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Notiziario Marketpress di Venerdì 11 Febbraio 2011
MILANO (GALLERIA BOTTEGANTICA): GIOVANNI BOLDINI - CAPOLAVORI E OPERE INEDITE DALL’ATÉLIER DELL’ARTISTA  
 
La Galleria Bottegantica, con il patrocinio della Provincia di Milano, apre la nuova stagione espositiva 2011 con una grande mostra dedicata a Giovanni Boldini; saranno esposti alcuni fra i più importanti capolavori dell’indiscusso maestro del ritratto nonché opere totalmente inedite provenienti dall’Atélier dell’artista, autenticate e catalogate dalla moglie Emilia Cardona. Nel catalogo della mostra saranno inoltre pubblicate alcune fotografie inedite che documentano l’allestimento della storica retrospettiva su Boldini tenutasi nel 1963 presso il Musée Jacquemart-andrè di Parigi. Saranno una sessantina le opere esposte, fra le quali gli incantevoli ritratti di Irene Catlin, della marchesa Franzoni, della Principessa C. D’isemburg-birstein,dell’attricejane Renouardt,della moglie Emilia Cardona e diMrs. Lydig;oltre ai celebri The summer stroll, La Lettera, La visita e Al parco, tutti eseguiti fra il 1872 e il 1874. Solo pochi tratti, ma intrisi di dinamica essenza, lasciano l’indiscutibile e fascinoso segno di un artista che ha saputo essere unico nelle opere inedite che la Galleria Bottegantica presenta in anteprima: un Autoritratto,le amiche al cabaret,Signora in abito lungo (studio preparatorio per il Ritratto di Donna Franca Florio), Al «Vestiaire»,prove d’orchestra,Conversazione al caffè(Parigi), che sul retro riporta un ulteriore disegno a matita, le Figure sedute al caffè,Folla a teatro,leGondole a Venezia e un ulteriore piccolo gioiello, come leGondole in laguna,oltre aNudo sdraiato,Studio per Spettatori di un teatrino ambulante eAbito e ombrello sul letto, solo per citare alcuni fra gli inediti. La danza vertiginosa del pennello sulla tela, incomparabile tecnica del maestro ferrarese, che ha tracciato aristocratici e raffinatissimi ritratti delle donne più belle dell’alta società e borghesia internazionale dell’800, è la stessa che Boldini fa compiere alla matita e ai pastelli sulla carta. La straordinarietà di quel vortice artistico e gestuale che racchiude figure, paesaggi e oggetti non manca di stupire e creare grande ammirazione in questi disegni che dopo la mostra di Milano verranno esposti a Parigi. Uomo allegro e curioso, Giovanni Boldini (1842-1931) raccolse nella sua casa-atélier di boulevard Berthier le immagini della Parigi della Belle Epoque, le carrozze con i loro cavalli in corsa, la pioggia e la neve sui boulevards, tutti i segni di una borghesia indaffarata e felice, scene di genere di piccole dimensioni e ampie viste sulla città, brillanti paesaggi suburbani, e rappresentazioni informali di musicisti, artisti, e frequentatori dei caffè. Boldini iniziò la sua formazione artistica in tenera età, imparando soprattutto dal padre Antonio, pittore e restauratore di una certa fama a Ferrara. Il giovane Boldini non ebbe una formazione accademica regolare e dopo aver ereditato una cospicua somma di denaro dal prozio, decise di trasferirsi a Firenze nei primi mesi del 1864. A quel tempo, Firenze era sede di una comunità di giovani artisti, i cosiddetti Macchiaioli, con i quali Boldini fece presto amicizia e dai quali fu ispirato e, probabilmente, aiutato a rinnovare il proprio repertorio iconografico. Boldini fece il suo primo viaggio a Parigi nel maggio 1867, e in una lettera scritta subito dopo il suo ritorno a Firenze affermò: “tutto il mio pensiero finché starò qui sarà quello di pensare per andare a stabilirmi a Parigi”. Nell’ottobre 1871 lasciò Firenze senza rimpianti, conservando tuttavia alcune amicizie e ritornando talvolta a respirare l’aria delle colline toscane nella villa di Collegigliato, presso Pistoia, degli amici inglesi Falconer, villa che poi acquisterà dandole il nome di Falconiera. Come a Firenze Boldini aveva accolto il messaggio naturalista dei Macchiaioli, così a Parigi, richiamato dal prestigio cosmopolita della capitale francese dove risiedevano i grandi mercanti d’arte come Adolphe Goupil, si era accostato al sorgere dell’Impressionismo. A Parigi strinse una forte amicizia con Degas con il quale condivise l’uso di tecniche artistiche allora inconsuete, come il disegno, l’incisione e soprattutto il pastello, medium antico ma “rilanciato” proprio dall’artista francese nei primi anni Settanta, adatto agli abbozzi, studi e rapidi schizzi della vita moderna amati da impressionisti e pittori alla moda. Su questa scia Boldini sperimentò inquadrature e soluzioni formali inedite che poi tradusse sulla tela con straordinaria spontaneità. Lo testimoniano bene le sue piazze animate, i suoi giardini freschi di rugiada, le slanciate apparizioni femminili, le vedute veneziane fasciate di luna e i suoi disegni col guizzo del genio, come pure i suoi ritratti che lo resero celebre in tutto il mondo. Alla fine del Xix secolo i dipinti del maestro ferrarese erano diventati ormai tra le icone più significative della Belle Epoque, oggetti del desiderio di coloro che aspiravano a provare quelle sensazioni non encore éprouvées e che trovarono il proprio interprete nel Des Esseintes, protagonista del romanzo A rebours (1884) di Joris-karl Huysmann. Con l’aprirsi del nuovo secolo Boldini, geniale come sempre, ebbe il coraggio di rinnovare la propria arte, dedicandosi a composizioni più audaci, animate da uno straordinario dinamismo e da segni astratti: specchio di una tensione artistica profonda, di un desiderio di superamento dei propri limiti che generò spesso malcontento e ansia nel pittore. Una insoddisfazione rivolta prima di tutto alla propria opera che, pur portando a sperimentazioni inedite con risultati per certi versi affini a quelli della contemporanea avanguardia futurista, continuò tuttavia a trarre fondamento da quel sapiente virtuosismo tecnico che aveva garantito a Boldini fama e successo in tutto il mondo fin dall’inizio la sua carriera  
   
   
VENEZIA (MUSEO CORRER, SALONE DA BALLO): SOGNO VENEZIANO – FINO ALL’ 8 MARZO 2011  
 
La mostra "L´avventura del vetro" - che con oltre trecento opere, quasi tutte provenienti dalle collezioni del Museo del Vetro di Murano, celebra al Museo Correr la millenaria storia del vetro a Venezia - si arricchisce, in concomitanza con il Carnevale veneziano dedicato all’Ottocento, di un’ulteriore preziosa ed originale doppia appendice dal titolo Sogno veneziano. Nel Salone da Ballo del Correr (e per la prima volta in città), viene presentata una raccolta di un’ottantina di "figurine" di vetro, delle grandi manifatture veneziane, appartenenti al collezionista Franco Maschietto, oltre a una ventina di disegni di bissone addobbate a festa e di travestimenti in uso a Venezia nell’Ottocento, firmati da Giuseppe Borsato, dal Gabinetto di Stampe e Disegni del Correr. La mostra è visitabile con il biglietto d’ingresso a “L’avventura del Vetro” . Franco Maschietto è uno dei cinque grandi collezionisti al mondo di “figurine”, particolarissima tipologia creativa della grande arte vetraria muranese. La sua collezione racchiude oggi più di mille pezzi, compresi esemplari di rarità assoluta se non unici - come alcune creazioni di Fulvio Bianconi, Dino Martens, Pino Signorotto o Flavio Poli - raccolti in 25 anni di passione e competenza. Sono esemplari creati da molte delle grandi firme veneziane del vetro, da Barovier e Toso, a Zecchin e Martinuzzi, a Cenedese, Avem, Seguso… Al Correr viene presentato un nucleo di un’ottantina di figurine, il meglio, o comunque quanto di più rappresentativo per tipologie e fucine, presente nella “Raccolta Maschietto”. Sono piccole, deliziose immagini dal significato quasi ludico, esercizi di maestria creativa, “miniature” meravigliose impastate di vetro e di fantasia: “Ali Babà”, “Pulcinelle”, “Arlecchini”, personaggi della Commedia dell’Arte, ma anche deliziosi nudini femminili e giocose allegorie o rappresentazioni dei personaggi della Venezia d’un tempo, come gli immancabili “Moretti”. Accompagnano questa sorprendente collezione una ventina di disegni di Giuseppe Borsato (Venezia 1770-1849), che ritraggono bissone (imbarcazioni a otto remi dalla forma allungata che venivano sfarzosamente addobbate dalle più importanti famiglie patrizie veneziane in occasione delle regate) e una serie di travestimenti in voga nella Venezia ottocentesca. È una mano delicata e nervosa quella di Borsato, che rispetta la composizione prospettica, la medesima che applicherà in grande alla decorazione, a più riprese, del Teatro la Fenice, opera documentata soltanto da piccoli abbozzi con tecnica ad acquerello. In lui si stratificano e amalgamano sia la chiara influenza di arredatori francesi come Pierre-françois-léonard Fontane, che dello stile Biedermeier. Borsato partecipa, con originalità, alla codificazione ufficiale del nuovo stile portato dalle corti napoleoniche. Ne è riprova la pubblicazione a Venezia del Recueil di Percier et Fontaine avvenuta nel 1843 proprio grazie al suo interessamento. Suoi sono gli ornamenti della Sala Napoleonica in Piazza San Marco, Palazzo Reale (ovvero quel Salone da Ballo del Correr che ospita la mostra) e di moltissimi altri palazzi aristocratici e ville. Belle ed eleganti sono anche le opere eseguite in estemporanea e con naturale immediatezza, realizzate con la tecnica dell’affresco e raffiguranti famosi avvenimenti (come i funerali di Canova). Le sue qualità accademiche furono attestate con la pubblicazione, nel 1831, del suo libro Opera Ornamentale estratto dalle sue lezioni svolte all´Accademia delle Belle Arti di Venezia. Ruolo e importanza artistica di Borsato nel contesto veneziano si possono intuire leggendo queste righe estrapolate dal “Giornale di belle arti” (Anno primo, 1833. Venezia. Dalla Tipografia di Paolo Lampato): E di vero dal cominciamento del corrente secolo, non un Principe si vuole onorare al suo arrivo a Venezia, che il Borsato non sia ordinatore d´ogni festa, d´ogni spettacolo: non una regata avviene, che a lui non deva i più scelti e bizzari ornamenti delle gravi sue peote, delle veloci bissone, le antiche scorribiesse de’ Veneziani: non un nobile connubio si lega, che a lui non si affidi la cura di cercar nuove e più leggiadre forme. [...] Il gusto di Borsato da lunghi anni è norma al gusto generale de’ Veneziani: onde fino fra il minuto popolo è invlaso il modo di dire proverbialmente, a lode di qualsiasi oggetto decorativo di belle proporzioni e di forma elegante – sembra opera di Borsato. [...] Borsato può dirsi dotato di inesauribile fantasia nello inventare, può vantarsi non meno di fulminea facilità e prontezza nello eseguire. Ma questa facilità e prontezza non è però, come potrebbe credersi di leggieri, nemica della diligenza, che anzi nessun altro Vedutista veneziano condusse con più amore di lui i dipinti, né più cercò le difficoltà per il vanto di sperarle. Info: Museo Correr, Piazza San Marco, Venezia - tutti i giorni 10/17 (biglietteria 10/16) - www.Museiciviciveneziani.it  - nfo@fmcvenezia.It   - call center 848082000 (dall’Italia) - +3904142730892 (dall’estero)  
   
   
SONDRIO (GALLERIA CREDITO VALTELLINESE, PIAZZA QUADRIVIO N. 8) - TIRANO (CASA QUADRIO CURZIO), VIA XX SETTEMBRE N. 49): IN VIAGGIO STRADE FERRATE, ITINERARI, PERSONE PER UNIRE LE ALPI - 11 FEBBRAIO / 30 APRILE 2011  
 
Cogliendo l´occasione dei festeggiamenti per il centenario della ferrovia del Bernina - la cui realizzazione avvenne appunto tra il 1907 e il 1910 - e il suo inserimento nella lista World Heritage dell´Unesco, la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese ha deciso di dedicare ai percorsi ferroviari transalpini un´ampia mostra ospitata presso la consueta sede espositiva di Palazzo Sertoli a Sondrio, e Casa Quadrio Curzio a Tirano. Il tema del paesaggio dei Collegamenti Ferroviari fra il sud e il nord delle Alpi centrali verrà raccontato, sotto l´attenta regia di Roberto Mutti, attraverso l´obiettivo di tre fotografi - l´austriaca Margherita Spiluttini, la svizzera Stefania Beretta e l´italiano Francesco Cito - in una mostra documentaristica e fotografica che intende illustrare "a volo d´uccello" l´ardita rete ferroviaria che da ormai più di un secolo garantisce l´osmosi culturale, economica e sociale tra Valtellina, Valchiavenna, Alto Lario, Val Poschiavo ed Engadina. Così Margherita Spiluttini ha interpretato l´aspetto architettonico delle stazioni e delle infrastrutture ferroviarie: ponti, strade ferrate, pensiline, depositi. Stefania Beretta si è dedicata agli aspetti ambientali e agli attraversamenti d´alta quota, mentre Francesco Cito ha scelto di approfondire gli aspetti antropologici ed umani: la realtà sociale, culturale e multietnica che caratterizza queste strade ferrate ormai storiche. I tre fotografi hanno vissuto la quotidianità e la straordinarietà di questi percorsi, mescolandosi alle frotte di turisti, e di coloro che il treno lo utilizzano per lavoro e non per diporto. L´allestimento della mostra è stato concepito secondo un doppio percorso espositivo, costituito sia da fotografie in medio e grande formato che da oggetti e documenti relativi alla storia e all´attualità del sistema ferroviario retico italo -svizzero, quali modelli ferroviari, progetti di tracciati, vecchi biglietti di viaggio . Usciti da questa mostra non resta che verificare ciò che essa racconta. Magari raggiungendo Tirano, naturalmente in treno, per poi salire sui vagoncini rossi del Bernina Express andando ad esplorare i percorsi delle altre linee che si innervano tra le montagne della Svizzera. Mostra prodotta e organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese con il patrocinio e la collaborazione della Ferrovia Retica e del Comune di Tirano. Info: Galleria Credito Valtellinese - Tel. +39 0342.522.738 galleriearte@creval.It  - www.Creval.it    
   
   
CON LA DIREZIONE ARTISTICA DI ORLANDO MONTSERRAT LA MOSTRA “FLUIDITAS” PRESSO L’ACQUARIO CIVICO DI MILANO: TRASPARENZA, CHIAREZZA, POTENZA, LIMPIDEZZA, FLUIDITA´, IMPETUOSITA´  
 
Noi uomini siamo fatti del 60 x cento di acqua … Scrivero´ sull’acqua il nostro Amore … Non perdiamoci in un bicchiere d´acqua … Navighiamo nelle stesse acque … 2/3 del mondo sono ricoperti da acqua … Acqua in bocca … Quanti proverbi, aforismi e metafore vedono l´acqua protagonista e fonte di vita? Quante associazioni, perifrasi e giri di parole ne colgono almeno in piccola parte l’essenza concettuale? Ma chi puo´ giurare di averne compreso appieno la natura? Modularita´, flessibilita´, ingegno, riuso, risemantizzazione: con quante parole e similitudini e con quanti concetti caratteristici possiamo indicare il design senza definirlo puntualmente? Eppure la sua intrinseca natura ama nascondersi ai piu´ e svelarsi talora agli addetti ai lavori. Un´onda di creativita´ vibra in Italia, coinvolgendo professionisti del design provenienti da piu´ luoghi, in qualche modo legati al tema marittimo. Una sinergia che va a costituire uno sforzo interpretativo per far emergere dall´oceano dei segni visivi alcuni dei significati attribuibili all´irripetibile e inafferrabile concetto dell´acqua. Con la direzione artistica di Orlando Montserrat, un´esposizione di opere di puro design, dall´illuminazione alla ceramica. Un tributo al genio e una sfida dell´immagine mirata a colmare i silenzi delle parole e a superare le logiche del vocabolario, in una corsa estetica verso il mondo delle idee. La Direzione Artistica si ripropone di creare un’occasione di incontro ed esposizione per il design italiano ed internazionale: le installazioni e le opere in mostra, dall’illuminazione alle ceramiche, tracceranno un percorso tematico e un itinerario creativo alla scoperta di segni visivi e di immagini archetipiche, incentrate sui significati, sulle manifestazioni e sulle declinazioni più autentiche del concetto acqua. Sei installazioni in tre blocchi anticipate da un’installazione introduttiva costituiranno le tappe concettuali fondamentali che determineranno l’iter significante della mostra: Incipit : I simboli dell’umanità primitiva: introduzione alla mostra Blocco I : installazioni 1 e 2 Idillio di acqua dolce Blocco Ii : installazioni 3 e 4 Milano: le sue acque sotterranee e il cielo Blocco Iii : installazioni 5 e 6 Poemas de Mar montserrat 1968 illuminazione – design – architetture di interni – restauri – antiquariato Il corridoio introduce i visitatori nella sala verso una definizione progressiva dei significati archetipici e verso una stabilizzazione di essi nella mente umana. La leggenda e la mitologia si miscelano ad una realtà primitiva ed ancestrale, calando gli ospiti in una dimensione temporale remota: le opere di ceramica di Armando Potenza affisse nel corridoio raccontano le storie e le credenze di popoli primitivi. Camuni, Indios, Caribes, popoli che non conobbero la scrittura ed espressero le loro filosofie servendosi di segni visivi in grado di filtrare la realtà, senza delimitarla in maniera inesorabilmente immutabile mediante codici alfabetici e ideogrammatici. Le loro attività, i loro dubbi, le loro regole religiose impresse sulla pietra e riprodotte su ceramica, da cui si possono intuire le loro domande cosmiche sull’origine della vita: terra, fuoco, cielo, ma soprattutto acqua. Dall’ Incipit alla Sala della “fluiditas”: da tracce più misteriose ed indecifrabili a significati atemporali, ad allusioni nitide e limpide. Attraverso il filtro del design la realtà può essere carpita passando per meccanismi analogici e metaforici, in un’area della mente dove il principio di non contraddizione non è in grado di dominare indisturbato  
   
   
BRESCIA (MUSEO DI SANTA GIULIA): ERCOLE IL FONDATORE, DALL´ANTICHITÀ AL RINASCIMENTO – FINO AL 12 GIUGNO 2011  
 
La mostra, a cura di Marco Bona Castellotti e Antonio Giuliano, analizza il passaggio fra il mito pagano di Ercole e il recupero della sua figura in epoca cristiana durante il Medioevo, e poi nel Rinascimento. L´eccezionale prestito dell’Ercole e l’Idra di Antonio del Pollaiolo degli Uffizi, rappresenta un’opera d’arte tra le più eloquenti ad indicare la ripresa culturale dell’antico. Altri importanti prestiti sono la Stregoneria di Dosso Dossi sempre degli Uffizi, che si rifà a un mito di Ercole, e i due straordinari tondi di bronzo di Jacopo Alari Bonacolsi detto l’Antico, prestati dal Museo Nazionale del Bargello di Firenze. È proprio nel Quattrocento che a Brescia si innesta la celebrazione del mito di Ercole, in ossequio a una tradizione che dura almeno dal Xiii secolo. Il racconto della fondazione della città verrà rilanciato in epoca più tarda da alcuni eruditi e archeologi che si apprestavano a scrivere le prime storie in latino della città, in relazione con l’area del Foro, dove si trovarono testimonianze archeologiche di epoca romana. La seconda parte della mostra è dedicata quindi al fondatore di Brescia e mette al centro l’area del Capitolium, entro la quale si scoprirono numerose vestigia erculee  
   
   
MILANO (BARBARA FRIGERIO CONTEMPORARY ART VIA FATEBENEFRATELLI):: BORIS KOLLER - 17 FEBBRAIO/12 MARZO 2011  
 
Boris Koller è un pittore austriaco, che ama riprodurre nelle sue opere la magia e l´incanto del paesaggio nordico, conosciuto durante un viaggio nel 1993 in Svezia e Norvegia e mai abbandonato. Con una grande maestria pittorica riporta nelle sue tele gli ampi spazi aperti dei fiordi norvegesi, dove il ghiaccio delle montagne incontra il blu profondo delle gelide acque del mare. Terre incontaminate e solitarie nelle quali sembra davvero di trovarsi davanti a quella Natura “bella e terribile” decantata nella poesia romantica, dove la vita e la morte si susseguono senza mai scalfire il bianco candore di quelle cime innevate. Uno scenario nello stesso tempo bellissimo e terribile con il quale l´uomo cerca di confrontarsi rimanendo però sgomento di fronte al mistero che l´avvolge. Una poetica che si riallaccia alla grande tradizione paesaggistica nordica e ad importanti pittori tedeschi del passato, da Friedrich a Bocklin, la cui vena romantica e crepuscolare, tesa ad indagare sentimenti e timori dell´uomo di fronte ai misteri della mondo e della morte, viene ripresa da Koller, anche all´interno di alcuni paesaggi, che sembrano richiamare, per l´atmosfera sospesa e malinconica l´”Isola dei morti”. Un altro elemento che sembra collocare quest´artista tedesco in una concezione “romantica” dell´arte è la sua passione per la musica, vissuta in prima persona in qualità di musicista e compositore  
   
   
RAVENNA (MUSEO D´ARTE DELLA CITTÀ): L´ITALIA S´È DESTA: 1945-1953 ARTE ITALIANA DEL SECONDO DOPOGUERRA, DA DE CHIRICO A GUTTUSO, DA FONTANA A BURRI - 13 FEBBRAIO / 26 GIUGNO 2011  
 
Arte italiana tra il ´45 e il ´53, ovvero gli otto anni in cui davvero l´Italia s´è desta, il tempo più vivace, magmatico, contrastato di tutto il nostro Novecento. Il progetto di mostra curato da Claudio Spadoni, promosso dall´Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna e dal Museo d´Arte della città, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, in programma nelle sale del Mar dal 13 febbraio al 26 giugno 2011, ha l´ambizione di ricostruire tutte le diverse fasi delle vicende artistiche dalla fine del secondo conflitto mondiale alla grande mostra di Picasso in Italia del 1953, a Roma e poi a Milano, che, per molti aspetti, segna uno spartiacque fra il dopoguerra del rinnovamento, dei dibattiti culturali, delle costituzione di gruppi e movimenti, e la seconda parte degli anni Cinquanta. Per la prima volta verrà offerto un quadro complessivo di quelle stagioni cruciali della storia artistica italiana. Un fermo immagine che registra non solo il nuovo che ribolle, ma anche la vitalità di ciò che il montare di quest´ansia di modernità europea andava relegando ad una ingiustificata considerazione marginale, ovvero le opere ultime, eppure spesso sorprendentemente felici, dei grandi protagonisti della prima metà del secolo: da Morandi a De Pisis, da Balla a Carrà, da Casorati a De Chirico, da Martini a Marini e Manzù. Maestri, non ancora scomparsi, dei quali viene documentato il lavoro di quegli anni, fra storia e attualità. Ma L´italia s´è desta: 1945-1953. Arte italiana nel secondo dopoguerra è in primo luogo il racconto del voltar pagina, un mutar paradigma di una generazione alla ricerca, affannosa e creativa, di nuove possibilità espressive. Milano, Torino, luoghi di resistenza degli ultimi anni della guerra, furono insieme a Roma e Venezia le principali città nelle quali la vita artistica italiana riprese impulso. Erano gli anni in cui gli artisti italiani più impegnati identificavano in Pablo Picasso l´imprescindibile alternativa europea alla chiusura provincialista. Le sue opere rappresentavano un modello fondamentale della modernità, per linguaggio e contenuti ideologici. L´infatuazione Neocubista, secondo il modello di Guernica, trova riscontro in gran parte degli artisti, con figure di primissimo piano come Guttuso, Leoncillo, Morlotti, Pizzinato, mentre il bisogno di un legame tra arte e oggettività si esprime nelle diverse forme di Realismo di Peverelli, Testori, Sassu, Zigaina. Quasi contemporaneamente l´esigenza di coalizzarsi in gruppi veniva espressa dal Fronte Nuovo delle Arti che accomunava presenze eterogenee (Birolli, Guttuso, Leoncillo, Morlotti, Pizzinato oltre a Levi, Santomaso, Vedova, Viani) ed ebbe la consacrazione alla Biennale del ´48, pur nella difficile convivenza di figure e istanze incompatibili. In ambito romano nel ´47 nasceva Forma 1, ovvero il gruppo astratto votato a Balla, a Kandinskij, a Matisse, con artisti come Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo, Turcato. Il frenetico bisogno di cambiamento che caratterizzava le vicende della ricerca non figurativa, trovava riscontro ancora a Roma intorno alla Gruppo Origine (1950) con Ballocco, Burri, Capogrossi, Colla e a Firenze con il Gruppo dell´Astrattismo Classico (1950) capeggiato da Berti e Nativi. Intanto Fontana, rientrato a Milano dall´Argentina, nel 1947 diede vita allo Spazialismo insieme a Crippa e Dova; l´anno dopo, nel ´48, sempre nel contesto milanese ricco di fermenti, nasceva il Mac Movimento Arte Concreta, composto fra gli altri da Dorfles, Munari, Radice, Reggiani, Sottsass. Ne ´52 Baj, Colombo, Dangelo sottoscrivevano il Manifesto della pittura Nucleare, nello stesso anno Lionello Venturi presentava il Gruppo degli Otto, (con Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova) con la formula dell´Astratto Concreto. Dopo diverse rassegne che hanno preso in considerazione solo singolarmente ogni movimento o gruppo, senza possibilità di confronti contestuali diretti, la mostra del Mar, attraverso le 170 opere fondamentali degli artisti del tempo, ripercorre tutte le complesse vicende del periodo. Un particolare risalto viene dedicato anche a coloro che portarono avanti ricerche personalissime come Alberto Burri, Carol Rama, Luigi Spazzapan, Antonio Zoran Music, Tancredi, e alcuni giovani bolognesi come Romiti, Bendini, Vacchi figure sostanzialmente isolate rispetto ai gruppi ufficiali. Pur concentrata sull´arte, la rivisitazione degli otto anni che traghettarono l´Italia alla contemporaneità trovano in mostra, esempi di intersezioni con le altre arti, dal cinema del Neorealismo, all´architettura. In un proteiforme mosaico che nella diversità e dissonanza delle sue tessere compone l´immagine estremamente composita di una Italia nuova. Documenta l´esposizione un importante catalogo edito dalla casa editrice Allemandi, a cura di Claudio Spadoni, con saggi di Marco Antonio Bazzocchi, Luciano Caramel, Claudia Casali, Alberto Giorgio Cassani, Roberto Nepoti, Francesco Poli, Luisa Somaini, mentre gli apparati bibliografici sono di Irene Biolchini e Davide Caroli. Info - Curatori: Claudio Spadoni Sede: Mar Museo d´Arte della città di Ravenna Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, Mar Museo d´Arte della città Periodo: Ravenna, 13 febbraio - 26 giugno 2011 Conferenza stampa: sabato 12 febbraio 2011 ore 12.00 Inaugurazione: sabato 12 febbraio 2011 ore 18.00 Sponsor ufficiale: Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Con il sostegno di: Enipower e Coop Adriatica Media partner: Il Resto del Carlino, Publimedia Italia  
   
   
I GHIRARDI: UNA NUOVA RISERVA NATURALE IN PROVINCIA DI PARMA  
 
Istituita dalla Regione su proposta della Provincia, nei comuni di Borgotaro e Albareto. Per la gestione la Provincia delegherà il Wwf. Aumenta la tutela della biodiversità in provincia di Parma. Il patrimonio di aree protette del territorio si arricchisce infatti di una nuova riserva, istituita dalla Regione Emilia-romagna su proposta della Provincia di Parma: è la Riserva naturale dei Ghirardi, nei Comuni di Borgotaro e Albareto, che va ad aggiungersi ai 4 parchi regionali, alle 3 riserve naturali, e ai 24 siti di importanza comunitaria e zone a protezione speciale della Rete natura 2000 che si trovano nel Parmense. All’istituzione della Riserva dei Ghirardi si è arrivati dopo un lungo iter, caratterizzato da un impegno diretto della Provincia di Parma. Per quanto riguarda la gestione, la Provincia l’affiderà al Wwf (l’ente che storicamente è legato a quest’area) attraverso una convenzione che sarà firmata a breve. “Sembra paradossale, in un momento in cui le risorse ci impongono razionalizzazioni, investire ancora sulla natura e sull’ambiente. Invece non lo è, è coerente: noi stiamo cercando di salvaguardare un lavoro fatto negli anni con grande passione dalle associazioni ambientaliste in collaborazione con la Provincia. In questo caso, ad esempio, si porta a compimento una strada che ci consente di mettere a disposizione del territorio un’area preziosa, particolarmente vocata, e di farlo in un’ottica di tutela di quell’area ma anche di valorizzazione del territorio stesso, insieme alle associazioni e ai comuni. Vogliamo insomma dare l’idea che la nostra montagna si può sviluppare proprio partendo dall’ambiente, in accordo col territorio, condividendo progetti e obiettivi, mettendo a valore le nostre eccellenze in tutti i campi: e questa è una scommessa che vogliamo continuare a fare perché vogliamo uscire dalla crisi e creare sviluppo, ma farlo in un modo ambientalmente sostenibile”, ha detto nela presentazione di oggi al Pama point il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli. “Nel raggiungimento di questo obiettivo, lo status di “riserva” per i Ghirardi, la Provincia ha messo anima e corpo”, ha aggiunto l’assessore provinciale al Turismo e ai Parchi Agostino Maggiali, che ha confermato: “Questa riserva è un’eccellenza del Parmense, e può diventarlo sempre più anche in relazione a prospettive di sviluppo del territorio legate all’ambiente e alla green economy”. Anche dal Wwf (che da anni gestisce l’Oasi dei Ghirardi) è arrivato apprezzamento per l’impegno della Provincia e per la sinergia interistituzionale che si è creata. “Questo scampolo di territorio è non solo un ottimo serbatoio di biodiversità, da preservare in quanto tale, ma anche un tassello importante della rete ecologica regionale. Il titolo di riserva che ci è arrivato dalla Regione è anche un riconoscimento a tutto questo”, ha osservato la presidente del Wwf Emilia Romagna Cinzia Morsiani. “L’area è nata nel 1979 su iniziativa dei proprietari, che hanno cercato di sottrarre il territorio all’utilizzo venatorio e poi si sono impegnati in prima persona per tutelare l’ambiente intero”, ha spiegato Guido Sardella, responsabile aree protette del Wwf di Parma, sottolineando il valore della biodiversità: “Il ruolo della riserva è proprio quello di contrastare la perdita della biodiversità: fare interventi che ripristinino un ecosistema. In fondo la Regione con questo riconoscimento ci chiede di essere una sorta di vetrina e di stimolo: per la tutela dell’ambiente e per la tutela della montagna”. Apprezzamento per il traguardo raggiunto e “volontà di esserci anche nei prossimi passi della riserva, condividendo le progettualità con Provincia e Wwf”, è stata espressa anche dall’assessore della Comunità montana delle Valli del Taro e del Ceno Maria Cattani, intervenuta anche in rappresentanza degli enti locali coinvolti. “Per noi quest’area – ha osservato la presidente del Wwf Parma Daniela Monteverdi a margine della conferenza stampa - è un fiore all’occhiello dal 1979, da quando è nata, e avere raggiunto il traguardo della “riserva” è una grossa soddisfazione. Adesso con la collaborazione della Provincia e delle amministrazioni locali speriamo di valorizzarla ulteriormente: per la valorizzazione ambientale e per il turismo verde”. La Riserva è situata all’interno della più ampia oasi del Wwf, a circa sessanta chilometri dalla città di Parma (6 dal centro di Borgotaro). Ha una superficie di circa 370 ettari e racchiude un vasto campionario degli ambienti della media montagna appenninica: boschi cedui, alto fusto, campi, prati, cespuglieti, torrenti e piccoli acquitrini. Nel territorio, ora finalmente protetto, si trovano trentatré specie di orchidee, foreste con essenze di pregio, come il tiglio e l’acero opalo, numerose querce di dimensioni monumentali, piante rare come il melo fiorentino e un mosaico di ambienti capace di ospitare un’ampia gamma di specie, da quelle tipiche delle montagne centroeuropee a quelle mediterranee. Tra gli animali si riproducono nell’area diversi rapaci, tra cui biancone e falco pecchiaiolo, vi si trovano l’istrice e la puzzola e inoltre sono presenti numerosi piccoli stagni di frana, importanti per le popolazioni di anfibi e insetti. Questa diversità ecologica permette una concentrazione di specie animali e vegetali superiore a quella delle zone circostanti, facendo della Riserva dei Ghirardi il luogo ideale in cui affiancare ricerca scientifica e didattica ambientale. Con l’istituzione della riserva dei Ghirardi anche il crinale ligure-emiliano, che finora ne era sprovvisto, ha una sua area protetta  
   
   
L’ARTE DEL PRESENTE È L’ANIMA DEL FUTURO: NUTRIAMOLA - AMACI, ALLA LUCE DEI TAGLI ALLA CULTURA PREVISTI DALLA FINANZIARIA 2011, PROMUOVE UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PUBBLICA A SOSTEGNO DELL’ARTE CONTEMPORANEA ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DI UNDICI “MANIFESTI” PROPOSTI DA UNDICI ARTISTI ITALIANI  
 
Carla Accardi, Stefano Arienti, Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi, Marisa Merz, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Paola Pivi e Francesco Vezzoli hanno risposto all’invito mettendo le loro creazioni a sostegno dell’arte del nostro tempo. “Cosa Vostra. L’arte del presente è l’anima del futuro: nutriamola”. Questo è il titolo scelto per la campagna promossa dall’Amaci con la quale i musei associati hanno voluto ribadire al pubblico la natura collettiva del patrimonio e della produzione artistica nazionale. L’arte contemporanea è l’anima del futuro perché, con la sua capacità di offrire nuovi scenari e nuove prospettive, rappresenta uno stimolo costante alla creatività degli italiani e all’innovazione sociale ed economica. L’arte contemporanea è un modo attraverso il quale, anche grazie alle relazioni costruite con i più importanti musei internazionali, il nostro Paese consegna all’estero un’immagine di sé fatta non di stereotipi bensì di intelligenze creative e dinamiche. L’arte contemporanea è motore attivo della nostra economia, poiché fonda la propria attività su una catena del valore che è costituita da ricercatori, conservatori, piccoli artigiani, editori locali e nazionali, restauratori, assicuratori, trasportatori, architetti, professionisti, nonché dal sistema di ristoratori, albergatori, commercianti, che, anche nelle realtà più piccole, beneficiano dell’indotto economico e turistico generato dalle realtà museali. Un patrimonio collettivo di opere, di relazioni, di immagine, di sapere e di stimolo all’innovazione, portatore di un valore aggiunto agli investimenti pubblici che lo sostengono. Di fronte alla riduzione dei finanziamenti pubblici, che si inserisce in una politica generale di decurtazioni già registrate negli ultimi anni e in un contesto di stanziamenti pubblici alla cultura considerevolmente inferiore rispetto agli altri Stati europei, Amaci vuole sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla centralità che l’arte del nostro tempo assume per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del nostro Paese  
   
   
PAESAGGI INNEVATI E NON SOLO... NEI PARCHI  
 
Il 12 febbraio - escursione guidata con racchette da neve al Parco del Corno alle Scale (Emilia-romagna) Sulle Tracce Del Lupo D´inverno Passeggiata guidata con racchette da neve per osservare i segni di presenza del lupo appenninico nel Parco Corno alle Scale. Dalle 9.30 alle 15.30 con pranzo al sacco. Da 14 anni in su. Costi: Euro 15,00 compreso noleggio ciaspole. Il punto esatto di ritrovo sarà comunicato a tutti i prenotati. Per ulteriori informazioni: Tel. 0534/51761 - e-mail: promozione@parcocornoallescale.It  Altre info sul Parco Corno alle Scale http://www.Parks.it/parco.corno.scale Il 12 febbraio - affascinante trekking al Parco Regionale La Mandria (Piemonte) All´ora Dell´allodola. Trekking All´alba Un affascinante trekking lungo il selvaggio rio Torto, nelle prime ore del mattino, per scorgere con discrezione gli animali del bosco mentre rientrano nelle loro tane. Partenza dall´ingresso Ponte Verde, alle ore 6.00. Durata: 3 ore. Costo: 11 Euro a persona + 8 Euro colazione all´inglese presso il ristorante didattico Cascina Prato Pascolo. Minimo 8, massimo 20 partecipanti. Prenotazione obbligatoria: Tel. 011/4993381. Altre info sul Parco La Mandria http://www.Parks.it/parco.mandria  Il 12 febbraio - osservazione notturna al Parco Naturale Regionale dell´Aveto (Liguria) Mi Illumino Di Meno In occasione dell´evento "M´illumino di meno" promosso dalla nota trasmissione radiofonica Caterpillar per promuovere il risparmio energetico, il Parco dell´Aveto, che aderisce con le proprie strutture, propone anche un´osservazione notturna dei cieli del Parco, privi di inquinamento luminoso, per ammirare al meglio la volta celeste; le osservazioni sono effettuate con la collaborazione del gruppo di astrofili "Arcturus" di Chiavari. Prima dell´osservazione si cenerà con piatti tipici della tradizione locale presso l´agriturismo "Bocca Mòa". Ritrovo alle ore 19.00 presso l´agriturismo Bocca Mòa (Borzonasca - Ge). Rientro alle ore 24.00. Costo: 22 Euro (cena inclusa). Prenotazione obbligatoria. Per ulteriori informazioni: Tel. 0185343370 - e-mail: ce.Aveto@libero.it  Altre info sul Parco dell´Aveto http://www.Parks.it/parco.aveto  Il 12 febbraio - serata romantica al Parco del Frignano (Emilia-romagna) Aspettando San Valentino Luna piena, paesaggi innevati, buona compagnia... Magari incontrata nell´occasione! Saranno questi gli ingredienti che ci accompagneranno nella salita al Rifugio Poggio Scorzatello, dove una cena al lume di candela celebrerà una romantica serata. Partenza: Parcheggio seggiovia - S.annapelago Pievepelago alle ore 18.00. Livello: facile. Quota di partecipazione: Euro 35,00 comprensiva di escursione guidata, ciaspole se sprovvisti, cena tipica montanara in rifugio. Numero minimo 14 partecipanti, munirsi di torcia elettrica. Prenotazione: Sagi Silvia - Tel. 320/7559283 - web: caranisilvia@gmail.Com  Altre info sul Parco del Frignano http://www.Parks.it/parco.frignano  Il 12 e 13 febbraio - con le fiaccole e le racchette da neve al Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise (Abruzzo, Lazio e Molise) Il Selvaggio Bianco Esperienza ricca di suggestive sensazioni quella che "La Betulla" propone nei giorni 12 e 13 febbraio. Un trekking esclusivo con uscita notturna nei boschi innevati con il solo ausilio delle fiaccole e cena in quota il sabato e una escursione la domenica in uno dei pianori più belli del Parco Nazionale d´Abruzzo con polentata finale in una baita di montagna, il tutto condito dai bellissimi e candidi paesaggi innevati e dalla fauna selvatica che li abita e che sovente si mostra ai curiosi e intrepidi visitatori. Il numero minimo dei partecipanti è di 8 persone. Prenotazioni entro il 9 febbraio 2011. In caso di maltempo la "due giorni" verrà annullata. Per informazioni: Pietro Santucci al 335/8053489 oppure scrivi a escursioni@labetullaonline.Com  - web: www.Labetullaonline.com  Altre info sul Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise http://www.Parks.it/parco.nazionale.abruzzo Il 13 febbraio - maschere al Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell´Abbadessa (Emilia-romagna) Il Bosco A Carnevale Dipingiamo le maschere di animali e piante del bosco, giochiamo e imitiamo la natura. Laboratorio per bambini 6-12 anni a cura delle Guardie Ecologiche Volontarie. Per bambini dai 6 ai 12 anni con prenotazione obbligatoria. Ritrovo alle ore 16.00 presso il Centro Visita Villa Torre, Ozzano dell´Emilia (Bo). A cura delle Gev. Costo: Euro 5/partecipante. Per informazioni: Parco Gessi, Via Jussi 171 - 40068 Farneto - San Lazzaro di Savena (Bo) - Tel. 051/6254821 - www.Parcogessibolognesi.it  Altre info sul Parco dei Gessi Bolognesi http://www.Parks.it/parco.gessi.bolognesi  Il 13 febbraio - escursione con il Mazarol al Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (Veneto) Bau Bau Mazarol! Tu e il tuo cane assieme a ciàspolare. Percorso: La Casera, Faverghera, Rif. Bristot, Rif. Visentin. Ritrovo presso la stazione di Belluno, alle ore 8.00. Dislivello: 600 m. Difficoltà: media. Istruzioni dalla segreteria Mazarol. Ammessi solo cani con vaccinazione antirabbica. Per ulteriori informazioni, contattare l´Ente Parco: Tel. 0439/3328 - e-mail: info@dolomitipark.It  Altre info sul Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi http://www.Parks.it/parco.nazionale.dol.bellunesi  Il 13 febbraio - escursione invernale naturalistica al Parco Naturale Regionale delle Prealpi Giulie (Friuli Venezia Giulia) Escursione Con Le Ciaspe A Sella Carnizza Facile escursione con le racchette da neve, per scoprire l´incantato paesaggio invernale di Sella Carnzza e degli stavoli Gniviza. Ritrovo presso la Sede del Parco delle Prealpi Giulie di Resia (Ud), alle ore 9.00. Durata: 5 ore. Quota individuale di partecipazione: Euro 20,00. Prenotazione entro le ore 17.00 di venerdì 11 febbraio. Per partecipare alle escursioni è previsto l´obbligo della prenotazione da eseguirsi presso l´Ufficio educazione-ambientale e promozione dell´Ente Parco telefonando al numero 0433 53534 oppure scrivendo a info@parcoprealpigiulie.It Altre info sul Parco delle Prealpi Giulie http://www.Parks.it/parco.prealpi.giulie  Il 13 febbraio - percorso ad anello al Parco Naturale Regionale dell´Antola (Liguria) La Fauna Del Parco: Il Lupo Un appuntamento per conoscere e approfondire la biologia del lupo e comprendere i motivi che hanno permesso il ritorno di questo affascinante mammifero lungo l´Appennino Ligure. Un percorso ad anello a partire da Caprile (Ge) condurrà alla scoperta del suo habitat e alla ricerca di eventuali segni di presenza della specie. L´escursione sarà preceduta da un approfondimento con proiezioni di immagini e filmati presso il Rifugio "Al Poggio di Caprile". In caso di neve l´escursione sarà effettuata con le racchette da neve. Per ulteriori informazioni: Tel. 010/944175 - e-mail: info@parcoantola.It  Altre info sul Parco Antola http://www.Parks.it/parco.antola  Il 13 febbraio - escursione con racchette da neve al Parco Naturale del Mont Avic (Valle d´Aosta) Ciaspolata "Scoprire Il Parco" Racchette e bastoncini potranno essere noleggiati dall´A.s.d. Namast� o presso l´Hotel Parc Mont Avic di Covarey. Per le notturne i partecipanti dovranno dotarsi di lampade frontali. Per chi lo desidera ci sarà la possibilità, al termine delle uscite notturne, di cenare presso il ristorante dell´Hotel Parc Mont Avic di Covarey (al momento della prenotazione si prega di comunicare l´eventuale interesse). Per informazioni e prenotazioni rivolgersi, entro le ore 10.00 (o le ore 17.00 per le notturne) del giorno precedente, all´A.s.d. Namast� (cell. 335/7598403 oppure 339/5813792). Altre info sul Parco del Mont Avic http://www.Parks.it/parco.mont.avic    
   
   
BARLETTA (PINACOTECA « GIUSEPPE DE NITTIS », PALAZZO MARRA): INCANTI E SCOPERTE - L´ORIENTE NELLA PITTURA DELL´OTTOCENTO ITALIANO - MOSTRA A CURA DI EMANUELA ANGIULI E ANNA VILLARI - 4 MARZO / 5 GIUGNO 2011  
 
A Palazzo Marra, sede della Pinacoteca de Nittis, dal 4 marzo al 5 giugno, un centinaio di selezionatissime opere raccontano l´Oriente nella pittura dell´Ottocento italiano nella più approfondita esposizione mai allestita sul tema. "Incanti e scoperte. L´oriente nella pittura dell´Ottocento italiano" è promossa dal Comune di Barletta e dalla Regione Puglia ed è curata da Emanuela Angiuli e Anna Villari. Gli echi della spedizione di Napoleone in Egitto, i resoconti di esploratori, faccendieri e ardimentosi avevano infiammato la fantasia del Vecchio Continente. Le cronache di piaceri proibiti, odalische, harem, hammam avevano fatto il resto. Poi c´era la voglia di saperne di più, di scoprire e capire terre geograficamente non tra le più lontane, eppure distanti per cultura, storia, atmosfere. Una malia che stregò molti artisti, alimentata da committenti altrettanto presi dal fascino di un Oriente vicino e allo stesso tempo lontanissimo. La mostra di Palazzo Marra da conto di questa ventata d´Oriente in pittura riconoscendo come punto d´avvio, non unico ma certo particolarmente importante, Francesco Hayez. Il veneziano non si mosse dall´Italia tuttavia si lasciò felicemente contagiare dal vento d´Oriente, dall´esotismo, dall´erotismo che al mondo arabo sembrava connaturato. E che colpisce un altro veneto, Ippolito Caffi, che decide di viverlo di persona in un lungo viaggio tra Costantinopoli, Smirne, Efeso e il Cairo da cui trae opere memorabili e un gusto che connoterà per sempre la sua pittura. A Parma, prima Alberto Pasini e poi Roberto Guastalla, il "Pellegrino del sole" percorrono carovaniere e città per raccontare questi altri mondi. Il secondo lo fa portandosi dietro, oltre a tavolozza, cavalletto e pennelli anche uno strumento nuovo, la macchina fotografica. Da Firenze parte alla volta dell´Egitto Stefano Ussi che in quel Paese, subito dopo l´apertura del Canale di Suez, lavora per il Pascià prima di trasferirsi in Marocco con l´amico Carlo Biseo, anch´egli proveniente dalla corte del Viceré d´Egitto. Da questo viaggio i due traggono gli spunti per illustrare, magistralmente, "Marocco" di Edmondo De Amicis. Al fascino della scoperta che si fa suggestiva visione di mondi "altri" soggiacciono Federico Faruffini, Eugenio Zampighi, Pompeo Mariani Augusto valli, Giulio Viotti, Achille Glisenti, Giuseppe Molteni, a conferma della trasversalità e del dilagare in tutta la penisola dell´affascinante pandemia. Al contagio dell´Orientalismo non sfugge certo il Mezzogiorno d´Italia. Ne è testimonianza, a Napoli, Domenico Morelli che, senza mai aver messo piede nei territori d´oltremare, descrive magistralmente velate odalische, figure di arabi, mistiche atmosfere di preghiere a Maometto. Visioni esotiche soffuse di raffinato erotismo si ritrovano anche negli oli scenografici di Vincenzo Marinelli, Fabio Fabbi, del siciliano Ettore Cercone e del pugliese Francesco Netti. La Puglia, tradizionale testa di ponte verso l´Oriente, ritrovò nell´Orientalismo il ricordo di memorie lontane. E´ un Oriente intimista quello che magistralmente propone Francesco Netti dopo il viaggio in Turchia. I suoi sono dipinti venati dallo stesso "garbo mediterraneo" che si ritrova nelle odalische di Domenico Morelli. Al di là dell´Adriatico, Paesaggi, Le città e gli incontri, Sognando le odalische sono i capitoli della mostra. "Due mondi, Occidente e Oriente, si incontrano - sottolinea Emanuel Angiuli - nelle tessiture del viaggio, sulle piste dilatate del deserto, nei regni delle carovane, fra odori, colori, brusii delle città, nelle stanze segrete dell´harem e le movenze inebrianti di suonatori e danzatrici. L´oriente raccontato dai capolavori esposti nella mostra si specchia in altri capolavori, stavolta incastonati nel paesaggio: le architetture moresche del Salento. Pagine d´arte e della cultura di due mondi oggi quanto mai vicini e dialoganti". Incanti E Scoperte. L´oriente nella pittura dell´Ottocento italiano, Barletta, Palazzo Marra (sede della Pinacoteca Giuseppe De Nittis, dal 4 marzo al 5 giugno. Mostra promossa dalla Regione Puglia-assessorato al Mediterraneo in collaborazione con Comune di Barletta con il patrocinio del Dipartimento per lo Studio Delle Società Mediterranee dell´Università di Bari, curata da Emanuela Angiuli e Anna Villari. Catalogo Silvana Editoriale. Orario: tutti i giorni 10 - 20; chiusura tutti i lunedì non festivi. Ingresso euro 8, ridotti euro 4. Info: tel 0883538372/71 pinacotecadenittis@comune.Barletta.bt.it  pinacoteca.Segreteria@comune.barletta.bt.it   www.Comune.barletta.ba.it  
   
   
LOCARNO (PINACOTECA COMUNALE CASA RUSCA): DAL 20 MARZO AL 10 LUGLIO 2011 UN’IMPORTANTE MOSTRA DEDICATA A FERNANDO BOTERO  
 
L’esposizione a cura di Rudy Chiappini e allestita in stretta collaborazione con l’artista, si concentra in particolare sulla produzione artistica degli ultimi quindici anni, offrendo così ai visitatori l’opportunità di conoscere la più recente evoluzione pittorica del maestro. Il maestro colombiano è considerato uno degli artisti più rappresentativi del nostro tempo ed è noto in tutto il mondo per il suo peculiare linguaggio pittorico, caratterizzato da una cifra stilistica riconoscibile a prima vista. L’universo artistico di Botero è profondamente influenzato dalle sue origini colombiane. Nei suoi dipinti, infatti, si assapora quel clima favolistico tipico dell’America del Sud, in cui la realtà viene filtrata dalla fantasia e dal desiderio nostalgico di un mondo in via di smarrimento. È in questa atmosfera magica che Botero colloca i suoi personaggi, le sue nature morte e i suoi paesaggi; un’atmosfera che favorisce l’esagerazione e l’esuberanza del racconto. La mostra presenta una sessantina di opere di grande formato riconducibili alle tematiche predilette dall’artista: la reinterpretazione dei grandi capolavori del passato, i nudi, i ritratti di religiosi, la corrida, la natura morta, il circo, la gente e la vita latino-americana. Emblematiche dell’artista sono le figure dalle forme abbondanti, soprattutto femminili, caratterizzate da un linguaggio ridondante e originale che accentua i volumi e la plasticità tridimensionale. Botero dilata le forme: uomini, oggetti e paesaggi acquistano dimensioni insolite, apparentemente irreali, e i grandi volumi creano quella sensualità che nella pittura suscita piacere allo sguardo. Questa dilatazione è funzionale anche a far comprendere l’importanza del colore, steso in grandi campiture piatte e uniformi, senza contorni e ombreggiature. Il quadro diventa un ritmo di volumi colorati in cui l’immagine assume il ruolo di pretesto rappresentativo. Dell’artista colpisce soprattutto il modo di raffigurare i protagonisti dei suoi dipinti: i personaggi di Botero sono sempre privi di stati d’animo riconoscibili, non provano né gioia né dolore. Di fronte ai giocatori di carte, alla gente del circo, ai vescovi, ai matador, alle donne nude e ai ballerini Botero non esprime alcun giudizio. Tutti gli individui che animano le sue opere incarnano l’emblema del “personaggio popolare” che non ha bisogno di essere giudicato. Nei suoi soggetti scompare la dimensione morale e psicologica: il popolo, in tutta la sua varietà, semplicemente vive la propria vita di ogni giorno, assurgendo a protagonista di situazioni atipiche nella loro apparente ovvietà. L’evento espositivo di Casa Rusca sarà accompagnato da un importante catalogo pubblicato dalle Edizioni Salvioni, che conterrà i testi dei più autorevoli esperti dell’opera di Botero e la riporduzione a colori di tutte le opere esposte  
   
   
LUGANO (MUSEO D’ARTE): MAN RAY A CURA DI GUIDO COMIS, MARCO FRANCIOLLI, JANUS, IN COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE MARCONI  
 
Dal 26 marzo al 19 giugno 2011 il Museo d’Arte di Lugano presenta una grande retrospettiva dedicata alla straordinaria figura di un artista fra i più noti e influenti del secolo scorso. La mostra comprenderà oltre duecento opere provenienti dalla Fondazione Marconi, depositaria di una delle più importanti collezioni di Man Ray a livello mondiale, e da altri prestatori privati e istituzionali. Man Ray (1890-1976) è fra gli artisti più significativi del Novecento, autore di immagini celeberrime come per esempio Le violon d’Ingres, figura femminile con due f di violino sulla schiena, e Cadeau, ferro da stiro con la piastra percorsa da una fila di chiodi, divenuta una vera e propria icona del Novecento. La straordinaria inventiva di un artista allo stesso tempo fotografo, pittore, creatore di oggetti e film sperimentali, può tuttavia disorientare così come il carattere a volte enigmatico delle opere. La mostra di Lugano, attraverso confronti iconografici e riscontri con la biografia di Man Ray permetterà di comprendere il percorso creativo dell’artista svelando i meccanismi e le fonti di ispirazione della sua inesauribile fantasia. L’esposizione racconterà infatti, oltre che l’opera, la vita dell’artista e sarà suddivisa in tre sezioni principali: Gli anni della formazione (fino al 1921), che Man Ray trascorse fra New York e Ridgefield nel New Jersey, sede di una vivace colonia di artisti; Il periodo parigino (1921-1940), vissuto con i più grandi artisti del Novecento; Da Hollywood a Parigi (1940-1976), dedicata agli anni di guerra e al successivo ritorno in Francia, patria d’adozione di Man Ray. A rendere unica la mostra di Lugano sarà anche il racconto disponibile in audioguida: non un’introduzione critica alle opere, ma la storia della loro creazione da parte dell’autore. Man Ray scrisse infatti una brillante autobiografia in cui ricorda con tono scanzonato e mai retorico le occasioni in cui nacquero le sue opere più celebri e i motivi, o le figure – molto spesso femminili – che le ispirarono. La vita di Man Ray fu infatti scandita da una successione di incontri e amori con donne celebri e affascinanti: Kiki de Montparnasse, Lee Miller, Nusch Eluard solo per citare tre fra le numerose modelle, muse, e amanti dell’artista. Ad esse la mostra di Lugano dedicherà sezioni in cui le opere legate a ogni nome saranno accompagnate dai racconti in cui Man Ray rievoca i primi incontri e la frequente evoluzione del rapporto di artista e modella da puramente professionale ad appassionatamente amoroso. Nell’ambito del percorso cronologico troveranno spazio anche sezioni dedicate a temi che attraversano l’opera di Man Ray nel corso degli anni come, per esempio, la passione per gli scacchi, la relazione fra realtà e finzione, la maschera e la personalità velata, la sperimentazione fotografica e cinematografica, la filosofia del Marchese de Sade, e altri ancora. Saranno inoltre incluse in mostra opere di alcuni fra i più significativi artisti del Xx secolo: Pablo Picasso, Marcel Duchamp, Constantin Brancusi, Jean Arp, Francis Picabia, per offrire un’immagine del contesto in cui l’opera di Man Ray vide la luce e le suggestioni che egli condivise con i suoi contemporanei, ma anche per sottolineare il suo ruolo anticipatore rispetto alla ricerca artistica del Novecento. La mostra comprenderà infine una sezione documentaria con fotografie di Dino Pedriali dell’eccentrica casa studio abitata a Man Ray a Parigi negli ultimi anni e sarà accompagnata da un catalogo con le immagini delle opere in mostra e testi dei curatori e di altri studiosi dell’artista  
   
   
I PRESEPI TRENTINI A ISTANBUL ´INCONTRANO´ IL PATRIARCA ORTODOSSO  
 
I presepi trentini in mostra ad Istanbul in occasione dell’incontro di domani tra il Patriarca ortodosso, Sua Santità Bartolomeo I e la comunità trentina nella chiesa di S. Antonio. La mostra proseguirà fino al 23 febbraio nella grande chiesa cattolica simbolo dell’ ‘abbraccio ecumenico’ di Paolo Vi nel 1967 verso il popolo cattolico turco. “Un evento ecumenico importante – spiega l’assessore al Turismo e agricoltura della Provincia Autonoma di Trento, Tiziano Mellarini – perché per noi rappresenta un continuum con quell’unione delle religioni promossa dall’autorità papale fin dai tempi di Papa Giovanni Paolo Ii. Il Trentino si è impegnato già da tempo infatti nel percorrere la strada del dialogo della pace e dell’unità. La mostra della nostra tradizione presepistica - ha continuato l’assessore Mellarini - e l’incontro ecumenico con il Patriarca vanno proprio in questa direzione”. Il pellegrinaggio proseguirà idealmente ad Assisi, dal 4 al 6 febbraio in concomitanza con gli ultimi giorni di esposizione del presepe a grandezza naturale presso la Basilica Inferiore di San Francesco