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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Settembre 2010
IL PE CHIEDE AL CONSIGLIO MAGGIORE FLESSIBILITÀ SULLE REGOLE DI BILANCIO 2007-2013  
 
Strasburgo, 27 settembre 2010 - Il Parlamento europeo chiede regole di bilancio più flessibili per far fronte alle future responsabilità derivanti dal Trattato di Lisbona, quali il nuovo servizio di azione esterna o eventi imprevedibili quali l´attuale crisi finanziaria. I deputati chiedono inoltre di cominciare la discussione politica sulle modifiche al quadro finanziario pluriennale 2007-2013. In seguito all´entrata in vigore de Trattato di Lisbona, L´unione europea deve adattare le regole di bilancio per il periodo 2007-2013. I deputati si sono dichiarati insoddisfatti della proposta ricevuta dal Consiglio, poiché questa non terrebbe conto delle nuove priorità e non permetterebbe al Parlamento di attuare appieno il suo ruolo politico. Secondo la relazione interlocutoria di Reimer Böge (Ppe, De), adottata mercoledì, la proposta è "puramente tecnica e insufficiente perché il Pe dia il suo assenso". "La proposta del Consiglio non aggiunge le risorse necessarie per attuare le iniziative che non erano previste quando l´attuale quadro finanziario pluriennale (Qfp) é stato approvato nel 2006", ha spiegato Böge. Ha poi aggiunto: "Le più ovvie sono le priorità che discendono dal Trattato di Lisbona, servizio d´azione esterna, cambiamento climatico, energia, protezione civile, sport e spazio". I deputati ritengono che anche prima dell´aggiunta di queste nuove necessità risultanti dal trattato di Lisbona, i bilanci annuali hanno potuto essere approvati solo utilizzando i margini esistenti per finanziare le priorità dell´Ue come Galileo, lo strumento alimentare o il piano europeo di ripresa economica. Prima di concedere il consenso al quadro finanziario rivisto, il Parlamento insiste affinché siano apportati dei cambiamenti che permetteranno di far fronte alle nuove responsabilità e priorità a livello europeo. I deputati chiedono una maggiore flessibilità che garantisca la possibilità di attuare cambiamenti fra le differenti linee di bilancio, e la creazione di riserve sufficienti per ciascuna categoria. È necessario un riassetto delle priorità di bilancio, così da garantire l´adeguato finanziamento delle stesse, prosegue il testo approvato, che chiede a Consiglio e Commissione di proporre la revisione del Qfp, già attesa per il 2009, cosi da dar inizio alle discussioni politiche sull´argomento.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: DAL 2011, CAMBIA IL MODO IN CUI BANCHE, ASSICURAZIONI E MERCATI AZIONARI SONO CONTROLLATI  
 
Bruxelles, 27 settembre 2010 - Dopo aver lottato per più di un anno in favore di una riforma radicale della supervisione finanziaria europea, il Parlamento europeo ha approvato mercoledì un pacchetto legislativo che modifica sostanzialmente, dal 2011, il modo in cui banche, assicurazioni e mercati azionari sono controllati. Tre autorità di vigilanza europee (Ave) saranno create per sostituire gli attuali comitati con poteri consultivi, e maggiori responsabilità potranno essere acquisite in futuro grazie alle forti clausole di revisione previste dal pacchetto approvato. Un comitato europeo per il rischio sistemico (Cers) si occuperà invece di sorvegliare i mercati al fine di allertare in caso di rischio per l´economia europea. Il nuovo sistema dovrebbe garantire una protezione più efficace e evitare il ripetersi di un altro weekend d´incertezze come quello vissuto dalla banca Fortis, le decisioni unilaterali come quella presa dal governo tedesco sul divieto delle ´naked short sales´ e le forti perdite sostenute da chi possedeva un assicurazione sulla vita in Gran Bretagna, Irlanda e Germania dopo il collasso di Equitable Life. Allo stesso tempo, le nuove regole dovrebbero rafforzare il mercato interno per i servizi finanziari e garantire miglior protezione per gli investitori. Una riforma di superficie o profonda? Un certo numero di Stati membri, in particolare quelli con grandi centri finanziari, aveva sostenuto una riforma limitata che aveva portato a una sostanziale riduzione della portata iniziale della proposta della Commissione, a sua volta giudicata come non sufficiente dal Pe. I relatori del Parlamento, sin dall´inizio, si sono invece espressi in favore di un cambiamento radicale del sistema, in primo luogo attraverso una migliore comunicazione fra le autorità di controllo nazionali. L´accordo finale sul nuovo Sistema europeo di vigilanza finanziaria (Esfs) vede pertanto la trasformazione dei comitati consultivi in veri organismi di controllo con poteri effettivi. Le autorità di vigilanza avranno nuovi poteri per dirimere gli eventuali conflitti fra i supervisori finanziari nazionali e per adottare un divieto temporaneo su specifici prodotti finanziari. Se l´autorità nazionale non agisce, quelle europee hanno di conseguenza il potere di imporre direttamente le loro decisioni sulle istituzioni finanziarie, come le banche, per rimediare a violazioni del diritto comunitario. Il lavoro quotidiano delle Ave sarà invece di garantire il coordinamento del sistema, già esistente, dei collegi delle autorità di vigilanza nazionali, creato per supervisionare le istituzioni finanziarie transnazionali. Autorità europee con poteri di mediazione - Nel caso di disaccordo tra autorità di vigilanza nazionali, le Ave avranno la possibilità di imporre una mediazione e, nel caso questa non porti a un accordo all´interno del collegio delle autorità di vigilanza nazionali, potranno applicare decisioni vincolanti direttamente all´istituto finanziario in questione. Le autorità europee inoltre potranno intervenire per mediare le dispute su propria iniziativa, senza dover essere invocate da quelle nazionali. Le Ave saranno in grado di monitorare l´implementazione da parte delle autorità nazionali delle regole comunitarie e, nel caso ciò non avvenga correttamente, possono anche trasmettere all’autorità competente interessata una raccomandazione in cui si illustra l’azione necessaria per conformarsi al diritto dell´Unione. Se l´autorità nazionale continua a non rispettare le norme europee, le Ave possono adottare una decisione nei confronti di un singolo istituto finanziario, imponendogli le misure da prendere per rispettare gli obblighi. L´obiettivo è la protezione dei consumatori - Per fronteggiare un mondo finanziario sempre più complesso, i deputati hanno chiesto con successo che la protezione dei consumatori sia al centro del lavoro delle nuove autorità europee. Pertanto, le Ave avranno il potere di investigare tipologie diverse di istituzioni finanziarie, prodotti finanziari - inclusi quelli "tossici" - o attività finanziarie come le “naked short sales”, per valutare il livello di rischio e se necessario emettere segnalazioni al riguardo. Nei casi in cui la legislazione finanziaria lo prevedeva, le autorità europee possono anche proibire temporaneamente o ridurre le attività finanziarie o i prodotti che pongono un rischio, e chiedere alla Commissione di proporre una legislazione per rendere permanente tale divieto. Cers: segnalare i rischi in modo rapido e efficace - I deputati hanno inserito norme per permettere al Comitato europeo per il rischio sistemico di comunicare rapidamente e in modo chiaro. Il Cers avrà anche il compito di sviluppare un insieme comune di indicatori quantitativi e qualitativi ("quadro operativo dei rischi") al fine di individuare e misurare un rischio sistemico. L´ente dovrà anche predisporre un sistema basato su un codice cromatico corrispondente a situazioni con diversi livelli di rischio, da utilizzare quando emette le segnalazioni di rischio. Per migliorare la capacità del Cers di prevedere e valutare la formazione di un rischio per i mercati, l´organismo sarà assistito da un comitato scientifico consultivo composto di esperti che rappresentano un ampio ventaglio di competenze e di esperienze. Infine, per assicurare visibilità e credibilità al Cers, è stato deciso che, per i primi 5 anni di attività, sarà presieduto dal Presidente della Bce. I poteri delle autorità potrebbero aumentare in futuro - Sia le Ave sia il Cers potrebbero in futuro vedere i proprio poteri aumentati. Infatti, i deputati hanno ottenuto che la Commissione presenti una valutazione delle nuove regole ogni 3 anni e si esprima sulla possibilità di integrare le autorità di supervisione, ora separate per banche, assicurazioni e mercati finanziari, sul vantaggio di aver le sedi delle 3 autorità in una unica città e sulla possibilità che le Ave abbiano maggiori poteri di supervisione. Il ruolo del Parlamento europeo - I deputati sono anche riusciti a migliorare il controllo democratico del sistema di supervisione finanziaria. Il Pe avrà potere di veto sulle candidature a Presidente delle autorità europee e potrà dire la sua sullo sviluppo degli standard tecnici e sulle misure di applicazione delle nuove norme. Inoltre, il Presidente del Cers aggiornerà periodicamente il presidente e i vicepresidenti della commissione per gli affari economici e finanziari del Pe sulle attività del Cers in incontri confidenziali. Le nuove regole permettono infine alla Commissione, alle Ave e al Cers di chiedere al Consiglio di dichiarare un´emergenza. Tuttavia, il Parlamento avrà anche il diritto di chiedere al Consiglio di dichiarare un´emergenza, attraverso risoluzioni e interrogazioni, cosi come ha il potere di formulare richieste al Consiglio e alla Commissione su qualsiasi altro argomento.  
   
   
CONGO, IMPUNITÀ E SPOLIAZIONE DELLE RISORSE. DOV´È L´ONU?  
 
Bruxelles, 27 settembre 2010 - La cultura dell´impunità, le atrocità e la violenza che non accenna a finire si combinano con il saccheggio delle risorse di un paese ricco ma dove la popolazione fatica a sopravvivere. Nel dibattito di mercoledì pomeriggio i deputati hanno denunciato la situazione sempre più drammatica della Repubblica Democratica del Congo, e hanno chiesto all´Onu di agire con più decisione. Le Nazioni Unite pubblicheranno il primo ottobre un rapporto che documenta le peggiori violenze perpetrate fra il 1993 e il 2003. La Repubblica Democratica del Congo resta uno dei paesi più poveri del mondo, nonostante le sue grandi ricchezze naturali, compresi minerali e foreste. Il destino dell´ex-colonia belga è segnato da una delle guerre più atroci del nostro secolo, la "guerra mondiale africana", che ha visto ben sei paesi affrontarsi sul territorio congolese dal 1998 al 2003, con un bilancio di oltre 5, 4 milioni di morti dal 1993 a oggi. Purtroppo le violenze sono continuate anche dopo la fine del conflitto, in particolare nell´est del paese, dove milizie armate, ex-militari e ribelli continuano a destabilizzare la regione. Gli stupri sono un´arma di lotta usata sia dai ribelli che dall´esercito congolese, e l´Onu stima che oltre 200.000 donne siano state violentate dall´inizio della guerra, dodici anni fa. La cultura dell´impunità deve finire - La risoluzione del Parlamento condanna l´impunità vigente, per cui gli autori dei crimini restano in libertà. I deputati nel dibattito hanno anche messo in evidenza il ruolo passivo delle truppe Onu: "Il 55% degli stupri al mondo avvengono nel Congo orientale. Un problema di questa scala, che cosa sta facendo l´Onu per risolverlo? Non c´è volontà di combatterlo. La cultura dell´impunità deve finire, e per sempre!", ha invocato il popolare polacco Filip Kaczmarek. "Il genocidio sessuale continua a bassa voce...Perché non abbiamo più parole", ha detto Veronique De Keyser, socialista belga, constatando che "tutti gli strumenti: testi legislativi, progetti di riforma delle forze armate, missioni internazionali, sostegno finanziario e mobilizzazione della comunità internazionale, c´è tutto. Eppure l´impunità continua". Ha dato ragione ai deputati il rappresentante del Consiglio, intervenuto al posto di Catherine Ashton: "se c´è un problema generale, è in effetti l´impunità. Non sono solo i ribelli a commettere crimini. Dal lato delle forze dell´ordine, abbiamo potuto constatare comportamenti altrettanto condannabili". Spoliazione dei giacimenti - "Il saccheggio delle risorse naturali resta impunito", ha denunciato la verde belga Isabelle Durant, mentre il conservatore britannico Charles Tannock ha spiegato come "le violazioni dei diritti umani, che sono sciaguratamente troppo comuni, sono spesso legate alla competizione per il controllo delle risorse minerarie. Il processo Kimberley ha funzionato bene per ridurre il traffico dei diamanti insanguinati. Dovrebbe essere esteso a altre materie prime". L´idea che "i crimini avvengono nelle zone più ricche di risorse" è condivisa dal deputato dell´Efd Bastiaan Belder, che riferisce che "il potenziale valore delle miniere del paese è di 24 miliardi". Il Parlamento voterà la risoluzione durante la sessione di Bruxelles, il 6-7 ottobre. Dal 2 al 5 dicembre il summit Ue-acp si terrà a Kinshasa.  
   
   
TURCHIA, ELIMINARE LE BARRIERE CHE OSTACOLANO ANCORA L´UNIONE DOGANALE  
 
Bruxelles, 27 settembre 2010 - L´unione europea è il principale partner commerciale della Turchia. L´unione doganale è stata fondata nel 1996, ma secondo i deputati rimangono ancora vari ostacoli che impediscono un ulteriore sviluppo delle relazioni commerciali. Secondo i parlamentari la Turchia deve evitare la discriminazione delle imprese estere nel campo degli appalti pubblici e combattere la contraffazione. La risoluzione non vincolante adottata martedì dal Parlamento sottolinea anche la necessità di un accesso garantito ai porti e aeroporti turchi per tutti gli Stati membri, Cipro incluso. I deputati hanno accolto positivamente il risultato del referendum sulla riforma costituzionale e hanno sottolineato di nuovo l´importanza del progetto Nabucco per la sicurezza dell´approvvigionamento energetico nell´Ue. Rimuovere gli ostacoli da parte turca - Non solo barriere tecniche, ma anche la contraffazione nel settore farmaceutico e cosmetico impediscono di sfruttare al massimo il potenziale dell´unione doganale. Anche le pratiche discriminatorie che riconoscono un vantaggio del 15% ai fornitori turchi nel campo degli appalti pubblici devono essere abolite. Un altro problema costituisce la non-applicazione da parte della Turchia di un protocollo aggiuntivo all´accordo di associazione. Ankara non garantisce l´accessibilità degli aeroporti e dei porti turchi da parte di tutti gli Stati membri, Cipro in primis. Il Parlamento ha insistito che questo comportamento potrebbe danneggiare seriamente il processo negoziale per l´adesione all´Ue. Turchia - Recentemente approvato un referendum per la riforma costituzionale 17esima potenza economica mondiale e sesta economia in Europa Paese candidato all´Ue 7imo partner commerciale dell´Ue. 88% degli investimenti esteri diretti proviene dall´Europa ...E da parte dell´Ue - Non solo la Turchia ma anche l´Ue deve fare la sua parte. I turchi hanno problemi con i visti, e le persone d´affari e i camionisti turchi non riescono a muoversi liberamente nell´Ue: questo è un problema che va risolto. "L´unione doganale rappresenta l´integrazione economica più profonda che si è mai realizzata con un paese candidato, un successo senza precedenti nelle relazioni fra l´Ue e la Turchia", ha dichiarato il deputato dei Liberali bulgaro Metis Kazak, responsabile della relazione. La chiave per sormontare gli ostacoli è la volontà politica da tutte e due le parti. Il deputato bulgaro ha evidenziato anche l´importanza della riforma costituzionale per la democrazia e la modernizzazione del paese.  
   
   
FONDI UE, 23 REGIONI CHIEDONO DI NON TAGLIARE APPROVATO DOCUMENTO PER LA COMMISSIONE E IL PARLAMENTO EUROPEO PROPOSTO DALL´ASSESSORE TOSCANO SIMONCINI AL BOARD DELL´ASSOCIAZIONE EARLALL  
 
 Firenze, 27 settembre 2010 - Fondi europei, si pensa già allo scenario dopo il 2013. Ad affrontare il tema è un documento delle 23 regioni che fanno parte dell´associazione europea per il lifelong learning (Earlall), approvato il 23 settembre a Budapest su proposta dell´assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini che presiedeva l´incontro. Il documento sottoscritto dalle 23 regioni europee che fanno parte dell´associazione che lavora sull´apprendimento lungo tutto l´arco della vita intende gettare le basi per il confronto fra tutti i governi nazionali interessati ai fondi e sollecita con forza l´attenzione delle autorità europee già impegnate a disegnare gli scenari della nuova programmazione per il periodo successivo alla scadenza del 2013. La prima richiesta che viene con forza dalle 23 Regioni è quella del mantenimento di risorse adeguate a sostenere l´intervento in c ampo formativo e per l´inserimento lavorativo di giovani disoccupati e lavoratori espulsi dal processo produttivo. Altrettanto fondamentale è, per le Regioni, la garanzia che, anche a fronte della crisi economica e delle sue conseguenze, non vengano ridotti ne la dimensione territoriale di copertura dei fondi, né gli ambiti di intervento. E se si auspica una maggiore flessibilità nell´articolazione degli interventi, si chiede anche di fissare con decisione dei limiti, come ad esempio quello di non renderne possibile l´utilizzo per finanziare politiche di stretta competenza degli stati nazionali come le misure anticrisi e gli ammortizzatori sociali. «Il documento verrà presentato alla commissione e al parlamento europeo – spiega Simoncini – e ha già avuto l´apprezzamento dei rappresentanti della commissione, del comitato delle regioni e del Cedefop. A tutti intendiamo ribadire, cosa che facciamo anche nel documen to, che i fondi europei e in particolare il Fondo sociale europeo, sono stati e continuano ad essere una leva fondamentale per lo sviluppo, l´occupazione e la coesione sociale dei nostri paesi. E´ una leva che non può venire a mancare dopo il 2013 se non vogliamo assistere ad una brusca inversione di tendenza».  
   
   
MONTENEGRO, RISORSE DALLA BANCA MONDIALE  
 
Podgorica, 27 settembre 2010 - Il vice primo ministro montenegrino Lukic e la coordinatrice di Banca Mondiale per il Sudest europeo Armitage hanno discusso in un recente incontro delle prospettive della cooperazione tra Montenegro e World Bank, anche alla luce della recente emissione di eurobond che ha segnato l´esordio di successo del Montenegro su questo tipo di mercato. Armitage ha informato che la Banca Mondiale è pronta ad erogare un credito rilevante al Montenegro, per il supporto a progetti da portare avanti nel corso dei prossimi quattro anni, per un valore complessivo di 200 milioni di dollari. Tali risorse verranno utilizzate, tra gli altri, nei settori educativo e scientifico nella riabilitazione di importanti aree ambientali, nel miglioramento delle infrastrutture.  
   
   
EXPO, TRA LOMBARDIA E PIEMONTE PROVE DI DIALOGO  
 
Milano, 27 settembre 2001 - Dopo l´incontro del 12 maggio scorso tra il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il governatore del Piemonte, Roberto Cota, le due grandi realtà istituzionali del Nord sono tornate a confrontarsi. Nel pomeriggio del 23 settembre il vicepresidente e assessore all´Industria e Artigianato lombardo, Andrea Gibelli, ha ricevuto nel suo Assessorato l´omologo piemontese Massimo Giordano. "In sostanza - ha spiegato Gibelli - sono ripartite quelle prove di dialogo che i due governatori avevano avviato qualche mese fa. Tanti i temi che sono finiti sul tavolo del confronto a partire da una collaborazione molto stretta tra le due regioni del Nord su Expo 2015. Ma anche un´attenzione del tutto particolare della politica rivolta verso il tessuto delle piccole e medie imprese". "Si è parlato - ha confermato Gibelli - anche dello studio di una piattaforma su cui costruire strumenti a favore della competitività delle società con il mercato industriale internazionale. E non è mancato anche un approccio comune a quelli che sono comunemente detti distretti industriali, con particolare riguardo a quello che fa riferimento al settore aerospaziale". Sulla stessa lunghezza d´onda anche Massimo Giordano. "Un incontro importante - ha commentato al termine della visita a Milano - in quanto le due più importanti regioni del Nord tornano a confrontarsi. In passato si era preferito misurarsi con la Liguria e la Francia, mentre ora si torna a parlare giustamente di un´alleanza più forte con la Lombardia". "Un´azione comune - ha spiegato l´assessore piemontese - che deve avere come centralità l´interesse nei confronti delle piccole e medie imprese cha godono di una forte presenza anche in Piemonte". "C´è poi - ha concluso Giordano - il tema di Expo 2015. La mia regione è assolutamente interessata a trovare punti di raccordo con la Lombardia; si tratta di un evento mondiale che può essere trainate anche per il Piemonte. E da ultimo anche il tema del distretto industriale sempre con un riferimento specifico al comparto aerospaziale a cui noi siamo assolutamente interessati".  
   
   
FAMIGLIA: IL PAPA A MILANO NEL 2012, BENVENUTO DI FORMIGONI  
 
Milano, 27 settembre 2010 - "Benvenuto al Papa e benvenuto alle numerose migliaia di famiglie che dai cinque continenti verranno nel capoluogo lombardo per celebrare il loro incontro mondiale nel 2012". Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, commenta con soddisfazione la notizia della presenza del Pontefice nei due giorni conclusivi, il 2 e 3 giugno del 2012, del grande evento che si svolgerà a Milano. "E´ sempre più chiaro - commenta Formigoni - che la famiglia è luogo fondamentale di un´esistenza pienamente umana e di una società degna. Non a caso il governo della Regione Lombardia ha messo la famiglia al centro delle sue politiche per la maternità, l´educazione, il lavoro, la casa, la cura degli anziani, la conciliazione dei tempi. Il grande appuntamento del 2012 rilancia dunque la nostra volontà di proseguire e incrementare questo impegno".  
   
   
CONFERENZA STATO-REGIONI E UNIFICATA LE REGIONI HANNO IL DIRITTO DI ESPRIMERSI SUL FEDERALISMO  
 
 Firenze, 27 settembre 2010 - «Dobbiamo chiedere al Governo di ritardare la presentazione dei decreti sul federalismo visto che ancora adesso le regioni italiane non hanno espresso la loro opinione e ci sono divergenze su diversi temi.» Questo il primo commento dell´assessore al bilancio della Regione Toscana, on. Riccardo Nencini, da Roma, dove sta partecipando alla Conferenza Stato-regioni e Unificata. Al centro del confronto del 23 settembre la valutazione dei rapporti con il governo e l´intesa sullo schema di decreto legislativo che riguarda il federalismo fiscale municipale. «La discussione è complessa – ha proseguito l´onorevole Nencini - e la posizione finale deve essere espressa all´unanimità, mentre tra regioni del Nord e del Centro-sud al momento continuano le divergenze soprattutto su temi come questi. La mattinata è stata, infatti, dedicata all´analisi dei decreti attuativi per il federalismo fiscale, tra cui quello sulla sanità e i costi standard. È evidente come su simili temi le realtà italiane così diversificate possano avere esigenze e risposte altrettanto diverse. Non vogliamo bloccare il percorso del federalismo fiscale, - ha concluso Riccardo Nencini - ma vogliamo lavorare perché trovi l´applicazione migliore su tutto il territorio nazionale, in maniera univoca, chiara e definitiva.»  
   
   
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA QUATTRO NORME DI ATTUAZIONE PER LA VALLE D’AOSTA  
 
Aosta, 27 settembre 2010 - Il Consiglio dei Ministri, su proposta dello stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del Ministro per i rapporti con le Regioni e la coesione territoriale Raffaele Fitto, ha approvato venerdì 24 settembre 2010, quattro decreti legislativi riguardanti norme di attuazione dello Statuto Speciale della Valle d’Aosta per l’istituzione di una sezione di controllo della Corte dei Conti, in materia di trasporto ferroviario e di edilizia residenziale e per il trasferimento di funzioni relative a medicina e sanità penitenziaria. A Palazzo Chigi, alla riunione del Consiglio dei Ministri, è intervenuto il Presidente della Regione Augusto Rollandin: «Come Regione siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto oggi al Consiglio dei Ministri – sottolinea il Presidente – . E’ questa la chiusura di un iter politico e amministrativo che garantisce alla Valle d’Aosta un ampliamento delle proprie competenze ed è un ulteriore riconoscimento della nostra autonomia, in settori cardini per lo sviluppo dell’economia regionale e, più in generale del sistema Valle d’Aosta». Le quattro norme di attuazione approvate oggi, predisposte dalla Commissione paritetica, avevano ottenuto il parere favorevole del Consiglio regionale in tempi diversi. Nella seduta del 10 marzo di quest’anno l’assemblea aveva ratificato la normativa concernente norme di attuazione dello Statuto in materia di edilizia residenziale pubblica, mentre il 7 aprile erano stati approvati quello relativo al trasporto ferroviario e quello riguardante l’assistenza sanitaria ai detenuti e agli internati negli istituti penitenziari. E’ datata 26 maggio di quest’anno invece l’approvazione del Consiglio regionale per l’istituzione di una sezione di controllo della Corte dei Conti.  
   
   
FEDERALISMO FISCALE: AL CINSEDO PER FVG, "INDIFFERIBILE"  
 
Trieste, 27 settembre 2010 - Il tema dell´applicazione del federalismo fiscale ha riguardato l´incontro del 23 settembre del Cinsedo, la Conferenza Stato-regioni, al quale ha partecipato il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia Luca Ciriani. ´´Dalla riunione di oggi - ha spiegato il vicepresidente - è emersa la scelta di chiedere ulteriori approfondimenti al Governo sugli aspetti più quantitativi della riforma, ovvero quanto il nuovo sistema fiscale peserà in termini economici sulle Regioni che oggi ottengono contributi sulla base di un sistema storico di erogazione´´. ´´L´incontro con il Governo rappresenta un momento di riflessione importante - ha proseguito Ciriani - ma è altrettanto importante sottolineare che l´applicazione del federalismo non può né deve essere messa in discussione. Il Friuli Venezia Giulia è già orientato al modello di efficacia ed efficienza dei propri conti che il federalismo imporrà; ciò dipende dal fatto che la nostra Regione ha già attivato meccanismi virtuosi di contenimento della spesa, che devono, necessariamente, essere estesi a tutte le Regioni ed in tempi ragionevoli´´. ´´È necessario ed è volontà di tutti - ha concluso il vicepresidente - che il Cinsedo mantenga una posizione unitaria ed è per questo che l´ulteriore dilazione richiesta dalle Regioni del Centro Sud per approfondimenti in un incontro con il Governo è stata accordata anche dalle amministrazioni regionali che si dichiarano già pronte a prendere una posizione forte e diretta a vantaggio del federalismo fiscale´´.  
   
   
TRENTO E BOLZANO FANNO SISTEMA PER INVESTIRE SUL TERRITORIO  
 
Trento, 27 settembre 2001 - Le Province autonome di Trento e Bolzano collaboreranno nei prossimi anni con l’obiettivo di promuovere un unico sistema in grado di ammodernare i due territori. Lo ha deciso il 24 settembre la giunta provinciale che ha approvato la delibera a firma del presidente Lorenzo Dellai. In particolare, le due province collaboreranno sui nuovi modelli di gestione dei documenti all’interno delle pubbliche amministrazioni, in tema di e-procurement e nello sviluppo della rete in fibra ottica. Dal 2005, la Provincia autonoma di Trento e la Provincia autonoma di Bolzano collaborano per accelerare il processo di innovazione e ammodernamento nelle pubbliche amministrazioni, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, in ambiti di interesse comune. Alla base della collaborazione c’è la promozione di azioni comuni tra le pubbliche amministrazioni e l’evoluzione di servizi nuovi e innovativi per i cittadini, garantendo nel contempo il conseguimento di economie di scala, e quindi risparmiando risorse pubbliche, e la gestione coordinata ed efficace di azioni comuni alle due realtà. Con l’accordo approvato il 24 settembre sono state rivisti gli ambiti di collaborazione tra i due enti, che riguardano attività ed iniziative di interesse attive sui territori. In particolare, la delibera approvata stamani riguarda un nuovo modello di gestione dei documenti nelle pubbliche amministrazioni, in grado di rendere più fluido e trasparente il passaggio di informazioni fra uffici pubblici, contenendo il flusso di documenti cartacei e velocizzando le operazioni, oltre all’acquisto telematico di beni e servizi (e-procurement), per razionalizzare la spesa e valorizzare il sistema economico del territorio. Inoltre, la giunta provinciale trentina ha deciso di collaborare con Bolzano anche per quanto riguarda la diffusione della nuova Carta Provinciale dei Servizi, che nei prossimi mesi arriverà ai cittadini trentini e bolzanini, la cui gestione presuppone personalizzazioni comuni ai due territori provinciali. In questo caso si tratta di un’opportunità di valorizzare la componente multilinguistica, che può trovare occasioni di sviluppo efficace e coordinato nelle due province. Infine, l’altro tema trattato dalla delibera concerne la realizzazione comune di azioni per la diffusione della banda larga e di rete di futura generazione, il “Next General Networking”  
   
   
REGIONE ABRUZZO: CHIODI, NESSUN MIO COINVOLGIMENTO IN FATTI ILLECITI  
 
L´aquila, 27 settembre 2010 - In merito alle notizie stampa apparse il 24 settembre su quotidiani nazionali e locali il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Negli atti della magistratura non si è mai parlato di un mio coinvolgimento diretto in relazione a fatti illeciti. Tutto questo risulta evidente dopo approfondite indagini svolte dalla magistratura che si sono sviluppate nell´arco di un biennio. Pertanto, non sono indagato. Lo ribadisco ancora una volta: io ero solo a conoscenza delle pressioni che l´assessore Stati aveva da esponenti politici del territorio. In merito alla posizione del Presidente del Consorzio rifiuti di Lanciano, io ho sempre detto alla Stati che ero favorevole al commissariamento solo se esistevano le condizioni di legge e, quindi, di andare avanti nell´assoluta legalità visto che lo stesso Presidente del Consorzio, il cui mandato era scaduto da molto tempo, non convocava da tempo l´assemblea dei soci perché, probabilmente, temeva di non essere confermato nella carica. Nulla di più. Tengo a precisare che questa amministrazione regionale non ha mai compiuto un atto formale in favore della realizzazione dell´impianto oggetto delle indagini. Con questo governo regionale l´Abruzzo ha raggiunto notevoli risultati ed è per questo che sono sempre più convinto nel portare avanti il progetto di risanamento che permetterà agli abruzzesi di avere una regione fuori dai debiti e con un sistema sanitario efficace e di qualità. Ecco perché il tentativo mediatico di coinvolgermi comunque in questa vicenda mi lascia profondamente amareggiato. Continuerò ad esercitare il mandato che mi è stato attribuito dagli abruzzesi con la stessa serenità e determinazione che mi ha contraddistinto in questi anni di onorata carriera politica all´insegna della trasparenza e assoluta legalità".  
   
   
CHIODI, VADO AVANTI ONORERÒ IL MIO IMPEGNO CON GLI ABRUZZESI  
 
L´aquila, 24 settembre 2010 - Il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, il 23 settembre ha rilasciato la seguente dichiarazione: "L´abruzzo non può permettersi il lusso, proprio ora, di abbandonare la via del cambiamento. Sia chiaro a tutti che non consentirò che si arresti il processo di risanamento e di riforma in atto per il quale esistono ormai riconoscimenti nazionali ed internazionali. Gli abruzzesi si aspettano che io concluda con i processi già avviati di costruzione di una sanità di qualità, che si continui lungo il percorso difficile di riduzione del debito della Regione e che si proceda in modo rapido ed efficace con la ricostruzione dei territori martoriati dal sisma del 6 aprile 2009. Ho il dovere di continuare ad onorare il patto con gli abruzzesi, continuando in azioni virtuose già portate a termine come la riduzione dei compensi dei consiglieri regionali, la chiusura di sedi inutili all´estero, lo scioglimento di inutili società regionali, l´azzeramento dei consigli di amministrazione di ben 23 enti, le nuove regole e condizioni certe per la sanità privata, la riduzione dei numerosi confidi, la riforma dell´Arta, il primato per la spesa dei fondi europei tra le regioni del mezzogiorno, la definitiva tutela delle nostre coste con il conseguente abbandono di ogni prospettiva di insediamento del "Centro Oli", la riduzione delle Asl da sei a quattro, la riduzione dei dirigenti regionali da 128 a 105, la riduzione e la razionalizzazione delle comunità montane, i 12000 cantieri aperti all´Aquila. Per andare avanti lungo il sentiero oramai tracciato, posso garantire che moltiplicherò i miei sforzi e il mio impegno e che chiamerò con me tutta la classe dirigente, i militanti e i simpatizzanti del mio partito che, nonostante tutto quanto sta accadendo da qualche settimana a questa parte, è costituito da uomini e donne di elevatissimo valore e di notevole spessore morale, pronti a sacrificarsi per il bene dell´Abruzzo e della sua gente. Troverò il modo affinché, chi è rimasto sino ad oggi in disparte scenda in campo, dedicandosi direttamente e fattivamente alla causa, e chi già si sta impegnando venga coinvolto ancora più direttamente nelle scelte e nelle azioni intraprese e da intraprendere. Spero che anche le opposizioni, in un passato davvero recente coinvolte in vicende di cronaca simili a quelle che viviamo oggi, comprendano la necessità di continuare, ognuno con il proprio ruolo e con maggiore impegno, ad esercitare il mandato chiaro ricevuto dagli abruzzesi nel dicembre del 2008".  
   
   
TRENTO: PRESENTATA LA MANOVRA DI BILANCIO ALLE CATEGORIE ECONOMICHE E SOCIALI NELLE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLAI LA NECESSITÀ DI RIQUALIFICARE DELLA SPESA PER FAVORIRE LA CRESCITA  
 
Trento, 27 settembre 2010 - Riqualificare la spesa per favorire la crescita economica, ben al di sopra di quell´1,4% previsto per il 2011; ciò anche al fine di compensare l´atteso calo delle risorse pubbliche, stimato attorno all´1,3%, per effetto sia dell´Accordo di Milano con il Governo sia in generale degli effetti della crisi economica globale, che si ripercuotono sul prelievo tributario e fiscale. Questo in linee generali quanto esposto il 23 settembre dal presidente Lorenzo Dellai, accompagnato dagli assessori Alessandro Olivi e Mauro Gilmozzi e dal dirigente generale della Provincia Ivano Dalmonego, ai rappresentati delle categorie economiche e sociali, in merito alla manovra di Bilancio che si sta delineando. Una manovra che potrà contare su risorse per complessivi 4.600 milioni di euro. Illustrati ai rappresentanti delle categorie economiche e sociali i principali risultati della prima fase di lavoro realizzata dall´amministrazione provinciale per la redazione del Bilancio 2011 e della relativa legge Finanziaria. "In questa fase - ha detto il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai - siamo ancora alle indicazioni di tipo generale, sulla base delle quali si lavorerà nelle prossime settimane per dare forma alla manovra di Bilancio e per inserire al suo interno l’esperienza dei Tavoli di concertazione a suo tempo istituiti." Le risorse a disposizione ammontano a 4.600 milioni di euro per il 2011; si registra dunque un calo pari all´1,3 circa rispetto al Bilancio 2010, determinato da un lato dall´Accordo siglato a Milano lo scorso anno con il Governo in materia di federalismo fiscale e dall´altro - ma le due cose sono strettamente legate - dagli effetti della crisi economica globale. "L´accordo - ha ricordato Dellai - rappresenta l’architrave sul quale si reggerà il Bilancio della Provincia nei prossimi anni. In esso ci sono com´è noto voci positive e anche negative, in particolare per quanto riguarda la scomparsa di alcuni cespiti di entrata. Il punto fondamentale è che esso delinea un meccanismo di finanziamento della nostra Autonomia basato sui 9/10 del prelievo fiscale e tributario; nei primi 6 mesi di quest’anno abbiamo registrato però un calo del 2,9%; inferiore rispetto al livello nazionale ma comunque significativo. Il Bilancio poi si compone anche di altre voci, ma l’architrave è questo e di conseguenza le risorse a nostra disposizione risultano inferiori rispetto allo scorso anno. Diverso è il discorso della Finanziaria dello Stato, che contiene sia un vincolo di spesa, il Patto di stabilità, già contabilizzato nei 4.600 milioni a nostra disposizione - sappiamo cioè già che dovremo risparmiare 50 milioni nel 2011 e 100 milioni nel 2012 - sia vincoli di tipo normativo. Abbiamo deciso, anche questo è noto, di impugnare alcuni di essi, di fronte alla Corte costituzionale; non le norme che oggettivamente possono essere considerate di carattere generale ai fini del coordinamento della finanza pubblica ma le norme di dettaglio impropriamente qualificate come di carattere generale, che invece vengono a ledere la nostra Autonomia." Riguardo alla crisi, Dellai ha ribadito la convinzione che essa non sia "per nulla superata. Ci aspetta un periodo difficile, fatto di ombre e di luci. L´ultimo dato Istat attesta la disoccupazione in Trentino al 4,2%; inferiore di molto a quella nazionale, dell’8,5%, ma superiore al 2,9% dello scorso anno. Fra gli altri dati significativi, quello che registra un calo degli investimenti delle imprese. Dobbiamo imprimere dunque un’accelerazione ad alcune politiche e ad alcune scelte, perché dobbiamo cercare di colmare lo scarto esistente fra le potenzialità del Trentino e la sua crescita. Anche perché una qualità sociale e ambientale buona e una crescita economica moderata non sono cose facilmente compatibili. A renderle tali è stata fino ad oggi la finanza pubblica. Se essa è in calo, dobbiamo a maggior ragione spingere sul versante della crescita. Le previsioni danno un tasso di crescita dell´1,4 del Pil: noi pensiamo che le nostre potenzialità ci consentirebbero una crescita significativamente più elevata." Quali dunque le indicazioni che la Provincia sottopone all´esame delle categorie economico-socali? In sintesi, esse sono le seguenti: - assorbire il calo delle risorse attraverso una riduzione della spesa corrente del Bilancio, per non incidere su quella cifra, pari a 1,8 miliardi, destinata all’investimento pubblico. Ciò significa lavorare sull’efficienza del settore pubblico nel suo complesso."Il Tavolo sulla spesa corrente - ha detto Dellai - ha di fronte a sé un lavoro molto importante"; - riorientare le spese per investimento su scelte che siano di più forte impatto sulla crescita.Priorità devono essere date a formazione, ricerca, università, innovazione. "Anche la delega sull’Università - ha ricordato il presidente della Provincia - ha questo significato: far sì che gli investimenti realizzati si traducano in produzione di valore"; - modernizzare le infrastrutture del Trentino. Forti investimenti vanno previsti in particolare sulle reti telematiche così come sulle ferrovie; - sostenere e rafforzare le imprese, puntando sull´innovazione, sui processi di creazione o consolidamento di filiere, su una maggiore selettività degli incentivi; - rafforzare la domanda di servizi o di investimenti innovativi. "Tutto ciò - ha concluso Dellai - senza rinunciare alla coesione sociale, uno dei capisaldi del sistema-Trentino, e insistendo invece sulla strada dell´adozione di modelli di welfare innovativi.. Queste nostre parole contengono dunque un invito e al tempo stesso un appello per la chiamata a raccolta di tutte le energie - e sono molte - presenti nella nostra comunità."  
   
   
FVG: PROPOSTA DI LEGGE PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA  
 
Trieste, 27 settembre 2010 - I consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia del gruppo Cittadini-libertà Civica Piero Colussi e Stefano Alunni Barbarossa, assieme al presidente di "Una Regione in Comune" Bruno Malattia, hanno presentato una proposta di legge di riforma dei trattamenti indennitari dei consiglieri regionali, di riduzione delle indennità spettanti ai presidenti del Consiglio regionale e della Regione, agli assessori regionali, di soppressione del vitalizio degli assessori regionali. Il provvedimento - così la nota del gruppo consiliare - vuole dare un segnale inequivocabile della volontà di ridurre strutturalmente i costi sostenuti dalla Regione per le indennità e i vitalizi dei consiglieri regionali, in un momento di gravi difficoltà economiche per il mondo produttivo regionale, per i risparmiatori e tutte le famiglie. Il trattamento economico e previdenziale di cui godono i consiglieri regionali, infatti, oltre a gravare sui conti pubblici e sul bilancio regionale, nel momento in cui tutti i cittadini affrontano serie difficoltà occupazionali e vengono chiamati a gravi sacrifici anche sul piano delle retribuzioni, accentua il distacco della politica e delle Istituzioni dalla società civile, mettendo in discussione la loro stessa rappresentatività. Del resto, i segni sempre più evidenti di disaffezione al voto e di sfiducia nella classe politica, di governo e di opposizione, si moltiplicano e i partiti non sembrano in grado di compiere quelle scelte che sarebbero necessarie per invertire questa deriva. E´ prova di ciò anche l´atteggiamento assunto, poche settimane fa, nei confronti dell´iniziativa referendaria sui vitalizi e le indennità di fine mandato che ha palesato, accanto a una totale, trasversale chiusura al confronto, anche l´incapacità di mettersi in discussione. "Con questa proposta di legge, condivisa dai tanti senza partito presenti in regione - hanno spiegato i proponenti - non proponiamo una rivoluzione ma, più realisticamente, la modifica, con poche e semplici norme, di taluni aspetti della disciplina contributiva e previdenziale - dettata essenzialmente dalle Leggi regionali n. 38/1995 e dalla recentissima n. 13/2003 - che più di altri sono soggetti a forti critiche, peraltro da noi condivise". "La politica - hanno concluso - non può più ignorare il tema dei costi ed è necessario ridare agli eletti, a partire dai consiglieri regionali, la dignità, l´autorevolezza e il rispetto che la carica istituzionale richiede". Questa, in sintesi, la proposta di legge: L´articolo 1 innova radicalmente il sistema di determinazione dell´indennità di presenza dei consiglieri regionali, stabilendo che la misura della stessa non sia più stabilmente collegata a quella dei parlamentari ma venga, viceversa, deliberata dal Consiglio regionale con rivalutazione quinquennale in base all´indice Istat. E´ una scelta forte, certamente, ma soprattutto in una stagione di giusta rivendicazione della propria autonomia e di riforme in senso federale è proprio da qui che si deve partire per dimostrare che, dopo le parole, vengono anche i fatti: coerenti e conseguenti. L´articolo 2 modifica alcuni articoli della legge regionale 38/1995 ed, in particolare: - il comma 1 modifica le modalità di calcolo dell´indennità di fine mandato fissando il limite di dieci anni di esercizio del mandato elettivo ai fini del calcolo della stessa; - il comma 2 dispone l´abrogazione dell´anticipazione dell´erogazione dell´indennità di fine mandato; - il comma 3 eleva l´età minima necessaria per il godimento del vitalizio portandola dagli attuali 60 a 65 anni, disponendone l´applicabilità ai consiglieri in carica e a quelle cessati dal mandato; - il comma 4 riforma la misura dell´assegno vitalizio fissandone la misura massima al 33,75 % corrispondente a dieci anni di esercizio del mandato elettivo in luogo dell´attuale importo massimo fissato al 55% dell´indennità stessa, prevedendone la rivalutazione a cadenza quinquennale in base all´indice Istat dei prezzi al consumo; - il comma 5 porta da 30 a 48 il numero dei mesi di contribuzione minima per poter accedere ai versamenti volontari per maturare il diritto all´assegno vitalizio; - il comma 6 elimina il collegamento del vitalizio con le indennità parlamentari; - i commi 7 e 8 eliminano l´odiosa disparità introdotta nella legislazione regionale con il riconoscimento della reversibilità dell´assegno vitalizio anche nei confronti del convivente "more uxorio" del consigliere deceduto; - il comma 9 istituisce il "Fondo autonomo per la gestione del trattamento indennitario dei consiglieri regionali" che esclude, con l´entrata in vigore della legge, ogni onere a carico del bilancio regionale nella gestione delle indennità di fine mandato e dei vitalizi. L´articolo 3 riduce la misura degli assegni vitalizi, degli ex consiglieri e degli altri aventi diritto, nella misura del 10%. L´articolo 4 ridetermina, con una riduzione del 20%, le indennità spettanti al presidente del Consiglio regionale, al presidente della Regione e agli assessori regionali. Viene altresì ridotta del 20% l´indennità aggiuntiva degli assessori regionali. Dette indennità verranno rivalutate con cadenza quinquennale in base all´indice Istat dei prezzi al consumo. L´articolo 5, disponendo l´abrogazione degli articoli da 7 a 11 della discussa legge regionale n. 13/2003, cancella, a partire dalla prossima legislatura, il diritto all´assegno vitalizio degli assessori regionali non eletti consiglieri, ossia quelli che vengono comunemente indicati come esterni.  
   
   
DICHIARAZIONI ON. DI PIETRO: "LESIVE DELLA DIGNITÀ DEL POPOLO MOLISANO"  
 
Campobasso, 23 settembre 2010 - Question Time del 22 settembre e dichiarazioni dell´Onorevole Di Pietro: continuano ad arrivare attestati di stima nei confronti del Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, ad iniziare dagli Assessori regionali i quali, in una nota, hanno confermato la propria totale e piena fiducia nell´operato del Presidente: "Riteniamo che le parole pronunciate dall´Onorevole Di Pietro siano non soltanto lesive della dignità del popolo molisano, ma anche prova di scarsa ed approssimativa conoscenza delle problematiche legate alla sanità molisana e ai bisogni di salute espressi dal territorio. E´ nostra ferma volontà rimarcare come sia assolutamente ingiusto e fuorviante addebitare al Presidente Iorio la responsabilità del deficit sanitario, una pesante eredità, frutto di scelte operate in epoche passate e contesti profondamente differenti. Sottolineiamo, peraltro, che lo stesso Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nel dare risposta all´interrogazione, ha riconosciuto la positività delle innovazioni e delle iniziative di carattere strutturale che il Commissario ad acta sta promuovendo per sanare il deficit sanitario. Al riguardo, possiamo dare testimonianza dell´impegno costante profuso dal Commissario ad acta e dalla Struttura tecnica, al fine di fornire risposte adeguate in merito alle criticità sollevate dal Tavolo nazionale di monitoraggio. Ribadiamo, pertanto, la nostra convinta solidarietà al Presidente Iorio, alle prese con una spinosa questione, che riguarda la tutela del diritto costituzionale alla salute per tutti i cittadini. All´onorevole Di Pietro vorremmo, infine, ricordare le notevoli difficoltà a contemperare le esigenze di razionalizzazione della spesa sanitaria con le specificità della situazione molisana, che, in qualità di conterraneo, dovrebbe ben conoscere. E´ opinione generale che tale considerazione avrebbe dovuto indurre l´Onorevole Di Pietro a tenere una condotta più rispettosa e consona alla dignità delle Aule parlamentari e ad evitare atteggiamenti irriguardosi nei confronti del Governo regionale". Ferma presa di posizione anche da parte del Presidente del Consiglio regionale del Molise, Michele Picciano: "Le parole pronunciate da Di Pietro, in occasione del Question Time di mercoledì 22 settembre, sono un´offesa al Molise, ai molisani e a quanti, quotidianamente, con il loro impegno, con la loro dedizione, con sacrificio, anche con i loro errori, si cimentano nell´amministrazione della cosa pubblica, regolarmente legittimati dal mandato popolare. Come Presidente del Consiglio, sento l´obbligo di difendere la mia gente e le Istituzioni che rappresento. Ritengo che la Camera, come il Senato, siano i luoghi del confronto civile e rispettoso tra le parti politiche per il bene del paese. Ciò che ha fatto Di Pietro non ha scusanti. Ha screditato la sua regione, la sua gente e il Presidente Iorio davanti all´Italia intera con esternazioni lesive della dignità del massimo rappresentante della Istituzione regionale, rese ancora più gravi dal fatto che sono state pronunciate nella sede più importante della nostra realtà democratica: il Parlamento".  
   
   
AGENDA 2000: SICILIA CHIUDE PROGRAMMA CON UNA SPESA DEL 100,19%  
 
 Palermo, 27 settembre 2010 - Si chiude con una spesa di 8,476 miliardi di euro, pari al 100,19% delle risorse a disposizione, la programmazione di Agenda 2000 per la Sicilia. Ad approvare, all´unanimita´, il rapporto finale e´ stato il Comitato di sorveglianza del Por Sicilia 2000/2006, che si e´ riunito il 23 settembre, presieduto dall´assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, su delega del presidente Lombardo. Nell´arco dell´intero periodo, sono stati quasi cinquantamila i progetti finanziati nei 7 Assi e nei 4 Fondi, con poco piu´ di 9.500 progetti oggetto di rinuncia o revocati. Dal rapporto finale emerge che la crescita media del Pil in Sicilia e´ stata dell´1% superiore alla perfomance delle altre regioni del Mezzogiorno. Ad illustrare i dati conclusivi al Comitato di sorveglianza, composto dai rappresentanti della Commissione europea, di diversi ministeri, dei dipartimenti della Regione e degli esponenti del partneriato economico e sociale, e´ stato il dirigente generale del Dipartimento regionale della Programmazione, Felice Bonanno. "Gli obiettivi che si intendevano perseguire attraverso la strategia del Por - ha detto l´assessore Chinnici nel suo intervento - sono stati sostanzialmente raggiunti se si guardano i dati di attuazione finanziaria che mostrano un generale assorbimento delle risorse stanziate a favore del territorio e un totale impiego delle risorse finanziarie a disposizione". "Tuttavia - ha proseguito l´assessore - questi risultati non significano che tutto e´ stato perfetto o che non si poteva fare di meglio e di piu´. Sono certa che le criticita´ emerse dal Programma che oggi si conclude possano servire come stimolo per evitare di ripetere gli stessi errori nell´attuazione di Agenda 2007". Questi i pagamenti divisi per asse. Asse 1 "Risorse naturali": 2,204 mld (pari al 108,86% delle somme a disposizione); Asse 2 "Risorse culturali": 941 mln (87,05%); Asse 3 "Risorse umane": 1,209 mld (105%); Asse 4 "Sistemi locali di sviluppo": 2,452 mld (92,47%); Asse 5 "Citta´": 543 mln (108, 15%); Asse 6 "Reti e nodi di servizio": 1,105 mld (107,35%); Asse 7 "Assistenza tecnica": 29,570 mln (112,09%).  
   
   
CAMPAGNA REGIONALE STRAORDINARIA DI FORMAZIONE IN SICUREZZA ALLE AZIENDE VENETE DIRETTA A OLTRE 7000 LAVORATORI”  
 
 Venezia, 27 settembre 2010 - Sta per avere inizio la campagna straordinaria di formazione in sicurezza rivolta alle aziende venete e promossa dall’Assessorato Regionale alle Politiche della Formazione. Lo annuncia l’Assessore regionale alle politiche del lavoro, della formazione e dell’istruzione Elena Donazzan la quale spiega che “si tratta di un’attività che offrirà un’importante opportunità di formazione a oltre 7.000 lavoratori, di cui moltissimi datori di lavoro e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Da qui a giugno 2011 si realizzeranno circa 1.000 interventi formativi (700 corsi di formazione e 300 e interventi di consulenza in azienda, per quasi 25.000 ore) e oltre 160 seminari tematici, con l’obiettivo di diffondere la cultura della sicurezza sul posto di lavoro”. Tutta l’attività sarà accompagnata da un progetto di assistenza, che monitorerà l’andamento delle attività e darà un’immagine unitaria alle diverse attività di comunicazione. La campagna inizierà ufficialmente domani 24 settembre alle ore 9.30, presso la sede del Cna di Vicenza, con il seminario di avvio organizzato dalla Regione Veneto e rivolto ai soggetti proponenti dei progetti ammessi e finanziati. In occasione dell’incontro saranno presentate le linee guida della Campagna e saranno illustrati i contenuti, le funzionalità e le modalità di utilizzo dell’ambiente online Viversicura (www.Viversicura.it), tramite il quale saranno costantemente promosse e monitorate le iniziative della campagna. Il costo complessivo dell’iniziativa è di 3,7 milioni di cui il 30% di finanziamento regionale.  
   
   
MARCHE IN TREND POSITIVO, PRIMA REGIONE A STATUTO ORDINARIO PER BASSO TASSO DI DISOCCUPAZIONE  
 
Ancona, 27 settembre 2010 - ´Siamo cauti, ma e` un indubbio segnale di fiducia che conferma la vitalita`, l´imprenditorialita` e la resistenza della comunita` regionale e anche la bonta` delle politiche di protezione del lavoro che la Regione ha messo in campo per resistere all´impatto di una crisi internazionale di proporzioni drammatiche. Questi dati consolidano tra l´altro il trend che ci porta a ritenere che a fine anno forse non bastera` il fondo di 10 milioni di euro stanziato dalla Regione per l´azzeramento dell´addizionale Irap a favore delle imprese che avessero creato occupazione. Non possiamo comunque dimenticare che gran parte dei lavoratori considerati occupati sono protetti da ammortizzatori sociali che non dureranno per sempre. E´ per questo che occorreranno sempre nuovi investimenti per creare opportunita` di lavoro non solo nel manifatturiero ma in tutte le attivita` dell´economia regionale. Ora e` vietato abbassare la guardia, ma i dati e il confronto con le altre regioni italiane ci confortano. Lavoro e sociale sono le linee guida della strategia regionale su cui nei prossimi giorni imposteremo il nostro bilancio a base zero´. E´ questo il commento del presidente della Regione, Gian Mario Spacca, ai dati dell´indagine trimestrale Istat sulle forze lavoro pubblicata il 23 settembre. Dati che per la nostra regione evidenziano la prosecuzione di un trend positivo sul piano occupazionale, confermato tra l´altro dal confronto con le altre Regioni, con le Marche al primo posto tra quelle a statuto ordinario per basso tasso di disoccupazione. Nel Ii trimestre del 2010 nella regione l´occupazione cresce di +0,6% (+4.000 unita`) rispetto allo stesso periodo del 2009, mentre cala a livello nazionale di -0,8% (-195.000 unita`). Nelle Marche, sempre nel Ii trimestre 2010, gli occupati sono in crescita anche rispetto al trimestre precedente. Il trend positivo e` confermato anche dal tasso di disoccupazione: scende al 5,4%, rispetto al 6,3% dello stesso periodo dell´anno precedente e al 5,6% del trimestre di inizio 2010. Un dato che pone le Marche in cima alla classifica tra le Regioni a statuto ordinario. A livello nazionale il tasso di disoccupazione si attesta all´8,3%.  
   
   
TRENTO: STABILIZZAZIONE DI PRECARI ALL´APSS DEFINITI I TEMPI E LE MODALITÀ DALLA GIUNTA,  
 
Trento, 27 settembre 2010 - Sono 55 i posti di assistente amministrativo presso l´Azienda provinciale per i Servizi Sanitari individuati il 24 settembre dalla Giunta provinciale, su proposta dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, ai fini della stabilizzazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato. 42 di questi saranno coperti attraverso l´utilizzo di una graduatoria di concorso pubblico in essere, mentre per i restanti 13 posti verrà indetto un apposito concorso riservato. Al concorso potranno accedere le persone che non abbiano in corso rapporti di lavoro a tempo indeterminato e che abbiano maturato presso l´Azienda provinciale per i Servizi Sanitari, presso la Provincia e i suoi enti strumentali almeno tre anni di servizio con rapporto di lavoro a tempo determinato, alla data dell´entrata in vigore della legge provinciale n. 2 del 2009.  
   
   
UN CONCORSO ALL´IPRASE DI TRENTO  
 
 Trento, 27 settembre 2010 - Servirà per assunzioni a tempo indeterminato di personale nella figura di funzionario esperto coordinatore/sperimentatore in ambito formativo, il concorso pubblico indetto il 24 settembre dalla Giunta provinciale, su proposta dell´assessore al personale, urbanistica ed enti locali Mauro Gilmozzi. La graduatoria potrà essere utilizzata anche per coprire eventuali esigenze temporanee dello stesso profilo professionale. Dalla pubblicazione del bando di concorso sul Bollettino Ufficiale, decorreranno i 30 giorni per la presentazione delle domande. Ulteriori informazioni possono essere richieste all´Ufficio concorsi della Provincia autonoma di Trento, piazza Fiera n. 3, tel. 0461 496330, mail: ufficio.Concorsi@provincia.tn.it ; inoltre , dopo la pubblicazione ufficiale, sul sito: www.Concorsi.provincia.tn.it/  
   
   
MIGLIORA OCCUPAZIONE IN FVG  
 
Trieste, 27 settembre 2010 - L´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi rileva, dai dati Istat pubblicati il 23 settembre , un importante miglioramento del mercato del lavoro nel Friuli Venezia Giulia sia per l´occupazione, che cresce di 8 mila unità rafforzando l´andamento positivo del primo trimestre 2010, che per la disoccupazione meno 4 mila unità rispetto al secondo trimestre 2009 e meno 9 mila rispetto al primo trimestre 2010. Si tratta di un cambiamento particolarmente significativo in rapporto all´andamento nazionale e del Nord Est. In Friuli Venezia Giulia nel secondo trimestre 2010 l´occupazione è risultata pari a 513mila unità, con una crescita sia rispetto al secondo trimestre 2009 dell´1,5 per cento (+8.000 unità) mentre, rispetto al primo trimestre 2010, diminuisce dello 0,2 per cento (-1.000 unità). Sul piano della distribuzione per settore economico si evidenzia una crescita generalizzata di tutti i macrosettori con l´agricoltura, l´industria e i servizi che si incrementano rispettivamente di 3mila unità cadauno rispetto al medesimo trimestre dell´anno precedente. Il tasso di occupazione, a sua volta, aumenta dell´1,1 per cento rispetto al secondo trimestre 2009, passando dal 63,2 al 64,3 per cento, mentre si mantiene stabile rispetto al primo trimestre 2010. Osservando infine la media dei primi due trimestri del 2010 l´occupazione regionale cresce di 5.000 unità rispetto al primo semestre 2009, valore questo ancora una volta in decisa controtendenza rispetto al dato nazionale e del Nord Est. ´´Le persone in cerca di occupazione - continua l´assessore Brandi - raggiungono, sempre nel secondo trimestre 2010, le 26mila unità, con una diminuzione di 4mila unità rispetto al secondo trimestre 2009 (-13,8 per cento) e di 9mila unità rispetto al primo trimestre 2010 (-25,4). Il tasso di disoccupazione, in questo modo, si attesta al 4,8 per cento con un arretramento significativo rispetto sia al primo trimestre 2010 (-1,5 per cento, passando dal 6,3 al 4,8) sia al secondo trimestre 2009 (-0,8, passando dal 5,6 al 4,8 per cento). Si tratta di un andamento decisamente migliore rispetto alla situazione nazionale e del Nord Est. La media dei primi due trimestri del 2010 evidenzia una crescita della disoccupazione rispetto al medesimo semestre dell´anno precedente di appena mille unità pari al 4,2 per cento, mentre il Nord Est registra un incremento del 28 per cento´´. Il positivo andamento della disoccupazione finisce per incidere sulla dimensione delle forze di lavoro che diminuiscono di 10mila unità rispetto allo stesso al primo trimestre 2010, mentre aumentano di 4mila unità rispetto al secondo trimestre del 2009. La diminuzione si riverbera a sua volta anche sul tasso di attività che diminuisce di un punto percentuale rispetto al primo trimestre 2010. ´´Il mercato del lavoro - sottolinea infine l´assessore Brandi - raccoglie i segnali di ripresa che si sono manifestati nell´economia e nella produzione della nostra regione e lancia esplicite indicazioni di inversione della tendenza al ribasso in atto ormai da due anni´´.  
   
   
DATI ISTAT SULL´OCCUPAZIONE: IN ALTO ADIGE SEGNALI DI RIPRESA  
 
 Bolzano, 27 settembre 2010 - I dati Istat aggiornati sulla disoccupazione in Italia segnalano un andamento positivo per l´Alto Adige: il tasso di occupazione cresce dal 70,4% del 2009 al 71,8% del 2010. Positivo il commento dell´assessore provinciale al lavoro Roberto Bizzo: "L’occupazione in lieve crescita riflette il clima di ripresa economica a livello generale, ma testimonia anche che il mercato del lavoro in Alto Adige ha saputo resistere bene nel momento piú duro della crisi, grazie anche al contributo delle istituzioni pubbliche." Il tasso di disoccupazione in Italia è salito nel secondo trimestre (aprile-giugno 2010) all´8,5% rispetto all´8,4% dei primi tre mesi del 2010, e questo nonostante la lieve ripresa economica. È quanto emerge dall´ultima rilevazione Istat. A livello territoriale, in Alto Adige l’andamento del mercato del lavoro registra invece un bilancio positivo: nel secondo semestre 2010 rispetto al 2009 si assiste ad un calo del tasso di disoccupazione dal 2,3% al 1,9%, ma il dato piú significativo è rappresentato da un aumento percentuale del tasso di occupazione dal 70,4% del 2009 al 71,8% del 2010. L´assessore provinciale Roberto Bizzo commenta positivamente i dati Istat: "Si tratta di dati indubbiamente incoraggianti. Il calo del tasso di disoccupazione va considerato con ottimismo ma anche con prudenza: bisogna attendere i dati di fine anno per avere un quadro completo e verificare se il trend ha carattere di stabilità." L’occupazione in lieve crescita, secondo l´indagine Istat, riflette per Bizzo "il clima di ripresa economica a livello piú generale, ma testimonia anche che il mercato del lavoro in Alto Adige ha saputo resistere bene nel momento piú duro della crisi e ha reagito in maniera strutturata per il proprio rilancio; anche le istituzioni pubbliche hanno certamente dato il proprio contributo." L´assessore si riferisce in particolare al Servizio di mediazione al lavoro della Provincia, "che ha incrementato gli sforzi per far incontrare domanda ed offerta di lavoro", conclude Bizzo.  
   
   
MERCATO DEL LAVORO DATI ISTAT: LA BANCA DATI DELLA REGIONE SARDEGNA INDICA UN SALDO ATTIVO DI 28 MILA UNITÀ  
 
Cagliari, 27 Settembre 2010 - "I dati Istat sull´occupazione? Un riferimento di cui tenere conto. Ma ancor più aggiornati sono i dati ufficiali in possesso della Regione. E questi parlano di un saldo attivo di 28mila unità". Così l´assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, commenta le statistiche diffuse oggi dall´ente di ricerca in merito all’andamento delle forze di lavoro. "Secondo le informazioni dell’Istituto nazionale di statistica - sottolinea Manca - la Sardegna, nel Ii trimestre del 2010 perderebbe diecimila occupati rispetto al trimestre precedente: si passa infatti da 627mila occupati (tanti erano nel Ii trimestre 2009) a 617mila (Ii trimestre 2010). Come è noto, l’indagine dell’Istat è di tipo campionario e ha come primo obiettivo la stima dei principali aggregati dell’offerta di lavoro e coinvolge 175mila individui residenti in 1.246 Comuni. Naturalmente l’indagine ha una base scientifica solida e rappresenta un punto di riferimento importante. Tuttavia la Regione dispone di uno strumento altrettanto efficace: si tratta delle banche dati del Sil (Sistema Informativo sul Lavoro), che registrano non già le stime ma i movimenti reali che riguardano le cessazioni e gli avviamenti al lavoro. Ciò significa che ogni chiamata da parte delle aziende deve essere registrata, così come ogni cessazione. Secondo le banche dati Sil, nel periodo aprile-giugno 2010 in Sardegna i lavoratori avviati sono stati 79.648, mentre coloro che hanno cessato il loro rapporto di lavoro ammontano a 51.574 unità. Il saldo è dunque positivo per 28.074 lavoratori. Il dato reale ci dice che nel corso di quest’ultimo trimestre si è creata occupazione e non disoccupazione come afferma l’Istat”. "Questo risultato – conclude l´assessore Manca –, naturalmente, non è lecito assumerlo come di carattere strutturale. Tuttavia è comunque un importante segnale sia sul piano della fiducia più in generale della ripresa economica, ma anche sull’efficacia delle politiche poste in essere dalla Giunta Cappellacci, in particolare attraverso il provvedimento sull’ampliamento della stagione turistica (denominato Lunga Estate), visto che questo settore è quello che di fatto ha contribuito per il 94,5 % sul totale della crescita occupazionale".  
   
   
TRENTO, FORZE DI LAVORO: I DATI SUL 2° TRIMESTRE 2010 IN CRESCITA LA DISOCCUPAZIONE RISPETTO AL 2009 MA IN CALO RISPETTO AL 1° TRIMESTRE  
 
Trento, 27 settembre 2010 - Sono disponibili i dati Istat sulle forze di lavoro relativi al secondo trimestre 2010 (da aprile a giugno 2010). Per la provincia di Trento si rileva una situazione di leggero peggioramento del mercato del lavoro che riflette, seppur con ritardo, gli effetti della crisi del 2009. Infatti il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre del 2010 è pari al 4,2%, in aumento rispetto allo stesso trimestre del 2009 (2,9%) ma in miglioramento rispetto a quello del primo trimestre del 2010 (5,0%). Diminuiscono moderatamente gli occupati e le forze di lavoro. In Trentino, comunque, la situazione si conferma sensibilmente migliore rispetto all’Italia che presenta un tasso di disoccupazione pari all’8,3%. Approfondendo i dati dell’indagine Istat sulle forze di lavoro, coordinata a livello locale dal Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento, nel secondo trimestre 2010 si può osservare che le forze di lavoro (occupati più persone in cerca di occupazione) sono diminuite di circa 1.000 unità, portando il tasso di attività tendenziale dal 69,4% al 68,7%. Analizzando le due componenti delle forze di lavoro si rileva che gli occupati diminuiscono di circa 4.000 unità attestandosi sui 228.000 occupati. La contrazione ha interessato soprattutto i lavoratori indipendenti e le donne. Settorialmente non si hanno segnali di preoccupazione per l’agricoltura; l’industria in senso stretto e le costruzioni mantengono stabili i livelli occupazionali, come risultato di un aumento dei lavoratori dipendenti (nel complesso del secondario di circa 2.000 unità) e di una contrazione di pari entità degli indipendenti. Il settore dei servizi mostra un calo di circa 3.000 addetti, imputabile per la maggior parte ai lavoratori indipendenti (circa 2.000 unità). Da sottolineare che l’occupazione dipendente nel settore aumenta per gli uomini mentre si riduce di circa 4.000 unità la componente femminile. La disoccupazione, seppur migliorando il dato registrato nel primo trimestre 2010 (12.0000 disoccupati) aumenta sullo stesso trimestre del 2009, passando da 7.000 a 10.000 persone in cerca di occupazione. Aumentano sia le persone con precedenti esperienze lavorative sia le persone che cercano lavoro per la prima volta, confermando che nonostante le difficoltà rilevate il mercato del lavoro resta ancora vivace e non mostra fenomeni di scoraggiamento molto evidenti in altre regioni italiane.  
   
   
MERCATO DEL LAVORO INSEDIATA LA COMMISSIONE REGIONALE SARDA PER I SERVIZI E LE POLITICHE DEL LAVORO  
 
Cagliari, 27 Settembre 2010 - L´assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, il 22 settembre ha presieduto la seduta di insediamento della Commissione regionale per i servizi e le politiche del lavoro, composta dalla Consigliera regionale di parità e dai rappresentanti regionali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Confagricoltura, Cna, Legacoop, Forum del terzo settore, delle otto Province e dei settori scuola, formazione professionale e università. Prima di aprire il dibattito ai componenti, l’assessore Manca ha illustrato il quadro dei provvedimenti adottati nell’ultimo anno e puntato il dito sul percorso da compiere con la collaborazione delle forze sociali e degli enti locali che siedono attorno al tavolo. "Compito di questa Commissione - ha sottolineato Manca - è quello di tracciare un programma con l´obiettivo di incrementare l´occupazione e razionalizzare le risorse economiche. Tra i temi sul tavolo, ricordo l’organizzazione della Conferenza regionale sull’occupazione (da tenersi probabilmente nel dicembre 2010)". Questi i punti principali toccati nella relazione introduttiva dell’assessore Manca: Risorse finanziarie. C’è la possibilità di razionalizzare la spesa (l’Assessorato regionale del Lavoro gestisce 230 milioni di euro all’anno) e reperire ulteriori risorse comunitarie e statali (per esempio attraverso il Progetto Jessica). Nel 2009 non abbiamo restituito un solo centesimo all’Unione europea: a novembre rischiavamo di disimpegnare 120 milioni di euro, in soli 45 giorni abbiamo esaurito tutto il budget residuo. La prossima settimana dovremmo essere in grado di iniziare il pagamento delle prime 100 pratiche relative alle imprese che hanno richiesto i finanziamenti. Tuttavia va rimodulato il programma d’intervento del Fondo sociale europeo. Formazione professionale. Sono stati finanziati con 110 milioni di euro tutti i bandi della formazione, che d’ora in poi saranno gestiti dalle Agenzie formative accreditate. Cittadelle del lavoro. Saranno istituite al più presto 8 Cittadelle, una per provincia, dove far confluire la domanda e l’offerta di lavoro e tutti i servizi che oggi sono distribuiti sul territorio isolano. Manca sta completando la ricognizione delle strutture regionali che ospitano i corsi di formazione professionale, dove nasceranno le Cittadelle che consentiranno di incrementare e dare gambe ai processi delle politiche attive del lavoro. Ammortizzatori sociali. Nei primi otto mesi del 2010 sono stati adottati provvedimenti a favore di 8.000 lavoratori. Il budget messo in campo tra mobilità in deroga e cassa integrazione è pari a 120 milioni di euro. Manca ha posto l’accento sull’importanza del prodotto innovativo del contributo concesso ai lavoratori che, spontaneamente, hanno accettato di seguire i corsi di formazione nel periodo di utilizzo. Master and Back. Il nuovo piano, al quale sta lavorando l’Agenzia regionale del lavoro, avrà griglie di selezione che terranno conto del valore di ogni singolo richiedente ma anche del reddito familiare. Basta con i contributi a pioggia. Non saranno più spesi 75 milioni in un solo anno, anche perché le risorse non sono infinite. Cambieranno le condizioni del “back”, in quanto oggi non si registrano ricadute positive per il tessuto economico sardo. Csl e Cesil. Manca ha precisato di aver trovato i soldi per garantire sino ad agosto 2011 il lavoro di 400 lavoratori impiegati nelle strutture gestite dagli enti locali. Intanto è stato definito il percorso che deve condurre alla loro stabilizzazione entro la prossima estate.  
   
   
GIOVANI - LA REGIONE EMILIA ROMAGNA STANZIA 1,1 MILIONI DI EURO PER ATTIVITÀ A FAVORE DEI GIOVANI E PER SPAZI DI AGGREGAZIONE. A GIORNI LA PUBBLICAZIONE DI UN BANDO.  
 
Bologna, 27 settembre 2010 – Oltre 1,1 milioni di euro sono stati stanziati dalla Giunta regionale dell’Emilia-romagna, a favore di attività giovanili (608 mila euro) e per lo sviluppo e la qualificazione di spazi di aggregazione (500 mila euro). L’atto della Giunta, approvato su proposta dell’assessore al Progetto giovani Donatella Bortolazzi individua le linee di indirizzo per l’assegnazione di contributi relativi al 2010, con obiettivi in rapporto ad ambiti di intervento ritenuti prioritari, risorse e metodologie di intervento, soggetti e procedure per accedere ai contributi regionali che saranno resi disponibili a breve tramite un bando pubblico. “Si tratta di un impegno finanziario per i giovani ancora più importante se si considera il momento di forte crisi economica – ha commentato l’assessore Bortolazzi -, che colpisce duramente il futuro delle nuove generazioni e mette a rischio le attività degli enti locali, finalizzate al sostegno della crescita civile e culturale del mondo giovanile”. Tutto ciò è stato realizzato grazie a un percorso effettuato in stretta collaborazione con gli Enti locali, con l’obiettivo di consolidare un sistema di governance delle politiche giovanili a livello regionale e territoriale. L’assessore Donatella Bortolazzi ha quindi giudicato “positiva e incoraggiante la condivisione da parte di Regione, Province e Comuni di un percorso di individuazione di ambiti di intervento prioritari come il sostegno del protagonismo giovanile, la diffusione della cultura della legalità, di progetti di cittadinanza attiva a fianco di azioni più consolidate di informazione e aggregazione”. Tra gli ambiti di intervento prioritari sono stati individuati l’aggregazione sociale, la valorizzazione delle esperienze di autogestione di realtà associative e gruppi informali; la cittadinanza attiva, comprendendo i progetti sulla cultura della legalità e la sperimentazione di forme di partecipazione attiva alla vita delle istituzioni e comunità locali; il consolidamento delle attività di informazione e comunicazione rivolta ai giovani. I soggetti beneficiari dei contributi sono i Comuni e le Province. La deliberà sarà pubblicata nei prossimi giorni e il bando scadrà 30 giorni dopo la sua iscrizione nel Bollettino ufficiale della Regione.  
   
   
PRESENTATO A LECCO XI RAPPORTO, 30.500 GLI STRANIERI LE REGIONI CONTRIBUISCANO A GESTIRE I FLUSSI  
 
Lecco, 27 settembre 2010 - Di fronte al fenomeno dell´immigrazione, che è "una realtà stabile e non occasionale", la grande sfida deve essere quella di una "identità aperta", come è scritto in un "bellissimo documento" del Governo, cui hanno contribuito i ministeri del Lavoro, degli Interni e dell´Istruzione. E´ quanto ha detto il 24 settembre a Lecco l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, intervenendo alla presentazione dell´undicesimo Rapporto sull´immigrazione in Provincia di Lecco. Presenti all´incontro, tra gli altri, l´assessore provinciale, Antonio Conrater, il dirigente dell´Ufficio scolastico provinciale Luigi Roffia e la dott.Ssa Motolese della Prefettura. "Dobbiamo mantenere la nostra identità - ha spiegato Boscagli - ma dobbiamo anche essere in grado di arricchirci e di crescere insieme alle persone che vivono nel nostro territorio". Boscagli ha criticato l´attenzione spesso solo negativa che viene riservata al fenomeno dell´immigrazione, parlando di una quotidianità e di una normalità di rapporti che viene quasi sempre omessa. Certo, "non sono tutte rose e fiori", ma ci sono molte storie positive di integrazione nelle scuole così come nel mondo del lavoro. "Gli stranieri che vengono in Lombardia - ha sottolineato Boscagli - hanno un atteggiamento sostanzialmente di fiducia verso le istituzioni e le realtà in cui vivono. Spesso si tratta di persone che lavorano, producono e fanno impresa. Proprio in questo si può parlare di un ´modello lombardo´ di integrazione, che vede nel lavoro il cardine della società". Regione Lombardia in questi anni è intervenuta in vari ambiti sul tema immigrazione a partire dalla conoscenza del fenomeno, con l´attivazione dell´Osservatorio regionale, che consente il monitoraggio costante dell´evoluzione del fenomeno migratorio e con altri progetti come "Certifica il tuo italiano" e Telefono mondo". "La collaborazione tra istituzioni - ha detto ancora Boscagli - è fondamentale. Da questo punto di vista sarebbe importante che anche le Regioni potessero partecipare alla gestione dei flussi, come ha ribadito più volte il presidente Formigoni, naturalmente senza sottrarre competenze al Governo. L´equilibrio dell´integrazione si mantiene anche se non si sbagliano le misure". Questi alcuni dei progetti promossi da Regione Lombardia, che hanno interessato e interessano il territorio di Lecco. Certifica Il Tuo Italiano - Nella provincia il progetto ha attivato una rete locale a Lecco facente capo al Centro Territoriale Permanente Stoppani, a cui hanno aderito altri 5 enti. A Lecco sono stati attivati 10 corsi per l´insegnamento dell´Italiano L2 secondo gli standard del Quadro Comune Europeo delle lingue, finalizzati alla certificazione delle competenze, cui hanno partecipato 170 adulti stranieri. Crescere Bene Insieme - Ha come obiettivo quello di diffondere una cultura condivisa sull´approccio transculturale e costruire una rete di servizi che utilizzano un linguaggio comune, favorendo i processi di integrazione dei minori migranti e delle loro famiglie. A questo scopo il progetto promuove la formazione specifica degli operatori dei servizi sulla presa in carico psicologica delle donne, dei minori, degli adolescenti e delle famiglie in una prospettiva transculturale. Al modulo di formazione di base, rivolto a tutte le Asl della Lombardia, hanno partecipato anche alcuni operatori socio-sanitari (psicologi, ostetriche, ecc.) dell´Azienda Sanitaria Locale di Lecco (erano 8 su 100 totali). Telefono Mondo - Si propone di promuovere una conoscenza delle norme di permanenza in Italia e delle modalità di accesso ai servizi, con particolare attenzione ai neo-immigrati tramite l´attivazione di un servizio telefonico multilingue, che offre consulenza gratuita avvalendosi di un team di esperti mediatori in lingua. Questo importante intervento - realizzato dalla Regione assieme alla Cooperativa Progetto Integrazione - è stato presentato a Lecco nel corso di una fiera tenutasi a metà di maggio. I Dati - Gli stranieri che vivono nella provincia di Lecco, secondo l´ultime rilevazione del luglio 2009, sono 30.500 (erano 10.500 a gennaio 2001). Quasi l´83% di questi sono regolarmente iscritti alle anagrafi comunali. Il 54,6% sono maschi (erano però il 70% nel 2002); 6.500 i minori. Il gruppo più numeroso è sempre quello europeo ma la nazionalità più numerosa è quella marocchina (4.790) seguita da rumeni (4.310), albanesi (3.550) e senegalesi (2.400 unità). Il 74% degli stranieri della provincia di Lecco ha un diploma di scuola secondaria superiore o dell´obbligo. La quota dei laureati è del 21%. La maggioranza (42,7%) professa la religione musulmana (ma è il minimo storico dal 57% del 2002), il 29,4% quella cattolica (in leggera crescita) e il 18,9 altre religioni cristiane. Quasi la metà (49%) degli immigrati vive in Italia da 5-10 anni. Un immigrato su tre è occupato in maniera regolare a tempo indeterminato (era uno su due nel 2006). La percentuale dei disoccupati (4,7%) è tra le più basse della regione. Il 29%, ossia con 7 punti percentuali in più rispetto alla media regionale, pone Lecco al terzo posto in regione per la percentuale di case di proprietà  
   
   
FONDO AREE SOTTOUTILIZZATE, RIPROGRAMMATE IN MOLISE RISORSE PER OLTRE CINQUE MILIONI E MEZZO DI EURO  
 
 Campobasso, 27 settembre 2010 - La Giunta regionale, su proposta dell´Assessore alla Programmazione, Gianfranco Vitagliano, ha provveduto a riprogrammare il Fondo Aree Sottoutilizzate (Fas), relativo al ciclo di Programmazione 2000-2006, per finanziare opere che assommano ad oltre cinque milioni e mezzo di euro. Questi, nel dettaglio, gli interventi: Raccolta differenziata per il Comune di Termoli, € 300.000,00; Sistemazione dissesti idrogeologici strade interpoderali e vicinali del Comune di Lucito , € 200.000,00; Messa in sicurezza dell´area della "Chiesa di San Giuseppe" situata nel Centro storico del Comune di San Martino in Pensilis, € 400.000,00; Centro regionale sperimentazione pesca e acquacoltura nel Comune di Termoli (Ii lotto), € 189.218,17; Presidio di Sicurezza e soccorso nell´Area del Matese , € 450.000,00; Messa in sicurezza edifici scolastici nel Comune di Agnone, € 526.066,33; Accordo di programma Scuole sicure nella Città di Campobasso,€ 3.000.000,00; Manutenzione sede scolastica del Comune di Fossalto ,€ 32.000,00; Messa in sicurezza edificio Scuola Elementare " San Leonardo" nel comune di Larino,€ 50.000,00; Piano di Azione per il raggiungimento degli Obiettivi di Servizio S.04 S.05, € 450.000,00.  
   
   
DIFESA FEMMINILE. 170 PARTECIPANTI ALLA NONA EDIZIONE DEI CORSI GRATUITI DEL COMUNE DI MILANO  
 
Milano, 27 settembre 2010 - “La tentata violenza di corso Lodi che non si è concretizzata in stupro, grazie alla decisa reazione della barista milanese, e l’episodio accaduto il mese scorso, quando un’infermiera esperta di tecniche di judo ha fatto arrestare un violentatore in uno stabile di via Ippodromo, sono la dimostrazione dell’utilità delle tecniche di difesa personale. Che possono risultare determinanti per sfuggire all’aggressore. Ecco perché il Comune di Milano ha investito risorse per i corsi di autodifesa femminile. E sono 170 le milanesi che hanno raccolto l’invito dell’Amministrazione comunale a partecipare alla nona edizione dei corsi gratuiti promossi dall’assessorato alla Sicurezza per aiutare le donne a prevenire molestie e violenze. Ma sono già 70, e aumentano di giorno in giorno, le domande presentate per la prossima decima edizione che partirà a novembre e si svolgerà presso la palestra di via San Marco”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. Le lezioni, cominciate da alcuni giorni, si svolgono al Parco Sempione e ai Giardini Montanelli e termineranno il 5 ottobre. Sono tenuti dall’associazione Eisho club guidata da Cristina Fiorentini, campionessa di judo di cui è cintura nera sesto dan, riguardano le principali tecniche di difesa personale, basate sul metodo globale di autodifesa Fijlkam. Tale metodo non contempla l’uso della forza ma, attraverso il lavoro di un gruppo di esperti, è costruito esclusivamente sulla difesa e sulla capacità di controllare l’aggressore. Per informazioni, è a disposizione il numero verde: 800149659, info@eishoclub.It. “L’iniziativa promossa dall’assessorato alla Sicurezza – spiega De Corato – continua a riscuotere pieno successo. Basti dire che da quando sono cominciati i primi corsi nel 2007 sono oltre 1.300 le donne che hanno partecipato a ben 9 edizioni. Ma l’attenzione alla difesa della donne e agli aspetti legati alla prevenzione è ad ampio raggio. E comprende la videosorveglianza con 1.326 impianti e 148 colonnine sos. Il piano dell’illuminazione con investimenti per 32 milioni di euro. La convenzione con il centro vittime di reato, i presidi sul territorio effettuati da Polizia Locale, forze dell’ordine, militari e associazioni di volontariato soprattutto nelle aree critiche. Senza dimenticare la presenza del Comune come parte civile nei processi per stupro che ci ha portato, su consenso delle vittime e grazie ai giudici, a chiudere 7 procedimenti con le condanne dei violentatori e il risarcimento a favore dell’Amministrazione”. “Un impegno – sottolinea De Corato – che trova un positivo riscontro nei numeri. Perché, come confermano gli arresti per gli ultimi due episodi di via Fabio Massimo e di corso Lodi, a Milano i violentatori non la fanno franca. E le aggressioni ‘da strada’ che destano allarme sociale sono scese in 4 anni dell’80% passando dai 61 casi del 2007 (5 al mese) agli attuali 10 del 2010 (1 al mese)”.