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2003 anno 6°  

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WEB GIURIDICA
ed
ECONOMICA

contributi di
GIOVANNI SCOTTI

e mail scottigio@tin.it

LUNEDI'
12 MAGGIO 2003

pagina 6

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DECRETO LEGISLATIVO N. 68/03: TUTELA DEL DIRITTO D'AUTORE

Nella Gazzetta ufficiale n. 87 del 14 aprile 2003, supplemento ordinario n. 61, è stato pubblicato il Decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 68, concernente l'attuazione della Direttiva 2001/29/CE sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione. Il decreto legislativo, che è entrato in vigore dallo scorso 29 aprile 2003, ha modificato la legge italiana sul diritto d'autore, vale a dire la Legge n. 633/41, al fine di combattere il fenomeno della pirateria ed assicurare agli autori una rimunerazione per la riproduzione privata delle loro opere. Due le novità importanti. La prima consiste nel cosiddetto "equo compenso", cioè una percentuale sul prezzo di supporti vergini (cd, dvd, ecc.) e apparecchiature (masterizzatori, videoregistratori) da corrispondere alla SIAE. La seconda consiste nella possibilità di proteggere le opere tutelate dal diritto d'autore con blocchi digitali, vale a dire con misure tecnologiche preordinate ad impedire o rendere più difficile la duplicazione o l'utilizzazione abusiva e nella conseguente sanzione penale per coloro che rimuovono tali blocchi. Naturalmente il provvedimento in esame riconferma il diritto del legittimo utilizzatore di effettuare copie private o di backup. E' prevista la sanzione amministrativa pecuniaria di Euro 154, con le sanzioni accessorie della confisca del materiale e della pubblicazione del provvedimento su un giornale quotidiano a diffusione nazionale, in caso di utilizzo e duplicazione di opere o materiali protetti, oppure acquisto di supporti "pirata".

DECRETO LEGISLATIVO N. 68/03: NESSUNA NOVITA' PER I SOFTWARE
Il Decreto legislativo n. 68/03 non prevede nuove disposizioni specifiche per quanto riguarda la tutela dei software. Per essi si applica la normativa già vigente, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da lire cinque milioni a lire trenta milioni per chi abusivamente duplica, per trarne profitto, programmi per elaboratore o ai medesimi fini importa, distribuisce, vende, detiene a scopo commerciale o imprenditoriale o concede in locazione programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE. La stessa pena si applica se il fatto riguarda qualsiasi mezzo inteso a consentire o facilitare la rimozione arbitraria o l'elusione funzionale di dispositivi applicati a protezione di un programma per elaboratori. Se il fatto è di rilevante gravità (art. 171-bis della Legge n. 633/41), la pena non può essere inferiore nel minimo a due anni di reclusione e a lire trenta milioni di multa In aggiunta alle suddette sanzioni penali, è applicabile anche la sanzione amministrativa pecuniaria pari al doppio del prezzo di mercato dell'opera o del supporto oggetto della violazione, in misura comunque non inferiore a Euro 103. Nel caso in cui il prezzo non sia facilmente determinabile, la violazione è punita con la sanzione amministrativa da Euro 103 a Euro 1.032. Ai sensi dell'art. 174 bis della Legge n. 633/41, come modificato dall'art. 27 del Decreto legislativo n. 68/03 la sanzione amministrativa si applica per ogni violazione e per ogni esemplare abusivamente duplicato o riprodotto.

LEGGE NAZIONALE POLIZIA UNIFICATA
Nell'ambito del Forum della Pubblica Amministrazione, svoltosi a Roma dal 5 al 9 maggio, è stata, fra l'altro, annunciata l'approvazione, dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, della bozza per la legge nazionale di coordinamento tra la Polizia di Stato e quella locale. Maria Fortuna Incostante, assessore della Regione Campania, alla Sicurezza Urbana e Presidente Nazionale del Forum italiano per la Sicurezza Urbana ha dichiarato " ... per la prima volta si viene a determinare, su una proposta di legge, una convergenza di tutto il sistema delle Autonomie locali e delle Regioni. Il tema della sicurezza e' molto attuale. Le amministrazioni territoriali hanno un'ipotesi e si aspettano che il Governo costituisca subito un tavolo di lavoro su questo tema. Questa proposta di legge e' anche il frutto dello sforzo che da anni il Forum italiano della Sicurezza Urbana, da me presieduto, sta facendo per farsi carico delle esperienze delle autonomie locali e allineare così la realtà italiana ai paesi europei che già da anni hanno una propria legislazione nazionale in materia di sicurezza urbana". All'incontro "La sicurezza dei cittadini nello stato federale" hanno, tra gli altri, preso parte il Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Interno, Alfredo Mantovano e Gaetano Rasi dell'Autorità Garante per la Protezione dei dati personali.

INDAGINE SULL'APPROCCIO DEGLI ITALIANI AL CREDITO AL CONSUMO: LA PRESENTAZIONE DEI RISULTATI
Nel febbraio 2003 l'Istituto Astra in collaborazione con Demoskopea ha compiuto la ricerca "Gli italiani e il credito al consumo" su un campione rappresentativo della popolazione italiana tra i 18 e i 79 anni, equivalente a circa 45 milioni di adulti. Uno dei risultati più significativi emersi dalla ricerca è che, mentre i consumi stagnano, il credito al consumo continua a crescere. Gli italiani hanno acquisito una chiara consapevolezza della possibilità di accedere al credito: la richiesta di un finanziamento (per l'acquisto della casa, dell'auto, di un mobile o di un comune elettrodomestico), con la relativa diffusione di proprie informazioni personali, non viene più percepita come l'ammissione di una condizione economica precaria o perlomeno poco agiata, ma come l'opportunità di gestire al meglio, nel medio periodo, redditi e consumi. Nel presentare la ricerca Enrico Finzi, Presidente di Astra, ha dichiarato che " ... la ricerca rivela un atteggiamento estremamente pragmatico degli italiani nei confronti del credito al consumo. La maggior parte degli intervistati, infatti, oltre a comprendere l'esigenza di acquisire informazioni da parte di chi eroga credito circa l'affidabilità e la solvibilità del richiedente, si mostra pronto a soddisfarla in logica di accreditamento non soggettivo. Dimostrando così di aver superato ogni pregiudizio nei confronti dell'idea dell'indebitamento, che ormai viene percepito come uno strumento da usare responsabilmente per gestire il proprio budget familiare ...".

INDAGINE SULL'APPROCCIO DEGLI ITALIANI AL CREDITO AL CONSUMO: UN PO' DI DATI.
Di seguito presentiamo i dati più significativi della ricerca "Gli italiani e il credito al consumo". Il 46,7% vi è ricorso in passato e l'82% dichiara di conoscere le possibilità di ottenere finanziamenti e mutui non solo per la casa o l'auto. L'88% ritiene "giusto" e "normale" che chi presta denaro raccolga le informazioni necessarie a verificare l'affidabilità di chi chiede un finanziamento. Oltre l'86% degli intervistati concorda con l'opportunità che le banche e le istituzioni finanziarie facciano valutazioni "non soggettive" sull'affidabilità delle persone perché "chi non ha nulla da nascondere ha tutto l'interesse che si conosca la sua affidabilità". Il 59% degli intervistati si aspetta da tali valutazioni "non soggettive" sull'affidabilità anche l'opzione che alle persone più affidabili possano essere concessi prestiti con tassi e costi più bassi, mentre il 57% individua nei tempi più rapidi di erogazione del credito uno dei possibili benefici ottenibili. Per quanto riguarda la tipologia di informazioni, che si crede "giusto" e "normale" fornire, l'82% indica la regolarità nella restituzione di precedenti mutui o finanziamenti, l'81% il reddito e i guadagni, il 71% la ricchezza e il patrimonio. Solo il 16% degli intervistati, invece, concorda con il fatto che le banche e le società finanziarie possano applicare condizioni più elevate nel caso avessero a disposizione meno informazioni sui richiedenti. Il 18,1% degli italiani dichiara che se avesse qualche facilitazione (prestiti o mutui agevolati, rateizzazioni, carte di credito) potrebbe aumentare i propri acquisti. Il 13% prevede di chiedere un finanziamento nei prossimi tre anni.

INDAGINE SULL'APPROCCIO AL CREDITO AL CONSUMO: TRE CATEGORIE DI ITALIANI
Dalla ricerca "Gli italiani e il credito al consumo" sono risultate tre diverse tipologie : gli aperti al credito al consumo, i marginali ed i sospettosi. Gli "aperti" al problema, che rappresentano il 62% del totale, nel 50% dei casi hanno richiesto mutui e finanziamenti, comprendono la necessità di banche ed istituzioni finanziarie di acquisire informazioni sull'affidabilità del richiedente il finanziamento o il mutuo e sono propensi a fornire, attingendo a fonti diverse, indicazioni relative ai precedenti comportamenti di credito, al proprio reddito, al proprio patrimonio. Questa tipologia comprende 35/44enni (25%), ma anche 45/54 enni (18%), residenti in centri al di sopra dei 250 mila abitanti (18%), per lo più diplomati (45%), laureati (18%), imprenditori/liberi professionisti/dirigenti (9%), casalinghe (19%), con soggetti di classe superiore alla media (14%), capifamiglia (45%) e non responsabili degli acquisti (37%). La tipologia più estranea al tema sono i "marginali", che rappresentano il 5,8%, e sono coloro che non hanno mai chiesto finanziamenti o mutui e affermano di non avere intenzione di farlo nei prossimi tre anni. Essi ignorano la possibilità stessa di ricorrere alle banche e ad altre istituzioni finanziarie e non individuano correttamente le società finanziarie oltre alla banche in grado di offrire il servizio del credito. La tipologia dei "marginali" comprende il 57% di donne, 35/45 enni (36%) e 65/79 enni (18%), residenti nel Centro Italia (30%) e in Comuni da 30 mila a 250 mila abitanti (37%), con licenza media (38%), impiegati/insegnanti/quadri (34%), pensionati (22%), di classe inferiore alla media (21%), appartenente a famiglie con 2-3 componenti (52%), responsabile degli acquisti (78%), con 0-14 enni in famiglia (34%). Infine esiste la categoria dei "sospettosi", che rappresentano il 32,1%, e sono coloro che in passato hanno richiesto finanziamenti/mutui nel 48% dei casi. Essi condividono l'esigenza di raccogliere informazioni da parte di chi presta soldi, ma più di tutti negano tale diritto a chi concede finanziamenti/mutui e meno di tutti sono disposti a fornire indicazioni su di sé. In nome della riservatezza personale, i sospettosi sono poco disponibili a rilasciare informazioni: in particolare, essi si dimostrano rigidi sui precedenti comportamenti di credito, e decisamente ostili sul proprio reddito e sul proprio patrimonio. Questa tipologia comprende 18/34enni (35%), residenti in piccoli Comuni (34%), con titolo di studio basso o nullo (19%), salariati o non occupati (18%), appartenenti a famiglie con 4 o più componenti (47%).

DECRETO INTERMINISTERIALE 7 FEBBRAIO 2003: ATTUAZIONE DELLA TOTALIZZAZIONE DEI PERIODI ASSICURATIVI
Nella Gazzetta Ufficiale n. 80 del 5 aprile scorso è stato pubblicato il Decreto interministeriale 7 febbraio 2003, n. 57, recante il regolamento con le modalità di attuazione dell'art. 71 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388, concernente la totalizzazione dei periodi assicurativi. Il provvedimento rende operativa la possibilità di cumulare periodi contributivi accreditati in gestioni diverse per i lavoratori che non riescono a conseguire la pensione autonoma di vecchiaia in alcuna delle gestioni in cui sono confluiti i contributi versati e a condizione che almeno una quota del trattamento sia liquidato con il sistema retributivo. La totalizzazione non è utile per la pensione di anzianità. L'interessato deve presentare la domanda di totalizzazione all'ultima gestione in cui è stato iscritto e perfezionare il requisito contributivo secondo i regolamenti di ciascuna gestione, tenendo presente che i periodi che coincidono sono computati una sola volta. La gestione che liquida la quota di importo maggiore pagherà in unica soluzione, suddivisa in quote poste a carico delle gestioni, tenendo conto delle anzianità contributive relative a ciascuna gestione e secondo le regole dell'ordinamento vigente al momento della presentazione della domanda. Ricordiamo che il disegno di legge n. 2058/S, delega al Governo in materia previdenziale, dispone, fra l'altro, alcuni principi nuovi in materia di totalizzazione, la cui entrata in vigore comporterà il superamento dei contenuti del decreto segnalato.

ROBERTO GALLO PRESIDENTE DEL GRUPPO BORSALINO
A seguito di una richiesta relativa alle vicende del Gruppo Borsalino, del quale ci eravamo già occupati in passato, pubblichiamo le seguenti precisazioni. Il giorno 27 dicembre 1997 la Borsalino Spa di Alessandria ha costituito la Borsalino Sud, che poco dopo, il 23 gennaio 1998 acquisiva il berrettificio Sabino D'Oria e figli s.n.c. di Maglie. Il Dr. Sergio D'Oria diveniva amministratore delegato di Borsalino Sud. Il Dr. D'Oria, è cessato dalla carica di amministratore delegato della Borsalino Sud dal 27 ottobre 2001 e a partire da quella data non ricopre più alcuna carica e funzione e non collabora più ad alcun titolo con il gruppo Borsalino. A lui succede come amministratore unico il sopraccitato Roberto Gallo. Attualmente nessun membro della famiglia D'Oria ha più a che fare con il gruppo Borsalino . La ex fabbrica D'Oria, diventata Borsalino Sud, è entrata a fare parte del gruppo Borsalino, simbolo di eleganza e cultura in Italia e nel mondo dal 1857.

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