisa, associazioni di categoria che racchiudono compagnie aeree nazionali ed internazionali, società di gestione aeroportuale ed industrie del settore.  

CON VOLAREWEB VENEZIA COLLEGATA CON ROMA 4 VOLTE AL GIORNO. NUOVI PONTI AEREI VERSO L’EST
Venezia, 10 novembre 2003 - volare trasforma tutta la propria attività di linea di corto e medio raggio operata fino ad oggi in regime tradizionale, in attività low cost. Pertanto con l’orario invernale (24 settembre e 26 ottobre) tutti i collegamenti in Italia e in Europa sono operati con il marchio Volareweb.com, prenotabili e acquistabili su internet ( www.Volareweb.com ), attraverso il call center (899 500 030) o in agenzia di viaggio. Questa decisione strategica lancia una fortissima attività low cost su Venezia (a partire da 29,99 euro sola andata, tasse aeroportuali, spese e altri eventuali supplementi esclusi, ma con promozioni nell’arco dell’anno ancora più basse), che diventa così scalo di riferimento della compagnia aerea veneta. In particolare vengono lanciati 3 collegamenti al giorno di andata e 3 di ritorno su Roma, in orari comodissimi per il traffico d’affari: due voli partiranno la mattina a distanza di 45 minuti, cioè alle 7 e alle 7:45, il terzo volo alle 11:25, mentre i voli di ritorno da Roma sono alle ore 9:25, 18:05 e 19:20. Inoltre si aprono ponti aerei in regime di low cost verso l’Est europeo. A partire da venerdì 7 novembre infatti, ci sarà un volo al giorno verso la Romania , cioè verso Bucarest e Timisoara, per supportare e promuovere i forti scambi commerciali e industriali già esistenti fra il Nord Est e questa area geografica dell’Europa. Parte inoltre un forte potenziamento dei collegamenti low cost da Venezia verso le principali città italiane, cioè verso Lamezia Terme e Napoli, che si affiancano a quelli esistenti per Cagliari, Brindisi, Catania, Palermo. Venezia sarà infine più vicina all’Europa con i nuovi voli per Berlino e Londra Luton, e con quelli per Francoforte Hahn, Madrid, Parigi Orly, Praga.

SAVE ENGINEERING, SI AGGIUDICA LA DIREZIONE LAVORI PER LA PISTA DELL ’AEROPORTO DI BOLOGNA
Bologna, 10 novembre 2003 -  Save Engineering Spa, società del Gruppo Save, si è aggiudicata in qualità di capogruppo di una Riunione Temporanea di Imprese la gara d’appalto per i servizi di ingegneria e la direzione lavori relativi al prolungamento della pista di volo 12/30 dell’aeroporto di Bologna, indetta da “Aeroporto G. Marconi Spa”, società di gestione dello scalo bolognese. La Riunione Temporanea di Imprese comprende, oltre alla capogruppo, il Consorzio Rete, Spm Spa e Sidel Spa. Il valore complessivo dei lavori, che avranno inizio entro la fine del 2003 e la durata di circa 8 mesi, ammonta a 22 milioni di Euro. Save Engineering Spa, società del Gruppo Save controllata al 97% dalla capogruppo Save Spa che gestisce l’aeroporto di Venezia, si occupa delle attività di progettazione e coordinamento dei lavori relativi alla realizzazione di grandi opere aeroportuali e, più in generale, di nuove infrastrutture. Lo sviluppo delle competenze tecniche acquisite, in particolare, nell’ambito delle attività di controllo, supervisione e coordinamento dei lavori per la realizzazione del nuovo terminal passeggeri dello scalo veneziano, ha portato Save Engineering ad un maggior orientamento al mercato e allo sviluppo del know how per linee esterne, con importanti risultati già conseguiti. In ambito aeroportuale, oltre alla direzione lavori all’aeroporto di Bologna, Save Engineering si è già aggiudicata: - i servizi di ingegneria e la direzione lavori dei lavori di riqualificazione della pista di volo dell’aeroporto di Treviso,e della costruzione della nuova aerostazione; - la progettazione e la direzione lavori della nuova; - aerostazione dell’aeroporto Nicelli del Lido di Venezia e servizi di ingegneria collegati; - lo studio di fattibilità della nuova pista di volo dell’aeroporto di Catania. In ambito extra aeroportuale, il Comune di Venezia ha di recente assegnato a Save Engineering i lavori relativi ad un tratto della nuova viabilità di Mestre. La presenza di Save Engineering in 5 aeroporti italiani (Venezia, Treviso, Lido di Venezia, Catania e Bologna) rappresenta la concretizzazione degli obiettivi del Gruppo Save che, attraverso le specifiche attività di business delle società che ne fanno parte, si è affermato come uno dei più dinamici modelli nel mercato dei servizi aeroportuali, e più in generale nel settore dei servizi ai viaggiatori, a livello internazionale. Complessivamente il Gruppo Save è oggi attivo, oltre che a Venezia, in 19 aeroporti italiani nell’ambito delle attività di engineering, information technology e di gestione degli spazi commerciali, di ristorazione e dei duty free. Per quanto riguarda il traffico dell’aeroporto di Venezia, gestito direttamente dalla capogruppo Save Spa, lo scorso 10 ottobre sono stati raggiunti 4.216.398 passeggeri, tanti quanti registrati in tutto il 2002, mentre nello scorso mese di agosto è stato raggiunto il record di 581.000 passeggeri in un mese. Si prevede di chiudere il 2003 con oltre 5.000.000 passeggeri. 

ALICOS: NUOVO SERVIZIO PER ALITALIA STATI UNITI E CANADA
Milano, 10 novembre 2003 - Ci sono voluti soltanto due anni per fare grande la Società Alicos , leader in Italia nella gestione dei contact center e dei servizi di customer relationship management, che ha il suo centro operativo a Palermo. La Società (partecipata per il 60% dal Gruppo Cos e per il 40% da Alitalia) gestisce per la compagnia aerea il call center rivolto ai clienti e le attività di back office e informazioni. I mercati di riferimento per Alitalia sono Italia, Inghilterra, Irlanda, Scandinavia, Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Belgio, Olanda e, a partire da novembre, anche Usa e Canada. "Stiamo sempre più diventando una Società con una forte vocazione internazionale – ha sottolineato il Presidente di Alicos, Enzo Savarese – e il nuovo servizio offerto per il mercato statunitense e canadese lo testimonia. Questo significa che una persona che chiama il call center di Alitalia negli Stati Uniti e Canada parla con Palermo. Tutto questo per l’elevata professionalità degli operatori impiegati (35% laureato, 65% in possesso del diploma di scuola superiore) attivi tutto l’anno, 24 ore su 24, sette giorni su sette. Vogliamo crescere sempre di più, e il mercato è in piena espansione, sino a diventare l'Azienda di riferimento nel Contact Center" L’inaugurazione del nuovo servizio Alitalia per gli Stati Uniti e il Canada oltre a rappresentare un ulteriore espansione sui mercati internazionali proietta sempre di più la città di Palermo, attraverso la Alicos , verso il mercato globale mondiale. Alicos svolge attività non soltanto per Alitalia ma effettua servizi anche per altre importanti Società quali Aeroporti di Roma, Amadeus, Wind, H3g, American Express e dal prossimo mese per Tim. Alcuni dati significativi: oltre 10 milioni sono le chiamate nell'anno gestite; 650 postazioni; oltre 500 linee telefoniche; 1000 operatori; 16 milioni di euro il fatturato per il 2003.

PORTO DI GENOVA: APPROVATO DAL COMITATO PORTUALE IL BILANCIO DI PREVISIONE 2004 APPROVATO INOLTRE UN LIEVE AUMENTO DELLE TASSE PORTUALI PER CONSENTIRE L’AUTOFINANZIAMENTO DELLE OPERE DI DRAGAGGIO
Genova, 10 novembre 2003 - Il Comitato portuale ha approvato il 5 novembre il Bilancio di Previsione 2004 dell’Ente. Inoltre, è stato approvato un lieve aumento alle tasse portuali – al massimo 23 centesimi di € - che consentiranno di autofinanziare le opere di dragaggio. Il Presidente Gallanti ha illustrato i tratti salienti del Bilancio ai componenti del Comitato, riassumendoli come segue. Il contesto Una recente indagine di Bankitalia, a proposito dell’andamento dell’economia regionale, ha sottilineato che "pur risentendo della scarsa crescita del commercio internazionale i porti liguri hanno aumentato la movimentazione di merci e hanno conseguito risultati favorevoli nel settore passeggeri, registrando incrementi nel fatturato e nell’occupazione". Le stesse rilevazioni positive evidenziate a proposito del comparto delle costruzioni si riconducono alle opere pubbliche realizzate nei porti. Nello scenario tracciato dalla massima Istituzione economica del Paese e che indica nelle attività portuali e cantieristiche il motore di sviluppo dell’intera economia regionale, il porto di Genova è chiamato ad adottare importanti scelte che riguardano il suo sviluppo territoriale e la sua capacità di autofinanziamento. Tali scelte richiedono di essere condivise dall’intera comunità portuale e cittadina. Accanto alle restrizioni di finanza pubblica, il bilancio sconta anche alcune decisioni in merito alla rilevante riduzione del territorio demaniale amministrato dall’Autorità Portuale ed alla connessa contrazione delle entrate per l’Amministrazione. Se gli effetti finanziari delle sdemanializzazioni rappresentano un elemento preoccupante e di freno all’azione dell’Ente, ancora maggiore preoccupazione si deve rappresentare in ordine alla condivisione dei principali progetti di sviluppo portuale (espansione Voltri, riassetto di Cornigliano, distretto della cantieristica) che risultano necessari non solo e non tanto quale "ricompensa" dei territori sottratti all’Amministrazione, ma piuttosto quali infrastrutture imprescindibili per lo sviluppo commerciale ed industriale dello scalo. Le opere finanziate e programmate Nei primi mesi del 2004 sarà completato il 6° modulo di Voltri, nello stesso periodo saranno avviati ulteriori lavori di consolidamento e ammodernamento sui restanti moduli. Entro l’anno saranno presentati al Comitato Portuale i risultati degli approfondimenti tecnici ed economici inerenti l’espansione del terminal, al fine di completare il soddisfacimento delle condizioni poste in sede di Piano Regolatore Portuale ed avviare le procedure per il relativo Accordo di Programma. Il progetto di rifunzionalizzazione del polo petrolifero di Multedo è stato completato con lo studio di impatto ambientale e sono quindi in corso le procedure per l’Accordo di Programma, fermo restando che le ingenti risorse finanziarie necessarie per la realizzazione dell’opera dovranno essere reperite in futuri finanziamenti statali. Entro l’anno, a conclusione della procedura avviata per l’assegnazione delle aree del Multipurpose, saranno immediatamente attivati i cantieri per la ristrutturazione dell’area e la realizzazione delle opere ritenute coerenti con l’assetto operativo che verrà a delinearsi. Sempre entro l’anno si proseguirà nei lavori per la ristrutturazione di ponte Etiopia e si aprirà il cantiere per la ristrutturazione dei parchi ferroviari del bacino di Sampierdarena, progetto quest’ultimo che ha ottenuto l’ammissione ai contributi comunitari nell’ambito del Trans European Network rappresentando anzi l’unico progetto italiano ammesso al cofinanziamento. Entro l’anno sarà completato l’intervento di approfondimento dei fondali per il passo marittimo di levante e potranno essere appaltati ulteriori interventi lungo i pontili ed il canale di transito del bacino di Sampierdarena, oltreché i lavori relativi alla riconfigurazione dell’imboccatura di ponente (il progetto prevede anche il dragaggio della foce del Polcevera). Nei primi mesi del 2004 partiranno le procedure di gara per l’esecuzione dei lavori già approvati del Comitato per Calata Bettolo e Calata Oli Minerali. Proseguono i lavori nel settore passeggeri e crociere, ormai quasi completamente rinnovato sia nelle opere marittime sia nei servizi all’utenza. Il comparto si arricchirà con la ristrutturazione ed il nuovo banchinamento di ponte Doria, che potrà essere attivato nei prossimi mesi ed inoltre con l’intervento su ponte Parodi, funzionale al traffico crocieristico nell’ambito del disegno di riconversione urbana di Ponte Parodi. Per il settore industriale quattro gli interventi previsti. Nei prossimi mesi si avvieranno i lavori per il potenziamento dei pontili dei due poli di costruzione e riparazione del porto di Genova (Sestri Ponente ed ambito ex superbacino), mentre nel medio periodo le risorse disponibili consentiranno di attivare l’intervento progettato su Molo Giano e per l’ampliamento dei nuovi capannoni a levante, nonché di completare la progettazione del nuovo bacino di carenaggio con vasca di 300 x 50 mt. Per un periodo di quasi quattro anni gran parte del porto sarà contraddistinto dalla presenza di cantieri con conseguenti ripercussioni sull’utilizzo delle banchine disponibili e delle aree portuali, cui non potrà essere assegnato il compito di "magazzino" ovvero di "sosta" di mezzi e contenitori. In questo contesto acquista maggiore valenza strategica l’attuazione degli indirizzi già approvati dal Comitato in materia di logistica, sia con riferimento all’ambito locale sia a quello extraregionale. La disponibilità delle aree di Cornigliano e dei relativi fondi per l’infrastrutturazione, su cui sono state raggiunte alcune intese preliminari, non sembrano concretamente acquisibili, quanto meno a breve termine, per cui l’effetto indotto dallo sviluppo dei traffici di manipolazione, confezionamento e gestione della merce e dei carichi non concretizzerà, almeno nel breve periodo, alcun beneficio per l’economia cittadina che non disporrà delle strutture necessarie a mantenere e sviluppare parte del valore aggiunto generato dal porto.L’investimento complessivo, tra opere già avviate e progetti in corso, è superiore a 400 milioni di euro. Le Cifre Innanzitutto, tutte le voci di trasferimento di risorse da parte dello Stato e degli Enti pubblici sono uguali a zero. In secondo luogo 1.200.000 euro, tale infatti è la riduzione dell’entrata per canoni a seguito delle ricordate sdemanializzazioni (Fiera, Cornigliano) i cui effetti sono soltanto nominalmente e parzialmente compensati dal modesto adeguamento Istat e dalla massima attenzione posta in ordine alla valorizzazione del territorio ed alla riscossione del fatturato. Sul versante dell’entrata inoltre si deve evidenziare, con segno positivo, il numero 5.425.000 euro che rappresenta il gettito stimato dall’introduzione della sovrattassa sulle merci imbarcate e sbarcate. Al riguardo debbo sottolineare la rilevanza della questione, fatto unico nella storia del porto. Infatti per la prima volta si dà attuazione al principio dell’autonomia finanziaria ricorrendo direttamente alle risorse prodotte nel porto e legando, almeno in parte, l’espansione e l’ammodernamento delle infrastrutture con l’andamento dei traffici movimentati. Sul versante delle uscite sono previsti stanziamenti per opere nella misura di oltre 134 milioni di euro. Nonostante l’assenza di trasferimenti dallo Stato e dagli altri Enti pubblici, la riduzione del fatturato per canoni, l’esigenza di impegnare il bilancio in ordine alla seconda rata del condono fiscale (1,3 milioni di euro), si è in grado di assicurare l’equilibrio sostanziale del bilancio attraverso la riduzione del 15% delle spese correnti e di mantenere adeguati livelli di intervento sul versante dei servizi, attraverso la soluzione di autonoma gestione di entrata e l’aumento di altri proventi derivanti della gestione del complesso autorizzativo e patrimoniale a disposizione.  

VARATO SOMMERGIBILE “SALVATORE TODARO” PRESENTI CIAMPI E MARTINO
Trieste, 10 novembre 2003 - Alla presenza del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi e del Ministro della Difesa Antonio Martino, giovedì 6 novembre è stato varato nello stabilimento Fincantieri di Muggiano ( La Spezia ) il sommergibile “Salvatore Todaro”, commissionato dalla Marina Militare italiana nell’ambito di un programma di cooperazione governativa e industriale tra l’Italia e la Germania. Tale programma, uno dei rari casi di collaborazione fra industrie europee della difesa, è stato sviluppato con il German Submarin Consortium e prevede la costruzione di quattro battelli della classe U212a per la Germania e due per l’Italia. Fincantieri fornirà alla Marina anche tutto il supporto logistico integrato, compreso un nuovo e moderno centro di addestramento per gli equipaggi presso l’Arsenale di Taranto. Alla cerimonia hanno anche presenziato, tra gli altri, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Rolando Mosca Moschini, i Capi di Stato Maggiore della Marina italiana e tedesca, Amm. Marcello De Donno e Vizeadmiral Lutz Feltd (in rappresentanza del Ministro della Difesa Peter Struck) e l’ambasciatore tedesco in Italia Hern Klaus Neubert. Per l’occasione Fincantieri era rappresentata dal Presidente Corrado Antonini, dal Vice Presidente Roberto Tana e dall’Amministratore Delegato Giuseppe Bono. Madrina del varo la Signora Graziella Marina Todaro, figlia del Capitano di corvetta Salvatore Todaro, scomparso nel dicembre del 1942 durante un’eroica azione nel Mediterraneo e decorato alla memoria con medaglia d’oro al valor militare. I due sommergibili italiani, che saranno consegnati a metà del 2005 e del 2006, avranno un dislocamento standard di 1.460 tonnellate, saranno lunghi 57 metri , alti 12, con un diametro di 7 metri e un equipaggio di 24 persone. Il portafoglio ordini della Direzione Navi Militari di Fincantieri, il cui valore ammonta a due miliardi di Euro, oltre al programma sommergibilistico, annovera anche quello per la nuova portaeromobili “Andrea Doria” e quello italo-francese per due fregate classe “Orizzonte” per ciascuna Marina. Italia e Francia, inoltre, stanno conducendo uno studio di fattibilità per ulteriori ventisette fregate multiruolo, delle quali dieci per l’Italia, da costruire negli stabilimenti liguri di Fincantieri.

.LE PREVISIONI DI CRESCITA POSITIVA PER LE CROCIERE EUROPEE SUPPORTANO I PROGRAMMI PER LA COSTRUZIONE DI NUOVE NAVI .LA CROCIERA CONTINUA AD ESSERE UNA "SCELTA VINCENTE"
Amburgo, 10 novembre 2003 -In qualità di relatore ad una importante conferenza sul trasporto marittimo tenutasi ad Amburgo nell'ambito del “Seatrade Europe Cruise, Ferry and River Cruise Convention” il vice-chairman per il settore finanziario del Gruppo Festival Charles Bauccio ha dichiarato che le previsioni di crescita del mercato crocieristico europeo hanno fornito a Festival l'impulso per il lancio di un progetto il cui obiettivo è la realizzazione di due navi da crociera da 1300 cabine con un investimento stimato di oltre 700.000.000 di euro. Bauccio ha sottolineato che l'industria crocieristica europea durante l'ultimo decennio ha rinnovato ed ampliato la propria offerta, ma ciò non è stato sufficiente: l'evoluzione del mercato spinge le compagnie a premere sull'acceleratore. "Infatti, in Festival pensiamo che il mercato europeo sia ancora poco sviluppato. L' 11 settembre ha interrotto molti dei piani di sviluppo allora in corso, ed ora gli ordini sono inferiori rispetto alle potenzialità di sviluppo del mercato." Citando alcune importanti studi di settore Bauccio ha dichiarato: "Alla fine del 2003 in Europa saranno commissionate solo 3 nuove costruzioni, per un totale di 6.000 posti letto. Nonostante ciò Festival sta varando proprio in questi giorni un progetto per due ulteriori newbuildings, ed alcune indiscrezioni indicano che non siamo isoli ad ordinare altre navi destinate al mercato europeo." Per tenere il passo della domanda mondiale di crociere bisognerà investire fino al 20 lOdi 2 miliardi di euro per la costruzione di nuove navi, ha dichiarato Bauccio: "L'analisi è incoraggiante -ma non si può escludere una velocità di crescita superiore." Ha anche spiegato che l'introduzione di nuove navi è un mezzo consolidato per stimolare un'ulteriore domanda, ma "c'è ancora molta strada da percorrere: dobbiamo mirare sempre più al mercato europeo con prodotti in grado di soddisfare il gusto della nostra clientela, presente e potenziale." Durante l'intervento Bauccio ha sottolineato inoltre che Gran Bretagna e, recentemente, anche la Spagna costituiscono due esempi lampanti di mercati in cui la domanda si rivolge verso prodotti nazionalizzati. Entrambi questi mercati spingono verso la costruzione di navi in grado di accontentare la clientela europea. Secondo il rappresentante Festival, l'industria mondiale è "riemersa con forza" dallo shock dell' Il settembre e dagli effetti, pur blandi, del conflitto in Iraq. "Si potrebbe affermare che questo periodo ha avuto dei risvolti molto positivi sulla forza e la capacità di ripresa dell'industria crocieristica", "E' difficile immaginare delle circostanze peggiori di queste, ma tutto sommato le compagnie di crociera sono uscite dalla crisi internazionale ancora più forti. La crociera, in particolare nel contesto del mercato europeo, continua ad essere una scelta vincente". In rappresentanza di Festival erano presenti al “Seatrade Europe Cruise, Ferry and River Cruise Convention” anche Theodore Kontes, vice-presidente, e Vassilios Gazikas, il direttore delle operazioni marittime della società. Infolink: www.Festivalcruises.com

NUOVO INCARICO PER GIACINTO SARUBBI NELL’AMBITO DEL NETWORK ERNST & YOUNG
Milano, 10 novembre 2003 - Come responsabile della practice tax, ha il compito di realizzare gli obiettivi strategici del tax in Italia. Giacinto Sarubbi è partner dal 1998. Lo Studio Legale Tributario, in association with Ernst & Young è attivo in Italia mediante una rete di oltre 700 professionisti presenti su tutto il territorio nazionale. Opera in stretta collaborazione con colleghi del network internazionale ed è in grado di offrire servizi di consulenza mirati su specifiche problematiche internazionali anche grazie all’Italian desk presente a New York e ai diversi Foreign desk presenti in Italia specializzati sulla normativa fiscale di Usa, Francia, Paesi Bassi, Giappone e Germania. Specializzazione e capacità di individuare le soluzioni più appropriate sono garantite dall’organizzazione per dipartimenti: Transaction Tax, Int’l Tax Services (Its), Corporate Tax, Global Tax Operate, Iva e Imposte Indirette, Contenzioso, Human Capital, Gfs - Global Financial Services, Corporate Services.

SVIZZERA: LAVORARE PER LA CONFEDERAZIONE : PROSPETTIVE E OPPORTUNITÀ
Lugano, 10 novembre 2003 - L’amministrazione federale offre interessanti e promettenti opportunità di carriera in molteplici settori d’attività che sono spesso poco conosciuti nella Svizzera italiana. Per illustrare le possibilità di lavoro in ambito federale l'Ufficio del delegato per i rapporti con la Confederazione ed i Cantoni organizza, in collaborazione con il Servizio Stage&placement dell’Università della Svizzera italiana (Usi), un pomeriggio informativo sul tema "Perché lavorare nell’amministrazione federale?" giovedì 20 novembre 2003 dalle 16.30 alle 18.30 Università della Svizzera italiana, v. G. Buffi 13, Lugano, aula 300 L’incontro è aperto a tutti e rientra nel ciclo di presentazioni aziendali e istituzionali organizzato dal Servizio Stage&placement che consentono agli studenti dell’Usi di preparare in modo adeguato il passaggio dall’università al mondo professionale. Il programma dell’incontro di giovedì 20 novembre 2003 è il seguente: 1) Saluto di benvenuto: Edo Poglia, decano della facoltà di Scienze della comunicazione; 2) Introduzione: Pierfranco Venzi, delegato per i rapporti con la Confederazione e i Cantoni; 3) Saluto del Consiglio di Stato: on. Gabriele Gendotti, Direttore del Decs; 4) L'amministrazione federale e il plurilinguismo: Mariette Bottinelli, Direttrice supplente dell’Ufficio federale del personale (in francese); 5) Al servizio dell'Amministrazione federale: un intreccio di piacere e di esigenze: Gabriella Bardin Arigoni, Segretaria generale supplente del Dipartimento federale dell'interno e responsabile della promozione del plurilinguismo; 6) Il reclutamento visto da un responsabile delle risorse umane: Daniel Wüthrich, responsabile delle risorse umane al Dipartimento federale dell’economia; 7) La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (Dsc): partner della società civile ticinese: Fulvio Massard, membro di direzione della Dsc Un esempio di collaborazione con la Dsc : Mimi Lepori Bonetti, responsabile Consono, Lugano; 8) Conclusione: Chiara Simoneschi-cortesi, Presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali.  

TERZO CONVEGNO ELPORE TH.   UN APPROCCIO EUROPEO ALL’INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA   CAMBIARE IL MODO DI CAMBIARE
Milano, 10 novembre 2003 - Si parla molto di gestione del cambiamento nelle imprese, di innovazione necessaria per il rilancio dell’economia del nostro Paese. Nel convegno proposto da Elpore th, l’associazione per il benessere psicologico in azienda, verranno esposti approcci, innovativi ed efficaci, allo sviluppo delle organizzazioni che trovano presupposto teorico nelle radici della cultura europea. L’incontro è basato sullo scambio di esperienze concrete sia in ambito pubblico, sia privato. Interverrano Lorenzo Fantini, Responsabile Divisione III - Dg Tutela delle condizioni di lavoro. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con una relazione sull’approccio efficace alla innovazione/ la tutela delle condizioni di lavoro; Mauro Bonaretti, Responsabile del Team di coordinamento del Programma Cantieri del Dipartimento della Funzione Pubblica - Uff. Per l'Innovazione delle Pubbliche Amministrazioni - della Presidenza del Consiglio del Ministri che presenterà L'esperienza di "Cantieri per l'Innovazione"; Erica Rizziato, Cnr, Dipartimento Attività Scientifiche e Tecnologiche, Serv. Rapporti con l'Industria e Serviziche illustrerà: il progetto intervento Cnr e l'esperienza del Gruppo Motiva; Francesco Novara, Prof. Emerito di Psicologia del Lavoro, Università di Torino che ripercorrerà l’esperienza di organizzazione del lavoro promossa da Adriano Olivetti; Jaime Rojas, Segretario Socio Economico dell'Istituto Italo Latino Americano che illustrerà Il caso del Dipartimento delle Entrate olandese; Paolo Roj, Imprenditore di Biella, che porterà la sua esperienza, Marina Sampietro, Iri Management sulle com-unit come opportunità. L’incontro si chiuderà con una tavola rotonda sul temaTransazioni relazionali e qualità dell'organizzazione" che vedrà la partecipazione dei rappresentanti di Aidda, Associazione Imprenditrici Donne Dirigenti di Azienda, di Aidaf Associazione Italiana delle Aziende Familiari, di Aisl Associazione Italiana di Studio del Lavoro, di G.d.i.p./h.r.d.a. Associazione direttori risorse umane. Il convegno è stato organizzato sulla scia del consenso ottenuto con “Stress e Lavoro” del 28 novembre 2003 e con “Qualità dell’organizzazione del lavoro e salute psicologica” del 29 maggio 2003. Anche questo gode del patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale tutela condizioni di lavoro, del Ministero della Sanità - Ispesl, del Network Europeo per la Promozione della Salute nei Luoghi di Lavoro, dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia. Milano, via Bernardino Luini,5 21 novembre 2003 dalle 9.30 alle 13. 30Iscrizioni: Segreteria Organizzativa – L’ippocastano - tel 0229011259 e-mail: convegni@elporeth.It  

IL "LIBRO BIANCO SULL'EFFETTO SERRA IN ITALIA" DEL COORDINAMENTO COP9ITALIA 5 LINEE D’AZIONE PER RIDURRE L’EFFETTO SERRA IN ITALIA E TAGLIARE DEL 50% I COMBUSTIBILI FOSSILI AL 2020 DUE I CAMPI D'AZIONE STRATEGICI: EFFICIENZA ENERGETICA E TRASPORTI
Milano, 10 novembre 10 - Il Coordinamento Cop9 Italia, formato da una trentina di associazioni per la lotta ai cambiamenti climatici, ha presentato a Milano il “Libro Bianco sull’effetto serra in Italia”. Alla presentazione del documento scientifico ha fatto seguito una tavola rotonda tra il terzo settore, il mondo politico, l'industria, il mondo economico, quello cattolico e quello del lavoro. Scopo del documento scientifico, che a dicembre verrà sottoposto ai delegati che interverranno alla Cop9, è quello di orientare le politiche nazionali verso azioni concrete per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Il cambiamento climatico non è solo una minaccia per il futuro, ma una realtà del presente. La temperatura globale è aumentata di 0,7°C nell’ultimo secolo ed esiste una forte correlazione con la curva di aumento dei gas serra. Sulle Alpi la superficie dei ghiacciai si è ridotta di oltre il 40% nell’ultimo secolo. L'adempimento del protocollo di Kyoto, pur così limitato nei suoi effetti, costituirebbe il punto d'avvio di una politica globale che fronteggi questa grande sfida. Sarà il primo passo per riportare nei prossimi decenni le concentrazioni di Co2 in atmosfera ai livelli di equilibrio attraverso una drastica riduzione delle emissioni globali. Il Coordinamento pone all’Italia l'obiettivo di ridurre del 50% i consumi di combustibili fossili nell'arco dei prossimi 20 anni. Questo è il futuro. Mentre a livello europeo si riscontra una riduzione del 2%, nel nostro Paese, con 545.000 tonnellate di Co2 eqivalenti, dal 1990 al 2001 le emissioni lorde sono cresciute del 7,3% e complessivamente nel 2001 lo scarto rispetto all'obiettivo del protocollo di Kyoto è ormai pari a c.A. Il 15%. Per conseguire gli obiettivi del Protocollo di Kyoto proponiamo 5 linee d'azione: · efficienza nell'uso delle risorse energetiche, dei processi e dei prodotti. Oggi, attraverso interventi di maggiore efficienza, sono conseguibili risparmi del 30% dei consumi finali. · sviluppo delle fonti rinnovabili e conversione ambientale del parco termoelettrico tradizionale con l'uso di tecnologie più efficienti. Può essere l'occasione per sviluppare una rete di impianti decentrati, basati in primo luogo su cogenerazione e micro-cogenerazione e che alimentino reti di teleriscaldamento. · conversione del sistema della mobilità, attraverso il contenimento della mobilità privata e la riduzione dei bisogni di mobilità e attraverso reti efficienti di trasporto collettivo che siano in grado di riequilibrare il sistema dei trasporti. · gestione dei meccanismi flessibili, cioè dei crediti di emissioni ottenuti attraverso azioni nei paesi in via di sviluppo. Per l'Italia la strada di Kyoto è la strada dell'innovazione ambientale, della ricerca e delle nuove tecnologie, dell'economia della conoscenza, dei servizi immateriali, di una nuova industria che guarda alla qualità e non alla concorrenza sul costo del lavoro. Due le strade da percorrere: quella dell'efficienza energetica e quella di una mobilità sostenibile. Di fronte alla figuraccia del black-out che dimostra l’incapacità di gestire il mercato libero dell’energia e di organizzare una rete con la necessaria flessibilità è necessario operare un’intelligente selezione delle proposte di “nuove centrali” Nel processo di localizzazione il il semplice criterio di mercato non è sufficiente. Allora occorre governare l'offerta energetica e la sua distribuzione territoriale assegnando alle Regioni in maniera coordinata, la funzione di operare una selezione basata su criteri di efficienza energetica e di compatibilità ambientale e riduzione complessiva delle emissioni climalteranti. La nuova offerta energetica deve essere anche sostitutiva di vecchi impianti inefficienti e inquinanti La crescita della mobilità è il principale fattore di incremento delle emissioni climalteranti in Italia, come negli altri paesi sviluppati. Il nostro paese ha bisogno di interventi per la riduzione dei bisogni di mobilità (attraverso telelavoro, teleservizi, revisione degli insediamenti, politiche degli orari ecc.), interventi di contenimento della mobilità privata (ticket di ingresso, aree pedonalizzate etc), per il potenziamento dei trasporti pubblici in ambito urbano (metropolitane e tram), il trasferimento su ferro (rotaia)e su acqua (cabotaggio) di una parte cospicua del trasporto merci e passeggeri, dell'adozione di biocombustibili e di carburanti a più basso contenuto di carbonio, dell'introduzione di veicoli a bassa emissione (metano, ibridi..), di una conversione ambientale della fiscalità (come l'eliminazione dei benefici fiscali al trasporto merci, la detassazione dei biocombustibili, l'agevolazione fiscale degli abbonamenti al trasporto pubblico e ferroviario etc). Per realizzare questi obiettivi occorre innovare con decisione anche sotto il profilo dell'uso degli strumenti economici e fiscali. La prima urgenza è quella di procedere - oltre una carbon tax che non è di fatto mai stata in vigore - ad una revisione generale della fiscalità sulla produzione energetica, modulando l'insieme della fiscalità secondo il principio della minimizzazione degli effetti ambientali. Insieme ai ticket d'accesso nei centri urbani delle aree metropolitane e alla tassazione del trasporto su gomma nelle aree alpine si può convertire il sistema della mobilità urbana e incentivare le alternative su ferro e su acqua nel trasporto merci. In secondo luogo occorre prevedere, potenziando e affiancando il meccanismo dei certificati verdi e dei certificati bianchi, specifici strumenti di incentivazione e agevolazione all'uso delle fonti rinnovabili (ad esempio per il solare termico e la micro-cogenerazione), anche per il sostegno alla ricerca e all'innovazione. Il documento e gli appuntamenti del coordinamento sono scaricabili su: www.Cop9italia.org

ASSEGNATE LE DIECI BORSE DI STUDIO UNRAE PER LE TESI SUL MARKETING DELL’AUTOMOBILE
Roma, 10 novembre 2003 - L’unrae, in collaborazione con le Università italiane, ha portato a termine per il terzo anno la sua iniziativa di incentivazione agli studi sul marketing dell’automobile. Sono state, infatti, assegnate le dieci Borse di Studio per le migliori tesi dell’anno accademico 2002-2003 messe in palio con l’intento, ampiamente perseguito, di richiamare l’attenzione dei giovani su di un settore dalle notevoli potenzialità in termini di lavoro e di crescita professionale. Le Borse di Studio che prevedono un premio di € 1.200 e, cosa più importante, uno stage semestrale presso Aziende associate Unrae, sono andate ai laureandi Gian Luca Bergamo (Università Ca’ Foscari di Venezia), Andrea Genovese (Università Cattolica di Milano), Lucia Meffe (Università degli Studi del Molise), Stefano Meneghini (Università degli Studi di Verona), Luca Meschia (Università di Torino), Vincenzo Napolitano (Università Luiss Guido Carli di Roma), Luigi Pacileo (Università Bocconi di Milano), Simona Pilosi (Università La Sapienza di Roma), Daniele Salodini (Università di Parma) e Carmelo Tringali (Università Cattolica di Milano). Il Presidente dell’Unrae Salvatore Pistola e il Segretario Generale Gianni Filipponi, hanno espresso soddisfazione per il buon esito dell’iniziativa, che porta sin qui a 21 le Borse di Studio assegnate nei tre anni di vita del programma, sottolineando che il marketing dell’automobile come materia di studio sta prendendo progressivamente piede nel mondo accademico e, in particolare, presso le Università di Venezia e di Bologna, dove si svolgono specifici corsi atti a preparare giovani desiderosi di affrontare, nella loro vita lavorativa, carriere legate al complesso e affascinante mondo dell’automobile.

VENDITE DI AUTO NUOVE IN EQUILIBRIO DOPO 10 MESI (+1,04%) SPINTO DAI NUOVI PRODOTTI E DA FORTI PROPOSTE COMMERCIALI IL MERCATO DI OTTOBRE TIENE (191.600 IMMATRICOLAZONI, -0,34%)
Roma, 10 novembre 2003 - In ottobre le immatricolazioni di auto nuove, secondo le proiezioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono state 191.600, con una lievissima flessione (-0,34%), rispetto alle 192.258 dell’ottobre dello scorso anno. Nel cumulato dei primi dieci mesi, il mercato ha espresso 1.921.911 immatricolazioni, praticamente in linea (+1,04%) con i dieci mesi del 2002, quando le immatricolazioni furono 1.902.196. Anche l’andamento degli ordini, frutto dello scambio di informazioni fra Anfia e Unrae, ha segnato invece un leggero calo (-4%), essendo passato dai 209.966 dell’ottobre dello scorso anno ai 201.521 dell’ottobre di quest’anno. Nel cumulato dei dieci mesi, il segno è ancora positivo: +0,2%, frutto della differenza fra 1.943.862 del 2002 e 1.947.572 del gen-ott 2003. Nel complesso, dunque, il mercato sta tenendo al di là delle previsioni. Il merito è tutto da ascriversi alla estrema effervescenza di un mix fra novità di prodotto, campagne promozionali, basso costo del denaro e - non ultimo - lo sviluppo di modernissime motorizzazioni diesel nei segmenti d’ingresso. “Un fattore che non va trascurato - ha sottolineato il Presidente dell’Unrae, Salvatore Pistola - è il significativo ritorno a forme di edonismo che ben si incrociano con le più recenti offerte di prodotti, spesso acquistati perché espressione di specifici stili di vita”. La centralità del prodotto, dunque, torna prepotentemente alla ribalta, sconfiggendo anche i segnali certo non positivi dell’economia. Una sorta di controtendenza che nasce dalle offerte di un mercato estremamente competitivo, spesso ampiamente evidenziate e descritte da una stampa specializzata che propone all’attenzione dei consumatori le numerosissime novità proposte dai costruttori. Ciò avviene nell’ambito sia del design, che offre soluzioni estetiche anche di forte appeal, sia della tecnologia, che si propone in forme sempre più accattivanti anche sulle vetture dei segmenti di maggior diffusione. In questa ottica, infine, continua la crescita delle immatricolazioni di vetture a gasolio, che hanno - per il secondo mese consecutivo - superato la soglia della metà delle vendite (52%), mentre nel cumulato dei dieci mesi, le auto diesel costituiscono il 47,83% del mercato totale. L’interesse degli italiani per l’automobile è confermato anche dal buon andamento dell’usato. In ottobre i passaggi di proprietà (comprensivi delle “minivolture”, la registrazione temporanea a nome del concessionario), sono stati 409.198 (+15,81% rispetto ai 353.346 dell’ottobre 2002), mentre nei dieci mesi l’incremento è stato del 6,39% (3.314.264 unità rispetto alle 3.115.307 del gennaio-ottobre dello scorso anno).

CONTRIBUTI PER TAXI ECOLOGICI BANDO PER LA RICHIESTA DI CONTRIBUTI PER L'ANNO 2004
Milano, 10 novembre 2003 - Pubblicato il bando per il 2004: prevede 750 mila euro di contributi per l’acquisto di nuovi taxi ecologici, la trasformazione a metano o gpl (gas propano liquido) per quelli già circolanti e l’adeguamento delle autovetture per il trasporto dei disabili. Infolink: http://www.regione.lombardia.it/servlet/BlobServer?blobcol
=urlfilepath&blobkey=id&blobtable=
Allegato&blobwhere=1068145215605&blobheadername2=Content-
Disposition&blobheadername1=Content-
Type&blobheadervalue2=inline%3B+filename%3
DBANDO%20TAXI%202004&blobheadervalue1
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DAL 14 DICEMBRE 37 TRENI FERMANO A S. DONATO MILANESE ENTRERÀ COSÌ IN FUNZIONE UNA STAZIONE REALIZZATA DA ANNI, MA MAI ATTIVATA
S.
Donato  Milanese, 10 nvoembre 2003 - Sono 37 i treni sulla linea Milano-piacenza che sia nei giorni feriali che in quelli festivi, coprendo tutto l'arco della giornata, fermeranno a San Donato Milanese dal prossimo 14 dicembre. La prima fermata sarà alle 5,29 (treno proveniente da Piacenza per Milano Centrale); l'ultima alle 23,53 (treno per Piacenza proveniente da Milano Porta Garibaldi). Grazie infatti ad una revisione complessiva dell'orario nella tratta Milano-piacenza, è stato possibile prevedere la fermata di San Donato senza determinare ripercussioni significative sui tempi di percorrenza dei treni. Il Comune di San Donato, insieme al Comune di Milano, potrà ora attivarsi per garantire presso la stazione il transito o il capolinea delle autolinee che servono il territorio comunale, per offrire agli utenti un efficace interscambio. "Stiamo rispettando gli impegni che ci siamo assunti a luglio - ha affermato l'assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Massimo Corsaro - e così, grazie al ruolo di coordinamento che la Regione sta esercitando, riusciremo finalmente ad aprire una stazione realizzata da anni e mai attivata".

"BOSCHI PER IL FUTURO. ACQUA E ALBERI: UN'INTERCONNESSIONE NECESSARIA PER L'AMBIENTE E L'ECONOMIA" - CONVEGNO A TENITA PRESIDENZIALE DI CASTELPORZIANO
Roma, 8 novembre. Organizzata dall’Associazione Forestale Italiana, dalla “Consulta Nazionale per le Foreste, il Legno e la Carta ”, dalla Società Italiana Agricoltori e con il patrocinio del Presidente della Repubblica, si è svolta nella magnifica tenuta presidenziale di Castelporziano la “Giornata Nazionale del Bosco” che nel 2003 – Anno Internazionale dell’Acqua – ha avuto come tema principale “Boschi per il Futuro. Acqua e Alberi: un’interconnessione necessaria per l’Ambiente e per l’Economia”. Il presidente della “Consulta Nazionale per le Foreste, il Legno e la Carta ” e della Società Italiana Agricoltori, Alfredo Diana, ha dichiarato: “La celebrazione della quinta giornata nazionale del bosco, assume una rilevanza particolare in un momento, come l' attuale, significativo per l' affermazione degli ideali europei. Questa giornata avviene alla fine di un periodo di prolungata siccità, che ha pesantemente colpito le campagne arrecando sensibili danni all'agricoltura e che è stata anche la concausa di una ripresa degli incendi boschivi nel nostro paese ed in quelli del bacino del Mediterraneo. Mai, come in questa circostanza, sono apparsi attuali i richiami del Presidente della Repubblica affinché nella costituzione della casa europea, i governi si impegnino attraverso la formazione e la scuola a diffondere tra i giovani e più in generale tra i cittadini, la convinzione che la sicurezza non è concepibile senza la cooperazione di tutta la comunità. Se questo è vero per la composizione dei conflitti che sono ancora presenti sullo scenario internazionale, lo è forse in maggior misura per la difesa del bosco e dell' ambiente. L 'inferno di fuoco che ha ridotto in cenere oltre duecentomila ha di bosco in Portogallo ed.Altre decine di migliaia in Spagna, in Francia e in Germania, per non dire sul nostro territorio, è l' esempio più tangibile dell'urgenza che vengano realizzate quelle misure di mutua assistenza che erano state specificatamente richieste dall'U.e., mediante la costituzione di una task-force europea fin dal 1992 e reiterate, di recente, dal Ministro per le Politiche Agricole e Forestali On. Giovanni Alemanno. L' esperienza ha dimostrato che non è sufficiente l' impegno volontaristico previsto dalle procedure per poter arginare le onde di fuoco che non si limitano a distruggere l' ecosistema bosco, ma che provocano anche tante perdite umane. È evidente che la disponibilità di mezzi aerei e terrestri, di uomini addestrati e ben coordinati è fondamentale per domare le fiamme, il punto cruciale è che il fuoco dovrebbe diffondersi soltanto per cause naturali. Agli inizi del secolo scorso, fu compiuto un tentativo, in Italia, per sollecitare la sensibilità della popolazione ad amare il bosco. Sembra fuori moda, ma è opportuno ricordare l'azione, purtroppo interrotta, del Touring Club Italiano attraverso la rivista “L' Alpe”, per far conoscere alla generazione che aveva portato a compimento il sogno dell'Unità Nazionale, la bellezza delle foreste del nostro paese, dalle terre delle nuove province redente alle isole. È semplicistico affermare che quel tentativo è stato inutile, forse è più corretto riconoscere che è stato fatto poco e per troppo breve tempo, al fine di far comprendere che l'albero bruciato è una rinuncia al benessere individuale, poiché ogni giorno aiuta a vivere regolando la temperatura dell'aria, 2 ~- immagazzinando l'acqua, rendendo fertile il suolo, offrendo ristoro sotto la sua chioma, producendo legno per rendere accogliente la casa e rendendo possibile la trasmissione delle conoscenze e dei sentimenti quando viene trasformato in carta. Ci si può interrogare, considerando le povere condizioni di vita delle campagne e delle montagne, sui motivi per cui nel 1869, nel predisporre la bozza di una delle prime leggi forestali, , Adolfo di Berenger allora direttore dell'Istituto Superiore Forestale di Vallombrosa, dedicasse tanta parte all'obbligatorietà dell'insegnamento della Selvicoltura nelle scuole di ogni ordine e grado. Si trattava di un forestale che amando profondamente la sua seconda patria, l'Italia, grazie anche alla vasta conoscenza del mondo classico, cercava di trasmettere l' educazione ed il rispetto della foresta, come veniva insegnato e continua ad esserlo nei paesi dell'Europa Centrale. Non ebbe fortuna, ne migliore sorte toccò alle disposizioni di legge che il Ministro Luzzati riuscì a farsi faticosamente approvare dal parlamento nazionale, agli inizi del '900, per la difesa del bosco e del territorio, che furono depurate da tutto ciò che poteva riguardare l'insegnamento della vita e della cultura dei boschi nel sistema scolastico nazionale. Nel momento in cui schiere di scienziati si confrontano per stabilire se la temperatura del pianeta stia aumentando per cause naturali o come conseguenza della scarsa attenzione all' equilibrio climatico da parte dell'uomo, potrà sembrare ardito porre questa domanda: gli italiani sono veramente convinti che il bosco eserciti funzioni insostituibili? Se la risposta fosse positiva, allora non c'è che da rendere efficace e determinante questo convincimento con tutti i mezzi possibili: in primo luogo attraverso 1 'insegnamento obbligatorio delle discipline forestali, ma anche rafforzando le iniziative che sono promosse dalle Associazioni, dagli Enti, dal Volontariato, dalla Consulta Nazionale per le Foreste, il Legno e la Carta e dalle imprese del settore. L' obiettivo è quello di sensibilizzare la fascia della popolazione che contribuisce alla diffusione degli incendi boschivi per cause colpose e che, secondo la valutazione statistica del Corpo Forestale dello Stato è pari al 76%. Con questo non si vuole sminuire la priorità degli sforzi volti ad individuare e perseguire gli autori degli incendi dolosi, ma se si riesce a contenere 1 'imponenza del fenomeno determinato dalla disattenzione e le tragiche conseguenze che possono derivare a causa dell'insufficiente senso di responsabilità, la superficie percorsa dagli incendi risulterebbe sensibilmente ridotta e l'impegno delle forze dell'ordine potrebbe dare risultati più positivi. 3 ~ .. Il bilancio degli incendi dell' anno che sta per finire è risultato allarmante per la qualità degli obiettivi che il fuoco ha devastato: riserve naturali, parchi regionali, aree turistiche, ma anche boschi ad alta produttività e piantagioni artificiali, il fenomeno è comune agli Stati Uniti ed al Canada. La crisi del bosco su superfici sempre più vaste, che presentano condizioni di stress prolungate nel tempo, merita di venire considerata in tutta la sua complessità. Il paese non può permettersi la riduzione della superficie boscata produttiva ad una velocità superiore alla capacità di ricostituzione dei soprassuoli danneggiati. Nell'ultimo decennio, secondo le statistiche del Corpo Forestale dello Stato sono stati percorsi dagli incendi circa mezzo milione di ha a fronte di una capacità di rimboschimento dieci volte inferiore. La prevenzione, la sorveglianza, la rapidità degli interventi con mezzi aerei, rappresentano i cardini della difesa, ma non si deve trascurare il miglioramento dei soprassuoli forestali per la protezione dagli incendi, che è strettamente legata alla loro multifunzionalità, cioè alla protezione del suolo e al mantenimento delle risorse idriche. ---, In un recente incontro al Vittoriano con i rappresentanti di numerosi paesi e della F Ao, il Ministro Alemanno aveva tracciato un quadro significativo della partecipazione dell'Italia all' Anno Internazionale dell' Acqua, promosso dall' Assemblea Generale delle Nazioni Unite per i1 2003. Gli avvenimenti belli ci che si sono susseguiti in questi mesi hanno fatto passare in secondo piano l'impegno dell'Onu, ma il problema dell'acqua è destinato a condizionare la capacità di sviluppo se non di sopravvivenza di molte popolazioni. Si tratta di un problema di tale gravità che merita una specifica riflessione, affidata al prof. Francesco di Castri, già vice direttore generale dell'Unesco, che ringrazio vivamente per la sua disponibilità a partecipare attivamente a questo incontro. Bosco ed Acqua sono strettamente collegati tra loro, non solo per la stabilità dei versanti, per la disponibilità delle risorse idriche e della bio-diversità, ma anche per la produzione legnosa e per le attività di trasformazione. Il quadro dell'intero settore produttivo, tracciato dal Presidente di Federlegno-arredo, Roberto Snaidero, in occasione dell' Assemblea svoltasi aRoma nello scorso mese di giugno, conferma l'importanza dell'industria manifatturiera per l'economia del paese, come dimostra il fatto che in quanto a valore è il primo esportatore nel mondo, contribuendo al 15% della bilancia commerciale ed al5 % della produzione totale del paese, analogamente all'industria automobilistica. Risultati positivi, sono stati possibili grazie alle caratteristiche della materia prima, all'innovazione tecnologica ed al design italiano, che rappresenta un punto di riferimento mondiale. Attualmente, l'industria del legno e dell'arredamento è presente in 204 Paesi, ma i nostri prodotti per poter sostenere la crescente concorrenzialità devono offrire prestazioni superiori che li mettano a riparo da chi opera sulla scena internazionale con scarso rispetto delle regole ambientali e facendo ricorso anche alla contraffazione. L'allargamento dell'Unione Europea ad Est e l'ingresso della Cina nel Wto impongono una maggiore attenzione affinché il processo di integrazione economico non provochi distorsioni negative per il settore, che finirebbero per compromettere le attività faticosamente avviate. Una guida illuminata del settore foresta-legno-carta, Franco Arquati, nel presentare al Quirinale la terza giornata nazionale del bosco, aveva chiaramente indicato la priorità dello sviluppo, della ricerca e della formazione professionale, quali elementi indispensabili per assicurare il ruolo preminente nel mondo della produzione e del lavoro italiano. Questo auspicio non è rimasto inascoltato, come dimostra l' esempio dato dal Presidente della Repubblica che ha recentemente attribuito, d'intesa con il Ministro dell' Ambiente On. Matteoli alla Tenuta di Castelporziano la funzione di Riserva Naturale dello Stato con elevate finalità scientifiche e che non ha fatto mancare il suo consenso alla realizzazione dell' Osservatorio-centro Multidisciplinare per gli Ecosistemi Costieri Mediterranei, promosso dalla Commissione tecnico-scientifica della Tenuta. Questa commissione è presieduta dal Prof. Gian Tommaso Scarascia Mugnozza a cui va il più vivo apprezzamento per l'iniziativa, che avrà positive ricadute per tutti i paesi del Mediterraneo ed a cui va il mio ringraziamento per aver voluto contribuire con il suo intervento a questo incontro. Un sentito grazie al Presidente della Repubblica che con grande sensibilità ha individuato nella Giornata Nazionale del Bosco un momento di efficace coesione fra tutti coloro che si dedicano a favore della conservazione e del miglioramento dell'ambiente. Info: Associazione Forestale Italiana, Roma. E-mail flaroma@federlegno.It

AD ORVIETO 150 RAGAZZI PER IL "CAMPUS DEGLI STUDENTI D'EUROPA" L'INIZIATIVA COSTITUISCE IL PROGETTO PILOTA PER UN MODELLO DI APPROCCIO ALLA CULTURA EUROPEA ED ALLA PROMOZIONE DI AZIONI DI FORMAZIONE ALL'INTERNO DELLA SCUOLA, PER LA COSTRUZIONE DI UNA CITTADINANZA EUROPEA.
Roma, 10 novembre 2003 - Cento studenti italiani e cinquanta studenti provenienti dai 25 Paesi dell'Ue allargata parteciperanno al primo "Campus degli studenti d'Europa", organizzato ad Orvieto dall'11 al 15 novembre 2003. L 'iniziativa, promossa dal Miur in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la rappresentanza in Italia dell'Ue e del Parlamento dell'Ue, è un progetto pilota per un modello di approccio alla cultura europea ed alla promozione di azioni di formazione all'interno della scuola, per una reale costruzione di una cittadinanza europea. Gli studenti, accompagnati da 20 docenti e 10 genitori, saranno i protagonisti di seminari, dibattiti e simulazioni, per la promozione e la diffusione del senso di appartenenza alla Comunità europea e di educazione alla cittadinanza comunitaria. Tutti gli studenti utilizzeranno la lingua inglese per i loro interventi: i lavori prevedono la partecipazione in videoconferenza, dal Parlamento europeo, di parlamentari europei, che risponderanno alle domande dei giovani partecipanti al Campus. All'evento parteciperà Letizia Moratti, Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Gianfranco Fini, Vice Presidente del Consiglio e Rocco Buttiglione, Ministro delle Politiche Comunitarie. Durante i cinque giorni di conferenza interverranno a seminari e discussioni il Prof. Giuseppe Bertagna, il Prof. Carlo Curti Gialdino, il Prof. Giorgio Rumi, il Prof. Agostino Giovagnoli, il Prof. Alberto Quadrio Curzio ed il Prof. Pier Virgilio Dastoli.

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