Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 29 Marzo 2011
NUOVO PROGETTO FINANZIATO DALL´UE SULLA SICUREZZA ALIMENTARE  
 
Garantire la qualità e la sicurezza dei mangimi animali in Europa è lo scopo di una nuova ricerca che sarà svolta da una équipe paneuropea di ricercatori. Il progetto, intitolato Qsaffe ("Quality and Safety of Feeds and Food for Europe"), ha ricevuto 3 milioni di euro in finanziamenti comunitari nell´ambito dell´area tematica "Prodotti alimentari, agricoltura, pesca e biotecnologie" del Settimo programma quadro (7°Pq). Lo studio sarà condotto dal Centre for Assured, Safe and Traceable Food (Asset) della Queen´s University (Regno Unito) e riunirà 11 istituti partner di Belgio, Cina, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Repubblica ceca con l´obiettivo comune di elaborare modalità migliori, più rapide e maggiormente gestibili dal punto di vista economico per garantire la qualità e la sicurezza dei mangimi animali in Europa. L´allevamento di un bestiame sano in Europa dipende in larga misura dalla somministrazione di mangimi sicuri e di elevata qualità, un fattore che ha a sua volta un impatto decisivo sulla sicurezza dell´intera catena alimentare basata sugli animali. "All´alimentazione umana spesso si applica il motto ´Siamo quello che mangiamo´", ha affermato il professor Chris Elliott, direttore di Asset e coordinatore del progetto Qsaffe. "Ora che i consumatori iniziano a preoccuparsi sempre più della provenienza del cibo, lo stesso motto dovrebbe applicarsi al bestiame su cui si basa buona parte della nostra alimentazione". Il progetto è stato varato sulla scorta dei recenti scandali alimentari che hanno colpito l´Europa, entrambi collegati alla contaminazione da diossina di mangimi animali e all´incapacità di rilevarla per settimane o addirittura mesi. Il progetto sarà condotto da un consorzio di accademici, scienziati governativi e piccoli e grandi produttori industriali di mangimi, uniti nell´intento di sviluppare un approccio integrato per ridurre e gestire le contaminazioni chimiche e microbiologiche nei mangimi animali. Promuovendo i contatti tra mondo dell´università e industria, i ricercatori auspicano di migliorare la prevenzione delle contaminazioni e delle frodi e di identificare e valutare i nuovi rischi. In particolare, si occuperanno di fornire le prove scientifiche dei rischi riguardanti il trasferimento di contaminanti microbiologici e chimici dai mangimi agli alimenti destinati al consumo umano. Declan Billington, amministratore delegato di John Thompson and Sons Ltd, azienda produttrice di mangimi animali a Belfast, nonché uno dei principali partner industriali del progetto, ha dichiarato: "L´industria agroalimentare è da tempo uno dei settori di punta in Irlanda del Nord, e continuerà a esserlo. L´industria alimentare globale è stata passiva troppo a lungo: le innovazioni nel campo della sicurezza alimentare emergevano in risposta alle crisi alimentari, anziché prevenirle". Inoltre, il progetto elaborerà una mappa delle strategie che consentono di garantire la qualità e la sicurezza nella fase iniziale utilizzando metodi di test esistenti e tecnologie emergenti, quali il "fingerprinting", per realizzare una strategia analitica esaustiva per il monitoraggio di porti, imprese di produzione di alimenti per animali e laboratori. La tracciabilità e l´autenticità delle materie prime per mangimi animali, comprese quelle derivanti da coprodotti dei biocarburanti, saranno migliorate determinando quali test (esami convenzionali e identificazione spettroscopica o isotopica) siano più utili per tracciarne le origini. Saranno identificati i rischi chimici e microbiologici collegati a nuovi tipi e fonti di materie prime per mangimi animali e a nuovi processi di produzione, al fine di sviluppare metodi di screening rapidi e a basso costo che consentano di soddisfare i requisiti di qualità e sicurezza. Il trasferimento di contaminanti chimici, come la melamina e la diossina, e di microrganismi (Salmonella spp. O Listeria monocytogenes) dai mangimi agli alimenti destinati a uso umano sarà studiato utilizzando modelli farmacocinetici e studi animali al fine di elaborare valutazioni del rischio per i legislatori. La produzione e la manipolazione sicure dei mangimi animali hanno un impatto significativo sulla salute del bestiame, oltre che su ciò che i consumatori troveranno nel loro piatto. Prevenire le frodi alimentari, assicurare la tracciabilità dei prodotti, identificare i rischi della catena alimentare e sviluppare nuove tecnologie da utilizzare presso porti e stabilimenti produttivi per individuare le contaminazioni rapidamente e a basso costo: grazie a queste misure avremo un effetto positivo sulla qualità di carne, latte e altri prodotti alimentari a base animale in Europa. Per maggiori informazioni: Queen´s University http://www.Qub.ac.uk/    
   
   
PARLAMENTO EUROPEO APPROVA AUMENTO D´IMPORTAZIONE DI VINO IN FRANCHIGIA DALLA MOLDAVIA  
 
I deputati hanno approvato un aumento della quantità di vino in franchigia che può essere importato dalla Repubblica di Moldova. Poiché il paese ha sperimentato difficoltà sui suoi tradizionali mercati di esportazione, in particolare la Russia, la Commissione europea ha proposto di aumentare, per quest´anno, le quote di franchigia da 100.000 ettolitri (hl) a 150.000 ettolitri, da 120.000 hl a 180.000 hl per il prossimo anno e a 240.000 hl dal 2013. I deputati hanno approvato la proposta della Commissione a grande maggioranza, con 563 voti a favore, 14 contrari e 14 astensioni, riflettendo un accordo in prima lettura raggiunto col Consiglio.  
   
   
CONTO ALLA ROVESCIA PER LA RIFORMA AGRICOLA IN VENETO: MERCOLEDI’ IL CONSIGLIO STRAORDINARIO, OGGI IL TAVOLO VERDE  
 
Venezia - Conto alla rovescia per la riforma agricola in Veneto. L’assessore regionale Franco Manzato illustrerà il suo piano operativo nella seduta di Consiglio straordinario fissata per mercoledì 30 marzo con inizio previsto alle ore 10. E’ una seduta consiliare che per la prima volta non tratta di agricoltura sulla base di un’emergenza o della crisi di settore, ma guarda al futuro di un comparto strategico per l’intero sistema economico. Manzato ha infatti avviato un processo innovativo riassunto in dieci punti nevralgici alcuni dei quali già in pieno sviluppo. “Siamo a metà di un percorso rivoluzionario – ha spiegato Manzato – che ha lo scopo di mettere gli agricoltori nella condizione di svolgere la loro attività senza perdite di tempo ed ostacoli inutili, aumentando il reddito e la produttività. Il settore sarà interessato da una rivisitazione totale che permetterà agli imprenditori di essere partecipi di un sistema agricolo integrato dove le istituzioni sono d’appoggio senza cavilli burocratici”. “Lo snodo cruciale è proprio quello della riorganizzazione della burocrazia regionale – ha sottolineato Manzato – per liberare risorse umane e finanziarie a favore delle oltre 80 mila imprese agricole iscritte alla camera di commercio Sarà l’imminente introduzione del Sua (Sportello Unico Agricolo), ovvero la fusione degli Ispettorati Provinciali Agrari con l’Avepa (Agenzia veneta pagamenti), la prima soluzione che consente di razionalizzare le spese per le sedi amministrative per circa 900 mila euro l’anno. Altro intervento importante riguarda Veneto Agricoltura e Avepa, gli enti strumentali ai quali, prima della manovra di bilancio 2011, sono stati rivolti la maggior parte dei finanziamenti”. La parola chiave è “semplificazione”, ma anche controllo, ricerca e innovazione come motore della competitività. Tra progetti per giovani laureati, concorsi di idee per nuovi imprenditori, accordi con istituti finanziari per lo sviluppo del credito, si completa il quadro delle attività, delle quali Manzato parlerà già da domani alle associazioni di categoria e forze sociali riunite nel Tavolo Verde.  
   
   
200 EURO AD ETTARO DALLA REGIONE AI PROPRIETARI PER LA CURA DEI BOSCHI. UN PIANO DA OLTRE 40 MILIONI. VIA AGLI INTERVENTI A MASSA CARRARA E LUCCA  
 
Firenze – 200 euro per ettaro, per 7 anni, per un totale di 1400 euro ad ettaro. Andranno ai privati, proprietari dei boschi che in Toscana detengono 1 milione di ettari che si impegnano ad effettuare opere di cura e manutenzione forestale (togliere le ramaglie, tenere pulite le radure, tagliare i boschi senza l’utilizzo di macchinari pesanti, dannosi al suolo ecc.) fondamentali per la prevenzione di frane e alluvioni e la difesa dagli incendi. Il plafond complessivo di questa misura, la 225 del Piano di Sviluppo Rurale della Regione, è di 21 milioni di euro. A questi si aggiungono altri 19 milioni di euro di cui saranno destinatari gli enti locali (Comunità Montane, Associazioni di Comuni, province) per opere di sistemazione, consolidamento e prevenzione del disseto idrogeologico nell’arco dei prossimi 3 anni in tutta la Toscana. Infine quasi 7 milioni di euro di interventi destinati alle province di Massa e Carrara e di Lucca per interventi immediatamente cantierabili (i bandi partiranno subito) conseguenti alle frane e alle alluvioni dell’autunno scorso. Si articola in questi tre filoni principali il piano per la messa in sicurezza del territorio annunciato oggi durante una conferenza stampa dall’assessore all’agricoltura e foreste della Regione, Gianni Salvadori. L’assessore ha ricordato che la Toscana è la Regione più boscata d’Italia, con 1 milione e centomila ettari di boschi e foreste, delle quali 1 milione appartengono a privati e circa 100 mila sono in mano pubblica. Di qui l’intervento che l’assessore ha definito “una novità assoluta in Europa sul piano forestale” per incentivare i proprietari dei suoli e dei boschi ad eseguire quelle operazioni di manutenzione che hanno “una valenza collettiva” per la prevenzione del dissesto. Qualche esempio? Eccoli: ripulire i fossi, ripulire le radure, tagliare i pini e lasciare crescere quercie e altre specie autoctone, facilitare la radicazione di alberi di alto fusto, che tengono il terreno, eseguire interventi fitosanitari. In sintesi: eseguire tutti gli interventi che servono a far crescere sano il bosco, possibilmente con specie autoctone (come le quercie), evitando che i rami caduti e la boscaglia incolta diventino facile esca di malattie e di incendi, eseguire tutte le piccole opere di manutenzione che fino a qualche anno fa hanno consentito il più efficace sistema di difesa del territorio dal rischio idrogeologico, ed oggi sono state in larga parte abbandonate. I bandi partiranno nei prossimi giorni, le domande dovranno essere fatte entro il 15 maggio agli enti territoriali competenti: Province, Comunità Montane, Associazioni di Comuni. Nell’arco dei 7 anni di vigenza del piano la Regione effettuerà controlli: si dovrà tenere un registro aziendale di tutti gli interventi e ci saranno almeno 3 ispezioni sulla proprietà. Gli altri 19 milioni di euro, che saranno diretti agli Enti pubblici, nell’arco di tre anni, varranno per interventi come la sistemazione e il ripristino di briglie sui torrenti, sistemazione e regimazione di corsi d’acqua, sistemazione di frane ecc. Anche in questo caso tempi rapidi per i progetti da parte degli enti locali. Infine, 53 interventi di cui sono stati già assegnati i finanziamenti, per un totale di quasi 7 milioni e mezzo di euro, nelle province interessate dalle alluvioni dello scorso novembre: Massa e Carrara e Lucca. Nel dettaglio circa 2,8 milioni di Euro saranno utilizzati dalla Comunità Montana della Lunigiana e dall’amministrazione provinciale di Massa-carrara per 22 interventi che vanno dalla manutenzione straordinaria di numerosi corsi d’acqua, al ripristino di opere di difesa delle sponde e dell’alveo quali scogliere, gabbionate e briglie , alla stabilizzazione dei dissesti attraverso sistemazioni idraulico forestali ed alla regimazione delle acque dei ruscelli nelle aree boscate dei Comuni di Massa, Carrara e Montignoso. Altri 4,6 milioni di Euro saranno destinati a 31 interventi da realizzarsi da parte delle Comunità Montane Garfagnana e Media Valle del Serchio e dall’Unione di Comuni Alta Versilia e mirati al ripristino di viabilità forestale, alla regimazione delle acque ed alla stabilizzazione di dissesti che in qualche caso hanno causato interruzioni della viabilità ed il conseguente isolamento di intere frazioni. “In un momento di tagli drammatici ai bilanci, come quello che stiamo vivendo – ha concluso Salvadori – la Regione ha scelto di destinare una parte cospicua di fondi alla regimazione delle acque e alle opere di prevenzione idraulico forestale. Lo abbiamo fatto con fatica, vista la situazione, ma nella consapevolezza che quella di garantire la sicurezza dei cittadini sia una priorità assoluta e che questi interventi rappresenteranno un investimento per il futuro e serviranno a scongiurare i danni del maltempo nelle prossime stagioni.”  
   
   
BOLZANO: BERGER AL VERTICE SULLA PAC: SFRUTTARE IL POTENZIALE ENERGETICO ANCHE IN AGRICOLTURA  
 
Anche in agricoltura il tema energia sarà prioritario: "Dobbiamo prepararci a sfruttare meglio il nostro potenziale energetico, a cominciare dalla biomassa e dal riciclaggio dei rifiuti", riferisce l´assessore provinciale Hans Berger da Salisburgo, dove ha partecipato al vertice internazionale sulla riforma della politica agricola europea. La coesistenza tra la coltivazione di prodotti che garantiscono l´alimentazione e la necessità di contenere le emissioni per non influenzare negativamente il mutamento climatico è stato il tema principale dibattuto il 24 marzo a Salsburgo nella prima giornata del convegno internazionale dedicato allo sviluppo dell´agricoltura dopo il 2013 con l´avvento della riforma Ue. Dal punto di vista dell´Alto Adige, l´assessore Berger ha visto confermata dai lavori l´esigenza di aumentare l´utilizzo dell´energia derivante dalla biomassa. "Si è parlato naturalmente del legno, ma anche del recupero e del riciclaggio dei rifiuti in agricoltura ai fini della produzione di energia", riferisce Berger da Salisburgo. E anche la politica deve fare la sua parte: "I responsabli sono invitati ad accompagnare questo sviluppo con misure adeguate, per poter sfruttare in pieno il potenziale energetico", conferma Berger. Si è parlato anche dell´evoluzione verso un mercato agricolo sempre più globalizzato, "uno sviluppo che vede l´Alto Adige toccato marginalmente, ad eccezione del settore della produzione di mele", spiega Berger. In questo senso la strategia dei prodotti di qualità potrà rivelarsi preziosa, assecondando un trend europeo che punta a privilegiare la tutela dell´acqua, del clima e della biodiversità. "Seguire questa direzione significa tra l´altro concentrarsi sulla filiera corta e sulla rinuncia al transgenico", ribadisce l´assessore Berger.  
   
   
AGRIUMBRIA INCONTRO CON IMPRENDITORI DANNEGGIATI SISMA 2009  
 
Perugia - "Agriumbria, oltre a rappresentare un ´riferimento´ importante per l´agricoltura nazionale, a livello regionale si conferma come un ´luogo privilegiato´ di confronto con le associazioni del comparto agricolo": lo ha affermato l´assessore regionale all´agricoltura, Fernanda Cecchini, in questi giorni presente a molte iniziative e convegni organizzati nell´ambito della rassegna agrozootecnica che si conclude domani a Umbriafiere di Bastia Umbra. E proprio ad Agriumbria, al termine di alcuni appuntamenti organizzati dalla Confederazione Italiana Agricoltura e dalla Coldiretti, l´assessore Cecchini ha incontrato imprenditori agricoli, dirigenti e rappresentanti di Coldiretti, "Cia" e Confagricoltura, per raccogliere le loro istanze e ascoltare le problematiche legate al danneggiamento delle strutture zootecniche in seguito al terremoto del 15 dicembre 2009, che ha avuto come epicentro la zona di Spina di Marsciano. L´assessore Cecchini ha quindi assunto l´impegno di formulare alla Giunta regionale dell´Umbria la proposta di aggiungere ulteriori fondi per finanziare, sino al completo esaurimento, la graduatoria del bando a valere sul Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 per la ricostruzione delle strutture agricole e zootecniche danneggiate dal sisma. Nel confronto inoltre, sono state esaminate criticità ed esigenze relative alla Misura 126 del bando, nella cui graduatoria figurano ancora aziende che non hanno avuto la possibilità di accedere ai finanziamenti finora concessi dalla Regione: 2 milioni di euro a settembre 2010 e 4 milioni di euro a novembre 2010, sempre a valere sui fondi del Piano di Sviluppo Rurale. L´assessore Cecchini ha spiegato che, "come già anticipato al sindaco di Marciano Alfio Todini, la Regione potrebbe intervenire ora attraverso l´erogazione di un contributo che concorra alla copertura degli interessi sulle spese sostenute per la ricostruzione delle aziende, così da sopperire, ulteriormente e per quanto possibile, alla mancata erogazione di risorse per la ricostruzione da parte del Governo centrale a quasi due anni dal terremoto". Le organizzazioni agricole sono state invitate ad attivarsi presso i propri associati per garantire che i fondi già messi a disposizione dalla Regione vengano utilizzati rapidamente e in modo adeguato, perché gli investimenti possano essere effettivamente utili al rilancio della competitività delle imprese danneggiate. In questo contesto, Cecchini ha chiarito che "l´assessorato vigilerà affinché i fondi pubblici stanziati vengano utilizzati in maniera appropriata, così come richiesto esplicitamente dal Comitato dei terremotati in un precedente incontro. L´assessore Cecchini ricordando che sarà presente alle iniziative in programma oggi e domani ad Agriumbria ha sottolineato che "in questa edizione è stato allestito uno stand regionale con lo scopo di informare adeguatamente gli operatori. Ciò conferma ancora di più - ha concluso - l´attenzione della Regione per la manifestazione".  
   
   
MOLISE: AGRICOLTURA, DUE MILIONI DI EURO PER IL SOSTEGNO AL CREDITO ALLE AZIENDE DEL SETTORE  
 
«L´agricoltura, per "antica" tradizione, rappresenta per il Molise un settore strategico. In quest´ottica,come Governo regionale ci siamo posti da sempre l´obiettivo di sostenerlo e affiancarlo nel processo di ammodernamento e di ampliamento. Ciò vale ancor più in questo particolare momento di crisi che pesa in modo molto significativo sull´attività e sui bilanci delle varie aziende agricole. Presentiamo oggi un provvedimento che mira a sostenere l´accesso al credito per le imprese del settore agricolo molisano finalizzato alla ristrutturazione del debito, al miglioramento fondiario, alla ricerca, alla sperimentazione, all´innovazione tecnologica e alla valorizzazione commerciale dei prodotti. Potranno essere opportunamente sostenute anche progettualità relative alla costruzione di nuove strutture e all´acquisizioni di moderne macchine e attrezzature per lo svolgimento delle attività produttive. Se questo tipo di procedura sarà gradita dagli imprenditori agricoli regionali siamo già pronti a ripeterla aggiungendo altre risorse». Lo ha detto il Presidente della Regione, Michele Iorio, intervenendo in una conferenza stampa tenuta il 28 marzo presso la Giunta regionale, in cui è stato presentato un provvedimento varato dall´Esecutivo per il sostegno al credito delle aziende agricole molisane. Due milioni di euro sono le risorse messe a disposizione dal Governo regionale che dovrebbero creare un fondo disponibile complessivo per il credito di oltre 20 milioni di Euro. L´assessore alle Politiche agricole Nicola Cavaliere - che ha seguito l´operazione incontrando personalmente l´Ismea, il settore bancario locale e le organizzazioni di categoria - si è detto soddisfatto per il risultato raggiunto e si è augurato l´avvio di un graduale ma deciso processo di sburocratizzazione, sia da parte del pubblico che del privato, per giungere ad una risoluzione tempestiva delle problematiche che quotidianamente affrontano le aziende agricole. Presente anche il Direttore generale dell´Ismea Egidio Sardo che ha evidenziato l´importanza dell´intervento della Regione: «Un intervento - ha detto - che ha consentito di sostenere le garanzie e di ridurre i costi della cessione del credito». Sardo ha poi evidenziato che il Molise è una delle poche regioni ad aver varato, con risorse proprie, un provvedimento simile per favorire, in armonia con Ismea, le attività di accesso al credito per le imprese agricole.  
   
   
AGROALIMENTARE: ORGANIZZAZIONI INTERPROFESSIONALI, AL VIA IN EMILIA-ROMAGNA  
 
Bologna - Più uniti e più forti nel mercato globale. Nascono in Emilia-romagna le Organizzazioni interprofessionali del comparto agroalimentare, un nuovo strumento per regolare i rapporti tra aziende di produzione, trasformazione e distribuzione, rafforzando l’integrazione e la competitività dell’intera filiera. “Siamo la prima Regione italiana a fare questa scelta - ha spiegato il 25 marzo a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni presentando l’iniziativa - convinti che serva a dare una spinta alla modernizzazione del nostro comparto agroalimentare e a valorizzare il vero made in Italy”. Le Organizzazioni interprofessionali possono rappresentare un fattore strategico di competitività, proprio perché permettono di stabilire regole condivise per governare al meglio l’intero percorso dal campo al banco del supermercato: dalla programmazione quantitativa e qualitativa delle produzioni, alla logistica; dall’applicazione di politiche di qualità e di sostenibilità ambientale ad una più efficiente pianificazione economica e commerciale. Con vantaggi non solo per tutte le componenti della filiera ma anche, grazie alla possibilità di prevenire impennate dei prezzi e di migliorare la qualità, per il consumatore. Con una delibera approvata nei giorni scorsi, la Regione Emilia-romagna ha fissato i requisiti per la costituzione delle Organizzazioni interprofessionali, sulla base di una discussione in atto anche a Bruxelles e in quei Paesi come la Francia e l’Olanda in cui l’agricoltura contrattualizzata rappresenta una realtà molto diffusa. Il provvedimento emiliano-romagnolo prevede in particolare che all’Organizzazione interprofessionale possano partecipare, oltre agli organismi di rappresentanza, anche le singole imprese di produzione, trasformazione e distribuzione e stabilisce un sistema di indennizzi verso le imprese socie danneggiate da altre che violino gli accordi. “Abbiamo anche sottolineato – spiega Rabboni - l’aspetto dell’equità, stabilendo che nei futuri contratti-tipo si dovrà sempre partire dal riconoscimento dei costi di produzione medi dell’impresa agricola”. Il primo comparto produttivo che partirà con un’ organizzazione interprofessionale è quello del pomodoro da industria, di cui ieri a Parma si è svolta l’assemblea del Distretto del Nord Italia, un comparto di grande importanza sia a livello regionale che nazionale che deve fare i conti con l’eliminazione degli aiuti comunitari e con l’accresciuta concorrenza globale, cinese in primo luogo. “Ma non pensiamo a una sorta di autarchia – sottolinea Rabboni - siamo consapevoli che un’ Organizzazione interprofessionale limitata al nord Italia non è sufficiente a mettere il comparto al riparo dalle fluttuazioni dei prezzi. Per questo ho proposto alle altre Regioni, che hanno condiviso, di impegnare il Ministro dell’agricoltura alla costituzione di un’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria nazionale. Qualora ciò dovesse accadere proporremo alla nostra organizzazione di confluire in quella nazionale”.  
   
   
STEFÀNO SCRIVE AL NEOMINISTRO ROMANO SU PROBLEMI AGRICOLTURA PUGLIESE  
 
 L’assessore alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno, ha inviato, il 24 marzo, la seguente lettera al neoministro dell’Agricoltura, Francesco Romano. Egregio Ministro Romano, nel rinnovarle gli auguri di buon lavoro e riconsegnarle l’auspicio che voglia essere il padre di una nuova fase di maggiore attenzione verso il comparto primario ma anche costruttiva nei rapporti Stato-regioni in tema di agricoltura, avverto l’urgenza di proporle una idea che qualche giorno fa ho fatto al Suo predecessore, nella speranza di ricevere questa volta anche un solo piccolo cenno di risposta. La possibile idea, valida anche (ma non solo) per oggettive ragioni di buon senso, è quella di un impegno Suo personale al fine di scongiurare il rischio di mandare in fumo gli oltre 300 milioni di euro che si spenderebbero nel’ipotesi in cui il Consiglio dei Ministri dovesse decidere definitivamente di tenere separato il voto delle amministrative di primavera dal voto referendario, così come avrebbe proposto il ministro Maroni. L’alternativa, invece, di un election day, consentirebbe di produrre una economia di cassa che potrebbe essere preziosissima anche per far fronte ad alcune delle urgenze del comparto agricolo, già così fiaccato dalla terribile congiuntura che viviamo. A proposito di emergenze, gliene voglio illustrare tre, rispetto alle quali quelle risorse consentirebbero una immediata operatività. La zootecnia, ad esempio, che rischia di subire un colpo letale a causa del mancato finanziamento (56 milioni di euro per tutto il 2011) delle funzioni delegate alle Regioni, e da sempre operativamente esercitate dalle Associazioni provinciali degli allevatori, relative al miglioramento genetico ed ai controlli funzionali. Un problema per il quale è stato più volte chiesto da parte di tutte le Regioni italiane un tavolo con il Ministro Tremonti. Peraltro, l’azzeramento di questi fondi alla zootecnia, comporterebbe anche la perdita di 4.000 posti di lavoro, e vanificherebbe decenni di lavoro sulla selezione genetica italiana, attività tra le eccellenze del nostro Paese, essenziale per garantire la sicurezza alimentare ai consumatori e la competitività del comparto. Altro tema, la Pesca: come Regioni, ci troviamo a fronteggiare un quadro reso ancor più critico dall’entrata in vigore delle nuove norme comunitarie, ma anche dalle incertezze del Dicastero nell’avvio delle procedure necessarie all’ottenimento di deroghe attese dalle marinerie. Fattori che sommati alla crisi diffusa che ci sovrasta, hanno generato un malessere economico e sociale nel tessuto produttivo non solo pugliese, che pur presenta punti virtuosi rispetto al contesto del Mezzogiorno d´Italia. Infine, l’annoso problema degli sgravi contributivi per il quale le Regioni compatte hanno da tempo approvato un ordine del giorno con alcune, precise, richieste al governo. Le aziende italiane continuano a fare i conti con il più alto sistema contributivo d’Europa, mentre il livello dei redditi è ai minimi storici e le situazioni debitorie si aggravano di giorno in giorno. Una buona risposta sarebbe quella di attivare una moratoria delle esecuzioni e delle procedure di pignoramento poste in essere da Equitalia, con l’obiettivo di procedere ad una ricognizione complessiva del sistema per trovare una soluzione finanziaria ai debiti in essere, in un’ottica di ripianamento delle passività onerose. In Puglia, così come in tutti i territori italiani, continuiamo a registrare situazioni che rischiano di degenerare e per le quali noi Regioni non abbiamo la possibilità di agire. È il Governo nazionale che può farlo, assicurando così la sopravvivenza del tessuto produttivo agricolo, anche agendo sugli oneri di natura previdenziale (troppo elevati) che gravano sui datori di lavoro e sui lavoratori. Potrei, continuare, aggiungendo anche le recenti drammatiche sofferenze provocate dal maltempo dove i danni provocati alle colture hanno gettato nella disperazione i nostri agricoltori. Insomma, Ministro noi viviamo quotidianamente il disagio del mondo agricolo, e spero che la Sua provenienza da una terra a forte vocazione agricola com’è la mia Puglia, possa rappresentare un elemento di ulteriore sensibilità al tema e che dunque voglia sposare questa, a mio avviso, nobile causa. Sarebbe un primo, forte, segnale verso il mondo agricolo, che continua a lanciarci un grido di dolore che non può più trovare indifferenza in chi ha responsabilità di governo.  
   
   
‘LAMBRUSCO EMILIA IGT’: “PER COMPIACERE ALLE PRETESE DI UTILIZZO DELL’ INDICAZIONE GEOGRAFICA TIPICA DA PARTE DELLE REGIONI VENETO E PIEMONTE E DEI RELATIVI INDUSTRIALI DEL SETTORE È STATA BOCCIATA LA RICHIESTA DI MODIFICA DEL NUOVO DISCIPLINARE”.  
 
 Bologna - “Per compiacere alle pretese di utilizzo dell’ Igt Emilia (Indicazione geografica tipica) da parte delle Regioni Veneto e Piemonte e dei relativi industriali del settore è stata bocciata la richiesta di modifica del nuovo disciplinare per il ‘Lambrusco Emilia Igt’, nonostante il sostegno di tutte le rappresentanze agricole”. Lo sottolinea, il 25 marzo, con rammarico Antonio Dosi, presidente della Cia Emilia Romagna, a seguito della decisione assunta dal Comitato nazionale Vini che, in sostanza, “ha fatto cadere una proposta di riforma finalizzata ad una maggior tutela dei consumatori e all’innalzamento del ruolo giocato dagli operatori presenti nelle aree di produzione del Lambrusco”. Per la Confederazione emiliano romagnola, che ha sostenuto e sostiene tale proposta, apprezzando peraltro l’azione dell’Assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni, “è una decisione paradossale, incomprensibile ed una offesa al mondo agricolo regionale”. “Risulta evidente un comportamento profondamente scorretto verso la nostra Regione e i suoi produttori - lamenta Dosi - e una eccessiva compiacenza verso gli interessi delle imprese che imbottigliano, particolarmente forti ed attive”. La Cia auspica tuttavia che lo strappo istituzionale si risolva in sede di Conferenza delle Regioni con la conferma del sostegno alla proposta di Disciplinare. “Tale disciplinare era stato condiviso dalla Regione Emilia Romagna con l´intera filiera vitivinicola e con le organizzazioni di categoria del settore, anche a livello nazionale – conclude Dosi - al fine di rafforzare il legame tra produzione, territorio e per consentire la tutela della zona di produzione dei vini Emilia. Auspichiamo inoltre che dagli industriali del settore emiliano romagnoli parta l’invito alle loro rappresentanze nazionali a recedere da questa sterile opposizione”.  
   
   
NITRATI, ZOOTECNIA VENETA VIRTUOSA  
 
“In Veneto viene prodotta, con gli allevamenti che operano sul mercato zootecnico, una quantità di azoto pari a circa 45,5 milioni di tonnellate”. Lo sottolinea l’assessore Franco Manzato, ponendo l’accento sullo stato attuale della zootecnia veneta “di cui solo una parte è indirizzata all’uso agronomico diretto dagli allevamenti stessi, mentre un’altra frazione (circa il 26%) è destinata ad un ‘interscambio’ a cui partecipano sia ditte che producono fertilizzanti commerciali a partire dalle deiezioni animali, sia impianti che svolgono il trattamento degli effluenti nell’ambito degli impianti di produzione di biogas e successiva vendita di energia elettrica, oppure altre aziende agricole senza allevamento che reimpiegano gli effluenti animali per la fertilizzazione delle colture (seminativi o colture arboree o orticole)”. “Se tutto l’azoto proveniente dagli allevamenti fosse direttamente usato su tutta la superficie agricola regionale utilizzata – aggiunge Manzato - il rapporto sarebbe di 54,5 kg/ha. In realtà non tutti i terreni sono disponibili per gli spandimenti, per motivi logistici, per scelte agronomiche, o per diverse altre motivazioni. Al tempo stesso, non tutta la quantità di azoto prodotta è direttamente utilizzata sulle superfici agricole”. Manzato precisa che i dati rilevati dal 2006 ad oggi hanno dimostrato che “la nostra regione rispetta a pieno regime il tetto massimo di 170 kg/ha stabilito dalla direttiva nitrati 91/676 Cee. Infatti, il rapporto che si realizza effettivamente in Veneto, per quanto riguarda la superficie effettivamente utilizzata per gli spandimenti ‘diretti’ su scala regionale, è pari ad un valore medio 157 kg/ha di azoto”. “Inoltre, per la parte di territorio regionale che invece è soggetta alle regole più limitative imposte dalla Direttiva Nitrati (cioè per le sole Zone Vulnerabili ai nitrati) – continua Manzato -la quantità di azoto da effluente zootecnico distribuito direttamente dagli allevatori nei terreni a loro disposizione è pari a 125 kg/ha, livello medio annuo che si mantiene ampiamente al di sotto dei limiti fissati”. Con l’approvazione della deroga – chiesta alla Commissione europea dalle Regioni del nord Italia – al limite massimo di 170 kg/ha di azoto da effluente spandibile, che costituisce il quantitativo massimo previsto dalla direttiva, gli allevatori che volontariamente chiederanno di aderire a tale opportunità e che ne rispetteranno i vincoli gestionali aggiuntivi prescritti, potranno portare – secondo l’attuale orientamento della stessa Commissione europea – fino a 250 kg/ha di azoto derivante da effluente zootecnico (+32%) e, pertanto, potranno diminuire di una pari percentuale il fabbisogno di superfici coltivate sulle quali poter spandere gli effluenti. Oltre all’azoto da effluente zootecnico, gli allevatori potranno altresì integrare i fabbisogni delle colture con una quantità di concime chimico, raggiungendo un limite massimo previsto corrispondente ad una ordinaria buona pratica agricola. “Io dico che siamo di fronte ad un settore virtuoso, che nonostante i vincoli ha saputo reagire – conclude Manzato – ma sono ancora molte le criticità da affrontare. Anche i sindaci e gli amministratori locali saranno chiamati ad intervenire per definire quanto maggiormente incida la presenza di depuratori o reflui da insediamenti industriali. In accordo con gli altri assessori della pianura padana – conclude l’assessore - ho avviato i necessari negoziati con l’Unione Europea, che in futuro sulla questione troverà un fronte politico solido di fronte a imposizioni calate dall’alto senza considerare la realtà delle nostre campagne”.  
   
   
A SIBARI GIORNATA D’INAUGURAZIONE DEL PROGETTO “COLTIVA LA SICUREZZA”  
 
L’assessore regionale all’Agricoltura, Foreste e Forestazione Michele Trematerra è intervento il 25 marzo a Sibari alla giornata d’inaugurazione di “Coltiva la sicurezza”, progetto finalizzato alla diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro attraverso programmi di formazione continua in favore di oltre duemila lavoratori agricoli attivi nella zona della Sibaritide. “Oggi – ha detto l’Assessore Trematerra - è un’altra giornata importante per il comparto agricolo calabrese e per la politica regionale. Come ho già detto altre volte, le risorse economiche comunitarie e ministeriali vanno investite, non spese. E contribuire alla diffusione di una reale cultura della sicurezza sul lavoro è, a mio avviso, uno dei più responsabili investimenti che si possa fare per il territorio”. “La politica – ha aggiunto Trematerra - è spesso accusata di non essere vicina alle istanze dei lavoratori che, quotidianamente, s’impegnano nel proprio lavoro. L’iniziativa che oggi inauguriamo è la dimostrazione che, per attivare processi virtuosi di sviluppo e crescita del territorio, è fondamentale che ci sia sinergia e dialogo costruttivo tra politica e sindacati. Vedere qui, oggi, oltre mille onesti lavoratori agricoli mi riempie di orgoglio: oggi è una giornata radiosa per l’agricoltura calabrese”. “Il dipartimento agricoltura – ha concluso l’Assessore - guarda con attenzione la zona della Sibaritide, zona strategicamente cruciale per agricoltura e turismo, segmenti fondamentali della nostra economia. Per questo, attraverso un’attenta gestione delle risorse Psr e di tutti gli strumenti a nostra disposizione, stiamo facendo il possibile per contribuire al reale rilancio della Calabria”.  
   
   
PESCA: A VENEZIA I VONGOLARI A PALAZZO BALBI: IMMEDIATA RIUNIONE UNITA’ DI CRISI. OGNI AZIONE CONCORDATA CON I PESCATORI  
 
Venezia - E´ stato accolto dai vongolari il 24 marzo pomeriggio l´assessore Franco Manzato, fermato al suo ingresso a Palazzo Balbi per un interfaccia diretto sulle difficoltà del settore. “Le decisioni verranno prese di concerto con tutti voi – ha detto Manzato - lavoreremo insieme mediante più appuntamenti da organizzare nel brevissimo tempo, in cui mi rendo disponibile per discutere su ogni problematica”. Mezz´ora più tardi l´assessore alla pesca ha aperto l´unità di crisi, incontro creato e presieduto dallo stesso Manzato, che conta sulla partecipazione dell´ammiraglio direzione marittima di Venezia, i presidenti delle associazioni di pesca venete e i vari rappresentanti dei comuni lagunari. Dettagli tecnici sono stati forniti dalla Regione, nel tentativo di dare un´ampia panoramica sulle vicende che stanno coinvolgendo il settore, cercando un circuito virtuoso per superare insieme questo momento difficile. Spiragli tecnici di speranza per il comparto dei vongolari, che più di tutti gli altri rappresenta l´esempio di autonoma gestione del prodotto e piena responsabilità nell´amministrazione delle risorse; queste qualità possedute da tempo, rendono questo particolare tipo di pesca motivo aggiuntivo per tenerla in vita. Dalle osservazioni della marineria è emerso un elogio all´operato dell´assessore ed agli sforzi profusi, pur confermando le tensioni e le difficoltà di gestione che limitano qualsiasi progettualità. I pescatori hanno sollecitato azioni forti con tono ironico, usando l´eufemismo “questo tavolo di riunione, istituito grazie all´assessore, è come una Ferrari a cui manca la benzina”, al quale Manzato ha risposto: “proporremo un pacchetto di interventi a titolo di agevolazione sui mutui per le famiglie dei pescatori di vongole, in modo che possano effettuare investimenti di medio-lungo termine per risanare il settore; inoltre comunico che ho già inviato personalmente la richiesta di incontro al nuovo Ministro all´agricoltura per rendergli nota la mancanza di fondi in questo settore”. “Cavilli normativi sono costantemente presenti - ricorda l´assessore - sui quali lo stesso Ministero dovrà intervenire garantendo il suo impegno nello scardinarli. Siamo quindi dinanzi ad una duplice sfida, in cui ci troviamo anche a dover gettare le basi del settore con pochi soldi in tasca, con a disposizione uno striminzito straccio di investimenti possibili”. Il bilancio regionale dispone delle risorse, ciò che manca è l´autorizzazione dal ministero a spenderle, che denota scarso sostegno da parte del governo e incomprensione da parte dell´ Ue. Fino a quel momento tutto rimane bloccato”. Chiarezza e trasparenza hanno segnato l´incontro, nel quale e´ stata concessa la partecipazione anche ai pescatori stessi (oltre ai loro rappresentati seduti al tavolo delle trattative), in qualità di uditori. “Rimango a disposizione per dare sempre risposte dirette e tempestive mantenendo il dialogo”, ha concluso Franco Manzato, ricordando la sua assoluta volontà di risolvere questo problema.  
   
   
SICUREZZA ALIMENTARE FVG: LABORATORI DEVONO RISPETTARE REQUISITI  
 
Con una delibera approvata il 25 marzo dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia su proposta dell´assessore a Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali Vladimir Kosic, si è stabilito che i laboratori che intendono effettuare analisi sulla sicurezza degli alimenti devono essere iscritti in uno specifico elenco regionale e devono rispettare precisi requisiti di qualità. La decisione è stata assunta come previsto da un accordo Stato-regioni dello scorso anno. L´elenco sarà tenuto presso il Servizio Sicurezza Alimentare, Igiene della Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria della direzione regionale della Salute.  
   
   
SLOVENIA, 307 MILIONI DI EURO PER L´AGRICOLTURA  
 
Nel 2010 l´Agenzia per i mercati agricoli e lo sviluppo rurale della Slovenia ha destinato 307,3 milioni di euro a sostegno dell´agricoltura e dello sviluppo rurale. Di questo importo, 207 milioni di euro provenivano dai fondi europei. Dal 1° marzo l´Agenzia per i mercati agricoli e lo sviluppo rurale raccoglie le richieste per le sovvenzioni per l´anno in corso.  
   
   
DALLA GIUNTA DELLA SARDEGNA INTERVENTI SU PROROGA A PRODUTTORI OVI-CAPRINO, NUOVI INDENNIZZI AD AZIENDE ALLUVIONATE E PER CONSORZI DI BONIFICA  
 
 Cagliari - Diversi gli interventi a favore dell’agricoltura approvati ieri dalla Giunta regionale. Su proposta dell’assessore Mariano Contu, l’Esecutivo ha dato il via libera alla proroga fino al 31 maggio della scadenza per aderire a una Organizzazione Produttori o a una società cooperativa da parte delle aziende agro-pastorali beneficiarie degli aiuti “de minimis”; a indennizzi integrativi per le aziende agricole danneggiate dalle alluvioni dell’autunno 2008 e a interventi sui Consorzi di Bonifica. "Soprattutto le prime due delibere - commenta l’assessore Contu - vengono incontro alle esigenze del mondo agricolo: nel primo caso a favore dei produttori del settore ovi-caprino, che ora avranno più tempo per dare vita ad aggregazioni nel comparto, e nel secondo per quelle imprese le cui produzioni erano state seriamente colpite dall’alluvione 2008". Per quanto riguarda la prima delibera, questa raccoglie le richieste dei produttori del comparto ovi-caprino beneficiari degli aiuti regionali per aderire a processi di aggregazione dell’offerta e alla griglia di qualità del latte. La prima scadenza era stata fissata il 31 marzo, ma per perfezionare gli impegni dei produttori all’adesione a una Op o a una cooperativa, la Giunta ha deciso di concedere altri due mesi di tempo, con il termine fissato al prossimo 31 maggio. Con la seconda delibera la Regione ha deciso di destinare i 3 milioni 640mila euro del Fondo di solidarietà nazionale 2010 riservati alla Sardegna al sostegno delle imprese agricole danneggiate dalle piogge alluvionali di ottobre e novembre 2008, integrando le precedenti risorse regionali già stanziate. Le ultime due delibere riguardano i Consorzi di Bonifica. La prima dà il via libera all’erogazione di una anticipazione del 70 per cento dei 2,5 milioni di euro già stanziati dalla Giunta nel dicembre scorso. Questa prima tranche è utile per coprire le spese, che dovranno essere certificate dai Consorzi, derivanti dall’assunzione di personale avventizio. La seconda delibera, alla luce del parere favorevole della V Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, fa sì che diventi esecutiva la modifica dello statuto dei Consorzi sull’aumento dello scoperto di tesoreria dai 3/12 agli 8/12, il che consentirà maggiori anticipazioni rispetto al passato.  
   
   
UNGHERIA, SCARSO INTERESSE PER PRODOTTI BIOLOGICI  
 
A partire dal 2000, in Ungheria è stato registrato un aumento dell´acquisto di prodotti alimentari biologici del 20 per cento annuo, che, a causa della recessione, è calato al 4,7 per cento nel 2009. Un sondaggio mirato ha dimostrato che attualmente solo il 13 per cento dei consumatori ungheresi acquista prodotti alimentari biologici. Secondo la società di ricerche di mercato Nielsen, che ha analizzato i modelli di consumo in 54 Paesi, questo indice in Europa è del 35 per cento.  
   
   
PARMA, DISTRETTO DEL POMODORO: APPROVATO LO STATUTO  
 
 “E’ costituita con sede presso la Provincia di Parma l’Associazione Distretto del Pomodoro da Industria Nord Italia….”. E’ con un applauso che i componenti dell’Assemblea del Distretto del pomodoro hanno salutato l’approvazione dello statuto, votato all’unanimità nel corso dell’incontro svolsi il 24 marzo a Parma, nella sala consiliare dell’ente. “Un atto fondativo importante, un risultato positivo ” - spiega Pier Luigi Ferrari, presidente dell’assemblea “che va nella direzione del rafforzamento della filiera del pomodoro e dei suoi attori, affinché la realtà distrettuale possa rappresentare sempre di più e meglio il terreno di confronto e rilancio di un prodotto che ha bisogno di essere costantemente valorizzato”. L’approvazione dello statuto si situa al centro della missione del Distretto che è quella di dar vita ad un organismo leggero, coeso fra le parti, capace di attivare azioni di difesa e valorizzazione della qualità del pomodoro. Nel documento fondativo vengono riassunte funzioni e caratteristiche dell’organizzazione interprofessionale Distretto del pomodoro che sarà senza fini di lucro e mirata a migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato del pomodoro da industria e suoi derivati, contribuire a un più efficace coordinamento dell’immissione sul mercato di tali prodotti e accrescerne la valorizzazione.  
   
   
PESCA IN LOMBARDIA: SERVONO PIU´ DOP PER RILANCIO  
 
Lecco - ´Bisogna lavorare per avere una o più Dop ittiche di laghi lombardi, spero a partire dal famoso pesce missoltino´. E´ l´indicazione data dall´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani, che ha aperto, il 25 marzo a Lecco, i lavori del convegno promosso dalla Direzione Generale Agricoltura ´La pesca e l´acquacoltura in Lombardia´. Una fotografia a 360 gradi del pianeta della pesca e dell´acquacoltura in Lombardia con l´obiettivo di definire il nuovo Programma triennale regionale 2012-2014. Il convegno ha raccolto le testimonianze degli operatori della pesca professionale e sportiva. ´Per il rilancio della pesca serve conoscere meglio il suo ambiente e i suoi numeri - ha detto De Capitani -. I laghi lombardi rappresentano, nel loro insieme, il 60 per cento del volume d´acqua dolce nazionale e fanno della Lombardia la regione in Europa più ricca di laghi´. ´Milano - ha continuato De Capitani - è la più importante piazza ittica italiana e tra le prime del sud Europa, ma pochissimo pesce proviene dai laghi lombardi. Per questo, specie in prospettiva di Expo 2015, occorre potenziare e valorizzare anche in termini turistici l´offerta dei nostri prodotti ittici´. Tra le criticità del settore ´abbiamo alcune specie - ha ricordato l´assessore - in sofferenza. Penso, in particolare, all´anguilla, al carpione del Garda, all´alborella. Stiamo studiando soluzioni con interventi di tutela, di contenimento delle specie esotiche e di contenimento delle popolazioni di cormorani´. Purtroppo, ha ricordato l´assessore, le risorse pubbliche per questo settore sono poche.  
   
   
SVILUPPO RURALE E AGRICOLTURA SOSTENIBILE, AL VIA L´INFOTOUR IN CAMPANIA PER METTERE A SISTEMA L´AGRICOLTURA  
 
 "La Campania riparte dai territori. Mettiamo in moto una nuova economia". E’ questo il tema dell´infotour organizzato dall´Assessorato all´Agricoltura della Regione Campania e dalle cinque amministrazioni provinciali, per promuovere una strategia integrata nella gestione delle risorse del Piano di sviluppo rurale destinate all’agricoltura e al territorio. L’obiettivo è di puntare su azioni coerenti con la programmazione in atto, evitando dispersioni delle risorse e costruendo i necessari presupposti per la crescita economica e lo sviluppo. Al progetto partecipano le Province, i Comuni, le Camere di Commercio e le organizzazioni professionali. "Con il coinvolgimento di tutti gli attori sociali e politici- spiega Vito Amendolara, assessore all´Agricoltura della Regione Campania - si possono creare momenti di animazione attraverso i quali "fare nuova cultura" per stimolare, in termini strategici, una governance capace di valorizzare il territorio ed esaltarne le peculiarità . "Per riuscirci è necessario, innanzitutto, adottare una nuova prospettiva che inquadri l’agricoltura non come un settore a sé stante ma come un sistema multifunzionale che associ alla produzione di beni, la sicurezza e qualità del cibo, l’esperienza e la salvaguardia dei luoghi, delle persone, della storia, della cultura", conclude Amendolara. Il primo appuntamento è avvenuto ad Avellino il 28 Marzo presso l´Hotel de la Ville. Seguiranno Napoli, all´Hotel Continental il 29 marzo, Caserta il 31 Marzo al Crowne Plaza Hotel, Salerno il 4 Aprile presso il Grand Hotel Salerno e Benevento l´11 Aprile al Polo Museale dell´Agricoltura.  
   
   
BONIFICA, IN LOMBARDIA: NUOVO RUOLO PER RILANCIO  
 
 Milano - Da maggio 2010 le competenze relative ai Consorzi di Bonifica e di irrigazione sono passati dalla Direzione Generale Agricoltura alla Direzione Generale Territorio e Urbanistica. Attraverso una delibera di Giunta dell´agosto scorso, inoltre, il ruolo dei Consorzi all´interno del sistema allargato regionale è stato rafforzato e potenziato. ´Una scelta politico-amministrativa - l´ha definita il 25 marzo l´assessore regionale al Territorio e urbanistica,, Daniele Belotti, intervenendo a Bergamo al convegno ´La Regione e i consorzi di bonifica per la salvaguardia del territorio´ - fortemente voluta per meglio gestire non solo quel ruolo prettamente agricolo che i Consorzi hanno sempre avuto, ma anche le competenze di riqualificazione paesaggistico-ambientale del territorio circostante il sistema consortile´. I Consorzi, infatti, svolgono già da tempo un´attività di pianificazione, programmazione e realizzazione di percorsi ciclopedonali lungo i canali di loro competenza e in taluni casi provvedono anche alla riqualificazione e ristrutturazione di caselli, manufatti storici presso i medesimi canali. ´Il potenziamento di queste attività - ha precisato Belotti - permetterà a gran parte della Pianura Lombarda, area su cui insiste il reticolo consortile, di riqualificarsi nel suo complesso e di essere più fruibile per turisti e amanti della natura e del paesaggio agricolo lombardo´. È anche per conseguire questi obiettivi che Regione Lombardia, attraverso i passaggi formali previsti dalla L.r. 31/2008, sta procedendo, al riordino dei comprensori dei Consorzi di Bonifica, attività che prevediamo di concludere entro la fine dell´anno prossimo. ´Ed è proprio per potenziare il ruolo dei consorzi - ha proseguito l´assessore al Territorio - che ho portato in Giunta la scorsa settimana una delibera, con la quale le competenze idrauliche e di navigazione sull´intero sistema dei navigli lombardi sono state delegate al Consorzio Est Ticino Villoresi. Grazie a questo provvedimento, il Consorzio avrà la possibilità non solo di gestire in modo complessivo tutti gli aspetti riguardanti il trasferimento dell´acqua agli ambiti agricoli di competenza, ma anche e soprattutto di programmare e pianificare sull´intero comparto storico dei navigli una riqualificazione, oltre che dei canali, anche degli ambiti circostanti´. Lo stesso Consorzio si occuperà, inoltre, anche dell´attività di polizia idraulica e della relativa attività di riscossione. Tra i diversi consorzi, quello della Media Pianura Bergamasca è uno dei pochi che non è stato toccato dal riordino dei comprensori attuato con la Delibera di Giunta Regionale del 22 dicembre scorso ed avrà, pertanto, la fortuna, in concertazione con gli enti Locali, di poter partire fin da subito con questa nuova logica di ´gestore´ degli ambiti vicino alla rete consortile, che potranno, essere ristrutturati per essere maggiormente fruibili. ´In conclusione - ha osservato l´assessore regionale - vorrei sottolineare che questa nuova impostazione non ha l´obiettivo di portare un aggravio di responsabilità in capo a comuni e province, ma intende piuttosto individuare nei Consorzi dei bracci operativi di scelte e obiettivi condivisi per rilanciare un territorio, quello della Pianura Lombarda, ricco di elementi storici e di ambiti paesaggistico naturali riconosciuti non solo a livello nazionale ma anche internazionale´.  
   
   
AGRICOLTURA FVG: ATTRAVERSO I GIOVANI PROGETTARE IL FUTURO RURALE  
 
 Pozzuolo Del Friuli - Occorre rilanciare l´orgoglio rurale. Questo l´appello che l´assessore regionale alle Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali, Claudio Violino, ha rivolto ai giovani, in particolare agli allievi dell´Ipa ´Stefano Sabbatini´, di Pozzuolo del Friuli, intervenendo, il 26 marzo, in occasione del primo degli incontri in programma per i festeggiamenti del 130. Anniversario della fondazione della prima scuola di agraria del Friuli. Risalente infatti al 1881, la scuola fu istituita grazie al lascito della contessa Cecilia Gradenigo, finalizzato, all´epoca a sostenere nell´istruzione nel settore primario, ancor più fondamentale per la società di allora, gli orfani dei contadini poveri. A distanza di centotrent´anni molto è cambiato, e la scuola di agraria di Pozzuolo, sostenuta con convinzione da Violino, che vi ha insegnato, e dall´assessore regionale all´Istruzione, Roberto Molinaro, punta a divenire un Its, ovvero un Istituto Tecnico Superiore. Per prolungare a sette anni il percorso formativo dei giovani in agricoltura, consentendo così la specializzazione dopo il diploma delle scuole superiori. Anche in questa prospettiva, Violino ha inteso fare leva sui ragazzi presenti all´incontro, svoltosi nell´auditorium dell´istituto sul tema ´Istruzione professionale agraria e agricoltura nel Iii Millennio: opportunità, esperienze, proposte´. Incontro che verteva sulle aspettative dei giovani, sulle loro attese da un settore in difficoltà, ma che proprio nel Friuli Venezia Giulia dimostra maggiore dinamicità rispetto agli altri comparti economici, ed evidenzia segnali di ripresa rispetto al resto del Paese. Come ha sostenuto Violino, mentre un tempo la scuola di agraria veniva fatta frequentare dai ragazzi apparentemente meno portati allo studio, e per quelli più volonterosi le famiglie puntavano sulle scuole umanistiche, oggi la situazione è profondamente cambiata. E la società, non soltanto l´agricoltura, per poter disporre di beni alimentari genuini, di pregio, di qualità, ha sempre maggiore necessità di specialisti nel settore primario. La scuola-convitto agraria di Pozzuolo, com´è stato ricordato nell´occasione da Lorenzo Nazzi, coordinatore dell´istituto, negli anni ha sfornato decine di tecnici, che hanno fatto crescere il territorio e l´economia, non soltanto nella loro terra d´origine. Proseguendo così la missione che alla fondazione era stata assegnata alla struttura formativa. Che era quella di accompagnare la crescita del territorio. Oggi, come ha insistito Violino, le piccole realtà rurali del Friuli Venezia Giulia non possono competere con le grandi aziende di Paesi pur vocati, come lo è anche l´Italia, al settore rurale. Per questo serve puntare sulla genuinità e sulla qualità, esaltando le peculiarità di prodotti di pregio che sono il frutto, la sintesi, del lavoro secolare della nostra comunità. Che esprimono le carature del territorio, il legame della nostra gente con lo stesso e con la terra. Per questo, i prodotti tipici rappresentano una forma di cultura, certo, di tipo materiale. Ma che è la cultura di un territorio e della sua gente. Una cultura, ha concluso Violino, della quale anche i giovani devono essere orgogliosi, per poter riportare l´agricoltura alla centralità che le spetta in seno alla società moderna. Prima di Violino, dopo i saluti del sindaco di Pozzuolo del Friuli, Nicola Turello, dell´assessore provinciale all´Agricoltura, Daniele Macorig, del dirigente scolastico, Vittorio Borghetto, una tavola rotonda, moderata da Adriano Del Fabro, ha focalizzato criticità e prospettive dell´istruzione in agricoltura. Vi hanno partecipato, lo storico, Giacomo Viola, per ricordare che alcuni direttori della scuola di agraria di Pozzuolo nei decenni hanno rappresentato le avanguardie dell´innovazione nel mondo rurale e nelle sue produzioni; Roberto Orlandi, presidente del Collegio nazionale Agrotecnici e Agrotecnici laureati, per affermare tra l´altro che in Italia sono attualmente 30 mila gli allievi degli istituti tecnici agrari attraverso i quali il mondo rurale si dovrà sviluppare e Riccardo Flabiano, imprenditore agricolo ed ex allievo dell´agraria di Pozzuolo, per illustrare la propria riuscita esperienza professionale.  
   
   
CRISI PESCA. REGIONE PUGLIA RICEVE DELEGAZIONI PESCATORI DI MANFREDONIA  
 
 “Abbiamo condotto e continuiamo a condurre una battaglia serrata per alleviare la crisi dei pescatori ma oltre a trovarci di fronte a leggi e regolamenti comunitari che ci penalizzano, ci siamo fin qui confrontati con un atteggiamento quasi di sufficienza degli organi governativi nazionali”. Così si è espresso l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno incontrando il 25 marzo, presso la sede dell’Assessorato sul Lungomare Nazario Sauro, una delegazione di pescatori e di armatori di Manfredonia, guidati dal Sindaco Angelo Riccardi. Con il primo cittadino, l’Assessore allo Sviluppo Economico, Antonio Angelillis e rappresentanti delle Associazioni professionali della città dauna. “Reitereremo, inserendo le rivendicazioni della marineria pugliese nel più vasto contesto del Sistema delle Regioni per non sminuirne l’efficacia, la richiesta di deroga per la pesca al bianchetto, accompagnata da un Piano di gestione sostenibile e aderente alle indicazioni della Unione Europea con nuovi e più attuali sistemi di pesca anche per superare le resistenze di carattere scientifico che a livello europeo vengono portate come motivazioni per bloccare l’attività dei pescatori”. “Il nostro principale obiettivo – sottolinea Stefàno - è quello di riportare il prima possibile le barche in mare per garantire reddito ai pescatori e alle loro famiglie senza che ciò comporti l’impoverimento del patrimonio e degli stock ittici del Mediterraneo. Dico anche, però, che intanto sembrano avviarsi a positiva soluzione gli interventi previsti dagli ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori della pesca: una boccata d’ossigeno in un momento davvero di crisi profonda”. “Confido nella sensibilità del neo Ministro Romano affinché si presti maggiore attenzione al problema rispetto ai suoi predecessori i quali hanno mostrato tiepidezza nell’avvio delle procedure necessarie all’ottenimento di deroghe attese dal comparto. Non mancheremo, nel contempo, di portare le nostre istanze anche a Bruxelles per sensibilizzare i luoghi nevralgici delle decisioni comunitarie”.  
   
   
IN UMBRIA, A SAN TERENZIANO (GUALDO CATTANEO), TORNA “PORCHETTIAMO”, IL FESTIVAL DELLE PORCHETTE D’ITALIA  
 
Attraverso “Porchettiamo”, lo straordinario cibo di strada della porchetta, vero e proprio cult della tradizione gastronomica italiana, sarà protagonista per tre giorni tra le piazze e le strade di San Terenziano: in questo suggestivo borgo umbro lungo la Strada del Sagrantino di scena le migliori espressioni del Paese di uno dei cibi più gustosi, antichi e popolari. Non mancheranno degustazioni, abbinamenti con i vini del territorio e con le birre artigianali italiane, gustosi “gemellaggi”, esposizioni, approfondimenti per operatori e appassionati, visite al territorio oltre che originali iniziative per famiglie e bambini “Porchettiamo, festival delle porchette d’Italia”, alla sua terza edizione, si conferma come un momento unico di valorizzazione e confronto dei diversi stili di fare porchetta nel nostro Paese. Tre giorni (6-7-8 maggio 2011) dedicati a questo goloso cibo di strada, che sarà l’indiscusso protagonista delle piazze e delle strade di San Terenziano, suggestivo borgo umbro nei pressi di Gualdo Cattaneo (Perugia), tra verdi colline, in una natura incontaminata e dal paesaggio mozzafiato. Dopo lo straordinario successo delle passate edizioni, anche quest’anno non mancheranno momenti di approfondimento, degustazioni, riflessioni ed incontri, conditi da numerose attività collaterali e dalla gioiosa presenza di musicisti e artisti di strada che si alterneranno per le vie del paese con spettacoli e intrattenimenti di ogni genere. Con “Porchettiamo” si potranno conoscere e gustare, in un sol colpo, le diverse porchette d’Italia, attraverso le continuità e le differenze negli ingredienti e nella produzione, quest’anno ancor più selezionate sotto il profilo della qualità, dell’artigianalità e della genuinità del prodotto. La porchetta veniva cotta in inverno e mangiata per il banchetto di festa all’inizio dell’estate. La data dell’evento – 6, 7 e 8 maggio – è dunque scelta proprio per sottolineare una relazione ancora viva tra un prodotto così rappresentativo del territorio e le tradizioni popolari che lo identificano e lo animano. Maggio è, infatti, il mese del maiale, da maialis, animale che i Romani sacrificavano in onore della dea Maia per l’apertura di maggio. Grazie alla “Piazza della Porchetta” ogni regione avrà la sua area, allestita con piccoli angoli di ristoro per il consumo dei panini, e potrà presentare le caratteristiche del proprio prodotto per permettere al pubblico di scegliere tra le diverse tipologie di presenti, che si differenziano da luogo a luogo per ingredienti, sapore, aromi e spesso anche cottura. Tra le altre, saranno presenti porchette da Ariccia (Lazio), Monte San Savino (Toscana), Campli e Torrevecchia Teatina (Abruzzo), da varie zone delle Marche e dell’Umbria (con veri e propri Grand Cru come Grutti, Costano, Bevagna, Todi e Casalalta). La piazza principale ospiterà anche l’Enoteca della Strada del Sagrantino, ideale per scoprire i vini del territorio (ancora più numerosi e selezionati), per un abbinamento a tutto gusto che saprà ricreare, in chiave elegante e contemporanea, la suggestiva atmosfera delle antiche “fraschette”, luoghi privilegiati per il consumo di vino e porchetta. Così come non mancheranno le degustazioni guidate da Antonio Boco, giornalista enogastronomico e grande esperto di vino. Per restare in tema di felici accostamenti, sul fronte delle birre verranno proposti diversi appuntamenti, tra cui le degustazioni e l’allestimento della Birroteca, un punto di assaggio e di vendita delle migliori birre artigianali italiane (selezionate e presentate da Nicola Utzeri, uno dei massimi esperti del settore). Birra o vino, insomma? La ricerca dell’abbinamento perfetto è già cominciato… Ma le sorprese non finiscono qui, visto che da quest’anno la porchetta si confronterà con gli altri grandi cibi di strada italiani. A “Porchettianmo 2011” troverà spazio il lampredotto, ovvero l’essenza della cucina di strada toscana. Un vero e proprio “gemellaggio” sotto il segno della tradizione. Il piacere di una buona porchetta non sarà negato neanche ai celiaci, vista la collaborazione (e migliaia di panini preparati ad hoc) con l’Associazione Italiana Celiachia dell’Umbria e Biaglut. Ecco poi l’area “Il maiale in mostra, tra storia, tradizione e design”, con foto, storici utensili e infine con innovative opere di design legate al maiale, parte quest’ultima curata dall’Istituto Italiano Design. Completerà l’offerta espositiva il “Mercatino dei prodotti tipici e dell’artigianato artistico del territorio”, che vedrà tra l’altro la presenza di artigiani e scultori con le loro interpretazioni artistiche, tra cui la lavorazione della celebre pietra rosa di San Terenziano. Il convegno che aprirà l’evento (6 maggio, ore 17,30) approfondirà tematiche relative alla storia, la cultura e le dinamiche più peculiari e attuali che ruotano attorno al maiale, dall’allevamento alla sua trasformazione, fino al tema della porchetta e a quello più generico dei cibi di strada. Confermato, infine, il “Pig-nic”, appuntamento con "Porchetta e vino sull´erba". Una passeggiata con merenda per scoprire i verdi sentieri intorno al borgo romano di San Terenziano e il Raduno della Lambretta, capace di richiamare appassionati e collezionisti da tutta Italia www.Porchettiamo.com  
   
   
RITORNA DAL 28 APRILE AL 1° MAGGIO 2011 LA SETTIMA EDIZIONE DI FRITTO MISTO AD ASCOLI PICENO  
 
Il nuovo claim “Scusate Ma…vado Di Fritto!” è un invito a lasciarsi andare al piacere di un gustoso piatto di frittura all’insegna della qualità e dei sapori della tradizione, senza pensare a diete e calorie. Dopo il successo riscosso nell’edizione 2010, con oltre 90mila visitatori, Fritto Misto, la manifestazione ascolana dedicata al fritto di qualità, torna nel 2011, dal 28 Aprile al 1° Maggio, per regalare al pubblico di golosi tanti appuntamenti all’insegna della grande cucina, della tipicità e, soprattutto, della qualità. Organizzata da Tuber Communication e Sedicieventi, con il patrocinio del Comune di Ascoli Piceno e la collaborazione delle numerose associazioni di categoria del territorio, Fritto Misto si propone come obiettivo proprio la ricerca del tipico di qualità e la valorizzazione della frittura, così da sfatare tutti quei pregiudizi che la vogliono tecnica di cottura da evitare. All’interno del Palafritto, sarà possibile degustare piatti tradizionali delle diverse regioni italiane come le olive all’ascolana, il gnocco fritto emiliano, i panzerotti pugliesi fino ai golosi cannoli siciliani o dei differenti paesi esteri presenti, cucinati con criteri e materie prime di qualità da uno staff di cuochi di prim’ordine, magari accompagnandoli con dell’ottimo vino piceno all’interno dell’Enoteca di Fritto Misto. I più appassionati potranno partecipare anche ad apposite Lezioni di frittura tenute da chef ed esperti su diversi temi legati alla frittura e alle Lezioni da bere, per imparare come abbinare i piatti fritti a vino, birra e altre bevande. Opportunità di imparare e divertirsi anche per i più piccoli a cui sono dedicati i Laboratori didattico-manipolativi Cucina la tua Oliva, per preparare un’oliva all’ascolana a regola d’arte. Novità del 2011 sarà la Piazza delle Olive, un’intera sezione in cui i produttori locali potranno promuovere le proprie produzioni e far conoscere ai visitatori della kermesse le tante qualità e i differenti utilizzi dell’ Oliva Tenera Ascolana, regina del territorio e della kermesse. Insomma, Fritto Misto 2011 saprà soddisfare anche i palati più esigenti con le sue proposte culinarie e sarà un modo per trascorrere un week end lungo nel Piceno alla scoperta di un territorio ricco di arte, di storia e di tradizioni enogastronomiche. Appuntamento, dunque, ad Ascoli Piceno dal 28 Aprile al 1° Maggio con Fritto Misto. E non resta che dire “Scusate ma…vado di Fritto!” Ufficio Stampa Sedicieventi Tel. 075 5025882 – Fax 075 5025889 Maria Luisa Lucchesi 331 5849909 – 328 0368578 Laura Scolari 347 870439 ufficiostampa@sedicieventi.It  
   
   
A CENA CON IL BAROLO DI BAROLO A BAROLO  
 
Tre serate dedicate al Re dei vini. Venerdì 1 aprile, venerdì 8 aprile e venerdì 15 aprile 2011 ventisette produttori di Barolo presenteranno il loro Barolo docg nel corso delle cene nei ristoranti di Barolo. Un viaggio goloso e curioso tra i Barolo prodotti nella loro “capitale” è quello che propone la terza edizione della manifestazione “A cena con il Barolo di Barolo a Barolo”. In ogni serata saranno presentati i Barolo di 9 differenti produttori in abbinamento ad un menù degustazione in cui la faranno da padrone piatti tipici di langa. I commensali avranno a disposizione delle schede per una valutazione tecnica personale dei differenti calici di vino (colore, al naso, in bocca, finale). Questi si degusteranno alla cieca, svelando solo al termine della cena le relative etichette. Saranno a disposizione degli ospiti una mappa del territorio del paese di Barolo, indicante tutte le storiche sottozone presenti nel comune ed il calendario eventi 2011, in ricordo della serata. Le etichette presenti saranno le seguenti. Prima serata Barale f.Lli, Bric Cenciurio, Collina San Ponzio, Damilano, Famiglia Anselma, Ferrero Bruno, G. Camerano, Sandrone Luciano, Virna e L. Borgogno. Seconda serata Bergadano cav. Enrico, Brezza Giacomo, Cascina Lo Zoccolaio, F.lli S&b Borgogno, Francesco Rinaldi, La Querciola, Marchesi di Barolo, Pittatore Pier Giuseppe, Vajra. Terza serata Boggione Claudio, Borgogno Francesco, E. Pira, Giacomo Borgogno, Giuseppe Rinaldi, Scarzello, Sebaste, Terre da Vino, Viberti Giovanni  
   
   
TYRRELLS ! IN ARRIVO LE MIGLIORI PATATINE DEL REGNO UNITO  
 
Nel cuore verdeggiante della campagna inglese dell’Herefordshire, a pochi passi dal confine con il Galles, sorge la Tyrrells Court Farm, fattoria che da tre generazioni è dedita alla coltivazione di patate. L’herefordshire è una Contea dove l’agricoltura ha un ruolo ancora importante, caratterizzata da frutteti, piantagioni di luppolo e, per l’appunto, di patate. Proprio qui, precisamente a Leominster, villaggio dai tipici cottages in legno bianchi e neri, Will Chase, proprietario della Tyrrels Court Farm, decide nel 2002 di convertire uno dei magazzini di stoccaggio dei raccolti di patate in una fabbrica adatta alla produzione di patatine artigianali. Nascono così le patatine Tyrrells, in eleganti confezioni old style, che in pochi anni diventano tra gli snaks preferiti dal popolo inglese. Hand Cooked Potato Chips è il “sottotitolo” che accompagna il brand Tyrrells sui sacchetti di patatine a voler sottolineare l’attenzione qualitativa a tutto il processo di lavorazione artigianale del prodotto che viene controllato dalla semina delle patate alla cottura finale. Tyrrells seleziona le più antiche varietà di patate che solo dal nome, Lady Claire e Lady Rosetta, evocano un che di artigianale, per poi affettarle finemente e friggerle in piccoli lotti così da assicurarne la croccantezza. Prima di essere imbustate ne viene anche controllato il colore, l’aroma e il gusto affinché rispecchino i dettami di qualità del marchio Tyrrells. Il risultato? Una patatina i cui ingredienti base sono: patate e olio di girasole, senza Ogm o conservanti artificiali, dal sapore semplice e genuino, fragrante come appena cotta! Ma non solo, la Tyrrells Court Farm è costantemente impegnata a ridurre al minimo l’impatto ambientale delle sue coltivazioni e produzioni rendendo la fattoria un luogo ecologico e sostenibile. Gli scarti di lavorazione vengono riutilizzati o come cibo per il bestiame o come biocarburante per i veicoli della fattoria. Recentemente sono anche stati costruiti stagni come sistema naturale di filtraggio dell’acqua di scarto usata per sbucciare le patate e per reintrodurla nel terreno. Grazie a Eurofood, azienda che da anni è alla ricerca di prodotti alimentari di qualità, anche in Italia da oggi, sugli scaffali dei supermercati, si possono trovare le patatine Tyrrells in otto varianti, confezionate in sacchetti da 150 g e per alcune anche da 40 g. Un sacchetto blu e nero con spiritose foto in bianco nero di ragazzine che giocano con l’acqua, caratterizza le confezioni delle patatine più classiche, le Tyrrells Senza sale o Leggermente salate, senza l’aggiunta di altri aromi, per chi ama il gusto tradizionale della patatina, sempre piacevole in qualunque momento della giornata. Per chi invece preferisce un sapore più deciso senza però alterare il gusto della patata, ci sono le Tyrrells all’Aceto e Sale Marino o al Pepe Nero e Sale Marino che lasciano in bocca una prolungata sensazione di salato. Nel ricco catalogo Tyrrells, Eurofood ha anche pensato ai palati più audaci che usano un pizzico di peperoncino in ogni buona occasione ed ecco quindi le patatine Tyrrells al Chili e Pepe Rosso, dal sapore molto aromatizzato. L’inconfondibile confezione di colore giallo è dedicata alle patatine Tyrrells al Formaggio Cheddar, tipicamente anglosassoni non solo per il gusto ma anche per la foto delle tre donne inglesi di campagna con i loro buffi cappellini, circondate da forme di cheddar. Una vera particolarità che distingue la produzione Tyrrells dai suoi competitors, soprattutto sul mercato italiano, sono gli snack di Tuberi e Vegetali carote, barbabietole e pastinache (pianta color crema simile alla carota, molto usata in Inghilterra) affettati sottilmente fritti nell’olio di girasole come avviene per le patatine e salati leggermente  
   
   
PARATA DI VINI DELL’EMILIA ROMAGNA AD APRILE-MAGGIO-GIUGNO AL VISCONTI PALACE HOTEL E ALL’HOTEL CAPO D’AFRICA DI ROMA  
 
Dal 7 aprile i vini delle Aziende Agricole Chiarli 1860 saranno i protagonisti dell’offerta enologica dei due alberghi, accompagnati da prelibatezze del territorio. La degustazione guidata del 7 aprile darà il via all’offerta di vini di qualità al bicchiere prodotti in Emilia Romagna nella “petite carte” del Bar del Visconti Palace Hotel, abbinati ad alcuni piatti tipici, in programma nei mesi di aprile e maggio. Sono stati scelti vini pregevoli provenienti da vigne Dop dell’Emilia Romagna delle Aziende Agricole Chiarli 1860. Nei mesi di maggio e giugno la stessa iniziativa è in programma al Centrum Bar dell’Hotel Capo d’Africa. Ospiti dell’albergo ed esterni potranno così gustare alcune eccellenze regionali, piacevole alternativa al menu italiano abituale. Da più di un anno i due alberghi romani stanno proponendo un “giro d’Italia”dei migliori vini del nostro Paese. I vini selezionati sono: "Premium Mention Honorable" Lambrusco di Sorbara Doc Cleto Chiarli Tenute Agricole "Sit a Montuì" Pignoletto Colli Bolognesi Doc Tenuta Santa Croce "Montuì" Barbera Colli Bolognesi Doc Tenuta Santa Croce "Centurione" Sangiovese Romagna Doc Superiore Stefano Ferrucci I Pregiati Vini Dop Dell’emilia Romagna. Chiarli rappresenta nel suo complesso la prima realtà privata italiana produttrice di vino regionale e il cuore di un polo di produzioni vinicole ed alimentari di pregio legate al territorio. È leader nella produzione dei tre Lambrusco D.o.c. Di Modena e nella D.o.c. Colli Bolognesi, in particolare per quanto riguarda il Pignoletto. Dispone di 7 tenute agricole per un totale complessivo di più di 420 ettari di proprietà dei quali circa 140 coltivati a vigneto e tre cantine, ciascuna ispirata ad una diversa filosofia: Cleto Chiarli Tenute Agricole, a Castelvetro, che sotto l’egida del fondatore dell’azienda raccoglie i vini di maggior pregio; Chiarli 1860, a Modena, che dà il nome ai vini di qualità di più ampia distribuzione; Tenuta Santa Croce, a Monteveglio, nella zona collinare della provincia bolognese. Stefano Ferrucci, distribuita da Cleto Chiarli, è un’azienda di 16 ettari di proprietà con cantina alla Serra di Castelbolognese. Per accompagnare antipasti, crostacei e pesce viene presentato Sit a Montuì, Pignoletto dei Colli Bolognesi Doc Tenuta Santa Croce, dal gusto fresco ed elegante. Da abbinare ai piatti caratteristici della cucina romagnola, come paste asciutte elaborate, tortellini, carni bollite, ecco tre rossi: un Lambrusco di Sorbara in purezza dal gusto fine ed elegante – Vecchia Modena Premium, Lambrusco di Sorbara Doc Cleto Chiarli –, un barbera – Montuì, Barbera Colli Bolognesi Doc Tenuta Santa Croce – e, per chi ama i gusti più decisi e complessi Centurione, Sangiovese Romagna Doc Superiore dell’azienda Stefano Ferrucci. Www.viscontipalace.com www.Hotelcapodafrica.com  
   
   
JACQUESSON MILLÉSIME 2002 ESPRESSIONE UNICA ED ECCEZIONALE DI UN’ANNATA STRAORDINARIA  
 
La Maison Jacquesson presenta il Millésime 2002. Distribuito in esclusiva per l’Italia da Pellegrini Spa, è l’unico e ultimo esempio di millesimato non di singola particella e non dégorgement tardif prodotto dalla Maison francese. Dal 2003, infatti, Jacquesson ha deciso di “sacrificare” anche le uve destinate al millesimato più importante per utilizzarle nella produzione della Cuvée “numerata” (in questo momento Cuvée n. 734). Una scelta che porta i fratelli Chiquet sempre più nella direzione del vino di terroir e che rende ancora più unico (e immancabile nella cantina dei perfetti intenditori) il Millésime 2002. Incontro tra classe, stile ed espressione del territorio. Jacquesson Millésime 2002 è il risultato di un’annata straordinaria con condizioni meteorologiche quasi perfette per le viti: assenza di gelo e grandine, estate calda e soleggiata con notti fresche interrotta solo sporadicamente da piogge leggere. Frutto dell’assemblaggio perfetto tra i “Vins Clairs” delle migliori particelle dei Grands Crus di Avize e Ay, ai quali vengono aggiunti i vini delle migliori particelle di Dizy e Mareuil sur Aÿ, due Premiers Crus, Jacquesson Millésime 2002 fermenta in botte, non subisce nessun tipo di travaso e viene sottoposto regolarmente per tre mesi ad un “bâtonnage”, per poi approfittare del freddo invernale ed ottenere una stabilizzazione naturale. Rotondità, struttura e grande maturità: queste le caratteristiche percepibili già dai primi assaggi. Le degustazioni che sono seguite hanno solo confermato la prima impressione e permesso di stabilire la combinazione per l‘assemblaggio definitivo: Chardonnay di Avize (36%) e di Chouilly (7%), Pinot nero di Dizy (35%), di Aÿ (15 %) e di Mareuil sur Aÿ (7%). Proposto in esclusiva da Pellegrini S.p.a, Jacquesson Millésime 2002 ha dato luogo a 35.280 bottiglie, 1.508 magnum e 80 jéroboam. Il nuovo vino di Champagne è disponibile presso le enoteche di qualità e nelle carte vini dei ristoranti più rinomati. Prezzo al pubblico: a partire da 100,00 euro. Fondata nel 1904, Pellegrini Spa è l’azienda commerciale di proprietà della famiglia Pellegrini da oltre un secolo attiva nella distribuzione sul territorio italiano di prodotti vitivinicoli e distillati di alta qualità. Pellegrini Spa distribuisce in esclusiva le etichette di oltre 80 aziende viti-vinicole italiane ed estere con offerte riservate al canale Ho.re.ca e super Ho.re.ca che vanno dai vini rossi e bianchi, ai distillati e agli Champagne. Per conoscere tutti i prodotti distribuiti da Pellegrini Spa è possibile consultare il sito internet www.Pellegrinispa.net Fondata nel 1798 ed oggi guidata con saggezza e ambizione dai fratelli Chiquet, la Maison Jacquesson è indubbiamente una delle grandi realtà della regione dello Champagne. Riconosciuta nel 1810 da Napoleone con la medaglia d´oro per "la Beauté et la Richesse de ses Caves, il più alto riconoscimento dell´epoca per un´impresa commerciale, la Maison Jacquesson concentra i suoi sforzi su una produzione annuale di circa 350.000 bottiglie, con metodi di elaborazione non industriali, dedicati ai più alti standard di qualità. Malgrado il successo, la produzione non è mai stata gonfiata e gli approvvigionamenti di uve provengono essenzialmente dai vigneti di proprietà di 28 ettari, di cui 11 situati nella Côte de Blancs, ad Avize