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11 FEBBRAIO 2002


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da:"Financial Times" 7/2/2002

"OMBRE NERE"

Il Presidente George W. Bush ha posto l'accento su due paesi in Medio Oriente - Iran e Irak - facenti parte della da lui definita "alleanza del male", con l'accusa di produrre armi da distruzione di massa e di legami con il terrorismo.Ha anche ammonito che gli Usa sono pronti, ed a buon diritto, a colpire in anticipo.Tuttavia,anche se la minaccia dei due paesi confinanti, appare la stessa,essi necessitano di trattamenti diversi.Sembra che Washington sia propensa a considerare l'Irak,la minaccia più urgente.La politica americana nei confronti dell'Irak è stata carente di chiarezza ed orientamento. Il controllo su Saddam Hussein è stato severamente danneggiato dal crollo del regime delle sanzioni americane. Gli ispettori di armi americani non sono mai andati in Iran negli ultimi tre anni.La loro assenza ha alimentato i sospetti che il regime abbia ripreso lo sviluppo degli armamenti. L'amministrazione Bush ha iniziato a fare pressione sull'Irak perchè riammetta gli ispettori.A Washington si suppone che l'Irak rifiuterà, giustificando così l'azione militare americana. I segnali sono tuttavia tali da far pensare, che il vero scopo di tale campagna sia di rovesciare il regime di Saddam. Se gli americani stanno pianificando un'azione militare significativa,devono prima creare un forte precedente contro Bagdad,o meglio costruire un'altra coalizione di alleati, come per l' Afghanistan. Si dovranno convincere gli amici dell'America d'aver tentato tutte le strade diplomatiche e che l'uso della forza sarà positivo.Ancora più stimolante per gli americani, sarà convincere i governi europei ed arabi, che lo scopo è quello di cacciare Saddam.Il sostegno degli sati arabi, compreso quello dell'Arabia Saudita,avrà a che fare, almeno in parte, con la capacità degli Stati Uniti di allentare le tensioni tra palestinesi ed israeliani, che così tanto infiammano il mondo arabo. Anche assicurare un cambio di regime pone delle difficoltà pratiche.Il Congresso Nazionale Irakeno, il maggior gruppo di opposizione, manca di credibilità e di esperienza militare.Si dovrà organizzare e addestrare una forza di opposizione simile alla Alleanza del Nord in Afghanistan. Ed è qui che entra in gioco l'Iran. L'appoggio iraniano all'azione militare contro Baghdad, faciliterebbe il compito di Washington. Parte dell'opposizione Shia dell'Irak, è in Iran ed è sostenuta dal regime di Theran. Una forzata politica americana nei confronti dell' Irak rafforza infatti la necessità di un approccio più moderato verso l'Iran. Gli Stati Uniti nutrono fondate preoccupazioni riguardo al comportamento iraniano,in particolare per la sospetta incetta di armi da distruzione di massa ed il sostegno ai gruppi arabi militanti. Pare sia stato l'Iran ad inviare all'autorità palestinese, il carico d'armi,scoperto di recente,e che esso si intrometta in Afghanistan. Ma il regime iraniano è diviso e l'ala riformista, guidata dal presidente Mohammad Khatami, sta tentando una politica estera moderata. Un approccio di linea dura verso l'Iran rischia di sostenere gli estremisti.Hanno ragione gli Stati Uniti a premere sugli alleati europei perchè questi adottino una posizione decisa nei confronti dell'approvvigionamento di armi da distruzione di massa dell'Iran.Ma dovrebbero anche ascoltare le argomentazioni europee, che vedono nel dialogo con Theran la via migliore per discutere le preoccupazioni dell'occidente. Il comportamento dell'Iran deve cambiare, così come l'Irak deve ammettere ispettori d'armi. Tuttavia etichettarli insieme come bersagli delle pressioni americane, rischia di forzarli ad un fronte comune, piuttosto che indebolire le loro posizioni.

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