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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Dicembre 2008
Politica
PARLAMENTO EUROPEO: SARKOZY STILA IL BILANCIO DELLA PRESIDENZA FRANCESE  
 
Strasburgo, 17 dicembre 2008 - Nicolas Sarkozy ha illustrato all´Aula il bilancio della sua presidenza dell´Ue e i risultati dell´ultimo Vertice. Ha in particolare sottolineato i successi ottenuti nell´affrontare il conflitto in Georgia, la crisi economica e il pacchetto climatico. Ha ribadito la necessità di un´Europa forte, unità e più ambiziosa, che poggi sulle nazioni. Molti deputati hanno apprezzato i risultati ottenuti, ma altri hanno criticato il compromesso sul clima e sul trattato di Lisbona. Aprendo il dibattito, il Presidente Pöttering ha sottolineato che Nicolas Sarkozy ha assunto la Presidenza dell´Ue in un momento in cui erano necessarie azioni e negoziazioni e «lei ha raccolto le sfide in Georgia, sulla crisi finanziaria e su altri problemi». Dichiarazione della Presidenza in carica - Nicolas Sarkozy ha anzitutto ricordato che quando la Francia ha assunto la Presidenza la situazione dell´Ue era caratterizzata dall´interruzione del processo di ratifica del trattato di Lisbona a seguito del referendum irlandese. Allora, ha aggiunto, non si immaginava che sarebbe scoppiata una guerra in Georgia e che vi sarebbe stata una violenta crisi finanziaria ed economica. La Presidenza, ha quindi spiegato, ha organizzato la sua azione sulla base di due presupposti: il mondo ha bisogno di un´Europa forte e lo può essere solo se resta unita. Un´europa forte, ha spiegato, non si contenta di seguire la linea di altri, ma ha proprie idee e non evita i problemi. Dopo aver descritto quanto realizzato dalla Presidenza per porre fine al conflitto georgiano, ha sottolineato che l´Europa si è assunta le sue responsabilità, contrariamente a quanto aveva fatto in Bosnia dove si è limitata a seguire l´iniziativa Usa. Riguardo alla crisi finanziaria, ha rilevato che non è nata nell´agosto 2007, bensì nel settembre 2008 quando gli americani hanno deciso di lasciare fallire Lehman Brothers. Ha quindi ricordato le iniziative della Presidenza per ottenere un consenso di tutti gli Stati membri su un piano di salvataggio delle banche coordinato a livello Ue, ripreso poi dagli Usa, e che ha evitato «la distruzione del sistema bancario europeo». Sarkozy ha anche ricordato le iniziative europee volte a definire un piano globale per il rilancio dell´economia, come il G20 e il Vertice di Washington. Il Presidente ha voluto sottolineare il ruolo importante che deve svolgere l´Europa per la pace in Medio Oriente promuovendo il dialogo e non limitandosi a fornire solo assistenza finanziaria. In proposito, ha ricordato che tra i cinque vice segretari dell´Unione per il Mediterraneo figurano un israeliano e un palestinese. Riguardo al clima, il Presidente ha osservato che per alcuni si chiede troppo all´industria, mentre per altri troppo poco, ma ha sottolineato l´obiettivo 20/20/20 è stato mantenuto. In proposito ha affermato che sarebbe stato insensato e irresponsabile rinunciarvi, soprattutto se l´Ue intende convincere gli altri partner a fare uno sforzo sul fronte ambientale. Il compromesso, che evita anche i problemi sociali che avrebbero potuto porsi in alcuni Stati membri orientali, è stato approvato all´unanimità perché «la scelta ambientale non deve essere subita, ma rivendicata» e ciò conferisce maggiori garanzie circa la sua attuazione e più credibilità all´Europa. In proposito, ha sottolineato che la presenza vigile del Parlamento europeo ha rappresentato un fattore di convincimento per gli Stati membri più reticenti. In merito all´immigrazione, il Presidente ha rilevato che non è ipotizzabile che 27 Stati membri che hanno abolito le frontiere interne non si dotino di una politica comune, le cui prime basi sono state poste durante questo semestre. Sulla difesa, ha sottolineato che la politica europea deve essere complementare a quella della Nato. Riguardo al trattato di Lisbona, il Presidente ha invece insistito sul fatto che l´unica soluzione consiste nel ripetere il referendum in Irlanda, come poi si è deciso. Per ottenere un compromesso, ha spiegato, è stato necessario garantire a ogni Stato membro che avrebbe mantenuto un commissario. Inoltre è stato deciso che gli Stati membri che hanno già ratificato il trattato non dovranno ripetere l´operazione e che, prima del prossimo allargamento dell´Ue, sarà necessario aggiungere al trattato di adesione il "protocollo irlandese" e la questione del numero dei deputati europei, visto che le prossime elezioni si svolgeranno sulla base del trattato di Nizza e alcuni Stati membri hanno ottenuto un aumento della loro rappresentanza da quello di Lisbona. Tirando le somme, il Presidente ha affermato che se non si è capaci di raggiungere un compromesso in 27, «non vale la pena avere un ideale europeo», che significa ascoltare gli altri e cercare di trovare assieme una via comune per superare i problemi. In proposito, ha voluto ringraziare il Parlamento europeo, con il quale è stato «molto facile, gradevole e utile intrattenere numerosi contatti». Tutti, ha aggiunto, «avete dimostrato la volontà di fare progredire, ognuno alla vostra maniera, l´Europa». Il Parlamento, ha ribadito, «è stato un elemento decisivo per ottenere dei risultati». Al riguardo, ha osservato, sorridendo, che «è stato più facile discutere, lavorare e negoziare con il Parlamento europeo che con taluni altri interlocutori». Ha poi ringraziato il Presidente della Commissione, «poiché non sarebbe stato possibile raggiungere i risultati ottenuti dalla Presidenza senza il nostro lavoro mano nella mano con Barroso». Il Presidente ha poi voluto ringraziare i capi di Stato e di governo, spiegando che «non si può costruire l´Europa contro gli Stati». In proposito, ha aggiunto che «l´Europa non è nemica delle nazioni e le nazioni non sono nemiche dell´Europa». Sottolineando che se non avesse cercato di capire i problemi di ogni governo non ce l´avrebbe fatta, ha osservato che è un errore «voler passare sulla testa di coloro che sono eletti nel proprio paese» perché ciò non corrisponde a un ideale europeo, bensì all´«integralismo. Voler costruire l´Europa contro le nazioni, ha insistito, «sarebbe un errore storico». Infine, il Presidente Sarkozy ha voluto fare un´osservazione personale: «durante i sei mesi di presidenza ho imparato molto e ho apprezzato tanto questo lavoro . Perché quando si ha la fortuna di dover risolvere problemi di 27 paesi per sei mesi, si guadagna in tolleranza e i apertura di spirito e si capisce che l´Europa è senza dubbio la più bella idea inventata nel Xx secolo». «Ho cercato di fare muovere l´Europa - ha proseguito - ma è l´Europa che mi ha cambiato». Ha poi affermato di credere fermamente che ogni capo di Stato e di governo dovrebbe avere questa responsabilità, così capirebbe che i problemi che affronta nel proprio paese, spesso non possono essere risolti che in accordo con i vicini, capirebbe che, aldilà delle differenze, ci sono tante cose che ci riavvicinano e, infine, capirebbe la cosa più importante: è più facile per l´Europa avere grandi ambizioni invece di ambizioni piccole piccole». Allora, ha concluso, «che l´Europa resti ambiziosa e capisca che il mondo ha bisogno che prenda decisioni!», poiché i problemi bisogna risolverli subito. I deputati gli hanno tributato un lungo applauso. Dichiarazione della Commissione - José Manuel Barroso ha sottolineato che raramente l´Europa si è potuta fregiare di risultati così positivi e anche di un triplo successo. «In una situazione difficile, di crisi e d´urgenza - ha aggiunto - si sono ottenuti progressi notevoli per il futuro dell´Europa e degli europei». Aldilà delle conclusioni importanti nel campo della sicurezza e della difesa, dell´Unione del Mediterraneo e del nuovo partenariato orientale, il Presidente della Commissione si è soffermato sul trattato di Lisbona, sul rilancio economico e sul pacchetto clima/energia. In proposito, rendendo omaggio alla Presidenza e al Parlamento europeo, ha rivendicato il ruolo svolto dalla Commissione in questi successi, dimostrando di «essere una leva indispensabile per trasformare aspirazioni politiche in azioni concrete». Interventi in nome dei gruppi politici - Joseph Daul (Ppe/de, Fr) Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha salutato gli sforzi della presidenza francese che, a suo parere, hanno aiutato a conquistare il rispetto mondiale per le politiche europee in materia di cambiamenti climatici e immigrazione, nonché la sua risposta coordinata alla crisi finanziaria. Il sangue freddo della presidenza e il suo pragmatismo, ha aggiunto, hanno permesso la protezione coordinata dei depositi di risparmio e la ricapitalizzazione delle banche, evitando così una reazione a catena dove migliaia di posti di lavoro avrebbero potuto essere persi. Ha quindi evidenziato che è l´economia sociale di mercato che garantisce equità tra l´amministrazione e la forza lavoro. Ha poi ringraziato la presidenza per i risultati dei negoziati sui cambiamenti climatici. Questo complesso accordo tra 27 Stati membri, ha proseguito, proteggerà sia l´ambiente sia i posti di lavoro, e l´Unione europea deve ora guidare la lotta mondiale contro i cambiamenti climatici, incalzare i peggiori inquinatori affinché agiscano e ricercare impegni tangibili presso il Presidente Obama. L´unione necessita di più stabilità politica e di maggior efficacia nella presa di decisioni e, ha quindi concluso, il trattato di Lisbona offre «gli strumenti per portare a termine questo compito». Per Martin Schulz (Pse, De) il bilancio della Presidenza francese «non è niente male» e, al riguardo, ha sottolineato il grande successo ottenuto sul pacchetto clima/energia. Ha poi osservato che nel compromesso sulle emissioni di Co2 delle auto «c´è molto Sacconi e un po´ di Sarkozy» e quest´ultimo ha quindi fatto bene a sottolineare il ruolo del Parlamento. Si tratta di un accordo, ha spiegato, che trova l´equilibrio tra necessità economiche e obblighi ecologici. Ha pertanto annunciato che il suo gruppo voterà a favore del pacchetto, precisando però che l´accordo in prima lettura deve essere considerato un´eccezione. In merito alla crisi finanziaria, ha rilevato che le sperequazioni sociali sono dovute a una sbagliata ridistribuzione degli utili e che ciò rappresenta una vera e propria «bomba a orologeria». Si tratta di una priorità che la Presidenza ha affrontato, «ma forse un po´ troppo tardi». Riguardo al trattato di Lisbona, ha detto di accettare le conclusioni del Consiglio, precisando però che le concessioni non serviranno a niente se in Irlanda non vi è un governo coraggioso che difenda il trattato. In conclusione, osservando le molte cose positive compiute, ha affermato che la Presidenza francesca ha fatto progredire l´Europa. Per Graham Watson (Alde/adle, Uk) la qualità della presidenza francese è «quasi fiabesca»: cavalcando in soccorso della «nostra signora della Georgia» e dando il benvenuto al ballo alla «Cenerentola di Londra». La presidenza non ha scelto le proprie sfide, ha proseguito, ma le ha affrontate con energia, entusiasmo e creatività. Ne ha quindi lodato gli sforzi per ristabilire la fiducia nei mercati ed evitare il protezionismo. Ha poi sollecitato il Consiglio a ridurre l´Iva sui prodotti a basso consumo di energia o che ricorrono a energie rinnovabili al fine di aiutare l´industria e l´ambiente. Si è poi compiaciuto per il rinnovato impegno al sostegno delle finanze pubbliche e ad un rapido ritorno agli obiettivi di bilancio a medio termine. La presidenza sembra aver trovato una risposta fattibile alle preoccupazioni irlandesi sul nuovo trattato, aggiungendo che «Se Parigi valeva una messa, Dublino vale un commissario». Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, pur ritenendo che le deroghe «faranno scendere il prezzo dei carbonio, taglieranno le impennate dei prezzi e sarà più difficile raggiungere gli obiettivi della riduzione di emissioni», ha assicurato il sostegno del suo gruppo al compromesso. Daniel Cohn-bendit (Verdi/ale, De) ha riconosciuto il volontarismo di Sarkozy, ma ha anche osservato che il Presidente non si è attenuto a quanto affermato a luglio in merito all´unanimità «che uccide la democrazia». A suo parere, il Presidente «riduce il Parlamento europeo a un viagra per i governi», quando in realtà «non è il nostro ruolo di essere utilizzati affinché gli altri facciano quanto non vogliono fare». Ha poi sostenuto che «nessuno qui vuole fare l´Europa contro le nazioni». Criticando poi l´atteggiamento della Cancelliera tedesca che ha difeso l´industria tedesca nell´ambito del pacchetto climatico, ha sottolineato che il Presidente «ha dovuto fare dell´egoismo nazionale degli uni e degli altri un compromesso» che il Parlamento dovrà, «in un certo qual modo», giudicare. Ha quindi annunciato il suo voto contrario sostenendo che il voto in prima lettura rappresenta un «ricatto». Ha quindi accusato Sarkozy di ridurre la Commissione a segretariato del Consiglio, sostenendo che è a questo che è servita. Ha poi affermato che il ruolo degli eurodeputati «non è di inginocchiarsi ai partiti nazionali ma di difendere l´interesse europeo». Sul piano di rilancio economico, il leader dei Verdi ha sostenuto che il Presidente non ha fatto niente contro il nazioanlismo economico tedesco e ha criticato il fatto che il piano di Obama sia più ambizioso di quello europeo (3-4% contro 1,5% del Pil). Infine, rilevando l´arresto di un dissidente cinese, ha accusato Sarkozy di farsi umiliare dalla Cina per non umiliarla. Cristiana Muscardini (Uen, It) ha esordito affermando che, facendo parte di un gruppo che si chiama Unione per l´Europa delle Nazioni, ha apprezzato in modo particolare le parole del Presidente. La Presidenza, ha proseguito, «ha dimostrato che ci può essere il progetto di un´Europa politica» se si ha «il coraggio che è stato dimostrato nel conflitto tra Russia e Georgia e la capacità di gestire la crisi finanziaria con nuovi metodi di lavoro e interpretazioni aperte contro la rigidità del patto di stabilità». Ha poi apprezzato una Presidenza «che ha riposizionato la politica al centro del dibattito e di conseguenza ha riposizionato l´Europa al centro del dibattito mondiale». Si è inoltre detta convinta che l´indipendenza della Bce «deve significare il suo dovere di confrontarsi più tempestivamente con le istituzioni». Infatti, ha spiegato, «è ormai dimostrato che le crisi non possono essere risolte dalle banche centrali se non c´è a monte una chiara visione politica e una condivisa strategia di sviluppo». La definizione del pacchetto clima-energia, ha poi affermato, «è un grande successo e una speranza per il futuro», insieme all´Unione per il Mediterraneo, «strada maestra per la pace e lo sviluppo». Ha poi osservato che rimangono aperte alcune priorità, augurandosi che possano essere risolte dalla prossima Presidenza. Oltre all´immigrazione, al controllo delle frontiere e al rilancio dell´agricoltura, vi è anche «la reale parità salariale tra uomo e donna». Mentre l´Europa parla di equiparazione tra uomo e donna attraverso l´età pensionabile, ha spiegato, «sarebbe opportuno cominciare a ottenere la parità salariale». In seguito, ha ritenuto che la soluzione di un Commissario per ogni paese è quella «più giusta» e ha quindi ringraziato la Presidenza francese «per aver riportato in vita questa proposta». Infine, sulla crisi finanziaria, ha detto di sostenere il Presidente nella richiesta di una riforma del sistema «che si basi sulla capacità di far prevalere l´economia reale sulla finanza, i beni effettivi rispetto ai beni di carta». Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) ha sostenuto che ricorderemo la Presidenza per la serietà degli avvenimenti che si sono succeduti in questi sei mesi. Tuttavia, vediamo politiche delle quali non abbiamo bisogno, che stanno prendendo piede. Evidenziando l´importanza per l´Ue del compromesso raggiunto sul pacchetto climatico, ha però affermato che non si tratta di un accordo storico. Se questo diventa il modello a cui fare riferimento, ha aggiunto, non raggiungeremo alcuni degli obiettivi fissati dalla comunità scientifica e mondiale. In conclusione ha affermato che il suo gruppo non si congratula per la pressione esercitata dal Consiglio sui cittadini irlandesi: non si possono essere trattati in questo modo, bisogna ascoltarli e capirli. Nigel Farage (Ind/dem, Uk) si è complimentato con la presidenza francese per «la sua energia e il suo dinamismo», pur rammaricandosi che i suoi obiettivi siano stati quelli di «dotare l´Unione di maggiori poteri». Ha quindi reclamato per quello da egli stesso definito «uno sconvolgente attacco al Presidente Klaus», portato avanti dal leder dei Verdi Daniel Cohn-bendit nel corso del recente incontro tenutosi a Praga dei leader dei gruppi politici del Parlamento europeo con il Presidente della Repubblica ceca, in vista della presidenza ceca che avrà inizio a gennaio. Replica della Presidenza - Rivolgendosi al leader del Ppe/de, Nicolas Sarkozy ha affermato di aver apprezzato l´appoggio costante del suo gruppo e il suo sostegno al trattato di Lisbona. A Martin Schulz ha detto che ci vuole coraggio per accettare di parlare con qualcuno che non appartiene alla propria famiglia politica e che il suo gruppo è stato «un partner esigente ma responsabile». Assieme a Joseph Daul è stato possibile «fare avanzare l´Europa». Rispondendo a Graham Watson, ha ricordato che l´ultima volta gli aveva parlato di Carla mentre oggi ha fatto riferimento ad Angela: «ha buoni gusti!», ha esclamato. Tornando serio, ha sostenuto che non si capisce per quale motivo se uno Stato membro vuole ridurre l´Iva su tutti i prodotti può farlo da solo, ma se lo vuole fare su singoli prodotti deve aspettare l´unanimità di tutti i partner. Ha quindi affermato che l´Ecofin di marzo dovrebbe esaminare una proposta al riguardo. Ha poi sostenuto che non è ragionevole che i prodotti puliti costino più cari di quelli inquinanti e che deve quindi essere possibile per gli Stati membri ridurre l´Iva sui prodotti "verdi" se lo auspicano. Si è anche chiesto perché il cioccolato nero gode di un´Iva ridotta e quello al latte, che personalmente preferisce, no. Lo stesso vale, rispettivamente, per i libri e i video, o per i servizi che creano occupazione. Sul numero di commissari, Sarkozy ha sottolineato che se sono 24, 27 o 33 non cambia niente, l´importante è che il Presidente sia dotato di maggiori poteri, per dare una dottrina comune all´insieme del collegio. Riguardo a quanto affermato da Cohn-bendit, il Presidente ha sottolineato che il leader dei Verdi è «cortese, tollerante e simpatico quando lo si incontra in privato, ma appena c´è una telecamera diventa come pazzo». Ha quindi invitato i cittadini a «non credere alle immagini, perché Cohn-bendit vale molto di più». Dopo aver ringraziato Cristiana Muscardini per il suo sostegno, il Presidente ha affermato di aver apprezzato l´appoggio dell´Italia, che non era tanto evidente sul pacchetto climatico. Ha infatti spiegato che il governo italiano e Silvio Berlusconi «hanno agevolato il compito» durante l´ultimo Vertice. Ha poi dato ragione alla deputata riguardo al fatto che deve essere data priorità all´economia reale. Rispondendo a Wurtz e a Farage sul trattato di Lisbona, il Presidente ha sottolineato che sarebbe dittatoriale dover subire il rifiuto di un solo paese che frena gli altri 26, piuttosto che riproporre un nuovo referendum. La verità, ha insistito, è che l´Europa ha bisogno dell´Irlanda e viceversa. In proposito ha sostenuto che se l´Irlanda vuole un commissario è con Lisbona che l´avrà, e l´Irlanda ha ben apprezzato l´iniziativa della Commissione per salvare le banche durante la tempesta finanziaria. Riguardo alla polemica con il Presidente ceco, Sarkozy ha detto di aver apprezzato l´atteggiamento coraggioso e ragionevole del Presidente Pöttering: ognuno vuole essere rispettato, «ma per essere rispettato occorre rispettare gli altri», e molti europei si sono sentiti offesi dalla decisione di levare tutte le bandiere europee dagli edifici pubblici in Repubblica Ceca, «non si trattano così il Presidente del Parlamento, i presidenti dei gruppi politici e i simboli dell´Europa». Ha poi concluso sostenendo che i grandi paesi non hanno più diritti dei piccoli in Europa, ma hanno forse maggiori responsabilità». Interventi dei deputati italiani - Mario Mauro (Ppe/de, It) ha voluto rivolgere i complimenti alla Presidenza francese perché «si è respirato in questi sei mesi un´aria del tempo dei padri fondatori, vale a dire profonde convinzioni che ci hanno dimostrato che ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide». Nel ritenere ciò una «lezione importante venuta dalla Presidenza francese che ha anche aperto un orizzonte molto interessante», ha osservato che «ci ha fatto capire che l´integralismo europeo non è un´opportunità». Inoltre, «il modo equilibrato» con cui è stato gestito il "pacchetto clima", insegna che «l´integrazione non è un valore in sé, ma per la visione che è capace di riportarci tutti quanti ad obiettivi comuni». Se questi insegnamenti sono stati così importanti, ha proseguito, «vale la pena seguire la lezione di coraggio e andare fino in fondo». Più in particolare, sul tema della crisi economica e finanziaria, «varrebbe la pena avere più coraggio e, quindi, che le misure adottate finora venissero corredate da iniziative più decise, come ad esempio l´adozione degli eurobond». .  
   
   
CONSIGLIO EUROPEO DI BRUXELLES 11 E 12 DICEMBRE 2008 CONCLUSIONI DELLA PRESIDENZA  
 
 Bruxelles, 17 dicembre 2008 - Il Consiglio europeo si è riunito l´11 e 12 dicembre 2008 e ha approvato un piano di ripresa dell´economia europea pari a circa l´1,5% del Pil dell´Unione europea (che, in cifre, equivale a circa 200 miliardi di euro). Questo piano costituisce il quadro comune delle iniziative prese dagli Stati membri e dall´Unione europea per assicurarne la coerenza e ottimizzarne in tal modo gli effetti. Il Consiglio europeo è giunto altresì ad un accordo sul pacchetto energia-cambiamenti climatici, che deve consentire di mettere a punto tale pacchetto con il Parlamento europeo entro la fine dell´anno. Questo progresso fondamentale permetterà all´Unione europea di rispettare gli impegni ambiziosi sottoscritti in materia nel 2007 e di conservare il suo ruolo guida nella ricerca di un accordo mondiale ambizioso e globale a Copenaghen l´anno prossimo. Il Consiglio europeo, con decisioni concrete, ha espresso la volontà di imprimere un nuovo impulso alla politica europea di sicurezza e di difesa per rispondere alle nuove sfide riguardanti la sua sicurezza. Infine il Consiglio europeo ha discusso gli elementi destinati a rispondere alle preoccupazioni espresse in occasione del referendum irlandese e ha definito una via per permettere l´entrata in vigore del trattato di Lisbona entro la fine del 2009. La riunione del Consiglio europeo è stata preceduta da una presentazione del sig. Hans-gert Pöttering, Presidente del Parlamento europeo, seguita da uno scambio di opinioni. I. Trattato di Lisbona 1. Il Consiglio europeo riafferma che il trattato di Lisbona è ritenuto necessario per contribuire a un funzionamento più efficace, più democratico e più efficiente dell´Unione allargata, anche nelle questioni internazionali. Per consentire l´entrata in vigore del trattato entro la fine del 2009, il Consiglio europeo ha definito la seguente via nel rispetto delle finalità e degli obiettivi dei trattati. 2. Riguardo alla composizione della Commissione, il Consiglio europeo ricorda che i trattati in vigore esigono la riduzione del numero dei membri della Commissione nel 2009. Il Consiglio europeo conviene che, purché il trattato di Lisbona entri in vigore, sarà adottata una decisione secondo le necessarie procedure giuridiche, affinché la Commissione continui a comprendere un cittadino di ciascuno Stato membro. 3. Il Consiglio europeo ha preso debito atto delle altre preoccupazioni del popolo irlandese presentate dal Primo Ministro (Taoiseach), figuranti nell´allegato 1, in tema di politica fiscale, famiglia, questioni sociali ed etiche e politica europea di sicurezza e di difesa (Pesd) con riguardo alla politica tradizionale di neutralità dell´Irlanda. Il Consiglio europeo conviene che, a condizione che l´Irlanda assuma l´impegno di cui al punto 4, tutte le preoccupazioni espresse nella dichiarazione summenzionata saranno affrontate con reciproca soddisfazione dell´Irlanda e degli altri Stati membri. Le necessarie garanzie giuridiche sono espresse nei tre punti seguenti: nulla nel trattato di Lisbona modifica in alcun modo, per alcuno Stato membro, la portata o l´esercizio delle competenze dell´Unione in materia di fiscalità; il trattato di Lisbona non pregiudica la politica di sicurezza e di difesa degli Stati membri, ivi compresa la politica tradizionale di neutralità dell´Irlanda, né gli obblighi della maggioranza degli altri Stati membri; • la garanzia che le disposizioni della Costituzione irlandese relative al diritto alla vita, all´istruzione e alla famiglia non siano affatto pregiudicate dal conferimento di uno status giuridico alla Carta dei diritti fondamentali dell´Ue da parte del trattato di Lisbona né dalle disposizioni di detto trattato in materia di giustizia e affari interni. Inoltre sarà ribadita la grande importanza attribuita alle questioni di cui alla lettera d) dell´allegato I, diritti dei lavoratori compresi. 4. Alla luce dei succitati impegni assunti dal Consiglio europeo e con riserva della conclusione soddisfacente dei lavori approfonditi di follow-up entro la metà del 2009 e presumendo la positiva attuazione degli stessi, il Governo irlandese si impegna a perseguire la ratifica del trattato di Lisbona entro la scadenza del mandato dell´attuale Commissione. Ii. Affari economici e finanziari 5. La crisi economica e finanziaria è una crisi mondiale: questo è il motivo per cui l´Unione europea lavora di concerto con i partner internazionali. Il vertice di Washington, svoltosi su iniziativa dell´Unione il 15 novembre 2008, ha definito un programma di lavoro ambizioso in vista di un rilancio concertato dell´economia mondiale, di una più efficace regolamentazione dei mercati finanziari, di una migliore governanza mondiale e del rifiuto del protezionismo. Tale programma deve essere attuato secondo il calendario stabilito. Si invita il Consiglio a organizzare la preparazione di questi lavori con la Commissione e a riferire sui progressi al Consiglio europeo della primavera 2009, nella prospettiva del prossimo vertice che si terrà a Londra il 2 aprile prossimo. 6. L´europa ha definito, in modo coordinato, le misure di emergenza necessarie per ripristinare il corretto funzionamento del sistema finanziario e la fiducia degli operatori economici. Il Consiglio europeo sottolinea che gli Stati membri devono poter mettere a punto queste misure quanto prima. Chiede che esse siano attuate pienamente e rapidamente, con la partecipazione di tutte le parti interessate conformemente al quadro stabilito dal Consiglio il 2 dicembre 2008. Il Consiglio europeo esorta le banche e gli istituti finanziari ad avvalersi pienamente delle agevolazioni loro accordate per mantenere e sostenere i crediti all´economia nonché a ripercuotere sui mutuatari le riduzioni dei tassi d´interesse di riferimento a livello centrale. Al riguardo occorre assicurare che le misure del quadro comune, in particolare i meccanismi di garanzia, siano effettivamente attuate in modo da contribuire a ridurre il costo del finanziamento degli istituti finanziari a favore delle famiglie e delle imprese. 7. I mercati finanziari rimangono fragili. Dobbiamo mantenere alta l´attenzione e continuare ad attuare prioritariamente le misure destinate a rafforzare la stabilità, la vigilanza e la trasparenza del settore finanziario, in particolare quelle previste nella tabella di marcia del Consiglio Ecofin. In questo contesto, il Consiglio europeo auspica che i negoziati con il Parlamento europeo giungano all´adozione rapida delle decisioni legislative che sono state oggetto di un orientamento generale del Consiglio1. Chiede altresì decisioni rapide sugli altri temi prioritari individuati, segnatamente sulle agenzie di rating, la vigilanza finanziaria e le norme contabili. 8. La crisi finanziaria colpisce ora l´economia. La zona euro, e addirittura tutta l´Unione, sono sotto la minaccia della recessione. In queste circostanze eccezionali, l´Europa agirà in modo unito, forte, rapido e decisivo per evitare una spirale recessiva e sostenere l´attività economica e l´occupazione. Mobiliterà tutti gli strumenti a sua disposizione e agirà in modo concertato per ottenere il massimo effetto dalle misure adottate dall´Unione e da ciascuno degli Stati membri. In questo contesto svolgono un ruolo vitale anche le politiche di protezione e inclusione sociali degli Stati membri. 9. Il Consiglio europeo approva il piano europeo di ripresa economica illustrato qui di seguito. Il piano costituirà un quadro coerente per l´azione da intraprendere a livello dell´Unione e per le misure adottate dai singoli Stati membri, in considerazione della situazione di ciascuno. Nello spirito della comunicazione della Commissione del 26 novembre 2008, esso si basa su uno sforzo pari complessivamente all´1,5% circa del Pil dell´Unione europea. Prevede altresì il varo di azioni prioritarie destinate ad accelerare l´aggiustamento delle nostre economie per far fronte alle sfide attuali. 10. In questo contesto la Banca centrale europea e le altre banche centrali hanno notevolmente ridotto i tassi d´interesse, sostenendo in tal modo una crescita non inflazionistica e contribuendo alla stabilità finanziaria. 1 Progetti di direttive sui requisiti in materia di fondi propri delle banche, la solvibilità delle compagnie d´assicurazione, gli organismi d´investimento collettivo in valori mobiliari e la protezione dei depositi dei risparmiatori. 11. Per quanto riguarda l´azione specifica dell´Unione europea, il Consiglio europeo sostiene in particolare: l´aumento degli interventi della Banca europea per gli investimenti, per un importo dell´ordine di 30 miliardi di Eur nel 2009/2010, segnatamente a favore delle piccole e medie imprese, per le energie rinnovabili e per il trasporto pulito, in particolare a beneficio del settore automobilistico, al pari della creazione del Fondo europeo 2020 per l´energia, i cambiamenti climatici e le infrastrutture ("Fondo Margherita"), in partenariato con investitori istituzionali nazionali; lo snellimento delle procedure e l´accelerazione dell´attuazione dei programmi finanziati dal Fondo di coesione, dai Fondi strutturali o dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale in vista del rafforzamento degli investimenti infrastrutturali e in materia di efficienza energetica; in base a un elenco di progetti concreti che la Commissione presenterà, tenendo conto di un equilibrio geografico adeguato, la mobilitazione delle possibilità che permettono, nel quadro del bilancio comunitario, di rafforzare gli investimenti in tali settori e di sviluppare attraverso incentivi normativi l´Internet ad alta velocità anche nelle zone meno servite; il varo rapido, da parte del Fondo sociale europeo, di azioni supplementari a sostegno dell´occupazione, in particolare a favore dei gruppi più vulnerabili, prestando un´attenzione particolare alle imprese più piccole, riducendo il costo del lavoro non salariale; la mobilitazione a favore dell´occupazione in settori chiave dell´economia europea, soprattutto ad opera del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, anche grazie al miglioramento e all´accelerazione delle relative procedure; la possibilità per gli Stati membri che lo desiderano di applicare aliquote Iva ridotte in taluni settori: il Consiglio europeo chiede al Consiglio Ecofin di risolvere tale questione prima del mese di marzo 2009; una franchigia temporanea di due anni al di là della soglia minima per gli aiuti di Stato per un importo fino a 500 000 Eur e l´adeguamento del quadro, necessari per potenziare il sostegno alle imprese, in particolare le Pmi, nonché la piena attuazione del piano d´azione per uno "Small Business Act" adottato dal Consiglio il 1°dicembre 2008; l´uso nel 2009 e 2010 delle procedure accelerate nelle direttive sugli appalti pubblici, che è giustificato dalla natura eccezionale dell´attuale situazione economica, al fine di ridurre la durata della procedura di gara da 87 a 30 giorni nel caso delle procedure più comunemente usate per i grandi progetti pubblici; il proseguimento di una riduzione generale e considerevole degli oneri amministrativi che gravano sulle imprese. Il Consiglio europeo invita il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione a adottare le decisioni necessarie anche, all´occorrenza, per quanto riguarda il quadro regolamentare nel pieno rispetto delle prospettive finanziarie attuali e delle procedure dell´accordo interistituzionale secondo un calendario il più serrato possibile. 12. Gli Stati membri hanno già preso al loro livello alcune misure importanti che rispondono alla loro situazione particolare e riflettono margini di manovra diversi. Data l´ampiezza della crisi, occorre uno sforzo maggiore e coordinato, nell´ambito di un approccio comune fondato sulle seguenti linee direttrici: le misure di sostegno alla domanda devono puntare a un effetto immediato, essere limitate nel tempo e mirate ai settori maggiormente colpiti e più importanti rispetto alla struttura dell´economia (ad es. , il settore automobilistico e l´edilizia); in funzione della situazione nazionale, queste misure possono rivestire la forma di un aumento della spesa pubblica, di riduzioni ragionevoli della pressione fiscale, di una diminuzione degli oneri sociali, di sostegni a talune categorie d´imprese o di aiuti diretti alle famiglie, soprattutto le più vulnerabili; esse saranno accompagnate da uno sforzo più intenso di attuazione delle riforme strutturali nell´ambito della strategia di Lisbona. Queste riforme saranno basate su un finanziamento più consistente degli investimenti e delle infrastrutture, sul miglioramento della competitività delle imprese, su un maggior sostegno alle Pmi e sulla promozione dell´occupazione, dell´innovazione, della ricerca e sviluppo, nonché dell´istruzione e della formazione. 13. Il Consiglio europeo sottolinea che il Patto di stabilità e crescita riveduto resta la pietra angolare del quadro di bilancio dell´Ue. Esso offre la flessibilità necessaria per attuare tutte le misure del piano di ripresa. Consapevole che queste ultime provocheranno un temporaneo aumento dei disavanzi, il Consiglio europeo ribadisce il suo pieno impegno a favore di finanze pubbliche sostenibili ed esorta gli Stati membri a ritornare quanto prima possibile ai rispettivi obiettivi di bilancio di medio termine conformemente al Patto e al ritmo del risanamento economico. 14. Nelle attuali circostanze, l´applicazione da parte della Commissione delle regole di concorrenza deve altresì rispondere all´esigenza di un´azione rapida e flessibile. In questo contesto il Consiglio europeo plaude segnatamente alle nuove linee guida per gli istituti finanziari adottate dalla Commissione e ne chiede la pronta attuazione. 15. Il Consiglio europeo è convinto che questo ambizioso piano di ripresa, che converge con le iniziative analoghe attuate dalle altre principali economie del pianeta, contribuirà in maniera decisiva al ritorno rapido dell´economia europea sulla strada della crescita e della creazione di posti di lavoro. Con inizio nella riunione del marzo 2009, il Consiglio europeo valuterà la corretta attuazione del piano di ripresa e potrà completarlo o adattarlo ove necessario. 16. Il Consiglio europeo invita il Consiglio e la Commissione ad avviare un dialogo con i paesi produttori di idrocarburi alla ricerca degli strumenti per stabilizzare in modo duraturo i prezzi dell´energia. 17. Il Consiglio europeo approva l´obiettivo di giungere quest´anno in sede di Organizzazione mondiale del commercio ad un accordo sulle modalità di finalizzazione del programma di Doha per lo sviluppo con un risultato ambizioso, globale ed equilibrato. 18. L´europa deve continuare a investire nell´avvenire: da ciò dipende la sua prosperità futura. Il Consiglio europeo chiede il varo di un piano europeo per l´innovazione, in collegamento con lo sviluppo dello Spazio europeo della ricerca e con la riflessione sul futuro della strategia di Lisbona dopo il 2010, che contempli tutte le condizioni per lo sviluppo sostenibile e le principali tecnologie del futuro (segnatamente l´energia, le tecnologie dell´informazione, le nanotecnologie, le tecnologie spaziali e i servizi che ne derivano, le scienze della vita). Iii. Energia e cambiamenti climatici 19. Il Consiglio europeo accoglie con favore il risultato dei lavori svolti con il Parlamento europeo, nell´ambito della codecisione, che hanno permesso di delineare un ampio accordo di principio sulla maggior parte delle quattro proposte del pacchetto legislativo energia/clima. Plaude altresì all´accordo completo sulle proposte legislative "Co2 dei veicoli leggeri", "Qualità dei carburanti" e sulla direttiva "Fonti di energia rinnovabili". 20. Il Consiglio europeo ha discusso delle sfide che rappresenta l´attuazione del pacchetto e delle questioni tuttora aperte, giungendo a un accordo sugli elementi contenuti nel documento 17215/08. 21. Il Consiglio europeo invita il Consiglio a cercare un accordo con il Parlamento europeo sulla base di quanto precede per consentire un accordo in prima lettura sull´insieme del pacchetto prima della fine dell´anno. 22. Questo pacchetto assicurerà l´attuazione degli impegni ambiziosi in materia energetica e climatica assunti dall´Unione europea nel marzo 2007 e marzo 2008, in particolare l´obiettivo della riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra nel 2020. Il Consiglio europeo conferma l´impegno dell´Unione europea di portare questa diminuzione al 30% nell´ambito di un accordo mondiale ambizioso e globale a Copenaghen sui cambiamenti climatici al di là del 2012, a condizione che gli altri paesi sviluppati s´impegnino a conseguire analoghe riduzioni di emissioni e che i paesi in via di sviluppo più avanzati sul piano economico diano un contributo adeguato alle rispettive responsabilità e capacità. 23. La Commissione presenterà al Consiglio europeo nel marzo 2010 un´analisi dettagliata del risultato della Conferenza di Copenaghen, ivi concluso il passaggio da una riduzione del 20% a una del 30%. Il Consiglio procederà su tale base a una valutazione della situazione e anche dei suoi effetti sulla competitività dell´industria europea e sugli altri settori economici. 24. Nell´ambito di questo accordo e del piano di ripresa economica, è imperativo intensificare le azioni per migliorare l´efficienza energetica degli edifici e le infrastrutture energetiche, promuovere i "prodotti verdi" e sostenere gli sforzi dell´industria automobilistica volti a produrre veicoli più rispettosi dell´ambiente. 25. Lo sforzo dell´Unione per combattere i cambiamenti climatici va di pari passo con un´azione risoluta volta a rafforzare la sicurezza dell´approvvigionamento energetico, comprese le interconnessioni e la connessione dei paesi più isolati dell´insieme europeo. Al riguardo il Consiglio europeo chiede al Consiglio, sulla base degli orientamenti definiti nelle sue conclusioni dell´ottobre 2008, di procedere rapidamente all´esame del piano d´azione per la sicurezza e la solidarietà nel settore energetico presentato dalla Commissione, in vista della riunione del marzo 2009. Iv. Politica agricola comune - 26. Il Consiglio europeo sottolinea l´importanza dell´accordo raggiunto in sede di Consiglio sulla "valutazione dello stato di salute" della politica agricola comune. 27. Il Consiglio europeo esprime il suo sostegno agli sforzi messi in atto dall´Irlanda per far fronte alla situazione concernente le carni suine, e alle misure cautelari da essa rapidamente adottate. Invita la Commissione a sostenere gli agricoltori ed i macelli in Irlanda cofinanziando misure miranti al ritiro degli animali e dei prodotti in questione dal mercato. V. Relazioni esterne e politica europea di sicurezza e di difesa Politica europea di vicinato 28. Il Consiglio europeo approva gli orientamenti emersi nella riunione ministeriale tenutasi a Marsiglia il 3 e 4 novembre 2008, che hanno consentito di precisare le modalità di funzionamento dell´Unione per il Mediterraneo. Il Consiglio esorta a proseguire l´attuazione ambiziosa di questa iniziativa in tutte le sue dimensioni, nell´ambito delle strutture così create. 29. Analogamente il Partenariato orientale consentirà di rafforzare in modo significativo la politica dell´Ue verso i partner orientali della politica europea di vicinato1 in un quadro bilaterale e multilaterale, in modo complementare con le altre cooperazioni già esistenti nel vicinato dell´Unione, quale la Sinergia del Mar Nero, di cui occorrerà tener conto. Il Partenariato orientale dovrebbe aiutare i paesi partner a progredire nel processo di riforma, contribuendo così alla loro stabilità e al ravvicinamento all´Ue. Il Consiglio europeo plaude alle proposte presentate dalla Commissione nella comunicazione del 3 dicembre 2008 e incarica il Consiglio di esaminarle e di riferirgli in previsione dell´approvazione di quest´iniziativa ambiziosa nella riunione di marzo 2009 e del varo del Partenariato orientale in occasione di un vertice con i paesi partner organizzato dalla prossima presidenza ceca. 1 Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica moldova, Ucraina. Politica europea di sicurezza e di difesa - 30. Il Consiglio europeo esprime la volontà d´imprimere, tramite la dichiarazione qui acclusa1, un nuovo slancio alla politica europea di sicurezza e di difesa. Rispettosa dei principi della Carta delle Nazioni Unite e delle decisioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, tale politica continuerà a svilupparsi in piena complementarità con la Nato nel quadro concertato del partenariato strategico fra l´Ue e la Nato e nel rispetto della loro autonomia decisionale e delle loro procedure rispettive. A tal fine il Consiglio europeo avalla l´analisi della relazione sull´attuazione della strategia europea in materia di sicurezza del 2003, e approva le dichiarazioni adottate dal Consiglio2, che stabiliscono nuovi obiettivi per rafforzare e ottimizzare le capacità europee nei prossimi anni e sottolineano la volontà dell´Ue di agire al servizio della pace e della sicurezza internazionali, contribuendo concretamente, al tempo stesso, alla sicurezza dei suoi cittadini. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: APPROVATO LO STATUTO DEGLI ASSISTENTI DEGLI EURODEPUTATI  
 
Strasburgo, 17 dicembre 2008 - L´aula ha approvato lo statuto degli assistenti dei deputati europei che si applicherà a partire dalla prossima legislatura. Gli assistenti che lavorano a Bruxelles e/o Strasburgo saranno assunti mediante un contratto diretto con il Parlamento europeo e retribuiti dal bilancio Ue sulla base di una griglia salariale definita. Gli assistenti dovranno conoscere una lingua straniera e, per gli inquadramenti più alti, possedere una laurea. Avranno diritto anche una rappresentanza sindacale. Adottando con 598 voti favorevoli, 19 contrari e 47 astensioni la relazione di Giuseppe Gargani (Ppe/de, It), il Parlamento ha approvato un pacchetto di emendamenti di compromesso negoziati con il Consiglio in merito al nuovo statuto degli assistenti dei deputati europei. Dopo l´approvazione formale da parte del Consiglio, lo statuto sarà applicabile a partire della nuova legislatura che prenderà inizio a seguito delle elezioni europee del 7 giugno 2009. In base allo statuto dei membri del Parlamento europeo, i deputati hanno diritto di essere assistiti da collaboratori personali che scelgono liberamente. Attualmente, tutti i collaboratori sono assunti, in base a contratti soggetti al diritto nazionale, direttamente dai deputati, cui il Parlamento europeo rimborsa le spese sostenute nei limiti di un tetto massimo. Il 9 luglio 2008 l´Ufficio di presidenza del Parlamento europeo ha approvato le misure di attuazione per lo Statuto degli eurodeputati, distinguendo due figure di assistenti: gli assistenti parlamentari accreditati e gli assistenti "locali". I primi, assunti in uno dei tre luoghi di lavoro del Parlamento, sono sottoposti a un regime giuridico specifico e i cui contratti sono stipulati e gestiti direttamente dal Parlamento. Gli "assistenti locali", sono persone fisiche che assistono i deputati nel loro Stato membro di elezione e che hanno stipulato con loro un contratto di lavoro o di prestazione di servizi nel rispetto del diritto nazionale applicabile. Per gli "assistenti locali" il nuovo regime prevede che il deputato si serva di un ente terzo riconosciuto per corrispondere lo stipendio e informi il Parlamento riguardo alla loro situazione. Gli assistenti accreditati, invece, essendo chiamati a svolgere mansioni direttamente connesse con le attività svolte da uno o più eurodeputati nell´esercizio delle sue funzioni al Parlamento europeo, saranno assunti mediante un contratto diretto con il Parlamento e saranno soggetti al regime applicabile agli altri agenti dell´Ue. Così si terrà conto della loro particolare situazione, delle particolari funzioni che sono chiamati a svolgere e degli specifici doveri ed obblighi cui devono adempiere nei confronti degli eurodeputati. E´ peraltro precisato che ciò non conferisce agli assistenti accreditati un accesso privilegiato o diretto a posti di funzionario o altre categorie di agenti delle Comunità europee o a concorsi interni per tali posti (riservati ai funzionari e agli agenti temporanei). Data la natura dei compiti, è prevista un´unica categoria di assistenti parlamentari accreditati, suddivisa tuttavia in diversi gradi, nei quali tali assistenti sono collocati su indicazione dei deputati interessati, in conformità di specifiche misure di attuazione adottate con decisione interna del Parlamento europeo. Per essere assunti in qualità di assistente parlamentare, occorre essere in possesso dei requisiti seguenti: essere cittadino di uno degli Stati membri delle Comunità, salvo deroga, e godere dei diritti politici; essere in regola con le leggi applicabili in materia di obblighi militari; offrire le garanzie di moralità richieste per le funzioni da svolgere; essere fisicamente idoneo all´esercizio delle funzioni; possedere una conoscenza approfondita di una delle lingue delle Comunità e una conoscenza soddisfacente di un´altra lingua delle Comunità nella misura necessaria alle funzioni da svolgere; e aver raggiunto un livello di studi superiori attestato da un diploma, o un livello di studi secondari attestato da un diploma che dia accesso all´istruzione superiore e un´esperienza professionale adeguata di almeno tre anni, o - se giustificato nell´interesse del servizio - una formazione professionale o un´esperienza professionale di livello equivalente. Per l´inquadramento ai gradi più alti (da 14 a 18), gli assistenti saranno tenuti «ad avere completato una formazione universitaria attestata da un diploma o a possedere un´esperienza professionale equivalente». La durata del contratto di un assistente parlamentare dovrebbe essere direttamente collegata alla durata del mandato del deputato o dei deputati interessati e, pertanto, dovrà essere concluso a tempo determinato e giungere a scadenza non oltre il termine della legislatura durante la quale è stato concluso. La remunerazione degli assistenti accreditati sarà finanziata dal bilancio Ue con gli stanziamenti globali destinati alla sezione relativa al bilancio del Parlamento europeo. Lo statuto precisa gli importi degli stipendi base. Spetterà al deputato stabilire la durata settimanale del lavoro di un assistente che, è precisato, in tempi normali non potrà superare le 42 ore settimanali. L´assistente, tuttavia, potrà essere tenuto a effettuare ore di lavoro straordinario, ma «soltanto nei casi di urgenza o di aumento eccezionale di lavoro». Le ore di straordinario effettuate, però, non daranno diritto «né a compensazione né a retribuzione». Agli assistenti si applicheranno, per analogia, talune disposizioni previste per funzionari e agenti dell´Ue in materia di sicurezza sociale. Gli assistenti parlamentari accreditati dovrebbero avere una rappresentanza statutaria al di fuori del sistema previsto per i funzionari e gli altri agenti delle Comunità. I loro rappresentanti, è precisato, «dovrebbero agire da interlocutori nei confronti dell´autorità competente del Parlamento europeo, tenendo conto che andrebbe stabilito un collegamento formale tra la rappresentanza statutaria del personale e i rappresentanti autonomi degli assistenti». Entro il 31 dicembre 2011 il Parlamento europeo dovrà presentare una relazione sull´applicazione del regolamento al fine di esaminare la necessità eventuale di adattare le norme che si applicano agli assistenti parlamentari accreditati. In base al regolamento, la Commissione potrà formulare le proposte che riterrà opportune al riguardo. .  
   
   
LE 48 ORE AL CENTRO DEL DIBATTITO NON SOLO NELL´EMICICLO..  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2008 - 48 ore di lavoro. Pro o contro? Mentre al Parlamento si sta discutendo sulla proposta di direttiva relativa all´orario di lavoro, è stato chiesto ad alcuni "lavoratori europei" quanto fossero disposti a lavorare. Più o meno di 48 ore? Trovare un equilibrio tra lavoro e vita familiare è il principio alla base di tutte le norme che regolano i rapporti di lavoro. Oltre le 48 ore, il lavoro non nobiliterebbe più l´uomo ma lo renderebbe malato. "Non credo che andare oltre le 48 ore sia molto salutare" ha dichiarato Tine Berse, assistente stampa e 45 ore settimanali di lavoro alle spalle. Dello stesso avviso Ritva Nieminen, infermiera in pensione: "Io lavoravo in media 40 ore a settimana. Credo che sia necessario limitare la durata massima delle ore di lavoro. E´ impensabile per chiunque lavorare 60 ore a settimana". Ad ogni Paese le proprie esigenze - Non tutti gli europei vivono la stessa situazione economica ed evolvono nello stesso mercato del lavoro, di conseguenza le riflessioni sono piuttosto differenti. Grzegorz Gas, polacco, direttore dell´edizione di una rivista di due ruote, sostiene che le limitazioni al tempo di lavoro sono appannaggio dei paesi più ricchi in cui i lavoratori godono di protezione in caso di abusi e incidenti. Purtroppo non in tutti i paesi europei la situazione é la stessa: "Da noi gli stipendi sono più bassi che altrove in Europa. Per arrotondare i nostri stipendi dobbiamo necessariamente lavorare di più. Non sono contro le limitazioni all´orario di lavoro, ma dovrebbero essere accompagnate da misure compensatorie come quella di aumentare il salario minimo". Melita Koletnik Korošec accumula tre lavori. E´ traduttrice per il Parlamento sloveno, lettore all´Università e traduttrice per una società che lei stessa ha creato: "La decisione del quanto lavorare dovrebbe essere presa dal lavoratore e dal datore, insieme, di comune accordo. Fissare dei limiti massimi e minimi non credo sia realmente utile". L´importante è proteggere i lavoratori da ogni forma di abuso: " Chi vuole lavorare di più però dovrebbe avere la possibilità di farlo", ha affermato Peter Russel, instancabile Direttore creativo di un´agenzia di pubblicità a Bruxelles. Avere la libertà di scegliere quanto lavorare è il sogno di Justin Barter, conduttore di autobus in Inghilterra: "Vorrei avere la libertà di decidere quanto lavorare, anche se capisco che per alcune professioni dovrebbero esserci delle restrizioni legali". Carsten Ritter è un chirurgo inglese che lavora almeno 70 ore a settimana. Sarebbe inimmaginabile per lui limitare l´orario di lavoro. Perché? Immaginate un po´ un chirurgo che nel bel mezzo di una lunga operazione abbandoni la sala perché. Il tempo é scaduto! In Italia l´orario normale di lavoro è fissato a 40 ore settimanali, modificabile, in senso riduttivo dai contratti collettivi. La durata massima invece non può superare le 48 ore settimanali. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: UN MERCATO EUROPEO DELLE ARMI E DEI MEZZI MILITARI  
 
Strasburgo, 17 dicembre 2008 - Il Parlamento ha adottato una direttiva che mira semplificare il trasferimento intracomunitario dei prodotti destinati alla difesa: armi da fuoco, carri armati, navi e aerei da guerra, apparecchiature varie e agenti chimici. E´ quindi instaurato un sistema di autorizzazione preventiva, con la facoltà di chiedere garanzie sulla destinazione finale dei prodotti. I fornitori dovranno tenere un registro dei trasferimenti e l´affidabilità dei destinatari dovrà essere certificata da un ente statale. Approvando con 545 voti favorevoli, 66 contrari e 44 astensioni la relazione di Heide Rühle (Verdi/ale, De), il Parlamento ha adottato una direttiva che mira a semplificare le norme e le procedure applicabili al trasferimento intracomunitario di prodotti destinati alla difesa al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato interno. Come precisato dal maxi-emendamento di compromesso (sostenuto da commissione parlamentare, Ppe/de, Pse, Alde e Verdi), la direttiva non incide sulla discrezionalità degli Stati membri in materia di politica di esportazione dei prodotti destinati alla difesa e non pregiudica loro la possibilità di proseguire e intensificare cooperazioni intergovernative. Gli Stati membri avranno due anni per adottare le disposizioni legislative e regolamentari necessarie per conformarsi alla direttiva e dovranno renderle applicabili entro l´anno successivo. Campo d´applicazione - La direttiva si applica a una lunga serie di prodotti elencati da un allegato. Questo include fucili, carabine, revolver, pistole, mitragliatrici, silenziatori, cannoni, mortai, armi anticarro, lanciafiamme militari, lanciatori o generatori militari di fumo, gas e materiali pirotecnici e congegni di mira. Comprende anche bombe, siluri, granate, razzi, mine, missili, cariche di profondità e cartucce, nonché apparecchiature appositamente progettate per maneggio, controllo, accensione, motorizzazione, lancio, posizionamento, disinnesco, interferenza, detonazione o rilevazione di questi materiali. Sono compresi poi calcolatori per il bombardamento, apparati di puntamento e sistemi per il controllo delle armi. La direttiva si applica inoltre al trasferimento intracomunitario di carri armati, veicoli corazzati, mezzi anfibi e veicoli in grado di guadare acque profonde e per il rimorchio o il trasporto di munizioni o di sistemi d´arma. Sono incluse anche le navi da combattimento e navi (di superficie o subacquee) appositamente progettate o modificate per operazioni offensive o difensive e i relativi sistemi di propulsione, reti antisommergibile e reti antisiluri, aeromobili da combattimento e loro componenti appositamente progettati per uso militare (inclusi i veicoli aerei senza equipaggio e le attrezzature per il rifornimento in volo), nonché paracaduti e sistemi simili di frenata per uomini, mezzi e armi. Rientrano nel campo d´applicazione anche gli apparati di contromisura elettronica, quelli progettati per la sorveglianza ed il monitoraggio dello spettro elettromagnetico a fini di intelligence o di sicurezza militare, i sistemi d´arma ad energia cinetica, a fascio di particelle, a radio frequenza ad elevata potenza e laser «appositamente progettati per distruggere un bersaglio o far fallire la missione del medesimo». Ma anche taluni software militari, le corazzature o equipaggiamenti di protezione e le apparecchiature specializzate per l´addestramento militare o per la simulazione di scenari militari. Infine, sono compresi gli agenti biologici e materiali radioattivi «adattati per essere utilizzati in guerra» per produrre danni alle popolazioni o agli animali, per degradare attrezzature o danneggiare le colture o l´ambiente, quali agenti nervini (come il Sarin) per guerra chimica e i relativi equipaggiamenti di protezione e decontaminazione. Licenza di trasferimento - Il trasferimento di prodotti destinati alla difesa tra Stati membri sarà soggetto a un´autorizzazione preventiva. Non sarà richiesta l´autorizzazione di altri Stati membri per il transito attraverso Stati membri o l´ingresso nel territorio dello Stato membro in cui è situato il destinatario di prodotti destinati alla difesa, fatta salva l´applicazione delle disposizioni necessarie per garantire la tutela della pubblica sicurezza o dell´ordine pubblico, come ad esempio quelle in materia di sicurezza dei trasporti. La direttiva precisa anche i casi in cui gli Stati membri possono esentare i trasferimenti di prodotti destinati alla difesa dall´obbligo dell´autorizzazione preventiva. Ad esempio, se il fornitore o il destinatario è un organismo governativo o fa parte delle forze armate, oppure se si tratta di forniture effettuate dall´Unione europea, dalla Nato, dalla Iaea o da altre organizzazioni intergovernative per lo svolgimento dei propri compiti. Le licenze potranno essere generali, globali o individuali. In forza alla direttiva, gli Stati membri dovranno definire tutte le modalità e le condizioni delle licenze di trasferimento, comprese eventuali restrizioni all´esportazione di prodotti destinati alla difesa a destinatari di paesi terzi, tenendo conto, tra l´altro, «dei rischi che il trasferimento presenta per la salvaguardia dei diritti dell´uomo, della pace, della sicurezza e della stabilità». Nel rispetto del diritto comunitario, gli Stati membri potranno avvalersi della possibilità di richiedere «garanzie circa l´impiego finale, inclusi certificati relativi all´utilizzatore finale». Inoltre, potranno in qualsiasi momento revocare, sospendere o limitare l´uso delle licenze, «per ragioni di tutela degli interessi essenziali della loro sicurezza, dell´ordine pubblico o della pubblica sicurezza o per il mancato rispetto delle modalità e condizioni cui è subordinata la licenza». Registro dei trasferimenti e certificazione dell´affidabilità delle imprese - Gli Stati membri dovranno garantire che i fornitori di prodotti destinati alla difesa informino i destinatari delle modalità e delle condizioni della licenza di trasferimento, comprese le restrizioni, relative all´impiego finale o all´esportazione di prodotti destinati alla difesa. Dovranno inoltre assicurarsi che i fornitori tengano un registro dettagliato e completo dei loro trasferimenti, conformemente alla legislazione in vigore nel rispettivo Stato membro, e definire gli obblighi in materia d´informazione cui è subordinata l´utilizzazione della licenza generale, globale o individuale di trasferimento. Il registro dovrà essere conservato per almeno tre anni. Gli Stati membri saranno anche tenuti a designare le autorità competenti per la certificazione dei destinatari dei prodotti destinati alla difesa stabiliti nel loro territorio che usufruiscono di licenze emesse da altri Stati membri. La certificazione stabilisce l´affidabilità dell´impresa destinataria, in particolare per quanto concerne la sua capacità - valutata sulla base di una serie di criteri comuni - di rispettare le restrizioni all´esportazione dei prodotti destinati alla difesa ricevuti da un altro Stato membro usufruendo di una licenza di trasferimento. Una serie di disposizioni precisano le norme in materia di cooperazione doganale e amministrativa. . .  
   
   
ATLANTA CONTRO I PIRATI.. NON UN TITOLO DI UN FILM, MA UN OPERAZIONE NAVALE EUROPEA  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2008 - Lotta ai pirati. Non solo nei film. La settimana scorsa, l´Unione europea ha dato il via alla missione navale Atlanta per porre fine agli atti di pirateria perpetrati al largo delle coste somale. Non tutti i deputati sono d´accordo sull´origine del fenomeno e sulle soluzioni da adottare per risolvere definitivamente un problema non legato solo alla pesca. L´instabilità economica alla base del problema. Lunedi 8 dicembre é stata lanciata la missione navale Atlanta con lo scopo di proteggere le navi del programma alimentare mondiale (Pam) destinate agli sfollati in Somalia. Almeno 1200 persone partecipano all´operazione. La Francia, la Grecia e l´Inghilterra partecipano attivamente alla missione mentre la Germania, l´Italia, la Spagna, l´Olanda ed il Belgio dovrebbero aderirvi in un secondo momento. Quest´anno nella zona del Corno d´Africa si sono registrati almeno un centinaio di atti di pirateria di cui molti messi a segno usando la violenza e le armi. Il bottino dei pirati si aggirerebbe intorno ai 90 milioni di euro senza contare le 17 navi mercantili sequestrate e tuttora in loro possesso. "E´ difficile contrastare gli atti di pirateria, ma la nostra risposta di fronte ad attacchi, che possiamo definire terroristici, sarà ferma", ha dichiarato l´eurodeputato Filip Kaczmarek (Ppe-de). Non tutti sono però d´accordo sul definire "i pirati" somali dei terroristi: Per l´eurodeputata Ana Gomes (Pse) si tratta di semplici pescatori che hanno tentato di difendere le loro zone di pesca depredate dalle navi straniere. Una cosa su cui tutti gli eurodeputati si trovano d´accordo é invece la necessità di stabilizzare innanzitutto la situazione politica in Somalia, poiché la missione Atlanta, da sola, non sarà sufficiente per porre fine al problema della pirateria. L´onorevole Gomes ha espresso il suo disappunto sul ruolo dell´Unione europea nella gestione di questo dossier. Secondo la deputata, l´Unione dovrebbe piuttosto preoccuparsi di aiutare il popolo somalo a uscire dall´anarchia che regna da ormai troppo tempo nel paese e non a limitarsi alla sola protezione dei mercantili. Per l´Onorevole Kaczmarek invece non bisogna cadere nell´esagerazione: "Non si tratta qui di un problema legato esclusivamente alla pesca. L´unione europea dispone di accordi in materia di pesca con molti Paesi. E´ ovvio che questo limita molto le opportunità per i pescatori locali, ma non é certo una ragione sufficiente per darsi alla pirateria. In Somalia non c´é nessuno che controlli la situazione, le autorità sono letteralmente inesistenti, di conseguenza i pirati agiscono indisturbati". La stabilità economica sarebbe dunque la soluzione ideale contro la pirateria. .  
   
   
GUARDANDO AD EST: PROGETTO GETTA PONTI VERSO L´EUROPA ORIENTALE E L´ASIA CENTRALE  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2008 - L´obiettivo del progetto Inconet Eeca ("International cooperation network for Eastern European and Central Asian countries") è quello di gettare ponti verso i paesi dell´Europa orientale e dell´Asia centrale. Il progetto è finanziato con un totale di 3. 549. 999 Eur provenienti dal bilancio previsto per la cooperazione internazionale del Settimo programma quadro (7°Pq). Inconet Eeca è partito quest´anno e ha tenuto il suo primo evento di mediazione i primi di dicembre ad Astana, la capitale del Kazakstan. Scopo dell´evento era di sensibilizzare i ricercatori Eeca sulle opportunità offerte dal 7°Pq e di creare collegamenti e istituire partenariati tra l´Ue e i ricercatori Eeca nel campo della ricerca su prodotti alimentari, agricoltura, pesca e biotecnologie. Il workshop ha attirato circa 200 partecipanti da tutta l´Europa e dall´Asia centrale, tra cui scienziati, responsabili delle politiche e mondo dell´industria. A rappresentare la Commissione europea c´era Elisabetta Balzi, responsabile per le politiche di cooperazione internazionale presso la direzione delle Biotecnologie, agricoltura e prodotti alimentari della direzione generale della Ricerca. La Balzi si è detta impressionata da ciò che ha visto. "Il Kazakstan ha una forte tradizione nella scienza," ha detto al Notiziario Cordis, osservando che il paese intende aumentare significativamente la sua spesa per la ricerca nei prossimi anni. Sta già investendo consistentemente nella costruzione di impianti e infrastrutture di alto livello. Per quanto riguarda la ricerca legata ai prodotti alimentari e all´agricoltura, è particolarmente interessato nei campi che riguardano ambiente, salute animale, prodotti alimentari e biotecnologie. Gli scienziati del Kazakstan e del resto dell´Europa orientale e dell´Asia centrale si rivolgono sempre di più ai loro colleghi dell´Ue. Nei quattro anni del Sesto programma quadro (6°Pq), 19 partner di paesi Eeca (compreso uno del Kazakstan) hanno partecipato a progetti nel campo dell´agricoltura e dei prodotti alimentari. Già soltanto nei primi due anni del 7°Pq, 33 partner Eeca (compresi due del Kazakstan) hanno ricevuto finanziamenti per partecipare a progetti finanziati dall´Ue nell´ambito dell´area tematica "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie". Secondo la dott. Ssa Balzi, il tasso di successo del 20% del Kazakstan nella partecipazione ai finanziamenti nell´area tematica di sua competenza, è simile a quello di molti Paesi membri dell´Ue. I progetti come Inconet Eeca dovrebbero incoraggiare più scienziati di quella regione a contattare i ricercatori dell´Ue in vista collaborazioni a progetti congiunti. Intanto, il progetto Inconet Eeca organizzerà altri workshop nella regione su argomenti diversi. Il progetto sta anche lavorando alla creazione di una piattaforma regionale per il dialogo scientifico e tecnologico, che include rappresentanti dell´Ue e dei suoi Stati membri e anche dei partner Eeca. Per ulteriori informazioni, visitare: Progetto Eeca Inconet: http://www. Inco-eeca. Net/ Ricerca su prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologie nel 7°Pq: http://cordis. Europa. Eu/fp7/kbbe/home_en. Html Cooperazione internazionale nel 7°Pq http://cordis. Europa. Eu/fp7/capacities/international-cooperation_en. Html .  
   
   
BETANCOURT AI GIOVANI: «DIFENDETE I VOSTRI DIRITTI» ACCOLTA DA UN’OVAZIONE DEI 9MILA, INGRID RICORDA GLI ANNI DI PRIGIONIA XII MEETING DEI DIRITTI UMANI “FAI LA COSA GIUSTA!”, MANDELA FORUM, FIRENZE  
 
Firenze, 17 dicembre 2008 - Ieri i ragazzi l’ hanno accolta con un’ovazione. Il Mandela Forum di Firenze sembra esplodere per l’eco degli applausi quando Gad Lerner chiama Ingrid Betancourt e lei sale sul palco. Esile e sorridente, saluta i ragazzi e si porta le mani al petto. «Guardo voi e vedo i miei figli – dice rivolta ai 9000 studenti raccolti nel Mandela Forum – mi sento accolta come in una famiglia e vi voglio bene». Ma la vista di tanti giovani, spiega, riconduce inevitabilmente i suoi ricordi alla prigionia e alla giovane età dei suoi sequestratori. «Tra i membri delle Farc c’erano bambini di 11 o 12 anni – racconta – che si arruolavano perché avevano bisogno di un lavoro, non per motivi ideologici. Erano timidi e sensibili, ma dopo l’addestramento con le armi e ore ed ore di indottrinamento perdevano la loro umanit&agr ave;. Ho visto uno di questi bambini soldato morire in un intervento militare, io ho sofferto per lui ma i suoi compagni no. Lo hanno semplicemente sepolto e dimenticato. Ho visto persone per bene perdere i loro valori, persone buone fare cose cattive di cui si vergognavano, tutto questo per non deludere il gruppo. Vi chiedo di non cedere alle pressioni del gruppo, di difendere i vostri principi e le vostre idee, di trovare sempre il coraggio di dire che non siete d’accordo e di dire cosa pensate quando lo pensate. Questo forse non cambierà il mondo, ma pian piano cambierà le persone». «Che rapporto esiste oggi tra la guerriglia delle Farc e l’idea di lotta rivoluzionaria di Che Guevara?», chiede Lerner. «Nonostante tutto quello che mi è successo io amo Che Guevara», risponde Betancourt. «Esistono - spiega – due Guevara, un ministro dell’istruzione che ha fatto cose innovative e importanti e che io amo, ed un altro Guevara guerrigliero sul quale mi faccio adesso delle domande. Quello che ho imparato nelle foresta è che nessuna idea, nessun progetto vale una vita umana. Credere che la difesa delle nostre ideologie valga il prezzo della vita di qualcun altro è un grande atto di superbia». La testimonianza di Ingrid Betancourt si sposta infine su temi più intimi, come la sua scelta di girare il mondo per testimoniare l’esperienza vissuta e il rapporto con i figli dopo quasi sette anni di prigionia. «Quando eravamo incatenati nella foresta sognavamo di tornare dalla nostra famiglia – dice – ma ora che sono libera sento il dovere di parlare anche per coloro che sono ancora là, che non hanno la propria foto su periodici e televisioni. E’ una responsabilità che sento verso chi non ha voce». La voce diventa ancora più dolce quando parla dei figli. «Quando sono stata liberata – racco nta – non vedevo l’ora di salire sull’aereo ed abbracciarli. Ma le persone che mi sono trovata davanti non erano più i miei bambini, erano degli adulti che assomigliavano loro. Quando avevo visto l’ultima volta Lorenzo lo prendevo in braccio e dormivo con lui, ora è lui a stringermi e dorme con la sua ragazza, non certo con me. Tra noi c’è amore, ma adesso il rapporto è tra adulti e dobbiamo imparare ad ascoltarci ed esserci vicini». «Il più bel regalo di Natale che posso fare a tutti voi – ha concluso – è dirvi di donare tempo a chi amate. Non mettete pacchi sotto l’albero, ma ascoltate i vostri cari, abbracciateli e passate tempo con loro. Mio padre è morto un mese dopo il mio rapimento, se avessi saputo che quello era il nostro ultimo Natale insieme lo avrei baciato e gli avrei detto quanto lo amavo. Nessuno di noi sa quando la sua vita può cambiare, quest’anno a Natale vestitevi di bontà. Fate questo regalo a tutti coloro che amate». .  
   
   
LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE COME PUNTO DI PARTENZA XII MEETING DEI DIRITTI UMANI “FAI LA COSA GIUSTA!”, MANDELA FORUM, FIRENZE CHIUDONO LA GIORNATA PAOLO POBBIATI, ARYEH NEIER, SPEEDY RICE E IRENE MILLEIRO  
 
 Firenze, 17 dicembre 2008 - Chiusura degli interventi del Meeting dedicata al rispetto dei diritti fondamentali dell´uomo. All´osservanza reale dei documenti che li sanciscono, prima fra tutti la Dichiarazione Universale dei Diritti dell´Uomo. «La Carta dei diritti dell’uomo è un documento meraviglioso. Ragazzi, se non l’avete ancora letta, fatelo. Vi troverete elementi fondamentali per il vostro futuro». E’ l’invito rivolto ai ragazzi che gremivano il Meeting da Paolo Pobbiati, presidente della sezione italiana di Amnesty International. A Gad Lerner, che gli ha chiesto se a sessant’anni dalla proclamazione dei diritti dell’uomo ha ancora un senso l’azione di Amnesty International, Pobbiati ha risposto con convinzione: «Sì, certo, molto spesso ce l’ha. La storia di Amnesty International è una storia di battaglie vinte e prigionieri liberati. Un giorno – ha proseguito rivolto ai ragazzi – erediterete questo mondo dalle nostre generazioni. Noi abbiamo fatto del nostro meglio, ma questo mondo non va tanto bene. Voi dovete capire che i diritti umani non sono qualcosa di strano, ma qualcosa che riguarda noi stessi, riguarda la nostra vita, molto da vicino. Ricordate che sempre chi ha fatto cose cattive le ha fatte nel silenzio di tutti gli altri». E Aryeh Neier (berlinese, scappato a due anni con la famiglia dalla Germania per sfuggire al nazismo, fondatore dello Human Rights Watch, e presidente della Soros Foundation, fondata dal miliardario e filantropo americano George Soros) ha ricordato come negli ultimi trent’anni nel mondo siano avvenuti cambiamenti importanti: «Trent’anni fa tutti i Paesi dell’America Latina erano sotto dittature militari, oggi sono quasi tutti delle democrazie. Lo stesso altri Paesi, come le Filippine. Nell’‘89 è cadu to il muro di Berlino. Grazie allo sviluppo di un movimento internazionale per i diritti umani, molto è stato fatto, ma molto rimane ancora da fare. Per esempio in Asia, in molti paesi dell’Unione sovietica. Ci auguriamo che questi paesi si trasformino come si sono trasformati molti paesi dell’America Latina». È poi la volta di Speedy Rice, l´avvocato e docente universitario statunitense che da anni si batte per l´abolizione della pena di morte. «La Dichiarazione costituisce il punto di partenza, è il documento che deve ispirare ogni uomo. Il potere cercherà sempre, in tutti i modi, di abusare dei diritti ed è nostro dovere porre limiti. Negli Usa esiste ancora la pena di morte in molti stati, ma tanto è stato fatto per limitarne l´uso. Se penso a quasi 50 anni fa, a Richmond, in Virginia, i diritti della popolazione di colore erano pari a zero. Adesso abbiamo un uomo di colore al comando degli Usa. Questo &egra ve; un segnale di grande cambiamento». Diritti sanciti e diritti negati. Irene Milleiro, spagnola, responsabile delle relazioni istituzionali di Intermòn Oxfam, confederazione di 13 Ong che lavorano con 3. 000 partners in più di 100 paesi per trovare la soluzione definitiva alla povertà e all´ingiustizia, spiega la sua lotta quotidiana. «Tutti i diritti, a partire da quelli elementari, come l´acqua, il cibo, la parola, non possono essere negati a nessuno. Ci battiamo per questi con i governi di tutto il mondo. Non si possono difendere i diritti basilari senza democrazia. E vale anche il contrario ovviamente. Democrazia significa avere il diritto di potersi esprimere, di poter scegliere. Questo è il nostro impegno quotidiano». .  
   
   
EUROREGIONE ALPI MEDITERRANEO, SEMINARIO SU SPETTACOLO AL TEATRO DELLA GIOVENTÙ DI GENOVA IN PROGRAMMA GIOVEDÌ 18 E VENERDÌ 19  
 
 Genova, 17 Dicembre 2008 - Nuovo incontro di Euroregione Alpi Mediterraneo, giovedì 18 e venerdì 19 dicembre 2008 a Genova. Questa volta il tema sarà la cultura e lo spettacolo : il teatro, la danza , l´opera, le rappresentazioni di strada. Al Teatro Della Gioventù, in via Cesarea l´appuntamento è con "Viva08", il primo incontro di Liguria, Piemonte, Rhone Alpes, Valle d´Aosta e Provence Alpes Cote d´Azur dedicato agli operatori del settore dello spettacolo dal vivo. L´iniziativa rientra nel quadro delle iniziative promosse dalla Regione Liguria in qualità di coordinatore del gruppo di lavoro "Cultura", durante il semestre di presidenza dell´Euroregione Alpi-mediterraneo che sta per concludersi. "Viva08" punta a sostenere a cooperazione culturale tra i settori del teatro, dell´opera, della danza e dello spettacolo di strada attraverso lo scambio di esperienze e progetti di collaborazione fra le numerose realtà artistiche di fama internazionale. Il seminario è l´occasione per offrire agli operatori un panorama il più completo possibile delle attività e dei principali attori del settore delle arti performative e dei loro rapporti con i network europei specializzati nello spettacolo dal vivo. Altro obiettivo dell´appuntamento genovese è favorire il dialogo e la collaborazione tra gli organi politici dell´Euroregione e i loro rappresentanti, i network culturali europei e gli operatori del settore delle arti performative, per dar vita a iniziative comuni e collaborazioni a lungo termine per distribuire al meglio l´offerta culturale sul territorio. Viva08 è un progetto sperimentale che punta a dar vita ad un appuntamento periodico. L´iniziativa al Teatro della Gioventù di Genova prevede due mezze giornate di lavoro che coinvolgeranno gli operatori di tutte le cinque regioni in attività di informazione, presentazioni e conferenze, ma anche incontri e workshop tematici sulla mobilità degli artisti e delle opere, la formazione dei professionisti e i festival di livello internazionale presenti sul territorio dell´Euroregione. Tra i partecipanti molte realtà di spicco della scena ligure fra i quali il Teatro Carlo Felice, il Teatro Stabile di Genova, il Teatro della Tosse e il Teatro dell´Archivolto. Saranno presenti anche i rappresentanti numerosi Festival a carattere internazionale italiani e non come il Festival d´Avignone, il festival di danza Les Hivernales sempre di Avignone. Giovedì 18 l´incontro è in programma dalle 14,30 alle 18,30, venerdì 19 dalle 9,30 alle 12,30. .  
   
   
IDENTITÀ ADRIATICA: IL SEMINARIO  
 
 Bari, 17 Dicembre 2008 - “Alimentare processi di coesione sia in termini economici che in termini culturali, rafforzando gli scambi e le politiche di pace e di sviluppo”: secondo Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia e presidente della Commissione Turismo e Cultura dell’Euroregione Adriatica, è questa la formula per costruire identità multiple nei processi di integrazione europea. Del tema si è discusso durante l’incontro dal titolo “Identità, Nazioni e Stati nell’Adriatico”, promosso nei giorni scorsi dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, dall’Università di Bari e dalla Fondazione Gramsci di Puglia. Due le sessioni di approfondimento aperte con la partecipazione straordinaria di intellettuali, docenti universitari e giornalisti dell’area adriatica: la prima su “Identità in costruzione o da ricostruire?”, coordinata dal preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Pasquale Guaragnella; la seconda dedicata all’immagine dei Balcani nei media italiani per analizzare “Quello che raccontano i mass media” attraverso il dibattito moderato da Ennio Triggiani, preside della Facoltà di Scienze Politiche. Tanti gli spunti e gli input critici emersi di volta in volta per superare il limite dei confini geografici e delle identità costituite su basi etniche. “Bisogna pensare le identità multiple come identità compartecipate delle differenze, senza sottovalutare la funzione simbolica, in termini antropologici, del processo di integrazione e gli orizzonti di solidarietà che via via prendono forma oltre le piccole patrie” ha sottolineato Giovanna Scianatico, direttore del Centro internazionale di studi sul viaggio adriatico dell’Università di Lecce. “Negli ultimi 15 anni si è passati dalla fase di espansionismo a quella della cooperazione – ha aggiunto Luciano Monziali dell’Università degli Studi di Bari – Si tratta di un passo significativo nel processo di allargamento dell’Unione Europea”. Intensificare i rapporti di prossimità è la vocazione di tutte le regioni adriatiche, com’è emerso dalle testimonianze di Sania Roic, dell’Università di Zagabria, Vesna Kilibarda, dell’Università del Montenegro, Fatos Lubonja, scrittore albanese, Artan Puto, della rivista “Perpjekja” di Tirana, Enisa Bukvic, dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni, Luisa Chiodi, direttore dell’“Osservatorio sui Balcani”. Lo sviluppo di reti e di relazioni, in un quadro ampio della storia di popoli e di culture diverse,è la prospettiva condivisa anche dai professionisti del web, delle tv e della carta stampata, pur con la consapevolezza di dover sollecitare, al contempo, soluzioni politiche e territoriali a questioni nazionali ancora aperte. A tal proposito interessanti e provocatori si sono rivelati gli interventi di Vittorio Borelli, direttore di “East”, Pino Bruno, coordinatore di “Levante” su Rai Tre Puglia, Carlo Bollino, direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Inoslav Besker, della “Jutarnji List” di Zagabria, Marjola Rukaj, di “Osservatorio dei Balcani”; Luigi Quaranta, del “Corriere del Mezzogiorno” e Luciano Sechi, responsabile sede “Agi” di Bari. Con spunti volti al rafforzamento di una politica interadriatica, ha tratto le conclusioni della giornata Franco Botta, coordinatore della Scuola di relazioni interadriatiche, promossa dal Dipartimento per lo studio delle società mediterranee della Università di Bari e dall’Assessorato al Mediterraneo. .  
   
   
BANCHE: PRESENTATO IL RAPPORTO ABI 2008: NESSUNA CONTRAZIONE DEL PERSONALE ANCHE DI FRONTE ALLA DIFFICILE SITUAZIONE DELL’ECONOMIA E DEI MERCATI INTERNAZIONALI.  
 
Roma, 17 dicembre 2008 - Le banche italiane mantengono la capacità di favorire una tenuta dei livelli occupazionali anche a fronte dell’andamento difficile dell’economia e dei mercati internazionali: nel 2007 si conferma un trend di crescita occupazionale dello 0,5%, rispetto al 2006, con i lavoratori che salgono a circa 345. 000. Accanto a ciò, con una percentuale del totale occupati a tempo indeterminato pari al 96%, il settore non presenta in alcun modo una “questione precariato”. Sotto questo aspetto, infatti, lo strumento dell’apprendistato (+2% nel 2007), ulteriormente migliorato nell’ultimo rinnovo contrattuale, continua a rappresentare una giusta soluzione prevista dalla legge per equilibrare esigenze di flessibilità nella gestione delle risorse umane con la possibilità di favorire l’accesso dei giovani nel mondo del lavoro. Si tratta, peraltro, di un importante investimento a cui nella sostanziale totalità dei casi fa seguito l’assunzione a tempo indeterminato alla fine del percorso formativo. Resta alta la qualità professionale con il 31,2% di laureati sul totale dei dipendenti (nel 2005 erano il 25%), mentre prosegue la “corsa” del personale femminile (41,1% del totale occupati a fine 2007, con un aumento dell’1,1% sul 2006 e di 10 punti percentuali dal 1997). Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla sedicesima edizione del Rapporto Abi 2008 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria, presentato oggi a Roma dal Presidente dell’Abi, Corrado Faissola. Alla luce di un anno difficile viene fornito un ampio quadro della posizione competitiva delle banche italiane, anche attraverso numerose informazioni riferite alle risorse umane, alla loro gestione ed al loro costo. Sul fronte della sfida competitiva internazionale, restano criticità per gli intermediari italiani sulla gestione del fattore lavoro: si deve continuare ad agire, quindi, sul divario che permane con i maggiori concorrenti europei a livello dei principali indicatori di costo. Per quanto riguarda la dinamica del costo unitario del lavoro, alla fine dell’anno il dato per i principali gruppi bancari italiani è pari a 70. 000 euro, ma risulta ancora superiore di circa 10. 000 euro rispetto alla media dei Paesi della Ue a 25. Il rapporto del costo del lavoro sul margine di intermediazione vede le banche italiane ancora distanti dalla media europea con un valore pari al 37% rispetto al 34%. Allo stesso tempo il peso del costo del lavoro sui costi operativi complessivi è pari in Italia al 61,3%, rispetto alla media Ue del 53%. Per Corrado Faissola “di fronte alla congiuntura in corso è fondamentale continuare a conciliare le esigenze di competitività delle imprese bancarie con quelle dei lavoratori. Si tratta di un equilibrio più che mai necessario per un settore chiamato a confrontarsi a livello internazionale in termini di sviluppo costante del grado di efficienza e di crescita. Riuscire a farlo creando ‘buona occupazione’ senza alcuna ‘questione precariato’ al nostro interno è una spinta in più”. Faissola ha ricordato anche che “in uno scenario in cui vengono rimessi in discussione modelli di business che, estranei al nostro settore, hanno condotto alla attuale situazione globale, l’industria bancaria italiana è fortemente impegnata ad attenuare gli effetti della crisi sulla produzione e sulle imprese, quindi sulle famiglie. Decisiva, soprattutto in questa fase, si è rivelata la capacità di valorizzare il legame tradizionale con i clienti e il territorio”. Alla presentazione del Rapporto Abi da parte di Giancarlo Durante, Direttore Centrale Abi – Responsabile Area Sindacale e del Lavoro e Luigi Prosperetti, Ordinario di Politica Economica all’Università degli Studi di Milano, hanno fatto seguito gli interventi di Giancarlo Forestieri, Ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università “L. Bocconi”, e di Arturo Maresca, Ordinario di Diritto del lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma. .  
   
   
BPM: AL VIA IL PIANO DI EFFICIENTAMENTO  
 
Milano, 17 dicembre 2008 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Milano, riunitosi ieri, ha dato mandato al Direttore Generale di avviare il percorso per la definizione dell’accordo quadro preventivo all’applicazione e all’attuazione del Dm 158/2000 relativo al “Fondo di solidarietà” dei lavoratori dipendenti delle aziende di credito, al quale i lavoratori potranno accedere su base volontaria, nel quadro della politica complessiva di contenimento dei costi e di aumento dell’ efficienza delle strutture operative. L’obiettivo è di ridurre il numero complessivo dei dipendenti delle tre banche commerciali del Gruppo Bipiemme di circa 400 unità. .  
   
   
TRENTO: IL CONSOLE GENERALE USA IN VISITA IN PROVINCIA ECONOMIA E POLITICA AL CENTRO DELL’INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLAI  
 
Trento, 17 dicembre 2008 - L´economia mondiale e il nuovo assetto della politica Usa sono state al centro dell´incontro tenutosi oggi tra il Presidente della Provincia Dellai e il Console Generale degli Stati Uniti Daniel Weygandt. Il diplomatico è giunto in Trentino nell’ambito di una serie di incontri con le istituzioni e le categorie economiche del Nord Italia. "La situazione economica - ha detto il Console Weygandt - non e´ semplice per l´economia del nostro paese e del mondo in generale ma negli Stati Uniti dopo le recenti elezioni c’è comunque grande fiducia nel futuro. C’è molta attesa per il cambiamento nella politica e per il rilancio dell’economia. ” “Dalla crisi - ha risposto il Presidente Dellai – si esce se si guarda in avanti”. La visita, come ha spiegato lo stesso Console, è motivata dalla volontà di conoscere da vicino tutte le realtà politiche, amministrative ed economiche del Nord Italia, anche quelle dotate di autonomia speciale, sia per vedere come i territori stanno rispondendo alla crisi economica in atto sia per conoscere meglio la realtà con cui la nuova amministrazione dovrà confrontarsi non appena entrerà in carica il prossimo 20 gennaio. “In Trentino – ha proseguito Weygandt - si respira un’aria positiva, migliore che altrove. Questo perché la vostra provincia negli ultimi trenta anni ha fatto registrare un livello di crescita impressionante e anche perché attualmente è già un polo importante di ricerca scientifica e di innovazione. ” La flessibilità, secondo il diplomatico, è l’arma vincente per fare fronte al difficile momento attuale dell’economia mondiale, flessibilità intesa come capacità di dare risposte diverse ai problemi a seconda della vocazione dei singoli territori. “I rapporti tra Usa e Italia – ha aggiunto - sono già ottimi. Credo che dovremo continuare sulla strada della collaborazione già avviata con la Provincia di Trento nel campo scientifico e tecnologico nell’ambito ambientale ed energetico”. “Dalla crisi - ha risposto il Presidente Dellai – si esce se si guarda in avanti. Per questo è importante anche per noi continuare ad investire in ricerca e innovazione e collaborare con realtà importanti come il Mit di Boston. ” Il Console era accompagnato da Michael Kidwell, responsabile della sezione politica ed economica del Consolato Generale statunitense di Milano. A. Daniel Weygandt Console Generale degli Stati Uniti a Milano - A. Daniel Weygandt è stato nominato Console Generale di Milano nel settembre 2007. Prima di assumere questo incarico Mr. Weygandt ha prestato servizio come Ministro Consigliere della Sezione Affari Economici dell’Ambasciata Americana di Baghdad. Dal 2004 al 2006 ha operato come direttore dell’ufficio degli affari di Svizzera, Austria e Germania nella Sezione Affari Europei del Dipartimento di Stato. Dal 2001 al 2004 A. Daniel Weygandt è stato Vice Capo Missione all’Ambasciata degli Stati Uniti a Vienna. A. Daniel Weygandt ha iniziato la carriera diplomatica nel 1979, e ha operato come Ministro Consigliere per la Sezione Affari Economici e Primo Segretario della Sezione Economica ad Amburgo; come Primo Segretario e Addetto all’Aeronautica Civile all’Ambasciata Americana di Bonn; e come Vice Console del Consolato Generale di Istanbul. Inoltre, Mr. Weygandt ha lavorato come economista senior presso l’ufficio degli Affari Centrali Europei al Dipartimento di Stato di Washington, Dc; come Vice Rappresentante Permanente della Missione degli Stati Uniti presso la Fao e l’Onu a Roma; e come ufficiale addetto agli affari internazionali presso le Nazioni Unite a Washington. Si e’ laureato all’università di Chicago e ha conseguito un Master in relazioni internazionali all`universita` del Minnesota. Il Console Weygandt parla italiano, francese, turco, tedesco e russo. .  
   
   
ALTO ADIGE: "ALL’INIZIO DEL FUTURO": DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE DEL PRESIDENTE DURNWALDER  
 
 Bolzano, 17 dicembre 2008 - "L’alto Adige è al limitare della storia e all’inizio del futuro“: nelle dichiarazioni programmatiche della Xiv legislatura lette il 16 dicembre davanti al Consiglio provinciale, il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha chiarito che nei prossimi anni la politica dovrà cambiare, perché sono cambiati i presupposti di base. Per il governo provinciale del 2008-2013 si tratterà di concentrarsi meno sulle infrastrutture e più sul sostegno ai cittadini in tutte le fasi della loro vita. Negli ultimi 15 anni le infrastrutture dell’Alto Adige sono state adeguate alle nuove esigenze: sono state realizzate scuole, strade e opere sanitarie, è stato potenziato il trasporto pubblico locale, si è intervenuti per evitare lo spopolamento della montagna. Ora che la rincorsa a colmare il gap si è conclusa – ha sottolineato Durnwalder – bisogna spostare il focus dell’azione di governo verso una politica che metta ancor più la persona al centro: ”In futuro, in tutti i settori, sarà più importante il software dello hardware. ” Prima di compiere un passo decisivo per il suo futuro personale, sia nella vita professionale sia in quella privata, “ogni altoatesino non dovrebbe chiedersi se sia previsto un contributo da parte della Provincia, bensì se sta compiendo il passo giusto in base alla propria situazione personale, se ne ricava un vantaggio individuale e nel migliore dei casi forse anche per la società. Dobbiamo nuovamente responsabilizzare le persone: per se stesse e per la società. ” La Provincia non vuole condizionare nessuno: “Vogliamo spianare la strada al cittadino, a prescindere dalla direzione imboccata. E sostenerlo indipendentemente dalla decisione che adotta. “ Come esempio Durnwalder ha citato i genitori alle prese con la decisione di lavorare o di optare per la famiglia a tempo pieno: la Giunta li sosterrà in entrambi i casi, nell’edilizia abitativa, nei contributi pensionistici, nella formazione nelle tariffe pro famiglia, nella riqualificazione lavorativa, nella flessibilità dell’orario di lavoro, nelle strutture di assistenza all’infanzia, nell’aiuto al ceto medio. È chiaro, ha ricordato Durnwalder, “che rimarranno le differenze, qualsiasi via si scelga: nel reddito, nell’assicurazione pensionistica, nel tempo destinato alla cura della famiglia, nella qualità della vita. Assumere responsabilità significa darsi delle priorità: non si può avere tutto contemporaneamente, è un’illusione anche in una terra del benessere come l’Alto Adige. ” Durnwalder ha dedicato un altro passaggio significativo delle 30 pagine della sua relazione alla sussidiarietà, al trasferimento di competenze ai Comuni: “Allestiremo un tavolo tecnico con i Comuni, ove discutere le questioni inerenti la finanza locale, la partecipazione nelle grandi società energetiche, le tariffe e i servizi. È evidente che al centro della discussione si porranno sempre le conseguenze e anche i costi che tali cambiamenti comportano per i cittadini. ” Il Presidente ha poi invitato la politica soprattutto a vedere l’Alto Adige con gli occhi dei bambini e dei giovani: “Sono loro a cui sono rivolti i nostri sforzi per creare un contesto sociale adeguato, sono le loro condizioni di vita ad essere particolarmente influenzate dalle nostre decisioni. Sono loro il nostro futuro. ” Per questo sarà fondamentale l’impegno nell’istruzione, per un sistema formativo che dovrà avere “un respiro europeo, essere permeabile, aperto e diversificato” anche nell´apprendimento linguistico. “La nostra attenzione nei prossimi cinque anni sarà particolarmente rivolta al mercato del lavoro”, ha ricordato Durnwalder soffermandosi sulle due grandi sfide del momento, la crisi economica e la salvaguardia dell’occupazione. “ Sarà possibile vincerle se le imprese potranno contare su buone condizioni operative (un’amministrazione snella, formazione lavorativa adeguata, una rete con la ricerca, il mantenimento degli standard di personale e ambientali). La Provincia, ha chiarito Durnwalder, “ripenserà il suo ruolo all’interno del sistema economico. ” Da un lato aumentando lo spazio di azione delle aziende, “ma anche ridimensionando il ruolo della Provincia come imprenditore, mediante la cessione di quote di imprese pubbliche, con il coinvolgimento dei cittadini, la promozione dell’iniziativa privata e non da ultimo con la public private partnership come modello avveniristico di efficiente collaborazione tra il settore privato e la pubblica amministrazione. ” La piena occupazione verrà mantenuta, nelle intenzioni della Giunta, anche con il reinserimento al lavoro di duemila persone attualmente disoccupate: donne dopo la pausa maternità, persone diversamente abili, lavoratori over 50. In questo contesto si inserisce anche la tematica dell’accoglienza dei cittadini immigrati, che va meglio coordinata sia sul piano quantitativo, in base alle capacità di assorbimento del mercato del lavoro locale, che su quello qualitativo, ponendo maggiore attenzione alla formazione specifica dell’immigrato. Ma anche sul piano culturale, “facendo in modo che la lingua e lo stile di vita non rappresentino un ostacolo insormontabile per l’integrazione degli immigrati”, ha detto Durnwalder. Bisogna offrire ai cittadini immigrati in Alto Adige una possibilità di integrazione, “tenendo ben presente che integrazione non dovrebbe equivalere ad assimilazione. Gli immigrati non si trasformeranno in tirolesi, non devono farlo. Ciascuno conserva la propria identità, nel rispetto dell’altro e delle disposizioni vigenti. ” Un altro fronte di intervento della Giunta sottolineato nelle dichiarazioni programmatiche è quello della mobilità, con scelte lungimiranti a cominciare dal potenziamento dell’asse del Brennero e dal trasferimento del traffico merci dalla gomma alla rotaia con misure da attivare nel breve periodo. “Intensificheremo i nostri sforzi per una maggiore attenzione alla trasparenza dei costi nel traffico merci, per un aumento del pedaggio autostradale sull’asse del Brennero, per un potenziamento dell’autostrada viaggiante, per la realizzazione di interporti, per l’imposizione di divieti di transito per i veicoli più inquinanti, per scongiurare le vere e proprie bombe ad orologeria che viaggiano sul nostro tratto dell’Autobrennero”, ha annunciato Durnwalder. Temi concreti e interventi chiari, perché l’Alto Adige, ha concluso il Presidente della Provincia, “è alle porte del futuro. E il futuro non si accontenta di arrivare, il futuro vuole essere affrontato con determinazione. Quello che ci proponiamo di fare nei prossimi cinque anni. ” .  
   
   
ELEZIONI IN ABRUZZO: GLI ELETTI  
 
L´aquila, 17 dicembre 2008 - Sulla base dei dati resi noti dal Ministero degli Interni, questa dovrebbe essere la composizione dell´assemblea della Ix consiliatura regionale abruzzese: Pdl (15 consiglieri): Stati, Di Bastiano, Ricciuti (Aq), Castiglione, Pagano, Sospiri, Verì (Pe), Gatti, Venturoni, Di Matteo, Morra (Te), Febbo, De Fanis, Nasuti, Argirò (Ch); Rialzati Abruzzo (3): Di Paolo Aq), Masci (Pe), Prospero (Ch); Mpa (1) De Matteis (Aq); Pd (7): D´amico, Di Pangrazio (Aq), Sclocco (Pe), Ruffini, Di Luca (Te), D´alessandro, Caramanico (Ch); Idv (5): Milano (Aq), Sulpizio (Pe), Di Stanislao (Te), Palomba, Paolini Lucrezio (Ch); Udc-udeur (2): Terra (Aq), Menna (Ch); Rifondazione Comnunista (1): Acerbo (Pe); Comunisti Italiani (1): Saia (Pe); Sinistra Democratica (1): Caporale (Ch). A questi sono da aggiungere gli 8 candidati della lista regionale "Il Popolo della Libertà" (Chiodi, Chiavaroli Federica, Giuliante, Tagliente, Del Corvo, Rabbuffo, Petri, Chiavaroli Riccardo) e il candidato presidente della lista che ha riportato voti validi in numero immediatamente inferiore alla lista vincente, Costantini. In totale, il Consiglio regionale sarà composto di 45 consiglieri di cui 42 spettanti e 3 aggiuntivi come previsto dallo statuto regionale (articolo 14, comma 2). Sempre a norma statutaria, la prima seduta del Consiglio regionale dovrà tenersi tra il decimo e il ventesimo giorno dalla proclamazione dell´ultimo degli eletti e sarà presieduta dal consigliere che ha riportato il maggior numero di preferenze. .  
   
   
ELEZIONI IN ABRUZZO: QUOTE ROSA, L´11.75% LA "PATTUGLIA FEMMINILE"  
 
L´aquila, 17 dicembre 2008 - Sono cinque - pari all´11,75 % dell´intera assise regionale - le rappresentanti di sesso femminile elette nella Ix consiliatura regionale. Di queste tre sono state elette nelle liste circoscrizionali: Daniela Stati (Pdl), Marinella Sclocco (Pd) e Nicoletta Verì (Pdl). Le rimanenti due sono state elette in quanto facenti parte della lista regionale "il Popolo della Libertà": Federica Chiavaroli e Alessandra Petri. .  
   
   
APPROVATO IL NUOVO PIANO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN SARDEGNA  
 
 Cagliari, 17 Dicembre 2008 - Via libera al piano regionale di formazione professionale 2008/2009. Lo ha approvato nella seduta di ieri la Giunta regionale. L´importo complessivo stanziato è pari a 20 milioni di euro. Diciannove milioni e mezzo saranno distribuiti negli ambiti territoriali delle 8 province, mentre 500 mila saranno destinati specificatamente alla formazione di persone con disabilità riconosciuta. Formulato sulla base delle esigenze di formazione manifestate dalla Province successivamente a consultazioni avviate con le parti sociali, il Piano si articola in 8 direttrici: costruzioni; servizi alle imprese e alla persona; commercio; industria; artigianato; agricoltura; turismo; sanità ed assistenza, che rispondono principalmente ad ambiti settoriali corredati e coerenti con le vocazioni produttive dei territori, rispondenti ai principali settori di futuro sviluppo e strategici per la regione. "Il piano - ha detto l´assessore del Lavoro, Romina Congera - è destinato ai giovani, che hanno compiuto il 18° anno di età, e agli adulti disoccupati o inoccupati residenti in Sardegna, mentre le tipologie formative individuate sono la formazione iniziale (1° livello) e la formazione superiore post diploma e post laurea (2° livello). Abbiamo voluto riservate una particolare attenzione alle persone affette da disabilità e stimiamo di favorire la partecipazione alle attività formative programmate dei disabili intellettivi o fisici con limitata autonomia nella misura di 1 o 2 allievi disabili per corso prevedendo, dove necessario, l´inserimento dell´ insegnante di sostegno". Questo - ha continuato Congera - per rendere effettivo quel diritto-dovere al lavoro inserito nella Costituzione Italiana per tutti i cittadini, e a maggior ragione per coloro per i quali il lavoro è strumento essenziale per la promozione e l´integrazione sociale". "Il piano approvato oggi dalla Giunta - ha continuato l´assessore del Lavoro - comprende anche i corsi destinati alla formazione del lavoratori che saranno assunti dalla Keller Elettromeccanica di Villacidro e per quelli da impiegare nel settore nautico ad Arbatax. Maggiori informazioni sul piano potranno essere richieste dai prossimi giorni all´assessorato regionale del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale, in Via Xxviii Febbraio 1 a Cagliari, o attraverso il sito istituzionale della regione. .  
   
   
LAVORO FVG: 78 MLN EURO PER LAVORATORI IN DIFFICOLTA´  
 
Trieste, 17 dicembre 2008 - La Regione Friuli Venezia Giulia intende rafforzare il ruolo e le capacità di intervento in materia di Lavoro delle Amministrazioni provinciali, mettendo a punto un piano di sviluppo dei Servizi per l´Impiego a medio e lungo termine. Il progetto, illustrato ieri dall´assessore al Lavoro, Alessia Rosolen, nel corso della presentazione del volume "Crisi occupazionali e Servizi per il lavoro" al Mib di Trieste, sarà inquadrato nel Masterplan 2007-13 e nella riforma della legge regionale 18/2005, prevedendo un impegno di 110 milioni di euro (di cui 40 milioni nel periodo 2008-10) suddivisi tra le quattro province: 23 milioni a Trieste, 15 a Gorizia, 44 a Udine e 24 a Pordenone. Entrando nel dettaglio degli interventi, la Rosolen ha spiegato che 78 milioni di euro sono rivolti a facilitare l´assunzione di lavoratori maggiormente in difficoltà, mentre 14 milioni serviranno per la qualificazione delle strutture e delle tecnologie a supporto dei servizi per il lavoro. Altri finanziamenti, invece, saranno destinati ad implementare la figura dell´operatore unico dei servizi per il lavoro, ad avviare la sperimentazione dei livelli essenziali di prestazione e al rafforzamento della comunicazione istituzionale nei confronti degli utenti della rete lavoro. "E´ un programma su ampia scala e modulato sul lungo periodo", ha commentato la Rosolen, aggiungendo che verrà realizzato "nella nostra regione con largo anticipo rispetto alla pianificazione nazionale, con l´obiettivo di garantire risorse a favore dei lavoratori del Friuli Venezia Giulia". A questo scopo, quindi, saranno utilizzati fondi europei (Fse, Fers, Fas), regionali e provinciali. "C´è la forte determinazione - ha annunciato la Rosolen - ad estendere gli strumenti di tutela a nuove tipologie di contratti, ma anche a responsabilizzare tutti i soggetti interessati". Ecco perché l´azione complessiva della Regione sarà caratterizzata da tre aspetti innovativi che intendono porre al centro la persona, costruendo un sistema di welfare attivo: 1) i servizi attivati dovranno rispondere agli effettivi fabbisogni di lavoro e di formazione delle persone; 2) la formazione sarà considerata un percorso necessario e non facoltativo; 3) gli interventi saranno il più possibile personalizzati. "Non ci illudiamo certo di aver trovato la soluzione ai tanti problemi che ci si presenteranno quest´anno - ha concluso l´assessore - ma siamo certi di aver fatto ricorso a tutti quegli strumenti che ci consentiranno di affrontare anche le situazioni più difficili nelle forme più adeguate, gettando nel contempo le basi per nuovi percorsi che renderanno il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia più solido, anche e soprattutto quando la crisi sarà alle nostre spalle". .  
   
   
DIRIGENTI PIÙ QUALIFICATI PER UNA REGIONE SARDEGNA PIÙ MODERNA  
 
Cagliari, 17 Dicembre 2008 - Si è concluso il 15 dicembre con un incontro all´Hotel Mediterraneo di Cagliari il "Programma multiazione per lo sviluppo delle competenze del management pubblico per il supporto al processo di innovazione del sistema pubblico regionale". Obiettivo principale del progetto, gestito in accordo dagli assessorati del Personale e del Lavoro, garantire uno sviluppo delle competenze dei dirigenti e dei funzionari regionali adeguato alle riforme in atto all´interno dell´amministrazione. Il progetto è stato finanziato con 3 milioni di euro che fanno parte della misura 3. 9 del Por e rientra tra gli interventi formativi a sostegno del processo di riforma della Regione. Il programma è stato realizzato da un raggruppamento temporaneo d’imprese di cui fanno parte Scs Azioninnova (Bologna), Butera e Partners (Milano), Tbridge (Cagliari-genova), Sogea (Genova) e G. A. P. (Cagliari). Nel corso dell´incontro di ieri, l´assessore del Personale, Massimo Dadea, ha fatto il punto sulle politiche riguardanti il personale e la modernizzazione dell´amministrazione regionale. "Quello della formazione - ha detto l´assessore Dadea - è un settore molto importante, a cui La Giunta regionale ha dedicato grande attenzione. La creazione di un´amministrazione di qualità passa senza dubbio attraverso un´adeguata formazione delle risorse umane". L´assessore si è poi soffermato sulle principali riforme poste in atto dalla Giunta regionale per snellire la macchina burocratica e renderla più efficiente: dagli interventi di digitalizzazione della pubblica amministrazione alle riforme degli enti che hanno reso la Regione più moderna e al passo con i tempi. Dadea ha infine sottolineato l´importanza dei momenti di confronto come questo per migliorare la qualità dell´amministrazione. L´incontro è proseguito con l´intervento di Giuseppe Manca, direttore generale dell´Assessorato del Personale e di Maria Giuseppina Medde, della direzione dell´organizzazione e metodo. Infine si sono susseguite le relazioni di Bruno Coppola, Angelo Fasulo e Luca Franci, consulenti del raggruppamento temporaneo d´imprese assegnatario del progetto. .  
   
   
POR 2000/2006, PROROGA DI SEI MESI PER LA SPESA DELLE RISORSE SARDE  
 
Cagliari, 17 Dicembre 2008 - La Regione ha formalizzato al Ministero dello Sviluppo economico, per il successivo inoltro alla Commissione europea, l´istanza di proroga al 30 giugno 2009 dei termini per l´ammissibilità della spesa per tutti i Programmi operativi 2000/2006. L´istanza di proroga che riguarda il Por 2000/2006, il Programma "Leader Plus" e l´Interreg Iiia Italia-francia, è stata inoltrata dopo aver sentito e acquisito il parere favorevole dei Comitati di sorveglianza di ciascun Programma. "La formalizzazione della richiesta - ha spiegato l´assessore regionale della Programmazione, Eliseo Secci - è un adempimento richiesto dalla Commissione, che serve unicamente a dare fondamento burocratico a una decisione di proroga già assunta a livello politico". "La proroga di sei mesi risponde a istanze delle amministrazioni locali e delle imprese, in difficoltà nel completamento dei progetti già avviati. Ma, soprattutto, consentirà di utilizzare interamente le risorse disponibili aiutando la nostra economia a fronteggiare gli effetti della crisi". .  
   
   
MINORANZE IN TRENTINO ALTO ADIGE: CONCESSI DALLA GIUNTA FINANZIAMENTI A COMUNI, ENTI E ASSOCIAZIONI APPROVATO IL REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLA VIGILANZA DELLE COOPERATIVE  
 
Trento, 17 dicembre 2008 - La Giunta regionale del Trentino-alto Adige, riunita ieri per l’ultima seduta dell’anno, ha approvato, su proposta dall’Assessore competente Luigi Chiocchetti, la concessione di finanziamenti ad enti, istituti e associazioni che realizzano progetti per la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche regionali. Gli stanziamenti, relativi al secondo stralcio 2008, sono stati assegnati con due delibere; una per i soggetti che operano in provincia di Trento che stanzia un importo di 146. 080 euro ed una per i soggetti che operano in provincia di Bolzano, per un importo di 213. 100 euro. La Giunta ha inoltre approvato li regolamento di attuazione della legge regionale in materia di disciplina della vigilanza sugli enti cooperativi. Con questo nuovo intervento legislativo la Regione ha voluto razionalizzare e semplificare la disciplina vigente, eliminando inutili appesantimenti procedurali, modulando le sanzioni amministrative e cercando di indicare chiaramente ai revisori cooperativi l’oggetto della loro attività, la quale dovrebbe sempre eseguirsi coniugando vigilanza e consulenza. Così facendo le cooperative del Trentino-alto Adige potranno operare in un quadro normativo unico ed organico. .  
   
   
TRETINO ALTO ADIGE, AIUTI UMANITARI: LA GIUNTA REGIONALE STANZIA 888.000 EURO  
 
Trento, 17 dicembre 2008 - Con tre delibere approvate nella seduta di questa mattina la Giunta regionale ha stanziato oltre 888. 000 mila euro per interventi diretti nell’ambito della legge regionale sugli aiuti umanitari. Complessivamente sono 15 i progetti finanziati che saranno realizzati nel 2009 in favore di popolazioni di varie parti del mondo, colpite da eventi bellici o calamitosi o che si trovano in condizioni di particolare difficoltà economica e sociale. Si tratta, per lo più, della costruzione di scuole, case, orfanotrofi, ambulatori, centri sociali per i giovani o di forniture di alimenti di base. Gli interventi sono realizzati da associazioni che operano nei paesi coinvolti, ma che hanno sede in Trentino o in Alto Adige. Sulla base di quanto previsto dalla normativa regionale, infatti, gli interventi a sostegno di progetti a carattere umanitario possono essere realizzati attraverso la concessione di contributi ad associazioni che operano nei paesi afflitti da particolari situazioni di degrado sociale o sanitario o con interventi diretti della Giunta regionale in casi di particolare urgenza o di grave calamità. L’impegno della Regione va a rafforzare le iniziative umanitarie messe in campo dalle due Province autonome di Trento e Bolzano, portando i finanziamenti concessi in questo settore dai tre enti ad importi, proporzionalmente al bilancio, tra i più elevati rispetto alle altre regioni italiane. Un risultato dovuto al notevole numero di associazioni di carattere volontaristico che in Trentino-alto Adige operano nell’ambito della cooperazione allo sviluppo e degli aiuti umanitari. .  
   
   
IL TOUR SULL´USURA, DOPO 21 TAPPE, SI CONCLUDE A PRATO 17 DICEMBRE ALL´AUDITORIUM “CASTELLANI” I.S.I.S GRAMSCI DI PRATO  
 
Firenze, 17 dicembre 2008 - Si conclude oggi a Prato il percorso del tour contro l´usura, una sfida importante sul terreno della promozione della cultura della legalità, lanciata il 19 dicembre 2007, in occasione della scorsa edizione della Festa della Legalità. L´avvio della quattro giorni di Festa della Legalità di quest´anno parte proprio dal bilancio del progetto contro l´usura “Vivere a rate – Famiglie a rischio usura” realizzato a cura del gruppo Teatri d´Imbarco, in collaborazione con la Fondazione Toscana per la prevenzione dell´usura e la Mediateca regionale toscana-Film commission. Dopo un tour di 21 tappe in giro per tutta la Toscana, il progetto approda a Prato, nella seconda giornata della Festa della Legalità, per discutere dei “Debiti familiari”. La giornata di domani, presso l´auditorium “R. Castellani” dell´I. S. I. S Gramsci di Prato, sarà l´occasione per confronti e riflessioni su temi come il sovraindebitamento delle famiglie, il rischio usura, l´uso consapevole del denaro, alla presenza del vicepresidente della Regione Toscana, Federico Gelli, del presidente della Fondazione toscana per la prevenzione dell´usura, Lelio Grossi, del direttore della Caritas toscana, Don Emanuele Morelli, dei vice prefetti di Prato e Firenze ed altri illustri ospiti. «La Regione Toscana - ha ricordato il vicepresidente - è impegnata con azioni su molti fronti, con grande convinzione e insieme a molte associazioni e con la scuola. La promozione della cultura della legalità rappresenta una sfida per la costruzione della modernità, per uscire dalla cultura furbesca del non rispetto delle regole che fondano la nostra convivenza civile. In questo caso, è una sfida doppia, perché parlare di usura e di sovra-indebitamento delle famiglie non è facile né scontato. Con il progett o “Vivere a rate – Famiglie a rischio usura” abbiamo promosso la cultura della legalità nei giovani, sensibilizzato le famiglie sul tema del sovraindebitamento, affinché possano denunciare in tempo utile gravi situazioni di difficoltà finanziarie e cercato di rendere più efficace l’azione della società civile contro l’usura. » La giornata si concluderà con la proiezione del film “Vite strozzate” di Ricky Tognazzi, con Luca Zingaretti, Sabrina Ferilli, Vincent Lindon. Il film, proiettato presso il cinema Terminale di Prato (via Carbonaia 31), racconta il mondo sommerso dell´usura, visto dagli occhi delle vittime. Per un modesto debito una famiglia finisce in una rete di feroci usurai che non rinuncia a qualsiasi mezzo, anche violento, pur di vessare il malcapitato con richieste di denaro sempre più esose. Un film di grande impatto emotivo e di forte impegno civile. Per infor mazioni sulla proiezione, a ingresso gratuito, 055-453545, 329-4187925 info@teatridimbarco. It- www. Media. Unisi. It/viverearate .  
   
   
CRISI ECONOMICA: GARANTIRE BILANCIO E FINANZIARIA REGIONALE VENETI IN TEMPI RAPIDI  
 

 

Venezia, 17 dicembre 2008 - “I cittadini veneti tutti e le categorie economiche e produttive devono poter contare su precise certezze. I tempi che stiamo vivendo, con una crisi economica la cui portata reale è ancora sconosciuta nella sua dimensione e il cui impatto nel prossimo 2009 sarà purtroppo prevedibilmente più pesante di quello verificatosi quest’anno, lo impongono. Tra queste certezze la nostra regione deve garantire l’adozione della legge finanziaria e di bilancio 2009 in tempi certi e rapidi. Iniziare l’anno nuovo senza una legge di bilancio sarebbe un segnale deleterio e francamente incomprensibile agli occhi dell’opinione pubblica”. E’ l’appello che l’assessore alle politiche di bilancio Isi Coppola lancia in vista della discussione in aula sulla legge di bilancio e sulla finanziaria regionale. “Il mio è un appello – aggiunge - affinchè la consapevolezza di questo obiettivo da raggiungere e la serietà del momento siano al centro del dibattito del Consiglio regionale”. “E’ pur vero – fa rilevare l’assessore Coppola - che il nostro modello economico ha già dimostrato più volte in passato di possedere quella flessibilità e capacità di saper affrontare le difficoltà, anche se la crisi che oggi ci si prospetta non sarà purtroppo indolore. C’è bisogno di unitarietà di intenti e di chiarezza di obiettivi. Istituzioni pubbliche e categorie possono lavorare assieme e con profitto. L’esempio positivo, concretizzatosi con gli industriali veneti attraverso l’operazione Confidi, che, con relativamente poche risorse regionali, ha contributo ad attivare un volano di più ampie garanzie a favore delle imprese venete, ne è la dimostrazione lampante ed è stato modello per tutto il Paese”. “Questo è il momento del fare – conclude l’assessore - e economia e istituzioni devono indicare tempi e modi perché i proficui colloqui si tramutino in soluzioni pratiche. Fornire risposte al Veneto, e con il Veneto al Paese, è un dovere e i nostri cittadini sono in attesa di una tempestiva risposta di grande responsabilità”.

 

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COMUNI VENETI A LUME DI CANDELA LA SINGOLARE “PROTESTA” IN PROGRAMMA VENERDÌ 19 DICEMBRE ALLE 10 NELLA SALA CONSIGLIARE DEL MUNICIPIO DI BASSANO. “SEMPRE MENO LE RISORSE DISPONIBILI”  
 
Rubano (Pd), 17 dicembre 2008 - I Comuni Veneti sono ridotti al lumicino. Mancano le risorse (sempre meno i trasferimenti statali), qualche municipio rischia di non chiudere regolarmente l´esercizio finanziario. Non solo: il rispetto dei limiti imposti dal patto di stabilità diventa quasi impossibile. Una situazione insostenibile che verrà sollevata venerdì 19 dicembre alle 10 nella Sala Consigliare del Comune di Bassano durante l´Assemblea di Anciveneto; nell´occasione i sindaci veneti accenderanno 150 candele per testimoniare tutte le loro difficoltà a far quadrare i conti. Fra gli altri, interverranno Flavio Silvestrin, assessore regionale agli Enti Locali, Gianpaolo .  
   
   
LAVORO. 1.553 NUOVE ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO GRAZIE AGLI INCENTIVI DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA PER FAVORIRE LA STABILIZZAZIONE DI PRECARI, DISOCCUPATI DI LUNGA DURATA, GENITORI SOLI CON FIGLI A CARICO, PERSONE SVANTAGGIATE.  
 
Bologna, 17 dicembre 2008 – Sono 1. 553 le nuove assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato grazie agli incentivi messi a disposizione della Regione Emilia-romagna per favorire la stabilizzazione di precari, disoccupati di lunga durata, genitori soli con figli a carico, persone svantaggiate. In particolare le aziende emiliano-romagnole hanno presentato 1. 283 domande di contributo per l’assunzione di disoccupati di lunga durata e precari e 270 richieste per l’assunzione di genitori soli con figli e di persone svantaggiate e di questi sono 127 i lavoratori già inseriti nei percorsi formativi. Entro gennaio le Province verificheranno i requisiti e l’ammissibilità delle domande prima di erogare gli incentivi alle aziende. “Ci troviamo in un momento critico per l’occupazione. Il quadro economico è molto preoccupante e ci siamo attivati per dare un impulso alla stabilizzazione dei precari – dice l’assessore regionale al Lavoro Paola Manzini – Per questo risultano ancora più rilevanti i risultati raggiunti in questa prima, seppure breve, fase di realizzazione degli interventi per la stabilizzazione occupazionale promossi dalla Regione. Interventi che, è necessario sottolineare, hanno favorito un numero significativo di assunzioni a tempo indeterminato proprio dei soggetti appartenenti alle fasce più deboli del mercato del lavoro regionale”. La Regione ha messo a disposizione nei mesi scorsi 8 milioni di euro di contributi alle imprese per incentivare l’assunzione dei disoccupati di lunga durata, cioè senza occupazione da almeno 12 mesi, e dei precari che abbiano percepito meno di 35 mila euro lordi negli ultimi due anni pur avendo lavorato per almeno 18 mesi e con contratti diversi dal rapporto di lavoro a tempo indeterminato. L’incentivo per le aziende che hanno assunto a tempo indeterminato da queste due categorie, sarà pari al 10 per cento della retribuzione lorda annua del lavoratore; una percentuale che sale al 20 per cento se si assume una donna o un ultracinquantenne. L’ammontare del contributo, comunque, non può superare i 5 mila euro. I lavoratori assunti con questa modalità potranno anche seguire un percorso formativo, con un contributo fino a 1. 800 euro, finanziati da risorse del Fondo Sociale Europeo. Per i genitori soli e disoccupati svantaggiati il Ministero del Lavoro attraverso il Programma P. A. R. I (Programma d’Azione per il Reimpiego) ha messo a disposizione per l’Emilia-romagna complessivamente 4 milioni e 960 mila euro. Le aziende che hanno assunto a tempo indeterminato genitori soli con uno o più figli a carico e disoccupati con alle spalle percorsi certificati dai servizi socio-sanitari di dipendenza o di carcere, potranno beneficiare di un contributo pari al 20% della loro retribuzione lorda annuale, fino a un massimo di 5 mila euro. Inoltre il lavoratore potrà usufruire di assegni formativi individuali fino a un massimo di 5 mila euro, e per consentirgli di frequentare la formazione è stato previsto anche un sostegno al reddito di 450 euro al mese per un massimo di 5 mesi, un’indennità rapportata a quella della disoccupazione ordinaria. .  
   
   
IL TRENTINO IN CIFRE NELL’ANNUARIO STATISTICO AL 31 DICEMBRE 2007 LA POPOLAZIONE AMMONTAVA A 513.357 ABITANTI L’EDIZIONE 2008 È DISPONIBILE SUL SITO DEL SERVIZIO STATISTICA DELLA PROVINCIA  
 
Trento, 17 dicembre 2008 - Al 31 dicembre 2007 la popolazione residente in Trentino ammontava a 513. 357 abitanti, di cui 251. 279 maschi (pari al 48,9%) e 262. 078 femmine. E’ questo il primo dato della 26ª edizione dell’Annuario Statistico. Oltre 700 pagine e circa 460 tabelle raggruppate in 16 capitoli tematici (dalla popolazione alla climatologia) che offrono della realtà trentina un’analisi strutturale, di lungo periodo, indispensabile non soltanto per la programmazione dei servizi sociali, previdenziali e sanitari, ma anche per altri importanti aspetti quali, ad esempio, la programmazione scolastica, il mondo del lavoro, la pianificazione urbanistica. L’intero Annuario Statistico 2007 è già disponibile da oggi sul sito del Servizio Statistica all’indirizzo www. Statistica. Provincia. Tn. It. Esso rappresenta la sintesi delle principali rilevazioni curate dal Servizio come attività propria o attività delegata dall´Istat. L’obiettivo è quello di fornire agli amministratori pubblici, ai professionisti, ai cittadini e agli studenti uno strumento di conoscenza sempre adeguato a rappresentare l’evoluzione della realtà trentina. La principale novità dell’Edizione 2008 sarà rappresentata dall’inserimento, nella parte relativa ai Confronti, di indicatori calcolati a livello europeo. Infatti sarà possibile confrontare i singoli indicatori non più solo con le realtà regionali italiane ma anche Eu27 (in alcuni casi ad Eu15 ed Eu25). In seguito all’aggiornamento del modello di proiezione demografica sono state riviste le proiezioni demografiche al 31 dicembre 2010, 2020 e 2030. 1. Demografia - Al 31 dicembre 2007 la popolazione residente in Trentino ammonta a 513. 357 abitanti, di cui 251. 279 maschi (pari al 48,9%) e 262. 078 femmine. Nel corso dell’anno si è registrato un saldo complessivo positivo pari 6. 327 unità, determinato da un saldo naturale di segno positivo (583 persone), sommato ad un saldo migratorio, come ormai di consuetudine, anch’esso largamente positivo (6. 139 persone). Le variazioni legate ad aggiustamenti anagrafici di tipo amministrativo sono risultate pari a -395 unità. Popolazione residente
Popolazione residente Variazione percentuale rispetto all’anno precedente
31. 12. 1990 448. 280 + 0,5%
31. 12. 1995 461. 606 + 0,4%
31. 12. 2000 477. 859 + 0,9%
31. 12. 2001 477. 359 - 0,1%
31. 12. 2002 483. 157 + 1,2%
31. 12. 2003 490. 829 + 1,6%
31. 12. 2004 497. 546 + 1,4%
31. 12. 2005 502. 478 + 1,0%
31. 12. 2006 31. 12. 2007 507. 030 513. 357 +0,9% +1,3%
Un costante incremento della popolazione residente ha caratterizzato il Trentino dalla seconda metà degli anni ’80. La variazione leggermente negativa del 2001 è riconducibile agli effetti amministrativi delle correzioni anagrafiche seguite all’effettuazione del Censimento generale della popolazione e non rappresenta un effettivo calo della popolazione. In particolare, va rilevato che a partire dal 1990 il tasso di crescita medio annuo della popolazione è dello 0,7% (+1,3% nel 2007). In termini assoluti, la popolazione complessiva nel periodo tra il 1990 ed il 2007 è aumentata di 65. 077 unità e cioè del 14,5%. Natalità - Nel corso del 2007 si sono registrate 5. 178 nascite, quindici in meno rispetto al 2006. Il tasso di natalità si è attestato sul 10,1 per mille, ad un livello superiore a quello nazionale, pari al 9,5 per mille. Tasso di natalità (per 1. 000 abitanti)
Trento Italia
1985 9,4 10,5
1990 9,1 9,9
1995 9,9 9,2
2000 10,7 9,4
2001 10,6 9,2
2002 10,6 9,4
2003 10,2 9,4
2004 11,0 9,7
2005 10,4 9,5
2006 2007 10,3 10,1 9,5 9,5
Dal 1992 il tasso di natalità provinciale risulta costantemente superiore al corrispondente valore nazionale. Il numero medio di figli per donna era pari a 2,47 nel 1962 ed attualmente il valore si è quasi dimezzato: nel 2006 è, infatti, di 1,45, comunque ancora superiore al dato medio nazionale (pari a 1,34). Mortalità - Nel 2007 il numero dei decessi è risultato pari a 4. 595, ovvero 30 in più rispetto al 2006. Il tasso di mortalità, che è risultato pari al 9,0 per mille, risulta invariato rispetto all’anno precedente ed ancora inferiore rispetto a quello registrato a livello nazionale (9,6 per mille). Tasso di mortalità (per 1. 000 abitanti)
Trento Italia
1985 10,7 9,6
1990 9,8 9,3
1995 9,8 9,7
2000 9,4 9,9
2001 9,3 9,5
2002 8,9 9,7
2003 9,5 10,2
2004 9,1 9,4
2005 8,9 9,7
2006 2007 9,0 9,0 9,5 9,6
Mentre nei primi anni Novanta il tasso di mortalità provinciale era sempre leggermente superiore a quello nazionale, negli ultimi anni esso risulta inferiore e sostanzialmente stabile. Saldo naturale e saldo migratorio - Nel 2007 il saldo naturale (differenza tra nati e morti) si è riconfermato largamente positivo (+583 unità), anche se di entità leggermente inferiore rispetto al 2006, quando era risultato pari a +628 unità. Il saldo migratorio (differenza tra immigrazioni ed emigrazioni), assai variabile negli anni come entità numerica (dal 1990 è comunque sempre superiore alle 2. 000 unità), risulta positivo fin dal 1972; nel 2007 esso è risultato pari a +6. 139 unità. Le iscrizioni anagrafiche sono state, quindi, ancora una volta, più numerose delle cancellazioni. E´ quindi abbastanza evidente che la popolazione trentina è in crescita sia per l´apporto positivo del saldo naturale, ma soprattutto per l´entità del saldo migratorio o sociale. Occorre sottolineare come buona parte dei movimenti migratori avvengano all’interno della provincia: oltre la metà delle circa 19. 800 iscrizioni e delle 13. 660 cancellazioni avviene, infatti, tra i 223 comuni della nostra provincia. Nell’ambito del fenomeno migratorio, hanno assunto sempre maggiore rilevanza i movimenti migratori dall’estero. Nel 2007 su 19. 797 persone iscritte nell’anagrafe dei comuni trentini, 5. 705 sono infatti provenienti dall’estero; di contro, su 13. 658 unità cancellate, 814 sono emigrate all’estero. Dei 5. 705 iscritti dall’estero, il 93,6% ha cittadinanza straniera (nel 1990 erano il 50%). Il 51% proviene da Paesi europei facenti parte dell’Unione Europea; fra gli immigrati da Paesi europei non facenti parte dell’Unione Europea spiccano gli albanesi (6,8%) ed i macedoni (3,1%)[1]. I cittadini asiatici, australiani e americani rappresentano il 15,2% e il 9,2% è costituito dagli stranieri con cittadinanza africana: di questi, il 55% sono marocchini. Stranieri - Gli stranieri residenti in provincia di Trento al 31 dicembre 2007 sono 37. 967 (più precisamente, 18. 933 maschi e 19. 034 femmine) e rappresentano il 7,4% della popolazione residente in Trentino. I comprensori della Valle di Non e della Vallagarina presentano sul proprio territorio la maggior incidenza percentuale di stranieri residenti (rispettivamente 8,7 e 8,3 ogni 100 abitanti). Negli ultimi 15 anni la popolazione straniera è aumentata in modo consistente: nel 1988 era costituita, infatti, da 1. 496 persone, che rappresentavano lo 0,3% dei residenti totali. Stranieri residenti
Stranieri residenti Incidenza percentuale sulla popolazione residente
31. 12. 1990 2. 715 0,6
31. 12. 1995 7. 416 1,6
31. 12. 2000 14. 380 3,0
31. 12. 2001 16. 834 3,5
31. 12. 2002 19. 101 4,0
31. 12. 2003 22. 953 4,7
31. 12. 2004 26. 923 5,4
31. 12. 2005 30. 314 6,0
31. 12. 2006 31. 12. 2007 33. 302 37. 967 6,6 7,4
Nel corso del tempo si è assistito ad una modifica sostanziale della distribuzione degli stranieri per cittadinanza: mentre, infatti, nel 1988 i cittadini appartenenti agli Stati dell´Unione Europea costituivano circa la metà degli stranieri residenti, nel 2007 la loro quota si è nettamente ridotta (sono il 24,9%). Oggi, le presenze più rilevanti sono quelle dei cittadini appartenenti ai Paesi dell´Est extra Ue (che costituiscono nel complesso il 40,1% degli stranieri) e dei cittadini appartenenti al Maghreb (che sono il 17,2%). E´ interessante notare anche la composizione per età degli stranieri residenti in Trentino. La stabilità della presenza straniera viene indirettamente confermata dal numero di minori stranieri: essi sono circa 9. 260 e costituiscono il 9,9% dei minori residenti in provincia di Trento. La popolazione straniera ha, comunque, in generale, una struttura per età molto più giovane di quella trentina: basti considerare che la classe di età 30-39 anni rappresenta da sola oltre un quarto degli stranieri e che le persone di 65 anni e oltre costituiscono, invece, una quota molto ridotta (solo il 2%). L´incidenza percentuale delle stesse classi di età, per i residenti in provincia di Trento con cittadinanza italiana, assume valori completamente diversi da quelli sopra riportati: la classe di età 30-39 anni rappresenta, infatti, il 14,5%, mentre quella di 65 anni e oltre costituisce addirittura il 20,5%. Da rilevare, ancora, che se il tasso di natalità complessivo per la provincia di Trento è risultato pari al 10,1 per mille, quello relativo alla sola componente straniera è più che doppio e pari al 21,3 per mille. Altri aspetti demografici - La popolazione trentina nel 2007 è suddivisa in 216. 286 famiglie (3. 934 in più rispetto all’anno precedente), con un numero medio di componenti per famiglia di 2,4: nel 1951 tale valore era pari a 3,9. I dati del 2007 confermano il fenomeno, ormai in atto da alcuni anni anche nel resto del Paese, dell’invecchiamento della popolazione trentina. L’età media della popolazione residente risulta di poco inferiore ai 42 anni (40,3 anni per i maschi e 43,5 per le femmine); in occasione della rilevazione censuaria del 1981 era risultata pari a 36,6 anni. In futuro tenderà ancora a crescere costantemente: nel 2030, secondo il modello di proiezione demografica, l´età media della popolazione sarà pari a 46 anni (44,5 anni per i maschi e 47,5 anni per le femmine). Popolazione per età
Età media Popolazione giovane (0-14 anni) Popolazione anziana (65 anni e oltre)
(incidenza percentuale sulla popolazione residente)
1981 36,6 19,9 14,3
1990 39,2 15,1 16,1
1995 40,2 14,5 17,4
2000 41,0 14,9 18,0
2002 41,3 15,1 18,3
2003 41,5 15,1 18,4
2004 41,6 15,3 18,5
2005 41,7 15,3 18,8
2006 41,8 15,3 19,0
2007 41,9 15,3 19,1
La popolazione giovane (classe 0-14 anni) ammonta a 78. 513 unità, pari al 15,3% della popolazione residente, mentre nel 1981 tale proporzione era del 19,9%. E’ opportuno sottolineare come negli ultimi anni la quota di popolazione giovane sia rimasta più o meno costante, con un leggero incremento di peso percentuale nell’ultimo quinquennio; continua invece ad aumentare l’incidenza delle persone di 65 anni e oltre: oggi sono 97. 994 e rappresentano il 19,1% della popolazione residente, nel 1981 erano il 14,3%. L’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione in età di 65 anni e oltre e quella in età 0-14 anni) ha assunto il valore di 124,8, circa un punto percentuale superiore rispetto all’anno precedente (al censimento del 1981 il valore era pari a 71,9; a quello del 1991 era pari a 109,5). Indice di vecchiaia
Maschi Femmine Totale
1981 55,3 89,3 71,9
1991 81,6 139,1 109,5
2000 92,5 150,0 120,6
2001 93,1 150,4 121,1
2002 93,2 150,6 121,2
2003 94,1 150,5 121,6
2004 94,3 150,0 121,4
2005 95,8 150,8 122,5
2006 2007 97,2 98,6 151,8 152,6 123,7 124,8
L’indice di vecchiaia per i maschi è ancora inferiore a 100 (la numerosità della classe di età 0-14 anni è ancora superiore alla numerosità della classe 65 anni e oltre), mentre per le femmine il peso della classe di età anziana ha superato il peso della classe giovane già dal 1985. Per il complesso della popolazione il superamento della parità è avvenuto nel 1989. Se ci si confronta con l’Italia (2006), si evidenzia che il dato medio nazionale è pari a 141,5, in rapida e costante crescita. Interessante è l’analisi del dato relativo all’età media alla morte della popolazione residente: nel 1980 l’età media alla morte era pari a 71,2 anni, mentre nel 2007 è pari a 79 anni. Notevole il divario tra i due sessi: l’età media alla morte dei maschi è passata da 68,2 anni del 1980 a 74,7 anni del 2007; per le femmine è salita da 74,9 anni del 1980 a 82,9 anni del 2007. Si osserva quindi che nel corso degli ultimi 25 anni circa la vita media delle donne si è allungata di 8 anni, quella degli uomini di quasi 7 anni. Considerando il dato per singola causa di decesso, si riscontra un aumento dell’età alla morte pressoché generalizzato: di tumore (nel 2007 i morti sono pari a un terzo del totale) nel 1980 si moriva mediamente a 67,6 anni, nel 2007 a 74,2; per malattie dell’apparato respiratorio (morti pari al 7,7%) la morte avveniva, nel 1980, a 74,3 anni, nel 2007 a 84,7 anni; per quanto attiene alle malattie del sistema circolatorio, l’età media alla morte avviene a 83,3 anni, contro un valore del 1980 pari a 81,3 anni. 2. Aspetti sociali - Nel corso del 2007 sono stati contratti 1. 894 matrimoni, 53 in più rispetto al 2006. Il tasso di nuzialità (numero di matrimoni per 1. 000 abitanti residenti) nel 2007 risulta pari al 3,7 per mille; soltanto 15 anni fa era pari al 6 per mille. A livello nazionale il tasso di nuzialità nel 2006 è risultato pari al 4,2 per mille. Il matrimonio per rito civile assume forte rilevanza: in Trentino il 47% dei matrimoni nel 2007 sono celebrati con rito civile, mentre all’inizio degli anni Ottanta questa percentuale era poco più del 10%. A livello nazionale il rito civile incide per il 34% circa. Matrimoni
Valore assoluto Variazione percentuale rispetto all’anno precedente Tasso di nuzialità
1990 2. 680 + 5,1 6,0
1995 2. 409 + 3,8 5,2
2000 2. 338 + 5,6 4,9
2001 1. 959 - 16,2 4,1
2002 2. 123 + 8,4 4,4
2003 1. 951 - 8,1 4,4
2004 1. 870 - 4,2 3,7
2005 1. 804 - 3,5 3,6
2006 2007 1. 841 1. 894 + 2,1 +2,9 3,6 3,7
Cresce ulteriormente l’età media degli sposi al primo matrimonio: nel 2007 essa risulta pari a circa 33 anni per i maschi e 30 per le femmine. A metà degli anni Novanta la stessa risultava pari a 30 anni per lo sposo e 27 per la sposa. Il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate da donne residenti in provincia di Trento è diminuito nel 2007 di 66 casi rispetto al 2006; anche il tasso di abortività (numero di interruzioni per 1. 000 donne in età 15-49 anni) è sceso, passando dal 7,1 al 6,5 per mille. Nel 2006 i presidi residenziali socio-assistenziali della provincia risultano essere 240, di cui 143 privati, per un totale di 7. 220 posti letto. Nel corso del 2006 hanno dato ospitalità a 6. 644 assistiti, di cui 332 minori, 1. 653 adulti e 4. 659 anziani. In queste strutture hanno prestato la loro opera 7. 255 persone, distinti in 1. 490 maschi e 5. 765 femmine. Gli asili nido pubblici operanti sul territorio provinciale nel 2007 risultano essere 62, per un totale di 2. 394 posti disponibili, con un incremento di 437 posti negli ultimi 5 anni. Le attuali strutture sono in grado di soddisfare l’85% delle richieste reali del servizio. 3. Istruzione e cultura - Nell’anno scolastico 2007/2008 gli alunni iscritti in complesso (dalla scuola materna alla scuola media superiore) ammontano a 83. 964, pari al 16,4% della popolazione trentina. Alunni iscritti
Anno scolastico Alunni iscritti Variazione percentuale rispetto all’anno scolastico precedente
1991/1992 72. 879 --
1995/1996 70. 547 -0,7
2000/2001 73. 323 1,3
2001/2002 74. 481 1,6
2002/2003 75. 793 1,8
2003/2004 77. 728 2,6
2004/2005 79. 427 2,2
2005/2006 80. 884 1,8
2006/2007 83. 523 3,3
2007/2008 83. 964 0,5
L’incremento complessivo degli iscritti rispetto all’anno scolastico precedente risulta pari allo 0,5%, il più basso registrato nell’ultimo decennio. Nel dettaglio dei singoli livelli, la scuola dell’infanzia registra, rispetto all’anno scolastico 2006/2007, un calo degli iscritti pari al -5,3%, la scuola elementare un incremento dell’1,1%, la scuola media inferiore del 2,1%, la scuola media superiore del 2,6% e, infine, i corsi provinciali di formazione professionale segnano un incremento del 5,4%. Iscritti per livello (a. S. 2007/2008)
Alunni iscritti Variazione percentuale rispetto all’anno scolastico. 2005/2006
Scuola dell’infanzia 16. 185 -5,3
Scuola elementare 26. 651 +1,1
Scuola media inferiore 15. 809 +2,1
Scuola media superiore 20. 980 +2,6
Formazione professionale 4. 339 +5,4
Gli iscritti alla scuola dell’infanzia rappresentano il 19,3% degli alunni complessivi, quelli delle elementari il 31,7%, quelli delle medie inferiori il 18,8%, quelli delle medie superiori il 25% e quelli della formazione professionale il 5,2%. Se si analizzano i dati relativi agli iscritti al primo anno per ordine di scuola, rispetto all’anno precedente si evidenzia un calo del -2,4% per la scuola elementare, un incremento del 4,4% per la scuola media inferiore, del 1,5% per la scuola media superiore e dell’11,2% per la formazione professionale. Se consideriamo il dato dei ripetenti nelle scuole medie superiori, possiamo notare che il Trentino si assesta su un valore di 6 ripetenti per cento studenti rispetto al 7% circa rilevato a livello nazionale. Tasso di scolarità della scuola secondaria superiore
Trento (senza formazione professionale) Trento (con formazione professionale) Italia
1980/1981 42,8 55,8 51,7
1990/1991 63,4 76,1 67,2
2001/2002 73,5 88,2 86,2
2002/2003 74,4 89,0 86,6
2003/2004 76,6 90,7 87,0
2004/2005 77,5 92,8 88,6
2005/2006 76,8 92,2 89,4(s)
2006/2007 2007/2008 76,8 77,4 92,6 93,3 90,7(s)
(s) valore stimato con proiezione lineare I livelli di scolarità in provincia sono costantemente in crescita. In 27 anni il tasso di scolarità in Trentino è quasi raddoppiato, tanto è vero che oggi, considerando la formazione professionale, il tasso di scolarità locale è superiore al 93%. Prescindendo dalla formazione professionale il tasso di scolarità risulta pari al 77%. Gli studenti trentini iscritti all’Università nell’anno accademico 2006/2007 ammontano a 15. 284; di questi il 40% sono iscritti in Università fuori provincia. In particolare, gli studenti che studiano fuori provincia frequentano principalmente le università del Veneto nel 51% dei casi, dell’Emilia-romagna nel 19% e della Lombardia nel 13%. Per quanto attiene ai corsi frequentati, le scelte di coloro che studiano fuori provincia si indirizzano prevalentemente verso l’area umanistica, dell’ingegneria e architettura ed verso l’area economica. Gli universitari trentini che studiano in provincia privilegiano l’area umanistica con 2. 353 iscritti, seguono l’area dell’ingegneria con 1. 769 iscritti, l’area economica con 1. 579 iscritti e l’area giuridica con 1. 171 iscritti. Più distanziate l’area politico-sociale con 1. 076 iscritti e l’area scientifica con 605 iscritti. I laureati nel corso del 2006 ammontano a 2. 817, 173 in meno rispetto all’anno precedente. Gli iscritti in complesso all’Università di Trento nell’anno accademico 2007/2008 ammontano a 15. 424, lo 0,7% circa in meno rispetto all’anno accademico precedente. Iscritti per facoltà all’Università degli studi di Trento
Facoltà Percentuale iscritti
Ingegneria 21,8
Giurisprudenza 20,0
Lettere e filosofia 19,7
Economia 16,6
Sociologia 11,7
Scienze matematiche, fisiche e naturali 6,6
Scienze cognitive Interfacoltà - Studi Internazionali 3,1 0,5
Il 64% degli iscritti all’Università di Trento proviene dalla regione Trentino Alto-adige, e il 55% risiede in provincia di Trento. Cultura - In continua crescita appare il numero delle biblioteche di pubblica lettura sul territorio provinciale: nel 2005 si contavano 86 biblioteche che offrivano un patrimonio librario consistente, di poco inferiore ai 2 milioni di volumi. In espansione risultava anche il numero degli iscritti al prestito nelle biblioteche trentine, più che raddoppiati rispetto al 1990. Nel corso del 2005 ogni iscritto aveva preso in prestito mediamente 10 libri. Nel corso del 2007 i visitatori dei musei trentini sono stati 677. 933, di cui il 51% paganti. Il numero dei visitatori risulta in significativa crescita: tra il 2000 ed il 2007 i biglietti emessi (a titolo gratuito o a pagamento) sono cresciuti, infatti, del 21,8%. Il museo più visitato risulta essere il Mart di Rovereto, con oltre 209 mila ingressi nel 2007. Superano i 6. 600 gli iscritti all’Università della terza età e del tempo disponibile, di cui l’85% è di sesso femminile. Per quanto riguarda l’età dei frequentanti, la classe più rappresentata è quella compresa fra i 66 ed i 75 anni, anche se l’1% ha un’età inferiore ai 45 anni. 4. Occupazione - Nel 2007 le forze di lavoro sono risultate 230. 000, di cui 223. 500 occupati e 6. 700 in cerca di occupazione. Nell’anno precedente, le forze di lavoro erano risultate 226. 500, di cui 219. 500 occupati e 7. 000 in cerca di occupazione. Si assiste pertanto ad un aumento delle forze di lavoro e degli occupati, mentre si riduce il numero delle persone in cerca di occupazione. Nel 2007 il tasso di disoccupazione totale è risultato pari a 2,9% (era 3,1% nel 2006); analizzando lo stesso tasso per sesso esso risulta pari al 1,8% per i maschi (1,8% nel 2006) ed al 4,4% per le femmine (4,8% nel 2006). A livello nazionale gli stessi tassi sono molto più accentuati, sia nella componente maschile che in quella femminile. Tasso di disoccupazione
Trento Italia
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
1995 4,1 9,2 5,6 8,6 15,4 11,2
2000 2,8 4,2 3,4 7,8 13,6 10,1
2001 2,1 5,2 3,3 7,1 12,2 9,1
2002 2,0 5,4 3,4 6,7 11,5 8,6
2003 2,2 4,0 2,9 6,5 11,3 8,4
2004 1,8 5,0 3,2 6,4 10,5 8,0
2005 2,5 5,2 3,6 6,2 10,1 7,7
2006 2007 1,8 1,8 4,8 4,4 3,1 2,9 5,4 4,9 8,8 7,9 6,8 6,1
Se si considera il tasso di disoccupazione disaggregato per ripartizione territoriale si osserva che la provincia di Trento gode di una situazione favorevole rispetto alle regioni centro-settentrionali. Infatti nella ripartizione Nord-ovest tale tasso è pari al 3,8%, nel Nord-est è pari al 3,1%, nel Centro al 5,3% mentre nel Mezzogiorno esso risulta pari all’ 11%. In sostanziale costante crescita risulta il tasso di attività (forze di lavoro su popolazione 15-64 anni), che nel 2007 è risultato pari al 68,3%, circa 7 punti percentuali in più rispetto al 1995 e quasi 6 punti percentuali in più rispetto allo stesso tasso calcolato a livello nazionale. Si mantiene ancora elevato il divario tra la componente maschile e quella femminile: per i maschi il tasso di attività nel 2007 è risultato pari al 77,6% (74,4% a livello nazionale), mentre per le femmine lo stesso tasso è risultato pari al 58,8% (50,7% a livello nazionale), in costante e significativa crescita (oltre 10 punti percentuali in 10 anni). Tasso di attività
Trento Italia
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
1995 74,8 47,4 61,2 72,6 44,3 58,4
2000 76,4 54,3 65,5 73,6 48,5 61,0
2001 76,3 53,2 64,9 73,7 49,5 61,6
2002 76,1 53,0 64,7 74,1 50,2 62,1
2003 77,8 53,6 65,7 74,9 50,9 62,9
2004 76,7 58,7 67,8 74,5 50,6 62,5
2005 77,1 57,7 67,6 74,4 50,4 62,4
2006 2007 77,2 77,6 57,5 58,8 67,5 68,3 74,6 74,4 50,8 50,7 62,7 62,5
In costante crescita appare il numero dei contratti part-time: sono risultati poco più di 38. 000 nel 2007, più del doppio di quelli registrati nel 2002. La maggior parte (87%) riguarda lavoratori del terziario, per lo più donne (87%). In diminuzione risulta il ricorso agli ammortizzatori sociali, tra i quali la Cassa Integrazione Guadagni. Le ore autorizzate sono passate, infatti, da 722. 000 del 2006 a 537. 115 del 2007, con rilevanti differenze tra Cigo e Cigs. In particolare, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria diminuisce del 63,9%, mentre quello relativo alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria diminuisce dell’ 8,6%. Calano del 41% tra il 2006 ed il 2007, invertendo la tendenza in atto da alcuni anni, le ore autorizzate per il settore edile. Cassa Integrazione Guadagni
Ore Cigo Ore Cigs Totale Gestione edilizia
1992 881. 851 989. 241 1. 871. 092 3. 197. 000
1995 382. 349 867. 030 1. 249. 379 1. 672. 236
2000 204. 180 605. 523 809. 703 2. 170. 263
2001 293. 005 516. 628 809. 633 2. 263. 469
2002 298. 767 229. 201 527. 968 2. 016. 518
2003 296. 375 208. 377 504. 752 2. 071. 324
2004 249. 135 304. 945 554. 080 2. 224. 341
2005 240. 793 737. 133 977. 926 2. 361. 961
2006 2007 221. 992 80. 071 499. 973 457. 044 721. 965 537. 115 2. 646. 657 1. 557. 779
Diminuiscono, rispetto al 2006, i conflitti di lavoro, passati da 11 a 7, e anche il numero dei lavoratori partecipanti, passati da 3. 838 del 2006 a 639 del 2007. Calano pure le ore di lavoro perdute, passate da 30. 000 a 6. 000. Gli infortuni sul lavoro denunciati dalle aziende all’Inail ammontano nel 2007 a 12. 118, di cui il 77% a carico di lavoratori di sesso maschile. I settori di attività maggiormente colpiti dagli infortuni sono risultati l’industria manifatturiera in senso stretto (2. 236 infortuni) e le costruzioni (1. 746 infortuni), mentre la classe di età in cui si è registrato il numero maggiore di infortuni è quella dei 35-49 anni (4. 873 infortuni), seguita dalla classe 18-34 anni (4. 760 infortuni). 5. Economia - Nel 2007 il Prodotto Interno Lordo provinciale è risultato pari a 15. 599 milioni di Euro a prezzi correnti e a 12. 912 milioni di Euro a prezzi 2000. In entrambi i casi il Pil risulta in crescita rispetto all’anno precedente: le variazioni percentuali sono infatti pari, rispettivamente, al 4,1% e allo 1,9%. Il Prodotto Interno Lordo per abitante è risultato pari a circa 31 mila Euro a prezzi correnti (superiore rispetto ai 26 mila Euro registrati a livello nazionale) e 25 mila Euro a prezzi 2000. Prodotto Interno Lordo provinciale
Prodotto Interno Lordo (valori in milioni di Euro) Prodotto Interno Lordo per abitante (valori in migliaia di Euro)
Prezzi correnti Prezzi costanti (2000) Prezzi correnti Prezzi costanti (2000)
1980 1. 980,48 7. 810,23 4,47 17,64
1985 4. 026,17 8. 170,54 9,09 18,45
1990 7. 035,49 10. 206,17 15,73 22,83
1995 9. 732,70 11. 134,37 21,29 24,36
2000 12. 249,76 12. 249,76 25,93 25,93
2001 12. 771,76 12. 294,92 26,84 25,84
2002 13. 174,18 12. 272,36 27,43 25,55
2003 13. 600,53 12. 306,36 27,93 25,27
2004 14. 048,76 12. 314,85 28,43 24,92
2005 2006 2007 14. 451,41 14. 991,24 15. 598,51 12. 478,52 12. 676,64 12. 911,65 28,90 29,70 30,57 24,96 25,11 25,31
Nel corso del 2007 il tasso medio di inflazione è diminuito per la città di Trento, passando dall’1,7% allo 0,8%, confermandosi a livelli inferiori rispetto al dato medio nazionale (pari all’1,7% nel 2007). In complesso, dal 1995 al 2007, il tasso di inflazione nazionale è risultato pari al 30,0%, mentre a livello locale lo stesso tasso ha raggiunto il livello del 26,6%. Tasso medio di inflazione
Trento Italia
1980 21,4 21,1
1985 7,7 8,6
1990 6,0 6,1
1995 5,4 5,4
2000 2,3 2,6
2001 2,6 2,7
2002 2,6 2,4
2003 2,2 2,5
2004 1,8 2,0
2005 1,6 1,7
2006 2007 1,7 0,8 2,0 1,7
Sul fronte degli scambi con l’estero, il 2007 ha registrato un saldo delle transazioni commerciali ancora nettamente positivo e pari a 832 milioni di Euro, nell’anno precedente lo stesso saldo era risultato pari a 719 milioni di Euro. Dal 1990 ad oggi il saldo delle transazioni commerciali è cresciuto di 8 volte, passando da 100 a 832 milioni di Euro. Il saldo commerciale positivo risulta determinato da un valore delle importazioni pari a 2. 158 milioni di Euro, in aumento (+4%) rispetto all’anno precedente, e da un ammontare delle esportazioni pari a 2. 990 milioni di Euro (+7% rispetto al 2006). Scambi con l’estero (milioni di Euro)
Importazioni Esportazioni Saldo
1990 730,7 829,7 99,0
1995 1. 087,1 1. 601,5 514,4
2000 1. 351,9 2. 087,4 555,5
2001 1. 580,1 2. 170,6 590,5
2002 1. 611,1 2. 086,9 475,8
2003 1. 652,5 2. 266,0 613,5
2004 1. 753,4 2. 413,9 660,5
2005 1. 865,2 2. 608,7 743,5
2006 2007 2. 075,8 2. 157,7 2. 794,7 2. 989,5 718,8 831,8
La Germania rappresenta il principale mercato da cui proviene la maggior parte dei prodotti importati e nello stesso tempo il paese verso cui sono principalmente dirette le merci trentine. Sul fronte delle importazioni seguono la Francia, l’Austria ed i Paesi Bassi; dal lato delle esportazioni, quote rilevanti dei prodotti locali sono dirette verso gli Stati Uniti d’America, la Francia ed il Regno Unito. Nel corso degli anni è andata modificandosi la composizione dei partner commerciali dell’economia trentina: la Germania, che oggi assorbe circa il 20% dei nostri flussi commerciali sia in entrata che in uscita, all’inizio degli negli anni Novanta rappresentava il 28% delle importazioni e il 37% delle esportazioni. Nello stesso tempo sono cresciuti considerevolmente i livelli di import-export con l’Est europeo (extra Ue): dai 26 milioni di Euro di esportazioni del 1991 si è passati agli attuali 160 milioni di Euro. Per l’aspetto della nati-mortalità imprenditoriale, nel 2007 si registra un saldo negativo, di -407 unità, nel differenziale tra ditte nuove iscritte e cessate. Le prime ammontano a 3. 053, le seconde a 3. 460, determinando un tasso di nati-mortalità pari a -0,8%, inferiore a quello del 2006 (1,3%). Non trova conferma, pertanto, il trend positivo e sostanzialmente crescente nel saldo tra imprese iscritte e imprese cessate, iniziato a metà degli anni Novanta. Movimento anagrafico delle imprese
Iscrizioni Cancellazioni Saldo Totale attive iscritte al Registro
1990 2. 458 2. 379 +79 34. 771
1995 2. 441 2. 004 +437 34. 435
2000 3. 030 2. 548 +482 45. 644
2001 3. 317 2. 758 +559 46. 108
2002 3. 396 2. 884 +512 46. 635
2003 3. 096 2. 612 +484 47. 063
2004 3. 381 2. 584 +797 47. 707
2005 3. 492 2. 706 +786 48. 412
2006 2007 3. 303 3. 053 2. 613 3. 460 +690 -407 48. 867 48. 525
Nel corso del 2007 è calato il numero assoluto dei protesti cambiari levati in provincia, passati da 2. 812 del 2006 a 2. 475 del 2007 (-12%). Contestualmente l’ammontare dei protesti è però aumentato da 7,1 a 7,4 milioni di Euro. Si registra, invece, un incremento dei fallimenti dichiarati che passano da 35 a 40 (+14%), riguardando principalmente le società (95%), piuttosto che le ditte individuali. Agricoltura - Per quanto riguarda la dinamica del settore primario, nel corso del 2007 la produzione di mele ha raggiunto i 4,6 milioni di quintali, 958 mila quintali in più rispetto all’anno precedente; la produzione locale continua a rappresentare, comunque, circa il 20% circa della produzione nazionale. In calo la produzione delle pere, il cui raccolto è risultato pari a 3. 193 quintali, il 44% in meno rispetto al raccolto del 2006. La produzione di uva è risultata invece in aumento nell’annata 2007, con un raccolto di 1. 233. 436 quintali ed un’incidenza percentuale stabile dell’1,5% rispetto alla produzione nazionale. Produzioni agricole (quintali)
Uva Mele Pere
1980 1. 288. 200 1. 971. 800 81. 000
1985 1. 210. 007 2. 468. 725 43. 810
1990 984. 000 3. 092. 000 29. 930
1995 832. 050 3. 493. 000 10. 960
2000 1. 100. 000 4. 700. 000 8. 630
2002 978. 000 4. 250. 000 7. 420
2003 1. 029. 971 3. 575. 323 3. 056
2004 1. 266. 453 3. 653. 180 5. 760
2005 1. 053. 438 4. 489. 190 5. 760
2006 1. 225. 712 3. 629. 190 5. 700
2007 1. 233. 436 4. 587. 000 3. 193
Considerando quanto avvenuto negli ultimi 25 anni, si evidenzia come la produzione di mele sia più che raddoppiata rispetto al 1980, sia rimasta sostanzialmente stabile la produzione di uva, mentre si è ridotta a meno di un ventesimo la produzione delle pere. Sempre con riferimento al lungo periodo, in crescita, anche consistente, appaiono le produzioni dei piccoli frutti e delle olive mentre in calo deciso appaiono le produzioni di albicocche e susine. Sul fronte zootecnico, il numero dei capi ammonta nel 2007 a 93. 402 unità, circa 2. 476 in più rispetto all’anno precedente. La consistenza maggiore è quella dei bovini (48. 000), di cui circa la metà da latte. Industria e artigianato - Nel corso del 2006 i consumi di energia elettrica sono risultati pari a 3. 191 Gwh, tendenzialmente costanti rispetto agli anni precedenti. Distinti per settore di utilizzazione, la quota maggiore risulta destinata all’industria (1. 681 Gwh, pari al 53% del totale), seguita dal settore terziario (889 Gwh, 28% del totale), dal consumo domestico (576 Gwh, pari al 18%) e dall’agricoltura (45 Gwh, 1%). Mentre nel corso degli ultimi anni è diminuito il numero delle cave di porfido, la quantità prodotta ha continuato ad aumentare, passando da 1,4 milioni di tonnellate del 1990 a 1,7 milioni di tonnellate del 2007. Gli addetti del settore sono in progressiva diminuzione e si assestano su poco più di 1. 000 unità nel 2007, compensati dalla crescente potenza dei motori. Le aziende artigiane operanti alla fine del 2007 sono risultate 13. 933, 51 in meno rispetto all’anno precedente (-0,4%). In esse operano poco più di 36. 500 addetti. Il settore in cui sono maggiormente presenti le imprese artigiane è quello delle attività edili (4. 860 aziende, pari al 34,9% del totale), seguito dall’installazione e riparazione di impianti (1. 540 aziende, 11,1%) e dal settore della meccanica (1. 270 aziende, 9,1%). Per lo più le aziende artigiane operano nella forma di ditte individuali (72%) o come società in nome collettivo (21%). Distinguendo secondo il tipo di attività, prevale l’artigianato di produzione (9. 370 aziende, pari al 67%), seguito dalla prestazione di servizi (4. 135, pari al 30%) e dai mestieri artistici tradizionali e dell’abbigliamento su misura (428, 3%). Nell’arco di un decennio le imprese artigiane sono aumentate del 17%; sostanzialmente è il settore edile (e le attività ad esso connesse) a presentare il maggior incremento nel numero di imprese attive, mentre quasi tutti gli altri settori sono stabili o presentano lievi flessioni. Turismo - Nel corso del 2007 si sono registrati in provincia di Trento poco più di 11,2 milioni di presenze nelle strutture ricettive alberghiere e quasi 3,5 milioni nelle strutture complementari. Ad esse devono essere aggiunti 5,4 milioni di presenze negli alloggi privati e oltre 9,1 milioni nelle seconde case, per un totale di oltre 29 milioni di presenze (e poco più di 4,5 milioni di arrivi), che rappresentano il valore più elevato mai fatto registrare dalle strutture ricettive trentine. La lettura combinata dei dati relativi ad arrivi e presenze conferma il fenomeno, in atto da alcuni anni, della progressiva riduzione della permanenza media dei turisti nelle strutture ricettive della provincia. Oggi la permanenza media nel complesso delle strutture ricettive risulta di circa 6 giorni, nel 1985 era invece prossima ai 10 giorni. Distinguendo il movimento turistico totale per nazionalità di provenienza, gli italiani rappresentano il 79% delle presenze complessive (23,1 milioni); il loro numero è risultato leggermente in calo rispetto al 2006 (-0,2%), mentre sono aumentate le presenze straniere (+3,4%). Presenze turistiche
Esercizi alberghieri Esercizi complementari Totale esercizi
1990 8. 321. 431 2. 499. 261 10. 820. 692
1995 9. 650. 720 3. 129. 777 12. 780. 497
2000 10. 150. 557 2. 965. 018 13. 115. 575
2001 10. 514. 849 3. 127. 691 13. 642. 540
2002 10. 349. 656 3. 188. 311 13. 537. 967
2003 10. 600. 807 3. 295. 368 13. 896. 175
2004 10. 594. 465 3. 254. 290  
   
   
MANTOVA: SECONDO BANDO PER IL BILANCIO SOCIALE  
 
 Mantova, 17 dicembre 2008 - Ecco i risultati inerenti il secondo “Bando per l’erogazione di contributi a favore di: a) Soc. Cooperative; b) Organizzazioni de terzo settore; c) Imprese della provincia di Mantova per l’adozione del modello di bilancio sociale elaborato dalla Camera di Commercio di Mantova” , indetto nell’ambito del progetto Cooperazione ed Economia civile. Dodici sono le imprese che hanno ottenuto il contributo, che finanzia le spese sostenute dall’ 1 gennaio 2008 al 31 ottobre 2008 per l’adozione del bilancio sociale. Si tratta di: Airone società cooperativa sociale; Arcobaleno società cooperativa sociale Onlus; Data On Line Management S. C. A. R. L. ; Fissero Pelagallo società cooperativa sociale Onlus; For. Ma azienda speciale della Provincia di Mantova; Hike società cooperativa sociale Onlus; Ippogrifo società cooperativa sociale di solidarietà; La Co. Sa cooperativa sociale Onlus; La Quercia società cooperativa sociale di solidarietà; L´incontro cooperativa sociale; Porta Aperta cooperativa sociale Onlus; Sol. Co Trasporti Società Cooperativa Sociale Onlus. Alcuni testi dei bilanci sociali saranno pubblicati sul sito web della Camera di Commercio, nella sezione denominata “Cooperazione ed Economia Civile”. Per informazioni è possibile rivolgersi a Promoipresa telefonando allo 0376 223765 oppure inviando una mail all’indirizzo: info@promoimpresaonline. It. .  
   
   
REGGIO EMILIA: ISTITUTI DI CREDITO A SOSTEGNO DEL SISTEMA ECONOMICO  
 
Reggio Emilia, 17 dicembre 2008 - In questo periodo, in cui accanto alle difficoltà finanziarie le imprese registrano contrazione di ordini e di produzione, gli Enti locali hanno ritenuto opportuno attivare un dialogo con gli istituti di credito. Presenti all’incontro il Presidente della Camera di commercio Aldo Ferrari, il Vice Presidente della Provincia Pierluigi Saccardi, l’assessore al Comune di Reggio Emilia, Uberto Spadoni, il coordinatore Anci dei Comuni reggiani e sindaco di Quattro Castella Cesare Beggi, l’assessore attività produttive della Comunità Montana dell’Appennino reggiano, Luciano Correggi, i rappresentanti di parecchi istituti di credito operanti sul territorio. Gli Istituti di credito hanno assicurato la loro costante presenza al fianco delle imprese anche e soprattutto in questo momento difficile attivando accordi, protocolli, convenzioni con le Associazioni di categoria per definire modalità di aiuto alle imprese mettendo a disposizione, in prima battuta, liquidità immediata per spese non procrastinabili per le quali le aziende non dispongono di una sufficiente disponibilità di cassa. Le modalità con cui vengono gestiti i rapporti banca–impresa sono, però, in evoluzione anche solo rispetto ad alcuni mesi fa, ma i finanziamenti continuano ad essere erogati seppur con maggior selettività. Ed a proposito di garanzie un ruolo fondamentale continua ad essere svolto dai Confidi che agevolano l’accesso al credito a numerosissime piccole imprese assicurando anche una quota garantita. Ed è proprio attraverso i Confidi che la Camera di commercio continua a destinare quote sempre più crescenti delle proprie risorse a sostegno dello sviluppo del territorio. “Subito, a metà ottobre, quando le Associazioni di categoria hanno cominciato a segnalare le difficoltà che le imprese riscontravano per l’accesso alla liquidità – sottolinea il Presidente Ferrari - la Camera di commercio si è attivata ed ora ha già messo a disposizione delle imprese attraverso i Confidi, un fondo di garanzia straordinario di 400mila euro. Si tratta di fondi aggiuntivi rispetto a quelli che annualmente l’Ente riserva quale contributo all’abbattimento del tasso di interesse sugli investimenti. Nel solo 2008 aveva già assegnato un milione e cinquecentomila euro; dal 2000 ad oggi, 8milioni e 155mila euro”. Il fondo straordinario è destinato ad assicurare alle imprese che chiedono liquidità una garanzia aggiuntiva a quella che i Confidi già concedono. La Giunta camerale uscente ha già stanziato duemilioni e cinquecentomila euro per il 2009. .  
   
   
IMMIGRAZIONE - VIA LIBERA DALL´ASSEMBLEA LEGISLATIVA AL PROGRAMMA TRIENNALE 2009-2011 PER L´INTEGRAZIONE SOCIALE DEI CITTADINI STRANIERI. LE LINEE GUIDA SONO ALFABETIZZAZIONE, MEDIAZIONE E ANTIDISCRIMINAZIONE. IN EMILIA-ROMAGNA OLTRE 100 MILA PERSONE CON PERMESSI DI SOGGIORNO DI LUNGA DURATA, 40 MILA FIGLI DI GENITORI STRANIERI NATI IN REGIONE.  
 
 Bologna, 17 dicembre 2008 – Alfabetizzazione, mediazione, antidiscriminazione. Sono le tre linee d’indirizzo del Programma triennale 2009-2011 per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri, che ha ottenuto oggi il via libera dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-romagna. Uno strumento di programmazione “trasversale”, previsto dalla legge regionale 5 del 2004 sull’immigrazione, che pone al centro delle programmazioni di settore – in base a un approccio complesso e unitario – il tema della crescente presenza di migranti sul territorio. Qualche dato: negli ultimi anni in tutta l’Emilia-romagna sono aumentate le persone titolari di permessi di soggiorno di lunga durata (che si ottiene dopo cinque anni e non necessita del rinnovo annuale). Dalle 41. 228 del 2004 sono diventate infatti 65. 817 del 2005, 82. 679 del 2006 e 100. 393 del 2007, collocando l’Emilia-romagna ai primi posti tra le regioni italiane. Ancora: sono 40 mila i figli di genitori stranieri, nati tra Piacenza e Rimini. Bambini e ragazzi dalla famiglia d’origine straniera, la cui esistenza però è cominciata e si sta sviluppando a tutti gli effetti in Emilia-romagna. “Giovedì 18 dicembre è la Giornata internazionale dei migranti – ha ricordato oggi l’assessore alle Politiche sociali Anna Maria Dapporto – ; l’approvazione del Programma triennale mi sembra un contributo importante da parte della Regione a questa data così significativa. Il cambiamento in senso interculturale della società regionale è già in essere; le proiezioni demografiche prevedono che nei prossimi vent’anni ci sarà un raddoppio della presenze di stranieri. Questa crescita rappresenta uno dei più importanti processi di cambiamento, ma al tempo stesso, come spesso succede di fronte a forti mutamenti sociali, innesca in parte della popolazione sentimenti di diffidenza e chiusura. Voglio però ricordare che la percezione secondo cui prevarrebbero i ‘costi dell’integrazione’ rispetto ai ‘benefici per l’economia’ non corrisponde affatto alla realtà”. Gli immigrati e l’economia regionale Operai, assistenti familiari, infermieri, piccoli imprenditori: l’apporto dei lavoratori immigrati alla “creazione” di ricchezza in Emilia-romagna (Pil) è stato nel 2006 pari al 11,3% del totale (Fonte Unioncamere), mentre nel 2005 era del 10,8%. A livello nazionale, il gettito contributivo Inps 2007 dei lavoratori stranieri pesa per oltre il 10% sul totale. In Emilia-romagna si stima che i contributi previdenziali Inps derivanti dai lavoratori dipendenti stranieri si attestino su circa un miliardo di euro (anno 2007). Viceversa, sul versante delle prestazioni pensionistiche erogate a persone straniere, risulta che non superano l’1% della spesa pensionistica totale (anno 2006). Rispetto all’apporto in termini di gettito fiscale che deriva da lavoratori dipendenti e autonomi, una recente ricerca del Dossier statistico Immigrazione della Caritas 2008 stima un totale – a livello nazionale – di imposte generate dalla presenza di immigrati di circa 3,7 miliardi di euro, e dunque una ricaduta a livello regionale superiore ai 400 milioni di euro. Il Programma triennale Tre gli obiettivi strategici triennali previsti dal Programma. Primo, la promozione dell’apprendimento e dell’alfabetizzazione della lingua italiana per favorire i processi di integrazione e consentire ai cittadini una piena cittadinanza. Il percorso di apprendimento alla lingua va considerato nell’ambito di un processo più complessivo di conoscenza dei principi di educazione civica italiana; occorre inoltre dedicare un’attenzione specifica alle donne straniere, per rispondere a eventuali situazioni di isolamento. Secondo obiettivo, la promozione di una piena coesione sociale attraverso processi di conoscenza, formazione e mediazione da parte dei cittadini stranieri immigrati e italiani. Terzo, la promozione di attività di contrasto al razzismo e alle discriminazioni, lavorando su più aspetti: prevenzione ed educazione, sostegno a progetti e azioni per eliminare alla base le situazioni di svantaggio, opportunità di orientamento, assistenza e consulenza legale, e un lavoro costante di osservazione del fenomeno nel territorio regionale, con particolare attenzione al ruolo dei mezzi di informazione. .  
   
   
LIQUIDAZIONI PIÙ VELOCI IN PUGLIA GRAZIE A CESSIONE DEL CREDITO  
 
 Bari, 17 Dicembre 2008 - Liquidazioni veloci in Puglia grazie alla cessione del credito. Così la Regione si schiera a fianco delle aziende nell’attuale crisi di liquidità del sistema produttivo. Lo fa con una semplificazione proposta dall’Assessorato allo Sviluppo economico che mette fine ad una procedura complicatissima prevista dalla legislazione nazionale. Da oggi in Puglia è possibile per le aziende che vantano un credito nei confronti della stessa Regione, rivolgersi alle banche o agli intermediari finanziari per ricevere la liquidazione dei pagamenti. La “cessione del credito” semplificata diventa una nuova realtà pugliese grazie ad un articolo (il n. 9) inserito nella Legge regionale che ha approvato l’Esercizio provvisorio di Bilancio. Così in Puglia diventa tutto più semplice: un fornitore anziché aspettare il pagamento della fattura da parte della Regione si rivolge alla banca che gli liquida la somma, il fornitore da parte sua cede alla banca, in forma snella, il credito, così la Regione nei tempi prestabiliti pagherà l’istituto bancario e non più il fornitore. L’articolo di legge riassume così l’importante semplificazione: “La cessione dei crediti vantati da una impresa nei confronti della Regione, di cui siano cessionari una banca o un intermediario finanziario (…) può risultare anche da scrittura privata non autenticata. La cessione di tali crediti è efficace ed opponibile alla Regione qualora sia stata comunicata dalla banca o dall’intermediario con lettera raccomandata con avviso di ricevimento ovvero avvalendosi delle forme di comunicazione elettronica (…) che attestino l’avvenuta ricezione di tale comunicazione”. L’intervento della Regione Puglia è molto significativo perché consente di accelerare in modo considerevole la procedura di riscossione dei pagamenti. A sottolinearlo è Sandro Frisullo, Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico: “Si tratta di un intervento innovativo che consentirà di anticipare le liquidazioni tutelando nel contempo le banche che vogliono utilizzare il nuovo strumento legislativo. Questo è un tema molto critico in Italia perché la legislazione nazionale è riduttiva e permette la cessione per casi eccezionali e solo dopo una procedura complessa. In questo scenario così critico per l’economia globale, abbiamo ritenuto doveroso rispondere in modo immediato alle necessità delle imprese nostre fornitrici”. In questi giorni l’Assessorato allo Sviluppo economico e l’Abi (l’Associazione Bancaria Italiana) stanno definendo le procedure opportune per dare rapida attuazione ad una norma così importante nella crisi di liquidità che affligge il sistema produttivo. .  
   
   
STANZIATI 7 MILIONI E 770 MILA EURO NELLE SETTE PROVINCE VENETE PER PROMUOVERE LA SICUREZZA NEL TERRITORIO  
 
Venezia, 17 dicembre 2008 - La sicurezza dei cittadini veneti è un diritto irrinunciabile. Promuovere e diffondere tra le persone della nostra regione la cultura della legalità è un obiettivo fondamentale da conquistare e da conservare. Ecco perché si è deciso di stanziare, stilando un apposito bando, 7 milioni e 770 mila euro per finanziare le progettualità innovative degli enti locali che mirano a ottimizzare e soprattutto a rendere più funzionale il servizio di polizia. Una decisione che conferma i principi che hanno guidato la stesura del piano di zonizzazione. “Il nostro impegno è supportare con ciascun mezzo disponibile le capacità e - ricorda l’assessore alla Polizia locale e alla sicurezza, Massimo Giorgetti - le professionalità degli operatori e degli amministratori locali. Vogliamo, infatti, che affrontino con successo le numerose sfide che la società moderna impone nel campo della convivenza civile. Crediamo, inoltre, che il bando regionale sia una occasione molto importante per testare modalità innovative di approccio e di valutazione delle azioni nel campo della sicurezza e della legalità. ” L’iniziativa è stata molto apprezzata dagli enti locali che hanno soprattutto colto nel bando regionale l’opportunità di lavorare in rete e dare concretezza a moderne formule organizzative calibrate sulle specificità dei territori e propedeutiche a futuri sviluppi allargamenti. “Per la nostra regione - spiega ancora l’assessore - il bando si attesta una esperienza assai positiva e unica nel suo genere perchè consente di valutare le nostre capacità di fare proposte e di gestirle. ” E’ dunque un impegno concreto a tutela e a salvaguardia dei cittadini veneti che sempre più spesso chiedono di poter vivere in città tranquille e di abitare in luoghi presidiati e controllati. “I nostri interlocutori privilegiati - precisa poi l’assessore - restano gli amministratori locali che in materia di sicurezza e di legalità hanno funzioni complementari a quelle delle forze dell’ordine e possono coordinare con efficienza ed efficacia l’opera della polizia locale. ” I progetti sono finanziati sino al settanta per cento. Il bando è di fatto la prosecuzione di quanto cominciato con la legge regionale sulla polizia locale del 2002 che ha dato avvio a 250 progetti sull’intero territorio veneto. “La forza della nostra regione - conclude l’assessore Massimo Giorgetti - è avere approvato un piano di zonizzazione che suddivide il territorio in distretti della sicurezza con la possibilità per i comuni di consorziarsi così da suddividere in maniera sinergica i compiti operativi e potenziare le dotazioni tecnologiche. ” La legalità per la nostra regione si conferma un valore primario. Siamo schierati in prima linea sulla sicurezza. Il Veneto è decisamente all’avanguardia nel panorama nazionale perché in nessuna regione italiana si sta realizzando una rete integrata di forze di polizia locale di così alto livello. .  
   
   
AMBULANTATO IN LOMBARDIA, NUOVE REGOLE PER I POSTEGGI NICOLI CRISTIANI:TUTELIAMO RETI DI VENDITA IMPORTANTI E RADICATE UNA CARTA D´ESERCIZIO PER RICONOSCERE CHI E´ IN REGOLA  
 
 Milano, 17 dicembre 2008 - Regione Lombardia stabilisce nuovi indirizzi per la programmazione dei mercati su area pubblica, con l´obiettivo di semplificare le procedure amministrative, coinvolgendo enti locali e associazioni di categoria. E´ quanto prevede una delibera recentemente approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani, con le indicazioni sui comportamenti da adottare per quanto riguarda i mercati da parte di Comuni, associazioni dei commercianti e singoli operatori, ciascuno per gli aspetti di propria competenza. "La Lombardia - ha osservato l´assessore Nicoli Cristiani - ha una rete di mercati molto capillare che integra significativamente l´offerta sul territorio delle altre forme di distribuzione commerciale. Un canale di vendita che si è rivelato risorsa importante e più accessibile per alcune fasce della popolazione e che ha permesso di conciliare risparmio con qualità e sicurezza dei prodotti, alimentari e non alimentari". Il ruolo dei Comuni - Spetta ai Comuni, in particolare, l´individuazione delle aree di mercato con l´obiettivo di consolidare la rete distributiva e la qualità dei servizi, assicurando il servizio anche nelle aree più disagiate; il provvedimento punta, inoltre, a salvaguardare e riqualificare i centri storici valorizzando i mercati, nel rispetto dei vincoli del patrimonio artistico e dei vincoli ambientali. Dal punta di vista gestionale e organizzativo, per i Comuni è confermata la possibilità di prevedere, nei periodi natalizio, pasquale ed estivo, lo svolgimento di mercati straordinari per un limite annuo di 12 giornate. Per quanto riguarda i posteggi che restano liberi nelle aree di mercato, è previsto che i Comuni trasmettano alle associazioni di categoria copia dei bandi relativi alla loro assegnazione. Questo in quanto la legge regionale ha previsto che siano i Comuni a pubblicare l´elenco dei posteggi liberi, senza più l´obbligo della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione (Burl). Tra le novità previste dal provvedimento figurano la "carta di esercizio" (prevista dalla legge regionale n. 15 del 2000 "Norme in materia di commercio al dettaglio su aree pubbliche"), che può essere compilata gratuitamente, oltre che dall´operatore, anche dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello regionale. La carta, che serve per identificare l´operatore, deve essere poi valicata, a cura dell´operatore stesso, da tutti i Comuni in cui svolge la sua attività. I Comuni possono aumentare fino al 5% dei posti complessivamente disponibili per l´alimentare (prima era il 3%) i posteggi per i produttori agricoli, previa comunicazione a Regione Lombardia. Anche per quanto riguarda la verifica dell´assolvimento degli obblighi amministrativi, previdenziali, fiscali ed assistenziali, il provvedimento regionale affida alle associazioni di categoria la certificazione che questi obblighi siano stati assolti. Le associazioni provvedono annualmente alle verifiche, gratuitamente. Per i consumatori sarà così possibile accertarsi più facilmente se nei mercati si è in presenza di abusivi o di operatori "con le carte in regola". Un ultimo aspetto riguarda le associazioni di categoria che organizzano mercati e fiere internazionali con la presenza di operatori stranieri: anche in questo caso spetta ai Comuni fissare forme organizzative e modalità di partecipazione degli operatori, insieme alle associazioni di categoria stesse. "Il provvedimento - ha aggiunto Nicoli Cristiani - da un lato coinvolge le associazioni di categoria per semplificare l´assolvimento degli obblighi burocratici, dall´altro cerca di creare un asse tra Comuni e associazioni di categoria per realizzare una piena sussidiarietà". Soddisfazione è stata espressa da Giacomo Errico, presidente Apeca (Associazione Provinciale Esercenti Commercio Ambulante) per Milano e presidente nazionale dei commercianti ambulanti (Fiva - Confcommercio), secondo il quale "il provvedimento contiene strumenti utili contro l´abusivismo, come la carta di esercizio". "I mercati - ha concluso Nicoli Cristiani - sono importanti anche per rivitalizzare i centri urbani, svolgono una funzione sociale per il contenimento dei prezzi e, attraverso la partecipazione dei coltivatori, salvaguardano qualità e tipicità alimentare. Semplificazione e sussidiarietà rispondono alle esigenze di Comuni, associazioni di categoria e operatori, che le hanno identificate come leve strategiche per lo sviluppo del settore". .  
   
   
FVG: ELECTROLUX, CIRIANI CHIEDE INCONTRO CON DIRIGENZA  
 
Trieste, 17 dicembre 2008 - Il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Luca Ciriani, ha richiesto un incontro urgente con la dirigenza di Electrolux di Pordenone. Il confronto dovrà servire per avere un quadro completo e dettagliato sulla grave situazione di crisi che ha colpito l´azienda, e poter così valutare le diverse possibilità di intervento. .  
   
   
LE DONNE PRIME VITTIME DI CONFLITTI E INTEGRALISMI XII MEETING DEI DIRITTI UMANI “FAI LA COSA GIUSTA!”, MANDELA FORUM, FIRENZE LE TESTIMONIANZE DI SAMIA KOUIDER, FARIAN SABAHI E PADRE DARIO ECHEVERRY  
 
Firenze, 17 dicembre 2008 - Integralismi, radicalismi, conflitti: in molti paesi del mondo sono queste le cause della negazione dei diritti umani. Ne hanno parlato dal palco del Palamandela Samia Kouider, sociologia algerina che vive e lavora a Milano da molti anni, Farina Sabati, giornalista italo-iraniana e docente di insegnamenti sull’Islam, e padre Dario Echeverry, missionario colombiano, avvocato impegnato nella costruzione del dialogo e della riconciliazione in Colombia. «Ogni forma di radicalismo e integralismo – dice Samia Kouider – limita i diritti non solo delle donne ma anche di tutti coloro che si impegnano per affermare i trenta articoli della Dichiarazione dei diritti umani. I patriarcalismi risorgono quando i nodi della povertà e dell’ingiustizia vengono al pettine e riemergono proprio sulla pelle delle donne». Quanto al raffronto tra le varie situazioni dei pae si che si affacciano sul Mediterraneo Samia Kouider non ha dubbi: «Ci sono fenomeni che accomunano i nostri sue paesi, Algeria e Italia, ad esempio la violazione dei diritti in nome della sicurezza». Parla delle donne e dei diritti loro negati anche Farian Sabahi, che fa balenare alla platea il pericolo di una sharia che si sta diffondendo anche in Europa: «Però – ha proseguito – ci sono anche tanti paesi musulmani in cui vengono approvate leggi importanti per le donne, come è accaduto in Marocco e nello stesso Iran. Non dobbiamo permettere alle religioni di invadere il terreno dei diritti e occorrono leggi precise che li tutelino anche in Europa. Quando Gad Lerner evoca lo spettro della pena di morte, Farian Sabahi racconta il ripristino della legge del taglione questa volta declinata a favore della donna e racconta la storia di una giovane iraniana punita con lo sfregio all’acido per aver rifiutato un matrimonio combinato a cu i è stato riconosciuto dal tribunale il diritto a vedere ugualmente sfigurato il suo aguzzino. Ma il senso complessivo del clima che si respira al Palamandela riesce a coglierlo padre Dario Echeverry: «Qui si sta costruendo – dice tra gli applausi – una vera cultura dei diritti umani». Parla dei ponti di pace e riconciliazione che sta costruendo in patria, in Colombia tra il governo e i guerriglieri, si rivolge ai giovani ‘che hanno tanto’ ricordando i giovani colombiani loro coetanei che imboccano la strada della guerriglia più per sopravvivenza che per il fascino dell’ideologia. E mentre parla della Colombia arriva in sala Ingrid Betancourt, della cui liberazione è stato in parte artefice. E il Palamandela esplode in un applauso. .