|
|
|
LUNEDI
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 12 Gennaio 2009 |
|
|
|
STUDIO RIVELA DISCREPANZA TRA STATO DI SALUTE E INVECCHIAMENTO NELL´UE |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 12 gennaio 2009 - Ricercatori europei hanno condotto uno studio che ha dimostrato che mentre l´aspettativa di vita aumenta in tutti gli Stati membri dell´Ue, il vivere più a lungo non sempre è sinonimo dell´invecchiare bene. Un ulteriore mistero svelato dallo studio è l´età che una persona raggiungerà conservandosi in buona salute. Le scoperte, che sono state recentemente pubblicate sulla rivista The Lancet, indicano che gli uomini vivono in media senza avere problemi di salute fino ai 67 anni e le donne fino ai 69. Studi precedenti avevano mostrato che la vita media nell´Ue nel 2005 era di 78 anni per gli uomini e di 83 anni per le donne. Il dott. Jean-marie Robine dell´Istituto francese per la ricerca sanitaria e medica (Inserm) ha condotto uno studio nell´ambito dell´Unità europea per il monitoraggio dell´aspettativa di vita(Ehemu). Preoccupati della salute pubblica, i paesi industrializzati hanno espresso la volontà di apportare miglioramenti nella qualità della vita delle persone anziane. Problemi come la demenza e le malattie cardiache aumentano con l´aumentare dell´età. Così, mentre con gli anni l´aspettativa di vita è cresciuta, i ricercatori devono comunque stabilire se un buono stato di salute influisce sul numero di anni che le persone hanno ancora da vivere. Per questo studio i ricercatori hanno usato un indicatore basato sullo stato di salute di uomini e donne al di sopra dei 50 anni di età. I partecipanti allo studio sono stati interrogati sulle difficoltà che incontrano nello svolgere le loro attività giornaliere o sulla facilità con cui essi riescono a svolgerle. Tali attività sono sate monitorate per un periodo di sei mesi e comprendevano le attività compiute in casa (come ad esempio cucinare o fare le pulizie) e andare al lavoro. I ricercatori hanno scoperto che gli uomini europei vivono in media senza avere problemi di salute fino all´età di 67 anni e le donne fino a 69 anni. I risultati hanno anche mostrato delle forti discrepanze tra gli Stati membri dell´Ue. In Estonia è stato rilevato il valore medio più basso sia per gli uomini (59 anni) che per le donne (61 anni), mentre in Danimarca i valori erano di 73 anni per gli uomini e 74 anni per le donne. In Francia l´età media era di 68 anni per gli uomini e 69 anni e 8 mesi per le donne. Il team ha dichiarato che le scoperte erano correlate con il prodotto interno lordo (Pil) degli Stati membri e con la spesa complessiva media per gli anziani. In generale, c´era una forte correlazione tra il Pil e un´alta spesa sanitaria per gli anziani, e un migliore stato di salute delle persone al di sopra dei 50 anni. La ricerca ha anche dimostrato che gli uomini disoccupati per 12 mesi o più, che avevano un basso livello di istruzione o possedevano soltanto pochi anni di scolarizzazione, riportavano meno anni di vita in buono stato di salute. I ricercatori hanno scoperto ancora più forti discrepanze quando hanno valutato separatamente gli ultimi 10 Stati membri che sono entrati a far parte dell´Ue. La maggior parte di questi Stati presentava età di pensionamento che erano più alte o pari all´età media fino a cui le persone possono sperare di vivere senza avere problemi di salute. "Senza un miglioramento dello stato di salute delle persone più anziane, sarà difficile inalzare l´età di pensionamento in determinati paesi Ue," hanno detto i ricercatori. Oltre che l´Inserm, erano parte del team di ricerca l´Istituto scientifico della salute pubblica (Belgio), l´Istituto per gli studi demografici (Francia), il Centro medico Erasmo di Rotterdam (Paesi Bassi) e l´università di Leicester (Regno Unito). Per ulteriori informazioni, visitare: Ehemu: http://www. Ehemu. Eu/index. Php Inserm: http://www. Inserm. Fr/en/home. Html . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ALCUNI SCIENZIATI TROVANO UN LEGAME TRA CELLULE KILLER NATURALI E GRAVIDANZA |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 12 gennaio 2009 - Alcuni scienziati nel Regno Unito hanno trovato un legame tra le cellule killer naturali (Nk) e le complicazioni in gravidanza. Un team di ricerca del Babraham Institute e del Centro per la ricerca sul trofoblasto, presso l´Università di Cambridge nel Regno Unito, ha scoperto che alcune cellule Nk associate alla gravidanza possono limitare le interazioni biochimiche tra i tessuti della madre e quelli del feto che si sta sviluppando. Le cellule Nk uterine hanno speciali recettori che facilitano l´interazione con altre molecole, garantendo così il normale sviluppo della placenta e il successo della riproduzione. I risultati sono stati pubblicati recentemente sul Journal of Immunology. Il dott. Alan Beer, un pioniere nel campo della medicina riproduttiva, ha affermato che i problemi al sistema immunitario causano fino all´80% dei casi di infertilità nelle donne. La ricerca più recente mostra che le cellule Nk hanno un ruolo di primo piano nella gravidanza. Le cellule Nk sono un sottotipo di linfociti - globuli bianchi che si trovano nel sistema immunitario dei vertebrati. Queste cellule proteggono le persone da virus, tumori ed altre malattie. Attaccano le cellule infettive e maligne quando ricevono segnali da altri componenti delle cellule immunitarie. Le cellule del citoplasma delle cellule Nk contengono diverse proteine tossiche. I recettori rilevano altre molecole immunitarie, in particolare quelle che appartengono al "complesso maggiore di istocompatibilità" (Mhc). Le cellule Nk si attivano facendo la differenza tra le cellule buone e le cellule cattive, ed attaccando le cellule che hanno perso le proprie molecole Mhc o che presentano una serie diversa di molecole Mhc, hanno spiegato i ricercatori. L´utero ospita uno speciale tipo di cellule Nk che si formano durante ciascun ciclo mestruale. Il loro numero aumenta velocemente al confine tra la madre e il feto con l´impianto di un embrione fertilizzato. Fino a questo momento, gli scienziati non erano stati in grado di fare luce sul mistero del ruolo delle cellule Nk. In circostanze normali, la funzione delle cellule Nk è quella di salvaguardare la salute di una persona, le cellule Nk che si trovano nell´utero però agiscono in modo diverso. I ricercatori credono che queste cellule producano citochine, proteine che regolano il sistema immunitario. Secondo loro, in questo caso, le arterie della madre che apportano al feto sangue, ossigeno e sostanze nutritive si modificano. Il team ha spiegato che i cambiamenti del tessuto devono essere inseriti nel contesto della diversità genetica tra le cellule immunitarie della madre e i geni del padre presenti nella placenta che si sta sviluppando. Il potenziale di gravidanze problematiche - che risultano in genere in aborti ricorrenti - si intensifica quando emergono interazioni ostili tra le cellule Nk uterine materne e le molecole Mhc paterne. L´interazione tra le cellule Nk uterine e il Mhc è venuta alla luce soltanto recentemente. Ma i ricercatori hanno notato che non ci sono ancora informazioni sostanziali su come le cellule immunitarie materne riconoscano le molecole paterne nella placenta in via di sviluppo, impedendo efficacemente che esse vengano attaccate. Il team di ricerca ha mostrato che le differenze tra le cellule Nk uterine e le cellule Nk del sangue si trovano nella capacità di adesione, attivazione e riconoscimento del Mhc. "Non si sa abbastanza su queste speciali cellule e sul loro importante ruolo in gravidanza," ha spiegato Hakim Yadi del Babraham Institute, dottorando e autore principale di questa relazione. "Questa analisi approfondita e senza precedenti delle cellule killer uterine è il terreno sul quale possiamo fondare nuove conoscenze, che ci aiuteranno a determinare i fattori che regolano il successo della riproduzione. " Per ulteriori informazioni, visitare: The Babraham Institute: http://www. Babraham. Ac. Uk/ Centro di ricerca sul trofoblasto: http://www. Trophoblast. Cam. Ac. Uk/ . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
BIOTECNOLOGIE, LA TOSCANA SARÀ AVANGUARDIA EUROPEA GRAZIE A UNA COLLABORAZIONE TRA L´ISTITUTO CERM DI FIRENZE E UNIVERSITÀ DI BERLINO DALL´UE QUASI 900 MILA EURO PER IL PROGETTO ´EPISODE´, COORDINATO DA LLA REGIONE |
|
|
|
|
|
Firenze, 12 gennaio 2009 - Istituzioni, imprese e mondo della ricerca insieme per fare della Toscana un distretto di avanguardia nel settore della biotecnologie . Grazie ad ´Episode´, progetto europeo che vede protagonisti il Cerm di Firenze e l’Università di Berlino-brandeburgo con il coordinamento della Regione Toscana e la collaborazione della Camera di Commercio di Firenze, ricercatori italiani e stranieri lavoreranno fianco a fianco per creare nuovi percorsi di ricerca universitaria e di trasferimento tecnologico alle imprese e favorire lo sviluppo dei territori coinvolti. Si tratta dell´unico progetto del genere che ha come protagonista un istituto di ricerca italiano, un risultato importante reso possibile dal ruolo di coordinamento che si è assunta la Regione Toscana. ´Episode´, infatti, è stato finanziato completamente dall´Unione Europea, che vi ha investito ben 891mila euro, ma uno dei requisiti fondamentali per l´accesso al bando era che gli istituti di ricerca fossero supportati da un tutor istituzionale, ruolo che si è assunta la Regione, divenendo partner leader del progetto. ´Episode´ è stato presentato oggi dal presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, dal direttore del centro universitario Cerm, professor Ivano Bertini e dal prof Hartmut Oschkinat del Leibniz Institute for Molecular Pharmacology. «In Toscana le biotecnologie sono di casa – ha detto il presidente Martini – e trovo giusto che imprese, istituzioni e centri di eccellenza della ricerca lavorino insieme per fare di questo territorio un vero e proprio distretto delle bioscienze. Essere all´avanguardia in questo settore significa migliorare ulteriormente la qualità del servizio sanitario, fornire tecnologie più avanzate alle imprese e fare della Toscana un centro di avanguardia in Europa capace anche di attrarre investitori e ricercatori. La Toscana svolgerà inoltre un´attività di tutoraggio nei confronti della Regione Campania, con la quale saranno sviluppate altre iniziative di cooperazione scientifica». Il Cerm, istituto di ricerca impegnato nel settore della ricerca biochimica e farmaceutica, è il motore di questa collaborazione che porterà a uno scambio di competenze in grado di portare benefici sul sistema scientifico ed economico della Toscana. «E’ un’iniziativa straordinaria – spiega Bertini – che cerca di costruire una rete per il trasferimento tecnologico dalla ricerca di eccellenza alle imprese e a nuova imprenditoria nel campo della biomedicina. L’italia è carente nel settore del trasferimento tecnologico. Si cercherà di abbassare le barriere affinché il mondo delle imprese e quello della ricerca di eccellenza riescano ad interagire in modo proficuo per la crescita economica del terri torio. Si cercherà di sviluppare progetti congiunti fra le imprese incluse nel progetto per produrre di più e meglio, si cercherà di coinvolgere altre imprese, specie delle regioni meno sviluppate in Italia e in Europa al fine di allargare gli orizzonti di ricerca e di mercato. Tutto ciò al fine di aumentare la competitività delle imprese europee per il bene dell’Europa e dell’umanità intera». Il progetto Episode fa parte infatti programma “Regions” che ha tre obiettivi: migliorare i legami tra gli attori della ricerca, la comunità delle imprese e gli amministratori locali, promuovere la cooperazione transnazionale e accrescere le conoscenze reciproche e lo scambio di esperienze tra gli attori regionali. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
NANO TUBI DI CARBONIO: PROMETTENTI "MATERIALI INTELLIGENTI" PER LA CURA DELLE LESIONI CEREBRALI |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 12 gennaio 2009 - Nell´ambito di un progetto finanziato dell´Unione europea, scienziati italiani e svizzeri hanno dimostrato che i nanotubi di carbonio migliorano la ricettività nervosa e li hanno potenzialmente eletti "candidati ottimali" per la progettazione di "materiali intelligenti" da impiegare nelle applicazioni biomediche per la cura delle lesioni cerebrali. Lo studio, pubblicato nella rivista Nature Nanotechnology, è stato parzialmente finanziato dal Sesto programma quadro (6°Pq) nell´ambito del progetto Neuronano ("Towards new generations of neuro-implantable devices: engineering neurons/carbon nanotubes integrated functional units - Verso una nuova generazione di apparecchiature impiantabili a livello neurale: progettazione di unità funzionali integrate costituite da neuroni/nanotubi di carbonio"). Il progetto Neuronano ha ricevuto un finanziamento pari a circa 1,8 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Nanotecnologie e nanoscienze" del 6°Pq. L´obiettivo principale del progetto consisteva nell´integrazione dei nanotubi di carbonio con altre tecnologie ai fini di sviluppare biochip da impiegare nella cura delle lesioni a carico dei tessuti del sistema nervoso centrale. Il carbonio si presenta sotto numerose forme, le più famose della quali sono il diamante e la grafite. In tempi recenti l´attenzione si è concentrata in modo particolare sui nanotubi di carbonio, vale a dire molecole di carbonio di forma cilindrica estremamente forti e con proprietà elettriche eccezionali. L´oggetto di studio di quest´ultima ricerca è stata la relazione tra le proprietà elettriche dei nanotubi di carbonio e la modalità con cui si verifica l´eccitabilità neurale nel sistema nervoso centrale. Per scoprire come i nanotubi incidono sulla ricettività nervosa, gli scienziati hanno misurato l´attività elettrica delle singole cellule nervose con l´ausilio dell´analisi microscopica degli elettroni e attraverso l´applicazione di modelli teorici. I risultati dello studio dimostrano che i nanotubi di carbonio migliorano effettivamente la ricettività nervosa. Come spiegano gli autori, i nanotubi di carbonio creano contatti molto solidi con la membrana delle cellule nervose. Questo potrebbe permettere agli scienziati di creare "scorciatoie elettriche" tra i compartimenti della cellula nervosa, permettendo una maggiore rapidità nella trasmissione degli impulsi. Il modello matematico proposto dagli stessi ricercatori descrive il fenomeno e ne dimostra le conseguenze. L´importanza di questi risultati risiede nei significativi progressi raggiunti relativamente a quelli che il dottor Henry Makram dell´Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (Epfl), in Svizzera, definisce i "tre ostacoli principali per lo sviluppo di neuroprotesi sicure": creare un´interfaccia tra le apparecchiature e il tessuto nervoso, identificare la modalità migliore per stimolare il tessuto nervoso e individuare i segnali nervosi che l´apparecchiatura deve registrare in modo che la stessa sia in grado di decidere adeguatamente e automaticamente. Secondo quanto affermato dal dottor Makram, "La nuova tecnologia di interfaccia con i nanotubi, insieme alle moderne interfacce cervello-macchina, rappresenta la chiave per lo sviluppo di tutte le neuroprotesi: per la vista, l´udito, il gusto, il movimento, l´eliminazione degli attacchi epilettici, i bypass spinali e per la cura e persino il miglioramento delle funzioni cognitive. " Il dottor Michele Giugliano dell´Epfl (attulamente presso l´Università di Anversa, in Belgio) ha affermato: "Questi risultati sono estremamente importanti per il nascente campo della neuro-ingegneria e della neuroprotesica. " Il dottor Giugliano e la coautrice dello studio, la dottoressa Laura Ballerini dell´Università di Trieste (Italia), ipotizzano che i nanotubi possano fungere da elementi essenziali nei futuri "bypass elettrici" per il trattamento delle lesioni cerebrali di origine traumatica, o nei nuovi elettrodi che rimpiazzeranno le parti metalliche nelle apparecchiature per la stimolazione elettrica profonda impiegate nella cura del morbo di Parkinson e delle forme gravi di depressione. I nanotubi di carbonio sono stati recentemente impiegati nella progettazione della memoria meccanica, nei motori elettrici in nanoscala, nonché nello sviluppo di un sensore di idrogeno e di display flessibili e display touchscreen. Un radioricevitore composto da un unico nanotubo è stato sviluppato nel 2007, mentre nel 2008 un nastro di nanotubi è stato utilizzato per azionare un altoparlante. La loro applicazione si è dimostrata interessante anche nell´ambito dello stoccaggio energetico. Secondo quanto affermato dagli autori, i meccanismi relativi all´effetto dei nanotubi sulle cellule nervose non sarebbero ancora completamente chiari, sebbene i risultati indichino che i nanotubi influiscano sul trattamento degli impulsi neurali. "Anche se in modo semplificato," concludono gli autori "queste considerazioni rappresentano un primo tentativo di collegare i fenomeni elettrici nei nanomateriali all´eccitabilità neurale, e potrebbero permettere di prevedere e progettare le interazioni tra i nanomateriali e i neuroni". Per ulteriori informazioni, visitare: Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne http://www. Epfl. Ch/index. En. Html Nature Nanotechnology http://www. Nature. Com/nnano/ . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SANITA’: AVVIATA COLLABORAZIONE VENETO-FRIULI. SANDRI, “UNA SORTA DI AREA VASTA PER LA SALUTE DEL NORDEST CON UN OCCHIO ALL’EUROPA” |
|
|
|
|
|
Venezia, 12 gennaio 2009 - Per le Regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia il 2009 sarà l’anno di attuazione di un’approfondita collaborazione su svariati aspetti di tipo sanitario, definita al termine di un incontro tenutosi a Trieste tra i due Assessori alla Sanità, Sandro Sandri e Vladimir Kosic, affiancati dai rispettivi tecnici. I settori della collaborazione svariano dal sistema di accreditamento delle strutture alla mobilità tra pazienti; dall’analisi congiunta del sistema di medicina di laboratorio alla formazione nelle professioni sanitarie; dalla gestione del cordone ombelicale e delle cellule staminali all’assistenza ai pazienti con disturbi alimentari; dalle collaborazioni in campo europeo all’utilizzo del Centro di Simulazione per le Attività di rianimazione che il Friuli sta pensando di istituire. “Un incontro proficuo ed estremamente concreto – ha commentato Sandri per parte veneta – che, per la sua positività, può costituire l’avvio di una sorta di Area Vasta del Nordest per rafforzare le politiche di salute dei nostri cittadini. Abbiamo focalizzato numerosi aspetti di un possibile lavoro comune, che ritengo molto utile trattandosi di due Regioni confinanti che possono mettere a fattor comune le rispettive best practices e mettere varie proprie strutture al servizio delle due comunità regionali, nel preminente interesse di fornire ai cittadini quanto di meglio in campo sanitario, non solo per quanto riguarda i territori che insistono sul lungo tratto di confine tra le due Regioni, a cominciare, per noi, dal Veneto Orientale”. In tema di mobilità dei pazienti, particolarmente rilevante è la condivisione dell’esigenza di definire un Accordo Quadro per la gestione della mobilità sanitaria per i ricoveri ospedalieri e per la specialistica ambulatoriale, che potrebbe avviarsi sin dal primo aprile prossimo e seguire la falsariga di quello già in essere tra Veneto ed Emilia Romagna. Sul fronte dell’oncologia è emersa l’esigenza di regolare il rispettivo impatto economico che comportano le diverse modalità di erogazione delle cure utilizzate al Cro di Aviano e allo Iov di Padova. Riguardo al sistema dell’accreditamento di qualità delle strutture, gli incontri tra le Agenzie Sanitarie di Veneto, Friuli ed Emilia Romagna sono sfociati in una bozza di protocollo d’intesa. Veneto e Friuli intendono avviare, anche attraverso un Programma Europeo Interreg con la Slovenia, la formazione dei professionisti che effettuano le ispezioni e propongono lo scambio dei valutatori a livello di gruppo strutturato delle Regioni del Nordest. In tema di formazione, l’ipotesi è legata all’apertura a studenti friulani dei corsi di laurea per Assistenti sanitari di Conegliano, mentre il Friuli potrebbe mettere a disposizione dei veneti l’offerta formativa di lauree sulla prevenzione. Sandri e Kosic hanno concordato sull’opportunità di riunire attorno ad un tavolo (forse a gennaio a Venezia) le 4 Università interessate. In tema di cordone ombelicale e cellule staminali, i tecnici hanno redatto una bozza di accordo (da approvare con rispettive delibere di Giunta) per l’utilizzo della Banca del Sangue del cordone Ombelicale di Padova per gli aspetti di bancaggio. Riguardo ai disturbi alimentari, il problema sul tappeto consiste nei ricoveri e trattamenti che si spostano dal Friuli al Veneto (soprattutto a Portogruaro e Vicenza). In proposito si valuterà la possibilità di una convenzione e di un protocollo d’Intesa che metta in comune risorse (posti letto), esperienze e ricerca. Veneto e Friuli hanno infine condiviso l’esigenza di uno stretto rapporto per definire metodologie e modalità integrate e coordinate di lavoro sul piano europeo, sede nella quale il Veneto è recentemente entrato nel “G6” delle migliori Regioni sanitarie con Catalogna, Fiandre, Bassa Austria, Scozia e North West England, che siederanno per la prima volta ad un tavolo tecnico comune diretto con la Commissione Europea che, sinora, aveva inteso intrattenere rapporti soltanto con gli Stati membri. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LE DIETE AD ALTO CONTENUTO DI GRASSI FANNO DIVENTARE CATTIVA LA VARIANTE "BUONA" DI UN GENE |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 12 gennaio 2008 - Secondo una ricerca finanziata dall´Ue e pubblicata sulla rivista Cell Metabolism, una versione di un gene che protegge le persone magre dall´obesità e dal diabete ha l´effetto contrario in persone che seguono una dieta ricca di grassi. Queste scoperte potrebbero condurre allo sviluppo di strumenti diagnostici che permetterebbero ai medici di offrire terapie e consigli di vita su misura per uno specifico genotipo. Il lavoro è stato in parte sostenuto dall´Ue tramite il progetto Eugene2 ("Rete europea sulla genomica funzionale del diabete di tipo 2"), finanziato attraverso l´area tematica "Biologia, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Il gene in questione si chiama Pparg2 e riveste un ruolo primario nell´accumulo di grasso e nel mantenimento dei livelli di glucosio e della sensibilità all´insulina. La versione comune Pro12 del gene è stata associata ad un aumento del rischio di diabete di tipo 2. Al contrario, la versione più rara Ala12, di cui è portatore circa il 12% della popolazione, sembra abbassare il rischio di obesità in molte persone. In alcune persone però, l´Ala12 sembra avere l´effetto contrario. In questo recente studio i ricercatori hanno esaminato in dettaglio questa anomalia. Hanno studiato topi aventi diverse versioni del gene, nutrendone alcuni secondo una dieta normale ed altri secondo una dieta ricca di grassi. Hanno scoperto che i topi nutriti secondo una dieta normale e sana, e aventi due copie della versione Ala12 del gene, sono più magri, migliorano la loro sensibilità all´insulina, hanno un migliore profilo plasma-lipidi e vivono più a lungo rispetto ai topi aventi due copie di Pro12. "I nostri risultati sostengono l´opinione secondo la quale il Pro/pro del Pparg2 è un genotipo di rischio che influenza negativamente l´omeostasi del glucosio e la durata della vita," concludono i ricercatori. Quando però i topi aventi due copie di Ala12 sono stati nutriti secondo una dieta ricca di grassi, questi benefici sono scomparsi e gli animali sono diventati persino più grassi dei topi con la versione Pro12 del gene. Secondo i ricercatori, ciò rivela un´importante interazione tra il gene Pprag2 e l´ambiente. "Il ruolo protettivo del genotipo Ala/ala dipende dal contesto dietetico, e ciò suggerisce che l´impatto metabolico di questa mutazione dipende fortemente dalle interazioni gene-ambiente," scrivono gli scienziati. I ricercatori fannoo notare che testare il gene per stabilirne la variante potrebbe essere uno strumento diagnostico utile per consigliare alle persone aventi la versione Ala12 del gene di seguire una dieta sana. "Attraverso una consulenza dietologica, i portatori potrebbero essere avvertiti di stare attenti agli alti contenuti di grassi nella loro dieta," ha commentato Johan Auwerx dell´università Louis Pasteur in Francia e dell´Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne in Svizzera. I ricercatori aggiungono che le nuove scoperte potrebbero portare allo sviluppo di nuove cure per il diabete di tipo 2 e per la sindrome metabolica. Per ulteriori informazioni, visitare: Cell Metabolism: http://www. Cellmetabolism. Org Progetto Eugene2: http://www. Eugene2. Com/ . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
RIVOLUZIONARE I METODI DIAGNOSTICI CON L´AIUTO DELLA NATURA |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 12 gennaio 2009 - Scienziati del progetto Receptronics si stanno rivolgendo alla natura, e uniscono ciò che apprendono da essa alle ultime novità della nanotecnologia, per scoprire nuove vie per diagnosticare il cancro. Il progetto, finanziato dall´Ue con 1,99 Mio Eur nell´ambito del Sesto programma quadro (6°Pq), raggruppa esperti da quattro paesi europei del campo della biochimica, bioingegneria, nanotecnologia e tecnologia informatica. Come dice il detto: non c´è bisogno di reinventare la ruota. Tenendo presente ciò, gli scienziati prendono in prestito una pagina dalla natura e stanno scoprendo nuovi modi per applicare la maniera in cui la natura compie le diagnosi, alle applicazioni mediche moderne. Il coordinatore del progetto Receptronics, il professor Marco Tartagni dell´Università di Bologna (Italia), spiega: "L´idea è quella di usare la bioingegneria per sfruttare il processo naturale per la ricognizione molecolare e di combinarlo con l´elettronica più recente. Mentre il progetto triennale è stato ufficialmente concluso a settembre 2008, i partner sono talmente entusiasti dei risultati già ottenuti, che hanno concordato sull´autofinanziamento di almeno un altro anno di collaborazione. Secondo gli scienziati, l´evoluzione ha già fornito all´organismo umano una serie di strumenti che possono essere usati per diagnosticare le malattie. Quando prendiamo un raffreddore o l´influenza, questi sono accompagnati da mal di gola e naso tappato, ad esempio. In questo modo il nostro organismo ci comunica che abbiamo l´influenza. Anche il naso tappato è un indizio che il nostro organismo sta combattendo e gia sta vincendo la battaglia. Tuttavia, il funzionamento di questo meccanismo è estremamente complicato; esso coinvolge organismi complessi, strumenti e sistemi che gli scienziati stanno ancora tentando di capire e, si spera, riusciranno un giorno ad imitare. Receptronics mira allo sviluppo di nuove tecnologie ibride rivoluzionarie che offriranno la possibilità di individuare le malattie alla loro insorgenza. Si auspica che tra qualche anno saranno riusciti a sviluppare la tecnologia che permetterà ad ogni ambulatorio medico di avere una piccola apparecchiatura poco costosa per compiere analisi del sangue sul luogo e avvertire sulle malattie impellenti prima che si presentino i sintomi. Al centro del processo c´è il riconoscimento della molecola, un processo che l´organismo umano compie continuamente. Per scopi medici, il tipo di molecola che bisogna riconoscere è chiamata biomarker e la sua presenza può indicare che la malattia si è scatenata ben prima che appaiono altri sintomi. Affinché possa riconoscere le biomolecole, la natura ha sviluppato dei recettori, che sono riflessioni delle molecole che vengono avvertite. Ogni tipo particolare di biomolecola possiede il suo proprio recettore in natura. Il professor Tartagni spiega come funziona la nuova tecnologia: "L´estremità iniziale del sistema è costituita da recettori bio-ingegnerizzati che sono molto simili a quelli prodotti dalla natura e appositamente progettati per avere le molecole come bersaglio, messi insieme all´estremità finale con sistemi di microelettronica prodotti dall´uomo. I risultati sono molto promettenti e potremmo presto svelare il metodo migliore e più preciso mai sviluppato per percepire le singole molecole. " Tartagni fa notare che il cancro si sviluppa in pieno soltanto dopo mesi o anche anni di distanza dall´apparizione dei primi biomarker. "Ciò che serve è un sensore intelligente che possa avvertire con precisione le concentrazioni di una vasta gamma di molecole, e l´unico modo per ottenere la necessaria precisione è di contare le singole molecole. La natura ha sviluppato un modo per farlo e noi stiamo cercando di fare esattamente quello che fa la natura," dice. "Abbiamo studiato tecniche nuove che stanno funzionando molto bene e ora dobbiamo metterle insieme. Stiamo lavorando ad un´apparecchiatura per la localizzaione dei biomarker compatta e poco costosa per i centri di cura, che possa essere resa disponibile per il mercato," spiega. Non è un´esagerazione dire che le tecniche sviluppate dai ricercatori Receptronics potrebbero veramente rivoluzionare sia la diagnostica che lo sviluppo di nuovi farmaci. Per ulteriori informazioni, visitare: Receptronics http://www. Receptronics. Org/ . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ALCUNI SCIENZIATI NEI PAESI BASSI HANNO RIVELATO LA STRUTTURA TRIDIMENSIONALE DEL CORONAVIRUS |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 12 gennaio 2009 - Uno studio condotto da ricercatori finanziati dall´Ue nei Paesi Bassi ha svelato la struttura tridimensionale del coronavirus, un patogeno implicato nella sindrome respiratoria acuta grave (Sars) e nel comune raffreddore. Le loro scoperte, rese possibili da una tecnica di imaging chiamata tomografia crioelettronica, forniscono nuove e preziose informazioni sulla natura del virus non ottenibili in precedenza con i convenzionali metodi di imaging bidimensionali. Questa ricerca, pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), è stata in parte finanziata da una Borsa Marie Curie intraeuropea dell´Ue. I coronavirus (Cov) sono coinvolti nell´infiammazione delle vie respiratorie superiori e dell´apparato gastrointestinale di animali e uccelli. Si pensa che causino molti tipi di raffreddore negli esseri umani, sono stati ampiamente propagandati come uno dei fattori della Sars e sono anche responsabili di un certo numero di malattie negli animali da allevamento. Capire la struttura del virus è un passo fondamentale per scoprire modi per trattare questo tipo di infezioni. In questo studio gli scienziati hanno esaminato il virus dell´epatite dei topi (Mhv), un virus molto studiato, considerato un "prototipo" del Cov. La decisione di studiare il Mhv è stata importante perché la forma e le dimensioni di molti Cov cambiano nei diversi stadi del ciclo vitale; le dimensioni e la forma delle cellule del Mhv, al contrario, sono più costanti. Gli scienziati hanno usato la tomografia crioelettronica, che fissa le particelle congelandole. Ciò ha permesso loro di esaminare in situ diverse fette di ogni virus (144 campioni in totale) e di ricostruire immagini tridimensionali dei virioni che non erano stati danneggiati dalle radiazioni o dagli effetti della colorazione. Una delle scoperte principali dello studio è stata che gli involucri che racchiudevano le particelle del Mhv erano straordinariamente spessi, circa due volte le dimensioni di una normale membrana biologica. Inoltre, i contenuti delle particelle di Mhv sono estremamente compatti. Questi, insieme ad altri fattori, hanno reso l´esame dell´interno dei Cov molto difficile in passato; studi precedenti hanno esaminato i contenuti che sono stati espulsi dall´interno, i quali potevano essere stati modificati nel processo. Gli scienziati hanno stabilito che la forma del Mhv è nettamente sferica, con un numero limitato di "punte" (che rendono possibile l´infezione). È coperto di striature che gli scienziati attribuiscono alle attività della proteina M, che contribuisce a determinare la forma dei virus. È interessante il fatto che hanno scoperto che l´involucro spesso del Mhv ha un ulteriore strato accanto al comune doppio strato lipidico, fatto di un nucleo proteico ampiamente ripiegato, anziché il più comune nucleo provvisto di guscio. Hanno anche osservato diversi "punti di interazione" che sono importanti per la struttura del Mhv. "Attualmente, l´interno del Mhv, come è stato rivelato in questo studio, mostra una notevole analogia con quello dei virioni dell´influenza A," recita lo studio. "Eppure, i virus sono diversi sotto molti aspetti. " L´interno del Mhv ha una struttura flessibile che si gira e si ripiega ripetutamente su se stessa, concludono, il che renderebbe impossibile il suo riconoscimento usando strumenti di imaging bidimensionale. Gli autori sperano che la decifrazione della struttura del Mhv permetterà la creazione di modelli più precisi del genoma, portando così ad una comprensione più completa dei coronavirus. Per ulteriori informazioni, visitare: Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas): http://www. Pnas. Org/ . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SANITA’: REGIONE VENETO CENTRALIZZA GLI ACQUISTI. SANDRI “POTREMMO RISPARMIARE ANCHE IL 30%. ESEMPIO PER GLI SPRECONI” |
|
|
|
|
|
Venezia, 12 gennaio 2009 - Per la spesa sanitaria nella Regione del Veneto, il 2009 sarà l’anno di un’importante novità in materia di razionalizzazione degli acquisti e di contenimento della relativa spesa: la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alla Sanità Sandro Sandri di concerto con il collega Flavio Silvestrin, ha deciso di istituire il “Centro Acquisti Sanità”, che opererà in seno alla Segreteria Regionale Sanità e Sociale e, di fatto, accentra a livello regionale tutta la complessa partita degli acquisti di beni e servizi da parte delle Ullss, superando la pur positiva esperienza attuata con le cosiddette “aree vaste”. “Esperienza positiva ma ancora migliorabile – sottolinea Sandri – perché con il Centro Acquisti che abbiamo istituito prevediamo un ulteriore risparmio prudenziale del 10% sulla spesa sin qui sostenuta. Si tratta di decine di milioni di euro, non di bruscolini – aggiunge Sandri – se solo si tiene conto che le gare aggiudicate nel biennio 2007-2008 con il vecchio sistema hanno portato ad un risparmio del 16,62%, da 753 milioni di euro a base d’asta a 627 milioni di prezzo di aggiudicazione. Trattasi di 126 milioni risparmiati. Se a questo aggiungiamo un ulteriore, ripeto prudenziale 10%, otterremo un risultato di grande rilievo. Non solo – ma daremo anche l’ennesima dimostrazione al sistema sanitario italiano di come si possa risparmiare senza diminuire la qualità dei servizi e dei necessari materiali. Risparmiare quasi il 30% sulla base d’asta di tanti acquisti è una buona pratica che mi auguro potrà essere seguita anche in altre Regioni, a cominciare da quelle che, con o loro sprechi, determinano buona parte del disavanzo nazionale sanitario”. Sandri si dice addirittura più ottimista rispetto al 10% di ulteriori risparmi previsti: “stando all’esperienza evidenziata dalla relazione della Corte dei Conti per il 2007, con il sistema di acquisti in area vasta si sono ottenuti risparmi del 20%, e siccome non sono uno che tende ad accontentarsi, mi auguro che la gestione del nuovo Centro Acquisti possa portare anche a risparmiare altrettanto”. La nuova struttura regionale dovrebbe essere operativa entro il primo semestre del 2009. Ad approvare il Piano Annuale degli Approvvigionamenti sarà un Comitato Strategico, composto dal Segretario Regionale alla Sanità e Sociale, da quello al Bilancio e Finanza, dai Presidenti di Comitato dei Direttori Generali di Area Vasta, dal Responsabile della Direzione Edilizia a Finalità Collettive, e da quello della Direzione Risorse Socio Sanitarie. Il Centro si avvarrà anche dell’apporto di gruppi tecnici di lavoro e gruppi di gara. Questi ultimi saranno composti da diversi professionisti che, a seconda dei settori, definiranno per ognuna delle gare la tipologia dei prodotti da acquistare, la documentazione tecnica per la base d’asta o il prezzo di riferimento dei prodotti oggetto della gara. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LA GIUNTA CALABRESE NON APPROVA L’ATTO AZIENDALE DELL’AZIENDA OSPEDALIERA “MATER DOMINI” |
|
|
|
|
|
Reggio Calabria, 12 gennaio 2009 - La Giunta regionale, riunita sotto la presidenza del Presidente Agazio Loiero, non ha approvato l’atto aziendale dell’Azienda ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro. L’esecutivo ha, tra l’altro, preso atto delle “segnalazioni, pervenute dalle organizzazioni sindacali, riguardo al mancato svolgimento del previsto confronto sulle scelte operate, nonché a plurime violazioni della normativa di riferimento e dei contratti collettivi nazionali di lavoro perpetrate nell’atto aziendale”. La Giunta, nel rilevare che tali violazioni sono di “particolare gravità”, ha deciso di non approvare l’atto aziendale, approvato dall’Azienda “Mater Domini” con delibera del diciassette ottobre dell’anno passato. Nel dicembre scorso, erano stati chiesti al Direttore generale dell’A. O. “Mater Domini” i dovuti chiarimenti, relativamente all’atto aziendale, che sono pervenuti al Dipartimento “Tutela della salute” nei giorni scorsi. Dall’istruttoria compiuta dal Dipartimento, è emerso che i chiarimenti forniti hanno “addirittura operato delle modifiche all’atto aziendale” che, comunque, è “effettivamente inficiato da plurime violazioni della normativa di riferimento, dei Contratti collettivi di lavoro, del protocollo d’intesa Regione-università e dell’atto di indirizzo, approvato dalla Giunta con delibera n. 313/06 e del D. Lgs. 517/99”. Sulla base di tutto ciò, la Giunta ha articolato ben ventiquattro violazioni formali. In ragione del numero e della gravità- è scritto nella delibera- tali violazioni non sono emendabili e l’atto aziendale non è approvabile. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
PRONTO IN VENETO NUOVO “PROGETTO CURE PRIMARIE” ATTENZIONE A MEDICINA TERRITORIALE CON AL CENTRO IL CITTADINO”. GIA’ SIGLATE PRE INTESE CON PEDIATRI DI FAMIGLIA E SPECIALISTI AMBULATORIALI INTERNI |
|
|
|
|
|
Venezia, 12 gennaio 2009 - Gli uffici regionali hanno ultimato la bozza del Progetto Cure Primarie, che consentirà alle Ullss venete di sviluppare strategie comuni per garantire e migliorare i livelli essenziali di assistenza sul territorio. “Si tratta – sottolinea con soddisfazione l’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri – del primo Piano organico d’intervento per l’Assistenza primaria, attraverso il quale rilanciare e sostenere il sistema della medicina territoriale: per quanto mi riguarda, sarà un impegno prioritario per l’attività da realizzare in questo 2009, che avevo in parte anticipato nelle scorse settimane, e che ora passa alla fase della concretizzazione”. Il modello di riferimento del Progetto prevede lo sviluppo contemporaneo di vari elementi: gli obbiettivi, come la gestione integrata dei pazienti tra ospedale e territorio e la continuità assistenziale; le azioni, come il Piano attuativo locale per le Cure Primarie e i Patti Aziendali; i modelli organizzativi, come la Rete nella quale inserire i Team Funzionali, la Medicina di Gruppo Integrata e le Unità Territoriali di Assistenza Primaria Utap ; le risorse, derivanti dagli Accordi a livello nazionale e regionale; i tempi, indicati in 3 anni. “Un vero e proprio nuovo corso – fa notare Sandri – basato su due elementi essenziali: il governo della programmazione con il Piano Attuativo per le Cure Primarie, e l’individuazione ed organizzazione della Rete Territoriale”. Quest’ultima è composta da 53 Distretti con un bacino di 100. 000 abitanti operativi 24 ore su 24; dall’Assistenza dei medici di base in rete, in gruppo od organizzati in 42 Utap; dall’Assistenza Domiciliare; dagli 8 Ospedali di Comunità; dalle 269 Strutture Residenziali Extraospedaliere; e dai 16 Hospices. “In tale contesto organizzativo – sottolinea Sandri – il fulcro centrale sono i cittadini, che dovranno poter trovare una risposta sanitaria appropriata rispetto al loro problema nell’arco massimo di 24 ore”. I due principali “attori” di questa nuova strategia regionale sono il Distretto Socio-sanitario e i Medici convenzionati. Il Distretto come luogo più vicino alla popolazione e di primo accesso per l’utenza per potenziare la relazione con la famiglia in termini di qualità e anche di rapporto; la Medicina convenzionata con la quale mettere a punto strumenti condivisi per garantire una gestione 24 ore su 24 della risposta ai bisogni socio-sanitari del territorio di competenza, e la continuità delle cure in particolare nella dimissione o nell’ingresso in ospedale degli utenti. “Su questi obbiettivi – dice Sandri – lanciamo una proposta forte di collaborazione con tutti i circa 6. 000 medici convenzionati veneti: Medici di Famiglia, di Continuità Assistenziale, Pediatri di Famiglia e Specialisti Ambulatoriali Interni”. In questo senso si sono già mossi i Pediatri di Famiglia, che appena prima di Natale hanno siglato con l’Assessorato alla Sanità una specifica pre-intesa; seguiti dagli Specialisti Ambulatoriali Interni il cui maggiore sindacato (il Sumai) ha siglato un analogo documento il 7 gennaio scorso. . . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SEGRATE: “SPORTELLO SAN RAFFAELE”, DAL 12 GENNAIO RADDOPPIA L’ORARIO D’APERTURA |
|
|
|
|
|
Segrate, 12 dicembre 2009 - Lo “Sportello San Raffaele” attivato in via sperimentale all’interno del S@c dal 31 ottobre scorso grazie all’accordo di collaborazione siglato dall’Amministrazione con la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, dal 12 gennaio raddoppia l’orario di apertura. Il “Punto di Contatto” operativo in Comune in via I Maggio per la prenotazione delle visite specialistiche presso l’ospedale di via Olgettina, il pagamento del ticket delle visite da effettuarsi in giornata e la consegna dei referti sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12, quattro ore ogni mattina anziché due come in precedenza. L’obiettivo di raggiungere prima possibile le venti ore di apertura settimanali è stato accelerato vista la notevole affluenza dei cittadini che fanno ricorso allo sportello per evitare di recarsi all’Ospedale se non per la pura prestazione sanitaria, risparmiandosi code, attese, la scomodità di doversi spostare in macchina e i costi del parcheggio. Rimane sempre fermo l’intento di realizzare a breve a Segrate un centro prelievi comunale. Sportello San Raffaele Giorni E Orari Lo Sportello San Raffaele presso il Sac di via I Maggio, dal 12 gennaio sarà aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 8. 00 alle ore 12. 00. Per informazioni: Call Center Sac, tel. 02. 2690. 2690. Per informazioni sulle prestazioni sanitarie si può chiamare direttamente il Call Center dell’Ospedale, tel. 02. 2643. 2643, o il numero 02. 26902707 nei giorni e orari di apertura dello Sportello. Attenzione: Nella fase di apertura sperimentale lo sportello del San Raffaele Non Puo’ Accettare Denaro Contante. I pagamenti devono essere effettuati con carta di credito, bancomat o assegni. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
OSPEDALE DI PORDENONE IN COMINA |
|
|
|
|
|
Trieste, 12 gennaio 2009 - Il nuovo ospedale di Pordenone sarà realizzato in località Comina, ricorrendo all´utilizzo della finanza di progetto. Parallelamente, sempre a Pordenone, sarà realizzata la "Cittadella della Salute", ristrutturando una serie di edifici già esistenti situati nell´attuale comprensorio ospedaliero; in questo caso il finanziamento dell´opera avverrà tramite contributi in conto capitale. Lo ha stabilito la Giunta regionale, riunita a Trieste, su proposta dell´assessore alla Salute e alla Protezione sociale, Vladimir Kosic. Sono stati così confermati, nell´ambito del programma delle opere del piano pluriennale degli investimenti del Servizio sanitario regionale, gli interventi volti a dare a Pordenone un nuovo e moderno ospedale, inserito con un ruolo di rilievo nella rete dell´offerta ospedaliera regionale, e una Cittadella della Salute ove accorpare le funzioni distrettuali e garantire la loro integrazione con le competenze sociali dei Comuni. Tuttavia, sulla base delle valutazioni espresse da un gruppo tecnico, costituito da esperti indicati dalle varie amministrazioni coinvolte e dall´Azienda ospedaliera del capoluogo della Destra Tagliamento, è stato stabilito di collocare l´ospedale in area extraurbano, modificando così l´ipotesi di ristrutturare l´attuale nosocomio. Ad ogni modo per il nuovo ospedale si potrà ancora utilizzare l´elaborazione progettuale già disponibile, che potrà - come indicato dal gruppo tecnico - costituire la base per la nuova progettazione adeguata al nuovo sito. Per garantire la realizzazione delle nuove opera, l´Esecutivo regionale ha anche stabilito di ridefinire l´entità delle risorse regionali di investimento e i relativi tempi di finanziamento, indicando gli stessi nell´ambito del piano preventivo consolidato del Servizio sanitario regionale per il 2009. Incaricate di dar corso alle opere di rispettiva competenza, ed in conformità alle indicazioni del gruppo tecnico, sono l´Azienda ospedaliera "Santa Maria degli Angeli" di Pordenone e l´Azienda per i servizi sanitari n. 6 "Friuli occidentale". All´agenzia regionale della Sanità viene invece affidata la funzione di coordinamento delle commesse di progettazione. Quanto stabilito dalla Giunta regionale si concretizzerà in uno specifico accordo di programma, che sarà sottoscritto tra la Regione e le varie istituzioni interessate, quale strumento per la definizione dell´impegno e dei rispettivi ruoli. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
IN VENETO CARROZZE FERROVIARIE RESE ACCESSIBILI AI DISABILI |
|
|
|
|
|
Venezia, 12 gennaio 2009 - Prende forma il progetto veneto di accessibilità ad alcune carrozze ferroviarie per aumentare la fruibilità del servizio da parte delle persone disabili. “Grazie ad un finanziamento di 50 mila euro messo a disposizione dalla giunta Regionale – ha fatto presente l’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso – ha dato il via all’adeguamento di 7 automotrici “Aln 668”, mediante sollevatori che consentono l’innalzamento e l’ingresso delle carrozzine attraverso la serranda del comparto bagagliaio, l’allargamento della porta di servizio per l’accesso al vano viaggiatori e la modifica di quest’ultimo con l’istallazione di una parete fissa dotata di dispositivi di bloccaggio delle carrozzine stesse”. “A favore delle persone con limitazioni della capacità motoria – ha aggiunto Chisso – abbiamo inserito l’obbligo di particolari parametri qualitativi per la fruibilità del servizio nel contratto stipulato tramite gara europea e valido fino al 2011, relativo a parte del servizio regionale. Abbiamo però voluto migliorare ulteriormente questa possibilità, anche al di sopra degli standard di contratto e su linee non servite da mezzi rotabili moderni già predisposti per il superamento delle barriere all’accesso. Questa scelta è stata confrontata a suo tempo nel corso di incontri che abbiamo promosso con Trenitalia S. P. A. Ed esponenti delle Associazioni per i disabili del Veneto, che hanno suggerito le modifiche e collaudato il prototipo allestito a Treviso nel settembre scorso. Questo servizio sarà potenziato a partire dalla linea Bassano – Mestre”. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TRASPORTO PUBBLICO PER I DISABILI, NASCE MOBILITÀ SOCIALE SARDEGNA SRL |
|
|
|
|
|
Cagliari, 12 Gennaio 2009 - E´ stata costituita l’ 8 gennaio la Mobilità Sociale Sardegna Srl, società pubblica nata dall´intesa tra gli Assessorati regionali della Sanità e Politiche sociali, dei Trasporti e l´Arst: il nuovo soggetto, in attuazione della delibera di Giunta 58/26, gestirà il trasporto a favore delle persone con disabilità, dotandosi di personale (autisti e accompagnatori) e dei mezzi necessari per avviare il servizio. D´intesa con i sindacati, la nuova società avvierà dal prossimo 19 gennaio le procedure per l´acquisizione dei mezzi e del personale, a partire da quelli dell´Aias, ente attualmente principale erogatore privato del servizio. Con l´associazione, lo scorso 29 dicembre, è stato sottoscritto un accordo che prevede il passaggio di personale e del servizio a partire dal 19 gennaio, e da concludersi entro il 31 dello stesso mese. Completate le procedure con l´Aias, o in caso di insufficienza di operatori o mezzi, la Mss srl procederà a contattare gli altri enti attualmente erogatori del servizio di trasporto o si rivolgerà al mercato. Attualmente sono 24 i soggetti che, con finanziamenti regionali e per conto dei Comuni, erogano il servizio di trasporto sociale: il passaggio alla gestione pubblica con la Mss srl permetterà gradualmente di erogare un servizio più capillare e il coinvolgimento anche di quei Comuni (190 quelli censiti), che finora non hanno mai attivato la mobilità sociale a favore dei disabili. Sempre secondo quanto concordato con Cgil, Cisl e Uil, la Regione si impegna a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali di tutti gli operatori attualmente impegnati nei diversi enti gestori del servizio. Il personale impiegato dalla Mss srl sarà assunto con contratto a tempo determinato, fino all´espletamento di gara ad evidenza pubblica, nel cui bando sarà inserita un´apposita clausola sociale a tutela dei lavoratori messi in mobilità dall´Aias. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
DIPENDENE: 258 MILA EURO A ULLSS N.1 BELLUNO, N.10 SAN DONA’ PIAVE, N.8 CASTELFRANCO, PER INTERVENTI PILOTA CONTRASTO A ALCOL E DROGA” |
|
|
|
|
|
Venezia, 12 gennaio 2008 - Su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, la Giunta veneta ha deliberato un contributo complessivo di 258 mila euro alle Aziende Ullss n. 1 di Belluno, n°10 di San Donà di Piave e n. 8 di Castelfranco per la realizzazione di interventi pilota e progetti sociosanitari di prevenzione e lotta contro la droga e l’alcol e le dipendenze da sostanze di abuso. Del contributo complessivo di 258 mila euro: 120 mila vanno all’azienda sociosanitaria bellunese per un progetto pilota di “prevenzione globale alla luce dell’evoluzione del nuovo fenomeno delle dipendenze”; 100 mila euro vanno all’azienda di San Donà per un progetto pilota “ di trattamento dei tossicodipendenti ‘cronici’ che consiste nella sperimentazione di nuovi programmo terapeutici riabilitativi individualizzati, a livello ambulatoriale semiresidenziale e residenziale; con un approccio di valutazione multidimensionale, con il risultato di un servizio (Sert) che gestisce e governa il programma individuale e non risulta solo servizio inviante in una struttura riabilitativa”; 38 mila euro sono destinata all’azienda sociosanitaria di Castelfranco, in collaborazione con l’Arcat regionale per un “progetto pilota di elaborazione, studio e ricerca della Banca Dati del Cat (Club Alcolisti in Trattamento) del Veneto per favorire lo sviluppo dei programmi dell’approccio ecologico sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi dei Club sul territorio regionale”. I progetti dovranno concludersi entro il dicembre 2009. “La Regione Veneto - spiega Valdegamberi - ha da tempo adottato strategie di intervento articolate ed efficaci per rispondere all’uso incongruo delle sostanze stupefacenti e psicoattive come droghe, farmaci d’abuso, alcol e tabacco e ritiene opportuno potenziare ulteriormente alcuni azioni prioritarie in particolare nelle aree di intervento della prevenzione, della riabilitazione, dello studio e della ricerca. Il provvedimento regionale è previsto è previsto dal Dpr 309/90 e dalla legge regionale 5/96. Complessivamente, nel triennio 2006-2008 la Giunta veneta ha assegnato oltre 13 milioni di euro per la realizzazione di progettualità socio-sanitarie in materia di dipendenza da sostanze d´abuso, che si vanno ad aggiungere allo stanziamento annualmente di 21 milioni di euro per l’assistenza delle persone con dipendenze presso le comunità terapeutiche. Il sistema regionale per la lotta alle dipendenze si articola in 21 Dipartimenti per le Dipendenze; 38 Ser. T (Servizi per le Tossicodipendenze); 2 Aziende Ospedaliere, 32 Enti ausiliari iscritti all’Albo regionale delle Comunità Terapeutiche, con oltre 60 sedi operative; 7 Comunità Terapeutiche pubbliche, delle quali una residenziale e una alcologica; oltre 600 gruppi di auto-aiuto nel settore dell’alcolismo (Club alcolisti in trattamento e Alcolisti Anonimi); 65 Associazioni di volontariato (30 in materia di alcoldipendenza, 21 in materia di tossicodipendenza, 8 in materia di Aids, 6 in materia di carcere); cui vanno aggiunti i 7 N. O. T. (nuclei operativi tossicodipendenze) degli Uffici Territoriali del Governo nel Veneto e il Servizio contenimento del danno del Comune di Venezia, che collaborano e si integrano con il sistema sociosanitario regionale. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SANITA’IN SICILIA, RUSSO: “CON LA CONFERENZA PERMANENTE COLMIAMO UN VUOTO LUNGO 16 ANNI” |
|
|
|
|
|
Palermo, 12 gennaio 2009 – “Dopo l’apprezzamento espresso oggi dalla commissione sanità, la “conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale” si avvia finalmente a svolgere i suoi importanti compiti istituzionali. Con questo provvedimento colmeremo un vuoto storico, considerato che l’organismo nasce con oltre 16 anni di ritardo rispetto alla previsione nazionale”. L’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, commenta così l’importante risultato maturato l’8 gennaio davanti alla sesta commissione dell’Assemblea regionale che era chiamata ad esprimere un parere sul decreto che riguarda le modalità di funzionamento della “conferenza permanente” che è stata recentemente istituita con legge regionale. La prima riunione avverrà entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto presidenziale di costituzione della conferenza permanente. “Abbiamo esaminato il decreto – ha aggiunto Russo – in un clima di grande collaborazione apportando utili modifiche. Adesso, in linea con quanto avevo affermato ad inizio del mio mandato, sulle più importanti tematiche della sanità sarà davvero possibile una reale partecipazione delle autonomie locali che dovranno dare un concreto contributo in termini di idee e di suggerimenti”. La “Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale”, istituita con legge regionale del 9 ottobre 2008, n. 10, è un organismo rappresentativo delle autonomie locali con specifiche competenze consultive sia nell’ambito della programmazione sanitaria, sia nei procedimenti di valutazione e di revoca dei direttori generali delle Ausl e delle Aziende ospedaliere. Sarà composta dall’assessore regionale alla Sanità e da quello alla Famiglia e alle Politiche sociali; dai presidenti delle conferenze dei sindaci dei comuni ricompresi nell’ambito territoriale delle Ausl; da un rappresentante dell’Anci (associazione dei comuni) e uno dell’Urps (unione delle province). La partecipazione alle sedute della Conferenza è a titolo gratuito. Tra i compiti della “conferenza permanente” c’è quello di esprimere parere obbligatorio sul progetto del Piano sanitario regionale e sui programmi regionali di edilizia sanitaria e dotazioni tecnologiche, connessi con l’attuazione del Piano sanitario regionale. La conferenza, inoltre, partecipa alla verifica della realizzazione dei piani attuativi locali delle Aziende ospedaliere. Sempre oggi in commissione sanità è cominciato l’esame del decreto di rimodulazione della rete pubblica dei laboratori d’analisi che è già stato validato dal Ministero. L‘esame proseguirà martedì prossimo. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
GIUNTA REGIONALE UMBRA APPROVA LINEE GUIDA PER AREA ANZIANI |
|
|
|
|
|
Perugia, 12 gennaio 2009 – “Dall’invecchiamento della popolazione umbra derivano nuovi bisogni e domande di servizi alle quali la politica deve dare risposta”. Riassume così l’assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, il senso delle Linee Guida regionali per la pianificazione sociale del territorio nell’area anziani approvata dalla Giunta regionale. “L’invecchiamento della popolazione produce inevitabilmente delle trasformazioni sociali ed economiche – ha spiegato l’assessore Stufara - Di conseguenza, questo quadro demografico in perenne movimento da società più giovane a società più vecchia con una ricaduta significativa sugli stati di salute, si riflette sugli assetti familiari e relazionali che nel complesso configurano nuovi bisogni e nuove emergenze sociali. Sviluppare un sistema unitario di offerta di interventi attraverso la rilevazione delle bisogni degli anziani è proprio uno degli obiettivi della Regione”. Stufara - dopo aver evidenziato che “l’Umbria è una delle regioni maggiormente interessate dai mutamenti connessi all’avanzata età della popolazione con una quota della popolazione con più di 65 anni che è aumentata di 4 punti percentuali dal 1991 al 2003, passando dal 19 per cento al 23 per cento” - ha precisato: “L’invecchiamento costante nel tempo degli umbri è dovuto prevalentemente alla componente dei grandi anziani, ovvero dei soggetti con più di 75 anni. Le previsioni demografiche indicano un ulteriore aumento della quota di anziani sopra i 65 anni, nella misura del 24 per cento nel 2010, con il 4 per cento della popolazione totale sopra gli 85 anni. Il confronto tra i dati anagrafici riferiti agli Ambiti territoriali umbri – ha aggiunto l’assessore - evidenzia la maggior presenza di anziani nelle zone dell’orvietano, dello spoletino e del folignate”. “L’invecchiamento demografico comporta, oltre ai mutamenti sociali, profonde modificazioni nelle condizioni di vita e di relazione delle persone che le rende fragili, visto che la riduzione di autonomia propria dell’età che avanza impone limiti alla mobilità che vuol dire meno rapporti sociali, meno attività e di conseguenza, ulteriore compromissione funzionale, soprattutto sul piano cognitivo, e riduzione di relazioni sociali – ha detto l’assessore - La solitudine finisce così per innescare un circuito vizioso che può esitare nella progressiva perdita di funzionalità psico-fisica fino alla piena non autosufficienza. Si impone quindi, l’esigenza di spostare l’attenzione su tutte quelle condizioni limite dove la persona anziana, pur autosufficiente, non è più in grado di occuparsi adeguatamente della propria persona. Non bisogna trascurare il fatto che la fragilità che caratterizza molti anziani può essere meglio contenuta e governata in un contesto familiare supportato con interventi e servizi, anche innovativi, del welfare domiciliare e comunitario”. Il documento approvato dalla Giunta regionale prevede anche una mappatura dei centri residenziali e semiresidenziali per gli anziani presenti sul territorio regionale: in Umbria le strutture presenti sono 48, mentre i posti disponibili sono 751 anche se solo l’1,46 per cento delle strutture prevede posti per l’emergenza o l’accoglienza temporaneità. I centri autorizzati al funzionamento sono 35, altri 7 non sono stati ancora autorizzati, altre 7 strutture invece, non hanno risposto al censimento regionale. Gli anziani inseriti nelle strutture sono complessivamente 731, di questi l’84,5 per cento è inserito in strutture residenziali(618), il 15,5 per cento in strutture semiresidenziali. In riferimento all’età il 60 per cento della popolazione anziana ospitata è ultraottantenne, mentre il periodo di permanenza è prevalentemente distribuito su periodi brevi (inferiori all’anno) e su periodi medio – lunghi (dai due ai cinque anni). L’82,3 per cento proviene dallo stesso Comune-ambito ove è collocata la struttura. “Gli obiettivi strategici che regolano il processo d’intervento nell’area della terza età sono vari – ha detto Stufara – Primo tra tutti c’è il sostegno al lavoro di cura e la garanzia per la libertà di scelta dell’anziano e della sua famiglia, favorire l’utilizzo delle risorse e delle abilità persistenti della persona anziana, superare il crescente isolamento sociale ed emozionale che caratterizza la vita delle persone anziane, favorendone la vita indipendente”. Tra le finalità intermedie da perseguire nel triennio 2008/2010 c’è il consolidamento, lo sviluppo e la qualificazione delle strutture superando la dualità tra servizi domiciliari e servizi comunitari. In quest’ambito assumeranno sempre più importanza le “Case di Quartiere” che si connotano come un servizio a carattere semi-residenziale flessibile, articolate nelle 24 ore, per le quali si prevede nell’arco di due anni, l’implementazione di almeno una struttura secondo un bacino demografico standard e comunque di almeno una struttura di servizio in ogni Ambito Territoriale. La Regione punta anche sulle strutture innovative nell’area della domiciliarità come l’operatore di quartiere, la consegna a domicilio della spesa o dei pasti, le tariffe agevolate per l’accesso ai servizi compresi quelli a carattere culturale. Previsto infine, un sistema di monitoraggio che consentirà di rilevare e valutare l’efficacia delle principali azioni. . . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SALUTE: RALLENTAMENTI AL CALL CENTER ASS PROVINCE UD, PN, GO |
|
|
|
|
|
Trieste, 12 gennaio 2009 - Il Centro servizi condivisi (Csc) comunica che a partire dallo scorso 5 gennaio si stanno verificando alcuni rallentamenti nell´attività del servizio di prenotazione telefonica delle prestazioni sanitarie Cup-call center (tel. 800 423445) per le Aziende sanitarie e ospedaliere del territorio delle province di Udine, Pordenone e Gorizia. La criticità è legata all´altissimo numero di chiamate ricevute dal servizio a partire dal giorno di riapertura, dopo le festività. Mediamente i contatti giornalieri sono aumentati del 150 per cento fino a raggiungere quasi 8. 000 telefonate al giorno e, nonostante l´impegno di tutti gli operatori dedicati, si sta verificando un aumento del tempo di attesa per i cittadini che chiamano e ritardi nel servizio di "richiamata" (per coloro che chiedono di essere richiamati dal servizio e lasciano un proprio recapito), con un conseguente disservizio per i chiamanti. Si ricorda che è possibile chiamare dal lunedì al venerdì dalle ore 08. 00 alle ore 18. 00: è pertanto consigliabile telefonare nelle ore pomeridiane, quando minore è la "congestione" del traffico in entrata. Per quanto concerne il servizio di "richiamata", gli operatori stanno provvedendo all´evasione delle richieste pervenute fino ad oggi e si consiglia di non richiamare il Call center una volta registrato il numero di telefono a cui l´utente desidera essere contattato e di non lasciare il recapito in segreteria più di una volta, contribuendo così ad evitare un´ulteriore congestione delle linee. All´inizio della prossima settimana potrebbero verificarsi ancora ritardi nella risposta, ma il servizio sta ponendo in atto alcune misure di emergenza utili al ripristino del normale livello dell´attività di servizio. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
MILANO: ATTIVO IL CENTRALINO DI ANTENNA SALUTE |
|
|
|
|
|
Milano, 12 gennaio 2009 - Dall’ 8 gennaio è in funzione, al numero 02. 89690518, il centralino di Antenna Salute, il progetto realizzato dal Comune in collaborazione con la Cooperativa A&i - Società cooperativa sociale accoglienza e integrazione. Si tratta di un centro di ascolto che ha lo scopo di gestire e monitorare il corretto ed efficace utilizzo dei servizi sanitari erogati sul territorio cittadino. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9. 00 alle 12. 00 e dalle 14. 30 alle 17. 30. L’iniziativa, voluta dall’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, intende promuovere e tutelare il benessere psico-fisico della popolazione milanese. Lo sportello servirà anche a risolvere alcuni problemi, operando in una logica di cooperazione tra istituzioni che si occupano della salute dei cittadini. “Il cittadino, attraverso lo Sportello Ascolto – ha detto Landi -, può da oggi evidenziare le anomalie e le difficoltà nell’utilizzo dei servizi sanitari. Gli utenti saranno inoltre assistiti nel labirinto dei percorsi curativi, con particolare attenzione alle fasce più deboli. Una risposta concreta e immediata alle esigenze dei milanesi - ha aggiunto l’assessore alla Salute –. Un progetto sperimentale che si propone di avvicinare istituzioni e cittadini per una migliore fruizione, anche in senso qualitativo, dei servizi offerti sul territorio”. La società cooperativa che eroga il servizio dispone di personale qualificato per la gestione del centralino e di esperti nell’analisi di tutte le manifestazioni di disagio. Il compito degli operatori è quello di raccogliere commenti e segnalazioni sui servizi offerti che consentiranno all’Assessorato alla Salute di smistare alle sedi competenti le comunicazioni riportate. Periodicamente verrà inoltre stilato un report sulle segnalazioni raccolte che permetterà all’Assessorato e agli altri soggetti competenti, di pianificare e realizzare eventuali azioni correttive per migliorare la risposta alle aspettative dell’utenza cittadina. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SALUTE: INTESA REGIONE-UNIVERSITÀ TRIESTE PER OSPEDALE BURLO |
|
|
|
|
|
Trieste, 12 gennaio 2009 - Su proposta dell´assessore alla Salute e Protezione sociale Vladimir Kosic, la Giunta regionale ha approvato il testo di un protocollo d´intesa tra l´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia e l´Università di Trieste per disciplinare l´apporto della facoltà di Medicina e Chirurgia allo svolgimento dell´attività assistenziale dell´Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico "Burlo Garofolo" di Trieste, in coerenza con le esigenze della didattica e della ricerca. Il documento, 21 articoli e cinque allegati che regolamentano l´organizzazione e il funzionamento delle strutture universitarie presso il Burlo, sarà sottoscritto dal presidente della Regione, Renzo Tondo, e dal rettore dell´ateneo, Francesco Peroni. La facoltà di Medicina e Chirurgia dell´Università di Trieste contribuisce ormai da diverso tempo all´attività assistenziale delle strutture dell´area materno infantile del Burlo. Una collaborazione che era già stata regolamentata nel 2001 da un accordo tra Università e Burlo, attuativo di una precedente intesa tra Regione e Università, nel 1998. Il protocollo d´intesa il cui testo è stato approvato oggi è previsto da un documento analogo siglato nel febbraio 2006 tra Regione ed ateneo triestino per l´organizzazione e il funzionamento dell´Azienda ospedaliero-universitaria "Ospedali Riuniti" di Trieste . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
BAMBINI E ADOLESCENTI AL CENTRO DELLE POLITICHE REGIONALI UMBRE |
|
|
|
|
|
Perugia, 12 gennaio 2009 – "Le esigenze e i bisogni dei bambini e degli adolescenti devono essere al centro dell’attenzione della politica e all’impegno da parte di tutti, devono seguire interventi concreti per promuovere la crescita e lo sviluppo dei cittadini più giovani”. L’assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, presenta così i progetti organizzati dalla Regione Umbria - e che partiranno questa settimana - per lo sviluppo del benessere e della qualità della vita dei minori e valorizzare il rispetto delle diversità, delle caratteristiche di genere, culturali ed etniche. “Dell’infanzia si parla tanto e si organizzano celebrazioni e manifestazioni durante le quali ci si impegna in tutela di bambini e di adolescenti. Basta pensare agli eventi a ridosso della Giornata dell’infanzia per averne un’idea. Ma le parole non bastano, perchè difficilmente a queste fanno seguito i fatti – ha detto Stufara - Al contrario, la Regione Umbria vuole puntare sulla centralità dei bambini e sul dovere di promuovere la loro crescita e il loro sviluppo. Per tale ragione sono stati organizzati dei progetti previsti nell’asse socio-educativo individuato nelle ‘Linee di indirizzo per la promozione del benessere delle giovani generazioni. Azione di sistema nell’area della prevenzione sociale’, che privilegiano lo sviluppo del benessere e della qualità della vita dei minori”. Due gli assi di intervento: quello socio-sanitario orientato a far conoscere ai giovani stili di vita sani, e quello socio-educativo per promuovere modelli educativi. In quest’ultimo filone rientrano due progetti dal titolo “Crescere e vivere nella differenza, maturare la propria soggettività” con la collaborazione di Anna Maria Piussi e del Marco Deriu dell’Università di Verona e di Parma, e il “Corso di formazione per la promozione della salute in adolescenza. Cosa deve sapere l’operatore che promuove interventi preventivi ” con Alberto Pellai dell’Università di Milano. “Il primo progetto si articola in un ciclo d’incontri di formazione con un gruppo di giovani del liceo classico Properzio di Assisi – ha spiegato Stufara - Ai ragazzi verrà proposto un percorso di riflessione partendo dalle proprie esperienze nella scuola, nella partecipazione culturale e sociale, nella famiglia, negli affetti, negli interessi e passioni personali, nelle aspettative verso il futuro. Scopo dell’iniziativa è favorire la riflessione e l’approfondimento sulla ricchezza e le problematiche delle differenze”. L’intero percorso progettuale sarà realizzato nell’arco di cinque incontri rivolti a due gruppi di 20 ragazze e 20 ragazzi che saranno stimolati a riflettere e a discutere liberamente e criticamente sulle proprie esperienze personali e relazionali, per far emergere storie, emozioni, parole, conflitti. Il secondo progetto, dal tema “Corso di formazione per la promozione della salute in adolescenza. Cosa deve sapere l’operatore che promuove interventi preventivi” e rivolto agli operatori sociali e sanitari, educativi, insegnanti coordinatori delle classi e rappresentanti dei Consigli di classe di due scuole per Ambito territoriale, si pone come obiettivo quello di intervenire nell’area di interesse delle relazioni dei giovani, attraverso un percorso formativo e di sensibilizzazione per la prevenzione sociale del disagio. Durante il corso si affronterà il tema delle relazioni tra diverse generazioni e nella stessa generazione. “Le due iniziative – ha concluso Stufara - si inseriscono nel quadro generale della programmazione regionale per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani che trova la sua cornice nel nuovo Piano sociale. Non si tratta quindi, di singoli interventi avulsi dal contesto più ampio della pianificazione regionale, ma di specifiche azioni relative alla promozione di un sano ed equilibrato sviluppo della persona in tutto il suo percorso di maturazione che va dal periodo dell’infanzia fino all’età della giovinezza e che trovano nel nuovo Piano sociale la sostanziale cornice di riferimento. A partire dalla ricognizione avviata con il Forum regionale sul Welfare 2007 dal gruppo di lavoro sul tema giovani generazioni, la Regione ha approfondito le tematiche per arrivare all’adozione delle Linee di indirizzo per la promozione del benessere delle giovani generazioni. Successivamente è stato sottoscritto un Accordo di programma quadro sempre sul tema”. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
PROGETTO VENETO PER TUTELA MINORI IN KOSOVO |
|
|
|
|
|
Venezia, 12 gennaio 2009 - Nel corso del 2009 la Regione del Veneto sosterrà la realizzazione del progetto “Prendiamoci cura dei figli del Kosovo”, in collaborazione con il Cimic (Civil Military Cooperation) Group South di Motta di Livenza (Treviso). L’assessore regionale alle relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo, Isi Coppola, fa presente che l’iniziativa è stata approvata tra gli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo e solidarietà internazionale nell’ambito di un programma di rafforzamento istituzionale in aree di crisi. Il Cimic di Motta di Livenza ha proposto questo progetto che, muovendo da una analisi delle problematiche connesse alla situazione minorile in Kosovo – caratterizzate da casi diffusi di violenza familiare, abbandono (soprattutto post parto), carente ricorso all’istituto dell’affido familiare, limitate conoscenze sul fenomeno – si propone di intervenire sensibilizzando l’opinione pubblica sul problema dei minori a rischio, offrendo con l’ausilio di personale specializzato adeguati spazi di informazione sulle soluzioni al problema, formando potenziali coppie affidatarie ed adottive che possano diventare risorsa per i bambini in stato di difficoltà. Le aree che saranno interessate al progetto sono quelle di Pristina, Peja/pec, Prizen, Gjakova/djakovica, Mitrovica Nord, Fushe Kosove/kosovo Polje e Gjilan/gnilane. Per la realizzazione dell’iniziativa, il Cimic si avvarrà dell’organizzazione non governativa Ai. Bi. Associazione Amici dei Bambini che è presente in Kosovo con una sua struttura. Inoltre è prevista la collaborazione con i Centri per il lavoro sociale del Dipartimento del benessere sociale kosovaro, anche allo scopo di una progressiva presa in carico locale dei risultati che saranno raggiunti. Il progetto è stato finanziato dalla Regione per un importo complessivo di 15 mila euro. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ATTESISSIMA LA GRANDE MOSTRA RAFFAELLO E URBINO |
|
|
|
|
|
Milano, 12 gennaio 2009 - Urbino non fu solo la città natale di Raffaello, ma determinò in modo significativo la sua formazione, restando per tutta la sua vita un punto di riferimento essenziale. Partendo da questo presupposto, la grande mostra che si apre nel Palazzo Ducale di Urbino nella prossima primavera intende recuperare e valorizzare proprio questa stretta connessione tra Raffaello e la sua città natale. Esaminando il contesto urbinate, dalla fine degli anni Settanta a tutti gli anni Ottanta del Quattrocento, viene ricostruito l’ambito artistico-culturale in cui si formerà il giovane Raffaello e nel quale opera il padre, Giovanni Santi, pittore dei duchi e letterato, che è a capo di una ricca e fiorente bottega, oltre che autore della famosa Cronaca nella quale esprime importanti giudizi sui pittori a lui contemporanei. La mostra, allestita nel Salone del Trono e nelle sale dell’appartamento della Duchessa del Palazzo Ducale, sede della Galleria Nazionale delle Marche, si pone l’obiettivo di ricondurre la prima formazione di Raffaello alla grande cultura espressa dalla corte urbinate e soprattutto all’influenza del padre, Giovanni Santi e presenta i capolavori giovanili di Raffaello, 20 dipinti e 19 disegni originali, messi in rapporto alla pittura del padre e di altri pittori vicini alla fase giovanile della sua formazione ad Urbino, 32 dipinti e 10 disegni. Una sezione della mostra è inoltre dedicata al rapporto dell’opera di Raffaello con la più importante produzione del ducato di Urbino, la maiolica, basata sulle immagini raffaellesche, di cui sono esposti esemplari antichi. Sarà visibile, per la prima volta, un pezzo mai esposto, derivato direttamente da un disegno originale e non da un’incisione di Raffaello, assieme a numerosi esempi fra i più preziosi di questa produzione. Raffaello nacque nel 1483 e fu di certo, come ricordano le fonti, un fanciullo prodigio. Ciononostante la storiografia ha troppo spesso trascurato la conoscenza dei suoi anni giovanili, la cui ricostruzione ci appare oggi come fondamentale. A cominciare dalla mostra di Londra del 2004, la critica sta portando la sua attenzione proprio sugli anni giovanili, prendendo in esame l’assunto di questa rassegna, cioè la prevalenza, nella formazione di Raffaello, del rapporto con il padre, con la sua bottega e soprattutto con la grande cultura che ha come epicentro il Palazzo Ducale con le sue collezioni d’arte. Raffaello, che è citato nel 1511 a Roma come allievo del padre Giovanni Santi, non si distaccò mai dalla sua città natale che rimase, anche nel periodo maturo della sua carriera, il centro dei suoi interessi, anche economici. Baldassar Castiglione, legato strettamente ai Montefeltro, e Bramante, protettore di Raffaello a Roma, sono state figure di riferimento per tutta la sua vita. La mostra esamina quindi le vicende della bottega di Giovanni Santi dopo la sua morte avvenuta nel 1494. Il giovane Raffaello nel 1500 eredita la bottega paterna fino a firmarsi “Magister”, con Evangelista da Piandimeleto, per la commissione della pala di S. Agostino a Città di Castello. Le ricerche archivistiche in corso hanno peraltro portato alla luce un numero incredibile di nuovi documenti, non pubblicati da Pungileoni, che mostrano il tessuto artistico in cui si forma il giovane Raffaello e gli stretti legami, mai recisi, con la sua città natale, sia artistici che economici. La presenza di Bramante a Urbino, che sarà poi il più valido supporto alla sua carriera romana, la possibile influenza di altre personalità presenti nella città ducale come Girolamo Genga e Timoteo Viti, rendono molto interessante esplorare questo terreno. Senza trascurare il rapporto con Perugino che la tradizione storiografica, da Vasari in poi, ha messo al centro della sua formazione e che sarà naturalmente indagato nel percorso espositivo. La mostra è curata da Lorenza Mochi Onori, Soprintendente per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici delle Marche e si avvale di un prestigioso comitato scientifico, che vede la partecipazione dei maggiori specialisti nella materia, impegnati in alcune delle più importanti collezioni museali del mondo: Linda Wolk Simon, del Metropolitan di New York, che ha curato recentemente una mostra sul tema, Carol Plazzotta e Tom Henry della National Gallery di Londra, curatori della mostra su Raffaello tenutasi a Londra nel 2004, Silvia Ferino Pagden, del Kunsthistorisches Museum di Vienna, specialista della grafica raffaellesca, Cristina Acidini, Antonio Natali e Marzia Faietti, rispettivamente Soprintendente del Polo Museale fiorentino, Direttore degli Uffizi e Direttore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Giovanna Perini, ordinario di Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Antonio Paolucci, e Arnold Nesselrath rispettivamente Direttore e curatore del Dipartimento di pittura dei Musei Vaticani, oltre ai direttori storici dell’arte della Soprintendenza di Urbino. La mostra è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici delle Marche, dalla Regione Marche, dalla Provincia di Pesaro-urbino, dal Comune di Urbino e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. L’organizzazione è affidata a Gebart in collaborazione con Civita. Il catalogo è edito da Electa. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ALLA FONDAZIONE STELLINE DI MILANO DAL 12 FEBBRAIO AL 7 GIUGNO LA MOSTRA F.T. MARINETTI=FUTURISMO |
|
|
|
|
|
Milano, 12 gennaio 2009 - Nei nuovi spazi della Sala del Collezionista settanta opere e una ricca sezione documentaria ricostruiranno la multiforme attività del fondatore del Futurismo nel centenario della nascita del primo grande movimento d’avanguardia italiano avvenuta a Milano nel 1909. La Fondazione Stelline di Milano organizza, dal 12 febbraio al 7 giugno 2009, la prima grande mostra interamente dedicata a Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo. Il 20 febbraio 1909 venne pubblicato, su "Le Figaro" di Parigi, il Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti che proclamava l´atto di fondazione del Futurismo. A distanza di cento anni, il Comune Milano, patria del Futurismo (la prima sede ufficiale del movimento era in via Senato 2, casa di Marinetti), è impegnato a organizzare un ricchissimo programma con manifestazioni di teatro, cinema, danza, moda, che faranno della città per tutto il 2009 la capitale del Futurismo. In questo contesto s’inserisce l’esposizione F. T. Marinetti=futurismo, che intende approfondire e riscoprire la figura di Marinetti in tutta la sua ricchezza e complessità, da ideatore e promotore del Futurismo, a scrittore ed editore di testi futuristi, mettendo in rilievo la sua importanza internazionale come letterato e innovatore del linguaggio. É Marinetti, infatti, il vero detonatore del nuovo corso dell´arte italiana, il genio della rivoluzione estetica che segna il cambiamento radicale nella società e nella cultura italiana degli inizi del ´900. La mostra, curata da Luigi Sansone, coadiuvato da un comitato scientifico composto da Luigi Ballerini, Lucia Matino, Ermanno Paccagnini, Filippo Piazzoni ed Elena Pontiggia, è organizzata dalla Fondazione Stelline in collaborazione con il Comune di Milano e la Regione Lombardia, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il contributo della Provincia di Milano, il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario del Manifesto Futurista. Il Futurismo è stato il primo movimento artistico legato a un´ideologia globale che ha coinvolto tutti i settori dell´esistenza: arte, politica, costume, morale, progresso scientifico, divenendo nel giro di pochi anni uno dei più importanti fenomeni artistico-letterari sviluppatisi in età moderna, sia in Italia che nel mondo. I Futuristi ebbero il merito di percepire per primi la necessità di un rinnovamento culturale profondo e radicale, all´altezza dei nuovi tempi. Il percorso espositivo proporrà, oltre a numerosi ritratti e caricature di Marinetti, alcuni capolavori fondamentali presenti nell’originaria collezione dell’artista o fatti acquisire da Marinetti al Comune di Milano, tra cui le opere di Umberto Boccioni Elasticità, Linea e forza di una bottiglia e Sotto il pergolato a Napoli, e quelle di Giacomo Balla Spazzolridente ed Espansione di primavera, tutte provenienti dalle collezioni delle Civiche Raccolte di Milano. Il nucleo inedito e importante della mostra presenta per la prima volta insieme 30 tavole parolibere, tra cui la Battaglia a 9 piani (1915) dal Mart, la tavola Parole in libertà-Bombardamento sola igiene (1915) della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, Guido Guidi (1916), oltre alla più grande tavola parolibera mai esposta prima e proveniente dalla Ucla University di Los Angeles, Bombardement d’Andrinople (1915). Altri importanti prestiti arricchiscono la mostra come la tavola tattile Sudan-parigi. Sarà, inoltre, documentata la sua attività di autore di "sintesi teatrali futuriste" e "parole in libertà", teorizzate nel manifesto Il Teatro Futurista Sintetico, nel Manifesto tecnico della letteratura futurista e nel successivo Supplemento al Manifesto tecnico della letteratura futurista, contenente il primo esempio di tavola parolibera: Battaglia peso + odore. Tra le rare "parolibere" e le numerose pubblicazioni di Marinetti sarà dato ampio rilievo al volume parolibero Zang Tumb-tumb (Edizioni futuriste di "Poesia", Milano 1914), vero incunabolo della moderna sperimentazione letteraria europea. Le tavole “parolibere” marinettiane saranno, poi, messe a confronto con quelle di altri futuristi, tra i quali Azari, Balla, Buzzi, Cangiullo, Carrà, Depero, Folgore, Govoni, Benedetta Marinetti e Mazza. Inoltre un´ampia sezione documentaria arricchirà la mostra: manifesti futuristi; fotografie; cataloghi d´epoca; cartoline; alcuni numeri delle riviste "Poesia"; "Gli Avvenimenti"; "Il Mondo"; “Vela Latina"; "Noi"; "L´italia Futurista", ma anche “Anthologie Revue” e “La Vogue” per testimoniare la sua attività prima del Futurismo. Verranno inoltre esposti numerosi e importanti documenti, tra cui un manoscritto di Marinetti sulla fotografia, il Canto Lxxii di Ezra Pound e le opere di Carlo Belloli della collezione Isisuf, Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo. Il catalogo Federico Motta Editore, che accompagna la mostra, è ricco di approfondimenti sul fondatore del Futurismo e mette in rilievo l´importanza internazionale di Marinetti attraverso i saggi di importanti studiosi e letterati: F. T. Marinetti emblema del Futurismo di Luigi Sansone; Il ruolo di Marinetti scrittore e il libro d’artista di Luigi Ballerini; Marinetti francese prefuturista di Ermanno Paccagnini; Il ruolo di Marinetti nella creazione del Modernismo Britannico di Frederick K. Lang; Perché la velocità è una religione di Jeffrey Schnapp; Marinetti Accademico d’Italia e D’annunzio di Giordano Bruno Guerri; Marinetti e il Giappone futurista di Nishino Yoshiaki; Marinetti e i Manifesti del Futurismo di Giusi Baldissone. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TOM PORTA NO MAN´S LAND MILANO, ORATORIO DELLA PASSIONE 27 GENNAIO - 20 FEBBRAIO 2009 |
|
|
|
|
|
Milano, 12 gennaio 2009 - Dopo il successo dello scorso anno Arteutopia presenta i 15 nuovi lavori di Tom Porta, uno dei più promettenti giovani pittori italiani. La sede questa volta è il suggestivo Oratorio della Passione in Sant’ambrogio, dove le opere rimarranno esposte fino al 20 febbraio. L’artista, che si ispira alle visioni apocalittiche del libro La Nube Purpurea di Matthew Phipps Shiel - in Italia pubblicato da Adelphi - e le interpreta con la sua arte, dopo la serie interamente dedicata a Milano oggi si cimenta nell’immaginare un ipotetico futuro delle capitali europee. La mostra si avvale del patrocinio della Privincia di Milano Racconta il curatore Luigi Pedrazzi: “Nel 2007 il mondo ha registrato il pareggio tra la popolazione che vive nelle città e quella che vive nelle campagne. In Europa la percentuale sale al 72% ed è in costante crescita. Una marea inarrestabile di individui in cerca di opportunità, ricchezza, divertimento. Gigantesche megalopoli dal fragilissimo equilibrio. Dopo il grande successo del primo ciclo dedicato a Milano, Tom Porta affronta le grandi città Europee; le icone della civiltà. Le grandi, spettacolari tele di Porta indagano un futuro possibile, un sentimento epocale di ineluttabile decadenza. Un riequilibrio naturale dopo le illusioni schizofreniche e false di una cupa stagione, dove l´umanità sembra avere venduto la propria libertà ad una prospettiva distorta ed asfittica di sviluppo e ricchezza: le visioni pittoriche di Porta ci restituiscono città abbandonate dagli uomini, livide e silenziose, dove l´uomo perde il suo dominio. Un ricongiungimento doloroso ma necessario con la Natura. No man´s Land è una mostra sul silenzio e sulla speranza”. Aggiunge Chiara Canali, che da sempre segue la carriera artistica di Tom Porta: “Dalla suggestione poetica della narrazione di Shiel nascono i quadri drammatici e incombenti di Tom Porta che rapportano l’utopia millenaria di fine mondo alle realtà Metropolitane, da troppo tempo ormai maltrattata e deformata da una speculazione urbanistica inarrestabile. L’incendio e l’annichilimento delle più importanti capitali del mondo, che le parole di Shiel descrivono quale ‘zona di vapore purpureo che mandava in alto le sue lingue come il fumo dell’incendio del mondo’, sono di ispirazione per le intense rappresentazioni espressioniste di Tom Porta, che riattualizzano bruscamente il tema delle ‘rovine’. La raffigurazione dei cieli, scenografia dei simulacri cittadini, esibisce una cromia scura, esacerbata dall’esalazione velenosa di gas e sostanze tossiche, a incarnare il dramma e la tragedia della distruzione”. Tom Porta (nato a Milano nel 1970, dove vive e lavora). Si diploma maestro d’arte e di arti applicate sperimentali all’Istituto d’Arte di Monza. Ancor prima di diplomarsi inizia un’intensa attività di illustratore che si sviluppa su due fronti paralleli: l’illustrazione editoriale, tecnica e pubblicitaria e una più personale legata allo studio del corpo. In breve tempo Porta diventa uno degli unici illustratori italiani pubblicati all’estero. La maturazione personale e artistica portano Tom Porta al naturale avvicinamento alla pittura, a un progressivo approfondimento del rapporto con il corpo e a un percorso interiore legato alla storia del ‘900 e alla memoria storica, temi da sempre cari all’artista. Si delineano così i diversi cicli: nel 2004 il ciclo Shinpu Tokkotai, riflessione sul fenomeno kamikaze della seconda guerra mondiale ma nel contempo analisi di drammatica attualità. Tra i progetti personali ricordiamo nel 2005 Late-x ai Musei di Porta Romana, Milano; nel 2006 Vento Divino presso la Fabbrica Eos di Milano e Aereoclub Idrovolanti di Como e Kikosui allo Studio De’ Bonis di Reggio Emilia; nel 2007 Suisei presso la galleria Il Torchio Costantini arte Contemporanea di Milano. Tra le mostre collettive, nel 2005 e 2006 la partecipazione all’iniziativa The Dirty Show alla Tangent Gallery di Detroit; sempre nel 2006 la collettiva presso la Echo Gallery di Chicago, Allarmi presso la Caserma De Cristoforis di Como, 15 volte un volto allo Spazioinmostra di Milano, e infine la partecipazione al progetto Cittàmorfosi, a cura di Jacqueline Ceresoli presso il Centro Culturale Cascina Grande, Rozzano. Nel 2007 viene invitato alla mostra Linee all’Orizzonte, a cura di Maurizio Sciaccaluga, presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova e alla collettiva Anatomia dell’Irrequietezza, a cura di Luca Beatrice, a Palazzo della Penna di Perugina. Sempre nel 2007 partecipa all’iniziativa “Il Treno dell´Arte – Da Tiziano a Nespolo alla Street Art: 500 anni di Arte Italiana”, mostra itinerante a cura di Vittorio Sgarbi, Ferdinando Arisi, Duccio Trombadori, Luca Beatrice e Chiara Canali. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
"LA COSTITUZIONE ILLUSTRATA". I DISEGNATORI ITALIANI RACCONTANO LA CARTA FONDAMENTALE. I LAVORI IN MOSTRA NELLA SALABORSA DI BOLOGNA DAL 13 AL 26 GENNAIO |
|
|
|
|
|
Bologna, 12 gennaio 2009 - Lorenzo Mattotti, Tanino Liberatore, Vittorio Giardino, Giuseppe Palumbo, Carlo Ambrosini, Davide Fabbri, Guido Scarabottolo, Paolo Bacilieri, Gabriella Giandelli, Alberto Pagliaro, Michele Benevento, Sergio Ponchione, Daniele Caluri e Marco Corona. Sono i quattordici autori di fumetti e illustratori italiani che hanno reinterpretato su tavole la Carta costituzionale. Dal 13 al 26 gennaio i loro lavori saranno esposti nella Piazza coperta della Biblioteca Salaborsa di Bologna (piazza Nettuno, 3). I sedici disegni raccontano uno o più tra i primi 54 articoli del testo costituzionale, ossia il cuore dell’impalcatura democratica del Paese. Ai primi dodici articoli è, infatti, assegnato il compito di affermare e custodire i principi fondamentali della Repubblica, mentre i successivi (artt. 13-54) elencano i diritti e i doveri dei cittadini. L’iniziativa è stata presentata oggi, nel corso di una conferenza stampa, dal vicepresidente della Regione Emilia-romagna Flavio Delbono, dal capo di Gabinetto della presidenza della Regione Bruno Solaroli che ne hanno sottolineato l’importanza, ricordando come la mostra sia uno degli appuntamenti centrali del programma di iniziative avviate in occasione dei sessant’anni della Costituzione italiana e promosse dalla Regione in collaborazione con Prefettura, Comune e Provincia di Bologna, Università degli studi e Ufficio scolastico regionale. Presenti anche il capo di Gabinetto della presidenza della Provincia Stefano Ramazza,il disegnatore Vittorio Giardino, i curatori della mostra Daniele Brolli e Daniele Donati e, tra gli organizzatori, Cinzia Negherbon. “E’ un’iniziativa giusta - ha detto Giardino - sono contento di avervi partecipato, perché mi ha dato l’occasione di rileggere la Costituzione che non è un testo istituzionale, ma sovversivo perché porta ogni persona a vedere quanta parte di essa è disattesa, non ancora applicata”. “Il lavoro degli autori è stato un lavoro di indagine”, hanno spiegato Donati e Brolli. “La Costituzione è un oggetto della nostra cultura popolare, un testo utopico per la costruzione di un mondo migliore, che continua a produrre visioni e che va riascoltato, riletto, reinterpretato”. L´obiettivo dell’esposizione - che sarà aperta il lunedì dalle 14. 30 alle 20, da martedì a venerdì dalle 10 alle 20 e il sabato dalle 10 alle 19 - è di rendere un omaggio originale alla Carta fondamentale per testimoniarne la vitalità usando un linguaggio capace di raccontare in modo diretto e immediatamente comprensibile i valori contenuti nel testo, rivolgendosi innanzitutto al pubblico dei più giovani. La mostra, che dopo Bologna sarà esposta anche in altre città,è curata dall´associazione culturale Krazy Kat di Bologna e da Comma22, che operano da anni a livello internazionale nel campo dell´illustrazione e del fumetto. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
MOSTRA FOIBE: DALLA TRAGEDIA ALL’ESODO “CONTRO LA VIOLENZA DELL’OBLIO” ROMA – COMPLESSO DEL VITTORIANO 31 GENNAIO – 22 FEBBRAIO 2009 |
|
|
|
|
|
Roma, 12 gennaio 2008 - In occasione delle celebrazioni nazionali per il “Giorno del Ricordo” 2009, l’Associazione Nazionale Dalmata e E-nvent, con il sostegno del Ministero della Difesa e della Fondazione Roma, e con il contributo di un prestigioso Comitato Scientifico presieduto dallo storico Luigi Papo e composto da autorevoli esponenti del mondo della cultura, presenteranno la mostra “Foibe: dalla Tragedia all’Esodo”, evento istituzionale per commemorare le vittime delle Foibe. Nella solenne e suggestiva sede del Sacrario delle Bandiere del Complesso del Vittoriano di Roma l’iniziativa, organizzata dall’Associazione Nazionale Dalmata in collaborazione con il Ministero della Difesa e la Fondazione Roma, e realizzata da E-nvent, sarà aperta al pubblico dal 31 gennaio al 22 febbraio 2009. “Foibe: dalla Tragedia all’Esodo”, che prosegue idealmente un progetto iniziato un anno fa, con la mostra “Foibe: martiri dimenticati” tenutasi presso il Rifugio Antiaereo del Palazzo Uffici all’Eur in occasione delle celebrazioni ufficiali per il Giorno del Ricordo 2008, si pone come obiettivo la prosecuzione del racconto di ciò che è accaduto dopo lo sterminio dell’infoibamento, con l’Esodo forzato dal confine orientale di circa 350. 000 italiani. L’evento vuole offrire al grande pubblico un’opportunità importante per affrontare il delicato tema del Ricordo. Una riflessione dovuta sulla tragedia che ha coinvolto la popolazione del confine orientale italiano dopo la seconda guerra mondiale, nel solco di un impegno civile che dal 2004, anno in cui fu approvata dallo stesso Parlamento con voto quasi unanime la legge 92/2004 promossa dall’on. Roberto Menia (attuale sottosegretario al Ministero dell’Ambiente) sulla commemorazione del “Giorno del Ricordo” , ha avviato un processo istituzionale di recupero della memoria collettiva dopo un agghiacciante silenzio che ha coinvolto il Paese per quasi sessanta’anni. Perché, come spiega il noto scrittore Claudio Magris, “ricordare le vittime è un modo forte di render loro giustizia contro la violenza dell’oblio che, come una violenza ulteriore oltre a quella da loro subita, tende a cancellarle dal mondo, a colpirle due volte”. Il percorso espositivo sarà distribuito in due grandi aree tematiche: una dedicata alle Foibe ed una all’Esodo. Una lunga e dettagliata raccolta di circa 100 foto, secondo una ricostruzione rigorosamente scientifica del periodo storico illustrato, racconterà i luoghi e i personaggi della tragedia, i documenti, gli oggetti della vita quotidiana di quegli anni, i giornali dell’epoca. Il percorso sarà affiancato da aree di approfondimento diversificate. Una sala cinema dove saranno proiettati due documentari: “Foibe. Martiri dimenticati”, prodotto dall’Associazione Nazionale Dalmata e dall’editore Palladino e “Esodo. L’italia dimenticata”, prodotto dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e dal Centro Studi Padre Flaminio Rocchi. Uno spazio multimediale dove il pubblico potrà consultare volumi tematici sull’argomento e una serie di interviste video a testimoni ed esperti. La narrazione dei fatti sarà inoltre supportata da un forte richiamo emotivo, che vuole stimolare il visitatore attraverso alcune opere d’arte direttamente ispirate alla vicenda delle Foibe. Il percorso storico-didattico è infatti accompagnato da un gruppo di dodici sculture, che l’artista Giuseppe Mannino ha eseguito proprio sul tema delle Foibe in occasione di una mostra tenutasi a Berlino nel 2005, e da tre tele monumentali realizzate a quattro mani degli artisti Rocco Cerchiara e Andrea Cardia appositamente per la mostra, sul tema delle Foibe e dell’Esodo, tra cui l’opera che ha prestato l’immagine guida alla manifestazione. La rassegna è curata dalla storica dell’arte Carla Cace, l’allestimento è a cura di Matteo Signori. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
GOLF – EUROTOUR: IN SUDAFRICA LORENZO GAGLI 28°, TITOLO AD ANDERS HANSEN |
|
|
|
|
|
Roma, 12 gennaio 2009 - Lorenzo Gagli si è classificato al 28° posto con 278 colpi (70 67 69 72) nel Joburg Open, il torneo organizzato in collaborazione tra European Tour e Sunshine Tour svoltosi al Royal Johannesburg & Kensington Golf Club, a Johannesburg in Sudafrica, e vinto dal danese Anders Hansen (269 – 71 68 64 66). In bassa classifica gli altri tre italiani che hanno superato il taglio: Edoardo Molinari 57° con 283 (65 71 74 73), Michele Reale 74° con 286 (66 74 73 73) e Gregory Molteni 82° con 291 (73 65 77 76). Sono usciti dopo 36 buche Alessandro Tadini, 122° con 143 (67 76), e Federico Colombo, 143° con 144 (69 75). Hansen, 38 anni, ha ottenuto il terzo titolo nel circuito con un ottimo giro finale in 66 che gli ha permesso di lasciare a un colpo il sudafricano Andrew Mclardy (270 – 65 68 69 68) e a due lo scozzese David Drysdale (271 – 65 66 71 69). Al quarto posto con 272 il giovane neo pro inglese Danny Willett e i sudafricani Charl Schwartzel e Tyrone Van Aswegen, al settimo con 273 lo svedese Joakim Haeggman e gli inglesi David Dixon e Richard Mcevoy. Tardiva rimonta il sudafricano Richard Sterne, da 26° a 12° con 275 (68 giornata), campione uscente e vincitore delle precedenti due gare del circuito, e finale da dimenticare per l’altro sudafricano Retief Goosen, da 4° a 23° con 277 (parziale di 74). Hansen, che ha ricevuto un assegno di 174. 350 euro su un montepremi di 1. 100. 000, si era imposto due volte nel prestigioso Pga Championship, prima sponsorizzato da Volvo (2002) e poi da Bmw (2007). Per Gagli il guadagno è stato di 9. 397 euro. Qs Let: Cinque Italiane A Caccia Della “Carta” – Sul percorso del South Course del La Manga Club, a Murcia in Spagna, si svolge la finale della Qualifying School del Ladies European Tour (12-15 gennaio). Sono in palio complessivamente 50 “carte” per la stagione 2009: le prime trenta giocatrici classificate avranno la categoria 8a, buona per giocare praticamente tutto il circuito, e le altre 20 saranno nella categoria 10b con meno opportunità. In campo 95 concorrenti tra le quali cinque italiane: Isabella Maconi, Margherita Rigon, Anna Rossi e Vittoria Valvassori, ammesse di diritto, e la dilettante Matia Maffiuletti, terminata 44ª nella prequalifica, superata insieme ad altre 67 concorrenti. Da seguire, oltre alle italiane, anche l’amateur olandese Christel Boeljon, vincitrice della prequalifica, la paraguaiana Julieta Granada, che prova a entrare nel Let dopo le ultime due deludenti stagioni nel Lpga Tour, e la norvegese Anna Nordqvist. Il torneo si disputa sulla distanza di 72 buche: dopo 54 il taglio lascerà in gara le prime cinquanta classificate che si contenderanno le “carte”. Us Pga Tour: Geoff Ogilvy Fa Il Vuoto - L’australiano Geoff Ogilvy (200 – 67 68 65) con un gran giro in 65 colpi ha fatto il vuoto nel 57° Mercedes-benz Championship, il torneo inaugurale dell’Us Pga Tour 2009 riservato ai vincitori della stagione precedente che si conclude sul percorso del Plantation Corse, al Kapalua Resort nell’isola hawaiana di Maui. Ogilvy partirà per il turno finale con sei colpi di vantaggio su D. J. Trahan (206 – 70 66 70) e su Justin Leonard (206 – 74 67 65) risalito dal 12° posto. Al quarto con 207 Davis Love Iii, Kenny Perry, Anthony Kim e il colombiano Camilo Villegas, all’ottavo con 208 il coreano K. J. Choi. Hanno ceduto il sudafricano Ernie Els, da terzo a 11° con 210, e l’australiano Adam Scott, da 10° a 18° con 213, entrambi con un 73 di giornata, mentre non è stato mai in corsa per il titolo il fijano Vijay Singh, 29° con 217. Alla gara partecipano 33 giocatori, dei 37 aventi diritto, perché hanno rinunciato Tiger Woods, Phil Mickelson, Sergio Garcia e Padraig Harrington. Il montepremi è di 5,6 milioni di dollari con prima moneta di 1. 120. 000 dollari. Royal Trophy Per La Prima Volta All’asia (10-6 Sull’europa) – La selezione asiatica, guidata da Naomichi “Joe” Ozaki uno de tre famosi fratelli giapponesi, ha battuto per 10-6 la selezione europea affidata allo spagnolo José Maria Olabazal nella terza edizione del Royal Trophy disputata dell’Amata Spring Country Club, a Bangkok in Thailandia. L’esito del match è stato deciso dalle due sezioni di doppio che si sono concluse con gli orientali in vantaggio per 6,5-1,5 (3-1 nel foursome, 3,5-0,5 nel fourball), poi nei singoli la prevalenza dei continentali (4,5-3,5) ha reso solo meno pesante il punteggio. Nel turno conclusivo hanno ottenuto i punti europei Paul Lawrie (3/2 su Liang Wen-chong), Nick Dougherty (1 up su Charlie Wi), Oliver Wilson (3/2 su Hideto Tanihara) e Johan Edfors (5/4 su S. K. Ho). Pari tra Soren Hansen e Ryo Ishikawa e punti asiatici conquistati da Prayad Marksaeng (5/4 su Pablo Larrazabal), Toru Taniguchi (7/6 su Niclas Fasth) e da Thongchai Jaidee (5/4 su Paul Mcginley). Nella squadra di Olazabal sono rimasti imbattuti Lawrie (due successi e un pari) e Hansen (una vittoria, due pari), che in coppia hanno ottenuto il punto e mezzo europeo, mentre in campo avverso hanno fatto il pieno i thailandesi Jaidee e Marksaeng che sia in coppia che in singolo si sono sempre imposti con punteggi pesanti per i rivali. E’ la prima vittoria degli asiatici nel torneo dopo le sconfitte subite nel 2006 (9-7) e nel 2007 (12,5-3. 5). In entrambe le occasioni la formazione continentale era guidata da Severiano Ballesteros. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TORNEO INTERNAZIONALE DI SCACCHI ADRIATICO-IONIO, LA PREMIAZIONE. SPACCA: ´UN EVENTO PER COSTRUIRE UN MARE DI PACE´. |
|
|
|
|
|
Ancona, 12 Gennaio 2009 - Viorel Iordachescu (Moldavia) e` il vincitore del Torneo internazionale di scacchi ´Adriatico Ionio Mare di Pace´ che si e` concluso, il 9 gennaio ad Ancona, nella sede del Rettorato dell``Universita` Politecnica. Il secondo posto e` stato conseguito da Milan Drasko (Montenegro), mentre terzo e` risultato Fabio Bruno (Italia). I tre scacchisti sono stati premiati, con una coppa, dal presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, e dal rettore Marco Pacetti. Riconoscimenti sono andati anche agli altri cinque giocatori che si sono classificati tra i primi otto. Il torneo ha rappresentato un vero ´evento´ per le Marche, rientrando, ha ricordato il presidente Spacca, ´nella piu` ampia strategia di consolidamento e di integrazione dei rapporti tra i Paesi delle due sponde dell´Adriatico e dello Ionio, che le Marche sostengono con convinzione da tanti anni´. La competizione, voluta dalla Regione, dal Segretariato dell``Iniziativa Adriatico Ionica e dall´Universita`, e` stata organizzata dall´Accademia Scacchistica Ancona, in collaborazione con il Circolo ricreativo universitario Ancona e l´Ad Scacchi Castelfidardo. Sono stati cento i giocatori che hanno partecipato al torneo, provenienti da dodici Paesi, in particolare dell``area Adriatico Ionica (come Croazia, Serbia, Montenegro, Bosnia, Albania, Grecia), ma anche dalla Moldavia, dalla Macedonia, dall´India, dal Brasile e, ovviamente, dall´Italia. Il torneo e` stato aperto, nella categoria B, a tutti coloro che hanno voluto misurarsi sulla scacchiera. Ma i veri protagonisti sono stati i maestri di livello internazionale, come il vincitore Viorel Iordachescu, al top delle classifiche internazionali Elo (punteggio attribuito a ogni giocatore dalla Federazione internazionale degli scacchi F. I. D. E. Www. Fide. Com), e il secondo classificato Drasko Milan. O campioni come Lazic Miroljub (Serbia), Skembris Spyridon (Grecia), e la giocatrice Bettina Trabert (Germania), della Nazionale olimpica femminile della Germania. Anche i marchigiani erano ben rappresentati: oltre al terzo classificato Fabio Bruno (capitano della Nazionale olimpica italiana, gia` Campione italiano assoluto), si e` fatto onore il maestro Fide Piero Bontempi di Ancona (squadra di A1 dell´Accademia scacchistica Ancona). Tre giocatori, poi, hanno conseguito il livello di maestri internazionali partecipando proprio alla gara di Ancona. ´E` il primo di una lunga serie di tornei che saranno organizzati proprio qui ad Ancona, con il coinvolgimento di tutti i Paesi compresi in Uni-adrion. ´ ha commentato il rettore Marco Pacetti ´ Gli scacchi sono uno dei veicoli ideali di comunicazione e di scambio culturale´. Proprio perche` il linguaggio degli scacchi e` internazionale, ha ricordato Spacca, ´rappresenta un fattore culturale di integrazione, una lingua comune che unisce e contribuisce alla costruzione di un mare di pace. L´unione tra popoli non si basa solo sugli incontri istituzionali, ma anche, e soprattutto, sulla cultura, la musica, lo sport e sulle attivita` della vita quotidiana che animano la societa` civile della comunita` dell´Adriatico e dello Ionio´. . |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|