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VENERDI
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Notiziario Marketpress di
Venerdì 27 Maggio 2011 |
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IL RISORGIMENTO È QUI! 150 LUOGHI DOVE SI È FATTA L’ITALIA A TORINO - DAL 2 GIUGNO 2011
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Il 2 giugno 2011 su www.Museotorino.it si inaugura Il Risorgimento è qui! 150 luoghi dove si è fatta l’Italia a Torino, una mostra ‘a cielo aperto’ articolata in 5 itinerari, per scoprire Torino nei 50 anni decisivi per la storia del nostro Paese: dal 1814, con il ritorno di Vittorio Emanuele I sul trono del regno sabaudo, sino al 1861 con la proclamazione del Regno d’Italia, e al trasferimento della capitale da Torino a Firenze nel 1864. Luoghi, eventi e personaggi saranno illustrati con immagini sia d’epoca, sia attuali, per ricostruire il tessuto storico e gli episodi salienti che hanno interessato i centri del potere politico e religioso della città. La mostra sarà visibile anche con Exhibito, la prima applicazione mobile per iPhone, realizzata da Reply, che consente di visualizzare con la tecnologia georeferenziata (coordinate Gps), i 5 itinerari da percorrere a piedi che delineano l’evoluzione storica della città del Risorgimento, creando connessioni tra elementi architettonici, artistici e paesaggistici, da fruire in tempo reale in ogni tappa del percorso, in corrispondenza dei 150 luoghi della Torino risorgimentale, con notizie e immagini su eventi, temi e soggetti collegati ad essi. I Palazzi storici raccontano la propria storia e gli eventi di cui sono stati teatro; i monumenti e le targhe commemorative i protagonisti della restaurazione, delle società segrete, dei moti del 1821, delle rivoluzioni del ’48 e delle innovazioni tecnologiche che portarono alla creazione di un moderno stato unitario. Gli itinerari includono luoghi emblematici come la chiesa della Gran Madre di Dio - eretta per celebrare il ritorno della dinastia sabauda -, piazza San Carlo - teatro dell’eccidio di quanti si opposero al trasferimento della capitale a Firenze -, o la Mole Antonelliana, progettata inizialmente come Sinagoga, ma a fine Ottocento scelta come prima sede del Museo del Risorgimento, e comprendono anche i locali storici, ancora con il loro arredo originale, come la gioielleria Musy, la confetteria Stratta, il caffè Fiorio, il ristorante ‘del Cambio’, punti di ritrovo prediletti dalla nobiltà e dagli intellettuali torinesi, destinati a diventare i ‘Padri della Patria’. Da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele Ii, da Massimo d’Azeglio a Cavour, da Pellico a Gioberti, da Kossuth a Garibaldi e Mazzini, ai numerosi patrioti delle guerre d’Indipendenza, agli illustri aristocratici, generali, uomini di scienza e letterati, i protagonisti del processo di unificazione della nuova Italia rimandano ai luoghi teatro delle loro gesta. Museotorino, il museo della città inaugurato in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia è un progetto innovativo di museo virtuale e reale allo stesso tempo, unico nel panorama nazionale ed europeo, per come è stato ideato e realizzato e anche per i modi con cui verrà sviluppato. Museotorino nasce per raccogliere, conservare e comunicare la conoscenza della città. La sua collezione è costituita dalla città stessa: un organismo vivente, in continuo mutamento e sviluppo che contiene tutti i suoi passati e le premesse del suo futuro. In questo senso Museotorino si configura come un museo diffuso, formato dai luoghi e dagli spazi cittadini e dalla rete dei musei in cui sono custodite le testimonianze della storia della città. Museotorino è anche un sito: www.Museotorino.it , un luogo virtuale che conserva e comunica la conoscenza della città reale, sviluppato utilizzando tecnologie e piattaforme di ultima generazione che permettono di applicare la filosofia del web 3.0 (web semantico) e dei Linked Open Data basata sulla condivisione dei dati, in un formato aperto e standard, con tutta la comunità della rete. Un sito pensato e strutturato come un museo in cui è possibile trovare informazioni sui luoghi della città presente, sulla loro storia, sulle persone che li hanno abitati, sugli eventi di cui sono stati teatro e, attraverso la mappa della città presente, percorrere liberamente l’intero spazio urbano o seguire percorsi a tema |
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VENEZIA (CA’ PESARO – GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA): PIER PAOLO CALZOLARI - 4 GIUGNO / 30 OTTOBRE 2011
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La mostra - ideata da Pier Paolo Calzolari, con Silvio Fuso e Daniela Ferretti e co-organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dalla Fondazione Calzolari - presenta tra l’androne e il secondo piano di Ca’ Pesaro 25 opere dell’artista, realizzate tra il 1968 e oggi. Di fronte alla facciata del Museo, tra le acque del Canal Grande, sarà inoltre collocata la scultura Struttura ghiacciante del 1990. La mostra offre una rara opportunità di osservare la pluralità dell’opera di Calzolari e la sua capacità di coniugare i linguaggi formali più diversi. Catalogo Gli Ori, con testi critici di Massimiliano Gioni e Denys Zacharopoulos e la documentazione fotografica completa delle opere esposte. Dai primi lavori attorno al 1965 fino ad oggi Calzolari ha seguito un processo di ricerca complesso sotto il segno del pluralismo, evitando ogni forma di ripetizione che non fosse legata alle esigenze del reale. Per la continua capacità di rigenerarsi negli oltre quarant’anni della sua carriera è oggi considerato uno degli artisti più inventivi e vivaci della sua generazione. Nato nel 1943, Calzolari realizza nel 1966-67 l’opera-performance Il filtro e benvenuto all’angelo nel suo studio di Palazzo Bentivoglio a Bologna ed è fra gli artisti che espongono al “Deposito d’Arte Presente” di Torino in una delle iniziative inaugurali dell’Arte Povera. Nel 1969 partecipa alla rassegna di Berna When Attitudes become Form. Nascono in questi anni le sue prime sculture ghiaccianti e il lavoro intitolato la Casa ideale che riunisce opere di tipologie diverse che l’artista realizza fattivamente a partire da un suo testo scritto con valore programmatico. La prossimità con gli altri artisti dell’Arte Povera si manifesta nell’esigenza affermata da Calzolari di un’orizzontalità d’ispirazione francescana che porta a una rielaborazione dei rapporti fra arte, esistente, e natura. L’utilizzazione di materiali poveri – come foglie di tabacco, margarina, petali dell’albero di Giuda, muschio, piombo, ghiaccio, neon dalla luce evanescente – testimoniano il desiderio di duttilità non convenzionale dell’artista la cui purezza espressiva e formale è sempre legata al passaggio del tempo e al processo di trasformazione della materia. A volte conservatrice ma spesso irriverente, intimamente attenta alla disciplina dell’arte ma capace d’ironia, l’opera di Calzolari si è nutrita dal temperamento nomade dell’artista i cui continui spostamenti tra grandi città, o località più remote, hanno generato una visione dell’arte come luogo di trasformazione o di mutamento dalla pittura alla scultura, dalle performance alla danza, dalle istallazioni ai video. Da ormai venticinque anni l’artista si è appartato nel Montefeltro dove prosegue la sua ricerca. La mostra di Ca’ Pesaro permette di percorrere con rapidi sguardi l’avventura di un artista scontroso ma attentissimo al palpitare della storia, passando dai lievissimi tracciati luminosi ai più recenti e stupefacenti sali neri combusti. Info: Pier Paolo Calzolari - Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte moderna - Santa Croce, 2076, Venezia - 4 giugno / 30 ottobre 2011 Informazioni www.Museiciviciveneziani.it info@fmcvenezia.It call center 848082000 (dall’Italia) +3904142730892 (dall’estero) Prenotazioni www.Museiciviciveneziani.it call center 848082000 (dall’Italia) +3904142730892 (dall’estero) |
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ARTGALLERY IN GALLERIA CAMPARI
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Matteo Cremonesi e Margherita Matticari, vincitori della Seconda Edizione del Premio Artgallery, in Galleria Campari dal 30 giugno al 15 luglio 2011 Anche quest’anno sarà Galleria Campari ad ospitare il 30 giugno la Seconda Edizione del Premio Artgallery con la doppia personale dei due vincitori, il giovane fotografo Matteo Cremonesi e la Fashion Designer Margherita Matticari, selezionati dalla giuria composta da una prestigiosa rappresentanza del mondo dell’arte e del design tra oltre 800 partecipanti. Il giovane fotografo Matteo Cremonesi ha vinto con l’opera Le Juif Errant che fa parte del progetto Là-bas, titolo tratto dall’omonimo romanzo di Joris Karl Huysmans, mentre la giovane Fashion Designer Margherita Matticari ha vinto con Concorde, una borsa double –face scomponibile, modulabile e multifunzionale. Ogni modello da lei realizzato prende il nome di una stazione della metropolitana parigina; nello specifico Concorde (la concordia) rappresenta l’unione delle due parti che compongono la borsa una volta chiusa. “Fondamentalmente credo che tutto ciò che possediamo realmente, che comunque ci appartiene solo in via temporanea e che vale la pena preservare, siano le nostre idee, il nostro cuore e ciò che abbiamo ‘nella nostra borsa’; per questo amo inventare e creare borse” Artgallery è un’Associazione no profit che sostiene gratuitamente il lavoro di artisti emergenti e promuove lo sviluppo della creatività in campo artistico attraverso una galleria d’arte on line ( www.Associazioneartgallery.org ), attività di ufficio stampa, mostre e rassegne artistiche, eventi, manifestazioni culturali e partnership con aziende che condividono questo importante progetto. L’attività di Artgallery inizia nel 2003 come galleria d’arte contemporanea online, e cresce negli anni fino ad oltrepassare i confini del web, concretizzandosi in vari progetti che coinvolgono musei, gallerie d’arte e Fondazioni. Con questo spirito, nasce la collaborazione con Galleria Campari , luogo dinamico, multimediale ed interattivo che racconta il percorso del proprio marchio attraverso le espressioni dell’arte moderna e contemporanea, ribadendo ancora una volta il suo forte interesse a promuovere e supportare i giovani creativi emergenti (www.Camparigroup.it ) La mostra sarà inaugurata giovedì 30 giugno 2011 alle ore 19.00, alla presenza dei due vincitori, e sarà aperta al pubblico a partire dal 1 luglio fino al 15 luglio ( Ingresso gratuito ); nel corso della serata ci sarà una menzione al premio speciale Artgallery che l´Associazione ha deciso di assegnare ad un giovane artista, Riccardo Gavazzi |
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VENEZIA (PALAZZO GRASSI): IL MONDO VI APPARTIENE » -
2 GIUGNO 2011 / 31 DICEMBRE 2011 |
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Le due mostre, Elogio del Dubbio, a Punta della Dogana il prossimo 10 aprile, e Il Mondo vi appartiene, il 2 giugno 2011 a Palazzo Grassi, segnano i primi cinque anni di attività di Palazzo Grassi, inaugurato da François Pinault e dal sindaco di Venezia ad aprile 2006, e l’avvio di una nuova sequenza espositiva nella programmazione dell’insieme di Palazzo Grassi e Punta della Dogana - François Pinault Foundation. Palazzo Grassi e il centro di arte contemporanea di Punta della Dogana presentano oramai due differenti ritmi: Palazzo Grassi si articola secondo una tempistica rapida, con un ruolo trainante rispetto alla scansione degli appuntamenti. Punta della Dogana, invece, si muove con un ritmo più ampio, simile a quello adottato dai grandi musei internazionali per la rotazione delle collezioni. Il 2 giugno 2011, la François Pinault Foundation presenta una nuova esposizione a Palazzo Grassi, intitolata Il Mondo vi appartiene. La mostra, per la quale François Pinault ha affidato l’incarico di curatrice a Caroline Bourgeois, è un progetto concepito in modo complementare rispetto a Elogio del dubbio, presentato simultaneamente a Punta della Dogana, e rimette in discussione i tradizionali limiti insiti nella geografia dell’arte, nel rapporto con gli altri e con il mondo. Il Mondo vi appartiene mette in prospettiva le opere di artisti che appartengono a diverse generazioni e di differenti origini, mettendone a confronto le pratiche, le discipline, i percorsi personali ed esplorando i rapporti con la storia, il reale e la sua rappresentazione; « la mostra si sviluppa intorno ai grandi temi della storia presente, dalla disintegrazione dei simboli sino alla tentazione del ripiegamento su se stessi, passando per il fascino della violenza o della spiritualità in un mondo travagliato e globalizzato » (Caroline Bourgeois). Caroline Bourgeois ha curato numerose esposizioni internazionali, tra cui Valie Export (2003), Joan Jonas (2005), Loris Gréaud (2006), Adel Abdessemed (2007), l’Argent (2008), Cao Fei (2008), come pure numerose mostre della Collezione François Pinault all’estero: Passage du Temps (2007) a Lille, Un certain Etat du Monde (2009) a Mosca, Qui a peur des artistes? (2009) a Dinard. Tra gli artisti presentati in mostra: Ahmed Alsoudani, Yto Barrada, Alighiero Boetti, Sergey Bratkov, Frédéric Bruly Bouabré, Maurizio Cattelan, David Claerbout, Matthew Day Jackson, Marlene Dumas, El Anatsui, Urs Fischer, Cyprien Gaillard, Adrian Ghenie, Loris Gréaud, David Hammons, Nicholas Hlobo, Thomas Houseago, Huang Yong Ping, Jeff Koons, Friedrich Kunath, Louise Lawler, Boris Mikhailov, Farhad Moshiri, Takashi Murakami, Giuseppe Penone, Philippe Perrot, Sigmar Polke, Charles Ray, Thomas Schütte, Rudolf Stingel, Lee Ufan, Joana Vasconcelos, Francesco Vezzoli, Jonathan Wateridge, Sislej Xhafa, Sun Yuan & Peng Yu, Yang Jiechang, Zhang Huan, Zeng Fanzhi. |
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MILANO (NHOW): DAL 26 MAGGIO ROOMS |
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L’hotel Nhow ha inaugurato Giovedì 26 Maggio ‘Rooms’ la nuova mostra dedicata al privato. L’intento è quello di ricreare all’interno di uno spazio pubblico, quale quello di un hotel, degli ambienti privati e domestici: privata è la vita che si svolge all´interno delle abitazioni, i pensieri, gli oggetti, i mobili, le relazioni... L’esigenza e quella di creare un dialogo tra due realtà, il privato e il pubblico interrogando su come possiamo definire il privato nei nostri tempi. L’hotel che ha per necessità una sua identità e una sua forma funzionale, induce il soggetto ad orientasi da ospite all’interno di uno spazio che non gli appartiene. Afferma Augè: “paradosso del non luogo: lo straniero smarrito in un Paese che non conosce ( lo straniero “di passaggio”) si ritrova soltanto nell’anonimato delle autostrade, delle stazioni di servizio, dei grandi magazzini o delle catene alberghiere”. Ricreando ambienti e situazioni familiari l’hotel perde la sua connotazione di non luogo a favore di un approccio soggettivo nella percezione dei luoghi, lo scopo è quello di ritrovare un rassicurante “pezzo di casa” diventando luogo di sintesi tra privato e pubblico. L’intento manifesto è quello di dare al visitatore-cliente di passaggio la sensazione se pur illusoria di sentirsi a casa. L’hotel non è più hotel ma diventa un viaggio esperienziale dove i suoi 4 piani diventano vere e proprie ambientazioni domestiche con cui il visitatore può interagire. Con questa esposizione ogni spazio acquista una sua nuova identità trasformandosi di volta in volta in stanza dei giochi, area relax, sala da pranzo o camera da letto …. Partendo dalla hall, ‘Familiare’ è l’installazione di Seletti curata da Matteo Mocchi; l’intento è quello di offrire al cliente dell’hotel uno spaccato di tavola quotidiana traslata dai prodotti del brand Seletti con l’obiettivo di trasportare il visitatore, immerso in un’atmosfera ‘pubblica’ in un attimo di intimità domestica. Le fondamenta dell’hotel conservano come una credenza di casa le ceramiche di ilil che vestono la tavola, mettono in relazione mondi diversi raccontando delle storie senza usare necessariamente le parole. Ilil creando una collezione per la tavola si interroga sul significato del mettersi a tavola giocando in chiave ironica con gli elementi dell’abbigliamento, la tavola diventa l’invito in più non da apparecchiare ma da vestire! Vasi, accessori in ceramica, origami in carta e Jacroki sono presentati dalla giovane designer milanese Elena Salmistraro che con il suo stile estremamente delicato e poetico predilige tutte quelle forme fluide o spigolose che ricordano il mondo dell’ecosistema naturale, mondo da cui trae tutte le ispirazioni. Con Kreaton lo spazio underground si trasforma magicamente nella stanza dei giochi, la cui lampada modulare disegnata dall’Arch. Sergio Nava ha cambiato il modo di vedere la luce, giocando con i pezzi di Kreaton chiunque può dar forma e colore all’illuminazione dei propri desideri per tornare a giocare con la fantasia. Dalla cucina si passa al divertente salotto Snake di Francesco Giannattasio prodotto da Italart che con la sua forma innovativa e versatile richiama fortemente la silhouette di un serpente. Diversa è l’interpretazione del salotto di Serena Gamba che con i suoi progetti di redesign ridà vita ad oggetti e mobili del passato grazie all’uso di tessuti e grafiche che trasformano ogni singolo pezzo in un modello unico. Tra gli altri designers in mostra nella hall Henry Timi e Federico Delrosso propongono un’installazione total black ripensando, con le loro sedute alla casa nei termini dell’essenzialità e del minimalismo. Macchie di colore danno risalto alle pareti della hall con i tappeti Splash di Alberto Levi Gallery, la materia si trasforma attraverso la decolorazione e ricolorazione di una vasta gamma di cromie tramutando il tappeto tradizionale in chiave contemporanea. Tessuti che ricordano i cappellini di lana tipicamente indossati durante il lungo inverno svedese e giochi di colore vestono i pouf “Party”: forme voluttuose con al centro un bottone ‘oversize’ che richiama le tradizioni dei divani "chesterfield”, una rivisitazione ludica e sensuale. Con Tatto design definisce l’area studio con lo scrittoio Eileen di Luigi Dello Iacono, un solido intaglio interpretato in chiave contemporanea, risultato dell’indagine tra luci ed ombre. Di Alfonso Vitale e Angelo Ferrucci è il tavolino Theo nato da un’alternanza di pieni e vuoti che rievoca futuristiche strutture urbane. Di Casamania è la libreria antropomorfica Robox, la concretizzazione di un suggestivo e lontano ricordo infantile, il nuovo progetto di Fabio Novembre è come lui stesso ha definito un “nuovo eroe domestico”, Protagonista della galleria al primo piano è il Black and White: onde di pura energia, scorci di vita, presenze in cerca dell’anima della luce definiscono la triade fotografica di Fausto Mazza che ritrae il soggetto in scala reale. Bianco e nero anche per Bysteel con le sue lampade dalle forme leggere che imitano e si trasformano con la natura ed i suoi complementi d’arredo per interior e outdoor; un’azienda made in Italy a favore della sostenibilità . Giochi di ’arancio e celeste definiscono l’area studio di eumenes, nuovo marchio 2011, con il divertente tavolo acidato serigrafato "Eus" di Paola Navone abbinato alle comode ed avvolgenti sedute "Arkys" di Jean-marie Massaud, in acciaio verniciato e A/r Studio che propone la libreria appendiabiti ‘Astillas’ un sistema multifunzione e modulare composto da lastre di legno ad incastro appoggiate a parete da cui emergono specchiature di cromie dal fondo. Al design si accompagna come sempre l’arte con la presenza di Aleandro Roncarà che esalta l’area ascensori del primo piano e le pareti della camera da letto con tutti i suoi personaggi stravolgenti e mitologici che vivono nel suo Mondorondo! Dove si muove Ariosto, Torquato, Piffi..dove tutto è fantasia e niente è violenza. L’esposizione prosegue ai piani con nuove ambientazioni domestiche, dove il pubblico si fonde e confonde con il privato per definire la camera da letto. Lago sceglie di presentare Air un letto che offre una lettura nuova dello spazio modificando la percezione dei rapporti pieno-vuoto leggero-pesante; un tappeto volante che concilia più che il sonno il sogno. Un armadio ricco di poesia, Valises offre una soluzione originale per sistemare con stile vestiti, scarpe ed accessori, atto ad evocare il fascino lussuoso della maglieria in pelle, l’armadio si trasforma in un puzzle fatto di valige già pronte che invitano al viaggio. Salendo al terzo piano si riscopre l’oriente, Sushe è un tavolo tatami dove giace l´immagine fotografica della sushi-girl che risplende su un piano di cristallo. Il tavolo diventa quadro e l´immagine di donna si riappropria della sua dignità diventando icona; si assiste ad una resurrezione morale della condizione di donna non più vista come oggetto ma come figura da celebrare. Un tavolo in trasformazione che parla di evoluzione. Nella ‘veranda’ al quarto piano le farfalle fanno mostra di sé in romantiche gabbie bianche diffondendo luce cangiante attraverso le loro ali; Birds design propone per ‘Rooms’ la lampada ‘farfalla sul ramo’ che poggia su un tavolino ‘cinquegambe’ definendo un’atmosfera impalpabile e fiabesca. Nulla è nascosto e il privato si manifesta nell’apertura dei cassetti di Cutting Edge il guardaroba fa mostra di sé con i manichini e gli accessori in origami di Elena Salmistraro. La tradizionale vasca Queen di Devon&devon con i caratteristici piedini Decò ispira ‘l’area benessere’ e suggerisce ambientazioni retrò e al tempo stesso ironici contesti contemporanei. Glocal Design Mirrors collection cattura lo sguardo nel gioco visivo dei suoi specchi alle pareti: storie, riflessioni e riflessi che diventano oggetti del desiderio e gioielli per la casa. L’illuminazione è data dalle creazioni in vetro di Murano firmate Vistosi, i segreti della tradizione artigiana del vetro soffiato prendono forma diventando opere di luce in vetro. Il percorso prosegue nella ‘cantina’ di Carlo Sampietro, dal suo progetto artistico ‘The street is in the house’ un distributore di giornali viene rivisitato e diventa il Space Cooler sottolineando il contrasto tra tradizione e innovazione. No Room per la 1+1 Light di Davide Dall’osso e Marcello Garofalo l’installazione situata nel cavedio dell’hotel nasce dalla necessità di definire uno spazio di meditazione al riparo dalla quotidianità, un luogo senza campo in cui le lampade della serie ‘Abissi’ invitano ad una fuga dai pensieri per dare spazio alla meditazione. Abissi è l’apertura ad un immaginario accessibile ad ognuno di noi, ma troppo spesso difficile da concedersi. Opening: 26 maggio 2011| ore 19.00 Ingresso Libero Orari di apertura della mostra: 10/22 Curatrici: Valentina Riva Francesca Cauti - Rooms - 26 Maggio 2011- 26 Settembre 2011 - Nhow Hotel, via Tortona 35 Milano - Tel.+39 02 48955144 - www.Artnhow.com - info@artnhow.Com |
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BORDIGHERA, FONDAZIONE TERRUZZI- VILLA REGINA MARGHERITA: “MARGHERITA, REGINA D’ARTE E CULTURA” UNA RAFFINATA MOSTRA RENDE OMAGGIO ALLA PRIMA SOVRANA D’ITALIA, AMATA DAL POPOLO E DAGLI ARTISTI, NEI 150 ANNI DELL’UNITÀ - DAL 19 GIUGNO AL 18 SETTEMBRE
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La prima delle mostre temporanee promosse dalla Fondazione Terruzzi-villa Regina Margherita, in concomitanza con l’inaugurazione della sede museale che propone un nucleo significativo di opere della celebre collezione Terruzzi, non poteva essere dedicata che a lei: Margherita di Savoia, prima regina d’Italia, figura e personalità di grande fascino, il cui ricordo è indelebilmente legato a questi luoghi. Nella villa di Bordighera infatti, voluta con determinazione su progetto dell’architetto Luigi Broggi, la sovrana, ornai regina madre, trascorse gran parte degli ultimi anni di vita. L’esposizione, allestita nelle sale appositamente destinate agli eventi temporanei di quello che mira a divenire un polo museale e culturale di primo piano nel panorama ligure e italiano, vuole dunque essere - nei 150 anni dell’Unità d’Italia - un lieve omaggio a questa donna che, pure con luci ed ombre, seppe farsi amare grandemente dal popolo, ponendo la cultura tra gli elementi portanti della propria vita personale e pubblica e divenendo punto di riferimento di moltissimi artisti e intellettuali. Curata da Annalisa Scarpa, direttrice della Fondazione, e da Michelangelo Lupo che ne è anche allestitore, con la fondamentale collaborazione di Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Quirinale - che ha concesso in prestito il nucleo principale delle opere esposte - l’omaggio a “Margherita, Regina d’Arte e Cultura”, in programma alla Fondazione Terruzzi-villa Regina Margherita a Bordighera, dal 19 giugno al 18 settembre è dunque promosso dalla Fondazione omonima con la Regione Liguria, la Provincia di Imperia e il Comune di Bordighera, in collaborazione con Sistema Turistico Locale e il sostegno di Banca Carige, ed è organizzata dalla medesima Fondazione con Villaggio Globale International (catalogo Skira). Sono dunque i ritratti di Margherita - ufficiali e non - la sua iconografia ricostruita attraverso dipinti e sculture, a costituire il primo momento di questa piccolo ma suggestivo percorso a lei dedicato. Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia era bionda, di carnagione molto chiara, con due occhi azzurrissimi; aveva un bel portamento e, a detta delle cronache, un’innata abilità nel saper comunicare con la gente. Nonostante l’aspetto apparentemente fragile, possedeva un carattere forte e deciso, con un grande senso della dignità e del dovere. Cresciuta nel clima eroico della Torino del Risorgimento (era nata a Palazzo Chiablese nel 1851, figlia di Ferdinando di Savoia-genova e di Elisabetta di Sassonia) non le era stato risparmiato, a otto anni, di preparare bende per i feriti degli scontri del 1859 e le era stato insegnato, e lo sentiva dentro di sé, il dovere dell’assistenza. E questo non lo dimenticherà mai, né da regina né da regina madre. Aveva solo 17 anni quando nel 1868, andò sposa di Umberto I, allora ventiseienne e già sentimentalmente legato a Eugenia Attendolo Bolognini, la contessa Litta. Dovette fare i conti con questa realtà e accettarla, ma il ruolo di consorte del futuro re e poi di Regina le si adattava perfettamente. Nel dipinto di Eleuterio Pagliano, “pittore e soldato dell’indipendenza italiana”, che ritrae “La regina Margherita in abito azzurro” a soli due anni dal matrimonio, così come in quello, imponente, del celebre ritrattista Michele Gordigiani che, tra l’altro, impartirà lezioni di pittura alla sovrana, notiamo già la grande passione della regina per gli abiti e la moda. Sono evidenti la sua eleganza e soprattutto le sue famose perle. Il celebre monile appartenuto a Maria Adelaide, formato da cinque doppi giri di perle e lasciato in eredità alla futura moglie del primogenito, è stato infatti il fulcro di partenza dei famosi 16 fili dei quali Margherita amò ornarsi: arricchiti di anno in anno durante il matrimonio, pare si componessero di ben 684 elementi. La regina amava follemente i gioielli e ne possedeva di splendidi. Straordinario è per esempio il diadema che compare sia nel bassorilievo in bronzo che ritrae la sovrana di profilo, opera di Donato Pirolo-torelli, detto Tello, sia nel celebre dipinto del Corradetti “Ritratto di Margherita di Savoia in abito nero”: a connotarlo vi è un motivo con tre grandi fiori, incastonati su un fronte di oro, argento e diamanti, che si possono smontare dalla corona e usare separatamente come spille. Margherita seppe affascinare del resto non solo le folle, ma anche gli intellettuali, a partire da Carducci, che nella sua Ode alla Regina d’Italia non nasconde la sua ammirazione; ma anche Fogazzaro, Giacosa, Prati: tutti in un modo o nell’altro si ispirarono a lei, fino a Gabriele d’Annunzio che la ritrasse nel Fuoco e a Giovanni Pascoli che le rende un delicato omaggio nell’inno Pace. E proprio questa sua capacità di presa e l’ammirazione suscitata diede il via a quel fenomeno onnicomprensivo detto appunto il “Margheritismo”, decretando l’influenza della giovane Savoia nella società del tempo in campi tra i più disparati: dall’arredamento, alla moda, all’oreficeria, e più in generale, ad ogni forma d’arte e di artigianato. Il suo uso ricco dei gioielli, portati con disinvolta civetteria, divenne una moda; così come pure l’abbigliamento fatto - almeno prima della vedovanza - di colori chiari, di ricami sovrapposti, di cappellini, di fiocchi e di pizzi. Come molte delle teste coronate d’Europa, Margherita amava inizialmente “Worth” che era lo “Chanel” del tempo, ma divenuta regina interpretò suo dovere spostare il gusto delle donne italiane verso la creatività del proprio paese dando il la all’embrione dell’industria sartoriale italiana. Uno dei primi segnali della sua influenza sulla società fu l’uscita a Milano, già nel 1871, della rivista “Margherita” diretta da Virginia Tedeschi Treves. “Margherita”, che uscì fino al 1926 e nel sottotitolo recita “giornale per signore e signorina”, ebbe un forte concorrente anni dopo, dal 1904, nella rivista mensile napoletana “Regina” il cui primo numero portava in copertina il famoso ritratto di Margherita, a quel tempo ormai Regina Madre, del Gordigiani, ad immortalare quasi l’immortale influenza di lei nella società di inizio secolo. L’immaginario su Margherita, colta a cavallo nel bronzo di Alfonso Balzico o resa nella sua femminilità anche nel busto in marmo che Carlo Nicoli realizzò in una data collocabile tra il 1896 e1900, è tutto racchiuso nei due dipinti con i quali si chiude la prima parte della mostra: il ritratto del Corradetti, sempre del Patrimonio del Quirinale, restaurato di recente e datato 1916 e il Ritratto della Regina Madre Margherita di Savoia di Franz Joseph Lenhart - pittore e famosissimo cartellonista - conservato presso il Palazzo del Comune a Bordighera e proveniente da Villa Regina Margherita: probabilmente sapiente trascrizione da una fotografia della regina commissionata dopo la sua morte. La personalità di Margherita di Savoia, il carisma, la devozione, le sue passioni, il suo gusto, soprattutto la grande sensibilità e attenzione verso il mondo artistico e culturale vanno tuttavia colti soprattutto attraverso gli oggetti che la sovrana volle per sé, commissionandoli, acquistandoli, custodendoli. La seconda parte della mostra offre delle inedite suggestioni in tal senso: dalle lettere autografe di Margherita alla madre, al servizio da the Royal Lily, Worcester Royal Porcelain del Quirinale; dal mantello a strascico, in seta dorata e damasco con il nodo Savoia, all’inginocchiatoio della sovrana della metà del Xviii secolo, realizzato da Pietro Piffetti con pregiatissimi legni e intarsi in avorio e tartaruga, entrambi da collezione torinese. Margherita fu un’assidua visitatrice delle maggiori esposizioni italiane ed europee. Se Umberto non s’intendeva d’arte, né di lettura e non amava particolarmente la musica, la regina al contrario fin da giovane fu attratta dalla musica e si dilettò nella pittura. Fu lei ad introdurre a corte la musica da camera e a favorirne la diffusione. Divennero rituali al Quirinale le esibizioni del Quintetto d’Archi di Roma fondato da Giovanni Sgambati, la cui nascita fu fortemente voluta dalla regina; e Giacomo Puccini, poco più che ventenne e di famiglia non ricca, ottenne grazie a Margherita una borsa di studio che gli permise di completare il Conservatorio di Milano. I più bei nomi della musica italiana frequentarono i giovedì della regina. Quanto alla pittura, Margherita continuò anche dopo il matrimonio a prendere lezioni. Artisti da lei molto amati e che frequentava abitualmente erano Giacomo Favretto e Michele Gordigiani ma la Regina tenne contatti con tutto l’ambiente artistico italiano, acquisendo man mano conoscenze e sensibilità via via maggiori. E’ lei che intensifica l’acquisto della casa reale di opere d’arte, presenzia alle esposizioni con competenza mista ad una intelligente umiltà e si conquista la stima e l’affetto di molti artisti. Attraverso gli acquisti attua una concreta politica di sostegno alle arti e agli artisti con un’intelligente operazione di promozione. In questa strategia valorizzazione della produzione artistica nazionale, rientra anche l’inaugurazione dell’Esposizione Italiana di Belle arti a Londra, il 12 maggio 1888, che coincide con l’anniversario del ventesimo anno di matrimonio dei reali. Ma è con la nascita della Biennale di Venezia che Margherita ottiene l’omaggio più gradito. Una delibera comunale dell’aprile 1893 propone di istituire “una Esposizione biennale artistica nazionale a ricordo delle Nozze d’argento delle Ll.mm. Umberto e Margherita”. Due anni dopo, il 30 aprile 1895, i reali inaugurano la prima “Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia” decretandone con la loro presenza il successo di pubblico che la portò a contare più di 200.000 visitatori. Margherita era già abituale frequentatrice delle varie esposizioni veneziane e amava Venezia incondizionatamente, tanto da scrivere nel 1882: “Sono più che mai immersa nell’incantesimo di Venezia: vorrei poterla dipingere nel fondo della mente per ritrovarla e nascondermici dentro”. Alcune delle opere esposte danno il segno per l’appunto della sensibilità e della “politica” della sovrana. “Avanzi di valanga” del biellese Lorenzo Delleani, per esempio, venne acquistato personalmente da Margherita alla Iv Biennale di Venezia, l’anno dopo la morte di Umberto. Nel 1897 era stata accolta la proposta del principe Giovannelli di istituire in Venezia una Galleria d’Arte Moderna – la futura Ca’pesaro – e di promuoverne l’incremento con acquisti effettuati durante le Biennali. Nel 1899 Umberto, di certo assistito da Margherita, contribuì notevolmente al primo nucleo della novella Galleria, acquistando ben sei opere. Rimasta sola, durante le Biennali successive, Margherita non fu da meno e tra i vari acquisti che effettua allo scopo, vi è anche - esposto in mostra - La morte del pulcino di Luigi Nono, (prestato appunto per l’occasione dalla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro). Ma non esita neppure a comprare opere per stessa, come nel caso appunto della tela di Delleani raffigurante il paesaggio valdostano da lei tanto amato, quelle montagne intorno al castello di Gressoney che era la residenza prediletta. Edificata però Villa Regina Margherita a Bordighera la regina madre volle portare con sé il dipinto collocato allora nella grande sala di ritrovo al piano terreno, come mostrano le foto d’epoca . E ancora, Giacomo Balla, con una replica di Affetti: una delle opere più seducenti del primo futurismo balliano, che la Regina aveva ammirato come trittico alla mostra degli Amatori e Cultori di Roma nel 1910 e di cui restò affascinata. Non essendo riuscita a convincere l’artista alla vendita dovette però accontentarsi di commissionare a Balla una replica del pannello centrale, visibile in questa occasione. Sempre alla medesima esposizione, due anni dopo, la regina volle comprare Visite in Giardino di Pompeo Mariani, mentre Notte a Verona di Bartolomeo Bezzi, conservato al Mart di Rovereto, era esposto assieme ad altre otto tele nella sala dedicata al pittore trentino alla Biennale di Venezia del 1914. Venne acquista ufficialmente da Vittorio Emnuele Iii, il figlio di Margherita divenuto re alla morte di Umberto, ma presto l’opera fu trasferita nelle residenza rivierasca della madre, a Villa Regina Margherita, a riprova che anche in questo caso a spingere per l’acquisto era stata l’illuminata sovrana |
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ISTITUTO ELLENICO DI STUDI BIZANTINI E POSTBIZANTINI DI VENEZIA
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Venerdì 3 giugno 2011 inaugura a Venezia “illuminated shadows”, mostra organizzata dall’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia in collaborazione con la Fondazione “l’altra...Arcadia”, con opere dei pittori contemporanei greci Christos Bokoros e Chronis Botsoglou, appartenenti alla collezione privata di Sotiris Felios. Le venti opere dei due importanti pittori saranno esposte per la prima volta all’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini e allestite nello spazio storico della Sala del Capitolo, dove ancora oggi si raduna la comunità greca di Venezia, la più antica e più organizzata esistente al mondo. La mostra sarà aperta al pubblico dal 4 giugno al 15 luglio 2011. Le tele di Chronis Botsoglou sono dedicate al tema del ritorno dall’Aldilà delle persone amate, come si può vedere in parte della sua emblematica composizione “Nekyia”; fiamme, pane benedetto e impronte pittoriche sul legno sono oggetti e simboli della particolare lingua visiva di Christos Bokoros. Le opere intendono dare un’idea della scena contemporanea figurativa greca in un momento cruciale per questo Paese, profondamente colpito dalla crisi economica, nell’ambito del più grande evento artistico internazionale, la Biennale di Venezia. “I quadri di Christos Bokoros e di Chronis Botsoglou sono affini rispetto all’origine spirituale e la testimonianza che offrono, sebbene i due artisti seguano percorsi diversi” - scrive nel catalogo il critico Nikos Xidakis - “Le loro opere dimostrano la sopravvivenza della tradizione pittorica del Mediterraneo, che non riproduce la realtà tangibile, ma rappresenta piuttosto la natura invisibile delle cose e la loro essenza nascosta. Nei lavori esposti in mostra, che a prima vista compongono l’arbitraria coesistenza dei due pittori contemporanei greci, sopravvivono - in vari modi, ma con gesto deciso - lo spirito della pittura greca antica, le testimonianze materiali della tarda antichità, la grande tradizione della pittura bizantina e la sua fondazione teorica, avvenuta durante il periodo iconoclastico”. La mostra “illuminated shadows” ha l’obiettivo di creare un ulteriore polo d’attrazione, oltre la partecipazione ufficiale di Diochante al padiglione greco ai Giardini della Biennale, per permettere al pubblico internazionale di comprendere la presenza attiva della Grecia nel panorama contemporaneo figurativo internazionale. La mostra costituisce la seconda presentazione della Collezione di Sotiris Felios all’estero, dopo la prima riuscita esposizione al palazzo Sismanoglio di Costantinopoli, nel novembre 2010. In occasione di “illuminated shadows” è pubblicato un prezioso catalogo di 112 pagine in lingua inglese con contributi di autorevoli studiosi greci e italiani, come la direttrice dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia Chryssa Maltezou, il professore di Storia Medievale all’Universita Ionica e presidente della soprintendenza degli Archivi Statali Nikos Karapidakis, la direttrice della Pinacoteca Nazionale Marina Lambraki-plaka, il critico d’arte e capo redattore del giornale “Kathimerini” Nikos Xidakis, lo storico d’arte Giuliano Serafini, il critico d’arte Italo Tomassoni e il collezionista Sotiris Felios. Nel catalogo è inclusa infine una conversazione fra i due artisti, sul contenuto della mostra. La Collezione Sotiris Felios cominciò a formarsi ad Atene nei primi anni ’90 e oggi annovera più di 650 opere, che comprendono quelle dei più importanti pittori contemporanei greci come, tra gli altri: G. Moralis, Ch. Botsoglou, Ch. Bokoros, G. Rorris, T. Mantzavinos, E. Sakagian, S. Daskalakis, C. Papanikolaou, A. Papakostas, B. Papanikolaou, M. Bitsakis. Parte della Collezione è stata esposta al Museo Benaki (2002 e 2009), a Nicosia, Cipro (2003), al Museo d’Arte Contemporanea di Macedonia a Salonicco (2003), a Palazzo Sismanoglio a Costantinopoli (2010), mentre le singole opere sono state prestate a diverse mostre retrospettive e collettive. Titolo della mostra: “Illuminated shadows” Date: 4 giugno – 15 luglio 2011 Presso: Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia, Castello 3412, Venezia Apertura al pubblico: tutti i giorni, dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso libero Per informazioni: Faniò Michalopoulou, Responsabile della Collezione Sotiris Felios Tel. +30 6947078344/ Email: info@felioscollection.Gr Links: http://www.Istitutoellenico.org , http://www.Felioscollection.gr |
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ANISH KAPOOR A MILANO . ROTONDA DI VIA BESANA, 31 MAGGIO - 9 OTTOBRE 2011 FABBRICA DEL VAPORE, 31 MAGGIO - 8 GENNAIO 2012
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A cura di Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni. Uno straordinario appuntamento a Milano a fine maggio con Anish Kapoor, universalmente riconosciuto come uno tra i più significativi artisti contemporanei. Dal 31 maggio nelle due diverse sedi espositive della Rotonda di via Besana e della Fabbrica del Vapore si terrà una mostra, curata da Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni, promossa e prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Assessorato Sport e Tempo libero con la società di produzione artistica Madeinart. Un’installazione site-specific e installazioni ambientali insieme a una selezione di opere recenti consentiranno di comprendere la complessità formale dei suoi lavori, che hanno rivoluzionato il modo di intendere la scultura. Realizzate prevalentemente in metallo o cera – quest’ultima sempre con la caratteristica tonalità di “rosso Kapoor”, queste sculture sono concepite in relazione con lo spazio che le accoglie. Come ha dichiarato lo stesso artista, esse «cercano di generare sensazioni, spaesamenti percettivi, che porteranno a ognuno, diversi, magari insospettabili significati». In particolare, la capacità del metallo di riflettere l’ambiente circostante consente alla scultura di entrare in relazione con lo spazio mutandone la percezione. In occasione del recente restauro della Fabbrica del Vapore Kapoor realizzerà un’installazione site-specific che occuperà interamente lo spazio della “Cattedrale”. L’installazione – realizzata con il supporto della Galleria Continua, di Lisson Gallery e della Galleria Massimo Minini – è costituita da un grosso volume in acciaio lungo 60 metri e alto 8 all’interno del quale i visitatori potranno entrare. L’ingresso si apre a calice e la superficie, sia esterna che interna, è circolare con un appoggio minimo al suolo. L’opera verrà coperta progressivamente da una montagna di terra rossa di circa 160 metri cubi. La Rotonda di via Besana ospiterà invece una selezione delle opere, tra cui My Red Homeland, 2003, una monumentale installazione formata da cera rossa disposta in un immenso contenitore circolare e composta da un braccio metallico connesso ad un motore idraulico che gira sopra un asse centrale, spingendo e schiacciando la cera, in un lento e silenzioso atto infinito di creazione e distruzione. L’artista considera il colore rosso come “un mezzo di investigazione emozionale”. “Rosso é il colore del sangue, della passione e delle emozioni, rosso il colore della carne, convertita in questo lavoro in cera e vasellina, materiali organici ma duraturi”. Completerà l’esposizione una serie di sculture in acciaio tra cui: C-curve, 2007; Non Object (Pole), 2008; Non Object (Door), 2008; Non Object (Plane), 2010 ed altre che garantiscono effetti percettivi di grande impatto nel capovolgere e deformare le figure che vi si riflettono nella costante creazione di una realtà inedita e imprevedibile. Si tratta, infatti, di sculture interattive che provocano nello spettatore una percezione distorta sia dal punto di vista acustico che da quello visivo, causando un senso di straniamento, che può portare a una leggera perdita di equilibrio. Madeinart e Anish Kapoor hanno scelto di supportare la Fondazione Banco Alimentare devolvendole parte del denaro raccolto con le sponsorizzazioni. Nelle due sedi espositive sarà inoltre organizzato un corner di raccolta cibo. La mostra è realizzata con il contributo di Fondazione Aem e grazie al sostegno di Clifford Chance e Swarovski. “Siamo lieti di sostenere questa rassegna che ben si inserisce in un percorso avviato da tempo con il Comune di Milano e che ci vede partner di alcune delle più prestigiose mostre organizzate in città – afferma Marcello Di Capua, Presidente della Fondazione Aem – Il legame con il tessuto culturale milanese quest´anno si è ulteriormente rafforzato in occasione delle celebrazioni per il Centenario dell´Azienda Elettrica Municipale. E´ nostra ferma intenzione proseguire questo cammino nel solco di una proficua collaborazione con l´amministrazione comunale e i suoi partner”. Clifford Chance, tra gli studi legali leader al mondo, sostiene il progetto Anish Kapoor. Charles Adams, Managing Partner per l´Italia ha dichiarato: "L´arte di Anish Kapoor è espressione di una cultura globale, di innovazione ed eccellenza e al contempo di forte attenzione al sociale. Valori che ci accomunano e ci hanno spinti a sposare quest´iniziativa". Nell´ambito del progetto Kapoor, Clifford Chance sostiene il Banco Alimentare. La mostra di Anish Kapoor verrà realizzata anche grazie alla preziosa partnership con Swarovski, azienda da sempre attenta al mondo dell’arte e del design. Le originali installazioni dell´artista contemporaneo, che trasformano la tradizionale percezione dell´opera d´arte e dello spazio in cui essa vive, riflettono perfettamente l’evoluzione odierna del brand: una forte identità e storia ultracentenaria, unita ad una continua attenzione all’innovazione, che si traduce nella realizzazione di gioielli e accessori sempre all’avanguardia e nell’entrata in nuovi segmenti di mercato, consentendo a Swarovski di posizionarsi e affermarsi come marchio “total look”. Www.anishkapoormilano.com Catalogo Skira |
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IL REPORTAGE “UOMINI IN OASI” APRE LE SBARRE DI SAN VITTORE
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In collaborazione con Wwf Lombardia e San Vittore, Casa Vinicola Caldirola trasporta la mostra fotografica itinerante oltre i confini del carcere milanese: venerdì 20 maggio, ore 14.00, presso la sala polivalente la cerimonia di inaugurazione. A supporto, un ciclo di lezioni didattico-formative rivolte ai detenuti e dedicate ai temi della biodiversità nell’Anno Internazionale delle Foreste 2011. Missaglia, 23 maggio 2011 – Casa Vinicola Caldirola, azienda lombarda con sede a Missaglia (Lc), in collaborazione con Wwf Lombardia e Casa Circondariale di San Vittore, promuove una doppia iniziativa a carattere ambientale e sociale. Venerdì 20 maggio alle ore 14.00 a San Vittore è stata inaugurata la galleria fotografica “Uomini in Oasi”, un percorso di 30 scatti in bianco e nero che ha valorizzato la Riserva Regionale Oasi Wwf Calanchi di Atri e i suoi prodotti attraverso i volti degli agricoltori che vi abitano. Realizzato dagli studenti dell’Istituto d’Arte Vincenzo Bellisario di Pescara, questo suggestivo viaggio fotografico è inserito nel progetto biennale “Abruzzo, Terra di Natura”, promosso da Casa Vinicola Caldirola, in partnership con Wwf Italia, per favorire la corretta gestione e tutela delle risorse naturali per uno sviluppo sostenibile del territorio. Casa Vinicola Caldirola, dopo aver aperto un dialogo con le tematiche legate alla sostenibilità ambientale, prosegue così con un’iniziativa a carattere sociale: la mostra – che rimarrà in esposizione fino a fine giugno all’interno del primo reparto – è stata inaugurata nel primo braccio del noto carcere milanese di San Vittore, a ridosso della Giornata delle Oasi Wwf del 22 maggio. Alla cerimonia d’apertura erano presenti la Direttrice del carcere Gloria Manzelli, la Vicedirettrice Carla Santandrea, la Preside dell’Istituto Comprensivo “Cavalieri” Francesca Altomare Lavizzari, il Direttore della Riserva Regionale Oasi Wwf Calanchi di Atri (Te) Adriano De Ascentiis, l’Amministratore Delegato di Casa Vinicola Caldirola Michele Radaelli. L’inaugurazione ha segnato anche l’avvio di un´attività didattico-formativa rivolta ai detenuti. Il ciclo di lezioni, iniziato il 19 maggio, riprenderà in ottobre e, grazie al supporto di Wwf sezione Lombardia, affronterà i temi legati alla biodiversità nell’Anno Internazionale delle Foreste 2011, nell’ambito di un progetto coordinato dal Ctp “Cavalieri” San Vittore, il centro territoriale permanente per l´educazione degli adulti che opera all´interno della casa circondariale. Corporate Background Casa Vinicola Caldirola Casa Vinicola Caldirola srl è l’azienda lombarda leader italiano in gdo nel segmento vetro con 47.5 milioni di bottiglie vendute all’anno. L’esperienza centenaria nella selezione dei migliori vitigni regionali caratterizza i brand dell’azienda: Caldirola, La Cacciatora, Maestri Cantinieri, Conte Lorenzo Sormani, Marchesa Vincenza Stanga, Bellavita, W! [Al generation] e il nuovo Nuà. Corporate Background Wwf Italia Il Wwf è la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura. Fondato nel 1961, è presente nel mondo con 24 organizzazioni nazionali,5 organizzazioni affiliate, 222 uffici di programma in 96 paesi. Il Wwf Italia nasce con l’obiettivo di proteggere l’immenso patrimonio naturalistico del nostro paese e conservare gli ecosistemi e le specie rare e preziose che li abitano. Grazie ai suoi 300.000 soci e 400.000 sostenitori, protegge oltre 30.000 ettari di natura incontaminata nelle sue 100 oasi, dove più di 100 specie animali in pericolo di estinzione trovano protezione |
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VENEZIA (CA´ PESARO – GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA, SALA 10 , SANTA CROCE): ANITA SIEFF, PSYCHE - 4 GIUGNO / 21 AGOSTO 2011
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In concomitanza con la 54 Biennale di Venezia il Museo di Ca´ Pesaro ospita presso la sala 10 una video installazione di Anita Sieff. L´elemento pervasivo nei video sperimentali di Anita Sieff è Amore, entità che l´artista definisce come l´invisibile motore di ogni cosa in quanto principio di integrazione. L´indagine che l’artista ci sottopone in questa installazione audio-video si misura con il mito di Eros e Psiche per esplorare la natura del sensibile che può solo essere scoperta sviluppando una diversa attenzione. L’intento di Sieff è, da una parte, mettere in gioco l´apparente egemonia dell´esperienza del vedere ponendo in risalto la percezione attraverso il sentire, l´invisibile come parametro, dall’altra, investigare la dimensione della sincronicità in quanto sostiene che sia nello stato psichico interiore, che in quello fisico, esteriore, si esprima la stessa realtà. “La realtà è cibernetica e ottuplice, comprende corpo e mente, spaziotempo e cyberspazio” è quanto afferma la docente nel video. E´ un’indagine nella natura della dimensione percettiva e si situa in quello spazio indefinito che sfugge alla razionalità della mente. Nel far risaltare la differenza tra visibile e sensibile-invisibile l´artista sottolinea la difficoltà che l´essere umano ha di prestare attenzione a ciò che rimanda all´essenza delle cose e la sua incapacità di fidarsi di ciò che si dischiude come un più vero e ampio significato. L´installazione video e audio si ispira al viaggio di Psyche nell´Ade e lo svela come viaggio nell´inconscio, una dimensione dove il sé, Psiche, scopre il proprio valore "essenziale" e quindi la sua implicita volontà di essere proiettata nel mondo. Eros ne è il principio di germinazione. Trovare se stessi e il coraggio di scegliere, anche se questo significa fare un viaggio negli inferi, o nell’inconscio, diventa quindi il modo per riannodare con la propria origine e per emanciparci. La ricerca artistica di Anita Sieff pone sempre in primo piano l’urgenza dell’incontro con il proprio destino personale, in quanto implicita destinazione. Psiche viene accompagnata dalla propria famiglia in lutto su un’altura da cui lei, vestita da sposa, si allontanerà con coraggio, incedendo con un bellissimo abito nuziale verso l’ignoto, fino a sparire alla loro vista. Sarà questa esperienza assolutamente anomala e personale a consentirle di incontrare Eros e di riunirsi con la propria natura divina nel matrimonio sacro. Il video apre con la dichiarazione: ”Non vedere non significa necessariamente non sapere” e rimanda all’infinita complessità della psicologia umana di azzerare il dispositivo di verifica razionale mentale per farsi attraversare dall’esperienza del conoscere. Le riprese di questo viaggio negli inferi fatte a Ca’ Pesaro hanno come sfondo il ciclo Il Poema della Vita Umana (La Luce, Le Tenebre, L’amore, La Morte e Cariatidi) realizzato da Giulio Aristide Sartorio per il Salone Centrale all’Esposizione di Venezia del 1907. La parte relativa agli effetti speciali dell´installazione è a cura dello sponsor tecnico Edi Effetti Digitali Italiani Milano. Catalogo: Il Canneto Editore, con testi di Giulio Alessandri, Pierluigi Basso, Giuliana Conforto, Marco Ferraris, Silvio Fuso. Info: Fondazione Musei Civici di Venezia, www.Visitmuve.it |
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FERNO: MOSTRA “L’ITALIA DISEGNATA”, IN OCCASIONE DEI 150 ANNI DALL’UNITÀ, CURATA DA ANDREA VALENTE, SCRITTORE E ILLUSTRATORE
PREMIO ANDERSEN 2011 - DAL 31 MAGGIO AL 4 GIUGNO
COME MIGLIOR AUTORE
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Il Premio Andersen, il più ambito riconoscimento nel settore della produzione editoriale per bambini e ragazzi e punto di riferimento a livello nazionale per la cultura dell’infanzia, passa anche da Ferno (Va), con la presenza, dal 31 maggio (inaugurazione nel pomeriggio del 30) al 4 giugno, della mostra “L’italia disegnata”, creata in occasione dei 150 anni dall’Unità e curata per Caminito Agenzia Letteraria da Andrea Valente, scrittore e illustratore per ragazzi che sabato 21 maggio ha ricevuto, appunto, il Premio Andersen 2011 come miglior autore completo. La mostra, organizzata dall’Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione del Comune di Ferno in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Consortile Antonio Panizzi e Caminito Agenzia Letteraria, si presenta come esposizione amarcord-didattica attraverso 50 copie originali della Domenica del Corriere, dal 1911 al 1961, con rappresentazioni della storia del nostro Paese dal punto di vista sociale, politico, artistico, musicale, sportivo, o di semplice curiosità, dal disegno politico di Cavour alle tavole disegnate da Beltrame, Molino e altri proprio per le copertine del popolarissimo settimanale italiano che nacque proprio come una sorta di “calendario” degli italiani, scandendone le giornate con i loro fatti lieti o tragici, piccoli o grandi. La mostra, che sarà inaugurata lunedì 30 maggio alle 16.30, resterà visitabile a ingresso libero tutti i giorni nell’atrio del Palazzo Comunale di via Aldo Moro da martedì 31 maggio fino a sabato 4 giugno in orari di apertura degli uffici (consultabili sul sito internet del Comune all’indirizzo www.Comune.ferno.va.it ), anche grazie alla collaborazione con il Centro Anziani e l’Associazione Padre Kolbe che, con i loro volontari, garantiranno una presenza costante nello spazio dedicato all’esposizione. Sarà anche accompagnata da “Italia: 150 anni al cinema”, un montaggio video di scene tratte da film italiani su storia, costume e società dell’Italia unificata (dall’unità ai primi Anni ’60) nel cinema italiano. “Per il nostro Comune è un grande onore ospitare questa bella e interessante mostra, il cui valore è reso ancora più forte dalla recente attribuzione al suo curatore Andrea Valente del prestigioso Premio Andersen come migliore autore completo – commenta l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione di Ferno, Filippo Gesualdi -. Ferno si è fatto propositore di questo evento al Sistema Panizzi, che ha collaborato con noi nell’ospitare la mostra, e ci auguriamo che questo evento, unico sul territorio, sia da richiamo anche per persone da fuori. La mostra si inserisce nelle iniziative dell’Amministrazione Comunale per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia e il Comune sarà aperto anche nella mattinata del 2 giugno, punto di ritrovo delle associazioni per la celebrazione collegata a questa data, proprio per renderla il più fruibile possibile al pubblico”. Per quanto riguarda il curatore, Andrea Valente, nato e cresciuto a Merano (Bolzano), vive e lavora a Stradella (Pavia) e dopo le prime pubblicazioni di vignette, a partire dal 1990, sulle pagine del New York Times, cui sono seguite collaborazioni con il Corriere della Sera, la trasmissione Rai l’Albero Azzurro e varie altre riviste, tra cui Linus, Comix, la rivista Pimpa e l’edizione spagnola dell’Agenda del Lector, è diventato noto al pubblico più vasto nel 1995 con la geniale creazione del personaggio della Pecora Nera (www.Lapecoranera.it) che accompagnata dalla fedele margherita ha trovato spazio e fama anche su diari scolastici, magliette, biglietti d’auguri e diversi oggetti. Protagonista anche di libri, tra cui il primo di Valente, dal titolo “Un anno da Pecora Nera”, tutti editi da Fabbri, il vivace e simpatico personaggio vanta anche rappresentazioni teatrali attraverso la collaborazione dello stesso Valente con l’attore Francesco Mastrandrea. Inoltre, edito da Magazzini Salani, il libro “La Pecora Nera & altri sogni” rientra in un ampio progetto in collaborazione con il carcere minorile di Nisida, che ha ottenuto a sua volta il Premio Andersen 2007 come progetto educativo. Altri libri con protagonista la Pecora Nera sono “Firmato: Pecora Nera” e “365 ottimi motivi per essere una Pecora Nera & andarne fieri”, mentre con Fabbri editori Valente ha pubblicato anche la raccolta di racconti “Sotto il banco”. Andrea Valente ha inoltre all’attivo molti titoli per bambini e ragazzi oltre alla fortunata serie della Pecora Nera, attraverso la pubblicazione con alcune delle più importanti case editrici italiane: per Gallucci sono usciti i libri “Chissà perché”, “Pazza Italia”, “Il Libro Ficcanaso”, “Hai voluto la bicicletta?”, “Il ritorno della Befana”, “Quando Babbo diventò Natale”, “La fantastica storia della prima olimpiade”, il recentissimo “Cervelloni d’Italia”, omaggio a chi ha creato qualcosa di particolare nel corso dei 150 anni dell’unità del nostro Paese, e a giugno uscirà “Notizie dallo spazio”, ma anche, per quanto riguarda le illustrazioni, “E la vita l’è bella”, che ha dato immagine al testo della canzone di Cochi e Renato. Con la casa editrice Il Castoro ha invece pubblicato “Guarda che luna”, raccolta di racconti surreali, strampalati e divertentissimi uscita in occasione dei 40 anni dell’uomo sulla luna, mentre sono a quattro mani i progetti realizzati con Editoriale Scienza: “Martino su Marte” e “Astrolibro dell’Universo” con l’astronauta Umberto Guidoni, “Stella in capo al mondo” con l’esploratore Michele Pontrandolfo e “Mario Lupo di Mare”, con il velista Pietro D’alì, libro tra l’altro primo classificato al premio Marincovich nella sezione infanzia. Per Lineadaria editore ha illustrato il libro-gioco “O come Omegna”, dedicato alla città di Gianni Rodari, così come per Vannini Editrice ha illustrato il gioco didattico “Mettiti in gioco con…la matematica”. L’assegnazione del Premio Andersen (che è stato in passato assegnato ad autori quali Bruno Munari, Pinin Carpi e Emanuele Luzzati) rappresenta un meritato riconoscimento alla sua poliedricità e alla sua geniale fantasia Info: Comune di Ferno (Va) - Sarah Foti, 347.4509627 – sarah.Foti@virgilio.it - Ufficio Cultura Comune di Ferno - telefono 0331.242283 |
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MILANO (FONDAZIONE MATALON): MOSTRA PERSONALE DI JIANG SHIGUO - 15 GIUGNO/ 1 LUGLIO 2011
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Il 15 giugno alle 18.30 viene inaugurata La Bella Vita, mostra personale di Jiang Shiguo, pittore e Preside dell’Istituto di Belle Arti e Design dell’Università Normale dello Hebei, Cina, a cura di Nello Taietti. Gli artisti contemporanei cinesi vivono intensamente il quotidiano e lo comunicano in modo creativo e originale ma anche diretto ed esplicito. La mostra costruisce un panorama di esperienze e emozioni quotidiane vissute al centro delle repentine trasformazioni dell’evoluzione dinamica della realtà cinese. Per mezzo di tali cambiamenti si arriva a denudare un’umanità fatta anche e soprattutto di individui. L’artista cinese capace di porsi in modo critico di fronte alla propria cultura e in grado di esprimersi nella stessa maniera, si pone sul piano instabile e rischioso dell’esplorazione, della sperimentazione, del costruttivo mettersi in discussione ogni qualvolta si sente vicino alla comprensione. La libertà, la capacità d’interpretare uno stile e la volontà di esprimere una propria personalità sono dunque i presupposti di questa esposizione che vuole mettere in luce nuove e differenti prospettive nell’ambito della pittura contemporanea cinese. Info: Museo Fondazione Luciana Matalon - Foro Buonaparte, 67, 20121 Milano - Tel. 02 878781 - Fax 02 700526236 - www.Fondazionematalon.org - fineart@fondazionematalon.Org |
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VENEZIA (FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA): MATTEO RUBBI – VINCITORE DELL’8° PREMIO FURLA 2011 VIAGGIO IN ITALIA - 3 GIUGNO/18 SETTEMBRE 2011
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Matteo Rubbi presenta alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, in concomitanza con la 54. Biennale di Arti Visive, Viaggio in Italia, dal titolo del progetto con cui lo scorso gennaio ha vinto l’8. Premio Furla 2011. Il Premio Furla, ideato da Chiara Bertola, è organizzato e promosso da Fondazione Furla, Fondazione Carisbo, Fondazione Querini Stampalia, Mambo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, con il supporto di Carisbo S.p.a e con la collaborazione di Viafarini e Arte Fiera. Il progetto Viaggio in Italia è un viaggio che l’artista compie nella provincia italiana - e non solo - utilizzando mezzi di trasporto locali e munito dello stretto necessario, senza un percorso e una meta stabiliti, prendendo forma a seconda delle situazioni e delle circostanze incontrate. Lo scopo non è la costruzione di una mappa dei luoghi visitati, ma un tentativo di presa di coscienza delle realtà fuori dai grandi centri abitati, esplorando un territorio decentrato e il più delle volte marginale. Matteo Rubbi si fa narratore e cronista e coinvolge alcuni quotidiani locali – uno dei principali “luoghi” in cui la provincia racconta e legge se stessa – che diventano parte di quest’opera d’arte itinerante: ad essi chiede la possibilità di pubblicare brevi testi riguardanti i luoghi toccati dal suo itinerario, scritti in collaborazione con il giornale stesso. Viaggio in Italia alla Fondazione Querini Stampalia nasce dalle prime tappe del progetto e ne dà testimonianza. Il viaggio è cominciato in Sardegna, a Perdaxius, piccolo comune dell´ex area mineraria del Sulcis Iglesiente, e si è poi spostato inaspettatamente a Dakar. Rubbi ha deciso infatti di seguire fino in Senegal lo sviluppo di un progetto di cooperazione internazionale nato nel Sulcis, promosso da Cherimus, associazione sarda, e Ker Thiossane, associazione senegalese. Il progetto si chiama Chadal, dal nome di un uccello migratore che vive in entrambe le regioni, e ha lo scopo di far incontrare musicisti sardi e senegalesi, creando un dialogo tra culture musicali distanti e ricche di storia. A conclusione di questa prima tappa l’artista ha prodotto un 33 giri in vinile con le musiche e i brani originali nati da questa collaborazione. Il disco sarà installato e ascoltato in un piccolo spazio di Palazzo Querini Stampalia ricavato tra una sala e il portone d´accesso al canale, un luogo dove è possibile sostare e trovare tracce e notizie del viaggio in corso. “Uno spazio a misura di persona - così lo interpreta Matteo Rubbi - spalancato sull´esterno, una soglia esposta agli umori della meteorologia.” Dopo la Sardegna, il Senegal e Venezia, Matteo Rubbi proseguirà nella provincia bergamasca, dove è nato e cresciuto. Viaggio in Italia segna la fase conclusiva dell’8. Premio Furla, il premio italiano di eccellenza a sostegno dei giovani artisti contemporanei. La realizzazione del progetto è stata finanziata dalla Fondazione Furla e sarà destinata alla fruizione pubblica attraverso la concessione in comodato al Mambo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. L’artista avrà l’opportunità di realizzare una residenza itinerante negli Stati Uniti, con base all’Arizona State University Art Museum (Tempe, Usa). Fondazione Carisbo inoltre acquisirà per la sua collezione l’opera Domenica (Ingresso) realizzata da Matteo Rubbi per la mostra Pleure qui peut, rit qui veut, in cui hanno esposto i cinque artisti finalisti del Premio Furla 2011 (Bologna, Palazzo Pepoli Vecchio, 29 gennaio-6 febbraio 2011). Matteo Rubbi, selezionato dai curatori Lorenzo Bruni e Carson Chan, è stato proclamato vincitore del 8. Premio Furla 2011 lo scorso 28 gennaio da una giuria internazionale composta da Christian Boltanski (artista padrino del Premio), Stefano Chiodi (storico e critico d’arte), Vít Havránek (direttore Tranzit Display Gallery di Praga) Jörg Heiser (critico e associate editor di Frieze) Miguel Von Hafe Pérez (direttore del Cgac Centro Galego de Arte Contemporáneo di Santiago de Compostela, Spagna). Queste le motivazioni della scelta: “Per la sua capacità di interagire con lo spettatore e creare inedite relazioni tra lo spazio espositivo e lo spazio pubblico in uno spirito di generosa apertura. Il suo lavoro coinvolge differenti ambiti culturali in termini sia concettuali che materiali e rivela un acuto senso sperimentale: dall’invito rivolto ai passanti a sintonizzarsi sulla ritrasmissione dell’opera Intolleranza 1960 di Luigi Nono su Rai Radio Tre, al suo progetto di esplorazione dell’Italia minore tramite la stampa locale, nello spirito dei “viaggi in Italia” di Pasolini e di Ghirri e Celati.” www.Querinistampalia.it www.Fondazionefurla.org |
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SABATO 28 MAGGIO A BOLOGNA PRESENTAZIONE DELLA GUIDA "SULLE TRACCE DELLA LINEA GOTICA: IL FRONTE INVERNALE DAL TIRRENO ALL´ADRIATICO IN 18 TAPPE" |
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Bologna - Sabato 28 maggio alle ore 11, nella sala Stabat Mater dell´Archiginnasio a Bologna, verrà presentata la guida storico-escursionistica realizzata da Vito Paticchia e Marco Boglione "Sulle tracce della Linea Gotica. Il fronte invernale dal Tirreno all´Adriatico in 18 tappe", Fusta Editore, 2011. Questo volume accompagna chi voglia viaggiare, possibilmente camminando, ma anche chi desideri solo leggere, lungo il fronte di guerra che dall’autunno del 1944 all’aprile del 1945 correva dalle spiagge a nord della Versilia a quelle a nord di Ravenna, attraversando la Toscana e l’Emilia-romagna. La guida propone una visita a luoghi e siti particolarmente significativi, racconta nel dettaglio i lutti e le distruzioni che caratterizzarono quei lunghi mesi, divenuti sedimento e memoria dell’intero Paese. L’istituto per i beni culturali e la Regione Emilia-romagna hanno dedicato il Progetto Linea Gotica a quella cruciale vicenda, che trova, ora, in questo libro un altro segno concreto di conoscenza e di divulgazione. Il volume è suddiviso in 18 tappe con 2 importanti deviazioni e 3 appendici. E’ supportato da 24 mappe e, oltre al prezioso apparato di fonti archivistiche, iconografiche anche inedite, e a 270 immagini, offre pure informazioni puntuali sugli aspetti legati all’ospitalità e alla ristorazione. Il libro verrà presentato da Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura, Camillo Zadra, direttore del Museo della Guerra di Rovereto (Trento), Claudio Silingardi, Direttore dell´Istituto storico di Modena. Coordina Piero Orlandi, Ibc-servizio beni architettonici e ambientali. Interviene l’attore Ivano Marescotti, già protagonista del film-documentario Viaggetto sull’Appennino. A piedi da Piacenza a Rimini. Per saperne di più: www.Ibc.regione.emilia-romagna.it/ |
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VENEZIA: NUOVE SALE ESPOSITIVE AL MUSEO DI STORIA NATURALE
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Con l’apertura venerdì 27 maggio di sei nuove sale espositive al secondo piano del museo - che vanno a completare la sezione dedicata alle “Strategie Della Vita” - terminano i lavori di riallestimento e restauro al Museo di Storia Naturale di Venezia, restituendolo alla città nella sua interezza. Caratterizzata da un allestimento suggestivo e coinvolgente, la sezione si sviluppa lungo sette sale, al secondo piano del Fondaco dei Turchi, offrendo una nuova chiave di lettura della complessità della natura e delle forme viventi, attraverso le strategie di sopravvivenza elaborate dalle diverse specie animali e vegetali nel corso dell’evoluzione. La particolarità dei temi scelti, ma ancor più la modalità della loro trattazione, richiede al visitatore un ruolo attivo anche attraverso l’interazione con l’apparato allestitivo. Il pubblico viene guidato attraverso un percorso davvero inusuale ed accattivante, introdotto dalla sala “Forme e Funzioni” che evoca, con un efficace apparato multimediale, la ricchezza della biodiversità e la complessità delle strategie della vita sulla terra. Il percorso prosegue con la trattazione di due argomenti fondamentali, tra i molti possibili:il movimento: forme e strategie per nutrirsi e riprodursi, muovendosi nell’aria, nell’acqua, su una superficie ma anche stando fermi; la nutrizione: il ciclo dell’energia, gli adattamenti e le specializzazioni per procurarsi il cibo. Progetto scientifico: Mauro Bon, Luca Mizzan, Margherita Fusco, Nicola Novarini, Enrico Ratti. Progetto museografico: Lorenzo Greppi (allestimento e Direzione Lavori), Daniela Andreozzi (R.u.p.). Grafica e comunicazione: Tapiro Camplani+pescolderung, Gea D’este, Giorgia Revelli, Valeria Fedrigo. Realizzazione: Permasteelisa Interiors srl . Allestimenti e comunicazione scientifica: Mauro Bon, Barbara Favaretto, Margherita Fusco, Luca Mizzan, Nicola Novarini, Paolo Reggiani, Raffaella Trabucco, Marco Uliana, Cecilia Vianello, Silvia Zampieri. Hanno collaborato: Lucia Burato, Valentina Carrer, Giacomo Masato, Tamara Stibilj, Silvia Toffano. L’apertura delle nuove sale rappresenta una straordinaria occasione di festa per la città e il suo Museo finalmente completo che, lungo tutta la giornata di sabato 28 maggio, si aprirà al pubblico con una molteplicità di iniziative: entrata gratuita al museo, dalle 10 alle 17; spazio bambini, dalle 15 alle 17 giochi e laboratori a cura di Coop. Limosa, distribuzione di materiali, gadget e merenda al museo; Ballet Blanc performance di danza verticale ispirata al movimento degli animali, alle ore 18.30, a cura della Compagnia Il Posto + Marco Castelli Small Ensemble– ideazione e coreografia di Wanda Moretti (ingresso esclusivamente su invito); presentazione del nuovo allestimento e inaugurazione, alle ore 19 e, a seguire, visita alle nuove sale (esclusivamente su invito) Info: Museo Di Storia Naturale - Santa Croce 1730, Venezia - www.Museiciviciveneziani.it - www.Msn.ve.it - info@fmcvenezia.It - call center 848082000 |
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CAORLE (CENTRO BAFILE): FLUSSIDIVERSI - POESIA E POETI IN ALPE-ADRIA - 27 MAGGIO/ 5 GIUGNO 2011
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Una conferma a Fussidiversi: quella della collaborazione tra la manifestazione di poesia e la Mostra Internazionale d´Illustrazione per l´Infanzia, collaborazione che ha connotato tutte e edizioni del festival poetico di Caorle. Per Flussidiversi, è stata individuata una selezione di circa 90 opere originali, con i rispettivi libri illustrati, tratta dalla 27ª edizione della Mostra Internazionale d´Illustrazione per l´Infanzia di Sàrmede. Gli illustratori, oltre che da Italia ed Europa, vengono da tutto il mondo e sono conosciuti ed apprezzati a livello internazionale. Storie ed immagini sono il binomio su cui si fonda questa esposizione e le attività didattiche sono rivolte ai ragazzi delle scuole, ma non solo, anche agli adulti, con l´obiettivo di sviluppare la curiosità, l´amore per il libro, la capacità di lettura dell´immagine. La mostra sarà esposta al Centro Culturale Bafile a Caorle, dal 27 maggio al 5 giugno, come evento collaterale all´edizione 2011 di Flussidiversi, il meeting internazionale di poesia promosso dalla Regione del Veneto, dal Comune di Caorle e dalla Comunità di Alpe Adria. Gli illustratori in Mostra: Marilda Castanha, Evelyn Daviddi, Monika Hanulak, Delphine Jacquot, Milos Koptak, Jüri Mildeberg, Jacqueline Molnár, Eva Montanari, Pep Montserrat, Cristina Pieropan, Maurizio Quarello, Glenda Sburelin, Amir Shaabanipour, Susanne Straßer, María Wernicke, Stepán Zavrel, Emilio Urberuaga |
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MODENA (PALAZZINA DEI GIARDINI): STREET ART INTERNAZIONALE - DAL 30 GIUGNO AL 18 SETTEMBRE 2011
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La mostra, dal titolo Kindergarten, presenterà le opere di sei artisti, Futura, Mode2, Os Gêmeos, Tom Sachs, Kostas Seremetis, Boris Tellegen (aka Delta), tra i maggiori esponenti di questa forma di espressione Dal 30 giugno al 18 settembre 2011, alla Palazzina dei Giardini di Modena (corso Canalgrande) si terrà la collettiva ispirata alla street art, Kindergarten, che presenta tele e opere scultoree di 6 artisti internazionali, Futura, Mode2, Os Gêmeos, Tom Sachs, Kostas Seremetis, Boris Tellegen (aka Delta), tra i maggiori esponenti di questa forma di espressione. Curata da Giorgio de Mitri, organizzata dalla Galleria Civica di Modena e dalla Fondazione de Mitri di Modena con la partecipazione di Sartoria e Slam Jam, coprodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra inaugura una nuova stagione espositiva della Palazzina Vigarani, aperta durante tutta l´estate, con un allestimento che dà spazio all´arte intesa come gioco e libertà da ogni vincolo - da qui il titolo "giardino d´infanzia” - e di nuovo rimanda ai giochi e alle delizie di cui fu teatro l´edificio seicentesco ai tempi della corte estense. Dopo oltre quattro secoli il Casino delle Feste ospita nuovi "giochi", fra i cortocircuiti e le parodie del consumismo di Tom Sachs, le cronache surreali di Os Gêmeos, le sperimentazioni dei maestri del graffitismo Futura e Mode2, il costruttivismo di Boris Tellegen (aka Delta), fino alle irriverenti iconografie pulp di Kostas Seremetis. Kindergarten diventa un luogo di scambio e di incontro fra sensibilità diverse, azione collettiva e laboratorio d´insieme, un giardino per bambini di ogni età. La mostra si apre con una scultura sonora di Tom Sachs Toyan´s (2002), collocata sotto la cupola della Palazzina, mentre il visitatore sarà accolto da due sculture di Kostas Seremetis, entrambe raffiguranti un irriverente quanto insolito Topolino disneyano, Untitled (2011), che, rappresentato in bianco e nero, impugna una pistola e fa un gesto provocatorio. Ciascuno degli altri artisti occuperà una stanza della Palazzina con opere e sculture fra le più significative del proprio lavoro, accompagnate da interventi site specific. Così sarà per Futura di cui sarà esposta una scultura in bronzo, Ak46 (2011), alla quale si aggiungerà un’installazione; anche Mode2 e Delta proporranno una scultura appositamente realizzata per l’appuntamento modenese. Os Gêmeos, i gemelli brasiliani Otavio e Gustavo Pandolfo, presenteranno un intervento totalmente site specific, esito di una residenza degli artisti a Modena durante l’inizio dell’estate. Futura 2000 Futura 2000 (New York, 1955) è contemporaneo di Keith Haring e Jean-michel Basquiat ed è tra i primi writer a percorrere la strada delle gallerie d´arte. Di recente la sua ricerca si concentra sull´animazione, la fotografia, i progetti cinematografici e multimediali. Mode 2 Mode 2 (Mauritius, 1967) è pittore e illustratore. La sua carriera inizia nel 1984, affermandosi nella scena Hip Hop. Performance e murales non autorizzati si alternano alla realizzazione di cataloghi, poster, biglietti per locali, copertine di dischi e pubblicità per eventi di vario genere. Una delle sue opere compare sulla copertina del catalogo "Spraycan Art", Thames & Huston del 1987. Os Gemeos I fratelli gemelli Gustavo e Otávio Pandolfo, in arte Os Gêmeos, sono nati a São Paulo nel 1974. Dal 1987 il loro stile influenza profondamente il graffitismo brasiliano. Molte delle loro opere si ispirano a mondi fantasiosi e realtà immaginarie legate al mondo dell´infanzia. Nel 2008 partecipano alla mostra collettiva "Street Art", alla Tate Modern di Londra. Tom Sachs Tom Sachs (New York City, 1966) è uno scultore. La sue opere riproducono icone contemporanee come l´ "Unité d´Habitation" di Le Corbusier, un Mcdonald´s o la famiglia di Hello Kitty, attraverso i materiali più disparati, seguendo la logica del remix. Kostas Seremetis Kostas Seremetis (1972), riconosciuto come pittore di iconografie pulp, ha esposto nei musei di Tokyo, Parigi, Vancouver, Londra, New York e Los Angeles. Le sue immagini ri-contestualizzano personaggi di film o dei fumetti, che a loro volta si animano in atteggiamenti provocatori. Boris Tellegen aka Delta Boris Tellegen (1968) è un artista olandese che combina la passione per il writing con l´ingegneria e il design industriale. Tra i pionieri del graffitismo europeo, esordisce nel 1984 dietro lo pseudonimo “Delta” e sviluppa il proprio stile a caratteri tipografici in tre dimensioni. Simili a piani isometrici, le sue creazioni rivelano architetture improbabili quanto futuristiche. Mode2, Futura e Os Gêmeos partecipano alla mostra del L.a. Moca "Art in the Sreets", importante retrospettiva che attraversa 50 anni di graffiti e di Street Art, a cura del direttore Jeffrey Deitch e dei curatori associati Roger Gastman e Aaron Rose, aperta fino all´8 agosto prossimo. La Fondazione de Mitri Nata con l´obiettivo di perseguire la promozione delle arti e delle attività culturali, sia attraverso la valorizzazione del patrimonio artistico nella propria disponibilità acquisito nel corso degli anni, che promuovendo e coniugando attività in campo internazionale con iniziative realizzate sul territorio, instaurando scambi culturali e rapporti finalizzati al consolidamento di un suo ruolo attivo nel contesto locale. La Fondazione de Mitri ha prodotto la performance multimediale "Dedicated to Chaos" di Danijel Zezelj e Jessica Lurie, negli spazi della Galleria d´Arte Contemporanea "D406" di Modena. Ha supportato l´artista newyorkese Phil Frost, che ha prodotto una serie di tele ed oggetti negli spazi stessi della Fondazione, curandone inoltre la realizzazione di un esaustivo volume monografico. Con gli artisti Bo130 e Microbo in "Visual Marriage", negli spazi della Galleria d´Arte Contemporanea "Amphisbaena" di Modena, ha promosso un laboratorio di pittura e collage in tempo reale della durata di una settimana, i cui risultati sono stati monitorati ripresi e montati in divenire e resi disponibili sul sito Internet della galleria stessa. La Fondazione de Mitri è stata inoltre impegnata nella curatela delle due edizioni del premio fotografico internazionale "Make History" - in collaborazione con Lee Jeans - raccogliendo oltre 16.000 lavori provenienti da 90 nazioni diverse, allestendo negli spazi del Foro Boario di Modena l´ultima tappa del suo percorso. Mostra Kindergarten Sede Galleria Civica di Modena, Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande Periodo 30 giugno – 18 settembre 2011 Inaugurazione 30 giugno ore 18.30 A cura di Giorgio de Mitri Produzione e Organizzazione Galleria Civica di Modena, Fondazione de Mitri di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con la partecipazione di Sartoria e Slam Jam Orari giovedì – domenica 19.00 – 23.00 lunedì, martedì, mercoledì chiuso Orari nei giorni del festivalfilosofia, venerdì 16 settembre 9.00 – 23.00, sabato 17 settembre 9.00 – 1.00 domenica 18 settembre 9.00 - 20.00. Ingresso gratuito Informazioni Galleria Civica di Modena corso Canalgrande 103, 41121 Modena tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932 www.Galleriacivicadimodena.it Museo Associato Amaci |
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PONTASSIEVE (PALAZZO COMUNALE, SALA DELLE COLONNE - FI): GIAMPAOLO TALANI - MURI STRAPPATI, A CURA DI ENRICO PAOLI - DAL 28 MAGGIO AL 17 LUGLIO 2011
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Saranno esposti circa quindici di “strappi di affresco”, opere assolutamente uniche nel panorama italiano, nate dopo la straordinaria esperienza dell’affresco “Partenze” che Giampaolo Talani ha eseguito nel corso del 2006 per la stazione fiorentina di Santa Maria Novella. La continua ricerca che contraddistingue il cammino artistico del pittore toscano, lo ha portato nel tempo a confrontarsi direttamente con la materia. Talani è intimamente legato alla pittura a fresco e così disposto a confrontarsi col muro e con tutte le asperità di questa difficile arte, antica ma non antiquata perché ancora riesce a renderci opere di impatto emotivo straordinario. Talani tanto si è immerso nello studio su questa meravigliosa tecnica che, con un procedimento innovativo messo a punto con la collaborazione del maestro e amico Massimo Callossi, la sua pittura “a fresco”, eseguita secondo i canoni della più sapiente tecnica classica, è sottoposta a tre“strappi”. Il primo strappo è un procedimento già noto ed è nato per salvare tante opere “a fresco” dall’azione devastante del tempo e degli agenti atmosferici, col trasferimento della pittura dal suo supporto naturale, il muro, alla tela poi posta su tavola (è proprio grazie a un primo strappo che l’artista è riuscito a sospendere gli 80 mq. Di affresco della stazione di Santa Maria Novella realizzando nello stesso tempo il più grande strappo d’affresco di cui si ha notizia). Il secondo ed il terzo strappo, che mai alcun artista aveva pensato di utilizzare sin d’ora, sono da considerare invece come una tecnica nuova e raffinatissima in cui nei vari passaggi il disgregarsi della materia è totalmente imprevedibile. Questo fenomeno, utilizzato da Talani nella sua attuale fase di ricerca, ci restituisce opere assolutamente uniche ed irripetibili proprio per il contributo inedito e sempre diverso fornito dalla componente fisica della materia e del muro. Se quindi da un canto ritroviamo le poetiche e le tematiche care all’artista, dall’altro tanto più misterioso e suggestivo è il connubio tra il gesto pittorico classico di Talani ed il contribuito inedito che la materia di per se stessa rende all’opera. Talani riesce, strappo dopo strappo, millimetro dopo millimetro a rendere l’essenza dell’umanità e dell’uomo, partendo dalla figura del muro affrescato per arrivare alle ombre, quasi alle anime che restano sui muri strappati. In fondo egli continua a ripeterci con la sua instancabile ricerca che l’uomo non è altro che un pensiero, sempre più bello e misterioso laddove si lascia plasmare anche dal contributo della natura. Terra, fuoco, acqua ed aria gli elementi dell’affresco, gli elementi della vita. Inaugurazione: sabato 28 maggio ore 17:00 Orario di apertura dal 28/05 al 26/06 Martedì, giovedì, sabato e domenica: 16:00-19:00. Mercoledì e venerdì: 9:30-12:30 Orario di apertura dal 27/06 al 17/07 Lunedì, martedì, giovedì: 16:00-19:00 Mercoledì, venerdì e sabato: 9:30-12:30 Per informazioni Dipartimento Cultura -Comune di Pontassieve Via Tanzini, 32, 50065, Pontassieve Tel. 055 8360343-344 - www.Comune.pontassieve.fi.it |
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VENEZIA (NUOVA SCUOLA GRANDE DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA): MOSTRA JAN FABRE. PIETAS - DAL 1° GIUGNO AL 16 OTTOBRE 2011
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L’esposizione, che si tiene in contemporanea con la 54^ edizione della Biennale d’Arte, presenterà cinque grandi sculture in marmo dell’artista fiammingo, tra cui un’inedita rilettura della Pietà di Michelangelo. Dal 1° giugno al 16 ottobre 2011, durante la 54^ edizione della Biennale d’arte di Venezia, la Nuova Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia (Sestiere Cannaregio 3599) ospiterà il nuovo evento espositivo di Jan Fabre (Anversa, 1958), dal titolo Pietas. Curata da Giacinto Di Pietrantonio e da Katerina Koshina, promossa dalla Gamec - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, dal State Museum of Contemporary Art di Salonicco e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, la mostra presenterà cinque grandi sculture in marmo puro e marmo statuario di Carrara dell’artista fiammingo. Tra queste spicca l’inedita rilettura fatta da Fabre della Pietà di Michelangelo, dal titolo Sogno compassionevole (Pietà V) nella quale il Cristo ha il volto dell’artista stesso e la Madonna ha quello di un teschio, simbolo della morte. Lungi dal proporre un messaggio blasfemo o semplicemente provocatorio, l’opera rappresenta una ‘scultura-performativa’ che mette in scena i veri sentimenti di una madre che vuole sostituirsi al figlio morto. Tutte le sculture riportano forme di pietà interpretate da Fabre attraverso i sentimenti della compassione e della conciliazione. Sono organi e corpi anatomici che all’interno del suo lavoro assumono la forma e la potenza del simbolo, realizzati con la precisione maniacale tipica dell’antica scuola fiamminga, ma che si confrontano anche con la potenza scultorea michelangiolesca. Dal punto di vista formale, Fabre usa l’elemento del cervello, già protagonista delle esposizioni realizzate in contemporanea alle Biennali di Venezia. Come nel 2007 con Anthropology of a Planet e nel 2009 con From the Feet to the Brain, quest’organo - collocato anatomicamente nella parte superiore del corpo umano - continua a rivestire una centralità anche nell’edizione Pietas del 2011. Tutte le cinque sculture saranno poggiate su una grande pedana dorata alla quale sarà possibile accedere dopo aver indossato un paio di pantofole messe a disposizione in otto postazioni laterali, per compiere il rito sacrale della visione. Allo spettatore verrà consentito di salire sulla pedana-palcoscenico e divenire così attore tra le 5 bianche sculture, il cui tema ‘vita - morte - resurrezione’ si ricollega a quello dell’eterna metamorfosi. Per questo motivo, Fabre ha disposto anche 10 nidi - uno per ogni colonna - ricoperti da gusci di scarabeo gioiello, l’animale simbolo della metamorfosi, sacro agli antichi Egizi e all’artista stesso. Tutto questo rappresenta un percorso iniziatico che segue delle tappe, rappresentate dalle quattro sculture di cervelli che fungono da base-mondo-cosmo per altrettante simbologie naturalistico-cristologiche e che si conclude con la visione della Pietà neo-michelangiolesca. Attraverso questa mostra, Fabre riflette sulle regole artistiche del proprio lavoro e sui limiti della sua precedente attività, i cui principi di base possono essere riassunti nella coscienza della forza delle immagini del reale e del simbolico insita nella tradizione dell’arte fiamminga in relazione a quella italiana, ma che tiene anche conto della storia artistica e personale di Fabre elaborata tramite la forza visiva di performance e teatro ed emersa sotto forma di tableaux sculturali; nella concentrazione sul corpo come punto di cristallizzazione tra vita, morte e rinascita; infine, nell’attrazione per l’insetto, simbolo della metamorfosi posizionato nel cervello, la sede del pensiero. Scegliendo ancora una volta una tecnica antica (la scultura di marmo) Fabre continua la sua intensa indagine visionaria sulle pratiche originarie dell’arte in cui mostra la sua visione ideale della vita simbolica rivelando in modo più che mai chiaro quell’anacronismo artistico volutamente scelto che determina la sua originalità. Jan Fabre si è sempre mosso nell’area nera popolata dalle creature estinte, l’area dei saperi rimossi e laterali che ricorrono ossessivamente nella sua arte che è anche un archetipo di rischio, di minaccia e di perdita di ciò che incarna la solitudine dell’artista nella vita come nella morte, un imperscrutabile pozzo interno, fatto di sogni e di visioni in cui rifugiarsi. Info: Jan Fabre. Pietas - Venezia, Nuova Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia (Sestiere Cannaregio 3599 - Fondamenta della Misericordia) - 1 giugno / 16 ottobre 2011 |
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SI APRE AL PALAZZO MEDICEO DI SERAVEZZA IL 1 LUGLIO LA MOSTRA “GUTTUSO E GLI AMICI DI CORRENTE”. FINO ALL’11 SETTEMBRE
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Da venerdì 1 luglio – vernissage alle ore 18 – fino all’11 settembre le sale del Palazzo Mediceo di Seravezza, in Versilia ( Lucca), via del Palazzo 358, ospitano la mostra “Guttuso e gli amici di Corrente”, curata da Enrico Dei e organizzata dalla Fondazione Terre Medicee e Comune di Seravezza. Il percorso espositivo prevede oltre 70 opere. Tra queste dipinti e lavori grafici di Renato Guttuso, alcuni delle quali verranno riproposti all’attenzione del pubblico e della critica dopo anni di oblio, che abbracciano l’intero viatico artistico di Guttuso: un arco produttivo che va da gli anni Trenta ai Settanta. A completamento dell’evento, per meglio comprendere i rapporti e le tematiche culturali, politiche ed anche sociali, che hanno visto coinvolto l’artista nel suo lungo e infaticabile percorso, una parte cospicua della mostra è dedicata ai suoi amici più cari, appunto, quelli del gruppo di “Corrente” (Treccani – Birolli – Sassu – Migneco – Morlotti, tra gli altri) con i quali Guttuso aveva instaurato un sodalizio fortissimo. L’esposizione prevede un ricco catalogo con tutte le opere illustrate e schedate a fronte di impegnativi testi critici che analizzeranno il percorso dell’artista nell’arco di mezzo secolo evidenziandone il ruolo di straordinario testimone del nostro tempo, in grado di rappresentare con le sue opere la complessità della condizione umana con le sue sofferenze, i suoi miti, le sue passioni. La mostra è aperta fino all’11 settembre 2011 tutti i giorni, dalle 10 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 24.00. Ingresso: euro 5, ridotto euro 3. Catalogo Pacini Editore. Per informazioni, http://www.terremedicee.it/ tel. 0584.757443, e-mail: info@terremedicee.it |
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ROMA (PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI): LA MOSTRA UNICITA’ D’ITALIA. MADE IN ITALY E IDENTITA’ NAZIONALE. 1961/2011 CINQUANT’ANNI DI SAPER FARE ITALIANO ATTRAVERSO IL PREMIO COMPASSO D’ORO ADI - DAL 31 MAGGIO AL 25 SETTEMBRE
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A Roma, dal 31 maggio al 25 settembre, una grande mostra arricchisce la proposta culturale della capitale con una iniziativa di richiamo internazionale, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e compresa nel programma ufficiale per le Celebrazioni del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia. La mostra Unicità d’Italia presenta il fenomeno del Made in Italy come elemento di coesione sociale che ha contribuito a rafforzare il nostro sentimento di identità nazionale. Il racconto espositivo si sviluppa attraverso i prodotti della Collezione storica del Compasso d’Oro, per la prima volta dalla sua nascita esposta integralmente. L’evento, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, è ideato e prodotto dalla Fondazione Valore Italia - la cui missione principale consiste nella valorizzazione dell’eccellenza produttiva italiana e del patrimonio di conoscenze che ne ha consentito l’espressione - in collaborazione con Adi - Associazione per il Disegno Industriale e la Fondazione Adi – Collezione Storica Compasso d’Oro. La mostra Unicita’ D’italia. Made In Italy E Identita’ Nazionale. 1961/2011 Cinquant’anni di saper fare italiano attraverso il Premio Compasso d’Oro Adi, è curata da Enrico Morteo e si articola in due sedi espositive. Al Palazzo delle Esposizioni verrà proposto attraverso sei percorsi tematici (il progetto del lavoro; dalla ricerca al quotidiano; nuovi italiani nuove cose; tempo libero; il rigore del poco; la liberazione dei linguaggi) l’evoluzione del saper fare italiano negli ultimi cinquanta anni, e come la nostra qualità progettuale e produttiva abbia modificato, nel medesimo arco di tempo, stili di vita e comportamenti sociali e di consumo, contribuendo nello stesso tempo a rafforzare il nostro comune sentimento di identità nazionale, proprio in un periodo nel quale lo stesso sentimento è stato soggetto a molteplici ripensamenti. A condurci in questo viaggio saranno i circa trecento oggetti della Collezione Storica del Compasso d’Oro Adi, che dal 1954 premia l’eccellenza del design italiano. Non c’è al mondo collezione di design altrettanto estesa, che metta insieme semplici oggetti d’uso domestico con complessi macchinari industriali, strumenti di misura, giocattoli, automobili e tessuti decorativi, sistemi costruttivi ed editoria, ricerche teoriche e progettazione grafica, solo per citare alcuni fra gli ambiti che sono stati presi in esame dalle giurie del Premio. Il percorso espositivo è inoltre arricchito da ulteriori materiali: molte testimonianze video, documentari d’archivio e immagini di cronaca, spot pubblicitari e frammenti di film per evocare momenti e avvenimenti dal boom economico al Xxi secolo. Una selezione di immagini del grande fotografo Ugo Mulas, una ricca rassegna di manifesti originali provenienti dal Massimo e Sonia Cirulli Archive e alcuni preziosi documenti conservati dall’Archivio Albe e Lica Steiner (Dpe Politecnico di Milano) completano questo stimolante viaggio nell’eccellenza della creatività e della produzione italiane. Parallelamente, sono state immaginate 12 ‘microstorie’, due per ciascun ambito tematico, ciascuna scandita in 6 tappe: un insieme di 72 episodi costruiti intorno ad alcuni oggetti premiati. In ciascuna microstoria, agli oggetti si alternano architetture, arti visive, ricerca, tecnologia e costume. Infine, con la collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia, la mostra presenta la rassegna Pre-visioni, 3 brevi riflessioni di giovanissimi registi, chiamati in qualche modo a rappresentare tutti i giovani italiani. A loro, che sono l’unica dimensione del domani a cui possiamo accedere, abbiamo chiesto di interrogarsi sul nostro presente e sul futuro imminente così da svelare aspirazioni e timori, aspettative e speranze in una società diversa, affluente e fragile. Al Macro-testaccio La Pelanda si guarda alla contemporaneità e si apre il dibattito sul futuro: quali sono le sfide che il Made in Italy deve oggi, e sempre più dovrà domani, affrontare per poter mantenere la propria “unicità”? Quale tragitto deve seguire il sistema produttivo nazionale per rimanere competitivo nell’economia globalizzata? In mostra vi saranno i circa quattrocento nuovi prodotti selezionati nell’ultimo triennio dall’Osservatorio Permanente del Design dell’Adi per concorrere al Xxii Premio Compasso d’Oro Adi, che sarà assegnato in luglio proprio nell’ambito della Mostra. Il contesto sarà inoltre propizio per comunicare al pubblico l’importanza di una corretta cultura della proprietà industriale, accrescendo la consapevolezza che il Made in Italy potrà rimanere unico solo tutelando la creatività che ne è all’origine. L’esposizione a La Pelanda costituisce uno degli appuntamenti clou dell’estate romana. Si alterneranno eventi di varia natura - convegni, seminari, lezioni sul design, spettacoli e cinema - volti a coinvolgere il pubblico sui temi fondanti della Mostra stessa. All’interno è possibile fermarsi nel ristorante caratterizzato da un’offerta di prodotti tipici della cucina mediterranea e della tradizione agroalimentare italiana. Il Compasso d’Oro Nato su iniziativa dei grandi magazzini La Rinascente, ma già nel 1958 gestito dall’Adi - Associazione per il Disegno Industriale -, il Compasso d’Oro si proponeva di promuovere il valore culturale dei beni di consumo e di rinnovare l’offerta della produzione italiana, in un periodo di rapida espansione sociale ed economica del Paese. Nel tempo, questo obiettivo si è andato ridefinendo, facendo del Compasso d’Oro il riconoscimento dell’eccellenza del design italiano in un senso più allargato, premiando l’innovazione tecnologica e tipologica, la ricerca e la sperimentazione nell’uso dei materiali o nei processi di produzione e di vendita. Scheda Tecnica Della Mostra Unicita’ D’italia Made in Italy e identità nazionale. 1961/2011, cinquant’anni di saper fare italiano raccontati attraverso il Premio Compasso d’Oro Adi Roma, Palazzo delle Esposizioni e Macro-testaccio La Pelanda aperta al pubblico dal 31 maggio al 25 settembre 2011 a cura di: Enrico Morteo per Fondazione Valore Italia, Fondazione Adi, Adi direttore artistico: Enzo Eusebi promossa da: Ministero dello Sviluppo Economico prodotta da: Fondazione Valore Italia in collaborazione con Fondazione Adi e Adi catalogo: Marsilio Editori 54° Biennale Dell’arte Di Venezia - Padiglione Albania La Fondazione Borsalino A Venezia Con L’opera Dell’artista Anila Rubiku “Hats Protect Ideas” In scena la diversità e la condizione di attesa di chi, in bilico tra passato e presente, è alla cerca di una nuova identità. Opening - Giovedì 2 Giugno 2011, ore 18.30 Spazio Rolak, Giudecca 211/b – Padiglione Albania Prende il via, in occasione della 54° edizione della Biennale d’arti visive di Venezia, la collaborazione tra l’artista albanese Anila Rubiku, la Fondazione Borsalino e Borsalino S.p.a., la storica azienda di cappelli di Alessandria. Anila Rubiku (Durazzo, 1970), artista conosciuta a livello internazionale per le sue opere dedicate a temi contemporanei in cui la manualità diventa espressione dell’impegno e della partecipazione alle grandi questioni sociali, è nella rosa dei cinque artisti invitati a rappresentare il Padiglione albanese alla Biennale 2011, a cura di Riccardo Cadura, con una propria sala. L’artista presenterà due diversi lavori, ponendo l’accento sulle diversità e il complicato processo di integrazione culturale, per affrontare un tema di grande attualità. “Hats Protect Ideas” è una installazione che indaga il tema dell’identità, in riferimento alle problematiche connesse a emigrazione e immigrazione. L’opera, realizzata in collaborazione con l’azienda Borsalino e l’omonima Fondazione, è composta da 60 cappelli in feltro da uomo, ognuno dei quali ricamato a mano da donne straniere di diverse nazioni, immigrate in Italia e che qui vivono da tempo. I sessanta ricami – frasi emblematiche oppure disegni - propongono altrettanti diversi racconti sul difficile percorso che uno straniero si trova ad affrontare verso l’ottenimento di una nuova cittadinanza. Ogni cappello dell’installazione Hats protect ideas racconta parallelamente l’esperienza di ogni migrante e quella dell’artista, paradigmatica della corsa a ostacoli di tutti coloro che abbandonando il proprio paese sono alla ricerca di una nuova e combattuta cittadinanza. Storie individuali che insieme diventano voci di un racconto corale in tema di identità. Ai cappelli Borsalino il compito di “proteggere le idee”. “Other countries. Other citizenships”, la seconda opera in mostra, realizzata in collaborazione con un altro marchio storico piemontese, l’azienda Toscanini produttrice portabiti in legno, è un progetto sul tema dell’esilio. A comporre il messaggio: "The person who disowns his own language in order to adopt a different one, changes identity and disillusions", sono lettere stampate singolarmente, ciascuna su una gruccia diversa. L’esilio qui non è associato all’idea della partenza, del distacco o del viaggio in sé, come normalmente avviene, ma è proposto come consapevolezza di far parte di un Paese e di una cultura che non è la propria, facendo emergere il senso di precarietà e attesa degli emigrati durante il loro percorso di inserimento. “Come tanti albanesi costretti a lasciare la loro terra d´origine e le loro case per cercare lavoro e possibilità - ha ricordato Anila Rubiku - ogni emigrato sperimenta il destarsi di altre aspettative rispetto a quelle che lo accompagnano al momento della partenza. Immediatamente aspira a una vita migliore e a una nuova definizione come cittadino. Intende riconoscersi come membro della nuova società, assimilare ogni suo aspetto culturale e riuscire a integrarsi con essa”. “Il mio progetto – ha proseguito - racconta le diverse capacità e forme di adattamento di coloro che si trovano ad affrontare questa trasformazione, non senza grandi difficoltà e conflitti interiori. Durante il processo emergono disagio e un’indefinibile sensazione di sospensione, in attesa di una svolta, un giudizio, l’arrivo di un permesso, la consacrazione di una cittadinanza”. Hats Protect Ideas, titolo dell’installazione veneziana, è anche il titolo del progetto speciale che dall’autunno di quest’anno l’artista intraprenderà su invito della Fondazione Borsalino, in collaborazione con l’azienda. “Crediamo molto nella capacità dell’arte di raccontare storie che hanno un valore universale, partendo da esperienze autobiografiche - afferma Roberto Gallo, Presidente della Fondazione Borsalino e Amministratore Unico della Borsalino S.p.a. “Abbiamo accolto la collaborazione con Anila Rubiku con l’idea di dar vita a un percorso articolato, di scambi e di crescita reciproca, e con l’entusiasmo di un impegno dai molteplici risvolti: culturale, artistico, creativo e anche sociale. Sostenendo questa giovane artista emergente, con il suo intelligente e poetico lavoro fortemente legato all’attualità, ci piace contribuire a permettere di dare voce a chi spesso non ha diritto di parola.” |
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PONTASSIEVE (PALAZZO COMUNALE SALA DELLE COLONNEFI): GIAMPAOLO TALANI - MURI STRAPPATI - 28 MAGGIO / 17 LUGLIO 2011
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Dal 28 maggio al 17 luglio 2011 nella sede espositiva della Sale della Colonne di Pontassieve (Fi) si terrà la mostra “Muri Strappati” del maestro Giampaolo Talani, a cura di Enrico Paoli. Saranno esposti circa quindici esempi di “strappi di affresco”, opere assolutamente uniche nel panorama italiano, nate dopo la straordinaria esperienza dell’affresco “Partenze” che Giampaolo Talani ha eseguito nel corso del 2006 per la stazione fiorentina di Santa Maria Novella. La continua ricerca che contraddistingue il cammino artistico del pittore toscano, lo ha portato nel tempo a confrontarsi direttamente con la materia. Talani è intimamente legato alla pittura a fresco e così disposto a confrontarsi col muro e con tutte le asperità di questa difficile arte, antica ma non antiquata perché ancora riesce a renderci opere di impatto emotivo straordinario. Talani tanto si è immerso nello studio su questa meravigliosa tecnica che, con un procedimento innovativo messo a punto con la collaborazione del maestro e amico Massimo Callossi, la sua pittura “a fresco”, eseguita secondo i canoni della più sapiente tecnica classica, è sottoposta a tre“strappi”. Il primo strappo è un procedimento già noto ed è nato per salvare tante opere “a fresco” dall’azione devastante del tempo e degli agenti atmosferici, col trasferimento della pittura dal suo supporto naturale, il muro, alla tela poi posta su tavola (è proprio grazie a un primo strappo che l’artista è riuscito a sospendere gli 80 mq. Di affresco della stazione di Santa Maria Novella realizzando nello stesso tempo il più grande strappo d’affresco di cui si ha notizia). Il secondo ed il terzo strappo, che mai alcun artista aveva pensato di utilizzare sin d’ora, sono da considerare invece come una tecnica nuova e raffinatissima in cui nei vari passaggi il disgregarsi della materia è totalmente imprevedibile. Questo fenomeno, utilizzato da Talani nella sua attuale fase di ricerca, ci restituisce opere assolutamente uniche ed irripetibili proprio per il contributo inedito e sempre diverso fornito dalla componente fisica della materia e del muro. Se quindi da un canto ritroviamo le poetiche e le tematiche care all’artista, dall’altro tanto più misterioso e suggestivo è il connubio tra il gesto pittorico classico di Talani ed il contribuito inedito che la materia di per se stessa rende all’opera. Talani riesce, strappo dopo strappo, millimetro dopo millimetro a rendere l’essenza dell’umanità e dell’uomo, partendo dalla figura del muro affrescato per arrivare alle ombre, quasi alle anime che restano sui muri strappati. In fondo egli continua a ripeterci con la sua instancabile ricerca che l’uomo non è altro che un pensiero, sempre più bello e misterioso laddove si lascia plasmare anche dal contributo della natura. Terra, fuoco, acqua ed aria gli elementi dell’affresco, gli elementi della vita. Inaugurazione: sabato 28 maggio ore 17:00 Orario di apertura dal 28/05 al 26/06 Martedì, giovedì, sabato e domenica: 16:00-19:00. Mercoledì e venerdì: 9:30-12:30 Orario di apertura dal 27/06 al 17/07 Lunedì, martedì, giovedì: 16:00-19:00 Mercoledì, venerdì e sabato: 9:30-12:30 Per informazioni Dipartimento Cultura -Comune di Pontassieve Via Tanzini, 32, 50065, Pontassieve Tel. 055 8360343-344 - www.Comune.pontassieve.fi.it |
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