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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Maggio 2011 |
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SARDEGNA: 5 MILIONI DI EURO AI GAL PER PROGETTI DI COOPERAZIONE TRANSAZIONALE |
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L´assessorato regionale dell´Agricoltura invita i gruppi di azione locale della Sardegna a presentare proposte relative alla misura 421 del Psr 2007/2013 "Cooperazione transnazionale e interterritoriale". Per cooperazione interterritoriale si intende la cooperazione tra diversi gruppi di azione locale dello stesso Stato membro; per cooperazione transnazionale, invece, si intende la cooperazione tra Gal che operano in almeno due stati membri o con gruppi di paesi terzi che adottano un approccio simile. L´ammontare massimo del finanziamento complessivo, concedibile a ogni gruppo di azione locale, per la presentazione di uno o più progetti di cooperazione, è fissato in 384.615,38 euro. La domanda di aiuto deve essere compilata e trasmessa per via telematica utilizzando il sistema informativo agricolo nazionale disponibile all´indirizzo www.Sian.it/ I soggetti abilitati alla compilazione e trasmissione/rilascio della domanda per via telematica sono i Caa. Entro 15 giorni, la domanda trasmessa per via telematica deve essere stampata e inviata all´Autorità di gestione (Servizio sviluppo locale). Per eventuali chiarimenti è possibile contattare la referente di misura, dr.Ssa Daniela Boi, tel. 070 606 8030, e-mail dboi@regione.Sardegna.it o, in sua assenza, la dr.Ssa Giuliana Pili, tel. 070 606 6375, e-mail giupili@regione.Sardegna.it o la segreteria del Servizio sviluppo locale 070 606 6232, e-mail agr.Sviluppolocale@regione.sardegna.it |
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LA RIGOGLIOSA FLORA DELLA REGIONE DEL CAPO È DOVUTA ALLA VARIETÀ DEL TERRENO |
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Bruxelles - La Regione del Capo sulla punta sud occidentale dell´Africa è stata presentata per molto tempo come un luogo ricco di fiori e piante, e ora un team internazionale di scienziati finanziati dall´Ue ha svelato la ragione dietro alla rigogliosa flora della regione. Secondo il team di scienziati provenienti da Germania, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti, sembra che questa notevole diversità delle piante si verifichi come risultato dell´ampia gamma di diversi terreni presenti nella regione. Pubblicato nella rivista Systematic Biology, lo studio, che ha ricevuto un impulso dal progetto Hotspots ("Understanding and conserving Earth biodiversity hotspots"), finanziato in parte nell´ambito dell´area tematica delle azioni Marie Curie del Sesto programma quadro (6° Pq), descrive le dimensioni della flora della Regione del Capo. Essere la dimora di oltre 9000 diversi tipi di piante è un fatto davvero notevole per una regione così piccola, in particolare se si confronta questa cifra ad esempio con la Germania, un paese 4 volte più grande che può solo vantarsi di avere circa 3300 specie di piante. La Regione del Capo può anche vantarsi di essere costituita da circa il 70% di piante che sono originarie della regione. Da tempo gli scienziati si interrogano sulle ragioni della grande diversità delle piante in questa zona e hanno trovato una serie di spiegazioni. "Le idee più accettate sono che essa è il risultato o dell´alta diversità dei tipi di terreno o dell´adattamento agli impollinatori. Questo significa che molte specie di piante si sono specializzate su diversi impollinatori, come determinati insetti. Il polline sarà distribuito solo da essi." spiega il ricercatore capo dott. Jan Schnitzler, del Centro studi sulla biodiversità e il clima (Bik-f) a Francoforte in Germania. Il team ha messo alla prova queste teorie eseguendo un´analisi genetica delle specie di piante nella regione. Essi hanno studiato circa 470 specie di piante native da 3 delle 7 più grandi famiglie di piante della Regione del Capo. Compilando gli alberi genealogici grazie ai dati genetici molecolari e mettendoli in relazione con informazioni sull´ecologia delle piante e sulla geografia dell´habitat, il team è stato in grado di stabilire come le specie di piante si diversificano. Lo studio si è concentrato su confronti tra le specie sorelle allo scopo di valutare l´impatto di altri fattori sulla speciazione. I risultati hanno mostrato che effettivamente i cambiamenti del tipo di terreno erano la causa più importante di speciazione nella maggior parte della piante. "La Regione del Capo comprende molti diversi tipi di terreni in uno spazio relativamente piccolo e ciò si dimostra molto importante nello sviluppo della diversità delle piante," dice il dott. Jan Schnitzler. "Probabilmente la ragione è che questo ha costretto delle specie strettamente imparentate a sviluppare adattamenti a varie circostanze. Ciò che ci sorprende è che la specializzazione degli impollinatori non è una fattore generale che guida la radiazione qui." La ricerca indica che la diversità delle piante non è un risultato della rapida radiazione innescata da cambiamenti climatici. Al contrario, la diversità delle piante si è verificata dopo un processo costante che è avvenuto in un lungo periodo di tempo. Sembra inoltre che la relativa stabilità climatica nel Capo potrebbe essere la ragione dei bassi tassi di estinzione, in confronto all´Europa settentrionale dove molte piante furono spazzate via come conseguenza di varie ere glaciali. Le scoperte contraddicono anche studi precedenti che mostrano che la sindrome da impollinazione in piante come le orchidee presenta un alto livello di conservatorismo filogenetico. Questa combinazione di condizioni ambientali complesse e relativa stabilità climatica è quindi ciò che porta a un´alta speciazione e/o bassi tassi di estinzione che producono la rigogliosa vita delle piante trovata nella Regione del Capo che noi oggi conosciamo. Il progetto Hotspots punta i riflettori su 25 delle più ricche e più minacciate riserve di biodiversità del mondo allo scopo di aumentare la conoscenza e la comprensione di queste aree; le dinamiche della biodiversità in questi hotspot e gli impatti ecologici della prevista perdita di biodiversità sono ancora scarsamente compresi. Queste aree furono scelte in base alla ricchezza di specie di piante e vertebrati, all´endemismo e al livello di minaccia a cui sono sottoposte. Un consorzio di partner lavorerà per applicare approcci sul campo, molecolari e di bioinformatica alle piante e agli animali più importanti; Hotspots formerà una nuova generazione di biologi multidisciplinari sui metodi all´avanguardia per l’analisi dell´evoluzione, ecologia e conservazione. Il paradosso della biodiversità è che mentre la biodiversità della Terra è minacciata dalle attività degli esseri umani, questi ultimi dipendono proprio dall´uso sostenibile della biodiversità. Jan Schnitzler spiega come la ricerca futura che scaturisce da questo studio potrebbe svilupparsi a partire da queste scoperte. "Il prossimo passo sarebbe quello di testare se un grande numero di tipi di terreno è anche la principale causa della radiazione di specie di piante in altre regioni." Perciò l´attenzione si potrebbe ora rivolgere a regioni con un clima simile alla Regione del Capo, come il bacino del Mediterraneo, la California e l´Australia sud occidentale. Per maggiori informazioni, visitare: Centro studi sulla biodiversità e il clima, (Bik-f): http://www.Bik-f.de/root/index.php?page_id=57&phpsessid=n9d21l4jmkl4rmdcevggbeke1t1mc8e1 |
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QUOTE LATTE. REGIONE LOMBARDIA PARTE LESA SCHIERATA PER LEGALITÀ |
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Milano - "Sulla questione delle quote latte Regione Lombardia non arretra di un millimetro dalla linea, sempre seguita, di salvaguardia della legalità e della correttezza delle nostre aziende e di perseguimento dei comportamenti illeciti a tutti i livelli". Lo ribadisce una Nota della Regione, in relazione a commenti odierni, definiti "del tutto immotivati o frutto di una non comprensione", alla scelta della Regione stessa di porsi come parte lesa e non come parte civile. "Si tratta - prosegue la Nota - di una scelta tecnica dei mezzi e della strategia processuale più idonea, in ordine allo stesso fine, che è quello sopra indicato, e in equilibrio con le altre istituzioni coinvolte, in primo luogo lo Stato e Agea, che hanno subito direttamente il danno erariale". "E´ del tutto indebito - conclude la Nota - interpretare questa scelta di strategia processuale da parte della Regione come un arretramento o una smentita del comportamento rigoroso, sin qui seguito". |
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UN "AVVISO COMUNE" PER LA TUTELA DEL PANE FRESCO IN FVG |
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Trieste - Sono oltre 450 le aziende che in regione producono ogni giorno il pane fresco che portiamo sulle nostre tavole. Piccole imprese che danno lavoro direttamente a circa 2.500 persone e, attraverso un indotto che va dalla lavorazione delle materie prime alla filiera dei punti vendita, ne impiega almeno altre 1.500. Un ambito di grande rilevanza nel contesto della nostra tradizione alimentare e nonostante ciò ridotto del 24 per cento dal 2000, un settore che oggi si confronta con una concorrenza che, anche dall´estero, offre pane surgelato di cui viene completata la cottura nei supermercati, con il mutamento dei costumi e degli stili di vita, e con la crisi economica. Per affrontare tutto questo è stato prodotto il primo ´´Avviso comune´´, frutto dell´accordo tra l´Unione regionale panificatori e operai dell´arte bianca del Friuli Venezia Giulia e le rappresentanze regionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil. L´´´avviso´´ è stato presentato oggi a Trieste, nella sede dell´Unione regionale panificatori, dal presidente Edvino Jerian, da Michelangelo Canciani della Cgil, Pierpaolo Guerra della Uil e Salvatore Gioacchino della Cisl nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche l´assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti. ´´Si tratta di un documento storico perché unisce per la prima volta gli organismi di rappresentanza degli imprenditori e quelli dei collaboratori delle imprese, con lo scopo di presentare al governo del Friuli Venezia Giulia la preoccupazione di tutti gli operatori per la crisi del nostro settore´´ ha osservato Jerian, sottolineando come l´Avviso individui proposte comuni per la tutela ed il rilancio del comparto in materia di relazioni sindacali, lavoro e concorrenza. Da parte regionale è stato rilevato che lo stato di salute di un settore si valuta anche dalle norme di tutela che lo dirimono e, nelle more delle direttive europee e nazionali, la Regione è al fianco dei panificatori. Inoltre in Friuli Venezia Giulia si sta attendendo di andare in scena con il disegno di legge sulla riforma complessiva dell´artigianato, dove alcuni settori specifici trovano una disciplina di riferimento. Uno è appunto quello della panificazione, comparto che fa parte della nostra vita quotidiana e delle nostre tradizioni. Per questo, uno degli elementi portanti della nuova normativa è la distinzione tra pane fresco e pane surgelato, distinzione che, dopo la liberalizzazione iniziata nel 2006, si pone l´obiettivo di tutelare e valorizzare il lavoro dei panificatori per difendere un prodotto che è parte integrante e salutare della nostra vita quotidiana. Un impegno sottolineato da Guerra, il quale ha ribadito come sia importante che l´Amministrazione regionale ´´sia dalla parte di quel gruppo di imprese che continuano tra mille difficoltà a produrre pane fresco´´. L´´´avviso comune´´, è stato detto, è frutto di un´intesa che individua alcune linee di indirizzo lungo quattro direttrici principali: la bilateralità attestata dalla concordanza d´intenti, che costituisce la premessa per la costituzione di un Ente bilaterale di tutela e sviluppo del comparto; una piattaforma contrattuale regionale condivisa che integri il contratto nazionale di lavoro con ulteriori acquisizioni sul territorio; la costituzione di un Osservatorio regionale che abbia la funzione di individuare proposte migliorative per l´attuale tessuto imprenditoriale; l´individuazione di un percorso comune per programmare iniziative di vari tipi di formazione. |
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SICUREZZA ALIMENTARE IN PIEMONTE, PIU´ CONTROLLI PER LE AZIENDE CHE POSSONO RAPPRESENTARE UN RISCHIO |
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Torino - In merito alla notizia del sequestro, da parte dei Carabinieri dei Nas, di oltre 250 chilogrammi di salumi invasi da muffa ritrovati in un supermercato a Torino, l’assessore alla Tutela della Salute e Sanità ha ribadito la necessità di maggiori controlli preventivi sul settore della commercializzazione delle carni, al fine di assicurare i livelli più elevati di sicurezza per i cittadini. Controlli più efficaci e una migliore organizzazione dei servizi a tutela della sicurezza alimentare sono previsti dal nuovo Piano integrato sicurezza alimentare. Orientamenti ed obiettivi per il periodo 2011-2014 adottato dalla Giunta regionale del Piemonte. Nel piano, in particolare, è previsto un aumento delle frequenze di ispezione in ipermercati, supermercati di grandi dimensioni, discount e aree mercatali: in particolare a Torino gli interventi interessano una grande quantità di merci giornalmente distribuite e consumate da acquirenti non solo cittadini. Il piano di sicurezza alimentare della Regione determina le frequenze minime delle ispezioni che le Asl programmano ed eseguono attraverso medici, veterinari e tecnici della prevenzione, affinché si mantengano adeguati standard, richiamando le imprese alle responsabilità sui requisiti igienici e sanitari da rispettare secondo la legislazione europea. La Regione Piemonte ha inoltre messo in campo un gruppo di ispettori veterinari qualificati agli approfondimenti in fase di commercializzazione: il programma di accertamenti ha il vantaggio di potere essere regolato per affrontare i rischi che vengono di volta in volta segnalati dal sistema di allerta rapido e dalle indagini antifrode. |
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GRANA PADANO |
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Dalla collaborazione del Consorzio di Tutela del Grana Padano con Nomisma scaturisce Grana Padano News, uno strumento per l’interpretazione degli scenari evolutivi del comparto lattiero-caseario e della filiera del Grana Padano, fornendo, con cadenza trimestrale, informazioni ed indicatori, sia a livello nazionale che internazionale. Nel numero di aprile si segnala il prosieguo nei primi mesi dell’anno della tendenza alla crescita dei prezzi internazionali dei prodotti lattiero-caseari che hanno fatto registrare i massimi dall’autunno 2008, ma sono ancora al di sotto dei livelli raggiunti a fine 2007. Anche i prezzi all’ingrosso del Grana Padano hanno continuato a salire e hanno raggiunto una quotazione media superiore agli 8 €/kg nel mese di marzo 2011, a cui si è associato un uguale andamento nei prezzi al dettaglio, giunti oltre la soglia dei 12 €/kg. Tale trend ha fatto sì che i volumi venduti al consumo – che erano cresciuti nel 2010 di circa il 5% - abbiano cominciato a flettere nei primi mesi del 2011 (-2,3%). Occorrerà dunque nei prossimi mesi prestare attenzione a tale campanello d’allarme, affinché si mantenga un equilibrio tra domanda e offerta di prodotto. Molto positiva la dinamica sui mercati esteri nel corso del 2010: le esportazioni di Grana Padano in volume hanno visto un importante trend di crescita (+9,3%), sia sui mercati comunitari (+9%) che extracomunitari (+9,6%). |
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EMILIA ROMAGNA: DIRETTIVA NITRATI, LA CONFERENZA STATO REGIONI APPROVA UN ACCORDO PER UNO STUDIO SULLE ZONE VULNERABILI E I CARICHI INQUINANTI
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Bologna - La Conferenza Stato-regioni ha approvato il 5 maggio uno schema di accordo per la predisposizione entro l’anno di uno studio finalizzato all’aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Lo studio affiancherà l’intenso lavoro fin qui effettuato ai fini della richiesta di “deroga” ai limiti attuali di azoto zootecnico per ettaro in via di conclusione il prossimo 17 maggio a Bruxelles. Lo studio proposto sarà inoltre di supporto all’attuazione delle più recenti direttive europee in materia delle acque. Le Regioni e Province autonome si impegnano -così recita l’accordo- a promuovere l’aggiornamento delle zone vulnerabili e l’adeguamento dei programmi d’azione ai risultati che emergeranno dallo studio. L’ accordo è stato fortemente sostenuto e voluto da Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, dal momento che l’attuale normativa impone gravosi oneri amministrativi e gestionali alle aziende agricole zootecniche di queste regioni e necessita di adeguamenti in relazione ai cambiamenti intervenuti nel tempo, anche al fine di determinare un’equilibrata distribuzione delle responsabilità tra le diverse possibili fonti di inquinamento da nitrati. E’ pertanto necessaria una conoscenza più approfondita dei fenomeni, mediante un monitoraggio costante ed esteso al fine di comprendere le reali cause della presenza di nitrati nelle acque, non esclusivamente attribuibili all’attività rurale, e rivedere le designazioni delle aree definite vulnerabili. Tra gli altri impegni, l’importante accordo firmato in giornata prevede l’individuazione degli strumenti finanziari necessari ai fini del concorso integrale agli investimenti aziendali diretti all’adeguamento infrastrutturale degli obiettivi di stoccaggio degli effluenti e, infine, lo sviluppo di specifiche misure per la valorizzazione della sostanza organica adottando procedure agevolate di recupero nonché per il contrasto alla desertificazione. Gli assessori regionali all’agricoltura dell’Emilia-romagna Tiberio Rabboni , del Piemonte Claudio Sacchetto, della Lombardia Giulio De Capitani, del Venetofranco Manzato, del Friuli Venezia Giulia Claudio Violino , commentano con soddisfazione: “L’inquinamento da nitrati delle falde acquifere non può essere sottovalutato, ma nemmeno accollato unicamente alle aziende agricole della pianura Padana. Mentre attendiamo fiduciosi la deroga agli attuali limiti di spandimento dell’azoto sui territori sottoposti al vincolo, proponiamo un percorso condiviso e scientificamente supportato finalizzato all´aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Questo documento può rappresentare un valido inizio per un chiarimento definitivo della problematica.” |
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AGRICOLTURA: QUALITA´ E IDENTITA´ PER AFFERMARE LA VITICOLTURA
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Corno di Rosazzo Fondare una economia vincente del territorio e delle aree vocate sulla qualità e sull´identità, per superare le difficoltà della crisi e assicurare alla comunità delle terre collinari prospettive di reale sviluppo. Secondo l´assessore regionale alle Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali, Claudio Violino, intervenuto a unaugurare la 42.Fiera dei vini dei Colli Orientali del Friuli 1970-2011 a Corno di Rosazzo, dopo avere concluso il 29.Congresso europeo della Pezzata Rossa Italiana con la visita dei delegati al Centro tori di Moruzzo, la ricetta per rilanciare una civiltà contadina che la società moderna aveva oscurato privilegiandole il progresso e staccando la comunità dalle sue radici, dalla sua identità, passa proprio attraverso la valorizzazione di prodotti del territorio, quali sono quelli enologici. Prodotti che sono la sintesi del lavoro dei campi e dell´esperienza rurale millenaria delle genti locali. Per ottenere questi risultati, secondo l´assessore, bene vanno le feste tradizionali, anche le cosiddette sagre, perché sono la replica a distanza di centinaia di anni delle giornate ´dies sacrata´, vissute sul sagrato delle chiese a ringraziare il clima, e non solo, per i raccolti, e ad assaggiare, confrontandoli e mettendoli in gara, i prodotti migliori di un anno di lavoro nelle campagne. Una tradizione che anche a Corno di Rosazzo si rinnova ogni primo fine settimana del mese di maggio ed era stata interrotta, com´è stato ricordato nel 35.Anniversario del sisma, soltanto nel 1976, l´anno del terremoto. Ed è una tradizione, sostenuta dalla Regione, che riavvicina i prodotti di pregio e le peculiarità rurali al consumatore, perseguendo e ottenendo un risultato eccellente, proprio perché consente di far riscoprire all´intera comunità i tesori, le chicche della civiltà contadina. Sempre parlando di promozione agroalimentare, secondo Violino è efficace la proposta dei nostri prodotti migliori all´estero, purchè serva a incuriosire i degustatori ai quali è rivolta, e li induca, loro e coloro ai quali essi possono trasmettere la curiosità della conoscenza, a visitare le nostre terre e i luoghi di produzione, attivando anche un turismo enogastronomico che insegue le tracce della cultura locale lasciate nei secoli dalla lavorazione della terra. Nel corso degli interventi inaugurali, il sindaco di Corno di Rosazzo, Loris Basso, l´assessore provinciale all´Agricoltura, Daniele Macorig, il presidente dell´Assoenologi, Rodolfo Rizzi, il presidente onorario della Fiera dei vini, Angelo Nascig, hanno rimarcato i contenuti tradizionali, etnici, di cultura del territorio che sono insiti nella viticoltura di pregio e locale. I premi del 35.Concorso enologico Rassegna dei vini Doc, dedicata quest´anno esclusivamente al Friuliano, sono andati all´azienda Vosca, del Collio (friulano annata 2009), per la giuria dei tecnici e per quella della critica. Il premio Picolit è stato assegnato all´azienda Ermacora, dei Colli Orientali del Friuli. |
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DIRETTIVA NITRATI: CONFERENZA STATO REGIONI APPROVA SCHEMA DI ACCORDO |
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Venezia - La Conferenza Stato-regioni ha approvato, in data 5 Maggio , uno schema di accordo concernente la predisposizione entro l’anno di uno studio finalizzato all’aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Lo studio affiancherà l’intenso lavoro fin qui effettuato ai fini della richiesta di “deroga” ai limiti attuali di azoto zootecnico per ettaro in via di conclusione il prossimo 17 maggio a Bruxelles. Lo studio proposto sarà inoltre di supporto all’attuazione delle più recenti direttive europee in materia delle acque. Le Regioni e Province autonome si impegnano -così recita l’accordo- a promuovere l’aggiornamento delle zone vulnerabili e l’adeguamento dei programmi d’azione ai risultati che emergeranno dallo studio. L’ accordo è stato fortemente sostenuto e voluto da Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna dal momento che l’attuale normativa impone gravosi oneri amministrativi e gestionali alle aziende agricole zootecniche di queste regioni e necessita di adeguamenti in relazione ai cambiamenti intervenuti nel tempo, anche al fine di determinare un’equilibrata distribuzione delle responsabilità tra le diverse possibili fonti di inquinamento da nitrati. E’ pertanto necessaria una conoscenza più approfondita dei fenomeni, mediante un monitoraggio costante ed esteso al fine di comprendere le reali cause della presenza di nitrati nelle acque, non esclusivamente attribuibili all’attività rurale, e rivedere le designazioni delle aree definite vulnerabili. Tra gli altri impegni, l’importante accordo di oggi prevede l’individuazione degli strumenti finanziari necessari ai fini del concorso integrale agli investimenti aziendali diretti all’adeguamento infrastrutturale degli obiettivi di stoccaggio degli effluenti e, infine, lo sviluppo di specifiche misure per la valorizzazione della sostanza organica adottando procedure agevolate di recupero nonché per il contrasto alla desertificazione. Gli Assessori regionali all’Agricoltura Claudio Sacchetto (Piemonte), Giulio De Capitani (Lombardia), Franco Manzato (Veneto), Claudio Violino (Friuli Venezia Giulia), Tiberio Rabboni (Emilia Romagna), commentano con soddisfazione l’accordo firmato: “L’inquinamento da nitrati delle falde acquifere – sottolineano - rappresenta una problematica reale che non va sottovalutata, ma nemmeno accollata unicamente alle aziende agricole della pianura Padana. Mentre attendiamo fiduciosi la deroga agli attuali limiti di spandimento dell’azoto sui territori sottoposti al vincolo proponiamo un percorso concreto e scientificamente supportato finalizzato all’aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Questo documento può rappresentare un valido inizio per un percorso concreto finalizzato ad un chiarimento definitivo della problematica.” |
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AGRICOLTURA.NITRATI,RAGGIUNTO ACCORDO TRA STATO E REGIONI |
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Roma - La Conferenza Stato-regioni ha approvato il 5 maggio uno schema di accordo concernente la predisposizione, entro l´anno, di uno studio finalizzato all´aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Lo studio affiancherà l´intenso lavoro fin qui effettuato ai fini della richiesta di "deroga" ai limiti attuali di azoto zootecnico per ettaro, in via di conclusione il prossimo 17 maggio a Bruxelles. Lo studio proposto sarà inoltre di supporto all´attuazione delle più recenti direttive europee in materia delle acque. Le Regioni e Province autonome si impegnano - così recita il testo dell´accordo - a promuovere l´aggiornamento delle zone vulnerabili e l´adeguamento dei programmi d´azione ai risultati che emergeranno dallo studio. L´accordo è stato fortemente sostenuto e voluto, oltre che dalla Regione Lombardia, da Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, dal momento che l´attuale normativa impone gravosi oneri amministrativi e gestionali in larga parte alle aziende agricole zootecniche di queste regioni e necessita di adeguamenti in relazione ai cambiamenti intervenuti nel tempo, anche al fine di determinare un´equilibrata distribuzione delle responsabilità tra le diverse possibili fonti di inquinamento da nitrati. E´ pertanto necessaria una conoscenza più approfondita dei fenomeni, mediante un monitoraggio costante ed esteso, al fine di comprendere le reali cause della presenza di nitrati nelle acque, non esclusivamente attribuibili all´attività rurale, e rivedere le designazioni delle aree definite ´vulnerabili´. Tra gli altri impegni, l´importante accordo firmato in giornata prevede l´individuazione degli strumenti finanziari necessari ai fini del concorso integrale agli investimenti aziendali diretti all´adeguamento infrastrutturale degli obiettivi di stoccaggio degli effluenti e, infine, lo sviluppo di specifiche misure per la valorizzazione della sostanza organica, adottando procedure agevolate di recupero, nonché per il contrasto alla desertificazione. "L´inquinamento da nitrati delle falde acquifere - hanno commentato gli assessori regionali Giulio De Capitani (Lombardia), Claudio Sacchetto (Piemonte), Franco Manzato (Veneto), Claudio Violino (Friuli Venezia Giulia) e Tiberio Rabboni (Emilia Romagna) - non può essere sottovalutato, ma nemmeno accollato unicamente alle aziende agricole della pianura Padana. Mentre attendiamo fiduciosi la deroga agli attuali limiti di spandimento dell´azoto sui territori sottoposti al vincolo, proponiamo un percorso condiviso e scientificamente supportato finalizzato all´aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Questo documento può rappresentare un valido inizio per un chiarimento definitivo della problematica". (Ln) |
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PESCA: COOPERAZIONE PRONTA A COLLABORARE CON MINISTRO ROMANO PER RINNOVAMENTO SETTORE |
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“Abbiamo trovato nel ministro un interlocutore attento e sensibile alle problematiche del comparto. Siamo fiduciosi che il confronto aperto e costruttivo avuto oggi e la disponibilità di tutta l’Amministrazione, ci consentiranno di dar vita ad un profondo rinnovamento del settore”. Lo affermano i presidenti Giampaolo Buonfiglio Agci Agrital, Massimo Coccia Federcoopesca-confcooperative, Ettore Ianì Lega Pesca al termine dell’incontro avuto questa mattina con il ministro Saverio Romano. “Piena disponibilità a collaborare per interventi sul settore di natura strutturale e a lungo termine e su misure da attuare nell’immediato, per fronteggiare il momento delicato che sta vivendo la pesca italiana” affermano i tre presidenti che hanno apprezzato l’annuncio di Romano circa la realizzazione, in autunno, di un forum per la pesca , definendolo “un momento di sintesi utile per elaborare una posizione nazionale condivisa e forte, da portare avanti sui tavoli comunitari ancora aperti”.Sul fronte delle questioni nazionali, i tre presidenti, nel presentare al ministro un documento unitario con le priorità da affrontare, hanno sottolineato come il settore ittico sia strutturalmente debole e le crisi non facciano altro che amplificare questo stato. Per dare una scossa all’economia ittica, secondo le associazioni, è necessario ragionare sul lungo termine e prevedere: un rifinanziamento del programma triennale pesca con adeguate risorse che non compromettano l’efficacia di questo strumento; un riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura, che va fatto come previsto dalla Legge delega entro il 7 gennaio 2012, per una semplificazione e informatizzazione che renda più semplice l’attività quotidiana delle imprese di pesca; una revisione del sistema previdenziale per gli addetti della piccola pesca, segmento che rappresenta il 60% dell’intera flotta, attualmente esclusi da alcune tutele previdenziali e assistenziali,come l’assicurazione contro la disoccupazione e l’indennità in caso di malattia, previste per gli altri lavoratori della pesca; stabilizzazione della Cassa integrazione, attualmente in deroga, per il lavoratori della pesca, come avviene per quelli agricoli. Nell’immediato, invece, per l’Agci Agrital, la Federcoopesca-confcooperative, la Lega Pesca è fondamentale reperire risorse adeguate per il prossimo fermo pesca, soprattutto per le regioni del centro-nord – fuori convergenza- attualmente senza la sufficiente copertura finanziaria del Fep. L’obiettivo è arrivare , a partire dal prossimo anno, ad una nuova definizione per l’interruzione temporanea dell’attività di pesca in grado di conciliare le esigenze di tutela delle risorse con quelle economiche di imprese e lavoratori. |
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GIORNATA DELL’EUROPA: PRESENTATO UN VOLUME SULLA GASTRONOMIA NELL’UE |
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Bolzano - In occasione della Giornata dell’Europa è stato presentato il 9 maggio presso la scuola alberghiera “Kaiserhof“ di Merano il volume “Europa a tavola. Un viaggio gastronomico attraverso l’Europa” pubblicato a cura della Ripartizione affari comunitari della Provincia. In tutta Europa viene festeggiata oggi (9 maggio) la Giornata dell’Europa in ricordo della proclamazione della Comunità Europea avvenuta appunto il 9 maggio del 1950. In occasione della celebrazione della Giornata dell’Europa quest’anno la scuola alberghiera Kaiserhof di Merano in collaborazione con la Ripartizione affari comunitari ha organizzato ha organizzato presso la propria sede la presentazione del volume di Martina Tschirner “Europa a tavola. Un viaggio gastronomico attraverso l’Europa” che raccoglie le ricette più significative dei 27 Paesi che aderiscono all’Unione Europea. Alla realizzazione del libro hanno collaborato numerosi funzionari dell’Unione Europea che hanno fornito le ricette e sono state quindi realizzate dagli alunni delle scuole alberghiere Kaiserhof e cesare Riz di Merano nonché “Villa Blanda” di Innsbruck. Ha preso parte alla cerimonia anche l’europarlamentare Herbert Dorfmann. Il valore del volume è stato quindi sottolineato dal direttore della Ripartizione affari comunitari, Thomas Mathà, e dai direttori delle tre strutture scolastiche, Josef Paler, Maria Pascarella e Peter Knering. Il volume “Europa a tavola. Un viaggio gastronomico attraverso l’Europa” è stato pubblicato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, Ripartizione affari comunitari, Info Point Europa e Land Tirol. Il volume è stato pubblico in lingua tedesca, italiana ed in inglese. Per ulteriori informazioni gli interessati possono contattare direttamente la Ripartizione affari comunitari che ha sede in via Conciapelli,69 a Bolzano Tel. 0471 413160, E-mail: europa@provinz.Bz.it; sito Internet: www.Provinz.bz.it/europa. |
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DIRETTIVA NITRATI, DICHIARAZIONE DELL´ASSESSORE RABBONI |
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Bologna - Un accordo positivo quello raggiunto nella Conferenza Stato-regioni che consente al sistema-Italia di presentarsi compatto a Bruxelles il prossimo 17 maggio, giorno in cui l’Unione europea si dovrà esprimere sulla richiesta di deroga ai limiti allo spandimento di azoto nei terreni sottoposti a vincolo. Positivo, sottolinea l’Assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-romagna Tiberio Rabboni, perché comprende l’impegno a realizzare uno studio che avrà come obiettivo quello di aggiornare e rivedere la mappa dei territori sottoposti a vincolo. “E’ evidente comunque – spiega Rabboni – che la premessa ad ogni tipo di intervento, come ha sostenuto il Presidente Errani nel corso della seduta odierna della Conferenza Stato-regioni, è quella di garantire comunque la qualità delle acque. Il chè vuol dire, nel caso dell’Emilia-romagna, preservare la qualità dell’Adriatico - risorsa importante anche sotto il profilo economico - la cui salute è per noi un obiettivo prioritario". |
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AGRICOLTURA: PEZZATA ROSSA FATTORE CARATTERIZZANTE DEL FVG
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Udine - Nutrire il pianeta sarà l´argomento cardine dell´Expo universale di Milano 2015 e la razza bovina Pezzata Rossa avrà un ruolo importante anche in questo contesto perché, ora che l´abbiamo rivalutata in tutti i suoi molteplici aspetti, è ovunque riconosciuta come un´opportunità di sviluppo sostenibile della zootecnica mondiale. Intervenendo a Udine al 29° Congresso della Federazione europea della Pezzata Rossa, l´assessore regionale alle Risorse agricole Claudio Violino ha sottolineato l´enorme sforzo prodotto a livello regionale e nazionale a favore di una razza che si alleva in Friuli dalla seconda metà dell´Ottocento e che, dopo un periodo in cui si è assistito ad una sorta di industrializzazione dell´agricoltura, è giustamente tornata di moda in quanto resistente, sobria, altamente riproduttiva, economicamente conveniente ed ecologicamente compatibile con le esigenze turistico-ambientali del territorio. Spiegando alle centinaia di allevatori presenti nell´Auditorium della Regione che il Friuli Venezia Giulia punta con forza sulla Pezzata Rossa, l´esponente regionale ne ha esaltato la valenza qualitativa anche in funzione della produzione di prodotti caseari, primo fra tutti il formaggio Montasio che rappresenta un fiore all´occhiello dell´estremo Nordest. Territorio, qualità e tradizione sono i fattori che rendono il cosiddetto bue-cavallo così legato alla realtà di una regione trasformatasi da terra di scontro a terra di incontro. La Pezzata Rossa è al centro dell´epopea zootecnica regionale, motivo per cui è stato fortemente voluto il ritorno in Friuli Venezia Giulia di un Congresso che era già stato ospitato vent´anni fa. Secondo i dati forniti dall´Associazione Nazionale Allevatori bovini di razza Pezzata Rossa Italiana (Anapri), nel 2010 in Friuli Venezia Giulia erano presenti 15.354 vacche (25 per cento del totale nazionale) distribuite in circa 500 aziende, con una produzione media di latte pari a 6.800 kg che supera abbondantemente quella italiana (6.500 kg) e fa segnare un incremento di mille chili nell´ultimo decennio. |
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AGRICOLTURA: LA PEZZATA ROSSA PER IL RILANCIO DELLE ATTIVITA´ RURALI
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Palazzolo dello Stella - E´ entrato nel vivo il 29.Mo Congresso europeo della razza pezzata rossa italiana, che si era aperto ieri a Udine e si è conclusa il 7 maggio in Alto Adige. Teatro naturale dell´evento, che ha coinvolto 110 delegati da venti Paesi europei ed extraeuropei, è stata la più antica azienda zootecnica del Friuli Venezia Giulia, la Marianis di Palazzolo dello Stella. Di proprietà dell´Ersagricola, azienda della Regione, come ha ricordato nell´occasione il direttore Fabio Rivolt, rappresenta idealmente la continuità di un insediamento rurale, un "fundus" del 762 dopo Cristo. Si tratta infatti di un´area sulla quale si è sempre svolta esclusivamente l´attività agricola. Proprio da questo sito altamente vocato all´agricoltura, l´assessore alle Risorse rurali e agroalimentari, Claudio Violino, ha voluto ribadire l´impegno dell´Amministrazione regionale per la valorizzazione della Pezzata Rossa Italiana. L´allevamento della Pezzata rossa, come tutte le attività zootecniche, assicura il presidio e la valorizzazione del territorio, anche perchè gli allevatori vi sono impegnati a tempo pieno, presenti costantemente quale caposaldo della gestione dell´ambiente rurale. Ma la razza Pezzata Rossa Italiana è derivata dalla Pezzata Rossa Friulana, della quale diversi capi residuali ed autoctoni, tra i quasi 700 allevati a Marianis, sono tuttora presenti nell´azienda zootecnica della Regione. Valorizzare la Pezzata Rossa, come ha detto Violino, significa dunque sostenere una delle tipicità più significative della nostra agricoltura. Occorre però che, nel contempo, cresca la filiera di lavorazione dei prodotti derivati: l´utilizzo del latte di Pezzata Rossa assicura infatti la ralizzazione di prodotti caseari di pregio. Infine, sviluppare la zootecnia nel Friuli Venezia Giulia significa indirettamente concorrere a far riequilibrare le quotazioni della coltura del mais, che viene impiegato per la realizzazione di mangimi naturali. |
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AGRICOLTURA:AL CODEM AZZERATI COMPENSI E RIDOTTI REVISORI
PROSEGUE ATTIVITA´ DI CONTENIMENTO DEI COSTI DELLA POLITICA |
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Pescara - Si è tenuta, il 5 maggio l´assemblea ordinaria dei soci del Codemm (Consorzio per la tutela e la valorizzazione degli ecosistemi montani e marginali) presso gli uffici della Direzione Politiche agricole della Regione, alla presenza dell´assessore all´Agricoltura, in qualità di presidente, di un rappresentante della Regione e di un docente universitario in rappresentanza dell´ateneo "G. D´annunzio". I soci del Codemm sono Regione, Provincia di Chieti, Comune di Atessa, il Consorzio industriale Asi-sangro e gli atenei di Chieti-pescara, L´aquila e Teramo. All´assemblea erano presenti anche i componenti del Consiglio di amministrazione. L´assemblea, con voto unanime, ha deciso l´azzeramento dei compensi a tutti gli organi collegiali (Assemblea, Cda e Cts) ed ha approvato la riduzione dei membri del Collegio dei revisori che passa da tre a uno solo. "Dopo aver già ridotto i compensi del 30 per centi negli enti strumentali di competenza dell´Assessorato all´Agricoltura - ha dichiarato l´assessore ? proseguiamo speditamente sulla linea intrapresa dalla Giunta regionale. Continua quindi il nostro impegno nel programma del presidente della Regione e di tutti gli Assessori, che tra i suoi obiettivi principali prevede la riduzione dei cosiddetti costi della politica". |
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A TAVAGNACCO IL "CRU" DEGLI ASPARAGI FRIULANI |
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Tavagnacco - Quest´anno la "festa degli asparagi di Tavagnacco" per la sua settantacinquesima edizione si fregia del marchio "Tipicamente friulano" che la Regione ha assegnato ad una tra le più antiche manifestazioni di promozione del prodotto agricolo rigorosamente locale che si organizzano in Friuli e di gran lunga la più longeva tra le sagre sull´asparago in regione. Lo ha sottolineato l´assessore regionale alle Risorse agricole, Claudio Violino, in occasione dell´inaugurazione della festa che per i prossimi due fine settimana di maggio proporrà, grazie all´organizzazione della Pro loco di Tavagnacco, incontri, approfondimenti e degustazioni per la valorizzazione dell´ortaggio bianco ma anche di tutta la filiera enogastronomica ad esso abbinata: il riso Vialone nano coltivato a Paradiso di Pocenia, il formaggio Montasio, la polenta di mais cinquantino di Venzone, le uova friulane, il frico, la carne certificata Aqua di suini allevati in Friuli Venezia Giulia. Una vera e propria occasione, secondo Violino, per valorizzare le piccole colture di qualità che devono essere la struttura portante che permetterà all´agricoltura del Friuli Venezia Giulia, caratterizzata da ridotta estensione e produzione, di vincere le sfide del futuro. Abbandonare dunque la strada dell´omologazione, delle scelte estensive, per riscoprire con professionalità tutte le sfumature e le articolazioni di un´agricoltura che deve essere declinazione della salubrità e specificità della terra da cui deriva: queste le linee guida ribadite dall´assessore nel suo discorso - rigorosamente in friulano, a sottolineare l´importanza di comunicare anche la cultura e l´identità di un territorio - che ha concluso una giornata densa di appuntamenti. E a dimostrare che la sagra di Tavagnacco - quest´anno dotata dal Comune di un impianto wi-fi che aggiorna il già ben attrezzato parco agli standard tecnologici attuali - ha ben compreso che la via da seguire per attrarre numeri sempre crescenti di visitatori è proprio questa, questa mattina nel convegno moderato da Paolo Abramo (Pro loco) su "Certificazione e qualità a garanzia di una sana alimentazione", grazie agli interventi di Emanuele Bianco (Ersa), Marina Armellini (dietista) e Enos Costantini (storico) si è parlato della certificazione di qualità dell´asparago friulano, delle sue caratteristiche ideali per una dieta sana (apporto di vitamine e antiossidanti) e della sua curiosa storia. E di qui la proposta di Violino per fare dell´asparago di Tavagnacco il "Cru" tra gli "sparcs blancs", magari proponendolo con il nobile olio di Oleis. Intanto, il premio per la migliore produzione locale è andato quest´anno a Claudio Rufini, premiato dal sindaco di Tavagnacco, Mario Pezzetta, mentre quello regionale se lo sono aggiudicati due produttori di Fiumicello: Paolo Baradel (categoria mazzi), premiato dallo stesso Violino e Luciana Furlanut (categoria sciolti), a cui ha consegnato il riconoscimento l´assessore regionale Roberto Molinaro. |
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SARDEGNA: PROMOZIONE DELLA QUALITÀ ALIMENTARE, LA GRADUATORIA DELLA QUINTA SOTTOFASE |
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Sardegna ha pubblicato la graduatoria della quinta sottofase del bando di attuazione della misura 133 del Programma di sviluppo rurale 2007/2013 "Attività di informazione e promozione". Il contributo a fondo perduto è finalizzato ad accrescere la produzione agricola tutelata da sistemi di qualità alimentare attraverso tre tipologie di azioni: 1. Informazioni ai consumatori per rafforzare il rapporto tra produttori e consumatori attraverso la conoscenza dei processi produttivi e delle tecniche agricole con attenzione anche ai temi della protezione dell´ambiente e del paesaggio, delle proprietà qualitative, nutrizionali e organolettiche dei prodotti, delle proprietà salutistiche, dell´aspetto storico culturale e della stagionalità; 2. Azioni in materia di pubbliche relazioni, promozione, pubblicità e informazione; 3. Partecipazione a fiere, esposizioni, rassegne ed eventi di importanza nazionale e internazionale per diffondere la conoscenza dei prodotti e ampliarne gli sbocchi nel mercato, compresi gli studi di valutazione dei risultati. |
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CALABRIA: LAVORATORI ARSSA |
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L’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra ha rilasciato le seguenti dichiarazioni in merito alle problematiche dei lavoratori Arssa. “Con riferimento ai recenti articoli di stampa, riguardanti l’Assemblea sindacale dei lavoratori svoltasi presso l’Arssa di Cosenza che si è tenuta , il 4 maggio, desidero, innanzitutto, rassicurare i lavoratori in merito alle ingiustificate preoccupazioni manifestate, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, circa penalizzazioni derivanti da una possibile “privatizzazione”. Nella normativa che si sta elaborando non sussiste alcun elemento e\o intento penalizzante nei confronti del personale in servizio, che, nel passaggio all’istituenda Azienda, conserverà il proprio attuale stato giuridico ed economico, salva l’opzione volontaria per il regime proprio del nuovo organismo. Ciò che, viceversa, anima il progetto di legge, sui cui contenuti le organizzazioni sindacali saranno chiamate a dare il loro contributo, è la volontà di valorizzare al meglio le professionalità esistenti e realizzare le condizioni strutturali affinché ciascun dipendente possa dispiegare al meglio le proprie capacità e competenze. D’altro canto, l’elaborazione del progetto di legge è il frutto di uno studio attento, analitico, anteriore alle indicazioni da ultimo esposte nell’adunanza pubblica del 27\4 u.S. Della Sezione Regionale di controllo della Corte dei Conti, in cui s’è tenuto conto di tutte le problematiche via via sorte, fin dall’entrata in vigore delle disposizioni di liquidazione degli Enti Afor ed Arssa, da più parti provenienti, non da ultimo dalla medesima Corte dei Conti, in sede di redazione delle relazioni rendicontali per gli esercizi finanziari 2007 e 2008”. |
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PAESI BASSI. VENDOLA MINERVINI E STEFÀNO VISITANO FLORAHOLLAND E CICCOLELLA
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La Puglia come piattaforma logistica non solo trasportistica ma anche dell’agroalimentare, diventando interlocutore privilegiato del settore florovivaistico olandese. Su questo scenario di lavoro futuro si è conclusa la visita nei Paesi Bassi, su invito del governo olandese, della delegazione pugliese guidata dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, accompagnato dagli assessori regionali all’agricoltura Dario Stefàno e alla mobilità Guglielmo Minervini dal Console dei Paesi Bassi in Puglia Massimo Salomone e dall’Addetto Affari Economici dell’Ambasciata dei Paesi Bassi a Roma Chris Schoenmakers. Dopo i trasporti e l’energia dunque oggi è toccato al confronto, alla conoscenza e all’approfondimento del settore florovivaistico olandese, ricco di prospettive di collaborazione e di scambio nella relazione con la Puglia. Due le realtà visitate, Floraholland, “la wall street del fiore” e il gruppo pugliese Ciccolella che ha in Olanda la sua base logistica di smistamento dei fiori sui mercati mondiali. In particolare Floraholland riconosce nella Puglia un interlocutore privilegiato e sul quale investire in termini di relazione e di possibilità di sviluppo che ora è marginale ma che in futuro potrebbe espandersi. “Un futuro che inizia sin dalla settimana prossima – ha detto l’assessore Stefàno - quando un gruppo di osservatori olandesi di Floraholland verranno in Puglia per approfondire alcuni aspetti preliminari per l’avvio di una collaborazione”. Per l’assessore Minervini “l’obiettivo nei prossimi mesi sarà quello di lavorare allo sviluppo di piattaforme logistiche anche in Puglia dove aggregare e integrare tutti i prodotti locali (orientati al mercato) per poi trattarli e immetterli sui mercati europei. Ci sono produzioni di qualità pugliesi che stanno entrando nella filiera di Floraholland ma la loro piattaforma logistica ha sede a Latina. Perché non potrebbe avere invece sede in Puglia?”. La Puglia come piattaforma logistica, da un punto di vista trasportistico, ha una grande potenzialità ed è molto attrezzata. Quattro aeroporti e tre porti in crescita può significare molto. Ma il rischio potrebbe essere quello di non avere il mercato. E allora occorre costruire politiche attrattive. “Noi abbiamo il compito di organizzare le politiche pubbliche per stimolare le imprese ad uscire dalla condizione di crisi – ha detto in conclusione il Presidente Vendola – affinchè possano competere ma anche cooperare. E in questo scenario l’investimento sulla ricerca e sui giovani talenti è forse l’elemento decisivo delle politiche pubbliche. Credo che la Puglia su questo abbia rappresentato una buona pratica perché abbiamo messo una grande quantità di risorse nella formazione. Occorre accompagnare le imprese, spiegando loro però che per stare dentro l’economia mondiale, è necessario mettersi in rete e cooperare. La politica deve aiutare gli operatori economici, ma loro devono aiutare la politica”. |
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BASILICATA: PIÙ CONTROLLI SUL CENTRO OLI DI VIGGIANO |
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La Giunta regionale ha dato il via libera ai lavori di adeguamento del Centro Oli di Viggiano, chiesto dall’Eni al fine di aggiornarne la funzione alle nuove tecnologie e mutate esigenze (sempre inerenti l’accordo di programma del 1998), imponendo una serie di prescrizioni aggiuntive rispetto alla situazione preesistente tute tese ad elevare gli standard di monitoraggio ambientale tanto nei processi interni all’impianto quanto nell’area circostante. Nell’esprimere il proprio giudizio favorevole di compatibilità ambientale per l’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata ambientale, la delibera adottata dall’esecutivo, su proposta dell’assessore all’Ambiente Agatino Mancusi, ha previsto una serie di obblighi a carico dell’Eni riguardanti il potenziamento del monitoraggio ambientale, tanto in relazione alla eventuale presenza di inquinanti che per quanto concerne rumore e odore. Il punto di partenza è l’obbligo di dare vita a un protocollo operativo tra l’Arpab, Comune di Viggiano ed Eni Spa finalizzato alla verifica dello stato di qualità dell’aria prima, durante e dopo la realizzazione degli ammodernamenti previsti. Per tenere la situazione sotto controllo saranno realizzate nuove strutture di monitoraggio che, sebbene pagate dall’Eni, saranno gestite dall’Arpab che a sua volta condividerà continuamente i dati raccolti con Comune di Viggiano, Provincia di Potenza e Osservatorio Ambientale della Val d’Agri. Per quel che riguarda i controlli effettuati direttamente sull’impianto, la delibera regionale prevede: l’ampliamento del sistema di monitoraggio in continuo di tutti i camini, l’attuazione del piano di monitoraggio delle emissioni in corrispondenza di ciascun camino durante i periodi transitori (avviamento, arresto, guasti) che rappresentano i periodi di maggiore criticità e l’operatività delle torce senza formazione di pennacchio di fumo con la misura in continuo delle portate convogliate alle torce. Le nuove disposizioni potenziano fortemente Anche il sistema di controlli ambientali esterno alla struttura, rendendo obbligatorio un Piano di Monitoraggio Ambientale che prevede principalmente l’installazione di 4 centraline di monitoraggio della qualità dell’aria realizzate da Eni ma gestite direttamente da Arpab; una centralina di monitoraggio del rumore, una centralina meteo ed un sistema di trasmissione dati, il monitoraggio delle emissioni odorigene in una fascia di almeno 13 km. X 8 km. Circostante l’area del Centro Oli, la realizzazione di stazioni di biomonitoraggio (bioindicatori e biosensori) per la verifica del livello di criticità ecologica derivante dall’eventuale contributo degli impianti dell’insediamento;, il monitoraggio dello stato degli ecosistemi (microclima, suolo e sottosuolo, ambiente idrico superficiale e sotterraneo, morfologie naturaliformi, vegetazione con studio fitosociologico, flora e fauna), la raccolta dati da stazioni di rilevamento della sismicità naturale e/o indotta nell’area del giacimento e la predisposizione da parte dell’Eni, in raccordo con le strutture regionali, di uno studio mirato alla verifica della disponibilità sul mercato di nuova tecnologia in grado di assicurare livelli emissivi più bassi di quelli autorizzati. “La linea che seguiamo – ha spiegato l’assessore Mancusi – è quella di aumentare il grado di sostenibilità delle attività sul nostro territorio. Sappiamo che le estrazioni, al pari di ogni altra attività industriale, hanno un impatto sul territorio, ma pretendiamo ogni sforzo possibile perchè tale impatto sia ridotto al minimo e ancor di più vogliamo garanzie e certezze che solo sistemi di monitoraggio sempre più affidabili possono darci e per questo mettiamo in campo nuove reti nelle mani dell’Arpab che si aggiungono all’opera fino ad ora fatta da Metapontum Agrobios”. “Il primo elemento della lotta all’inquinamento – ha aggiunto il presidente De Filippo – è la trasparenza. I lucani hanno diritto a conoscere momento per momento che cosa avviene sul proprio territorio e hanno diritto a saperlo con certezza. Gli elementi in nostro possesso confermano che la Regione resta tra quelle con il minor livello di inquinamento, ma in una zona interessata da un’attività importante come quella del petrolio c’è motivo di chiedere che la situazione venga controllata punto per punto momento per momento. La qualità della vita è fatta di ambiente sano e anche di tranquillità che solo la disponibilità di dati certi e costante può dare”. |
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STABILI LE PRODUZIONI EUROPEE DI PESCHE E NETTARINE PER IL 2011 |
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I dati presentati 6 Maggio oa Perpignan in Francia, in occasione di Europech, relativi alle primissime stime di produzione 2011, vedono in Europa una sostanziale stabilità rispetto all’anno scorso. Si prevedono infatti 3.640.000 tonnellate complessive tra pesche, nettarine e percoche in Europa, lo stesso valore del 2010. Va sottolineato però che se il confronto dei dati viene fatto con la media del periodo 2005-2009, si registra un -7%. I diversi paesi mettono però in luce andamenti produttivi diversi. L’italia, rappresentata da Cso ad Europech, presenta un calo produttivo del 2% rispetto all’anno precedente, ascrivibile in particolare alle regioni del Nord, in particolare Emilia Romagna; risulta invece molto simile al 2010 la produzione dell’Italia meridionale. Anche per la Grecia la previsione di produzione vede un calo di offerta totale del -3% e la stessa cosa si rileva per la Francia. Solo la Spagna appare quest’anno in controtendenza, con un + 6% complessivo. Le pesche da consumo fresco a livello europeo sono previste in crescita del 3%, grazie a ad aumenti significativi in Spagna (+12%) e in Grecia (+9%), che si contrappongono ai cali previsti in Italia (-2%) e in Francia (-4%). Per quanto riguarda invece le nettarine si prevede una crescita della produzione europea dell’1% rispetto al 2010; anche in questo caso dovrebbe aumentare la produzione spagnola, +8% e greca, +4%, mentre Francia e Italia dovrebbero flettere ciascuna del 2%. Va sottolineato che tali dati si riferiscono alle prime stime di produzione ed un aggiornamento sarà disponibile ad inizio giugno. |
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PESCA: UNIPROM, POSITIVO IL BILANCIO DELLA PARTECIPAZIONE ITALIA ALL’ESE DI BRUXELLES |
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Positivo il bilancio della partecipazione italiana all’European Seafood Exposition di Bruxelles fatto da Massimo Coccia, alla sua prima uscita ufficiale come presidente del consorzio unitario di promozione Uniprom, che ha curato e gestito il padiglione del Mipaaf, in una delle vetrine internazionale più importanti per la filiera pesca e acquacoltura. “La formula che abbiamo scelto per la promozione del prodotto made in Italy, incentrata sui 150 anni dell’Unità d’Italia e sul legame con le tradizioni gastronomiche e culturali nazionali, ha riscosso molto successo. Una esperienza sicuramente da rilanciare anche per le prossime edizioni ”. Nonostante la crisi e le difficoltà che sta vivendo il settore, sostiene il presidente, a questa edizione 2011 hanno preso parte sette Regioni italiane e trentacinque aziende, che hanno proposto dalla produzione di trote a quella del caviale italiano, passando per vongole e molluschi bivalvi, al prodotto fresco e quello surgelato. “Gli sforzi dei produttori per essere presenti in fiera sono stati premiati. Rispetto allo scorso anno ci sono state più visitatori e più contatti commerciali. Un timido segnale di ripresa economica e una attestazione dell’interessa che ruota attorno alla filiera e alle produzioni ittiche italiane” prosegue Coccia, che si augura un maggiore sostegno da parte dell’Unione europea per l’attività di promozione e di trasformazione e commercializzazione del prodotto. “Dalla partecipazione all’Ese – sottolinea Coccia- è emersa una necessità inderogabile: per venire incontro alle richieste dei consumatori e soddisfare l’esigenze dei mercati esteri, è necessario investire anche nella lavorazione e trasformazione del prodotto, come ad esempio nei prodotti di quarta e quinta gamma”. Per il presidente Uniprom è questa la strada da intraprendere per consentire alle produzioni italiane di restare competitive. “Un percorso che, però, le aziende e le associazioni di produttori non possono percorrere da sole. C’è bisogno di adeguati strumenti di sostegno economico”, conclude Coccia. |
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SALUMIFICIO PEDRAZZOLI PRESENTA LA BRESAOLA VALTELLINA BIOLOGICA: BUONA, SANA E MAGRA
IN ESTATE PROPOSTA IN NUOVE SFIZIOSE RICETTE
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Salumificio Pedrazzoli, azienda familiare italiana di origini mantovane nata nel 1951 che oggi si posiziona nel mercato come leader nella produzione di salumi biologici, propone per quest’estate di scegliere la Bresaola della Valtellina Igp bio come alleato per avvicinarsi alla prova costume senza rimpianti! La Bresaola di bovino della linea Primavera di Salumificio Pedrazzoli è un prodotto tradizionale e innovativo allo stesso tempo. Con solo 150 calorie a porzione e 2,6 grammi di grassi ogni 100 grammi, la Bresaola Pedrazzoli è senza glutine e senza derivati del latte. Un cibo magro e gustoso per affrontare i mesi estivi scegliendo un’alimentazione sfiziosa, ma povera di grassi. La linea Primavera nasce nel settembre del 1996 come evoluzione naturale della vocazione dell’azienda di cercare di ridurre l’utilizzo dei conservanti nei prodotti. Oggi la linea biologica vanta 41 referenze, tra prodotti crudi, cotti e insaccati e vanta una produzione garantita da un ciclo chiuso, interamente dedicato al biologico. Per esaltare al meglio Bresaola della Valtellina Igp bio, Salumificio Pedrazzoli consiglia due ricette estive: l’insalata di bresaola e avocado e Bresaola e Pompelmo Rosa. Due piatti freschi, ideali per la cucina di tutti i giorni o per stupire gli amici durante una cena estiva. Www.salumificiopedrazzoli.it |
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ESTATE SOTTO IL SEGNO DI AMITA IL BRAND DI SUCCHI DI FRUTTA DI COCA-COLA HBC ITALIA PRESENTA LE GRANDI NOVITÀ DEL 2011
LEMON LIME, POMPELMO ROSA E MANGO&FRIENDS; I NUOVI GUSTI PER UN’ESTATE FRESCA E COLORATA
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Amita, il brand di succhi di frutta distribuiti da Coca-cola Hbc Italia, presente in più di 30 mila bar con oltre 50 milioni di consumazioni su tutto il territorio nazionale, lancia tre nuovi gusti: Pompelmo Rosa, Lemon Lime e Mango&friends. Nato per soddisfare le diverse esigenze dei consumatori, Amita si caratterizza per essere “il succo di frutta per eccellenza”, di altissima qualità e prodotto in Italia adatto in particolare a chi ama lo sport, l’esercizio fisico e vuole rimanere in forma in modo intelligente e consapevole. In particolare, i nuovi gusti Amita Lemon Lime e Amita Pompelmo Rosa, disponibili in edizione limitata fino a settembre 2011, sono un’armoniosa esplosione di freschezza. Il limone, il lime e il pompelmo rosa sono naturalmente ricchi di vitamina C, ideale per le sue proprietà antiossidanti, contribuisce al rafforzamento delle difese naturali dell’organismo. Amita Lemon Lime è arricchito dall’aroma di zenzero, una radice dalle proprietà stimolanti la digestione e la circolazione. Imbottigliati in vetro nel classico formato da 200 ml, completamente coperto da un colorato “sleeve” che garantisce una maggiore protezione del prodotto, mantenendone intatte le qualità organolettiche, la gamma dei succhi Amita comprende 13 gusti che vanno dai tradizionali Nettari, ricchi di polpa di frutta della migliore qualità, ai Succhi 100% senza zuccheri aggiunti per una carica energetica fino ai Gusti Mix per soddisfare la sete in modo piacevole e leggero. Entra come referenza continuativa Amita Mango&friends: il nuovo gusto tropicale, ideale per una pausa naturale. Ha una spiccata connotazione esotica data dalla prevalenza di Mango, Ananas e Frutto della Passione. In Amita Mango&friends non ci sono compromessi: solo la frutta migliore… e solo Mango Alphonso, varietà di mango tra le più pregiate e migliori per dolcezza e sapore, coltivato nell’India occidentale. Amita, forte della credibilità conquistata sui gestori del bar e sui consumatori grazie all’alta qualità di prodotto, vuole cogliere anche la dimensione più emozionale, ricercata ed edonistica del bere. Amita parla di sensorialità allargando il numero dei sensi coinvolti nell’esperienza: appaga il gusto “è buono da bere”, quanto la vista “nella sua bottiglietta colorata, è bello da vedere”. «I succhi e i nettari rappresentano per Coca-cola Hbc Italia una delle categorie di prodotto più importanti, la terza dopo acqua e bevande gassate - ha dichiarato Erika Picerno, Brand Manager di Coca-cola Hbc Italia - «In futuro, grazie all’innovazione continua e all’efficienza del nostro canale di vendita, intendiamo rafforzare la conoscenza tra i consumatori di Amita brand che nel 2010 ha raggiunto ottimi risultati con una market share del 15%* nel canale bar diurni, puntando a diventare leader nel mercato dei succhi di frutta». Il target di Amita sono uomini e donne che hanno in comune in primis l’attenzione alla qualità, la ricerca di esclusività e modernità anche nel bere. Il mondo dei succhi di frutta ha subito nel corso degli anni una progressiva evoluzione: da un’iniziale baricentro sul target infantile a un progressivo allargamento della gamma in direzione più adulta |
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New Nordic Italia appartiene al gruppo multinazionale Danese New Nordic, quotato alla Borsa di Stoccolma, produce integratori alimentari realmente innovativi e di origine naturale. Molti di questi prodotti sono già leader in diversi mercati Europei. New Nordic opera anche in Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria, Rep. Ceca, Slovacchia, Polonia, Turchia, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Canada, Cina, Giappone, Australia, Nuova Zelanda. Gli integratori New Nordic sono totalmente naturali, prodotti esclusivamente con estratti di erbe, senza aggiunta di conservanti, aromi, zuccheri, sali, e lieviti. Sono inoltre totalmente privi di glutine, lattosio e derivati della soja e sono utilizzabili anche da vegetariani, vegani e celiaci. La produzione è accurata ed avviene soltanto in Scandinavia con rigorosi controlli di tutta la filiera, dal campo di coltivazione fino al prodotto finito. Il packaging ha una elevata riconoscibilità ed è molto impattante. L’immagine è identica in tutto il Mondo. Anche la ricerca e lo sviluppo dei prodotti New Nordic viene interamente realizzata in Scandinavia. Tutte le piante usate vengono coltivate sia in Europa che in Asia, direttamente da personale della New Nordic. New Nordic usa solamente le proprie semenze e coltiva solo le proprie piantagioni. Controlla rigorosamente tutto il processo produttivo dal seme al prodotto finito avendo una completa tracciabilità di tutta la filiera, fino al luogo ed alla persona che ha coltivato la pianta. Applica esclusivamente metodi di coltivazione biologica operando secondo principi di commercio leale ed equo per i produttori. Ogni prodotto è verificato secondo prove medico-scientifiche, come indagini cliniche, monografie e studi di bio-disponibilità. Tutta la gamma dei prodotti è sviluppata secondo linee guida di sicurezza definite dai migliori nutrizionisti. Integratore alimentare a base di omega 3, a base di olio di krill antartico Un tempo veniva usato l’olio di fegato di merluzzo; successivamente si è passati all’olio di pesce, ora c’è Red Oil. Gli acidi grassi omega 3 giocano un ruolo importante per la nostra salute attraverso la membrana delle cellule, dove si trovano sottoforma di fosfolipidi. Al contrario degli omega 3 dell’olio di pesce, quelli contenuti in Red Oil giungono alle cellule sottoforma di fosfolipidi, che sono molto più facilmente assorbiti, riconosciuti ed utilizzati dalle cellule. Red Oil è ricco degli acidi grassi Epa e Dha. Le capsule di Red Oil sono un importante aiuto per contribuire a mantenere un fisiologico livello dei grassi nel sangue. In questo modo, Red Oil aiuta a mantenere i vasi capillari liberi da eccessi di trigliceridi. Red Oil contribuisce, inoltre, a mantenere la pressione a livelli fisiologici. Le capsule Red Oil contengono un olio estratto dal krill, un piccolo crostaceo, proveniente dagli oceani più incontaminati della Terra, il Mare Antartico Red Oil - Omega 3 da fonte sostenibile Red Oil contiene krill proveniente dagli oceani più puri della Terra, nelle coste Antartiche. Il krill nell’oceano è la più grande biomassa esistente. Red Oil è totalmente tracciabile attraverso i dati Gps sia per l’orario che per le coordinate della pesca di ciascun lotto. La materia prima di Red Oil è direttamente processata nella speciale nave norvegese di Eco-raccolta. L’olio di pesce tradizionale e la maggior parte del krill proviene da prodotto congelato, trasportato per lunghissime distanze. L’integratore alimentare Red Oil è ricco di acidi grassi omega 3, legati in un complesso fosfolipidico. L’assunzione di fosfolipidi omega 3 aumenta l’elasticità delle cellule del corpo e permette un miglior assorbimento degli ingredienti salutari e bioattivi, con una conseguente miglior utilizzazione e biodisponibilità degli omega 3. Il miglior assorbimento è la spiegazione logica all’assenza di ”retrogusto di pesce” tipico dei prodotti a base di olio di pesce. Questo permette, inoltre, di assumere la corretta quantità di acidi grassi omega 3, con una sola capsula al giorno |
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FEDERVINI – RICERCA ISPO: SI AFFERMA LO STILE MEDITERRANEO, ITALIA PAESE ALL’AVANGUARDIA NEL CONSUMO RESPONSABILE DI BEVANDE ALCOLICHE
IL 76% DEGLI ITALIANI SCEGLIE DI BERE POCO MA BENE. IL BUON BERE SPESSO ASSOCIATO ANCHE AL BUON CIBO
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La tendenza a eccedere con le bevande alcoliche in Italia tocca una parte minoritaria di popolazione, solo il 6% contro il 17% in Uk e il 20% in Germania. Questa tendenza in Italia risulta inoltre circoscritta ai giovani i quali, superata una certa soglia di età, tornano a consumare bevande alcoliche in maniera responsabile. Ciò non accade invece in altri paesi: mentre il picco del consumo non responsabile in Italia è infatti tra i 16 e i 18 anni (31%), con una tendenza che continua a diminuire, fino a scomparire, con il crescere dell’età, ben diversa è la situazione all’estero. In Germania, tre persone su dieci dai 25 ai 44 anni tendono ancora ad esagerare, e in Uk quasi 2 persone su 10 tra gli ultra 44enni bevono molto. E’ questo l’importante riscontro che emerge dalla ricerca “Lo stile del bere mediterraneo” realizzata da Ispo per conto di Federvini, Federazione italiana Industriali Produttori Esportatori ed Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti ed affini, e presentata oggi a Milano. L’indagine ha permesso di misurare quali siano oggi tra i giovani di 5 paesi europei le condotte e gli stili di consumo più affermati, indagando le abitudini rispetto al bere degli italiani e delle giovani generazioni e comparandole con quelle delle popolazioni di altri quattro paesi europei: il Regno Unito, la Francia, la Germania e Malta. Obiettivo primario della ricerca è stato verificare sul campo se gli stili di consumo italiani si stessero uniformando al modello anglosassone o piuttosto se, come lo studio ha confermato, la tendenza a recuperare, con l’aumentare della maturità, il gusto del bere di qualità continui a essere una caratteristica tipicamente italiana. In merito al consumo eccessivo di bevande alcoliche, il cosiddetto binge drinking recentemente portato all’attenzione della pubblica opinione, l’indagine Ispo per Federvini ha evidenziato che sono soprattutto i giovani in Uk (24%) e Germania (36%) a eccedere nel bere quando vanno in discoteca. In Italia solo il 9% dichiara di avere questa abitudine, mentre Francia (16%) e Malta (12%) si situano in una posizione intermedia. In Italia sono soprattutto i giovani a correre il rischio di esagerare nel consumo di bevande alcoliche: tra chi dichiara di bere “finché ne ha voglia” quando si balla si raggiunge il picco tra i 22 e i 24enni. Negli altri paesi, soprattutto in Germania, i giovani sono decisamente più precoci: i picchi di consumo si raggiungono già a 14/15 anni e, sempre in Germania, questa tendenza a bere in misura eccessiva continua anche fino ai 40 anni. In Uk il picco più elevato riguarda i 19-21enni, addirittura il 59%; il dato comincia poi a scendere, per risalire tuttavia per gli over 44enni. Germania (29%) e Uk (21%) si confermano i paesi in cui più persone dichiarano di amare il bere per l’ebbrezza che l’alcol provoca. In Italia il fenomeno è minoritario e riguarda solo il 6% del campione (un dato che appare stabile rispetto al 2006). Francia e Malta si collocano in posizione intermedia con percentuali di rispondenti pari al 13%. Rispetto alle classi di età delle persone che in Italia dichiarano di amare l’ebbrezza dell’alcol si raggiungono due picchi tra i 16/18enni (29%) e i 22/24enni (29%); dopo i 24 anni però la quota scende molto, collocandosi intorno al dato medio del 6%. Rispetto agli altri paesi l’Italia si distingue quindi, con Malta al 42%, per il minore numero di bevitori smodati: al 44% non è mai capitato di eccedere. In Germania solo il 20% non ha mai esagerato, a seguire Francia (33%) e Uk (35%). Le motivazioni che portano al binge drinking (volevo divertirmi o lasciarmi andare di più, lo facevano anche i miei amici, per scommessa, per dimenticare) hanno riscontri più elevati soprattutto in Germania (39%) e Uk (38%); in quest’ultima la motivazione dominante è legata al divertirsi di più. In Italia tra i motivi dichiarati per cui può capitare di esagerare con il bere, quelli che più si legano al “binge drinking” sono piuttosto contenuti: li enuncia il 22% dei rispondenti. La maggioranza indica o che si stava festeggiando un evento particolare (16%) o di non essersi reso conto di stare esagerando (15%). L’indagine ha inoltre messo in luce come la moderazione, la qualità e l’abbinamento con un cibo corretto costituiscano un valore e un modo di avvicinarsi e vivere il consumo di bevande alcoliche tipicamente Mediterranei. In Italia, e in misura analoga in Francia, con una percentuale rispettivamente del 35% e del 32%, la tendenza a dilazionare il consumo di alcolici nel corso della settimana risulta essere superiore rispetto a quanto accade in Germania (26%) e Uk (28%). Per ben il 76% degli italiani intervistati il “bere poco ma bene” resta una peculiarità importante, che scende al 58% in Germania e al 62% in Uk . Infine, in Italia si conferma forte il binomio tra “buon vino e buon cibo”, e ben l’82% ama bere mangiando bene. Solo al 18% del campione questo binomio non interessa, percentuale che sale al 47% in Uk e al 34% in Germania. “Federvini ha deciso di promuovere questa ricerca, in continuità con quanto già realizzato 2 anni fa, perché ritiene sia necessario e responsabile, visto il ruolo che la Federazione vuole svolgere, avere un quadro esaustivo dell’approccio dei giovani verso il consumo di bevande alcoliche,” – ha affermato Lamberto Vallarino Gancia, Presidente di Federvini, in occasione della presentazione della ricerca. – “E’ interessante il quadro che emerge dall’indagine Ispo, che evidenzia come il modello mediterraneo, e nello specifico quello italiano, possa rappresentare un esempio positivo di consumo responsabile. Capire e discutere ogni aspetto legato a questo tema è fondamentale per aiutare i nostri giovani a costruire un rapporto sano, equilibrato e piacevole con le bevande alcoliche. Un ruolo importante nell’affermazione di questi corretti modelli e stili di consumo lo assumono sia la famiglia, all’interno della quale per il 20% dei giovani avviene il primo consumo di alcolici, sia la scuola. Modelli comportamentali, informazione corretta e cultura del prodotto alcolico sono parte integrante della nostra tradizione e come tali debbono essere trasmessi e condivisi con le generazioni future”. “I dati ottenuti confermano la tendenza, già rilevata nel 2009 ,dei nostri giovani italiani verso un consumo delle bevande alcoliche tipico dello stile mediterraneo, modello che presenta caratteristiche concrete e che possiamo sintetizzare con la tendenza a dilazionare il consumo nel corso della settimana, prestare attenzione alla qualità di ciò che si beve e conciliare il consumo di alcol con il buon cibo” – ha commentato Renato Mannheimer. – “Questo modello si contrappone a quello che possiamo definire “nordico”, caratterizzato dalla concentrazione del consumo di alcol in un unico giorno della settimana; vediamo ad esempio che in Germania, ben il 22% degli intervistati dichiara di bere una sola volta alla settimana ma a volontà, seguito da un 20% a Malta e un 16% in Uk. In Francia invece questa percentuale scende al 6% e in Italia addirittura al 4%” |
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