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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Giugno 2004
Pagina7-PolEst
UN'INCHIESTA SENZA PRECEDENTI SU COME LA PENSANO I SAUDITI.  
 
International Herald Tribune, 28 /6 /2004
Un'inchiesta senza precedenti su come la pensano i sauditi.
Si alla retorica di Bin Laden. No alla violenza di Al Qaeda
di  Nawaf Obaid
Lo scorso anno ho diretto il primo sondaggio indipendente in Arabia Saudita. Abbiamo condotto la nostra ricerca tra luglio e novembre 2003 in tutte le province del regno con la collaborazione di 75 ricercatori. I risultati, con un margine di errore del 3%, emergono da un totale di 15452 risposte, 62% uomini e 38% donne. Ci interessava sapere cosa ne pensano i sauditi su riforma politica, istituzione religiosa, potere alle donne e terrorismo. Parecchio tempo dopo l'11 settembre, un'inchiesta di Gallup pose molte questioni sulle percezioni dei sauditi riguardo all'America e al terrorismo, essa fu però strettamente monitorta dal governo saudita, ed i punti critici evitati.A noi fu data, invece, piena libertà di condurre l'inchiesta. Tant'è che sono state poste le domande più critiche, quali:"Sosterresti Osama Bin Laden, come leader della penisola arabica ?".Altre 16 domande toccavano i temi oggi più scottanti in Arabia Saudita.se da un lato solo il 4, 7% degli interrogati furono a favore di una presidenza di Bin Laden, il 48, 7% aveva un'opinione favorevole sulla sua retorica. Come conciliare queste risposte contradditorie?Uno degli intervistati di una delle provincie conservatrici del sud, disse al nostro team:"Quando sentiamo Bin Laden condannare l'occidente, puntare il dito contro la corruzione e l'incompetenza dei governi arabi, la sofferenza dei palestinesi, è come sognare".Ma poi aggiunse:"Quando vediamo le immagini di gente innocente, assassinata per questa ideologia, è come vivere un incubo."La retorica di Bin Laden sembra toccare delle corde, in particolare quando sottolinea le simpatie americane per Israele, e ciò che è sentito come usurpazione occidentale nei confronti dei paesi islamici.Tuttavia la stragrande maggioranza dei sauditi, chiaramente non crede che i sanguinosi risultati giustifichino i mezzi..Aggiungasi che politiche americane maldestre in Irak, immagini di torture ad Abu Graib e la costante copertura mediatica, seppur condizionata, di Al Jazeera, spesso denominata"il canale di Bin Laden", ancora raccolgono simpatie per la causa di Bin Laden. Tuttavia il sondaggio mostra in modo evidente che il sostegno svanisce velocemente quando Al Qaeda fa seguire alla retorica l'azione. Il nostro sondaggio fu fatto lo scorso anno, dopo tre attacchi mortali a Riyad, ma prima di quelli del 2004, in cui furono uccisi molti musulmani e sauditi, per cui si suppone che il supporto si sia ulteriormente ridotto. Un altro risultato sorprendente è il sostegno a riforme politiche nella monarchia. Circa l' 85% degli intervistati pensavano che riforme politiche fossero benefiche per il paese. Più del 90% voleva garantire diritti maggiori alle donne e il 63% sosteneva che dovrebbero poter guidare.E' importante rilevare che se questi cambiamenti hanno una componente sociale, - le donne saudite si sono cimentate in ambiti accademici e professionali negli scorsi decenni -, ciò è però anche un riflesso di realtà economiche.La spinta ad affidarsi meno a mano d'opera straniera, abbinata ad un reddito pro capite in diminuzione ha reso sempre più insostenibile il divieto d'accesso alla forza lavoro per le donne.Un altro punto interessante che ha rivelato il nostro sondaggio è il grado di fiducia dei sauditi nelle istituzioni religiose, nominate dal governo, gli ulema.Meno del 59% le sosteneva.Un'osservazione di una donna di Jidda sottolineava che, pur non essendo attivamente ostile agli ulema, li sentiva estranei alle problematiche che lei e la sua famiglia dovevano affrontare .Un esorbitante 79,6% considera la disoccupazione il problema più urgente. Nessun altro tema, corruzione, riforme politiche, educazione, estremismo religioso arriva al 10%.Persino il terrorismo fu citato come preoccupazione prioritaria solo dallo 0,7%.Chiaramente i sauditi, come quasi tutti al mondo, vogliono in primo luogo un lavoro decente, uno standard di vita stabile, se non in crescita........Un ultimo punto merita di essere trattato, e cioè l'indice relativamente basso di approvazione dei "riformatori liberali".Solo l'11,8% mostrava di loro una visione positiva.Ciò sembra contraddire la decisa approvazione di riforme politiche. Ma una spiegazione c'è, se si pensa che i riformatori liberali in quanto tali hanno uno scarsissimo riconoscimento nel regno.Un'altra spiegazione potrebbe essere, che la stessa attuale leadership s'è imbarcata in un ampio sforzo di riforme. Così, mentre i sauditi sostengono la nozione di riforma, sembra allo stesso tempo la vogliano guidata dalla attuale leadership.Un intervistato prominente di Jidda ne riassunse lo stato d'animo, dichiarando:"Ho davvero molte critiche sulla famiglia reale:ma ciò non significa volerla rovesciare".L'arabia Saudita è ancora una società profondamente tradizionale, ma questo sondaggio rivela che un crescente numero di cittadini vuole andare incontro al ventunesimo secolo. Naturalmente vogliono anche conservare la loro cultura e sono sensibili al fatto che, in quanto culla dell'islam, il regno ha la responsabilità di andarci piano, attuando le riforme con cautela.Il fatto però che il sondaggio sia stato fatto su tutti, indica che la vecchia leadership è seria nel portare nuove aperture alla società e le risposte delle oltre 15.000 persone, indicano che la gente è pronta a questo passo.