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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Ottobre 2013 |
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ENERGIA: LA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA UN ELENCO DI 250 PROGETTI INFRASTRUTTURALI CHE POTREBBERO BENEFICIARE DI UN FINANZIAMENTO DI 5,85 MILIARDI DI EURO |
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Bruxelles,
15 ottobre 2013 - Un’infrastruttura moderna con adeguate interconnessioni e
reti affidabili è fondamentale per un mercato integrato dell’energia in cui i
consumatori beneficiano dei migliori servizi al prezzo più conveniente. La
Commissione europea ha adottato oggi un elenco di circa 250 importanti progetti
di infrastrutture energetiche. Questi “progetti di interesse comune” (Pic)
beneficeranno di procedure accelerate per il rilascio delle licenze e di
condizioni più vantaggiose del quadro regolamentare e avranno accesso al
sostegno finanziario proveniente dal “meccanismo per collegare l’Europa”,
dotato di uno stanziamento di 5,85 miliardi di euro destinato alle
infrastrutture energetiche transeuropee per il periodo 2014-2020. Questo
finanziamento consentirà di realizzare i progetti più rapidamente e nel contempo
rafforzerà la loro attrattiva per gli investitori. Una volta completati, i
progetti contribuiranno all’integrazione dei mercati energetici degli Stati
membri, consentendo loro di diversificare le loro fonti energetiche e ponendo
fine all’isolamento energetico di alcuni Stati membri. Consentiranno inoltre
alla rete di assorbire quote crescenti di energie rinnovabili e dunque di
contribuire a ridurre le emissioni di Co2.
Günther
Oettinger, Commissario per l’Energia, ha dichiarato: “Dobbiamo garantire che i
nostri finanziamenti limitati siano utilizzati con oculatezza e che il denaro
dell’Ue vada dove può apportare il maggior beneficio possibile ai consumatori
europei. Con questo elenco di progetti di infrastrutture energetiche e i
benefici che ne derivano speriamo anche di destare l’interesse di un maggior
numero di investitori.”
L’elenco
comprende 140 progetti nel settore della trasmissione e dello stoccaggio
dell’elettricità, circa 100 progetti nel settore della trasmissione e dello
stoccaggio del gas e del Gnl e numerosi progetti concernenti il petrolio e le
reti intelligenti. I progetti beneficeranno di una serie di vantaggi:
procedure
accelerate per la pianificazione e il rilascio delle autorizzazioni (termine
vincolante di tre anni e mezzo);
un’unica
autorità nazionale competente fungerà da sportello unico per le procedure di
rilascio delle autorizzazioni;
meno
costi amministrativi per i promotori di progetto e le autorità grazie a
procedure più snelle di valutazione ambientale, nel rispetto del diritto
dell’Unione;
maggiore
trasparenza e maggiore partecipazione del pubblico;
maggiore
visibilità e attrattiva per gli investitori grazie ad un quadro regolamentare
più solido dove i costi sono a carico dei paesi che beneficiano maggiormente
del progetto portato a termine;
possibilità
di beneficiare di un sostegno finanziario nel quadro del meccanismo per
collegare l’Europa. Tutto ciò sarà cruciale ai fini dell’attivazione dei
finanziamenti pubblici e privati necessari: i primi finanziamenti potranno essere
disponibili già nel 2014.
Per
essere ripreso nell’elenco un progetto doveva offrire vantaggi considerevoli ad
almeno due Stati membri; contribuire all’integrazione del mercato e al
rafforzamento della concorrenza; rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento
e ridurre le emissioni di Co2.
La
Commissione monitorerà da vicino l’attuazione delle misure concernenti il
rilascio delle autorizzazioni e la realizzazione dei progetti. Infine, l’elenco
di progetti di interesse comune sarà aggiornato ogni due anni al fine di
integrare nuovi progetti utili e eliminare quelli obsoleti.
Contesto
L’ingente
fabbisogno di investimenti nelle infrastrutture energetiche è alla base della
proposta di regolamento del 2011 concernente gli orientamenti per le
infrastrutture energetiche transeuropee (orientamenti per la Ten-e). Questi
orientamenti istituiscono un quadro strategico per la visione di lungo periodo
nel settore delle infrastrutture energetiche dell’Unione europea e introducono
il concetto di “progetti di interesse comune”. Essi identificano nove corridoi
strategici prioritari per le infrastrutture nei settori dell’elettricità, del
gas e del petrolio, e tre aree prioritarie di infrastrutture a livello Ue per
le autostrade dell’elettricità, le reti intelligenti e le reti di trasporto di
anidride carbonica.
L’approvazione
dell’elenco finale da parte della Commissione è il frutto di un accurato
processo di scelta e valutazione. Dodici gruppi di lavoro regionali ad hoc, uno
per ogni area o corridoio prioritario strategico, hanno valutato i progetti
proposti e hanno elaborato un elenco regionale dei Pic nel luglio 2013. In
questo processo sono stati consultati anche il pubblico e le parti interessate,
comprese le Ong attive nel settore ambientale, sulle principali strozzature
infrastrutturali e sul progetto di elenco di potenziali Pic. Alla stesura
dell’elenco definitivo hanno partecipato - in qualità di membri dei gruppi
regionali - rappresentanti degli Stati membri, la rete europea dei gestori dei
sistemi di trasmissione per l’energia elettrica e il gas (Regst-e e Regst-g), i
gestori nazionali dei sistemi di trasmissione e i promotori di progetti, le
autorità nazionali di regolamentazione e l’Agenzia per la cooperazione fra i
regolatori nazionali dell’energia (Acer).
Per
ulteriori informazioni:
Elenco
completo dei progetti di interesse comune per paese:
http://ec.Europa.eu/energy/infrastructure/pci/doc/2013_pci_projects_country.pdf
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UMBRIA: CIRCA 2 MILIONI A DISPOSIZIONE DEI COMUNI PER IL MIGLIORAMENTO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA, PUBBLICATI 2 BANDI |
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Perugia,
15 ottobre 2013 - Avranno tempo fino al 9 dicembre 2013 i Comuni che intendono
presentare domanda di finanziamento per realizzare sugli edifici pubblici di
proprietà comunale interventi per la riqualificazione energetica e l´utilizzo
di energia rinnovabile: l´informazione arriva dall´assessore regionale
all´Ambiente, Silvano Rometti, rendendo noto che il 9 ottobre scorso, sul Supplemento ordinario n.6 del Bollettino
Ufficiale della Regione Umbria - Serie generale n.46, sono stati pubblicati in
materia due nuovi bandi a sportello, che prevedono in pratica una modalità
informatizzata per la raccolta delle domande che, a loro volta, saranno
finanziate secondo l´ordine cronologico in cui sono pervenute e fino
all´esaurimento delle risorse disponibili.
"Con
questi bandi - ha spiegato l´assessore Rometti - si rendono fruibili le ultime
risorse disponibili nell´ambito dell´attuale programmazione dei fondi europei
assegnati all´Umbria per il periodo 2007 - 2013 e, allo stesso tempo, si
anticipa anche quella che sarà l´azione centrale della strategia regionale per
la prossima programmazione 2014 - 2020, che sarà imperniata sui temi della
promozione dell´efficienza energetica ponendo particolare attenzione alla
riqualificazione degli edifici pubblici anche attraverso un utilizzo
intelligente dell´energia e una maggiore valorizzazione delle fonti
rinnovabili".
Il
primo dei due bandi assegnerà risorse pari a 600 mila euro per finanziare le amministrazioni comunali
che intendono realizzare interventi per
il rifacimento o il potenziamento di reti di teleriscaldamento di
proprietà comunale connesse ad impianti che utilizzano biomassa solida o
gassosa.
"Si
tratta di una novità assoluta per l´Umbria - ha spiegato l´assessore Rometti -
visto che i destinatari del finanziamento sono le amministrazioni comunali, che
potranno partecipare al Bando sia in forma singola, che associata".
Il
secondo avviso destina alle amministrazioni comunali dell´Umbria 1 milione 250
mila euro, per il finanziamento di interventi di riqualificazione energetica di
immobili pubblici esistenti, con destinazione d´uso non residenziale,
comprendenti anche l´utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Sono ammissibili
a finanziamento spese relative al miglioramento dell´isolamento termico dei
componenti dell´involucro edilizio, alla sostituzione di impianti di
climatizzazione invernale esistenti con impianti ad alta efficienza o che
utilizzano fonti rinnovabili, nonché interventi volti a migliorare l´efficienza
dei sistemi di illuminazione, degli impianti termoidraulici e dei sistemi di
ventilazione.
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GAS: NO A SITO ZAULE PREMIA POSIZIONE REGIONE FVG |
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Trieste,
15 ottobre 2013 - "L´assenza del sito di Zaule dalla lista Ue
dei
progetti prioritari energetici che coinvolgono l´Italia
premia
la posizione della nuova amministrazione del Friuli
Venezia
Giulia, che con la presidente Serracchiani ha da subito e
con
forza espresso contrarietà a questo impianto". Lo ha
affermato
l´assessore regionale all´Ambiente e Energia, Sara
Vito.
Secondo
l´assessore "infrastrutture che hanno un impatto
ambientale
e conseguenze dirette sul futuro delle attività
produttive,
com´è nel caso dell´ipotizzato rigassificatore nel
porto
di Trieste, devono essere ponderate fin dal´inizio con
attenzione
e in una logica di dialogo transfrontaliero. Siamo
favorevoli
a una strategia europea che punti a fornire energia a
costo
più basso per il sistema produttivo e per i cittadini, e
quindi
siamo disponibili a dialogare per raggiungere questi
obiettivi.
Ma certo - ha sottolineato Sara Vito - non possiamo
accettare
che la nostra Regione subisca senza discutere
l´imposizione
dall´alto di qualsiasi infrastruttura energetica".
"Un
sempre più stretto rapporto con il Governo nazionale anche
nelle
scelte energetiche che coinvolgono il Friuli Venezia Giulia
- ha
concluso l´assessore Vito - non può che essere auspicabile,
e noi
lavoreremo in questa direzione".
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SONDE GEOTERMICHE A PONTE ARCHE: VIA ALLA SPERIMENTAZIONE |
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Trento,
14 ottobre 2013 - Se non produrranno alterazioni nella temperatura delle acque
attualmente sfruttate dalle Terme di Comano a scopo terapeutico, anche
nell´abitato di Ponte Arche potrebbero essere installate in un prossimo futuro
sonde geotermiche a circuito chiuso. A chiedere l´autorizzazione ad installare
tale tipo di impianti è il Consorzio elettrico industriale di Stenico (Ceis),
interessato a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili da
utilizzare per la propria sede amministrativa. L´autorizzazione arriverà però
solo dopo un periodo di sperimentazione di 4 anni al quale la Giunta
provinciale ha dato oggi il via libera.
La zona
di Ponte Arche figura attualmente tra le aree soggette a divieto assoluto di
installazione di sonde geotermiche in quanto classificata come "area
potenzialmente interessata da manifestazioni geotermiche, idrotermali o
minerali". Alla luce di nuove conoscenze geologiche ed idrogeologiche
acquisite successivamente alla stesura della prima "Carta delle
limitazioni all´installazione di sonde geotermiche a circuito chiuso",
tale divieto potrebbe però cadere. Tutto dipenderà dall´esito delle due fasi di
sperimentazione programmate dal Servizio Geologico: nella prima fase, che
durerà circa 6 mesi, verrà realizzato e messo in funzione un impianto
costituito da una sola sonda geotermica, che verrà ubicata nella parte centrale
dell´abitato di Ponte Arche; se non verrà rilevata alcuna anomalia nella
temperatura delle acque del sottosuolo oggi sfruttate dalle terme, si passerà
alla fase 2, aumentando il numero delle sonde (fino a 5) il cui funzionamento
si protrarrà per un periodo di tre anni. Verificati i nuovi dati raccolti e se
sarà dimostrata la non interferenza tra lo sfruttamento geotermico con pompe di
calore a circuito chiuso e l´acquifero che alimenta le Terme di Comano, sarà
valutata la fattibilità di una revisione dell´area di limitazione e le sonde
geotermiche potranno quindi essere autorizzate.
Le
richieste da parte di privati e soggetti pubblici all´installazione di sonde
geotermiche sono in Trentino 15-20 all´anno, per impianti che vanno da 1 a 4
sonde. Un trend - si fa notare al Servizio Geologico della Provincia autonoma di
Trento - che si mantiene costante nonostante la crisi economica.
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FAMIGLIE ITALIANE E MERCATO IMMOBILIARE: INDAGINE TECNOBORSA 2013 |
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Roma,
15 ottobre 2013 - L’indagine Tecnoborsa 2013 presenta l’analisi delle
transazioni nel settore residenziale effettuate dalle famiglie che vivono nelle
maggiori città italiane negli anni
2011-2012 e quelle previste per il 2013-2014 con un‘ampia finestra sul credito
immobiliare. L’indagine attuale mette in luce – come afferma Valter Giammaria,
Presidente Tecnoborsa – che: “Nel biennio appena trascorso solo il 4,4% degli intervistati ha acquistato
un’abitazione e, rispetto all’Indagine 2011 c’è stato un calo di 0,3 punti
percentuali (ossia del -6,4%). Tra le grandi città la più attiva è stata Roma
con il 5,8% di transazioni per acquisti di immobili”.
Per
quanto concerne l’utilizzo dell’immobile acquistato, al primo posto si continua
a trovare l’acquisto dell’abitazione principale (81,6%), che sale ritornando ai
valori del 2005; al secondo posto (11,2%), si trova la motivazione come seconda
casa vacanze, seguita dal desiderio di
effettuare un investimento (5,9%), (entrambe le percentuali sono rimaste
invariate rispetto al 2011); infine, al terzo posto, vi sono coloro che hanno
acquistato una seconda casa per parenti prossimi (1,4%), e qui la quota ha
toccato il suo minimo storico scendendo di ben 5,3 punti percentuali rispetto
all’Indagine precedente.
Da un
focus su chi ha acquistato un’abitazione principale è emerso che il requisito
che ha pesato maggiormente nella scelta dell’immobile acquistata è stata la
dimensione (70,9%); seguono con un notevole divario: vicinanza al luogo di
lavoro (44,5%), vicinanza a servizi e alle aree commerciali (40,4%), comfort e
qualità delle rifiniture (40,4%), prezzo (37,3%), ubicazione in zona centrale
(27,4%), vicinanza ai parenti prossimi (25%), vicinanza ad aree verdi (25%),
vicinanza dei trasporti pubblici (24%), tranquillità della zona (22,9%),
facilità di parcheggio (16,1%), ubicazione in zona periferica (12%), e
ubicazione in zona vicina alle principali vie di comunicazione (11,6%).
Viceversa, meno appetibili sono state l’ubicazione in zona in fase di
riqualificazione e le caratteristiche orientate al risparmio energetico – ciò
evidenzia come, seppure gli italiani stiano diventando più sensibili a questo
fattore, ancora oggi non risulta determinante nella scelta della casa da
acquistare.
Il
taglio più richiesto continua a essere il bilocale (28,5%); abbastanza
rilevante anche la richiesta del trilocale (27,7%), pur se in calo rispetto
alle rilevazioni precedenti; seguono i quadrilocali (25,1%) e quelli con 5 e
più vani (10,6%). Solo l’8,1% ha comprato monolocali, anche se è la percentuale
più elevata riscontrata dal 2005 a oggi.
“Per
quanto riguarda lo stato dell’immobile – ha proseguito il Presidente – è emersa una notevole preferenza verso gli
immobili abitabili o da ristrutturare; in particolare: il 13,4% ha acquistato
un immobile nuovo, il 24,9% uno ristrutturato, il 33,2% uno abitabile e,
infine, il 28,5% uno da ristrutturare. Questo dipende molto probabilmente dal
fatto che gli alloggi che non sono in buone condizioni costano meno al momento
dell’acquisto e possono essere poi ristrutturati in un secondo tempo, anche
ricorrendo agli incentivi fiscali che hanno riscosso un discreto successo negli
ultimi anni grazie alla loro inconfutabile convenienza”.
Spostando
l’analisi su coloro che hanno venduto almeno un’abitazione nel biennio 2011-2012
si è riscontrato che sono stati solo il 2,8% degli intervistati, valore
inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quello rilevato nell’Indagine
precedente. Le vendite avvenute hanno riguardato prevalentemente le abitazioni
principali (55,5% di coloro che hanno venduto), fenomeno fortemente in crescita
rispetto all’Indagine 2011, anche se non si sono raggiunti i valori del 2009;
al secondo posto c’è chi ha venduto le abitazioni tenute per parenti prossimi
(25%); a seguire ci sono coloro che hanno ceduto le seconde case destinate alle
vacanze (17,5%); infine, le case per investimento (2%). Dal confronto con il
2011 emerge che è notevolmente salita la quota di chi ha venduto una casa per
parenti prossimi e l’abitazione principale, mentre è scesa in modo
significativo la percentuale di chi ha ceduto una casa tenuta per investimento.
La
motivazione predominante che induce alla vendita di un’abitazione si riscontra
essere ancora la sostituzione con un’altra abitazione principale (41,5%);
rilevante è anche la quota di chi ha venduto per bisogno di liquidità (38%); a
seguire, con valori molto inferiori, c’è chi ha ceduto un’abitazione per fare
altri investimenti immobiliari (10%); chi lo ha fatto per effettuare
investimenti finanziari (7%); infine, vi sono coloro che hanno venduto per
acquistare una seconda casa vacanze (2%), o per parenti prossimi (1,5%).
Rispetto al biennio precedente sono cresciute le percentuali di chi ha venduto
per fare investimenti alternativi o per l’esigenza di svincolare ricchezza; viceversa,
sono scese le quote legate alle altre motivazioni e questo, molto
probabilmente, è legato all’aumento del costo delle seconde case, per cui le
famiglie sono propense a tenere solo quelle a reddito.
Dall’incrocio
tra il tipo di abitazione venduta e il motivo della vendita è emerso che il 70,3% di coloro che hanno venduto
un’abitazione principale l’hanno fatto per acquistare un’altra abitazione
principale, mentre il 20,7% per bisogno di liquidità; quest’ultimo dato è
abbastanza allarmante, perché anche coloro che hanno ceduto altre tipologie di
abitazione lo hanno fatto principalmente per svincolare ricchezza.
Andando
ad analizzare il mercato delle locazioni, è risultato che il 3% degli
intervistati ha preso in affitto un immobile nel biennio considerato, e sono
state per lo più coppie giovani senza figli che prendono in locazione una casa
per creare un nuovo nucleo familiare, non potendola acquistare visto che i
capofamiglia svolgono professioni non altamente remunerate; oppure persone
mature con un buon titolo di studio e con occupazioni dirigenziali che molto
probabilmente affittano un immobile per esigenze lavorative. Le città più
attive sono state Milano e Torino. Rispetto all’Indagine precedente il fenomeno
ha subito una crescita di 0,7 punti percentuali.
Dal
lato dell’offerta, è emerso che nel biennio 2011-2012 sono saliti coloro che
hanno dato in locazione un bene (2,8%), con un lieve incremento della quota di
chi ha affittato un immobile rispetto a quanto rilevato nelle due Indagini
precedenti, perché le famiglie preferiscono mettere a reddito un immobile
inutilizzato, anche a seguito dell’inasprimento fiscale.
Giammaria
ha evidenziato che: “Tra coloro che hanno acquistato una casa, il 49,2% ha
dichiarato di aver fatto ricorso a un finanziamento o a un mutuo, valore
decisamente inferiore a quelli riscontrati in passato; va segnalato che per
tutto il 2011-2012 è continuato il trend decrescente delle famiglie che hanno
fatto ricorso a una forma di finanziamento
per comprare un’abitazione, dato suffragato anche dalle fonti bancarie
ufficiali”. Prevalentemente, ricorrono ai mutui/finanziamenti il 58,2% di
coloro che hanno acquistato un’abitazione principale, il 19% di chi lo ha fatto
per investimento e il 5% di chi ha preso una seconda casa vacanze. In pratica,
ci si indebita o per mettere a reddito o per acquistare un’abitazione
principale.
Rispetto
agli anni precedenti è cresciuta la quota di coloro che hanno acceso un mutuo
compreso tra il 21% e il 40% del prezzo pagato per l’immobile; sono scesi
notevolmente, rispetto all’Indagine 2011, coloro che hanno preso un mutuo che
copre dal 41% al 60% (28,1%). Bassissima è la percentuale di chi ha scelto un
finanziamento che va dal 41% al 60% del valore del bene acquistato. Non
risultano mutui che coprano oltre il 60% del prezzo pagato, dato coerente con
le politiche restrittive adottate dagli istituti di credito negli ultimi anni.
Circa
l’86% delle famiglie che hanno acceso un mutuo negli ultimi due anni ha
impegnato mediamente fino al 40% del proprio reddito annuo per il pagamento
delle rate, il che denota una certa prudenza sia da parte dell’istituto che
eroga il finanziamento sia da parte delle famiglie; il 13% ha impegnato per la
rata dal 40% al 50% del proprio reddito; solo l’1,1% oltre il 50%.
Dall’analisi
delle garanzie richieste dagli istituti di credito a tutela del prestito
erogato è emerso che nel 32% dei casi, oltre all’ipoteca sul bene acquistato, è
stata richiesta dalla banca una garanzia aggiuntiva al fine di poter accedere
al mutuo: un 19,6% di costoro ha dovuto fornire un’ulteriore garanzia
ipotecando anche un secondo bene; un 30,4% è ricorso alla fidejussione bancaria
di un terzo; infine, ben il 62,5% ha dovuto sottoscrivere una polizza
assicurativa a copertura di parte del capitale erogato.
Prendendo
in esame le compravendite previste per il biennio 2013-2014, l’1,8% degli
intervistati dichiara di avere intenzione di acquistare un’abitazione e, dalla
comparazione con le precedenti Indagini sulle sei grandi città si evidenzia
quanto già registrato per le transazioni nel loro complesso: infatti, si è
riscontrato che continua il trend decrescente della quota di chi ha intenzione
di acquistare. Tuttavia, le città più attive dovrebbero essere Napoli e Milano.
Come
per chi ha già comprato una casa, chi pensa di farlo è spinto dalla necessità
di acquistare un’abitazione principale (56,2%), quindi, chi acquisterà nel
prossimo futuro lo farà prevalentemente per la necessità di avere una casa
propria o per migliorare le proprie condizioni abitative. Al secondo posto, con
un notevole divario, si trova chi pensa di acquistare per investire il proprio
capitale (24,6%), seguito da coloro che intendono acquistare una seconda casa
per parenti prossimi (12,7%); infine, vi sono coloro che vorrebbero acquistare
la seconda casa per le vacanze (6,5%). Rispetto all’Indagine 2011 è scesa
notevolmente la quota di chi vorrebbe prendere una seconda casa per vacanze ed
è stato registrato un calo anche tra chi pensa di prenderne una per
investimento; viceversa, è salita la quota di chi pensa di acquistare
un’abitazione principale o per parenti prossimi.
Spostando
l’analisi dalla parte dell’offerta futura emerge che nel biennio 2013-2014 solo
l’1,8% delle famiglie intervistate ha intenzione di vendere un immobile e le
città in cui ci saranno più offerte di vendita dovrebbero essere Roma e Torino.
Il
Presidente di Tecnoborsa ha sottolineato che: “In termini di intenzioni, il
mercato delle compravendite immobiliari sembra stia raggiungendo un punto di
equilibrio; infatti, la percentuale di famiglie che hanno dichiarato le
intenzioni di acquisto uguaglia le intenzioni di vendita, mentre nel 2011 il
gap era di 2,2 punti percentuali, nel 2007 di 4,2 punti e nel 2005 di 10
punti”.
La
motivazione predominante che induce alla vendita di un’abitazione è l’esigenza
di acquistare un’altra abitazione principale (48,3%); al secondo posto c’è chi
pensa di vendere per bisogno di liquidità (32,3%); al terzo posto chi intende
vendere per fare altri investimenti immobiliari (9,7%); al quarto posto, a
parità di punteggio, c’è chi pensa di cedere un’abitazione per fare
investimenti finanziari (6,5%), seguito da chi vorrebbe acquistare una seconda
casa per parenti prossimi (3,1%); da notare che nessuno prevede di vendere per
prendere una seconda casa vacanze.
In base
al confronto con l’ultima Indagine, è scesa notevolmente la quota di chi
intende vendere per fare altri investimenti immobiliari o per acquistare una
seconda casa per parenti prossimi e/o vacanze; sale, invece, la percentuale di
chi pensa di vendere per sostituire l’abitazione principale, mentre non
compaiono variazioni significative per le altre motivazioni.
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CASA. DA COMUNE E REGIONE FONDI PER RISTRUTTURARE 300 ALLOGGI SFITTI AUMENTA LA DISPONIBILITÀ DI APPARTAMENTI A MILANO SALGONO A 1.134 GLI INTERVENTI GIÀ IN CORSO O IN FASE DI PROGETTAZIONE |
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Milano,
15 ottobre 2013 - Trecento alloggi popolari sfitti di proprietà comunale
saranno ristrutturati entro il 2014 grazie ad un cofinanziamento di 5 milioni
di euro, tra Regione Lombardia (4 milioni) e Comune di Milano (1 milione).
Lo ha
deciso l’ 11 ottobre la Giunta comunale approvando la delibera che consente di
presentare alla Regione i progetti di intervento relativi al finanziamento che
destina complessivamente 10 milioni di euro al territorio cittadino, suddivisi
tra patrimonio Aler (6 milioni) e del Comune (4 milioni).
“Questi
fondi regionali – ha commentato l’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli
– rappresentano un’opportunità importante per rimettere a disposizione del
patrimonio appartamenti oggi non assegnabili e aumentare quindi la
disponibilità di alloggi nella nostra città. Grazie ad un contributo aggiuntivo
di risorse da parte del Comune, potremo ampliare ulteriormente la mappa degli
interventi, con un numero complessivo di quasi 300 unità abitative che saranno
ristrutturate e pronte per essere assegnate entro la fine del 2014. Alloggi che
si uniranno agli interventi già in corso o in fase di progettazione da parte
del Comune e di Aler per un totale di 1.134 appartamenti".
Lo
stanziamento di 5 milioni di euro consentirà di intervenire su 294 alloggi di
proprietà comunale attualmente sfitti e non assegnabili in quanto bisognosi di
ristrutturazione. Saranno effettuati interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria di varia natura edile ed impiantistica, come il rifacimento dei
pavimenti, la sistemazione delle porte e delle finestre, la realizzazione di
nuovi intonaci e tinteggiature, la revisione dei servizi igienici, la messa a
norma dei vari impianti.
Come
previsto dal bando regionale, i lavori dovranno iniziare entro maggio 2014 e
terminare entro dicembre dello stesso anno.
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ALER MILANO: STANZIATI 30 MILIONI TORRAZZA |
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Coste/pv, 15 ottobre 2013 - "I 30 milioni promessi per il risanamento
dell´Aler di Milano sono stati stanziati". Lo ha annunciato l´assessore alla
Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli al termine della
seduta di Giunta che si è svolta l’ 11 ottobre presso la tenuta di Riccagioia,
nel Pavese. "Abbiamo pensato - ha aggiunto l´assessore - ai lavoratori che
non hanno mai mancato di costanza e dedizione, agli inquilini
nell´approssimarsi della stagione fredda. Non si poteva attendere di più. I 30
milioni stanziati danno risposte immediate a problemi di cassa e a spese
inderogabili".
Il
Finanziamento - "Si tratta di un finanziamento straordinario - ha
precisato Bulbarelli -, che è il primo passo verso quelle soluzioni che la
situazione drammatica dell´Aler di Milano richiede nel più breve tempo
possibile". "Si parla tanto, troppo, dell´Aler di Milano - ha
aggiunto -, nonché delle altre aziende lombarde che si occupano di edilizia
popolare, ma se ne parla sempre in toni negativi. Non bisogna mai dimenticare
invece la straordinaria funzione di queste aziende e lo straordinario lavoro
che compie chi quotidianamente qui vi lavora. E´ ora di smetterla di gettare
fango su persone che si dedicano a risolvere i problemi delle abitazioni
proprio a quelle famiglie che oggi hanno bisogno di una casa in un momento di
profonda crisi come quello che stiamo attraversando. Oggi dobbiamo dare
risposte non solo a chi rientra nelle graduatorie per il canone sociale, ma
anche a coloro che fino a pochi anni fa potevano permettersi un canone di
mercato". Al personale delle Aler l´assessore ha dunque voluto mandare un
"sentito ringraziamento personale".
La Due
Diligence - Bulbarelli ha anche spiegato che è già al lavoro la società
incaricata di redigere una ´due diligence´ "che permetterà, entro la fine
dell´anno, di conoscere in modo preciso la reale situazione in cui versa l´Aler
di Milano. Dopodiché potrà essere definito il piano di rientro
dell´azienda".
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DIFESA DEL SUOLO. DALLA REGIONE 4,4 MILIONI DI EURO PER 43 INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO A MODENA, REGGIO EMILIA, PARMA E PIACENZA |
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Bologna,
15 ottobre 2013 - Quarantatre interventi
di messa in sicurezza del territorio e prevenzione del dissesto, per un totale
di 4,4 milioni di euro. Questo il contenuto dell’ordinanza firmata dal
presidente della Regione Vasco Errani, con la quale sono stati assegnati i
nuovi finanziamenti statali relativi ai danni provocati dal maltempo nei mesi
di ottobre e novembre 2012 nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e
Piacenza.
“Si
tratta di un nuovo pacchetto di interventi che testimoniano l’attenzione
riservata ai territori colpiti da avversità eccezionali”, ha sottolineato
l’assessore regionale alla Sicurezza territoriale Paola Gazzolo nel corso di un
incontro in provincia di Parma per fare il punto con gli amministratori locali
sull’emergenza frane, seguito da un sopralluogo nel comune di Tizzano.
L’ordinanza
interessa 35 comuni dell’Emilia-romagna e segue la prima assegnazione di
risorse, pari a 2,2 milioni di euro, fatta lo scorso agosto. “Risulta ora
importante - sottolinea Gazzolo - realizzare i lavori in modo tempestivo,
dimostrando la stessa rapidità di attuazione messa in campo per le opere già
finanziate nei mesi scorsi e in via di completamento entro l´autunno".
Per
quanto riguarda, inoltre, il maltempo della scorsa primavera, che ha colpito
tutte le province dell’Emilia-romagna, è stata estesa la durata dello stato di
emergenza fino al prossimo 3 febbraio. “Si tratta di un atto importantissimo
per assicurare la continuità dell´assistenza ai cittadini che hanno perso
l’abitazione - ha sostenuto l’assessore - così come è importantissima la
previsione di norme sull’indennizzo dei danni a privati, imprese e
infrastrutture, colpiti da calamità naturali, introdotta dal decreto 93 in
corso di conversione al Senato. Per dare una possibilità di ristoro ai privati,
il Dipartimento nazionale di protezione civile sta definendo le procedure per
la ricognizione dei danni: sarà quella la base per decidere, da parte del
Governo, lo stanziamento delle risorse e i criteri di utilizzo", ha
concluso Gazzolo.
Il
quadro degli interventi -
Per
quanto riguarda la provincia di Modena, saranno realizzati interventi per
2.013.900 euro. In particolare a Fanano saranno ripristinate la viabilità
comunale a Todena tra Fanano e Ospitale e la scarpata nel sottostrada del
torrente Fellicarolo per proteggere la strada comunale Fanano-fellicarolo; sarà
poi consolidato il versante della strada comunale Fellicarolo-taburri a
Borrelle. A Fiumalbo saranno effettuate opere di consolidamento della strada di
Rotari e lungo i rii Acquicciola, San Rocco, Motte e a valle del Ponte della
Volturina. A Montecreto sono previsti interventi per la messa in sicurezza del
versante e della strada comunale via Ronco-la Croce, a Palagano della viabilità
nella località Casa Golino a Monchio e nella via Vecchia per Olina a Pavullo.
Sarà inoltre ricostruito il Ponte della Piana tra Palagano e Montefiorino. A
Pavullo saranno realizzati interventi urgenti di ripristino della viabilità
comunale e a Pievepelago di costruzione di una difesa spondale a Tagliole e di
ripristino di opere idrauliche e di sistemazione fluviale. In programma,
infine, opere di ripristino della viabilità comunale a San Martino di Case a
Polinago e la messa in sicurezza del versante e della strada comunale
Sestola-passo del Lupo a Sestola.
In
provincia di Reggio Emilia, con finanziamenti pari a 860.000 euro, saranno
realizzate innanzitutto opere di messa in sicurezza della strada vicinale n.58
a Cà dell´Esposto a Baiso e della strada via Monte Portola a Carpineti. A
Castelnovo dei Monti è previsto un intervento di monitoraggio della parete
Pietra di Bismantova e la messa in sicurezza dell’Eremo. A Ligonchio è in
programma la messa in sicurezza della strada provinciale n.18
Busana-ligonchio-passo Pradarena, a Toano della strada comunale Cerrè
Marabino-case Marastoni e a Vetto d´Enza della strada comunale Spigone.
Infine,a Vetto e Canossa sono previsti interventi urgenti per il ripristino
delle opere di difesa spondale del fiume Enza a protezione della strada
provinciale 513.
In
provincia di Parma sono state finanziate opere per 950.000 euro. In particolare
a Bedonia sarà ripristinata la presa dell´acquedotto a Bottasso e messa in
sicurezza la viabilità della strada provinciale n.3 di Borgonovo. Interessate a
interventi anche le strade provinciali n.15 di Berceto e n.20 di Borgotaro. A
Corniglio saranno realizzati interventi urgenti lungo le frana di Signatico,
Costa Venturina e di Vestana. A Lesignano saranno ripristinate la viabilità a
Ciola-badia-cavana, le opere idrauliche nel Rio Canalazzo a Monchio delle Corti
e l’attraversamento della strada provinciale 80 a Palanzano. A Solignano sarà
consolidata la carreggiata stradale del centro abitato di Bottioni e a
Valmozzola la strada Pieve-costadasino a Vetice. Infine, a Varsi sarà
effettuata una sistemazione idrogeologica del versante a via Bassi.
In
provincia di Piacenza gli interventi ammontano a 576.100 euro. Si tratta della
messa in sicurezza della strada comunale S.cristoforo-mogliazze e del
ripristino di opere idrauliche sul torrente Carlone a Bobbio. A Castell’arquato
sarà messo in sicurezza il cimitero e a Farini saranno ripristinati la strada
comunale Nicelli-bolderoni e il Rio Mezzone a Campagna. A Ferriere sono
previsti interventi di ricostruzione e consolidamento nel torrente Nure a
Folli, mentre a Gropparello nel torrente Rossello e lungo la strada comunale in
località Case Badini. A Lugagnano saranno effettuati interventi urgenti nella
località Pierfrancesco e di messa in sicurezza della strada comunale di
Montezago. A Ponte dell’Olio è previsto un intervento di somma urgenza della
strada comunale Montesanto-biana a Tinivelli e, infine, a Vernasca il
consolidamento della strada provinciale n.4 di Bardi.
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AFFITTI, TOSCANA: NEL 2014 LA REGIONE INCASSERÀ PIÙ DI QUANTO SPENDE: PER LA PRIMA VOLTA |
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Firenze,
15 ottobre 2013 – L´ultimo palazzo in affitto ad essere stato lasciato è quello
di via Toscana a Novoli, un paio di settimane fa: 156 dipendenti trasferiti nei
palazzi di fianco A e B, con altri a loro volta spostati a villa Fabbricotti e
palazzo Cerretani. Prima ancora, alla fine di marzo, erano stati liberati i
locali di via Bardazzi. In questi giorni toccherà quindi a via Galliano,
immobile che la Regione aveva messo a disposizione del Corpo Forestale.
"Stiamo
lavorando per risparmiare sugli affitti e utilizzare sempre di più solo
immobili di proprietà – spiega l´assessore alla presidenza e al bilancio della
Regione Toscana, Vittorio Bugli -. Non sempre logisticamente questo è
possibile". Già nel 2014 comunqe, grazie agli affitti già dismessi, la
spesa per gli affitti pagati sarà più bassa di quella per gli affitti riscossi.
Ogni
anno infatti la Regione incassa dagli immobili dati in concessione circa due milioni
e mezzo. Fino all´anno scorso ne spendeva quasi 3 milioni e 800 mila per altri
locali affittati. Già quest´anno scenderanno a 3 milioni e 182 mila euro (620
mila euro risparmiati) e l´anno prossimo caleranno a 2 milioni e 375 mila euro.
"Non
ci fermeremo comunque qui" annuncia l´assessore Bugli. Altri traslochi
infatti sono previsti. I più rilevanti riguardano la sede del Genio Civile di
Pisa, archivi compresi, che si sposterà da Navacchio ad Ospedaletto, in locali
di proprietà della Regione. Ci sono poi gli uffici della sanità in via
Alderotti a Firenze, destinati ad altra sede. L´operazione consentirà di
risparmiare complessivamente un altro milione e mezzo, riducendo così la spesa
degli affitti a meno di un quarto di quanto speso fino all´anno scorso: appena
875 mila euro l´anno.
"Il
trasloco – avverte Bugli – potrà però essere effettuato solo quando i lavori di
ristrutturazione delle due sedi di proprietà saranno conclusi".
Attualmente l´appalto per Ospedaletto è in corso di aggiudicazione.
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DAL 2006 LA REGIONE TOSCANA HA VENDUTO IMMOBILI PER OLTRE 20 MILIONI |
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Firenze,
18 ottobre 2013 - La Regione l´anno
scorso ha deciso di dismettere 45 case ed appartamenti, 26 edifici con uffici,
magazzini, locali commerciali e produttivi e poi ancora un ex presidio
ospedaliero a Borgo San Lorenzo, garage, alcuni alberghi ed un ex colonia,
oltre a 31 terreni. Il patrimonio agricolo forestale che sarà ceduto - affidato
per legge in gestione ad Unioni di Comuni, ex Comunità montane e Province -
riguarda altri 340 beni: 73 fabbricati e 207 particelle di terreno. Immobili
non più utili o incapaci di generare reddito.
Dalla
vendita la Regione Toscana ha ipotizzato di incassare 45 milioni, altri 1,6
milioni dai terreni e beni del patrimonio agricolo forestale: un´aspettativa,
non una previsione di bilancio.Il mercato immobiliare vive però un momento
difficile. Dall´anno scorso la Regione è così riuscita a vendere solo un ex
casa cantoniera a Castiglione d´Orcia e cinque terreni tra Capalbio, Manciano,
Castiglion Fiorentino e Magliano per 80 mila euro.
L´asta
per il complesso immobiliare in via Modena a Firenze, uno degli edifici di
maggior valore tra quelli messi in vendita, è andata per due volte deserta:
l´ultima a maggio. Altri bandi saranno pubblicati entro la fine dell´anno. Per
lo più si tratta comunque di beni di modesto valore: gli immobili più pregiati
sono stati venduti negli anni prima.
Il
patrimonio immobiliare della Regione Toscana -
Il
patrimonio immobiliare della Regione Toscana conta 931 fabbricati e terreni per
117 mila ettari. E non tutto è naturalmente alienabile. E´ un patrimonio
variegato, che in base alla rendita catastale, chiaramente più bassa del valore
di mercato, valeva tre anni fa 144 milioni.
Ci sono
immobili - frutto di acquisti, cessioni e donazioni -, che in parte la Regione
utilizza per i propri uffici, in parte affitta o mette a disposizione di terzi
e in parte appunto ha deciso di vendere. Oltre a case, fondi commerciali,
qualche abbazia dismessa e qualche ex albergo ci sono anche più di 1.500 km di
ex strade statali, opere idrauliche, porzioni di porto e tre tratti ferroviari
in provincia di Arezzo: uno dismesso da sessanta anni (quello da Arezzo a San
Sepolcro), con i caselli ferroviari diventati agriturismi e la strada ferrata,
per buona parte, trasformata in un percorso trekking, altri due invece ancora
funzionanti (quello da Arezzo a Stia e quello da Arezzo a Sinalunga, meno di
cento chilometri tra tutti e due), in appalto alla Lfi, una spa di cui il socio
di maggioranza è la Provincia di Arezzo per l´appunto.
Le
vendite passate -
La
Regione ha pubblicato dal 2006 ad oggi venti diversi bandi, vendendo più di
cento immobili e terreni. Tutti sono stati offerti in prelazione a chi già li
occupava. E in molti casi sono stati acquistati. Dalla vendita la Regione ha
incassato più di 20 milioni.
Cosa è
stata venduto dal 2006 -
Tra i
beni messi all´asta negli ultimi sette anni c´erano un ex convento nell´aretino
diventato nei secoli casa padronale (anche se un po´ malconcio), un appetitoso
albergo ristorante, in ottimo stato, a Follonica. C´erano uffici e abitazioni
di varie metrature a Firenze, un appartamento in condominio a Cecina ed altri
in altri borghi toscani. C´erano tante case cantoniere, quelle con i muri
rossi, le cornici bianche attorno alle finestre e il giardino fiorito attorno,
nate negli anni lungo le vecchie strade statali. Magari in luoghi un po´
isolati..Alcuni immobili sono stati acquistati da Comuni, che magari li avevano
già in affitto
Prima
del 2006 -
Altri
quattrocento immobili, fondi ed appartamenti sono stati venduti dalla Regione
dal 1997 al 2006. C´erano ex colonie marine della Gioventù italiana, a volte
già in concessione a privati. C´erano appartamenti e fondi commerciali, un
ristorante anche – a Firenze come altrove - e poi di nuovo molte ex case
cantoniere dell´Anas che non servivano più allo scopo. Tutte proprietà che
spesso erano diventate parte del patrimonio della Regione con lo scioglimento nel 1977 dei cosiddetti
‘enti inutili´. L´ente profughi dalmati ed istriani possedeva ad esempio 38
appartamenti a Massa e 12 a Firenze, l´Ente nazionale ciechi un centinaio. Poi
c´erano le colonie della disciolta gioventù italiana, appunto. Ed altri ancora.
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IMMOBILI E PROPRIETÀ DELLA REGIONE TOSCANA A PORTATA DI CLICK: MAPPA ON LINE |
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Firenze,
15 ottobre 2013 - La Regione è proprietaria di 931 fabbricati e di terreni per
117 mila ettari, sparsi per tutta la Toscana e in qualche caso anche oltre: la
sede a Bruxelles ad esempio. Alcuni sono affittati e la Regione incassa ogni
anno 2 milioni e mezzo. Altri sono occupati da uffici E poi ci sono gli
immobili che la Regione, per esigenze varie, è costretta a prendere in affitto.
E quelli ancora che ha deciso di vendere, gli ultimi di una serie visto che dal
1997 ad oggi di immobili ne sono stati venduti oltre 500 incassando, solo negli
ultimi sei anni, più di 20 milioni.
Questi
dati e tante altre informazioni erano già pubbliche. Adesso saranno ancora più
accessibili e di facile lettura, con pochi click col mouse sul computer. La
Regione Toscana ha messo infatti a punto un´applicazione web che consente di
navigare all´interno di una mappa della Toscana, in maniera intuitiva, e
scoprire quali sono le proprietà della Regione (vederle anche, attraverso una
foto) e capire come la Regione le utilizza.
Accanto
alla mappa georeferenziata, nel sito, ci sono poi tre elenchi dettagliati ed
anch´essi scaricabili. Nel primo, 90 pagine, non ci sono non solo gli immobili
ma anche i terreni e i beni demaniali (boschi e sorgenti ad esempio) di
proprietà della Regione. Ci sono i beni non alienabili, quelli utilizzati
direttamente dalla Regione o per altre finalità pubbliche, quelli concessi in
affitto e quelli in vendita: tutti con le loro coordinate catastali e in
qualche caso la rendita. Le altre due schede riguardano invece gli affitti:
quelli pagati dalla Regione e quelli percepiti. C´è scritto il canone annuo e
quando scade l´affitto.
"Tante
volte si parla di amministrazione trasparente – commenta l´assessore alla
presidenza della Toscana, Vittorio Bugli -. Questo è il modo più semplice per
farlo: attraverso il web. Stiamo lavorando anche per rendere le pagine ancora
più interattive, in modo che i cittadini che hanno suggerimenti e idee per un miglior
utilizzo dei nostri immobili, oppure vogliono segnalare una situazione di
degrado, lo possano fare scrivendo una mail ad un indirizzo di posta
elettronica". "Allo stesso modo utilizzeremo il web e il sito della
Regione, in altre pagine -aggiunge –, per fornire tutti i dettagli sugli
immobili, non più strumentali
all´attività dell´ente, che abbiamo deciso di mettere in vendita".
L´applicazione
per navigare all´interno del patrimonio immobiliare della Regione è accessabile
dal sito della Regione dall´indirizzo
www.Regione.toscana.it/-/patrimonio-georeferenziato nella sezione dedicata
all´amministrazione trasparente nelle pagine che riguardano appunto il
patrimonio immobiliare:
www.Regione.toscana.it/regione/amministrazione-trasparente/beni-immobili-e-gestione-patrimonio
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BOLZANO: BANDI DI GARA PER LE BANCHE SUL RISPARMIO EDILIZIO |
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Bolzano,
15 ottobre 2013 - L´attuazione della legge sul risparmio edilizio
("Bausapren") procede spedita: la Giunta provinciale ha deciso il 14
ottobre di avviare due bandi di gara
rivolti agli istituti di credito locali in materia di gestione dello specifico
fondo di rotazione e di condizioni bancarie per il prestito ai fini
dell´acquisto di un alloggio.
Il
progetto del risparmio edilizio (o Bausparen) varato con legge è uno degli
obiettivi innovativi della Giunta in tema di sostegno all´edilizia agevolata:
si vuole offrire ai risparmiatori e in particolare alle giovani famiglie la
possibilità di accedere a un nuovo sistema di aiuti e contributi per realizzare
il sogno di avere un alloggio di proprietà. In concreto, si tratta di un
percorso costruito con capitale proprio risparmiato per un periodo minimo di 8
anni, al quale vanno aggiunti un mutuo senza interessi con una maggiorazione
provinciale aggiuntiva per gli anni oggetto del risparmio - attinta dai 50
milioni di euro dello specifico fondo di rotazione - e l´eventuale accesso ad
un secondo mutuo a condizioni particolarmente agevolate con una banca convenzionata.
A tale
proposito la Giunta ha deciso di bandire due gare rivolte agli istituti di
credito locali per individuare i presupposti più favorevoli: una relativa alla
gestione del fondo di rotazione destinato al Bausparen, l´altra riferita alle
condizioni praticate al risparmiatore nel caso di accensione del mutuo
bancario. L´approvazione del regolamento
di attuazione ala legge provinciale sul risparmio edilizio, che prevede tra
l´altro anche il coinvolgimento di Pensplan nel progetto, è prevista nella
prossima seduta di Giunta.
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BENE IL COMUNE DI MILANO SUGLI ALLOGGI SFITTI |
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Milano,
15 ottobre 2013 - "Sono molto
soddisfatta che il Comune di Milano abbia deciso di aderire al bando voluto dal
mio assessorato per recuperare i tanti alloggi sfitti presenti sul
territorio". Così l´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari
opportunità Paola Bulbarelli commenta la decisione dell´amministrazione
milanese di ristrutturare 294 alloggi, grazie al finanziamento regionale di 4
milioni, per re-inserirli sul mercato. "La politica della Regione -
continua Bulbarelli - non è quella di consumare nuovo suolo costruendo ex novo,
ma piuttosto quella di recuperare l´ingente patrimonio oggi non affittato.
Proprio in questo senso abbiamo destinato 20 milioni di euro al recupero di
oltre 2.000 alloggi sfitti in tutta la Regione perché sono davvero tanti gli
alloggi non abitabili che devono essere recuperati e messi a norma".
"Ben venga dunque - conclude l´assessore - la scelta del Comune di usare
subito i 4 milioni destinati proprio agli alloggi di sua proprietà e da mettere
così velocemente a disposizione delle famiglie milanesi che attendono una casa
da tanto tempo".
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ITALIA-CANADA, CALENDA IN MISSIONE PER RILANCIO RELAZIONI ECONOMICHE INIZIATIVA ALLA VIGILIA DEL CETA- 12 ANNI FA L’ULTIMA VISITA DEL GENERE |
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Roma,
15 ottobre 2013 – A pochi giorni dalla missione di sistema negli Emirati Arabi,
Il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda prenderà parte alla
missione imprenditoriale organizzata da Confindustria, Ance e dal Gse che
inizia oggi e che interesserà l´intero Canada, dall´est all´estremo ovest, da
Montreal all´Oceano Pacifico.
Con una
crescita economica “di qualità”, in grado di generare occupazione e aumento
della produttività, ampie disponibilità di materie prime, soprattutto
energetiche, un sistema imprenditoriale tecnologicamente avanzato e un mercato
sofisticato, il Canada offre importanti occasioni di collaborazione che le
imprese italiane hanno finora poco sfruttato.
La
missione - la prima di questo genere negli ultimi 12 anni - è l’avvio di una
strategia di rilancio delle relazioni economiche bilaterali tra i due
paesi. Si inizierà con il favorire
il riposizionamento italiano in tre
settori ad alto contenuto tecnologico e significato strategico, come quelli
dell’oil&gas, infrastrutture e clean tech, nei quali grandi aziende italiane – come Enel Green
Power e Saipem - hanno già posizioni consolidate nel mercato canadese e possono
essere da traino per le piccole e medie imprese.
Questa
iniziativa si colloca sulla scia del successo della visita a Toronto e Ottawa
del Presidente del Consiglio (22-23 settembre scorsi) e alla vigilia della fase
finale del negoziato Canada – Ue per il
Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta) che, secondo le previsioni,
favorirà un incremento del 20% dei flussi commerciali tra le parti coinvolte e
faciliterà gli investimenti bilaterali.
Durante
la visita il Vice Ministro Calenda incontrerà il suo omologo canadese, Ed Fast.
Oltre a confrontarsi sull’andamento dei negoziati del Ceta e su ulteriori
settori di collaborazione, il Vice Ministro
proporrà di organizzare future missioni sullo stesso modello e azioni
mirate anche ad attrarre investimenti canadesi in Italia.
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MISE, IDEAL STANDARD SOSPENDE PROCEDURA MOBILITA’ FINO AL 31 OTTOBRE |
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Roma,
15 ottobre 2013- Stop alla procedura di mobilità fino al 31 ottobre, spazio
alla ricerca di un’intesa sul futuro del gruppo Ideal Standard. E’, questo,
l’esito della riunione che si è svolta ieri
al Ministero dello Sviluppo Economico sulle prospettive produttive della
multinazionale, presente in Italia con tre impianti.
Alla
riunione hanno partecipato, oltre ad alti dirigenti del Mise, il Presidente
della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani l’Assessore al Lavoro
della Regione Veneto Elena Donazzan, l’Ad Domenico Antetomaso, rappresentanti
della Regione Lazio e di Confindustria ceramica.
Nel
corso del confronto, l’Azienda ha aderito alla richiesta del Governo di
sospendere la procedura di mobilità fino al 31 ottobre prossimo per agevolare la soluzione dei problemi aperti nel gruppo
e, in particolare, quelli relativi
all’annunciata cessazione di attività per lo stabilimento di Orcenico.
Nei
prossimi giorni, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, sarà convocato
un incontro con Azienda, Regioni interessate e sindacati nazionali per
ricercare un accordo generale che risponda ai problemi presenti in tutti i siti
italiani di Ideal Standard.
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IMPRESE SOCIALI: 5.400 DIPENDENTI IN MENO NEL 2013 GAGLIARDI (UNIONCAMERE), “PORLE AL CENTRO DELLE POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE” |
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Roma,
15 ottobre 2013 - “Le imprese sociali risentono della crisi e
della stretta dipendenza dalla committenza pubblica, ma mostrano una tenuta
occupazionale ancora migliore rispetto al resto dell’economia italiana”, ha
detto il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi, intervenendo
alle Giornate di Bertinoro per l’economia civile, promosse dall’Aiccon -
l’Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e
del Non Profit.
“Stimiamo – ha aggiunto Gagliardi - che le quasi
15mila imprese sociali con almeno un dipendente (composte soprattutto da
cooperative sociali) presenti nei Registri delle Camere di commercio
impieghino, nel complesso, 435mila lavoratori. Sia per l’affacciarsi sul
mercato di nuove imprese sociali, sia per l’aumento occupazionale di quelle già
esistenti, dal 2008 al 2012 i dipendenti nel mondo delle imprese non profit
sono aumentati di quasi il 6% l’anno, ben più di quanto hanno messo a segno
tutte le altre aziende italiane. Una crescita legata alla diffusa
esternalizzazione di servizi da parte della pubblica amministrazione, non
accompagnata però da un credito capace di accompagnare la crescita di questo settore
e in uno scenario caratterizzato dalla continua riduzione di finanziamenti
pubblici.
È per questi motivi, e non solo per le difficoltà
dello scenario economico, che nel 2013 le imprese sociali prevedono una
flessione occupazionale di -5.400 lavoratori dipendenti (-1,2%). Un dato negativo certo, ma
molto inferiore a quello prospettato dall’insieme delle imprese italiane, i cui
dipendenti quest’anno caleranno del -2,2%”.
Per le imprese sociali, il fattore lavoro assume
ancora un valore talmente elevato e originale che si rivela difficilmente
sostituibile con il capitale. E per soddisfare al meglio i bisogni crescenti
dei loro utenti, resta fondamentale l’impegno di queste imprese nel campo della
formazione e della qualificazione della propria forza lavoro. Continua infatti
ad aumentare anche nel 2013 la domanda di figure di profilo elevato: le
professioni intellettuali, scientifiche e tecniche raggiungono il 34% delle
assunzioni (contro il 23% del totale delle imprese), a fronte di un 27% rilevato
nel 2006. I laureati rappresentano quest’anno il 28% delle entrate programmate,
quasi il doppio della media delle imprese italiane e ben 10 punti percentuali
in più di quanto avvenuto nel 2006. Più diffusa è poi l’offerta di formazione
continua ai dipendenti: il 54% delle imprese sociali ha realizzato nel 2012
attività formative per i propri dipendenti, a conferma di una sempre maggiore
attenzione prestata al miglioramento delle competenze tecniche e delle capacità
professionali delle risorse umane già presenti in azienda, oltre che al livello
di qualificazione delle nuove assunzioni.
Movimenti e tassi previsti
dalle imprese sociali nel 2013 per settore di attività, ripartizione
territoriale e classe dimensionale
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Movimenti
previsti nel 2013*
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Tassi
previsti nel 2013***
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(v.A.)
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Entrate**
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Uscite
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Saldo
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Entrata**
|
Uscita
|
Saldo
|
Totale
|
27.700
|
33.100
|
-5.400
|
6,4
|
7,6
|
-1,2
|
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|
Industria
|
770
|
1.360
|
-590
|
4,6
|
8,2
|
-3,6
|
|
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|
Servizi
|
26.930
|
31.740
|
-4.810
|
6,4
|
7,6
|
-1,2
|
Commercio e servizi di alloggio, di ristorazione e
turistici
|
850
|
1.110
|
-270
|
7,9
|
10,3
|
-2,5
|
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio
|
370
|
460
|
-90
|
6,0
|
7,4
|
-1,5
|
Servizi informatici e delle Tlc; servizi avanzati alle
imprese
|
360
|
470
|
-110
|
4,9
|
6,3
|
-1,4
|
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle
persone
|
1.950
|
2.810
|
-860
|
5,5
|
8,0
|
-2,4
|
Istruzione e servizi formativi privati
|
2.880
|
3.920
|
-1.050
|
6,0
|
8,1
|
-2,2
|
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati
|
18.710
|
20.880
|
-2.180
|
6,3
|
7,0
|
-0,7
|
Altri servizi alle persone
|
1.810
|
2.070
|
-260
|
13,1
|
15,0
|
-1,9
|
|
|
|
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|
|
Ripartizione Territoriale
|
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|
Nord Ovest
|
10.850
|
12.170
|
-1.320
|
6,4
|
7,2
|
-0,8
|
Nord Est
|
8.690
|
9.630
|
-940
|
8,7
|
9,6
|
-0,9
|
Centro
|
4.010
|
5.400
|
-1.390
|
5,1
|
6,9
|
-1,8
|
Sud e Isole
|
4.140
|
5.900
|
-1.760
|
4,8
|
6,8
|
-2,0
|
|
|
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|
|
|
|
Classe Dimensionale
|
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1-9 dipendenti
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1.410
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2.140
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-730
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5,5
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8,3
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-2,8
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10-49 dipendenti
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4.320
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6.310
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-2.000
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4,2
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6,2
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-2,0
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50 dipendenti e oltre
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21.970
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24.650
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-2.680
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7,1
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8,0
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-0,9
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* Valori assoluti arrotondati alle decine. A causa di questi
arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli
valori. Dati comprensivi dei contratti a tempo determinato a carattere
stagionale.
** Per "entrate" si intendono le entrate complessive
(stagionali e non stagionali) di lavoratori dipendenti. Si consideri tale
precisazione anche per tutte le tavole seguenti.
*** I tassi di variazione sono calcolati sulla base dei saldi
occupazionali non arrotondati.
Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo
Excelsior, 2013
Per il segretario generale di Unioncamere, “la tenuta
e la piena affermazione dell’impresa sociale in Italia passano però anche
attraverso una profonda riflessione sul suo ruolo all’interno delle politiche
di sviluppo locale, individuando strumenti innovativi
per sostenere l’imprenditorialità e la microimprenditorialità”.
A questo
scopo, Unioncamere ha promosso l’iniziativa di sistema Start up imprenditoria sociale, il cui obiettivo è favorire la
nascita di 400 nuove imprese sociali. Le Camere che partecipano al progetto
stanno procedendo, in questa prima fase (il bando per la ricezione delle
candidature chiude il 21 ottobre prossimo), alla selezione degli aspiranti
imprenditori sociali che potranno beneficiare di informazioni e orientamento di
base per l’avvio d’impresa, nonché di formazione e accompagnamento alla
elaborazione del loro business plan. Già da una prima analisi delle domande a
oggi pervenute è possibile tracciare alcune delle tendenze evolutive del mondo
delle imprese sociali. A partire dalla diffusione sempre più evidente in ambiti
quali il turismo sociale o la tutela ambientale. Molti candidati, poi,
dichiarano di aver già maturato esperienze nel sociale, spesso legate al
volontariato, e vogliono far diventare un “lavoro” le proprie competenze.
Per il
sostegno dell’imprenditorialità sociale, occorre poi favorire forme di
collaborazione con il sistema del microcredito. Per questo, Unioncamere e Banca
Etica hanno recentemente sottoscritto un Protocollo di Intesa con il quale
vogliono integrare i servizi di informazione, formazione, orientamento,
accompagnamento e assistenza tecnica per l’avvio di nuove attività
imprenditoriali sociali offerti dalle Camere di commercio con l’offerta da
parte di Banca Etica di un pacchetto integrato di prodotti di microcredito
specificatamente dedicato all’imprenditoria sociale.
Lo scorso 7
ottobre è stato inoltre presentato il rinnovato Protocollo d’intesa tra
Unioncamere e Forum Nazionale del Terzo Settore per la valorizzazione
dell’imprenditorialità sociale, che punta, tra l’altro, al rafforzamento della
rete dei 33 Comitati per l’imprenditoria sociale e il microcredito (Cisem)
costituiti dalle Camere. Queste strutture si prefiggono di cooperare con
associazioni imprenditoriali, con quelle del Terzo Settore, con i Comuni e con
il mondo della ricerca (a partire da quella universitaria) per promuovere lo
sviluppo di queste imprese.
“Le Camere di
commercio - conclude Gagliardi – sono il soggetto in grado di rafforzare
l’indispensabile triangolazione tra chi produce beni economici e chi produce
beni sociali: fra imprese profit, mondo del non profit e istituzioni. La Camera
può rappresentare la casa che sostiene lo sviluppo delle imprese sociali e del
non profit, un indispensabile tassello nel nuovo modello di sviluppo
dell’Italia basato sulla qualità, sulla sostenibilità, sulla cultura dei
territori: perché la coesione e il benessere sociale non sono ininfluenti
rispetto alla creazione di ricchezza, come dimostra l’esperienza dei nostri
distretti produttivi, dell’imprenditorialità diffusa, delle aziende familiari”.
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LOMBARDIA,GIUNTA: AZZERATA IRAP PER START UP INNOVATIVE MARONI:È LA PRIMA VOLTA, VOGLIAMO ABBATTERE PRESSIONE FISCALE MELAZZINI: 30 MLN PER LA NASCITA E IL RILANCIO DELLE IMPRESE |
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Torrazza
Coste/pv, 15 ottobre 2013 - Favorire
l´avvio e lo sviluppo di nuove imprese lombarde (Start up) e supportare il
rilancio di imprese esistenti (Re Start), attraverso un sostegno finanziario,
l´affiancamento di una rete selezionata di soggetti fornitori di servizi e, per
la prima volta in Lombardia, l´azzeramento dell´Irap per le Start up
innovative. Sono questi gli obiettivi del provvedimento - accompagnato da una
disponibilità finanziaria di 30 milioni di euro - approvato oggi dalla Giunta
regionale, su proposta dell´assessore alle Attività produttive, Ricerca e
Innovazione Mario Melazzini. Lo stesso Melazzini ha presentato oggi il
provvedimento nella conferenza stampa dopo Giunta, insieme al presidente
Roberto Maroni.
Riduzione
Pressione Fiscale - "È la prima volta - ha spiegato Maroni - che viene
deciso l´azzeramento dell´Irap per le Start up innovative. Si tratta di una
misura coerente con il programma di governo, che prevede la riduzione della
pressione fiscale. E´ il primo passo per l´azzeramento completo dell´Irap, cosa
che la Lombardia vuole realizzare, sfidando le altre Regioni e il Governo a
fare altrettanto".
"L´azzeramento
dell´Irap - ha aggiunto Melazzini - è un provvedimento fondamentale di sostegno
alle imprese. Il nostro metodo di lavoro è fatto di ascolto e ricognizione precisa
del bisogno dei territori e di individuazione di strumenti per dare risposte
concrete. La misura per Start up e Re start è nata proprio da questo metodo e
grazie a un ottimo lavoro di squadra. Con questa azione vogliamo creare
occupazione, stimolare giovani a fare impresa e non abbandonare le aziende in
difficoltà, intercettando le loro necessità prima di una crisi
irreversibile.
Agiamo in particolare sulla semplificazione (con sgravi fiscali e
amministrativi), realizzando anche strumenti personalizzati di supporto".
400
Aziende - Per realizzare questo programma innovativo - destinato appunto non
solo alla nascita di nuove attività, ma anche al riposizionamento di quelle
esistenti - "la dotazione finanziaria iniziale - ha spiegato Melazzini -
sarà di 30 milioni di euro, di cui 7 milioni di contributi 4 fondi disponibili
secondo due modalità: finanziamenti agevolati del Frim: finanziamento a medio
termine a tasso di interesse 0,5% fino ad un massimo di 100 mila euro (fino al
100% dell´investimento ammissibile) per spese di avvio/rilancio dell´attività
d´impresa; servizi di affiancamento erogati dalla rete di professionalità
selezionata: contributo fino ad un massimo di 30.000 euro per l´acquisto di servizi
di
affiancamento
ai percorsi di avvio/rilancio d´impresa presso la rete di fornitori
selezionati.
Nuova
Legge Sulla Competitività - Le imprese ammesse al programma Start up e Re start
saranno il primo campione su cui sperimentare le innovazioni introdotte dalla
nuova proposta di legge sulla competitività, il cui articolato è stato
presentato oggi in Giunta e che sarà approvato la prossima settimana. "Non
si tratta di una semplice revisione della legge - ha sottolineato Melazzini -
ma di una svolta epocale, che introduce strumenti concreti di aiuto alle
imprese". Il progetto di legge sulla competitività introduce una serie di
modifiche che riguardano, tra le altre cose: semplificazione dei rapporti e
delle procedure legate all´avvio d´impresa (Accordo di localizzazione
produttiva con l´avvio e la sperimentazione di ´zone a burocrazia zero´);
fiscalità di vantaggio con la previsione, nell´ambito degli stessi Accordi, di
un minor carico fiscale per le nuove imprese, sulle imposte regionali e
comunali;
nuove modalità per l´avvio dell´attività di impresa; riforma degli Sportelli
unici per le attività produttive e del sistema dei controlli.
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TAGLIO IRAP, MARONI: IL GOVERNO PRENDA ESEMPIO DA NOI |
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Milano,
15 ottobre 2013 - "La nostra
delibera, che prevede l´azzeramento dell´Irap per le nuove imprese costituite
da giovani, introduce un principio rivoluzionario, perché è il primo passo che
ci deve portare all´abbassamento della pressione fiscale". Lo ha detto il
presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, rispondendo, a margine della
manifestazione ´Sport&talent´, alle domande dei cronisti che gli chiedevano
un commento sui numerosi provvedimenti adottati dalla Giunta a sostegno del
mondo delle imprese e non solo. Il governatore, sottolineando l´importanza del
provvedimento assunto venerdì scorso, che taglia l´Irap per le Start up
innovative, e ricordando brevemente l´impegno dimostrato dalla Giunta per
sostenere "l´intervento della Regione in tutti i campi e in tutti i
settori", ha incalzato il Governo nazionale, osservando che "se
facesse tutto quello che fa la Regione Lombardia, avremmo risolto molti
problemi".
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CALABRIA: PRESENTATO LA SECONDA FASE DEI PISL. 51 MILIONI DI EURO ALLE IMPRESE |
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Catanzaro,
15 ottobre 2013 - L’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione
Nazionale e Comunitaria, Giacomo Mancini, ha presentato, alla Fondazione Terina
di Lamezia Terme, la seconda fase dei Progetti Integrati di Sviluppo Locale:
quella concernente i bandi sugli aiuti alle imprese. Ad affiancare c’erano il
direttore e le dirigenti del Dipartimento Turismo della Regione, Pasquale
Anastasi, Gabriella Rizzo e Consolata Loddo, il responsabile del procedimento Pisl,
Luigi Zinno e Tommaso Calabrò dirigente del Dipartimento Programmazione
Nazionale e Comunitaria.
In
particolare, alla presenza degli amministratori e degli imprenditori dei
territori coinvolti, sono stati illustrati i due bandi relativi ai Pisl
“Sistemi turistici locali/Destinazioni turistiche locali” che hanno una
dotazione finanziaria complessiva di 51 milioni di euro, provenienti dalle
Linee di intervento 5.3.2.3 (quarantuno milioni e sessantaduemila euro) e
5.3.2.2 (dieci milioni 508 mila) del Por Calabria Fesr 2007-2013. Dopo avere
siglato le convenzioni Pisl per la realizzazione delle opere infrastrutturali,
è arrivato il momento di dare attuazione alle agevolazioni previste, già
finanziate con la delibera di Giunta regionale 466 del 19 ottobre 2012, che ha
approvato le graduatorie dei Pisl.
“Oggi
iniziamo la seconda fase dei Pisl , quella che è rivolta agli imprenditori
privati. Dopo aver concluso la prima fase per gli enti pubblici territoriali –
ha dichiarato l’Assessore Giacomo Mancini - con i quali abbiamo siglato le
convenzioni e ai quali abbiamo erogato le anticipazioni mettendo così nelle
condizioni gli amministratori di realizzare le opere pubbliche, adesso
lavoriamo sui bandi che sono rivolti ai privati. Questi strumenti sono pensati
per gli imprenditori che operano in uno
dei 217 comuni compresi tra il partenariato dei 17 Pisl finanziati che
riguardano il turismo. Per loro abbiamo stanziato 51 milioni di euro a valere
sui fondi comunitari ai quali dovranno aggiungersi i capitali privati investiti
dagli imprenditori. Sul territorio ci sarà un vero e proprio effetto
moltiplicatore. Mettiamo – ha aggiunto l’Assessore Mancini – nelle mani dei
calabresi un altro strumento che consentirà di migliorare la ricettività della
nostra regione e i servizi turistici. Continuiamo così sulla strada tracciata
dal Presidente Scopelliti di puntare in particolare sul turismo come volano di
sviluppo della Calabria. Perché ciò´ avvenga, è importante che sia il pubblico
che il privato si rimbocchino le maniche continuando il lavoro di squadra già
da tempo avviato. Adesso – ha concluso l’Assessore Mancini - ci aspettiamo che
gli imprenditori che aderiscono a questi bandi realizzino progetti capaci di
offrire una accoglienza di qualita´ che consenta di raccogliere flussi turistici sempre
maggiori".M.v.
I
Beneficiari. Gli aiuti riguardano investimenti e servizi reali. Ne possono
beneficiare piccole e medie imprese con sede operativa in tutti i comuni
ricadenti nelle aree dei Pisl finanziati con la delibera 466 del 2012, che ha
approvato le graduatorie dei Progetti integrati di sviluppo locale. Lo
strumento individuato è quello dei Pacchetti integrati di agevolazione (Pia),
che consentono la richiesta di contributi finanziari attraverso la
presentazione di piani di sviluppo aziendale economicamente validi.
I
Territori. I Pisl coinvolti sono diciassette (di cui dodici in entrambi i
bandi), con soggetti capofila: nel Catanzarese, la Provincia, il Comune di
Gizzeria, la Comunità montana Monti Reventino, il Comune di Squillace; nel
Cosentino, i Comuni di San Giovanni in Fiore, Scalea, Amantea, Castrovillari,
Cassano allo Jonio e Belvedere Marittimo; nel Crotonese, la Provincia; nel
Reggino, i Comuni di Gerace, Bagnara Calabra, Santo Stefano in Aspromonte e il
Consorzio Locride; nel Vibonese, i Comuni di Vibo Valentia e di Tropea. Le
Amministrazioni municipali coinvolte, in totale, sono 217, di cui sessantadue
nel Catanzarese, sessantasette nel Cosentino, 23 nel Crotonese, trentasette nel
Reggino e ventotto nel Vibonese.
Quali
Interventi Possono Essere Finanziati: Primo Bando (Linea 5.3.2.3).
Sono
finanziabili la qualificazione, il potenziamento e l’innovazione dei sistemi di
ospitalità attraverso interventi per: migliorare le funzionalità e la qualità
dei servizi delle strutture ricettive esistenti (anche attraverso la
realizzazione di impianti e servizi connessi); realizzare nuova ricettività di
alta qualità; realizzare “alberghi diffusi” nei centri storici.
Quali
Interventi Possono Essere Finanziati: Secondo Bando (Linea 5.3.2.2).
Sono
finanziabili interventi realizzati da imprese che operano nel comparto del
turismo per la progettazione e la realizzazione di nuovi prodotti/servizi
turistici basati
prioritariamente
sugli itinerari tematici (naturalistici, culturali, enogastronomici). Si
possono inoltre ricevere contributi per interventi che prevedono la nascita e
il potenziamento di imprese in grado di erogare le tipologie di servizi
turistici per: organizzazione di eventi e iniziative; fruizione del patrimonio
ambientale, architettonico e culturale; promozione e gestione di specifici
Prodotti/pacchetti turistici; servizi alle imprese turistiche
(innovazione
tecnologica processi back office e front office, gestione comune acquisti,
promozione e prenotazione, etc.). E’ data priorità alle imprese di servizi
costituite da reti di Operatori turistici.
Lo
Strumento Di Incentivazione.
Lo
strumento individuato è quello Pacchetti integrati di agevolazione (Pia), che
consentono la richiesta di contributi finanziari attraverso la presentazione di
Piani di sviluppo aziendale relativi a: investimenti produttivi; servizi reali;
formazione.
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WORKSHOP ALCOTRA INNOVAZIONE: PRE-COMMERCIAL PUBLIC PROCUREMENT E LIVING LABS IN VALLE D´AOSTA |
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Aosta,
15 ottobre 2013 - L’assessorato delle attività produttive, energia e politiche
del lavoro e la Chambre Valdôtaine organizzano, nell´ambito del progetto
strategico Alcotra Innovazione, il 18 ottobre 2013 alle ore 14,30, al
politecnico di Torino sede di Verrès, un workshop dal titolo: Alcotra
innovazione: Pre-commercial Public Procurement e Living Labs in Valle d´Aosta.
Il
progetto strategico Alcotra Innovazione, nel contesto del Programma di
cooperazione transfrontaliera Italia-francia 2007-2013, ha sviluppato azioni di
partenariato tra gli attori dell´innovazione da una parte e dall´altra della frontiera
alpina, favorendo a livello locale e transnazionale la collaborazione tra
imprese, cluster, centri di ricerca, università e istituzioni per lo scambio di
buone pratiche e per attività di trasferimento tecnologico e di ricerca e
sviluppo.
In
particolare la Valle d´Aosta, nell´ambito di questo progetto, ha attivato
azioni pilota di domanda pubblica di innovazione, con l´inedito strumento
dell´appalto pubblico pre-commerciale, e di open innovation, con la
sperimentazione di Living Labs, con i quali la ricerca si sposta dai laboratori
a contesti di vita reale in cui i cittadini, in qualità di utenti finali, sono
invitati a partecipare attivamente al processo innovativo nel suo insieme in
domini socio-economici strategici quali smart energies e infomobilità.
All´incontro
interverranno Francesco Fionda dell’Assessorato delle attività produttive,
energia e politiche del lavoro, Francesco Molinari esperto di Living Labs per
il progetto Alcotra Innovation, Andrea Manfredi Ceo - news.Supermoney.eu e
Alessandra Donnini sviluppatrice software Etc Ware s.R.l.
Segreteria
organizzativa - tel.0165 573096
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TRIESTE - PRESENTAZIONE DEL PROGETTO CLUSTER CLUB |
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Trieste,
15 ottobre 2013 - Si è chiusa sabato 12 ottobre la due giorni di incontri volti a favorire lo
sviluppo delle reti d´impresa nell´Alto Adriatico, organizzata nell´ambito del
Progetto Cluster Club. Si tratta di un´iniziativa cofinanziata dal Programma di
cooperazione Transnazionale Ipa Adriatico, che mira a rafforzare la
cooperazione fra i centri di competenza, distretti e le imprese appartenenti al
settore della nautica, al quale partecipa anche Aries, l´Azienda Speciale della
Camera di Commercio di Trieste, unitamente alle aziende speciali iter e
concentro delle camere di commercio di Udine e Pordenone, e ad altri 14 partner
su 6 paesi dell’area adriatica, con capofila Unioncamere Veneto.
Il
primo workshop, che ha animato nel pomeriggio di ieri lo stand del progetto
Cluster Club all’interno del Villaggio Barcolana, si è focalizzato sulla
presentazione delle eccellenze in tema
di innovazione nella filiera della nautica presenti a Trieste e in Friuli
Venezia Giulia grazie agli apporti del distretto nautico Ditenave, dei progetti
in tema di formazione, reti di impresa e start up innovative.
“Il
Progetto Cluster Club mira a portare l’attenzione del mondo della nautica sulle
possibilità offerte dall’alto Adriatico – ha detto il presidente della Camera
di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti -. Ritengo che il mare possa essere
l’elemento chiave per il rilancio di Trieste proprio grazie alla Blue Economy.
Grazie al sostegno del sistema camerale siamo riusciti a creare Trieste
Refitting System, una rete d’impresa tra
cinque importanti aziende del settore del refitting, ed abbiamo inoltre messo
in rete le tre più importanti marine dell’area giuliana creando il Trieste
Yacht Berths. Si tratta di realtà che stanno già dando ottimi risultati, come
dimostra l’alto numero di maxi yacht che solcano le nostre acque. Il tutto per
fare in modo che queste imbarcazioni non vengano solo per turismo, ma anche per
fare rimessaggio e fuire dei molti servizi d’eccellenza offerti dalle nostre
aziende”.
Tra i
primi output del progetto, una mappatura completa dei centri d’eccellenza dei
distretti e delle imprese afferenti la filiera nautica nell’area adriatica
(disponibile sul portale www.Clusterclub.eu).
Sono
stati presentati inoltre lo studio di prefattibilità per un mini marina
fluviale, il recupero del “trabacolo” l’antica imbarcazione della tradizione
marinara veneziana che univa le due sponde dell’Adriatico, e un incubatore per
startup a Pola.
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PRESENTATO A LAMEZIA IL PROGETTO “PAESE AUSTRALIA” RIVOLTO ALLE IMPRESE CALABRESI. |
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Catanzaro,
15 ottobre 2013 - L’assessore alle politiche Internazionali Luigi Fedele ha
aperto i lavori del progetto “Paese Australia”, presentando la Missione
incoming in Calabria di operatori australiani. La manifestazione commerciale alla
quale hanno aderito circa cinquanta aziende calabresi del settore
agroalimentare e turistico, si è tenuta a Lamezia presso la Fondazione Terina
del Centro Agroalimentare di Lamezia, alla presenza del Dirigente generale del
Dipartimento Turismo della Regione Pasquale Anastasi, della Dirigente del
settore Politiche Internazionali Saveria Cristiano, del Segretario generale del
Ceo e della Camera di Commercio Italiana in Australia Nicola Carè e del vice
Segretario generale della Camera di Commercio Italiana in Australia Luca De
Leonardis.
L’assessorato
all’Internazionalizzazione, in attuazione del Pea 2013, ha avviato lo scorso
mese di luglio il progetto “Paese Australia” che ha visto, nella sua prima
fase, la realizzazione di una missione istituzionale finalizzata
all’implementazione di proficui rapporti economici e commerciali con
qualificati operatori australiani.
Il
progetto, inoltre, ha permesso l’attivazione del “Desk Calabria”, operativo
presso la Camera di Commercio Italiana in Australia che consente alle imprese
calabresi selezionate di usufruire di una vetrina espositiva gratuita e di
servizi di assistenza e supporto specialistico in loco sul mercato australiano.
“Abbiamo
il piacere di ospitare in Calabria – ha dichiarato l’assessore Fedele – alcuni fra
i più importanti operatori australiani del settore agroalimentare e turistico,
a seguito della realizzazione della missione nelle città di Sydney e Melbourne
con i settori più rappresentativi delle eccellenze produttive calabresi.
L’azione di incoming, infatti, rappresenta un importante momento di promozione
e di implementazione dei rapporti economici, commerciali e imprenditoriali con
partner economici australiani sul territorio calabrese per lo sviluppo di
iniziative legate al turismo e alle produzioni regionali. Le nostre aziende,
infatti, avranno l’opportunità di mostrare le eccellenze di cui dispone la
Calabria, attraverso la visita dei luoghi e delle stesse aziende che hanno
aderito al progetto”.
La
giornata di incoming è continuata, poi, con gli incontri ‘b2b’ settoriali
(alimentare – Turismo - Ict) tra operatori australiani e calabresi al fine di
promuovere sia le produzioni d’eccellenza della regione che gli itinerari e i
siti turistici calabresi. Nel corso delle giornate calabresi, inoltre, gli ospiti
australiani avranno l’occasione di visitare le strutture ricettive e le aziende
del settore agroalimentare selezionate sparse su tutto il territorio regionale.
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RETE DI IMPRESE: UN CONTRATTO PER CRESCERE E INNOVARE LE PMI DEL VENETO |
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Venezia,
15 ottobre 2013 – Un contratto che unisce esperienze imprenditoriali diverse
per renderle più competitive con minori costi e rischi, godendo di agevolazioni
creditizie e prodotti finanziari dedicati a tale modello di aggregazione. Circa
200 imprenditori provenienti da tutto il Nordest hanno partecipato al convegno
«Il contratto di rete di imprese: aggregarsi per crescere e innovare –
Agevolazioni creditizie, rating e internazionalizzazione», svoltosi lunedì 14
ottobre ed organizzato da Unioncamere del Veneto, Veneto Promozione e Università
Ca’ Foscari, in collaborazione con Banco San Marco – Gruppo Banco Popolare – e
Unicredit.
“Piccolo
è bello” era il refrain che una decina d’anni fa caratterizzava il successo di
un sistema imprenditoriale come quello Veneto, dove la colonna portante sono le
piccole e medie imprese e la loro flessibilità produttiva. Un sistema che
l’economia globalizzata ha messo in discussione. La soluzione, oggi, è fare
squadra e mettere insieme risorse ed idee per salvaguardare e far crescere il
patrimonio imprenditoriale. Questo sono le reti d’imprese. Attualmente la
struttura produttiva del Veneto consta di oltre 457mila aziende, il 90% delle
quali con meno di 10 addetti. In Veneto – dati Infocamere al 29 luglio 2013 – i
contratti di rete sono 85 e coinvolgono 426 imprese mentre, a livello di
Nordest, le aggregazioni sono 297 per complessive 1.396 imprese aderenti.
«L’attuale
crisi obbliga a fare sistema e lavorare in squadra - sottolinea Gian Angelo
Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto –. Questo soprattutto
quando imprese ed enti devono internazionalizzarsi e svolgere attività di
ricerca e sviluppo tecnologico. Il convegno che abbiamo promosso voleva proprio
offrire idee, servizi e strumenti finanziari per l´importante obiettivo di
“fare rete” fra le nostre imprese».
Il
convegno ha infatti illustrato il quadro delle novità introdotte dalla
normativa sul contratto di rete, le importanti agevolazioni creditizie e i
prodotti finanziari dedicati a questo modello d’aggregazione.
Paolino
Donnarumma, responsabile Servizio Sviluppo e Alleanze del Banco Popolare, ha
introdotto l’argomento illustrando come il fenomeno delle reti d’impresa sia
cresciuto in maniera esponenziale a partire dal 2010, quando le reti costituite
erano una ventina, per arrivare ai quasi 1.000 contratti di rete a fine luglio
scorso, che coinvolgono oltre 4.900 imprese.
L’intervento
è proseguito con una sintesi della
normativa che regola la materia, in particolare per quanto concerne i vantaggi,
anche fiscali, che derivano dall’aggregazione, affrontando il tema delle
differenze tra “Rete Contratto” e “Rete Soggetto”, figura recentemente
introdotta dal legislatore.
Per
quanto concerne il Banco Popolare e le reti d’impresa, Donnarumma ha
sottolineato l’importanza dell’accordo siglato con Retimpresa, sulla base del
quale è stato anche istituito un premio alla miglior tesi di laurea
sull’argomento “Reti”. Banco Popolare ha attivato con Bei/fei un plafond di 20
milioni di euro di finanziamenti dedicati alle imprese aderenti alle Reti ed è
stata la prima banca ad attivare un conto corrente espressamente dedicato alle
Reti di Impresa.
«Il
Contratto di rete è uno strumento estremamente flessibile che permette alle
imprese di migliorarne la competitività sui mercati internazionali facendo
parte di reti globali e di intercettare
così nuove opportunità di business, pur senza perdere la propria autonomia – ha
sottolineato Gino Garbin, responsabile Area Venezia di Unicredit –. Sotto il
profilo dell’accesso al credito Unicredit mette a disposizione un modello di
servizio specializzato, oltre che un processo creditizio in grado di migliorare
anche sensibilmente il livello di rating delle reti con conseguenti benefici in
termini di costo del credito».
A
portare la propria testimonianza di rete di imprese sono intervenuti Enrico
Cancino (direttore Craca), Luca Castagnetti (Studio Impresa) e Giancarlo Taglia
(manager di rete di Il Buongusto Veneto).
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PIANO STRATEGICO D´AREA VASTA PER LA SICILIA SUD-EST |
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Ragusa,
15 ottobre 2013 - E´ stato sottoscritto nella sala
consiglio della Cdc, il protocollo d’intesa tra le Cdc di Catania,
Ragusa e Siracusa teso alla individuazione ed al sostegno di azioni comuni tra
i tre enti camerali per la costruzione di un “piano strategico d’area vasta per
il sud-est di Sicilia”.
A
firmare il documento sono stati, oltre al commissario straordinario della Cdc
di Ragusa Sebastiano Gurrieri, il presidente della Cdc di Siracusa Ivan Lo
Bello, e per la Cdc di Catania assente il commissario straordinario Dario Lo
Bosco, il segretario generale dell’ente Alfio Pagliaro. Erano presenti alla
cerimonia anche il vicepresidente della Camera di Siracusa Pippo Ganninoto e il
segretario generale Roberto Cappellani, e, a fare da padroni di casa, il
segretario generale di Ragusa Carmelo Arezzo ed il suo vice Vito D’antona. Con
il protocollo i tre enti camerali,
riprendendo un percorso di collaborazione avviato già nel 2007 (con allora
artefice per la Cdc di Ragusa il compianto presidente Pippo Tumino), vogliono
mettere insieme risorse ed impegno per una complessa e organica progettazione
di interventi che vadano al di là dei meri confini territoriali delle province
per guardare ad una visione più strategica che possa, creando anche rapporti forti di collaborazione con gli enti
locali e con i comuni capoluogo, creare occasioni per aggregare risorse ed
investimenti sul piano infrastrutturale, della logistica, dell’innovazione
tecnologica, della ricerca, in modo da ingenerare processi virtuosi di sviluppo a favore del
sistema complessivo delle imprese. Questa opzione di lavoro, frutto di
precedenti contatti ed accordi anche con il Ministero della Coesione
territoriale, guidato da Carlo Trigilia, potrà consentire all’area del sud est,
coinvolgendo anche altri territori esterni alle tre province, ma accomunati da
una identica visione di sviluppo, di
trovare le linee più opportune per costruire un sistema in vista dei prossimi
appuntamenti anche europei utili alla valorizzazione delle eccellenze che i tre
territori sono in grado di esprimere e che non possono più essere spese con una
logica meramente localistica.
Nel
presentare il protocollo, i rappresentanti
delle Camere hanno sottolineato
che sul piano operativo è previsto un comitato organizzativo, affidato
ai tre segretari generali delle Cdc, ed un comitato tecnico-scientifico, in
grado di farsi carico della stesura di
una piano strategico verso il quale indirizzare, almeno per la progettazione,
risorse delle tre Camere e della Regione da calare in un fondo di rotazione che
possa efficacemente rendere produttivo e concreto l’impegno istituzionale, in
piena sintonia con il mondo delle associazioni
di categoria. Ivan Lo Bello da parte sua ha sottolineato come
l’abolizione delle province rende ancora più urgente e necessaria una visione
del territorio che vada oltre i vecchi
confini amministrativi.
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PIÙ SPINTA ALL´IMPRENDITORIA GIOVANILE NELL´AGGIORNAMENTO DELLE POLITICHE DI SETTORE |
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Trento,
15 ottobre 2013 - La Giunta provinciale
ha aggiornato l’ 11 ottobre l’atto di indirizzo e coordinamento delle politiche
giovanili che era stato a suo tempo approvato, sempre dall’esecutivo
provinciale, nella seduta di Giunta del 18 luglio 2011. L’aggiornamento deciso
oggi, che ha ricevuto il preventivo parere positivo della competente
Commissione consiliare, si è reso necessario sia per adeguarlo alle modifiche
normative intervenute sia, in particolare, a seguito dell’approvazione del
Progetto per l’imprenditoria giovanile che la Giunta ha deliberato nella seduta
del 28 marzo 2013.
L’atto
di indirizzo e coordinamento definisce gli obiettivi generali e gli indirizzi
relativi agli interventi, ai progetti articolati per fasce di età e alle azioni
delle politiche giovanili da realizzarsi direttamente, da parte dei comuni,
delle comunità o di altri soggetti pubblici o privati senza scopo di lucro
operanti in materia, anche al fine del coordinamento e del sostegno degli
stessi; la tipologia dei progetti e le relative modalità attuative; i dati e le
informazioni da acquisire ai fini della valutazione e del monitoraggio delle
singole iniziative. L’atto di indirizzo e coordinamento delle politiche
giovanili ha durata corrispondente alla legislatura ed è aggiornabile
annualmente.
L’aggiornamento
deliberato oggi interviene su due punti.
In
primo luogo, a seguito dell’istituzione dell’Agenzia provinciale per la
famiglia, la natalità e le politiche giovanili e dell’incardinamento delle
politiche giovanili all’interno della stessa a partire dal 18 luglio 2011, si è
inteso incentivare un necessario e più esplicito raccordo tra politiche
giovanili e politiche familiari, promuovendo anche l’adesione dei Piani giovani
ai Distretti famiglia.
In
secondo luogo sono state recepite le indicazioni contenute nel Progetto per
l’imprenditoria giovanile, individuando nell’atto di indirizzo e coordinamento
alcune misure utili a favorire l’imprenditorialità giovanile in Trentino. In
particolare, si è voluto orientare maggiormente i Piani Giovani di zona e
d’ambito verso lo sviluppo della cultura imprenditoriale; è stato inoltre
deciso di favorire la diffusione di informazioni di carattere generale sugli
strumenti a sostegno dell’imprenditorialità giovanile, attraverso l’attivazione
di uno sportello giovani e la creazione di una maggiore rete tra i referenti
tecnici dei Piani Giovani; si è infine deliberato di attivare un percorso di
alta formazione per i referenti tecnici dei Piani Giovani.
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NES: PRIORITÀ AI 650 LAVORATORI |
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Venezia,
15 ottobre 2013 -
“Mi
attiverò dopo aver compreso bene la situazione dei contratti e dei servizi in
essere di Nes, per accompagnare i lavoratori verso altre aziende del medesimo
settore”. Lo afferma Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro, in
relazione alla situazione di Nes.
“In
Veneto - sottolinea - ci sono alcune tra le più grandi e migliori aziende nel
settore della sicurezza privata e dei servizi verso i depositi degli istituti
di credito, un settore che aveva in Nes una importante realtà. Dopo questo
disastro su cui sta indagando la magistratura, a me preme preservare la realtà
imprenditoriale che vede ben 650 persone occupate”.
E
annuncia: “Verificherò la possibilità di far transitare personale e contratti
ad altra o altre aziende di settore per non far mancare i servizi di sicurezza
e garantire il lavoro ai dipendenti”.
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CEMENTIFICI BASSA PADOVANA: SOTTOSCRITTO ALL’UNANIMITA’ DA TUTTE LE PARTI SOCIALI PROTOCOLLO SALVAGUARDIA CONTESTO PRODUTTIVO E TUTELA OCCUPAZIONE |
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Venezia,
15 ottobre 2013 - “Tutte la parti sociali all’unanimità, affiancate da quelle
istituzionali e del territorio, hanno sottoscritto un protocollo per la
salvaguardia del contesto produttivo e la tutela dell’occupazione dei
cementifici della Bassa padovana in cui si esplicita l’affermazione che il
settore dei cementifici è e resta strategico per il nostro tessuto produttivo e
per il nostro territorio”.
Lo
afferma l’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan che informa dell’accordo
firmato l’8 ottobre scorso da Italcementi Spa, Cementizillo, La Cementeria di
Monselice, Confindustria Padova, Fillea-cgil, Fenela-uil,filca-cisl e le Rsu di
Italcementi. Cementizillo e La Cementeria, Comune di Monselice, Comune di Este,
Provincia di Padova, Regione del Veneto nella persona di Donazzan e consiglieri
regionali Mauro Bortoli e Stefano Peraro.
L’accordo
prevede specifiche e mirate azioni d’intervento da parte di tutti i soggetti
coinvolti che sono: le imprese, Confindustria di Padova, le organizzazioni
sindacali, la Regione del Veneto, la Provincia di Padova, i Comuni di Monselice
ed Este, il Parco dei Colli Euganei.
Ora il
protocollo andrà all’esame della Giunta regionale per la formalizzazione.
L’assessore Donazzan sottolinea come alla crisi che in questi anni ha investito
il settore dei cementifici “si è aggiunta la criticità di un´azione di disturbo
da parte di alcuni comitati ambientalisti che hanno impedito le scelte di
investimento da parte delle aziende. In particolare, Italcementi oggi è
costretta ad una ipotesi di chiusura a fronte del peggioramento della crisi e
per non aver potuto effettuare scelte innovative degli impianti a causa proprio
della ostilità dei comitati ambientalisti. Il Protocollo sottoscritto da tutte
le parti è un atto importante che impegna sotto diversi aspetti: formativi per
i lavoratori, di riqualificazione per gli espulsi dal settore, di coordinamento
delle azioni di incrocio domanda offerta di lavoro, di semplificazione
burocratica e amministrativa per le aziende. Permetterà anche – sottolinea
Donazzan - di presentarci sui tavoli nazionali con una posizione unitaria e
molto forte in particolare nei confronti del Mise per le scelte di politiche di
valorizzazione e tutela di questo settore”.
In
estrema sintesi il protocollo, dopo aver descritto la situazione del settore
nel Veneto, e in particolare nella Bassa padovana, descrive l’attività del
Tavolo regionale sulle cementerie istituito nell’aprile 2013 ( “tavolo
regionale che, tra l’altro – precisa l’Assessore – è slittato per lasciare lo
spazio a un tavolo nazionale che non ha portato a nulla”) e da cui è emersa la
proposta di redigere il protocollo sottoscritto due giorni fa.
In esso
le parti prevedono due linee d’azione: la prima per sostenere l’attività dei
cementifici favorendo la massima occupazione di qualità, la massima riduzione
tecnicamente raggiungibile dell’impatto ambientale, la trasparenza e la
partecipazione della comunità locale ai processi di controllo e valutazione di
tale impatto, partendo dall’impegno delle aziende a rispondere e attuare una
reale responsabilità sociale territoriale; la seconda per sostenere la
ri-occupazione in altri settori dei lavoratori espulsi, garantire loro un
sostegno al reddito, promuovere azioni da inserirsi all’interno di un piano
generale di sviluppo sostenibile dell’area della Bassa Padovana anche con
riferimento al Piano ambientale del Parco dei Colli Euganei.
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EX ARSSA: LA REGIONE ABRUZZO HA SEGUITO IL PROGRAMMA |
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Pescara,
15 ottobre 2013 - "Non è affatto vero quanto è stato dichiarato in una nota
sindacale in merito alla situazione dei lavoratori dell´ex Arssa della sede di
Avezzano. Non si può affatto parlare di immobilismo da parte della Regione che,
anzi, ha fatto tutto quello che doveva fare nel processo di riorganizzazione
della struttura. Se ci sono stati dei ritardi nella piena realizzazione della
riforma lo si deve principalmente agli ostacoli e all´ostracismo nati dalla
litigiosità delle Organizzazioni sindacali e delle Rsu sia dell´Arssa sia della
Regione". Lo dichiara l´assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo,
che prosegue: "In attuazione di quanto disposto dalla Costituzione
Italiana e dalla Legge regionale n.29 del 2011 si è proceduto a riformulare
l´assetto organizzativo della Direzione Politiche agricole prevedendo due
servizi, con specifiche competenze, sempre con sede ad Avezzano. In particolare
ad uno di essi sono state assegnate competenze in materia di sviluppo
dell´agricoltura ecocompatibile e delle agro-energie. All´altro servizio,
invece, è stato affidato anche il sistema dei controlli da svolgere per ogni
misura del Programma di Sviluppo Rurale. Non solo, ma quest´ultimo riveste un
ruolo fondamentale nell´ambito della preparazione della nuova programmazione
(nuova Pac per il periodo 2014-2020). Inoltre, sono stati conferiti ai
Dirigenti assegnati alla Direzione gli incarichi dirigenziali ed è stato
assegnato tutto il personale con sede di lavoro ad Avezzano, ai Servizi
istituiti sempre ad Avezzano". "Ritengo insensato e strumentale ?
riprende l´Assessore - lasciare intendere che la Regione si disinteressa della
Marsica che è invece ritenuta un´area di altissimo interesse per quanto
riguarda le sorti della nostra agricoltura. Per questo la struttura con sede ad
Avezzano riveste un ruolo primario nella scrittura del documento per la nuova
programmazione che costituisce uno strumento fondamentale per tutto il comparto
regionale. L´obiettivo della nostra azione è migliorare e rendere sempre più
efficienti le strutture a disposizione degli agricoltori. Inoltre voglio
ricordare che ho proposto Avezzano come sede dell´Osservatorio faunistico
regionale, uno strumento di importanza strategica in quanto indispensabile per
una corretta gestione faunistica, anche ai fini della programmazione dei
prelievi venatori. A oggi però la proposta giace ancora in Consiglio regionale
ed è passato oltre 1 anno e mezzo". "Torno a sottolineare ? conclude
Febbo ? che i servizi della sede di Avezzano sono stati istituiti nei termini
previsti dalla Legge regionale n.29 del 2011, gli stessi servizi sono operativi
e stanno svolgendo le competenze assegnate, tutto il personale è stato
assegnato".
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TRENTO: AGEVOLAZIONI IRAP PER LE IMPRESE CHE ATTUANO LA STAFFETTA GENERAZIONALE |
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Trento,
14 ottobre 2013 - Approvati l’ 11 ottobre dalla Giunta provinciale i criteri e
le modalità di attuazione delle
agevolazioni Irap in favore delle aziende che operano sul territorio
provinciale, tra le quali quella relativa alla cosiddetta “Staffetta
generazionale” contenuta nella legge finanziaria provinciale 2013. Un altro
passaggio che fa parte dei provvedimenti dall’esecutivo provinciale per
contrastare gli effetti della crisi economica e sostenere l’occupazione. In
questo caso si è prevista la deduzione dalla base imponibile dell’Irap dei
costi sostenuti per il personale assunto a tempo indeterminato in forza di
contratti collettivi, anche aziendali, che prevedano – a fronte della riduzione
dell’orario di lavoro dei lavoratori che raggiungano i requisiti minimi per il
pensionamento nei 36 mesi successivi alla data di stipulazione dell’accordo
collettivo – la contestuale assunzione di giovani che non abbiano più di 35
anni di età. La deduzione opera se da questa assunzione deriva un saldo
occupazionale positivo e spetta per la parte del costo del personale che non è
già deducibile dalla base imponibile Irap ai sensi della normativa statale e
provinciale vigente.
Una
norma dunque che incentiva l’adesione ai patti generazionali o staffetta
generazionale. Si tratta di accordi sindacali, anche aziendali, in grado di
favorire contemporaneamente l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro e
l’accompagnamento alla pensione dei lavoratori prossimi al pensionamento, in
un’ottica di solidarietà intergenerazionale e di passaggio di conoscenze ed
esperienze tra generazioni.
La
staffetta o patto generazionale consiste nella trasformazione a part time del
contratto di lavoro di lavoratori che abbiano superato i 50 anni di età e che
raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento nei 36 mesi successivi alla
data di stipulazione dell’accordo sindacale, ma non prima di 12 mesi dalla
stessa data, a fronte dell’assunzione con contratto di apprendistato o a tempo
indeterminato di giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni.
La
disposizione provinciale interviene consentendo la completa defiscalizzazione
ai fini Irap delle spese sostenute nel periodo d’imposta relative ai lavoratori
assunti a tempo indeterminato, in attuazione dei patti, mediante la deduzione
dalla base imponibile Irap di tali costi.
L’agevolazione
riguarda il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre ed il
periodo successivo. I beneficiari sono i soggetti passivi del settore privato.
Occorre
ricordare inoltre che l’intervento 9 ter del Documento degli interventi di
politica del lavoro prevede incentivi economici a favore dei lavoratori anziani
che accettano la riduzione di orario a fronte dell’assunzione dei giovani. Si
tratta di interventi che puntano alla copertura contributiva del periodo di
lavoro ridotto e al recupero parziale della retribuzione persa.
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COMMERCIO AMBULANTE, INTESA REGIONE TOSCANA PER UNIFORME APPLICAZIONE DELLE NORME |
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Firenze
15 ottobre 2013 - L´intesa tra Regione Toscana, Anci Toscana, Anva
Confesercenti e Fiva Confcommercio, che è stata siglata l’ 11 ottobre alla
presenza dell´assessore regionale al commercio Cristina Scaletti, è un impegno
ad attuare tutte le azioni "finalizzate all´uniforme applicazione sul
territorio regionale del Documento unitario delle Regioni e delle Province
autonome e quindi delle nuova disciplina regionale in materia di commercio su
aree pubbliche". Anche perché questa forma distributiva è caratterizzata
dall´esercizio dell´attività nell´ambito di più mercati e fiere e dallo
spostamento del medesimo operatore in più Comuni del territorio regionale.
"Abbiamo
l´ambizione di proporre per primi un modello a livello nazionale – ha
commentato l´assessore Scaletti -, costruendo un meccanismo in grado di battere
ogni tipo di conflitto in materia tra diverse competenze isitituzionali".
D´altra parte il documento delle Regioni non è un atto normativo, e quindi
vincolante, ma un atto che riveste valenza politica; lo scopo perseguito dalle
Regioni è sostanzialmente quello di offrire un utile strumento di lavoro ai
Comuni chiamati ad applicare la nuova normativa regionale proponendo ulteriori
modalità applicative rispetto a quanto contenuto nell´intesa, in particolare in
merito alla durata delle concessioni di posteggio, ai criteri di selezione per
l´assegnazione dei posteggi, alla "spunta", alle disposizioni
transitorie da applicare alle concessioni in essere.
"Attraverso
questa intesa - spiega Sabrina Sergio Gori, assessore del Comune di San
Marcello Pistoiese e vicepresidente vicario di Anci Toscana - ci impegniamo a
favorire e sostenere l´uniforme e omogenea applicazione del documento da parte
dei Comuni Toscani, oltre che a promuovere iniziative per un´efficace
implementazione e monitoraggio della nuova disciplina in materia di commercio
su aree pubbliche sul territorio regionale". E analoga soddisfazione hanno
espresso Attilio Camposano, presidente di Fiva Confcommercio, e Maurizio
Innocenti, presidente di Anva Confersercenti.
"Apprezziamo
questro percorso condiviso fatto con Anci e Regione – sottolinea Campisano –
che segna un punto di arrivo che in realtà è la partenza verso un´azione
condivisa perché le amministrazioni comunali attuino un trattamento
univoco". E per Innocenti "abbiamo portato a fine e bene un lavoro
iniziato da tempo e con caratteristiche uniche per garantire una corretta
applicazione della normativa Bolkestein; con l´obiettivo di vedere allineati
gli enti locali in vista del rinnovo delle concessione per il periodo
2017-2029".
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TRENTO: FONDO DI ROTAZIONE PER IL CREDITO ALLE IMPRESE: APPROVATE DISPOSIZIONI E CONVENZIONE |
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Trento,
15 ottobre 2013 - La Giunta provinciale, su proposta dell´assessore all’industria,
artigianato, commercio e cooperazione e dell´assessore all’agricoltura,
foreste, turismo, promozione, caccia e pesca, ha adottato due importanti
provvedimenti in materia di credito alle imprese. Con una deliberazione ha
approvato le disposizioni definitive per la costituzione del fondo di rotazione
ad alimentazione mista per favorire l´accesso al credito da parte delle
imprese, che era stato varato nel luglio scorso; con un´altra deliberazione ha
definito le direttive per l´Agenzia provinciale per l´incentivazione delle
attività economiche (Apiae) per l´affidamento, mediante convenzione, ai confidi
e alle banche presenti sul territorio provinciale dell´attività istruttoria
relativa alle pratiche di finanziamento delle imprese. Con questo passaggio
amministrativo si è quindi giunti, da una parte, all´approvazione dei criteri
per rendere operativo il nuovo strumento del fondo di rotazione, approvato in
via preliminare il 26 luglio scorso, e, dall´altra, all´adozione dello schema
di convenzione con le banche e con i confidi per la sua gestione. Questo
intervento a favore delle imprese sarà finanziato con 80 milioni di euro, 40
stanziati dalla Provincia autonoma di Trento attraverso Apiae e 40 dalle
banche. E´ prevista la possibilità di concessione di un mutuo della durata tra
5 e 15 anni per un importo minimo di 30.000 euro e massimo di 2,5 milioni di
euro a tassi e con garanzie entro limiti concordati nelle convenzioni, con
possibilità di ulteriore deroga da parte della Giunta per progetti di
investimento di rilevante impatto di emissione finanziaria. La gestione dei
fondi è affidata ai Confidi attraverso un organismo comune.
Le
imprese potranno accedere a mutui a medio-lungo termine, parzialmente sorretti
da garanzie prestate da parte dei confidi e a tassi di mercato convenienti o
agevolati, per progetti di investimenti per l’ammodernamento o l’ampliamento
produttivo, la riqualificazione energetica, la ricerca e l’innovazione,
l’internazionalizzazione e l’acquisizione di servizi all’esterno dell’azienda.
Il fondo è destinato a favorire l’accesso al credito da parte delle imprese che
presentano progetti di sviluppo aziendale e, previa deroga della Giunta
provinciale, per progetti di rilancio e ristrutturazione finanziaria. Lo
strumento è destinato quindi a sostenere finanziariamente le imprese che si
trovano a dover affrontare la difficile situazione del mercato del credito determinata
dagli effetti della crisi economica internazionale.
L´origine
dell´intervento risale al protocollo d´intesa siglato il 5 dicembre 2012 dalla
Provincia con le parti sociali ed imprenditoriali con cui sono state
individuate nuove azioni per promuovere la produttività e la competitività del
Trentino. Tra le iniziative specificatamente orientate ad alleviare la stretta
creditizia in atto rientra il fondo di rotazione ad alimentazione mista. Le
difficoltà per le imprese non riguardano soltanto l’elevato tasso d’interesse
da corrispondere alle banche ma soprattutto l’effettiva possibilità di ottenere
credito.
La
Giunta provinciale già dall’autunno 2008 ha intrapreso un percorso di costante
monitoraggio e sostegno della situazione finanziaria delle imprese trentine
attraverso la costituzione di un apposito tavolo del credito al quale siedono i
tecnici dei maggiori istituti bancari trentini, dei confidi e
dell’amministrazione provinciale. Numerosi e cospicui sono stati gli interventi
destinati ad immettere nuova liquidità nel sistema finanziario trentino e a
ridurre il costo dei finanziamenti. Ai fondi di riassetto ed ai prestiti
partecipativi - principali strumenti diretti rivolti a ridurre il costo di
indebitamento delle imprese - si sono affiancate le iniziative attivate tramite
Cassa del Trentino e quelle che prevedono interventi finanziari diretti da
parte dei Confidi per il sostegno finanziario delle imprese coinvolte nei
concordati di continuità.
I
finanziamenti previsti dal fondo, oggi disciplinato attraverso le deliberazioni
della Giunta provinciale, saranno concessi a tutte le imprese beneficiarie
degli interventi previsti dalla legge provinciale n. 6/1999 per progetti di
sviluppo aziendale che comportano spese per investimenti fissi, per ricerca e innovazione,
per export o per servizi. Una quota massima del 30% del finanziamento può
essere destinata all’incremento dell’operatività aziendale. L’intervento del
finanziamento potrà essere assistito dalla concessione di agevolazioni
provinciali consistenti nell’azzeramento della quota interessi sui fondi
apportati dalla Provincia e dalla concessione della garanzia da parte dei
confidi attraverso risorse pubbliche loro assegnate.
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