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2003 anno 6°  

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contributi di 
 Alessandra  Dal Ri

GIOVEDI'
11  DICEMBRE  2003


pagina 7

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INTERVISTA A SERRA YILMAZ, ATTRICE TURCA DI CINEMA E TEATRO.

Interprete in”Le fate ignoranti”e “La finestra di fronte”, entrambi del regista turco, Ferzan Ozpetek

Il suo film più recente,”Vaniglia e cioccolato”di Ciro Ippolito, uscirà a febbraio.

A tempo perso la Yilmaz è anche interprete simultanea.Vera Squarcialupi, giornalista ed ex senatrice l’ha apprezzata proprio in qualità di traduttore per l’italiano quattro anni fa ad Ankara, quando l’Ambasciata italiana la mise al suo fianco. Nata nel’54 ad Istambul, Serra Yilmaz, che spesso è in Italia per lavoro, debutta come attrice di teatro nel ’77 per poi passare anche al cinema dall’83.”Il teatro della città”, il più importante di Istambul, la ospita abitualmente in scena. Anche a lei gli attentati terroristici di Istambul, hanno portato un lutto personale, il collega di lavoro Kerem Yilmazer, trovatosi, del tutto casualmente a sostare al semaforo della tragedia.

- Come vive la popolazione di Istambul i recenti  attentati terroristici ?

Sono qui a Roma da fine ottobre, per cui Le posso solo riferire quanto mi viene detto e mie sensazioni. So che la gente sta vivendo un grande disagio. Ci saranno conseguenze negative a breve anche nel cinema, oltre che nel turismo e per il teatro. So di contratti di documentari e cortometraggi firmati con aziende americane e inglesi, ormai cancellati.

Ne risentirà subito il turismo, e così il teatro, la gente ha paura di uscire. A lungo termine vivremo conseguenze politiche disastrose. Si parla di censurare la stampa, con il pretesto che quanto questa andava ipotizzando avrebbe intralciato il lavoro della polizia sui sospettati. Penso che gli atti terroristici possano venire strumentalizzati da forze locali per giustificare eventuali altre misure restrittive. Non c’è alcun partito oggi in Turchia, in grado di garantire la libertà.    

- Il partito islamico di maggioranza non avrebbe dovuto essere una garanzia da eventuali atti terroristici di provenienza islamica nel paese?

Al contrario.Quello di Erdogan, appoggiato dagli americani, è un partito islamico troppo moderato, e questo non piace ai musulmani.. La Turchia è l’unico paese musulmano laico pro-israeliano, da anni esistono speciali accordi militari con Israele, La prima rappresaglia contro le due sinagoghe è stata infatti contro gli ebrei turchi, anche se ha colpito tante altre nazionalità. Poi quella contro il Consolato Generale inglese e la banca inglese HSCB.La Turchia è anche un paese filo americano, fa parte della Nato, ha aderito a fianco degli USA alla guerra contro la Corea. Così com’è  stato concepito da Atta Turk, il paese con il califfato, è sempre stato una spina nel fianco del mondo musulmano. Si trascina inoltre un razzismo antico da parte del turco nei confronti dell’arabo, che risale alla fine dell’impero ottomano, ma se  vogliamo a molti secoli prima.

-  Il terrorismo islamico ha senz’altro voluto anche colpire  l’appoggio della Turchia alla guerra americana e inglese all’Irak.Come ha vissuto questa guerra la gente nel suo paese?

Gli americani avevano chiesto una base aerea per trasferire soldati, armi, mezzi militari che sarebbero sbarcati in Turchia tutto ciò aveva il sapore di una occupazione vera e propria. C’era anche il problema dei curdi turchi e dei curdi irakeni. La gente non voleva la guerra, e i primi voti in Parlamento sono stati la conferma, anche se alla fine è  passata la legge a favore dell’invio di soldati turchi in Irak.

- Secondo Lei il terrorismo islamico ha  voluto anche dare un qualche avvertimento contro l'ipotizzato inserimento della Turchia nell’Unione Europea?

In tutta questo discorso di unificazione con l’Europa io vedo una buona dose di ipocrisia nei confronti di una politica europea che cambia ogni momento a seconda degli interessi contingenti. Non mi sento inoltre di appoggiare in un mondo di oggi la tesi di Giscard d’Estaing sull’appartenenza di religione

- A che punto è oggi il Suo paese in materia di rispetto dei diritti umani?

Penso che la linea europea sul discorso del rispetto dei diritti umani in Turchia, sia anche una buona politica per non guardare dentro ai problemi di casa propria, cioè di violazione di diritti umani in certi paesi che già la compongono. Dal canto suo il  Consiglio d’Europa, ha facoltà in base alla convenzione di fare ispezione nei luoghi, manicomi, prigioni, in cui gli uomini sono privati della libertà. Sarebbe magari interessante approfondire anche nelle prigioni italiane, come in quelle di altri paesi dell’unione

- Lei trascorre molto tempo nel nostro paese, anche non solo per lavoro..

Amo molto l’Italia, soprattutto la cultura e la bellezza, ma anche il modo di essere della gente, che è di grande apertura, di grande ironia. Per quanto riguarda il mio mestiere, qui il cinema è molto più organizzato a livello sindacale. Nel mio paese si producono al massimo una ventina di film l’anno.

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