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2003 anno 6°  

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1  DICEMBRE 2003

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DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PRODI GIORNATA MONDIALE DELL'AIDS - 1 DICEMBRE 2003

Bruxelles, 1 dicembre 2003 - Il mondo è in stato di emergenza. L'hiv/aids, la malaria e la tubercolosi continuano a diffondersi nonostante i crescenti sforzi compiuti negli ultimi anni. Questa crisi rappresenta una tragedia personale per gli oltre 45 milioni di uomini, donne e bambini colpiti dall'Hiv/aids. L'impatto politico, economico e sociale di questa catastrofe è ancora più vasto. Non possiamo permetterci di minimizzare la sfida che tutti noi siamo chiamati ad affrontare. Per combattere l'Hiv/aids e le altre principali malattie trasmissibili è necessario agire su diversi fronti. Nel suo ruolo di attore della comunità internazionale, la Commissione si sta assumendo le sue responsabilità. Credo che i nostri sforzi ci abbiano portato ad un punto di svolta. È necessario mantenere l'attuale slancio e promuovere nuovi interventi. Mai come oggi la lotta contro l'Hiv/aids ha coinvolto così tanti governi, popoli e cittadini. La Commissione ha guidato la battaglia per garantire che le norme Omc riguardanti la protezione dei diritti di proprietà intellettuale fossero rese compatibili con il diritto dei paesi poveri ad avere accesso ai medicinali a prezzi ragionevoli. Abbiamo vinto questa battaglia a settembre. Siamo inoltre stati i primi a difendere il principio della differenziazione dei prezzi e a garantire che le popolazioni bisognose potessero disporre di farmaci ad un costo accessibile. Abbiamo inoltre innalzato il livello dei finanziamenti resi disponibili attraverso il Fondo globale e mediante altri strumenti. Al tempo stesso, promuoviamo e finanziamo importanti progetti di ricerca. La Commissione europea stanzierà oltre un miliardo di euro tra il 2003 e il 2006 per il piano mondiale contro l'Hiv/aids e le altre principali malattie trasmissibili. In occasione del Vertice del Millennio ci siamo impegnati a ridurre la povertà nel mondo e a combattere l'Hiv/aids, la malaria e la tubercolosi e continueremo a farlo. Questi interventi dovranno tuttavia essere accompagnati da un'azione generale tesa a migliorare l'efficienza dei sistemi e dei servizi sanitari dei paesi in via di sviluppo. Il miglioramento di tali servizi è essenziale se vogliamo combattere in maniera efficace queste malattie. Dal 1990 ad oggi gli aiuti comunitari allo sviluppo riguardanti la salute, l'Aids e i problemi demografici hanno raggiunto oltre 100 paesi, per un valore complessivo di oltre 5 miliardi di euro. Nell'ambito della nostra cooperazione allo sviluppo, abbiamo l'obbligo di operare investimenti significativi per migliorare i risultati sul fronte della salute e dell'istruzione. Questa priorità dovrebbe essere condivisa dagli stessi paesi in via di sviluppo e trovare riflesso nel livello dei finanziamenti che questi ultimi riservano a tali settori nell'ambito dei rispettivi bilanci. Non basta combattere i sintomi; dobbiamo anche eliminare le cause. L'informazione e la prevenzione sono altrettanto importanti quanto le cure. I governi e i cittadini condividono la stessa responsabilità comune. In tale contesto, invito tutti i paesi a riconoscere pienamente l'esigenza di attuare con urgenza un intervento rafforzato di prevenzione, come quello che ha permesso di fermare l'epidemia nell'Uganda o nel Senegal. L'hiv/aids prospera dove c'è povertà, ignoranza e paura. È fondamentale evitare la disinformazione, i giudizi arbitrari e le azioni fuorvianti. Occorre fornire a tutti i paesi e a tutte le fasce della popolazione, in particolare alle giovani donne e ai bambini, mezzi concreti e informazioni precise per prevenire la malattia e salvare le vite umane. La storia ci condannerà se non faremo tutto ciò che è in nostro potere per affrontare con vigore tali problemi. Invito oggi ogni cittadino europeo a mostrare la propria solidarietà con tutte le vittime di questo flagello, in Europa e nel resto del mondo.

INVESTIMENTI NELLA RICERCA: SECONDO GLI EURODEPUTATI SI AVANZANO PROPOSTE CORAGGIOSE, MA NON SI CONCRETIZZA NULLA
Bruxelles, 1 dicembre 2003 - Durante una riunione informativa congiunta, tenutasi il 26 novembre, l'eurodeputato tedesco Ralph Linkohr e il relatore del Comitato delle regioni Lars Nordström hanno chiesto agli Stati membri di adottare delle misure per rafforzare gli investimenti nella ricerca. Linkohr, la cui relazione sugli investimenti nella ricerca è stata adottata dal Parlamento il 18 novembre, ha affermato che l'Europa "soffre di un trauma: si prendono decisioni, si avanzano proposte coraggiose, ma poi nella realtà non si concretizza nulla". Secondo Linkohr, ciò è dovuto ad una pressione insufficiente da parte della comunità scientifica. "Chi ha un lavoro non protesta e chi non ce l'ha non è avvezzo alle proteste. I ricercatori non hanno l'abitudine di ribellarsi e preferiscono recarsi all'estero", ha affermato l'eurodeputato, sottolineando la differenza con il mondo agricolo. Linkohr ha evidenziato altresì una tendenza deleteria nel nostro continente: "L'europa consuma, ma non investe nel futuro". L'adozione di tale relazione da parte del Parlamento avrà, secondo l'eurodeputato tedesco, due principali conseguenze. Innanzitutto, avendo chiesto di elevare il bilancio per il Settimo programma quadro (7Pq) a 30 miliardi di euro, "gli europarlamentari sono ora obbligati a battersi per un aumento considerevole. Pertanto, si chiede al Parlamento di adottare un atteggiamento politico risoluto nei confronti del Consiglio". La seconda conseguenza riguarda la creazione di un Consiglio europeo delle ricerche (Cer) che, secondo Linkohr, "ha senso solo se adeguatamente finanziato". A tal fine, egli ha chiesto un finanziamento comunitario di cinque miliardi di euro ripartito su un periodo di quattro anni. Per trovare i fondi, ha spiegato l'eurodeputato, è necessario elaborare un nuovo strumento, poiché il finanziamento alla ricerca deve avvenire interamente nell'ambito dei programmi quadro, così come sancito dal Trattato. Linkohr, pertanto, ha chiesto alla Commissione di preparare una proposta su come collegare il Cer ai programmi quadro. L'eurodeputato tedesco ha precisato, tuttavia, che il Cer dovrebbe rimanere indipendente e molto più flessibile rispetto ai programmi quadro: una decisione, questa, che permetterebbe di distribuire finanziamenti molto piccoli in funzione delle esigenze. Il relatore del Comitato delle regioni sulla questione degli investimenti nella ricerca, Lars Nordström, ha ribadito la richiesta di un rafforzamento della spesa scientifica avanzata da Linkohr, poiché, a suo avviso, questo è l'unico modo di convincere i giovani che la ricerca offre loro delle prospettive per il futuro e di incoraggiarli, quindi, a vedere in questo settore una possibilità di carriera. Nordström ha aggiunto che il denaro, da solo, non basta. Il sistema di ricerca in Europa, ha affermato, è molto più isolato rispetto agli Stati Uniti e occorre intensificare i legami con la società e con il settore privato.

EFFETTI DEL FUMO SULLE MADRI NUTRICI E SUL LATTE MATERNO
Milano, 1 dicembre 2003 - E L'influenza dell'ambiente sul contenuto di inquinanti nel latte materno è scientificamente accertato che, tra i suoi numerosi effetti negativi sulla salute umana, il fumo nella madre mostra associazioni con un basso peso alla nascita ed un minore sviluppo psicointellettivo nella prole. Rimangono tuttavia non chiari i presupposti biologici di questa associazione. È comunque noto che il fumo si associa ad un aumento del rischio cardiovascolare. Accanto ad un'azione diretta di lesione sulle pareti dei vasi, le interferenze sul metabolismo dei grassi circolanti sono state più volte proposte e dimostrate. È possibile quindi ipotizzare che alla base del danno sul feto e sul neonato possano esserci interferenze sul metabolismo dei grassi. Presso la Clinica Pediatrica dell'Ospedale San Paolo, diretta dal prof. Marcello Giovannini, ed in collaborazione con il gruppo di ricerca diretto dal prof. Claudio Galli del Dipartimento di Scienze Farmacologiche, entrambi dell'Università degli Studi di Milano, e con il contributo dell'Istituto Danone, è stato effettuato uno studio su un campione di 95 madri, delle quali sono state registrate la composizione del latte materno a 1, 3 e 6 mesi di allattamento e le abitudini alimentari nel corso dei mesi precedenti al parto e nel corso dell'allattamento stesso. A sei mesi, le madri che allattavano si sono progressivamente ridotte a 30. A 3 mesi è stato effettuato un prelievo di latte. Le madri sono quindi state suddivise in base alla categoria "fumatrice" e "non fumatrice". Per fumatrice veniva indicata una madre che fumasse almeno 5 sigarette al giorno fino a conoscenza della gravidanza, indipendentemente dal fatto che poi continuasse o meno. Nelle madri fumatrici è stato riscontrato un maggiore aumento dei livelli di colesterolo totale circolante nel corso della gravidanza; un minore diminuzione degli stessi valori successivamente; dei valori inferiori di grasso nel latte (e conseguente riduzione dell'apporto di energia); dei valori inferiori acidi grassi polinsaturi a lunga catena (acido arachidonico e soprattutto acido docosaesaenoico), importanti fattori di crescita per il sistema nervoso centrale. Di conseguenza, è possibile ipotizzare che uno dei meccanismi con cui il fumo determina gli effetti sfavorevoli osservati nella prole, sia attraverso una modifica del metabolismo dei grassi nella gestante e nella nutrice. Per quanto concerne l'ambiente, da numerose aree comprendenti sia Paesi industrializzati che in via di sviluppo si vanno levando indicazioni preoccupanti sui livelli delle sostanze xenobiotiche. Tali sostanze si concentrano essenzialmente nei grassi (sono infatti molecole lipofile; solo alcuni cosmetici sono essenzialmente idrofili, ovvero a dispersione idrica). Il latte materno è, in questo senso, uno dei principali indicatori della dispersione di queste sostanze nella catena alimentare. Infatti alla base della sua produzione sta la concentrazione di grassi derivanti in parte (un terzo circa) dalla dieta attuata dalla madre e per il resto (i rimanenti due terzi) dai depositi lipidici. Nessuno al momento mette in discussione la qualità del latte materno a causa delle sostanze liofile di origine xenobiotica in esso contenute. Infatti, il passaggio quantitativamente e qualitativamente più rilevante di tali sostanze avviane dalla madre al feto durante la gravidanza: in primo luogo perché si tratta di un passaggio diretto tramite via ematica, in secondo luogo perché fino alla 32sima settimana di età gestazionale non esistono in pratica depositi di grasso nel feto e tali composti si concentrano selettivamente nel principale organo a matrice lipidica, il cervello, seguito dal fegato. Per il lattante, i vantaggi netti del latte materno sono superiori agli effetti dell'allattamento con formula. In questo studio, il latte materno è stato perso come indicatore di contaminazione ambientale. Perché la Regione Lombardia ? L'industria Icmesa, il cui nome rimane legato nelle cronache all'incidente che comportò la contaminazione con diossina delle aree circostanti, era situata nella zona di Meda, vicino a Seveso, a circa 15 km a Nord di Milano. I suoi prodotti venivano utilizzati come composti intermedi nell'industria cosmetica e farmaceutica e, dal 1969, produsse anche il 2,4,5 triclorofenolo (Tcp), un composto necessario alla sintesi chimica degli erbicidi. Questo tipo di sostanza chimica veniva lavorata a temperature molto elevate, dando così origine a sostanze impure come il 2,3,7,8 tetraclorodibenzo-para-diossina (Tcdd), più comunemente chiamato diossina, noto per la sua stabilità chimica e per le proprietà altamente tossiche. Nel luglio 1976, per 20 minuti, vi fu una fuga nell'aria di sostanze originate dal Tcp, che coinvolse una zona molto vasta dei comuni di Seveso, Meda, Desio, Cesano Maderno e, in misura minore, altri comuni adiacenti. Si valuta che il quantitativo di diossina riversato nell'ambiente sia stato di circa 30 Kg . In seguito a questo disastro ambientale iniziò un'attenta osservazione della popolazione esposta, al fine di sottoporla ad un controllo preventivo sui possibili effetti della diossina. A distanza di circa 25 anni, abbiamo valutato la concentrazione nel latte umano di diossina e di altri composti organoclorati in donne abitanti nell'area a rischio, confrontandolo con quella nel latte di donne provenienti dalla città di Milano e di zone rurali limitrofe. Sono state dosate anche altre molecole, come Policlorobifenili (Pcb), Diclorodifenil Tricloroetano (Ddts) ed Esaclorocicloesano (Hch), considerati come composti diossino-simili. Lo studio ha visto impegnate la Clinica Pediatrica dell'Ospedale San Paolo (Dir. Prof. Marcello Giovannini) e l'U.o. Pediatria, Ospedale di Desio (Dir. Dott. Roberto Besana) ed ha avuto come sponsor l'Istituto Danone. Nonostante siano passati 25 anni dall'incidente chimico, il livello di Tcdd (la diossina vera e propria), composto estremamente tossico, è quasi tre volte più elevato nel latte delle donne di Seveso rispetto a quello del latte delle donne delle altre due aree. Le concentrazioni di Ddt nel latte umano sono invece più elevate nei campioni provenienti da Milano rispetto a quelli provenienti dalle altre due aree e questo potrebbe essere dovuto al fatto che alcuni alimenti consumati dalle donne di Milano provengono da zone dove il Ddt è ancora utilizzato come pesticida. Ulteriori studi sono tuttavia necessari per capire se i livelli più elevati di Tcdd nel latte delle madri abitanti a Seveso sono legati all'elevata concentrazione di Tcdd accumulata nei depositi adiposi corporei al momento dell'incidente o se gli alimenti da esse assunti sono ancora contaminati da questi composti. L'organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) definisce l'allattamento al seno esclusivo l'alimentazione ideale nei primi sei mesi di vita; fino all'anno di vita è consigliato il proseguimento dell'allattamento al seno, opportunamente complementato dagli alimenti introdotti con il divezzamento. È' importante quindi conoscere la situazione attuale riguardo la prevalenza e la durata dell'allattamento al seno in Italia, e valutare i fattori associati a questa pratica, al fine di attuare una strategia di promozione adeguata. Il "Progetto Puer" è la prima indagine a livello nazionale eseguita in Italia sull'allattamento al seno. Questo progetto è stato promosso e realizzato dalla Clinica Pediatrica dell'Ospedale San Paolo dell'Università degli Studi di Milano diretta dal prof. Marcello Giovannini, in collaborazione con l'Istituto Danone. Nello studio sono stati presi in considerazione due gruppi di madri che hanno dato alla luce un bambino rispettivamente nel mese di novembre 1995 e nel mese di Novembre 1999. Il campione di mamme era distribuito su tutto il territorio nazionale in base alla distribuzione delle nascite. L'indagine è stata eseguita mediante un'intervista telefonica al compimento del 1°, 3°, 6°, 9° e 12° mese di vita del bambino, ed era volta ad indagare il tipo di allattamento effettuato e i fattori biologici e sociali potenzialmente associati all'allattamento al seno. I risultati dell'indagine hanno mostrato un incremento nella prevalenza dell'allattamento al seno in questo quinquennio; la percentuale di madri che hanno iniziato ad allattare al seno è stata del 85% nel 1995 e del 91% nel 1999. È stato evidenziato anche un sensibile prolungamento della durata dell'allattamento al seno; a 3 mesi si è passati dal 42% al 66% di bambini allattati al seno, a sei mesi dal 20% al 47%, a 12 mesi dal 4% al 12%. Nel corso dell'indagine del 1999 è stata effettuata un'ulteriore osservazione sulle abitudini alimentari in corso di divezzamento. Si sa che nel divezzamento i fattori socioculturali, le raccomandazioni pediatriche e le tradizioni locali si uniscono a dettare i tempi ed i ritmi dell'introduzione di alimenti solidi. A fronte di queste ragioni che determinano i diversi tempi dello svezzamento, sappiamo che il maggiore rischio nutrizionale di questa età è legato a un'eccessiva introduzione di proteine, a fronte di una carenza di ferro e di zinco nella dieta. Per questo motivo viene raccomandato, in caso di insufficienza di latte materno, e mentre si introducono i nuovi alimenti, il passaggio ad un latte opportunamente formulato. Invece, ancora troppo presto ed in misura rilevante, si assiste alla precoce introduzione nella dieta del latte vaccino (più del 10% a 5 mesi, quasi 20% a 6 mesi, 65% a 12 mesi). Contemporaneamente, un bambino su tre assume un tipo di alimento diverso dal latte a meno di 4 mesi. A seguito di queste rilevazioni si può affermare che, mentre la ricerca in nutrizione sta procedendo a definire i punti fermi per un corretto divezzamento, la cultura della nutrizione deve ancora affermarsi con sufficiente chiarezza per evitare gli errori più grossolani che ancora troppo frequentemente si verificano nel corso del divezzamento.

HERPES GENITALIS : NUOVI DATI PRESENTATI ALL'8° CONGRESSO MONDIALE SULLE INFEZIONI E PATOLOGIE IMMUNOLOGICHE IN AMBITO GINECOLOGICO
Milano, 1 dicembre 2003 - Nonostante in Italia si verifichino ben 600 mila casi di herpes genitale e il 10% della popolazione sessualmente attiva sia contagiato dal virus, il numero di prescrizioni per trattamenti farmacologici contro questa infezione non supera le 70 mila unità. E' questo il dato fondamentale emerso nel incontro in cui è stato fatto il punto sui risultati dell'8° Congresso mondiale sulle infezioni e sulle patologie immunologiche in ostetricia e ginecologia, conclusosi pochi giorni fa Venezia. "Si tratta di dati che devono far riflettere - ha detto il Prof. Secondo Guaschino, Presidente del congresso e Direttore della Clinica Ginecologica Università di Trieste - perché, se è vero che le malattie a trasmissione sessuale, come l'herpes genitale, per retaggio culturale sono spesso considerate con vergogna, oggi possono essere affrontate e curate con i nuovi antivirali, estremamente selettivi e quindi con una tollerabilità di gran lunga maggiore rispetto ai trattamenti utilizzati in passato. E' sulla forbice che si apre tra casi stimati e quelli trattati che bisogna agire, con l'informazione sulla prevenzione e l'incoraggiamento a cercare l'aiuto del medico, l'unico che può garantire un intervento efficace e specifico". L'herpes genitale è una malattia scatenata dall'Herpes Simplex Virus (Hsv). In realtà esistono due tipi di Hsv: Hsv1 causa principale dell'herpes labialis e Hsv2 causa principale dell'Hg. L'herpes genitale, come l'herpes labiale, ha un andamento tipico: si presenta spesso con una manifestazione iniziale, chiamata infezione primaria, seguita da una o più recidive annuali, di numero e gravità variabile da persona a persona, intervallate da periodi senza sintomi (periodi di latenza). L'herpes genitale può colpire tutta la popolazione sessualmente attiva: le diagnosi, che vedevano prevalente il sesso maschile, registrano ora una crescita di casi tra la popolazione femminile, per un aumento in generale delle richieste di visita specialistica. La terapia dell'herpes genitale si basa sull'assunzione orale di antivirali specifici, in grado di entrare nel Dna del virus e di bloccarne la replicazione e quindi l'infezione. I tempi di trattamento del primo episodio sono uguali per tutti i pazienti; possono invece variare i tempi e i dosaggi in virtù del numero delle recidive e della storia clinica del paziente. "La tempestività nella cura dell'Hg rimane un punto di assoluto rilievo.Tra gli antivirali orali disponibili, è famciclovir l'ultimo arrivato sul mercato italiano" afferma il Dott. Marco Cusini, Responsabile del Centro Malattie a trasmissione sessuale, Clinica Dermatologica Ospedale Maggiore di Milano. "Si tratta di un profarmaco, il cui principio attivo (penciclovir) agisce selettivamente all'interno della cellula infetta. Questo meccanismo permette al farmaco di avere un'azione rapida e mirata nel bloccare la replicazione virale". La sua potenza inoltre è stata clinicamente provata misurando i dosaggi e i tempi di azione sui virus: infatti famciclovir mostra i risultati in tempi più brevi e a dosaggi inferiori a quelli richiesti degli altri antivirali, e con un'ottima tollerabilità anche per terapie di lungo termine. L'herpes genitale, dunque, è una malattia ad alta contagiosità. Il pericolo maggiore è rappresentato dai soggetti nei quali non si hanno manifestazioni importanti: si ritiene infatti che 7 volte su 10 la trasmissione della malattia avvenga in modo totalmente inconsapevole. Il virus si trasmette più facilmente dall'uomo alla donna; vale a dire che, in un rapporto in cui l'uomo è portatore dell'infezione, la partner ha il 60% di probabilità di essere contagiata. "Il sesso femminile è quindi un fattore di rischio non modificabile. Non modificabile è anche l'età: normalmente il picco di contagi si concentra attorno ai 40 anni, anche se nuovi dati spostano l'allarme contagio anche sui più giovani" sottolinea Guaschino. "Ben modificabile è il comportamento sessuale: a un maggior numero di partner, infatti, corrisponde un rischio più elevato di infezione". Continua Guaschino "Oggi, comunque, è possibile combattere il virus e la malattia: attraverso una diagnosi puntuale basata, oltre che sui criteri clinici e sull'anamnesi della persona, sui metodi di rilevazione in laboratorio e un'adeguata terapia". "Per questo motivo, il dialogo tra medico e paziente assume un ruolo essenziale," sottolinea Cusini. "È importante, infatti, far sapere che la terapia antivirale esiste e che garantisce ottimi risultati: riduce i sintomi dell'infezione primaria e delle recidive, ma soprattutto riduce la possibilità di contagio della malattia. Spesso prescrivere una terapia non basta, è necessario associare alla prescrizione un adeguato counselling comportamentale".

35 MILIARDI DI LIRE ALL’ANNO SONO I RISPARMI CHE SI STIMA POSSANO ESSERE OTTENUTI DALLA REGIONE CALABRIA GRAZIE AI SERVIZI DOMICILIARI SANITARI DI MEDICASA ITALIA, SOCIETA’ DEL GRUPPO AIR LIQUIDE SANITA’
Milano, 1 dicembre 2003. E’ di almeno 35 miliardi di vecchie lire la stima del risparmio annuale della Regione Calabria, ottenuto sottraendo un 20% di pazienti al ricovero ospedaliero su 2.500 presi in carico nel solo 2002, e su circa 2.300 presi in carico nei primi 10 mesi del 2003. Questi sono solo alcuni dei risultati che verranno presentati al convegno, “Le cure sanitarie domiciliari in Calabria”, che si terrà sabato 29 novembre 2003 alle ore 9,30 presso la sala del Tribunale dei minori di Catanzaro, con la partecipazione di Costantino Mandalis, presidente della Società Italiana di Cure Sanitarie Domiciliari. Il convegno è organizzato dalle Asl partecipanti al progetto ed è sponsorizzato da Medicasa Italia, società del gruppo Air Liquide Sanità che dal 1993 si occupa di cure sanitarie a domicilio, e dalla Regione Calabria che dal 2002 collabora con l’azienda al progetto sperimentale per l’assistenza domiciliare sul territorio. In particolare modo, l’attenzione sarà focalizzata sullo stato delle cure sanitarie in Calabria, sul rapporto ospedale e territorio e sulle prospettive di espansione delle medesime cure all’intera regione. Le Asl 1 e 10 di Paola, l’Asl 6 di Lamezia, l’Asl 7 di Catanzaro (capofila del progetto) e l’Asl 8 di Vibo Valentia sono partner di Medicasa Italia nel progetto, che si avvale del supporto professionale di medici, specialisti, infermieri, fisioterapisti, logopetisti ed altri operatori sanitari e, attraverso l’Ati (Associazione Temporanea d’Imprese), anche della collaborazione di Cooperative Airone, Aurora, Futura, Chirone, Luxor, Meridia, Ss. Pietro e Paolo e S. Eufemia. Il modello organizzativo gestionale è l’elemento innovativo del progetto che pone al centro dell’attenzione il Medico generico, quale decisore delle cure del suo paziente, l’Asl che attraverso un’attenta valutazione del paziente stesso, definisce il percorso terapeutico più appropriato e controlla la qualità e il rispetto delle procedure ed, infine, Ati-medicasa che eroga servizi sanitari a domicilio di primo e secondo livello, caratterizzati da sistemi avanzati di telemedicina (elettrocardiografia, spirometria e monitoraggio telematico dei pazienti) e di telesoccorso (dimissioni protette ed ospedalizzazioni domiciliari per i pazienti critici) operativi 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno. Maurizio Cipolla, direttore centrale Medicasa Catanzaro, ha così commentato: “La forte sinergia tra pubblico e privato ha permesso l’erogazione di servizi sanitari domiciliari di elevata qualità, sperimentati con successo almeno nel 73% dei casi, con una notevole riduzione dei ricoveri ospedalieri non necessari e un alleggerimento del carico di gestione dei malati da parte delle famiglie”.

IL DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DI SVILUPPO (MINISTERO ECONOMIA E FINANZE) PRESENTE AL SALONE DELLO SVILUPPO LOCALE DI TORINO - 27/28 NOVEMBRE 2003
Torino, 1 dicembre 2003 - A chiusura di un anno di intensa attività di comunicazione (www.Dps.tesoro.it/convegni.asp), il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo (Dps) è intervenuto alla prima edizione dell'evento organizzato dalla Provincia di Torino e patrocinato, tra gli altri, dallo stesso Ministero dell'Economia e delle Finanze. Alla presenza di numerose imprese, amministrazioni pubbliche, agenzie di sviluppo e associazioni di categoria, il Dps ha messo a disposizione dei partecipanti i prodotti multimediali e le pubblicazioni realizzate nel corso degli ultimi mesi. Tra queste, i cataloghi dei progetti finanziati con i fondi nazionali ed europei nelle regioni del Sud, i documenti economici, le raccolte normative e la newsletter mensile sui Fondi strutturali comunitari (Sud News), che, come tutti i prodotti editoriali del Dipartimento, sono disponibili on-line all'indirizzo www.Dps.tesoro.it. Nell'ambito del denso programma di convegni e seminari organizzati in occasione del Salone, Paolo Signorini, Direttore Generale del Servizio per le Politiche di sviluppo territoriale e le Intese del Dps, è intervenuto al workshop "I processi di governance: come cambiano le decisioni" www.Salonesviluppolocale.it/sem_work2.htm

 

IL DIVINO INFANTE, SCULTURE DEVOZIONALI DEL BAMBINO GESÙ DALLA COLLEZIONE HIKY MAYR HINTERKIRCHER A CREMONA
Cremona, 1 dicembre 2003 -  Organizzata dall’Apic in collaborazione con il Museo civico Ala Ponzone di Cremona e con Franco Maria Ricci, la mostra presenta - in splendide vetrine progettate dallo scenografo Pier Luigi Pizzi - circa cento sculture appartenenti alla Collezione Hiky Mayr, la più significativa e copiosa raccolta a tema esistente in Europa, e propone un excursus storico che documenta, attraverso i manufatti esposti, tecniche, usi, iconografie legati al tema della scultura a tutto tondo avente per soggetto Gesù Bambino e, in alcuni casi, Maria Bambina. Si tratta di opere di devozione a se stanti, che non hanno cioè alcuna attinenza specifica con il presepe, poiché le dimensioni (che si aggirano tra i sessanta e novanta centimetri per quelli in piedi e tra i cinquanta e i settanta centimetri per quelli distesi) ne confermano un uso diverso riferibile alla devozione dell’immagine autonoma del Bambino Gesù. Verranno presentate statue del Bambino in fasce ed ignudo, del Bambino in piedi o seduto, del «Piccolo Re» abbigliato con vesti ricchissime e dotato di un corredo sfarzoso, o del piccolo Gesù nell’immagine più tradizionale e semplice. Il nucleo più consistente della raccolta presenta opere riferibili ai secoli Xvii-xviii provenienti da celebri botteghe artigiane (napoletane e siciliane) e realizzate con tecniche e materiali diversi (legno intagliato e policromo, cera, terracotta e carta pesta). Le opere esposte si completano con una documentazione iconografica e didattica che sottolinea gli aspetti critici, tecnici e stilistici. Franco Maria Ricci scoprì la collezione Hiky Mayr alcuni anni fa e ne fu affascinato al punto da dedicare al tema un lungo articolo sulla sua rivista Fmr e un volume di grande formato. La mostra rappresenta una singolare opportunità di riproporre, nel campo della scultura di devozione, un’analisi stilistica di opere fino ad oggi studiate in modo parziale e inorganico, ma anche di sollecitare una riflessione più profonda su temi teologici, biblici e liturgici. Il percorso espositivo è arricchito da dipinti del Museo civico Ala Ponzone tematicamente e cronologicamente correlati. Cremona, Museo civico Ala Ponzone Via Ugolani Dati, 4 Fino al 15 febbraio 2004 Infolink: www.Cremonamostre.it

DONNE DISEGNANO DONNE PERCORSO AL FEMMINILE TRA GLI SHŌJO MANGA PRESENTATO DA YKK, LEADER MONDIALE NELLA PRODUZIONE DI ZIP
Milano, 1 dicembre 2003 - Ykk, azienda giapponese leader mondiale nella produzione di zip e minuteria metallica, presenta nove autrici di shōjo manga a saggio visivo delle loro produzioni, quattro tavole ciascuna. Donne disegnano donne. Percorso al femminile tra gli shōjo manga verrà inaugurata mercoledì 3 dicembre alle ore 17.00 presso la show room di Ykk Italia a Pero. Gli shōjo manga sono nella tradizione tipicamente nipponica i fumetti dedicati alle donne; la parola manga in giapponese significa “immagini in movimento” e designa il fumetto, mentre shōjo è un aggettivo che indica “ genere femminile”. I manga disegnati da donne per le donne debuttano nel 1949 come storielle brevi e divertenti. Ma è negli anni Settanta che le autrici diventano quasi esclusive depositarie di questo genere caratterizzato da peculiari tratti grafici che li rendono immediatamente riconoscibili: grandi occhi veicoli di emozioni, con calde lacrime a indicare disperazione e sfavillii pronti a brillare in caso di gioia, nuvole di fiori, rose a indicare situazioni d’amore e petali svolazzanti, la malinconia, ragazzi belli e amori impossibili. Gli stereotipi grafici diventano messaggio e argomento principale di queste storie è generalmente l’amore. Esempi classici sono le storie di Candy Candy di Yumiko Igarashi e le avventure di Lady Oscar di Ryoko Ikeda, dove si assiste a un’innovazione nelle tematiche: la donna si emancipa e ritrova la sua femminilità, dopo un percorso androgino di ragazza cresciuta come un uomo nella Francia di Maria Antonietta. Ma gli shōjo manga non parlano solo d’amore; affrontano le tematiche più svariate: problematiche sociali, fantascienza, horror, fantasy, fino a soggetti omosessuali, mitologici erotici e religiosi; Machiko Hasegawa ha per protagonista delle sue storie Sazae, una giovane donna alle prese con problemi quotidiani nel Giappone del dopoguerra ed Ai Yazawa scrive di storie sentimental/scolastiche trasposte anche in animazione direttamente per l’home video. Anche Kaori Yuki, particolare per la ricchezza del suo tratto, racconta di temi esoterici e parapsicologici con infiltrazioni di ordine mitico e religioso e Moyoko Anno, è presente con atipici western. Junko Mizuno, tra le più eccentriche, fonde il tradizionale concetto di “carino” con una miscellanea di tematiche horror o erotiche le cui protagoniste travolte in situazioni grottesche, sfoggiano abbigliamento dark e punk. Al contrario Risu Akikuki, che si è guadagnata la simpatia delle casalinghe e impiegate, racconta del loro mondo in modo divertente e veritiero. Curatore della mostra, sarà Davide Castellazzi, scrittore editore e cultore di manga, sarà inoltre presente Keiko Ighiguchi, una delle nove autrici, che darà diretta dimostrazione di alcuni “trucchi del mestiere”. La mostra resterà aperta al pubblico dal 4 al 19 dicembre, con esclusione dei sabati e domeniche, dalle 10.00 alle 20.00, su appuntamento telefonando al numero 02-3394051. Ykk Italia, via Pitagora 1, Pero; quattro minuti a piedi dalla fermata Molino Dorino – Mm1.

A PALAZZO REALE MILANO CELEBRA IL DECENNALE DELLA MORTE DI TESTORI
Milano, 1 dicembre 2003 - Fino al 15 febbraio si svolge a Palazzo Reale di Milano la mostra Giovanni Testori. I segreti di Milano. Promossa dal Comune di Milano e organizzata da Palazzo Reale con la collaborazione di Arthemisia, il contributo della Fondazione Cariplo e il supporto di Atm e di Filotecnica Salmoiraghi Instruments , la rassegna presenta centoquaranta opere che documentano, a dieci anni dalla sua scomparsa, la vita di Testori attraverso gli studi, gli interessi e le passioni che lo hanno sempre accompagnato: i quadri, i lavori teatrali, i romanzi, i testi critici e di storia dell’arte. La mostra, curata da Alain Toubas, è divisa in dieci sezioni che approfondiscono i vari momenti dello sviluppo del pensiero testoriano. La prima è Valassina che introduce il visitatore nel mondo lombardo di Testori, ma più in generale nel suo sentimento naturalistico (Courbet, Matisse, Morlotti, Manzù). I segreti di Milano propone il Testori neorealista, affascinato dalla Milano poi celebrata da Visconti. È la città monumentale e magica di Sironi, oppure esistenziale di Ferroni, ma è anche la Milano dei primi successi teatrali di Testori, e della censura che colpì la sua Arialda. I pittori della peste: la sezione si divide in due sale: la prima è dedicata al Seicento è anche il trionfo dell’Erodias, ossia di uno dei suoi capolavori teatrali e linguistici. Qui la decollazione del Battista è resa nel suo dramma totale, senza tempo, poiché coinvolge tanto i grandi seicenteschi lombardi quanto gli artisti contemporanei (Tanzio da Varallo, Crespi, Cairo, Guttuso, Fioravanti, Guerreschi). Particolare attenzione è riservata alla serie di inchiostri autografi di Testori. La seconda sala contrappone richiami manzoniani a esperienze artistiche contemporanee, tese a raccontare il senso di morte che Testori ritrovava nelle pagine dello scrittore milanese (Perez, Jardiel, Mitoraj, Cerano). Promessi Sposi alla prova: i Promessi Sposi, che Testori richiamò più volte nel proprio lavoro di scrittore e critico, qui sono ricostruiti attraverso una serie di quadri che ne documentano il tempo, o il clima. Dai pitocchi di Ceruti, ai nobili ritratti di Fra’ Galgario, fino alla dolcezza di Lopez Garcia. Il teatro degli Scarrozzanti: Amleto, Edipus e Macbetto, tre celebri scarrozzanti di Testori, ossia tre personaggi incapaci di trovare il centro della propria gravitazione esistenziale. Esposti, per la prima volta, otto disegni autografi serviti per lo studio dei costumi di un film (mai realizzato) sull’Amleto. Corona per la madre: la sezione si apre con un dipinto di Jardiel dedicato alla madre di Testori, ma subito si allarga al tema generale della maternità e dell’amore filiale: quel rapporto che dall’incesto di Edipo e Giocasta arriva invece a sublimarsi nella Mater Strangoscias. Ai piedi della croce: ispirata ad un testo critico che Testori scrisse per Mitsuuchi, la sezione indaga il tema caro all’artista della Crocifissione, tanto religiosa e sacra, quanto laica, come capita in In Exitu. Questa sala propone una lunga teoria di crocifissioni di vari artisti contemporanei, una sorta di via crucis artistica. Apocalisse: il titolo della sezione è tratto da un grande quadro di Varlin, ma il vero protagonista della sala è il tema della vanità. Quindi il teschio, estremo simbolo di fine, si annuncia come il filo rosso della sezione, a partire dai celebri quadri di Morlotti, fino alla più intimistica Malinconia di Francese, passando per lo sconvolgimento astratto della Crux di Rainer o per i feti abnormi post-apocalisse di Battarola. Tramonti: una costante della produzione pittorica di Testori sono i tramonti, ripresi - in particolare - nella sua ultima stagione, prima della sua morte all’Ospedale S. Raffaele di Milano. La sezione, divisa in tre piccole sale, fornisce un metodo per ritrovare il senso d’addio che appartiene ai tramonti. Dalle Bagnanti di Morlotti, alle visioni di Guttuso, il tramonto è l’estremo saluto di Testori; qui è collocato anche il suggestivo ritratto firmato da Fetting, l’ultimo per il quale Testori posa. La sala finale racconta l’avventura di un uomo straordinario. È il saluto offerto dagli artisti al critico, al romanziere, al poeta, al drammaturgo, al polemista, all’amico. Il grande e intenso ritratto di Vitali è la teatrale uscita di scena di Testori. Anche il Castello Sforzesco celebrerà il decennale della scomparsa con la mostra Con gli occhi di testori: opere scelte di maestri incisori contemporanei. L’iniziativa, organizzata dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli e curata da Claudio Salsi, presenterà dal 30 novembre al 29 febbraio una selezione di 35 opere di incisori particolarmente amati da Testori: Aurelio Bertoni, Andrea Boyer, Luciano Cottini, Gianfranco Ferroni, Federica Galli, Renzo Vespignani e Giancarlo Vitali. Giovanni Testori (Novate Milanese, 1923 – Milano, 1993) è stato una delle più singolari figure del panorama culturale italiano del dopoguerra. Oltre che narratore, si è dedicato alla poesia, al teatro, alla saggistica, alla storia e critica d’arte, collaborando tra l’altro, a lungo, con il Corriere della Sera. La sua opera di scrittore e poeta, di critico d’arte e drammaturgo, d’intellettuale trasgressivo e polemico è strettamente legata alla vita, alla storia e all’arte della sua città, come del mondo lombardo. Si laurea nel 1947 all’Università Cattolica di Milano con una tesi sulla pittura del primo novecento. Ma è la violenza eloquente dell’espressionismo che lo affascina sempre più negli studi di storia dell’arte, tanto da fargli ricercare radici lontane o periferiche di linguaggi ”plebei” o visionari contro la compostezza classicista di molta altra arte italiana; su questa strada incontra Gaudenzio Ferrari (cui dedica un’importante raccolta di saggi Gran teatro montano di Varallo nel 1965), Gerolamo Romanino, i pitocchi del Ceruti, mentre in Val Seriana o nella Bergamasca rilegge Moroni e ristudia Fra’ Galgario. L’arte lombarda, il “realismo” della tradizione longhiana è però per Testori soprattutto il Seicento. Dalla storia alla critica militante, l’interesse per gli artisti di cui si è occupato nei decenni non è mai stato neutro e la sua adesione a un’esperienza figurativa ha sempre rappresentato la propria messa in gioco: e questo avviene per Francis Bacon (Suite per Francis Bacon I, Suite per Francis Bacon Ii, 1965) come per Willy Varlin, di cui fu il primo effettivo critico. Giovanni testori, I segreti di Milano Fino al 15 febbraio 2004, Milano, Palazzo Reale Infolink: www.Ticket.it/testori

IL MITO DI VENERE IN MOSTRA A BARI NELLA BIBLIOTECA PER LA CULTURA E PER LE ARTI - SANTA TERESA DEI MASCHI
Milano, 1 dicembre 2003 - Una leggenda raccolta dalla mitologia antica vuole che l’Afrodite greca, poi identificata con la latina Venere, sia nata dalla schiuma del mare (in greco “Aphròs”) presso Cipro. La poesia epica ci racconta che Afrodite – Venere fosse figlia di Zeus e di Dione, moglie di Efeso, amante di Ares dio della guerra, e che fosse unita da rapporti amorosi con l’eroe Anchise da cui nacque Enea. A Firenze, in epoca rinascimentale, dopo il lungo oblio a cui il Medioevo aveva costretto i temi legati alle divinità pagane, fu ripreso il tema di Venere: non a caso la Dea dell’amore, della bellezza, del piacere dei sensi e della fecondità è la protagonista di uno dei più celebrati e mitizzati dipinti rinascimentali, la Nascita di Venere di Botticelli, adombrante un significato strettamente aderente alla filosofia neoplatonica quale la nascita dell’humanitas. Promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino e dalla Provincia di Bari, e organizzata dalla società Arthemisia, si inaugurerà a Bari presso la Biblioteca per la Cultura e per le Arti - Santa Teresa dei Maschi - la mostra “Il Mito di Venere. Capolavori dai musei di Firenze”, dopo essere stata presentata a Cipro, presso il Nicosia Municipal Arts Centre, e a Parigi, alla Mairie du Vème Arrondissement, con grande successo di pubblico. In questa occasione si inaugura inoltre la sede definitiva della Biblioteca Provinciale di Bari nell’ex convento di Santa Teresa dei Maschi, nel borgo antico della città, grazie ad un pregevole lavoro di restauro, finanziato con fondi dell’Unione Europea. La Biblioteca , fondata nel 1950 con l’acquisto da parte della Provincia di Bari delle raccolte librarie ed archivistiche del bibliofilo barese Gennaro De Gemmis, è ricca di fondi di storia pugliese, ed è andata arricchendosi negli anni grazie ad una politica di acquisti e di successive donazioni; oggi è ormai centro pilota dell’intera provincia barese. L’esposizione “Il Mito di Venere” intende presentare attraverso una selezionata scelta di opere delle collezioni Medicee prestate dai principali musei fiorentini, le varie sfaccettature con cui i temi legati al mito di Venere furono affrontati in campo artistico. Correlata idealmente al neoplatonismo e stilisticamente a Botticelli è la Venere di Lorenzo di Credi oggi agli Uffizi, presente fin dall’origine nelle collezioni dei Medici. Il gusto della corte medicea, raffinato e intellettualistico, si manifesta nel Cinquecento nella Venere dello Studiolo di Francesco I in Palazzo Vecchio, opera dello scultore Vincenzo Danti, una elegantissima e sinuosa Venere che esce dal mare e si strizza i capelli bagnati; gesto che è ripetuto dalla Venere del Giambologna nota come Fiorenza, destinata alla fontana della Villa medicea di Castello nei pressi di Firenze e così chiamata per essere assimilata all’allegoria di Firenze. Uno dei pittori dello Studiolo, Jacopo Zucchi, è l’autore di un prezioso dipinto su rame che raffigura la Morte di Adone, appartenuto al Granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici, dove la tragica storia raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi è stemprata nei toni idilliaci della favola mitologica. Con una vena più naturalistica fu interpretato il tema nella pittura veneziana del Cinquecento: nascono così la Venere di Tiziano degli Uffizi, memore della più celebre Venere “di Urbino”, anch’essa mollemente adagiata su un lettuccio in ambiente aperto sulla campagna, vestita solo dei suoi gioielli e accompagnata da Amore e da un cagnolino che abbaia a una pernice; e ancora Venere e Mercurio che mostrano a Giove il figlio Anteros di Veronese, che in veste naturalistica adombra la dialettica sull’amore che animava i circoli di intellettuali del Cinquecento. A rappresentare il seicento fiorentino la Venere che pettina Amore di Giovanni da San Giovanni, che con lo spirito che gli è proprio affronta il tema umanizzandolo e raffigurando Venere come una giovane mamma che spidocchia un bambino nudo, piuttosto restio e distratto da quello che succede fuori scena. Al centro di rappresentazioni di effetto teatrale, ambientate in ampi paesaggi popolati da ninfe e da amorini, è raffigurata la Venere attribuita a Rubens e alla sua scuola e con lo spirito e la grazia mutata dalla pittura veneziana dai pittori francesi come Nicolas Coypel, che in una scena alla Tiepolo raffigura la toilette di Venere contornata sul bordo di un laghetto da cui si affaccia il cigno, simbolo di bellezza. Una preziosa mostra che con 22 opere selezionatissime intende riproporre il mito della bellezza femminile che vede nel mito di Venere la persistenza di un ideale femminile che ha attraversato i tempi. Il catalogo prevede, oltre alle schede relative alle opere, alcuni saggi sulla persistenza del mito e dei suoi significati attraverso i secoli oltre all’importanza del tema di Venere nel collezionismo mediceo. Catalogo Silvana Editoriale Curatrice della mostra Maria Sframeli Informazioni e prenotazioni: +39 080 5213142

CALENDARIO DELLA MANIFESTAZIONE CHE SI TERRANNO IN DICEMBRE PRESSO IL MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA "LEONARDO DA VINCI"
Milano, 1 dicembre 2003 - Museo Mostre : La doppia elica del Dna cinquanta anni dopo, inizia il suo corso dentro al Museo completando la rete delle altre città in cui è presente: Padova, Roma e Napoli. L’esposizione è realizzata in collaborazione con la fondazione Buzzati Traverso sulla storia della scoperta scientifica che ha permesso conoscere il codice della vita. Un percorso che si snoda tra genetica, biologia molecolare e biotecnologie e che sarà il primo passo per la realizzazione di uno dei laboratori previsti dal progetto Est. Fino al 30 marzo – sala dei Chiostri. Matemilano Inaugurata il 12 settembre, doveva chiudersi il 14 gennaio invece è stata prorogata fino al 30 maggio per soddisfare le richieste di prenotazione da parte delle scuole. Ottimo il successo anche per il pubblico che nei fine settimana e durante le aperture serali del giovedì affollano il Museo. Nell’ambito della mostra sono state organizzate le Mateconferenze, (vedi Museo Incontri) per approfondire aspetti specifici, solo apparentemente “curiosi”, come il rapporto tra percezione e descrizione matematica dei fenomeni. Fino al 30 maggio – sala Mostre. Idrogeno, una strada verso un futuro sostenibile - un percorso per conoscere meglio la via più promettente per avere energia pulita - con Più freddo, più caldo. Più quiz! - mostra didattica sui cambiamenti climatici realizzata da Enea – rappresentano un importante contributo del Museo al dibattito sull’ambiente che in questi giorni vede Milano protagonista. Aperte fino a marzo 2004 – corridoio civico. Bici in giro, un percorso che porta dalla Draisina alla Bianchi di Coppi, fino alla spettacolare bici in legno di Tino Sana. L’evoluzione della storia delle due ruote parla attraverso alcuni straordinari pezzi. Aperta fino a marzo 2004 – corridoi civico Le informazioni sulle mostre sono sul sito www.Museoscienza.org L’ingresso a tutte le mostre è compreso nel biglietto del Museo. Museo Sera: Tutti i giovedì dalle 18.30 alle 22.00 il Museo è aperto con biglietto d’ingresso 5 €. Un’occasione in più per poter visitare le mostre e le collezioni storiche. Museo Incontri: Lunedì 1 In viaggio sui Navigli Martesana e di Paderno ai primi del “500 -L’associazione Amici dei Navigli organizza un nuovo appuntamento alla scoperta di una delle strutture più caratteristiche del territorio lonabardo. Sala Biancamano – ore 18.00. Martedì 2 Concerto dei Piccoli Cantori di Milano – Organizzato dalla provincia di Milano a favore dell’Associazione Bambini Cerebrolesi, Abc, avrà come cornice la mostra fotografica “il trionfo della vita”. Presente alla serata l’assessore Cesare Cadeo e Mauro Ossola, presidente Abc. Sala delle Colonne – ore 20.45 - Info 02 47719426. Lunedì 8 Reti transeuropee di trasporto e cambiamenti climatici – Articolato convegno del Gruppo Parlamentare Europeo dei Verdi sull’evoluzione del sistema dei trasporti e le sue implicazioni ambientali. Sala delle Colonne – ore 9.30 - Info: s.Andreis@tin.it Martedì 9 Modelli matematici: esempi, validazioni, riflessioni. Una conversazione con Alfio Quarteroni per scoprire le potenzialità e il fascino dei modelli matematici che lo hanno portato dalla ricerca per la Nasa alla progettazione di Alinghi e alla Coppa America. Sala Biancamano – ore 17.45. Mercoledì 10, giovedì 11 Euro V conferenza organizzata dal Joint Research Centre di Ispra con il supporto della Regione Lombardia, sarà un momento d’incontro internazionale tra ricercatori che studiano le emissioni atmosferiche. Sala Colonne – Sala Biancamano - Info: 0332 78 92 93 Museo Eventi - Speciale Natale - Venerdì 12 fino a domenica 13 L’albero dei pesi o dell’agirnarrando … si conclude al Museo il viaggio iniziato a Treviglio il 18 ottobre di questa fiaba itinerante. Nel laboratorio i bambini creano il loro piccolo pezzo di storia, che assieme a quello di tutti gli altri fa nascere una grande fiaba, quella di un paese felice perché i suoi abitanti gridano le loro pene in un sacchetto, appeso poi all’albero in piazza. Ma l’albero, troppo carico, diventa grigio e triste. Sarà solo il Natale e le fiabe dei bimbi a farlo rinascere. Parte dell’incasso del Museo sarà devoluto a Children in crisis – Italia Info: 02 48 555 458 – 02 67 47 92 43 Segue comunicato di approfondimento. Speciale Cent’ Anni Di Volo: Martedì 16 Volava l’anno … una serata in occasione del centenario del primo volo dei fratelli Wright. Presentazione in anteprima dello speciale di Raidue, del filmato “Dopo il muro del suono” e del nuovo allestimento della sezione aerei. Interverranno: Giovanna Milella, Giosuè Botto Choen, Dario Barezzi, Giovanni Caprara, Maurizio Cheli, Pasquale Tucci, Ermanno Bazzocchi, Carlo Tognoli, Fiorenzo Galli. Sala Biancamano – ore 18.30 Info: Museo Nazionale della Scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” Ufficio Stampa 02 48 555 441 - 343 Segue comunicato di approfondimento Museo Weekend sabato 6 - domenica 7 - lunedì 8 Laboratori aperti ; Internet, Leonardo, Metalli , Angolo delle Bolle, Al di là degli Oceani (sabato e lunedì, prenotazione obbligatoria all’infopoint) Visite guidate alle collezioni: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 Eventi:

14:00

Tutti su internet

Lab Internet

15:00

Gioielli

Lab Metalli

16:00

Cyberspazio

Lab Internet

17:00

Gioielli

Lab Metalli

18:00

Regina Margherita

Ingresso

sabato 13 - domenica 14 Laboratori aperti : Telecomunicazioni, Energia, Metalli, Ceramica, Al di là degli Oceani (solo il sabato, prenotazione obbligatoria all’infopoint). Visite guidate alle collezioni: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 Eventi:

10:00

L’albero dei Pesi (3-6 anni)*

Sala delle Colonne

11:15

L’albero dei Pesi (7-11 anni)*

Sala delle Colonne

14:00

Dall’argilla al vaso

Lab Ceramica

14:30

L’albero dei Pesi (3-6 anni)*

Sala delle Colonne

16:00

L’albero dei Pesi (7-11 anni)*

Sala delle Colonne

17:00

Gioielli

Lab Metalli

18:00

Regina Margherita

Ingresso

 

* prenotazione all’Info Point

 

sabato 20 - domenica 21 Laboratori aperti: Movimento, Internet, Ceramica, Angolo delle Bolle, Al di là degli Oceani (solo il sabato, prenotazione obbligatoria all’infopoint). Visite guidate alle collezioni: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30. Eventi:

14:00

Tutti su internet

Lab Internet

15:00

Dall’argilla al vaso

Lab Ceramica

16:00

Cyberspazio

Lab Internet

17:00

Dall’argilla al vaso

Lab Ceramica

18:00

Regina Margherita

Ingresso

“UN REPORTAGE COLOR SEPPIA” DISEGNI MAX MARRA
Milano, 1 dicembre 2003 - Mercoledì 3 dicembre alle ore 19,00 presso la Galleria Myopenart – Via Argelati, 12 – Milano, si inaugura la mostra personale che raccoglie una serie di recenti disegni di Max Marra dal titolo “Un reportage color seppia”. Max Marra nasce a Paola, in Calabria, nel 1950. Espone in gallerie private e istituzioni pubbliche con mostre personali, partecipa a rassegne italiane ed europee, tra cui: Bologna, Torino, Parigi, Cannes, Firenze, Venezia. E’ presente con opere polimateriche e disegni nel collezionismo nazionale e internazionale, attento a consolidate espressioni artistiche, nella raccolta di opere incisorie europee, Palazzo del Governo di San Gallo, (Svizzera tedesca), nella Biblioteca Nazionale di Berna, nella raccolta d’Arte Italiana Museo d’Arte Moderna di Santa Pau, Girona, (Catalunya), nel Museum of Art di Guanzhou in Cina, Duta Fine Arts Museum di Giacarta (Indonesia), Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti, (Mn), Museo d’Arte Contemporanea di Taverna (Cz), Young Museum di Revere (Mn), Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza. Dal testo in catalogo di Claudio Rizzi: “…Max Marra ha colto, in brevi veloci tratti di perentoria definizione, un brano dell’umanità, riportandone elementi che dalla storia più antica si propagano alla quotidianità e si propongono alla soglia del futuro. Con il carattere nordico che gli è tipico, dovuto a formazione in ottica europea e ad analisi critica delle sue radici mediterranee, peraltro mai tradite ma anzi tradotte in patrimonio di cultura internazionale, Marra ha percorso i fogli di questi lavori con spontanea voce espressionista senza concedersi mai l’esibizione dell’eccesso. Ha intuito senza indulgere al particolare aneddotico, ha astratto la realtà conducendola all’essenza di un immaginario agibile alla condivisione collettiva, ha sintetizzato comuni denominatori animandoli in libertà…” Infolink: www.Myopenart.com

TRIS MILANO CITY MARATHON: BEN 4.499 ARRIVATI SU4.950 PARTITI (E 5.512 ISCRITTI)
Milano, 1 dicembre 2003 - Ben 4.499 atleti hanno portato a termine Tris Milano City Marathon 03 La Furlani chiude tra gli applausi L'atleta affetta da sclerosi multipla, la più caparbia dei 4.950 schierati al via, si rammarica di non aver fatto meglio dello scorso anno, ma è ideale capofila dei 4.950 "faticatori" che hanno preso il via Slvia Furlani, atleta di grande coraggio, capace di andare oltre la sclerosi multipla che l'affligge da anni, chiude il campo degli arrivati di Tris Milano City Marathon 03 al 4.499° posto. Impiega 7 ore 3 minuti e 17 secondi, appena oltre il suo tempo dello scorso anno. Chiude tra gli applausi e i flash dei fotografi e incarna lo spirito di sacrificio di coloro che l'hanno preceduta: dei 5.512 iscritti a Tris Milano City Marathon si sono schierati al via 4.950. Fatti salvi 5 squalificati (per indegnità) i 4.499 arrivati testimoniano il piacere di una maratona corsa a Milano in una giornata ideale per i grandi atleti ma non certo per i faticatori che il freddo lo avvertono, sempre e comunque. Resta da dire di chi ha vinto, in senso assoluto: tra gi uomini John Birgen, keniano, sbarcato a Milano con credenziali di poco conto (valeva 2 h e 20 fatti a Cracovia quest'anno e a Mombasa l'anno scorso) e capace di ritmi irregolari per i quali hanno pagato i più titolati Cheruiyot e prima ancora Rotich, vale a dire il primo e il secondo dell'anno scorso. Birgen è un keniano di 29 anni, originario di Jepkerid, piccolo villaggio a una cinquantina di chilometri da Eldorade, dove vive con due fratelli e due sorelle. Danilo Goffi, enfant du pays, ha ottenuto un dignitoso quinto posto in 2 h, 11' e 23" che non lo ha soddisfatto. Dopo 13 mesi senza maratone si aspettava qualcosa di più: "Mi sono mancati gli ultimi sette chilometri, probabilmente proprio per la lunga assenza da questa distanza, che per intero non viene mai coperta in allenamento. Peccato perché la gente mi è stata vicina, mi ha incitato in ogni tratto della gara". Keniana anche la vincitrice tra le donne, strenua avversaria di quell'Alice Chelangat che sembrava poter dominare Milano, come già due anni fa. A sorpresa, ma non troppo, si è fatta valere Anne Jelagat, 34 enne di Kaptagat, alle porte di Eldorade, madre di due bambine (rispettivamente 6 e 3 anni), che la maratona ha cominciato a frequentare tardi, già ventottenne, e che lavorava in lavanderia e come cameriera presso il Fila Camp di Kaptagat. La Jelagat oggi ha avuto problemi soltanto in avvio, per la temperatura rigida, poi si è ben ritrovata lungo il percorso, dove è invece affondata la Chelangat , al traguardo soltanto quarta in 2 h 31' e 58", vale a dire 2 minuti e 35 dopo la vincitrice. La Jelagat ora aspira a vincere Parigi 2004, scendendo sotto le 2 h e 28'. Oggi con 2 h 29' e 23" ha limato quasi un minuto al suo primato personale, ottenuto un mese fa a Venezia (2 h 30' e 17").

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