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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 30 Novembre 2011 |
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Politica |
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PARLAMENTO EUROPEO, FRA GLI ARGOMENTI DELLA SESSIONE DEL 30 NOVEMBRE-1°DICEMBRE 2011: SITUAZIONE ECONOMICA, BILANCIO, CROAZIA, BCE, AIDS, ABBANDONO SCOLASTICO |
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Bruxelles, 30 novembre 2011 - I deputati discutono il prossimo Vertice europeo. Ancora una volta la situazione economica e finanziaria nell´Ue sarà al centro del prossimo Consiglio europeo dell´8 e 9 dicembre e, quindi, di un dibattito in Plenaria con il commissario Olli Rehn e il Segretario di Stato polacco per gli affari europei, Mikolaj Dowgielewicz. - Bilancio Ue 2012 - Il Parlamento europeo è pronto a votare giovedì il bilancio dell´Unione per il prossimo anno. Lo stesso giorno sarà votata anche una modifica al bilancio di quest´anno perché la Commissione non ha abbastanza soldi in cassa per pagare diversi progetti negli Stati membri. - Un sì convinto all´ingresso della Croazia nell´Ue. Si prevede che il Parlamento approverà a larga maggioranza l´adesione della Croazia all´Ue, quando voterà, giovedì, la proposta di adesione. Dopo il voto positivo, necessario secondo la procedura, del Parlamento, potrà iniziare il processo di ratifica del trattato di adesione, che dovrà essere approvato da tutti i 27 Stati membri e che, una volta concluso, aprirà la strada all´ingresso della Croazia nell´Ue nel 2013. - Codice di condotta per i deputati: voto finale - Il voto finale sul nuovo codice di condotta per i deputati del Parlamento europeo è previsto giovedì. Il documento stabilisce regole e principi che i deputati saranno tenuti a seguire nei loro contatti esterni per evitare possibili conflitti d´interessi. Più efficacia e meno coordinamento tecnocratico delle politiche economiche - Il Parlamento discuterà e adotterà mercoledì il proprio parere sul primo semestre europeo - il meccanismo di coordinamento della politica economica, base di tutta la nuova governance economica - appena conclusosi. Il progetto di risoluzione evidenzia in primo luogo l´urgenza di riformare il sistema in modo da acquisire maggiore legittimità democratica piuttosto che assomigliare a un mero esercizio tecnico. La prima volta di Mario Draghi, Presidente Bce, al Pe - Il dibattito di giovedì mattina sarà caratterizzato dal primo incontro che i deputati avranno con Mario Draghi, neo-eletto Presidente della Banca centrale europea. La discussione sarà introdotta da Ramon Tremosa I Balcells, relatore per le attività Bce del 2010. Rafforzare la prevenzione contro l´Aids - Un accesso più facile ed equo ai test e alle cure è necessario per ridurre il numero di nuovi contagi Aids/hiv, secondo quanto propongono i deputati in un progetto di risoluzione che sarà votato giovedì, in occasione della Giornata mondiale contro l´Aids. Nel 2009, ci sono stati più di 25.000 nuovi casi di contagio, e si stima che circa il 30% di chi ha contratto il virus non ne è consapevole. Combattere l´abbandono scolastico nell´Ue - Per ridurre il tasso di abbandono scolastico e portarlo al di sotto del 10%, i deputati invitano gli Stati membri ad attuare riforme scolastiche che mirino soprattutto ai bambini provenienti da situazioni disagiate, migranti o rom. Tra le misure ipotizzate dai parlamentari, il prolungamento in tutta l´Ue dell´istruzione obbligatoria fino a 18 anni e la creazione di scuole cosiddette "della seconda opportunità". |
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PLENARIA A BRUXELLES, SEMESTRE EUROPEO: UNA NUOVA STRUTTURA PER LA COORDINAZIONE MACROECONOMICA |
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Bruxelles, 30 novembre 2011 - I deputati propongono di organizzare (dal 2013) prima del Consiglio europeo di primavera ogni anno, un forum interparlamentare al Parlamento europeo per i membri delle commissioni parlamentari nazionali competenti. La crisi economica ha evidenziato il bisogno di affrontare gli squilibri macroeconomici attraverso un approccio più sistematico. Lo scorso anno il Consiglio decise di creare un "Semestre europeo per la politica economica" per garantire che le politiche nazionali economiche e fiscali siano valutate a livello europeo prima di essere adottate dagli Stati membri. Mercoledì pomeriggio i parlamentari discuteranno una relazione della parlamentare Pervenche Berès, nella quale si sottolinea la posizione del Parlamento rispetto la nuova struttura per il coordinamento macroeconomico. Lo scopo del Semestre europeo è di fornire una struttura attraverso la quale gli Stati membri coordineranno le loro politiche di bilancio ed economiche in linea con il Patto di stabilità e crescita e con la Strategia Ue 2020 . Come funziona - Il semestre avrà inizio ogni anno a partire da gennaio quando la Commissione pubblica l´Analisi annuale della crescita, che sarà poi discussa dal Consiglio e dal Parlamento europeo in vista del Consiglio europeo di primavera, nel mese di marzo. Al Consiglio di primavera gli Stati membri identificheranno le sfide principali dell´Unione europea - sulla base dell´Analisi fatta dalla Commissione europea - e daranno consigli strategici riguardo le politiche. Gli Stati membri presenteranno e discuteranno le loro strategie di bilancio di medio termine attraverso Programmi di stabilità e convergenza e presenteranno l´azione che intendono intraprendere in settori quali l´occupazione, la ricerca, l´innovazione, l´energie o l´inclusione sociale ( programmi di riforma nazionali ). Questi due documenti saranno quindi inviati alla Commissione nel mese di aprile per una valutazione. Sulla base della valutazione della Commissione, il Consiglio emetterà delle guide specifiche per ogni paese tra giugno e luglio, inclusi quei paesi le cui politiche e bilanci non sono in linea. Ogni mese di luglio il Consiglio europeo e il Comitato dei ministri forniranno una consulenza politica prima che gli Stati membri realizzino la loro bozza di bilancio per l´anno seguente. Cosa abbiamo imparato dal primo Semestre europeo - Nella relazione della parlamentare Pervenche Berès , i parlamentari segnalano che la qualità dei programmi di riforma nazionali durante questo primo Semestre europeo variano molto quando si tratta di correttezza, trasparenza e fattibilità. Inoltre sollecitano gli Stati membri a migliorare la qualità e la trasparenza delle loro relazioni. Invitano poi la Commissione europea ad assicurarsi che i programmi di riforma nazionali degli Stati membri arrivino ad un livello che sia "sufficiente per raggiungere gli obiettivi Ue 2020". Un obiettivo non rispettato durante il primo Semestre europeo. I deputati propongono di organizzare (dal 2013) prima del Consiglio europeo di primavera ogni anno, un forum interparlamentare al Parlamento europeo per i membri delle commissioni parlamentari nazionali competenti, che sarà seguito da un secondo meeting interparlamentare dopo il Consiglio europeo di primavera, che unirà i presidenti delle commissioni responsabili del Semestre europeo nei singoli parlamenti nazionali e il Parlamento europeo. Infine, suggeriscono che il Parlamento europeo fornisca una valutazione complessiva alla fine di ogni Semestre europeo. I prossimi passi - L´analisi annuale della crescita realizzata dalla Commissione europea sarà presentata a gennaio 2012 e includerà una valutazione di come siano state implementate le raccomandazioni negli Stati membri. Il documento sarà il punto d´inizio per un nuovo ciclo del Semestre europeo. |
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PLENARIA A BRUXELLES: ADESIONE DELLA CROAZIA, BILANCIO 2012 E SUMMIT DI DICEMBRE I DEPUTATI VOTANO PER L´ADESIONE DELLA CROAZIA |
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Bruxelles, 30 novembre 2011 - Il primo dicembre il Parlamento voterà l´adesione della Croazia all´Unione europea. Dopo aver ricevuto il consenso del Parlamento europeo, il trattato di adesione della Croazia all´Unione europea è stato firmato e ratificato da tutti e 27 gli Stati membri. Come stabilito, entro 30 giorni dalla firma della suo trattato di adesione, la Croazia deve indire un referendum. Si prevede che il paese diventerà il ventottesimo Stato membro dell´Unione europea il primo luglio 2013. La proposta dell´approvazione del Parlamento all´adesione della Croazia, presentata dal parlamentare austriaco di centro sinistra Hannes Swoboda , , è stata approvata dalla commissione per gli Affari esteri il 17 novembre. Il deputato Swoboda si aspetta "una vasta maggioranza del Parlamento" a supporto della decisione della commissione. Il Parlamento europeo voterà una relazione di accompagnamento non vincolante, in cui i parlamentari incoraggiano la Croazia ad affrontare le rimanenti sfide, specialmente nel campo del sistema giudiziario, e la lotta contro la corruzione e il crimine organizzato. Qualche informazione in più - La Croazia ha fatto domanda di adesione all´Unione europea nel 2003. Il Consiglio europeo ha concesso alla Croazia lo status di paese candidabile nel 2004. Le negoziazioni per la sua adesione sono iniziate nell´ottobre 2005, dopo che il procuratore generale del Tribunale penale internazionale per l´ex-Jugoslavia (Icty) ha valutato la Croazia pienamente cooperante con l´Icty. Le negoziazioni per l´adesione sono terminate il 30 giugno 2011. L´unione europea è il partner commerciale più importante della Croazia. Il Pil croato pro capite è pari al 63,2% di quello medio europeo del 2008 (secondo i dati Eurostat). La Croazia è la diciottesima destinazione turistica più popolare al mondo. |
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SCHENGEN: PIÙ SEVERE NORME UE PER EVITARE I CONTROLLI DI FRONTIERA ILLEGALI |
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Bruxelles, 30 novembre 2011 - Ogni anno, i cittadini dell´Ue fanno 1.25 miliardi di viaggi o come turisti e per visitare amici e parenti in tutta l´Ue senza e controlli alle frontiere interne. Lo spazio Schengen consente inoltre di libera circolazione dei lavoratori Ue e cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente all´interno di esso. La nuova "valutazione di Schengen e il meccanismo di monitoraggio", che occupa la maggior parte delle richieste del Parlamento, è stato progettato per mantenere la fiducia reciproca degli Stati membri ´nella loro capacità di applicare tutte le disposizioni di Schengen in modo efficace ed efficiente, rendendo così possibile mantenere un controllo di zona senza . La legge attuale progetto - fa parte del pacchetto di governance di Schengen presentata dalla Commissione nel mese di settembre e sulla base di un precedente (2010) proposta - mira a rafforzare il meccanismo esistente per la verifica degli Stati membri ´il rispetto delle regole di Schengen. "Il nuovo meccanismo dovrebbe contribuire a rafforzare la libera circolazione delle persone, siano in grado di monitorare qualsiasi tentativo di introdurre controlli illegali alle frontiere interne, e per aiutare a rafforzare la fiducia reciproca garantendo un efficace controllo delle frontiere esterne da ciascuno Stato membro", sottolineato relatore della commissione Libertà civili, Carlos Coelho (Ppe, Pt). Coelho ha accolto favorevolmente la proposta della Commissione a fornire una base giuridica che richiede l´uso del Parlamento / Consiglio procedura di codecisione. Visite non annunciate alle frontiere interne - La nuova proposta intensificare la frequenza del servizio di ispezioni in loco e introdurre visite non preannunciate dalla Commissione guidata squadre ed esperti di altri Stati membri di verificare che gli Stati membri non impongono controlli alle frontiere interne in violazione delle norme di Schengen. In primo luogo, rafforzare controlli alle frontiere esterne ... - Nel caso in una grave carenza si trova sulla via che le regole di Schengen siano applicate alle frontiere esterne, dovrebbe apportare un sostegno allo Stato membro interessato per un periodo di sei mesi, i deputati say, compreso l´aiuto di un´agenzia frontiere dell´Ue Frontex e altre agenzie dell´Ue . Quindi prendere in considerazione controlli alle frontiere interne, come ultima risorsa - Tuttavia, se, nonostante questo sostegno, lo Stato membro interessato è ancora gravemente trascurato il suo obbligo di effettuare controlli alle frontiere esterne o le procedure di rimpatrio, potrebbe essere chiesto di adottare alcune misure specifiche, che possono portare alla chiusura di un punto dai valichi specifici con un altro Stato membro, "come misura di ultima istanza, e per quanto le circostanze sarebbero tali da costituire una minaccia grave per l´ordine pubblico o la sicurezza interna", ma solo "nella misura e per la durata necessaria per porre rimedio a tali carenze ". L´altra proposta legislativa del pacchetto di governance di Schengen, che si occupa più in dettaglio le regole di reintrodurre temporaneamente controlli alle frontiere interne (modifica del Codice frontiere Schengen) è anche in discussione in commissione, con un voto previsto per il prossimo anno. Schengen candidati - Il meccanismo proposto dovrebbe applicarsi anche a Schengen dei paesi candidati, al fine di accertare che siano soddisfatti tutti i presupposti per l´adesione allo spazio Schengen, dice il testo come modificato dai deputati, aggiungendo che "Uno stato candidato soddisfare tutti i requisiti previsti per l´acquis di Schengen , dovrebbe essere in grado di unire senza ritardi significativi ". Regno Unito e Irlanda La commissione ha anche cercato di assicurare la partecipazione parziale del Regno Unito e Irlanda, in modo da consentire loro di essere valutati in materia di cooperazione di polizia, sistema d´informazione Schengen / Sirene operazioni e protezione dei dati. I prossimi passi - Questa libertà civili voto orientamento Comitato dà relatore del Parlamento un mandato per avviare negoziati con il Consiglio. |
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TONDO, FRIULIA MOTORE DELLE PMI E DEL TERRITORIO |
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Trieste, 30 novembre 2011 - "Abbiamo assegnato alla finanziaria regionale Friulia un preciso mandato: essere sempre più vicina alle nostre Piccole e medie imprese, che rappresentano il vero tessuto connettivo dell´economia del Friuli Venezia Giulia. E oggi prendiamo atto con soddisfazione che Friulia ha corrisposto pienamente alle attese dell´Amministrazione regionale". Questo il commento del presidente della Regione, Renzo Tondo, che ieri pomeriggio a Trieste ha partecipato, come rappresentate dell´azionista di riferimento, all´assemblea della finanziaria nel corso della quale è stato presentato il bilancio 2010-2011. "Gli amministratori regionali, più di 40 anni fa, hanno avuto un´intuizione straordinaria - ha rilevato Tondo - nel mettere a disposizione delle imprese del Friuli Venezia Giulia uno strumento come Friulia. Oggi però, di fronte alla più grave crisi economica del dopoguerra e alla necessità di promuovere una seconda ricostruzione della regione, dobbiamo riformare le istituzioni, renderle più moderne ed efficienti". Per questo il nuovo ruolo che la Regione ha indicato per Friulia è chiaro: trasformarsi da holding a vero e proprio "motore" dell´economia regionale, e in particolare delle Pmi. I dati illustrati dal presidente Edi Snaidero, che era affiancato dal direttore generale Gianmarco Zanchetta, vanno in questa direzione, come ha confermato al termine dell´assemblea lo stesso Tondo. Il peso di Friulia nell´economia regionale può essere riassunto con un dato: la finanziaria detiene partecipazioni in 94 società, di cui 80 Pmi (l´85 per cento del totale), che presentano un fatturato complessivo di 2,6 miliardi di euro e danno lavoro a circa 15 mila addetti, pari a quasi il 10 per cento dell´intera occupazione industriale del Friuli Venezia Giulia. Le operazioni portate a termine nell´esercizio 2010-2011 (partecipazioni e investimenti) sono state 33, con un impegno di 176 milioni di euro, il più alto mai raggiunto nella storia di Friulia. Per numero di investimenti realizzati da finanziarie pubbliche, il Friuli Venezia Giulia si trova al secondo posto in Italia, dopo la Lombardia e prima di Lazio ed Emilia Romagna, regioni con un numero di abitanti e di imprese ben superiori. Ma gli interventi complessivi nelle aziende regionali, con l´ampia gamma di strumenti a disposizione di Friulia, sono stati in tutto 206, con un investimento di 277 milioni di euro dei quali una parte preponderante, ancora una volta, in Pmi e in microimprese. Insomma, una Friulia che - come ha voluto sottolineare il presidente Snaidero - è diventata ormai uno strumento fondamentale per il sostegno economico del territorio e in particolare per le Pmi. "Ora Friulia - ha detto ancora il presidente della Regione, Tondo - dovrà concentrarsi e investire sempre di più, non solo e non tanto nelle imprese in difficoltà, ma in quelle virtuose, per favorire le loro potenzialità di sviluppo". Il bilancio 2010-2011 di Friulia ha tuttavia risentito, oltre che del rallentamento dell´economia e quindi dei minori dividendi delle principali partecipate come Autovie Venete e Finest, anche della necessità di svalutare alcune partecipazioni e in particolare quella di Promotur, comunque in fase di uscita dalla galassia Friulia in quanto, come ha riconosciuto la stessa Giunta regionale, svolge un servizio di pubblico interesse e quindi per definizione non remunerativo. L´utile lordo di Friulia è stato di oltre 3 milioni di euro, ma le svalutazioni e in particolare quella "eccezionale" di Promotur (10,7 milioni) ha determinato un risultato di esercizio negativo di 10,4 milioni. |
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LA COMMISSIONE EUROEA INTENDE FACILITARE LA RESTITUZIONE DI PATRIMONI NAZIONALI SOTTRATTI ILLECITAMENTE |
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Bruxelles, 30 novembre 2011 – L´aumento del traffico illegale di beni di elevato valore culturale quali dipinti, sculture, beni religiosi e reperti archeologici preoccupa sempre più. Il territorio dell´Unione europea, con un mercato interno illimitato e un immenso patrimonio culturale e artistico, ne è particolarmente colpito. Sebbene la maggior parte dei furti si verifichi in Francia, Polonia, Germania e Italia, secondo l´Interpol, tutti gli Stati membri sono coinvolti. La Commissione europea ha quindi avviato una consultazione pubblica sulle possibilità di migliorare la custodia dei beni culturali e di restituire agli Stati membri i patrimoni nazionali sottratti illecitamente dal loro territorio. La consultazione fornirà un quadro delle opinioni di autorità pubbliche, cittadini e altri operatori sul modo più efficace per facilitare tale restituzione. La protezione dei beni culturali dipende in ampia misura dalla normativa degli Stati membri. L´unione europea contribuisce tuttavia alla loro protezione, in particolare attraverso la direttiva 93/7/Cee che stabilisce un meccanismo di restituzione di determinati patrimoni nazionali che sono usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro dopo il 1993. Attuando la direttiva gli Stati membri hanno sottolineato alcuni dei suoi limiti, come il termine di un anno per l´inizio delle procedure di recupero, con conseguenze dirette sulla sua efficacia. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per le imprese e la politica industriale, ha dichiarato: "Attualmente il traffico illecito di beni culturali è un problema grave che oltre ad avere una dimensione economica notevole colpisce anche l´essenza della nostra identità culturale. Condivido la crescente preoccupazione dei cittadini e degli Stati membri e mi sto prodigando affinché tale situazione migliori. Vi chiedo di contribuire a questo sforzo e comunicarci opinioni e idee". Gli interessati possono far pervenire le loro opinioni ai seguenti indirizzi: http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/single-market-goods/regulated-sectors/cultural-goods/ La consultazione pubblica rimane aperta fino 05 marzo 2012. Ulteriori informazioni in merito all´attuale direttiva e ai rapporti finali d´esecuzione: http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/single-market-goods/regulated-sectors/cultural-goods/index_en.htm Contesto La direttiva 93/7/Cee del Consiglio è stata adottata per consentire la restituzione di alcune tipologie di patrimoni nazionali sottratti illegalmente dal territorio dello Stato membro e fatti riapparire nel territorio di un altro Stato membro. Lo scopo della direttiva è trovare un equilibrio tra la libera circolazione di beni culturali all´interno degli Stati membri e l´obiettivo legittimo di ciascuno Stato membro di salvaguardare i propri patrimoni nazionali dotati di valore artistico, culturale e archeologico. L´obbligo di restituzione sancito nella direttiva riguarda solo i beni portati via illegalmente dal 1 gennaio 1993. In base alle informazioni fornite dagli Stati membri, la direttiva 93/7/Cee non è efficace. Il problema più grande riguarda il suo scopo e le condizioni da rispettare per le procedure di restituzione. È inoltre necessario un miglioramento della cooperazione e dello scambio di informazioni tra le competenti autorità nazionali. La Commissione ritiene pertanto necessario esplorare il miglior modo di ottenere la restituzione di patrimoni nazionali sottratti illegalmente. |
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CONSUMATORI: LA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA PROPOSTE PER RISOLVERE IN MODO PIÙ RAPIDO, AGEVOLE ED ECONOMICO I CONTENZIOSI CON I COMMERCIANTI |
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Bruxelles, 30 novembre 2011 – Nel 2010 un consumatore europeo su cinque ha incontrato problemi all´atto di acquistare beni e servizi nel mercato unico. Se un venditore si rifiuta di riparare il laptop che si è rotto durante il periodo di garanzia o se risulta impossibile raggiungere un accordo con un´agenzia di viaggi in merito al rimborso per un vacanza rovinata ci sono vari modi per risolvere la questione senza adire le vie legali. Nel momento attuale però la soluzione stragiudiziale del contenzioso nell´Unione risulta sfortunatamente possibile soltanto per alcuni settori commerciali od in alcuni campi. Per affrontare questo problema la Commissione europea ha presentato oggi un pacchetto di proposte legislative volte a garantire che tutti i consumatori dell´Unione possano risolvere i loro problemi senza dover andare in tribunale, a prescindere dal tipo di prodotto o servizio su cui verte il contenzioso e del punto del mercato unico europeo in cui l´hanno acquistato (cioè sia in patria che all´estero). Per i consumatori che effettuano i loro acquisti in linea in un altro paese dell´Unione la Commissione desidera istituire una piattaforma unica in linea estesa all´intera Unione, che consenta di risolvere interamente in linea il contenzioso relativo ai contratti nel giro di 30 giorni. Le modalità alternative di soluzione del contenzioso (Adr – Alternative dispute resolution) rappresentano per i consumatori un metodo più veloce, più economico e più agevole da usare del ricorso al tribunale. Si è stimato che la possibilità generalizzata di accedere ad Adr di buona qualità in tutta l´Unione farebbe risparmiare ai consumatori circa 22,5 miliardi di euro all´anno. Essa contribuirebbe parimenti a migliorare per le imprese la gestione delle relazioni con i clienti nonché l’immagine aziendale. La Commissione desidera che il nuovo pacchetto di provvedimenti legislativi contribuisca ad aumentare la fiducia dei consumatori nel mercato unico dell´Unione, il che comporta per loro maggiori possibilità di scelta e prezzi più interessanti, contribuendo così in ultima analisi alla crescita dell´economia dell´Unione. John Dalli, commissario responsabile per Salute e consumatori, ha dichiarato: “È inaccettabile che così tanti problemi dei consumatori siano lasciati irrisolti perché i consumatori non dispongono di mezzi veramente efficaci per risolvere il contenzioso con i commercianti. Questo li colpisce nel portafoglio e nella fiducia che ripongono nel sistema, oltre a rallentare la crescita europea. Una volta adottate, le proposte che presento oggi aiuteranno i consumatori europei ad avvalersi di metodi facili, rapidi e poco costosi per risolvere i loro problemi, in qualunque punto dell´Unione ed in qualunque modo essi acquistino un prodotto o servizio". Quali provvedimenti sono stati adottati oggi? - La direttiva sulle modalità alternative di soluzione del contenzioso (direttiva Adr) garantirà l´esistenza di enti stragiudiziali di alta qualità, in grado di affrontare qualsiasi contenzioso relativo a contratti tra un consumatore ed un´impresa. Nell´ambito di questa proposta: gli enti suddetti dovranno soddisfare determinati criteri qualitativi, vale a dire essere ben qualificati, imparziali, trasparenti, efficaci ed equi; le imprese informeranno i consumatori in merito all´ente cui rivolgersi per affrontare un potenziale contenzioso sui contratti che li opponga ad esse; gli enti Adr risolveranno il contenzioso nel giro di 90 giorni. Il regolamento sulla soluzione in linea dei contenziosi istituirà una piattaforma in linea estesa a tutta l´Unione (detta ‘piattaforma Odr’: On line dispute resolution = Soluzione in linea del contenzioso) che fornisca a consumatori ed imprese uno sportello unico cui rivolgersi per risolvere in linea I contenziosi relativi ad acquisti effettuati in linea in un altro paese dell´Unione. Il suddetto sportello unico provvederà a: inviare automaticamente il reclamo del consumatore all´ente nazionale competente in tema di soluzione alternativa del contenzioso; agevolare la soluzione del contenzioso nel giro di trenta giorni. Quali vantaggi presentano queste proposte per consumatori ed imprese? i consumatori potranno accedere ad un sistema efficace e poco costoso per risolvere i contenziosi che li oppongono ai commercianti, a prescindere dalla natura dei beni e servizi che acquistano, dal modo in cui li acquistano (in linea o no) e dalla località dell´Unione in cui li acquistano (nel loro paese o all´estero); i consumatori che effettuano acquisti in linea in altri paesi dell´Unione saranno in grado di risolvere interamente in linea i loro contenziosi relativi ai contratti con commercianti dell´Unione; i risparmi che i consumatori potranno così realizzare sono stimati pari allo 0,2% circa del Pil dell´Unione (vale a dire 22,5 miliardi di euro); per le imprese la possibilità di accedere a sistemi alternativi di soluzione del contenzioso sarà di importanza cruciale per gestire le relazioni coi clienti e migliorare l´immagine aziendale, oltre che risparmiare i costi legati al contenzioso; consumatori e commercianti in tutta Europa avranno la garanzia che tutti gli enti europei stragiudiziali chiamati a risolvere i loro contenziosi soddisfino gli stessi criteri, siano cioè trasparenti, ben qualificati, imparziali, efficaci ed equi; in ultima analisi, la maggiore fiducia incoraggerà i consumatori a ricercare più attivamente le offerte vantaggiose di prezzi migliori nel mercato unico europeo, stimolando così la concorrenza e la crescita economica. Contesto Le modalità alternative di soluzione del contenzioso (Adr) prevedono il ricorso ad una terza parte neutrale (quale un arbitro, un mediatore od un ombudsman). Ciò risulta più economico, rapido e semplice che ricorrere ai tribunali. Al giorno d´oggi nell´Unione vi sono più di 750 enti che si occupano di Adr. In alcuni paesi dell´Unione questi servizi sono tuttavia disponibili soltanto in alcune regioni od in alcuni settori (quali, ad esempio, i servizi finanziari o le telecomunicazioni, per non menzionarne che due). La consapevolezza della possibilità di Adr rimane bassa tanto tra i consumatori quanto tra le imprese. Non sono inoltre stati ancora sviluppati sistemi in linea per la soluzione del contenzioso di cui possano usufruire gli acquirenti in linea che effettuano i propri acquisti all´estero. Il costo del contenzioso irrisolto con i consumatori è valutato allo 0,4% del Pil dell´Unione. In questo calcolo rientrano le somme perse dai consumatori europei a causa di problemi legati ad acquisti effettuati in altri paesi dell´Unione, che si valuta ammontino ad una cifra compresa tra 500 milioni ed 1 miliardo di euro. Prossime tappe - Il Parlamento europeo e il Consiglio dell´Unione si sono impegnati ad adottare il pacchetto entro la fine del 2012 in quanto intervento prioritario a titolo dell´Atto per il mercato unico (vedere Ip/11/469). Il pacchetto corona altresì una delle iniziative nell´ambito dell´ Agenda digitale per l´Europa. Una volta adottati questi provvedimenti, gli Stati membri avranno 18 mesi per recepire nelle proprie legislazioni la direttiva Adr. Ciò significa che enti Adr stragiudiziali di buona qualità dovrebbero essere disponibili in tutti i punti dell´Unione nella seconda metà del 2014. La piattaforma unica estesa a tutta l´Unione per la soluzione in linea del contenzioso diventerà pienamente operativa sei mesi dopo tale data (vale a dire, agli inizi del 2015), perché il suo funzionamento esige la costituzione e la rivalorizzazione degli enti stragiudiziali laddove ciò sia necessario. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Domande sulla proposta: Memo/11/840 Ulteriori particolari: http://ec.Europa.eu/consumer-adr |
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RISOLUZIONE EXTRAGIUDIZIALE DELLE CONTROVERSIE E RISOLUZIONE ONLINE DELLE CONTROVERSIE PER I CONSUMATORI EUROPEI: DOMANDE E RISPOSTE |
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Bruxelles, 30 novembre 2011 - I. Gli Elementi Fondamentali Che cos´è la risoluzione extragiudiziale delle controversie? La risoluzione extragiudiziale delle controversie (Rec) designa i mezzi di ricorso extragiudiziali proposti ai consumatori per risolvere le controversie con i professionisti del commercio in rapporto con l´acquisto di un bene o di un servizio. Un esempio tipico è quello di un consumatore insoddisfatto della qualità del suo acquisto che non riesce ad ottenere dal venditore un risarcimento o un rimborso. Gli organi di risoluzione extragiudiziale delle controversie, o organi extragiudiziali sono terzi (ad esempio conciliatori, mediatori, camera dei ricorsi, ecc.) che propongono una soluzione alla controversia o riuniscono le parti per aiutarle a trovarne una. Gli organi extragiudiziali sono in generale investiti di controversie individuali, ma possono anche trattare più controversie individuali se esse sono simili. La risoluzione extragiudiziale delle controversie non designa il trattamento diretto dei reclami dei consumatori da parte dei professionisti del commercio (ad esempio dal loro servizio interno competente per i reclami) né gli accordi in via amichevole tra di loro. Che cos´è la risoluzione online delle controversie? La risoluzione online delle controversie (Roc) designa la risoluzione extragiudiziale delle controversie attraverso internet. Gli organismi di Roc permettono ai consumatori e alle imprese di trattare le loro controversie online, e ciò può essere utile soprattutto nel caso di un acquisto effettuato su internet, dal momento che il consumatore e il professionista sono in questo caso spesso molto lontani l´uno dall´altro. Come funzionano le Rec e le Roc? I dispositivi di Rec e di Roc differiscono da uno Stato membro all´altro: gli organi extragiudiziali e gli organi di Roc possono essere creati dai poteri pubblici, dalle imprese o congiuntamente dal settore pubblico, dalle imprese e dalle organizzazioni di difesa dei consumatori; possono essere finanziati da fondi pubblici, da fondi privati (ad esempio le imprese) o da entrambi i tipi di fondi; coprono in generale tutto il territorio del paese; in alcuni paesi, possono essere decentrati a livello regionale o locale; taluni organi extragiudiziali si limitano a un settore (ad esempio dei viaggi, delle assicurazioni o della fornitura di energia elettrica), mentre altri accettano le controversie relative a qualunque settore di attività; per la grande maggioranza degli organi extragiudiziali, le due parti si impegnano liberamente a risolvere la controversia attraverso la loro intermediazione; il 64% degli organismi extragiudiziali nell´Unione lasciano alle imprese la libertà di partecipare; a seconda degli organi extragiudiziali, le decisioni sono adottate collettivamente (è questo il caso in particolare degli uffici reclami) o individualmente (ad esempio da un mediatore); la soluzione trovata da un organo extragiudiziale può avere la forma di una raccomandazione (non vincolante) o di una decisione vincolante, che si impone al professionista o a entrambe le parti. Quali sono i vantaggi della risoluzione extragiudiziale delle controversie? I dispositivi di risoluzione extragiudiziale delle controversie forniscono generalmente ai consumatori mezzi di ricorso più rapidi, meno onerosi e più accessibili rispetto alla procedura giudiziaria: la maggior parte delle controversie sottoposte agli organismi extragiudiziali sono decise entro 90 giorni; la grande maggioranza delle procedure extragiudiziali sono gratuite per i consumatori o comportano solo spese moderate (inferiori a 50 euro); sono generalmente più semplici delle procedure giudiziarie. L´esistenza di un sistema extragiudiziale efficace può pertanto incentivare fortemente i consumatori a cercare una soluzione ai loro problemi invece di lasciarli irrisolti, in particolare quando le somme in gioco sono basse. Le imprese, dal canto loro, possono trovare nei dispositivi extragiudiziali efficaci un mezzo essenziale per gestire i loro rapporti con la clientela e curare la propria immagine di marca, risparmiando al tempo stesso costose procedure giudiziarie. Ii. Situazione Attuale Qual è la situazione attuale negli Stati membri? Nel 2010, un consumatore su cinque ha avuto problemi al momento dell´acquisto di beni o di servizi nel mercato unico, che hanno generato perdite per i consumatori stimate all´equivalente dello 0,4% del Pil europeo. Solo una piccola parte dei consumatori ha chiesto e ottenuto riparazione. Esistono attualmente più di 750 organi extragiudiziali nell´Unione europea. Vi sono grandi differenze tra uno Stato membro e l´altro, ma anche all´interno dello stesso paese. Nella maggior parte degli Stati membri, si trovano organismi extragiudiziali solo in alcuni settori (in particolare nei settori regolamentati, come le telecomunicazioni, l´energia, i servizi finanziari, i viaggi e il turismo). In altri se ne trovano solo in alcune regioni. Pertanto, malgrado l´elevato numero di organi extragiudiziali, vi sono differenze significative nella copertura. In alcuni paesi non sembrano esistere organi extragiudiziali riconosciuti (ad esempio Slovacchia e Slovenia) e in altri i dispositivi extragiudiziali devono essere sviluppati (ad esempio Cipro e Romania). Di conseguenza, i consumatori europei non hanno accesso ai dispositivi di risoluzione extragiudiziale alle stesse condizioni all´interno dell´Unione. Solo poco meno della metà degli organismi extragiudiziali esistenti sono stati segnalati alla Commissione come conformi ai criteri qualitativi enunciati nelle due raccomandazioni della stessa Commissione (per ulteriori particolari sulle azioni adottate sino ad oggi dall´Ue in questo settore, vedi sotto). La maggior parte degli organi esistenti sono poco conosciuti dai consumatori e dalle imprese, e sono pertanto poco utilizzati. Inoltre i poteri pubblici nazionali non sono attualmente tenuti a vigilare regolarmente sull´utilizzazione e sull´efficacia degli organi extragiudiziali, in particolare sulla base dei criteri qualitativi posti dalla Commissione (come ad esempio i principi di competenza, di imparzialità, di trasparenza, di efficacia e di equità). Quanto al regolamento online delle controversie, pochissimi organi dell´Unione consentono di svolgere l´intera procedura online. Come funziona oggi l´Rec per gli acquisti effettuati in un altro Stato membro? I consumatori europei che incontrano problemi la momento di un acquisto effettuato presso un professionista del commercio stabilito in un altro Stato membro possono chiedere il sostegno e l´assistenza della Rete dei centri europei dei consumatori (rete Cec). I Cec non sono di per sé organi di risoluzione delle controversie, ma possono aiutare il consumatore a risolvere il problema in via amichevole e, in caso di mancato accordo, aiutarlo a ricorrere a un terzo, anche un organo extragiudiziale competente nel paese del commerciante, se esiste in questo paese. Nel 2010, solo il 9% delle controversie sottoposte alla rete Cec che non avevano potuto essere risolte in via amichevole è stato trasmesso ad organi extragiudiziali. Perché l´Ue incoraggia la Rec? Dispositivi di risoluzione extragiudiziale delle controversie efficaci nell´insieme dell´Ue daranno al consumatore la fiducia necessaria per approfittare della vasta scelta e dei prezzi competitivi che offre il mercato unico, e in particolare della possibilità di acquistare online in altri Stati membri. Lo sviluppo del commercio transfrontaliero nell´Unione offrirà in tal modo nuovi sbocchi alle imprese e stimolerà la crescita economica. Nel mercato unico, la risoluzione extragiudiziale delle controversie può essere una soluzione efficace per i consumatori che effettuano acquisti in altri Stati membri solo se esistono in questi ultimi organi extragiudiziali di elevata qualità. Essa deve basarsi sugli organi extragiudiziali esistenti, rispettando in tal modo le tradizioni giuridiche nazionali. La possibilità per i consumatori di ottenere riparazione nelle stesse condizioni in tutta l´Unione presuppone che esistano organi extragiudiziali competenti per tutti i tipi di controversie in materia di consumo nel mercato unico e che sia i consumatori che i professionisti del commercio siano al corrente di questi mezzi di ricorso extragiudiziali. Cosa è stato fatto fino ad oggi a livello dell´Ue? La Commissione europea ha adottato due raccomandazioni (una nel 1998, l´altra nel 2001), che hanno definito principi comuni per organismi extragiudiziali efficaci ed efficienti. Le autorità nazionali hanno inviato alla Commissione l´elenco degli organi extragiudiziali nazionali che ritengono conformi a questi principi. La Commissione mantiene una base di dati di questi organi. Tuttavia il 40% degli organi extragiudiziali esistenti non sono stati segnalati alla Commissione. In alcuni settori, la legislazione dell´Unione impone agli Stati membri di creare dispositivi di Rec (ad esempio telecomunicazioni, energia, credito al consumo o servizi di pagamento). In altri settori, si limita ad incoraggiarli (ad esempio direttiva sul commercio elettronico, servizi postali). La Commissione cofinanzia inoltre la Rete dei centri europei dei consumatori (rete Cec) che ha la missione di aiutare i consumatori a individuare l´organo extragiudiziale competente in un altro Stato membro in caso di controversia transfrontaliera. Un´altra rete europea, Fin-net, riunisce gli organi extragiudiziali che trattano le controversie transfrontaliere tra i consumatori e i prestatari di servizi finanziari. Iii. Le Nuove Proposte Della Commissione Su quali tipi di controversie vertono le misure proposte? La direttiva relativa alla risoluzione extragiudiziale delle controversie (direttiva "Rec") garantirà l´esistenza di organi extragiudiziali competenti per qualunque controversia di natura contrattuale tra un consumatore e un´impresa. I consumatori potranno adire un organo extragiudiziale per qualunque controversia di natura contrattuale, indipendentemente dal luogo in cui è stato effettuato l´acquisto in questione (nel loro paese o in un altro Stato membro), dalla natura di tale acquisto e dalla modalità di acquisto (online o offline). Il regolamento relativo alla risoluzione online delle controversie ("regolamento Roc") creerà una piattaforma europea unica alla quale i consumatori potranno rivolgersi per risolvere online controversie di natura contrattuale collegate all´acquisto di beni o servizi effettuati via internet in altri Stati membri. Quali saranno i principali cambiamenti generati nell´Ue dalle misure quando essere saranno adottate? In primo luogo, la Rec coprirà d´ora in poi tutto il territorio dell´Unione: qualunque controversia di natura contrattuale tra un consumatore europeo e un professionista stabilito nell´Unione potrà essere sottoposto a un organo extragiudiziale. A tale scopo, gli Stati membri potranno ampliare le competenze degli organi esistenti o crearne se necessario di nuove. Tutti gli organi extragiudiziali dell´Ue dovranno rispettare criteri qualitativi di base, in particolare i principi di competenza, di imparzialità, di trasparenza, di efficacia (procedura inferiore o uguale a 90 giorni, in linea di principio), e di equità. Le autorità nazionali vigileranno sul rispetto di questi principi qualitativi. Per risolvere direttamente online qualunque controversia di natura contrattuale collegata a un acquisto o a una transazione effettuate via internet in un altro Stato membro, i consumatori e i professionisti del commercio potranno ricorrere a una piattaforma europea di risoluzione online delle controversie ("piattaforma di Roc"). Questo sportello unico sarà costituito da un sito web interattivo e conviviale, accessibile gratuitamente in tutte le lingue ufficiali dell´Ue. I professionisti del commercio dovranno inoltre fornire ai consumatori informazioni pertinenti e complete sugli organismi extragiudiziali competenti e sulla piattaforma di Roc. Come funzionerà in pratica la piattaforma di Roc? La piattaforma sarà collegata per via elettronica agli organismi extragiudiziali nazionali che saranno stati creati e segnalati alla Commissione conformemente alle nuove regole. Questi organi rimarranno responsabili del trattamento delle controversie di natura contrattuale di cui saranno investiti attraverso la piattaforma. Il corretto funzionamento del sistema di Roc è subordinato al rispetto di un certo numero di condizioni: i punti di contatto nazionali dovranno svolgere il loro ruolo di intermediari nei loro paesi e l´organo investito dalla piattaforma dovrà trovare una soluzione alla controversia entro 30 giorni. La Rec sarà obbligatoria per i professionisti del commercio? La maggior parte degli organi extragiudiziali attuali sono investiti su base volontaria, elemento che rende la procedura flessibile e rapida. L´insieme di misure proposte dalla Commissione contiene misure di incentivazione per incoraggiare i professionisti del commercio a ricorrere agli organi extragiudiziali. Essi dovranno in particolare indicare ai consumatori se si impegnano o no a ricorrere ad un organo di questo tipo in caso di controversia. L´insieme di misure proposto prevede inoltre che gli Stati membri saranno liberi di adottare regole per costringere i professionisti del commercio a ricorrere a organi extragiudiziali o per rendere vincolanti per i professionisti del commercio le decisioni di questi organi. Come garantiranno gli Stati membri che l´intero loro territorio sia coperto da organi extragiudiziali? I mezzi di ricorso dei consumatori devono rispettare le realtà locali e ciascun paese deve disporre del margine necessario di flessibilità per decidere il miglior modo di far sì che tutto il suo territorio sia coperto. Di conseguenza, la direttiva Rec proposta si basa sui dispositivi esistenti negli Stati membri. Essa rispetterà la grande eterogeneità degli organi extragiudiziali esistenti nell´Unione e non imporrà alle autorità nazionali di creare un organo extragiudiziale per ciascun settore del commercio al dettaglio. I paesi nei quali gli organi extragiudiziali coprono numerosi settori diversi rimarranno liberi di mantenerli o di crearne di nuovi, nella misura in cui essi rispettano i principi qualitativi enunciati nella proposta. Per garantire la copertura completa del loro territorio, gli Stati membri possono ad esempio creare un organo extragiudiziale "suppletivo" per i tipi di controversia di natura contrattuale che non rientrano in nessuno degli altri dispositivi di ricorso. L´insieme delle misure proposte impone anche agli Stati membri di incoraggiare la creazione di organi extragiudiziali paneuropei. Il sistema europeo di risoluzione online delle controversie si baserà sugli organi extragiudiziali nazionali. Quali saranno i vantaggi per i consumatori e per le imprese? Esisteranno in tutta l´Ue organi extragiudiziali di qualità per tutte le controversie in materia di consumo di natura contrattuale. Tutti i documenti relativi agli acquisti dei consumatori conterranno informazioni complete sull´organo extragiudiziale competente in caso di controversia. Per qualunque controversia collegata a un acquisto o a una transazione effettuate attraverso internet in un altro Stato membro, i consumatori e i professionisti potranno svolgere l´intera procedura direttamente online. Secondo le stime, organi extragiudiziali efficaci e trasparenti per tutte le controversie potrebbero far economizzare ai consumatori circa 22,5 miliardi di euro, vale a dire lo 0,19% del Pil dell´Unione. Le imprese troveranno nella risoluzione extragiudiziale delle controversie un mezzo per gestire i loro rapporti con la clientela e curare la loro immagine di marca, realizzando al tempo stesso economie. Secondo le stime, la Rec dovrebbe consentire alle imprese dell´Ue di risparmiare sino a 3 miliardi di euro. Quando saranno adottate queste proposte? Il Parlamento europeo e il Consiglio si sono già impegnati ad adottare l´insieme delle misure relative alla Rec e alla Roc entro la fine del 2012, nel quadro dell´azione intrapresa congiuntamente per rilanciare il mercato unico. Per saperne di più Il testo integrale delle misure di natura legislativa proposte, l´insieme del contesto politico e la base di dati degli organi extragiudiziali nazionali segnalati alla Commissione possono essere consultati al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/consumer-adr |
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CAMPAGNA EUROPEA SULLA SICUREZZA DEI GIOCATTOLI: GARANTIAMO LA SICUREZZA AI NOSTRI BAMBINI |
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Bruxelles, 30 novembre 2011. Durante il periodo natalizio Babbo Natale è molto indaffarato: deve preparare la slitta, dare da mangiare alle renne, controllare la sua lista per non dimenticare qualche brava bambina o bambino… ma deve anche controllare che i giocattoli acquistati dai suoi folletti non siano solo divertenti ma anche sicuri! Quest´anno per lui sarà più facile che mai: dal luglio 2011 i giocattoli venduti nell´Ue devono rispondere ai requisiti di sicurezza più rigorosi del mondo. Sicurezza e divertimento sono la combinazione vincente, ma nei fatti tutt´altro che scontata. La sicurezza di un giocattolo non dipende soltanto dal giocattolo di per sé ma anche dal suo utilizzo e dall´età del bambino cui è destinato. A cosa devono prestare attenzione i genitori per capire se un giocattolo è sicuro o no per il proprio bambino? Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha lanciato la Campagna europea sulla sicurezza dei giocattoli nell´intento di dare consigli su come acquistare i giocattoli più sicuri e utilizzarli senza pericoli. Un videoclip, che verrà messo in onda da emittenti televisive europee, spiega il problema e le cartoline con consigli per la sicurezza distribuite all´acquisto dei giocattoli completeranno l´opera di sensibilizzazione dei consumatori in tutta l´Europa. Il vicepresidente Antonio Tajani ha dichiarato: "Sto lanciando questa campagna durante il periodo natalizio, quando verranno comprati più giocattoli. Quest´anno i giocattoli venduti nell´Ue saranno più sicuri che mai e grazie a questa campagna i genitori potranno fare le scelte giuste per i loro figli." E ha aggiunto: "Sono felice del fatto che i mass media, nonché centinaia di negozi sparsi in tutta l´Ue, partecipino alla campagna. Ma, ovviamente, la sicurezza è importante anche nel resto dell´anno; cerchiamo dunque di non rendercene conto "incidentalmente"! Consigli utili da ricordare all´acquisto di giocattoli: Mai acquistare giocattoli sprovvisti della marcatura Ce - La marcatura Ce certifica che il produttore si impegna a soddisfare tutte le norme di sicurezza dell´Unione europea, che sono tra le più rigorose al mondo Non acquistare giocattoli con parti piccole che possano staccarsi per bambini di età inferiore a 3 anni Soprattutto i bambini di età inferiore a 3 anni rischiano il soffocamento, dato che tendo a mettersi tutto in bocca. I giocattoli con questo simbolo non sono adatti ai bambini di età inferiore ai 3 anni. Leggere attentamente tutte le avvertenze e le istruzioni - È opportuno prestare attenzione alle avvertenze sulla sicurezza e a quelle relative ai limiti di età. Quando acquistate un nuovo giocattolo, assicuratevi che sia adatto all´età del bambino cui è destinato, al suo carattere, alle sue abitudini e al suo comportamento. Tenere d´occhio i bambini mentre giocano - Bisogna accertarsi che i giocattoli siano impiegati come dovrebbero e che siano adatti all´età e alle capacità del bambino. Tenere d´occhio i bambini mentre giocano garantisce la sicurezza ed è divertente. Acquistare i giocattoli sempre presso rivenditori e siti web di fiducia - Questi punti di vendita prestano particolare attenzione alla scelta degli articoli che rivendono e accetteranno eventuali restituzioni. È bene controllare con cura i giocattoli acquistati di seconda mano e quelli ricevuti da amici. Visto che non sono nuovi, rischiano di non soddisfare i requisiti di sicurezza attualmente in vigore. Rivolgersi sempre al produttore o al rivenditore presso il quale si è acquistato il prodotto in caso di dubbi relativi alla sicurezza del giocattolo. Distribuzione di cartoline nei negozi Molti negozi in Germania, Svezia, Belgio, Grecia, Romania, il Regno Unito, Francia,portogallo, Spagna, Italia, Irlanda e Austria distribuiranno cartoline con consigli per la sicurezza dei giocattoli. I negozi che fossero interessati a partecipare alla campagna possono mettersi in contatto con la Commissione europea http://ec.Europa.eu/enterprise/sectors/toys/index_it.htm http://ec.Europa.eu/enterprise/sectors/toys/tst-campaign/index_en.htm |
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PATTO DEI SINDACI - CAPPELLACCI A BRUXELLES: "SARDEGNA PROTAGONISTA DELLE SCELTE UE IN MATERIA ENERGETICA E AMBIENTALE" |
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Bruxelles, 30 Novembre 2011 - "La Sardegna concorre a determinare e ad attuare le scelte comunitarie in materia energetica e ambientale, che vedono la nostra Isola come protagonista attiva del cambiamento e non più destinataria di scelte calate dall’alto". Così il presidente Cappellacci stamane a Bruxelles durante la cerimonia per la firma del Patto dei Sindaci. Il presidente si è soffermato in particolare sulla strategia "Europa 2020", che prevede tre famose misure "20/20/20": ridurre i gas ad effetto serra del 20%, ridurre i consumi energetici del 20% attraverso un aumento dell´efficienza energetica, soddisfare il 20% del nostro fabbisogno energetico mediante l´utilizzo delle energie rinnovabili. "La più vasta riforma della politica energetica - ha dichiarato - mira a fare dell´Europa il leader mondiale nel campo delle energie rinnovabili e delle tecnologie a basse emissioni di anidride carbonica (Co2)". "Se attuata correttamente e coerentemente - ha evidenziato Cappellacci - consentirebbe di ridurrebbe di 60 miliardi di euro le importazioni di petrolio e di gas entro il 2020 e nel contempo favorirebbe l’affermarsi di una nuova politica industriale per una crescita verde e sostenibile. Sono questi i principi che stanno animando l’azione politica della Sardegna in materia di produzione ed efficienza energetica e, più in generale, di sviluppo sostenibile". "Il fulcro della politica regionale - ha evidenziato il presidente della Regione - è l’iniziativa denominata Sardegna Co2.0, che racchiude un sé un insieme di azioni idoneo a fare della Sardegna un laboratorio di eccellenza in cui sviluppare un’economia a basso contenuto di carbonio. L’iniziativa Sardegna Co2.0 è finalizzata a ridurre progressivamente, fino ad azzerarle, le emissioni di anidride carbonica, in modo da rendere “verde” non soltanto il territorio, ma anche l’economia e la società dell’Isola, alla luce dell’impatto che è suscettibile di produrre nei processi educativi e nelle regole di condotta delle nostre comunità. Tra le numerose iniziative avviate, le più significative riguardano due specifici ambiti di intervento: il primo attiene alla progressiva trasformazione del nostro sistema produttivo, caratterizzato dalla presenza della grande industria di base fortemente energivora in un sistema produttivo ambientalmente sostenibile e più ancorato alle specifiche vocazioni di un’Isola che guarda al turismo ed al terziario avanzato quali nuovi assi dello sviluppo; il secondo riguarda l’attivazione di un processo di ampio e capillare coinvolgimento di tutti i Comuni della Sardegna - il progetto si chiama “Smart City - Comuni in Classe A" ed è l’asse portante dell’iniziativa Sardegna Co2.zero. Il progetto, rivolto ai Comuni sardi, è concepito e strutturato per consentire loro di avviare iniziative incentrate sulla green economy e sullo sviluppo sostenibile e, in ultima battuta, raggiungere un bilancio delle emissioni di Co2 il più vicino possibile allo zero. La Regione ha operato in stretto raccordo con il sistema istituzionale comunitario, in particolare con la Commissione europea e con la Banca Europea per gli Investimenti: saranno utilizzate risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, appositamente rimodulate, dell’Asse Iii del Po 2007-2013, pari a circa 39 milioni di euro. Si interverrà altresì con le risorse di altri strumenti finanziari di matrice comunitaria in un rapporto di integrazione e complementarietà con quanto già stanziato per avviare Smart City. Lo scorso 20 settembre si è conclusa la procedura di evidenza pubblica per individuare le “Comunità pioniere” beneficiarie dell’accompagnamento da parte della Regione. La risposta del territorio è stata importante: 285 Comuni, sui 377 della Sardegna, hanno aderito alla procedura inviando una propria manifestazione di interesse all’Amministrazione regionale, a riprova di come questo progetto - che costituisce una sicura opportunità di impulso al tessuto produttivo sardo - goda di una forte attenzione da parte degli attori locali. Le "Comunità pioniere" selezionate a seguito della fase istruttoria, che si concluderà entro il mese di Dicembre, saranno rappresentative dell’intero contesto socio-economico e territoriale sardo. Si tratta di enti locali che saranno coinvolti in un processo ciclico per la replicabilità dei modelli sull’intero territorio. "Green economy, risparmio energetico, fonti rinnovabili, carbone pulito e gas naturale sono le parole chiave - ha concluso il presidente - del nuovo modello di sviluppo perseguito dalla Giunta, che deve portare la nostra Isola ad avere impresa e lavoro senza dover pagare pesanti contropartite in termini di fruibilità dell’ambiente, salute e sicurezza". |
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DA FVG LOBBY VERSO MACROREGIONE ADRIATICO-IONICA |
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Gorizia, 30 novembre 2011 - Parte dal Friuli Venezia Giulia l´attività di lobby che porterà molto probabilmente nel 2014 alla nascita della macroregione Adriatico-ionica. L´annuncio è stato dato nel corso del convegno svoltosi al Conference Centre di Gorizia sul tema "Dal Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect) alle strategie macro regionali", organizzato dalla Direzione centrale Cultura, Sport, Relazioni Internazionali e Comunitarie della Regione Friuli Venezia Giulia. A stabilire la data del battesimo di questa nuova entità giuridica sovranazionale è stato Marco Riccardi Rusconi, rappresentante del Ministero degli Affari Esteri, spiegando quali sono i motivi che stanno alla base di questa nuova struttura sopranazionale alla quale il Friuli Venezia Giulia - attraverso l´assessorato retto da Elio De Anna - sta collaborando attivamente con i suoi uffici e che ha già messo le prime radici attraverso il Gect; che vede collaborare anche Veneto e Carinzia. Come è stato spiegato nel corso del convegno, l´attività della macroregione Adriatico-ionica, dovrebbe vedere riuniti Italia, Grecia e Slovenia (già Stati Ue), la Croazia (di prossimo ingresso) nonché Bosnia, Serbia, Montenegro e Albania (candidati all´ingresso in Europa). Gli stati si focalizzeranno sulle politiche legate alla tutela ambientale con particolare riferimento al mare e alla pesca, il turismo, la mobilità, trasporti, infrastrutture portuali, autostrade del mare, energia e sicurezza. Il cammino, avviato qualche tempo fa, ha già raggiunto alcune tappe importanti. Dopo aver avviato la fase di riflessione sull´opportunità di istituire questa nuova entità, lo scorso mese di giugno il Consiglio Europeo ha riconosciuto l´ammissibilità del progetto. Ora si dovranno mobilitare tutti gli stakeholder per rafforzare la proposta, cercando di mettere insieme attività già operative come quella dell´Iai (iniziativa adriatica ionica), l´Ipa Adriatica e l´Euroregione Adritica. Come annunciato da Rusconi, in tal senso la prima iniziativa verrà sviluppata proprio in Friuli Venezia Giulia verso la fine del mese di febbraio del 2012 quando a Trieste si terrà un focus dedicato alle infrastrutture, trasporti e la sicurezza della navigazione. Quindi i vari passaggi che si dovrebbero concludere nel 2014 con l´accettazione ufficiale attraverso votazione del Consiglio Europeo della Macroregione Adriatico-ionica. "Questa sarà la prima attività di lobby - ha detto l´assessore alle Relazioni Internazionali e Comunitarie, Elio De Anna - che ci vedrà protagonisti in un cammino al quale la nostra Regione ha aderito in modo molto convinto. Il Gect che ci vede protagonisti insieme a Veneto e Carinzia è già un primo passo che il Friuli Venezia Giulia ha mosso in questa direzione. Una sorta di ´fidanzamento´ nel quale i governatori delle tre Regioni, con uno strumento operativo avente personalità giuridica, focalizzeranno l´attenzione su temi quali la cultura, lo sport e il tempo libero e le politiche di tutela ambientale". "Questa prima fase - ha concluso l´esponente regionale - potrà poi sfociare in un vero e proprio ´matrimonio´ che dovrà vedere protagoniste oltre a queste tre realtà, numerose altre Regioni di Stati diversi che si affacciano sui nostri mari. Insieme potremo lavorare per centrare quel grande obiettivo che è, ad esempio, la realizzazione di un´autostrada del mare che, partendo dal Canale di Suez, arriva fino ai porti dell´Adriatico per proseguire lungo il corridoio baltico fino ai paesi del Nord dell´Europa". |
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SMOG, REGIONE LOMBARDIA RILANCIA SULLE MISURE STRUTTURALI FORMIGONI: LE SOLE EFFICACI. RAIMONDI: SFAVORITI MA VIRTUOSI NUOVI LIMITI PER LE CENTRALI, BOLLINO BLU PER LE CALDAIE INCENTIVI PER POMPE DI CALORE - AUTO ELETTRICHE PER EXPO |
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Milano, 30 novembre 2011 - La Giunta regionale lombarda vara un pacchetto di nuovi provvedimenti, che hanno carattere strutturale, per la prevenzione dell´inquinamento atmosferico e la qualità dell´aria. 1) Impianti di produzione di energia: i limiti lombardi alle emissioni, già molto più severi delle norme italiane, vengono ulteriormente abbassati e applicati a tutto il territorio regionale. 2) Novità anche per le caldaie domestiche, sia individuali sia di condominio: saranno tutte "targate" con il bollino blu e un numero di codice, così da scongiurare il rischio di mancate manutenzioni. 3) Viene incentivata con 19 milioni di euro l´installazione di pompe di calore in edifici pubblici (si tratta di 120 progetti). 4) Incentivi (2 milioni) anche per mettere il filtro antiparticolato ai mezzi diesel di cantiere (ruspe ecc.) le cui emissioni sono considerevoli. 5) Un accordo con l´Aci punta a diffondere e a rendere più incisiva la figura del Mobility Manager sia "d´area", sia aziendale, per introdurre modalità efficaci e virtuose negli spostamenti casa-lavoro. 6) Altri 4,2 milioni sono stanziati per realizzare il primo Laboratorio italiano per la geotermia. 7) Verrà sviluppata una rete di monitoraggio delle emissioni dei camini industriali (Sme), operativa dal 1 gennaio del 2013, che affiancherà la rete esistente di centraline per la rilevazione degli inquinanti in atmosfera. 8)In vista di Expo, verrà varato un piano di sperimentazione della mobilità elettrica. 9) Infine, è pronto per il varo il Pria, Programma regionale di interventi per la qualità dell´aria nei macro-settori: sorgenti stazionarie e uso razionale dell´energia; trasporti e mobilità; agricoltura e aree forestali. "Sono provvedimenti strutturali - ha sottolineato il presidente Roberto Formigoni - vale a dire misure permanenti e definitive in grado di dare risultati misurabili e che sono sostenibili, cioè compatibili con la vita del nostro tempo". "Abbiamo iniziato la lotta alle polveri sottili sin dal ´97 - ha ricordato ancora Formigoni - dapprima guidati dal buon senso e poi sempre più guidati dall´esperienza e dalle analisi scientifiche. Abbiamo verificato sul campo fermi della circolazione, targhe alterne e altre misure emergenziali. Le quali tuttavia - oggi è provato - hanno un´incidenza assai limitata, soprattutto in un´area come quella padana, che è tra le più sfavorite del mondo per la dispersione degli inquinanti atmosferici. Così, da tempo, la Regione si è orientata verso provvedimenti strutturali, gli unici davvero efficaci nel tempo". Non è un caso che in Lombardia, ha sottolineato l´assessore all´Ambiente, Marcello Raimondi, che ha poi illustrato in dettaglio i provvedimenti "la quantità di polveri sottili prodotte pro-capite (e anche per unità di prodotto lordo) è la più bassa d´Europa. Un´europa dove nessun Paese, nemmeno quelli del Nord più favoriti dalla ventosità, è in grado di rispettare i limiti fissati dall´Unione europea. E nella quale la low-emission-zone più ampia non è quella di Londra, ma la nostra". Le nuove misure dunque si aggiungono a misure già adottate in precedenza e a quelle in vigore. Tra le prime, spiccano - Formigoni le ha ricordate - le numerose incentivazioni - quasi 200 milioni in 10 anni - per la sostituzione dei veicoli inquinanti con mezzi più moderni e a minor impatto, l´applicazione dei filtri antiparticolato, l´installazione degli impianti a metano e a gas sui veicoli, ecc. Si deve anche considerare il grande impegno di sviluppo del trasporto pubblico, in particolare su ferro, con l´acquisto di nuovi treni e lo sviluppo delle linee S. Dal 2001 al 2011 in Lombardia si è passati da un traffico di 28 milioni di treni/km a 39 milioni, con una crescita del 40 per cento e da 350.000 a 650.000 passeggeri al giorno, con un aumento dell´85 per cento. Da citare inoltre le 6 nuove stazioni della metropolitana di Milano, il car sharing elettrico e il finanziamento per i taxi più ecologici. Tra le misure attualmente in vigore Formigoni ha ricordato: il divieto di uso dell´olio combustibile (pari a 200 tonnellate all´anno di minori emissioni), il divieto di combustione non adeguata della legna, la diffusione delle energie rinnovabili, i limiti molto severi per le emissioni dai grandi impianti, le limitazioni alla circolazione dei veicoli inquinanti (benzina Euro 0 e Euro 1, diesel Euro 0, Euro 1 e Euro 2, motocicli Euro 0, per 180 giorni, dal 15 ottobre al 15 aprile, per 12 ore al giorno, 7.30 - 19.30). Di seguito i provvedimenti illustrati oggi dal presidente Formigoni e dall´assessore Raimondi. Impianti Di Produzione Dell´energia: Limiti Più´ Severi E Diffusi - Con il piano d´azione per il contenimento e la prevenzione degli episodi di inquinamento atmosferico, sono stati definiti già da anni criteri e limiti di emissione per gli impianti di produzione di energia, anticipando direttive europee e introducendo valori limite più severi delle norme nazionali. Ora l´evoluzione tecnologica e normativa e la diffusione di nuovi combustibili mettono Regione Lombardia nella condizione di compiere un nuovo balzo in avanti. Entro fine anno verrà varato un nuovo testo che aggiornerà, in senso ancor più virtuoso, i criteri a suo tempo stabiliti. Gli obiettivi sono di ottenere un generale miglioramento delle prestazioni degli impianti, in termini ambientali e di rendimento energetici e una complessiva riduzione delle emissioni, estendendo a tutto il territorio regionale i valori limite a suo tempo individuati per le aree critiche, ovvero riducendoli. In particolare si prevede l´estensione del limite di 30 mg/Nmc per gli Nox prodotti dalle turbogas a tutto il territorio regionale e a tutte le potenzialità (tale limite era previsto solo per le aree critiche); l´abbassamento a 75 mg/Nmc e l´estensione a tutto il territorio regionale del limite per i motori alimentati a metano (che stanno trovando larga diffusione); lo sviluppo della cogenerazione e del teleriscaldamento soprattutto nelle aree critiche. Caldaie Domestiche: Bollino Blu E Certificazioni Controllate - Tre gli interventi in questa direzione: a) Bollino Blu - A partire dal 1 gennaio 2012 ed entro il 31 luglio 2014, ogni caldaia installata in Lombardia dovrà essere dotata di un Bollino Blu, una sorta di targa con un codice che identifica l´impianto. Il Bollino blu, apposto dai manutentori che eseguono i controlli periodici, impedisce cioè che vi siano impianti non identificati e quindi non controllati e manutenuti. Per l´attuazione di questa misura si stanno sviluppando accordi anche con le associazioni degli artigiani. B) Termoregolazione - Dal 1 agosto 2012 in tutta la regione scatta l´obbligo della termoregolazione e contabilizzazione autonoma del calore nei condomini per gli impianti superiori a 350 Kw (supercondomini che hanno più di 20 appartamenti), installati prima del 1997. Dall´anno successivo toccherà agli impianti con potenza superiore a 116,4 kW (pari a condomini fino a 20 unità) e installati prima del 1998; infine, dal 1/8/2014 per le singole unità abitative e piccoli condomini. C) Certificazione Energetica Degli Edifici - Dal 1 gennaio 2012, viene introdotto l´obbligo di esporre sugli annunci commerciali la classe energetica dell´appartamento messo in vendita o in affitto, garantendo a chi acquista di conoscere il livello di risparmio energetico dell´immobile. La Lombardia è la prima regione in Italia ad aver approvato una norma del genere. Inoltre la Giunta lombarda ha approvato i criteri per eseguire i controlli di regolarità sulle certificazioni, evitando il rischio di attestati eseguiti in maniera impropria e tutelando, allo stesso tempo, i certificatori più qualificati e il proprietario dell´immobile. Pompe Di Calore - Regione Lombardia finanzia con oltre 19 milioni di euro 120 progetti di Enti locali che vogliono realizzare, o lo hanno già fatto, impianti di riscaldamento e/o raffrescamento tramite pompe di calore. In questo modo diminuisce la dipendenza dal combustibile fossile e vengono valorizzate le risorse energetiche rinnovabili localmente disponibili. Allo stesso tempo, tramite la riduzione di emissioni clima-alteranti, si contribuisce al miglioramento delle condizioni ambientali. I progetti approvati dovranno essere realizzati e validati entro il 31/12/2013. I contributi, interamente a fondo perduto, coprono fino all´80% del costo totale ammissibile, per un ammontare massimo di 500.000 euro per ogni soggetto. Si stima che la realizzazione di questi progetti comporterà un risparmio energetico di circa 2.000 tonnellate equivalenti per anno di petrolio e una mancata emissione di circa 4.500 tonnellate/anno di Co2. Laboratorio Di Geotermia - Regione Lombardia finanzia con 4,2 milioni di euro la realizzazione di un laboratorio - primo in Italia - che misuri e certifichi il livello di efficienza delle pompe di calore (elettriche o a gas) e dei pannelli solari, utilizzati per il riscaldamento ed il raffrescamento. Sarà così possibile avere un calcolo esatto della produzione di energia da fonti rinnovabili. Filtri Per I Mezzi Di Cantiere - Imprese individuali o società con sede legale o operativa in Lombardia possono richiedere un contributo per l´acquisto e l´installazione di filtri antiparticolato su alcune categorie di mezzi diesel utilizzati off road. Il contributo per un singolo mezzo è del 75% del costo dell´operazione e può arrivare fino a 5.000 euro, a seconda del tipo di mezzo; ogni azienda può richiedere fino a 5 contributi per l´installazione di altrettanti filtri. Lo stanziamento complessivo è di 2 milioni. Le domande potranno essere presentate fino al 15 aprile 2012. Mobility Manager - Regione Lombardia e Aci hanno firmato un accordo per rilanciare la figura del Mobility Manager. Il suo compito è quello di ottimizzare il flusso degli spostamenti casa-lavoro e favorire così modalità di trasporto complementari o alternative all´auto privata, come pure regolare la movimentazione delle merci in entrata e in uscita, con lo scopo di ridurre la congestione del traffico, la sinistrosità, l´inquinamento atmosferico e acustico e il consumo di energia. Nel giorno feriale medio gli spostamenti nella nostra regione si aggirano attorno ai 15 milioni, svolti per il 75% con il mezzo privato e per il 50% legati a studio e lavoro e il coefficiente di riempimento di una vettura in media è di 1,1 (uso di dieci vetture per trasportare undici persone). I Mobility Manager sono 200. Obiettivo dell´Accordo è portare il numero a 300 nel 2012. Progetto Mobilità Elettrica In Vista Di Expo - Regione Lombardia, con il Centro di ricerca Jrc di Ispra, sta studiando un grande progetto per il lancio della mobilità elettrica, intorno all´area dell´Expo, con il coinvolgimento dell´industria automobilistica europea e statunitense. In collaborazione con Confindustria, numerosi soggetti italiani svilupperanno avanzatissime soluzioni per la ricarica elettromagnetica, senza fili, delle batterie dei veicoli su strada. La Nuova Rete Di Monitoraggio "Sme" - Entrerà in funzione il 1 gennaio 2013 una "rete" che permetterà di acquisire in modo sistematico dati e informazioni emissive dei camini dei 60 principali impianti produttivi di energia (Centrali Termoelettriche, Inceneritori Rsu, Cementifici, Vetrerie). E´ un progetto unico a livello nazionale.. Affiancandosi alla rete già esistente di centraline per la misurazione degli inquinanti atmosferici, verrà a costituire un sistema integrato di monitoraggio tra "emissioni" (misurate dalla rete Sme) ed "immissioni" (misurate con la rete della Qualità dell´Aria). In questo modo si potrà correggere in tempo reale i valori delle emissioni. Sarà gestito da Arpa. Programma Regionale Per La Qualità Dell´aria - Regione Lombardia avvia il procedimento per l´approvazione del Programma regionale per la qualità dell´aria (Pria) e, contestualmente, il procedimento di Valutazione ambientale strategica (Vas). Il Pria vuole rappresentare il riferimento di tutta la programmazione regionale in materia e consentirà un´ottimale pianificazione degli interventi e delle misure da applicare al territorio. Si caratterizza per la forte integrazione di politiche, settori e obiettivi e per lo stretto raccordo con il Programma energetico ambientale (Pear), anch´esso in fase di sviluppo. Inoltre, grazie all´analisi dello stato attuale e delle fonti emissive, mette a fuoco con ancora maggiore dettaglio dei Piani precedenti gli ambiti su cui agire e fornisce quindi gli indirizzi validi per Regione Lombardia nel suo complesso. Comprende 31 linee di intervento, distribuite su grandi aree: le sorgenti stazionarie e l´uso razionale dell´energia; i trasporti e la mobilità; il settore agricolo e forestale. Ii Pria, prima di essere approvato dal Consiglio regionale, sarà sottoposto alla pubblica consultazione attraverso la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (Vas), per consentire la massima condivisione con tutti i cittadini e i soggetti interessati. Da essi Regione Lombardia si attende una partecipazione in termini di critica costruttiva e migliorativa. |
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REGIONE CALABRIA FIRMA A ROMA UN PROTOCOLLO D’INTESA CON L’AMBASCIATA DEL MAROCCO IN ITALIA |
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Roma, 30 novembre 2011 - E’ stato siglato ieri a Roma, nella sede delle delegazione della Regione Calabria, un protocollo d’intesa tra l’Assessore regionale all’Internazionalizzazione Fabrizio Capua e l’Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia Hassan Abouyoub. L’accordo operativo per l’individuazione e l’attuazione di programmi e progetti di cooperazione volti al supporto dei processi di internazionalizzazione delle aziende calabresi e delle dinamiche di sviluppo economico ed industriale del comparto produttivo del regno del Marocco. L’intesa prevede una collaborazione bilaterale per lo sviluppo dei rispettivi territori, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese calabresi e marocchine, che decidono di procedere all’implementazione di tale progetto, attraverso la firma congiunta del presente documento. In tale prospettiva la Regione Calabria e l’Ambasciata del Regno del Marocco in Italia, si impegnano concretamente ad individuare, e a porre in essere, azioni congiunte, implementando programmi di cooperazione, di organizzazione di work-shop, delegazioni imprenditoriali, partecipazione ad eventi fieristici, incontri d’affari (B2b) e study tour, supportando le imprese calabresi e marocchine nella ricerca e selezione di partner commerciali ed industriali, nell’identificazione e reperimento di strumenti finanziari nazionali ed internazionali volti a favorire l’internazionalizzazione delle imprese e delle rispettive filiere produttive, con particolare attenzione allo sviluppo di interventi innovativi e sostenendo altresì i collegamenti fra Università, Centri di ricerca e imprese, oltre a scambi culturali e attività formative nel settore dell’internazionalizzazione. |
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EXPORT, IN REGIONE EMILIA ROMAGNA DELEGAZIONE ISTITUZIONALE E DI IMPRENDITORI DEL GIAPPONE. |
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Bologna, 30 novembre 2011 - «Rafforzare la collaborazione tra Emilia-romagna e Giappone è uno degli obiettivi delle politiche di internazionalizzazione per il 2012. Vogliamo creare un network di conoscenze che favorisca l’incontro tra le imprese dei due territori mettendo gli imprenditori giapponesi in grado di avere una migliore e più precisa conoscenza delle opportunità del territorio emiliano-romagnolo in termini economici, produttivi e scientifico-tecnologici». Lo ha evidenziato l’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli durante un incontro, ieri a Bologna, tra la Regione Emilia-romagna e rappresentanti istituzionali ed imprenditoriali del Giappone, tra i quali il Console Generale del Giappone in Italia, Shigemi Jomori, e il Presidente della Ccigi (Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia), Toru Yamaguchi. «Quello giapponese è un mercato interessante che dobbiamo guardare con crescente attenzione. Fin dal 2001 la nostra Regione – ha aggiunto Muzzarelli - è stata protagonista attiva di numerose iniziative in Giappone per la promozione delle nostre filiere produttive d’eccellenza partecipando alle più grandi rassegne del Made in Italy e favorendo al contempo la nostra internazionalizzazione». L’iniziativa è inserita nel progetto ‘Punto di incontro’ realizzato dalla Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia (Ccigi), in collaborazione con Jetro (Japan external trade organization ) che si svolge due volte all’anno in aree del nostro Paese ogni volta diverse. |
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PATTO DEI SINDACI: UE ESALTA PROGETTO ABRUZZO A BRUXELLES ILLUSTRATO LO STATO DEI PIANI SUL TERRITORIO |
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L´aquila, 30 novembre 2011 - La fotografia fedele dello stato dell´arte del Patto dei sindaci, con tutti gli enti locali coinvolti e le risorse economiche erogate. A Bruxelles, in occasione dell´annuale riunione del Covenant of Mayors (Patto dei sindaci), l´Abruzzo cala i numeri di "un´esperienza unica e esaltante che - ha ricordato l´assessore Di Dalmazio - mette in evidenza la grande capacità di un territorio di fare sistema e di una classe dirigente di programmare con la dovuta competenza". In sede di Unione europea, dunque, l´Abruzzo presenta oggi i risultati di un anno di lavoro ottenendo consensi a tutti i livelli. A cominciare dal direttore del dipartimento Energia della Commissione europea, Pedro Ballesteros, che ha parlato di "modello Abruzzo, perchè basato sui tre livelli del sistema degli enti locali. Una procedura nuova che deve essere ripetuta a livello europeo e presa ad esempio da tutti gli altri partner del Patto dei sindaci. Il nostro impegno, ora, è divulgare questo modello e renderlo praticabile agli altri". Le parole di Bellesteros "sono motivo di orgoglio per tutto l´Abruzzo", ha detto l´assessore all´Energia Mauro Di Dalmazio. "Stiamo raccontando ai partner del Covenant il valore dell´esperienza abruzzese; la capacità cioè di aver saputo leggere le esigenze che arrivavano dal territorio senza disperdere risorse economiche. È un modello Abruzzo che l´Europa ci ha riconosciuto e che in Italia sta entrando come modello di riferimento. È questo il valore politico e amministrativo di questa magnifica esperienza, ma è anche la conferma delle potenzialità inespresse che questa regione custodisce". I comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti hanno ottenuto il 95% del finanziamento previsto in anticipo; per i comuni sopra a 5000 abitanti la percentuale si è attestata al 50% e la seconda parte del finanziamento (45%) verrà erogato la prossima settimana, a conferma che molti degli interventi previsti sono prossimi alla conclusione e comunque prima del marzo 2012. Per quanto riguarda la tipologia di interventi, hanno spiegato i tecnici della Regione a Bruxelles, nei comuni grandi il 73% ha riguardato gli edifici scolastici, mentre nei piccoli comuni l´attenzione è stata rivolta agli edifici pubblici non scolastici o reti di illuminazione. Sul fronte dell´efficientamento energetico, vengono segnalati interventi diversificati, come la sostituzione degli infissi e vetri, la sostituzione dei corpi illuminanti, la sostituzione delle caldaie. "Solo un anno fa - sottolinea Antonio Sorgi, direttore Energia ? nessuno degli amministratori locali sapeva che cosa fosse la Bei o il piano di azione per l´efficientamento energetico. Il risultato migliore è l´aver introdotto questa nuova cultura amministrativa che presuppone capacità di ragionare, programmare e leggere la pianificazione". |
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PATTO DI STABILITA’ VERTICALE. ALTRI 40 MILIONI A COMUNI E PROVINCE DEL VENETO |
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Venezia, 30 novembre 2011 - Sono 114 gli enti locali del Veneto, per l’esattezza 109 Comuni con popolazione superiore ai 5 mila abitanti e cinque Province, che beneficeranno del plafond finanziario di 40 milioni di euro resi disponibili dalla Regione, relativi all’applicazione del cosiddetto Patto di Stabilità Verticale, grazie al quale potranno effettuare pagamenti in conto capitale peggiorando il proprio saldo programmatico. Lo stabilisce la deliberazione approvata ieri dalla Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore al bilancio e agli enti locali, Roberto Ciambetti. In termini pratici, si tratta dello sblocco del denaro “immobilizzato” nelle casse degli enti locali che fino ad oggi non poteva essere utilizzato pena lo sforamento dei limiti di spesa fissati dal Patto di Stabilità. Ma essere penalizzate da questo procedimento sono soprattutto le aziende private che, pur avendo già realizzato i lavori a loro assegnati, attendono da mesi di essere pagate. “Un meccanismo perverso e demenziale quello del Patto di Stabilità – rileva l’assessore Ciambetti – al quale abbiamo solo parzialmente posto rimedio con il nostro intervento, che testimonia però la grande attenzione che la Regione del Veneto attribuisce alla funzionalità dei Comuni e delle Province e il forte di senso di responsabilità verso il mondo dell’impresa che, oltre a doversi misurare con gli effetti devastanti della grave recessione in atto, deve anche subire il danno, talvolta irrimediabile, dei mancati pagamenti per le prestazioni e le opere eseguite. Se lo Stato facesse con le Regioni quello che noi abbiamo fatto con gli enti locali, mantenendo inalterati a livello nazionale i saldi del Patto di Stabilità, come si è dimostrato possibile fare, potremmo restituire un po’ di fiducia e prospettive migliori non solo alle amministrazioni locali ma anche al nostro sistema imprenditoriale ed economico”. Che la Regione stia contribuendo con decisione a rendere meno penalizzanti le storture di questo meccanismo lo dimostra anche la decisione di aumentare di 10 milioni di euro il budget, inizialmente previsto di 30 milioni, della seconda tranche di questa operazione. “Ammonta così a 80 milioni complessivi la cessione da parte della Regione della propria possibilità di spesa a favore degli enti locali – sottolinea Ciambetti – che mi auguro utilizzino questa disponibilità per pagare le ditte fornitrici che stanno aspettando da tanto tempo il saldo delle proprie spettanze. Diamo attuazione, così, a quel principio di sussidiarietà che qualcuno predica a parole e che noi realizziamo con i fatti. E’ questa la risposta più convincente a quanti attribuivano ingiustamente alla Regione una propensione accentratrice. Stiamo dimostrando, invece, non solo con questa operazione, ma anche tenendo costantemente aperto il dialogo con le Associazioni rappresentative degli enti locali e con il costruttivo confronto in sede di Conferenza regionale delle Autonomie Locali, che il nostro obiettivo è quello di cercare di uscire da questa fase di grande difficoltà attraverso un gioco di squadra con le altre amministrazioni e istituzioni pubbliche del Veneto”. |
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VENDOLA: "NEI PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA, NON C´È ALCUNA CHIUSURA DI CASSA" |
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Bari, 30 novembre 2011 - Di seguito una dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. “Negli interventi approvati dalla Giunta regionale non c’è alcuna chiusura di cassa. Stiamo cercando di realizzare un obiettivo storico, spendere tutti i soldi del salvadanaio che ci ha dato la comunità europea. Soltanto nel mese di dicembre, vorrei ricordare, ci sono altri 300 milioni di euro di fondi comunitari da spendere. E se poi il tavolo romano che si occupa di valutare il nostro piano di rientro ci desse il via libera, potremmo finalmente avere anche i 400 milioni di euro che significherebbe ossigeno per il nostro sistema d’impresa. Il problema semmai è quello di non violare il patto di stabilità perché non vogliamo essere sanzionati. La Regione Puglia intende presentare al governo Monti i conti in ordine. Siamo stati virtuosi e quindi nel 2012 vorremmo essere ascoltati e rispettati. Per quanto riguarda il bilancio, c’è invece una discussione in corso su problemi prevalentemente tecnici. La nostra regione, come tutte le regioni italiane, non sa come si chiuderanno questioni delicatissime, non sappiamo ad esempio quanti soldi ci saranno per una serie di prerogative regionali (tpl, politiche ambientali). Mi rendo conto che in queste condizioni, tecnicamente è difficile fare il bilancio. Noi però dobbiamo sforzarci, fino all’ultimo momento utile, di farlo e di approvarlo perchè vogliamo essere virtuosi tre volte, virtuosi perché abbiamo speso tutti i soldi della comunità europea, virtuosi perché non violiamo il patto di stabilità, virtuosi perché riusciamo a fare il bilancio”. |
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DE FILIPPO: SISTEMA BANCARIO FACCIA SUA PARTE PER SOSTENERE PAESE |
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Potenza, 30 novembre 2011 – “L’attuale momento che stiamo vivendo, tanto in Italia quanto nel resto di Europa, deve portarci ad una considerazione: prima di chiederci cosa possono fare gli altri per migliorare la situazione è bene che ciascuno si chieda cosa può fare in prima persona. E’ giusto che se lo chiedano le istituzioni e il mondo produttivo, ma il sistema bancario non può avere la pretesa di essere estraneo a questo processo”. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo intervenendo al convegno nazionale della Cgil a Napoli su “Crisi: credito, Legalità e Occupazione – un altro Mezzogiorno è possibile” a cui hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il coordinatore della Federazione associazioni Antiracket e Antiusura Tano Grasso, il Governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro e il segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale. Nel suo discorso, De Filippo, affrontando il problema del credito in relazione ai temi della Legalità e dell’occupazione ha prima illustrato l’esperienza della Regione Basilicata. “La nostra azione – ha spiegato – si è sviluppata lungo due versanti, il primo quello di sostenere l’economia reale e renderla sempre meno dipendente da meccanismi finanziari spesso avulsi rispetto al contesto produttivo. Lo abbiamo fatto mettendo in campo strumenti in favore delle imprese quali i fondi di garanzia sia per gli investimenti che per il circolante, il microcredito per le piccole imprese e l’autoimpresa, il venture capital per sostenere nuovi progetti. E questi strumenti di sostegno all’economia, oltre ad essere finalizzati all’occupazione, rappresentano anche una cura ‘preventiva’ rispetto a quel rischio usura che nel Mezzogiorno rappresenta una forte piaga e uno dei più insidiosi tentacoli con cui la criminalità infiltra il mondo produttivo. Certo – ha aggiunto il Governatore lucano – non abbiamo potuto trascurare interventi diretti anche ad aiutare chi è già vittima del fenomeno, per uscire dalla morsa della criminalità e anche per far ripartire le imprese. Lo abbiamo fatto aumentando le garanzie a sostegno del credito per quanti sono stati vittima d’usura, intervenendo a sostegno delle spese sostenute per le azioni legali contro gli usurai, fornendo contributi per affrontare i momenti difficili anche a quei soggetti che le associazioni antiusura segnalano come ‘a rischio’ e sostenendo le stesse associazioni antiusura. Azioni condivise e giudicate positivamente da organizzazioni sociali, imprenditoriali e antiracket – ha detto De Filippo – ma che non possono da sole risolvere il problema del credito nel Mezzogiorno. Per questo – ha concluso – serve una forte assunzione di responsabilità da parte delle banche”. De Filippo ha denunciato come anche in questo periodo di crisi una delle maggiori difficoltà di chi fa impresa è nel confronto con il mondo bancario. “Ad esempio, per quel che riguarda la spesa dei fondi europei, abbiamo imprenditori che pur portando in banca i decreti di finanziamento non riescono ad ottenere le necessarie anticipazioni e questo mette a rischio non solo i fondi della singola impresa, ma proprio la possibilità di utilizzo dei fondi europei da parte del sistema meridionale. La politica di chiusura del sistema bancario, di crediti concessi solo a chi ha già disponibilità e negati a chi, strutturalmente sano, ha bisogno di finanziamenti per crescere o superare difficoltà, è solo apparentemente un sistema che garantisce il mondo bancario. Se così non fosse ci sarebbe da chiedersi perché proprio le Banche, negli Usa come in Europa, sono state le prime ad essere travolte dalla crisi e a poco sono servite le ‘garanzie reali’ su case capannoni, industrie. O il sistema del credito, qui nel Mezzogiorno – ha concluso De Filippo – accetta di essere parte di un sistema più complessivo e accetta di fare la propria parte per il rilancio del Sud e del Paese, o sarà più difficile realizzare lo sviluppo e sottrarsi al giogo dell’illegalità creando una situazione negativa che sconteremo tutti, a partire dalle banche”. |
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IN CALABRIA CONFRONTO TRA ESPERTI AL CONVEGNO SULLA QUALITÀ DELLA NORMAZIONE |
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Catanzaro, 30 novembre 2011 - Nell’ambito del “Programma Operativo di Assistenza tecnica alle Regioni dell’obiettivo convergenza per il rafforzamento delle capacità di normazione” , curato dal Dipartimento Affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel quadro del Programma Operativo Nazionale “Governance e Assistenza Tecnica” Fers 2007-2013, si è svolto all’Università “Magna Grecia” di Catanzaro un Seminario formativo in materia di qualità della formazione, rivolto ai Dirigenti ed ai funzionari della Giunta e del Consiglio regionale calabrese. Il Programma Poat-dagl si propone l’obiettivo strategico di rafforzare le capacità e la qualità della regolamentazione nelle quattro Regioni dell’obiettivo Convergenza (in cui rientra la Calabria), quali fattori decisivi per la stessa competitività delle Regioni e del sistema Paese, in un quadro di ampia condivisione di metodologie e strumenti ai diversi livelli di regolazione, secondo i principi dell’Accordo Stato Regioni ed autonomie locali del ventinove marzo 2007. I lavori del Seminario sono stati aperti dal Consigliere regionale Mario Magno il quale, sottolineando il compiacimento per l’iniziativa a nome anche dell’Assemblea legislativa calabrese, si è soffermato sul lavoro già svolto nell’attuale legislatura con il taglio di un elevato numero di leggi, parallelamente a quanto avvenuto a livello nazionale. “Lo sforzo per una migliore stesura dei provvedimenti normativi s’inserisce – ha detto Magno - in un lavoro più ampio di semplificazione che sta proseguendo con la predisposizione di una serie di testi unici nelle principali materie della legislazione regionale. Il Governo regionale era rappresentato dal Capo Gabinetto del Presidente della Giunta Elena Scalfari, accompagnata dalla Vicecapo Gabinetto Sonia Munizzi. Nel prendere la parola, il Capo Gabinetto Elena Scalfari ha presentato il progetto elaborato dalla Regione, soffermandosi sul nuovo corso che le buone prassi di produzione normativa daranno all´azione amministrativa regionale comunicando, altresì, che la Giunta, presieduta dal Presidente Giuseppe Scopelliti, ha approvato, con propria deliberazione, un progetto di legge in materia di qualità della normazione che verrà sottoposto all’esame del Consiglio per essere approvato, come ha assicurato lo stesso Consigliere Magno, in tempi rapidissimi,. Per l’Università di Catanzaro è intervenuto Luigi Ventura, Ordinario di Diritto costituzionale e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche, storiche, economiche e sociali il quale, nel ricordare il pregiato lessico con cui è stata redatta la Costituzione italiana, limato in sede di lavori preparatori dal letterato Concetto Marchesi, ha evidenziato il forte collegamento tra la qualità delle regole ed il concetto di democrazia, sottolineando come la qualità della normazione debba essere, prima che un mero dato tecnico, un aspetto "culturale" che deve permeare tutti i livelli di governo in virtù del principio di sussidiarietà. Gli aspetti più tecnici della materia sono stati trattati da Mario Martelli, Consulente del Dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono, quindi, intervenuti Nicola Lupo, dell’Università “Luiss” di Roma, Raffaele Bifulco, dell’Università degli Studi di Napoli e Claudia Gallo, dell’ Ernst & Young Financial Business Advisors ed Andrea Renda, del Centre for European Policy Studies. I lavori sono stati conclusi da Alberto Sarra, Sottosegretario alla Presidenza della Giuynta con delega alle Riforme istituzionali e Semplificazione amministrativa della Regione, il quale ha illustrato le conseguenze virtuose che porterà il progetto, prima fra tutte la revisione dello Statuto regionale con l´introduzione di un apposito articolo dedicato alla qualità della normazione, nell’ottica di un miglioramento complessivo del rapporto tra autorità, cittadini ed imprese. |
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BOLZANO, BILANCIO 2012: PIANO CLIMA E LEROP, MANIFESTO PER L´ALTO ADIGE |
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Bolzano, 30 novembre 2011 - Sviluppare una nuova cultura della sostenibilità, proseguire nell´impegno preso dalla Giunta provinciale con il piano per il clima, varare Lerop e legge urbanistica che diventeranno un vero e proprio manifesto per l´Alto Adige. Queste le priorità tracciate il 29 novembre dall´assessore Michl Laimer durante la conferenza stampa di presentazione del bilancio 2012. "Anche se negli ultimi mesi la crisi economica e finanziaria l´ha portato in secondo piano, il cambiamento climatico resta la sfida del secolo per tutto il mondo. E anche per l´Alto Adige". Così l´assessore Michl Laimer ha introdotto la panoramica a 360 gradi sull´attività della Provincia di Bolzano nei settori dell´urbanistica e dell´ambiente. "Già nel 2011 - ha sottolineato Laimer - abbiamo posto le fondamenta della strategia che vogliamo intraprendere nei prossimi 40 anni con il varo del pacchetto per il clima. Ora si tratta di entrare nella fase operativa. Il primo passaggio sarà quello di creare un´Agenzia provinciale per l´energia, che diventerà il partner principale di tutti gli attori che operano sul territorio: dai cittadini, ai comuni, alle aziende". La struttura, che verrà aperta nel 2012 grazie ad un articolo inserito nella legge finanziaria, ingloberà l´Agenzia Casaclima, offrirà consulenze e si occuperà del management nel settore dell´energia. A proposito di energia, grazie alle concessioni di derivazione idroelettriche assegnate nel corso dell´ultimo anno e mezzo dalla Provincia, il bilancio di Palazzo Widmann può contare su entrate molto più consistenti da destinare alla tutela dell´ambiente. "La Ripartizione natura e paesaggio - ha spiegato l´assessore competente - ha un budget annuo di 7,5 milioni di euro, ma dai soli investimenti ambientali delle società concessionarie arrivano ogni anno, e sarà così per i prossimi tre decenni, ben 13 milioni di euro: quasi il doppio di quello messo a disposizione dall´ente pubblico". Restando in tema, il 2012 sarà un anno chiave anche per la gestione della rete dell´energia, con i comuni che avranno la possibilità di subentrare a Selnet anche consorziandosi fra di loro. Un altro obiettivo fondamentale che Michl Laimer si pone per il prossimo anno è l´approvazione del Lerop. Tecnicamente si tratta del piano provinciale di sviluppo e coordinamento territoriale, "in realtà sarà un vero e proprio manifesto per l´Alto Adige - ha annunciato l´assessore - che indicherà le linee guida per lo sviluppo del nostro territorio. Vogliamo aprire una nuova epoca, un altro modo di pensare rispetto al passato, con maggiore attenzione a parole come rispetto, consapevolezza, bellezza. Vogliamo diffondere, in tutti i settori, una nuova cultura della sostenibilità". Legato a doppio filo con questo percorso c´è poi la nuova legge provinciale che unificherà in un unico provvedimento la legge sull´urbanistica e quella sulla tutela del paesaggio. L´incarico di elaborare il documento è stato affidato al professor Emanuele Boscolo del Dipartimento diritto, economia e cultura dell´Università dell´Insubria a Como, riconosciuto esperto della materia. |
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BISCEGLIE “IL LAVORO PRENDE FORMA…. NELLE PROVINCE PUGLIESI”. |
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Bari, 30 novembre 2011 - Dopo il successo riscosso a Foggia ieri, continua la formazione sul Piano Straordinario per il Lavoro attraverso il ciclo di seminari “Il lavoro prende forma…. Nelle Province pugliesi”. Il 30 novembre 2011, il Seminario si terrà dalle 8,30 alle 18,00 nella provincia di Bat, a Bisceglie, presso l’Hotel Salsiello (via Vito Siciliani, 42), con l’assessore al Welfare Elena Gentile, che era presente anche ieri all’appuntamento di Foggia. Il programma prevede interventi finalizzati a presentare le caratteristiche del Piano straordinario per il Lavoro in Puglia 2011, del portale dedicato al piano per il lavoro, dei bandi attualmente aperti, come Dote occupazionale, Progetto Rosa, Tirocini Formativi, Imprese Innovative, Apprendistato professionalizzante, e bandi ed opportunità previste dalla programmazione delle Province e di Italia Lavoro. Nel pomeriggio, inoltre, è previsto un intervento di formazione formatori che ha lo scopo di approfondire le tecniche di ricerca del lavoro: come redigere un curriculum vitae europass, come affrontare un colloquio di lavoro e come avviare un lavoro autonomo o creare un’impresa utilizzando agevolazioni nazionali e regionali. L’incontro è promosso dalla Regione Puglia, in collaborazione con le sei Province pugliesi e con l’Assistenza tecnica di Italia Lavoro, braccio operativo del ministero del Lavoro per la promozione e la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell’occupazione e dell’inclusione sociale; partecipano anche le società regionali Innovapuglia e Puglia Sviluppo. Al seminario possono prendere parte tutti i soggetti che hanno aderito al primo e al secondo avviso per la costituzione della Rete dei Nodi per l’Animazione del Piano Straordinario per il Lavoro e coloro che sono intenzionati ad aderire. Si tratta di uffici di relazione con il pubblico degli enti locali (informagiovani, Urp, sportelli sociali), strutture del terzo settore, soggetti gestori dei laboratori urbani, scuole secondarie superiori, università e i sindacati, ma anche patronati, Caf, confidi e associazioni di categoria, ordini professionali, centri servizi volontariato, consigliera provinciale di Parità, distretti produttivi e tecnologici, Anci e gruppi di Azione locale, enti bilaterali, agenzie per il lavoro Scopo dei seminari è formare queste organizzazioni perché a loro volta siano in grado di informare i propri utenti. A sottolinearlo è l’assessore regionale al Welfare Elena Gentile: “I Nodi per l’Animazione del Piano straordinario per il Lavoro in Puglia - ha detto - mettono in rete un patrimonio costituito da patronati, sindacati, Caf, scuole, università e Urp, ma anche dalle centinaia di associazioni che ormai da sei anni hanno costruito con il governo regionale un’importantissima alleanza per lo sviluppo dei territori. Grazie a loro intendiamo arrivare ovunque e in modo capillare, per informare le platee più sensibili che fanno più fatica ad accedere alle opportunità del Piano per il Lavoro”. Il Piano Straordinario per il Lavoro è il programma varato dalla Regione Puglia per potenziare l’occupazione attraverso una quarantina di interventi rivolti ad oltre 52mila destinatari per una dotazione totale pari a 340milioni di euro. Info e programmi dei seminari in(formativi) sono su http://pianolavoro.Regione.puglia.it, alla pagina “I Nodi della Rete”. Sempre da questa pagina i referenti dei Nodi possono accreditarsi al sistema e pubblicare autonomamente una scheda di autopresentazione. I prossimi incontri sono programmati nei seguenti luoghi e date: -1.12.2011 (giovedì) Seminario Provincia di Lecce (h. 8.30-10.00) c/o Officine Cantelmo (Lecce). -2.12.2011 (venerdì) Seminario Provincia di Brindisi (h. 8.30-16.30) c/o il Museo Provinciale. -5.12.2011 (martedì) Seminario Provincia di Taranto (h. 8.30-18.00) c/o Salone di Rappresentanza della Provincia di Taranto. -6.12.2011 (lunedì) Seminario Provincia di Bari (h. 8.30-16.30) c/o Sala Consiglio della Provincia di Bari. |
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SARDEGNA: INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA CULTURA DELLA LEGALITÀ |
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Cagliari, 30 novembre 2011 - Ammontano a oltre 7 milioni di euro le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale destinate agli interventi a sostegno della cultura della legalità in Sardegna. Il bando del Centro regionale di programmazione ha la duplice finalità di elevare gli standard di sicurezza dei cittadini e delle imprese, con la riqualificazione dei contesti territoriali in cui si registra un maggior rischio di insicurezza e criminalità, e di promuovere e garantire il rispetto dei diritti di cittadinanza e i diritti fondamentali. Per raggiungere questi obiettivi il bando sosterrà la costruzione di reti e nodi di servizi rivolti al contrasto della devianza sociale, della violenza e della criminalità, per la riduzione di ogni forma di disgregazione sociale, di emarginazione e di esclusione sociale nei confronti delle categorie più deboli. A titolo indicativo potranno essere finanziati i progetti che prevedano le seguenti tipologie di intervento: - creazione e messa in rete di servizi per la lotta alla violenza, sfruttamento e abuso su donne e minori, in collaborazione con le associazioni del non profit che, dotate di propria struttura organizzativa, si occupino di tali problematiche; - azioni di promozione e di collaborazione, con il mondo delle categorie imprenditoriali e del lavoro, per assicurare, attraverso specifici progetti, la lotta all´illegalità, al lavoro nero e all´usura; - interventi di adeguamento tecnologico dei sistemi di comunicazione dei soggetti istituzionalmente deputati al contrasto delle varie forme di illegalità, soprattutto con riferimento alle fattispecie aggressive delle attività economiche e/o imprenditoriali. In tali casi gli interventi dovranno essere giustificati da adeguata documentazione, prodotta dalle Prefetture o dalle Forze di Polizia, che provi l´esistenza, nei territori individuati, di specifici reati contro gli amministratori e le popolazioni; - progetti finalizzati a promuovere la cultura della cittadinanza attiva e partecipativa, del volontariato e della solidarietà, intesi come strumenti di crescita della persona e della comunità regionale, nonché iniziative volte a favorire lo sviluppo della cultura del bene e della legalità. Destinatari degli interventi - I progetti potranno essere presentati da consorzi di comuni, unioni di comuni e comuni associati non inferiori a tre, dovranno prioritariamente interessare i territori con aree specifiche ad alto tasso di insicurezza e coinvolgere prioritariamente i seguenti destinatari: - amministratori pubblici, commercianti, imprenditori; - vittime della tratta; - vittime di azioni violente, abuso sessuale o di stalking (donne, giovani e bambini); - individui a rischio devianza o ricaduta, compresi ex detenuti e soggetti affidati al servizio sociale del Ministero della Giustizia; - soggetti con provvedimenti di restrizione della libertà, famiglie dove sono presenti giovani con genitori sottoposti a provvedimenti di restrizione delle libertà; - soggetti ad alto rischio sottoposti a provvedimenti di recupero sociale; - soggetti attivi produttori di fenomeni di bullismo. La dotazione finanziaria del bando ammonta a 7.050.000 euro. Nell´ambito di ciascun progetto, l´importo previsto per ogni comune non potrà essere superiore ai 100.000 euro. Tale massimale potrà essere aumentato a 200.000 euro per i comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti. La quota di cofinanziamento a carico del beneficiario non potrà essere inferiore al 10% del contributo concesso. Le domande dovranno essere presentate entro il 19 gennaio 2012. Http://www.regione.sardegna.it/j/v/28?s=1&v=9&c=1425&c1=1425&id=27611 |
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LOMBARDIA: COINVOLGERE PRIVATI IN SFIDA WELFARE |
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Milano, 30 novembre 2011 - Non solo risorse pubbliche, ma anche la collaborazione del mondo imprenditoriale attraverso la conciliazione tra famiglia e lavoro, una sana competizione tra fornitori di servizi socio-assistenziali e la compartecipazione delle famiglie. Sono queste le sfide sul welfare che attendono la Lombardia e che l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli ha presentato oggi nel corso del convegno ´Destinazione domani - Navigare nel mondo dei Servizi sanitari e socio-sanitari. Risorse da ripensare. Competenze da trasformare. Risposte da costruire´ che si è tenuto a Milano presso il Centro Congressi dell´Unione del Commercio. "L´italia è davanti alla necessità di una riforma profonda del proprio sistema di welfare - ha detto l´assessore - I tagli di questi ultimi tre anni hanno suscitato molte reazioni, ma è come se non si avesse la percezione che le risorse si sono ridotte e si deve dunque ripensare il modo in cui i fondi possono essere messi a disposizione per servizi sempre più adeguati ed efficienti". Assistenza Domiciliare - "Grazie a scelte faticose per il bilancio regionale - ha annunciato l´assessore Boscagli - anche per il prossimo anno è stato garantito il mantenimento sostanziale dei fondi per l´ambito socio sanitario e anzi sono state incrementate le risorse per l´assistenza domiciliare integrata. La riforma del welfare e la gestione dei suoi costi è però una sfida che non può essere affrontata solo dal pubblico, ma necessita l´apporto di diverse realtà: non solo da parte del cosiddetto terzo settore, già impegnatissimo, ma anche dal mondo dell´impresa, attraverso l´ambito della conciliazione e lavoro che un tempo si rivolgeva soprattutto alle donne con figli piccoli e che ora si va specializzando sempre più nella cura della persona anziana". In Lombardia il valore della pensione media di vecchia è circa di 1000 euro al mese, mentre un posto in Rsa o una badante per non autosufficiente ha un costo molto superiore. Da qui scaturisce ancora un grande numero di bisogni cui rispondere, malgrado le 650 strutture presenti in Lombardia che accolgono oltre 60mila persone, un numero che è pari alla metà di tutta la dotazione nazionale. Persone E Reti Sociali - "Il nostro impegno - ha proseguito Boscagli - va nella direzione di un progressivo spostamento dei finanziamenti dall´offerta alla domanda, affinché il cittadino sia messo in condizione di scegliere responsabilmente per se stesso e per i propri familiari". La liberalizzazione degli accreditamenti, svincolati finalmente dai contratti, è dunque un primo passo importante per creare un minimo di concorrenza e competizione sana tra soggetti che offrono servizi accreditati. "Occorre poi favorire la specializzazione delle Rsa - ha sottolineato l´assessore - affinché ogni persona, con il supporto dell´Asl o del medico di base, trovi la residenza adeguata alle proprie esigenze". Fattore Famiglia - L´integrazione poi deve estendersi a una forte collaborazione tra pubblico e privato, che contempli una corresponsabilità al pagamento da parte delle famiglie. "Questo - ha concluso Boscagli - deve avvenire in misura proporzionale alla composizione del nucleo (come prevede il progetto sul Fattore Famiglia) in maniera tale che la compartecipazione sia più adeguata al bisogno uscendo dallo stato attuale in base al quale tutti contribuiscono al servizio secondo criteri standard". |
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PROSEGUE PIANO RIORGANIZZAZIONE PER POTENZIARE INTERVENTI SOCIALI A FAVORE FAMIGLIE VENETE; FINANZIAMENTO 3 MILIONI EURO” |
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Venezia, 30 novembre 2011 - Prosegue il piano di riorganizzazione dei consultori familiari veneti per potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie. Ne dà notizia l’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto il quale informa che sono stati destinati ai consultori familiari (131 quelli pubblici e 28 i privati riconosciuti) del Veneto per il 2011 oltre 3 milioni di euro. Di questi: 2,4 milioni di euro a favore delle 21 aziende Ullss per interventi a favore della genitorialità con particolare attenzione alla prevenzione e alla gestione della conflittualità di coppia e 358 mila euro a favore della Ullss capofila per le rispettive province che attuano interventi per la genitorialità adottiva. “Va innanzitutto ricordato – spiega l’Assessore - che il Consultorio familiare è un servizio socio-sanitario offerto alla famiglia nella sua interezza in una situazione sociale e lavorativa in cui è sempre più evidente la difficoltà di conciliare i tempi del lavoro con quelli di cura anche a fronte di minore disponibilità di risorse economiche, di tempo, di spazio. In media nella Regione del Veneto vi è un´équipe consultoriale ogni 36.170 abitanti in linea con lo standard regionale. Gli operatori presenti sono 742 e le figure maggiormente rappresentate sono gli psicologi, gli assistenti sociali e i ginecologi, seguiti dalle ostetriche, infermieri professionali, assistenti sanitari, educatori e consulenti legali”. Prosegue il piano di riorganizzazione dei consultori familiari veneti per potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie. Ne dà notizia l’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto il quale informa che sono stati destinati ai consultori familiari (131 quelli pubblici e 28 i privati riconosciuti) del Veneto per il 2011 oltre 3 milioni di euro. Di questi: 2,4 milioni di euro a favore delle 21 aziende Ullss per interventi a favore della genitorialità con particolare attenzione alla prevenzione e alla gestione della conflittualità di coppia e 358 mila euro a favore della Ullss capofila per le rispettive province che attuano interventi per la genitorialità adottiva. “Va innanzitutto ricordato – spiega l’Assessore - che il Consultorio familiare è un servizio socio-sanitario offerto alla famiglia nella sua interezza in una situazione sociale e lavorativa in cui è sempre più evidente la difficoltà di conciliare i tempi del lavoro con quelli di cura anche a fronte di minore disponibilità di risorse economiche, di tempo, di spazio. In media nella Regione del Veneto vi è un´équipe consultoriale ogni 36.170 abitanti in linea con lo standard regionale. Gli operatori presenti sono 742 e le figure maggiormente rappresentate sono gli psicologi, gli assistenti sociali e i ginecologi, seguiti dalle ostetriche, infermieri professionali, assistenti sanitari, educatori e consulenti legali”. |
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IPAB SICILIA: SARANNO FINANZIATI PROGETTI PER 4 MILIONI E MEZZO DI EURO |
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Palermo, 30 novembre 2011 - L´assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro ha emanato un avviso pubblico rivolto alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Iippab) con sede in Sicilia, per la selezione dei progetti per il potenziamento dei servizi socio-assistenziali presenti sul territorio, al fine di innalzare la qualita´ e l´offerta delle attivita´ rese e a integrate le politiche territoriali avviate con i Piani di Zona. La somma complessiva prevista per finanziare i progetti, derivante dalla riprogrammazione del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (Fnps) 20010/2012, ammonta a 4 milioni e mezzo di euro dalla quale sara´ stornata la somma di 67 mila euro, pari all´1,5% dello stanziamento complessivo, per essere destinata alle spese di funzionamento per l´attuazione delle finalita´ dell´avviso pubblico. L´entita´ massima del contributo sara´ di 250 mila euro per ogni progetto indirizzato alla erogazione di servizi socio-assistenziali in favore di soggetti deboli e/o svantaggiati in coerenza con le esigenze emergenti dai Piani di zona dei rispettivi distretti socio-sanitari. Le attivita´ previste dai progetti devono costituire un miglioramento e un potenziamento di quelle gia´ esperite dagli enti mediante la razionalizzazione, l´aggiornamento e la valorizzazione del personale in servizio, in particolare di quello con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con limitazione al reperimento di ulteriore personale. Infatti, il numero di personale con nuovo rapporto lavorativo previsto dal progetto, dovra´ essere reperito tra quello gia´ dipendente da altre Iippab, mediante l´attivazione di procedure di comando o di mobilita´ definitiva. Si potranno prevedere unita´ di personale esterne esclusivamente per profili professionali di alta specializzazione (psicologi, fisioterapisti, etc.). "Dobbiamo razionalizzare le attivita´ delle Ipab ed e´ per questo che interveniamo con un ulteriore finanziamento". Lo sottolinea l´assessore regionale alle Politiche sociali, Andrea Piraino che aggiunge: "con questo intervento faremo in modo di mettere le Ipab sempre piu´ in condizione di svolgere attivita´ di assistenza a favore del territorio, realizzando una differenziazione dei servizi che in questo caso viene assicurata da un ente pubblico. Questo consente - conclude Piraino - di potere far fronte anche alle esigenze del personale che per altro potra´ essere utilizzato, nel rispetto degli strumenti contrattuali, con l´istituto delle mobilita´, anche in altre strutture". Il decreto, dopo il visto della Ragioneria Centrale dell´assessorato, sara´ pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della regione Siciliana e sul sito internet all´indirizzo: www.Regione.sicilia.it/famiglia |
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SERATA INFORMATIVA “DIVENTARE PADRE – ESSERE PADRE” IL 30 NOVEMBRE A BRUNICO |
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Bolzano, 30 novembre 2011 - La Ripartizione Famiglia e politiche sociali organizza una serie di serate informative incentrate sulla tematica “Diventare Padre – Essere Padre”. L’ultima delle cinque serate programmate si terrà, in lingua tedesca, mercoledì prossimo 30 novembre 2011, alle ore 20.00, Foro della Cassa Raiffeisen, Via Europa, 19, a Brunico. Per discutere ed approfondire alcuni aspetti del ruolo paterno sono state organizzate, per iniziativa della Ripartizione Famiglia e politiche sociali, cinque serate informative in altrettante località dell’Alto Adige, con relatore e moderatore, il professor Gerwald Wallnöfer, docente presso la Libera Università di Bolzano – Facoltà di Scienze per la Formazione, Bressanone. “Negli ultimi decenni” come sottolinea il professor Wallnöfer “il ruolo del padre è radicalmente cambiato ed a questo ruolo sono legate molte aspettative, che non sempre vengono soddisfatte. Da un lato i giovani devono avere successo nella vita professionale; dall’altro devono esaudire un ruolo di compagno ed educatore, per il quale non esistono sufficienti modelli di riferimento”. L’ultima delle cinque serate programmate si terrà, in lingua tedesca, mercoledì prossimo 30 novembre 2011, alle ore 20.00, Foro della Cassa Raiffeisen, Via Europa, 19, a Brunico. Alcuni padri della Val Pusteria parleranno della loro esperienza. Per ulteriori informazioni gli interessati possono contattare la Ripartizione Famiglia e politiche sociali, Servizio famiglia, che ha sede in via Gamper, 1 a Bolzano, tel. 0471/418245, fax 0471/418249, serviziofamiglia@provincia.Bz.it www.Provinz.bz.it/servizio-sociale . |
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