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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Maggio 2011
UN PROGETTO DELL´UE SOTTOLINEA L´IMPORTANZA DELLA BUONA SALUTE PER UNA VITA PIÙ LUNGA  
 
Bruxelles, 10 maggio 2011 - I progressi medici, tecnologici ed educativi stanno allungando la vita degli europei. La qualità della vita è migliore di quanto non lo sia mai stata e le persone vivono più a lungo. Secondo il Consiglio europeo per l´informazione sui prodotti alimentari (Eufic) possiamo aspettarci di vivere fino a 78 anni di età rispetto ai 72 registrati negli anni 1980. Gli europei vivono oltre i 60 anni senza avere problemi di salute o disabilità che compromettano la loro routine quotidiana, secondo il rapporto dell´Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd) intitolato "Health at a Glance: Europe 2010". La questione è: è possibile vivere in salute più a lungo? Un nuovo progetto finanziato dall´Ue ha il compito di scoprirlo. Nu-age ("New dietary strategies addressing the specific needs of elderly population for a healthy ageing in Europe") ha ricevuto 9 Mio Eur nell´ambito del Tema "Alimentazione, agricoltura, pesca e biotecnologia" (Kbbe) del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue e mira a contrastare il declino sia cognitivo che fisico cui vanno incontro gli anziani. Gli esperti sottolineano che il numero di europei di 65 anni e oltre è in aumento e prevedono che questa cifra raggiungerà il 40% della popolazione generale in meno di 19 anni. Prevenire le malattie legate all´età aiuterà anche a diminuire la spesa sanitaria e sociale. Coordinato dall´Università di Bologna, il consorzio Nu-age riunisce 31 esperti del mondo della ricerca, e del settore accademico e industriale. I partner esamineranno l´impatto della dieta sugli anziani europei e forniranno informazioni fondamentali su come possiamo vivere più a lungo e più in salute. Gli esperti credono che una miriade di fattori ambientali e biologici influenzino l´invecchiamento e la dieta è uno di questi fattori. La ricerca deve però chiarire come la dieta delle persone influenzi il processo dell´invecchiamento; sono state fatte poche ricerche sull´influenza della dieta sulle malattie legate all´età. Determinare la dieta ottimale è anche fondamentale. Fino a ora, gli esperti hanno scoperto come il cibo consumato possa influenzare il modo in cui si sviluppa un´infiammazione. I dati dimostrano che l´infiammazione dovuta all´invecchiamento potrebbe influenzare lo sviluppo di malattie legate all´età come il diabete di tipo 2, l´arteriosclerosi e la neurodegenerazione. Secondo il progetto, i partner di Nu-age tracceranno una nuova piramide alimentare rivolta agli ultra sessantacinquenni. Le linee guida dietetiche usate in Europa saranno usate per costruire la piramide, che descriverà le proporzioni di vari cibi che dovrebbero fare parte di una dieta equilibrata. Secondo i partner la piramide alimentare, chiamata Nu-age 65+, riguarderà i bisogni nutrizionali degli anziani mettendo in evidenza la densità degli alimenti, l´acqua, la fibra, la vitamina D e la vitamina B12. Gli anziani riceveranno cibo arricchito e consigli e sostegno su come modificare la loro dieta per conformarsi alla piramide. Queste informazioni aiuteranno il team di Nu-age a valutare gli effetti della piramide alimentare sulla salute e sui fattori dell´invecchiamento. I partner raccoglieranno inoltre informazioni sull´assunzione di cibo e campioni di sangue, urina e altro, i risultati saranno confrontati con quelli relativi ad anziani che non partecipano all´intervento alimentare. Lo studio si occuperà inoltre delle determinanti socioeconomiche per la scelta del cibo. "Nel corso della sua attività, Nu-age cercherà di colmare l´attuale mancanza di conoscenze su come la dieta può influenzare e contrastare le malattie legate all´età e il deperimento funzionale. Questo contribuirà a migliorare la salute e la qualità della vita della popolazione europea che sta invecchiando," dice il coordinatore del progetto Nu-age, il professor Franceschi dell´Università di Bologna. Il team di scienziati di Nu-age, il settore industriale e i politici potrebbero usare i risultati di questo studio a loro vantaggio. I risultati contribuiranno al lavoro del Partenariato europeo per l´innovazione pilota sull´invecchiamento sano e attivo della Commissione europea. I partner di Nu-age provengono da Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia e Ungheria. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Bologna: http://www.Unibo.it/portale/default.htm  Per consultare la scheda informativa del progetto Nu-age su Cordis: http://cordis.Europa.eu/fetch?caller=fp7_proj_en&action=d&doc=1&cat=proj&query=012fc18fbbe8:5434:
55795320&rcn=98965
 Partenariato europeo per l´innovazione pilota sull´invecchiamento sano e attivo: http://ec.Europa.eu/research/innovation-union/index_en.cfm?section=active-healthy-ageing  Per leggere la relazione dell´Ocse "Health at a Glance: Europe 2010", fare clic: http://dx.Doi.org/10.1787/health_glance-2010-en  
 
   
   
SCIENZIATI SPIEGANO COME FUNZIONA LO STRESS  
 
Bruxelles, 10 maggio 2011 - Alcuni ricercatori finanziati dall´Ue hanno collegato una via nervosa sconosciuta del cervello alla nostra risposta allo stress, alimentando le nostre conoscenze sul ruolo della "chimica cerebrale" nel modo in cui reagiamo a eventi molto stressanti e traumatici. Presentata sulla rivista Nature, la ricerca è stata finanziata in parte dai progetti Brain And Anxiety e Genaddict nell´ambito del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. Brain And Anxiety ("Neural mechanisms of fear and anxiety: interactions between proteases and extra-cellular milieu") è stato sostenuto con un contributo di eccellenza Marie Curie del valore di 1,72 Mio Eur e Genaddict ("Genomics, mechanisms and treatment of addiction") ha ricevuto 8,1 milioni di euro nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute". I risultati potrebbero aiutare a promuovere la cura e la prevenzione dei disturbi psichiatrici legati allo stress. Coordinati dall´Università di Leicester nel Regno Unito, i ricercatori hanno fatto luce su un vecchio mistero: perché una minoranza di persone che ha un´esperienza traumatica sviluppa disturbi ansiosi. I disturbi ansiosi colpiscono circa 2 persone su 10 almeno una volta nella vita. Sebbene sia difficile definire l´incidenza complessiva nel corso della vita di tutti i disturbi legati allo stress, gli esperti credono che superi il 30%. "I disturbi legati allo stress colpiscono un´alta percentuale della popolazione e generano un enorme impatto personale, sociale ed economico," spiega il dott. Robert Pawlak dell´Università di Leicester, uno dei co-autori dello studio e assegnatario del contributo di eccellenza Marie Curie. "Si sapeva in precedenza che certi individui sono più suscettibili agli effetti nocivi dello stress rispetto ad altri. Sebbene la maggior parte di noi abbia esperienze traumatiche, solo alcuni sviluppano disturbi psichiatrici associati allo stress come depressione, ansia o disturbi da stress post-traumatico. I motivi di ciò non erano chiari." Secondo il dott. Pawlak, il team desiderava determinare cosa rende alcune persone più vulnerabili allo stress rispetto ad altre perché si sapeva poco sulla correlazione tra il trauma psicologico e lo sviluppo di ansia patologica. "Ci siamo chiesti: Qual è la base molecolare dell´ansia in risposta agli stimoli dannosi?" dice il dott. Pawlak. "Come si traducono i segnali ambientali legati allo stress in risposte comportamentali corrette?" Per studiare questi problemi abbiamo usato un insieme di metodi genetici, molecolari, elettrofisiologici e comportamentali. Il risultato è stato la scoperta di una fondamentale via nervosa, precedentemente sconosciuta, che si interpone alla risposta allo stress." L´amigdala, e cioè il centro emozionale del cervello, reagisce allo stress intensificando la produzione di una proteina chiamata neuropsina. Questa dà il via a una serie di eventi chimici che a loro volta fanno in modo che l´amigdala aumenti la sua attività. In questo modo viene in effetti attivato un gene che determina la risposta allo stress a livello cellulare. "Abbiamo quindi esaminato le conseguenze comportamentali della serie di eventi cellulari di cui sopra causati dallo stress nell´amigdala," dice il dott. Pawlak. La sensazione di stress porta a evitare gli eventi stressanti, ma quando le proteine prodotte dall´amigdala sono bloccate, le conseguenze comportamentali dello stress sono assenti. "Concludiamo che l´attività della neuropsina e dei suoi partner può determinare la vulnerabilità allo stress," spiega. Commentando i risultati dello studio, l´autore principale, Benjamin Attwood dell´Università di Leicester, dice: "È stato un progetto molto appassionante per scoprire come le nostre esperienze possano cambiare il modo in cui ci comportiamo. Speriamo che ciò porti a un aiuto per le persone che devono convivere con le conseguenze nocive di esperienze traumatiche." Il dott. Pawlak conclude: "Siamo molto entusiasti di questi risultati. Sebbene adesso siano necessarie ulteriori ricerche per tradurre i nostri risultati nella situazione clinica, la nostra scoperta apre nuove possibilità per la prevenzione e la cura di disturbi psichiatrici legati allo stress come la depressione e i disturbi da stress post-traumatico." Hanno partecipato a questo studio esperti dell´Accademia delle scienze polacca e dell´Istituto Nara di scienza e tecnologia con sede in Giappone. Per maggiori informazioni, visitare: University of Leicester: http://www2.Le.ac.uk/  Nature: http://www.Nature.com/    
   
   
INVITO A PRESENTARE PROGETTI PER NUOVI METODI PER AFFRONTARE I FATTORI GENETICI E AMBIENTALI ASSOCIATI A DIABETE E OBESITÀ  
 
Bruxelles, 10 maggio 2011 - Il Frenz ("Facilitating research and co-operation between Europe and New Zealand") ha pubblicato un bando per nuovi metodi per affrontare i fattori genetici e ambientali associati a diabete e obesità. Frenz è un´iniziativa congiunta tra il Ministero della Scienza e dell´innovazione (Msi) neozelandese e la Commissione europea (Ce) per rafforzare l´impegno della comunità della ricerca, la scienza e la tecnologia neozelandese con il Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (7° Pq) dell´Unione Europea. L´invito riunirà vari gruppi di ricerca provenienti da Europa e Nuova Zelanda per un workshop intensivo della durata di quattro giorni con lo scopo di esplorare nuove soluzioni di ricerca a problemi reali. In ogni caso, l´obiettivo sarà rivolgersi ai ricercatori a partire da un´ampia gamma di discipline, per lavorare al di fuori della loro normale routine e affrontare la soluzione di problemi in modo deliberatamente creativo per identificare idee di progetto che abbiano le potenzialità per rispondere a questioni di ricerca con tante sfaccettature. L´invito coinvolgerà fino a sedici partecipanti provenienti da Europa e Nuova Zelanda, i risultati delle proposte di ricerca verranno inseriti negli appropriati processi di creazione delle politiche guardando verso l´istituzione di un rapporto di ricerca collaborativo più stretto tra Europa e Nuova Zelanda in futuro. Per leggere ulteriori dettagli sul bando, consultare: http://www.Frenz.org.nz/sandpits/sandpit2diabetesandobesity.aspx  
Osservazioni: L´invito si chiuderà il 9 maggio 2011 ed è offerto in congiunzione con l´Health Research Council della Nuova Zelanda.
 
   
   
FERMIAMO LA MALARIA  
 
Bruxelles, 10 maggio 2011 - Scienziati provenienti da Regno Unito e Stati Uniti continuano la lotta contro la malaria lavorando sulle misure di controllo delle zanzare che trasmettono questa malattia mortale. Essi sostengono di poter introdurre una serie di alterazioni genetiche in ampie popolazioni di zanzare di laboratorio nel corso di un paio di generazioni usando un piccolissimo numero di zanzare modificate. Il loro lavoro è stato presentato sulla rivista Nature. Ricercatori dell´Imperial College di Londra nel Regno Unito e dell´Università di Washington negli Stati Uniti dicono che questo sviluppo rivoluzionario potrebbe provocare un´alterazione genetica in una popolazione di zanzare, impedendogli in maniera efficace di trasmettere il parassita della malaria, Plasmodium, alle persone. "È un eccitante sviluppo tecnologico, che, spero, potrebbe preparare il terreno a soluzioni di molti problemi sanitari mondiali," spiega il professor Andrea Crisanti del Dipartimento di scienze della vita dell´Imperial College di Londra, uno degli autori dello studio. "Dimostra un potenziale controllo significativo di queste zanzare portatrici della malattia. Prevediamo di condurre molti altri esperimenti per determinarne la sicurezza e l´affidabilità." Ai fini di questo studio, il team ha allevato zanzare con un gene verde fluorescente, in modo che potesse essere osservato in laboratorio. Inoltre non hanno posto limiti alle zanzare, permettendo loro di muoversi e riprodursi con un piccolo gruppo di zanzare portatrici di un segmento di acido deossiribonucleico (Dna) che codificava un enzima in grado di disattivare permanentemente il gene fluorescente. Il team ha contato il numero di zanzare che conservavano un gene fluorescente a ogni generazione. I dati hanno mostrato che nei test che erano cominciati con quasi il 99% di zanzare verde fluorescente, oltre il 50% aveva perso i geni del marcatore verde in appena 12 generazioni. Secondo i ricercatori, questo studio è il primo esperimento con prova di principio di questo tipo e questo strumento potrebbe potenzialmente essere usato per causare un cambiamento genetico in una popolazione selvatica di zanzare. Oltre 300 milioni di persone vengono colpite dalla malaria ogni anno e 800.000 perdono la battaglia contro questa malattia letale. In Africa, la malaria uccide un bambino ogni 45 secondi. Gli esperti di salute pubblica, che mirano a raggiungere lo sradicamento di questa malattia, riconoscono che sono necessari strumenti migliori e più economici per assicurare che ciò avvenga. "La malaria è ancora una malattia terribile," commenta il professor Austin Burt dell´Imperial College di Londra, uno degli autori anziani dello studio. "Ci sono circa 3500 specie di zanzare al mondo, ma solo poche di esse trasmettono il parassita di questa malattia mortale, il Plasmodium falciparum. Questa tecnologia ci permette di concentrarci esclusivamente sul controllo di queste specie più pericolose." Commentando i risultati, il dott. Nikolai Windbichler, dell´Imperial College di Londra, autore principale dello studio, dice: "Nelle nostre zanzare il gene dell´endonucleasi di inserimento viene soltanto passato, attraverso la riproduzione, direttamente alla prole del portatore. Questo permette un provvedimento di controllo biologico sicuro che non avrà alcuna conseguenza neanche nelle specie di zanzare strettamente imparentate con quella in questione." Il prossimo passo per i ricercatori sarà passare dal gene sintetico fluorescente usato nel loro studio ai geni di cui le zanzare hanno bisogno per riprodursi o trasmettere la malaria. Grazie a questa tecnologia, la messa in libertà di un piccolo numero di zanzare modificate potrebbe in definitiva avere come risultato una significativa diminuzione della popolazione di zanzare portatrici della malaria nelle nazioni che hanno a che fare con questo diffuso problema. Il lavoro degli scienziati continuerà nel progetto Infravec ("Research capacity for the implementation of genetic control of mosquitoes") che è sostenuto con 8,5 Mio Eur nell´ambito della linea di budget Infrastrutture di ricerca del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. I partner di Infravec mirano a colmare la lacuna tra i recenti progressi nel campo della tecnologia transgenica e la sua applicazione in quanto metodo nuovo ed efficace per il controllo del vettore. Per maggiori informazioni, visitare: Imperial College London http://www3.Imperial.ac.uk/  Nature http://www.Nature.com/    
   
   
LE LUCERTOLE MARINE ESTINTE POSSONO MOSTRARE LE PROTEINE ENDOGENE DALL´INTERNO  
 
Bruxelles, 10 maggio 2011 - Un team di scienziati in Svezia ha trovato un fossile di una lucertola marina gigante estinta (mosasauro) che risale al periodo Cretaceo superiore, da 100 a 65 milioni di anni fa, ma la particolarità di questa ricerca è che gli scienziati sono riusciti a trovare resti autentici di un animale che non esiste più sulla terra ... Incastrati nella pietra. Presentati sulla rivista Public library of Science (Plos) One, i risultati forniscono indizi su come le biomolecole recuperate siano primarie e non contaminanti di biofilm batterici o proteine tipo collagene. Studi precedenti si sono concentrati sull´identificazione dei peptidi derivati dal collagene in fossili di dinosauro sulla base di vari metodi come analisi di spettrometria di massa tandem degli interi estratti ossei. Lo svantaggio di usare questo tipo di metodi è che i tessuti specifici del sito non potevano essere usati, così i ricercatori erano obbligati a dipendere da estratti interi di ossa. Un´altra difficoltà è che non è chiaro se le sequenze di aminoacidi ottenute da tale analisi siano genuine. Invece i ricercatori dell´Università di Lund hanno usato una sofisticata tecnologia per legare le molecole proteinacee alle fibre della matrice ossea isolate da fossili di 70 milioni di anni di età, nello specifico un omero (Irsnb 1624). La loro diligenza ha dato i suoi frutti: Usando la microspettroscopia infrarossa basata su radiazioni di sincrotrone presso il Laboratorio Max Iv di Lund, il team ha mostrato che gli aminoacidi contenenti materia rimangono nei tessuti fibrosi ottenuti dall´osso di mosauro. Questo significa che le analisi forniscono prove solide che suggeriscono che le molecole organiche primarie, come il collagene, o i prodotti della sua degradazione, sono preservati nei tessuti ossei fibrosi dell´omero in questione. "Questa tecnica fornisce informazioni su molecole organiche complesse in microstrutture selezionate," dicono gli autori dello studio. La preservazione non avviene solo nelle ossa grandi. "La preservazione di tessuti morbidi primari e di biomolecole non è limitata a ossa di grandi dimensioni sepolte in ambienti di rocce arenarie fluviali, ma avviene anche in elementi scheletrici relativamente piccoli depositati in sedimenti marini," scrivono gli autori. Intanto il fossile, dicono i ricercatori, è capace di un´eccezionale preservazione. Inoltre i tessuti che sono inclini a decomporsi, come la pelle e i melanosomi (organuli che contengono melanina, il più comune pigmento che assorbe la luce presente nel regno animale) si conservano come resti fosfatizzati o residui organici con una considerevole fedeltà morfologica. "Se i fossili vecchi milioni di anni conservano resti dei componenti organici originali rimane però controverso, e, in caso positivo, è necessaria un´identificazione certa di queste biomolecole," dicono. Commentando le analisi, i ricercatori dicono: "Sebbene la spettroscopia infrarossa da sola non può in generale essere usata per identificare specifiche proteine, può ciononostante fornire preziose informazioni sul contenuto molecolare dei campioni di composizione sconosciuta. Allo stesso modo nessun altro metodo finora impiegato si distingue (cioè fornisce prove sufficienti della sopravvivenza di macromolecole proteinacee per un lunghissimo tempo)." Hanno contribuito a questo studio ricercatori della Midwestern University e della Southern Methodist University negli Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Lund: http://www.Lunduniversity.lu.se/  Laboratorio Max Iv: http://www.Maxlab.lu.se/  Plos One: http://www.Plosone.org/home.action    
   
   
SANITA’ DIGITALE: VENETO ESCAPE VINCE AL FORUM PA. IN CORSO UNA RIVOLUZIONE D’EFFICIENZA  
 
Venezia, 10 maggio 2011 - Arriva dal prestigioso Forum della Pubblica Amministrazione di Roma, il riconoscimento alla Regione Veneto ed Arsenàl.it, il Consorzio delle 23 aziende sanitarie e ospedaliere venete dedicato alla Sanità Digitale, per il progetto Veneto Escape. Al ritmo dello slogan “Meno file e più files” il progetto sta progressivamente rivoluzionando il sistema sanitario veneto, permettendo al cittadino di scaricare il proprio referto via web. L’iniziativa, cofinanziata da Regione del Veneto e Digitpa e coordinata da Arsenàl.it, è stata selezionata tra i 235 progetti partecipanti al concorso nazionale, che aveva l’obiettivo di valorizzare e diffondere le migliori esperienze finalizzate all’eliminazione della carta nella Pubblica Amministrazione e alla introduzione di processi di dematerializzazione nel contesto nazionale. Un servizio, quello di Veneto Escape che permette di ridurre la carta e gli errori, offrendo ai cittadini veneti l’occasione di risparmiare ogni anno 72 milioni di euro tenendo conto del tempo recuperato per il ritiro del referto, del costo dei mezzi di trasporto pubblici e privati e del parcheggio. “Quella che stiamo portando avanti – ha sottolineato Coletto – è una vera e propria rivoluzione d’efficienza, che semplificherà la vita ai cittadini e farà risparmiare tempo e denaro e che si qualifica come una vera e propria nuova eccellenza veneta. E’ uno degli obiettivi prioritari che ci siamo dati a inizio legislatura ed è una grossa soddisfazione vederlo diventare realtà, grazie al grande lavoro portato avanti dal consorzio Arsenàl e dalle nostre Ullss, che trova oggi il giusto riconoscimento nel prestigioso ambito del Forum P.a.. Non solo – ha aggiunto – ma a questo progetto è collegata anche la realizzazione del fascicolo sanitario digitale, grazie al quale, sempre a partire da fine 2012, ogni medico, dovunque si trovi, potrà accedere velocemente ai dati sanitari del paziente, con un grande progresso per la tempestività delle cure nell’emergenza o nei casi in cui il medico non conosca la storia sanitaria del cittadino che è chiamato a curare”.  
   
   
SANITÀ, FORMIGONI: MONZINO PRESENTATO IL PRIMO AUDIT DAY, MODELLO DI ECCELLENZA  
 
Milano, 10 maggio 2011 - Il Centro Cardiologico Monzino di Milano compie trent´anni e in occasione di questa speciale ricorrenza ha organizzato il primo Audit day, per presentare un nuovo modello per la sanità ospedaliera basato sulla trasparenza totale dell´assistenza clinica: risultati per ogni paziente, prestazioni di ogni medico e di ogni reparto, tempi di ricovero e dimissione, efficacia degli interventi. Il Monzino, riconosciuto come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) dal 1992, è il primo ospedale in Italia ad aver introdotto in modo sistematico dieci anni fa il Clinical Audit, ossia la verifica, in base a criteri internazionali, dell´appropriatezza, efficacia e qualità delle cure. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni è intervenuto alla giornata in cui è stato illustrato l´Audit Report 2010, sottolineando che "Il Cardiologico Monzino infatti ha ampiamente dato prova delle sue caratteristiche, che ne fanno un centro d´eccellenza non solo in Lombardia, ma a livello addirittura internazionale, in campo cardiovascolare: è stato il primo centro ad aprire una sala operatoria multifunzionale, dove il paziente, grazie a tecnologie d´avanguardia, può ricevere contemporaneamente ogni tipo di trattamento, dalla chirurgia all´emodinamica, all´elettrofisiologia, un modello ad intensità di cura che abbiamo usato, calato in contesti diversi, per la costruzione dei nostri nuovi ospedali". Il presidente Formigoni ha anche ricordato che il Monzino è stato il primo centro a dotarsi di una Terapia Intensiva per Aritmie Ventricolari (Vic) e il primo, e tuttora unico, ad avere un Pronto Soccorso Cardiologico. Il presidente Formigoni ha anche evidenziato come il Monzino sia un patrimonio non solo milanese e lombardo, ma dell´intera nazione: il 20 per cento dei suoi pazienti proviene infatti da fuori regione. Occorre a proposito considerare, inoltre, come le patologie che vengono trattate qui, come ad esempio l´infarto, richiedono un intervento immediato. "Questo elemento - ha commentato il presidente Formigoni - si inserisce in un contesto organico e strutturale: i dati sull´attrattività dei sistemi regionali infatti confermano da ormai 10 anni (1998-2008) l´indiscusso primato italiano della Lombardia". Dopo aver rivolto apprezzamento per il lavoro svolto dall´amministratore delegato, dott. Carlo Ciani, dal direttore scientifico, dott. Paolo Biglioli, da tutto il management e dai dipendenti della struttura, il presidente della Regione Lombardia si è voluto soffermare sul sistema sanitario lombardo. "A tredici anni dall´approvazione della L.r. 31/97, il sistema sanitario della Lombardia - ha detto Formigoni - si caratterizza come un sistema maturo, stabile, fortemente competitivo, fondato su un sistema misto pubblico-privato in grado di garantire la libertà di scelta del luogo di cura. La riforma del Sistema Sanitario regionale ha comportato un innalzamento complessivo e misurabile dei propri standard qualitativi, attraverso una serie graduale di azioni volte a favorire progressivamente la visibilità dei processi, la capacità di controllo, la migliore allocazione delle risorse attraverso una programmazione efficiente e ben calibrata". "Sono convinto - ha concluso il presidente - che il circolo virtuoso delle regole, attivo negli ultimi 15 anni in Lombardia, continuerà a funzionare: si troveranno le modalità adeguate per consentire alle migliori strutture di operare al massimo livello con organizzazioni a basso costo e di alta qualità. I pilastri che abbiamo costruito in questi anni sono solidi e fanno ben sperare: controlli efficaci e ospedali eccellenti in competizione tra loro".  
   
   
NUOVO POLO OSPEDALIERO DEL TRENTINO: ENTRO NOVEMBRE ESCE IL BANDO DI GARA  
 
Trento, 10 maggio 2011 - Sarà completato nel 2016 e diventerà operativo entro il 2017, il nuovo Polo ospedaliero del Trentino, una struttura ubicata nell´area sud-ovest della città su un´area di 171.000 metri quadrati per 600 posti letto, con investimento complessivo stimato attualmente di circa 300 milioni di euro. Il 6 maggio la Giunta provinciale - su proposta del presidente Lorenzo Dellai, del vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti, Alberto Pacher e dell´assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi - ha approvato il piano di lavoro e i tempi per la realizzazione del complesso ospedaliero che avrà i compiti di unificare la rete ospedaliera pubblica e di ridisegnare il Servizio sanitario provinciale, rinforzando al contempo il livello assistenziale del territorio Il Nuovo Contesto Normativo E Programmatico Il Nuovo Ospedale del Trentino (Not) rappresenta una priorità della programmazione sanitaria del Trentino, delineato anche nella legge provinciale n. 16 del 23 luglio 2010 “Tutela della salute in Provincia di Trento”. Proprio questa legge contiene il piano di lavoro per la realizzazione del Polo ospedaliero approvato oggi dalla Giunta. La normativa provinciale n. 16/2010 ha infatti ridisegnato l’assetto dei servizi sanitari della provincia con una forte spinta al rafforzamento dell’assistenza territoriale e per una maggiore integrazione socio-sanitaria. La norma prevede un profondo riassetto dell’attività ospedaliera con l’obiettivo di riqualificare e riorganizzare la rete ospedaliera e di favorire l’integrazione tra il livello ospedaliero di erogazione di servizi sanitari ed il livello territoriale. Per questo è stato istituito il “Servizio Ospedaliero provinciale” che raggruppa e coordina in un’unica rete tutti i presidi ospedalieri dell’Azienda. L´ottimizzazione Della Rete Ospedaliera Provinciale Gli indirizzi in tema di razionalizzazione e qualificazione della rete ospedaliera provinciale, introdotti dalla legge provinciale n. 16/2010, mirano ad introdurre interventi di qualificazione dell’assistenza ospedaliera del Trentino e a garantire un´assistenza di buon livello per tutta la popolazione, indipendentemente dal luogo di residenza. Precise le linee strategiche: 1. Qualificazione e valorizzazione degli ospedali di valle attraverso il rafforzamento delle funzioni di base da assicurare ai rispettivi bacini di riferimento; 2. Caratterizzazione del singolo presidio ospedaliero attraverso la possibilità di attivazione di una o più funzioni particolari da assicurare ad un bacino multizonale (provinciale) che siano rispondenti a documentati bisogni di salute e che possano essere erogate in condizioni di qualità, sicurezza e sostenibilità strutturale, tecnologica ed economica. 3. Valorizzazione, nella prospettiva del Nuovo ospedale del Trentino, del ruolo dell’ospedale di Trento e dell’ospedale di Rovereto. 4. Miglioramento dell’assetto organizzativo . La Qualificazione Dell’assistenza Sanitaria Primaria - Le Linee d’indirizzo provinciali per la qualificazione dell´assistenza sanitaria primaria mettono al centro il cittadino, garantendo, equità nell’accesso ai servizi sanitari, partecipazione e responsabilizzazione di cittadini e operatori sanitari, un approccio intersettoriale e integrato. Le aree prioritarie riguardano la valorizzazione dell’assistenza sanitaria primaria, il coinvolgimento dei professionisti sanitari con interventi finalizzati, l´integrazione tra ospedale e distretto in previsione di un corretto riequilibrio delle rispettive funzioni, l´ntegrazione tra attività sanitarie e socio-. Il Contesto Organizzativo Attuale - In Provincia di Trento le funzioni e i compiti propri del servizio sanitario sono garantiti attraverso le attività dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) - ente strumentale della Provincia – alla quale compete la gestione coordinata delle attività sanitarie e socio-sanitarie per l´intero territorio provinciale, secondo quanto disposto dagli atti di programmazione e d’indirizzo della Giunta provinciale. L’azienda sanitaria provinciale è suddivisa territorialmente in Distretti sanitari, dotati di autonomia organizzativa e responsabilità gestionale. Per effetto della legge provinciale n. 16/2010 il numero e l’ambito territoriale dei Distretti sono stati rideterminati (la precedente normativa individuava 13 distretti, ora divenuti 4). L’apss ha in gestione diretta sette ospedali (cinque presidi ospedalieri di distretto e gli ospedali di Trento e Rovereto) per un totale di 1.768 posti letto (1.520 ordinari e 248 diurni), dei quali l’88% per acuti, 11% di riabilitazione e l’1% di lungodegenza. L’apss gestisce inoltre diverse sedi poliambulatoriali dislocate in maniera diffusa sull’intero territorio provinciale. Concorrono al funzionamento del servizio sanitario provinciale sette strutture ospedaliere classificate e private accreditate (delle quali due destinate unicamente ad attività riabilitative e due di sola lungodegenza) per un totale di 665 posti letto (33,4% per acuti, 36,7% di riabilitazione e 29,9% di lungodegenza). La rete delle strutture di offerta vede inoltre la presenza di 53 Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) per un totale di circa 4.300 posti letto. Infine altre strutture residenziali sono destinate all’assistenza di particolari tipologie di bisogno. L´assistenza Assistenza domiciliare - Negli ultimi anni sono progressivamente aumentati sia l´assistenza domiciliare integrata (Adi), pari a 1915 utenti nel 2009, sia le cure palliative domiciliari (Adicp), con 809 utenti nel 2009. Assistenza specialistica - Nell’anno 2009 presso le strutture sanitarie pubbliche provinciali sono state erogate oltre 8.800.000 prestazioni di assistenza specialistica (compreso laboratorio). A queste si devono aggiungere le prestazioni erogate presso le strutture private convenzionate provinciali e le prestazioni fruite presso strutture extraprovinciali. Mediamente sono state erogate circa 19 prestazioni specialistiche/residente. Circa l’85% delle visite specialistiche per residenti vengono eseguite presso le strutture del Distretto di residenza. Servizio di emergenza - In provincia di Trento le attività di urgenza-emergenza sanitaria sono articolate in: • sistema di allarme sanitario, costituito da Trentino Emergenza 118 (comprendente la Centrale operativa provinciale, 43 postazioni di mezzi di soccorso di base, 11 postazioni di mezzi di soccorso avanzato e la base di elisoccorso);’arrivo del primo mezzo di soccorso di base è assicurato, per la quasi totalità del territorio, nei tempi standard previsti a livello nazionale: 8 minuti in area urbana, 20 minuti nelle zone extra urbane, salvo particolari situazioni di complessità orografica. Nel 2008 sono stati effettuati oltre 37.000 interventi di emergenza, quasi 60.000 trasporti programmati e 1.514 interventi di elisoccorso; • sistema accettazione ed emergenza sanitaria, che assicura la funzione di pronto soccorso nelle sedi ospedaliere e nei punti di primo intervento territoriale. Gli accessi totali ai servizi di pronto soccorso per il 2010 sono stati 217.961, di cui N.c. 135, bianco 38.613, verde 146.682, giallo 30.726, rosso 1.805. Attività ostetricia - In Provincia di Trento si registrano annualmente circa 5.000 parti, di questi il 70% avvengono nei punti nascita degli ospedali di Trento e Rovereto e nell’ospedale classificato San Camillo a Trento. I punti nascita del territorio sono sette, oltre ai primi tre gli altri sono collocati presso gli ospedali di: Arco, Cavalese, Cles e Tione. Dati di attività dell´Ospedale di Trento - L’ospedale di Trento rappresenta all’incirca il 35% del totale dei posti letto (pubblici e accreditati) della Provincia, realizzando quasi il 40% di tutti i ricoveri provinciali. Problematiche Dell’ospedale Santa Chiara L’ospedale Santa Chiara presenta rilevanti criticità di carattere strutturale e di collocazione urbanistica, fra cui: • obsolescenza strutturale dell´ospedale, progettato e costruito sulla base di una concezione di sanità oramai superata; • insufficiente flessibilità strutturale e organizzativa dell’edificio esistente che non consente la necessaria adattabilità richiesta dall’incalzante modificarsi delle tecnologie e delle esigenze in ambito sanitario; • inadeguatezze strutturali e impiantistiche rispetto agli standard richiesti dal continuo adattamento dei riferimenti normativi e regolamentari; • difficoltà di accesso, in particolare per gli utenti in ragione della sua attuale posizione. L’accessibilità fisica dell’attuale ospedale, infatti, è oggi assai problematica per quanto attiene i flussi del traffico, le possibilità di parcheggio, l’alloggio dei parenti: una struttura moderna ha bisogno di essere inserita in un contesto “fluido" dei trasporti, di essere dotata di possibilità di parcheggio e di opportunità per l’ospitalità del sistema familiare. Il Futuro Ruolo Del Nuovo Ospedale Del Trentino - Dalle valutazioni che precedono, emergono molteplici motivazioni a sostegno dell’opportunità di intraprendere una nuova fase di ammodernamento efficace del sistema ospedaliero della provincia attraverso la realizzazione di un nuovo ospedale a valenza provinciale, tenuto anche conto che: • gli interventi di ristrutturazione e ammodernamento già compiuti e quelli in corso presso l’ospedale Santa Chiara non garantiscono quel salto di qualità reso necessario dalle trasformazioni della domanda di salute e dei sistemi più moderni di offerta ospedaliera; • la logica dell’ospedale come servizio è cambiata profondamente, ma soprattutto è destinata a cambiare ancora di più nei prossimi anni, imponendo una modifica radicale: la costruzione di un nuovo edificio consentirebbe certamente di poter avere tutte quelle infrastrutture ormai indispensabili perché esso sia pensato e realizzato come "edificio intelligente" con caratteristiche di elevata flessibilità e diversificazione; • la realizzazione di una nuova struttura ad elevata tecnologia ed elevate capacità assistenziali offre la prospettiva di un positivo effetto “trainante” su tutta la rete assistenziale, rispetto alla quale il Nuovo Ospedale verrebbe a costituire il principale punto di riferimento; • il superamento delle carenze e delle inadeguatezze strutturali e impiantistiche dell’Ospedale Santa Chiara richiederebbe un impegno difficilmente sostenibile sul piano organizzativo e operativo, prima ancora che economico; • non vi sono realistiche soluzioni per le difficoltà di accesso, in particolare per gli utenti, all’Ospedale Santa Chiara in ragione della sua attuale collocazione. Progetto Del Nuovo Ospedale Del Trentino - Il progetto del Nuovo Polo Ospedaliero del Trentino riguarda la realizzazione di un nuovo Ospedale presso l’area appositamente individuata in prossimità alla città di Trento, che andrà a sostituire l’attuale struttura ospedaliera Santa Chiara, fornendo ulteriore impulso alla concreta realizzazione della nuova rete ospedaliera trentina, in un’ottica di superamento del concetto di singolo ospedale. Il Nuovo Polo, infatti, dovrà garantire l’espletamento delle funzioni di I livello per il proprio bacino di riferimento ed essere struttura di Ii livello di riferimento per tutta la Provincia, sia per le attività dell’urgenza/emergenza, che per quelle a valenza provinciale e sovra provinciale, nel frattempo implementando funzioni di eccellenza. Esso dovrà assolvere la sua funzione attraverso l’erogazione di prestazioni in regime di ricovero ordinario per pazienti “acuti”, in ricovero diurno e nella forma della day care. Avrà adeguata area operatoria e posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva. Sarà attrezzato con le tecnologie più congrue per l’espletamento dell’attività diagnostica di laboratorio e per immagini. Dovrà avere altresì adeguati spazi per l’assolvimento delle funzioni di didattica e ricerca insite nel ruolo di un ospedale di Ii livello. Le prestazioni erogate nel Nuovo Polo Ospedaliero saranno: - prestazioni in urgenza/emergenza (Pronto Soccorso, Terapie Intensive, ecc.); - ricovero ordinario (programmato e in urgenza/emergenza) - ricovero diurno (day surgery, day hospital) - interventi chirurgici (in ricovero ordinario, in day surgery e ambulatoriali) - diagnostica strumentale - prestazioni ambulatoriali (singole o in “pacchetti” day service) Il numero di posti letti totale sarà di 600 (espandibili a 700) Ubicazione Del Nuovo Ospedale - L’area destinata al Nuovo Ospedale del Trentino (Not) è localizzata nel comparto militare sud ovest della città corrispondente alle attuali caserme militari Chiesa e Pezzoli ed ex Bresciani e che comprende l’attuale area sportiva di proprietà comunale. Attualmente è attraversata dell’attuale via Mas Desert, storica viabilità di collegamento fra la destra Adige e la città che divide l’area in due zone corrispondenti all’insediamento dei servizi provinciali (ex caserme Bresciani) e l’attuale area militare (caserme Chiesa e Pezzoli). Il comparto edificatorio è sito immediatamente a ridosso della città novecentesca nella zona sud ovest caratterizzata da importanti emergenze urbane come l’area ex Michelin, il palazzo delle Albere e delimitata da due parallelismi a carattere territoriale corrispondenti alla ferrovia del Brennero ad est e dalla tangenziale alla città con il fiume Adige ad ovest. Sotto il profilo urbanistico è individuata da un ambito edificatorio destinato a servizi pubblici che comprendono una superficie complessiva è pari a circa 250.000 mq. Con andamento morfologico quasi pianeggiante, leggermente degradante verso ovest. Sulle aree in esame insistono circa 306.000 mc di volumi edificati da demolire dei quali 198.000 mc destinati a caserme militari. Costi Stimati Costi diretti - Riguardano la spesa necessaria alla realizzazione del nuovo complesso ospedaliero e di una serie di opere accessorie e di completamento. Il totale stimato è di 300 milioni di euro. Costi indiretti - Riguardano la spesa necessaria al miglioramento complessivo dell’intera area interessata a ospitare il nuovo ospedale sia da un punto di vista della migliore accessibilità, della dotazione di strutture e servizi aggiuntivi e collegati, ma anche con riferimento alla razionalizzazione dell’intera rete ospedaliera provinciale. Il totale stimato è di 60 milioni di euro. Tempi Approntamento area - Le aree ex militari zona est sono già di proprietà dell’Amministrazione provinciale, il progetto di approntamento e demolizione è approvato, mentre è già avviata la procedura di gara per l’assegnazione dei lavori a ditta specializzata. L’ultimazione dei lavori è prevista entro aprile 2012. Le aree militari zona nord sono ancora di proprietà dello Stato e saranno disponibili solo dopo la sistemazione delle aree militari a Mattarello oppure attraverso nuovi accordi tra la Provincia autonoma di Trento e lo Stato. L’area a nord est caserme Pizzolato sarà disponibile non prima della fine 2012 perché legate ai lavori delle caserme. Bando - La documentazione tecnico amministrativa sarà elaborata entro luglio 2011. L’approvazione del bando attraverso deliberazione della Giunta Provinciale avverrà entro settembre 2011 e la pubblicazione dello stesso entro il seguente mese di ottobre 2011. Le operazioni di aggiudicazione si protrarranno fino a settembre 2012. La consegna del cantiere è prevista per fasi, a partire da ottobre 2012. Costruzione ospedale - La costruzione dell’Ospedale, dovrà essere completata entro il mese di luglio 2016, per consentire l’esecuzione dei collaudi e degli allestimenti entro gennaio 2017, effettuando i trasferimenti e le attivazioni a partire dal febbraio 2017. Viabilità principale - Parallelamente dovrà essere avviato l’iter progettuale ed esecutivo per la viabilità principale, che dovrà essere completata entro agosto 2015.  
   
   
SANITA´: FIRMATO NUOVO ACCORDO INNOVATIVO REGIONE SICILIA-PEDIATRI  
 
Palermo, 10 maggio 2011 - E´ stato firmato l´accordo tra l´assessorato regionale della Salute e la Federazione italiana medici pediatri (Fimp): si tratta di una nuova piattaforma professionale e assistenziale che, a distanza di sette anni dal precedente accordo, permettera´ di ridisegnare in maniera innovativa l´attivita´ pediatrica sul territorio siciliano come assistenza primaria, ripensando numeri, organizzazione e prestazioni. Il nuovo accordo regionale - racchiuso in 23 articoli - recepisce gli elementi dell´accordo collettivo nazionale del 2009 ed e´ stato presentato ai professionisti siciliani nel corso di un convegno che si e´ svolto a Catania. Fra i punti qualificanti dell´accordo c´e´ l´integrazione del numero dei pediatri con 36 nuovi inserimenti, l´avvio del progetto qualita´, il potenziamento dell´associazionismo professionale, l´istituzione del "Libretto sanitario pediatrico" e una maggiore qualificazione del progetto "Salute infanzia" (di cui faranno parte i "Bilanci di salute", cioe´ visite periodiche preventive nella fase di sviluppo del bambino, e la "Scheda sanitaria pediatrica", strumento molto importante per facilitare il passaggio al medico di famiglia nella fase adolescenziale). "Un ottimo accordo - ha commentato l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo - che avra´ una eccellente ricaduta innanzitutto sui cittadini, ma anche sugli stessi pediatri che avranno la possibilita´ di operare in un sistema piu´ qualificato e professionale. Sono soddisfatto non solo per le 36 nuove assunzioni, ma anche perche´ questo accordo prevede una importante apertura professionale verso i giovani pediatri con il loro inserimento, per il 50% delle ore disponibili, nei 62 punti di primo intervento pediatrico che saranno realizzati in Sicilia. Stiamo cambiando la sanita´ offrendo, dopo tanto tempo, una visione unitaria e di sistema, con proposte forti e razionali, supportate da risorse chiare e trasparenti. Questo accordo con la pediatria - prosegue Russo - tra i primi firmati in Italia a seguito dell´Accordo nazionale del 2009, oltre ad essere ricco di servizi che rinnovano radicalmente la pediatria di famiglia, puo´ essere considerato un evento storico, dato che l´ultimo accordo con i pediatri siciliani risale al 2004. Ancora una volta la Sicilia dimostra con i fatti e i comportamenti virtuosi di essere una delle regioni piu´ innovative del sistema sanitario nazionale". "E´ un accordo avanzatissimo - ha sottolineato Giuseppe Mele, presidente nazionale della Fimp - che offre garanzia ai pediatri siciliani e alle famiglie sulla base di scelte politiche ed economiche trasparenti . Migliorera´ la salute in questa regione non solo per quel che riguarda i bambini ma anche per le loro famiglie e - dal punto di vista prospettico - per il futuro della Sicilia. Per quanto riguarda l´aspetto sindacale riteniamo che la condivisa sottolineatura della pediatria come assistenza primaria e del sostegno da offrire alle sue diverse forme associative recepisca i piu´ avanzati modelli di pensiero medico e di organizzazione sanitaria. Modelli che la Fimp ha scelto di andare a confrontare nei prossimi giorni a Tel Aviv, proponendo la prima conferenza internazionale delle cure primarie di pediatria". Nel ribadire il ruolo centrale del pediatra di libera scelta, l´accordo siciliano si qualifica come espressione matura di una strategia di prevenzione e di iniziativa, non di difesa. Al suo interno si aggiungono disponibilita´ orarie e rintracciabilita´, puntando ad evitare cosi´ l´accesso indiscriminato al pronto soccorso. Si avviano i "presidi di pronto intervento pediatrico" (strutture diurne aperte nei prefestivi e nei festivi, momenti altamente critici di reperibilita´ pediatrica che generano inutili accessi al pronto soccorso) che costituiscono segnali di maggior presenza medica sul territorio. In un ottica di governo clinico, nell´accordo - che entrera´ in vigore gia´ dall´1 luglio 2011 - vengono poi definite una serie di prestazioni diagnostiche e vaccinali aggiuntive ed un piano regionale per la Formazione continua in pediatria. Il documento, a cui hanno lavorato per oltre 18 mesi gli uffici regionali e il sindacato dei pediatri, ha visto il coordinamento tecnico di Giuseppe Noto (Regione siciliana) e Adolfo Porto (Fimp), che hanno presentato l´accordo come una "piattaforma innovativa per la costruzione di un sistema di salute e sanita´ a misura dei bisogni del cittadino".  
   
   
CAMPAGNA DI PREVENZIONE “CONOSCI LO STATO DI SALUTE DELLE TUE OSSA?”  
 
 Milano, 10 maggio 2011 - L’osteoporosi è una patologia molto diffusa in Italia. I dati clinici dimostrano che ne soffrono il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini di età superiore ai 60 anni. E’ una malattia cronica debilitante provocata da una significativa perdita di massa ossea che causa una maggiore fragilità dell’osso e pertanto una più elevata probabilità di frattura. Le ossa più a rischio sono polso, vertebre e femore. La prevenzione tramite un adeguato apporto di calcio e di vitamina D è fondamentale, così come la diagnosi precoce, che attraverso controlli mirati permette di riconoscere per tempo una malattia il cui impatto sanitario e sociale ha un’incidenza estremamente elevata. Consorzio Farmacia, realtà a livello nazionale che raggruppa ad oggi più di 220 farmacie soprattutto concentrate nel nord e nel centro Italia, promuove l’iniziativa “Conosci lo stato di salute delle tue ossa?”, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione su una patologia quasi sempre asintomatica ma che, se trascurata, può avere delle conseguenze gravi ed invalidanti. A tale proposito, Consorzio Farmacia mette a disposizione dei clienti-pazienti delle farmacie consorziate un’attività di screening effettuata mediante un dispositivo ad ultrasuoni [Achilles Insight by General Electrics] che consente di rilevare con alta precisione eventuali rischi di frattura ossea. Tale apparecchio è il primo ultrasuono osseo in grado di generare un’immagine in tempo reale della sede calcaneare. La mineralometria ossea a ultrasuoni è un test semplice, veloce e non invasivo, e fornisce un risultato immediato che aiuta il medico a seguire il paziente e a prendere tempestive decisioni in merito al trattamento più indicato da prescrivere. Inoltre, è completamente innocuo, tant’è che può essere eseguito anche sulle donne in gravidanza e non ha limiti di ripetibilità. Questo screening, che si inserisce nel panorama delineato dal Decreto Bersani e dalle politiche di europeizzazione del Ssn mirate all’abbattimento della spesa farmaceutica, dà il via a una serie di servizi e di attività che Consorzio Farmacia mette a disposizione dei propri farmacisti consorziati e dei pazienti/clienti. E’ infatti tra gli obiettivi principali di Consorzio Farmacia valorizzare il ruolo del farmacista come professionista della salute al servizio del cittadino, e la farmacia come centro di salute e distributore di servizi sanitari. Il test di indagine densitometrica verrà eseguito con un fitto calendario di date presso le farmacie aderenti a Consorzio Farmacia nel periodo compreso tra Marzo e Giugno. Per maggiori informazioni e prenotazioni contattare il Numero Verde 800034253 o visitare il sito www.Consorziofarmacia.it  
   
   
COTUGNO DI NAPOLI, INAUGURATO REPARTO ONCOLOGIA.PROSEGUONO GLI SFORZI PER AUMENTARE LA QUALITÀ DELL´OFFERTA DI SALUTE"  
 
 Napoli, 10 maggio 2011 - E´ stato inaugurato ieri il nuovo reparto di Oncologia all´ospedale Cotugno. Alla cerimonia erano presenti il consigliere per la Sanità del presidente della Regione Campania Raffaele Calabrò, il direttore generale dell´Azienda dei Colli Antonio Giordano, il responsabile dell´Unità operativa Vincenzo Montesarchio. Molti i testimonial intervenuti; tra gli altri, Paolo Cannavaro, Mario Martone, Gianni De Marzio, Enrico Fedele, Massimo Caputi, gli ex calciatori del Napoli Iuliano, Taglialatela, Montefusco. Il reparto ha undici posti letto per il ricovero. Ci sono anche stanze per l’accoglienza dei pazienti e dei propri familiari, e una cucina interna a disposizione di quanti sono accanto ai loro cari. "Proseguiamo gli sforzi - ha detto Calabrò - per aumentare la qualità dell’offerta di salute nelle strutture sanitarie campane. Questa unità, che si affianca al day hospital già presente al Cotugno, completa l’offerta al paziente affetto da patologie neoplastiche". "Abbiamo voluto - ha aggiunto Giordano - puntare su due versanti: curare il paziente e prendersi cura dello stesso. Perciò si è dato risalto all’umanizzazione della struttura, assicurando contestualmente una rete di servizi per un trattamento in forma integrata ospedale-territorio".  
   
   
E´ ONLINE SUL SITO WEB DELL´ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA (OPL) LA PRIMA EDIZIONE DEL TG WEB OPL.  
 
Milano, , 10 maggio 2011 - Le numerose iniziative che l´Ordine lombardo ha messo in campo vengono documentate da immagini e testi letti dalla giovane speaker, la psicologa Stefania Andreoli. Nel primo numero si parla della Carta Etica che Opl ha inviato alle Scuole di formazione in Psicoterapia lombarde; delle novità sul portale Web Opl; del Festival della Cultura Psicologica che si terrà dal 20 maggio al 2 giugno prossimi; delle convenzioni per gli iscritti all´Ordine; del progetto di referenti territoriali Opl che ampliano l´attività dell´Ordine nelle province lombarde. Il Tg è visibile dalla Home Page del sito www.Opl.it/  oppure al link: http://www.Opl.it/showpage.php?saratml=119&template=video&id=30    
   
   
OSPEDALE DI CISTERNINO-FASANO-OSTUNI: RICONVOCARE LA TASK FORCE  
 
Bari, 10 maggio 2011 - Lo studio di prefattibilita´ per la costruzione dell´Ospedale di Cisternino- Fasano- Ostuni, che la Asl di Brindisi ha presentato circa dieci giorni fa e sul quale si e´ oggi espressa la task force regionale per la determinazione del partenariato pubblico – privato e project financing (finanza di progetto) per la realizzazione di nuove strutture ospedaliere nell’ambito del servizio sanitario regionale, necessita di alcune integrazioni di natura tecnico - economica. Lo studio rielaborato sara´ presentato il prossimo 30 maggio e, dopo un´ulteriore analisi ed approfondimento, la task force sara´ riconvocata. Lo ha annunciato l´assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati, che ha convocato ieri mattina un nuovo incontro al quale hanno partecipato tra gli altri il Dirigente del Servizio Lavori pubblici Francesco Bitetto, il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino della Puglia Antonio di Santo, la coordinatrice della Cabina di regia Anna Maria Candela e il Direttore generale della Asl di Brindisi Rodolfo Rollo. Lo studio va integrato allo scopo di poter fruire anche dei finanziamenti previsti dall´artico 20 della legge sull´edilizia sanitaria ed ospedaliera ( legge n.67/88), di essere coerente con i Piani sanitari regionale e nazionale, e con la scheda Mexa, utile a sottoporre lo studio all´attenzione del Ministero. Il lavoro sara´ rielaborato con riferimento all´analisi economico - finanziaria del progetto, ai dati relativi ai costi di costruzione, al totale dei posti letto previsti in base alle specialità, alle piante organiche, all´analisi costi - benefici e ai parametri tecnici per il dimensionamento della struttura ospedaliera. Lo studio presentato prevede un’opera dell’importo complessivo di circa 94 milioni di euro, per una superficie totale di 36.500 mq e 250 posti letto. L’area individuata si trova nella parte meridionale del Comune di Fasano, nella località denominata Speziale, con ingresso diretto sulla Ss.16 Adriatica al Km. 867.500, arteria principale che collega i centri di Fasano ed Ostuni,ed in prossimità dello svincolo che porta alla cittadina di Cisternino. Inoltre, non è molto distante dalla S.s. 379 che collega il capoluogo Bari a Brindisi e Lecce. Secondo le prime verifiche eseguite dall’Autorità di bacino della Puglia, l´area prescelta non e´ sottoposta a vincoli o problematiche di natura idrogeologica.  
   
   
LOTTA ALLA TUBERCOLOSI, UNO SPETTRO RIEMERGENTE  
 
Pavia, 10 maggio 2011 - La lotta alla tubercolosi e il contributo che la ricerca pavese sta dando per la diagnosi della Tbc sono al centro del nuovo incontro del ciclo “Ricerca a Pavia: successi recenti”. La prof. Giovanna Riccardi, del Dipartimento di Genetica e Microbiologia presenterà il 12 maggio alle ore 17.00 in Aula Volta l’esito della ricerca che ha portato a identificare il “bersaglio magico” di un nuovo farmaco antitubercolare. La tubercolosi (Tbc), malattia infettiva provocata da Mycobacterium tuberculosis, uccide ogni anno 3 milioni di persone in tutto il mondo. Non solo. L’insorgenza di ceppi multi-resistenti ai farmaci antitubercolari di prima e seconda generazione, costituisce una severa minaccia per il controllo dell’infezione. Ora la lotta alla tubercolosi avrà un’arma in più. Si tratta dei benzotiazinoni la cui azione impedisce la formazione della parete cellulare del patogeno. Alla scoperta, portata avanti da un gruppo di ricerca internazionale, ha dato un fondamentale contributo il laboratorio di Microbiologia Molecolare dell’Università di Pavia, costituito da un team tutto al femminile. I risultati hanno portato allo sviluppo di un brevetto che è stato acquisito da Sentinel Diagnostic per la messa a punto di un nuovo kit per la diagnosi della Tbc.  
   
   
IL 17 MAGGIO LA SIIA ( SOCIETÀ ITALIANA IPERTENSIONE ARTERIOSA) PROMUOVE LA VII GIORNATA MONDIALE CONTRO L’IPERTENSIONE ARTERIOSA 3 CITTADINI SU 10 NON SANNO COS’È L’IPERTENSIONE ARTERIOSA QUASI 7 CITTADINI SU 10 NON HANNO MAI RICEVUTO INFORMAZIONI E 8 SU 10 NON LE HANNO MAI CERCATE  
 
 Roma, 10 maggio 2011 - Il 33% degli intervistati non sa concretamente cosa sia l’ipertensione arteriosa. Il 67% non ha mai ricevuto informazioni sull’ipertensione arteriosa e l’82% non ha mai cercato o chiesto personalmente informazioni sul tema. E’ un quadro di elevata disinformazione quello che emerge dal sondaggio Doxa Pharma, commissionato dalla Siia (Società Italiana Ipertensione Arteriosa), volto a sondare la percezione e l’atteggiamento della popolazione italiana nei confronti dell’ipertensione e del rischio cardio-vascolare. In Italia gli ipertesi sono almeno 15 milioni con una ricaduta in termini di mortalità di circa 240.000 decessi pari al 40% di tutte le morti per cause cardiovascolari. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi correlati all’ipertensione arteriosa, il 17 maggio 2011 si svolgerà la Vii Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa. Verranno allestite circa 100 postazioni sparse in tutta Italia dove la Siia offrirà a tutti la misurazione gratuita della pressione arteriosa, grazie al contributo di personale specializzato che distribuirà materiale informativo e fornirà indicazioni utili per la conoscenza dei propri valori. Quest’anno il tema centrale della giornata, promossa in tutto il mondo dalla World Hypertension League, è “Conosci i valori della tua pressione e raggiungi l’obiettivo”. Dal sondaggio Doxa emergono dati preoccupanti: il 15% degli intervistati non ha mai misurato la pressione arteriosa in vita sua. Di questi la percentuale più elevata è composta da giovani in età compresa tra i 18 e 34 anni, residenti al centro e sud Italia. Il 50% degli intervistati non conosce esattamente quali siano i valori normali della pressione arteriosa massima e minima e il 34%, per la maggior parte maschi residenti al centro Italia, li ignora completamente. Ciò significa che essi non solo hanno una scarsa informazione in materia, ma soprattutto non sono in grado di valutare i rischi potenzialmente generati dall’aumento dei valori pressori. Infatti solo il 35% è a conoscenza del fatto che la pressione alta può generare l’infarto, il 30% sa che essa può generare l’ictus e solo l’8% che può provocare malattie cardiovascolari e problemi cardiocircolatori. Il 26% degli intervistati invece non conosce affatto le malattie gravi che possono insorgere a causa della pressione alta. Per quel che concerne la percezione di gravità di alcune tra le principali patologie è stato rilevato che l’ipertensione arteriosa è giudicata meno grave di altre patologie quali la depressione o il diabete e poco più grave solo dell’asma; esiste quindi una concreta sottovalutazione del rischio di incorrere in gravi malattie cardiovascolari (ictus cerebrale, infarto miocardico) e renali (insufficienza renale con necessità di ricorso alla dialisi). “Nonostante esistano farmaci efficaci e sostanzialmente privi di effetti collaterali maggiori solo 1 iperteso su 4 ha valori pressori ben controllati” - dichiara il prof. Alberto Morganti, Presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa ( Siia ). La Siia, associazione senza fini di lucro, aderisce alla Vii Giornata Mondiale contro l’ipertensione arteriosa promuovendo sul territorio nazionale iniziative di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sul tema dell’ipertensione arteriosa e delle malattie ad essa correlate. Le 100 postazioni saranno allestite in tutta Italia, molte delle quali presso i numerosi Centri Ospedalieri e Universitari per l’Ipertensione Arteriosa, aperti per l’occasione, e presso le numerose farmacie, grazie alla collaborazione di Fofi (Federazione Ordini Farmacisti Italiani) e Federfarma (Federazione Nazionale Titolari Farmacia Italiani). In quelle sedi sarà anche possibile, senza necessità di prenotazione, consultare gli esperti e chiedere quale stile di vita adottare per prevenire e curare l’ipertensione e le patologie ad essa correlate. Inoltre, la Siia promuove una campagna di sensibilizzazione video attraverso l’utilizzo di uno spot sociale che verrà trasmesso nelle principali reti televisive, satellitari, nelle metro di Roma e Milano, nei punti di informazione degli aeroporti e delle autostrade. Per scoprire i luoghi e gli orari delle postazioni più vicine a te visita il sito www.Siia.it/    
   
   
RAFFAELE AUTUNNALE DANS LA FLEUR DU DESERT PERSONALE D’ARTE CONTEMPORANEA MILANO 15 GIUGNO 4 LUGLIO 2011  
 
 Milano, 10 maggio 2011 - Il 15 giugno, nell’esclusivo scenario delle antiche corti milanesi dei Navigli, sarà inaugurata la personale di Raffaele Autunnale dal titolo “Dans la fleur du desert”, a cura del critico e storico dell’arte Sabrina Falzone, che presenterà in anteprima la recente produzione artistica del pittore leccese, dal linguaggio straordinariamente rinnovato. L’autore pugliese mostrerà una serie di dipinti inediti, che denotano un ritorno alla pittura figurativa e all’impiego dei pigmenti naturali. Il percorso espositivo metterà in luce le ancestrali correlazioni tra la primordiale vitalità dell’universo femminile e la sua evoluzione odierna, indagando le sue differenti manifestazioni culturali tra la società occidentale e le terre d’Oriente. Nella ricerca pittorica di Autunnale la sensualità diviene lo stemma di un’analisi universale dell’esistenza umana, la cui iconografia varia a seconda del luogo e dell’epoca, tracciando non tanto un’eterogenea fisionomia storica o geografica, quanto piuttosto le fondamenta per una valorizzazione dell’imago feminae e delle sue significazioni iconologiche. Il fiore del deserto non è altro che la metafora della purezza della passione nel deserto della ragione, enfatizzata dall’utilizzo dei pigmenti nel linguaggio pittorico di Raffaele Autunnale. Il titolo della mostra è in francese perché Autunnale, seppure sia nato a Spongano (Lecce) nel 1951, ha trascorso la sua infanzia e il periodo della formazione a Parigi, città dove ha seguito tutti i suoi studi superiori dall’Ecole des Beaux Arts all’Ingegneria Informatica, successivamente a delle influenti esperienze professionali. Il sentiero della vita lo ha condotto in Italia continuando ad esprimere la sua attività artistica tra Italia e Parigi. L’esposizione sarà visitabile fino al 4 luglio.