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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Luglio 2011
L´AGENDA EUROPEA PER L´INTEGRAZIONE - I MIGRANTI BENE INTEGRATI ARRICCHISCONO L’UE DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO E CULTURALE  
 
Bruxelles, 21 luglio 2011 - Oggi la Commissione ha adottato una "Agenda europea per l´integrazione dei cittadini di paesi terzi" per accrescere i benefici economici, sociali e culturali della migrazione in Europa. L´agenda pone l´accento sulla piena partecipazione dei migranti a tutti gli aspetti della vita collettiva e sottolinea il ruolo determinante delle autorità locali. Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli affari interni, ha dichiarato: "Per la riuscita dell´integrazione occorre che i migranti abbiano la possibilità di partecipare pienamente alle loro nuove comunità. Imparare la lingua del paese di accoglienza, poter accedere all´occupazione e all´istruzione e disporre della capacità socioeconomica di autosostentarsi sono elementi fondamentali di un’integrazione riuscita. Ad oggi, l’integrazione dei migranti in Europa ha avuto scarso successo. Ognuno di noi deve fare di più: nell´interesse delle persone che arrivano qui, ma anche in considerazione del fatto che i migranti bene integrati sono una risorsa per l’Ue, poiché arricchiscono le nostre società dal punto di vista culturale ed economico." Oggi sono stati presentati i risultati di un´indagine qualitativa dell´Eurobarometro svolta nella scorsa primavera sul tema dell´integrazione. L´indagine permette un franco scambio di opinioni fra i cittadini dell´Ue e i migranti e rivela che i due gruppi condividono alcune opinioni sull´integrazione. Vi è un ampio consenso sull´importanza dell´interazione sul luogo di lavoro e nelle scuole e sul contributo positivo dei migranti alla cultura locale. Entrambi i gruppi concordano sui fattori che fanno funzionare l´integrazione: parlare la lingua, trovare un lavoro e comprendere la cultura locale. I cittadini dell’Ue e i migranti che hanno preso parte al sondaggio hanno altresì concordato sulla necessità di un maggiore impegno di tutte le parti per sfruttare i vantaggi dell´immigrazione. La mancanza di competenze linguistiche e la segregazione degli immigrati nei quartieri svantaggiati sono considerate i principali ostacoli all´integrazione. Questi aspetti richiedono un’azione forte e coerente da parte di tutti. Contesto - La diversità introdotta dalla migrazione, se ben gestita, può costituire un vantaggio concorrenziale e un volano per le economie europee. Se l´Ue vuole raggiungere l´obiettivo di portare il tasso di occupazione al 75% entro il 2020, è fondamentale eliminare le barriere che ostacolano l´accesso dei migranti all´occupazione – tanto più che la forza lavoro europea è in diminuzione a causa della sfida demografica che l´Unione si trova ad affrontare. La forza lavoro europea diminuirà di circa 50 milioni di persone entro il 2060 rispetto al 2008 – nel 2010 vi erano 3,5 persone in età lavorativa (20-64) per ogni persona di 65 anni o più; le previsioni per il 2060 indicano un rapporto di 1,7 a 1. A titolo d´esempio, l´agenda della Commissione per nuove competenze e nuovi posti di lavoro stima, entro il 2020, una carenza di circa un milione di operatori professionali nel settore della sanità (2 milioni se si considera il personale sanitario ausiliario). Assicurarsi che i migranti godano degli stessi diritti e abbiano le stesse responsabilità dei cittadini dell´Ue è un elemento centrale del processo di integrazione. La discriminazione e il mancato riconoscimento dell´istruzione e dell´esperienza acquisite al di fuori dell´Ue sono alcuni degli ostacoli che pongono i migranti a rischio di disoccupazione, sottoccupazione e sfruttamento. L´integrazione deve iniziare nei luoghi in cui le persone si incontrano ogni giorno (posto di lavoro, scuola, spazi pubblici, ecc.). Le misure volte a rafforzare la partecipazione democratica potrebbero comprendere la formazione e il mentoring, l´agevolazione del voto dei migranti in occasione delle elezioni comunali, la creazione di organismi consultivi locali, regionali e nazionali o anche la promozione dell´imprenditorialità, della creatività e dell´innovazione. Le competenze linguistiche aprono le porte a migliori opportunità di lavoro, favoriscono i contatti sociali e assicurano indipendenza ai migranti. Questo aspetto è particolarmente importante per le donne immigrate, che altrimenti possono ritrovarsi relativamente isolate. L´agenda europea per l´integrazione sottolinea che la formazione linguistica e i programmi di accoglienza devono essere accessibili finanziariamente e geograficamente. Il processo di integrazione richiede una stretta collaborazione tra i governi nazionali, che rimangono responsabili della definizione delle loro politiche di integrazione, e le autorità locali o regionali e gli attori non statali, che spesso sono competenti per l´attuazione concreta delle misure di integrazione. L’ue sostiene tali misure attraverso i suoi strumenti, e i prossimi finanziamenti dell´Ue potrebbero riguardare in modo più specifico la promozione dell´integrazione a livello locale. Per rafforzare il coordinamento e lo scambio di conoscenze, la Commissione sta mettendo a punto un insieme flessibile di strumenti europei, costituito da moduli d´integrazione per sostenere le politiche e le prassi esistenti negli Stati membri in base alle esperienze di ciò che funziona o non funziona per favorire l´integrazione, ad esempio organizzare corsi introduttivi e di lingua, garantire un impegno solido da parte della società di accoglienza e promuovere la partecipazione degli immigrati. Questi moduli possono essere adattati alle esigenze degli Stati membri, delle regioni e delle città. Inoltre sono stati individuati indicatori europei comuni per il controllo dei risultati delle politiche di integrazione. La presente comunicazione risponde ad una richiesta del programma di Stoccolma, in cui si invitava la Commissione a rafforzare il coordinamento e migliorare gli strumenti e le strutture per lo scambio di conoscenze in materia di integrazione. Essa si fonda sulla nuova base giuridica introdotta dal trattato di Lisbona per gli incentivi e il sostegno agli interventi degli Stati membri volti a promuovere l´integrazione dei cittadini di paesi terzi soggiornanti legalmente, esclusa l´armonizzazione della legislazione. Per ulteriori informazioni Memo/11/529 Memo/11/530 Homepage di Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni: http://ec.Europa.eu/commission_2010-2014/malmstrom/welcome/default_en.htm    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA VUOLE BANCHE EUROPEE PIÙ FORTI E PIÙ RESPONSABILI  
 
Bruxelles, 21 luglio 2011 - Le banche sono al centro della crisi finanziaria dell’economia globale dal 2008. Da quest’esperienza sono stati tratti degli insegnamenti e gli errori del passato non devono ripetersi. Per questo motivo la Commissione europea oggi ha presentato delle proposte che mirano a cambiare il modo in cui operano le 8 000 banche attive in Europa. L’obiettivo principale è di rafforzare la solidità del settore bancario della Ue, garantendo al contempo che le banche continuino a finanziare l’attività economica e la crescita. Le proposte della Commissione si basano su tre obiettivi concreti. 1. Nella proposta si richiede alle banche di detenere un livello di capitale quantitativamente e qualitativamente più elevato che consenta loro di assorbire autonomamente futuri shock. Gli istituti finanziari hanno affrontato l’ultima crisi con fondi propri insufficienti in termini quantitativi e qualitativi, rendendo necessario un sostegno senza precedenti da parte delle autorità nazionali. Con la sua proposta, la Commissione ha messo in atto in Europa le norme internazionali sul capitale delle banche convenute a livello di G20 (più comunemente note come accordo di Basilea Iii). L’europa assumerà un ruolo guida in materia, applicando tali norme a oltre 8 000 banche, che gestiscono il 53% degli attivi a livello mondiale. 2. La Commissione intende inoltre istituire un nuovo quadro di governance, conferendo alle autorità di vigilanza nuove competenze per monitorare le banche in maniera più approfondita e prevedendo la possibilità di sanzionare le banche qualora si rilevassero dei rischi, ad esempio al fine di ridurre i crediti in previsione di una bolla economica. 3. La Commissione mira a fare confluire tutta la legislazione in materia in un corpus unico di norme che disciplinino l’attività bancaria con l’obiettivo di migliorare la trasparenza e l’effettiva applicazione delle misure adottate1. Il commissario per il mercato interno Michel Barnier, ha dichiarato: "La crisi finanziaria ha colpito duramente le famiglie e le imprese europee. Non possiamo permettere che una tale crisi si ripeta e non possiamo consentire che le azioni di pochi nel mondo finanziario compromettano la nostra prosperità. Per questo motivo oggi abbiamo presentato delle proposte intese a rafforzare le oltre 8 000 banche che operano in Europa. Il settore bancario dovrà detenere capitali quantitativamente e qualitativamente più elevati ogniqualvolta si esporrà a rischi. Siamo dunque in presenza di un enorme progresso nel nostro intento di trarre insegnamenti dalla crisi e adottare un nuovo approccio al rischio. Sono lieto di constatare che l’Europa continua a svolgere un ruolo guida: è infatti la prima giurisdizione a livello mondiale ad aver concretizzato gli impegni del G20. Solo una volta che tutte queste norme saranno applicate potremo sostenere di aver appreso pienamente la lezione impartitaci dalla crisi”. Contesto La proposta si articola in due parti: una direttiva in materia di accesso alle attività di raccolta di depositi ed un regolamento che stabilisce con quali modalità vadano svolte le attività degli enti creditizi e delle imprese di investimento. I due strumenti giuridici costituiscono un unico pacchetto e dovrebbero essere considerati congiuntamente. La proposta è accompagnata da una valutazione d’impatto che ha dimostrato che tale riforma ridurrà notevolmente la probabilità di una crisi sistemica del settore bancario. 1. Il regolamento contiene i requisiti prudenziali dettagliati per gli enti creditizi e le imprese di investimento e disciplina i seguenti aspetti. Capitale: la proposta della Commissione aumenta la quantità e la qualità dei fondi propri che le banche devono detenere. Inoltre, il regolamento armonizza le deduzioni dai fondi propri al fine di determinare l’entità dei del patrimonio che è prudente riconoscere a fini regolamentari. Liquidità: al fine di migliorare la resistenza a breve termine del profilo di rischio di liquidità degli istituti finanziari, la Commissione propone l’introduzione di un indice di copertura della liquidità (liquidity coverage ratio (Lcr), la cui esatta composizione e calibrazione sarà determinata nel 2015, dopo un periodo di osservazione e di revisione. Coefficiente di leva finanziaria: al fine di limitare un eccessivo indebitamento degli enti creditizi e delle imprese di investimento, la Commissione propone che un coefficiente di leva finanziaria sia sottoposto a controllo prudenziale. Le implicazioni di un coefficiente di leva finanziaria saranno monitorate rigorosamente prima di un eventuale passaggio a un requisito vincolante il 1° gennaio 2018. Rischio di credito di controparte: in linea con le politiche della Commissione nei confronti dei derivati Otc (over the counter) (Ip/10/1125), si introducono modifiche per incoraggiare le banche a compensare i derivati Otc tramite controparti centrali. Corpus unico di norme: la crisi finanziaria ha evidenziato il rischio di norme nazionali divergenti. Un mercato unico ha bisogno di un corpus unico di norme. Il regolamento è direttamente applicabile senza dover essere recepito a livello nazionale e di conseguenza elimina una fonte di divergenza. Il regolamento stabilisce inoltre una serie di regole patrimoniali. 2. La nuova direttiva copre determinati settori dell’attuale direttiva sui requisiti patrimoniali, per i quali le disposizioni dell’Ue devono essere recepite dagli Stati membri in modo tale da rispondere alle loro esigenze, come le condizioni di accesso all’attività bancaria e di esercizio di tale attività, le condizioni in materia di libertà di stabilimento e di prestazione di servizi, nonché la definizione di autorità competenti e i principi relativi alla vigilanza prudenziale. I nuovi elementi nella presente direttiva sono qui di seguito elencati. Governance rafforzata: la proposta rafforza i requisiti in materia di dispositivi e processi di governance societaria e introduce nuove disposizioni volte ad aumentare l’efficacia della vigilanza sul rischio svolta dai consigli di amministrazione, un rafforzamento dello status della funzione di gestione dei rischi e la garanzia di un controllo efficace della governance dei rischi da parte delle autorità di vigilanza. Sanzioni: la proposta garantirà che le autorità di vigilanza possano comminare, nei confronti degli istituti che violano le disposizioni dell’Ue, sanzioni realmente dissuasive, ma anche efficaci e proporzionate, ad esempio sanzioni amministrative pecuniarie pari fino al 10% del fatturato annuo di un istituto, oppure allontanamenti temporanei di membri dell’organo di direzione di un istituto. Riserve di capitale: la direttiva oltre ai requisiti patrimoniali minimi, introduce due riserve di capitale: un cosiddetto cuscinetto di protezione del patrimonio identico per tutte le banche nell’Ue e un cuscinetto anticiclico da definire a livello nazionale. Vigilanza rafforzata: la Commissione propone di rafforzare il regime di vigilanza al fine di richiedere la preparazione di un programma di riesame annuale per ciascun istituto soggetto a vigilanza sulla base di una valutazione del rischio, un uso più esteso e più sistematico delle ispezioni di vigilanza in loco, l’introduzione di norme più severe e valutazioni di vigilanza più approfondite, nonché anticipatrici di possibili evoluzioni Infine, la proposta intende ridurre nella misura del possibile il ricorso, da parte di enti creditizi, ai rating di credito esterni: a) introducendo l’obbligo di basare le decisioni di investimento delle banche non solo sui rating ma anche sulla propria valutazione del credito e b) facendo sì che le banche con un numero rilevante di esposizioni in un dato portafoglio sviluppino rating interni per tale portafoglio invece di fare affidamento sulle valutazioni esterne per il calcolo dei propri requisiti patrimoniali. L’attuale proposta sostituisce le precedenti direttive sui requisiti patrimoniali (2006/48/Ce e 2006/49/Ce) con un regolamento e una direttiva e costituisce una nuova tappa nel cammino verso la creazione di un sistema finanziario europeo più solido e sicuro. Ulteriori informazioni - Al fine di ripristinare la stabilità del settore bancario e garantire l’afflusso di crediti nell’economia reale, l’Ue e i suoi Stati membri hanno adottato una serie cospicua di misure senza precedenti, in ultima istanza a carico del contribuente. In tale contesto, la Commissione europea ha approvato misure di aiuto di Stato agli istituti finanziari pari a 4 100 miliardi di euro, di cui oltre 2 000 miliardi di euro sono stati effettivamente utilizzati nel 2008 e nel 2009. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/bank/regcapital/index_en.htm    
   
   
UE: NUOVI INVITI A PRESENTARE PROPOSTE DEL 7° PQ PUBBLICATI ESCLUSIVAMENTE SUL PORTALE DEI PARTECIPANTI  
 
Bruxelles, 21 luglio 2011 - La pubblicazione degli inviti a presentare proposte del Settimo programma quadro (7° Pq) è stata spostata da Cordis al Portale dei partecipanti, che adesso è l´unico sito autorevole della Commissione europea per gli inviti del 7° Pq. Con l´inaugurazione di inviti multipli a presentare proposte per tutti i programmi del 7° Pq il 20 luglio 2011, gli utenti di Cordis noteranno dei cambiamenti nel Servizio Comunitario di informazione in materia di Ricerca e Sviluppo. La sezione "Find a call" ("Trova un bando") su Cordis adesso rimanda alle relative pagine della sezione "Fp7 calls" ("Bandi 7° Pq") del Portale dei partecipanti, che è disponibile anche attraverso il veloce e facile Url http://ec.Europa.eu/fp7calls  Si invitano gli utenti e i webmaster ad aggiornare i link e i bookmark usando le opzioni di deep linking descritte nella pagina delle Domande frequenti del Portale dei partecipanti ( http://ec.Europa.eu/research/participants/portal/page/faq ). Per ricevere avvisi e-mail su bandi futuri, gli iscritti alle notifiche e-mail Cordis devono registrarsi sul Portale dei partecipanti. I feed Rss per i bandi pubblicati recentemente e per le informazioni sugli ultimi bandi possono sostituire i feed per i bandi su Cordis. Si può accedere sia alle notifiche via e-mail che ai feed Rss attraverso la sezione "Stay tuned" del Portale dei partecipanti. Oltre a pubblicare i bandi del 7° Pq, il Portale dei partecipanti ha lo scopo di diventare l´unico punto di accesso per l´interazione con i programmi di ricerca della Commissione europea. Il Portale ha cominciato con la registrazione di organizzazioni attraverso l´Unique Registration Facility (Urf) che fornisce un Codice di identificazione del partecipante (Participant Identification Code o Pic) da usare per presentare le proposte. Adesso offre una serie di strumenti per sostenere il ciclo vitale del progetto, dalla simulazione della fattibilità finanziaria alla idoneità per le negoziazioni per l´assegnazione di un contributo e per la fornitura di informazioni sul progetto. I contenuti relativi ai bandi su Cordis, come i riferimenti negli articoli del notiziario, saranno provvisti di link ufficiali verso il Portale dei partecipanti. In questo modo, Cordis sosterrà il Portale nella sua nuova missione come punto di informazione ufficiale per i bandi del 7° Pq. Maggiori dettagli sui bandi finanziati dai programmi di lavoro 2012 del 7° Pq sono disponibili su http://europa.Eu/rapid/pressreleasesaction.do?reference=memo/11/521&format=html&aged=0&language=en&guilanguage=en    
   
   
UNO STUDIO MOSTRA CHE LA CULTURA DELLA VALUTAZIONE È IN AUMENTO  
 
 Bruxelles, 21 luglio 2011 - Uno studio europeo fornisce nuove informazioni sulla catalogazione sistematica delle tendenze emergenti della valutazione politica in Europa. I risultati sono un risultato del progetto Adam ("Adaptation and mitigation strategies: support European climate policy") che è stato finanziato nell´ambito dell´Area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamenti globali ed ecosistemi" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue con ben 12,9 Mio Eur. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Policy Sciences. La politica che circonda lo sviluppo di nuove politiche suscita l´interesse degli europei fin dall´inizio degli anni 2000. In particolare, gli europei hanno individuato e attuato diverse politiche durante questo periodo. Nonostante l´aumento, però, esistono poche informazioni su cosa si fa per assicurare il successo delle politiche conseguenti. Coordinati dall´Università dell´East Anglia (Uea) nel Regno Unito e dalla Vrije Universiteit (Vu), Università di Amsterdam nei Paesi Bassi, i ricercatori hanno condotto una meta-analisi e hanno scoperto che sta emergendo una cultura della valutazione. Negli ultimi anni si sono materializzate sempre più valutazioni. Le informazioni ottenute per sei Stati Membri dell´Ue, e per l´Ue in generale, mostrano che ci sono stati otto volte più relazioni stilate tra il 2000 e il 2005. È necessario precisare però che un aumento più profondo è stato rilevato in alcuni Stati Membri rispetto ad altri. Gli effetti della politica basata in Gran Bretagna erano generalmente più valutati rispetto a quelli di Polonia e Portogallo, secondo i ricercatori, ma esistono altre differenze nella cultura della valutazione. Per esempio, la maggior parte delle 259 valutazioni identificate ed esaminate adottano anche una selezione di strumenti di valutazione relativamente ristretti e un coinvolgimento dei partecipanti non abbastanza intenso. I dati mostrano che oltre l´80% non sono critici; prendono gli obiettivi politici esistenti come dati di fatto. I ricercatori dicono che la maggior parte hanno anche confini piuttosto ristretti e si occupano principalmente di efficienza ambientale e/o efficienza economica delle politiche esistenti. "Che si assuma la regolazione climatica attraverso le Nazioni Unite o - cosa che adesso sembra più probabile - attraverso processi meno formali tipo "pledge and review", le pratiche di valutazione sono assolutamente fondamentali per regolare gli interventi politici e costruire e sostenere la fiducia pubblica," dice uno degli autori principali dell´articolo, il professor Andrew Jordan del Centro Tyndall per la ricerca sui cambiamenti climatici dell´Università dell´East Anglia. "Il risultato più sorprendente della nostra analisi è quanto è sottosviluppata e non sistematica la maggior parte delle attuali pratiche di valutazione," aggiunge. "Sono stati fatti grandi sforzi per informare e capire le procedure politiche in Europa, ma la maggior parte della valutazione politica rimane frammentaria e non consultativa." Gli inviti a effettuare le valutazioni in modo più trasparente aumenteranno man mano che la pressione politica sui politici per chiarire le attività svolte per affrontare i cambiamenti climatici si intensificherà. Il professor Jordan però dice che gli attuali sistemi politici in Europa non sono pronti per raccogliere la sfida. Da parte sua il co-autore, il dott. Dave Huitema dell´Istituto di Studi ambientali dell´Università di Amsterdam spiega che c´è stata una "grande distanza tra la teoria e la pratica della valutazione, il che suggerisce che le attuali valutazioni sottovalutano la complessità delle questioni dei cambiamenti climatici." I risultati rivelano che i ricercatori universitari sono i valutatori politici più attivi in Europa e il 58% delle valutazioni non sono commissionate. I politici hanno la capacità di dare alle attività generali di valutazione una spinta commissionando più valutazioni da più organizzazioni. Ma osservano che questo potrebbe non portare a una cultura di valutazione più attiva e indagatrice. Da una parte, c´è una maggiore probabilità di valutazioni non-commissionate che mettono in dubbio gli obiettivi politici come quelle commissionate. Dall´altra, gli enti parlamentari hanno prodotto un numero relativamente grande di valutazioni critiche. Quindi migliorare la qualità e la quantità di valutazioni è una responsabilità comune, dicono i ricercatori. Per maggiori informazioni, visitare: Adam: http://www.Adamproject.eu/  Policy Sciences: http://www.Springer.com/social+sciences/political+science/journal/11077    
   
   
IL PRESIDENTE SCOPELLITI INVIERÀ UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA BARROSO PER EVIDENZIARE IL PERICOLO DI ISOLAMENTO DELLA CALABRIA  
 
Potenza, 21 luglio 2011 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti nei prossimi giorni invierà una lettera al Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso per evidenziare, sulla stessa lunghezza d’onda del Governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, il pericolo di isolamento della Calabria e di buona parte del Mezzogiorno d’Italia nel caso in cui il “Corridoio 1” Berlino-palermo venga sostituito dal “Corridoio 5” Helsinki – La Valletta, per come previsto dal progetto di bilancio comunitario per il 2020. “Calabria e Sicilia rimangono perplesse dalla volontà della Commissione e intendono opporsi all’eliminazione del corridoio Berlino-palermo – afferma Scopelliti – il cui risultato sarebbe che il territorio a Sud di Napoli, rimanendo escluso dal corridoio, subirebbe una notevole ed ingiustificata penalizzazione anche in termini di prospettive di sviluppo, dal momento che si genererebbe una vera e propria scissione di una consistente parte del territorio nazionale inspiegabilmente degradato ad una posizione marginale. In un contesto come quello attuale – aggiunge il Governatore della Calabria - il previsto riassetto della rete non sembra sostenibile non solo dal punto di vista trasportistico, ma anche rispetto ai principi di coesione territoriale, sociale ed economica, su cui si fonda proprio il Trattato dell’Unione europea che proprio nella riduzione delle disparità regionali individua la condizione per la crescita e sviluppo dell’Unione intera. Nel concreto, si rischierebbe non solo di mettere in discussione la realizzazione del Ponte sullo Stretto, necessario per lo sviluppo della nostra regione, ma potrebbero cadere nel dimenticatoio programmi infrastrutturali fondamentali per il Sud e per la Calabria in particolare la cui economia, con questo scenario, subirebbe un vero e proprio crollo. Mi riferisco – spiega il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti – alle strategie delle Ferrovie dello Stato riguardo l’alta velocità e l’alta capacità, senza contare il grave, se non irreparabile, danno che ne subirebbe il porto di Gioia Tauro, peraltro già oggetto di attenzione proprio da parte della Commissione Europea. Insieme al Governatore della Sicilia Lombardo approfondiremo tale questione che rischia di penalizzare enormemente le nostre regioni e lavoreremo insieme per trovare una soluzione. Mi preme ricevere spiegazioni sui motivi che stanno inducendo la Commissione a prendere tale decisione e intendo assumere ogni iniziativa, a tutti i livelli di decisione, per contrastare il processo in atto che porterà, il 21 settembre, alla formalizzazione della proposta per affidarla al processo di co-decisione che coinvolge il Parlamento europeo, il Comitato delle Regioni, il Comitato economico e sociale e, infine, il Consiglio dei ministri europei. La Regione, rappresenterà nelle sedi opportune tutte le istanze e le perplessità sopra esposte – conclude il Presidente Scopelliti – e, personalmente, vorrei capire se si tratta di una scelta realmente tecnica o fondamentalmente politica”.  
   
   
CALABRIA: PRESENTATI IN COMMISSIONE CONSILIARE I RISULTATI RAGGIUNTI DAL DIPARTIMENTO SULL´UTILIZZO DEI FONDI EUROPEI NEGLI ULTIMI QUINDICI MESI  
 
Catanzaro, 21 luglio 2011 - L’assessore Regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti dal suo dipartimento sull´utilizzo dei fondi europei negli ultimi quindici mesi. Caligiuri, che ha presentato i dati al Consiglio Regionale a Reggio Calabria in un´audizione alla Commissione sull´Unione Europea presieduta da Claudio Parente, ha sottolineato che “La Regione dispone di risorse preziose per realizzare iniziative in grado di incidere positivamente sull’intero sistema culturale della Calabria. Scuola, cultura, beni culturali, Università e ricerca sono stati individuati dal Presidente Scopelliti quali settori trainanti di uno sviluppo che si raggiunge soprattutto impiegando in modo produttivo i fondi europei”. In particolare, Caligiuri ha anche spiegato come l’Assessorato già nello scorso mese di maggio abbia programmato tutte le risorse del Fse (Fondo sociale europeo) fino al 2013 pari a oltre 143.766.221 (74.042.589 per il 2011, 34.501.697 per il 2012 e 35.221.935 per il 2013). Nel periodo che va da aprile 2010 a giugno 2011, l’incremento di spesa certificata è stato consistente, raggiungendo un totale di oltre 33.600.000 di euro, con un aumento di oltre 17.800.000 euro negli ultimi mesi e realizzando un incremento percentuale pari al 112,59%. Anche per quanto riguarda il Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) l’Assessorato Regionale alla Cultura intende programmare tutte le risorse disponibili fino al 2013 possibilmente entro dicembre del 2011. Tale risorse ammontano a oltre 366.500.000. A giugno 2011 la spesa certificata ha raggiunto un totale di quasi 40 milioni di euro con un incremento di sessanta volte superiore rispetto al maggio 2010. Apprezzamenti positivi all´intervento dell´Assessore sono pervenuti dal Presidente della Commissione Claudio Parente e dai Componenti Gianluca Gallo e Mario Maiolo. Caligiuri, che aveva autonomamente richiesto l´audizione per illustrare la qualità della spesa effettuata e da programmare, ha dichiarato la sua disponibilità per approfondire ulteriormente i temi trattati e verificare l´andamento del lavoro in un altro incontro da tenersi orientativamente entro la fine di settembre. "Il confronto con la Commissione Consiliare sui Fondi Europei – ha concluso Caligiuri - e´ fondamentale per dare respiro e condivisione a una spesa comunitaria che oggi deve essere necessariamente di qualità".  
   
   
ALBANIA, PROGETTO PER GESTIONE FONDI UE  
 
Tirana, 21 luglio 2011 - È stato presentato nei giorni scorsi in Albania un progetto del valore di 1,35 milioni di euro, finanziato dall´Ue e relativo alla gestione dei fondi comunitari. La Gestione decentralizzata dei fondi renderà le autorità albanesi responsabili per la programmazione, l´assegnazione, la firma dei contratti, i pagamenti e i controlli fiscali relativi ai fondi Ue destinati allo sviluppo albanese. Il progetto punta in particolare a migliorare le capacità delle autorità albanesi nella gestione dei fondi erogati nell´ambito dell´Instrument for Pre-accession Assistance (Ipa), che nel periodo 2007-2010 sono ammontati a 275 milioni di euro. La Gestione decentralizzata di tali fondi aiuterà l´Albania a prepararsi per affrontare con successo la propria entrata nell´Ue, in particolare per quanto concerne la gestione dei Fondi Strutturali e di Coesione che gli Stati Membri ricevono per integrare meglio le proprie zone arretrate e migliorare le proprie infrastrutture. Una gestione efficiente e trasparente dei fondi Ipa richiede un´amministrazione preparata e professionale, assieme ad un´appropriata infrastruttura legale: grazie ad un precedente finanziamento di un milione di euro, l´Albania ha creato le strutture amministrative, educato lo staff e adottato nuove normative per porre le basi per la Gestione decentralizzata; col nuovo progetto tale lavoro verrà portato avanti, sviluppando la capacità delle autorità albanesi di gestire ingenti fondi in modo efficiente e trasparente.  
   
   
AUSTRIA, È L´EXPORT IL MOTORE DEL PAESE  
 
Vienna, 21 luglio 2011 - L´inaspettata crescita delle esportazioni austriache contribuirà a un netto aumento del Pil, che nel 2011 crescerà del 3 per cento. L´82 per cento dell´export austriaco è verso paesi europei. Il ministro dell´economia austriaco, Mitterlehner, ha presentato, per il prossimo biennio, uno stanziamento pari a 35 milioni di euro a sostegno dell´export. Al momento sono presenti nelle 116 delegazioni commerciali austriache della Wko circa 600 impiegati che sostengono le imprese austriache nel mondo.  
   
   
SLOVENIA, NESSUN INCREMENTO DEBITO PUBBLICO PER L´IMAD  
 
Lubiana, 21 luglio 2011 - Secondo l´Istituto per le analisi macroeconomiche e lo sviluppo (Imad) della Slovenia, durante il primo trimestre dell´anno il debito pubblico sloveno sarebbe rimasto invariato. Ad ogni modo, sostiene lo stesso Istituto, è probabile che il debito possa riprendere la strada di crescita nella parte rimanente dell´anno, incrementando il proprio attuale livello di 45,2 punti percentuali sul Pil.  
   
   
COMMERCIO ESTERO: POLIDORI, BENE MADE IN ITALY, ORA CONSOLIDARE RIPRESA  
 
 Roma, 21 luglio 2011 - "Il made in Italy ha il dinamismo e l’appeal necessari per vincere la sfida globale. Ora occorre, da un lato, dare continuità alla ripresa presidiando i mercati più lontani e, dall’altro, predisporre i binari che aiutino un maggior numero di imprese a raggiungere le aree emergenti. Le recenti iniziative messe in cantiere dal governo vanno esattamente in questa direzione: penso ai provvedimenti sulla semplificazione delle pratiche per l´internazionalizzazione, con l´export in un click, così come al lancio del negozio virtuale (www.Madeinitaly.gov.it) che da settembre consentirà alle nostre imprese di vendere online i propri prodotti in tutto il mondo. Infine, partiranno proprio in queste settimane i gruppi di lavoro tematici propedeutici agli stati generali del commercio con l´estero". E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario allo sviluppo economico, Catia Polidori, commentando i dati forniti oggi dall´ Istat sulle esportazioni italiane verso l´area extra Ue. Più in particolare, infatti, l’Osservatorio economico del Mise evidenzia che, secondo i dati Istat, nel mese di giugno le esportazioni dell’Italia verso l’area extra Ue hanno registrato un incremento – rispetto all’analogo mese del 2010 - del 7,8%, a fronte di una crescita di poco superiore delle importazioni (+8,1%): è da gennaio dello scorso anno che il nostro export conosce tassi di crescita positivi che mediamente si attestano intorno al 18%. Tuttavia, ad incrementi delle nostre esportazioni si accompagnano spesso aumenti ancora più dinamici dell’import, dovuti in particolare al rincaro dei prezzi dell’energia, che ampliano notevolmente il disavanzo commerciale italiano. Basti pensare che, nel primo semestre del 2011, il saldo mercantile dell’Italia ha segnato un deficit di circa 17,8 miliardi di euro; in tale contesto, il solo comparto energetico ha apportato ai nostri conti con l’estero un passivo di poco inferiore ai 30,4 miliardi. Di conseguenza, senza il petrolio greggio e gas naturale, avremmo saldi attivi e particolarmente considerevoli. Sempre tra gennaio e giugno di quest’anno i nostri prodotti hanno trovato particolare interesse in tutte le aree geografiche, con la sola eccezione, per le note vicende politiche ed istituzionale, dell’Africa settentrionale. Complessivamente le esportazioni sono cresciute – su base tendenziale - del 18,7%, denotando particolare vigore in America centro meridionale (+31,9%), nei Paesi Europei non aderenti all’Ue (+26,8%), in India (+27,7%) e in Cina (+23,4%).  
   
   
ROSSI: “LA MANOVRA DEL GOVERNO È INIQUA E INSOSTENIBILE: SERVIZI A RISCHIO”  
 
Firenze, 21 luglio 2011 - “Abbiamo fatto i conti e non ci rientriamo”. Il presidente Rossi lo ripete più volte riguardo la manovra del governo, nell’incontro di ieri con i giornalisti. “Rischia di diventare implosiva: per la Toscana e l’Italia tutta – spiega meglio – e non possiamo proprio permettercela”. Tagli iniqui E’ un giudizio assolutamente negativo quello che il presidente della Toscana Enrico Rossi dà dalle manovra appena varata dal Parlamento: “una manovra iniqua, che colpisce senza distinzione e che penalizza le fasce più deboli”. “Una manovra – aggiunge – che ricade, in un modo per me incomprensibile, su servizi e sanità”. Fa un esempio: tagliare 7,5 miliardi alla sanità vorrebbe dire per la Toscana, in due anni, dover fare a meno di 450 milioni. “Con la conseguenza – spiega – di dover o tagliare o sopprimere alcuni servizi: ma rivedere i livelli essenziali di assistenza sarebbe un regresso”. Rossi ammette che con questi tagli la Toscana non può fare a meno neppure dei 60 milioni garantiti dal ticket da 10 euro sulla specialistica che il governo ha reintrodotto. Ma su questo la giunta regionale sta cercando una propria strada e avanzerà una proposta tra una quindicina di giorni. Obiettivo: evitare il ticket alle fasce più deboli e “chiedere un contributo di solidarietà a chi guadagna invece di più”. Per mantenere la specialistica nel pubblico, spiega sempre Rossi, ma con costi sopportabili da tutti. “Soprattutto – sottolinea il presidente – vogliamo simbolicamente dimostrare che altre scelte erano possibili”. Serve una politica di sviluppo e per i giovani La manovra rischia di cancellare in Toscana da qui a tre anni 51 mila posti di lavori e l’intera ricchezza prodotta dall’export. Anche per questo Rossi si augura che il governo cada e si possa fare una manovra alternativa. Il presidente toscano vorrebbe che alla politica di rigore nei conti si accompagnasse anche un politica capace di pensare allo sviluppo, al lavoro, ai giovani. Ribadisce che tornare alle urne è l’unica prospettiva seria, perchè “le borse e l’Europa stanno dimostrando in questi giorni che non bastano i numeri ma serve anche una credibilità del governo”, che Berlusconi e il suo esecutivo in questo momento non hanno. Quattro suggerimenti per una manovra diversa Quindi Rossi lancia qualche suggerimento per una manovra diversa: un contributo straordinario del 10 per cento da far pagare a chi negli anni scorsi ha portato capitali all’estero e poi è stato condonato e tassato con un’aliquota minima, “molto inferiore rispetto a quello che accade nel resto d’Europa”, la reintroduzione dell’Ici sulle case lussuose, “il che darebbe sollievo anche alle finanze dei Comuni”, un ritocco all’insù per le aliquote Irpef dei redditi più alti anche, qualora se necessario, e una patrimoniale sulle grandi ricchezze. “Anzichè – chiosa – ridurre le detrazioni fiscali a chi guadagna di meno o tagliare la sanità pubblica”.  
   
   
TRA MINORI SPESE E PIÙ TASSE LA TOSCANA PERDE 3,6 MILIARDI. LA MANOVRA RISCHIA DI MANGIARSI L’EXPORT E 51MILA POSTI DI LAVORO  
 
 Firenze, 21 luglio 2011 - La manovra appena varata dal governo e licenziata dal Parlamento diminuisce i trasferimenti agli enti locali: un taglio che si somma alla sforbiciata già pesante della manovra di qualche mese fa. Già quest’anno la Toscana nel suo complesso – Regione, Province e Comuni – potrebbe così dover contare su 187 milioni in meno da spendere, investimenti compresi, che diverranno 190 in meno nel 2012, 1 miliardo e 56 milioni nel 2013 e 1 miliardo e 717 milioni nel 2014. A questi andranno aggiunte le maggiori tasse che i toscani, sempre in conseguenza della manovra appena varata, saranno costretti a pagare e che non necessariamente resteranno nelle casse degli enti toscani. Sono 123 milioni in più, tra imposte dirette e indirette, già quest’anno, che saliranno a 428 milioni l’anno prossimo, 887 nel 2013 e 1 miliardo e 935 milioni nel 2014. Il saldo tra tre anni, sommando gli uni e gli altri, è di 3 miliardi e 600 milioni che la Toscana rischia di perdere. Certo, al momento sono solo stime. Ancora non c’è troppa chiarezza su come i tagli previsti dalla manovra del governo saranno spalmati sulle diverse regioni. Ma lo scenario, insostenibile, potrebbe essere questo. Con ulteriori conseguenze sull’occupazione e sullo sviluppo. La Toscana cresce infatti principalmente grazie all’export, in questi anni. Le previsioin indicano un aumento medio delle esportazioni del 10 per cento, che per la Toscana significa 3,3 miliardi di euro in più ogni anno. Ma la manovra appena varata rischia di dimezzare nel 2013 la crescita attesa e mangiarsela tutta praticamente nel 2014. Gli effetti sarebbero infatti di una diminuzione di 223 milioni sul Pil nel 2011, 389 nel 2012, 1 miliardo e 734 milioni nel 2013 e 3 miliardi e 364 milioni nel 2014. Ultimo capitolo: l’occupazione. La manovra avrà infatti effetti negativi sul valore aggiunto regionale, soprattutto nel 2014, e questo in termini di posti di lavoro, secondo i calcoli dell’Irpet, l’istituto regionale di programmazione economica, significa 27 mila unità in meno nel 2013 e fino a 51 mila in meno nel 2014. Senza considerare la frenata sui consumi. Se le famiglie toscane, soprattutto quelle più povere, avranno meno soldi da spendere perché più tassate o perchè qualcuno perderà il posto di lavoro, spenderanno anche meno, il che avrà una ricaduta sulla domanda interna e rallenterà a sua volta, ulteriormente, la possibile crescita economica. Un serpente, insomma, che morde la coda. I veri numeri della manovra nazionale - Di numeri e versioni ne sono girate parecchie in queste settimane. Alla fine l’esito netto è che per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014 occorrono circa 48 miliardi di saldi (2,3 punti di Pil) rispetto alla previsione iniziale di 25 miliardi. Gli interventi previsti dal Governo produrranno risultati rilevanti solo dal 2013 in poi (prima il saldo è zero) e, per più di un terzo, sono affidati a una delega fiscale il cui contenuto è tutt’altro che definito, in assenza della quale scatta comunque un “clausola di salvaguardia” per reperire risorse da una fonte sicura: la riduzione lineare uguale per tutti, il 5% nel 2013 e il 20% nel 2014, delle detrazioni su imponibile Irpef e Irap. Questo graverà soprattutto sulle fasce deboli, perché chi ha stipendi medio-alti non ha detrazioni o molto poche. Con questo meccanismo sarebbero tagliati di un quinto, nel 2014, le detrazioni sugli interessi sul mutuo per la casa ad esempio, lo sconto fiscale sulle spese mediche, le spese per l’istruzione o i figli a carico. Gli effetti toccheranno anche la casa. Il taglio delle detrazioni rintroduce infatti l’Irpef sull’abitazione principale, oggi esente: da pagare non sull’intera rendita ma sul 20 per cento, sempre a partire dal 2014. Il che per un appartamento di 80 metri quadri e una rendita di mille euro vuol dire dai cinquanta ai novanta euro l’anno, a seconda del reddito. Meno spese - Fra i tagli di spesa, la parte del leone della manovra consiste nel taglio ai: trasferimenti a Regioni, Province e Comuni (7,4 miliardi); alla spesa sanitaria (7,5 miliardi), gestita dalle Regioni; ai Ministeri che, a regime, dovrebbero raggiungere i 9,5 mdl; le pensioni contribuiscono con circa 2,8 miliardi ma, alla luce del ritocco dell’indicizzazione solo per le pensioni con più di 2300 euro mensili, il contributo netto dovrebbe essere inferiore. Soprattutto più tasse - Le maggiori entrate provengono invece: dalle imposte regressive, come l’imposta sui depositi titoli (che raggiungerà fino a 3 miliardi e mezzo); dalle tasse sui giochi (750 milioni), praticati soprattutto da persone con redditi medio-bassi; dalla maggiorazioni all’Irap su banche e assicurazioni (quasi 1 miliardo di gettito nel 2012) con una logica incoerente rispetto alla necessità di sostenere la capitalizzazione degli istituti di credito; dalla delega fiscale che dovrà reperire 15 miliardi in aggiunta a quelli necessari per finanziare la rimodulazione delle aliquote Irpef che deve avvenire, secondo quanto sostenuto dal Governo, senza peggiorare la posizione di alcun contribuente. Niente sviluppo - Nella manovra del governo mancano inoltre misure significative per lo sviluppo. C’era una liberalizzazione degli ordini professionali. Ma poi è saltata. E’ rimasto solo l’imposta sostitutiva di Irpef e Irap del 5% per chi apre un impresa con meno di 35 anni. Ma in Italia, dicono gli esperti, più che gli avviamenti il problema è far crescere le imprese: i tassi di natalità sono infatti più o meno in linea con gli altri paesi Ocse. Per far crescere le imprese sarebbe fondamentale affrontare temi come l’accesso al credito, gli strumenti per la crescita delle dimensioni delle aziende, per l’innovazione e l’internazionalizzazione. Ma di questo non c’è traccia. Non si parla neppure di privatizzazioni, né di diminuire la tassazione sul lavoro o alle imprese, che in Italia sono già alti (la prima come la seconda).  
   
   
COSTI DELLA POLITICA, ROSSI: “SERVE SOBRIETÀ E TRASPARENZA, MA NON SI POSSONO ANNULLARE”  
 
Firenze, 21 luglio 2011 - “I primi fulmini li ha scatenati il governo che prima ha promesso interventi e poi li ha fatti saltare” dice il presidente della Toscana Enrico Rossi a proposito dei costi della politica e delle riforme che ancora mancano. “Abbiamo avanzato proposte serie – prosegue- , il dimezzamento dei parlamentari e dei loro stipendi, l’abolizione dei vitalizi e dei privilegi in sanità per deputati e senatori, l’accorpamento delle province con meno di 500.000 abitanti, l’accorpamento o la fusione dei comuni con meno di 5000 abitanti. Sono proposte forti. Ma il governo ha scelto di non decidere”. E in Toscana? “In Toscana – ribadisce sempre Rossi – abbiamo fatto molto. Gli stipendi di presidente e assessori sono i più bassi d’Italia, le spese di funzionamento di giunta e consiglio sono passate da 32,58 milioni del 2010 a 27,25 milioni del 2011. Non ci sono più indennità fisse per chi fa parte dei consigli d’amministrazione degli enti, ma un gettone di 30 euro a presenza nelle sedute. La misura è in vigore ad esempio nelle tre principali agenzie: l’Agenzia regionale diritto allo studio, l’Irpet, l’Ars che passa da una spesa di 132 mila euro anno del vecchio consiglio amministrazione e collegio revisori, a meno di 10.000 euro anno. Abbiamo chiuso 7 sedi estere, abolito le Apt e cancellato l’ Arsia, l’agenzia per lo sviluppo in agricoltura”. Per quanto riguarda i vitalizi per i consiglieri regionali il presidente ha sottolineato la necessità di rivedere un meccanismo non più sostenibile. “Anche chi fa politica ha diritto ad una pensione – ha spiegato Rossi -, ma il vitalizio deve essere trasformato in qualcosa di simile a tutte le altri trattamenti previdenziali. Mi auguro che il Consiglio possa su questa questione arrivare rapidamente ad un risultato”. Ma un punto il presidente della Regione intende ribadire. “La democrazia ha dei costi – dice -, che certo devono essere adeguati e comprensibili per l’opinione pubblica. Oggi la situazione non è sempre così: la politica deve quindi agire rapidamente ed efficacemente se non vuol lasciare spazio al populismo e ai suoi frutti avvelenati”. “Io – ha concluso – guadagno 6900 euro al mese su 12 mensilità, di cui 1300, sempre al mese, vanno al mio partito. E’ uno degli stipendi più bassi tra i presidenti di Regione ma è un bello stipendio e penso, sinceramente, di guadagnarmelo. Così come penso che il mio staff, che conta diciassette persone, non sia eccessivo nei numeri. Ho 3 segretarie che lavorano spesso ben oltre l’orario previsto, un capo di gabinetto a cui tutti fanno riferimento a qualsiasi ora, un capo della segreteria che è un ricercatore universitario che si occupa di temi economici, l’ufficio del mio portavoce, due persone che compongono la segreteria di Massimo Toschi, consulente a rimborso spese per le questioni internazionali. A questa squadra ho ritenuto giusto ora aggiungere Simone Siliani per rafforzare il gruppo. Mi è sembrata, per caratteristiche ed esperienza, la persona giusta per aiutarmi. Lo ritengo un diritto. Il lavoro è tanto e complesso, abbiamo bisogno di sostegno e aiuto per rispondere a tutti gli impegni. La politica ha dei costi, è bene che siano sobri e trasparenti, come sono i nostri, ma non è possibile annullarli. Altrimenti farebbe politica solo chi è ricco di famiglia”.  
   
   
MARCHE: IN RISPOSTA AI TAGLI DEL GOVERNO NAZIONALE, LA GIUNTA ADOTTA STRUMENTI DI INGEGNERIA FINANZIARIA PER MOLTIPLICARE LE RISORSE: 7,7 MILIONI DI EURO PER L´EDILIZIA SCOLASTICA.  
 
Ancona, 21 luglio 2011 - La giunta regionale su proposta dell´assessore Antonio Canzian ha deliberato il bando per l´adeguamento, la messa in sicurezza e l´incremento dell´efficienza energetica degli edifici scolastici per un importo di 7milioni e 700mila euro. Questo intervento e` la prima risposta ai nuovi tagli, ai trasferimenti statali, effettuati con la manovra finanziaria dal Governo nazionale: questa situazione drammatica ha spinto la Regione Marche a realizzare una strategia rivolta alla riduzione delle bollette energetiche delle strutture e dei servizi gestiti direttamente, cercando sempre piu` di coinvolgere gli Enti locali a fare altrettanto visto che sono titolari dell´80% del patrimonio immobiliare. Presa coscienza delle difficolta` economiche derivanti dal bilancio nazionale, gli Enti locali dovrebbero iniziare a sviluppare sempre piu` delle strategie mirate, attraverso la presentazione di progetti innovativi su risparmio ed efficienza energetica, affinche` possano intercettare i fondi destinati a questi obiettivi strategici dalla Comunita` europea. Gli interventi da porre in essere con i finanziamenti disposti dalla delibera sono finalizzati alla messa in sicurezza da rischio sismico, degli edifici scolastici con 5,2 milioni di euro e all´azzeramento delle bollette elettriche attraverso l´installazione degli impianti fotovoltaici sui tetti o negli spazi liberi delle scuole (misura incentivata con 2,5 milioni di euro). Le Province dovranno effettuare una mappatura del patrimonio edilizio scolastico e attraverso questo individuare quali edifici scolastici hanno maggiore necessita` di un adeguamento per fronteggiare il rischio sismico. Una volta individuate le strutture da adeguare l´impresa privata partecipera` al bando realizzando i lavori con sistemi antisismici, ed interventi finalizzati al risparmio energetico. Inoltre, gli Enti locali dovranno effettuare un lavoro di monitoraggio dei consumi elettrici e termici esteso a tutto il proprio patrimonio edilizio (non solo quello scolastico), finalizzato a individuare le strutture a maggiore consumo energetico per programmare ulteriori investimenti di risparmio. Dati alla mano evidenziano che le spese degli enti pubblici legate ai consumi energetici, sia elettrici che termici, nella nostra regione superano i 100 milioni di euro annui e solo con il ricorso alle energie rinnovabili, al risparmio ed all´efficienza energetica ci possono essere ampi margini di risparmio. Ai 5milioni e 200mila euro potranno essere aggiunti i cofinanziamenti dei Comuni e delle Province proprietari delle scuole, mentre le economie ricavabili dal miglioramento termico degli edifici e le somme corrisposte per 20 anni dal Gse (Gestore servizi energetici) come tariffe incentivanti per la produzione di energia elettrica con i pannelli fotovoltaici andranno ad attivare un ´fondo di rotazione´, del quale potranno beneficiare gli enti locali, proprietari di scuole.  
   
   
COSTI REGIONE ABRUZZO: CHIAREZZA SU DATI INESATTI DIFFUSI  
 
L´aquila, 21 luglio 2011 - "Partendo da dati sbagliati anche le migliori intenzioni di analisi portano inevitabilmente a considerazioni sbagliate. I dati sul personale della Giunta Regionale e sui relativi costi a carico dei Cittadini contribuenti pubblicati ripetutamente da un diffuso quotidiano regionale sono inesatti". Lo dichiara l´assessore al Bilancio e Personale, Federica Carpineta. "Per fare chiarezza, i dati sono questi: la Giunta Regionale, al 15 luglio 2011, ha in servizio 85 dirigenti, 1231 dipendenti nonché 111 collaboratori contrattualizzati come Cococo. La spesa complessiva annua - prosegue - per pagare il personale nel 2010 è stata di circa € 75 milioni di euro. La cifra è evidentemente ben lontana dai 95 milioni di euro evidenziati nelle tabelle pubblicate in questi giorni. Da quando la Giunta Chiodi si è insediata, cioè dall´inizio del 2009, sono stati tagliati 29 dirigenti, 96 dipendenti nonché 139 Cococo. Se non avessimo fatto quei tagli, nel 2011 la Regione dovrebbe spendere almeno 3,5 milioni di euro in più per i dirigenti, oltre 4 milioni di euro in più per dipendenti del comparto, oltre 3 milioni di euro in più per i Cococo". L´assessore continua : "Insomma dovremmo spendere oltre 11 milioni di euro in più. A questo cospicuo risparmio va aggiunta un´ulteriore economia che deriva dalla legge sull´esonero, da noi fatta approvare e poi prorogata fino al 2014. Il primo risparmio è già di 380.000,00 euro, cioè il 30% della retribuzione delle unità interessate. E la cifra di questo risparmio aumenterà sia grazie alle altre domande di esonero, che già stanno arrivando, sia anche grazie al restante 70% della retribuzione delle persone interessate, quando per loro arriverà la pensione definitiva. Abbiamo anche approvato la legge che consentirà di valutare l? attività dei dirigenti, con la conseguente attribuzione di premi ma anche di decurtazioni di stipendi e indennità sulla base del merito e dell? efficienza". "Il prossimo futuro dirà chi avrà idee ancor più migliorative e chi, invece, preferirà dedicarsi a strumentali polemiche sui costi della Regione, basate tra l´altro su dati inesatti, immaginando forse che possano esser un facile trampolino per una certa visibilità". "Bisogna fare proposte e lavorare con serietà -conclude - pensando che la Regione non è un´azienda privata, perché non è destinata a fare utili, ma a garantire servizi e funzioni pubbliche, deve osservare le leggi e non può licenziare i dipendenti solo perché non ci sono utili economici. Ciascuno deve tener sempre ben presente che ci sono donne e uomini che lavorano seriamente, ogni giorno, negli uffici regionali e che non meritano di essere additati come colpevoli degli sprechi fatti negli anni passati e per i quali oggi dobbiamo fare scelte dure e coraggiose".  
   
   
CONFERENZA REGIONI, DE FILIPPO OGGI A ROMA IN DISCUSSIONE LA “CARTA DELLE AUTONOMIE LOCALI”  
 
Potenza, 21 luglio 2011 - Il presidente della Basilicata Vito De Filippo è da questa mattina a Roma per partecipare alla seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni. All’ordine del giorno dei lavori l’informativa sulla “Carta delle autonomie locali” e il protocollo di intea con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali sul “Piano apprendistato per i giovani”. La Conferenza si occuperà anche del decreto legislativo 56/2000, delle risultanze dell’attività svolta dal Tavolo caccia in merito ai calendari venatori e dell’approvazione del vademecum per l’accoglienza dei profughi.  
   
   
CALABRIA: GIUNTA E CONSIGLIO IN UN´UNICA SEDE ROMANA  
 
Catanzaro, 21 luglio 2011 - La Giunta e il Consiglio Regionale della Calabria finalmente in una unica sede romana. Da qualche settimana, infatti, i dipendenti del Consiglio Regionale della Calabria, si sono trasferiti nella sede capitolina della Giunta regionale. L´iniziativa, già annunciata dai due presidenti Giuseppe Scopelliti e Franco Talarico, sarà completata nelle prossime settimane, con la messa in vendita dello stabile finora utilizzato dal Consiglio e con la procedura per il reperimento dei nuovi locali da utilizzare come unica sede a Roma. Procedura che si spera si possa concludere entro fine anno. Scopelliti e Talarico, incontratisi nel pomeriggio a Roma, hanno concordato le procedure per l’acquisto dei nuovi locali ed hanno stabilito i tempi per l’attuazione del progetto che permetterà alle Istituzioni regionali un sostanziale risparmio rispetto a quanto sin’ora investito. “Un nuovo segnale di cambiamento – ha dichiarato il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti – che dimostra come questa classe dirigente pone al centro della propria azione quotidiana il bene dei calabresi e della nostra Regione”. “Si tratta di una scelta che permette di razionalizzare spese doppie sin ora inspiegabilmente sostenute da Giunta e Consiglio. Un segnale – ha sottolineato il Presidente del Consiglio Regionale Francesco Talarico – di attenzione verso le Istituzioni e i cittadini”.  
   
   
PUGLIA: INDENNITA’ CONSIGLIERI E EX CONSIGLIERI:E´ NEGATIVO IL PARERE DELL’AVVOCATURA  
 
Bari, 21 luglio 2011 - L’avvocatura regionale, diretta dal prof. Avv. Nicola Colaianni, ha emesso un parere sulle differenze indennitarie richieste da ex consiglieri e consiglieri in carica. Secondo l’avvocatura “le differenze non sono suscettibili di rimborso per effetto del termine fissato a pena di decadenza dall’art. 21 l.1034/1971 per impugnare l’atto amministrativo” “Il titolo di pagamento è costituito non direttamente dalla legge, ma da un provvedimento amministrativo come, nella specie, la determinazione dell’ufficio di presidenza del 30 gennaio 2006, n. 26.” “L’invalidità del provvedimento è non insanabile e suscettibile di essere fatta valere in ogni tempo, ma rilevabile nel termine di 60 giorno, nella specie abbondantemente scaduto”. Pertanto, “non essendo stata impugnata nei termini di rito, la determinazione dell’Ufficio di presidenza, pur se invalida nella misura in cui si basi un presupposto di legislazione statale poi venuto meno, è comunque efficace ed ha sorretto e sorregge, in ragione della sua raggiunta inoppugnabilità, la successiva azione amministrativa che ha portato e porta alla decurtazione periodica del trattamento economico nella misura del 10%” In buona sostanza, la decurtazione è valida perché nessuno ha fatto ricorso in tempo utile prima. E oggi non viene ancora meno il carattere discrezionale del potere di annullamento da parte del Tar, in quanto il tribunale dovrebbe aprire un procedimento per l’annullamento di ufficio solo se non sussistano ragioni di interesse pubblico che impediscano di procedere all’annullamento dell’atto. Il Tar insomma dovrebbe annullare il taglio delle indennità solo in presenza di un “interesse pubblico”, forse difficile da dimostrare in periodi di difficoltà economiche come quello in essere. L’avvocatura infine suggerisce di valutare se le disposizioni della manovra finanziaria nazionale, che prevede le riduzioni di costi della politica, eccezionalmente non sussistano con riferimento ai rimborsi richiesti da consiglieri e ex consiglieri. Bari, 20 luglio 2011 , Al sig. Presidente del Consiglio , Regione Puglia , Rif. Prot. N. 2011000007245 - Ad integrazione del parere formulato sul piano teorico della gerarchia delle fonti statali e regionali, nonché delle determinazioni statutariamente previste dell’Ufficio di presidenza, si precisa ora – con riferimento ai “termini temporali” cui accenna la nota in riscontro - che le differenze indennitarie in concreto richieste da consiglieri ed ex consiglieri non sono suscettibili di rimborso per effetto del decorso del termine fissato a pena di decadenza dall’art. 21 l. 1034/1971 per impugnare l´atto amministrativo. Ed invero a norma dello Statuto il trattamento economico spettante ai consiglieri (art. 40) è determinato "sulla base della relativa normativa" dall´Ufficio di presidenza (art. 28, co.1, lett. B). Ne consegue che il titolo di pagamento è costituito non direttamente dalla legge (sì che la dichiarazione di incostituzionalità di questa possa direttamente rilevare ed incidere le situazioni soggettive) ma da un provvedimento amministrativo come, nella specie, la determinazione dell´ufficio di presidenza del 30 gennaio 2006, n. 96. Di tale provvedimento viene prospettato il vizio (sopravvenuto) di violazione di legge (regionale: l.R. N. 157/2003 e l.R. N. 266/2005) a seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale dell´art. 1, co. 54, l. St. N. 266/2005, sulla cui base il provvedimento era stato adottato. Si tratta di un´ipotesi non di nullità ma di semplice annullabilità. Non ricorre, invero, alcuna delle ipotesi previste dall´art. 21-septies l. Proc. Amm., ed in particolare un difetto assoluto di attribuzione, dal  
   
   
SIGLATI ACCORDI DI PROGRAMMA CON COMUNI PIEDIMONTE MATESE E S. MARIA CAPUA VETERE - FONDI REGIONALI PARI A 2,5 MLN OLTRE INVESTIMENTI PRIVATI PER COMPLESSIVI 12 MLN  
 
Napoli, 21 luglio 2011 - L´assessore all´Urbanistica ed al Governo del Territorio Marcello Taglialatela ha siglato oggi due Accordi di Programma, rispettivamente con il Comune di Piedimonte Matese e il Comune di Santa Maria Capua Vetere. Erano presenti i sindaci di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello, e di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro. Le risorse regionali impegnate ammontano in totale a 2,5 milioni di euro cui si aggiungono 9,5 milioni di euro di investimenti privati per una cifra complessiva di 12 milioni di euro. Entrambi gli Accordi prevedono che i cantieri siano aperti nell´arco di un anno e che i lavori siano portati a termine in 12 mesi. L´accordo di programma con il Comune di Piedimonte Matese riguarda il recupero urbano dell´area circostante via Aldo Moro, in cui insistono edifici di edilizia popolare. Le risorse regionali ammontano ad 1 milione di euro, quelle private a 7 milioni di euro per complessivi 8 milioni. I progetti che rientrano nell´accordo sono: strada di collegamento fra la periferia ed il centro cittadino; scuola materna, risistemazione delle strade; campo di tennis; area servizi dotata di residenze, centro polifunzionale, negozi. L´accordo di programma con il Comune di Santa Maria Capua Vetere riguarda la risistemazione del Rione Iacp, dove è stata costruita una nuova chiesa. Le risorse regionali ammontano a 1,5 milioni di euro, quelle private a 2,5 milioni di euro per complessivi 4 milioni. Le risorse private sono tutte della Curia Arcivescovile di Capua. I progetti che rientrano nell´accordo sono: messa in sicurezza e adeguamento della linea ferrata Metrocampania; infrastrutture stradali e parcheggi; piazza con asse urbano pedonalizzato; parco urbano con aree attrezzate a giochi per bambini, ragazzi ed anziani; sistemazione della parte antistante la chiesa; struttura sportiva (campo di atletica). Si stima che ciascun accordo di programma comporterà un impiego di circa 100 unità lavorative fra quelle dirette e dell’indotto. "La sigla di questi due Accordi di Programma - sottolinea l´assessore Taglialatela - è la dimostrazione dell´impegno costante e quotidiano che l’Assessorato assicura nell´ambito delle attività a sostegno dei comuni per la pianificazione, la ristrutturazione e la riqualificazione urbanistica, fattori essenziali per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione".  
   
   
FVG, LAVORI DI PUBBLICA UTILITA´: 12 MILIONI EURO PER ASSUMERE GIOVANI SI PREVEDE DI OCCUPARE CIRCA 600 PERSONE  
 
 Trieste, 21 luglio 2011 - In Friuli Venezia Giulia si stima che su 100 disoccupati 45 siano giovani. Di fatto nella fascia d´età tra i 15 e i 35 anni la disoccupazione raggiunge il 9,3% della popolazione. Anche se non allarmanti, in quanto ben al di sotto della media nazionale, sono dati che non possono non destare qualche preoccupazione. Da qui la decisione della Regione, annunciata oggi dall´assessore al lavoro Angela Brandi, di dar vita a nuove iniziative per offrire occasioni di occupazione a ragazzi e ragazze. Grazie ad un regolamento che sarà portato domani all´attenzione della Giunta regionale dopo il via libera, in Commissione Lavoro, delle parti sociali, i Lavori di Pubblica Utilità (Lpu), finora destinati solo a persone svantaggiate (donne sopra i 35 anni e uomini con più di 40 anni) in stato di lunga disoccupazione (oltre 18 mesi), saranno rivolti proprio anche ai giovani. "Con un percorso parallelo, che non interrompe ma integra il precedente", precisa l´assessore. Con questo provvedimento chi non ha compiuto ancora 36 anni, che non ha reddito ed è iscritto alle liste di disponibilità attivate presso i centri per l´impiego, sarà inserito in una graduatoria, aperta perché aggiornata di mese in mese fino al 31 dicembre del prossimo anno, per poter essere impiegato in attività di interesse generale per le pubbliche amministrazioni, di durata massima di otto mesi, ma "con le caratteristiche di vero e proprio lavoro subordinato", spiega Brandi. Cinque gli ambiti di intervento: valorizzazione dei beni culturali, valorizzazione del patrimonio pubblico urbano, riordino di archivi, servizi di custodia e vigilanza per impianti sportivi o centri sociali ed educativi, servizi ausiliari di tipo sociale. I relativi progetti dovranno essere presentati entro il prossimo 14 ottobre dalle Pubbliche amministrazioni interessate, che poi sceglieranno mediante avviso i soggetti attuatori: imprese, cooperative sociali di produzione e lavoro, associazioni riconosciute. Saranno quest´ultime ad instaurare il rapporto di lavoro con i giovani, assumendone un massimo di sei. Ingenti le risorse messe in campo dall´Amministrazione regionale, utilizzando anche il Fondo Sociale Europeo: ben 12,1 milioni di euro "con i quali prevediamo di poter attivare circa 600 posti di lavoro", sottolinea l´assessore, rivolgendo un invito ai giovani ad iscriversi al più presto alle liste di disponibilità. Per ogni assunto la Regione coprirà il 95% delle spese, mentre solo il restante 5% rimarrà a carico della Pubblica amministrazione presso la quale opereranno i ragazzi. Questo provvedimento di lotta alla disoccupazione giovanile si aggiunge agli interventi più tradizionali che, come ricorda Brandi, consistono in incentivi per assunzione di giovani ad alta specializzazione, "per i quali abbiamo stanziato, sul bilancio 2011, 700 mila euro cui se ne aggiungo 500 mila con la manovra di assestamento", nonché incentivi per la stabilizzazione di apprendisti e precari. Il tutto in un quadro in cui "stiamo lavorando allo sviluppo dell´apprendistato, in piena sintonia con il Governo nazionale che sta predisponendo un nuovo testo unico in materia, con accentuazione della formazione specifica in azienda, mentre è già all´attenzione del Consiglio regionale una nuova legge sui giovani". Nell´occasione l´assessore Brandi ha anche presentato i risultati dell´iniziativa rivolta a persone svantaggiate attraverso i Lpu: a fronte di circa 11,8 milioni di euro impiegati sono stati attivati 596 posti di lavoro, grazie a 217 diversi progetti, proposti da Comuni, Province, Comunità montane, dalle due Università e da altri enti.  
   
   
IMMIGRATI, PARERE POSITIVO DELLA GIUNTA REGIONALE DELL’ EMILIA ROMAGNA A UNA PROPOSTA DI LEGGE SUL VOTO  
 
Bologna, 21 luglio 2011 - Estensione dell’elettorato passivo e attivo (e, dunque, la possibilità di eleggere ma anche essere eletti) a tutti gli stranieri e apolidi, dai consigli di Quartiere alle Regioni. La giunta regionale dell’Emilia-romagna, con apposita delibera, ha condiviso una proposta di legge in materia di voto agli immigrati; capofila del progetto, la Regione Toscana. Se la proposta di legge entrasse in vigore nel corso del 2012, i potenziali beneficiari del diritto di voto in Emilia-romagna sarebbero non meno di250.000 persone. “E’ una scelta di civiltà e democrazia – ha commentato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-romagna Teresa Marzocchi – nei confronti di persone che vivono sul nostro territorio, lavorano, pagano le tasse. Garantire loro la possibilità di eleggere ed essere eletti significa coinvolgerli ulteriormente nella vita di una società che è già loro, a tutti gli effetti, e responsabilizzarli ancora di più. Significa, inoltre, costruire una società più sicura e più coesa”. L’assessore Marzocchi ha ricordato come, in base al proprio Statuto (articolo 2, comma 1), la Regione persegua l’obiettivo di assicurare “nell´ambito delle facoltà che le sono costituzionalmente riconosciute, il diritto di voto degli immigrati residenti”. La legge regionale 5 del 2004 (articolo 8) stabilisce inoltre che la Regione, per promuovere un’effettiva partecipazione e il protagonismo dei cittadini stranieri immigrati nella definizione delle politiche pubbliche, “favorisce la realizzazione di percorsi a livello locale, con particolare attenzione all´equilibrio di genere e alle aree di provenienza e con particolare riferimento a forme di presenza nei Consigli degli Enti locali, di rappresentanti di immigrati e, ove consentito, all’estensione del diritto di voto degli immigrati”. La proposta di legge che ha avuto parere positivo dalla giunta regionale dell’Emilia-romagna riguarda in sostanza la ratifica del capitolo C della Convenzione di Strasburgo (febbraio 1992), sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, e la delega al governo a emanare un decreto legislativo per il riordino della normativa in tema di elettorato attivo e passivo e di liste elettorali, nel rispetto di alcuni principi e criteri: i cittadini stranieri e gli apolidi residenti in Italia hanno diritto di elettorato attivo e passivo per le elezioni locali; è necessaria la residenza da almeno 5 anni, la titolarità della carta di soggiorno o di permesso di soggiorno, e l’assenza delle condizioni previste come causa di esclusione del cittadino italiano dall’elettorato. Per elezioni locali si intendono le consultazioni per l’elezione del consiglio comunale e del sindaco, consiglio provinciale e presidente della provincia, consiglio regionale e presidente della giunta regionale (dove sia prevista l’elezione diretta). In base al disegno di legge il diritto di elettorato vale inoltre per le circoscrizioni di decentramento comunale, e per ogni altro organo elettivo a suffragio popolare istituito da statuti di Comuni, Province e Regioni.  
   
   
IMMIGRAZIONE: UMBRIA APPROVATO 12/MO PROGRAMMA ANNUALE E CONCLUSO ITER PER AVVIO CONSULTA  
 
Perugia, 21 luglio 2011 - "L´umbria, con una percentuale di immigrati pari all´undici per cento del totale dei residenti, è una regione interessata da crescenti processi di stabilizzazione e integrazione all´interno della comunità. Per la realizzazione dei piani territoriali di intervento in materia, la Regione Umbria ha definito la nuova programmazione annuale, che potrà contare su risorse pari a 400mila euro". Lo ha affermato la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, illustrando contenuti e obiettivi del 12/mo programma regionale di iniziative concernenti l´immigrazione, approvato recentemente dalla Giunta regionale. "L´approvazione da parte della Giunta regionale del 12/mo programma, arriva in concomitanza con la conclusione dell´iter per la composizione e definizione della consulta regionale per l´immigrazione che il 5 luglio scorso, ha ricevuto parere positivo da parte del Consiglio regionale - ha detto la vicepresidente - Il programma in particolare, prevede in primo luogo la ripartizione delle risorse provenienti dal Fondo nazionale per le politiche sociali 2009, con la definizione, al suo interno, delle priorità di utilizzo in armonia con l´impianto del Piano sociale regionale 2010-2012". In dettaglio, la 12/ma programmazione prevede in primo piano servizi per favorire l´integrazione e quindi rivolti alla generalità degli immigrati, in particolare ai nuclei familiari con una presenza stabile sul territorio. Previsti anche interventi indirizzati all´interazione, alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di marginalità e recupero della devianza". La vicepresidente ha anche evidenziato "come la consistente diminuzione di risorse da parte del Governo, faccia emergere criticità che possono mettere concretamente a rischio la sostenibilità del sistema di integrazione sociale locale per cui i processi di condivisione e di governance delle politiche rivolte all´immigrazione, mediante piani territoriali per una programmazione generale integrata basata su scelte negoziate e condivise, diventano ancor più prioritari ed essenziali". Secondo la vicepresidente Casciari "la contrazione delle risorse rafforza l´esigenza di perfezionare la metodologia di programmazione ad ogni livello istituzionale per orientare l´investimento sociale in modo appropriato e razionalizzando le risorse disponibili anche alla luce del fatto - ha aggiunto - che l´ Umbria non è più, se lo fosse mai stata, una terra di passaggio ma luogo di stabile residenza, studio, lavoro e gli immigrati contribuiscono alla tenuta ed al dinamismo della sua economia e società".  
   
   
CARCERE SAN GIMIGNANO, REGIONE, PROVINCIA E COMUNE SCRIVONO AD ALFANO  
 
Firenze, 21 luglio 2011 - Un altro appello, l’ennesimo, lanciato al Ministero della Giustizia e ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, nazionale e regionale, per trovare una soluzione in tempi rapidi alla situazione di estrema gravità della Casa di Reclusione di San Gimignano. La lettera, firmata congiuntamente dall’assessore regionale al welfare Salvatore Allocca, dal presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini e dal sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi, è stata inviata pochi giorni fa al ministro Angelo Alfano, al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta, al direttore generale del personale del Dap Riccardo Turrini Vita e al provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Maria Pia Giuffrida. Regione, Provincia di Siena e Comune di San Gimignano, si legge nella missiva, rivolgono “un pressante appello affinchè venga messa fine alla pesante situazione in atto nella Casa di Reclusione, nella quale una serie di fattori negativi stanno pregiudicando gravemente la sicurezza della struttura ed in particolare degli operatori e dei reclusi, così come confermato dai recenti episodi di violenza”. Viene sottolineato, a tale proposito, l’elevato indice di sovraffollamento della struttura (nella lettera si parla di oltre l’80%; dati recentemente diffusi dalla Uil Pa Penitenziari pongono San Gimignano al secondo posto in Toscana con l’82,6%, dietro soltanto a Sollicciano, che tocca il 94,6%) e la carenza di personale, meno 40% rispetto alla pianta organica prevista (sempre secondo i dati Uil Pa Penitenziari, a livello regionale, a fronte di una dotazione organica di 3021 unità ve ne sono in servizio 2409, venendo così a mancare 673 persone destinate ai servizi d’istituto). “Questo stato di cose – prosegue l’appello – nonostante lo straordinario impegno di tutti gli operatori, dalla Direzione fino a ciascun agente, rende la struttura di difficilissima gestione, con conseguente abbassamento del livello di sicurezza per gli operatori stessi, della qualità del servizio per gli agenti e per i detenuti e con lo sviluppo di un sentimento di preoccupazione diffusa che coinvolge anche i cittadini del territorio che da sempre vivono con grande partecipazione le vicende della Casa di Reclusione”. Regione, Provincia e Comune proseguono indicando i problemi arretrati che si sono accumulati nel tempo, anche per la mancanza di continuità gestionale dovuta al fatto che per oltre 5 anni la sede stabile della Direzione o è stata vacante o è stata occupata transitoriamente. A tutto questo si aggiungono poi “i problemi strutturali, quali ad esempio le difficoltà di erogazione dell’acqua potabile e l’assenza di collegamento tramite trasporto pubblico da e verso i centri abitati della Valdelsa senese, che potranno trovare soluzione solo con un consistente intervento economico dell’Amministrazione Penitenziaria a fianco degli stanziamenti che il settore degli enti locali ha già dichiarato di voler destinare”. La lettera si conclude con la speranza che “l’appello non rimanga inascoltato e che vengano prese tutte quelle misure volte a ripristinare un clima di serenità, soprattutto riportando rapidamente la dotazione di personale in linea con quanto previsto dalla pianta organica”.  
   
   
TOSCANA, GARANTE REGIONALE DETENUTI, ALLOCCA: “FINALMENTE COLMATO UN GRAVE VUOTO”  
 
Firenze, 21 luglio 2011 - “Finalmente la Toscana è riuscita a colmare un vuoto che durava ormai da quasi due anni, vale a dire dall’approvazione della legge 69 che istituisce questa figura. In una situazione al limite del collasso, come quella degli istituti di pena toscani, è un passo avanti concreto”. Esprime soddisfazione l’assessore al welfare Salvatore Allocca per la nomina, avvenuta stamattina in Consiglio regionale, del garante regionale dei detenuti. Nomina attribuita ad Alessandro Margara, ex magistrato, ex direttore generale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e attuale presidente della Fondazione Michelucci. “La situazione di disagio che quotidianamente vivono detenuti e operatori – ha aggiunto Allocca – meritava di mettere fine a questa attesa. La nomina del garante non può certamente risolvere da sola tutti i problemi che, specie in alcune realtà, sono davvero enormi, ma la riconosciuta autorevolezza di Margara potra’ dare un importante contributo per affrontarli con determinazione ed efficacia”. Il garante regionale dei detenuti, in Toscana, è previsto per la prima volta nella legge regionale 64 del 2005 che regola la ‘Tutela del diritto alla salute dei detenuti e degli internati negli istituti penitenziari ubicati in Toscana’. L’istituzione, con l’indicazione di finalità, funzioni e modalità di nomina, avviene però soltanto quattro anni dopo, a fine 2009, con l’approvazione in aula della legge 69. I compiti principali sono quelli di un’autorità terza, tra le istituzioni carcerarie ed i detenuti, che collabora al miglioramento delle condizioni di detenzione e contribuisce al reinserimento. Si occupa di tutti i detenuti presenti in Toscana negli istituti penitenziari, penali per minori e negli ospedali psichiatrici giudiziari oltre alle persone ospitate nei centri di identificazione ed espulsione e dei soggetti presenti nelle strutture dedicate al trattamento sanitario obbligatorio. Svolge il proprio ruolo per assicurare alcuni diritti fondamentali: salute, miglioramento della qualità della vita, istruzione e formazione professionale, prestazioni finalizzate al recupero rieducativo ed al reinserimento nel mondo del lavoro una volta scontata la pena.  
   
   
BOLZANO: "PASS E AGEVOLAZIONI PER LA FAMIGLIA"  
 
Bolzano, 21 luglio 2011 - Un sistema di bonus per le famiglie tramite l´istituzione di un pass con cui beneficiare di sconti nei negozi e di agevolazioni nel tempo libero e nella formazione: è una delle misure che l´assessore provinciale alla Famiglia, sanità e politiche sociali Richard Theiner ha illustrato il 20 luglio nel Colloquio di metà legislatura con i mass media a Pianizza di sopra. "Partiremo il 1° luglio 2012", ha annunciato Theiner. Nella panoramica sui progetti futuri della Giunta provinciale nel settore sociale e sanitario fornita oggi dall´assessore Theiner uno spazio di rilievo occupano gli interventi a favore della famiglia: "Che non sono solo i 44 milioni di euro stanziati per l´assegno familiare, ma si concretizzano anche in tanti altri servizi trasversali agli Assessorati", ha osservato Theiner. Basti ricordare il trasporto scolastico, l´assistenza estiva e pomeridiana, l´edilizia abitativa, i consultori familiari. In questa direzione va l´agenda per la famiglia approvata dalla Giunta, un piano strategico che si sviluppa lungo tre piste: "Da un lato il nostro impegno prevede interventi di potenziamento dell’assistenza alla prima infanzia da 0 a 3 anni - ha spiegato Theiner - con un nuovo modello di finanziamento che armonizza i servizi sul territorio e il lavoro tra Provincia e Comuni." Ancora entro l´anno sarà presentato un disegno legge relativo al finanziamento tramite la Provincia e i Comuni." Il servizio alla prima infanzia comprende asili nido, strutture diurne, nidi aziendali, Tagesmütter. Una seconda novità riguarda l´accorpamento dell’assegno provinciale al nucleo familiare e dell’assegno regionale (nel 2010 oltre 37.500 domande): "I cittadini potranno beneficiare di un riferimento unico, parametri uniformi, meno burocrazia, più controlli che i finanziamenti arrivino in modo mirato", ha spiegato Theiner. La terza misura scatterà il 1° luglio 2012 con l´introduzione del pass per le famiglie: si tratta di un sistema di bonus che garantirà ai nuclei familiari sconti nei negozi (sono in corso trattative con le grandi catene) ma anche agevolazioni nelle offerte per il tempo libero e la formazione. "Il pass per famiglie viene messo a punto da un gruppo di lavoro a cui partecipano tutti gli Assessorati - ha spiegato Theiner - e con l´avvento della Carta dei servizi consentirà di accedere agevolmente alle prestazioni agevolate con l´uso della tessera magnetica."