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di
LUNEDI'
1 DICEMBRE 2003
pagina 4
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DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PRODI GIORNATA MONDIALE DELL'AIDS - 1
DICEMBRE 2003
Bruxelles, 1 dicembre 2003 - Il mondo è in stato di emergenza. L'hiv/aids,
la malaria e la tubercolosi continuano a diffondersi nonostante i crescenti
sforzi compiuti negli ultimi anni. Questa crisi rappresenta una tragedia
personale per gli oltre 45 milioni di uomini, donne e bambini colpiti dall'Hiv/aids.
L'impatto politico, economico e sociale di questa catastrofe è ancora più
vasto. Non possiamo permetterci di minimizzare la sfida che tutti noi siamo
chiamati ad affrontare. Per combattere l'Hiv/aids e le altre principali
malattie trasmissibili è necessario agire su diversi fronti. Nel suo ruolo
di attore della comunità internazionale,
la Commissione
si sta assumendo le sue responsabilità. Credo che i nostri sforzi ci
abbiano portato ad un punto di svolta. È necessario mantenere l'attuale
slancio e promuovere nuovi interventi. Mai come oggi la lotta contro l'Hiv/aids
ha coinvolto così tanti governi, popoli e cittadini.
La Commissione
ha guidato la battaglia per garantire che le norme Omc riguardanti la
protezione dei diritti di proprietà intellettuale fossero rese compatibili
con il diritto dei paesi poveri ad avere accesso ai medicinali a prezzi
ragionevoli. Abbiamo vinto questa battaglia a settembre. Siamo inoltre stati
i primi a difendere il principio della differenziazione dei prezzi e a
garantire che le popolazioni bisognose potessero disporre di farmaci ad un
costo accessibile. Abbiamo inoltre innalzato il livello dei finanziamenti
resi disponibili attraverso il Fondo globale e mediante altri strumenti. Al
tempo stesso, promuoviamo e finanziamo importanti progetti di ricerca.
La Commissione
europea stanzierà oltre un miliardo di euro tra il 2003 e il 2006 per il
piano mondiale contro l'Hiv/aids e le altre principali malattie
trasmissibili. In occasione del Vertice del Millennio ci siamo impegnati a
ridurre la povertà nel mondo e a combattere l'Hiv/aids, la malaria e la
tubercolosi e continueremo a farlo. Questi interventi dovranno tuttavia
essere accompagnati da un'azione generale tesa a migliorare l'efficienza dei
sistemi e dei servizi sanitari dei paesi in via di sviluppo. Il
miglioramento di tali servizi è essenziale se vogliamo combattere in
maniera efficace queste malattie. Dal 1990 ad oggi gli aiuti comunitari allo
sviluppo riguardanti la salute, l'Aids e i problemi demografici hanno
raggiunto oltre 100 paesi, per un valore complessivo di oltre 5 miliardi di
euro. Nell'ambito della nostra cooperazione allo sviluppo, abbiamo l'obbligo
di operare investimenti significativi per migliorare i risultati sul fronte
della salute e dell'istruzione. Questa priorità dovrebbe essere condivisa
dagli stessi paesi in via di sviluppo e trovare riflesso nel livello dei
finanziamenti che questi ultimi riservano a tali settori nell'ambito dei
rispettivi bilanci. Non basta combattere i sintomi; dobbiamo anche eliminare
le cause. L'informazione e la prevenzione sono altrettanto importanti quanto
le cure. I governi e i cittadini condividono la stessa responsabilità
comune. In tale contesto, invito tutti i paesi a riconoscere pienamente
l'esigenza di attuare con urgenza un intervento rafforzato di prevenzione,
come quello che ha permesso di fermare l'epidemia nell'Uganda o nel Senegal.
L'hiv/aids prospera dove c'è povertà, ignoranza e paura. È fondamentale
evitare la disinformazione, i giudizi arbitrari e le azioni fuorvianti.
Occorre fornire a tutti i paesi e a tutte le fasce della popolazione, in
particolare alle giovani donne e ai bambini, mezzi concreti e informazioni
precise per prevenire la malattia e salvare le vite umane. La storia ci
condannerà se non faremo tutto ciò che è in nostro potere per affrontare
con vigore tali problemi. Invito oggi ogni cittadino europeo a mostrare la
propria solidarietà con tutte le vittime di questo flagello, in Europa e
nel resto del mondo.
INVESTIMENTI NELLA RICERCA: SECONDO GLI EURODEPUTATI SI
AVANZANO PROPOSTE CORAGGIOSE, MA NON SI CONCRETIZZA NULLA
Bruxelles, 1 dicembre 2003 - Durante una riunione informativa congiunta,
tenutasi il 26 novembre, l'eurodeputato tedesco Ralph Linkohr e il relatore
del Comitato delle regioni Lars Nordström hanno chiesto agli Stati membri
di adottare delle misure per rafforzare gli investimenti nella ricerca.
Linkohr, la cui relazione sugli investimenti nella ricerca è stata adottata
dal Parlamento il 18 novembre, ha affermato che l'Europa "soffre di un
trauma: si prendono decisioni, si avanzano proposte coraggiose, ma poi nella
realtà non si concretizza nulla". Secondo Linkohr, ciò è dovuto ad
una pressione insufficiente da parte della comunità scientifica. "Chi
ha un lavoro non protesta e chi non ce l'ha non è avvezzo alle proteste. I
ricercatori non hanno l'abitudine di ribellarsi e preferiscono recarsi
all'estero", ha affermato l'eurodeputato, sottolineando la differenza
con il mondo agricolo. Linkohr ha evidenziato altresì una tendenza
deleteria nel nostro continente: "L'europa consuma, ma non investe nel
futuro". L'adozione di tale relazione da parte del Parlamento avrà,
secondo l'eurodeputato tedesco, due principali conseguenze. Innanzitutto,
avendo chiesto di elevare il bilancio per il Settimo programma quadro (7Pq)
a 30 miliardi di euro, "gli europarlamentari sono ora obbligati a
battersi per un aumento considerevole. Pertanto, si chiede al Parlamento di
adottare un atteggiamento politico risoluto nei confronti del
Consiglio". La seconda conseguenza riguarda la creazione di un
Consiglio europeo delle ricerche (Cer) che, secondo Linkohr, "ha senso
solo se adeguatamente finanziato". A tal fine, egli ha chiesto un
finanziamento comunitario di cinque miliardi di euro ripartito su un periodo
di quattro anni. Per trovare i fondi, ha spiegato l'eurodeputato, è
necessario elaborare un nuovo strumento, poiché il finanziamento alla
ricerca deve avvenire interamente nell'ambito dei programmi quadro, così
come sancito dal Trattato. Linkohr, pertanto, ha chiesto alla Commissione di
preparare una proposta su come collegare il Cer ai programmi quadro.
L'eurodeputato tedesco ha precisato, tuttavia, che il Cer dovrebbe rimanere
indipendente e molto più flessibile rispetto ai programmi quadro: una
decisione, questa, che permetterebbe di distribuire finanziamenti molto
piccoli in funzione delle esigenze. Il relatore del Comitato delle regioni
sulla questione degli investimenti nella ricerca, Lars Nordström, ha
ribadito la richiesta di un rafforzamento della spesa scientifica avanzata
da Linkohr, poiché, a suo avviso, questo è l'unico modo di convincere i
giovani che la ricerca offre loro delle prospettive per il futuro e di
incoraggiarli, quindi, a vedere in questo settore una possibilità di
carriera. Nordström ha aggiunto che il denaro, da solo, non basta. Il
sistema di ricerca in Europa, ha affermato, è molto più isolato rispetto
agli Stati Uniti e occorre intensificare i legami con la società e con il
settore privato.
EFFETTI DEL FUMO SULLE MADRI NUTRICI E SUL
LATTE MATERNO
Milano, 1 dicembre 2003 - E L'influenza dell'ambiente sul contenuto di
inquinanti nel latte materno è scientificamente accertato che, tra i suoi
numerosi effetti negativi sulla salute umana, il fumo nella madre mostra
associazioni con un basso peso alla nascita ed un minore sviluppo
psicointellettivo nella prole. Rimangono tuttavia non chiari i presupposti
biologici di questa associazione. È comunque noto che il fumo si associa ad
un aumento del rischio cardiovascolare. Accanto ad un'azione diretta di
lesione sulle pareti dei vasi, le interferenze sul metabolismo dei grassi
circolanti sono state più volte proposte e dimostrate. È possibile quindi
ipotizzare che alla base del danno sul feto e sul neonato possano esserci
interferenze sul metabolismo dei grassi. Presso
la Clinica Pediatrica
dell'Ospedale San Paolo, diretta dal prof. Marcello Giovannini, ed in
collaborazione con il gruppo di ricerca diretto dal prof. Claudio Galli del
Dipartimento di Scienze Farmacologiche, entrambi dell'Università degli
Studi di Milano, e con il contributo dell'Istituto Danone, è stato
effettuato uno studio su un campione di 95 madri, delle quali sono state
registrate la composizione del latte materno a 1, 3 e 6 mesi di allattamento
e le abitudini alimentari nel corso dei mesi precedenti al parto e nel corso
dell'allattamento stesso. A sei mesi, le madri che allattavano si sono
progressivamente ridotte a
30. A
3 mesi è stato effettuato un prelievo di latte. Le madri sono quindi state
suddivise in base alla categoria "fumatrice" e "non
fumatrice". Per fumatrice veniva indicata una madre che fumasse almeno
5 sigarette al giorno fino a conoscenza della gravidanza, indipendentemente
dal fatto che poi continuasse o meno. Nelle madri fumatrici è stato
riscontrato un maggiore aumento dei livelli di colesterolo totale circolante
nel corso della gravidanza; un minore diminuzione degli stessi valori
successivamente; dei valori inferiori di grasso nel latte (e conseguente
riduzione dell'apporto di energia); dei valori inferiori acidi grassi
polinsaturi a lunga catena (acido arachidonico e soprattutto acido
docosaesaenoico), importanti fattori di crescita per il sistema nervoso
centrale. Di conseguenza, è possibile ipotizzare che uno dei meccanismi con
cui il fumo determina gli effetti sfavorevoli osservati nella prole, sia
attraverso una modifica del metabolismo dei grassi nella gestante e nella
nutrice. Per quanto concerne l'ambiente, da numerose aree comprendenti sia
Paesi industrializzati che in via di sviluppo si vanno levando indicazioni
preoccupanti sui livelli delle sostanze xenobiotiche. Tali sostanze si
concentrano essenzialmente nei grassi (sono infatti molecole lipofile; solo
alcuni cosmetici sono essenzialmente idrofili, ovvero a dispersione idrica).
Il latte materno è, in questo senso, uno dei principali indicatori della
dispersione di queste sostanze nella catena alimentare. Infatti alla base
della sua produzione sta la concentrazione di grassi derivanti in parte (un
terzo circa) dalla dieta attuata dalla madre e per il resto (i rimanenti due
terzi) dai depositi lipidici. Nessuno al momento mette in discussione la
qualità del latte materno a causa delle sostanze liofile di origine
xenobiotica in esso contenute. Infatti, il passaggio quantitativamente e
qualitativamente più rilevante di tali sostanze avviane dalla madre al feto
durante la gravidanza: in primo luogo perché si tratta di un passaggio
diretto tramite via ematica, in secondo luogo perché fino alla 32sima
settimana di età gestazionale non esistono in pratica depositi di grasso
nel feto e tali composti si concentrano selettivamente nel principale organo
a matrice lipidica, il cervello, seguito dal fegato. Per il lattante, i
vantaggi netti del latte materno sono superiori agli effetti
dell'allattamento con formula. In questo studio, il latte materno è stato
perso come indicatore di contaminazione ambientale. Perché
la Regione Lombardia
? L'industria Icmesa, il cui nome rimane legato nelle cronache all'incidente
che comportò la contaminazione con diossina delle aree circostanti, era
situata nella zona di Meda, vicino a Seveso, a circa
15 km
a Nord di Milano. I suoi prodotti venivano utilizzati come composti
intermedi nell'industria cosmetica e farmaceutica e, dal 1969, produsse
anche il 2,4,5 triclorofenolo (Tcp), un composto necessario alla sintesi
chimica degli erbicidi. Questo tipo di sostanza chimica veniva lavorata a
temperature molto elevate, dando così origine a sostanze impure come il
2,3,7,8 tetraclorodibenzo-para-diossina (Tcdd), più comunemente chiamato
diossina, noto per la sua stabilità chimica e per le proprietà altamente
tossiche. Nel luglio 1976, per 20 minuti, vi fu una fuga nell'aria di
sostanze originate dal Tcp, che coinvolse una zona molto vasta dei comuni di
Seveso, Meda, Desio, Cesano Maderno e, in misura minore, altri comuni
adiacenti. Si valuta che il quantitativo di diossina riversato nell'ambiente
sia stato di circa
30 Kg
. In seguito a questo disastro ambientale iniziò un'attenta osservazione
della popolazione esposta, al fine di sottoporla ad un controllo preventivo
sui possibili effetti della diossina. A distanza di circa 25 anni, abbiamo
valutato la concentrazione nel latte umano di diossina e di altri composti
organoclorati in donne abitanti nell'area a rischio, confrontandolo con
quella nel latte di donne provenienti dalla città di Milano e di zone
rurali limitrofe. Sono state dosate anche altre molecole, come
Policlorobifenili (Pcb), Diclorodifenil Tricloroetano (Ddts) ed
Esaclorocicloesano (Hch), considerati come composti diossino-simili. Lo
studio ha visto impegnate
la Clinica Pediatrica
dell'Ospedale San Paolo (Dir. Prof. Marcello Giovannini) e l'U.o. Pediatria,
Ospedale di Desio (Dir. Dott. Roberto Besana) ed ha avuto come sponsor
l'Istituto Danone. Nonostante siano passati 25 anni dall'incidente chimico,
il livello di Tcdd (la diossina vera e propria), composto estremamente
tossico, è quasi tre volte più elevato nel latte delle donne di Seveso
rispetto a quello del latte delle donne delle altre due aree. Le
concentrazioni di Ddt nel latte umano sono invece più elevate nei campioni
provenienti da Milano rispetto a quelli provenienti dalle altre due aree e
questo potrebbe essere dovuto al fatto che alcuni alimenti consumati dalle
donne di Milano provengono da zone dove il Ddt è ancora utilizzato come
pesticida. Ulteriori studi sono tuttavia necessari per capire se i livelli
più elevati di Tcdd nel latte delle madri abitanti a Seveso sono legati
all'elevata concentrazione di Tcdd accumulata nei depositi adiposi corporei
al momento dell'incidente o se gli alimenti da esse assunti sono ancora
contaminati da questi composti. L'organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)
definisce l'allattamento al seno esclusivo l'alimentazione ideale nei primi
sei mesi di vita; fino all'anno di vita è consigliato il proseguimento
dell'allattamento al seno, opportunamente complementato dagli alimenti
introdotti con il divezzamento. È' importante quindi conoscere la
situazione attuale riguardo la prevalenza e la durata dell'allattamento al
seno in Italia, e valutare i fattori associati a questa pratica, al fine di
attuare una strategia di promozione adeguata. Il "Progetto Puer"
è la prima indagine a livello nazionale eseguita in Italia
sull'allattamento al seno. Questo progetto è stato promosso e realizzato
dalla Clinica Pediatrica dell'Ospedale San Paolo dell'Università degli
Studi di Milano diretta dal prof. Marcello Giovannini, in collaborazione con
l'Istituto Danone. Nello studio sono stati presi in considerazione due
gruppi di madri che hanno dato alla luce un bambino rispettivamente nel mese
di novembre 1995 e nel mese di Novembre 1999. Il campione di mamme era
distribuito su tutto il territorio nazionale in base alla distribuzione
delle nascite. L'indagine è stata eseguita mediante un'intervista
telefonica al compimento del 1°, 3°, 6°, 9° e 12° mese di vita del
bambino, ed era volta ad indagare il tipo di allattamento effettuato e i
fattori biologici e sociali potenzialmente associati all'allattamento al
seno. I risultati dell'indagine hanno mostrato un incremento nella
prevalenza dell'allattamento al seno in questo quinquennio; la percentuale
di madri che hanno iniziato ad allattare al seno è stata del 85% nel 1995 e
del 91% nel 1999. È stato evidenziato anche un sensibile prolungamento
della durata dell'allattamento al seno; a 3 mesi si è passati dal 42% al
66% di bambini allattati al seno, a sei mesi dal 20% al 47%, a 12 mesi dal
4% al 12%. Nel corso dell'indagine del 1999 è stata effettuata un'ulteriore
osservazione sulle abitudini alimentari in corso di divezzamento. Si sa che
nel divezzamento i fattori socioculturali, le raccomandazioni pediatriche e
le tradizioni locali si uniscono a dettare i tempi ed i ritmi
dell'introduzione di alimenti solidi. A fronte di queste ragioni che
determinano i diversi tempi dello svezzamento, sappiamo che il maggiore
rischio nutrizionale di questa età è legato a un'eccessiva introduzione di
proteine, a fronte di una carenza di ferro e di zinco nella dieta. Per
questo motivo viene raccomandato, in caso di insufficienza di latte materno,
e mentre si introducono i nuovi alimenti, il passaggio ad un latte
opportunamente formulato. Invece, ancora troppo presto ed in misura
rilevante, si assiste alla precoce introduzione nella dieta del latte
vaccino (più del 10% a 5 mesi, quasi 20% a 6 mesi, 65% a 12 mesi).
Contemporaneamente, un bambino su tre assume un tipo di alimento diverso dal
latte a meno di 4 mesi. A seguito di queste rilevazioni si può affermare
che, mentre la ricerca in nutrizione sta procedendo a definire i punti fermi
per un corretto divezzamento, la cultura della nutrizione deve ancora
affermarsi con sufficiente chiarezza per evitare gli errori più grossolani
che ancora troppo frequentemente si verificano nel corso del divezzamento.
HERPES GENITALIS : NUOVI DATI PRESENTATI ALL'8°
CONGRESSO MONDIALE SULLE INFEZIONI E PATOLOGIE IMMUNOLOGICHE IN AMBITO
GINECOLOGICO
Milano, 1 dicembre 2003 - Nonostante in Italia si verifichino ben 600 mila
casi di herpes genitale e il 10% della popolazione sessualmente attiva sia
contagiato dal virus, il numero di prescrizioni per trattamenti
farmacologici contro questa infezione non supera le 70 mila unità. E'
questo il dato fondamentale emerso nel incontro in cui è stato fatto il
punto sui risultati dell'8° Congresso mondiale sulle infezioni e sulle
patologie immunologiche in ostetricia e ginecologia, conclusosi pochi giorni
fa Venezia. "Si tratta di dati che devono far riflettere - ha detto il
Prof. Secondo Guaschino, Presidente del congresso e Direttore della Clinica
Ginecologica Università di Trieste - perché, se è vero che le malattie a
trasmissione sessuale, come l'herpes genitale, per retaggio culturale sono
spesso considerate con vergogna, oggi possono essere affrontate e curate con
i nuovi antivirali, estremamente selettivi e quindi con una tollerabilità
di gran lunga maggiore rispetto ai trattamenti utilizzati in passato. E'
sulla forbice che si apre tra casi stimati e quelli trattati che bisogna
agire, con l'informazione sulla prevenzione e l'incoraggiamento a cercare
l'aiuto del medico, l'unico che può garantire un intervento efficace e
specifico". L'herpes genitale è una malattia scatenata dall'Herpes
Simplex Virus (Hsv). In realtà esistono due tipi di Hsv: Hsv1 causa
principale dell'herpes labialis e Hsv2 causa principale dell'Hg. L'herpes
genitale, come l'herpes labiale, ha un andamento tipico: si presenta spesso
con una manifestazione iniziale, chiamata infezione primaria, seguita da una
o più recidive annuali, di numero e gravità variabile da persona a
persona, intervallate da periodi senza sintomi (periodi di latenza).
L'herpes genitale può colpire tutta la popolazione sessualmente attiva: le
diagnosi, che vedevano prevalente il sesso maschile, registrano ora una
crescita di casi tra la popolazione femminile, per un aumento in generale
delle richieste di visita specialistica. La terapia dell'herpes genitale si
basa sull'assunzione orale di antivirali specifici, in grado di entrare nel
Dna del virus e di bloccarne la replicazione e quindi l'infezione. I tempi
di trattamento del primo episodio sono uguali per tutti i pazienti; possono
invece variare i tempi e i dosaggi in virtù del numero delle recidive e
della storia clinica del paziente. "La tempestività nella cura dell'Hg
rimane un punto di assoluto rilievo.Tra gli antivirali orali disponibili, è
famciclovir l'ultimo arrivato sul mercato italiano" afferma il Dott.
Marco Cusini, Responsabile del Centro Malattie a trasmissione sessuale,
Clinica Dermatologica Ospedale Maggiore di Milano. "Si tratta di un
profarmaco, il cui principio attivo (penciclovir) agisce selettivamente
all'interno della cellula infetta. Questo meccanismo permette al farmaco di
avere un'azione rapida e mirata nel bloccare la replicazione virale".
La sua potenza inoltre è stata clinicamente provata misurando i dosaggi e i
tempi di azione sui virus: infatti famciclovir mostra i risultati in tempi
più brevi e a dosaggi inferiori a quelli richiesti degli altri antivirali,
e con un'ottima tollerabilità anche per terapie di lungo termine. L'herpes
genitale, dunque, è una malattia ad alta contagiosità. Il pericolo
maggiore è rappresentato dai soggetti nei quali non si hanno manifestazioni
importanti: si ritiene infatti che 7 volte su 10 la trasmissione della
malattia avvenga in modo totalmente inconsapevole. Il virus si trasmette più
facilmente dall'uomo alla donna; vale a dire che, in un rapporto in cui
l'uomo è portatore dell'infezione, la partner ha il 60% di probabilità di
essere contagiata. "Il sesso femminile è quindi un fattore di rischio
non modificabile. Non modificabile è anche l'età: normalmente il picco di
contagi si concentra attorno ai 40 anni, anche se nuovi dati spostano
l'allarme contagio anche sui più giovani" sottolinea Guaschino.
"Ben modificabile è il comportamento sessuale: a un maggior numero di
partner, infatti, corrisponde un rischio più elevato di infezione".
Continua Guaschino "Oggi, comunque, è possibile combattere il virus e
la malattia: attraverso una diagnosi puntuale basata, oltre che sui criteri
clinici e sull'anamnesi della persona, sui metodi di rilevazione in
laboratorio e un'adeguata terapia". "Per questo motivo, il dialogo
tra medico e paziente assume un ruolo essenziale," sottolinea Cusini.
"È importante, infatti, far sapere che la terapia antivirale esiste e
che garantisce ottimi risultati: riduce i sintomi dell'infezione primaria e
delle recidive, ma soprattutto riduce la possibilità di contagio della
malattia. Spesso prescrivere una terapia non basta, è necessario associare
alla prescrizione un adeguato counselling comportamentale".
35 MILIARDI DI LIRE ALL’ANNO SONO I RISPARMI CHE SI STIMA
POSSANO ESSERE OTTENUTI DALLA REGIONE CALABRIA GRAZIE AI SERVIZI DOMICILIARI
SANITARI DI MEDICASA ITALIA, SOCIETA’ DEL GRUPPO AIR LIQUIDE SANITA’
Milano, 1 dicembre 2003. E’ di almeno 35 miliardi di vecchie lire la stima
del risparmio annuale della Regione Calabria, ottenuto sottraendo un 20% di
pazienti al ricovero ospedaliero su 2.500 presi in carico nel solo 2002, e
su circa 2.300 presi in carico nei primi 10 mesi del 2003. Questi sono solo
alcuni dei risultati che verranno presentati al convegno, “Le cure
sanitarie domiciliari in Calabria”, che si terrà sabato 29 novembre 2003
alle ore 9,30 presso la sala del Tribunale dei minori di Catanzaro, con la
partecipazione di Costantino Mandalis, presidente della Società Italiana di
Cure Sanitarie Domiciliari. Il convegno è organizzato dalle Asl
partecipanti al progetto ed è sponsorizzato da Medicasa Italia, società
del gruppo Air Liquide Sanità che dal 1993 si occupa di cure sanitarie a
domicilio, e dalla Regione Calabria che dal 2002 collabora con l’azienda
al progetto sperimentale per l’assistenza domiciliare sul territorio. In
particolare modo, l’attenzione sarà focalizzata sullo stato delle cure
sanitarie in Calabria, sul rapporto ospedale e territorio e sulle
prospettive di espansione delle medesime cure all’intera regione. Le Asl 1
e 10 di Paola, l’Asl 6 di Lamezia, l’Asl 7 di Catanzaro (capofila del
progetto) e l’Asl 8 di Vibo Valentia sono partner di Medicasa Italia nel
progetto, che si avvale del supporto professionale di medici, specialisti,
infermieri, fisioterapisti, logopetisti ed altri operatori sanitari e,
attraverso l’Ati (Associazione Temporanea d’Imprese), anche della
collaborazione di Cooperative Airone, Aurora, Futura, Chirone, Luxor,
Meridia, Ss. Pietro e Paolo e S. Eufemia. Il modello organizzativo
gestionale è l’elemento innovativo del progetto che pone al centro
dell’attenzione il Medico generico, quale decisore delle cure del suo
paziente, l’Asl che attraverso un’attenta valutazione del paziente
stesso, definisce il percorso terapeutico più appropriato e controlla la
qualità e il rispetto delle procedure ed, infine, Ati-medicasa che eroga
servizi sanitari a domicilio di primo e secondo livello, caratterizzati da
sistemi avanzati di telemedicina (elettrocardiografia, spirometria e
monitoraggio telematico dei pazienti) e di telesoccorso (dimissioni protette
ed ospedalizzazioni domiciliari per i pazienti critici) operativi 24 ore al
giorno per 365 giorni all’anno. Maurizio Cipolla, direttore centrale
Medicasa Catanzaro, ha così commentato: “La forte sinergia tra pubblico e
privato ha permesso l’erogazione di servizi sanitari domiciliari di
elevata qualità, sperimentati con successo almeno nel 73% dei casi, con una
notevole riduzione dei ricoveri ospedalieri non necessari e un
alleggerimento del carico di gestione dei malati da parte delle famiglie”.
IL
DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DI SVILUPPO (MINISTERO ECONOMIA E FINANZE)
PRESENTE AL SALONE DELLO SVILUPPO LOCALE DI TORINO - 27/28 NOVEMBRE 2003
Torino, 1 dicembre 2003 - A chiusura di un anno di intensa attività di
comunicazione (www.Dps.tesoro.it/convegni.asp), il Dipartimento per le
Politiche di Sviluppo (Dps) è intervenuto alla prima edizione dell'evento
organizzato dalla Provincia di Torino e patrocinato, tra gli altri, dallo
stesso Ministero dell'Economia e delle Finanze. Alla presenza di numerose
imprese, amministrazioni pubbliche, agenzie di sviluppo e associazioni di
categoria, il Dps ha messo a disposizione dei partecipanti i prodotti
multimediali e le pubblicazioni realizzate nel corso degli ultimi mesi. Tra
queste, i cataloghi dei progetti finanziati con i fondi nazionali ed europei
nelle regioni del Sud, i documenti economici, le raccolte normative e la
newsletter mensile sui Fondi strutturali comunitari (Sud News), che, come
tutti i prodotti editoriali del Dipartimento, sono disponibili on-line
all'indirizzo www.Dps.tesoro.it. Nell'ambito del denso programma di convegni
e seminari organizzati in occasione del Salone, Paolo Signorini, Direttore
Generale del Servizio per le Politiche di sviluppo territoriale e le Intese
del Dps, è intervenuto al workshop "I processi di governance: come
cambiano le decisioni" www.Salonesviluppolocale.it/sem_work2.htm
IL DIVINO INFANTE, SCULTURE
DEVOZIONALI DEL BAMBINO GESÙ DALLA COLLEZIONE HIKY MAYR HINTERKIRCHER A
CREMONA
Cremona, 1 dicembre 2003 - Organizzata
dall’Apic in collaborazione con il Museo civico Ala Ponzone di Cremona e
con Franco Maria Ricci, la mostra presenta - in splendide vetrine progettate
dallo scenografo Pier Luigi Pizzi - circa cento sculture appartenenti alla
Collezione Hiky Mayr, la più significativa e copiosa raccolta a tema
esistente in Europa, e propone un excursus storico che documenta, attraverso
i manufatti esposti, tecniche, usi, iconografie legati al tema della
scultura a tutto tondo avente per soggetto Gesù Bambino e, in alcuni casi,
Maria Bambina. Si tratta di opere di devozione a se stanti, che non hanno
cioè alcuna attinenza specifica con il presepe, poiché le dimensioni (che
si aggirano tra i sessanta e novanta centimetri per quelli in piedi e tra i
cinquanta e i settanta centimetri per quelli distesi) ne confermano un uso
diverso riferibile alla devozione dell’immagine autonoma del Bambino Gesù.
Verranno presentate statue del Bambino in fasce ed ignudo, del Bambino in
piedi o seduto, del «Piccolo Re» abbigliato con vesti ricchissime e dotato
di un corredo sfarzoso, o del piccolo Gesù nell’immagine più
tradizionale e semplice. Il nucleo più consistente della raccolta presenta
opere riferibili ai secoli Xvii-xviii provenienti da celebri botteghe
artigiane (napoletane e siciliane) e realizzate con tecniche e materiali
diversi (legno intagliato e policromo, cera, terracotta e carta pesta). Le
opere esposte si completano con una documentazione iconografica e didattica
che sottolinea gli aspetti critici, tecnici e stilistici. Franco Maria Ricci
scoprì la collezione Hiky Mayr alcuni anni fa e ne fu affascinato al punto
da dedicare al tema un lungo articolo sulla sua rivista Fmr e un volume di
grande formato. La mostra rappresenta una singolare opportunità di
riproporre, nel campo della scultura di devozione, un’analisi stilistica
di opere fino ad oggi studiate in modo parziale e inorganico, ma anche di
sollecitare una riflessione più profonda su temi teologici, biblici e
liturgici. Il percorso espositivo è arricchito da dipinti del Museo civico
Ala Ponzone tematicamente e cronologicamente correlati. Cremona, Museo
civico Ala Ponzone Via Ugolani Dati, 4 Fino al 15 febbraio 2004 Infolink: www.Cremonamostre.it
DONNE DISEGNANO DONNE PERCORSO AL
FEMMINILE TRA GLI SHŌJO MANGA PRESENTATO DA YKK, LEADER MONDIALE NELLA
PRODUZIONE DI ZIP
Milano, 1 dicembre 2003 - Ykk, azienda giapponese leader mondiale nella
produzione di zip e minuteria metallica, presenta nove autrici di shōjo
manga a saggio visivo delle loro produzioni, quattro tavole ciascuna. Donne
disegnano donne. Percorso al femminile tra gli shōjo manga verrà
inaugurata mercoledì 3 dicembre alle ore 17.00 presso la show room di Ykk
Italia a Pero. Gli shōjo manga sono nella tradizione tipicamente
nipponica i fumetti dedicati alle donne; la parola manga in giapponese
significa “immagini in movimento” e designa il fumetto, mentre shōjo
è un aggettivo che indica “ genere femminile”. I manga disegnati da
donne per le donne debuttano nel 1949 come storielle brevi e divertenti. Ma
è negli anni Settanta che le autrici diventano quasi esclusive depositarie
di questo genere caratterizzato da peculiari tratti grafici che li rendono
immediatamente riconoscibili: grandi occhi veicoli di emozioni, con calde
lacrime a indicare disperazione e sfavillii pronti a brillare in caso di
gioia, nuvole di fiori, rose a indicare situazioni d’amore e petali
svolazzanti, la malinconia, ragazzi belli e amori impossibili. Gli
stereotipi grafici diventano messaggio e argomento principale di queste
storie è generalmente l’amore. Esempi classici sono le storie di Candy
Candy di Yumiko Igarashi e le avventure di Lady Oscar di Ryoko Ikeda, dove
si assiste a un’innovazione nelle tematiche: la donna si emancipa e
ritrova la sua femminilità, dopo un percorso androgino di ragazza cresciuta
come un uomo nella Francia di Maria Antonietta. Ma gli shōjo manga non
parlano solo d’amore; affrontano le tematiche più svariate: problematiche
sociali, fantascienza, horror, fantasy, fino a soggetti omosessuali,
mitologici erotici e religiosi; Machiko Hasegawa ha per protagonista delle
sue storie Sazae, una giovane donna alle prese con problemi quotidiani nel
Giappone del dopoguerra ed Ai Yazawa scrive di storie sentimental/scolastiche
trasposte anche in animazione direttamente per l’home video. Anche Kaori
Yuki, particolare per la ricchezza del suo tratto, racconta di temi
esoterici e parapsicologici con infiltrazioni di ordine mitico e religioso e
Moyoko Anno, è presente con atipici western. Junko Mizuno, tra le più
eccentriche, fonde il tradizionale concetto di “carino” con una
miscellanea di tematiche horror o erotiche le cui protagoniste travolte in
situazioni grottesche, sfoggiano abbigliamento dark e punk. Al contrario
Risu Akikuki, che si è guadagnata la simpatia delle casalinghe e impiegate,
racconta del loro mondo in modo divertente e veritiero. Curatore della
mostra, sarà Davide Castellazzi, scrittore editore e cultore di manga, sarà
inoltre presente Keiko Ighiguchi, una delle nove autrici, che darà diretta
dimostrazione di alcuni “trucchi del mestiere”. La mostra resterà
aperta al pubblico dal 4 al 19 dicembre, con esclusione dei sabati e
domeniche, dalle 10.00 alle 20.00, su appuntamento telefonando al numero
02-3394051. Ykk Italia, via Pitagora 1, Pero; quattro minuti a piedi dalla
fermata Molino Dorino – Mm1.
A PALAZZO REALE MILANO CELEBRA IL
DECENNALE DELLA MORTE DI TESTORI
Milano, 1 dicembre 2003 - Fino al 15 febbraio si svolge a Palazzo Reale di
Milano la mostra Giovanni Testori. I segreti di Milano. Promossa dal Comune
di Milano e organizzata da Palazzo Reale con la collaborazione di Arthemisia,
il contributo della Fondazione Cariplo e il supporto di Atm e di Filotecnica
Salmoiraghi Instruments , la rassegna presenta centoquaranta opere che
documentano, a dieci anni dalla sua scomparsa, la vita di Testori attraverso
gli studi, gli interessi e le passioni che lo hanno sempre accompagnato: i
quadri, i lavori teatrali, i romanzi, i testi critici e di storia
dell’arte. La mostra, curata da Alain Toubas, è divisa in dieci sezioni
che approfondiscono i vari momenti dello sviluppo del pensiero testoriano.
La prima è Valassina che introduce il visitatore nel mondo lombardo di
Testori, ma più in generale nel suo sentimento naturalistico (Courbet,
Matisse, Morlotti, Manzù). I segreti di Milano propone il Testori
neorealista, affascinato dalla Milano poi celebrata da Visconti. È la città
monumentale e magica di Sironi, oppure esistenziale di Ferroni, ma è anche
la Milano
dei primi successi teatrali di Testori, e della censura che colpì la sua
Arialda. I pittori della peste: la sezione si divide in due sale: la prima
è dedicata al Seicento è anche il trionfo dell’Erodias, ossia di uno dei
suoi capolavori teatrali e linguistici. Qui la decollazione del Battista è
resa nel suo dramma totale, senza tempo, poiché coinvolge tanto i grandi
seicenteschi lombardi quanto gli artisti contemporanei (Tanzio da Varallo,
Crespi, Cairo, Guttuso, Fioravanti, Guerreschi). Particolare attenzione è
riservata alla serie di inchiostri autografi di Testori. La seconda sala
contrappone richiami manzoniani a esperienze artistiche contemporanee, tese
a raccontare il senso di morte che Testori ritrovava nelle pagine dello
scrittore milanese (Perez, Jardiel, Mitoraj, Cerano). Promessi Sposi alla
prova: i Promessi Sposi, che Testori richiamò più volte nel proprio lavoro
di scrittore e critico, qui sono ricostruiti attraverso una serie di quadri
che ne documentano il tempo, o il clima. Dai pitocchi di Ceruti, ai nobili
ritratti di Fra’ Galgario, fino alla dolcezza di Lopez Garcia. Il teatro
degli Scarrozzanti: Amleto, Edipus e Macbetto, tre celebri scarrozzanti di
Testori, ossia tre personaggi incapaci di trovare il centro della propria
gravitazione esistenziale. Esposti, per la prima volta, otto disegni
autografi serviti per lo studio dei costumi di un film (mai realizzato)
sull’Amleto. Corona per la madre: la sezione si apre con un dipinto di
Jardiel dedicato alla madre di Testori, ma subito si allarga al tema
generale della maternità e dell’amore filiale: quel rapporto che
dall’incesto di Edipo e Giocasta arriva invece a sublimarsi nella Mater
Strangoscias. Ai piedi della croce: ispirata ad un testo critico che Testori
scrisse per Mitsuuchi, la sezione indaga il tema caro all’artista della
Crocifissione, tanto religiosa e sacra, quanto laica, come capita in In
Exitu. Questa sala propone una lunga teoria di crocifissioni di vari artisti
contemporanei, una sorta di via crucis artistica. Apocalisse: il titolo
della sezione è tratto da un grande quadro di Varlin, ma il vero
protagonista della sala è il tema della vanità. Quindi il teschio, estremo
simbolo di fine, si annuncia come il filo rosso della sezione, a partire dai
celebri quadri di Morlotti, fino alla più intimistica Malinconia di
Francese, passando per lo sconvolgimento astratto della Crux di Rainer o per
i feti abnormi post-apocalisse di Battarola. Tramonti: una costante della
produzione pittorica di Testori sono i tramonti, ripresi - in particolare -
nella sua ultima stagione, prima della sua morte all’Ospedale S. Raffaele
di Milano. La sezione, divisa in tre piccole sale, fornisce un metodo per
ritrovare il senso d’addio che appartiene ai tramonti. Dalle Bagnanti di
Morlotti, alle visioni di Guttuso, il tramonto è l’estremo saluto di
Testori; qui è collocato anche il suggestivo ritratto firmato da Fetting,
l’ultimo per il quale Testori posa. La sala finale racconta l’avventura
di un uomo straordinario. È il saluto offerto dagli artisti al critico, al
romanziere, al poeta, al drammaturgo, al polemista, all’amico. Il grande e
intenso ritratto di Vitali è la teatrale uscita di scena di Testori. Anche
il Castello Sforzesco celebrerà il decennale della scomparsa con la mostra
Con gli occhi di testori: opere scelte di maestri incisori contemporanei.
L’iniziativa, organizzata dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille
Bertarelli e curata da Claudio Salsi, presenterà dal 30 novembre al 29
febbraio una selezione di 35 opere di incisori particolarmente amati da
Testori: Aurelio Bertoni, Andrea Boyer, Luciano Cottini, Gianfranco Ferroni,
Federica Galli, Renzo Vespignani e Giancarlo Vitali. Giovanni Testori (Novate
Milanese, 1923 – Milano, 1993) è stato una delle più singolari figure
del panorama culturale italiano del dopoguerra. Oltre che narratore, si è
dedicato alla poesia, al teatro, alla saggistica, alla storia e critica
d’arte, collaborando tra l’altro, a lungo, con il Corriere della Sera.
La sua opera di scrittore e poeta, di critico d’arte e drammaturgo,
d’intellettuale trasgressivo e polemico è strettamente legata alla vita,
alla storia e all’arte della sua città, come del mondo lombardo. Si
laurea nel 1947 all’Università Cattolica di Milano con una tesi sulla
pittura del primo novecento. Ma è la violenza eloquente
dell’espressionismo che lo affascina sempre più negli studi di storia
dell’arte, tanto da fargli ricercare radici lontane o periferiche di
linguaggi ”plebei” o visionari contro la compostezza classicista di
molta altra arte italiana; su questa strada incontra Gaudenzio Ferrari (cui
dedica un’importante raccolta di saggi Gran teatro montano di Varallo nel
1965), Gerolamo Romanino, i pitocchi del Ceruti, mentre in Val Seriana o
nella Bergamasca rilegge Moroni e ristudia Fra’ Galgario. L’arte
lombarda, il “realismo” della tradizione longhiana è però per Testori
soprattutto il Seicento. Dalla storia alla critica militante, l’interesse
per gli artisti di cui si è occupato nei decenni non è mai stato neutro e
la sua adesione a un’esperienza figurativa ha sempre rappresentato la
propria messa in gioco: e questo avviene per Francis Bacon (Suite per
Francis Bacon I, Suite per Francis Bacon Ii, 1965) come per Willy Varlin, di
cui fu il primo effettivo critico. Giovanni testori, I segreti di Milano
Fino al 15 febbraio 2004, Milano, Palazzo Reale Infolink: www.Ticket.it/testori
IL MITO DI VENERE IN MOSTRA A BARI
NELLA BIBLIOTECA PER
LA CULTURA E
PER LE ARTI - SANTA TERESA DEI MASCHI
Milano, 1 dicembre 2003 - Una leggenda raccolta dalla mitologia antica vuole
che l’Afrodite greca, poi identificata con la latina Venere, sia nata
dalla schiuma del mare (in greco “Aphròs”) presso Cipro. La poesia
epica ci racconta che Afrodite – Venere fosse figlia di Zeus e di Dione,
moglie di Efeso, amante di Ares dio della guerra, e che fosse unita da
rapporti amorosi con l’eroe Anchise da cui nacque Enea. A Firenze, in
epoca rinascimentale, dopo il lungo oblio a cui il Medioevo aveva costretto
i temi legati alle divinità pagane, fu ripreso il tema di Venere: non a
caso
la Dea
dell’amore, della bellezza, del piacere dei sensi e della fecondità è la
protagonista di uno dei più celebrati e mitizzati dipinti rinascimentali,
la Nascita
di Venere di Botticelli, adombrante un significato strettamente aderente
alla filosofia neoplatonica quale la nascita dell’humanitas. Promossa
dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino e dalla
Provincia di Bari, e organizzata dalla società Arthemisia, si inaugurerà a
Bari presso
la Biblioteca
per
la Cultura
e per le Arti - Santa Teresa dei Maschi - la mostra “Il Mito di Venere.
Capolavori dai musei di Firenze”, dopo essere stata presentata a Cipro,
presso il Nicosia Municipal Arts Centre, e a Parigi, alla Mairie du Vème
Arrondissement, con grande successo di pubblico. In questa occasione si
inaugura inoltre la sede definitiva della Biblioteca Provinciale di Bari
nell’ex convento di Santa Teresa dei Maschi, nel borgo antico della città,
grazie ad un pregevole lavoro di restauro, finanziato con fondi
dell’Unione Europea.
La Biblioteca
, fondata nel 1950 con l’acquisto da parte della Provincia di Bari delle
raccolte librarie ed archivistiche del bibliofilo barese Gennaro De Gemmis,
è ricca di fondi di storia pugliese, ed è andata arricchendosi negli anni
grazie ad una politica di acquisti e di successive donazioni; oggi è ormai
centro pilota dell’intera provincia barese. L’esposizione “Il Mito di
Venere” intende presentare attraverso una selezionata scelta di opere
delle collezioni Medicee prestate dai principali musei fiorentini, le varie
sfaccettature con cui i temi legati al mito di Venere furono affrontati in
campo artistico. Correlata idealmente al neoplatonismo e stilisticamente a
Botticelli è
la Venere
di Lorenzo di Credi oggi agli Uffizi, presente fin dall’origine nelle
collezioni dei Medici. Il gusto della corte medicea, raffinato e
intellettualistico, si manifesta nel Cinquecento nella Venere dello Studiolo
di Francesco I in Palazzo Vecchio, opera dello scultore Vincenzo Danti, una
elegantissima e sinuosa Venere che esce dal mare e si strizza i capelli
bagnati; gesto che è ripetuto dalla Venere del Giambologna nota come
Fiorenza, destinata alla fontana della Villa medicea di Castello nei pressi
di Firenze e così chiamata per essere assimilata all’allegoria di
Firenze. Uno dei pittori dello Studiolo, Jacopo Zucchi, è l’autore di un
prezioso dipinto su rame che raffigura
la Morte
di Adone, appartenuto al Granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici, dove
la tragica storia raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi è stemprata nei
toni idilliaci della favola mitologica. Con una vena più naturalistica fu
interpretato il tema nella pittura veneziana del Cinquecento: nascono così
la Venere
di Tiziano degli Uffizi, memore della più celebre Venere “di Urbino”,
anch’essa mollemente adagiata su un lettuccio in ambiente aperto sulla
campagna, vestita solo dei suoi gioielli e accompagnata da Amore e da un
cagnolino che abbaia a una pernice; e ancora Venere e Mercurio che mostrano
a Giove il figlio Anteros di Veronese, che in veste naturalistica adombra la
dialettica sull’amore che animava i circoli di intellettuali del
Cinquecento. A rappresentare il seicento fiorentino
la Venere
che pettina Amore di Giovanni da San Giovanni, che con lo spirito che gli è
proprio affronta il tema umanizzandolo e raffigurando Venere come una
giovane mamma che spidocchia un bambino nudo, piuttosto restio e distratto
da quello che succede fuori scena. Al centro di rappresentazioni di effetto
teatrale, ambientate in ampi paesaggi popolati da ninfe e da amorini, è
raffigurata
la Venere
attribuita a Rubens e alla sua scuola e con lo spirito e la grazia mutata
dalla pittura veneziana dai pittori francesi come Nicolas Coypel, che in una
scena alla Tiepolo raffigura la toilette di Venere contornata sul bordo di
un laghetto da cui si affaccia il cigno, simbolo di bellezza. Una preziosa
mostra che con 22 opere selezionatissime intende riproporre il mito della
bellezza femminile che vede nel mito di Venere la persistenza di un ideale
femminile che ha attraversato i tempi. Il catalogo prevede, oltre alle
schede relative alle opere, alcuni saggi sulla persistenza del mito e dei
suoi significati attraverso i secoli oltre all’importanza del tema di
Venere nel collezionismo mediceo. Catalogo Silvana Editoriale Curatrice
della mostra Maria Sframeli Informazioni e prenotazioni: +39 080 5213142
CALENDARIO DELLA MANIFESTAZIONE CHE SI
TERRANNO IN DICEMBRE PRESSO IL MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA
TECNOLOGIA "LEONARDO DA VINCI"
Milano, 1 dicembre 2003 - Museo Mostre : La doppia elica del Dna cinquanta
anni dopo, inizia il suo corso dentro al Museo completando la rete delle
altre città in cui è presente: Padova, Roma e Napoli. L’esposizione è
realizzata in collaborazione con la fondazione Buzzati Traverso sulla storia
della scoperta scientifica che ha permesso conoscere il codice della vita.
Un percorso che si snoda tra genetica, biologia molecolare e biotecnologie e
che sarà il primo passo per la realizzazione di uno dei laboratori previsti
dal progetto Est. Fino al 30 marzo – sala dei Chiostri. Matemilano
Inaugurata il 12 settembre, doveva chiudersi il 14 gennaio invece è stata
prorogata fino al 30 maggio per soddisfare le richieste di prenotazione da
parte delle scuole. Ottimo il successo anche per il pubblico che nei fine
settimana e durante le aperture serali del giovedì affollano il Museo.
Nell’ambito della mostra sono state organizzate le Mateconferenze, (vedi
Museo Incontri) per approfondire aspetti specifici, solo apparentemente
“curiosi”, come il rapporto tra percezione e descrizione matematica dei
fenomeni. Fino al 30 maggio – sala Mostre. Idrogeno, una strada verso un
futuro sostenibile - un percorso per conoscere meglio la via più
promettente per avere energia pulita - con Più freddo, più caldo. Più
quiz! - mostra didattica sui cambiamenti climatici realizzata da Enea –
rappresentano un importante contributo del Museo al dibattito
sull’ambiente che in questi giorni vede Milano protagonista. Aperte fino a
marzo 2004 – corridoio civico. Bici in giro, un percorso che porta dalla
Draisina alla Bianchi di Coppi, fino alla spettacolare bici in legno di Tino
Sana. L’evoluzione della storia delle due ruote parla attraverso alcuni
straordinari pezzi. Aperta fino a marzo 2004 – corridoi civico Le
informazioni sulle mostre sono sul sito www.Museoscienza.org L’ingresso a
tutte le mostre è compreso nel biglietto del Museo. Museo Sera: Tutti i
giovedì dalle 18.30 alle 22.00 il Museo è aperto con biglietto
d’ingresso 5 €. Un’occasione in più per poter visitare le mostre e le
collezioni storiche. Museo Incontri: Lunedì
1 In
viaggio sui Navigli Martesana e di Paderno ai primi del “500 -L’associazione
Amici dei Navigli organizza un nuovo appuntamento alla scoperta di una delle
strutture più caratteristiche del territorio lonabardo. Sala Biancamano –
ore 18.00. Martedì 2 Concerto dei Piccoli Cantori di Milano – Organizzato
dalla provincia di Milano a favore dell’Associazione Bambini Cerebrolesi,
Abc, avrà come cornice la mostra fotografica “il trionfo della vita”.
Presente alla serata l’assessore Cesare Cadeo e Mauro Ossola, presidente
Abc. Sala delle Colonne – ore 20.45 - Info 02 47719426. Lunedì 8 Reti
transeuropee di trasporto e cambiamenti climatici – Articolato convegno
del Gruppo Parlamentare Europeo dei Verdi sull’evoluzione del sistema dei
trasporti e le sue implicazioni ambientali. Sala delle Colonne – ore 9.30
- Info: s.Andreis@tin.it Martedì 9 Modelli matematici: esempi, validazioni,
riflessioni. Una conversazione con Alfio Quarteroni per scoprire le
potenzialità e il fascino dei modelli matematici che lo hanno portato dalla
ricerca per
la Nasa
alla progettazione di Alinghi e alla Coppa America. Sala Biancamano – ore
17.45. Mercoledì 10, giovedì 11 Euro V conferenza organizzata dal Joint
Research Centre di Ispra con il supporto della Regione Lombardia, sarà un
momento d’incontro internazionale tra ricercatori che studiano le
emissioni atmosferiche. Sala Colonne – Sala Biancamano - Info: 0332 78 92
93 Museo Eventi - Speciale Natale - Venerdì 12 fino a domenica 13
L’albero dei pesi o dell’agirnarrando … si conclude al Museo il
viaggio iniziato a Treviglio il 18 ottobre di questa fiaba itinerante. Nel
laboratorio i bambini creano il loro piccolo pezzo di storia, che assieme a
quello di tutti gli altri fa nascere una grande fiaba, quella di un paese
felice perché i suoi abitanti gridano le loro pene in un sacchetto, appeso
poi all’albero in piazza. Ma l’albero, troppo carico, diventa grigio e
triste. Sarà solo il Natale e le fiabe dei bimbi a farlo rinascere. Parte
dell’incasso del Museo sarà devoluto a Children in crisis – Italia Info:
02 48 555 458 – 02 67 47 92 43 Segue comunicato di approfondimento.
Speciale Cent’ Anni Di Volo: Martedì 16 Volava l’anno … una serata in
occasione del centenario del primo volo dei fratelli Wright. Presentazione
in anteprima dello speciale di Raidue, del filmato “Dopo il muro del
suono” e del nuovo allestimento della sezione aerei. Interverranno:
Giovanna Milella, Giosuè Botto Choen, Dario Barezzi, Giovanni Caprara,
Maurizio Cheli, Pasquale Tucci, Ermanno Bazzocchi, Carlo Tognoli, Fiorenzo
Galli. Sala Biancamano – ore 18.30 Info: Museo Nazionale della Scienza e
della tecnologia “Leonardo da Vinci” Ufficio Stampa 02 48 555 441 - 343
Segue comunicato di approfondimento Museo Weekend sabato 6 - domenica 7 -
lunedì 8 Laboratori aperti ; Internet, Leonardo, Metalli , Angolo delle
Bolle, Al di là degli Oceani (sabato e lunedì, prenotazione obbligatoria
all’infopoint) Visite guidate alle collezioni: 14.30 - 15.30 - 16.30 -
17.30 Eventi:
14:00
|
Tutti su internet
|
Lab Internet
|
15:00
|
Gioielli
|
Lab Metalli
|
16:00
|
Cyberspazio
|
Lab Internet
|
17:00
|
Gioielli
|
Lab Metalli
|
18:00
|
Regina Margherita
|
Ingresso
|
sabato 13 - domenica 14 Laboratori
aperti : Telecomunicazioni, Energia, Metalli, Ceramica, Al di là degli
Oceani (solo il sabato, prenotazione obbligatoria all’infopoint). Visite
guidate alle collezioni: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 Eventi:
10:00
|
L’albero dei Pesi (3-6 anni)*
|
Sala delle Colonne
|
11:15
|
L’albero dei Pesi (7-11 anni)*
|
Sala delle Colonne
|
14:00
|
Dall’argilla al vaso
|
Lab Ceramica
|
14:30
|
L’albero dei Pesi (3-6 anni)*
|
Sala delle Colonne
|
16:00
|
L’albero dei Pesi (7-11 anni)*
|
Sala delle Colonne
|
17:00
|
Gioielli
|
Lab Metalli
|
18:00
|
Regina Margherita
|
Ingresso
|
|
* prenotazione all’Info Point
|
|
sabato 20 - domenica 21 Laboratori
aperti: Movimento, Internet, Ceramica, Angolo delle Bolle, Al di là degli
Oceani (solo il sabato, prenotazione obbligatoria all’infopoint). Visite
guidate alle collezioni: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30. Eventi:
14:00
|
Tutti su internet
|
Lab Internet
|
15:00
|
Dall’argilla al vaso
|
Lab Ceramica
|
16:00
|
Cyberspazio
|
Lab Internet
|
17:00
|
Dall’argilla al vaso
|
Lab Ceramica
|
18:00
|
Regina Margherita
|
Ingresso
|
“UN REPORTAGE COLOR SEPPIA” DISEGNI MAX
MARRA
Milano, 1 dicembre 2003 - Mercoledì 3 dicembre alle ore 19,00 presso
la Galleria Myopenart
– Via Argelati, 12 – Milano, si inaugura la mostra personale che
raccoglie una serie di recenti disegni di Max Marra dal titolo “Un
reportage color seppia”. Max Marra nasce a Paola, in Calabria, nel 1950.
Espone in gallerie private e istituzioni pubbliche con mostre personali,
partecipa a rassegne italiane ed europee, tra cui: Bologna, Torino, Parigi,
Cannes, Firenze, Venezia. E’ presente con opere polimateriche e disegni
nel collezionismo nazionale e internazionale, attento a consolidate
espressioni artistiche, nella raccolta di opere incisorie europee, Palazzo
del Governo di San Gallo, (Svizzera tedesca), nella Biblioteca Nazionale di
Berna, nella raccolta d’Arte Italiana Museo d’Arte Moderna di Santa Pau,
Girona, (Catalunya), nel Museum of Art di Guanzhou in Cina, Duta Fine Arts
Museum di Giacarta (Indonesia), Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli
Ippoliti, (Mn), Museo d’Arte Contemporanea di Taverna (Cz), Young Museum
di Revere (Mn), Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza. Dal testo
in catalogo di Claudio Rizzi: “…Max Marra ha colto, in brevi veloci
tratti di perentoria definizione, un brano dell’umanità, riportandone
elementi che dalla storia più antica si propagano alla quotidianità e si
propongono alla soglia del futuro. Con il carattere nordico che gli è
tipico, dovuto a formazione in ottica europea e ad analisi critica delle sue
radici mediterranee, peraltro mai tradite ma anzi tradotte in patrimonio di
cultura internazionale, Marra ha percorso i fogli di questi lavori con
spontanea voce espressionista senza concedersi mai l’esibizione
dell’eccesso. Ha intuito senza indulgere al particolare aneddotico, ha
astratto la realtà conducendola all’essenza di un immaginario agibile
alla condivisione collettiva, ha sintetizzato comuni denominatori animandoli
in libertà…” Infolink: www.Myopenart.com
TRIS MILANO CITY MARATHON: BEN 4.499 ARRIVATI SU4.950 PARTITI
(E 5.512 ISCRITTI)
Milano, 1 dicembre 2003 - Ben 4.499 atleti hanno portato a termine Tris
Milano City Marathon 03
La Furlani
chiude tra gli applausi L'atleta affetta da sclerosi multipla, la più
caparbia dei 4.950 schierati al via, si rammarica di non aver fatto meglio
dello scorso anno, ma è ideale capofila dei 4.950 "faticatori"
che hanno preso il via Slvia Furlani, atleta di grande coraggio, capace di
andare oltre la sclerosi multipla che l'affligge da anni, chiude il campo
degli arrivati di Tris Milano City Marathon 03 al 4.499° posto. Impiega 7
ore 3 minuti e 17 secondi, appena oltre il suo tempo dello scorso anno.
Chiude tra gli applausi e i flash dei fotografi e incarna lo spirito di
sacrificio di coloro che l'hanno preceduta: dei 5.512 iscritti a Tris Milano
City Marathon si sono schierati al via 4.950. Fatti salvi 5 squalificati
(per indegnità) i 4.499 arrivati testimoniano il piacere di una maratona
corsa a Milano in una giornata ideale per i grandi atleti ma non certo per i
faticatori che il freddo lo avvertono, sempre e comunque. Resta da dire di
chi ha vinto, in senso assoluto: tra gi uomini John Birgen, keniano,
sbarcato a Milano con credenziali di poco conto (valeva 2 h e 20 fatti a
Cracovia quest'anno e a Mombasa l'anno scorso) e capace di ritmi irregolari
per i quali hanno pagato i più titolati Cheruiyot e prima ancora Rotich,
vale a dire il primo e il secondo dell'anno scorso. Birgen è un keniano di
29 anni, originario di Jepkerid, piccolo villaggio a una cinquantina di
chilometri da Eldorade, dove vive con due fratelli e due sorelle. Danilo
Goffi, enfant du pays, ha ottenuto un dignitoso quinto posto in 2 h, 11' e
23" che non lo ha soddisfatto. Dopo 13 mesi senza maratone si aspettava
qualcosa di più: "Mi sono mancati gli ultimi sette chilometri,
probabilmente proprio per la lunga assenza da questa distanza, che per
intero non viene mai coperta in allenamento. Peccato perché la gente mi è
stata vicina, mi ha incitato in ogni tratto della gara". Keniana anche
la vincitrice tra le donne, strenua avversaria di quell'Alice Chelangat che
sembrava poter dominare Milano, come già due anni fa. A sorpresa, ma non
troppo, si è fatta valere Anne Jelagat, 34 enne di Kaptagat, alle porte di
Eldorade, madre di due bambine (rispettivamente 6 e 3 anni), che la maratona
ha cominciato a frequentare tardi, già ventottenne, e che lavorava in
lavanderia e come cameriera presso il Fila Camp di Kaptagat.
La Jelagat
oggi ha avuto problemi soltanto in avvio, per la temperatura rigida, poi si
è ben ritrovata lungo il percorso, dove è invece affondata
la Chelangat
, al traguardo soltanto quarta in 2 h 31' e 58", vale a dire 2 minuti e
35 dopo la vincitrice.
La Jelagat
ora aspira a vincere Parigi 2004, scendendo sotto le 2 h e 28'. Oggi con 2 h
29' e 23" ha limato quasi un minuto al suo primato personale, ottenuto
un mese fa a Venezia (2 h 30' e 17").
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