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Notiziario Marketpress di Mercoledì 29 Settembre 2010
LUCI, CAMERA, AZIONE... L´UE AIUTA IL CINEMA A PASSARE AL DIGITALE  
 
Bruxelles, 28 settembre 2010 - Colmare il divario tra cultura e scienza è una delle priorità dell´Ue. La Commissione europea sostiene questo impegno dando l´autorizzazione a una nuova strategia che contribuirà a digitalizzare i cinema europei e a promuovere la proiezione di film prodotti in Europa. È una situazione vantaggiosa per tutti: gli appassionati di cinema avranno accesso a più film e i piccoli cinema potranno acquisire una tecnologia all´avanguardia senza spendere troppo. Questo nuovo offre varie opzioni di supporto finanziario, come le sovvenzioni statali e il sostegno da parte del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fers), uno dei maggiori sotenitori dell´innovazione, e il Programma Media dell´Ue, che sostiene il settore dell´audiovisivo europeo promuovendo lo sviluppo e la distribuzione di miriadi di film e di attività di formazione. Il contributo di Media all´industria cinematografica europea per il periodo 2007-2013 ammonta a 755 Mio Eur. Questi fondi aiuteranno a rafforzare la competitività del settore. La Commissione europea sostiene che la digitalizzazione dei cinema in tutta Europa renderà più fattibile la conversione dei film fatti nei primi anni del cinema in modo da conservarli per le generazioni future. "La rivoluzione digitale ha trasformato il modo in cui il cinema produce, distribuisce e proietta i film," spiega il Commissario europeo per l´Istruzione, la cultura, il multilinguismo e i giovani, Androulla Vassiliou. "Questi cambiamenti creano anche grandi opportunità per il cinema europeo. La tecnologia digitale può ridurre i costi di distribuzione e potenzialmente aumentare il numero e la varietà di film europei mostrati nel mondo. Spero che vedremo presto i benefici della tecnologia digitale in tutti i cinema europei, compresi gli schermi indipendenti e d´essai che caratterizzano la particolare rete cinematografica dell´Europa." Gli esperti affermano che a bloccare l´adozione del digitale sono i costi e le eterogenee esigenze dei cinema. I cinema, per esempio, devono sborsare circa 75.000 Eur se vogliono acquistare un nuovo proiettore e un server digitali. Sono tanti per i cinema più piccoli. La Commissione europea negli ultimi 3 anni ha stanziato 25 Mio Eur di sovvenzioni attraverso il Programma Media per le iniziative del cinema digitale e altri progetti innovativi. Il nuovo schema, che dovrebbe partire a dicembre 2010, aumenterà l´investimento per la digitalizzazione di altri 4 Mio Eur. Tra i cinema d´essai che hanno già ricevuto il sostegno del Fesr per passare al digitale ci sono la Bassa Sassonia tedesca, la regione polacca di Malopolska e le regioni settentrionale, centrale e di Alentejo del Portogallo. Anche diverse regioni francesi si sono dette interessate al sostegno finanziario. La strategia della Commissione europea si occupa anche di come assicurarsi le opportunità offerte dalla standardizzazione: rendere la transizione al digitale più veloce e quindi mantenere i costi di produzione e distribuzioni al minimo; mantenere e potenziare la diversità della programmazione europea nei cinema digitali e investire nella ricerca, nelle attrezzature e nella formazione professionale per conservare meglio il patrimonio cinematografico europeo. Agli europei piace molto andare al cinema. Secondo i dati dell´Osservatorio europeo dell´audiovisivo il numero di ingressi al cinema è aumentato a 981 milioni nel 2009, un aumento di oltre il 6% su base annuale. Le entrate europee al botteghino sono aumentate del 12% annualmente fino a 6,3 miliardi di Eur. Secondo i dati la quota di mercato del cinema europeo ha rappresentato il 27% di tutte le entrate dei botteghini in Europa. Per maggiori informazioni, visitare: Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr): http://ec.Europa.eu/regional_policy/funds/feder/index_it.htm  Programma Eu Media: http://ec.Europa.eu/culture/media/index_en.htm    
   
   
UNICOM A “RAVENNA 2010”  
 
Milano, 29 settembre 2010 - Unicom ha concesso il proprio patrocinio alla manifestazione “Ravenna 2010” ( www.Ravenna2010.it/ ), un festival su rifiuti, acqua, energia: tre giorni di incontri informativi/formativi dedicati a tematiche tecnico-economiche con un ricco programma di eventi culturali che si svolgeranno dal 29 Settembre al 1° Ottobre all’interno del Centro Storico di Ravenna, nelle adiacenze di P.zza del Popolo. Bacino Padova 2, uno dei promotori della rassegna, nonché ideatore di Novambiente ( www.Novambiente.it/ ), un progetto che offre l’opportunità a chi lavora a campagne legate all’ambiente di accedere ad informazioni tecniche, bandi di gara e servizi ha organizzato tre eventi che sarà possibile seguire in diretta via streaming cliccando sul banner dedicato alla manifestazione presente sul sito Unicom ( www.Unicomitalia.org/ ): Giovedì 30 Settembre 2010 - Ore 10.00/13.00 “Se Dico Il Falso Non Corrisponde Al Vero” Muses, il primo metodo che svela le esigenze nascoste dell’utente. Giovedì 30 Settembre 2010 - Ore 18.00/20.00 “Antropologia, Comunicazione E Marketing In Materia Ambientale”. Venerdì 1° Ottobre 2010 - Ore 10.00/13.00 “Markethink - Il Pensiero Che Salvaguarda L’ambiente” si prefigge di focalizzare lo stato dell’arte in materia di marketing ambientale e vedrà le relazioni di docenti universitari di diversi atenei e l’intervento di un relatore Unicom.  
   
   
CONCORSO CORECOM BASILICATA, ENTRO IL 30 SETTEMBRE LE CANDIDATURE ISTITUITA LA COMMISSIONE CHE VALUTERÀ I MIGLIORI SPOT PUBBLICITARI DELLE EMITTENTI LOCALI ED I MIGLIORI BANNER PUBBLICITARI DEI SITI WEB INFORMATIVI DELLA REGIONE  
 
Potenza, 29 settembre 2010 - Il 30 settembre scade il termine per partecipare al primo Consorso di “Autoproduzione Radiotelevisiva Regionale”, indetto dal Corecom Basilicata per premiare i migliori spot pubblicitari radiofonici e televisivi prodotti dalle emittenti locali ed i migliori banner pubblicitari realizzati da siti web informativi lucani. Tema del concorso, finalizzato ad incentivare e valorizzare la creatività e la produzione radiotelevisiva e telematica delle emittenti lucane, “palii, feste, leggende e tradizioni della Basilicata”. Un premio verrà inoltre assegnato al più anziano e al più giovane giornalista della regione. Per la scelta dei vincitori il Corecom ha istituito una commissione, presieduta da Biagio Vanacore, presidente nazionale dell’ Associazione Pubblicitari Italiani Professionisti ed esperto di comunicazione d’impresa e marketing, e della quale fanno parte il sociologo Enrico Cogno, già direttore dell’Istituto europeo di design, e l’avvocato Attilio Della Mura, dirigente dell’Azienda autonoma di Soggiorno cura e Turismo di Napoli. Per informazioni sul bando è possibile rivolgersi agli uffici del Corecom Basilicata (tel. 0971/447063 – 447025).  
   
   
NAPOLI: LINEA AMICA, A PALAZZO ARMIERI INCONTRO SU "LA COMUNICAZIONE CON IL CITTADINO"  
 
Napoli, 29 settembre - 2010 – Oggi presso la sede di palazzo Armieri della Regione Campania si terrà l´incontro sul tema "La comunicazione con il cittadino", previsto dal progetto Linea Amica, destinato al personale degli Urp e dei centri di contatto della Pa nelle regioni del Sud. Partecipano al corso 70 tra responsabili e operatori Urp provenienti da vari Enti: Regione Campania e le sue sedi provinciali Caserta, Benevento, Avellino, Salerno e Napoli; la Provincia di Napoli e di Avellino, la Motorizzazione civile di Salerno, i Comuni di Salerno, Cava de’Tirreni, Agropoli, Vietri sul Mare, Torre del Greco, Aversa, Caivano e infine l´Inpdap Basilicata, Campania e Molise. Il corso ha avuto avvio on line il 9 settembre e terminerà il 9 novembre. "Linea Amica", il più grande network europeo di relazioni con il pubblico presentato lo scorso 29 gennaio 2009 dal ministro Renato Brunetta, promuove e valorizza i servizi erogati a distanza dalla Pa italiana e mira a favorire il rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione. Allo stato attuale Linea Amica si avvale di una rete di 673 Urp o centri di risposta al cliente. Nelle ultime settimane di attività Linea Amica ( www.Lineaamica.gov.it/ , numero verde 803.001 da fisso, 06.828881 da cellulari, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18) ha registrato 8.561 contatti (810 le richieste pervenute via mail) e 3.635 istanze di clienti della Pubblica Amministrazione.  
   
   
LA VALLE D´AOSTA ALLA RASSEGNA INTERNAZIONALE DEL CINEMA ARCHEOLOGICO DI ROVERETO  
 
 Aosta, 29 settembre 2010 - L’assessorato dell’istruzione e cultura parteciperà alla Xxi Rassegna Internazionale del Cinema archeologico che si svolgerà a Rovereto dal 4 al 9 ottobre 2010. La manifestazione, organizzata dal Museo Civico di Rovereto, è volta a sensibilizzare il grande pubblico sui temi della ricerca archeologica e della tutela del patrimonio culturale. Nell’ambito della rassegna, la Valle d’Aosta si è inserita nel programma delle proiezioni, dedicato a opere cinematografiche nei settori archeologico, storico, paleontologico e antropologico, con i due volumi della collana editoriale Cadran Solaire dedicati al Criptoportico forense di Aosta e al complesso di Sant’orso. «La partecipazione a manifestazioni come quella di Rovereto - dichiara l’Assessore Laurent Viérin – è un’importante occasione di promozione del patrimonio culturale della Valle d’Aosta, oltre che un veicolo per far conoscere le progettualità e gli interventi che l’Assessorato mette in atto per favorire la diffusione e la valorizzazione della cultura». Al Festival verranno proiettati due volumi di Cadran Solaire, la collana a carattere divulgativo, realizzata dall’Assessorato dell’istruzione e cultura in collaborazione con Inva Spa. Prodotta da un’équipe multidisciplinare, l’opera consta di un volumetto di approfondimento e di un dvd multimediale che integrano i dati desunti dalle indagini archeologiche e da rigorose ricerche scientifiche alle tecnologie di modellazione tridimensionale e computer design. L’opera è edita in francese, italiano e inglese.  
   
   
I VINCITORI DEL BANDO PER IL SOSTEGNO ALLO SVILUPPO E ALLA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA, PROMOSSO DA CINETECA DI BOLOGNA E REGIONE EMILIA-ROMAGNA, RIVOLTO A SOCIETÀ DI PRODUZIONE INDIPENDENTI E ASSOCIAZIONI CULTURALI. LA SECONDA SCADENZA DEL BANDO PROROGATA AL 30 NOVEMBRE 2010  
 
Bologna, 29 settembre 2010 - La commissione giudicatrice delle proposte pervenute al termine della prima scadenza del bando per il sostegno allo sviluppo e alla produzione Cinematografica per opere prime, seconde e terze, ha reso noto i progetti (4) che si avvarranno del sostegno allo sviluppo e i progetti (2) che invece saranno sostenuti in fase di produzione. La seconda scadenza del bando, rivolta come la precedente a società di produzione indipendenti e associazioni culturali, è stata prorogata al 30 novembre 2010 (info: Filmcommission Bologna tel. 051 2194827/36/37; filmcommission@comune.Bologna.it ) Il bando scaturisce dal fondo promosso dalla Cineteca di Bologna che, insieme alla Regione, ha varato il Centro per lo Sviluppo dell’Audiovisivo e l’Innovazione Digitale (con sede in via Riva di Reno 65) nato anche grazie all’Apq Geco e al progetto Distretto della Multimedialità per supportare le imprese del settore fornendo attività di informazione, formazione, consulenza e promozione all’interno del comparto audiovisivo dell’Emilia-romagna. I progetti pervenuti entro la prima scadenza del bando, il 15 maggio, sono stati esaminati da una commissione formata da esperti del settore (Valerio De Paolis, capo della Bim distribuzione; Paolo Mereghetti, giornalista e critico cinematografico; Gianni Zanasi, regista) che ha attribuito il sostegno allo sviluppo a 4 progetti, mentre 2 sono invece i progetti individuati che beneficeranno del sostegno alla produzione. Questi sono i progetti selezionati e che beneficeranno del sostegno allo sviluppo: Il Vegetariano: soggetto e regia di Roberto San Pietro presentato da Arancia Film srl – Bologna – Fiction. Il treno va a Mosca: soggetto e regia di Federico Ferrone e Michele Manzolini presentato da Kiné soc Coop – Colle di Val d’Elsa (Si) - Documentario. L’erba cattiva: soggetto di Giovanni Galavotti, Giulio Filippo Giunti, Giorgia Boldrini, regia di Francesco Merini e Bernardo Bolognesi presentato da Associazione culturale Finzioni – Bologna – Fiction. Essere e sopravvivere: soggetto e regia di Teresa Mignani presentato da Imago Orbis – Bologna – Documentario. Questi sono i progetti selezionati che beneficeranno del sostegno alla produzione: Babis! (Figli dei Rospi): regia di Niccolò Manzolini presentato dall’Associazione Culturale Seiperduenonfadodici – Bologna – Documentario. Beat Crazy: regia di Luca Pastore presentato da Pulsemedia - Sassuolo (Modena) – Documentario. Circa l’aspetto informativo e di consulenza, il Centro ha finora progettato e realizzato due seminari a partire dalla constatazione che le associazioni trovano difficoltà quando vogliono trasformarsi in imprese. “Creatività e Impresa”, questo il titolo del primo incontro, si è tenuto il 16 giugno di quest’anno in collaborazione con Aster: alcune aziende del territorio legate all’imprenditorialità creativa hanno raccontato la propria esperienza e ai presenti sono state poi fornite nozioni per la redazione di un business plan, appositamente pensato per le aziende della filiera creativa. Il secondo workshop (28 giugno 2010) è stato orientato più alla filiera audiovisiva vera e propria come si evince dal titolo, “Come si finanzia un film: le opportunità tra l’Italia e i sostegni comunitari”: in questo caso - e grazie all’ausilio di esperti e di rappresentanti del programma Media e del Mibac (Ministero per i beni e le attività culturali)- sono state illustrate le principali fonti di finanziamento al cinema e all’audiovisivo esistenti in Europa e a livello statale. “In un momento così difficile e tragico per la cultura, in cui appunto il Ministero taglia gli investimenti per la cinematografia, c’è da essere orgogliosi che in Regione Emilia-romagna si cerchi di perseguire una strada in controtendenza”, dichiara l’assessore alla Cultura della Regione, Massimo Mezzetti. “Il centro e i sostegni che ne scaturiscono per le imprese e le associazioni – continua Mezzetti - tracciano un percorso lusinghiero che dalla cultura porta alle attività produttive legate al nostro territorio”. “E’ infatti di notevole interesse quanto si sta profilando per il comparto audiovisivo – gli fa eco il collega alle Attività produttive Giancarlo Muzzarelli -. Finalmente sta diventando sempre più concreta la rilevanza delle imprese cinematografiche e audiovisive come leva di sviluppo nella nostra regione. Dalla consapevolezza delle potenzialità, stiamo passando alla presa d’atto della reale fattibilità d’impresa, grazie agli strumenti messi in campo dalle istituzioni”.  
   
   
IL CINEMA DI LIONETTO FABBRI ALL´ISTITUTO STENSEN VENERDÌ 1 OTTOBRE L´ANTROPOLOGIA FATTA CON IL CINEMA PER SALVARE LA MEMORIA UN PATRIMONIO DI DOCUMENTARI SUL LAVORO MANUALE DA CONSERVARE E VEDERE  
 
 Firenze, 29 settembre 2010 - La storia procede, e a volte è forte il rischio di perdere la memoria di tradizioni, di costumi, di modi di lavorare che hanno contribuito a farci arrivare dove siamo, a farci essere chi siamo. Documentare la memoria è dunque un compito importante, e figure come quella di Lionetto Fabbri, che si sono assunti questo compito con professionalità e impegno, vanno ricordate; il loro lavoro conservato e valorizzato. Per questo la Regione Toscana, la Sovrintendenza Archivistica regionale e la Comunità Montana del Casentino hanno deciso di dedicare venerdì 1 ottobre, a partire dalle 10 del mattino fino a notte, una retrospettiva a colui che viene definito “un documentarista antropologo”: Ri/conoscersi- Il cinema di Lionetto Fabbri, vita e lavoro di uomini e donne degli anni ´50 presso il cinema-auditorium Stensen, Viale Don Minzoni 25/C a Firenze. L´ingresso è gratuito e non ococrre prenotazione. Fiorentino di nascita, Lionetto Fabbri è cresciuto e si è formato tra il popolo di San Frediano. Fin da giovanissimo si avvicina al mondo delle immagini attraverso la fotografia, vincendo numerosi premi e partecipando a varie mostre fotografiche. Educa così il suo occhio all´inquadratura, alla comunicazione fatta di immagini. Nel dopoguerra approda alla cinematografia, dapprima come cinereporter, poi come documentarista scientifico. Dal 1955 Lionetto Fabbri si dedica a tempo pieno alla realizzazione dei suoi documentari più belli. Fabbri è un regista appassionato, un istintivo nel senso migliore del termine, dotato di un felice colpo d´occhio, un "curioso" di ogni tipo di realtà documentabile che egli va a cercarsi anche in capo al mondo. Ne risultano alcuni splendidi documentari che a Venezia, Tokyo, Edimburgo, Monza, Bergamo, San Sebastian, Città de l Messico, ottengono alti riconoscimenti. Con "Gente lontana" e "La lunga raccolta" vince per due volte il Gran Premio Orso d´Oro al Festival di Berlino. Una vita di lavoro dedicata alla rappresentazione della realtà, con esattezza e verità, ma anche con mirabile gusto estetico e ritmo narrativo. Dentro una cornice tecnica di grande qualità, grazie all´uso del 35mm, del colore e della scelta delle musiche. Per vedere qualche esempio della produzione di Fabbri: http://www.Youtube.com/user/credmediateca?feature=mhum  Altre info: http://www.Archivi.beniculturali.it/safi/notiziario.html    
   
   
LA TRAGICA E GROTTESCA KUALA LUMPUR DI BRIAN GOMEZ A "SULLE ROTTE DEL MONDO" L´INCONTRO CON L´AUTORE DEL ROMANZO "MALESIA BLUES"  
 
Trento, 29 settembre 2010 - L´incontro/scontro tra religioni e culture diverse, il rapporto tra tradizione e modernità, i contatti culturali (mediati da internet) tra Occidente e Asia: i temi "caldi" al centro della seconda edizione di "Sulle rotte del mondo" si ritrovano tutti in "Malesia Blues" di Brian Gomez, giovane scrittore e giornalista malese, a Trento per presentare il suo primo romanzo, ma anche per parlare della sua Kuala Lumpur, capitale di un paese "dove tutti, almeno pubblicamente, professano il conformismo” e dove gli scrittori, a differenza dei giornalisti, riescono a sottrarsi alla censura governativa. Come? Con l´ironia, la satira e il grottesco. Presto per dire se "Malesia Blues" inauguri una variante del noir asiatico destinata al successo, certo è però che il romanzo di questo giovane scrittore (ha 35 anni), e noto blogger apprezzato nel mondo degli internauti, ci coglie di sorpresa con una storia irriverente, grottesca e tragica animata da una galleria di personaggi che ricordano le black comedy di Tarantino. Nel risvolto della trama si legge però anche una disincantata descrizione della Malesia d´oggi, crogiuolo di razze, religioni e culture, crocevia di un sottobosco spionistico internazionale, paradiso di corruzione per chi governa, regola l´ordine e gestisce l´informazione. Il grottesco è sempre stato un codice espressivo assai utilizzato nel teatro malese, e maschere teatrali sono i personaggi di "Malesia Blues", protagonisti di una rappresentazione portata all´eccesso che sgomenta e diverte. Questa, in breve, la trama. Ning Somprasong, detta Devil, è una prostituta thailandese, con il sogno di guadagnare abbastanza per mandare soldi a casa e permettere alla figlia di evitare il suo stesso destino. Terry Fernandez è un musicista rock fallito, che sta per sposarsi con la figlia, musulmana, del ministro della cultura che può garantirgli un impiego. Terry festeggia con gli amici, che gli hanno organizzato la classica serata di addio al celibato con prostituta. Quando Terry trova i suoi amici morti nella sua stanza all’albergo The Grand, pensa che il ministro lo voglia morto. Nello stesso albergo c’è Ning, che dopo aver ucciso un cliente rivelatosi poi essere un terrorista, fugge con il suo cliente successivo, Terry appunto. Da qui inizia una vicenda di intrecci mozzafiato, che corre velocissima tra un colpo di scena e l’altro ed è arricchita da numerosi e spesso bizzarri personaggi: uno spaesato agente della Cia che ritiene coinvolto il Partito Comunista Cinese, un paranoico tassista che vede complotti dappertutto, un criminale dilettante ma temutissimo – “The Most Wanted Man in South-east Asia” –, il protettore di Ning, che si è dato il soprannome Fellatio credendo sia il nome del Dio greco del potere e della sapienza. Tutti costoro e altri folli personaggi si trovano coinvolti nel bel mezzo di una guerra, dove nulla è ciò che pensano sia. Fin qui la storia, da leggere tutta d´un fiato ma che ci fa capire "lo stato delle cose" oggi in Malesia. Sollecitato da Andrea Berrini - scrittore, saggista e fondatore di Cresud - microfinanza per il Sud del mondo e della nuova casa editrice Metropoli d´Asia - Brian Gomez ha risposto, intervenendo al Palazzo della Regione, ad alcune domande. Dal giornalismo al romanzo: perchè ha deciso di affrontare questa sfida? Fare il giornalista era diventato noioso, ed allora sono entrato in pubblicità: mi attirava scavare nella mia testa per trovare un giusto spot per un pannolino, essere sempre alla ricerca di un´idea nuova. Ho cercato per dieci anni di trasformare tutte le mie idee in film e libri, poi mi sono detto: lasciamo stare, mettiamoci a viaggiare. Il libro è nato così, davanti a un foglio word bianco, trasformando l’idea iniziale di un incontro in un albergo tra terroristi. In Malesia c’è un forte controllo sulla stampa, e nel suo romanzo c’è un personaggio, il ministro della cultura, che non ci fa una bella figura. Non è questa una sfida alla censura? In un paese dove c’è questa forma di controllo uno scrittore ha molta più carne al fuoco. In Malesia il controllo del governo si esercita fondamentalmente su giornali e riviste. Per gli scrittori il problema si crea quando il libro è finito e viene pubblicato, e può capitare, come è accaduto, che la polizia rastrelli nelle librerie, acquistandole, tutte le copie in vendita di un libro. Posso augurarmi che la stessa cosa capiti anche a "Malesia Blues", ne sarebbe certamente contento anche il mio editore. Nel libro c’è un giovane musicista di origine indiana, un tassista dal nome cinese che vede complotti ovunque, indovinandoci. Poi c’è uno spaesato agente della Cia, l’unico bianco, molto in balia degli avvenimenti; un terrorista arabo violento e stupido, un membro del governo. C’è il rischio di cadere nello stereotipo di descrivere la vox populi di ciascuno di questi personaggi? Il rischio c’è e ci sono personaggi che rispecchiano questi stereotipi. Da scrittore devi fare attenzione agli stereotipi ma anche a non evitarli, non ha senso essere a tutti i costi politically correct. Ci racconti un po’ di più della Malesia? La distanza tra etnie è cambiata con l’avvento di internet, che ha consentito a tutti di dire ciò che vogliono, anche in forma anonima. Si è creato dunque un dialogo interrazziale che prima non c’era, ma le persone si stanno rendendo conto che i controlli sono vincoli che non mantengono una pace tra i gruppi. Non penso però che ci sia oggi il rischio di rivolte, molte persone si riuniscono anche tra razze diverse, e ciò accade in particolare nel mondo delle arti. Le leggi di censura ci sono ancora ma oggi è molto più difficile esercitare il controllo. Il dialogo c’è e si è fatto aperto e diffuso. Come mai in un paese attraversato da tensioni razziali e con un rigido controllo governativo, lei ha scritto un romanzo con un registro grottesco? Per farsi comprare dalla polizia? Un ambiente in cui la libertà di parola viene posta sotto controllo porta un maggior numero di persone ad esercitare questa libertà. Sempre grazie ad internet le persone hanno iniziato a scambiarsi storie. In Malesia c’è sempre una via d’uscita per i libri: non si vieta un libro ma semmai viene fatto sparire dal mercato. Quando il governo vuole vietare un libro, la gente reagisce cercando di comprarlo. Ai giovani non importa molto che il governo vieti, perché sanno di avere altri strumenti di comunicazione e sono convinto che i giovani, alla fine, porteranno questo paese a cambiare in meglio. Nel suo romanzo c´è molta ironia, una scelta precisa? Sono anni che nei teatri si utilizza la satira e l’ironia. E’ un modo per ridere delle assurdità del potere, siamo il paese perfetto per la satira. Siamo, come dice il titolo originale del libro, Devil´s Place, il luogo del diavolo. La satira é usata da moltissimo tempo ma anche nella vita quotidiana siamo molto spiritosi. Lei scrive in inglese, così come i giovani malesi parlano preferibilmente inglese, la lingua degli americani. Ciò crea uno scontro con la cultura e la lingua tradizionali? Sì, è così, ma è vero anche che la nostra lingua non si presta ad insegnare la matematica e le scienze. I genitori vogliono che i figli parlino bene l’inglese per crescere, poi ci sono i cultori del "malei" che temono la morte di una cultura, c’è uno scontro sulla lingua che è difficile capire come evolverà. La lingua tradizionale compete però anche con il mandarino ed anche con il tamil, ma è la lingua che unisce ancora il paese. Non so come finirà.  
   
   
500 ANNI DOPO LEONARDO LA MESSA IN SICUREZZA DEL BACINO IDROGRAFICO DI CERVIA E CESENATICO  
 
Cesenatico, 29 settembre 2010 - Sarà il Museo della Marineria di Cesenatico ad ospitare venerdì 1° ottobre alle ore 17.00 la presentazione del volume “500 anni dopo Leonardo. La messa in sicurezza del bacino idrografico di Cervia e Cesenatico” e l’inaugurazione ufficiale del complesso delle opere alla presenza del Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani e del Capo Dipartimento Nazionale della Protezione Civile Guido Bertolaso. Il volume è stato curato da Binini Partners, lo studio professionale di ingegneria a architettura con sede a Reggio Emilia che si è occupato in prima persona di gran parte degli interventi per la messa in sicurezza del bacino: un lungo e articolato percorso iniziato alla metà degli anni ’90 e completato oggi nella sua maggior parte, al servizio della Protezione Civile, delle istituzioni e degli enti locali. Una serie di interventi integrati, finalizzati ad assicurare la protezione del porto canale e del centro storico di Cesenatico dalle conseguenze dei fenomeni meteo-marini, assicurando il controllo dei livelli e il deflusso delle portate critiche dell’ampio bacino ad esso collegato, riqualificando al contempo l’immagine e la funzionalità dell’arredo urbano. Un nuovo sistema di difesa che trae ispirazione dall’insegnamento di Leonardo da Vinci, il primo illustre ‘progettista’ del porto canale di Cesenatico nel 1502, nel mettere cioè la ricerca, l’innovazione tecnologica, le applicazioni ingegneristiche e architettoniche al servizio delle esigenze e delle sensibilità sociali, culturali, ambientali e paesaggistiche proprie di ciascun luogo. Il volume intende rendere testimonianza di questo lungo cammino, grazie anche agli autorevoli contributi di molti soggetti – dai rappresentanti delle istituzioni e degli enti committenti ai professionisti e tecnici coinvolti a vario titolo nei lavori, ma anche storici e archeologi – che hanno prestato la propria generosa collaborazione per il progetto editoriale. Il libro descrive scelte progettuali ed interventi poco invasivi, perseguiti nel rispetto del valore storico dell´elemento acqua, trovando soluzioni alternative per il controllo dei livelli e il deflusso delle portate critiche del bacino, come la revisione del sistema dei canali e delle foci e le nuove Porte Vinciane inaugurate del 2005 lungo il Porto Canale Leonardesco di Cesenatico. Gli interventi tecnici sono stati accompagnati dal progetto di nuovo arredo urbano che ha ridisegnato il volto della darsena e del centro storico della città e che trova nella nuova piazza “Spose dei marinai” un inedito spazio urbano affacciato sul mare. Oltre ai documenti analitici sullo sviluppo e sulle condizioni climatiche del bacino, l’opera raccoglie anche molte storie che raccontano Cesenatico e il suo mare, dai ritrovamenti archeologici al citato passaggio di Leonardo da Vinci nel 1502. Il volume “500 anni dopo Leonardo. La messa in sicurezza del bacino idrografico di Cervia e Cesenatico”, distribuito dalla Società Editrice Umberto Allemandi & C. Di Torino, è stato stampato grazie al contributo di Cmc Cooperativa Muratori Cementisti Ravenna. Alla sua presentazione, il 1° ottobre al Museo della Marineria di Cesenatico (Via Armellini 18), è prevista la partecipazione di: • Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia-romagna • Guido Bertolaso, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Capo del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile • Paola Gazzolo, Assessore alla Sicurezza territoriale, Difesa del Suolo e della Costa, Protezione Civile della Regione Emilia-romagna • Demetrio Egidi, Direttore dell’Agenzia di Protezione Civile della Regione Emilia-romagna • Angelo Trovato, Prefetto di Forlì-cesena • Riccardo Compagnucci, Prefetto di Ravenna • Massimo Bulbi, Presidente della Provincia di Forlì-cesena • Francesco Giangrandi, Presidente della Provincia di Ravenna • Paolo Lucchi, Sindaco di Cesena • Roberto Zoffoli, Sindaco di Cervia • Nivardo Panzavolta, Sindaco di Cesenatico • Primo Casadei, Vice Presidente del Consorzio di Bonifica della Romagna • Massimo Matteucci, Presidente Cmc Cooperativa Muratori Cementisti Ravenna • Tiziano Binini, Presidente di Binini Partners  
   
   
DOMINIQUE LAPIERRE: SALVARE UN SOLO BAMBINO E´ COME SALVARE IL MONDO LO SCRITTORE AL SANTA CHIARA SPAZIANDO DALL´INDIA DI MADRE TERESA D AL SUDAFRICA DI MANDELA  
 
Trento, 29 settembre 2010 - Continua il cammino de "Sulle rotte del mondo", la manifestazione organizzata da Provincia autonoma di Trento e Arcidiocesi quest´anno dedicata ai missionari trentini in Asia e Oceania. Il 27 settembre , all´auditorium Santa Chiara, uno degli ospiti più attesi, lo scrittore di origini francesi - un po´ anche indiano d´adozione - Dominique Lapierre, autore di famosissimi best sellers come "La città della gioia" e "Stanotte la libertà". Lapierre ha parlato del suo impegno - condiviso con l´amatissima moglie - nel realizzare tutta una serie di iniziative di solidarietà in India, in particolare a Calcutta, dove molti anni fa conobbe Madre Teresa. "L´italia è il paese più generoso del mondo, solo che non lo sa - ha detto - e in Trentino in particolare ho toccato con mano il fortissimo desiderio della gente di sostenere il mio impegno con i bambini di Calcutta." Dominique Lapierre, classe 1931, già reporter per testate come Newsweek e Paris Match, poi autore di famosissimi best sellers a sfondo storico e sociale, ha parlato ieri sera all´auditorium Santa Chiara di Trento, dopo avere incontrato nel pomeriggio i suoi numerosi estimatori per autografare i suoi romanzi. Lapierre è stato introdotto dall´assessore provinciale alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami: "In questa nuova edizione delle Rotte del mondo ci siamo messi in viaggio lungo un’immaginaria Via della Seta alla scoperta dell’Asia e giù giù fino all’Oceania - ha detto l´assessore - in compagnia dei nostri missionari. Tutti i giorni, fino al 2 ottobre, ci saranno manifestazioni, mostre, film, libri, corsi di cucina asiatica in piazza Dante e molte altre iniziative pubbliche, per riflettere assieme, per conoscere le tante culture di questa parte del mondo, per promuovere il dialogo e l´amicizia." Dominique Lapierre è stato a Trento 15 anni fa per la Civitatum Concilium, iniziativa che portò nel capoluogo i sindaci di molte città europee fra cui Sarajevo; dopo avere chiesto una speciale indulgenza per il suo italiano che ha definito “bestiale” (in realtà più che buono) lo scrittore ha detto che "l’Italia sul piano della generosità è un paese unico al mondo. Nei miei viaggi nelle zone più difficili del pianeta ho incontrato più missionari, medici, infermieri, volontari italiani, che di qualsiasi altra nazionalità. Solo gli italiani forse non lo sanno. E’ difficile leggere di queste cose sui giornali. E a Trento in particolare ho visto un fortissimo desiderio di sostenere il mio impegno con i bambini di Calcutta." Il mondo di cui parla Lapierre è sintetizzabile in qualche dato, che lo scrittore ha esposto brevemente: 850 milioni di persone sopravvivono con meno di 800 calorie al giorno, poco più della razione alimentare che i nazisti davano ai loro prigionieri. Più di 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile. Un quarto della popolazione deve sopravvivere con un euro al giorno. Più di 300 milioni di bambini della terra non avranno mai l’opportunità di entrare in una scuola. Lapierre ha poi cominciato a raccontare la sua esperienza con i poveri di Calcutta e con Madre Teresa. "All’età di cinquant’anni - ha detto - ho sentito una voce, che mi diceva che non era sufficiente essere un autore di best sellers, dovevo riuscire a portare concretamente un po’ di giustizia nei campi di battaglia della povertà e dell’ingiustizia che descrivevo nei miei libri. Ho sentito questa voce interiore mentre raccoglievo il materiale per scrivere il mio libro ‘Stanotte la libertà’, sull´indipendenza dell´India dall´impero britannico: durante le ricerche ebbi l’opportunità di conoscere un leader eccezionale, quale il mondo non aveva conosciuto da secoli, il Mahatma Gandhi. Gandhi aveva condotto il suo popolo alla libertà senza sparare un colpo, senza fare esplodere una bomba, parlando solo di amore e di non violenza. E tutto questo quando non esistevano quasi mezzi di comunicazione, perché più del 70% degli indiani non sapeva né leggere né scrivere, e radio e televisioni erano pressoché inesistenti. In un paese enorme, così diversificato, in questo mosaico di razze, di culture, di religioni quale era l’India il piccolo Mahatma, quasi nudo, era riuscito a trasmettere il suo messaggio di libertà. Quando il mio libro ebbe successo desiderai ringraziare i miei amici indiani donando una parte dei proventi delle vendite a una istituzione che il Mahatma avrebbe approvato; così, assieme a mia moglie, anche lei Dominique, mi recai a Calcutta, una città di 12 milioni di abitanti, afflitta da ogni calamità, dove in certi quartieri la speranza di vita non supera i 40 anni. La prima persona che visitammo fu una suora anziana in sari bianco ornato di blu, Madre Teresa. Quale gioia fu per me e per mia moglie scoprire la santa di Calcutta, un mattino alle 5.30, nella cappella del suo convento, in mezzo a un centinaio di altre suore vestite di bianco. Madre Teresa era venuta a Calcutta dall’Albania nel 1930 per insegnare geografia in un convento frequentato dall’alta società locale. Dopo una ventina d’anni di un’esistenza facile e comoda, in un treno che la conduceva ad un ritiro nell’Himalaya, sentì di dover lasciare il convento e andare in mezzo ai poveri, ai lebbrosi, ai bambini abbandonati. E così fece. Successivamente il Papà l’autorizzò anche a fondare un nuovo ordine missionario, quello delle Missionarie della carità. Noi le spiegammo che volevamo aiutare un istituto che si occupava di bambini lebbrosi, e lei esclamò: ´E’ dio che vi manda.´ Conobbi l’inglese James Stevens, un ex commerciante di camicie di Londra che aveva creato una sorta di rifugio per i bambini abbandonati di Calcutta. Quando arrivammo lì Stevens non aveva più un soldo. Con il nostro contributo riuscì a salvare la sua struttura. Così gli promettemmo di continuare a sostenere il suo impegno. E questa fu per me e per mia moglie l’inizio di una straordinaria avventura. James ci portò in un quartiere, ´la città della gioia´, dove 75.000 persone si ammassavano in uno spazio grande come 2 campi da calcio. Le condizioni erano inumane, eppure lì trovammo un coraggio, una gioia di vivere, una capacità di amore molto più grandi che non nell’opulento Occidente. Ho incontrato gli uomini-risciò, uomini-cavallo che per vivere portano in giro altri uomini sui loro carretti. Ho incontrato bambini che raccolgono sui binari della ferrovia i pezzi di carbone caduti accidentalmente dai convogli, che si prendono cura dei loro fratelli e sorelle più piccoli che muoiono di fame. Rimanemmo 2 anni a Calcutta e realizzai la più straordinaria inchiesta della mia vita. Nessuno, durante tutto quel periodo, ci chiese mai nulla, anzi, fummo noi a tornare in Francia carichi dei loro doni. In seguito, con i miei diritti di autore e l’aiuto di mia moglie ho potuto moltiplicare le mie azioni in favore dei poveri di Calcutta e della aree rurali, sostenere dispensari, scavare pozzi, realizzare iniziative di microcredito. Abbiamo debellato la tubercolosi da circa 1000 villaggi. Da sempre non abbiamo una spesa di funzionamento.Tutti i soldi arrivano dai diritti di autore dei miei libri o dai doni dei nostri amici. Come diceva Madre Teresa: salvare un solo bambino è come salvare il mondo.” Ma l´impegno di Dominique Lapierre e della sua Fondazione si sviluppa anche in altri campi: ad esempio, negli aiuti dati alle vittime dell’incidente di Bophal, il più terribile incidente industriale della storia, provocato da una multinazionale americana, che nel 1983 costò la vita di 30.000 persone nella città indiana. Oppure in Sudafrica, dove i coniugi Lapierre hanno conosciuto una sorta di sconosciuta (ai più) “Madre Teresa sudafricana”, Helen Lieberman, una donna bianca che durante il regime razzista dell’apartheid - definito dallo scrittore "quasi peggiore del nazismo" - si era impegnata strenuamente per aiutare i bambini neri. "Ho avuto un colpo di fulmine immediato per questa eroina sconosciuta. Mi ha introdotto alla storia del Sudafrica, una storia complessa e affascinante. Ho scritto così un nuovo libro, ´Un arcobaleno nella notte´, il cui titolo è ispirato a Nelson Mandela, un eroe paragonabile al Mahatma Gandhi, che quando uscì dalla prigione, dopo 27 anni di calvario, invece che incitare i neri alla vendetta chiamò a raccolta tutte le componenti del paese – neri, bianchi, indiani, meticci - per creare una nazione arcobaleno. Che peccato che non abbiamo oggi in Israele e in Palestina un Nelson Mandela, che chiami questi popoli a creare anche lì una nazione arcobaleno." Uno spettatore ha commentato, nel dibattito che è seguito alla conferenza: "Forse quell´uomo potrebbe essere lei".  
   
   
NEL DIALOGO INTERRELIGIOSO PASSA IL FUTURO DEI POPOLI LE TESTIMONIANZE DI PADRE PIO (BANGLADESH) E DI SUOR JOSEPHINE (PAKISTAN)  
 
Trento, 29 settembre 2010 - “Solo il dialogo interreligioso, portato avanti in maniera diretta e senza pregiudizi, potrà garantire un futuro di pace e di concordia tra i popoli”. E’ questo il messaggio che arriva dall’incontro sul Dialogo Interreligioso, organizzato nel tardo pomeriggio di ieri presso Palazzo Geremia nell’ambito di “Sulle rotte nel mondo”. In sala sono intervenuti due missionari - suor Josephine Michael (Pakistan) e padre Pio Mattevi (Bangladesh) - oltre a Wasseem Abbas, presidente di Città aperta di Rovereto, associazione multiculturale. “Sulle rotte del mondo” è tornata per un nuovo appuntamento presso la Sala di Rappresentanza di palazzo Geremia, dove Lucia Maestri, assessore alla cultura Comune di Trento, nel suo saluto introduttivo, si è detta orgogliosa del fatto che “la Città di Trento è sulle rotte del mondo”. Nella sua introduzione, Alessandro Martinelli ha sottolineato l’importanza del dialogo come esperienza quotidiana su cui si innesta la dimensione religiosa. Su tavolo dei relatori c’erano padre Pio Mattevi, missionario in Bangladesh; suor Josephine Michael, missionaria pachistana; e Wasseem Abbas, presidente di Città aperta di Rovereto, associazione multiculturale. Nella sua testimonianza Padre Pio Mattevi, missionario in Bangladesh, ha raccontato 20 anni di confronto con indù e musulmani per favorire il dialogo tra le religioni: “In Bangladesh lavoriamo per una società senza divisioni per favorire migliori condizioni di vita alle persone nel campo dell’assistenza, del sociale e delle attività agricole. Il Paese è poverissimo ma il dialogo ha dato a noi l’occasione per mettere in luce i valori del cristianesimo e, viceversa delle religioni musulmana e indù. Siamo riusciti a mantenere la pace e promuovere forme miste di sviluppo quali cooperative per la coltivazione di riso in zone a prevalenza indù e musulmana”. Ad oggi - in Bangladesh - la missione di dialogo è affidato a pochi missionari occidentali: “Grazie ad un vescovo locale è però possibile portare avanti il confronto. Tutti siamo consapevoli che il dialogo aiuta ad essere migliori: in Bangladesh siamo una minoranza ma attraverso il dialogo possiamo farci conoscere”. Diversa la situazione in Pakistan, dove dopo l’11 settembre e l’attacco alle Torri Gemelle e la guerra in Afghanistan, il dialogo è di fatto interrotto. Suor Josephine racconto i momenti della speranza in un paese popolato al 96% da musulmani e i giorni dell’odio e della divisione. “Dopo l’11 settembre - ha ricordato la religiosa di origine pachistana - nulla è stato come prima. La guerra prima e il terrorismo dopo hanno riportato il mio paese in uno stato di tensione. Oggi interi territorio sono controllati dai signori della droga e l’imposizione delle leggi coraniche ha sostituito la legge dello Stato”. In lei è ancora vivo il ricordo della rottura. "Dopo l’11 settembre e l’inizio della guerra abbiamo organizzato come al solito gli incontro con mussulmani e indù, ma sono andati deserti. Ci hanno risposto che era meglio sospendere gli incontri ed oggi di fatto il dialogo non è ripreso. Prima una famiglia cristiana non aveva paura di una famiglia musulmana e viceversa; oggi se un cristiano frequenta l’altra parte rischia di essere scambiato per una nemico e di ritrovarsi oggetto di una rappresaglia da parte dei terroristi o estremisti”. A peggiorare la situazione ci ha pensato l’inondazione, una calamità naturale che ha devastato il Paese: “Se possibile, la situazione è peggiorata. Ci sono genitori che abbandonano i propri figli o li vendono o, peggio ancora, li uccidono e poi si suicidano perché non sanno più come uscire dalla miseria”. Da suor Josephine arriva però l’esortazione ad continuare: “Non possiamo cedere al rischio delle semplificazioni per cui un musulmano è un estremista o un cristiano è un ricco al soldo degli Stati uniti. E’ nel confronto tra religioni che passa il futuro dei popoli”. E proprio da un altro pachistano, Wasseem Abbas, è arrivata una lettura di speranza. Presidente dell’associazione Città Aperta di Rovereto, Abbas ha ricordato il tentativo portato a termine con successo dall’associazione di “costruire piccoli ponti ma importanti per ricostruire l’identità delle persone ed il dialogo”. Fondata nel 2002, l’associazione si batte per il pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza e a favore della convivenza e sensibilizzare l’opinione pubblica italiana verso gli stranieri. “A contribuito a diffondere una conoscenza migliore delle peculiarità di altre culture, e siamo riusciti a favorire in Trentino l’integrazione dei nuovi cittadini. Oggi siamo anche una cooperativa che dà lavoro a decine di persone sempre nell’ambito dei servizi per l’integrazione. Credo che tutte le religioni abbiano una matrice comune ed è da questa che dobbiamo ripartire per garantire a tutti un futuro migliore”.  
   
   
MUSICA CONTEMPORANEA “ORASONORA”; GIOVEDI’ 30 ENRICO BIANCHI E VIBRAHARP DUO  
 
Perugia, 29 settembre 2010 - Prosegue la serie di appuntamenti di “Orasonora. Quattro incontri con la musica contemporanea”, la manifestazione promossa dalla Fonoteca regionale “O. Trotta” in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia. Dopo il primo incontro, dedicato alla musica di John Cage, giovedì 30 settembre (ore 17.30 – nella Sala Goldoniana della Stranieri), sarà la volta di Enrico Bianchi e del Vibraharp Duo. Bianchi, giovane compositore perugino, parlerà delle sue opere, una delle quali (“Maelström”) sarà eseguita in prima assoluta dai Vibraharp, un duo musicale (vibrafono e arpa) nato per offrire al pubblico un repertorio nuovo, che spazi dalla musica contemporanea, alla latinoamericana, al jazz. Anche i Vibraharp (Maria Chiara Fiorucci e Fabrizio D’antonio) sono nati e cresciuti musicalmente nel capoluogo umbro. Oltre a “Maelström”, il duo eseguirà “Così come l’aria” di Daniele Corsi e “Keno” di Gorge Cork Maul. L’ingresso è libero. Enrico Bianchi (1971) si è diplomato in pianoforte e in composizione al Conservatorio di Perugia. Ha preso parte a progetti di musica contemporanea come: Opera Prima, Nuovi Compositori, Nuova Musica in Europa, Festival di Musica Contemporanea Luigi Nono. Analista e ricercatore, si dedica in particolare al repertorio contemporaneo e popolare brasiliano. Ha scritto un saggio su “Introduzione all’oscuro” di Salvatore Sciarrino. Insegna Pianoforte, Armonia e Teoria nelle scuole comunali di Orvieto e di Foligno. Ha dichiarato: “Concepisco la musica come un luogo da visitare: il luogo del timbro che, attraverso la sua materialità e capacità evocativa, delinea forme e oggetti per l’udito”.